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Appunti per una regola di vita dei giovani e dei giovanissimi di AC Bozza del 28 marzo 2009 S E T T O R E G I O V A N I

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Appunti per una regola di vita

dei giovani e dei giovanissimi di AC

Bozza del 28 marzo 2009

S E T T O R E G I O V A N I

Hanno collaborato alla stesuradi questa bozza le diocesi di

Albano, Carpi, Gaeta, Milano,

Padova, Senigallia, Vicenza.

CoordinatoreHenri Diemoz

Carissimi amici,

il nostro seminario “A regola d’arte”, oltre a voler essere un’occasione diformazione sul tema della spiritualità, ha anche l’obiettivo di condividereinsieme, nello stile dell’associazione, il lavoro sugli “Appunti per una rego-la di vita dei giovani e dei giovanissimi di AC”. Si tratta di un piccolo stru-mento che il settore Giovani aveva pubblicato circa dieci anni fa, e cheoggi desideriamo riproporre in una veste aggiornata e rivista alla luce delrinnovato progetto formativo dell’AC.Crescere alla scuola dello Spirito certo richiede molto di più di quantopossa offrire un semplice testo. Ma la regola vuole essere uno strumentoper accompagnarci nel nostro itinerario di formazione personale: la paroladeriva dal latino regula, da cui sono venuti pure il nostro regolo, righello,cioè una lista di legno che serve per fare le righe, per andare diritti. Si trattaallora solo di “appunti”, considerazioni, consigli… per aiutarci a tenere lastrada giusta! Nel lavoro di elaborazione svolto sinora da una commissione composta daalcune associazioni diocesane con una lunga tradizione nell’utilizzo di que-sto strumento, sono state individuate tre parole-chiave, i pilastri su cuicostruire la propria regola: pregare, condividere, testimoniare. Si tratta diverbi, per esprimere la dinamicità e la progressione: una regola non valeper sempre ma cammina, muta con il camminare e il crescere della persona.Tre parole che vanno declinate, ovviamente, a misura di giovane e giova-nissimo.In questo opuscoletto trovate dunque le bozze dei testi sulle quali ci con-fronteremo, nella speranza di realizzare, insieme, degli “Appunti” davveroa misura di tutti i giovani e giovanissimi che incontriamo!

Gli amici del Settore Giovani

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TESTO PER I GIOVANISSIMI

PREGARE

Idee di fondo

È la sete di infinito che ti spinge a pregare. Tu vuoi conoscere Dio perchétutto ciò che c’è intorno a te è bello ma non ti basta. Di fronte a tutto ilmale che ti circonda ti senti così piccolo: solo verso Dio puoi lanciare iltuo grido di pace e di giustizia. Ma Dio dov’è? Come ti risponde? Come puoi sentire la sua voce? Con Lui, solo con Lui, tu puoi fare cose grandi! Così nasce la preghiera.

Il silenzio è la porta della preghiera, rientra dentro il tuo cuore. Con lo stesso coraggio di chi scende nei meandri della terra alla ricerca dioro o diamanti, anche tu sfida te stesso e accetta la fatica di fermarti e con-centrarti senza timore del “buio” che c’è dentro. Non aver paura del fra-stuono di distrazioni che subito ti salgono alla mente. Sono solo moschefastidiose. Non ti curare di loro. Non i sensi, ma la fede ti dicono che Cristoè lì con te. Tu gli puoi parlare, Lui desidera che tu gli parli. Cristo ama starecon te. Lascia che la fede ti faccia percepire lo sguardo di bontà che Gesùha sempre verso di te.

Dio è Spirito, non sentirai la sua voce come fosse un suono naturale. Mentre preghi Lui suscita in te pensieri e sentimenti: questa è la sua voce.Il rischio però è confonderli con i tuoi pensieri, o peggio ancora con le ten-tazioni del Nemico.Ecco allora l’importanza che tu sia esperto del “timbro” proprio della vocedi Dio. Devi leggere e conoscere il Vangelo, puoi farti aiutare da libri di autori spi-rituali che ti abituino a riconoscere la mentalità e il modo di giudicare pro-prio di Cristo.I pensieri e i sentimenti suscitati da Dio hanno lo stesso buon sapore delVangelo. Sono pensieri di fede, di una fede più forte di quella che solita-

vivere con serenità il divertimento e il tempo libero, renderli “sani”,renderli spazi per la cura della propria spiritualità, delle persone checi sono affidate, dei nostri cari. Facciamo in modo che i “vuoti”diventino “pieni” in maniera intelligente, senza riempirli di “tesori”che finiscono per confondere il nostro cuore... E magari sfruttare l’i-natteso tempo libero, per quanto breve, per dedicarsi al dialogo conil Signore...

essere informati, attenti a quanto succede nel mondo vivere una cittadinanza consapevole, partecipando ai momenti

importanti della vita politica custodire il Creato, nei piccoli gesti quotidiani utilizzare i beni materiali con uno stile di essenzialità e sobrietà comportarsi secondo uno stile di giustizia, e denunciare l’ingiustizia mettere sempre gli ultimi, i più poveri al centro raccontare senza vergogna la propria vita, anche di fede (l’andare al

gruppo, a messa, la partecipazione alla vita della nostra comunità);raccontare ciò che per noi è fondamentale.

Giovanni Paolo II (Discorso al Corpo Diplomatico accreditatopresso la Santa Sede, 10 gennaio 2005) ha sintetizzato le sfide piùurgenti che l’umanità ha dinanzi attraverso quattro parole: vita,pane, pace, libertà. In ogni azione che compiamo, in ogni gesto cheviviamo dovremmo sempre avere davanti agli occhi e nel cuorequeste quattro sfide, e impegnarci per assicurare questi quattro“doni” a tutti gli uomini.

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Se il traguardo, il fine, la ragione è il Signore nella sua relazione con ilPadre e lo Spirito Santo, tu sei il mezzo, lo strumento, la matita. Ma ci sonoamanti tiepidi, testimoni insipidi, persone spirituali banali. Avere tutti gli‘ingredienti’ a disposizione ed essere così fortunati da poter dire che non cimanca niente, non necessariamente significa saper ‘cucinare’... È tipico deisanti, invece, saper creare con le cose che sono loro donate, un mix partico-larissimo, una testimonianza di vita e parole commestibile, comprensibile eutilizzabile da tutti. E che fa esclamare a te e ad altri: “Come ha fatto? Qualè il trucco? Chi glielo ha insegnato?”. Sta a noi trovare il “nostro” modo direndere testimonianza, di saper parlare al cuore degli uomini e delle donneche abbiamo intorno.

Icona

La felicità e la voglia di vivere, cartina di tornasole di chi ha incontratoGesù. Il racconto gioioso, senza vergogna, del proprio vissuto.

Indicazioni concrete

La prima forma di testimonianza che possiamo dare come laici è quella disvolgere con onestà, con rigore e con competenza le nostre attività: • impegnarci nello studio e nel lavoro, per migliorare noi stessi, amare i

fratelli e rendere migliore il mondo • Portare uno stile di responsabilità e di cura negli ambienti di vita met-

tendoci al servizio degli altri, spendendoci in prima linea per le questio-ni e gli impegni da affrontare.

• Portare una testimonianza di amore e si speranza negli ambienti e nellesituazioni di vita, imparando a condividere la gioia per i successi e adaffrontare con serenità gli insuccessi vivere con gioia e gratitudine; affrontare le difficoltà e le sofferenze

alla luce del Vangelo, sapendo che per ogni dolore c’è una speran-za, per ogni croce una resurrezione;

mente hai, di una speranza ben più consolante dei tuoi soliti ragionamenti,di un amore che ti spinge a perdonare, ad aiutare e a ricambiare il male conil bene.

Inizialmente pregare è staccarsi da tutti per stare con Cristo. Ma una dellemeraviglie è che appena ti immergi nel Suo cuore scompare ogni solitudi-ne. Lì ritrovi i volti delle persone che ami. Puoi pregare per tutti quelli chehanno bisogno, puoi permettere a Dio di entrare in ogni tua storia. Quanto èpotente la preghiera:“chi chiede ottiene, chi cerca trova, a chi bussa saràaperto”. Solo quando l’avrai sperimentato, capirai la grandezza di questeparole.

Nella compagnia del Signore scopri, allora, di essere allora figlio amato ecapace di amore, scopri di essere prezioso così come sei. Per questo moti-vo, la preghiera è anche ringraziamento, lode, gioia, felicità. È nella consa-pevolezza che Dio ti ama, che Dio vuole il tuo bene, che trovi il coraggio diraccontargli ciò che accade nella tua vita, i tuoi moti interiori, trovi ilcoraggio di chiedere, interrogare, supplicare. La tua preghiera si fonda suun Dio concreto che è persona, è Amore, che ti cerca e ti accoglie perprimo. Sempre.

Crescendo questa relazione di amicizia con il Signore, crescerà il tuo desi-derio di incontrarlo in qualsiasi momento del giorno. Inizierai ritagliandotidei momenti, seguendo il ritmo del giorno, e imparerai pian piano a scorge-re ovunque la Sua presenza al tuo fianco, imparerai pian piano che Luiimpregna di senso ogni cosa, imparerai a rivolgerti a Lui fuori da ogni for-malità, come ad un amico. Con gradualità, passo dopo passo, lasciandotiaiutare e portare per mano da una guida spirituale.

La preghiera diventa così la roccia su cui fondi la tua vita, le tue scelte, ituoi comportamenti. Ne apprezzerai i benefici. E desidererai condividerel’intimità con il Signore anche con altri. Solo la Sua presenza rende le rela-zioni autentiche, rende vero lo stare insieme. Affianco ai momenti personalidi raccoglimento, imparerai a gustare i frutti della preghiera comunitaria, incui avvertire il senso di una fede che può crescere solo se cresciamo tuttiinsieme.

Sarà sempre tutto bello e facile? Assolutamente no! Ci saranno tanti

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momenti di aridità interiore, in cui ti sembrerà di non avere risposte. Cisaranno momenti in cui ti sentirai vinto dal male, dal dolore, dalla sofferen-za, dal peccato. Ci saranno momenti in cui la preghiera ti sembrerà un eser-cizio inutile. In quei momenti dovrai far ricorso alla tua memoria, ai tantibenefici che il Signore ti ha donato, chiedergli luce perché tu riesca a senti-re ancora la Sua voce. In quei momenti, aiutato dalla guida spirituale edalle tante pagine del Vangelo segnate dalla sofferenza e dall’aridità, faraidella tua preghiera un atto di umiltà, in cui ti riconoscerai fragile e bisogno-so della sua salvezza.

Icona

Le relazioni a distanza: se vuoi bene a qualcuno, anche se è lontano, coltivila relazione, cerchi di sentirlo, di scrivergli; così è anche con Dio.

Indicazioni concrete

Per prima cosa devi deciderti.

Decidi luogo e tempo per il tuo incontro con Dio: ogni giorno 15 minuti.Sia un appuntamento fisso, a cui essere quotidianamente fedele. In questotempo sottratto alla fretta della giornata, nel silenzio, lontano da musica,TV, internet, mettiti in dialogo con Dio per raccontargli la tua vita e perascoltare il tuo cuore. È qui che Dio ti parla.Cosa fare in questo tempo?Inizia con un segno di croce. Chiedi l’aiuto dello Spirito Santo per mettertialla presenza di Dio e del suo amore con tutto te stesso.Perdona nel cuore e chiedi perdono: non puoi incontrare Dio amore se nelcuore c’è del rancore.Leggi con calma e con amore un brano di Vangelo. Il Signore ti parla attra-verso quelle parole. Scegli con la tua guida spirituale le pagine che possonoaiutarti.Medita: la Parola cosa dice alla tua vita? Quali pensieri e sentimenti ti fanascere nel cuore? Impara a intendere il significato di questi pensieri e di

estremi, sovrumani. Se si parla di ‘santità’ scuoti la testa e dici “impossibi-le”! Quando pensiamo ai santi, ci vengono in mente figure eccezionali,quasi dei supereroi: delle persone “sovrumane” che hanno doti straordina-rie, ma che poco c’entrano quando c’è da affrontare il grigiore e la monoto-nia della vita. La nostra scommessa è invece quella di amare al massimogrado tutti i giorni della nostra settimana, di essere non eroi ma santi del-l’ordinario. La quotidianità è il tuo tempo per tessere, per aggiustare,aggiungere colori, tendere o disfare qualcosa. In questo cammino ci sonotanti giovani che ci accompagnano e ci guidano, figure come PiergiorgioFrassati, che amò senza riserve i poveri, amò la sua famiglia e i suoi tantiamici, e amò il suo Paese al punto da impegnarsi nel servizio tanto impe-gnativo come quello della politica. Ma questo cammino non è qualcosa di astratto: santità laicale significa chie-dermi ogni giorno come posso vivere in comunione con Dio nello studio, nellavoro, nell’uso del denaro, nelle relazioni, nel tempo libero... La domanda“Questa scelta mi avvicina a Dio o mi allontana?” ti aiuta a capire e ogni voltaa metterti in ascolto profondo di Dio e delle esigenze, anche nascoste, dellatua realtà. Il tuo cuore avrà bisogno di essere continuamente convertito e riem-pito da Lui. Questo significa saper rispondere, saper dare il meglio, sperimen-tarti in tensione e in ricerca per crescere nel modo migliore... tutto questo peressere capace di donare con competenza, dedizione, tenerezza, impegno, tota-lità. Diventi così appassionato tanto da perdonare, da non abbandonarti adarrabbiature, da non bloccarti sulla contestazione continua, sul volere averragione. Perché l’amore rende benevoli verso gli altri, incapaci di gesti violen-ti, gesti che appesantiscono l’altro, l’amore non tiene i conti, l’amore ama lagiustizia, smaschera l’ingiustizia, cerca la verità e il dialogo. L’amore ci rimet-te e gioca ‘a perdere’ perché è cosciente di vincere sempre (S. Paolo).Questo è testimoniare, diventare santi nell’amore.Per esser costruttori di una civiltà dell’amore allora possiamo accettare lasfida concreta di mettere sempre al centro la persona e la sua dignità intutte le nostre scelte; di avere uno stile di solidarietà; di impegnarci – nelpiccolo del nostro impegno e dei nostri ambienti di vita – a portare il nostrocontributo alla costruzione del bene comune, che non è la somma dei singo-li beni individuali ma è la costruzione delle condizioni in cui ciascunopossa dare il meglio di sé e possa raggiungere la perfezione.

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questi sentimenti: cosa ti chiedono? Quale verità ti indicano?Prega: chiedi, ringrazia, loda, ma soprattutto ama! Dilata il cuore, lasciaentrare gli amici, il mondo intero. Raccontati con parole essenziali e vere.Chiedi ciò che conta davvero. Ringrazia con sincerità.Concludi con un Padre Nostro e esci dalla preghiera portando con te ilgusto della sua presenza.

La preghiera si accenda nel tuo cuore fin dal mattino: risvegliati riceven-do da Dio il dono del nuovo giorno; alla sera addormentati affidando alui ogni cosa: l’esame di coscienza ti aiuterà a non sorvolare sul tuo pec-cato e soprattutto a non perdere il bene che il Signore semina nelle tuegiornate!

Ricordati sempre che Gesù non smette mai di parlare attraverso le perso-ne e le situazioni d’ogni giorno. La preghiera puoi portarla sempre conte: è bello custodire il contatto con Dio quando sei in autobus, a scuola ocon gli amici. L’appuntamento settimanale più importante sarà la messadomenicale in parrocchia; preparati con il desiderio di incontrare gliamici, i fratelli e soprattutto il Signore. Vivila da protagonista, mettendo-ci il cuore per pregare veramente!

L’eucaristia è celebrata ogni giorno: puoi scegliere singolarmente o coltuo gruppo di partecipare ad una messa feriale, specialmente nei tempi diQuaresima o Avvento.

Gusta regolarmente, con umiltà e semplicità, il perdono del Padre nellaconfessione, per scoprire l’amore gratuito di Dio, che ti ama sempre,anche nell’infedeltà e nella fragilità.

Non perdere le giornate di ritiro e di esercizi spirituali: sono occasionispeciali per il fare il punto della tua vita con il Signore.Non trascurare i momenti di preghiera comunitaria, in cui potrai gustarecome Dio agisce sulle persone che ti sono intorno, portando pace, desi-derio di autenticità, di affrontare insieme la vita, di progettare, di fareChiesa senza divisioni.

sostenere le tue idee e convinzioni. Anche se non ci pensi troppo sei testi-mone di te stesso. La tua vita, guardata dal di fuori, con lo sguardo deglialtri e della storia, è segno di qualcosa. Per te, giovane di AC, in continuaricerca, con ancora dubbi che a volte sembrano molto grandi, che decidipian piano lo stile delle tue relazioni, che tenti di capire quale sia la tuavocazione in mezzo a una marea di proposte, sarà forse strano sapere che latua persona ha già un tratto fondamentale. Il ‘tocco’ del Padre, un codiceparticolare nel tuo DNA già attesta il tuo essere Figlio.Questa comune figliolanza mette in gioco la nostra responsabilità: comelaici, uomini e donne che sono stati chiamati a vivere le realtà del mondo,abbiamo la possibilità di portare una testimonianza luminosa di fede e diamore, che possa far nascere delle domande nelle persone che incontriamonella nostra vita. Per crescere nella nostra capacità di portare testimonianza siamo chiamati aesercitarci a osare la speranza. In una società dell’incertezza e dell’insicu-rezza, come giovani – rivolti naturalmente per età e condizione di vitaverso il futuro – abbiamo la responsabilità di rendere ragione della speranzache è in noi, e di farlo con dolcezza e rispetto (1Pt 3,15). La speranza non èfuga dal mondo ma assunzione di responsabilità: sperimentiamo la contrad-dizione tra la promessa di un Regno di giustizia, pace, verità, libertà, e larealtà che viviamo quotidianamente nel mondo. Il nostro essere testimoni disperanza significa allora “anticipare e affrettare” quei semi di bene e di giu-stizia che sono segni del Regno, curarli e farli crescere. Significa saper pro-nunciare una parola di speranza a chi è sfiduciato, e testimoniare una formaalternativa del vivere sociale, anche nelle nostre comunità ecclesiali.La libertà della testimonianza è giocata in una relazione che ti è offertaogni giorno, in nome di una proposta di sequela così bella, grande e seriache affascina, che ti innamora. In questa sequela hai sperimentato forse piùvolte l’amore di Dio Padre, sai la grande responsabilità che deriva da que-sto amore e l’infinita possibilità di perdono che ti viene offerto, ed è quiche capisci quanto ‘testimoniare’ sia legato ad ‘amare’. La seconda virtù che siamo chiamati a esercitare è la virtù della carità.Possiamo camminare sulla strada della santità crescendo nella capacità diamare Dio e gli uomini. Spesso rischi di vedere la santità come un traguar-do da raggiungere, con le tue scelte, con le tue forze, e la associ a gesti

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Il colloquio mensile con la tua guida spirituale insieme alla lettura di unlibro di meditazione che la guida ti potrà consigliare sarà un aiuto preziosoper il tuo cammino. Appunta riflessioni, preghiere, dubbi e scoperte in undiario: saranno la traccia del cammino, lo scrigno dove custodire il tesorodella storia d’amore che ti lega al Signore.

CONDIVIDERE

Idee di fondo

Adesso che ti sei reso conto che cosa ha significato per Gesù condividere tisembrerà chiaro che questo ambito non può essere giocato solo come “coseda fare”, ma piuttosto come uno stile, quello stile con cui ti apri agli altri,chiedendoti sempre “ma dov’è il mio fratello?”. Solo se questa domandasegnerà costantemente la tua attenzione verso le persone che hai accanto, chesono e saranno sempre diverse da te e da come te le aspetti, scoprirai a qualidimensioni potranno giungere il tuo cuore e la tua vita. Don Luigi Ciotti dice-va: “Nessuno di noi sa veramente dov’è, se non si misura con i suoi fratelli”.

Questo stile di ricerca ti porta a conoscere l’altro per chi è veramente e adessere libero di esprimerti per quello che sei, giungendo così a vivere rela-zioni di vera amicizia. Quando invece il tuo stile non si interroga più sul“dov’è l’altro”, corri il rischio di considerare solo alcune caratteristiche deltuo prossimo! Questo atteggiamento è molto rischioso perché ti porta adappiccicare etichette e a fare classifiche, che non fanno altro che chiudertiin te stesso. La domanda sull’altro, la capacità di accogliere le differenze, lapazienza di tessere relazioni anche apparentemente difficili, deve sperimen-tarsi soprattutto a scuola, l’ambiente che vivi per più ore al giorno.Imparare a stare tra i banchi facendo vincere l’amicizia sulla competizionee sulle diversità, imparare a fare della classe un luogo vivibile per tutti,questo è il primo ordinario test della nostra capacità di condividere!

La regola del condividere, quella che non sbaglia mai, non sta nell’averedoppi fini, apprezzare l’altro perché mi fa sentire bene, frequentarlo perché

sparire l’opera del Padre, ne ha piena consapevolezza perché “colui che miha mandato è con me e non mi ha lasciato solo perché io faccio sempre lecose che gli sono gradite” (Gv. 8,29). La sua non fu mai una missione sem-plice, ma anche nei momenti più difficili l’accompagnava la convinzioneche il Padre testimoniava in Suo favore e quando la durezza degli ascoltato-ri, nonostante le Scritture, sembrava respingere tale testimonianza invitavaa credere almeno per le opere che compiva, perché tutto nella sua esistenzarimandava al Padre. L’ amore per la verità, l’amore verso tutti, il perdono offerto anche ai nemi-ci, il non piegarsi dinanzi a nessun potere umano, senza timore di essereuna voce isolata, e il servizio totale alla causa del Padre diventano l’autenti-cazione più grande del suo annuncio: la parola, saldamente ancorata aigesti, diviene prefigurazione e anticipazione del Regno che viene.La testimonianza di Gesù oltre ad essere un invito alla conversione e allasequela si riveste di un fascino tutto particolare capace di rendere gli ascol-tatori suoi imitatori.

La prassi ecclesiale

Condizione del diventare apostoli è quella di aver fatto esperienza dellecose di cui si parla (cfr. At. 10, 40-42). La testimonianza degli apostoli è undono che viene da Dio, ma è anche un compito che richiede fedeltà e obbe-dienza; nasce dall’esperienza fatta con Gesù e vuol condurre altri a fare lastessa esperienza mediante la fede e tramite questo servizio cresce e si edi-fica la Chiesa, la quale, fino al ritorno glorioso del suo Signore, è chiamataa testimoniare Gesù Cristo a tutte le creature.La comunità cristiana ha sempre avuto chiaro che in forza della testimo-nianza la vita diventa un sacramento, un segno espressivo ed efficace dellafede in Gesù e del dono che Dio in Cristo continua a farci. Alla Chiesa di tutti i tempi e di tutte le latitudini non è chiesto di far altro senon di riscrivere nella sua concretezza le parole e i gesti di Gesù stesso.

Idee di fondo

Testimoniare è un verbo con il quale ti trovi a fare i conti tutti i giorni. Seichiamato a dare ragione di quello in cui credi, a prendere posizione, a

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– scegli un servizio in cui puoi offrire il tuo tempo e le tue capacitàper il bene comune del tuo territorio (un servizio di sostegno aldisagio e alla povertà, servizio culturale, civile, politico…)

Nella realtà globalizzata è sempre più evidente la disparità di ricchezza fra ivari Paesi del Mondo. Apprendere lo sguardo della condivisione non puòprescindere dal sentirsi parte di questa situazione e chiede di intervenire inmodo determinato, senza clamori, partendo dal proprio vissuto quotidiano.Sobrietà significa inoltre eliminare tutto quel di più, magari anche dellepiccole comodità, che richiedono continuamente un’attenzione, distraendoil pensiero e il cuore da ciò che conta maggiormente. Alcuni impegni:

imparare ad utilizzare correttamente, senza sprechi e inutili lussi, ildenaro e i beni, maturando una maggiore sensibilità alla solidarietàe alla condivisione degli stessi. Prova a fare il conto di quanto spen-di in cellulare, cd, libri, vestiti e confronta con le tue reali esigenze.Pensa a cosa puoi offrire, in termini di tempo, talenti e risorse, perla costruzione di una società più giusta, specie guardano agli squili-bri tra Nord e sud del mondo;

valuta la possibilità di fare alcune scelte di consumo, da un latoattraverso la rinuncia alle cose non essenziali, dall’altro attraversoun atteggiamento critico verso i prodotti che non seguono logicheproduttive e commerciali eque e solidali.

adotta dei piccoli esercizi di salvaguardia del creato – raccolta diffe-renziata, uso razionato dell’acqua e di altre risorse naturali, utilizzodei mezzi pubblici quando possibile, rispetto dei luoghi che visiti –.

TESTIMONIARE Gv 8, 14 “Anche se io rendo testimonianza di me stesso, la mia testimo-nianza è vera, perché so da dove vengo e dove vado”

Prassi di Gesù

Tutta la vita di Gesù è sotto il segno della testimonianza, Egli è il testimonefedele del Padre (Ap 1,4). Nei suoi gesti e nelle sue parole Gesù lascia tra-

posso dire di avere tanti amici, ma piuttosto sta nel coltivare giorno dopogiorno quella delicatezza che coglie le sfumature della voce, le tensioni dellosguardo, l’imbarazzo nei gesti con cui l’altro si fa trovare. Il corpo infatti, chesu facebook, messenger, skype, rimane qualcosa di distante e estraneo allarelazione, non smette mai di lanciare segnali, che lo stile della condivisione tiporta a leggere per comprendere sempre di più la verità dell’altro. La corpo-reità è dunque un dono ed è talmente bello che il Signore l’ha voluto fare suoincarnandosi! La corporeità ti permette di esprimerti, di essere compreso eaddirittura di vivere con trasparenza e onestà il dono di te stesso. Ascoltare edesprimerti, cogliere le domande e trovare risposte originali, commuoverti einventare gesti di accoglienza e cura: tutto questo permette lo stile della con-divisione! In questo cammino di progressiva dedizione di te all’altro, non seisolo, ma una rete di uomini e donne, coetanei, più grandi e più piccoli, tisostiene in quella scommessa spregiudicata che è il condividere. Scopriraiallora il perdono come quel regalo che scaturisce dalla creatività di Dio e cheè addirittura capace di trasformare le brutture, soprattutto le nostre, facendoneun motivo di “riavvio del sistema”dell’umanità.

Cominci a capire quanto sia affascinante e impegnativo amare gli altri comeha fatto Gesù, imparando da Lui e dalla sua Parola! Condividere ti permettedi imparare ad amare il fratello come una vera e propria arte: non ci si puòimprovvisare! Come le opere più belle nascono da un attento studio e lavorodettagliato, allo stesso modo dobbiamo allenare il nostro cuore e i nostri sen-timenti ad essere articolati, coltivando i desideri che ci aiutano a crescere escartando quelli che ci portano alla deriva, lasciando che sia sempre più ilSignore ad allargare la pareti del nostro cuore per fare spazio al fratello.

Il luogo che più ti insegna a vivere la condivisione, così come Gesù l’hapensata, è la Chiesa. La Chiesa è il riflesso del progetto di Dio di salvarel’umanità intera e di fare comunione con gli uomini, intrecciando con lororelazioni di autentica amicizia e di salvezza. È la realtà che più di tutteincarna il sogno di Dio di stare con l’uomo poiché, pur consegnata nellemani fragili degli uomini, è fondata su Dio stesso, che la accompagna e lapreserva con amorevole cura. Nonostante le difficoltà del nostro cammino, i momenti in cui facciamofatica e diventiamo ambigui, la Chiesa rappresenta il procedere pieno di

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speranza del disegno di Dio per tutti gli uomini, che Dio non smette mai didonare continuamente e di portare avanti, anche quando l’uomo è lontano eappesantito dal peccato.Proprio grazie alla condivisione, allora, sei chiamato a rendere partecipitutti i tuoi fratelli del messaggio di salvezza che Dio ha per ciascuno diloro! Grazie alle relazioni che stai imparando a costruire sullo stile dellacondivisione nella Chiesa, sei anche tu protagonista del cammino verso l’u-nità di tutta l’umanità. Come? Coinvolgendo i tuoi compagni, tutti, anchequelli di fede diversa, confrontandoti con loro alla luce della consapevolez-za profonda di essere tutti fratelli.

Cuore pulsante della comunità cristiana che si fa carico di tutti gli uomini èl’Eucarestia, l’invenzione più premurosa e originale di Gesù. Attraversol’Eucarestia puoi celebrare e vivere il desiderio di Dio di stare con gliuomini ed essere in comunione con loro. L’esperienza dell’Eucarestia tipermette di toccare con mano la cura di Gesù nel cercarti per poter stare incomunione insieme con te e con tutti i fratelli: è il nutrimento sano per lerelazioni della tua vita, le amicizie, il difficile rapporto con i genitori , èquello che ti permette di vivere la comunione con il Signore che ti ama ecammina al tuo fianco. La forza dell’Eucarestia sta proprio nell’essere ingrado di dare alle tue relazioni la forma della tua amicizia con il Signore edi diventare così il modello di rapportarti con i tuoi fratelli.

Ad aiutarti nel difficile cammino di uno stile di condivisione è il sacramentodella Riconciliazione, momento alto e al contempo vicino di incontro con ifratelli. Lo spazio della Confessione, del riconoscersi limitati, dell’accettarele proprie fatiche sulla strada dietro a Gesù è occasione di grazia per potercostruire un dialogo autentico con un fratello nella fede, una guida che ti saascoltare e guidare nei dubbi e nelle tue paure. Nella Riconciliazione,mediante il confronto costruttivo con il sacerdote, trovi un Padre che ti acco-glie a braccia aperte: grazie a questo dialogo hai l’opportunità unica di essereguidato tra le braccia del Padre. Alla luce del perdono e della riconciliazione sono rinnovate le tue amiciziecon i fratelli: la Confessione ti permette di dare nuovo respiro alle tue rela-zioni che nelle difficoltà dei rapporti e dei propri limiti, rischiano di perdere

Le relazioni nella Chiesa

La condivisione all’interno delle relazioni ecclesiali, diverse e molto varie-gate, si deve ispirare a un semplice principio: la corresponsabilità fraterna.Concretamente uno sguardo di condivisione corresponsabile ci invita a:

imposta i rapporti e le relazioni in parrocchia (inteso come luogoconcreto e come territorio) sullo stile dell’apertura e della fraternità.Non chiuderti nel tuo gruppo, ma coltiva l’accoglienza verso chiun-que, disponibile alla correzione fraterna, sensibile e aperto al con-fronto verso gli stimoli provenienti dall’esterno. In particolare, pro-muovi il dialogo e lo scambio tra le diverse componenti della par-rocchia (associazioni, movimenti…), promuovi iniziative comunirivolte soprattutte all’esterno. Cura il dialogo con il tuo parroco:anch’egli è un uomo che ha bisogno di amici veri!

pensa alla vita della Chiesa con respiro ampio. Non fermarti sempree solo alle mura della tua parrocchia, alle piccole e grandi miseriequotidiane, ma presta particolare attenzione alla Chiesa diocesana eapriti alla dimensione universale della Chiesa.

l’adesione all’Azione cattolica è segno che puoi anche provare adaccompagnare e ad essere vicino spiritualmente ai tuoi amici, conl’umiltà di lasciarti accompagnare da loro e con la disponibilità aconfidare loro non solo i dubbi e le problematicità ma anche le ric-chezze del tuo cammino di fede. Sii fedele a questa appartenenza,rimotivala costantemente, contribuisci perché sia sempre più espe-rienza di fraternità missionaria.

Le relazioni socialiSiamo chiamati ad entrare in relazione anche con i nostri contesti sociali eculturali, quelli più strettamente territoriali:

– trova del tempo per spegnere mp3 e Ipod e goderti la tua gente, i tuoiluoghi, le tue strade, le bellezze (più o meno evidenti) della tua città;

– cerca angoli di natura, di storia e di cultura che aiutino il tuo “esserparte” di una comunità che condivide anche queste preziose risorse;

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• la riflessione sulle relazioni

Quando si è giovani può rivelarsi importante ripensare alle proprierelazioni: prova a cogliere quali sono feconde e quali invece diven-tano d’ostacolo o soffocanti. Non si è più ragazzini e le amiciziediventano esigenti: il desiderio di confrontarti, di vivere nuoveesperienze, di trovare conforto o sostegno. Talvolta questo ti puòportare a renderti conto che i legami tradizionali, ad esempio con ipropri compagni di scuola o i coetanei, non sono più vivaci eattraenti o che alcune relazioni particolarmente significative merita-no di essere maggiormente coltivate o consolidate. Impegnati arecuperare una relazione che annaspa facendo il primo passo, anchese si tratta di perdonare; impegnati a far decollare relazioni nuove,specie quando il nuovo potrebbe farti paura; impegnati a chiederescusa, e a trovare il coraggio di chiedere “perdono”, quando sei tuin difetto; a correggere un tuo atteggiamento deleterio (chiacchie-riccio, pettegolezzi, critiche “alle spalle”…).

• la delicatezza nelle relazioni

Entrare in relazione significa sperimentare inevitabilmente vicinanzae lontananza dall’altro e dell’altro, senza voler importi e quindi snatu-rare l’alterità. Cogliere la presenza altrui chiede di sforzarti nel pro-muovere un atteggiamento di rispetto reciproco verso la diversità.La delicatezza si esprime nella ricerca faticosa del dialogo. Si trattadi costruire un equilibrio dove ascolto e linguaggio, silenzio e paro-le, riservatezza e confidenza entrano in rapporto perché l’incontro,anche il più banale, sia una bella occasione di fraternità.Questa attenzione esprimila anche nelle relazioni affettive, nell’es-sere consapevolmente uomo o donna, nell’instaurare relazioniautentiche con l’altro sesso, riscoprendo nella castità una possibilitàper educarti ad un amore veramente gratuito. Impegnati a dosare leparole e a non forzare i tempi; impegnati ad educare lo sguardo sul-l’altro: non lasciarti vincere dalla tentazione di possedere l’altro, dilegarlo a te, di rendere esclusivo il vostro rapporto; educa anche losguardo sul corpo, pensando anche a quello altrui come dono edespressione della meraviglia creatrice del Signore…

smalto e brillantezza. Il perdono del Padre ti permette di rimetterti in moto,di fare sempre più spazio nel tuo cuore per rinnovare le tue relazioni inquesto amore che non conosce limiti.

Relazioni rinnovate, rapporto più profondo con il Padre…davvero la condi-visione ti permette di allargare i tuoi orizzonti! Diventi così sempre più uncittadino del mondo, aperto a tutte le realtà di bisogno e di necessità degliuomini. La condivisione ti chiama a cercare il volto del fratello nel volto diogni uomo, facendoti carico di coinvolgere tutti gli uomini in questa grandeamicizia con il Padre che tu stesso hai ricevuto. Sentimento fondamentaleche anima il tuo stare nel mondo sarà allora la solidarietà, il farti vicino alprossimo, la rinuncia a un po’ di denaro per poter condividere i tuoi benicon chi è più povero e più bisognoso.

IconaL’amicizia spirituale.

Indicazioni concrete

– rivolgersi agli altri con gentilezza, riflettendo bene sulle parole egesti che possono far crescere o distruggere gli altri

– ascoltare chi ci sta accanto, lasciandoti sempre toccare dalla domanda“dov’è il mio fratello nel suo cammino di crescita?”

– capire, dando loro tempo, e non scartare subito le idee diverse dallenostre

– cercare un dialogo con gli altri, parlare di sé senza paure, trovandotempo per incontri faccia a faccia e non solo attraverso il computero il cellulare

– non isolarsi con mp3 o altro quando si è per strada, ma riconosceree fare propri i “sapori” delle proprie strade e delle proprie città.

– cercare i più deboli e fragili della classe, aiutarli ad inserirsi e adessere accettati dagli altri; favorire in classe momenti di confrontoseri e di amicizia extra-scolastica.

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– limitare le parole volgari e le espressioni offensive; imparare anchead evitare le offese non verbali, quelle che passano per gli occhi,per il pensiero, per il corpo

– giocare i propri talenti, avendo il coraggio di mettere in luce difronte agli altri le nostre intuizioni e le nostre speranze

– partecipare attivamente alle iniziative a cui si prende parte, in parti-colare al gruppo Giovanissimi, dove la presenza coinvolta di cia-scuno è fondamentale e insostituibile

– impegnarsi a svolgere qualche servizio anche durante le celebrazio-ni liturgiche della parrocchia

– donare un po’ di tempo e energie a chi è più debole, come i malati,gli anziani, le persone più sole.

– donare ogni mese un po’ di denaro e di tempo a chi è in difficoltàrinunciando a qualcosa di superfluo.

TESTIMONIARE

Riferimenti al Vangelo di Giovanni

Gv.1,6-8: rendere testimonianza alla luce, cioè a Gesù in modosicuro, dichiarato, aperto

Gv.1,19-18 “Chi sei? Che cosa dici di te stesso?” Il senso dellapropria identità a partire da Cristo consapevoli di essere personeche preparano la via del Signore, da Lui già tracciata.

Gv. 13, 33-35: testimoniare è semplicemente essere come Lui ci hamostrato. L’amore verso gli altri, il saper uscire dal proprio egoi-smo anche nelle piccole cose, sapersi prendere cura dell’altro cheho accanto, condividere. Gesù ci ha lasciato il suo esempio: gliincontri che fa sono sempre dettati dall’amore e portano l’annunciodi salvezza. (icona del servizio come immagine: il volto di Gesù sivede solo riflesso nell’acqua della lavanda dei piedi)

Condivisione – nell’ambito delle relazioni – significa innanzitutto porti difronte alla molteplicità che caratterizza ogni alterità in modo consapevole.Ogni incontro, casuale o voluto che sia, ci chiede di considerare l’altrocome una persona in carne ed ossa, con un proprio pensiero, un propriomodo di vivere, una propria storia.Concretamente questa visione può suggerirti alcune attenzioni:

• il tempo della relazione.

Accogliere una relazione con altre persone implica lo stare insieme,essere presenti, dedicarsi dei momenti in modo reciproco. Il temporiservato ai legami non può essere stabilito e misurato sempre conprecisione – definito in agenda. Le tue relazioni sono qualcosa divitale ed è bene offrire dei momenti per gustarle in semplicità, nonritagli di tempo o in occasione di particolari impegni: due chiac-chiere, una gita, una visita a sorpresa. Impegnati ogni giorno a tro-vare un tempo da dedicare completamente all’incontro con una opiù persone. In questi incontri parla di te sinceramente, e ascoltacon la massima attenzione. Fai sempre caso nella relazione all’equilibrio tra le tue parole equelle delle persone con cui sei in contatto. Cerca un equilibrio fecondo tra il tempo dedicato alle relazioni infamiglia (da non trascurare), alle relazioni amicali, affettive, educa-tive, di servizio. Cerca incontri significativi con colleghi di lavoro edi studio anche oltre i luoghi che condividete “per forza”.

• il tempo per la relazione.

Una relazione coinvolge i tuoi pensieri, i gesti, la riflessione anchein momenti al di fuori dell’incontro stesso. Un pensiero, un piccolodono spontaneo, un’attenzione, un semplice biglietto, possonoesprimere la cura che hai verso una persona anche quando non èfisicamente presente. Impegnati a portare nella preghiera le personecare e che hai incontrato, e, quando qualcuno ne ha bisogno, a for-nire un segno concreto della tua presenza e vicinanza.

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non solo dalle emozioni, ma dalla capacità di scegliere e dalla volontà di“restare” in una relazione. La coppia è anche il terreno in cui rifletti suldono del corpo: come curarlo? Come custodirlo? Come comprendere cheesso ti è dato in un disegno di felicità più ampio di un momento?A partire dal tuo piccolo, infine, ed “evangelizzandolo”, puoi allargare gliorizzonti alla famiglia umana. Il senso di vicinanza all’uomo può spingertiad estendere i tuoi sentimenti anche verso chi non conosci, anche verso ilontani, in particolari gli ultimi. È un sentimento che ha delle conseguenzeconcrete, ad esempio nell’utilizzo dei beni materiali, nel tuo senso di soli-darietà materiale, nella tua sete di giustizia. Anche questo è condividere!

IconaL’amicizia spirituale.

Indicazioni concrete

Pensare concretamente la condivisione richiede di considerare con attenzio-ne le tue giornate, il tessuto delle relazioni, il modo di trascorrere il tempolibero, di studio o lavoro. La condivisione non è semplicemente un atteg-giamento che ti puoi proporre, ma un modo di vedere, uno sguardo ampioche si apprende lentamente e che pian piano diventa una modalità di esserepresente nella realtà.

Le relazioni quotidiane

La famiglia, la scuola, l’università, l’ambiente di lavoro, il gruppo ecclesia-le, la band musicale... La relazione è profondamente caratterizzata dalladiversità: il luogo di relazione, il contesto, il motivo e le intenzioni per cuici si incontra, i tempi che si dedicano ai rapporti o alle attività che si svol-gono insieme. Nell’età della giovinezza si confida molto nei legami che siintrecciano, a volte rimanendo delusi di fronte a incomprensioni, distanze,o atteggiamenti inaspettati.

Gv. 13,12-17: La testimonianza è mettersi al servizio degli altri (latestimonianza della carità)

Gv.17, 6-14: La testimonianza come senso dell’unità dei cristiani eunità nell’amore di Dio, che fin dall’inizio ci ha consacrati nel suoamore per farci capire che non siamo soli.

Idee di fondo

Sei qui per caso? Tu stesso credi di no. La tua vita ha un senso perché pro-vieni da Qualcuno che ti ha amato e pensato da sempre. Ti ha pensato inquesto tempo. E in questo luogo. Non altrove. Potrai metterci tempo acapirlo, ma è in questa classe, in questo gruppo, in questa parrocchia, esoprattutto in queste strade, in questa città, in questi precisi momenti cheDio ti chiede di raccontare l’incontro speciale che ha avuto con te.In che modo? Sono tantissimi, ma innanzitutto aprendo gli occhi, e veden-do intorno a te un mondo di uomini e donne che vivono, studiano, lavora-no, amano, gioiscono, piangono… Di questa umanità tu sei fratello, sem-pre. In questa quotidianità della vita tu puoi essere testimone della presenzadi un Dio che è vicino a tutte le persone. Con le scelte di bene che sei chia-mato a fare ogni giorno contribuisci a costruire il Regno di Dio che crescenel mondo. Quali sono la scelte che ti avvicinano a Dio e quali quelle che tiallontanano? Innanzitutto la scelta di amare il prossimo. E di esprimerequesto amore con la presenza, talvolta anche silenziosa, e con fatti e gesticoncreti. In particolare fatti testimone di un essere in famiglia affettuoso,disponibile e responsabile, di un’amicizia gratuita, autentica, disinteressata,generosa, in cui sei libero e offri libertà. Il contrario di questo amore è l’op-portunismo, l’individualismo.Poi, c’è la scelta di studiare con passione, comprendendo l’importanza diessere persona preparata, che con i suoi talenti offre il suo contributo per unfuturo migliore. Il contrario di questa scelta è la superficialità, il tirare acampare, lo studiare “tanto per”. Ancora, c’è la scelta di imparare a portare il tuo incontro con il Signoreanche fuori dalla dimensione privata: chiediti cosa dice il Vangelo sullagiustizia, sulla pace, sulla povertà e sulla ricchezza, sul bene di tutti.Chiediti come il Vangelo ti interpella come giovane cittadino della tua città

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e come piccola, ma significativa, goccia nel mondo. Il contrario di questascelta è l’indifferenza, il pensare solo a salvare se stessi.E poi, ci sono scelte di testimonianza che apparentemente sembrano averenulla a che fare con la fede. Non tutto fa bene, non tutto fa crescere, nontutto rende liberi. Scegliere vuol dire anche rinunciare. Scegliere anche frabeni diversi, distinguendo tra ciò che è bene solo per te o ciò che è beneanche per gli altri che sono intorno a te. Scegliere l’essenziale, sceglieresenza cercare l’apparenza e il lusso, scegliere dando priorità alla salvaguar-dia dell’ambiente e alla giustizia nel mondo. In questo modo si esprimeanche una personalità forte che nasce dalla fede, che nasce dalla consape-volezza che si è ciò che si è, senza obbedire a nessuna moda. Il contrario diquesta scelta è l’irresponsabilità e il disfattismo.Con queste scelte la tua vita parlerà di Dio. Ma non basterà. In alcunimomenti dovrai avere il coraggio di dire esplicitamente del tuo incontro, edi come ti ha toccato il cuore.E allora:

Apri gli occhi e guarda “verso l’alto” (P. Frassati), consapevole che la tuatestimonianza ha un orizzonte ampio nella tua storia, nella tua comunità,nel tuo Paese, nel tuo mondo.

Apri le mani per accogliere, per prenderti cura, per vivere con responsabi-lità nel Creato, nella società civile, nella Chiesa, nella famiglia umana.

Apri le labbra per raccontare il tuo incontro con il Dio di Gesù Cristo cheama tutti, guarisce e dona speranza di vita nuova.

Apri le orecchie e ascolta quello che Dio ti comunica attraverso la vita dellepersone. Ascolta e accogli le loro domande, le loro attese di speranza.

Icona

La felicità e la voglia di vivere, conservare fiducia in sé, in Dio, negli altri,nelle possibilità future di vita, nei vari aspetti-momenti dell’esistenza.Testimoniare la gioia di vivere che trova il suo fondamento nell’affidarsi aDio e nelle persone che lui ci pone accanto.

l’uomo” e accoglierlo, avendo come fine quello di fargli sperimentarel’Amore unificante del Padre. E contemporaneamente significa impararead aprirsi, a raccontarsi, a svelarsi senza paure. È l’idea, cara all’Ac, dellacentralità della persona.

Tutto ciò siamo chiamati a viverlo ogni giorno a partire dalla comunità cri-stiana. Soprattutto lì, chiamati insieme senza esserci scelti; diversi, ma conun desiderio che ci unisce: che tutti siamo una cosa sola (anche con i fratel-li che professano il Signore ma in una confessione cristiana diversa dallatua);consapevoli che la nostra presenza, insieme, non ha come fine il nostro“star bene”, ma il lavoro instancabile perché Dio incontri il cuore di altriuomini.C’è un solo posto dove trovi la sorgente per vivere relazioni autentiche:l’Eucaristia, dono gratuito di Dio, che noi non ci saremmo mai immaginati,ma che nel coinvolgerti nella sua logica di gratuità ti fa capace di comunio-ne vera. L’Eucarestia, innanzitutto, fa la Chiesa: l’unico pane offerto a tuttitrasforma le differenze in ricchezza, le contraddizioni in armonia, le incom-prensioni in progetto comune. L’Eucarestia fa anche la vita associativa, cheè innanzitutto desiderio di “divenire santi insieme”. L’Eucarestia fa inoltrele relazioni ordinarie, quelle esterne alla vita ecclesiale, e che in modo par-ticolare hanno bisogno di gesti altruisti, sinceri, gratuiti da opporre alla ten-tazione degli egoismi, della competitività sfrenata, dell’individualismo edell’indifferenza. L’Eucarestia, poi, come dono totalmente gratuito di Dio,indica un esercizio essenziale per una reale condivisione tra fratelli: il per-dono. Nella regola di un giovane non può mancare la misericordia, parten-do dal fatto che il primo a donarci la salvezza e la riconciliazione è Gesù,non siamo noi.Lo stile della condivisione, e della comunione/comunicazione con gli altri,chiama in causa anche il rapporto con le tecnologie che ci mettono in con-tatto. In particolare, sei chiamato a dare senso ai luoghi virtuali, non ante-ponendoli mai alla fisicità e materialità degli incontri, non utilizzandoli maicome surrogati o come terreno franco per dire e fare ciò che non dici e nonfai nel “mondo reale”.Ci sono poi alcuni ambiti relazionali che maggiormente interpellano lanostra capacità di condivisione: in particolare, l’esperienza della coppia, incui innanzitutto puoi interrogarti sulle dinamiche di un Amore sostanziato

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perenne attualità del Vangelo. Se una società senza amore è impensabile,una Chiesa senza amore è assurda. La fedeltà al comandamento dell’amoreresta ancora la forza più coinvolgente per gli uomini e le donne del nostrotempo con cui ci sentiamo chiamati a condividere gioie e speranze, tristez-ze e angosce,specie dei più poveri, come il Concilio ci insegna.

Idee di fondo

Nonostante le tante distrazioni, se ci pensi bene tutto intorno a te in fondosembra suggerire che non sei fatto per essere solo. Ti sarà capitato, delresto, di pensare che il segreto della vita sia nelle relazioni. Ed è vero: rap-porti autentici con gli altri ci riconsegnano il senso stesso dell’esistenza:mettere in gioco tutto se stessi per le persone che ci sono donate. Tutto vuoldire testa, cuore e spina dorsale.. È, in una parola, l’amicizia, intesa comesentimento profondissimo di condivisione ed empatia con chi ci circonda e,in generale, con tutti i figli di Dio.Già, ma come è possibile vivere relazioni così? Ci sono già nella tua vitarapporti in cui ti senti chiamato per nome, interpellato per quello che sei?Relazioni in cui ricevi e ti doni gratuitamente? In altre parole, il tuo tessutorelazionale è fatto di persone e volti di cui hai cura o che passano in modocasuale?Intendiamoci, allora. Per prima cosa devi lavorare su te stesso perché tutti ifili che ti legano agli altri siano ben analizzati: soprattutto devi scopriredove si annodano, dove cioè emerge un modo di stare con le persone tuttofinalizzato alle proprie necessità ed esigenze. Allo stesso modo, sei chiama-to a capire in quali volti sperimenti l’esperienza liberante dell’amicizia.Il rischio, poi, è che si scambino per relazioni autentiche quelle in cui ci sitrova d’accordo, più o meno liberamente, su qualche punto: occorre inveceche la nostra capacità di condivisione si imbatta nella sfida della diversità,delle differenze, che ci sono da persona a persona, e che sono strettamentecollegate a contesti e origini familiari, culturali, sociali, esperienze di vita. La sfida è alta: cercare ostinatamente e lasciarsi raggiungere dall’altro,farsi interpellare, farsi scuotere e pungolare dai suoi immensi desideri edai suoi bisogni, dalla sua domanda di relazione, di stima, di affetto. .Imparare a condividere, in questo senso, significa imparare a “cercare

Indicazioni concrete

Testimoniare con la vita

– Chiediti di cosa hanno bisogno a casa, di quali esigenze morali emateriali ci sono nei tuoi genitori e nei tuoi fratelli. Non eludere letue responsabilità, non chiedere soltanto!

– Scruta con attenzione il cuore dei tuoi amici, cerca di capire quandoqualcosa non va, non andare via proprio allora, resta, ascolta, cura.

– Studia molto, studia bene e con metodo. Non fare calcoli, pensa solo afar crescere i tuoi talenti: così aiuterai il mondo ad essere più bello.

– Dimostra sempre amore e rispetto per il Creato: è un meravigliosodono di Dio e oggi più che mai serve un impegno concreto percustodirlo. Impegnati ad assumere uno stile di vita sostenibile perl’ambiente e ad evitare sprechi.

– Impegnati a non dare priorità ai beni materiali: abbigliamento grif-fato, cellulari e playstation. Rischiano di abbagliarti e farti perderedi vista le cose più importanti

– Rifletti su ciò che consumi? È tutto necessario? E da dove vengonoquesti prodotti? Informati in particolar modo se ciò che consumi sibasa sullo sfruttamento di altre persone.

– Crea e partecipa a momenti di divertimento e di festa che ti coin-volgano con il cuore, con il corpo e con la mente, non lasciandotitrascinare dagli eccessi che distruggono.

– Cerca sempre di non chiuderti nell’egoismo, di non concentrarti sute stesso, sui tuoi bisogni, le tue paure: il tuo sguardo sia sempreattento a chi hai accanto.

– Informati con i quotidiani, con il web e con altri mezzi su ciò cheaccade intorno a te e nel mondo: coltiva una lettura critica, condivi-dila e confrontala con il tuo gruppo di riferimento.

– Gesù ha sempre messo al centro i più poveri, gli emarginati dellasocietà. Quante volte dai priorità ai “meno popolari”? Rifletti su que-ste cose con i tuoi amici e il tuo gruppo, scegli anche di metterti a ser-vizio dei più poveri, da solo o insieme ad altri, conoscendo chi sul ter-ritorio già offre assistenza e cura.

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Testimoniare con la parola

– A volte oggi se si dice di frequentare la Messa o i gruppi parrocchialisi è derisi o tenuti in disparte… non lasciarti turbare. Conferma erafforza il tuo cuore e le tue scelte: anche gli altri apprezzeranno latua determinazione e ne resteranno colpiti.

– Spesso si rischia di non essere pienamente autentici e di presentarsidiversi a seconda dell’ambiente in cui ci si trova per non deluderele aspettative degli altri o per sentirsi accettati dal gruppo.Impegnati a restare autentico senza avere il timore di non essereapprezzato.

– Esprimi con semplicità e serenità le tue convinzioni di fede, la gioiache Dio ti dona.

– A scuola proponi il Movimento studenti di Azione cattolica comeoccasione per incontrare gli altri e mettersi al servizio della comu-nità scolastica.

Vangelo ci racconta in maniera tenera e forte questa simpatia di Gesù versol’umanità. Certamente tutto questo non si improvvisa: nei suoi trent’anni aNazareth, nella sua “vita nascosta” ha sperimentato nei vincoli familiari esociali la bellezza e il dramma dell’appartenenza ad una famiglia e ad unpopolo ben preciso, ha condiviso la fede in Jawhè, ha lavorato con le suemani per collaborare al bene della sua famiglia.

Sceglie dodici apostoli, li chiama amici, perché con Lui e come Lui raccon-tino il Volto solare e cordiale di un Dio che di tutti e di ciascuno si prendecura, specie di chi è ai margini della vita sociale e religiosa del tempo.Annuncia, guarisce, risana, perdona per ridare a tutti la dignità perduta colpeccato e fare di tutta l’umanità una sola famiglia.Il Suo essere con-noi prende la forma del per-noi, fino all’atto di amore piùfolle e rivoluzionario della storia, sulla croce. Solo lì si comprende ciò cheaveva già anticipato lavando i piedi ai suoi discepoli (cfr. Gv 13,1-17):l’Amore non teme mezze misure, è capace di perdersi per la persona amatafino a dare tutto “sino alla fine”.

Prassi ecclesiale

La prima comunità cristiana, su invito di Gesù, ha da subito compreso chelo stile del Maestro andava prolungato e attualizzato e che l’amore sarebbestata la vera carta d’identità dei discepoli di Gesù: non un amore qualunquema un amore che ha in sé la forma di Gesù stesso. L’essere Chiesa è il per-manere di questa verità nei discepoli di tutti i tempi. Non un ideale metteinsieme la Chiesa ma la condivisione di una stessa fede, di una sola speran-za e della medesima carità, partecipati col Battesimo, che segna anche l’in-gresso nella grande famiglia di Dio. Con la forza dello Spirito, principio diunità, “la moltitudine di coloro che erano venuti alla fede, aveva un cuorsolo e un’anima sola, né alcuno diceva proprio quello che gli apparteneva,ma ogni cosa era comune fra loro” (At 4,32). La condivisione della stessamensa eucaristica e la partecipazione all’unico Spirito diventano i motivigeneratori per vivere, pur in modi diversi, secondo il carisma di ciascuno, ilcomandamento dell’amore che ci chiama a manifestare nella prossimità la

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tutto il tempo può diventare preghiera: mentre sei in autobus o inmetro, durante una pausa al lavoro o quando sei in mezzo al traffi-co… non c’è divisione tra la preghiera e la vita;

celebra l’Eucaristia domenicale e festiva, partecipandovi con unatteggiamento di ascolto e di ringraziamento;

se hai la possibilità, partecipa anche all’Eucaristia feriale, magari sce-gliendo inizialmente un giorno della settimana cui rimanere fedele;

cogli le occasioni di preghiera comunitaria offerte dalla vita parroc-chiale e associativa, come momenti in cui elevare al Signore un’invo-cazione unica e rafforzare il senso della comune figliolanza a Dio;

non trascurare il sacramento della riconciliazione, da vivere rego-larmente e frequentemente;

prenditi del tempo per prepararti bene ai sacramenti; ritagliati durante l’anno un periodo prolungato di riflessione e pre-

ghiera, magari partecipando agli esercizi spirituali; individua una persona che possa seguirti come padre spirituale, per

consigliarti e aiutarti a stendere una regola a misura della tua vita.

L’importanza dell’accompagnamento spirituale richiede non solo di sceglierecon attenzione il proprio padre spirituale, ma necessita anche di fedeltà eregolarità, senza dimenticare di sostenere il cammino con la preghiera.Infine sei chiamato a prenderti cura della tua formazione personale, attra-verso la lettura di qualche libro di spiritualità o di introduzione alla pre-ghiera, per acquisire quel metodo che senti più propriamente tuo. Anche inquesto può venirti in aiuto la tua guida spirituale.

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Prassi di Gesù

Nella vita di Gesù, l’Emmanuele, Dio stesso è sceso sulla terra per condivi-dere in tutto, fuorché nel peccato, la nostra condizione umana: Dio, final-mente, si è fatto vicino ad ogni uomo, specie verso i più piccoli e poveri. Il

TESTO PER I GIOVANI

PREGARE Pregare: infinito presente del verbo Amare

Prassi di Gesù

Si rimane sempre affascinati dalla grande forza d’amore che attraversatutta la vita di Gesù. Amare è dare tutto agli altri senza trattenere; è tra-sformare la vita in un dono. In Gesù questo progetto è riuscito. Ma dadove prende questa forza per farsi prossimo a tutti, specie ai più poveri?Il Vangelo ci mostra questo segreto: la Sua vita è legata al Padre e questolegame è coltivato in modo particolare nella preghiera. Gesù ha capitoche senza il Padre la vita non gira nel verso giusto, che la vita ha bisognodi un Tu più grande cui affidarsi con semplicità, come un bambino nellebraccia della mamma. Gesù ha sentito il bisogno e la necessità di pregare, di ritirarsi spesso tuttosolo, magari di notte, a volte sul monte; tantissime volte avrà pregato incasa e in sinagoga e nel tempio, specie con i salmi: Maria e Giuseppe glisaranno stati di grande aiuto, anche in questo. Ciò che più ci sorprende èche la preghiera di Gesù aveva il sapore della fiducia: arrivava a chiamareDio “Abbà” e questa confidenza lo spingeva a vivere ogni situazionesapendo di essere teneramente e premurosamente custodito nel palmo dellamano di Dio.La sua preghiera non aveva niente di formale tanto che spesso prendeva ledistanze da coloro che pur pronunciando molte preghiere avevano il cuorechiuso verso i fratelli. La Sua preghiera è piena di affetto verso il Padre egrazie ad essa comprende sempre meglio la volontà di Dio nella sua vita,anche quando tutto sembra impossibile, specie sulla croce quando la possi-bile disperazione umana è trasformata in abbandono totale. La preghieraper Lui non è un modo per fuggire la vita ma la capacità di vivere la storiaportando nel cuore la forza e il coraggio di Dio.

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Ai discepoli di tutti i tempi insegna a vivere la preghiera con i suoi stessiatteggiamenti perché “tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome velo conceda” (cfr. Gv. 15,9-16).La Sua preghiera, ordinaria e mai abitudinaria, assumeva particolare impor-tanza alla vigilia di scelte decisive, come per dire solo in Dio la nostra vitaè al sicuro.

Prassi ecclesiale

I primi cristiani hanno pregato, nella forza dello Spirito, ben sapendo chenessun cristiano, essendo unito a Cristo, può pregare da solo. Anche quan-do prega da solo quella preghiera non è mai privata perché prega in comu-nione con tutti i fratelli nell’unica preghiera di Gesù. La preghiera è cristia-na perché preghiamo in Cristo, per Cristo e con Cristo: è colma dei senti-menti stessi di Gesù.“Gli apostoli salirono nella sala superiore… Tutti perseveravano concordinella preghiera, assieme ad alcune donne e a Maria…” (At. 1,13-14).La Chiesa ha sempre coscienza che Dio non le farà mai mancare il suoaiuto e perciò nella gioia sempre rende grazie e nella prova a Lui saldamen-te si tiene stretta perché non le venga meno la fedeltà.La preghiera più grande che la Chiesa continua a celebrare è l’Eucaristia.

Idee di fondo

Perché ti alzi al mattino? Cosa ti fa studiare, lavorare, faticare? Cosa ti fadire ogni giorno “ne vale la pena”? Difficile trovare una risposta, se non vaioltre l’apparenza: non bastano i gesti in sé stessi, occorre indagarne la radi-ce. Come un albero può crescere e diventare forte e rigoglioso grazie allesue radici, che vanno a fondo nel terreno in cerca di nutrimento, così la tuavita può rimanere saldamente in piedi se cerca il suo sostentamento nell’in-teriorità. Potrai così renderti conto di un desiderio che nasce nel profondo,dall’esperienza stessa della vita, e che chiede di essere riconosciuto e colti-vato. Ma la scoperta più bella che potrai fare sarà che questo desiderio, per-cepito come una domanda, in realtà è già la risposta ad un amore più gran-

per aprirti al dialogo con Dio, focalizzando in particolare qualcosaper cui ringraziare e le situazioni per le quali pregare.

Un modo per aiutarti a mettere ordine nei tuoi pensieri è quello di tenere undiario: puoi prendere nota delle esperienze più significative e di quello che tihanno trasmesso, delle tue risonanze più profonde, delle tue preghiere perso-nali. È uno strumento che ti permette di costruire il filo rosso della tua vita. Il silenzio personale ti aiuta ad entrare concretamente nella preghiera. Aquesto punto non possono mancare alcune attenzioni particolari:

inizia con un segno di croce: nel tracciarlo su di te renditi coscientedella dimensione in cui entri, quella della preghiera;

invoca lo Spirito Santo, chiedendo che ti sia da guida e ispirazione; metti sempre al centro la Parola di Dio; confronta la Parola con la tua vita, perché quest’ultima possa

conformarsi alla luce del Vangelo; individua il tipo di preghiera che preferisci, se può servirti imparane

qualcuna a memoria. Non sottovalutare preghiere percepite come“tradizionali”, ad esempio il Rosario, purchè ne percepisca il sensoe il gusto;

non dimenticare la preghiera di intercessione, mettendo anche glialtri e le loro necessità nel tuo dialogo con Dio;

insieme alla tua mente e al tuo cuore, anche il tuo corpo prega:assumi una posizione che ti sia più comoda e che nello stessotempo interpreti l’importanza del momento. Alcuni gesti possonosottolineare intenzioni particolari: puoi metterti in ginocchio oseduto, con le mani giunte o con le braccia aperte… fai in modoche il tuo corpo si faccia un tutt’uno con la tua preghiera.

Quali sono i tempi e i momenti giusti per pregare? La preghiera segue innanzitutto il ritmo del giorno: il mattino è

occasione di ringraziamento e di offerta, la sera è il momento piùopportuno per un esame di coscienza; puoi farti condurre e orienta-re dalla Liturgia delle ore, che scandisce proprio il procedere quoti-diano; bello sarebbe se la recita delle Lodi e dei Vespri divenisseanche un momento da condividere con qualcuno a te caro;

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cide con il suo disegno per te e con la tua gioia più piena3. Ecco perché seichiamato a fidarti di te, di ciò che senti e intuisci! Infine Dio è presente e ti parla in tutto ciò che ti circonda: nelle personeimportanti, nei fatti della vita, nel lavoro, nello studio, nella famiglia. Percomprendere i segni della Sua presenza e della Sua Parola hai bisogno ditanta attenzione e di discernimento. Si tratta di vivere una vita concentrata eattiva, con lo sguardo lucido sul mondo e su di te, pronto a rilevare le tracceche il Signore lascia; infatti i segni vanno interpretati e ordinati: per farequesto hai bisogno di una persona fidata più avanti di te nel percorso dell’e-sistenza che ti aiuti a comprendere e a coltivare il tuo rapporto con Dio.Una guida spirituale è quello che fa al caso tuo, non perché debba influen-zarti o, peggio, compiere le scelte fondamentali per te, ma per consigliarticon più oggettività, vivendo con il necessario distacco quelle dinamicheche ti investono in prima persona.

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Le relazioni a distanza: se vuoi bene a qualcuno, anche se è lontano, coltivila relazione, cerchi di sentirlo, di scrivergli; così è anche con Dio.

Indicazioni concrete

È fondamentale dedicare un momento della giornata al silenzio personale:sconnettiti, isolati dalla musica, dalla tv, dalla rete, dalle persone e concen-trati su di te, su quello che stai vivendo. Fa di questo momento della gior-nata un tempo senza tempo, senza permettere che qualcosa ti interrompa,per rimanere dentro di te; lì ci siete solamente tu e Dio. Utilizza questomomento di silenzio:

per liberarti dalla tirannia del tempo e dalla fretta che sembra con-durre le tue giornate;

per pensare alla tua vita e a ciò che la caratterizza; per ascoltare le tue risonanze interiori;

de: è l’amore di Dio che per primo si rivolge a te e ti cerca proprio lì dovevivi la tua vita, dove fatichi, dove gioisci, dove costruisci le tue relazioni.Questo tuo desiderio di Dio è già ciò che comunemente chiami preghiera.Ma che cos’è la preghiera?Se ci pensi, non sempre le associ un’idea così entusiasmante: pregare è dif-ficile, può apparire noioso o passare addirittura per tempo perso; eppure seichiamato ad andare oltre e considerarne la vera natura: essa è la modalitàcon cui vivi e approfondisci il tuo rapporto diretto con Dio. Se consideriseriamente questa frase, una vertigine dovrebbe coglierti, così, su due piedi,probabilmente perché non sempre ti sei reso conto della sua importanza.Allora: come vivere al meglio questa dimensione fondamentale?

La cosa più importante nello stabilire una qualsiasi relazione è avere la pos-sibilità di incontrarsi e di conoscersi, tanto più se si tratta della relazionecon Dio. È necessario che tu riesca a trovare dei momenti e degli spazi perpoterla coltivare, purificando il tuo cuore da tutto ciò che dall’esterno losoffoca, per educarti al silenzio e all’ascolto. È lo Spirito di Gesù che ti dàla possibilità di rivolgerti al Padre: non potrai fare a meno di invocarlo e difarti guidare da lui. Ma la tua preghiera non è immune da quello che sei eda ciò che vivi, e nemmeno può essere qualcosa che avviene nonostante ilresto della tua vita: anzi, se la tua quotidianità non entra nella tua preghie-ra, allora essa rimarrà sterile. Proprio qui sei chiamato a mettere nelle manidel Signore le gioie, le speranze, gli incontri, ma anche le necessità, leprove, le difficoltà. Se la preghiera per te è un’abitudine, allora il dialogo “a tu per tu” forsenon ti è estraneo: è un parlare cuore a cuore, nel fiducioso abbandono allasua presenza e nell’ascolto attento della sua parola. Se questo invece tirisulta difficile o non riesci a trovare le parole per esprimerti al meglio,allora puoi ricorrere a preghiere già formulate: sono quelle più comuni econosciute che hai imparato fin da bambino, ma non per questo hannomeno valore. Si sono formate nel tempo divenendo parte della tradizionedella Chiesa che le ha conservate come un tesoro prezioso. Spesso siamo abituati a pensare alla preghiera come ad un momento in cuichiediamo qualcosa al Signore. In realtà la preghiera è fatta di molti “ingre-dienti”: è lode e benedizione, ringraziamento, meditazione, è contemplazio-ne, domanda e intercessione, è adorazione. Ognuna di queste parole potrà

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3 Cfr. Gv 15,11.

sembrarti lontana, in realtà ti basterà guardare ancora una volta alla tuavita: ogni giorno puoi trovare qualcosa per cui rendere grazie, così comeogni giorno può accadere un avvenimento che segni profondamente la tuaesistenza. Puoi ritornare su questi fatti e provare a leggerli in una lucediversa, meditarli mettendoli nella tua preghiera e chiedendo l’assistenzadello Spirito; puoi lasciarti interrogare da un’immagine che vuole dirtiqualcosa di più della semplice apparenza; puoi portare nel tuo cuore situa-zioni difficili o momenti significativi che stanno vivendo le persone a te piùvicine. Ma puoi anche metterti davanti al Signore faccia a faccia con lui,senza aver nulla da dire, semplicemente mostrandoti come sei e adorandolo(dal lat. ad oras, bocca a bocca) nell’Eucaristia esposta.Come vedi, la preghiera è una ricchezza inesauribile.Esiste un tempo “privilegiato” per la preghiera? Tutto il tempo lo è: non esi-ste un “orario d’ufficio” in cui sei più sicuro che Dio sia a tua disposizione!D’altra parte le tue giornate sono fatte di lavoro, studio, famiglia, amici,tempo libero, sport… Se da un lato ti è chiesto di portare la vita nella tua pre-ghiera, dall’altro dovrai educarti a portare la preghiera nella tua vita. È ilritmo stesso della giornata a favorirti; con il sorgere del sole hai davanti unnuovo giorno con tutte le sue possibilità; al suo tramonto hai alle spalle unagiornata vissuta intensamente e ti aspetta il riposo: ecco i momenti ideali perlasciare che la preghiera entri nella vita. Ma rivolgere a Dio un pensiero nonti richiede necessariamente un tempo lungo e dedicato: sfrutta tutte le occa-sioni in cui riesci a fermare per un attimo il lavorio della tua mente. Anche lasettimana ti aiuta a dare il giusto spazio alla relazione con Dio: la domenicanon è solo “giorno di riposo”, bensì, prima di tutto, è giorno in cui i cristianifanno memoria della Pasqua, della vita nuova in Cristo. Puoi così scoprirecome il tempo sia in realtà un dono aperto alla relazione profonda con ilRisorto. In questo senso la Chiesa nella scansione dell’anno liturgico ti dà lapossibilità di guardare alla vita di Gesù e di approfondire sempre più la suaconoscenza e il suo modo di rapportarsi alla tua stessa vita. Queste ultime considerazioni mettono in luce un aspetto che non puoi tra-scurare: la preghiera non è solo individuale, ma anche comunitaria perchélo è l’esperienza di Dio. Fai parte di una comunità formata da tante personele quali condividono con te l’esperienza della fede e l’amore di Dio Padre.Non può quindi lasciarti indifferente l’appartenere alla Chiesa. Segno piùevidente della comunione della Chiesa è l’Eucaristia, momento culminante

e fonte della preghiera: lo spezzare insieme il pane e accogliere il dono cheGesù ci offre, ovvero se stesso, rende concreta, visibile e ancora più vivifi-cante la nostra relazione con lui. Allo stesso modo è attraverso la Chiesache Dio ristabilisce la relazione con te nel momento in cui si lacera: nelsacramento della Riconciliazione sperimenti il suo perdono.

Come hai visto, le vie per parlare a Dio sono tante, tuttavia non puoi rischiareche il tuo rapporto con lui si fossilizzi in un monologo solamente tuo.Ascoltare la Parola di Dio è fondamentale per te, giovane cristiano, ma que-sto non significa semplicemente metterti a letto e attendere che una voce dal-l’alto ti chiami; questa è la storia di Samuele, non la tua! Per te ci sono diver-si modi per ascoltare la voce del Signore. Anzitutto accostati alla Bibbia. Essa non esaurisce la Parola di Dio ma ne è vei-colo privilegiato: lo Spirito era presente quando quegli uomini, migliaia di annifa, componevano i libri che oggi la costituiscono. Nelle sue pagine ritrovi isegni dell’azione di Dio nella storia, la sua volontà di instaurare un legame conl‘uomo; senti il Signore parlare per mezzo dei profeti di Israele, lo vedi agire infavore del suo popolo. Lì puoi indagare lo stile di Dio. Però non tutte le sezionidella Bibbia si equivalgono: il Nuovo Testamento e ancor più i Vangeli ti parla-no della vita di Gesù Cristo sulla terra, del suo modo di rapportarsi con il Padre,con gli amici e i fratelli ed esprimono la sua visione del mondo. La tua vitatende a Gesù, per questo sei chiamato a conoscerlo il più possibile. Potresti maiamare chi non conosci? “Frequenti” Gesù da sempre, almeno da quando seistato battezzato, eppure non potrai mai dire di conoscerlo abbastanza: gli annidella sua vita pubblica sono stati così intensi e rivoluzionari per tutta l’umanitàche approfondirli ogni giorno di più sarà sempre prezioso e appassionante. LaParola di Dio non ha confini di tempo, né di spazio, non invecchia né svilisce: ilmessaggio della Bibbia è stato scritto anche per te, per il tuo oggi e per il tuodomani, sentilo tuo e mettilo al centro della tua vita1.In secondo luogo Dio ti parla attraverso i desideri, le aspirazioni, le capa-cità e le inclinazioni2 che esprimono la tua natura più vera, quella che coin-

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1 Amedeo Cencini, Luce sul mio cammino – Parola di Dio e iter vocazionale, 2002, Milano,Paoline Editoriale Libri.2 Cfr. Fil 2,13.