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Mondo Agricolo Supplemento di ApiCultura numero 10 • 2012 ISSN 2280-8930 Supplemento al n. 10-2012 di Mondo Agricolo – Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. D.L. 353/2003 - (Conv. in L. n. 46 del 27/02/04), Art. 1, comma 1 – Aut. n. C/RM/18/2012 - DCB Roma MARCHE MARCHE UNA NUOVA LEGGE PER L'APE UNA NUOVA LEGGE PER L'APE

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Rivista della FAI del numero 10 del 2012

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Page 1: Apimondia n. 10 2012

Mondo Agricolo • Supplemento di ApiCultura

numero 10 • 2012

ISSN 2280-8930S

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MARCHEMARCHEUNA NUOVA

LEGGEPER L'APE

UNA NUOVALEGGE

PER L'APE

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• adesioni Soci e segnalazioni di nuovi Apicoltori

• abbonamenti alle riviste di Apicoltura a condizioni agevolate per i Soci

• attivazione e rinnovi Polizza Assicurativa Alveari

• quesiti di carattere tecnico, legislativo, legale, previdenziale, fiscale

• ordini del Sigillo "FAI Miele Italiano” a condizioni agevolate per i Soci

• ordini di libri a condizioni agevolate per i Soci

• organizzazione convegni, fiere e altri eventi apistici

• viaggi di studio di interesse apistico

FAI - Federazione Apicoltori Italiani

Indirizzo postale: Corso Vittorio Emanuele II, 101 - 00186 Roma

Telefax: 06.6852287

Posta elettronica: [email protected]

Sito internet: www.federapi.biz

Segreteria telefonica: 06.6877175

Segreteria organizzativa: 06.6852280 - 06.6852276(dal lunedì al venerdì dalle ore 9,00 alle ore 17,00)

abbiamo una passione per l’Ape

Restate sempre in contatto con noi!

Page 3: Apimondia n. 10 2012

Il / la sottoscritto /a

in qualità di Apicoltore, conduttore di n..................... alveari, dichiara di aver preso visione dello Statuto

della FAI – Federazione Apicoltori Italiani e nell’impegnarsi a rispettarlo integralmente chiede di essere

iscritto come “Associato Singolo” per l’anno...............................

Segnala altresì di aver contestualmente provveduto al versamento della quota annuale di:

euro 32,00 – Associato Ordinario (comprensivi della Rivista Apimondia Italia)euro 50,00 – Associato Sostenitore (comprensivi della Rivista Apimondia Italia)euro 80,00 – Associato Benemerito (comprensivi della Rivista Apimondia Italia)

• a mezzo ccp intestato alla FAI – Federazione Apicoltori Italiani, Corso Vittorio Emanuele II, 101, 00186

Roma, ccp n. 46157004.

• con altro mezzo:

bonifico contanti altro....................................

IBAN IT 19V0103003241000063100376

Autorizzo l’utilizzo dei miei dati personali ai sensi dell’art. 10 della legge n. 196/03 (Tutela della Privacy) e acconsento al loro tratta-

mento per il perseguimento degli scopi statutari della FAI – Federazione Apicoltori Italiani. SI NO

In fede,

Data,........................................ .........................................................................................(firma leggibile)

Potete scaricare il modulo dal sito FAI www.federapi.biz

NOME.......................................................................................................................................................................................

COGNOME..............................................................................................................................................................................

LUOGO DI NASCITA........................................................................... PROVINCIA................. DATA.........................

LUOGO DI RESIDENZA...................................................................... PROVINCIA................. CAP............................

INDIRIZZO..............................................................................................................................................................................

COD. FISC............................................................................................. PARTITA IVA.....................................................

TELEFONO.............................................................................................. FAX......................................................................

EMAIL......................................................................................................................................................................................

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Modulo

Domanda d’Iscrizione

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C onciliare l’impossibile? Non èdetto. E’ guardando la storia che

ancora una volta possiamo trovare indica-zioni utili a scegliere la strada che ci portaal futuro. del indicarci la strada Magro bilancio,quello della produzione di miele nell’annodi grazia 2012. L’alveare Italia ha prodottopoco più della metà di quanto ci si attendenelle annate ordinarie. Un pessimo risulta-to, che va a cumularsi con i già pesantiproblemi del comparto apistico nazionale.La produzione italiana è crollata del 50-60% rispetto all’anno precedente e la colpaè riconducibile alle avverse condizionimeteorologiche che hanno accompagnato

una primavera piovosa, un’estate con tem-perature superiori alla media e assenza dipioggia quando non addirittura siccità.Nel fare un bilancio di larga massima,nonostante le difficoltà, si registranocomunque risultati discreti per le produ-zioni di millefiori, agrumi, castagno,tiglio, sulla e melata. Il miele di eucalipto,invece, è già diventato un ricordo. Lazio eSardegna, tanto per parlare delle zone piùvocate alla produzione di questo monoflo-ra, non hanno offerto raccolti su questaessenza ormai ampiamente colpita dalla“psilla”, parassita che si spera di potercontrastare grazie ad un antagonista natu-rale. La lotta, in ogni caso, appare improba se sipensa che nel Lazio i Servizi FitosanitariRegionali hanno individuato, proprio inquesti giorni, un altro parassita dell’euca-lipto: Thaumastocoris peregrinus arrivadall’Australia e ha già dimostrato tutta lasua pericolosità. Non si conoscono anta-gonisti naturali di questo insetto debella-bile solo con iniezioni di neonicotinoidinel tronco delle piante. Come dire, aldanno per gli apicoltori ora anche la beffa!Restando alle produzioni in drastica ridu-zione c’è soprattutto l’acacia. Se n’è fattapoca, troppo poca per le esigenze del mer-cato nazionale e quella che circola è dicolore scuro. E’ un caso esemplare se lo

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POSSIAMO PROVARE, UNA VOLTATANTO, A GUARDARE OLTRE ILNOSTRO APIARIO (O NASO)?RIUSCIAMO A IMMAGINAREUN’APICOLTURA CHE VEDAALLEVATORI E VETERINARIAFFIANCATI E NON CONTRAPPOSTI?ECCO LE RAGIONI DI UNO STORICOCONFLITTO E LE MOTIVAZIONI CHEDEBBONO INDURCI A SUPERARLO

4 API&Editoriale

Un veterinarioUnveterinario

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confrontiamo con leescursioni del prezzoconseguenti la man-cata produzione: siparla già, tra gliaddetti del comparto“confezionatori”, diquotazioni superioriai 6,00 euro/kg, cheequivalgono al prez-zo al dettaglio di treanni fa. Uscendo fuori dai confini nazionali, non guastadare uno sguardo alla situazione produttiva nelresto del mondo. La situazione non è diversa nel resto del SudAmerica dove i fattori climatici sono stati altrettan-to avversi che a casa nostra. Solo il Brasile sembraessere un’eccezione: cresce la sua capacità produt-tiva e gli scambi stanno diventando importantisoprattutto per il miele biologico che si riversa pergran parte in Europa. Grande capacità produttiva,inoltre, sembra essere sostenuta anche dal Messico.La Cina (per fortuna diciamo noi!) non sembra dameno in questo quadro poco consolante: i fattoriclimatici hanno influenzato negativamente le pro-duzioni e pesa, inoltre, la mega frode che lo scorsoanno era stata scoperta negli Stati Uniti d’Americasu enormi partite di prodotto cinese adulterato, abase di sciroppi zuccherini di riso e di mais. Unrischio che nel 2012 sembra ancora essere inagguato.

Ciò che è chiaro, dunque, è che questo sarà unanno con scarsa disponibilità di miele su tutto ilmercato internazionale e che il nostro compartoproduttivo, a livello globale, è sotto l’influenza dimodelli climatici sempre più problematici chevanno ad aggiungersi alle difficili condizioni disalute delle api e alla crisi finanziaria e del debitoeuropeo.Quando si produce meno miele, infine, c’è sempreuna conseguenza che riguarda il peso crescente deicosti di alimentazione degli alveari: la nutrizione disoccorso costerà il doppio degli altri anni e moltisaranno gli apicoltori che dovranno fare i conti conquesta imprevista voce di bilancio aziendale.Cosa va bene allora? Che i consumi sono crescentie che il miele italiano cerca e trova nuovi spazi suimercati internazionali, dove gli scambi raddoppia-no e i prezzi spuntati sono più remunerativi che sulmercato interno.

Raffaele Cirone

API&EDITORIALE

Mondo Agricolo – Apimondia Italia – n. 10 • 2012

per amicoper amico

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10-14 API &MALATTIE

Un Regolamento starato

21-22 API &LAVORO

Occasionale, ma in regola!30-32 API &

VIAGGILe api del Convento

API&Sommario

RubricheAPI&EDITORIALE • 4Un veterinario per amicodi Raffaele Cirone

API&LETTERE • 8

API&MALATTIE • 10Un Regolamento staratodi Riccardo Terriaca

API&SANITÀ • 16Le nuove regole per l’apicolturadi Franco Mutinelli

API&LAVORO • 21Occasionale, ma in regola! di Tania Pagano

Supplemento al numero 10-2012di Mondo Agricolo – Anno LXIII

MONDO AGRICOLODirettore responsabile: Gabriella Bechi

Direttore editoriale: Raffaele Cirone

Autorizzazione Tribunale di Roman. 1662 del 22/6/1950

Editrice SepeDirezione, Redazione e AmministrazioneCorso Vittorio Emanuele II, 10100186 Roma – Italia – UETel.: +39.06.6852286/501 Fax: +39.06.6852287Conto corrente postale n. 69670404intestato ad Acacia S.r.l. Roma

Stampa EuroInterstampaVia della Magliana 295 – 00146 Roma (RM)

© 2012 – Editrice SepeImmagini, notizie e articoli possono essere ripresi epubblicati solo previa autorizzazione dell’Editore. Pro-prietà letteraria, artistica e scientifica riservata ai sensidell’art. 105 e per gli effetti dell’art. 103 della legge22.04.1941, n. 633 sulla protezione del diritto d’Autoree degli artt. 31, 33, 34 e 35 del relativo regolamento diesecuzione approvato con R.D. 18.05.1942, n. 1369.

Hanno collaborato:Raffaele Cirone, Riccardo Jannoni Sebastianini, Ulrike Nöh-rer, Alessandra Lazzaro, Giuseppe Marinaro, Ilaria Silvestri,Gabriele Fortino, Giacomo Prina, Mauro Benedetti, LionellaMandelli, Etienne Bruneau, Fabrizio Piacentini, Abeille &Cie, CARI – Centro di Ricerche Apistiche e d’Informazione(Belgio), Cooperativa Apicoltori Sammarinese, NationalHoney Board (USA), Hobbybirra.info, Francesco Caboni, Co-mune di Lazise sul Garda (VR), Marisa Campagnari, Filo-mena Maio, Giuseppe Morosin, Stefano Dal Colle, BarbaraFabi, David Todhunter, Francesca Del Vecchio, Tiziano Mel-larini, Filoteo Di Sandro, Giovanni Francesco Visco, ClaudioPorrini, Giovanna Cuomo, Riccardo Terriaca, Christian Pilotti,Carlo Ballabio, Olivier Belval, Bertand Auzeral, DamianoLucia, Marco Miscia.

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Mondo Agricolo – Apimondia Italia – n. 10 • 2012

FAI – FEDERAZIONE APICOLTORI ITALIANIDal 1953 al servizio dell’Apicoltura italiana

Corso Vittorio Emanuele II, 101 – 00186 ROMA (RM)

Telefoni: +39.06.6877175 (con segreteria telefonica) +39.06.68.52.280 / 276 – Telefax: +39.06.68.52.287

Posta elettronica: [email protected]

Sito internet: www.federapi.biz

Apertura al pubblico: dal lunedì al venerdì, dalle ore 9,00 alle ore 17,00.

È gradito il preventivo appuntamento.

Crediti fotografici:Splendidwallpaper.com (foto di copertina); Fototeca ARAL (pag. 4); Giuseppe Marinaro(pag. 8 – sx); Andrea Mengassini (pag. 8 – dx); Agriculture and Agri-Food-Canada (pag.9 – basso); Habitataid.co.uk (pag. 9 – alto); © Deklofenak - Fotolia.com (pag. 16); ©Václav Mach - Fotolia.com (pag. 17); © Kzenon - Fotolia.com (pag. 18); Renzo Cosseddu(pag. 19); Fototeca FAI (pag. 24); Charlotte Kemp (pag. 25); Apicoltori del Grappa (pagg.27, 28, 29); Apicoltura Fasoli (pag. 30); Apicoltura Rondinella (pag. 31); Paolo Penna(pag. 33); Fototeca FAI (pag. 34 – sx); WordPress.com weblog (pag. 34 – dx); AndreaOgnibene (pag. 36 – alto); Archivio Giunta Provinciale di Trento (pag. 36 – basso);Christian Pilotti (pag. 37 – alto); Fototeca FAI (pag. 37 – basso).

Cos’è APIMONDIA ItaliaAPIMONDIA Italia è il supplemento di ApiCultura al mensile Mondo Agricolo eviene spedito in abbonamento postale. Ha cadenza mensile e viene stampatoin 10 numeri l’anno.APIMONDIA Italia, realizzato in collaborazione con la FAI – FederazioneApicoltori Italiani, si occupa di apicoltura italiana e internazionale e pubblica,in esclusiva per l’Italia, i comunicati ufficiali dell’APIMONDIA – FederazioneInternazionale delle Associazioni degli Apicoltori.Apimondia® è un marchio registrato e depositato da APIMONDIA –Federazione Internazionale delle Associazioni degli Apicoltori.I comunicati ufficiali, redatti e approvati con il consenso di APIMONDIA®,saranno sempre riconoscibili e debitamente contrassegnati con il marchioufficiale della Federazione Internazionale delle Associazioni degli Apicoltori. Ilcontenuto degli articoli firmati è da attribuire alla personale opinione e alladiretta responsabilità degli Autori, al loro libero pensiero e alla individualeproprietà intellettuale.

Come e perché collaborare con APIMONDIA ItaliaAPIMONDIA Italia è uno spazio aperto a ogni forma di espressione ecollaborazione che risponda allo spirito statutario di APIMONDIA® -Federazione Internazionale delle Associazioni degli Apicoltori:promuovere lo sviluppo scientifico, tecnico, ecologico, sociale edeconomico dell’apicoltura e la cooperazione tra gli Apicoltori, le loroAssociazioni e i Centri di Ricerca di tutti i Paesi del Mondo.APIMONDIA Italia è uno spazio libero: chiunque vi può collaborare,inviando notizie, suggerimenti, materiale redazionale e fotografico. Imateriali non richiesti, se non pubblicati, saranno restituiti a spese delmittente.Per segnalazione di idee, contributi e materiali, scrivere a:APIMONDIA ItaliaCorso Vittorio Emanuele II, 101 – 00186 Roma – Italy – [email protected]@apimondia.it

Come ricevere APIMONDIA ItaliaAPIMONDIA Italia viene inviato gratuitamente, per 2 numeri, a tutti gliApicoltori italiani che ne facciano richiesta: telefonica, fax, per posta ordinariao elettronica. Chi intenda riceverlo regolarmente può effettuare unversamento di 23 Euro sul conto corrente postale n. 69670404 intestato adAcacia S.r.l. – Roma, indicando chiaramente l’indirizzo completo e la causaledel versamento “APIMONDIA Italia 2012”. Per le Associazioni e i Consorzidegli Apicoltori sono previste particolari condizioni di sottoscrizione epagamento.I numeri arretrati sono gratuiti (fino ad esaurimento scorte) e possono esserespediti in posta ordinaria o in posta prioritaria alla vigente tariffa di PosteItaliane Spa:Italia 2,00 EuroEuropa 2,50 EuroAfrica – Asia – Americhe 4,20 EuroOceania 4,70 Euro

Come fare pubblicità su APIMONDIA ItaliaPer le inserzioni pubblicitarie su APIMONDIA Italia ci si può rivolgeread Acacia – Servizi in Apicoltura S.r.l. – Roma, Corso VittorioEmanuele II, 101 – 00186 Roma. Tel.: +39.06.6852286 – 501 –Fax: +39.06.6852287 – posta elettronica [email protected] richiedere il listino prezzi ed eventuali preventivi di spesa.

Per l’anno 2009

Per l’anno 2010

Per l’anno 2011

Per l’anno 2012

Per l’anno 2013

Per una convenzione internazionale, le api regine quest’anno sono marcate di colore GIALLO.

API&LEGISLAZIONE • 24L.R. 19 novembre 2012, n. 33Marche: Disposizioni in Materia di Apicoltura

API&FLORA • 28Non solo timo… di Vincenzo Stampa

API&VIAGGI • 30Le api del Convento di Matteo Giusti

API&ARTE • 33La scoperta del mieledi Barbara Fabi

API&ATTUALITÀ • 36Notizie dall’Italia e dal Mondo

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API&Lettere

QUALCHE CHIARIMENTOSULL’ACIDO CITRICOAvrei alcuni interrogativi sull’articolo a firma di Fran-cesco Mussi e Luciano Crocini. Più precisamente,vorrei capire se l’acido citrico può essere miscelato amiele, glucosio e acqua e in quale percentuale. Du-rante il nutrimento, inoltre, è possibile fare anche trat-tamenti come ad esempio l’acido ossalico gocciolato?

Fortunato Pedà,Motta San Giovanni (RC)

8 Abbiamo chiesto agli Autori dell’ar-ticolo di chiarire i suoi dubbi. Ecco laloro opinione in merito: “Lo sciroppo sipuò preparare in vari modi e anchequello composto da miele-glucosio-acqua è perfettamente compatibile conl’acido citrico impiegato nella nostraprova sul campo. Abbiamosperimentato varie concentrazioni diacido citrico negli sciroppi (dallaminima del 5‰ alla massima del 5%).L'esperienza ci ha convinti che laconcentrazione ottimale è intorno al2%; concentrazioni più elevate, mentrenon comportano maggiore efficacia an-tivarroa, risultano dannose in quantopiù si elevano tanto più si causa stressper le api. Come specificato nellarelazione, noi non abbiamo mai fattoaltri trattamenti durante lesomministrazioni di acido citrico. A di-stanza di alcuni mesi dall'inizio dellaprova in campo abbiamo trattato conacido ossalico “spruzzato” per due volte,ma solo come “controprova” circa lapersistenza o meno di varroe. Affinchéquesta verifica fosse la più attendibilepossibile, l'abbiamo eseguita sufamiglia precedentemente “orfanizzata”e dopo aver constatato la completaassenza di covata.”.

UNA PRECISAZIONESULL’ETICHETTA QRHo letto con interesse l'articolo sul codice QR pubbli-cato sull'ultimo numero di Apimondia Italia ma, es-sendo una utilizzatrice nonché sostenitrice di questorivoluzionario strumento, mi permetto di integrare

SCRIVETE ALLA [email protected] – Fax 06 6852287

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REGIME DI ESONERO, MA ILREDDITO VA DICHIARATOIn merito all'articolo di Filomena Maio, pubblicato suln. 9-2012 di APIMONDIA Italia, volevo aggiungereun quesito fiscale, credo di interesse comune. Sono undipendente di un Istituto di Credito che per passioneconduce un apiario composto da 25 alveari regolar-mente denunciati. La produzione del miele che eccedel'autoconsumo viene acquistata da una pasticceriache mi rilascia autofattura. La domanda è: oltre ad at-tivare una Partita Iva e dichiarare di essere in regimedi esonero (non supero il volume d’affari di 7000euro), come debbo regolarmi per la dichiarazionedei redditi? Le autofatture debbono essere dichiaratenel mio 730? Inoltre, un negozio di prodotti casearipuò acquistare/vendere il mio miele? E quali sono leprocedure fiscali? Aggiungo che non sono proprieta-rio di nessun terreno agricolo e che i miei alveari sonoospitati gratuitamente in una azienda agricola. Infine,effettuo la smielatura seguendo la determina dellaRegione Lazio (locale adibito temporaneamente asala smielatura).

Luigi Trivellini,Anguillara Sabazia (RM)

8 In relazione al quesito posto si evi-denzia che bene ha fatto il lettore adaprire apposita P.IVA per lo svolgimentodell'attività di apicoltore, adempiendo,così in modo corretto alla normativaIva che impone la denuncia diun'attività imprenditoriale. Ai fini deiredditi, tuttavia, diventa fondamentalela precisazione fatta in ordine alla man-cata disponibilità dei terreni in quantociò comporta la necessaria denuncia delcorrispettivo incassato con leautofatture, in quanto trattasi di redditodiverso. In ordine al secondo punto nonsi comprende bene il significato del que-sito, posto che, ai fini del lettore, risultaininfluente la natura dell'acquirente(negozio che vende prodotti caseari).

NEI MIEI ALVEARI MENOVARROE GRAZIE AL LIMONEHo conosciuto la vostra Rivista seguendo un corso diapicoltura. Molto interessante l'articolo pubblicatosul n. 5-2012, riguardante la dieta al limone per con-trastare lo sviluppo della varroa che ero già uso som-

un'informazione data e che a mio avviso è incom-pleta. C'è un punto in cui viene scritto che "bastaavere un telefonino, attivarne la telecamera incorpo-rata e passarlo sull'etichetta del prodotto presente sulmercato per avere una serie di importanti informa-zioni"; non è semplicemente così; il telefonino deveavere una connessione internet perché spesso l'infor-mazione del codice si allaccia direttamente al sito webdella ditta produttrice oppure contiene informazionidinamiche e cioè in continuo aggiornamento. Poi, perleggere l'informazione contenuta nel codice basta sìpuntare l'obiettivo sul quadrato magico, ma nonprima di aver installato una applicazione in grado didecriptarla. Negli store(s) che sono sugli smartphone,sono a disposizione degli utenti numerose applicazionigratuite che si scaricano e installano in un attimo.Scusate se mi sono permessa, ma mi è parsa dove-rosa la precisazione.

Maria Franca Lazzeretti,Roma

8 Ringraziamo la nostra lettrice“smart”e siamo sicuri che la suaprecisazione sarà particolarmenteapprezzata da tutti quegli apicoltori chehanno mostrato interesse per l’articoloin questione e si stanno attivando persfruttare al meglio il codice QR.

Mondo Agricolo – Apimondia Italia – n. 10 • 2012

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ministrare, da mesi, alle api. Vi segnalo, a tal propo-sito, che ho effettivamente riscontrato una sensibileriduzione del numero di varroe presenti nei miei al-veari. Ora non mi resta che sperar bene per il futuro.

Fabrizio Olla,Siniscola (NU)

8 Riportiamo questa segnalazionedel nostro collega apicoltore sardo a ti-tolo esemplificativo: analoga eottimistica è la percezione di coloro chehanno messo in pratica la dieta a basedi limone come possibile mezzo di con-trasto nei confronti della varroa. E’ ne-cessario, tuttavia, che sull’argomento sipronuncino anche i ricercatori,affinché dalle esperienze in campo sipossa presto passare alla messa apunto di una vera e propria buona pra-tica apistica che aiuti le api araggiungere una condizione dibenessere stabile e ripetibile ovunque.

DA APICOLTORE HOBBISTAA VERA AZIENDAVi contatto per avere informazioni su come fare l'a-picoltore da semplice hobbista e quali obblighi cisiano a livello legislativo. Vorrei anche sapere quali

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sono le agevolazioni cui posso far ricorso nel caso incui volessi poi trasformare il mio hobby in una verae propria azienda professionale.

Alessio De Brasi,Cosenza

8 Legalmente la figura di apicoltorehobbysta non esiste. Il nostro settore èdisciplinato dalla legge n. 313/2004secondo la quale è apicoltore chiunquedetiene e conduce alveari. L'attività,questo sì, può essere finalizzata inizial-mente all'autoconsumo e,successivamente, al mercato e quindialla commercializzazione dei prodottiottenuti. In ogni caso l'Apicoltore hasempre l'obbligo di dichiarare ilpossesso degli alveari ai competenti Ser-vizi Veterinari dell’Autorità sanitaria. Ifinanziamenti, per la gran parte di pro-venienza europea e nazionale, vengonogestiti nell’ambito degli AssessoratiRegionali all'Agricoltura che emananoappositi bandi di spesa. E’ bene,dunque, in questa tua fase di esordio,far riferimento all’AssociazioneApicoltori di zona. Ti suggeriamo, perquesto, di rivolgerti a FAI Calabria, ViaCardinal Tripepi 7 – Reggio Calabria

(www.faicalabria.org) che saprà dicerto supportare il tuo corretto ingressoin apicoltura.

L’ISCRIZIONE ALLA CCIAANON È OBBLIGATORIAVorrei avere un vostro parere circa l’obbligo di iscri-zione alla Camera di Commercio per quegli apicol-tori che, come me, esercitano l’attività in Regime diEsonero. Finora tutti coloro ai quali mi sono rivolto mihanno confermato che tale adempimento è assolu-tamente necessario.

Enzo Della Volta,Milano

8 Le confermiamo che ai sensi dellalegge n. 77 del 1997 sono esonerati dal-l'iscrizione gli imprenditori agricoli cherientrano nei limiti previsti per il regimedi esonero degli adempimenti IVA e cioènel volume d'affari non superiore a7.000 Euro. L’equivoco, circa l’obbliga-torietà per tale adempimento, deriva dalsuccessivo d.lgs. n. 228 del 2001, cheprevede l’obbligo di iscrizione al registrodelle imprese anche per coloro che ven-dono al dettaglio i prodotti della propriaattività.

ESPERTO APICOLTORECERCA LAVORO(A TEMPO PIENO!)Sono un apicoltore professionale esperto. Ho lavoratoin questo settore per 24 anni (con Apis cerana e Mel-lifera), collaborando con organismi nazionali e inter-nazionali in Europa e in Asia. Sto cercando un lavoroin apicoltura in Italia e posso occuparmi di gestioneapiario, allevamento regine, lavorazione cera, forma-zione per apicoltori e tecnici apistici, estrazione e con-fezionamento miele, nomadismo e servizi d'impolli-nazione. Ho buone abilità informatiche, sono in gradodi fare lavori pesanti in apiario e parlo inglese e ita-liano (a livello principiante). Mi potete contattarevia posta elettronica ([email protected])per richiedere il curriculum vitae ed eventuali ulterioriinformazioni.

Santapan Barua,Bangladesh

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I l Regolamento di Polizia Veterinaria (RPV),approvato con DPR dell’8/2/1954, n. 320,pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 142

del 24 giugno 1954, definisce le norme applica-tive in materia di polizia veterinaria dei concettiespressi nel Testo Unico delle Leggi Sanitarie –Regio Decreto del 27/07/1934, n. 1265(T.U.L.L.S.S.). Il Regolamento si divide in tre parti. La primacomprende le norme generali, la seconda elencale procedure speciali da seguire in caso di speci-fiche malattie infettive e l’ultima (la terza),contiene le disposizioni generali e finali, compresele sanzioni per i trasgressori.In materia apistica il RPV identifica le patologiedi carattere infettivo ed infestivo (Art. 1, in parti-colare peste europea, peste americana,nosemiasi, acariasi e varroasi) che prevedonol’obbligo di denuncia (Art. 2, al Sindaco compe-tente, per iscritto o verbalmente) ed i relativiobblighi in carico, tra gli altri, ai proprietari e/odetentori a qualsiasi titolo degli alveari (Artt. 3 e4, ad esempio, non spostare gli alveari malati o

sospettati di avere la malattia).Gli Artt. 154, 155, 156, 157 e 158, invece, sta-biliscono le procedure che vanno adottate dalleAutorità competenti a seguito delle denunce, peril contenimento territoriale dell’infestazione ed ilrisanamento degli apiari colpiti (sostanzialmentela distruzione degli alveari infetti).Successivamente, un’Ordinanza Ministeriale eduna serie di note emesse dalla Direzione Gene-rale della Sanità Animale e del FarmacoVeterinario, hanno, di volta in volta, esplicitato chela Varroasi è infestazione diffusa soggetta adenuncia ed a relative norme di tutela, ma chepuò essere curata con “opportuni trattamentidisinfestanti”, quindi senza obbligo di distruzione(OM 17 febbraio 1995). Così come che il Nosemaceranae non rientra nel campo di applicazionedell’art. 1 del RPV e che per il Nosema apis lemisure previste dal RPV sono da applicarsi soloin caso di “nosemiasi clinicamente manifesta”(nota 0017114-P-01/10/2011). La stessa nota, infine, chiarisce anche che la solapresenza di spore di Penibacillus larvae – respon-

Facendo un riepilogodelle norme di PoliziaVeterinaria e dellemisure sanitarieapplicabili al campoapistico, ci si accorgesubito che qualcosanon funziona. Non èsolo questione diinadeguatezza delprovvedimento, ormaidatato e superatodall’evoluzione stessadella patologiaapistica. Si tratta diritarare unmeccanismo di cui c’èsicuro bisogno,rimettendo l’ora altempo in cui viviamo enon a quello in cui fuscritto.

di Riccardo Terriaca

Un Regolamentostarato

Veterinari

Un Regolamentostarato

Veterinari

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sabile della peste americana – non equivale alla presenza dellamalattia: ragion per cui, pur confermando l’obbligo di denuncia(?!?!? – se scientificamente la presenza della sola spora non è suf-ficiente a diagnosticare la malattia non ci dovrebbero esserenemmeno i presupposti per la denuncia), le misure di distruzionedi cui all’art. 155 del RPV vanno applicate solo nei confronti dellefamiglie di api che manifestano clinicamente la malattia. E’ di tutta evidenza che il RPV dovrebbe essere “attualizzato” in con-siderazione dell’evoluzione che c’è stata in materia di patologiaapistica dal 1954 ad oggi.Innanzitutto una riflessione andrebbe fatta sulla Varroasi. E’ dav-vero anacronistico lasciare l’obbligo di denuncia per la Varroasi edavvero non è sufficiente il contenuto dell’OM del 1995 che silimita ad autorizzare la terapia come alternativa alla distruzione. Suquesto punto appare superfluo soffermarsi ulteriormente. La que-stione è talmente chiara che…Analoga riflessione andrebbe fatta anche per la peste americana eper la nosemiasi (per quest’ultima, soprattutto e limitatamente adalcuni ambienti che sono più predisposti alla sua diffusione); se èvero, come è vero, che “oggettive, qualificate ed indipendenti” evi-denze scientifiche hanno esplicitamente dimostrato che il solo rilievoanalitico delle spore del bacillo – per la peste – e del protozoo –per il Nosema apis – non giustificano l’applicazione delle misure di

cui agli artt. 155 e seguenti del RPV, se non sono accompagnati daevidenti manifestazioni cliniche delle relative patologie, forsesarebbe più coerente eliminare anche l’obbligo di denuncia per lasola presenza analitica degli agenti infettivi. A noi appare scontato.Nel rapporto tra apicoltori e veterinari, un altro argomento che, allostato attuale, provoca spesso incertezze ed equivoci è la registra-zione delle aziende apistiche presso i Servizi Veterinari. Ora, al di là di alcune norme regionali che regolano la materialocalmente, in campo nazionale, in attesa del Manuale Operativodi cui all’art. 5 del Decreto del Ministero della Salute del 4 dicem-bre 2009 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 93 del22/04/2010) che deve stabilire le procedure operative di attua-zione dell’anagrafe apistica nazionale (che doveva essere emanatoentro novanta giorni dalla pubblicazione del Decreto e invece sem-bra addirittura scomparso) le aziende apistiche non trovanoallocazione normativa di riferimento per giustificare la loro registra-zione.La normativa di riferimento, infatti, cioè il Decreto del Presidentedella Repubblica 30 aprile 1996, n. 317 – Regolamento recantenorme per l’attuazione della direttiva 92/102/CEE relativa all’iden-tificazione e alla registrazione degli animali (pubblicato nellaGazzetta Ufficiale n. 138 del 14/06/1996) nel prevedere, all’Art. 2l’elenco delle aziende che detengono animali, conservato presso ilServizio veterinario della Unità sanitaria locale competente, all’Art.1, punto 5, lettera a) definisce, ai sensi della normativa de qua,come ”animale” solo “quelli appartenenti alle specie bovina, bufa-lina, ovina, caprina e suina” non ricomprendendo, dunque, le api o,meglio ancora, gli alveari. Dunque ad oggi gli apicoltori si devonoaffidare “al buon cuore” di qualche veterinario particolarmenteattento alle reali esigenze del mondo produttivo che è chiamato acontrollare che, in “deroga” alle normative vigenti, pur non essendoobbligato, rilascia lo stesso il codice alfanumerico anche all’aziendaapistica che ne fa istanza. L’assenza di tale codice, infatti, penalizza fortemente l’azienda api-stica che non potrebbe richiedere i “certificati di provenienza edestinazione degli alveari” (il famoso modello IV di cui al Decretodel Ministero della Salute del 16 maggio 2007 – Modifica dell’al-legato IV del decreto del Presidente della repubblica del 30 aprile1996, n. 317 “Regolamento recante norme per l’attuazione delladirettiva 92/102/CEE, relativa all’identificazione e alla registrazionedegli animali”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 148 del28/06/2007), sempre più richiesti nella compravendita degli sciami(soprattutto quando la compravendita è agevolata da finanzia-menti) o nel trasferimento degli alveari per nomadismo (il modelloIV può attestare, tra l’altro, che gli alveari provengono da zone nonsoggette a misure restrittive di Polizia veterinaria). Ma non sarebbe il caso, a questo punto, di emanare il benedetto etanto invocato Manuale Operativo dell’Anagrafe Apistica Nazionalein modo da eliminare un ulteriore ostacolo alla costruzione di uncostruttivo invece che tormentato rapporto tra Apicoltori e Veteri-nari?

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Magari la FNOVI (Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani),ultimamente particolarmente attenta al mondo delle api, nonpotrebbe aiutarci in questa impresa?Insomma come è palese non è sempre e solo colpa dei pregiudizidegli Apicoltori se il rapporto con il mondo dei Veterinari soffre araggiungere una normalità come avviene per altre filiere zootecni-che. D’altra parte, in materia di apicoltura, non sono da menonemmeno le Istituzioni, come i Ministeri dell’Agricoltura e dellaSanità. E’ recente, infatti, la notizia, che il Ministero della Salute, haavviato un programma di monitoraggio della situazione sanitariadegli alveari italiani, anche con risorse di origine comunitaria, dellacui attuazione ha, sino ad ora, tenuto praticamente all’oscuro leOrganizzazioni apistiche nazionali e territoriali. Un duplicato, dun-que, del BeeNet, già operativo.Sembrerebbe che la mano destra (Ministero Agricoltura) sa, manon gli importa di cosa fa la mano sinistra; mentre la mano sini-stra (Ministero Salute) sa, ma non gli importa di cosa fa la manodestra. Risultato: in Italia al momento ci sono due grandi e ambi-ziosi progetti di monitoraggio della situazione sanitaria degli apiari.Entrambi con dotazioni finanziarie non irrilevanti – tutt’altro – chesostanzialmente, almeno all’apparenza, seppure con soggettidiversi, fanno le stesse cose.Stesse indagini, nelle stesse zone, probabilmente, però, con dati

che ne scaturiranno molto diversi tra loro, per motivi che esulanodalla trattazione di questo articolo e che meriterebbero, però, diessere opportunamente approfonditi in altri e appositi ambiti.Allora la domanda che viene spontanea è: ma la tanto pubbliciz-zata “spending review” non doveva, oltre che tagliare, ancheottimizzare l’utilizzo di risorse pubbliche? Ma l’attuale Ministro del-l’Agricoltura e l’attuale Ministro della Salute non fanno parte del“governo dei tecnici” che doveva evitare sprechi? Ai posteri l’ar-dua sentenza.Mi rendo conto che nello spazio di un articolo non si può racchiu-dere l’intera materia che caratterizza le storiche e irrisolte difficoltànel rapporto tra Apicoltori e Veterinari, soprattutto considerandotutte le articolazioni e conseguenze indirette che determina quoti-dianamente. E’ sperabile, tuttavia, che almeno questo primo epiccolo contributo possa avviare un processo di chiarimento sullostato attuale di alcune delle questioni più dirimenti della politicasanitaria in apicoltura. E’ soprattutto sperabile che l’avvio di undibattito possa servire come spunto di riflessione per rinforzare ilpercorso di dialogo che questi due mondi, una volta tanto lontani,da un po’ di tempo hanno avviato – direi grazie ai continui sforzipromossi dalla nostra Organizzazione nazionale - in un’ottica diun’apicoltura futura sempre più scevra da ombre e piena dellasolarità e della salubrità dei prodotti che rappresenta.

Art.1Le malattie degli animali per le quali si applicano ledisposizioni del presente regolamento sono quelle acarattere infettivo e diffusivo. Si considerano tali leseguenti:omissis- punto 29) malattie delle api: peste europea, pesteamericana, nosemiasi, acariasi- punto 45) varroasi

omissis

Art. 2Qualunque caso, anche sospetto, di malattia infettiva ediffusiva degli animali di cui all’art. 1, ad eccezione diquelle contemplate ai numeri 25 e 26, deve essereimmediatamente denunciato al Sindaco che ne dà subitoconoscenza al veterinario comunale.Sono tenuti alla denuncia:omissisi proprietari e i detentori di animali anche in temporaneaconsegna ed a qualsiasi titolo

omissis

Art. 3La denuncia delle malattie infettive e diffusive puòessere fatta per iscritto o verbalmente. La denuncia periscritto, quando non è consegnata a mano, deve esserefatta pervenire all’ufficio comunale in modo da provarne

l’avvenuto recapito. Su richiesta del denunciante l’ufficioè tenuto a lasciare ricevuta della denuncia.In tale denuncia devono essere indicati:a) la natura della malattia accertata o sospetta;b) il cognome e nome del proprietario degli animalimorti, ammalati o sospetti, l’ubicazione precisa delricovero o del pascolo in cui questi si trovano, il numeroe l’eventuale recente provenienza, il numero deirimanenti animali sospetti o sani, il giorno in cuicominciò la malattia o avvenne la morte;c) le eventuali osservazioni del veterinario e leprecauzioni adottate d’urgenza per prevenire ladiffusione della malattia.I Comuni sono tenuti a fornire gratuitamente ai veterinariesercenti o a chiunque ne faccia richiesta appositi modulistampati per la denuncia al Sindaco.Le denunce verbali devono essere trascritte dall’ufficiocomunale sui moduli sopra indicati.

Art. 4Ai proprietari o detentori di animali è fatto obbligo, ascopo cautelativo e non appena rilevati i sintomi sospettidi una delle malattie indicate nell'art. 1, di: a) isolare gli animali ammalati; b) accantonare, opportunamente custoditi, gli animalimorti; c) non spostare dall'azienda animali in genere, ogniprodotto animale od altro materiale che può costituire

SDPR 8 FEBBRAIO 1954, N. 320 – REGOLAMENTO DI POLIZIA VETERINARIAGAZZETTA UFFICIALE N. 142 DEL 24 GIUGNO 1954

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veicolo di contagio, in attesa delle disposizioni delveterinario comunale.

Art. 154Nei casi di malattie delle api (peste europea, pesteamericana, nosemiasi ed acariasi) il Sindaco, ricevuta ladenuncia, dispone i seguenti provvedimenti:a) divieto di lasciare a portata delle api il miele, i favi equalsiasi materiale possibile veicolo di contagio;b) divieto di rimuovere, vendere o comunque alienare odi occultare le api, le arnie, gli attrezzi ed il materiale ingenere degli apiari infetti o sospetti;c) divieto di asportare il miele e la cera se non sottopostiad appropriata sterilizzazione;d) chiusura delle arnie vuote;e) divieto di rinnovare o di immettere nuove famiglienell'apiario infetto prima che i relativi impianti siano statidisinfettati.Sono da considerare sospetti tutti gli apiari situati nelraggio di volo delle api, calcolato in almeno 3 chilometridall'apiario infetto.

Art. 155A complemento dei provvedimenti indicati nelprecedente articolo, nei casi di peste europea o americanapuò essere ordinata la distruzione delle famiglie dellearnie infette.

Le api così uccise nonché i favi ed i bugni villici chehanno contenuto covate o resti di larve devono esserebruciati, i favi privi di covata fusi, le arnie e gli attrezzidisinfettati. Il terreno circostante deve essere vangato odisinfettato.Se la malattia è allo stadio iniziale possono essereconsentiti opportuni trattamenti curativi. L'apiariotrattato deve essere tenuto in osservazione e sottopostoad esami di controllo sino a risanamento accertato.

Art. 156Le norme stabilite per le pesti apiarie valgono, in quantoapplicabili, per la nosemiasi e per l'acariasi. Gli apiariinfetti o sospetti possono essere sottoposti ad opportunitrattamenti curativi.

Art. 157In casi particolari il prefetto può autorizzare iltrasferimento degli alveari dalle località infette o sospetteprevio accertamento sanitario.

Art. 158Dei provvedimenti sanitari adottati e della loro revocadeve essere data comunicazione all'Ispettoratoprovinciale dell'agricoltura e, dove esiste, al Consorzioapistico provinciale.

Art.1

Nei casi di varroasi, il Sindaco ricevuta la denunciadispone:a) il divieto di rimuovere o vendere alveari o api vivee di introdurre nell'apiario infestato nuove famiglie,prima che i relativi impianti siano stati disinfestati;b) l'esecuzione di opportuni trattamenti disinfestantinell'apiario parassitato ove non si ritenga piu'conveniente ordinare la distruzione dello stesso o di partedegli alveari nei casi di incontrollabile infestazione.

Art. 2Il Sindaco dispone, altresì, l'esecuzione degli interventi

diagnostici per l'accertamento del livello dellaparassitosi negli apiari situati in un raggio di almeno5 chilometri dal focolaio individuato. Gli interventidiagnostici e disinfestanti possono all'occorrenzacoincidere.

Art. 3I provvedimenti sanitari disposti dal Sindaco sonorevocati dopo accertamento ufficiale dei risultati degliinterventi effettuati da valutarsi mediante controlli clinicie parassitologici ovvero dopo l'avvenuta distruzionedell'apiario o di parte degli alveari.

omissis

MINISTERO DELLA SANITÀ – ORDINANZA 17 FEBBRAIO 1995PUBBLICATA NELLA GAZZETTA UFFICIALE N.79 DEL 04 APRILE 1995

omissis

Premesso quanto sopra questa Direzione ritiene che le misure previste dal RPV (ndr Regolamento di PoliziaVeterinaria) per la nosemiasi siano da applicarsi solo nei casi di Nosema apis clinicamente manifesta e non nei casidi Nosema ceranae.

omissis

MINISTERO DELLA SANITÀ – DIREZIONE GENERALE SANITÀ ANIMALE EFARMACI VETERINARI - NOTA 0017114 – P – 01/10/2011REGOLAMENTO DI POLIZIA VETERINARIA – MISURE PER NOSEMIASI

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Ciò premesso si fa presente che nei casi di pesteamericana le misure di distruzione previste all’art. 155del regolamento, si applicano solo nei confronti dellefamiglie con malattia clinicamente conclamate e che talimisure devono essere condotte con la massima rapiditàanche sulla base del solo riscontro clinico. Trascorsi 14giorni dalla distruzione delle famiglie di api ammalateun ulteriore controllo dovrà essere effettuato sulle arnierimanenti e in caso di esito clinicamente favorevole ilfocolaio dovrà essere ritenuto a tutti gli effetti chiuso.

Infine, in relazione alla possibilità di ricorrere aitrattamenti, ancorché tale misura sia prevista dallo stessoart. 155 del Regolamento di Polizia Veterinaria, siribadisce che non sono disponibili allo stato attualechemioterapici autorizzati per tale malattia. Inoltre leevidenze scientifiche indicano che l’uso degli antibioticidetermina la comparsa di forme subcliniche che siriacutizzano appena terminata la terapia e che risultafrequente il progressivo instaurarsi di fenomeni difarmaco resistenza.

omissis

MINISTERO DELLA SANITÀ – DIREZIONE GENERALE SANITÀ ANIMALE EFARMACI VETERINARI - NOTA 0007575 – P – 18/04/2012REGOLAMENTO DI POLIZIA VETERINARIA - ART.155 MISURE DI CONTROLLODELLE PESTE AMERICANA

Art. 5 - Manuale operativoLe procedure operative di attuazione del presente decreto sono definite con un apposito manuale operativo,comprensivo della necessaria modulistica, da emanarsi entro novanta giorni dalla pubblicazione del presente decreto,secondo quanto disposto dalle procedure previste dall'Art. 9, con decreto del Ministro del lavoro, della salute e dellepolitiche sociali, di concerto con il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali e d'intesa con la Conferenzapermanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano.

omissis

DECRETO 4 DICEMBRE 2009 - MINISTERO DELLA SALUTE DISPOSIZIONI PER L'ANAGRAFE APISTICA NAZIONALE

Art.15. Ai fini del presente regolamento valgono leseguenti definizioni:a) animale: qualsiasi animale di cui alla legge 30 aprile1976, n. 397, e successive modifiche, e al regolamentoemanato con decreto del Presidente della Repubblica30 dicembre 1992, n. 556, e successive modifiche,che sono attualmente quelli appartenenti alle speciebovina, bufalina, ovina, caprina e suina;

… omissis …

Art. 2Elenco delle aziende1. Il servizio veterinario della unita' sanitaria localecompetente per territorio tiene un elenco,costantemente aggiornato, delle aziende che detengonoanimali, nel quale devono essere riportate almeno leseguenti indicazioni:

… omissis …

DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 30 APRILE 1996, N. 317REGOLAMENTO RECANTE NORME PER L'ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA92/102/CEE RELATIVA ALL'IDENTIFICAZIONE E ALLA REGISTRAZIONE DEGLIANIMALI

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L e norme che regolano la salutedelle api sono contenute nelRegolamento di Polizia Veterinaria

(DPR 320/54, Capo XXIX, Malattie delleapi, artt. 154-158), successivamentemodificato ed integrato dalle ordinanzeministeriali sulla profilassi della varroasi(1983 e 1995) e di Aethina tumida eTropilaelaps spp. (2004). In questo articolo vengono presi inconsiderazione e commentati i recentiaggiornamenti del Ministero dellaSalute, Direzione Generale SanitàAnimale e Farmaco Veterinario(DGSAF), in merito ad alcune malattiedelle api: nosemiasi, peste americana evarroasi.

NosemiasiNota DGSA 0017114-P-1/10/2011 Regolamento di Polizia veterinaria -Misure per nosemiasi

Il Regolamento di Polizia Veterinaria (RPV,approvato con DPR 320/54) prevede,all’art. 156, la possibilità di estendere lemisure previste per le pesti anche ad altremalattie delle api, nosemiasi (Nosemaspp., Microisporidia) compresa, senzaentrare nel merito delle caratteristicheeziopatogenetiche ed epidemiologichedelle stesse, che sono come noto moltodiverse fra loro.L’applicazione di quanto previsto dal RPVporta al sequestro degli alveari nel raggio

Cosa è cambiato ecosa dovrebbecambiare: lo abbiamochiesto al Centro diReferenza Nazionaleper l’Apicoltura delMinistero della Salute,che fa capo all’IstitutoZooprofilattico delleVenezie. Ecco ilquadro aggiornato, leevoluzioni in corso e ipossibili e ancoranecessaricambiamenti.

di Franco Mutinelli*

Le nuove regoleper l'apicoltura

Sanità

Le nuove regoleper l'apicoltura

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di 3 km e detta misura può essere rimossasolo dopo aver dimostrato il risanamentodegli apiari.Quanto sopra si scontra con il fatto che adoggi non esistono nell’UE farmaci autoriz-zati per il trattamento della nosemiasi,salvo alcune eccezioni legate all’autoriz-zazione temporanea all’utilizzo di unantibiotico, la fumagillina (Fudimil B).Questo antibiotico era registrato come far-maco veterinario fino alla fine del 1999anche in Italia. Ne consegue che gli api-coltori hanno a disposizione solo la tecnicaapistica e le buone pratiche di allevamentoper contrastare e gestire la presenza diqueste due specie di funghi.Si sottolinea inoltre che il riscontro di sporedi Nosema nell’intestino medio delle api èun evento frequente e di regola non asso-ciato a sintomatologia specifica nel corsodi tutto l’anno nel caso di Nosema cer-anae; nel caso di Nosema apis il riscontrodi spore è storicamente legato al periodoinvernale e nel caso di gravi infezioni simanifesta clinicamente con diarrea.In mancanza di farmaci autorizzati la tec-nica apistica prevede la somministrazionedi mangimi complementari che possonoessere di aiuto nel ridurre la carica intesti-nale di spore migliorando lo stato sanitariodelle api e dell’intera colonia.

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Sulla base di quanto detto sopra è evi-dente come sia impossibile dimostrare ilrisanamento degli alveari a fronte di unadiffusione delle spore di Nosema ceranaesu tutto il territorio nazionale (prevalenzadel 50% nei campioni trimestrali esam-inati nel corso del progetto Apenet nel2009 e 2010) e in assenza peraltro disintomatologia specifica e di farmaciautorizzati per un’eventuale terapia. Si sottolinea inoltre che la stessa terapiaantibiotica non è in grado di assicurarela guarigione della colonia infetta.L’applicazione del RPV nel caso diriscontro di spore di Nosema creerebbela stessa situazione già vista nel casodella varroasi: focolai di malattia apertie che rimangono tali, in quanto l’acaroparassita non è eliminabile dall’alveareanche dopo adeguati trattamenti. Nel caso del riscontro di spore di Nosemail RPV non trova applicazione in quantonon sono presenti sintomi clinici dimalattia e in quanto tale non si può par-lare di presenza di malattia.La DGSA ritiene quindi che le misurepreviste dal RPV per la nosemiasi sianoda applicarsi solo nei casi di infezioneNosema apis clinicamente manifesta enon nei casi di Nosema ceranae.

Peste americanaNota DGSAF 0007575-P-18/4/2012 Regolamento di poliziaveterinaria-Art. 155 Misure di controllo della peste americana

La DGSAF ritiene opportuno fornirechiarimenti in merito alle modalità diapplicazione dell’articolo 155 a seguito didenuncia di peste americana consideratele continue acquisizioni che si sono succe-dute nel tempo, sia in campo scientificoche epidemiologico relativamente aquesta malattia.Penibacillus larvae è responsabile dellapeste americana, malattia della covata,trasmessa da spore.Le spore pur essendo usualmente presentinegli alveari, nel materiale apistico e nelmiele non costituiscono prova di sviluppodella malattia. Infatti, il Centro di referenzaper l’apicoltura dell’IZS di Padova segnalache “la loro presenza non è sinonimo dimalattia”.Ciò premesso si fa presente che le misuredi distruzione previste all’articolo 155, siapplicano solo nei confronti delle famigliecon malattia clinicamente conclamata eche tali misure devono essere condotte conla massima rapidità anche sulla base delsolo riscontro clinico.Successivamente alle misure di eradi-cazione un ulteriore controllo deve essereeffettuato nell’apiario trascorsi 14 giornidall’avvenuta distruzione. In caso di esito clinicamente favorevole alpredetto controllo il focolaio deve essereconsiderato a tutti gli effetti chiuso.In relazione alla possibilità di ricorrere aitrattamenti, sempre previsti dall’articolo155 del RPV si sottolinea che oltre a nonessere disponibili chemioterapici autoriz-zati per tale malattia delle api, le evidenzescientifiche indicano che l’uso degli antibi-otici sia responsabile dell’apparentescomparsa della malattia clinica, inficiandole misure di eradicazione, e favorendo ladiffusione dell’infezione e la comparsa difenomeni di farmacoresistenza.Si sottolinea la necessità di una diagnosiprecoce seguita da un rapido intervento

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che consenta la distruzione delle coloniemalate, limitando così i danni all’apiarioe la possibile estensione dell’infezione adaltri apiari, oltre ad una verifica successivaal primo intervento che permetta lachiusura del focolaio ed il ritorno alla nor-malità.

VarroasiO.M. 21 aprile 1983 e O.M. 17 febbraio 1995 concernenti “Norme per la profilassi della varroasi”

L’Ordinanza del Ministero della Sanità 17febbraio 1995 “Norme per la profilassidella varroasi” (G.U. 4.4.1995 n. 79),abroga le norme disposte dall’art. 3 dellaprecedente ordinanza 21 aprile 1983(G.U. 4.5.1983 n. 120).La varroasi, malattia parassitaria causatada un acaro, Varroa destructor, è statadiagnosticata per la prima volta in Italianel 1981 in provincia di Gorizia, ma eragià diffusa a tutto il territorio nazionale findal 1983. E’ una malattia parassitaria pre-sente in tutto il mondo, dove le condizioniclimatiche consentono la pratica dell’api-coltura, ad eccezione dell’Australia. Adoggi è possibile mantenere sotto controllol’infestazione con non poche difficoltà esvolgere l’attività apistica. Non è invece inalcun modo possibile la sua eradicazione.Si tratta quindi di una malattia endemicache pone una situazione di difficile con-vivenza fra ospite e parassita. L’ordinanza vigente prevede all’art. 1,comma 1, che nei casi di varroasi, il Sin-daco ricevuta la denuncia dispone: a) il divieto di rimuovere o vendere alveario api vive e di introdurre nell’apiario infes-tato nuove famiglie, prima che i relativiimpianti siano stati disinfestati; b) l’esecuzione di opportuni trattamentidisinfestanti nell’apiario parassitato, ovenon si ritenga più conveniente ordinare ladistruzione dello stesso o di parte deglialveari nei casi di incontrollabile infes-tazione.All’art. 2, sono altresì previsti accertamentidiagnostici diretti a stabilire il livello della

parassitosi (leggi livello di infestazione)negli alveari situati in un raggio di almeno5 km dal focolaio individuato.All’ art. 3, si dispone poi la revoca deiprovvedimenti sanitari di cui sopra dopoaccertamento ufficiale dei risultati degliinterventi effettuati da valutarsi mediantecontrolli clinici e parassitologici ovverodopo la distruzione dell’apiario o di partedegli alveari.Alla luce di quanto detto in merito aquesta malattia parassitaria delle api, alsuo carattere endemico, all’impossibilità dieradicazione, la normativa risulta chiara-mente di difficile, se non impossibileapplicazione, così come concepita dal leg-islatore nel 1995 e, a maggior ragione, nel2012. Le conoscenze tecniche e scientifiche oggidisponibili in materia impongono tratta-menti terapeutici stagionali, o lacombinazione di interventi tecnici e ter-apeutici, in funzione dello sviluppo dellefamiglie di api e dell’infestazione che èsempre presente, anche se con livellidiversi di gravità. Ciò significa che i tratta-menti previsti dall’ordinanza sono in realtàuno strumento imprescindibile per ilprosieguo dell’attività apistica e che nonpossono più essere considerati come stru-mento per la revoca dei provvedimentisanitari (art. 3). Infatti, la revoca di detti provvedimentideve avvenire dopo accertamento ufficialedei risultati degli interventi effettuati davalutarsi mediante controlli clinici e paras-sitologici ovvero dopo la distruzionedell’apiario o di parte degli alveari. Pre-

messo che si tratta di una parassitosiendemica, non eradicabile, risulta difficileindividuare quale controllo clinico e paras-sitologico post-trattamento possa essere diaiuto nel controllo della varroasi, ai finidella revoca dei provvedimenti dispostidall’ordinanza (divieto di rimuovere ovendere alveari o api vive e di introdurrenell’apiario infestato nuove famiglie, primache i relativi impianti siano stati disinfes-tati). I trattamenti per il controllo dellavarroasi si sono integrati, a tutti gli effetti,con gli interventi della tecnica apistica diroutinaria applicazione da parte degli api-coltori. Infatti, senza questi interventi, lefamiglie di api non sono in grado disopravvivere più di una stagione. Inoltre,la distruzione dell’apiario o di parte deglialveari considerata dall’ordinanza è ormaidecisamente anacronistica come stru-mento di lotta/controllo della varroasi,come anacronistico è il concetto di focolaioper una malattia endemica a livello inter-nazionale.E’ necessario quindi riconoscere alla var-roasi il carattere di malattia endemica,presente su tutto il territorio nazionale,dell’Unione Europea e non solo, e noneradicabile; riconsiderarla come malattiasoggetta a denuncia ai sensi del Regola-mento di Polizia Veterinaria (DPR 320/54e s.m.i.) ai fini dei provvedimenti daadottare; introdurre l’obbligatorietà deitrattamenti di terapeutici secondo speci-fiche modalità e programmi di controllointegrato.Recentemente, nell’ottica di una revisionedelle norme relative al controllo delle

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malattie delle api, il Ministero della Saluteha posto al CRN per l’apicoltura un que-sito in merito all’opportunità di abrogarele OO.MM. aventi per oggetto “Norme perla profilassi della varroasi” e la successivaintegrazione con linee guida tecniche final-izzate al controllo della malattia emanatedal Ministero della Salute.

Nota DGSAF 0009635-P-21/05/2012 Abrogazione delle O.M. 21 aprile1983 e O.M. 17 febbraio 1995 concernenti “Norme per la profilassidella varroatosi”

Il CRN per l’apicoltura ha risposto comesegue: “Considerato che a tutt’oggi la presenzadell’acaro Varroa destructor è statariconosciuta non solo negli alveari del ter-ritorio nazionale, ma anche di quellodell’Europa e in tutto il mondo, dove lecondizioni climatiche consentono l’alleva-mento delle api, con la sola eccezionedell’Australia;- considerato quindi il carattere endemicodi questo parassita delle api e l’attualeimpossibilità di una sua eradicazione,- considerato che le misure restrittive pre-viste dalle OO.MM. citate in oggetto sisono rilevate nel tempo non idonee al con-trollo dell’infestazione e a contrastarne ladiffusione,- considerato che anche negli altri statieuropei e non solo, gli apicoltori incontranoanaloghe difficoltà nel controllo dell’acaroVarroa destructor,considerato che la varroasi non è malattiasoggetta a denuncia nell’Unione Europea,si esprime parere favorevole in merito allaloro abrogazione, escludendo pertanto lavarroasi dall’elenco delle malattie soggettea denuncia di cui all’articolo 1 del RPV.Si precisa altresì che gli Apicoltori e le loroAssociazioni provvedono già da tempo allaesecuzione degli interventi di controllo del-l’infestazione poiché senza detti interventile colonie di api sono destinate inevitabil-mente a spopolamento ed eventualmentea morte, con scarse possibilità di superare

il periodo invernale e di essere produttivealla ripresa dell’attività l’anno successivo.La disponibilità di linee guida per il con-trollo dell’infestazione da Varroadestructor, già esistenti in molte regioni ePPAA, potranno essere sicuramente diaiuto per gli apicoltori, tenendo contoanche delle differenti condizioni geogra-fiche e climatiche in cui sono chiamati adoperare, costituendo un importante puntodi riferimento per la corretta gestione diquesta parassitosi. Va tuttavia sottolineato che anche unaprecisa e corretta applicazione di dettelinee guida non sempre garantisce il con-trollo dell’infestazione, in virtù dellepeculiari caratteristiche del parassita edella specie animale ospite.

A completamento della trattazione consid-eriamo anche le rimanenti malattiedell’alveare soggette a denuncia.

Peste europea Melissococcus plutonius è responsabiledella peste europea, malattia della covatadelle api, considerata malattia condizion-ata, che la famiglia è in grado di superarespontaneamente, una volta ripristinati gliequilibri nell’alveare. Sono coinvolti nel-l’infezione anche altri batteri. Il periodo diincubazione della peste europea è 4 giorni.Non sono disponibili nell’Unione Europeafarmaci veterinari per il controllo dellapeste europea.Il suo riscontro è regolato dal RPV320/1954 artt. 154 e 155.

Acariosi tracheale (Acarapiswoodi)L’acariasi tracheale era diagnosticata finoagli anni ’80, ma le segnalazioni sono pro-gressivamente diminuite fino a scomparire,in corrispondenza anche della comparsadella Varroa e della esecuzione dei tratta-menti per il suo controllo, in particolare diquelli con sostanze evaporanti che possonoraggiungere l’acaro anche nella sua sedecaratteristica. Il suo eventuale riscontro è regolato dalRPV 320/1954 artt. 154 e 156.

Aethina tumidaAethina tumida è un coleottero (Nitiduli-dae), denominato anche “piccolo coleotterodell’alveare” (SHB=Small Hive Beetle). E’un infestante dell’alveare che viene utiliz-zato come fonte di nutrimento e per ilproprio ciclo riproduttivo.Parassita esotico negli Stati membri del-l’Unione Europea ed anche in Italia;originario del Sud Africa e presente dal1997 negli USA, e successivamente seg-nalato in Canada, Australia e Messico. Nel 2004, nel corso delle verifiche previstedalla normativa comunitaria vigente, larvedi A. tumida sono state riscontrate in unaimportazione di api regine dagli USA inPortogallo. Le drastiche ed immediate mis-ure adottate hanno consentito di prevenirela diffusione di questo coleottero.Non esistono in Italia farmaci veterinariper il controllo della infestazione da A.tumida. Un farmaco specifico è autorizzatoin Grecia, Spagna e Slovenia.

Tropilaelaps spp.Tropilaelaps spp. (Tropilaelapidae) è unacaro parassita di Apis cerana, in grado diinfestare anche Apis mellifera. Esotico negli Stati membri dell’UnioneEuropea ed anche in Italia.Per il controllo dell’infestazione valgono lemisure adottate nei confronti dell’acaroVarroa.Il loro eventuale riscontro è regolato dal-l’Ordinanza 20 aprile 2004 “Profilassi diAethina tumida e Tropilaelaps spp.”.

Mi auguro di aver fornito un utile aggior-namento agli addetti al settore,evidenziando anche l’impegno del Minis-tero della Salute nell’aggiornamento dellenorme vigenti in funzione delle accresciuteconoscenze in ambito apistico, ed auspicoche anche il nuovo approccio normativo alcontrollo della varroasi possa giungere allasua realizzazione in tempi brevi.

* L’Autore è Responsabile del Centro diReferenza Nazionale - CRN per

l’Apicoltura, IZS delle Venezie, Legnaro(PD), e-mail: [email protected]

API&SANITÀ

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A L I M E N T I E M E D I C A M E N T I

Mario PASQUALI

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La riforma “Fornero”,dal nome del notoministro del Lavoro,ha introdotto novità inmateria di lavoroavviando un processopiù efficace, almeno inalcuni casi, di tutelasociale. Uno di questicasi è quelloriguardante il lavorooccasionale, che simette agevolmente inregola mediante icosiddetti “voucher”.Ecco come funzionanoe a cosa servono.

di Tania Pagano

API&Lavoro

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La Riforma del mercato del lavoroentrata in vigore lo scorso 18 luglio(legge 28 giugno 2012, n. 92, meglio

nota come legge “Fornero”) mira a realiz-zare obiettivi ambiziosi: contribuire allacrescita del sistema economico, alla crea-zione di occupazione di qualità e, alcontempo, creare un modello di tutelasociale più ampio, efficace e coerente con lenuove esigenze del mercato del lavoro. È ampiamente noto, per la forte eco susci-tata dalla vicenda sugli organi di informa-zione, l’estenuante dibattito tra le parti so-ciali e all’interno degli schieramenti politiciche ha segnato l’iter di approvazione del di-segno di legge di riforma di origine gover-nativa. È infatti stata messa in dubbio damolti l’efficacia delle azioni proposte rispettoagli obiettivi dichiarati, anche alla luce dellapesante crisi economica in corso. Le numerose perplessità sollevate hannopersino portato, a neanche un mese dal-

l’entrata in vigore della riforma, all’approva-zione - in sede di conversione del cosid-detto “decreto sviluppo” (legge 7 agosto2012, n.134 che ha convertito il decretolegge n. 83/2012) - di alcune modifiche cheerano già state concordate dalle forze poli-tiche di maggioranza all’indomani dell’en-trata in vigore della riforma stessa. Il dibattito ha riguardato, tra le altre cose,anche una particolare forma contrattualeche riguarda da vicino il settore agricolo: illavoro occasionale accessorio, meglio notocome voucher (cfr. Apimondia Italia n. 1/2-2011). L’altalenante posizione assunta inproposito dal Governo e dal Parlamento nelcorso dell’iter di approvazione del relativo ar-ticolo di legge – si è passati da un inizialeampliamento dell’istituto nella versione ori-ginaria del disegno di legge, alla sua sostan-ziale eliminazione negli emendamenti dei re-latori al Senato – ha infatti determinato unaforte tensione tra i sindacati dei lavoratori e

Occasionale, ma in regola!

Lavoro

Occasionale, ma in regola!

Lavoro

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le organizzazioni di rappresentanza dei da-tori di lavoro agricolo. Ma vediamo quali sono le principali novitàapportate nella versione definitiva dellalegge di riforma:• le imprese agricole con volume di affarisuperiore a 7.000 euro annui non pos-sono più utilizzare prestazioni occasionaliaccessorie rese da “casalinghe”; possonoimpiegare soltanto pensionati o studenticon meno di 25 anni di età (compatibil-mente con gli impegni scolastici se rego-larmente iscritti a un ciclo di studi pressoun istituto scolastico di qualsiasi ordine egrado ovvero in qualunque periodo del-l'anno se regolarmente iscritti a un ciclo distudi presso l'università);

• le aziende agricole con volume d’affari an-nuo non superiore a 7.000 euro (sog-getti di cui all'art. 34, c.6, del d.P.R. n.633/1972), non possono più utilizzareprestazioni di lavoro accessorio rese dasoggetti che nell'anno precedente sonostati iscritti negli elenchi anagrafici INPSdei lavoratori agricoli (prima invece pote-vano impiegare con i voucher qualsiasi ti-pologia di soggetto, compresi i bracciantiagricoli iscritti all’INPS);

• i compensi del singolo prestatore di lavoroaccessorio non possono superare com-plessivamente i 5.000 euro annui (in pre-

cedenza ciascun lavoratore poteva perce-pire in voucher fino a 5.000 euro peranno solare da ciascuna azienda);

• il valore del voucher (10 euro) è orario, os-sia corrisponde al compenso minimo do-vuto per un’ora di lavoro (in precedenza,invece, il compenso poteva essere libera-mente pattuito dalle parti ed il vouchernon aveva valore orario).

Per quanto riguarda infine i voucher già incircolazione (venduti o prenotati e pagati)alla data del 18 luglio 2012 (entrata in vi-gore della riforma Fornero), un’appositanorma transitoria ha stabilito che essi po-tranno essere utilizzati fino al 31 maggio2013 secondo la previgente disciplina ecioè, secondo i chiarimenti del Ministero delLavoro (circolare n. 18/2012), con le regolein vigore prima della riforma.Per il resto la disciplina dei voucher è rima-sta invariata: o il voucher può essere utilizzato dalle im-prese agricole (comprese dunque quelleapistiche) con volume di affari superiore a7.000 euro annui per avvalersi delle pre-stazioni di pensionati e studenti da impie-gare in attività agricole di carattere “sta-gionale” (ad es. la smielatura e il confezio-namento);

o i 10 euro sono comprensivi della retribu-zione, della contribuzione previdenziale

(13% alla cd. Gestione separata INPS) eantinfortunistica (7% all’apposita ge-stione assicurativa INAIL) e di un rim-borso spese (5%) per l’INPS (l’Ente cheemette il buono). Il valore netto del vou-cher, e cioè il corrispettivo che arriva nelletasche del prestatore di lavoro, è quindipari a 7,5 euro; non bisogna registrali sullibro unico del lavoro, non è prevista la bu-sta paga;

o il pagamento ricevuto in voucher è esenteda imposizione fiscale, non incide sull’e-ventuale stato di disoccupazione o inoccu-pazione del prestatore di lavoro, non dàdiritto a prestazioni temporanee (disoccu-pazione, maternità, etc.);

o i voucher sono sia cartacei (da acquistarepresso tutte le sedi provinciali INPS, non-ché presso banche e tabaccherie conven-zionate) che virtuali (si acquistano on lineattraverso una procedura telematica);

o il controvalore dei buoni che vengonoconsegnati al lavoratore per la presta-zione effettuata, può essere incassatopresso tutti gli uffici postali dell’intero ter-ritorio nazionale (anche tramite accreditosu un’apposita carta magnetica).

Come è facile capire, le modifiche apportatedalla riforma Fornero mirano a restringerel’ambito di applicazione dei voucher, nellaconvinzione che essa debba riguardare sol-tanto prestazioni realmente occasionali reseda lavoratori non professionali (e cioè da ca-tegorie di soggetti “marginali” all’interno delmercato del lavoro) e non debba essere inconcorrenza con la tradizionale assunzione atempo determinato. In tal senso va letta an-che la modifica riguardo al valore orario deivoucher che ha lo scopo di evitare che l’im-piego dei buoni lavoro sia preferito al tradi-zionale rapporto di lavoro subordinato invirtù di una convenienza economica.Le risposte circa l’efficacia dell’azione antie-lusiva portata avanti dal Governo e dal Par-lamento verrà - è proprio il caso di dirlo - dalcampo e cioè dall’impiego che gli agricoltorie gli stessi apicoltori continueranno a fare daqui in avanti dei voucher.

Per le concrete modalità di acquisto e di uti-lizzo dei voucher www.inps.it

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L.R. 19 novembre 2012, n. 33DISPOSIZIONI REGIONALI IN MATERIA DI APICOLTURA

Pubblicata nel B.U. Marche 29 novembre 2012, n. 114

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Art. 1 Finalità1. Con la presente legge la Regione riconosce l'apicoltura quale

attività fondamentale per la salvaguardia della biodiversità eper lo sviluppo delle produzioni agricole, tutela l'ape italiana ele popolazioni autoctone del territorio regionale e promuovel'attività apistica ai sensi della legge 24 dicembre 2004, n.313 (Disciplina dell'apicoltura).

2. Per le finalità di cui al comma 1 la Regione promuove l'inser-imento di specie di interesse apistico nei provvedimentiregionali che prevedono interventi di messa a dimora delleessenze arboree.

Art. 2 Valorizzazione del miele e prodotti

dell'alveare1. Per le finalità di cui alla presente legge e nell'ambito delle fun-

zioni di cui all'articolo 2 della legge regionale 14 gennaio1997, n. 9 (Istituzione dell'Agenzia per i servizi nel settoreagroalimentare delle Marche "ASSAM". Soppressione dell'Entedi Sviluppo Agricolo delle Marche "ESAM". Istituzione dellaconsulta economica e della programmazione nel settoreagroalimentare "CEPA"), l'Agenzia per i servizi nel settoreagroalimentare delle Marche (ASSAM) svolge le seguenti attiv-ità:

a) consulenza e assistenza tecnica;b) analisi chimiche, fisiche, sensoriali e melissopalinologiche del

miele e dei prodotti dell'alveare sul territorio regionale;

c) diffusione di conoscenze scientifiche e indagini sulla qualità delmiele e dei prodotti dell'alveare;

d) realizzazione di pubblicazioni scientifiche di settore;e) aggiornamento tecnico degli apicoltori;f) promozione del miele marchigiano e dei prodotti dell'alveare.

Art. 3 Organismi associativi tra apicoltori1. La Giunta regionale individua gli organismi associativi mag-

giormente rappresentativi degli apicoltori regolarmente iscrittiall'anagrafe apistica di cui all'articolo 5, operanti nel territorioregionale e con sede nella regione.

2. Gli organismi di cui al comma 1 possono svolgere, anche incollaborazione con gli enti pubblici, attività di informazione,formazione, divulgazione e assistenza tecnica nell'ambito deiprogrammi regionali, statali ed europei per il settore apistico,nonché ogni altra iniziativa volta alla valorizzazione e allatutela dell'apicoltura e dei suoi prodotti.

3. Gli organismi associativi di cui al comma 1 possono collaborarecon le competenti strutture regionali in materia di agricolturae veterinaria ai fini della corretta applicazione delle dispo-sizioni del settore.

Art. 4 Commissione apistica regionale1. È istituita la Commissione apistica regionale. 2. La Commissione è costituita con deliberazione della Giunta

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IL CONSIGLIO - ASSEMBLEA LEGISLATIVA REGIONALE ha approvato

IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE promulga,

la seguente legge regionale:

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25API&LEGISLAZIONE

5. I trasgressori all'obbligo di denuncia non beneficiano degliincentivi previsti per gli interventi nel settore.

Art. 6 Autoconsumo1. Rientra nell'autoconsumo la detenzione di un massimo di dieci

alveari per apicoltore. 2. All'atto della denuncia di cui all'articolo 5 l'apicoltore dichiara

se l'attività è condotta ai fini dell'autoconsumo o della com-mercializzazione dei prodotti dell'alveare.

Art. 7 Controllo sanitario degli apiari1. Entro centoventi giorni dall'entrata in vigore della presente

legge la Giunta regionale adotta con regolamento le normetecniche di profilassi, di lotta sanitaria e di prevenzione a tuteladell'apicoltura, anche per quanto riguarda gli apiari nomadi,nonché le norme sanitarie sulla produzione del miele e deglialtri prodotti dell'alveare.

2. Il servizio di vigilanza sullo stato sanitario degli apiari è affida-to alla struttura competente in materia veterinaria dell'ASUR,tenuto conto dell'evoluzione epidemiologica delle patologienel territorio regionale e nazionale. Per le attività di cui al pre-sente articolo l'ASUR si avvale della collaborazione dell'Istitutozooprofilattico sperimentale dell'Umbria e delle Marche.

3. Al fine di accertare la pericolosità in relazione al rischio di dif-fusione di patologie, gli apiari abbandonati o non denunciatisono soggetti a ispezione da parte del personale della strutturacompetente in materia di veterinaria dell'ASUR che puòavvalersi della collaborazione degli organismi associativi di cuiall'articolo 3.

4. Qualora sussista tale pericolosità, gli apiari sono distrutti dallegittimo proprietario se identificabile. Se il soggetto sopraindividuato non provvede, il Comune di competenza agisce invia sostitutiva, salvo possibilità di rivalsa sull'interessato. Learnie vuote e qualsiasi altro materiale apistico abbandonatosono soggetti a distruzione.

5. Per le operazioni di risanamento, per attività di carattere sani-tario e per interventi finalizzati al miglioramento delle pro-duzioni, il servizio competente in materia veterinaria dell'ASURpuò avvalersi della collaborazione degli organismi associatividi cui all'articolo 3.

Art. 8 Uso di fitofarmaci1. Durante il periodo di fioritura sono vietati i trattamenti con

prodotti fitosanitari ed erbicidi su vegetazione spontanea, sucolture erbacee, arboree e ornamentali.�I trattamenti fitosani-

regionale ed è composta da: a) il dirigente della struttura regionale competente in materia di

agricoltura o suo delegato, con funzioni di presidente;b) il dirigente della struttura regionale competente in materia di

veterinaria e sicurezza alimentare o suo delegato;c) un rappresentante designato congiuntamente dalle organiz-

zazioni agricole maggiormente rappresentative a livelloregionale;

d) un apicoltore designato da ogni organismo associativo di cuiall'articolo 3;

e) un medico veterinario dell'Istituto zooprofilattico sperimentaledell'Umbria e delle Marche di cui alla legge regionale 3 marzo1997, n. 20 (Norme per l'organizzazione e la gestionedell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delleMarche);

f) un medico veterinario dell'Azienda sanitaria unica regionale(ASUR);

g) un rappresentante dell'ASSAM;h) un esperto del settore, designato congiuntamente dalle

Università marchigiane.3. La Commissione esprime pareri e proposte su iniziative, inter-

venti e studi relativi alle finalità della presente legge. LaCommissione esprime altresì proposte in merito ai piani diprofilassi e agli interventi sanitari sugli alveari.

4. La Commissione dura in carica tre anni e la partecipazione allesedute è a titolo gratuito. La Giunta regionale delibera la cos-tituzione della Commissione sulla base dei due terzi delle des-ignazioni di cui alle lettere c), d), e), f), g) ed h) del comma 2.

Art. 5 Anagrafe apistica1. Ai fini della profilassi e del controllo sanitario è fatto obbligo a

chiunque detenga apiari e alveari di farne denuncia alla strut-tura competente in materia di veterinaria dell'ASUR ai sensidella vigente normativa statale, specificando la collocazione eil numero di alveari.

2. La struttura competente in materia di veterinaria dell'ASURprocede alla registrazione della denuncia secondo quanto sta-bilito dalla normativa statale. Ogni apiario denunciato è:

a) identificato individualmente con il Codice aziendale costituitodal Codice ISTAT del Comune, dalla sigla della Provincia e dalnumero progressivo;

b) registrato nella Banca dati regionale previa georeferenziazione.3. La denuncia di cui al comma 1 può essere presentata dagli

apicoltori anche tramite gli organismi associativi di cui all'arti-colo 3.

4. Presso ogni apiario è apposto un cartello identificativo le cuicaratteristiche sono definite dalla Giunta regionale entro cen-toventi giorni dall'entrata in vigore della presente legge.

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tari sono altresì vietati in presenza di fioritura delle vegetazionisottostanti le coltivazioni.�In tale caso il trattamento puòessere eseguito solo se è stata preventivamente effettuata latrinciatura o lo sfalcio di tali vegetazioni con asportazionetotale delle loro masse, o nel caso in cui i fiori di tali essenzerisultano completamente essiccati in modo da non attirare piùle api.

2. Ogni moria di api deve essere tempestivamente segnalata allastruttura competente in materia veterinaria dell'ASUR, al finedi espletare le indagini e gli accertamenti necessari a individ-uarne le cause.

3. La Giunta regionale, entro centottanta giorni dall'entrata invigore della presente legge, determina le modalità di denun-cia e di accertamento delle morie da apicidi. Con il medesimoatto la Giunta regionale può altresì prescrivere l'impiego,anche fuori dal periodo di fioritura, di tecniche dirette a pre-venire i danni causati dai trattamenti alle api e agli altri inset-ti pronubi.

Art. 9 Norme di sicurezza e distanza degli apiari1. Le distanze degli apiari sono disciplinate dall'articolo 896-bis

del codice civile. 2. Al fine di ottimizzare le risorse nettarifere gli apiari composti

da almeno cinquanta alveari sono posti ad una distanza min-ima di duecento metri l'uno dall'altro.

Art. 10 Disciplina del nomadismo1. Chiunque intende praticare il nomadismo con più di dieci

alveari nel territorio della regione deve farne richiesta medi-ante apposita comunicazione scritta, con preavviso non infe-riore a quindici giorni prima dello spostamento, alla compe-tente struttura veterinaria dell'ASUR.

2. La comunicazione di cui al comma 1 contiene i dati del pro-prietario e il codice identificativo, la destinazione e i motividella movimentazione.

3. La struttura regionale competente in materia di agricolturaverifica la richiesta relativa alla pratica del nomadismo,tenendo conto delle potenzialità nettarifere del territorio didestinazione e dei diritti acquisiti dagli apicoltori cheimpostano abitualmente l'attività produttiva con postazioninomadi o stanziali.

4. Decorsi quindici giorni dal ricevimento della richiesta senzache sia intervenuto un diniego espresso, lo spostamento puòessere effettuato.

5. Entro centoventi giorni dall'entrata in vigore della presente

legge la Giunta regionale stabilisce le modalità per la presen-tazione della comunicazione di cui al comma 1 e gli adempi-menti conseguenti.

Art. 11 Sanzioni1. L'omissione dell'obbligo di denuncia di cui all'articolo 5,

comma 1, è punita con la sanzione amministrativa pecuniariada 150,00 euro a 500,00 euro.

2. L'inosservanza delle disposizioni di cui all'articolo 5, comma4, riguardanti l'identificazione dell'apicoltore, è punita con lasanzione amministrativa pecuniaria da 150,00 euro a 500,00euro.

3. L'inosservanza del divieto di cui all'articolo 8, comma 1 odelle prescrizioni di cui all'articolo 8, comma 3, è punita conla sanzione amministrativa pecuniaria da 300,00 euro a3.000,00 euro.

4. L'omissione della comunicazione di cui all'articolo 10, comma1, è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da500,00 euro a 5.000,00 euro e con rimozione immediatadell'apiario.

5. Il mancato rispetto del diniego di cui all'articolo 10, comma 4è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da500,00 euro a 5.000,00 euro e rimozione immediata del-l'apiario.

6. Per le violazioni alle disposizioni di cui alla presente legge nonaltrimenti sanzionate si applica la sanzione amministrativapecuniaria da 150,00 euro a 500,00 euro.

Art. 12 Vigilanza1. Ferma restando la competenza dei soggetti cui sono attribuiti

i poteri di accertamento e contestazione di illeciti amministra-tivi in base alle leggi vigenti, le funzioni di vigilanza e control-lo sull'osservanza delle disposizioni della presente legge sonoesercitate dall'ASUR.

2. Le sanzioni amministrative sono irrogate e introitatedall'ASUR. Al relativo procedimento si applicano le dispo-sizioni della legge regionale 10 agosto 1998, n. 33(Disciplina generale e delega per l'applicazione delle sanzioniamministrative di competenza regionale).

3. I proventi delle sanzioni sono utilizzati per le finalità di cui allapresente legge.

La presente legge è pubblicata nel bollettino ufficiale dellaRegione.

È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e farla osservarecome legge della regione Marche.

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Una piacevole emellifera scoperta: ilMonte Erice, in Sicilia,è ricco di biodiversitàvegetale nonostante lapiaga degli incendi.Qui, una volta,dominavano lefioriture di Erica eTimo che si sonoirreparabilmenterarefatte. Orasopravvive il Teucrium,un’aromatica che siaccontenta di pocaacqua e le cui fiorituresono particolarmenteappetite dalle api.

di Vincenzo Stampa

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L a passione per l’apicoltura, diven-tata poi un mestiere, ha contribuitoad affinare la mia curiosità per tutto

ciò che è natura.Da questo punto di vista, il Monte Ericerappresenta una palestra molto interes-sante per la sua posizione geografica e perla conformazione che presenta quattro ver-santi ciascuno orientato verso un diversopunto cardinale. A questo si aggiunge l’effetto altitudine cheva dal livello del mare fini a quota sette-cento metri circa.In conseguenza, sui versanti del monte, sihanno tanti microclimi che determinanonumerose nicchie ecologiche vegetazionali.Purtroppo la piaga degli incendi, che perio-dicamente devastano il monte, ha ridottosensibilmente le specie presenti ed anchele specie relitte sono rappresentate da unesiguo numero di esemplari.

In questo quadro, alquanto deprimente, siinserisce il tentativo di conoscere e classifi-care le specie botaniche esistenti, con unparticolare riguardo a quelle apisticamenteinteressanti.Due esempi valgano per tutti.I versanti nord e ovest del monte Ericeerano caratterizzati da una forte presenzadi Erica multiflora e di Timus capitatus, duepiante con una diversa post-reazione agliincendi.L’Erica multiflora ha la capacità di rigene-rarsi con ricacci vegetativi dalla radicesuperstite all’incendio ma, nonostante que-sta capacità, il ripetersi del danno a brevedistanza di tempo ha avuto come conse-guenza la distruzione di gran parte dellapopolazione.Per il timo, che si riproduce da seme, lasituazione è notevolmente più grave; nonavendo la stessa capacità rigenerativa del-

Non solo timo…Teucrium

Non solo timo…Teucrium

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Messe a dimora le talee, non solo le nuovepiantine si dimostrano per quello che èun’aromatica ma sono anche nane per cuiil loro aspetto “misero” non è dovuto a con-dizioni pedo-climatiche ma probabilmentea proprietà genetiche. Per risolvere il dubbio, questa primavera(2012), ho cercato la collaborazione di unbotanico e mi sono rivolto al prof. GiovanVito Zizzo, Direttore dell’Unità di ricerca peril recupero e la valorizzazione delle speciefloricole mediterranee (CRA-SFM) con sedecentrale a Bagheria (PA), il quale, conprontezza, ha avviato i lavori per una qua-lificata classificazione.Ancora non mi sono stati comunicati deirisultati ma resto in fiduciosa attesa.

l’erica, è sufficiente un solo evento incen-diario per eliminarne completamente lapresenza nel territorio interessato.Va da sé che entrambe le specie sono inte-ressanti per l’apicoltura per l’epoca difioritura, in autunno l’erica e in estate iltimo, e per i tipi di miele che fornisconomolto ricercati per le proprietà organoletti-che e salutistiche. Il Teucrium è un’altra specie apisticamentemolto interessante per l’epoca della fiori-tura tra la fine dell’inverno e l’inizio diprimavera, per la durata della fioritura chesi prolunga fino a maggio e per la qualitàdel miele che le api vi raccolgono.Il Teucrium si trova indifferentemente sututti i versanti del monte Erice, dalla fascialitorale fino alla quota dei cinquecentometri, con un portamento diversificato infunzione dell’esposizione e della disponibi-lità idrica.

La varietà più diffusa è il Teucrium fruticansche è anche la più appariscente per il por-tamento e la vigoria vegetazionale equesto, immagino, è il motivo per cui unaltro Teucrium di più modesto aspetto, chevive nello stesso areale, che produce fioriidentici tranne che per la dimensione, cheè più frugale accontentandosi di siti piùdisagiati, è passato inosservato.Però, il piccolino, si vuole distinguere e hamesso in campo una novità: le sue foglieodorano di rosmarino, insomma vuole pas-sare per un aromatico.Ed è stata questa sua proprietà che, nelmomento in cui raccoglievo dei rametti perfarne delle talee, ha stuzzicato la mia curio-sità.

Figura 1: a sinistra “Teucrium nano”, a destra Teucrium fruticans; le due piante hanno la stessaetà (due anni)

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Siamo aGerusalemme, nellaCittà Vecchia. Sono iluoghi dei Vangeli afare da cornice alcurioso pellegrinaggiodegli alveari condottida un padrefrancescano che vivequi ormai datrent’anni. Api, miele,varroa e storie diquotidiana apicoltura,si intreccianoall’archeologia, aglistudi biblici e allelezioni di aramaico, lalingua di Gesù…

di Matteo Giusti *

P adre Giovanni Bissoli, francescanodella Custodia di Terrasanta, puòessere considerato a tutti gli effet-

ti un’autorità culturale del Paese. Docentedi aramaico e di esegesi biblica presso laFacoltà di Studi biblici a Gerusalemme,appassionato di archeologia, è autore didiversi libri e ha partecipato agli scavi dinumerosi siti della regione. (Immagine 1)Ma padre Bissoli è anche un apicoltore(nonché vecchio socio della FAI-Federazione Apicoltori Italiani), per quan-to viva ormai stabilmente in terrad’Israele da più di trent’anni. (Foto 1).Il passo cadenzato ma fermo nel saiomarrone, la voce dolce, le mani segnatedal lavoro, attraversa il piccolo chiostrodel Convento dove abita, presso il mona-stero della Flagellazione, lungo la ViaDolorosa nella città vecchia diGerusalemme. (Foto 2).

Dal portico di pietra entra nel “divano”, lastanza che nelle abitazioni mediorientali èadibita al soggiorno, dove – ci dice – sipuò parlare più comodamente. E qui rac-conta della sua attività di apicoltore, ini-ziata oltre vent’anni fa, che si svolge e siintreccia trai luoghi più famosi ricordati daiVangeli. Padre Bissoli iniziò ad allevare le api nel1982, quasi per caso. In quell’anno fumandato a Cafarnao, sul Lago di Tiberiade,a sostituire per un mese un confratello piùanziano. E in quel Convento, per la prossi-mità di un apiario di un apicoltore delluogo, spesso arrivavano degli sciami che ilvecchio frate scacciava col fuoco, perchénon fossero di pericolo per i pellegrini. Luiinvece decise di raccoglierli e di iniziare adallevarli. All’inizio si avvalse di alcunearnie lasciate da un vecchio frate unghere-se, poi, man mano che l’attività si ingran-

Le api delConvento

Terrasanta

Le api delConvento

Terrasanta

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diva, iniziò a comprare l’attrezzatura presso un moshav – un vil-laggio cooperativo – sulla costa vicino ad Ashdot. L’unica difficoltà – spiega padre Bissoli – fu che in Israele riusci-va a trovare solo arnie tipo Langstroth, mentre lui aveva iniziatoe continuava ad usare il modello Dadant Blatt, “eredità” del con-fratello ungherese. Così, un po’ per necessità un po’ per scelta, ini-ziò a provvedere da solo alla costruzione dei telaini e dei melari,nell’ottica di un principio di autosufficienza. E sempre nell’otticadell’autosufficienza non ha mai comprato nuove famiglie, incre-mentando il suo patrimonio apistico mediante la produzione disciami artificiali e la raccolta di quelli naturali, costituiti spesso daapi di razza autoctona, l’Apis mellifera syriaca, un’ape ottima dalpunto di vista produttivo, ma estremamente aggressiva. In questo modo padre Bissoli è riuscito ad arrivare fino a trentaalveari, soglia che ritiene massima per poter essere gestita da luisolo e oltre la quale quindi non vuol andare. La storia dell’apiario ha la particolarità e il fascino di un pellegri-naggio. Inizialmente le api furono collocate nel Getzemani, l’ortoin cui fu arrestato Gesù la notte del giovedì santo, sul Monte degliUlivi, appena fuori delle mura della città vecchia. Da lì, in segui-to a dei lavori di ampliamento per una foresteria di monaci, spo-stò l’apiario a Ein Kerem, nella zona occidentale deiGerusalemme, presso il monastero della Visitazione, dove, secon-do la tradizione Maria, in visita alla cugina Elisabetta compose ilcantico del Manificat. La postazione si rivelò particolarmente buona, facendo raggiun-

gere produzioni medie di 35-37 kg di miele ad alveare, il massi-mo che avesse fino ad allora prodotto. Da lì, infatti, le api pote-vano raggiungere i giardini dello Yad vaShem, il museo dellaShoa, con le aiuole di rosmarino e lavanda costantemente irriga-te e il bosco di carrubi, piantati in onore di ogni persona chedurante la seconda guerra mondiale salvò la vita anche ad unsolo ebreo destinato ai campi di sterminio. Sempre da lì, per problemi di buon vicinato, dopo che una bam-bina fu punta, padre Bissoli fu costretto a spostare nuovamentel’apiario, in un altro luogo della Custodia di Terrasanta: SanGiovanni del deserto, verso le prime propaggini del deserto dellaGiudea, dove è tuttora collocato. Ora che sono qui, le api non arri-vano più ai carrubi dei “giusti”, ma possono solo andare sugliailanti spontanei delle colline dei dintorni e verso boschi di pini edi querce piantati dal Kerem Kayemet, il Fondo internazionaleebraico che si occupa principalmente della riforestazione dellaterra d’Israele. La produzione si è così ridotta a una media di 25 kg per alveare,di un miele che l’analisi melissopalinologica ha mostrato essere inprevalenza di ailanto. Ma padre Bissoli è comunque soddisfattodel suo miele, che dice – con quell’orgoglio e quella divertita iro-nia di chi sa non prendersi troppo sul serio – è riuscito a far arri-vare fino al Papa e al Patriarca latino di Gerusalemme. (Foto 3)L’incontro con la varroa padre Bissoli lo ebbe, come tutti nelPaese, nel 1984. Inizialmente gli fu consigliato da un apicoltorelocale di utilizzare delle strisce di legno imbevute di un acaricida

Foto 1: Padre Giovanni Bissoli sulla terrazza del Convento sullosfondo della cupola d’oro di Al Aqsa.

Foto 2: Particolare del chiostro del monastero della Flagellazione.

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per uso agricolo con il risultato – raccontail nostro collega apicoltore di Terrasanta –che tutte le regine smisero di deporre.Iniziò così a utilizzare dapprima le striscecommerciali di fluvalinate per poi passareal timolo che acquista durante i suoi viag-gi a Roma, almeno una volta l’anno. Oggiusa prevalentemente ApiGuard®, sommi-nistrato in tre cicli di trattamento da ago-sto a febbraio. La scelta dell’ApiGuard®non è casuale, ma dovuta al fatto che puòlasciare la confezione semi chiusa, limitan-do l’evaporazione del timolo, che altrimen-ti – dice – con le temperature di fine ago-sto di Gerusalemme sarebbe eccessiva.Sale in terrazza. Di fronte la cupola d’orodella moschea di Al Aqsa, a sinistra ilMonte degli Ulivi, a destra il SantoSepolcro, il campanile luterano e poi anco-ra i palazzi eleganti della moderna archi-tettura israeliana della città nuova.Qualche ape vola sopra i tetti diGerusalemme. Oramai l’apicoltura stadiventando faticosa per lui solo. Ha inizia-to ad insegnare quest’arte ad un confratel-lo polacco, che è l’amministratore dei benidella Custodia. Poi c’è il progetto di spo-stare almeno una parte dell’apiario sulMonte Tabor, in Galilea, dove i frati stanno

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Foto 3: Il Montedegli Ulivi vistodalla città vecchiadi Gerusalemme.

aprendo una comunità per ex-tossicodi-pendenti, così che serva ai ragazzi e chel’attività non vada persa quando lui nonpotrà più tenerla. (foto 4)Purtroppo – si scusa il nostro custode diapi e di sacre memorie – non è possibileandare visitare l’apiario, ma c’è un’altracosa che si può vedere. Scende in strada:lì, in un muro sulla via Dolorosa, tra il suoConvento e la chiesa del Lisostrato, il tri-bunale dove fu condannato Gesù, in

mezzo alla città e alla folla del suk, il mer-cato arabo, c’è un alveare. “È più divent’anni che stanno lì – dice – sicura-mente muoiono e ritornano, ma a volte michiedo se davvero a loro la varroa non dianoia”.

* L’Autore è Agronomo del Gruppo di Apidologia di Pisa -

Dipartimento di Scienze Veterinarie -Università di Pisa

Foto 4: La fessuradove si trova

l’alveare feralenel muro di unedificio lungo lavia Dolorosa.

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La scoperta del miele

Piero di Cosimo

La scoperta del miele

Piero di Cosimo

“G iocondo e facile pittore, fortee armonioso colorista, cherisuscitava liberamente col

suo pennello le favole pagane”. Queste po-che parole, vergate da Gabriele d’Annunzione “Il piacere” tracciano con puntuale chia-rezza l'identità di Piero di Cosimo.Siamo nella Firenze della seconda metà del1400 e nella bottega del pittore CosimoRosselli, in via della Scala, si fa le ossa ungiovane di talento: tale Piero di Lorenzo (aipiù noto con il patronimico Piero di Cosimoderivato appunto dal nome del maestro).Il maestro Rosselli prova per il giovane e va-lido apprendista un affetto sincero, senti-mento del quale anche il Vasari accenna inun suo scritto: “... lo prese più che volentieri,e fra molti discepoli ch'egli aveva, veden-dolo crescere, con gli anni e con la virtù gli

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di Barbara Fabi

Un talento emergentenella Firenze del ’500.Rilegge l’antico,reinterpreta lamitologia, studia lascuola fiamminga,quella veneta e poiLeonardo. Lavorapersino alla cappellaSistina. E infine lasvolta: arriva unacommessa dal nipotedi Amerigo Vespucci.Un cognomeinequivoco, cui siispirerà per il trionfodi Bacco, delle api edel miele che sitraduce in eros.

portò amore come a un figliuolo e per talelo tenne sempre”.Cosimo conduce Piero con sé a Roma, la-vorano insieme nella cappella Sistina e lavalentia del giovane non tarda ad emer-gere; iniziano per lui le prime commessedi ritratti, lavoro c'è per lui a Roma e an-che una volta rientrato a Firenze.Si dedica allo studio attento della pitturadei Paesi Bassi, ma anche di Leonardo edei Veneti; nei suoi quadri si leggono chia-ramente la raffinatezza e il dettaglio dellascuola veneziana e l'influenza fiamminga;tratti non comuni agli altri artisti fioren-tini contemporanei, come Botticelli eLotto. Rilegge l'antico e reinterpreta la leg-genda, ne ricerca il fascino e si dedica allarealizzazione di opere dal carattere mito-

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vendemmia, nel dipintola “Scoperta del miele”?E i personaggi al suoseguito?Bacco bambino è predadella irosa e vendica-tiva Giunone e dunque,il padre Giove, per pro-teggerlo dalle insidiedella dea, lo trasformain capretto e lo affidaalle menadi che lo por-tano sul Monte Elicona,lo nascondono in unagrotta e lo allevano nu-trendolo col miele. MaBacco, è anche il diodell'estasi e della libe-razione dei sensi e ilmiele, si sa, è dolcezza epiacere e viene consi-

derato l'alimento che piùrappresenta l'eros. Ed ecco lì che, lenta-mente, comincia ad avere un senso l'operadel di Cosimo.Sileno – “prototipo” dei mitologici sileni,precettore di Bacco, è sempre al suo fianco,perennemente ubriaco in groppa a un asino.Egli, sempre prodigo di consigli, è una divi-nità saggia e per via dei suoi numerosiamori è considerato un esperto conoscitoredel piacere e diviene simbolo di virilità. Quando Bacco, ormai adulto, accetta di darsialla vita militare, a patto che il suo esercitonon ricorra mai alle armi, è proprio il fido Si-leno che lo consiglia di combattere le guerrecon il fracasso convinto che al rumore nes-sun nemico possa resistere. Lo stesso "baccano" di Bacco, viene usatonell'antichità per richiamare le api al la-voro, si crede infatti che i suoni, spesso pro-dotti con dei cimbali, mettano in moto lafabbrica delle api.Il poeta Lucano nel suo Bellum civile seuPharsalia scrive: “Nello stesso modo le api serisuona, richiamandole bruscamente all'or-dine il bronzo frigio (cimbalo), smettono sbi-gottite di fuggire e ricominciano, applican-dosi diligentemente, a cercare il miele quae là tra i fiori...”.Nell'ambientazione del dipinto, squisita-

mente agreste, ogni personaggio, allegra-mente, fa rumore come meglio crede, construmenti più o meno improvvisati.L'albero con l'alveare, al centro del quadro,fa inoltre da spartiacque fra il passato agre-ste e selvaggio, dominato dalla natura e ilfuturo civilizzato, dominato dall'uomo.Il piacere, come il dolore, sono alla base del-l'esperienza umana e sono tra i principalimezzi utilizzati per percorrere il processoevolutivo.La scena a sinistra del dipinto ci dice che ilterritorio è già stato “domato” dall'uomo; in-fatti sullo sfondo c'è la veduta di una citta-dina fortificata.Le api, già dagli antichi, vengono conside-rate, insieme alle vespe e alle formiche,delle specie civilizzate in cui – scrive Platonenel Fedro – le anime degli uomini giustipossono reincarnarsi.L'opera del di Cosimo è così densa di signi-ficati, espressi e celati, di collegamenti intri-ganti, da rivelarsi davvero interessante nellasua unicità e fa nascere, nell'osservatore, lavoglia di scoprire ancora qualcosa di più.

logico e allegorico.Tra i suoi dipinti fantastici più noti ci sono le“Storie di Sileno”, opera composta da duetavole intitolate “Disavventure di Sileno” e“Scoperta del miele”, databili fra il 1505 eil 1510: mentre la prima è in pessimo statoa causa di un restauro a base di soda cau-stica, la seconda (a noi più cara per affinitàtematica!) è splendidamente conservata edesposta negli Stati Uniti d’America, al Wor-cester Art Museum del Massachussets.La realizzazione delle tavole viene commis-sionata a Piero di Cosimo dal nipote di Ame-rigo Vespucci per decorare la camera da letto(forse l'interesse per l'argomento api/vespeè da collegare anche al simbolo araldicodella famiglia).Pare che di Cosimo si sia liberamente ispi-rato, per il soggetto del dipinto, alla storia diSileno narrata nel Terzo dei “Fasti di Ovidio”.L'ambientazione, sapientemente e armo-niosamente costruita, è dominata da ungrande albero secco e cavo, nel tronco delquale, uno sciame d'api, ha creato il proprioalveare; sulla destra, in un paesaggio ancorabrullo e selvaggio, ecco in primo piano Baccoe Arianna accompagnati dal loro seguito disatiri, menadi e da Sileno.Cosa c'entra Bacco, Dio del vino e della

Scoperta del miele di Piero di Cosimo - Particolare

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Autoritratto dell'Artista

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DIFFIDA DALLE IMITAZIONI • DIFFIDA DALLE IMITAZIONI • DIFFIDA DALLE IMITAZIONI • DIFFIDA DALLE IMITAZIONI • DIFFIDA DALLE IMITAZIONI • DIFFIDA DALLE IMITAZIONI

RICHIEDETE INFORMAZIONI SUL SIGILLO “FAI MIELE ITALIANO” ALLA FAI – FEDERAZIONE APICOLTORI ITALIANICORSO VITTORIO EMANUELE II, 101 – 00186 ROMA – TELEFONO +39.06.6877175 FAX +39.06.6852287

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NOTIZIE

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Marche: nuova legge per l’Apicoltura, recepita la 313/2004

Alla ricchezza del patrimonio apistico del Lazio non è finora corrisposta un’adeguata coesioneorganizzativa. Ecco perché Il 15 Novembre 2012, su iniziativa del Comitato Promotore ein ottemperanza allo Statuto sociale della Federazione nazionale, si è costituita la nuova sedeterritoriale di "FAI LAZIO – Federazione Apicoltori Italiani" che ha eletto sede legale in CorsoVittorio Emanuele II, 87 – 00186 Roma, c/o Confagricoltura Lazio. L’Assemblea costituentesi è riunita in pubblica sessione e in presenza di un’ampia rappresentanza del mondo asso-ciativo apistico regionale: l’ARAL-Associazione Regionale Apicoltori Lazio di Roma, l’AAAL-Associazione Apicoltori Alto Lazio di Rieti, la 4A-Associazione Amici delle Api e dell'Ambientedi Roma, la Scuola di Apicoltura presso il Museo Naturalistico del Comune di Lubriano – Vi-terbo. Hanno altresì preso parte ai lavori i rappresentanti di Confagricoltura Lazio, del Cen-tro Ricerche Miele dell'Università di Roma Tor Vergata, dell'Università della Tuscia di Viterboe singoli Apicoltori associati alla FAI, nelle categorie Ordinari, Sostenitori e Benemeriti. Il Con-siglio Direttivo di FAI LAZIO risulta così composto: Raffaele Cirone (Presidente); RinaldoAmorosi, Federico Archinard e Rita Franceschini (Vice Presidenti), Gabriele Di Marco, Ma-ria Gertrude Rago, Fabrizio Scialanca, Paolo Spiccalunto, Cristina Spinucci (Consiglieri). FAILAZIO, così come previsto dallo Statuto, avrà il compito di aggregare e rappresentare l’in-tera compagine sociale regionale, sia essa riferita alle FAI Provinciali e alle Associate FAI, siaagli Apicoltori singoli aderenti alla FAI a titolo individuale. Tale organismo, infine, avrà la pienatitolarità della rappresentanza organizzativa e sindacale della FAI presso tutte le Istituzioni dellaRegione Lazio.

Roma: nasce FAI Lazio,Apicoltori riuniti in una sola sigla

Legge nuova di zecca per l’apicoltura marchi-giana, che può dirsi soddisfatta dell’importantelavoro svolto dall’Assessore regionale all’Agri-coltura Paolo Petrini (nella foto), dagli Ufficicompetenti e dalle rappresentanze del mondoapistico che hanno dato un loro costruttivocontributo. Le norme approvate prevedono la

collaborazione tra Stato e Regione nella predi-sposizione di un sistema amministrativo e dicontrollo del settore apistico. Il quadro di rife-rimento è la Legge statale n. 313 del 2004, chela Regione Marche ha correttamente recepito,prima e meglio di tante altre regioni italiane.Con la legge 19 novembre 2012, n. 33 (il te-sto integrale è pubblicato a pagina 24) chereca “Disposizioni regionali in materia di Apicol-tura”, le Marche regolamentano l'uso dei fito-farmaci in fioritura e il relativo controllo sullemorie di api, disciplinano il nomadismo e lospostamento di alveari in genere, riconosconoil ruolo di corresponsabili politica sanitaria alleOrganizzazioni degli Apicoltori che vengonochiamate a collaborare con le Autorità sanita-rie. Viene inoltre istituita la Commissione api-stica regionale quale organismo deputato adesprimere pareri e proposte relative alle fina-lità della legge e ai piani di profilassi ed interventisanitari sugli alveari. “Le disposizioni approvate

a tutela dell'apicoltura nelle Marche sono unpasso ulteriore verso la preservazione dellabiodiversità espressa dal nostro territorio. Leapi non solo hanno un ruolo importante nelsettore agricolo, ma svolgono anche una fun-zione fondamentale nella regolazione dei ciclidell'ecosistema, messa in pericolo dall'uso deifitofarmaci”. Il vicepresidente e assessore regio-nale all'Agricoltura, Paolo Petrini, ha commen-tato così l’approvazione della legge regionalesull’apicoltura da parte dell’Assemblea legisla-tiva. Gli ha fatto eco il presidente della FAI-Fe-derazione Apicoltori Italiani, Raffaele Cirone,che con una lettera di plauso per l’ottimo la-voro svolto in sede legislativa, ha voluto ringra-ziare l’Assessore Petrini per aver valorizzato l’e-sperienza storica e associativa dei Consorzidegli Apicoltori messi oggi in grado, insieme atutte le altre realtà Associative regionali, di as-sicurare un costruttivo percorso di salvaguardiae rilancio dell’apicoltura marchigiana.

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Anche gli Apoidei sono insetti utili e vannoprotetti come l’ape mellifera. È questa la mis-sion di “STEP - Stato attuale e tendenze deipronubi europei”, il progetto europeo finaliz-zato alla conservazione dei pronubi e allaprotezione dell’impollinazione. Anche noiApicoltori possiamo fare qualcosa di utile, perlimitare l’impoverimento della biodiversitàentomologica. Ad esempio compilando ilquestionario che il Progetto STEP hamesso online (http://www.step-project.net/page.php?P=26&SP=34) eattraverso il quale si può partecipare ad un’a-zione coordinata, promossa da venti partner;per l’Italia ha aderito l’Università di Pisa –Facoltà di Medicina Veterinaria. Serve a sen-sibilizzare i Governi e le Istituzioni dell’UnioneEuropea verso una politica di tutela e salva-guardia del servizio di impollinazione,specialmente alle colture agricole. Datecidentro, ronzate con noi!

IL LIBRO NOVITÀ

Le Api e laPenna: per nondimenticarela lezione diTannoja

Sul finire del Settecento, un libro sull’uti-lità e sul governo delle api, scritto dalpugliese Antonio Maria Tannoja, riscosseun notevole successo e meritò all’autorel’iscrizione all’Accademia dei Georgofili. Iltrattato “Delle Api e loro Utile”, di oltresettecento pagine, viene ancora oggiconsiderato un testo “sacro”, ambito daogni collezionista. Dopo più di duecentoanni, la scoperta di quel testo ha spintol’Autore, Angelomichele De Spirito(antropologo, docente alle Università diSalerno, Roma La Sapienza, Firenze eRoma Tre) ad illustrarne il contenuto,che è quasi una “summa” e un’esposizio-ne critica dell’apidologia del tempo. Unlibro da non perdere ed è proprio perquesto che la FAI ha scelto di collaborarecon Edizioni Studium per la distribuzioneagli apicoltori italiani. Le Api e laPenna èuna guida di elevato valore storico, cheraccoglie e attualizza l’insegnamento delgrande autore cui è ispirato e che offretante e affascinanti scoperte agli insaziabi-li appassionati dell’allevamento delle api.Il volume è in distribuzione al prezzo di13,00 Euro. Per i Soci e le Associate FAIsono previste particolari condizioni disconto.

Il 24 Ottobre 2012 è entrata in vigore la Leggen. 27 del 24 Marzo 2012, per la “Conversionein legge, con modificazioni, del decreto-legge24 gennaio 2012, n. 1, recante disposizioni ur-genti per la concorrenza, lo sviluppo delle in-frastrutture e la competitività”. La norma tendea contrastare le pratiche commerciali sleali,vietare l'imposizione di condizioni contrattualigravose, impedire l’applicazione di condizionidiverse per prestazioni equivalenti, far rispet-tare precisi termini di pagamento delle forni-ture e, in caso di superamento di tali termini,garantire il pagamento di adeguati tassi d'inte-resse. L’Articolo 62 della legge reca “Disposi-zioni delle relazioni commerciali in materia dicessione dei prodotti agricoli e agroalimentari”riguarda anche il nostro comparto produttivoe produrrà effetti nelle transazioni commercialidel miele, degli altri prodotti dell’alveare, delleapi vive, delle sostanze zuccherine e dei man-gimi per l’apicoltura. Tanto per cominciare, leforniture che gli Apicoltori fanno ai grossisti oai punti vendita, non potranno più subire esa-gerati termini di pagamento: se dopo 60giornidalla fornitura i soldi non arrivano, scatta il cal-colo degli interessi al tasso corrente. Sonoesonerati dal provvedimento i soci delle coo-perative e le vendite dirette al consumatore fi-nale.

Abruzzo: varato ilPiano Operativo Regionale del Reg. CE 1234

Insetti utili: le apinon bastano,servono tutti gli

Apoidei

Articolo 62 e apicoltura: contratti leali,

pagamenti veloci

Sul B.U.R.A. n. 65 del 5.12.2012 è stato pubblicato il Programma Operativo Regionale, cheattua il Reg. CE 1234/2007 sul settore apicoltura per una spesa totale di Euro 378.147,22.“Gli Apicoltori possono beneficiare degli aiuti - ricorda Giancarla Galli, presidente della FAIABRUZZO - scaricando direttamente le domande sul portale www.sian.it per le Azioni sulotta alla varroasi, acquisto arnie, razionalizzazione transumanza, acquisto sciami ed apiregi-ne. Le domande vanno inoltrate con Raccomandata AR, entro il 19 gennaio 2013, ai ServiziIspettorato Provinciale dell’Agricoltura (Chieti, Pescara, Teramo o L’Aquila). Se presentate amano farsi dare il numero di protocollo della domanda di finanziamento. Gli Apicoltori pos-sono beneficiare anche indirettamente delle altre azioni finanziate: acquisto presidi sanitari,analisi chimico-fisiche, melissopalinologiche e residuali, abbonamenti a riviste specialistiche.Per tali azioni FAI ABRUZZO presenterà, per conto degli Apicoltori, apposita domanda eraccoglierà le prenotazioni dei singoli operatori. Maggiori informazioni sono descritte nelPOR, consultabile sul sito internet FAI, all’indirizzo:http://www.federapi.biz/images/REG.%20CE/POR%20Abruzzo%202012_2013.pdf Gliuffici di FAI ABRUZZO restano a disposizione, per ogni chiarimento, il martedì ed il giovedìdalle ore 10,00 alle ore 13,00 presso la sede di Via Stradonetto 42 a Pescara. Tel.:085.53051”.

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I Soci della FAI - Federazione Apicoltori Italiani - che desiderano assi-curare i propri alveari contro i rischi per la responsabilità civile, pos-sono compilare l'apposito modulo di adesione all'iniziativa e tra-smetterlo alla Segreteria FAI, unitamente all'importo del premio cor-rispondente (per assegno o mediante versamento su conto correntepostale o bonifico bancario).I Soci singoli hanno diritto all’attivazione di una Polizza per unapiario il cui premio è compreso nella quota sociale. Per ulterioripostazioni il premio annuo di assicurazione è di euro 5,00 per apia-rio, senza alcun limite nel numero e nel tipo di alveari che lo com-

pongono e garantisce la copertura assicurativa per un intero anno(12 mesi dalla data di versamento del premio). In caso di trasferi-mento temporaneo dell'apiario, per nomadismo, non è necessariocomunicare la nuova ubicazione: questa dovrà essere comunicatasolo in caso di trasferimento definitivo. L'adesione alla polizza collettiva ha effetto immediato alla data diversamento del premio e/o al contestuale invio del modulo allaSegreteria FAI.Ai fini di uno snellimento delle procedure di sottoscrizione il certi-ficato di polizza viene sostituito dal semplice modulo di ade-sione. La volontà di recesso non dovrà essere preventivamentecomunicata vista l'automatica scadenza annuale della polizza.

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Questo modulo annullae sostituisce tutti i precedenti

Prot. FAI n. 0344/2012

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