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Emma Green

CENTO SFACCETTATURE DI MR. DIAMONDS

vol. 9: Ardente

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1. La Pugnalata

Non l'ho mai visto in questo stato. É la prima volta in otto mesi che Gabrielsembra aver perso completamente il controllo.

[O lei o me. Tu mi appartieni per sempre. Eleanor]

Questo sms del corvo gli ha dato il colpo di grazia. Di fronte a me, senz'altroper non inquietarmi, tenta di conservare una parvenza di sicurezza e dicalma, ma anche a questa distanza posso sentire il suo cuore che batteall'impazzata. Dietro questo viso divino e questo fisico notevole si nascondeun uomo ferito, investito da una tormenta. Intuisco che ci stiamo ponendocontemporaneamente la medesima domanda… Chi è così crudele dacomportarsi così? Al punto di servirsi del nome di Eleanor, morta da tredicianni, per destabilizzarci e per distruggerci?

In lontananza, la festa è al culmine, ma il sontuoso matrimonio di Céleste eBarthélemy mi sembra distante anni luce. Ci raggiungono le grida di gioiaprovenienti dal tendone dove sono riuniti gli invitati, ma il mio amantesconcertato ed io ci guardiamo in silenzio. Un silenzio denso di significato,assordante, che non oso spezzare. Gli occhi aggrottati, pieni di diffidenza,Diamonds mi contempla come se attendesse da me la confessione dei mieipeggiori peccati. Quando il mio miliardario prende infine la parola, la suavoce è colma di animosità, di rimprovero.

– Tu lo sapevi, Amandine. Tu lo sapevi e, ancora una volta, non mi hai dettoniente.

– Sapevo cosa? Di cosa mi stai accusando per l'esattezza?

– Di avermi nascosto l'esistenza di un secondo corvo. Non fare lasantarellina. Non fare questo gioco con me.

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Non mi prendere in giro. L'ho letto sul tuo viso. Tu sapevi che qualcunovoleva prendersela di nuovo con noi. Con me…

– Non sapevo come dirtelo. Ci ho provato, ma non era mai il momentogiusto…

– Cazzo, Amandine, non esistono momenti buoni o cattivi per annunciareuna cosa simile! Non hai mantenuto la promessa. Hai deciso, ancora unavolta, di assumertene da sola tutta la responsabilità! Tu non hai propriocapito che io avevo i mezzi per fermare il corvo, per impedire a chiunque difarci del male? Ho un certo potere, Amandine. Questo misteriosomessaggero non può nulla contro di me!

– Com'è possibile? Non sappiamo nemmeno di chi si tratta!

– Metterò in pista degli esperti. Lo troverò e lo polverizzerò! Un conto èminacciarci, ma farsi passare per Eleanor, questo è… rivoltante. E se laprendesse con Virgile? Ci hai pensato? No, ancora una volta la signorinaBaumann ha preferito fare orecchie da mercante e aspettare che le cose sirisolvessero da sole. Bisogna agire, Amandine, reagire, prima che le cosevadano troppo oltre!

– Non trattarmi come una bambina, Gabriel. Ho fatto quel che ho potuto.Avevo troppe cose da gestire contemporaneamente. Ero preoccupata per…

– Ragione di più per chiedermi soccorso! Tu e la tua indipendenza… Il pattoera chiaro: qualunque cosa succeda, devi dirmi la verità, tutta la verità. E ionon parlo a vanvera, Amandine. Se non hai fiducia in me, io non posso farepiù nulla per noi due. Vuoi la nostra rovina?

– Assolutamente no! Volevo proteggerti, proteggerci!

– Tocca a me farlo! Tu mi hai mentito. Adesso devo porre riparo alle tuestronzate. Ho bisogno che mi racconti tutto nei minimi dettagli e che nontralasci nulla. Voglio sapere tutto. E non cercare più di mentirmi, o saròcostretto a punirti… Perché, questo cos'era? Uno scambio cortese e

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amichevole?

Nel momento in cui le braccia del mio amante si richiudono su di me e miattirano contro di lui, la sua voce si è addolcita. Sono divisa tra la volta dipicchiare i pugni contro il suo petto e di lasciarmi andare, di piangere per ilsollievo. L'ho deluso, ma Gabriel non sta pensando di lasciarmi. Il mio uomoferoce e influente perseguiterà il corvo sino ad annientarlo. Per davvero,stavolta!

Da qualche giorno è tornata la calma a villa Diamonds, e le giornatesoleggiate di questo mese di luglio riescono in qualche modo a placare lemie paure. Non completamente comunque, non fino a quando il mio amante,molto preoccupato, non mi avrà totalmente perdonato questa bugia.

Insomma, questa omissione… Gabriel ha pari a non trascurarmi, aricoprirmi di piccole attenzioni e a fare l'amore con me con tenerezza, sentoche non ha dimenticato la mia cattiva condotta. Ripiango amaramente di nonavergli confessato tutto sin dall'inizio, di avergli nascosto l'esistenza diquesto corvo. Pensavo che, chiudendo gli occhi sull'intera vicenda, questapresenza invisibile e minacciosa avrebbe finito con lo scomparire. Avevotorto e continuo a pagare un prezzo altissimo quando incrocio lo sguardoassente del mio amante, quando lo sento allontanarsi un po' di più… Non miha più detto nemmeno una volta "ti amo" dalla mia confessione, e la paura diperderlo mi attanaglia.

Marion ha trovato un nuovo lavoro estivo e non da segni di vita; Tristanprobabilmente mi detesta; i miei genitori hanno altre gatte da pelare cheascoltare le mie pene d'amore; mia sorella Camille non mi rivolge più laparola e si appresta a tornare a Parigi portando con sé il suo pesante segreto.Tutte le volte che mi capita di pensare che è incinta di Silas, che porta ingrembo un piccolo Diamonds, il mio cuore si stringe. Il sorriso benevolentedi Barthélemy non è più qui per aiutarmi a combattere i miei cattivipensieri; i novelli sposi sono partiti per la loro luna di miele a Tahiti. Quantoa Virgile e a Prudence, nulla di nuovo. Mi fuggono come la peste e hanno ununico desiderio: che levi le tende il più velocemente possibile! Invece di

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affliggermi per il mio destino, ho deciso di approfittare di questi ultimigiorni di ozio prima di rientrare in Francia e di riprendere la vita attiva.

L'Agenzia Models Prestige non mi farà regali. Il settore delle modelle edella moda è estremamente competitivo, ma, stranamente, dopo unsoggiorno in terra Diamonds, niente mi fa più paura… La suoneria del miotelefono risuona all'improvviso e mi distoglie dai miei pensieri. Viva la vidadei Coldplay, sottolinea bene l'ironia della situazione…

– Barry è riuscito a rintracciare il numero nascosto dell'sms!

– Barry?

– John Barry, l'esperto di pirateria che ho ingaggiato. Ha trovato un nome eun indirizzo: un cyber-criminale che si fa chiamare Thor. Ci vado con lui. Lafine è vicina, Amande.

– Sei sicuro che non sia pericoloso? Non dovresti avvertire la polizia?

– Ci tengo a regolare i miei conti di persona. Puoi dire addio a questo fottutocorvo…

– Che cosa pensi di fargli? Dimmi, che non stai per… cioè… per…

– La tua immaginazione corre troppo, mia fantasiosa Amande! Gli faròprendere un bello spavento, poi lo manderò in galera per un bel po' ditempo…

– Ma, non può essere lui, non ci conosce! Il corvo dev'essere per forzaqualcuno vicino a noi; sa tutto della nostra vita!

– Secondo Barry, questo tizio è stato ingaggiato per molestarci; staeseguendo gli ordini del vero corvo. Ed è proprio quel nome che conto difargli sputare!

– Gabriel, promettimi che non correrai rischi inutili!

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– Non stare in pensiero, Amande. Presto, saremo liberi… Il mio amanteimpaziente ha appena riappeso, senza darmi la possibilità di aggiungere unasola parola. Poco importa, ha detto quel che volevo sentirmi dire e i mieitimori si sono in parte volatilizzati. Prego dentro di me che non gli succedanulla e perché alla fine si riesca ad avere tutte le risposte. Chi si nascondedietro questi maneggi?

Chi ha ingaggiato quest'uomo con l'intento di distruggerci?

Mi alzo di scatto dalla sdraio e interrompo la mia sessione di abbronzaturaper gettarmi come una furia nell'acqua della piscina a bordo sfioratore.Sott'acqua, nessuno mi può sentire e mi metto a urlare a perdifiato.

Questo riflesso stupido e futile è terapeutico. Mi consente di esteriorizzarefinalmente tutte queste paure che mi ossessionano e di far uscire la miacollera, il mio odio. Non ho più paura. Voglio solo che tutto questo finisca,che i colpevoli vengano smascherati e che mi si lasci amare quest'uomo inpace. Mi lancio subito in qualche vasca per il lungo per tenermi occupata eper liberarmi di tutta questa energia negativa. Trenta minuti dopo escodall'acqua, senza più fiato, gli arti anchilosati. L'attesa mi sembrainterminabile; passeggio in lungo e in largo per il giardino, il telefono inmano, attendendo notizie dal mio giustiziere.

Il mio sguardo vaga e finisce per posarsi sulla fragile figura di Camille,immobile sul ponticello che sovrasta l'immenso prato. Solleva leggermentela mano per salutarmi e decido di raggiungerla. La nostra ultimaconversazione risale alla sera del matrimonio, quando mi ha annunciato cheera incinta di Silas.

Calma, Amandine, calma… Noto immediatamente i suoi occhi pieni dilacrime. A un tratto, la mia collera se ne va. Ho voglia di stringerla a me, diaccarezzarle dolcemente i capelli, d'interpretare la parte della sorellaamorevole e tollerante. Tra le mie braccia esplode in singhiozzi, sbalorditama anche sollevata dalla mia reazione.

– Non piangere Camille, si sistemerà tutto.

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– La malattia di mamma, il mio divorzio, mio figlio privato dei suoi punti diriferimento, tutto questo avrei potuto più o meno gestirlo. Ma rimanereincinta di Silas e perderti, è troppo, non posso, non ci riesco…, mi confessa,la voce interrotta da singhiozzi incontrollabili.

– Mamma ne è uscita; il tuo divorzio ti restituirà la libertà; tuo figlio vivefelice. Non mi hai persa e non mi perderai mai, ma comprendimi…

– Lo so! Ho esagerato, a letto con il primo venuto, che per caso è il gemellodell'uomo della tua vita e io ho buttato tutto per aria! Ho sbagliato tutto;sono una buona a nulla, so solo creare casini e seminare sofferenza attorno ame!

– Basta non dire sciocchezza. Tu sei una mamma formidabile, una figliaaffettuosa, amorevole, una sorella… piena di sorprese, ma sempre presente.Stai vivendo un periodo difficile, ma sei forte e vedrai che ce la farai. Nonsei sola Camille, io sono con te, e sono certa che se Silas lo sapesse, siassumerebbe le sue responsabilità… Penso che ti ami molto, che sia sincerocon te.

– Non dirgli nulla, Amandine. Fino a che non avrò preso una decisione, nonvoglio che lo sappia. Domani torno a Parigi, ho bisogno di fare il punto sullasituazione lontana da lui, lontana da tutto questo…

– Questo segreto non sarà troppo grande da nascondere? Sei sicura? In due,potreste…

– No! Amandine, rispetta la mia decisione. Giudicami se vuoi, ma non direnulla a nessuno. Nemmeno a Gabriel!

– Mi mancherai…

– Rientri tra una settimana, riuscirò a sopravvivere.

Il suo sorriso mi spezza il cuore. Mia sorella ha tutti i difetti di questomondo, ma talvolta mi sorprendo ad ammirarla. La sua vita non assomiglia

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per niente a un fiume tranquillo; ha incassato duri colpi, disinganni,disillusioni a più riprese, ma è sempre riuscita ad alzarsi. Io non so se sareicapace di dar prova di una tale ostinazione ma, grazie a mia madre, questotemperamento battagliero ci scorre nelle vene. "Le donne Baumann sonomolto più forti di quel che sembra, non dimenticatelo mai mie care!".

Dopo aver riaccompagnato mia sorella in camera sua e aver abbracciatoOscar augurando loro buon ritorno per l'indomani mattina, mi dirigo verso lamia suite regale. Gabriel non mi da notizie da circa tre ore; sono a un passodal chiamare l'F.B.I… Peggio: ho un cattivo presentimento. La mia mentetormentata gira a mille e già m'immagino i peggiori scenari.

Una coltellata…

Uno sparo…

Un momento di follia…

Rivedo il suo viso increspato, deformato dall'incomprensione, dal dolore edalla collera. Ricevendo quell'sms firmato Eleanor, Gabriel ha dato i numeri.E se fosse capace di commettere qualcosa d'irreparabile? Se questocriminale lo sfidasse e lo esasperasse? Il senso di colpa mi fa impazzire. Sesi ritrovasse in una di queste situazioni, sarebbe per causa mia. Per la primavolta in otto mesi, comprendo che sono io la fonte di tutti i suoi problemi. Dinuovo, mi si annoda lo stomaco al pensiero che quest'uomo sublime eavvincente mi lasci. Le lacrime sono sul punto di sgorgare quando,finalmente, le vibrazioni del cellulare mi strappano dai miei pensieri. Unsms di Gabriel.

Almeno è sano e salvo!

[É stata Prudence a tramare il tutto. G.]

La freddezza del suo messaggio mi sbalordisce, ma non tanto quanto il suocontenuto. Il mio crudele amante non mi ha fornito informazioni sufficienti.Mi ha appena rivelato la fine del romanzo, dell'emozionante thriller, ha

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appena fatto cadere tutte le maschere ma senza rivelarmi perché e come.Prudence è la colpevole allora, e in questo momento mi rendo conto che lacosa non mi stupisce per niente. É dal nostro primo incontro all'ospedaleamericano di Parigi che ce l'ha con me. Ma da qui a tradire il proprio figliofacendosi passare per la sua defunta fidanzata… Affascinante la mia futurasuocera… I messaggi che mando a Gabriel rimangono senza risposta. Non sodove si trovi né se pensa di confrontarsi con sua madre, ma il mio ditino midice che villa Diamonds non tarderà molto a trasformarsi in campo dibattaglia.

Sperando di incrociarlo sul mio cammino, percorro i corridoi illuminatidalle immense vetrate della dimora di famiglia. Tutto questo fasto, questolusso, mi meravigliano ogni giorno di più, ma sono consapevole che non sitratta che di una facciata. Tutta la bellezza di questo mondo non riuscirà maia illudermi. Ormai so che, dietro quest'immagine di clan unito einseparabile, i Diamond si raccontano menzogne, si manipolano, si sbrananoa vicenda.

Prudence, la regina madre, non indietreggerà di fronte a niente pur diraggiungere i suoi scopi, e le sue prime vittime sono proprio i suoi figli.Assillare Silas perché avanzi nella vita, rimproverargli la sua diversità, lasua natura gioviale e sognatrice. Maritare Céleste per forza per nasconderela sua omosessualità. Ricattare Gabriel perché si sbarazzi di me. Questadonna è una vipera ma, questa volta, non le lascerò avvelenare l'uomo cheamo. Il suo veleno non distruggerà tutto quello che abbiamo costruito. Sevuole la guerra, la avrà.

– So tutto, Prudence! Non negare, so che ci sei tu dietro tutto questo!

"Prudence": suo figlio la chiama per nome, come se desiderasse destituirladal ruolo di madre. L'ora dei conti è suonata. Le grida del mio amantefurioso arrivano dal grande salone. Proseguendo in direzione della sue urla,raduno le forze e mi preparo ad affrontare il corvo malefico e machiavellicoche ha tentato di annientare quel che ho di più caro. Raggiunto il locale vadoa schierami di fianco a Gabriel. Non mi presta attenzione, troppo occupato a

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sfidare sua madre che mi lancia immediatamente un'occhiata assassina.

– Non azzardarti a dire qualcosa ad Amandine, le hai già abbastanzamancato di rispetto finora! Questa volta la faccenda è tra te e me, Prudence!

Gabriel sembra pronto a saltarle alla gola; le vene del collo gli pulsano, tuttoi nervi del suo corpo sono tesi. La madre e il figlio si fissano senza batterciglio; i loro sguardi sono elettrici; la tensione si può tagliare col coltello.

– Gabriel, che cosa ti succede? Non mi hai mai parlato con questo tono!Soprattutto davanti a lei…

– Non cambiare discorso! Confessa, mamma, confessa! Sei tu che molestiAmandine da settimane, che tenti di separarci, che ci minacci! Mi haipugnalato alla schiena! Tu mi hai tradito, Prudence!

– Non so di cosa stai parlando, tu hai perso la testa Gabriel! Questa ragazzati ha reso pazzo…, dice implacabile e altera, come suo solito.

– Ho delle prove. So che sei stata tu a tramare il tutto. Thor mi ha raccontatodel vostro piccolo accordo. Tu credevi veramente che non avrei mai scopertola verità?

– Thor? Chi è questo Thor? Non lo conosco…

– Dimmi perché l'hai fatto? Per Virgile? Per te? Perché nessuna donna miallontani da te? Tu sei malata. Tu sei mia madre, nient'altro. E se nonconfessi, non sarai più niente per me. Utilizzare Eleanor per colpirmi, perfarmi del male… Non ho abbastanza parole per esprimere a qual punto tuttociò sia basso, meschino, inumano… indegno di una madre!

– Adesso sono indegna? Dopo tutto quello che ho fatto per te, tutto quelloche ho fatto per i miei bambini? Vi ho dedicato tutta la mia vita e lo faròfino al mio ultimo respiro. Non ti lascerò dirmi cose simili. Non ho nulla darimproverarmi!

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– È la tua ultima parola, madre?

Gabriel ha appena sibilato queste parole tra i denti. Ha appena pronunciato laparola "madre" come se fosse il peggiore degli insulti. Il suo viso è serio, isuoi occhi penetranti; sento che è pronto a fare una croce su questa donnache per lui ha contato tanto, ma che l'ha tradito una volta di troppo…

– Sì. Quando alla fine aprirai gli occhi, ti renderai conto del tuo errore.Questa donna non è tua alleata, io lo sono. Tu non puoi fare a meno di me.

– Sto per dimostrarti il contrario. Addio Prudence.

Il mio amante determinato fa dietrofront, si dirige verso l'uscita e mi afferraper un braccio per portarmi con sé.

Non sono sicura di aver capito tutto, ma l'impressione è che Gabriel abbiaappena rotto con sua madre. Prudence non ha confessato nulla. Non ha datosegni di pentimento; al contrario, ha continuato ad accanirsi contro di me. Iosono stata zitta, troppo impressionata da questa battaglia tra titani, come unaragazzina che attende che qualcuno le dia la parola per potersi esprimere.Ma, poco importa, il mio miliardario ha preso le mie difese e ha appenasconfitto il nostro carnefice. Il corvo non c'è più; il futuro ormai ciappartiene.

Di ritorno nei nostri appartamenti, Gabriel m'informa freddamente chelasceremo Los Angeles all'alba. È di umor nero, e va a chiudersi nel suostudio "per fare qualche telefonata". Un'ora più tardi, le mie valigie sonopronte e crollo sul letto king size, sfinita da tutte queste emozioni. Non so seinvitare il mio amante a raggiungermi, ma decido di non disturbarlo. Lasolitudine mi pesa, ma immagino che non sia nulla rispetto a quel che stavivendo in questo momento. Prima Silas, poi Prudence… Gabriel non puòdecisamente contare sul sostegno e sulla lealtà del suo clan.

Ho raggiunto le braccia di Morfeo da diverse ore quando sento il suo corpocaldo venirsi a distendere contro il mio. Con una dolcezza infinita, sidistende dietro di me e mi avvolge con le sue braccia muscolose. Il suo viso

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sfiora la mia nuca, poi va a nascondersi proprio lì, dopo aver spazzato viacon un soffio leggero i miei capelli sciolti.

– Più nessuno ti farà del male, mia Amande. Ti amo… come non ho maiamato nessuno, mi mormora all'orecchio.

La sua voce soave e rassicurante si spezza pronunciando queste ultimeparole. Come se l'amore che prova per me fosse così intenso da risultaredoloroso. Completamente sveglia e sconvolta da questa sublimedichiarazione, mi volto per ritrovarmelo di fronte. Il suo meraviglioso viso èvicinissimo al mio, e io non riesco a resistere alla tentazione. Piuttosto checonfessargli che anch'io sento le stesse cose, che l'amore che provo va al dilà di qualsiasi ragione e raziocinio, le mie labbra avide si slanciano sulle suee le imprigionano in un bacio appassionato. Ho risvegliato il torrido amanteche sonnecchiava in lui e, nel giro di qualche secondo, il mio babydoll diseta cade ai piedi del letto e io mi ritrovo nuda, alla mercé delle sue maniimperiose.

Mi accarezza con forza e destrezza, lussuria e delicatezza, come se partisseper la prima volta alla scoperta del mio corpo. La sua lingua mi divora, isuoi denti mi mordicchiano, i palmi delle sue mani mi percorrono tutta, lesue dita mi pizzicano, mi stuzzicano. Sento già la sua magistrale erezionecontro la mia coscia, e questo semplice contatto fa infiammare il miobassoventre. Quando le sue labbra si aggrappano di nuovo alla mia bocca emi baciano languidamente, gemo di desiderio e d'impazienza. Il mio amanteterribile lo prende per un invito, giustamente, e con un balzo si abbatte su dime in tutto il suo splendore. Allargo le cosce che già tremano per farglistrada e accoglierlo in me. Da inizio a un divino andirivieni, accelerando apoco a poco il ritmo. Il suo sguardo fisso nel mio, ammiro quest'uomoincredibilmente bello e virile, che mi domina con tutto il suo fervore.

Le sue bordate prendono vigore, mi strappano rantoli di piacere e, mentresono sul punto di esplodere, le mie mani afferrano i suoi capelli dorati.Lancia un gemito di dolore, ma ancora amplifica i suoi colpi di reni perpenetrarmi sempre più a fondo. Ondeggio i fianchi e m'inarco ancor di più

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per assaporare meglio i suoi assalti fino a quando un sospiro animale sfuggedalle mie labbra. Un orgasmo fulminante s'impadronisce di me e mi apre leporte del paradiso accompagnato, qualche secondo più tardi dallo sfrenatogodimento del mio Apollo.

2.Un nuovo inizio

Villa Diamonds era ancora addormentata quando l'immenso portone si èrichiuso dietro di noi. Non ho osato svegliare Camille per proporle diaccompagnarci. Ho preferito infilarle un bigliettino sotto la porta dellacamera.

[Partenza precipitosa per Parigi. Ti spiegherò tutto… Buon viaggio, miaCamille!]

Dopo il confronto con Prudence, non sono molto tranquilla a lasciare miasorella dietro di me, ma so per certo che Silas si prenderà cura di lei fino aquando avrà lasciato il suolo americano. Ho scelto di concentrarmisull'uomo irresistibile seduto alla mia sinistra, al volante della quattro perquattro che viaggia in direzione dell'aeroporto. Il mio miliardario èsilenzioso, terribilmente addolorato per tutti questi ribaltamenti disituazione.

La delusione causata dal tradimento di sua madre ha increspato il suo belviso; non riesce proprio a scacciare la tristezza. Quando tendo il braccio peraccarezzargli la guancia fresca con il dorso della mia mano, inclinateneramente la testa per venirmi incontro. Questa sua inaspettata reazione

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mi commuove: credevo che si sarebbe sottratto alla mia carezza, ottenebratodalla collera, ma è proprio il contrario. Gabriel ha rotto con sua madre; hadeciso di tagliare i ponti con il clan familiare fino a nuovo ordine e mi rendoconto che non mi è mai stato così vicino.

Adesso ha solo me…

Ci addormentiamo in volo teneramente abbracciati, cullati dalle luci soffusee dal silenzio tranquillo della prima classe. Il volo trascorre velocemente. Cistiamo già avvicinando a Parigi e rimpiango che questo istante privilegiatosia stato così effimero. Assopito a qualche centimetro da me, il mio Apollorespira profondamente, il suo viso divino è completamente disteso, sereno.Scopro un'ulteriore sfaccettatura di quest'uomo che amo perdutamente: ilGabriel indifeso, senza carapace, completamente trasparente. Più imparo aconoscerlo e più il mio cuore batte per lui, a volte a dispetto di ogni ragione.Può sembrare una stupida banalità, ma è la realtà.

Amandine Baumann, sei un vero stereotipo… E ne sono fiera!

Io comodamente seduta sulla mia nuvoletta, non mi aspettavo di dovercadere così rapidamente! Mentre l'aereo affronta la discesa, il mio amantemi annuncia senza tergiversare che le nostre strade si separano proprio qui…

– Non volermene, Amande, il dovere mi chiama…, mi dice scoprendo la miaaria costernata.

– Mi abbandoni già? Pensavo di riuscire almeno a passare la giornata con te.Il dovere non può attendere fino a domani? rispondo io, facendo attenzione afare quella smorfia imbronciata che molto spesso lo fa impazzire.

– No, riprendo l'aereo tra venti minuti, direzione Sudafrica. Ho lavorato sulprogetto per buona parte della notte.

Voglio siglare l' accordo prima che cambino le condizioni…

– Quando rientri? Saperti lontano da me mi fa star male…

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– Tra qualche giorno. Ti prometto che saprò farmi perdonare, amaraAmande. Non tenermi il broncio.

Per provocarlo gli faccio una boccaccia; la cosa scatena la sua ilarità.

Geniale. Farti ridere era proprio quello che volevo… Non partire, nonpartire, non partire!

Il mio dio greco, che non è per nulla intenzionato a capitolare, mi afferraalla vita e io, mio malgrado, finisco per atterrare tra le sue braccia. Tento diresistere per salvare la forma, ma le sue labbra carnose e conquistatricistanno già cercando le mie. Il nostro bacio m'incendia dalla testa ai piedi e,finalmente, quando il mio amante crudele si stacca da questa morsa, nonriesco a trattenere un piccolo gemito di contrarietà. Mi lancia uno splendidosorriso, apparentemente molto soddisfatto di costatare l'effetto che mi fa.Leggermente indispettita, non mi dichiaro vinta e, senza chiedergli ilpermesso, torno a incollarmi a lui per baciarlo di nuovo. Le nostre lingueaffamate si divorano, i nostri corpi ondeggiano, si accarezzano e, moltopresto, sento la sua eccitazione salire a razzo.

Mugugna teneramente e mi respinge fissandomi con il suo sguardo intenso,penetrante.

– Amande, tu mi farai impazzire… Devo veramente andare. Rientra, il mioautista ti attende alla porta dieci. Fila prima che cambi idea…

– É quello il mio scopo. È lei ad avermi insegnato la perseveranza, signorDiamonds.

– Dovrò pensare a insegnarle anche l'obbedienza, signorina Baumann. Viprofonderò tutto il mio impegno tra qualche giorno, quando tornerò a cercarequello che mi appartiene.

– Se nessun altro la avrà derubata della sua preziosa mercanzia nelfrattempo…

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– Quello che ci proverà passerà un brutto quarto d'ora, mi creda signorinellaimpertinente…, dice seccamente, prima di propinarmi un ultimo ardentebacio sulle labbra e levare le tende gridandomi ancora una volta "Portadieci!".

É trascorsa più di una settimana, e Gabriel non è ancora di ritorno. Horitrovato il mio elegante appartamento al Bercy Village, questo quartiereallegro e animato che mi procura una dolce tranquillità. Mi appresto a fare iprimi passi in qualità di responsabile per le comunicazioni dell'AgenziaModels Prestige. Il mio lavoro inizia domani e raramente sono stata cosìstressata.

Fortunatamente Marion, Louise e Camille sono rimaste sempre con me daquando sono tornata da Los Angeles.

Shopping sfrenato, pranzi di resoconto, caffè per pianificare la giornata,serate al cinema e passeggiate distensive: la mia "squadra" al completo hacercato di preparami per il D-Day. Ma tutte queste personcine non sonoriuscite a farmi dimenticare l'assenza del mio amante fantasma. A partequalche sms e qualche e-mail, silenzio radio. Sono consapevole che ha i suoiproblemi da gestire e che lanciarsi a corpo morto negli affari ha sicuramenteun effetto terapeutico, ma non riesco a impedirmi di avercela con lui… unpo'… solo un po'.

Tu sparisci sempre nel momento in cui ho più bisogno di te, Diamonds…Lunedì 22 luglio. Ho puntato la sveglia alle 6 e 30, per avere il tempo dimettermi in ghingheri prima di mettere il piede nella fossa dei leoni. Vogliolasciare a tutti i costi una buona impressione e non passare inosservata nelcovo delle sosia di Tyra Banks, Miranda Kerr e Gisele Bündchen.

Tu sogni, Amandine, non ci riuscirai mai… A meno che qualcuno non tiaggiunga quindici centimetri e ti tolga qualche costola… Opto per un lookelaborato di tendenza, ma senza esagerare: una camicia nera dal collo tondoin stile vintage, leggermente sciancrata, un paio di pantaloni slim bluelettrico, scarpe nere alte con la zeppa. Chic e attuale, proprio quel che civuole. Un'accurata messa in piega per dei capelli perfettamente lisci, un

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maquillage leggero e finalmente sono pronta a fare il mio ingresso nellacorte dei… giganti.

Mi presento alle 8 e 59 alla reception dei sontuosi locali, che si trovano alsettimo piano di un edificio haussmanniano, a due passi dagli ChampsÉlysées. In questo luogo tutto è lusso e ricercatezza, al limitedell'ostentazione. Mi aspetto quasi che da un momento all'altro entri aprecipizio un membro della famiglia Diamonds, ma no, ho scovato questolavoro senza il loro aiuto, e ora mi rendo conto che non detengono ilmonopolio del buongusto, né della ricchezza. La signorina addetta alricevimento, che assomiglia un po' a Naomi Campbell, mi chiedegentilmente di aspettare pazientemente nel "salone privato". Traduzione: lasala d'attesa, ma prima classe.

Confortevolmente seduta su un divano Chesterfield grigio di pelle, guardosfilarmi davanti alcune ragazze, una più bella dell'altra. Quello che micolpisce, al di là delle loro silhouette filiformi e dei loro visi angelici, è laloro giovinezza. Devono avere tra i 14 e i 17 anni, ma sono già dotate di unagrazia, di una prestanza fuori dal comune.

A fianco di queste bambole salite sui trampoli, probabilmente assomiglio auno hobbit.

Uno hobbit in ghingheri, però!

E poi mi succede una cosa totalmente improbabile… La mia vicina, che aprima vista sembra provenire dall'Europa dell'Est, mi fulmina con losguardo stringendo il suo "book" contro il petto inesistente.

Non t'inquietare mia cara, non ti soffierò il posto… Ma, grazie per averpensato che avrei potuto… Una vocina sottile e nasale pronuncia il mionome, a qualche metro da me. Mi giro e scopro una donna in tailleur nero,sulla trentina. Severa, oserei dire psicorigida, mi tende la mano e si presenta,la bocca serrata.

– Hortense Lemercier. Mi segua per favore.

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No, soprattutto non si scusi di avermi fatto attendere per ben venticinqueminuti… I suoi piccoli passi nervosi risuonano in tutto l’ open space e vedodiversi visi che al nostro passaggio si sollevano. La maggior parte sonosorridenti, e io tento di rendere loro la cortesia, ma, a più riprese, l'assistenteinfastidita mi chiede di accelerare. Finalmente, con un segno del mento, mipresenta il mio ufficio. Un computer, un telefono, qualche classificatore eblocchetti post-it messi gentilmente a mia disposizione.

– S'impadronisca del mestiere rapidamente. Qui, nessuno ha la baby-sitter eogni istante è prezioso. È chiaro? mi avverte, nel modo più sgradevolepossibile.

– Chiaro. Posso almeno sapere quel che ci si attende da me per questo primogiorno?

– Il signor Diarra le spiegherà tutto. Nei primi tempi, lavorerà ai suoi ordini.Cerchi di essergli utile.

L'arpia se ne va senza rivolgermi nemmeno un sorriso, e io mi chiedo checosa ci faccio qui… Poi un volto ilare e cordiale spunta di fronte a me. Unmeticcio alto dai capelli rasati biondo platino mi tende la mano e mi rivolgeun sorriso incoraggiante.

– Marcus Diarra, per servirla. Lavoreremo insieme.

– Buongiorno, signor Diarra…

– Marcus! Non c'è signore che tenga. Ti chiami Amandine, vero?

– Sì, è così. Credo che la chiamerò "Salvatore", se la cosa non la disturba…

– No, ma tu in cambio mi dovrai dare del tu, dice ridendo a gola spiegata. Faun baccano infernale e, attorno a noi, incrocio sguardi più o menoapprovatori.

Le dodici e trenta. Il mio nuovo miglior amico ha passato la mattinata a

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spiegarmi in cosa consiste il mio incarico lavorativo, identico al suo, e adescrivermi l'universo delle modelle, un settore in cui sono ancora alleprime armi. Invece di seguire la truppa che si dirige verso l'uscita per andarea pranzo, Marcus ha deciso di farci portare su del sushi. Ho tentato di pagarela mia parte, ma ha voluto offrire lui "in segno di benvenuto". Seduti noi duesoli a un tavolino dell'angolo bar, approfondiamo la nostra conoscenza. Ilmio interlocutore ha 28 ani, un look infernale, una personalità che ispirarispetto e si rivendica "favolosamente gay". Il suo buonumore e la suafranchezza sono comunicativi. Già ne subisco il fascino.

– La regola d'oro qui, per sopravvivere, è quella di non farsi mettere sotto ipiedi. Hanno pari a dirti di filare diritto, resta te stessa e dì quel che hai dadire. Se ti pieghi, non avranno più alcuna pietà.

– Facile a dirsi… Tu sei qui da tre anni, io da tre ore…

– Giustamente, io ho giocato la carta dell'educazione per mesi, prima direalizzare che stavo andando a sbattere dritto contro un muro. Le personeapprofittavano della mia debolezza, della mia mancanza di carattere. Ungiorno, ho deciso di palare a voce alta e forte, e da allora, più nessuno hacercato di pestarmi i piedi.

– Ho preso nota, coach!

– Ah, e questo vale anche per il grande capo. Ferdinand è un tipo autoritario,che sa quel che vuole, ma quel che detesta più di tutto, sono i leccapiedi. Èper questo motivo che tiranneggia Ortica, perché per lei è un dio…

– Ortica?

– Hortense, è il suo soprannome, le sta bene no? Lei è sempre dove unomeno se l'aspetta, ti pizzica, ti irrita. In breve, per tornare al nostroPresidente nonché Direttore Generale, tienigli testa se è il caso. Maattenzione, è uno "sciupafemmine"… Le ragazze carine come te se lemangia in un boccone! aggiunge, prima di scoppiare a ridere.

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Beh… Molto bene… Molto molto bene… Di ritorno nel mio ufficio trovo unbigliettino di Hortense: [Il signor de Beauregard desidera incontrarla nel suoufficio alle 15. Sia puntuale e presentabile.]

Il soprannome se l'è proprio meritato, questa qui… Nervosa ma determinata,busso alla porta ornata da una targa dorata con il nome del Presidente. Ilsilenzio che mi risponde fa salire ancor di più la mia apprensione.

Fantastico, come ci si aspetta che io reagisca? Restare piantata qui eattendere o prendere l'iniziativa ed entrare senza essere invitata?

Attenzione, non sai con quale animale hai a che fare… Sotto le dita, sentoche qualcuno sta abbassando la maniglia dall'altro lato della porta. Un uomoslanciato, in abito grigio scuro, appeso al telefono, mi fa segno di entrareposandosi un dito sulla bocca a mio beneficio. Chiude la porta dietro di me emi abbandona in mezzo alla stanza per andare a finire la sua conversazionetelefonica vicino alla finestra. Mi volge la schiena e io riesco ad individuareuna figura molto slanciata, sormontata da una massa di capelli brunileggermente ondulati. Non riesco a impedirmi di domandarmi se è altoquanto Gabriel o se è la sua magrezza che inganna. La sua voce mi pervienea scatti; il tono è rilassato, quasi indifferente. Non è esattamente quello chemi aspettavo come Presidente di una grande agenzia di modelle.

Chi è, Ferdinand de Beauregard, di cui non vedo nemmeno gli occhi?

Rispondendo involontariamente alla mia curiosità, si girà verso di me di trequarti, appoggia il gomito al davanzale della finestra indicando il telefonocon il dito e levando gli occhi al cielo con una smorfia d'impazienza.

Ci sorridiamo e, come se finalmente avesse notato la mia presenza o forserealizzato che valeva la pena darmi un'occhiata, si mette a squadrarmi dallatesta ai piedi, senza la minima discrezione. Posa su di me il suo sguardo dasperimentato ammaliatore, ma sembra divertito: un sottile mix di seduzionee autoderisione, simpatico e allo stesso tempo provocante.

Non farti mettere sotto, Amandine, non questa volta. Qui, se ti pieghi, sei

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finita!

I consigli di Marcus risuonano nella mia testa. Ne approfitto per osservare amia volta il famoso Ferdinand, sempre al telefono e, apparentemente,piacevolmente sorpreso che io abbia accettato le regole del suo giochetto.

L'alibi del telefono è perfetto per studiarsi in silenzio senza l'imbarazzo chein genere è di rigore durante un primo incontro.

Forse è una delle sue tecniche che ha già dato buoni frutti?

Il suo corpo è ancora più slanciato di quanto pensassi e il suo abito a trepezzi gli da un'aria da dandy. Porta una cravatta nera sottilissima, molto ditendenza, che sembra di rigore all'agenzia. Ha dei gesti eleganti checonfermano la lampante borghesia del suo nobile cognome, ma ostentaanche l'insolente indifferenza del giovane capo d'impresa molto potente,fiero di essere riuscito. Gliene darei 35 di anni, ma la sua zazzera scurasapientemente spettinata gliene fa dimostrar almeno dieci di meno. Le ondebrune contrastano inoltre con il colorito molto pallido, e gli occhi grigiaddolciscono il suo viso spigoloso e rasato di fresco. Credo che siano grigi.O forse blu scuro. Le sue labbra fini e chiare mi fanno irrimediabilmentepensare alla bocca polposa di Gabriel. Questi due sono proprio all'opposto, aparte il fatto che entrambe godono del fascino snervante degli uominiconsapevoli di averne. E che dosano raffinatamente il loro istinto dicacciatore grazie a una perfetta educazione.

Basta con i confronti, Amandine!

Il pimpante Presidente infine riattacca, e la cosa pone termine alle mieelucubrazioni. Con un gesto elegante, m'invita a sedermi su una dellepoltrone di design che stanno a fianco del tavolino in vetro. Obbedisco,curiosa di spere in quale salsa mi cucinerà.

– Ci tenevo ad augurarle il benvenuto tra noi, signorina Baumann. Possochiamarla Amandine? Così ci sbarazzeremo delle convenzioni superflue!

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– Tutto dipende se mi autorizza a chiamarla Ferdinand… Ok, la porta è diqui, Amandine…

– Vedo che ha il suo bel caratterino… Chiamiamoci come ci piace. Hol'impressione che questo sia l'inizio di una lunga e bella collaborazione…

– Professionale, sì, anch'io lo spero.

– Vediamo un po' Amandine, che cosa sta insinuando? Che cosa le hannoraccontato, io mi circondo di persone qualificate per far ottenere buonirisultati alla mia azienda punto! mi risponde con un sorrisetto malizioso. E,chiaramente, è un di più quando i miei dipendenti sono… come dire…piacevoli sotto tutti i punti di vista.

E così è partito…

– Piacevoli da guardare, intende?

– Lei l'ha detto, non io. Ma sì Amandine, qualcosa del genere…Improvvisamente mi ritrovo a corto di risposte, disarmata dalla suafranchezza tinta a volte di umorismo e a volte di arroganza. Per fortuna, ilsuo telefono inizia a squillare e il mio titolare si scusa educatamente mentrerisponde, poi mi fa comprendere che il nostro incontro è terminato. Escodall'ufficio, le guance in fiamme, totalmente incredula ripensando a questodialogo… sorprendente.

Scappo dall'edificio verso le 18, impaziente di ritrovare la calma del mioquartiere. Estraggo macchinalmente il mio cellulare per vedere se Gabriel hadato notizie di sé, ma niente… Delusa ma anche esasperata, mi accingo achiamarlo quando per poco non mi scontro con qualcuno. Riacquistata lacalma, alzo la testa e riconosco Ferdinand… Perfetto Amandine, unacollisione con il grande capo…

– Decisamente, il destino ci perseguita…

– Mi scusi, signor de Beauregard, ero distratta.

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– Non si scusi, sono molto contento di esserle caduto addosso. O meglio, chemi sia caduta addosso… Non mi chiama più per nome? mi dice sempresorridendo e avvicinandosi pericolosamente a me.

– Non so… io…

– Amandine!

La voce profonda e tuonante di Gabriel blocca il mio slancio. MI voltocompletamente sopraffatta dagli eventi.

È qui, davanti a me, l'aria furiosa. Per un istante, mi sorprendo ad ammirarela sua bellezza spontanea e selvatica, poi la presenza del mio titolare mitorna alla memoria.

– Buonasera, signor de Beauregard. A domani!

Non gli lascio il tempo di rispondermi, per paura che la sua affascinantevoce non inciti il mio amante geloso a sfidarlo a duello. Quest'ultimo miprende per mano e mi trascina senza riguardi in direzione della suaMercedes, parcheggiata a qualche metro di distanza. Durante tutto il tragitto,non mi rivolge quasi la parola. Qualche banale domanda sul mio primogiorno di lavoro, sullo stato di salute di mia madre, niente di più.Interiormente io bollo.

Non lo vedo da dieci giorni, non si è neanche preso la pena di chiamarmi unasola volta ed è lui a punirmi giocando al gioco del silenzio?

Tu non ci perdi nulla ad aspettare Diamonds… È solo una volta che siamoarrivati all'appartamento che la sua lingua si scioglie. Un po' troppo a mioavviso…

– Posso sapere cosa voleva da te, quel burattino?

– Niente in particolare, è il mio capo. Se mi parla, gli devo rispondere. Ècosì che funziona quando non sei che una semplice dipendente…

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– Non dargli troppa confidenza, ha una brutta reputazione. Preferirei che tulavorassi per me. Posso ancora trovarti un buon posto in seno alla miaéquipe.

– Ne abbiamo già parlato Gabriel, ti ho detto di no e non cambierò idea. Eposso sapere perché sei scomparso per così tanto tempo?

– Sono stato occupato, Amande, ma nel frattempo non ti ho dimenticato …,dice, più dolcemente, facendo un passo verso di me.

– No, tu mi hai scaricata.

– E tu, non ci hai messo molto a rimpiazzarmi… La sua voce è tagliente, losguardo glaciale, l'attitudine minacciosa. Io non demordo, mantengo ilsangue freddo, più in collera che mai. È troppo facile! Una volta di più ilmio implacabile amante cerca di ribaltare la situazione, di rendermicolpevole. Intimamente convinta di non avere nulla da rimproverarmi, nonci penso proprio a lasciargli l'ultima parola. Non questa volta. Non dopoessere stata abbandonata come se fossi meno di niente.

– Se hai così paura della concorrenza, non hai che da fare in modo di esserepiù presente. Quasi dieci giorni senza notizie da parte tua dopo tutto quelloche abbiamo passato! Non una parola d'incoraggiamento per il mio primogiorno di lavoro, che cosa sono per te? Un animale da addomesticare e chelasci morire di fame quando non hai il tempo di occupartene?

– Amandine, non provocarmi…

– Parlami! Anche quando sei a migliaia di chilometri di distanza, provamiche pensi a me, che ti interessi.

Dimmi che mi ami, che ti manco, invece di sparire per giorni prima ditornare convinto che me ne starò qui dietro la porta, scodinzolando eattendendoti docile!

– Ero sommerso di lavoro! Ho concluso dei grossi contratti! Senza

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dimenticare Virgile che mi tiene il muso, Prudence che mi tempesta dimessaggi senza avere ancora ammesso quello che ha fatto, Silas senza piùrisorse senza Camille…

– E io? Io ho un posto da qualche parte? Ancora una volta, la tua famiglia eil tuo lavoro mi passano davanti…

– Niente passa davanti a te, mi ascolti? NIENTE! Dopo il mio confronto conPrudence, avevo bisogno di tempo.

Per fare il punto, per ritrovarmi, sapere in quale direzione avanzare. Sonotornato, Amande. Perché ti amo, perché tu conti più di tutto il resto, perchéio non voglio che te…

– Tu menti! Tu non sai quel che vuoi…, dico, mentre le lacrime comincianoa scendermi.

In un lampo, Gabriel si precipita su di me e mi bacia con violenza, quasicome per farmi tacere. Tento di protestare e di resistere ai suoi assalti ma,ancora una volta, i miei tentativi di ribellione sono vani. Quando le sue manidiventano più intraprendenti, quando le sue labbra e la sua lingua percorronotutto il mio corpo, quando il suo respiro ardente mi accarezza da parte aparte, cedo le armi. Quest'uomo è demoniaco; le sevizie che m'infligge sonodivine.

3.Insieme, è l’unica cosa checonta

Risvegliarmi tra le sue braccia, lo sognavo ormai da dieci giorni. Il miodesiderio alla fine è diventato realtà e io non mi stanco mai di ammirare

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questo splendido esemplare che dorme placidamente al mio fianco. I suoicapelli dorati scompigliati riflettono la dolce luce del mattino e illuminano itratti del suo viso angelico. Il suo corpo è al tempo stesso scultoreo eslanciato, la sua pelle è abbronzata, discretamente disseminata di nei.

Hmm… Me lo farei per colazione…

– Amande curiosa, ti ho già detto di non fissarmi così per ore… mormora luiancora mezzo addormentato.

– È stato più forte di me, sei così… appetitoso…, rispondo ridacchiando.

– Piccola insolente, adesso vedrai quanto sono appetitoso!

Con un movimento che sembra ispirarsi a una presa di catch, Gabriel è giùsopra di me e mi schiaccia con tutto il suo peso. Urlo per la sorpresa e perl'impazienza, assaporando in anticipo la mia punizione. Il mio amante nonama essere spiato mentre dorme, mi aveva già avvertito a più riprese…Senza attendere oltre, fa scivolare la mano tra le mie cosce ed emette ungrugnito virile scoprendo il mio stato di eccitazione. La mia intimità èfradicia e palpita d'impazienza. Con il pollice inizia un divino massaggioattorno al mio clitoride gonfio di desiderio mentre fa sprofondare altre duedita nel mio sesso in fiamme.

– Devo constatare che le mie sevizie della scorsa notte non sono statesufficienti… Sei sempre più insaziabile, Amande.

Non sono in grado di rispondergli, completamente assorbita dal piacere chemi sta procurando. Mentre le sue dita esperte mi penetrano sempre piùprofondamente e il ritmo aumenta, ansimo rumorosamente mordendomi lelabbra. Il suo sguardo dominatore fisso nel mio per poco non mi fa perderela testa. Cerco di resistere, di ritardare il mio piacere, ma ecco che giàl'orgasmo si avvicina. Finalmente trovo la forza per pronunciare qualcheparola lamentosa…

– Non così in fretta… Ti voglio… dentro di me… Il suo sorriso da

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conquistatore mi indica chiaramente che Gabriel ha qualcosa in mente.Subito dopo il suo viso sexy e determinato non è più nel mio campo visivo:il mio intraprendente amante mi ha appena rivoltata senza la minimadifficoltà, dandomi l'impressione di essere leggera come una piuma. Gabriel,si distende sulla mia schiena, sento il suo respiro caldo dietro la nuca evengo colta da deliziosi brividi. Le sue mani mi afferrano i fianchi esollevano il mio bassoventre in modo da ottenere l'angolo ideale per entrarein me. Con mia grande soddisfazione, finalmente si decide ad affondare inme completamente. La sua magistrale erezione si presenta all'ingresso dellamia femminilità, poi scivola lentamente, ingegnosamente lungo le miepareti lubrificate, fino a raggiungere la massima profondità. La testaappoggiata sul cuscino, tento di controllare il respiro sempre menogovernabile per il ritmo di questi goduriosi andirivieni. Questa punizione èsquisita. Più mi punisce e più ne voglio. Gabriel mi cavalca senzaparsimonia, mi stantuffa sempre più velocemente, sempre più a fondo fino aquando, insieme, i nostri corpi si abbandonano all'estasi estrema, violenta,brutale, vibrante. Il mio amante sfinito si abbatte pesantemente su di me, poisi lascia scivolare su un fianco. I nostri visi quasi si toccano, i nostri respiriansimanti s'incontrano e si mescolano, i nostri occhi febbrili si ritrovano enon si lasciano più.

– Tu sei quella che aspettavo… e molto di più…, mi sussurra Gabrielaccarezzandomi il ventre ardente col dorso della mano.

In questo preciso istante, capisco che il nostro amore non smette di crescere,che quest'uomo mi era destinato, che nessun altro potrà mai sostituirlo. Eche probabilmente sarò già in ritardo al mio secondo giorno di lavoro!

– Ci tieni davvero a farmi ingelosire? mi chiede Gabriel, mentre prendiamoposto nella sua Mercedes.

– Come?

– Devo farti davvero un disegno?

Il mio amante corrucciato m'ispeziona dalla testa ai piedi; facendomi

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pensare che abbia qualcosa da ridire sul mio abbigliamento. Un abito tailleurattillato grigio e bianco che mi arriva a metà coscia accompagnato dasandali con la zeppa: non vedo dove stia il problema!

– Vorresti che andassi a lavorare in tuta da ginnastica?

– Non essere ridicola. Riesco già a vedere questo Beauregard mentre tisbircia… Mi fa impazzire.

– Allora dovrei vestirmi da nonna? Lavoro in un'agenzia di modelle, Gabriel.Il mio titolare vede decine di ragazze incredibili sfilare sotto i suoi occhiogni giorno. Scommetto che non mi noterà nemmeno!

– So benissimo che tipo di effetto fai agli uomini… Non dimenticare miasexy Amande che mi appartieni!

– Credi veramente che sia cieca? Tutte le donne si girano quando passi tu!

– Cambiare argomento non la condurrà da nessuna parte, signorinaBaumann. Chiederò alla mia stilista di acquistarle un guardaroba più…professionale.

–Sì papà…, rispondo, indispettita dal suo avvertimento.

– Amandine…, mi rimprovera, minaccioso.

– Scusa… Sì padrone! gli rispondo, ironica.

– Lo preferisco! mi dice, rivolgendomi un sorriso soddisfatto e vittorioso.

Grrr… Venti minuti più tardi, il mio amante mi rende la libertà e, dopo uninfuocato bacio, mi deposita ai piedi dell'ufficio alle 9 precise.

Pfui, timing perfetto!

Marcus non nota subito la mia presenza con la cuffia di ultima generazioneinchiodata sulla testa ossigenata. Lo conosco da appena ventiquattr'ore ma

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già sono in pensiero per i suoi timpani. Il mio collega totalmente fuori ditesta indossa una polo a righe fucsia e turchese e ascolta Holiday diMadonna a tutto volume. Quando finalmente i nostri sguardi s'incrociano, unimmenso sorriso gli appare sulle labbra.

– Ciao cara! Wow, girati un po' fammi vedere? Sexy lady!, grida,dimenticando di abbassare il volume del suo iPod.

– Marcus, stai urlando…, rispondo, rossa come un pomodoro, cosciente ditutti gli sguardi rivolti nella mia direzione.

– Ohps, bye-bye Madonna, buongiorno Kristen Stewart!

– Ah, questa è nuova, non me l'aveva ancora detto nessuno! Se io sono lei, tuallora chi sei?

– Un mix tra Will Smith e Simon Baker.

– Quindi sei uno sciupafemmine senza rivali e inoltre leggi nel pensiero?

– Esattamente. Vedi Amandine, ci capiamo di già! E, dato che sono unmentalista, so che avresti proprio bisogno di un caffè. Mi accompagni?

– Sono appena arrivata, vorrei consultare la mia posta elettronica…

–Sei troppo zelante mia cara, vieni con me, ti faro il miglior cappuccinodella tua vita!

Ho ceduto e l'ho seguito fino all'angolo caffè, ma, a mia discolpa posso direche è molto difficile, oserei dire impossibile, dire di no a Marcus. Io chesono piuttosto timida e che ho bisogno di tempo per lasciarmi andare, sonostupita nel constatare a che punto io mi trovi a mio agio in sua compagnia.Grazie a questo ragazzo, molto stravagante, il mio lavoro presso l'AgenziaModels Prestige promette di essere tutto meno che noioso! Mentre assaporola deliziosa bevanda che mi ha messo insieme, il mio compagno mi da uncolpetto con il gomito… Che cosa? Come? Ah, l'Ortica si avvicina…

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Hortense, si chiama Hortense.

– Signorina Baumann, vedo che non si sta ammazzando di lavoro…

– Buongiorno signora Lemercier, io…

– É colpa mia, Hortense, ho insistito perché Amandine si concedesse unapausa caffè. Posso farle un espresso?

Grazie, mio Salvatore…

– Sa bene che non bevo caffè, signor Diarra. Soffro di tachicardia.

– Lei è troppo tesa, Hortense, dovrebbe fare un po' di yoga!

O scopare un po' di più… Da quanto tempo non lo fa? Dieci anni?

– Grazie per i suoi consigli, ma sono inutili. Desidererei parlare con lasignorina Baumann in privato…, dice, le labbra più serrate che mai.

Marcus mi rivolge un'occhiata interrogativa, per assicurarsi che sopravvivròsenza di lui. Gli rispondo con un sorriso scuotendo il capo, e si eclissa,lasciandomi da sola di fronte all'assistente psicorigida.

– Non è la prima che prova a farmi lo sgambetto, sa. Se è il mio posto quelloche vuole, non si faccia illusioni, non è facile soppiantarmi… Una camiciadi forza è urgente, per favore!

– Non sono certa di riuscire a seguirla…

– Non faccia la furba, so cosa è lei: un'opportunista, come tutte le altre. Ilsignor de Beauregard non ha smesso per un attimo di parlare di lei dopo ilvostro incontro di ieri. La sua piccola messinscena probabilmente hafunzionato. Ancheggiando e facendo gli occhi dolci non andrà da nessunaparte. Insomma, proprio non abbiamo le stesse ambizioni. E nemmeno glistessi valori.

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– Lei è completamente paranoica! Io non ho cercato di fare proprio un belniente. Il suo posto non m'interessa e inoltre lei non sa nulla di me, quindieviti d'insultarmi, per favore.

– La tengo d'occhio, lo sappia. Qui io sono al corrente di tutto e, al minimopasso falso, le farò prendere la porta. Prima è meglio è…, conclude, prima digirare su se stessa e allontanarsi, rigida come un palo.

Hortense Lemercier, la mia miglior amica per tutta la vita… Ho passato ilresto della mattinata ad assistere Marcus, che deve preparale la prossimaconferenza stampa dell'agenzia. Contattare i diversi media, sollecitare ilservizio catering, gli ingegneri del suono e delle luci, far arrivare a tutti gliinteressati la brochure nuova fiammante di Models Prestige, verificare con iresponsabili di ciascun settore che la sfilata prevista per l'occasione siaorganizzata dalla A alla Z. Faccio qualche telefonata una di seguito all'altracercando di apparire professionale, mentre Marcus si diverte a farmi dellesmorfie per destabilizzarmi e burlandosi del mio tono da "annunciatrice".Gli faccio gentilmente notare che anche la sua voce tonante e acutissima nonè poi così male, cosa che provoca la sua ilarità.

Uno a uno, palla al centro.

Sono quasi le 13 quando raggiungo Marion in una pizzeria, che si trova sugliChamps. Vedendomi arrivare, la mia migliore amica, mi rivolge un fischiodi ammirazione.

– Ti sei riconvertita, non è vero? Amandine Baumann, la nuova top model inascesa…

– Ah ah, buona questa! Uno chignon elaborato, un vestito attillato e tacchi:la ricetta del successo!

– Allora? Non mi hai ancora raccontato nulla del tuo primo giorno. Pensavoche mi avresti chiamato ieri sera.

– Gabriel è riapparso finalmente. È arrivato all'improvviso. Come al sol…

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– Già. Avevi altro da fare che farmi rapporto, immagino…, mi dice,strizzandomi l'occhio.

– Puoi immaginare…, le rispondo, mostrandole la lingua come unaragazzina.

– Bene allora, e questo lavoro?

– Per il momento, va bene. Il mio collega Marcus è il massimo. Sonocapitata bene perché lavoro in coppia con lui.

– Non dirmi che è anche bellissimo!

– Sì, è molto bello, ma è soprattutto molto gay.

– Merda. E d'altro?

– D'altro c'è il mio capo e la sua assistente una pazza furiosa completamenteinacidita…

– Simpatico? E fisicamente com'è?

– Nulla che possa interessarti, davvero!

– Amandine, è calma piatta dopo Silas. Fammi sognare, un po'!

– Ferdinand de Beauregard… Questo è il suo nome…

– Cominciamo bene, mi piace!

– È bello, sulla trentina, ricco e potente. Non è per nulla il tuo tipo d'uomo…

– Biondo? Moro? Alto? Magro? Palestrato? Un bel tipo?

– Moro, occhi grigi, magro, incarato pallido e un sorriso sconvolgente.Molta classe, molto sicuro di sé.

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– Perfetto. Quando me lo presenti – Quando riuscirai a contenerti e a nonfarmi morire di vergogna davanti all'uomo che mi paga lo stipendio…

– Domani? Per me va bene!

– Vedremo… E il tuo nuovo lavoro estivo?

– È una giungla da H&M! Adoro acquistarmi dei vestiti, ma in quanto avenderne…

– E Tristan? Non ho più avuto sue notizie dopo L.A.

– Va benissimo. Lavora molto, e si è trovato una ragazza!

– Di già?

– Che cosa credevi? Che sarebbe rimasto ad aspettarti per tutta la vita?

– No, sono contenta per lui. E com'è?

– Gentile ma un po' particolare. Ad ogni modo era da molto tempo che nonvedevo Tristan così. Mi sa che gli piace proprio.

– Meglio così… Adesso che si è sistemato, forse accetterà di parlarmi…

– Sì, mi ha appena detto che voleva vederti! E presentartela.

Fantastico, perché crearsi dei problemi… Marion la ficcanaso insiste perriaccompagnarmi fino all'ingresso dell'edificio dell'Agenzia ModelsPrestige, dicendo che è per approfittare della mia compagnia per altri cinqueminuti, ma non ci casco. So perfettamente che vuole a tutti i costi incrociareil mio capo. E ancora una volta ottiene quel che vuole! Ferdinand passeggiain lungo e in largo di fronte all'ingresso, il telefono all'orecchio e unasigaretta in mano; cosa che gli dà un'aria da ragazzaccio (in abito daHermès, ovviamente!)… Vedendolo a una decina di passi da noi, la miamigliore amica in ebollizione mi afferra il braccio.

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– È lui! Sono sicura che è lui!

– Sì… Abbi pietà Marion, controllati…

– Presentami!

– Sei pazza! É al telefono e, visto il tuo stato, mi sembra una cattivissimaidea.

Il mio capo mi ha riconosciuta e avanza verso di noi. Per un istante penso difuggire in direzione opposta portando a forza Marion via con me. Ma ladistanza che ci separa dal dandy è insufficiente, e devo farmene una ragione.

– Amandine, che bella sorpresa! Non ho avuto tempo di passare a salutarlastamattina.

– Buongiorno signor de Beauregard. Devo sbrigarmi, Marcus mi aspetta perportare a termine il planning della conferenza stampa.

– Non mi presenta la sua amica? chiede, girandosi verso Marion.

– Marion Aubrac, piacere.

– Non tanto quanto il mio, aggiunge, fissandomi di nuovo, un sorrisettodiscreto. Bene, anch'io devo andare, ma, Amandine, se avesse bisogno diqualcosa, non abbia timore. Sa dov'è il mio ufficio… Borbotto un"arrivederci" e sospiro di sollievo vedendolo allontanarsi. Marion non se neperde neanche un po'.

Fissa la sua figura fino a quando esce dal suo campo visivo.

– È ancora più bello di quel che pensassi! È celibe?

– Non lo so e sinceramente non m'interessa. Mettiti al mio posto Marion, è ilmio capo. Non desidero che tu gli corra dietro. Inoltre sembra proprio chesia un collezionista. Pensavo che dopo Silas, avresti evitato questo genere diuomo.

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– Tutti possono cambiare. Basta capitare con la persona giusta… Dopotuttoguarda Silas e Camille!

– Credimi, non è che questo sia un ottimo esempio…

– Ah sì? Mi hai nascosto qualcosa? Di cosa si tratta?

– Non è il momento! Devo andare! A dopo Marionnette!

La bacio rapidamente e mi dirigo verso l'edificio, ignorando con noncuranzala raffica di domande rivolte nella mia direzione. Prendo l'ascensore, superola reception e penetro nell' open space che brulica di gente. Arrivando nelmio ufficio, ritrovo il caro Marcus in piena conversazione con un booker. Daquel che capisco, l'agenzia ha appena messo le mani su una nuova, una certaAnastasia, che ha uno "huge" potenziale, una figura "to die for" (da morire) eun "smile" (sorriso) da svenire.

Bisogna che mi trovi un dizionario di questa nuova lingua… Mi rituffo nellavoro, almeno in apparenza, rapidamente imitata dal mio collega preferitoNiente Ortica all'orizzonte; riesco a concedermi una pausa lampo perconsultare le mie mail in tutta tranquillità. Tre messaggi non letti: uno diLouise che mi manda le ultime foto delle sue vacanze a Bali, uno di miamadre che mi conferma la cena di stasera e uno di… Gabriel!

Da: Gabriel Diamonds A: Amandine Baumann Oggetto: Mia dolceAmande…

Non riesco a scacciarti dai miei pensieri… Beauregard si comporta bene?

Sibylle, la mia stilista, mi ha chiesto le tue misure. A parte descriverle il tuocorpo così come mi appariva nei sogni più incandescenti, non sono stato ingrado di fornirle queste informazioni… Completamente tuo, G.

Da: Amandine Baumann A: Gabriel Diamonds Oggetto: Mio… appetitosoGabriel!

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Anche a distanza, riesci a risvegliare i miei sensi… Nulla da segnalare daparte di Beauregard. L'ho incrociato di sfuggita e abbiamo scambiato solodue parole.

C'era Marion che te le potrà confermare.

Scheda segnaletica di quello che definisci il mio "corpo da sogno": S in alto,40/42 in basso, 38 di scarpe e… una piccola seconda, coppa C, per il seno (arischio di deluderti).

Teneramente, A.

Da: Gabriel Diamonds A: Amandine Baumann Oggetto: Nuova punizione?

"Appetitoso", sarà il nostro nuovo codice segreto per quando sei in cerca di"punizioni"?

Smettila di sminuirti, sei perfetta, tu sei la mia musa, l'oggetto di tutti i mieidesideri. Non c'è nulla in te che possa deludermi (a parte il fatto che lavoriper un dandy vizioso che sa mascherare molto bene il suo gioco…).

Con amore, G.

Da: Amandine Baumann A: Gabriel Diamonds Oggetto: Tutto quello chevorrai…

Sono già punita dalla tua assenza, ma non avrei nulla in contrario verso altricastighi... in tua presenza.

Adesso la smetta d'importunarmi signor Diamonds, ho da fare…Carnalmente, A.

P.S.: Ti sarei molto grata se volessi anticipare a Sibylle di non sfornarmi unacollezione di dolcevita… Da: Gabriel Diamonds A: Amandine Baumann

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Oggetto: Non mi tentare…

Ti preferisco sempre nuda.

Non dovresti avere nulla di meglio da fare che distrarmi… Eccezionalmenteti lascio scappare.

Non ti dimenticare che mi appartieni.

G.

Fa caldo qui, vero?

Dopo un pomeriggio senza grosse novità, se non le risate folli condivise conMarcus, ritrovo la mia famiglia al gran completo attorno alle 20. Gabriel,non ha potuto accompagnarmi a casa dei miei perché requisito a forza daalcuni dei suoi azionisti.

L'ennesima cena d'affari in un ristorante a tre stelle… Dura la vita diDiamonds!

Mia madre ha ritrovato la salute. Anche se sempre sotto sorveglianza, lei sidice completamente ristabilita. Ne ho la prova visto il gran ritorno del suolato maniacale. La casa è pulita come uno specchio, la tavola apparecchiataalla perfezione, la cena pantagruelica cucinata con amore.

– Christine, mia cara, hai cucinato ancora per un reggimento…

– Oh Pierre, non incominciare! Bisogna nutrirli questi figli!

Lascio i miei genitori alle loro gentili schermaglie e vado a cercare Camilleche sfoglia una rivista, comodamente seduta sul divano.

– Oscar è già a letto?

– No, Simon gioca con lui nella sua camera. Una volta tanto ha accettato difarmi un favore…

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– È pur sempre un adolescente, ma credo che sia maturato in questi ultimitempi. Di certo per via della malattia di mamma, e poi ricordati che noneravamo certo meglio alla sua età…

– Non hai torto. Anche se, gli uomini, non sono certo facili!

– A proposito di uomini… Novità di Silas?

– Sì, pare che gli manchi.

– Quando pensi di rivederlo?

– Non lo so. Devo definire il mio divorzio, il trasloco, la cura di mio figlio…e la mia gravidanza. E uno di questi giorni dovrò anche pensare a riprenderea lavorare!

– Sai che ci sono se hai bisogno…

– Sì, ma devo imparare di nuovo a cavarmela da sola. Devo farcela, nonfosse altro che per mio figlio. E per… lui… o lei…, aggiunge tristemente,posandosi le mani sul ventre.

– Hai deciso? Lo terrai?

– Credo. Insomma, non lo so. Continuo a cambiare idea, è stressante.

– So che non vuoi sentirne parlare, ma io continuo a pensare che Silasdovrebbe essere messo al corrente.

Potrebbe aiutarti…

– Amandine, ti ho già detto di no.

A tavola la discussione è al culmine. Mia madre va in estasi davanti al miovestito, mi domanda notizie di Diamonds; mio padre mi fa domande sul mionuovo lavoro e sembra già un fan di Marcus. Dall'altro lato Simon e Camillecercano di scovare sui loro palmari le più belle top model del momento. In

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capo a solo un quarto d'ora le grida e le risate esplodono da tutte le parti.Malgrado tutte le difficoltà che abbiamo superato e quelle che verranno, ilclan Baumann sembra più unito che mia. Non posso reprimere un sentimentodi fierezza; questo quadro vivente e commovente mi riscalda il cuore.

All'improvviso, il suono del campanello mi riconduce a terra. Camille, la piùvicina all'ingresso, si alza per andare ad aprire. I miei genitori e mio fratellosono troppo occupati a discutere la futura destinazione di viaggio perrealizzare che non è ancora tornata e che sono trascorsi diversi minuti. Mieclisso a mia volta, lascio la sala da pranzo e faccio in modo di non attiraretroppo la loro attenzione per raggiungere mia sorella. La trovo in pienadiscussione con… Silas! Noto che il gemello Diamonds è tutto in ghingheri,forse per concedersi qualche possibilità in più… È pazzesco quantoassomiglia a Gabriel… E quanto non mi attiri!

Neanche costretta?

Vedendomi arrivare, il bel biondo mi rivolge un cenno con la mano, masenza interrompere quel che sta dicendo, apparentemente un discorsopreparato.

– Camille, sono due settimane che aspetto, che ti lascio respirare. Hobisogno di più, voglio di più. So che in fatto di relazioni non ho un passatoglorioso, ma fidati di me, sei tu quella che voglio. Ho voglia di stare assiemea te. Sono pronto a impegnarmi. Per davvero.

– Silas, ti ho già detto che ho bisogno di tempo. Più mi metti pressione e piùnon riesco a fare il punto.

– Ma tu senti qualcosa per me o no? Dimmi solo questo, fai un piccolo passoverso di me…

– É evidente, ma quello che mi chiedi non è un piccolo passo, è un salto nelvuoto! La mia vita è già troppo piena: ho un bambino, un marito che prestonon lo sarà più, una madre più o meno ristabilita, un lavoro che mi attende…Non riesco a gestire tutto contemporaneamente!

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– Allora, lascia che ti aiuti a semplificare le cose. Lasciami essere presente,fai di me il tuo pilastro, la tua metà, ufficialmente.

– Silas, è ora che tu vada via. Non sono pronta per tutto questo…

– Lo sarai un giorno?

– Forse. Non posso prometterti niente…, dice la voce rotta dai singhiozzi.

Disorientato, il gemello esita tra il fare marcia indietro per obbedirle eprenderla tra le braccia. Finalmente è Camille a fare un passo verso di lui.Lo bacia con tenerezza sulla guancia prima di fuggire in cucina. Non ho maivisto Silas messo così male…

– Dalle un po' di tempo. Sono convinta che finirà per aprire gli occhi…, glidico, tentando di consolarlo.

– Lo credi davvero?

– Sì. Ma ti avverto, se osi farle del male…

– Io credo di amarla, Amandine. Ne ho abbastanza di farfalleggiare, di farenon importa cosa, di perdere il mio tempo con tutte queste ragazze. Hovoglia di fare l'uomo, di accasarmi, di avere dei bambini!

4.Una parola di troppoLa prima settimana all'Agenzia Models Prestige è ormai alle mie spalle.Difficilmente avrei potuto sognare qualcosa di meglio: a parte Ortica, i mieicolleghi mi hanno accolta molto bene, con una menzione speciale per il caroMarcus, che già compare tra i preferiti nella mia lista contatti. Sono un po'perplessa in merito alle reali intenzioni del grande capo, il bello e anchefocoso Ferdinand de Beauregard, ma la cosa non mi tocca più di tanto.

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Adesso che l'ho visto scaricare i nervi su un buon numero di dipendenti, nonme la prendo proprio se vuole riservarmi questo "trattamento di favore". Inmia presenza, è stranamente cortese e gioviale, per non dire altro… Hodeciso di prestarmi con garbo al suo gioco, di non prendermela troppo se siconcede qualche libertà, mantenendo nel contempo una certa distanza. Dopotutto, il mio cuore non è più in vendita!

E neppure il mio corpo… E credo che sia questo l'unico suo interesseOvviamente, queste cose le tengo per me. La gelosia di Gabriel non èfondata ma preferisco evitare qualsiasi malinteso… Con lui la situazionepuò degenerare in fretta e la semplice evocazione di un uomo che mi fa delleavance potrebbe farlo impazzire. D'altra parte il mio amante sempre un po'sulle spine non manca mai di chiedermi notizie del "dandy" tutte le volte chene ha l'occasione. Ho dovuto usare qualche piccolo stratagemma per evitarel'argomento, anche offrirgli me stessa a volte… Hmm… Abbiamo vistopenitenze peggiori… Mi sorprendo ancora una volta ad ammirare il mioamante addormentato al mio fianco, sublime anche quando è completamentesvestito. Le nostre battaglie notturne l'hanno sfinito, come hanno sfinito med'altra parte, ma le vibrazioni del mio telefono appoggiato sul comodino mihanno strappata al mondo dei sogni. Camille ha scelto di mandarmi un smsalle 7 del sabato mattina. Io a mia volta ho deciso d'ignorarlocompletamente, ma la curiosità inizia a stuzzicarmi. Dopo aver invanoresistito per qualche minuto, capitolo e m'impadronisco dello smartphone.

Bella prova di determinazione, mia debole Amande…

[Chiamami, è urgente. Il tuo ragazzo ha deciso di rovinarmi la vita!]

Direzione bagno, in punta di piedi per non svegliare il "mio ragazzo", esistemare i conti con mia sorella, la più grande "reginetta del melodramma"al mondo! Mi domando cosa abbia da rimproverare a Gabriel, ma qualcosami dice che sta facendo un gran casino per niente… Tanto per cambiare…Dopo il primo squillo, Camille risponde. La sua voce stridula e aggressivami costringe ad allontanare il telefono dall'orecchio. Completamenteisterica, urla senza consentirmi d'intervenire…

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– Gliel'ha detto! Questo stronzo di… di… di non so cosa… non so quale tipodi rapporto abbiate tra di voi, nessuno lo sa! Il tuo Gabriel l'ha detto a Silas!Sa tutto! Che sono incinta di circa sei settimane e che non gli ho detto nulla!Io lo ammazzo il tuo Diamonds, ti giuro che l'ammazzo!

– Camille, calmati…

– "Camille calmati", "Camille smettila di piangere", "Camille smettila diurlare"

"Si sistemerà tutto Camille"… ne ho abbastanza dei tuoi stupidi consigli.No, non si sistemerà niente e no, non mi calmerò. Ti sto spiegando cheGabriel mi ha tradita, che a rivelato il mio segreto, e tu, come al solito,prendi le sue difese. Pensi di stare dalla mia parte almeno una volta nellavita, di schierarti con me, di difendermi?

– Spiegami invece di scaldarti tanto! Che cosa è successo esattamente? Ecome ha reagito Silas?

– Gliel'ha detto ieri! Ed è da ieri che Silas mi assilla; mi ha lasciato decinedi messaggi stanotte, poi stamattina è venuto a casa mia, completamentefuori di testa. È appena andato via, furioso, ferito. Lo perderò. Ce l'ha conme.

E posso capirlo…

– Lasciagli il tempo di farsene una ragione, di digerire la notizia. Tornerà, nesono sicura!

– Già, devo solo aspettare e grazie a voi due. Siete proprio fatti l'uno perl'altro: siete due grandi egoisti!

– Camille, mi spiace…

– Me ne fotto! Che tu mi faccia la morale, che tu sia gelosa, che tu misnobbi, può andare. Ma adesso avete superato tutti i limiti! Non sono pronta

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a perdonarti, Amandine… Adesso scusami ma si è svegliato Oscar, devooccuparmi di lui facendo finta che tutto vada bene e che sua zia e il suoragazzo non mi abbiano appena piantato un coltello nella schiena!

Mi ha riappeso il telefono in faccia e, per una volta, non riesco ad avercelacon lei. Sono settimane che dico a Camille di confessare tutto a Silas, che leconsiglio di non nascondere la sua gravidanza, ma facendolo al posto suoGabriel è andato troppo oltre. Getto il telefono nel lavandino del bagno con idecori marini e contemplo la mia immagine nello specchio. Il mio visoaffaticato e preoccupato mi giudica con durezza, per niente comprensivo.

Pronta a farla fuori con l'uomo che ha tradito mia sorella di nascosto, miraccolgo i capelli e infilo il kimono satinato attaccato alla porta scorrevole.Di ritorno in camera, trovo Gabriel perfettamente sveglio mentre staindossando i suoi jeans. I suoi occhi azzurri m'interrogano e intuisconoimmediatamente la mia collera.

– Sai…, mi dice dolcemente.

– Sai cosa? rispondo il più freddamente possibile.

– Ho detto tutto a Silas, e Camille te l'ha appena rinfacciato… Mi sbaglio?

– No, è proprio così. Come hai potuto?

– Come?

– Hai tradito mia sorella! E io con lei! Io ero sconvolta quando te l'hoconfidato! Non volevo che succedesse questo. Toccava a Camille dirlo aSilas, non a te!

– Silas è mio fratello, Amande. Non potevo…

– È lei a essere incinta! È lei che vive in questo modo da settimane, e che nesoffre, che non sa come dirglielo! E tu, te ne esci fuori con i tuoi grandiprincipi e la fai sprofondare ancora di più? Ti ricordo che tuo fratello non è

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proprio un esempio di lealtà… O hai già dimenticato quello che mi ha fattopassare?

– Tutto questo è passato, adesso si parla del presente, del futuro! Dovevasaperlo! Al suo posto avrei voluto che qualcuno avesse la decenza didirmelo!

– Stai tranquillo, a noi non capiterà.

Gabriel s'immobilizza, destabilizzato dal mio ultimo commento. Dopo unprofondo respiro, fissa il suo sguardo nel mio e chiede, incredulo e allostesso tempo minaccioso…

– Cioè?

– Hai capito bene… Non farò bambini con qualcuno di cui non posso averfiducia.

Qualche secondo più tardi la porta del mio appartamento sbatterumorosamente, portando con sé il mio amante e tutta la sua furiaimpetuosa. Mi ritrovo sola a pensare. Una parte di me si felicita per averavuto l'ultima parola, l'altra si domanda se non sono andata troppo oltre.

E se fosse stata una parola di troppo?

La terrazza è affollata, ma sono riuscita ad assicurarmi l'unico tavolocompletamente all'ombra del caffè di Place Villiers. Ho appuntamento conMarion e Tristan a mezzogiorno; io sono in anticipo e loro sono in ritardo.

Niente di strano, sembra che la puntualità non scorra nel DNA dei fratelliAubrac.

Al contrario della suscettibilità… Mi preparo a ricevere l'ennesima predicada parte della mia migliore amica. Ieri le ho fatto il bidone, quando il mioamante ha deciso di trattenermi "con la forza" impedendomi di raggiungerlaal cinema. Non posso rifiutarmi di passare l'intera serata e tutta la nottata

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rannicchiata tra le braccia del mio Apollo! Quanto a Tristan, apparentementeha preso male il fatto che io non muoia dalla voglia di incontrare la suanuova dolce metà. Ha preso il mio silenzio per indifferenza, e la cosa nonpromette niente di buono per questo pranzo improvvisato.

Insomma, improvvisato… Più che altro imposto… E Gabriel che nonrisponde alle mie chiamate… Fratello e sorella arrivano insieme, casco dascooter in mano. Vedendoli avanzare verso di me in jeans e t-shirt, so chesarò oggetto di riflessioni più o meno piacevoli. Inauguro il mio ultimoacquisto: un vestitino bicolore a pois, arancio chiaro e bianco accompagnatoda sandali alla schiava color cammello. Prendono posto attorno al tavolo emi rivolgono un tiepido "Ciao". Finalmente Marion si decide a prendere laparola.

– È per noi che ti sei fatta così bella? chiede, con un sorriso ironico sullelabbra.

– Siamo in estate, fa caldo, ho messo un vestito… e…

– E poi te ne andrai a raggiungere Diamonds…, aggiunge Tristaninterrompendo la mia frase.

– Sì. Va bene, l'interrogatorio è terminato?

– Non credere di cavartela così Baumann! Ti ricordo che ieri mi hai piantatain asso all'ultimo minuto. Spero che tu abbia una buona scusa.

– Ero… occupata…, dico, arrossendo.

– Amandine ha giocato al dottore, che bello…, ironizza Tristan.

– Se riuscite a trovarmene uno, di dottore, per il resto mi arrangio io…,rilancia Marion.

– Marion!

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Tristan non riesce a fare a meno di fare una boccaccia in risposta allarichiesta di sua sorella.

– Oh va bene, santarellino! Come se tu non giocassi al dottore almeno trevolte al giorno, con la tua Iris!

– Già… Ma la cosa non ti riguarda, ficcanaso!

Per oltre un'ora, Gabriel non occupa più la mia mente e le folli risate sialternano alle confessioni più… maliziose. A più riprese i due fratelli sidivertono a fare gli offesi, ma non m'ingannano, quei due sono più compliciche mai. Sento che dopo il viaggio a L.A. si sono avvicinati moltissimo e lacosa mi rassicura. Il clan Diamond non è riuscito ad avere i loro scalpi!

Dopo essersi allontanato per qualche minuto, durante i quali Marion neapprofitta per rubargli alcune patatine fritte, Tristan torna e ci annuncia cheIris è pronta a raggiungerci.

– È proprio qui vicino. Non ti disturba vero Amandine?

– E io, nessuno mi chiede cosa ne penso? insorge Marion.

– No, tu ti servi dai piatti degli altri, quindi non hai diritto di parola…risponde ridendo.

Non so perché, ma l'idea di incontrare la sua amichetta mi disturba; temoquesto primo incontro. Tristan sembra molto innamorato, ma è stato tuttotroppo veloce. Sospetto che questa ragazza stia approfittando della suadolcezza, della sua gentilezza… Non sei nella posizione migliore per dirloAmandine. Si è fatto in quattro per te, senza avere niente… in cambio.

Quando appare l'Iris in questione, il mio sentimento viene subitoconfermato. Non mi piace proprio niente di lei.

La graziosa biondina dagli occhi penetranti mi squadra dalla testa ai piediancor prima di salutarmi, poi bacia languidamente il suo ragazzo con

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l'intento di dare spettacolo. Marion non ha l'aria sconvolta; ritengo ci abbiafatto l'abitudine, ma io trovo questo tipo di approccio un po'… aggressivo. Èchiaro, Iris ha deciso di marcare il territorio.

– Amandine, non è vero? Sei tu allora quella che fa girare la testa a tutti?Capisco perché… E questo sarebbe un complimento?

– Vedo che la mia reputazione mi precede… Sono solo la migliore amica diMarion… e amica di Tristan.

– Già, sua amica. Hai ceduto la mano per dedicarti ad altro e a me è andatadi lusso.

– Vedo…

– E allora, li preferisci miliardari?

Mi sa che va a finire male…

– Iris, bevi qualcosa? interrompe Tristan, imbarazzato per i sottintesi dellasua metà.

– Sì, buona idea, vado a ordinare qualcosa, anch'io…, aggiunge Marion, unpo' infastidita.

La mia migliore amica mi rivolge uno sguardo esagerato, per dirmi che èdalla mia parte. E sicuramente per impedirmi di andare troppo oltre… Hoscelto d'ignorare l'ultimo commento di Iris, sperando che non mi rivolga piùla parola.

E che si strozzi mentre beve il suo frappè… Questo demonio dal visod'angelo fa il suo show per due ore, e quando il nostro piccolo gruppofinalmente decide di levare le tende, sono pericolosamente sull'orlo di unacrisi di nervi. Mi sono morsa la lingua a più riprese per non ammazzarlaverbalmente, ma sentivo chiaramente che non sarei riuscita a trattenermiancora per molto. Iris ha un parere su tutto, soprattutto quando la cosa non la

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riguarda. Peggio: è patologicamente curiosa e ha cercato di saperne di più sudi me in modo indiretto. Fortunatamente Marion non si è sbottonata eTristan ha fatto del suo meglio per cambiare argomento tutte le volte che si èreso necessario. Ma la bionda è dura a morire. Fa parte di quelle persone chearrivano sempre allo scopo… qualunque sia il mezzo impiegato.

Sollevata per averla incontrata e decisa a non incrociarla mai più, mi recosubito dopo nel quartiere di SaintLazare per fare un po' di shopping conLouise. La mia amica d'infanzia è appena tornata dalle vacanze e, come me,è alla ricerca di un tailleur di tendenza per l'ufficio. Ho promesso a Gabrieldi procurarmi delle tenute "adatte al mondo del lavoro" e conto proprio ditener fede alla parola data.

Ancora nessun messaggio… Mi sta tenendo veramente il muso!

Una canotta, due abiti e un bikini dopo, mi arrendo: questa sessione dishopping è stata un fallimento.

Un vestitino nero sciancrato, si porta dappertutto… anche al lavoro… No?

Al termine del pomeriggio, dopo aver abbracciato Louise, m'infilo nellametro in direzione Parc Monceau.

Gabriel probabilmente è a casa sua. Una visitina a sorpresa forse gli faràdimenticare la nostra litigata del mattino.

Le stazioni sfilano veloci. Più mi avvicino alla sua signorile dimora e più milascio prendere dall'angoscia. E se avesse lasciato Parigi? Se rifiutasse divedermi? Se fosse già a letto con una mia sostituta? La suoneria deiColdaply risuona nella mia borsa bianca e mi strappa ai miei tormenti. Sulloschermo è apparsa la scritta "numero sconosciuto".

E se fosse lui?

– Pronto?

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– Amandine Baumann?

Riconoscerei questa voce tra mille… Prudence Diamonds! Mi si è gelato ilsangue. Vorrei riagganciare, ma la curiosità ha la meglio.

– Sì… La ascolto.

– Sono Prudence Diamonds. Ha qualche minuto da dedicarmi?

– Sì, ma sono dentro la metro, la linea potrebbe saltare.

– Poco importa, andrò dritta allo scopo. Come ben sa, mio figlio si rifiuta dirivolgermi la parola…

– No, si rifiuta di ascoltare le sue bugie, è diverso.

– La smetta di interrompermi Amandine, non renda questa discussione piùpenosa di quanto già non sia.…

– Se l'ama veramente, se vuole la sua felicità come sostiene, non allontanimio figlio da me. Ha bisogno di sua madre… e viceversa. Ho sempre volutoil suo bene, ho sempre cercato di proteggerlo…

– Glielo dica lei stessa, Prudence.

– Si rifiuta di parlare con me, lo sa benissimo.

– Sia onesta, e accetterà di ascoltarla. Riconosca i suoi sbagli; gli confessi laverità e la perdonerà. Gabriel ama la sua famiglia, è pronto a tutto per il suoclan. Ma non sopporta i tradimenti…

– Il mondo è cambiato…

– Come, scusi?

– Lei, Amandine, sta tendando di farmi credere di conoscere mio figliomeglio di me, di sua madre.

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– Non sono io quella che gli ha fatto del male. Non sono io quella che fuggecome la peste. Vuole un consiglio, Prudence? Scenda dal suo piedistallo e glidica quello che ha nel cuore. Faccia così o lo perderà… davvero.

– Arrivederci, Prudence.

Turbata da questa conversazione irreale, per un soffio non mi perdo lafermata. Salto in extremis sul marciapiede della metro, bruciante perl'impazienza di ritrovare il mio amante e di raccontargli questo brevecolloquio ad alta tensione… Nonostante l'opprimente calura, cammino atutta velocità ed è senza fiato che arrivo nel vicolo privato che costeggia ilparco. Una volta di fronte all'immensa porta di legno massiccio, mi concedoqualche secondo per riprendere fiato, poi suono, piena di speranza. È comese il tempo si fosse fermato, l'attesa mi sembra interminabile. Finalmente,un rumore metallico mi dice che qualcuno sta per aprirmi. E accade proprioquello che temevo: mi ritrovo faccia a faccia con Soledad, la governante conla luna storta, la guardiana di questi luoghi.

Ancora più efficace di un cartello "Attenzione, cane feroce"…

– Signorina Baumann, che piacere rivederla! afferma, rivolgendomi unsorriso rigido come il suo chignon.

Non ridere… Sorridi… Educatamente…

– Buongiorno Soledad. C'è Gabriel? rispondo, il più innocentementepossibile.

– Sì, il signor Diamonds è in salone. Vado ad avvisarlo della sua…

– Non c'è bisogno, grazie!

Non protesta nemmeno mentre mi vede filare a tutta velocità in direzionedella scale: non è la prima volta che le gioco questo tiro. Se questa donnanon mi avesse trattato in precedenza come una nullità di certo mivergognerei del mio comportamento… Si raccoglie quel che si semina…

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Sono sorpresa di trovare Gabriel indaffarato nella sontuosa cucina aperta cheda sul salone. Un immenso coltello in mano, affetta le verdure a julienne enon nota la mia presenza, concentrato sulle sue creazioni culinarie.

Per alcuni lunghissimi istanti, rimango a osservarlo, stupefatta dalla suadestrezza. Maneggia gli utensili tagliando alla perfezione, con i modi di ungrande chef. Dietro di lui, un vapore divinamente profumato sfugge da unacasseruola, mi sembra di riconoscere delle aragoste disposte proprio lì afianco, sul tavolo di lavoro. Un po' più in là frutti di tutti i tipi e dai coloricangianti sono stati deliziosamente affettati e sovrapposti su un grandepiatto dorato. Non mi stanco di ammirare questo spettacolo. Non sapevo chequest'uomo in cucina potesse essere così… virile… irresistibilmente virile.Nella sua divisa di grande creatore leggermente spiegazzata e con i suoipantaloni di morbido lino, il mio bell'amante come un dio mi stuzzical'appetito senza saperlo.

Non questo tipo di appetito, l'altro…

– Aspetti qualcuno?

Sorpreso dalla mia presenza, Gabriel alza bruscamente la testa e micontempla, inizialmente frastornato. Poi, ritrovando un contegno, mi rivolgeun timido sorriso che mi spezza il cuore.

– Sì. La donna che amo, ma che non vuol diventare la madre dei miei figli.

– Gabriel, ho detto tutto ciò perché ero in collera. Non pensavo una solaparola… Insomma, non tutte…

– Lo so, dice avvicinandosi a me. Non avrei dovuto parlarne a Silas.Insomma non prima di averne discusso con Camille…

– Su questo siamo d'accordo signor Diamonds. Adesso parliamo di questacena che già stuzzica le mie papille gustative… Il mio amante affamato èormai a qualche centimetro da me. Sento il suo profumo muschiato irradiarsinelle mie narici, mentre il suo sguardo si tuffa nel mio, a rischio di farmi

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vacillare. Poi le nostre bocche s'incontrano, le nostre labbra si ritrovano, lenostre lingue si scatenano, i nostri corpi si sfiorano e si cercano. Mi sfuggeun lungo gemito, che spinge Gabriel a battere in ritirata, a tutto discapitodella mia immensa frustrazione.

– Ho voglia di assaporarti con calma, Amande, senza precipitazione. Seiparticolarmente attraente stasera, ma cercherò di controllarmi…

– Non vuoi nemmeno un piccolo assaggio? rispondo con affettazione, prontaa tutto pur di convincerlo.

– Bel tentativo, ma non mi avrai così facilmente… Vieni, aiutami! mi diceprendendomi per il braccio e dandomi una sculacciata.

Per una mezz'ora, Diamonds tenta di condividere con me la sua passione perla gastronomia. Buona allieva e docile aiutante, faccio del mio meglio perseguire le sue istruzioni, ma sono veramente maldestra e il compito per menon è per niente facile; la cosa provoca l'ilarità del mio istruttore.All'apparenza la mia incompetenza lo diverte moltissimo. Si diverte pure acomplicarmi la vita cercando in tutti i modi di destabilizzarmi. Mi sfiorasensualmente a più riprese, osserva i miei gesti imprecisi da sopra la miaspalla incollandosi a me, sussurra preziosi consigli nell'incavo della mianuca, allunga le mani su di me con il pretesto di guidarmi… La seduta diapprendistato si è trasformata in tortura. Il mio desiderio diventaincontrollabile, ma il signore si ostina a lasciarmi languire, a farsidesiderare… Finalmente, andiamo a tavola e, malgrado io non abbiaappetito, mi sorprendo a divorare ogni portata, una dopo l'altra. Un brodo diaragosta alla tailandese, un piccolo filetto alle spugnole con julienne diverdure miste, poi una macedonia al basilico. Durante la cena, la tensionesessuale è salita ancora di più e, al momento del dessert, attorno a noi ilsilenzio è assordante. Gabriel ed io siamo come in una bolla, gli sguardicalamitati l'uno verso l'altra, siamo in ebollizione. Quando, dopo diversiminuti, il mio amante autoritario si decide a parlare, per poco non svengo.

– Alzati e spogliati. Adagio… Eseguo, ipnotizzata dal desiderio intenso chepercepisco nella sua voce. Rapidamente il mio vestito a pois finisce a terra,

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seguito dal mio reggiseno color corallo a balconcino e dal perizoma in tinta.Mi ritrovo nuda, esposta ai suoi ardenti sguardi. Anche lui si alza, sisbottona la camicia, poi i pantaloni e si mette di fronte a me, splendente divirilità. La sua erezione è già magistrale, sull'attenti, ma mi impedisce ditoccarlo con le mani o con la lingua. Il mio amante stasera gioca a fare iltiranno, ha deciso di prendere l'iniziativa e di condurre il gioco,perfettamente in linea con il suo carattere dominante. Ho appena il tempo difare questa riflessione che già mi è addosso. Le sue labbra s'impadronisconodelle mie, le sue mani mi percorrono tutta, mi massaggiano energicamente,mi stimolano, dalla testa all'inguine fradicio, passando per i miei seni turgididi desiderio.

Gabriel è dappertutto allo stesso tempo. Sotto i suoi assalti gemo, sconvoltadal piacere che si espande in me.

Con la mano libera gli afferro il sesso e do inizio a un sensuale andirivieniche gli strappa rochi grugniti. La sua lingua è diventata più avida, le suemani più insistenti. Afferra una delle mie gambe e se la fa risalire attorno aun fianco per potermi penetrare con un dito, poi due. Ansimo al ritmo dellesue intrusioni senza riuscire a riprendere fiato. La mia intimità è in fiamme,e sento uno squisito calore espandersi in tutto il mio corpo, a indicarel'imminenza dell'orgasmo. Il mio esperto amante se ne accorge e passa allecose serie.

Mi solleva con una facilità sconcertante e mi depone sul piano di lavoro.Allargandomi le cosce afferra uno dei miei capezzoli tra i denti e mimordicchia fino a strapparmi un grido di piacere e di dolore. Poi, colloca ilsuo sesso all'ingresso della mia intimità e vi scivola dentro lentamente, inprofondità. Si ritira e ricomincia, ancora e ancora. Finalmente, eccitato dallemie suppliche, affonda con un'ultima stoccata, violenta e brutale stavolta,grugnendo di piacere. Le sue bordate sono rapide, intense, sempre piùprofonde e mi fanno perdere la testa. Nel giro di qualche minuto, ciavviciniamo all'orgasmo. Stavolta il mio amante in fregola, ci arriva primadi me, con un grido bestiale, poi anch'io mi abbandono a mia voltaall'orgasmo, incendiata dai suoi ultimi andirivieni.

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Le sue braccia mi afferrano di nuovo e ci ritroviamo allungati proprio sulpavimento, senza fiato, rannicchiati l'uno contro l'altro. Una volta tornatasulla terra, mi viene in mente che non gli ho ancora raccontato del miocolloquio con Prudence.

– A proposito, mi ha chiamato tua madre. Vorrebbe che tu le lasciassispigare.

– É l'ultima delle mie preoccupazioni, signorina Baumann. Non vogliosapere una parola…, dice languidamente, posizionandosi a cavalcioni su dime, per farmi capire che non è ancora sazio…

5.Uno scenario da incubo

Tra circa dieci ore, la mia seconda settimana tra le mura dell'AgenziaModels Prestige volgerà al termine. Il meteo di questo venerdì mattina haannunciato l'arrivo, nei prossimi giorni, di una grande ondata di caldo. Parigisotto la canicola non è il massimo, ma bisogna imparare a conviverci…Sulla via dell'ufficio, mi felicito con me stessa per aver scelto una tenutamolto estiva, anche se corretta sotto tutti i punti di vista: un paio dipantaloncini in lino blu scuro, una blusa alla marinara arancione con il collotondo e un paio di ciabattine piatte dorate. Una fascia per i capelli intrecciataaggiunge un piccolo tocco hippy ma chic al look del giorno. Lavorare inun'agenzia di modelle non concede spazio agli errori: un sacco di accessorima con gusto, giusto quel che ci vuole, senza troppe stravaganze, si chiamaistinto di sopravvivenza.

Attenzione Amandine… La superficialità è contagiosa in questo ambiente…Nella hall dell'edificio haussmanniano non c'è nessuno e nemmeno

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nell'ascensore. Per la prima volta sono riuscita ad arrivare al lavoro inanticipo. Sono le 8 e 45, l'orda di pin up, hipster e dandy di tutti i generi nonha ancora invaso questi luoghi. Marcus invece è già qui. Sotto l'aspetto di unpagliaccio inveterato si nasconde in realtà un vero sgobbone. Anche se riescea dire stupidaggini a una velocità e con una frequenza incredibili, la suaefficienza è fuori discussione. Vedendomi raggiungere il mio ufficio, mirivolge un sorriso di cui è l'unico a detenere il segreto e, come tutti i giorni,passa in rassegna il mio abbigliamento…

– Nessuna caduta di gusto, come al solito. Anche se questa fascia per capelliavrebbe meritato di essere un po' più flashy… Più "summer love", capisci?

– É venerdì, Marcus. Non mi si può chiedere di più…

– Fammi sognare mia cara, dimmi che ti attende un week-end da favola!

– Resteresti deluso… A parte stasera, per il momento non ho previstoproprio nulla.

– Stasera? Hmm… Un "hot date"?

– Potremmo chiamarlo così, sì…

– E posso sapere con chi?

– Con il mio… il mio… Il mio cosa?!

– Il tuo ragazzo? Un amico occasionale? Il tuo vibratore? risponde lui perme, scoppiando a ridere.

– Il mio ragazzo.

Gabriel… Non vedo l'ora di vibrare sotto le tue mani…

– C'è qualcuno? mi chiede Marcus agitando le braccia per distrarmi dallemie fantasticherie.

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– Scusami, mi sono persa…

– Hmm… Deve valere proprio la pena, questo ragazzo misterioso! E ha unnome?

– Gabriel Diamonds.

– Diamonds? Dell'Impero Diamonds? Non ti devi certo annoiare mia cara!

– Lo conosci?

– Multimiliardario, stupendo, ha già lavorato con l'agenzia.

– Che cosa?

– Sì, qualche anno fa. Aveva bisogno di alcune hostess stile modella per unadelle sue serate mondane. Credo che non vada un gran che d'accordo conFerdinand. Non si è più servito di noi da allora…

– Buono a sapersi…, dico leggermente contrariata perché il mio amante nonme ne ha mai parlato prima.

– E allora? A letto è altrettanto dotato che per gli affari?

– Ho del lavoro da fare, Sherlock, adesso lasciami lavorare.

– Ti avrò per sfinimento, mia cara! Vedrai che finirò per sapere tutto!

– Se lo dici tu… Verso le 11, mi sono appena lanciata nella redazione delmio comunicata rivolto a promuovere le nostre ultime reclute, alcunemodelle "kids" e "junior", quando vengo messa in allarme da alcune gridache provengono dall’ open space. Riconosco immediatamente la voce nasaledi Hortense Lemercier. Completamente isterica, avanza a grandi passi nellamia direzione sputando dieci parole al secondo, totalmente incomprensibiliper i comuni mortali. Si ferma alla mia altezza e mi lancia uno sguardoassassino.

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– Allora, hai avuto quello che volevi, eh? Sono sette anni che mi dedicoanima e corpo a questo fottuto lavoro!

– Hortense, non capisco…

– Ma certo, fai anche l'innocente! Sono appena stata licenziata per colpa tua!Hai fatto gli occhi dolci a Beauregard, adesso vuole te! Non farti illusioni,verrà il tuo turno… L’assistente, o meglio l'ex-assistente furibonda ripartealtrettanto velocemente di quando era arrivata, proferendo insulti più o menoudibili. Dai vari uffici, tutti gli sguardi sono rivolti verso di me.

Disagio… Grossissimo disagio… Di fronte a me, anche Marcus sembrasotto shock. È la prima volta che lo vedo rimanere senza parole! Il suosilenzio mi abbatte ancor di più. Se nemmeno lui riesce a sdrammatizzare lasituazione, vuol dire che c'è qualcosa che non va. Proprio non va. Mentrecerco un modo per sparire, il mio telefono fisso inizia a suonare… Cos'altrosta per capitarmi?

– Amandine, sono Ferdinand. La aspetto nel mio ufficio. Immediatamente!

Non ho avuto nemmeno il tempo di rispondere qualcosa, il Presidente ha giàriattaccato. Mi alzo, un po' febbrilmente, premurandomi d'ignorare tuttiquesti occhi che mi scrutano e mi reco docilmente fino alla grande portadove troneggia maestosa la targhetta dorata del grande capo. Bussoleggermente sul legno massiccio, poi abbasso la maniglia dopo che qualcunomi ha detto "Avanti!".

É là, appoggiato non noncuranza all'immenso tavolo di vetro, perfettamenteabbigliato nel suo abito firmato.

Abbozza un sorriso d'incoraggiamento, sicuramente in risposta all'imbarazzoche legge sul mio viso, e mi fa segno di sedermi. Mi sorprendo a obbedire, afarmi piccola piccola, come una ragazzina in attesa della punizione.

– Amandine… radiosa, come sempre. Probabilmente sa già perché l'hoconvocata?

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– No, non so cosa stia succedendo… Hortense ha appena…

– Hortense non fa più parte di quest'agenzia. Sono mesi che è seduta su uncampo minato, lei non ha nulla a che vedere con la sua precipitosa partenza.

– Posso sapere che cosa le rimprovera?

– Lei è molto curiosa, Amandine… In due parole, non aveva buoni rapporticon il genere femminile. In questo ambiente, è imperdonabile.

– Ma dopo sette anni…

– Dopo sette anni un bel niente. Non è sempre stata la mia assistente. Lealtre sue qualità le hanno infine concesso di avere accesso a questaposizione, ma mi aspettavo qualche sforzo in più da parte sua. Non harispettato i patti ed ecco perché oggi siamo giunti a questo punto.

– E che cosa c'entro io, adesso?

– Amandine, non si dimentichi che sta parlando con il Presidente ora…,risponde sbalordito e divertito per la mia franchezza.

– Non mi trovo nel suo ufficio per caso, sbaglio?

– Deliziosa e perspicace… Cosa che spiega la sua presenza qui.

– Come?

– A partire da lunedì, lei sarà la mia assistente personale. Il suo stipendiosarà rivisto al rialzo, beninteso.

Hortense le ha lasciato un elenco dei progetti in corso. Terminerà la giornatacon Marcus Diarra, ma dalla settimana prossima, sarà… tutta per me.

Il suo sorriso birichino e soddisfatto mi fa venire voglia di far inghiottirescarpe stringate e cravatta a questo dandy presuntuoso. Io non sono una suaproprietà e non conto proprio di diventarlo. Rimane solo da trovare il modo

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per farglielo capire, senza perdere il mio posto all'agenzia. Dare ledimissioni dopo quindici giorni è una cosa impensabile! Quanto a farmilicenziare, non ci penso nemmeno…

– E in cosa consisterà il mio lavoro, esattamente?

– Assecondarmi, molto semplicemente. Organizzare il mio planning, esseredisponibile in ogni momento, cedere al più piccolo dei miei capricci… Sonosicuro che questo posto le darà grosse… soddisfazioni.

– Professionali, ovviamente.

– Ovviamente… Amandine, la smetta di diffidare di me. Io non sono suonemico, al contrario… Turbata da questo dialogo denso di sottintesi e dallenuove responsabilità che mi sono state assegnate, vado a raggiungereCamille in un ristorante giapponese alla fermata George V della metro.Intercetto la segreteria telefonica di Gabriel e gli lascio un messaggio perraccontargli quel che è successo in mattinata… sconcertante.

L'aria è pesante, il cielo è nuvoloso, per non parlare dell'inquinamento,Parigi mi prende alla gola. Prego dentro di me perché il Kaiseki sia un localeclimatizzato… e perché mia sorella non sia troppo glaciale. Alla fine sembradecisa a concedermi una tregua, pare proprio che abbia migliaia di cose dadirmi. Nonostante tutti i miei sforzi, devo confessarmi che mi aspetto ilpeggio… Io penso positivo, tu pensi positivo, egli pensa positivo…

– Amandine, sei una bomba! Lasciami indovinare… Asos?

Wow, che cambiamento! Ancora stamattina, si rifiutava di rivolgermi laparola…

– Sì… insomma i pantaloni.

– Mi piacciono! Quando penso che presto dovrò indossare abiti prémaman…Vado in depressione!

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– Vuol dire che… insomma che…

– Sì, mi tengo il bambino! E non so perché, ma sento che si tratta di unabambina.

– Che cos'è che te lo fa dire?

– Oh, semplicemente un'intuizione. Silas la pensa come me.

Tatto, Amandine, tatto…

– Ah sì? E quindi Silas è… come dire?

– Il padre di mio figlio. Il mio "boyfriend"!

– É magnifico! È davvero ufficiale? Non cambierai idea nel prossimominuto?

– No, è riuscito a dirmi tutto quello che volevo sentirmi dire. Mi sentoprotetta con lui, amata…

– E la cosa è reciproca?

– Sì, credo…

– Camille!

– Mettiti al mio posto! Mio marito mi ha sempre trattata come una nullità.Faccio fatica a concedere subito fiducia a un altro uomo, a sentirmi libera,tutto qui! Con il tempo guarirò… Silas è quello giusto.

– Alex ne è al corrente?

– Sì, e anche della mia gravidanza. È caduto dalle nuvole! Sarò cattiva, maci ho proprio goduto…

– Meriti di essere felice.

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– E di trasformarmi in balena! dice, scoppiando a ridere.

– Sì, anche quello, rispondo io sullo stesso tono.

Osservando mia sorella gettarsi sui suoi spiedini e sui suoi spaghetti di soiasaltati in padella, constato che ha ritrovato l'appetito… e che è proprioincinta! Immaginare che presto metterà al mondo un piccolo Diamonds èmeno doloroso di qualche tempo fa. Comincio ad abituarmi all'idea… anchese avrei preferito che aspettasse qualche anno. Per un'ora buona, passiamo inrassegna le ultime "news": la sua nuova coppia, la sua decisione di nonriprendere il lavoro, la mia promozione in qualità di assistente del boss, ilconflitto Gabriel/Prudence. Il tempo passa velocemente, e prima di averavuto l'occasione di affrontare tutti gli argomenti, devo già riavviarmi indirezione dell'Agenzia. Al momento di lasciarci io e mia sorella ciabbracciamo ridacchiando come due ragazzine, deliziate per esserciriconciliate sul serio.

Di ritorno in ufficio, vengo accolta da dei "ciao" un po' freddi e da unMarcus meno sereno del solito…

– Tutto bene mia cara? Pronta ad assaporare le tue ultime ore di lavoro inmia compagnia?

– Sì, anche se avrei preferito che durasse di più… Lei è stato un mentoreperfetto, signor Diarra.

– E lei una perfetta compagna di squadra, signorina dal dolce viso…, mi faridendo dolcemente.

– Ho terminato il mio comunicato. Te lo mando?

– Yes!

Aprendo la mia posta elettronica, trovo un messaggio non letto, provenienteda Ferdinand. Ci clicco sopra, con il mal di pancia. Questa brutta sensazionetrova conferma … Da: Ferdinand de Beauregard A: Amandine Baumann

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Oggetto: La pregherei di mettere la museruola al suo cane da guardia…

"Beauregard, sappia che la tengo d'occhio. Si dà il caso che AmandineBaumann, la sua nuova assistente, sia anche la mia dolce metà. Le consigliovivamente di astenersi da qualsiasi tentativo.

Cordialmente, Gabriel Diamonds, P.D.G. della Diamonds Company» Il suomiliardario farebbe bene a controllarsi se non vuol mettere in pericolo il suoposto di lavoro.

Faccia in modo che la cosa non si ripeta.

F.D.B.

Sono abbattuta, mortificata, rossa per la vergogna e per la collera. Gabriel haosato minacciare il mio titolare, senza avere nemmeno la decenza diavvisarmi! La sua gelosia, la sua possessività, il suo bisogno di controllaretutto mi fanno diventare matta. Ho voglia solamente di scappare via di qui edi andare a regolare i conti con il mio amante, ingiusto a mio parere. Seavesse più fiducia in me, non arriverebbe a tanto. Non correrebbe il rischiodi farmi licenziare per curare il suo ego ferito. Ma forse, è proprio quel chesta cercando: farmi perdere il lavoro.

Diamonds, ti sgozzerò… Rimando immediatamente un'e-mail a Ferdinandper scusarmi umilmente mentre tento di ritrovare un contegno. Il compito sirivela più difficile del previsto. Sembra proprio che i pettegolezzi nei mieiconfronti procedano spediti.

Attorno a me, riesco a percepire dei bisbigli malintenzionati e diversisguardi corrucciati rivolti nella mia direzione. Sono diventata la bestia nera,tra i miei colleghi… E io che pensavo di essere riuscita ad integrarmi bene!C'è quasi da credere che l'Ortica sia riuscita a convincerli… AmandineBaumann, traditrice opportunista e manipolatrice… Mio Dio, devo tenerduro per altre cinque ore… Dopo il colpo basso che mi ha tirato, Gabriel hacomunque la faccia tosta di venire a prendermi al lavoro… senza avvisare!Sono le 19 passate, ma questa faticosa giornata è ben lungi dall'essere finita.

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Il traditore pur sempre sublime fa come se niente fosse e mi bacia contrasporto sotto gli occhi dei passanti. Gli rendo passivamente il bacio,cercando di controllarmi per non fargli una scenata in mezzo alla strada, pertema di essere osservata.

Allontanarmi il più velocemente possibile da questo quartiere, ecco il mioobiettivo primario!

Una volta seduta al suo fianco, nella sua Mercedes nuova fiammante, possofinalmente esprimere tutta la mia rabbia, la mia delusione…

– Pensi di accennare all'antipatica e-mail che hai inviato al mio titolare?

– Non ero sicuro che te ne avesse parlato.

– Quindi? Occhio non vede, cuore non duole?

– Amandine, sono stato un po' impulsivo, certo, ma non lo rimpiango.Quest'uomo non è quel che credi…

– E allora? Pensi di proteggermi per tutta la vita e mio malgrado? Dipiantarmi un coltello nella schiena e di giocare a fare il duro? Quello chevuoi è difendere il tuo territorio e nient'altro!

– Tu mi appartieni, lo sai, ma lui non lo sapeva ancora. Adesso lo sa.

– E se mi avesse licenziata? Non ci hai pensato a questo? Tu e il tuo egosovradimensionato… Non pensi a nient'altro che a te stesso.

– Sbagliato, penso solo al tuo benessere!

– Non prendermi per il culo, Gabriel! Tu non sopporti l'idea che io abbiaaccettato questo lavoro. Tu avevi qualcosa in mente…

– Ascoltami bene, Amande, se avessi voluto che ti licenziasse, l'avrebbe giàfatto.

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– Fammi scendere!

– Scusa?

– Ferma la macchina e fammi scendere!

Il mio amante, furibondo, accelera e aziona la chiusura automatica delleporte. Sono sua prigioniera, incapace di fuggire da quest'uomo che amo eodio così tanto allo stesso tempo. Il resto del tragitto è silenzioso. Dopocirca quindici minuti, nessuno di noi si è ancora deciso a prendere la parola.Infine, dopo aver parcheggiato la berlina ai piedi della sua dimora padronale,Gabriel si gira verso di me.

– Amande, cerca di capirmi. Il tuo capo è un uomo seducente, ma non èquesto che mi da fastidio. Non dubito di te, è di lui che non mi fido. Tuignori tutto quello che so su di lui. Se mi sono comportato così è unicamenteperché voglio che sappia che io veglio su di te… da molto vicino.

– Che cosa ha fatto di così orribile? Dimmelo, aiutami a capire!

– Non è un uomo per bene…

– Perché? Che cosa gli rimproveri?

– Tutto e niente ecco tutto…

– Gabriel!

– La cosa riguarda Céleste…

– E?

– Una decina d'anni fa, lavorava per lui… come modella. Beauregard avevaappena creato la sua Agenzia che stava già esplodendo. Lui gli ha fatto delleavance. Si è accanito per mesi; lei non ha ceduto; l'ha licenziata e ha fatto inmodo da distruggere la sua reputazione. Questa cosa le ha fatto venire inodio il suo lavoro e non ha mai più sfilato.

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– Le ha usato… violenza?

– Non fisicamente, no, ma il suo comportamento ha rasentato il mobbing.Céleste si è rifiutata di denunciarlo, nonostante le mie pressioni. Volevofarlo colare a picco, impedirgli di prendersela con altre ragazze, ma lei nonha avuto la forza di andare fino in fondo.

– Tuttavia, Marcus mi ha detto che hai lavorato con lui. Perché?

– Ho ingaggiato tre modelle per farle parlare, ma la cosa non ha funzionato.Secondo loro, Beauregard è un tipo a posto, duro ma giusto.

– Forse è cambiato? Dovresti concedergli il beneficio del dubbio…

– Lo so, ma è più forte di me, voglio a tutti i costi risparmiarti certe cose,Amande. Sei così preziosa per me.

Diventerei matto se venissi a sapere che ti ha fatto del male… Un po'stordita da queste rivelazioni, mi lascio andare tra le braccia protettrici diquest'uomo dalle molteplici sfaccettature. La mia collera svanisce alcontatto con la sua pelle dolce e profumata, con le sue labbra calde eaffamate. Infine, quando sono sul punto di perdere il controllo e diincendiarmi completamente, Gabriel si stacca da me e mi rivolge il più bellodei suoi sorrisi. Le mie paure e i miei dubbi sono fuggiti via. Malgrado isuoi metodi più che discutibili, il mio amante ritrovato ha cercato solo diproteggermi… Soledad ci accoglie, seria e professionale, come suaabitudine. Ci scorta fino ai piedi dello scalone, informa il signore di questiluoghi che la posta lo attende nel solito posto, poi sento quest'ultimocongedarla per la serata, la sua presenza non è più richiesta fino all'indomanimattina. La governante si eclissa cortesemente, con mio grande piacere.Ormai, questi luoghi ci appartengono e io mi preparo a usare e ad abusaredel mio amante a mio piacimento.

Hmm… Dopo aver fatto un rapidissimo salto nel suo studio, Gabriel miraggiunge nella camera padronale dove ho avuto appena il tempo di

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sistemarmi i capelli e di rinfrescarmi velocemente. Si mette di fronte a me,bello come un dio nella sua polo di Ralph Lauren azzurro cielo e nei suoijeans, e mi rivolge uno sguardo febbrile…

– Dove eravamo rimasti? chiede mordicchiandosi il labbro.

– A cosa stai pensando? rispondo io, maliziosamente.

In una frazione di secondo le nostre bocche si attraggono, le nostre lingues'intrecciano, i nostri corpi si ritrovano l'uno contro l'altro. Il caldo diventasoffocante nella camera e, rapidamente, i nostri vestiti finiscono sulpavimento. Completamente nudi e già senza fiato, ci lasciamo cadere sulletto king size. Il mio amante imperioso prende il comando. Mi fa allungaresulla schiena, poi inizia a baciarmi il collo, i seni, l'ombelico, i fianchi. Miallarga con prepotenza le cosce e si attacca alla mia intimità in ebollizione.La sua lingua ardente traccia dei cerchi attorno al mio clitoride, strappandodei gemiti di piacere e d'impazienza. Quando finalmente affonda, sento deibrividi attraversarmi dalla testa ai piedi e supplico il mio torturatore diabbreviare le mie sofferenze. Ma Gabriel non ha ancora finito con me…Dolcemente, insidiosamente, introduce un dito nella mia femminilità e poida inizio a un andirivieni infernale, squisito.

Il mio sublime amante mi osserva mentre m'infligge queste divine sevizie. Ilsuo sguardo azzurro ben fisso nel mio, mi contempla con tutto il suo ardore.Finalmente, il suo controllo viene meno e, con un grugnito animale, risalelungo le mie cosce con un gesto focoso, mette le mie gambe sulle sue spallee mi penetra brutalmente. Il mio grido sorpreso lascia rapidamente il postoai miei ansiti disordinati e ai suoi respiri affannosi, lussuriosi e virili.Gabriel entra in me a una velocità vertiginosa e le sue bordate prendono pianpiano vigore. Il suo bacino sbatte contro i miei glutei e io m'inarco almassimo per poter accogliere meglio i suoi assalti. Insieme, ci avviciniamoal godimento, senza lasciarci con gli occhi. Il suo sesso mi martella, miriempie all'inverosimile, fino a quando i nostri due corpi, incastrati l'unonell'altro, esplodono all'unisono. Il mio amante trionfante si lascia cadere sudi me, la testa appoggiata sul mio ventre e, per alcuni lunghissimi minuti,

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rimaniamo immobili, invasi da un tenero torpore.

All'improvviso, una voce ci strappa da questa siesta benefica.

– Gabriel, dove sei?

Prudence!

– Che cosa ci fa qui? grida il mio amante gettandosi fuori dal letto einfilando i jeans.

Mi lancia uno sguardo pieno di amore e di comprensione, poi esce dallacamera sbattendo la porta dietro di lui.

Lo sento ancora sopra di me, contro di me, in me, e maledico questa donnaper aver guastato un momento così bello. Sento Diamonds salutare suamadre freddamente, qualche metro più in là, poi domandarle il motivo dellasua visita improvvisa.

– Gabriel, dovevo vederti. Mi ignori da oltre tre settimane, non lo sopportopiù…

– Sai cosa devi fare per far cambiare le cose. Rifiuto di farmi manipolare date, Prudence, l'hai fatto già abbastanza.

– Non riesci a provare la minima compassione? Vedermi in questo stato nonti turba? Sei mio figlio, dovresti…

– Dovrei cosa? Accettare senza fiatare che la mia stessa madre mi tradisca?

– Dovresti sapere che ho fatto tutto questo per te, per proteggerti…

– Quindi riconosci di aver ingaggiato Thor per tormentarci, Amandine ed io?Riconosci di aver minacciato la donna che amo, di aver utilizzato il nomedella mia defunta fidanzata; e tutto questo per separarci?

– Sì… sono stata io…, ammette in un sol fiato.

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– Perché, mamma, perché? Non capisco! Cos'hai da rimproverare adAmandine? Non vedi che mi ama da morire e che mi ha fatto rinascere, che èla sola ad essere riuscita a spodestare Eleanor? Non vuoi vedermi felice?

– Si, ma ho paura che tu venga a sapere la verità… e che mi odi per questo.

– Di che cosa stai parlando?

–...

– Prudence!

– Eleanor è viva.

Continua!

Non perdetevi il prossimo episodio!

Cento Sfaccettature di Mr. Diamonds - vol. 10:

Folgorante Amandine credeva proprio di averle viste tutte, ma non erano chegli inizi. La giovane donna si trova ad assistere, impotente, all'ultima ricercadell'insaziabile Gabriel. Combattuta tra il suo amore per lui e il timore diperderlo per sempre, come farà ad accettare la sua assenza e i lororicongiungimenti fugaci quanto intensi? Come riuscirà a sopportare larivalità di un'altra donna, invisibile e tuttavia così pericolosa? Come potrànascondere il proprio turbamento di fronte al feroce Ferdinand deBeauregard così simile e così diverso dal suo amante?

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Emma Green

CENTO SFACCETTATURE DI MR. DIAMONDS

vol. 9: ArdenteContinua!Non perdetevi il prossimo episodio! CentoSfaccettature di Mr. Diamonds - vol. 10: