bilancio energetico di un edificio e calcolo del ... · vacanza, si utilizzano le prescrizioni...
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Prof. Ing. M. Mistretta
Bilancio Energetico di un Edificio e calcolo del
Fabbisogno Energetico per la Climatizzazione
(La Norma UNI TS 11300-1-2)
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Bilancio Energetico di un Edificio:
Analisi dei Flussi di energia che entrano (consumi) ed escono dall’edificio (apporti)
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Perché si consuma energia?
Norma Tecnica UNI TS 11300 –Fasi della valutazione-
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Nell'ordine si susseguono i seguenti passi:
1. Definizione dei confini dell'insieme degli ambienti climatizzati e
non climatizzati dell'edificio.
2. Definizione dei confini delle diverse zone di calcolo.
3. Definizione delle condizioni interne di calcolo e dei dati di
ingresso relativi al clima esterno
4. Calcolo per ogni mese e per ogni zona dell'edificio dei
Fabbisogni di energia utile per Riscaldamento(QH,nd)e
Raffrescamento (QC,nd)
1. Aggregazione dei risultati relativi ai diversi mesi ed alle diverse
zone servite dagli stessi impianti.
Suddivisione dell’edificio in Zone Termiche
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I flussi termici visti devono essere riferiti alle zone termiche
dell'edificio.
A tal fine sono necessari dati relativi alle caratteristiche del:
• volume climatizzato, • dell'orientazione dei prospetti,
• della presenza o meno di ostruzioni esterne.
È essenziale conoscere la maniera in cui l'edificio è stato o sarà costruito:
1. la stratigrafia delle pareti, dei solai e delle superfici vetrate, con le
relative trasmittanze ;
2. le capacità termiche,
3. i possibili ponti termici.
La norma fornisce delle regole di suddivisione dell'edificio, che rendono
universali i criteri di ripartizione dei volumi.
zona termica:
porzione dell'edificio, climatizzata ad una data temperatura, con
identiche modalità di regolazione in tutto il suo volume. Differenti zone termiche possono anche essere servite dallo stesso
generatore, ma se i loro impianti termici e le loro modalità di regolazione
sono indipendenti allora costituiscono una porzione isolata del sistema
edificio impianto.
CORSO CERTIFICATORE ENERGETICO PER EDIFICI Norma Tecnica UNI TS 11300 –Temperatura Interna-
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La temperatura degli edifici confinanti, essenziale per
la determinazione dei flussi termici, viene considerata pari a 20°C nel caso di edifici comunemente abitati e
riscaldati.
Per edifici normalmente disabitati, come case
vacanza, si utilizzano le prescrizioni della UNI EN ISO
12381, mentre per ambienti totalmente privi di
riscaldamento (VANO SCALE, MAGAZZINI ETC...), si
utilizzano i valori ricavabili tramite le procedure di cui
all'appendice A della UNI EN ISO 13789.
CORSO CERTIFICATORE ENERGETICO PER EDIFICI Durata Periodo Riscaldamento
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Per quanto concerne la durata della stagione di riscaldamento,
rimane valida la suddivisione introdotta dal DPR 412/93 in base ai Gradi Giorno, ma con delle piccole varianti che rendono
necessaria la seguente tabella:
Zona Climatica Inizio Fine
A 1° dicembre 15 marzo
B 1° dicembre 31 marzo
C 15 novembre 31 marzo
D 1° novembre 15 aprile
E 15 ottobre 15 aprile
F 5 ottobre 22 aprile
CORSO CERTIFICATORE ENERGETICO PER EDIFICI Durata stagione di Raffrescamento
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Il periodo di raffrescamento comincia nel giorno in cui la
temperatura media giornaliera esterna θe,day, diventa maggiore
della temperatura di regolazione dell'impianto per il raffrescamento
θi,set,c, a meno di un termine aggiuntivo che tiene conto degli apporti termici gratuiti giornalieri Qgn,day, ovvero quando si verifica che:
Dove H è il coefficiente globale di scambio termico dell'edificio , e tday è
la durata del giorno espressa in secondi.
Norma Tecnica UNI TS 11300 –Flussi Termici-
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I flussi termici coinvolti, sono gli stessi per la stagione di
riscaldamento e per quella di raffrescamento, cambia il loro segno.
Il fabbisogno energetico della generica zona termica
dell'edificio è, in linea generale, dato dalla differenza tra gli
scambi termici globali e gli apporti termici gratuiti.
In inverno il fabbisogno dell'edificio è quello di compensare una
privazione di calore, lo scambio termico con l'esterno, un flusso
uscente bilanciato solo in parte (da qui il fattore di riduzione η) dal calore degli apporti termici gratuiti, come quelli solari o quelli
dovuti ad elettrodomestici e metabolismo umano.
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CORSO Termofisica degli edifci Fabbisogni utili di energia in Riscaldamento QH e Raffrescamento QC
Norma Tecnica UNI TS 11300
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In estate, al contrario, il fabbisogno di energia, intesa
come frigoria, deve compensare gli apporti termici
globali, dovuto agli apporti solari, ad
apparecchiature elettriche e al metabolismo umano,
soltanto in parte coperto dalle dispersioni di calore
attraverso l'involucro.
Scambi Termici attraverso l’involucro
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Indicando col pedice “i” sia la H di riscaldamento, che la C
di raffrescamento, possiamo in linee generali, considerare
ambedue gli scambi termici, per trasmissione e per
ventilazione, come il prodotto della differenza di
temperatura tra interno ed esterno, nel tempo di un mese,
differenti ad una prima approssimazione solo per il
coefficiente di scambio termico globale, cioè:
Scambi Termici attraverso l’involucro
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Htr,adj È il coefficiente globale di scambio termico per trasmissione, identico sia per il raffrescamento che per il riscaldamento
Hve,adj È il coefficiente globale di scambio termico per la ventilazione, identico sia per il raffrescamento che per il riscaldamento
θe È la temperatura media mensile dell'ambiente esterno, ricavabile da norme come la UNI 10349
t È la durata del mese considerato espressa in s (secondi)
Valutazione di progetto o standard – Parametri di Trasmissione
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I coefficienti di scambio termico (H) devono essere calcolati in base
alle procedure specificate nella norma UNI EN ISO 13789:2008.
Per caratterizzare una parete, un solaio o di qualsivoglia opera in
muratura appartenete all'involucro edilizio utilizziamo la sua
capacità di trasmettere calore, o meglio la sua trasmittanza, che
deve essere determinata in base alle sue proprietà termofisiche,
desumibili dai dati di accompagnamento della marcatura CE, o
ricavate tramite le disposizioni delle norme UNI 10351 o UNI EN 1745.
Inoltre i coefficienti di scambio termico e le resistenze termiche delle
intercapedini d'aria devono essere conformi alla UNI EN ISO 6946.
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Appendice B – Abaco strutture murarie utilizzate in Italia
In appendice B vengono riportate le caratteristiche di svariate tipologie
edilizie, ad esempio:
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Le componenti trasparenti dell'involucro possono
essere sia comuni finestre che strutture continue,
costituenti l'intera facciata. Al fine della
determinazione della trasmittanza termica della prima
tipologia di componenti si utilizza la norma UNI EN ISO
10077 -1, le seconde seguono invece quanto stabilito
nella UNI EN 13947.
In ogni caso la 11300 -1 fornisce tre prospetti dai quali è
possibile rispettivamente ricavare la trasmittanza della
componente vetrata, del telaio, e della finestra con l'area
del telaio pari al 20% dell'area totale:
Parametri di Trasmissione – Componenti trasparenti
CORSO CERTIFICATORE ENERGETICO PER EDIFICI
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Parametri di Trasmissione – Prospetto C.3 Componenti trasparenti
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Resistenze termiche addizionali
Usualmente per un periodo di utilizzazione giornaliero di 12h delle
chiusure oscuranti basterà sommare alla resistenza termica della finestra,
un’aggiuntiva ΔR ricavabile dal prospetto
Parametri di Trasmissione – Ponti termici
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La norma di riferimento per i ponti termici è la UNI EN ISO 14683,
attraverso la quale possiamo calcolare rigorosamente il surplus
energetico dovuto al loro coinvolgimento nella trasmissione del
calore. La norma 11300 ci viene comunque incontro fornendo un
metodo forfettario di calcolo, da utilizzare in mancanza di dati di
progetto attendibili o di informazioni importanti.
Il metodo consiste in una maggiorazione percentuale da aggiungere allo scambio termico relativo alla componente
dell'involucro edilizio, affetta dal ponte termico.
Parametri di Trasmissione – Ponti termici
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Detta M la maggiorazione espressa in termini di
percentuale, lo scambio termico risultante dal
naturale flusso della parete “i” e del suo ponte termico
sarà:
Se il ponte termico è situato in corrispondenza di un
giunto che divide due zone dello stesso edificio, il
valore della trasmittanza termica lineare deducibile
dalla UNI EN ISO 14683 deve essere suddiviso tra le due
zone.
Scambio termico con il terreno Hg
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Procedendo nell'analisi della equazione di bilancio, la
seconda componente incontrata è quella relativa allo
scambio di calore con il suolo:
La norma di riferimento per questa componente è la
UNI EN ISO 13370
Il coefficiente di scambio termico in regime
stazionario tra l'ambiente interno e l'esterno è dato da:
Htr = HD + Hg + HU + HA
Scambio termico con il Terreno
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A Area del pavimento (qualsivoglia elemento di
scambio con il terreno)
Uf È la trasmittanza della soletta, o meglio, della parte sospesa di pavimento, che divide
l'ambiente interno e il sottopavimento
btr,g È un coefficiente correttivo che tiene conto della
tipologia di elemento di scambio. Ad esempio,
vale 0,45 per normale pavimento controterra e
per le pareti verticali controterra, mentre vale 0,8 per pavimento su vespaio aerato
CORSO CERTIFICATORE ENERGETICO PER EDIFICI Scambio termico con ambienti non climatizzati
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Questa quantità è rappresentata dalla terza
componente dell'equazione vista sul bilancio
energetico delle’edificio:
Essa non è semplicemente il coefficiente di scambio
termico tra i due ambienti adiacenti Hi,u,
Htr = HD + Hg + HU + HA
Scambio termico con ambienti non climatizzati
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contiene in se l'influenza dello scambio termico tra l'ambiente non climatizzato e l'esterno Hue
Questa influenza viene affidata ad un fattore di
correzione btr,x, esprimibile come:
In funzione di questa correzione, il coefficiente di
scambio termico attraverso ambienti non climatizzati
HU, può essere espresso come:
CORSO CERTIFICATORE ENERGETICO PER EDIFICI Scambio termico con ambienti non climatizzati
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Qualora non fosse possibile determinare in maniera
attendibile il valore del coefficiente di correzione, si
possono assumere i valori del prospetto:
Tecnica del Controllo Ambientale
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Esempio di Calcolo- Scambio trasmissione Calcolo QT
Moltiplicando i coefficienti di trasmissione K [W/(m2 K)]
per le relative superfici di scambio si determinano così i
coefficienti di scambio termico per trasmissione HD HG
HU HA che sommati determinano HT [W/K].
Tecnica del Controllo Ambientale
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Esempio di Calcolo- Scambio Ventilazione Calcolo QV
Determinato Hve [W/K)] possiamo ricavare lo scambio termico per
ventilazione attraverso l’involucro Qve [J] o [KWh] in funzione come
visto della differenza di temperatura e del tempo in secondi per il
mese considerato.
CORSO CERTIFICATORE ENERGETICO PER EDIFICI Gli apporti termici gratuiti
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Si tratta di quei flussi di energia, di calore, utili in
inverno ma indesiderabili in estate; attribuibili a
persone, elettrodomestici e soprattutto
all'irraggiamento solare.
Il calcolo si basa sulla determinazione dei flussi
generati nella zona termica in esame e da quelli
provenienti da zone termiche adiacenti non
climatizzati, che vengono infatti sommati a meno di un
coefficiente di riduzione.
Rendimento di utilizzazione degli apporti gratuiti
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Nella formula iniziale della metodologia di calcolo che esprimeva
semplicemente il bilancio termico dell'ambiente riscaldato :
Il rendimento di utilizzazione degli apporti gratuiti è la frazione degli
apporti termici Qgn che contribuisce al riscaldamento dell'ambiente
termico QH,nd.
Il rendimento di utilizzazione degli apporti gratuiti dipende da:
γH rapporto tra gli apporti e le trasmissioni
Cm capacità termica della zona considerata
τ costante di tempo termica della zona considerata
CORSO CERTIFICATORE ENERGETICO PER EDIFICI Gli apporti termici gratuiti
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btr,l Fattore di riduzione per il flusso proveniente da ambiente non climatizzato, per la sua fonte di calore interna o per il contributo solare
Φint,mn,k Flusso termico prodotto dalla k-esima sorgente di calore interna, mediato sul tempo
Φsol,mn,k Flusso termico di origine solare, mediato sul tempo
Φint,mn,u,l Flusso termico prodotto dalla l-esima sorgente interna all'ambiente non climatizzato u, mediato nel tempo
Φsol,mn,u,l Flusso termico l-esimo di origine solare nell'ambiente non climatizzato u, mediato nel tempo
Apporti Interni
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Gli apporti interni ad ambienti non climatizzati,
adiacenti la zona in esame, possono essere trascurati,
a meno di una loro comprovata rilevanza:
Una comprovata rilevanza è per esempio quella di un
edificio adiacente una serra, la quale, pur non
essendo un ambiente climatizzato, garantisce senza
ombra di dubbio un flusso termico molto ingente.
Apporti gratuiti dovuti alla radiazione solare
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Apporto dovuto all'energia solare:
Anche in questa espressione, il secondo flusso, quello
relativo agli ambienti non climatizzati, viene
considerato trascurabile a meno di comprovata
rilevanza.
La maniera standard di procedere è quella di
sommare i flussi di energia incidenti sui k elementi
opachi e trasparenti dell'involucro edilizio.
Apporti gratuiti dovuti alla radiazione solare su superfici opache
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Come prima approssimazione è lecito pensare che i
componenti opachi di colore chiaro assorbano una
frazione pari al 30% dell'energia incidente, il 90% per le
superfici scure e un 60% per le superfici di colore
intermedio.
Definendo Ksol, i coefficienti decimali che
corrispondono ai valori percentuali sopra introdotti
(Ksol,dark = 0,9), per ottenere il flusso termico attraverso
una parete opaca di estensione superficiale pari a Ap
è sufficiente fare il prodotto di questi tre fattori:
Dove I è il valore di irraggiamento medio sulla componente di
involucro.
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Esempio: parete bianca (ksol= 0,3) verticale esposta a sud in località Palermo.
Dalla tabella sulla radiazione su superficie verticale della norma UNI 10349, in
corrispondenza del mese di gennaio (valori giornalieri):
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Possiamo determinare il flusso energetico corrispondente come:
Sia per le componenti di involucro opache che per
quelle trasparenti, tenendo in considerazione
innanzitutto il fattore di riduzione per ombreggiatura della radiazione solare Fsh (shading factor) :
Apporti gratuiti dovuti alla radiazione solare
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Queste tre componenti sono funzione degli angoli che
le ombre proiettate dagli aggetti esterni
dell'abitazione formano con le facciate, secondo le
figure 6 e 7 della UNI 11300-1.
Ostruzioni
esterne Fhor
Aggetti
orizzontali Fov
Aggetti
verticali Ffin
Apporti gratuiti dovuti alla radiazione solare
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In base agli angoli di ostruzione i fattori di riduzione possono
essere determinati tramite interpolazione lineare dei valori in prospetto, in funzione del mese dell'anno e della latitudine. Ad
esempio relativamente al mese di gennaio la norma fornisce i prospetti seguenti::
Apporti gratuiti dovuti alla radiazione solare
Apporti solari su componenti trasparenti
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Rimane valida l'espressione generale del flusso termico di origine
solare:
Mentre differente è la caratterizzazione della
superficie coinvolta nello scambio termico, Asol :
Questa espressione introduce Fsh,gl, fattore di
riduzione degli apporti solari, dovuto alla presenza di
schermature mobili, il fattore telaio Ff e la trasmittanza
solare ggl, con la quale si intende la capacità
dell'infisso di lasciarsi attraversare dal solo calore di
origine solare,
Apporti solari su componenti trasparenti –Trasmittanza solare
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I valori di trasmittanza solare per incidenza normale, sono usualmente
forniti dal produttore. Se comunque questi dati non sono disponibili è
possibile utilizzare il prospetto:
Apporti solari su componenti trasparenti –Fattore Telaio
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Il fattore telaio (Ff) è inteso come il rapporto tra l'area
trasparente (Agl) e l'area totale dell'unità vetrata
comprensiva di telaio (Aw). Proprio perchè Ff è il
rapporto tra l'area del telaio e quella totale della
finestra:
In assenza di dati certi sul rapporto finale telaio - vetro (valutazione
da progetto) si può utilizzare il valore convenzionale di 0,8.
Apporti solari su componenti trasparenti –Riduzione schermature
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Fattore di riduzione legato alla presenza di schermature Fsh,gl
Per la valutazione del termine Fsh,gl, fattore di riduzione
degli apporti solari, dovuto alla presenza di
schermature mobili tale fattore di riduzione dipende
dalla trasmittanza termica della finestra nella sua
totalità, quando gli oscuranti non sono attivi e quando
invece sono presenti nonché dal tempo di loro utilizzo.
Apporti solari su componenti trasparenti –Riduzione schermature
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La norma fornisce un abaco in cui viene direttamente fornito il loro
rapporto, in funzione della tipologia di oscurante :