attivitÀ di allevamento di galline ovaiole, … · relazione tecnica domanda di verifica di...

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1 RELAZIONE TECNICA DOMANDA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ A VIA (D.Lgs. 152/06, art. 20 L.R. n. 11/01, art. 16) ATTIVITÀ DI ALLEVAMENTO DI GALLINE OVAIOLE, PRODUZIONE DI UOVA DA CONSUMO, SELEZIONE, CONFEZIONAMENTO E VENDITA. Committente: Avicola Iacovo Società Agricola a r.l Elaborato da: Dott. Cosimo Massaro Bari 31Marzo 2016

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    RELAZIONE TECNICA

    DOMANDA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ A VIA

    (D.Lgs. 152/06, art. 20 – L.R. n. 11/01, art. 16)

    ATTIVITÀ DI ALLEVAMENTO DI GALLINE OVAIOLE,

    PRODUZIONE DI UOVA DA CONSUMO, SELEZIONE,

    CONFEZIONAMENTO E VENDITA.

    Committente: Avicola Iacovo Società Agricola a r.l

    Elaborato da: Dott. Cosimo Massaro

    Bari 31Marzo 2016

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    Sommario 1) Premessa 03 2) Normativa di riferimento e campo di applicazione 06 3) DESCRIZIONE GENERALE DELL’IMPIANTO ZOOTECNICO 07

    3.1) Ubicazione dello stabilimento 07 3.2) Descrizione del sito 09 3.3) Caratteristiche del sito 11

    4)CARATTERISTICHE DEI PRINCIPALI DELL’ IMPIANTO ZOOTECNICO 14 4.1-2 Accasamento delle pollastre e Stabulazione 12 4.1.3 Gestione della pollina 17 4.1.4 Selezione uova e imballaggio 21 4.1.5 Vendita e distribuzione 23

    5) PIANO DI MONITORAGGIO 25 A Qualità dell’aria 27 B Pollina e rifiuti 30 C Ambiente idrico 33 D Prevenzioni Incendi 35 E Rumore 35 F Misure/controlli di tipo gestionale 37 6) STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE 41

    6.1) Piano Regolatore Generale (PRG) 41 6.2) Piano Urbanistico Tematico Territoriale per il Paesaggio (PUTT/P) 43 6.3) Ambiti Territoriali Distinti (A.T.D.) 45 6.4) Ambiti territoriali estesi (ATE) 46 6.5) Piano di Bacino Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) 48 6.6) Aree naturali protette 49 6.7) Rete Natura 2000 – SIC e ZPS 49

    7) IMPATTI POTENZIALI 51 7.1) Emissioni in atmosfera 51 7.2) Emissioni acustiche 54 7.3) Impatto sull’ambiente idrico 54 7.4) Impatto su suolo e sottosuolo 55 7.5) Ecosistemi 56 7.6) Fauna 57 7.7) Flora 58 7.8) Paesaggio e patrimonio culturale 59 8) PORTATA E PROBABILITÀ DELL’IMPATTO 61 8.1) Tabella matrice di controllo 63 8.2) Analisi delle componenti dell’impatto 64 8.3) Valutazione della significatività degli effetti dell’impatto potenziale 65 8.4) Valutazione del rischio 69 8.5) Dimensionamento degli impatti rilevati relativi all’impianto di allevamento 71 8.6 Valori degli impatti ambientali della Avicola Iacovo 76 9) CONCLUSIONI 77

    Allegati Elaborato Grafico Piano di Monitoraggio e Controllo Rapporti di Prova

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    1) PREMESSA

    La presente relazione, svolta in ossequio ai contenuti di cui all’art. 17 della L.R. n.

    11/01 e s.m.i., si riferisce alla richiesta da parte dell’Autorità competente in quanto

    rientrante nella categoria progettuale di cui alla lettera 1 c) Impianti per

    l'allevamento intensivo di animali dell’Allegato IV della parte II del d.lgs n.

    152/2006, ovvero di cui alla lettera B.2.e) impianti per l'allevamento intensivo di

    animali con più di 40 q.li di peso vivo per ettaro dell’Allegato B2 della L.R. n.

    11/2001, Allevamento avicolo.

    La Avicola Iacovo società agricola a r.l, risulta regolarmente autorizzata alla

    suddetta attività, e quindi regolarmente iscritta al Registro delle Imprese presso la

    Camera di Commercio di Bari. La stessa società agricola è operativa, nella sede

    attuale, da oltre 30 anni.

    Settore produttivo (classificazione ATECORI): 01.47 “Allevamento di

  • 4

    Figura 1 Inquadramento geografico della Avicola Iacovo nel territorio del Comune di Casamassima

    Figura 2 Ortofoto inquadramento territoriale

  • 5

    Figura 3 Inquadramento territoriale

  • 6

    2) NORMATIVA DI RIFERIMENTO E CAMPO DI APPLICAZIONE

    Le normative e le leggi di riferimento adoperate sono le seguenti:

    NORMATIVA NAZIONALE:

    1. DECRETO LEGISLATIVO 3 APRILE 2006 N. 152 “Norme in materia

    ambientale” - Sezione VIA (artt. 23-52) -Sezione Rifiuti (artt. 177÷266)”.

    2. DECRETO LEGISLATIVO 8 NOVEMBRE 2006 N. 284 “Disposizioni

    correttive e integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante

    norme in materia ambientale”.

    3. DECRETO LEGISLATIVO 16 GENNAIO 2008, n. 4 “Ulteriori

    disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.

    152, recante norme in materia ambientale”.

    4. DECRETO LEGISLATIVO 4 marzo 2014, n. 46 “Attuazione della

    direttiva 2010/75/UE relativa alle emissioni industriali” (prevenzione e

    riduzione integrate dell'inquinamento).

    5. DECRETO LEGISLATIVO 29 luglio 2003, n. 267 "Attuazione delle

    direttive 1999/74/CE e 2002/4/CE, per la protezione delle galline

    ovaiole e la registrazione dei relativi stabilimenti di allevamento"

    NORMATIVA REGIONE PUGLIA:

    1. LEGGE REGIONE PUGLIA 12 APRILE 2001 N. 11 “Norme sulla valutazione

    dell'impatto ambientale”. Modificata ed integrata ai sensi della:

    2. LEGGE REGIONE PUGLIA 14 GIUGNO 2007, N. 17;

    3. LEGGE REGIONALE 16 aprile 2015, n. 23

    Modifiche alla legge regionale 22 gennaio 1999, n. 7, come modificata e integrata

    dalla legge regionale 14 giugno 2007, n. 17”

    - REGOLAMENTO REGIONALE 9 dicembre 2013, n. 26 “Disciplina delle acque

    meteoriche di dilavamento e di prima pioggia” (attuazione dell’art. 113 del Dl.gs. n.

    152/06 e ss.mm. ed ii.)

    - DELIBERAZIONE GIUNTA REGIONE PUGLIA 28 DICEMBRE 2009 N. 2614

    “Circolare esplicativa delle procedure di VIA e VAS ai fini dell'attuazione della Parte

    Seconda del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, come modificato dal decreto

    legislativo 16 gennaio 2008, n. 4”.

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    3) DESCRIZIONE GENERALE DELL’IMPIANTO

    3.1) Ubicazione del’allevamento

    La Iacovo è ubicata in Casamassima, con accesso dalla strada statale 100

    complanare Est , Bari – Taranto, al km.15+900. All'insediamento produttivo, il quale

    dista circa 3,6 km dal centro abitato di Casamassima e 2,7 km da quello di Adelfia,

    si accede direttamente dalla strada complanare della S.S. 100, dalla quale si

    raggiunge l’ingresso principale, costituito da due cancelli . I cancelli immettono su di

    un ampio piazzale di sosta asfaltato ed alberato.

    Il centro aziendale è caratterizzato dal punto di vista fisico da un’altitudine media di

    ca. 157 m. s.l.m. e da giacitura in piano.

    La viabilità interna permette di raggiungere tutti i capannoni rispettivamente adibiti

    sia alla stabulazione che al centro di imballaggio.

    L’azienda, realizzata su di un’area recintata, riportata in Catasto Urbano del

    Comune di Casamassima al fg.4 particella 57 graffata alla particella 251 sub 2.

    Dal vigente P.R.G. di Casamassima le particelle 57 e 251sub 2 risultano essere

    tipizzati in zona EZ zona destinata prevalentemente agli insediamenti produttivi per

    attività zootecniche con relativi impianti anche di macellazione, conservazione e

    commercializzazione.

  • 8

    Figura 4 Estratto PRG Casamassima le linee rosse indicano l’area di pertinenza della Iacovo

    La zona circostante è caratterizzata da assenza di abitazioni civili ed

    esclusivamente dedicata ad attività agricole.

    La localizzazione è periferica, intercorrendo tra il nucleo urbano e lo stesso impianto

    oltre 3.500 m.

    La viabilità principale è rappresentata dalla SS 100, costituente affaccio indiretto, lo

    stabilimento è situato sulla complanare EST . Questo si traduce in una soluzione

    logistica ottimale per il tipo di attività in studio, per i motivi di seguito elencati:

    - esclusione dal nucleo abitato della città di Casamassima ;

    - adeguata capacità e scorrimento veicolare propri della viabilità SS 100;

    - inclusione in ambiente a consolidato carattere produttivo agricolo.

  • 9

    Figura 5 Ortofoto Area Aziendale

    3.2) Descrizione del sito

    L’area di impianto della Avicola Iacovo è pianeggiante; la natura litografica del

    terreno è calcarenitica.

    Il sito industriale è un’area avente estensione complessiva di mq. 23.057 e una

    volumetria totale di mc. 21.154 comprensiva di n. 4 capannoni e n.3 depositi della

    superficie coperta di mq.4.699 con una volumetria di mc.20.028, da un corpo uffici

    della superficie coperta di mq.232 con una volumetria di mc.731, cabina elettrica di

    mq.34 con una volumetria di mc.170, da un locale adibito a riserva idrica della

    superfice coperta di mq.29 con una volumetria di mc.225. Di seguito una

    rappresentazione funzionale dei manufatti presenti in azienda.

  • 10

    Figura 6 Immagine funzionale

    Capannoni di stabulazione e deposizione

    Capannone Imballaggio e confezionamento

    Uffici e Vendita

    Locale deposito

    Capannone stoccaggio della pollina

    1

    2

    3

    4

    5

    1

    5 4

    2 3

    1

    1

  • 11

    3.3) Caratteristiche del sito produttivo

    RECINZIONE

    L’area è completamente recintata con muro in cls dell’altezza complessiva di 2,5 m

    circa.

    PAVIMENTAZIONE

    L’area adibita all’attività è solo parzialmente pavimentata (circa 800 m2) in asfalto

    bituminoso di adeguato spessore .

    MODALITÀ DI RACCOLTA E SMALTIMENTO FINALE DELLE ACQUE

    METEORICHE

    L’area è asservita da pozzetti di raccolta e da un impianto di trattamento

    (disabbiatore, disoleatore). Lo smaltimento finale avviene per subirrigazione

    Autorizzazione n. prot. 9950 del 02/05/2014 Comune di Casamassima.

    SISTEMI DI APPROVVIGIONAMENTO IDRICO - POTABILI

    Per quanto concerne l’approvvigionamento di tale risorsa l’area è asservita da rete

    collegata all’Acquedotto Pugliese.

    Per quanto attiene l’acqua utilizzata per scopi zootecnici l’azienda dispone di un

    pozzo artesiano regolarmente autorizzato per l’estrazione utilizzazione di acque

    sotterranee per uso irriguo, zootecnico e irrigazione verde ornamentale ( D.D.

    n.5000 del 03/07/2014 prot. N. 99171/2014 Provincia di Bari)

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    4) CARATTERISTICHE DEI PRINCIPALI CICLI DI LAVORAZIONE

    DELL’IMPIANTO ZOOTECNICO

    L’attività di allevamento e produzione di uova è sintetizzabile nelle seguenti azioni:

    1. Accasamento delle pollastre/Aspetti ambientali 2. Stabulazione/Aspetti ambientali 3. Gestione della Pollina/Aspetti Ambientali 4. Selezione uova e imballaggio/Aspetti Ambientali 5. Vendita e distribuzione/Aspetti Ambientali

    Schema a blocchi

    4.1-2 Accasamento delle pollastre e Stabulazione

    La prima fase operativa che dà origine all’attività dell’Avicola Iacovo consiste

    nell’acquisto di pollastre. Il numero acquistato varia anno per anno e considerando

    Energia: elettrica, Kwh Gasolio

    FASE 1-2 Accasamento e Stabulazione

    Prodotti:

    Uova da consumo

    Emissioni in atmosfera

    Acqua

    Materie Prime

    Pollastre

    Mangime

    Pollina

    rifiuti

    (boccette vaccini animali)

    Imballaggi

    Acque di lavaggio

  • 13

    che il ciclo di produzione è di circa 18 mesi (0,7 cicli anno) il totale di presenze

    nell’ultimo anno è stato di circa 37.884 capi distribuiti nei capannoni di

    stabulazione denominati P,O e Q. (vedi planimetria generale allegata). Le pollastre

    vengono acquistati dall’esterno da aziende specializzate. Le potenzialità massime

    strutturali dell’azienda sono dell’ordine di 54.120 capi.

    L’età di accasamento si aggira intorno alle 16a settimana e vi permangono fino alla

    90-95 settimana di vita produttiva. Quindi stazionando in azienda per circa 74-75

    settimane, pari a circa 18-19 mesi.

    I capannoni dedicati all’allevamento sono costituiti in pannelli di cemento con

    finestre di aerazione dotate di griglie per abbattere la fuoriuscita di piume e in

    minima parte di polveri, quindi completamente coibentate con guaine isolanti per

    evitare una eccessiva dipendenza dalla temperatura esterna.

    Le dotazioni tecnologiche dei 3 capannoni consistono in speciali gabbie modificate

    così come richiesto dalla normativa Nazionale ed europea sul benessere animale, la

    tipologia di stabulazione non prevede lettiera e per il prelievo della pollina tutto il

    sistema è dotato di speciali nastri trasportatori (muniti di raschiatori) posti al di sotto

    delle gabbie che periodicamente asportano la pollina, ottenendo come risultato la

    massima igiene possibile del sistema, essendo lo stesso automatizzato. La pollina

    viene asportata dai capannoni di stabulazione ogni 3-4 gg ottenendo come risultato

    la mancata fermentazione della stessa e quindi la diminuzione sostanziale di

    emissioni indesiderate, inoltre viene eliminato l’inconveniente della proliferazione di

    insetti quali mosche ecc.

    L’alimentazione viene somministrata con carrelli semoventi ed automatizzati tali da

    permettere quantità costanti di cibo per 4 cicli/die. Per soddisfare le esigenze idriche

    fisiologiche i capannoni di stabulazione dispongono di impianto automatizzato a

    goccia per evitare dispersioni e soddisfare pienamente le esigenze degli animali.

    Ogni capannone, prevede:

    attrezzature di distribuzione dell'alimentazione e dell'abbeveraggio adeguate alla

    necessità della specie allevata e del tipo di stabulazione ;

    sistemi di ventilazione, che garantiscano le condizioni di microclima ottimale

    per il benessere dell'animale in ogni momento dell'anno (stagionalità) e del

    dì;

    sistemi di gestione delle deiezioni, , che garantiscono la rimozione veloce

  • 14

    dall'ambiente interno ed una riduzione del loro contenuto di acqua.

    Ogni capannone è dotato di lampade a fluorescenza con potenza variabile da 5-9 W

    (complessivamente 470), inoltre il sistema di stabulazione contempla per ogni

    capannone un certo numero di ventilatori (complessivamente 28) in grado di

    assicurare il ricambio d’aria e il contemporaneo raffrescamento dei locali oltre ad

    avere la fondamentale funzione di disidratare la pollina escreta dalle galline sui

    nastri posti al di sotto delle gabbie. Tale funzione rafforza il sistema di contenimento

    delle emissioni diffuse in quanto diminuendo la quantità d’acqua contenuta nella

    pollina diminuisce proporzionalmente la quantità di sostanze odorifere immesse

    nell’ambiente. Pertanto la pollina, palabile, in uscita dal sistema in fase di trasporto

    e spandimento non origina liquami e quindi inquinamenti aggiuntivi.

    La ventilazione all’interno dei capannoni avviene tramite ventole di estrazione dai

    locali di allevamento.

    A seconda del Capannone, come prima detto, è presente un numero variabile di

    ventole e comunque della stessa portata, 41.000 m³/h ciascuna.

    N° 2 ventole sono sempre in moto per garantire l’ossigenazione dell’aria.

    N° 2 ventole di emergenza entrano in funzione in caso di guasti guasto sul circuito

    di alimentazione dell’impianto o se la temperatura ambiente supera i 30°C.

    I restanti ventilatori entrano in funzione da 22 gradi fino a 28 gradi, con gradini di 2

    ventilatori per volta ad ogni aumento di temperatura di 2 gradi.

    Dopo i 26 gradi entra in funzione l’umidificazione. Tale dispositivo tramite una

    pompa che attinge acqua da un’apposita cisterna, inumidisce i pannelli sistemati

    sulle aperture delle prese d’aria e permette all’aria stessa in entrata, umidificandosi

    di raffreddarsi. Il raffrescamento evaporativo è realizzato con pannelli di

    umidificazione in cellulosa a nido d’ape sistemati sulle pareti longitudinali. L’impianto

    garantisce la possibilità di abbassare fino a 5°C la temperatura all’interno dei

    capannoni.

    Il sistema completamente automatico viene regolato da PLC e azionato da idonee

    sonde a seconda del calore che gli animali sprigionano con il loro ciclo biologico.

    L’illuminazione all’interno dei capannoni viene mantenuta per circa 14-16 ore al

    giorno, che rappresenta un’ampiezza fisiologica della durata delle ore di luce e

    quindi adatta sia ad una ottimale produzione che al benessere e al contenimento di

    stress ambientali per l’animale.

  • 15

    4.1.3 Gestione della pollina

    Schema a blocchi fase 3

    Energia: elettrica, Kwh Gasolio

    FASE 3 Gestione pollina

    Stoccaggio

    Emissioni in atmosfera

    Ventilazione e disidratazione all’interno dei capannoni di stabulazione

    Allevamento

    Utilizzazione agronomica (PUA)

    Emissioni in atmosfera

    Emissioni in atmosfera

    Produzione pollina

    Fertilizzazione del suolo

  • 16

    La pollina e originata dal processo naturale di allevamento di galline e quindi

    di produzione di uova e costituisce l’elemento principale di sensibilità ambientale

    dell’intero ciclo di produzione e il conseguente elemento di potenziale diffusione di

    odori molesti.

    Dal punto di vista normativo, la pollina è considerata un sottoprodotto e non un

    rifiuto, rispettando le condizioni previste dall’art. 184-bis del D.lgs. 152/06 e succ.

    modifiche. Si riportano di seguito gli art. 184-bis e 184-ter per esteso.

    184-bis. Sottoprodotto (articolo introdotto dall'articolo 12 del d.lgs. n. 205 del 2010)

    1. È un sottoprodotto e non un rifiuto ai sensi dell’articolo 183, comma 1, lettera a), qualsiasi

    sostanza od oggetto che soddisfa tutte le seguenti condizioni:

    a) la sostanza o l’oggetto è originato da un processo di produzione, di cui costituisce parte

    integrante, e il cui scopo primario non è la produzione di tale sostanza od oggetto;

    b) è certo che la sostanza o l’oggetto sarà utilizzato, nel corso dello stesso o di un successivo

    processo di produzione o di utilizzazione, da parte del produttore o di terzi;

    c) la sostanza o l’oggetto può essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento diverso

    dalla normale pratica industriale;

    d) l’ulteriore utilizzo è legale, ossia la sostanza o l’oggetto soddisfa, per l’utilizzo specifico, tutti i

    requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute e dell’ambiente e non porterà a

    impatti complessivi negativi sull’ambiente o la salute umana.

    184-ter. Cessazione della qualifica di rifiuto (articolo introdotto dall'articolo 12 del d.lgs. n. 205 del

    2010)

    1. Un rifiuto cessa di essere tale, quando è stato sottoposto a un’operazione di recupero, incluso il

    riciclaggio e la preparazione per il riutilizzo, e soddisfi i criteri specifici, da adottare nel rispetto delle

    seguenti condizioni:

    a) la sostanza o l’oggetto è comunemente utilizzato per scopi specifici;

    b) esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto;

    c) la sostanza o l’oggetto soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e rispetta la normativa e gli

    standard esistenti applicabili ai prodotti;

    d) l’utilizzo della sostanza o dell’oggetto non porterà a impatti complessivi negativi sull’ambiente o

    sulla salute umana.

    La pollina, parzialmente essiccata direttamente sui nastri della batteria di gabbie,

    viene raschiata automaticamente e trasportata dagli stessi automaticamente sui

    cassoni dei mezzi di movimentazione interni all’azienda. Lo spostamento dai

    capannoni al deposito temporaneo (concimaia) e pari a circa 80-100 m. Il cassone,

    durante lo spostamento della pollina viene coperto con teli in PE al fine di diminuire

    le emissioni di sostanze indesiderate nell’ambiente circostante.

  • 17

    Quindi la pollina prodotta in azienda viene stoccata nella concimaia ubicata

    sulla particella 57 del Foglio 4 sub 2 di Casamassima all’interno dell’area aziendale.

    Essa è costituita da una platea impermeabilizzata e coperta di forma regolare, con

    superficie di circa 506 m2, munita di idoneo muro su tutti i lati del perimetro con

    altezza media pari a 5 m, con un varco per l'accesso ai mezzi meccanici per la

    movimentazione del materiale. Sono presenti finestre aperte e dotate di zanzariere

    per evitare la proliferazione di insetti e al contempo permetter l’areazione degli

    ambienti al fine di deumidificare in maniera naturale la pollina . il soggiorno della

    stessa in concimaia prima dello spandimento su terreno, secondo le indicazioni del

    Piano di utilizzazione agronomico (PUA) redatto dall’azienda, varia da 90 a 120 gg.

    in media, inoltre, dotata di adeguata pendenza per il convogliamento verso appositi

    sistemi di raccolta e stoccaggio dei liquidi di sgrondo (praticamente inesistenti visto

    il tenore di umidità in uscita dai capannoni) e/o delle eventuali acque di lavaggio

    della platea che saranno successivamente smaltiti come rifiuto da aziende esterne

    autorizzate.

    Il dimensionamento minimo della capacita' di stoccaggio della platea è stato

    calcolato sulle potenzialità massime di stabulazione, sulla base del volume di

    materiale palabile prodotto in 90 giorni. Per ciò che concerne specificatamente le

    deiezioni di avicoli rese palabili da processi di disidratazione, al fine di ottenere la

    superficie in m2 della platea, tale volume di stoccaggio dovrà essere diviso per un

    coefficiente fino a 2,5, ovvero per il valore indicativo riportato al comma 3 dell’Art.

    7 del decreto MI.P.A.F. 7 aprile 2006.

    letame o materiale palabile/anno 1.641,0 m3

    letame o materiale palabile/90 gg 404,63 m3

    valore indicativo 2,5

    superficie minima della platea di stoccaggio 161,85 m2

    Alla luce del risultato del calcolo è possibile affermare che la superficie della

    concimaia utilizzata risulta ampiamente superiore agli standard minimi fissati dalla

    norma vigente.

  • 18

    Per lo stoccaggio dei materiali non palabili rinvenienti dal solo lavaggio

    dei capannoni, l’azienda Avicola IACOVO s.r.l. è provvista di vasche interrate

    ubicate sempre sulla particelle 57 del Foglio 4 di Casamassima a servizio dei

    capannoni stessi.

    Le sue dimensioni sono pari ad una capacità per le 3 vasche di 70 m3

    circa. (al netto del franco minimo di sicurezza di 10 centimetri), munita di idoneo

    fondo e pareti adeguatamente impermeabilizzati, mediante materiale artificiale al

    fine di evitare percolazioni o dispersioni degli effluenti stessi all'esterno.

    Nelle cisterne interrate non confluiscono le acque meteoriche le quali sono

    trattate in apposito impianto di sabbiatura disoleatura e subirrigazione così come

    autorizzato dalla provincia di Bari.

  • 19

    4.1.4 Selezione uova e imballaggio

    Schema a blocchi fase 4

    Il capannone, adibito alla Selezione uova e imballaggio ha una superficie di mq.665,

    diviso in tre ambienti è utilizzato una parte al confezionamento delle uova,

    opportunamente rifinito con pavimentazione, rivestimento ed impianti., mentre le

    restanti parti sono utilizzati al deposito del materiale occorrente (imballaggi etc.) per

    il confezionamento. Le uova deposte quotidianamente vengono depositati per

    gravitazione su nastri trasportatore, definiti anaconda, che parte dai capannoni di

    deposizione e arrivano nel capannone di selezione e imballaggio in planimetria “F”

    Energia: Kwh

    FASE 4

    Selezione e imballaggio

    Rifiuti:

    -Uova rotte

    -Rifiuti da imballaggio

    Prodotti Finiti:

    confezioni uova

    Rumore

    Acqua per usi civili e pulizia

    Materie prime uova

    Trasferimento e vendita

  • 20

    ove vengono selezionate per dimensioni da una macchina pesatrice e quindi

    imballate meccanicamente a seconda delle stesse. In questi passaggi avviene

    anche l’etichettatura singola delle uova con i dati di scadenza e codice di

    provenienza. In questa fase sono occupati 3 operatori.

    Il Centro di selezione e imballaggio è suddiviso in tre locali principali: un locale

    deposito imballaggi; un locale per la selezione, confezionamento e imballaggio uova

    con annessa zona di stoccaggio del prodotto finito; un locale adibito a magazzino

    con attigua zona di lavaggio delle attrezzature mobili e servizi igienici. Il capannone

    F viene servito da acqua potabile da AQP e l’acqua viene smaltita attraverso un

    sistema di subirrigazione.

    Qui di seguito è riportato un elenco dei prodotti selezionati e confezionati in azienda:

    - uova di categoria di qualità A e categoria di peso S (inferiori a 53 g);

    - uova di categoria di qualità A e categoria di peso M (53-63 g);

    - uova di categoria di qualità A e categoria di peso L (63-73 g);

    - uova di categoria di qualità A e categoria di peso XL (superiori a 73 g).

    Il locale è provvisto di un’apertura verso l’esterno, di un accesso alla zona di

    deposito imballaggi e di un accesso alla zona per il lavaggio delle attrezzature

    mobili. Il pavimento è in cemento di tipo industriale, mentre le pareti sono rivestite

    con piastrelle in ceramica .

    Nel locale sono ubicati tutte le attrezzature necessarie alla selezione e

    imballaggio uova quali il nastro trasportatore uova; selezionatrice uova Staalkat

    elektro COMPACTA 80 mod 0378, marcatore Zanasi mod Z5000 food, bilancia

    Euromec, bilancia Scale House HLD6000, stazione temperatura ISY. Inoltre pedane

    per imballaggi, cucitrici per imballaggio. Le uova sporche o incrinate (Cat.B),

    raccolte in appositi contenitori e conservate in cella frigo alla temperatura di

    +4°C±2°C , sono inviate alle aziende di trasformazione in ovoprodotti e/o industrie

    alimentari (REG CE589/2008), mentre quelle rotte sono consegnante per lo

    smaltimento e recupero ad aziende autorizzate.

  • 21

    4.1.5 Vendita e distribuzione

    Schema a blocchi fase 5

    Dopo le operazioni di imballaggio i pallet vengono trasferiti direttamente o su

    furgone per la commercializzazione oppure trasferiti nell’attiguo punto vendita

    adiacente alla palazzina uffici. In questa fase non ci sono manipolazione dei prodotti

    alimentari.

    Gli orari del punto vendita seguono i tipici orari dei negozi commerciali. Il punto

    vendita è presidiato da 1 addetto alle vendite. Il punto vendita è dotato di servizi

    igienici ai quali si accede dalla zona uffici. Distinti in antibagno e bagno.

    Energia: Kwh

    Carburante per la

    distribuzione

    FASE 5 vendita e distribuzione

    Rifiuti:

    -Rifiuti da ufficio

    Toner, cartucce ecc.

    Materie prime:

    uova confezionate

    Commercializzazione esterna

    Acqua per servizi igienici

    uffici

  • 22

    La “.Iacovo” distribuisce il prodotto finito recapitandolo direttamente al consumo e ai

    magazzini di distribuzione intermedi. La distribuzione avviene, avvalendosi di propri

    vettori, di vettori messi a disposizione dal cliente oppure avvalendosi di ditte

    specializzate. L’area di distribuzione ricopre tutta la provincia di Bari e zone

    limitrofe. Sono confezionate uova in imballi da 6-12-30-120-180-200-360 uova di

    cat. S-M-L-XL.

  • 23

    5) PIANO DI MONITORAGGIO (vedi PMC allegato)

    L’autocontrollo delle emissioni è la componente principale del piano di controllo

    dell’impianto e quindi del più complessivo sistema di gestione ambientale che, sotto

    la responsabilità del Gestore dell’impianto, assicura, nelle diverse fasi di vita di un

    impianto stesso, un efficace monitoraggio degli aspetti ambientali dell’attività quali le

    emissioni nell’ambiente (emissioni in atmosfera, scarichi idrici, smaltimento rifiuti e

    consumo di risorse naturali).

    Il monitoraggio delle emissioni della Avicola Iacovo è costituita dalla combinazione

    di:

    produttivo.

    Per eseguire il monitoraggio vengono individuati, attribuendone le relative funzioni e

    responsabilità, i seguenti due soggetti:

    - il gestore dell’impianto che ha la responsabilità di:

    - fare eseguire i controlli con la periodicità stabilita;

    - affidare i controlli solo a personale tecnico e laboratori qualificati;

    - registrare i dati relativi ai controlli periodici ed archiviarli presso l’impianto a

    disposizione delle Autorità competenti;

    - il personale tecnico ed i laboratori di analisi, incaricati dal gestore, hanno la

    responsabilità di:

    -utilizzare metodi di rilevamento, prelievo ed analisi, in relazione ai parametri da

    monitorare, rispettando i criteri, le tecniche e le metodiche previste dalla legislazione

    vigente relazionando inoltre il gestore (soggetto non tecnico) sui risultati del

    monitoraggio.

    Gli aspetti ambientali e gestionali da monitorare sono:

    a) qualità dell’aria;

    b) pollina e rifiuti

    c) ambiente idrico (consumo di acqua);

    d) rumore;

    e) misure/controlli di tipo gestionale;

  • 24

    Per ognuno di questi aspetti, vengono di seguito illustrati i parametri

    monitorati e/o le misure gestionali adottate.

  • 25

    A) QUALITÀ DELL’ARIA

    Le attività di allevamento danno origine a emissioni di odori e di polveri che derivano

    sia dal metabolismo animale che, in maggiore misura, dai processi di degradazione

    biologica delle sostanze organiche contenute nelle deiezioni, seppur significativo

    come parametro, le emissioni, nel caso in ispecie non ha in alcun modo creato

    impatti significativi nella componente atmosfera né sono state mai segnalate

    evidenze circa cattivi odori sia da parte di cittadini che di istituzioni. Comunque ,

    l’analisi della qualità dell’aria sarà condotta annualmente in corrispondenza dei

    capannoni di stabulazione e precisamente in corrispondenza dell’aria emessa dai

    ventilatori (emissioni diffuse) e nell’area di stoccaggio della pollina (emissioni

    diffuse) in modo tale da valutarne la reale efficienza e provvedere, oltre alle

    manutenzioni ordinarie, agli interventi straordinari nel caso le analisi rivelassero una

    situazione mutata rispetto ai rilievi effettuati. La Iacovo adotterà un apposito registro

    di monitoraggio, con pagine numerate e firmate dal Responsabile dell’impianto, per

    l’annotazione di quanto sotto specificato:

    - interventi di manutenzione ordinaria e/o straordinaria;

    - guasti accidentali nonché le interruzioni o anomalie di funzionamento delle ventole;

    - la data, l’orario e i risultati dei controlli alle emissioni nonché le caratteristiche di

    marcia dell’impianto nel corso dei prelievi.

    Si effettuerà il controllo analitico delle emissioni diffuse determinando

    annualmente la quantità di POLVERI TOTALI, PM10,CO2 CH4 NO2 H2S NH3 Ac

    Propionico, Ac.Butanoico.

    Dai locali di stabulazione si producono polveri e in misura irrilevante PM10 e, in. Le

    polveri sono prodotte dal processo di alimentazione, dal piumaggio del pollame e

    dalla gestione delle deiezioni. La ventilazione forzata nei ricoveri non permette alla

    polvere di sedimentarsi sulle superfici e mantiene quindi più sano il ricovero.

    L’assenza della lettiera e il sistema di rimozione frequente della pollina diminuisce

    notevolmente la produzione di polveri.

    L’allevamento emette emissioni nelle varie fasi di gestione del letame:

    - la fase di stabulazione, dove la pollina viene raccolta dai nastri e parzialmente

    essiccata dalla ventilazione forzata del capannone;

    -stoccaggio

  • 26

    -trasporto e utilizzo agronomico della pollina

    Il rapporto BREF indica un dato di emissione di polveri per l’allevamento di ovaiole

    pari a: 0.03 kg /capo*anno di PM10 e 0.09 kg/capo*anno di PM

  • 27

    Allo stesso tempo l'emissione è influenzata anche da fattori ambientali esterni:

    velocità dell'aria, tipologia stabulativa, caratteristiche fisiche del liquame, tipo di

    stoccaggio e caratteristiche del terreno.

    NO2 dai sistemi di stoccaggio

    L’NO2 può essere prodotto nel corso dello stoccaggio a seguito della nitrificazione e

    successiva parziale denitrificazione dei reflui. L’entità del rilascio dipende dal

    sistema di stoccaggio adottato.

    Metano (CH4)

    Le emissioni di metano dalle deiezioni zootecniche derivano principalmente dai

    fenomeni di degradazione anaerobica che si verificano a carico della sostanza

    organica.

    Nel caso specifico della il processo di stabulazione avviene sempre in condizioni

    fortemente aerobiche, tali da escludere la produzione di metano, grazie alla

    presenza nei capannoni, di stabulazione, di ventole che convogliano l’aria nei tubi

    posti sotto la massa di pollina e ottimizza così l’ossigenazione della biomassa. Infatti

    il sistema di batterie verticali con nastri di asportazione ed essiccamento della

    pollina in tunnel posto sotto le gabbie consente di migliorare le prestazioni

    ambientali delle emissioni.

    Gli esiti del monitoraggio saranno comunicati agli Enti preposti così come previsto

    dalla normativa vigente.

    Le emissioni in atmosfera monitorate dalla Iacovo sono quelle diffuse non avendo

    nessuna emissione di tipo puntuale o convogliata, in maniera autonoma e secondo

    le indicazioni per una corretta gestione dell’impianto.

    Punto di emissione

    Provenienza (impianto/reparto) Durata emissione h/giorno

    Durata emissione giorni/anno

    Ed1 Capannone Q 24 h/g 365

    Ed2 Capannone P 24 h/g 365

    Ed3 Capannone O 24 h/g 365

    Ed4 Concimaia 24 h/g 365

  • 28

    B) POLLINA E RIFIUTI

    Pollina

    La particolare rilevanza, della pollina, dal punto di vista ambientale, pur non

    essendo un rifiuto, consta nelle caratteristiche odorigene della stessa. Pertanto

    l’azienda applica tutte le migliori soluzioni gestionali per abbattere, per quanto

    possibile, potenziali inquinanti odoriferi e per evitare, anche durante il trasporto in

    azienda, sversamenti sul suolo, controllando quelli accidentali e risolvendo in

    maniera tempestiva la rimozione della stessa.

    Soluzioni gestionali adottati per la gestione della pollina

    Gabbie con nastri trasportatori sottostanti per la rimozione frequente

    della pollina verso uno stoccaggio esterno chiuso

    Movimentazione aziendale con cassoni coperti per evitare diffusione di

    sostanze odorifere

    Capannone di stoccaggio con fondo completamente

    impermeabilizzato e areato per evitare inquinamento del suolo e

    sottosuolo e favorire la stabilizzazione della pollina attraverso cumuli

    non superiori a 2m di altezza (tale soluzione permette ai cumuli di

    pollina, che vengono periodicamente rivoltati, di favorire un ambiente

    aerobico scongiurando processi di tipo anaerobico tali da produrre

    emissioni indesiderate e fortemente odorifere).

    Formazione del personale sulla corretta gestione del prelievo e

    trasporto dal capannone di stabulazione al deposito. Tale procedura

    viene regolarmente controllata per una corretta applicazione dal

    gestore.

    Caratterizzazione annuale della pollina (analisi chimico-fisica)

    Corretta gestione del Piano di utilizzazione agronomica secondo i

    criteri individuati nel PUA:

    1. Superficie Agricola Utilizzata aziendale, identificazione catastale dei

    terreni destinati all'applicazione al suolo degli effluenti zootecnici e

    attestazione del relativo titolo d'uso.

    2. Estensione dei terreni, al netto delle superfici aziendali non

    destinate ad uso produttivo.

  • 29

    3. Individuazione e superficie degli apprezzamenti omogenei per

    tipologia prevalente di suolo, pratiche agronomiche precedenti e

    condizioni morfologiche.

    4. Ordinamento colturale praticato al momento della comunicazione.

    5. Distanza tra i contenitori di stoccaggio e gli apprezzamenti destinati

    all'applicazione degli effluenti

    6. Tecniche di distribuzione, con specificazione di macchine e

    attrezzature utilizzate e termini della loro disponibilità.

    Rifiuti

    L’azienda registra, per obbligo di legge, i rifiuti prodotti e trasportati dal registro di

    carico e scarico e formulario. La gestione degli stessi avviene con scrupolosa

    attenzione sia nella differenziazione delle varie frazioni merceologiche che nello

    stoccaggio temporaneo utilizzando spazi e contenitori dedicati per ogni codice CER.

    Nelle tabelle in basso, sono indicati le tipologie di rifiuti pericolosi e non pericolosi

    prodotti nell’allevamento.

    Rifiuti (codice CER)

    Descrizione Modalità

    stoccaggio Destinazione

    (R/D) Fonte del dato

    Rifiuti da ufficio (080318)

    Cartucce toner ecc..

    Contenitori forniti

    dall’azienda convenzion

    ata per il ritiro

    D formulari

    Imballaggi contenenti sostanze pericolose

    (150110*)

    Boccette in vetro

    contenenti farmaci

    Big-bags D formulario

    assorbenti, materiali filtranti

    (150202*) Stracci ecc. contenitori D formulario

    Galline morte** (180202)

    - Contenitori

    in frigo D Formulari

    RSA (200121)

    solidi Aree

    dedicate D Formulari

  • 30

    Rifiuti Descrizione Modalità

    stoccaggio Destinazione (R/D) Modalità di registrazione

    Imballaggi in plastica (150102)

    film contenitori R.. Formulari

    Plastica (170203)

    varia contenitori R Formulari

    Imballaggi Carta e cartoni

    (150101) imballaggi box R Formulari

    Imballaggi in materiali misti (150106)

    cartoni contenitori R.. Formulari

    ferro e acciaio (170405)

    sfuso Area

    dedicata R Formulari

    soluzioni acquose di scarto

    (161002) liquido

    Vasche interrate

    D Formulari

    Fanghi fosse settiche (200304)

    semipalabile Vasche interrate

    D Formulari

    Uova rotte** (020203)

    Mat. cat.3-

    Contenitori in frigo

    R certificazioni

  • 31

    C) Ambiente idrico

    L’impianto non procura nessun tipo di impatto significativo sull’ambiente idrico

    superficiale e sotterraneo. Tuttavia sono previste analisi periodiche delle acque di

    prima pioggia.

    Gestione delle acque meteoriche di dilavamento

    Si fa riferimento alla disciplina delle autorizzazioni delle acque meteoriche di prima

    pioggia e di lavaggio delle aree esterne di cui all’art.113 comma 2 del

    D.Lgs.152/2006.

    Le aree sopra descritte, con pavimentazione impermeabile, conformano un bacino

    scolante esteso mq. 800 comprendendo nel conteggio anche le superfici di

    coperture dei manufatti adibiti ad ufficio, al netto delle aree a verde. Essi sono

    indicati nella planimetria allegata.

    Tutti sono realizzati in lieve pendenza in modo da far defluire a bassa velocità le

    acque per il loro smaltimento secondo le vigenti norme di legge. Autorizzazione n.

    9950 del 02.05.2014 SUAP Comune di Casamassima Autorizzazione smaltimento

    acque meteoriche( subirrigazione), Disciplina delle acque meteoriche di

    dilavamento e di prima pioggia”

    Gestione di smaltimento delle acque reflue di tipo domestico

    I reflui di tipo domestico, prodotti dai servizi igienici, sono stoccati in 2 fosse imhoff

    per poi essere smaltite con auto spurghi autorizzati verso altri impianti di

    depurazione. Autorizzazione ASL BA parere igienico prot.suap 410 del 28.05.2014

    del sanitario impianto di scarico reflui domestici e aut.ne del Comune di

    Casamassima prot. N. 2466 del 08.02.2016 (palazzina uffici), mentre per il centro di

    imballaggio aut. N. 2467 del 08.02.2016

  • 32

    Consumo risorse idriche

    La razionalizzazione dell’uso della risorsa acqua avviene attuando in azienda le

    migliori pratiche di allevamento quali le tipologie di abbeveraggio adottate. Verrà

    monitorata sia la qualità dell’acqua che la quantità consumata La quantificazione dei

    consumi viene monitorata grazie alla lettura da contatore o conta litri, dal pozzo

    autorizzato.

    Tipologia di approvvigionamento

    Fase di utilizzo UM Frequenza

    autocontrollo Fonte del dato

    Acqua di falda (pozzo) Stabulazione, alimentazione

    - Annuale Rapporto di prova

    Acqua di falda (pozzo) Stabulazione, alimentazione

    mc/a frequenza mensile Contatore

    Acqua di falda (pozzo) Lavaggio capannoni mc/a Frequenza annuale stimato

    AQP

    Servizi igienici e lavaggio

    capannoni di selezione e imballaggio

    mc/a frequenza mensile Fatture aqp

    D) PREVENZIONE INCENDI

    Il sito è dotato di impianto antincendio certificato dal Comando provinciale dei Vigili

    del Fuoco di Bari (il certificato è stato rilasciato in data 17/09/2012 con validità al

    24.06.2017 con Rif. Pratica VV.F. n. 31856).

    E) RUMORE

    Il rumore negli ambienti di lavoro

    La valutazione del rumore all’interno degli ambienti di lavoro è stata eseguita, a

    luglio del 2015, da un tecnico competente (B.U.R. n° 63 n° 2372) che si è servito,

    per il rilevamento, di un fonometro integratore di precisione PULSAR

    INSTRUMENTS PLC MOD. 81/CA .RO DI SERIE 20363 CON MICROFONO A

    CONDENSATORE PREPOLARIZZATO ½° TIPO 105 N.RO DI SERIE 47672

    CALIBRATORE/ANALIZZATORE .STRUMENTO DI CLASSE 1 CONFORME ALE

    PRESCRIZIONEELLE NORME IEC 651 E IEC 804 COME RICHIESTO LGS. 81.08

    La misurazione è stata effettuata, durante le ore di lavoro (7.30-16.30), sia nel

    capannone di selezione e imballaggio che nel capannone e capannone di

    stabulazione in presenza del lavoratore esposto e in assenza dello stesso; la durata

  • 33

    delle misurazioni è stata in entrambi i capannoni di 5 minuti. Dalle valutazioni è

    emerso che il Livello di Esposizione Personale dei lavoratori è inferiore agli 80 dBA.

    Dai risultati ottenuti si evince che il limite di esposizione dei lavoratori non supera gli

    80 dBA, pertanto, secondo quanto previsto dal D.Lgs. 277/91 “Limiti massimi di

    esposizione al rumore in ambiti di lavoro”, il datore di lavoro ha solo l’obbligo di

    informare i lavoratori sui rischi a cui sono esposti.

    Il rumore all’esterno dello stabilimento

    La valutazione del rumore esterno alla “.Iacovo” non si è resa necessaria vista

    l’assoluta inesistenza di attività svolte all’esterno e quindi di produzione di rumore.

    Generalmente, la normativa in materia di inquinamento acustico prevede oltre al

    limite di immissione assoluto (o di zona) anche il limite di immissione differenziale,

    costituito dalla differenza tra il rumore ambientale, in cui è compresa l’emissione

    della sorgente, e il rumore residuo, in cui viene esclusa l’emissione della sorgente;

    nel caso della “Iacovo .”, l’unico standard da rispettare è il limite assoluto in quanto il

    comune di Casamassima non ha ancora predisposto il Piano di zonizzazione

    del territorio previsto dalla legge 26 ottobre 1995 n. 447.

    Si precisa che la valutazione di impatto acustico è stata redatta da tecnico

    competente secondo quanto previsto dall’art. 8 della legge n. 447/95.

    Le comunicazioni e i formati excel saranno predisposti secondo la seguente tabella:

    Rumore, sorgenti

    Sorgente

    prevalente

    Parametro Tipo di

    determina

    zione

    Unità

    di

    misur

    a

    Metodica Descrizione

    punto di

    misura

    Frequenz

    a

    autocontr

    ollo

    Modalità

    di

    riferime

    nto

    Reporting

    Per ogni

    punto di

    misura

    Livello di

    emissione e

    immissione

    Campiona

    mento

    discontinu

    o

    DB(A) Rif.D.

    l.vo 195

    10/04/20

    06

    1)Capannone

    pollastre

    2)Capannone

    allevamento

    3)Capannone

    imballaggio

    biennale Norm.

    Vig.

    biennale

  • 34

    F) MISURE/CONTROLLI DI TIPO GESTIONALE

    Consumo materie prime

    La tabella seguente elenca tutte le materie prime che entrano nel ciclo produttivo.

    Nel caso di un allevamento si tratta soprattutto di animali allevati (pollame) e del

    mangime che è somministrato agli stessi. La composizione del mangime

    somministrato ai capi può avere un importante ruolo sull’impatto ambientale

    soprattutto per il contenuto di fosforo e azoto.

    Per quanto riguarda la frequenza di autocontrollo delle materie prime l’azienda può

    produrre documentazione mensile circa l’acquisto delle granaglie in arrivo.

    Denominazione

    Modalità

    stoccaggio

    Fase di utilizzo UM

    Frequenza

    autocontrollo Fonte dato

    Capi di bestiame (pollame..)

    Stabulazione Unità Alla ricezione/

    inizio ciclo

    Contabilità aziendale / registro a scelta del

    gestore/autocertificazione

    Alimenti Mangimi

    Silos, Alimentazione t/anno Alla ricezione Contabilità aziendale /

    registro a scelta del gestore/autocertificazione

    L’azienda conserva le fatture d’acquisto e i cartellini allegati ai mangimi con

    relativa composizione.

    Consumo energia

    Per l’energia elettrica una frequenza di autocontrollo mensile sia per quanto attiene

    l’energia prodotta attraverso il fotovoltaico disposto su 2 capannoni, che l’energia

    prelevata per autoconsumo che quella acquistata . Come per i consumi idrici nel

    report saranno indicate tutte le misurazioni effettuate secondo la frequenza

    dell’autocontrollo sia su materiale cartaceo che digitale.

    Descrizione Tipologia UM Frequenza

    autocontrollo Fonte del dato

    Energia prodotta da fotovoltaico

    Energia elettrica MWh/a mensile Contatore/fatture

  • 35

    Energia prelevata per autoconsumo

    Energia elettrica MWh/a mensile Contatore/fatture

    Energia acquistata Energia elettrica MWh/a mensile

    Contatore/fatture

  • 36

    Combustibili

    Tipologia UM Frequenza autocontrollo Fonte del dato

    Gasolio l/a annuale Bolle di consegna

    Manutenzione programmata dell’ impianto di trasporto del mangime dai silos

    alle mangiatoie

    La Iacovo ha predisposto un piano annuale di manutenzione dell’impianto di

    trasferimento del mangime dai Silos ai capannoni di allevamento.

    Il sistema consiste in un tubo in acciaio al cui interno si muove una catena che

    trasporta il mangime.

    La frequenza di manutenzione attuata è sia annuale (straordinaria) che mensile

    (ordinaria) quella straordinaria consiste nella verifica di:

    screpolature, fenditure, abrasioni, scollamenti della struttura portante:

    verifica e pulizia nei punti a gomito;

    eventuale sostituzione della catena o parti di essa.

    Per quanto attiene invece i controlli ordinari, la attua sia controlli diretti

    mensilmente che indiretti giornalieri secondo un riscontro di partenza dal silos

    all’arrivo nei capannoni del mangime dagli addetti al capannone di allevamento.

    Circa i controlli diretti sono previsti programmi mensili atti a verificare eventuali

    anomalie lungo il tragitto delle tubazioni in acciaio.

    perdite evidenziata con formazione di polvere;

    controllo delle tenute e dei sostegni orizzontali e verticali

    Controllo dei meccanismi di trasporto (catene autolubrificanti).

    Corretta quantità di mangime trasportato.

    Pulizia generale dei punti di prelievo/arrivo del mangime.

    Verifica della disponibilità di mangime nel punto di prelievo.

    Verifica dei sostegni

    Non sono previsti date limiti di impiego delle tubazioni a meno che non presentino

    apparenti segni di decadimento. (eventuali ossidazioni anomale o rottura della

    catena)

  • 37

    Le informazioni ed i dati ottenuti dal monitoraggio risulteranno essenziali sia

    per migliorare le prestazioni ambientali dell’impianto che per verificare il buon

    funzionamento dell’impianto.

    PER I DETTAGLI SI RIMANDA AL PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO

    ALLEGATO

  • 38

    6) STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE

    Il seguente capitolo si propone di fornire gli elementi conoscitivi sulle relazioni tra

    l’azienda esistente , l’ambiente circostante e gli atti di pianificazione e

    programmazione territoriale e di settore.

    In particolare verrà effettuata la seguente analisi:

    - descrizione dei rapporti di sostenibilità ambientale con gli obiettivi perseguiti dagli

    strumenti pianificatori rispetto all’area di localizzazione, con particolare riguardo ai

    vincoli paesaggistici, naturalistici, architettonici, archeologici, storico-culturali ed

    idrogeologici eventualmente presenti.

    Fig. 4.1: Ubicazione sito google

    6.1) Piano Regolatore Generale (PRG)

    L’azienda, realizzata su di un’area recintata, riportata in Catasto Urbano del

    Comune di Casamassima al fg.4 particella 57 graffata alla particella 251.

    Dal vigente P.R.G. di Casamassima le particelle 57 e 251 sub2 risultano essere

    tipizzati in zona EZ zona destinata prevalentemente agli insediamenti produttivi per

    attività zootecniche con relativi impianti anche di macellazione, conservazione e

    commercializzazione.

  • 39

    Fig. 4.1.1 - Carta tecnica regionale

  • 40

    6.2) Piano Urbanistico Tematico Territoriale per il Paesaggio

    (PUTT/P)

    Il Piano Urbanistico Territoriale per il Paesaggio (PUTT/P) della Regione Puglia è

    stato approvato con Delibera della Giunta Regionale Puglia n. 1748 del 15/12/2000

    “PUTT Piano urbanistico territoriale tematico per il paesaggio. Approvazione

    definitiva e pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 6

    dell’11/01/2001.

    a) Componenti geo-morfo-idrogeologiche

    La morfologia dell’area si presenta sub-pianeggiante, compresa fra le quote di 150-

    160 m e m s.l.m. Grande importanza assume nella zona la presenza di solchi di

    erosione di origine carsica denominate “Lame”, la cui localizzazione è importante

    poiché sono responsabili del drenaggio delle acque meteoriche.

    Le lame presentano una conformazione caratteristica: l’ampiezza delle valli sono

    costanti; i versanti sono ripidi, gli angoli tra le pareti e il fondo della valla risultano

    accentuati; le lame si localizzano principalmente in corrispondenza di giunti e

    fratture ed infine non presentano spartiacque superficiali.

    Le unità litotecniche che interessano la suddetta zona sono:

    calcarenite

    calcari.

    Il deposito superficiale in affioramento è costituito dalla calcarenite porosa, che si

    presenta di colore bianco-nocciola, in banchi di spessore superiore al metro ed è

    caratterizzata da granulometria variabile con grado di cementazione mediocre.

    Localmente sono evidenti delle piccole cavità carsiche riempite di terra rossa, in

    corrispondenza di fratture che rappresentano una via preferenziale di passaggio

    delle acque di scorrimento.

    In profondità le calcareniti presentano caratteristiche leggermente diverse

    diventando più farinose e sabbiose con intercalati abbondanti livelli di terra rossa.

  • 41

    Lungo la colonna stratigrafica della calcarenite è possibile distinguere

    macroscopicamente tre tipologie di calcarenite.

    La varietà 1, proveniente dal livello più profondo estesa per circa 5 m di spessore, è

    costituita da una biocalcarenite biancastra; la varietà 2, posta stratigraficamente

    sulla precedente, si estende per uno spessore di 8 m, e risulta costituita da

    biocalcarenite più grossolana; la varietà 3, infine, rappresenta il livello più

    superficiale e si estende per circa 7 m dal piano campagna.

    Tale alterazione e/o carsificazione della parte sommitale della formazione è favorita

    dalla presenza in tale porzione di stratificazione più sottile, nell’ordine di pochi

    centimetri, che costituisce i cosiddetti livelli a “chiancarelle”. Laddove a tale

    stratificazione fitta si accompagna la presenza di discontinuità tettoniche (fratture,

    faglie), la roccia risulta notevolmente disgregata; l’aspetto complessivo può

    ricordare, in questi casi, quello di una breccia a scarsa matrice. Nelle zone

    maggiormente fratturate, la disgregazione può divenire tale da mascherare

    completamente l’originario assetto stratificato dell’ammasso roccioso. Lo sviluppo di

    fenomeni carsici nel Calcare di Bari, nonché di quelli paracarsici (ANELLI, 1963,

    1964; PARISE et alii, 2010) nelle sovrastanti calcareniti, ha prodotto, infine, depositi

    tipo “terra rossa” (prodotti residuali della dissoluzione delle rocce carbonatiche), che

    vanno a coprire sotto forma di patine, o a colmare con veri e propri depositi di

    riempimento, le micro‐cavità formatesi negli ammassi rocciosi. Depositi alluvionali

    recenti ed attuali, che marcano lo sviluppo delle principali lame.

    In sintesi la successione stratigrafica comprende, a partire dai termini più

    antichi, le seguenti unità: Calcari di Bari, “depositi bioclastici I, depositi

    salmastri, “depositi bioclastici II, depositi litorali o “detritico - bioclastici”,

    depositi dunari, depositi fluviali.

    Carsismo Il territorio in esame non presenta, rispetto ad altre zone della regione

    Puglia, una elevata densità di cavità carsiche, sulla base dei dati del Catasto

    Regionale delle Grotte della Regione Puglia.

    In prossimità dell’area in esame non sono presenti emergenze geologiche di

    riconosciuto valore scientifico come grotte, doline o puli, gravine e lame; non

    vi sono emergenze idrogeologiche.

  • 42

    stralcio PUTT/p con la rappresentazione grafica dei vincoli presenti nell’area-

    b) Componenti botanico-vegetazionali

    L’area in esame non è contigua a emergenze di questo ambito di riconosciuto

    valore scientifico, né alle relative “aree di pertinenza” e/o “aree annesse”come

    boschi o macchie, beni naturalistici di riconosciuto rilevante valore scientifico sia

    faunistico che floristico, né di parchi regionali e/o comunali; non ricade, quindi,

    all’interno di un “Biotopo e/o sito d’interesse naturalistico”.

    c) Componenti storico-culturali

    La precisa localizzazione del sito in zona indica la totale assenza di zone

    “archeologiche”, di “beni architettonici” o di “punti panoramici”.

    In merito ai potenziali impatti ambientali con riferimento alle vigenti normative, si

    puòaffermare che l’opera prevista nel presente studio non comporta modifiche

    sostanziali ai caratteri della zona di intervento e, pertanto, rispetta le direttive di

    tutela dell’art. 3.05 delle N.T.A. del PUTT “Paesaggio”.

    d) Vincoli Sopraintendenza per i Beni Ambientali, Architettonici, Artistico e Storici,

    come è rilevabile dalla documentazione cartografica “vincoli ex lege 1497”.

    e) Decreti Galasso

    L’area in esame non è sottoposta al vincolo Decreti Galasso, come è rilevabile dalla

    documentazione cartografica “Decreti Galasso”.

    f) Vincoli Idrogeologici

    L’area in esame non è sottoposta a vincoli idrogeologici, come è rilevabile dalla

    documentazione cartografica “Vincoli Idrogeologici”.

  • 43

    g) Boschi-Macchia-Biotopi-Parchi

    L’area in esame non ricade all’interno di un “Biotopo e/o sito d’interesse

    naturalistico” di conseguenza non è sottoposta a tale vincolo come è rilevabile dalla

    documentazione cartografica “Boschi-Macchia-Biotopi-Parchi”.

    h) Catasto delle Grotte

    L’area in esame non è sottoposta a tale vincolo come è rilevabile dalla

    documentazione cartografica “Catasto delle Grotte”.

    i) Vincoli e segnalazioni architettonici-archeologici

    L’area in esame non risulta sottoposta a vincoli dovuti a segnalazioni architettoniche

    e/o archeologiche come è rilevabile dalla documentazione cartografica “Vincoli e

    segnalazioni architettonici-archeologici”.

    l) Idrologia superficiale

    L’area in esame non è sottoposta a tale vincolo come è rilevabile dalle

    documentazione cartografica “Idrologia superficiale”.

    m) Usi civici

    L’area in esame non è sottoposta a tale vincolo, come è rilevabile dalla

    documentazione cartografica “Usi civici”, ai sensi di quanto disposto dall’art. 9 della

    L.R. 28/01/1998 n. 7 “Usi civici e terre collettive” in attuazione della Legge

    16/06/1927 n. 1766 del R.D. 26/02/1928 n. 332” e dell’art. 11 della L.R. 04/05/1999

    n. 17.

    n) Vincoli faunistici

    L’area in esame non è sottoposta a tale vincolo come è rilevabile dalla

    documentazione cartografica “Vincoli faunistici”.

    o) Geomorfologia

    L’area in esame non è sottoposta a tale vincolo come rilevabile dalla

    documentazione cartografica “Geomorfologia”.

    Riepilogo della situazione vincolistica esistente ex lege 1497/39

    Il sito non è soggetto a vincolo paesaggistico (L.s. 29/06/1939 n. 1497 Protezione

    delle bellezze naturali-DM 01/08/1985 Galassini) pertanto non è necessario il

  • 44

    rilascio di parere da parte del Ministero per i Beni Architettonici e Culturali, tramite la

    competente

    VINCOLI P.U.T.T. /P

    SITUAZIONE VINCOLISTICA

    Vincoli ex lege 1497 Non soggetto Decreti Galasso Non soggetto Vincoli idrogeologici Non soggetto Boschi-Macchia-Biotopi-Parchi Non soggetto Catasto delle grotte Non soggetto Non soggetto Vincoli e segnalazioni architettonici archeologici Non soggetto Idrologia superficiale Non soggetto Usi civici Non soggetto Vincoli faunistici Non soggetto Geomorfologia Non soggetto Riepilogo vincolistica presente sul sito

  • 45

    6.3) Ambiti Territoriali Distinti (A.T.D.)

    Gli elementi strutturanti il territorio si dividono nei sottoinsiemi:

    - Assetto geologico, geomorfologico e idrogeologico;

    - Copertura botanico- vegetazionale, colturale e presenza faunistica;

    - Stratificazione storica dell’organizzazione insediativa.

    Per ciascuno dei sottoinsiemi e delle relative componenti, le norme relative agli

    ambiti territoriali distinti specificano:

    - la definizione che individua, con o senza riferimenti cartografici, l’ambito delle sue

    caratteristiche e nella sua entità minima strutturante;

    - la individuazione dell’area di pertinenza (spazio fisico di presenza) e dell’area

    annessa (spazio fisico di contesto);

    - i regimi di tutela;

    - le prescrizioni di base.

    6.4) Ambiti territoriali estesi (ATE)

    Il PUTT/P definisce e individua ambiti territoriali, con riferimento ai valori

    paesaggistici in:

    - Valore ECCEZIONALE (A) laddove sussistano condizioni di rappresentatività di

    almenoun bene costitutivo di riconosciuta unicità e/o singolarità, con o senza

    prescrizioni vincolistiche preesistenti;

    - Valore RILEVANTE (B) laddove sussistano condizioni di compresenza di più beni

    costitutivi con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti;

    - Valore DISTINGUIBILE (C) laddove sussistano condizioni di presenza di un bene

    costitutivo, con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti;

    - Valore RELATIVO (D) laddove pur non sussistendo la presenza di un bene

    costitutivo, sussista la presenza di vincoli (diffusi) che ne individui una significatività;

    - Valore NORMALE (E) laddove non è direttamente dichiarabile un significativo

    valore paesaggistico;

    L’area d’intervento non ricade in alcun ambito territoriale esteso, come si

    evince dalla documentazione cartografica.

  • 46

    Stralcio PUTT/P- Ambiti territoriali estesi (A.T.E.)

    Indirizzi di tutela In riferimento agli ambiti estesi il rilascio delle autorizzazioni deve perseguire obiettivi di salvaguardia e valorizzazione paesaggistico e ambientale, in base ai seguenti indirizzi di tutela: - Negli ambiti di valore ECCEZIONALE (A) conservazione e valorizzazione dell’assetto attuale; recupero delle situazioni compromesse attraverso la eliminazione dei detrattori; - Negli ambiti di valore RILEVANTE (B) conservazione e valorizzazione dell’assetto attuale; recupero delle situazioni compromesse attraverso la eliminazione dei detrattori e/o mitigazione degli effetti negativi, massima cautela negli interventi di trasformazione del territorio; - Negli ambiti di valore DISTINGUIBILE (C) salvaguardia e valorizzazione dell’assetto attuale se qualificato; trasformazione dell’assetto attuale se compromesso per il ripristino e ulteriore qualificazione, trasformazione dell’assetto attuale che sia compatibile con la qualificazione paesaggistica; - Negli ambiti di valore RELATIVO (D) valorizzazione degli aspetti rilevanti con salvaguardia delle visuali panoramiche; - Negli ambiti di valore NORMALE (E) valorizzazione delle peculiarità del sito.

  • 47

    6.5) Piano di Bacino Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI)

    Con riferimento alla delibera n.39 del 30/11/2015 del Comitato Istituzionale

    dell’Autorità di Bacino della Puglia, istituita con L.R. Puglia n. 19 del 09/12/2002

    “Istituzione dell’Autorità di Bacino della Puglia”, è stato adottato il Piano di Bacino

    Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI).

    Il PAI ha come obiettivo specifico l’individuazione delle aree a rischio di frana e di

    alluvione e la previsione di azioni finalizzate alla prevenzione e mitigazione di detto

    rischio sul territorio. Lo studio di compatibilità idrogeologica ed idrologica è soggetto

    al parere dell’Autorità di Bacino che ne verifica la coerenza con la pianificazione di

    bacino in atto.

    L’area in esame non rientra in nessuna area soggetta a rischio esondazione o

    area a pericolosità idraulica così come si evince dalla cartografia relativa allo

    Stralcio PAI- Autorità di Bacino della Puglia qui di seguito riportata.

    Fig. 4.5.1 - Stralcio PAI- Autorità di Bacino della Puglia

  • 48

    6.6) Aree naturali protette

    La Regione Puglia ha previsto con la legge regionale n. 19 del 24.07.1997 “Norme

    per l’istituzione e la gestione delle aree naturali protette della Regione Puglia” una

    serie di aree naturali protette (la cui gestione è affidata a seconda della dimensione

    delle aree perimetrale a Province, Comunità Montane, Città metropolitane, Enti

    locali (art. 9)).

    6.7 Rete Natura 2000 – SIC e ZPS

    La direttiva comunitaria del 1992 Habitat (relativa alla conservazione degli habitat

    naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche) recepita in Italia con il

    DPR 8/09/1997 n.357, disciplina fra l’altro le modalità con cui deve essere realizzata

    la rete ecologica Natura 2000, importante tentativo di realizzare strumenti e

    strategie comuni di tutela. L’art. 4 stabilisce, infatti, che gli habitat naturali e semi-

    naturali delle specie inserite nel decreto siano opportunamente censiti. Sulla scorta

    di tale direttiva il Ministero dell’Ambiente ha dato vita al progetto BioItaly che si è

    occupato di individuare e delimitare i proposti Siti di Importanza Comunitaria (SIC).

    La Regione Puglia ha individuato e cartografato 77 Siti di Importanza Comunitaria e

    ha designato 6 siti come Zone a Protezione Speciale ai sensi della direttiva

    79/409/CEE relativa alla conservazione degli uccelli selvatici (recepita in Italia dalla

    legge n. 157 dell’11/02/1992). Allo stato attuale in Puglia risultano designati 96 SIC

    e 10 ZPS.

    L’area in esame non ricade all’interno della perimetrazione di nessuna

    tipologia di Aree naturali protette.

  • 49

    SIC, ZPS e Aree Protette della Regione Puglia(territorio di Casamassima)

  • 50

    6.8) Piano Paesaggistico Territoriale Regionale

    Con delibera n. 176 del 16 febbraio 2015, pubblicata sul BURP n. 40 del

    23.03.2015., la Giunta Regionale ha approvato il Piano Paesaggistico Territoriale

    Regionale della Puglia.

    Dalla figura seguente si evince che il sito della Iacovo non è soggetto a nessun

    vincolo rientrante nel PPTR .

  • 51

    7) IMPATTI POTENZIALI

    L’analisi che segue ha lo scopo di analizzare le componenti ambientali,

    potenzialmente interessate dalla realizzazione del progetto in questione,

    individuando quelle maggiormente interessate sia direttamente che indirettamente,

    prevedendone gli effetti e predisponendo opportune eventuali misure di mitigazione.

    Le potenziali componenti ambientali che potrebbero, ciascuna a diverso titolo,

    essere interessate dall’attività che si svolgerebbe nell’impianto in oggetto, sono cosi

    elencate e definite:

    a) atmosfera: qualità dell’aria e caratterizzazione meteoclimatica;

    b) ambiente idrico: acque sotterranee e superficiali considerate come componenti,

    come ambienti e come risorse;

    c) suolo e sottosuolo: sotto il profilo geologico, geomorfologico e pedologico;

    d) vegetazione, flora e fauna: formazioni vegetali, associazioni animali, specie

    protette ed equilibri naturali;

    e) ecosistemi antropici:complessi di componenti e fattori fisici, chimici e biologici fra

    loro interagenti ed interdipendenti che formano un sistema unitario identificabile per

    propria struttura, funzionamento ed evoluzione temporale;

    f) salute pubblica: come individui e comunità;

    g) rumore e vibrazioni: considerati in rapporto all’ambiente sia naturale che umano;

    h) paesaggio: aspetti morfologici e culturali del paesaggio, identità delle comunità

    umane interessate e relativi beni culturali.

    Come previsto dalla normativa vigente l’analisi e la caratterizzazione delle

    componenti ambientali coinvolte sono svolte in relazione al livello di

    approfondimento necessario per l’attività da insediare e per la peculiarità

    dell’ambiente interessato in relazione alla sua ubicazione sul territorio.

    7.1. Emissioni in atmosfera

    NORMATIVA DI RIFERIMENTO

    Principale riferimento per valutare la qualità dell’ambiente atmosferico sono gli

    standard di qualità dell’aria, che le legislazioni europea ed italiana hanno fissato

    negli anni più recenti, in particolare:

    - D.Lgs n. 152/06 “Norme in materia ambientale” – Parte Quinta

    - “Norme in materia di tutela dell’aria e di riduzione delle emissioni in atmosfera”

  • 52

    L’impianto in oggetto determina potenziali impatti sulla qualità dell’aria attraverso le

    seguenti attività che generano emissioni in atmosfera: stabulazione galline ovaiole.

    Uno dei fattori degni di nota è il traffico veicolare, indotto dalla adiacente S.S. 100.

    Si passa ad analizzare le emissioni di polvere .

    Queste ultime sono ascrivibili essenzialmente alle seguenti fasi operative:

    - fase di stabulazione con ventole accese per il raffrescamento dei capannoni e

    disidratazione della pollina.

    Per quanto riguarda le emissioni odorigene, le fonti di odore provenienti dall’attività

    sono del tutto trascurabili, e pertanto non è necessario applicare particolari misure

    di mitigazione se non quelle già applicate.

    Alla luce di quanto riportato precedentemente, sono state effettuate delle rilevazioni

    delle polveri diffuse e riportate di seguito.

    Si precisa che le attività della Iacovo non prevedono emissioni convogliate.

    I valori rilevati come emissioni diffuse portano ad escludere la necessità di ricorrere

    all’utilizzo di sistemi di abbattimento attraverso il convogliamento (filtri ecc.).

    L’Azienda, come meglio chiarito nei paragrafi precedenti, continuerà a monitorare

    periodicamente tali emissioni al fine di garantire il rispetto dei limiti legislativi.

    L’Azienda provvederà a verificare questi valori attraverso analisi adeguate nei punti

    di emissione ripetute con cadenza annuale.

    Alla luce delle considerazioni precedenti è possibile affermare che le

    emissioni in atmosfera indagate producono un impatto lieve.

    Misure di mitigazione e/o compensazione

    Emissione in atmosfera

    Le fasi di stabulazione sono contraddistinte da sviluppo odori sgradevoli

    causati dall’alto tenore di sostanza organica contenuta nella pollina tal quale;

    per contenere tale situazione nel capannone M (concimaia) viene attuato un

    rivoltamento periodico per prevenire il più possibile il processo di

    fermentazione anaerobica, e quindi produzione di odori sgradevoli. La fase

    delicata è rappresentata dal trasporto della pollina alla concimaia a circa 60-

    80 m di distanza a seconda del capannone di provenienza.

  • 53

    Condizioni normali: limitata emissione di polveri durante il trasporto vista

    l’umidità della massa. Inoltre il trasporto è effettuato da personale formato

    allo scopo, che opera comunque in condizioni di sicurezza al fine di

    evitare lo sversamento della biomassa.

    Emergenza: sversamento della pollina durante il trasporto dai capannoni

    alla concimaia causata da una rottura del mezzo di trasporto utilizzata

    allo scopo o anche da una distrazione dell’operatore. In conseguenza allo

    sversamento si potrebbe verificare un’emissione di odori sgradevoli e

    comunque la necessità di rimuovere immediatamente la pollina per

    collocarla nella concimaia in attesa di spandimento. Comunque il

    potenziale sversamento non rappresenta un pericolo ambientale viste le

    quantità e la qualità dello sversato.

    Sono realizzate tutte le tecniche migliori per diminuire l’impatto delle deiezioni

    in ambiente esterno. (vedi tecniche di stabulazione). Inoltre il gestore attua

    un monitoraggio delle emissioni diffuse delle aree esterne ai capannoni.

  • 54

    7.2 Emissioni acustiche

    Come descritto, l’attività non comporterà impatti significativi sull’ambiente poiché

    essa è totalmente trascurabile

    7.3 Impatto sull’ambiente idrico

    L’approvvigionamento idrico per abbeveraggio animali irrigazione e per le

    attività dell’opificio in genere avviene tramite un pozzo artesiano aziendale.

    Per il consumo umano e per le attività di imballaggio e selezione si utilizza la

    rete dell’acquedotto pugliese ..

    Gli unici scarichi idrici della “Iacovo” pertanto, sono rappresentati dalle acque

    reflue provenienti dagli uffici amministrativi e dal locale centro imballaggio .

    Questi ultimi avviano i propri effluenti liquidi al trattamento mediante fossa

    imhoff, di cui possiede regolare autorizzazione. La “Iacovo”, con una

    periodicità annuale, provvede a contattare la ditta autorizzata alla pulizia

    della vasca e allo smaltimento dei fanghi di decantazione.

    Acqua di lavaggio

    La Avicola Iacovo non produce acqua di processo. Infatti nelle varie fasi di

    produzione aziendale non vi sono effluenti in uscita di processo. Le uniche

    acque che l’azienda deve gestire sono le acque di lavaggio dei capannoni

    per cui l’azienda dispone di vasche per 70 m3 di capacità retrostanti i

    capannoni di stabulazione. Le predette acque sono trattate come rifiuto e

    quindi smaltite a norma di legge.

    - il piazzale esterno, interessato al parcheggio degli operatori e carico/scarico, è

    pavimentato in conglomerato bitumioso di adeguato spessore e la stessa area è

    realizzata con una pendenza tale da far confluire le acque meteoriche raccoltesi ad

    un impianto di trattamento. Questo avviene grazie a delle griglie di raccolta poste in

    corrispondenza dei punti a minor quota.

    - gli impianti di raccolta delle acque reflue, che per tale tipo di attività non prevede la

    presenza di sostanze di cui alle tabelle 3A e 5 dell’allegato 5 del D.Lgs. 152/06

    Per quanto esposto, si può quindi affermare che gli impatti sulla componente

    idrica saranno nulli.o minimali

  • 55

    Misure di mitigazione e/o compensazione

    Come descritto, può determinare impatti non significativi sulle componenti idriche

    superficiali e sotterranee.

    7.4) Impatto su suolo e sottosuolo

    L’impianto, come detto, è ubicato in un’area tipizzata dal vigente P.R.G. di

    Casamassima in zona EZ zona destinata prevalentemente agli insediamenti

    produttivi per attività zootecniche con relativi impianti anche di macellazione,

    conservazione e commercializzazione.

    Non si prevede incremento di uso del suolo né modifiche alle aree interne, in quanto

    le stesse sono già idonee all’attività di allevamento.

    I potenziali impatti, infatti, potrebbero derivare principalmente da possibili infiltrazioni

    nel sottosuolo di acque inquinate, o percolato qualora si formi in condizioni estreme;

    ma come è stato già detto la pollina viene stoccata in capannone coperto e con

    umidità contenuta (intorno al 40%). Inoltre se consideriamo il potenziale impatto

    delle acque meteoriche dilavate sui piazzali e quindi smaltite per subirrigazione

    possiamo affermare che le stesse non contengono sostanze pericolose e comunque

    il gestore attua un piano di monitoraggio annuale delle stesse.

    Per quanto attiene le acque di lavaggio dei capannoni è stato già detto che sono

    convogliate in vasche a tenuta e successivamente smaltite come rifiuto. Circa lo

    spandimento della pollina l’azienda ha prodotto un Piano completo di Utilizzazione

    agronomica. Tale piano contempla l’utilizzo su terreni non facenti parte dell’azienda

    ma smaltiti su terreni di terzi.

    Pertanto l’impatto sul suolo e sottosuolo può considerarsi nullo.

    Misure di mitigazione e/o compensazione

    Come descritto, l’allevamento non determinerà impatti significativi sulle componenti

    suolo e sottosuolo.

  • 56

    7.5 Ecosistemi

    Il territorio di Casamassina è interessato, da avvallamenti denominati Lame, in cui si

    formano torrenti. In particolare, la lama di maggior importanza risulta essere Lama

    San Giorgio, che taglia da Nord a Sud i territori comunali di Casamassima. Infatti è

    un territorio abbastanza antropizzato per cui, se pur presenti terreni coltivati e

    terreni incolti, non vi è presenza di spazi occupati da “ecosistemi naturali” di pregio

    e importanti ai fini dei corridoi ecologici. Il territorio risulta caratterizzato ad ampio

    raggio prevalentemente da agro sistemi in cui la coltura principale è l’olivo e vigneti,

    colture che ben si adattano alla tipologia del suolo ed alle miti condizioni meteo

    climatiche del posto. Nel territorio di indagine sono stati prodotti numerosi elementi

    di frammentazione degli ecosistemi, attraverso l’espansione urbana residenziale,

    ma soprattutto con le aree produttive di livello comunale (frammentazione areale) e

    con le strade (frammentazione lineare). La frammentazione degli ecosistemi porta

    all’adozione, da parte della comunità europea, di sistemi di implementazione della

    rete ecologica esistente e alla creazione o al potenziamento di nuovi tratti di rete per

    collegare tra loro i nodi della rete stessa e rappresentati dai siti SIC e ZPS.

    Ciascuna delle azioni svolte dall’attività di allevamento delle galline ovaiole, non

    comporta impatti sull’ecosistema circostante

    L’osservazione nel tempo dei ricettori sensibili ha evidenziato che l’impianto non ha

    provocato alcuna interferenza.

  • 57

    PPTR la struttura eco sistemica, Naturalità

    7.6 Fauna

    La fauna prevalente, che ha saputo colonizzare gli ambienti coltivati, è la seguente:

    - mammiferi: volpe, riccio

    - anfibi: rospo, raganella

    - rettili: lucertola, biacco

    - uccelli: rapaci diurni e notturni, gazze, corvi, ghiandaie, cinciallegre.

    La struttura della comunità animale risente delle modificazioni del territorio e

    presenta un ridotto numero di specie animali di grande taglia, ma un numero

    maggiore di specie di piccola taglia (insetti ed invertebrati, uccelli di piccola taglia,

    micromammiferi).

    Tra i Mammiferi oltre alle specie più comuni, volpi, faine, donnole, talpe, varie

    specie di topi, sono presenti il riccio di terra, il tasso.

  • 58

    La fauna che colonizza questo territorio si è adattata alle condizioni della copertura

    vegetale, anche se la caccia e le modificazioni ambientali hanno portato ad una

    estinzione di molte specie presenti sino all’inizio del secolo scorso, come il lupo, il

    capovaccaio, il gatto selvatico, la gallina prataiola, per citarne alcune delle più note.

    La struttura della comunità animale risente di queste profonde modificazioni e

    presenta un ridotto numero di specie animali di grande taglia, ma un numero

    maggiore di specie di piccola taglia (insetti ed invertebrati, uccelli di piccola taglia,

    micrommamiferi) .

    7.7 Flora

    E’ una formazione vegetale caratterizzata da un denso strato arbustivo, in cui si

    perde l’individualità di ogni singola pianta, che sfuma in un complesso intrico

    vegetale che lascia poco spazio persino alle specie erbacee. E’ rappresentata da

    cespugli sempreverdi, alberi bassi, con alcuni rari alberi alti, adatti a sopportare la

    siccità, con foglie spesso coriacee e spinose, tipiche dei climi caldi e secchi. Piante

    tipiche della macchia sono la ginestra, il corbezzolo, l’erica, il fico, il biancospino, il

    rovo, il carrubo, la quercia spinosa, il cappero, il mirto, il lentisco ed altri. L’area

    interessata di impianto non rientra tra le aree di particolare pregio

    naturalistico, ambientale e paesaggistico, bensì in corrispondenza di un’area

    tipizzata dal PRG del Comune di Casamassima come “E.Z.” a destinazione agricola

    di normale conduzione agricola/forestale .

    Le colture che interessano l’area vasta, sono promiscue e vedono aree destinate a

    uliveti frammisti a vigneti e sistemi colturali e particellari complessi.

    Impatto potenziale sugli ecosistemi naturali: flora, fauna

    Gli elementi da prendere in considerazione per gli impatti su tale componente sono:

    - alterazione dello stato dei luoghi;

    - sollevamento di polveri;

    - rumori estranei all’ambiente.

    L’impatto dovuto all’attività di allevamento sugli ecosistemi naturali sarebbe

    riconducibile, in primis, soprattutto al danneggiamento e/o alla eliminazione diretta

    di specie colturali annuali, ove presenti; questa interferenza, tuttavia, non avverrà

    nel caso in esame in quanto gli interventi non prevedono modifiche allo stato

    naturale dei luoghi, inalterati da circa 30 anni; inoltre si ribadisce che l’ubicazione

    del sito è in area destinata ad attività Agricole zootecniche.

  • 59

    Quindi nel caso in esame non è prevedibile nessun cambiamento/alterazione dello

    stato dei luoghi poiché non si tratta di ampliamento e/o occupazione di nuove aree.

    Altri impatti attesi a carico degli ecosistemi esistenti sono dovuti alle produzioni di

    polveri seppur minimi e irrilevanti come dimostra il monitoraggio effettuato mentre

    per quanto riguarda i rumori è stato dimostrato con misurazioni all’interno delle

    attività che rientrano ampiamente nei limiti di legge mentre non è stato ritenuto utile

    effettuare la misurazione all’esterno in quanto lo stesso rumore, per questo tipo di

    attività è impercettibile. Gli impatti sulla vegetazione, sulla flora, sulla fauna, e sugli

    ecosistemi in genere, sul paesaggio e sul patrimonio culturali, sono state svolte a

    livello qualitativo, vista la difficoltà di trovare correlazioni tra i potenziali impatti

    generati dall’attività dell’impianto di allevamento e i sistemi ambientali.

    Per quanto detto, si può concludere che l’impatto sulla flora e fauna e sulle

    componenti ecosistemiche è nulla o trascurabile.

    Misure di mitigazione e/ compensazione

    Per ridurre gli impatti sugli ecosistemi naturali dovuti principalmente alla produzione

    di polveri e odori sono utilizzati tutte le migliori tecnologie disponibili per minimizzare

    interferenze la componente eco sistemica.

    7.8 Paesaggio e patrimonio culturale

    Tra le varie componenti ambientali, di rilevante importanza risulta essere l’incidenza

    che assume il concetto di paesaggio o scenario panoramico il quale assume una

    pluralità di significati, non sempre di immediata identificazione, che fanno riferimento

    sia al quadro culturale che naturalistico. Possono essere considerati come scenari

    panoramici nel caso di un paesaggio rurale, le masserie, i casolari, la vegetazione

    che delimita i campi e le proprietà, i segni netti o modificati delle colture e dei filari, il

    bosco e la macchia che incorniciano i poderi; tale scenario riassume i caratteri del

    territorio pugliese nelle sue varie manifestazioni.

    Il paesaggio dell’area di riferimento si presenta fortemente caratterizzato dalla SS10

    sui cui lati (in particolare il lato Est) si inseriscono sia grandi volumi edilizi (Vedi

    Baricentro) che terreni coltivati a vigneti ed uliveti. La SS 100 domina tutte le

    prospettive paesaggistiche dell’area evidenziandone la vocazione commerciale

    produttiva dell’area. La Avicola Iacovo si inserisce in detto contesto senza alterarne

    le linee paesaggistiche fondamentali essendo di scarsa rilevanza sia le altezze che i

  • 60

    volumi dei propri manufatti ed essendo questi ultimi inseriti, nel proprio contesto,

    armonicamente con alternanza costruito-verde ornamentale-uliveto. Come esposto

    in precedenza, si precisa che lo stabilimento è esistente da svariati anni (oltre 30),

    pertanto, considerato che l’impianto è ubicato in area distante dal centro abitato, è

    dotato di recinzione con caratteristiche adatte al circondario, è realizzato in modo

    tale da ridurre l’impatto visivo e quindi l’eventuale interferenza sulla componente

    paesaggista è trascurabile/nulla, in quanto non sono previste alterazioni a quella

    che attualmente è la visuale esistente nonché la tipologia di attività presenti nel

    circondario.

    Misure di mitigazione e/ compensazione

    Come descritto, l’attività non determinerà interferenze di rilievo con le componenti

    paesaggio e patrimonio culturale.

  • 61

    8) PORTATA E PROBABILITÀ DELL’IMPATTO

    Al fine di stabilire caratteristiche quali “durata”, “frequenza” e “reversibilità”

    dell’impatto sull’ambiente dovuto all’attività di allevamento di galline ovaiole, è

    necessario stabilire se vi sia effettivamente un impatto. Fatte le dovute

    semplificazioni, verranno nel seguito identificati come impatti ambientali potenziali

    l’incrocio delle principali attività antropiche con le principali caratteristiche

    ambientale (matrice di screening).

    Gli indicatori presi come riferimento e quindi considerati sono illustrati nella tabella

    seguente:

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    PORTATA E PROBABILITA’ DELL’IMPATTO

    Indicatore Descrizione

    Acque superficiali Indica eventuali variazioni qualitative relative ai parametri chimico fisici delle acque di ruscellamento e relativi habitat

    Regime delle acque superficiali Indica eventuali variazioni relative al regime delle portate e dello scorrimento delle acque superficiali e relativi habitat

    Qualità delle acque sotterranee Indica eventuali variazioni qualitative relative ai parametri chimico fisici delle acque sotterranee e relativi habitat

    Regime delle acque sotterranee Indica eventuali variazioni relative al regime delle portate e dello scorrimento delle acque sotterranee e relativi habitat

    Qualità dell’aria Indica eventuali variazioni misurabili della qualità dell’aria in un’area determinata e circoscritta.

    Qualità e struttura del terreno Indica eventuali variazioni della struttura e della qualità chimica del terreno

    Attività umane e fruibilità dell’area: agricoltura/allevamento

    Indica eventuali impatti che l’attività può produrre relativamente alle pratiche agricole e zootecniche

    Attività umane e fruibilità dell’area: salute pubblica

    Indica eventuali impatti che l’attività può produrre sulla salute umana e qualità di vita

    Attività umane e fruibilità dell’area: qualità sensoriale (odori)

    Indica l’eventuale emissione di sostanze odorifere sgradevoli ed il loro grado di percezione

    Attività umane e fruibilità dell’area: qualità acustica

    Indica il grado di immissione ed emissione acustica relazionato alla zonizzazione acustica comunale

    Variazione del numero delle specie (fauna) Indica eventuali variazioni del numero delle specie, considerando la scomparsa o l’introduzione alloctona di specie, con particolare attenzione alla scomparsa di quelle di interesse conservazionistico

    Variazione della densità di popolazioni (fauna) Indica eventuali variazioni della densità (numero di individui su di un territorio) di una popolazione specifica, considerando le riduzioni e/o le introduzioni di individui di specie alloctone

    Variazione dei cicli vitali (fauna) Indica eventuali variazioni al ciclo vitale (fenologia) di alcune specie,con particolare riguardo a quelle di interesse conservazioni stico

    Variazione del numero delle specie (flora) Indica eventuali variazioni del