appunti sulla convezione - … · trasporto di massa è funzione del solo scambio termico e...
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Prof. Andrea Franchi
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APPUNTI SULLA CONVEZIONE
Definizione del fenomeno
Nello scambio di calore per convezione almeno uno
dei due elementi che partecipano è un fluido.
Esaminiamo il caso più semplice: una parete piana
(verticale o orizzontale) lambita da un fluido.
Se la parete ed il fluido sono alla stessa Temperatura,
il fluido rimane fermo e non si ha scambio di calore; vi
sono soltanto moti Browniani ma complessivamente il
fluido rimane in quiete.
Se la lastra ha una T maggiore di quella del fluido, il
generico volumetto di fluido (indicato per brevità con
dV) a contatto con la lastra si riscalda ed aumenta il
proprio volume, poiché tutti i corpi per effetto di un ΔT
positivo tendono a dilatarsi in misura maggiore o
minore a seconda del valore del coefficiente di
dilatazione termica β. l’aumento di volume modifica la
situazione precedente di equilibrio: all’interno della
massa ogni volumetto di fluido dV è soggetto alla
Forza peso ed alla forza di Archimede che, in assenza
di dilatazioni, si equivalgono.
Quando il fluido si scalda il suo volume aumenta ma il peso resta lo stesso, quindi la Forza
di Archimede aumenta e supera la forza peso: il generico dV di fluido tende a salire.
In conclusione, il riscaldamento del fluido provoca una dilatazione di volume generando
una spinta verso l’alto: l’effetto globale è una corrente ascensionale di fluido, ossia un
MOTO CONVETTIVO che, come in questo caso in cui la parete è più calda, è diretto
verso l’alto; in caso contrario è diretto verso il basso.
In seguito alla corrente ascensionale nuovo fluido proveniente dalle zone circostanti andrà
a sostituire quello caldo spinto verso l’alto.
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LA CONVEZIONE IMPLICA QUINDI NECESSARIAMENTE UN TRASPORTO DI MASSA
ASSOCIATO AL TRASPORTO DI CALORE.
Inoltre, in questo caso il trasporto di massa (cioè il moto del fluido) è diretta conseguenza
dello scambio di calore: si parla di CONVEZIONE NATURALE, ossia in quei casi in cui il
trasporto di massa è funzione del solo scambio termico e viceversa senza l’azione di
agenti esterni.
In altri casi, infatti, il fluido potrebbe essere già in moto rispetto alla parete (ad esempio
spinto da un compressore in caso di gas o da una pompa centrifuga in caso di un liquido);
se fluido e parete hanno la stessa temperatura non c’è ovviamente scambio termico, ma
se le due temperature sono diverse lo scambio di calore avviene come al solito: in questo
caso però il trasporto di calore non è collegato al trasporto di massa, poiché quest ultimo è
regolato da componenti esterni (pompe, compressori, ventilatori, ecc.). In questo caso si
parla di CONVEZIONE FORZATA.
Il concetto di strato limite
Il moto complessivo del fluido ha per effetto il trasferimento di calore a seguito di un
trasferimento di massa.
Tutto ciò avviene ad una certa distanza dalla parete poiché, se ci si pone nelle immediate
vicinanze, essendo la parete ferma, anche il fluido a contatto sarà fermo. Tale strato di
fluido fermo è dovuto anche alla scabrezza della superficie: in pratica è come se il fluido
ricoprisse le asperità superficiali del materiale, ma esse generano ostacolo al movimento
e, attaccato alla parete, il fluido è praticamente fermo.
A mano a mano che ci si allontana dalla parete la velocità v del fluido inizia a crescere fino
a raggiungere il valore medio assunto in fase massiva, ossia la velocità nominale del fluido
v* (molti testi riportano v∞ cioè la velocità del fluido a distanza infinita dalla lastra, il che
equivale a dire la velocità nominale del fluido in una condizione in cui l’effetto della lastra
non si esplica più).
Praticamente, allontanandosi dalla parete la velocità del fluido aumenta da v=0 fino a
v=v*: si definisce STRATO LIMITE di VELOCITA’ o STRATO LIMITE FLUIDODINAMICO
lo strato di fluido all’interno del quale la velocità aumenta da v=0 fino al 99% della velocità
nominale, ossia fino a v=0,99v*.
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In maniera molto più esplicativa si puo’ ricorrere al caso in cui un fluido si immetta dentro
una tubazione: all’imbocco avrò un profilo di velocità per cui v=0 sulla parete e velocità
crescenti via via che il fluido percorre cammino all’interno della tubazione.
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All’interno di questo strato limite, il fluido può muoversi in regime laminare o turbolento,
cosi come si può avere regime laminare o turbolento anche in fase massiva: lo strato limite
rappresenta solo lo spessore di liquido nel quale si passa da v=0 ad un regime di velocità
che al 99% è quello massivo.
E’ ovvio che se in fase massiva il fluido ha regime laminare, lo spessore dello strato limite
sarà maggiore; mentre se in fase massiva il moto è completamente turbolento lo spessore
dello strato limite sarà molto piccolo.
In ogni caso, a contatto con la parete vi sarà sempre una “pellicola” di liquido ferma (una
specie di “sottostrato” laminare), il cui spessore dipende dalla scabrezza del materiale,
dalla viscosità del fluido e da altri parametri chimico-fisici.
Molto spesso (o comunque nei casi per cui questa approssimazione è valida) se la
velocità massiva del fluido è alta (quindi il moto è pienamente turbolento) lo strato limite di
velocità coincide quasi con la pellicola di liquido ferma aderente alla parete.
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Il coefficiente di convezione
Come già visto, rispetto alla conduzione nella convezione i meccanismi che regolano lo
scambio di calore sono molto più complessi.
Nella convezione si adotta un approccio diverso: partendo da un’equazione generale, si fa
riferimento a casi reali per i quali sono note le geometrie ed i parametri del problema
(lastra piana orizzontale o verticale, tubo percorso internamente dal fluido, tubo lambito
esternamente dal fluido, serie di tubi, ecc.) e per ognuno di essi si risolvono di volta in
volta le equazioni che regolano il trasferimento di calore.
Equazione generale
Tale equazione si basa sui seguenti assunti:
• il calore scambiato deve comunque essere proporzionale al ΔT tra fluido e parete
• indipendentemente che lo strato limite coincida o meno con la pellicola, il calore,
partendo dalla parete, deve attraversare uno strato di liquido completamente fermo:
praticamente è come se fosse una seconda parete attaccata alla prima. Si potrebbe
usare l’espressione di Fourier per la conduzione su pareti composte, ma il problema
è che non si conosce lo spessore della pellicola
• poiché il liquido nella pellicola è fermo, tale strato di fluido è comunque anisotropo
quindi non si possono assegnare gli stessi valori dei parametri chimico-fisici
calcolati per la fase massiva.
L’effetto della pellicola, con il suo spessore non calcolabile e la sua anisotropicità, viene
inglobato nel parametro
h coefficiente di convezione (o coefficiente di pellicola) per cui si ha
Q = A h ΔT Formula generale di Newton per la convezione
(notare la similitudine con l’espressione di Fourier per la conduzione, dove si potrebbe
affermare che h = K / s).
Il calcolo del calore scambiato per convezione si riduce quindi al calcolo dei coefficienti di
pellicola, calcolo che come detto viene fatto caso per caso (lastre, tubi, ecc.)
Calcolo dei coefficienti di convezione h
Il calcolo di h è fatto sfruttando una tecnica matematica conosciuta come ANALISI
DIMENSIONALE. Essa si basa su un importante teorema detto
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Teorema π o Teorema di Buckingham
• Ogni legge fisica può essere espressa attraverso una relazione tra parametri
adimensionali
• Il numero N di questi parametri è pari alla differenza tra il numero di grandezze
fisiche P da cui dipende il fenomeno meno il numero F di unità di misura
fondamentali necessarie alla definizione dei parametri precedenti
• La relazione tra questi parametri adimensionali va scritta sotto forma di prodotto
ESEMPIO: calcolo di h per convezione forzata entro tubi
1) Scelta dei parametri chimico-fisici dai quali dipende h, si potrebbe ipotizzare:
h = f (ρ , v , d , µ , Cp , K) più il posizionatore che per semplicità non metterò nel
calcolo; quindi in totale P = 7
2) Unità di misura: analizzando le unità di misura dei 7 parametri precedenti, si nota come
le UM fondamentali si riducano a quattro: Massa (kg), Lunghezza (m), Tempo (s),
Temperatura (°C o °K non fa differenza), Quindi F = 4
3) Per il Teorema di Buckingham N = P – F = 7 – 4 = 3 parametri adimensionali
Questo problema di convezione forzata, ossia il calcolo del coefficiente di pellicola in
questo caso, può essere fatto utilizzando 3 gruppi adimensionali. Con la pratica,
conoscendo il problema, si potrebbero già scegliere i gruppi adimensionali adatti, ma
facciamo il caso che non si conoscano e quindi vanno determinati: per la determinazione
dei gruppi adimensionali si ricorre appunto all’analisi dimensionale, qui proposta con il
metodo degli indici.
Indichiamo con:
M unità di misura della massa
t u.m. del tempo
T u.m. della temperatura
Q u.m. del calore
L u.m. della lunghezza
Esplicitiamo h in funzione dei singoli parametri, tenendo conto che la dipendenza per il
momento è del tutto generica (quindi ogni parametro è elevato ad un esponente generico):
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h = Φ ( ρa vb dc µd Cpe Kf )
e sostituendo le unità di misura si ottiene:
h=ΦL3Mb l
a
tLb l
b
L] gc
t LMb l
d
M TQ
b l
e
t L TQ
b l
f
Poiché le unità di misura di h sono:
h= T t L2Q
è ovvio che la somma delle grandezze a secondo membro deve essere uguale a quelle
del primo membro; si ottiene così un sistema di cinque equazioni:
a+ d- e=0
-3a+ b+ c- d- f =- 2
-b- d- f =-1
-e- f =- 1
e+ f = 1
Z
[
\
]]]
]]]
_
`
a
bbb
bbb
che risolto fornisce: a = b
c = a - 1
d = e – a
f = 1 – e che sostituiti:
h=ΦL3Mb l
a
tLb l
a
L] ga
L] g-1
t LMb l
e
t LMb l
-a
M TQ
b l
e
t L TQ
b lt L TQ
b l
-e
raggruppando quindi le grandezze con lo stesso esponente si ottiene:
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h=Φ
t LM
L3M
tL L
R
T
SSSS
V
X
WWWW
a
t L TQ
t LM
M TQ
R
T
SSSS
V
X
WWWW
e
t L TQ
b l L] g-1
ed esplicitando le grandezze fisiche dalle unità di misura si ottiene
KhD
=µ
ρ v dc m
a
KCp µb l
e
Il primo membro è il NUMERO DI NUSSELT
Nu= Kh D
mentre a secondo membro il numero nella prima parentesi è il Numero di Reynolds ed il
secondo è il Numero di PRANDTL.
Pr= KCp µ
L’equazione risolutiva del problema di convezione diventa quindi:
Nu= Φ Re] ga
Pr] gb
oppure se vogliamo
h= Φ dK Re] g
a
Pr] gb
che permette di calcolare il coefficiente di pellicola h.
Resta solo da determinare (in via sperimentale, considerando di volta in volta le varie
geometrie) i valori delle costanti numeriche Φ, a e b.
Di seguito sono riportati alcuni esempi di equazioni sperimentali per la convezione
naturale e forzata
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Formule sperimentali per il calcolo del n° di Nusselt: CONVEZIONE FORZATA
Campo di validità:
(RE)
Calcolo del Numero di Nusselt
NU = Φ Rea Prb Autori Note
Φ a b
< 2300 0.289 (D/X)1/2
0.5 0.33 Elser L/D<20 (teorico)
< 2300 1.86 (D/X)1/3
0.33 0.33 Sieder e Tate
Valore medio tra 0 e X>20 D
< 2300 0.664 (D/X)1/2
0.5 0.33 Pohlhausen Teorico per parete piana
3000-30000 0.0033 1 0.37 Bohm
2700-7000 0.01 (D/X)0.37
1 0.37 Giulianini e al.
1.2D<X<20D
>10000 0.036 (D/X)1/18
0.8 0.33 Nusselt
>10000 0.032 (D/X)1/20
0.8 0.37 Kraussold Liquido riscaldato
>10000 0.032 (D/X)1/20
0.8 0.30 Kraussold Liquido riscaldato
>10000 0.183 (D/X)1/3
7/12 0.33 Elser Teorico
>10000 0.023 0.8 0.4 Dittus e Boelter
Fluido riscaldato
>10000 0.023 0.8 0.3 Dittus e Boelter
Fluido raffreddato
>10000 0.027 0.8 0.33 Sieder e Tate
Per prodotti petroliferi
12000-220000 0.02 (DI/DE)0.53
0.8 0.33 Monrad e
Pelton
Aria o acqua
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Formule sperimentali per il calcolo del n° di Nusselt: CONVEZIONE NATURALE
Situazione
Geometrica
Campo di validità
( RA = GR PR)
Nu= Φ Grb Prc
Autori Note
Φ b c
Superficie cilindrica orizzontale
< 10-5
103-109
109-1012
0.4
0.53
0.13
0
0.25
0.33
0
0.25
0.33
Mc Adams Nu e Gr Calcolati in funzione del diametro D
Superficie piana o cilindrica verticale
103-109
109-1012
0.59
0.13
0.25
0.33
0.25
0.33
Mc Adams Nu e Gr calcolati in funzione della estensione verticale L
105-2 107
2 107-3 1010
0.54
0.14
0.25
0.33
0.25
0.33
Flusso di calore verso l’alto
Superficie piana orizzontale,quadrata di lato L 105-2 107 0.25 0.25 0.25
Fishenden e Saunders
Idem, verso il basso
Sfera 103-1017 0.49 0.25 0.25 Bromhame Mayhew
< 2000 Pr
(2 104-2 105) Pr
(2 102-11 106) Pr
1
0.18(H/L)-1/9
0.065(H/L)-
1/9
0
0.25
0.33
0
0
0
Jakob Nu e Gr calcolati in funzione di L.
Relazioni valide per l’aria
Strato verticale di altezza H e spessore L:
una parete verticale più calda dell’altra. <103
103-107
1
0.28(H/L)-1/4
0
0.25
0
0.25
Emery e Chu
Idem, relazioni per liquidi, con 3< Pr <30000
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Significato fisico dei principali numeri adimensionali utilizzati nei fenomeni convettivi
Praticamente rappresenta l’incremento della potenza termica trasmessa per convezione rispetto a quella trasmessa per pura conduzione.
Re= µρ x v x d = f o r z e v i s cose
f o r z e d i i n e r z i a
Se il moto è laminare, prevalgono le forze viscose di coesione tra le molecole del fluido; viceversa, nel moto turbolento prevalgono le forze inerziali di moto.
G r = µ2β x g x ΔT x L 3 x ρ2
= f o r z e d i a t t r i t o v i s cosof o r z e d i g a l l e g g i a m e n to
I numero di Grashof trova utilizzo in regimi di convezione naturale (in cui essendo molto basse le velocità lineari dei fluidi, il moto sarà di tipo laminare e perciò l’intero processo di scambio termico risulterà meno dipendente dal Numero di Reynolds).
Il coefficiente di dilatazione termica β evidenzia quanto si dilati il gas al variare della temperatura:
In generale β varia al variare della temperatura. Sarà quindi opportuno risalire al valore corretto utilizzando tabelle specifiche.
Maggiore è Gr, maggiore risulterà lo scambio termico per convezione naturale
Pr = KC p x µ = d i f f u s i v i t a ' d e l c a l o r e
d i f f u s i v i t a ' d e l l a q . d i m o to
Si può considerare a tutti gli effetti come una proprietà chimico-fisica del fluido: in pratica dà una misura di come un fluido diffonde simultaneamente il calore e la quantità di moto (ossia un trasferimento di massa): ad esempio, Pr è minimo (<0,01) nei metalli liquidi nei quali il calore diffonde più rapidamente della quantità di moto (ossia delle singole molecole); è invece massimo (> 105) per gli oli pesanti.
NUMERO DI NUSSELT
NUMERO DI REYNOLDS
NUMERO DI GRASHOF
NUMERO DI PRANDTL
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Se moto laminare a=b
Convezione forzata
Nu = f (Rea x Prb)
Nu = f (Pe)
Convezione naturale
Nu = f (Gra x Prb)
Nu = f (Ra)
>>1 CONV. FORZATA
=1 MISTA
G rRe2
<<1 CONV. NATURALE
Se la convezione è mista:
N u m i s t o = (N u n a tu r a l en + N u f o r z a t a
n )1/n
n=3 per superfici verticali
3<n<4 per superfici orizzontali
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SCAMBIO DI CALORE PER CONVEZIONE: FORMULE UTILIZZATE
NOTE
h lato tubo
h = 0,027 x diK
x (Re)0,8x (Pr)0,33
h lato anello
h = 0,027 x DeqK
x (Re)0,8x (Pr)0,33
Continue
Lato anello ΔPc = f x (Deq)*
Ltotx 2g
v2
(Deq)*= Di - de
f = 0,014 + (Re* )0,421,056
ΔP Localizzate
Lato anello ΔPc = n x 2g
v2
n=num. Hairpin
HA
IRPIN
ΔP lato tubo ΔPc = f x di
Ltotx 2g
v2
Ltot=2L x n°hairpin
f = 0,014 + (Re)0,421,056
h lato tubi
h = 0,027 x diK
x (Re)0,8x (Pr)0,33
h lato shell
h = 0,36 x DeqK
x (Re)0,55x (Pr)0,33
Deq in base alla disposizione dei tubi
Continue
Lato tubi ΔPc = f x di
Ltotx 2g
v2
f dal grafico
Ltot=Lt x n ΔP
Localizzate
Lato tubi ΔPc = 4n x 2g
v2
n= n° passaggi lato tubo
FASC
IO TU
BIER
O
ΔP lato shell ΔPc = f x Deq
Ltotx 2g
v2
f dal grafico
Ltot= Dis x n° diafr.
n° dia=L/lb
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h entro tubi
h =1,86 x diK
x (Re x Pr x ldi)0,33 x log Re
2,25 x (1+ 0,01xGr0,33)
Tubi cilindrici
Orizz. e vertic. h =3,6 x (de
ΔT)0,25
ΔT in °C
de in cm
Parete piana
verticale h =1,525 x (ΔT)0,25
Parete piana orizz.
Faccia superiore h = 2,145 x (ΔT)0,25
CO
NVEZIO
NE N
ATU
RA
LE
h esterno
ai tubi
e superfici
piane Parete piana orizz.
Faccia inferiore h =1,14 x (ΔT)0,25
REATTORI INCAMICIATI
CON AGITATORE
h = 0,36 x diK
x ( µl2 xρ xn)0,66 x (Pr)0,33
L = lunghezza agitatore
n= n° giri/s
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NUMERI E PARAMETRI IMPORTANTI
Numero di Reynolds
Re = µ
ρ x v x d
Numero di Prandtl Pr = KCp x µ
Numero di Grashof Gr = µ2β x g x ΔT x L3 x ρ2
Numero di Nusselt
N u = Kh x d
Numero di Rayleigh
Ra = Gr x Pr
Numero di Peclet
Pe = Re x Pr
Costante di
Stefan-Boltzmann
σ = 4,87 x 10-8 kcal / (h m2 K4)
Legge di Wien
T x λ = 0,002898 (m x K)