assobioplastiche adv

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Bioplastiche un’innovazione di successo della chimica verde italiana che risponde alla nuova domanda di stili di vita e consumo sostenibili . EcoComunicazione.it www.assobioplastiche.org L’entrata in vigore del divieto ha determinato: una drastica riduzione (dal 35 al 50%, secondo stime di alcune grandi catene della grande distribuzione) dell’uso di shopper monouso; l’adozione di sporte riutilizzabili e sacchetti biodegradabili e compostabili reimpiegati già in alta percentuale nella raccolta della frazione umida del rifiuto (dati CIC - Consorzio Italiano Compostatori); lo sviluppo di piccole e medie imprese di trasformazione italiane che hanno incrementato l’occupazione, gli investimenti industriali, le azioni di Ricerca e Sviluppo; la conseguente drastica riduzione della dispersione di sacchetti monouso nell’ambiente; la diminuzione dell’inquinamento delle frazioni organiche del rifiuto domestico, oggi più facilmente destinabili al compostaggio per recuperarne fertilizzanti ed energia (dati CIC - Consorzio Italiano Compostatori); un ruolo trainante per l’Italia nel dibattito in sede UE sulla revisione della “Direttiva imballaggi” a favore di stili di vita e consumo più responsabili, che portino a ridurre la produzione di rifiuti. Oggi le bioplastiche rappresentano una grande opportunità per la crescita del Paese, perché: 1. rafforzano la leadership tecnologica italiana in un comparto in rapida crescita a scala globale; 2. negli ultimi due anni tale comparto, in Italia, ha incrementato gli ad- detti del 10%, arrivando ad un giro d’affari di oltre 500 milioni di euro; 3. hanno permesso un ritorno della produzione di shopper dai paesi emergenti verso l’Italia come evidenziato da alcune imprese associate ad Assobioplastiche; 4. grazie a questi sviluppi in Italia sono già stati riconvertiti impianti chimici fermi o destinati alla chiusura in diverse parti del Paese. Sono ripartiti massicci investimenti diretti dell’ordine di 700 milioni di euro da parte di aziende nazionali e internazionali, rivitalizzando vecchi siti che altrimenti avrebbero il destino segnato e creando nuove vere opportunità di lavoro; 5. sono la base di una nuova politica industriale all’insegna dell’integrazione con il mondo agricolo e con gli attori istituzionali, sociali ed economici del territorio per dare vita a quella “bio-economia” a cui guardano le strategie dell’Europa (Europa 2020). Conferenza-Dibattito: Un anno di divieto: dodici mesi di successi con molte domande Roma, 12 gennaio 2012 ore 11.00, Sala Cristallo - Hotel Nazionale, Piazza Montecitorio Per informazioni: [email protected] È trascorso un anno dall’entrata in vigore del divieto di commercializzazione dei vecchi “shopper” (sacchi monouso per l’asporto merci non biodegradabili/non compostabili), divieto oggi in via di adozione in molta parte del mondo, dall’Europa fino all’Australia passando per il Sud-est asiatico e gli Stati Uniti visti i danni della loro dispersione nell’ambiente terrestre e marino, come dimostrato dal recente Rapporto di ISPRA. Assobioplastiche, l’associazione che rappresenta l’intera filiera della “Chimica Verde” italiana (dai produttori di materie prime ai trasformatori dei biopolimeri) chiede tempestiva chiarezza al Governo circa l’attuazione di tale divieto, nel momento in cui vecchi interessi e recenti profeti del sedicente-bio cercano di confondere consumatori ed operatori commerciali diffondendo “notizie” assolutamente non aderenti alla realtà. Assobioplastiche sottolinea che questa innovazione, che coinvolge le imprese che producono shopper e sacchettame (130 per circa 3000 addetti), è pienamente compatibile con il sistema agricolo italiano, ha un impatto positivo sull’ambiente e le raccolte differenziate e rappresenta un’opportunità per il comparto delle imprese di trasformazione (i biopolimeri sono trasformabili con le macchine più comunemente in uso).

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Bioplasticheun’innovazione di successodella chimica verde italianache risponde alla nuova domandadi stili di vita e consumo sostenibili.

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www.assobioplastiche.org

L’entrata in vigore del divieto ha determinato:• una drastica riduzione (dal 35 al 50%, secondo stime di alcune grandi

catene della grande distribuzione) dell’uso di shopper monouso;• l’adozione di sporte riutilizzabili e sacchetti biodegradabili e compostabili

reimpiegati già in alta percentuale nella raccolta della frazione umida del rifiuto (dati CIC - Consorzio Italiano Compostatori);

• lo sviluppo di piccole e medie imprese di trasformazione italiane che hanno incrementato l’occupazione, gli investimenti industriali, le azioni di Ricerca e Sviluppo;

• la conseguente drastica riduzione della dispersione di sacchetti monouso nell’ambiente;

• la diminuzione dell’inquinamento delle frazioni organiche del rifiuto domestico, oggi più facilmente destinabili al compostaggio per recuperarne fertilizzanti ed energia (dati CIC - Consorzio Italiano Compostatori);

• un ruolo trainante per l’Italia nel dibattito in sede UE sulla revisione della “Direttiva imballaggi” a favore di stili di vita e consumo più responsabili, che portino a ridurre la produzione di rifiuti.

Oggi le bioplastiche rappresentano una grande opportunità per la crescita del Paese, perché:1. rafforzano la leadership tecnologica italiana in un comparto in rapida

crescita a scala globale;2. negli ultimi due anni tale comparto, in Italia, ha incrementato gli ad-

detti del 10%, arrivando ad un giro d’affari di oltre 500 milioni di euro;3. hanno permesso un ritorno della produzione di shopper dai paesi

emergenti verso l’Italia come evidenziato da alcune imprese associate ad Assobioplastiche;

4. grazie a questi sviluppi in Italia sono già stati riconvertiti impianti chimici fermi o destinati alla chiusura in diverse parti del Paese. Sono ripartiti massicci investimenti diretti dell’ordine di 700 milioni di euro da parte di aziende nazionali e internazionali, rivitalizzando vecchi siti che altrimenti avrebbero il destino segnato e creando nuove vere opportunità di lavoro;

5. sono la base di una nuova politica industriale all’insegna dell’integrazione con il mondo agricolo e con gli attori istituzionali, sociali ed economici del territorio per dare vita a quella “bio-economia” a cui guardano le strategie dell’Europa (Europa 2020).

Conferenza-Dibattito:Un anno di divieto: dodici mesi di successi con molte domande

Roma, 12 gennaio 2012 ore 11.00, Sala Cristallo - Hotel Nazionale, Piazza Montecitorio

Per informazioni: [email protected]

È trascorso un anno dall’entrata in vigore del divieto di commercializzazione dei vecchi “shopper” (sacchi monouso per l’asporto merci non biodegradabili/non compostabili), divieto oggi in via di adozione in molta parte del mondo, dall’Europa fino all’Australia passando per il Sud-est asiatico e gli Stati Uniti visti i danni della loro dispersione nell’ambiente terrestre e marino, come dimostrato dal recente Rapporto di ISPRA.

Assobioplastiche, l’associazione che rappresenta l’intera filiera della “Chimica Verde” italiana (dai produttori di materie prime ai trasformatori dei biopolimeri) chiede tempestiva chiarezza al Governo circa l’attuazione di tale divieto, nel momento in cui vecchi interessi e recenti profeti del sedicente-bio cercano di confondere consumatori ed operatori commerciali diffondendo “notizie” assolutamente non aderenti alla realtà.

Assobioplastiche sottolinea che questa innovazione, che coinvolge le imprese che producono shopper e sacchettame (130 per circa 3000 addetti), è pienamente compatibile con il sistema agricolo italiano, ha un impatto positivo sull’ambiente e le raccolte differenziate e rappresenta un’opportunità per il comparto delle imprese di trasformazione (i biopolimeri sono trasformabili con le macchine più comunemente in uso).