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Sandra Hood Bimbi vegan Guida pratica all’alimentazione senza prodotti animali dal concepimento alla crescita del bambino.

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Guida pratica all'alimentazione senza prodotti animali dal concepimento alla crescita del bambino.

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Sandra Hood

BimbiveganGuida pratica

all’alimentazione

senza prodotti animali

dal concepimento

alla crescita

del bambino.

Sandra Hood

BIMBI VEGAN

Guida pratica all’alimentazione senza prodotti animali dal concepimento

alla crescita del bambino.

TERRA NUOVA EDIZIONI

Direzione editoriale: Mimmo Tringale

Autore: Sandra HoodTitolo originale: Feeding your vegan infant, with confidence Editore: The Vegan Society, Regno Unito

Traduzione: Matteo PreabiancaRevisione scientifica: Michela TrevisanEditing: Giuliana LomazziImpaginazione: Daniela AnnettaCopertina: Andrea Calvetti

2011, Editrice Aam Terra NuovaVia Ponte di Mezzo, 150127 Firenzetel 055 3215729 – fax 055 [email protected] – www.terranuovaedizioni.it

I edizione: novembre 2011

Collana: Alimentazione naturale

ISBN: 978-88-88819-87-7

Tutti i diritti riservati

Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza il permesso dell’edi-tore. Le informazioni contenute in questo libro hanno solo scopo infor-mativo, pertanto l’editore non è responsabile dell’uso improprio e di eventuali danni morali o materiali che possono derivare dal suo utilizzo.

Stampa: Lineagrafica, Città di Castello (PG)

INTRODUZIONE

Tutti i genitori aspirano a fare del loro meglio per garantire un’alimen-tazione sana e nutriente ai propri figli. Molti credono ancora che nutrire i neonati con latte vaccino e altri latticini sia quanto di più naturale e salutare al mondo. Al contrario, la diffusione dell’obesità e di altri problemi dell’infanzia quali asma, eczemi, infezioni auricolari e, recen-temente, diabete, ha spinto vari medici e professionisti della salute a mettere in discussione il ruolo di tali prodotti nella dieta per l’infanzia.Alcuni studi clinici hanno dimostrato che nutrirsi con latticini non è affatto naturale per i bambini (e nemmeno per gli adulti!), e che i più piccoli non devono bere latte vaccino per crescere in buona salute. Tut-te le forme di vita dipendono dalle piante, e quindi è inappropriato definire indispensabili i prodotti di origine animale. Ad esempio il Mini-stero della Sanità britannico non consiglia il latte vaccino per bambini di età inferiore ai 12 mesi. La stessa raccomandazione, fatta da Ameri-can Academy of Pediatrics (AAP)1, è condivisa dal Ministero della Salute italiano2, dalla Società Italiana di Pediatria (SIP) e dalla Società Europea di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica (ESPGHAN)3. Alcuni studiosi hanno messo in dubbio i benefici del latte vaccino anche per i bambini di età compresa tra i 12 e i 36 mesi4. Una dieta vegan è in grado di fornire tutte le sostanze nutritive neces-sarie per crescere e svilupparsi, proteggendo da molte malattie croniche che affliggono il mondo occidentale. Lo scopo di questo libro è duplice: da un lato dare consigli pratici su come e con quali alimenti nutrire i bambini, dall’altro rassicurare i genitori, dimostrando loro che crescere i figli con una dieta vegan, esente da crudeltà, ha risvolti positivi non

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solo per lo sviluppo del bambino ma anche per gli animali e l’ambiente.Allevare un bambino secondo i principi vegan consente di discutere con lui la provenienza del cibo e le ragioni della scelta vegana, facendogli così apprezzare e rispettare il cibo; inoltre egli potrà vivere con consa-pevolezza e piacere le esperienze legate alla cucina e all’alimentazione. Bimbi Vegan vi sarà d’aiuto in questo senso.

Cos’è una dieta vegan?

Si tratta di una dieta che esclude qualsiasi cibo di provenienza animale, compresi latte, latticini, uova e miele. Molti vegani non usano tessuti di origine animale, lana e seta compresi, né cosmetici e detersivi che contengono ingredienti animali.

Perché una dieta vegan?

Non ci sono dubbi: molte malattie croniche dell’età adulta hanno le loro radici nell’infanzia. Perciò è importante adottare fin dalla più tenera età un’alimentazione corretta, capace cioè di prevenire lo sviluppo delle malattie in età adulta. Come dimostra la bibliografia che vi forniamo, sono ormai numerose le ricerche che sottolineano il ruolo fondamen-tale dell’alimentazione infantile per la salute del futuro adulto5. Oggi, numerosi studi suggeriscono che i vegani sono meno affetti dai disturbi più diffusi, come obesità, diabete, infarti e altre malattie cardiovascola-ri, ipertensione e cancro6.Nel Regno Unito l’obesità sta aumentando vertiginosamente tra i bam-bini in età scolare, che consumano una quantità di grassi e zuccheri più alta della soglia massima raccomandata dal Ministero della Salute britannico. Anche in Italia l’obesità infantile sta diventando un problema medi-co e sociale. Si calcola che i bambini in eccesso ponderale siano circa 1.100.000; di questi quasi 400.000 sono obesi, in maggioranza resi-denti nelle regioni dell’Italia del sud7. I maggiori imputati per l’aumento di peso sono l’eccesso di zuccheri e proteine, soprattutto nei primi due

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anni di vita. Come segnala il Ministero della Salute italiano8, l’obesità ha una genesi multifattoriale ed è il risultato di diverse cause, più o meno evidenti, che interagiscono tra loro. In primo luogo una eccessiva o cattiva alimentazione, spesso ma non sempre legata a una ridotta attività fisica e a fattori di tipo genetico o familiare. L’iperalimentazione nei primi due anni di vita, oltre a causare un aumento del volume del-le cellule adipose (ipertrofia), determina un aumento del loro numero (iperplasia).Parallelamente è stato riscontrato che i bambini vegani, che consuma-no più frutta e verdura, pesano meno rispetto ai loro coetanei e hanno meno carie. Nel mondo anglosassone sono numerose le istituzioni mediche che hanno preso posizione a favore della scelta vegana. La British Dietetic Association sostiene che l’alimentazione vegan è “più vicina alle princi-pali raccomandazioni dietetiche rispetto a una dieta onnivora”9; l’Ame-rican Dietetic Association afferma che “le diete vegan – ben pianifica-te – soddisfano i bisogni nutrizionali dei bambini piccoli, di quelli più grandicelli e degli adolescenti, promuovendo una crescita normale”10.Fino a non molto tempo fa verdure, cereali, legumi e frutta erano visti come semplici accompagnamenti ai piatti forti, mentre ora vengono ri-conosciuti come fondamentali in una dieta equilibrata. Ad esempio ne-gli Stati Uniti, dove il problema di un’alimentazione scorretta è partico-larmente grave, sono state stilate delle linee guida in cui si raccomanda di dare ai bambini almeno cinque porzioni di frutta e verdura al giorno, mentre gli adulti dovrebbero mangiarne dalle sette alle nove porzioni. Sulla stessa lunghezza d’onda l’Europa, e naturalmente l’Italia. Studi recenti hanno dimostrato che anche i bambini onnivori sono espo-sti, né più né meno come gli adulti, ai rischi della dieta occidentale, ricca di grassi animali. I risultati di questi studi mostrano un preoccupante aumento dell’obesità e la crescente presenza di anemia e di carie nei bambini in età prescolare, che eccedono nel consumo di cibi industriali e raffinati e nello stesso tempo non mangiano abbastanza frutta11.Il Regno Unito è la nazione con la più alta concentrazione di obesi d’Europa. Nel 2000 dopo la pubblicazione di una relazione del governo la Food Standards Agency, ente governativo che si occupa di sicurezza e salute alimentare, sta collaborando con l’industria per migliorare la

Introduzione

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dieta dei giovani britannici. La relazione ha evidenziato come bambini e ragazzi tra i 4 e i 18 anni assumano grandi quantità di zucchero, sale e grassi saturi e non abbastanza frutta e verdura12. Invece è stato dimo-strato che diete vegan pianificate in modo appropriato non solo sono salutari e nutrizionalmente adeguate, ma contengono meno grassi sa-turi e colesterolo rispetto a quelle non vegan13. Insomma, il veganismo è la risposta! L’interesse nei confronti della dieta vegan è aumentato molto negli ulti-mi anni per ragioni diverse, che spaziano dalla salute all’economia, dal-le questioni ambientali alla fame nel mondo. È quindi importante che questa scelta alimentare venga compresa bene, anche perché ci sono troppe idee sbagliate sul veganismo ed è ormai tempo di affrontarle. I bambini che sono cresciuti mangiando cibi di origine vegetale hanno un enorme vantaggio potenziale, ed è più difficile che si ammalino da adulti. La dieta vegan è la dieta del XXI secolo ed oltre.

Guida al cibo vegan

Nel corso degli anni sono state elaborate diverse teorie sul cibo, e negli Stati Uniti è in uso una piramide alimentare che indica le proporzioni consigliate dei diversi alimenti. In seguito a diversi studi clinici, il Regno Unito ha optato per la Balance of Good Health14, cioè ‘bilancia della salute’, ora adottata dalla Food Standards Agency. È uno strumento abbastanza flessibile da adattarsi a tutte le fasce d’età, dai bebè agli anziani: il piatto è diviso in cinque settori, ognuno rappresentativo di un gruppo alimentare; così è facile capire quali alimenti vanno mangiati e in quali proporzioni perché la dieta sia sana ed equilibrata. Ne risulta che, tutto sommato, i vegani tendono a mangiare in maniera più sana rispetto al resto della popola-zione15, e sono quindi in vantaggio. In Italia, dal lavoro svolto dall’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Ali-menti e la Nutrizione (INRAN) sono nate le Linee guida per una sana e corretta alimentazione italiana16. L’ultima revisione del 2003 include gli studi più recenti sull’importanza dei grassi vegetali e del consumo di fibre e fornisce indicazioni specifiche per l’alimentazione delle fasce

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di popolazione più ‘vulnerabili’ come bambini, adolescenti, gestanti, nutrici, donne in menopausa e anziani. Le linee guida sono rappresentate da 10 buone pratiche da seguire per mantenersi in buona salute e includono anche l’uso, seppur moderato, di prodotti di origine animale.Ma anche i vegani hanno elaborato una loro piramide alimentare, o meglio un ‘piatto’ che contiene la rappresentazione grafica dei cibi e delle proporzioni consigliate.

Introduzione

Piramide vegana

CAPITOLO 4

SVEZZAMENTO

Nei primi sei mesi, l’allattamento al seno fornisce tutto ciò di cui il pic-colo ha bisogno, perciò se il bebè cresce regolarmente ed è contento non c’è motivo di pensare a introdurre cibi solidi. Più avanti avrà biso-gno di un maggior apporto di ferro e comunque, grazie allo sviluppo dell’apparato digerente, potrà mangiare molti più cibi. L’introduzione di cibi solidi aiuterà anche il bambino a imparare a masti-care e mordere. Lo svezzamento è un processo graduale che incomincia quando si sostituisce il latte ai cibi solidi, non prima della diciassettesi-ma (oppure secondo molti nutrizionisti ventesima) settimana. Dopo i sei mesi c’è un maggior bisogno di nutrienti nella dieta, in quanto il latte materno o quello artificiale non sono sufficienti. Le calorie devono au-mentare perché il bambino, continuando a crescere, diventa più attivo ed energico. Per i genitori, lo svezzamento è spesso un periodo di ansie. Molti lo vivono con apprensione, e i commenti preoccupati di quegli amici e parenti che hanno dubbi sulla validità della dieta vegan peggiorano le cose. Comunque è un processo molto semplice, e parecchi bambini lo superano in modo naturale e senza intoppi. Poiché avviene una sola vol-ta nella vita, è una buona occasione per introdurre abitudini alimentari sane per il benessere di vostro figlio negli anni a venire. Indubbiamente è un momento delicato, in occasione del quale i genito-ri vegan si fanno molte domande. Ecco alcune delle più frequenti.

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Lo svezzamento vegan fornisce tutti i nutrienti necessari al mio bebè?

Certo! I primi cibi che vengono raccomandati per lo svezzamento non sono di origine animale: crema di riso, purea di frutta e verdu-re. Per quanto riguarda i progressi dei bambini con una dieta varie-gata, i nutrienti che frequentemente sollevano preoccupazioni sono la vitamina D, il calcio e la vitamina B12. Comunque queste preoccupazioni sono infondate: è sufficiente infatti una modesta pianificazione per for-nire senza problemi tali nutrienti con una dieta vegan1.

Che dire dei latticini?

In Occidente, è scontato che i latticini siano una parte essenziale della dieta del bambino, e ne viene incoraggiato il consumo perché ricchi di proteine, grassi e carboidrati. Comunque, con l’aumento dei casi di obesità e di altri disturbi adolescenziali, come asma, eczema, infezioni alle orecchie e, recentemente, diabete giovanile, alcuni medici e pro-fessionisti della salute si stanno interrogando sul ruolo dei latticini nelle diete infantili. Il Ministero della Salute raccomanda che il latte vacci-no intero non sia introdotto come bevanda prima del raggiungimento dell’anno di età. Il contenuto di proteine, sodio e potassio al suo interno è eccessivo per l’organismo in crescita del bambino.

Come si fa a capire quando il bambino è pronto?

Ogni bambino è diverso. Alcuni incominciano a gradire il cibo solido presto, altri più tardi; alcuni in fretta, altri più lentamente; alcuni sono esigenti, altri mangiano qualsiasi cosa gli si metta davanti. Sei mesi è l’età raccomandata per l’introduzione di cibi solidi. In linea teorica ai lattanti può essere offerto cibo solido prima dei sei mesi di età, ma l’organismo è ancora immaturo: il rischio è che si sviluppino allergie e intolleranze. Lasciatevi guidare dall’accettazione e dai rifiuti del bimbo. In ogni caso, meglio procedere con l’introduzione graduale. A circa tre

Svezzamento

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mesi d’età i bambini hanno di solito uno sviluppo improvviso e rapido, aumentando la richiesta di poppate per un paio di giorni. In questo caso, perciò, è meglio rimandare l’inizio dello svezzamento.Provate a dare cibo solido al bebè quando:

provato a rimetterlo al seno;

di poppare;

Se il bebè sembra ancora affamato dopo una buona poppata, provate a dargli più latte, in questo modo la sua richiesta aumenterà lentamente. A sei mesi d’età può apparire più nervoso dopo i pasti, come se volesse più latte. A questo punto, i bambini incominciano a mostrare interesse verso altri cibi, esplorando sapore e consistenza di qualsiasi tipo.

Primi pasti

Un dato interessante da ribadire è che i primi cibi adatti allo svezza-mento sono sempre vegani e comprendono crema di riso e purea di verdura e di frutta (vedi la tabella dello svezzamento); occorre ricordare, però, che il latte materno e quello artificiale sono ancora importanti e possono essere aggiunti ai cibi per renderne il sapore più familiare. I pri-mi pasti offerti dovrebbero essere senza glutine, proteina contenuta in grano, segale, orzo e avena. Poiché un ristretto numero di bambini non può assorbire il glutine, è meglio aspettare fino ai sei mesi. Tale termine è stato stabilito perché si pensa che l’apparato digerente del bebè sia ancora immaturo e ci sia il rischio di allergie e intolleranze.Quando propongono al bambino un nuovo cibo, genitori temono pos-sibili reazioni allergiche. Le allergie sono abbastanza rare e generalmen-te ereditarie, perciò se già ci sono in famiglia potete aspettarvi che si presentino anche nel bebè. Tra le reazioni comuni ci sono eruzioni cu-tanee e proctiti.

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Che cosa serve?

schiacciate la frutta e la verdura nel colino con il dorso di un cucchia-io, eliminando tutti i grumi. In alternativa potete usare un frullatore, che vi farà risparmiare tempo.

rispetto ai cucchiai normali.

dovete uscire.

Come devono essere i primi cibi?

Qual è l’ordine raccomandato per l’introduzione?1) Crema di riso.2) Purea di radici e tuberi: patate, carote, rape.3) Purea di frutta: mela, pera, banana, pesca (ma niente agrumi fino ai

nove mesi).4) Altri vegetali: piselli, legumi, zucchine.5) Altri cereali (quelli ricchi di glutine dopo i sei mesi, dopo l’anno per i

soggetti a rischio). Incominciate con un po’ di purea di verdure o crema di riso, sulla punta di un cucchiaio poco profondo o sulle dita. Le prime cucchiaiate servo-no solo per abituarsi al sapore del cibo solido; la quantità conta meno del fatto di abituarsi all’idea di un cibo diverso dal latte. Finché ve la sentite, potete continuare l’allattamento intanto che introducete il cibo solido. Una poppata prima di andare a dormire può concludere bene la giornata. Continuare l’allattamento per tutto il primo anno e oltre assicurerà al piccolo una buona fonte di nutrienti. Si ricordi che durante lo svezzamento è necessaria una fonte regolare e affidabile di B12 me-diante cibi fortificati o aggiungendo 1 mcg di vitamina in polvere.

Svezzamento

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Prima settimana Allattatelo al seno o col biberon a seconda delle vostre abitudini, of-frendogli un cucchiaino di crema di riso all’ora di pranzo, abbastanza omogeneo e fluido da essere sorbito facilmente. Quando mangia, il bebè deve stare seduto. Cercate di capire quando ha appetito; all’inizio è sufficiente un cucchiai-no. Siate preparate al fatto che potrebbe sputarlo. Non imboccatelo a forza. Molti bambini ci mettono un po’ a imparare a prendere il cibo dal cucchiaio.Forse, all’inizio il vostro bambino piangerà tra un boccone e l’altro e sputerà il cibo, che tuttavia sta imparando a conoscere. È abbastanza normale. Finora il cibo consisteva in un flusso continuo, ora ci sono pause snervanti. Se il bambino non sembra accettare il cibo non im-boccatelo per forza, ma aspettate un giorno o due, magari anche una settimana, e poi riprovateci. Non aggiungete il cibo solido al biberon perché può causare soffocamento; invece somministratelo preferibil-mente prima delle poppate, in modo da poterne aumentare in seguito le dosi finché il bambino non ne rimarrà soddisfatto. Una volta iniziato col cibo solido, alcune mamme pensano di dover interrompere l’allattamento al seno. Non c’è alcun bisogno di privare completamente il bambino del seno, se potete e volete continuare a farlo. Proseguite l’allattamento al seno finché desiderate. Se pensate sia meglio, offrite il cibo durante la poppata; non ha senso dare cibi solidi a un bebè affamato che piange e cerca il conforto della poppata. Meglio farlo poppare prima e dargli i cibi solidi in seguito. In questo modo il vostro bambino si calmerà, sarà contento e avrà sod-disfatto fame e sete prima di ricevere un cibo poco familiare. Poi potrete terminare il pasto con il resto della poppata. Se al vostro bambino piace ancora il sonnellino dopo la poppata, dargli troppo latte prima dei cibi solidi potrebbe essere controproducente, perché la stanchezza gli impe-dirà di interessarsi ad altro. Nel caso di bambini atopici (affetti da un tipo di allergia) è meglio far loro assaggiare lo stesso cibo per diversi giorni prima di introdurne un altro. In questo modo eviterete il rischio di una reazione allergica.

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SCHEMA DI GIORNATA TIPO PER IL PASSAGGIO AL CIBO SEMISOLIDO

Prima settimana Dopo una settimana di svezzamento

Colazione Latte materno o artificiale Passato di verdure, latte mater-no o artificiale

Pranzo Crema di riso miscelata con un pasto extra di latte mater-no o artificiale

Crema di riso miscelata con un pasto supplementare di latte materno o artificiale

Merenda Latte materno o artificiale Passato di frutta o verdura e latte materno o artificiale

Sera tarda Latte materno o artificiale Latte materno o artificiale

Seconda settimana

Potete proporre, per esempio, passato di verdure all’ora di pranzo e mela con riso a merenda. Procedete secondo il ritmo del piccolo. Se lo desidera potete aumentare la dose.Continuate con le solite poppate di latte. Se viene nutrito spesso, il bambino può interrompere la poppata. Cominciate a fargli provare cibi e sapori diversi, ma lentamente. Dovrebbero bastare due o tre nuovi cibi alla settimana. Potreste usare qualche alimento cucinato per la famiglia, basta ridurne un pochino in purea (senza aggiungere zucchero o sale).

Terza settimana

Quando il bambino si sarà abituato a cibi diversi potrete dare prima quelli solidi e poi il latte. Dategli una piccola quantità di crema di riso per colazione. Provate una verdura diversa a pranzo. Frutta e riso a merenda e latte materno o artificiale come indicato nello schema di giornata tipo.

Svezzamento

Indice

Prefazione 5

Introduzione 9

Capitolo 1 - Alimentazione prima del concepimento 23

Capitolo 2 - Gravidanza 31

Capitolo 3 - Nascita 49

Capitolo 4 - Svezzamento 66

Capitolo 5 - Il bambino più grande 85

Capitolo 6 - Risolvere il problema 102

Capitolo 7 - Lontano da casa 108

Capitolo 8 - Cosa dicono gli esperti 112

Capitolo 9 - Le esperienze dei genitori 117

Capitolo 10 - Ricette 126

Indirizzi utili 134

Alcuni testi consigliati 136

Bimbi vegan è una guida pratica e documentata all’alimentazione priva di

prodotti animali e di loro derivati, destinato ai genitori e ai professionisti

della nutrizione. Con linguaggio chiaro e comprensibile a tutti, e confu-

tando con dati scientifici i numerosi luoghi comuni che vorrebbero meno

sani i bambini vegani, il volume fornisce consigli e suggerimenti per una

dieta vegan completa ed equilibrata.

Dal momento del concepimento fino all’adolescenza, l’autrice illustra i

vantaggi, ma anche i punti critici dell’alimentazione vegan suggerendo, per

le varie fasi della crescita, menù ad hoc con il giusto apporto di elementi

nutritivi.

Michela Trevisan, biologa specializzata in scienza dell’alimentazione, esper-

ta di alimentazione vegetariana e vegana, ha aggiornato e contestualizzato

il testo originario alla realtà italiana, arricchendolo con proposte nutrizio-

nali secondo i principi dell’alimentazione naturale. Completano il volume,

una ricca gamma di ricette e le testimonianze di genitori vegan che hanno

avuto modo di beneficiare direttamente dei vantaggi di una dieta senza

prodotti animali.

www.terranuovaedizioni.it

Sandra Hood

BimbiveganGuida pratica

all’alimentazione

senza prodotti animali

dal concepimento

alla crescita

del bambino.

€ 13,00

ISBN 88-88819-87-7

Sandra Hood si è laureata in scienze alimentari all’Universi-tà di Leeds e lavora come nutrizionista per il servizio sanita-rio inglese. È attivista e consulente della Vegan Society. Hascritto numerosi manuali e libri sull’alimentazione vegana peri bambini e sul consumo etico.