attivitÀ di allevamento di galline ovaiole, … · relazione tecnica domanda di verifica di...
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RELAZIONE TECNICA
DOMANDA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ A VIA
(D.Lgs. 152/06, art. 20 – L.R. n. 11/01, art. 16)
ATTIVITÀ DI ALLEVAMENTO DI GALLINE OVAIOLE,
PRODUZIONE DI UOVA DA CONSUMO, SELEZIONE,
CONFEZIONAMENTO E VENDITA.
Committente: Avicola Iacovo Società Agricola a r.l
Elaborato da: Dott. Cosimo Massaro
Bari 31Marzo 2016
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Sommario 1) Premessa 03 2) Normativa di riferimento e campo di applicazione 06 3) DESCRIZIONE GENERALE DELL’IMPIANTO ZOOTECNICO 07
3.1) Ubicazione dello stabilimento 07 3.2) Descrizione del sito 09 3.3) Caratteristiche del sito 11
4)CARATTERISTICHE DEI PRINCIPALI DELL’ IMPIANTO ZOOTECNICO 14 4.1-2 Accasamento delle pollastre e Stabulazione 12 4.1.3 Gestione della pollina 17 4.1.4 Selezione uova e imballaggio 21 4.1.5 Vendita e distribuzione 23
5) PIANO DI MONITORAGGIO 25 A Qualità dell’aria 27 B Pollina e rifiuti 30 C Ambiente idrico 33 D Prevenzioni Incendi 35 E Rumore 35 F Misure/controlli di tipo gestionale 37 6) STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE 41
6.1) Piano Regolatore Generale (PRG) 41 6.2) Piano Urbanistico Tematico Territoriale per il Paesaggio (PUTT/P) 43 6.3) Ambiti Territoriali Distinti (A.T.D.) 45 6.4) Ambiti territoriali estesi (ATE) 46 6.5) Piano di Bacino Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) 48 6.6) Aree naturali protette 49 6.7) Rete Natura 2000 – SIC e ZPS 49
7) IMPATTI POTENZIALI 51 7.1) Emissioni in atmosfera 51 7.2) Emissioni acustiche 54 7.3) Impatto sull’ambiente idrico 54 7.4) Impatto su suolo e sottosuolo 55 7.5) Ecosistemi 56 7.6) Fauna 57 7.7) Flora 58 7.8) Paesaggio e patrimonio culturale 59 8) PORTATA E PROBABILITÀ DELL’IMPATTO 61 8.1) Tabella matrice di controllo 63 8.2) Analisi delle componenti dell’impatto 64 8.3) Valutazione della significatività degli effetti dell’impatto potenziale 65 8.4) Valutazione del rischio 69 8.5) Dimensionamento degli impatti rilevati relativi all’impianto di allevamento 71 8.6 Valori degli impatti ambientali della Avicola Iacovo 76 9) CONCLUSIONI 77
Allegati Elaborato Grafico Piano di Monitoraggio e Controllo Rapporti di Prova
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1) PREMESSA
La presente relazione, svolta in ossequio ai contenuti di cui all’art. 17 della L.R. n.
11/01 e s.m.i., si riferisce alla richiesta da parte dell’Autorità competente in quanto
rientrante nella categoria progettuale di cui alla lettera 1 c) Impianti per
l'allevamento intensivo di animali dell’Allegato IV della parte II del d.lgs n.
152/2006, ovvero di cui alla lettera B.2.e) impianti per l'allevamento intensivo di
animali con più di 40 q.li di peso vivo per ettaro dell’Allegato B2 della L.R. n.
11/2001, Allevamento avicolo.
La Avicola Iacovo società agricola a r.l, risulta regolarmente autorizzata alla
suddetta attività, e quindi regolarmente iscritta al Registro delle Imprese presso la
Camera di Commercio di Bari. La stessa società agricola è operativa, nella sede
attuale, da oltre 30 anni.
Settore produttivo (classificazione ATECORI): 01.47 “Allevamento di
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Figura 1 Inquadramento geografico della Avicola Iacovo nel territorio del Comune di Casamassima
Figura 2 Ortofoto inquadramento territoriale
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Figura 3 Inquadramento territoriale
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2) NORMATIVA DI RIFERIMENTO E CAMPO DI APPLICAZIONE
Le normative e le leggi di riferimento adoperate sono le seguenti:
NORMATIVA NAZIONALE:
1. DECRETO LEGISLATIVO 3 APRILE 2006 N. 152 “Norme in materia
ambientale” - Sezione VIA (artt. 23-52) -Sezione Rifiuti (artt. 177÷266)”.
2. DECRETO LEGISLATIVO 8 NOVEMBRE 2006 N. 284 “Disposizioni
correttive e integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante
norme in materia ambientale”.
3. DECRETO LEGISLATIVO 16 GENNAIO 2008, n. 4 “Ulteriori
disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.
152, recante norme in materia ambientale”.
4. DECRETO LEGISLATIVO 4 marzo 2014, n. 46 “Attuazione della
direttiva 2010/75/UE relativa alle emissioni industriali” (prevenzione e
riduzione integrate dell'inquinamento).
5. DECRETO LEGISLATIVO 29 luglio 2003, n. 267 "Attuazione delle
direttive 1999/74/CE e 2002/4/CE, per la protezione delle galline
ovaiole e la registrazione dei relativi stabilimenti di allevamento"
NORMATIVA REGIONE PUGLIA:
1. LEGGE REGIONE PUGLIA 12 APRILE 2001 N. 11 “Norme sulla valutazione
dell'impatto ambientale”. Modificata ed integrata ai sensi della:
2. LEGGE REGIONE PUGLIA 14 GIUGNO 2007, N. 17;
3. LEGGE REGIONALE 16 aprile 2015, n. 23
Modifiche alla legge regionale 22 gennaio 1999, n. 7, come modificata e integrata
dalla legge regionale 14 giugno 2007, n. 17”
- REGOLAMENTO REGIONALE 9 dicembre 2013, n. 26 “Disciplina delle acque
meteoriche di dilavamento e di prima pioggia” (attuazione dell’art. 113 del Dl.gs. n.
152/06 e ss.mm. ed ii.)
- DELIBERAZIONE GIUNTA REGIONE PUGLIA 28 DICEMBRE 2009 N. 2614
“Circolare esplicativa delle procedure di VIA e VAS ai fini dell'attuazione della Parte
Seconda del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, come modificato dal decreto
legislativo 16 gennaio 2008, n. 4”.
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3) DESCRIZIONE GENERALE DELL’IMPIANTO
3.1) Ubicazione del’allevamento
La Iacovo è ubicata in Casamassima, con accesso dalla strada statale 100
complanare Est , Bari – Taranto, al km.15+900. All'insediamento produttivo, il quale
dista circa 3,6 km dal centro abitato di Casamassima e 2,7 km da quello di Adelfia,
si accede direttamente dalla strada complanare della S.S. 100, dalla quale si
raggiunge l’ingresso principale, costituito da due cancelli . I cancelli immettono su di
un ampio piazzale di sosta asfaltato ed alberato.
Il centro aziendale è caratterizzato dal punto di vista fisico da un’altitudine media di
ca. 157 m. s.l.m. e da giacitura in piano.
La viabilità interna permette di raggiungere tutti i capannoni rispettivamente adibiti
sia alla stabulazione che al centro di imballaggio.
L’azienda, realizzata su di un’area recintata, riportata in Catasto Urbano del
Comune di Casamassima al fg.4 particella 57 graffata alla particella 251 sub 2.
Dal vigente P.R.G. di Casamassima le particelle 57 e 251sub 2 risultano essere
tipizzati in zona EZ zona destinata prevalentemente agli insediamenti produttivi per
attività zootecniche con relativi impianti anche di macellazione, conservazione e
commercializzazione.
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Figura 4 Estratto PRG Casamassima le linee rosse indicano l’area di pertinenza della Iacovo
La zona circostante è caratterizzata da assenza di abitazioni civili ed
esclusivamente dedicata ad attività agricole.
La localizzazione è periferica, intercorrendo tra il nucleo urbano e lo stesso impianto
oltre 3.500 m.
La viabilità principale è rappresentata dalla SS 100, costituente affaccio indiretto, lo
stabilimento è situato sulla complanare EST . Questo si traduce in una soluzione
logistica ottimale per il tipo di attività in studio, per i motivi di seguito elencati:
- esclusione dal nucleo abitato della città di Casamassima ;
- adeguata capacità e scorrimento veicolare propri della viabilità SS 100;
- inclusione in ambiente a consolidato carattere produttivo agricolo.
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Figura 5 Ortofoto Area Aziendale
3.2) Descrizione del sito
L’area di impianto della Avicola Iacovo è pianeggiante; la natura litografica del
terreno è calcarenitica.
Il sito industriale è un’area avente estensione complessiva di mq. 23.057 e una
volumetria totale di mc. 21.154 comprensiva di n. 4 capannoni e n.3 depositi della
superficie coperta di mq.4.699 con una volumetria di mc.20.028, da un corpo uffici
della superficie coperta di mq.232 con una volumetria di mc.731, cabina elettrica di
mq.34 con una volumetria di mc.170, da un locale adibito a riserva idrica della
superfice coperta di mq.29 con una volumetria di mc.225. Di seguito una
rappresentazione funzionale dei manufatti presenti in azienda.
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Figura 6 Immagine funzionale
Capannoni di stabulazione e deposizione
Capannone Imballaggio e confezionamento
Uffici e Vendita
Locale deposito
Capannone stoccaggio della pollina
1
2
3
4
5
1
5 4
2 3
1
1
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3.3) Caratteristiche del sito produttivo
RECINZIONE
L’area è completamente recintata con muro in cls dell’altezza complessiva di 2,5 m
circa.
PAVIMENTAZIONE
L’area adibita all’attività è solo parzialmente pavimentata (circa 800 m2) in asfalto
bituminoso di adeguato spessore .
MODALITÀ DI RACCOLTA E SMALTIMENTO FINALE DELLE ACQUE
METEORICHE
L’area è asservita da pozzetti di raccolta e da un impianto di trattamento
(disabbiatore, disoleatore). Lo smaltimento finale avviene per subirrigazione
Autorizzazione n. prot. 9950 del 02/05/2014 Comune di Casamassima.
SISTEMI DI APPROVVIGIONAMENTO IDRICO - POTABILI
Per quanto concerne l’approvvigionamento di tale risorsa l’area è asservita da rete
collegata all’Acquedotto Pugliese.
Per quanto attiene l’acqua utilizzata per scopi zootecnici l’azienda dispone di un
pozzo artesiano regolarmente autorizzato per l’estrazione utilizzazione di acque
sotterranee per uso irriguo, zootecnico e irrigazione verde ornamentale ( D.D.
n.5000 del 03/07/2014 prot. N. 99171/2014 Provincia di Bari)
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4) CARATTERISTICHE DEI PRINCIPALI CICLI DI LAVORAZIONE
DELL’IMPIANTO ZOOTECNICO
L’attività di allevamento e produzione di uova è sintetizzabile nelle seguenti azioni:
1. Accasamento delle pollastre/Aspetti ambientali 2. Stabulazione/Aspetti ambientali 3. Gestione della Pollina/Aspetti Ambientali 4. Selezione uova e imballaggio/Aspetti Ambientali 5. Vendita e distribuzione/Aspetti Ambientali
Schema a blocchi
4.1-2 Accasamento delle pollastre e Stabulazione
La prima fase operativa che dà origine all’attività dell’Avicola Iacovo consiste
nell’acquisto di pollastre. Il numero acquistato varia anno per anno e considerando
Energia: elettrica, Kwh Gasolio
FASE 1-2 Accasamento e Stabulazione
Prodotti:
Uova da consumo
Emissioni in atmosfera
Acqua
Materie Prime
Pollastre
Mangime
Pollina
rifiuti
(boccette vaccini animali)
Imballaggi
Acque di lavaggio
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che il ciclo di produzione è di circa 18 mesi (0,7 cicli anno) il totale di presenze
nell’ultimo anno è stato di circa 37.884 capi distribuiti nei capannoni di
stabulazione denominati P,O e Q. (vedi planimetria generale allegata). Le pollastre
vengono acquistati dall’esterno da aziende specializzate. Le potenzialità massime
strutturali dell’azienda sono dell’ordine di 54.120 capi.
L’età di accasamento si aggira intorno alle 16a settimana e vi permangono fino alla
90-95 settimana di vita produttiva. Quindi stazionando in azienda per circa 74-75
settimane, pari a circa 18-19 mesi.
I capannoni dedicati all’allevamento sono costituiti in pannelli di cemento con
finestre di aerazione dotate di griglie per abbattere la fuoriuscita di piume e in
minima parte di polveri, quindi completamente coibentate con guaine isolanti per
evitare una eccessiva dipendenza dalla temperatura esterna.
Le dotazioni tecnologiche dei 3 capannoni consistono in speciali gabbie modificate
così come richiesto dalla normativa Nazionale ed europea sul benessere animale, la
tipologia di stabulazione non prevede lettiera e per il prelievo della pollina tutto il
sistema è dotato di speciali nastri trasportatori (muniti di raschiatori) posti al di sotto
delle gabbie che periodicamente asportano la pollina, ottenendo come risultato la
massima igiene possibile del sistema, essendo lo stesso automatizzato. La pollina
viene asportata dai capannoni di stabulazione ogni 3-4 gg ottenendo come risultato
la mancata fermentazione della stessa e quindi la diminuzione sostanziale di
emissioni indesiderate, inoltre viene eliminato l’inconveniente della proliferazione di
insetti quali mosche ecc.
L’alimentazione viene somministrata con carrelli semoventi ed automatizzati tali da
permettere quantità costanti di cibo per 4 cicli/die. Per soddisfare le esigenze idriche
fisiologiche i capannoni di stabulazione dispongono di impianto automatizzato a
goccia per evitare dispersioni e soddisfare pienamente le esigenze degli animali.
Ogni capannone, prevede:
attrezzature di distribuzione dell'alimentazione e dell'abbeveraggio adeguate alla
necessità della specie allevata e del tipo di stabulazione ;
sistemi di ventilazione, che garantiscano le condizioni di microclima ottimale
per il benessere dell'animale in ogni momento dell'anno (stagionalità) e del
dì;
sistemi di gestione delle deiezioni, , che garantiscono la rimozione veloce
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dall'ambiente interno ed una riduzione del loro contenuto di acqua.
Ogni capannone è dotato di lampade a fluorescenza con potenza variabile da 5-9 W
(complessivamente 470), inoltre il sistema di stabulazione contempla per ogni
capannone un certo numero di ventilatori (complessivamente 28) in grado di
assicurare il ricambio d’aria e il contemporaneo raffrescamento dei locali oltre ad
avere la fondamentale funzione di disidratare la pollina escreta dalle galline sui
nastri posti al di sotto delle gabbie. Tale funzione rafforza il sistema di contenimento
delle emissioni diffuse in quanto diminuendo la quantità d’acqua contenuta nella
pollina diminuisce proporzionalmente la quantità di sostanze odorifere immesse
nell’ambiente. Pertanto la pollina, palabile, in uscita dal sistema in fase di trasporto
e spandimento non origina liquami e quindi inquinamenti aggiuntivi.
La ventilazione all’interno dei capannoni avviene tramite ventole di estrazione dai
locali di allevamento.
A seconda del Capannone, come prima detto, è presente un numero variabile di
ventole e comunque della stessa portata, 41.000 m³/h ciascuna.
N° 2 ventole sono sempre in moto per garantire l’ossigenazione dell’aria.
N° 2 ventole di emergenza entrano in funzione in caso di guasti guasto sul circuito
di alimentazione dell’impianto o se la temperatura ambiente supera i 30°C.
I restanti ventilatori entrano in funzione da 22 gradi fino a 28 gradi, con gradini di 2
ventilatori per volta ad ogni aumento di temperatura di 2 gradi.
Dopo i 26 gradi entra in funzione l’umidificazione. Tale dispositivo tramite una
pompa che attinge acqua da un’apposita cisterna, inumidisce i pannelli sistemati
sulle aperture delle prese d’aria e permette all’aria stessa in entrata, umidificandosi
di raffreddarsi. Il raffrescamento evaporativo è realizzato con pannelli di
umidificazione in cellulosa a nido d’ape sistemati sulle pareti longitudinali. L’impianto
garantisce la possibilità di abbassare fino a 5°C la temperatura all’interno dei
capannoni.
Il sistema completamente automatico viene regolato da PLC e azionato da idonee
sonde a seconda del calore che gli animali sprigionano con il loro ciclo biologico.
L’illuminazione all’interno dei capannoni viene mantenuta per circa 14-16 ore al
giorno, che rappresenta un’ampiezza fisiologica della durata delle ore di luce e
quindi adatta sia ad una ottimale produzione che al benessere e al contenimento di
stress ambientali per l’animale.
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4.1.3 Gestione della pollina
Schema a blocchi fase 3
Energia: elettrica, Kwh Gasolio
FASE 3 Gestione pollina
Stoccaggio
Emissioni in atmosfera
Ventilazione e disidratazione all’interno dei capannoni di stabulazione
Allevamento
Utilizzazione agronomica (PUA)
Emissioni in atmosfera
Emissioni in atmosfera
Produzione pollina
Fertilizzazione del suolo
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La pollina e originata dal processo naturale di allevamento di galline e quindi
di produzione di uova e costituisce l’elemento principale di sensibilità ambientale
dell’intero ciclo di produzione e il conseguente elemento di potenziale diffusione di
odori molesti.
Dal punto di vista normativo, la pollina è considerata un sottoprodotto e non un
rifiuto, rispettando le condizioni previste dall’art. 184-bis del D.lgs. 152/06 e succ.
modifiche. Si riportano di seguito gli art. 184-bis e 184-ter per esteso.
184-bis. Sottoprodotto (articolo introdotto dall'articolo 12 del d.lgs. n. 205 del 2010)
1. È un sottoprodotto e non un rifiuto ai sensi dell’articolo 183, comma 1, lettera a), qualsiasi
sostanza od oggetto che soddisfa tutte le seguenti condizioni:
a) la sostanza o l’oggetto è originato da un processo di produzione, di cui costituisce parte
integrante, e il cui scopo primario non è la produzione di tale sostanza od oggetto;
b) è certo che la sostanza o l’oggetto sarà utilizzato, nel corso dello stesso o di un successivo
processo di produzione o di utilizzazione, da parte del produttore o di terzi;
c) la sostanza o l’oggetto può essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento diverso
dalla normale pratica industriale;
d) l’ulteriore utilizzo è legale, ossia la sostanza o l’oggetto soddisfa, per l’utilizzo specifico, tutti i
requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute e dell’ambiente e non porterà a
impatti complessivi negativi sull’ambiente o la salute umana.
184-ter. Cessazione della qualifica di rifiuto (articolo introdotto dall'articolo 12 del d.lgs. n. 205 del
2010)
1. Un rifiuto cessa di essere tale, quando è stato sottoposto a un’operazione di recupero, incluso il
riciclaggio e la preparazione per il riutilizzo, e soddisfi i criteri specifici, da adottare nel rispetto delle
seguenti condizioni:
a) la sostanza o l’oggetto è comunemente utilizzato per scopi specifici;
b) esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto;
c) la sostanza o l’oggetto soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e rispetta la normativa e gli
standard esistenti applicabili ai prodotti;
d) l’utilizzo della sostanza o dell’oggetto non porterà a impatti complessivi negativi sull’ambiente o
sulla salute umana.
La pollina, parzialmente essiccata direttamente sui nastri della batteria di gabbie,
viene raschiata automaticamente e trasportata dagli stessi automaticamente sui
cassoni dei mezzi di movimentazione interni all’azienda. Lo spostamento dai
capannoni al deposito temporaneo (concimaia) e pari a circa 80-100 m. Il cassone,
durante lo spostamento della pollina viene coperto con teli in PE al fine di diminuire
le emissioni di sostanze indesiderate nell’ambiente circostante.
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Quindi la pollina prodotta in azienda viene stoccata nella concimaia ubicata
sulla particella 57 del Foglio 4 sub 2 di Casamassima all’interno dell’area aziendale.
Essa è costituita da una platea impermeabilizzata e coperta di forma regolare, con
superficie di circa 506 m2, munita di idoneo muro su tutti i lati del perimetro con
altezza media pari a 5 m, con un varco per l'accesso ai mezzi meccanici per la
movimentazione del materiale. Sono presenti finestre aperte e dotate di zanzariere
per evitare la proliferazione di insetti e al contempo permetter l’areazione degli
ambienti al fine di deumidificare in maniera naturale la pollina . il soggiorno della
stessa in concimaia prima dello spandimento su terreno, secondo le indicazioni del
Piano di utilizzazione agronomico (PUA) redatto dall’azienda, varia da 90 a 120 gg.
in media, inoltre, dotata di adeguata pendenza per il convogliamento verso appositi
sistemi di raccolta e stoccaggio dei liquidi di sgrondo (praticamente inesistenti visto
il tenore di umidità in uscita dai capannoni) e/o delle eventuali acque di lavaggio
della platea che saranno successivamente smaltiti come rifiuto da aziende esterne
autorizzate.
Il dimensionamento minimo della capacita' di stoccaggio della platea è stato
calcolato sulle potenzialità massime di stabulazione, sulla base del volume di
materiale palabile prodotto in 90 giorni. Per ciò che concerne specificatamente le
deiezioni di avicoli rese palabili da processi di disidratazione, al fine di ottenere la
superficie in m2 della platea, tale volume di stoccaggio dovrà essere diviso per un
coefficiente fino a 2,5, ovvero per il valore indicativo riportato al comma 3 dell’Art.
7 del decreto MI.P.A.F. 7 aprile 2006.
letame o materiale palabile/anno 1.641,0 m3
letame o materiale palabile/90 gg 404,63 m3
valore indicativo 2,5
superficie minima della platea di stoccaggio 161,85 m2
Alla luce del risultato del calcolo è possibile affermare che la superficie della
concimaia utilizzata risulta ampiamente superiore agli standard minimi fissati dalla
norma vigente.
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Per lo stoccaggio dei materiali non palabili rinvenienti dal solo lavaggio
dei capannoni, l’azienda Avicola IACOVO s.r.l. è provvista di vasche interrate
ubicate sempre sulla particelle 57 del Foglio 4 di Casamassima a servizio dei
capannoni stessi.
Le sue dimensioni sono pari ad una capacità per le 3 vasche di 70 m3
circa. (al netto del franco minimo di sicurezza di 10 centimetri), munita di idoneo
fondo e pareti adeguatamente impermeabilizzati, mediante materiale artificiale al
fine di evitare percolazioni o dispersioni degli effluenti stessi all'esterno.
Nelle cisterne interrate non confluiscono le acque meteoriche le quali sono
trattate in apposito impianto di sabbiatura disoleatura e subirrigazione così come
autorizzato dalla provincia di Bari.
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4.1.4 Selezione uova e imballaggio
Schema a blocchi fase 4
Il capannone, adibito alla Selezione uova e imballaggio ha una superficie di mq.665,
diviso in tre ambienti è utilizzato una parte al confezionamento delle uova,
opportunamente rifinito con pavimentazione, rivestimento ed impianti., mentre le
restanti parti sono utilizzati al deposito del materiale occorrente (imballaggi etc.) per
il confezionamento. Le uova deposte quotidianamente vengono depositati per
gravitazione su nastri trasportatore, definiti anaconda, che parte dai capannoni di
deposizione e arrivano nel capannone di selezione e imballaggio in planimetria “F”
Energia: Kwh
FASE 4
Selezione e imballaggio
Rifiuti:
-Uova rotte
-Rifiuti da imballaggio
Prodotti Finiti:
confezioni uova
Rumore
Acqua per usi civili e pulizia
Materie prime uova
Trasferimento e vendita
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ove vengono selezionate per dimensioni da una macchina pesatrice e quindi
imballate meccanicamente a seconda delle stesse. In questi passaggi avviene
anche l’etichettatura singola delle uova con i dati di scadenza e codice di
provenienza. In questa fase sono occupati 3 operatori.
Il Centro di selezione e imballaggio è suddiviso in tre locali principali: un locale
deposito imballaggi; un locale per la selezione, confezionamento e imballaggio uova
con annessa zona di stoccaggio del prodotto finito; un locale adibito a magazzino
con attigua zona di lavaggio delle attrezzature mobili e servizi igienici. Il capannone
F viene servito da acqua potabile da AQP e l’acqua viene smaltita attraverso un
sistema di subirrigazione.
Qui di seguito è riportato un elenco dei prodotti selezionati e confezionati in azienda:
- uova di categoria di qualità A e categoria di peso S (inferiori a 53 g);
- uova di categoria di qualità A e categoria di peso M (53-63 g);
- uova di categoria di qualità A e categoria di peso L (63-73 g);
- uova di categoria di qualità A e categoria di peso XL (superiori a 73 g).
Il locale è provvisto di un’apertura verso l’esterno, di un accesso alla zona di
deposito imballaggi e di un accesso alla zona per il lavaggio delle attrezzature
mobili. Il pavimento è in cemento di tipo industriale, mentre le pareti sono rivestite
con piastrelle in ceramica .
Nel locale sono ubicati tutte le attrezzature necessarie alla selezione e
imballaggio uova quali il nastro trasportatore uova; selezionatrice uova Staalkat
elektro COMPACTA 80 mod 0378, marcatore Zanasi mod Z5000 food, bilancia
Euromec, bilancia Scale House HLD6000, stazione temperatura ISY. Inoltre pedane
per imballaggi, cucitrici per imballaggio. Le uova sporche o incrinate (Cat.B),
raccolte in appositi contenitori e conservate in cella frigo alla temperatura di
+4°C±2°C , sono inviate alle aziende di trasformazione in ovoprodotti e/o industrie
alimentari (REG CE589/2008), mentre quelle rotte sono consegnante per lo
smaltimento e recupero ad aziende autorizzate.
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4.1.5 Vendita e distribuzione
Schema a blocchi fase 5
Dopo le operazioni di imballaggio i pallet vengono trasferiti direttamente o su
furgone per la commercializzazione oppure trasferiti nell’attiguo punto vendita
adiacente alla palazzina uffici. In questa fase non ci sono manipolazione dei prodotti
alimentari.
Gli orari del punto vendita seguono i tipici orari dei negozi commerciali. Il punto
vendita è presidiato da 1 addetto alle vendite. Il punto vendita è dotato di servizi
igienici ai quali si accede dalla zona uffici. Distinti in antibagno e bagno.
Energia: Kwh
Carburante per la
distribuzione
FASE 5 vendita e distribuzione
Rifiuti:
-Rifiuti da ufficio
Toner, cartucce ecc.
Materie prime:
uova confezionate
Commercializzazione esterna
Acqua per servizi igienici
uffici
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La “.Iacovo” distribuisce il prodotto finito recapitandolo direttamente al consumo e ai
magazzini di distribuzione intermedi. La distribuzione avviene, avvalendosi di propri
vettori, di vettori messi a disposizione dal cliente oppure avvalendosi di ditte
specializzate. L’area di distribuzione ricopre tutta la provincia di Bari e zone
limitrofe. Sono confezionate uova in imballi da 6-12-30-120-180-200-360 uova di
cat. S-M-L-XL.
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5) PIANO DI MONITORAGGIO (vedi PMC allegato)
L’autocontrollo delle emissioni è la componente principale del piano di controllo
dell’impianto e quindi del più complessivo sistema di gestione ambientale che, sotto
la responsabilità del Gestore dell’impianto, assicura, nelle diverse fasi di vita di un
impianto stesso, un efficace monitoraggio degli aspetti ambientali dell’attività quali le
emissioni nell’ambiente (emissioni in atmosfera, scarichi idrici, smaltimento rifiuti e
consumo di risorse naturali).
Il monitoraggio delle emissioni della Avicola Iacovo è costituita dalla combinazione
di:
produttivo.
Per eseguire il monitoraggio vengono individuati, attribuendone le relative funzioni e
responsabilità, i seguenti due soggetti:
- il gestore dell’impianto che ha la responsabilità di:
- fare eseguire i controlli con la periodicità stabilita;
- affidare i controlli solo a personale tecnico e laboratori qualificati;
- registrare i dati relativi ai controlli periodici ed archiviarli presso l’impianto a
disposizione delle Autorità competenti;
- il personale tecnico ed i laboratori di analisi, incaricati dal gestore, hanno la
responsabilità di:
-utilizzare metodi di rilevamento, prelievo ed analisi, in relazione ai parametri da
monitorare, rispettando i criteri, le tecniche e le metodiche previste dalla legislazione
vigente relazionando inoltre il gestore (soggetto non tecnico) sui risultati del
monitoraggio.
Gli aspetti ambientali e gestionali da monitorare sono:
a) qualità dell’aria;
b) pollina e rifiuti
c) ambiente idrico (consumo di acqua);
d) rumore;
e) misure/controlli di tipo gestionale;
-
24
Per ognuno di questi aspetti, vengono di seguito illustrati i parametri
monitorati e/o le misure gestionali adottate.
-
25
A) QUALITÀ DELL’ARIA
Le attività di allevamento danno origine a emissioni di odori e di polveri che derivano
sia dal metabolismo animale che, in maggiore misura, dai processi di degradazione
biologica delle sostanze organiche contenute nelle deiezioni, seppur significativo
come parametro, le emissioni, nel caso in ispecie non ha in alcun modo creato
impatti significativi nella componente atmosfera né sono state mai segnalate
evidenze circa cattivi odori sia da parte di cittadini che di istituzioni. Comunque ,
l’analisi della qualità dell’aria sarà condotta annualmente in corrispondenza dei
capannoni di stabulazione e precisamente in corrispondenza dell’aria emessa dai
ventilatori (emissioni diffuse) e nell’area di stoccaggio della pollina (emissioni
diffuse) in modo tale da valutarne la reale efficienza e provvedere, oltre alle
manutenzioni ordinarie, agli interventi straordinari nel caso le analisi rivelassero una
situazione mutata rispetto ai rilievi effettuati. La Iacovo adotterà un apposito registro
di monitoraggio, con pagine numerate e firmate dal Responsabile dell’impianto, per
l’annotazione di quanto sotto specificato:
- interventi di manutenzione ordinaria e/o straordinaria;
- guasti accidentali nonché le interruzioni o anomalie di funzionamento delle ventole;
- la data, l’orario e i risultati dei controlli alle emissioni nonché le caratteristiche di
marcia dell’impianto nel corso dei prelievi.
Si effettuerà il controllo analitico delle emissioni diffuse determinando
annualmente la quantità di POLVERI TOTALI, PM10,CO2 CH4 NO2 H2S NH3 Ac
Propionico, Ac.Butanoico.
Dai locali di stabulazione si producono polveri e in misura irrilevante PM10 e, in. Le
polveri sono prodotte dal processo di alimentazione, dal piumaggio del pollame e
dalla gestione delle deiezioni. La ventilazione forzata nei ricoveri non permette alla
polvere di sedimentarsi sulle superfici e mantiene quindi più sano il ricovero.
L’assenza della lettiera e il sistema di rimozione frequente della pollina diminuisce
notevolmente la produzione di polveri.
L’allevamento emette emissioni nelle varie fasi di gestione del letame:
- la fase di stabulazione, dove la pollina viene raccolta dai nastri e parzialmente
essiccata dalla ventilazione forzata del capannone;
-stoccaggio
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26
-trasporto e utilizzo agronomico della pollina
Il rapporto BREF indica un dato di emissione di polveri per l’allevamento di ovaiole
pari a: 0.03 kg /capo*anno di PM10 e 0.09 kg/capo*anno di PM
-
27
Allo stesso tempo l'emissione è influenzata anche da fattori ambientali esterni:
velocità dell'aria, tipologia stabulativa, caratteristiche fisiche del liquame, tipo di
stoccaggio e caratteristiche del terreno.
NO2 dai sistemi di stoccaggio
L’NO2 può essere prodotto nel corso dello stoccaggio a seguito della nitrificazione e
successiva parziale denitrificazione dei reflui. L’entità del rilascio dipende dal
sistema di stoccaggio adottato.
Metano (CH4)
Le emissioni di metano dalle deiezioni zootecniche derivano principalmente dai
fenomeni di degradazione anaerobica che si verificano a carico della sostanza
organica.
Nel caso specifico della il processo di stabulazione avviene sempre in condizioni
fortemente aerobiche, tali da escludere la produzione di metano, grazie alla
presenza nei capannoni, di stabulazione, di ventole che convogliano l’aria nei tubi
posti sotto la massa di pollina e ottimizza così l’ossigenazione della biomassa. Infatti
il sistema di batterie verticali con nastri di asportazione ed essiccamento della
pollina in tunnel posto sotto le gabbie consente di migliorare le prestazioni
ambientali delle emissioni.
Gli esiti del monitoraggio saranno comunicati agli Enti preposti così come previsto
dalla normativa vigente.
Le emissioni in atmosfera monitorate dalla Iacovo sono quelle diffuse non avendo
nessuna emissione di tipo puntuale o convogliata, in maniera autonoma e secondo
le indicazioni per una corretta gestione dell’impianto.
Punto di emissione
Provenienza (impianto/reparto) Durata emissione h/giorno
Durata emissione giorni/anno
Ed1 Capannone Q 24 h/g 365
Ed2 Capannone P 24 h/g 365
Ed3 Capannone O 24 h/g 365
Ed4 Concimaia 24 h/g 365
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28
B) POLLINA E RIFIUTI
Pollina
La particolare rilevanza, della pollina, dal punto di vista ambientale, pur non
essendo un rifiuto, consta nelle caratteristiche odorigene della stessa. Pertanto
l’azienda applica tutte le migliori soluzioni gestionali per abbattere, per quanto
possibile, potenziali inquinanti odoriferi e per evitare, anche durante il trasporto in
azienda, sversamenti sul suolo, controllando quelli accidentali e risolvendo in
maniera tempestiva la rimozione della stessa.
Soluzioni gestionali adottati per la gestione della pollina
Gabbie con nastri trasportatori sottostanti per la rimozione frequente
della pollina verso uno stoccaggio esterno chiuso
Movimentazione aziendale con cassoni coperti per evitare diffusione di
sostanze odorifere
Capannone di stoccaggio con fondo completamente
impermeabilizzato e areato per evitare inquinamento del suolo e
sottosuolo e favorire la stabilizzazione della pollina attraverso cumuli
non superiori a 2m di altezza (tale soluzione permette ai cumuli di
pollina, che vengono periodicamente rivoltati, di favorire un ambiente
aerobico scongiurando processi di tipo anaerobico tali da produrre
emissioni indesiderate e fortemente odorifere).
Formazione del personale sulla corretta gestione del prelievo e
trasporto dal capannone di stabulazione al deposito. Tale procedura
viene regolarmente controllata per una corretta applicazione dal
gestore.
Caratterizzazione annuale della pollina (analisi chimico-fisica)
Corretta gestione del Piano di utilizzazione agronomica secondo i
criteri individuati nel PUA:
1. Superficie Agricola Utilizzata aziendale, identificazione catastale dei
terreni destinati all'applicazione al suolo degli effluenti zootecnici e
attestazione del relativo titolo d'uso.
2. Estensione dei terreni, al netto delle superfici aziendali non
destinate ad uso produttivo.
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29
3. Individuazione e superficie degli apprezzamenti omogenei per
tipologia prevalente di suolo, pratiche agronomiche precedenti e
condizioni morfologiche.
4. Ordinamento colturale praticato al momento della comunicazione.
5. Distanza tra i contenitori di stoccaggio e gli apprezzamenti destinati
all'applicazione degli effluenti
6. Tecniche di distribuzione, con specificazione di macchine e
attrezzature utilizzate e termini della loro disponibilità.
Rifiuti
L’azienda registra, per obbligo di legge, i rifiuti prodotti e trasportati dal registro di
carico e scarico e formulario. La gestione degli stessi avviene con scrupolosa
attenzione sia nella differenziazione delle varie frazioni merceologiche che nello
stoccaggio temporaneo utilizzando spazi e contenitori dedicati per ogni codice CER.
Nelle tabelle in basso, sono indicati le tipologie di rifiuti pericolosi e non pericolosi
prodotti nell’allevamento.
Rifiuti (codice CER)
Descrizione Modalità
stoccaggio Destinazione
(R/D) Fonte del dato
Rifiuti da ufficio (080318)
Cartucce toner ecc..
Contenitori forniti
dall’azienda convenzion
ata per il ritiro
D formulari
Imballaggi contenenti sostanze pericolose
(150110*)
Boccette in vetro
contenenti farmaci
Big-bags D formulario
assorbenti, materiali filtranti
(150202*) Stracci ecc. contenitori D formulario
Galline morte** (180202)
- Contenitori
in frigo D Formulari
RSA (200121)
solidi Aree
dedicate D Formulari
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Rifiuti Descrizione Modalità
stoccaggio Destinazione (R/D) Modalità di registrazione
Imballaggi in plastica (150102)
film contenitori R.. Formulari
Plastica (170203)
varia contenitori R Formulari
Imballaggi Carta e cartoni
(150101) imballaggi box R Formulari
Imballaggi in materiali misti (150106)
cartoni contenitori R.. Formulari
ferro e acciaio (170405)
sfuso Area
dedicata R Formulari
soluzioni acquose di scarto
(161002) liquido
Vasche interrate
D Formulari
Fanghi fosse settiche (200304)
semipalabile Vasche interrate
D Formulari
Uova rotte** (020203)
Mat. cat.3-
Contenitori in frigo
R certificazioni
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C) Ambiente idrico
L’impianto non procura nessun tipo di impatto significativo sull’ambiente idrico
superficiale e sotterraneo. Tuttavia sono previste analisi periodiche delle acque di
prima pioggia.
Gestione delle acque meteoriche di dilavamento
Si fa riferimento alla disciplina delle autorizzazioni delle acque meteoriche di prima
pioggia e di lavaggio delle aree esterne di cui all’art.113 comma 2 del
D.Lgs.152/2006.
Le aree sopra descritte, con pavimentazione impermeabile, conformano un bacino
scolante esteso mq. 800 comprendendo nel conteggio anche le superfici di
coperture dei manufatti adibiti ad ufficio, al netto delle aree a verde. Essi sono
indicati nella planimetria allegata.
Tutti sono realizzati in lieve pendenza in modo da far defluire a bassa velocità le
acque per il loro smaltimento secondo le vigenti norme di legge. Autorizzazione n.
9950 del 02.05.2014 SUAP Comune di Casamassima Autorizzazione smaltimento
acque meteoriche( subirrigazione), Disciplina delle acque meteoriche di
dilavamento e di prima pioggia”
Gestione di smaltimento delle acque reflue di tipo domestico
I reflui di tipo domestico, prodotti dai servizi igienici, sono stoccati in 2 fosse imhoff
per poi essere smaltite con auto spurghi autorizzati verso altri impianti di
depurazione. Autorizzazione ASL BA parere igienico prot.suap 410 del 28.05.2014
del sanitario impianto di scarico reflui domestici e aut.ne del Comune di
Casamassima prot. N. 2466 del 08.02.2016 (palazzina uffici), mentre per il centro di
imballaggio aut. N. 2467 del 08.02.2016
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Consumo risorse idriche
La razionalizzazione dell’uso della risorsa acqua avviene attuando in azienda le
migliori pratiche di allevamento quali le tipologie di abbeveraggio adottate. Verrà
monitorata sia la qualità dell’acqua che la quantità consumata La quantificazione dei
consumi viene monitorata grazie alla lettura da contatore o conta litri, dal pozzo
autorizzato.
Tipologia di approvvigionamento
Fase di utilizzo UM Frequenza
autocontrollo Fonte del dato
Acqua di falda (pozzo) Stabulazione, alimentazione
- Annuale Rapporto di prova
Acqua di falda (pozzo) Stabulazione, alimentazione
mc/a frequenza mensile Contatore
Acqua di falda (pozzo) Lavaggio capannoni mc/a Frequenza annuale stimato
AQP
Servizi igienici e lavaggio
capannoni di selezione e imballaggio
mc/a frequenza mensile Fatture aqp
D) PREVENZIONE INCENDI
Il sito è dotato di impianto antincendio certificato dal Comando provinciale dei Vigili
del Fuoco di Bari (il certificato è stato rilasciato in data 17/09/2012 con validità al
24.06.2017 con Rif. Pratica VV.F. n. 31856).
E) RUMORE
Il rumore negli ambienti di lavoro
La valutazione del rumore all’interno degli ambienti di lavoro è stata eseguita, a
luglio del 2015, da un tecnico competente (B.U.R. n° 63 n° 2372) che si è servito,
per il rilevamento, di un fonometro integratore di precisione PULSAR
INSTRUMENTS PLC MOD. 81/CA .RO DI SERIE 20363 CON MICROFONO A
CONDENSATORE PREPOLARIZZATO ½° TIPO 105 N.RO DI SERIE 47672
CALIBRATORE/ANALIZZATORE .STRUMENTO DI CLASSE 1 CONFORME ALE
PRESCRIZIONEELLE NORME IEC 651 E IEC 804 COME RICHIESTO LGS. 81.08
La misurazione è stata effettuata, durante le ore di lavoro (7.30-16.30), sia nel
capannone di selezione e imballaggio che nel capannone e capannone di
stabulazione in presenza del lavoratore esposto e in assenza dello stesso; la durata
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33
delle misurazioni è stata in entrambi i capannoni di 5 minuti. Dalle valutazioni è
emerso che il Livello di Esposizione Personale dei lavoratori è inferiore agli 80 dBA.
Dai risultati ottenuti si evince che il limite di esposizione dei lavoratori non supera gli
80 dBA, pertanto, secondo quanto previsto dal D.Lgs. 277/91 “Limiti massimi di
esposizione al rumore in ambiti di lavoro”, il datore di lavoro ha solo l’obbligo di
informare i lavoratori sui rischi a cui sono esposti.
Il rumore all’esterno dello stabilimento
La valutazione del rumore esterno alla “.Iacovo” non si è resa necessaria vista
l’assoluta inesistenza di attività svolte all’esterno e quindi di produzione di rumore.
Generalmente, la normativa in materia di inquinamento acustico prevede oltre al
limite di immissione assoluto (o di zona) anche il limite di immissione differenziale,
costituito dalla differenza tra il rumore ambientale, in cui è compresa l’emissione
della sorgente, e il rumore residuo, in cui viene esclusa l’emissione della sorgente;
nel caso della “Iacovo .”, l’unico standard da rispettare è il limite assoluto in quanto il
comune di Casamassima non ha ancora predisposto il Piano di zonizzazione
del territorio previsto dalla legge 26 ottobre 1995 n. 447.
Si precisa che la valutazione di impatto acustico è stata redatta da tecnico
competente secondo quanto previsto dall’art. 8 della legge n. 447/95.
Le comunicazioni e i formati excel saranno predisposti secondo la seguente tabella:
Rumore, sorgenti
Sorgente
prevalente
Parametro Tipo di
determina
zione
Unità
di
misur
a
Metodica Descrizione
punto di
misura
Frequenz
a
autocontr
ollo
Modalità
di
riferime
nto
Reporting
Per ogni
punto di
misura
Livello di
emissione e
immissione
Campiona
mento
discontinu
o
DB(A) Rif.D.
l.vo 195
10/04/20
06
1)Capannone
pollastre
2)Capannone
allevamento
3)Capannone
imballaggio
biennale Norm.
Vig.
biennale
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F) MISURE/CONTROLLI DI TIPO GESTIONALE
Consumo materie prime
La tabella seguente elenca tutte le materie prime che entrano nel ciclo produttivo.
Nel caso di un allevamento si tratta soprattutto di animali allevati (pollame) e del
mangime che è somministrato agli stessi. La composizione del mangime
somministrato ai capi può avere un importante ruolo sull’impatto ambientale
soprattutto per il contenuto di fosforo e azoto.
Per quanto riguarda la frequenza di autocontrollo delle materie prime l’azienda può
produrre documentazione mensile circa l’acquisto delle granaglie in arrivo.
Denominazione
Modalità
stoccaggio
Fase di utilizzo UM
Frequenza
autocontrollo Fonte dato
Capi di bestiame (pollame..)
Stabulazione Unità Alla ricezione/
inizio ciclo
Contabilità aziendale / registro a scelta del
gestore/autocertificazione
Alimenti Mangimi
Silos, Alimentazione t/anno Alla ricezione Contabilità aziendale /
registro a scelta del gestore/autocertificazione
L’azienda conserva le fatture d’acquisto e i cartellini allegati ai mangimi con
relativa composizione.
Consumo energia
Per l’energia elettrica una frequenza di autocontrollo mensile sia per quanto attiene
l’energia prodotta attraverso il fotovoltaico disposto su 2 capannoni, che l’energia
prelevata per autoconsumo che quella acquistata . Come per i consumi idrici nel
report saranno indicate tutte le misurazioni effettuate secondo la frequenza
dell’autocontrollo sia su materiale cartaceo che digitale.
Descrizione Tipologia UM Frequenza
autocontrollo Fonte del dato
Energia prodotta da fotovoltaico
Energia elettrica MWh/a mensile Contatore/fatture
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Energia prelevata per autoconsumo
Energia elettrica MWh/a mensile Contatore/fatture
Energia acquistata Energia elettrica MWh/a mensile
Contatore/fatture
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36
Combustibili
Tipologia UM Frequenza autocontrollo Fonte del dato
Gasolio l/a annuale Bolle di consegna
Manutenzione programmata dell’ impianto di trasporto del mangime dai silos
alle mangiatoie
La Iacovo ha predisposto un piano annuale di manutenzione dell’impianto di
trasferimento del mangime dai Silos ai capannoni di allevamento.
Il sistema consiste in un tubo in acciaio al cui interno si muove una catena che
trasporta il mangime.
La frequenza di manutenzione attuata è sia annuale (straordinaria) che mensile
(ordinaria) quella straordinaria consiste nella verifica di:
screpolature, fenditure, abrasioni, scollamenti della struttura portante:
verifica e pulizia nei punti a gomito;
eventuale sostituzione della catena o parti di essa.
Per quanto attiene invece i controlli ordinari, la attua sia controlli diretti
mensilmente che indiretti giornalieri secondo un riscontro di partenza dal silos
all’arrivo nei capannoni del mangime dagli addetti al capannone di allevamento.
Circa i controlli diretti sono previsti programmi mensili atti a verificare eventuali
anomalie lungo il tragitto delle tubazioni in acciaio.
perdite evidenziata con formazione di polvere;
controllo delle tenute e dei sostegni orizzontali e verticali
Controllo dei meccanismi di trasporto (catene autolubrificanti).
Corretta quantità di mangime trasportato.
Pulizia generale dei punti di prelievo/arrivo del mangime.
Verifica della disponibilità di mangime nel punto di prelievo.
Verifica dei sostegni
Non sono previsti date limiti di impiego delle tubazioni a meno che non presentino
apparenti segni di decadimento. (eventuali ossidazioni anomale o rottura della
catena)
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37
Le informazioni ed i dati ottenuti dal monitoraggio risulteranno essenziali sia
per migliorare le prestazioni ambientali dell’impianto che per verificare il buon
funzionamento dell’impianto.
PER I DETTAGLI SI RIMANDA AL PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO
ALLEGATO
-
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6) STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
Il seguente capitolo si propone di fornire gli elementi conoscitivi sulle relazioni tra
l’azienda esistente , l’ambiente circostante e gli atti di pianificazione e
programmazione territoriale e di settore.
In particolare verrà effettuata la seguente analisi:
- descrizione dei rapporti di sostenibilità ambientale con gli obiettivi perseguiti dagli
strumenti pianificatori rispetto all’area di localizzazione, con particolare riguardo ai
vincoli paesaggistici, naturalistici, architettonici, archeologici, storico-culturali ed
idrogeologici eventualmente presenti.
Fig. 4.1: Ubicazione sito google
6.1) Piano Regolatore Generale (PRG)
L’azienda, realizzata su di un’area recintata, riportata in Catasto Urbano del
Comune di Casamassima al fg.4 particella 57 graffata alla particella 251.
Dal vigente P.R.G. di Casamassima le particelle 57 e 251 sub2 risultano essere
tipizzati in zona EZ zona destinata prevalentemente agli insediamenti produttivi per
attività zootecniche con relativi impianti anche di macellazione, conservazione e
commercializzazione.
-
39
Fig. 4.1.1 - Carta tecnica regionale
-
40
6.2) Piano Urbanistico Tematico Territoriale per il Paesaggio
(PUTT/P)
Il Piano Urbanistico Territoriale per il Paesaggio (PUTT/P) della Regione Puglia è
stato approvato con Delibera della Giunta Regionale Puglia n. 1748 del 15/12/2000
“PUTT Piano urbanistico territoriale tematico per il paesaggio. Approvazione
definitiva e pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 6
dell’11/01/2001.
a) Componenti geo-morfo-idrogeologiche
La morfologia dell’area si presenta sub-pianeggiante, compresa fra le quote di 150-
160 m e m s.l.m. Grande importanza assume nella zona la presenza di solchi di
erosione di origine carsica denominate “Lame”, la cui localizzazione è importante
poiché sono responsabili del drenaggio delle acque meteoriche.
Le lame presentano una conformazione caratteristica: l’ampiezza delle valli sono
costanti; i versanti sono ripidi, gli angoli tra le pareti e il fondo della valla risultano
accentuati; le lame si localizzano principalmente in corrispondenza di giunti e
fratture ed infine non presentano spartiacque superficiali.
Le unità litotecniche che interessano la suddetta zona sono:
calcarenite
calcari.
Il deposito superficiale in affioramento è costituito dalla calcarenite porosa, che si
presenta di colore bianco-nocciola, in banchi di spessore superiore al metro ed è
caratterizzata da granulometria variabile con grado di cementazione mediocre.
Localmente sono evidenti delle piccole cavità carsiche riempite di terra rossa, in
corrispondenza di fratture che rappresentano una via preferenziale di passaggio
delle acque di scorrimento.
In profondità le calcareniti presentano caratteristiche leggermente diverse
diventando più farinose e sabbiose con intercalati abbondanti livelli di terra rossa.
-
41
Lungo la colonna stratigrafica della calcarenite è possibile distinguere
macroscopicamente tre tipologie di calcarenite.
La varietà 1, proveniente dal livello più profondo estesa per circa 5 m di spessore, è
costituita da una biocalcarenite biancastra; la varietà 2, posta stratigraficamente
sulla precedente, si estende per uno spessore di 8 m, e risulta costituita da
biocalcarenite più grossolana; la varietà 3, infine, rappresenta il livello più
superficiale e si estende per circa 7 m dal piano campagna.
Tale alterazione e/o carsificazione della parte sommitale della formazione è favorita
dalla presenza in tale porzione di stratificazione più sottile, nell’ordine di pochi
centimetri, che costituisce i cosiddetti livelli a “chiancarelle”. Laddove a tale
stratificazione fitta si accompagna la presenza di discontinuità tettoniche (fratture,
faglie), la roccia risulta notevolmente disgregata; l’aspetto complessivo può
ricordare, in questi casi, quello di una breccia a scarsa matrice. Nelle zone
maggiormente fratturate, la disgregazione può divenire tale da mascherare
completamente l’originario assetto stratificato dell’ammasso roccioso. Lo sviluppo di
fenomeni carsici nel Calcare di Bari, nonché di quelli paracarsici (ANELLI, 1963,
1964; PARISE et alii, 2010) nelle sovrastanti calcareniti, ha prodotto, infine, depositi
tipo “terra rossa” (prodotti residuali della dissoluzione delle rocce carbonatiche), che
vanno a coprire sotto forma di patine, o a colmare con veri e propri depositi di
riempimento, le micro‐cavità formatesi negli ammassi rocciosi. Depositi alluvionali
recenti ed attuali, che marcano lo sviluppo delle principali lame.
In sintesi la successione stratigrafica comprende, a partire dai termini più
antichi, le seguenti unità: Calcari di Bari, “depositi bioclastici I, depositi
salmastri, “depositi bioclastici II, depositi litorali o “detritico - bioclastici”,
depositi dunari, depositi fluviali.
Carsismo Il territorio in esame non presenta, rispetto ad altre zone della regione
Puglia, una elevata densità di cavità carsiche, sulla base dei dati del Catasto
Regionale delle Grotte della Regione Puglia.
In prossimità dell’area in esame non sono presenti emergenze geologiche di
riconosciuto valore scientifico come grotte, doline o puli, gravine e lame; non
vi sono emergenze idrogeologiche.
-
42
stralcio PUTT/p con la rappresentazione grafica dei vincoli presenti nell’area-
b) Componenti botanico-vegetazionali
L’area in esame non è contigua a emergenze di questo ambito di riconosciuto
valore scientifico, né alle relative “aree di pertinenza” e/o “aree annesse”come
boschi o macchie, beni naturalistici di riconosciuto rilevante valore scientifico sia
faunistico che floristico, né di parchi regionali e/o comunali; non ricade, quindi,
all’interno di un “Biotopo e/o sito d’interesse naturalistico”.
c) Componenti storico-culturali
La precisa localizzazione del sito in zona indica la totale assenza di zone
“archeologiche”, di “beni architettonici” o di “punti panoramici”.
In merito ai potenziali impatti ambientali con riferimento alle vigenti normative, si
puòaffermare che l’opera prevista nel presente studio non comporta modifiche
sostanziali ai caratteri della zona di intervento e, pertanto, rispetta le direttive di
tutela dell’art. 3.05 delle N.T.A. del PUTT “Paesaggio”.
d) Vincoli Sopraintendenza per i Beni Ambientali, Architettonici, Artistico e Storici,
come è rilevabile dalla documentazione cartografica “vincoli ex lege 1497”.
e) Decreti Galasso
L’area in esame non è sottoposta al vincolo Decreti Galasso, come è rilevabile dalla
documentazione cartografica “Decreti Galasso”.
f) Vincoli Idrogeologici
L’area in esame non è sottoposta a vincoli idrogeologici, come è rilevabile dalla
documentazione cartografica “Vincoli Idrogeologici”.
-
43
g) Boschi-Macchia-Biotopi-Parchi
L’area in esame non ricade all’interno di un “Biotopo e/o sito d’interesse
naturalistico” di conseguenza non è sottoposta a tale vincolo come è rilevabile dalla
documentazione cartografica “Boschi-Macchia-Biotopi-Parchi”.
h) Catasto delle Grotte
L’area in esame non è sottoposta a tale vincolo come è rilevabile dalla
documentazione cartografica “Catasto delle Grotte”.
i) Vincoli e segnalazioni architettonici-archeologici
L’area in esame non risulta sottoposta a vincoli dovuti a segnalazioni architettoniche
e/o archeologiche come è rilevabile dalla documentazione cartografica “Vincoli e
segnalazioni architettonici-archeologici”.
l) Idrologia superficiale
L’area in esame non è sottoposta a tale vincolo come è rilevabile dalle
documentazione cartografica “Idrologia superficiale”.
m) Usi civici
L’area in esame non è sottoposta a tale vincolo, come è rilevabile dalla
documentazione cartografica “Usi civici”, ai sensi di quanto disposto dall’art. 9 della
L.R. 28/01/1998 n. 7 “Usi civici e terre collettive” in attuazione della Legge
16/06/1927 n. 1766 del R.D. 26/02/1928 n. 332” e dell’art. 11 della L.R. 04/05/1999
n. 17.
n) Vincoli faunistici
L’area in esame non è sottoposta a tale vincolo come è rilevabile dalla
documentazione cartografica “Vincoli faunistici”.
o) Geomorfologia
L’area in esame non è sottoposta a tale vincolo come rilevabile dalla
documentazione cartografica “Geomorfologia”.
Riepilogo della situazione vincolistica esistente ex lege 1497/39
Il sito non è soggetto a vincolo paesaggistico (L.s. 29/06/1939 n. 1497 Protezione
delle bellezze naturali-DM 01/08/1985 Galassini) pertanto non è necessario il
-
44
rilascio di parere da parte del Ministero per i Beni Architettonici e Culturali, tramite la
competente
VINCOLI P.U.T.T. /P
SITUAZIONE VINCOLISTICA
Vincoli ex lege 1497 Non soggetto Decreti Galasso Non soggetto Vincoli idrogeologici Non soggetto Boschi-Macchia-Biotopi-Parchi Non soggetto Catasto delle grotte Non soggetto Non soggetto Vincoli e segnalazioni architettonici archeologici Non soggetto Idrologia superficiale Non soggetto Usi civici Non soggetto Vincoli faunistici Non soggetto Geomorfologia Non soggetto Riepilogo vincolistica presente sul sito
-
45
6.3) Ambiti Territoriali Distinti (A.T.D.)
Gli elementi strutturanti il territorio si dividono nei sottoinsiemi:
- Assetto geologico, geomorfologico e idrogeologico;
- Copertura botanico- vegetazionale, colturale e presenza faunistica;
- Stratificazione storica dell’organizzazione insediativa.
Per ciascuno dei sottoinsiemi e delle relative componenti, le norme relative agli
ambiti territoriali distinti specificano:
- la definizione che individua, con o senza riferimenti cartografici, l’ambito delle sue
caratteristiche e nella sua entità minima strutturante;
- la individuazione dell’area di pertinenza (spazio fisico di presenza) e dell’area
annessa (spazio fisico di contesto);
- i regimi di tutela;
- le prescrizioni di base.
6.4) Ambiti territoriali estesi (ATE)
Il PUTT/P definisce e individua ambiti territoriali, con riferimento ai valori
paesaggistici in:
- Valore ECCEZIONALE (A) laddove sussistano condizioni di rappresentatività di
almenoun bene costitutivo di riconosciuta unicità e/o singolarità, con o senza
prescrizioni vincolistiche preesistenti;
- Valore RILEVANTE (B) laddove sussistano condizioni di compresenza di più beni
costitutivi con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti;
- Valore DISTINGUIBILE (C) laddove sussistano condizioni di presenza di un bene
costitutivo, con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti;
- Valore RELATIVO (D) laddove pur non sussistendo la presenza di un bene
costitutivo, sussista la presenza di vincoli (diffusi) che ne individui una significatività;
- Valore NORMALE (E) laddove non è direttamente dichiarabile un significativo
valore paesaggistico;
L’area d’intervento non ricade in alcun ambito territoriale esteso, come si
evince dalla documentazione cartografica.
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Stralcio PUTT/P- Ambiti territoriali estesi (A.T.E.)
Indirizzi di tutela In riferimento agli ambiti estesi il rilascio delle autorizzazioni deve perseguire obiettivi di salvaguardia e valorizzazione paesaggistico e ambientale, in base ai seguenti indirizzi di tutela: - Negli ambiti di valore ECCEZIONALE (A) conservazione e valorizzazione dell’assetto attuale; recupero delle situazioni compromesse attraverso la eliminazione dei detrattori; - Negli ambiti di valore RILEVANTE (B) conservazione e valorizzazione dell’assetto attuale; recupero delle situazioni compromesse attraverso la eliminazione dei detrattori e/o mitigazione degli effetti negativi, massima cautela negli interventi di trasformazione del territorio; - Negli ambiti di valore DISTINGUIBILE (C) salvaguardia e valorizzazione dell’assetto attuale se qualificato; trasformazione dell’assetto attuale se compromesso per il ripristino e ulteriore qualificazione, trasformazione dell’assetto attuale che sia compatibile con la qualificazione paesaggistica; - Negli ambiti di valore RELATIVO (D) valorizzazione degli aspetti rilevanti con salvaguardia delle visuali panoramiche; - Negli ambiti di valore NORMALE (E) valorizzazione delle peculiarità del sito.
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6.5) Piano di Bacino Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI)
Con riferimento alla delibera n.39 del 30/11/2015 del Comitato Istituzionale
dell’Autorità di Bacino della Puglia, istituita con L.R. Puglia n. 19 del 09/12/2002
“Istituzione dell’Autorità di Bacino della Puglia”, è stato adottato il Piano di Bacino
Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI).
Il PAI ha come obiettivo specifico l’individuazione delle aree a rischio di frana e di
alluvione e la previsione di azioni finalizzate alla prevenzione e mitigazione di detto
rischio sul territorio. Lo studio di compatibilità idrogeologica ed idrologica è soggetto
al parere dell’Autorità di Bacino che ne verifica la coerenza con la pianificazione di
bacino in atto.
L’area in esame non rientra in nessuna area soggetta a rischio esondazione o
area a pericolosità idraulica così come si evince dalla cartografia relativa allo
Stralcio PAI- Autorità di Bacino della Puglia qui di seguito riportata.
Fig. 4.5.1 - Stralcio PAI- Autorità di Bacino della Puglia
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6.6) Aree naturali protette
La Regione Puglia ha previsto con la legge regionale n. 19 del 24.07.1997 “Norme
per l’istituzione e la gestione delle aree naturali protette della Regione Puglia” una
serie di aree naturali protette (la cui gestione è affidata a seconda della dimensione
delle aree perimetrale a Province, Comunità Montane, Città metropolitane, Enti
locali (art. 9)).
6.7 Rete Natura 2000 – SIC e ZPS
La direttiva comunitaria del 1992 Habitat (relativa alla conservazione degli habitat
naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche) recepita in Italia con il
DPR 8/09/1997 n.357, disciplina fra l’altro le modalità con cui deve essere realizzata
la rete ecologica Natura 2000, importante tentativo di realizzare strumenti e
strategie comuni di tutela. L’art. 4 stabilisce, infatti, che gli habitat naturali e semi-
naturali delle specie inserite nel decreto siano opportunamente censiti. Sulla scorta
di tale direttiva il Ministero dell’Ambiente ha dato vita al progetto BioItaly che si è
occupato di individuare e delimitare i proposti Siti di Importanza Comunitaria (SIC).
La Regione Puglia ha individuato e cartografato 77 Siti di Importanza Comunitaria e
ha designato 6 siti come Zone a Protezione Speciale ai sensi della direttiva
79/409/CEE relativa alla conservazione degli uccelli selvatici (recepita in Italia dalla
legge n. 157 dell’11/02/1992). Allo stato attuale in Puglia risultano designati 96 SIC
e 10 ZPS.
L’area in esame non ricade all’interno della perimetrazione di nessuna
tipologia di Aree naturali protette.
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SIC, ZPS e Aree Protette della Regione Puglia(territorio di Casamassima)
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6.8) Piano Paesaggistico Territoriale Regionale
Con delibera n. 176 del 16 febbraio 2015, pubblicata sul BURP n. 40 del
23.03.2015., la Giunta Regionale ha approvato il Piano Paesaggistico Territoriale
Regionale della Puglia.
Dalla figura seguente si evince che il sito della Iacovo non è soggetto a nessun
vincolo rientrante nel PPTR .
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7) IMPATTI POTENZIALI
L’analisi che segue ha lo scopo di analizzare le componenti ambientali,
potenzialmente interessate dalla realizzazione del progetto in questione,
individuando quelle maggiormente interessate sia direttamente che indirettamente,
prevedendone gli effetti e predisponendo opportune eventuali misure di mitigazione.
Le potenziali componenti ambientali che potrebbero, ciascuna a diverso titolo,
essere interessate dall’attività che si svolgerebbe nell’impianto in oggetto, sono cosi
elencate e definite:
a) atmosfera: qualità dell’aria e caratterizzazione meteoclimatica;
b) ambiente idrico: acque sotterranee e superficiali considerate come componenti,
come ambienti e come risorse;
c) suolo e sottosuolo: sotto il profilo geologico, geomorfologico e pedologico;
d) vegetazione, flora e fauna: formazioni vegetali, associazioni animali, specie
protette ed equilibri naturali;
e) ecosistemi antropici:complessi di componenti e fattori fisici, chimici e biologici fra
loro interagenti ed interdipendenti che formano un sistema unitario identificabile per
propria struttura, funzionamento ed evoluzione temporale;
f) salute pubblica: come individui e comunità;
g) rumore e vibrazioni: considerati in rapporto all’ambiente sia naturale che umano;
h) paesaggio: aspetti morfologici e culturali del paesaggio, identità delle comunità
umane interessate e relativi beni culturali.
Come previsto dalla normativa vigente l’analisi e la caratterizzazione delle
componenti ambientali coinvolte sono svolte in relazione al livello di
approfondimento necessario per l’attività da insediare e per la peculiarità
dell’ambiente interessato in relazione alla sua ubicazione sul territorio.
7.1. Emissioni in atmosfera
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Principale riferimento per valutare la qualità dell’ambiente atmosferico sono gli
standard di qualità dell’aria, che le legislazioni europea ed italiana hanno fissato
negli anni più recenti, in particolare:
- D.Lgs n. 152/06 “Norme in materia ambientale” – Parte Quinta
- “Norme in materia di tutela dell’aria e di riduzione delle emissioni in atmosfera”
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L’impianto in oggetto determina potenziali impatti sulla qualità dell’aria attraverso le
seguenti attività che generano emissioni in atmosfera: stabulazione galline ovaiole.
Uno dei fattori degni di nota è il traffico veicolare, indotto dalla adiacente S.S. 100.
Si passa ad analizzare le emissioni di polvere .
Queste ultime sono ascrivibili essenzialmente alle seguenti fasi operative:
- fase di stabulazione con ventole accese per il raffrescamento dei capannoni e
disidratazione della pollina.
Per quanto riguarda le emissioni odorigene, le fonti di odore provenienti dall’attività
sono del tutto trascurabili, e pertanto non è necessario applicare particolari misure
di mitigazione se non quelle già applicate.
Alla luce di quanto riportato precedentemente, sono state effettuate delle rilevazioni
delle polveri diffuse e riportate di seguito.
Si precisa che le attività della Iacovo non prevedono emissioni convogliate.
I valori rilevati come emissioni diffuse portano ad escludere la necessità di ricorrere
all’utilizzo di sistemi di abbattimento attraverso il convogliamento (filtri ecc.).
L’Azienda, come meglio chiarito nei paragrafi precedenti, continuerà a monitorare
periodicamente tali emissioni al fine di garantire il rispetto dei limiti legislativi.
L’Azienda provvederà a verificare questi valori attraverso analisi adeguate nei punti
di emissione ripetute con cadenza annuale.
Alla luce delle considerazioni precedenti è possibile affermare che le
emissioni in atmosfera indagate producono un impatto lieve.
Misure di mitigazione e/o compensazione
Emissione in atmosfera
Le fasi di stabulazione sono contraddistinte da sviluppo odori sgradevoli
causati dall’alto tenore di sostanza organica contenuta nella pollina tal quale;
per contenere tale situazione nel capannone M (concimaia) viene attuato un
rivoltamento periodico per prevenire il più possibile il processo di
fermentazione anaerobica, e quindi produzione di odori sgradevoli. La fase
delicata è rappresentata dal trasporto della pollina alla concimaia a circa 60-
80 m di distanza a seconda del capannone di provenienza.
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Condizioni normali: limitata emissione di polveri durante il trasporto vista
l’umidità della massa. Inoltre il trasporto è effettuato da personale formato
allo scopo, che opera comunque in condizioni di sicurezza al fine di
evitare lo sversamento della biomassa.
Emergenza: sversamento della pollina durante il trasporto dai capannoni
alla concimaia causata da una rottura del mezzo di trasporto utilizzata
allo scopo o anche da una distrazione dell’operatore. In conseguenza allo
sversamento si potrebbe verificare un’emissione di odori sgradevoli e
comunque la necessità di rimuovere immediatamente la pollina per
collocarla nella concimaia in attesa di spandimento. Comunque il
potenziale sversamento non rappresenta un pericolo ambientale viste le
quantità e la qualità dello sversato.
Sono realizzate tutte le tecniche migliori per diminuire l’impatto delle deiezioni
in ambiente esterno. (vedi tecniche di stabulazione). Inoltre il gestore attua
un monitoraggio delle emissioni diffuse delle aree esterne ai capannoni.
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7.2 Emissioni acustiche
Come descritto, l’attività non comporterà impatti significativi sull’ambiente poiché
essa è totalmente trascurabile
7.3 Impatto sull’ambiente idrico
L’approvvigionamento idrico per abbeveraggio animali irrigazione e per le
attività dell’opificio in genere avviene tramite un pozzo artesiano aziendale.
Per il consumo umano e per le attività di imballaggio e selezione si utilizza la
rete dell’acquedotto pugliese ..
Gli unici scarichi idrici della “Iacovo” pertanto, sono rappresentati dalle acque
reflue provenienti dagli uffici amministrativi e dal locale centro imballaggio .
Questi ultimi avviano i propri effluenti liquidi al trattamento mediante fossa
imhoff, di cui possiede regolare autorizzazione. La “Iacovo”, con una
periodicità annuale, provvede a contattare la ditta autorizzata alla pulizia
della vasca e allo smaltimento dei fanghi di decantazione.
Acqua di lavaggio
La Avicola Iacovo non produce acqua di processo. Infatti nelle varie fasi di
produzione aziendale non vi sono effluenti in uscita di processo. Le uniche
acque che l’azienda deve gestire sono le acque di lavaggio dei capannoni
per cui l’azienda dispone di vasche per 70 m3 di capacità retrostanti i
capannoni di stabulazione. Le predette acque sono trattate come rifiuto e
quindi smaltite a norma di legge.
- il piazzale esterno, interessato al parcheggio degli operatori e carico/scarico, è
pavimentato in conglomerato bitumioso di adeguato spessore e la stessa area è
realizzata con una pendenza tale da far confluire le acque meteoriche raccoltesi ad
un impianto di trattamento. Questo avviene grazie a delle griglie di raccolta poste in
corrispondenza dei punti a minor quota.
- gli impianti di raccolta delle acque reflue, che per tale tipo di attività non prevede la
presenza di sostanze di cui alle tabelle 3A e 5 dell’allegato 5 del D.Lgs. 152/06
Per quanto esposto, si può quindi affermare che gli impatti sulla componente
idrica saranno nulli.o minimali
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Misure di mitigazione e/o compensazione
Come descritto, può determinare impatti non significativi sulle componenti idriche
superficiali e sotterranee.
7.4) Impatto su suolo e sottosuolo
L’impianto, come detto, è ubicato in un’area tipizzata dal vigente P.R.G. di
Casamassima in zona EZ zona destinata prevalentemente agli insediamenti
produttivi per attività zootecniche con relativi impianti anche di macellazione,
conservazione e commercializzazione.
Non si prevede incremento di uso del suolo né modifiche alle aree interne, in quanto
le stesse sono già idonee all’attività di allevamento.
I potenziali impatti, infatti, potrebbero derivare principalmente da possibili infiltrazioni
nel sottosuolo di acque inquinate, o percolato qualora si formi in condizioni estreme;
ma come è stato già detto la pollina viene stoccata in capannone coperto e con
umidità contenuta (intorno al 40%). Inoltre se consideriamo il potenziale impatto
delle acque meteoriche dilavate sui piazzali e quindi smaltite per subirrigazione
possiamo affermare che le stesse non contengono sostanze pericolose e comunque
il gestore attua un piano di monitoraggio annuale delle stesse.
Per quanto attiene le acque di lavaggio dei capannoni è stato già detto che sono
convogliate in vasche a tenuta e successivamente smaltite come rifiuto. Circa lo
spandimento della pollina l’azienda ha prodotto un Piano completo di Utilizzazione
agronomica. Tale piano contempla l’utilizzo su terreni non facenti parte dell’azienda
ma smaltiti su terreni di terzi.
Pertanto l’impatto sul suolo e sottosuolo può considerarsi nullo.
Misure di mitigazione e/o compensazione
Come descritto, l’allevamento non determinerà impatti significativi sulle componenti
suolo e sottosuolo.
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7.5 Ecosistemi
Il territorio di Casamassina è interessato, da avvallamenti denominati Lame, in cui si
formano torrenti. In particolare, la lama di maggior importanza risulta essere Lama
San Giorgio, che taglia da Nord a Sud i territori comunali di Casamassima. Infatti è
un territorio abbastanza antropizzato per cui, se pur presenti terreni coltivati e
terreni incolti, non vi è presenza di spazi occupati da “ecosistemi naturali” di pregio
e importanti ai fini dei corridoi ecologici. Il territorio risulta caratterizzato ad ampio
raggio prevalentemente da agro sistemi in cui la coltura principale è l’olivo e vigneti,
colture che ben si adattano alla tipologia del suolo ed alle miti condizioni meteo
climatiche del posto. Nel territorio di indagine sono stati prodotti numerosi elementi
di frammentazione degli ecosistemi, attraverso l’espansione urbana residenziale,
ma soprattutto con le aree produttive di livello comunale (frammentazione areale) e
con le strade (frammentazione lineare). La frammentazione degli ecosistemi porta
all’adozione, da parte della comunità europea, di sistemi di implementazione della
rete ecologica esistente e alla creazione o al potenziamento di nuovi tratti di rete per
collegare tra loro i nodi della rete stessa e rappresentati dai siti SIC e ZPS.
Ciascuna delle azioni svolte dall’attività di allevamento delle galline ovaiole, non
comporta impatti sull’ecosistema circostante
L’osservazione nel tempo dei ricettori sensibili ha evidenziato che l’impianto non ha
provocato alcuna interferenza.
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PPTR la struttura eco sistemica, Naturalità
7.6 Fauna
La fauna prevalente, che ha saputo colonizzare gli ambienti coltivati, è la seguente:
- mammiferi: volpe, riccio
- anfibi: rospo, raganella
- rettili: lucertola, biacco
- uccelli: rapaci diurni e notturni, gazze, corvi, ghiandaie, cinciallegre.
La struttura della comunità animale risente delle modificazioni del territorio e
presenta un ridotto numero di specie animali di grande taglia, ma un numero
maggiore di specie di piccola taglia (insetti ed invertebrati, uccelli di piccola taglia,
micromammiferi).
Tra i Mammiferi oltre alle specie più comuni, volpi, faine, donnole, talpe, varie
specie di topi, sono presenti il riccio di terra, il tasso.
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La fauna che colonizza questo territorio si è adattata alle condizioni della copertura
vegetale, anche se la caccia e le modificazioni ambientali hanno portato ad una
estinzione di molte specie presenti sino all’inizio del secolo scorso, come il lupo, il
capovaccaio, il gatto selvatico, la gallina prataiola, per citarne alcune delle più note.
La struttura della comunità animale risente di queste profonde modificazioni e
presenta un ridotto numero di specie animali di grande taglia, ma un numero
maggiore di specie di piccola taglia (insetti ed invertebrati, uccelli di piccola taglia,
micrommamiferi) .
7.7 Flora
E’ una formazione vegetale caratterizzata da un denso strato arbustivo, in cui si
perde l’individualità di ogni singola pianta, che sfuma in un complesso intrico
vegetale che lascia poco spazio persino alle specie erbacee. E’ rappresentata da
cespugli sempreverdi, alberi bassi, con alcuni rari alberi alti, adatti a sopportare la
siccità, con foglie spesso coriacee e spinose, tipiche dei climi caldi e secchi. Piante
tipiche della macchia sono la ginestra, il corbezzolo, l’erica, il fico, il biancospino, il
rovo, il carrubo, la quercia spinosa, il cappero, il mirto, il lentisco ed altri. L’area
interessata di impianto non rientra tra le aree di particolare pregio
naturalistico, ambientale e paesaggistico, bensì in corrispondenza di un’area
tipizzata dal PRG del Comune di Casamassima come “E.Z.” a destinazione agricola
di normale conduzione agricola/forestale .
Le colture che interessano l’area vasta, sono promiscue e vedono aree destinate a
uliveti frammisti a vigneti e sistemi colturali e particellari complessi.
Impatto potenziale sugli ecosistemi naturali: flora, fauna
Gli elementi da prendere in considerazione per gli impatti su tale componente sono:
- alterazione dello stato dei luoghi;
- sollevamento di polveri;
- rumori estranei all’ambiente.
L’impatto dovuto all’attività di allevamento sugli ecosistemi naturali sarebbe
riconducibile, in primis, soprattutto al danneggiamento e/o alla eliminazione diretta
di specie colturali annuali, ove presenti; questa interferenza, tuttavia, non avverrà
nel caso in esame in quanto gli interventi non prevedono modifiche allo stato
naturale dei luoghi, inalterati da circa 30 anni; inoltre si ribadisce che l’ubicazione
del sito è in area destinata ad attività Agricole zootecniche.
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Quindi nel caso in esame non è prevedibile nessun cambiamento/alterazione dello
stato dei luoghi poiché non si tratta di ampliamento e/o occupazione di nuove aree.
Altri impatti attesi a carico degli ecosistemi esistenti sono dovuti alle produzioni di
polveri seppur minimi e irrilevanti come dimostra il monitoraggio effettuato mentre
per quanto riguarda i rumori è stato dimostrato con misurazioni all’interno delle
attività che rientrano ampiamente nei limiti di legge mentre non è stato ritenuto utile
effettuare la misurazione all’esterno in quanto lo stesso rumore, per questo tipo di
attività è impercettibile. Gli impatti sulla vegetazione, sulla flora, sulla fauna, e sugli
ecosistemi in genere, sul paesaggio e sul patrimonio culturali, sono state svolte a
livello qualitativo, vista la difficoltà di trovare correlazioni tra i potenziali impatti
generati dall’attività dell’impianto di allevamento e i sistemi ambientali.
Per quanto detto, si può concludere che l’impatto sulla flora e fauna e sulle
componenti ecosistemiche è nulla o trascurabile.
Misure di mitigazione e/ compensazione
Per ridurre gli impatti sugli ecosistemi naturali dovuti principalmente alla produzione
di polveri e odori sono utilizzati tutte le migliori tecnologie disponibili per minimizzare
interferenze la componente eco sistemica.
7.8 Paesaggio e patrimonio culturale
Tra le varie componenti ambientali, di rilevante importanza risulta essere l’incidenza
che assume il concetto di paesaggio o scenario panoramico il quale assume una
pluralità di significati, non sempre di immediata identificazione, che fanno riferimento
sia al quadro culturale che naturalistico. Possono essere considerati come scenari
panoramici nel caso di un paesaggio rurale, le masserie, i casolari, la vegetazione
che delimita i campi e le proprietà, i segni netti o modificati delle colture e dei filari, il
bosco e la macchia che incorniciano i poderi; tale scenario riassume i caratteri del
territorio pugliese nelle sue varie manifestazioni.
Il paesaggio dell’area di riferimento si presenta fortemente caratterizzato dalla SS10
sui cui lati (in particolare il lato Est) si inseriscono sia grandi volumi edilizi (Vedi
Baricentro) che terreni coltivati a vigneti ed uliveti. La SS 100 domina tutte le
prospettive paesaggistiche dell’area evidenziandone la vocazione commerciale
produttiva dell’area. La Avicola Iacovo si inserisce in detto contesto senza alterarne
le linee paesaggistiche fondamentali essendo di scarsa rilevanza sia le altezze che i
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volumi dei propri manufatti ed essendo questi ultimi inseriti, nel proprio contesto,
armonicamente con alternanza costruito-verde ornamentale-uliveto. Come esposto
in precedenza, si precisa che lo stabilimento è esistente da svariati anni (oltre 30),
pertanto, considerato che l’impianto è ubicato in area distante dal centro abitato, è
dotato di recinzione con caratteristiche adatte al circondario, è realizzato in modo
tale da ridurre l’impatto visivo e quindi l’eventuale interferenza sulla componente
paesaggista è trascurabile/nulla, in quanto non sono previste alterazioni a quella
che attualmente è la visuale esistente nonché la tipologia di attività presenti nel
circondario.
Misure di mitigazione e/ compensazione
Come descritto, l’attività non determinerà interferenze di rilievo con le componenti
paesaggio e patrimonio culturale.
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8) PORTATA E PROBABILITÀ DELL’IMPATTO
Al fine di stabilire caratteristiche quali “durata”, “frequenza” e “reversibilità”
dell’impatto sull’ambiente dovuto all’attività di allevamento di galline ovaiole, è
necessario stabilire se vi sia effettivamente un impatto. Fatte le dovute
semplificazioni, verranno nel seguito identificati come impatti ambientali potenziali
l’incrocio delle principali attività antropiche con le principali caratteristiche
ambientale (matrice di screening).
Gli indicatori presi come riferimento e quindi considerati sono illustrati nella tabella
seguente:
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PORTATA E PROBABILITA’ DELL’IMPATTO
Indicatore Descrizione
Acque superficiali Indica eventuali variazioni qualitative relative ai parametri chimico fisici delle acque di ruscellamento e relativi habitat
Regime delle acque superficiali Indica eventuali variazioni relative al regime delle portate e dello scorrimento delle acque superficiali e relativi habitat
Qualità delle acque sotterranee Indica eventuali variazioni qualitative relative ai parametri chimico fisici delle acque sotterranee e relativi habitat
Regime delle acque sotterranee Indica eventuali variazioni relative al regime delle portate e dello scorrimento delle acque sotterranee e relativi habitat
Qualità dell’aria Indica eventuali variazioni misurabili della qualità dell’aria in un’area determinata e circoscritta.
Qualità e struttura del terreno Indica eventuali variazioni della struttura e della qualità chimica del terreno
Attività umane e fruibilità dell’area: agricoltura/allevamento
Indica eventuali impatti che l’attività può produrre relativamente alle pratiche agricole e zootecniche
Attività umane e fruibilità dell’area: salute pubblica
Indica eventuali impatti che l’attività può produrre sulla salute umana e qualità di vita
Attività umane e fruibilità dell’area: qualità sensoriale (odori)
Indica l’eventuale emissione di sostanze odorifere sgradevoli ed il loro grado di percezione
Attività umane e fruibilità dell’area: qualità acustica
Indica il grado di immissione ed emissione acustica relazionato alla zonizzazione acustica comunale
Variazione del numero delle specie (fauna) Indica eventuali variazioni del numero delle specie, considerando la scomparsa o l’introduzione alloctona di specie, con particolare attenzione alla scomparsa di quelle di interesse conservazionistico
Variazione della densità di popolazioni (fauna) Indica eventuali variazioni della densità (numero di individui su di un territorio) di una popolazione specifica, considerando le riduzioni e/o le introduzioni di individui di specie alloctone
Variazione dei cicli vitali (fauna) Indica eventuali variazioni al ciclo vitale (fenologia) di alcune specie,con particolare riguardo a quelle di interesse conservazioni stico
Variazione del numero delle specie (flora) Indica eventuali variazioni del