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Dipartimento Jonico in Sistemi Giuridici ed Economici del Mediterraneo: Società, Ambiente, Culture Jonian Department - Mediterranean Economic and Legal Systems: Society, Environment, Cultures ANNALI 2016 – anno IV (Estratto) http://www.annalidipartimentojonico.org ISBN: 978-88-909569-6-6 Creative Commons cc-by-nc-nd 3.0 B. Notarnicola - A.F. Uricchio - G. Tassielli - G. Selicato, P.A. Renzulli - G. Arcese - R. Di Capua Simbiosi industriale in Italia: stato dell’arte e prospettive di sviluppo future in Italia

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Dipartimento Jonico in Sistemi Giuridici ed Economici del Mediterraneo: Società, Ambiente, Culture

Jonian Department - Mediterranean Economic and Legal Systems: Society, Environment, Cultures

ANNALI 2016 – anno IV(Estratto)

http://www.annalidipartimentojonico.org ISBN: 978-88-909569-6-6 Creative Commons cc-by-nc-nd 3.0

B. Notarnicola - A.F. Uricchio - G. Tassielli - G. Selicato,P.A. Renzulli - G. Arcese - R. Di Capua

Simbiosi industriale in Italia: stato dell’arte e prospettive di sviluppo future in Italia

DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO

Bruno Notarnicola

COORDINATORE DELLA COLLANA

Francesco Mastroberti

COMMISSIONE PER GLI ANNALI DEL DIPARTIMENTO JONICO

Bruno Notarnicola, Domenico Garofalo, Riccardo Pagano, Giuseppe Labanca, Francesco Mastroberti, Nicola Triggiani, Aurelio Arnese, Stefano Vinci

COMITATO SCIENTIFICO

Domenico Garofalo, Bruno Notarnicola, Riccardo Pagano, Antonio Felice Uricchio, Annamaria Bonomo, Maria Teresa Paola Caputi Jambrenghi, Daniela Caterino, Michele Indellicato, Ivan Ingravallo, Giuseppe

Labanca, Antonio Leandro, Tommaso Losacco, Giuseppe Losappio, Pamela Martino, Francesco Mastroberti, Francesco Moliterni, Concetta Maria Nanna, Fabrizio Panza, Paolo Pardolesi, Ferdinando

Parente, Giovanna Reali, Paolo Stefanì, Laura Tafaro, Giuseppe Tassielli, Sebastiano Tafaro, Nicola Triggiani, Umberto Violante

COMITATO REDAZIONALE

Stefano Vinci (coordinatore), Cosima Ilaria Buonocore, Patrizia Montefusco, Maria Rosaria Piccinni, Adriana Schiedi

Redazione: Prof. Francesco Mastroberti Dipartimento Jonico in Sistemi Economici e Giuridici del Mediterraneo: Società, Ambiente, Culture Convento San Francesco, Via Duomo, 259 - 74123 Taranto, Italy E-mail: [email protected] Telefono: + 39 099 372382 Fax: + 39 099 7340595 http://www.annalidipartimentojonico.org

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SIMBIOSI INDUSTRIALE IN ITALIA: STATO DELL’ARTE E PROSPETTIVE DI SVILUPPO FUTURE IN ITALIA*

ABSTRACT La simbiosi industriale è uno strumento di ecologia industriale che, prendendo spunto dalla simbiosi biologica, permette di generare benefici reciproci tra gli attori di un sistema produttivo attraverso lo scambio di materia ed energia. Essa fa parte delle misure volte alla transizione da un’economia lineare verso l’economia circolare. Attraverso un approccio di analisi della letteratura e dei casi studio sono stati esaminati i singoli progetti applicativi ed è stata tracciata una mappatura a livello nazionale. I risultati mostrano una presenta ancora latente di progetti di SI reali ed un alto potenziale di sviluppo Questo lavoro fa parte di un progetto FIR (Futuro in ricerca) di durata triennale, supportato dalla Regione Puglia.

Industrial symbiosis is a tool of the industrial ecology's practice, which is inspired by biological symbiosis and allows the generation of mutual benefits between the actors of a production system through the exchange of waste matter and energy. It is part of the measures which are carried out to transition from a linear economy to a circular economy. Via a literature and case study analysis, we examined individual application projects and subsequently a mapping at national level was plotted. The results show a latent actual SI projects and a potential high growth. This work is part of a larger three-year FIR (Future research) project, supported by the Apulia Region

Simbiosi industriale – ecologia industriale – economia circolare

Industrial symbiosis – industrial ecology – circular economy

SOMMARIO. 1. Introduzione. 2. Evoluzione degli studi scientifici sulla simbiosi industriale. 3. Stato dell’arte nel mondo. 4. Stato dell’arte in Italia. 5. Discussione e conclusioni.

1. L' Ecologia Industriale (EI) ha come oggetto lo studio dei sistemi produttivi nelloro contesto ambientale, inteso come sistema biologico naturale.

Tra gli strumenti a supporto dell’EI troviamo la Valutazione del ciclo di vita (LCA), l’Ecodesign, la Material Flow Analysis e la Simbiosi Industriale (SI).

* Saggio sottoposto a referaggio secondo il sistema del doppio cieco.

Il concetto di SI si fonda su un modello di interazione ambiente-società interconnessi tra loro attraverso i flussi di materia e di energia. Di conseguenza, come i sistemi biologici, i sistemi industriali sono caratterizzati da metabolismo fisico (dall’estrazione della materia prima, passando per la trasformazione in bene e servizio, per restituire alla fine del ciclo materiale all’ambiente)1. Tutte le fasi di questo processo metabolico sono alimentate da energia2.

Il tutto è basato su un sistema di “Economia Circolare”, ossia un’economia pensata per autorigenerarsi3, in cui gli scambi possono riguardare materie prime, scarti di lavorazione, energia, acqua, servizi e competenze, al fine di creare il cosiddetto “ciclo chiuso” secondo un approccio “green economy”. Questo tema inquadra un orientamento della politica economica contemporanea e, per certi versi, un modello culturale in graduale affermazione su scala globale che persegue la riduzione dell'impiego di materie prime primarie all’egida dell’incremento del riutilizzo e del riciclaggio di alta qualità.

Al fine di poter attuare realmente la circolarità sono necessarie sia politiche di prevenzione volte alla riduzione di produzione di rifiuti non riutilizzabili, sia tecnologie “end of pipe” o di fine ciclo che intervengono dopo la produzione di inquinamenti di diverso genere a valle dei processi produttivi. È altresì necessario accedere ad un approccio trasversale, suscettibile di coinvolgere, sia pure in modo differente, ogni comparto economico.

È importante sottolineare l’incidenza che nella diffusione di queste pratiche hanno le istituzioni e, dunque, il diritto. Infatti, sia a livello europeo che nazionale, un importante impulso all’affermazione della circolarità economica è offerto dall’EU Action Plan for the Circular Economy a livello comunitario e dal Collegato ambientale alla Legge di Stabilità, 2016 (Legge 28/12/2015, n.221). Più in generale, la legislazione europea si dimostra sempre piu attenta al ciclo dei rifiuti, contrastando in modo sempre più incisivo lo smaltimento in discarica e sostenendo un profondo mutamento dei comportamenti. Inoltre, la Commissione Europea ha costruito il modello di riferimento del ciclo economico in modo tale che il valore dei prodotti, dei componenti, dei materiali e delle risorse primarie sia mantenuto (nel senso di evitare sprechi, obiettivo minimo) o migliorato (obiettivo auspicabile) tenendo conto dell’intera catena di produzione e della loro vita utile.

2. Negli ultimi anni, gli studi sulla SI sono notevolmente aumentati, la definizione

è stata perfezionata e sono presenti in letteratura molti casi applicativi. Chertow infatti, definisce la SI come il coinvolgimento di industrie tradizionalmente separate con un approccio integrato finalizzato a promuovere vantaggi competitivi attraverso lo scambio di materia, energia, acqua e/o sottoprodotti e spiega le diverse modalità con

1Frosch, 1992, 800-803. 2Ayres, Simonis, 1994. 3 Ellen MacArthur Foundation.

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cui è possibile realizzare pratiche di simbiosi (utility- sharing o condivisione di risorse, trasferimento di materiali)4,5.

Inoltre, l’approccio circolare può essere usato come vantaggio competitivo. Secondo gli autori Lombardi e Laybourd infatti, l’opportunità di guadagno maggiore attraverso il riuso è una condizione fondamentale per risolvere il problema del deperimento delle risorse naturali che provoca scarsità sulla supply chain6.

L’attenzione verso le tematiche dell’economia circolare e dell’eco-innovazione, attraverso lo sviluppo della SI, è accentuata con la messa a disposizione di finanziamenti dedicati della Commissione Europea. Assume un ruolo centrale, in questa prospettiva, il programma Horizon 2020 e le numerose opportunità che esso offre al radicamento di questa cultura. In particolare, i progetti finanziabili sono rivolti sia alla ricerca che al trasferimento tecnologico. I pilastri di riferimento sono Industrial Leadership, ad esempio per le linee “Systemic, eco-innovative approaches for the circular economy: large-scale demonstration projects” e Industry 2020 in the circular economy” e le linee “Valorisation of waste” e “Energy efficiency” nonché, in generale, il programma “Secure, clean and Efficient Energy” per il pilastro “Societalchallenges”7.

La Commissione sostiene, altresì, il coinvolgimento degli end-users in modelli di economia circolare che meglio rispondano alle loro esigenze. Ciò anche al fine di attivare un ulteriore volano per il processo di reindustrializzazione europea.

Il tema ha poi assunto rilievo anche sul versante degli studi giuridici e, più in particolare, negli approfondimenti del possibile ruolo della fiscalità (armonizzata e non) nel sostegno dell’affermazione di modelli virtuosi di sviluppo. Nel semestre italiano di presidenza dell’U.E., infatti, si è sperimentato per la prima volta un approccio scientifico unitario ed evoluto nell’analisi comparata dei sistemi impositivi degli Stati membri dell’UE, muovendo dalle differenti sensibilita e dagli approcci eterogenei nella declinazione della fiscalita in senso etico-ambientale. La ricerca, coordinata dalle Universita di Bologna, Bari e Palermo ha offerto indicazioni preziose che consentono di cogliere i punti di forza e i fattori di debolezza del processo di armonizzazione comunitaria in tema di fiscalità ambientale e, dunque, le prospettive e i limiti degli istituti del diritto tributario (siano essi premiali, meramente regolatori o sanzionatori) sul versante dell’economia circolare8.

3. Secondo Chertow9, la SI può nascere spontaneamente oppure può essere spinta

da politiche governative. In generale, lo sviluppo autonomo seguito da un successivo

4 Chertow M. R., 2000, 313-337. 5 Chertow M., Lombardi, 2005. 6 Lacy et al., 2014. 7 Commissione Europea, Horizon 2020. https//ec.europa.eu. 8 Di Pietro, 2016. 9 Chertow M., 2007, 11–30.

Simbiosi industriale in Italia

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affiancamento di un coordinamento (pubblico o privato), sembra essere la modalità più efficace per lo sviluppo di queste pratiche10. Il coordinatore11, gestisce prima di tutto le informazioni tecnico-scientifiche al fine di condividerle attraverso piattaforme e favorirne lo scambio tra le aziende partner12.

Bisogna inoltre distinguere i progetti di SI nati per questo specifico scopo e i parchi eco-industriali. Ci sono esempi di questi sparsi in tutto il mondo: in USA13, in Brasile14, in Australia15, ma anche in Regno Unito16.

Sono stati esaminati 5 progetti internazionali tra i più importanti e utilizzati come benchmark di riferimento. Di ognuno sono stati studiati l’area geografica di riferimento, la dimensione, lo stato di realizzazione, gli enti promotori, i soggetti coinvolti, i settori coinvolti e la regolamentazione. Si riportano in tab.1 le caratteristiche che identificano le diverse macro-tipologie che rappresentano.

Tabella 1. Panel internazionale di riferimento17.

Progetto SI Paese Dimensione Area

Finanziamento

Coordinamento

Settori coinvolti

Regolamentazione

della simbiosi

KalundborgSymbiosis Danimarca Ristretta Privato Le aziende del

consorzio

Raffineria, Produzione di gesso, energia

Chimica

Consorzio Kalundborg Symbiosis

Humber Region (HISP)

UK Regionale - Pubblico BCSD-UK18 e RDA19

Chimico Olio e Gas Programma

Relvao Eco-Industrial

Park Portogallo Nazionale Pubblico

Comune di Chamusca,

RSU20, Alluminio, Plastica,

Materiali da costruzione,

Chimico Farmaceutico,

Biomassa

Distretto

Kwinana Industrial

Area Australia Regionale Pubblico -

Privato Kwinana Industrial Council

Residui di processo

inorganici di volume (ceneri

volanti, bauxite e

Distretto regionale

10 Notarnicola, Tassielli, Renzulli, 2016, 133-143. 11 Ehrenfeld, Gertler, 1997. 12 Lucchetti, Arcese, 2014, 4900-4909. 13 Heers, Vermeulen, de Walle, 2004, 985–995. 14 Veiga, Magrini, 2004.The Brazilian water resources management policy: Fifteen years of success and challenges. Water resources management 27.7 (2013): 2287-2302. 15 Roberts, 2004, 997–1010. 16 Mirata, 2004. 17 Elaborazione degli autori. 18 Business Council for Sustainable Development United Kingdom. www.ukbcsd.org.uk. 19Regional development agencies. www.politics.co.uk. 20 Rifiuti solidi urbani.

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gesso), rifiuti riciclabili,

riutilizzo del calore e

condivisione delle pratiche di efficienza energetica

tra le aziende, impianti di trattamento delle acque

TEDA Cina Regionale

Suzhou New District

Pubblico -privato

TEDA Environmental

Protection Association

elettronica, automobilistica e macchinari, bio e pharma alimentare e

bevande. Condivisione

di strutture per l'uso di acqua,

vapore ed energia.

Organismo

indipendente di

regolamentazione (EPB21) TEDA

Committee for

Promoting the

Circular Economy

4. Analizzando l’Italia si rintracciano 15 progetti reali in fase di implementazione

di cui 9 sono collaborazioni nate all’interno delle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate (APEA) dell’Italia centro-settentrionale e sono principalmente pratiche di SI di utility-sharing, coordinate dai consorzi APEA regolate dalla normativa vigente.

Nelle altre SI in fase di implementazione, lo scambio ha come oggetto cascami industriali materiali ed energetici e coinvolge le piccole e medie imprese del settore manifatturiero localizzate in aree geografiche vaste. Questi ultimi presentano alla base elementi comuni quali il finanziamento pubblico, il supporto delle istituzioni locali, enti di ricerca integrati nei progetti.

Per tutti i progetti sono stati analizzati gli stessi parametri dei casi internazionali presenti in Tab. 1, al fine di tracciare un quadro chiaro e confrontabile.

La Tab. 2 vengono riportati i 6 progetti di SI in realizzazione e non legati alle APEA.

Tabella 2. Principali progetti di SI in Italia22

Progetto SI Dimensione

Area Finanziamento Coordinamento Settori coinvolti Regolamentazione

della simbiosi

21 TEDA Environmental Protection Bureau. www.ecoteda.org. 22 Elaborazione degli autori.

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Caso studio declino del parco eco-industriale di Porto Marghera

Veneto

Ristretta

Distretto

Industriale Porto

Marghera - Venezia

Pubblico - Privato

Accordo di Ricerca tra

l'Università IUAV di Venezia e il

Consorzio CO.RI.LA.

Settore chimico e petrolchimico, costruzione

navale, metallurgia, trattamento rifiuti, produzione energia

Accordo di Programma per la Chimica a Porto

Marghera

CLOSED

Toscana

Area vasta

Pubblico Programma LIFE II-AMBIENTE)

ARPAT Toscana, ECOSISTEMI

SRL

Settore tessile, produzione carta, settore

florovivaistico Corsorzio

Green Economy and Sustainable

Development

Emilia Romagna

Area vasta

Pubblico Fondi

Unioncamere Emilia Romagna

e ASTER

Unioncamere Emilia-Romagna,

ASTER, ENEA

Settore agro-industriale, Attività di costruzione,

Produzione di imballaggi di plastica, fabbricazione di coke e raffinazione del

petrolio, fabbricazione prodotti chimici e

farmaceutici, confezionamento di

abbigliamento, fabbricazione articoli in

pelle e pelliccia

Programma

Progetto di simbiosi

industriale per il distretto

produttivo della Provincia di

Taranto

Puglia

Area vasta

Pubblico - Privato

1: Fondazione

Caripuglia

2: Regione Puglia FIR (Future in

Research)

Università degli Studi di Bari "Aldo Moro", Dipartimento

Jonico in "Sistemi Giuridici ed

Economici del Mediterraneo:

società, ambiente, culture"

Settore Metallurgico, Produzione cemento, Raffinazione prodotti petroliferi, Produzione

energia, Industria aeronautica, Produzione della birra; PMI: Settore

Costruzioni, Settore alimentare e delle bevande,

Settore dei prodotti in metallo, settore

dell'abbigliamento, settore dei prodotti della

lavorazione di minerali non metalliferi, settore dei

prodotti di legno

Distretto provinciale

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Caso studio sull'applicazione

dei principi dell'ecologia

industriale alla rete industriale

locale Val di Sangro (Provincia di Chieti) al fine di

poter disegnare scenari di simbiosi

industriale

Abruzzo

Ristretta

Rete Industriale

locale Val di Sangro

(Provincia di

Chieti)

Privato

Camera di Commercio, Associazione

degli Industriali della Provincia di

Chieti, Fondazione per

lavoratori svantaggiati

Settore dell'industria motociclistica Network di Imprese

Eco-innovazione Sicilia

Sicilia

Area geografica

vasta

Pubblico (Legge

finanziaria del 2010 art. 2 comma 44)

Confindustria Sicilia, Regione Sicilia, Agenzia Regionale per i

Rifiuti, Camera di Commercio,

ENEA

Settore manifatturiero, settore agro-alimentare, fabbricazione di prodotti metallici e non metallici, settore delle costruzioni.

Distretto regionale

In Veneto, il Progetto del Parco Eco-Industriale di Marghera23, nato nel distretto

storico, è finanziariamente supportato da fondi pubblici e privati e coordinato dall'Università da un consorzio. Coinvolge tutti i settori presenti nel distretto ed regolato da un accordo di programma.

In Emilia Romagna, vi è un progetto implementato riguardante un’area vasta24. Anche questo è supportato finanziariamente e coordinato da istituzioni pubbliche e coinvolge diversi settori (agro-industriale, edilizia, chimico e petrolchimico, tessile e abbigliamento, produzione di imballaggi di plastica). La simbiosi riguarda soprattutto i servizi e l'energia.

Il progetto toscano CLOSED25 è nato da un programma europeo LIFE, coordinato da un partenariato pubblico-privato, esteso su un’area vasta e caratterizzato da una gestione in cooperazione (Prato, Lucca e Pistoia). I settori coinvolti sono legati alle specificità delle attività produttive degli stessi.

23 Mannino, Ninka, Turvani, Chertow M., 2015, 286-296. 24 Cutaia, Scagliarino, Mencherini, Iacondini, 2015, 11-36. 25 Dinelli, Garro, Giovannelli, Querci, 2003.

Simbiosi industriale in Italia

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In Abruzzo sono presenti due progetti attivi, uno in provincia di Pescara è un’APEA e l'altro in provincia di Chieti, quest’ultimo è legato alla rete industriale della Val di Sangro26, realizza la cooperazione tra le aziende dell'indotto motociclistico e recupera materiali come metalli e plastiche, imballaggi e gomma.

In Puglia la SI del territorio Jonico27 è nata spontaneamente (come nel caso danese), nella fase iniziale con accordi bilaterali di scambio tra aziende. La presenza di grandi aziende come ILVA, Cementir, ENI si affiancano alla centrale termoelettrica e al Porto di Taranto e la prima fase del progetto ha già individuato nuove forme di interazione oltre a quelle esistenti come, ad esempio, il riutilizzo delle scorie di acciaieria in edilizia o nelle produzioni di cemento. Il potenziale di sviluppo è ancora ampio, infatti dopo un primo supporto finanziario privato, attualmente è intervenuto l’ulteriore sostegno di una linea di finanziamento regionale28.

Infine, di interesse è il progetto Eco-innovazione Sicilia29. Anch'esso è concentrato su un'area vasta e vede il coinvolgimento, oltre che del coordinatore ENEA, anche dei principali attori pubblici regionali e di Confindustria Sicilia. Il progetto è in via di applicazione ed attualmente coinvolte circa 80 PMI di vari settori produttivi. Gli scambi restano ancora potenziali ma con ampio margine di sviluppo attraverso una piattaforma di scambio ideata da ENEA per incentivare le aziende allo scambio simbiotico.

Sono presenti in letteratura altri studi teorici e di fattibilità (circa altri 15), mai applicati nella pratica, sparsi su tutto il territorio nazionale.

5. La SI potrebbe essere applicata concretamente al sistema produttivo italiano alla

stregua dei casi di eccellenza internazionali considerati benchmark. Considerando infatti i 5 casi internazionali si nota prima di tutto una coincidenza

nella regolamentazione e nel coordinamento. In tutti i casi italiani, oltre agli accordi di programma, la cooperazione avviene attraverso la struttura a distretto. Differenze attengono, invece, il profilo istituzionale e la fase promozionale dell’intesa. In Italia solitamente a prendere le redini dei progetti di SI sono enti di ricerca o consorzi APEA. Sul versante internazionale, di contro, il coordinamento è affidato ad enti costituiti ad hoc e che si preoccupano segnatamente di facilitare le pratiche di scambio. In alcuni casi intervengono articolazioni funzionali di enti pubblici pre-esistenti.

Altro aspetto comune è rappresentata dalla dimensione dell’area. I progetti di SI di successo sono tipicamente sviluppati in aree di piccole dimensioni (ad es. Kalundborg) sebbene altri casi internazionali analizzati interessino aree regionali e di medio-vasta dimensione.

26 Simboli, Taddeo, Morgante, 2014, 372-383. 27 Notarnicola, Uricchio, Tassielli, Renzulli, Selicato, 2012. 28 Future in Research della Regione Puglia: Simbiosi Industriale in un'area vasta: il territorio Jonico, per la sfida sociale di riferimento "Città e territori sostenibili". www.sistema.puglia.it. 29 Cutaia, 2014, 205 ss.

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L’area vasta funge da cornice di ben 4 dei 6 casi non APEA recensiti in Italia, individuando ulteriori punti di contatto con quelli internazionali che si presentano sufficientemente simili anche in termini di settori produttivi e struttura produttiva. a titolo esemplificativo può osservarsi l’area Jonica, che risulta perfettamente confrontabile con il tessuto produttivo e l’estensione del progetto australiano di Kwinana.

Altra caratteristica predominante in entrambi gli scenari è la collaborazione tra ricerca e imprese, con la conseguente valorizzazione del trasferimento tecnologico.

Differenze sostanziali si rilevano invece nelle fonti di finanziamento che, in Italia, sono prevalentemente pubbliche, almeno nella fase iniziale. Il benchmark internazionale (con la sola eccezione del Portogallo) si caratterizza, di contro, per un finanziamento misto pubblico-privato.

In siffatto contesto, se da un lato deve riconoscersi la concreta possibilità di ulteriore sviluppo della pratica di SI italiana, dall’altro occorre riconoscere la difficoltà di assegnare a tale fenomeno caratteri stabili ed effetti scientificamente misurabili in modo chiaro e oggettivo. Alla radice di tali difficoltà si colloca anche la mancanza di una legislazione specifica che possa incidere in modo efficace sulla crescente (ma ancora insufficiente) propensione alla collaborazione tra imprese e sistema della ricerca.

Le dimensione promozionale del Fisco30 costituisce un’alternativa valida alla stratificazione di regole e sanzioni le quali, da sole, non sembrano aver assolto un ruolo determinante, fino ad oggi, nella promozione della più intensa collaborazione possibile tra i differenti attori del sistema.

La condivisione delle metodologie e la contaminazione delle buone pratiche, entrambe indispensabili ad affermare e assestare la cultura favorevole all’implementazione dell’economia circolare, necessitano di catalizzatori capaci di sottrarre all’episodicità e all’emergenza le politiche di intervento coerenti con la SI. In questa prospettiva andrebbe rimeditata l’autonomia impositiva locale e, più in generale, andrebbero riconsiderate le modalità di impiego della leva fiscale a sostegno di un governo avveduto del territorio. Le indagini condotte a livello comunitario, dei cui risultati questa ricerca si avvale, disvelano invece l’impiego della fiscalità in chiave meramente accessoria alle politiche di bilancio, secondo un approccio obsoleto che non consente, in nessuno dei Paesi osservati, di sfruttare in modo adeguato la dimensione promozionale del fisco.

Sono queste, probabilmente, le principali variabili di un modello istituzionale ingessato, fino ad oggi, da rigidi parametri di bilancio e da politiche di rigore che hanno posto in ombra l’opportunità, offerta dall’economia circolare e dalla SI, di generare risorse attraverso processi e interazioni virtuose.

30 Uricchio, Aulenta, Selicato, 2015, 321-353.

Simbiosi industriale in Italia

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Si tratta di un modello alternativo e razionale di sviluppo che merita maggiore attenzione soprattutto nella sua fase embrionale che, in sistemi come quello italiano, incontra ostacoli correlati alla debolezza del dialogo tra imprese, istituzioni e sistema della ricerca. Probabilmente, su questo dialogo e sulla prefigurazione delle opportunità offerte dall’economia circolare, andrebbero prioritariamente indirizzate le risorse pubbliche, potendosi assegnare alla fiscalità un ruolo fondamentale nella stabilizzazione dei modelli di simbiosi industriale.

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