appunti di linguistica

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1 intrUSI – Gruppo di Lavoro Exam Survival http://go.to/intrUSI/ [email protected] Appunti del corso di Linguistica SI E SE Anno Accademico NON SPECIFICATO prof. Rigotti 66 pp. 268 k.B Autore: Anonimo L'associazione intrUSI mette a disposizione il suo spazio web per permettere lo scambio degli appunti. Essa non si assume nessuna responsabilità per la completezza o la correttezza degli appunti messi a disposizione. Essi vengono forniti as they are, limitandosi ad indicare il corso al quale si riferiscono. Dove possibile, si indicherà anche il semestre in cui il corso si è svolto ed eventualmente se qualcosa (professore, programma,...) è cambiato. Il fornitore è colui che manda i suoi appunti all'associazione intrUSI al fine di metterli a disposizione degli altri studenti. Egli mantiene la proprietà intellettuale sugli appunti, anche nel caso in cui desideri rimanere anonimo. Considerando che gli appunti vengono realizzati per uso personale, egli non si assume alcuna responsabilità sulla completezza o la correttezza del contenuto degli appunti. Il fornitore autorizza l'associazione intrUSI a inserire sui propri appunti una pagina di copertina contenente questo disclaimer e una nota a piè di pagina con il nome dell'associazione e il numero di pagina. Il fruitore scarica gli appunti dalla pagina web dell'associazione intrUSI conscio del fatto che li usa a suo rischio e pericolo. In nessun caso gli appunti potranno essere usati a scopo di lucro. E' consentito lo scambio citando sempre l'autore (se non anonimo) e l'associazione intrUSI come mediatore. E' consentito fotocopiare gli appunti solo integralmente.

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Page 1: Appunti Di Linguistica

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intrUSI – Gruppo di Lavoro Exam Survival

http://go.to/intrUSI/[email protected]

Appunti del corso di

LinguisticaSI E SE

Anno Accademico NON SPECIFICATOprof. Rigotti

66 pp. 268 k.B

Autore: Anonimo

L'associazione intrUSI mette a disposizione il suo spazio web per permettere loscambio degli appunti. Essa non si assume nessuna responsabilità per lacompletezza o la correttezza degli appunti messi a disposizione. Essi vengonoforniti as they are, limitandosi ad indicare il corso al quale si riferiscono. Dovepossibile, si indicherà anche il semestre in cui il corso si è svolto ed eventualmentese qualcosa (professore, programma,...) è cambiato.

Il fornitore è colui che manda i suoi appunti all'associazione intrUSI al fine di metterlia disposizione degli altri studenti. Egli mantiene la proprietà intellettuale sugliappunti, anche nel caso in cui desideri rimanere anonimo. Considerando che gliappunti vengono realizzati per uso personale, egli non si assume alcunaresponsabilità sulla completezza o la correttezza del contenuto degli appunti. Ilfornitore autorizza l'associazione intrUSI a inserire sui propri appunti una pagina dicopertina contenente questo disclaimer e una nota a piè di pagina con il nomedell'associazione e il numero di pagina.

Il fruitore scarica gli appunti dalla pagina web dell'associazione intrUSI conscio delfatto che li usa a suo rischio e pericolo. In nessun caso gli appunti potranno essereusati a scopo di lucro. E' consentito lo scambio citando sempre l'autore (se nonanonimo) e l'associazione intrUSI come mediatore. E' consentito fotocopiare gliappunti solo integralmente.

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Linguistica

21 ottobre ‘98

Distinguiamo la comunicazione di massa da quella interpersonale che coinvolge l’individuo.

Dimensioni della comunicazione: tecniche, estetiche, ecc. La comunicazione non è una scienza,ma un insieme di scienze, questo ne spiega l’interdisciplinarità. Il nucleo epistemologico fondantedella comunicazione costituito da: ling. gen., fondam. info, soc. della com., sistemi e tenc.dell’info, tipologia dei testi, st. soc. della comunicazione. Epistemologia: da episteme, scienza,logia studio, quindi la scienza della scienza.

Non esiste più il lavoro, esiste solo la collaborazione in quanto scambio di prestazioni.

> Oggetto reale e formale

L’oggetto si divide in reale e formale.

1) Reale: ovvero qualcosa che mi trovo davanti vivendo, è un pro/blema, ovvero qcc. che vieneposto davanti, “di materiale”. Oggetto reale del linguistica è la comunicazione verbale umanache ha alla sua base codici e sistemi non artificiali*.

2) Formale: prende in considerazione un solo aspetto alla volta, facendo astrazione del resto.L’oggetto formale è uno sguardo particolare, una proiezione mentale che nascedall’interrogazione della scienza sull’oggetto. E’ la risposta dell’oggetto alle nostre domande, inquanto scienza che ha uno sguardo selettivo sulla realtà, è particolare.La nascita della scienza è lo specificarsi di punti di vista particolari su un oggetto. Quando lascienza identifica l’oggetto formale con quello reale si tratta allora di RIDUZIONISMO, ovverola pretesa di ridurre tutti gli aspetti dell’oggetto reale sotto l’aspetto formale.Un linguaggio formale particolare è un sistema di segni con un sistema di regole, le qualidefiniscono espressioni ben formate su un sistema di segni.

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< Modellamento dell’oggetto

La scienza descrive e spiega oggetti costruendo modelli dell’oggetto che definiscono,evidenziano, le proprietà dell’oggetto che interessano quella particolare scienza. Per esempio lamacchina da cucire è il modello tecnologico della sarta, ma non è la sarta nella sua globalità. Latecnologia è un fare sostitutivo rispetto all’uomo, crea modelli imitativi.Come detto in precedenza l’oggetto formale è un insieme di domande. Il modello è la risposta atali domande, è il sapere che otteniamo dalla risposta. Per esempio sulla parola uomo le variescienze costruiscono il proprio modello. C’è un uomo per ogni scienza. Filosofia, medicina,chimica, antropologia ecc. non sono che le diverse risposte alle domande specifiche di quelladeterminata scienza. Il modello è costituito dalla domanda tipica della specifica scienza. Ladomanda è lo sguardo di una certa scienza sulla cosa.

medicinaetnologia

uomofilosofia chimica

= sguardo su> Linguistica e semiotica

a) La linguistica privilegia lo studio della struttura/organizzazione di messaggi prevalentementeverbali costruito sulle lingue storico-naturali* che sono l’italiano, il tedesco, il russo ecc., lingueopposte a quelle artificiali come sistemi operativi, linguaggi formali, matematici ecc.Ma cosa s’intende veramente con lingue storico-naturali?Lingua è l’interfaccia tra vita e coscienza, è lo strumento di consapevolezza della vita, grazie alquale la vita diventa umana.Storica in quanto vive nella storia attraverso il tempo.Naturale è quanto non nasce dall’intervento dell’uomo, ma quando questi prende quello che c’ènell’ambiente, lo riceve con l’educazione, la nutrizione, con l’affetto che riceve dalla nascita. Insegnare una lingua significa mostrare le cose, prendere per mano e dare significati. Dietrol’identificazione del significato della funzione sta la parola che ne sigilla il significato, il nome.Così al bimbo viene trasmesso il senso della vita. Attraverso la parola entri nella realtà che faitua. Viene naturale attribuire un certo termine ad una determinata cosa, perché nella cosa stessaè insito il nome, è naturale. La lingua interessa tutti coloro che la parlano. Infatti interessaresignifica che ha a che fare con la mia realtà, mi tocca, mi riguarda.

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significato: articolazione della realtà dipendente dal valore umano

barra semiotica

alberosignificante: suono, come si traduce verbalmente il concetto

Il legame tra suono e senso è consacrato dall’essere umano sin dall’originaria accoglienza cheha dato senso alla vita. Lo psicotico toglie il nesso con la realtà, toglie la barra semiotica esupera il livello della significazione.Con “prevalentemente verbali” si vuole comprendere pure taluni mezzi di comunicazione, comeil telefono, anche se necessitano di una “protesi percettiva”. Questo spiega come non tutte lecomunicazioni interpersonali siano univoche, ma per alcuni aspetti possano essere di massa.

b) La semiotica ha origine in semion, ovvero segno. Affronta tutti i messaggi attraverso tutti icanali percettivi: uditivo, olfattivo, tattile, visivo ecc. costituiti da colori, odori ecc.

Non c’è linguaggio che non sia parzialmente multimediale, bisogna andare a vedere i vari aspetti.I gesti e i movimenti che si compiono parlando non sono linguistica, sono prossemica.Da pros, ovvero inoltre, la prossemica tratta i segni che stanno oltre il linguaggio verbale, chesono concomitanti, è costituita da segni del volto, dalle caratteristiche della voce. Anche nelloscritto c’è della prossemica. La grafica, ad esempio, è la prossemica dello scritto.

Quali gli aspetti dei messaggi prevalentemente verbali che interessano la linguistica?

Ad esempio del libro m’interessa l’aspetto verbale, il fatto che sia un messaggio (un evento cheabbia senso in relazione ad un codice linguistico). Mentre non m’interessa il prezzo, la grafica,l’aspetto giuridico.La linguistica tratta il messaggio nella sua struttura interna, ne evidenzia le condizioni grazie allequali il messaggio è tale. Prima di essere messaggio specifico, il messaggio deve essere unmessaggio, quindi avere un senso. La linguistica e la semiotica non si curano di un messaggio inquanto pubblicitario ecc., ma piuttosto in quanto messaggio, spiega come mai. Andando aspiegare lo strano rapporto tra il senso (effetto lampadina) e l’evento che regge il senso.Il messaggio è un evento complesso in cui un evento fisico di svariata natura si fa portatore di unsenso non fisico. La linguistica si preoccupa di costruire dei modelli per spiegare le condizionifra questi due eventi. L’evento del senso e l’evento del veicolo.

>L’entità linguistica

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La frase“oggi c’è il sole” si percepisce sempre diversamente anche se c’è un livello in cui ègarantita l’identità dell’oggetto. Ribadendo la stessa frase, uso le stesse parole, ma cambia lasostanza materiale che regge l’oggetto.Al contrario, se prendo in considerazione un qualsiasi oggetto fisico, va preso come una cosa asé stante, in sé, un’identità che si percepisce sempre allo stesso modo.La parola “sole” è un oggetto linguistico in quanto termine della lingua italiana, non lo è entro lalingua tedesca. Infatti l’entità linguistica è tale per il suo appartenere ad un sistema linguistico.Questo tipo di oggetto funziona grazie al fatto che rimanda a dei sistemi linguistici che lo fannofunzionare. I sistemi linguistici che li fanno funzionare sono i codici, o “linguaggio”.

Sistema non linguistico è la segnaletica stradale. Non è collegata alle lingue, ma a messaggi chefunzionano attraverso delle convenzioni. Un altro sistema non linguistico è quello dei numeriarabi in cui lo stesso segno viene letto diversamente nelle varie lingue.

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28. 10. ‘98>L’atto di comunicare

Comunicare, com / municare, com / mus: etimologicamente significa scambio di beni, di valori,mettere a parte di’, mit/teilen, far partecipare l’altro ad un bene. Va inteso come l’atto discambiarsi messaggi, ovvero segni che devono produrre un senso. Se non producono un sensolo scambio non è comunicazione. Senso equivale al non essere e non lasciare indifferente, quindiinduce al cambiamento. Infatti si ha un evento avente un effetto di senso, solo se questo eventomodifica qualcosa. Un segno senza senso non va a cambiare nulla.Come detto sopra, il messaggio è lo scambio di segni (che nel linguaggio verbale sono le parole)i quali attivano, producono un senso.

es. l’opera pittorica: il critico cerca di tradurre i segni dell’opera (che sono messaggi figurativi) insegni verbali, in messaggi verbali. Questi ultimi sono capaci di tradurre tutti i segni possibili.

>Il linguaggio verbale e le quattro componenti coessenziali del linguaggio

L. v. come insieme di prodotti dioggetti, insieme di messaggiintesi come eventi comunicativi1) verbali (testi). E’ punto divista molto statico, poiché dalrisultato si torna in dietro.

I due momenti del l.v.:

La capacità di produrremessaggi verbali. Tratta ledinamichedell’attività verbale. 2) Parte dalle dinamiche e tornaai significati, per questo vaconsiderato più dinamico.

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a) significato

barra semiotica: unisce i due momenti “a” e “b” in un legame storico-naturale associato

albero dall’affettività

b) significante

- posso riferirlo ad un’istruzione come: “nel tempo in cui si parla”

?

adesso - equivale sempre a significati (ore, momenti del giorno)diversi. Non lo si può ricollegare al significato che lasciai segni di un’esperienza con tratti ben determinati

“Adesso” è un istruzione fatta per individuare un certo tempo, quello in cui si parla, che coincidecon un evento.Le parole come “adesso” che modificano il loro contenuto a dipendenza della situazionedipendono dall’atto del dire, sono delle coordinate comunicative. Nello stesso gruppo ci sonopure parole come ora, dopo, io, qui ecc.Ci rendiamo così conto che nel linguaggio verbale, non c’è solo la semiosi, ovvero il camposimbolico che rimanda a significati fissi, ma c’è pure la “deissi”. Essa fa riferimento a quello cheviene chiamato campo dialettico o deittico, che implica un certo “parlare con le cose”, unacomunicazione mediata anche da quanto ci sta attorno, con quel che sono e non unicamentetramite le parole. Di queste ci si serve semplicemente per far capire a quali cose mi riferisco.Infatti nella “deissi” il significato è un’istruzione che, applicata all’esperienza, mi fa identificare lacosa nella situazione. Le parole abbracciate dalla “deissi” vanno distinte dalle parole che, puravendo un significato contestuale (anch’esse dipendono da chi, quando, dove le dico) nonvariano nel significato di per sé. Per esempio “io” indica sempre persone diverse a seconda dachi lo pronuncia (io Paolo, io Francesca...), ma “amore” pur avendo un valore dipendente dallasituazione, ha un valore a se stante, archetipico.

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Ma non è finita qui! Le sfaccettature del linguaggio verbale sono tante, abbastanza per farcicapire quanto ogni atto comunicativo sia costituito da eventi complessi richiedenti uno sguardopluridisciplinare. Il linguista deve tener conto anche di quegli elementi che sostengono, aiutano illinguaggio.Oltre la semiosi e la “deissi” riscontriamo pure l’ostensione, ovvero “il lasciarsi vedere come”che, in quanto interviene nel messaggio verbale, ne è una componete importante (attenzione:ostensione, semiotica e prossemica non sono da identificare!).Come ultimo elemento rilevante incontriamo l’inferenza:

es.1: “che bello, oggi c’è il sole!”

es.2: “che bello (2a), ho fatto un incidente (2b)!”

Nella frase 2 il senso non è ovvio, devi andare a cercare qualcosa che lo raddrizzi, che coordini“che bello” e “ho fatto un incidente”. Il legame tra 2a e 2b non è detto, è invisibile. Al contrarioper la frase 1 in cui “che bello” e “c’è il sole” spiega, giustifica la gioia. E’ logico che tra i dueenunciati 2a e 2b ci sia effettivamente un legame, ma è tacito, lo si lascia ipotizzare da chiascolta, si lascia costruire quel legame che permette il senso. Questo processo di lasciareintendere da una parte, e costruire connessioni non manifeste dall’altra, si chiama procedimentoragionativo, o abduzione, cioè il procedimento logico, la costruzione delle ipotesi dalle quali èdeducibile un senso, un fatto diviene spiegabile, viene dato il nesso per cui gli elementi sonocompresenti. Il processo di abduzione è un processo di univocizzazione da uno stadiopolisemico, ovvero con molti significati.

il linguaggio

semiosi deissi ostensione inferenzaprocesso in cuidaun’espressionesi facorrisponedereun senso, apre alcampo dellelingue st.-nat.

parole chepossono avere piùsignificati adipendenza dellasituazione-nel ling. entra afar parte ilcontingente-è necessaria la

la rappresentazione dime stesso chetrasmetto attraversol’atto di parlare comecomponente delmessaggio

quando il senso èimplicito, non evidente evi si giunge con ilragionamento

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Possiamo dire che la linguistica serva a capire come il linguaggio verbale sia fatto dal di dentro.Ci sono parole che funzionano perché si raccordano a cose. Ma ci sono cose che si raccordanoalla comunicazione pur non essendoci fisicamente. Per esempio il non detto eppure detto, puòessere più del detto. Possiamo così renderci conto come la linguistica serva a capire quanto illinguaggio verbale sia fatto dal di dentro. Tutto questo ci convoglia nella dimensionedell’implicito.

>La dimensione dell’implicito

< La dimensione di connessioni intersequenziali

Il discorso umano è fatto di sequenze in quanto mosse comunicative che si susseguono nel testo.Tendenzialmente i testi non esplicitano le connessioni tra le successioni, le mostrano celando inessi. E’ l’intervento del ragionamento che pone quei collegamenti invisibili, ma logici. Lapresupposizione è il luogo dello scartato. Se ci metto del materiale non scartato induco l’altro ariconoscere quanto ho insinuato. E’ la tecnoica dell’interrogatorio. In ogni caso, perché lacomunicazione abbia luogo, devo istituire del presupposti.

< la dimensione dei presupposti

Le informazioni per essere tali hanno dei presupposti i quali sono più presenti di ciò che hodetto, per il fatto che non c’è bisogno di dirli. La presupposizione è un atto linguistico con unpunto di domanda, un “sospetto”. E’ tutto ciò che deve essere vero affinché un testo possacostituirsi, affinché abbia senso. Ogni testo linguistico ha un numero altissimo di presupposizioni.Al contrario per quanto riguarda il vorausezung, cioè la menzione di un dato di fatto,un’assunzione scontata che a sua volta è altro dall’ipotesi, la quale è provocazione di unaverifica. La menzione ha luogo quando una cosa non la dici, ma la richiami dandole funzione dipresupposizione.

es.1 info.: “ho un fratello più piccolo che è informatico”

es.2 menz.: “il mio fratello minore informatico,...”

Appare evidente che nell’es. 1 io emetta un’informazione che presuppone l’interesse di chiascolta (la valenza dell’informazione dipende dal contesto, per es. si sono rotti i computer...). Alcontrario nell’es.2 “il mio fratello minore informatico” si tratta di una menzione, nel senso checito qualcosa di accessoriale rispetto al discorso che intendo fare.E’ evidente che la presupposizione deve essere accettata come tale dall’interlocutore. Infattil’informazione ha molto della cultura, della tradizione, educazione ecc. Se una presupposizionenon fa riferimento a un qualcosa di accertato è un inganno, è una presupposizione indebita. Peres. se io portassi l’es. 2 pur non avendo fratelli e men che meno informatici. La lesione del

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presupposto porta a il non rispetto, all’infrazione del presupposto, cosa tipica della follia o dellamenzonia. Quando la mia presupposizione è infondata, il mio scambio di segni (il parlare) noncorrisponde ad un senso. Si può quindi dire che il “presupposto del presupposto”, cioè ilpresupposto del senso è la fondatezza di ciò che dico e l’interesse in esso.In quanto la menzione è qualcosa che deve già essere accertato per poter poi essere affermatodall’altro, non ha nulla a che fare neanche con il pregiudizio, anche se un presupposto puòessere un pregiudizio. Il pregiudizio è un giudizio assunto come valido, ma indebito, esclude ladiscussione, la proibisce, la rende tabù. E’ un principio generale assunto da un noi (weness ).La comunicazione è un formare e un riformarsi di un gruppo di noi. Il fatto che una certainformazione appartenga ad un noi la rende indiscutibile; di qui le frasi del tipo:

“ah, certo che se tu metti in discussione che...!”

oppure:

“Le cose rilevanti, interessanti per voi che sono successe oggi sono le seguenti:...”. Frase tipica,quest’ultima, dei TG, presupponente che quanto vien detto sia interessante e quanto non viendetto non-interessante. La vera etica dell’informazione si gioca su questo tipo di presupposti,che per essere tali rendono possibile l’insinuarsi di messaggi nascosti, quindi il plagiodell’informazione. Se nella frase fosse introdotta la preposizione “...a nostro parere...”, sitratterebbe di una esplicitazione della presupposizione, cosa che metterebbe in risalto onestà,ma non solleverebbe dal problema che in realtà è irrisolvibile!

< Interpretazione e traduzione

Interpretazione e traduzione sono cose che facciamo sempre, perché noi non percepiamoparole, ma con le parole percepiamo cose. Ora, se da un lato necessitiamo della lingua perpensare la realtà, dall’altro ne siamo liberi. Poiché la lingua non è altro che uno strumento diadeguamento all’esperienza. Ciò evidenzia l’indipendenza della realtà dalla lingua, la quale, lalingua, è sovrapposta alla realtà (quindi non è lei che la determina!).Vediamo un esempio:

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Dal tedesco Fahren e gehen equivale il nostro andare . Ma, mentre in italiano c’è una solaparola che comprende il concetto di muoversi a piedi e con un mezzo, in tedesco ci sono dueparole. Il parlante italofono riesce a fare la perifrasi di fahren e gehen per raggiungere ilconcetto, perché non pensa con le parole, pensa con le cose.

Per intendere la realtà bisogna essere bilingui, perché nelle differenze tra le due parole, si riescea capire la natura della cosa, dagli opposti nasce il senso.

< Il senso

Un’affermazione dipende da una presupposizione d’interesse da parte del destinatario,l’informazione deve essere rilevante per l’altro. Affinché sia così deve esserci un certo interesseanche tra noi, un legame. Perché ciò che non è interessante è privo di senso. La sensatezzaimplica l’interesse.La comprensione è riscontro di sensatezza. Il momento in cui qualcosa diviene interessante è acausa della scoperta di un nesso con noi, con quello che si è (infatti si dice interessante diqualcosa che ci tocca, ci compete). Il riscontro di senso è l’accendersi di una lampadina, miaccorgo di qualcosa che mi ha coinvolto.Ecco perché la comunicazione interpersonale è la madre di tutte le comunicazioni.

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4 novembre‘98

IL LOGOS

La lingua si suddivide in scritta e orale (voce). La scrittura, pur rappresentando la voce, ne è unforte impoverimento.L’organo di senso dell’udito ha molto a che fare con il linguaggio verbale. Questo è costitutitoda una voce fonetica, cioè dalla sostanza fonico acustica della voce che in realtà non è altro cheil reciclaggio delle scorie dell’attività respiratoria, le quali vengono recepite dall’orecchio. E’espirando che si produce la voce attraverso l’apparato fonatore e l’orecchio legge e capisce leonde dell’apparato ondulatorio.La voce è un suono, perché si caratterizza per essere semantica, ovvero portatrice di significato.La voce si suddivide in inarticolata, ovvero i versi come voce significativa vedi bimbi e animali) ein voci articolate. L’articolazione: artus, è il segmento di un corpo. Ogni atto comunicativo,LOGOS, è necessariamente in sé stesso articolato.Il logos può essereletto come:

-calcolo: linguaggio formale in cui la logica è una macchinetta che costruisce oggetti astratti

-ragione in opposizione con algos , cioè senza ragione

-LINGUAGGIO: quando il logos diventa un essere vivente...

...Logos, atto linguistico, è un’organizzazione, un corpo vivente in quanto organismo dove ogniparte è rispettosa dell’altra (l’interlocutore) tenendo conto del tutto (il discorso).Le parole si accordano fra di loro attraverso il senso. Parole senza connessione non fannosenso, quindi non fanno logos.Le parole si suddividono in:

-verbo: una parole che fa riferimento ad un’azione(situazione, stato di cose). Parola fatta per indicare unmodo d’essere.-nome: parola fatta per indicare uno che fa un’azione, gliesseri (che hanno modi d’essere).

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Nomi o verbi dassoli non costituiscono mai un discorso.es. “corre, canta, beve” non-senso

es.”Platone parla” fa scattare un senso essere + modo d’essere

Un discorso è logico in quanto è radicalmente fatto per dire la realtà di esseri realtivi a modi diessere. C’è sempre un modo di essere attribuibile ad un essere: legge della composizionalità.Anche quando c’è un discorso apparentemente fatto di un solo elemento, in realtà è costituito dipiù elementi tra i quali c’è una certa composizionalità: l’essere e il modo di essere. L’attribuireall’essere un modo di essere, equivale al metterlo in una categoria.Cate/goria, et. gr. kata a ridosso e agorà piazza, è la parola che va giù a ridosso della cosaattribuendole un modo di essere o di pensare. Dal greco, categoria significa anche accusa, inquanto discorso sull’altro, il metterlo in discussione. Questo dire addosso all’altro è unpredicare, un descrivere, parlare di’. Infatti vi deriva il così detto “predicato”.Mentre il predicato sta per modo d’essere, il suppositum (la suppossita) sta per il soggetto, lalente che legge, sta sopra il predicato. Gli argomenti sono l’insieme di quegli esseri che hannoquei modi di essere. Un discorso è logos se attiva un nesso predicativo argomentale.L’articolazione è il nesso, è un girarsi a guardare la realtà. Riuscire a toccare la realtà significaavere senso. Ogni volta che c’è rapporto, c’è connessione predicativa argomentale.

6 novembre ‘98 inferenza

ostensioneMessaggio verbale

deissi

semiosi: 1) significato e significante2) articolazione del linguaggio: a)

intrecciare parole per creare sensob) sintassi

LOGOS: ciò che costituire il discorso

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Le parole non sono sintatticamente compatibili perché seguono delle regole formali, come per illinguaggio artificiale, MA c’è un rapporto tra le parole e la ragione per cui stanno assieme. Leparole sono il nesso con la realtà, la ragione è un rapporto con la realtà, è l’organo umano checi garantisce il rapporto con la realtà.

a) il linguaggio funziona in se stessoLa sintassi serve a capire come:

b) come il linguaggio funziona fra gliuomini:COMUNICAZIONESTRUMENTODI CONVIVENZA

Il logos è legato al dire logicamente, è il rapporto tra il dire e l’esperienza.

1. razionalità: la non-contradditorietà in quanto coerenza interna e coerenza verso la realtà

Logos, come ragione:

2. ragionevolezza: che ha a che fare con la totalità. E’ il tenere conto non solo del particolare di cui ho accertato la coerenza, ma iltenere conto della totalità del problema(un’ipotesi dalla quale deduco fatti veri, può esseresbagliata!). I dati che seleziono su una totalitàvogliono essere rappresentativi di quella totalità.

1. razionalità: il principio di non-contraddizione

LOGOSoggetto

2. ragionevolezza, totalità dei fatti: soggetto del cuore

1. Razionalità: il dibattito scientifico è basato sulla non-contraddizione. Il Principio di noncontraddizione e quello di contraddizione sono la stessa cosa. Entrambi affermanol’icompatibilità di p e di non-p . Se p = c’è il sole e non-p = non c’è il sole, è falso che p enon-p sono la stessa cosa. E’ impossibile che allo stesso tempo e sotto lo stesso aspetto siavero sia p che non-p .

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- Come funziona il principio di non-contraddizione?

a) Non è da dimostrare perché sarebbe un servirsi del principio per per dimostrare il principiostesso. Ci sarebbe allora una Petitio Principi, cioè un vizio logico: per dimostrareun’affermazione mi riferisco all’affermazione stessa, quindi la dimostrazione è falsa, visto che hobisogno di lei per affermarla.

b) Il principio di non-contraddizione chiunque per il solo fatto di parlare lo implica e addiritturalo applica.

c) Questo dimostra il fondamento del logos come razionalità è il discorso stesso. Logos nascedal riconoscimento del linguaggio.

2. Ragionevolezza, totalità dell’oggetto e del soggetto: in Hegel vediamo il rapportototalità e ragione. Per lui nel messaggio c’è un aspetto concreto ed uno astratto.>concreto: è quella virtù del discorso per cui pur parlando di particolari li si sa collocare nellatotalità in un rapporto adeguato. Per esempio in un dialogo autentico vi è incontro di totalità, ilriconoscere che quello che mi vien detto ha un’originalità di significato.>astratto: è la verità del particolare che non si sa particolare, che non si sa collocare nellaglobalità del rapporto.Per es.1 “oggi c’è il sole” è astratto in quanto la concretezza della frase sta in cosa significa perl’oggi il fatto che ci sia il sole.Es.2 “dare la notizia del giorno” è la pretesa che quei fatti siano quelli significativi rispetto algiorno, fatti che sanno di totalità.

La totalità in rapporto alla ragione è la totalità dell’oggetto e la totalità dell’soggetto.Dell’oggetto quando un dato particolare è collocato adeguatamente nella totalità dei dati diquell’oggetto. Del soggetto rispetto, la considerazione del significato del dato per la totalità delsoggetto. Il sapere non può rassegnarsi ad essere un sapere particolare. Inevitabilmente l’uomoha la pretesa di rendere conto di tutto.Pubblicità: presuppone un rapporto giocabile con l’oggetto, non si farà mai pubblicità per unfarmaco contro il cancro.

es. 3 pub. di un farmaco contro il raffreddamento

>I° aspetto di ragionevolezza, la totalità dell’oggetto: se per pubblicizzare il prodotto, che inquesto caso è una medicina, ne vendo il delicato sapore al limone, sono nell’astrattissimo, nonsono rispettoso dell’oggetto.

>II° aspetto di ragionevolezza, la tot. del soggetto: “in dieci minuti raggiungerete il benessere”.Supponiamo che sia vero, ma che malgrado che mli passi subito il raffreddore ne avrò per tremesi in effetti collaterali: allora non sono rispettoso della totalità del soggetto.

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es.4: il peccato in quanto cedimento alla tentazione, la quale ti rende attrattivo un solo aspettodella cosa. Si tratta di un’attrattiva particolare che non tiene conto della globalità del soggetto, laquale è fisica e non fisica.

L’idea del cuore

La parte dell’anima (psyché) che partecipa del coraggio e dell’animosità, è la voglia di vivere, lavitalità, il desiderio in quanto muoversi verso qualcosa. Questa parte che è filonikon, ovveroamica della vittoria, che la ama, fu collocata sotto la testa e sopra la pancia, in modo che seascolta la testa sa controllare le tentazioni, le debolezze della pancia, se invece si lasciadominare dalla pancia...

Testa:partecipe dellogos, razionalità edella ragione

CUOREpartecipe del coraggio

e del filonikon, tiene assieme la forza della ragione e quella

della passione

Pancia: sensibilealle debolezze

Il cuore è il punto essenziale, è il tener assieme un essere teso al miglioramento. Infatti ilcor/aggio, radice: cor-, è l’aver cuore che è il contrario della pusil/lanimità, cioè l’anima piccola.Il cuore è desiderio fondamentale di tutti. E’ il luogo dell’uomo dov’egli ha caro il suo destino, èluogo di consapevolezza ultima della sua identità. Questo sentire globale dell’uomo che certo hapresente la ragione, ma “ha a cuore” che ne va di lui, l’interesse per il suo destino.La totalità del cuore: quando la soggettività è investita nel suo insieme. Per sua disposizionenaturale il cuore è positivo, di diritto è positivo, ma di fatto è ambiguo.L’uomo è libero quando il sentimento è realista, ovvero quando dà peso a ciò che ha peso,quando tiene conto delle cose significative. Ed è proprio in questo che consiste la creascita, la

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quale è il lasciarsi attrarre dal bene più grande abbandonando l’attrattiva per il bene piccolo. E’la direzione del sentimento che cambia!Il sentimento è il cuore all’opera ed è diverso dall’emozione, che è lo stato d’animo marcato,emergente, psicologicamente attivo, ma temporaneo, istantaneo. Al contrario il sentimento èun’affezione permanente del cuore. L’amore, anche se ha mainfestazioni emotive, è unsentimento.La vittoria del cuore è la manifestazione di sé come bene.Torniamo alla semiosi. La lingua funziona perché al “suono albero” associo un “concettoalbero”, grazie al fatto che nelle mente di ciascuno dei parlanti di una certa lingua c’è unacorrelazione permanente tra il suono e il concetto. Se non ho correlazione non ho a che fare nécon un suono, né con un concetto. La scoperta è che nella mente dove ha sede la correlazionepermanente non ci sono né suoni, né il concetto specifico. La presenza di un sistema nella mentenon è una presenza attuale. Perché la lingua non è fatta di rapporti tra suoni e significati, ma èfatta di presenze latenti. E’ il risultato di una correlazione tra una parte di suono e una dirappresentazione mentale. Non è un dato. Noi riscontriamo i dati linguistici sui testi che nonsono la lingua, questa è ciò che ipotizzo per spiegare il dato linguistico. Per esempio noi noncircoliamo con il modello della BMW, circoliamo con unesemplare del modello. I concettipensabili vanno così visti come ipotesi di pensiero e ipotesi di suono. Il linguaggio nasce quandoci si stacca dal particolare, dal modello contingente, per amplificarsi.La nascita del linguaggio è l’attesa della ripetizione dell’evento. Quando un’esperienza divienegeneralizzabile, diventa ripetibile (es. della noce di cocco e di ”ahi!”) ovvero una possibilità dellesue future esperienze. La lingua è un’organizzazione mentale condivisa da una comunità persvolgere determinati compiti comunicativi. E’ la diversità su cui si basa l’esperienza, quindi illinguaggio.Dunque le lingue esistono ma non fanno parte del dato osservabile. Nella scienza quel che èosservabile lo è come già dato, che già si da. Perché nella scienza un dato può essere descritto,ne si possono esplicare le modalità per cui si manifesta a me e per cui lo distinguo dagli altri. Ilprimo livello del sapere è il riconoscimento a cui segue lo studio del dato. Il dato non mi fagiungere alla comprensione della lingua, ad accorgermi che ce ne sono di diverse.La scienza può essere descrittiva ed esplanatoria.

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Far scienza ...A) Spiegare: fare ipotesi per attribuire alla parte la

posizione nel tutto.

B) Scienze: livelli di astrazione:

1) scienza empirica: quanto è più vicina la dato

2) scienza deduttiva: alla sua origine c’è l’esperienza, ma poi siallontana relativa alla matematica, alla logica, insomma ai saperiformali

3) scienze ipotetico/empirico-deduttive: scienze che hanno a che fare con l’esperire i dati e li vogliono spiegare. Empiriche perché partono dai dati e

deduttive perché li vogliono spiegare

filosofia della scienza...

“ le cose che si manifestanosono un indizio delle cose nascoste ” Aristotele

Il dramma della conoscenza è il non poter reggere la totalità, il dover interpretare il dato parzialeper immaginare la totalità del mondo che ci circonda. Il dramma del sapere diviene cosìscoperta di ciò che si nasconde.

“ il meravigliarsi è il punto di partenza del far scienza ” Aristotele

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La motivazione di fondo del far scienza è il sapersi sorprendere delle cose comuni. Il sapere èbasato sulle ipotesi in quanto inserire un dato particolare in un piano generale, nella globalità delmondo. Lo scienziato deve avere la posizione di colui crede di trovarsi di fronte ad unquadratino nero e poi scopre essere la pupilla di un angelo, da una piastrina colorata risaleall’intero mosaico. Ogni volta in cui spieghiamo, ovvero formuliamo delle ipotesi, corriamo ilrischio di allontanarci dal dato (la piastrina), ma per possederlo di più (nella globalità delmosaico). Ed è proprio nella sopresa della riscoperta che sta la differenza tra lo scienziato el’uomo comune! Lo scienziato si sa sorprendere delle cose normali.

A)3 livelli di ipotesi sono i gradi di allontanamento dal dato per capire meglio il dato stesso:

1. generalizzo sui dati: estendo a tutti quel che è di molti (tutti osserevabili)

2. valore di scambio: valore fonologico che si rifà al concetto, l’ideazione cioè dai dati risalgoal concetto nuovo che rende ragionevoli i dati osservabili

3. astrazione: il connettivo, ciò che non vedo come nesso logico tra due sequenze, realtànuova

1.L’indagine per ipotesidello scienziato seguetre stadi: a) ho un dato: il gatto X ha la coda

b) ricerca nella globalità: cerco tutti i gatti perverificare se hanno la coda come X;c) generalizzazione: tutti i gatti hanno la coda

2.Valoredi scambio

Il valore economico che non è un valore osservabile in quanto si fondasullo scambio che non è attestabile, ma è tuttavia un concetto.Analogamente il fonema non è un’entità attestabile, ma è una funzionedistintiva (la funzione espressiva dei suoni che è la differenziazione delle parolecon funzione di scambio) di cui si può constatare la manifestazione.

3.Astrazione L’astrazione è diversa dall’astratezza in cui prendo una parte per il tuttoassolutizzando il particolare. L’astrazione è quell’operazione in cui tolgo il

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modo di essere dall’essere, esco dalla specificità dell’evento per trasformarloin possibilità di mille altri eventi: concettualizzazione. Come nel caso dellanoce di cocco che cade sulla testa, in cui l’urlo non è più una reazioneistintiva, ma presagio di un’esperienza a venire, esso entra così nellamemoria. Mentre la generalizzazione è un’operazione per spiegare,l’astrazione è il processo di formazione di concetti a partire dall’esperienza,da quello che si ha davanti si forma una categoria. L’astrazione è osservabiledall’esperienza fisica nel senso che l’applicazione di un concetto può essereverificato empiricamente.Cose diverse possono essere riportate a concetti identici e cose identiche aconcetti diversi...l’elemento connettivo è ciò che ci toglie dall’apparentecontraddittorietà dei dati assolutizzati, la sua presenza è ipotizzata perspiegare il legame tra delle frasi.

es.: S. mio figlio non guida S. mio figlio non guidaS. mio figlio ha 5 anni S. mio figlio è sposato

B)SCIENZA

1. empiriche 2. deduttive(sc. tassonomiche, (formali)catalogano il dato...)

3.Sc. empirico-deduttive

LA NOSTRA SCIENZA EMPIRICO-DEDUTTIVA: la linguistica

Il sapere empirico-deduttivo è sempre incerto, è un rischio. Una teoria non è mai verificataabbastanza e neppure falsificata totalmente. La scienza empirico-deduttiva è il contrariodell’èpisteme, del sapere certo, costruisco così un rapporto sempre più lontanodall’esperienza, ma paradossalmente sempre più capace di spiegarla.Il rapporto tra la teoria e il dato è una verifica o una falsificazione

+ conferma

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Teoria/dato= verifica - falsificazione

L’ipotesi scientifica non ha mai valore assoluto. Ma neppure la totale confutabilità è possibile,perché le teorie scientifiche non sono costituite da un solo principio.

T: p1 p2 p3...

( = congiunzione )

La congiunzione può essere falsa perché contiene un elemento falso, ma non significa che tuttal’ipotesi debba essere falsa. Basta che una teoria contenga un’ipotesi falsa affinché essa siafalsa. Una teoria è un insieme di congiunzioni/ipotesi, ma la teoria non è da considerarecompletamente falsa in nome delle affermazioni vere che contiene. Quindi una teoria non puòessere né completamente confermata, né completamente falsificata.Allora non c’è certezza alcuna?

dati: 1. p e 2. dato che mi nega p

allora3. -p

Ci sono due modi per considerare una teoria:

es.: 1. “la balena è pesce” entrambi sono falsi,ma la 1 è più vera della 2

2. “ la mucca è pesce”

Il dato non è da vedere come una cosa, il dato è un problema, una domanda.

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Linguistica, scienza empirico-deduttiva

messaggio

suono senso

veicolo di senso non è di natura fisica

LINGUA

La lingua è un sistema di correlazioni (diverse da lingua a lingua) tra suono e senso. Ogni linguasi caratterizza per quello specifico rapporto tra suono e senso.Il messaggio è un’articolazione, una struttura logico-semantica rappresentata da una certalingua in un suo modo peculiare.L’articolazione è un modo di essere combinato ad un essere, rappresenta

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es.: il gatto / ( gioca con la palla )

quei due momenti aventi la proprietà particolare di sostituibilità fra più funzioni, cioè quei pezzidi discorso sostituibili perché equivalenti per funzione.

varinati: =f,=s

Il legame tra “gatto” e “gioca con la palla” è il fatto che l’affermazione evochi una scena. Graziea quel legame invisibile la struttura riesce ad avere una funzione.

il gatto gioca con la pallasorellapippo

Ogni proposizione è costituita da strutture che hanno funzioni logico-semantiche. Diversi esseri(pippo, sorella ecc.) svolgono la stessa funzione de “il gatto”. Le parole sono combinate fra lorograzie al fatto che appartengono a strutture che svolgono la stessa funzione. Una funzioneparticolare circoscrive una classe di oggetti-strutture idonei a svolgere la stessa funzione. Lestrutture sono in rapporto di reciproca sostituibilità: cioè quando le strutture non sono identiche,ma sostituibili perché aventi la stessa funzione. Non si tratta di rapporto d’identità, ma diisofunzionalità, equivalenza come capacità di svolgere la stessa funzione. Nell’esempio sopramantengo lo stesso paradigma ma cambio il senso, il sintagma. Sorella e Pippo sono dellevarianti.

invarianti:=f, =s

Nell’esempio seguente, p i zza

p e zza

p a zza

p u zza

p o zza

cambia il senso, ma mantiene la stessa funzione, si tratta di invarianti.La classe delle invarianti,del paradigma in quanto classi di alternative al sintagma.

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La funzione circoscrive e definisce gli equivalenti. Essendo la funzione un sintagma, si può direche il sintagma circoscrive il paradigma attraverso rapporti di equivalenza. Il messaggio è unoscambio di segni che lo possono cambiare. L’escluso è importante come l’incluso.La strutturaassente del linguaggio è altrettanto presente. La funzione paradigmatica è altrettanto rilevante diquella sintagmatica, perché anche l’escluso fa parte del senso.La vocale è una classe di strutture, è una portatrice/produttrice di sillaba, è quel qualcosa che dasolo fa sillaba, ma può anche avere delle consonanti.

Funzione-struttura

Paradigma-sintagma

equivalenza e sostituibilità

sono correlativi, circolari

Funzione = intenzione funzione struttura

Struttura = il fare, la pragmatica

L’articolazione è un modo di essere combinato ad un essere, rappresentaquei due momenti aventi la proprietà particolare di sostituibilità fra più funzioni, cioè quei pezzidi discorso sostituibili perché equivalenti per funzione (pg.21).

La sostituibilità è l’operazione di sostituire:

“sono stufo di tenere gli occhiali, mangio una brioche”

In questo caso le due articolazioni sono prive di senso. La sostituzione implica sempreequivalenza fra strutture che hanno la stessa funzione. Ma l’essere equivalenti non significaessere uguali, l’equivalenza implica identità funzionale, ma al contempo comporta diversità dicompito, di natura. Equivalenza funzionale non è fra identici, quella sarebbe la coppia.

“credo che tu deva restare”

“credo che tu debba restare”

è una sostituzione?

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Che differeneza c’è tra deva e debba? Non basta sostituire, devo individuare l’identitàfunzionale e la differenza funzionale.Se sostituisco, lo faccio perché la cosa che sostituisco svolge lo stesso mestiere, lo stessoocompito, ma in un modo diverso ottenendo effetti diversi dal punto di vista dello svolgimentodella funzione.

12 è concepibile come 10 + 2 , 3 . 4 , 24 : 2

La funzione può essere svolta in diversi modi con diversi strumenti: gamma delle alternative. Mai diversi modo sono comunque ristretti dalla struttura. Come lenti a contatto e gli occhiali chesono modi diversi per ottenere la stessa funzione di vedere bene.

Sintagma e paradigma

1. “credo che tu deva restare”

2. “credo che tu debba restare”

sono varianti l’uno dell’altro,tra di essi c’è una differenza non significativa

3. “credo che tu devi rimanere”“devi” e “debba” sono entrambi II pers. sing. del cong. pres. del vb. dovere, con il congiuntivovoglio sottolineare la soggettività, la relatività al il mio giudizio personale, al il mio punto di vistaoltre che alla correttezza sintattica.“devi” oltre ad essere di correttezza sintattica incerta, perde l’accento di soggettività al miogiudizio e sottolinea l’ineluttabilità per te dipendenete da me.Tra “deva” e “debba” non c’è alcun aspetto toccato.

4. “io credo che noi dobbiamo partire”

è diverso il punto, il soggetto che sottosta al dovere

“noi dobbiamo” “deva” e “debba”

varianti, id. funz. II pers.cong.

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invarianti, perché sottostanti astrutture funzionali superiori

Nel caso però in cui la funzione fosse il registro, tra “devo” e “debba” non ci sarebbe identitàma diversità. Prima di stabilire se è variante e invariante devo stabilire la funzione, cioè rispetto acosa la struttura sarebbe inv. o var.

1.

p i zza >rispetto alla funzione di ottenere una parola della linguap a zza italiana, sono tutte delle varianti<p e zzap u zzap o zza

2.

“il gatto / gioca con la palla” >rispetto alla funzione di ottenere una / dormestruttura funzionale (frase) sono delle

varianti<

La lingua è una fabbrica,il poeta è un artigiano...

Le funzioni sono operazioni, il lavoro che si fa. L’uso della lingua è paragonabile ad una fabbricacon dei reparti produttivi: quello dei fonemi, le sillabe, le parole, i sintagmi, le frasi, i periodi, iparagrafi, i capitoli e i libri. Spesso un reparto ha come imput l’output dell’altro reaparto. Ireparti di produzione possono anche essere chiamati livelli, cioè quel luogo specializzato allacostruzione di certi oggetti.Il parlante, il poeta (et. gr. da produrre) è l’artigiano che forgia la parola. La lingua può esserevista come una grande bottega artigiana in cui il poeta ordina e disordina. L’ascoltatore èdestinatario in quanto è coartiere dell’altro, capire significa ricostruire il discorso assiemeall’altro. Non possiamo essere sicuri che l’altro ricostruisca giustamente il discorso.

Nell’anima dell’artigiano si cela la differenza tra:

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“credo che tu debba restare” e “senti, resta qui!!!”

“aveva” e “avevi” >sono delle invarianti nel senso che cambia la personalui-tu<

“aveva” e “avea” >non cambio il punto di vista della persona(eq. a livello morf.), quindi “avea” è variante di “aveva”. Ma se mi pongo dal punto di vista del linguaggio (a liv. stilistico)

è un’invariante<

Ciò che ad un certo livello è variante, a un’altro livello può essere invariante.

Livello: segmento di operatività linguistica, punto di operazione del linguaggio. Il livello è semprein rapporto a delle funzioni.

case (classe di parole che sing. a, plur. e)

alberi (cl. di parole che sing. o plur. i)

liberevarianti

obbligate

A definire la varianza o l’invarianza è il livello di analisi.Varianti libere: - registro: il particolare impegno formale della costruzione di un testo,

corrisponedente al contesto- regionale: es.: “sovrano”: da noi significa dominante, mentre nel suditalia: “l’aspirina è il rimedio sovrano contro il raffreddore”- sesso e età: dal punto di vosta del linguaggio sono delle

varianti, mentre da quello sociale sono delle invarianti-individuali

ambedue esprimono pluralità, differenzadipendente dalla classe di parole,dall’intorno: varianti legate contestualmente,la cui varianza dipende dal tipo di testo incui interviene l’unità di struttura: tra casE ealberI c’è una differenza obbligata.

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sintagma predicativo

sintag. nom. sintagma preposizionale

art. verbo prep. sintag. nom.il gatto gioca con la palla

l’enunciato

E

SPSN

s.prep.

SN

Art. N verbo prep.art. N

LA SOSTITUZIONE

>La sostituzione è basata sull’equivalenza, specificata in rapporto al livello di equivalenza.Concetto di sostituibilità o equivalenza è relativo alla dimensione/il livello che voglio salvare. Semi basta salvare la sintassi al posto di gatto posso mettere tantissime parole. Se voglio salvare lasemantica allora il paradigma si restringe.In generale, la sostituzione può essere compiuta elemento per elemento, per riduzione o perespansione, per permutazione e per trasformazione.

> espansione e riduzione

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“ il gatto gioca con la palla ” Luigi ...

Sostituzine di una forma complessa, “il gatto”, con una forma semplice “Luigi”. “il gatto” èun’unità sintattica vera; “il gatto gioca con la palla” non è un’unità sintattica strutturale profonda,bensì un’unità di superficie. Se posso sostituire l’unità complessa con la parola che la riassume,allora significa che quell’insieme funziona come un’unità.

“gioca con la palla” eq. a “gioca”

allora, poiché la struttura sta in piedi, “gioca” svolge la funzione essenziale verso il tutto. Dentrol’spressione “gioca con la palla” posso togliere “con la palla” ottenendo una sostituzione perriduzione, o concettuale, riduzione che evidenzia la parte accessoria e quella essenziale: “ gioca - con la palla ”

nucleo espansione

Gioca può avere un’espansione con la palla, quindi il gatto è il nucleo e con la palla èun’espansione di esso.

Riassumiamo così che:- la sostituzione operata da “gioca” a “gioca con la palla” èun’espansione ;- la sostituzione operata da gioca con la palla a gioca è una

riduzione .

>Sostituzione per permutazione: “gioca con la palla - il gatto”sintagma predicativo s. nominale

La permutazion sposta la struttura da SN+SP a SP+SN, resta il senso, muta la strutturasintattica.

>Trasformazione: “il gatto - gioca con la palla”“a giocare con la palla - è il gatto”

“Luigi arriva nel pomeriggio”“l’arrivo di Luigi è nel pomeriggio”

Si dice trasformazione di quelle sostituzioni in cui cambiano i legami sintattici tra le parole, purmantenendo il senso e salvando alcuni collegamenti tra le parole.

Trasformazione passiva: serve a capovolgere la prospettiva tramite l’uso del passivo.

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Le trasformazioni servono: 1. per scoprire le funzioni linguaggio e2. per scoprire categorie nuove che non

riusciamo a cogliere.

“queste fragole sono il prodotte dal mio guardino” le fragole sono il solo prodotto del mio guardino

“il mio giardino produce queste fragole”le fragole sono uno dei prodotti del mio giardino

Dalla biunivocità alla multimultivocità

La sostituzione 1. ricostruisce il sistema del linguaggio, i paradigmi e 2. li esprime tutti sui testiper segnare dimensioni testuali che altrimenti ci sfuggirebbero. Il testo è un arcipelago ignoto incui ogni atto linguistico funziona in un contesto. La nozione di lingua alla quale si lega l’analisi quieseguita è la nozione soussuriana allargata che presuppone fondamentalmente che l’individuoparla grazie al fatto che possiede una serie di regole operanti grazie a segni.

R1, R2...Rn S1, S2...Sn

R1 >< Enunciato SN+SP

Dalla struttura linguistica genero testi.Definizione ricorsiva procedimento generativoTutto sommato questo modello ha solo un’applicabilità parziale alle lingue naturali, perché trasignificati e signicanti c’è una corrispondenza biunivoca:

R1 S1

S2

albero tavolo

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ma ci sono significanti quali aggettivi eccettera aventi pluralità di significati. Infatti la semiosi realedelle lingue naturali non è biunivoca, bensì multimultivoca...

... la lingua come tramite, cioè un sistema di traduzione.

testi

lingua sistema di traduzione da sensi a testi e da testi a sensi

testi non deterministica e non meccanica, perché la lingua non è una funzione biunivoca tra sensi e testi

“Lingua come funzione complessissima” (Mel’cuk), ovvero lingua come funzione multimultivocatra testi e sensi: da un senso si possono trarre più e più testi.

I segni linguistici possono essere omonimi e sinonimi.

Omonimia quando al concetto piano si possono associare il piano di un tavolo, il piano dilavoro, la lentezza ecc. e sinonimia: al concetto albero posso associare la parola albero come laparola pianta, entrambe sottointendono lo stesso concetto.

S1

R1

S2

Anche se tra significanti e significati non c’è una corrispodenza univoca, c’è una corrispondenzastatistica, ovvero ci sono delle manifestazioni naturali di significati e significanti, cioè i cosiddettirapporti di prevalenza.

2 dicembre 1998

Come già detto la sostituzione può essere fatta per espansione, riduzione, per trasformazione oper permutazione, ovvero per cambiamento semantico di significati.

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Il concetto di parimesicità, è il principio per cui l’individuo per trasmettere un concetto fa capoad un sistema di regole che trasforma in segni. Il linguaggio appare così come un costrutto percui in base al sintagma e al paradigma ricostruisco il sistema linguistico.

livello

Linguaggio sintagma

paradigma

Lo strutturalismo francese

Lo strutturalismo si rifà alla tradizione antropologica ed etnografica francese. Si base sulprincipio per cui scegli un concetto e lo metti assieme con le regole del sistema. Un sistema chegenera l’espressione e ne prende a carico il segno. Se quello che il parlante sceglie di metterenel discorso è solo una sua scelta, qualunque discorso lui scelga di attuare è comunque già statogenerato da sempre dal sistema. Perché in realtà non è il parlante che parla, ma egli è parlatodal sistema linguistico. Ciò significa che noi non siamo i proprietari del senso delle parole chepronunciamo, ma prendiamo a prestito un senso dal sistema. Tra i suoi sensi, la lingua ci offrecomunque il senso per denudarla. E qui sta la meraviglia......che il realtà, il sistema linguistico l’ha fatto l’uomo spinto dalla necessità di costruire lostrumento che lo determina. Con il sistema linguistico l’uomo ha creato una prigione per ilproprio pensiero. Ma il fatto che siamo in grado di scoprire delle flessibilità nel codice, vuol direche “lo stratega” ha lasciato appositamente degli spiragli che ci permettono di scoprire la naturastessa della lingua.Come non è ragionevole accettare assolutamente un ipotesi, è altrettanto irragionevole rifiutarlainteramente, perché un ipotesi è sempre:

? ?

albero sintesi di

es. “la casa di Luigi” concetto di appartenenza

“l’arrivo di Luigi” sintagma nominale

Ogni parola, mentre la uso, la piego ad una realtà relativa al suo significato. Come se il parlanteripattuisse volta per volta, con il suo sistema linguistico e con il suo interlocutore, i valorisemantici che attribuisce al sistema semantico che usa.

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casa case

casa case(serve a mostrare la pl.)

bianca bianche (ha una funzionesintatticanon è semanticamentesignificativa, serve a indicare unaconnessione sintattica)

significato funzione

struttura intermedia

significante strategie di manifestazione

>LA SVOLTA PARADIGMATICA: il vero significato è il testo

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Il testo è lo strumento utilizzato dalparlante per costruire il proprio senso: rapporto sociale di convivenza.

non è esterno all’uomo, l’uomo lo costruisce intimamente, in quanto

egli è comunitario per ciò che hadentro di sé

Ora non si tratta più di segni, bensì di entità linguistiche. La comunicabilità reciproca intesacome segno dell’umanità in quanto rapporto tra eguali. Ed è questa comunicabilità delle lingue arendere possibile la comunicazione interculturale.

La struttura intermedia del linguaggio: l’endolinguistica

A questo proposito vanno ben distinte le differenze tra lingua e linguaggio, il quale è la capacitàdella comunicabilità verbale che ha nella lingua uno dei suoi 4 momenti: semiosi, deissi, inferenzaed ostensione.

Le 4 strutture intermedie della lingua

parola (mot)

e)permutazione

a) fonema b) lessema c) morfema d)sintassi (fonologia) (semantica) (morfologia)

a.1) segmento di un discorso dotato pausa limitatadi autonomia articolatoria, cioè prima o es. il/ramo; il///ramo

dopo di esso posso collocare sospensioni del discorso in modo naturale gradazioni

accento: posso dare

a.2) presenza di un accento enfasi diverse a dipendenzadi quelche dico e non sempre

a.3) segue le regole fologiche previste dalla lingua per formare una parola

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b) Lessema

es. libro bello due forme di parole, due lessemi

i 5 tratti della struttura intermedia: 1. funzione2. strategia di manifestazione3. non può avere più di una funzione (preferenziale)4. non può avere più di una manifestazione (pref.)5. in ogni lingua è diverso, cioètipicamente endolinguistico

c) Morfema

Lessema tradotto in una forma di parola, la parte morfematica è costituita da uno più morfi. Ilmorfo è la manifestazione di uno o più morfemi.

es.: cante/rebbero cant- parte lessematica-erebbero parte morfematica

condizionale persona e numero

es.: mangiavo dormivo sono morfemi diversi con la stessa funzione, cioè lo stesso

valore di rappresentare l’imperfetto

-morfemi zero -allomorfi

d) Sintassi

e) Permutazione: l’ordine delle parole

es.: a. lo scolaro saluta la maestracambia il significato

b. la maestra saluta lo scolaro

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Il lessico

parole input livello output frasi

generatore di struttura, a partireda una struttura iniziale ne generadi nuove.Concetto di generatore: da determinateregole genera concetti.

Il lessico: infinite parle che si caratterizzano per la loro unicità, si distinguono le une dalle altre.Per es. “sol-are” è una parola unica che capisco per il suo legame con “sole”

mi è famili-are “sol-icello” “assolato”

Formazione delle parole: quella serie di processi per cui a partire dalle parole derivate si producono parole secondarie;

da casa si produce casalinga, casale ecc.

da bosco ho rimboscare e boschetto ecc. - bosch-etto: elemento lessicale della wordformation - bosco, boschi: elementi della morfologia

- umano - rel. all’uomo boschivo - rel. al bosco studioso - rel. allo studio bambinesco - rel. al bambino

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1. LA DERIVAZIONE procedimento per cui da un lessema appartenente ad una certa classeottengo un altro lessema di un’altra classe.

lessema classe “i” lessema classe “n”

>Derivazione a: semantica fredda= stile neutro, non partecipato, puramente descrittivo

semantica calda= compartecipazione del parlante, coinvolgimento

Pur essendo a semantica fredda, nelle parole come stundente, scrittore ecc. c’è un po’ di coloredato dal fatto che tu attribuisci una caratteristica alla cosa.scrittore: non è solo uno che scrive, ma lo fa con continuità, ci si attende da lui che svolga ilcompito dello scrivere.scrivente: uno che scrive tout court

- donnase voglio dire “di donna” devo rifarmi a “femminile, perchéfemminile “donnesco”, parola a semantica calda, è inteso diversamentedonnesco cioè ha un ruolo socialmente secondario

- bianco: il bianco, la bianchezza, il biancorecioè il bianco che pervade eabbaglia, il bianco della luce

2. L’ALTERAZIONE è paragonabile ad un espansione, mentre la derivazione e latrasfomazione sono internamente legati.

- uomo: omino, ometto; omaccio; omuncolo; omone

- casa: casaccia - rincasare

alterazione derivazione in ed espansione rapporto con la trasformazione

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da professore a professorino da casa a rincasare

Procedimento strutturale: quando aggiungendo un elemento ad una parola ne ottengoun’altra, significa che quella parola è derivata attravesro un procedimento strutturale.

Procedimento funzionale: donna - femminilefemminile significa relativo a donna, quindi donna è basico di femminile che ne è derivato.

3. Composizione: lessema 1 + lessema 2 = lessema 3

es. guarda/boschi; fa/nnullone; guasta/feste; porta/voce; canta/storie

Wolken/kratzer nomina agentis perché mostra colui che compie l’azione di kratzen

capo/rione il quartiere di un a città

il capobanda di una quartiere

Mentre tedesco, inglese, russo, greco antico hanno trasparenze nei composti (che sono moltinumerosi), lingue come l’italiano, il francese, lo spagnolo e il latino tendono a fondere icomposti, non a caso ce sono pochissimi.

caporione capobanda

1 parola 2 parole

L’italiano privilegia la struttura delle parole, non i composti.

piano/forte

due avverbi

Vediamo i casi in cui ci sono preverbi (prefissi verbali) + verbi

portare scrivereim riri deas ad

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de sottoes inad trasub sovracomp infra

pro pre circo

Se per le seguenti situazioni l’effetto del morfema lascia intatto il contenuto semantico dellessema,

finestra pianofinestre piani

diversamente è per verbi e preverbi in cui il contenuto semantico della parola cambia adipendenza del prefisso. Ma ci sono eccezioni: si può affermare che il riscrivere è uno scrivere,proprio come rose, che vuol dire più di una rosa pur trattandosi sempre di rose. In riscrivere ilprefisso ri- lascia tendenzialmente intatto il valore semantico del verbo. Proprio come avvieneper i morfemi. In questo caso i processi morfologici ed i preverbi hanno la stessa funzione.

- re- con scrivere in questo caso non è obbligatorio

- de-scrivere però non è uno scrivere così come per sotto-, a- ecc.

Scoprire i processi di formazione della parola significa conoscere una lingua dal di dentro.

De/scrivere: et. serviva per la rappresentazione geometrica per il tratteggio/lo schizzo di un oggetto, il disegnarlo sommariamente.Poi diventa l’atto del disegnare col discorso. Si allude alla motivazione deldescrivere attraverso lo scrivere, passaggio che avviene attarverso attività metaforiche.Nei procedimenti di formazione lessicale è nascosta la storia della creatività espressivadi una cultura, dell’atto di infiniti poeti che si sono espressi.Idea del tratteggio che passa attraverso la rappresentazione visiva. Con il suono laparola si colloca nel tempo, con il quadro l’immagine si colloca nello spazio. Larappresentazione visiva spaziale va quindi vista come punto di partenza della lingua chetrova nell’espressione linguistica del suono il suo ultimo atto, nel tempo.

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Metafore, da dove partono?

es. “cadere nel sonno”es. “descrivere” bescreiben: calco, ovvero formazione con materiale

attraverso procedimenti latini.

Quando il tedesco non mantiene la semantica della base abbiamo dei prefissi separabili. Se nonla mantiene abbiamo dei prefissi inseparabili. La scelta di una determinata lingua richiedeparrticolari capacità espressive.

4. Combinazione: mentre in tedesco la combinazione viene svolta dentro la parola, initaliano viene conferita dalla frase.

bambino prodigio

donna cannonesi scrivono staccati o attaccati a dipendenza del tipo di legameecc.

uomo ragno

Combinazione che vale per lingue come l’italiano, lo spagnolo, il francese e non per il russo e iltedesco.Queste parole combinate possono essere intese abbastanza distintamente e in un tuttuno. Donnacannone pur essendo costituita da 2 parole, è un lessema unitario, cioè con un significato unito.“Les expression figée” sono le espressioni sclerotizzate: frammenti di discorso, ambito dallafraseologia ovvero dal lessico. L’espressione fraseologica è quella struttura apparentementesintattica, ma che svolge una funzione lessicale.

nominaliverbali

Ci sono vari tipi di fraseologismi: locuzioni avverbiali(espr. fisse aggettivali, ecc.lessicalizzate)

SINTEMI

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>I sintemi che sono nomi: il piede di porco (utensile)

procedimento sintattico o lessicale, cioè il significato del sintema non l’ottengo dalla

somma delle componenti, per es. descrivere, il significato non lo raggiungo da quello di de-,+

quello di scrivere.Analogamente il valore di piede di porco non dipende dal valore dei costituenti come in uncalcolo. Si tratta di legame immaginativo derivante dalla forma di tale utensile simile al piede diun porco.

es.: “gatto delle nevi” e “piede di porco” sono definizioni canoniche e lessicalizzate dioggetti. Piede di porco visto a questo modo non potrebbe essere paragonato al piede di porcodi: ”a me piace il piede di porco con la verza”, perché in quest’ultimo esempio il significato èdato dalla somma di piede+di+porco.

composti

Nei sintemi nominali si tratta di processi di wortbildung combinate

derivate>Sintema di naturale verbale

“farsi in quattro per tenere in piedi la famiglia”

sint. 1/4 mantenere,sostenere, permetterefraseologicamente: impegnarsi la sopravvivenza dignitosa ditotalmente qualcosa in rapporto ad un

argomento

>Sintemi di natura aggettivale

“à pois” “à la sans façone” “alla faccia di”“a forza di” “lavorare alla carlona”

decisione prenderecomplimento fare un complimentodomanda fare una domandaaugurio formulare

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sostanza a cui aggiungo dei verbi per dare il senso

• Livello che un sistema linguistico presenta in ogni situazione• Trasparenza da un significante arrivo alla rappresentazione

dorm / iamo

ha trasparenza pronunciato da solo il anche da solo suo significante non trasmette significato

Processi di formazione lessicale

1. La derivazione

• La derivazione è un processo formativo, di formazione di una parolavazione quandoattraverso una parola si passa da una classe alla’altra.

- verbo denominale: un nome che viene dal verbo es.: nemico inimicarsi

- verbo che viene dal nome, es.: rincasare casa

partire partenza

- nomi deagettivali, es.:buono - bontà

- verbi deagettivali, es.:verde - verdeggiante

• La derivazione può essere a semantica fredda o a semantica calda. Un esempio diderivazione a semantica calda: la mangiata, che è un nome che viene da un verbo, questo èanche un caso di semelfattività, cioè di un verbo che indica un’azione unica, fatta una solavolta.

2. La trasformazione

• La trasformazione salva il lessema di base (restano le relazioni semantiche) ma cambia lastruttura sintattica, es.:

Luigi è arrivato nome + verbo

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l’arrivo di Luigi nome + preposizione + verbo

Variano anche i rapporti situazionali: le relazioni costitutive.Nella sintassi è presente la trasformazione, nel lessico è presente la derivazione, ed è grazie allapresenza della derivazione che posso operare le trasformazioni.

• I prestiti: quando una lingua attinge delle parole da un’altra lingua, queste parole all’internodell’idioma adottivo risultano prive di trasparenza, ad es.

dal greco: folosofia filo (amore)-sofia (sapienza)psicanalisi... determinato + determinante

democrazia

• Il calco: quando una lingua acquisisce un lessema da un’altra e imita il procedimentodall’originale. In Italiano la semiosi dei lessemi derivati è opaca, mentre per il russo e iltedesco è trasparente.

Il lessico è il luogo dove una cultura deposita la propria concettualità. Una lingua vacaratterizzata secondo le sue funzioni comunicative. I sintemi sono dei lessemi che vanno in girovestiti da sintagmi.

fare fare ipotesi domanda

formulare rivolgere

Le funzioni lessicali sono varianti espressive di uno stesso contenuto che dipendono dalcontesto, sono varianti combinatorie dipendenti dal contesto.

Morfologia : è il reparto di produzione del sistema linguistico.

Strutture intermediecon 5 proprietà tra cui:

- più manifestazioni, più funzioni...- ...di cui una è sempre preferenziale- endolinguistica....

La morfologia è come una scatola che ha come imput il lessema e come output la forma diparola. Il lessema che occorre nel testo è la forma di parola.

imput output?

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lessema forma di parola com’è nel suo interno?

a) Strategia di manifestazione

cant/erebberocant/a = parte morfematicacant/iamo

cant erebbero

la parte che cambia non è relativa al lessema, ma è relativa alla morfologia cioè specifica diquella certa forma di parola.La morfologia non ha la trasparenza del lessico, non ha sistematicità, è a struttura chiusa.Il significato è dato dall’insime non dalle singole parti morfologiche che in questo caso sonocompatte, inarticolate. Siamo all’elemento indivisibile oltre il quale non si può andare.

can tere ican tere stican tere ste variabile: persona + numerocan tere mmocan tere stecan tere bbero

condizionale + presente

Data una forma di parola, se tolgo il lessema resta il componente morfologico che può essere:1) scomponibile in più morfi;

2)può restare un solo morfo, cioè componete morfologica = un morfoIn altre parole la manifestante morfologica può essere ulteriormente o non ulteriormenteanalizzabile. Esso è l’insieme di possibili morfi di una forma di parola. Si manifesta in mododifferenziato a seconda del tipo di lingua.

a) Lingue agglutinanti, componente morfologica complessa, finlandese; ungherese ecc.b) Lingue flessionali tendenti ad avere una componente morfologica unitaria, tedesco, russo ecc.c) Lingue analitiche non hanno morfologia alcuna; inglesed) Lingue che non sono allo stato puro, hanno un po’ dell’una e un po’ dell’altra.

• Il morfo:1) una serie di parole può essere segnalata dal morfo zero O. Ciò significa chel’assenza di manifestazioni è equiparata ad una delle possibili manifestazioni.

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2) Il fenomeno dell’amalgama morfematico, prende posizione entro 5 paradigmi: - persona

- numero- tempo- modo- diatesi

• Il morfema: è una funzione dentro la morfologia, è l’informazione veicolata da un morfo ericonducibile a un paradigma morfematico chiuso chiamato categoria morfematica.

• Come avviene la costruzione della forma di parole?

è un laboratorio in cui avviene il calcolo delle1. diatesi forme di parola. Caratterizza il lessema in una serie di

categorie che il lessema stesso deve affrontare,assumere.

lessema 3. tempo4. numero 5. persona La categoria è un ambito di scelta obbligatorio. Se il

lessema è un verbo io sono obbligato a farequeste scelte, si può dire che è un ambito obbligatorio di scelte libere.

• Il morfo discontinuo

es.: ho cantato

Per il fatto che c’è quello spazio tra “ho” e “cantato” si tratta di un morfo discontinuo, ovvero diforme analitiche della morfologia. L’utilizzo del passivo ci obbliga ad usare morfi discontinui.

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gennaio ‘99

FUNZIONI Le Funzioni

strategie di manifestazione

genere

sostantivo aggettivo

vino..........................................................................buono

acqua.......................................................................buona

categoria del genere, nel sost. categoria del genere nell’agg.è un genere autonomo fisso, fatta di morfemi variabili,morfemi invariabili, gen. mobilemaschili o femminili

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Il genere fisso vale anche per i verbi transitivi e intransitivi, in cui si può decidere quale formausare, attiva o passiva, ma non si può cambiarne la transitività.

Piano semantico del sostantivoIl sostantivo per sua natura può fungere da testa nucleo di un sintagma nominale(struttura denominativa che è tale solo se contine un sostantivo).

SN N casacasa bellacasa bella per le vacanze

C’è sul piano semantico un valore del sostantivo

es.: cavallo = il cavallo è un X che cavalleggia, cioè ha la proprietàpropria al cavallo.

X : PX C’è una proprietà di cavallo in quanto è nome,proprietà di significare in quanto X : PX.

X : CX Dicendo buono dico una qualità, dicendo tavolo dico un essere che ha certe qualità.

Verbo proprietà semantica: dice un modo d’essere dinamico (essere non è verbo)

es.: bianco biancheggiare (agg.)

dice l’essere bianco attivamente, che colpisce l’occhio, un essere bianco che gioca col tempo. Il bianco e basta, aggettivo,

non ci colpirebbe.

poltrone poltronite (nome-agg.)

fare l’azione del poltrire cosa che non implica necessariamente l’essere un poltrone e vicerversa

Morfema intrinseco ed estrinseco

genere

sostantivo aggettivo

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vino.........................................buono

ho assaggiato molti vini buoni

plurale, il sostantivo cui l’oggetto si lega quelmaschile non serve a caratterizzareintrinsecamente il sotantivo, ma estrinsecamente

Nell’aggettivo, genere e numero hanno funzione sintattica. Morfema può essere intrinseco osemantico; come estrinseco o sintattico.

Morfologia

lessema forma di parola

morfologia

sintassi semanticagrazie ai morfemi estrinseci grazie ai morfemi intrinseci.

Il semantismo significa che il concetto non è affidatosolo al lessico, ma anche alla

morfologia. Molti morfemi sono semantici in sé. Il plurale di un oggetto e significativo

semanticamente.

vino buonomi dice che “buono” è un attributo, cioè una funzione

sintattica, della parola buono.

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Il valore semantico di una funzione sinattica può essere: descrittivo o restrittivo.

1. un buon vino 2. un vino buono

1. Valore descrittivo: presenta un attributo, menziona una qualità presente nell’oggetto e la portain primo piano.

2. Valore restrittivo: il vino buono, non quello cattivo o uno qualsiasi.

1. Il vino buono di Luigi (=uno su tanti)

2. Il buon vino di Luigi (tutti)

- Le acque dell’oceanoun pl. ha sempre un suo significato

- Le acque (gassate, dolci, salate)

- Le acque pure non ha un significato, ma presenta il legame tra l’oggetto pure con acque

A) Decidibilità

lessemi morfolessemi morfemi

tavolo il -o ARTICOLO

anche il verbo essere lo è in quanto ha unafunzione sintattica.L’articolo è un lessema formato da un

grumo di morfemi

es. “ Luigi è qui “ avverbio

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“ Luigi è buono “

La decidibilità è il grado di affidabilità dell’assegnazione di un elemento a un insieme.

es.: - sfera dei frutti, sfera dei fiori. Il problema di situare il fico che è un fiore con la funzione difrutto.- Lo stesso problema per la sfera degli animali: sfera dei pesci, sfera delle mucche. Dove situarela balena che un mammifero acquatico? Perché essa sì è mammifero, ma di certo pù simile adun pesce che non ad una mucca!

Il concetto di decidibilità opera a tutti i livelli logici. Fazzy logis: logica che tiene conto dei diversigradi di decidibilità. Una categoria designa un insieme di elementi riportabimli sotto un insieme dielementi. Spesso è difficile situare in una categoria.

CLASSE..........estensione (insieme di riferimento);CONCETTO....intensione.LOGICA.........dare ragione delle proprietà verifunzionali, cioè si parla di logica quando si parladi verità o falsità.INFERENZA..procedimenti che fanno passare dal valore verifunzionale di una funzione alvalore verifunzionale di un’altra funzione.

es.: - se la finestra è chiusa, ma dico che è aperta mento

- se dico: “chiudi la finestra” ed è già chiusa, è illogico- se dico: “apri la finestra” non è logico dire che sia vero o falso, ma è logico nelsuo valore verifunzioanle

“Apri la finestra”. Chiedo che sia esaudito il mio desiderio che la finestra sia aperta, e loesprimo in modo logico. Se invece desidero qualcosa che ho già è illogico in quanto il desideroè tale quando sono in assenza di ciò che bramo.

es.: il grosso mastino rincorre il piccolo micio fisso

morfema intrinseco,l’essere maschile è intrinseco

Nome

Nome come substantivo, ovvero nome che in,dica la sostanza, l’esistenza organica del nome. E’una pretesa di realtà che forma il nome che può essere pure strumento manipolatorio. E’l’attraversare il tempo, la permanenza, l’incardinamento della realtà che fa meritare un nome cheposso usare per cose fisiche e non-fisiche.

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Due classi del discorso

aggettivo verbo

essere bianco biancheggiare

La loro differenza rappresenta la difficoltà essenziale tra aggettivo e verbo, entrambicaratterizzati da una funzione sintattico-semantica.

Verbo aggettivo = modo d’essere

Sostantivo = l’essere che è in un certo modo, il nome è un argomento, un essere, un’entità.

essere bianco biancheggiare

verbalizzatore p

Il bianco si inserisce nell’aggettivo quasi fondendosi, fino a divenire parte integrante, locaratterizza.

Amico: proprietà stabile

Amare: flusso, il muoversi di un sentimento

Il verbo ha in sé dinamicità e movimento.

Poltrone: persona che non fa niente

Poltrire: non fa niente limitato ad un certo periodo di tempo, il fatto che dorma non vuol dire che sia un dormiglione

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Nel verbo c’è rapporto col tempo, è fatto apposta per dire eventi, cose che accadonol’importanza del tempo per la semantica del verbo; Nebenbedeutung: significato accessorio.Nel verbo c’è dinamicità, avvenimento

ciò che è in primo piano, perché lo sfondo nonfa avvenimento ne è condizione. Lo sfondo si descrive,l’avvenimento si racconta. Il verbo è la paroladell’avvenimento.

“per lo più”: le parole si associano tendenzialmente al verbo che è azione (anche azione del non fare).

Il significato prototipico di un avvenimento (verbo), che in quanto tale cambia la miaesistenza. Un accadimento prototipico: qualcuno che ha fatto qualcosa, legato alla categoriadell’Azione. Il verbo dice azione, quindi dice responsabilità, valutazione, merito o colpa. Quindiconsapevolezza, antropomorfismo. Il verbo dice un’azione di qualcuno su qualcosa. Il verboperfettivo indica novità.

Il linguaggio va visto come portatore di valori latenti, come una forma di animismo: “il soleriscalda la terra”.

Aggettivo = et. latina: aggiungere, nome che si attacca

quantitativo

aggettivo qualitativo

deittico

indefinito articolo indefinito

(es.: qualche che agg. solo sing.né maschile, né femminile)

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“questo tavolo”

“ il tavolo che è qui ”

art. det. deittico puro: vicinanza a chi sta parlando

Posso dire “questo tavolo” solo se in vicinanza del parlante c’è un solo tavolo.

Art.: assume uno sguardo totale sull’oggetto, parolina con cui do d’intendere che stoconsiderando la totalità dell’ambito.

“il mio amico” è il solo amico in quel senso

Metonimia: la parola in diverse situazioni acquista significati diversi, per es. il maestro aiclarinettisti: “clarinetti suonate!”. La metonimia indica la perte per il tutto, la sineddoche è untipo di metonimia.

Zone di dubbia decidibilità del lessico

Tra le classi ci sono zone di dubbia decidibilità del lessico, ovvero della parole che per uncriterio o per un aspetto appartengono ad una classe, per altri ad un’altra.

semantici

criteri di appartenenza sintattici

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morfologici

1) Questo (vicinanza al parlante), codesto (qualcosa che non voglio vicino a me), quello(lontananza al parlante).

aggettivoquesto: - analisi morfologica

articolo

- analisi sintattica: questo tavolo il tavolo qui il tavolo

sono in distribuzione complementare, si escludono a vicenda cosa che è segnale di appartenenza alla stessa classe.“Questo” contiene “il”, ma “questo” indicaqualitativamente la vicinanza al parlante, quindi puòessere considerato aggettivo dimostrativo.

“Quella studentessa parla vietnamita”

essa fa parte del nostro campo esperienziale, noi tutti la vediamo. Differenetemente per “unastudentessa” che non la si identifica.Sintagmi denotativi che fungono da argomento servono per parlare della realtà.

“una studentessa che parla” ne esiste una sola“alcune studentesse che parlano” ce n’è più d’una

Aggettivo indefinito: qualche

alcuni: pluralitàmolti: ce ne sono alcuni (indefiniti) in

contengono il qualche, numero superiore all’attesa contestualema specifico sulla quantità pochi: in numero inferiore all’attesa contestuale

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parecchi: in numero superiore all’attesacontestuale, con un piccolo sottotono, equivale a“non pochi”.

I numeri in italiano sono aggettivi indefiniti, ovvero che non identificano, malgrado che il numeroin sé sia definito.

definitezzaCategoria della categoria universale presente in tutte

indefinitezza le lingue

Principio teleologicouna categoria è universale se è indispensabile per costituire qualsiasi tipo di testo (per questo

una lingua è traducibile).Il fatto che una categoria sia presente in tutte le lingue non implica il fatto che essa riceva un

segnale apposito, perché è presente indipendenetemente dalla sua manifestazione.

Categorie latenti:La stessa categoria in una lingua può essere manifesta, in un’altra lingua può essere latente, cioè

nascosta, non assente.

es.: la città - le città

Ø la categoria del numero è latente

come si scoprono le categorie latenti?

- provare a tradurre in un’altra lmingua avente la categoria

- cambiando semiosi - attraverso l’ostensione (capire il contesto)

- attraverso l’inferenza, il gioco contestuale

Di molte categorie il parlante, pur usandole, non è consapevole. Noi pensiamo cose che nonsappiamo di pensare. La lingua delinea la differenza tra sapere (inconscio) e consapevolezza(cosciente). Il passaggio dal sapere alla consapevolezza. Le parole vanno così viste comestrumento primario della ragione. La manifestazione ci induce ad assumere categorie. Categoriache contrappone l’esperienziale dal sentito dire.

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“er ist” “er wäre”

Ci sono lingue che fondano la loro grammatica su questa opposizione.

semiosi

a) Comunicazione verbale deissi

inferenza

b) Messaggio relativo a senso e segno razionalità

ragione oggettoragionevolezza

soggetto

strategie di manifestazionec) Semiosi: a) struttura intermedia

funzioni

lessicoclassi del lessico

b) pr. nelle lingue morfologia il potere della parola (solo in certe lingue)

funzioni

d) Analisi semanticae) Analisi sequenzialef) Analisi delle strutture argomentative

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Il potere delle parole

L’articolo: anche se non c’è, l’articolo è presente in tutte le lingue

es.: fuori città c’è stato un incidente. Sono stati coinvolti un impiegato dell’ubs di quarant’anni euna studentessa dell’usi. L’uomo guarirà in pochi giorni, la ragazza se l’è cavata con qualcheescoriazione.

determinatezzacategoria gestiscono lo scambio

indeterminatezza d’informazionitra mittente edestinatario.

Come l’ascoltatore, anche il parlante ha un suo mondo fatto di entità e di eventi. Nell’analisisemantica bisogna far sorgere i mondi, farli incontrare. La comunicazione è un mettere inrapporto mondi, è l’interazione di entità ed avvenimenti. Cioè mettere in comune entità edeventi. L’articolo indeterminato è lo strumento per mettere in comune entità ed eventi. La primamenzione di entità è fatta attraverso l’articolo indeterminato che è strumento di recuperodell’informazione. L’articolo determinato, data un’intersezione di mondi in comune, segnala ilrecupero, da quest’intersezione, di un’entità già istituita nel discorso, già presentenell’intersezionee di due mondi.

M D Due mondi noninteragibili

situazione teorica, manon

• • • riportabile al reale, in • · • quanto per comunicare

bisogna avere delle cose incomune.

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indet.La comunicazione èl’incontro tra due mondi el’intersezione si amplifica. Aquesto atto presiedel’inderminatezza.

det. perché entra nello stare dell’indeterminato

L’articolo indeterminato serve per introdurre

nuovi elementi che, appena introdotti,richiami

usando l’articolodeterminato

L’articolo indeterminato può essere usato solo una volta.

Un impiegato

masch.-sing.-morfema + categoria dell’ indefinittezza estrinseco e sinattico

In un certo senso “un ” lo posso considerare lessema in quanto non è come un morfema che silega. Però il suo contenuto è fatto tutto di morfemi. Esso è un morfolessema, cioè composto daun lessema e costituito di morfemi.

pronomiclasse lessicale

avverbi

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>Pronomi

pro-nome: il sostituto del nome che è cuore del gruppo nominale

funzione di denominare, della parentela che dice ungrado in più di distanza dal nome, pro-zia ecc.

pro- ha due funzioni

funzione di dire sostituto di: pro-console, pro-direttore ecc.

Pronomi personali: indicano la persona che è il ruolo che si svolge nell’atto comunicativo. L’attocomunicativo è un piccolo dramma in cui ci sono dei personaggi con lastessa maschera. E’ interessante constatare che l’etimologia dipersona, estrinseca, sia proprio maschera. L’atto comunicativo è unarecita con dei ruoli: il parlante IO, l’ascoltatore TU e il terzo EGLI. Lascoperta della persona di cui le prime due sono umane,necessariamente persone, mentre la terza è dubbia e viene quasiverificata.

Tutti i sintagmi nominali eccetto io e tu sono di III° persona.

a) Astrarre la funzione dell’io da classi di eventi.

b) La scoperta della soggettività, scoprire l’io, la propria identità, la propriaresponsabilità.

- personali: io tu, egli, noi, voi,loro

- pronomi indefiniti: simili agliaggettivi; es.: alcuni = agg. Indef.certi, nessuno

Due classi di pronomi simili ad articoli: .-dimostrativi: questo, quello

- interrogativi: chi, che cosa

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Perché indefinitezza e interrogatività insieme?

Abbiamo visto la comunicazione come la messa in comune di un proprio mondo.L’interrogatività è l’insieme degli strumenti che gestiscono la dinamica di questo scambio dallaparte del destinatario. Si può dire qualcosa all’altro se c’è un’attesa. Una domanda èl’individuazione di una indefinitezza. L’indefinitezza è la mancanza d’informazione sun un aspettoche m’iteressa.

es.: “io so, perché ho sentito suonare il campanello, che è arrivato qualcuno”

Davanti ad una tale indefinitezza io posso essere indifferente e dire: “non farlo entrare” lasciandoopaco l’indefinito che c’è nel mio mondo. Oppure, come conseguenza, c’è desiderio, cioèmanifestazione di una mancanza, di sapere chi è. Allora quell’indefintezza si costituisce indomanda: “chi è arrivato?” e l’altro si sente coinvolto nel dire chi.

“qualcuno è arrivato”

dal gr. si distingue: Tis = qualcuno da Tís = chi

>L’avverbio

Ogni legame minguistico è di natuar predicativo argomentale: un modo d’essere che si lega adun essere. L’avverbio è un modo d’essere che si lega ad un verbo.

et. lat.: ad-verbium

“Luigi dorme lungamente”

L’avverbio è per il verbo quel che l’aggettivo è per il nome. L’avverbio è il predicato del verbo.

es: “sonno agitato” “dormire agitatamente”

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• “Probabilmente Luigi dorme”

non specifica il verbo nella sua qualità del dormire, ma specifica il tutto:quantifica il grado della mia adesione a quel che dico. Non riguarda il fatto, ma la formzione delfatto. Con probabilmente esprimo un’ipotesi verso la quale sono propensa.L’avverbio si caratterizza per essere flessivo, non dispone di morfemi estrinseci e quindi nonpuò segnalare i legami sintattici attraverso la morfologia.

• “sonno profond- o ” la -o segnala il collegamento a sonno

Avverbio funziona come giustapposizione

“naturalmente Luigi dorme”

דLuigi dorme naturalmente”

29.01.’99

“probabilmente Luigi dorme”

io ⇔ probabilmente

Non dico una probabilità del dormire, ma dico il grado di certezza che io do al fatto che Luigidorma.

Punteggiatura: pausa (testo in unità) ed intonazione (qualità degli atti comunicativi).

Scope

Lo scope è l’ambito d’azione. Le parole in quanto predicati hanno un ambito d’azione che puòessere diverso.

Forse ha uno scope analogo a probailmente.

“ la casa rosa di Luigi” “la casa di Luigi è rosa”L. ne ha tante di case L. ha una sola casa che è rosa

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“Luigi non dorme profondamente ”

avverbio

Ø ma quale ambito d’azione ha? -nega un modo d’essere, quale? Nega il profondamente (avv.)

“Lo stipendio non enorme di Luigi gli permette di mantenere la famiglia”

- nega enorme, non ha scope enorme

“Lo stipendio forse modesto ...”Ø - ha come scope modesto

ê Quindi lo stesso avverbio può variare il suo ambito d’azione (scope) a seconda delcontesto.Avverbi con lo scope più ambizioso possono dassoli costituire dei messaggi:

- sì- no hanno il rango di enunciato, sono frasi, messaggio

“Sì, perché è troppo tardi” Ø avverbio con funzione anaforica, perché posso dire “sì” se richiamo un contesto che m’interpella suun’alternativa

Anche “forse” funziona da solo come “sì” e “no”. Ma forse è un modale che caratterizzaun’intera frase alla quale si ricongiunge.

un enunciatoForse (piove) Ø avverbio ellittico che sottintende che piove, dicendo solo forse sintende anche piove...

due enunciatiSì, piove

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Modalità epistemica

La modalità epistemica è il grado di adesione, confidence, alla proposizione. Si dice modalitàepistemica del sapere, perché si tratta della modalità che gestisce il rapporto tra la proposizionee il sapere corrisponedente.

1) Avverbio enuncito Sì & NoL’avverbio costituisce da solo l’intero atto comunicativo, gli avverbi svolgono la funzione dienunciato.

2) Avverbi modali fare, probabilmente, difficilmenteHanno la funzione di un verbo modale. Al posto di forse e probabilmente potrei usare il verbopotere o dovrebbe. Un verbo modale è un predicato avente come scope tutto un enuciato.

may: verbo modale epistemico

Un modello è: a) quello della modalità epistemica in quanto c’è possibilità o impossibilità. Al livello di conoscenza.

forse, probabilmente, magari...

b) della modalità ontologica: della concreta necessità, o possibilità, che consegue, che qualcosa sia uno.

per forza, inevitabilmente, in nessun modo...

c) della modalità deontica relativa alla doverosità, al ruolo, il compito realtivo alle funzioni umane in primis.

doverosamente, necessariamente, ......nel senso che è tuo dovere, il tuo compito

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es.: - “Luigi è intelligente, perché ha delle idee geniali”

Ø epistemico, si raccorda alla modalità conoscitiva

- “Luigi è intelligente, perché suo padre era un nobel...”

Ø ontologica, do la causa fisica, reale dellasua intelligenza

- “ Per forza è un buon giocatore di basket, è alto due metri!”

Ø causa ontologica

- “ Per forza devi stare attento, c’è tanto rumore!”

Ø ontologica

- “ Per forza devi stare attento, è per il tuo bene!”

Ø deontica

Ci sono però parole ambigue per la modalità.

“may” nella forma interrogativa, a modalità epistemica

“can” a modalità ontologica

“should” a modalità deontica ed epistemica

“sollen” a modalità deontica, secondariamente epistemica

“können” a modalità ontologica

“müssen” a modalità ontologica “ich muss etwas trinken”secondariamente deontica “jetzt, muss ich lernen”

la modalità deontica derivata da unamodalità ontologica;ruolo, posizione oggettiva rispetto ad uncontesto, quindi posizione reale.

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Il semantismo si distribuisce in modo piuttosto arbitrario nelle diverse lingue, nelle diversecategorie di parole.

epistemologicokaum=difficilmente

ontologico

Analisi semantica va al di là dell’organizzazione linguistica, della loro apparetentestrumentazione.

ontologico: “sei tanto stanco che non puoi arrivare””difficilmente”

epistemologico: “non ce la fai perché non hai studiato”3) Avverbio orientato al soggetto

“fortunatamente” dice il rapporto tra il fatto e l’attesa (nel senso di cuore, cioè del desiderio)del parlante. Dice il rapporto tra il soggetto e l’enunciato, è un avverbio orientato al soggetto.

a) COSA “intelligentemente Luigi ha parlato”l’intelligenza è attribuita la fatto che lui abbia parlato

b) COME “Luigi ha parlato intelligentemente”l’intelligenza caratterizza il parlare, il come

inciso/aggiuntac) a/b “Luigi ha parlato , intelligentemente”

segnala due atti comunicativi diversi per cui il secondo determina il primo;

l’avverbio può essere sia del tipo (a) sia del tipo (b)

- Morfo discontinuo

“vado” Ù tempo proposizionale assoluto

“ero andato” Ù passato come tempo assoluto, ma ripsetto ad un certo tempo nel passato, mi situo ancora anteriormente: tempo relativo

sono venuto

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trap.prossimo passato pres. fut. ant. futuro• • ¦ • •

ero venuta venivo vengo sarò venuto verrò

Tutti i tempi composti hanno un punto d’origine diverso, ma tempi come sono venutopresentano il passato nel presente.

es.: “quel giorno ero molto preoccupato, fra un mese avrei avuto gli esami”

- Sincretismo Ø da omonimia

plurale di canto (sost.)canti

forma verbale (II° persona sing. di cantare, tempo pres. + cong.

Il sincretismo è una parola fonologica con più significati. Equivale all’appartenere alla stessacategoria morfologica.

che io cantiche tu canti sincretismo: nel sing. del cong. pres. i verbi italianoche lui canti non si differenziano

“le belle città dell’Europa” morfo zero di città, è sincretico

segnali sintattici del plurale,legame con città

“le belle ville dell’Europa ci incantano”

ridondanza: ripete la stessa informazione sulla pluralità

Le lingue analitiche affermano sistematicamente sincretismi.

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• mangia

• non mangiareØ dai del tu, II° persona sing., imperativo Ø dall’infinito

• vietato mangiare Ù infinito

Die Tochter liebt den Vatter die Mutter

Perché il fonema è un’astrazione?

Il fonema allo stato puro non c’è mai. Rapportiamo i suoni ai fonemi, come rapportiamo lestrutture alle funzioni.

Parti del discorso

sintattiche

funzioni logiche

semantiche

Ogni lingua ha le proprie classi del lessico, spcializzazioni dell’uso della parola. Fra le classi dellessico il nome ha una funzione basilare, è la parola per eccellenza che dice come si chiamano lecose.

es.: nome & pubblicità

nome & categorie politiche

nome & persone

Brandik, nel Marketing, studia il modo di dare nome ai nuovi prodotti.

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es.: kodak

Il nome proprio per il bambino, dice un essere, qualcosa che c’è.

Ø a) presupposto che il bambino esista;

b) ma l’essere va inteso come poter essere, possibile o pensabile; un qualcosa che è possibile, un qualcosa che è logicamente possibile;

c) nome: x : Px

d) Il fatto che ci sia un nome dipende dall’esistenza di un’esperienza fatto indeterminato modo e che può ripetersi (es. della noce di cocco).Infatti noi diamonomi solo a cose che riteniamo rilevanti in quanto si distinguono da tutto il resto.

e) Il fatto che si dia un nome non è un fatto soggettivo, ma viene dalmondo, non è al nostro arbitrio, ma si basa sul riconoscimento delle differenziazioniesistenti in realtà.

Passaggio dal nome proprio al nome comune

? Pierino albero

“p” x : P x

non dice quasi niente posso descrivere le proprietà diPdi come si fa ad essere Pierino affinché sia albero,anche se possoÙ forte componente deittica applicarle ad una seriedi alberi diversi.

Diamo i nomi come fossero nomi propri, ma in realtà la sua rilevanza rappresenta una certaunicità. Il nome comune va a indicare tutta una serie di manifestazioni diverse.

nome proprio nome comune

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uno moltitudine di differeneze

La specificazione dipende dalla rilevanza.

Intensione: qualità

“nome” significa sostanza & qualità, cioè modo.

? principio dei nome astratti in cui c’è la qualità,ma non si può definire le cose aventi talicaretteristiche

pallore

o partenza, domostrazione, arrivo....Il nome si riferisce ad un esistenza, il modo, alla sintassi del sintagma nominale.

smart nome proprio, predisposto per un utilizzo individuale. Un nome ha unapredisposizione, ossia è un nome per una cosa che esiste in un determinato sistema.

Der Wille des Volkes è un oggetto puramente immaginario, ma c’è un poteredella parola che induce ad immaginare che esista.

Potere è un concetto neutro che può essere a seconda dei casi positivo o negativo. Leparole sono fortemente manipolatorie.

es.: massa

Il potere della parola rende un’entità fantastica in una realtà sociale, provoca l’ubbidienza dellacosidetta “massa”. E di volta in volta posso creare dei miti che faccio credere cose in quanto lifaccio vivere io. La struttura del sintagma nominale calibra la presa di esistenza del nome:

eventuale albero

rende concreta l’ipotesi di esistenza...

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L’origine del nome astratto è legata all’animismo. L’animismo prende in considerazione lapresenza di una realtà benevola o malevola cosciente e personificata che si interessa di me.L’utilizzo di nomi astratti come ipotesi di denominazione di esseri. La scienza fa uso di nomiastratti, nomi di fenomeni generici astratti non necessariamente frutto di osservazione, ma tirati incausa per spiegare. Nel linguaggio scientifico il verbo è al passivo: “il dato”. I nomi concreti, ofisici, rimandano a qualcosa che esiste. In opposizione, i nomi astratti, non-fisici, rimandano aduna proprietà, al nome di un predicato, per es.: la pesantezza (l’essere pesanti), la mancanza...sono astratti anche se sottointendono fatti fisici. Dio è un nome concreto in quanto indicaun’ipotesi di esistenza, non è astratto perché non indica il nome di un predicato.