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Anno XXXI - N. 7 Luglio-Agosto 2013 Piemonte Artigianato Zoom Il decreto del fare non mantiene le promesse pag. 5 Focus Il report del- l’assemblea an- nuale regionale pag. 20 Categorie Odontotecnici uniti sì, ma non ad ogni costo pag. 25 “L’eccezionalità e la gravità della crisi che stiamo attraver- sando fanno pagare il prezzo più alto alle piccole imprese,spina dorsale produttiva del nostro Paese” FRANCESCO DEL BOCA È IL NUOVO PRESIDENTE

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Anno XXXI - N. 7 Luglio-Agosto 2013

PiemonteArtigianato

ZoomIl decreto delfare nonmantiene lepromessepag. 5

FocusIl report del-l’assemblea an-nuale regionale

pag. 20

CategorieOdontotecniciuniti sì, ma nonad ogni costo

pag. 25

“L’eccezionalità e la gravità della crisi che stiamo attraver-sando fanno pagare il prezzo più alto alle piccoleimprese,spina dorsale produttiva del nostro Paese”

FRANCESCO DEL BOCAÈ IL NUOVO PRESIDENTE

SOMMARIO luglio - agosto 2013

ANNO XXXI - N. 7 LUGLIO-AGOSTO 2013Direttore Politico - Francesco Del Boca

Direttore Responsabile - Silvano Berna

Comitato di redazioneMassimo Bondì (Federazione)

Mario Arosio (Alessandria)Nunzio Grasso (Asti) - Franco Volpe (Biella)

Daniela Bianco (Cuneo) - Renzo Fiammetti (Novara-Vco)Michela Frittola (Torino) - Luigi Crosta (Vercelli)

Segreteria di redazione - Massimo Bondì

Fotografie - Archivio Confartigianato

CollaboratoriMassimo Avena - Alessio Cochis - Lino Fioratti

Carlo Napoli - Cesare Valvo - Rosy Marrazza

EditoreConfartigianato Imprese Piemontewww.confartigianato.piemonte.itinfo@confartigianato.piemonte.it

ImpaginazioneTipografia Commerciale Srl

Via Emilia, 10 - 10078 Venaria (To)Tel. 011.4553888 - Fax 011.4532158

E-mail: [email protected]

Direzione Redazione, AmministrazioneGestione PubblicitàP.im.art Servizi Srl

Via Andrea Doria, 15 - 10123 TorinoTel. 011.8127569 - Fax 011.8125775

Grafica e realizzazione editorialeConfartigianato Imprese Piemonte

RegistrazioneTribunale di Torino n. 3286 del 19 aprile 1983

Questo numero è stato chiuso in tipografia il 2 agosto 2013

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EDITORIALEUna sentenza che crea nuo-ve preoccupazionipag. 3

ZOOMIl decreto lavoro è al primopasso, dopo l’estate la ridu-zione del costopag. 4

E-commerce: Italia fanalino dicoda in Europa, alle sue spallesolo Romania e Bulgariapag. 6

Snaturato il fondo di garan-zia del credito, maggiori dif-ficoltà di accesso per le pmipag. 8

No al Durt fiscale perchè èinsostenibilepag. 12

Al via l’assestamento delbilancio piemontese, è di 3miliardi il disavanzo realepag. 14

Sbloccati i pagamenti alleimprese. Dalla Regione ol-tre un miliardopag. 18

FOCUSL’assemblea regionale 2013elegge il nuovo presidentepag. 19

CATEGORIEOdontotecnici uniti sì, manon ad ogni costo, è neces-sario un chiarimentopag. 25

Accordo per la sicurezza de-gli elttrodomesticipag. 27

Via alla nuova legge sullapanificazionepag. 28

EBAPAvviato San.Arti.pag. 29

Sempre al

fianco

degli

artigiani

Una sentenza che nonpotrà non avere graviconseguenze. Pubblichiamo questanota a caldo, a pocheore dalla decisione dellaCorte di Cassazione diconfermare la condannadi Silvio Berlusconi per

frode fiscale. E ci uniamo ai tanti commentatoriche prevedono conseguenze gravi sul quadro po-litico nazionale non escludendo che esse possanoin qualche modo ribaltarsi sul Governo in carica.Per chi come noi rappresenta una fetta significa-tiva del mondo del lavoro, ancora duramente pro-vato da una crisi che non accenna ad alleviarsi,pensare ad un possibile, anzi molto probabile, pe-riodo di nuova instabilità, è molto più che preoc-cupante. Dai partiti della grande coalizione si tenta di lan-ciare messaggi rassicuranti dicendo che bisognatener separate le vicende giudiziarie da quelle po-litiche. Ma si capisce che sono parole ipocrite ein vecchio stile politichese che non hanno nulla ache vedere con la realtà. Come si può pensareche si possano separare i destini del cittadinoBerlusconi da quelli del leader politico, ex presi-dente del consiglio che ha dominato, nel bene onel male, la scena politica dell’ultimo ventennio eil cui partito è uno dei soci di maggioranzadell’attuale compagine governativa?La preoccupazione di questa nuova instabi-lità si amplifica in un quadro già estrema-mente difficile per il Paese e per il mondodella produzione, particolarmente di quellapiccola e media impresa che, come si sa,soffre in modo non più sopportabile quellain corso che è la peggiore crisi del dopo-guerra.Una conferma a questo quadro drammatico,che sempre più spesso si risolve in vera epropria tragedia, viene anche dagli ultimidati contenuti nell’annuale compendio pro-

dotto dal nostro ufficio studi e pubblicato nei gior-ni scorsi con numerose riprese da parte dellastampa locale. Cinquecento imprese in meno e ol-tre duemila posti persi nell’artigianato piemonte-se nell’ultimo anno, un calo del credito di 5,3%,un aumento dei tassi di interessi assestatisi an-ch’essi mediamente al 5,3%, una significativa di-minuzione sia degli investimenti e sia degli avvia-menti al lavoro tramite l’istituto dell’apprendista-to: sono solo alcuni tra i dati che aggiungono pre-occupazioni a preoccupazione e che richiedono ri-sposte immediate da parte di un governo finoracaratterizzatosi più per i rinvii che per il fare,un“fare” per il momento rimasto solo un titolo di undecreto di cui attendiamo con una certa ansia laconversione.Ma noi non ci inscriviamo di certo nell’esercito deidisfattisti. Troppi ce ne sono già!Noi vogliamo soltanto spronare il Governo a rom-pere gli indugi e, sulla base dell’incarico ricevutodal Presidente Napolitano, a mostrare quell’incisi-vità che è richiesta dalle eccezionali difficili circo-stanze. Ogni ritardo o rinvio è inaccettabile: unoStato che fa fallire le imprese senza pagare loroquanto dovuto per merci o servizi e che, nel frat-tempo, aumenta e pretende il pagamento di tas-se e tenta di imporre nuovi balzelli, non può piùavere un futuro.

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UNA SENTENZA CHE CREANUOVE PREOCCUPAZIONIdi Silvano Berna

Enrico Letta Silvio Berlusconi

Rete Imprese Italia sottolinea che il contratto atempo determinato senza causale, temporal-mente collegato all’expo, rappresenta una gran-de opportunità per l’occupazione e un grandissi-mo volano per l’economia. I contratti a tempodeterminato non rappresentano, infatti, in nes-sun modo una forma surrettizia di precarizzazio-ne. Si tratta, al contrario, di contratti perfetta-mente e completamente regolamentati che dan-no al lavoratore pieni diritti, pieni contributi epiene retribuzioni. Quanto al datore di lavoro nelmomento in cui sottoscrive un contratto a tempodeterminato, non può, in nessun modo derogareda un contratto collettivo che vige nella sua im-presa.Rete Imprese Italia esprime forte preoccupazio-ne per i tempi del calendario parlamentare rela-tivi al decreto lavoro e ribadisce la necessità chela conversione in legge tenga conto delle richie-ste delle imprese. Rete Imprese Italia sottolinea,inoltre, che la proposta unitaria delle organizza-zioni datoriali sul contratto a tempo determinatorappresenta una delle poche opzioni per rimette-re in moto l’occupazione nel nostro Paese. Non sitratta di creare ulteriore precarietà, ma d’incen-tivare le imprese, legittimamente incerte sullatenuta del mercato nel prossimo futuro, ad assu-mere nuovi lavoratori.

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IL DECRETO LAVORO È AL PRIMO PASSODOPO L’ESTATE LA RIDUZIONE DEL COSTO“Con il decreto lavoro abbiamo adottato delle pri-me misure. Dopo l’estate avremo un secondo pac-chetto, in particolare per la riduzione del costo dellavoro”. Così il ministro del lavoro e delle politichesociali, Enrico Giovannini, a margine dell’assem-blea dei soci di Anima, alla Camera di commerciodi Roma.Rispondendo ad una domanda su quali saranno lemisure per affrontare il problema della disoccupa-zione in Italia - che ha maggio ha toccato percen-tuali record - Giovannini ha sottolineato che “ilParlamento sta approvando il decreto lavoro, con-fermando l’impianto che prevede incentivi alle as-sunzioni dei giovani soprattutto ma anche di disoc-cupati, incentivi per tirocini formativi per migliora-re la formazione e l’integrazione tra lavoro e perio-do formativo. In questo senso - ha concluso - an-che le riforme ai contratti, per esempio quello sul-l’apprendistato, va proprio nella direzione di mi-gliorare queste connessioni tra lavoro e formazio-ne, che è uno dei punti deboli del nostro Paese”.Rete Imprese Italia è disponibile al confronto contutte le parti sociali chiesto da Giovannini, nellapiena consapevolezza che questo tentativo è lega-to ad un fattore tempo che non può essere asso-lutamente sottovalutato. La verifica sugli esiti del confronto non dovrebbesuperare infatti i primi giorni di agosto, per con-sentire concretamente a Governo eParlamento di assumere decisioni, incoerenza col calendario parlamentareed entro i termini di conversione deldecreto. Le imprese, tutte le imprese,ma in particolare le pmi, le impresedell’artigianato e del terziario di mer-cato, reclamano ogni giorno, prima diogni altra cosa, tempestività e veloci-tà nelle decisioni che devono essereprese. C’è bisogno di lanciare un se-gnale forte per aumentare la loro ca-pacità di resistenza. Un segnale cheindichi con nettezza contenuti e per-corsi di un’azione energica contro lacrisi. Questo serve alle imprese: laprova che i grandi decisori, in primisGoverno e Parlamento, si muovonocon velocità e con le idee ben chiaresulle cose da fare.

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Enrico Giovannini

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“La pazienza dei nostri imprenditori non è infinita. Iltesto del decreto del fare viaggia in direzione deci-samente diversa da quella promessa dal Governo.Su ben altre prospettive si era basata la nostra aper-tura di credito nei confronti dellelarghe intese”. Lo denuncia IvanMalavasi, presidente di Rete Im-prese Italia. “Ci attendiamo dal-l’Esecutivo un atteggiamentocoerente con le esigenze delleimprese e del Paese. Occorre unarapida inversione di rotta rispettoa quanto successo negli ultimigiorni – sottolinea Malavasi – quinon sono in discussione solo gliinteressi di milioni di imprese, mail futuro del Paese”.Le imprese si aspettavano un provvedimento che al-leggerisse la burocrazia e desse impulso alle attivi-tà, i risultati sono purtroppo antitetici. Chiedevamol’abolizione della responsabilità solidale negli appal-ti, e troviamo invece ulteriori adempimenti con l’in-

troduzione del Durt, un nuovo mostro. Volevamo unpotenziamento del fondo centrale di garanzia e ab-biamo ora uno stravolgimento delle finalità del fon-do stesso, piegato alle esigenze di banche e di gran-

di imprese. Reclamavamol’esigenza d’interventi volti asburocratizzare la sicurezzasul lavoro e sono state intro-dotti invece ulteriori oneri ecomplicazioni, che non incido-no sulla sicurezza sostanzialedei lavoratori e aggravano icosti per le imprese.“Il decreto del fare era statopresentato come una spintadestinata a favorire le impre-

se, ma si sta trasformando nel suo opposto – con-clude Malavasi – con più burocrazia, maggiori costi eminori facilitazioni. Il Parlamento sembra operarecome se l’Italia non fosse un Paese in crisi che solole imprese possono cercare di risollevare. Ci pensi ilgoverno a rimettere il timone sulla giusta rotta”.

IL DECRETO DEL FARE NON MANTIENE LE PROMESSEE LA PAZIENZA DEGLI ARTIGIANI NON È INFINITA

“L’apprendistato è lo strumentofondamentale per avvicinare igiovani al mondo del lavoro eper trasmettere le competenzetipiche delle attività che hannofatto grande il made in Italy nelmondo. L’Italia deve investiresu questo contratto che coniu-ga il sapere e il saper fare, va-lorizzando l’approccio duale,

l’alternanza scuola-lavoro, e che ha formato genera-zioni di lavoratori ma è stato anche la ‘palestra’ permigliaia di giovani che hanno creato a loro voltaun’impresa”. Con queste parole, il segretario generale di Confarti-gianato Cesare Fumagalli, dà l’adesione di Confarti-gianato all’alleanza europea per l’apprendistato inau-gurata a Lipsia, in Germania, con una cerimonia svol-tasi nell’ambito dei Worldskills 2013, i campionati

mondiali dei mestieri, a cui hanno partecipato i com-missari europei Androulla Vassiliou (istruzione, cultu-ra, multilinguismo e gioventù) e László Andor (occu-pazione, affari sociali e inclusione). L’Italia era in garacon 14 giovani di Confartigianato Bolzano che si sonosfidati a colpi di abilità professionale con oltre 1.000giovani provenienti da 60 Paesi del mondo. Fumagalli insiste, in particolare, sulla “necessità di ri-lanciare l’apprendistato liberandolo dai maggiori costie vincoli introdotti dalla riforma Fornero. L’Unione eu-ropea e i Paesi che la compongono – sottolinea Fuma-galli – devono cogliere tutti insieme una sfida fonda-mentale: far sì che in ogni Paese dell’Ue la ‘culturaduale’, il ‘sapere’ ed il ‘saper fare’ siano alla base delrinascimento industriale che, mai come in questocaso, deve prendere le mosse dall’artigianato, settorecon il maggior numero di apprendisti e in cui il mag-gior numero di assunzioni avviene proprio con il con-tratto di apprendistato”.

VARATA A LIPSIA L’ALLEANZA PER L’APPRENDISTATOVALIDO STRUMENTO CONTRO LA DISOCCUPAZIONE

Cesare Fumagalli

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E-COMMERCE: ITALIA FANALINO DI CODA IN EUROPAALLE NOSTRE SPALLE SOLO ROMANIA E BULGARIACresce l’e-commerce in Europa, con una quotadi consumatori che passa dal 20% del 2004 al45% (media Ue) del 2012. Ma i dati rivelanoprofonde differenze tra i Paesi del nord e quellimeridionali e dell’est. Se infatti il 74% degli sve-desi e il 73% dei danesi e britannici nel 2012 hacomprato on-line, in Italia la percentuale scendedrasticamente al 17%, terzo posto in negativodella graduatoria dopo Romania (5%) e Bulgaria(9%). Emerge dal “Quadro di valutazione2013″, pubblicata dalla Commissione.Tuttavia si sottolinea come proprio al-cuni Paesi dell’Europa meridionale edell’est abbiano visto la crescita re-lativa più veloce dell’e-commercetra il 2008 ed il 2012 (più del 100%in Lituania, Croazia, Bulgaria, Ciproed Estonia). In linea con le stime,secondo le quali proprio questi mer-cati vedranno un boom del commer-cio on-line nei prossimi anni. Tutta-via, in termini assoluti, la principalecrescita è stata rilevata in Belgio, Slovac-chia, Malta e Svezia. D’altra parte anche lapercentuale delle imprese che decidono di dedi-carsi all’e-commerce varia molto da Paese aPaese. Fanalini di coda sono di nuovo Romania

(5%), Italia (6%), e Bulgaria (7%) mentre aguidare la classifica sono Danimarca (29%),Svezia e Croatia (27%), mentre la media Ue èdel 16%.Intanto i consumatori preferiscono acquistare darivenditori on-line del proprio Paese (41%). Solol’11% si rivolge a quelli di altri Stati membri Ue.Per questo l’obiettivo dell’Agenda digitale di Bru-xelles che punta ad un 20% della popolazione

che compra da e-shops fuori dai confini do-mestici, è stato spostato dal 2015 al

2020. I principali ostacoli sono leconsegne e le forme di pagamento.Tuttavia ci sono eccezioni. In Lus-semburgo, Malta e Cipro si fannopiù acquisti e-commerce tran-sfrontalieri che nazionali e anchein Finlandia (30%), Danimarca(29%), Irlanda (28%) e Belgio

(25%) sono diffusi.Negli negli ultimi dodici mesi il 54%

della popolazione Ue ha fatto acquistisu Internet, nei settori di abbigliamento

e articoli sportivi, e servizi di viaggio e turi-smo. Mentre gli articoli meno gettonati risultanomedicine (10%), servizi finanziari e assicurazio-ni (12%) e alimentari (15%).

100 MILIONI DALL’UNIONE EUROPEA1000 START-UP PER I SERVIZI DIGITALI

Sono in arrivo nuovi finanziamenti Ue da 100 milioni di euro per sostenere 1000start-up e imprese innovative nello sviluppo di ‘app’ e servizi digitali. I fondi,stanziati nel quadro del partenariato pubblico-privato sull’internet del futuro da500 milioni di euro lanciato nel 2011 e giunto ora alla sua terza fase, sono mi-rati nei settori di trasporti, salute, produzione intelligente, energia e media.In pratica, i finanziamenti verranno erogati attraverso 20 consorzi selezionatidi cui fanno parte acceleratori d’impresa, piattaforme di crowdfunding, societàdi capitale di rischio, spazi di co-working, organismi di finanziamento regiona-li, associazioni di pmi e imprese tecnologiche. I vincitori saranno selezionati inbase alle modalità con cui intendono massimizzare l’impatto economico dei fon-

di nell’ecosistema Internet.“Ho promesso un’azione concreta che ora è in fase di attuazione”, per questo, ha sottolineato la com-missaria Ue all’agenda digitale Neelie Kroes, “stiamo dando un sostegno concreto lì dove crediamo cene sia bisogno”.

Neelie Kroes

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INDAGINE SUL CREDITO, IN CALO LE GARANZIEMA IL SISTEMA SI STA DIMOSTRANDO SOLIDO

Il numero deiConfidi attiviin Italia è sce-so negli ultimidue anni del3%, lo stockdelle garanzieemesse del9,5% (negliultimi cinqueanni la fles-sione è ri-spettivamen-te del 6 e del4,6%). La cri-si non ha però

deteriorato lo stato di salute dei consorzi: il 98%ha l’indice di solvibilità Tier 2, superiore al livelloprevisto dalla normativa della Banca d’Italia, anchese la metà dei Confidi top 10 presenta un tasso di

sofferenza superiore al 3%, e in media le insolven-ze lorde del 2012 sono in aumento rispetto all’an-no precedente.L’analisi del mercato delle garanzie nazionali è sta-ta effettuata dal comitato Torino Finanza in colla-borazione con Escp Europe.I confidi italiani censiti dalla ricerca nel 2012 sono510 contro i 17 della Germania, i 28 della Franciae i 23 della Spagna. La maggioranza ha sede nelsud (48%), mentre a livello di stock erogato pe-sano di più quelli che operano nel nord Italia(56%).“Il sistema dei Confidi - commenta Vladimiro Ram-baldi, presidente Torino Finanza - sta dimostrandosolidità nonostante il momento di criticità del set-tore del credito e si conferma strumento chiave peril rilancio delle pmi. Le manovre del governo han-no rafforzato il ruolo del fondo centrale di garan-zia, essenziale per fare ripartire l’economia delPaese”.

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Vladimiro Rambaldi

IN PIEMONTE I PRIMI 5 CONFIDI HANNO IL 94% DEL MERCATOI cinque principali Confidi piemontesi - Eurofidi,Unionfidi, Confartigianato Fidi Piemonte, CogartCna e FidiCom - rappresentano il 28% in termini distock erogato. Ad ottobre 2012 i confidi operativisul territorio piemontese sono 21, nel 2010 erano22. Emerge dalla ricerca del Comitato Torino Finan-za in collaborazione con Escp Europe.Come accade a livello nazionale, anche in Piemon-te il numero dei confidi è in diminuzione: -6% nelperiodo 2007-2012, a causa dei numerosi processidi fusione e aggregazione che hanno interessato iconfidi negli ultimi anni. In calo anche le garanziein essere (-1,49% nel periodo 2006-2011).Sebbene rappresentino solo il 24% dell’offerta dimercato piemontese in termini numerici i confidi,con uno stock maggiore di 75 milioni, detengono il94% delle garanzie in essere sul mercato regiona-le. I confidi piemontesi si caratterizzano per unbuon valore dell’indice di solvibilità Tier 2: la mag-gioranza (81%) nel 2011 presenta un indice Tier 2superiore alla soglia prevista dalla normativa se-condaria di banca d’Italia e pari al 6%. Solo unabassa percentuale delle garanzie entrate in stato di

sofferenza si trasforma in perdite effettive.“Negli ultimi 4 anni la Camera di Commercio di To-rino - sottolinea Guido Bolatto, segretario genera-le - ha stanziato 20 milioni di euro che si sono tra-dotti in agevolazioni per l’accesso al credito dedi-cati all’industria piemontese. La ricerca, attraversoi dati analizzati, richiama anche l’attenzione al set-tore pubblico che rappresenta una delle principalifonti di finanziamento dei confidi. Il Piemonte siconferma un territorio all’avanguardia”.

Guido Bolatto

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SNATURATO IL FONDO DI GARANZIA DEL CREDITOMAGGIORI DIFFICOLTÀ DI ACCESSO PER LE PMI

“La conferma nelle commissioni affari costituzio-nali e bilancio dell’eliminazione della riservadell’80% delle risorse del fondo di garanzia perle operazioni d’importo inferiore ai 500.000 eurorappresenta un segnale fortemente negativo nei

confronti delle imprese più piccole”. Lo denunciail presidente di Rete Imprese Italia, Ivan Mala-vasi. Questo segnale giunge in un momento di estre-ma difficoltà di finanziamento, come rilevato piùvolte dalla stessa Banca d’Italia. In tal modovengono travisate le finalità del fondo di facilita-re l’accesso al credito alle imprese che più han-no bisogno di un supporto pubblico. L’eliminazio-ne della riserva, invece, favorisce la concentra-zione degli impieghi del fondo a vantaggio diquei soggetti che già possiedono un’autonomacapacità di negoziazione col sistema bancario.La rapida crescita negli ultimi mesi delle opera-zioni d’importo più elevato rischia di consumarerapidamente le risorse.“Questa impostazione non è accettabile - con-clude Malavasi - e chiedo pertanto a Governo eParlamento un rapido cambio di rotta per evita-re che, ancora una volta, il 99,4% delle impreseitaliane venga penalizzato”.

BEI: AUMENTANO LE RISORSE DI SOSTEGNO ALLE PMISARANNO DISPONIBILI GIÀ DAL MESE DI AGOSTOVia libera della Banca euro-pea per gli investimenti (Bei)all’aumento dei fondi destina-ti alle piccole e medie impre-se: il consiglio di amministra-zione del braccio finanziariodell’Ue ha deciso di portareda 14,1 a 17 miliardi di eurol’ammontare dei prestiti chepotranno essere stanziati nelcorso del 2013.“Siamo impegnati a fornire gliinvestimenti necessari a farripartire la crescita economi-ca, come concordato dal Con-siglio europeo di fine giugno” ha commentato ilpresidente della Bei, Werner Hoyer. La Banca ha anche approvato una serie di pro-

getti del valore complessivodi 7 miliardi di euro in settoriconsiderati prioritari comel’innovazione, l’energia e itrasporti.La direzione della Bei si èinoltre accordata per stanzia-re 6 miliardi di euro per il pro-gramma “lavoro per i giova-ni”, che punta a sostenere laformazione e l’occupazionedei giovani nelle Pmi. “I fondi saranno disponibiligià dal mese di agosto, seimesi prima dei fondi Ue, e ciò

consentirà ai Paesi membri di anticipare l’avviodei rispettivi programmi nazionali o regionali”, hasottolineato Hoyer.

Werner Hoyer

Sede della Banca d’Italia

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DERIVATI: IL PIEMONTE DEBITORE DI 36 MILIONIDOVRÀ O NO RISARCIRE INTESA E DEXIA?

La Regione Pie-monte dovrà pa-gare 36 milioni dieuro a Dexia e In-tesa Sanpaolo,due delle tre ban-che con cui avevacostruito una seriedi derivati sul pre-stito obbligaziona-rio da 1,85 miliar-di emesso nel2006. Lo ha deci-

so, secondo quanto ha riportato l’agenzia Bloom-berg, la corte di Londra a cui le banche hanno fat-to ricorso dopo che il Piemonte, nel 2012, avevainterrotto il pagamento delle rate semestrali di am-mortamento del prestito obbligazionario.«La sentenza depositata a Londra conferma unadecisione già assunta a luglio dello scorso annodalla High court of justice. Non si tratta di una sen-tenza di condanna e si limita solo a ribadire quan-to già espresso in precedenza. Non è pertanto inalcun modo da ritenersi definitiva, tant’è che si stavalutando l’eventuale impugnazione della stessa.Ma anche se lo fosse, sarebbe comunque necessa-rio un ulteriore passaggio in Italia per poterla ren-dere esecutiva, ovvero una pronuncia del giudicecivile. Insomma, al momento la Regione Piemontenon deve pagare alcunché».E’ quanto precisa il vicepresidente e assessore alBilancio, Gilberto Pichetto Fratin, in merito alla no-tizia riportata dalla Bloomberg e rilanciata dalleagenzie italiane sulla decisione del giudice londine-se relativamente al contenzioso tra la regione e gliistituti bancari Dexia e Intesa Sanpaolo.«Ricordo inoltre - sottolinea ancora Pichetto - chesulla stessa vicenda è ancora in corso il giudizio di-nanzi al Consiglio di Stato, in cui si chiede che sulcaso specifico venga fatta valere la giurisdizioneitaliana. La sentenza di Londra, tra l’altro, non sipronuncia sul vero punto fondamentale della vi-cenda: il Tar Piemonte, con la decisione depositataa dicembre 2012, aveva infatti ritenuto inammissi-bili i ricorsi presentati dalle banche e aveva dichia-rato che la competenza a decidere sulla validitàdell’autotutela spettasse al giudice inglese. Que-st’ultimo, però, si è limitato a confermare la vec-

chia sentenza, non pronunciandosi sulla validitàdegli atti di autotutela, ad oggi ancora validi ed ef-ficaci. Pertanto, a differenza di quanto sembraemergere leggendo le agenzie odierne, la questio-ne è ben lontana dai titoli di coda».Secondo il giudice Henry Eder il Piemonte nonavrebbe replicato in tempo alla richiesta delle ban-che di pagare le rate di rimborso del prestito men-tre sono state definite “vaghe e oscure” le accuseagli istituti di credito di aver attuato pratiche scor-rette nella vendita dei derivati. Il Piemonte, che di fronte alla Corte londinese ave-va detto che il suo direttore finanziario non cono-sceva abbastanza l’inglese per comprendere ap-pieno i contratti che stava firmando, ha accusato letre banche di aver occultato nei derivati commis-sioni occulte per 54 milioni di euro e ha contesta-to la validità dei contratti nel diritto italiano. A giu-gno la Regione guidata da Roberto Cota avevachiuso il contenzioso con la terza banca coinvolta,Merrill Lynch, siglando un accordo transattivo il cuivalore non è stato rivelato.“La Regione non deve pagare, la decisione è solointerlocutoria”: lo ha ancora affermato Pichetto an-nunciando che “si sta valutando l’eventuale impu-gnazione” della decisione della corte di Londra inrelazione a tale vicenda.

Gilberto Pichetto Fratin

Sede della Corte di giustizia inglese

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RINNOVATO FINO A SETTEMBRE L’ACCORDO CON L’ABIIN ARRIVO LE NUOVE MISURE PER IL CREDITO ALLE PMI

Un nuovo accordo in favore del-le pmi italiane è stato firmato aRoma dall’Abi, Alleanza coopera-tive italiane (che riunisce Agci,Confcooperative, Legacoop),Cia, Claai, Coldiretti, Confagri-coltura, Confapi, Confedilizia,Confetra, Confindustria, ReteImprese Italia (che riunisce Con-fartigianato, Cna, Casartigiani,Confcommercio, Confesercenti).Considerata l’attuale congiuntu-ra economica, all’interno dellaquale non si attenuano le tensio-ni finanziarie delle imprese, l’Abie le associazioni delle imprese,hanno aggiornato le misure disospensione ed allungamentodei finanziamenti previste daiprecedenti accordi, focalizzandomaggiormente il bacino dei po-tenziali utilizzatori su quelle pmiche, per quanto economicamen-te sane, manifestano un’eccessi-va incidenza degli oneri finanzia-

ri sul fatturato in conseguenzadella diminuzione di quest’ultimoper effetto della crisi economica.Gli interventi finanziari previstiper le imprese sono di 3 tipi:

- Operazioni di sospen-sione dei finanziamenti

In questo campo rientrano la so-spensione per 12 mesi dellaquota capitale delle rate di mu-tuo, e quella per 12 o 6 mesidella quota capitale prevista neicanoni di leasing “immobiliare” e“mobiliare”. Possono essere am-messe alla sospensione le ratedei mutui e delle operazioni dileasing finanziario delle impreseche non abbiano già usufruito dianalogo beneficio concesso aisensi delle “Nuove misure per ilcredito alle Pmi” del 28 febbraio2012. È dunque possibile so-spendere nuovamente finanzia-

menti già sospesi con l’avvisocomune del 3 agosto 2009 e re-lativi rinnovi. E’ inoltre possibilesospendere le operazioni diapertura di conto corrente ipote-cario con un piano di rimborsorateale. Le operazioni di sospen-sione sono realizzate allo stessotasso d’interesse previsto dalcontratto originario.

- Operazioni di allunga-mento dei finanziamentiÈ prevista la possibilità: a) di al-lungare la durata dei mutui, inmisura maggiore rispetto al pre-cedente accordo; b) di spostarein avanti fino a 270 giorni le sca-denze del credito a breve termi-ne per esigenze di cassa con ri-ferimento all’anticipazione dicrediti certi ed esigibili; c) di al-lungare per un massimo di 120giorni le scadenze del creditoagrario di conduzione. Possonoessere ammessi alla richiesta diallungamento i mutui che nonabbiano beneficiato di analogafacilitazione ai sensi dell’accordoper il credito alle pmi del 16 feb-braio 2011 e dell’accordo “Nuovemisure per il credito alle pmi”del 28 febbraio 2012, mentrepossono essere ammessi all’al-lungamento anche i mutui so-spesi al termine del periodo disospensione. Le operazioni di al-lungamento dei mutui se accom-pagnate da un rafforzamentopatrimoniale o da processi ag-gregativi sono effettuate a con-dizioni contrattuali invariate, ne-gli altri casi comunque l’even-tuale variazione del tasso d’inte-resse originario non potrà esse-re superiore all’incremento delcosto di raccolta della banca ri-spetto al momento dell’erogazio-

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ne originaria del finanziamentoe si terrà conto della presenzadi eventuali garanzie aggiunti-ve.

- Operazioni per pro-muovere la ripresa e losviluppo delle attività

Anche alla luce delle agevola-zioni fiscali previste dal decre-to-legge 6 dicembre 2011, n.201, per le imprese che avvia-no processi di rafforzamentopatrimoniale le banche si impe-gnano a valutare la concessio-ne di un finanziamento propor-zionale all’aumento dei mezzipropri realizzati dall’impresa.All’interno del nuovo accordo èstata, inoltre, individuata unaserie di temi strategici di inte-resse comune per favorire lo

sviluppo delle relazioni banca-impresa, in relazione ai quali leparti firmatarie concordano sul-l’opportunità di definire nei pros-simi mesi nuove e specifiche in-tese e di avanzare al Governo ealle altre istituzioni competentiproposte condivise.Da ultimo, per consentire allebanche e agli intermediari finan-ziari aderenti di adeguare le pro-prie procedure in relazione alleoperazioni previste dal nuovo ac-cordo, il periodo di validità del-l’accordo del febbraio 2012,“Nuove misure per il credito allepmi”, è stato prorogato al 30settembre 2013.Ad oggi, con l’iniziativa in corso,secondo i dati più aggiornati amaggio 2013, le banche hannosospeso 95.435 finanziamenti alivello nazionale (che si aggiun-

gono ai 260.000 dell’avviso co-mune scaduto il 31 luglio 2011),pari a 29,5 miliardi di debito re-siduo (in aggiunta ai 70 miliardidell’Avviso comune) con una li-quidità liberata di 4,1 miliardi(oltre ai 15 miliardi di euro conl’avviso comune).

BENE PER I FINANZIAMENTI ALLUNGATI FINO A 4 ANNIADESSO OCCORRE COERENZA DA PARTE DELLE BANCHE

“Siamo soddisfatti dell’accordo raggiunto conl’Abi in quanto, pur in un quadro di perdurantedifficoltà nell’accesso al credito, questa intesaconsolida e migliora alcuni degli strumenti intro-dotti a partire dalla moratoria del 2009”. Lo hadichiarato Ivan Malavasi, presidente di Rete Im-prese Italia, commentando il nuovo accordo fir-mato con l’Abi e le altre organizzazioni d’impre-sa.“L’accordo, in particolare - prosegue Malavasi -consente di applicare la sospensione anche adoperazioni che erano già state oggetto di prece-dente sospensione e permette di portare fino aquattro anni il periodo di allungamento dei finan-ziamenti, alleggerendo di conseguenza le rate.Ora è necessario - conclude Malavasi - che lebanche assumano comportamenti coerenti congli impegni presi perché siamo tutti consapevoliche la ripresa dipende in maniera significativadalla erogazione del credito”.Ivan Malavasi

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IL RINVIO DELL’AUMENTO IVA NON PESI SULLE IMPRESESTOP AL RIALZO DEGLI ACCONTI IRPEF, IRES E IRAP“Non si può far pagare alle impre-se buona parte dei costi dello slit-tamento dell’aumento Iva”. Lo af-ferma Ivan Malavasi, presidente diRete Imprese Italia. “La persisten-te crisi dei consumi - spiega Mala-vasi - impone l’abolizione dell’in-cremento del-l’Iva e non unsemplice spo-stamento ditre mesi. Ma sipuò anchecond i v i d e r el’atteggiamen-to del governo se novanta giornisaranno utili a reperire le risorsenecessarie a cancellare definitiva-

mente l’aumento di questa impo-sta, innanzitutto attraverso corag-giosi tagli di spesa”. “Non è per nulla condivisibile, in-vece – sottolinea Malavasi - chel’esecutivo penalizzi le impreseaumentando gli acconti Irpef, Ires

e Irap e azzerandoin sostanza il fondodestinato a definirel’area di esenzionedall’Irap. Soprattut-to in una situazionenella quale la pres-sione fiscale è già a

livelli record e considerata la ca-renza di liquidità delle imprese, inparticolare quelle dell’artigianato

e del terziario di mercato”. “In un periodo di crisi economica -conclude Malavasi – è paradossa-le incrementare gli acconti fiscaliche viceversa andrebbero ridotti,considerato il calo costante deiredditi. In questo modo si mortifi-cano ulteriormente le aspettativedi famiglie e imprese. Senza poivoler considerare che il mancatoaumento dell’Iva per ora è solotemporaneo, mentre l’incrementoal 100% dell’acconto Irpef e del-l’Irap per ditte individuali e socie-tà di persone è a regime e quelloal 101% dell’Ires, sia pure limita-to al corrente anno, appare addi-rittura di dubbia costituzionalità”.

BASTA A NUOVI ADEMPIMENTI BUROCRATICINO AL DURT FISCALE PERCHÈ È INSOSTENIBILE“Deve essere cancellato l’emen-damento al decreto del fare cherischia di dare il colpo di grazia amolte imprese già messe a duraprova da una crisi che sembranon avere fine”. Lo denuncia ilpresidente di Rete Imprese Italia,Ivan Malavasi. Approvato dalle commissioni affa-ri costituzionali e bilancio dellaCamera, questo emendamentodispone che tutte le imprese ap-paltatrici e subappaltatrici, al finedi ottenere il pagamento dal pro-prio cliente appaltatore, sono co-strette a chiedere all’ufficio pro-vinciale dell’Agenzia delle entratedi competenza il “Documento uni-co di regolarità tributaria”, desti-nato ad attestare l’assenza di de-biti tributari alla data del paga-mento. “Con un procedimento pa-radossale – sottolinea Malavasi -

si chiede alle imprese di comuni-care periodicamente all’Agenziadelle entrate i dati delle bustepaga al fine di consentire allastessa Agenzia di accertare che leimprese sono in regola col fisco”. La novità introdot-ta dall’emenda-mento appare tan-to più incompren-sibile in quanto èinutile ai fini delleverifiche sul cor-retto versamentodelle ritenute.L’obbligo per le im-prese di versare leritenute è indipen-dente dal diritto del contribuentedi scomputarle dalla propria di-chiarazione, una volta ottenuta lacertificazione. E gli interessi deilavoratori a ottenere salari e con-

tributi contrattuali sono integral-mente tutelati da un’analoga nor-ma del “decreto Biagi”. “Nel momento in cui le impresechiedono semplificazione buro-cratica come il pane – osserva

Malavasi - e inquasi tutti gli Sta-ti europei si stan-no tagliando tem-pi e costi della bu-rocrazia, nel no-stro Paese avvie-ne l’esatto contra-rio. Non solo.Dopo che le im-prese hanno ine-quivocabilmente

dimostrato come l’istituto dellaresponsabilità solidale negli ap-palti non funzioni – conclude Ma-lavasi – lo si è ingarbugliato anco-ra di più”.

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IL BLOCCO DELLE PENSIONI D’ORO NON SERVEOCCORRONO RIFORME STRUTTURALI PER LA CRESCITA“Bloccare l’indicizzazione dellepensioni d’oro non serve, neppu-re minimamente, a risolvere iproblemi del Paese, come non èservito bloccare l’ade-guamento Istat sullepensioni superiori a1.486 euro. Se si vo-gliono trovare le risor-se per far ripartirel’economia, il governonon tartassi ancorauna volta i pensionatiche tanto hanno giàdato in questo tempodi crisi (3% in menodi recupero dell’infla-zione), ma porti avan-ti quei provvedimenti,di ben altra portata,che sono stati accan-tonati negli anni.” Èquanto ha detto il presidente del-l’Anap, Giampaolo Palazzi, rife-

rendosi alle dichiarazioni del mini-stro del lavoro e delle politichesociali, Enrico Giovannini, circa lapossibilità di bloccare l’aggiorna-

m e n t oIstat a se-guito delladecisionedella CorteCostituzio-nale dibocciare il‘contributodi solida-rietà’ sta-bilito a suotempo.“Il gover-no rivolgail suos g u a r d oaltrove e,

soprattutto, abbia un po’ più dicoraggio; s’impegni ad attuare

quelle riforme che non hanno ilcarattere della contingenza, mache sono davvero strutturali perla crescita del Paese. Sarebbe op-portuno – asserisce Palazzi – cheil governo pensasse a definire icosti standard in ambito sanitario,che attuasse azioni mirate e con-crete per una seria riforma delleautonomie locali, che applicassecon serietà istituzionale dei taglisignificativi ai cosiddetti costi del-la politica o che si occupasse dialienare i beni pubblici inutilizzati.È facile – conclude Palazzi – pren-dersela con chi non ha altre armiper difendersi, se non quella delvoto, ma certo non è giusto eneppure produttivo visto il ruoloche i pensionati svolgono all’in-terno della famiglia e l’esiguitàdei risparmi che, a seguito di que-sti provvedimenti ipotizzati dalministro, si otterrebbero.”

Giampaolo Palazzi

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AL VIA L’ASSESTAMENTO DEL BILANCIO PIEMONTESEAMMONTA A 3 MILIARDI DI EURO IL DISAVANZO REALEE’ partito in Consiglio regionalel’iter per l’approvazione dell’asse-stamento del bilancio 2012 dellaRegione. Il disegno di legge è sta-to illustrato dall’assessore al bilan-cio, Gilberto Pichetto Fratin. Manella commissione, presieduta dalcapogruppo di Progett’Azione An-gelo Burzi, si è discusso anche ilpiano pluriennale 2013-2015.In base agli accordi presi a Romaper evitare il commissariamentodella Regione, Pichetto ha sottoli-neato la necessità di rispettare ilpiano di rientro, mirato ad evitareche ogni anno si generino 500 mi-lioni di deficit nella sanità.“Con l’assestamento 2012 - haspiegato Pichetto amargine dei lavoridell’aula - noi chiu-diamo due miliardidi disavanzi, di cuiun miliardo e 250milioni relativi al2011 e 2012 e ol-tre 800 milioni ere-ditati dalla gestio-ne Bresso. Questoè stato reso possi-bile dal decretosblocca-pagamen-ti” che in realtà, ha ammesso lostesso Pichetto, è un prestito tren-tennale di tre miliardi (un miliardoandrà sul bilancio 2014, ndr) checosterà alla Regione Piemonte cir-ca 160 milioni l’anno per 30 anni.Con decreto, il presidente dellaGiunta Roberto Cota ha disposto lacopertura integrale, tramite antici-po al 2013, di 545 milioni di spesepreviste sul 2014, delle mancatere iscrizioni di impegni in ambitosanitario cancellati in esercizi pre-cedenti. Per le previsioni di spesa2013 la parte preponderante ri-guarda il parziale riassorbimentodel disavanzo 2012 per 447,7 mi-

lioni, coerentemente con le previ-sioni di incasso relative alle antici-pazioni di liquidità del decreto peril pagamento dei debiti della pub-blica amministrazione.“Con l’assestamento riusciremo arecuperare i due miliardi di disa-vanzo che hanno frenato qualsiasiserena azione programmatica,non consentendoci fino ad oggimargini di manovra”: è quanto haancora dichiarato Pichetto. Il recupero dei 2 miliardi di disa-vanzo avverrà attraverso maggiorientrate, con le anticipazioni previ-ste dal decreto legge 35 (1 miliar-do e 100 milioni tra 2013 e 2014previsti dall’articolo 2 più anticipo

di 803 milioniper i debitidella sanitàprevisto dal-l’articolo 3) econ una ridu-zione delleprevisioni dispesa per cir-ca 127 milio-ni. “Con riferi-mento al 2013- ha ancora il-

lustrato Pichetto - le previsioni dientrata vengono incrementate per357 milioni di euro, che deriveran-no, tra le altre voci, da bollo auto,restituzioni da Finpiemonte (236milioni) di euro, altre entrate extratributarie e proventi da riduzioneoneri su contratti derivati. Sul2014 e sul 2015 viene rimpingua-to il fondo di riserva per le speseobbligatorie e, limitatamente al2014, il fondo per la reiscrizionedelle somme soggette a perenzio-ne amministrativa. Inoltre vengo-no recuperati gli slittamenti sul2013 e s’incrementano le iscrizionirelative al piano casa (5 milioni) e

gli interventi a seguito di calamitànaturali (13 milioni). Viene inoltreprevista l’integrale copertura delpiano di rientro inerente i servizi ditrasporto pubblico locale e i pro-grammi cofinanziati dai fondistrutturali della programmazione2007/2013 così come dal pro-gramma attuativo regionale Fsc(ex Fas)”.Si è quindi aperto a Torino il pro-cesso con cui la Corte dei Conti, inbase al decretos sulla trasparenzadegli enti pubblici, deve valutare ilrendiconto generale della RegionePiemonte per l’esercizio finanziario2012. I magistrati, al termine diun’udienza cui ha partecipato an-che il governatore Roberto Cota eil presidente del consiglio ValerioCattaneo, dovranno emettere ungiudizio di parifica.Nelle relazioni dei giudici Giancar-lo Astegiano e Giuseppe MariaMezzapesa, e del procuratore Pie-ro Floreani, sono contenute molteosservazioni critiche sulla gestionefinanziaria regionale. I rappresen-tanti dell‘ente avranno la possibili-tà di replicare.Ammonta a tre miliardi di euro il“reale disavanzo dell’esercizio”2012 della Regione Piemonte.E’ quanto scrive Floreani nella re-lazione preparata in occasione delgiudizio di parifica del rendicontogenerale. Il magistrato, dopo ave-re osservato che la sanità è re-sponsabile solo per un terzo dellaspesa, osserva che, nel comples-so, lo “squilibrio finanziario” con-trasta con i principi della Costitu-zione “qualora si consideri l’evi-dente rigidità espressa da un’evo-luzione pressoché costante dei ri-sultati negativi” e “le probabilità diaggiustamento in futuro e la so-stenibilità del debito emergentedal rendiconto”.

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È SOTTO ESAME LA REVISIONE DEL PATTO DI STABILITÀLA TASSA RIFIUTI DOVRÀ COPRIRE I COSTI DI SERVIZIO

“Non è pensabile che non si possarevisionare il patto di stabilità. Suquesto punto ilGoverno sta la-vorando e pen-so che a set-tembre potre-mo dare una ri-sposta vera”. Loha detto il mini-stro degli affariregionali e delleautonomie.“Il presidenteLetta, del resto- ha aggiuntoDelrio – ha giàparlato di unarevisione delpatto di stabilità nel discorso cheha ottenuto il voto di fiducia. Dob-biamo aiutare i Comuni a realizza-re le loro opere per il benessere

delle comunità, le scuole, le stra-de. Anche perché, grazie al lavoro

che abbiamo fattotutti insieme, siamoriusciti a portare ilPaese fuori dallaprocedura d’infra-zione e quindi, nelprossimo anno, po-tremo spendere ininvestimenti e ope-re pubbliche più de-naro. Questa noti-zia, insieme al fattoche i cofinanzia-menti ai fondi euro-pei saranno fuoridal patto di stabili-tà, decisione ormai

definitiva, ritengo sarà di grandeaiuto per gli enti locali”.Il ministro ha anche annunciatoche si pensa ad una “rimodulazio-

ne, insieme all’Imu, anche dellaTares e di creare una tassa unicasugli immobili e non diverse parti.Sui rifiuti è giusto che vengano di-sciplinate dai Comuni le varie nor-me per impedire situazioni di in-giustizia a carico di famiglie nu-merose e che la regolazione loca-le possa consentire più equità inquesta tassa. Quello che deve es-sere chiaro, però, è che la tariffadovrà coprire i costi”.

Graziano Del Rio

IMPUGNATA LA NUOVA LEGGE URBANISTICA REGIONALELa nuova legge urbanistica del-la Regione Piemonte, approvatalo scorso aprile, è stata impu-gnata dal Consiglio dei ministri“perché semplifica troppo”. Loha affermato il presidente dellaRegione Piemonte, RobertoCota, a margine dell’inaugura-zione del nuovo stabilimentoMonge a Monasterolo di Savi-gliano, in provincia di Cuneo.Cota è intervenuto sull’argo-mento alla richiesta di maggio-re semplificazione formulatadal sindaco di Monasterolo,Marco Cavaglià. “Capite con

che difficoltà dob-biamo scontrarciogni volta? Ma conl’unione di tutte leforze del Piemon-te, ed usando ladiplomazia, con-durremo in portoanche questa par-tita, fondamentaleper lo sviluppodelle nostre impre-se e dei nostri ter-ritori” ha aggiuntoil governatore pie-montese. Roberto Cota

Del Rio: “Il Governo ci sta lavorando e penso che a settembre potremo dareuna risposta vera. Dobbiamo aiutare i Comuni a realizzare le loro opere”

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LA DISOCCUPAZIONE ITALIANA CRESCERÀ ANCORA NEL 2014ECCO LE PREVISIONI DELL’OCSE SUL MERCATO DEL LAVOROLa disoccupazione in Italia conti-nuerà ad aumentare per quest’an-no e il prossimo, e nell’ultimo tri-mestre del 2014 arriverà al12,6%, contro il 12,2% di finemaggio 2013. Lo prevede l’Ocse,nel suo Employment outlook.La disoccupazione giovanile in Ita-lia a fine 2012 è arrivata al35,3%. La percentuale di senzalavoro nella fascia under 25 è piùelevata tra le donne (37,5%) chetra gli uomini (33,7%).Nell’ultimo anno, la disoccupazio-ne in Italia è cresciuta a un ritmopiù elevato rispetto all’insieme

dell’Unione europea, ed è ora “unpunto percentuale più elevata”della media dei Paesi Ue. Lo scri-ve sempre l’Ocse precisando che ametà 2012 il dato italiano era in-vece “in linea con la media”. A finemaggio, la disoccupazione nel no-stro Paese ha toccato quota12,2%, dopo un aumento “quasicontinuo” nei due anni appenatrascorsi.In Italia è aumentata in modo“preoccupante” la quota di giova-ni che non sono né nel mondo dellavoro, né in educazione né in for-mazione (Neet), cresciuta di oltre5 punti percentuali e arrivata afine 2012 al 21,4% degli under25. Lo riporta sempre l’Ocse nel

suo Employ-ment outlook,sottol ineandocome per questigiovani ci sia“un rischio cre-scente di effettinegativi a lungotermine”. SoloGrecia e Tur-chia, tra i 34Paesi dell’orga-n i z z a z i o n e ,hanno una quo-ta di Neet piùelevata.Il pacchetto lavoro approvato afine giugno è “orientato nella giu-sta direzione”, in particolare perquanto riguarda le misure per fa-vorire l’assunzione dei giovani, ma“funzionerà solo se sarà parte diun insieme più ampio, di riformestrutturali per riportare l’economiaalla crescita”. Lo ha affermato il

direttore della divisione lavorodell’Ocse, Stefano Scarpetta, au-spicando che l’Italia trovi una“strategia complessiva” per af-frontare i problemi di disoccupa-zione e inattività giovanile. Scar-petta ha inoltre espresso “preoc-cupazione per la quantità di risor-se che saranno disponibili perqueste misure” vista la situazionedelicata dei conti pubblici italiani.

500.000 EURO PER LE FIERE ESTERELa Regione Piemonte ha fissato, per il secondo semestre2013, uno stanziamento di 500.000 euro da destinare alle pic-cole e medie imprese, consede operativa sul territorioregionale, che intendano par-tecipare a manifestazioni fie-ristiche all’estero.La nuova formulazione è stataproposta in Giunta dal presi-dente Roberto Cota al fine dipromuovere e sviluppare l’in-ternazionalizzazione delle pic-cole e medie imprese regiona-li. I contributi previsti sono di3.000 euro per le fiere che sisvolgono in Europa e 5.000euro per quelle situate in Pae-si extraeuropei.

Stefano Scarpetta

Sede dell’Ocse

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IL PIANO DI “TORINO STRATEGICA” VERRÀ VALUTATOIN GIOCO OLTRE 2 MILIARDI DI FONDI STRUTTURALI

“Il piano strategico – Torino Me-tropoli 2025 – verrà attentamen-te valutato dalla Regione Piemon-te all’interno dei gruppi di lavorodella nuova programmazione deifondi strutturali europei” ad an-nunciarlo Claudia Porchietto, as-sessore regionale al lavoro duran-te la conferenza di presentazionedell’avvio del piano strategico.“In questo momento di crisi diffu-sa – ha continuato Porchietto –che coinvolge sia il capitale pub-blico che quello privato, è indi-spensabile il gioco di squadra. InPiemonte vi è una tradizione dilungo corso di collaborazione in-teristituzionale. Questa modalitàè indispensabile per non sprecarele risorse che abbiamo a disposi-zione. Proprio per tale ragioneavere una linea strategica comu-ne nella programmazione degli ol-tre 2 miliardi di euro di fondi co-munitari diventa, più di quantofosse stato fino a ieri, una priori-tà imprescindibile. Contribuiremonella costruzione del piano strate-gico al fine di concordare sinergietra Torino e tutte le altre provincepiemontesi”.

“Le prove gene-rali di questecollaborazioni –ha spiegato Por-chietto – ci sonostate anche aRoma. Infattipresso i due mi-nisteri dello svi-luppo economi-co e del lavoro,ci confrontere-mo sull’avvio dialcune speri-mentazioni sullavoro da appli-care al nostroterritorio. Alcu-

ne proposte avanzate dalla Regio-ne Piemonte altre dal sindacoFassino: tutte però compatibili traloro e volte ad un concreto rilan-cio del nostro tessuto pro-duttivo. Politiche chesi concentrerannosicuramente suigiovani, perevitare unagenerazionep e r d u t a ,ma chenon devo-no dimen-ticare gliover 40:perché c’èuna comunitàda tenere in-sieme”.“Porto un contribu-to a questo tavolo –ha infine detto Porchietto – èessenziale che Torino e il Piemon-te si affermino sempre di più qua-li capitali delle start up. È neces-sario investire con forza sulle im-prese innovative perché proprioqueste sono il nostro futuro. Le

buone notizie si moltiplicano: l’in-cubatore del Politecnico è il quar-to in Europa; abbiamo più di 130start up avviate che generano ol-tre 800 posti di lavoro, con un fat-turato di oltre 50milioni di euro.Una vocazione naturale va peròcoltivata”.Infine a margine della presenta-zione Porchietto ha sottolineato:“Oggi il tessuto produttivo è alblackout. Bisogna che tutte leIstituzioni facciano fronte comu-ne per riaccendere la luce emettere le imprese nella condi-zione di ripartire. Per tornare afare impresa è necessario un“piano straordinazione naziona-le contro la burocrazia”. E nonc’è occasione migliore di quellaofferta da un Governo di largheintese. Per misure straordinarie

è necessario un Governo Stra-ordinario. Non possiamo

perdere l’occasioneche ci è stata of-

ferta dagli eletto-ri. La Germaniaha saputo farfruttare lagross koali-tion noi dob-biamo fare al-t r e t t a n t o .Deve esserechiaro che non

è più tollerabileun Paese dove

per avviare un’im-presa servono 78

adempimenti e circa 40giorni. Una massa di burocra-

zia che pesa per 68 miliardi dieuro e che si aggiunge al caricofiscale che ormai si attesta sul68%. Serve un impegno comu-ne per ridare fiato al nostro ter-ritorio”.

Claudia Porchietto

Oggi il tessutoproduttivo è al

blackout.È necessario chetutte le istituzioni

facciano fronte comuneper riaccendere la lucee mettere le imprese

nella condizionedi ripartire

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SBLOCCATI I PAGAMENTI A COMUNI ED ENTI LOCALI1 MILIARDO E 250 MILIONI DI EURO PER COMINCIAREÈ stato firmato al ministero dell’eco-nomia e delle finanze l’accordo sul-l’anticipazione di liquidità per copri-re il buco della sanità del preceden-te quinquennio.Completato l’iterdel decreto legge35 che garantiscealle casse del Pie-monte risorsecomplessive per 1miliardo e due-centocinquantamilioni di euro,447 milioni grazieall’articolo 2 (pa-gamenti dei debitidelle regioni) e803 milioni in base all’articolo 3 (pa-gamento dei debiti degli enti delservizio sanitario nazionale).Sono stati infatti ufficialmente av-viati i primi trasferimenti delle risor-se dalla Regione agli enti locali per ilpagamento delle fatture alle impre-se relativamente ai crediti scaduti,così come previsto dal primo dei due

articoli. L’elenco di tali crediti è pub-blicato da quasi un mese sul sitoweb istituzionale ed ora si provve-derà materialmente a mettere a di-

sposizione le risorse, il che consen-tirà di rendere il Piemonte la primatra le regioni italiane a completarel’iter previsto dal decreto leggesblocca pagamenti.«Nel giro di qualche giorno comple-tiamo lo stanziamento dei fondi aComuni, Province, consorzi e comu-nità montane - assicura il vicepresi-

dente e assessore al bilancio, Gil-berto Pichetto Fratin - e allo stessotempo provvediamo a estinguere idebiti con i fornitori diretti della Re-gione. I due terzi dei 447 milionicomplessivi che il Piemonte ottienedallo Stato spettano infatti proprioagli enti locali. Essere in regola conle spettanze è il primo segnale di fi-ducia per l’intero sistema. La Regio-ne è la più grande azienda del Pie-monte, con un bilancio che rappre-senta il 10% del Pil regionale. Rima-ne fermo l’obiettivo di riuscire a pa-gare sempre e comunque entro 60giorni»Per quanto riguarda la suddivisio-ne provinciale, non considerando ifondi assegnati a Finpiemonte e lesomme relative ai fornitori direttidella Regione, le risorse stanziateper il 2013 vedono l’assegnazionedi 621 milioni per Torino, 100.9 perAlessandria, 35.9 per Asti, 29.2per Biella, 183.9 per Cuneo, 71.6per Novara, 43.6 per il Vco e 15.4per Vercelli.

IL PIEMONTE PROPONE LA REVISIONE DELLA TARESProgrammazio-ne fondi euro-pei 2014-2020e disegno dilegge sul con-tenimento delconsumo disuolo, sono

solo alcuni dei temi sui quali hannodiscusso le regioni, convocate dalministro all’ambiente e alla tutela delterritorio e del mare, Andrea Orlan-do, nell’ambito della conferenza del-le regioni e delle province autonome- commissione ambiente ed energia,coordinata dalla Regione Piemonte. L’incontro è stato infatti occasione

per discutere proposte e suggeri-menti avanzati dalle regioni, ed èproprio su proposta del Piemonte cheil tavolo interistituzionale ha affron-tato la questione Tares. In accordocon tutti i rappresentanti delle Regio-ni, l’assessore all’ambiente RobertoRavello, anche nella sua veste di co-ordinatore della commissione, hasottoposto all’attenzione del ministrola necessità di rivedere la disciplinaattualmente vigente, così da ridefini-re la componente legata alla gestio-ne dei rifiuti solidi urbani a copertu-ra del servizio reso. Ciò che si chiedeè che tale tributo sia riformato scor-porando dal tributo comunale una

tariffa da destinare obbligatoriamen-te alla copertura dei costi di gestio-ne del servizio, distinguendo tale di-sciplina da quella dell’imposta sugliimmobili. “Si tratta - precisa Ravello - di unariforma necessaria per garantire lasostenibilità del ciclo integrato dei ri-fiuti e per il raggiungimento degliobiettivi previsti in materia dall’Unio-ne Europea. L’attuale disciplina, so-prattutto in tema di riscossione, stadi fatto ipotecando seriamente la ri-forma del servizio di gestione inte-grata dei rifiuti urbani, rischiando dimettere a repentaglio il manteni-mento stesso del servizio.

Andrea Orlando

Ministero economia e finanze

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DEL BOCA ELETTO PRESIDENTE REGIONALEIL SUO PROGRAMMA PER I PROSSIMI 4 ANNI

totrasporti di famigliaaffiancando l’impegnosindacale in Confarti-gianato Novara Vco.Delegato provincialedella categoria auto-trasporto, nel 1995 di-viene presidente re-gionale degli autotra-sportatori di Confarti-gianato.Dal 2004 al 2012 èpresidente degli auto-trasportatori di Con-fartigianato anche a li-vello nazionale ed as-sume poi il ruolo di vi-cepresidente del comi-tato centrale per l’alboautotrasporto presso ilministero dei trasportie delle infrastrutture.

A livello europeo dal 2008 è pre-sidente di Uetr, l’organizzazioneche unisce tutte le associazionieuropee del settore trasporto,ed è componente del consigliodirettivo di Ueapme che rag-gruppa tutte le associazioni del-le pmi europee.Appena eletto Del Boca ha illu-strato in conferenza stampa lesue linee programmatiche per ilprossimo quadriennio ed hacommentato i dati dell’ultima in-dagine congiunturale relativa alterzo trimestre 2013. In partico-lare ha sottolineato che “in que-

sta difficilissima congiuntura,obiettivo comune di Confartigia-nato Piemonte è quello d’essereancora più vicina alle esigenzedelle imprese, in sinergia con laConfederazione a livello nazio-nale. In questo modo si potràmeglio, ed in modo più efficace,rapportarsi alle istituzioni euro-pee perché è là che maturanomoltissimi provvedimenti che ri-guardano da vicino gli artigiani”precisando che “l’eccezionalità ela gravità della crisi che stiamoattraversando fa pagare il prez-zo più alto alle piccole imprese,spina dorsale produttiva del no-stro Paese”.

“In questo difficile momento bisogna essere sempre più vicini alle esigenze del-le imprese” è stato il suo primo commento subito dopo essere stato eletto

di Massimo Bondì

Si è da poco svolta l’assembleaannuale regionale, al terminedella quale è stato eletto il nuo-vo presidente che guiderà Con-fartigianato Imprese Piemontenei prossimi quattro anni. E’Francesco Del Boca a succedereal presidente uscente GiorgioFelici, e nel suo mandato saràaffiancato da tre vicepresidenti:Adelio Ferrari (vicario), DanielaBiolatto e Michele Giovanardi.Del Boca è imprenditore del set-tore trasporti, nato a Boca (NO)nel 1952. Dopo la laurea in eco-nomia all’università Cattolica diMilano entra nell’azienda di au-

Francesco Del Boca

Da sx: Berna, Del Boca e Felici

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L‘assemblea regionale di que-st’anno aveva il compito di rin-novare le cariche sociali e di ap-provare il bilancio.Il presidente uscente Giorgio Fe-lici, nel suo intervento di finemandato, ha auspicato la neces-sità di un clima costruttivo pro-iettato nel futuro per affrontarenelle condizioni migliori la per-durante congiuntura negativache ancora oggi sta attanaglian-

do le imprese artigiane.Felici ha esposto i propri motividi soddisfazione riguardo ai rap-porti con le istituzioni regionali econ tutte le altre parti sociali, inparticolare con le altre organiz-zazioni artigiane e del commer-cio che, insieme, da due anni,costituiscono Rete Imprese Ita-lia. Ha poi evidenziato gli ottimirisultati raggiunti in termini divisibilità esterna, ottenuta con

un limitato impiego di risorse ri-spetto alle altre realtà associati-ve ricordando al contempo an-che gli eventi di maggior rilievo.Il suo ringraziamento è andato atutti i dirigenti del sistema pie-montese, alla Giunta, al segreta-rio regionale Silvano Berna non-ché ai funzionari sia provincialiche della Federazione dai qualiafferma di aver sempre ricevutopreziosa collaborazione.

IL REPORT DELL’ASSEMBLEA ANNUALE Tutti i presidenti provinciali ringraziano Felici per l’ottimo lavoro svolto e augu-rano a Del Boca il raggiungimento degli obiettivi nel prossimo quadriennio

di Lino Fioratti

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Dopodiché ha preso la parola ilpresidente di ConfartigianatoCuneo Domenico Massimino ilquale ha innanzitutto ringraziatoFelici per aver condotto felice-mente in porto la delicata que-stione legata alla formazione.L’ottimizzazione delle risorseunita all’esigenza di costruire unconfronto costruttivo fra tutte leassociazioni provinciali, secondoMassimino farà sì che possa es-sere superato questo lungo pe-riodo di crisi nel miglior modopossibile tutelando gli interessidegli artigiani.Adelio Ferrari, presidente diConfartigianato Alessandria, èsuccessivamente intervenuto di-cendo che parlare di sistemanon è utile a nessuno se a ciònon seguono immediatamenteazioni concrete e condivise. Unbuon esempio da seguire in talsenso è certamente quello diConfartigianato Fidi Piemonteche ha saputo tradurre questoconcetto in una solida realtà

che, attraverso una struttura ef-ficiente, da anni opera sul terri-torio nel settore creditizio graziead una comunione d’intenti. Ariprova di ciò Ferrari ha citato gliultimi risultati che registrano unaumento dei soci a dispetto deldifficile periodo.A questo puntoFelici, seguendole disposizionistatutarie, haproceduto nelchiedere qualifossero le candi-dature alla presi-denza della Fede-razione regionaleconstatando im-med i a t amen t eche l’unica era quella di France-sco Del Boca, presidente di Con-fartigianato Novara-Vco. Conse-guentemente Felici ha chiestoall’assemblea se intendeva pro-cedere alla votazione mediantescheda o per acclamazione rice-vendone il gradimento verso la

seconda opzione.L’assemblea provvedeva, quindi,ad eleggere Del Boca che, assu-mendo formalmente la presi-denza, ha proposto i nomi deitre vicepresidenti che lo affian-cheranno nel prossimo qua-

driennio. Sono risultatieletti Adelio Ferrari (vi-cario), Daniela Biolattoe Michele Giovanardi.Come da disposizionistatutarie si è poiprovveduto a rinnovarele altre cariche e adapprovare il bilancio.Il neo presidente èquindi passato adenunciare, in sintesi, lepriorità da lui indivi-

duate per i prossimi quattroanni. Potenziare il ruolo di rap-presentanza sindacale per esse-re più vicini alle reali esigenzedelle imprese è uno degli obiet-tivi primari del suo programmanel quale è innanzitutto sottoli-neata l’eccezionalità e la gravità

Ecco la squadrache guideràConfartigianatoImprese Piemontenel prossimoquadriennio:da sinistrail vicepresidentevicario Adelio Ferrari,il neo presidenteFrancesco Del Bocae gli altri duevicepresidentiDaniela Biolattoe Michele Giovanardi

Potenziareil ruolo di

rappresentanzasindacale

per essere piùvicini alle realiesigenze delle

imprese

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della crisi che stiamo attraver-sando che fa pagare il prezzo piùalto al sistema delle piccole im-prese, spina dorsale produttivadel nostro Paese.Dopo aver puntato l’attenzionesulla specificità dei tanti proble-mi italiani (ritardi nelle riformestrutturali, espansione del debi-to e della spesa pubblica, au-mento della pressione fiscale sulsistema delle imprese, costitroppo alti per l’energia, creditosempre più asfittico, rimborsi deicrediti da parte della pubblicaamministrazione e decreto delfare) Del Boca si è impegnato avalorizzare il ruolo delle catego-rie quale motore della rappre-sentanza, e a potenziare le rela-zioni con la confederazione a li-vello nazionale per far valere ilpeso di una regione come il Pie-monte che in termini di associa-ti è la terza dopo Lombardia e

Veneto, un peso che deve esse-re significativo in particolare neiconfronti delle istituzioni euro-pee perché è quella la sede dovevengono prese moltissime deci-sioni che riguardano direttamen-te le categorie.Coerentemente con le indicazioniscaturite dalle conferenze regio-nale e nazionale di Confartigiana-to, Del Boca si è quindi impegna-to, in continuità con l’azione delpresidente uscente Felici e d’inte-sa col segretario regionale Berna,a proseguire sulla strada dellaspending rewiew con l’obiettivo direalizzare una struttura snella edefficiente ma adeguata a realiz-zare il programma di Confartigia-nato Imprese Piemonte.Del Boca ha anche sostenuto cheè opportuno attivare in Piemontel’agenzia per le imprese con lapiena e convinta intesa delle as-sociazioni territoriali e l’impegno

di rinsaldare un clima collaborati-vo nel sistema Piemonte, per va-lorizzare e mettere a fattor co-mune le eccellenze presenti e persostenere la crescita delle strut-ture meno organizzate, attraver-so lo strumento del fondo pere-quativo recentemente approvatocon la modifica dello statuto.Il neo presidente ha concluso conl’impegno di proseguire e miglio-rare l’operatività dell’esperienzafin qui fatta da Rete Imprese Ita-lia sia a livello regionale e sia a li-vello nazionale.Del Boca, al termine dell’assem-blea, ha incontrato i rappresen-tanti degli organi d’informazione.Oltre che illustrare le sue lineeprogrammatiche, il neo presiden-te ha commentato i dati dell’ulti-ma indagine congiunturale relati-va al terzo trimestre 2013 che èstata distribuita ai giornalisti du-rante la conferenza stampa.

Del Boca e Felici

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“Le recenti notizie - osserva Mar-co Francisco, presidente regionaledegli odontotecnici - giunte agliodontotecnici relativamente adiniziative “fuori linea” da parte diuna componente del coordina-mento nazionale permanente diquesta categoria impongono unchiarimento circa gli obiettivi e lemodalità di perseguimento deglistessi da parte del tavolo unitario,istituito oltre due anni fa al fine diunificare la voce degli odontotec-nici nei confronti delle istituzioni,rispetto a specifiche problemati-che o ad opportunità condivisibilida tutte le sigle. I presidenti del-le associazioni che compongono ilcoordinamento hanno ritenutoopportuno, fin dall’inizio, stabilireregole precise di rispetto recipro-co e distinguere gli spazi di azio-ne comuni, oltre i quali ciascunasigla si muove in piena autono-mia. L’avvicendarsi frequente delpanorama politico ed i veloci e ra-dicali cambiamenti nel mondodelle nuove tecnologie in campoodontotecnico, pongono gli odon-totecnici di fronte a situazioni for-temente condizionanti ed in conti-nua rapida evoluzione, che obbli-

gano i singoli imprenditori artigia-ni ad organizzarsi al meglio peraffrontare le sfide future. Una grossa minaccia è sotto gliocchi di tutti ed è rappresentatadalla tecnologia cad-cam, com-mercializzata in modo aggressivoe rischioso per gli odontotecnici,che vedono assottigliarsi la pro-pria fetta di mercato e spessoaderiscono a svantaggiosi con-tratti costruiti ad hoc da qualchemultinazionale del settore. Si ag-giunge a ciò un proliferare di si-stemi che consentono agli studiodontoiatrici di sostituirsi ai nostrilaboratori nella fabbricazione deidispositivi medici su misura, am-bito di nostra stretta competenza,proponendo una formazione sutali apparecchiature rivolta nonsolo ai medici, ma addirittura agliassistenti alla poltrona, in barba aquella che solo fino a pochi annifa rappresentava l’insostituibileodontotecnica italiana, una dellemigliori al mondo. Già in passato il coordinamentoaveva dato prova di unità e coe-renza nella difesa dell’odontotec-nico, rifiutando la proposta diun’azienda del settore mirata acoinvolgere la categoria. In quel-la circostanza ci fu modo di espri-mere i motivi del dissenso neiconfronti di una politica commer-ciale mirata ad agevolare la fab-bricazione delle protesi negli stu-di dentistici, operazione in con-trasto con la normativa europeavigente e fortemente lesiva degliinteressi della categoria. E’ faciledunque comprendere il disappun-to del coordinamento quando lafermezza dimostrata in quella oc-casione è stata smentita, di fatto,da un’associazione componenteche intravedendo un’opportunità

di business ha ritenuto di ignora-re la posizione comune, creandonon poche tensioni tra la nostrabase associativa e, di conseguen-za, minando pericolosamente ilpercorso unitario. A seguito di un animato confron-to tra i presidenti si era deciso diattendere i dovuti chiarimenti atutela sia dell’associazione diret-tamente coinvolta che di tutto ilcomparto odontotecnico italiano. Situazioni analoghe si sono regi-strate anche in altri Paesi europei,bloccate da iniziative governative,mentre purtroppo in Italia, nono-stante i ripetuti interventi, lacompetente istituzione continuaad ignorare questa drammaticaanomalia.“Il panorama è desolante - ag-giunge Francisco - e di difficile ge-stione da parte di chi, come noi, èdelegato a rappresentare una ca-tegoria che attende da sempre einutilmente risposte dallo Stato,in un contesto in cui vengonoignorati gli impegni comuni e ven-gono meno le rassicurazioni ri-chieste. Corre l’obbligo, pertanto,pur ritenendo l’unità della catego-ria, oggi più che mai, un elemen-to fondamentale per la tutela del-l’odontotecnica italiana, d’infor-mare tutti gli odontotecnici sullele crescenti difficoltà di mediazio-ne. La volontà è quella di restareuniti, ma non a tutti i costi”.“Tuttavia vogliamo garantire -conclude Francisco - che le no-stre organizzazioni e coloro cheoggi le rappresentano persegui-ranno in ogni caso l’obiettivo del-la difesa degli interessi degliodontotecnici, senza scendere acompromessi con chiunque abbiaidee diverse dalla tutela e dal ri-spetto per la categoria”.

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ODONTOTECNICI UNITI SÌ, MA NON AD OGNI COSTOÈ NECESSARIO UN CHIARIMENTO PROGRAMMATICOdi Massimo Bondì

Marco Francisco

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“Il Durt è un nuovo mostro buro-cratico. Un adempimento inutile ecomplicato che rischia di dare ilcolpo di grazia alle imprese delsettore costruzioni alle prese conuna crisi profonda che, nel 2102,ha provocato la perdita di 122.000addetti e 61.844 aziende. Chiedia-mo al Parlamento che venga can-cellato”. Così il presidente naziona-le Confartigianato di questa cate-goria, Arnaldo Radaelli, giudica ilDurt Documento unico di regolari-tà tributaria) introdotto con unemendamento nel decreto delfare. In pratica le imprese appaltatrici esubappaltatrici, per poter esserepagate dai committenti, dovrannoottenere dall’Agenzia delle entrate

il Durt, il documento che attestal’inesistenza di debiti tributari daparte dell’azienda. “Un meccani-smo assurdo e kafkiano – sostieneRadaelli – col quale si chiede agliimprenditori di comunicare perio-dicamente al fisco i dati delle bustepaga per consentire all’Agenziadelle entrate di accertare che leimprese sono in regola. Ed è tantopiù incomprensibile poiché è inuti-le al fine di verificare il correttoversamento delle ritenute. L’obbli-go per le imprese di versare le ri-tenute è indipendente dal dirittodel contribuente di scomputarledalla propria dichiarazione, unavolta ottenuta la certificazione”. “Il Durt – sottolinea infine Radael-li – contraddice la volontà più vol-

te dichiarata dal governo di sem-plificare gli adempimenti a caricodelle imprese e rischia di vanifica-re gli effetti degli incentivi varatidall’esecutivo per gli interventi diristrutturazione e risparmio ener-getico in edilizia. Se il Parlamentonon cancellerà questo adempi-mento ne andrà del futuro dellenostre imprese”.

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IL DURT DEVE ESSERE CANCELLATOÈ UN NUOVO MOSTRO BUROCRATICO

Con 10 imprese il Piemonte per laprima volta è stataprotagonista al Singa-pore international je-welry expo nella cor-nice del Marina baysands. La partecipa-zione rientra nel pro-getto integrato di fi-liera “Piemonte goldexcellences”, teso allosviluppo internazio-nale del compartoorafo piemontese, ge-stito dal Centro estero per l’inter-nazionalizzazione (Ceipiemonte)su incarico di Regione Piemonte eCamere di commercio di Alessan-dria e Torino.“Il comparto orafo è una delle no-

stre eccellenze e per contribuire aconsolidarne intutto il mondo lariconoscibilità eil valore gli ab-biamo dedicatoun progetto adhoc” commentaRoberto Cota,presidente dellaRegione Pie-monte.“Le 10 aziendepartecipanti al-

l’Expo - aggiunge il presidentedella Camera di commercio diAlessandria, Piero Martinotti -realizzano altissima gioielleria,con utilizzo di pietre preziose esemi preziose, dal design unico;

espositori ideali per una delle ras-segne più attese per tutto il setto-re gioielleria del sud-est asiatico,dove certamente sapranno farsinotare”.“L’evento di Singapore, rivolto aoperatori del settore e al consu-matore finale, è la porta d’acces-so del mercato asiatico”, spiegaGiuseppe Donato, presidente diCeipiemonte.

ORAFI PIEMONTESI ALL’EXPO DI SINGAPORE

Arnaldo Radaelli

Giuseppe Donato

di Alessio Cochis

di Massimo Avena

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ACCORDO PER LA SICUREZZA DEGLI ELETTRODOMESTICII GUASTI CAUSANO 241.000 INCIDENTI OGNI ANNO

In Italia, ogni anno, si verificano241.000 incidenti domestici pro-vocati da cause elettriche, conun costo per la collettività di 204milioni di euro, di cui 71 a caricodello Stato e 133 a carico dellefamiglie. I dati, che emergonoda una rilevazione del Censis,segnalano l’importanza dellacorretta manutenzione deglielettrodomestici per garantire lasicurezza in casa ed evitare gua-sti improvvisi e difficili da gesti-re, soprattutto durante le ferieestive. Quindi se il frigorifero ola lavastoviglie iniziano a fare icapricci, meglio rivolgersi subitoad una delle 3.945 imprese arti-giane di riparazione elettrodo-mestici, con circa 8.000 addetti,che operano in Italia. Proprio per salvaguardare la si-curezza delle famiglie italiane, iriparatori di elettrodomestici diConfartigianato hanno siglato unprotocollo d’intesa con Feder-consumatori. L’intesa è stata fir-mata a Roma da Mauro Zanini(vicepresidente di Federconsu-

matori) e da Innocenzo Sartor(presidente dei riparatori di elet-trodomestici di Confartigianato). L’accordo è finalizzato a garanti-re qualità e trasparenza dei ser-vizi di riparazione grazie al ri-spetto dei principi del codice de-ontologico applicato dagli im-prenditori di Confartigianato. Tragli obiettivi dell’alleanza: assicu-rare la professionalità dei ripara-tori e la qualità e affidabilità delservizio, in conformità alle di-sposizioni di legge; potenziare latutela della sicurezza dei consu-matori per contribuire a ridurregli infortuni domestici; preveniresituazioni di conflitto e conten-zioso tra gli operatori del settoree i clienti; combattere il lavoroabusivo di operatori non qualifi-cati, causa di gravi rischi per iconsumatori e dannoso per l’im-magine dei riparatori; contribui-re alla salvaguardia dell’ambien-te. In caso di guasti, quindi, è pre-feribile evitare la riparazione faida te o di affidarsi ad operatoriimprovvisati, comportamentiche, spesso, sono proprio all’ori-gine di infortuni. Prima di sosti-tuire l’elettrodomestico, meglioconsultare un’impresa di ripara-zione ed accertarsi che aderiscaall’accordo. Il cliente avrà la cer-tezza di non incappare in bruttesorprese. I riparatori di elettrodomesticiche aderiscono all’accordo assi-curano:- iscrizione alla Camera di com-mercio e all’albo imprese artigia-ne;- assicurazione per eventualidanni a cose o persone;

- lavori eseguiti a regola d’artenel rispetto della normativa tec-nica vigente, della normativaambientale, nonché degli obbli-ghi previsti dall‘ordinamentogiuridico italiano a carico deglioperatori economici in generale;- preventivi scritti, prendendo ariferimento eventuali rilevazionidei prezzi provinciali/regionalidepositati in Camera di commer-cio, che certifichino tempi diesecuzione e modalità di paga-mento;- rilascio della documentazionefiscale e ga-ranzia legi-slativa vigen-te per i lavorieffettuati;- adempi-mento degliobblighi assi-curativi, previdenziali e della si-curezza sul lavoro;- utilizzo di manodopera in rego-la con il Contratto collettivo na-zionale di settore e i relativi con-tratti integrativi regionali, non-ché con gli obblighi assicurativi,previdenziali e della sicurezzasul lavoro.

di Carlo Napoli

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Innocenzo Sartor

Mauro Zanini

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VIA ALLA NUOVA LEGGE SULLA PANIFICAZIONEGARANTISCE QUALITÀ E TUTELA LA CATEGORIA

Il Consiglio regionale ha da pocoapprovato la legge “Norme in ma-teria di panificazione” che hacome obbiettivo la tutela del panerealizzato in panificio e dei panifi-catori intesi come artigiani cheproducano nei loro laboratori ilpane. “Questa legge – spiega unanota della Regione Piemonte – in-troduce un concetto importantis-simo: la tutela del pane realizza-to in panificio e della figura del

panificatori stessi, ne consegue latutela degli acquirenti attraversola garanzia di igiene e sicurezza diun prodotto che finisce sulla tavo-la di tutte le famiglie, offrendouna garanzia sia sulla qualità siasul processo di realizzazione delpane. Oggi andiamo a identificareun prodotto straordinario, veraeccellenza del Piemonte, basedella nostra cultura gastronomi-ca”.La nuova legge individua la figuradel panificatore che non sarà più

assimilata a quella del genericoartigiano. “Quindi garantirà iclienti – continua la nota – siasulla produzione del pane, fattaesclusivamente nel forno del pa-nificatore, sia sui prodotti chesono stati utilizzati per realizzareil pane. Per questo sarà necessa-rio individuare come panifici soloquelle imprese in cui si svolge perintero il ciclo di produzione delpane, dalla lavorazione delle ma-

terie prime, alla cottura, alla ven-dita. Questo per esaltare il con-cetto di qualità e di storicità ditale prodotto nella nostra regionee al contempo contrastare i feno-meni di abusivismo, come la ven-dita di pane in strada o quelle at-tività che non danno certezze sul-la provenienza del prodotto”.Confartigianato Imprese Piemon-te ritiene che tale nuova normati-va contrasti col principio cardinedella semplificazione a cui do-vrebbe attenersi la legislazione

regionale. Esistono già, infatti,normative regionali, nazionali ecomunitarie che disciplinano com-piutamente il settore alimentare eciò è sempre stato sottolineato inoccasione delle consultazioni con-siliari propedeutiche all’approva-zione di questa legge.Coinvolgendo le altre organizza-zioni artigiane, è stato unitaria-mente chiesta la costituzione di untavolo di concertazione regionale

per addivenire ad un regolamentoattuativo della norma che sia effi-cace per le imprese artigiane e chenon comporti ulteriori oneri o in-combenze per quest’ultime.Occorre infatti apportare il contri-buto d’esperienza affinché la nuo-va normativa non complichi lavita agli operatori del settore,compresi quelli che già hanno ac-quisito da anni i requisiti che lalegge richiede e magari abbianoconseguito il marchio regionaled’eccellenza artigiana.

di Alessio Cochis

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2013

AVVIATO SAN.ARTI.Fondo di assistenza sanitaria integrativa

per i lavoratori dell’artigianato

Anche i lavoratori dell’artigianato potranno beneficiare dell’assistenza sanitaria integrativa in attua-zione dell’Accordo Interconfederale nazionale del 21/09/2010 e dei Contratti Collettivi Nazionali diLavoro dell’artigianato. le Confederazioni artigiane Confartigianato, Cna, Casartigiani, Claai, e leOrganizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL, hanno costituito “SAN.ARTI.”, il Fondo di assistenza sa-nitaria integrativa per i lavoratori del settore. http://www.sanarti.it/

Con la costituzione di SAN.ARTI. si completa il quadro dei Fondi di assistenza sanitaria integrativa,già operativi nei settori Commercio/Terziario e Industria.

Allo scopo di costituire un sistema di assistenza sanitaria integrativa a beneficio di tutti i lavoratoridell’artigianato, in sede di determinazione della parte normativo/economica dei vari CCNL le Partisociali hanno tenuto conto dell’incidenza dei contributi previsti per il finanziamento di SAN.ARTI. In altri termini, anziché prevedere aumenti retributivi le Parti hanno deciso di finanziare il Fondo diassistenza sanitaria integrativa per i lavoratori del settore “SAN.ARTI.”.

SAN.ARTI. ha come scopo fornire ai propri iscritti le prestazioni indicate nel Regolamento e nel No-menclatore, tra cui prestazioni di diagnostica e terapia, visite specialistiche, ticket per accertamentidiagnostici e pronto soccorso, pacchetto maternità, ricovero in Istituto di cura per intervento chi-rurgico, odontoiatria e fisioterapia, nonché prestazioni sanitarie e socio-sanitarie integrative di quellefornite dal Servizio Sanitario Nazionale.

Il Fondo sarà alimentato con un contributo, ad esclusivo carico dell’Azienda, nella misura di 10,42euro mensili per ciascun lavoratore, da versare entro il giorno 16 di ogni mese tramite il modelloF24, contestualmente alla contribuzione INPS. Le relative prestazioni saranno riconosciute ai lavo-ratori trascorsi 6 mesi di carenza e saranno erogate fino al sesto mese dalla cessazione del rapportodi lavoro.

AVVIATO SAN.ARTI.

Fondo di assistenza sanitaria integrativa

per i lavoratori dell’artigianato

segue

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INDICAZIONI OPERATIVE PER I VERSAMENTI A SAN.ARTI.

In data il 28 febbraio 2013 tra Confartigianato Imprese, Cna, Casartigiani, Claai e Cgil, Cisl e Uil è statosottoscritto un accordo, a livello nazionale, contenente indicazioni operative circa i versamenti aSAN.ARTI.Tali indicazioni riguardano i rapporti di lavoro dei dipendenti delle imprese che applicano i seguenticontratti:

• CCNL Area Meccanica • CCNL Area Alimentazione-Panificazione• CCNL Area Legno-Lapidei• CCNL Area Tessile-Moda• CCNL Area Chimica-Ceramica • CCNL Area Comunicazione• CCNL Acconciatura-Estetica-Centri Benessere.

NORME TRANSITORIE PER I SETTORI SERVIZI DI PULIZIE E AUTOTRASPORTOMERCILe imprese che applicano il CCNL Servizi di Pulizie o il CCNL Autotrasporto Merci, che non hanno an-cora regolamentato la contrattualizzazione delle prestazioni erogate da SAN.ARTI., possono comunqueiscrivere i propri dipendenti a SAN.ARTI.Sono escluse da tale opzione le imprese del settore edile per le quali si fa rinvio alle specifiche normecontrattuali.

VERSAMENTI E TIPOLOGIE CONTRATTUALII versamenti si effettuano per tutte le tipologie di rapporto di lavoro con la sola eccezione dei lavoratoria chiamata che, nel mese di riferimento per i versamenti non prestino la loro opera e per i quali non siaprevista l’indennità di disponibilità.I versamenti si effettuano anche per i lavoratori in malattia, in maternità o in sospensione e, comunque,per tutti quelli dichiarati attraverso il modello UNIEMENS. Per i lavoratori a domicilio, per i mesi nei quali non vi fossero commesse, non è dovuto versamento.L’iscrizione ed i versamenti per i lavoratori a tempo determinato sono dovuti esclusivamente per contrattidi durata almeno pari a 12 mesi. Tali obbligazioni non sono dovute nei casi di contratti a termine instauratiper durate inferiori e successivamente prorogati o rinnovati fino a superare la soglia dei 12 mesi.

DECORRENZA E CESSAZIONE DELLA CONTRIBUZIONEL’obbligo di contribuzione decorre dal mese in corso se l’assunzione avviene il primo giorno del mese,se invece l’assunzione avviene nel corso del mese l’obbligo decorre dal primo giorno del mese suc-cessivo.Nel caso di cessazione o sospensione del rapporto di lavoro, senza copertura salariale, nel corso delmese, l’obbligo di contribuzione prosegue per tutto il mese.

segue

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CONTRATTUALIZZAZIONE DELLE PRESTAZIONI DI SAN.ARTI.L’accordo conferma che le prestazioni erogate dal Fondo Sanitario costituiscono un “diritto soggettivodi matrice contrattuale dei lavoratori”, pertanto, le aziende che omettano il versamento sono tenute aversare ai lavoratori l’Elemento Aggiuntivo della Retribuzione - E.A.R., pari a 25 euro lordi mensiliper tredici mensilità, previsto dagli articoli che nei contratti collettivi nazionali di lavoro artigiani sonorubricati “Diritto alla prestazioni della bilateralità”.Le medesime aziende sono altresì responsabili verso i lavoratori non iscritti della perdita delle relativeprestazioni sanitarie, fatto salvo il risarcimento del maggior danno subito.

MODALITA DI EFFETTUAZIONE DEI VERSAMENTIIl Fondo è alimentato con un contributo, a carico dell’Azienda, nella misura di 10,42 euro mensili perciascun lavoratore, da versare entro il giorno 16 di ogni mese tramite il modello F24, contestualmentealla contribuzione INPS. Le relative prestazioni saranno riconosciute ai lavoratori trascorsi 6 mesi dicarenza e saranno erogate fino al sesto mese dalla cessazione del rapporto di lavoro.

RISOLUZIONE AGENZIA DELLE ENTRATEL’Agenzia delle Entrate, con risoluzione n. 12/E del 20 febbraio 2013, per consentire il versamento,tramite modello F24, dei contributi per il finanziamento a favore dell’Ente Bilaterale “Fondo di Assi-stenza sanitaria Integrativa per i Lavoratori dell’Artigianato” (SAN.ARTI.), ha istituito la seguente cau-sale contributo:

• “ART1” denominata “Fondo di Assistenza Sanitaria Integrativa per iLavoratori dell’Artigianato - SAN.ARTI.”

In sede di compilazione del modello di pagamento F24, la suddetta causale è esposta nella sezione“INPS”, nel campo “causale contributo”, in corrispondenza, esclusivamente, del campo “importi adebito versati”, indicando:- nel campo “codice sede”, il codice della sede inps competente;- nel campo “matricola INPS/codice INPS/filiale azienda, la matricola Inps dell’azienda- nel campo “periodo di riferimento”, nella colonna “da mm/aaaa”, il mese e l’anno di competenza,nel formato MM/AAAA. La colonna “a mm/aaaa” non deve essere valorizzata.Confartigianato Imprese Piemonte, Cna Piemonte, Casartigiani Piemonte e CGIL, CISL, UIL del Pie-monte hanno sottoscritto, in data 18 gennaio 2013, un Accordo che conferisce mandato all’EBAP -Ente Bilaterale dell’Artigianato Piemontese, di predisporre una campagna informativa sull’avvio delFondo Sanitario SAN.ARTI., allo scopo di pervenire ad un alto livello di adesione di imprese e lavora-tori.Avvenuta da parte dell’EBAP tale preventiva informazione a imprese e lavoratori, i datori di lavorosono tenuti ad effettuare l’adesione ed il relativo versamento entro e non oltre la mensilità di maggio2013 (F24 in scadenza il 16 giugno 2013).

IN COLLABORAZIONE CON

È al servizio degliArtigiani Piemontesi

IN PIEMONTE PRESSO LE SEDI PROVINCIALI CONFARTIGIANATO IMPRESE:

- Confartigianato Imprese

Alessandria

Tel. 0131 286511

- Confartigianato Imprese

Asti

Tel. 0141 5962

- Confartigianato Imprese

Biella

Tel. 015 8551711

- Confartigianato ImpreseCuneoTel. 0171 451111

- Confartigianato ImpreseNovara - VCOTel. 0321 661111

- Confartigianato ImpreseTorinoTel. 011 5062111

- Confartigianato ImpreseVercelliTel. 0161 2

S O C I E T E

GENERALE

G R O U P

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