architettura rurale lombarda immagini

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La cascina lombarda "A corte" La dimora a corte, con edifici disposti attorno a un quadrilatero variamente conchiuso, un fenomeno tipico dell'architettura rurale lombarda. Tuttora, sebbene molte di queste strutture abbiano perso la loro originaria funzione di entit produttive, le corti suggeriscono l'idea di uno spazio comunitario e condiviso, come di "piccola" piazza privata. Dividendo l'area (un tempo) agricola della Lombardia in due grandi zone, il sud irriguo e la fascia dell'alta pianura asciutta che prosegue poi nelle colline, si distinguono due tipologie fondamentali di corti: la cascina e la corte propriamente detta, corrispondenti a due diverse organizzazioni socio-economiche territoriali. La struttura a corte chiusa, la pi diffusa, con accesso tramite portone, assicurava protezione contro i furti, fino alla met dell''800 assai diffusi in campagna, la disposizione organica degli ambienti produttivi e il controllo sociale. La Bassa Nella Bassa prevale la grande cascina situata al di fuori del nucleo abitato, adatta a ospitare lavoratori stagionali, con edifici per lo pi disposti attorno a una grande aia per la lavorazione del riso o delle granaglie, le cui dimensioni raggiungono l'ettaro. La struttura pi comune a corte chiusa, ma si rilevano anche piante a L oppure a U. Si entra nella corte attraverso un portone ad arco (purtn d'entrd), da uno dei battenti era ricavata la purtina o purtla. Sul retro si pu trovare il purtn da drr. La disposizione e il tipo degli edifici presenti rispecchia l'importanza dell'allevamento bovino. La stalla delle vacche da latte, lo stallon, a nord, per la necessit di abbondante aerazione e temperature non troppo elevate per la produzione del latte. Le stalle dei cavalli sono a est o a ovest. Frequenti i barchi (portici adibiti a stalla estiva), immancabili i tre locali necessari alla lavorazione del latte, la casirla per la conservazione del latte, il casn con fornello e caldaia per la trasformazione del latte in formaggio e la casr per la conservazione e stagionatura del formaggio. Gli edifici padronali, cio la c di padrn, pi spesso di fitvul o del fatr, erano sempre posti di fronte o di lato all'entrata dell'azienda, il che facilitava la supervisione sulle attivit e sulla vita della comunit. Addossate

all'abitazione del fittavolo c'erano cantina, locale per il torchio delle uve, lavanderia, forno per il pane. I salariati fissi (campari, campari d'acqua, cavallanti, bozzoloni - cio cuochi - bifolchi, sottobifolchi, strapazzoni - cio tuttofare), preposti ai lavori continui (irrigazione, accudimento di cavalli, buoi, mucche e vitelli ecc.) abitavano nella corte. Vi risiedevano anche gli "obbligati", avventizi a stagione che prestavano opera per circa 200 giorni l'anno. Mentre gli avventizi veri e propri occupati per uno o due mesi provenienti da territori esterni, soprattutto donne per lavori stagionali, trovavano alloggio nei borgi vicini. Le abitazioni dei contadini (salari o ublig) risultavano pi piccole di quelle del fittavolo, allineate a schiera lungo un lato della corte, La cascina di Villanova vista da sviluppate su due piani, con un locale sud-ovest, nel territorio del dotato di camino a pianterreno, luogo della Vigevanasco vita familiare, e una camera da letto al primo piano. Al piano terra la csena aveva per lo pi pavimento in terra battuta, una porta a due battenti chiusa da un catenaccio (frgh o cadns), di giorno difesa dai polli da un cancelletto di legno, con un bsar (un foro rettangolare) che permetteva invece il libero accesso ai gatti. La camera da letto, un'unica stanza indipendentemente dal numero dei componenti della famiglia, era in tutto simile alla cucina, soltanto priva di camino. La camera da letto non serviva necessariamente per dormirci: poteva trasformarsi all'occorrenza in bigattra, in questo caso il contadino cedeva il campo ai bachi da seta e dormiva nel fienile. Un altro gruppo di edifici era l'arsenl, composto da locali per il fabbro e il falegname ricavati in un porticato. Indispensabile, infine, la giascra, formata da un buco con diametro di 7-8 metri, profondo 4-5, con una sorta di grande coperchio a cupola in paglia, dove era predisposta l'entrata. Dal bordo della buca partivano i gradini con un'asse (lo sgurn) per far scivolare il ghiaccio sul fondo dove si manteneva fino ad agosto. Il ghiaccio era ricavato allagando un campo in pieno inverno e tagliando la crosta ghiacciata in grossi cubi.

All'esterno dello spazio circoscritto della corte si trovavano una possibile corte secondaria, la concimaia, e poi i prati, le risaie, la "piantata padana", con i filari di gelsi, oggi quasi scomparsi e sostituiti da pioppi. Gli alberi posti sul bordo di canali e fossati servivano all'allevamento dei bachi e spezzavano il vento, preservando i raccolti. Il viale che conduce a Cascina Mascherona, nel territorio del Vigevanasco Questa era la tipologia delle cascine e del territorio agricolo dei grandi fondi della Bassa, strutture agricole di tipo monoaziendale "ad uso aratorio con moroni" (i gelsi, da cui la denominazione di "ammoronati"), attrezzate come centri autosufficienti.

L'alta pianura asciutta Nell'alta pianura asciutta e in collina la grande propriet era era divisa in fondi pi piccoli con appezzamenti distinti. Il "contratto a grano" prevedeva che la famiglia contadina corrispondesse al proprietario un canone annuo in granaglie, uno in denaro per il prato e la casa, e che partecipasse all'allevamento dei bachi. Mentre l'azienda della Bassa utilizzava salariati, nell'ambito di una grande famiglia patriarcale (di 20 o 30 persone) dell'alta pianura ogni cellula familiare conduceva il suo fondo. La dispersione delle dimore non risultava opportuna per la situazione idrologica sfavorevole che imponeva la costruzione di pozzi profondi per l'approvigionamento delle acque. Nella zona a nord della linea dei fontanili le corti non si collocano in prevalenza in aperta campagna, ma si raggruppano con altri organismi simili lungo un asse stradale principale, formando un agglomerato rurale.

Gli edifici della corte - pi piccola della grande cascina del capitalismo agricolo della Bassa - rispecchiavano il frazionamento della propriet: ogni unit familiare possedeva infatti non solo i locali dell'abitazione, ma anche il suo rustico, cio la sua piccola stalla e il fienile. Le stalle servivano per il ricovero degli animali da lavoro, non per le vacche da latte, e il loro orientamento non era fisso. Le corti avevano generalmente le abitazioni sul lato nord e i rustici sugli altri. Mancava la grande aia, che il contadino si Il pozzo di Cascina De' Capitani costruiva sul suo appezzamento di terreno. All'interno della corte l'aia era sostituita da D'Arzago, situata in un'area di confine tra Dugnano e Paderno un cortile in terra battuta, dove stavano gli animali da cortile. sul lato ovest della strada Al centro:il pozzo. comunale per Dugnano, conosciuta come "court de pecc".

L'area interna ospitava anche le concimaie. Ogni famiglia ne possedeva una, come pure si costruiva sul campo un piccolo edificio in paglia o in muratura a due piani: il cassint, o cast, o cabanot o anche casutll, utile in caso di emergenza per il ricovero degli animali o del contadino stesso.

Immagine della Madonna Assunta affacciata sulla corte di Cascina Fornace, al Il secondo piano, il cassinll poteva ospitare il raccolto, o altri materiali utili (come stoppie o canne), confine tra Palazzolo e Incirano troppo ingombranti per la corte. Questi piccoli "cascinotti", lasciati a presidio del piccolo appezzamento, sono ancora visibili nelle campagne. In ogni corte si trova poi un'immagine sacra, dipinta su calce secca o una statua in una nicchia, punto fondamentale di riferimento per la vita sociale e religiosa degli abitanti. Il soggetto pi frequente la Madonna Assunta (visibilea Palazzolo in Cascina Fornace, o a Grugnotorto, frazione di Nova Milanese).

Queste strutture pluriaziendali persero progressivamente la loro funzione produttiva in ambito agricolo, data la vocazione industriale dell'alta Pianura Padana, meno fertile della Bassa. L'industrializzazione si radic all'interno delle corti rurali. I contadini aprirono piccole attivit artigianali o commerciali, ricavando botteghe al pianoterra delle loro abitazioni, dove producevano cotone, seta e mobili. Tra la fine dell''800 e la Prima guerra mondiale vennero sottoposte alle amministrazioni comunali molte richieste di sopraelevazioni e di aperture di ingressi per botteghe sul lato della corte che dava sulla strada.

Un caso esemplare, paradigma della trasformazione della vita economica e della rifunzionalizzazione della corte, la Cascina Glucosio a Paderno (costruita tra il 1855 e il 1897), la cui parte nord e le ali parallele alla strada costituivano la cascina vera e propria, mentre il corpo meridionale era sede di una fabbrica per la lavorazione dello zucchero. La cascina divenne progressivamente una residenza operaia che ospitava i lavoratori dello zuccherificio e delle altre fabbriche locali. Bibliografia Cesare Saibene, La casa rurale nella pianura padana e nella collina lombarda, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Ricerche sulle dimore rurali in Italia, Vol. 15, Leo S. Olschki - Editore, Firenze 1955 AA.VV., Le antiche "corti" lombarde, Diakronia, 1994 Gabriella Guerci, Paderno Dugnano. I luoghi del lavoro, Comune di Paderno Dugnano 1998

Cortile interno di Cascina Glucosio, situata nell'area ad angolo tra via Buozzi e via Leonardo da Vinci, andando da Paderno Dugnano verso Incirano