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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Anno CLX n. 218 (48.542) Città del Vaticano giovedì 24 settembre 2020 . y(7HA3J1*QSSKKM( +"!z!;!?!&! All’udienza generale il Pontefice spiega che o si lavora insieme o non si uscirà mai dalla crisi Attuare il principio di sussidiarietà ascoltando i più deboli «Per uscire migliori da una crisi», come quella attuale provocata dalla pandemia, occorre attuare il principio di sussidiarietà «rispettando l’autono- mia e la capacità di iniziativa di tut- ti, specialmente degli ultimi». L’ap- pello ad ascoltare anche “i deboli” e non solo “i potenti” nei progetti per la ripresa economica e sociale da questa emergenza causata dal co- vid-19, è stato lanciato mercoledì mattina, 23 settembre, da Papa Fran- cesco all’udienza generale bagnata dalle prime piogge d’autunno. Proseguendo nel Cortile di San Damaso del Palazzo apostolico vati- cano il ciclo di catechesi sul tema «guarire il mondo», il Pontefice ha approfondito il legame tra «sussidia- rietà e virtù della speranza» così co- me appare evidente nella Prima let- tera ai Corinzi (12, 14.21-22.24-25). In proposito ha rievocato il prece- dente storico della «grande depres- sione economica del 1929», quando «Pio XI spiegò quanto fosse impor- tante per una vera ricostruzione il principio di sussidiarietà». Il quale ha aggiunto Papa Bergoglio «ha un doppio dinamismo: dall’alto verso il basso e dal basso verso l’al- to». E in tal senso «è un principio sociale che ci fa più uniti». Insomma, ha chiarito il vescovo di Roma, «bisogna lasciar parlare tut- ti»; non si può fare a meno della «saggezza dei gruppi più umili», co- me per esempio «i popoli indigeni, le loro culture e visioni del mondo». Mentre invece, purtroppo, si registra «una mancanza di rispetto del prin- cipio di sussidiarietà» che «si è dif- fusa come un virus». Anche perché, ha concluso il Pon- tefice, «o lavoriamo insieme per uscire dalla crisi, a tutti i livelli della società, o non ne usciremo mai». Del resto, «uscire dalla crisi non si- gnifica dare una pennellata di verni- ce alle situazioni attuali perché sem- brino un po’ più giuste». Al contra- rio «significa cambiare, e il vero cambiamento lo fanno tutti, tutte le persone che formano il popolo. Tut- te le professioni... E tutti insieme, tutti in comunità». Altrimenti «il ri- sultato sarà negativo». Al termine, salutando i vari grup- pi di fedeli presenti, il Papa ha ricor- dato in spagnolo lo storico viaggio compiuto a Cuba cinque anni fa, quindi in italiano ha parlato della ri- correnza liturgica di san Pio da Pie- trelcina. Infine ha benedetto una campana portata dalla Polonia: si chiama «La voce dei non nati» e il suo rintocco è un richiamo al valore della vita umana. PAGINA 8 L’Europa la regione che preoccupa maggiormente Covid: in una settimana oltre due milioni di casi WASHINGTON, 23. Sono 31.615.836 i casi di contagio da nuovo corona- virus e 971.116 i decessi nel mondo per cause riconducibili al covid-19. Questi i dati complessivi sulla pan- demia aggiornati questa mattina dal Coronavirus Resource Center della Johns Hopkins University. Secondo i calcoli dell’università di Baltimora sono state registrate a li- vello mondiale circa due milioni di nuove infezioni nell’ultima settima- na. Un dato mai così alto dall’ini- zio della pandemia. Al primo posto delle infezioni e delle vittime restano gli Stati Uniti che proprio ieri hanno oltrepassato la barriera dei duecentomila deces- si. Il numero totale dei positivi ne- gli Usa si sta avvicinando ai 7 mi- lioni, esattamente 6.897.432. Ma la regione a destare al mo- mento maggiore preoccupazione, vista la forte recrudescenza dei casi in molti paesi, è quella europea. A Bruxelles è dovuto slittare il vertice straordinario dei 27 leader Ue, pre- visto per giovedì e venerdì, poiché il presidente del Consiglio euro- peo, Charles Michel, è finito in quarantena. I dati più allarmanti negli ultimi giorni sono arrivati prevalentemen- te da Gran Bretagna, Francia e Spagna (con 241 morti nelle ultime 24 ore), anche se ieri la Russia ha confermato 6.431 nuovi casi di co- vid-19; il numero di contagi quoti- diani non era mai stato così elevato dallo scorso 13 luglio. I dati ufficia- li resi noti dalla Tass parlano di un totale di 1.122.241 casi. Il bilancio delle vittime è di 19.799 morti, con 150 decessi registrati nelle ultime 24 ore. Nel Regno Unito, dove a spa- ventare sarebbe il numero di pa- zienti ricoverati, il premier Boris Johnson ha annunciato da domani l’avvio di nuovi provvedimenti e misure al fine di contrastare la dif- fusione del virus. Ieri infatti nel Regno Unito il bilancio quotidiano di nuove infezioni, 4.926, è stato il più alto dai primi di maggio, se- condo quanto riferito dal «Guar- dian». Il dato complessivo dei casi ha superato così quota 400.000. Con 37 decessi nelle ultime 24 ore il numero complessivo delle morti legate al covid-19 è arrivato questa mattina a 41.951. Johnson in un di- scorso alla nazione, ieri sera, ha detto che il Regno Unito deve adottare nuove restrizioni per «fre- nare il virus adesso», sottolineando come il virus stia tornando a dif- fondersi in maniera esponenziale, come si vede dai numeri di paesi come la Spagna o la Francia. Si tratta di misure parziali in risposta alla prospettiva di «una seconda ondata» in arrivo e a «un punto di svolta pericoloso» che potrebbe ri- portare in un mese la Gran Breta- gna a 50.000 contagi e 200 morti. Questo secondo le recenti stime dei consulenti scientifici del governo che hanno innalzato al livello 4 lo stato d’allerta. Johnson ha poi insi- stito sulla volontà di «fare tutto il possibile per evitare un nuovo lockdown nazionale». In Francia è tornato oltre quota 10.000 il numero dei nuovi positivi nelle ultime 24 ore. Preoccupa il tasso di positività dei test nel pae- se, salito per la prima volta oltre al 6.1 per cento. Una passante con la mascherina nel centro di Londra (Reuters) L’allarme dell’Organizzazione internazionale del lavoro Oltre 4 miliardi di persone senza protezione sociale ANNA LISA ANTONUCCI A PAGINA 2 In «Due vite» di Emanuele Trevi La giusta distanza CAROLA SUSANI A PAGINA 4 «Sentieri nascosti» di Marco Testi Quando i libri svelano il mondo GABRIELE NICOLÒ A PAGINA 4 Una rilettura del ruolo della donna nella Bibbia Riscoprire Eva ADRIANA VALERIO A PAGINA 5 Governo all’ascolto delle autorità musulmane L’islam francese alla ricerca di un nuovo modello CHARLES DE PECHPEYROU A PAGINA 6 In un libro di Eberhard Schockenhoff La testimonianza come martirio ANTONIO RUSSO A PAGINA 7 ALLINTERNO All’assemblea generale delle Nazioni Unite Trump attacca Pechino NEW YORK, 23. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è inter- venuto ieri all’assemblea generale delle Nazioni Unite lanciando accu- se durissime contro la Cina, ritenen- dola responsabile della pandemia di coronavirus. «La Cina ha infettato il mondo» ha detto l’inquilino della Casa Bianca: «Dobbiamo rendere responsabile la Cina che ha diffuso questa piaga nel mondo». Trump ha parlato pochi minuti — una durata inusuale per un discorso all'assem- blea generale dell'Onu — nel corso dei quali ha anche attaccato il ruolo dell'Onu, che, ha detto, «deve con- centrarsi sui problemi reali». Non è la prima volta che il presidente Usa critica l'Onu, e in particolare l'Oms e l'Unesco, considerandoli strumenti inefficienti e ai quali ha minacciato di tagliare i fondi. Immediata la replica cinese. L'am- basciatore di Pechino presso l'Onu ha detto chiaramente che il suo go- verno «respinge con forza» le accu- se del presidente Usa. Un concetto ribadito dal presidente cinese, Xi Jinping. «La pandemia va affrontata insieme, uniti, e seguendo la scien- za. Ogni tentativo di politicizzare o stigmatizzare la pandemia deve esse- re respinto» ha detto Xi nel suo in- tervento. «Il mondo dovrebbe dare all’Oms un ruolo guida nella rispo- sta internazionale per sconfiggere la pandemia». In particolare, come già fatto altre volte, Xi ha sottolineato l'importanza di un mondo sempre più interconnesso e di un approccio multilaterale in politica: «Non biso- gna cadere nella trappola dello scontro di civiltà» e occorre «dire no all’unilateralismo e al protezioni- smo» per affrontare seriamente «le sfide della globalizzazione e della distribuzione della ricchezza». Le Nazioni Unite «non devono essere dominate da coloro che mostrano i muscoli agli altri», ha poi aggiunto il presidente cinese. «Non devono essere praticate politiche di privile- gio o doppi standard. Né il diritto internazionale dovrebbe essere di- storto e usato come pretesto per mi- nare i diritti e gli interessi legittimi di altri Paesi o la pace e la stabilità mondiale». Il confronto Usa-Cina non è stato però l'unica questione sul tavolo dell'assemblea generale. L'altro grande nodo è stato il nucleare ira- niano. Due giorni fa Trump ha fir- mato l'ordine esecutivo con il quale ha fatto ripartire le sanzioni econo- miche contro Teheran accusata di aver violato l'accordo sul nucleare del 2015. La decisione ha sollevato numerose critiche da parte non solo dell'Onu, ma anche degli altri fir- matari dell'accordo, secondo i quali gli Usa non possono far ripartire le sanzioni perché sono usciti dall'inte- sa nel 2018. «L’Europa non scende- rà a compromessi sulle sanzioni con- tro l’Iran» ha detto ieri il presidente francese, Emmanuel Macron. La Francia «con i suoi partner, Gran Bretagna e Germania, manterrà la richiesta per la piena attuazione dell’accordo sul nucleare iraniano e non accetterà le violazioni commes- se da Teheran» ha aggiunto. Tutta- via, «non approveremo l’attivazione di un meccanismo che gli Stati Uni- ti, dopo essere usciti dall’intesa, non sono in grado di attivare», ovvero il meccanismo di ripristino delle san- zioni. Più dure le parole del presidente iraniano, Hassn Rohani, secondo il quale «per il mondo oggi è il mo- mento di opporsi al bullismo; l’era del dominio e dell’egemonia è fini- ta». Il leader iraniano ha poi defini- to l’accordo sul nucleare «uno dei maggiori successi nella storia della diplomazia» al quale «siamo rimasti fedeli, nonostante le persistenti vio- lazioni degli Usa». Ci accusano «falsamente e impongono sanzioni senza alcun fondamento con il pre- testo della proliferazione nucleare» ha proseguito. Da segnalare che anche il presi- dente russo, Vladimir Putin, ha det- to ieri, rivolgendosi all’assemblea generale, che «le sfide economiche poste dalla pandemia rafforzano la tesi che il commercio mondiale deve essere liberato da sanzioni illegitti- me». Putin inoltre ha detto che Mo- sca «vuole un accordo vincolante tra tutte le potenze spaziali per bandire il dispiegamento di armi nello spa- zio e l’uso della forza contro gli og- getto in orbita». Nel frattempo, il segretario gene- rale dell’Onu, António Guterres, ha lanciato un «appello ad una nuova spinta della comunità internazionale per rendere il cessate il fuoco globa- le una realtà entro la fine del 2020». Nel suo intervento all'assemblea ge- nerale, Guterres ha sottolineato che «si frappongono enormi ostacoli ma abbiamo motivi per essere fiduciosi» nella possibilità di un cessate il fuo- co. Il segretario generale ha citato il nuovo accordo di pace in Sudan tra governo e movimenti armati, e l’av- vio dei negoziati di pace in Afghani- stan. In diverse situazioni nuovi ces- sate il fuoco resistono meglio che in passato, come in Medio Oriente (con un periodo di calma a Gaza), e in Libia. «E' il momento per una nuova spinta collettiva per pace e ri- conciliazione — ha detto ancora —; abbiamo bisogno di uno sforzo in- ternazionale comune, guidato dal Consiglio di sicurezza. Abbiamo 100 giorni». Trump durante il videomessaggio all’assemblea generale dell’Onu (Reuters) NOSTRE INFORMAZIONI Provvista di Chiesa Il Santo Padre ha nominato Ve- scovo della Diocesi di Rubiata- ba-Mozarlândia (Brasile) il Re- verendo Francisco Agamenilton Damascena, del clero della Dio- cesi di Uruaçu.

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Page 1: Attuare il principio di sussidiarietà ascoltando i più deboli oltre … · se del presidente Usa. Un concetto ribadito dal presidente cinese, Xi Jinping. «La pandemia va affrontata

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00

L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

Unicuique suum

POLITICO RELIGIOSO

Non praevalebunt

Anno CLX n. 218 (48.542) Città del Vaticano giovedì 24 settembre 2020

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All’udienza generale il Pontefice spiega che o si lavora insieme o non si uscirà mai dalla crisi

Attuare il principio di sussidiarietàascoltando i più deboli

«Per uscire migliori da una crisi»,come quella attuale provocata dallapandemia, occorre attuare il principiodi sussidiarietà «rispettando l’autono-mia e la capacità di iniziativa di tut-ti, specialmente degli ultimi». L’ap-pello ad ascoltare anche “i deboli” enon solo “i potenti” nei progetti perla ripresa economica e sociale daquesta emergenza causata dal co-vid-19, è stato lanciato mercoledì

mattina, 23 settembre, da Papa Fran-cesco all’udienza generale bagnatadalle prime piogge d’autunno.

Proseguendo nel Cortile di SanDamaso del Palazzo apostolico vati-cano il ciclo di catechesi sul tema«guarire il mondo», il Pontefice haapprofondito il legame tra «sussidia-rietà e virtù della speranza» così co-me appare evidente nella Prima let-tera ai Corinzi (12, 14.21-22.24-25).

In proposito ha rievocato il prece-dente storico della «grande depres-sione economica del 1929», quando«Pio XI spiegò quanto fosse impor-tante per una vera ricostruzione ilprincipio di sussidiarietà». Il quale— ha aggiunto Papa Bergoglio —«ha un doppio dinamismo: dall’altoverso il basso e dal basso verso l’al-to». E in tal senso «è un principiosociale che ci fa più uniti».

Insomma, ha chiarito il vescovo diRoma, «bisogna lasciar parlare tut-ti»; non si può fare a meno della«saggezza dei gruppi più umili», co-me per esempio «i popoli indigeni,le loro culture e visioni del mondo».Mentre invece, purtroppo, si registra«una mancanza di rispetto del prin-cipio di sussidiarietà» che «si è dif-fusa come un virus».

Anche perché, ha concluso il Pon-tefice, «o lavoriamo insieme peruscire dalla crisi, a tutti i livelli dellasocietà, o non ne usciremo mai».Del resto, «uscire dalla crisi non si-gnifica dare una pennellata di verni-ce alle situazioni attuali perché sem-brino un po’ più giuste». Al contra-rio «significa cambiare, e il verocambiamento lo fanno tutti, tutte lepersone che formano il popolo. Tut-te le professioni... E tutti insieme,tutti in comunità». Altrimenti «il ri-sultato sarà negativo».

Al termine, salutando i vari grup-pi di fedeli presenti, il Papa ha ricor-dato in spagnolo lo storico viaggiocompiuto a Cuba cinque anni fa,quindi in italiano ha parlato della ri-correnza liturgica di san Pio da Pie-trelcina. Infine ha benedetto unacampana portata dalla Polonia: sichiama «La voce dei non nati» e ilsuo rintocco è un richiamo al valoredella vita umana.

PAGINA 8

L’Europa la regione che preoccupa maggiormente

Covid: in una settimanaoltre due milioni di casi

WASHINGTON, 23. Sono 31.615.836 icasi di contagio da nuovo corona-virus e 971.116 i decessi nel mondoper cause riconducibili al covid-19.Questi i dati complessivi sulla pan-demia aggiornati questa mattinadal Coronavirus Resource Centerdella Johns Hopkins University.Secondo i calcoli dell’università diBaltimora sono state registrate a li-vello mondiale circa due milioni dinuove infezioni nell’ultima settima-na. Un dato mai così alto dall’ini-zio della pandemia.

Al primo posto delle infezioni edelle vittime restano gli Stati Unitiche proprio ieri hanno oltrepassatola barriera dei duecentomila deces-si. Il numero totale dei positivi ne-

gli Usa si sta avvicinando ai 7 mi-lioni, esattamente 6.897.432.

Ma la regione a destare al mo-mento maggiore preoccupazione,vista la forte recrudescenza dei casiin molti paesi, è quella europea. ABruxelles è dovuto slittare il verticestraordinario dei 27 leader Ue, pre-visto per giovedì e venerdì, poichéil presidente del Consiglio euro-peo, Charles Michel, è finito inquarantena.

I dati più allarmanti negli ultimigiorni sono arrivati prevalentemen-te da Gran Bretagna, Francia eSpagna (con 241 morti nelle ultime24 ore), anche se ieri la Russia haconfermato 6.431 nuovi casi di co-vid-19; il numero di contagi quoti-diani non era mai stato così elevatodallo scorso 13 luglio. I dati ufficia-li resi noti dalla Tass parlano di untotale di 1.122.241 casi. Il bilanciodelle vittime è di 19.799 morti, con150 decessi registrati nelle ultime 24o re .

Nel Regno Unito, dove a spa-ventare sarebbe il numero di pa-zienti ricoverati, il premier BorisJohnson ha annunciato da domanil’avvio di nuovi provvedimenti emisure al fine di contrastare la dif-fusione del virus. Ieri infatti nelRegno Unito il bilancio quotidianodi nuove infezioni, 4.926, è stato ilpiù alto dai primi di maggio, se-condo quanto riferito dal «Guar-dian». Il dato complessivo dei casiha superato così quota 400.000.Con 37 decessi nelle ultime 24 oreil numero complessivo delle mortilegate al covid-19 è arrivato questamattina a 41.951. Johnson in un di-scorso alla nazione, ieri sera, hadetto che il Regno Unito deveadottare nuove restrizioni per «fre-nare il virus adesso», sottolineandocome il virus stia tornando a dif-fondersi in maniera esponenziale,come si vede dai numeri di paesicome la Spagna o la Francia. Sitratta di misure parziali in rispostaalla prospettiva di «una secondaondata» in arrivo e a «un punto disvolta pericoloso» che potrebbe ri-portare in un mese la Gran Breta-gna a 50.000 contagi e 200 morti.Questo secondo le recenti stime deiconsulenti scientifici del governoche hanno innalzato al livello 4 lostato d’allerta. Johnson ha poi insi-stito sulla volontà di «fare tutto ilpossibile per evitare un nuovolo ckdown nazionale».

In Francia è tornato oltre quota10.000 il numero dei nuovi positivinelle ultime 24 ore. Preoccupa iltasso di positività dei test nel pae-se, salito per la prima volta oltre al6.1 per cento.

Una passante con la mascherina nel centro di Londra (Reuters)

L’allarme dell’O rg a n i z z a z i o n einternazionale del lavoro

Oltre 4 miliardidi personesenza protezioneso ciale

ANNA LISA ANTONUCCI A PA G I N A 2

In «Due vite» di Emanuele Trevi

La giustadistanza

CAROLA SUSANI A PA G I N A 4

«Sentieri nascosti» di Marco Testi

Quando i librisvelano il mondo

GABRIELE NICOLÒ A PA G I N A 4

Una rilettura del ruolodella donna nella Bibbia

Riscoprire Eva

ADRIANA VALERIO A PA G I N A 5

Governo all’ascoltodelle autorità musulmane

L’islam francesealla ricercadi un nuovo modello

CHARLES DE PECHPEYROU A PA G I N A 6

In un librodi Eberhard Schockenhoff

La testimonianzacome martirio

ANTONIO RUSSO A PA G I N A 7

ALL’INTERNO All’assemblea generale delle Nazioni Unite

Trump attacca PechinoNEW YORK, 23. Il presidente degliStati Uniti, Donald Trump, è inter-venuto ieri all’assemblea generaledelle Nazioni Unite lanciando accu-se durissime contro la Cina, ritenen-dola responsabile della pandemia dicoronavirus. «La Cina ha infettato ilmondo» ha detto l’inquilino dellaCasa Bianca: «Dobbiamo rendereresponsabile la Cina che ha diffusoquesta piaga nel mondo». Trump haparlato pochi minuti — una duratainusuale per un discorso all'assem-blea generale dell'Onu — nel corsodei quali ha anche attaccato il ruolodell'Onu, che, ha detto, «deve con-centrarsi sui problemi reali». Non èla prima volta che il presidente Usacritica l'Onu, e in particolare l'Omse l'Unesco, considerandoli strumentiinefficienti e ai quali ha minacciatodi tagliare i fondi.

Immediata la replica cinese. L'am-basciatore di Pechino presso l'Onuha detto chiaramente che il suo go-verno «respinge con forza» le accu-se del presidente Usa. Un concettoribadito dal presidente cinese, XiJinping. «La pandemia va affrontatainsieme, uniti, e seguendo la scien-za. Ogni tentativo di politicizzare ostigmatizzare la pandemia deve esse-re respinto» ha detto Xi nel suo in-tervento. «Il mondo dovrebbe dareall’Oms un ruolo guida nella rispo-sta internazionale per sconfiggere lapandemia». In particolare, come giàfatto altre volte, Xi ha sottolineatol'importanza di un mondo semprepiù interconnesso e di un approcciomultilaterale in politica: «Non biso-gna cadere nella trappola delloscontro di civiltà» e occorre «direno all’unilateralismo e al protezioni-smo» per affrontare seriamente «lesfide della globalizzazione e delladistribuzione della ricchezza». LeNazioni Unite «non devono esseredominate da coloro che mostrano imuscoli agli altri», ha poi aggiuntoil presidente cinese. «Non devonoessere praticate politiche di privile-gio o doppi standard. Né il dirittointernazionale dovrebbe essere di-storto e usato come pretesto per mi-nare i diritti e gli interessi legittimidi altri Paesi o la pace e la stabilitàmondiale».

Il confronto Usa-Cina non è statoperò l'unica questione sul tavolodell'assemblea generale. L'altrogrande nodo è stato il nucleare ira-niano. Due giorni fa Trump ha fir-mato l'ordine esecutivo con il qualeha fatto ripartire le sanzioni econo-miche contro Teheran accusata diaver violato l'accordo sul nuclearedel 2015. La decisione ha sollevatonumerose critiche da parte non solodell'Onu, ma anche degli altri fir-matari dell'accordo, secondo i qualigli Usa non possono far ripartire le

sanzioni perché sono usciti dall'inte-sa nel 2018. «L’Europa non scende-rà a compromessi sulle sanzioni con-tro l’Iran» ha detto ieri il presidentefrancese, Emmanuel Macron. LaFrancia «con i suoi partner, GranBretagna e Germania, manterrà larichiesta per la piena attuazionedell’accordo sul nucleare iraniano enon accetterà le violazioni commes-se da Teheran» ha aggiunto. Tutta-via, «non approveremo l’attivazionedi un meccanismo che gli Stati Uni-ti, dopo essere usciti dall’intesa, non

sono in grado di attivare», ovvero ilmeccanismo di ripristino delle san-zioni.

Più dure le parole del presidenteiraniano, Hassn Rohani, secondo ilquale «per il mondo oggi è il mo-mento di opporsi al bullismo; l’eradel dominio e dell’egemonia è fini-ta». Il leader iraniano ha poi defini-to l’accordo sul nucleare «uno deimaggiori successi nella storia delladiplomazia» al quale «siamo rimastifedeli, nonostante le persistenti vio-lazioni degli Usa». Ci accusano«falsamente e impongono sanzionisenza alcun fondamento con il pre-testo della proliferazione nucleare»ha proseguito.

Da segnalare che anche il presi-dente russo, Vladimir Putin, ha det-to ieri, rivolgendosi all’assembleagenerale, che «le sfide economicheposte dalla pandemia rafforzano latesi che il commercio mondiale deveessere liberato da sanzioni illegitti-me». Putin inoltre ha detto che Mo-sca «vuole un accordo vincolante tratutte le potenze spaziali per bandireil dispiegamento di armi nello spa-zio e l’uso della forza contro gli og-getto in orbita».

Nel frattempo, il segretario gene-rale dell’Onu, António Guterres, halanciato un «appello ad una nuovaspinta della comunità internazionaleper rendere il cessate il fuoco globa-le una realtà entro la fine del 2020».Nel suo intervento all'assemblea ge-nerale, Guterres ha sottolineato che«si frappongono enormi ostacoli maabbiamo motivi per essere fiduciosi»nella possibilità di un cessate il fuo-co. Il segretario generale ha citato ilnuovo accordo di pace in Sudan tragoverno e movimenti armati, e l’av-vio dei negoziati di pace in Afghani-stan. In diverse situazioni nuovi ces-sate il fuoco resistono meglio che inpassato, come in Medio Oriente(con un periodo di calma a Gaza), ein Libia. «E' il momento per unanuova spinta collettiva per pace e ri-conciliazione — ha detto ancora —;abbiamo bisogno di uno sforzo in-ternazionale comune, guidato dalConsiglio di sicurezza. Abbiamo 100giorni».Trump durante il videomessaggio all’assemblea generale dell’Onu (Reuters)

NOSTREINFORMAZIONI

Provvista di ChiesaIl Santo Padre ha nominato Ve-scovo della Diocesi di Rubiata-ba-Mozarlândia (Brasile) il Re-verendo Francisco AgameniltonDamascena, del clero della Dio-cesi di Uruaçu.

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 2 giovedì 24 settembre 2020

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BRUXELLES, 23. Un Regolamento diDublino sulla responsabilità del Pae-se di primo ingresso più morbido eaccompagnato da un meccanismo disolidarietà, che sarà obbligatorio inogni sua declinazione, sia in terminidi ricollocamenti dei profughi chehanno probabilità di ottenere asilonell’Ue, che in termini di rimpatriaccelerati e sponsorizzati dagli altriPaesi partner per i migranti che in-vece non hanno titolo a restarenell’Unione. Sono due dei pilastri sucui si fondano le proposte del nuovoPatto per la migrazione, che oggi so-no state presentate dalla Commissio-ne europea. «Il meccanismo di soli-darietà, con i ricollocamenti ed irimpatri sponsorizzati, scatterà inmodo automatico per i migranti chevengono salvati in mare. Ma ancheil Paese di sbarco ne dovrà accoglie-re una parte» ha detto Ylva Johans-son, commissario Ue agli Affari in-terni.

Bruxelles non propone l’ab olizio-ne del regolamento di Dublino, maalcune modifiche sulle norme cheobbligano i Paesi di primo ingressoa farsi sempre carico dei migranti.Ci sono cioè degli emendamenti, chearricchiscono la casistica per l’asse-gnazione della responsabilità ai Pae-si partner, allentando la pressione suquello di primo ingresso. Le propo-ste dovranno poi passare al vagliodel Consiglio e del Parlamento. E almomento — secondo gli analisti — èfacile prevedere che i quattro Paesidel gruppo di Visegrad (Polonia,Ungheria, Repubblica Ceca e Slo-vacchia) saranno quelli che porrannol’urgenza di maggiori condizioni egaranzie.

Una voce critica è stata espressadal governo austriaco. «La redistri-buzione in Europa dei richiedentiasilo ha fallito» ha detto ieri il can-celliere austriaco Sebastian Kurz inun’intervista alla France Presse. «So-no convinto che abbia fallito e chemolti Stati non la vogliano» ha sot-tolineato riferendosi ai Paesi che sirifiutano di accogliere i migranti ar-rivati in Italia o in Grecia. «Il siste-ma non può funzionare così ma conuna migliore difesa delle frontiereesterne» ha aggiunto il cancelliere.

Nel frattempo, diverse Chiese eorganizzazioni religiose, tra le qualiil Consiglio ecumenico delle Chiese(Coe), la Conferenza della Chieseeuropee (Cec) e la Commissionedelle Chiese per i migranti in Euro-pa (Ccme), insieme al PontificioConsiglio per la promozionedell’unità dei cristiani, hanno scrittouna lettera alla Commissione euro-pea perché vengano offerti aiuti aimigranti e alle comunità di acco-glienza. Nel documento Chiese e or-ganizzazioni religiose ribadiscono illoro impegno a sostegno dei migran-ti e chiedono all’Unione europea unpatto su asilo e migrazioni, l’applica-zione del Patto mondiale per i rifu-giati e del Patto mondiale per unamigrazione sicura, ordinata e regola-re, il rispetto dei diritti e della digni-tà dell’uomo e l’effettiva solidarietàfra gli stati membri. La lettera nascein seguito all’incendio del campo diMoria sull’isola di Lesbo che ha la-sciato 13 mila migranti senza un tet-to. «La migrazione è parte integran-te della storia e dell’esperienza uma-na — si legge nella lettera — espri-miamo la nostra profonda preoccu-pazione per la stigmatizzazione dellamobilità e chiediamo che ciò cambinella politica, nei media, e nelle no-stre comunità, in linea con i principidella dignità e della solidarietà e coni diritti umani».Donne migranti sull’isola greca di Lesbo (Reuters)

di ANNA LISA ANTONUCCI

Più di 4 miliardi di personenel mondo, oltre la metà del-la popolazione del pianeta,

non beneficia di nessuna protezio-ne sociale, quell’insieme di inter-venti il cui fine è la tutela del citta-dino dai rischi che possono mani-festarsi nel corso della vita (assi-stenza sanitaria in caso di malattia,pensione in caso di sopraggiuntainvalidità, servizi come asili nido,reddito minimo e assegni familiari).Un diritto umano ed elemento es-senziale nella lotta contro le disu-guaglianze e per promuovere lastabilità.

Il dato allarmante, specialmentein tempi di pandemia, è dell’O rga-nizzazione internazionale del lavo-ro (Oil). Secondo l’agenzia delleNazioni Unite, infatti, solo il 45per cento della popolazione mon-diale è coperta da un minimo diprestazioni assistenziali e poco piùdel 29 può far conto su una coper-tura completa di sicurezza sociale.A livello globale, solo il 68 percento delle persone in età pensio-nabile riceve una qualche forma dipensione, e questa cifra scende adappena il 20 in molti paesi a bassoreddito. Meno del 60 per cento deipaesi segnala di avere piani o forni-re prestazioni di sicurezza per ibambini. Secondo l’ultimo studioFinancing gaps in social protection:Global estimate and strategies for de-veloping countries in light of the co-vid-19 crisis and beyond dell’O rga-nizzazione internazionale del lavo-ro, solo quest’anno, i paesi in viadi sviluppo dovrebbero investirecirca 1.200 miliardi di euro, pari inmedia al 3,8 per cento del loro Pil,per garantire almeno la sicurezzadel reddito minimo e l’accesso aiservizi sanitari essenziali. Dall’ini-zio della pandemia da covid-19, ildivario nei finanziamenti per laprotezione sociale è aumentato diquasi il 30 per cento, ciò è unaconseguenza della crescente neces-sità di servizi per la salute e la si-curezza delle persone che hannoperso il lavoro durante il lockdowne della riduzione del Pil causatadalla crisi. Ma queste carenze arri-vano da più lontano. Infatti ancheprima della crisi da covid-19, la co-munità internazionale non avevasoddisfatto gli impegni politici egiuridici nel campo della protezio-ne sociale che erano stati presi du-rante la crisi finanziaria del 2008.Il divario di queste carenze da un

paese all’altro è molto elevato, lasituazione è considerata particolar-mente grave nell’Asia centrale e oc-cidentale, nel Nord Africa e nel-l’Africa subsahariana. Qualcosa èstato fatto grazie ai finanziamentipredisposti, a livello nazionale e in-ternazionale, per ridurre le conse-guenze economiche della crisi dacovid-19, ma ciò può solo garantireassistenza finanziaria a breve termi-ne.

Dunque, secondo l’O rganizza-zione del lavoro servono misure ur-genti. «I paesi a basso reddito de-vono investire circa 80 miliardi didollari, quasi il 16 per cento del lo-ro Pil, per garantire almeno la sicu-rezza del reddito minimo e l’acces-so ai servizi sanitari essenziali pertutti», ha dichiarato ShahrashoubRazavi, direttore del Dipartimentodel welfare sociale dell’Oil. Mentrein molti paesi ad alto e medio red-dito, la copertura sanitaria univer-sale è stata attuata, in altri, la po-polazione ha accesso solo a deter-minati servizi di assistenza. I prin-cipali deficit sono causati da risorseinsufficienti assegnate alla protezio-ne della salute, carenza di persona-le e alti tassi di spese per i pazien-ti. Ciò comporta un aumento delrischio di impoverimento e di diffi-coltà finanziarie, che colpisce tuttele regioni del mondo.

Per l’Oil occorre fare di più perstabilire una copertura sanitariauniversale, sia nella legge che nellapratica, compresa la riallocazionedei bilanci e l’aumento del numerodi operatori sanitari. Inoltre, per-mangono lacune significativenell’attuazione della sicurezza delreddito di base che andrebbero col-mate attraverso un dialogo inclusi-vo e produttivo con le organizza-zioni dei datori di lavoro e dei la-voratori, nonché con le altre partiinteressate. Per fare tutto ciò «le ri-sorse finanziarie a livello nazionalesono tutt’altro che sufficienti. Lachiusura del divario finanziario an-nuale richiederà fondi dall’esternoe basati sulla solidarietà internazio-nale». Secondo l’Oil, è necessariauna mobilitazione globale per inte-grare gli sforzi nazionali. Le istitu-zioni finanziarie internazionali e leagenzie di cooperazione allo svi-luppo hanno già previsto aiuti aigoverni dei paesi in via di sviluppoperché siano in grado di gestire ivari aspetti della crisi, ma sono ne-cessarie risorse aggiuntive per col-mare il divario finanziario, in parti-colare nei paesi a basso reddito.

Lettera dell’Ueai Paesi membri

sugli obiettivieconomici

BRUXELLES, 23. Il semestre europeo,ossia il ciclo di sorveglianza dei bi-lanci da parte di Bruxelles che co-mincia a ottobre e finisce a maggio,sarà un esercizio molto diverso que-st’anno e il prossimo. Con il Pattodi stabilità sospeso a causa dellapandemia, i conti pubblici non sa-ranno scrutinati dal punto vistaquantitativo, cioè con target da ri-spettare come gli anni scorsi, ma so-lo da quello qualitativo. Per orien-tarsi nel nuovo mondo di regole so-spese e riforme da fare, la Commis-sione europea ha scritto a tutti i Pae-si in vista della preparazione delleleggi di bilancio che danno l’avvioalle valutazioni Ue.

Nella lettera, la prima cosa che ilcommissario Ue all’Economia PaoloGentiloni e il commissario Ue alCommercio Valdis Dombrovskis ri-cordano è che la finanziaria 2021«deve tenere il più possibile in con-siderazione l’attuazione delle riformee degli investimenti previsti» dal Re-covery fund, il piano economico disostegno connesso all’emergenza sa-nitaria. Le leggi di stabilità devonogià contenere un’idea precisa degliinterventi e del loro impatto. Questoperché a novembre, in sede di valu-tazione delle finanziarie, «la Com-missione presterà particolare atten-zione alla qualità delle misure di bi-lancio». Bruxelles inoltre ha invitatotutti i governi a sostenere il più pos-sibile l’economia e a puntare sul set-tore digitale.

Annunciati colloqui che si terranno a Istanbul

Distensione tra Turchia e Grecia

La nave turca Oruc Reis per le esplorazioni sismiche (Reuters)

In Francia perde pezziil partito di Macron

Belarus: cerimonia di insediamento in tono minoreper Lukashenko

ATENE, 23. Turchia e Grecia terran-no al più presto «colloqui esplorati-vi» a Istanbul sulla crisi nel Medi-terraneo orientale. Dopo settimanedi scontri e provocazioni, che ave-vano fatto temere anche un’escala-tion militare, arriva il disgelo nelbraccio di ferro sui confini maritti-mi e sui diritti di trivellazione.

L’annuncio del ritorno ai nego-ziati, sospesi da 4 anni e mezzo,giunge in vista del Consiglio euro-peo sulle eventuali sanzioni ad An-kara — nel frattempo rinviato a ini-zio ottobre per la quarantena pre-cauzionale per covid-19 del presi-dente Charles Michel. La situazionesi è sbloccata grazie all’interventodel cancelliere tedesco Angela Mer-kel nel corso di un recente verticein videoconferenza con il presidenteturco Recep Tayyip Erdoğan e lostesso Michel. «La spinta a far cala-re le tensioni e utilizzare i canali didialogo deve essere sostenuta conmisure reciproche» ha avvertito illeader di Ankara, che già venerdìscorso si era detto pronto a incon-trare il premier ellenico KyriakosMitsotakis per un confronto «senzaprecondizioni». Secondo Erdoğan,«le iniziative prese dalla Grecia sa-ranno determinanti per l’avanzatanel rilancio dei canali di dialogo».

Le delegazioni dei due Paesi sierano già incontrate al quartier ge-nerale della Nato a Bruxelles percolloqui mirati a evitare ulteriori in-cidenti indesiderati. Ora, i tempisembrano maturi anche per un vero

negoziato. Come detto, gli ultimi«colloqui esplorativi» relativi alledispute sulla sovranità, iniziati nellontano 2002, risalgono al 2016. Daallora, i due Paesi hanno tenuto so-lo consultazioni politiche.

Intanto, sempre ieri, dopo setti-mane di duri attacchi reciproci, Er-doğan e il presidente francese Em-manuel Macron sono tornati a par-larsi. Erdoğan ha detto a Macron di

aspettarsi «un approccio costruttivodella Francia per superare la crisi»nel Mediterraneo. Parigi ha spessocriticato le mosse turche nel Medi-terraneo. Nel colloquio di ieri Ma-cron ha lanciato «un appello a ri-spettare in pieno la sovranità deglistati membri dell’Unione europea eil diritto internazionale», e «adastenersi da qualsiasi ulteriore azio-ne unilaterale».

PARIGI, 23. A un anno e mezzodalle presidenziali francesi del2022, il partito di Macron perdecolpi. Dopo le dimissioni a sorpre-sa lunedì scorso del numero duedel partito, Pierre Person, due altriesponenti di “En Marche” hannolasciato gli incarichi dirigenziali. Sitratta di Aurore Bergé e Sacha Ho-uillé, rispettivamente portavoce eresponsabile delle relazioni con gliattori politici e sociali. Houillé, inparticolare, è cofondatore insieme aPerson dei “Jeunes avec Macron”,il movimento giovanile di “En

M a rc h e ”. La decisione è arrivatadopo i risultati delle legislative par-ziali.

È stato Person, che in una inter-vista a «Le Monde» ha annunciatol’addio con l’intento — ha afferma-to — di «dare una scossa al parti-to». A suo avviso, il partito «non èpiù abbastanza dinamico e non èin grado di affrontare la nuova tap-pa del quinquennato». Ieri, intan-to, il responsabile del partito haannunciato il nuovo organigram-ma.

MINSK, 23. Si è svolta oggi al Pa-lazzo dell’Indipendenza di Minsk,in Belarus, la cerimonia di insedia-mento del presidente AlexanderLukashenko. Sono state invitate aprendervi parte «diverse centinaiadi persone», ha reso noto l’agenziadi stampa ufficiale Belta senza pre-cisare quanti siano stati effettiva-mente presenti. La cerimonia si èsvolta in tono minore a causa dellenumerose proteste suscitate dallavittoria di Lukashenko nelle elezio-ni dello scorso 9 agosto.

Lukashenko ha prestato giura-mento impegnandosi a «servire lagente della Bielorussia lealmente, arispettare e proteggere i diritti e lelibertà dei cittadini e a rispettare eproteggere la costituzione» riporta-no i media ufficiali. Il Palazzodell’Indipendenza era presidiatodalle forze dell’ordine; le strade diMinsk erano deserte, chiuse al traf-fico per il passaggio delle auto a se-guito di quella del presidente.

Come detto, dallo scorso 9 ago-sto, il giorno delle elezioni presi-denziali vinte da Lukascenko, in

tutte le città del Paese si svolgonomanifestazioni di protesta pacifichein cui si chiede un nuovo voto conosservatori internazionali. L’E u ro p aè scesa in campo contro Lukashen-ko, annunciando sanzioni e soste-nendo le proteste.

Tuttavia, due giorni fa l’opp osi-zione di Cipro ha costretto il Con-siglio Ue ha rinviare la decisionesulle sanzioni. «È in gioco la credi-bilità dell’Ue» ha detto l’Alto rap-presentante per la politica esteraJosep Borrell.

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L’OSSERVATORE ROMANOgiovedì 24 settembre 2020 pagina 3

Sabato l’annuncio del candidato per sostituire Ginsburg

Trump cerca di blindarela Corte suprema

Gravemente danneggiato un edificio appartenente ad Hezbollah

Potente esplosione a sud di Beirut

Powell garantisceil supportodella Fed

all’economia UsaWASHINGTON, 23. La strada perla ripresa economica è ancora«lunga e molto incerta» e la Fedsta facendo e farà il possibile, im-pegnandosi a utilizzare tutti glistrumenti a disposizione, per so-stenere l’economia «per tutto iltempo necessario, per garantireche la ripresa sarà il più fortepossibile e per limitare i dannipermanenti all’economia» arreca-ti dalla pandemia da coronavirus.

Questa in estrema sintesi l’ana-lisi presentata ieri da Jerome Po-well, presidente della Federal Re-serve (Fed) al Congresso Usa.Sullo sfondo delle dichiarazionidi Powell permangono i timorilegati all’evoluzione della diffu-sione del covid-19 nel mondo ein particolare negli Stati Uniti.Nel paese, che proprio ieri ha ol-trepassato la barriera dei duecen-tomila decessi per cause ricondu-cibili al covid, c’è il timore diuna seconda ondata.

Sul virus Powell ha ribaditoche una "ripresa piena" non sipotrà avere fino a quando la po-polazione «non si sentirà sicuranel tornare a impegnarsi in molteattività. La strada, guardandoavanti, dipenderà dal tenere il vi-rus sotto controllo» le sue parole.Per il presidente della Fed sarànecessario intervenire con nuovemisure di stimolo. Nonostante ilmercato del lavoro abbia recupe-rato nell’ultimo periodo. «ancora11 milioni di americani sono sen-za lavoro», ha dichiarato Powell,ovvero più di quelli che hannoperso il loro posto durante la cri-si finanziaria del 2008.

Un auspicio, quello di Powellper ulteriori aiuti, con nuovi fon-di per gli americani e le piccole emedie imprese, che piomba a po-co più di quaranta giorni dalleelezioni presidenziali, in un mo-mento caratterizzato da forti ten-sioni tra repubblicani e democra-tici. La possibilità di raggiungereun’intesa in questo senso sembre-rebbe un lontano miraggio.

WASHINGTON, 23. Il presidente UsaDonald Trump annuncerà sabatodalla Casa Bianca la sua candidataalla Corte suprema, dopo i funeralidel giudice Ruth Bader Ginsburgma prima della sua sepoltura nel ci-mitero di Arlington.

Il presidente — sottolineano glianalisti — ha fretta di cementare unamaggioranza conservatrice nel mas-simo organo giudiziario americano,ora che vede spianata la strada perun voto di conferma al Senato pri-ma dell’election day del 3 novem-bre: una mossa che può farlo risalirenei sondaggi.

I leader repubblicani hanno assi-curato di avere i numeri e a togliereogni dubbio è arrivato anche il se-

natore Mitt Romney, che ieri si èdetto pronto a considerare la nomi-na valutandola in base alle compe-tenze. Romney è l’unico senatoreche aveva votato a favore dell’im-peachment di Trump, con cui èspesso in contrasto. I democraticisperavano che fosse uno dei quattrodissidenti del Grand Old Party dicui hanno bisogno per bloccarel’iter di conferma. Per ora ce ne so-no solo due, le senatrici Susan Col-lins e Lisa Murkowski. Va detto chei democratici hanno minacciato per-fino l’impeachment. Mercoledì, do-mani, comincia il lungo addio allaGinsburg: due giorni di camera ar-dente nella Great Hall della Cortesuprema, dopo le esequie in formaristretta, e uno a Capitol Hill, onoreraro per un giudice del massimo or-gano giudiziario Usa e un tributofinora mai concesso ad una donna.

L’accelerazione di Trump sullasostituzione di Ginsburg arrivamentre la procura di New York sug-gerisce per la prima volta in un do-cumento processuale che ci sonoelementi per indagare sul presidenteper frode fiscale. Il procuratore di-strettuale Cyrus R. Vance Jr. — se-condo quanto rivela il «New YorkTimes» — ha reso noto una serie dinotizie e di testimonianze pubblicheche accusano Trump di varie irrego-larità. Tali elementi — secondo il

procuratore — sarebbero sufficienti acostringere il presidente a fare chia-rezza sulla propria dichiarazione deiredditi, cosa da tempo richiesta daparte dei democratici. Venerdì è inprogramma un nuovo round legale,con la prospettiva che il caso torniproprio alla Corte suprema. All’ini-zio di agosto la procura della Gran-de Mela aveva già lasciato intendereche stava indagando sul presidenteanche per una possibile frode ban-caria e assicurativa — l’accusa eraquella di aver gonfiato il valore del-la sua ricchezza e dei suoi immobili.

Si riapre nel frattempo il frontedel Russiagate, l’inchiesta sulle pos-sibili interferenze russe nelle elezio-ni del 2016. Andrew Weissmann, exprocuratore di punta del team diRobert Mueller, ha scritto nel suolibro di imminente pubblicazioneintitolato Where Law Ends: Insidethe Mueller Investigation che il poolnon fece tutto quello che poteva fa-re per accertare il ruolo di Moscanel voto che portò Trump alla CasaBianca. «Abbiamo usato tutti glistrumenti disponibili per scoprire laverità, senza temere l’attacco dei po-teri unici del presidente di minare inostri sforzi? Io conosco la difficilerisposta a questa semplice domanda:avremmo potuto fare di più» hascritto Weissmann.

Distrutte dalle piogge monsoniche quasi 79.000 case

Pakistan: più di 400 morti in tre mesia causa delle alluvioni

I palestinesisi rifiutano

di presiedereil Consiglio

della Lega araba

di GI O VA N N I BENEDETTI

A distanza di giorni, gli Ac-cordi di Washington fir-mati lo scorso 15 settembre

fra Israele ed Emirati Arabi Unitie fra Israele e Bahrein continua-no a provocare reazioni.

Mentre la maggior parte deiPaesi occidentali ha accolto mol-to positivamente l’evento, veden-dolo come un importante passoin avanti verso la normalizzazio-ne delle relazioni internazionaliin Medio Oriente, reazioni ditutt’altro segno si sono invece ve-rificate in Iran e Palestina. Infat-ti, dopo le immediate dichiara-zioni critiche espresse dal presi-dente iraniano Hassan Rouhani edal primo ministro palestineseMohammed Shtayyeh, il qualeha definito il 15 settembre un“giorno nero” per il mondo ara-bo, è giunta la notizia che la rap-presentanza palestinese ha decisodi rinunciare alla presidenzadell’ultima sessione del Consigliodella Lega araba in segno di pro-testa contro gli Accordi. L’an-nuncio di questa simbolica presadi posizione è stato dato il 22settembre da parte del ministrodegli Esteri palestinese Riyad al-Maliki, il quale ha però precisatoallo stesso tempo che il gestonon indica assolutamente un’in-tenzione da parte palestinese diuscire dalla Lega.

Fondata nel 1945 da Egitto,Iraq, Libano, Arabia Saudita, Ye-men e Siria (la cui membership èstata però sospesa nel novembre2011 in seguito agli sviluppi dellaguerra civile), la Lega araba èun’organizzazione internazionalecon sede al Cairo. Essa nasce conlo scopo di rafforzare i legami dicooperazione fra i Paesi membri,che al momento attuale sono 22,più 5 osservatori. La Palestina nefa parte dal 1976 come Organiz-zazione per la Liberazione dellaPalestina (Olp), prima di assu-mere l’attuale denominazione nel1988. La presidenza delle sessionidel Consiglio viene assegnata arotazione, e questa volta sarebbestato il turno della Palestina.

Lo scorso 9 settembre, la rap-presentanza palestinese avevaproposto in seno al Consigliouna risoluzione che condannavala decisione di Abu Dhabi e Ma-nama di normalizzare i rapporticon Israele, ma a seguito di unadiscussione durata 3 ore, questanon era stata accolta dagli altriPaesi membri. Commentandol’esito di questo dibattito il segre-tario generale della Lega, il di-plomatico egiziano Ahmed AboulGheit, ha dichiarato che la causapalestinese rimane comunque untema di primaria importanza perl’organizzazione. Nel frattempo,continuano le proteste di piazzacontro gli Accordi in alcune cittàpalestinesi, dove centinaia di per-sone sfilano denunciando il “tra -dimento” verso la loro causa daparte degli altri Paesi arabi.

Collo quiotra Netanyahue il principedel Bahrein

TEL AV I V, 23. «Una telefonata ec-cezionale, molto amichevole».Così il premier israeliano Benja-min Netanyahu ha definito laconversazione avuta ieri con ilprincipe della corona del BahreinSalman bin Hamad Al Khalifa.«Abbiamo riaffermato i principidell’Accordo di Abramo e abbia-mo discusso di come tramutarequesta pace, economica, tecnolo-gica, turistica, in concreto. Moltopresto conoscerete i passi pratici»ha aggiunto. L’Accordo di Abra-mo è stato firmato la scorsa setti-mana alla Casa Bianca e prevedela normalizzazione dei rapportitra Israele, Emirati Arabi Uniti eBahrein, soprattutto in materiacommerciale ed economica. «Ilprincipe ha discusso dell’imp or-tanza di garantire la stabilità re-gionale e internazionale e di raf-forzare l’impegno per sostenerela pace nella regione. In questadirezione andrà l’accordo sotto-scritto» ha confermato in un co-municato il Bahrein riportando laconversazione. Un richiamo allapace regionale, intanto, è giuntoieri da Re Abdallah di Giorda-nia. Parlando all’assemblea gene-rale delle Nazioni Unite, Abdal-lah ha detto che occorre «lavora-re insieme» per «preservare Ge-rusalemme per tutta l’umanità co-me una città unificante di pace».

Escalation di violenza in AfghanistanAppello unilaterale al cessate il fuoco

La calotta polare continua a ridursiÈ ai minimi dal 1979

WASHINGTON, 23. Il riscaldamentoglobale continua a provocare il riti-ro dei ghiacci al Polo Nord. L’allar-me sull’estensione dei ghiacci artici,l’ultimo in ordine di tempo, vienedal National Snow and Ice DataCenter, il centro studi statunitensein materia, con sede nell’Universitàdel Colorado.

Il 15 settembre è stata registrata laseconda estensione minima deighiacci artici da quando vengonofatte le rilevazioni, cioè dal 1979. Lacalotta polare artica si è ritirata a3,74 milioni di chilometri quadrati.Si tratta del secondo dato peggiorein 41 anni di rilevazioni. Unico an-no in cui l’estensione era minore, funel settembre 2012, con 3,6 milionidi chilometri quadrati. Rispetto allostesso mese del 1980, quando ighiacci artici coprivano una superfi-cie di 7,7 milioni di chilometri qua-drati, c’è stata una riduzione prossi-

ma al 50 per cento. La calotta po-lare varia in estensione durantel’anno, raggiungendo i livelli piùelevati nei mesi invernali, e facendoregistrare il suo minimo alla finedell’estate, a settembre. Nelle rile-vazioni degli ultimi 4 decenni il va-lore minimo estivo è costantementesceso. Secondo il National Snowand Ice Data Center (consultabileonline) mostra che, dai 7,7 milionidi chilometri quadrati del 1980, nel1990 si era già scesi a 6,1 milioni.Alla fine dell’estate del 2000 si eraancora a 6,2 milioni. Poi, nel pri-mo decennio del nuovo millennio,c’è stato il crollo. Nel settembre2010, la calotta polare era di soli4,9 milioni di km quadrati. Nell’ul-timo decennio il valore si è attesta-to tra i 4,3 e i 4,8 milioni, a ecce-zione appunto del 2012 e di que-st’anno quando l’estensione è scesasotto i 4 milioni di km quadrati.

Piogge torrenziale a Karachi, Pakistan

ISLAMABAD, 23. Almeno 400 perso-ne, di cui 103 bambini, sono mortein Pakistan a causa delle inondazioniprovocate dalle piogge monsonichein poco più di tre mesi, dal 15 giu-gno ad oggi. Altre 392 persone sonorimaste ferite. Il bilancio è stato for-nito ieri dall’Autorità nazionale perla gestione dei disastri.

La provincia meridionale di Sindhrisulta la più colpita, con 136 vitti-me. Gravi anche i danni materiali.Sono difatti andate completamentedistrutte — riferiscono le autorità —quasi 79.000 case, mentre oltre139.000 abitazioni hanno subito dan-ni. La popolazione era già estrema-mente provata a causa del covid-19.

Il problema dei monsoni è cronicoin Pakistan, soprattutto in questastagione. Da ricordare che, ad ago-sto, in pochi giorni la pioggia bat-tente a Karachi ha ucciso oltre 100persone e sconvolto la vita di moltidegli oltre 15 milioni di residenti del-la città. L’acqua ha distrutto moltedelle strade principali e centinaia diabitazioni. In particolare, la città haricevuto il suo totale di precipitazio-ni più grande mai registrato in unsolo giorno il 24 agosto, quando 230mm (9 pollici) di pioggia è cadutain sole dodici ore, riferisce il Dipar-timento di meteorologia pakistano.Nel corso del mese, Karachi ha rice-vuto 484 mm (19 pollici) di pioggia,il totale più alto in almeno 90 anni.

Atterraggiod’e m e rg e n z a

per l’Air Force twoWASHINGTON, 23. Momenti ditensione e paura ieri a bordodell’Air Force two, l’aereo su cuiviaggia il vice presidente degliStati Uniti Mike Pence, quando ilpilota ha dovuto eseguire un atter-raggio d’emergenza a pochi minu-ti dal decollo. Il velivolo sembre-rebbe aver impattato con alcunivolatili che hanno provocato undanno ai motori. L’Air Force twoè dunque tornato all’aeroporto re-gionale di Manchester-Boston, nelNew Hampshire dove Pence si erarecato per partecipare a un eventoelettorale a Gilford.

Pence e il suo staff sono poirientrati a Washington a bordo diun aereo cargo utilizzato per tra-sportare i veicoli su cui il vice pre-sidente si muove durante le suevisite.

BE I R U T, 23. Una potente esplosionea sud di Beirut ha gravemente dan-neggiato, ieri, un edificio apparte-nente al movimento sciita Hezbol-lah: lo riferiscono i media locali ci-tando fonti della sicurezza locale.Sui social network e i siti internetsono apparse foto e video dal luogodell’esplosione.

L’esplosione è avvenuta ad AynQana, località 60 km a sud-est diBeirut e fuori dall’area di responsa-bilità della missione Onu (Unifil).Sono stati segnalati «ingenti dannimateriali» e «nessuna vittima»,stando a quanto si apprende

dall’agenzia governativa libaneseNna. Si parla soltanto di alcuni feri-ti. Secondo diverse fonti di stampa,a causare la deflagrazione sarebbestato «un malfunzionamento tecni-co» avvenuto nei pressi di «un de-posito di munizioni e ordigni di-smessi».

Non ci sono stati commenti uffi-ciali né da parte di Hezbollah né daparte di esponenti politici libanesi.«E' in corso una inchiesta» si leggenel comunicato delle forze armate,ripreso anche dal sito internet dellatv al Manar, principale voce di Hez-bollah. Anche la Croce Rossa ha

confermato che non ci sono statevittime nell’esplosione. Da segnalareche, sempre ieri, un vasto incendio èscoppiato nel porto di Tripoli.

Il porto di Beirut devastato dall’esplosione del 4 agosto (Afp)

KABUL, 23. Preoccupante aumentodegli episodi di violenza nelle ulti-me due settimane in Afghanistan.L’inviato speciale degli Stati Unitiin Afghanistan, Zalmay Khalilzad,in un tweet diffuso lunedì ha dettoche «negli ultimi giorni c’è stato unchiaro aumento della violenza in Af-ghanistan» e che "questa escalationè deplorevole poiché gli afgani, in-clusi molti civili, stanno perdendo lavita». Secondo il ministero degli in-terni nelle due ultime settimane so-no state 98 le vittime tra civili, tale-bani e forze governative.

Khalilzad è intervenuto ieri allaCamera Usa per descrivere l’attualesituazione in Afghanistan, sulla di-chiarazione congiunta siglata a feb-braio di quest'anno da Stati Uniti etalebani, sulla riduzione del contin-gente militare Usa presente nel pae-se asiatico e sullo stato dei negoziatidi pace inter-afghani. «Ci auguria-

mo che i negoziati portino presto auna significativa riduzione della vio-lenza da parte di tutte le parti, ridu-cendo il numero di afgani uccisi oferiti. Una riduzione della violenzacontribuirà a creare la fiducia neces-saria affinché i colloqui abbianosuccesso. Continueremo a premereper questo», ha detto Khalilzad dasempre sostenitore che una soluzio-ne politica in Afghanistan necessitidi un ampio sostegno interno, regio-nale e internazionale.

Su questo fronte sempre ieri il ca-po negoziatore del governo afghanonel processo di pace con i talebani,Abdullah Abdullah, riconoscendocome il livello di violenza sia moltoalto, in misura inaccettabile per lapopolazione, ha rivolto un appello«ai talebani e a tutti i partner chehanno un’influenza sui talebani, afare pressione su un cessate il fuo-co».

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 4 giovedì 24 settembre 2020

La giustadistanza

In «Due vite» di Emanuele Trevi

di CAROLA SUSANI

Amo il lavoro che già dallibro precedente, Sogni efavole, Emanuele Trevista facendo sul ritratto.Arturo Patten, Cesare

Garboli, e ora Rocco e Pia. Rac-contare gli amici gli permette di da-re un ruolo alla sua intelligenza,che è una delle più sorprendentiche io abbia mai conosciuto, allasua cultura, a una scrittura semprepiù lucente, narrativa e saggistica esaggia insieme.

Ma dalle ultime opere vengonorivelate anche doti meno esibite, co-me la generosità e l’onestà, chedobbiamo intendere come qualitàletterarie. Intervistandolo qualchetempo fa, in occasione di Sogni efavole, gli domandai se stesse scri-vendo un suo personale libro deimorti. Trevi scosse la testa, scrivevaanche dei vivi, ma certo i morti ave-vano in più quel loro essere conclu-si. Per ragioni di spazio, poi quellarisposta e quella domanda eranosaltate dall’intervista. Rocco Carbo-ne e Pia Pera, due scrittori e dueamici di Trevi, sono morti, Roccoin un incidente con il motorino, Pialentamente per via della Sla.

Il 17 di luglio del 2008, il giornodella morte di Rocco, era il com-pleanno di un’amica comune, Roc-co era venuto a festeggiare da me alPigneto e aveva passato la sera connoi; siamo stati gli ultimi a vederlo,e anche se frequentarsi non erasempre semplice, per ragioni cheTrevi spiega benissimo — la sua ri-gidità, il suo rifiuto di ogni ambiva-lenza nei rapporti — era per me eper mio marito uno degli amici piùcari. Perciò ho aspettato finché hopotuto prima di leggere Due vite(Milano, Neri Pozza 2020, pagine144, euro 12), facevo resistenza, poi

la letteratura parla a noi attraversol’unicità. Nella perdita avvertiamol’unicità degli amici come uno stra-zio infinito. Non possiamo darcipace all’idea che quella unicità vadaperduta, sia vana. Chi non crede hameno risorse, ma a volte, le stratto-na, le sforza producendo onestà eb ellezza.

Trevi vuole evocare gli amici.Provare a farli rimanere ancora unp o’ da queste parti, trattenere imorti, contendere con il tempo, ri-chiamarli indietro, un po’ r i n t ro n a -ti, tonti, poco comunicativi comeEuridice, ma ancora un poco qui. Efarlo presto, perché «anche i ricordidi chi abbiamo conosciuto talmentebene che la consuetudine è diventa-ta quasi un riflesso condizionato, sistaccano e volano via con rapiditàinconcepibile». Sono opere questeultime di Trevi, in cui la caducità èla condizione stessa a partire dallaquale si scrive, la caducità è messaa tema. Ma queste opere sono pic-coli trionfi sul tempo. Legandolesenza alcuna soluzione di continui-tà alle loro vite, Trevi racconta leopere di Rocco e Pia, l’opera diesordio di Rocco, Ag o s t o (Theoria,1993), con la sua scrittura svuotatadi effetti, antiespressiva, L’apparizio-ne (Mondadori, 2002), libro bellissi-mo, dove la malattia ritorna a esse-re un dio; racconta il lavoro di im-medesimazione che ha portatoavanti sul libro postumo di Rocco,Per il tuo bene (Mondadori, 2009);la dolorosa e assurda vicenda delDiario di Lo di Pia (Marsilio, 1995),la traduzione dell’Onegin di Puskin,la bellezza cosmica di Al giardinoancora non l’ho detto (Ponte alle gra-zie, 2016).

Due vite è un libro già amatissi-mo da chi lo ha letto, credo che siaperché è capace di ricordare, all’os-so, cosa fa la letteratura, come è ca-pace di contendere con il tempo e

«Sentieri nascosti» di Marco Testi

Quando i librisvelano il mondo

È una ricerca che non rientranella cultura librescama ha la virtù che caratterizzai buoni libri, ovverodi «far parlare i morti»richiamando sia i bestsellerche le opere poco conosciute

«Le persone se gli vai troppo vicino diventano macchiese ti allontani troppo si perdono nell’insiemeDevi trovare la giusta distanza»Nel libro lo scrittore evoca gli amici scomparsi Rocco e PiaProvare a farli rimanere ancora un po’ da queste partitrattenere i morti, contendere con il tempo, richiamarli indietro

sono riuscita ad aprirlo e a finirloin una sera con uno sforzo di vo-lontà. Ho fatto bene a leggerlo.«Le persone — scrive Trevi — se glivai troppo vicino, diventano mac-chie. Se ti allontani troppo si per-dono nell’insieme. Devi trovare lagiusta distanza», me lo diceva giàin occasione dell’intervista (uscitasu «L’Osservatore romano»).

Trovare la giusta distanza è l’im-pegno che Trevi si impone in que-sto libro e che gli riesce con unaprecisione da rimanere sconcertatiper quel che riguarda il ritratto diRocco: Rocco è qui. «Il morto è at-tirato dalla scrittura, trova sempreun modo inaspettato per affiorarenelle parole che scriviamo di lui».Pia la conoscevo meno, ma nelleparole di Trevi mi sembra che siarimasto impigliato qualcosa che lesomiglia, un sapore, un brillio, unalibertà. La letteratura, parafrasandoTrevi, non può raccontare per gene-ralizzazioni, ha bisogno di storiepersonali, capitate a uno soltanto,

come già la contesa faccia l’effettouna vittoria minore. Nel percorsoletterario di Emanuele poi, questomi sembra un libro che fa un passodecisivo verso una precisione esteti-ca perché anche etica, etica lettera-ria, della pagina, ma non per que-sto meno etica. A raccontare non ècome in Sogni e favole la caricaturadi Emanuele, che fa brillare gli ami-ci per contrasto, e che richiama l’at-tenzione sulla sua comica deformi-tà, non è un personaggio abbassato,qui Emanuele parla dalla stessa al-tezza degli amici, non vuole atten-zione su di sé, ci parla di loro, delsuo sguardo su di loro, ci mostrapoche foto: di uno, di due; fra i treamici c’è sempre quello che scattale foto e quello che scatta la fotonon si vede. Le foto sono tremende,lo sono sempre, vertigini della ca-ducità, condensatori del tempo. Maè solo per un caso, un incidente,una malattia, che adesso dietro allamacchina fotografica, con la pennain mano, ci sia lui.

Particolare dalla copertina del libro

Gilbert Keith Chesterton

ciologo Franco Ferrarotti. Un libroche non rientra, in modo sterile,nella cultura libresca, ma ha la vir-tù che hanno i buoni libri, ovverodi «far parlare i morti». «Ne risu-scita l’intento profondo — scriveFerrarotti —. È una chiamatadall’oltretomba, richiama un passa-to ormai ritenuto lontano, che in-vece ha ancora cose importanti dadire nel presente o addirittura con-tiene i semi dell’avvenire». Il volu-me di Testi vanta un merito ulte-riore: non parla solo di libri best-seller, ma anche di quelli poco notial grande pubblico. Oppure parladi libri divenuti celebri per le ra-gioni sbagliate. «Ma parla anchedi “rivisitazioni” critiche necessarie— osserva Ferrarotti —, non più rin-viabili, vala a dire di libri riscopertipienamente, valutati solo genera-

famiglia. «Una natura non antro-pizzata è lo sfondo del capolavorodi Landolfi, una sorta di romanzodi iniziazione» scrive Testi. Unasorta di romanzo di iniziazione. Èla storia di un ragazzo, Giovancar-lo, che torna nel paese per le va-canze, e si trova alle prese con unastrana fanciulla, Gurù, bellissimama con le gambe che finiscono conpiedi di capra. Una deformità chesolo il ragazzo coglie: i paesaninon se ne avvedono proprio. Fon-damentale, sottolinea Testi, è lospirito del luogo, che abita dovun-que, anche nelle cose animate: ilcastello del paese con il palazzottodi antichi tiranni di un tempo, adesempio. «Landolfi — evidenziaTesti —, senza tradirne l’avita topo-

punto di partenza, che nel frattem-po si sarà spostato e modificato inun movimento che si chiama vita».

Ma l’avventura di Vitangelo nonsi esaurisce nella semplice quantorecisa negazione della realtà. Alcontrario la sua esperienza si tra-duce nella ricerca delle profonditànascoste sottese a tale realtà. Talericerca, afferma Testi, richiede “untributo” in termini di abitudine aun’identità che si rivela sempre piùinsufficiente non solo a spiegare,ma a vivere quella realtà. È questoil lascito di Uno, nessuno e centomi-la, che va oltre i luoghi comuni didecadentismo, pessimismo, relativi-smo, e «si inserisce invece nella ri-cerca di autenticità mai davvero as-sente nella storia dell’uomo».

di GABRIELE NICOLÒ

Oscar Wilde consiglia-va, nell’atto di valu-tare la realtà, di ri-manere in superficie,perché se si vuole

andare sotto di essa, «lo si fa aproprio rischio e pericolo»: si po-trebbero infatti scoprire cose chesarebbe stato meglio lasciare sepol-te, e quindi ignorate. Consiglio si-curamente utile in molti casi, manon sempre. Come dimostra l’ap-profondita analisi che Marco Testiconduce, riguardo ad opere chehanno fatto la storia della lettera-tura, nel libro Sentieri nascosti (Ro-ma, Edizioni Fili d’Aquilone, 2019,pagine 144, euro 15) il cui sottotito-lo, in modo eloquente, recita:Quando i libri celano nuovi modi divedere il mondo. Insomma, l’a u t o re(critico letterario e docente di let-teratura) squarcia la superficie, sene assume il rischio, e traccia unitinerario che va in profondità, perfavorire una lettura incisiva eun’interpretazione illuminante del-le opere prese in esame. Il risultatodi questa operazione — che spaziada L’amore e l’occidente di Denis deRougement a Un canto di Nataledi Charles Dickens, da Spoon riverdi Edgar Lee Masters a Il desertodei Tartari di Dino Buzzati — è piùche salutare.

«Un libro geniale e originale» lodefinisce, nell’introduzione, il so-

nato fin nella più abietta miseriadel peccato e si è redento attraver-so la sofferenza, la morte, la dispe-razione». Acutamente Testi notache il cristiano di Chesterton com-batte «senza ergersi a giudice». Hacapito infatti che giudicare è peri-coloso, ha conosciuto il deus ab-sconditus, il quale si è rivelato nellariconciliazione della sua pace dopoaver portato i suoi fedeli fino allaGenna, perché potessero proclama-re fino alla fine: «Nessuna soffe-renza può essere troppo grande,per comprarci il diritto di dire acostui che ci accusa, “Abbiamo sof-ferto anche noi”». Si tratta di unlibro per certi versi anti-moderno,nel senso di un coraggioso opporsiai tempi in cui «la morte e il buiovengono proclamati nuovi e dispe-rati dèi, poiché pochi sembranoavere il coraggio i riscoprire nellapolvere delle vecchie, abbandonatachiese, la pace di Dio».

Ci si è accorti con sorpresa, os-serva Testi, che i testi dei cantauto-ri e di gruppi musicali negli anniSessanta e Settanta erano orecchia-menti, citazioni, riprese, calchi dipoesie appartenenti alla cultura“alta”: Dylan Thomas, WillimaShakespeare, Walt Whitman, Dan-te Alighieri. E ci si è accorti cheThomas Stearns Eliot è stato unodei poeti più saccheggiati dallacanzone contemporanea. E «la sor-presa nella sorpresa» è costituitadal fatto che il suo libro più sac-cheggiato per alcune «impertinenticitazioni» non era quello che erastato considerato il suo capolavoro,La terra desolata, ma una preceden-

tà, di quell’aspetto della borghesiaeuropea scavato a fondo da alcuniscrittori, da Ezra Pound a VirginiaWoolf, da Thomas Mann a JamesJoyce». Ma è anche la poesia deldubbio, dove la tranquillità di“una stanza sicura” nasconde gliincubi del Perché e del Quando,l’assillo di senso. Un assillo chenon è comunicabile e così le parole«subiscono la rovina delle cose edegli oggetti in uso, perché nonarrivano nell’oscurità dell’e s s e re » .Scrive Eliot: «Non è per nientequesto che volevo dire / Non èquesto, per niente».

Testi si cimenta poi nell’analiside La pietra lunare di TommasoLandolfi, scrittore particolare, perusare un eufemismo, sicuramenteostico nella sua grandezza. L’auto-re definisce il lungo racconto(1939) «il più affascinante quadrodella vita rurale, e dei suoi misteri,del nostro Novecento». Non sitratta di un quadro realista o,all’opposto, esoterico, dell’esistenzamarginale del borgo appenninico,ma rappresenta lo spirito dei luo-ghi familiari della nascita e della

grafia, anima i luoghi attraversopresenze ancestrali, resti forsedell’energia psichica in essi rappre-sa, tracce di una memoria più anti-ca di quella umana».

Pagine ricche di acute valutazio-ni sono quelle dedicate al romanzoUno, nessuno e centomila (1925-1926)di Luigi Pirandello, un’opera die-tro la quale «c’è un pensiero chesuperava e demoliva le certezze delpositivismo e del determinismo difine diciannovesimo secolo». Il ca-polavoro pirandelliano si configuraquale romanzo terminale delle cer-tezze d’Occidente, del pessimismodi fondo travestito da sguardo im-passibile e neutrale, che «mostravacrepe profonde nel panorama nonsolo culturale tra fine Ottocento eprimo trentennio del Novecento».E parimenti rispondeva ai dubbi ealle incertezze del nuovo pensiero“deb ole”, quello della Woolf, diSvevo, di Musil, di Kafka, di Joyceche talvolta “girava su sé stesso e siimmobilizzava nella inazione e nel-la noia. Afferma Vitangelo, prota-gonista del romanzo: «A me erasempre bastato averlo dentro, amio modo, il sentimento di Dio;un Dio che soffre con chi e in chicerca disperatamente la verità e an-che quando viene strumentalizzatoper il denaro e il potere, un dioche sì era sentito ferito in me». Pi-randello, rileva Testi, contrapponedunque un “D io-di-dentro” a un“D io-di-fuori”, che è quello dell’as-suefazione, dell’abitudine e del for-malismo. Vitangelo è un uomo ric-co che sente come un peso insoste-nibile la ricchezza, perché essa gliha messo addosso una maschera, evuole che egli sia sempre quellamaschera. Vuole che lui sia ciò chegli altri hanno stabilito. Vitangelodeciderà di liberarsi di tale ma-schera: si spoglierà di tutto e sce-glierà una vita da povero mendi-cante, come il ricco signore dellaLeggende del Santo bevitore di Jose-ph Roth, che va a vivere sotto iponti della Senna. La spoliazionedel vecchio sé non è ovviamenteindolore. In fondo la vita di primaavrebbe potuto significare il man-tenimento di una decorosa fami-glia. Ma l’eroe senza qualità sce-glie invece il rifiuto della apparen-te salvezza familiare, «il copernica-no viaggio in senso contrario pertornare attraverso il movimento cir-colare di ogni cosa nell’universo al

Il cristiano di Chesterton — scrive l’autore —combatte senza «ergersi a giudice»Ha capito infatti che giudicare è pericolosoMentre «Uno, nessuno e centomila» di Pirandellosi configura quale romanzoche con uno sguardo impassibile e neutralepone fine alle certezze dell’Occidente

zioni dopo la loro prima pubblica-zione».

Nell’introdurre il cammino lun-go “i sentieri nascosti” Testi citauna frase di Proust tratta da Iltempo ritrovato: «Talvolta, nel mo-mento in cui tutto sembra perduto,giunge il messaggio che può sal-varci; abbiamo bussato a tutte leporte che non portano a niente, ela sola per cui si può entrare, cheavremmo cercato invano per centoanni, la urtiamo senza saperlo e siapre». Testi varca quella soglia edavvia l’esplorazione, per portarlipoi alla luce, dei talenti nascostinel patrimonio letterario.

Nell’analizzare L’uomo che fu gio-vedì di Gilbert Keith Chesterton,l’autore ne richiama, con limpidachiarezza, il messaggio: «il creden-te che è passato attraverso il suopersonale inferno ha diritto di op-porsi al disordine del mondo mo-derno; egli ha il diritto di combat-tere perché ha vissuto la passionecome Cristo, perché è stato trasci-

te raccolta, Prufrock ed altre osser-vazioni, uscita in rivista nel 1915 epoi pubblicata in volume nel 1917.Raccolta che sarebbe stata amatadai giovani intellettuali degli annia venire, fonte di ispirazione pertesti di canzoni, opere, film. Venneusata per il testo di There will be ti-me del gruppo degli Osanna, e ci-tata nel film Z a rd o z con Sean Con-nery. Spicca, all’interno dell’op era,il Canto d’amore di Alfred Prufrock,che è insieme un invito a una pas-seggiata in un torpido pomeriggioe un centro focale di riflessioni sul-la vita e sulla morte. «Ci sarà tem-po — recitano alcuni versi — p eruccidere e per creare, e tempo pertutte le opere e i giorni delle maniche sollevano e lasciano cadere unadomanda sul tuo piatto; tempo perte e per me, e tempo anche percento indecisioni, e per cento visio-ni e revisioni, prima di prendereun tè col pane abbrustolito».

«Quello di Prufrock — osservaTesti — è forse il canto della sazie-

Page 5: Attuare il principio di sussidiarietà ascoltando i più deboli oltre … · se del presidente Usa. Un concetto ribadito dal presidente cinese, Xi Jinping. «La pandemia va affrontata

L’OSSERVATORE ROMANOgiovedì 24 settembre 2020 pagina 5

di ADRIANA VALERIO

«T u sei la porta delDemonio! Tu haimangiato dell’al-bero proibito! Tuper prima hai di-

sobbedito alla legge divina! Tu haiconvinto Adamo, perché il Demonionon era abbastanza coraggioso perattaccarlo! Tu hai distrutto l’immagi-ne di Dio, l’uomo! A causa di ciòche hai fatto, il Figlio di Dio è do-vuto morire!».

Così Tertulliano nel De cultu femi-narum presentava Eva e la sua tra-sgressione, causa dell’umana perdi-zione e, addirittura, della morte diGesù. E, come sottolineerà secolidopo il Malleus maleficarum, il ma-nuale di fine Quattrocento per aiuta-re gli inquisitori a riconoscere lestreghe, Eva è la prima prevaricatri-ce, prototipo delle donne: infedeli,mendaci, ingannatrici, ambiziose, in-vidiose, irose, lussuriose, insaziabili,concupiscenti, tentatrici, credule,maliziose, deboli e pettegole. Comemostrano questi due brani certamen-te, ci troviamo in presenza di un’im-magine della nostra progenitrice cheha segnato in profondità la visioneantropologica del cristianesimo co-stituendo un enorme danno per ledonne: si è cristallizzato, infatti, unmodello autorevolmente negativo diidentità femminile dal quale è stato— ed è ancora oggi — difficile sot-trarsi.

A sottrarre la donna dalla sua fal-sa condizione di fragilità e di pecca-

to e mettere sotto osservazione criti-ca l’interpretazione erronea della fi-gura biblica di Eva, ci ha pensatoquesta coraggiosa pubblicazione:Non sono la costola di nessuno. Letturesul peccato di Eva (Verona, Gabrielli2020, pagine 188, euro 16). OltrePaola Cavallari, autrice dell’intro du-zione («Peccato originale o peccatopatriarcale d’origine?») e di un sag-gio («Stavano di fronte l’uno all’al-tra»), oltre che ideatrice e curatricedel progetto, il libro è il frutto dellacollaborazione di altri sei studiosi(tre donne e tre uomini) di matriceriformata (Lidia Maggi, Paolo Ricca,Letizia Tomassone) e cattolica

(Giampaolo Anderlini, Brunetto Sal-varani e Carlo Bolpin) anche se An-derlini e Salvarani scrivono a partiredalla tradizione ebraica. Il volume èintrodotto con intelligenza da LiliaSebastiani.

I saggi si pongono su piani diver-si costituendo un insieme variegatodi prospettive e di punti di vista.

Emerge in tutti la necessità di unarilettura esegetica dei racconti fonda-tivi di Genesi 2-3 per svelare ingannie false interpretazioni.

Paolo Ricca interviene in tal sensocon un intenso studio per rimuoverealcuni grandi equivoci che hannoportato al dominio dell’uomo sulladonna e al confinamento di quest’ul-tima in ambito domestico, e che nontrovano fondamento nei testi di Ge-nesi («Lutero, Calvino, Barth e noialle prese con Genesi 1, 2 e 3», pp.117-145).

A questa sua prospettiva di stam-po esegetico alla luce della visioneprotestante, si affianca l’appassiona-

to intervento di Paola Cavallari(«Stavano di fronte l’uno all’altra»)che rilegge soprattutto i brani dellaCaduta nella prospettiva dell’esegesifemminista mettendo in luce le di-storsioni della visione teologica do-minante, colpevole di un peccatocontro le donne nella misura in cuiha strumentalizzato i testi biblici permantenere le donne in una condizio-ne subalterna.

Anche per Lidia Maggi («Il fian-co sfiancante») i racconti fondativisono «storie usate per colpevolizzaree denigrare le donne fino a legitti-marne la sottomissione e minimizza-re la violenza nei loro confronti»;per questo occorre decostruire l’ar-chetipo di Eva come tentatrice cheha portato alla colpevolizzazionedelle donne, ma ancor di più occorresnidare le trappole esegetiche che fi-niscono per ghettizzarle non consi-derando adeguatamente «la tramadel racconto [che] mette in scena lafatica della differenza di genere edella relazione, fatica individuatanella difficoltà di sostenere l’alteritàe il limite».

Sull’importante tema della tra-sgressione si soffermano i saggi diTomassone («La disobbedienza èuna virtù per le donne») e di Arder-lini e Salvarani («L’albero, la cono-scenza e la libertà umana. Genesi 2-3.Un itinerario a partire dalla tradizio-ne ebraica»).

Per Tomassone la trasgressioneconnota l’esperienza femminile (e

femminista) e la Bibbia ne offremolti esempi, come quelli di Eva edi Tamar, e va assunta come risorsain quanto «via diversa dalla normati-vità di genere imposta nelle societàpatriarcali». Arderlini e Salvarani ri-leggono il testo sacro alla luce dellatradizione ebraica sottolineando co-me la trasgressione segni l’inizio del-la storia facendo raggiungere all’es-sere umano la sua piena umanità elibertà. Infine Carlo Bolpin («Sim-boli escatologici del mito adamiti-co») riflette sulla comprensione delmito e sulla molteplicità dei simboliche esso richiama in una continuaapertura di significati.

Questo dialogo a più voci offrecertamente una gamma di riflessioniquanto mai ampia e complessa sullafigura di Eva. La narrazione dellasua venuta al mondo (nata dalla co-stola di Adamo per essergli di aiuto)e del suo protagonismo nel peccato(è lei che induce l’uomo a trasgredi-re) ha offerto materiale per giustifi-care la subordinazione della donna,legittimandone l’inferiorità sottol’aspetto fisico (tratta dall’uomo), re-lativamente alla dimensione morale(induce al peccato) e all’ambito giu-ridico (deve essere soggetta alla tute-la dell’uomo: padre, marito, guidare l i g i o s a ) .

È dunque quanto mai opportunoriflettere sulle radici della divisionedei generi segnati dalla subordina-zione femminile e questo libro ciaiuta con preziose considerazioni.Tuttavia, la giusta attenzione data altesto biblico, che conosce una scon-finata storia esegetica, ha messo unp o’ sotto tono la sua recezione, dalmomento che il racconto, considera-to fino a tutta l’età moderna comefatto storico, si è prestato a innume-revoli rappresentazioni perché ri-spondeva alle grandi questioni teolo-giche che hanno attraversato la cri-stianità relative al peccato e alla re-denzione, nonché al ruolo che l’uo-mo e la donna avevano svolto inquesto dispiegarsi del destinodell’umanità.

Tra queste interpretazioni, nonpossiamo non ricordare significativeletture alternative che hanno conferi-to ad Eva dignità e positività. Peresempio Ildegarda di Bingen che, at-traverso Eva, considera la maggioreperfezione della donna che ha datoorigine alla vita, generando il mon-

Una rilettura del ruolo della donna nella Bibbia

Riscoprire Eva

di MAU R I Z I O SCHOEPFLIN

Per ben ventuno anni, dal 1605 al1626, don Vincenzo Puccini fu ilgovernatore e il confessore delconvento carmelitano di SantaMaria degli Angeli a Firenze. Lì

egli ebbe modo di conoscere suor MariaMaddalena de’ Pazzi: si trattò di una fre-

Un costante appello all’a m o reLa vita della carmelitana fiorentina in «Una fabula mystica nel Seicento italiano. Maria Maddalena de’ Pazzi e le Estasi»

Con lei ci troviamo davanti a un archetipodalle mille sfaccettaturee dai tanti significati ancora tutti da scandagliareE il libro curato da Paola Cavallarici aiuta nel difficile compito

Hieronymus Bosch, «Giardino dell’Eden»(1480-1490, particolare)

Ildegarda di Bingen riceve una visione e la descrive al suo segretario (Manoscritto Scivias)

At t ra v e rs a t oun doloroso e difficile periododi tenebre interiorila santa si trovò animatada un fervore particolaree mediante lettere speditealle più alte autorità ecclesiastiche,invocò un profondo rinnovamentodella Chiesaa partire dai sacerdotie dalle religiose

quentazione piuttosto breve, in quanto lamonaca morì nel 1607, ma ciò non impedì alPuccini di redigerne una biografia che co-nobbe due diverse versioni, la prima nel1609 e la seconda nel 1611, ognuna delle qua-li presenta alcune interessanti peculiarità.Nell’impegnativo e approfondito lavoro Unafabula mystica nel Seicento italiano. MariaMaddalena de’ Pazzi e le Estasi (Firenze, Ol-

schki 2020, pagine 320, euro38), Laura Quadri, ottimaconoscitrice della letteraturareligiosa, prende in esame idue testi scritti dal Puccini;il suo intento è indagarequale sia stata la ricezionedelle Estasi maddaleniane, lequali, seppur edite in modointegrale per la prima voltatra il 1960 e il 1966, avevanoavuto in realtà una precocediffusione.

Beatificata da Urbano VIIInel 1626 e canonizzata daClemente IX nel 1669, MariaMaddalena (al secolo Cateri-na, ma in famiglia chiamataLucrezia in onore della non-na paterna) era nata a Firen-ze nel 1566, secondogenitadel nobile Camillo de’ Pa z z ie di Maddalena MariaBuondelmonti. Su consigliodel proprio direttore spiri-tuale, il gesuita Pietro Blan-ca, a sedici anni fece il suoingresso nel monastero diSanta Maria degli Angeli,ove la comunità viveva inun’atmosfera caratterizzatada fede e devozione autenti-che. Nel convento era parti-colarmente viva la tradizione

domenicana, persino quella di origine savo-naroliana; così la giovane maturò la sua vo-cazione in un contesto in cui si incontravanotre grandi eredità spirituali: la carmelitana,la domenicana e la gesuita. Vinta la resisten-za dei genitori, nel gennaio del 1583 MariaMaddalena vestì l’abito monastico.

A partire dal maggio dell’anno seguente lasanta cominciò a essere destinataria di varie

a sobrietà e austerità straordinarie, MariaMaddalena educò con rigore le novizie,avendo tuttavia sempre di mira la carità vi-cendevole e la radicale consacrazione a Cri-sto, che doveva tramutarsi in un vero e pro-prio sposalizio mistico. Nel 1604 la santavenne eletta sottopriora, ma ben presto siammalò: dopo aver sopportato un periododi pura sofferenza, il 25 maggio 1607 lasciò

arbitrio dell’uomo, è la medesima ricercadella Chiesa in quegli anni, che si confronta-va con il tema». Le Estasi della santa conob-bero un’ampia diffusione già nel Seicento etra il XVII e il XVIII secolo i ritratti della car-melitana fiorentina «si ritrovano in quasi tut-te le sagrestie, accanto alle immagini moltodiffuse di Teresa d’Avila, di Luigi Gonzagao di Filippo Neri, testimoniando di una de-vozione che non rimane circoscritta agli or-dini conventuali. Sembra proprio, insomma,che Puccini riesca, basandosi sui manoscritti

originali, a tracciare il profilo di una santitàche trasmette dei valori universali nei qualitutti si possono incarnare».

Dunque, non appare per niente casualeche, negli anni, a venerare il corpo incorrot-to di Maria Maddalena de’ Pazzi si siano re-cate, fra le altre, personalità del calibro diGiovanni Bosco e Teresa di Lisieux.

Le Estasi della santaconobbero ampia diffusione nel SeicentoI suoi ritratti si ritrovanoin quasi tutte le sagrestietestimoniando di una devozioneche non rimane circoscrittaagli ordini conventuali

do o la badessa Herrada di Honen-burg che, nel codice miniato del-l’Hortus Deliciarum, rappresenta lanascita della prima donna non dallacostola dell’uomo, ma direttamentedall’albero della vita, alla cui base sitrova un Adamo assopito.

Oppure l’umanista Moderata Fon-te, pseudonimo di Modesta Pozzode' Zorzi, che ribalta l’i n t e r p re t a z i o -ne tradizionale circa la preminenzadel genere maschile, per natura eper volere divino, sottolineando, alcontrario, l’inferiorità di Adamo ri-spetto a Eva. Riprendendo un pen-siero che era stato già espresso dalfilosofo Cornelio Agrippa, afferma,infatti, che la donna, dunque, è l’esi-to di un processo creativo che giun-ge alla perfezione con la sua nascita,dal momento che il disegno dellacreazione procede in un crescendo,da enti di valori inferiori a quelli divalore più alto.

La superiorità di Eva è sottolinea-ta anche dall’abolizionista di coloreSojourner Truth; per lei se la prima

donna era stata tanto forte e capacedi mettere sottosopra il mondo, bi-sognava concedere alle donne, altret-tanto forti, di rimetterlo dritto. Non-dimeno la suffragista Elizabeth Ca-dy Stanton comprese come la rilettu-ra della Bibbia fosse indispensabileper superare tutti gli ostacoli che siopponevano all’affermazione dei di-ritti femminili e colse nella figura diEva l’immagine dell’eroina coraggio-sa e ambiziosa, spinta dalla sete diconoscenza. Giungiamo, infine, inambito laico all’astrofisica Margheri-ta Hack che sottolineava come lacolpa di Eva, con la sua voglia diconoscere, sperimentare, indagare,rappresenti la curiosità della scienzacontro la passiva accettazione dellafede.

Con Eva, dunque, ci troviamo da-vanti a un archetipo dalle mille sfac-cettature e dai tanti significati anco-ra tutti da scandagliare: questo inte-ressante e ricco testo curato da PaolaCavallari ci aiuta in questo arduocompito.

“rivelazioni”. Da quel momento in poi fututto un susseguirsi di esperienze mistiche:ebbe mutato il cuore con quello di Gesù ericevette la corona di spine e le stimmate.

Attraversato un doloroso e difficile perio-do di tenebre interiori, che le era stato an-nunciato da Cristo stesso, la santa si trovòanimata da un fervore particolare e, median-te lettere spedite alle più alte autorità eccle-siastiche, invocò un profondo rinnovamentodella Chiesa a partire dai sacerdoti e dallereligiose: nelle sue missive non mancano itoni aspri, ma il suo è un costante appelloall’amore e non certo alla vendetta.

Non casualmente, a questo proposito ellaguardò con particolare ammirazione alla fi-gura e all’opera del cardinale Borromeo.Sempre fedele a uno stile di vita improntato

testi redatti da don Vincenzo Puccini, chel’autrice analizza con grande precisione, svi-luppando interessanti considerazioni in me-rito all’eccezionale esperienza mistica di Ma-ria Maddalena; tale esperienza viene oppor-tunamente collocata all’interno delle vicendedella Chiesa del tempo e messa in rapportocon le più rilevanti questioni concernenti lapersonalità della santa, a cominciare daquella della libertà, che contraddistinse co-stantemente il cammino della carmelitanafiorentina sulla via del Signore. La Quadrinota che il Puccini seppe capire ed esprime-re con lucidità una dimensione assai delicatadella vita interiore maddaleniana e afferma aquesto riguardo: «La ricerca di Puccini di ri-dare un quadro equilibrato, che non facciatorti né alla generosità di Dio né al libero

questo mondo.Proprio ciò che accadde ne-

gli anni immediatamente suc-cessivi alla sua morte è al cen-tro degli interessi di LauraQuadri, che vuol comprenderea fondo quale fu la ricezionedell’eredità spirituale di MariaMaddalena e quale l’uso che sene fece all’indomani della suascomparsa. In sintesi, che gene-re di traccia lasciarono le Estasidella santa fiorentina? Ed è aquesto riguardo che risaltano intutta la loro importanza i due

Dioniso Montorselli, «Santa Maria Maddalena de' Pazzi incoronata di spineda Cristo con i santi Agostino e Caterina da Siena» (Siena, 1653-1690)

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 6 giovedì 24 settembre 2020

Governo all’ascolto delle autorità musulmane

L’islam francese alla ricercadi un nuovo modello

Incontro con i vescovi svizzeri alla luce di «Querida Amazonia»

Quando le donneportano al cambiamento

Al via la campagna giovanile di Missio Austria a favore del terzo mondo

Il doppio del bene

Minore al lavoro in una miniera del Burkina Faso

VIENNA, 23. Migliaia di bambini e ragazziprovenienti da oltre mille parrocchie e quat-trocento scuole di tutta l’Austria anche que-st’anno offriranno il proprio contributo eimpegno verso i loro coetanei in Africa, Asiae America latina. Si rinnova infatti a inizioottobre, dopo l’inaugurazione prevista oggi23 settembre a Vienna, davanti alla cattedra-le di Santo Stefano, l’appuntamento con latradizionale campagna di Missio Austria edella Katholischen Jugend Österreich (Kjö)rivolta ai giovani. L’iniziativa, con la quale iragazzi mettono in vendita prodotti dolciariil cui ricavato sarà investito in progetti per ipaesi del terzo mondo, vuole lanciare un«segnale forte, missionario e sostenibile erendere tangibili il nostro amore cristianoper il prossimo e la nostra responsabilità so-ciale», ha sottolineato padre Karl Wallner,direttore nazionale delle Pontificie operemissionarie in Austria.

L’evento è, inoltre, un modo per fare «ildoppio del bene», come hanno sostenuto iresponsabili di Missio Austria in riferimentoa coloro che sostengono la campagna, per-ché con l’acquisto e la vendita di prodottidel commercio equo e solidale da un lato sirealizza concretamente un esempio di giusti-zia sociale nelle zone più povere della Terra,dall’altro i proventi ottenuti vanno a benefi-cio dei bambini e dei giovani di queste aree.

Anche coloro che fabbricano prodotti biolo-gici a sostegno delle varie povertà possonotrarre vantaggio dalla campagna, ha spiegatoil consulente per lo sviluppo e la politicaambientale della Kjö, Christian Hofmann,sottolineando come, se si segue la via dellasolidarietà, sia «facile ottenere grandi cosepartendo dalle piccole».

Tanti i progetti promossi dall’iniziativa,tra cui quelli relativi al sostegno agli exbambini soldato ad Haiti e all’i s t ru z i o n escolastica dei minori impiegati nelle minieredel Burkina Faso. Quest’ultimo ha lo scopodi alleviare la drammatica situazione di tantibambini e adolescenti dello stato africanoche sono costretti a lavorare in condizionidisumane, con salari modestissimi e a co-stante rischio della salute se non della vita.Tutto ciò accade perché molte famiglie nonpossono permettersi zaini, quaderni e indu-menti adatti per la scuola, ha riferito un sa-cerdote della diocesi di Ouahigouya, ed èquindi fondamentale reperire anche piccolequantità di denaro per sottrarre i minori auna indegna condizione. «Nessun bambinodovrebbe essere costretto a prendersi curadella propria famiglia rischiando la vita», hadichiarato Wallner ribadendo come le aulescolastiche siano il luogo naturale dove cre-scere serenamente.

Di fornitura di materiale igienico e sanita-rio per le scolaresche si occupa poi il proget-to ideato per l’istituto di Mbarara, in Ugan-da, gravato da problemi di sovraffollamentononostante l’aggiunta di un edificio a duepiani, con conseguenti rischi per la salutesoprattutto in questo periodo di inarrestabilediffusione del coronavirus. Grazie anche allacollaborazione di sacerdoti locali è stata av-viata la costruzione di condutture idriche eimpianti igienici separati.

Discriminazione ed esclusione sociale so-no invece i fenomeni che vuole arginare ilprogramma preparato per i giovani dalit in-diani, sistematicamente emarginati da un si-stema di caste che impedisce loro una vitadignitosa, costringendoli alle mansioni piùumili e ostacolando il diritto all’i s t ru z i o n e .Un valido supporto, alle ragazze in partico-lare, è dato dagli istituti delle Ancelle fran-cescane del Buon Pastore, attive in Italia,Asia e America latina, dove viene impartitaistruzione scolastica e insegnato a usare ilcomputer. A tutto questo si aggiunge infineun progetto della Katholischen JugendÖsterreich imperniato sull’impegno e parte-cipazione giovanile in Austria in merito a te-mi quali responsabilità creativa, sostenibilitàed equità, con una cerimonia finale di pre-miazione per i più meritevoli.

BASILEA, 23. La questione femmi-nile all’interno della Chiesa, par-tendo dall’esortazione apostolicapost-sinodale Querida Amazonia diPapa Francesco e dal presuppostoche, «senza il coinvolgimento del-le donne, nessun rinnovamento èpossibile». È stato questo il temaprincipale affrontato dai vescovisvizzeri riuniti giorni fa in assem-blea plenaria, nel corso della qua-le hanno incontrato a Délemontuna delegazione del Consigliodelle donne (organismo in senoalla Conferenza episcopale) e del-la Lega svizzera delle donne catto-liche per parlare dell’imp ortantecontributo che possono dare allaChiesa.

L’incontro — si legge in una no-ta della Conferenza episcopale el-vetica — si è svolto nell’ambito delprocesso «In cammino insiemeper rinnovare la Chiesa». È la pri-ma volta che i tre organismi si in-contrano a questo livello; un’o cca-sione per conoscersi meglio e av-viare un dialogo di confronto.L’evento si è strutturato intorno aquattro laboratori basati su cita-zioni tratte dall’esortazione apo-stolica Querida Amazonia, focaliz-zandosi soprattutto sui paragrafi99-103 dedicati a «La forza e ildono delle donne».

I laboratori «hanno mostrato lareciproca disponibilità a scoprire ilpunto di vista dell’altro. Il fattoche si sia svolta questa giornata —ha osservato il presidente dellaConferenza episcopale svizzera,monsignor Felix Gmür, vescovo diBasilea — è stato importante. Es-sere consapevoli l’uno dell’a l t ro ,sia nella comprensione sia nell’in-comprensione, è altrettanto impor-tante». Le aspettative comuni, ha

aggiunto Miriam Christen-Zarri,presidente di un’associazione delcanton Uri, sono per «una Chiesacostruttiva e viva, dove i rapportisiano egualitari, rispettosi e aper-ti».

Sebbene nel corso dell’i n c o n t ronon siano state prese decisioni perl’immediato, è stato comunque de-ciso di avviare un percorso di dia-logo tra la Conferenza episcopalee la Lega delle donne cattoliche,organizzazione che conta 130.000membri, diciotto associazioni can-tonali e seicento realtà locali. Alriguardo, una conferenza stampacongiunta tra l’episcopato e la le-ga è già prevista per metà ottobreprossimo, un evento mediatico de-finito dai partecipanti “pietra mi-l i a re ” per continuare il percorsocomune. Le rappresentanti dellaLega delle donne cattoliche hannoprecisato di non essere affatto in-teressate a posizioni di potere ehanno sottolineato che il rinnova-mento può avvenire solo attraver-so un’organizzazione più parteci-pativa della Chiesa. Inoltre, han-no dato voce alla sofferenza dimolte donne che si sentono rele-gate troppo spesso a ruoli di sup-plenza. «Le donne non dovrebbe-ro lasciare che siano gli uomini aparlare di noi. Fino a quando nonparliamo delle ferite del passato,non avremo un futuro», ha osser-vato Karin Ottiger, componentedell’organizzazione femminile el-vetica.

A dare supporto alle loro richie-ste anche il vescovo di Losanna,Ginevra e Friburgo, monsignorCharles Morerod, che ha sceltoproprio una donna per il ruolo indiocesi di delegata episcopale. Loscorso maggio, infatti, il presule

ha voluto nominare una laica, lasessantenne Marianne Pohl-Hen-ze, delegata episcopale per la par-te di lingua tedesca, in sostituzio-ne di padre Pascal Marquard. Unruolo ben diverso da quello di vi-cario che, secondo quanto previstodal diritto canonico, è figura mu-nita di potestà ordinaria per pre-stare aiuto al vescovo nel governodi tutta la diocesi. «Le diocesi —ha ricordato Morerod — non pos-sono sperare che tutto rimangacom’è perché non saremmo piùcredibili. È necessaria, invece, unaconversione comune. Ci deve esse-re un cambiamento. Tuttavia, de-vo ammettere che, al momento,non so cosa potremmo concreta-mente cambiare e in che modopossiamo farlo».

Nel corso dell’incontro «c’è sta-to un ampio consenso sul fattoche alle donne dovrebbe essereconcesso più spazio affidando unaposizione più di rilievo nei mini-steri così come nelle posizioni di-rigenziali della Chiesa cattolica.Tutti i presenti hanno riconosciutoche questo è stato fatto in alcunediocesi. Secondo Iva Boutellier,rappresentante della Lega svizzeradelle donne cattoliche, «questosviluppo dovrebbe essere ancoraincoraggiato e supportato, perchéil diritto canonico conferisce il po-tere di direzione al ministero ordi-nato mentre le donne (e gli uomi-ni non ordinati) sono escluse daiprocessi decisionali».

E a una donna, la giornalistaGabrielle Desarzens, è andato ilPremio dei media 2020, promossodalla Conferenza episcopale sviz-zera, per il suo reportage radiofo-nico Cul-de-sac bosnien, andato inonda su Rts.

di CHARLES DE PECHPEYROU

Il Governo francese all’ascolto deimusulmani: nell’arco di soli tregiorni, le principali rappresentan-

ze islamiche del paese sono state rice-vute a varie riprese dalle autorità del-lo Stato per evocare le sfide che deveaffrontare l’islam in Francia, in parti-colare la gestione territoriale delle mo-schee e il finanziamento del culto,mentre il presidente della Repubblicaannunciava il suo intento di avviareuna vasta riflessione in vista di unalegge contro «i separatismi» che do-vrebbe essere presentata in Parlamen-to a novembre.

Il 16 settembre è stato il primo mi-nistro Jean Castex a ricevere a Hôtelde Matignon una delegazione delConsiglio francese del culto musulma-no (Cfcm), composta dal suo presi-dente, Mohammed Moussaoui, e daidue vicepresidenti. L’incontro è statooccasione per il Cfcm di presentare leprincipali linee di «una riforma ambi-ziosa, in particolare sulla sua organiz-zazione territoriale con la creazionedei Consigli dipartimentali di cultomusulmano, la formazione di imam ecappellani nonché dei loro statuti». Ariferirlo è un comunicato della stessaassociazione, sottolineando inoltre chel’attuale capo del Governo «si èespresso favorevolmente a propositodi questa iniziativa» che «consentiràuna maggiore vicinanza con gli attori

in campo e una migliore gestione de-gli archivi di culto con le prefetture, icomuni e gli uffici».

È da diversi anni che Moussaoui,eletto alla guida del Cfcm nel gennaio2020, auspica questa “dipartimentaliz-zazione”. Nel maggio 2018 — era allo-ra presidente dell’Unione delle mo-schee di Francia (Umf) — aveva giàpresentato alla stampa le sue proposte«per l’organizzazione e il finanzia-mento della religione musulmana».Tra le vie più innovative c’era quindiquella di una divisione territoriale, sulmodello delle diocesi della Chiesa cat-tolica. La richiesta di maggiore prossi-mità era poi emersa agli incontri terri-toriali dell’islam in Francia, organizza-ti nelle prefetture nel settembre 2018.In conseguenza di ciò il Cfcm si eraimpegnato a «puntare a una maggiorevicinanza attraverso la creazione deiConsigli dipartimentali del culto mu-sulmano», ma la misura non era statamai attuata.

Ma qual è la situazione odierna? Ilpiù delle volte le questioni del cultomusulmano vengono affrontate essen-zialmente sul posto (organizzazionedi feste religiose, monitoraggio di attidi radicalizzazione e di attacchi a luo-ghi di culto). Tuttavia, il livello ancoroggi privilegiato è la regione, attraver-so i venticinque consigli regionali diculto musulmano. Secondo l’opinionedella maggior parte dei protagonisti,questi consigli non sono in grado di

soddisfare le aspettative dei musulma-ni in Francia e costituiscono «il gradi-no di troppo». Un altro tema di gran-de rilevanza approfondito da Jean Ca-stex e dalla gerarchia del Cfcm — or-gano fondato da Nicolas Sarkozyquando era ministro dell’Interno nel2003, ispirandosi alla Legge del 1905sulla separazione delle Chiese e delloStato — è stata la formazione di imame cappellani francesi, «preoccupazionecondivisa dal culto musulmano e dalleautorità pubbliche». Si è discusso inparticolare «sui mezzi da mettere incampo affinché la formazione sia diqualità e in grado di rispondere allegrandi aspettative dei musulmani inFrancia nella loro vita spirituale e nel-la lotta contro le ideologie estremi-ste», spiega il comunicato.

Sul finanziamento, infine, il Cfcmha chiesto «una modifica normativache consenta alle associazioni che so-vraintendono ai luoghi di culto di ge-stire in modo proporzionato e concor-dato gli edifici. Questo percorso con-sentirà, attraverso il contributo dei fe-deli, di dare ai luoghi di culto i mezziper compiere in autonomia la loromissione».

Due giorni dopo l’incontro svoltosinella sede del Governo francese, il mi-nistro dell’Interno, Gérald Darmanin,si è recato a sua volta alla Grandemoschea di Parigi, dove ha incontratoil rettore Chems-eddine Hafiz, primadi animare un dibattito con rappre-sentanti e imam della moschea su te-mi di attualità legati all’islam e al cul-to musulmano in Francia. L’intentodel leader politico era rassicurare gliesponenti musulmani, preoccupati dalprogetto di legge sul separatismo vo-luto dalle autorità francesi. «Il separa-tismo è un concetto, non so se sarà iltitolo della legge», ha detto Darma-nin, prima di dare garanzie sul meto-do. A inizio ottobre il presidente dellaRepubblica, Emmanuel Macron, do-vrebbe precisare i principi cardine diuna riforma che poi resterà da defini-re. Il testo sarà inviato al Consiglio diStato a novembre e successivamentepresentato al Consiglio dei ministrientro la fine dell’anno. Infine dovreb-be arrivare in Parlamento, nel mese difebbraio.

Nel suo discorso di accoglienza, ilrettore ha espresso il suo punto di vi-sta personale sull’argomento: «Se sia-mo attenti al tema del separatismoislamista e sosteniamo qualsiasi azionevolta a consolidare il quadro repubbli-cano, sono convinto che ogni azioneconcreta ed efficace debba, nel rispet-to delle regole della laicità, esserecondotta in spirito di consultazionecon i legittimi rappresentanti dei mu-sulmani, coloro che difendono unislam aperto e una cittadinanza re-pubblicana». Convinto che la preven-zione dei fenomeni di radicalizzazioneislamica in Francia «non deve passareattraverso la sola gestione della sicu-rezza», Chems-eddine Hafiz ha rite-nuto importante «non porre la que-stione sulle spalle delle sole forze disicurezza, né su quelle dei soli musul-mani. È affare della Repubblica e ditutta la società».

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L’OSSERVATORE ROMANOgiovedì 24 settembre 2020 pagina 7

Raccolti dall’Ordine equestre del Santo Sepolcro tre milioni di euro per il patriarcato di Gerusalemme dei Latini

Concreta fraternitàROMA, 23. Circa tre milioni di euroraccolti dal maggio scorso a favoredel patriarcato di Gerusalemme deiLatini, oltre all’aiuto ordinario previ-sto per ogni mese, per far fronte alleesigenze umanitarie dei fedeli dura-mente colpiti dalla crisi sanitaria edeconomica in Terra santa causatadalla pandemia: due milioni di eurospecificatamente per il Fondo di so-stegno umanitario covid-19 mentre ilrestante milione è andato a finanzia-re le spese umanitarie generiche lad-dove la cifra prevista dal budget diinizio anno risultava largamente in-feriore. È quanto ha annunciato, inuna nota, l’Ordine equestre del San-to Sepolcro di Gerusalemme sottoli-neando come, nonostante le difficilicondizioni esistenti a livello mondia-le, la generosità non sia mai venutameno.

Un prezioso concorso di solidarie-tà, osserva il comunicato, che ha te-stimoniato ancora una volta il fineistituzionale dell’Ordine, quello cioèdi «offrire sostegno alla Chiesa ma-dre di Gerusalemme, alle scuole daessa gestite e alle iniziative caritativee sociali» con sovvenzioni specifiche,grazie anche al contributo di trenta-mila tra dame e cavalieri facenti par-te dell’organismo. A Gerusalemme,Betlemme, Nazaret, Tiberiade, Ein

Karem e sul Monte Tabor le caseper pellegrini dei francescani in Ter-ra santa sono desolate e vuote pervia della pandemia da coronavirusche blocca gruppi e comitive. Anchea loro si è rivolto l’intervento di sup-porto economico, con ulteriori aiutiprovenienti dalla Colletta per la Ter-ra santa svoltasi quest’anno il 13 set-t e m b re .

«Non c’è di fatto alcuna regionedel mondo che non sia stata colpita,in grado diverso, dal covid-19. LaTerra santa, che trova nei pellegri-naggi religiosi e nel turismo la linfaper l’economia di migliaia di fami-glie, ne è stata anch’essa gravementecolpita», ha ricordato il gran mae-stro dell’Ordine equestre del SantoSepolcro di Gerusalemme, cardinaleFernando Filoni, precisando comequesta iniziativa si collochi in uncontesto di fraternità che riecheggiail Documento sulla fratellanza umanaper la pace mondiale e la convivenzacomune firmato il 4 febbraio 2019 adAbu Dhabi da Papa Francesco e dalgrande imam di Al-Azhar, AhmadAl-Tayyeb. Una risposta concreta difraternità aperta che non escludenessuno, come sta a testimoniare lapresenza nelle scuole dell’Ordine distudenti sia cristiani sia musulmani,ha aggiunto.

«Durante i giorni del lockdown —ha spiegato il governatore generaledell’Ordine del Santo Sepolcro,Leonardo Visconti di Modrone —abbiamo raggiunto i responsabilidelle luogotenenze che, nonostantedovessero far fronte anche alle ne-cessità causate dall’emergenza sanita-ria nei propri paesi, hanno voluto farsentire la loro vicinanza ai fratelli esorelle di Terra santa così duramentecolpiti. Siamo grati che il sostegnospeciale al fondo covid-19 non abbiasostituito l’impegno regolare dei no-stri membri a contribuire alla vitaquotidiana della diocesi di Gerusa-lemme bensì si sia aggiunto a esso».

I contributi inviati in Terra santahanno permesso di rispondere pron-tamente a una serie di urgenti neces-sità, ha ribadito nel documento il di-rettore dell’Ufficio comunicazionedell’Ordine, François Vayne, che hariportato le parole del direttore am-ministrativo del patriarcato di Geru-salemme dei Latini, Sami El-Yousef,le quali descrivono sinteticamente leazioni intraprese: «Grazie all’aiutoricevuto dall’Ordine per scopi uma-nitari, siamo stati in grado di soste-nere più di 2.400 famiglie in oltretrenta parrocchie per i loro bisogniprimari in termini di buoni spesa ali-mentari, prodotti per l’igiene e per i

bambini, medicine e bollette». Tuttoquesto in collaborazione con parrocie consigli parrocchiali, ha precisato,che, insieme alle autorità locali, han-no assicurato un’equa distribuzionedelle risorse, presentando un detta-gliato rapporto di tutti gli aiuti di-stribuiti. Inoltre, ha continuato ElYousef, «ben 1.238 famiglie in Gior-dania e 1.180 famiglie in Palestinasono state aiutate a pagare le rettescolastiche».

La situazione in Terra santa, comein vari altri paesi, continua a mostra-re criticità e, nelle prossime settima-ne e mesi, i fondi inviati continue-ranno a essere impiegati per non ab-bandonare chi continua a trovarsi inuno stato di necessità. «Grazie alsupporto del gran maestro in coope-razione con il Gran magistero — so-no le parole di ringraziamentodell’arcivescovo Pierbattista Pizza-balla, amministratore apostolico delpatriarcato di Gerusalemme dei Lati-ni — il nostro appello ha avuto unarisposta che è andata molto oltre leaspettative e che ci ha dato il respironecessario per gestire questa emer-genza con maggiore serenità. Siamorimasti tutti stupiti e colpiti dall’im-mediata risposta e dalla sua porta-ta».

La testimonianza come martirioIn un libro di Eberhard Schockenhoff

Il 18 luglio 2020, in seguito a un tragico inci-dente domestico, è morto all’età di 67 anni ilprofessor Eberhard Schockenhoff, docente di teo-logia morale all'Università di Friburgo in Bri-sgovia (Germania). Nato a Stoccarda, era con-siderato uno dei teologi morali europei più illu-stri, voce etica sentita non solo nell’ambito eccle-siale ma in tutta la società tedesca. La suamorte ha trovato un’eco insolitamente grandeanche sui media laici. Uno dei suoi libri, «Fer-mezza e resistenza. La testimonianza di vita deimartiri» (Queriniana, Brescia, 2017, pagine264, euro 24), è stato oggetto di una recensioneda parte di un collega e amico dell’U n i v e rs i t àdi Trieste, testo che pubblichiamo per intero.

di ANTONIO RUSSO

Nell’ormai lontano 1973, il gesuita Xa-vier Tilliette, parlando di un famoso«Convegno Castelli» che si era tenu-

to l’anno prima a Roma — con la partecipa-zione, oltre che dello stesso Tilliette, fra glialtri di Ricoeur, Levinas, Gadamer, Rahner,Vattimo, Ellul, Marcel — scriveva che la no-zione di testimonianza è stata demonetizzataattraverso un uso abusivo e sconsiderato deltermine. Per recuperarne il senso originario,occorre tener presente che per un cristiano«Gesù Cristo è il testimone fedele e veridicoe i suoi discepoli sono i suoi testimoni». E imartiri sono, secondo l’etimologia del termi-ne, dei testimoni, anzi i testimoni per eccel-lenza, tanto che in essi la testimonianza tro-va il suo compimento. Ma qual è la sua ac-cezione non lata, nei suoi caratteri principa-lissimi?

Su questo tema si concentra il pregevolevolume, in edizione italiana, di EberhardSchockenhoff, Fermezza e resistenza. La testi-monianza di vita dei martiri. Schockenhoff,professore all’Università di Freiburg, vice-presidente della Commissione federale tede-sca per l’etica, è una delle figure più affer-mate nel panorama teologico contempora-neo. La fisionomia della sua instancabile at-tività scientifica, in un dominante clima cul-turale di scompiglio delle idee, è mossadall’intento di mettere a fuoco i temi e i pro-blemi etici oggi più urgenti, per ritrovaredelle costanti e assicurare la stabilità e lacontinuità di una risposta. Tra i suoi libri,non a caso, spicca il volume su Diritto natu-rale e dignità umana. Etica universale in unmondo storico (1996). In esso, il centro di gra-vità è la tesi che «con la realtà della personaumana e dei suoi fini esistenziali vitali è datauna base che è previa a ogni strategia dicomportamento e di consenso», che puòperciò elevarsi a una etica concreta, senzacadere in contraddizione o in una erroneavisione rigidamente naturalistica della vita.

In questo contesto si inserisce anche l’ac-cento che egli ha messo sul tema della voca-zione al martirio, per capire se e in che mo-do esso può avere un senso «anche per altri,per la fede e la vita di tutti i cristiani e dellaChiesa intera». Per mettere a fuoco e valuta-re questo aspetto, occorre sottrarre i martiridalla sfera meramente celebrativa, e avereuna rappresentazione precisa dei loro propo-siti di uomini di fede, nella loro vita concre-ta. Questo disegno da Schockenhoff vienesvolto con rigore nei cinque capitoli checompongono il suo volume. Egli riconosceche i martiri «sono ammonitori scomodi»,manifestano tratti di una durezza sconcer-tante, che nella società attuale provoca «inmolti uno strano malessere» (pag. 26). Pro-prio questo disagio è uno dei motivi di fon-do che giustificano e rendono più che mainecessaria una teologia del martirio, che sispinga al di là della pura e semplice ricercastorico-antropologica, per così acquistareconsapevolezza del senso del sacrificio dellavita dei martiri, e poi individuare e mettere

in chiaro «i moventi che guidarono i martiridi tutti tempi» (pag. 31).

Il punto di volta obbligato, su cui innesta-re altre considerazioni, è costituito dalla con-cezione che i primi cristiani avevano deimartiri, cioè dell’idea di «una strettissimaunione a Cristo, come il compimento nonsolo del suo amore perfetto, ma anche dellasua cruenta morte sulla croce» (pag. 37).Questa visione, fondata sui testi biblici, nelcorso della storia si è diramata in varie con-figurazioni e ha conosciuto ampliamenti, tra-sformazioni. Per Clemente di Alessandria iltratto distintivo del martire cristiano, che gliconferisce autenticità, è «la testimonianzadell’amore che si dimostra nella libera accet-tazione della morte» (pag. 126). Agostino, alcontrario di Eusebio, poi, definisce un veromartire solo colui che «nel quale è premiatala carità». Nel XX secolo il concilio VaticanoII (Lumen gentium, 42, 3) parla di martirio,accettato liberamente, come «suprema proba-tio caritatis» (suprema prova di carità). Infi-ne non pochi martiri moderni (cfr. AndreaRiccardi, Il secolo del martirio. I cristiani nelNovecento, Milano, 2000), come Massimilia-no Kolbe, hanno reso «una testimonianzaspeciale dell’amore seguendo il modello bi-blico di Stefano (cfr. At t i , 7, 55-60), perdo-nando i loro carnefici e pregando per loro»(pag. 135).

Un caso paradigmatico moderno di que-sto modo di intendere il martirio (testimo-

nianza), secondo Schockenhoff, è rappresen-tato dalla figura del gesuita Alfred Delp(1907-1945), con il suo invito, rivolto alle va-rie confessioni religiose cristiane, a porsi «alservizio dell’uomo», per costruire un nuovoordine sociale, per essere dalla parte di «chinon ha diritti e con i poveri e mettere allaprova “con mani scorticate” la loro solidarie-tà coi sofferenti; soltanto così esse potrannoanche in futuro annunciare il loro messaggioreligioso e operare come credibili “mandata-rie di Cristo”» (pag. 158). In forza di que-st’esigenza, lo sbocco è quello di far sì chela Chiesa debba essere, come prima conse-guenza, una sancta in vinculis (unica Chiesasanta in catene). Si tratta, qui, di un concet-to maturato in un contesto di resistenza alnazismo, che portò il giovane gesuita almartirio. L’espressione implica un’idea di te-stimonianza che esige «una unità ecumenicanell’impegno comune per l’uomo», perché«nei martiri comuni è presente la cristianitàindivisa e la divisione della Chiesa è supera-ta fin da principio» (pag. 188). In particola-re, «attraverso la comune sopportazionedell’ingiustizia nei lager di annientamento enelle prigioni del Terzo Reich e del comuni-smo dell’Europa orientale si formò la con-vinzione che nella comune testimonianza diCristo vi è una coappartenenza religiosa, lecui radici stanno nell’unico battesimo e nellafede nell’unico vangelo e che sono più pro-fonde di tutte le differenze nelle esplicitazio-ni dottrinali di questa fede» (pag. 189).

Queste esperienze sono quindi un presup-posto e lo sfondo, che non ha riscontro neisecoli precedenti, che ha consentito la realiz-zazione di «un martirologio comune» (Gio-vanni Paolo II), tanto che nel «Martirologiotedesco del XX secolo si trova un esplicitoaccenno alla testimonianza di fede dei marti-ri protestanti, e in particolare sono citatiDietrich Bonhoeffer, i membri della “RosaBianca” Hans e Sophie Scholl e il pastoreKarl Friedrich Stellbrink» (pag. 208). Perpoter essere adeguatamente compresi, questiesempi hanno bisogno di essere visti alla lu-ce della visione che il cristianesimo delle ori-gini aveva del martirio.

In particolare occorre considerare treaspetti. 1) La confessione di fede e l’imp e-gno per la realizzazione del regno di Dionon possono essere visti come due realtà di-sgiunte tra di loro. Per le prime comunitàcristiane la testimonianza non era un affare

esclusivamente privato, ma richiedeva unaconfessione pubblica, con evidenti ripercus-sioni, anche di tipo politico, sulla vita pub-blica dei fedeli, in netto contrasto con laconcezione totalitaria «del culto romanodell’imperatore, e reclamava contro di esso ildiritto di Dio all’obbedienza degli uomini»(pag. 221). Tutto ciò si intrecciava e si com-binava, a sua volta, con l’annuncio del regnodi Dio e della sua giustizia (Ma t t e o , 6, 33) eil Discorso della montagna, con la sua obbli-gazione morale a favore dell’impegno per lagiustizia, che poteva condurre anche al mar-tirio, alla persecuzione e alla morte, comeGesù stesso aveva annunciato e incarnatoesemplarmente nella sua persona. 2) L’imp e-gno per la realizzazione del regno di Dio,«dopo l’attestazione della fede nella creazio-ne [...] deve essere visto come seconda moti-vazione fondamentale della concezione teo-logica del martirio. I perseguitati a causadella giustizia possono quindi legittimamen-te essere definiti martiri nel senso proprio e“qualificati testimoni di Cristo”» (pag. 222).3) Occorre tenere nella massima considera-zione la coappartenenza tra amore di Dio eamore del prossimo, come emerge da tutti itesti del Nuovo Testamento, che non am-mette eccezioni e si traduce in una «intimaunione tra amore di Dio e amore del prossi-mo» (pag. 223). In proposito, per Schocke-nhoff, san Tommaso, nel suo commento allaLettera ai Romani, riconosce a chiare lettereche «per Cristo non soffre solo chi soffreper la fede in Cristo, ma anche colui che peramore di Cristo soffre per qualsiasi operadella giustizia» (pag. 228).

Questo discorso pone le basi per ulterioriconsiderazioni. E cioè, se i martiri sono an-che coloro che soffrono e patiscono unamorte violenta per le ingiustizie subite, perla difesa dei diritti degli oppressi e dei pove-ri, non comporta tutto ciò necessariamenteun allargamento dell’area semantica copertadal termine martirio? In altre parole, è possi-bile qualificare il martirio racchiudendolosolo all’interno del cristianesimo o è possibi-le intendere il termine in senso più ampio?Il Vaticano II, in Lumen gentium 16, trattan-do del rapporto Chiesa-non cristiani, diceche tutti sono ordinati alla salvezza e cheperciò il disegno salvifico abbraccia non sol-tanto coloro a cui furono dati per primi idue Testamenti, ma «anche coloro che rico-noscono il Creatore» e si impegnano a«compiere con le opere la volontà di Dio».Si può, quindi, a ragione per Schockenhoff,affermare che «anche non cristiani, per mez-zo della loro fedeltà alla coscienza e del loroenergico impegno a favore della giustizia edella pace, possono compiere atti di amoredi Dio che consentono di definire martirio illoro volontario morire. Si può allora parlarecon Karl Rahner di stili variabili del martirioe distinguere il martirio subito per la giusti-zia o per altre convinzioni morali» (pag.231).

Riconosciuta l’evidenza di questo discor-so, appare chiaro, dunque, che qui abbiamoa che fare con la testimonianza/martirio conuna verità fondamentale non solo del cristia-nesimo, ma anche di una testimonianza peril dolore e la morte subita «per la giustizia oper altre convinzioni morali». Pertanto, nonè più possibile operare una netta cesura tra idue termini, che vengono così a essere in-scindibili, ed è egualmente vana la pretesa dinegare il «titolo d’onore in senso pieno» aquelli che sono morti per il loro impegno a

favore dei poveri e dei perseguitati. Tutt’alpiù lo si potrebbe attribuire a questi ultimi«in un senso improprio».

Ma qual è l’insegnamento che possiamotrarre oggigiorno dai martiri? Per Schocke-nhoff è possibile ricapitolare il discorso finqui svolto in quattro punti essenziali. 1) «Lasperanza cristiana nella vittoria della vitapassa attraverso la croce e la morte, non letocca soltanto di striscio» (pag. 241). 2) Lamemoria dei martiri ci fa acquistare consape-volezza del fatto, rinsaldando così la fededei singoli e della comunità, che ci sono sta-te persone che hanno respinto la via comodadell’adattamento, orientando le loro azioniverso istanze di religiosa assolutezza. 3)L’esempio di vita dei martiri, quale emergenella libera accettazione per Cristo del dolo-re e della morte violenta, ci mostra e dimo-stra che la speranza cristiana supera e realiz-za pienamente le contingenti situazioniesterne. 4). E così la loro testimonianza puòessere presa a termine di riferimenti costanti,per la difesa di un «impegno personale deifedeli a testimoniare Cristo nella propria vitae a non desistere nella dedizione per la cau-sa per la quale i martiri morirono» (pag.244). Privato di questi suoi tratti, il terminetestimonianza/martirio verrebbe a essere sin-golarmente impoverito, proprio nel suo signi-ficato più genuino e si risolverebbe in una si-stematica negazione dei concetti fondamentalidel cristianesimo. L’attuazione concreta diquesto discorso si inserisce, poi, nel contestodelle molteplici sfide a cui è dichiaratamenterivolto «lo sguardo di Papa Francesco, nellaEvangelii gaudium, soprattutto alle sfide socia-li, e specialmente al problema dei poveri edella povertà [...] Per Papa Francesco è que-sto oggi uno dei molti problemi, se non ilproblema chiave, da affrontare» (Walter Ka-sper, Papa Francesco. La rivoluzione della tene-rezza e dell’amore. Radici teologiche e prospettivep a s t o ra l i , Brescia, 2015, pagina 105).

Lorenzo Lotto, «Lapidazione di Santo Stefano» (1513-1516)

Nomina episcopalein Brasile

Francisco AgameniltonDamascena, vescovo

di Rubiataba-Mozarlândia

Nato il 26 giugno 1975 a Currais Novos,nello Stato di Rio Grande do Norte, hacompiuto gli studi di filosofia presso il se-minario maggiore Nossa Senhora de Fáti-ma a Brasília e l’Ateneo Pontificio ReginaApostolorum a Roma, dove ha ottenutoanche la licenza in filosofia; ha conseguitouna specializzazione in docenza universi-taria presso la Faculdade Mário Schen-berg a Cotia, nello Stato di São Paulo e ildottorato in filosofia presso la Pontificiauniversità Lateranense a Roma. Ordinatosacerdote il 19 marzo 2001, per il clerodella diocesi di Uruaçu, è stato ammini-stratore parrocchiale, vice-parroco, parro-co, cancelliere, coordinatore diocesano dipastorale, direttore accademico dellaScuola diaconale, vice-rettore e professoredel seminario maggiore São José, membrodel consiglio presbiterale, del consiglio diformatori e del collegio dei consultori.Inoltre, è stato direttore accademico eprofessore dell’Istituto di filosofia Sapien-tiae nella diocesi di Anápolis. Dal 19 feb-braio 2019 al 12 settembre 2020 è statoamministratore diocesano di Uruaçu.

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 8 giovedì 24 settembre 2020

All’udienza generale il Pontefice spiega che o si lavora insieme o non si uscirà mai dalla crisi

Attuare il principio di sussidiarietàascoltando i più deboli

«Sussidiarietà e virtù della speranza»:questi i due aspetti approfonditida Papa Francesco all’udienza generaledi mercoledì mattina, 23 settembre,proseguendo nel Cortiledi San Damaso il ciclo di catechesisul tema «Guarire il mondo» in tempodi pandemia.

Cari fratelli e sorelle,sembra che il tempo non è tantobuono, ma vi dico buongiornolo stesso!Per uscire migliori da una crisi comequella attuale, che è una crisi sanita-ria e al tempo stesso una crisi socia-le, politica ed economica, ognuno dinoi è chiamato ad assumersi la suaparte di responsabilità cioè condivi-dere le responsabilità. Dobbiamo ri-spondere non solo come personesingole, ma anche a partire dal no-stro gruppo di appartenenza, dalruolo che abbiamo nella società, dai

nostri principi e, se siamo credenti,dalla fede in Dio. Spesso, però, mol-te persone non possono parteciparealla ricostruzione del bene comuneperché sono emarginate, sono esclu-se o ignorate; certi gruppi socialinon riescono a contribuirvi perchésoffocati economicamente o politica-mente. In alcune società, tante per-sone non sono libere di esprimere lapropria fede e i propri valori, le pro-prie idee: se le esprimono vanno incarcere. Altrove, specialmente nelmondo occidentale, molti auto-repri-mono le proprie convinzioni etiche oreligiose. Ma così non si può usciredalla crisi, o comunque non si puòuscirne migliori. Usciremo in peg-gio.

Affinché tutti possiamo partecipa-re alla cura e alla rigenerazione deinostri popoli, è giusto che ognunoabbia le risorse adeguate per farlo(cfr. Compendio della dottrina sociale

della Chiesa [CDSC], 186). Dopo lagrande depressione economica del1929, Papa Pio XI spiegò quanto fos-se importante per una vera ricostru-zione il principio di sussidiarietà ( c f r.Enc. Quadragesimo anno, 79-80). Taleprincipio ha un doppio dinamismo:dall’alto verso il basso e dal bassoverso l’alto. Forse non capiamo cosasignifica questo, ma è un principiosociale che ci fa più uniti.

Da un lato, e soprattutto in tempidi cambiamento, quando i singoliindividui, le famiglie, le piccole asso-ciazioni o le comunità locali non so-no in grado di raggiungere gli obiet-tivi primari, allora è giusto che inter-vengano i livelli più alti del corposociale, come lo Stato, per fornire lerisorse necessarie ad andare avanti.Ad esempio, a causa del lockdownper il coronavirus, molte persone, fa-miglie e attività economiche si sonotrovate e ancora si trovano in grave

difficoltà, perciò le istituzioni pub-bliche cercano di aiutare con appro-priati interventi sociali, economici,sanitari: questa è la loro funzione,quello che devono fare.

D all’altro lato, però, i vertici dellasocietà devono rispettare e promuo-vere i livelli intermedi o minori. In-fatti, il contributo degli individui,delle famiglie, delle associazioni,delle imprese, di tutti i corpi inter-medi e anche delle Chiese è decisi-vo. Questi, con le proprie risorseculturali, religiose, economiche o dipartecipazione civica, rivitalizzano erafforzano il corpo sociale (cfr.CDSC, 185). Cioè, c’è una collabora-zione dall’alto in basso, dallo Statocentrale al popolo e dal basso in al-to: delle formazioni del popolo inalto. E questo è proprio l’e s e rc i z i odel principio di sussidiarietà.

Ciascuno deve avere la possibilitàdi assumere la propria responsabilitànei processi di guarigione della so-cietà di cui fa parte. Quando si atti-va qualche progetto che riguarda di-rettamente o indirettamente determi-nati gruppi sociali, questi non pos-sono essere lasciati fuori dalla parte-cipazione. Per esempio: “Cosa faitu? — Io vado a lavorare per i poveri— Bello, e cosa fai? — Io insegno aipoveri, io dico ai poveri quello chedevono fare — No, questo non va, ilprimo passo è lasciare che i poveridicano a te come vivono, di cosahanno bisogno: Bisogna lasciar par-lare tutti! E così funziona il princi-pio di sussidiarietà. Non possiamolasciare fuori della partecipazionequesta gente; la loro saggezza, lasaggezza dei gruppi più umili nonpuò essere messa da parte (cfr.Esort. ap. postsin Querida Amazonia[QA], 32; Enc. Laudato si’, 63). Pur-troppo, questa ingiustizia si verificaspesso là dove si concentrano grandiinteressi economici o geopolitici, co-me ad esempio certe attività estratti-ve in alcune zone del pianeta (cfr.QA, 9.14). Le voci dei popoli indige-ni, le loro culture e visioni del mon-do non vengono prese in considera-zione. Oggi, questa mancanza di ri-spetto del principio di sussidiarietà siè diffusa come un virus. Pensiamoalle grandi misure di aiuti finanziariattuate dagli Stati. Si ascoltano dipiù le grandi compagnie finanziarieanziché la gente o coloro che muo-vono l’economia reale. Si ascoltano

di più le compagnie multinazionaliche i movimenti sociali. Volendo di-re ciò con il linguaggio della gentecomune: si ascoltano più i potentiche i deboli e questo non è il cam-mino, non è il cammino umano, nonè il cammino che ci ha insegnatoGesù, non è attuare il principio disussidiarietà. Così non permettiamoalle persone di essere «protagonistedel proprio riscatto» (Messaggio perla 106.ma Giornata Mondiale del Mi-grante e del Rifugiato, 13 maggio2020). Nell’inconscio collettivo di al-cuni politici o di alcuni sindacalistic’è questo motto: tutto per il popo-lo, niente con il popolo. Dall’alto inbasso ma senza ascoltare la saggezzadel popolo, senza far attuare questasaggezza nel risolvere dei problemi,in questo caso nell’uscire dalla crisi.O pensiamo anche al modo di cura-re il virus: si ascoltano più le grandicompagnie farmaceutiche che glioperatori sanitari, impegnati in pri-ma linea negli ospedali o nei campi-profughi. Questa non è una stradabuona. Tutti vanno ascoltati, quelliche sono in alto e quelli che sono inbasso, tutti.

Per uscire migliori da una crisi, ilprincipio di sussidiarietà dev’essere at-tuato, rispettando l’autonomia e lacapacità di iniziativa di tutti, special-mente degli ultimi. Tutte le parti diun corpo sono necessarie e, come di-ce San Paolo, quelle parti che po-trebbero sembrare più deboli e menoimportanti, in realtà sono le più ne-cessarie (cfr. 1 Cor 12, 22). Alla lucedi questa immagine, possiamo direche il principio di sussidiarietà con-sente ad ognuno di assumere il pro-prio ruolo per la cura e il destino

della società. Attuarlo, attuare ilprincipio di sussidiarietà dà s p e ra n z a ,dà s p e ra n z a in un futuro più sano egiusto; e questo futuro lo costruiamoinsieme, aspirando alle cose piùgrandi, ampliando i nostri orizzonti(cfr. Discorso ai giovani del CentroCulturale Padre Félix Varela, L’Avana– Cuba, 20 settembre 2015). O insie-me o non funziona. O lavoriamo in-sieme per uscire dalla crisi, a tutti ilivelli della società, o non ne uscire-mo mai. Uscire dalla crisi non signi-fica dare una pennellata di vernicealle situazioni attuali perché sembri-no un po’ più giuste. Uscire dallacrisi significa cambiare, e il verocambiamento lo fanno tutti, tutte lepersone che formano il popolo. Tut-te le professioni, tutti. E tutti insie-me, tutti in comunità. Se non lo fan-no tutti il risultato sarà negativo.

In una catechesi precedente abbia-mo visto come la solidarietà è la viaper uscire dalla crisi: ci unisce e cipermette di trovare proposte solideper un mondo più sano. Ma questocammino di solidarietà ha bisognodella sussidiarietà. Qualcuno potràdirmi: “Ma padre oggi sta parlandocon parole difficili!”. Ma per questocerco di spiegare cosa significa. Soli-dali, perché andiamo sulla stradadella sussidiarietà. Infatti, non c’èvera solidarietà senza partecipazionesociale, senza il contributo dei corpiintermedi: delle famiglie, delle asso-ciazioni, delle cooperative, delle pic-cole imprese, delle espressioni dellasocietà civile. Tutti devono contri-buire, tutti. Tale partecipazione aiutaa prevenire e correggere certi aspettinegativi della globalizzazione edell’azione degli Stati, come accadeanche nella cura della gente colpitadalla pandemia. Questi contributi“dal basso” vanno incentivati. Maquanto è bello vedere il lavoro deivolontari nella crisi. I volontari chevengono da tutte le parti sociali, vo-lontari che vengono dalle famigliepiù benestanti e che vengono dallefamiglie più povere. Ma tutti, tuttiinsieme per uscire. Questo è solida-rietà e questo è principio di sussidia-rietà.

Durante il lockdown è nato sponta-neo il gesto dell’applauso per i me-dici e gli infermieri e le infermierecome segno di incoraggiamento e disperanza. Tanti hanno rischiato lavita e tanti hanno dato la vita.Estendiamo questo applauso ad ognimembro del corpo sociale, a tutti, aognuno, per il suo prezioso contri-buto, per quanto piccolo. “Ma cosapotrà fare quello di là? — Ascoltalo,dagli spazio per lavorare, consulta-lo”. Applaudiamo gli “scartati”,quelli che questa cultura qualifica“scartati”, questa cultura dello scar-to, cioè applaudiamo gli anziani, ibambini, le persone con disabilità,applaudiamo i lavoratori, tutti quelliche si mettono al servizio. Tutti col-laborano per uscire dalla crisi. Manon fermiamoci solo all’applauso!La s p e ra n z a è audace, e allora inco-raggiamoci a sognare in grande. Fra-telli e sorelle, impariamo a sognarein grande! Non abbiamo paura disognare in grande, cercando gli idea-li di giustizia e di amore sociale chenascono dalla speranza. Non provia-mo a ricostruire il passato, il passatoè passato, ci aspettano cose nuove.Il Signore ha promesso: “Io farònuove tutte le cose”. Incoraggiamocia sognare in grande cercando questiideali, non proviamo a ricostruire ilpassato, soprattutto quello che erainiquo e già malato, che ho nomina-to già come ingiustizie. Costruiamoun futuro dove la dimensione localee quella globale si arricchiscano mu-tualmente — ognuno può dare il suo,ognuno deve dare del suo, la suacultura, la sua filosofia, il suo mododi pensare —, dove la bellezza e laricchezza dei gruppi minori anchedei gruppi scartati possa fiorire per-ché pure lì c’è bellezza, e dove chiha di più si impegni a servire e a da-re di più a chi ha di meno.

Nel ricordo del viaggio compiuto cinque anni fa

La vicinanza del Papa alla gente di Cubache soffre per la pandemia

I settant’anni di sacerdozio del cardinale Sodano

Bianca e i ragazzi Down in Harley Davidson

A cinque anni dal viaggio a Cuba,Papa Francesco ha ricordato «tuttii figli e le figlie di quella amataterra», assicurando loro «vicinanzae preghiera... in questi tempi difficili»di pandemia. Al termine dell’udienza,prima di recitare il Padre nostroe impartire la benedizione, il Ponteficeha infatti come di consueto salutatoi gruppi di fedeli presentie quelli collegati attraverso i media,e in spagnolo ha parlato della storicavisita in terra cubana(19-22 settembre 2015).

Saluto cordialmente i pellegrini dilingua francese.

Apparteniamo tutti ad un unico“corp o” e tutte le membra di uncorpo sono necessarie, ci dice SanPaolo! Per uscire meglio dalla crisiattuale, vi invito ad assumervi la vo-stra parte di responsabilità, anche sepiccola, per costruire un mondo piùgiusto e più fraterno. Dio vi benedi-ca!

Saluto cordialmente i fedeli dilingua inglese. Mentre l’estate volgeal termine, auguro che questi giornidi riposo portino a tutti pace e sere-nità. Su di voi e sulle vostre fami-glie invoco la gioia del Signore Ge-sù Cristo. Dio vi benedica!

Rivolgo un cordiale benvenuto aifratelli e alle sorelle di lingua tede-sca. Il Signore ci invita a contribui-re con i doni che ci ha dato al benedella società. Confidando nel suoaiuto vogliamo costruire insieme unfuturo pieno di speranza, giustizia epace. Lo Spirito Santo ci accompa-gni sempre con la sua forza.

Saludo cordialmente a los fielesde lengua española. ¡Son tantoshoy! En estos días se han cumplidocinco años de mi viaje apostólico aCuba. Saludo a mis hermanos Obis-pos y a todos los hijos e hijas de esaamada tierra. Les aseguro mi cerca-nía y mi oración. Pido al Señor, porintercesión de Nuestra Señora de laCaridad del Cobre, que los libre yalivie en estos momentos de dificul-tad que atraviesan a causa de lapandemia. Y a todos, que el Señornos conceda construir juntos, comofamilia humana, un futuro de espe-ranza, en el que la dimensión localy la dimensión global se enriquez-can mutuamente, florezca la bellezay se construya un presente de justi-cia donde todos se comprometan aservir y a compartir. Que Dios losbendiga a todos.

Saluto cordialmente i pellegrini eascoltatori di lingua portoghese e viincoraggio a cercare sempre losguardo della Madonna che confor-ta quanti sono nella prova e tieneaperto l’orizzonte della speranza.Nell’affidare voi e le vostre famigliealla sua protezione, invoco su tuttila Benedizione di Dio.

Saluto i fedeli di lingua araba. Inmezzo alle difficoltà in cui vive ilmondo di oggi, la parola di Dio ri-

mane l’unico approdo sicuro, la gui-da e la fonte del vigore necessario,per affrontare, con autentica speran-za, le sfide della vita e per contri-buire alla costruzione della casa co-mune. Il cristiano è pertanto chia-mato alla vita, non alla disperazio-ne, perché l’ultima parola è quelladi Dio, non quella degli uomini. IlSignore vi benedica tutti e vi pro-tegga sempre da ogni male.

Saluto cordialmente tutti i Polac-chi. Sono tanti qui!

Tra poco benedirò una campanache si chiama «La Voce dei non Na-ti», commissionata dalla Fondazione“Sì alla Vita”. Essa accompagneràgli eventi volti a ricordare il valoredella vita umana dal concepimentoalla morte naturale. La sua voce ri-svegli le coscienze dei legislatori edi tutti gli uomini di buona volontà

in Polonia e nel mondo. Il Signore,unico e vero Donatore della vita be-nedica voi e le vostre famiglie.

Rivolgo un cordiale saluto ai fe-deli di lingua italiana. Tutti incorag-gio a progettare il proprio futurocome un generoso servizio a Dio eal prossimo.

Il mio pensiero va infine, come diconsueto, agli anziani, ai giovani, aimalati e agli sposi novelli. La testi-monianza di fede e di carità cheanimò san Pio da Pietrelcina, di cuioggi facciamo memoria, sia per cia-scuno un invito a confidare semprenella bontà di Dio, accostandosicon fiducia al Sacramento della Ri-conciliazione, di cui il Santo delGargano, instancabile dispensatoredella misericordia divina, fu assiduoe fedele ministro.

«Ci fidiamo di Gesù consegnando-gli il nostro dolore; e a Papa Fran-cesco abbiamo chiesto di sostenercicon la preghiera in questo cammi-no di fede e di fiducia in Dio».Nora è la mamma di Bianca Tonel-li, la bambina di 3 anni morta aLerici il 27 aprile 2019 per il crollodel cancello in un parco giochi.Con il marito Michele stamani haincontrato il Pontefice durantel’udienza nel cortile di San Dama-so. E gli ha consegnato l’immagi-netta con il volto bellissimo diBianca che fa il segno “ok” con ilp ollice.

«Sono un’ostetrica, amo la vita esono davvero vicina alle mammeche aiuto a partorire» confida No-ra. «Con Michele ringraziamo Dioper averci dato il dono di Biancache, mi piace pensarlo, ci ha “scel-ti” come genitori. Bianca è un do-no bellissimo! Lei ora ci sta aiutan-do ad avere fede, a fidarci fino infondo di Gesù. Noi non eravamosposati: abbiamo celebrato il matri-monio dopo che Bianca è andatain cielo».

Il dolore di questi due giovanigenitori è straziante: «Al Papa ab-biamo chiesto di pregare — raccon-tano — perché riusciamo a trovarela forza di stare accanto a nostro fi-glio Sebastiano che ha 13 anni e stavivendo con tante difficoltà la mor-te della sorellina tanto desiderata.E poi abbiamo chiesto anche diaiutarci a trovare la forza di perdo-nare chi, colpevolmente, non hafatto in modo che quel cancellofosse sicuro. Gesù ci insegna il per-dono e noi dobbiamo viverlo»

Durante l’udienza, Francesco habenedetto la grande campana “bat-tezzata” con il nome «La voce deinon nati», realizzata su iniziatadella fondazione polacca Sì alla vi-ta. Sarà portata laddove verrannoorganizzate iniziative per difendere

la vita: il prossimo appuntamentosarà a gennaio a Washington.

Sulla campana — pesa una ton-nellata ed è stata fusa da Jan Fel-czyński, erede di una tradizioneiniziata nel 1808 — «è incisa l’im-magine di un’ecografia e nelle tavo-le dei comandamenti è evidenziatoil quinto: “non uccidere”», fa pre-sente Bogdan Romaniuk che hacoordinato l’iniziativa. E «a deco-rare la campana — aggiunge — c’èsignificativamente il richiamo aldna, al codice genetico intrecciatodella mamma e del papà di ognibambino». Francesco ha fatto suo-nare la campana insieme a duebimbi: Carolina e Jakob.

Con quei giubbotti di pelle tipicidei motociclisti “on the road”, icappelli lunghi, gli occhiali allamoda e tatuaggi ovunque, hannol’aspetto da “duri”: ma poi ecco

che non trattengono le lacrime rac-contando le loro storie di genitoridi bambini con la sindrome diDown. È davvero originale l’asso-ciazione Diversa-mente, fondata aVerona sei anni fa ma con collega-menti in tutta in Italia grazie allacomune passione per le moto Har-ley Davidson. «I nostri ragazzi livediamo con la lente della normali-tà e non della disabilità — spiegano— e così rovesciamo completamentele prospettive e soprattutto rilancia-mo l’inclusione». E la testimonian-za della concretezza di questo pro-getto, «semplice e naturale nel suospirito “rivoluzionario”», sono pro-prio gli sguardi “normali” dei lorofigli, presenti a San Damaso: Bian-ca, Luca, Andrea, Alessio, Federico,Andrea, Damiano e Luca.

Una benedizione del tutto parti-colare il Papa l’ha riservata a

Aleandra, Ilaria e Angelica che do-menica prossima riceveranno la Pri-ma comunione nella parrocchiadella Santissima Trinità ad Avezza-no. Un incoraggiamento, inoltre, ilPontefice lo ha rivolto al sindacodi Siracusa, Francesco Italia, venu-to a ringraziarlo per la telefonataricevuta in pieno lockdown. «Conquel gesto — racconta — ha datocoraggio non solo a me e alla co-munità di Siracusa ma a tutti i sin-daci che in questo tempo hannouna responsabilità ancora maggioreverso le persone fragili».

Francesco ha ascoltato a lungo leconfidenze dei tanti che hanno vo-luto condividere le loro storie, leloro speranze, le loro angosce. Inparticolare con Giulia Ragonese harecitato l’Ave Maria per la figliaIsabella, ricoverata al Bambino Ge-sù per un’operazione al cuore.

Papa Francesco ha espresso con un messaggio la pro-pria «gratitudine» al cardinale Angelo Sodano — nelgiorno del settantesimo anniversario dell’o rd i n a z i o n esacerdotale — «per il fedele e diligente servizio allaChiesa e alla Santa Sede». E insieme con le sue «fe-licitazioni» per la «ricorrenza», il Pontefice ha im-partito la sua benedizione apostolica. Nella mattinadi mercoledì 23 settembre il cardinale ha celebrato laMessa nella sua cappella, in forma privata. Eranopresenti alcuni suoi collaboratori. Nella celebrazioneil cardinale Sodano ha voluto anzitutto renderegrazie a Dio per il dono del suo sacerdozio e per ilsuo lungo servizio alla Santa Sede, ringraziando Pa-pa Francesco per le parole che gli ha indirizzato. Econ la memoria è andato a quella mattina del 23 set-tembre 1950 quando ha ricevuto, con altri otto com-pagni di seminario, l’ordinazione sacerdotale nellacattedrale di Asti per le mani del suo vescovo Um-berto Rossi.