assistono ogni anno al festival che unisce creatività e ... · ci, sessuali. l arte di decorare il...
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Eventi
«P rego, da questa parte». GuidoDaniele fa strada nel cortile
che conduce al suo atelier, una vec-chia fabbrica riadattata, tetti bassi,nel cuore industriale di Milano, la Bo-visa. Un placido segugio fulvo ci os-serva taciturno, accovacciato tra unsauro infiacchito dal caldo e un gattoannoiato. Più avanti un tucano spa-lanca il becco arancione verso una ze-bra che saltella spaventata e un gufoci fissa smarrito. Daniele sorride:«Venga, il rinoceronte è dall’altra par-te».
Sì, scavalchiamo un elefante bian-co e un cobra, un cigno e un fenicot-tero. Gigantografie dai colori brillan-ti e ci vuole un certo sforzo razionaleper convincersi che non sono foto dianimali veri, bensì mani dipinte. Gui-do Daniele è un artista di origini cala-bresi ma è a Milano da una vita. Sindagli anni Settanta ha cominciato adipingere i corpi, finché non gli è ve-nuta un’idea: pitturare delle mani eadattarle in forma di animali. Un po’come quando, da piccoli, tendevamole mani alla luce, creando sul muro lasagoma di un cane .«Il corpo parla eil bodypainting è uno dei linguaggipiù affascinanti», dice mentre sulcomputer scorrono immagini di pap-
pagalli, coccodrilli, cavalli. C’è la ti-gre, dalla compostezza felina; c’è ildelfino, boccheggiante e un po’ ton-to; c’è la farfalla, flessuosa e frivola.«E c’è il corpo, che da solo è in gradodi raccontare una storia».
Lui ha studiato all’Accademia diBrera, negli anni Settanta era un pit-tore iperrealista. All’epoca si speri-mentavano nuove forme artistiche,anche legate al mercato pubblicita-rio, quando gli venne l’illuminazio-ne: «Perché non scrivere uno slogansul corpo di una modella?». E fu così
che il corpo si fece racconto: slogan,ma anche versi, dialoghi, provocazio-ni. Per vendere, ma non solo. Ancheper ricercare, studiare. Daniele presedimestichezza con i materiali, «colo-ri resistenti, brillanti, quelli che siusano in teatro per il trucco» e conl’oscura matematica delle espressio-ni: si traccia una diagonale sul ventree cambia l’assetto delle proporzioni;una perpendicolare sul viso e si violal’innocenza di uno sguardo. «Quan-do dipingo un corpo — dice l’artista— cerco sempre di capire che cosaquel corpo vuole dire, qual è la suacultura».
Viaggiando, ha osservato. Ha cattu-rato il candore virgineo del lino cuba-no e ne ha riprodotto i pizzi in arabe-schi bianchissimi su corpi color cioc-colato. Ha disegnato fiori di cactussu spalle tabacco. Dall’Africa ha ruba-to la protea, grassa e dai petali colorlavanda brillante, e l’ha riprodotta sucorpi felini. Palme verdi su fianchi ro-tondi. Geometrie belliche dalle radiciatzeche per moderni guerrieri metro-politani. «La pittura del corpo, per
Pittorici
Migliaia di italianiassistono ogni annoal festival che uniscecreatività e seduzione.Così sulla pellesi rinnova un secolaremodo di comunicare
La storia Fra le tigri e le zebre di Guido Daniele
In Carinzia il campionato mondialedegli artisti che trasformano i nudi in quadri
A sinistra DemiMoore con un abitodipinto sul corpoda Joanne Gair peruna copertina di«Vanity Fair» nel1992 (foto AnnieLeibovitz). Qui afianco, la celebreopera di Man Ray«Kiki, la violond’Ingres», del 1924
Esplorazione
GUARDA Le immaginidel bodypainting suwww.corriere.it
Un nuovo «manuale»di zoologia fantastica
CorpiModelle
Dall’Accademiadi Brera alle plateemondiali. «Il corpoper me è un modoper conoscerealtri pianeti.E rispettarli»
«Manimali»Tre realizzazioni diGuido Daniele: unfenicottero, unazebra e uncoccodrillo. Asinistra, l’artistacon una modella(© Guido Daniele)
IL RADUNO INTERNAZIONALEDI BODYPAINTING IN AUSTRIA
D raghi, polipi, farfal-le. Ma anche serpen-ti, fate, cavalieri, Plu-to, Pippo e Paperi-
no. Mille colori che si muovonoe si mescolano su corpi nudiche poi si animano sotto la ma-no esperta dell’artista. Sembian-ze d’ogni tipo si materializzanocome in un dipinto che emanaenergia e sfonda la tela per pro-porsi alla vita. È il campionatomondiale di bodypainting cheda dieci anni prende il via a See-boden, nel cuore delle Carinzia,per l’evento più colorato d’Euro-pa. Vi partecipano artisti prove-nienti da 40 nazioni, sullo sfon-do di uno scenario naturale,quasi fiabesco. Nell’ultima edi-zione gli spettatori sono stati 25mila, più della metà erano italia-ni. E il successo della manifesta-zione ha indotto gli organizzato-ri a raddoppiare l’appuntamen-to in agosto a Daegu, in Coreadel Sud, per sostenere il boomdel fenomeno in Asia.
Nei secoli il bodypainting èstato usato assieme al tatuaggioo a modificazioni del corpo per ipiu svariati motivi: cerimoniali,intimidatori, sacerdotali, esteti-ci, sessuali. L’arte di decorare ilcorpo risale agli indiani in Ame-rica, le tribù in Africa, e molti al-tri popoli. È un modo di masche-rarsi, di trasformarsi in qualco-
sa di diverso. Un modo anche didivertirsi e di confrontarsi.
Durante gli ultimi due o tredecenni, il bodypainting si rife-risce alla pittura di una largaparte o addirittura di tutto uncorpo nudo. Un uso diretto siha in manifestazioni e feste, se-rate in locali pubblici e fiere, nel-la pubblicità, in teatro e nellacreazione di book per modelle. Icolori sono per cosmesi, antial-lergici e clinicamente testati, so-lubili all’acqua. Una semplicedoccia è sufficiente per ripulirsila pelle.
Il festival, che dura sette gior-ni, inizia domani con un’ante-prima alle giornate principali. Ilprogramma dimostrativo ha in-
vece luogo nella Kulturhaus ilgiorno 17 luglio. Non solo arte,però. È anche un momento incui ci si può catapultare in giteed eventi nei quali partecipantie spettatori, modelli e pittori,possono conoscere attivamentela regione. A piedi e in biciclettaper escursioni che spaziano dalmonte più alto dell’Austria, ilGrossglockner, alla diga del fiu-me Malta, alta 200 metri.
«Quando ho iniziato — spie-ga l’organizzatore Alex Baren-dregt — gli artisti erano nove.Oggi siamo a 200 e non riuscia-mo più a stare dietro alle richie-ste».
Barendregt, 32 anni, austria-co con radici olandesi, vuole an-
che sottolineare «la fantasia e laqualità che ogni anno emergo-no e mi sorprendono. Artistisconosciuti eccezionali che en-tusiasmano».
La manifestazione prevedetre giornate finali, dal 18 al 20,nelle quali si premiano i campio-ni del mondo delle varie catego-rie. Mentre i visitatori si godo-no, fino a tarda notte, una coreo-grafia da sortilegio, musica dalvivo, esibizioni di artisti interna-
zionali, cucina multiculturale earte viva. I pittori devono creareun’opera che possieda ricchez-za di colori, disegno e fascino.Chiedendo alla propria tela (lamodella) di ballare, cantare ogridare.
Michele Focarete
38 Domenica 13 Luglio 2008 Corriere della Sera
I l volto dipinto dà all’indivi-duo la sua dignità umana elo trasforma da animale auomo civilizzato. Questa,
in sintesi, l’interpretazione dellapittura corporale che ha datol ’ a n t r o p o l o g o C l a u d eLévi-Strauss. Una spiegazioneche peraltro ricalca quella che glistessi indigeni forniscono quan-do si chiede loro perché si dipin-gano il corpo: «Perché noi siamouomini, non siamo animali». In-somma, l’umanità avrebbe co-minciato a dipingersi la pelle peraffermare la diversità dal regnoanimale, per porsi al disopra del-la natura e avventurarsi così sulsentiero della cultura.
Ma su come tutto sia comin-ciato, gli antropologi sono menoaulici e ipotizzano che alla basevi sia il bisogno di cospargersi lapelle con sostanze in grado di te-nere lontani gli insetti, e la neces-sità di dissimulare l’odore delcorpo per non essere fiutati da-gli animali. A queste prosaichemotivazioni andrebbero comun-que aggiunti l’istintivo piaceredi «sporcarsi» con i colori e quel-lo di lasciare l’impronta dellapropria mano; due motivazioniprofonde che molti ritengono al-l’origine dell’arte.
Comunque sia comparsa, lapittura corporale divenne rapida-mente un complesso sistema dicomunicazione visiva, un vero eproprio linguaggio con «dialet-ti» specifici per ogni gruppoumano. Nacquero così pittureper dichiarare l’appartenenza algruppo, per identificare la perso-na e per scandire ogni momentodella vita. Lo dimostrano le pittu-re facciali dei capi tribù e deglisciamani, quelle per celebrare i«riti di passaggio» degli indivi-dui, per le danze della pioggia,per i rituali della caccia, per l’as-segnazione del nome, per il lut-to.
Una galleria di immagini com-plessa ma che poteva essere facil-mente decifrata dagli apparte-nenti alla stessa tribù. È celebrela perfetta identificazione deiMaori della Nuova Zelanda conil tatuaggio facciale (moko). Il di-segno inciso conteneva unaquantità di notizie sulla vita del«proprietario» tanto da diventa-re, oltre che il suo curriculum,anche la sua «fotografia»: un ca-po Maori respinse con disprezzoun ritratto assolutamente reali-
stico, ma privo del tatuaggio, fat-togli da un pittore europeo, e di-segnò con orgoglio il tatuaggioche aveva sul volto affermandoche quell’immagine lo rappre-sentava realmente, non il dipin-to.
Ma tanta strutturazione dellinguaggio figurato non cancellòdel tutto motivazioni semplice-
mente estetiche che qualche vol-ta riemergono intatte nelle rispo-ste degli indigeni: «Mi dipingoperché così sono più bello!».Un’esigenza specialmente senti-ta dalle popolazioni Nuba che vi-vono nella regione del Kordo-fan, in Sudan, note in tutto ilmondo grazie alle immagini del-la celebre fotografa del nazismo
Leni Riefensthal che, nei primianni ’70, realizzò due importantireportage nei loro territori.
I Nuba, infatti, paiono dipin-gersi quasi esclusivamente per ilgusto di adornarsi, di esser belli,di piacere e lo fanno al massimolivello estetico. «Scopo fonda-mentale di questa pratica è met-tere in risalto l’apparenza fisica— scrisse la Riefensthal nel libroGente di Kau (Ed. Fabbri) —.Usano dipingersi per accentuarele loro migliori caratteristiche,sia del viso che del corpo, sia pernascondere o distrarre l’attenzio-ne dalle imperfezioni... Tranneche nei mesi dedicati al lavorodei campi, i Nuba si ungono e sidipingono ogni giorno. Ogni ma-schera è una nuova creazione; al-cuni se la rifanno due volte algiorno».
I colori usati sono preva-lentemente il bianco, il ne-ro e il rosso (polvere di con-chiglie, nerofumo e varie gra-dazioni di ocra). Sono principal-mente gli uomini a decorarsicon disegni lineari e astratti,mentre le donne usano spalmar-si di ocra rossa o nerofumo impa-stati con sostanze oleose duran-te particolari cerimonie, come la«danza dell’amore» che Leni Rie-fensthal documentò con foto me-morabili.
Commentando le immagini,la fotografa tedesca insistette sul-l’aspetto puramente estetico del-le pitture: «La funzione principa-le di questi disegni e decorazioninon è simbolica. Il loro scopo èsoltanto quello di accentuare labellezza del corpo... Il corpo è daloro considerato come il corona-mento dell’arte. Come un simbo-lo, il corpo rappresenta la bellez-za perfetta ed è il mezzo della lo-ro espressione artistica».
Gli antropologi, probabilmen-te, non sono del tutto d’accordocon questa interpretazione esclu-sivamente estetica, ma ad avvalo-rare l’ipotesi c’è il fatto che pres-so i Nuba la pittura corporale èriservata alle persone giovani ebelle; nessun anziano e nessunapersona con un fisico meno cheperfetto si potrebbe dipingerefaccia e corpo senza cadere nel ri-dicolo e suscitare la riprovazio-ne di tutti. Un senso del limiteche conferma l’innato buon gu-sto di questo popolo, oggi marto-riato da decenni di guerra e pe-santemente discriminato dal go-verno integralista islamico diKhartoum.
Le tecniche
Pittura corporaleÈ la più antica tecnica
per decorarsi il corpo e
molti ritengono sia la
prima manifestazione
artistica dell’umanità.
Poteva essere eseguita
anche mediante stampi
(pintaderas). Ancora
oggi è praticata da
molte popolazioni tribali
Il tatuaggioI più antichi sono quelli
«indossati» da Otzi,
l’uomo dei ghiacci
vissuto 5 mila anni fa.
Dopo un lungo oblio
ricomparve in Europa
con i viaggi di Cook in
Polinesia, dove costituiva
un vero e proprio
linguaggio per immagini
La scarificazionePresso le popolazioni di
pelle nera è diffusa la
scarificazione, una
tecnica di decorazione
del corpo che consiste
nell’incidere la pelle e
strofinare le ferite con
cenere o altro in modo
da ottenere cicatrici
permanenti in rilievo
La firma dei MaoriIl tatuaggio del volto (moko)identifica l’individuo: alcunifirmavano documenticon il proprio «moko»
certe popolazioni, ha un valore antro-pologico — spiega — basti pensareagli antichi Egizi, con i loro occhi bi-strati. Ma per me significa conoscerealtri pianeti. E rispettarli».
Oggi lui gira il mondo. Organizzacampagne pubblicitarie in cui gli og-getti parlano attraverso il corpo. Siesibisce in performance in cui trasfor-ma bellissimi modelli biondi in ti-grotti smarriti. E poi, a suo modo, di-fende gli animali. «Mi invitano a ma-nifestazioni in difesa delle razze —racconta — e di recente ho partecipa-to ad una campagna per la salvaguar-dia del rinoceronte». E, se il DailyMail parla di «Michel-Handgelo», luisorride: «I manimali non sono cheuna ricerca sulle potenzialità dellemani, del corpo e del nostro essereassimilabili alla natura». Ah, una cu-riosità: le mani da cui nascono zebree leoni, pappagalli e coccodrilli, sono«di famiglia». «Sono quelle di mio fi-glio — ride — anche se i modelli ma-schi a volte sono deleteri: non stan-no mai fermi!».
Roberta Scorranese
Segni e simboli
Il viaggio della Riefensthal tra i Nuba, «inventori» del make-up
IL PROGRAMMAIl Festival sarà inaugurato da una serie di workshop dedicati agli specialeffects, facepainting, fotografia, make up, aerografo. La sera del 16 luglio,nella fortezza di Sommeregg, si svolge il ballo «bodycircus»; il 18 luglio è inprogramma il «World fluoro Award» concorso notturno per gli effetti Uv.Dal 18 al 20 luglio la premiazione dei campioni del mondo per le varie categorie
di VIVIANO DOMENICI
L’esteticaL’origine
Le isole del tatuaggioSono le Marchesi la culla deltatuaggio (tatoo) di epocamoderna. I motivi tribali deimarchesani sono di gran moda
LA GUIDAIl «World bodypainting Festival» è il campionato del mondo per gli artistidella pittura sul corpo, provenienti da 40 Paesi: una coreografia di arte,musica e danza. Si svolge dal 14 al 20 luglio in Austria, al Klauberpark diSeeboden am Millstätter See, località della Carinzia. Biglietto giornaliero 8euro. Info: tel. 0043/4762.8121014 o www.bodypainting-festival.com
Il significato simbolicodei disegni, a volte, cedeil passo alla semplicevoglia di apparire più belli
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Il colore degli indianiLe pitture corporali dei natividel Nord America, a basedi ocra rossa, indussero glieuropei a battezzarli Pellerossa
Gli antropologi ipotizzanoche alla base vi sia ilbisogno di tenere gliinsetti lontani dalla pelle
Leni e gli uomini dal volto dipinto
CelebritàSopra, la fotografaLeni Riefensthal, inAfrica; in alto,alcuni volti dipinti,tratti dal suo libro«Gente di Kau»
Antiche passioni I reportage della regista tedesca in Sudan svelarono un popolo votato alla bellezza
39EventiCorriere della Sera Domenica 13 Luglio 2008