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L’OFFERTA FORMATIVA IN AGRICOLTURA Premessa In questo capitolo sono illustrati alcuni elementi molto sintetici relativi all’offerta formativa istituzionale, quella cioè relativa agli istituti tecnici e agli istituti professionali, come pure alle lauree di interesse agrario. Tali informazioni, tuttavia, non essendo l’oggetto principale dell’indagine, rappresentano solo un elemento di completamento del quadro conoscitivo proprio della ricerca. Di seguito sono invece illustrati alcuni “casi” di attività formative specifiche svolte da enti nazionali o territoriali che, nell’ambito del settore agricolo, si ritengono di particolare interesse dal punto di vista generale in quanto utili ad una più ampia conoscenza del contesto e delle attività formative. L’offerta formativa a livello di scuola secondaria e di università Gli studi relativi al settore agrario a livello di scuola secondaria superiore sono presenti nell’Istruzione Tecnica e nell’Istruzione Professionale, con percorsi differenziati in rapporto sia all’organizzazione curricolare sia agli obiettivi formativi. La legge 53/2003 non annovera all’art. 2, comma g, una tipologia liceale alla quale possa riferirsi il settore agrario e la mancata emanazione, a tutt’oggi, dei decreti attuativi non ha consentito alcuna innovazione nel rapporto tra i futuri percorsi liceali ed il costituendo percorso di istruzione e formazione professionale. Allo stato attuale il settore agrario, pertanto, è quello rappresentato di seguito. L’indirizzo agrario negli istituti tecnici è nella quasi totalità attuato secondo il progetto sperimentale “Cerere unitario”, che si articola nei seguenti indirizzi: · Agro industriale; · Vivaismo e colture protette; · Agro ambientale · Agro territoriale; · Valorizzazione delle produzioni animali. Inoltre esiste anche un indirizzo Viticolo-Enologico che, unico nel panorama dell’Istruzione Tecnica, prevede un curricolo di 6 anni. Esiste anche un percorso formativo di Istruzione Professionale ad indirizzo Agrario . Quest’ordine di studi prevede una prima uscita dal percorso dopo tre anni, con il conseguimento di una qualifica professionale. Il triennio è articolato in un biennio comune e in un “monoennio” di specializzazione che consente di conseguire le seguenti qualifiche: · Operatore agricolo; · Operatore Agro industriale. 1

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Page 1: Apprendisti in agricoltura - AGRIFORM e formazione in agricoltura.pdf · L’OFFERTA FORMATIVA IN AGRICOLTURA Premessa In questo capitolo sono illustrati alcuni elementi molto sintetici

L’OFFERTA FORMATIVA IN AGRICOLTURA

Premessa

In questo capitolo sono illustrati alcuni elementi molto sintetici relativi all’offerta formativaistituzionale, quella cioè relativa agli istituti tecnici e agli istituti professionali, come pure allelauree di interesse agrario. Tali informazioni, tuttavia, non essendo l’oggetto principaledell’indagine, rappresentano solo un elemento di completamento del quadro conoscitivoproprio della ricerca.

Di seguito sono invece illustrati alcuni “casi” di attività formative specifiche svolte da entinazionali o territoriali che, nell’ambito del settore agricolo, si ritengono di particolareinteresse dal punto di vista generale in quanto utili ad una più ampia conoscenza del contestoe delle attività formative.

L’offerta formativa a livello di scuola secondaria e di università

Gli studi relativi al settore agrario a livello di scuola secondaria superiore sono presentinell’Istruzione Tecnica e nell’Istruzione Professionale, con percorsi differenziati in rapportosia all’organizzazione curricolare sia agli obiettivi formativi.

La legge 53/2003 non annovera all’art. 2, comma g, una tipologia liceale alla quale possariferirsi il settore agrario e la mancata emanazione, a tutt’oggi, dei decreti attuativi non haconsentito alcuna innovazione nel rapporto tra i futuri percorsi liceali ed il costituendopercorso di istruzione e formazione professionale.

Allo stato attuale il settore agrario, pertanto, è quello rappresentato di seguito.

L’indirizzo agrario negli istituti tecnici è nella quasi totalità attuato secondo il progettosperimentale “Cerere unitario”, che si articola nei seguenti indirizzi:

· Agro industriale;· Vivaismo e colture protette;· Agro ambientale· Agro territoriale;· Valorizzazione delle produzioni animali.

Inoltre esiste anche un indirizzo Viticolo-Enologico che, unico nel panorama dell’IstruzioneTecnica, prevede un curricolo di 6 anni.

Esiste anche un percorso formativo di Istruzione Professionale ad indirizzo Agrario.Quest’ordine di studi prevede una prima uscita dal percorso dopo tre anni, con ilconseguimento di una qualifica professionale.

Il triennio è articolato in un biennio comune e in un “monoennio” di specializzazione checonsente di conseguire le seguenti qualifiche:

· Operatore agricolo;· Operatore Agro industriale.

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C’è inoltre la possibilità, frequentando per ancora due anni, di conseguire un titolo di studioequiparato alla Maturità, che consente, quindi, anche l’accesso agli studi universitari. Il titoloche si consegue è di “Agrotecnico”.

Gli Istituti Tecnici Agrari presenti ed attivi sono risultati essere 85, con 1368 classi e 27.407allievi, secondo i dati rilevati con riferimento all’anno 2002/2003.

Istituti Tecnici Agrari in Italia: situazione al 2002/2003

REGIONI Numero di Istituti Alunni Classi Abruzzo 3 505 24Alto Adige* 1 394 18Basilicata 3 885 45Calabria 6 1.116 63Campania 4 1.372 69Emilia-Romagna 8 2.566 121Friuli-Venezia G. 3 789 44Lazio 5 1.687 87Lombardia 11 4.715 227Marche 4 1.430 70Molise 1 247 15Piemonte 6 1.893 95Puglia 6 1.605 80Sardegna 3 1.239 63Sicilia 8 2.366 125Toscana 6 2.039 96Trentino* 1 334 16Umbria* 1 360 15Veneto 6 1.865 95Italia 85 27.407 1.368

* Dati aggiornati mediante interviste alle scuole e relativi al 2003/2004.

Gli istituti professionali, invece, sono 125 con 1.625 classi e ben 29.913 studenticomplessivamente iscritti.

Nel complesso, quindi, le iscrizioni a queste scuole risultano essere ancora significative e bendistribuite tra le due diverse tipologie (Istituti Tecnici e Istituti Professionali). Resta tuttaviada difficile valutare se qualitativamente i risultati dell’attività formativa svolta a questo livellocorrispondano più o meno adeguatamente alle attese e ai bisogni di formazione effettiva delsettore. Questa analisi esula, tuttavia, dall’oggetto della presente ricerca.

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Istituti Professionali Agrari in Italia: situazione al 2002/2003

REGIONI Numero di Istituti Alunni ClassiAbruzzo 5 1.491 75Basilicata 2 880 43Calabria 11 1.885 114Campania 6 1.729 98Emilia-Romagna 8 2.299 132Friuli-Venezia G. 1 135 10Lazio 6 2.084 113Liguria 1 131 8Lombardia 7 2.573 140Molise 1 308 18Piemonte 8 1.886 101Puglia 6 1.517 78Sardegna 13 1.888 115Sicilia 30 6.981 376Toscana 5 916 47Trentino A. A.* 1 250 11Umbria 1 149 9Veneto 13 2.811 157Italia 125 29.913 1.645

* Dati aggiornati mediante interviste alle scuole ma relativi al 2003/2004 .

Con riferimento alla formazione di tipo universitario bisogna anzitutto ricordare che i datianalizzati, quelli relativi agli anni accademici 2001/02 e 2002/03, sono i primi due diapplicazione della recente riforma universitaria che ha introdotto una struttura ed unaorganizzazione degli studi completamente diversa rispetto alla precedete: come noto si èpassati dai corsi di laurea quinquennali, affiancati peraltro da Diplomi Universitari triennali, ainuovi corsi di laurea triennali seguiti dalle lauree specialistiche biennali, il cosiddetto sistema3+2.

Il cambiamento ha anzitutto prodotto, nel primo anno di applicazione, il 2001/02 appunto, unaumento globale del numero degli immatricolati a tutte le facoltà e anche a quelle di Agraria:si è passati dalle circa 4.000 immatricolazioni dell’anno precedente (pre-riforma) alle 6.101del primo anno di applicazione. Nel corso dell’anno successivo, peraltro, tale numero èulteriormente cresciuto raggiungendo quasi le 8.000 unità.

Tale aumento sostanziale delle immatricolazioni – in due anni il numero è praticamenteraddoppiato - deve essere considerato come un primo risultato positivo della riforma:l’introduzione di un percorso formativo universitario di durata triennale e quindi più breverispetto al precedente ha indotto, evidentemente, un maggior numero di diplomati allaprosecuzione degli studi contribuendo così ad innalzare, almeno potenzialmente, il livellomedio di preparazione dei giovani che alla fine entreranno sul mercato del lavoro. Restanoassolutamente da verificare, ancora, altri elementi che potranno contribuire non poco avalutare gli effetti complessivi e reali della riforma: non vi sono ancora informazioniadeguate, infatti, circa il numero di studenti immatricolati che concludono con successo ilpercorso formativo, né è ancora chiaro quanti di questi passeranno al livello superiore deglistudi, quello delle lauree specialistiche. Se dovessero essere particolarmente bassi questiparametri si dovrebbe rivedere la valutazione apparentemente positiva sopra proposta rispettoai primi dati disponibili.

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Agraria: numero di Facoltà, corsi e immatricolati nel 2001/02, 2002/03

Numero di Facoltà Numero di corsi Immatricolati2001-2002 2002-2003 (*)

Emilia-Romagna 4 19 (4) 585 867 (223)Abruzzi 1 3 (1) 86 130 (**)Basilicata 1 7 (1) 242 385 (36)Calabria 1 7 273 288Campania 1 3 215 405Friuli-V.G. 1 5 (1) 240 280 (49)Lazio 1 10 (1) 371 411 (29)Lombardia 1 11 (1) 545 795 (128)Marche 1 5 139 109Molise 1 6 139 179Piemonte 1 13 452 393Puglia 2 12 377 380Sardegna 1 8 (1) 228 384 (50)Sicilia 2 12 (2) 894 937 (107)Toscana 2 12 (3) 671 966 (317)Umbria 1 7 (2) 267 279 (22+**)Veneto 1 13 (4) 377 807 (270)Italia 23 153 (21) 6.101 7.995 (1.231)

da: "L'Informatore Agrario" n° 29/2003 pag. 61-65.(*) Tra parentesi i corsi di laurea interfacoltà di primo livello con le Facoltà di Agraria.

** Dati non disponibili.

Altro aspetto interessante e positivo sembra essere quello dell’aumento dell’offerta formativain termini di differenziazione dei curricola disponibili ed offerti agli immatricolati. Taleampiezza dell’offerta rappresenta uno sforzo utile sia al fine di adeguare i percorsi formativialle diverse realtà produttive dei diversi territori, che di rispondere alle diverse attitudini epreferenze degli studenti.

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Medicina Veterinaria: Facoltà e immatricolati nel 2001/02, 2002-03

Regione Numero FacoltàImmatricolati

2001-02 2002-03

Numeroprogrammato

2003-04 (*) Abruzzo 1 92 89 90 (2)Campania 1 135 130 130 (10)Emilia-Romagna 2 264 257 260 (12)Lombardia 1 195 195 190 (5)Marche 1 80 80 80 (6)Piemonte 1 120 122 120 (10)Puglia 1 135 140 135 (5)Sardegna 1 84 80 80 (5)Sicilia 1 100 100 100 (10)Toscana 1 75 73 100 (5)Umbria 1 119 122 117 (5)Veneto 1 70 70 68 (2)Italia 13 1.469 1.458 1.470 (77)

Da: "L'Informatore Agrario" n° 32/2003 pag. 60.(*) Tra parentesi il numero programmato di studenti non comunitari residenti all'estero.

Assai diverse sono le considerazioni rispetto agli iscritti delle facoltà di Medicina Veterinaria,anche per effetto del controllo delle immatricolazioni ottenuto mediante la generalizzataapplicazione di un numero programmato. In questo caso, quindi, l’effetto 3+2 non si è fattosentire - nel senso di aumento delle immatricolazioni - perché impossibile.

Per ulteriori approfondimenti, sia pure parziali del tema in oggetto, si vedano, ad esempio, gliarticoli pubblicati su L’Informatore Agrario nn. 29 e 32 del 2003 rispettivamente a firma diGiuseppe Pulina il primo, relativo alla Facoltà di Agraria, Carlo Corino il secondo, relativoalla facoltà di Veterinaria

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IL CASO DELL’APPRENDISTATO IN AGRICOLTURA IN EMILIA ROMAGNA

Premessa

In questo paragrafo sono riportati i principali risultati di un’esperienza significativa e forseunica nel suo genere a tutt’oggi, per il settore agricolo, cominciata per iniziativa del ComitatoBilaterale Agricolo Emilia-Romagna, antesignano dell’Ente Bilaterale Agricolo RegionaleEmilia Romagna (EBARER), promotore del progetto. Il progetto “Apprendisti in agricoltura:un’opportunità di valorizzazione del settore primario”, finanziato dalla Regione, era teso adare risposta, in conformità alle nuove disposizioni legislative, all’esigenza di costruire unaproposta pubblica ed accessibile, per la formazione esterna all’azienda agricola, degliapprendisti.

Il Comitato Bilaterale Agricolo Emilia Romagna, era allora composto da Maurizio Ori -Coordinatore e della FAI Cisl, Guido Zama della Confagricoltura Emilia Romagna,Alessandro Ghetti della Federazione Coltivatori Diretti Regionale, Fausto Balboni della CIA,Claudio Arlati della Copagri, Sandro Zabbini della FLAI Cgil e Sergio Modanesi della UILAUil. Per la realizzazione del progetto tale comitato si è avvalso della competenza edesperienza del Centro Studi Aziendale, Ente titolato ad accedere a quanto disposto dall’avvisopubblico per l’assegnazione delle sperimentazioni sull’apprendistato, che nel progetto hasvolto il ruolo di soggetto attuatore dell’attività formativa.

L’apprendistato in agricoltura

Il settore agricolo nella sua interezza, si è misurato per la prima volta con l’istitutodell’apprendistato con l’art. 16 della Legge n.196 del 1997 che lo ha introdotto anche inquesto settore. La conseguenza diretta dell’introduzione di questo istituto anche nel settoreagricolo è stata la carenza contrattuale, cioè la mancanza di norme sancite dalle parti socialinei CCNL del settore agricolo, così come espressamente richiesto dalle norme di legge inmateria.

Infatti, le normative emesse, a partire dalla Legge 19 gennaio 1955 n. 25 “Disciplinadell’apprendistato”, dal D.P.R. 30 dicembre 1956 n. 1668 “Approvazione del regolamento perl’esecuzione della disciplina legislativa sull’apprendistato”, dalla Legge 21 dicembre 1978 n.845 “Sviluppo della formazione professionale dei lavoratori” – Legge quadro in materia diformazione professionale Artt. 5 – 15 – 16, dal D.P.R. 15 gennaio 1972 n. 10 Art. 1, dallaLegge 28 febbraio 1987 n. 56 “Collocamento dei lavoratori” Artt. 21 – 22, per arrivare, infine,alla Legge 24 giugno 1997 n. 196, prevedono che il CCNL di categoria stabilisca:

§ le ore destinate all’insegnamento complementare;§ il dovere dell’imprenditore ad osservare le norme dei CCNL e a retribuire l’apprendista in

base ai contratti stessi;§ l’obbligo di formazione esterna al ciclo produttivo per un minimo di 120 ore annue per

ogni apprendista assunto.

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Questa carenza si è recuperata con il rinnovo dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro per:- gli operai agricoli e florovivaisti dal 1° gennaio 1998;- i lavoratori dipendenti delle Cooperative e Consorzi agricoli dal 1° gennaio 1998;- i quadri e gli impiegati agricoli dal 1° gennaio 2000.

E’ evidentemente eccessivo pretendere che il settore agricolo, in pochi anni, riesca adadeguarsi o meglio a ragionare correttamente nei confronti dell’istituto dell’apprendistatoquando in altri settori produttivi ancor oggi, vi sono importanti difficoltà operative dopomezzo secolo di esperienza derivante dall’applicazione delle normative di legge in vigore. Inogni caso ciò non può giustificare un comportamento passivo da parte dei soggetti coinvolti diquesto settore, ed un’elusione, di fatto, di precisi obblighi di legge.

In questo contesto, è indubbio che una svolta decisiva è avvenuta dalla politica regionale especificatamente dall’”Avviso pubblico per l’assegnazione delle sperimentazionisull’apprendistato” (B.U.R. anno 29, 6 novembre 1998 n. 137), perché ciò ha permesso aglienti competenti di far partire specifiche iniziative di formazione, ed alle parti sociali laverifica dell’applicazione dell’istituto nella realtà agricola emiliano-romagnola.

Il settore agricolo ha quindi avuto a disposizione un tempo estremamente esiguo rispetto aglialtri settori interessati. In un periodo estremamente breve si è dovuto recuperare un ritardo dilustri arrivando alla stesura e alla firma dell’Accordo Regionale Interconfederalesull’apprendistato e della successiva intesa con la Regione Emilia-Romagna. I firmatari sonostati i soggetti promotori del progetto, pensato e poi realizzato per costruire l’offertaformativa, costituitisi allo scopo nel Comitato Bilaterale Agricolo Regionale, con la funzionedi indirizzo e valutazione dell’esperienza formativa stessa durante tutta la realizzazione delprogetto. L’obiettivo era quello di realizzare e collaudare un sistema integrato, in raccordo, alivello regionale, con le imprese agricole interessate e le parti sociali, teso a fornire un serviziodi formazione professionale per gli apprendisti agricoli ed in grado di erogare percorsipersonalizzati funzionali alla molteplicità dei bisogni delle imprese. Questo sistema si pone,contemporaneamente, anche l’obiettivo di elevare il grado di conoscenza, cercando di riaprirel’interesse all’apprendimento quale possibilità concreta per una crescita sia professionale siaculturale individuale. Questo stimolo pare quanto mai necessario ai ragazzi che hannoabbandonato la scuola, alcuni anche quella dell’obbligo, per riaprire delle opportunità diapprendimento che altrimenti, per la stragrande maggioranza, difficilmente le condizionilavorative e sociali quotidiane possono offrire.

Inoltre, la formazione effettuata all’esterno dell’azienda, ma con il coinvolgimento direttodell’azienda che si avvale dell’art. 16 della L. 196/98, porta un cambiamento, se non altro peril confronto che ne deriva, dell’atteggiamento pregiudiziale nei confronti della formazione daparte di tutti i soggetti coinvolti rispetto a quello avuto fino ad oggi. Risulta, allora, ancor piùindispensabile, utilizzare efficacemente le risorse finanziarie disponibili per formareprofessionalmente i lavoratori dipendenti, assunti nell’ambito delle agevolazioni insitenell’istituto dell’apprendistato, per creare occupazione giovanile, per aiutare le impresenell’investimento in risorse umane qualificate e rispondenti alle esigenze di un settore incontinua trasformazione.

A tal proposito è stato necessario individuare le aree produttive di maggior interesserichiamate dal progetto, così come si sono individuati e predisposti i percorsi formativiprofessionalizzanti nella molteplicità di ambiti operativi e di profili presenti nel settore

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agricolo. In questo modo si è cercato di renderli anche più rispondenti ai bisogni formatividegli apprendisti sia a livello individuale sia in ragione delle esigenze dell’impresa in cui sonocollocati, facendo attenzione alla congruenza con i profili definiti nei contratti di lavoro,liberamente stipulati dalle parti sociali agricole a livello Nazionale e Provinciale. Il percorso professionalizzante va accompagnato, secondo quanto previsto anche dal progetto:- dalla formazione generale, enormemente utile per i lavoratori extracomunitari, in

particolare per quanto riguarda la lingua, ma anche a chi ha abbandonato la scuoladell’obbligo;

- dall’addestramento informatico per utilizzare il materiale didattico predisposto per laF.A.D. (formazione a distanza);

- dalla formazione dei tutor aziendali e dal loro coinvolgimento diretto per effettuarel’assistenza tecnica in modo da ottenere il massimo raccordo tra formazione esternaall’azienda di appartenenza e attività di formazione/lavoro interna all’azienda stessa.

Un’attenzione particolare è stata data, nell’attuazione del progetto, al ruolo dei tutor aziendaliche rappresentano una delle figure cardine per l’attuazione delle esigenze dell’impresa da unlato e, dall’altro, per la responsabilità di questa figura nella reale effettuazione del percorsoformativo proposto, per un apprendimento che vada a vantaggio non solo dell’apprendista, maanche dell’azienda stessa.

Gli organismi di formazione indicati nel progetto sono stati integrati secondo le necessità perla migliore riuscita degli obiettivi posti per una efficace capacità relazionale con il tutoraziendale e l’apprendista.

Realizzazione del progetto

Nella gestione operativa della sperimentazione si è anzitutto riscontrata la difficoltà diraccolta dati sia direttamente dalle aziende, sia dalla banca dati S.C.I.C.A.; quest’ultima si èrivelata inadeguata per la non tempestività di aggiornamento, l’incompletezza dei dati, la noncorretta divisione settoriale e di pertinenza contrattuale, a cui va aggiunta la mancanza diun’interrelazione della banca dati stessa con l’INPS e l’INAIL.

L’attività prevista dal progetto per garantire le ore di formazione, tra aula e FAD, ad ogniallievo, come da vigente normativa, è stata suddivisa in cinque sottoprogetti.

I cinque “sottoprogetti” del generale progetto integrato “APPRENDISTI INAGRICOLTURA: UN’OPPORTUNITA’ DI VALORIZZAZIONE PER IL SETTOREPRIMARIO” sono:

a. Rif. P.A. 2220 Un lavoro qualificato e qualificante, relativo alla formazione verae propria degli apprendisti;

b. Rif. P.A. 2221 Un aiuto alla scelta, relativo alla formazione dei tutor aziendali;

c. Rif. P.A. 2222 Materiali FAD per sperimentazione apprendistato in agricoltura,relativo alla produzione di materiali FAD per i percorsi individuali di formazione;

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d. Rif. P.A. 2223 Legge 196: valutazione di un’esperienza, relativo all’attività dimonitoraggio, valutazione e supporto sull’intero progetto integrato;

e. Rif. P.A. 2224 Assistenza tecnica e apprendistato, relativo all’assistenza prestataagli apprendisti da parte dei loro tutor aziendali quale raccordo tra percorsoformativo esterno all’azienda ed attività lavorativa.

Dopo la ricerca dei dati e la divulgazione, il più capillare possibile, si è riscontrato un numerodi circa 70 contratti di apprendistato attivati nel settore agricolo, per un totale di circa 40aziende. Nonostante le sollecitazioni, hanno risposto positivamente solo 32 di queste imprese,di cui 28 aziende agricole e 4 cooperative, per un numero complessivo di 60 apprendisti, dicui 36 inquadrati come operai e 24 come impiegati o tecnici.

Su questa disponibilità si è iniziato il vero e proprio lavoro di concretizzazione del progettonel rispetto ed applicazione delle norme che regolano l’istituto dell’apprendistato, giàesplicitate nel capitolo precedente ai punti riguardanti la formazione esterna all’azienda,nonché delle disposizioni ed indicazioni della Regione Emilia-Romagna attraverso le direttiveemanate dall’Assessorato competente e le specifiche norme di gestione dei progettisperimentali di apprendistato pubblicate sempre da quest’ultimo.

All’inizio i tutor non avevano accolto favorevolmente l’opportunità data dall’offerta formativafinanziata dalla Regione, in ottemperanza dell’art. 16 della legge 196/97 e sue successivemodificazioni, data l’estrema novità di questa proposta e l’assenza di precedenti in altreregioni che potessero costituire un riferimento utile. Tuttavia, nel proseguo del corso l’attivitàformativa è stata valutata in senso positivo e la figura del tutor aziendale si è dimostratafondamentale per una buona riuscita dell’azione formativa a favore degli apprendisti.

L’effetto di diffidenza iniziale riscontrato, si è accavallato con tutte le problematiche legatealle caratteristiche particolari del settore agricolo ed alla conseguente difficoltà nella gestionedell’attività formativa per gli apprendisti:

- diverse tipologie aziendali con diversi orari di lavoro, (per es. zootecniche, frutticole,vivaistiche)

- diverse peculiarità stagionali legate ai picchi di lavorazione propri di diversi indirizzicolturali (per es. frutticole, cerealicole, ecc.), di diverse tipologie di allevamento (bovino,suino) e di diverse tipologie di aziende (aziende agricole, cooperative di conferimento,cooperative di trasformazione, ecc.)

- distanze elevate, in molti casi, per raggiungere gli enti di formazione individuati comeriferimento sul territorio, in quanto la provenienza degli apprendisti copriva l’interaRegione, ma con numeri per i quali non era conveniente a livello di gestione allestire deigruppi per ogni provincia

- disomogeneità delle aule (per ruolo professionale, titolo di studio, conoscenzeinformatiche, ecc.)

- necessità di permanenze giornaliere presso i Centri di Formazione professionale conconseguente necessità di un pasto fuori casa

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Page 10: Apprendisti in agricoltura - AGRIFORM e formazione in agricoltura.pdf · L’OFFERTA FORMATIVA IN AGRICOLTURA Premessa In questo capitolo sono illustrati alcuni elementi molto sintetici

- a volte la carenza di mezzi informatici e/o di non conoscenza dell’uso del PC condifficoltà ad averne uno a disposizione per garantire un buon utilizzo dei materiali FAD

- la difficoltà della conoscenza della lingua italiana per i lavoratori extracomunitaricoinvolti, (alcuni con difficoltà anche con l’inglese conoscendo solo dialetti indiani)

- presenza di apprendisti che avevano abbandonato la scuola e con una marcataindisponibilità per qualsiasi forma di studio, anche quella impostata nel modo menoscolastico possibile.

Come già detto la figura del tutor aziendale ha avuto un ruolo importante per la buona riuscitadell’iter formativo dell’apprendista, in quanto la disponibilità del tutor, che spesso coincidevacon la volontà aziendale di aderire all’attività formativa proposta, ha fatto levasull’apprendista per stimolare la sua partecipazione e per diminuire l’approccio scettico alritorno allo studio, soprattutto da parte di quelli a bassa scolarità.

L’altro aspetto in cui la collaborazione dei tutor aziendali è stato importante è stato quello delconfronto coi tutor FAD, certificati dalla Regione Emilia-Romagna, per l’individuazione deipercorsi individuali professionalizzanti, scaturiti in un vero e proprio contratto formativo conl’apprendista. In questo modo si è potuto ricorre in larga misura alla metodologia FAD che hapermesso di far fronte a gran parte delle problematiche sopra evidenziate.

L’intento è stato quello di costruire dei percorsi professionali non teorici, nel senso di avulsialla realtà aziendale in cui si trovavano ad operare gli apprendisti, ma percorsi che sapessero,nella correttezza delle tecniche e della didattica, coniugare l’interesse dell’azienda con leesigenze dettate dalle norme sulla formazione professionale per gli apprendisti, rimanendo alcontempo legati alle mansioni svolte dall’apprendista. Infatti, i 60 apprendisti coinvolti nelprogetto sperimentale svolgevano nelle diverse realtà aziendali le più disparate mansionilegate all’indirizzo colturale, di allevamento, ecc., dell’azienda in cui operavano.

Le mansioni rilevate facevano riferimento a diverse figure professionali con caratteristicheestremamente diverse come:

- addetto all’allevamento di bovini da latte- addetto all’allevamento di bovini da carne- addetto all’allevamento di suini- addetto alla conduzione di macchine agricole- addetto alla cantina- addetto al florovivaismo e manutenzione, progettazione di parchi e giardini- addetto alle colture estensive (cereali ecc.)- addetto alle colture intensive ad indirizzo ortofrutticolo- addetto alla micropropagazione in vitro- addetto turismo equestre di azienda agrituristica- impiegato amministrativo, gestione del personale- impiegato contabile- impiegato inserimento ed elaborazione dati- impiegato ufficio commercio estero- tecnico di cooperativa ortofrutticola- addetto al controllo qualità di cooperativa ortofrutticola- addetto laboratorio analisi

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- addetto alla macellazione e lavorazione di carni avicole

Questo ha comportato l’accentuazione dell’utilizzo della FAD, dei percorsi formativiindividuali e l’attuazione di formazione in aula solo per le materie generali che avessero uncontenuto di coinvolgimento ed interesse per tutti gli allievi, nonché per le numerose verifichetutoriali.Come accennato precedentemente, il basso numero di allievi distribuito in tutte le provincedella Regione ed in queste residenti lontano dai centri capoluogo di provincia, hanno resodifficile la formazione di aule omogenee ed economicamente compatibili, introducendo unnuovo problema legato alla mensa ed al rimborso viaggio in quanto i più per formare l’aulasono usciti dal loro territorio provinciale (questo, come si è detto, è avvenuto anche per i tutoraziendali).

Dai colloqui è emerso, che molti apprendisti attraverso questa esperienza si sono riavvicinatiallo studio per una migliore preparazione in funzione della loro attività professionale, altrihanno dimostrato interesse verso alcune materie specifiche trattate come ulterioreaggiornamento professionale. Già questo testimonia la validità dell’esperienza, seppurcostellata di diverse difficoltà.

La tendenza all’utilizzo del contratto di apprendistato in agricoltura non sarà, moltoprobabilmente, simile a quella di altri settori e quindi non si vedranno mai grandi numeri; ciònon deve condurre, tuttavia, ad un disimpegno. Al contrario, è necessario, per lo sviluppo diun settore in continua trasformazione, spendersi affinché i giovani si riaccostino al settoreagricolo come opportunità di lavoro, anche considerando che il comparto è oggi più che maialla ribalta della cronaca per il problema molto sentito dall’opinione pubblica della sicurezzaalimentare.

Il Progetto in cifre

Aziende coinvolte: n°32 imprese - di cui 28 az. Agricole e 4 cooperative.

Tutor aziendali:

ü n°30 tutor aziendali formati con l’attività 2221: un aiuto alla scelta.

ü n°24 tutor aziendali hanno partecipato all’attività 2224: assistenza tecnica edapprendistato, raccordo tra formazione esterna all’azienda e attività lavorativa.

Apprendisti: n°60 apprendisti coinvolti - di cui 22 femmine e 38 maschi.

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Distribuzione degli apprendisti secondo l’età:

Età n° 17 118 519 520 721 822 923 1324 1125 1

Nazionalità degli apprendisti:

Nazionalità n°

Eritrea 1India 2Nigeria 1Marocco 1Italia 55

Livello di scolarità raggiunto dagli apprendisti:

Titolo di studio n°

Nessun titolo 1Licenza elementare 4Licenza media inferiore 21Licenza media superiore 34

Tra i 34 apprendisti con diploma di scuola media superiore si è riscontrata una grandevariabilità nei titoli di studio di cui solo 11 connessi direttamente con il settore agricolo.

Agrotecnico 7Perito agrario 4

Distribuzione degli apprendisti per profilo professionale:

Profilo professionale

n°Operaio agricolo e florovivaista 34Impiegato 14 Tecnico agrico 9Operaio azienda di trasformazione 2Tecnico di laboratorio 1

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Distribuzione degli apprendisti secondo il contratto applicato:

Contratto applicato

n°Operai agricoli e florovivaisti 33 Cooperative agricole 13Impiegati e tecnici agricoli 11 Cooperative di trasformazione 2Cooperative alimentare 1Conclusioni del percorso formativo da parte degli allievi:

Partecipazione n°Hanno terminato il corso 49Usciti dal sistema 9Dispersi 2

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ALCUNI CASI DI ATTIVITA’ FORMATIVE INNOVATIVE

In questa sezione del capitolo sono presentati sinteticamente alcuni progetti formativiinnovativi realizzati o in corso di realizzazione che possono essere di sicuro interesse, sia puregenerale, per integrare l’illustrazione delle possibilità e delle tipologie di attività previste oprevedibili in questo ambito.

Ricerca sperimentale per la definizione di un modello di orientamento nel settoreagricolo di supporto alla rete nazionale di orientamento e informazione

L’INIPA – l’ente per la formazione della Col diretti e capofila di una RTI con Nomisma eAgriconsulting - ha ottenuto l'affidamento dal Ministero del Lavoro di una “Ricercasperimentale per la definizione di un modello di orientamento nel settore agricolo di supportoalla rete nazionale di orientamento e informazione”, con la finalità di individuare le modalitàpiù appropriate per lo sviluppo occupazionale ed imprenditoriale nel settore, con particolareattenzione ai processi di transizione al lavoro autonomo. Obiettivo peculiare della ricerca è stato quello di prevedere un modello innovativo diorientamento (informazione, consulenza e formazione), coerente con la multifunzionalitàagricola e, pur con le dovute specificità territoriali, di riferimento per la rete nazionale diorientamento e informazione (fortemente integrata ed a supporto della Rete Pubblica SIL e deiServizi per l’Impiego – SPI).

Il modello persegue le seguenti finalità:

- favorire l’individuazione e la conoscenza di nuove opportunità occupazionalipresenti nel territorio, nella logica dello sviluppo rurale integrato fra agricoltura,territorio, ambiente e altri settori produttivi;

- facilitare l’avvicinamento tra soggetti (giovani in fase di inserimento lavorativo,potenziali imprenditori, figli di imprenditori che subentreranno all’attivitàfamiliare; imprenditori; soggetti in fase di transizione lavorativa) e nuoveopportunità;

- valorizzare ed integrare in una prospettiva di rete integrata quanto finorasperimentato e sviluppato nel nostro paese (ma anche nelle realtà europee piùinteressanti) nello specifico settore in tema di sviluppo locale e sistemi diorientamento.

-L’obiettivo generale della ricerca mira pertanto a definire un modello di orientamento(informazione, consulenza e formazione) coerente in particolare con la strategia dellamultifunzionalità agricola e che operi secondo le tre strategie orientative indicate:

- incontro domanda / offerta, - creazione, subentro e diversificazione di impresa,- sostegno e accompagnamento dell’impresa.-

I risultati del progetto non sono ancora noti.

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Costruzione di un presidio territoriale per l'orientamento e l'informazione nel settoreagroindustriale con particolare riferimento ai lavoratori disoccupati in mobilitàcassintegrati per favorire la mobilità in Europa - Provincia di Potenza L.236/93Ministero Lavoro e delle PS UCOFPL Div. I^

L’INIPA è ente attuatore del Progetto in oggetto per conto della Provincia di Potenza. Ilprogetto prevede la l’apertura una Rete di cinque Sportelli di orientamento e informazione nelsettore agro industriale nella provincia di Potenza. Nell’ambito del progetto, inoltre, INIPAimplementerà un Osservatorio per le dinamiche del mercato del lavoro avente l’obiettivo difornire alla Provincia utili informazioni circa le dinamiche occupazionali in atto e un quadrosui fabbisogni formativi. Principale finalità dell'iniziativa è di incentivare la forza lavoro locale in ambito agricolo erurale (con particolare riferimento ai lavoratori disoccupati, in mobilità e cassaintegrati)utilizzando gli sportelli di consulenza quali strumenti dinamici di informazione e di stimolonella ricerca di una nuova professione.

Gli sportelli di formazione ed orientamento sono stati operativi per un anno da giugno 2002nelle sedi di Potenza, Villa D’Agri, Melfi, Senise e Lauria erogando servizi di:

Ø Informazione sulle opportunità offerte dalla normativa comunitaria, nazionale eregionale a sostegno dell’impresa

Ø Orientamento in funzione della scelta professionale e imprenditoriale Ø Promozione delle possibilità di inserimento professionale nel settore agricolo e

rurale Ø Organizzazione di stage e tirocini in Italia e all’esteroØ Incontro domanda/offerta di lavoroØ Potenziamento formativoØ Sostegno all’imprenditorialità e al lavoro autonomo.

Gli Operatori di Sportello sono stati impegnati in una sessione formativa per l’acquisizionedelle competenze necessarie al raggiungimento della consapevolezza del ruolo ricopertoall’interno del progetto da parte dei Responsabili operativi delle attività.

Il percorso formativo di 20 giornate prevedeva il trasferimento ai partecipanti di metodologiee strumenti di intervento comuni finalizzati ad assicurare una corretta ed omogeneaerogazione del servizio sul territorio e all’attivazione di un comportamento orientato allarisoluzione dei problemi e alla conoscenza delle principali problematiche collegate ai processidi orientamento, alla creazione e sviluppo di attività imprenditoriali. E - Learning for e-businness &Territorial Marketing On-line (for integrated RuralDevelopment - E-Rural (Commiss. Europea Progr. Leonardo da Vinci (2000-2002)

Il progetto pilota “e-Rural “ promosso da Inipa (durata 24 mesi: dal 20.12.2002 al 19.12.2004)prosegue e sviluppa una precedente esperienza di ricerca INIPA realizzata con il ProgrammaLeonardo ‘98 “New Educational and Training Paths Analysis for Teleworking Humanresources (NetPath), che è stata classificata, a seguito della valutazione finale da parte dellaCommissione Europea, come “Success Story” project.

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Motivazioni della proposta

Promuovere negli operatori della filiera agricola allargata (multifunzionale) l’utilizzo dellenuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) per un pieno sviluppo dellafiliera stessa (e-business e Marketing Territoriale on line). I destinatari sono gli imprenditoriagricoli, i consulenti tecnici e formatori agricoli, i docenti e gli studenti degli ultimi anni dellescuole agrarie.

Il prodotto finale, comprendente tutti gli output intermedi (percorsi di formazione on line,report di analisi, etc.), sarà il web-site pilota “e-Rural Learning Portal” inteso come un puntodi aggregazione (market place della formazione) di risorse innovative di conoscenza nelsettore agricolo a livello europeo (e degli enti ed istituti di formazione ad esso rivolti),potendosi quindi intendere come “Portale Europeo dell’istruzione e della formazioneagricola”.

Destinatari e settori di riferimento

I principali gruppi destinatari (nel senso di beneficiari diretti), a diverso livello presenti neipaesi europei coinvolti nel progetto, sono i seguenti:

- imprenditori agricoli della filiera agricola allargata (agricoltura multifunzionale)- operatori dei servizi a supporto delle imprese agricole (operatori territoriali di consulenza

all’impresa delle organizzazioni professionali agricole, di Consorzi di imprese, delleamministrazioni locali coinvolte nello sviluppo territoriale, etc.)

- docenti e formatori delle scuole agrarie e degli enti di formazione continua per le impreseagricole (che saranno coinvolti nella costruzione, valutazione, validazione e diffusionedelle nuove metodologie formative: e-learning).

Destinatari indiretti, anche se direttamente coinvolti nelle fasi di analisi iniziali e divalutazione/disseminazione in progress e finale dei risultati, sono gli:

- stakeholder territoriali (operatori associazioni di altre categoria, rappresentanti delleOO.SS., rappresentanti della P.A., etc.), anche ai quali, in particolare, sarà rivolto ilManuale Multimediale di Buone Pratiche per la valorizzazione della filiera allargata(Marketing territoriale, sviluppo locale integrato).

Da quanto detto riguardo i segmenti di utenza, ne deriva che il settore principale diriferimento è quello agro-alimentare. Tuttavia, proprio nell’ottica dello sviluppo territorialeintegrato, saranno coinvolti nelle diverse fasi operative e nella disseminazione e trasferimentodei risultati gli altri settori e parti sociali presenti a livello del territorio rurale (artigianato-commercio-turismo-consumo-servizi-enti locali della P.A.). Inoltre, trattandosi di un progettofinalizzato a produrre prodotti formativi per l’istruzione e la formazione, due settori principalidi riferimento direttamente coinvolti saranno la Scuola e la Formazione Continua. Nella fase di Analisi di trasferibilità, si cercherà di individuare e coinvolgere altri contestieducativi (università, formazione superiore integrata, etc.). Anche questo progetto non èancora concluso e pertanto non si possono ancora valutare i risultati ottenuti.

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Formazione continua in rete per piccole e micro imprese PON 3 Avviso 6/01 Min. LavoroUCOFPL

L’obiettivo del progetto è di analizzare, progettare e sperimentare un articolato sistema diservizi in rete a supporto della FC, valorizzando le opportunità offerte della nuove tecnologiedell’informazione e della comunicazione, rivolto al complesso mondo delle piccole e microimprese presenti nel contesto rurale (agricole, artigianali, commerciali, cooperative, turistiche,servizi, etc), a favore sia degli operatori della formazione continua, sia delle figuremanageriali, tecniche e operative presenti nelle imprese suddette (imprenditori e lavoratori).

L’intervento, partito alla fine del 2002, è localizzato in tre Regioni (Veneto, Marche e Lazio),che presentano un tessuto imprenditoriali di PMI con una significativa presenza di piccole emicro imprese, spesso a gestione familiare, con particolari potenzialità di integrazione con glialtri settori economici, in termini di valorizzazione integrata del territorio e dell’ambientelocale.

Nel corso del 2002 INIPA ha sviluppato la progettazione esecutiva dell’intero impiantoprogettuale e, in particolare, della prima fase di analisi delle esigenze formative, rivoltaprincipalmente alle due specifiche tipologie di destinatari diretti (operatori formazionecontinua – imprenditori/lavoratori delle imprese agricole) in quanto “portatori” di unospecifico fabbisogno formativo rispetto all’utilizzo delle ICT nel proprio operato.

L’indagine è condotta all’interno delle tre aree regionali individuate da progetto (Veneto –Marche – Lazio), che possono rappresentare un riferimento di diverse situazioni di presenzaqualitativa di offerta formativa e, contestualmente di sensibilità e capacità di sperimentazionedi servizi formativi che utilizzino le ICT.

Attraverso la comparazione dei risultati di tale analisi con le buone pratiche di FC, potrannoderivare utili indicazioni per il lavoro di costruzione del modello di servizi formativi in rete.Un’attenzione particolare, nell’analisi, sarà attribuita alla valenza strategica data dai soggettiall’utilizzo delle ICT sia in ambiente educativo-formativo che a supporto del business agro-alimentare e del marketing territoriale.

I livelli di analisi saranno due:

1 livello: analisi desk (basata su studi, ricerche, letteratura esistente, anche interna ai partner)

2 livello: analisi sul campo: la metodologia da utilizzare si baserà esclusivamente su di unapproccio qualitativo che prevede interviste dirette con l’utilizzo di “griglie di interviste semi-strutturate” su campioni “qualitativamente rappresentativi” dei due differenti target group, alfine di rilevare:

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§ Nel target “operatori formazione continua”: il fabbisogno diconoscenza/competenza dell’utilizzo delle ICT nella formazione, che “impatta” suimodi di essere operatore della formazione continua e sui processi stessi dellaformazione continua (sul job e sulle skills dell’operatore stesso). La finalità è diverificare la sensibilità/disponibilità di un campione di operatori/progettisti diformazione sulle opportunità offerte dagli sviluppi più attuali - dal punto di vistametodologico e delle strategie di servizio – della formazione basata sullatecnologia: l’e-learning quale sistema di servizi e quale insieme di modalità ingrado di supportare ed integrare informazione, addestramento, knowledgemanagement, valutazione e gestione delle competenze, per una formazioneaccessibile ed effettivamente disponibile per chi ne ha bisogno, quando se ne habisogno, ogniqualvolta e ovunque necessario, con contenuti pertinenti epersonalizzabili per diversi profili.

§ Nel target “imprenditori/lavoratori delle imprese agricole”: il fabbisogno diretto diconoscenza/competenza rispetto l’utilizzo delle ICT nell’organizzazione e gestionedei processi lavorativi aziendali (nei termini degli specifici job e key competenciesstrategiche), ed il fabbisogno indiretto di essere a loro volta destinatari/utenti dimomenti formativi che utilizzino le nuove ICT, attraverso e con l’ausilio deglistrumenti di servizio in rete. Saranno identificati i fabbisogni formativi peculiaripresenti in un campione rappresentativo delle imprese agricolo-rurali nei treterritori, anche in riferimento alle loro caratteristiche dimensionali, manageriali,tecniche e professionali. Alla luce delle profonde trasformazioni in atto e dellarelativa esigenza di sviluppo di nuove competenze, emergono nuovi fabbisogniformativi, nell’ottica della diffusione dell’e-business nel mondo agricolo e rurale.Il processo di inserimento delle ICT in agricoltura ha bisogno di essere sostenutoda specifici percorsi formativi e consulenziali (gestiti con un approccio mixato traaula ed online) che tengano conto degli aspetti individuali ed aziendali del lavoroin rete (organizzativi, comportamentali, comunicativi).

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L’EVOLUZIONE DELL’OFFERTA FORMATIVA DI UN ENTE REGIONALE: ILCASO DI ERAPRA VENETO

Gli enti di formazione che fanno riferimento alle principali organizzazioni professionaliagricole, normalmente organizzati su base nazionale e territoriale, contribuiscono a svolgereuna parte rilevante dell’attività formativa a sostegno dello sviluppo del settore agricolo,reperendo risorse sia a livello regionale che nazionale e di Unione Europea. In particolare si èritenuto utile, in questo contesto, illustrare a titolo di esempio, l’evoluzione dell’attività svoltanegli ultimi anni da uno di questi, ERAPRA VENETO, e fare qualche considerazione

ENAPRA è l’Ente di formazione ed aggiornamento professionale della Confagricoltura.fondato nel 1959 per promuovere la diffusione, lo sviluppo ed il perfezionamento dellaprofessionalità in agricoltura. Il suo scopo attuale è di coordinare ogni iniziativa atta allaformazione, al miglioramento, allo sviluppo, al perfezionamento, alla qualificazione edall’aggiornamento delle figure professionali a vario titolo coinvolte nel settore agricolo edagro-industriale. strumenti principali per il perseguimento di tali obiettivi sono la formazioneprofessionale e l’assistenza tecnica. Esso inoltre contribuisce, tramite progetti ed azionispecifiche, allo sviluppo delle zone rurali secondo gli indirizzi dell’Unione Europea. Tra gliscopi dell’ente vi è altresì quello di contribuire alla diffusione e al rafforzamento del processoassociazionistico in agricoltura, in tutte le sue forme e ad ogni livello, dalla produzione allacommercializzazione, sia sul piano tecnico che economico ed organizzativo. L’Ente ha sede aRoma, in Corso Vittorio Emanuele 101, ma ha una diffusione su tutto il territorio nazionaleattraverso gli enti regionali e provinciali.

L’E.R.A.PR.A. del Veneto, espressione regionale di ENAPRA, è stato costituito nel 1982 alloscopo di sviluppare la professionalità degli imprenditori agricoli e di tutti i soggetti addettiall’agricoltura o comunque interessati alle problematiche del settore primario.

All'inizio della sua attività ha svolto anche funzioni di assistenza tecnica e tenuta dellacontabilità, per poi orientarsi completamente verso la formazione e l'aggiornamentoprofessionale. Al momento attuale le attività vengono svolte in tutte le province del venetocon una maggior concentrazione in quelle di Padova e Venezia.

Sul piano della didattica l’ERAPRA dà importanza alle innovazioni e cambiamenti cheguidano lo sviluppo del settore agricolo, in cui le esperienze di lavoro di ogni individuo sirivelano presto superate a causa dello sviluppo tecnologico ma anche dell'evoluzionenormativa e degli orientamenti di politica economica dell'unione europea. L’Ente Regionalesta procedendo alla propria Certificazione Qualità ISO 9001 in collaborazione con la SocietàQUARK e l’iter della pratica è ormai in fase conclusiva.

Attività formative svolte

1. In base alla Legge Reg. n° 10 del 1990 e n° 1 del 1991 ERAPRA organizza corsidi aggiornamento di breve durata (20, 40 ore) rivolti a imprenditori, coadiuvanti,operai, impiegati e a quanti operano nel mondo dell’agricoltura.

2. In applicazione del Reg. 950/97, l’Ente organizza corsi propedeutici perl’insediamento dei giovani in agricoltura (durata di 150 ore).

3. Dal 1997 ERAPRA progetta e realizza corsi di approfondimento professionale conil contributo del Fondo Sociale Europeo, destinati ad occupati. Tali interventi,orientati all’acquisizione di nuove informazioni, permettono di soddisfare almeglio le esigenze degli operatori professionali del mondo agricolo. Questi corsipossono avere una durata variabile da 25 a 150 ore.

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4. L’ente propone anche corsi per giovani disoccupati con l’obbiettivo di formarenuove figure professionali da inserire nel settore agro-alimentare per contribuirealla sua crescita ed al suo sviluppo e insieme di favorire l’inserimento dei giovaninel mondo del lavoro. I corsi hanno una durata compresa tra 400 e 900 ore,prevedono una frequenza giornaliera (dal lunedì al venerdì) di 8 ore, buono pasto eborsa di studio.

5. L’ente offre anche corsi di formazione per abilitazioni, soprattutto per le particolarinecessità degli operatori agrituristici, dei responsabili della sicurezza, deglioperatori florovivaisti e per l'uso dei presidi sanitari.

Attività formative realizzate negli ultimi anni

E.R.A.PR.A del Veneto ha avuto modo di maturare dal 1982, anno della sua costituzione, subase regionale, una vasta esperienza nel campo della formazione e dell'aggiornamentoprofessionale in agricoltura e nella filiera agroalimentare nel suo complesso, organizzandocorsi, seminari ed incontri sui temi più vari dell’economia, della legislazione, della tecnicaagricola, dell’informatica, dell’ambiente e adeguando sempre le proprie offerte formative alleproblematiche emergenti di livello comunitario, nazionale e regionale.

L’Ente si è di norma rivolto ad imprenditori ed operatori del settore agricolo e dal 1997 hainiziato ad attuare interventi formativi rivolti a persone disoccupate al fine di favorirel’inserimento di giovani in agricoltura. Tale opportunità è stata fornita dai programmioperativi del FSE, che hanno dato anche la possibilità di ampliare l’attività dell’Ente nelcampo della riqualificazione e dell’aggiornamento delle persone occupate.

Nel 1997 sono stati realizzati corsi rivolti a persone disoccupate, per un totale di 2106 ore perla formazione delle seguenti figure professionali:

- Tecnico per la distribuzione e commercializzazione dei prodotti

- Operatrice di Bed and Breakfast

- Operatore agrituristico

Tra le attività a favore degli occupati, sempre nel 1997, sono stati realizzati tre corsi diinformatica.

L’attività dell’Ente per il 1998 è iniziata con l’organizzazione di corsi, nell’ambito dell’Ob. 4Dgr. 2028 del 03/06/1997, per la riqualificazione e l’aggiornamento rivolti a personeoccupate.

Si riporta di seguito l’elenco delle tipologie di corsi realizzati:

- Aggiornamento per operatori agrituristici- Orticoltura a pieno campo- Frutticoltura- Risicoltura- Produzioni avicunicole- Aggiornamento di lingua inglese- Vitivinicoltura- Aggiornamento per lo sviluppo dell’agricoltura biologica

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- Tecniche di negoziazione commerciale per l’agricoltura- Tenuta del quaderno di campagna- Sicurezza in agricoltura- Operatore Agrituristico- Apicoltura- Informatica applicata al settore zootecnico- Informatica ed internet per il settore primario- Informatica per la gestione aziendale- Orticoltura a pieno campo- Frutticoltura- Aggiornamento sulle nuove normative fiscali- Lingua inglese per il commercio dei prodotti agricoli- Aggiornamento tecnici settore Agroambientale- Aggiornamento responsabile settore previdenziale e pensionistico

Sempre nel corso del 1998 si sono attuati diversi corsi per la formazione professionale didisoccupati, per le seguenti figure:

- Tecnico dei sistemi di qualità nel settore agroalimentare- Operatore amministrativo nel settore primario- Operatore e manutentore di macchine agricole- Operatore agrituristico- Operatore informatico per il settore primario- Operatore per il commercio in agricoltura

Nel 1999 accanto all’attività rivolta ai disoccupati si sono realizzati numerosi corsi rivolti adimprenditori e coadiuvanti di aziende agricole e operatori del settore, in continuità a quantofatto alla fine del 1998.

I corsi attuati hanno riguardato le seguenti tipologie:

- Floricoltura specializzata- Addetti al settore florovivaistico- Informatica applicata al settore zootecnico- Negoziazione commerciale dei prodotti agricoli- Orticoltura a pieno campo- Operatore del verde urbano- Frutticoltura- Aggiornamento nuove normative fiscali- Lingua inglese per il commercio dei prodotti agricoli- Aggiornamento Quadri e intermedi nel settore delle imprese agricole

Per il Programma Operativo – Ob. 4 DGR 487 del 23/02/1999 FASE 1– tra il 1999 e il 2000sono stati organizzati i seguenti corsi, per un totale di 864 ore:

- Aggiornamento Operatore agrituristico- Aggiornamento Operatore Agrituristico- Orticoltura Specializzata- Op. Verde Privato e Urbano

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- Agg. Florovivaisti- Vitivinicoltura Biologica

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Tra il 2000 e il 2001 sono stati organizzati i seguenti corsi, per un totale di poco inferiore alle2000 ore:

- Sist. Inform. Appl. Alla Gest. Dell’Impresa Agricola- Gestione Aziendale Informatizzata- Coltivazione e Commerc. Dei prod. Frutt. Biologici- Viti-vinicoltura Biologica- Informatica per la contabilità agraria- Il sistema HACCP nella filiera lattiero-casearia- Agricoltura Biologica - Il sistema HACCP nella filiera orticola- Il sistema HACCP nella filiera vitivinicola- Coltivazione e commerc. di prod. Orticoli biologici- Il sistema HACCP nella filiera ortofrutticola- Il sistema HACCP nell’attività agrituristica- Normativa IVA in agricoltura - Aggiornamento Operatori orto-florovivaista- Operatore Orto-florovivaista- Apicoltura Biologica- Agg. Normative nella cooperazione- Agg. Operatori fiscali in agricoltura- Negoziazione dei prodotti agricoli- Azienda agricola e ambiente- Aggiornamento operatore orto-florovivaista

Sempre tra il 2000 e il 2001 si sono attuati due corsi, per un totale di 160 ore per lariqualificazione e l’aggiornamento rivolti a persone occupate:

- Efficienza e qualità formazione in agricoltura- Metodologie didattiche e progr. Oper. Int. Form. in agricoltura

Tra il 2000 e il 2001, è stato realizzato anche un corso rivolto a persone disoccupate, per untotale di 900 ore per la formazione della figura professionale di “Esperto in agricolturabiologica”.

Per il Programma Operativo – Ob. 4 DGR 488 del 23/02/1999 FASE 1 Area Veneziana– tra il1999 e il 2000 sono stati organizzati i seguenti corsi, per un totale di 636 ore:

- Addetto alla Gestione del Prod. Tipico- Operatore dei Servizi Incoming- Agg. Operatori Agrituristici

Da quanto sopra esposto si evince che l’attività formativa dell’ERAPRA ha avuto in questiultimi anni un notevole incremento grazie ai programmi operativi del fondo Sociale Europeo,che hanno dato la possibilità di sviluppare un settore che risultava limitato dalla scarsadisponibilità di ore formative fornite dalla Regione.

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Corsi realizzati nel 2001-2002

Corsi per occupati

- Apicoltura biologica- Marketing ed export dei prodotti tipici- Agricoltura biologica- Aggiornamento Operatore Orto-Floroviv.- Vitivinicoltura biologica- Frutticoltura biologica- Normativa fiscale in agricoltura- Agg.to sulla forestazione delle zone agricole- Azienda agricola e ambiente- Qualità e certificazione in agricoltura- Gestione aziendale informatizzata- Internet ed e-commerce- Applicazioni informatiche avanzate in agricoltura- Il sistema HACCP nella filiera ortofrutticola- La ristorazione nell’agriturismo- Agg. Operatore Agrituristico- Aggiornamento normative per la gestione di aziende Vivaistica- Innov. Nelle tecniche di prod.vivaistica- Applicazioni informatiche avanzate in agricoltura- Azienda agricola e ambiente

Corsi per disoccupati

- Valutazione aziendale dei Sistemi di qualità- Esperti commercio elettronico per il settore primario

Nel corso del 2002/2003, infine, sono stati offerti corsi per occupati sui seguenti temi:

- Normative e tecniche di produzioni vegetali- Qualità e certificazione- Agricoltura e valorizzazione dell’ambiente- Master - Esperto di sistemi di gestione della qualità e dell’ambiente

agroalimentare- Tecnico certificatore in agricoltura biologica

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Alcune valutazioni di sintesi

Anche la semplice analisi dell’elenco delle principali attività svolte da questo particolare entedi formazione nel corso degli ultimi anni consente di fare alcune considerazioni utili ingenerale:

- i corsi sono andati assumendo contenuti di crescente specializzazione: da attivitàproduttive più generiche (orticoltura, risicoltura, produzioni avicunicole) aproduzioni sempre più specifiche (vitivinicoltura biologica, frutticoltura biologica,ecc.);

- sono andati aumentando i corsi destinati alla diffusione delle applicazioniinformatiche destinate a diverse attività dell’azienda agricola (contabilità, gestioneattività zootecniche, applicazioni di internet, ecc.);

- sono sempre presenti corsi di contenuto gestionale, commerciale e contrattuale, asegnalare una evidente strutturale carenza formativa generalizzata;

- sono andati aumentando i corsi destinati a favorire l’adozione di schemi dicertificazione (HACCP, tipici, biologici, ecc.);

- occupano un gran parte delle attività formative anche le tematiche connesse invario modo all’ambiente (produzione biologica, verde privato e pubblico,agriturismo, agricoltura e valorizzazione dell’ambiente, ecc.);

- non sono mai trascurati i temi di carattere normativo e gli aggiornamenti in diversiambiti (fiscalità, vivaismo, commercio, ecc.);

- sono presenti, infine, corsi di lingua inglese.

Una semplice analisi della tipologia di corsi offerti da questo particolare ente regionale diformazione, quindi, permette di identificare quelli che evidentemente sono punti di debolezzadella formazione istituzionale (formazione superiore ed universitaria) e, allo stesso tempo, sisottolineare il ruolo decisivo che queste iniziative formative hanno nel mantenere un costantee tempestivo collegamento tra il settore produttivo, i suoi bisogni formativi in continuaevoluzione, e l’offerta formativa.

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