banalità di base

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    Parte prima

    tratto da Internazionale Situazionista n. 7, aprile 1962

    1.Il Capitalismo burocratico ha trovato in Marx la sua giustificazionelegittima. Qui non si tratta di accordare al marxismo ortodosso ildubbio merito di aver rafforzato le strutture neocapitalistiche, la cuiattuale riorganizzazione porta in s lelogio del totalitarismosovietico, ma di sottolineare come le pi profonde analisi di Marxsullalienazione si siano volgarizzate in fatti di unestrema banalitche, spogliati del loro magico imballaggio e materializzati in ognigesto, danno vita da se stessi, e giorno per giorno, a un numerosempre crescente di individui. Insomma, il capitalismo burocraticocontiene in s la chiara verit dellalienazione: l ha posta alla portatadi tutti meglio di quanto Marx potesse sperare, l ha banalizzata manmano che, attenuandosi la miseria, la mediocrit dellesistenza si estesa a macchia dolio.Il pauperismo riguadagna in profondit sul modo di vivere ci cheperde in estensione sulla mera sopravvivenza; ecco quindi un sentire

    unanimemente condiviso che libera Marx da tutte le interpretazioniche bolscevismo degenerato ne ricavava, bench la teoria dellacoesistenza pacifica intervenga opportunamente per accelerare unatale presa di coscienza e spinga lo scrupolo fino a rivelare, a quantinon avrebbero potuto non comprenderlo che tra sfruttatori lintesa sempre possibile a dispetto delle divergenze spettacolari.

    2.

    Ogni atto - scrive Mircea Eliade ha la possibilit di divenire unatto religioso. Lesistenza umana si realizza contemporaneamente su

    due piani paralleli: quello della temporalit, del divenire,

    dellillusione e quello delleternit della sostanza, della realt. NelXIX secolo si ha la prova, con il divorzio brutale dei due piani, chesarebbe stato preferibile per il potere mantenere la realt in un bagnodi trascendenza divina. Bisogna tuttavia rendere giustizia alriformismo: Bonaparte fallisce l dove nega il divenire nelleternit e

    il reale nellillusione; lunione non vale i sacramenti del matrimonio

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    religioso, ma dura, e questo il massimo che possono esigere da lei imanagersdella coesistenza e della pace sociale. Ci troviamo cos a

    doverci definire, nella prospettiva illusoria della durata cui nessunosfugge, come la fine della temporalit astratta, vale a dire la fine deltempo reificato dei nostri atti. In altri termini: definirci nel polopositivo dellalienazione come fine dellalienazione sociale, comefine del permanere dellumanit nellalienazione sociale?

    3.La socializzazione dei gruppi umani primitivi dimostra la volont dilottare pi efficacemente contro le forze misteriose e terrificanti dellanatura. Ma lottare nellambiente naturale, contemporaneamentecontro di esso e con esso, sottomettersi alle sue leggi pi inumane alfine di strappargli una supplementare possibilit di sopravvivenza:tutto ci non poteva che dar luogo a una forma pi evoluta di difesaaggressiva, a unattitudine pi complessa e meno primitiva,presentando a un livello superiore le contraddizioni che luomocontinuamente si sente imporre dalle forze incontrollabili e tuttaviainfluenzabili della natura. Socializzandosi, la lotta contro la

    dominazione cieca della natura riesce ad imporre le sue vittorie nellamisura in cui assimila poco a poco, ma in una diversa forma,lalienazione primitiva, lalienazione naturale. Potr essere un caso,ma la civilt tecnica si sviluppata a un punto tale che lalienazionesociale vi si rivelata entrando in conflitto con gli ultimi punti diresistenza naturale che la potenza tecnica non riusciva a ridurre, e aragione. I tecnocrati ci propongono oggi, in un bello slancioumanitario, di porre fine allalienazione primitiva, e incitano al

    maggiore sviluppo dei mezzi tecnici che permetterebbero in s dicombattere efficacemente la morte, la sofferenza, la malattia, lafatica del vivere. Ma il miracolo non sarebbe tanto quello dieliminare la morte, quanto di sopprimere il suicidio e il desiderio dimorire. Vi un modo di abolire la pena di morte che la farimpiangere. Fino ad oggi, limpiego particolare della tecnica o, piin generale, il contesto economico sociale in cui si definiscelattivit umana, ha ridotto quantitativamente le occasioni di

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    sofferenza e di morte, mentre la morte si installava, come unamalattia incurabile, nella vita di ciascuno.

    4.Al periodo preistorico della raccolta del cibo succede il periodo dellacaccia, nel corso del quale si formano i clan cercando di aumentare leloro probabilit di sopravvivenza. Una tale epoca vede costituirsi edelimitarsi riserve e terreni di caccia sfruttati a profitto del gruppo edai quali restano esclusi gli stranieri, interdizione tanto pi assolutain quanto da essa dipende la salvezza di tutto il clan. In modo che lalibert ottenuta grazie ad una collocazione pi confortevolenellhabitat naturale, e al tempo stesso con una protezione piefficace contro i suoi rigori, questa libert genera a sua volta lapropria negazione al di fuori dei limiti fissati dal clan e costringe ilgruppo a limitare la sua attivit lecita organizzando i rapporti con igruppi esclusi i quali costituiscono una continua minaccia. Fin dallasua apparizione, la sopravvivenza economica socialmente costituitapostula lesistenza di limiti, di restrizioni, di diritti contraddittori.Bisogna ricordarlo come si ripete labc: fino ad oggi il divenire

    storico non ha cessato di definirsi e di definirci in funzione delmovimento di appropriazione privata, dellassunzione da parte di unaclasse, di un gruppo, di una casta o di un individuo, di un poteregenerale economico sociale la cui forma resta complessa, a partiredalla propriet di una terra, di un territorio, di una fabbrica, dicapitali, fino alleserciziopurodel potere sugli uomini (gerarchia).Al di l dellopposizione contro i regimi che pongono il loro paradisoin un welfare statecibernetico, emerge la necessit di estendere la

    lotta contro uno stato di cose fondamentale e inizialmente naturale,nel cui movimento il capitalismo non gioca che un ruolo episodico, eche non scomparir senza che scompaiano le ultime tacce del poteregerarchizzato, o ipadrocini dellumanit, ben inteso.

    5.

    Essere proprietario vuol dire arrogarsi un bene dal godimento delquale gli altri sono esclusi; nello stesso tempo, riconoscere a

    ciascuno un diritto astratto di possesso. Escludendo il diritto reale di

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    propriet, il possidente estende la sua propriet sugli esclusi(specialmente sui non possidenti, relativamente sugli altri

    possidenti) senza i quali egli niente. Da parte loro, i non possidenti non hanno scelta. Il possidente se ne appropria e li alienacome produttori della sua potenza mentre, per la necessit dellapropria esistenza fisica, essi sono costretti a collaborare loromalgrado alla propria esclusione, a produrla e a sopravviverenellimpossibilit di vivere. S, essi partecipano alla propriet per iltramite del proprietario, partecipazione mistica perch, cos, siorganizzano allorigine tutti i rapporti di clan e tutti i rapporti che apoco a poco succedono al principio di coesione obbligata secondo ilquale ciascun membro funzione integrante del gruppo(interdipendenza organica).La loro garanzia di sopravvivenza dipende dalla loro attivit nelquadro dellappropriazione privata; essi rafforzano un diritto dipropriet da cui sono esclusi. Per questa ambiguit, ciascuno di essisi coglie come partecipante alla propriet come vivente particella deldiritto di possedere, proprio mentre una tale credenza, nel momentoin cui si rafforza, lo definisce a un tempo come escluso e posseduto.

    (Termine estremo di questa alienazione: lo schiavo fedele, ilpoliziotto, la guardia del corpo, il centurione che, per una sorta diunione con la propria morte, d alla morte una potenza uguale alleforze di vita, identifica in unenergia distruttrice il polo negativodellalienazione e il polo positivo, lo schiavo assolutamentesottomesso e il padrone assoluto.)Nellinteresse dello sfruttatore necessario che lapparenza simantenga e si affini; la chiave non in alcun machiavellismo, ma in

    un semplice istinto di sopravvivenza. Lorganizzazionedellapparenza legata alla sopravvivenza del proprietario, unasopravvivenza legata a quella dei suoi privilegi, ed essa passa per lasopravvivenza fisica del non proprietario, un modo di restare vivonello sfruttamento limpossibilit di essere uomo.Laccaparramento e la dominazione a fini privati sono cos imposti esentiti primitivamente come un diritto positivo, ma anche comeununiversalit negativa. Valido per tutti, giustificato agli occhi di

    tutti per ragione divina o naturale, il diritto di appropriazione privata

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    si oggettiva in unillusione generale, in una trascendenza universale,in una legge essenziale in cui ognuno, a titolo individuale, trova una

    giustificazione sufficiente per sopportare i limiti pi o meno angustiassegnati al suo diritto di vivere e alle condizioni di vita in generale.

    6.

    Bisogna comprendere la funzione dellalienazione come condizionedi sopravvivenza in questo contesto sociale. Il lavoro dei non proprietari obbedisce alle stesse contraddizioni del diritto diappropriazione particolare. Esso li trasforma in posseduti, infabbricanti di appropriazione e in autori della loro stessa esclusione,ma rappresenta la sola possibilit di sopravvivenza per gli schiavi, iservi, i lavoratori, cosicch lattivit che fa durare lesistenzasvuotandola di ogni contenuto finisce per prendere un senso positivoattraverso un rovesciamento di ottica comprensibile e sinistro. Nonsolo il lavoro stato valorizzato (nella sua forma di sacrificionellancien rgime, nel suo aspetto abbruttente nellideologiaborghese e nelle sedicenti democrazie popolari) ma, gi molto presto,lavorare per un padrone, alienarsi con la buona coscienza della

    sottomissione, divenuto il prezzo onorevole e appena contestabiledella sopravvivenza. La soddisfazione dei bisogni elementari resta lamiglior salvaguardia dellalienazione, quella che dissimula megliogiustificandola sulla base di unesigenza inattaccabile. Lalienazionemoltiplica senza fine i bisogni perch non ne soddisfa nessuno; oggilinsoddisfazione si misura in numeri di auto, frigo, TV; gli oggettialienanti non hanno pi lastuzia n il mistero di una trascendenza,ma ci circondano nella loro povert concreta.

    Il ricco oggi colui che possiede il pi gran numero di oggettipoveri.Sopravvivere ci ha, fino ad oggi, impedito di vivere. E per questoche bisogna aspettarsi molto dallimpossibilit della sopravvivenzache si annuncia ormai con unevidenza tanto meno contestabilequanto pi il comfort e la sovrabbondanza nel quadro dellasopravvivenza ci spingono al suicidio o alla rivoluzione.

    7.

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    Il sacro presiede anche alla lotta contro lalienazione. Da quando,rivelando la sua trama, la copertura mistica cerca di avviluppare i

    rapporti di sfruttamento e la violenza, espressione del loromovimento, la lotta contro lalienazione si svela e si definisce nellospazio di un lampo, nel tempo di una rottura, come un corpo a corpoinesorabile con il potere messo a nudo, scoperto improvvisamentenella sua forza bruta e nella sua debolezza, un gigante contro il qualeogni colpo va a segno ma ogni ferita del quale conferisceallaggressore la fama maledetta di Erostrato; finch il sopravvive ilpotere ognuno vi trova il suo profitto. Prassi di distruzione, momentosublime in cui la complessit del mondo diventa tangibile, cristallina,alla portata di tutti, rivolte inesplicabili come quelle degli schiavi,degli Jacques, degli iconoclasti, degli Arrabbiati, dei Federati, diKronstadt, delle Asturie e, promesse per il futuro, dei blusons noirsdi Stoccolma e degli scioperi selvaggi, ecco ci che solo ladistruzione di ogni potere gerarchizzato sapr farci dimenticare; aquesto che noi intendiamo dedicarci.Lusura delle strutture mitiche e il loro ritardo nel rinnovarsi cherendono possibile la presa di coscienza e la profonda critica

    dellinsurrezione, sono anche la causa del fatto che, passati gli - eccessi rivoluzionari la lotta contro lalienazioneviene proiettata su un piano teorico, come prolungamento dellademistificazione che prepara alla rivolta. E lora in cui la rivolta nelsuo aspetto pi vero, e il pi autenticamente capito, viene riesaminatae liquidata dal noi non volevamo questo dei teorici incaricati dispiegare il senso di uninsurrezione a coloro che lhanno fatta, aquelli che vogliono demistificare con i fatti, non soltanto con le

    parole.Tutti i fatti che contestano il potere esigono oggi unanalisi e unosviluppo tattico. Bisogna aspettarsi molto: a) dal nuovo proletariatoche scopre la sua privazione nellabbondanza consumabile; b) daipaesi che, insoddisfatti delle loro rivoluzioni parziali e truccate,relegano nei musei i loro teorici passati e presenti; c) dal TerzoMondo, la cui diffidenza verso i miti tecnicisti stata alimentata daipoliziotti e dai mercenari del colonialismo, ultimi militanti troppo

    solerti di una trascendenza di cui essi sono i migliori vaccini

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    preventivi ; d) dalla forza dellInternazionale Situazionista (le nostreidee sono in tutte le teste) capaci di impedire le lotte telecomandate,

    le notti di cristallo, e le rivolte acquiescenti.

    8.Lappropriazione della propriet privata legata alla dialettica delparticolare e del generale. Nella mistica in cui si fondano lecontraddizioni dei sistemi schiavista e feudale, il non proprietario,escluso in particolare dal diritto di propriet, si sforza con il propriolavoro di assicurare la propria sopravvivenza: egli vi riesce tantomeglio quanto pi si sforza di identificarsi con gli interessi delpadrone. Egli non conosce gli altri non proprietari se non attraversoi loro sforzi identici ai suoi, nella cessione obbligata della forza lavoro (il cristianesimo raccomander la cessione volontaria; laschiavit finisce nel momento in cui lo schiavo offre di buon animola propria forza lavoro), nella ricerca delle condizioni ottimali disopravvivenza e di identificazione mistica.Sorta da una volont di sopravvivenza comune a tutti, la lotta emergetuttavia a livello dellapparenza in cui mette in gioco

    lidentificazione con la volont del padrone e scatena dunque unacerta rivalit individuale che riflette la rivalit dei padroni tra loro.La competizione si svilupper su questo piano finch i rapporti disfruttamento resteranno dissimulati nellopacit mistica, e fino aquando sopravviveranno le condizioni di una tale opacit; o ancora,finch il grado di schiavit determiner nella coscienza dello schiavoil grado della realt vissuta. (Si continua sempre a chiamarecoscienza oggettiva quella che la coscienza di essere oggetti.)

    Da parte sua, il proprietario si trova legato al riconoscimento di undiritto da cui egli il solo a non essere escluso, ma che sentito allivello dellapparenza come un diritto valido per ogni escluso presoindividualmente. Il suo privilegio dipende da una tale credenza, sullaquale poggia anche la forza indispensabile per fronteggiare e teneretesta agli altri proprietari: essa la sua forza. Se a sua volta eglirinuncia apparentemente allappropriazione esclusiva di ogni cosa edi ognuno, se si pone meno come padrone che come servitore del

    bene pubblico e garante della sicurezza comune, allora il prestigio

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    incorona la sua forza, egli aggiunge ai suoi privilegi quello di negareal livello apparenza (che il solo livello di riferimento nella

    comunicazione troncata) la nozione stessa di appropriazionepersonale, rifiuta questo diritto a chiunque, e nega gli altriproprietari.Nella prospettiva feudale, il feudatario non si integra nellapparenzaallo stesso modo dei non proprietari, schiavi, soldati, funzionari,servitori di ogni razza. Costoro conoscono una vita cos sordida che,per la maggior parte, non hanno altra scelta che viverla come unacaricatura del Padrone (il feudatario, il principe, il maggiordomo,laguzzino, il gran prelato, Dio, Satana). In ogni caso il padrone costretto a sostenere il ruolo di tale caricatura. Egli vi riesce senzagrande sforzo, tanto gi caricaturale nella sua pretesa di viveretotalmente nellisolamento in cui lo tengono coloro che non possonoche sopravvivere, e appartiene ormai (con la grandezza dellepocagi passata come sovrappi, grandezza passata che conferiva allatristezza un sapore desiderabile e forte) alla specie che oggi lanostra, triste, simile a ognuno di noi che brama lavventura in cuiarde di ricongiungersi a se stesso, di ritrovarsi sul cammino della

    propria totale perdizione.Ci che il padrone coglie degli altri nel momento stesso in cui lialiena, sarebbe forse la loro natura di esclusi e di posseduti? Inquesto caso, egli si rivelerebbe a se stesso come sfruttatore, comeessere puramente negativo. Ma tale consapevolezza poco probabilee pericolosa. Estendendo la sua autorit e il suo potere sul maggiornumero possibile di soggetti, non permette loro di mantenersi in vita,non accorda loro una possibilit unica di salvezza? ( Senza i padroni

    che si degnano di dar lavoro, che cosa diventerebbero gli operai?Amavano ripetere le anime belle del XIX secolo). In effetti ilproprietario si esclude ufficialmente dalla pretesa del possessoprivato. Al sacrificio del non proprietario che nel suo lavoroscambia la sua vita reale con una vita apparente ( la sola che gliimpedisce di scegliere deliberatamente la morte, e che permette alpadrone di sceglierla per lui), il proprietario risponde sacrificandoapparentemente la sua natura di proprietario e di sfruttatore; egli si

    esclude miticamente, si pone al servizio di tutti e del mito (a servizio

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    di Dio e del suo popolo ad esempio). Con un gesto ulteriore, con unagratuit che lo avvolge di unaura meravigliosa, egli d alla rinuncia

    la sua pura forma di realt mitica; rinunciando alla vita comune, egli il povero in mezzo alla ricchezza illusoria, colui che si sacrifica pertutti mentre gli altri non si sacrificano che per se stessi, per la propriasopravvivenza.Cos facendo, egli tramuta la necessit in cui si trova in prestigio. Ilsuo sacrificio commisurato alla sua potenza. Egli diventa il puntodi riferimento vivente di ogni vita illusoria, la pi alta scala tangibiledei valori mitici. Allontanandosi volontariamente dai comunimortali, verso il mondo degli dei che egli tende, ed la suapartecipazione pi o meno riconosciuta alla divinit che, al livellodellapparenza ( il solo livello di riferimento comunementeammesso), consacra il suo posto nella gerarchia degli altriproprietari. Nellorganizzazione della trascendenza, il feudatario eper osmosi i proprietari di un potere o di beni produttivi, in diversogrado portato a ricoprire il ruolo principale, il ruolo che egliricopre effettivamente nellorganizzazione economica dellasopravvivenza del gruppo. Di modo che lesistenza del gruppo si

    trova legata a tutti i livelli allesistenza dei proprietari in quanto tali,a coloro che , proprietari di ogni cosa attraverso la propriet di ogniessere, strappano cos la rinuncia di tutti per mezzo della lororinuncia unica, assoluta, divina. ( Dal dio Prometeo punito dagli deial dio Cristo punito dagli uomini, il sacrificio del Proprietario sivolgarizza, perde in sacralit, si umanizza).Il mito unisce dunque proprietario e non proprietario, li ingloba inuna forma in cui la necessit di sopravvivere, come essere fisico o

    come essere privilegiato, costringe a vivere nella sferadellapparenza e nel segno invertito della vita reale, che quelladella prassi quotidiana. Noi siamo sempre presenti, aspettando divivere al di l o al di qua di una mistica contro la quale ciascuno deinostri gesti protesta, obbedendole.

    9.Il mito, lassoluto unitario in cui le contraddizioni del mondo si

    ritrovano illusoriamente risolte, la visione in ogni istante armoniosa e

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    armonizzata in cui lordine si contempla e si rafforza, veramente illuogo del sacro, la zona extraumana da cui accuratamente bandita,

    fra tante rivelazioni, la rivelazione del movimento di appropriazioneprivato. Nietzsche lha ben compreso, quando scrive: Ogni divenire nei confronti dellessere eterno unemancipazione colpevole che

    bisogna pagare con la morte.Quando allEssere puro della feudalit,la borghesia pretender di sostituire il divenire, essa si limiter difatto a desacralizzare lessere e a risacralizzare per suo maggiorprofitto il Divenire, innalzando cos il suo divenire allEssere, nonpi della propriet assoluta, bens dellappropriazione relativa; unpiccolo divenire democratico e meccanico, con la sua nozione diprogresso, di merito e di successione casuale. Ci che il proprietariovive lo dissimula a se stesso; legato al mito con un patto di vita o dimorte, gli vietato cogliersi nel godimento positivo ed esclusivo diun bene se non mediante lapparenza vissuta della propriaesclusione; e non attraverso questa esclusione mitica che i nonproprietari coglieranno la realt della loro esclusione?Egli porta la responsabilit di un gruppo, e assume il peso di un dio.Sottomesso alla sua benedizione come alla sua vendetta, egli si

    riveste di proibito e vi si consuma. Modello di dei ed eroi, il signore,il proprietario il vero volto di Prometeo, del Cristo, di tutti isacrificati spettacolari che hanno permesso che la grandissimamaggioranza degli uomini non cessi di sacrificarsi ai padroni,allestrema minoranza (converr peraltro affinare lanalisi delsacrificio del proprietario: nel caso del Cristo, non si dovrebbeammettere che si tratta pi precisamente dl figlio del proprietario?)Ora, se il proprietario non pu mai sacrificarsi che nellapparenza, si

    assiste tranquillamente allimmolazione effettiva, quando lecircostanze lo esigono imperiosamente, del figlio del proprietario; inquanto questi non in realt che un proprietario molto incompiuto,un abbozzo, una semplice speranza di propriet futura. in questa dimensione mitica che bisogna intendere la famosa frasedi Barrs, giornalista, nel momento in cui la guerra del 1914 erainfine giunta ad esaudire i suoi voti : .

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    Questo gioco discretamente disgustoso ha del resto conosciuto,prima di raggiungere i riti ed il folclore, unepoca eroica in cui re e

    capi trib erano ritualmente messi a morte secondo la loro volont.Di qui si giunge rapidamente, assicurano gli storici, a sostituire gliaugusti martiri con prigionieri, schiavi e criminali. Sparito ilsupplizio, laureola rimasta.

    10.Il sacrificio del proprietario e del non proprietario fonda il concettodi sorte comune; in altri termini, la nozione di condizione umana sidefinisce sulla base di unimmagine ideale e dolorosa in cui tenta dirisolversi lopposizione irriducibile tra il sacrificio mitico degli uni ela vita sacrificata degli altri. Il mito ha la funzione di unificare e dieternizzare, in una successione di istanti statici, la dialettica del volervivere e del suo contrario. Una tale unit fittizia e ovunquedominante si raggiunge nella comunicazione, e in particolare nellinguaggio, la sua rappresentazione pi tangibile, pi concreta. Aquesto livello, lambiguit pi manifesta, si apre sullassenza dicomunicazione reale, consegna lanalista a fantasmi derisori, a delle

    parole istanti eterni e mutevoli che cambiano di contenuto aseconda di chi le pronuncia, come cambia la nozione di sacrificio.Messo alla prova, il linguaggio cessa di dissimulare il malintesofondamentale e sbocca nella crisi della partecipazione.Nel linguaggio di unepoca, si pu seguire la traccia dellarivoluzione totale, incompiuta e sempre imminente. Sono segniesaltanti e spaventosi per gli sconvolgimenti che preannunciano, machi li prenderebbe sul serio? Il discredito che colpisce il linguaggio

    cos profondo e cos istintivo quanto la diffidenza di cui sicircondano i miti, ai quali si resta tuttavia fortemente attaccati. Comescovare le parole chiave con altre parole? Come mostrare con laiutodi frasi quali segni denunciano lorganizzazione fraseologicadellapparenza?I testi migliori aspettano la loro giustificazione. Quando una poesiadi Mallarm apparir come la sola spiegazione di un atto di rivolta,allora sar permesso parlare senza ambiguit di poesia e di

    rivoluzione. Attendere e preparare questo momento significa

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    manipolare linformazione, non come lultima onda durto di cui tuttiignorano limportanza, bens come la prima ripercussione dio un atto

    futuro.

    11.Nato dalla volont degli uomini di sopravvivere alle forzeincontrollabili della natura, il mito una politica di salute pubblicache si mantenuta al di l della sua necessit, e si confermata nellasua forza tirannica riducendo la vita allunica dimensione dellasopravvivenza, negandola come movimento e totalit.Contestato, il mito unifica le sue contestazioni, presto o tardi leassimila e le digerisce. Nulla gli resiste di ci che, immagine oconcetto, tenta di distruggere le strutture spirituali dominanti. Essoregna sullespressione dei fatti e del vissuto, alla quale impone la suastruttura interpretativa (drammatizzazione). La coscienza del vissuto,che trova la sua espressione al livello dellapparenza organizzata,definisce la coscienza privata.Il sacrificio compensato alimenta il mito. Poich ogni vitaindividuale implica una rinuncia a se stessi, bisogna che il vissuto si

    definisca come sacrificio e ricompensa. Come premio della suaascesi, liniziato (loperaio promosso, lo specialista, il manager nuovi martiri canonizzati democraticamente) riceve un ruolo sumisura nellorganizzazione dellapparenza, e si installacomodamente nellalienazione. Ora, i ricoveri collettivi sonoscomparsi con le societ unitarie e sussistono solo le loro traduzioniconcrete ad uso del volgo: templi, chiese, palazziricordi di unaprotezione universale. Restano oggi i rifugi individuali, di cui si pu

    contestare lefficacia, ma di cui con certezza si conosce il prezzo.

    12.La si definisce soprattutto in un contesto formale.Certo, essa ha le sue radici nei rapporti sociali natidallappropriazione privativa, ma lespressione di questi rapportiche le d la sua forma essenziale. Universale, incontestabile e adogni istante contestata, una tale forma fa dellappropriazione un

    diritto riconosciuto a tutti e da cui ciascuno escluso, un diritto al

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    quale non si accede che rinunciandovi. Non si prende coscienza delvissuto pi autentico, non lo si esprime e non lo si comunica, ove

    questo non spezzi il contesto nel quale si trova imprigionato (rotturache ha nome rivoluzione), se non con un movimento dinversione disegno in cui la sua contraddizione fondamentale si dissimula. In altritermini, se esso rinuncia a prolungare una prassi di rovesciamentoradicale delle condizioni di vita condizioni che, in tutte le loroforme, sono quelle dellappropriazione privata un progetto positivonon ha la minima possibilit di sfuggire a una assimilazione da partedella negativit che regna sullespressione dei rapporti sociali; essoviene ricuperato, come limmagine nello specchio, in senso inverso.Nella prospettiva totalizzante in cui condiziona la vita di tutti, e incui non si distinguono pi il suo potere reale e il suo potere mitico(entrambi reali ed entrambi mitici), il movimento di appropriazioneprivata non lascia al vissuto altra via di espressione che la vianegativa. La vita tutta intera immersa in una negativit che lacorrode e la definisce formalmente.Parlare di vita suona oggi come parlare di corda in casadellimpiccato. Perduta la chiave della volont di vivere, tutte le

    porte si aprono su delle tombe. Ora, il discorso del colpo di fortuna edel caso non basta pi a giustificare la nostra inerzia; quelli cheaccettano ancora di vivere sommersi dalla loro fatica si costruisconopi facilmente di se stessi un immagine indolente pi di quanto nonriconoscano in ciascuno dei loro gesti quotidiani una smentitavivente della loro disperazione, una smentita che dovrebbe piuttostoincitarli a disperare solo della loro povert dimmaginazione. Fraqueste immagini che sono come un oblio del vivere, il ventaglio della

    scelta si apre fra due estremi: il bruto conquistatore e il bruto schiavoda una parte, il santo e leroe puro dallaltra. E gi da molto tempoche in questa latrina laria divenuta irrespirabile. Il mondo e luomocome rappresentazione puzzano di carogna e non c nessun dioormai che possa trasformare i carnai in campi di mughetti. Daquando gli uomini muoiono, sarebbe abbastanza logico che ci siponesse la questione di sapere dopo aver, senza cambiamentiapprezzabili, accettato la risposta venuta dagli dei, dalla Natura e

    dalle leggi biologiche se ci non corrisponde con il fatto che una

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    gran parte della morte entra, per delle ragioni molto precise, in ogniistante della nostra vita.

    13.Lappropriazione privata pu definirsi in particolare comeappropriazione di cose tramite lappropriazione di esseri. Essa lasorgente e lacqua torbida dove tutti i riflessi si confondono inimmagini confuse. Il suo campo dazione e di influenza, che ricopretutta la storia, sembra essersi caratterizzato fino ad oggi per unaduplice determinazione comportamentale di base: una ontologiafondata sulla negazione di s e sul sacrificio (nei suoi aspettioggettivo e soggettivo), e una dualit fondamentale, una separazionefra particolare e generale, individuale e collettivo, privato e pubblico,teorico e pratico, spirituale e materiale, intellettuale e manuale,eccetera.La contraddizione fra appropriazione universale postula una messa inrilievo e un isolamento del padrone. Questa immagine mitica diterrore, di necessit e di rinuncia si offre agli schiavi, ai servi, a tuttiquelli che aspirano a cambiare pelle e condizione; essa il flesso

    illusorio della loro partecipazione alla propriet, illusione naturalepoich essi vi partecipano effettivamente con il sacrificio quotidianodelle loro energie (ci che gli antichi chiamavano pena o supplizio eche noi chiamiamo fatica o lavoro), poich, questa propriet, essi lafabbricano in modo tale da escluderli. Il padrone, lui, non ha altrascelta che quella di aggrapparsi alla nozione di lavoro sacrificio,come il Cristo alla sua croce e ai suoi chiodi; di autenticare ilsacrificio a modo suo, di rinunciare apparentemente al suo diritto di

    godimento esclusivo e di cessare di far uso, per lespropriazione, diuna violenza puramente umana(vale a dire senza mediazioni).La sublimit del gesto smorza la violenza iniziale, la nobilt delsacrificio assolve luomo delle truppe speciali, la brutalit delconquistatore si irradia in una trascendenza il cui regno immanente,gli dei sono i depositari intransigenti dei diritti, i pastori irascibili diun gregge pacifico e tranquillo dellEssere e del Voler EssereProprietario. La scommessa sulla trascendenza e il sacrificio che

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    implica sono la pi bella conquista del padrone, la sua pi bellasottomissione alla necessit di conquistare.

    Chi ambisce a qualche potere e rifiuta la purificazione della rinuncia(brigante o tiranno) si vedr presto o tardi braccato come un animale,o peggio, come chi non persegue altri fini che i suoi e per il quale illavoro si concepisce senza la minima concessione alla serenit dispirito degli altri: Troppman, Landru, Petiot pareggiando il lorobilancio senza mettere in conto la difesa del mondo libero,delloccidente cristiano, dello stato e del valore umano, erano vinti inpartenza.Rifiutando le regole del gioco, pirati, gangster, fuorilegge, turbano lebuone coscienze (le coscienze - riflesso del mito), ma i padroni,uccidendo il bracconiere o facendone un guardiacaccia rendono allaverit di sempre la sua onnipotenza: chi non paga di persona perdeanche la sopravvivenza, chi si indebita per pagare ha il diritto di vitapagato. Il sacrificio del padrone ci che d allumanesimo i suoicontorni, ci che fa dellumanesimo e in questo sia inteso una voltaper tutte la negazione derisoria dellumano. Lumanesimo non che il padrone preso sul serio nel proprio gioco e acclamato da coloro

    che vedono nel sacrificio apparente, questo riflesso caricaturale delloro sacrificio reale, una ragione di sperare nella salvezza.Giustizia, dignit, grandezza, libert queste parole che guaiscono ogemono, che cosa sono daltro se non dei cagnolini da salotto, di cuii padroni attendono il ritorno in tutta serenit da quando degli eroicilacch hanno strappato il diritto di portarli per le strade al guinzaglioper le strade? Usarle, dimenticare che sono la zavorra grazie allaquale il potere si innalza e si mette fuori tiro. E supponendo che un

    regime, giudicando che il sacrificio mitico dei padroni non debbavolgarizzarsi in forme cos universali, si accanisca a distruggerle e aperseguitarle, si in diritto di inquietarsi del fatto che la sinistra nontrovi, per combatterlo, che una logomachia belante in cui ogniparola, ricordando il sacrificio di un antico padrone, chiama alsacrificio non meno mitico di un padrone nuovo (un padrone disinistra, un potere che fuciler i lavoratori in nome del proletariato).Legato alla nozione di sacrificio, ci che definisce lumanesimo

    appartiene alla paura dei padroni e alla paura degli schiavi, non che

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    solidariet di unumanit fifona. Ma non importa quale parola prendail valore di unarma quando serve a scandire lazione di chiunque

    rifiuti qualsiasi potere gerarchizzato, Lautramont e gli anarchiciillegalisti lavevano gi capito, i dadaisti anche.Il padrone diventa dunque proprietario nel momento in cui rimette lapropriet degli esseri e delle cose nelle mani di Dio, o di unatrascendenza universale, la cui onnipotenza ricade su di lui come unagrazia che santifica i suoi pi piccoli gesti; contestare il proprietariocos consacrato, significa prendersela cn Dio, con la natura, con lapatria, con il popolo. Escludersi, insomma, dal mondo fisico espirituale. Per cui sono sature di violenza le parole di MarcelHavrenne che scriveva con tanta noncuranza non si tratta digovernare e ancora meno di essere; non vi n salvezza ndannazione, non vi posto nella comprensione universale delle cose,n presso Satana, il grande recuperatore di credenti, n nel mito,qualunque esso sia, poich egli linutilit vivente. Costoro sono natiper una vita che resta da inventare; nella misura in cui hanno vissuto, su questa speranza che hanno finito per uccidersi.Sulla singolarizzazione nella trascendenza, due corollari:

    a)

    se ontologia implica trascendenza, chiaro che ogni ontologiagiustifica a priori lesistenza del padrone e il poteregerarchizzato in cui il padrone si riflette in immagini degradatepi o meno fedeli;

    b) alla distinzione tra lavoro manuale e lavoro intellettuale, trateoria e pratica, si aggiunge in sovrimpressione la distinzione trail lavoro sacrificio reale e la sua organizzazione sotto laforma del suo sacrificio apparente.

    Sarebbe abbastanza affascinante spiegare il fascismo fra le altreragioni come un atto di fede, lautodaf di una borghesiaossessionata dallassassinio di Dio e dalla distruzione del grandespettacolo sacro e che si vota al diavolo, a una mistica invertita, unamistica nera con i suoi riti e i suoi olocausti. Mistica e gran capitale.Ricordiamo anche che il potere gerarchizzato non si concepiscesenza trascendenze, senza ideologie, senza miti. Il mito dellademistificazione daltra parte pronto a prendere le consegne, basta

    omettere, molto filosoficamente, di demistificare con le azioni. Dopo

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    di che, ogni demistificazione, opportunamente sterilizzata, diventaindolore, eutanasiaca, umanitaria insomma. Sar il movimento di

    demistificazione, che finir per demistificare i demistificatori.

    (Il seguito al prossimo numero)

    Che cosa avverr della totalit, inerente alla societ unitaria,

    alle prese con la demolizione borghese di questa unit? Una ricostituzione apparente dellunit riuscir a ingannare il

    lavoratore alienato nel consumo? Ma quale potrebbe essere lavvenire della totalit in una societparcellare?

    Quale superamento inatteso di questa societ, e di tutta la sua

    organizzazione dellapparenza ,ci porter a un felice epilogo? E ci che dovreste sapere, e che verr esposto nella seconda

    parte di questo studio!

    Parte secondatratto da Internazionale Situazionista n. 8, gennaio 1963

    Riassunto dei capitoli precedenti

    Il Welfare Stateci impone oggi, sotto forma di tecniche di comfort(frullatore, conserve, Sarcelles e Mozart per tutti), gli elementi di unasopravvivenza al cui mantenimento la maggior parte degli uomini

    non ha cessato e non cessa di consacrare tutta la propria energia,proibendosi, per ci stesso, di vivere.

    Ora, lorganizzazione che suddivide lassetto materiale della nostravita quotidiana tale che ci che, in s, dovrebbe permetterla dicostruirla riccamente, ci immerge in un lusso di povert e rendelalienazione tanto pi insopportabile quanto pi ogni elemento dicomfort ci piomba addosso con laria di una liberazione e il peso di

    una servit. Eccoci condannati alla schiavit del lavoro liberatore.

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    Per comprendere tale problema, importante situarlo nellambito del

    potere gerarchico, che levidenza del giorno e della notte. Ma forsenon basta dire che il potere gerarchizzato protegge lumanit damillenni come lalcol protegge il feto impedendogli di putrefarsi o dicrescere. Bisogna ancora precisare che il potere gerarchizzatorappresenta lo stadio pi elevato dell'appropriazione privata, storicamente il suo alfa e omega. Quanto allappropriazione privata,si pu definirla come lappropriazione delle cose mediantelappropriazione degli esseri, mentre la lotta contro lalienazionenaturale genera lalienazione sociale.

    Lappropriazione privata implica unorganizzazione dellapparenza,in cui siano dissimulate le contraddizioni radicali : occorre che i servisi riconoscano come riflessi degradati del padrone, rafforzando cos,al di l dello specchio di una illusoria libert, quel che accresce laloro sottomissione e la loro passivit. Occorre che il padrone siidentifichi col servitore mitico e perfetto di un dio o di unatrascendenza che non altro che la rappresentazione sacra ed astratta

    della totalitdegli esseri e delle cose su cui egli esercita un poteretanto pi reale e tanto meno contestato quanto pi si accreditauniversalmente la virt della rinuncia ad esso. Al sacrificiodellesecutore risponde il sacrificio mitico del dirigente, luno si neganellaltro, lo strano diventa familiare e viceversa, ognuno si realizzain senso inverso.Dalla comune alienazione nasce larmonia, unarmonia negativa dicui la nozione di sacrificio lunit fondamentale. Ci che mantiene

    larmonia oggettiva (e pervertita), il mito, e questo stato usato perdesignare lorganizzazione dellapparenza nelle societ unitarie, cionelle societ in cui il potere schiavistico, tribale e feudale halesperienza ufficiale di unautorit e in cui il sacro permette alpotere di occupare la totalit.

    Ora, larmonia fondata inizialmente sul donodi s ingloba una forma di rapporto che si svilupper, diverr autonoma e

    la distrugger. Questo rapporto si poggia sullo scambio parcellare

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    (merce, denaro, prodotto, forza lavoro), lo scambio di una partedi s che fonda la nozione di libert borghese. Esso nasce man mano

    che il commercio e la tecnica diventano preponderanti allinternodelle economie di tipo agrario.

    Con la presa del potere da parte della borghesia, lunit del poterescompare. Lappropriazione privata sacra si laicizza nei meccanismicapitalistici. Liberata dal sequestro ad opera del potere, la totalit ridiventata concreta, immediata. Lepoca parcellare non che unsuccedersi di sforzi per riconquistare ununit inaccessibile,risuscitare un surrogato di sacro per porvi al riparo il potere.

    Un momento rivoluzionario quando trova la sua rappresentazione immediata. Tutto il restodel tempo, il potere gerarchizzato, sempre pi lontano dal suoapparato magico e mistico, si adopera a far dimenticare che la totalit(che non era altro che la realt!) lo denuncia come impostore.

    14.Attaccando frontalmente lorganizzazione mitica dellapparenza, lerivoluzioni borghesi andavano a colpire, loro malgrado, il puntonevralgico, non soltanto del potere unitario, ma soprattutto del poteregerarchizzato sotto qualunque forma. Tale errore inevitabile riuscira spiegare il complesso di colpa che uno dei tratti dominanti dellospirito borghese? Quel che fuor di dubbio, che si tratta veramente

    di un errore inevitabile.Errore, intanto, perch una volta spezzata lopacit menzognera chedissimula la propriet privata, il mito esplode e lascia un vuoto chesolo la libert delirante e la grande poesia vengono a riempire. Certo,la poesia orgiastica fino ad oggi non riuscita ad abbattere il potere.Non vi riuscita per ragioni facilmente spiegabili, e i suoi segniambigui denunciano i colpi che essa ha inferto intanto checicatrizzano le piaghe. E tuttavia lasciamo gli storici e gli esteti alle

    collezioni basta grattare la crosta del ricordo perch le grida, le

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    parole, i gesti antichi facciano nuovamente sanguinare il potere intutta la sua estensione. Tutta lorganizzazione della sopravvivenza

    dei ricordi non impedir alloblio di cancellarli man mano che,divenuti vivi, cominceranno a dissolversi; nello stesso modo in cui lanostra sopravvivenza si dissolver nella costruzione della nostra vitaquotidiana.Processo inevitabile : come ha mostrato Marx, lapparizione delvalore di scambio e la sua sostituzione simbolica da parte del denaroaprono una crisi latente e profonda in seno al mondo unitario. Lamerce introduce nelle relazioni un carattere universale (un bigliettoda 1000 franchi rappresenta tutto ci che si pu comprare con quellasomma) e un carattere ugualitario (vi scambio di cose uguali).Questa universalit egualitariasfugge in parte allo sfruttatore comeallo sfruttato, ma luno e laltro vi si riconoscono. Si ritrovano facciaa faccia, a confronto non pi nel mistero della nascita edellascendenza divina, come nel caso della nobilt, ma in unatrascendenza intelligibile, che il Logos, insieme di leggicomprensibili per tutti, anche se una simile comprensione restamisteriosa. Un mistero che ha i suoi iniziati, i sacerdoti che si

    sforzano di mantenere il Logos nel limbo della mistica divina, percedere ben presto ai filosofi, successivamente ai tecnici, il posto, senon anche la dignit della loro sacra missione. Dalla Repubblicaplatonica allo Stato Cibernetico.Cos sotto la pressione del valore di scambio e della tecnica (chepotremmo definire come una mediazione a portata di mano) il mitosi laicizza lentamente. Tuttavia vanno notati due fatti:a) il Logos che si libera dallunit mistica si afferma

    contemporaneamente in essa e contro di essa. Alle strutturecomportamentali magiche e analogiche vanno a sovraimprimersistrutture comportamentali razionali e logiche che le negano e leconservano (matematica, poetica, economia, estetica, psicologia ecc.)b) ogniqualvolta il Logos, ad organizzazione dellapparenzaintelligibile, guadagna in autonomia, esso tende a staccarsi dal sacroe a parcellizzarsi. Di modo tale che presenta un doppio pericolo per ilpotere unitario. Si sa gi che il sacro esprime la confisca della totalit

    da parte del potere, e che chiunque voglia accedere alla totalit deve

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    passare per lintermediazione del potere. Linterdetto che colpisce imistici, gli alchimisti, gli gnostici lo prova a sufficienza. Questo

    spiega anche perch il potere attualeproteggagli specialisti nei qualiriconosce confusamente i missionari di un Logos risacralizzato,senza concedere loro piena fiducia. Storicamente esistono dei segniche testimoniano degli sforzi compiuti per fondare nel potere unitariomistico un potere rivale che rivendichi la propria unit del Logos :tali appaiono il sincretismo cristiano, che rende Dio spiegabilepsicologicamente, il movimento del rinascimento, la Riforma elAufkIarung.Sforzandosi di mantenere lunit del Logos, tutti i signori avevanocoscienza del fatto che soltanto lunit rendeva il potere stabile. Seguardiamo pi da vicino, i loro sforzi non sono stati cos vani comesembra mostrare la parcellizzazione del Logos nel XIX e nel XXsecolo. Nel movimento generale di atomizzazione, il Logos si sgretolato in tecniche specializzate (fisica, biologia, sociologia,papirologia e risparmio il seguito); ma il ritorno alla totalit siimpone simultaneamente con maggior forza. Non lo si dimentichi,basterebbe un potere tecnocraticamente onnipotente perch sia messa

    in opera la pianificazione della totalit, perch il Logos succeda almito come requisizione della totalit da parte del potere unitariofuturo (cibernetico). In una simile prospettiva, il sogno degliEnciclopedisti (progresso indefinito rigorosamente razionalizzato)avrebbe avuto soltanto una dilazione di due secoli prima direalizzarsi. In questo senso gli stalino cibernetici preparanolavvenire. In una tale prospettiva bisogna comprendere che lacoesistenza pacifica limita lunit totalitaria. E tempo che ognuno

    prenda coscienza che si cominciato a resistervi.

    15.Il campo di battaglia conosciuto. Si tratta di preparare la lotta primache sia dovutamente benedetto il coito politico del patafisico,provvisto della sua totalit senza tecnica, e del cibernetico con la suatecnica senza totalit.Dal punto di vista del potere gerarchizzato, desacralizzare il mito non

    era ammissibile se non risacralizzando il Logos, o almeno i suoi

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    elementi desacralizzanti. Prendersela col sacro, era al tempo stesso conosciamo la musica liberare la totalit, dunque distruggere il

    potere. Ora, il potere della borghesia, sbriciolato, povero, contestatosenza tregua, conserva un equilibrio relativo appoggiandosi su questaambiguit: la tecnica, che desacralizza oggettivamente, apparesoggettivamente come uno strumento di liberazione. Non unaliberazione reale, quale solo la desacralizzazione, vale a dire la finedello spettacolo, consentirebbe, bens una caricatura, un surrogato,unallucinazione provocata. Ci che la visione unitaria del mondorigettava nellaldil (limmagine dellelevazione), il potere parcellarelo inscrive in un futuro maggior benessere (limmagine del progetto),del sol dellavvenire che sorge sul letamaio del presente, e che non altro che il presente moltiplicato per il numero dei gadget daprodurre. Dallo slogan Vivete in Dio, siamo passati alla formulaumanistica sopravvivete alla vecchiaia, che suona vivete giovani,vivete a lungo.Il mito desacralizzato e parcellizzato perde la sua superbia e la suaspiritualit. Diventa una forma povera, che conserva le sue vecchiecaratteristiche, ma le rivela in modo concreto, brutale, tangibile. Dio

    ha cessato di essere regista e, in attesa che il Logos prenda il suoposto con le armi della tecnica e della scienza, i fantasmidellalienazione si materializzano e seminano il disordine. Stiamoattenti: si tratta dei prodromi di un ordine futuro. Fin da ora, tocca anoi giocare se vogliamo evitare che lavvenire sia posto sotto ilsegno della sopravvivenza, o anche che la sopravvivenza, divenutaimpossibile, sparisca radicalmente (lipotesi di un suicidiodellumanit). E sparisca con lei, evidentemente, tutta lesperienza di

    costruzione della vita quotidiana. Gli obbiettivi di una lotta per lacostruzione della vita quotidiana sono i punti nevralgici di ognipotere gerarchizzato. Costruire luna distruggere laltro. Presi nelvortice della desacralizzazione e della risacralizzazione, gli elementicontro i quali ci definiamo prioritariamente restano: lorganizzazionedellapparenza in spettacolo quale ognuno si nega; la separazioneche fonda la vita privata, poich essa il luogo in cui la separazioneoggettiva fra coloro che possiedono e coloro che sono spossessati,

    vissuta e ripercossa su tutti i piani; e il sacrificio. I tre elementi sono

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    solidali, questo va da s, come daltronde i loro antagonisti:partecipazione, unificazione, realizzazione. Lo stesso vale per il loro

    contesto: non totalit (modo deficitario, ovvero totalit sottocontrollo) e totalit.

    16.I rapporti umani, un tempo dissolti nella trascendenza divina (in altritermini: la totalit ammantata di sacro), si sono decantati solidificatida quando il sacro ha finito di agire come catalizzatore. La loromaterialit si rivelata e, mentre le leggi capricciose delleconomiaprendevano il posto della Provvidenza, sotto il potere degli deitraspariva il potere degli uomini. Al ruolo allora mitico giocato daciascuno sotto i riflettori divini corrisponde oggi una moltitudine diruoli, le cui maschere, per essere dei visi umani, nondimenocontinuano ad esigere dallattore come dalla comparsa che neghila sua vita reale, secondo la dialettica del sacrificio mitico e delsacrificio reale. Lo spettacolo non altro che il mito desacralizzato eparcellizzato. Esso costituisce il guscio corazzato di un potere(definibile anche come mediazione essenziale) che diventa

    vulnerabile ad ogni colpo dal momento in cui non riesce pi adissimulare, nella cacofonia in cui tutte le grida si soffocano e siarmonizzano a vicenda, la sua natura di appropriazione privata.Come linfelicit che distribuisce a tutti in dose pi o meno forte.Nel quadro di un potere parcellare roso dalla desacralizzazione, isuoi ruoli si impoveriscono, come lo spettacolo segna unimpoverimento rispetto al mito. essi tradiscono la meccanicit elartificio tanto pesantemente che il potere, per far fronte alla

    denuncia popolare dello spettacolo, non ha altra risorsa che quella diprendere liniziativa di questa denuncia in modo ancora pi pesante,cambiando attori come ministeri, ed organizzando pogromdi registiputativi o prefabbricati (agenti di Mosca, di Wall Street, dellagiudeocrazia, delle duecento famiglie). Ci significa anche che ogniattore o comparsa della vita ha fatto posto suo malgrado allistrione,che lo stile scomparso, cancellato dalla maniera.Il mito, in quanto totalit immobile, inglobava il movimento

    (esempio del pellegrinaggio, che avventura e compimento

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    nellimmobilit). Da una parte, lo spettacolo coglie la totalit soloriducendola a un frammento e a un susseguirsi di frammenti (le

    Weltanschaung psicologica, sociologica, biologica, filologica,mitologica); dallaltra, si situa alla confluenza del movimento didesacralizzazione e dei tentativi di risacralizzazione. Cos esso nonriesce a imporre limmobilit che allinterno del movimento reale,del movimento che lo cambia malgrado la sua resistenza. Nellepocaparcellare, lorganizzazione dellapparenza fa del movimento unasuccessione lineare di istanti immobili (questa progressione acremagliera si trova perfettamente illustrata dal diamat staliniano).Nel quadro di ci che abbiamo chiamato la colonizzazione della vitaquotidiana, non esistono altri cambiamenti che quelli di ruoliframmentari. Si successivamente e secondo convenienze pi omeno imperative cittadino, padre di famiglia, partner amoroso,politico, specialista, uomo del mestiere, produttore, consumatore. Etuttavia, quale governante non si sente governato? A tutti si applicaladagio: fottitore qualche volta, fottuto sempre!Lepoca parcellare almeno non avr consentito alcun dubbio suquesto punto: la vita quotidiana ad essere il campo di battaglia in

    cui si svolge la lotta tra la totalit e il potere, che impegna tutta la suaenergia per controllarla.Ci che noi rivendichiamo, esigendo il potere della vita quotidianacontro il potere gerarchizzato, tutto. Noi ci situiamo nel conflittogeneralizzato che va dalla lite domestica alla guerra rivoluzionaria, eabbiamo scommesso sulla volont di vivere. Ci significa chedobbiamo sopravvivere come antisopravviventi. Noi ci interessiamofondamentalmente ai momenti in cui la vita zampilla attraverso la

    glaciazione della sopravvivenza (che questi momenti siano privi dicoscienza o teorizzati, storici come la rivoluzione o personali).Ma, occorre arrendersi allevidenza, noi siamo anche impediti diseguire liberamente il corso di questi momenti (eccettuato ilmomento della rivoluzione stessa), sia da parte della repressionegenerale del potere, che da parte della necessit della nostra lotta,della nostra tattica eccetera. importante parimenti trovare il mezzodi compensare questa percentuale di errore supplementare,

    nellampliamento di questi momenti e nella messa in evidenza della

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    loro portata qualitativa. Ci che impedisce che quanto diciamo sullacostruzione della vita quotidiana sia ricuperato dalla cultura e dalla

    sottocultura (es.: Arguments, i pensatori che si danno da fare con leloro domande e con le loro ferie pagate), precisamente il fatto cheognuna delle idee situazioniste il prolungamento fedele dei gestiabbozzati in ogni istante e da migliaia di persone per evitare che unagiornata sia costituita da ventiquattrore di vita sciupata. Siamounavanguardia? Se s, essere davanguardia vuol dire camminare alpasso con la realt.

    17.Noi non pretendiamo di avere il monopolio dellintelligenza maquello del suo impiego. La nostra posizione strategica, siamo alcentro di ogni conflitto, quale esso sia. Il qualitativo la nostra forzadurto. Se qualcuno getta questa rivista nel cesso perch gli fa schifo,fa un gesto molto pi ricco che se la leggesse, la comprendesse amet e ci domandasse una dissertazione amplificativa grazie a cuipotesse provare a se stesso di essere un uomo intelligente e colto,vale a dire un imbecille. Bisogner ben capire, presto o tardi, che le

    parole e le frasi che usiamo sono ancora in ritardo sulla realt; in altritermini, che il carattere distorto e maldestro del nostro modo diesprimerci (ci che un uomo di gusto chiama, non senza verit, unterrorismo ermetico piuttosto agghiacciante) dipende dal fatto che,anche a questo proposito, noi siamo al centro, alla frontiera confusain cui si svolge il combattimento piuttosto complesso del linguaggiosequestrato dal potere (condizionamento) e del linguaggio liberato(poesia). A colui che ci segue con un passo di ritardo, preferiamo chi

    ci rigetta con impazienza, perch il nostro linguaggio non ancoralautentica poesia, cio la costruzione libera della vita quotidiana.Tutto ci relativo al pensiero relativo allo spettacolo. La maggiorparte degli uomini vive nel terrore, opportunamente coltivato dalpotere, di un risveglio a se stessi. Il condizionamento, che la poesiaspeciale del potere, spinge cos lontano la sua influenza (ha tuttolequipaggiamento materiale in mano sua: stampa, TV, stereotipi,magia, tradizione, economia, tecnica, ci che noi chiamiamo

    linguaggio sequestrato) che arriva quasi a dissolvere ci che Marx

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    chiamava settore non dominato, per sostituirlo con un altro (vederepi avanti il ritratto - robot del sopravvivente). Ma il vissuto non si

    lascia ridurre cos facilmente a una successione di figurazioni vuote.La resistenza allorganizzazione esteriore della vita, cioallorganizzazione della vita come sopravvivenza, contiene pipoesia di tutto quanto, versi e prosa, sia mai stato pubblicato, e ilpoeta, nel senso letterario del termine, colui che lo ha almenocompreso o provato. Ma su questa poesia incombe una pesanteminaccia.Certo nellaccezione situazionista, questa poesia irriducibile eirrecuperabile dal potere (giacch un gesto quando viene recuperatodal potere, diventa subito stereotipo, condizionamento, linguaggiodel potere). Non impedisce che essa si trovi accerchiata dal potere. per mezzo dellisolamento che il potere accerchia e contienelirriducibile; e tuttavia lisolamento invivibile. una tenaglia: dauna parte la minaccia di disintegrazione (follia, malattia, caduta,clochardizzazione, suicidio), dallaltra, le terapie telecomandate;quelle permettono la morte, queste permettono la sopravvivenzanuda e cruda (comunicazione vuota, coesione familiare o amicale,

    psicoanalisi al servizio dellalienazione, cure mediche, ergoterapia).LIS dovr definirsi, presto o tardi, come terapia: noi siamo pronti aproteggere la poesia fatta da tutti contro la falsa poesia proposta dalsolo potere (condizionamento). importante che lo capiscano anchemedici e psicoanalisti, sotto pena di subire un giorno, con gliarchitetti ed altri apostoli della sopravvivenza, le conseguenze deiloro atti.18.

    Gli antagonismi non possono evolversi se non rimanendo prigionieridelle vecchie forme non superate (per esempio, larte anticulturalenello spettacolo culturale). Ogni opposizione radicale non vittoriosao parzialmente vittoriosa che la stessa cosa poco a poco siriduce a opposizione, riformista. Le opposizioni parcellari sono comei denti degli ingranaggi: ingranano e fanno girare la macchina dellospettacolo, del potere.Il mito conservava tutti gli antagonismi nellarchetipo del

    manichesimo. Dove trovare larchetipo in una societ parcellare? In

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    verit, il ricordo degli antichi antagonismi, colti nella loro formachiaramente svalorizzata e non aggressiva, appare oggi come

    lultimo sforzo di coerenza nellorganizzazione dellapparenza, a talpunto lo spettacolo divenuto spettacolo della confusione e delleequivalenze. Noi siamo pronti a cancellare ogni traccia di questiricordi, raccogliendo in una prossima lotta radicale tutta lenergiacontenuta negli antichi antagonismi. Da tutte le sorgenti che il potereha murato pu sgorgare un fiume che modificher il rilievo delmondo.Caricatura degli antagonismi, il potere preme su ciascuno affinchsia pro o contro Brigitte Bardot, le noveau roman, le 4 cavalli Citro,gli spaghetti, il mescal, le minigonne, lOnu, le antiche forme umane,la nazionalizzazione, la guerra termonucleare e lautostop. A tutti sichiede il loro parere su tutti i dettagli, per meglio impedir loro diaverne uno sulla totalit. La manovra, per quanto pesante, riuscirebbese i commessi viaggiatori che hanno lincarico di presentarla di portain porta non si avvedessero anche loro della propria alienazione.Alla passivit imposta alle masse spossessate, si aggiunge lapassivit crescente dei dirigenti e degli attori sottomessi alle leggi

    astratte del mercato e dello spettacolo, partecipi di un potere sempremeno effettivo sul mondo. Gi si manifestano i segni di unaribellione fra gli attori, vedettes che cercano di sfuggire allapubblicit o dirigenti che criticano il loro stesso potere, B. B. o FidelCastro. Gli strumenti del potere si logorano, bisogna fare i conti conloro nella misura in cui, da strumenti che erano, rivendicano il lorostatuto di esseri liberi.

    19.Nel momento in cui la rivolta degli schiavi minacciava disconvolgere la struttura del potere, e di svelare ci che univa letrascendenze al meccanismo di appropriazione privata, si trovatopronto il Cristianesimo per sviluppare un riformismo in grande stilela cui rivendicazione democratica centrale costituiva nel fareaccedere gli schiavi, non alla realt di una vita umana cosa chesarebbe stata impossibile senza denunciare lappropriazione nel suo

    movimento di esclusione ma piuttosto allirrealt di unesistenza la

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    cui sorgente di felicit mitica (limitazione di Ges Cristo comeprezzo dellaldil). Che cosa c di cambiato? Lattesa dellaldil

    diventata lattesa del sol dellavvenire; il sacrificio della vita reale, eimmediata, il prezzo pagato per comprare la libert illusoria di unavita apparente. Lo spettacolo il luogo in cui il lavoro forzato sitrasforma in volontario sacrificio. Niente di pi sospetto dellaformula a ciascuno secondo il suo lavoro in un mondo in cui illavoro il ricatto della sopravvivenza; senza parlare della formula aciascuno secondo i suoi bisogni, in un mondo in cui i bisogni sonodeterminati dal potere. Rientra nel progetto riformista ognicostruzione che intenda definirsi in modo autonomo, e dunqueparziale, e che non tenga conto del fatto di venire in realt definitadalla negativit in cui tutto in sospensione. Essa pretende dipoggiare sulle sabbie mobili come se si trattasse di una pista dicemento. Tenere in dispregio e misconoscere il contesto fissato dalpotere gerarchizzato porta solo a rafforzare quel contesto. Per contro,i gesti spontanei che vediamo apparire in ogni dove, contro il poteree il suo spettacolo, devono essere posti sullavviso di tutti gli ostacolie devono trovare una tattica che tenga conto della forza

    dellavversario e dei suoi mezzi di ricupero. Questa tattica che noi ciapprestiamo a divulgare il dtournement.

    20.

    Il sacrificio inconcepibile senza ricompensa. In cambio del lororeale sacrificio, i lavoratori ricevono gli strumenti della loroliberazione (comfort, gadget) ma si tratta di una liberazionepuramente fittizia perch il poter detiene le modalit duso di tutto

    lequipaggiamento materiale, perch il potere utilizza ai propri finisia gli strumenti sia coloro che li usano. Le rivoluzioni cristiana eborghese hanno democratizzato il sacrificio mitico o sacrificio del

    padrone. Oggi sono legione gli iniziati che raccolgono delle bricioledel potere mettendo al servizio di tutti la totalit del loro sapereparziale. Non li si chiama pi iniziati, non li si chiama ancorasacerdoti del Logos, ma specialisti e basta.Al livello dello spettacolo il loro potere incontestabile; il candidato

    a Lascia o Raddoppia e limpiegato alle P & T che spiegano

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    minuziosamente per tutto il giorno le raffinatezze della propria 2Cavalli Citron, si identificano luno e laltro allo specialista, ed

    noto quanto i capi della produzione traggano profitto da taliidentificazioni per addomesticare gli operai. La vera missione deitecnocrati, consisterebbe soprattutto nellunificare il Logos se, peruna delle contraddizioni del potere parcellare, essi non rimanesseroemarginati in un ridicolo isolamento. Alienati come sono dallereciproche interferenze, essi conoscono tutto di una particella, malinsieme sfugge loro. Il tecnico atomico, lo stratega, lo specialistapolitico ecc., quale controllo possono esercitare su un'arma nucleare?Quale controllo assoluto pu sperare di imporre il potere a tutti igesti che vengono abbozzati contro di lui? Sono cos tanti gli attoriche compaiono sulla scena che il caos le fa da padrone. Lordineregna ma non governa. Nella misura in cui lo specialista partecipaallelaborazione degli strumenti che condizionano e trasformano ilmondo, egli innesca la rivolta dei privilegiati. Fino ad nora unasimile rivolta si chiamata fascismo. essenzialmente una rivolta daoperetta Nietzsche non aveva forse visto in Wagner unprecursore?- in cui gli attori, che per lungo tempo sono stati tenuti in

    disparte o che si ritengono sempre meno liberi, rivendicano duntratto i ruoli principali. Clinicamente parlando, il fascismo listeriadel mondo spettacolare, spinto al parossismo. in tale parossismoche lo spettacolo assicura momentaneamente la sua unit mentresvela, contemporaneamente, la sua inumanit radicale. Attraverso ilfascismo e lo stalinismo, che costituiscono le sue crisi romantiche, lospettacolo rivela la sua vera natura: esso una malattia.Noi siamo intossicati dallo spettacolo. Ora, tutti gli elementi che

    portano a una cura disintossicante (traduci: a costruire noi stessi, lanostra vita quotidiana) sono nelle mani degli specialisti. Costoro ciinteressano dunque tutti al pi alto grado, e tuttavia a differenti titoli.Cos, ci sono dei casi disperati: non cercheremo di mostrare aglispecialisti del potere, ai dirigenti, lestensione del loro delirio. Percontro, siamo pronti a prendere in considerazione il rancore deglispecialisti prigionieri in un ruolo angusto, ridicolo o infamante. Siammetter, nondimeno, che la nostra indulgenza non senza limiti.

    Se, malgrado i nostri sforzi, essi si ostinano a fabbricare il

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    condizionamento che colonizza la loro stessa vita quotidiana, amettere la loro cattiva coscienza e la loro amarezza al servizio del

    potere, se preferiscono alla vera realizzazione una rappresentazioneillusoria nella gerarchia, se brandiscono con ostentazione la lorospecialit (la loro pittura, i loro romanzi, le loro equazioni, la lorosociometria, la loro psicoanalisi, le loro conoscenze balistiche),infine se, sapendo bene e fra poco si avr che non lo ignoreranno

    pi che soltanto lIS e il potere possiedono le modalit duso dellaloro specializzazione, scelgono lo stesso di servire il potere, poich ilpotere, forte della loro inerzia, li ha, fino ad oggi, scelti per servirlo,allora che crepino! Non si potrebbero mostrare pi generosi. Possanocapirlo e possano comprendere sopra ogni altra cosa che, oramai, larivolta degli attori non dirigenti legata alla rivolta contro lospettacolo (si veda lIS e il potere).

    21.Lanatema generalizzato scagliato contro il lumpenproletariatdipende dalluso che di questi faceva la borghesia, alla quale essoforniva, oltre che un regolatore per il potere, le forze dubbie

    dellordine: poliziotti, spie, scagnozzi, artisti Tuttavia, la criticadella societ del lavoro vi latente a un grado di radicalismonotevole. Il disprezzo che vi si professa per i servi e i padronicontiene una critica valida del lavoro come alienazione, critica chenon stata presa in considerazione fino ad oggi perch illumpenproletariat era il luogo dellambiguit , ma anche perch lalotta contro lalienazione naturale, e la produzione del benessere,apparivano ancora nel XIX e allinizio del XX secolo come dei

    pretesti validi. Una volta resosi conto che labbondanza dei beni diconsumo non era che laltra faccia dellalienazione nella produzione,il lumpenproletariat acquista una dimensione nuova; libera il suodisprezzo del lavoro organizzato che prende poco a poco, nellet delWelfare State, il peso di una rivendicazione che solo i dirigentirifiutano ancora di ammettere. Malgrado i tentativi di recupero di cuilo sommerge il potere, ogni esperimento effettuato sulla vitaquotidiana, vale a dire per costruirla (pratica illegale a partire dal

    momento della distruzione del potere feudale, in cui essa era stata

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    limitata e riservata ad alcuni), si concretizza attualmente attraverso lacritica del lavoro alienante e il rifiuto di sottomettersi al lavoro

    forzato. Tanto che il nuovo proletariato tende a definirsinegativamente come un Fronte contro il lavoro forzatonel quale sitrovano uniti tutti coloro che resistono al ricupero da parte del potere. qui ci che definisce il nostro campo di azione, il luogo dove noigiuochiamo lastuzia della storia contro lastuzia del potere, il ringdove noi scommettiamo sul lavoratore (metallurgico o artista)checosciente o meno rifiuta il lavoro e la vita organizzati, e contro coluiche cosciente o meno, accetta di lavorare agli ordini del potere. Inquesta prospettiva, non arbitrario prevedere un periodo transitorioin cui lautomazione e la volont del nuovo proletariatoabbandoneranno il lavoro in mano ai soli specialisti, riducendomanager e burocrati al rango di schiavi momentanei. Inunautomazione generalizzata, gli operai invece di sorvegliare lemacchine potrebbero circondare con la loro sollecitudine glispecialisti cibernetici ridotti al semplice ruolo di accrescere unaproduzione che avr cessato di essere il settore prioritario perobbedire, con un rovesciamento di forza e di prospettiva, al primato

    della vita sulla sopravvivenza.

    22.Il potere unitario si sforzava di dissolvere lesistenza individuale inuna coscienza collettiva, in modo che ogni unit sociale si definissesoggettivamente come una particella di peso ben determinato insospensione in un liquido oleoso. Occorreva che ciascuno si sentisseimmerso in questa evidenza: che solo la mano di Dio, scuotendo il

    recipiente, usasse di ogni cosa per i suoi disegni che, andandonaturalmente oltre la comprensione di ogni essere umano, siimponevano come emanazione di una volont suprema e davanosenso al minimo cambiamento. (Ogni scossa daltra parte era solouna via ascendente discendente verso larmonia: i Quattro Regni, laRuota della Fortuna, la prova inviata dagli dei). Si pu parlare di unacoscienza collettiva nel senso che essa contemporaneamente perogni individuo e per tutti: del mito e coscienza dellesistenza

    particolare nel mito. La forza dellillusione tale che la vita

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    autenticamente vissuta attinge il proprio significato da ci che essanon ; da qui quella condanna clericale della vita, ridotta alla pura

    contingenza, alla materialit sordida, alla vana apparenza e al pibasso livello di una trascendenza che si degrada man mano chesfugge allorganizzazione mitica.Dio si faceva garante dello spazio e del tempo, le cui coordinatedefinivano una societ unitaria. Egli era il punto di riferimentocomune a tutti gli uomini; in cui lo spazio e il tempo si riunivano,come gli esseri umani si univano al loro destino. Nellera parcellare,luomo resta frammentato tra uno spazio e un tempo che nessunatrascendenza viene a unificare attraverso la mediazione di un poterecentralizzato. Viviamo in uno spazio tempo dissociato, privato diogni punto di riferimento e di ogni coordinata, come se nondovessimo mai entrare in contatto con noi stessi, bench tutto ciinviti a farlo.C un luogo in cui si agisce e un tempo in cui ci si diverte. Lospazio della vita quotidiana, in cui ci si realizza realmente, tuttoaccerchiato da condizionamenti. Lo spazio angusto della nostrarealizzazione effettiva ci definisce, e tuttavia noi ci definiamo nel

    tempo dello spettacolo. O ancora la nostra coscienza non picoscienza del mito e dellessere particolare nel mito macoscienza dello spettacolo e coscienza del ruolo particolare nello spettacolo (ho segnalato pi sopra i legami di ogni ontologia conun potere unitario, e qui potremmo ricordare che la crisidellontologia appare con tendenza parcellare). O, per esprimerlo inaltri termini ancora: nella relazione spazio tempo, in cui si situanoogni essere e ogni cosa, il tempo divenuto limmaginario (il campo

    delle identificazioni); lo spazio ci definisce, sebbene noi definiamonellimmaginario e sebbene limmaginario ci definisca in quantosoggettivit.La nostra libert quella di una temporalit astratta in cui noi siamonominatinel linguaggiodel potere (questi nomi, sono i ruoli che cisono assegnati): una scelta che ci viene lasciata di trovarci deisinonimiufficialmente riconosciuti come tali. Al contrario, lo spaziodella nostra realizzazione autentica (lo spazio della nostra vita

    quotidiana) sotto il dominio del silenzio. Non vi nome per

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    nominare lo spazio del vissuto, se non nella poesia, nel linguaggioche si libera dal dominio del potere.

    23.Desacralizzando e parcellizzando il mito, la borghesia ha messo intesta alle sue rivendicazioni lindipendenza della coscienza (vedi lerivendicazioni di libert di pensiero, libert di stampa, libert diricerca, il rifiuto dei dogmi). La coscienza cessa dunque di esserepi o meno la coscienza - riflesso del mito. Essa diviene coscienzadei ruoli successivi interpretati nello spettacolo. Lesigenza che laborghesia ha posto sopra ogni cosa la libert degli attori e dellecomparse allinterno di uno spettacolo organizzato, non pi da Dio,dai suoi sbirri e suoi preti, ma dalle leggi naturali ed economiche,leggi capricciose e inesorabili al cui servizio troviamo ancora unavolta poliziotti e specialisti.Dio stato strappato come una benda inutile e la piaga rimastaaperta. Certo, la benda impediva alla piaga di cicatrizzarsi, magiustificava la sofferenza, le dava un senso che valeva ben qualchedose di morfina. Ora la sofferenza non si giustifica pi e la morfina

    costa cara. La separazione divenuta tangibile. Chiunque pumetterci il dito e, in fatto di rimedi, tutto quel che la societcibernetica capace di proporci di diventare spettatori dellacancrena e della putrefazione, spettatori della sopravvivenza.Il dramma della coscienza di cui parla Hegel piuttosto la coscienzadel dramma. Il Romanticismo risuona come il grido dellanimastrappata dal corpo, una sofferenza tanto pi acuta quanto piciascuno si ritrova isolato ad affrontare la caduta della totalit sacra e

    di tutte le case Usher.

    24.La totalit la realt oggettiva nel cui movimento la soggettivit puinserirsi solo sotto forma di realizzazione. Tutto ci che non realizzazione della vita quotidiana rientra nello spettacolo in cui lasopravvivenza congelata (ibernazione) e smerciata in pezzi. Nonc realizzazione autentica se non nella realt oggettiva, nella totalit.

    Tutto il resto caricatura. La realizzazione oggettiva che si opera nel

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    meccanismo dello spettacolo non altro che un successo di oggettimanipolati dal potere ( la realizzazione oggettiva nella soggettivit

    degli artisti famosi, delle vedettes, dei personaggi del Whos who).Al livello dellorganizzazione dellapparenza, ogni successo comepure ogni fallimento gonfiato fino a diventare stereotipo, evolgarizzato dallinformazione come se si trattasse del solo successoo del solo fallimento possibili. Fino ad oggi, unico giudice rimastoil potere, bench il suo giudizio sia sottoposto a pressioni. I suoicriteri sono gli unici validi per coloro che accettano lo spettacolo e siaccontentano di interpretarvi un ruolo. Su quel palcoscenico non visono pi artisti, ma solo comparse.

    25.

    Lo spazio tempo della vita privata si armonizzava nello spazio tempo del mito. A quellarmonia pervertita risponde larmoniauniversale di Fourier. Dal momento in cui il mito cessa di inglobarelindividuale e il parziale in una totalit dominata dal sacro, ogniframmento si erige in totalit. Nei fatti, il frammento eretto in totalit il totalitario. Nello spazio tempo dissociato che produce la vita

    privata, il tempo, assolutizzato secondo il modulo della libertastratta, che quella dello spettacolo, consolida con la sua stessadissidenza lassoluto spaziale della vita privata, il suo isolamento, lasua angustia. Il meccanismo dello spettacolo alienante dispiega unaforza tale che la vita privata ne risulta definita come ci che privodi spettacolo, il fatto di sfuggire alle categorie spettacolari ed ai ruoli,essendo inteso come una privazione supplementare, come unmalessere da cui il potere trae pretesto per ridurre la vita quotidiana a

    gesti senza importanza (sedersi, lavarsi, aprire una porta).

    26.Lo spettacolo che impone le sue norme al vissuto ricava la propriacausa dal vissuto. Il tempo dello spettacolo vissuto sotto forma diruoli successivi, fa dello spazio del vissuto autentico il luogodellimpotenza oggettiva mentre, simultaneamente, limpotenzaoggettiva, quella che dipende dal condizionamento

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    dellappropriazione privata, fa dello spettacolo lassoluto della libertvirtuale.

    Gli elementi nati nel vissuto non trovano riconoscimento se non allivello dello spettacolo, in cui si esprimono sotto forma di stereotipi,nonostante che unespressione siffatta sia ad ogni momentocontestata e smentita nel vissuto e per il vissuto autentico. Lidentikitdei sopravviventi che Nietzsche chiamava i piccoli o degli ultimiuomini concepibile solo nella dialettica del possibile impossibile compresa come segue:a) il possibile al livello dello spettacolo (la variet dei ruoli astratti)

    rafforza limpossibile al livello del vissuto autentico;b)

    limpossibile (cio i limiti imposti al vissuto reale da partedellappropriazione privata) determina larea dei possibiliastratti.

    La sopravvivenza a due dimensioni. Contro una simile riduzione,quali sono le forze che possono mettere laccento su ci checostituisce il problema quotidiano di tutti gli esseri umani: ladialettica della sopravvivenza e della vita? O quelle forze precisesulle quali ha puntato lIS renderanno possibile il superamento di

    questi contrari e riunificheranno lo spazio e il tempo nellacostruzione della vita quotidiana, oppure vita e sopravvivenza sisclerotizzeranno in un antagonismo indebolito fino allestremaconfusione e allestrema povert.

    27.La realt vissuta parcellizzata ed etichettata spettacolarmente incategorie, siano esse biologiche, sociologiche o altre, dipendenti dal

    comunicabile ma che non comunicano mai altro che fatti svuotati delloro contenuto autenticamente vissuto. in questo che il poteregerarchizzato, che imprigiona ogni meccanismo oggettivodellappropriazione privata (ammissione esclusione, vedi paragrafo3), altres dittatura sulla soggettivit. in quanto dittatore dellasoggettivit che esso costringe, con limitate possibilit di successo,ogni soggettivit individuale a oggettivarsi, cio a diventare unoggetto che essa manipola. C qui una dialettica estremamente

    interessante, che converrebbe analizzare pi da vicino (cfr. la

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    realizzazione oggettiva nella soggettivit che quella del potere ela realizzazione oggettiva nelloggettivit che riguarda la prassi di

    costruzione della vita quotidiana e di distruzione del potere).Ora i fatti sono privati di contenuto in nome del comunicabile, innome di una universalit astratta, in nome di unarmonia pervertita incui ognuno si realizza in senso inverso. In una simile prospettiva,lIS si situa nella linea di contestazione che passa attraverso Sade,Fourier, Lewis Carrol, Lautramont, il surrealismo, il lettrismo perlo meno nelle sue correnti meno conosciute, che furono le piestreme.In un frammento eretto a totalit, ogni particella essa stessatotalitaria. Lindividualismo ha trattato la sensibilit, il desiderio, lavolont, lintelligenza, il buon gusto, il subconscio e tutte lecategorie dellio come degli assoluti. La sociologia oggi viene adarricchire le categorie psicologiche, ma la variet introdotta nei ruolinon fa che accentuare ancor pi la monotonia del riflesso diidentificazione. La libert del sopravviventesar quella di assumereil costituente astratto cui avr scelto di ridursi. Una volta scartataogni realizzazione reale, non rimane che una drammaturgia

    psicosociologica in cui linteriorit serve da eccedenza per evacuarele spoglie di cui ci si rivestiti nellesibizione quotidiana. Lasopravvivenza diventa lo stadio pi compiuto della vita organizzatasecondo il modulo del ricordo meccanicamente riprodotto.

    28.

    Fino ad oggi lapproccio alla totalit stato falsificato. Il potere siinsinua parassitariamente come una mediazione indispensabile fra gli

    uomini e la natura. Ora, solo la prassi fonda il rapporto fra gli uominie la natura. essa che spezza senza tregua lo strato di menzogna dicui il mito e i suoi succedanei tentano di esprimere la coerenza. Laprassi, anche alienata, ci che mantiene il contatto con la totalit.Nel rivelare il suo carattere frammentario, la prassi rivela nelcontempo la totalit reale (la realt), essa la totalit che si realizzaattraverso il suo contrario, il frammento.Nella prospettiva della prassi, ogni frammento totalit.

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    Nella prospettiva del potere, che aliena la prassi, ogni frammento totalitario. Questo deve bastare per silurare gli sforzi che il potere

    cibernetico si appresta a compiere per integrare la prassi in unamistica, per quanto non si debba sottovalutare la seriet di questisforzi.Tutto ci che prassi entra nel nostro progetto, ne fa parte con la suadose di alienazione, con le impurit del potere: ma noi siamo ingrado di filtrare. Noi metteremo in luce la forza e la purezza dei gestidi rifiuto come delle manovre di assoggettamento, non in una visionemanichea, ma facendo evolvere, con la nostra strategia, questabattaglia in cui ovunque, in ogni istante, gli avversari cercano ilcontatto e si scontrano senza metodo, in una notte e in unincertezzasenza rimedio.

    29.La vita quotidiana sempre stata svuotata a vantaggio della vitaapparente, ma lapparenza, nella sua coesione mitica, aveva forzasufficiente perch mai si parlasse di vita quotidiana. La povert, ilvuoto dello spettacolo, che traspare attraverso tutti i vari tipi di

    capitalismo e tutte le variet borghesi, ha rivelato completamentelesistenza di una vita quotidiana (una vita rifugio, ma rifugio di checosa e contro che cosa?) e la povert della vita quotidiana stessa.Man mano che si rafforzano la reificazione e la burocratizzazione, ilcarattere deficitario dello spettacolo e della vita quotidianadivengono la sola evidenza. Il conflitto tra lumano e linumano passato anchesso sul piano dellapparenza. Dal momento in cui ilmarxismo diventa unideologia, la lotta che Marx conduce contro

    lideologia in nome della ricchezza si trasforma in una antideologiaideologica, uno spettacolo dellantispettacolo (cos come nellacultura dellavanguardia, la disgregazione dello spettacoloantispettacolare quella di restare fra gli attori soltanto, essendolarte antiartistica fatta e compresa dai soli artisti; necessarioconsiderare i rapporti che questa antideologia ideologica ha con lafunzione del rivoluzionario di professione nel leninismo). in questomodo che il manichesimo si trovato per qualche tempo rivivificato.

    Perch SantAgostino combatte i manichei con tanta asprezza?

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    Perch ha ben valutato il pericolo di un mito che offre una solasoluzione, la vittoria del buono sul cattivo; egli sa che una simile

    impossibilit rischia di provocare il crollo delle strutture mitichenella loro interezza e di riportare in primo piano la contraddizione travita mitica e vita autentica. Il cristianesimo offre la terza via, quelladella confusione sacra. Quel che il cristianesimo ha compiuto con laforza del mito, oggi si compie con la forza delle cose. Non esiste piantagonismo possibile fra i lavoratori sovietizzati e i lavoratoricapitalizzati, come non c pi antagonismo possibile fra la bombadei burocrati staliniani e quella dei burocrati non staliniani, ormaiesiste soltanto ununit nella confusione degli esseri reificati.Dove sono i responsabili, gli uomini da abbattere? un sistema adominarci, una forma astratta. I gradi di umanit e di inumanit simisurano secondo variazioni puramente quantitative di passivit. Laqualit ovunque la stessa: o tutti proletarizzati o in via didiventarlo. Cosa fanno i rivoluzionari tradizionali? Riducono ladistanza fra i pianerottoli, fanno in modo che certi non lo siano pi dialtri. Quale partito ha messo nel suo programma la fine delproletariato?

    La prospettiva di sopravvivenza divenuta insopportabile. Quel chenoi siamo il peso delle cose nel vuoto. questa la reificazione: ogniesser e ogni cosa cadono nel vuoto con velocit eguale, ogni essere eogni cosa recano il proprio valore eguale come una tara. Il regnodelle equivalenze ha realizzato il progetto cristiano, ma loharealizzato al di fuori del cristianesimo (come Pascal ha supposto) esoprattutto lo ha realizzato sul cadavere di Dio, contrariamente alleprevisioni pascaliane.

    Spettacolo e vita quotidiana coesistono nel regno delle equivalenze.Gli esseri e le cose sono intercambiabili. Il mondo della reificazione il mondo privato del centro, come le nuove citt che necostituiscono lo scenario. Il presente si dilegua di fronte allapromessa di un futuro perpetuo che non che lestensione meccanicadel passato. La temporalit stessa privata di centro. In questouniverso concentrazionario in cui vittime e torturatori portano lastessa maschera, la realt autentica quella delle torture. Queste

    torture nessuna nuova magia le pu alleviare, n lideologia della

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    totalit (Logos), n quella del nichilismo, che saranno le stampelledella societ cibernetica. Queste torture sono la condanna di

    qualsivoglia potere gerarchizzato, comunque dissimulato eorganizzato che sia. Lantagonismo che lIS si avvia a rinnovare ilpi antico che ci sia: lantagonismo radicale ed per questo cheesso riprende in s quanto i momenti insurrezionali o le grandiindividualit hanno abbandonato nel corso della storia.

    30.Ci sarebbero molte altre banalit da riprendere e da ripercorrere. Lecose migliori non hanno mai fine. Prima di rileggere quanto precede,e che uno spirito mediocre pu comprendere al terzo tentativo, bene consacrare al testo che segue unattenzione tanto pi sostenutaquanto pi questi appunti, frammentari come gli altri, richiedonodelle discussioni e delle messe a punto. Si tratta di una questionecentrale: lIS e il potere rivoluzionario.LIS, considerando congiuntamente la crisi dei partiti di massa e lacrisi delle lites, dovr definirsi come superamento del CCbolscevico (superamento del partito di massa) e del progetto

    nietzschiano (superamento dellintellighenzia):a) Ogniqualvolta un poter si presentato come dirigente di unavolont rivoluzionaria, esso ha compromesso apriori il potere dellarivoluzione. Il CC bolscevico si definiva contemporaneamente comeconcertazione e come rappresentanza. Concertazione di un potereantagonista al potere borghese, rappresentanza della volont dellemasse. Questa doppia caratteristica lo costrinse a non essere benpresto nientaltro che un potere svuotato, un potere dalla

    rappresentanza vuota e, di conseguenza, a ricongiungersi in unaforma comune (la burocrazia) col potere borghese, sottoposto, sottola sua pressione a unevoluzione similare. Virtualmente, lecondizioni di un potere concentrato e di una rappresentanza di massaesistono nellIS, allorch fa presente che essa detentrice delqualitativo e che le sue idee sono nella testa di tutti. Tuttavia noirifiutiamo contemporaneamente la concentrazione di un potere e ildiritto di rappresentare, consapevoli di prendere da tale istante il solo

    atteggiamento pubblico (poich non possiamo evitare di farci

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    conoscere, fino a un certo punto, nei modi spettacolari) che possadare a coloro che si scoprono sulle nostre posizioni teoriche e

    pratiche il potere rivoluzionario, il potere senza mediazione, il potereche contiene in s lazione diretta di tutti. Limmagine guidapotrebbe essere la Colonna Durruti che passa di citt in villaggioliquidando gli elementi borghesi e lasciando ai lavoratori la cura diorganizzarsi.

    b) Lintellighenzia la sala degli specchi del potere. Contestando ilpotere, essa offre soltanto identificazioni catartiche alla passivit dicoloro i cui gesti sono ognuno un abbozzo di contestazione reale. Ilradicalismo del gesto e non della teoria evidentemente che si potuto cogliere nella dichiarazione dei 121, ha mostrato tuttaviaqualche possibilit differente. Noi siamo capaci di precipitare questacrisi, ma possiamo farlo solamente entrando come poterenellintellighenzia (e contro di essa). Questa fase che deveprecedere quella descritta nel punto a) ed essere integrata ad essa cicollocher nella prospettiva del progetto nietzschiano. Ci avviamo, ineffetti, a costituire un piccolo gruppo sperimentale, quasi alchimista,

    in cui si inneschi la realizzazione delluomo totale. Una simileimpresa concepita da Nietzsche solo nel quadro del principiogerarchico. Orbene, questo il quadro in cui di fatto ci troveremo.Sar d