beatrice p., elisa, giada, riccardo l., cristian...
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Beatrice P., Elisa, Giada, Riccardo L., Cristian G.
Prima della scrittura
Gli esseri umani che vivevano sulla Terra avevano imparato a controllare il fuoco, a
costruire strumenti di lavoro, a proteggersi dal cattivo tempo. Questi uomini avevano
il desiderio di condividere con gli altri le cose che vedevano, così cominciarono a
dipingere grandi scene sulle pareti delle grotte e delle caverne. All’interno delle
grotte e delle caverne, gli uomini dipingevano con colori naturali, mescolati con grasso
di animale.
I siti più conosciuti sono:
Parco Nazionale Serra da
Capivara in Brasile
Grotte di Lascaux
Francia
Giraffa Acacus Libia
Mano in negativo Grotta del Pech-Merle Lot Francia
Le pitture rupestri degli uomini primitivi quindi, si può definire una vera e propria
arte.
Successivamente gli uomini impararono ad incidere su legno, pietra, per raccontare ciò
che avevano visto, pensato creduto in modo da comunicarlo alle divinità o ad altri
uomini.
Anche in Italia si trovano delle incisioni, ad esempio in Valcamonica.
La Valcamonica, è una zona ricca di bellezze naturali tipiche della montagna, ed è
conosciuta soprattutto grazie al suo patrimonio di incisioni rupestri.
Nel 2009 la Val Camonica ha celebrato il centenario della scoperta delle Incisioni
Rupestri e contemporaneamente anche il trentennale del loro inserimento, quale primo
sito italiano, nella Lista UNESCO del Patrimonio dell'Umanità.
La Valcamonica è uno dei giacimenti di arte rupestre più conosciuti al mondo, è il più
ricco per quantità e fu tra i primi ad essere divulgato su larga scala.
Sin dai tempi più antichi, gli uomini hanno avvertito la necessità anche di contare e di
registrare le quantità. Gli uomini primitivi, probabilmente, per contare utilizzavano le
dita delle mani e forse anche dei piedi.
Incidevano tacche su ossa, su pezzi di legno o sulle
pareti delle caverne. Ad ogni tacca corrispondeva un
elemento: un pesce, un uccello, un frutto. In
seguito, per rendere più agevole la lettura del
numero impararono a raggruppare per cinque. Forse
perché cinque sono le dita di una mano.
Beatrice M., Nathalia, Pietro, Marco, Roberto.
Il popolo dei Sumeri si sviluppò in Mesopotamia tra i fiumi Tigri e Eufrate.
Nella società dei Sumeri tutti i contadini dovevano versare tributi, cioè una parte del
raccolto e degli animali ai sacerdoti e i sacerdoti dovevano ricordare che cosa portava
ogni contadino. Anche i mercanti dovevano ricordare quanta merce vendevano,
compravano o trasportavano. All’inizio i sacerdoti facevano palline di creta con dentro
una piccola pietra per ogni sacco o animale consegnato, così potevano ricordare il
numero. In seguito, invece di mettere le pietre dentro la pallina facevano dei segni
fuori dalla pallina.
Questi segni sono stati i primi caratteri della scrittura semplici PITTOGRAMMI,
disegni schematici. I pittogrammi però non riuscivano ad indicare un nome, un verbo.
Con il passare del tempo, perciò, i Sumeri inventarono un tipo di scrittura più
funzionale: scomposero le parole della loro lingua in
sillabe e diedero a ogni sillaba un segno convenzionale.
Con la scrittura sillabica loro riuscirono a scrivere leggi,
documenti lettere. Questa scrittura è chiamata anche
CUNEIFORME, che essi tracciavano incidendo tavolette
di argilla morbida con un’asticella di legno.
Imparare a leggere, scrivere e a contare richiedeva tanto tempo e solo i nobili se lo
potevano permettere.
Si formò così una ristretta casta quella degli SCRIBI, che amministravano le
ricchezze dello Stato e assistevano il re nelle sue decisioni.
I Babilonesi, civiltà che si anch’essa sviluppata in Mesopotamia, furono i primi ad
inventare lo zero nella scrittura dei numeri, non gli attribuirono mai un simbolo ma
semplicemente lasciavano uno spazio vuoto.
I popoli della Mesopotamia per scrivere i numeri usarono questi simboli:
chiodo per unità cuneo per le decine
chiodo che valeva 60 cuneo che valeva 600
Questo sistema dunque raggruppava in base 60
I Sumeri furono i primi ad abbandonare il metodo della corrispondenza uno a uno e
giunsero a scrivere alcuni numeri con simboli dei astratti:
Con l’invenzione della scrittura termina la preistoria e inizia la storia.
Fatima, Stefano, Gaia, Manuel.
La Civiltà Cinese si sviluppò nell’attuale Cina settentrionale, lì scorreva un fiume
chiamato Fiume Giallo perché la sabbia che scivolava nel fiume gli dava questo
particolare colore. Intorno al 300 a.C. sorsero i primi villaggi che spesso erano in lotta
tra loro. Intorno al 221 a.C. Qin Shi Huang unificò tutto il territorio sino al Fiume
Azzurro e formò un unico impero. A capo di tutti c’era l’imperatore che veniva
venerato come un dio e non poteva venire a contatto con il suo popolo.
I funzionari facevano rispettare le leggi.
Gli scribi e i messaggeri comunicavano gli
ordini del re. La scrittura utilizzata dai
cinesi era ideografica, cioè il singolo segno
rappresenta il significato, vale a dire ciò che
l'elemento vuol dire.
La scrittura divenne una vera e propria arte
del pennello e della penna. Il modo di scrivere,
la qualità del segno tracciato avevano ed hanno
un’importanza pari a ciò che si vuole dire.
Quest’arte è ancora praticata.
La forma dei caratteri cinesi e come sono
scritti rispondono a regole ben precise. Esse
sono state messe a punto, circa 2000 anni fa,
dalla classe dei DOTTI. Questi alti funzionari
formavano una casta molto ristretta. Per
molto tempo, soltanto loro furono capaci di
leggere e scrivere queste migliaia di segni.
Per indicare una certa quantità gli uomini si comportarono così: ad ogni oggetto da
contare facevano corrispondere un dito. Questo metodo era un po’ “ ingombrante”
e richiedeva molto tempo e strumenti.
Marica, Greta, Riccardo B, Martina, Cristian M.
Gli Egizi si sono stabiliti sulla riva destra del fiume Nilo e, intorno al 3000 a.C.
avevano già inventato la scrittura GEROGLIFICA, che significa “lettere sacre incise”.
Gli Egizi ritenevano che la loro scrittura fosse magica perché ogni segno era
considerato “vivente” quindi ogni egiziano doveva rispettarlo.
Ecco i segni:
Gli Egizi applicavano questa scrittura sul papiro, una pianta che nasce nei luoghi più
paludosi dell’Egitto:
1. gli operai, dopo aver tolto la corteccia, tagliavano il fusto in tante lamelle sottili
e le appiattivano con una mazza;
2. le immergevano nell’acqua per ammorbidirle, quindi le allineavano in modo da
formare uno strato;
3. su questo strato ne veniva posto un altro con le strisce allineate in senso
opposto;
4. il foglio era poi bagnato, pressato e lasciato ad asciugare al sole;
5. più fogli incollati insieme formavano strisce che venivano arrotolate.
Lo scriba e i suoi strumenti di lavoro:
I GEROGLIFICI sono piccoli disegni che rappresentano persone, oggetti, animali,
piante o parti del corpo umano.
Alcuni sono parole intere, altri sono sillabe, altri sono lettere.
I geroglifici sono circa 700 e devono essere letti dall’alto in basso, da destra a
sinistra.
Sono stati trovati scolpiti o dipinti sui muri dei monumenti, sulle tombe e sulle statue,
ma sono stati scritti anche sui fogli di carta di papiro. Era molto difficile disegnare i
geroglifici, per questo motivo gli Egizi usavano anche un altro tipo di scrittura.
Nell’immagine la parte evidenziata in alto a destra è una frase in scrittura geroglifica,
qui ogni segno rappresenta un concetto.
Decifriamolo:
Nei tempi più antiche non esisteva il sistema
posizionale: le cifre non cambiavano mai valore anche
se venivano scritte in posizioni diverse.
Gli scribi egiziani scrivevano i numeri così:
un’asta per indicare 1
un tipo di corda per indicare 10
un laccio arrotolato per indicare 100
una testa di animale per indicare 1000
Gli antichi egizi scrivevano i
numeri utilizzando i geroglifici.
A ogni geroglifico veniva
attribuito un determinato
valore. Ciascun simbolo poteva
essere scritto fino a 9 volte poi,
invece di scrivere 10 volte lo
stesso simbolo, se ne usava uno
di valore maggiore.
Però alcuni problemi non poterono essere risolti adoperando
solo i numeri che sino ad allora conoscevano così gli egizi
inventarono dei segni per indicare una parte, come puoi
vedere qui di fianco: una parte su 2, una parte su 3 una parte
su 10, cioè la metà, la terza parte, la decima parte cioè
adoperavano anche numeri che erano parte o come diciamo
noi, frazione di numeri interi.
Chiara, Luca, Davide, Beatrice G.
I Fenici si sono sviluppati intorno al 2000 a.C. a nord della Terra di Canaan.
I Fenici sfruttarono le risorse del mare e
della montagna. Nella Terra di Canaan i Fenici
utilizzavano il legno dei cedri per costruire le
loro navi, così diventarono esperti navigatori e
commercianti.
Ecco una nave fenicia:
I Fenici non furono mai uno stato unitario, avevano un proprio re che governava con un
consiglio formato dagli anziani e dagli uomini più ricchi.
I mercanti fenici nei loro commerci dovevano registrare le merci vendute e comprate,
perciò avevano bisogno di una scrittura rapida. Essi scoprirono che tutte le parole
erano formate da suoni. Idearono un alfabeto formato da 22 segni, che combinati
insieme, potevano essere utilizzati per formare tutte le parole, nell’alfabeto non
c’erano le vocali.
L’alfabeto fenicio si scriveva da destra a sinistra.
Gli scribi scrivevano soprattutto su fogli di papiro ma non solo: scrivevano anche su
legno, cuoio, pezzi di terracotta e lamine di metallo. I Fenici hanno diffuso l’alfabeto
presso i popoli con i quali avevano rapporti commerciali.
L'elaborazione di un
ALFABETO in cui segni e
suoni corrispondevano fra
loro fu graduale e durò
centinaia di anni.
La città dove nacque
sembra essere Biblo,
perché in essa sono stati
ritrovati i più antichi tentativi
di come esso doveva essere.
Rendere l'alfabeto alla portata di tutti creò un grande vantaggio alla civiltà perché
agevolò i rapporti commerciali e lo scambio di informazioni e tolse molto potere agli
scribi che non erano più i depositari della scrittura e della lettura.
Quindi il merito dei Fenici non è solo quello di avere semplificato l'alfabeto ma
soprattutto quello di averlo reso a portata di tutti, diffondendolo e contribuendo
all'evoluzione sociale della civiltà.