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Page 1: Attività di ricerca in Astrofisica: dalle comete agli esopianeti Vincenzo Orofino Scuola Estiva di Fisica 2014

Attività di ricerca in Astrofisica: Attività di ricerca in Astrofisica: dalle comete agli esopianetidalle comete agli esopianeti

Vincenzo Orofino Vincenzo Orofino

Scuola Estiva di Fisica2014

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LA GALASSIA

Tutte le stelle che osserviamo ad occhio nudo appartengono ad un enorme aggregato di stelle e nubi di gas e polvere chiamato Galassia (o Via Lattea) cui fa parte il nostro Sole.

NGC 2997 una galassia simile alla nostra

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LE NEBULOSE (1)

Oltre alle stelle, nella Galassia sono presenti nubi di gas e polvere dette nebulose.

Il gas è composto da idrogeno (89%), elio (10%) ed altri elementi in tracce (carbonio, azoto, ossigeno).

La polvere è costituita da piccole particelle (grani) composte da silicati e materiali carboniosi.

Le nebulose hanno dimensioni enormi rispetto a quelle stellari: D 30 – 300 anni-luce (1 anno-luce = 9.5 × 1015 m); la densità del gas è dell’ordine dei 1000 atomi di idrogeno per cm3.

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DIMENSIONI DELLE NEBULOSE

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M16 nella costellazione del Serpente

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M16 nella costellazione del Serpente

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LA NASCITA DELLE STELLE (1)

La densità delle nubi non è omogenea: a causa delle fluttuazioni casuali di densità, si creano addensamenti di materia che, per effetto della gravità, iniziano ad attrarre la materia circostante, accrescendosi rapidamente.

In breve tempo la nube si disgrega in genere in tanti frammenti in contrazione.

In ciascuno di questi frammenti la materia “cade” verso l’addensamento centrale la cui densità aumenta velocemente.

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LA NASCITA DELLE STELLE (2)

Man mano che la densità del gas nelle parti centrali del frammento aumenta, anche la temperatura aumenta (collasso adiabatico).

Quando la temperatura al centro raggiunge i 5-6 milioni di gradi, si innescano le reazioni termonucleari che producono energia: è a questo punto che nasce una stella!

Da un’unica nube possono formarsi molte stelle, che all’inizio sono oscurate dai residui del frammento da cui sono nate.

Esempi di stelle appena formatesi

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LE REAZIONI TEMONUCLEARI (1)

Nelle zone centrali (nucleo) di stelle come il Sole quattro nuclei di idrogeno (protoni) si fondono per formare un nucleo di elio secondo una catena di reazioni nucleari detta ciclo protone-protone.

In queste reazioni nucleari una parte della massa, in sovrappiù, viene convertita in energia.

Sono necessarie alte velocità (elevata temperatura) per vincere la repulsione di natura elettrostatica tra i protoni.

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LE REAZIONI TEMONUCLEARI (2)

E = m c2

dove c = velocità della luce nel vuoto ed m = 4 mp mHe .

Ad ogni fusione viene prodotta una quantità di energia:

Nel Sole ogni secondo 600 milioni di tonnellate di idrogeno vengono trasformate in 596 milioni di tonnellate di elio; la differenza di massa viene convertita in energia che si muove dal centro verso la superficie.

Occorrono milioni di anni per raggiungere la superficie!

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LE REAZIONI TEMONUCLEARI (3)

Nel nucleo di stelle più massicce del Sole la fusione di quattro nuclei di protoni, che dà luogo ad un nucleo di elio, avviene secondo un altro processo più complicato (ciclo carbonio-azoto).

Anche in questa reazione nucleare una parte della massa, in sovrappiù, viene convertita in energia.

Questo processo richiede la presenza di nuclei di carbonio e di azoto, di cui il primo funge da catalizzatore nella reazione.

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EQUILIBRIO IDROSTATICO

L’energia prodotta (sotto forma di raggi ) nel nucleo riscalda gli strati più esterni ed aumenta la pressione, generando una forza di espansione che bilancia la forza di gravità che tende a far continuare il collasso.

La contrazione si arresta e la stella raggiunge una configurazione di equilibrio (equilibrio idrostatico).

Con il raggiungimento dell’equilibrio idrostatico la stella entra nel suo periodo di maturità.

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FASI EVOLUTIVE AVANZATE (1)

Esaurito l’idrogeno al centro, le reazioni nucleari si arrestano.

La pressione degli stati più esterni prende il sopravvento e la stella si contrae.

La compressione aumenta la densità e di conseguenza la temperatura del nucleo.

Si riaccendono le reazioni nucleari: questa volta fra nuclei di elio che si fondono in un nucleo di carbonio.

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L’energia prodotta nel nucleo alza la temperatura degli strati più esterni ed aumenta la pressione: si genera una forza di espansione che supera la forza di gravità.

FASI EVOLUTIVE AVANZATE (2)

La stella si espande fino al raggiungimento di una nuova dimensione di equilibrio: diventa così una gigante (o supergigante) rossa.

Le supergiganti rosse sono tra le stelle più grandi che si conoscano.

Tra 5 miliardi di anni il Sole diventerà una gigante rossa.

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FASI FINALI Stelle di tipo solare: nane bianche

La fase di gigante (o supergigante) rossa non dura a lungo: finito l’elio nel nucleo, le reazioni nucleari di nuovo si arrestano e la stella collassa sotto il peso degli strati esterni.

Per stelle di massa medio-piccola la contrazione si arresta quando l’oggetto raggiunge una dimensione di circa 10˙000 km; si tratta di una stella molto densa e calda detta nana bianca.

La densità media di una nana bianca è molto alta: un centimetro cubo pesa circa 1000 kg!

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Spesso una nana bianca è circondata da un involucro gassoso (nebulosa planetaria) formatosi durante la precedente fase di gigante rossa, a causa del forte vento stellare dovuto alla bassa gravità superficiale.

Le nebulose planetarie sono oggetti in espansione molto più piccoli e meno massicci delle nubi in cui nascono le stelle.

Il processo che rende luminose le nebulose planetarie è l’emissione da parte degli ioni di ossigeno (O+

+ o O III) e di

azoto (N+ o N II).

FASI FINALI Stelle di tipo solare: nebulose planetarie

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FASI FINALI Stelle di grande massa: cicli contrazione-espansione e collasso finale

Per stelle di massa grande rispetto a quella del Sole (M > 8 M) la contrazione porta all’innesco di nuove reazioni termonucleari che portano via via, attraverso cicli di contrazioni ed espansioni, alla formazione di nuclei sempre più pesanti fino al ferro.

Le reazioni nucleari che coinvolgono il ferro (Fe Ni), invece di sviluppare energia, la richiedono: ciò dà luogo al violento collasso finale di tutta la stella, in cui il nucleo si contrae diventando un oggetto superdenso del diametro di poche centinaia di km.

NOTA: 1 M = 2 × 1030 kg = massa del Sole

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FASI FINALI Stelle di grande massa: supernovae

Fino al 70% della massa stellare viene espulso a velocità molto elevate (30˙000 km/s), mentre il nucleo continua a collassare.

Per una settimana una supernova può avere una luminosità superiore a quella di tutte le altre stelle della sua galassia messe insieme.

Gli strati esterni, che precipitano sul nucleo, “rimbalzano” su di esso, dando luogo ad una esplosione catastrofica: la stella diviene una supernova.

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FASI FINALI Stelle di grande massa: supernovae

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La Nebulosa del Granchio nella costellazione del Toro

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Esplosione di supernova nella galassia M74

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FASI FINALI Stelle di grande massa: residuo dell’esplosione di una supernova

Ciò che spesso rimane dopo l’esplosione è un piccolo oggetto superdenso di dimensioni pari a circa 10 km, chiamato stella di neutroni.

Talvolta, quando la stella è molto massiccia, l’esplosione di una supernova dà luogo ad un buco nero centrale.

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Un buco nero isolato risulterebbe individuabile per un ipotetico osservatore solo se quest’ultimo gli fosse molto vicino.

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EVOLUZIONE STELLARE Riepilogo

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FORMAZIONE PLANETARIA

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Sistema Solare: sistema costituito da una stella centrale (il Sole), da otto pianeti che le orbitano intorno e da altri corpi minori.

Pianeti: corpi in orbita intorno al Sole, aventi forma regolare e raggio maggiore di 1000 km.

Corpi minori: corpi (quali i satelliti dei pianeti, gli asteroidi, le comete, i meteoroidi e la polvere interplanetaria) di dimensioni minori rispetto a quelle dei pianeti

NOTA: vengono catalogati tra i corpi minori anche quei satelliti con raggio maggiore di 1000 km (come la Luna, Io, Europa, Ganimede, Callisto, Titano e Tritone), in quanto in orbita intorno a un pianeta.

PIANETI E CORPI MINORI

NOTA: vengono catalogati tra i corpi minori anche quei satelliti con raggio maggiore di 1000 km (come la Luna, Io, Europa, Ganimede, Callisto, Titano e Tritone), in quanto in orbita intorno a un pianeta.

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I PIANETI – Dimensioni relative

Giove è il più grande e più massiccio di tutti i pianeti ma ha dimensioni e massa trascurabili rispetto al Sole. Giove possiede, insieme a tutti gli altri giganti gassosi, un sistema di anelli.

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COMETE Caratteristiche generali

Dimensioni: 0.1 km D 50 km (?)

Classificazione:• Lungo periodo (P 200 a) orbite molto eccentriche ed

inclinate sull’eclittica (80%);• Corto periodo (P 200 a) orbite moderatamente eccentriche

e poco inclinate sull’eclittica (20%).

Esempio di cometa a corto periodo: 1P/Halley

Esempio di cometa a lungo periodo: C/1995 O1 Hale-Bopp

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Le comete sono costituite da quattro componenti principali: nucleo, chioma, coda di plasma (gas ionizzato), coda di polvere.

LE COMETE Struttura

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Nucleo: solido e irregolare, costituisce la parte permanente di una cometa.

Il nucleo della cometa Halley: una mistura di ghiacci e materiale roccioso (Palla di neve sporca)

LE COMETE Struttura: il nucleo

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Le due code della cometa Hale-Bopp

LE COMETE Struttura: le code

Code: flusso di gas e polvere che si allontanano dal nucleo.

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Le code di polvere della cometa West

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La coda della cometaIkeya - Zhang

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Aspetto di una cometa lungo la sua orbita

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Sonda lanciata nel 2004 verso la cometa Churyumov-Gerasimenko

LE COMETE Missione Rosetta

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Cometa Churyumov-Gerasimenko

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La cometa 67/P C-G osservata da Rosetta

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Orbita della Churyumov-Gerasimenko

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Il modulo d’atterraggio Philae

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Lo spettrometro ad immagine VIRTIS

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Confronto

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Ci sono altri pianeti nell’Universo?

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Esiste un altro pianeta come la Terra?

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L’osservazione diretta è l’unico modo per cercare di determinare la composizione di un pianeta, ma è difficilissima.

OSSERVAZIONE DIRETTA

Esopianeti del sistema di HR 8799 nella costellazione di Pegaso

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Lecce - 23 novembre 2006

Le stelle sono miliardi di volte più luminose...

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Lecce - 23 novembre 2006

…del pianeta

…nascosto nel bagliore.

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Lecce - 23 novembre 2006

Come questa lucciola!

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IL METODO DEI TRANSITI (1)

Nel caso (raro) in cui il pianeta passi davanti al disco della stella potrebbe verificarsi un’eclisse, registrabile come una piccola

variazione di luminosità della stella.

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IL METODO DEI TRANSITI (2)

Transito del pianeta HD209458b davanti alla sua stella osservato da Terra nel 1999 all’istante previsto

IL METODO DEI TRANSITI (2)

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Il satellite Kepler ed il suo campo di vista

LA MISSIONE KEPLER (NASA, 2009)

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Caratteristiche generali degli esopianeti scoperti

LA MISSIONE KEPLER: RISULTATI (1)

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Gli esopianeti più simili alla Terra

LA MISSIONE KEPLER: RISULTATI (2)

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Abitabilità degli esopianeti

LA MISSIONE KEPLER: RISULTATI (3)

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LA MISSIONE KEPLER: RISULTATI (4)

Pianeti “abitabili”: pianeti di tipo terrestre (0.8 MT M 2 MT), situati nella zona abitabile del loro sistema

NPA: numero totale di pianeti “abitabili” presenti nella Galassia; nPA: numero medio di pianeti “abitabili” presenti intorno a ciascuna stella dotata di tali pianeti ( 1 – ottenuto da Kepler); NT: numero totale di stelle presenti nella Galassia ( 100 miliardi); NS: numero di stelle di tipo solare presenti in totale nella Galassia ( 0.5 NT); NSPA: numero di stelle di tipo solare circondate da pianeti “abitabili” presenti in totale nella Galassia ( 0.02 NS – ottenuto da Kepler).Stima del numero totale di pianeti “abitabili” nella Galassia

1 0.5 1011 109

0.02

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IGR J17361-4441: una catastrofe planetaria lontana 40 000 anni luce

Nel 2011, il satellite Integral ha osservato nell’ammasso globulare NGC 6388 una intensa esplosione di raggi Gamma, un indizio della distruzione di un pianeta (con massa pari circa a quella terrestre) da parte di una nana bianca.

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L’evento è stato seguito anche dai satelliti XMM-Newton, Chandra e Swift. In particolare il Gruppo di Astrofisica di Lecce ha analizzato i dati Swift e oltre un anno di osservazioni dell’evento tramite Integral.

Da bravi investigatori, non tralasciando nessun indizio e piste secondarie, gli autori dell’osservazione hanno scoperto un pianeta di massa terrestre cannibalizzato dalla sua stella compagna in seguito alle interazioni mareali.

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Un evento di questo tipo, estremamente raro, si definisce evento mareale e mostra una curva di luce con un tipico andamento proporzionale a t-5/3!

Alla scoperta, confermata di recente, è stato dato grande risalto dai media.

Del Santo, Nucita, Lodato, Manni, De Paolis, Farihi, De Cesare & Segreto, 2014, MNRAS, in stampa

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