anno 2 lez 4 1 · chiede di parlamentare per cercare un accomodamento; dopo circa 130 giorni di...
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Il 15 settembre del 1640, ritenendo insostenibile la situazione in Torino assediata, Tommaso
chiede di parlamentare per cercare un accomodamento; dopo circa 130 giorni di assedio e
dopo avere organizzato ben 29 sortite in armi.
Il conte d'Harcourt sa che sta arrivando Mazzarino, inviato dal Richelieu per cogliere i frutti
dell'assedio; e sa anche che questi porta quasi certamente l'ordine del Cardinale (e della
reggente Cristina) di prevedere comunque la cattura di Tommaso, ritenuto troppo pericoloso
per essere lasciato in libertà. La cosa non piace però all'Harcourt, che non vuole essere
scavalcato da Mazzarino.
Approfittando del fatto che Mazzarino tarda ad arrivare, l'Harcour aderisce alle richieste di
Tommaso e arriva a un accordo, che tutto sommato è generoso verso Tommaso. Si stabilisce
che Tommaso avrebbe consegnato la città alla Francia, che a sua volta l'avrebbe poi
riconsegnata a Carlo Emanuele II e alla Reggente. Tommaso sarebbe potuto uscire con le sue
truppe armate e con i civili che avessero voluto seguirlo, comprese le sorelle Maria e
Francesca Caterina (che il d'Harcourt cerca invano di persuadere a rimanere in città). I
Francesi promettono inoltre di non perseguitare i principisti rimasti in città. È infine stabilita
una tregua di tre mesi
Con questa resa, l'Harcourt coglie un importante successo, a 39 anni di età.
2Anno 2 Lez 6
Il 24 settembre 1640, Tommaso esce dunque dalla città con la sue truppe e molti seguaci civili
e si dirige verso Ivrea, città sotto controllo dei suoi seguaci. Le truppe francesi schierate
presentarono le armi. Per le difficoltà della marcia, dovute soprattutto ai fiumi in piena, e con il
consenso dell'Harcourt, Tommaso fa una sosta a Rivoli. Le truppe spagnole se ne vanno verso
Asti. Le truppe francesi entrano in Torino, dove chiedono immediatamente un donativo al
Comune.
Il 26 settembre, due giorni dopo, giunge a Torino il Mazzarino, che intima all'Harcour di
inseguire e catturare Tommaso, senza badare ai patti stabiliti. L'Harcourt, che ritiene però sacri
i patti tra soldati, fa in modo di far avvertire Tommaso, per spingerlo ad affrettare il suo
movimento verso Ivrea. Tommaso si mette in viaggio, pur con grandi difficoltà, perdendo
diversi uomini e bagagli nei fiumi in piena che si devono guadare.
Il 3 ottobre 1640 le due sorelle di Tommaso raggiungono Biella, e nonostante siano provate
dal viaggio, vogliono recarsi in pellegrinaggio a Oropa. Nel salire al santuario subiscono il
colpo della perdita di alcune dame del seguito, precipitate con la carrozza in un burrone. Al
rientro Francesca Caterina cade ammalata e il 20 ottobre spira, a 45 anni; secondo il suo
desiderio è sepolta a Oropa, dove ancora oggi una lapide la ricorda.
3Anno 2 Lez 6
Liberata Torino, Cristina chiede al fratello di poter tornare: le sarà concesso di farlo circa due
mesi dopo.
Il 18 novembre 1640 (circa un anno e tre mesi dopo la fuga) Cristina fa ingresso nella città,
scortata dall'Harcourt e da Mazzarino; è accompagnata dalla sua corte, che comprende
ovviamente Filippo d'Aglié. Cristina teme la reazione della popolazione, ma è accolta
abbastanza bene. Il corteo entra da porta Nuova (la stessa da dove era entrata come sposa del
Duca) e poco dopo Cristina accoglie il saluto dei Sindaci (che devono pronunciarlo in
ginocchio) e del Vescovo.
La Francia concede a Cristina l'amministrazione civile della città, mantenendo quella militare
(più ovviamente l'occupazione della Cittadella). Anche per via di questa sovranità limitata, la
Duchessa reggente non si è fatta accompagnare dal Duchino, che resta in Savoia.
Tornata a Torino, Cristina si comporta abbastanza generosamente con coloro che si erano
schierati contro di lei, limitandosi a poche confische verso i più faziosi. Riesce così a
recuperare un certo consenso, anche se il risentimento verso di lei non si placherà mai
completamente.
Cristina va ad abitare nel Castello, che da allora sarà Palazzo Madama; lo stato di questo
palazzo è infatti migliore di quello del vecchi palazzo ducale, danneggiato nell'assedio.
4Anno 2 Lez 6
Torino è riconquistata, ma la contesa con i due principi cognati, spalleggiati dalla Spagna, non
è ancora finita. Richelieu cerca la trattativa con loro, per porre fine alla loro opposizione e al
loro appoggio alla Spagna, nemica della Francia.
I contatti con Maurizio avvengono attraverso un delegato da lui mandato a Parigi. A lui si offre
il governo di Nizza e Cuneo, e si comincia ad ipotizzare un suo matrimonio con la nipote
Ludovica (Maurizio non aveva gli ordini ecclesiastici e poteva rinunciare alla porpora di
Cardinale). La ragione di questo matrimonio, apparentemente assurdo tra una fanciulla di 12
anni e un cardinale quasi cinquantenne, stava nel voler riportare alla discendenza di Cristina
(gli ipotetici figli che Ludovica avrebbe avuto da Maurizio) l'eredità del Ducato in caso di
morte di Carlo Emanuele II senza figli.
Per quanto riguarda Tommaso, che soprattutto interessa a Richelieu per la sua figura di
militare, i contatti avvengono attraverso Mazzarino, che Richelieu manda in Italia e che si
incontra con Tommaso a Mazzè.
In cambio della riconciliazione con Cristina e con la Francia, a Tommaso è offerto un ruolo
ben retribuito di generale al servizio della Francia, nonché il governo di alcune zone (in
particolare Ivrea) sino alla maggiore età del Duca.
Tommaso si sente profondamente deluso per la scarsa collaborazione avuta dalla della Spagna
ed è fortemente tentato dalle proposte francesi. La sua sposa, Maria di Soisson, si trova però a
Madrid con i figli; lui deve perciò muoversi con grande prudenza. Verso la fine del 1640 si
riesce ad arrivare a una bozza di accordo, segreta, che Tommaso sembra pronto ad accettare.
5Anno 2 Lez 6
Richelieu ritiene, probabilmente a ragione, che uno degli ostacoli alla riconciliazione tra
Tommaso e Cristina sia la presenza di Filippo d'Aglié, verso il quale anche lui ha una certa
animosità. Decide perciò di allontanare Filippo da Cristina
Il 31 dicembre 1640, poco prima di una festa da ballo in onore di Ludovica, Filippo è fermato
da ufficiali francesi e portato in Cittadella; poi è trasferito in Francia nel castello di Vincennes,
una sorta di prigione di lusso.
Chiede aiuto a Cristina che cerca invano di ottenere la sua liberazione. Cristina in questa sua
azione si appoggia a Mazzarino, che è a Torino ad assisterla; arriva anche ad offrire in cambio
l'abate Monod, ma Richelieu è inflessibile.
6Anno 2 Lez 6
Filippo dovrà restare rinchiuso per circa due anni, anche se con un trattamento più da signore
che da carcerato. Cristina gli invierà doni e gli scriverà, anche se dovrà agire con una certa
diplomazia, per non peggiorare la sua condizione.
Scrive Cristina:
"Conte Filippo, è necessario chinarci di fronte alla potenza di chi ci separa….che il coraggio
non vi venga meno, nessuno vi compiange quanto me….vi dimostrerò di essere sempre vostra
amica…"
Pur generosa verso Filippo, sembra però che Cristina non gli sia stata fedele e abbia avuto una
relazione con il giovanissimo conte Federico Tana, che prestava servizio a corte.
7Anno 2 Lez 6
Con l'inizio del 1641 scade al tregua concordata al momento della resa di Torino; Tommaso
annuncia di non voler lasciare le piazze occupate e di restare alleato alla Spagna. In quei giorni
Tommaso sfugge anche a un agguato teso dai Francesi. A inizio marzo riprendono gli scontri.
L'esercito francese, al comando del Turenne, è inviato alla conquista di Ivrea, roccaforte di
Tommaso e importante nodo stradale verso la valle di Aosta. Tommaso rinforza le difese di
Ivrea, ma personalmente esce dalla città per non essere intrappolato, come a Torino. A
difendere la città chiama don Silvio Emanuele, figlio naturale di Carlo Emanuele I. L'assedio
di Ivrea inizia a metà aprile 1641; attorno alla città si combatte duramente.
Tommaso va tre volte a Milano per ottenere aiuti dal nuovo governatore provvisorio, il conte
di Sirvela, che però sembra essere avaro di aiuti, come il governatore precedente. Gli Spagnoli
concedono infine delle truppe, che Tommaso decide di mandare ad assediare Chivasso, per
distrarre nemico da Ivrea (Chivasso è importante perché controlla la via fluviale del Po).
Il 14 maggio, l' Harcourt, che ha ripreso il comando dei Francesi, stacca le sue truppe da Ivrea
per accorrere verso Chivasso. Tommaso lancia allora le sue truppe alla liberazione di Ivrea,
dove entra il 17 maggio.
Poiché gli Spagnoli abbandonano Chivasso prima dell'arrivo dei Francesi (l'assedio era solo
un'esca per toglierli da Ivrea) i Francesi tornano ad Ivrea, ma trovano la situazione cambiata (le
loro trincee di assedio sono state ovviamente distrutte) e decidono di abbandonare l'assedio.
Si racconta che, lasciando di fretta Ivrea per Chivasso, i Francesi, non potendo organizzare il
trasporto del bottino, avessero interrato i loro tesori, segnando i punti di interramento con
croci, in modo che il deposito sembrasse un cimitero: contavano di tornare presto a riprendere
l’assedio e il bottino. La cosa fu però scoperta dagli abitanti di Ivrea, e i Francesi tornando
trovarono le "tombe" vuote.
8Anno 2 Lez 6
L'Harcourt si rifà presto dello smacco di Ivrea e prende Ceva, poi a settembre attacca Cuneo e
la prende dopo 50 giorni di assedio; successivamente occupa anche altre località.
Un episodio interessante avviene a Revello la stessa estate, assediata dal Simiane, marchese di
Pianezza, al comando di truppe madamiste piemontesi. Quando si avvicina anche l'Harcourt,
con truppe francesi, il comandante del forte, d'accordo con Tommaso, decide di cedere subito
il forte al Simiane, per evitare che cada in mano ai Francesi. Questo provoca dei malumori tra
gli alleati Madamisti; si arriva infine a un compromesso: il forte di Revello sarà distrutto (lo
sarà nel febbraio 1642) e Cuneo passerà sotto il controllo dei madamisti (a Richelieu non piace
che Cuneo resti in mano all'Harcourt, perché pensa che possa inorgoglirsi troppo). L'Harcourt
poco dopo è richiamato in Francia, anche a causa dei suoi attriti con Cristina.
Il Piemonte è devastato dalla guerra e dalla rapacità dei Francesi; tutti vogliono la pace. Verso
al fine del 1641 Tommaso incomincia a riprendere con convinzione le trattative con i Francesi:
è sempre più deluso dell'aiuto degli Spagnoli, pur se la corte di Madrid continua a fargli grandi
offerte a parole. La Spagna in questo momento è oltretutto in notevoli difficoltà, con le rivolte
del Portogallo e della Catalogna (di cui si parlerà esaminando la situazione internazionale).
10Anno 2 Lez 6
Nel 1641, Maria di Borbone Soissons principessa di Carignano, la consorte di Tommaso, vive
a Madrid momenti difficili, insieme con i suoi 4 figli:
- Luigia Cristina (nata nel 1627),
- Emanuele Filiberto (nato nel 1628),
- Giusepe Emanuele (nato nel 1631),
- Eugenio Maurizio (nato nel 1635).
Per avere uno strumento di ricatto verso Tommaso, da tempo la Corte ha vietato a Maria di
abbandonare Madrid.
Le sue richieste al Re per essere lasciata partire sono state prima respinte con diversi futili
pretesti, e poi ignorate.
Un tentativo di fuga, nel luglio 1641, è stato prontamente annullato.
11Anno 2 Lez 6
Il giorno 16 luglio 1641 avviene un fatto destinato ad avere grandi conseguenze su Maria di
Carignano: in una foresta presso Sedan suo fratello Luigi di Borbone, conte di Soissons, muore
per un colpo di pistola, durante un combattimento contro le truppe reali: il Conte si era messo
infatti di nuovo contro il Richelieu.
Il Conte lascia una vasta eredita materiale, e un titolo prestigioso. Eredi dei beni sono
sostanzialmente la sorella Maria (principessa di Carignano) e la nipote Maria, figlia della
defunta sorella Luisa, quest'ultima sposata con il Enrico II di Longueville (che abbiamo visto
combattere nelle Fiandre e in Piemonte tra i Francesi). Date le circostanze della morte del
conte di Soissons, ribelle al Re, e della posizione del marito di Maria, c'è la possibilità che la
Corona voglia incamerare tutto o quasi. Probabilmente, la possibile eredità dei Soissons per la
moglie, e soprattutto per i figli, è stata una delle motivazioni che hanno spinto Tommaso
all’idea accordarsi finalmente con i Francesi.
12Anno 2 Lez 6
Dopo la morte del fratello, Maria era sempre più risoluta a partire dalla Spagna e tenta di
nuovo di fuggire, mettendosi in viaggio con i figli verso la fine del 1641.
Inseguita da una squadra di archibugieri a cavallo, è fermata in un umile villaggio poco
distante da Madrid: Carabancel.
Il luogo è meschino e inospitale, ma Maria si rifiuta di tornare indietro; resta sorvegliata in
quel piccolo villaggio per più di due anni, sempre con il timore che le tolgano i figli.
Nell'estate del 1644 corre il rischio di essere riportata di forza a Madrid e imprigionata,
accusata di contatti con emissari francesi, ma poi è liberata, anche per l'intercessione di
importanti personaggi, tra i quali la Reggente di Francia (Anna d'Austria) e il Pontefice. È da
considerare che a quel punto Tommaso era ormai da tempo passato alla Francia, e il trattenere
la su famiglia non aveva più una funzione di dissuasione, ma solo quella di una inutile
vendetta; poteva invece essere utile cercare di ammorbidirlo rilasciando la famiglia.
13Anno 2 Lez 6
Il 14 giugno 1642, Tommaso e il fratello si accordano finalmente con la Francia: la "Guerra
dei Cognati" o "Guerra Civile" è finita, dopo circa 3 anni e 3 mesi.
Per porre fine alla guerra si stendono due trattati: il primo tra i Principi e la Francia, il secondo
tra Principi e Cristina. Quest'ultimo, si compone di ben 58 pagine ed è paradossalmente più
lungo del primo; è steso in lingua italiana e con un linguaggio molto diplomatico:
"Essendo nate alcune differenze tra l'Altezza Reale di Madama Cristina di Francia, Sorella
del Re Cristianissimo , ecc…e i Serenissimi Principi Maurizio Cardinale, e Francesco Tomaso
di Savoia, suoi cognati, ecc…."
Tommaso ha il titolo di Governatore di Ivrea e Biella, e diviene un generale al servizio della
Francia (avrà il comando in capo delle truppe francesi in Piemonte). Maurizio è governatore di
Nizza, e sposerà Ludovica.
I due principi ottengono anche di avere qualche peso nel governo del Ducato, sia sostanziale
(potranno intervenire nel consiglio di Reggenza) sia formale (negli editti di Cristina vi sarà la
formula "Con l'assistenza dei Signori Principi miei cognati ").
Il primo problema che hanno i due Principi è quello di far sgomberare le guarnigioni spagnole
presenti nelle città piemontesi da loro occupate con le truppe principiste. È un momento
delicato, ma Madrid accetta di sgomberare (la Spagna mantiene ovviamente le città occupate
da truppe spagnole, tra le quali molto importante è Vercelli).
Cristina può ritenersi la vincitrice: sulla Spagna, che perde Tommaso e alcune delle città
controllate in Piemonte, e sulla Francia, che non è riuscita ad incorporare il Ducato di Savoia.
Nell'estate del 1642 a Cristina arriva la triste notizia della morte della madre, Maria de Medici,
a Colonia il 3 di luglio.
14Anno 2 Lez 6
Sull'altare della pace viene dunque sacrificata la piccola Ludovica, promessa allo zio Maurizio.
Nell'agosto del 1642 Maurizio depone l'abito cardinalizio per sposare Ludovica, primogenita
di Cristina e di Vittorio Amedeo I: lui ha 49 anni e lei 13.
Nell'agosto-settembre hanno luogo le varie cerimonie, poi gli sposi si incontrano a Sospello,
nell'entroterra di Nizza. Sembra che la sposa, pur compresa dell'importanza istituzionale del
suo destino, abbia pianto per tutto il viaggio da Torino.
I due sposi non avranno figli e vivranno prevalentemente a Nizza; soggiorneranno spesso
anche Giaveno.
Dopo 15 anni, nel 1657, Ludovica resterà vedova (a 28 anni) e verrà a vivere a Torino,
abitando spesso nella villa che Maurizio aveva risistemato per lei, chiamandola Villa Ludovica
(ora Villa della Regina).
Ludovica se ne andrà a 63 anni nel 1692; la sua tomba si trova oggi alla Sacra di S. Michele,
vicino a quella di Maurizio.
15Anno 2 Lez 6
Il 26 luglio 1642, Tommaso si incontra pubblicamente con Cristina in un prato di Vanchiglia.
L’incontro di riconciliazione è formalmente molto cordiale, ma anche sostanzialmente freddo e
molto breve. Cristina nutre sempre del risentimento verso di lui, e non sopporta il fatto che il
cognato, invece che punito ed umiliato, sia ora il potente comandante delle forze francesi in
Italia.
Il giudizio che su Tommaso e sui suoi voltafaccia davano i politici di allora (e che possiamo
confermare ancora adesso) è sostanzialmente positivo: la sua collaborazione, prima con la
Spagna, e poi con la Francia, non viene vista come derivante da puro interesse personale, ma
sempre solo dallo scopo di mantenere il Ducato in equilibrio nelle alleanze internazionali.
Nell'estate del 1642 Tommaso, insieme con il cognato duca di Longueville, ottiene buoni
successi contro la Spagna: prende Crescentino, Nizza della Paglia, Acqui, Tortona,
Castelnuovo Scrivia, Voghera, Verrua.
Il 4 dicembre del 1642 si spegne Richelieu. Vedremo più tardi in dettaglio fatti francesi che
seguirono.
Per le vicende sabaude che stiamo seguendo questo vuol dire quasi immediatamente la
liberazione di Filippo di Agliè. Mazzarino, il nuovo uomo potente lo congeda dichiarando che
la sua prigionia è stata un fatto personale di Richelieu, e gli conferisce pure un grado e uno
stipendio nell'esercito francese.
16Anno 2 Lez 6
Questo quadro del pittore Francesco Cairo, datato intorno al 1645, raffigura Cristina nelle vesti della
figlia del Faraone mentre salva Mosè dalle acque. Il personaggio rappresentato accanto a lei potrebbe
essere Filippo d'Agliè
17Anno 2 Lez 6
L'anno 1643 vede importanti fatti internazionali:
- la destituzione del Conte Duca Olivares da parte di Filippo IV, in una Spagna sempre più
scossa dalle sollevazioni di Portogallo e di Catalogna;
- la morte di Luigi XIII con il passaggio del potere ad Anna, reggente per il figlio Luigi XIV,
assistita da Mazzarino;
- la grande vittoria del Principe di Condè a Rocroi sugli Spagnoli, che risolleva la Francia da
una posizione difficile, per il disorientamento seguito alla morte di Richelieu e del Re.
(Di queste faccende ci si occuperà in dettaglio nel seguito).
L'influsso della vittoria di Rocroi rinvigorisce le forze sabaude francesi impegnate in Piemonte
contro gli Spagnoli: Tommaso, che era stato precedentemente sconfitto a Tortona (marzo)
prende agli Spagnoli l'importante piazzaforte di Trino (24 settembre). Trino era terra sabauda,
facente parte delle terre monferrine acquisite nel 1631. Ora è sì presa da Tommaso, ma resta
nelle mani dei Francesi.
Cristina riceve in restituzione dalla Francia (cioè da Mazzarino) alcune piazzaforti, tra cui
importanti sono Savigliano e Cherasco.
Cristina fa anche rientrare dalla Savoia il Duchino: non a Torino, ancora presidiata da forze
francesi, ma a Fossano.
18Anno 2 Lez 6
Il castello di Fossano è stato costruito nel secolo 1300 dai principi di Acaia: presa la città, ne
avevano fatto una delle loro due capitali (l'altra era Pinerolo).
Il castello è risistemato nel 1643 per l'arrivo del Duca e per i conseguenti soggiorni di Cristina
(documentato il suo compleanno nel 1644).
Quando due anni dopo Carlo Emanuele II torna a Torino, inizia la decadenza del castello.
L’edificio sarà nel corso degli anni usato come carcere e come caserma.
Da una trentina di anni è stato risistemato, in particolare come biblioteca e archivio comunale.
19Anno 2 Lez 6
Nel marzo1644, a Miolans, muore il padre Monod, praticamente abbandonato dalla Reggente,
che troppo tardi si rese conto della sua ingratitudine.
Nel giugno 1644 riprendono la azioni militari: Tommaso prende Santhià e Breme in
Lomellina.
A settembre Tommaso punta verso il territorio spagnolo di Finale Ligure, ma il mancato
appoggio della flotta francese, che gli era stato promesso, lo fa desistere.
Come già detto, il 1644 vede anche la liberazione di Maria di Carignano, che va a vivere a
Parigi, dati i suoi cattivi rapporti con Cristina e per recuperare in pieno la sue eredità.
Nell'aprile 1644 nasce in Francia una bambina, figlia di Carlo Amedeo di Savoia Nemours; in
seguito parleremo di lei a lungo, perchè sarà la seconda Madama Reale, seconda moglie di
Carlo Emanulele II.
20Anno 2 Lez 6
Nel 1645 Mazzarino sottoscrive con Cristina un importante trattato al Castello del Valentino:
questo trattato stabilisce una lega difensiva per 10 anni contro la Spagna e la restituzione a
Cristina della città di Torino (ma non ancora della Cittadella) insieme ad altre località, tra cui
Asti e Carmagnola; i Francesi si sistemano però a Verrua. Anche i cognati sono ufficialmente
chiamati a ratificare con Cristina il trattato.
Riconsegnata la città ai Savoia, Carlo Emanuele II (11 anni) rientra a Torino. Per lui si
organizza un grande corteo dal Valentino a palazzo Madama. Si tengono poi altre feste,
nell'organizzazione delle quali è come sempre attivo Filippo d'Aglie. Queste feste non
migliorano i rapporti, assai tesi, tra Cristina e i rappresentanti del Comune, sempre pressati da
richieste di denaro.
Nel 1645 cominciano anche a riunirsi i rappresentanti degli stati europei coinvolti nella guerra
dei 30 anni, nelle città di Munster e di Osnabrük in Germania: ci andranno ancora 3 anni per
arrivare ad un accordo (trattato di Westfalia) che non sarà neppure globale.
I delegati del Ducato di Savoia sono guidati dal marchese di St. Maurice e da Giovanni
Francesco Bellezia (che Mazzarino chiede poi di allontanare perché lo ritiene filospagnolo).
Hanno il difficile compito di ottenere qualcosa; di non essere cioè considerati solo un
"accessorio" della Francia, ma una potenza in guerra come le altre. La speranza è quella di
ottenere la restituzione di Pinerolo.
Al problema di Pinerolo è legato quello delle terre del Monferrato ottenute in cambio di
Pinerolo: la Francia non le ha mai pagate, come promesso, ai Gonzaga, con la scusa di avere
crediti ben maggiori nei loro confronti. I Gonzaga ne vorrebbero allora il pagamento da parte
dei Savoia.
21Anno 2 Lez 6
Quadro, del pittore Jean Miel, che raffigura il rientro di Carlo Emanuele II a Torino, accompagnato
dalla madre, attraverso la Porta Nuova. Il Duca e la madre ricevono l'omaggio dei notabili
inginocchiati.
22Anno 2 Lez 6
Nel 1646 e nei due anni successivi, mentre proseguono negoziati di pace internazionali per
porre fine alla guerra europea, le operazioni militari in Piemonte sono quasi nulle.
In questi anni, Tommaso è inviato da Mazzarino a tentare la conquista delle colonie spagnole
del Sud Italia: vi sarà una prima azione nel 1646 (verso lo Stato dei Presidi, in Toscana) e una
seconda nel 1648 (verso Napoli). A queste azioni, che sono sostanzialmente degli insuccessi
sarà dedicato un discorso organico nel seguito.
23Anno 2 Lez 6
Nel giugno 1648 in occasione dell'arrivo del Duca alla maggiore età, Cristina fa un grave
sgarbo a Tommaso, approfittando del fatto che lui è impegnato ad organizzare la spedizione a
Napoli.
Spostatasi fuori da Torino con la scusa di un soggiorno di caccia, con il figlio e con buona
scorta di truppe, si porta prima a Front, poi ad Agliè, nel castello di Filippo. Di lì si porta ad
Ivrea, e in quel luogo, che Tommaso considera quasi come un suo regno, dichiara di
consegnare solennemente la città e il Ducato al figlio, che il 20 giugno compie 14 anni e
diventa perciò maggiorenne.
Immediatamente dopo il discorso di Cristina, Carlo Emanuele II chiede alla madre di assisterlo
nel governo. Nel nuovo assetto di potere che ne risulta, i ruoli di Tommaso e Maurizio, legati
al consiglio di reggenza risultano quasi annullati.
Mazzarino non gradisce la cosa, ma né lui né i cognati intraprendono azioni ostili a Cristina.
Maurizio è confermato governatore di Nizza; Tommaso invece deve lasciare Ivrea ed è
nominato governatore di Alba e Asti: accetta ma non andrà mai in quelle città e soggiornerà
spesso in Francia. Da quell'episodio inizia anche la decadenza del castello di Ivrea, non più
sede di una sia pur piccola corte.
24Anno 2 Lez 6
Nell'ottobre del 1648 a Munster si firmano i trattati che pongono fine alla guerra dei 30 anni.
Come già visto, le trattative si sono svolte nelle città di Munster e di Osnabruck; per la
collocazione delle due città questi trattati sono noti anche come "trattati di Westfalia".
I trattati non includono però la pace tra Francia e Spagna; la guerra tra queste due potenze
durerà ancora per una decina di anni, coinvolgendo anche il ducato di Savoia come alleato
della Francia.
Per i Ducato di Savoia, a parte la preoccupazione per la guerra ancora aperta, i risultati sono
deludenti:
- Pinerolo è assegnata ufficialmente alla Francia
- Le terre del Monferrato acquisite nel 1631 sono riconosciute da Francia ed Impero come terre
dei Savoia. La Francia si impegna a pagare ai Gonzaga quanto dovuto (poiché non lo farà, la
questione del legittimo possesso resterà aperta ancora a lungo).
- nei trattati non si parla delle piazze piemontesi tenute da spagnoli (in particolare Vercelli) e
Francesi (in particolare la Cittadella di Torino).
- anche la speranza di vedere riconosciuto Carlo Emanuele II come principe dell'impero va
delusa, non essendosi discussa la cosa.
25Anno 2 Lez 6
Nel 1649 l'attività bellica di Tommaso in Piemonte è nulla. Il principe è in contrasto con
Cristina e la Francia gli fornisce poche risorse.
La Francia restituisce ai Savoia diverse città piemontesi: Trino (importante fortezza)
Avigliana, Susa, Chivasso, Cavour (la cui fortezza è stata però smantellata).
La "generosità" di Mazzarino deriva dal fatto che nei cinque anni dal 1648 al 1653 si trova
contestato in Francia da quel complesso movimento che viene chiamato "la Fronda" e di cui ci
occuperemo esaminando gli affari internazionali di questo periodo. Mazzarino desidera perciò
tenere buoni i rapporti con i Savoia.
L'anno 1650 non vede in Piemonte operazioni di guerra, ma un importante matrimonio: quello
tra la figlia di Cristina, Adeaide Enrica e Ferdinando Maria di Baviera, principe elettore della
Baviera, facente parte dell'Impero.
26Anno 2 Lez 6
Cristina, dando in sposa la figlia Adelaide Enrica a Ferdinando di Baviera, persegue lo scopo
di stabilire dei legami anche con i principi germanici. Educa con cura la figlia a questo ruolo,
che dovrà assicurare buoni rapporti tra le due dinastie.
Il matrimonio è celebrato per procura il giorno 11 dicembre 1650, ma i giovanissimi sposi
(Adelaide Enrica ha 14 anni) si uniranno solo nella primavera del 1652.
In particolare Cristina raccomanda alla figlia di avere buoni rapporti con la suocera; il principe,
che ha più o meno la stessa età di Adelaide regna infatti sotto la reggenza della madre.
Adelaide soffrirà molto l'ambiente gelido, in tutti sensi, di Monaco di Baviera. Nei pressi della
città si farà costruire una splendida residenza in stile italiano detta in "Ninphenbourg".
Adelaide morirà prematuramente nel 1676 (a 40 anni) lasciando una figlia (nata nel 1660) e un
figlio (nato nel 1662) che vedremo giocare un suo ruolo nella storia di casa Savoia.
27Anno 2 Lez 6
Sul fronte della guerra, si ha nel 1651 un importante movimento del nuovo Governatore del
Milanese, il marchese Caracena. Sistemato da tempo nell'astigiano, il Caracena si muove
improvvisamente e giunge sino a Moncalieri, a poche miglia da Torino.
A Torino vi è un forte allarme; si rinforzano i bastioni e ci si prepara ad un assedio. Un buon
contingente di truppe arriva fortunatamente dalla Francia in aiuto al comandante sabaudo, che
in quel momento è il marchese Villa. Gli Spagnoli sono così costretti ad allontanarsi.
La Spagna, sapendo la Francia indebolita dalla bufera della Fronda, cerca in quel periodo
contatti con Cristina e Tommaso per una pace separata con i Savoia. Tommaso in questo
periodo è a Parigi; durante l’assenza di Mazzarino, si trova addirittura ad essere per qualche
mese "Gran Maestro della Casa Reale", una sorta di vicario del Re.
28Anno 2 Lez 6
Nel 1652 si hanno due fatti importanti.
Del primo fatto è protagonista il marchese di Caracena, che occupa di sorpresa la piazzaforte
di Trino, approfittando di una momentanea assenza del Governatore, conte Catalano Alfieri.
Successivamente occupa anche Crescentino, di fronte a Verrua. Sembra che il Caracena in
quella circostanza abbia violato una sorta di tregua concordata in occasione del viaggio di
Adelaide attraverso lo stato di Milano per raggiungere lo sposo.
Del secondo fatto è protagonista il duca di Mantova, Carlo II, che si stacca dalla Francia e si
allea con la Spagna. Nel 1642 le truppe del duca, aiutate dagli Spagnoli, occupano di sorpresa
la Cittadella di Casale, costringendo alla resa il presidio francese.
Per la Francia la perdita di questa importante base operativa è un grave smacco. Per stringere
più a sé i Savoia, la Francia decide di restituire loro, nel 1653, Verrua e Villanova d'Asti. I
sabaudi nel frattempo riconquistano Crescentino.
Nel 1653 le operazioni belliche sono quasi ferme (La Francia è sempre alle prese con la
Fronda) e Cristina ottiene che siano ritirate parte delle truppe francesi dalla pianura
piemontese, dove sono fonte di disordine e di ruberie. Parte di queste truppe viene alloggiata
nelle vallo valdesi; il loro peso sarà una delle cause di quanto accadrà due anni dopo.
Negli anni 1652-1654 vi sono contatti tra Cristina e la Spagna per una pace sparata. Tommaso,
che solo nel 1654 rientra in Piemonte dalla Francia, consiglia molta prudenza: i cannoni della
Cittadella sono sempre puntati su Torino.
29Anno 2 Lez 6
Carlo II Gonzaga Nevers, è il figlio di Maria e di Carlo di Nevers, a sua volta figlio di Carlo I,
il primo dei duchi di Nevers ad essere duca di Mantova (la madre di Maria è Margherita di
Savoia, figlia di Carlo Emanuele I).
Alla morte del nonno, nel 1637 diventa duca di Mantova. La madre Maria, governa con
saggezza come reggente per 10 anni; al compimento dei 18 anni, nel 1647, Carlo la mette da
parte e governa da solo.
La madre aveva impostato una politica di avvicinamento agli Asburgo: nel 1649 Carlo II sposa
Isabella Clara d’Austria della famiglia imperiale, e nel 1651 la sorella di Carlo, Eleonora,
sposa l’Imperatore Ferdinando III (era la sua terza sposa). Nel 1652 Carlo II passa decisamente
dalla parte spagnola nella guerra tra Francia e Spagna.
Carlo II non aveva le stesse capacità della madre: scioperato e vizioso, tutte le sue decisioni
volgevano al suo personale tornaconto anziché al bene dello stato e le varie entrate servivano
in maggior parte a finanziare i suoi divertimenti che non a gestire al meglio il ducato.
Morirà a 36 anni, nel 1665 (forse di veleno) lasciando il figlio Ferdinando Carlo, simile a lui
nello stile di vita.
30Anno 2 Lez 6
Nel 1655, nelle valli valdesi avviene una rivolta, seguita da una brutale repressione. Questi
fatti, che sono tristemente ricordati con il nome di "Pasque Piemontesi" saranno descritti in
dettaglio nel seguito, insieme con la ripresa che la rivolta ebbe nel 1663.
Nel 1655 la Francia, dove l'episodio della Fronda è superato e Mazzarino ha ripreso
saldamente il potere, decide di rilanciare le operazioni antispagnole nel nord Italia. Tommaso
di Savoia ha il comando delle operazioni, coadiuvato da Francesco I d'Este, duca di Modena.
Con circa 20000 uomini Tommaso va ad assediare Pavia, iniziando l'assedio il 22 luglio.
L'operazione sembra semplice, ma gli Spagnoli riescono a rifornire la piazza, e poi ad
ostacolare i rifornimenti agli assedianti; Francesco I è ferito e Tommaso si ammala, come del
resto molti dei suoi soldati. L'impresa viene abbandonata il 13 settembre, dopo circa 50 giorni.
31Anno 2 Lez 6
Figlio di Alfonso III e di Isabella di Savoia (1591-1526, figlia di Carlo Emanuele I) è stato il
più grande dei principi estensi.
Divenuto Duca nel 1629 a seguito dell’abdicazione del padre Alfonso III sposa Maria Farnese,
figlia del Duca Ranuccio I di Parma.
Nella guerra del 30 anni, il Duca parteggia inizialmente per la Spagna appoggiandola con
azioni militari. Recatosi poi a Madrid per ottenere ricompensa dell’alleanza, torna a mani
vuote.
Nel 1644 Francesco I decide di schierarsi dalla parte della Francia, grazie ai maneggi col
cardinale Mazzarino. Scende sul campo di battaglia per la conquista di Cremona, ma per le
avversità atmosferiche ed il mancato arrivo di truppa e denaro promessi dal Mazzarino, è
costretto a desistere.
Le sorti della guerra dei Trent’Anni prendono poi una piega favorevole alla Spagna e ancora
una volta il Duca cerca un abboccamento con essa, salvo poi di nuovo tornare definitivamente
alla Francia, nel 1655, combinando il matrimonio del figlio Alfonso (che sarà poi Alfonso IV)
con Laura Martinozzi, nipote del Mazzarino.
32Anno 2 Lez 6
Nel 1656 si spegne in Spagna un'altra sorella di Vittorio Amedeo I: Margherita di Savoia,
figlia di Carlo Emanuele I, già viceregina del Portogallo. Parlando dei fatti internazionali,
vedremo qualcosa dei suoi ultimi anni.
A inizio 1656, Tommaso, non rimessosi dalla sua ultima malattia, muore a Torino il 22
gennaio; poco prima, sempre a Torino, era morto il suo secondo figlio, Giuseppe Emanuele, di
26 anni.
Lo stesso anno, a Roma, manca anche Maria di Savoia, una delle due sorelle che erano uscite
da Torino con Tommaso dopo l'assedio.
Nel 1657 muore Maurizio di Savoia.
33Anno 2 Lez 6
Nel 1656 suscita molta curiosità la visita a Torino di Cristina di Svezia, figlia del Re Gustavo Adolfo di
Svezia.
Ereditato il trono dal padre, Cristina aveva abdicato a favore di un cugino (conservando però la dignità
di Regina) e si era convertita al cattolicesimo.
Donna bizzarra, ma di grande cultura, Cristina aveva intraprende una serie di visite nelle città europee,
fermandosi infine a Roma, dove vivrà sino alla morte nel 1689.
A Torino, per lei sono organizzate grandi feste e cerimonie, anche se la reggente Cristina avrebbe
volentieri evitato la spesa e la fatica.
34Anno 2 Lez 6
Nel 1656 si ha un importante risultati militare: Francesco I di Modena, che ha sostituito
Tommaso al comando delle truppe Franco-Sabaude, riesce a conquistare Valenza, il 17
settembre.
Mazzarino si allieta molto della conquista di Valenza, e per compensare i Savoia del
contributo dato, decide di restituire loro la Cittadella di Torino. Questa fu ufficialmente
riconsegnata a Carlo Emanulele II da Francesco I di Modena il 10 febbraio 1657 (51°
compleanno di Cristina) dopo 17 anni di occupazione francese.
Con l’occasione Mazzarino pretende 40000 scudi d'oro per la dota della nipote Olimpia
Mancini che sposa Eugenio Maurizio di Carignano, figlio del principe Tommaso.
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In una incisione dell’epoca, il “cambio della guardia” alla Cittadella ti Torino, riconsegnata a
Carlo Emanuele II da Francesco I di Modena il 10 febbraio 1657 (51° compleanno di Cristina)
dopo 17 anni di occupazione francese. La rappresentazione della Cittadella con due porte
verso la campagna (vediamo da una uscire i Francesi e dall'altra entrare le truppe Sabaude) è
un arbitrio del disegnatore.
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