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Bollettino parrocchiale Aldeno - Cimone - Garniga Terme Autunno 2010 Insieme in cammino Le tre parole più difficili da pronunciare sono ti amo, perdonami, aiutami...

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Bollettino parrocchiale Aldeno - Cimone - Garniga Terme Le tre parole più difficili da pronunciare sono ti amo, perdonami, aiutami... Autunno 2010

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Bollettino parrocchiale Aldeno - Cimone - Garniga Terme

Autunno 2010

Insieme in cammino

Le tre parole più difficili

da pronunciare sono ti amo,

perdonami, aiutami...

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l’ind

ice L’editoriale

Quale spiritualità per l’uomo contemporaneo?di don Daniele PAGINE 3-4

IniziativePAGINA 5

I nostri consacratiSuor Bianca Maria Lorandi

a cura della redazione PAGINE 6-7

Capitelli, edicole e cappelle dei nostri paesiLa Madonnina di Garniga Terme e Rocal

a cura della redazione PAGINE 8-9

L’intervistaBrasile

a cura della redazione PAGINE 10-11-12

MatrimoniPAGINA 13

Le poesie di don ValerioIl Samaritano

PAGINA 14

I battezzati delle nostre parrocchiePAGINE 15-16

AssociazionismoNovità in arrivo!

di Mattia Baffetti PAGINA 17

In pellegrinaggioDiario di un pellegrinaggio in alta quota

di Celestina Schmidt PAGINA 18

L’intervistaL’intervista tripla ai vigili del fuoco

PAGINE 19-20-21

News dal mondo cristianoPAGINA 22

Bollettino juniorAl.ci.ga., giochi, concorso a premi

PAGINE 23-24-25-26

Gruppo missionarioEsperienza estiva in missione 2011

di Alma Osler PAGINA 27

La cresima e la prima comunionePAGINA 28

Il pellegrinaggioUn giorno a Lourdes

di Donato Toller PAGINA 29

Insieme in camminoRedazione: Giovanna Frizzi, Giorgia Giaimo, Emanuela Groaz, Elisabetta Giovannini, Maura Mazzurana, don Daniele Morandini, Marco Moratelli, Barbara Scarpa.

Hanno collaborato a questo numero:don Valerio Bottura, Celestina Schmidt, Alma Osler, Donato Toller, Angela Toller,Veronica Enderle, Michele Erlicher, Federica de Tomas, Mattia Baffetti.Stampa: Grafiche Dalpiaz Ravina (Tel. 0461/913545)Contatti:Tel. canonica: 0461/842514E-mail: [email protected]. sacrestano: 338/4493195

In gita con la famigliaIl sentiero di San Francesco

di Celestina Schmidt PAGINA 30

La Sacra ScritturaChi era costui: Osea

a cura della redazione PAGINE 31-32-33

Don Daniele rispondeI parrocchiani interrogano

PAGINA 34

Album fotoPAGINE 35-36-37

ApprofondimentoA proposito di... uomini e donne

a cura della redazione PAGINE 38-39

CatechesiI sacramenti evento di comunità

PAGINA 40

Testimonianze di vitaLa storia di Daniele

di Federica de Tomas PAGINE 41-42-43

I nostri defuntiPAGINE 44-45

I tagliandi di iscrizionePAGINA 46

Le fotoPAGINA 47

Gli orari delle Sante MessePAGINA 48

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Quale spiritualità per l’uomo contemporaneo?

La vita interiore è un’esperienza che appartiene a ogni uomo. Non è mono-polio dei credenti o dei cristiani: ogni uomo vive una dimensione interiore,vive «spiritualmente», cioè vive con una consapevolezza, una coscienza, un

pensare, una ricerca che è propria dell’essere umano e trascende la natura anima-le. C’è vita interiore quando non ci si lascia vivere, quando non si permette ad altridi decidere e pensare per noi, quando non ci si accontenta di certezze già confe-zionate ma si è capaci di aprirsi alle domande poste dalla vita e si è disposti, anchea fatica, a tentare di dare una risposta personale. Tutti quelli che hanno fatto un’e-sperienza spirituale seria, profonda e durevole, descrivono la vita interiore comeun itinerario, un viaggio, un cammino, un pellegrinaggio. Ma nessuna illusione: ilviaggio, il cammino non èmai assicurato né si pre-senta come un avanzarediretto verso la meta, è uncammino in cui si vivonomolte contraddizioni, incui sono possibili degliavanzamenti insperati maanche delle regressioniimpensabili. Viaggio dun-que per rientrare in sé, perandare al cuore delle cosee comprenderle dal di den-tro.In queste poche righe vor-rei sottolineare che ci sonodegli aspetti che sonoessenziali a un’autentica vita interiore. Senza questi passaggi fondamentali nonsarà possibile neanche coltivare una autentica spiritualità Cristiana. Primo passaggio: è necessario farsi delle domande, sapersi interrogare. Tuttiabbiamo delle domande che ci abitano, delle voci che affiorano dal nostro profon-do, ma occorre ascoltarle, lasciarle emergere e quindi esaminarle e assumerle. Cisono domande senza risposta facile, ci sono domande che restano tali e devonoaccogliere l’enigma, ma occorre comunque farle e ascoltarle; a volte infatti sonoper noi più decisive delle eventuali risposte, che a volte non sono possibili. In pro-posito si pensi solo alla domanda: «Perché il male, la sofferenza, la morte?». Chinon si fa domande vive costantemente alla superficie di se stesso: fatiche, emo-zioni, reazioni, gioie e sofferenze, tutto succede ma tutto appare con poco senso.Secondo passaggio: nel V secolo a.C. Socrate chiedeva ai suoi discepoli ciò cheera scolpito sul frontone del tempio di Apollo a Delfi: «Uomo, conosci te stesso».La conoscenza di sé è indispensabile per percorrere l’itinerario della vita interio-re. È vero, tale conoscenza non è mai piena: ciascuno resta un mistero anche a se

l’editoriale

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stesso e a volte può apparire addirittura un enigma con ombre e lati oscuri che nonvorrebbe vedere, e che magari stigmatizza negli altri. Necessario è conoscere sestessi, per sapere ciò di cui si è capaci, quali sono i propri limiti e le proprie forze,per essere responsabili. Terzo passaggio: è necessario che ci siano legami, relazioni, affetti, scopi e fini,perché solo così ci possono essere orientamenti, solo così ci si può situare. Perconoscere se stessi, per comprendersi e interpretarsi occorrono delle condizioniche favoriscano questo lavoro interiore, che permettano di concentrare gli sguar-di e di resistere alla dissipazione: occorre raccogliere le forze per «andare afondo», per scendere nelle proprie profondità e sperimentare la vita spiritualequale processo di gravidanza, in cui si prende forma, si è generati, si rinasce.

Quarto passaggio: perpoter pensare, conoscerese stessi e creare legamiveri occorre spenderetempo per vivere in soli-tudine. Ma si facciaattenzione: non si trattadella solitudine-isola-mento che è negativaper ogni uomo, bensìdella solitudine comedimensione in cui esseresoli con se stessi e pren-dere le distanze da tuttociò che nel quotidiano èuna presenza ingom-

brante. Se c’è vera solitudine c’è anche il silenzio, da intendersi non come muti-smo ma come distanza dalle voci, come possibilità di un ascolto «altro», ascoltodi ciò che non è rumore, chiasso, tono alto di voce, di ciò che non si impone e tut-tavia parla: sì, perché anche il silenzio è eloquente, parla e può essere ascoltato.La vita spirituale resta in ogni caso un cammino autentico e fecondo se fa cresce-re nel cuore l’amore: solo se ordina e purifica l’amore è un cammino di vita inte-riore e spirituale. Perché l’amore è nel cuore di ogni uomo come una forza che vasprigionata: l’essere umano è creato a immagine di Dio e ristabilire l’immagine innoi significa praticare l’arte dell’amore. L’amore basta all’amore, l’amore che nonfinisce mai perché per sua natura è teso all’eternità, al «per sempre»… Ogniuomo, credente o no, cristiano o no, se risponde al desiderio profondo che lo abitasente di dover praticare l’arte dell’amore: poi magari non ci riesce, trova contrad-dizioni in se stesso, negli altri e nelle vicende della vita, ma sa che la felicità, lariuscita, il «salvare la vita» dipende quasi esclusivamente dall’amore dato e rice-vuto.

Buon pellegrinaggio nella vita, don Daniele(liberamente ispirato ad un articolo Enzo Bianchi)

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le

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Sintonizzati sul 100.9Da alcuni mesi è in funzione una radio parrocchialeche trasmette sulla frequenza 100.9 solo durante le cele-brazioni che si svolgono nella chiesa di Aldeno. Il ser-vizio è molto apprezzato da anziani e persone che non sipossono muovere dalla loro abitazione e permette diannunciare anche la morte delle persone al suonodell'agonia. Per essere precisi quando la campanaannuncia che una persona ha lasciato questo mondose si accende la radio si sente una preghiera cheesprime la fede nella risurrezione di quella persona e si possono ascol-tare informazioni sulla persona stessa. Quindi continua a passare parola perché molte persone ancora nonconoscono questo servizio ed eventualmente aiuta le persone sole eanziane a sintonizzare la radio al punto giusto.

Il sito internet delle nostre parrocchie

le iniziative

www.parrocchiealciga.eu

E’ nato il sito internet dellenostre parrocchie, AlCiGasta appunto per Aldeno,Cimone e Garniga Terme. Vipuoi trovare informazioni,articoli, foto, notiziedell’Associazione parroc-chiale Noi e anche il bollet-tino parrocchiale da leggeree sfogliare e, naturalmente,molto altro ancora. Si trattaal momento di un tentativoper dare la possibilità a più

persone possibili di conoscere ciò che si fa in parrocchia e magari diapprofittare di qualche bella iniziativa che viene proposta.Magari se ne hai la possibilità vai a vedere quanto è bello il BollettinoParrocchiale in formato PDF.

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Suor Bianca Maria Lorandi

In questo numero conosciamo SuorBianca Maria Lorandi per anni mis-sionaria in Africa e adesso residente

da due anni presso la casa delle SuoreComboniane ad Arco che «ospita lesorelle anziane e ammalate e rappresen-ta una «sosta»- come la chiama la nostraintervistata – per le suore che dopo tantio pochi anni di Africa o di altre missioni,tornano in patria (salvo anche diverse,più che ottantenni, se abbastanza autosf-

ficienti, che rimangono in missione)».Per sua stessa ammissione è restia a parlare di sè e a «comunicarsi» agli altri ma,così prosegue con bonaria ironia, «voglio essere buona e spero di riuscire arispondere...».In ordine alla vocazione, alla sua come a quella di tutti, dice: “io sono convintache la vocazione, ogni vocazione, è nel disegno di Dio, che pone nel cuore di ogniuomo. Il Signore si serve di persone, sacerdoti, fatti e avvenimenti anche doloro-si qualche volta, per aiutarci a scoprire il Suo disegno”.Suor Bianca, come molte giovani del tempo, era iscritta all’Azione Cattolica e siprestava nella catechesi, ai gruppi della piccolissime e adolescenti, nelle opereparrocchiali per contribuire alla vivacità della comunità di Aldeno.Sulla sua vocazione racconta “nel mio caso eravamo in tempo di guerra, era il1945, eravamo allevate al sacrificio – senza pensare di essere delle sacrificate -.Avevamo il pensiero rivolto atanti fratelli ed amici lontani cheerano in pericolo sul campo diguerra. Con tanta preghieras’implorava per loro l’aiuto delSignore ... subito dopo la guerrasi rivelò il disegno di Dio e per 5ragazze della comunità diAldeno, dal 1946 al 1949, conl’aiuto di don VincenzoBertolini, ci fu la chiamata e sirealizzò l’ideale di vita religiosae missionaria nelle diverse con-gregazioni”.La sua vita è stata all’insegna della missione, lei partita dal piccolo paese diAldeno, si è trovata in un continente, l’Africa, che ancor oggi, e forse più nel pas-sato, lascia stupefatti e increduli per la straordinaria ricchezza delle persone, perle meravigliose manifestazioni della natura ma anche, ed è giusto ricordarlo, perle crudeltà di lunghe e disastrose guerre civili che provocano laceranti ferite nelle

1958 Ragazze della scuola di Naandi (Sud Sudan)a cu

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ati 1992 nel 50° di professione religiosa con i

coscritti di Aldeno

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popolazioni. La missione per suorBianca è stata soprattutto lavoro e “varioe tanto”. Operare nelle scuole, negliospedali, fare opera di catechesi, incon-trare e far visita alle famiglie in villaggilontani e difficilmente raggiungibili,stringendo le mani di chi nessuno vuoleincontrare: i lebbrosi, i malati e i miseri.Il Sud Sudan, ricorda, è purtroppo anco-ra un paese in cui “la guerra, la fame, lemorti, le violenze e l’ingiustizia falcianovittime ogni giorno”. Certo, le autorità internazionali dicono che la guerra si èconclusa nel 2005 dopo un ventennio di sangue, ma la realtà è purtroppo diversa,le persone continuano a morire e le tensioni sono sempre più alte. [n.d.r. di questigiorni le allarmanti notizie che minano la pace].

Della sua esperienza dice: “difficoltà,fatiche, avversità, non sono mai man-cate nella vita per nessuno, penso, maun inno di ringraziamento sgorga piùche mai dal cuore particolarmente orache sono passati gli anni e si può valu-tare di più l’aiuto e la misericordia delSignore nei cuori degli uomini e delladonne, in particolare giovani”.Riguardo alla vita di oggi ricorda che“la misericordia di Dio esige certezzae fede in Lui” e, forte della sua espe-rienza e della sua scelta di vita, dice

“chi ha poca fede, dica con sincerità di cuore “Signore aumenta la mia fede e lasperanza in Te”.Parlando del futuro, pensa ai giovani e usa parole molto attuali: “la gioventù d’og-gi si realizzerà se con coraggio, meglioin gruppo, dimenticherà i propri inte-ressi lavorando per il bene degli altri.Sempre con l’aiuto del Signore checerto non mancherà”.Con una scrittura sicura ci saluta conmolto piacere e conclude la sua letteracon queste parole «godo per la colla-borazione di chi opera in parrocchia. IlSignore benedica che si rende disponi-bile agli altri».Accogliamo tutti l’invito e facciamolonostro!

1958 Ragazze della scuola di Naandi (Sud Sudan)

1970 Repubblica Centroafricana (è la 3° a destra)

i nostri consacrati

1972 passaggio sul fiume Repubblica Centroafricana

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La Madonnina a Garniga Terme, come procedono i lavori in Rocal e ...

AGarniga Terme, il giornodell’Assunzione, la comunità si è

raccolta in preghiera per la benedizione,impartita da don Daniele, di un nuovoluogo di raccoglimento e di preghieradedicato alla Madonna.Il manufatto lo si incontra sulla vecchiastrada che dalla Valle porta al cimitero ealla chiesa di Sant’Osvaldo, quella stessache solitamente viene percorsa durante leviae crucis, molto sentite e partecipate da

tutte e tre le parrocchie di Garniga Terme, Cimone e Aldeno e organizzate nei‘momenti forti’ dell’anno.È un’opera originale e caratteristica,realizzata da Giorgio Ninz,Gianfranco e Vittorio Baldo che, conun lavoro di bonifica a forza di pic-cone, hanno saputo sfruttare un anfrat-to della roccia recuperandone unagrotta che ospita una piccola statuadella Madonna e un laghetto artifi-ciale.A vederla sembra davvero la grotta diLourdes in miniatura...il tutto abbelli-to ora da alcuni cespugli e da piantefiorite.Molto suggestivo sarà lo scenario chesi potrà apprezzare nel periodo natal-izio quando, come promesso dai trevolenterosi signori, all’interno della grotta e ai piedi della statua troverà collo-cazione il presepio.

Rocal, mentre i lavori per lacostruzione della chiesetta procedonocelermente, ecco un nuovo capitello.Nel bollettino di primavera avevamo pubbli-cato il progetto della chiesetta che i volontariintendevano realizzare a Rocal.A distanza di qualche mese, i lavori proce-dono speditamente e le immagini che vi pro-

Giorgio Ninz, Gianfranco e Vittorio Baldo con donDaniele il giorno della benedizione

La grotta a Garniga Terme

Lo stato dei lavori della chiesa di Rocal al 20 ottobre 2010

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poniamo mettono in evidenza chealla prima pietra ne sono seguitetante altre!!!Le operazioni saranno purtropporallentate dall’incedere della sta-gione fredda ma, ne siamo sicuri,il fervore dei costruttori consentiràdi consegnare questo manufatto abeneficio di tutta la comunità intempi assai rapidi.Nel frattempo, anche per suggel-lare la devozione della comunità, èstato posto un nuovo capitello realizzato in legno dal signor Tullio Morandini, il

papà del nostro parroco, a protezione di un Cristoproveniente dalla Val Gardena. La scritta "PadreNostro che sei con noi" è particolarmente signi-ficativa per un luogo che si desidera e spera possadiventare di preghiera e devozione.

La Madonnina della famiglia MoratelliA luglio dello scorso anno era apparsa sul bolletti-no la fotografia, seguita da breve descrizione, diun capitello in legno finemente intagliato postodalla famiglia Moratelli nei pressi della propriacampagna e situato interno rispetto alla stradaprovinciale che collega Aldeno a Trento.Alcuni mesi fa degli sconosciuti lo hanno asporta-to notte tempo. Dopo il comprensi-bile dispiacere dellafamiglia Moratelliche aveva così intesorealizzare il desideriodel papà Eligio, non siè voluto lasciarevuoto il piedistallo ecosì ora, a veglia deiluoghi, è stata collo-cata una piccola stat-ua della Madonna.

Il crocifisso davanti alla chiesa

Le indicazioni di come si raggiungela località Rocal

A sinistra il capitello comeè adesso e a destra quello originario

capitelli, edicole e cappelle dei nostri paesi

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«Aprite le porte!» Sonorità brasiliane ad Aldeno

Oggi entriamo nella casa che tutti noi conosciamo come quella della com-pianta maestra Lida, al ponte dell’Arione. Ora è abitata da una famiglia diorigini brasiliane, d’altronde ciò era facilmente intuibile dalla bandiera che

sventolava fiera durante i recentiCampionati del Mondo di calcio.Ad accoglierci ci sono Thaiza e la picco-la Nicole, di 16 mesi.D: Ci vuoi raccontare la tua storia?Cosa ti ha portato ad Aldeno?T: Prima di tutto direi di raccontare dadove sono partita. Io e la mia famigliavivevamo a Birigui, una città dello statodi San Paolo, distante circa 600 km dallacapitale.Tutto è cominciato nel 2005, quando miamadre ha deciso di provare a trasferirsinel vostro Paese. Ha comprato il bigliet-to di andata e ritorno, non era affattosicura di come sarebbero andate le cose eil suo sarebbe per questo dovuto essere,diciamo così, solo un “periodo di prova”.Inizialmente si è stabilita a Milano, haconvissuto con altri brasiliani e ha subitocominciato a lavorare come donna dellepulizie. Dopo alcuni mesi un’amica le haproposto un lavoro come badante pressouna coppia di anziani di Trento, così si ètrasferita qui ed ha cominciato la nuovaattività. Nel 2006 ho deciso di raggiun-

gerla e di provare a mia volta ad inserirmi.D: Ti sei trasferita presso la famiglia dovelavorava tua madre quindi?T: Inizialmente sì, poi purtroppo l’anziano èmancato, la moglie ha voluto tornare aBorgo dai propri parenti e mia madre l’hacosì seguita. Nel frattempo io avevo comin-ciato a lavorare e, soprattutto, avevo cono-sciuto Corrado, la persona che è poi diven-tata mio marito. Sua madre mi ha ospitatoper un periodo, poi io e lui abbiamo trovatoun appartamento in affitto a Gardolo edabbiamo così cominciato la nostra convi-venza.

Thaiza durante l’esibizione al conservatorio

La figlia Nicole con il suo cagnolino

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nel’intervista

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D: Ora però tua madre vive con voi…T: Sì, non ha resistito a lungo in Valsugana. Appena ha trovato lavoro presso lafamiglia Falzin qui ad Aldeno, si è trasferita a Gardolo e da allora abbiamo sem-pre vissuto insieme. Certo, lei spera un giorno di riuscire ad avere una casa tuttaper sé, ma sappiamo tutti che questo non è semplice…D: E l’arrivo ad Aldeno?T: Quando è nata Nicole il nostroprimo pensiero è stato quello di cerca-re un ambiente tranquillo dove far cre-scere nostra figlia. La madre diCorrado, Lida Marchi, è di Cimone.Ha anche parenti qui ad Aldeno: lafamiglia Maistri, quelli della storicamacelleria. Così è arrivata la propostadi questa casa, noi l’abbiamo colta alvolo e, da febbraio di quest’anno, abi-tiamo qui.D: Come sono stati questi primimesi?T: Devo dire che noi ci siamo trovatisubito benissimo. Le persone del paesehanno cominciato a salutarci con gen-tilezza per strada e a offrire un sorrisoa Nicole. Certo, per le amicizie è anco-ra un po’ presto, ma ormai il ghiaccioè rotto… .D: Nostalgia del Brasile?T: Certo! D’altronde là ho lasciato mio padre, mio fratello e tutte le mie amicizie,quelle vere, quelle che rimangono vive anche se ci sono migliaia di km a separar-le. Tutti i giorni ricevo notizie dalle persone a me care: una e-mail, una telefona-ta, un saluto via web cam... . Questi sono tutti fili che tengono saldo il mio rap-porto con il Brasile, anche se non dimentico le problematicità del mio Paese:delinquenza, violenza, droga… . Là non mi sono mai sentita sicura a girare da solaper strada, soprattutto di sera, qui è un’altra cosa.D: Della situazione politica brasiliana cosa ci racconti? In questo momento cisono le elezioni…T: Non mi è mai interessata la politica, è veramente un argomento di cui nonposso parlare. Per quanto mi riguarda, per votare dovrei recarmi in ambasciata aMilano, ma non lo farò.D: I vostri progetti per il futuro quali sono?T: Noi contiamo di rimanere a vivere qui. Mio marito lavora a Trento, il viaggionon è lungo. Per quanto mi riguarda, prima di riprendere a lavorare dovrò attendere che Nicoleincominci a frequentare l’asilo nido, abbiamo già fatto domanda e stiamo aspet-

La cartina del Brasile

l’intervista

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tando che venga accolta. Purtroppo, durante la maternità, il mio contratto di lavo-ro presso la ditta San Carlo di Lavis è scaduto e non è stato rinnovato, quindidovrò cercare un nuovo impiego.D: Hai qualche idea?T : Mi piacerebbe tornare a fare il mio vero lavoro, quello che svolgevo in Brasile:l’insegnante di musica. Prima di partire per l’Italia lavoravo in una scuola musi-cale ed era splendido.Mia madre, per il mio compleanno, mi ha regalato un pianoforte. Mi hadetto:”Sai, ero indecisa se regalarti questo o una piccola macchina per i tuoi spo-stamenti. Allora mi sono detta: la macchina le creerebbe solo spese, il pianofortepotrebbe invece procurarle un guadagno…”. Speriamo che la saggezza che l’haispirata porti qualche frutto… . Il mio sogno è quello di poter avviare alla musica tanti bambini, anche quelli pic-

coli come Nicole, che giàsiede volentieri davanti alpianoforte e si diverte adimitare la mamma… . D: Per i giovani di Aldenoquesta è una magnificaopportunità. Conti quindidi “mettere radici” qui?T: Mio zio tempo fa mi hadetto che, se avessi sognatoin italiano, questo avrebbesignificato che non sarei piùtornata in Brasile. Mi è giàcapitato di farlo… che ci siaun che di profetico in tuttociò…?D: Per finire, vuoi manda-re un messaggio agli “alde-neri”?T: A nome mio e di tutta lamia famiglia vorrei ringra-

ziarli per l’accoglienza che ci hanno riservato. È un buon inizio che ci riempie diottimismo per il futuro.Poi, aggiunge al termine Thaiza, mi sono dimenticata di dire una cosa importan-te: in Brasile una delle cose belle è che, con problemi o senza problemi, con soldio senza soldi, le persone sono sempre solari, allegre, felici. Questo sicuramenteinsegnerò a Nicole: le cose materiali sono cose che vengono dopo, prima nellavita viene l’amore per la famiglia. Dobbiamo ringraziare sempre per la vita e perla salute e avere pensieri positivi, perché quello che si conquista dopo viene diconseguenza. In portoghese diciamo: “Importante na vida è a familia, saude e ale-gria o que vem depois è consequencia”.

Superficie: 8.514.215 Km²Abitanti: 183.552.000Densità: 22 ab/Km²Forma di governo: Repubblica federale di tipo presidenzialeCapitale: Brasilia (2.190.000 ab., 3.199.000 aggl. urbano)Gruppi etnici: Bianchi 54% Mulatti e meticci 38,5%

Neri 6% Amerindi 0,4% altri 1,1%Clima: Equatoriale - tropicaleLingua: Portoghese (ufficiale), Inglese, Tedesco, Italiano,

lingue indiosReligione: Cattolica 74% Protestante 15,5%

Non religiosi/Atei 7,5% Animista 1,3% altro 1,7%Moneta: Real brasiliano

IL BRASILE COM’È

l’intervista

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i matrim

oni

Villa Massimo e Gelmini Cristina

15/05/2010 a Castione

Arese Riccardo e Beozzo Mara

19/06/2010 ad Aldeno

Bloise Stefanoe de Petris Paola

03/07/2010 a Garniga T.

Boccagni Matteoe Guarnieri Patrizia

10/07/2010 ad Aldeno

Beozzo Mirkoe Laura Gallo

17/07/2010 ad Aldeno

Molinari Riccardoe Beozzo Loredana

17/07/2010 ad Aldeno

Nicolodi Carloe Innocenti Chiara

24/07/2010 ad Aldeno

Aldrighetti Claudioe Agata Sjlwia Widel

28/08/2010 a Zloty Stok

Cofano Giampieroe Bisesti Consuelo

18/09/2010 a Alba di Canazei

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El Samaritam nol gaveva la goba. Se no el saria restà

sul so caval senza vardar nissum.

IL SAMARITANOScendeva verso Gerico - un figlio di Jahvè,nel cuore la speranza - la vita nelle mani.La vita gli fu lesa - la strada insanguinata.Chi gli offrirà la benda - chi l'olio alla sua piaga?

Shema, Israel, - ascolta, Israel,ama il tuo Dio - sopra ogni cosa,ama il fratello - come ami te!

C'è chi non ha parola - al trono dei potenti, e mani e piedi avvinti - in vincoli di servo.Ha lacrime agli occhi - bavagli di violenza;ma chi darà la voce - al figlio di Javhè?

Shema, Israel ... (ascolta Israele...)Sul bordo della strada - lasciato vecchio cencio,non è invitato un uomo - a togliersi la fame.Fantasma senza volto - si morde a disperare.Chi cuocerà un pane - al fuoco dell'amore?

Shema, Israel ...Il mondo è un marciapiedi: - volti infantili e donneinseguono umilianti - sogni mai raggiunti.All'impeto del fiume - occorre far barriera.Chi toglierà quel marchio - bruciato nella pelle?

Shema, Israel ...

Penner Mauro e Soardi Ilenia

18/09/2010 ad Aldeno

Cont Leonardo e La Notte Alessandra03/09/2010 a Foggia

LA GÒBABeata la me gòba, el dis en gòbosentà a vardar chi rampega 'n pontera,mi magno, bevo, pòlso, vardo e... ròbo,e no i me zerca mi per en butom.

'L se gongola sto gòbo 'n t'el so brodo,ma 'ntant entorno a él sentà per terano s'à fermà nissum, s'è fat en vòdo,en vòt pù font, pù scur de na presom.

Perché se tuti i pensa a la so gòbai moriria 'nsema a la so roba.

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i battezzati delle nostre parrocchie

PEDRI ELISAbattezzata 08/08/2010

ad Aldeno figlia di Paolo e Ornella Baldo

MAISTRI SAMUELEbattezzato 29/08/2010

a Garniga Terme figlio di Marco e Francesca Maffei

BORTOLOTTI INESbattezzata 29/08/2010

a Garniga Terme figlia di Michele e Ana Rodojcic

MURAGLIA MICHELEbattezzato 26/09/2010

a Aldeno figlio di Damiano e Martina Corradini

ROSSI VASCObattezzato 29/08/2010

a Cimone figlio di Alessandro e Serena Agostini

MALNECH ALESSANDRObattezzato 04/09/2010

a Aldeno figlio di Maurizio e Katherine Ochoa Flores

CONTI SERENAbattezzata 03/10/2010

a Aldeno figlia di Massimo e Katia Summa

BERTOLINI PIETRObattezzato 26/09/2010

a Aldeno figlio di Paolo e Lucilla Balzarini

ONESTINGHEL ASTRID ANDREAbattezzata 03/10/2010

a Aldeno figlia di Carlo e Serena Moser

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"Per scegliere un ottimo Padrino al battesimo!" Chi può fare il padrino al Battesimo o allaCresima? Un Cristiano serio e contento di esserlo.Uno che ama la sua Chiesa e la frequenta, perchélì incontra Dio. Uno su cui si può contare. La scelta del padrino o madrina interpella una fami-glia che domanda il Battesimo per il proprio bambino.Educare un bambino ad amare Dio e ogni uomo, cosìcome ci ama Dio, non è un percorso semplice. Ilpadrino vi potrà aiutare con un consiglio, potrete con-tare su di lui quando vostro figlio ascolterà più volen-tieri figure al di là dei genitori. Potrà essere un esem-pio costante per la sua crescita. Questa figura ci ricor-da che non si è cristiani per nascita ma per scelta e percammino, compiuto in una famiglia più grande, quel-la della Chiesa. In questo compito il padrino non è tanto un maestro, né un sostitutodei genitori. Sarà un testimone. Cioè un esempio.Ecco il profilo del padrino: non un santo, uno perfetto, ma uno per cui il Vangelonon è una bella favola e che, fidandosi di Dio, cerca di viverlo trattando gli altri dafratelli. Uno a cui la Chiesa non è estranea, ma la frequenta - specialmente conl'Eucaristia - perché lì incontra Dio. Uno con le mille magagne di tutti noi, certo. Mache ci prova ad essere cristiano. Seriamente e lietamente.Dove indirizzare allora la scelta? Non solo nella ristretta cerchia familiare. Cercateovunque ci sia un esempio concreto di vita cristiana che voi conoscete e che vi cono-sce. Un esempio così lo potete trovare anche tra il parentado più largo, gli amici, iconoscenti, i colleghi di lavoro. Anche tra i giovani o gli adulti che la vostra famigliaconosce nella comunità cristiana. Un domani potrà essere il padrino/madrina dellacresima di vostro figlio, se vorrete: si vedrà così la continuità del suo cammino difede. Ciò che conta, in ogni caso, è l'esempio di vita cristiana seria e lieta.

CHESTA MATILDAbattezzata 03/10/2010

a Aldeno figlia di Fabio e Fernanda Liberi

MICHELI ZANOTTI MARCObattezzato 03/10/2010

a Garniga Terme figlio di Manuel e Silvia Zanotelli

FRANCESCHINI VALENTINAbattezzata 10/10/2010

a Cimone figlia di Italo e Luana Zambelli Tortoi

SALATINO GIULIObattezzato 10/10/2010

a Aldeno figlio di Massimo e Barbara Piffer

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Novità in arrivo!

In queste poche righe si cercherà di render conto delle ini-ziative che il Circolo Parrocchiale S. Modesto -Associazione NOI Aldeno ha sviluppato in quest'ultimo

trimestre. Le novità da mettere in rilievo sono principalmen-te due, di carattere e genere completamente differente, maaccomunate da un'analoga complessità di realizzazione. Procediamo con ordine.La prima novità riguarda il completamento della nuova cucina nella casa della cano-nica. I lavori, iniziati a maggio, hanno riguardato la dismissione del vecchio arredo,la realizzazione di sfiati e camini, il rifacimento (secondo le più rigorose normativein materia) di tutti gli impianti, la posa di nuove piastrelle, la tinteggiatura e, infine,la fornitura ed il montaggio di una nuova cucina professionale a prova di chef! Ora ilavori sono ultimati e la cucina non attende altro che essere sperimentata. Sarà sicu-ramente utilizzata a servizio delle attività di oratorio, del percorso-fidanzati, deimomenti di convivialità organizzati in piazza, ma non solo. Ricordiamo che si potràrichiedere in affitto l'utilizzo della cucina e dell'adiacente sala anche per piccole festeprivate; naturalmente in tali circostanze è richiesta la massima serietà e responsabili-tà nell'utilizzo delle attrezzature!Arriviamo così alla seconda novità, della quale molti di voi ci auguriamo abbiano giàsentito parlare (in caso contrario significa che non siamo stati sufficientemente abilia fare promozione!). Essa riguarda la pubblicazione del bellissimo volume "Un

Natale con i fiocchi". Per comodità dicomunicazione può essere definito un"Calendario dell'Avvento", anche se èmolto più di questo; è un libro-guida cheintende accompagnare i bambini dai 5 agli11 anni nel periodo di avvicinamento alNatale 2010, insegnando loro qualcosa,spingendoli a riflettere, facendoli divertirecon buffi personaggi, simpatici giochi,attività da fare in famiglia. Il volume èstato stampato in 5.000 copie; questo per-ché abbiamo inteso farne uno strumento direlazione fra tutte le parrocchie della pro-vincia (più di 400 volumi sono già stativenduti a Verona, per esempio). Il "calen-dario" è stato diffuso attraverso le retidell'Associazione NOI, è stato inviato a

tutti i parroci trentini e ad alcune cariche istituzionali della nostra Provincia, ha tro-vato spazio sul quotidiano "Trentino" e sul periodico "Vita Trentina". Chi ha avutomodo di vedere questo lavoro ci ha inviato sinceri complimenti, per la cura dei con-tenuti, per l'originalità della veste grafica, per il non semplice tentativo di parlare aibambini con il linguaggio dei bambini.Speriamo che voi tutti possiate condividere l'entusiasmo di questo progetto e voglia-te aiutarci come comunità a portarlo a compimento, ricordando la saggezza di un vec-chio proverbio africano: "Per educare un bambino serve un intero villaggio".

associazionismo di M

attia Baffetti

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"Diario di un pellegrinaggio in alta quota"

Il giorno 5 settembre si è svolto il pellegrinaggio delleparrocchie di Aldeno, Cimone e Garniga Terme alCristo Pensante sul Castellaz.

Quel mattino, alla partenza da Aldeno, il cielo cupo nonprometteva nulla di bello. I partecipanti, chiacchierandoallegramente, occupavano tutti i posti del pullman e chinon aveva trovato posto in corriera, seguiva in macchi-na. Attrezzati con pedule e zaini erano pronti ad affron-tare il percorso in alta quota che li avrebbe portati sullavetta del Castellazzo per ammirare la bianca statua delCristo e pregare tutti assieme ai suoi piedi.All'arrivo a Passo Rolle una bellissima sorpresa: il cielo

sopra la cima era terso e limpido, nonostante le nubi plumbee circostanti promet-tessero pioggia.Rincuorati dall'improvviso miglioramentodel tempo i pellegrini, in piccoli gruppi,iniziavano a risalire il percorso, parlandofra di loro, ammirando lo splendido spet-tacolo delle Pale di S. Martino che faceva-no capolino fra le nuvole.Raggiunta la vetta don Daniele celebravala Santa Messa a cui partecipavano, oltreai membri delle nostre Comunità, altrepersone presenti sulla cima. Un momentodi profonda unione spirituale in cui si èsentita più forte la presenza di Dio, comese il fatto di essere così vicini al cielo e di

ammirare ciò che è stato creato dal Signoreci avesse aiutato a percepire con maggiorintensità la sua esistenza fra di noi.Alla fine della celebrazione don Daniele pre-sentava l'ideatore Pino Dellasega, del trek-king del Cristo Pensante, che, commosso,esternava la sua gioia per la presenza di tantipellegrini sulla vetta.Dopo il pranzo consumato in cima, i parteci-panti sono ritornati a Passo Rolle alcuniripercorrendo la strada di andata, altri rag-giungendo Baita Segantini, per una brevedeviazione rispetto al sentiero più corto.

Momento della Santa Messa

Pino Dallasega racconta la sua «avventura»

La cima con i simboli religiosi

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l’intervista tripla

Rudy

Cimadom

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La moglie Renata e unafiglia Benedetta.

A Capo Nord con ilCamper l’estate scorsa(12.000 km).

I pompieri e il camper.

Per colpa della figlia il“cine panettone” del2009.

Nessuna.

Che è la persona piùimportante della miavita.

Giorgio

Zanotelli

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Moglie Claudia e duefigli: Christian e Alessio.

Il viaggio di nozze aRodi.

Vedere dal vivo le garedi Rally e Formula 1 esci da discesa.

Non vado mai.

Juventus.

Ti amo.

Giuseppe

Coser

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Moglie Sofia, e due splen-didi figli Andrea e Nicola.

A Londra con la famigliaquest’anno.

La montagna.

Non ci vado mai.

Juve senza nessun fana-tismo.

Vorrei che sapesse chesenza di lei la mia vitasarebbe vuota e fareitanta fatica. È ciò che di fondamentale c’è nellamia vita.

Nome:

Cognome

Età

Famiglia

Il viaggio più bello che hai fatto

Hobby

Ultimo film visto al cinema

Fede calcistica

La frase più bella che hai mai detto a tua moglie

Domande ai comandanti dei Vigili del fuoco volontari

Aldeno Cimone Garniga Terme

Alcuni pompieri di Aldeno alla processione

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Silvester Stallone.

La nascita dei miei duefigli.

La morte del papa.

La Mamma.

Dal 2004.

14.

Dal 1954.

È un bel gruppo affiata-to di amici e quella brut-ta è che spesso siamoconsiderati poco, o nelmodo sbagliato, inpaese.

Il più complesso è statola ricerca di GiovanniLarentis.

Mi piace il volontariatoe penso che a Garnigaquello che funzionameglio sono proprio ipompieri.

Per fare i pompieri nonserve essere maestri oprofessori, basta metter-

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Francesco il giornodella prima comunione

Andrea in braccio alla mamma Silvana e al papà Beppino

l’int

ervi

sta tr

ipla

Non seguo il mondodello spettacolo.

La nascita di Benedetta.

Non ne ricordo uno inparticolare, per fortuna!

La moglie Renata.

Da 16 anni.

20.

Da circa 150 anni.

C’è un affiatamento digruppo anche quandonon si lavora e moltasolidarietà, una bruttanon mi viene in mente.

Incendio SOA del1999.

Ho dentro una granvoglia di donarmi aglialtri e i vigili sono l’es-perienza che piùrisponde alle mie carat-teristiche.

Non c’è soddisfazionepiù grande nella vita cheaiutare una persona in

Clint Eastwood.

Il matrimonio e la nasci-ta dei miei figli.

Circa 12 anni fa il gior-no in cui ci avevanodato per spacciata lamamma per un proble-ma di cuore (per fortunala mamma invece c’èancora).

Senza dubbio i mieigenitori.

Da 2 anni e mezzo.

18 (una sola donnaAnnamaria Marchi).

Dal 1955.

È un bel gruppo affiata-to, cose brutte non c’ène sono anche se qual-cuno, ogni tanto, nonarriva quando c’è lachiamata.

Due interventi su inci-denti mortali sulla stra-da.

Ci tengo molto al volon-tariato, credo che siaimportante dare tempoed energie agli altri gra-tuitamente.

Venite perché c’è un belclima, belle persone etante idee da portare

Attore o attrice preferita

Il giorno più bello della tua vita?

... e il più brutto?

La persona a cui devi di più

Da quanto sei comandante dei Vigili

Da quante persone è composto il Corpo

Da quando esistono i vigili volontari nel tuo paese

Una cosa bella e una cosa brutta dei vigili del tuo paese

L’intervento più difficile che avete fatto?

Perché fai il vigile volontario?

Un messaggio pubblicitario

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ci del proprio tempocon il cuore e credere inciò che fai.

È una componenteimportante della miavita, secondo me èessenziale credere inqualcosa di più grandedi noi.

Ho tutto dalla vita, unamoglie e dei figli che mivogliono un mondo dibene, la salute, il lavoro,sinceramente non desi-dero altro.

Essere sempre se stessied essere sinceri con glialtri sono le due cosepiù importanti per farstrada nella vita.

avanti insieme.

Credente ma non prati-cante.

Sto molto bene così emi auguro che continui.

Il segreto della felicità èessere sempre se stessinel bene e nel male.

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l’intervista tripla

difficoltà.

Cristiano anche se nonpraticante, la mia fede ela dedizione agli altrisono sincere e motivateda principi cristiani.

I sogni che ho, prima opoi, li realizzo. Per cuinon c’è nulla che vorreifare e non posso.

Rendersi disponibili aglialtri è il miglior modoper star bene con sestessi e sentirsi a postonella vita.

Quale il tuo rapporto con la fede?

Una cosa che non hai mai fatto e vorresti fare

Un consiglio per chi legge

I pompieri di Garniga Terme

I pompieri di Cimone e il suo comandante con la famiglia

I pompieri di Aldeno

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Sant’Egidio, la piccola Onu romana ultima spiaggia di tante crisi

Qualcuno l’ha definita «l’Onu diTrastevere», altri «la diplomazia

parallela». Ma in Italia, e nel mondo, ènota come la Comunità di Sant’Egidio.Fondata da Andrea Riccardi nel 1968,all’indomani del Concilio Vaticano II, oggiè un movimento laico a cui aderisconooltre 50 mila persone ed è presente in 70paesi di diversi Continenti. Nel panoramacomplesso e così diverso della comunità internazionale, delle Ong, della grandeCooperazione, Sant’Egidio rappresenta una realtà a parte. Assiste i poveri, aiuta idiseredati, distribuisce cibo, vestiti, medicine. Ma svolge soprattutto un ruolodecisivo nella crisi internazionali. E’ una sorta di ultima spiaggia, l’ultimo baluar-do a cui affidare le speranze di un negoziato. E di una pace. Come quella firmatail 15 ottobre 2010 tra Giunta militare del Niger, governo, parlamento di transizio-ne e le maggiori forze politiche come base per un passaggio pacifico verso istitu-zioni elette dal popolo.Marco Impagliazzo ne è il Presidente e così spiega il successo di questa organiz-zazione: “La nostra forza si basa sul fatto che non siamo una struttura né politi-ca né economica. A noi interessa la pace tra gli uomini e la libera convivenza trai popoli. Una convivenza pacifica; ciò che ci qualifica è l’essere dei cristiani veri,persone che credono in quello che fanno e pensano. Non degli ipocriti. Tutte lepersone che si rivolgono a noi non vengono subito messe attorno ad un tavolo ecostrette a trattare. Ci facciamo prima conoscere, spieghiamo loro cosa faccia-mo, dove e nei confronti di chi agiamo”.

La povertà non è più solo terzo mondo;meno clandestini, più italiani poveri

Ogniqualvolta i media evocano l’idea di povertà,automaticamente l’immagine che viene asso-

ciata è quella dell’Africa nera, di paesi poveri inca-paci di uscire da un circolo vizioso di conflitti, insta-bilità politica e malattie. Tuttavia è appena uscito ilrapporto della Caritas sulle povertà e l’esclusionesociale: diminuiscono i clandestini (-3,7%), ma cre-

scono gli italiani (+15,7%). Il rapporto conferma il generale impoverimento dellefasce più deboli della popolazione e, soprattutto, l’allargamento del grave disagioben oltre la categoria sociale dei vulnerabili cronici. L’utente medio non è più l’im-migrato irregolare, crescono gli «insospettabili», dirigenti, professionisti, le vittimedella crisi economica che ha colpito duramente anche il ceto medio trasformandofamiglie modeste, ma che avevano sempre goduto di una certa stabilità, in sogget-ti vulnerabili e sospinto i poveri cronici sulle soglie della miseria.

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La vincitrice assoluta del concorso«Inventastorie» è Patrizia Cadonna che ricevel’abbonamento annuale a Focus Junior e lamaglietta AL.Ci.GA. Qui sotto la sua storia.

C'era una volta una famiglia di unicorni: mamma,papà, figlio 14enne (Lucas), figlio di 6 anni

(Mirco). Questa famiglia viveva su un'isola sperdutachiamata "l'Isola degli Unicorni". Per molti uominiera solo una leggenda, ma qualcuno era deciso a tro-varla, qualcuno come Franco. Quest'ultimo era unmarinaio molto abile: la sua nave prendeva il nome di "Furia". Un giorno decise di partire per trovare l'isola degli Unicorni. Qualche mese primaaveva comperato da un vecchio marinaio la carta nautica per ritrovare l'isola degliUnicorni, ora era deciso a partire. Raccolto un equipaggio, salpò verso il mareaperto. Nell'isola tutti erano tranquilli, ma proprio tutti? No! Lucas e Mirco con-tinuavano a litigare: "Devi rispettare i più grandi!" diceva uno. "Sentilo! Si credegrande quando invece sembra un bimbo della scuola materna" ribatteva l'altro; mauna nave si stava avvicinando. I due unicorni ignari di tutto continuavano la loro lite, ma quando Franco fu die-tro a Lucas, Mirco si accorse del pericolo e incitò il fratello ad andarsene via.Lucas rispose in modo scortese:"Perché dovrei?" Non aveva ancora finito la fraseche si sentì coprire da una rete. "Aiutooo!!" Gridava dimenandosi. "Aiutooo!".Allora Mirco saltando con un solo colpo abbatté Franco, che fuggì verso la nave.Poco dopo la "Furia" si vedeva filare a tutta velocità lontano dall'isola. Mirco libe-rò Lucas che si lamentava dicendo:"Solo un bimbo si sarebbe fatto catturare!". MaMirco lo consolò: "Su con la vita, fratello! Tu sei stato da insegnamento per moltibambini e hai creato una morale: bisogna ascoltare i più piccoli perché nel cuoresiamo tutti un po' bambini!"

Patrizia Cadonna (10 anni)

l’intervista ai sindaci

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AL. CI. GA. Aldeno, Cimone, Garniga Terme bollettino junior

LE SOLUZIONI DEI GIOCHI DEL NUMERO PRECEDENTE

La forza dei più piccoli

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Gli insulti feriscono.Non si deve insultare.E neanche ci si deve lasciar

insultare, se non si vuole teneril proprio onore in nessun conto.Essere ferito da affermazioniidiote o rispondere ad un insultocon una altro, che vantaggio c’è?Nessuno. Non è dignitosoe inoltre può finire male!

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25Le soluzioni dei giochi saranno pubblicate sul prossimo numero

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I tuoi "lillipuziani"… con i gusci di noce!Che cosa serve: mezzi gusci di noce vuoti, pezzetti di feltro e di stoffe,colla, perline rotonde (per fare le teste), perline piatte (per fare leruote), fiammiferi, tanta, tanta fantasia…Come si fa la barchetta: mettere una goccia abbondante di collaal centro del guscio di noce e spalmare poca colla anche intornoal bordo. Appiccicare il feltro sul bordo. Fare un buchino nel cen-tro del guscio e con la colla attaccarci il fiammifero. Lasciare sec-care bene. Incollare una vela fatta di feltro al fiammifero.Come si fanno carrozzine/lettini: tagliare delle fettuccine sottili di feltro e attac-carle con una goccia di colla al buco della perla per fare i capelli. Ritagliare unacopertina e un cuscino con i di resti di feltro e di stoffa e attaccarle al guscio dinoce, eventualmente prima si può anche imbottire il guscio. Attaccare con la collala testa tra la copertina e il cuscino. Per fare le ruote attaccare le perle piatte a duea due i lati del fiammifero. Posizionare le ruote e l'asse sotto il guscio.Dai sfogo alla tua fantasia, questa potrebbe essere un'idea per preparare le statui-ne per il tuo presepe! Nel frattempo prova a creare la tua famiglia di noci, il tuopaese di noci, la tua scuola di noci… a te la creazione!Portaci il tuo lavoro entro il 15 dicembre, il più fantasioso sarà pubblicato e pre-

miato sul prossimo numero del bollettinojunior! Buona fantasia!

Le quattro candele bruciando si consuma-vano lentamente. Il luogo era talmente

silenzioso, che si poteva ascoltare la loroconversazione. La prima diceva: "Io sono laPace ma gli uomini non riescono a mantener-mi: penso proprio che non mi resti altro dafare che spegnermi!" Così fu, e a poco apoco, la candela si lasciò spegnere completa-mente.

La seconda disse: "Io sono la Fede. Purtroppo non servo a nulla. Gli uomini non nevogliono sapere di me, e per questo motivo non ha senso che io resti accesa". Appenaebbe terminato di parlare, una leggera brezza soffiò su di lei e la spense.Triste triste, la terza candela, a sua volta disse: "Io sono l'Amore. Non ho la forza percontinuare a rimanere accesa. Gli uomini non mi considerano e non comprendono lamia importanza. Essi odiano perfino coloro che più li amano, i loro familiari". E senzaattendere oltre, la candela si lasciò spegnere.Inaspettatamente... Un bambino in quel momento entrò nella stanza e vide le tre can-dele spente. Impaurito per la semi oscurità disse: "Ma cosa fate! Voi dovete rimanereaccese, io ho paura del buio!". E così dicendo scoppiò in lacrime.Allora la quarta candela impietositosi disse: "Non temere, non piangere: finchè io saròaccesa, potremo sempre riaccendere le altre tre candele: Io sono la Speranza"Con gli occhi lucidi e gonfi di lacrime, il bimbo prese la candela della speranza e riac-cese tutte le altre. Che non si spenga mai la speranza dentro il nostro cuore... e che cia-scuno di noi possa essere lo strumento come quel bimbo, capace in ogni momento diriaccendere con la sua Speranza, la Fede, la Pace e l'Amore!!!

Una storia per riflettere

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Esperienza estiva in missione 2011

Africa, America Latina,Asia, realtà di povertà edi sofferenza viste in

televisione, lette sui giornali,sentite descrivere. Ma dietroquel video, quelle pagine, quelleparole, ci sono respiri, lacrime esorrisi. Se vuoi dare un nome aquei volti e vedere cosa c’è oltre le immagini e le parole stampate, parti con noi. «Non è facile affrontare parenti e amici, ti chiedono com’è andata, cos’haifatto... ecco una domanda che mi fa impazzire, «cos’hai fatto» …… pretesaoccidentale di fare, sempre. Ho vissuto, ecco cos’ho fatto! Ho amato, ho osser-vato, ho pianto, ho riso, ho abbracciato, ho mangiato, ho sognato, ho viaggia-to, ho respirato, ho sorriso, ho ballato, ho dormito... Ho vissuto!E ho condiviso amore. Ho visto casette di paglia e fango distrutte e ricostruite.Ho visto gente senza casa ridere e ballare. Bambini che ti corrono dietro, ti spia-no, ti abbracciano, ti amano, ti cercano. Maiali che razzolano promiscuamentecon cani, gatti, gallinacei, bambini, tutti nella stessa melma, negli stessi rifiuti.Ho visto le donne lavare vestiti e stoviglie nel fiume sporco. Ho visto la vita, intutte le sue sfumature» (da un diario).

COSA PROPONIAMO: Ti proponia-mo di vivere con un grande gruppo ilpercorso di preparazione, immergerti perun mese (luglio o agosto) con un picco-lo gruppo nella vita di una missione nelSud del mondo, e provare al ritorno arileggere il tutto, per capire un po’ di piùdel mondo là, del mondo qui e di te. COME: La partenza è preceduta da unpercorso di 8 incontri per prepararsi alcontatto con culture diverse e a vivereuna esperienza di gruppo.Iscrizioni 2011: Fino al 16 dicembre

2010 tutti i giovedì dalle 18.30 alle 20.00 presso il Centro Missionario. Calendario incontri di preparazione 2011(gli incontri si terranno presso il Centro Missionario Diocesano di Trento)Sabato 15 Gennaio, domenica 23 Gennaio, domenica 13 Febbraio, domenica 6Marzo, domenica 3 Aprile, sabato 16 Aprile, sabato 14 e domenica 15 Maggio,domenica 12 Giugno.NOTE: Tutte le spese (50 euro di iscrizione + biglietto viaggio) sono a carico deipartenti. Bisogna aver compiuto i 18 anni al momento dell’iscrizione. È previsto un numero massimo di iscritti.

dal gruppo missionario

di Alm

a Osler

Un gruppo di Aldeno in Mozambico

Massimo Coser prende l’Africa per mano

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Nella foto sopra:hanno ricevutola confermazionein 17 aprile 2010in Duomo a Trento sei ragazzi diGarniga Terme:Omar, Giada,Alessia,Valentina,Edoardo e Victor.Nella foto a fianco:La primaComunione aCimone (17 ottobre 2010)Nicole, Alessio,Elisa, Alberto,Alexander, Mauroe Nicola

(foto Pisoni)

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Un giorno a Lourdes

Il giorno 15 settembre sono stato a Lourdes conun viaggio organizzato dalla parrocchia diAldeno.

Sono partito con molti dubbi e perplessità, devoringraziare don Daniele per avermi dato la possi-bilità di vivere un’esperienza indimenticabile, cheancora oggi ripensandoci mi fa capire quanto fra-gile sia l'uomo. Ho partecipato alla Via Crucis molto suggestiva,entrare nella grotta è stata un’emozione forte.Lì vedi veramente la vera fede come andrebbevissuta tutti i giorni. La Madonna accoglie tutti isofferenti di qualsiasi credo religioso, e offre con-solazione e serenità a tutti.Ho visto persone portare alla grotta ammalati, bambini diversamente abili, anzia-ni con una serenità impressa sui volti con la sola voglia di ringraziare la Madreper il dono della vita.

Da quel momento dentro di me ècambiato anche il modo con cuiguardavo gli ammalati, prima livedevo solo per quel che eranoesternamente, ma ora li vedo perl'enorme forza che hanno e perquello che sanno trasmetterti. Ho vissuto una giornata bellissi-ma di serenità e pace. Posso direche è un' esperienza da fare tutti,e forse nel mondo si capirebbe ilvero senso della nostra vita.

il pellegrinaggio di Donato Toller

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Il sentiero di San Francesco

Il sentiero di S. Francesco nei pressi diCampo Tures in Valle Aurina passa accantoalle cascate del torrente Riva che sono uno

spettacolo naturale impressionante. Detto anchesentiero dei Cantici in omaggio al santo fraticel-lo d’Assisi, lungo il facile percorso in ambienteboschivo si incontrano luoghi di sosta dedicatiagli elementi naturali quali “acqua-fuoco-terra-sole-luna” citati da S.Francesco nel “Cantico delle creature”. Ogni area è contras-segnata da splendide sculture di artisti pusteresi e per ciascun elemento una targariporta citazioni del Santo sia in tedesco che in italiano antico.L’itinerario è segnato da una “T”, simbolo di identificazione francescana. La par-

tenza dal parcheggio in località Bagni diCantuccio (m. 865) (Bad Winkel).Il percorso scende leggermente fino a raggiungerela prima cascata che evidenzia l’azione erosiva deltorrente Riva-Reinbach sulle rocce.Si percorre il lato sinistro orografico del torrentefino a una deviazione verso il basso che porta aduna terrazza da cui si può ammirare la profondaforra scavata della seconda cascata.Tornando sul sentiero principale, inerpicandosi azig-zag, si ritorna fino al ponte e ad un ulterioreterrazza da cui si può ammirare la cascata piùgrande.Si attraversa il ponte e si incontra un bivio: qui si

prosegue a destra e prima per gradini e poi in leggera salita, passando vicinissimial torrente Riva, si raggiungono i ruderi di Castel Kofel-Kofelruine (m. 1.172), alcui interno è stata costruita una suggestiva chiesetta consacrata ai santi Chiara eFrancesco.In breve, per comodo sentiero, si risale verso la provinciale che porta a Riva diTures e a un comodo parcheggio ove è possibile, per i più stanchi, attendere il busper ritornare a Campo Tures info-bus (stradaprovinciale Tures-Riva, circa 250 metri dopo ilbivio per Acereto-Ahornach).Per i più allenati è possibile ripercorrere il sen-tiero in senso opposto. Soste escluse, l’itinera-rio è percorribile in circa 2-3 ore ed è caratteriz-zato da un dislivello di circa 300 metri. Una gitaadatta a tutti e per tutte le età.

Lungo il sentiero la cappella

Un tratto del sentiero San Francesco

Dedica trovata lungo il sentiero

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Chi era costui? Osea

Osea è un profeta minore il cui nomesignifica «il Signore salva» o «il

Signore viene in aiuto».La vita di questo profeta e gli oracoli, con-centrati prevalentemente sull’amore che Dioriserva ad un infedele ed idolatra Israele,sono narrati nell’omonimo libro, diviso in 14capitoli e databile temporalmente attorno al750-725 a. C. Dietro i detti di Osea c’è una persona di rarasensibilità. In virtù delle proprie doloroseesperienze familiari, il profeta riesce adescrivere l’angoscia presente nel cuore diDio meglio di qualsiasi altro profeta. Osea siconcentra non tanto su ciò che Dio ha fatto quanto su ciò che Dio ha prova-to per Israele. All’inizio del libro il profeta Osea riceve da Dio l’ordine di sposare la prostituta

Gomer: «Va’, prenditi in moglieuna prostituta e abbi figli di pro-stituzione, poiché il paese non fache prostituirsi allontanandosi dalSignore» (Os 1,2) ... «Va’, amauna donna che è amata da un altroed è adultera; come il Signoreama gli Israeliti ed essi si rivolgo-no ad altri dei” (Os 3,1).Questo matrimonio simboleggia ilmatrimonio corrotto tra Dio e ilsuo popolo che concede il suoculto ad altri idoli e vive superfi-cialmente non manifestando piùfedeltà all’Alleanza. Quale saràperò il risultato del matrimonio trail profeta, simbolo di colui cheascolta e parla apertamente mante-nendo fedeltà al suo Dio, e Gomer,simbolo dell’infedeltà e dellachiusura? Il risultato di tale non-relazione sono due figli, di nomeNon-amata e Non-mio-popolo. I

figli di prostituzione non possono essere amati, perché non sono nati da un rap-porto d’amore e quindi è lei stessa la non-amata.

Icona russa del XVIII secolo

Perchè si parla di‘profeta minore’?

Quando Osea, come gli altri 11, sono chia-mati profeti minori, è bene precisarlo, ci siriferisce alla brevità dei loro testi e non giàall’importanza del loro insegnamento.Invero, questi libri della Bibbia sono parti-colarmente significativi in quanto costitui-scono documenti dell’epoca in cui sonoscritti. In essi i profeti, se da un lato criti-cavano errori quali lo sfruttamento diuomini e la non osservanza del volere divi-no, e ne minacciavano la punizione daparte di Dio, attraverso catastrofi naturali osconfitte militari, dall’altro offrivano unmessaggio di speranza, prospettando unafutura era di pace e un’Israele liberato deisuoi nemici. La storia di Israele si configu-ra come un dramma in cui il popolo ora sirivolge a Dio ora si allontana da lui.

la Sacra Scritturaa cura della redazione

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La relazione che libera la prostituta è il risultato di un rapporto che la pone nellacondizione di “neonata”, dovrà uscire dal mondo delle sicurezze, dalla ricerca deidoni della prostituzione per un dono più grande, quello della relazione. Dio nonaccetta l’essere considerato solo come padrone e che la sua donna-Israele corra trale false sicurezze di tanti amanti: “In quel giorno mi chiamerai: ‘Marito mio’, enon mi chiamerai più: ‘Mio padrone’. Ti farò mia sposa per sempre, ti farò miasposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell’amore, ti fidanzerò con

me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore .. eamerò Non-amata; e a Non-mio-popolo dirò:

I simboli dell’amore di Dio per il suo popolo.

Il tormento di Dio per un popolo che non ha fedein lui è paragonabile a quello di un marito peruna moglie ingrata e infedele (2,8-13); il suodolore è pari a quello di un padre che ha investi-to decenni nell’educazione del figlio soltanto pervederlo diventare un ribelle (11,1-4). Osea è ilprimo dei profeti che ha avuto l’ardire di fare del-l’amore umano, che esiste tra lo sposo e la sposa,il simbolo dell’amore di Dio verso Israele, suopopolo; e ha avuto l’audacia di concepire il pattotra Dio e Israele come un’alleanza nuziale, unosposalizio d’amore, con tutto ciò che in fatto diintimità e di tensione questo possa comportare. Equesta interpretazione si riflette nel suo linguag-

gio, ricco di tutta una terminologia d’amore, così egli parla di cuore, di fidan-zamento, di fedeltà, di seduzione, di gelosia, di adulterio, di prostituzione.Come Osea è arrivato ad applicare un così audace simbolismo? partendo dallasua esperienza personale di vita, quella di un matrimonio infelice, di un amoretradito: riflettendo su questa esperienza drammatica Osea arriva a cogliere ilsignificato simbolico che vi è insito, e comprendere la missione che Dio gli affi-da: essere cantore e interprete dell’amore nuziale tra Dio e Israele.Altro mirabile immagine che il profeta offre è quella del rapporto tra padre efiglio: “Quando Israele era giovinetto, io l’ho amato ... ma più li chiamavo, piùsi allontanavano da me ... io li traevo con legami di bontà, con vincoli d’amo-re; ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia ... il mio popolo èduro a convertirsi?.Dato che Israele non si è convertito verso il suo Dio, sarà Dio a convertirsiverso il suo popolo (“il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimofreme di compassione. Non darò sfogo all’ardore della mia ira”). Il Padreincredibilmente pietoso inizia una lamentazione in cui si mostra come vinto dalsuo stesso amore: al pensiero che Israele possa capitolare, a Dio si rovescia ilcuore per cui passa dalla collera alla misericordia.

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‘Popolo mio’, ed egli mi dirà: ‘MioDio’” (Osea 2,18.21-25).Il libro prosegue con la descrizione dellacorruzione morale del popolo e dei suoicapi. Il profeta annuncia che il castigosarà duro e severo, ma l’amore di Dioverso il suo popolo rimane costante(capitoli 4-13) e il libro termina conl’annunzio che Dio risanerà il suo popo-lo e lo farà ritornare a sé (capitolo 14).L’ultima parola è dunque una parola disperanza: nonostante tutto, Dio continuaad amare Israele, a rimanere fedele: nonabbandonerà al suo destino la sposainfedele, ma, mosso a compassione (èun capovolgimento), progetta di sedurlanuovamente, di riconquistarne il cuore:“Perciò, ecco, la attirerò a me, la con-durrò nel deserto e parlerò al suocuore”.(Os 2,16).Quindi Osea ci vuole mostrare che all’origine del cammino di conversione e difede c’è l’amore tenero e misericordioso di Dio, che è perennemente, instancabil-mente fedele.

La prostituzione nell’Antico e nel Nuovo Testamento.Nella Bibbia la prostituzione è dichiaratamente condannata perché è considera-ta come un sovvertimento della legge divina e un abuso della sessualità, chedovrebbe essere vissuta secondo il progetto di Dio, il quale prescrive all’uomoe alla donna di diventare una carne sola e d’amarsi in un rapporto di coppia.Sono numerosi i versetti che nell’Antico Testamento la condannano e punisco-no con pene severe, inclusi coloro che la favoriscono. Nonostante questa con-danna, le prostitute avevano comunque un ruolo sociale ben definito, tanto chela Bibbia parla spesso di loro e degli uomini che le cercano e una delle frasi piùlapidarie e sconvolgenti del Vangelo riguarda proprio le prostitute: “I pubblica-ni e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio” (Matteo 21,31).Perché proprio loro che negano la relazione, che vendono se stessi ci precede-ranno in Paradiso? Perché le prostitute sanno che non hanno nulla da perdere,perché la loro sete d’amore va oltre, non si difendono, non respingono la novi-tà e, soprattutto, non temono di dover cambiare rotta.Nel Vangelo non rappresentano un modello di vita ma diventano “metafora” diconversione. La libertà che caratterizza la prostituta nel vendersi, nel darsi achiunque chieda il suo corpo vale anche per un’apertura a un’altra libertà,nuova e diversa.

Sacra Famigliadi Oriana Frizzi

la Sacra Scrittura

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Perché la chiesa non approva il Nobelalla medicina a Robert Edwards padre

della fecondazione in vitro?

La storia della fecondazione in vitro ha iniziocon una lettera pubblicata sulla rivista scienti-fica The Lancet nell'agosto 1978, firmata da

Robert Edwards e Patrick Steptoe, dove i due ricer-catori britannici annunciavano la nascita di LouiseBrown, primo essere umano concepito in "provettada un ovocita aspirato in laparoscopia il 1° novem-bre 1977, in un ciclo ovulatorio spontaneo, in unadonna sterile per occlusione bilaterale delle tube".

Per quel passo, che inaugurava anche l'irruzione della tecnoscienza nel cuore dellagenerazione umana, a Edwards è stato assegnato il Nobel per la medicina (il col-lega Steptoe è morto nel 1988). Una premiazione a scoppio ritardato se si tienepresente che Alfred Nobel aveva pensato l'omonimo riconoscimento come unsostegno ai responsabili di significativi avanzamenti della scienza e della cultura,perché potessero continuare il proprio lavoro senza assilli economici, non comesemplice alloro a fine carriera. E quello che Edwards poteva dare alla scienza loha certamente già dato, essendo 85enne e in gravi condizioni di salute. Il tuttosuona insomma come un messaggio ideologico all'opinione pubblica, quasi unaconsacrazione della provetta fin tanto che il suo padre scientifico è ancora in vita. Il problema per noi cristiani è un altro: per alcuni la violazione delle norme mora-li è giustificata dal valore che si ottiene, per noi Cristiani no. Non si tratta di discu-tere l'abilità di Edwards, la motivazione strettamente tecnica del premio non è sin-dacabile, ma quello che dovrebbe essere sindacabile è che non ogni esito puòessere avallato indipendentemente dal metodo con cui è stato ottenuto. Il Nobelavalla una medicina priva di sensibilità etica. Viene poi da pensare alla conside-razione data, nell'ambito della medicina, alla fecondazione in vitro rispetto ad altricampi: non mi risulta, per esempio, che a Christian Barnard, autore del primo erivoluzionario trapianto di cuore, abbiano mai dato il Nobel. Sullo scienziato bri-tannico gravano responsabilità oggettive: le sue scoperte hanno aperto la strada almercato di ovociti; senza Edwards non ci sarebbero congelatori pieni di embrio-ni (per noi cristiani hanno la stessa dignità di un uomo) in attesa di essere trasfe-riti in utero o, più probabilmente, di essere usati per la ricerca oppure di morireabbandonati e dimenticati da tutti. Forse si può sintetizzare così: Edwards inaugu-rò una casa, ma aprì la porta sbagliata dal momento che puntò tutto sulla fecon-dazione in vitro e consentì implicitamente il ricorso a donazioni e a compra-ven-dite che coinvolgono esseri umani. Così non ha modificato minimamente né ilquadro patologico né il quadro epidemiologico dell'infertilità.

I parrocchiani interroganodo

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Il campeggiodei giovani all’isola d’Elbae altro...

album foto

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La contrada della Baia vincitrice del palio 2010

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Il campeggio delle medie

Il campeggio delle elementari

album foto

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A proposito di... uomini e donne"Da soli possiamo fare così poco;assieme possiamo fare così tanto"

(dal calendario Insegnacila sapienza del cuore)

Uomini e donne del 2010: mondiparalleli o complementari?

Marta, 38 anni, imprenditrice mila-nese, incinta di 7 mesi si racconta durante un'intervista televisiva. Dopo unmatrimonio durato dieci anni durante il quale non avverte alcun desiderio di unfiglio, a relazione terminata e conseguita l'affermazione professionale, decidedi assecondare il suo senso materno senza condizionamenti e a qualsiasi costo.Si rivolge ad una clinica belga dove ricorre ad un'inseminazione eterologa,fecondazione per la quale il seme o l'ovulo appartengono ad un donatore/triceesterni alla coppia. In realtà in alcuni stati è permessa anche alle donne singlee così Marta, sostenuta dalla famiglia d'origine, soddisfa il suo desiderio edescrive l'inseminazione come atto d'amore non di due individui, ma di unosolo, atto d'amore di una mamma che basta a se stessa ed al nascituro. Difendela sua scelta e convinzione annunciando che è sua intenzione avere il secondofiglio seguendo la medesima procedura. L'appagamento della maternità di unadonna single che ne rivendica il diritto e nega l'importanza della figura paterna,bastando a se stessa e al figlio è davvero atto d'amore? E' piena consapevolez-za del proprio ruolo nella società? Per rivendicare l'emancipazione femminilebisogna snaturare le peculiarità che contraddistinguono le donne dagli uomini?Solo affermando l'indipendenza e la soddisfazione professionale le donne pos-sono sentirsi realizzate e tutto ciò è davvero incompatibile con la creazione diuna famiglia?Oggi la realizzazione della donna passa dal lavoro fuori casa: le donne ricopro-no ruoli professionali fino a qualche anno fa riservati esclusivamente agli uomi-ni, mentre le casalinghe divengono le "poverette" costrette a rinunciare alla car-riera per amore dei figli e del marito. La realizzazione femminile, purchè scel-ta consapevole, è possibile senza che ciò precluda le attitudini, la dignità e lepeculiarità che contraddistinguono una donna da un uomo. La tendenza attualeè di omogeneizzare le differenze dei due generi, mentre in realtà la diversitàpuò essere fonte di ricchezza reciproca, di approcci di varia natura, di prospet-tive sinergiche e complementari.La differenza tra uomo e donna in quanto originaria dovrebbe essere coltivataed assecondata e non ostacolata. La natura stessa pone la donna più incline allaprotezione, alla cura, al conforto, assorbita nel ruolo materno insito in lei.

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l’approfondimento

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L'uomo al contrario general-mente è rivolto all'universa-le, alle sovrastrutture, mini-mizzando e prestando pocacura ai particolari. Le differenze fra i due sessiesistono e non sono solo luo-ghi comuni e comincianoaddirittura dalle strutture delcervello che si caratterizzanograzie alle peculiarità chedistinguono i due generi eche contribuiscono a renderli

unici. Alla base di ogni comportamento che differenzia gli uomini dalle donneci sono anche delle spiegazioni fisiche e fisiologiche per cui le donne si dimo-strano più capaci ad elaborare le sensazioni viscerali, capacità dovuta ad unamaggior attività dell'insulina nel cervello femminile che in quello maschile.Mentre nel cervello maschile è più grande l'amigdala, centro del cervello in cuivengono prese le decisioni di agire, ragion per cui si attribuisce agli uomini unacapacità decisionale più spiccata rispetto alle donne. Non solo il corpo e le fun-zioni fisiologiche sono strutturate inmaniera diversa, ma anche il rapporto trail corpo e l'anima: la possibilità delladonna di generare un figlio e di portarlonel grembo la rende partecipe e autrice diun miracolo della natura. Certo le differenze nel modo di pensare edi agire hanno una loro conferma nellabiologia, ma a fare la differenza è soprat-tutto la personalità individuale, indipen-dente dal sesso. Uomini e donne mondi diversi, diversis-simi ma potenzialmente complementari.

Uomini & donne Il vezzo della magia, appartiene in prin-cipio al mondo della donna come la pro-fondità, appartiene principalmenteall'uomo.Essi si rispecchiano e si contraddiconocostantemente. Alessandro Serra

l’approfondimento

La Pietàdi Graziano Lorandi

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cate

ches

i I sacramenti evento di comunità Iscrizioni alla Catechesi 2010-2011

Ricomincia in queste settimane il cammino di catechesi per i bambini e ragaz-zi delle nostre tre parrocchie. Desidero richiamare alcuni aspetti importanti di

questo percorso che non possono essere trascurati:1. La catechesi è importante solo se coinvolge anche la famiglia del ragazzo, un

figlio che non ha alle spalle genitori che frequentano la Chiesa è destinato aperdere la fede in fretta. Inoltre non si può relegare la catechesi sempre all'ul-timo posto dopo mille altri impegni.

2. Non basta esserci alla catechesi per ricevere i sacramenti, bisogna parteciparealla messa domenicale e vivere la vita della comunità.

3. La fede è un cammino di conoscenza e di avvicinamento a Dio che non fini-sce mai nella vita. Non è un obbligo per nessuno, se la famiglia ritiene che nonsia importante per i propri figli è libera di fare altre scelte.

4. Ogni sacramento è un dono da parte di Dio, ma non può essere dato a chi nondimostra di crederci.

5. Le nostre comunità sono più povere se le famiglie giovani non partecipanocon costanza.

I moduli di iscrizione ti verranno consegnati al primo incontro di catechesi

ORARI E GRUPPI

3a elementare: Sandra Benvenuti, Irene Zucchelli, Mariapia Mazzurana,Nadia Corradini, Simonetta Gris, Susanna Innocenti. Sabato ore 9-104a elementare: Cinzia Dallaserra, lisabetta Maistri, Laura BridiMercoledì ore 16,30- 17,305a elementare: Elda Muraglia, Angela Postai, Marina Tomasoni, Lorenza Franceschini. Lunedì ore 16,30-17,30 Giovedì ore 16,30-17,30Prima Media: Cristina Linardi,Federica Beatrici, Mara Moser, AntonellaZaccaria, Cecilia Valler, Serena ZandonaiMartedì 16 -17 (due gruppi) ore 17-18 (un gruppo)Seconda Media: Lucia Bottura, Giusy Lorenzi, Tiziana Wegher, Cristina Previsdomini, Chiara Ziglio. Giovedì ore 17,30-18,30

ALDENO Seconda Superiore: Paolo Bisesti, Sara Cimadon, Emanuela Groazdomenica sera dopo la santa messa delle 20Terza superiore: Mauro Marchellie Tiziana DallagoQuarta superiore: Angela Toller, Michele Erlicher e Veronica Enderle

3a elementare: Celestina Schmidt4a -5a elementare: Monica Dalpozzo1a Media: ?2a Media: Tiziana Alberti

2a - 3a elementare: Annamaria Cerro.Martedì 16,30-17,304a - 5a elementare: Carlo Coser, Sandra Coser e Roberta Dallago. Mercoledì ore 16,30- 17,30Prima e seconda Media: Stefania Bucco.Martedì 15-16Gruppo adolescenti: un sabato al mese.

GARNIGA TERME

CIMONE

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La storia di Daniele 16 gennaio 2007 ore 24:00

Il cancello in parte arrugginito ma moltorassicurante venne aperto da una perso-na non più giovane, che evidentemente

avevo svegliato. Fosse stato per me dopo ledue scampanellate me ne sarei andato, madietro di me mia madre, pur essendo picco-la e minuta, non me lo avrebbe mai permes-so. Mi aspettavo di dover dare spiegazionie proprio per questo mi ero mentalmente preparato delle motivazioni convincenti.Evidentemente quel signore dallo sguardo assonnato ma non ostile non ne avevabisogno e m’invitò a seguirlo. Una seconda porta venne aperta e poi richiusa die-tro di me. Ancora non sapevo che chiudendo quella porta avrei chiuso con il miopassato.Era una bellissima domenica di maggio, e come da nostra abitudine partimmo perla consueta gita domenicale. Dopo il lauto pranzo che mia madre ci aveva prepara-to, ci mettemmo a giocare a carte: io e mio papà, contro Maria, mia sorella, e miamamma. A Marco, che pure era il fratello più grande, piaceva di più dormireall`ombra di un verde albero. Improvvisamente mio papà si portò le mani sul pettoe si accasciò sulla coperta. Vidi mio padre contorcersi dal dolore e con sorpresa vidimia madre frugare nella borsetta per toglierne un medicinale che evidentemente siera portata sapendo quello che poteva succedere. Allora, avendo sei anni, non pote-vo capire perché improvvisamente mio padre morì.Solo dopo qualche anno riuscii a comprendere perché quelgiorno mia madre continuava a ripetere: “Lo sapevo, lo sape-vo che sarebbe finita così!“ Scoprire cosa portò alla mortemio padre ebbe su di me e mio fratello un effetto negativo. Nostro padre è stato per noi un modello da imitare, un puntodi riferimento fisso, sempre presente. Venire a conoscenza delfatto che lui aveva avuto seri problemi di alcolismo e tossico-dipendenza contribuì al crollo di tutte le mie certezze e sicu-rezze. Ripensando a quel periodo sono convinto che tuttoquello che era successo alla mia famiglia provocò in me unvuoto che non riuscii più a riempire con valori positivi. Lemie esperienze personali mi portarono a una degradazioneumana indescrivibile.Rimasi solo. Non riuscii a sopportare questa solitudine che sembrava prendere pos-sesso di me. Mi ritrovai di colpo senza un modello da seguire e non riuscii a con-trollare la situazione. Mi catapultai in una vita nuova. E una volta entratovi avevobisogno di un nuovo modello. Senza accorgermene imitai mio fratello. Non era uncaso. Mi ricordava papà. Non mi stavo rendendo conto che però Marco stava pren-dendo una brutta strada. In un solo anno lasciò la scuola e frequentò una compa-gnia che in breve lo portò ad abusare del fumo e del bere. Lo imitai in tutto.

L’albero della vita di Graziano Lorandi

testimonianze di vita

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Lasciai la scuola. Ero sempre in giro con la compagnia fatta di amici, mio fratello,e tante ragazze. Solo ora, ripensandoci, mi rendo conto che nel branco cercavo laforza che avrei voluto avere in me. Volevo essere autosufficiente, trovare motiva-zioni nuove per reagire a una situazione che non mi piaceva, ma delegavo ad altrile scelte che spettavano soltanto a me stesso.Un giorno accadde un fatto gravissimo: una sera rientrando vidi sotto casa tantaconfusione e molta gente, vidi anche i sinistri lampeggianti di ambulanze, pompie-ri e carabinieri. Era successo che Marco, per gioco e per noia, aveva dato fuoco adun intero capannone industriale causando tantissimi danni.Fu la goccia che fece traboccare il vaso e nostra madre ci spedì in due collegi diver-si. Di nuovo qualcun altro decise per me. Di nuovo mi ritrovai solo. Confidando inun`educazione più severa e rigida, mia madre mi mandò in un collegio gestito dasacerdoti cristiani. Questa imposizione non riuscii a digerirla e sentendomi abban-donato da tutti, forse per protesta o per attirare l´attenzione, cominciai a darci dav-vero dentro con sigarette e alcol.Anche con le ragazze non andava molto bene perché appena qualcosa andava stor-to, oppure alle prime critiche, le lasciavo per cominciare un’altra avventura che sirivelava sempre precaria e superficiale.Mi circondavo di amici e persone deboli, con i miei stessi problemi, penso perchéda loro sicuramente non sarebbero arrivate critiche o stimoli a cambiare. Le uscite

serali diventarono sempre più noio-se. Non bastavano più le solite siga-rette, la solita quantità d´alcol. Nonriuscivo più a riempire il vuoto. Miserviva una nuova tattica che nonfaticai molto a trovare: le “canne”!Ogni sera una. Poi diventarono piùd’una, anche durante la stessa sera.Sempre di più, finché anche quellenon bastarono più. Dalla disperazio-ne decisi di andare oltre. Senza

quasi accorgermene ingoiai pasticche come caramelle per alleviare la mia frustra-zione, per anestetizzarmi.Marco ed io eravamo uniti come non mai. C’era una fortissima forma di attacca-mento e dipendenza da parte mia. Quando perdevo la forza la cercavo in lui, o permeglio dire la cercavo nella droga che lui mi forniva. Questa polvere bianca diven-tò il mezzo di un legame indissolubile fra di noi. Mia madre non riuscì più a gesti-re la situazione, a controllarci. Non sopportava di vedere i suoi due figli intrapren-dere la stessa strada del marito, ormai morto, ucciso da questo veleno che pur stavasorreggendoci. Ci mandò via di casa, ma a noi non importava più di tanto.Trovammo in poco tempo una casa abbandonata dove stare.Avevo tutto quello che pensavo mi occorresse: amici, alcol, ragazze, mio fratello esoprattutto lei, la droga… tanta, tanta droga. Non avevo bisogno di altro. Questomodo di vivere non durò a lungo. Arrivò il giorno del nostro arresto alla stazionedi Trento. Mi spogliarono. Mi tolsero tutto, anche mio fratello. Sentii di nuovo ungran senso di solitudine prendere possesso di me. Il vuoto mi crebbe dentro in

testi

mon

ianz

e di

vita

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maniera impressionante. Per la prima volta mi ritrovai completante, incondiziona-tamente nudo, senza la droga. Ma tutto questo non mi guarì, anzi, appena uscitovolli recuperare. Tutto quel vuoto accumulato aveva bisogno di essere riempito,questa volta per sempre! Diedi il permesso alla droga più forte in assoluto di pren-dere possesso di me: l´eroina. La mia vita, la mia salute, il mio essere, ogni miopensiero; tutto intorno a me diventò dipendente da questa sostanza che riusciva amandarmi in paradiso, sostenermi totalmente, per poi scaraventarmi in un postodove l’inferno a confronto è un luogo felice. Mi lasciai completamente andare eniente ebbe più un senso senza questa polvere magica che mi metteva le ali per poitogliermele facendomi cadere sempre più in basso. Cercai subito mio fratello percondividere queste nuove sensazioni con lui. Ma questo mi diede una notizia chebuttò all’aria tutti i miei piani di vita. Ormai aveva deciso: sarebbe scappato inSpagna, con la sua nuova ragazza.Girovagai a lungo, da un nascondiglio all`altro, da un amico all’altro, da un bucoall’altro, senza riuscire a trovare pace né certezze. Anche la mia dose quotidiana didroga venne a mancarmi visto che Marco ormai se ne era andato. Disperato passaidei giorni alternando apatia assoluta a schizofrenica iperattività rivolta alla ricercadi una qualche droga che potesse calmarmi. Nessuno mi aiutava, anzi tutti quelliche consideravo essere miei amici, quelli “del giro” mievitavano e cominciavano a trattarmi male. Capii chesenza soldi e soprattutto senza l’appoggio di mio fratelloper loro valevo meno di zero. Che cosa mi restava? Chiavrebbe potuto aiutarmi?Mi ritrovai così, davanti alla mia casa, davanti a quellaporta che per troppo tempo non avevo più varcato. Nonebbi bisogno di chiedere aiuto, le mie lacrime esprimeva-no tutta la mia disperazione e tutta la mia rassegnazione.Mia madre tacque. Senza dire una parola mi prese la mano,me la strinse forte come non mai, e pur essendo notte fondami portò via da quella casa, da quella città, da quel mododi vivere già così sbagliato.È così che mi ritrovai davanti a quel cancello in parte arrugginito ma nello stessotempo rassicurante. La persona non più giovane era il responsabile organizzatoredella comunità Nuovi Orizzonti. Il terreno di quel giardino era già stato calpestato datanti come me. Molti sono scappati, rifugiandosi nuovamente in quel mondo cheaveva distrutto loro anima e il corpo. Tanti, come me, hanno trovato in questa comu-nità la forza che nessuno era convinto di possedere. Mi hanno voluto bene, un benegratuito. È stata questa la mia salvezza. Come se non fosse bastato sono riuscito adacquisire tramite la preghiera il dono più grande: la fede.È grazie a lei che ho capito di avere io stesso, interiormente, tutto quello di cui hobisogno. Non mi occorre più cercare, in qualcuno o qualcosa la sostanza che avreb-be riempito il mio vuoto o cancellato le mie mancanze.La seconda porta venne aperta e richiusa dietro di me. Ora so, che avendo chiuso conquella porta, ho chiuso anche con il mio passato.

Da «L’uomo di oggi è il bimbo di domani, la teoria dell’attaccamentodi John Bowlby» tesi di diploma di Federica de Tomas.

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Daniele con Elisa

testimonianze di vita

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i nos

tri d

efun

ti

Linardi Italodi anni 86 Aldeno

29/06/2010

Cont Alice ved. Brunelli

di anni 103 Aldeno25/07/2010

Muraglia Albertodi anni 69 Aldeno

25/07/2010

Ries Bernharddi anni 57 Aldeno

26/07/2010

Baldo Sandrain Rossi

di anni 72 Aldeno01/08/2010

Coser Marinodi anni 84 Aldeno

02/08/2010

Beozzo Albinodi anni 86 Aldeno

20/08/2010

Corradini Annaved. Lorandi

di anni 90 Cimone14/08/2010

Coser Ritaved. Beozzo

di anni 83 Aldeno 16/09/2010

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Cosa offrire alla morte(Rabindranath Tagore, Poesie)

Il giorno che la morte busserà alla tua porta, cosa le offrirai?

Porgerò alla mia ospite la coppa colma della mia vita: non lascerò che se ne vada a mani vuote.

Tutta la dolce vendemmia di tutti i miei giorni d'autunno, di tutte le notti d'estate, tutto quello che ho guadagnato, tutto quello che ho spigolato nella mia vita operosa, lo porgerò a lei, quando alla fine dei miei giorni la morte busserà alla mia porta.

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i nostri defunti

Mattia...Noi desideriamoricordarti così,con una "fotografia"di quando ci

incontravamoal "gruppo

delle superiori"...prima di te arrivava la musica a gran volumemusica che

ti seguiva con la tua ape blu...ci sono state risate, discussioni e tanta allegria...pensiamo che nel cielo ci sarà un tipo più viva-ce che sarà presente in ogni momento di festa,che sarà presente in ogni momento tristeper renderlo feliceche sarà vicino ai suoi cari, ai suoi amiciper ricordare quanto sia bella la vita!Ti ricordiamo così, come un vulcano di energia...

i tuoi animatori Angela, Veronica e Michele

Debiasi Mattia di anni 18 Aldeno 27/09/2010

I DEFUNTI DA FUORI PAESE

Lucianer Ottaviodi anni 98 Aldeno

25/07/2010Tonini Erminia

di anni 96 Aldeno28/08/2010

Maistri Margheritadi anni 9001/09/2010

Tonini Olgadi anni 94 05/10/2010

Linardi Guidodi anni 85 Aldeno

20/09/2010

Costa Nivesved. Gottardi

di anni 83 Aldeno 29/09/2010

Nicolodi Tulliodi anni 88 11/10/2010

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FESTA ANNIVERSARI DI MATRIMONIONELLA PARROCCHIA DI ALDENO

Desideriamo invitare tutte le coppie che si sono sposatenel 2010 e quelle che festeggiano i 5, 10, 15, 20, 25, 30, 35,40, 45, 50 (e oltre) di matrimonio cristiano a ringraziare Dioinsieme alla comunità. Dopo la santa Messa sarete graditi ospi-ti in canonica per un brindisi e una fetta di torta.Ad Aldeno domenica 9 gennaio 2011 ore 10,30

Noi ci saremo ..........................................................................................................................................................................................................

e ..........................................................................................................................................................................................................................................................................

Festeggiamo i ................................................................................................................................di matrimonio..

RITAGLIARE LUNGO LA LINEA TRATTEGGIATA

Nome e cognome dei due fidanzati

Numero di telefono

indirizzo di uno dei due fidanzati

Il corso prevede un’uscita di due giorni, da definire durante il corso

Potrete trovare altri tagliandi sul tavolino in fondo alla chiesa

Potrete trovare altri tagliandi sul tavolino in fondo alla chiesa

Presso: Canonica di Aldeno Date: dall’14 aprile al 13 maggio 2011

(sempre di giovedì dalle ore 20,30 alle 22,30)

Iscrizioni presso la canonica di Aldeno compilando il tagliando

Da consegnare o imbucare in canonica

Da consegnare o imbucare in canonica

CORSO DI PREPARAZIONE AL MATRIMONIO CRISTIANO

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Il gruppo dei coscritti del 1940 di Aldeno, Cimone e Garniga Terme. Hanno festeg-giato i loro settant'anni celebrando la Santa Messa nella chiesa di Aldeno, di buonmattino, presieduta da don Valerio o poi sono partiti alla volta di Vicenza, dovehanno trascorso una bella giornata in serena compagnia.

Un gruppo di giovani di Aldeno,tra questi Mattia Coser, Chri-stopher Agostini, Daniele Vettorie gli altri che vedete in foto,hanno trasportato il campanile ele vigne del paese fin sulle più altecurve del Bondone in occasionedella gara automobilistica TrentoBondone. Da qualche settimanaquesto splendido campanile inminiatura troneggia nell'ortodella canonica.

le foto

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Ore 21.00: AldenoOre 22.30: CimoneOre 24.00: Garniga Terme

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ORARIO INVERNALE SANTE MESSE

FESTIVO

Aldeno ore 08.00

ore 10.30

ore 20.00

Cimone ore 09.30

Garniga T. ore 10.30

GIORNI FERIALIAldeno: lunedì ore 17.30

martedì ore 08.00mercoledì ore 17.30giovedì ore 08.00venerdì ore 08.00

Cimone: giovedì ore 18.00

Garniga T.: martedì ore 18.001° venerdì di ogni mese

a Garniga Vecchia alle ore 18.00

MESSE DELLA SANTA NOTTE

DI NATALE

Ore 08.00: Chiesa parrocchiale di AldenoOre 10.30: Chiesa di sant'Osvaldo di Garniga T.Ore 13.30: Cimitero di AldenoOre 15.00: Chiesa di Cimone

Ore 08.00: Cimitero di AldenoOre 09.30: Chiesa di CimoneOre 18.00: Chiesa parrocchiale di Garniga T.Ore 20.00:Chiesa di Aldeno

Lunedì 1° novembre: Tutti i Santi

Martedì 2 novembre: Commemorazione di tutti i defunti

ORARI SANTE MESSEgl

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