baudelaire e parigi

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Charles Baudelaire (1821-1867) poeta della modernità

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Materiali didattici per studenti di quinta superiori. Baudelaire e la Parigi del Secondo Impero, con cenni all'evoluzione dei luoghi di consumo e al piano urbanistico del Barone Haussmann. Insomma, gli spunti di Walter Benjamin a uso e consumo degli studenti delle superiori.

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Page 1: Baudelaire e Parigi

Charles Baudelaire (1821-1867)poeta della modernità

Page 2: Baudelaire e Parigi

• Un poeta che cerca la propria ispirazione nella moderna metropoli e non nella natura idilliaca.

• Il flaneur, il passeggiatore ozioso, l’esteta curioso che osserva la folla cittadina in cerca di nuovi stimoli, diviene per Baudelaire il modello dell’artista moderno.

• Baudelaire è il capostipite dei “poeti maledetti” (dopo di lui arriveranno Rimbaud, Verlaine, Laforgue, in Italia Dino Campana), poeti bohémien, che rifiutano il perbenismo borghese, che sfidano il pubblico con una condotta trasgressiva. Alcune poesie di Baudelaire saranno censurate per oscenità.

• All’epoca di Baudelaire si comincia a teorizzare l’arte pura, o l’arte per l’arte. La poesia non deve fornire insegnamenti morali, né essere veicolo di di ideologie politiche o civili: deve essere giudicata soltanto in chiave estetica, il suo scopo è la ricerca del bello.

• Ci si allontana dal modello del poeta Vate, rappresentante della comunità nazionale, capace di parlare alle masse. Il poeta è invece un professionista della parola, uno specialista, capace di parlare solo a un pubblico di cultori della poesia, dal gusto raffinato ed esigente.

Page 3: Baudelaire e Parigi

Perdita d’aureola.“E che! Voi qui, caro mio! Voi in un postaccio! Voi, il bevitore di quintessenza! Il mangiatore d’ambrosia! In verità, è roba da non credere!”“Mio caro, conoscete bene il mio terrore dei cavalli e delle vetture. Poco fa, mentre attraversavo il viale di gran fretta, saltellando nel fango, attraverso quel caos in movimento dove la morte arriva al galoppo da ogni lato, la mia aureola, forse per un movimento brusco, mi è scivolata dalla testa giù nel fango del macadam. Non ho avuto il coraggio di raccattarla. Ho giudicato meno disdicevole perdere le mie insegne di farmi rompere le ossa. E poi, mi sono detto, la sfortuna forse torna utile. Posso adesso camminare in incognito, compiere azioni basse, darmi alla crapula, come i comuni mortali. Ed eccomi appunto, del tutto simile a voi, come vedete!”“Dovreste almeno mettere un annuncio per ritrovare codesta aureola, o reclamarla al commissariato”.“Onestamente, no! Sto bene così. Voi solo mi avete riconosciuto. Del resto la dignità mi annoia. E poi penso che qualche poetastro la raccatterà e se ne agghinderà impudentemente. Far la felicità di qualcuno, che gioia! E soprattutto un felice che mi farà ridere! Pensate a X, o a Z, ci sarà da ridere!

Page 4: Baudelaire e Parigi

A UNE PASSANTE

La rue assourdissante autour de moi hurlait.

Longue, mince, en grand deuil, douleur majestueuse,

Une femme passa, d’une main fastueuse

Soulevant, balançant le feston et l’ourlet;

Agile et noble, avec sa jambe de statue.

Moi, je buvais, crispé comme un extravagant,

Dans son oeil, ciel livide où germe l’ouragan,

La douceur qui fascine et le plaisir qui tue.

Un éclair… puis la nuit! – Fugitive beauté

Dont le regard m’a fait soudainement renaître,

Ne te verrai-je plus que dans l’éternité?

Ailleurs, bien loin d’ici! trop tard! jamais peut-être!

Car j’ignore où tu fuis. Tu ne sais où je vais,

Ô toi que j’eusse aimée, ô toi qui le savais!

Page 5: Baudelaire e Parigi

A una passante

Ero per strada, in mezzo al suo clamore.Esile e alta, in lutto, maestà di dolore,una donna è passata. Con un gesto sovranol'orlo della sua veste sollevò con la mano.Era agile e fiera, le sue gambe eran quelled'una scultura antica. Ossesso, istupidito,bevevo nei suoi occhi vividi di tempestala dolcezza che incanta e il piacere che uccide.Un lampo... e poi il buio! - Bellezza fuggitivache con un solo sguardo m'hai chiamato da morte,non ti vedrò più dunque che al di là della vita,che altrove, là, lontano - e tardi, e forse mai ?Tu ignori dove vado, io dove sei sparita;so che t'avrei amata, e so che tu lo sai!

Secondo un critico tedesco, Walter Benjamin, Baudelaire pone al centro della sua ispirazione lo shock, quei traumi improvvisi, quelle sorprese continue, che caratterizzavano la vita nella moderna metropoli. La folla cittadina, anonima e frenetica, è una presenza costante nella sua poesia. E nel caso di questa celebre lirica, interviene nella riscrittura di un tema proverbiale: l’amore a prima vista.

Page 6: Baudelaire e Parigi

Paris change:La trasformazione della metropoli nell’Ottocento:

Parigi e il barone Haussmann

Page 7: Baudelaire e Parigi

Dall’intrico medievale alle strade rettilinee

Nell’ile de la cité, cuore di Parigi vengono inserite nuove arteree rettilinee, parchi e piazze al posto di

vecchi edifici e nuovi palazzi pubblici

Page 8: Baudelaire e Parigi

Un tipico boulevard di nuova concezione, il boulevard de Sébastopol. Rigidi regolamenti urbani concernono la larghezza della strada (4 carreggiate), l’altezza massima degli edifici, l’inclinazione dei tetti, la manutenzione delle facciate. Haussmann impone che gli edifici che si affacciano sui nuovi boulevard abbiano piani e terrazze continue, a ordini sovrapposti, con l’uso dell’angolo smussato a 45° in corrispondenza di incroci e caroselli. La sua è una concezione che applica alla strada l’idea rinascimentale della prospettiva. Tutto deve essere perfettamente visibile, come su un palcoscenico.

Page 9: Baudelaire e Parigi

Le ragioni della haussmanizzazione:

Politiche: Estirpare da Parigi il pericolo della rivoluzione. Vengono “bonificati” i vecchi quartieri incontrollabili con il loro dedalo di viuzze. I nuovi boulevard erano così larghi da parmettere il passaggio delle truppe e l’eventuale cannoneggiamento dei cortei degli insorti.Nei boulevard diveniva impossibile innalzare barricate o utilizzare edifici come fortificazioni.

Igieniche: viene costruito un nuovo sistema fognario, la facilitazione nella raccolta dei rifiuti e gli “sventramenti” dei quartieri malsani e sovraffollati favoriscono un calo sensibile delle malattie epidemiche (tubercolosi, colera).

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La nuova mappa della città, segnata dalle grandi arterie del traffico. Alla raggiera medievale si sovrappone il reticolo moderno.

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Boulevard parigini in un quadro realista: La place de l’Europe, temps de pluie di Gustave Caillebotte (1877)

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e in un quadro impressionista di Camille Pissarro del 1897, il Boulevard de Montmartre un matin d’hiver

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L’invenzione dei mercati coperti: les Halles di ParigiVoluta da Napoleone, ma costruita sotto Napoleone terzo (gli ultimi padiglioni sono ultimati nel 1936), questa grande opera si propone di concentrare e razionalizzare il commercio di generi alimentari a Parigi. I banchi vengono suddivisi in vari padiglioni (vino, cacciagione, vitello, grano, cuoio, biancheria...) di ferro e vetro. Al suo culmine transitano da questo mercato 40.000 fra addetti e clienti al giorno e 1/5 di tutto il mercato alimentare francese. Sostituiti dai supermercati all’americana e dai centri di smistamento in periferia, meglio raggiungibili dagli autotraspottatori saranno demoliti fra 1965 e ’72 per far posto a un centro commerciale multifunzionale e una grande stazione ferroviaria (forum des halles).

Page 14: Baudelaire e Parigi

I passages di ParigiQualcosa di simile accade nel resto del commercio, nei negozi di abbigliamento, stoffe e oggettistica che vengono concentrati in gallerie coperte da tettoie di vetro: i passages

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Dai magasins de nouveautées ai primi grandi magazzini: nasce lo shopping moderno (Cit. da Mark Tungate, Fashion Brands)

All’inizio del 19° secolo i negozianti francesi erano ancora impantanati in un sistema palesemente medievale. Storicamente, l’accesso ai commerci e alle professioni era stato regolato da un sistema di corporazioni. I commercianti erano obbligati a specializzarsi in un singolo prodotto o servizio e non potevano legalmente espandersi in altri mercati. Le imprese si trasmettevano di padre in figlio, e gli affari si facevano con clienti abituali, faccia a faccia, spesso su appuntamento. I clienti raramente si avventuravano al di là dei loro venditori locali. I prezzi non erano scritti e il mercanteggiare erano una pratica abituale. Tutto ciò escludeva il ricorso alla pubblicità, alle vetrine e ad ogni altra forma di vendita che richiamasse gli occhi.

Tale sistema fu accantonato nel 1790 ma per oltre trent’anni i commercianti restarono tenacemente attaccati alle vecchie strutture. Solo attorno al 1820 un nuovo tipo di negozio, denominato magasin de nouveautés, fece la sua comparsa. Raggruppando tessili, ombrelli e altri articoli sotto uno stesso tetto, queste piccole botteghe svilupparono tecniche rivoluzionarie come vetrine allettanti, prezzi indicati chiaramente e la divisioni delle merci in corridoi e scaffali. In uno di questi negozi iniziò la sua carriera Aristide Boucicault nel 1830. Circa trent’anni dopo egli in società con Paul Videau aprì un punto vendita più prestigioso. Situato all’angolo fra Rue de Sèvres e Rue du Bac, si chiamava Le Bon Marché. Grazie soprattutto alle innovazioni apportate da Boucicault, soprattutto alle vendite promozionali e alla rapida rotazione degli stock, in pochi anni i suoi profitti crebbero da 450.000 a più di 7 milioni di franchi. A questo punto Boucicault rilevò anche la quota del suo socio e si imbarcò in un ambizioso piano di espansione.

L’idea di Boucicault era quella di creare qualcosa di più di un mero “negozio di novità”, ossia un vero e proprio emporio. Assoldò niente di meno che Gustave Eiffel perché lo aiutasse a realizzare il suo sogno. Eiffel era abile a manipolare il ferro e il vetro, il che significava che egli poteva costruire le enormi vetrine e spazi di vendita che Boucicault aveva in mente. Il nuovo Bon Marché in versione accresciuta aprì nel 1870. Era una vera e propria cattedrale del commercio con la luce che filtrava da imponenti lucernari e padiglioni a cui si accedeva da scaloni a spirale. La struttura copriva 52800 metri quadri e dava lavoro a 3000 addetti. Le tecniche che Boucicault usava per circuire i consumatori erano sbalorditive nella loro modernità: consegna a domicilio, rimborsi, saldi stagionali, cataloghi illustrati e commissioni per gli addetti alle vendite sono solo pochi delle innovazioni che egli apportò al commercio.

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Dai magazins de nouveautées ai primi grandi magazzini: nasce lo shopping moderno