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Nessuno di noi lo ricorda, ma il momento della nascita ha per tutti un significato profondo. Il “come” si nasce è una sorta di passaporto per la vita. L’utero caldo e soffice che ci ha cullati nei mesi della gestazione all’im- provviso non è più accogliente, si contrae, ci allontana da sé. Il bat- tito del cuore della mamma che ci ha ninnato per nove mesi di- venta un suono distante, imper- cettibile. La fatica della nascita è grande, l’avventura immensa, un viaggio verso un mistero. Ma quando tutto sembra perduto, braccia amorose ci stringono, quel battito così caro è ancora distinguibile e un morbido, caldo abbraccio ci porta a conoscere il seno della mamma, la grande consolazione, il mondo ritrovato, la pace riconquistata. Nessuno di noi lo rammenta, ma il nutrimento ricevuto dalla ma- dre con il suo latte è impresso nella nostra memoria emoziona- le, è stato il nostro il buongiorno alla vita. L’allattamento naturale è oggi difeso e sostenuto con forza dal- l’Organizzazione mondiale della sanità e dall’Unicef con l’iniziativa Ospedale Amico dei bambini”. Una qua- lifica prestigiosa e difficile da otte- nere che da pochi mesi è stata as- segnata all’Ulss 20 per il punto na- scita dell’ospedale di Soave. Quella di Verona è stata la seconda azien- da sanitaria italiana a meritarla, do- po l’ospedale di Bassano. Se ne è parlato il 22 marzo a Venezia in un convegno promosso a palazzo Balbi dal Comitato italiano Uni- cef in collaborazione con la re- gione Veneto e con il patrocinio del Ministero della Salute. Alla presenza del presidente Giancar- lo Galan e dell’assessore regio- nale alla Salute Fabio Gava le Aziende di Bassano e di Verona hanno presentato il progetto che ha portato al riconoscimento. Gli Ospedali Amici dei Bambini sono nati nel 1992 per far sì che i neo- nati ricevano al momento della nascita la miglior accoglienza possibile: l’allattamento natura- le, al seno della mamma. In tutto il mondo questi ospeda- li sono oltre 15mila, diffusi in 128 paesi, ma in Italia al mo- mento ve ne sono soltanto due, entrambi in Veneto. L’Unicef considera l’allattamen- to al seno un’espressione del di- ritto del bambino al benessere psicofisico, un diritto che favori- sce una crescita sana ed un ar- monioso rapporto con la madre. Un diritto che la moda dell’al- lattamento artificiale dilagata negli anni Settanta aveva messo in secondo piano. Per potersi fregiare del ricono- scimento l’ospedale deve ri- spondere a precise garanzie che prevedono un protocollo di ben dieci norme. Eccole in dettaglio. L’ospedale de- ve definire un protocollo scritto per l’allattamento al seno da far cono- scere a tutto il personale sanitario e gestirne la formazione per consen- tirne l’attuazione. Le donne in gra- Allattamento al seno, il buongiorno alla vita A Soave l’Ospedale Amico dei Bambini S ANITÀ NEW S PERIODICO DELL’UNITÀ LOCALE SOCIO SANITARIA 20 - VERONA Spedizione in A.P.- 70% - Filiale di Verona - anno VI - numero 2 - aprile 2002 A Z I E N D A - U N I T À - L O C A L E - S O CI O - S A N I T A R I A - N . 2 0 - V E R O N A In questo numero: Il sorriso della salute. Stop alla carie dei bambini a pag. 4 Mamme e bambini. Un aiuto dal Dipartimento di Neuropsichiatria Infantile a pag. 6 Una nuova Legge Regionale sulle politiche sociali. Intervento dell’assessore Antonio De Poli a pag. 10 segue a pagina 2 Dettaglio da “Louise che allatta il figlio” di Mary Cassatt - 1899. Mostra “La collezione Rau. Da Beato Angelico a Renoir a Morandi” Bergamo - Accademia Carrara 31 gennaio - 26 maggio 2002

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Nessuno di noi lo ricorda, ma ilmomento della nascita ha pertutti un significato profondo. Il“come” si nasce è una sorta dipassaporto per la vita. L’uterocaldo e soffice che ci ha cullatinei mesi della gestazione all’im-provviso non è più accogliente, sicontrae, ci allontana da sé. Il bat-tito del cuore della mamma checi ha ninnato per nove mesi di-venta un suono distante, imper-cettibile. La fatica della nascita ègrande, l’avventura immensa, unviaggio verso un mistero. Maquando tutto sembra perduto,braccia amorose ci stringono,quel battito così caro è ancoradistinguibile e un morbido, caldoabbraccio ci porta a conoscere ilseno della mamma, la grandeconsolazione, il mondo ritrovato,la pace riconquistata.Nessuno di noi lo rammenta, mail nutrimento ricevuto dalla ma-dre con il suo latte è impressonella nostra memoria emoziona-le, è stato il nostro il buongiornoalla vita.L’allattamento naturale è oggidifeso e sostenuto con forza dal-l’Organizzazione mondiale della

sanità e dall’Unicef con l’iniziativa“Ospedale Amico dei bambini”. Una qua-lifica prestigiosa e difficile da otte-nere che da pochi mesi è stata as-segnata all’Ulss 20 per il punto na-scita dell’ospedale di Soave. Quelladi Verona è stata la seconda azien-da sanitaria italiana a meritarla, do-po l’ospedale di Bassano.Se ne è parlato il 22 marzo a Veneziain un convegno promosso a palazzo

Balbi dal Comitato italiano Uni-cef in collaborazione con la re-gione Veneto e con il patrociniodel Ministero della Salute. Allapresenza del presidente Giancar-lo Galan e dell’assessore regio-nale alla Salute Fabio Gava leAziende di Bassano e di Veronahanno presentato il progetto cheha portato al riconoscimento.Gli Ospedali Amici dei Bambini sononati nel 1992 per far sì che i neo-nati ricevano al momento dellanascita la miglior accoglienzapossibile: l’allattamento natura-le, al seno della mamma.In tutto il mondo questi ospeda-li sono oltre 15mila, diffusi in128 paesi, ma in Italia al mo-mento ve ne sono soltanto due,entrambi in Veneto.L’Unicef considera l’allattamen-to al seno un’espressione del di-ritto del bambino al benesserepsicofisico, un diritto che favori-sce una crescita sana ed un ar-monioso rapporto con la madre.Un diritto che la moda dell’al-lattamento artificiale dilagatanegli anni Settanta aveva messoin secondo piano.Per potersi fregiare del ricono-scimento l’ospedale deve ri-

spondere a precise garanzie cheprevedono un protocollo di bendieci norme.Eccole in dettaglio. L’ospedale de-ve definire un protocollo scritto perl’allattamento al seno da far cono-scere a tutto il personale sanitario egestirne la formazione per consen-tirne l’attuazione. Le donne in gra-

Allattamento al seno, il buongiorno alla vitaA Soave l’Ospedale Amico dei Bambini

SANITÀ NEWSPERIODICO DELL’UNITÀ LOCALE SOCIO SANITARIA 20 - VERONASpedizione in A. P. - 70% - Filiale di Verona - anno VI - numero 2 - aprile 2002

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In questo numero:

• Il sorriso della salute. Stopalla carie dei bambinia pag. 4

• Mamme e bambini. Un aiuto dal Dipartimentodi NeuropsichiatriaInfantile a pag. 6

• Una nuova LeggeRegionale sulle politichesociali. Interventodell’assessore Antonio De Poli a pag. 10

segue a pagina 2

Dettaglio da “Louise che allatta il figlio” diMary Cassatt - 1899.Mostra “La collezione Rau. Da Beato Angelico a Renoir a Morandi”Bergamo - Accademia Carrara 31 gennaio - 26 maggio 2002

vidanza vanno informate dei vantaggie dei metodi dell’allattamento al se-no e le mamme vanno aiutate ad al-lattare già mezz’ora dopo il parto. Al-le mamme bisogna mostrare comeallattare e come mantenere la secre-zione lattea anche nel caso in cuivengano separate dai neonati. Aineonati non possono essere sommi-nistrati alimenti o liquidi diversi dallatte materno, tranne che su specifi-ca prescrizione medica. Il bambinova sistemato nella stessa stanza del-la madre (rooming-in), in modo chetrascorrano insieme ventiquattr’oresu ventiquattro durante la perma-nenza in ospedale. La mamma va in-coraggiata all’allattamento al seno arichiesta tutte le volte che il neo-nato sollecita il nutrimento e du-rante il periodo dell’allattamentoal bimbo non si danno né tettarel-le artificiali, né succhiotti. Da ulti-mo l’ospedale si impegna a favori-re la creazione di gruppi di soste-gno alla pratica dell’allattamentoal seno, in modo che le madri vi sipossano rivolgere dopo esserestate dimesse dall’ospedale o dal-la clinica.Il progetto ha avuto una forte pe-netrazione nell’Ulss 20, coinvol-gendo, con il coordinamento delresponsabile dell’Ufficio Promo-zione della Salute Leonardo Speri,i reparti Pediatria e di Ostetricia e

Ginecologia. Ma non solo. Allaformazione hanno partecipatocomplessivamente 132 operatoridell’area ospedaliera e territoria-le. Un’azione integrata è, infatti,necessaria per garantire allamamma sostegno ed assistenzaanche a casa, dove i problemi,piccoli o grandi, si presentano si-curamente perché ogni neonatoha i suoi ritmi ed i suoi tempi chela mamma deve imparare a capi-re. Un buon rapporto con il pedia-tra di libera scelta è indispensabi-le e già alla dimissione dalla Ma-ternità è bene che la mamma sap-pia a chi rivolgersi. Forte l’affiatamento fra i due re-parti in prima linea ad ogni nasci-

ta. Sia il primario pediatra GiovannaMarcer che il collega ostetrico Umber-to Tosadori sono convinti di aver in-trapreso la via giusta, riorganizzando iloro reparti per assicurare alle mam-me ed ai bambini tutta l’attenzione ri-chiesta dall’Unicef. Ma va ricordatoche una grande sensibilità per la na-scita a Soave era già decollata moltianni orsono, quando il reparto di Pe-diatria introdusse fra i primi in Italia ilrooming-in e si offrì la possibilità dipartorire in analgesia periferica pertutte le gestanti che lo richiedono. Ilriconoscimento ottenuto dall’Unicef èl’approdo “naturale” di un processo diumanizzazione dell’ospedale che èstato sollecitato anche dalla direzione

generale come un esempio della pos-sibilità di attuare il cambiamento ne-cessario per accogliere le nuove do-mande di salute dei cittadini.E dall’Unicef non è giunto solo il rico-noscimento, ma anche le congratula-zioni perché “l’impegno dell’ospeda-

le, sostenuto anche a livello della di-rezione generale e sanitaria, fa diSoave un modello che va al di là deirequisiti dell’iniziativa Ospedale Amicodei Bambini”.Dell’iniziativa si parlerà il 10 maggioalle ore 15 in un Caffè Letterario or-ganizzato dall’Ufficio Stampa nel-l’ambito di Lifestyle & Salute alla Fieradi Verona con il titolo Mamme, bambi-

ni & salute: allattamento naturale, ilbuongiorno alla vita. Tra gli ospiti,assieme a quanti hanno seguito ilprogetto, anche Amanda Sandrel-li, attrice che vive con passione ilruolo di mamma. Ha allattato conamore il piccolo Rocco e sarà aVerona per parlare della sua espe-rienza. Assieme a lei la giornalistaFrancesca Mazzola, unica mam-ma fra le redattrici de “L’Arena” elo storico delle tradizioni veneteDino Coltro per riallacciare il filidella nostra memoria, tornandoai tempi -non poi così lontani-quando allattamento e maternitàera un binomio inscindibile.

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• Promuove l’allattamento in gravi-danza (Ambulatorio, Day Hospital,Corsi di Preparazione al parto, ecc.)

• Basso tasso di parti cesarei (17,8%nel 2001)

• Analgesia periferica nel 99% deiparti cesarei (la madre partecipa al-l’evento)

• Servizio Anestesiologico gratuito adisposizione e a richiesta 24h/24per le partorienti

• Analgesia in travaglio di parto(punto distintivo)

• Nessun distacco del bambino dallamadre, coinvolgimento del padre

• Rooming-in (madre e bambinostanno nella stessa stanza) 24h/24fin dal momento del parto

• Assistenza personalizzata sull’allat-tamento anche per i prematuri

• Gruppi con mamme in reparto perl’informazione e la soluzione deiproblemi sull’allattamento

• Allattamento pieno al seno alla di-missione oltre il 95%

• Ambulatorio del latte con linea te-lefonica dedicata attiva 24h/24

• Tempestiva presa in carico del neo-

nato da parte del pediatra di liberascelta, in particolare nelle situazio-ni critiche

• Coinvolgimento dei pediatri di li-bera scelta nel sostegno all’allatta-mento al seno

• Monitoraggio dell’allattamento daparte dei pediatri con i bilanci disalute del 1°, 3° , 6° e 9° mese

• Sostegno nel territorio alle madriattraverso consultori familiari eostetriche del distretto

• Formazione del personale: per l’ot-tenimento del riconoscimento“Ospedale Amico dei Bambini” so-no stati coinvolti: Operatori dell’o-spedale, 25 del Territorio, 57 del-l’U.O.A.di Ostetricia e Ginecologia,18 dei Distretti (16 Pediatri di libe-ra scelta e 2 ostetriche), 39 del-l’U.O.A. di Pediatria, 3 dell’U.O.A.di Anestesia e Rianimazione, 4 deiconsultori familiari, 4 della salaoperatoria, 3 della Promozione del-la Salute.

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Punto nascita di Soave,ecco perché piace

La splendida immagine che comparesulla copertina del nostro giornale -il pastello della pittrice americanaMary Cassat, ottima allieva di Ma-net- è stata cortesemente concessaall’Ulss 20 dagli organizzatori dellamostra della collezione Rau, allestitaa Bergamo nella sede dell’Accade-mia Carrara. È l’unica tappa italianadi un tour mondiale che per la primavolta presenta al pubblico i capola-vori di una raccolta stupefacente, de-finita dalla stampa francese “il picco-lo Louvre”. Eccezionali gli autori deidipinti -da Beato Angelico a Renoir aMorandi, 110 capolavori che abbrac-

ciano 5 secoli di pittura europea, edeccezionale la personalità del colle-zionista. Gustav Rau, nato in Germa-nia nel 1922 da una famiglia di indu-striali, laureatosi in Scienze Econo-miche lavorò dapprima nelle aziendepaterne di cui fu unico erede nel1970. Nel frattempo egli aveva matu-rato una diversa scelta di vita e, con-seguita la laurea in Medicina nel1969, divenuto pediatra, ginecologoed esperto di malattie tropicali, ven-dette l’immenso patrimonio e si tra-sferì in Africa. Qui per oltre trent’an-ni si è dedicato all’assistenza all’in-fanzia, costruendo ospedali, realiz-

zando piantagioni e promuovendoazioni umanitarie in Nigeria e Zaire.La sua passione per l’arte che l’avevaportato a raccogliere 800 dipinti, unvero e proprio mirabile museo, s’èfusa nel 2000 con il suo impegno fi-lantropico: i capolavori sono statidonati all’Unicef ed una selezione di110 dipinti ha costituito il nucleodella mostra itinerante, i cui incassivengono devoluti ad “Art for life2002”, per promuovere il progettoZambia per gli orfani dell’Aids. Rau èscoparso il 3 gennaio di quest’anno,ma il mondo non ne scorderà la ge-nerosità.

Gustav Rau, una vita per l’infanzia e l’arte

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Carie dentale in età pediatrica: l’armavincente è la prevenzione. Se n’è par-lato durante il convegno “Prevenzio-ne dentale e odontoiatrica, dallamamma al bambino” tenutosi in mar-zo al Centro congressi Glaxo SmithK-line di Via Fleming. Organizzato dal-l’Unità operativa pediatrica dell’Ulss20 di Verona, l’incontro ha visto prati-camente il tutto esaurito. Al conve-gno hanno preso parte centinaia dioperatori, provenienti non solo dalsettore odontoiatrico. Particolarmente coinvoltaè stata infatti anche la ca-tegoria dei pediatri, dallacui azione preventiva di-pende la salute dentaledell’età evolutiva più deli-cata. Una salute che per identi dei bambini residentinel territorio dell’Ulss 20 èin deciso miglioramento:negli ultimi dieci anni ilnumero dei bambini senzacarie all’età di 6 anni è pas-sato infatti dal 35 al 60 percento, grazie ai controlligratuiti e all’attività deglispecialisti odontoiatri del-l’Azienda.Dopo l’introduzione dellaprofessoressa Laura Stroh-mengher docente di Pedo-donzia all’Università di Mi-lano, il dottor Antonio Di Bellucci,membro della Commissione di pre-venzione nazionale dell’Andi (l’Asso-ciazione dei medici dentisti italiani)ha richiamato i successi del progettodi prevenzione della propria associa-zione che in tre anni è arrivato a coin-volgere quasi 12 mila bambini sparsiin 32 province italiane. “Un progettoche non si deve fermare, visto che al-meno il 25 per cento dei successicontro la patologia è strettamente le-gato alla prevenzione. Abbiamo poi

notato una certa correlazione tra ca-rie e fumo passivo, visto che i figli deifumatori risultano avere più carie ri-spetto a quelli dei non fumatori. Cen-trale rimane il consiglio sui modi esui tempi dello spazzolino e del filointerdentale. Con sorpresa abbiamoappurato che il 70 per cento dei bam-bini entro gli 8 anni lava i propri den-ti solo una volta al giorno”. Il dentista intanto fa l’autocritica.“Negli ultimi anni la categoria si è

resa conto che l’approccio curativonei confronti della carie non funzio-na -ha spiegato il dottor EugenioBrambilla, ricercatore all’Universitàdi Milano-. Alla richiesta di tratta-mento rispondiamo troppo spessocon un intervento che ha come effet-to finale la morte del dente del pa-ziente. Così com’è fatta, una terapiadel genere non serve. O comunquenon va nella direzione giusta. Ancheperché la carie non è un semplicebuco nel dente, ma anche uno squi-

librio nella placca dentale, che pre-senta batteri patogeni in misura evi-dentemente eccessiva. Ci limitiamosolo a fare un buco più grande e poia tapparlo, senza preoccuparci di eli-minare la causa che ha prodotto lacarie. Ridurre la nostra professione aquesto è troppo poco. Dobbiamo ca-pire se il soggetto si ammalerà o se ègià ammalato, anche se non si vede.Dobbiamo studiare al meglio i fatto-ri di rischio, ossia quegli indicatori

che possono farci capireche la malattia si sta mani-festando”. Chi si ammala presenta in-fatti all’interno della placcadei microrganismi predi-sponenti la carie più che insoggetti che non ne evi-denziano la presenza. Diqui l’esigenza di una valu-tazione quali-quantitativadella flora della placca at-traverso un test microbio-logico di campionamentodella saliva per valutare ladensità delle colonie diStreptococcus mutans, al-cuni tra i batteri sul bancodegli accusati. Se la loropresenza è elevata, si ha al-lora un soggetto a rischio.È questo il metodo e ilconcetto di prevenzione di

lavoro dell’Unità di odontoiatria pe-diatrica dell’Ulss 20 nel suo quoti-diano lavoro di contatto con asili escuole elementari.Il professor Fiorenzo Faccioni, diret-tore del corso di laurea in Odontoia-tria dell’Università di Verona, ha infi-ne posto l’accento sull’importanzadella funzione masticatoria e sullanecessità di correzione di gravi difet-ti dell’arco dentale che possono pre-giudicare non solo la salute del cavoorale.

Dal manifesto del convegno del marzo scorso

Il sorriso della saluteStop alla carie con la prevenzione

di Alessandro Azzoni

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L’obiettivo dell’Organizzazio-ne Mondiale della Sanità diportare la percentuale di bam-bini senza carie oltre il 50 percento entro il Duemila, a Ve-rona può dirsi raggiunto addi-rittura in anticipo. Lo ha ricor-dato il dottor Claudio Pillonidell’Unità odontoiatrica pe-diatrica dell’Ulss 20 di Verona,intervenuto al convegno alcentro congressi di Glaxo-Smithkline. “Nel territorio ve-ronese, negli ultimi dieci anniil numero dei bambini entro i6 anni definiti ‘caries free’,cioè liberi da carie, è passato dal 35 al60 per cento. Anche il numero mediodi carie per bambino è calato tantissi-mo, passando da 2,1 a 0,9 denti inte-ressati prima dei quattro anni di vita.Un risultato più che mai lusinghiero,raggiunto facendo leva su un aspettofondamentale della salute dentale,quello della prevenzione, senza di-menticare che molto rimane ancorada fare. All’età di 4 anni ad esempio, il7/8 per cento dei bambini ha il 70 cen-to della bocca cariata”.Per il dottor Giampaolo Paoletti, me-dico chirurgo specialista in Odonto-stomatologia, l’incontro è stato an-che un’occasione per fare il puntosullo stato di salute del cavo oraledei bambini veronesi. “L’aver rag-giunto in anticipo gli obiettivi prefis-sati non deve diminuire la nostraazione preventiva. Il nuovo obiettivoè quello di raggiungere entro il 2010una percentuale di bambini veronesientro i quattro anni senza carie parial 90 per cento. Un traguardo chepossiamo perseguire solo con un’a-zione realmente comune, che coin-volga famiglie e docenti, pediatri edentisti. È il ruolo fondamentale deimedici scolastici e degli assistentisanitari dell’Ulss 20, che ogni anno

visitano circa 3 mila bambini. Unamossa importante sarebbe quella te-sa a rivalutare la funzione del pedia-tra di famiglia, specie nella sua fun-

zione di controllo del cavoorale”.“Raccomandiamo perciò aigenitori di anticipare il piùpossibile i controlli, magarigià all’età di tre anni -prose-gue Pilloni-. Tanti sono poi icomportamenti che sarebbemeglio correggere. Un usoscorretto del biberon, utiliz-zato ad esempio per far ad-dormentare il bambino e la-sciato troppo tempo a con-tatto con la bocca, è causadell’insorgenza di carie pre-coci; il contatto prolungato

del latte con i denti provoca un accu-mulo eccessivo di zuccheri nel cavoorale, quanto di meglio per alimenta-re i batteri patogeni”.

Tanta è l’esperienza maturata dal-l’Unità operativa pediatrica del-l’Ulss 20 in ambito odontoiatricoverso i cosiddetti gruppi di pazientia rischio. Le prime considerazionisono di carattere biochimico. Daidati raccolti in quasi sei anni di la-voro sulla popolazione, emerge in-fatti un’importante correlazione tral’indice di carie e la situazione mi-crobiologica salivare. Su un cam-pione di 133 bambini di sei anni dietà, è emersa un’eccessiva concen-trazione di Streptococcus mutans,il primo batterio ad agire sul dentenonché causa di un alto dmtf, ossial’indice di caduta dei denti decidui,quelli da latte. Non a caso, il 95 percento di bambini con carie attivepresenta test salivari patologici. Nelle numerose visite compiutenelle scuole materne del territoriosi è poi inteso verificare su bambi-ni di tre anni se esiste una correla-zione tra la flora batterica della lo-

ro saliva e quella delle mamme,l’individuo con il quale i loro con-tatti sono stati inevitabilmente piùstretti (ad esempio, per le effusio-ni, il ciuccio o l’assaggio della pap-pa). Ebbene, l’indagine ha dimo-strato una forte correlazione tra icampioni, quasi sovrapponibili tramamma e bambino, quasi un im-printing della mamma sui batterisalivari del bambino. Durante la vi-sita alle scuole materne è stata atal proposito somministrata aibambini quattro volte all’anno unavernice cariostatica a base di fluo-ro per migliorare la qualità dellaflora batterica salivare. Le sedutesono state coronate da successonella maggior parte dei casi, vistoche il 65 per cento dei bambini ètornato per ultimare la terapia. Èstata infine notata una forte nor-malizzazione dei test salivari, taleda evitare un peggioramento dellasituazione.

Con i controlli il 60% dei bambini a 6 anni non ha carie

La rilevazione delle situazioni proble-matiche nella relazione madre-bam-bino nella fascia d’età 0-3 anni è l’o-biettivo di un progetto del Diparti-mento di Neuropsichiatria Infantile ePsicologia dell’Età Evolutiva del-l’Ulss 20 in collaborazione con alcunipediatri dell’Associazione promozio-ne della cultura pediatrica. La com-prensione dei segnali d’allarme lan-ciati dal bambino che non haun rapporto armonioso con lamadre consente una diagnosiprecoce ed una presa in caricotempestiva, migliorando laprognosi. Ciò non sempre ac-cade, compromettendo lapossibilità di aiutare la mam-ma a ritrovare l’equilibrio indi-spensabile per la crescita se-rena del suo bambino.L’obiettivo è stato quello di uti-lizzare un particolare strumen-to di lavoro del pediatra, il “bi-lancio di salute” nelle età filtro(0-3-6-9-12 mesi), per indivi-duare le situazioni meritevolidi approfondimento diagnosti-co ed eventuale presa in carico.I sintomi chiave di una relazio-ne problematica fra mamma ebimbo sono il disturbo delsonno e dell’alimentazione,difficoltà che possono far lucesu una situazione anomala. Loscopo del progetto è statoquello di monitorare la relazio-ne madre-bambino durante ilprimo anno di vita, osservando l’inte-razione e la qualità delle cure mater-ne. Va tenuto presente che una dellequalità della funzione materna è lamalleabilità del suo adattamento alleparticolarità individuali del bambino.La mamma ha un ruolo primario nelsoddisfare i bisogni di base, fisiologicied istintuali del bambino, nel proteg-gerlo non solo dai rischi esterni, ma

anche delle eccitazioni nocive del-l’ambiente e nel cogliere i suoi ritminaturali e seguirli. Se ciò non accade,il bambino dà segni di disagio che de-vono essere compresi.Il progetto ha preso avvio nell’autun-no del 1997. In una prima fase sonostati effettuati tre incontri con alcunipediatri di libera scelta per analizzareil contesto della visita in cui avviene

il bilancio di salute e per accogliere iloro quesiti riguardo all’invio al servi-zio territoriale del Dipartimento deicasi a rischio. I pediatri hanno anchechiesto di essere aiutati a compren-dere i sintomi di una distorsione del-l’interazione madre-bambino.Nel corso del 1998 gli operatori delDipartimento hanno messo a puntouna griglia d’osservazione da utilizza-

re nell’ambito della visita per i bilan-ci di salute che, dopo diverse verifi-che, è stata sperimentata per circadue anni da sette pediatri dell’Ulss.Le schede sono suddivise per aree divalutazione riguardo alle caratteristi-che dell’allattamento e successivosvezzamento, ritmo sonno-veglia,modalità di accudimento, profilo del-lo sviluppo psicomotorio. I casi clini-

ci sono stati in seguito discus-si da un gruppo di lavoro for-mato da un neuropsichiatra edue psicologi del Dipartimen-to ed i pediatri stessi.Grazie all’utilizzo delle schede ipediatri sono diventati più at-tenti e sensibili nella valutazio-ne del bambino, non solo suaspetti puramente funzionali(numero di pasti, caratteristi-che dell’allattamento o nume-ro di ore di sonno), ma anchein un’ottica psicologica e rela-zionale. La discussione dei casiclinici ha permesso di com-prendere che il singolo sinto-mo funzionale del bambino al-tro non è che l’espressione ma-nifesta del disagio o della pa-tologia della relazione.Uno dei dati più rilevanti per laricaduta del progetto è statol’incremento del numero dibambini d’età compresa fra 0 e3 anni per i quali è stata richie-sta la consulenza specialisticadel Dipartimento. Un altro

aspetto importante è stato l’emergeredi un bisogno specifico di formazionepermanente dei pediatri sul tema del-la relazione madre-bambino.Tutti questi elementi fanno ritenereopportuno mantenere ed estenderequesto modello d’integrazione fraservizi specialistici e pediatria delterritorio, per dare alla popolazionerisposte di salute più qualificate.

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Mamme in crisi? Ai bambini serve aiutoUn progetto della Neuropsichiatria Infantile

di M.G. Desideri, M.B. Gattoni, M.A. Melegari

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In ospedale si nasce e, come abbiamospiegato nelle pagine precedenti delnostro giornale, nell’Ulss 20 c’è gran-de sensibilità per i primi momenti divita del neonato.L’ospedale, però, è soprattutto un luo-go di cura e ricovera anche bambini.Bambini che vivono questo momentodella loro vita con difficoltà e una buo-na dose d’ansia.L’ambiente estraneo, le cure non sem-pre piacevoli, l’allontanamento dal-l’ambiente domestico e dai familiaripossono mettere il bambino in una si-tuazione di fragilità maggiore e provo-cargli un’ulteriore sofferenza.Che fare? Nell’ospedale dell’Ulss 20 ilprimario di Pediatria Giovanna Marcere di Medicina Riabilitativa GaspareCrimi hanno cercato di trovare una so-luzione che, almeno in parte, possaaiutare il bambino a vincere la nostal-gia di casa, a distrarsi e a conservareun ricordo dell’ospedale anche piace-vole, perché legato al gioco.I bambini che non giocano, si sa, so-no sempre tristi, mentre, proprio

quando l’organismo deve reagire almeglio alla malattia, è importanteche il piccolo riesca a sentirsi dibuonumore. Un sorriso vale una me-dicina: Patch Adams docet!

Dal detto al fatto. Al-l’interno dell’ospe-dale sono state repe-rite le risorse neces-sarie, risorse che giàc’erano, ma venivanoutilizzate solo a sco-po strettamente sa-nitario.In una palestra dedi-cata alla riabilitazionein età infantile è statocreato uno spaziospeciale con Gianma-rio Fiorin, un educa-tore psicomotricistache, due volte allasettimana, accoglie ibambini ricoverati inpediatria per un paiod’ore di gioco guida-

to. Manifesti colorati invitano i bambi-ni: “Vieni a giocare con noi! Ti aspet-tiamo, ci divertiremo un sacco!”La collaborazione con i pediatri è otti-ma. Il dott. Marco Salani segnala almedico fisiatra Emanuela Benassi ibambini che di volta in volta possonorecarsi a giocare. L’età varia dai 4 ai 10anni e tutti accolgono la “prescrizione”con sorpresa. Nessuno avrebbe vogliadi lasciare la palestra per far ritornonelle camerette del reparto, ma cia-scuno sa che le cure sono pur neces-sarie per poter far ritorno a casa al piùpresto.Il reparto di Pediatria è del resto mol-to accogliente, così come la palestracon i suoi attrezzi coloratissimi acqui-stati proprio per questa attività graziealla collaborazione con il direttore delDipartimento ApprovvigionamentiManuela Baccarin.La nuova attività è una riprova di co-me sia possibile umanizzare l’ospeda-le, con molta sensibilità e un po’ difantasia.

Ospedale amico, gioca che ti passaProposte d’allegria per i bimbi ricoverati a Soave

Speciale bambini

L’équipe a disposizione dei bimbi a Soave

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“Sicurezza & Salute Cittadini & Salu-te”: su questo tema s’è svolta la se-conda “Conferenza sulla Salute” del-l’Ulss 20, un appuntamento di fineanno diventato tradizionale per l’A-zienda. Il 4 dicembre scorso, nell’au-ditorium della Gran Guardia restitui-ta al suo splendore dai restauri, mol-te autorità, rappresentanti del volon-tariato e un folto pubblico hanno se-guito con attenzione gli interventi.Sia la prima che la se-conda edizione dellaConferenza hanno of-ferto molti spuntid’aggiornamento e ri-flessione sugli indiriz-zi della sanità pubbli-ca veronese. L’interes-se suscitato ha spintol’Azienda alla prepara-zione di un volume , inuscita entro quest’an-no, che raccoglierà lerelazioni di entrambele Conferenze.La “Conferenza sullaSalute” è un momentodi comunicazione di-retta fra Azienda eutenti ideato nell’am-bito di una strategia didialogo col cittadino che viene perse-guita utilizzando vari strumenti.Nessun intervento che abbia comeobiettivo la tutela e la promozionedella salute è, infatti, ipotizzabilesenza il coinvolgimento diretto dellepersone cui si rivolge. Questo princi-pio non è valido soltanto quando ènecessario il “consenso informato”del cittadino-paziente per sottoporload un atto medico, ma lo è per tuttele strategie che il Servizio SanitarioNazionale e i programmi della Regio-ne Veneto indirizzano alla popolazio-ne, facendosi carico della sua salute. Informazione e comunicazione sono

basilari per stabilire con i cittadiniun rapporto di dialogo e di fiducia,una sorta di “alleanza terapeutica”estesa che, a partire dal rapporto chesi instaura con il medico di MedicinaGenerale e con i pediatri di liberascelta, si allarga a tutto il sistema sa-nità, un sistema oggi organizzato inrete dei servizi.Al centro della rete c’è il cittadinocon i suoi bisogni di salute che non

si esauriscono nella cura degli even-tuali malanni cui può andare incon-tro. La salute indica uno stato di be-nessere psicofisico che non può es-sere misurato con un unico stan-dard, ma che per ciascuno di noi si-gnifica la possibilità di esprimere almassimo le proprie potenzialità, aseconda dei personali parametri fisi-ci, psichici, culturali. In tutto ciò la consapevolezza giocaun ruolo fondamentale. Chi è infor-mato sa come prevenire l’influenzacon il vaccino, come chiedere il soc-corso d’emergenza chiamando il 118,a chi rivolgersi per l’accoglimento in

un Ceod o dove chiedere un inter-vento di assistenza domiciliare.Chi è informato e consapevole, adesempio, quando riceve l’invito asottoporsi ad un test come la mam-mografia per la diagnosi precoce diun tumore, si sottopone all’esameperché ne ha capito l’utilità. E si po-trebbe continuare con altri innume-revoli esempi.Tutto ciò per dire come l’Ulss 20 ri-

tenga prioritario “co-municare la salute” emigliorare attraversol’informazione l’acces-sibilità ai servizi.Alcune strutture, co-me Ufficio Stampa, Uf-ficio Relazioni con ilPubblico, Ufficio Pro-mozione della Salute,Informahandicap si af-fiancano quotidiana-mente alle direzioni,ai dipartimenti e aiservizi dell’aziendacontribuendo a mi-gliorare il livellod’informazione dei cit-tadini. Un compitocomplesso data lamole degli interventi

dell’Ulss che, con un costo d’eserci-zio di circa mille miliardi annui, si fa’carico di 442mila assistiti che vivonoin 36 comuni, il 18% dei quali ha giàsuperato i 65 anni.La “Conferenza sulla Salute” è un’ul-teriore occasione per far conoscerele risorse del sistema sanitario e ren-dere più fruibili i servizi. Un’occasio-ne per confrontarsi con i cittadini di-rettamente, così come previsto dallalegge di riforma del sistema sanitariocon la convocazione annuale di una“Conferenza dei servizi”.È un’occasione per far conoscerestrategie ed interventi sociosanitari

Conferenze sulla Salute, l’Ulss si presenta ai cittadiniUn volume raccoglierà le relazioni 2000-2001

In primo piano

Il pubblico della Conferenza sulla Salute 2001

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per tutte le fasce di popolazione, inparticolare bambini, giovani, disabi-li, anziani, famiglie.È una presentazione che coinvolge a360° istituzioni e organismi -Univer-sità degli Studi, Azienda Ospedalie-ra, Conferenza dei Sindaci dell’Ulss20, Chiesa di Verona-, associazioni ecooperative del privato sociale conle quali l’Azienda opera in costantesinergia. Il tema scelto per il 2001 ha puntua-lizzato l’aspetto della sicurezza, fra ipiù delicati ed importanti nelle atte-se degli assistiti. Un tema stimolan-te, sotto il profilo sanitario e sociale,date anche le particolari circostanzein cui abbiamo vissuto gli ultimi me-si dell’anno scorso, in un clima chela minaccia terroristica aveva per-meato di tensione e d’ansia.La Conferenza è stata aperta dallarelazione del direttore generale Va-lerio Alberti dedicata alle strategieper la salute dei Veronesi. “Stiamo attraversando un momentodi cambiamento nella sanità- haesordito Alberti- cui corrispondeun’incessante ricerca di soluzioninuove e sempre più adeguate per icittadini. È un momento di grandevitalità per la sanità pubblica ed iltema scelto quest’anno ci offre l’oc-

casione per parlare della rete deiservizi che promuove e tutela la sa-lute e la sicurezza dei cittadini”.La relazione, assai dettagliata, è sta-ta suddivisa in due momenti: biso-gni e stato di salute della popolazio-ne assistita e risposte operative del-l’Azienda.L’Ulss, come è noto, è la più popolo-sa del Veneto con un tasso di nata-lità del 9,4% (Italia 9,8%) che nel2000 per la prima volta ha superato,anche se di poche unità, quello dimortalità pari al 9,3% (Italia 9,8%).L’indice di vecchiaia della popola-zione risulta, però, molto più eleva-to del dato regionale: nell’Ulss 20 visono 151 anziani ogni 100 ragazzi,contro i 132 del Veneto.Grande attenzione deve essere postaperciò ai problemi degli anziani, perfavorire un invecchiamento sano. E inuovi nati sono bambini preziosi.Nell’Ulss 20 l’indice di mortalità in-fantile (numero di morti entro il pri-mo anno di vita diviso il numero deinati) è pari 3,5%, inferiore non soloal dato nazionale (5%), ma addirittu-ra a quello della Svezia (4%).E ad anziani e neonati, i due poli piùdelicati della popolazione, sono sta-te dedicate iniziative specifiche as-sai rilevanti: il centro studi “Salute einvecchiamento” e il riconoscimentodi Oms e Unicef per il punto nascitadi Soave, accreditato quale “Ospe-dale Amico dei Bambini” per il so-stegno all’allattamento naturale dicui il nostro giornale riferisce am-piamente in questo numero.Le altre relazioni della giornata han-no riguardato l’Azienda Ulss, un si-stema sanitario che promuove e di-fende la salute (Luciano Flor), ilSuem 118 di Verona Emergenza (Gio-vanni Cipolotti, con la proiezione diun nuovo documentario che illustrale modalità del servizio), il triage inPronto Soccorso (Luciano Rotta, confilmato), la Qualità come garanzia disicurezza per l’utente (Giovanni Bo-nadonna), vaccinazioni e sicurezza(Giambattista Zivelonghi), l’allatta-mento materno, un buon inizio sullavia della salute (Leonardo Speri), la

nuova guida per l’alimentazione delbambino nell’asilo nido (Gino Fag-gionato), la promozione della culturadella sicurezza negli ambienti di lavo-ro (Luciano Marchiori), la salute, uncapitale sociale da tutelare con la re-te allargata delle risposte (Angelo DeCristan), famiglia, nuove risposte pernuovi bisogni con lo Spazio genitoriseparati (Maria Scudellari), diversa-mente abili diversamente cittadini(Raffaele Grottola), il Cerris, una casaper i minori in difficoltà (Mauro Bel-lamoli), la risposta integrata controle droghe (Oliviero Bosco), giovani esalute, il rischio in rete (Claudio Sac-cardi), salute mentale e sicurezza(Giuseppe Migliorini).La terza parte dell’incontro è stata in-trodotta dalla relazione dedicata alcittadino protagonista dell’AziendaUlss (Giovanni Diluca) e ha ospitatonumerosi interventi di associazioni.Un momento di grande commozio-ne ha sottolineato la consegna dellamedaglia dell’Ulss creata dall’arti-sta Alberto Zucchetta al presidenteregionale dell’Unione italiana ciechiLuigi Gelmini. Grazie alla sua dispo-nibilità l’Ulss 20 ha introdotto la pettherapy per i disabili con il progetto“Cani da vita”.

Ha collaborato Anna Zegarelli

In primo piano

L’assessore Erminia Perbellini

L’intervento del direttore generaleValerio Alberti

Raccogliamo la sfida del cambia-mento sociale nel Veneto, proponen-do uno strumento legislativo - primonel suo genere in Italia - che ponenuovi traguardi, una nuova cultura euna proposta di governo del cambia-mento. Parlo del Testo unico e orga-nico (a fronte di precedenti 40 leggiregionali e 3 regolamenti che saran-no abrogati) approvato dalla Giuntaveneta e che ha l’obiettivo di gover-nare i problemi, le nuove esigenzema anche le potenzialità, poste dalsettore degli anziani, dei minori, deidisabili, dell’età adulta, delle fami-glie; la regolamentazione del merca-to sociale dei servizi alla persona conl’introduzione di strumenti innovativiquali il bonus e l’assegno di sollievo (chericonoscono alle famiglie una sommaper acquistare servizi di accoglienzatemporanea in strutture residenzialio per forme di sostituzione tempora-nea familiare o per assistenza a mala-ti terminali); lo sviluppo di una politi-ca coerente e integrata a sostegno

della famiglia (dagli interventi a so-stegno della maternità, a quelli dellamadre lavoratrice, a quelli di nascitadella famiglia e di consolidamentodella stessa); la partecipazione delterzo settore come soggetto a pienotitolo nella gestione dei servizi in col-laborazione con enti pubblici e priva-ti. La filosofia che ci ha guidati nel-l’impostare il futuro sistema dei ser-vizi sociali si basa su un centro: uncittadino che non è più visto solo co-me ‘utente’, ma come protagonistadei servizi dai quali è ‘aiutato’ a tro-vare percorsi individualizzati; ma an-che una filosofia che poggia su unaconcezione della famiglia – sono ol-tre un milione i nuclei famigliari nelVeneto - che non è più solamente ‘de-stinataria’ dei servizi ma anche ‘ero-gatrice’ dei servizi. La proposta dilegge realizza un grande lavoro di de-legificazione e con l’importante no-vità del bonus per la famiglia essa di-venta un ‘soggetto d’impresa’ a tuttigli effetti con possibilità da parte delsoggetto di scegliere la struttura allaquale affidarsi nella rete dei servizi odi usare direttamente il contributoofferto dalla Regione. Le risorse fi-nanziarie messe a disposizione per larealizzazione della legge saranno tra i900 e i 1000 miliardi di lire. Questesono alcune delle rilevanti novità in-serite nella proposta legislativa cheva a riordinare tutto il settore dellepolitiche regionali che si rivolgono alsociale. Parlavo di una sfida. Essa siriferisce a quella in atto nella societàe nella famiglia veneta, alle prese conun quadro sempre più complesso diproblemi sociali legati ai minori, aglianziani, ai disabili, ai mutamenti de-mografici e lavorativi e di costume.Ma alle prese anche coi tanti, diversi,soggetti – pubblici e privati (in primisil terzo settore) – che danno rispostaa tali problemi puntando ad un siste-

ma di servizi sociali che siano diffusiin modo omogeneo nel territorio re-gionale e capaci di dare risposte effi-caci. Il “Testo organico per le politi-che sociali della Regione Veneto”, èstato inviato alla competente com-missione del Consiglio Regionale perl’esame di prammatica. Con esso sicostruisce un nuovo sistema legisla-tivo con il quale si disciplinerà l’esi-stente, si valorizzeranno le esperien-ze innovative e si riorganizzerà il si-stema dei servizi in un quadro organi-co e coerente. Esso andrà realizzatoattraverso regolamenti specifici neisingoli settori e successivi atti digiunta. La proposta regionale è il frut-to di un serrato confronto durato circaun anno tra le Unità Sanitarie Locali,le associazioni di categoria, i sindaca-ti, il mondo del volontariato.

Antonio De PoliAssessore alle Politiche Sociali

della Regione Veneto

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Filo diretto con la Regione

Una nuova legge per nuove politiche socialiL’assessore De Poli ne spiega gli obiettivi

Il testo organico della legge ècomposto di 101 articoli, divisi in4 parti: la prima parte è relativa aiprincipi generali, ai soggetti degliinterventi sociali, ai soggetti isti-tuzionali (pubblici e privati), allaprogrammazione e ai livelli essen-ziali dei servizi, al sistema dei ser-vizi sociali, alle risorse umane, alfondo per le politiche sociali; laseconda parte si basa sulla fami-glia e il ciclo di vita (famiglia, in-fanzia-adolescenza, giovani, disa-bili, persone adulte e anziani, di-pendenze); la terza parte riguardai soggetti sociali (terzo settore, vo-lontariato, associazioni di promo-zione sociale, cooperazione socia-le); la quarta parte si rivolge alleaziende di servizi alla persona.

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Il 19 aprile è stato dichiarato giorna-ta nazionale della prevenzione deirischi e problemi derivanti dal con-sumo di bevande alcoliche. Un’ana-loga iniziativa, sempre in aprile, vie-ne promossa ogni anno anche negliStati Uniti.Lo slogan italiano è: “Alcol, sai cosabevi? Meno è meglio”. Secondo datiEurispes del 1999 in Italia si consuma-no circa 47 milioni di ettolitri di alcoll’anno, tra alcolici e superalcolici. Ciòsignifica che, considerando bambinied astemi, nel nostro paese si bevonocirca 87 litri di alcol l’anno a testa. Ildato sale a 105 litri a testa se si pren-de in considerazione la popolazione dietà superiore a 14 anni.I danni derivanti alla salute pubblicadal consumo smodato di alcol sonoingenti. Si stima che i bevitori sianooltre 33milioni e oltre 4 milioni i co-siddetti “problematici”. Gli alcolisti -persone con dipendenza da alcol- so-no 1 milione e mezzo ed ogni anno ol-tre 50mila persone cadono nel proble-ma. Le conseguenze del bere “patolo-

gico” sono pesanti: i deces-si direttamente alcolcorre-lati sono trentamila l’anno.La sanità veronese ha ade-rito alle manifestazioni del19 aprile con un’iniziativacongiunta di Azienda Ospe-daliera di Verona e Ulss 20,in collaborazione con l’As-sociazione regionale deiClub alcolisti in trattamen-to (Arcat) e con la sezionetriveneta della Società ita-liana di Alcologia (Sia). Intutte le mense e i bar delledue aziende per un giornonon sono stati distribuitialcolici e il “Life Line Bus”dell’Ulss 20 ha sostato incentro città mettendo a di-sposizione dei cittadinioperatori e materiale infor-mativo.Azienda Ospedaliera edUlss 20 collaborano per laprevenzione, il trattamen-to e la cura dei problemi

alcolcorrelati.Complessiva-mente nel 2001le persone int r a t t a m e n t osono state 839(192 donne e647 uomini). Diqueste 330 (48donne e 282 uo-mini) eranonuovi utenti.Gli interventi at-tuati per contra-stare l’alcoldipendenza so-no di vario tipo: medico-far-macologico ambulatoriale,ricovero ospedaliero, con-sulenza, psicoterapia indi-viduale e familiare, tratta-menti socio-riabilitativi, in-

serimenti in comunità terapeutiche ein gruppi di auto aiuto. Quest’ultima èritenuta una risorsa irrinunciabileper la riabilitazione. Nel nostro terri-torio i gruppi di Alcolisti Anonimisono 40, i Club di Alcolisti in tratta-mento 63.

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News & News

Alcol, sai cosa bevi? Meno è meglioIl bere miete 30mila vittime all’anno

Il bicchiere fa male se:

• ci si sente solo e depresso• ci si deve mettere alla guida di un veicolo o

usare un macchinario• ci si accinge al lavoro o si sta lavorando• si è a digiuno• si è in gravidanza o si allatta• si ha programmato una gravidanza• si assumono farmaci• si hanno malattie acute o croniche• si ha un’età inferiore a 16 anni• si è un alcolista (in trattamento o in recupero)• si ha o si ha avuto un problema di altri tipi

di dipendenza.

Edvard Munch, Autoritratto. Uomo che passeggia dinotte (1923-1924), dettaglio, Munch Museum, Oslo

Giorgio Morandi, Bottiglie (1950), Collezione Jucker,Milano

L’Ulss 20 si muove sulla via del mi-glioramento dell’accessibilità ai servi-zi ed ha ottenuto una bella afferma-zione con il premio “Qualità in azione”al quarto concorso indetto dall’Ulss 7di Pieve di Soligo.Il progetto vincitore è stato presenta-to dalla responsabile dell’Uffi-cio Qualità Monica Troiani conla collaborazione di Elena Maf-fei che ha ritirato il premio a Co-negliano il 10 dicembre scorso.Lo stesso direttore generale Va-lerio Alberti ha seguito perso-nalmente il progetto che si èproposto alcuni obiettivi rile-vanti per il miglioramento deirapporti fra l’Azienda e il cittadi-no. Fra questi maggior disponi-bilità di informazioni, persona-lizzazione dei servizi, più rispet-to per la riservatezza, migliora-mento dell’accoglienza e dell’e-stetica degli ambienti, maggioreattenzione alle esigenze del“cliente esterno” (cittadini assi-stiti al di fuori delle strutturedell’Ulss, ad esempio, domiciliarmen-te) e la semplificazione delle procedu-re amministrative.Per attuare il progetto l’Ufficio Qualitàha avuto come referenti 26 operatoridelle diverse aree aziendali. Fra set-tembre e dicembre 2000 sono state ef-fettuate 53 riunioni durante le quali ireferenti del progetto hanno propostoai colleghi obiettivi e modalità di svol-gimento del programma. In seguitodai gruppi di lavoro sono stati prodot-ti 31 report relativi all’attività dell’areaoperativa distrettuale, 15 a quella deiDipartimenti, 13 per l’area dei servizisociali e 47 per quella ospedaliera.L’analisi dei risultati ha consentito diindividuare gli interventi di migliora-mento che, strutturati in progetti nelcorso del 2001, sono stati messi in at-to nel 2002.

Fra le molte novità introdotte, il mi-glioramento della modulistica, dellasegnaletica e una gestione delle atte-se più rispettosa della privacy aglisportelli del distretti.Per le vaccinazioni, ad esempio, èstato distribuito un questionario agli

utenti per conoscerne le esigenze. Èstata prevista, tra l’altro, la possibi-lità di fissare un appuntamento per laprima vaccinazione dei neonati e gliambulatori vaccinali ora sono apertianche in orario pomeridiano. Per fa-

cilitare i genitori stranieri la moduli-stica e le informazioni sulle reazionida vaccino sono state tradotte in piùlingue.Per l’area ospedaliera è stata realizza-ta una Carta dei servizi completa ditutte le informazioni relative alle atti-

vità dei singoli reparti che rac-coglie 33 depliant in distribuzio-ne sia all’interno dell’Aziendache ai medici di Medicina Gene-rale, i pediatri e le farmacie.Una particolare attenzione èstata riservata alla formazionedel personale che opera allosportello, il cosiddetto “frontoffice” che è oggi chiamato a ri-spondere anche ai problemi edalle domande di cittadini nonitaliani. Fra i programmi futurivi è un corso di lingua ingleseed uno di mediazione culturaleper gli operatori più interessatiall’utenza non italiana ed agliimmigrati. Intanto l’Ufficio For-mazione ha già dato avviato uncorso in 10 lezioni per 160 ope-

ratori “front office” dedicato alla co-municazione ed alla relazione con ilpubblico. E oltre duecento dipenden-ti dell’Ulss hanno partecipato il 27febbraio alla presentazione dei risul-tati del progetto.

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News & News

All’Ulss 20 il premio “Qualità in azione”Nuove iniziative dalla parte dei cittadini

Agenzia Sanità NewsReg. Trib. di Verona n. 1282

del 14 agosto del 1997

Editore:Ulss 20, via Valverde, 42 - Verona

tel. 0458075518 telefax 0458075601

Direttore Responsabile:Maria Fiorenza Coppari

Direttore Editoriale:Valerio Alberti

Comitato di redazione:Luciano Flor, Giovanni Diluca

Angelo De Cristan

Redazione:Daniela Scalia, Elena Zuppini

Alessandro Azzoni, Anna Laura FolenaAnna Zegarelli

Segreteria di redazione:Giuliana Masini, Antonella Segalotto

Fotografie di Luigi Pecora

Stampa Cierre GraficaCaselle di Sommacampagna (VR)

tel. 045 8580900 - fax 045 8580907

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ANNO VI - N. 2

La consegna del premio “Qualità in azione”