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Ateneo Veneto Ordine e Collegio degli Ingegneri di Venezia Premio Pietro Torta per il restauro di Venezia, 2017

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Ateneo Veneto Ordine e Collegio degli Ingegneri di Venezia

Premio Pietro Torta per il restauro di Venezia, 2017

Premio Pietro Torta per il restauro di Venezia

2017

ATENEO VENETO ORDINE DEGLI INGEGNERICOLLEGIO DEGLI INGEGNERI

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Il Premio Torta fu istituito oltre quarant’anni fa, nel 1974, dall’Ateneo Veneto in memoria dell’ingegnere Pietro Torta, per molti anni Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Venezia, nonché appassionato cultore dell’opera di restauro del patrimonio edilizio della città. Fino al 1997, anno della sua scomparsa, animatrice e generosa finanziatrice del Premio fu Paola Volo Torta, vedova dell’insigne ingegnere.A partire dal 1999 il Premio ha assunto cadenza biennale e viene assegnato grazie alla partecipazione e al contributo dell’Ordine e del Collegio degli Ingegneri di Venezia, a personalità, italiane o straniere, che si siano particolarmente distinte nel promuovere, progettare, dirigere o realizzare opere di restauro nella città di Venezia.

La Commissione per l’assegnazione del Premio Torta 2017 è composta da:Maria Camilla Bianchini d’Alberigo (presidente), Ivan Antonio Ceola, Mario Dalla Costa, Celio Fullin, Maura Manzelle (segretario), Alberto Ongaro, Maurizio Pozzato, Gustavo Rui.Coordinamento: Silva Menetto.

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Collegio degli Ingegneri della Provincia di Venezia

Maurizio Pozzato, presidenteClaudio Bertocco, vicepresidenteClaudio Cuba, vicepresidente

ConsiglieriFederica CapuzzoEzio CoppiPaolo DonelliRoberta LazzariElisabetta MattiussiMarco MotisiStefano RizzatoAlessandro Tonolo

Ateneo Veneto

Guido Vittorio Zucconi, presidenteGiovanni Diaz, vicepresidenteMassimo Ongaro, segretario accademicoCamillo Tonini, delegato affari specialiGiovanni Anfodillo, tesoriere

Consiglio accademicoTiziana AgostiniPaolo BalboniRenata CodelloMassimo ContieroIrene FavarettoFranco FerrariAlessandro FranchiniAntonella MagaraggiaMaura ManzelleStefania MasonGiovanni SammartiniPaolo Scarante

Ordine degli Ingegneri della Provincia di Venezia

Mariano Carraro, presidente Mario De Marchis, vicepresidenteErio Calvelli, segretario Mara Semenzato, tesoriere

ConsiglieriBeatrice BarbieroClaudia CelliniLuigi DonolatoAndrea FerriniCelio FullinRoberto GerominAlessandra GrossoLetizia NieroGianluca PasqualonRoberto ScibiliaUmberto Vassallo

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I premiati dal 1974 al 2015

1974 Ashley Clarke1975 Vittorio Cini; Matteo D’Errico1976 René Huyghe; John McAndrew; Emilio Fioretti1977 Gladys Krieble Delmas; Giulio del Balzo di Presenzano; Giancarlo Comelato1978 Hans-Heinrich Herwarth von Bittenfeld; Lidio Brazzolotto1979 James Gray; Romano De Prà; Sforza-Galeazzo Sforza1980 Consiglio Federale della Confederazione Svizzera; Tiziano Salvador1981 André Chastel; Fondazione Ercole Varzi; Romeo Maso; Giorgio Bellavitis; Giovanni Zuccolo1982 Franklin D. Murphy; Bruno Bettarello; Egle Renata Trincanato1983 Comunità Israelitica di Venezia; Ignazio Di Bella; Terence Mullaly1984 Comitato Svedese Pro-Venetia; Giovanni Cucco e Siro Polazzetto; Wolfgang Wolters1985 Carlo De Benedetti; Angelo Polesso; Elena Bassi1986 Fondazione Venezia Nostra; Ermenegildo Perin1987 Giovanni Agnelli; Prosperino Bonaldo; Lord Norwich1988 Valerie Howse e Patricia Jackson; Giorgio Barasciutti; Romeo Ballardini, Mario Dalla Costa e Valeriano Pastor1989 James B. Sherwood; Enrico Randone; Maximilian Leuthenmayr1990 Società Italiana per l’Esercizio delle Telecomunicazioni; Serafino e Ferruccio Volpin; Sergio Toso1991 Sergio Viezzoli, Danilo Sartori, Ettore Vio1992 Il Minnesota Chapter del World Monuments Fund; Paolo Pagnin, Liliana Zambon e Antonella Zannini1993 Istituzioni di Ricovero e di Educazione IRE; Olivo Zanella; Mario Vianello1994 Scuola Grande Arciconfraternita di San Rocco; Comitato Olandese per Venezia; Associazione dei Costruttori Edili di Venezia; Carlo Naccari1995 Comitato Francese per la Salvaguardia di Venezia; Antonio Lazzarin1996 Tuttoturismo; Vigili del Fuoco di Venezia; i Comitati Privati Internazionali per la Salvaguardia di Venezia1997 Save Venice Inc.; Mario Fogliata1999 Comitato Amici della Basilica dei Santi Giovanni e Paolo; Nedis Tramontin2001 Comitato Austriaco “Venedig Lebt”; Diocesi Patriarcato di Venezia; Giovanni Giusto2003 Scuola Grande di San Giovanni Evangelista; Margherita Asso, Giovanna Nepi Sciré, Maria Teresa Rubin De Cervin2005 Provincia di Venezia - Isola di San Servolo 2007 Università Ca’ Foscari2009 Palazzo Grassi S.p.a. – Punta della Dogana; Ermanno e Alessandro Ervas; Giuseppe Tonini 2011 Torre di Porta Nuova – Traudy Pelzel, Francesco Magnani2013 Istituzioni di Ricovero e di Educazione IRE – Zitelle, Palazzo Contarini del Bovolo, Penitenti2015 Grandi Gallerie dell’Accademia – Renata Codello, Tobia Scarpa

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Motivazione

La Commissione Premio Torta 2017, dopo un attento esame di numerosi interventi di restauro nella Città metropolitana, ha assegnato all’unani-mità il Premio 2017 al restauro dello squero dell’isola di San Giorgio, in quanto esempio di riuso di uno spazio abbandonato, trasformandolo in “Auditorium” per concerti, aperto alla città.L’isola di San Giorgio, sede della Fondazione Cini, istituita da Vittorio Cini in memoria del figlio Giorgio, è insieme a San Servolo e agli Armeni una delle grandi isole della laguna dedicate alla cultura e alla memoria storica, a differenza di molte altre ormai consegnate ad un uso turistico-alberghiero. Nel tempo la Fondazione ha non solo curato e valorizzato l’esistente, ma ha anche arricchito il patrimonio edilizio ed ambientale attraverso una serie di restauri, l’ultimo dei quali il vecchio squero, divenuto appunto “Auditorium”.La trasformazione dello squero in sede di concerti attraverso un accurato ed elegante intervento, che mette in luce un’ottima acustica, è un appro-priato riuso nel rispetto della struttura originale e, soprattutto, un ideale collegamento tra l’isola e la città attraverso la musica, elemento conge-niale e congenito a Venezia, le cui acque rifrangono e riflettono i suoni e gli echi della sua stessa vita.Il Premio Torta è nato proprio per valorizzare quelle iniziative meritevoli che contribuiscono non solamente alla conservazione della bellezza della città, ma anche alla sua vitalizzazione, nella consapevolezza che Venezia non deve solo mostrarsi “bella”, ma deve essere “viva” e dunque ispiratri-ce di pensieri e di attività.L’“Auditorium” è fonte naturale di cultura condivisa e può e deve essere di conseguenza fonte di nuove ispirazioni artistiche in linea con la gran-de tradizione di Venezia come centro di attrazione delle arti e, soprattut-to, degli artisti.La Commissione ha anche individuato altri tre interventi meritevoli di attenzione.Si è così deciso unanimemente di darne menzione, per altro senza clas-sificazione di priorità, riprendendo nel contempo una consuetudine del Premio Torta fin dai tempi della sua istituzione.

Le menzioni sono state conferite al Comité Français pour la Sauvegarde de Venise, alla Fondazione Querini Stampalia e all’ Università degli Studi di Ca’ Foscari rispettivamente per:- il restauro degli Appartamenti Reali nelle Procuratie Nuove in Piazza San Marco che, con il recupero di tutta l’ala, restituisce alla città un lun-go periodo della sua storia;- il lungo e costante impegno profuso nell'offrire alla Città sempre nuovi spazi per la cultura all'interno di Palazzo Querini Stampalia, all'insegna dell'architettura contemporanea, attraverso sapienti interventi di conso-lidamento e riorganizzazione degli ampliamenti;- il recupero urbano e funzionale dell’area del Campus della Facoltà di Economia a San Giobbe, che ha rivitalizzato una parte periferica di Ve-nezia.Tutti i committenti operano da sempre con grande rispetto e amore per la città e in questi interventi hanno dimostrato ancora una volta una attenta gestione del patrimonio storico-artistico loro affidato, che così diviene patrimonio vitale di Venezia.Ringrazio per la competenza e l’imparzialità, oltre che per la disponibilità del loro tempo, tutti i componenti della Commissione, che ho il piacere e il dovere di citare uno ad uno in ordine alfabetico: ing. Ivan Antonio Ceola, arch. prof. Mario Dalla Costa, ing. Celio Fullin, arch. Alberto Ongaro, ing. Maurizio Pozzato, ing. Gustavo Rui. Un particolare ringraziamento all’arch. Maura Manzelle, perfetto segretario della Commissione e alla dott.ssa Silva Menetto per l’efficace e paziente coordinamento. Maria Camilla Bianchini d’AlberigoPresidente Commissione Premio Torta 2017

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Fin dalla prima edizione nell’ormai lontano 1974 il Premio Torta, intitolato all’ingegnere Pietro Torta, Presidente dell’Ordine per molti anni e insigne professionista impegnato anche nel restauro, costituisce per gli ingegneri veneziani un importante significato di presenza della categoria nel campo del recupero edilizio architettonico.Per questo motivo particolare e più in generale per gli scopi che il Premio si prefigge, di valorizzare gli interventi di restauro in Venezia città metro-politana e incentivare la conservazione e la riutilizzazione del grande pa-trimonio edilizio e artistico che i nostri avi veneziani ci hanno lasciato, l’Ordine e il Collegio degli Ingegneri, in collaborazione con l’Ateneo Ve-neto, dal 1999 sostengono economicamente, per quanto possibile, l’iniziati-va avviata a suo tempo dalla signora Paola Volo, vedova dell’ingegner Torta.Quest’anno il Premio è stato assegnato alla Fondazione Giorgio Cini onlus per l’intervento di recupero di uno squero ottocentesco nell’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, per la realizzazione di un auditorium per 200 persone.Intervento particolarmente interessante nel suo contesto, rispettoso del-le preesistenze, pur con inserimento di nuova architettura, che fa seguito a diversi vari altri interventi effettuati dalla Fondazione Cini, protratti in molti anni.L’ottima riuscita dell’intervento di restauro, recupero e valorizzazione del-lo squero, unita alla sua significativa utilizzazione, ha portato a una unani-me decisione dei componenti della Commissione aggiudicatrice per l’asse-gnazione del Premio, pur nella loro diversità di interessi e professionalità.Occorre dare anche atto della particolare valenza dei professionisti impe-gnati nella progettazione e direzione dei lavori e della capacità dell’impre-sa esecutrice e degli artigiani e maestranze impiegati.

Tra i professionisti coinvolti anche degli ingegneri, a dimostrazione che pure nel restauro, nonostante incomprensibili e anacronistiche norme, essi possono dare il loro prezioso contributo professionale, rilevando al riguardo che ormai di fatto non esiste più il tecnico “tuttologo”, ma anzi si opera sempre più in collaborazione e sinergia tra tutte le varie componenti tecniche ordinistiche.

Ivan Antonio CeolaPast President Ordine Ingegneri VeneziaComponente Commissione Premio Torta

Il Premio Torta e gli Ingegneri veneziani

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Recuperare e riqualificare il patrimonio edilizio esistente costituisce spes-so un percorso impegnativo: farlo a Venezia lo è molto di più. La sua ori-ginalità rispetto a qualunque altra città ha costituito spesso un ostacolo che ha suscitato interminabili discussioni su questo o quel modo di inter-venire, rispettando la filologia, i materiali e anche – e, per noi ingegneri, soprattutto - la statica, che a Venezia presenta aspetti suoi propri.Ecco perché è importante valorizzare chi accetta la sfida e si cimenta con l’edificato di questa città unica, per esaltarne i caratteri estetici, e renderlo fruibile, secondo i canoni di agibilità e di sicurezza che vigono ai giorni nostri, ma nel pieno rispetto dell’oggetto su cui si interviene.Il premio Torta ha questo obiettivo e l’Ordine degli Ingegneri continuerà a perseguirlo, in continuità con quanto ha fatto l’ingegner Ivan Ceola, precedente Presidente, non mancando di ringraziarlo per quanto ha fatto anche in questo suo impegno.

Mariano CarraroPresidente Ordine Ingegneri Venezia (dal 10 luglio 2017)

Il Premio Torta e Venezia

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L’assegnazione del Premio Torta alla Fondazione Giorgio Cini è fonte di grande soddisfazione, non solo per il prestigio della storica istituzione cul-turale veneziana, l’Ateneo Veneto, che l’ha attribuito, ma in quanto costitu-isce il riconoscimento del lavoro svolto in questi anni.In un certo senso, posso affermare che il restauro del complesso monu-mentale dell’isola di San Giorgio Maggiore è stata l’impresa che ha ‘ac-compagnato’ tutta la mia presidenza. Al momento del mio insediamento, nel 1999, avevo ben chiare le sfide che avrei dovuto affrontare: il risana-mento del bilancio della Fondazione e la ristrutturazione dei monumenti della sua storica sede.L’impresa si profilava ardua. Il nostro primo obiettivo fu il rinnovo della concessione demaniale che affida l’isola alla Fondazione Cini. Ottenuto quel risultato, ci attivammo per assicurarci i fondi indispensabili alla ri-strutturazione dell’isola. Nel 2001 ci furono assegnate risorse dalla Legge Speciale per Venezia e da allora siamo stati costantemente impegnati in un progetto di riqualificazione dell’isola di San Giorgio che, pur rispettando-ne la storia, ne ha sostanzialmente modificato il profilo.Infatti, agli interventi filologicamente impeccabili sui chiostri dei Buora e del Palladio, sullo scalone e la biblioteca del Longhena, sul Refettorio Palladiano, si sono aggiunti restauri funzionali che hanno arricchito, rivo-luzionandola, la modalità di fruizione dell’isola e dei suoi preziosi spazi: mi riferisco naturalmente alla Manica Lunga trasformata in grande biblio-teca, agli spazi dell’ex convitto diventati centri espositivi all’avanguardia, alle ex officine che oggi ospitano la residenza del Centro Internazionale di Studi della Civiltà Italiana ‘Vittore Branca’, fino ad arrivare al restauro più recente (che non sarà l’ultimo): quello che ha portato alla realizzazione del meraviglioso Auditorium “Lo Squero”, risultato decisivo per l’assegnazio-ne del Premio Torta 2017.Si tratta di obiettivi che si possono conseguire solo con un impegno comu-ne. Per questo, non posso esimermi dall’esprimere la mia profonda gratitu-dine a tutti i collaboratori della Fondazione Cini, che hanno contribuito in modo determinante alla trasformazione dell’isola. Ringrazio naturalmente anche i professionisti che hanno dato mirabile forma alle nostre idee: Mi-chele De Lucchi, Ugo Camerino, Annabelle Sellfdorf oltre a Fabrizio Cat-taruzza e Francesco Millosevich, che hanno saputo interpretare magistral-

mente i nostri desideri per lo “Squero”; senza dimenticare i sostenitori e partner privati che hanno generosamente integrato le risorse della Legge Speciale.Desidero infine ringraziare l’Ateneo Veneto, nella persona del suo Presi-dente Guido Zucconi, e i membri della Giuria del Premio Torta, che ha per noi un significato speciale. Nel 1975 lo stesso premio venne infatti assegna-to a Vittorio Cini. Averlo vinto quest’anno significa anche avere la confer-ma che siamo stati all’altezza del suo modello, ossia che non ne abbiamo tradito l’eredità. Ed è proprio a Vittorio Cini che dedichiamo questo rico-noscimento, nella convinzione che non ci sia modo più degno di celebrare la ricorrenza dei quarant’anni dalla sua scomparsa.

Giovanni BazoliPresidente Fondazione Giorgio Cini

Sulle orme di Vittorio Cini

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geometria, allineamenti e proporzioni dall’esistente. Anche colori e mate-riali sono stati scelti in modo da risultare compatibili o valorizzare lo stato di fatto. Il nuovo volume è rivestito esternamente con pannelli di compensato ma-rino; all’interno la parte superiore delle pareti contiene le canalizzazioni per la climatizzazione che si raccordano, in un disegno ad anello, ai due locali tecnici, posizionati in un soppalco vicino all’ingresso, in modo da integrare gli impianti nel disegno complessivo.Le parti in muratura esistenti sono state oggetto esclusivamente di re-stauro conservativo, la scelta progettuale è stata, infatti, proprio quella di lasciare ogni segno della storia dell’edificio, ogni traccia delle trasforma-zioni subite.Dalla descrizione del progetto si comprende la metodologia dell’interven-to, che si potrebbe riassumere per punti come segue:• Attenta valutazione dello stato di fatto, individuazione delle qualità

spaziali e degli elementi documentali significativi.• Progetto di restauro conservativo per il recupero e la valorizzazione

dell’esistente e progetto integrato delle parti nuove, caratterizzate per analogia negli aspetti di geometria, proporzioni e allineamenti e per contrasto e reversibilità per gli aspetti materiali.

• Scelte costruttive mosse da attenzione per riconoscibilità, costi di rea-lizzazione, manutenzione, tempistica di realizzazione, sostenibilità.

• Progettazione impiantistica volta a efficienza e integrazione con il pro-getto architettonico.

Il progetto di recupero dello squero è un esempio di buona collaborazio-ne pubblico-privato, infatti, è stato realizzato con il contributo del Provve-ditorato Interregionale per le Opere Pubbliche del Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, della Fondazione Virginio Bruni Tedeschi e della Fondazione Enzo Hruby, cui si deve la progettazione di un sistema di sicurezza integrato.

Lo squero ottocentesco, nell’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, un tempo destinato alla costruzione di imbarcazioni, è oggi sede di un audi-torium per 200 persone, aperto alla città, gestito dalla Fondazione Giorgio Cini onlus, che ne ha curato il recupero e il riuso.L’edificio originario, in muratura, misura circa 28,70 m per 17,70 m ed è datato tra il 1830 e il 1879; il modello di riferimento è quello degli sque-ri dell’Arsenale, quindi un edificio aperto, con arcate sui lati maggiori e grande copertura sorretta da capriate in legno. La nuova sala ha superficie di circa 260 mq, altezza media circa 8,66 cm, e quasi 100 mq di spazi tec-nici e di servizio.Prima del restauro, l’edificio era utilizzato come laboratorio, annesso alla scuola nautica che aveva sede nell’isola di San Giorgio Maggiore, ora tra-sferita altrove.I lavori di restauro del 1952 avevano cambiato radicalmente la natura dello squero, trasformandolo in un edificio chiuso su tutti i lati; all’interno era-no stati costruiti un soppalco in cemento armato e una centrale termica, poi eliminati con il progetto di recupero.Il progetto fa rivivere la spazialità dello squero originario, vuotando l’in-terno e liberando i fronti. Il nuovo auditorium doveva essere riconoscibile per disegno e materiali rispetto alla costruzione originaria, per consentire la lettura dei due in-terventi.Per questo, il nuovo volume è tutto realizzato a secco, in acciaio, legno e vetro. Il volume della sala si stacca da tutti i lati dal fabbricato esistente e anche dal suolo, consentendo all’acqua di entrare nello squero, perchè tutto il solaio è posato su travi reticolari di legno che lo staccano da terra.Il panorama domina la sala, con un effetto di continuità tra spazio interno ed esterno, grazie a una vetrata, che si estende sul fronte est, lunga circa 13 m, della quale non si vede l’attacco, per effetto dell’artificio di abbas-sare il pavimento della sala nel tratto finale. Alle spalle dei musicisti si apre, come una quinta naturale, lo straordinario panorama della laguna, offrendo allo spettatore la possibilità di partecipare a un concerto “a bor-do d’acqua”. Il disegno della nuova sala è solo apparentemente indipendente rispetto all’edificio storico, in realtà ogni aspetto del nuovo intervento nasce da

Auditorium “Lo Squero”

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La struttura

CoperturaLa struttura di copertura dello squero è stata oggetto di un intervento di ripristino, per restaurare alcune parti lignee degradate della struttura principale. Sono state mantenute le strutture lignee e i tiranti metallici esistenti.

Strutture dei portoni Le strutture in carpenteria metallica che reggevano il portone scorrevole dello squero verso mare, sono state oggetto di un intervento di restauro conservativo. La funzione attribuita loro, ai fini del progetto di recupero, è di contribuire a sostenere il tamponamento in pannelli di compensato superiormente alla vetrata.Analogamente sono state conservate le strutture delle chiusure verso ter-ra, con sostituzione locale delle parti ammalorate. In relazione alla debo-lezza degli elementi dei serramenti, non è stata ripristinata la parte vetrata.

Pavimentazioni esistentiLa pavimentazione dello squero aveva subito varie trasformazioni in rela-zione agli utilizzi e alle superfetazioni inserite nell’edificio.Una parte risultava costituita in tozzetti lignei impeciati e traversi di le-gno trasversali alla pendenza, usati come elementi di scorrimento delle barche e incassati in getti di calcestruzzo. Altre parti del pavimento erano state interessate da getti di calcestruzzo e dalla pavimentazione del locale caldaia.

Solaio della nuova strutturaLa conservazione degli elementi più tipici delle pavimentazioni esistenti ha portato a realizzare strutture reticolari in legno di rovere, di altezza variabile, per formare la base di un piano rialzato. Dette strutture sono state poste in semplice appoggio sull’esistente pavimentazione. Su di esse è stato impostato il solaio della nuova sala.In appoggio sulle reticolari di legno e trasversalmente a esse, sono state poste travature principali realizzate con profili di acciaio e orditure secon-

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darie in travi di larice, con un tavolato di larice a finire.Pannelli di fibrocemento sono stati posti inferiormente alle travi di legno per confinare lo spazio fra trave e trave, riempito con materiale coibente.

Struttura in elevazionePerimetralmente al piano del solaio sono state installate travi in acciaio bullonate alle travi principali dell’impalcato; su di esse è stata poi eretta la struttura in elevazione.Quest’ultima è realizzata in acciaio, con pilastri in tubolare quadro ed elementi secondari di profili aperti a formare una reticolare che definisce lo spazio per il passaggio delle canalette degli impianti di climatizzazione e di cavidotti. La struttura di supporto del lucernario orizzontale, fissata alla muratura su un lato, fornisce anche la stabilizzazione della struttura in elevazione.Verso l’acqua la struttura reticolare di acciaio, di supporto al portone scor-revole esistente, è risultata inadeguata a sostenere la vetrata e la struttura di chiusura della sala interna; si è proceduto perciò alla sua conservazione e alla realizzazione di due pilastri di acciaio per sostenere la struttura pe-rimetrale in elevazione.

Le rampe e le scaleLateralmente alla sala, le due rampe sono state realizzate in modo com-pletamente indipendente rispetto alla struttura interna, con:- profili HEB saldati a L e fissati ai pilastri laterali in muratura, ad altezza diversa lungo la rampa;- tubolari longitudinali in appoggio sui profili HEB a costituire le travi della rampa;- tavole di impalcato in larice.Le scale di accesso al livello della sala, sul fronte e lateralmente, sono state realizzate con struttura in acciaio e pedata in tavole di larice.

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L’acustica

Per la valutazione della qualità acustica del progetto di ristrutturazione ci si è avvalsi della consulenza del dr. Davide Bonsi del Laboratorio di Acustica Musicale e Architettonica della Scuola di San Giorgio di Venezia. E’ stato eseguito uno studio basato su tecnologia ray tracing sul modello tridimensionale acustico dello spazio. Lo studio ha permesso di ottenere una previsione dei principali parametri descrittori della percezione acu-stica degli spazi musicali (tra cui tempo di riverberazione, indice di chia-rezza, definizione, etc.) in modo da consentire una valutazione della sala in relazione alle elevate esigenze di qualità connesse alla specifica destina-zione d’uso. Sono stati inoltre eseguiti alcuni test di simulazione acustica e auralizzazione, consistenti nella sintesi e riproduzione elettroacustica di brani musicali artificiali in grado di ricreare virtualmente le condizioni di ascolto della sala a lavori eseguiti. In entrambi i casi le informazioni ottenute hanno confermato la piena adeguatezza del progetto architettonico per quanto concerne le prestazio-ni acustiche attese.

Impianti

ClimatizzazioneLa climatizzazione è realizzata con l’obiettivo di garantire le condizioni interne di benessere invernali ed estive attraverso l’immissione di aria trattata utilizzando diffusori a feritoia scelti in armonia con l’architettura dell’ambiente.Flussi d’aria climatizzata lambiscono le superfici trasparenti in vetro sin-golo stratificato per la risoluzione del rischio di formazione di condense superficiali.I fluidi caldi e freddi sono prelevati dal vicino edificio “ex convitto”, in-tercettando le linee di alimentazione sottopavimento a servizio dei ven-tilconvettori, mantenendo inalterato l’equilibrio idraulico degli impianti esistenti ed evitando di realizzare antiestetiche centrali termofrigorifere a uso esclusivo del nuovo insediamento.

Impianto elettricoLa distribuzione degli impianti elettrici è stata integrata nelle pareti peri-metrali mediante passerella chiusa ad anello, non visibile, ma accessibile dall’alto, che consente anche la posa di impianti allestitivi propri degli eventi, così come i passaggi predisposti sotto il pavimento tra locali tecni-ci / di servizio, soppalco, zona regía e zona quinta; nelle anzidette posizioni sono state installate le prese per alimentazione degli eventuali apparati audio e di scena per gli eventi.

L’auditorium è dotato di tutti gli impianti di sicurezza previsti per la de-stinazione d’uso: illuminazione di sicurezza, rilevazione e allarme incendi, antintrusione e videosorveglianza.

Per la sala è stata realizzata, mediante apparecchi al led sospesi dalle ca-priate, una illuminazione generale diffusa, lasciando all’allestimento del singolo evento l’illuminazione scenografica o d’accento in funzione della peculiarità dello stesso.

Fabrizio Cattaruzza

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Progettisti:

Progetto architettonico:

Strutture:

Impianti meccanici:

Impianti elettrici:

Acustica:

Antincendio:

Coordinatore sicurezza:

Ufficio tecnico della Fondazione Cini:

Direzione lavori:

Imprese esecutrici:

Appaltatrice:

Serramenti:

Impianti:

Impianti antincendio e sicurezza:

Falegnameria:

Poltrone:

Pedane:

Direttore di cantiere:

Capocantiere:

Dati dimensionali:

Importo lavori:

Architetti associati Fabrizio Cattaruzza e Francesco Millosevich collaboratore: arch. Ahmad Kadouri

ing. Enzo Magris

collaboratore: ing. Marco Rossetto

p.i. Francesco Gorin

p.i. Stefano Varagnolo

dott. Davide Bonsi

ing. Flavio Vido

ing. Agostino Croff (fase esecutiva)arch. Francesco Millosevich (progettazione)

ing. Massimo Altieri

arch. Fabrizio Cattaruzzaing. Agostino Croff (copertura)

S.I.R.C.O. srl – Venezia

Due Esse srl – Treviso

FIEL Impianti elettrici e termoidraulici

Umbra Control – Perugia

Falegnameria Baradel srl – Ceggia

ESTEL

TECNOSPAZIO s.r.l. – Bergamo

ing. Roberta Michieli

Denis Duse (prima fase)Fabio De Rossi (seconda fase)

sup. sala 260 m2

sup. coperta 508 m2

altezza interna al colmo 1018 cmaltezza media: 812 cm

1.500.000 €

Scheda tecnica

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Il progetto di restauro dello squero costituisce uno degli interventi finali nell’ambito di un piano generale di restauro e ristrutturazione fisico-funzionale dell’intero complesso monumentale dell’isola di San Giorgio, avviato nel 2000.Il piano generale, redatto inizialmente dallo studio dell’architetto Vittorio Gregotti, prevedeva non solo interventi di risanamento e ristrutturazione degli antichi fabbricati della parte rinascimentale ma anche il restauro dei fabbricati realizzati negli anni Cinquanta del ʼ900 durante i grandi lavori voluti dal Conte Vittorio Cini per la creazione della Fondazione dedicata al figlio Giorgio.Un finanziamento del valore complessivo di circa 30 milioni di euro a valere sulla Legge Speciale per Venezia è stato messo a disposizione della Fondazione e oramai interamente utilizzato, per questi interventi. A questa cifra iniziale si sono aggiunti vari altri finanziamenti, sia pubblici che privati, per altri 12 milioni di euro circa.L’elenco dei lavori effettuati in questi quindici anni appare straordinario, per estensione e qualità degli interventi, e per la loro organicità nel contesto di un piano generale che ha traghettato la Fondazione Cini e l’isola di San Giorgio dalla struttura piuttosto chiusa e ormai decadente della fine del ’900 a una istituzione piena di vitalità e con molte attività proiettate al futuro.Agli inizi degli anni duemila infatti la Fondazione era “arroccata” nella parte monumentale (chiostri e fabbricati annessi, e ala napoleonica) mentre i restanti fabbricati erano in uso all’istituto nautico “G. Cini”, con un numero di allievi in costante diminuzione, oppure sostanzialmente abbandonati o utilizzati come magazzini o locali di disbrigo. Gran parte, se non tutti gli impianti, risaliva agli anni Cinquanta, le strutture presentavano diffuso degrado, con infiltrazioni in molti punti delle coperture e molte erano le necessità di urgenti lavori di restauro e adeguamento tecnologico.I primi ambiti sono dunque stati concentrati sulle coperture della parte rinascimentale e sugli impianti centralizzati, oltre che sul risanamento delle lesioni delle murature e sugli intonaci e le parti lapidee dei chiostri. Già in questa prima fase si è però inserito il restauro e la trasformazione in modernissimo spazio espositivo dell’ex convitto dell’istituto nautico “G. Cini”, su progetto dell’architetto Fabrizio Cattaruzza.

I restauri dell'isola di San Giorgio Maggiore e la nuova vita della Fondazione Giorgio Cini

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Questo intervento, eseguito in due lotti, è stato costituito in una prima fase dal restauro dei tetti, degli intonaci, dei serramenti e dell’impianto di trattamento degli scarichi. Successivamente si è provveduto al restauro degli interni, trasformando il lato est del convitto, che comprendeva il refettorio e la palestra, in un complesso di sale espositive dotato dei più moderni impianti di climatizzazione e sicurezza. Già nel 2008 le sale entravano in servizio con la prima mostra, dedicata al pittore Santomaso.Tra il 2005 e il 2008, in parallelo al convitto, è stata restaurata l’antica foresteria raddoppiandone il numero di stanze (portato da sei a dodici) e arredando ogni locale con un mix di oggetti antichi e moderni, oltre all’ammodernamento di tutti gli impianti. Il progetto architettonico è stato affidato all’architetto Piero Lissoni, mentre gli arredi sono stati curati da Eliana Gerotto.Nello stesso periodo è stato restaurato il fabbricato denominato “casetta delle suore”, ormai adibito a magazzino ricambi per la nave scuola “Marinaretto”, non più in uso, trasformandolo in un bar al servizio del pubblico presente sull’isola, colmando così una carenza storica.Negli anni tra il 2008 e il 2010 si realizzavano due interventi fondamentali e di grande portata: la ristrutturazione delle ex officine meccaniche per la creazione della nuova residenza per studiosi dedicata alla memoria di Vittore Branca e il restauro del dormitorio quattrocentesco denominato “Manica Lunga dei Buora” per la sua trasformazione nella nuova biblioteca della Manica Lunga, con una capacità di oltre 150.000 volumi.La residenza “Vittore Branca”, ricavata nei locali delle ex officine meccaniche su progetto dell’architetto Ugo Camerino, è oggi uno spazio prezioso dedicato agli studiosi e ricercatori che vogliono svolgere ricerche anche di lunga durata presso l’isola di San Giorgio. Oltre 60 camere da letto, la metà delle quali doppie, una palestra perfettamente attrezzata, una sala convegni con magnifica volta a botte, sala della musica, sala ricreazione e lettura, ampi corridoi e terrazze costituiscono la dotazione di questa importante struttura. La biblioteca realizzata nella Manica Lunga su progetto affidato, in seguito a concorso, allo studio dell’architetto Michele De Lucchi di Milano, ha comportato sia interventi stutturali, per il rinforzo del lungo solaio poggiante su volte a botte alternate a volte ellittiche, sia di tipo

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funzionale e impiantistico, sia di arredo e ristrutturazione architettonica, con l’inserimento di scaffalature metalliche su due livelli con ballatoi e scale su entrambe le ali del fabbricato a nord e a sud del transetto centrale. Anche le celle dell’antico dormitorio, disposte sui lati est e ovest della Manica, sono state tutte trasformate in locali di conservazione e studio, con scaffalature metalliche alle pareti perimetrali e arredi in legno. Un moderno impianto di spegnimento incendi con tecnologia “water-mist” è stato installato lungo tutte le scaffalature, integrandolo con il sistema di illuminazione a led su corpi lampada disegnati appositamente da De Lucchi per questo scopo.Poco dopo il completamento di questi due interventi la Fondazione ha realizzato un’altra importante opera: la costruzione di un grande labirinto in siepi di bosso dedicato allo scrittore Luis Borges, su progetto di Randoll Coate, nel cortile della Manica Lunga, a continuazione dei chiostri rispetto ai quali viene a creare un terzo elemento. In parallelo venivano effettuati i lavori di ammodernamento di tutti gli impianti dell’area monumentale, chiostri, uffici della presidenza, istituti di ricerca, biblioteca del Longhena e sale convegni, con la sostituzione dei vecchi impianti risalenti agli anni Cinquanta e l’installazione di nuovi sistemi di climatizzazione, sicurezza, videosorveglianza, reti dati in fibra ottica e dotazioni tecniche in particolar modo finalizzate alla conservazione e valorizzazione dei fondi e del grande patrimonio culturale della Fondazione.Altri restauri, realizzati in collaborazione con partner esterni, sempre in questo periodo hanno portato alla realizzazione del Centro Studi sui cambiamenti climatici (con la Fondazione Eni Enrico Mattei, su progetto dell’architetto Monica Trevisan) e delle “Stanze del Vetro” e relativo Centro Studi sul vetro veneziano (con la Fondazione Pentagram, su progetto dell’ architetto Annabelle Selldorf con Fabrizio Cattaruzza e Francesco Millosevich) rispettivamente nel primo piano e nel piano terra dell’ala ovest dell’ex convitto.Entrambi gli interventi sopra indicati sono stati realizzati con fondi privati e la partnership si è sviluppata non solo in relazione al restauro e riutilizzo dei fabbricati ma anche e soprattutto su una intensa collaborazione culturale e scientifica. Il nuovo centro espositivo dedicato al vetro artistico

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ha organizzato e ospitato, tra il 2012 e il 2017, ben nove importanti mostre nei suoi spazi e due installazioni artistiche nello spazio aperto antistante l’ex convitto.Tra il 2011 e il 2012 un altro importante fabbricato dell’isola, il cenacolo di Andra Palladio, veniva restaurato su progetto dell’architetto Michele De Lucchi, con l’inserimento di una nuova boiserie integrata con una pavimentazione tutta realizzata in intarsi di legno massello di rovere e di noce e completata da un maestoso portale, pure in rovere e noce con grandi ante in vetro per l’ingresso al salone del refettorio. Anche in questo caso sono stati installati nuovi impianti di climatizzazione, sicurezza, illuminazione architettonica e funzionale della sala, audio anti-riverbero e rete dati.A tutto questo si è aggiunto un progressivo restauro del parco di quattro ettari dell’isola di San Giorgio, con un piano di manutenzione pluriennale, la riapertura (per la stagione 2006 e per alcune stagioni tra il 2011 e il 2013) del Teatro Verde, il restauro dell’ex piscina Gandini e vari altri lavori su coperture, impianti e strutture degli altri fabbricati.Nel 2012 si è iniziato il restauro dello squero, dapprima con il tetto, poi con lo svuotamento delle vecchie strutture interne realizzate per i corsi di costruzione nautica per poter ospitare una sezione della mostra dell’artista Marc Quinn; infine con la realizzazione di un nuovo auditorium da 200 posti caratterizzato da una straordinaria parete vetrata che si affaccia sulla laguna in direzione dei giardini della Biennale e del Lido, progettato dall’arch. Fabrizio Cattaruzza con Francesco Millosevich.Mentre si completava l’auditorium con l’installazione di una platea rialzata su tre livelli di praticabili con poltrone fisse imbottite a seduta ribaltabile, altri interventi sono stati realizzati presso l’Ala Napoleonica dove sono state installate nuove strutture metalliche autoportanti che costituiscono un innovativo sistema di scaffalature per i fondi musicali della Fondazione. Le scaffalature sono infatti costituite da elementi metallici modulari (cubi aperti su un lato) assemblati tra loro in modo da creare un arco strutturale sul quale sono appoggiati sull’estradosso, e appesi sotto l’intradosso, altri elementi orizzontali. L’arco è poi chiuso inferiormente da un tirante a filo pavimento per contrastare le spinte orizzontali. Tutte le scaffalature sono dunque sospese tra le pareti laterali del fabbricato, senza gravare in

alcun modo sul solaio. Anche quest’ultimo progetto è stato realizzato dagli architetti associati Cattaruzza e Millosevich, mentre gli aspetti strutturali sono stati seguiti dall’ing. Enzo Magris.Complessivamente sono stati realizzati lavori per un totale di oltre 42 milioni di euro in 15 anni, sempre con la Fondazione in funzione, con le biblioteche aperte al pubblico e gli istituti in piena attività.

Massimo Altieri

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La Commissione, interpretando il pensiero dell’ingegner Pietro Torta sulla cura della città, quale centro perenne-mente vitale, ha attribuito tre menzioni a istituzioni cultu-rali, sia private che pubbliche, tutte impegnate a perseguire il disegno di una Venezia che rivive il suo passato, proiettan-dosi nel futuro.Fin dal tempo della istituzione del Premio i Comitati Pri-vati per la Salvaguardia di Venezia si erano distinti per la generosa operosità ed ora, in una storia che continua, è il Comitato Francese a meritare una menzione per gli inter-venti nelle Procuratie Nuove - una volta suddivise in sedi di vari uffici - riconsegnando ai cittadini e al mondo una parte della storia.La Fondazione Querini Stampalia ha saputo nel tempo, non solo offrire uno spazio culturale ai giovani e alla città, ma anche rinnovare il suo prezioso patrimonio immobiliare con interventi progettuali di vari maestri dell’architettura.L’Università degli Studi di Ca’ Foscari si è impegnata nel recuperare l’imponente complesso dell’ex-Macello e annes-si con sapienti interventi su spazi abbandonati, per conse-gnarli a generazioni di studenti e di studiosi, rivitalizzando così un brano di città.

Maria Camilla Bianchini d’AlberigoPresidente Commissione Premio Torta 2017

Menzioni

Comité Français pour la Sauvegarde de Venise per il restauro degli Appartamenti Reali nelle Procuratie Nuove in Piazza San Marco che, con il recupero di tutta l’ala, restituisce alla città un periodo della sua storia.

Fondazione Querini Stampalia per il lungo e costante impegno profuso nell’offrire alla città sempre nuovi spazi per la cultura all’insegna dell’architettura contemporanea.

Università degli Studi di Ca’ Foscari per il recupero urbano e funzionale dell’area del Campus della Facoltà di Economia a San Giobbe, che ha rivitalizzato una parte periferica della città.

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1974Ashley Clarke, ambasciatore britannico a Roma dal 1953 al 1962 e Vice Presidente del Venice in Peril Fund che ha iniziato ad operare per la salvaguardia di Venezia sin dal 1967. Con i soldi raccolti subito dopo le inondazioni del 1966, questo Fondo inglese ha nel frattempo restaurato la chiesa della Madonna dell’Orto, la chiesa di S. Nicolò dei Mendicoli, la Loggetta del Sansovino e la Porta della Carta di Palazzo Ducale. Questi ultimi restauri, eseguiti da esperti del Victoria & Albert Museum di Londra, costituiscono un esperimento fondamentale in questo campo.

1975Vittorio Cini, per aver restituito all’antica dignità il complesso monumentale di S. Giorgio Maggiore attraverso la più ampia opera di restauro compiuta a Venezia nel nostro tempo e per la destinazione di questi edifici, oggi sede di una Fondazione culturale di grande prestigio internazionale.

Matteo D’Errico, scalpellino marmista; caduto sul lavoro nel 1972, specializzatosi come restauratore di marmi e pietre che ornano edifici monumentali e per avere dato la sua opera preziosa a diversi lavori eseguiti a Venezia, tra cui quelli nelle chiese dei Gesuiti, Basilica della Salute, S. Fosca, S. Pietro di Castello, S. Moisé, S. Maria Elisabetta del Lido, ed altri a Ca’ Foscari, alla Ca’ d’Oro e nel Palazzo Vendramin Calergi.

1976René Huyghe, docente del Collège de France e Accademico di Francia, autore di opere fondamentali di storia dell’arte, per aver dedicato a Venezia non solo pagine memorabili ma anche una appassionata attività per la difesa e la conservazione del suo patrimonio artistico, particolarmente come presidente del Comitato consultivo internazionale dell’Unesco per la salvaguardia di Venezia.

John Mc Andrew, professore emerito del Wellesley College, Mass., USA, fondatore e presidente del Venice Committee, per aver raccolto i fondi necessari al restauro delle tele del Tintoretto a S. Rocco, nonché per avere fondato il Save Venice Inc., che ha promosso i restauri dell’intera chiesa di S. Donato di Murano, della chiesa dei Gesuati, della sinagoga Canton nel Ghetto, oltre che di alcuni capolavori di pittura e scultura appartenenti a chiese veneziane.

Emilio Fioretti, capo operaio della Procuratoria della basilica di S. Marco, per essersi distinto, per molti anni, nel compito di istruire e guidare le maestranze nell’assidua e paziente opera di restauro conservativo della basilica.

1977Gladys Krieble Delmas, studiosa di letteratura comparata e pubblicista di chiara fama, per il generoso contributo economico elargito per il restauro della chiesa di S. Donato di Murano e per l’istituzione di una Fondazione per l’assegnazione di borse di studio a giovani studiosi e ricercatori dei vari aspetti della civiltà veneziana.

Giulio del Balzo di Presenzano, diplomatico e già direttore delle relazioni culturali al Ministero degli affari esteri,

presidente del gruppo di lavoro per Venezia della Società Dante Alighieri, per avere diretto l’organizzazione per la raccolta dei fondi per il restauro dell’ingresso di terra dell’Arsenale, della chiesa di S. Martino a Castello e della lunetta Cornaro della basilica dei Frari.

Giancarlo Comelato, scalpellino marmista, per aver saputo realizzare esemplari opere di restauro e di ripristino di preziosi elementi architettonici in pietra e marmo in edifici veneziani, tra cui le polifore gotiche di rara bellezza dei palazzi Ariani, Mastelli o del Cammello, Giustinian - Pesaro, oltre che su alcune opere d’arte custodite nel Museo dell’Estuario.

1978Hans-Heinrich Herwarth Von Bittenfeld, già ambasciatore della Repubblica Federale Tedesca a Roma e presidente del Gruppo di lavoro per Venezia della Commissione nazionale tedesca dell’Unesco, per aver promosso il restauro della chiesa dei Miracoli oltreché di opere d’arte nelle chiese di S. Bartolomeo, dei Gesuati, e di S. Maria del Giglio e per essere stato uno dei principali fautori della creazione a Venezia del centro di studi tedesco nel palazzo Barbarigo della Terrazza sul Canal Grande.

Lidio Brazzolotto, pavimentatore, per avere acquisito eccezionale capacità tecnica nella difficile arte della posa in opera di pavimenti alla veneziana e, in particolare, per avere restaurato preziosi pavimenti in edifici monumentali del centro storico, tra cui quello dei palazzi Ducale, Polignac, Pisani, Barbarigo della Terrazza, Corner, Ariani, Sagredo, ecc.

1979James Gray, direttore esecutivo dell’International Fund for Monuments a New York, per avere promosso la costituzione del Venice Committee e dello stesso fondo che ha realizzato una serie di importanti restauri di interi complessi monumentali e di opere d’arte tra cui: la Scuola di S. Giovanni Evangelista; la Scuola di S. Rocco, con tutte le tele del Tintoretto; la Scuola dei Carmini; la chiesa di S. Maria del Giglio e di S. Pietro di Castello; il campanile dei Frari; il palazzo Querini Stampalia; la Scala d’Oro e le grandi tele del soffitto della sala del Maggior Consiglio del Palazzo Ducale.

Romano de Prà, stuccatore maestro tra i migliori nell’arte della decorazione a stucco, per avere durante una ininterrotta attività di oltre un cinquantennio dato prove notevoli di perizia tecnica e di sensibilità artistica nel restauro di edifici famosi come Palazzo Giustinian (sala delle colonne), Teatro Ridotto, Teatro La Fenice, palazzi Labia, Vendramin-Calergi, Farsetti, Scuola dei Carmini, Chiesa dell’Angelo Raffaele, ecc.

Nel 1979 è stato assegnato un premio speciale alla memoria di Sforza-Galeazzo Sforza, già segretario generale aggiunto del Consiglio d’Europa, per l’iniziativa assunta dal Consiglio di Strasburgo e attuata per volere dello Sforza il quale ebbe una influenza determinante affinché sorgesse a Venezia, nell’ambito della Fondazione Pro Venezia Viva, il Centro

I premiati dal 1974 al 2015

europeo di formazione degli artigiani del patrimonio architettonico, istituito nel 1976.

1980Consiglio Federale della Confederazione Svizzera, per aver deliberato, su iniziativa del Dipartimento dell’Interno e d’intesa con la Fondazione Svizzera Pro Venezia, di chiedere al popolo svizzero di contribuire al restauro della chiesa di S. Stae, capolavoro dell’architetto ticinese Domenico Rossi, suscitando donazioni da parte di centinaia di istituzioni pubbliche e private e di migliaia di cittadini. I fondi così raccolti, tra il 1976 e il 1979, consentivano di restaurare il monumento nella sua globalità (strutture architettoniche, arredi, dipinti, ecc.) e in maniera esemplare, per completezza e fedeltà. Una iniziativa da segnalare anche per aver suscitato una corale partecipazione di enti e cittadini di tutta la nazione svizzera.

Tiziano Salvador, forgiatore e fucinatore, esperto in tutti i tipi di lavorazione del ferro, esperto in tecniche cadute in disuso, per le difficoltà di essere acquisite e praticate, è stato chiamato a restaurare opere in ferro di edifici del centro storico tra cui la base dell’Angelo del campanile di S. Marco, la cancellata del palazzo Patriarcale, le inferriate di palazzo Morosini a S. Stefano, i coperchi dei pozzi di campo S. Fantin e del Patriarcato.

1981André Chastel, docente di storia dell’arte alla Sorbona e al Collège de France e accademico di Francia, autore di studi fondamentali sull’arte italiana e su quella veneziana in particolare, i cui interventi vigorosi e precisi su «Le Monde» hanno toccato i punti fondamentali del problema della salvaguardia di Venezia, costituendo un sicuro punto di riferimento per quanti amano questa città.

Fondazione Ercole Varzi, istituita nel 1958 dalle sorelle Alida Varzi e Irene Rasero Varzi per onorare la memoria del loro genitore con il fine di promuovere la valorizzazione e la conservazione del patrimonio artistico italiano, per avere finanziato il restauro di diverse opere di pittura in edifici monumentali veneziani, tra cui due pale del Bellini, Madonna e Santi a S. Zaccaria e Il doge Barbarigo presentato alla Vergine a S. Pietro Martire a Murano, un affresco del sec. XIII nella basilica di S. Marco, e tutte le opere del Veronese a S. Sebastiano.

Romeo Maso, falegname, dotato di grande esperienza, ha contribuito al restauro conservativo di antichi infissi e arredi lignei nelle chiese di S. Nicolò dei Mendicoli, S. Pietro di Castello, S. Stae, nella Sinagoga Levantina del Ghetto, nei palazzi Labia, Contarini, Querini-Stampalia, ecc.

Giorgio Bellavitis, autore del volume Palazzo Giustiniani-Pesaro (Vicenza, ed. Neri Pozza, 1975) ha saputo dar conto di questa sua opera di restauro eseguito nel palazzo da cui il volume prende il titolo con un vasto e puntuale corredo illustrativo e documentale.

Giovanni Zuccolo, autore del volume Il restauro statico nell’architettura di Venezia (Venezia, ed. Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, 1975) in cui presenta i risultati di una approfondita indagine sulla situazione statica degli edifici di Venezia, indagine da lui svolta per conto dell’Istituto di scienza delle costruzioni dell’Università di Padova.

1982Franklin D. Murphy, presidente della Samuel H. Kress Foundation di New York, per aver concesso rilevanti mezzi finanziari per il laboratorio scientifico di restauro della Soprintendenza ai beni artistici e storici di Venezia, attualmente uno dei più moderni in Europa, e per avere contribuito al finanziamento dei restauri delle chiese della Pietà e di S. Pietro di Castello.

Bruno Bettarello, muratore caposquadra di rara capacità, ha prestato la sua opera preziosa in lavori di grande rilievo per la conservazione del patrimonio artistico veneziano quali quelli eseguiti nelle chiese della Salute, di S. Stae, S. Trovaso, S. Lazzaro degli Armeni, della Scuola dei Carmini, di palazzo Vendramin Calergi, ecc.

Egle Renata Trincanato, titolare della cattedra di tecnica del restauro urbano all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, per lunghi anni direttore del palazzo Ducale e della direzione tecnico-artistica delle Belle Arti del Comune di Venezia, ha dedicato e dedica la sua attività di studiosa alla conoscenza della struttura della città dalle sue origini ad oggi. Da questi suoi studi è nato il volume Venezia Minore (Milano, Edizioni del Milione 1948) che costituisce un contributo fondamentale in quanto per la prima volta si esamina non tanto i monumenti prestigiosi, quanto il tessuto urbano della città lagunare visto nel suo successivo determinarsi e concludersi attraverso i secoli.

1983Comunità Israelitica di Venezia, nella persona del suo presidente Giorgio Voghera, per l’opera svolta per ridar vita dopo la persecuzione della guerra, all’antico Ghetto veneziano, restaurando e riaprendo al culto le sinagoghe, di cui si era riusciti a salvare gli arredi, riordinando il museo e la biblioteca, accogliendo nella casa di riposo i vecchi rimasti soli e ponendo così le basi per un ritorno alla normalità della vita della comunità stessa: un intervento che, riguardando in modo organico una zona intera della città, è da apprezzare anche come opera esemplare di risanamento di una parte del tessuto urbanistico veneziano.

Ignazio di Bella, restauratore di bronzi antichi, noto per il recupero di importanti reperti archeologici e di opere conservative nei Musei capitolini, ha condotto a termine, su incarico affidatogli dall’Istituto centrale del restauro, la ripulitura dei quattro cavalli di S. Marco e successivamente ha provveduto al restauro di tutti gli elementi in bronzo della cappella Zen della basilica di S. Marco.

Terence Mullaly, studioso di storia dell’arte e critico d’arte di uno dei più prestigiosi quotidiani inglesi, il «Daily Telegraph», ha sempre seguito con grande impegno

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le vicende dei restauri dei monumenti veneziani, svolgendo una utilissima azione di promozione sostenendo e pubblicizzando in modo particolare la benemerita attività dell’Associazione inglese Venice in Peril.

1984Comitato svedese pro-Venetia, in persona del suo presidente Ambasciatore Olof Landenius, per le iniziative relative al restauro di edifici come la chiesa dei Crociferi e la cattedrale di Torcello, assunte in collaborazione con altri Comitati internazionali, e in particolare per l’opera svolta nel promuovere, finanziare e realizzare il restauro delle facciate dell’Ateneo Veneto.

Giovanni Cucco e Siro Polazzetto, mosaicisti restauratori presso la basilica di S. Marco da vari anni, hanno inoltre prestato la loro opera preziosa al restauro dei mosaici della cattedrale di S. Maria Assunta di Torcello.

Wolfgang Wolters, docente di storia dell’arte presso la Technische Universität di Berlino, si occupa da oltre un ventennio dell’arte veneziana e dei problemi relativi alla conservazione dei suoi monumenti, nella sua qualità di primo Direttore del Centro Tedesco di Studi Veneziani ha diretto la raccolta e la pubblicazione di studi di diversi autori, tra cui Otto Demus, sulle sculture di S. Marco. È autore del volume Scultura Veneziana Gotica 1300-1460 (Venezia, Alfieri, 1976), un contributo fondamentale allo studio dell’arte veneziana di quel periodo, oltre al saggio Der Bilderschmuck des Dogenpalastes (Wiesbaden, 1983) sull’autocelebrazione della Repubblica attraverso le opere di pittura e scultura del palazzo Ducale.

1985Carlo de Benedetti, Presidente della Società Olivetti di Ivrea, oltre a ravvivare l’interesse per i problemi della salvaguardia di Venezia attraverso l’organizzazione in Italia e all’estero di una serie di prestigiose mostre dedicate ai Cavalli di S. Marco e al Tesoro della Basilica, ha concorso a finanziare diverse importanti opere di restauro della chiesa di S. Marco tra cui quelle per la chiesetta di S. Teodoro, i “teleri” di Gentile Bellini, il completamento dell’analisi fotogrammetrica di tutta la chiesa e lo studio della programmata sistemazione del Museo Marciano.

Angelo Polesso, artigiano vetraio specializzato nei lavori di restauro di vetrate artistiche tra cui quelle delle chiese veneziane di S. Sebastiano, della Madonna dell’Orto, di S. Maria del Giglio, dei Frari, dei SS. Giovanni e Paolo, di S. Giorgio Maggiore, della Bragora, di S. Zaccaria, di S. Stae, di S. Polo, di S. Francesco della Vigna, ecc.

Elena Bassi, nel corso della sua attività scientifica è diventata una delle più autorevoli fra gli studiosi della storia dell’architettura veneziana; è stata per vari anni Direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Venezia. Di fondamentale importanza i suoi volumi sull’Architettura Veneziana del Seicento e del Settecento (Edizioni Scientifiche di Napoli nella collana diretta da Roberto Pane, 1962), sul Convento della Carità di Andrea Palladio (edito dal Centro

Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza, 1971), I Palazzi di Venezia (Stamperia di Venezia Editrice, 1976) e Tre Palazzi della Regione Veneto (Stamperia di Venezia Editrice, 1982). Tali opere, con il loro ampio e puntuale corredo illustrativo e documentale sulle tecniche costruttive, costituiscono un’importante guida pratica a chi intraprende lavori edilizi di restauro a Venezia.

1986Fondazione Venezia Nostra, in persona del suo presidente e fondatore Gino Caselli, per aver organizzato sia in Italia che all’estero importanti manifestazioni al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi di Venezia e di raccogliere fondi per il restauro della città e per aver provveduto con cospicui mezzi, elargiti dallo stesso fondatore, al restauro completo di uno dei più cospicui monumenti veneziani, il Ponte di Rialto.

Ermenegildo Perin, manovale specializzato dotato di notevoli qualità tecniche ed umane, in un trentennio di attività ha partecipato a numerosi lavori di restauro di edifici monumentali, tra cui le chiese della Salute, dei Mendicoli, di S. Stae, palazzo Vendramin Calergi, il Convento dei Frari, ecc.

1987Giovanni Agnelli, per aver reso possibile, nella sua qualità di presidente della FIAT Auto S.p.A., il restauro di palazzo Grassi, il più insigne capolavoro di architettura civile veneziana del XVIII secolo, oltre che del campanile di S. Samuele, e per aver destinato lo stesso palazzo Grassi a sede di un nuovo originale centro di attività culturali.

Prosperino Bonaldo, operaio muratore, nella sua successiva qualifica di capocantiere alle dipendenze di diverse ditte ha brillantemente operato per il restauro di importanti edifici lagunari come palazzo Belloni, Ca’ Pesaro, palazzo delle Prigioni, campanile di S. Samuele, Scuola Canton nel Ghetto, ecc.

Lord Norwich, Chairman da oltre 17 anni del Comitato inglese per la salvaguardia di Venezia (The Venice in Peril Fund), non solo ha concorso alla realizzazione di importanti restauri promossi da quel Comitato, ma ha pure contribuito a diffondere la conoscenza dei problemi di Venezia per mezzo di numerosi articoli a stampa, documentari televisivi e pregevoli pubblicazioni, determinando cospicue raccolte di fondi destinati al restauro lagunare.

1988Valerie Howse e Patricia Jackson, Presidenti rispettivamente della sezione Camberra e Melbourne dell’Australian Committee for Venice, sin dal 1971 hanno raccolto somme cospicue per il restauro di monumenti del Centro storico di Venezia, in particolare della chiesa cinquecentescadi S. Martino e della Sala della Musica dell’Ospedaletto.

Giorgio Barasciutti, seguendo l’esempio del padre, capace e noto mobiliere, ha appreso ancora giovanissimo la tecnica del restauro di opere lignee, seguendo con perizia le metodologie costruttive degli antichi maestri. Tra i suoi lavori sono da ricordare quelli eseguiti in Palazzo Ducale, a Ca’ Rezzonico, nel Museo Correr e, più recentemente, nella Sacrestia della Basilica di S. Marco sugli intarsi quattrocenteschi dei dossali e degli armadi.

Romeo Ballardini, Mario Dalla Costa e Valeriano Pastor del Dipartimento di Scienza e Tecnica del Restauro dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, responsabili del Gruppo di ricerca noto come “Progetto Arsenale”, hanno diretto le analisi tecniche (chimico-fisiche, statiche) e storiche delle strutture dell’Arsenale al fine di un progetto di restauro conservativo che consenta la migliore riutilizzazione di questo eccezionale complesso monumentale.

1989James B. Sherwood, presidente della società che gestisce uno dei più prestigiosi alberghi della città, l’Hotel Cipriani, ha promosso e finanziato il restauro conservativo del portale maggiore della basilica dei SS. Giovanni e Paolo, notevole esempio di una struttura architettonica appartenente al periodo di passaggio tra gotico e rinascimento.

Enrico Randone, presidente delle Assicurazioni Generali, ha reso possibile il restauro completo dell’antico squèro sul rio dei Mendicanti a Cannaregio, rara testimonianza di quelle particolari strutture edilizie, tipiche dell’architettura minore veneziana, nate per la costruzione di imbarcazioni lagunari. Caduto in disuso da alcuni anni e in grave stato di degrado, lo squèro, ripristinato nella sua originaria tipologia, è ora adibito a Circolo Nautico delle Assicurazioni Generali, ciò che ne consente l’integrale conservazione.

Maximilian Leuthenmayr, dopo aver conseguito il diploma di restauratore di sculture lignee policrome a Monaco di Baviera, dove è nato, e completato gli studi presso l’Accademia di Salisburgo, ha dato inizio ad una intensa attività di restauratore in vari paesi europei prima di stabilirsi a Venezia nel 1970, ove ha eseguito lavori di notevole impegno per il restauro di opere lignee alla Ca’ d’Oro, a Ca’ Rezzonico, nel Museo Diocesano, e nelle chiese di S. Nicolò dei Mendicoli, S. Maria del Carmine, S. Giorgio in Isola e delle Eremite.

1990Società Italiana per l’esercizio delle Telecomunicazioni, per avere condotto a termine tra il 1986 e il 1989 il restauro del cinquecentesco ex Convento di S. Salvador, sua sede a Venezia; un restauro che non solo ha eliminato i segni del degrado ma ha consentito pure l’eliminazione delle alterazioni strutturali intervenute nel corso del tempo, ripristinando, in particolare, il Refettorio, magnificamente decorato da affreschi e stucchi di grande valore artistico.

Serafino e Ferruccio Volpin, due fratelli che iniziarono la loro attività di restauro di dipinti nel 1953. Dopo le scuole

superiori di disegno e un apprendistato presso i maestri veneziani Pelliccioli e Lazzarini, hanno eseguito con grande perizia una importante opera di restauro in alcuni tra i più prestigiosi monumenti veneziani, tra cui i soffitti delle chiese dei Miracoli e di S. Pantalon, del palazzo Ducale, oltre al Paradiso del Tintoretto, le decorazioni lignee di S. Nicolò dei Mendicoli, dei SS. Giovanni e Paolo e, da ultimo, il recupero del grande Sipario storico del Teatro La Fenice.

Sergio Toso, pavimentatore specializzato, in trentacinque anni di attività ha dimostrato eccezionali capacità tecniche nella difficile arte del restauro di pavimenti, compresi quelli a “pastellone”, di edifici di grande importanza come il palazzo Ducale, i palazzi Vendramin-Calergi, Grimani, Corner, della Ca’ Grande, Ca’ Farsetti, Ca’ Giustinian e il Teatro La Fenice.

1991Franco Viezzoli, ha avuto il merito nella sua qualità di presidente dell’Ente Nazionale per l’Energia Elettrica (ENEL) di aver promosso, nel quadro dell’iniziativa “Luce nell’Arte”, la totale revisione dell’illuminazione interna della Basilica di S. Marco che permette ora la completa fruizione visiva dei preziosi mosaici delle pareti, delle volte e delle cupole.

Danilo Sartori, operaio edile specializzato nel restauro conservativo di edifici monumentali, titolare di una propria impresa artigiana attiva nello stesso settore, ha preso parte tra l’altro al restauro di importanti edifici quali la chiesa di S. Martino a Castello, la Schola Canton nel Ghetto, il Palazzo Reale, la chiesa della Madonna dell’Orto, la Basilica dei SS. Giovanni e Paolo.

Ettore Vio, proto di S. Marco dal 1981, oltre che continuare la preziosa opera di manutenzione dell’antica Basilica si è fatto promotore del rilievo fotogrammetrico della chiesa, un importante strumento conoscitivo per studiosi e restauratori. È pure autore di numerose pubblicazioni scientifiche e didattiche.

1992Il Minnesota Chapter del World Monuments Fund, per aver promosso e finanziato lo straordinario intervento del restauro della Scala del Bovolo di Palazzo Contarini, uno dei più imponenti e originali edifici del primo Rinascimento veneziano.

Paolo Pagnin, Liliana Zambon e Antonella Zannini, dopo gli studi compiuti presso l’Università Internazionale dell’Arte di Venezia, l’Istituto Centrale per il Restauro di Roma e il Laboratorio della Soprintendenza ai Monumenti di Venezia alla Misericordia, hanno creato la ditta Lithos dedicandosi al restauro di prestigiose opere di scultura nelle chiese dei Frari, SS. Giovanni e Paolo, S. Giovanni Crisostomo, S. Giovanni in Bragora, hanno inoltre collaborato al recupero della Scala del Bovolo di Palazzo Contarini.

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Giovanni Caniato e Michela dal Borgo per il volume Le Arti Edili a Venezia (Edilstampa, Roma, 1990), uno studio che attraverso la puntuale e accurata ricerca di archivio ha ricostruito le tecnologie e le pratiche di cantiere del passato offrendo un efficace strumento di conoscenza a operatori e studiosi del restauro di Venezia.

1993Le Istituzioni di Ricovero e di Educazione, IRE, nella persona del Presidente Alberto Giganti, per l’attività di restauro, svolta fin dal 1960, del vasto patrimonio immobiliare assegnato in gestione (chiesa delle Zitelle, Casa di Riposo dell’Ospedaletto, chiesa dell’Ospedaletto, Oratorio e Ospizio dei Crociferi, Pensionato della Ca’ di Dio, ecc.) e, in particolare, per l’esemplare intervento ultimato nel 1991 nella Sala della Musica dell’Ospedaletto che ha restituito alla funzione la sede di una famosa istituzione musicale veneziana.

Olivo Zanella che da un trentennio con la sua squadra di operai provvede allo scavo dei canali e al consolidamento delle rive, interventi che rappresentano un settore essenziale del restauro urbano ed edilizio della città di Venezia.

Mario Vianello per l’attività svolta per ben ventinove anni come presidente dell’IRE (Istituzioni di Ricovero e di Educazione), un premio speciale conferito su iniziativa della signora Paola Volo Torta in occasione del ventesimo anniversario del Premio Pietro Torta per il Restauro di Venezia.

1994Scuola Grande Arciconfraternita di S. Rocco per la vastità e complessità del disegno restaurativo della sua cinquecentesca sede monumentale.

Comitato Olandese per Venezia per l’impegno pluriennale nella promozione del restauro di importanti parti della quattrocentesca chiesa di S. Zaccaria.

Associazione dei Costruttori Edili di Venezia per l’attività progettuale e gestionale del suo Corso di formazione per operatori del restauro.

Carlo Naccari, alla memoria, per la sua importante e magistrale opera di documentazione cinematografica di numerosi lavori di salvaguardia di opere d’arte, oltre che di tutte le edizioni del Premio Torta.

1995Il Comitato Francese per la salvaguardia di Venezia, nella persona del suo Presidente Gérard Gaussen, per la pluridecennale, generosa azione svolta nel campo del restauro di numerosi e importanti monumenti e beni artistici e monumentali della città.

Antonio Lazzarin, per la sua sessantennale attività di restauratore di dipinti antichi.

1996Il mensile di viaggi «Tuttoturismo» (Editoriale Domus), nella persona del direttore Roberto Rocca Rey e dell’editore Giovanna Mazzocchi, per l’opera di recupero, diretta da Matilde Marcello Terzuoli, dei due portali incastonati nelle mura medievali della Chiesa di San Polo.

I Vigili del fuoco di Venezia, nella persona del loro comandante, Alfio Pini, per aver saputo circoscrivere lo spaventoso incendio che distrusse il Gran Teatro La Fenice di Venezia la sera del 29 gennaio 1996, premio speciale conferito per personale iniziativa di Paola Volo Torta.

I Comitati Privati Internazionali per la salvaguardia di Venezia, nella persona del loro presidente Alvise Zorzi, menzione solenne per la straordinaria operosità mostrata nei trent’anni successivi all’alluvione dell’autunno 1966, quando l’eccezionale acqua alta del 3-4 novembre parve sommergere la città e le isole.

1997Save Venice Inc., per il dinamismo dimostrato nell’organizzazione delle forze necessarie al compimento del restauro completo della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli.

Mario Fogliata, maestro stuccatore decoratore veneziano che si è distinto, negli ultimi trent’anni, in numerosi interventi in chiese e palazzi di Venezia e di altre città in Italia e all’estero, divenendo studioso ed insegnante dell’arte dello stucco.

1999Comitato Amici delle Basilica dei Santi Giovanni e Paolo, per gli stupendi interventi sui Monumenti Valier e Loredan eseguiti nella chiesa dei Frati Domenicani, Pantheon dei principi e degli eroi di Venezia.

Nedis Tramontin, maestro artigiano veneziano, costruttore e restauratore di gondole e di altre imbarcazioni veneziane.

2001Comitato Austriaco Venedig Lebt, per la partecipazione, fattiva ed appassionata, all’opera di restauro del monumento a Tiziano nella Chiesa dei Frari, dell’altare maggiore della chiesa di S. Lio con le statue di S. Pietro e di S. Paolo e per altri interventi conservativi nelle chiese di S. Pietro di Castello e di S. Francesco della Vigna.

Diocesi Patriarcato di Venezia, per aver avviato e promosso da oltre dieci anni una vasta e ragguardevole opera di recupero di molti edifici monumentali del patrimonio architettonico ecclesiale di Venezia.

Giovanni Giusto, restauratore del marmo e della pietra, distintosi, in particolare, nel recente restauro del pavimento della chiesa di S. Maria Assunta dei Gesuiti.

2003Scuola Grande Arciconfraternita di San Giovanni Evangelista, per la meritevole e continuativa opera di restauro e conservazione di uno dei più importanti edifici della città di Venezia, dove ha sede la Scuola di San Giovanni Evangelista.

Riconoscimenti speciali a Margherita Asso, Giovanna Nepi Scirè, Maria Teresa Rubin De Cervin, tre personalità che si sono particolarmente distinte nella salvaguardia istituzionale e nella tutela del patrimonio artistico di Venezia.

2005Provincia di Venezia, per la pluridecennale azione di recupero e restauro dell’isola di San Servolo della Laguna di Venezia, uno degli interventi più complessi e impegnativi che sono stati portati a termine a Venezia negli ultimi anni, che ha consentito un ottimale utilizzo dei fondi della Legge Speciale per Venezia.

2007Università Ca’ Foscari, per il restauro della Sede storica dell’università, che costituisce un imponente intervento di restauro e di riabilitazione funzionale del grande complesso monumentale posto sulla “volta de canal”, comprendente oltre a Ca’ Foscari, parte di Palazzo Giustinian e Squellini, l’Ala Nova e due bellissimi cortili, moderna e funzionale sede di un prestigioso polo universitario di oltre 18.000 studenti e docenti.

2009Palazzo Grassi Spa per il restauro di Punta della Dogana. Si tratta di un imponente intervento di restauro e di recupero funzionale di un complesso monumentale da tempo inutilizzato ed inevitabilmente avviato al degrado, realizzato a regola d’arte in base all’esemplare progetto dell’architetto Tadao Ando. Grazie a questa ristrutturazione è stato restituito alla città un luogo reintegrato nella sua originaria bellezza, sede di un prestigioso centro d’arte che arricchisce l’offerta culturale e il patrimonio artistico di Venezia.

Segnalazione speciale per gli artigiani Ermanno ed Alessandro Ervas e Giuseppe Tonini, che hanno eseguito il restauro del gruppo scultoreo di Bernardo Falconi con i “Due giganti reggenti il mondo con la Fortuna”, l’opera che dall’alto della Punta della Dogana domina il Bacino di San Marco.

2011Traudy Pelzel e Francesco Magnani per il progetto di restauro della Torre di Porta Nuova. Interessante lavoro di recupero commissionato da Arsenale di Venezia Spa che ha permesso di compiere un passo decisivo nel processo di valorizzazione dell’ Arsenale di Venezia. Con procedura rapida ed esemplare, più attori hanno contribuito a realizzare uno dei principali landmark che caratterizzerà la fruizione futura dell’Arsenale da parte del pubblico.

2013Le Istituzioni di Ricovero e di Educazione (IRE), nella persona della Presidente Giovanna Cecconi, per il complesso delle opere realizzate nell’ultimo quinquennio: il Centro residenziale per anziani e malati di Alzheimer delle Zitelle (progetto di Franco Mancuso), Palazzo Contarini del Bovolo (progetto di Paolo Faccio) e il Complesso delle Penitenti (progetto di Maura Manzelle). Gli interventi premiati offrono un esempio di riconversione intelligente e innovativa del patrimonio edilizio a favore degli abitanti della città.

2015Le Grandi Gallerie dell’Accademia di Venezia, un intervento di restauro che ha riconsegnato alla città di Venezia un museo di fondamentale interesse artistico adeguato agli standard internazionali. Conferito materialmente al progettista Tobia Scarpa e al direttore lavori Renata Codello, è un riconoscimento all’intero team di professionisti che ha contribuito con le proprie competenze ad una progettazione fortemente integrata. Il lavoro di tutti costoro ha reso possibile un complicatissimo intervento di restauro, effettuato in un’area densa di flussi turistici, nella quale altre operazioni cittadine (quali l’apertura del Museo di Punta della Dogana) andavano contemporaneamente cambiando la natura stessa dei luoghi.

ATENEO VENETOVenezia, Campo San Fantin 1897t [email protected]

Crediti fotografici

pag. 49 (alto);Ettore Bellini

pagg. 12-13; 19; 24-25; 28; 29; 30; 33; 38-39;Fabrizio Cattaruzza

pagg. 46-47; 50 (alto);Alessandra Chemollo

pagg. 8-9; 16; 17; 20-21; 36-37; 40-41; 42-43; 49 (basso); 50 (basso); 53;Matteo De Fina

EditingSilva Menetto

Revisione editorialeMarina Niero

Progetto graficoMichele Bettio

StampaGrafiche Veneziane

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