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BIBLIOTECHE VIRTUALI E COLLEZIONI DIGITALI

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Page 1: Biblio virtuali collezioni

BIBLIOTECHE VIRTUALIECOLLEZIONI DIGITALI

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L’attuale biblioteca virtuale :

è una biblioteca di transizione, figlia dell’esplosione di Internet e della nuova comunicazione attraverso il Web, è collocabile tra la biblioteca fisica e quella digitale

E’ un fenomeno ibrido nel quale coesistono informazioni “fisiche” e “digitali”, ma il processo di smaterializzazione indotto dal digitale la spinge dagli atomi ai bit.

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Tuttavia, i modelli di riferimento sono, al momento, almeno due: Uno di stampo più tradizionale, imperniato sulle

esigenze della biblioteca fisica, per la quale risulta ancora centrale una strategia di incremento delle collezioni, di implementazione di banche dati, di digitalizzazione di documenti a stampa o di altri formati tradizionali, tutto in funzione dell’utenza locale.

Con il sito Web nella sola veste di fornitore d’informazioni e collegamento alla biblioteca reale.

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L’altro:

più radicale, proteso al virtuale e basato sulla visione della biblioteca online come nodo della Rete

da utilizzare come portale, cioè come centro di smistamento di risorse digitali, non solo bibliografiche e biblioteconomiche, reperibili attraverso il Web.

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Senza però dimenticare che per entrambi vige la regola: che nell’era digitale a prevalere è

comunque l’accesso sul possesso e che, al contrario con quanto è avvenuto

finora, la frequentazione della biblioteca come luogo fisico costituisce sempre di meno la forma concreta e necessaria attraverso la quale ci si può avvicinare ai materiali che essa rende disponibili.

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la “missione” della biblioteca virtuale è sempre più considerata quella d’offrire:

sfruttando la semplice ed universale tecnologia Web per la trasmissione, scambio e pubblicazione dati

Servizi d’accesso remoto

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tipo:

InformazioniServizi di referenceCataloghi in lineaVirtual reference deskPrestito onlineDistribuzione contenuti digitali ecc.

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Ma l’accesso remoto comporta una trasformazione nell’organizzazione tradizionale:

L’utente remoto è un nuovo utente che non coincide più con l’utenza tradizionale.

Non tutti i servizi online sono l’esatto corrispettivo di quelli tradizionali, alcuni possono essere del tutto nuovi.

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E comunque,

sia nel caso di una biblioteca desiderosa d’accelerare il cambiamento o di una, al contrario, orientata ad applicarlo con una certa gradualità, a differenza di quelli tradizionali

i servizi online sono orientati alla domanda

in quanto si devono confrontare con la logica competitiva di tutti gli altri di stesso genere disponibili nel “mercato Internet” (motori di ricerca, Google, Wikipedia ecc.) e tra i quali l’utente esercita la sua libera scelta orientandosi verso quelli che meglio soddisfano le sue esigenze informative.

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Cercare - localizzare - accedere

Nell’era di internet da tre attività separate tipiche dei tempi e dei modi della

biblioteca tradizionale diventano un’operazione unica con il

carattere dell’immediatezza.

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E determina due “Rivoluzioni” rispetto al passato:

La “centralità” dell’utente, con tutto quello che comporta sia dal punto di vista progettuale che gestionale.

E l’utente può anche trasformarsi da semplice fruitore a creatore di contenuti

Vedi: Web 2.0 collaborativo /social network Tagging, Blog, Wiki ecc. Vedi: LibraryThing, OpenLibrary ecc.

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Il fenomeno della disintermediazione: Cioè che grazie alla nuove tecnologie gli utenti

diventano in grado di fare da soli tutte quelle operazioni che prima venivano svolte dai bibliotecari come ricerche nei cataloghi ecc.

Dubbio?: l’eventuale scomparsa di filtri tra domanda e offerta di informazione potrebbe forse andare a discapito del rigore e dell’accuratezza delle descrizioni, e dunque dell’autorevolezza dei contenuti?

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l’OPAC (Online public access catalog ) Strumento centrale dei servizi

d’accesso remoto offerti dall’attuale biblioteca virtuale

OPAC IEI/Istituti culturali di Roma

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OPAC

Come gli utenti che entrano nel mondo fisico della biblioteca tradizionale si trovano davanti ai cataloghi cosi l’utente remoto che interagisce con il mondo virtuale della biblioteca online lo fa a partire dall’OPAC.

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Da ciò, 2 necessità:

la biblioteca che apre all’accesso remoto attraverso l’OPAC deve completare nel più breve tempo possibile la conversione del catalogo cartaceo in elettronico per garantire all’utenza remota il massimo d’informazione

e riservare una particolare cura, dal punto dell’usabilità e dell’userfrendly, alla progettazione delle pagine Web dell’OPAC.

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L’OPAC come Portale: il servizio d’accesso remoto della biblioteca online può anche

scegliere di andare oltre la centralità dell’OPAC In questo caso l’OPAC non corrisponde più alla porta d’ingresso del

sito della biblioteca, ma si fa Portale punto privilegiato di accesso al Web per tutti quegli utenti interessati

ad un particolare dominio tematico (esempio: le biblioteche) fornendogli non solo le risorse informative bibliografiche che da un

OPAC tutti si aspettano, ma anche l’accesso al posseduto di altre biblioteche, l’interrogazione di banche dati e basi dati (ad esempio di periodici)

e soprattutto il collegamento, tramite i canali di Internet, ad una varietà di risorse digitali e di altri servizi online nonché ad una selezione di servizi per la comunicazione personale.

Esempio PORTALE BIBLIOTECA

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Tuttavia il “modello” OPAC è a rischio obsolescenza

In quanto gli OPAC ha finora riprodotto, in ambiente elettronico, il tradizionale catalogo a schede concepito nel XIX secolo

Ma oggi, la crescente distribuzione di contenuti multimediali attraverso le reti digitali sembra rendere necessaria una riprogettazione strutturale dei cataloghi elettronici.

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SOPAC (Social Opac)

Web 2.0 per biblioteche significa anche "social cataloguing", vale a dire OPAC che arricchiti da vari strumenti di socializzazione e condivisione di contenuti creati dagli utenti

Esempio: catalogo delle Penn Libraries (Università della Pennsylvania) accetta anche quei "popular tag" che risultano tra i più utilizzati

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Tuttavia,

Oltre alla riprogettazione degli OPAC,

C’è il problema della catalogazione e fruizione delle nuove risorse elettroniche che arrivano dalla digitalizzazione e dal Web.

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Vale a dire, le collezioni digitali

“Le collezioni digitali possono essere un insieme di immagini, di testi, di file audio, di modelli di realtà virtuale, di risorse multimediali”.

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Più precisamente, gli oggetti che possono costituire le collezioni digitali, sono :

Aggregazioni di immagini fisse e in movimento, testi, file sonori, modelli di realtà virtuale etc., o tipi di documenti digitali misti

Collezioni di record di metadati (es. versioni digitali di cataloghi o inventari)

Banche dati (database) Risorse multimediali o interattive Dataset, software, altri materiali o combinazioni di

questi Archivi digitali Directory Internet e portali tematici Indici Web (collezioni di risorse web)

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Ma come accedere alle collezioni digitali?

Esistono

Progetti e Portali

Finalizzati a questo scopo

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Come il progetto europeoMichael

Che censisce e dà accesso alle

collezioni digitali

Italiane ed europee

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Oppure come il Portale “Internet culturale”

fornisce un punto comune di accesso per le risorse digitali italiane e i cataloghi di biblioteche, archivi e istituzioni culturali italiane

Il portale è stato inaugurato il 22 marzo 2005 e si inserisce nel quadro del progetto Biblioteca Digitale Italiana, risalente al 2001, con l'obiettivo di rendere disponibili i cataloghi e parte delle informazioni contenute nelle biblioteche pubbliche mediante Internet. I primi progetti di digitalizzazione hanno riguardato riviste e spartiti musicali.

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Esempi di collezioni digitali

Codex Sinaiticus: La Bibbia più antica del mondo messa on line dalle British Library nell'ambito di un progetto di pubblicazione sul Web di celebri testi dell'antichità

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Esempi di collezioni digitali

Aristhot: la Biblioteca Digitale del Mediterraneo. Progetto europeo con 14 partner anche provenienti dall'area africana e mediorientale.

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Esempi di collezioni digitali

Monumenta Germaniae Historica: serie completa di fonti per lo studio dei popoli germanici e, più ampiamente, dell'Europa; comprendono un periodo di tempo che va dalla caduta dell‘ Impero romano al XVI secolo circa. Queste fonti non si riferiscono tanto alla storia della Germania (che tra il VI e il XVI secolo ancora non esisteva come nazione), quanto piuttosto ai popoli germanici e ai regni romano-barbarici sorti alla caduta dell’Impero romano d'Occidente.

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Esempi di collezioni digitali

Eccellente digitalizzazione di documenti per la ricerca storica e sociale:Gli atti processuali 1674-1913 dell'Old Bailey storico tribunale inglese

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Esempi di collezioni digitali

L’evoluzione on line: “The Complete Work of Charles Darwin Online “il sito raccoglie 40 mila pagine ad alta definizione dei manoscritti, e circa 130 mila immagini tra foto, schizzi, disegni,  note ecc.

Con pochi click di mouse, i disegni delle specie di uccelli che Darwin osservò durante il suo viaggio a bordo del Beagle nelle isole Galapagos come il primo abbozzo della teoria evoluzionistica tracciato a matita su 61 pagine, potranno facilmente entrare nelle

università, nelle biblioteche e nelle case di tutto il mondo.

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Google Books Search

Il grande progetto di Google per la Biblioteca Universale Digitale on line

Già digitalizzati più di 7 milioni di libri provenienti da biblioteche di tutto il mondo

In Italia: RICERCA LIBRI

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Ebook

Un eBook in italiano libro elettronico o e-libro, è un libro in formato elettronico (o meglio digitale). Si tratta quindi di un file consultabile su computer, telefonini di ultima generazione, palmari ed appositi lettori digitali

Nel caso ci si riferisca al dispositivo di lettura è più corretto riferirsi ad esso come lettore di e-book, in inglese eBook reader, termine con il quale si intende sia il dispositivo hardware su cui l'e-libro viene letto sia il software che permette la lettura del file.

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Collezioni digitali: piattaforme di distribuzione di Ebook

Dalla carta al digitale: Amazon Amazon Italia BookRepublic Rizzoli

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Collezioni digitali: piattaforme di distribuzione di Ebook

Nati digitali: Quintadicopertina Area51

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Grazie per l’attenzione

Fabio Di Giammarco

www.culturadigitale.it