asso di moda magazine di aprile

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Pubblicazione mensile digitale Registrata presso il tribunale di Milano il 27/11/2008 nr 702 Distribuzione gratuita. Editore Grafiche Milani s.p.a. Milano P.le Cadorna 6 Direttore responsabile Massimo Costa. [email protected] organo ufficiale di ASSOMODA Notizie su aziende, showroom, distribuzione e novità ..... 4 numero Pubblicazione mensile Editoriale Showroom del mese Stilista del mese Temporary news Fashion designers Giovani Notizie Assomoda Moda/Economia La Vetrina annunci Manifestazioni /09 E... C O NV E N ZIONI Ci vorrebbe probabil- mente un libro per rac- contare le vicende uma- ne e professionali di un personaggio come San- zio Zappieri. Magari succederà, per ora ac- contentiamoci di questa intervista che ci ha gen- tilmente concesso. Torinese, di origine piacentine, e cuore granata, Sanzio ha vissuto a lungo a Torino prima di trasferirsi a Milano nel 1978, nello stupendo palazzo di via Pietro Mascagni 2. Mi riceve in una delle meraviglio- se sale di questo splendido edificio storico, ornato da affreschi e Showroom del mese stucchi dai motivi flo- reali, un autentico gioiello. È solo duran- te l’intervista , ma ci tiene a precisare che i suoi tre figli sono in- sieme a lui in azienda: Domenico, che è stato per qualche anno nel Consiglio Direttivo di Assomoda; Elena, che si occupa di Montenapo, la società di im- port – export del Gruppo e Gior- giana, stilista di Norma Luisa, un brand tra i più gettonati nel mon- do del cinema e dello spettacolo basta citare Sharon Stone, che a- dora i capi della giovane stilista. Intervista a Sanzio Zappieri di Massimo Costa

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Magazine Aprile

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Page 1: Asso di moda Magazine di Aprile

Pubblicazione mensile digitale Registrata presso il tribunale di Milano il 27/11/2008

nr 702 Distribuzione gratuita. Editore Grafiche Milani s.p.a.

Milano P.le Cadorna 6 Direttore responsabile Massimo Costa.

[email protected]

organo ufficiale di ASSOMODA Notizie su aziende, showroom, distribuzione e novità .....

4 numero

Pubblicazione mensile

Editoriale Showroom del mese

Stilista del mese Temporary news

Fashion designers Giovani

Notizie Assomoda

Moda/Economia

La Vetrina annunci

Manifestazioni /09

E...

CONVENZIONI

Ci vorrebbe probabil-mente un libro per rac-contare le vicende uma-ne e professionali di un personaggio come San-zio Zappieri. Magari succederà, per ora ac-contentiamoci di questa intervista che ci ha gen-tilmente concesso. Torinese, di origine piacentine, e cuore granata, Sanzio ha vissuto a lungo a Torino prima di trasferirsi a Milano nel 1978, nello stupendo palazzo di via Pietro Mascagni 2. Mi riceve in una delle meraviglio-se sale di questo splendido edificio storico, ornato da affreschi e

Showroom del mese

stucchi dai motivi flo-reali, un autentico gioiello. È solo duran-te l’intervista , ma ci tiene a precisare che i suoi tre figli sono in-sieme a lui in azienda: Domenico, che è stato per qualche anno nel Consiglio Direttivo di

Assomoda; Elena, che si occupa di Montenapo, la società di im-port – export del Gruppo e Gior-giana, stilista di Norma Luisa, un brand tra i più gettonati nel mon-do del cinema e dello spettacolo basta citare Sharon Stone, che a-dora i capi della giovane stilista.

Intervista a Sanzio Zappieri di Massimo Costa

Page 2: Asso di moda Magazine di Aprile

Showroom del mese

Sanzio Zappieri via Mascagni

Page 3: Asso di moda Magazine di Aprile

Showroom del mese

Sanzio Zappieri via Mascagni

Page 4: Asso di moda Magazine di Aprile

Ci racconti un po’ della tua storia professionale?

Ormai è da cinquant’anni che lavoro nella moda. A 16 anni facevo già il venditore, anche se non nell’ambito della moda, ma tra il 1959 e il 1960 ho cominciato a lavorare nel nostro settore a Torino. Allora c’erano sol-tanto le boutique e i grandi magazzini, si lavorava con grande impegno ed era soprattutto la moda maschile a

dare garanzie di continuità: “l’uomo” aveva un anda-mento più stabile a livello di vendita, mentre solo in se-guito – intorno al 1965 – ha avuto un’importante acce-lerazione la “donna”, in coincidenza con l’affermarsi del prêt-à-porter. Nel ’61 vendevo Brioni, un’azienda solida e in continua ascesa, poi ho lavorato con Anto-nelli. . Non posso dimenticare Umberto Ginocchietti, maglificio di Perugia, con cui abbiamo lanciato la moda del mini-pull maschile.

Showroom del mese

Sanzio Zappieri via Mascagni

Page 5: Asso di moda Magazine di Aprile

Quando ti sei trasferito a Milano?

Intanto devo dire che il trasferimento a Milano non è stato un passaggio facile, perché la vita della mia fami-glia era trascorsa felicemente a Torino fino alla fine degli anni ’70. Si trattava di decidere, insieme con quello che io chiamo “il mio presepio” di cambiare ca-sa e vita, ma mia moglie ha accettato e con-diviso questa scelta, che rap-presentava per me un salto di qualità profes-sionale. Tieni conto che per più di un decennio ho fatto il pendolare tra Torino e Milano, perché nel capoluogo milanese avevo giù in-trecciato rapporti di lavoro significativi, con Basile e con Versace – tra l’altro la mamma di Gianni Versace era una mia affezionata cliente. A proposito di grandi

stilisti, c’è un brano tratto dal libro di Renata Molho “Essere Armani” in cui testualmente si legge “convincemmo il nostro agente più bravo, Sanzio Zap-pieri, a muoversi da Torino: andò a Milano e…..” Era il periodo in cui nascevano gli showroom e con essi un nuovo modo di vendere: si trattava di portare i clienti

nel mondo degli stilisti, nelle nuo-ve realtà degli showroom. Fu allora che comin-ciai a lavorare con Valentino, ma in seguito le mie collaborazio-ni si sono estese in modo notevo-

le. Nel 1988 ho lavorato a New York dove ho anche a-bitato nella famosa 57esima strada: qui ho lanciato Mo-schino a livello internazionale. Un altro grande con cui ho lavorato è stato Thierry Mugler, con il quale ho avu-to riscontri di vendita straordinari.

Showroom del mese

Sanzio Zappieri

Via Senato Milano

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Qualche curiosità di quel periodo da raccontarci?

Tante, ma in particolare posso dire di essere stato il primo agente in Italia a disporre del telefono nell’au-to: un gran bel vantag-gio a metà degli anni ’70, quando il telefono in auto più che un op-tional era un privilegio di pochissimi che, grazie alla segretaria dell’”Avvocato”, era toccato in sorte anche a me.

Parliamo di Kookai, un marchio che ti deve molto vero? In effetti Kookai è stata un invenzione, una scoperta avvenuta nella zona dei prontisti parigini, importata dalla Francia attraverso Montenapo, la società del mio gruppo che si occupa di import-export.

Abbiamo lavorato bene e il marchio si è affermato a li-vello internazionale. Devo dire che l’attenzione al nuo-vo, la ricerca e la sperimentazione sono sempre stati ele-menti cruciali della mia attività. Ho collaborato con Krizia, quando ancora non era all’a-pice della notorietà e con Cavalli, per i jeans, con il qua-le per alcuni mesi sono stato anche socio. Nella fase recente uno dei marchi che più mi ha convin-

to, e che mi sta dando grandi sod-disfazioni, è Liu Jo: e devo ag-giungere che prima di tutto mi ha convinto l’uomo – Marco Marchi – titolare dell’azienda emiliana. In generale, io ho sempre fatto un lavoro mirato all’introduzione del

marchio nel mer-cato, per lasciare poi spazio alle strutture aziendali.

Showroom del mese

Sanzio Zappieri

Via Botta Milano

Page 7: Asso di moda Magazine di Aprile

Come stai vivendo questa crisi?

A mio avviso è un cambiamento epocale. Difficilmen-te la situazione manterrà i numeri e le caratteristiche di oggi: di certo avremo meno aziende, meno negozi e purtroppo meno agenti. Oggi bisogna lavorare il triplo per guadagnare la metà. Per l’agen-te è fonda-mentale sa-per essere un buon consulente per le a-ziende ma anche per i negozianti: pensa che io arrivo a consigliare i miei clienti anche linee in concorrenza con quelle che rappresento, quando sono valide e pos-sono aiutare il negozio a crescere. Purtroppo con i consumatori di oggi tutto è più diffici-le; la fashion victim, ammesso che esista oggi, subisce il richiamo di Zara e di H&M e per noi la vendita di-venta un sentiero impervio. Ma fra 7/8 anni tutto tor-nerà come prima.

Come hai reagito a questa fase critica?

Ho fatto un grosso lavoro organizzativo e di penetrazio-ne commerciale negli anni. Il mio gruppo, che si chia-

ma Zappieri Group, anche perché con la Z all’inizio è più facile da individuare, oggi conta un organico di 150 persone, tra le quali il 50% è costi-tuito da agen-

ti. Facciamo circa 200 mi-lioni di euro di fatturato. E direi che stiamo reagendo bene, motivando il team a dare il massimo.

Showroom del mese

Sanzio Zappieri

Padova Padova

Torino

Roma

Page 8: Asso di moda Magazine di Aprile

Stilista del mese

Maria Teresa Couture

Page 9: Asso di moda Magazine di Aprile

la raffinatezza,l’armonia,la novità e la ricercatezza dei suoi capi. Ma Maria Teresa non si adagia sugli allori. Il suo spirito creativo è in con-tinuo fermento. Alla fine de-gli anni ‘90 la svolta verso il nuovo traguardo: nasce il suo ATELIER ARTIGIANALE di ALTA MODA DONNA, che la stilista segue personal-mente con passione e dedi-zione impareggiabili. Con grande maestria forma

sarti e ricamatori e consegna capi dalla linea invidiabi-le,ricercati nei particolari, pregiati nei tessuti,rifiniti ar-tigianalmente e ricamati a mano, spesso arricchiti con pietre preziose dal taglio e dalla luce particolari. Conti-nua cosi a coltivare il suo (quasi folle) sogno nel cas-setto: un marchio proprio, di alta manifattura italia-na,che celebri la donna con rinnovata sapienza e pas-sione. E questa donna nuova non può che fiorire all’al-ba del nuovo Millennio.

Dopo decenni di esperienza creativa ed innovativa nel campo della moda, Maria Teresa Pellegrino nota stilista salentina, vincitrice del prestigioso “Premio Barocco 2006”, si cimenta in una nuova affascinante avventura. Ancora giovanissima, collabora fattivamente con a-ziende licenziatarie di griffes prestigiose quali Valen-tino, Ferré, D&G, Krizia , Moschino, Fendi,Cavalli, Roccobarocco, Armani. Riceve apprezzamenti ed elogi dai dirigenti delle più rinomate aziende italiane. Viaggia ovunque vi sia moda da scoprire e raccoglie da ogni fonte stimoli ed influssi creativi, elaborandoli in idee e spunti personalizzati e singolari. Comincia a creare un modo personale ed accattivante di vestire la donna d’oggi. Tradizione e peculiarità cominciano a fondersi in uno stile inedito e affascinante. Negli anni ‘90 appoggia ad un famoso stili-sta,mantenendo l’anonimato,una mini collezione di Abiti da donna pret-à-porter, per saggiare il mercato. Ed è subito successo:sorprendente nella misura ma del tutto meritato. La presenza di mercato è garantita. Le migliori boutiques italiane apprezzano ed espongo-no

Stilista del mese Maria Teresa Couture

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Maria Teresa Couture femminilità. A questa donna “mariateresacouture” de-dica e destina le sue collezioni. Un’avventura giocata tra sensazioni ed immagini di bon- ton, in capi che re-steranno nella memoria della moda per anni. Singolari ed inimitabili. Le collezioni, molto apprezzate per l’identità riscontra-ta, sono presenti nei migliori punti vendita e nelle boutiques più prestigiose d’ italia.

Incoraggiata dalla critica favorevole di tanti colleghi già affermati, stimolata dalla passione della moda e dall’incondizionato Credo nel “Made in Italy”, gui-data dall’innato senso artistico e dal connubio perfetto tra istinto e concretezza, nasce mariateresacouture. Femminile e raffinata. Romantica ma concreta. Sognatrice, ma senza perdere mai il contatto con la re-altà in cui vive ed esprime la sua appassionante

Stilista del mese

Page 11: Asso di moda Magazine di Aprile

Francesca si occupa personalmente anche della selezione accurata dei giovani creativi che desiderano

esporre e commercializzare i propri prodotti nello spazio di Corso Garibaldi al fine mantenere alto il target della clientela che visita lo spazio.

Apre a Milano in corso Garibaldi 44 MYTEMPORARYSHOP, uno spazio di 40 metri quadri che nasce da un’idea di Francesca Trezzi designer meneghina che ha voluto impiegare la sua creatività anche nel campo degli im-mobili commerciali. In centro a Milano, nel cuore di Brera un “angolo” dove lanciare le proprie creazioni, dove saggiare il mercato e i suoi gusti, dove testare un nuovo prodotto.

Un pop-up store di 38 metri quadri studiati nei detta-gli centimetro per centimetro per creare l’impressio-ne ottica che lo rende grande.

La parola d’ordine è flessibilità! Francesca sogna per Milano e soprattutto per il suo adorato Corso Gari-baldi delle vetrine che cambino al ritmo delle fiere, degli eventi, delle stagioni. E’ per questo che decide di mettere a disposizione il proprio negozio sia ad a-ziende dai marchi noti che vogliono lanciare nuovi prodotti sia a giovani creativi che devono saggiare il mercato e che finalmente hanno la possibilità di farlo attraverso il contatto diretto con il pubblico.

IL TEMPORARY SHOP DEL MESE

MY TEMPORARY SHOP Francesca Trezzi

Page 12: Asso di moda Magazine di Aprile

E’ prevista anche la formula dello shop sharing che per-mette a più crea-tivi di unire le forze esponendo contemporanea-mente prodotti diversi, situazio-ne che intriga i visitatori che ve-dono ampliata la gamma di oggetti tra cui scegliere. Il calendario del temporary shop è fitto, ad Aprile per il salone del mobile ospiterà Fragile Milano, azienda che si oc-

cupa di arredi e arte del ‘900 mentre a maggio sarà la volta di Fuckaldo, brand emergente di beach wear.

La struttura del negozio e l’arredamento sono stati studiati dall’Ar-chitetto Andrea Ludovico Borri che ha creato un luogo di vendita polifunzionale e neutro capace di ospitare prodotti dagli stili più di-versi rispettan-done ed enfatiz-zandone le carat-teristiche. I materiali utiliz-zati sono il ce-mento, l’acciaio, la resina e per alcuni dettagli in legno. MYTEMPORARYSHOP può essere prenotato per una settimana fino a un massimo di quattro settima-ne consecutive.

IL TEMPORARY SHOP DEL MESE

MY TEMPORARY SHOP Francesca Trezzi

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COLLEZIONE SPRING/SUMMER 2009 La prima linea “Stra-fatta” in Italia Fuckaldo presenta la prima collezione Spring/Summer 2009, composta da polo uomo e donna, costumi uomo e bikini. Tutto rigorosamente fatto in Italia, anzi “Stra-fatto” in Italia come reci-ta l’etichetta che si trova all’interno dei capi. Linea Uomo: Polo 6scel e Camicia

Panama, Costume Boxer Pasific e Maiemi Linea Donna: Polo Giamaica e Bikini Auai Disponibili anche Tee-Shirt multicolor e simpaticissi-me Beach Bags. EGG SRL Fuckaldo è un brand di Egg srl, una società che nasce per dar vita a nuovi marchi, una sorta di brand-incubator, da cui potranno crescere tante proposte in-novative.

fuckaldo : il primo Temporary Brand Italia-no Fuckaldo è un Temporary Brand le-gato alla primavera e all'estate, pe-riodi in cui, alle nostre latitudini, ab-biamo finalmente le temperature cal-de.

Fuckaldo rappresenta il desiderio ed il benessere che si prova viven-do con temperature favorevoli: il caldo stimola il nostro corpo e la no-stra mente ad atteggiamenti di positività e di serenità. Vivere circondati da palme, rappresenta il sogno ide-ale di 4 eterni ragazzi che, nel grigiume della routine milanese, hanno creato questo philosophy-brand.

Trasmettere lo stato mentale, che si prova con una fuga ai tropici, dove le palme crescono dritte verso il cielo: questo il loro obiettivo. Da qui nasce la palma come logo, la cui sagoma in-confondibile e rilassante, rievoca paesaggi tropicali e scatena piacevoli sensazioni.

IL TEMPORARY SHOP DEL MESE

MY TEMPORARY SHOP Francesca Trezzi

Page 14: Asso di moda Magazine di Aprile

IL TEMPORARY SHOP DEL MESE

Per tutto il mese di Maggio la collezione Fuckaldo

sarà in vendita in c.so Garibaldi 44,

nel suo Temporary Brand Store, dove vi aspettano per trovare il vostro

“capo mentale”

MY TEMPORARY SHOP Francesca Trezzi

Page 15: Asso di moda Magazine di Aprile

Buongiorno a tutti gli ospiti, relatori e partecipanti a questo storico Convegno, il primo che vuole affron-tare il tema del “Temporary”, il quale come ben sappiamo riveste uno straordinario e diffuso interesse nei nostri tempi. Sono par-ticolarmente orgoglioso di festeggiare in quest’aula il battesimo ufficiale di Assotem-porary. Vorrei innanzitutto ringraziare IULM che ci ospita questo pomeriggio. Ci è sembrato non solo opportuno ma “necessario” indivi-duare in IULM il partner accademico per questo pri-mo Convegno pubblico; perché è IULM l’Università della Comunicazione e del Marketing e, come verrà illustrato approfonditamente oggi, è marketing e comunicazione il temporary shop. Anche se l’a-spetto della vendita è altrettanto importante. Noi sappiamo che diversi sono gli aspetti da appro-fondire in tema di “Temporary”, ma per un primo in-quadramento generale del fenomeno ci pareva im-portante avere come interlocutore l’Università che ci ospita e con la quale ci auguriamo anche in futuro di continuare a collaborare. Vorrei provare in questa mia relazione introduttiva al Convegno, a spiegare

EDITORIALE

come è nata l’idea di creare Assotemporary e perché que-sta idea è nata all’interno di un’altra Associazione come

Assomoda. Per chi non lo sapesse, Assomoda è l’-Associazione degli agenti, distributori e showroom della moda. E’ un’Associazione storica della moda italiana, infatti proprio quest’anno compie 40 anni di vita essendo nata nel settembre del 1969. Nel settore della moda il ruolo degli agenti è sem-pre stato molto significativo, anche se quando si parla di moda si tende ad enfatizzare lo scintillio delle sfilate e a non dare il giusto peso alle tante professionalità che la caratterizzano. In particolare,

gli agenti sono stati negli anni Sessanta i veri artefici del-l’introduzione del prêt-à-porter in italia e alcuni nostri “antenati”, non tutti scomparsi per fortuna, hanno addirittu-ra inventato la prima fiera italiana del prèt-a-porter femmi-nile: Milanovendemoda, ancora oggi importante appunta-mento fieristico per le collezioni donna. Milanovendemoda è stato infatti creata da alcuni agenti moda di Milano e se-gnatamente dall’amico Roberto Manoelli, che ci tengo cita-re anche in questa occasione. Negli anni successivi il ruolo degli showroom , vale a dire di quelli che un tempo erano i depositi merce degli agenti, è diventato centrale nella filiera distributiva della moda. E oggi, soprattutto a Milano che ne conta più di 850, gli

Marketing e comunicazione: il Temporary Shop

Gliulio di Sabato

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showroom sono realtà fondamentali per l’offerta, la promozione e la vendita della moda italiana sul terri-torio nazionale e all’estero. La capacità di innovazione, e di intercettare con tempestività i mutamenti del mercato, hanno portato alcuni soci di Assomoda ad esplorare in questi ultimi anni nuove formule distributive.

Tra queste il temporary shop è sembrata la più inci-siva, avendo le potenzialità per diventare un fonda-mentale servizio da offrire alle aziende.

Gli amici che vedete al tavolo dei relatori sono stati effettivamente i pionieri del temporary shop in Italia ed è, perciò, un orgoglio per me sottolineare in questa occasione che Assomoda, a distanza di quarant’anni, ha saputo ancora firmare un pas-saggio storico nell’evoluzione del settore moda. Quello che vede “non solo vendere prodotti ai ne-gozi ma anche negozi alle aziende”.

Come ben sapete, il temporary shop è una formula che si addice a tutti i settori di attività commerciale e le testimonianze che anche oggi sentirete lo confer-mano; tuttavia la moda è stata, come spesso accade, la prima ad intuirne la straordinarie qualità. Infatti Levi’s è stato il primo marchio a realizzare un tem-porary shop a Milano, tra luglio e dicembre 2005.

EDITORIALE

Ma, prima di Levi’s, all’estero vi erano state importanti e-sperienze di temporary che avevano visto protagonisti mar-chi ed aziende della moda. A cominciare da Rey KawaKu-bo di Comme des Garcons con i suoi shop nomadi e fuggi-tivi che sparivano all’improvviso da città come Londra e Berlino per ricomparire altrove.

Non voglio dilungarmi sul tema del temporary shop, anche perché questo pomeriggio ne parleranno con abbondanza di dettagli i colleghi relatori, sia i gestori degli spazi sia le a-ziende e le agenzie di comunicazione.

Vorrei soltanto cercare di rispondere alla domanda che chiunque penso si sia fatto quando ha compreso la defini-zione di temporary shop: “negozio che rimane aperto sol-tanto per un periodo limitato, a volte anche limitatissimo (una settimana per esempio): la domanda è: a che cosa ser-ve un negozio aperto solo una settimana?

Apparentemente può sembrare qualcosa di assurdo, qualco-sa che sfida le famose leggi di fidelizzazione del cliente. Come si può costruire una valida relazione con il cliente in un periodo di tempo così breve? La risposta è che il mecca-nismo del temporary shop è semplice e, se utilizzato con professionalità, può dare risultati eccellenti.

Si tratta in sintesi di proporre al consumatore un’esperienza unica ed irripetibile, basata sul tempo ma non solo: il clien-

Marketing e comunicazione: il Temporary Shop

Page 17: Asso di moda Magazine di Aprile

te,.che sa già di essere “fortunato” perché è venuto a conoscenza del fatto, troverà in quel negozio prodot-ti unici e sarà accompagnato da un’atmosfera (l’importanza del concept!) accogliente ed esclusiva che favorirà l’acquisto e, in ogni caso, il formarsi di un’immagine positiva riferita sia alla marca sia allo stesso negozio.

Occorre, tuttavia, professionalità e strategia per otte-nere i migliori risultati perché il temporary non si improvvisa. Deve esserci cura del dettaglio, sia nel-l’organizzazione degli eventi che devono susseguirsi nel periodo di vendita, sia nell’allestimento dello spazio, che deve corrispondere sia alle caratteristi-che del brand sia al messaggio che l’azienda intende in quel momento trasmettere.

Proprio in relazione alla poliedrica natura del tem-porary shop e agli svariati aspetti su cui occorre in-tervenire, Assotemporary si propone come punto di riferimento per garantire ai soci, gestori di spazi, servizi ed opportunità a tutto tondo, che permettano l’approccio più corretto a questa nuova e articolata attività. Vorrei ricordare che l’Associazione si occupa non solo del temporary shop. Rientrano infatti anche i temporary showroom e gli eventspace, oltreché

EDITORIALE

le attività di servizi connessi come il catering, l’organizza-zione di eventi, le pubbliche relazioni ecc…

In particolare i temporary showroom rappresentano, soprat-tutto per la moda, uno dei fenomeni più interessanti, che ha radici negli scorsi decenni. Infatti, una quindicina di anni or sono e almeno fino all’ini-zio del 2000, alcuni titolari di showroom milanesi erano soliti recarsi a Parigi per seguire i buyer e aprire showroom temporanei nella capitale francese. Si trattava spesso di gallerie d’arte che venivano affittate per 10 giorni/due setti-mane, in particolare a Le Marais e servivano da punto di ri-ferimento per il periodo di maggiore interesse commercia-le.

Sono state esperienze significative, ma d’altra parte mi era già capitato di osservare negli Stati Uniti d’America, ai tempi degli studi, forme di esposizione e di vendita tempo-ranee nelle principali città, che però rispondevano più a lo-giche di bassi investimenti e meno alle logiche odierne di comunicazione. È evidente che per le aziende che oggi si trovano ad opera-re in un mercato sempre più selettivo e, in aggiunta, in una situazione di crisi globale, il temporary showroom può of-frire una serie di vantaggi: dal minore investimento richie-sto alla possibilità di utilizzarlo in modo ottimale nei perio-di centrali delle campagne di vendita.

Marketing e comunicazione: il Temporary Shop

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In ultima analisi, il temporary showroom così come il temporary shop, rientrano in quel “processo di de-mocratizzazione della moda” che sta attraversando il settore.

Si tratta di un processo virtuoso che tende a rendere accessibile la moda, non solo dal lato dei fornitori/consumatori ma anche da quello degli operatori. Il primo gradino di questo passaggio, quello fonda-mentale, l’ha posto internet; la rete ha infatti per-messo di raggiungere obiettivi di visibilità e di offer-ta commerciale che prima erano appannaggio solo di chi possedeva strutture ed organizzazioni complesse.

Le nuove formule del temporary shop e showroom si collocano, a mia avviso, su questo versante di rin-novamento democratico: innanzitutto perché non oc-corrono grandi risorse, in secondo luogo perché non è necessario essere un grande retailer o una grande azienda per provare con investimenti contenuti a fa-re il proprio business.

Consentitemi in conclusione di soffermarmi sulla si-tuazione generale che sta attraversando la nostra e-conomia, dove per nostra sta per “del mondo inte-ro”. È una crisi difficile, che richiederà tempo e impegni

EDITORIALE

straordinari per essere superata.

Tuttavia io credo che debba essere affrontata con lo spirito giusto, senza cadere nel pessimismo più disperato. Dal mo-mento che qui siamo in un Tempio della cultura ma an-che nella “casa dei giovani” mi rivolgo ai tanti giovani presenti per trasmettere il mio messaggio di fiducia. Una fiducia che è innanzitutto nelle loro capacità e nel loro en-tusiasmo.

Il messaggio è semplice: continuate ad avere fiducia per il futuro, non cedete all’impulso di mollare e di abbandonarvi alla sfiducia e all’amarezza. Ci sono ancora e sempre op-portunità per coloro che con impegno ed ottimismo si pro-digano per la propria crescita culturale e professionale.

Vi auguro che il convegno di oggi, possa darvi, oltreché u-na serie di utili informazioni e di spunti interessanti, una nuova iniezione di curiosità e di voglia di sperimentarsi. Grazie per l’attenzione e buon lavoro a tutti voi. Testo della relazione al I° Convegno Assotemporary

Marketing e comunicazione: il Temporary Shop

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EDITORIALE

Massimo Costa

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Scuola di Moda Burgo

Fashion designer giovani

Ferr

ari

Ver

ones

e

Ferr

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Ver

ones

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Scuola di Moda Burgo

Fashion designer giovani

Alessia

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Con questo numero di Assotemporary cominciamo la pubblicazione degli atti del convegno che Assotempo-rary ha promosso l’11 marzo c/o IULM.

Convegno AssoTemporary Notizie da ASSOMODA

Non potevamo non iniziare dalla relazione del Prof. Pel-legrini, ordinario di Marketing presso l’Università che ha ospitato il Convegno.

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Convegno AssoTemporary Notizie da ASSOMODA

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Convegno AssoTemporary Notizie da ASSOMODA

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Convegno AssoTemporary Notizie da ASSOMODA

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Convegno AssoTemporary Notizie da ASSOMODA

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miliardi di euro"), in modo da dare un aiuto ancora più concreto per affrontare la stretta creditizia, con un plafond per singola unità industriale di 1,5 milio-ni di euro, contro i precedenti 500mila euro. Tornando a parlare specificamente del sistema mo-da, Scajola ha insistito sull'importanza della lotta al-la contraffazione, "una delle priorità della legislatu-ra". Come ha ricordato il generale della Guardia di Finanza Giuseppe Vicanolo, nel 2008 sono stati se-questrati nel nostro Paese 12,6 milioni di prodotti contraffatti, con un aumento di quasi il 50% rispetto al 2007. Per contro, gli arresti sono passati da 500 a 700, con ulteriori 212 nei primi due mesi di que-st'anno. Luigi Rossi, al vertice di Cna Federmoda, ha ricor-dato che non c'è tempo da perdere. "Da un'indagine previsionale condotta dal nostro Centro Studi - ha dichiarato - risulta che nel trimestre in corso si è ve-rificata una riduzione degli ordinativi del 50%, della produzione del 53%, delle esportazioni del 33% e degli investimenti del 7%". Tratto da FashionMagazine.it

Reazioni positive da parte degli imprenditori del tessile - abbigliamento, all'indomani dell'incontro tra il ministro Claudio Scajola e i rappresentanti dell'industria del settore. Fra le misure più significa-tive avviate ieri, il riconoscimento tramite circolare ministeriale del credito d'imposta per la realizzazio-ne di campionari e collezioni. Ma il Governo ha garantito il proprio impegno an-che su altri fronti, come il sostegno attraverso un fondo di 50 milioni di euro ai prodotti certificati dal punto di vista della tutela della salute e dell'ambien-te e lo stanziamento di 120 milioni di euro per aiu-tare le aziende ad affrontare gli oneri previsti dal re-golamento Reach sull'utilizzo delle sostanze chimi-che. "Il nostro obiettivo - ha ribadito Claudio Scajo-la - è salvaguardare un comparto fondamentale del made in Italy e creare le condizioni per consentire alle imprese di presentarsi più competitive sui mer-cati internazionali all'uscita dalla crisi". L'altro ieri il ministro per lo Sviluppo Economico a-veva tra l'altro annunciato di avere aumentato il fon-do di garanzia per le Pmi a 1,5 miliardi di euro ("Uno stanziamento che smuoverà risorse per 70

Moda/Economia

CREDITO D’IMPOSTA PER I CAMPIONARI

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che hanno fatto registrare gli scontrini medi più elevati, rispettivamente di 1.411 e 1.237 euro. Forte invece la contrazione della spese di statunitensi (-39%) e giapponesi (-19%). A livello geografico, la Lombardia, guidata da Milano, si conferma leader del mercato tax free, costituendo da sola il 42% del bu-siness del comparto: il volume degli acqui-sti è cresciuto del 2% rispetto al 2007, con uno scontrino medio di 887 euro. La strada preferita degli stranieri resta incontrastata via Montenapoleone, che rappresenta il 10-% del totale, in aumento del 3% rispetto al-l’anno precedente.

Un 2008 diviso in due per quanto riguarda il Tax Free Shopping in Italia. Nel primo semestre – informa Global Refund – si è registrato un aumento degli acquisti del 5-%, mentre nel secondo è subentrato un trend negativo che ha portato a chiedere l’-anno con un -2%. La spesa dei turisti extra Unione Europea nel nostro Paese vale 1,3 miliardi di euro. Il primato spetta ancora ai russi (+33% del totale, +23% rispetto al 2-007), anche se in novembre a dicembre i loro acquisti sono diminuiti. In aumento lo shopping di cinesi (+13%), brasiliani (+18%), arabi (+3%) e ucraini (+26%). Queste due ultime nazionalità sono quelle

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TAX FREE SHOPPING: IN CALO DEL 2%

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Non parla italiano il retail moda

Sul podio della speciale classifica sul valore delle mar-che retail, redatta ogni anno da Interbrand, nel campo della moda l’iberica Zara incalza il leader sve-dese H&M. il brand degli svedesi vale 11,1 miliardi (10,3 nel 2008), un numero calcolato sul valore netto dei guadagni che si stima verranno generati in futuro dal marchio stesso. A livello mondiale i big sono sem-pre gli americani di Wal-Mart, ma la nota dolente è la totale assenza di marchi italiani. La ragione di fondo rimane la tradizione imprenditoria-le più industriale che distributiva del nostro Paese. Ma qualcosa deve cambiare, perché sono i consumatori ad obbligare i retailer a cambiare marcia e a sviluppare nuove forme di vendita dei prodotti. Il temporary shop va in stazione

La moda dei temporary shop contagia l’alimentare in versione prêt a manger ovviamente. Dal 9 marzo all’11 aprile prossimi il convenience store DESPAR EXPRESS, ubicato nella galleria commerciale della stazione ferroviaria di Porta Garibaldi a Milano, ospita un corner dedicato ai prodotti Dimmidisi de La Linea Verde, importante player nel mercato della IV gamma e dei piatti pronti e freschi.

Son tornati gli Yuppie

Mai come quest’anno le sfilate di moda hanno elargito citazioni ai “favolosi anni ottanta”. Gli anni del consu-mismo, dei fast-food e degli yuppie rappresentano nel-l’immaginario collettivo una sorta di miraggio in epo-ca di crisi e recessione. Si impone il look ispirato alla serie televisiva “Dallas” con giacche dalle spalline ri-levanti come quelle proposte da Iceberg e Chloè. Ma il vero leit motiv della primavera-estate 2009 è la tuta, che Armani presenta impercettibile quasi come un velo e impreziosita da grandi collane.

Calano i negozi dopo anni di crescita

Dall’inizio del decennio in corso abbiamo sempre as-sistito ad un incremento costante del numero di negozi nel settore non food. Ma nel 2008 si rileva invece – fonte Ministero Sviluppo economico – un’inversione di tendenza: il non alimentare smette di crescere e pre-senta un consistente salto negativo (-2520 unità. I de-crementi più consistenti sono stati registrati per tessile - biancheria (-1072), mobili/casalinghi (-967) e cosme-tica (-363). In controtendenza l’abbigliamento (+130 unità) e le calzature (+176).

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monitorato circa 1000 articoli sulle principali testate in 12 nazioni. Afferma Bozzetti “La delocalizzazione è un fenomeno che va colto non come un’opportunità che i nostri stilisti hanno colto, bensì come una necessità che gli stessi hanno dovuto fronteggiare, per vincere la sfi-da competitiva sui mercati esteri” E continua “è neces-sario introdurre normative comunitarie che ostacolino la produzione all’estero e l’importanzione di merci da quei Paesi che attualmente godono di misure protezio-nistiche che non tutelano la libera concorrenza”.

Al via il salone del mobile

Tutto esaurito lo spazio espositivo di Rho-Pero per la prossima edizione del Salone Internazionale del Mobile in programma a Milano dal 22 al 27 aprile. Saranno ben 2723 le aziende a presentare le loro novi-tà in questo palcoscenico internazionale e di queste 91-1 estere. Numerose le realtà rimaste in lista d’attesa (circa 500), a dimostrazione della fortissima richiesta. Moltissime le manifestazioni culturali e gli happening che saranno organizzati in occasione del Salone, dove anche la moda, nel tessile per arredo, sarà protagoni-sta. La stampa estera contro il made in Italy fasullo

I media internazionali lanciano una precisa accusa al settore moda italiano, evidenziando che sono sempre di più i prodotti spacciati per “made in italy” e realiz-zati all’estero. Ciò emerge da una ricerca condotta dal-l’Osservatorio Internazionale della Moda per conto del Comitato Lombardia per la Moda che in due anni ha

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Manifestazioni

Fiere in Cina: dopo Shanghai, è la volta della fashion week di Pechino

Si è svolta recentemente una delle più grandi fiere di moda in Cina: Chic, dal 26 al 29 marzo nel nuovo quartiere fieristico di Pechino, ospita circa mille espositori su circa 100mila metri quadri. La rassegna ha ottenuto all’edizione 2-008 l’attenzione di oltre 105mila operatori, di cui il 9% dall’estero. Dal 29 al 31 marzo è stata la volta di Intertextile Beijing Apparel Fabrics sui tessuti. Chic è organizzata da China National Garment Association, China World Trade Center e dalla sua divisione tessile Ccpit. Rappresentante e-sclusivo della fiera in Italia è la Seint. Curata invece da Messe Frankfurt, Intertextile Beijing ha presentato le collezioni tessili di cir-ca 1.100 exhibitor provenienti da 14 nazioni su un’area di 48mila metri quadri, includendo nel-la propria offerta un programma di seminari e tre forum sulle tendenze. In contemporanea si è

svolto al China World Trade Centre l’evento focalizzato sulle fibre e i filati Yarn Expo Spring 2009. Si è recentemente conclusa invece a Shan-ghai la fiera su abbigliamento, accessori, tes-suti, servizi e informazioni moda Fashion Shanghai. Anche in questo caso un salone dai grandi numeri: 1.100 le realtà presenti su una superficie espositiva di 45mila metri quadri. Netta la supremazia cinese: le aziende stranie-re erano infatti solo il 10%. Per la prima volta ha partecipato alla manifestazione una piccola compagine in arrivo dall’Italia, coordinata da T.d.f.

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CONVENZIONI

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CONVENZIONI

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CONVENZIONI

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