bambino gesù san pietro fatebenefratelli · 8 carta dei diri del bambino in ospedale 9 la sepsi...

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P O S T E I TA L I A N E S . p . a . - S P E D . A B B O N A ME N T O P O S TA L E - D . L . 3 5 3 / 2 0 0 3 ( C o n v. i n L . 2 7 / 0 2 / 2 0 0 4 N ° 4 6 ) A r t . 1 , C o m m a 2 - D C B R O MA VITAOSPEDALIERA OTTOBRE 2017 RIVISTA MENSILE DEI FATEBENEFRATELLI DELLA PROVINCIA ROMANA ANNO LXXII - N. 10 Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e Ospedale San Pietro Fatebenefratelli un Progetto vincente La gioia dell’amore Tra bolle e musica serata di beneficenza a favore dell’A.F.Ma.L.

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Page 1: Bambino Gesù San Pietro Fatebenefratelli · 8 Carta dei diri del bambino in Ospedale 9 La Sepsi Neonatale 10 Non solo di puri ogge un mondo di ogge e sogge 11 Ospedale Pediatrico

POSTE ITAL IANE S.p .a . ­ SPED. ABBONAMENTO POSTALE ­ D.L . 353/2003 (Conv. in L . 27/02/2004 N° 46) Art . 1 , Comma 2 ­ DCB ROMA

VITAOSPEDALIERAOTTOBRE 2017

RIVISTA MENSILE DEI FATEBENEFRATELLI DELLA PROVINCIA ROMANA ANNO LXXII ­ N. 10

Ospedale PediatricoBambino Gesù eOspedale San PietroFatebenefratelliun Progetto vincente

La gioia dell’amore

Tra bollee musica seratadi beneficenza a favore dell’A.F.Ma.L.

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CURIA GENERALIZIAwww.ohsjd.org• ROMA

Centro Internazionale FatebenefratelliCuria GeneraleVia della Noce�a, 263 ­ Cap 00164TeTT l. 06.6604981 ­ Fax 06.6637102E­mail: [email protected]

Ospedale San Giovanni CalibitaIsola Tiberina, 39 ­ Cap 00186TeTT l. 06.68371 ­ Fax 06.6834001E­mail: frfabell@�n.itSede della Scuola InfermieriProfessionali “Fatebenefratelli”

Fondazione Internazionale FatebenefratelliVia della Luce, 15 ­ Cap 00153TeTT l. 06.5818895 ­ Fax 06.5818308E­mail: �fisola@�n.it

Ufficio Stampa FatebenefratelliLungotevere dè Cenci, 5 ­ 00186 RomaTeTT l. 06.6837301 ­ Fax: 06.68370924E­mail: ufficiostampa�[email protected]

• CITTÀ DEL VATICANOFarmacia VaVV �canaCap 00120TeTT l. 06.69883422Fax 06.69885361

PROVINCIA ROMANAwww.provinciaromana�f.it• ROMA

Curia ProvincialeVia Cassia, 600 ­ Cap 00189TeTT l. 06.33553570 ­ Fax 06.33269794E­mail: curia@�frm.it

Centro StudiCorso di Laurea in Infermieris�caVia Cassia, 600 ­ Cap 00189TeTT l. 06.33553535 ­ Fax 06.33553536E­mail: centrostudi@�frm.itSede dello Scolas�cato della Provincia

Centro DirezionaleVia Cassia, 600 ­ Cap 00189TeTT l. 06.3355906 ­ Fax 06.33253520Ospedale San PietroVia Cassia, 600 ­ Cap 00189TeTT l. 06.33581 ­ Fax 06.33251424www.ospedalesanpietro.it

• GENZANO DI ROMA �RM�Is�tuto San Giovanni di DioVia Fatebenefratelli, 3 ­ Cap 00045TeTT l. 06.937381 ­ Fax 06.9390052www.is�tutosangiovannididio.itE­mail: vocazioni@�fgff z.itSede del Novizii iato Interprr rovinciale

• NAPOLIOspedale Madonna del Buon ConsiglioVia A. Manzoni, 220 ­ Cap 80123TeTT l. 081.5981111 ­ Fax 081.5757643www.ospedalebuonconsiglio.it

• BENEVENTOOspedale Sacro Cuore di GesùViale Principe di Napoli, 14/a ­ Cap 82100TeTT l. 0824.771111 ­ Fax 0824.47935www.ospedalesacrocuore.it

• PALERMOOspedale Buccheri­La FerlaVia M. Marine, 197 ­ Cap 90123TeTT l. 091.479111 ­ Fax 091.477625www.ospedalebuccherilaferla.it

• ALGHERO �SS�Soggiorno San RaffaeleVia Asfodelo, 55/b ­ Cap 07041

MISSIONI• FILIPPINE

t. John of God Rehabilita�on Center1126 R. Hidalgo St., Quiapo, Manila, 1001TeTT l 0063.2.7362935 ­ Fax 0063.2.7339918Email: [email protected] dello Scolas�cato e Novizii iatodella Delegazione Provinciale FiFF lipi pina

Social Center “La Colcha”1140 R. Hidalgo St., Quiapo, Manila, 1001TeTT l 0063.2.2553833 ­ Fax 0063.2.7339918E­mail: [email protected]

St. Richard Pampuri Rehabilita�on Center36 Bo. Salaban, Amadeo, Cavite, 4119TeTT l 0063.46.4835191 ­ Fax 0063.46.4131737E­mail: [email protected] del Postulantato e Aspirantatodella Delegazione Provinciale FiFF lipi pina

PROVINCIA LOMBARDO­VENETAwww.fatebenefratelli.eu• BRESCIA

Sede legale della ProvinciaVia Pilastroni, 4 ­ Cap 25125

Centro San Giovanni di Dio Is�tuto di Ricovero eCura a Caraere Scien�ficoVia Pilastroni, 4 ­ Cap 25125TeTT l. 030.35011 ­ Fax [email protected] del Centro Pastorale Provinciale

Asilo Nourno San Riccardo PampuriFatebenefratelli onlusVia Corsica, 341 ­ Cap 25123TeTT l. [email protected]

• CERNUSCO SUL NAVIGLIO (MI)Curia ProvincialeVia Cavour,r 2 ­ Cap 20063TeTT l. 02.92761 ­ Fax 02.9241285E­mail: [email protected] del Centro Studi e FoFF rmazioneCentro Sant’A’ mbrogioVia Cavour,r 22 ­ Cap 20063TeTT l. 02.924161 ­ Fax 02.92416332E­mail: [email protected]

• ERBA (CO)Ospedale Sacra FamigliaVia Fatebenefratelli, 20 ­ Cap 22036TeTT l. 031.638111 ­ Fax 031.640316E­mail: [email protected]

• GORIZIACasa di Riposo Villa San GiustoCorso Italia, 244 ­ Cap 34170TeTT l. 0481.596911 ­ Fax 0481.596988E­mail: [email protected]

• MONGUZZO (CO)Centro Studi FatebenefratelliCap 22046TeTT l. 031.650118 ­ Fax 031.617948E­mail: [email protected]

• ROMANO D’EZZELINO (VI)Casa di Riposo San Pio XVia Cà Cornaro, 5 ­ Cap 36060TeTT l. 042.433705 ­ Fax 042.4512153E­mail: [email protected]

• SAN COLOMBANO AL LAMBRO (MI)Centro Sacro Cuore di GesùViale San Giovanni di Dio, 54 ­ Cap 20078TeTT l. 0371.2071 ­ Fax 0371.897384E­mail: [email protected]

• SAN MAURIZIO CANAVESE (TO)Beata VeVV rgine della ConsolataVia Fatebenetratelli 70 ­ Cap 10077TeTT l. 011.9263811 ­ Fax 011.9278175E­mail: [email protected]à di accoglienza vocazionale

• SOLBIATE (CO)Residenza Sanitaria AssistenzialeSan Carlo BorromeoVia Como, 2 ­ Cap 22070TeTT l. 031.802211 ­ Fax 031.800434E­mail: [email protected]

• TRIVOLZIO (PV)Residenza Sanitaria AssistenzialeSan Riccardo PampuriVia Sesia, 23 ­ Cap 27020TeTT l. 0382.93671 ­ Fax 0382.920088E­mail: s.r.rr [email protected]

• VARAZZE (SV)Casa Religiosa di OspitalitàBeata VeVV rgine della GuardiaLargo Fatebenefratelli ­ Cap 17019TeTT l. 019.93511 ­ Fax 019.98735E­mail: [email protected]

• VENEZIAOspedale San Raffaele ArcangeloMadonna dell’Orto, 3458 ­ Cap 30121TeTT l. 041.783111 ­ Fax 041.718063E­mail: [email protected] del Postulantato e dello Scolas�catodella Provincia

• CROAZIABolnica Sv. RafaelMilsrdna Braca Sv. Ivana od BogaSumetlica 87 ­ 35404 CernikTeTT l. 0038535386731 ­ 0038535386730Fax 0038535386702E­mail: prior@bolnicasve�rafael.eu

MISSIONI• TOGO ­ Hôpital Saint Jean de Dieu

Afagnan ­ B.P.PP 1170 ­ Lomé• BENIN ­ Hôpital Saint Jean de Dieu

TaTT nguiéta ­ B.P.PP 7

I FATEBENEFRATELLI ITALIANI NEL MONDOI Confratelli sono presen� nei 5 con�nen� in 53 nazioni.

I Religiosi italiani realizzano il loro apostolato nei seguen� centri:

VITA OSPEDALIERARivista mensile dei Fatebenefratelli della Provincia Romana ­ ANNO LXXII

Sped.abb.postale Gr. III­70% ­ Reg.Trib. Roma: n. 537/2000 del 13/12/2000Via Cassia 600 ­ 00189 RomaTel. 0633553570 ­ 0633554417Fax 0633269794 ­ 0633253502e­mail: s�zza.marina@�frm.it ­ dicamillo.ka�a@�frm.itDireore responsabile: fra Angelico Bellino o.h.Redazione: fra Gerardo D’Auria o.h.Collaboratori: fra Elia Tripaldi, sac. o.h.,fra Giuseppe Magliozzi o.h., fra Massimo Scribano o.h., Mariangela Roccu, Raffaele Sinno, Armando Vi�ello, Alfredo Salzano, Ce�na Sorren�, Fabio Liguori, Raffaele Villanacci, Bruno Villari, Antonio Piscopo, Franco LuigiSpampinato, Gennaro Vetrano, Giuseppe Failla, Ada Maria D'Addosio Archivio fotografico: Sandro AlbanesiSegreteria di redazione: Marina S�zza, Ka�a Di CamilloAmministrazione: Cinzia San�nelliStampa e impaginazione: Tipografia Miligraf SrlVia degli Olme�, 36 ­ 00060 Formello (Roma)Abbonamen�: Ordinario 15,00 EuroSostenitore 26,00 EuroIBAN: IT 58 S 01005 03340 000000072909Finito di stampare: o�obre 2017In coper�na:

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e d i t o r i a l e

La sofferenza nel mondo? Fatebenefratellipresenti

L’11 Febbraio 1985 Papa Giovanni Paolo II emanò, con un MotuProprio, le indicazioni da seguire per assolvere alle necessità

assistenziali dei bisognosi di cure, contestualmente all’evangelizza-zione nel mondo, attraverso la presa in carico dell’uomo nella sua integritàpsico-fisica. Le indicazioni erano contenute nel Motu Proprio “DOLEN-TIUM HOMINUM”, costituito da soli 6 capitoletti, ove in maniera lapida-ria ed efficace il Santo Padre, ora santo, illustrava la sofferenza umana ele modalità operative esecutive (oggi si parlerebbe di decreti attuativi) at-traverso le quali rendere fattive le idee promulgate. Orbene al 6 capitoletto,tra i vari esecutori delle volontà vaticane chiamati ad assolvere a questodelicato compito, sono elencati anche gli Ordini Religiosi Ospedalieri,tanto che a Segretario del Pontificio Consiglio per la Pastorale degli Ope-ratori Sanitari, che fu istituita in base al Motu Proprio, fu nominato un sa-cerdote spagnolo dei Fatebenefratelli, fra José Luis Redrado, che mantennel’incarico per un quarto di secolo e molto prima di andare in pensione fuanche elevato alla dignità episcopale, come è tradizione per i Segretari deiDipartimenti Vaticani. Sarà una coincidenza o è il disegno divino a segnarei passi della storia, ma nello stesso anno di emanazione della “DOLEN-TIUM HOMINUM”, nel 1985 quindi, l’allora Arcivescovo di Manila, Card.Jaime Sin, chiese al Superiore Generale dei Fatebenefratelli di riannodarela loro presenza nelle Filippine, ove si erano già prodigati dal 1611 al1888, quando il servizio fu interrotto in conseguenza della legislazioneeversiva spagnola. A pieno titolo, pertanto, l’Ordine Ospedaliero di sanGiovanni di Dio è stato chiamato ad assolvere a questo alto compito chesvolge, peraltro, in modo ininterrotto e proficuo dalla sua fondazione conuniversale riconoscimento dei risultati. Questa funzione ha avuto maggioreslancio con l’Associazione dei Fatebenefratelli per i malati lontani(A.F.Ma.L.), che è un Ente privato senza scopo di lucro, nato in Italia il 30ottobre del 1979 e riconosciuto dal Ministero degli Affari Esteri con de-creto del 19/7/1987, poi riconfermato il 14/9/1988. Dal 1995 ha ottenutoanche il riconoscimento dell'Unione Europea. L’Agenzia Fides, organo diinformazione delle Pontificie Opere Missionarie dal 1927, ha peraltro lar-gamente ricordato nei suoi comunicati la benefica attività dei Fatebene-fratelli a favore delle popolazioni con la dedizione verso i poveri, i malati,i sofferenti. Quest’anno ricorre, peraltro, il 25° anno del riconoscimentocanonico dei Fatebenefratelli nelle Filippine come Delegazione Provin-ciale. Tappa e traguardo importante e in questo lavoro non si può non ri-cordare fra Giuseppe Magliozzi o.h., uno dei confratelli presenti nel nucleooriginario della Comunità e che ha profuso instancabilmente energie alfine di rendere attuabile sia la volontà di Papa Giovanni Paolo II che te-stimoniare, con le opere, la strada indicata e iniziata da san Giovanni diDio che amava offrire un'assistenza integrale, ossia tanto in campo sani-tario, quanto in quello umano e sociale.Sarebbe stupendo se la certosina opera assistenziale ai bisognosi fossesvolta allo stesso modo e con gli stessi intenti misericordiosi, senza scopodi lucro, anche dalle Organizzazioni laiche (Stati, Comunità Europea,ONU, ecc.) che invece brillano per la loro scarsità di interventi. Prendiamodunque esempio dagli Enti operanti nell’ambito della Chiesa Cattolica esosteniamo le loro attività (chiunque, a esempio, può devolvere il 5 x milleall’A.F.Ma.L. per finanziare le sue molteplici iniziative per i sofferenti egli emarginati sia in Italia, sia in varie nazioni sottosviluppate).

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s o m m a r i orubriche

4 Ospitare Dio, Ospitare l’uomo

5 La gioia dell'amore

6 St. John of God FundraisingAlliance Parigi

7 La gratuità dell’Amore di Dio

8 Carta dei diri� del bambino in Ospedale

9 La Sepsi Neonatale

10 Non solo di puri ogge�un mondo di ogge� e sogge�

11 Ospedale Pediatrico BambinoGesù e Ospedale San PietroFatebenefratelli: un Progeovincente

15 Zeffirino Namuncurábea�ficato dieci anni fa

16 Le lesioni da Human PapillomaVirus (HPV) nell’uomo

17 FCS : Fa�ori Cri�ci di Successodella followership

dalle nostre case18 Fare buona sanità è la nostra

missione

19 Tra bolle e musica ­ Serata dibeneficenza a favoredell’A.F.Ma.L.

20 La Solidarietà in musica:Concerto del CommplessoBandis�co “Cav. M. Mecheri”Ci�à di Genzano

21XXIV Giornata mondialeAlzheimer presso l’Is�tuto sanGiovanni di Dio

Rete HCV Sicilia. All’Ospedaleaffidato il coordinamentoregionale

22 Convegno sulle mala�eallergiche e immunomediate

23 NEWSLETTER

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CAP. IV MEDITARE L’OSPITALITÀ3. Ospitalità di comunione’LL elemosina, la preghiera e il digiuno

diventano parole vuote e prive disenso se non sono vivificate dalla ca­rità e dalla gius�zia.L’LLospitalità di comunione pra�cata daGiovanni di Dio consiste nel dividere ilpane con l’affamato ­ come si legge nellibro del profeff ta Isaia ­ e nell’introdurrenella propria casa i poveri, senza te�oin cui tu� si sentano fratelli, ama� eaiuta�, e nel ves�re chi è nudo.La Quaresima, tempo “fof rte” dell’annoliturgico, viene aperto con un pro­gramma di vita che ruota a�orno a tretemi: l’elemosina, la preghiera e il di­giuno. Consideriamo il primo: l’elemo­sina, quale gesto concreto del nostrooperare senza ostentazione per rista­bilire i nostri rappor� con Dio e con ilprossimo.“I“ n quel tempo,o Gesù disii se ai suoi disii ce­poli: Guardatevi dal pra�care le vostrebuone opere davan� agli uomini per es­sere da loro ammira�,� altrimen� nonavrete ricompensa presso il Padre vostroche è nei cieli. Quando dunque faff i l’e’ lemo­sina,a non suonare la tromba davan� a te,ecome faff nno gli ipi ocri� nelle sinagoghe enelle strade per essere loda� dagli uomini.In verità vi dico: hanno già ricevuto la lororicompensa. Quando invece tu faff i l’e’ lemo­sina,a non sappia la tua sinisii tra ciò che faffla tua destra,a perché la tua elemosina res�segreta;a e il Padre tuo,o che vede nel se­greto,o � ricompenserà.Non accumulatevi tesori sulla terra,a dove�gnola e ruggine consumano e dove ladriscassinano e rubano;o accumulatevi invecetesorirr nel cielo,o dove né �gnola,a né ruggine

consumano;o e dove ladri non scassinano enon rubano. Perché là dov’è’ il tuo tesoro,osarà anche il tuo cuore (Mt 6,6 1­4;4 19­21).Tu�o ciò che siamo e abbiamo ha ori­gine dalla gratuita inizia�va di Dio;ogni realtà buona per la nostra vita, èun dono di Dio, il quale ci ha creato perla felicità ed orienta ogni cosa verso ilnostro vero bene. I beni che posse­diamo, in tanto sono u�li alla nostravita in quanto siamo in grado di condi­viderli con chi non ne ha.Il grido di no�e, per le vie di Granada,con cui Giovanni di Dio scuoteva le co­scienze delle persone e destava loro lacompassione e la generosità: “F“ aFF tebene frff atelli a voi stessi per amore diDio”, voleva essere un richiamo fortee improcras�nabile a dare del proprioper i suoi poveri. La sua carità aveva laportata di un piccolo ruscello che ri­ceve l’acqua e la distribuisce, in una di­namica di reciprocità, ai propri fratellipiù bisognosi. Egli raccomandava:“Sopra tu�o abbiate sempre carità,poiché questa è la madre di tu�e levirtù (2(( DS 16)6 . Giovanni di Dio eraanche solito ringraziare i suoi benefat­tori e le sue benefa�rici: “Per il moltoche vi devo e così la ricompensa peravermi sempre aiutato e soccorso neimiei impegni e nelle mie necessità conla vostra benede�a elemosina e ca­rità” (3(( DS3).Il gesto di solidarietà è un segno versouna profonda conversione che devetoccare il nostro s�le di vita e la nostraapertura alla fraternità. La condivi­sione con chi, per qualunque mo�vo,si trova in difficoltà, ci porterà a rico­noscere Cristo in ogni fratello per es­

sere da Lui riconosciu� al suo ritornodefini�vo.Nel mostro mondo in cui sembraspesso trionfare la logica del profi�o edel guadagno ad ogni costo, occorre ri­scoprire il bisogno profondo del valoredella gratuità, proprio perché Dio checi ha crea� per amore ci ha anche de­s�na� alla comunione con sé e con ifratelli a�raverso una risposta gene­rosa di solidarietà.La persona sofferente e bisognosa ­come lo fu per san Giovanni di Dio ­ siaper tu� noi, religiosi e collaboratori,centro unificante di tu� gli sforzi ten­den� a superare la mala�a, la povertàe qualunque forma di emarginazione;richiamo alla solidarietà e al supera­mento di ogni egoismo e discrimina­zione.

4. Ospitalità crea�vaIn una ci�à come Granada, con quasiuna decina di ospedali e case per i po­veri, Giovani di Dio riesce a scopriretan� bisognosi e mala� abbandona�e a creare una nuova ospitalità che ri­spondesse ai nuovi bisogni scono­sciu� da altri responsabili, come adesempio:le soffeffff renze dovute alle colpe, all’odioe alle vende�e.Il saper essere e il saper fare sono dueaspe� della nostra persona egual­mente importan� quando il nostrooperare, la nostra crea�vità sono gui­da� dalla coscienza di me�ere le no­stre risorse fisiche e spirituali avantaggio dei bisogni degli altri, dei piùbisognosi, secondo l’esempio di Gio­vanni di Dio.

CHIESA E SALUTE

spitii att raa err Dioiiospitare l’uomo

Capa . IV - MeMM ditare l’osps italità3. OsOO ps italità di comunione4. OsOO ps italità crerr ativii a

CoCC ntinua la pubblicazione integrale dedd l libro Ospitare Dio, Ospitare l’uomoinizii iata con il numero did settembre 2014.

di Fra Elia Tripaldi o.h.

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Se prendiamo in considerazione tuttociò che circonda il più importante

sentimento umano, rimaniamo storditida quante strade di riflessione siaprano: dalle considerazioni sulla reci­procità, sul dono di sé, sulla sessualità,sulla feff rtilità alle riflessioni sull'espres­sione dei loro contrari, dall'egocentri­smo all'egolatria, dalla negazione delladiffff eff renza di genere, alla gestione tec­nologica dell'infertilità. Possiamo af­fffrontare questi argomenti con unosguardo attento a ciò che viene ritenutolecito o illecito, oppure approfoff ndire lacomplessità dei valori che sono allabase delle scelte delle coscienzedei singoli.Papa Francesco, nell'esortazioneapostolica post sinodale sull'amorenella famiglia "Amoris Laetitia"guarda con preoccupazione al"crescente pericolo rappresentatoda un individualismo esasperatoche snatura i legami", faff cendo pre­valere l'idea di un "soggetto che sicostruisce secondo i propri desideriassunti come un assoluto"(33). Eccoperché nei vari capitoli vengono affff ron­tati i problemi della coppia, della feff rti­lità, del generare, con una visioneampia che considera la necessità, comecristiani, di offff rire al mondo dei valori edi presentare le ragioni e le motivazionidelle scelte, senza "pretendere di im­porre norme con la foff rza dell'autorità"(35). Il Pontefice sottolinea come si deb­bano aumentare le "capacità proposi­tive per indicare strade di feff licità" chetengano conto contemporaneamentedell'ideale esigente cristiano e della fra­gilità umana (38).D'altronde, è evidente "la decadenzaculturale che non promuove l'amore ela dedizione"(39)."Anche il calo demo­grafico, dovuto a una mentalità antina­talista e promosso dalle politichemondiali di salute riproduttiva, non solo

determina una situazione in cui l'avvi­cendarsi delle generazioni non è più as­sicurato, ma rischia di condurre neltempo a un impoverimento economicoe a una perdita di speranza nell'avve­nire. Lo sviluppo delle biotecnologie haavuto anch'esso un foff rte impulso sullanatalità". É evidente, infatti, come "lasocietà dei consumi può anche dissua­dere le persone ad avere figli anche soloper mantenere la loro libertà e il propriostile di vita". Ma per amore della dignitàdella coscienza di ogni persona e dellecoppie "la Chiesa rigetta gli interventi

coercitivi dello Stato a faff vore di contrac­cezione, sterilizzazione o addiritturaaborto"(42).Anche nella "Nuova Carta degli opera­tori sanitari" leggiamo come il serviziodi coloro che operano in questo ambito,in quanto cristiani, è aiutare a "pro­creare con responsabilità, impegnan­dosi nella prevenzione e nella cura dellepatologie che interfeff riscono con la feff ­condità, tutelando le coppie sterili da untecnicismo invasivo e non degno delprocreare umano" (13).In occasione dell'Assemblea annualedella Pontificia Accademia per la Vita,tenutasi a Roma il 5 ottobre scorso,Papa Francesco ha sottolineato come irecenti sviluppi tecnologici, con le pos­sibili manipolazioni della vita, pongono"foff rmidabili questioni". Il Pontefice sot­

tolinea come "non può essere passatosotto silenzio lo spregiudicato materia­lismo che caratterizza l’alleanza tral’economia e la tecnica e che tratta lavita come risorsa da sfruttare o da scar­tare in funzione del potere e del pro­fitto".Infine, si pone alla nostra attenzione inparticolare il paragrafoff in cui si sottoli­nea l'importanza di una " rinnovata cul­tura dell'identità e della diffff eff renza" digenere."L’LL ipotesi recentemente avan­zata di riaprire la strada per la dignitàdella persona, neutralizzando radical­

mente la diffff eff renza sessuale e, quindi,l’intesa dell’uomo e della donna,non è giusta. Invece di contrastarele interpretazioni negative della dif­fffeff renza sessuale, che mortificano lasua irriducibile valenza per la dignitàumana, si vuole cancellare di fattotale diffff ef renza, proponendo tecni­che e pratiche che la rendano irrile­vante per lo sviluppo della personae per le relazioni umane. Ma l’uto­pia del “neutro” rimuove a un

tempo, sia la dignità umana della co­stituzione sessualmente diffff eff rente, siala qualità personale della trasmissionegenerativa della vita. La manipolazionebiologica e psichica della diffff eff renza ses­suale, che la tecnologia bio­medica la­scia intravvedere come completamentedisponibile alla scelta della libertà ­mentre non lo è! ­, rischia così di sman­tellare la foff nte di energia che alimental’alleanza dell’uomo e della donna e larende creativa e feff conda".Si aprono, quindi, numerosi scenari di ri­flessione, auspicando che coinvolgano le"diverse visioni antropologiche ed etichedel mondo"verso" la necessità di ripor­rrtare una più autentica sapienza dellavita, in vista del bene comune", uscendoda una visione privatistica dei sentimentie orientando le proprie scelte verso laprofoff ndità dei valori cristiani condivisi.

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BIOETICA

di Ada Maria D’A’ ddosio

La gioiadell'amore

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Il giorno 22 settembre presso la sededella Curia Provinciale della Provincia

Francese di san Giovanni di Dio, i mem­bri della st. John of God Fundraising Al­liance si sono riuniti per un incontroperiodico. Erano presenti per l’UMICOI:fra Moisés Martín Boscá, fra Giampie­tro Luzzato, per la st. John of God De­velopment Company (IRLANDA) il sig.John Fleming e David Heyer,rr per la JuanCiudad ONGD (SPAPP GNA) fra José MaríaViadero e sig. Xisco Munoz Espuig, perA.F.Ma.L. (ITATT LIA) sig. Antonio Barnaba,sig.re Alessandra Ricci e Monica Ange­letti, per la Fundaçao Sao Joao de Deus(PORTOGALLO) sig. Rui Amaral, per laProvincia del Buon Pastore del NodAmerica bro. Richard MacPhee e sig.Alan Whittle, per l’A’ AJIP la sig.ra Je­anne­Françoise de Polignac e il supe­riore provinciale fra Alain SamuelJancler,r Provincia ospitante. Inoltre,erano presenti il sig. Dominique Soupeper l’Uffff icio Missioni e il dr.rr Vergès pre­sidente della Associazione Amis d’A’ fa­gnan et TaTT nguieta.

Prende la parola fra Alain­Samuel inqualità di Provinciale e padrone di casa,dando il benvenuto a nome di tutta laProvincia Francese a tutti i partecipanti,ringrazia per l’impegno che ciascunaassociazione mette per portare il beneagli ultimi. Poi il superiore fra Fortuneeporge un caloroso benvenuto e auguraun buon lavoro e un’ottima perma­nenza. Il Direttore dell’UMICOI fra Moi­sés Martín Boscá, dopo l’inputspirituale di apertura ai lavori passa laparola a turno alle associazioni e fon­dazioni intervenute, le quali relazio­nano ognuna le proprie attività,aggiornando lo status dei progettidall’ultimo incontro tenutosi a Napolifino a oggi.Viene posta maggiore attenzione al­l’uffff icio Missioni della provincia Fran­cese con tutte le sue attività,supportati anche dalla AssociazioneAmici di Afagnan e TaTT nguietà del dr.Vergès, che quest’anno festeggiano i20 anni di attività.Successivamente, dalle discussioni, ri­

flessioni e relazioni delle varie associa­zioni emergono proposte e consigli. FraMoisés fa una panoramica delle coseche si sono portate avanti dal 2003 aoggi e di come la Alliance ha cercato divenire incontro ai bisogni di ognunocercando al contempo di lasciare a cia­scuna ONG la propria identità e auto­nomia. Tutti lavorano per un unico ecomune obiettivo, seguendo le ormedel nostro fondatore san Giovanni diDio: aiutare il prossimo, cercando difare “il bene ben fatto”. Fondamentalenel lavoro di ciascuno essere traspa­renti e rendere conto di come vengonospesi i fondi raccolti e inviati.Al termine dell’incontro arrivano anchei saluti e gli auguri per un proficuo la­voro, sempre al servizio dei più poveri,da parte del Superiore Generale, fraJesús.Al termine fra Moisés Martín Boscá foff r­mula parole di gratitudine per tutti ipartecipanti, invitando gli stessi allaprossima riunione prevista per i primimesi del 2018.

di Monica Angele�

St. JoJJ hoo nhh of GoGG d FuFF nuu drdd arr iaa sinii gnAlliance Parigi

A.F.Ma.L.

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ANIMAZIONE GIOVANILE

Carissimi Lettori, per questo meseho scelto la storia di Abramo, poi­

ché si può paragonare anche alle no­stre storie. Pensate al Patriarca Abramche in un giorno qualunque si sentechiamare da Dio il quale gli dice di an­dare lontano dalla sua patria, lasciaretutto e dirigersi verso un luogo di cuinon si sa la mèta. Al posto suo noicome ci saremmo trovati?In questo viaggio ipotetico che inizie­remo con Abramo, vogliamo iniziare

col dire che il Signore parlò. Questomodo di procedere di Dio è indicativopoiché ci porta a pensare un Dio vi­cino a noi che ama e cammina in­sieme con noi. Anche noi nella nostravita possiamo avere la certezza di Dionella nostra vita. Forse pensiamo cheEgli è sopra i cieli, lontano e che haaltro a cui pensare. Gesù ci ha presen­tato un Padre che ama i suoi figli,siamo speciali ai suoi occhi,“Perché tusei prezioso ai miei occhi, perché seidegno di stima e io ti amo”[…] (Is43,4).L’LL amore di Dio è gratuito e per tutti,nessuno escluso. Ritorniamo adAbramo. La sua caratteristica, uguale

a ogni discepolo, è la fiducia in Dio.Noi siamo pronti a fidarci? O met­tiamo dei paletti che ostacolano il no­stro rapporto con Dio? Non è facilecomprendere la Sua volontà che avolte risulta alquanto diffff icile da com­prendere. Ovviamente se vogliamocapire con le nostre sole forze nonsarà possibile, se invece ci affff idiamo aLui totalmente, sicuri che ci condurràalla mèta possiamo stare al sicurosenza pericoli che ci possano nuocere.

Abramo accetta la proposta di Dio elascia la sua terra, gli affff etti e si mettein cammino. Altro aspetto da rilevare:muoversi verso… Non possiamo stareseduti comodamente sulle nostreidee, posizioni se dobbiamo seguireDio, perché Egli ci spinge in una dire­zione diversa dalla nostra; magari nonsarà facile accettarla, ma di sicuro saràla mèta a farci cambiare idea. Quandodevo salire una montagna alta, all’ini­zio ci sembra impossibile, diffff icoltosoe perdiamo la speranza di affff rontare ilpercorso. Perché? Semplice: non co­nosciamo l’obiettivo! Solo quando ab­biamo raggiunto il traguardo,possiamo essere certi dello spettacolo

che ci si presenta davanti ai nostriocchi. Mettiamoci, per un momentonei panni di Abramo e immaginiamodi essere lui, come avremmo reagito?Che avremmo fatto? Avremmo accet­

tato con fiducia la strada cheDio ci indicherà? Abramo avràcercato un’idea logica su que­sta chiamata? Avrà cercato dicapire? Comprendere cosa vo­glia significare la logica di Dio?Egli che ha sempre seguito Dioin tutto, un uomo di fede au­tentica si trova a scegliere ilpensiero di Dio Padre, diversodal suo. Cari Amici non è facileseguire la volontà di Dio e, so­prattutto, incomprensibile a li­vello umano. Nonscoraggiamoci, il Padre non ciabbandona mai e davanti a

delle scelte importanti ci manderàun messaggero che magari non saràun angelo, ma qualcuno che ci guideràa capire la volontà di Dio: si chiamamediazione umana. TeTT rmino dicendodi fare attenzione alle persone che ab­biamo accanto perché si potrebberorivelare anche dei messaggeri di Dio.CaCC rorr gioii vane o persrr ona che sei inii rirr cii ercrr adidd un prorr gettott chcc e Dioii ha su didd tett ,e ascocc ltattilii tuo cuorerr ,e contatt ttatt ci per un didd sii cernrr i­mentott e con l’a’ iutott dedd llll a prerr ghierarr ,a dedd lservizii io e del silenzio,o ti aiutererr mo acocc mprerr ndedd rerr lall tua vovv cazioii ne. PePP r inii fn off r­rrmazioni puoi scrirr vererr una mail allll ’indidd ­rirr zii zzz o vocazioni@fbfgff z.it,t tett lefe off narerr allll o06.93738200 e chiededd rerr didd frff arr Massimii oo frff arr Lorerr nzo. Buon cammino!

La grataa uitàdell’Amore di Dio

di Fra Massimo Scribano o.h. Il Signore disse ad Abram:“Vattene dalla tua terra,

dalla tua parentelae dalla casa di tuo padre,

verso la terra che io ti indicherò”

(Gen 12,1)

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Il persrr onale sanitatt rirr o ha il dovererr difI off rnrr irerr al bambino tutto l’a’ ppoggio

necessarirr o ai fiff ni dell’individuazione delmaltrarr ttatt mentott e delle situazioni a rirr ­schio,o che comportatt no la segnalazionealle autott rirr tàtt competenti e/ee o// ai servizii iprerr posti alla tutela del minorerr .Il persrr onale si impegna altresì a colla­borare,e nell’a’ mbito delle proprie spe­cifi iff che competenze,e con gli enti accre­ditati.Ogni bambino ha diritto alla salute e auna vita priva di violenza. Ogni anno,però, milioni di minori nel mondo, sonovittime e testimoni di violenza fisica,sessuale ed emotiva. Il maltrattamentosui minori è un problema internazionalecon un impatto notevole sulla salute fi­sica e mentale delle vittime, sul loro be­nessere e sviluppo e per estensionesulla società in generale.Avviene in diversi contesti, poiché gliautori del maltrattamento a danno delbambino possono essere: genitori e altrimembri della famiglia; altre personeche si prendono cura del bambino;amici: conoscenti; estranei; altre per­sone con una posizione di autorità,come insegnanti, poliziotti, soldati e ec­clesiastici; operatori dei servizi socio sa­nitari; altri minori.Nel Rapporto su violenza e salute(WoWW rld Health Orgrr anization, 2002) la vio­lenza sui minori è definita come: “t““ uttettle foff rmrr e di maltrattamento fiff sii ico e/ee o//emotitt vovv ,o abuso sessualell ,e inii curirr a o trtt arr t­tttamento negligente nonché sfs rff utta­mentott sesee sss ualell o didd altrtt orr genererr chcc e prorr ­vovv cano un danno rerr alell o potett nzialell allll asalutett ,e allll a soprarr vvivv venza,a allll o svivv lii uppoo allll a didd gii nitàtt dedd l bambinii o,o nellll ’a’ mbitottdidd una rerr lall zioii ne didd rerr see ps onsabilii ill tàtt ,à fiff dii ucicc aiio potett rerr ”.Ricercatori e medici ammettono chemolti casi di maltrattamento sui minorirestano non identificati e che, quindi,questi non ricevono assistenza foff rmaleo protezione. Bambini molto piccoli nonsono, però, in grado di denunciare dasoli la violenza; tuttavia, tra tutti i mi­nori, sono proprio loro quelli esposti amaggior rischio di grave lesione, danno

neurologico e morte.Estendere le capacità dei profeff ssionistidi base, nell’identificazione del maltrat­tamento sui minori in bambini al disotto dei cinque anni di età è, quindi,di importanza foff ndamentale. Per crearequesta abilità di identificare precoce­mente e di intervenire serve in primisformare gli operatori. Questa forma­zione dovrebbe trattare: le percezionierrate sul maltrattamento dei minori; isegni fisici e comportamentali di mal­trattamento possibile, probabile echiaro, così come i segni che non sonoindicativi di maltrattamento; come ri­spondere quando un possibile maltrat­tamento viene indicato, includendol’utilizzo di protocolli per coinvolgeresupervisori, per segnalare i casi e faredenuncia.Al fine di evitare vittimizzazioni futuredel minore, gli esami sanitari e l’inda­gine medico legale dovrebbero esserecoordinate e condotte da operatori spe­cificatamente addestrati a lavorare congiovani vittime. I servizi dovrebbero es­sere armonizzati in modo da minimiz­zare il numero di volte in cui viene chie­sto a un minore di riportare cosa siaaccaduto.La valutazione sanitaria deve essere ingrado di: ottenere il consenso sia delminore, sia di chi si prende cura di esso;rilevare la storia medica o sanitaria, siadal minore, sia di chi si prende cura diesso; produrre un esame fisico com­pleto, che comprenda l’area genito­anale; produrre la documentazione ela terapia per le feff rite; produrre una va­lutazione di salute mentale; produrreuno screening e la terapia per le infeff ­zioni a trasmissione sessuale e HIV;V pre­venire la gravidanza dove necessario.Per accrescere la comprensione delmaltrattamento sui minori e degli in­terventi sul feff nomeno, i sistemi di in­foff rmazione dovrebbero comprenderee aderire alla sorveglianza epidemiolo­

gica dei casi registrati, generando in talmodo, informazioni provenienti dallestrutture sanitarie.L’LLOMS nel “World Report on Violenceand Health” del 2002, ha previsto delleRaccomandazioni da osservare e da ap­plicare, per essere in grado di operarecon l’aiuto delle organizzazioni interna­zionali o non governative presenti neiterritori e in grado di sostenere o im­plementare alcune delle seguenti rac­comandazioni:• creare, implementare e monitorare

un piano di azione nazionale per laprevenzione della violenza;

• migliorare la capacità di raccolta deidati sulla violenza;

• definire le priorità e sostenere la ri­cerca relative a cause, conseguenze,costi e prevenzione della violenza;

• promuovere risposte di prevenzioneprimaria;

• potenziare le misure a favore dellevittime della violenza;

• integrare la prevenzione della vio­lenza nelle politiche sociali ed educa­tive, promuovendo così la parità digenere e l’uguaglianza sociale;

• migliorare la collaborazione e lo scam­bio di infof rmazioni sulla prevenzionedella violenza;

• promuovere e monitorare l’adesionea trattati, leggi e altri meccanismi in­ternazionali volti a difeff ndere i dirittiumani;

• perseguire risposte concrete, condi­vise a livello internazionale, nei con­fronti del commercio globale di dro­ghe e armi.

La violenza non è inevitabile e tuttipossiamo e dobbiamo fare molto peraffff rontarla e prevenirla. Gli individui,le famiglie e le comunità, le cui vitesono distrutte dai maltrattamenti,possono essere protetti e le cause pro­fonde della violenza possono esserecontrastate, al fine di creare una so­cietà più sana per tutti.

SANITÀ

di Mariangela Roccu

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11. Il bambino ha diritto ad essere protetto da ogni forma di violenza,di oltraggio o di brutalità fisica o mentale, di abbandono o dinegligenza, di maltrattamento o di sfruttamento, compresa laviolenza sessuale.

Caraa trr att dedd iee Dirii irrbambino in Ospedale

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La sepsi neonatale è una patologiamolto frequente in TeTT rapia Inten­

siva Neonatale, tuttora gravata daelevata mortalità (V.VVtab.). È definitasepsi la sindrome clinica caratttt erizzatadalla risposta infiammatoria sistemicadell’ospite a germi patogeni invasivi.Una sepsi neonatale si verifica da 1 a8 ogni 1000 nati vivi; l’incidenza è piùelevata nei neonati pretermine e dipeso molto basso alla nascita (<1500g). Un mancato intervento ha conse­guenze devastanti e, pertanto, ognineonato che sta male deve essereconsiderato a rischio di sepsi, anchese si può avere una sovrastima del­l’evento. La terapia antibiotica appro­priata, dopo esecuzione dellecolturee un’attenta osservazione cli­nica, devono essere iniziate il più pre­sto possibile.Quando insorgrr e entro le prime 72 oredi vita, si parla di sepsi precoce. È do­vuta, prevalentemente, a germi ac­quisiti dal canale del parto, inparticolare streptococco di gruppo B(GBS) e batteri gram negativi.Dopo le 72 ore di vita si parla di sepsitardiva ed è dovuta a germi acquisitial momento della nascita o dall’am­biente ospedaliero. È causata preva­lentemente da, nell’ordine: stafilocchicoagulasi negativi (CONS), stafilococ­chi aurei e altri germi gram negativi. Ineonati con peso alla nascita <1000 gsono particolarmente a rischio e iltasso di mortalità si aggira intorno al5%. La Candida è, inoltre, un pato­geno importante, soprattutto tra ineonati di peso estremamente bassoalla nascita (<1000 g).Fattori di rischio per le sepsi precocisono: rottura prolungate delle mem­

brane (> 18 ore), soffff eff renza feff tale,feff bbre materna (>38°C), infeff zionematerna, molteplici procedure oste­triche, parto pretermine, storia d’in­feff zione da GBS in precedente figlio,batteriuria da GBS nella gravidanzain corso. Per le sepsi tardive i fattoridi rischio sono: prolungata ospeda­lizzazione dei neonati prematuri,presenza di corpi estranei, a esem­pio cateteri endovenosi e tubi endo­tracheali, trasmissione di germi daparte del personale e dei genitori,malfoff rmazioni.I segni sono, di solito, non specifici,perché molte altre patologie possonopresentare una sintomatologia similee si combinano variamente tra loro.Per la diagnosi di sepsi l’esecuzionedell’emocoltura, prima di intrapren­dere la terapia antibiotica, è obbli­gatoria. La puntura lombare vaeseguita nei casi di sospetta menin­gite; la presenza di meningite condi­ziona la durata del trattamentoantibiotico e la prognosi.La proteina C reattiva, indicatore indi­retto d’infeff zione, s’innalza dopo circa12 ore dall’inizio della sepsi e ritornaalla normalità entro 2­7 giorni se iltratttt amento è effff icace. Se rimane ele­vata o aumenta ulteriormente può

essere il segno di una localizzazioneparticolare dell’infeff zione o di un’infeff ­zione fungina.Le misure generali di assistenza pre­vedono il controllo della termorego­lazione e delle funzioni vitali.Potrebbe essere necessario inter­rompere l’alimentazione enterale.La terapia specifica si basa sull’uti­lizzo degli antibiotici ed è empiricainizialmente in attesa della rispostadell’emocoltura. Una volta identifi­cato il germe in causa, la terapia an­tibiotica è necessariamente mirata.Particolare attenzione meritano lesepsi fungine osservate, general­mente, nei neonati di peso moltobasso alla nascita dopo il terzo mesedi vita (sepsi molto tardiva).A parte le note misure di preven­zione, recentemente nuovi studi, peri neonati di peso molto basso alla na­scita, sono stati condotti per ridurrel’incidenza di sepsi sia fungine sia bat­teriche, utilizzando il fluconazolo, pro­biotici e lattofeff rrina per via orale. Irisultati, anche se non definitivi per lanecessità di confeff rme con altri studimulticentrici, sono, in ogni caso, inco­raggianti, mettendo a disposizionedel medico neonatologo nuove armiper sconfiggere le sepsi.

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LaSepee siNeonatale

di Gennaro Vetrano

SANITÀ

Causa Periodo neonatale precoce Periodo neonatale tardivo TotaleN. di morti Proporzione N. di morti x Proporzione N. di morti x Proporzione Rischio xx1000 (range) % 1000 (range) % 1000 (range) % 1000 nati vivi

Pretermine 834,8 (608,1– 40,8 152,1 (91,0– 21,2 986,9 (699,1– 35.7 7,21083,5) 229,0) 1312,5)

Complicanze 552,7 (407,6– 27,0 92,1 (54,8– 12,9 644,8 (462,4– 23,4 4,7intrapartum 711,4) 133,4) 844,7)Malattie 217,0 (140,9– 10,6 72,8 (42,5– 10,2 289,8 (183,3– 10,5 2,1congenite 325,9) 124,5) 450,4)Sepsi 163,7 (62,4– 8,0 266,7 (156,5– 37,2 430,4 (218,9– 15,6 3,1

271,6) 393,2) 664,8)

Cause, numero, proporzioni e rischi di morti neonatali nel 2013 (da 194 paesi)

(m(( odifi iff cato da:httptt :/: /// w// ww.ww who.int/tt b// ulletin/n v// olumes/ss 9// 3/3 1// /B// LT­TT 14­1397977 0­table­T2TT .html)l

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La Dichiarazione Universale dei Di­ritti dell’Uomo (ONU, 1948) all’art.

1 ha proclamato: “tutti gli esseriumani nascono liberi dotati di ragionee coscienza,a uguali in dignità e diritti”.Il concetto di persrr ona è quindi legatoal possesso della natura razionale.Nell’embrione dell’uomo la razionalitànon è evidenziabile. Ciò non vuol direche non si tratti di essere umano fin­ché un giorno lo zigote, divenuto fetoe poi bambino, non inizi a manifestareproprietà razionali specifiche dellaspecie umana (comunicative, volitive,intellettive, di coscienza). Il passaggiodalla potenza all’atto non cambierànulla dell’originaria natura di partenzadell’embrione, così come l’eventualefutura perdita di un carattere razio­nale non farà cessare la sua naturaumana quale era prima!Nessun individuo è compiutamente inatto in ogni istante e in ogni manife­stazione del suo essere: basti pensareal dormiente, o colui che è privatoparzialmente o totalmente, tempora­neamente o definitivamente di alcunefacoltà. Come non si cessa di esserepersona, così non si “diventa” per­sona: si è persrr ona!A giustificazione dell’interruzione digravidanza, correnti di pensiero rela­tiviste eliminano ogni riferimento al­l’embrirr one come soggetto, riferendosiad esso solo come “valore”. In una so­cietà in cui tutto è ormai ridotto a con­sumo, più che un figlio anche avere unbambino può somigliare all’acquistodi un regalo?Se l’embrione non è un soggetto, concertezza non è un oggetto apparte­nente al mondo delle cose. La scienzasi occupa di un mondo di puri oggetti,

ma il mondo reale nonè fatto di soli oggetti,bensì di oggetti e sog­getti.E con evidenza l’em­brione non appartieneall’inanimato mondo deiminerali, né è un esserevivente del regno vege­tale o animale. Quantoal valore di un concetto,un oggetto, esso non èassoluto, ma relativo esoggettivo: come adesempio il valore dellaverginità, o di un’operaastratta considerata (omeno) opera d’arte.Il femminismo più radi­cale sostiene che il va­lore di un bambino nonancora nato dipi enda daquanto la madre lo desi­deri. Ora, tutti i figli do­vrebbero essere desiderati daigenitori, così come tutti i genitori do­vrebbero esserlo dai figli e tutti inonni ugualmente desiderati (tra­guardo ideale). Ma il diritto alla vita diun individuo, può dipendere dal desi­derio che un altro ha di lui?Sarebbe davvero un mondo idilliacose non ci fosse più alcuno che in qual­che tempo o luogo si trovi a non es­sere gradito!. Il contrario ci autorizzaa ipotizzare che gli indesiderati pos­sano essere eliminati: e tragicamenteci sarà sempre qualcuno non accettoad altri. Non sarebbe quindi difficileaccomunare all’embrione altre cate­gorie di “indesiderati”: feti non per­fetti, handicappati fisici e mentali,malati terminali, antipatici e scoccia­

tori (e chi più ne ha,a più ne metta)!E per la Storia, nella Germania nazistache proponeva l’ideale della “razzaariana pura” s’aprì la voragine dellapersecuzione ai non­ariani (unica­mente ai quali, per logica, era consen­tito abortire!): inevitabilmenteculminata nel tragico rogo dei fornicrematori!.Quando cade il presupposto dell’ugualedignità degli esseri umani si apre lastrada a ogni delirio di onnipotenzadell’uomo contro l’uomo. Stermini dicui è stracolma la Storia: schiavitù, cavieumane, discriminante sessuale, dirazza, di religione; emarginati, esclusi,rimossi, soppressi senza sepoltura. Epensare (è condivisibile) che ci sono ci­miteri per cani!

LA QUESTIONE DELL’ABORTO

NoNN noo sololl didd puruu irr ogggg etee ttt itt unuumondo di oggetti e soggetti

VII - NoNN n “si diventa” persona; concetto di vergr inità e opo eraastratta; “valore” e regali; cimiteri per cani .

di Fabio Liguori

Non inii fn eff lill ce,e inii desiderato!

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La Maternità dell’ospedale san Pietro Fatebenefratellidi Roma rappresenta un’eccellenza in Ostetricia in Ita­

lia. Grazie ai suoi numeri si pone infatti nella classifica dellestrutture di Ostetricia al primo posto nel Lazio e al terzo inItalia, dopo le due grandi Cliniche Universitarie del nord diTorino e Milano.Raggiunto questo prestigioso risultato, al DipartimentoMaterno­Infantile mancava solo un ultimo importante tas­sello, ossia poter dare la massima assistenza ai feti affettida gravi patologie. Da qui è nata l’idea del “Trasporto inUtero”, per dare una possibilità concreta di sopravvivenzaai casi più gravi.

Questo comune intento si è potuto realizzare grazie al­l’idea tra il prof. Bagolan, Capo Dipartimento di ChirurgiaPediatrica del Bambino Gesù e il prof. Bonito, DirettoreU.O.C. di Ostetricia e Ginecologia del san Pietro Fatebene­fratelli di Roma.Le Amministrazioni delle due Strutture, sensibili alla propo­sta, hanno permesso che l'idea divenisse progetto e realtà.Si è creato, quindi, un progetto unico in Italia e in Europa, diuna équipe ostetrica, altamente specializzata, che si trasfe­risce in un Centro di Eccellenza come l'OPBG per far nascereneonati affetti da gravi patologie che solo l'immediata assi­stenza può risolvere, con grande possibilità di successo.

Ospedale Pediatrico Bambino Gesùe Ospedale San Pietro Fatebenefratelli:un Progetto vincentedi Marco Bonito, Gianni Cipriani

INSERTO

11PrPP orr ffo .ffff Marcrr occ Bonitott ,oo PiPP eii trtt orr Bagaloll n,n Giaii nni CiCC pii rirr aii ni,ii Do�.�� rirr Silii vivv oii Ligii uorirr ,ii Leonardrr odd CaCC fa off rirr oii ,oo PaPP trtt irr zii iaii Lucicc aii ni,ii CaCC rlrr oll �a�� Bonafa eff dedd

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Si chiama Kevin, ha qualche mese divita e sta bene il primo bambino natoall’ospedale Pediatrico Bambino Gesùdi Roma il giorno 8 Aprile 2017. Ilparto è stato eseguito grazie allaConvenzione istituita tra il Bambino

Gesù e l’ospedale san Pietro Fatebene­fratelli di Roma, dopo il via libera della Regione Lazio. Ilpiccolo Kevin era affetto da ernia diaframmatica congenitaad alto rischio, una patologia rara e complessa che richiedeun’assistenza altamente specialistica al momento della na­scita, per scongiurare il pericolo di morte. La sala operato­ria del Bambino Gesù era pertanto composta da un’équipemista coordinata dal Direttore del Dipartimento di Neona­tologia dell’OPBG prof. Pietro Bagolan e dal DirettoreU.O.C. di Ginecologia e Ostetricia Ospedale san Pietro FBF,prof. Marco Bonito. L’équipe ostetrica­ginecologica eracomposta dal prof. Bonito, dal dott. Leonardo Caforio del­l'OPBG, dal dott. Silvio Liguori, dalla coordinatrice delleostetriche dott. Patrizia Luciani e dalle ostetriche dott. Cri­stina Ciari e dott. Carlotta Bonafede. L'équipe anestesio­logica era composta dal primario anestesista dell’ ospedalesan Pietro FBF, prof. Gianni Cipriani, dal dott. Corrado Fer­raris e dal dott. Endrit Malja.In generale la paziente, secondo il protocollo, dopo esserestata scrupolosamente seguita in gravidanza negli appositi

ambulatori degli ospedali san Pietro e Bambino Gesù, si ri­covera all’ospedale san Pietro il giorno precedente la na­scita programmata, dove viene nuovamente rivalutata epreparata per il parto. Il giorno successivo, quindi, vienetrasferita in ambulanza alle ore 7.30 al Bambino Gesù,dove è accolta dall'équipe. Dopo aver effettuato il TaglioCesareo la paziente rimane monitorizzata per circa 2 ore,assistita da un équipe in grado di garantire il massimo dellasicurezza. Quindi, rientra all’ospedale san Pietro in ambu­lanza in tarda mattinata, assistita nel tragitto da un ane­stesista, da un ginecologo e da un’ostetrica.

12I genitorirr e ilii piccolo appena nato

La mamma accarezzzz a ilii suo bambinii o appena nato

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L’ultimo nato con i quindici tagli cesarei effettuati a oggi,è il figlio della sig.ra Maria Petroni di Maratea (PZ),mamma coinvolta nel Progetto Nascita, la quale dice: “ini­zialmente ero piuttosto preoccupata, una volta eseguita ladiagnosi al mio bambino a opera del ginecologo curantepresso l'ospedale di Lagonegro (PZ). Il nostro piccolo risul­tava affetto da trasposizione dei grandi vasi a setto integro,malformazione che aveva lasciato me e mio marito asso­lutamente nell'angoscia per un tipo di patologia dellaquale ignoravamo assolutamente l'esistenza. Per fortuna

sono stata indirizzata dallo stesso ginecologo curante aRoma presso l’ospedale san Pietro Fatebenefratelli e suc­cessivamente presso l'ospedale Bambino Gesù, celebrestruttura pediatrica, dove siamo stati presi in carico dalprof. Luciano Pasquini che ci ha prospettato la soluzionedel nuovissimo "Progetto Nascita" istituito in partnershiptra il san Pietro FBF e il Bambino Gesù. In entrambi i presidiospedalieri ho trovato un ambiente assolutamente fami­liare, oltre che professionalmente qualificato, pronto a ve­nire incontro a tutte le nostre preoccupazioni; sono stata

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INSERTO

ÉqÉÉ uipii e ospedale san Pietro,o ospedale Bambinii o Gesù

La mamma sorrrr irr de al suo bambinii o appena nato

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sempre seguita e rincuorata dai me­dici e dalle ostetriche durante talepercorso culminato il 6 ottobre con lanascita del piccolo Davide Maria. At­tualmente il nostro bambino stabene e si trova ricoverato all'interno

dell'Unità di Terapia Intensiva Neonato­logica del Bambino Gesù, in attesa di essere sottoposto al­l'intervento del caso. Mio marito sta seguendo la suaevoluzione quotidiana recandosi presso il suddetto repartointensivo tutti i giorni”. "Si è trattato di una esperienza assolutamente innovativa",afferma felicissima ancora la sig.ra Maria Petroni. “Ritengo,pertanto, di assoluta validità scientifica e assistenziale que­sto ‘Progetto Nascita’, in quanto permetterà di intervenire

nell'immediato, e in maniera risolutiva, su bambini affettida gravi patologie riscontrate in gravidanza".L’Ospedale Bambino Gesù non è dotato di un reparto diOstetricia. Grazie all’autorizzazione della Regione Lazio eall’accordo con l’ospedale san Pietro FBF, siglato a marzo2017, diventa, quindi, a tutti gli effetti un punto nascita peri casi ad alto rischio che possono richiedere un interventoin emergenza al momento della nascita. Permettere ilparto alle gestanti in una struttura come l’OPBG, evita ainascituri particolarmente vulnerabili, i rischi del trasportoda una struttura all’altra. Le patologie che mettono a repentaglio la vita dei neonatisono quelle che impediscono al bambino di respirare e chenon consentono al sangue di circolare come dovrebbe. Rientrano in questa categoria le voluminose tumefazioni

del collo, le patologie toraciche (come l’ernia diaframma­tica congenita di cui era affetto il primo nato Kevin) e al­cune cardiopatie congenite potenzialmente letali allanascita. Nel caso ad esempio di una trasposizione deigrossi vasi a setto integro, tale patologia in circa il 20­25%dei casi richiede interventi immediati al momento delparto per permettere la sopravvivenza del neonato e perscongiurare conseguenze neurologiche.Le future mamme sono selezionate per il parto al BambinoGesù da un gruppo di lavoro costituito da specialisti del­l’OPBG e dell’ospedale san Pietro FBF, che valuta le carat­teristiche della gravidanza e la gravità delle condizioni delbambino. Ogni nascita sarà, pertanto, seguita da unaequipe mista Bambino Gesù – san Pietro FBF.“Con l’ok della Regione Lazio abbiamo potuto unire le forze

di un’eccellenza ostetrica e di una neonatale, e il risultatoè un esempio di buona sanità al servizio del bambino gra­vemente malato e della sua famiglia” sottolinea il prof. Pie­tro Bagolan. Gli fa eco il Prof. Marco Bonito dell’OspedaleS. Pietro FBF, “è motivo di grande orgoglio e soddisfazionepersonale nonché per tutta l’unità operativa complessa diostetricia e ginecologia dell’ospedale san Pietro Fatebe­nefratelli di Roma, poter condividere con una eccellenzacome il Bambino Gesù un percorso così importante e sti­molante, avente un solo obiettivo: tutelare la salute delladonna e del bambino, offrendo loro la migliore assistenzapossibile”.Le nascite programmate nel 2017 sono circa 30, ma questonumero è sicuramente destinato a crescere in manieraesponenziale.

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INSERTO

Marco Bonito,o Gianni CiCC pii rirr ani,ii Silii vio Liguorirr

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IL MELOGRANO

Giusto dieci anni fa, l’11 novembredel 2007, per la prima volta venne

proclamato Beato un indio argentino,Zeffff irino Namuncurà, che appartenevaall’etnia Mapuche ed era un seminari­sta dei Salesiani, i quali perciò propo­sero all’arcivescovo di Buenos Aires (eora Papa) che la proclamazione delBeato avvenisse nella capitale per darleil massimo risalto, ma Bergoglio prefeff rìrChimpay,yy lo sperduto paesino dove eranato Zeffff irino, per dare onore all’etniadi cui restò sempre fiero; e del pari a talfine la memoria liturgica del Beato fufissata non, come d’uso, nel dì dellamorte, ma al 26 agosto, giorno dellasua nascita tra i Mapuce nel 1886.Zeffff irino visse in famiglia undici anni,assimilandovi i valori culturali dei Ma­puce, dei quali suo padre era stato il CaCC ­cicco, ossia il condottiero che li avevaguidati a respingere la marea di colonieuropei venuti a insediarsi nella pampaargentina. L’LLepica lotta durò dal 1875 al1882, quando i Mapuce furono co­stretti a definitivamente arrendersi; chimediò un accordo di pace fu un missio­nario salesiano, don Domenico Milane­sio, rendendo possibile al papà diZeffff erino di conservare il titolo di

Grarr nde CaCC cicco per sé, e d’ottenere peril suo popolo una fertile vallata neipressi di Chimpay. L’LL impegno di don Mi­lanesio rimase impresso nel cuore diZeffff irino, che proprio da lui era statobattezzato il 24 dicembre 1888 e che dilui desiderò imitare lo zelo per quellidella sua etnia, sicché suo padre pensòdi faff rlo studiare e lui commentò che eralieto di “p“ oter studiarerr per essererr utileal mio popolo”. Nell’estate del 1897 fuiscritto a Buenos Aires in una ScuolaTeTT cnica della Marina, ma per sottrarloal bullismo di alcuni allievi il padre il 20settembre lo trasfeff rìr nel CoCC llegio Pio IXIIdei Salesiani, sito a Buenos Aires, edove fu accolto come alunno interno damons. Giovanni Cagliero, Vicario Apo­stolico della Patagonia.Zeffff irino feff ce rapidi progressi negli studie, specie dopo aver ricevuto l’8 settem­bre 1898 la prima Comunione, comin­ciò a nutrire il desiderio di diveniresacerdote per prodigarsi come don Mi­lanesio tra i Mapuce. Quando nel 1902concluse con onore gli studi primari,qualificandosi tra i primi della classe,

mons. Cagliero decise di fargli iniziarenel gennaio 1903 gli studi secondaricome aspirante salesiano, ma preoccu­pato della tosse insistente di cui avevacominciato a soffff rire, lo iscrisse nel CoCC l­legio San FrFF arr ncisii co de Sales che i Sale­siani avevano a Viedma, sia perché unodei sacerdoti salesiani di quella Comu­nità, don Evasio Garrone, aveva una no­tevole esperienza medica, sia perché ilclima era più simile a quello della vicinaChimpay. Migliorò abbastanza, ma afine settembre ebbe emottisi, chiarosegno di tubercolosi, di cui allora nonesistevano terapie risolutive.Mons. Cagliero provò a portarlo a ToTT rinonell’agosto 1904 e migliorò, tanto che ri­prese gli studi a VaVV ldocco, rimanendoviquattro mesi e passando poi per pru­denza il 19 novembre nel Collegio sale­siano di ViVV lii lll all Sorarr , sito nel clima più mitedi Frascati, dove restò per un semestre,distinguendosi per bontà, diligenza e ra­pidi progressi, tanto che scrisse ad unamico di Buenos Aires: “N“ on sono trtt arr glillultimi della classe…se non foff sse per lalill nii gua,a sarerr i ilii prirr mii o”. Purtroppo la suasalute ebbe nella primavera del 1905 untracollo e il 28 marzo fu ricoverato alletto 24 della Sala Amici, amorevol­mente assistito da fra Alipio Filippini edue volte al giorno visitato dal primarioGiuseppe Lapponi, archiatra pontificio,cui sul finire della sesta settimana dissedi sentirsi prossimo alla morte e ne parlòcon mons. Cagliero, chiedendo di faff r laComunione e confidandogli: “M“ i bastattsalvar l’a’ nima e nel rerr stott si compia lasantatt volontàtt di Dio”. Spirò alle 6 delmattino dell’11 maggio e fu sepolto alVeVV rano, ma nel 1924 la salma fu portatain Argentina, dove la devozione per luispinse ad aprire nel 1944 il Processo diBeatificazione, in cui testimoniò anchefra Alipio e che si concluse feff licementenel 2007, sicché da allora tanti feff deli ac­corrono sulla sua tomba, specie nel dìdella sua memoria liturgica.

Zeffff iff rii irr nii o Namaa umm nuu cucc ruu ábeatificato dieci anni fa

MoMM rì all’I’ sII ola TiTT berina l‘11 maga ggg io 1905di Fra Giuseppe Magliozzi o.h.

La lapide inii Ospedale per ZeZZ ffie rffiffi irr nii o

ZeZZ ffie rffiffi irr nii o e mons. Giovanni CaCC glill ero

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Le lesioni da Human Papilloma Virus(HPV), in seguito a più aggiornati ed

esaustivi studi scientifici che ne hannoillustrato più dettagliatamente le lorocaratteristiche biologiche e le loro par­ticolari intime relazioni con alcuni tipi ditumore, hanno assunto attualmenteuna notevole importanza nella comunepratica clinica urologica e ginecologica,soprattutto per quanto riguarda la stra­tegia diagnostica e terapeutica nel Car­cinoma del Collo dell’Utero e del Pene.Con il termine di HPV s’intende ungruppo di Virus di cui si sono scoperticirca ottanta Genotipi, di cui almenoventi possono infeff ttare l’apparato geni­tale. La maggior parte di tali infeff zioni,tuttavia, sono asintomatiche, subclini­che o non diagnosticate. In relazionealle loro dimensioni, posizione anato­mica, aspetto delle lesioni, per esempiodi tipo macroscopicamente verrucoide,presenza di sanguinamento, infeff zione,prurito, dolore, la sintomatologia mani­feff sterà un certo grado di evidenza, nonpresente ovviamente in lesioni piatte,asintomatiche, diffff icilmente diagnosti­cabili o diagnosticabili con tecniche de­dicate. La maggior parte delle lesioniverrucoidi visibili, sia nell’uomo, sianella donna, è causata dai tipi 6 o tipi11. Le lesioni verrucoidi possono essereosservate sul pene e nell’uretra nel­l’uomo, sulla cervice uterina, nella va­gina e nell’uretra nella donna e sull’anoin entrambi. Questi due tipi di HPV,VV tut­tavia, sembrano raramente associatiallo sviluppo di lesioni carcinomatose.Invece, i tipi 16, 18, 31, 33, 35 sono rarinelle lesioni verrucoidi. Questi HPVsono associati a Displasia della CerviceUterina, Carcinoma della Vagina, del­l’A’ no e della Cervice Uterina. Inoltre,sono associati con neoplasie ancora lo­calizzate allo strato epiteliale superfi­ciale di tutti questi organi o con lesioni

di significato chiaramente precance­roso. Purtroppo, si è anche evidenziatoche i pazienti con lesioni verrucoidi pos­sono essere infettati contemporanea­mente con multiple foff rme di HPV.VV Nellamia pratica clinica di urologo, tuttavia,nell’uomo, non ho mai osservato lesioniverrucoidi da HPV,V clinicamente chia­mate Condilomi, degenerate in Carci­nomi. Ciò riflette, peraltro, quantoriportato nella letteratura scientificasulla rara associazione tra Condilomi eCarcinomi del pene. Un unico rilievo èdato alle lesioni condilomatose digrandi dimensioni, peraltro diffff icil­mente osservabili nei nostri paesi, chedevono essere sempre diffff eff renziate dalesioni carcinomatose. La diagnosi e iltrattamento delle lesioni da HPV nelladonna sono ovviamente di stretta com­petenza ginecologica e indubbiamentela scoperta del VaVV ccino anti HPV,V dasomministrare nella donna prepubere,ha costituito un eccellente risultato te­rapeutico. Data la provata trasmissibilitàsessuale della patologia, è necessario,ovviamente, che la malattia sia studiatasulla paziente e sul partner,rr con strettasinergia tra ginecologo e urologo. Devoprecisare ancora, che in base alla miaesperienza clinica, spesso i partner didonne con lesioni conclamate da HPV,Vnon presentano lesioni visibili, anchedopo Penoscopia e relativo test conAcido Acetico. Dal punto di vista diagno­stico, dopo aver accertato la presenza oquanto meno il foff ndato sospetto di le­sione da HPV,VV è necessario praticare unesame Citoistologico. Come ulterioreesame, in casi particolari, può essere in­dicato l’esame del tipo specifico HPVacido nucleico. Le lesioni condilomatosedell’uretra distale maschile, sono le piùdiffff icili da trattare. La loro rimozioneprevede delicate manovre endoscopi­che per effff eff ttuare una radicale aspor­

tazione della neofoff rmazione, la quale,per la sua natura infeff ttiva, può recidi­vare. I Condilomi del pene e dell’anosono più facili da trattare. Le lesioni vo­luminose possono essere asportate chi­rurgicamente con bisturi elettrico olaser,r con conseguente esame istolo­gico per confeff rmare la tipologia viraledella lesione ed escludere una sua de­generazione neoplastica. Un altro tipodi trattamento è quello crioterapico.Dopo aver eseguito una biopsia, le le­sioni possono essere distrutte, appli­cando una miscela di azoto liquido. Lefoff rme limitate possono essere trattatecon cicli di applicazione di particolaripomate. Quella più recente e maggior­mente usata è l’Iquimod (nome com­merciale Alcara). La pomata è applicatasulle lesioni la sera, a giorni alterni, inmodo che la sua azione si svolga nelcorso delle ore notturne. L’LLapplicazionedel faff rmaco va proseguita fino a scom­parsa totale delle neoformazioni. Laprofilassi delle lesioni è la stessa di tuttele malattie a trasmissione sessuale, ba­sata essenzialmente su accurata igienesessuale, verifica del partner,rr uso delprofilattico e, nella donna, vaccinazionein età prepubere contro l’HPV.VV La malat­tia non è da sottovalutare, tenendo pre­sente che nella donna i tipi di HPVprecedentemente citati sono in strettacorrelazione con i Carcinomi della va­gina e del collo dell’utero.

PAGINE DI MEDICINA

di Franco Luigi Spampinato

Le lell sioii noo inn dadd HuHH muu amm naaPapilloma virus (HPV)

nell’uomo

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Nella struttura delle favole in giallo,per il successo dell’indagine, il

bravo investigatore ricerca ed analizzail “movente”, l’”occasione” e il “me­todo” relativi all’evento indagato: sonoi suoi “fattori critici di successo”.Affff inchè il processo di followership so­lidale non evolva in un giallo irrisolto,è opportuno che il gruppo dei follo­wer interpreti tali fattori secondo i va­lori della solidarietà e il profilo delruolo svolto.Si può al riguardo proporre una chiavedi lettura aperta in termini operativi di:* volontà, intesa come esistenza/in­

tenzione di motivazione profonda,impegno effff ettivo, responsabilizza­zione consapevole, individuale econdivisa, nei confronti delle finalitàperseguite dal gruppo;

* possibii ilii ill tàtt , intesa come reale/poten­ziale faf ttibilità dei progetti individuatie dei relativi obiettivi, in relazione alla

situazione (culturale, sociale, econo­mica, organizzativa, tecnologica) delcontesto interno­esterno all’organiz­zazione di appartenenza;

* competett nza, intesa come il com­plesso di conoscenze possedute,esperienze maturate, comportamentiacquisiti all’interno del gruppo, pur­chè sia comunque disponibile ad ap­prendere ove necessario.

La convergenza dei tre fattori è una si­gnificativa verifica di realtà della coe­renza tra ciò che la followership vuolefare, ciò che può fare e ciò che sa fare.D’altro canto i tre fattori possono es­sere messi in condizione di interagiree creare sinergie che incidano positi­vamente sui rispettivi assetti precosti­tuiti, consolidando punti di forza,colmando eventuali lacune e ... forse,eliminando alibi:• “s“ carirr cii abarirr lii ell ” su obblighi e divieti im­

posti da leadership e management;

• manzoniani “impedimenti dirirr menti”iiconnessi al contesto esterno algruppo;

• “learning without doing”, ovvero di­latazione dei tempi di apprendi­mento senza conseguente effettooperativo.

É infine un utile esercizio immagi­nare cosa può accadere allo “statod’animo” percepito e/o vissuto dalgruppo a livello personale­collettivo,allorchè si verifichi l’assenza di unoo due dei fattori critici di successo enon si intenda intervenire al ri­guardo (Fig.1).Peraltro, la totale/parziale assenza ditutti e tre i fattori rende tuttavia agi­bile lo spazio della libera scelta tra gliatteggiamenti che vanno dalla fuff ga(nessuno è tenuto a realizzare coseritenute impossibili) alla provoca­zione (la cosa è ritenuta impossibile,non resta che realizzarla).

di Luigi Ruggero

FOLLOWERSHIP SOLIDALE

FCS:Fataa ttt ott roo irr Crirr tii itt cii iccdi Successo della followership

VOLONTÀSISISI

NONONO

POSSIBILITÀNOSI

NOSI

NOSI

COMPETENZASI

NONOSISI

NO

SITUAZIONE EMOTIVAFrustrazioneAvventura

SognoRifiuto

AccademiaAlienazione

FIG.1 Presenza/Assenza di Fa�ori Cri�ci di Successo e possibili Situazioni Emo�ve

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Quanddo ill Ssn ((Servizio sanitario na­zionale) nasce formalmente il 23

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cembre 1978, con la legge 833, nes­sun imprenditore immaginava di met­tere in atto tante procedure e tanterriissoorrssee nneecceessssaarriiee aa ssuuppeerraarree nnoonn ppoocchhiicambiamenti, epocali, rappresentati so­prattutto da tre riforme sanitarie: laprima appunto quella del 1978, la se­conda sintetizzabile nei decreti legisla­tivi 502/92 e 517/93, espressione delgoverno guidato da Giuliano Amato e laterza, del 1999, comunemente definitala “Riforma Bindi”. Tutte hanno con­dotto, gradualmente a una grande in­novazione: il passaggio alle Regioni delgoverno del sistema sanitario, la so­stanziale parità tra pubblico e privato, ildiritto alla libera scelta del luogo di curada parte del paziente e il pagamento aprestazione, per poi ritornare, con unnetto cambiamento di rotta, a una vi­sione centralistica della programma­zione. L’LL ultima fase di evoluzione delSsn è quella che stiamo tuttora vivendochhe èè caratttteriizzatta dda un’’iinelluddiibbiilleesigenza di controllo della spesa pub­blica, con importanti ricadute su quellasanitaria, sia a causa della crisi econo­mica dilagante che, internamente alPaese, per il cattivo uso dell'autonomiafatto da molte Regioni.Dal 2012 al 2016, il comparto sanitarioè stato “aggredito” da pesanti tagli li­neari, quantificabili in 20 miliardi dieuro, estremamente penalizzanti e po­tenzialmente foff rieri di un cambiamentostrutturale della natura universalisticae solidale del nostro Ssn.Questa è una sintesi molto stretta dellecose che sono avvenute fino a oggi nelmentre le risorse sempre più sono ta­gliate al sistema sanitario assistenziale.Peraltro, nel 2017, la priorità primaria,tra le tante presenti, è investire sul per­sonale sanitario (e quindi altri soldi),

reallizzanddo un meccanismo per lla sta­bilizzazione dei precari e sostituire imedici andati inpensione, inquanto da troppotteemmppoo llaa ppuubb­blica e privataamministrazionenon hanno effet­tuato concorsi.Per inciso, nellaospedalità Fate­benefratelli que­sta necessità è giàstata presa in considerazione e si sonogià avviate le procedure idonee con iprimi provvedimenti presi.In questa grande diffff icoltà, illustrava fraPietro Cicinelli nell’incontro annualecon i lavoratori dell’Ospedale Fatebene­fratelli di Benevento, per la presenta­zione del bilancio e dei budget attuativiper l’anno 2018, l’ospedalità religiosaclassificata nelle tre regioni dove è pre­sente l’Ordine Ospedaliero di san Gio­vannii ddii DDiio ((LLaziio, CCampaniia e SSiiciilliia)),continua a essere terreno di sommarieriduzioni di risorse che spesso arrivanocome tagli improvvisi e immotivati afine anno e di spinte, sempre più mar­cate, verso la spedalità privata. Pensa­vamo, operatori e responsabili dell’entetitolare non profit, che fare buona sa­nità professionale e assistenziale,avesse il giusto riconoscimento anchecon gli adeguati finanziamenti, nellospirito delle varie leggi di rifof rma, cheintendono superare la diffff erenza traprivato e pubblico ed evidenziare lestrutture che funzionano rispetto aquelle che non funzionano. Purtroppo,praticamente non è così. Eppure ab­biamo sempre risposto alle innovazioni,ai cambiamenti, al rispetto delle regolecon interventi massicci non finanziati (illegislatore ritiene che nel DRG sia tutto

compreso e quinddi niente sollddi perl’edilizia sanitaria e/o per il rinnovo dei

contratti del personale dell’ospedalitàreligiosa classificata). Tutto ciò che ci èstato chiesto, anche per il possesso deirequisiti per il rinnovo delle autorizza­zioni e l’accreditamento definitivo «èstato fatto». Al legislatore nazionale eregionale si chiede che le regole defi­nite siano certe, chiare e valide per tutti(strutture sanitarie pubbliche compreseche godono ancora dei finanziamentispecifici e ripiani a consuntivo o piè dilliistta chhe ddiir sii voglliia)), con ii ddovuttii con­trolli a tutela del paziente. Noi siamopronti, ribadisce fra Pietro Cicinelli. Mala domanda nasce spontanea: siamo si­curi che vogliono farci sopravvivere etenere la spedalità classificata nella giu­sta considerazione ed equiparazione aquella pubblica?Religiosi e operatori dell’OspedaleSacro Cuore di Gesù sono convinti di taligiuste istanze. Operatori affff iliati e fide­lizzati, impegnati nella realizzazionedella Ospitalità dei Fatebenefratelli,siamo convinti che la buona sanità siapremiante e continueremo a servire imalati e le persone bisognose se­guendo il dettame di san Giovanni diDio che guardava l’ammalato nel suoinsieme e complessità, precorrendo la“medicina umanizzata” nei fatti e nellaoperatività quotidiana.

OSPEDALE SACRO CUORE DI GESÙ BENEVENTO

Il Sannita

è lanostra missione

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Nelllla spllenddiidda corniice ddelllla pano­ramicissima terrazza dell’ospedale

Fatebenefratelli di Napoli, è stata or­ganizzata una serata di beneficenza afavore dell’A’ .F.Ma.L., associazione Fa­tteebbeenneeffrraatteellllii mmaallaattii lloonnttaannii.Il Presidente della sezione dell’A’ .F.Ma.L.Napoli, il dott. Antonio Capuano, ha di­chiarato che “i bambini che nascononei paesi poveri, diventano sostegnoe aiuto fisico, per gli anziani malati dicataratta, trasformandosi in “veri ba­stoni”” ddiventanddo per lloro, supportiindispensabili nei movimenti quoti­diani, sacrificando la propria infanzia,seppur povera, senza godersi la spen­sieratezza dell’età. Portando cure me­diche e professionalità in questi paesiper ridare la vista a chi soffff re di pato­logie di questo tipo, banalmente cu­rabili in paesi civilmente evoluti, signi­fica ottenere due grandissimi risultati,quello di ridare autonomia e vista aimalati e di restituire ai bambini la gioiadi vivere e la libertà che gli viene sot­ttratttta, per essere ddii aiiutto alllla sociiettàà””.L’LLA’ .F.Ma.L. è un’associazione umani­taria senza fini di lucro, nata nel 1979e in seguito poi negli anni, riconosciutadall’Unione Europea. Le attività sonosupportate dall’Ordine Ospedaliero disan Giovanni di Dio e fanno fronte allosviluppo dell’assistenza sanitaria, an­che in casi di emergenza, sia in Italiasia nei paesi internazionali, aiutatispesso anche dal supporto dell’aero­nautica Militare Italiana. L’LL Ordine, fon­dato in Spagna nel XVI secolo da Juande Dios, ribattezzato poi come sanGiovanni di Dio, si è diffff uso in tutto ilmondo e con il suo predicare “fate delbene ai Fratelli”, opera sul territorioda oltre 500 anni, fondando così nu­merosissime strutture sanitarie.La serata di beneficenza, a Napoli, or­ganizzata da Michael Esposito, ha vo­

luto dare valore ai volontari A.F.Ma.L.,che portano all’Estero, la Sanità Ita­liana, a favore dei Diritti Umanitari edella Tutela della Salute, prestandoaiuto, in oltre 70 paesi nel mondo, conmacchinari all’avanguardia e profes­sionalità medica, migliorando lo statodi vita degli abitanti del luogo.Fra Alberto Angeletti, priore dell’Ospe­dale Buon Consigglio Fatebenefratelli,da subito ha aderito e patrocinato l’ini­ziativa di Michael Esposito supportan­dolo nelle attività organizzative.Con un’elegante serata di degusta­zione dell’azienda vinicola “la vigna diSarah” di cui è il direttore commer­ciialle, MMiichhaell hha maniiffestato pubbbbllii­camente l’importanza dell’esporta­zione dei prodotti Italiani all’estero equella dei medici connazionali, checon la loro umiltà, soccorrono i malatidi qualsiasi età e razza, trasformandola loro passione lavorativa, in un’unicagrande missione d’amore.All’azienda Vigna di Sarah, si è affff iancataun’altra grande azienda vitivinicola dellaVaVV lle di Comino, “Cominium”, a gestionefamiliare, della famiglia Pinto, semprepresente alle tante serate di benefi­cenza, tra cui questa del Fatebenefra­telli, a sostegno della sensibilizzazione,verso i problemi derivanti dal sottosvi­luppo e dalla faff me nel mondo. Un riccobuffff eff t, del rinomato Chef della zona Fle­grea Raffff aff ele Catone, ha deliziato i pre­senti. TaTT nti gli ospiti che hanno soste­nuto l’iniziativa, tra cui i medici, che

hhanno apportato lla lloro esperiienza ela volontà di partecipare alle iniziativeumanitarie, che offff rono soccorso concure specialistiche. A tal proposito, èintervenuto il prof.ff Gianni Barone, di­rreettttoorree ddeell rreeppaarrttoo ddii CChhiirruurrggiiaa GGeennee­­rale, dell’Ospedale Fatebenefratelli diNapoli, dichiarandosi pronto a prestareaiuto nelle Filippine, perché bisogna cu­rare i malati vicini, ma anche quelli lon­tani, che in fase di sottosviluppo, nonpossono ricevere gli interventi appro­priati, chhe occorrono per sallvare lle viteumane e che solo con le iniziative uma­nitarie, come quelle del Fatebenefratelli,si possono avere le strutture e i macchi­nari adeguati, a tutela della salute. An­che la dott.ssa Renata Brutto dirigentesanitario dell’A’ SL 1 di Napoli, e operatoreCaritas, ha voluto testimoniare con lasua presenza, l’importanza di donaregesti semplici, come abbracci e sorrisi achi ha bisogno. “Donare o servire un pa­sto ai più poveri” ­ ha testimoniato ­ “si­gnifica sentirsi bene con la coscienza,grattiiffiicattii ddell ffaff tttto, chhe abbbbiiamo ddonattodel nostro tempo a chi ha bisogno di es­sere ascoltato e servito”.La dott.ssa Bruno, presidente dell’A’ S­SOCIAZIONE DONNE PIÙ D’EUROPAPPOnlus, medico, madre e nonna, ha di­chiarato che bisogna lottare e testi­moniare con il nostro modo di vivere,le ingiustizie sociali del mondo, perchésono situazioni che non si possono ac­cettare e bisognerebbe iniziare dai gio­vani, portando nelle scuole, la culturadell’aiuto umanitario.Aiutare gli altri è una cosa semplice, ba­sta una donazione alle associazioni uma­nitarie riconosciute dall’Unione Euro­pea, per regalare un sorriso a chi soffff re,senza mai dimenticare che, un abbrac­cio e un sorriso, devono essere sempredonati a coloro i quali soffff rono, a pre­scindere dal luogo in cui vivono.

di Paola Pinto

OSPEDALE BUON CONSIGLIO NAPOLI

seratadi beneficenza a favore

dell’A.F.Ma.L.

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di Angelo Venu�

Concerto del ComplessoBandistico

Il Complesso Bandistico “Cav. M. Mecheri” di Genzanosotto la direzione del Maestro Mario Fermante, ha of­

ferto una serata ricca di emozioni all’insegna della solida­rietà per i progetti sociosanitari nel mondo dell’A.F.Ma.L.Il complesso bandistico è riuscito a far breccia nel cuore dinoi tutti grazie alla sua formidabile forza evocativa: chi nonricorda l’arrivo e la marcia della banda che arrivava neitanti borghi e paesi di cui l’Italia è famosa, attraverso queisuoni che diventano, man mano che si avvicina, semprepiù fragorosi e avvincenti. Basti pensare che a tutt’oggioggi si contano oltre duemila bande musicali sparse intutto il Paese attraverso una musica che, nella sua tradi­zione di divulgazione popolare, arriva diretta al cuore, cosìcome è avvenuto in questa serata con una proposta di

brani di forte suggestione: da Mozart, Beethoven a Ber­nstein fino al dulcis in fundo dell’Inno di Mameli in unaversione esaltante.La serata è stata anche l’occasione per ricordare il passato eil presente dell’A.F.Ma.L. con un riconoscimento simbolico ericco di partecipazione emotiva che i rappresentanti delComplesso Bandistico “Cav. M. Mecheri” di Genzano, hannoofferto al padre superiore fra Benedetto Possemato, per lasua instancabile opera a favore degli ultimi e dei bisognosidi cure nei posti più lontani, nel cono d’ombra dell’umanità. Un riconoscimento soprattutto per le iniziative future con­crete a favore dell’A.F.Ma.L. per dare un segno tangibile diuna serata all’insegna della solidarietà, che rimarrà im­pressa nei nostri cuori.

La banda durante l'esucuzione del prirr mii o brano Salu� finfifi alill

LA STORIA. Già nell'an�chità esistevano complessi di strumen� a fiato. I Romani li usavano per manifestazioni religiose, militari e civili. Nel Medioevo siformano i primi gruppi musicali simili alla banda, tra i quali il complesso che accompagnava il Carroccio. L'origine della banda, così come è intesa oggi, però,risale al XIV secolo, quando un numero ridoo di suonatori prestava servizio presso le Cor� e le Signorie, con compi� ar�s�ci e di parata.In Francia le bande ebbero un forte impulso e nel 1845 fu acceata una riforma proposta da Adolphe Sax che prevedeva l'inserimento di sassofoni al�,bassi e soprani e sax corno acuto. In Italia, invece, fino al 1860 non esistevano bande con l'organico predefinito e solo lo stato Pon�ficio possedeva qualchebanda che lavorava a tempo pieno. In Italia, nei primi decenni del Novecento le bande civili si mol�plicarono: oggi in Italia ci sono 2281 bande musicali conil Lazio al terzo posto (225) preceduto dalla Sicilia (305) e dalla Lombardia a primo posto (376).La tradizione bandis�ca di Genzano risale alla fine del XIX secolo. Negli anni '30 la banda comunale ha operato per la diffusione di questa tradizione, ma laprima vera banda musicale è nata dopo la seconda guerra mondiale dal 1950 al 1970 grazie al contributo dell'oratorio salesiano di Genzano di Roma con iMaestri Romolo Villani e successivamente con Alessandro Fiandra. Dopo circa un decennio, nel 1980, grazie all'inizia�va di un gruppo di musican� dellapassata banda musicale e al sostegno dell'amministrazione comunale guidata dal Sindaco Gino Cesaroni, si ha la rinascita del complesso. Nel 1988 vienenominato alla carica di Maestro, il giovane Mario Fermante che a soli 21 anni prende la guida della Banda Musicale. Nel 1997 il Presidente Mecheri lasciala carica a suo figlio Andrea Mecheri. Figura storica del complesso è il capo banda Nello Fermante, che dal 1980, instancabilmente si adopera per il prosieguodi questa divulgazione della cultura popolare.

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ISTITUTO SAN GIOVANNI DI DIO GENZANO

ddii SSiillvviiaa PPiinnnnaa

L’appuntamento annuale della Giornata Alzheimer,r nonritualistico, bensì sentito e desiderato dagli operatori

del settore e non, così come dai familiari dei pazienti col­piti dalla malattia, quest’anno ha trovato protagonisti “ec­ceziionallii””.Nella preparazione del Convegno si diceva: “Potremmo in­vitare qualche personaggio noto al pubblico, magari un at­tore o un giornalista, vicini alla causa, che potrebberoaiutarci nell’opera di sensibilizzazione”. In realtà siamo an­dati ben oltre!Il convegno è stato aperto dal gruppo di ricerca dell’IRCSSS. Lucia –Campus Bio Medico che ha pubblicato su Naturead Aprile 2017 l’articolo più che originale sulle nuove fron­tiere della ricerca sperimentale (Dopamine neuronal losscontributes to memory and reward dysfunction in a modelof Alzheimer’s disease, Nature Communications 8).Ospite d’onore, tuttavia, e a casa sua diremmo, non è statoun esimio scienziato,, un notabile dell’università,, ma in re­altà è stata un altro genere di persona: P.V. Un uomo,ospite dell’Istituto dal 1993,che dinanzi ad una varia e con­sistente platea ha avuto la forza di raccontare ciò che eglifa per il reparto Marchesi, Nucleo Disturbi Cognitivi Com­portamentali Gravi. Paolo, tutti i martedì, legge e com­menta per e con gli ospiti con la demenza, lui che sidefinisce un “depresso con note d’ansia”, delle favole,scelte insieme alla psicologa che ben lo conosce. Il Rac­conto dei racconti. Grazie al suo linguaggio puntuale, masoprattutto alla sua sensibilità epidermica, Paolo narra ilsuo racconto e, soprattutto, ascolta quanto suscita in chilo riceve!“Riceventi”, così i pazienti sono stati delicatamente de­scritti dagli operatori della Polaris Shiatsu Institute, altroelemento di novità e speranza nelle terapie non farmaco­logiche: sono stati presentati i risultati di un lungo lavorodello shiatsu nella demenza che ha coinvolto anche l’Isti­tuto san Giovanni di Dio. Sempre sul versante della culturaorientale è stato dedicato uno spazio a un altro intervento,illustrato dalla Associazione Amici Alzheimer Onlus, ov­vero lo YoYY ga della risata, che viene effff ettuato in alcuni cen­tri diurni del X Municipio della Capitale, con positivi effff ettisia sui pazienti, sia sugli operatori.Ma non solo dall’esterno arrivano gli spunti di riflessione.Citiamo il Memofilm, una tecnica terapeutico­riabilitativaoramai consolidata, in cui la creatività del cinema, asso­ciata al lavoro dei neuroni specchio, mostra benefici sulla

cognizione e l’emotività dei pazienti con demenza. Citiamola Doll Therapy,yy con i suoi stimoli semplici, ma quanto maiinscritti nel sistema motivazionale dell’accudimento di ogniessere umano e il Programma COTID per il paziente e il fa­miilliiare, iinsiieme, dda svollgere nelllla casa iin cuii essii viivono.Citiamo la professionalità infermieristica sulla prevenzionedelle Lesioni da decubito, grazie al cui intervento tutti iprofessionisti, auditori, familiari etc. hanno potuto ricono­scere la delicatezza dell’assistenza ai pazienti, soprattuttonelle fasi più gravose della malattia. Questi ultimi inter­venti, ne siamo fieri, sono stati presentati da operatori chequotidianamente lavorano nel reparto Marchesi.

Non sono stati solo i 235 iscritti al convegno, i 100 attestatiECM rilasciati, l’essere menzionati da vari organi di infor­mazione a caratura nazionale a dirci che è stata una bellagiornata. La vera dimostrazione è stata la commozione diuna sala intera che, nonostante la diffff icoltà della malattia,per un giorno, con i pazienti stessi presenti , i familiari, ilpersonale sanitario interno e dei servizi territoriali e gli stu­denti del Liceo Scienze Umane James Joyce di Ariccia (RM)si è sentita unita verso la stessa direzione: la volontà di cu­rare e prendersi cura.

Alzheimer presso l’Istituto

La demenza non fa parte dell'invecchiamento fisiolo­

gico, ma è una patologia che colpisce un numero sem­

pre maggiore di sogge� soprauo in età senile in

tuo il pianeta. Al momento si parla di circa 40 milioni

di persone nel mondo, un numero des�nato ad una

crescita esponenziale: una vera e propria emergenza

sanitaria per la salute pubblica. Gli interven� farmaco­

logici e riabilita�vi, pur non potendo portare alla res�­

tu�o ad integrum per il caraere progressivo proprio

di questa patologia, possono contribuire a rallentarne

l’evoluzione e soprauo a migliorare la qualità della

vita del paziente e della famiglia. Un approccio a 360

gradi alla patologia permee di non escludere nessuna

delle possibilità terapeu�che che possono essere

messe in campo.

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di Ce�na Sorren�

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OSPEDALE BUCCHERI LA FERLA PALERMO

Il 15 e 16 settembre, clinici e labora­toristi si sono incontrati presso l’Ho­

tel Casena dei Colli di Palermo perpartecipare a un convegno dal titolo:“UpU date nella diagnostica e nella tera­pia delle malattie allergiche e immuno­mediate. L’LL evento è stato organizzatodalla nostra Unità Operativa di Patolo­gia Clinica, diretta dalla dott.ssa StellaLa Chiusa e dal responsabile dell’ambu­latorio di allergologia, dott. Ignazio Bru­sca in collaborazione con l’AMNIRIS(A(( ssociazione Nazionale Medici IstitutiReligiosi)i e l’A’ ssociazione ARI (A(( llergiaAsma Ambiente).I lavori, aperti dal superiore dell’Ospe­dale, fra Luigi Gagliardotto, sono statidivisi in due parti. “Le allergrr ie condizii io­nano la vita persrr onale,e sociale e anchelavorativa dei pazienti ­ affff erma il reli­gioso durante il saluto ­ per questo è importante che la me­dicina e la scienza progredisii cano sempre più per trovare eadottare tecniche che possano risii olvere in parte o total­mente i prorr blemi di queste persrr one. L’a’ ttivitàtt degli operarr tott rirrsanitari è foff ndamentalmente un servizii io alla vita e allasalute,e beni prirr marirr della persrr ona umana. L’a’ ttivitàtt degli op­eratorirr sanitarirr ,i nella complementarirr età dei ruoli e delle re­sponsabilità,à ha il valore di servizii io alla persrr ona umana,apoiché salvaguardare,e recuperare e migliorare la salutefiff sii ica,a psicologica e spirituale signifi iff ca servire la vita nellasua tott tatt lill tàtt . La “c“ urarr dellll a salutett ” che implill ca la prerr venzionela diagnosi e la terapia si svolge nella pratica quotidiana,a inuna relazione interprr ersrr onale,e contraddisii tinta dalla fiff duciadi una persrr ona segnata dalla sofo fff eff renza e dalla malattia,a laquale rirr corrrr err alla scienza e alla coscienza di un operarr tott rerr sa­nitarirr o che le va incontro per assisii terlrr a e curarlrr a,a adottandoin tal modo,o un sincero atteggiamento di “c“ om­passione”,nel senso etimologico del termrr ine.”Nella prima parte del convegno si è discusso di malattie au­toimmuni. Sono state affff rontate le tematiche della diagno­stica di malattie che non sono frequenti, ma moltoinvalidanti e pericolose, quali la sclerodermia e le miositiautoimmuni, con le patologie associate alle stesse: neopla­sie e interstiziopatie polmonari. Si è fatto il punto sui varimarcatori disponibili che sono in grado non solo di indiriz­

zare la diagnosi, ma possiedono un va­lore predittivo sulla prognosi e sullemalattie a esse associate.Nella seconda parte, sono state di­scusse le nuove frontiere diagnostichee terapeutiche in ambito allergologico.Gli italiani che soffff rono di sintomatolo­gie allergiche (come rinite allergica oasma allergica) sono aumentati di 7volte negli ultimi 30 anni, passando dal4% a quasi il 30%.Sono state esaminate le possibilità pro­dotte dall’associazione della diagno­stica molecolare e applicazionisoftware (APP ­ realizzate da societàscientifiche), per effettuare una dia­gnosi causale con estrema precisionesulle allergopatie respiratorie, al fine diindirizzare in maniera sempre più pre­

cisa l’immunoterapia specifica. Nel con­creto, il paziente scarica l’APP sul suo smartpt hone e segnai sintomi giornalieri. L’LL APP contemporaneamente raccogliei dati delle ARPAPP (Agenzia Regionale per la Protezione Am­bientale) sulle pollinazioni delle piante allergeniche pre­senti in una determinata area. In questo modo si è in gradodi sovrapporre i picchi pollinici con l’aggravarsi dei sintomidel paziente. Questi dati consentono allo specialista di ef­fffettuare una diagnosi di causa molto più precisa di quantoè possibile fare normalmente.Durante i lavori, ampio spazio è stato dedicato alla diagnosidi allergia all’anisii akisii (un parassita dei pesci) in grado didare reazioni allergiche anche molto severe fino allo shockanafilattico. Negli ultimi anni, i casi di questo tipo di allergiasi sono incrementati con l’aumento di consumo di pescecrudo. In realtà non basta solo evitare questo tipo di cucinaper scongiurare i rischi legati al parassita, infatti si può con­trarre anche con le alici marinate e con altri pesci semprepiù presenti nella nostra cucina. Le regioni più a rischiosono sicuramente quelle costiere e in special modo quellemeridionali e insulari. La diagnosi di allergia di anisii akisii nonè semplice, in quanto la sintomatologia e il quadro clinicoè sovrapponibile a molte altre patologie per le numerosereazioni crociate che questo parassita ha con altre fonti al­lergeniche e può essere raggiunta dalla combinazione di di­versi test.

Conoo vnn evv gngg onn suluu lll ell mamm laa ataa ttt itt eiiallergichee

immunomediate

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FORMATORI PER L’ASIANell’Inserto dello scorso mese si feff cecenno al lungo travaglio per riuscire adassicurare adeguata inculturazione nel­l’impegno foff rmativo dei candidati delleFilippine, poiché il Signore ha dato a ognipopolo dei doni specifici che sono Suoie che perciò non vanno mai soffff off cati,ma vanno invece aiutati a fiorire. Ovvia­mente all’impegno per l’inculturazionesi è affff iancato quello ancor più fof nda­mentale d’inculcare i valoro basici delnostro carisma e si è aiutato i giovaniprofeff ssi a conseguire dei titoli che quali­ficassero il loro apostolato assistenziale.I risultati così ottenuti hanno spinto no­stre Province dell’A’ sia a inviarci i propricandidati per determinate tappe dellafof rmazione, sicché in questo momentosono ospitati nelle Filippine 4 vietna­miti, 3 indiani e 1 timorense come Po­stulanti; 3 vietnamiti e 2 indiani comeNovizi; e 2 della Papua Nuova Guineacome Scolastici.Questa presenza internazionale aiuta ifilippini a crescere nel sentirsi parte diuna organismo mondiale, presente in53 nazioni; fu proprio a tal fine che noifin dall’inizio usammo porre in Refeff tto­rio le varie riviste delle nostre Province,ma ora l’attuale contatto personaleaiuta enormemente di più.Per i nostri ospiti esteri il venire da noiè valido solo se in patria siano statiadeguatamente preparati, sicché dal 5al 6 dicembre fra Firmino e fra Eldy,yy coa­diuvati da fra Vianney Welch, incontre­ranno in India i Maestri degli Aspirantidi distinte Province per dare direttive sucome preparare i candidati a ben affff ron­tare il nostro diffff eff rente ambiente cultu­rale e linguistico. In più, è necessario cheogni Provincia prepari qualche suo For­matore che non solo accompagni da noii foff rmandi per un sostegno psicologico,ma nel mentre è qui assorba il nostrostile foff rmativo e frequenti alcuni corsidisponibili nelle Filippine, in modo checessi in futuro la dipendenza da noi. A

tal fine già ora sono da noi due frati viet­namiti e due indiani, in veste per intantodi Aiutanti Formatori, ma allo stessotempo in rodaggio quali futuri Maestrinella loro patria.

VISITA DEL PROVINCIALEDall’11 al 20 settembre fra GerardoD’A’ uria è stato da noi, accompagnatoda tre collaboratori: il dott. Raffff aelePilla, come interprete; l’arch. DavidTursi per un parere su alcuni lavori edi­lizi da affff rontare; e Ornella Fosco perraccogliere dati sui progetti che l’A’ F­MaL intende sostenere.Fra Gerardo ha presieduto ad Amadeoun’A’ ssemblea della Delegazione, in cuiè stato valutato il quadriennio che staper finire e le iniziative prese per mi­gliorare l’organizzazione interna e i rap­porti col personale, nonché peraggiornare le attività assistenziali colchiudere quelle divenute superflue,quali il Dispensario Antitubercolare, econ l’avviarne di nuove in settori tra­scurati dal Governo, quali gli alunni di­sabili che frequentano le Elementari ole famiglie che vivono accampate suimarciapiedi di Manila o i poveri chenecessitano aiuti in campo psicologicoe spirituale, per i quali ultimi abbiamoaperto a Manila il Centro La Colcha,cui stanno ricorrendo anche gli Istituti

Religiosi per i loro membri in crisi.Al termine della nostra Assembleasono state consegnate al Provinciale leschede della votazione orientativa perla scelta del nuovo Provinciale.Altro momento importante della visitadel Provinciale è stato l’incontro condue Consiglieri Generali, fra RudolfKnopp e fra Benigno Ramos, che hannosostato nelle Filippine dal 18 al 22 set­tembre, per valutare insieme le giustemodalità e i limiti dell’aiuto che la De­legazione Provinciale delle Filippinepuò offff rire alla Regione dell’A’ sia­Paci­fico nel settore della formazione deinuovi candidati alla Vita Religiosa.Fra Gerardo ha inoltre incontrato nonsolo i distinti gruppi di Formandi, maanche il personale impegnato nei no­stri progetti assistenziali e quanti neusufruiscono.Ha trovato anche tempo per incon­trare, sia a Manila sia a Cebu, le Suoredi Padre Menni e in più ha voluto re­carsi nell’Isola di Bohol per prender vi­sione del terreno che una benefattricevuole donarci nel Comune di Sagbayane nel quale si penserebbe di aprire unapiccola Comunità con un confratello fi­lippino e due della Papua Nuova Gui­nea, che la Provincia dell’Oceaniasarebbe disposta ad inviarvi. TaTT nto laDiocesi quanto il Comune hanno sug­gerito che tale Centro abbia comeobiettivo prioritario il problema deitantissimi bambini malnutriti.

STEMMA ANCHE PER MANILAPoiché la Delegazione Provincialedelle Filippine ha come Titolare la Ma­donna del Patrocinio, fin dal 2004 fucollocato in cima al presbiterio dellanostra Chiesa di Amadeo lo stemmadella Delegazione in cui Ella è raffff igu­rata. Un analogo stemma, che ha di­pinto lo stesso artista Eladio S. Santos,è stato ora posto anche nella nostraChiesa di Quiapo e ne vedete la fotoin cima alla pagina.

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NEWSLETTER

MISSIONI FILIPPINE

FrFF arr Gerarr rdrr odd frff arr tett rnrr izii zzz andodd cocc nglill alunni didd Quiaii paa o. Allll ell sps allll elli 3 cocc llll all borarr tott rirr vevv nu� cocc n lui

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