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ASSESSORATO AGRICOLTURA I SUPPLEMENTI DI 37 A cura di PAOLO ROSSI e ALESSANDRO GASTALDO Centro Ricerche Produzioni Animali Spa, Reggio Emilia I costi di costruzione delle strutture accessorie per l’allevamento I costi di costruzione delle strutture accessorie per l’allevamento

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I costi di costruzione delle strutture accessorie per l’allevamento

Supplemento ad “Agricoltura” n. 6 - Giugno 2008Direttore responsabile: Franco Stefani

Reg. Tribunale di Bologna N. 4269 del 30-3-1973

Progetto grafico e impaginazione: Editing, Roma

Stampa: Galeati Industrie Grafiche Spa

Via Selice 187 / 189 - 40026 Imola (BO)

A S S E S S O R A T O A G R I C O L T U R A

A S S E S S O R A T O A G R I C O L T U R A

I S U P P L E M E N T I D I

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A cura di PAOLO ROSSI e ALESSANDRO GASTALDOCentro Ricerche Produzioni Animali Spa, Reggio Emilia

I costi di costruzionedelle strutture accessorieper l’allevamento

I costi di costruzionedelle strutture accessorieper l’allevamento

CoverSuppl_37 30-05-2008 17:25 Pagina IV

INTRODUZIONE/LE STRUTTURE DI SERVIZIODELL’AZIENDA AGROZOOTECNICA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 4

IMPARIAMO A CALCOLARELE SPESE D’INVESTIMENTO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 6

I SILI ORIZZONTALI PER STOCCARE I FORAGGI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 9

SILI ORIZZONTALI A TRINCEA:L’INCIDENZA DEI DIVERSI LAVORI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 12

I CAPANNONIRURALI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 15

QUANTO SI SPENDEPER COSTRUIRE I CAPANNONI RURALI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 18

LO STOCCAGGIODEGLI EFFLUENTI DI ALLEVAMENTO PALABILI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 22

LO STOCCAGGIO DEGLI EFFLUENTIDI ALLEVAMENTO NON PALABILI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 26

DIMENSIONAMENTO DEI CONTENITORIPER EFFLUENTI NON PALABILI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 31

QUANTO COSTANO LE OPEREPER STOCCARE EFFLUENTI ZOOTECNICI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 34

A S S E S S O R A T O A G R I C O L T U R A

I S U P P L E M E N T I D I

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A cura di PAOLO ROSSI e ALESSANDRO GASTALDOCentro Ricerche Produzioni Animali Spa, Reggio Emilia

I costi di costruzionedelle strutture accessorieper l’allevamento

I costi di costruzionedelle strutture accessorieper l’allevamento

INDICE

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© Copyright Regione Emilia-Romagna - Anno 2008

Foto di copertinaArchivio CRPA

Foto del fascicolo interno (salvo dove diversamente indicato)Archivio CRPA

DistribuzioneRedazione “Agricoltura”Viale Silvani, 6 - 40122 BolognaTel. 051.284289 - 284701 • Fax 051.284577E-mail: [email protected]

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vano vacche da latte si deve avere per for-za una zona di mungitura e per conser-vare il liquame è obbligatorio utilizzareserbatoi idonei); le scelte riguardano piut-tosto la soluzione progettuale e le carat-teristiche costruttive e impiantistiche, chepossono essere molto diverse.Una semplice ed efficace classificazionedelle costruzioni agricole è stata fornitada Weller e Chiappini (1976); secondo que-sti autori gli edifici rurali si possono sud-dividere nelle seguenti tre categorie:edifici per la produzione,destinati all’al-

levamento delle diverse categorie di ani-mali da reddito, nei quali gli alimentizootecnici vengono trasformati in pro-dotti destinati all’uomo (latte, carne,uova, lana); edifici per la lavorazione dei prodotti,

quali gli essiccatoi per i foraggi, i man-gimifici e le sale di mungitura;edifici per l’immagazzinamento, desti-

nati a conservare prodotti, materiali,macchine e attrezzature.

In questo supplemento verranno prese inconsiderazione strutture agricole appar-tenenti all’ultima categoria. In particolaresaranno esaminate le seguenti tipologie: strutture per il deposito e la conserva-

zione degli alimenti (mangimi, fieni, insi-lati);

strutture per il deposito e la conserva-zione dei lettimi (paglia o altri materialida lettiera);

strutture per il ricovero di macchine eattrezzi;

strutture per lo stoccaggio e il tratta-mento degli effluenti zootecnici.

Si ricorda che agli edifici per la produzio-ne è stato dedicato il supplemento n. 32 “Icosti di costruzione dei ricoveri zootec-nici”, ad “Agricoltura” n. 9 del settembre2007. Alle sale di mungitura per bovini èstato invece dedicato il supplemento n. 24“Mungitura: strutture, macchine e attrez-zature”, ad “Agricoltura” n. 11 del novem-bre 2004.

DEPOSITI DI ALIMENTI E LETTIMI E RICOVERI DI MACCHINE Le strutture per la conservazione deglialimenti sono per lo più sili verticali per i

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Le strutture di serviziodell’azienda agrozootecnica

INTRODUZIONE

L’ imprenditore agrozootecnico utilizzanumerose tipologie di strutture edili-

zie per svolgere al meglio la sua attivitàeconomica. Innanzitutto impiega i rico-veri per la custodia e l’allevamento deglianimali (stalle, ovili, porcilaie, pollai, ecc.),che gli consentono, se correttamente pro-gettati e realizzati, di massimizzare le pro-duzioni e minimizzare i costi di gestione,in particolare per la manodopera e il fab-bisogno energetico.Nell’azienda zootecnica sono però pre-senti anche strutture edilizie accessorie, aservizio dell’attività d’allevamento, chepermettono di svolgere talune operazio-ni di routine del processo produttivo e cherispondono a specifiche disposizioni legi-slative in materia ambientale.Gli edifici agricoli sono a tutti gli effetti deifattori della produzione e come tali devo-no essere valutati, confrontando il profit-to lordo che può essere ottenuto dal loroimpiego con il relativo costo annuo.Le scel-te da fare in quest’ambito non riguarda-no tanto la necessità di un certo edificio,perché questa è spesso la diretta conse-guenza di un’attività produttiva dell’a-zienda o di una norma di legge (se si alle-

Sotto a sinistra: sili verticali. Sotto a destra: silo orizzontale a trincea inelementi prefabbricati di calcestruzzo.

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mangimi concentrati, sili orizzontali per iforaggi insilati (silomais, erbasilo) e capan-noni di forma e struttura variabili per ilforaggio affienato (fienili). Mentre i sili ver-ticali sono di fatto delle attrezzature recu-perabili dal mercato (ditte specializzate),che richiedono una componente ediliziaassai modesta, rappresentata dalla piat-taforma di sostegno di calcestruzzo arma-to, i sili orizzontali a trincea e i fienili sonoopere prettamente edili, spesso con unarilevante componente prefabbricata.Per le trincee da insilati vengono frequen-temente adottati schemi costruttivi che fan-no largo impiego, per la realizzazione del-le pareti, di elementi modulari prefabbri-cati di calcestruzzo armato vibrato,in gene-re autoportanti,da posarsi su apposite fon-dazioni.

ne di questi sottoprodotti dell’allevamen-to e per un loro adeguato utilizzo agro-nomico. Le normative ambientali stabili-scono caratteristiche e dimensioni mini-me di queste strutture, in base alla tipolo-gia di azienda. Le normative nazionalidi riferimento sono il decreto legislati-vo n. 152/99, il decreto legislativo n.372/99 e il decreto ministeriale 7 apri-le 2006, mentre in Emilia-Romagna vigela deliberazione dell’Assemblea legi-slativa 16 gennaio 2007, n. 96.La necessità di stoccare gli effluenti zoo-tecnici deriva anzitutto dall’esigenza diabbattere la loro carica patogena. Sullabase delle attuali conoscenze, infatti, siritiene che lo stoccaggio sia l’unica tecni-ca per la disinfezione del liquame e delletame. Inoltre, lo stoccaggio è necessarioper l’impossibilità di effettuare lo spandi-mento in certi periodi dell'anno, a causadell'impraticabilità del terreno, per la pre-senza di colture in avanzato stadio di vege-tazione o per l’assenza, per un lungo perio-do, di colture in grado di utilizzare l'azotosomministrato con i liquami.Le modalità di stoccaggio e le struttureimpiegate allo scopo variano soprattuttoin base al contenuto di sostanza secca del-l’effluente, che determina la possibilità omeno di accumulare il materiale su super-fici prive di elementi perimetrali di conte-nimento. Si distinguono, quindi, i serbatoiper il materiale non palabile (liquami,refluida lavaggi,frazioni liquide chiarificate,ecc.)e i contenitori per il materiale palabile(letame, frazioni solide separate, ecc.).

I costi di costruzione delle strutture accessorie per l’allevamento

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Per quanto riguarda i fienili, le tipologieedilizie più comuni nelle nuove costruzio-ni prevedono capannoni a due pilastratecon luce di 10÷25 metri, con struttura por-tante d’acciaio, d’acciaio/legno o di cal-cestruzzo armato, in genere privi di tam-ponamenti perimetrali o dotati di paretisu soli 3 lati (le due testate e un lato lun-go). Per agevolare la movimentazione delfieno e consentire uno stoccaggio ordi-nato, specie se il foraggio è confezionato inrotoballe o in grandi balle parallelepipe-de, vengono preferiti interassi ampi fra ipilastri (da 5 a 10 metri) e altezze libere dialmeno 5 metri.Le considerazioni fatte per i fienili valgo-no anche per i depositi di lettimi, mentreper i ricoveri di macchine e attrezzi ordi-nari ci si orienta preferibilmente versocapannoni tamponati almeno su 3 lati econ altezza libera di circa 4 metri.

STOCCAGGIO E TRATTAMENTODEGLI EFFLUENTI ZOOTECNICIUna grande importanza rivestono le strut-ture destinate allo stoccaggio e al tratta-mento degli effluenti zootecnici, perchésono indispensabili per una corretta gestio-

(Foto Paver)

A sinistra: edificio adibito a depositodi foraggio e/o lettime.Sotto a sinistra: zona di stoccaggiodegli effluenti zootecnici di una stalladi bovini da latte.Sotto a destra: vasca per liquami circolarein elementi prefabbricati di calcestruzzoarmato precompresso con copertura.

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I l costo di costruzione di un fabbricato agri-colo,ossia l'insieme delle spese che biso-

gna sostenere per realizzare l'opera a rego-la d'arte, secondo le caratteristiche del pro-getto e con le dotazioni tecnologiche pre-viste, incide sul bilancio dell'azienda per lequote di ammortamento, manutenzione eassicurazione e per gli interessi sul capitale inve-stito.La conoscenza dei costi indicativi di costru-zione delle strutture zootecniche è utile all’al-levatore, che può farsi un idea abbastanzaprecisa dell’ammontare dell’impegno finan-

Ma la conoscenza dei costi di costruzioneindicativi può essere utile anche ad altre figu-re professionali, quali progettisti, tecnici,amministratori pubblici,ecc.,per motivazioniche vanno dalla valutazione preventiva diproposte da sottoporre ai clienti, all’indiriz-zo tecnico preventivo supportato da valu-tazioni di ordine economico,fino all’esame dipratiche che richiedono la verifica della con-gruità degli importi di spesa riportati.

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Impariamo a calcolarele spese d’investimento

ziario richiesto, e al tempo stesso confron-tare pregi e difetti delle diverse soluzioni sul-la base delle proprie aspettative e dell’e-sperienza personale.Avendo poi la possibilità di valutare non soloil costo complessivo, ma anche i costi sud-divisi per categorie di opere e lavori, è pos-sibile,entro certi limiti,modificare i valori ingioco,eliminando questa o quella voce nonritenuta indispensabile,oppure individuan-do le opere sulle quali sarebbe convenien-te risparmiare,arrivando,in ultima analisi,a “per-sonalizzare”il costo totale della struttura. Silo orizzontale a trincea.

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I COSTI DI COSTRUZIONE DELLE STRUTTURE ACCESSORIE PER L’ALLEVAMENTO

L’ESPERIENZA DEL CRPAIl calcolo dei costi di costruzione dei rico-veri zootecnici,e più in generale delle strut-ture rurali a servizio delle aziende agrozoo-tecniche, ha impegnato il Centro ricercheproduzioni animali (Crpa) fin dai primi annidella sua più che trentennale storia; nume-

rosi progetti svolti nell’ambito dei “Pianistralcio”per la ricerca e la sperimentazionedella Regione Emilia-Romagna, nonché l’e-sperienza e la pratica professionale dei tec-nici del settore Edilizia dello stesso Crpa,hanno permesso la definizione e l’aggior-namento dei costi di costruzione di un’am-

pia gamma di strutture rurali.Recentemente,un progetto di durata trien-nale finanziato dalla Regione Emilia-Romagnaha previsto la redazione di oltre 40 proget-ti-tipo di strutture d’allevamento per i com-parti bovino,ovino,caprino,suino,avicolo ecunicolo e il calcolo dei relativi costi di costru-

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(Foto Wolf System)

Fienile in fase dicostruzione.(Fonte: Wolf System)

Fienile.

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zione. Inoltre,altre attività specifiche di stu-dio e di ricerca hanno permesso la defini-zione dei costi di costruzione di capannoni rura-li generici,di sili orizzontali e di opere per lostoccaggio degli effluenti zootecnici.Di una parte di questi argomenti si dà contonegli articoli pubblicati in questo supple-mento al mensile "Agricoltura".Partendo dauna fase progettuale di definizione dellediverse tipologie di strutture per il depositoe la conservazione, si è arrivati alla defini-zione dei costi unitari legati a parametri facil-mente misurabili.

LE TIPOLOGIE PROGETTUALI Gli schemi di progetto proposti sono cosìsuddivisi: 3 tipologie di sili orizzontali a trincea per

insilato; 3 tipologie di capannoni per deposito fie-

no e/o lettime e per ricovero macchine;2 tipologie di concimaie a platea per effluen-

ti palabili (letame);9 tipologie di serbatoi per effluenti non pala-

bili (liquame).Questi schemi di progetto hanno lo scopodi fornire costi orientativi di costruzione per

diverse parti,con riferimento alle varie cate-gorie di lavori appositamente codificate.

CALCOLO ANALITICO DEI COSTIIl calcolo analitico dei costi di costruzioneviene eseguito mediante il computo metri-co estimativo, che consiste nella moltipli-cazione delle quantità delle singole lavora-zioni o opere per i relativi prezzi unitari desun-ti dall’Elenco Prezzi Unitari (EPU),e nella som-matoria di tutti i sub-totali ottenuti. Risultaevidente la comodità di una computazionemediante elaboratore elettronico, sia per laripetitività delle operazioni da eseguire, siaper la precisione di calcolo necessaria.I computi metrici estimativi presentati inquesto lavoro sono stati eseguiti con riferi-mento ad un EPU appositamente allestito eper lo più derivato dal “Prezzario regionaleper opere e interventi in agricoltura,revisionee aggiornamento 2002”, realizzato dal Crpaper conto della Regione Emilia-Romagna. Icosti delle diverse voci caricate in EPU sonostati aggiornati al 2007.Nella compilazionedei computi metrici si è posta particolareattenzione alla possibilità,offerta dai moder-ni software di cantieristica, di imputare lediverse voci di costo a sottoinsiemi omoge-nei di lavori.Nel nostro caso il costo totale è stato ripar-tito in un certo numero di lotti e mappali,variabili in base alla complessità dell’operaprogettata,che fanno riferimento alle diver-se parti di cui è costituita l’opera stessa.Inoltre,sempre con riferimento al costo complessi-vo, si è operata un’ulteriore scorporazionesulla base delle principali categorie di lavo-ri; queste ultime, presenti in numero varia-bile a seconda della struttura considerata,sono le seguenti: scavi e rinterri; struttura portante e copertura edifici; sistemazione orizzontale sistemazione verticale; serramenti; canalizzazioni, fognature e opere da lat-

toniere; impianto elettrico; attrezzature.Per ogni gruppo di strutture zootecnichedescritto negli articoli seguenti verranno for-nite specifiche sulle tipologie di opere com-prese nelle diverse categorie di lavori.

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varie tipologie di strutture.Essendo ben notala relazione fra i costi di costruzione e alcunielementi dimensionali delle opere (volumedi stoccaggio, superficie coperta), in basealla quale il costo unitario tende a calareall’aumentare della dimensione dell’operastessa, è stato necessario realizzare diversiprogetti per ciascuna tipologia di struttura,in modo da creare una curva attendibile diandamento del costo.Il numero di varianti è di seguito elencato: per ogni tipologia di silo orizzontale, 4

varianti differenti per larghezza del sin-golo silo;

per ogni tipologia di capannone,3 varian-ti differenti per larghezza interna dell'e-dificio;

per ogni tipologia di concimaia,6 varian-ti differenti per superficie utile interna;

per ogni tipologia di serbatoio per liqua-me,da un minimo di 4 a un massimo di 7varianti,differenti per volume totale inter-no.

Nelle tabelle e nei grafici allegati ai diversischemi,quindi, il costo totale di costruzioneviene parametrato ad elementi dimensio-nali rilevanti e viene scorporato nelle sue

Vasca per effluentinon palabili.

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I COSTI DI COSTRUZIONE DELLE STRUTTURE ACCESSORIE PER L’ALLEVAMENTO

L’ insilamento rappresenta un metodo diconservazione dei foraggi basato sul-

l'acidificazione della massa vegetale ad ope-ra di microrganismi anaerobi, allo scopo diimpedire la proliferazione di batteri butirri-ci e proteolitici, responsabili delle fermen-tazioni nocive e indesiderate.Questo meto-do permette di mantenere il prodotto pres-soché inalterato per vari mesi.Per ottenere unbuon insilato è necessario:eliminare o contenere al massimo gli scam-

bi d’aria con l’esterno, onde evitare unacontinua attività respiratoria e fermenta-tiva, limitando, di conseguenza, la tem-peratura all’interno dell’insilato in mododa favorire le specie batteriche utili per iprocessi di insilamento ed evitare le fer-mentazioni indesiderate;aumentare il tenore di sostanza secca e di

zuccheri fermentescibili; evitare l’inquinamento del foraggio con

terra.

Per realizzare tutto ciò,occorre considerareattentamente diversi fattori, fra i quali ledimensioni dell’insilato, la raccolta del forag-gio alla giusta umidità, la velocità e la tecni-ca di riempimento del silo, la compressionedella massa insilata, l'impermeabilità e lacopertura del silo.

STRUTTURE VERTICALIE ORIZZONTALI I sili sono attrezzature/strutture utilizzate perla conservazione degli alimenti. In base alladirezione nella quale si sviluppano si pos-sono distinguere in :silo verticale (con massima dimensione svi-

luppata in altezza),destinato alla conser-vazione dei mangimi concentrati e degliinsilati;

silo orizzontale (con massima dimensionesviluppata sul piano orizzontale), desti-nato alla conservazione dei foraggi insi-lati (silomais, erbasilo).

I sili orizzontali realizzati e utilizzati corret-tamente consentono un ottimo livello diconservazione del prodotto insilato al piùbasso costo possibile; ciò ha permesso aquesto tipo di strutture di diffondersi e disoppiantare i sili verticali a torre, più onero-si sia per l’investimento iniziale,sia per il fun-zionamento.

REQUISITI FONDAMENTALI I sili orizzontali possono essere realizzati indiverse forme e dimensioni e con diversimateriali,ma per tutti devono valere i seguen-ti requisiti fondamentali: assoluta impermeabilità delle strutture

(basamento e pareti); capacità di stoccaggio adeguata alle esi-

genze gestionali dell'azienda; facilità di riempimento e di prelevamen-

to dell'insilato, in condizioni di assolutasicurezza per gli addetti alle diverse ope-razioni.

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Sili orizzontaliin serie.

I sili orizzontali per stoccare i foraggi

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Un silo è essenzialmente costituito da unpavimento di calcestruzzo armato,sul qualepoggiano e trovano ancoraggio le pareti peri-metrali realizzate con materiali diversi: cal-cestruzzo,acciaio, legno.Una testata del siloè sempre priva di pareti per consentire le ope-razioni di caricamento e svuotamento median-te rimorchi e macchine desilatrici.L’insieme del manufatto dev’essere corret-tamente progettato e realizzato per resiste-re alle forze provenienti dal terreno e a quel-le derivanti dall'insilato stoccato, per evita-re cedimenti o lesioni che compromette-rebbero la stabilità e/o l’impermeabilità delcontenitore.Si deve predisporre un vespaiodi materiale inerte (ciottoli,ghiaia e sabbia)di adeguato spessore e ben compattato,sulquale realizzare il basamento;nel caso di ter-

toia,collegati ad una rete fognaria che scaricain un contenitore impermeabile adeguata-mente dimensionato.

TRE TIPOLOGIE In base all'ubicazione del contenitore si distin-guono le seguenti tipologie di silo orizzon-tale: fuori terra:è sicuramente la soluzione mag-

giormente diffusa,in particolare nelle zonedi pianura, perché abbisogna di limitatilavori di sistemazione (scavi); per contro,richiede pareti laterali che devono resi-stere alla spinta dell'insilato, soprattuttodurante la fase di caricamento, quando imezzi meccanici passano ripetutamentesul prodotto per comprimerlo.Inoltre,perevitare la caduta dall’alto degli operatoridurante le operazioni di riempimento odi fissaggio e di apertura dei teli di coper-tura, i muri di contenimento devono esse-re dotati sulla loro sommità di parapettio ringhiere;

seminterrato: in questa soluzione le pare-ti risultano in parte appoggiate allo sca-vo e in parte fuori terra, mentre l'accessoè reso più facile dalla disposizione deglielementi costruttivi rispetto al terreno;

interrato: è una soluzione scarsamenteutilizzata,per i maggiori costi e per le com-plicazioni costruttive.Il silo è dotato di unao due rampe di accesso che servono peril carico e per lo scarico. Le pareti, quan-

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reno umido,per presenza di falde acquifereo di acqua sotterranea di scorrimento,è benepredisporre una rete di tubi drenanti al disotto del vespaio.Un'adeguata pendenza della pavimenta-zione (1÷1,5%) verso i punti di sgrondo devepermettere il rapido allontanamento dellafrazione liquida dell'insilato e dell'acqua pio-vana raccolta dal silo. I punti di sgrondo van-no posizionati verso l’estremità da cui si effet-tuano le operazioni di scarico. Se lo scaricopuò avvenire da entrambe le estremità, siconsiglia di realizzare una pendenza dal cen-tro del silo verso i due lati corti.Il percolato deveessere raccolto da appositi pozzetti con cadi-

Barriere anticadutainstallatealla sommitàdei muridi contenimentodi un silo orizzontalefuori terra.

Silo a trincea con pareti di contenimento.

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I COSTI DI COSTRUZIONE DELLE STRUTTURE ACCESSORIE PER L’ALLEVAMENTO

do sono in terra, devono avere una scar-pa compatibile con l’angolo di penden-za naturale del terreno, mentre il fondodeve essere pavimentato e opportuna-mente drenato.

I sili interrati o seminterrati si identificanonei cosiddetti sili a fossa, mentre i sili fuoriterra sono rappresentati dai popolari sili atrincea, dotati di pareti di contenimento, edai meno diffusi sili a platea, privi di paretie adatti per stoccare piccole quantità di insi-lato.

DISPOSIZIONE In base alla disposizione dei sili si possonodistinguere: sili singoli;sili abbinati (due sili affiancati con in comu-

ne una parete lunga); sili in serie (batteria di tre o più sili dispo-

sti l’uno a fianco dell’altro).Poiché la pavimentazione del silo viene sem-pre realizzata con calcestruzzo gettato inopera, le diverse soluzioni costruttive fannoriferimento ai materiali adottati per la rea-lizzazione delle pareti; si distinguono leseguenti tipologie: calcestruzzo armato gettato in opera con

l'impiego di casseri; elementi prefabbricati di calcestruzzo

armato fissati su pilastri; lamiere d'acciaio opportunamente sago-

mate e fissate alla base; elementi prefabbricati nervati d'acciaio

zincato; elementi prefabbricati autostabilizzati di

calcestruzzo armato vibrato.Oggi la tipologia maggiormente diffusa è ilsilo fuori terra a trincea, con pareti in ele-menti prefabbricati di calcestruzzo armatovibrato semplicemente appoggiati al suoloe fissati fra loro mediante morsetti e bullo-ni.Il grande successo di questa tipologia di silo

è dovuto ai seguenti vantaggi:messa in opera semplice e rapida, con

modeste opere murarie;possibilità di utilizzare immediatamente la

struttura;possibilità di rimuovere facilmente singoli

elementi per variare la capienza del silo oper spostarlo.

È anche possibile per l'allevatore contribui-re in modo rilevante alla messa in opera delsilo,con un notevole contenimento dei costidi realizzazione dell'opera.

COPERTURA I sili orizzontali devono essere coperti,dopole operazioni di compressione, con un teloimpermeabile generalmente in materialeplastico (Pvc o polietilene dello spessore di0,15 millimetri).La copertura della massa deltrinciato è necessaria principalmente perdue motivi: impedire la penetrazione dell'acqua pio-

vana, responsabile delle perdite di acidiorganici e altri componenti solubili del-l'insilato e dell’aumento degli effluentid’allevamento, mantenendo il pH a livel-li ottimali;

ridurre l'esposizione all'ossigeno,mante-nendo, nello stesso tempo, le condizionianaerobiche desiderate all'interno del-l'insilato.

Il telo deve essere correttamente installato,mantenendolo in stretto contatto con la mas-sa dell'insilato per impedire all'aria di veni-re a contatto con il foraggio;per fare ciò,spes-so vengono posizionati sul telo vecchi pneu-matici sistemati uno di fianco all'altro.

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Utilizzo di vecchi pneumatici per mantenere iltelo di copertura in stretto contatto con lamassa dell'insilato.

Silo a platea privo di pareti di contenimento.

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Per i sili orizzontali si è optato per la tipo-logia certamente più diffusa, ovvero il

silo a trincea con pareti di contenimento.Sono stati allestiti 3 differenti schemi:1) silo singolo,con pareti laterali e una pare-

te di fondo (SA);2) sili abbinati (2 sili),con pareti laterali,pare-

te di fondo e parete divisoria centrale (SB);3) sili in serie (3 sili),con pareti laterali,parete

di fondo e pareti divisorie fra un silo e l’al-tro (SC).

Per ogni schema proposto sono state pro-gettate 4 varianti,differenti per la larghezzadel singolo silo, in modo da avere a disposi-zione una vasta gamma di soluzioni che copreun range di stoccaggio utile da circa 1.300 acirca 11.200 m3.

SILO SINGOLOLo schema di base è rappresentato da unsilo orizzontale singolo,dotato di pareti late-

SILI IN SERIELo schema di base è rappresentato da 3 silidisposti in serie,dotati di pareti laterali (soloi due sili esterni),parete di fondo e pareti divi-sorie fra un silo e l’altro in elementi prefabbricatidi calcestruzzo armato vibrato alti 2,7 metri,per un’altezza utile interna di 2,6 metri. Lalunghezza interna è pari a 45 metri, mentrela larghezza interna media di un silo varia,nelle 4 varianti progettate, dagli 8,6 metridei sili centrali di SC1 ai 22,55 metri dei sililaterali di SC4.

PARAMETRI DIMENSIONALINella tabella 1 sono riportati i principali para-metri dimensionali che caratterizzano i silisingoli,abbinati e in serie.La larghezza effet-tiva del silo, essendo le pareti esterne incli-nate, è la media fra la larghezza alla base ela larghezza alla sommità delle pareti.Nella definizione dell’altezza media del cumu-lo di insilato si è considerata un’altezza mas-sima (Hm) così calcolata:

Hm = Hp + La/10

dove Hp è l’altezza interna della parete,paria 2,6 metri e La è la larghezza effettiva delsilo (metri).La massa di silomais stoccabile varia da unminimo di 885 tonnellate per il silo singolo più

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rali e parete di fondo in elementi prefabbri-cati di calcestruzzo armato vibrato alti 2,7metri,per un’altezza utile interna di 2,6 metri.La lunghezza interna è pari a 45 metri,men-tre la larghezza interna media varia, nelle 4varianti progettate,dai 9,5 metri di SA1 ai 23metri di SA4.

SILI ABBINATILo schema di base è rappresentato da duesili abbinati, dotati di pareti laterali, paretedi fondo e parete divisoria centrale in ele-menti prefabbricati di calcestruzzo armatovibrato alti 2,7 metri,per un’altezza utile inter-na di 2,6 metri. La lunghezza interna è paria 45 metri,mentre la larghezza interna mediadi un silo varia, nelle 4 varianti progettate,dai 9,05 metri di SB1 ai 22,55 metri di SB4.

Sili orizzontali a trincea:l’incidenza dei diversi lavori

Tab. 1 - Principali parametri dimensionali dei sili orizzontali a trincea singoli, abbinati e in serie.

PARAMETRO

Larghezza effettiva (m)

Altezza media insilato (m) (1)

Superficie totale media (m2)

Volume totale di stoccaggio (m3)

Massa totale stoccabile (t)(2)

Superficie di terreno occupata (m2)

SC4

22,55-22,1

3,72

3.024

11.255

7.910

3.279

SC3

18,05-17,6

3,49

2.416,5

8.450

5.858

2.643

SC2

13,55-13,1

3,27

1.809

5.919

4.043

2.007

SC1

9,05-8,6

3,04

1.201,5

3.661

2.461

1.371

SB4

22,55

3,73

2.029,5

7.570

5.323

2.233

SB3

18,05

3,5

1.624,5

5.694

3.949

1.809

SB2

13,55

3,28

1.219,5

4.000

2.734

1.385

SB1

9,05

3,05

814,5

2.488

1.673

961

SA4

23

3,75

1.035

3.881

2.732

1.187

SA3

18,5

3,52

832,5

2.935

2.038

975

SA2

14

3,3

630

2.079

1.423

763

SA1

9,5

3,07

427,5

1.315

885

551

SILI IN SERIESILO SINGOLO SILI ABBINATI

(1) Per i sili in serie il primo valore è relativo al silo laterale, mentre il secondo valore è relativo al silo centrale. - (2) Nel caso di silomais.

Silo orizzontale singolo.

003_000_Suppl_37 30-05-2008 17:37 Pagina 12

I COSTI DI COSTRUZIONE DELLE STRUTTURE ACCESSORIE PER L’ALLEVAMENTO

piccolo a un massimo di 7.900 tonnellate peri sili in serie più grandi.La massa stoccata sul-l’unità di superficie del silo varia da un mini-mo di circa 2 tonnellate/m2 a un massimo dicirca 2,6 tonnellate/m2,con un aumento dalsilo più stretto a quello più largo dovutoall’aumento dell’altezza media del cumuloe all’aumento della massa volumica del silo-mais (a sua volta conseguenza dell’aumen-tata altezza media).È interessante notare che la massa stocca-bile di silomais per ogni metro quadro disuperficie di terreno occupato dal manufat-to varia da un minimo di 1,6 a un massimodi 2,4 tonnellate. Gli elementi prefabbricatiautostabilizzati sono posati su un basamentodi fondazione di calcestruzzo armato,a sua vol-ta gettato su un sottofondo di ghiaia rac-chiuso da due cordoli perimetrali. La pavi-mentazione è realizzata in calcestruzzo Rck25 N/m2 gettato con le adeguate pendenze,per lo sgrondo del percolato e il suo allon-tanamento tramite la prevista rete fognaria.

PARAMETRI ECONOMICIIn tabella 2 sono riportati i principali para-metri di tipo economico scaturiti dai com-puti metrici estimativi.Il riferimento è il più pro-

babile costo totale di costruzione di ognitipologia di silo e i valori riportati riguardanosia il costo unitario parametrato agli elementidimensionali rilevanti, sia l’incidenza per-centuale delle principali categorie di lavori

sul costo totale.Con riferimento all’unità di superficie utileinterna,la costruzione dei sili orizzontali com-porta una spesa di poco meno di 100 euro/m2

per lo schema SA1 e di 57 euro/m2 per loschema SC4.Relativamente al volume di stoc-caggio, il costo di costruzione varia da unminimo di circa 15 euro/m3 per i sili in serie dimaggiori dimensioni (SC4),ad un massimo dicirca 32 euro/m3 per il silo singolo più pic-colo (SA1), con un aumento del 110%.Se si ipotizza lo stoccaggio di silomais e si rap-porta il costo alla massa totale accumulabile,la differenza di costo unitario fra la tipologiameno onerosa e quella più onerosa aumenta

13

Tab. 2 - Principali parametri di tipo economico dei sili orizzontali a trincea singoli, abbinati e in serie.

PARAMETRO

Costo per unità di superficie (€/m2)

Costo per unità di volume (€/m3)

Costo per unità di massa (€/t)

Incidenza della “sistemazione orizzontale” (%)

Incidenza della “sistemazione verticale” (%)

SB4

59,05

15,83

22,51

62,3

30,7

SB3

63,50

18,12

26,12

58,9

34,0

SB2

70,91

21,62

31,63

54,3

38,7

SB1

85,70

28,06

41,72

47,5

45,5

SA4

64,96

17,32

24,61

58,5

33,8

SA3

70,84

20,09

28,94

54,9

37,1

SA2

80,44

24,37

35,61

50,3

41,5

SA1

99,22

32,25

47,93

43,8

47,6

SILO SINGOLO SILI ABBINATISC4

57,10

15,34

21,83

63,7

29,5

SC3

61,02

17,45

25,17

60,5

32,8

SC2

67,61

20,66

30,25

56,0

37,5

SC1

80,91

26,55

39,50

49,1

44,5

SILI IN SERIE

Graf. 1 – Silo singolo: andamento del costo di costruzione unitarioal variare della larghezza effettiva del silo.

Sili orizzontali abbinati.

003_000_Suppl_37 30-05-2008 17:37 Pagina 13

ulteriormente:21,8 euro/tonnellata dello sche-ma SC4 contro 47,9 euro/tonnellata delloschema SA1,con un aumento del 120%.Per la ripartizione del costo totale di costru-zione fra le principali categorie di lavori, sideve dire innanzitutto che per i sili orizzon-tali hanno rilevanza due sole categorie,e pre-

La categoria SO è quella più rilevante e la suaimportanza, come era normale attendersi,aumenta passando dallo schema a silo singoloallo schema con sili in serie e, nell’ambitodello stesso schema, passando dai modellipiù piccoli a quelli più grandi. Nella tipolo-gia SA1, l’unica dove SV è maggiore, la per-centuale di SO si attesta sul 44% circa,men-tre nel silo SA4 l’incidenza di SO è di pocoinferiore al 60%.La percentuale massima del-la categoria SO si registra nello schema SC4con il 64% circa.I grafici 1, 2 e 3 illustrano l’andamento delcosto di costruzione unitario per unità di volu-me di stoccaggio al variare della larghezzaeffettiva, con riferimento ai modelli di siloconsiderati nel presente lavoro (pareti in ele-menti prefabbricati di calcestruzzo armatovibrato con altezza interna di 2,6 metri).Dato che questo costo unitario è molto lega-to, per ogni schema, alla larghezza del sin-golo silo,mentre è scarsamente influenzatodalla lunghezza dei sili,è possibile utilizzareil medesimo costo unitario riferito a una cer-ta larghezza per stimare il costo totale di silidi lunghezza variabile,all’interno dell’inter-vallo di uso più comune (da 30 a 100 metricirca).Ad esempio, volendo valutare il costo dicostruzione di un silo singolo con larghez-za media di 20 metri e lunghezza interna di80 metri, si potrà utilizzare il grafico 1, indi-viduando lungo la linea il costo unitario cor-rispondente, pari circa 18,8 euro/m3.Il volume totale del silo (Vt in metri cubi) puòessere stimato con la seguente formula:

Vt = Lu x La x [(Hp+Hm)/2]

dove Lu è la lunghezza interna del silo (metri);La è la larghezza media del silo (metri); Hp èl’altezza interna della parete,pari a 2,6 metri;Hm è l’altezza massima del cumulo di insi-lato (metri), stimabile con la formula ripor-tata in precedenza.Risulta un volume totaledi circa 5.760 m3. A questo punto è sufficientemoltiplicare il volume totale trovato per ilcosto unitario, e cioè

Ct = 5.760 x 18,8 = 108.288 euro

ottenendo la stima del costo totale di costru-zione (Ct).

14

cisamente la sistemazione orizzontale (SO),comprendente le opere di fondazione,i vespaie i pavimenti,e la sistemazione verticale (SV),comprendente le pareti del silo e del poz-zetto di prima raccolta;queste due categorieinsieme rappresentano il 91÷93% del costototale di tutti i modelli di sili.

Graf. 2 – Sili abbinati: andamento del costo di costruzione unitarioal variare della larghezza effettiva del singolo silo.

Graf. 3 – Sili in serie: andamento del costo di costruzione unitarioal variare della larghezza effettiva del singolo silo.

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I capannoni ruraliI COSTI DI COSTRUZIONE DELLE STRUTTURE ACCESSORIE PER L’ALLEVAMENTO

I moderni capannoni rurali vengono realiz-zati prevalentemente con strutture por-

tanti prefabbricate costituite da uno o duedei seguenti materiali: calcestruzzo armato,acciaio e legno.Strutture di calcestruzzo armato. In Italiale strutture portanti prefabbricate di calce-struzzo armato,soprattutto del tipo vibrato(c.a.v.) o precompresso (c.a.p.), sono moltodiffuse nel settore zootecnico e le soluzionicostruttive più comuni prevedono pilastri etravi monolitiche. Per la realizzazione deicapannoni rurali vengono utilizzate sia le tra-vi a doppia pendenza, anche del tipo boo-merang con inclinazione delle falde del20÷25%, per edifici di ampia luce (20÷30metri), sia le travi a lembi paralleli (travi pia-ne), per edifici con copertura monofalda eluce di 10÷15 metri.In generale, le strutture prefabbricate di cal-cestruzzo hanno buona resistenza agli agen-ti atmosferici e all’azione dei gas corrosivi;per contro,a parità di luci, interassi e sovrac-carichi di calcolo,hanno una massa maggio-re rispetto a strutture d’acciaio o di legno.Questo fatto,se da un lato garantisce meglionei confronti dell’instabilità dovuta a carichi

di punta o alla forza del vento,dall’altro ren-de l’edificio meno elastico e meno sicuro neiconfronti delle azioni sismiche.Bisogna con-siderare,infine,che gli elementi edilizi di gran-de dimensione e di elevata massa pongononotevoli problemi di trasporto,non solo peri costi elevati,ma anche per le evidenti diffi-coltà a raggiungere alcuni centri aziendali,soprattutto in collina e montagna,e ad instal-lare il cantiere per il montaggio delle strut-ture.Strutture d'acciaio. Le strutture prefabbri-cate d’acciaio hanno una massa molto infe-riore a quelle di calcestruzzo,a parità di con-dizioni di calcolo,e ciò consente risparmi nel-le opere di scavo e di fondazione, con van-taggi più evidenti nelle zone caratterizzateda terreni a bassa portanza o in quelle sog-gette a dissesto idrogeologico.La leggerezza della struttura,unitamente allafacilità di montaggio dei diversi elementistrutturali a mezzo di bulloni o di saldature,sem-plifica il cantiere di lavoro e il trasporto.Viceversa tali strutture,proprio perché “leggere”,sono facilmente soggette a condizioni diinstabilità; per scongiurare questi fenomeniè necessario un irrigidimento attuato median-te elementi di collegamento tra i diversi telai(crociere di controventatura).Tutte le strutture metalliche necessitano diun trattamento di zincatura a caldo,per ovvia-

re alla ruggine.Un aspetto di grande rilevanzaper la longevità delle strutture è l’adeguataventilazione invernale del ricovero,che limi-ta il rischio di condensa dell’umidità dell’a-ria sulle superfici fredde degli elementi metal-lici.Le strutture metalliche più comuni a una oa due falde sono costituite da pilastri in pro-filati HE o IPE, da travi in profilati IPE e daarcarecci di copertura in profilati Ω (ome-ga) o IPE.Una soluzione strutturale che per-mette la copertura di grandi luci con duesoli appoggi è quella che prevede capriatereticolari montate su colonne ad anima pie-na o reticolari.Infine,occorre menzionare le strutture tubo-lari d’acciaio, che in questi ultimi anni han-no suscitato un certo interesse anche per larealizzazione di edifici rurali.Si tratta di tipo-logie costruttive aventi struttura portante intubi d'acciaio zincati a caldo e tiranti di rinfor-zo; il pacchetto di copertura è realizzato conmateriale plastico (polietilene) o con poli-carbonato semirigido.I principali vantaggi di queste strutture sonoriconducibili alla leggerezza dei materiali uti-lizzati e all'estrema semplicità di montaggioe di ancoraggio della struttura alle fondazioni(plinti o cordoli perimetrali di calcestruzzoleggermente armati).Strutture di legno. Le strutture portanti dilegno utilizzate in edilizia rurale si possonoclassificare nelle seguenti tre categorie:strutture a capriata su pilastri o muri portanti,

per luci fino a 20÷22 metri; strutture a pilastri e travi, per luci fino a

25÷30 metri; strutture a telaio rigido (portale,arco),per

luci fino a 30÷35 metri.Alle strutture del primo tipo appartengonole travi reticolari, realizzate in numerosevarianti utilizzando tavole collegate median-te piastre chiodate,secondo una disposizio-ne geometrica ordinata che genera un telaioindeformabile.Queste strutture sono in gra-do di sopportare forti carichi, sono più leg-gere rispetto ad altri tipi di trave, a parità dicondizioni di calcolo,e hanno un costo con-

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Fienile con struttura portantedi calcestruzzo armato.

003_000_Suppl_37 30-05-2008 17:37 Pagina 15

tenuto,soprattutto per luci da 10 a 15 metri.Altre capriate molto usate per la loro sem-plicità costruttiva sono quelle costituite datravi pressate e tirante d’acciaio, che sirifanno alle classiche capriate miste legno-acciaio nelle quali gli sforzi di trazione della cate-na sono devoluti all’acciaio,materiale più resi-stente in tal senso, anziché al legno. Le travipressate sono travi in legno massello,oppu-re tavole di legno, sovrapposte e collegatelateralmente mediante particolari piastrechiodate.Nella categoria delle strutture a pilastri etravi si annoverano numerose soluzionicostruttive,sia completamente in legno,siacon abbinamento acciaio-legno o calce-struzzo-legno.Le strutture miste acciaio-legno, in partico-lare, stanno riscuotendo notevole successonel settore dell’edilizia rurale;si tratta,in gene-re, di strutture a due falde, costituite da pila-stri in profilati d’acciaio zincato a caldo e datravi di legno massello o di legno lamellare.Una soluzione strutturale interessante per larealizzazione di edifici rurali è quella che pre-vede l’impiego delle travi scatolari (travi acassetta),in abbinamento con pilastri di legnoo d’acciaio.Queste travi,utilizzabili in condi-zioni non particolarmente gravose dal pun-to di vista dei carichi, vengono realizzateassemblando mediante chiodatura e/o incol-

diversa origine.Si ricordano le tegole di late-rizio o di cemento, il fibrocemento senzaamianto e le coperture metalliche.Negli edifici rurali possono essere usate letegole piane marsigliesi e quelle piano-curveportoghesi, mentre in alcune zone i pianiregolatori generali impongono l’impiego del-la tradizionale tegola curva (coppo). Oggivengono proposte anche tegole di conglo-merato cementizio a forma mista (piano-cur-va),con strato esterno trattato in modo oppor-tuno per garantire l’impermeabilità.Il limite maggiore della copertura in tegoleè l’elevata massa gravante sulla struttura por-tante, variabile dai 40 ai 65 kg/m2, con evi-denti effetti sui costi complessivi di costru-zione,ragione per cui oggi è raramente usa-ta per i fabbricati rurali.Le lastre ondulate rette di fibrocemento eco-logico (senza amianto),dello spessore di 6÷6,5millimetri, rappresentano uno dei materialipiù utilizzati come manto di copertura per lecostruzioni agricole.Esse sono ottenute dal-la lavorazione di un impasto di cemento e difibre sintetiche rinforzanti, fra le quali moltonoto è il Pva (polivinilalcool).Il motivo della loro diffusione è legato prin-cipalmente ad alcuni vantaggi rispetto alletegole di laterizio e di cemento:minori costi del materiale in opera; facilità di montaggio delle lastre;massa ridotta (13÷18 kg/m2 in opera); possibilità di impiego, anche con pen-

denze di falda modeste,fino a un minimodel 10%.

Il fibrocemento possiede una buona resi-stenza a fenomeni di corrosione e ottimecaratteristiche meccaniche e di resistenza alfuoco; per contro, ha scarsa tenuta all’aria. Illivello di isolamento termico,pur non essen-do molto elevato, è comunque superiore aquello delle lastre metalliche.Il colore naturale del fibrocemento è il grigio,ma oggi, in considerazione delle esigenze dilimitare l’impatto paesaggistico delle costru-zioni e delle prescrizioni dei Comuni riguar-do ai colori dei materiali edilizi, le lastre pos-sono essere prodotte in diverse tonalità (ros-so,verde,testa di moro,ocra,marrone,ecc.),conun leggero aumento dei costi.Per quanto riguarda le coperture metalli-che, discreta diffusione ha il lamierino d’ac-ciaio grecato, zincato, preverniciato e auto-

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laggio legname squadrato (per i correnti dibordo) e legname in tavole (per le parti late-rali di unione); la loro messa in opera si rea-lizza direttamente in cantiere, a terra, e puòimpegnare anche maestranze aziendali.Infine, le strutture a telaio rigido vengonoproposte in numerose varianti e permetto-no la copertura di grandi luci.La caratteristi-ca saliente di tali strutture è la rigidità dellagiunzione pilastro-trave,attuata mediante larealizzazione di opportuni snodi di legno ol’installazione di snodi prefabbricati d’acciaio;l’alternativa è l’assemblaggio delle due entitàin un unico elemento costruttivo, come neisemiportali o negli archi in legno lamellare.I telai rigidi possono essere realizzati total-mente in legno,oppure possono prevederestruttura mista acciaio-legno, con o senzatirante; il legno utilizzato può essere massel-lo, lamellare o pressato.

COPERTURA DEI CAPANNONIIl manto di copertura, ovvero lo strato piùesterno del tetto destinato a proteggere tut-ti gli elementi sottostanti dalle precipitazio-ni atmosferiche e dall’irraggiamento solarediretto,deve essere impermeabile all’acqua,resistente al calore,al freddo e agli sbalzi ter-mici, imputrescibile, resistente all’attacco difunghi, muffe, batteri e altri microrganismi,resistente al fuoco e agli urti e leggero, perlimitare il sovraccarico della struttura por-tante.La gamma di modelli utilizzabili per le costru-zioni agricole è molto vasta e comprende siamateriali tradizionali, sia materiali nuovi di

Fienile con struttura portante d'acciaio,tamponamenti di calcestruzzo alleggeritoe copertura con pannelli sandwich.

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I COSTI DI COSTRUZIONE DELLE STRUTTURE ACCESSORIE PER L’ALLEVAMENTO

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portante. I suoi principali pregi sono il note-vole potere riflettente dei raggi del sole,che consente una limitazione dell’ingres-so di calore raggiante al disotto della coper-tura durante l’estate, la facilità di montaggio,la massa estremamente ridotta (5÷6 kg/m2)e l’elevata resistenza meccanica. Può esse-re usato con una pendenza minima dellelastre (5%).Per una migliore protezione nei confrontidegli agenti atmosferici sono state studiatee prodotte particolari lastre multistrato chepermettono la realizzazione di coperturecon grande resistenza alla corrosione e mec-

TAMPONAMENTICon la rapida diffusione delle strutture pre-fabbricate intelaiate a pilastri e travi per lacostruzione dei ricoveri agricoli,hanno assun-to importanza le strutture di tamponamen-to, ossia elementi edilizi che chiudono l’edi-ficio ma che non hanno funzione portante.Nei capannoni rurali sono sicuramente dapreferirsi quelli monostrato,che sono di faci-le costruzione,relativamente economici,spes-so di massa modesta e di spessore limitato:i materiali più utilizzati sono i laterizi e il cal-cestruzzo.Una particolare tipologia di elementi lateri-zi forati che ha avuto una notevole diffu-sione in questi ultimi anni è quella dei cosid-detti blocchi forati,che si caratterizzano perle maggiori dimensioni rispetto ai tradizio-nali mattoni.Particolare interesse destano anche i bloc-chi di calcestruzzo alleggerito, le cui carat-teristiche principali sono la ridotta massavolumica rispetto ai blocchi di calcestruzzonormale, l’elevato potere di isolamento ter-mo-acustico, l’alta resistenza al fuoco,la per-meabilità al vapore (pareti che “respirano”),l’idrorepellenza della superficie esterna e la faci-lità di lavorazione. I blocchi alleggeriti sonodisponibili in diverse colorazioni,anche confinitura esterna facciavista,e possono costituireuna valida alternativa ai blocchi di laterizioper la realizzazione dei tamponamenti deicapannoni zootecnici.

canica e discreto isolamento termoacusti-co.La base di questo tipo di lastre è la lamie-ra zincata rivestita sul lato superiore da asfal-to plastico e da una lamina sottilissima dialluminio.Anche le lastre rette grecate o ondulate d’al-luminio (spessore comune di 0,7 millimetri)possono essere vantaggiosamente impie-gate come manto di copertura nelle costru-zioni zootecniche.Le loro caratteristiche prin-cipali sono l’elevata resistenza alla corrosio-ne e meccanica, la facilità di montaggio, lamassa estremamente ridotta e il notevolepotere riflettente del calore.Le lastre d’alluminio sono disponibili anchein versione preverniciata,con tonalità varia-bili dal bianco-grigio al verde,dal rosso cop-po al testa di moro.Infine,una citazione particolare meritano lecoperture metalliche isolanti multistrato che sisono largamente diffuse nel settore agro-zootecnico in questi ultimi anni, soprattut-

to negli edifici destinati all’allevamento deglianimali.Si tratta di coperture prefabbricate fornite inlastre autoportanti di dimensione variabile,costituite in genere da uno strato superiorein lamiera grecata d’acciaio zincata e prever-niciata, da uno strato intermedio di resinapoliuretanica con spessore variabile da 30 a80 millimetri e da uno strato inferiore di lamie-ra d’acciaio zincata e preverniciata. Questipannelli sandwich si prestano ad una rapidacostruzione di un tetto coibentato e risulta-no più resistenti rispetto alle coperture mono-strato metalliche o di fibrocemento.

Fienile con struttura tubolare d'acciaoe copertura rigida.

Fienile con travi di legno e copertura dilamierino d'acciaio grecato.

Fienile con struttura portante mistacalcestruzzo-legno. (Fonte: Wolf System)

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F ra le diverse soluzioni adottabili per lacostruzione di capannoni agricoli, in

questo articolo è stata scelta quella del pre-fabbricato d’acciaio; in particolare, gli edifi-ci che sono stati progettati hanno struttu-ra portante in profilati d’acciaio zincato diadeguata sezione,con pilastri in profilati HEe travi a capriata.La scelta è motivata dal fatto che queste tipo-logie di strutture hanno avuto una larga dif-fusione negli ultimi 15-20 anni, sia per fab-bricare stalle,sia per la costruzione di edificiper la conservazione di prodotti e mezzi.Ovviamente, come già illustrato nell’artico-lo precedente, i capannoni rurali possonoessere realizzati anche con altre soluzionicostruttive, fra le quali i prefabbricati di cal-cestruzzo armato e quelli di legno.Sono stati allestiti 3 differenti schemi pro-gettuali: capannone senza tamponamenti, con

altezza interna sotto trave di 4 metri (CA); capannone senza tamponamenti, con

altezza interna sotto trave di 6,5 metri (CB);capannone con tamponamenti,con altez-

za interna sotto trave di 4 metri (CC).Per ogni schema proposto sono state pre-viste 3 varianti, differenti per la larghezzainterna (luce) dell’edificio, in modo da otte-nere una vasta gamma di soluzioni che copreun intervallo di volume totale interno varia-bile da circa 1.900 m3 a circa 7.700 m3.

Per ogni edificio sono stati svolti i calcolistrutturali relativi alla struttura portante ealle fondazioni, assumendo una portanzadel terreno piuttosto bassa (σtamm = 5 N/cm2),in modo da rendere valido lo schema strut-turale per la maggior parte del territorioregionale, e un sovraccarico accidentale daneve di 1,8 kN/m2. Inoltre,sono state dimen-

sionate le reti fognarie per le acque bian-che e sono stati definiti gli impianti tecnologici.Le principali caratteristiche costruttive deicapannoni sono le seguenti: fondazioni a plinti di calcestruzzo arma-

to gettati in opera, con travi di collega-mento;

struttura portante di tipo prefabbricatod’acciaio zincato a caldo,a due falde,costi-tuita da pilastri HE con interasse di 5 metri,travi principali a capriata tipo Polanceau,

Quanto si spendeper costruire i capannoni rurali

Tab. 1 - Principali parametri dimensionali dei capannoni.

PARAMETRO

Luce netta fra pilastri (m)

Altezza interna sotto catena (m)

Superficie utile interna (m2)

Volume utile interno (m3)

Superficie di terreno occupata (m2)

CB3

23,91

6,5

1.189

7.732

1.509

CB2

15,91

6,5

792

5.146

1.065

CB1

9,91

6,5

493

3.207

733

CA3

23,95

4

1.192

4.769

1.509

CA2

15,95

4

794

3.177

1.065

CA1

9,95

4

496

1.983

731

CAPANNONI CA CAPANNONI CBCC3

23,95

4

1.184

4.734

1.451

CC2

15,95

4

784

3.135

991

CC1

9,95

4

484

1.934

645

CAPANNONI CC

Stoccaggio di fieno in apposito ricovero.

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I COSTI DI COSTRUZIONE DELLE STRUTTURE ACCESSORIE PER L’ALLEVAMENTO

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arcarecci in profilati Ω e manto di coper-tura in lastre di fibrocemento colore natu-rale;

tamponamenti perimetrali, ove presenti,in blocchi cavi di calcestruzzo leggerocolorati ed idrorepellenti dello spessoredi 0,25 metri;

pavimentazioni di calcestruzzo; lattoneria in lamiera d’acciaio zincata e

preverniciata;

fognatura per acque bianche in tubi diPvc serie normale, completa di pozzettidi calcestruzzo;

impianto elettrico completo per illumi-nazione, compreso impianto di messa aterra.

Capannone tipo CA. Lo schema di base èrappresentato da un capannone a campa-ta unica con tetto a due falde simmetrichee senza tamponamenti perimetrali.L’altezzautile interna sotto catena è di 4 metri, la lun-ghezza è di 50 metri, mentre la larghezzainterna cambia nelle 3 varianti progettate,dai 9,95 metri del capannone CA1 ai 23,95metri del capannone CA3. L’edificio com-prende pavimentazione di calcestruzzoarmato,sistema di raccolta e allontanamentodelle acque bianche (canali di gronda, plu-viali, pozzetti e fognatura), impianto di illu-minazione e impianto di messa a terra.Capannone tipo CB. Lo schema di base èrappresentato da un capannone a campa-ta unica con tetto a due falde simmetrichee senza tamponamenti perimetrali.L’altezzautile interna sotto catena è di 6,5 metri, lalunghezza è di 50 metri, mentre la larghez-za interna cambia nelle 3 varianti progetta-te,dai 9,91 metri del capannone CB1 ai 23,91metri del capannone CB3. L’edificio com-prende pavimentazione di calcestruzzoarmato,sistema di raccolta e allontanamentodelle acque bianche, impianto di illumina-zione e impianto di messa a terra.Capannone tipo CC. Lo schema di base èrappresentato da un capannone a campa-ta unica con tetto a due falde simmetriche,con tamponamenti perimetrali.L’altezza uti-le interna sotto catena è di 4 metri, la lun-ghezza è di 50 metri, mentre la larghezzainterna cambia nelle 3 varianti progettate,dai 9,74 metri del capannone CC1 ai 23,82

Tab. 2 - Principali parametri di tipo economico dei capannoni.

PARAMETRO

Costo per unità di superficie utile interna (€/m2)

Costo per unità di volume utile interno (€/m3)

Incidenza “struttura portante e copertura” (%)

Incidenza “sistemazione orizzontale” (%)

Incidenza “sistemazione verticale” (%)

CB3

207,6

31,9

68,2

20,7

---

CB2

222,1

34,2

67,5

20,3

---

CB1

253,0

38,9

66,6

19,2

---

CA3

196,5

49,1

66,9

21,8

---

CA2

206,8

52,0

65,7

21,7

---

CA1

231,1

57,8

64,3

20,9

---

CAPANNONI CA CAPANNONI CBCC3

247,4

61,9

56,8

18,0

13,1

CC2

272,3

68,1

54,7

16,9

14,6

CC1

326,6

81,7

52,2

14,9

16,8

CAPANNONI CC

Graf. 1 – Capannoni CA: andamento del costo di costruzioneunitario riferito alla superficie utile interna al variare

della larghezza del capannone.

Capannone con struttura portanted’acciaio, copertura in pannelli sandwiche tamponamenti in blocchi di calcestruzzoalleggerito.

003_000_Suppl_37 30-05-2008 17:38 Pagina 19

20

metri del capannone CC3. L’edificio com-prende pavimentazione di calcestruzzoarmato, tamponamenti perimetrali alti 3metri in blocchi di calcestruzzo leggero fac-ciavista intonacati e tinteggiati sulla faccia inter-

PARAMETRI DIMENSIONALINella tabella 1 a pagina 18 sono riportati iprincipali parametri dimensionali che carat-terizzano i capannoni progettati.Nella definizione dei diversi schemi sonostate fissate 3 differenti larghezze, da inten-dersi come distanze fra gli assi passanti alcentro delle due pilastrate di ogni edificio:10 metri per i capannoni più piccoli (tipo1), 16 metri per i capannoni medi (tipo 2) e24 metri per i capannoni più grandi (tipo3). Le luci nette fra i pilastri opposti risulta-no quindi leggermente inferiori nei capan-noni CB a motivo della maggiore sezionedei pilastri.La superficie utile interna varia da circa 490m2 per i fabbricati tipo 1 a circa 1.190 m2 perquelli tipo 3.Per quanto riguarda il volume interno, ilcapannone CB3 con altezza di 6,5 metri èovviamente il più capiente,con circa 7.700 m3,mentre il volume minore si registra nel capan-none CC1, con circa 1.900 m3.La superficie di terreno occupata dai fab-bricati varia da un minimo di 645 a un mas-simo di 1.509 m2.Relativamente ai capannoni CB, più adattialla realizzazione di fienili e/o depositi dipaglia, è interessante valutare la massimaquantità di prodotto stoccabile. Si ipotizzalo stoccaggio di fieno in balloni cilindrici ditipo normale,con diametro di 1,5 metri,altez-za di 1,2 metri e peso medio di 380 kg.La massima altezza delle pile è fissata in 6metri, equivalente a 5 balloni sovrapposti.Il numero massimo di pile sulla lunghezza(Pl) viene calcolato considerando il dia-metro della rotoballa aumentato del 10%;quindi:

Pl = 50 / (1,5 x 1,1) = 30

Nello stesso modo viene calcolato il nume-ro di pile sulla larghezza, che risulta pari a: 6 pile per lo schema CB1; 9 pile per lo schema CB2; 14 pile per lo schema CB3.Quindi, la massima capacità di stoccaggiodei capannoni progettati risulta pari a 900balloni per CB1,1.350 balloni per CB2 e 2.100balloni per CB3; espressa in massa di fienoè rispettivamente pari a 342,513 e 798 ton-nellate.

na,cordolo di coronamento, tamponamen-ti di legno nei timpani,portoni d’acciaio sul-le testate, sistema di raccolta e allontana-mento delle acque bianche, impianto di illu-minazione e impianto di messa a terra.

Graf. 2 – Capannoni CB: andamento del costo di costruzione unitarioriferito alla superficie utile interna al variare

della larghezza del capannone.

Graf. 3 – Capannoni CC: andamento del costo di costruzione unitarioriferito alla superficie utile interna al variare

della larghezza del capannone.

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I COSTI DI COSTRUZIONE DELLE STRUTTURE ACCESSORIE PER L’ALLEVAMENTO

21

se viene aumentata la larghezza, da 10 a24 metri, il costo aumenta del 105%;

se si passa dal capannone aperto a quel-lo con tamponamenti. il costo aumentadel 38%;

se il carico da neve passa da 1,8 a 2,9 kN/m2

il costo aumenta del 17%.La ripartizione del costo totale di costruzio-ne fra le principali categorie di lavori mostrauna netta prevalenza della struttura portante

(SP),che ha un’incidenza sempre superiore al50% e che comprende le opere di fondazio-ne, la struttura prefabbricata d’acciaio e lacopertura; il massimo viene raggiunto dalloschema CB3 con il 68%,mentre il minimo siregistra per lo schema CC1 con il 52%.I capan-noni CC hanno una minore incidenza di strut-tura portante per il fatto che hanno una con-temporanea discreta incidenza della siste-mazione verticale (SV),che invece nelle altretipologie non è presente.La categoria SO (sistemazione orizzontale),comprendente vespai e pavimenti,è la secon-da in ordine decrescente,con incidenze del19÷22% per gli schemi CA e CB e del 15÷18%per gli schemi CC.I grafici 1, 2 e 3 illustrano l’andamento delcosto di costruzione unitario parametratoalla superficie utile interna, al variare dellalarghezza del capannone, con riferimentoagli schemi considerati nel presente lavoro.Dato che questo costo unitario è molto lega-to, per ogni schema, alla luce del capanno-ne, mentre è scarsamente influenzato dal-la lunghezza dell’edificio,è possibile utilizzareil medesimo costo unitario riferito a una cer-ta larghezza per stimare il costo totale dicapannoni di lunghezza variabile, all’inter-no dell’intervallo di uso più comune (da 30a 100 metri circa).

PARAMETRI ECONOMICINella tabella 2 a pag.19 sono riportati i prin-cipali parametri di tipo economico scaturi-ti dai computi metrici estimativi; il riferi-mento è il più probabile costo totale di costru-zione di ogni tipologia di capannone e i valo-ri riportati riguardano sia il costo unitariorapportato agli elementi dimensionali rile-vanti, sia l’incidenza percentuale delle prin-cipali categorie di lavori sul costo totale.Con riferimento all’unità di superficie utile inter-na, la costruzione dei capannoni ipotizzaticomporta un investimento variabile da cir-ca 196€/m2 per lo schema CA3 a circa327€/m2 per lo schema CC1.Relativamente al volume utile interno, ilcosto di costruzione varia da un minimo dicirca 32€/m3 per lo schema CB3 ad un mas-simo di circa 82€/m3 per lo schema CC1.Con riferimento ai soli capannoni CB, lo stoc-caggio di 1 tonnellata di fieno confezionatoin rotoballe comporta un investimento varia-bile da un minimo di 310 € (CB3) a un mas-simo di 365 € (CB1).Ponendo come tipologia di base il capan-none CA1, è possibile verificare come variail costo totale di costruzione al variare deiparametri dimensionali o delle caratteristi-che costruttive, ovviamente modificandouna variabile per volta: se viene aumentata l’altezza, da 4 a 6,5

metri, il costo aumenta del 9%; se viene aumentata la larghezza, da 10 a

16 metri, il costo aumenta del 43%;

Struttura portante mista acciaio-legno.

Esempio di capannone per lo stoccaggiodi paglia e fieno.

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S econdo la deliberazione dell'Assemblealegislativa della Regione Emilia-Romagna

n.96 del 16 gennaio 2007,si intende per leta-me l’effluente d’allevamento palabile pro-veniente da allevamenti che impiegano lalettiera; sono assimilabili al letame: le lettiere esauste di allevamenti avicuni-

coli; le deiezioni di avicunicoli rese palabili da

processi di disidratazione che hanno luo-go sia all'interno, sia all'esterno dei rico-veri;

le frazioni palabili, da destinare all'utiliz-zazione agronomica, risultanti da tratta-mento di effluenti zootecnici da soli o inmiscela con biomasse vegetali di origineagricola;

i letami, i liquami e/o i materiali ad essiassimilabili sottoposti a trattamento didisidratazione e/o compostaggio.

Gli effluenti di allevamento palabili sonouna miscela costituita da stallatico, residuialimentari, perdite di abbeverata, acque diveicolazione delle deiezioni,materiali ligno-cellulosici utilizzati come lettiera in grado,se disposti in cumulo su platea, di mante-nere la forma geometrica ad essi conferita.Di grande importanza, per il letame, risultala quantità di lettime inglobato nella massa;infatti, a parità di produzione di deiezioni, ilmateriale fresco ottenuto è tanto più volu-minoso,tanto più leggero (per unità di volu-me) e tanto meno fluido quanto più mate-riale da lettiera è stato aggiunto.Lo stoccaggio del letame può avvenire all'in-terno o all'esterno dei ricoveri.Stoccaggio all'interno dei ricoveri. In deter-minate tipologie d'allevamento, come nelcaso della lettiera permanente, le deiezionipossono essere accumulate all'interno deiricoveri zootecnici unitamente al materiale

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Lo stoccaggio degli effluenti di allevamento palabili

Cumulo di letame paglioso.

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I COSTI DI COSTRUZIONE DELLE STRUTTURE ACCESSORIE PER L’ALLEVAMENTO

da lettiera.Le aree del ricovero nelle quali si accu-mula la lettiera devono presentare una pavi-mentazione impermeabile di calcestruzzo.Illetame viene asportato periodicamentemediante trattrice dotata di apposito cari-catore a benna o pala meccanica; se l’inter-vallo fra due svuotamenti è superiore a 3 mesi,

non è obbligatoria la presenza di una conci-maia esterna.Stoccaggio all'esterno dei ricoveri. Negliallevamenti che producono materiale pala-bile, ma che non adottano la lettiera per-manente con svuotamento ogni 3 mesi opiù, è indispensabile la realizzazione di un

contenitore di stoccaggio esterno al ricove-ro.La scelta del tipo di contenitore dipendeprincipalmente dal tenore in sostanza sec-ca del materiale da stoccare,a sua volta dipen-dente da numerosi fattori, quali il quantita-tivo e il tipo di materiale da lettiera, il tipo dialimentazione,la presenza di residui di man-

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Stalla a lettierapermanenteper bovini da latte.

Concimaia a plateacon paretidi contenimentosu 3 lati.

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giatoia, l’efficacia di eventuali trattamenti diseparazione o di essiccazione.

I CONTENITORII contenitori destinati a stoccare gli effluen-ti palabili sono essenzialmente costituiti dauna pavimentazione di calcestruzzo arma-to a pianta quadrangolare e da cordoli o pare-ti di contenimento perimetrali.La pavimentazione deve essere corretta-mente progettata e realizzata per resisterealle forze provenienti dal terreno e a quelledi direzione opposta derivanti dal peso deimezzi meccanici che possono entrare nellaplatea; in questo modo si evitano deforma-zioni, cedimenti o lesioni che compromet-terebbero la stabilità e l’impermeabilità delmanufatto.Secondo la già citata delibera regionalen.96 "lo stoccaggio dei materiali palabili deveavvenire su platea impermeabilizzata, aven-te una portanza sufficiente a reggere, senzacedimenti o lesioni, il peso del materiale accu-mulato e dei mezzi utilizzati per la movimen-tazione".La pavimentazione e le opere di fondazio-ne vengono realizzate al di sopra di un vespaio

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di materiale inerte di adeguato spessore eben compattato; nel caso di terreno umido,per presenza di falde acquifere o di acquasotterranea di scorrimento, è bene predi-sporre una rete di tubi drenanti al di sottodel vespaio.È consigliabile una finitura grez-za o una rigatura della superficie della pla-tea,al fine di limitare lo slittamento dei mez-zi adibiti alla movimentazione del materialestoccato.La pendenza della pavimentazione (1,5÷2%verso i punti di sgrondo) deve permettereil rapido allontanamento della frazione liqui-da del letame, nonché dell'acqua piovanaraccolta dalla platea. Il percolato deve esse-re raccolto in un contenitore impermeabi-le adeguatamente dimensionato, posto afianco (vasca) o al di sotto (pozzettone) del-la platea.La forma della concimaia dipende dal tipodi attrezzatura adottato per caricare il leta-me: rettangolare nel caso di elevatori gire-voli a 40 o a 180°, quadrata nel caso di ele-vatori fissi o presse oleodinamiche,varia nelcaso di trattore con pala o benna e rimor-chio e nel caso di scarico dall’alto di frazio-ne solida separata da impianto di separa-

Tab. 1 – Volume teorico e altezza media di cumuli di letamecon forma a piramide.

Altezza (H) (m)

3

4

5

6

7

8

Base (b) (m)

6

8

10

12

14

16

Superficie (m2)

36

64

100

144

196

256

Volume (m3)

36

85

167

288

457

683

Altezza media (m)

1,00

1,33

1,67

2,00

2,33

2,67

Canale grigliato per l'allontanamento dellafrazione liquida del letame e dell'acquapiovana raccolta dalla platea.

zione installato su struttura sopraelevata.Per evitare la raccolta di acqua piovana èpossibile coprire le concimaie con tettoie divario genere, realizzate principalmente construtture leggere d’acciaio a pilastri e travi;a fronte di un costo d’investimento aggiun-tivo decisamente elevato,si ottiene una ridu-zione del volume di liquami da stoccare euna migliore maturazione del prodotto depo-sitato.La concimaia a platea con cordolo peri-metrale è la struttura più comune per lostoccaggio del letame asciutto e ricco di let-tiera ed è costituita da una superficie pavi-mentata a uno o più piani inclinati, racchiu-sa da un cordolo perimetrale alto 100÷200millimetri. In corrispondenza della zona diaccesso ai mezzi meccanici il cordolo è altosolo 50 millimetri e ha gli spigoli smussatiper agevolare il passaggio dei trattori; in alter-nativa si può eliminare il cordolo,ma la pavi-mentazione adiacente all’entrata deve pen-dere verso l’interno,al fine di evitare fuoriu-scita di liquame.Nelle concimaie a platea costruite in zoneacclivi si è spesso costretti a prevedere, suuno o più lati rivolti a monte,delle pareti disostegno in sostituzione del semplice cor-dolo; ciò consente l’accumulo di una mag-giore quantità di materiale palabile a paritàdi superficie,ma aumenta considerevolmentei costi di costruzione. Le pareti perimetralialte 2÷3 metri possono essere realizzate su2 o 3 lati della concimaia anche nelle zone

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I COSTI DI COSTRUZIONE DELLE STRUTTURE ACCESSORIE PER L’ALLEVAMENTO

di pianura,con lo scopo di aumentare la capa-cità di stoccaggio, specialmente in presen-za di impianti di separazione solido/liquidodei liquami.

DIMENSIONAMENTODEI CONTENITORIIl calcolo di progetto della superficie dellaconcimaia si effettua valutando innanzitut-

to il quantitativo annuo di letame o di mate-riale assimilato prodotto nell’allevamento,facendo riferimento alle tabelle allegate alladeliberazione regionale n.96 del 16 gennaio2007.Il secondo passo consiste nello stabilire iltempo massimo di stoccaggio,che dipendedal tempo di maturazione del letame e dal-l'assetto agronomico e colturale dell'azien-da.La legislazione vigente in Emilia-Romagnaimpone una capacità minima di stoccaggio,calcolata con riferimento alla consistenzadell’allevamento,non inferiore al volume dimateriale palabile prodotto in 90 giorni.Nelle aree padane, in considerazione degliordinamenti colturali prevalenti,è però oppor-tuno disporre di concimaie che garantiscanouna capacità di stoccaggio del letame noninferiore a 4÷5 mesi.Vengono considerate utili ai fini del calcolodella capacità di stoccaggio le superfici del-le lettiere permanenti, purché siano perfet-tamente impermeabilizzate,nonché le cosid-dette "fosse profonde" dei ricoveri a due pia-ni delle galline ovaiole.Per la valutazione ditale capacità, il calcolo del volume stoccatofa riferimento ad altezze massime della let-

tiera di 0,6 metri per i bovini, 0,15 metri pergli avicoli e 0,3 metri per le altre specie.L’ultimo parametro che deve essere definitoè l’altezza media del cumulo,dipendente daltipo di letame (più o meno umido), dal tipodi concimaia (con cordolo o con pareti) e dal-le attrezzature adibite al carico del materiale,che condizionano la forma e l’estensione delcumulo stesso.A titolo esemplificativo si ripor-tano,in tabella 1 a pagina 24, i volumi teoricie le dimensioni medie di cumuli di letamecon forma a piramide, ipotizzando un ango-lo di attrito del materiale palabile di 45°.La superficie utile minima di platea (Sp inmetri quadrati) si ottiene dalla seguente for-mula:

Sp = (Pr/12 x T)/H

dove:Pr è la produzione di refluo palabile in volu-me (m3/anno);T è il tempo massimo di stoccaggio (mesi);H è l’altezza media del cumulo (metri).La delibera regionale n. 96/2007 forniscecome valore indicativo un'altezza media di2 metri per il letame.

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Elevatore fisso con sistema di trasporto acatena e palette a moto continuo.

Concimaia a plateacon paretiperimetrali eseparatore perliquame.

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L a deliberazione dell'Assemblea legisla-tiva della Regione Emilia-Romagna 16

gennaio 2007, n. 96 definisce liquame l’ef-fluente d’allevamento non palabile; sono assi-milabili al liquame, se provenienti dall'atti-vità d'allevamento: i liquidi di sgrondo di materiali palabili in

fase di stoccaggio; le deiezioni di avicoli e cunicoli non mesco-

late a lettiera; le frazioni non palabili, da destinare all'u-

tilizzazione agronomica,derivanti dal trat-

materiali lignocellulosici utilizzati come let-tiera non in grado,se disposti in cumulo su pla-tea, di mantenere la forma geometrica adessi conferita.

CARATTERISTICHE DEI CONTENITORI Il materiale non palabile dev’essere stocca-to in recipienti appositi,dotati di pareti e rea-

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tamento di effluenti zootecnici, da soli oin miscela con biomasse vegetali di ori-gine agricola;

i liquidi di sgrondo dei foraggi insilati.Le acque di lavaggio di strutture, attrezza-ture e impianti zootecnici, se miscelate ailiquami e qualora destinate ad utilizzo agro-nomico,sono da considerare come liquami.Gli effluenti di allevamento non palabili sonouna miscela costituita da stallatico, residuialimentari, perdite di abbeverata, acque diveicolazione delle deiezioni,acqua piovana,

Lo stoccaggio degli effluenti di allevamento non palabili

Vasca interrata con scarico del liquameper gravità.

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I COSTI DI COSTRUZIONE DELLE STRUTTURE ACCESSORIE PER L’ALLEVAMENTO

lizzati con materiali edili diversi (calcestruz-zo, acciaio, legno); in alternativa si può pre-vedere il deposito in bacini artificiali in ter-ra adeguatamente impermeabilizzati.

I recipienti per liquami, comunque, devonorispondere ai seguenti requisiti: assoluta impermeabilità delle strutture

(basamento e pareti);

capacità di stoccaggio adeguata alle nor-me di legge e alle esigenze gestionali del-l'azienda;

facilità di riempimento e di prelevamen-to del liquame, in condizioni di assolutasicurezza per gli addetti alle diverse ope-razioni;

facilità di esecuzione di eventuali tratta-menti sul liquame stoccato.

Lo stoccaggio del liquame in appositi con-tenitori realizzati all'esterno dei ricoveri d'al-levamento è la soluzione più razionale e affi-dabile; inoltre,secondo la delibera regiona-le n.96 "per i nuovi allevamenti e per gli amplia-menti di quelli esistenti non sono considera-te utili al calcolo dei volumi di stoccaggio lefosse sottostanti i pavimenti fessurati e gri-gliati".I fattori che caratterizzano il tipo di conteni-tore sono l'ubicazione,il materiale da costru-zione, la forma e le dimensioni.

UBICAZIONEIn base all'ubicazione del contenitore rispet-to al piano di campagna si distinguono innan-zitutto le vasche fuori terra dalle vascheinterrate.Le prime sono sottoposte princi-palmente alla pressione idrostatica del liqua-me sulla faccia interna delle pareti, mentrele seconde sono soprattutto interessate dal-la pressione del terrapieno, a vasca vuota,dall’esterno verso l’interno.Le vasche interrate presentano il vantag-gio di consentire un riempimento a gravità,ma pongono maggiori problemi di realiz-zazione e hanno un più elevato costo dicostruzione,per maggiori movimenti di ter-ra e per la necessità di mantenere un francodi sicurezza fra il fondo della fossa e le faldeacquifere superficiali. A protezione dellevasche interrate si deve sempre predispor-re una recinzione anticaduta alta 1,8 metri,dota-ta dei necessari cancelli per l'introduzionedi miscelatori e tubazioni.Nelle zone di collina e di montagna è possi-bile che le vasche risultino interrate nellaparte a monte e seminterrate o fuori terranella parte a valle; in tal caso la recinzione èlimitata alla sola parte interrata.Le vasche fuori terra consentono una rea-lizzazione più economica,specialmente quan-do si adottano elementi prefabbricati,e costi-tuiscono l'unica soluzione possibile in ter-

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Vasche interrate di calcestruzzo armato infase di realizzazione.

Vasche di stoccaggio del liquame a formacilindrica.

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reni con falda freatica poco profonda;richie-dono, però, la realizzazione di un pozzettointerrato di raccolta (pre-fossa),posto al ter-mine della rete fognaria dell'allevamento,ela predisposizione della relativa attrezzatu-ra per il carico del liquame nella vasca.Quest’ultima, di norma, è collegata al poz-

anche le vasche interrate e coperte, sonocaratterizzate da elevato impatto ambien-tale negativo nei confronti del paesaggiorurale e quest’ultimo aspetto è di sempremaggiore attualità in molte zone del nostroPaese.Per limitare tale impatto,oltre ad agi-re sulla collocazione dei manufatti,è possibileintervenire con la tecnica del mascheramentoa mezzo di alberature o arbusti rampicanti.Una soluzione intermedia fra le due tipolo-gie sopra illustrate è la vasca seminterra-ta, con la parte inferiore delle pareti inseri-ta nello scavo.

MATERIALI DA COSTRUZIONEA seconda dei materiali da costruzione utilizzatiper realizzare il serbatoio possiamo distin-guere:vasche di calcestruzzo armato gettato in ope-

ra con l'impiego di casseri in legno,di cas-seri circolari in acciaio o di blocchi-casse-ro vibrocompressi;

vasche in elementi prefabbricati di calce-struzzo armato vibrato;

vasche circolari in elementi prefabbricatidi calcestruzzo armato precompresso;

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zetto di sollevamento mediante una tuba-zione interrata,del diametro di 250÷400 mil-limetri, dotata di doppia valvola a saracine-sca, per agevolare le operazioni di movi-mentazione e di pescaggio del liquame.Le vasche di stoccaggio fuori terra, in parti-colare quelle di calcestruzzo armato, ma

Vasca cilindricadi calcestruzzofuori terra.

Vasche interratedi calcestruzzo armato.

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vasche circolari in lamiera ondulata diacciaio zincata e plastificata o verniciata;

vasche circolari in piastre di acciaio smal-tate-vetrificate o di acciaio inox;

vasche circolari in doghe di legno e cer-chiatura metallica;

lagune in terra battuta.Una vasca per liquami è essenzialmentecostituita da un basamento di calcestruzzoarmato gettato in opera, dello spessore di0,1÷0,2 metri,sul quale poggiano e trovanoancoraggio le pareti realizzate con materia-li diversi.L’insieme del manufatto deve esse-re correttamente progettato e realizzato per

I COSTI DI COSTRUZIONE DELLE STRUTTURE ACCESSORIE PER L’ALLEVAMENTO

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Vasche cilindricheseminterrate dicalcestruzzo in fasedi costruzione.

Vasca circolare in piastre d'acciaio smaltate.

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resistere alle forze provenienti dal terreno ea quelle derivanti dal liquame stoccato,ondeevitare cedimenti o lesioni che compro-metterebbero la stabilità e/o l’impermeabi-lità del contenitore.Nel caso di vasche interrate il basamentopoggia, di norma, su un sottofondo di cal-cestruzzo magro dello spessore di 0,1÷0,15metri, a sua volta posto su un piano di posadi sabbia e ghiaia;nel caso di vasche semin-terrate o fuori terra si deve predisporre unvespaio di materiale inerte ben compattato(ciottoli, ghiaia e sabbia), con spessore dialmeno 0,3 metri,sul quale gettare il magro-ne e il basamento.Un aspetto molto importante è la tenutaidraulica dei giunti; nel collegamento frabasamento e pareti di calcestruzzo, in parti-colare, è bene prevedere una doppia guar-nizione di Pvc annegata nel getto o un altrodispositivo equivalente di sigillatura (water-stop).Nel caso di terreno umido, per presenza difalde acquifere o di acqua sotterranea di scor-rimento,è bene predisporre una rete di tubidrenanti al di sotto del vespaio.I materiali che vengono in contatto con illiquame devono avere grande resistenza aicomposti acidi e, nel caso di vasche coper-

Tuttavia, la laguna in terra comporta, rispet-to a una vasca a pareti verticali, una mag-giore occupazione del suolo,una maggioresuperficie di raccolta dell'acqua piovana,maggiori difficoltà per lo spurgo e un ele-vato impiego di manodopera per le operazionidi manutenzione degli argini. Inoltre, risul-tano di più difficile esecuzione gli interven-ti di miscelazione e di omogeneizzazione delprodotto stoccato.Gli argini della laguna, realizzati di normacon terreno proveniente dall’invaso, devo-no avere una larghezza alla sommità di alme-no 2,5 metri e comunque non inferiore all’al-tezza dell’argine stesso; l’inclinazione dellascarpa interna varia da 25 a 35°, in dipen-denza dal tipo di terreno,mentre quella del-la scarpa esterna non dovrebbe superare i20°. Attorno al piede esterno dell'argine sideve prevedere un fosso di guardia peri-metrale, avente profondità minima di 0,5metri, isolato idraulicamente dalla normalerete scolante.Lungo tutto il perimetro ester-no della laguna, inoltre, deve essere instal-lata una recinzione di protezione dotata degliappositi cancelli per l'ingresso di uomini emezzi.

FORMA PLANIMETRICAIn base alla forma planimetrica si possonoavere serbatoi rettangolari,circolari e di for-ma mista; spesso gli elementi condizionan-ti sono il materiale prescelto e l'ubicazionedel manufatto.Di norma,i lagoni in terra bat-tuta hanno forma rettangolare, per la piùfacile realizzazione degli scavi e degli argi-ni; la forma circolare è quella tipicamenteutilizzata per le vasche in acciaio o in legno,ma è scelta anche per recipienti in calce-struzzo armato,sia gettato in opera che pre-fabbricato. La forma circolare è particolar-mente interessante perché consente,a paritàdi volume utile e di profondità del conteni-tore,un minor sviluppo delle pareti perime-trali (minore costo di costruzione per unitàdi volume), oltreché una più facile esecu-zione dei trattamenti di miscelazione ed ossi-genazione del liquame.La forma mista, che prevede due lati lineariparalleli e due semicerchi opposti, è spessoadottata per la realizzazione di vasche fuoriterra di grandi dimensioni, in elementi pre-fabbricati di calcestruzzo armato.

te, all’azione dei gas corrosivi. Il calcestruz-zo impiegato per il basamento e per le even-tuali pareti, in particolare,deve resistere a unambiente chimicamente aggressivo,cioè allaclasse di esposizione 5c della norma UNI9858 (“ambiente fortemente aggressivo”).In queste condizioni le prescrizioni tecnicheper la durabilità del calcestruzzo armato sonole seguenti:rapporto massimo acqua/cemento di 0,45;dosaggio minimo di cemento di 300 kg/m3;calcestruzzo impermeabile e resistente ai

solfati;copriferro minimo di 40 millimetri (secon-

do Eurocodice 2).Le lagune in terra rappresentano la solu-zione a più basso costo di costruzione perlo stoccaggio del liquame, là dove la naturadel terreno lo consenta per presenza di unaimpermeabilizzazione naturale dovuta adadeguati strati argillosi, o allorquando siaipotizzabile una impermeabilizzazione arti-ficiale a mezzo di geomembrane sinteticheplastomeriche (Pvc, Pead) o elastomeriche(gomma Epdm), posate su strato separato-re di geotessile non tessuto.

Laguna in terra battuta.

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I l calcolo di progetto del volume totale deiserbatoi per effluenti non palabili si effet-

tua valutando innanzitutto il quantitativoannuo di liquame o di materiale assimilatoprodotto nell’allevamento, facendo riferi-mento a tabelle allegate alla deliberazionedell’Assemblea legislativa della RegioneEmilia-Romagna 16 gennaio 2007, n. 96.Bisogna poi stimare il quantitativo mediomensile di acqua piovana raccolta dallearee esterne scoperte frequentate dagli ani-mali (paddock, corsie di defecazione, par-chetti) e dall’eventuale platea di stoccaggiodel materiale palabile,che dev’essere obbli-gatoriamente trasferita alle vasche di stoc-caggio. Per questa stima si può fare riferi-mento alla piovosità media della zona inte-

logrammi di azoto al campo e con terre-ni coltivati a prati di media o lunga dura-ta e cereali autunno-vernini;

180 giorni per gli altri allevamenti (bovi-ni da carne,suini e avicunicoli) e in assen-za delle tipologie colturali sopra riportate.

VOLUME UTILE DI STOCCAGGIOIl volume utile di stoccaggio del contenito-re (Vu in metri cubi) si ottiene dalla seguen-te formula:

Vu = (Pr/12 + Pi x S) x T.

dove:Pr è la produzione annua di liquame del-l’allevamento, in volume (m3);

I COSTI DI COSTRUZIONE DELLE STRUTTURE ACCESSORIE PER L’ALLEVAMENTO

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ressata, al netto della quota di acqua eva-porata:valori utili per la pianura padana pos-sono essere quelli di 0,03÷0,04 m3/m2 permese,equivalenti a una piovosità netta men-sile di 30÷40 millimetri.Ultimo parametro da definire è il tempo distoccaggio, che dipende dai tempi minimifissati dalle normative ambientali, dall'as-setto agronomico e colturale dell'azienda edalle caratteristiche pedoclimatiche dellazona. Secondo la deliberazione n. 96/2007il tempo minimo di stoccaggio varia in basealla tipologia d'allevamento e alla produ-zione annua di azoto al campo: 120 giorni per gli allevamenti di bovini

da latte, bufalini, equini e ovicaprini cheproducono annualmente oltre 1.000 chi-

Dimensionamentodei contenitori per effluenti non palabili

Paddockpavimentato pervacche da latte.

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Pi è la piovosità media mensile al netto del-l’evaporazione (m3/m2);S è la superficie totale delle aree di stabula-zione esterne scoperte e dell’eventuale con-cimaia (m2);T è il tempo massimo di stoccaggio (mesi).Per garantire un accettabile abbattimentodella carica microbica del liquame è neces-saria la sosta del prodotto, in assenza diapporti di materiale fresco,per almeno 45÷50giorni.A tale scopo è buona norma la ripar-tizione del volume complessivo di stoccag-gio in almeno due comparti separati. Taleconcetto viene ribadito dalla deliberazioneregionale n. 96/2007 laddove si dice che "i

contenitori di liquami a cielo aperto dovran-no essere articolati in almeno due compartiseparati, realizzati e condotti in modo tale daassicurare una permanenza effettiva del liqua-me non inferiore a 45 giorni, al fine di garan-tire una adeguata maturazione e stabilizza-zione prima dello spandimento al suolo".Il volume massimo di un singolo conteni-tore è di 5.000 m3, anche se è consigliabilenon superare i 3.000 m3, sia per semplifica-

re gli interventi gestionali (miscelazione,rimozione dei sedimenti di fondo,ecc.),sia perlimitare il danno all’ambiente provocato daeventuali fuoriuscite di liquame conseguentia cedimenti strutturali.

SERBATOIO A PARETI VERTICALINel caso di un serbatoio a pareti verticali,bisogna stabilire preventivamente l’altezzamassima disponibile per il volume utile distoccaggio, in modo da calcolare la super-ficie utile interna (S in metri quadrati):

S = Vu/Hu

dove:Vu è il volume utile di stoccaggio (m3);Hu è l’altezza utile per il liquame (metri).Quindi, nel caso di serbatoio scoperto, ènecessario aggiungere al volume utile ilquantitativo di acqua piovana che cade diret-tamente nel contenitore, ottenendo così ilvolume minimo (Vm in metri cubi):

Vm = Vu + Pi x S x T.

dove:Vu è il volume utile di stoccaggio (m3);Pi è la piovosità media mensile al netto del-l’evaporazione (m3/m2);S è la superficie utile del contenitore (m2);T è il tempo massimo di stoccaggio (mesi).Per i serbatoi coperti,ovviamente, il volumeminimo corrisponde al volume utile.Nel calcolare la capacità totale del serbatoiosi deve infine considerare un coefficiente disicurezza pari al 10% del volume minimocalcolato,per tenere conto di eventuali varia-zioni impreviste nel volume di acqua utiliz-zata per i lavaggi e di un idoneo franco disicurezza.Il volume totale interno (Vt in metri cubi) delcontenitore a pareti verticali è così calcola-to:

Vt = Vm x 1,1.

dove:Vm è il volume minimo di stoccaggio (m3).

SERBATOIO A PARETI INCLINATEPer un contenitore a pareti inclinate (lago-ne) il calcolo si complica, perché entrano in

Platea di stoccaggio del materiale palabilecon canaletta di raccolta per l’acqua piovanae i liquidi di sgrondo del cumulo di letame.

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gioco l’inclinazione della parete interna e l’al-tezza complessiva dell’argine che, data unasuperficie della base inferiore del contenito-re, condizionano l’area della base superioree quindi la superficie di raccolta dell’acquapiovana e il volume totale dell’invaso; il pro-blema, di norma, si risolve con un sempliceprogramma di calcolo che ricerca per tenta-tivi il volume utile di stoccaggio,restituendoil volume totale del contenitore.Nel calcolare la capacità totale del lagonesi deve considerare un coefficiente di sicu-rezza pari al 15% del volume minimo cal-colato,per tenere conto di eventuali variazioniimpreviste nel volume di acqua utilizzataper i lavaggi e di un idoneo franco di sicu-rezza, al fine di ridurre i rischi di esondazio-ne del liquame nel caso di non perfetta rea-lizzazione degli argini.

COPERTURA DELLE STRUTTUREDI STOCCAGGIOI recipienti per liquami possono essere sco-perti o coperti; la copertura può essere rea-lizzata con solette di calcestruzzo armatogettate in opera o prefabbricate, con even-tuali pilastri di sostegno,oppure con teli pla-stici. In quest’ultimo caso si possono averecoperture che galleggiano semplicementesul liquame, o teli fissati ai bordi della vascae sostenuti da un pilastro centrale. La tec-nica adottata, ovviamente, influisce sullatransitabilità o meno della copertura stes-

capacità del contenitore e di minore dilui-zione del liquame;ma l’elemento più impor-tante è sicuramente la limitazione delle emis-sioni gassose in atmosfera, con effetti posi-tivi nei confronti dell’inquinamento dell’ariae del trasferimento di odori sgradevoli ver-so le aree urbanizzate. Quest’ultimo aspet-to sta diventando un vero problema socia-le, molto sentito laddove la città si è allar-gata inesorabilmente verso la campagna odove insediamenti ex rurali sono stati con-vertiti in edifici di civile abitazione, venen-dosi a trovare immersi in un contesto agricolopreesistente.Secondo ricercatori tedeschi la coperturadei serbatoi di liquame può ridurre drasti-camente la distanza alla quale si può per-cepire l’emissione maleodorante:il confrontofra vasche differenti soltanto per la presen-za o meno di una copertura ha dimostrato chementre l’odore proveniente da quelle sco-perte si percepisce fino a 350 metri di distan-za, quello derivante dalle vasche coperte èpercepito solo fino a 20÷50 metri.Si ricorda, infine, che la copertura dei ser-batoi per liquame è considerata Bat (miglio-re tecnica disponibile) ai sensi della diretti-va Ippc e che secondo la deliberazione regio-nale n.96/2007 i contenitori di nuova costru-zione devono essere coperti,oppure realiz-zati in modo da ridurre la raccolta delle acquemeteoriche (pareti verticali e ridotto rap-porto superficie libera/volume).

I COSTI DI COSTRUZIONE DELLE STRUTTURE ACCESSORIE PER L’ALLEVAMENTO

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sa nel caso di vasche interrate.La copertura dei serbatoi se da un lato costi-tuisce un costo aggiuntivo non indifferen-te,dall’altro consente di eliminare la raccoltadi acqua piovana, con benefici in termini di

Vasca liquami ripartita in due compartiseparati.

Copertura con teli fissati ai bordi della vascaliquami e sostenuti da un pilastro centrale.

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C ome si è visto negli articoli precedenti,sono numerose le soluzioni costruttive

adottabili per la realizzazione di manufatti perla raccolta e lo stoccaggio degli effluentizootecnici.Lo stoccaggio degli effluenti palabili deveavvenire su superfici impermeabili, detteconcimaie, dotate di strutture perimetraliatte ad impedire la fuoriuscita dei liquidi disgrondo e dell’acqua piovana raccolta all’in-terno della platea.Vengono proposti due schemi di concimaia(PA e PB),che differiscono per la presenza omeno di pareti perimetrali su tre lati. Perogni schema proposto sono state proget-tate 6 varianti, differenti per superficie uti-le interna.Lo stoccaggio degli effluenti non palabili,invece,richiede l’impiego di serbatoi imper-meabili dotati di basamento di fondo e pare-ti a perimetro chiuso.In questo articolo vengono proposte alcunefra le soluzioni più diffuse, e precisamenteuno schema di vasca interrata (VA), 5 sche-

mi di vasca fuori terra (VB, VC, VD, VE e VF),2 schemi di pozzetto interrato (VG e VH) euno schema di laguna in terra (LA).Per ognischema proposto sono state progettate daun minimo di 4 a un massimo di 7 varianti,dif-ferenti per volume totale interno.

LE TIPOLOGIE PROPOSTEConcimaie tipo PA. Lo schema di base è rap-presentato da una concimaia a platea a pian-ta rettangolare di calcestruzzo armato, concordolo perimetrale alto 0,2 metri (lato inter-no); il cordolo si presenta ribassato e arro-tondato sul lato di accesso, per permettereun facile passaggio dei mezzi meccanici adi-biti alla movimentazione e al prelevamen-to del materiale accumulato.La superficie utile interna cambia nelle 6varianti progettate, dai 77 m2 di PA1 ai 900m2 di PA6. Il solettone della platea è realiz-zato in calcestruzzo armato gettato su vespaiocon le adeguate pendenze,per lo sgrondo delpercolato e il suo allontanamento tramiterete fognaria, con invio ad apposito poz-

zetto o vasca di raccolta.Concimaie tipo PB. In questo caso la con-cimaia a platea a pianta rettangolare di cal-cestruzzo armato ha pareti perimetrali sutre lati e cordolo sul quarto lato; le paretisono alte 2,5 metri (lato interno), mentre ilcordolo si presenta ribassato e arrotonda-to, per permettere un facile passaggio deimezzi meccanici adibiti alla movimenta-zione e al prelevamento del materiale accu-mulato.La superficie utile interna cambia nelle 6varianti progettate, dai 77 m2 di PB1 ai 900m2 di PB6. Il solettone della platea è realiz-zato in calcestruzzo armato gettato su vespaiocon le adeguate pendenze,per lo sgrondo delpercolato e il suo allontanamento tramiterete fognaria, con invio ad apposito poz-zetto o vasca di raccolta.Vasche interrate tipo VA. Lo schema di baseè rappresentato da una vasca interrata apianta rettangolare di calcestruzzo armato,con pareti alte 4 metri. Il volume totale inter-no cambia nelle 5 varianti progettate, dai140 m3 di VA1 ai 1.600 m3 di VA5. La vasca ècostituita da un basamento gettato su magro-ne di pulizia e vespaio di fondo e da pareti get-tate con l’ausilio di casseri tradizionali dilegno. Nel collegamento fra parete e basa-mento è previsto un doppio nastro di guar-nizione di Pvc. Inoltre, nella parte sommita-le delle pareti è ancorata la recinzione peri-metrale anticaduta,completa di cancelli perl’introduzione di miscelatori e tubazioni,perla movimentazione e il prelevamento delmateriale raccolto.Vasche tipo VB. Questa tipologia è del tut-to simile alla precedente, con la differenzache la vasca a pianta rettangolare di calce-struzzo armato è realizzata fuori terra.Il volu-me totale interno cambia nelle 5 varianti pro-gettate,dai 140 m3 di VB1 ai 1.600 m3 di VB5.Vasche tipo VC e VD. Lo schema di base èrappresentato da una vasca fuori terra a

Quanto costano le opereper stoccare effluenti zootecnici

Concimaia a plateacon elevatore fisso.

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I COSTI DI COSTRUZIONE DELLE STRUTTURE ACCESSORIE PER L’ALLEVAMENTO

pianta circolare di calcestruzzo armato,conparete alta 4 metri (tipo VC) o 5 metri (tipo VD).Il volume totale interno cambia nelle 14varianti progettate,dai 154 m3 di VC1 ai 3.534m3 di VD7. La vasca è costituita da un basa-mento gettato su magrone di pulizia e vespaiodi fondo e da parete monolitica gettata conl’ausilio di casseri prefabbricati modularid’acciaio.Nel collegamento fra parete e basa-mento è previsto un doppio nastro di guar-nizione di Pvc.Vasche tipo VE e VF. Questa tipologia divasca è realizzata fuori terra e ha pianta cir-

colare, con parete in elementi prefabbrica-ti alta 3,45 metri (tipo VE) o 4,75 metri (tipoVF). Il volume totale interno cambia nelle 12varianti progettate,dai 184 m3 di VE1 ai 4.086m3 di VF6. La vasca è costituita da una fon-dazione ad anello gettata su magrone dipulizia e vespaio di fondo, a sostegno dellaparete,da un basamento gettato su vespaioe da pareti in elementi prefabbricati di cal-cestruzzo armato vibrato alti 3,7 metri (tipoVE) o 5 metri (tipo VF), sigillati con siliconeper la perfetta tenuta del serbatoio.Pozzetti interrati tipo VG. Lo schema di baseè rappresentato da un pozzetto interrato apianta rettangolare di calcestruzzo armato,con pareti alte 3 metri. Il volume totale inter-no cambia nelle 4 varianti progettate, dai

15 m3 di VG1 ai 108 m3 di VG4. Il pozzetto ècostituito da un basamento gettato su magro-ne di pulizia e vespaio di fondo e da pareti get-tate con l’ausilio di casseri tradizionali dilegno. Nel collegamento fra parete e basa-mento è previsto un doppio nastro di guar-nizione di Pvc. Inoltre, nella parte sommita-le delle pareti è ancorata la recinzione peri-metrale anticaduta, completa di cancelloper l’introduzione di miscelatori e tubazio-ni, per la movimentazione e il prelevamen-to del materiale raccolto.Pozzetti interrati tipo VH. Questo pozzet-to interrato a pianta rettangolare di calce-struzzo armato, con pareti alte 3 metri, pre-senta una soletta di copertura carrabile. Ilvolume totale interno cambia nelle 4 varian-

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Vasca interrata a pianta rettangolare dicalcestruzzo armato.

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ti progettate,dai 31,5 m3 di VH1 ai 207 m3 diVH4.Il pozzetto è costituito da un basamentogettato su magrone di pulizia e vespaio difondo, da pareti gettate con l’ausilio di cas-seri tradizionali di legno e da soletta di coper-tura con sovraccarico utile di 30 kN/m2. Nelcollegamento fra parete e basamento è pre-visto un doppio nastro di guarnizione di Pvc.Inoltre, nella soletta di copertura sono pre-visti 2 chiusini di calcestruzzo armato dellaluce netta di 0,6 x 0,6 metri, per l’introdu-zione di tubazioni per la movimentazionee il prelevamento del materiale raccolto.Lagune tipo LA. Lo schema di base è rap-presentato da una laguna in terra battuta apianta quadrata, impermeabilizzata con telodi Pead (polietilene ad alta densità),con argi-ni alti 3,5 m. Il volume totale interno cam-bia nelle 7 varianti progettate, dai 2.714 m3

di LA1 agli 86.894 m3 di LA7.Le lagune sonorealizzate con uno scavo di altezza variabi-le da 2 metri per quella più piccola a 1,4 metriper quella più grande,in modo da ottimizzareil rapporto fra terra scavata e terra utilizzataper la costruzione degli argini. La scarpainterna dell’argine ha inclinazione di 25°,mentre quella esterna ha inclinazione di 35°.L’impermeabilizzazione è realizzata con unageomembrana sintetica plastomerica diPead dello spessore di 1,5 millimetri, posta

tativo, si possono indicare pesi di volumedell’effluente palabile variabili da un minimodi 0,55 a un massimo di 0,9 t/m3.La superficie di terreno occupata dalle con-cimaie varia da un minimo di 102 m2 per loschema PA1 a un massimo di 984 m2 per loschema PB6.Per quanto riguarda le vasche di stoccag-gio dell’effluente non palabile (liquame), imodelli proposti hanno un volume totaleche varia dai 140 m3 degli schemi VA1 e VB1ai 4.086 m3 dello schema VF6. A tali valoricorrispondono volumi di stoccaggio varia-bili da 127 a 3.714 m3,considerando la neces-sità di mantenere un franco di sicurezza del10%. Ovviamente, il volume utile per l’ef-fluente risulterà minore, in quanto si devedetrarre la quantità di acqua piovana diret-tamente raccolta dal contenitore durante iltempo di stoccaggio.L’occupazione di terreno di questi manu-fatti varia dai 55 ai 464 m2 per gli schemi VAe VB e dai 95 ai 1.016 m2 per gli schemi VE eVF.Se si rapporta il volume massimo di stoc-caggio alla superficie di terreno occupatasi vede che i valori più elevati sono quellidelle vasche VD, caratterizzate dalle paretipiù alte: si va dai 2,46 m3/m2 di VD1 ai 3,87m3/m2 di VD7.Le vasche tipo VA, essendo collocate al disotto del piano di campagna,possono rice-vere l’effluente per semplice gravità (scari-co diretto da rete fognaria). Tutte le altretipologie di vasca (VB÷VF), essendo posteal di sopra del piano di campagna, richie-dono in genere un sollevamento dell’ef-fluente per poter essere riempite (carico inpressione tramite pompa).I pozzetti interrati tipo VG, detti pre-fosse,sono destinati alla raccolta temporanea dieffluenti non palabili e al loro successivo tra-sferimento alle vasche di stoccaggio; perquesto motivo sono in genere dotati di unapompa di sollevamento del tipo sommer-gibile monoblocco o del tipo autoadescanteper uso esterno.Essendo collocati al di sot-to del piano di campagna, possono riceve-re l’effluente per semplice gravità.I modelli progettati hanno un volume mas-simo di stoccaggio variabile dai 10 ai 72 m3,nel-l’ipotesi di un franco di sicurezza di 1 metro.Anche i pozzetti interrati e coperti tipo VH,essendo collocati al di sotto del piano di cam-

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in opera su strato separatore in geotessilenon tessuto da 400 g/m2.Esternamente all’ar-gine sono previsti un fosso di guardia peri-metrale isolato dalla rete scolante dei ter-reni circostanti e una recinzione perimetra-le di protezione posta a 4 metri dalla basedella scarpa esterna dell’argine,con cancelliper l’accesso.

PARAMETRI DIMENSIONALILe concimaie con cordolo perimetrale (PA)consentono lo stoccaggio di un volume dieffluente palabile compreso fra 100 e 1.800m3, mentre nel caso delle concimaie conpareti (PB) il volume varia da 120 a 2.250 m3

circa.L’aumento è dovuto alla possibilità diaddossare il materiale alle pareti, ottenen-do cumuli con altezza media maggiore.La massa di effluente che può essere stoc-cata in concimaia varia molto in base allaquantità di lettime aggiunta alle deiezionie all’altezza media del cumulo:più l’effluenteè paglioso,più il suo peso di volume si ridu-ce,mentre all’aumentare dell’altezza mediadel cumulo aumenta il peso di volume, pereffetto della compressione della massa.Ovviamente, l’altezza media del cumulodipende dai mezzi utilizzati per il carico del-l’effluente in concimaia (elevatori fissi omobili, presse idrauliche, mezzi meccaniciportati da trattrice, ecc.), ma anche dal tipodi effluente:infatti,è molto difficile fare cumu-li alti con letame poco paglioso.A titolo orien-

Pozzetto interrato di calcestruzzo armato.

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I COSTI DI COSTRUZIONE DELLE STRUTTURE ACCESSORIE PER L’ALLEVAMENTO

pagna,possono ricevere l’effluente per sem-plice gravità.La copertura carrabile consen-te di abbinare un pozzettone di questo tipocon una concimaia a platea (vedi schemi PAe PB),ottenendo una struttura completa perlo stoccaggio di letame e di liquame.Il volume massimo di stoccaggio varia dai28,6 m3 di VH1 ai 188,2 m3 di VH4, conside-rando un franco di sicurezza del 10%.Infine, le lagune in terra con impermeabi-lizzazione di polietilene ad alta densità han-no un volume massimo di stoccaggio varia-bile da 2.360 a 75.560 m3,nell’ipotesi di un fran-co di sicurezza del 15%.Questi contenitori per effluenti non palabi-li,a seconda della profondità totale e della quo-ta di invaso posta al di sotto del piano dicampagna, possono richiedere un solleva-mento dell’effluente per poter essere riem-piti,oppure possono essere caricati per sem-plice gravità.Un aspetto negativo comunemente impu-tato alle lagune è la maggiore superficie diterreno occupata in confronto alle vaschea pareti verticali.Ciò è particolarmente evi-dente per le lagune di piccole o medie dimen-sioni: il rapporto volume di stoccaggio susuperficie di terreno occupata restituiscevalori di 0,74 m3/m2 per la laguna più pic-cola (LA1) e di 1,45 m3/m2 per la laguna media(LA4), valori nettamente più bassi rispettoa quelli delle varie tipologie di vasche conparete alta non più di 4 metri (si va da unminimo di 1,76 a un massimo di 3,13 m3/m2).Se poi si confrontano i valori di contenitoricon volume di stoccaggio simile, la diffe-renza è ancora più evidente:0,74 per la lagu-na LA1 da 2.360 m3,2,66 per la vasca VE6 da2.698 m3 e 3,1 per la vasca VC6 da 2.570 m3.

PARAMETRI ECONOMICILe concimaie a platea con pareti su tre lati(PB) hanno un costo maggiore del 45÷100%,a parità di superficie utile interna, rispettoa quelle con cordolo perimetrale (PA).Ovviamente, la differenza è maggiore perle concimaie più piccole, per la notevoleincidenza delle pareti sul metroquadro disuperficie.Il costo di costruzione riferito all’unità disuperficie utile interna varia da circa 150€/m2 per lo schema PB1 (da 77 m2) a circa50 €/m2 per lo schema PA6 (da 900 m2).

Per quanto riguarda le vasche per liquami, ilcosto unitario più interessante è quello rife-rito al volume massimo di stoccaggio. I costipiù elevati sono quelli ottenuti per la tipo-logia VA del tipo interrato a pianta rettan-

golare, che variano da circa 148 €/m3 perVA1 a circa 60 €/m3 per VA5. Il maggiorecosto rispetto alla tipologia VB, costruttiva-mente uguale ma realizzata fuori terra, è dicirca 36 €/m3 per la vasca più piccola e di

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Graf. 1 – Vasca VA: andamento del costo di costruzione unitarioriferito al volume totale del contenitore.

Graf. 2 – Vasca VC: andamento del costo di costruzione unitarioriferito al volume totale del contenitore.

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circa 17€/m3 per quella più grande; talemaggiore costo è da attribuirsi alle opere discavo e rinterro e alla recinzione perime-trale di protezione.Le vasche a pianta circolare hanno costi uni-

za delle pareti di 4 metri, lo sviluppo totaledelle pareti è di circa 56 metri nella vascacilindrica,mentre nella vasca parallelepipe-da è come minimo di 63 metri (nella condi-zione più vantaggiosa della pianta quadra-ta), ma anche molto di più in vasche conpianta rettangolare allungata.Nelle tipologie di vasche progettate per que-sto lavoro le differenze di costo sono anchedovute ad aspetti tecnico-costruttivi,quali l’im-piego di casseri modulari d’acciaio o l’ado-zione di pareti in elementi prefabbricati dicalcestruzzo per le vasche circolari.Le vasche cilindriche monolitiche delle tipo-logie VC e VD presentano costi unitari di77÷79 €/m3 per i modelli più piccoli e di34÷36 €/m3 per quelli più grandi. Non cisono grandi differenze di costo, a parità disuperficie utile interna,passando dalla vascaalta 4 metri a quella alta 5 metri.Le vasche cilindriche in elementi prefabbri-cati (tipo VE e VF) hanno costi unitari leg-germente più elevati rispetto alle prece-denti,anche se i modelli di dimensioni mag-giori costano un po’meno.Le soluzioni menocompetitive sono quelle con pareti più altee volume modesto (quasi 100 €/m3 per ilmodello VF1 da 230 m3,contro i 32 €/m3 del-lo schema VF6 da 3.700 m3).Il costo unitario delle lagune in terra risultanettamente inferiore a quello delle vaschea pareti verticali: si va da un massimo di cir-ca 16 €/m3 ad un minimo di circa 9 €/m3.Limitandosi ad osservare i costi degli sche-mi di laguna più piccoli (LA1 e LA2), convolumi di stoccaggio paragonabili alle vaschedi maggiori dimensioni, si può notare cheil maggior costo delle vasche è pari a circail 120%; a svantaggio delle lagune, però,rimangono i numerosi aspetti negativi dicui si è detto nell’articolo di pagina 26 diquesto supplemento.Infine, i pozzetti interrati, che evidenzianodei costi unitari molto più alti rispetto a tut-ti gli altri contenitori per liquame, a motivodelle loro dimensioni ridotte: da 507 a 194€/m3 per il tipo VG (pre-fossa) e da 299 a 193€/m3 per il tipo VH (pozzettone coperto).Nei grafici 1, 2, 3 e 4 si riportano gli anda-menti del costo di costruzione unitario para-metrato al volume totale,al variare del volu-me stesso, di alcuni serbatoi per liquameche abbiamo esaminato.

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tari tendenzialmente più bassi di quelle apianta rettangolare; ciò è dovuto principal-mente a motivi geometrici e cioè alla mino-re incidenza delle pareti. Infatti, in una vascacon volume totale di 1.000 m3 e con altez-

Graf. 3 – Vasca VE: andamento del costo di costruzione unitarioriferito al volume totale del contenitore.

Graf. 4 – Laguna LA: andamento del costo di costruzione unitarioriferito al volume totale del contenitore.

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I costi di costruzione delle strutture accessorie per l’allevamento

Supplemento ad “Agricoltura” n. 6 - Giugno 2008Direttore responsabile: Franco Stefani

Reg. Tribunale di Bologna N. 4269 del 30-3-1973

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Stampa: Galeati Industrie Grafiche Spa

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A S S E S S O R A T O A G R I C O L T U R A

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I S U P P L E M E N T I D I

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A cura di PAOLO ROSSI e ALESSANDRO GASTALDOCentro Ricerche Produzioni Animali Spa, Reggio Emilia

I costi di costruzionedelle strutture accessorieper l’allevamento

I costi di costruzionedelle strutture accessorieper l’allevamento

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