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Baldassini Galeazzo Dedicatosi giovanissimo alla vita militare, diede numerose prove di valore. Fra i tanti episodi che lo segnalarono, viene ricordato quello in cui Galeazzo, da solo, ebbe la meglio su tre cavalieri nemici: dopo averne disarcionati due, costrinse il terzo alla fuga. Capitano al servizio di Alfonso V d’Aragona, durante la guerra contro Firenze, partecipò all’assedio di Piombino del 1448, cadendo in combattimento nel tentativo di scalare le mura. Gli uomini guidati dallo jesino erano impegnati nel settore più difeso; Galeazzo afferrò una scala, l’appoggiò al muro, vi salì per primo, seguito dai suoi, incurante della “tempesta di sassi e d’acqua bollente mista di calce” rovesciatagli addosso dagli assediati. “Degna d’ammirazione sopra tutti in questo assalto - scriverà M. Piero Buoninsegni nella sua Historia fiorentina (1581) - mostrossi la virtù di Galeazzo Baldassini, il quale, nonostante l’esser stato tre volte ributtato dalle mura sopra cui erasi arrampicato, tornò sempre più fiero e più animoso a montarvi da capo, e sarebbegli riuscito di occupare quella parte se l’ultima volta ch’egli, attaccatosi a un merlo, percosso da un sasso grandissimo e in un medesimo tempo mancandogli quella parte del muro ove avea posto le mani non se ne fosse insieme con esso rovinosamente in giù caduto”. Da “Conoscere Jesi”, G. Luconi – P. Cocola

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Page 1: Baldassini Galeazzo - Piccola Biblioteca Jesina · 2014. 10. 11. · Baldassini Galeazzo Dedicatosi giovanissimo alla vita militare, diede numerose prove di valore. Fra i tanti episodi

Baldassini Galeazzo Dedicatosi giovanissimo alla vita militare, diede numerose prove di valore. Fra i tanti episodi che lo segnalarono, viene ricordato quello in cui Galeazzo, da solo, ebbe la meglio su tre cavalieri nemici: dopo averne disarcionati due, costrinse il terzo alla fuga. Capitano al servizio di Alfonso V d’Aragona, durante la guerra contro Firenze, partecipò all’assedio di Piombino del 1448, cadendo in combattimento nel tentativo di scalare le mura. Gli uomini guidati dallo jesino erano impegnati nel settore più difeso; Galeazzo afferrò una scala, l’appoggiò al muro, vi salì per primo, seguito dai suoi, incurante della “tempesta di sassi e d’acqua bollente mista di calce” rovesciatagli addosso dagli assediati. “Degna d’ammirazione sopra tutti in questo assalto - scriverà M. Piero Buoninsegni nella sua Historia fiorentina (1581) - mostrossi la virtù di Galeazzo Baldassini, il quale, nonostante l’esser stato tre volte ributtato dalle mura sopra cui erasi arrampicato, tornò sempre più fiero e più animoso a montarvi da capo, e sarebbegli riuscito di occupare quella parte se l’ultima volta ch’egli, attaccatosi a un merlo, percosso da un sasso grandissimo e in un medesimo tempo mancandogli quella parte del muro ove avea posto le mani non se ne fosse insieme con esso rovinosamente in giù caduto”.

Da “Conoscere Jesi”, G. Luconi – P. Cocola