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1 BIOFOTONI E CRONOSOMATICA Sintesi dell’intervento al Convegno “Biofotoni ed Energia per la Vita”, 28.09.2017 c/o Accademia dei Georgofili in Firenze Gianmichele Ferrero, Naturopata, Iridologo, Dottore in Chimica www.gianmicheleferreronaturopata.it Abstract La complessa neurofisiologia iridea ha offerto le basi per un rivoluzionario approccio terapeutico che utilizza la fotostimolazione puntiforme. L’ampia e positiva applicazione conferma la possibile presenza di sofisticatissimi fotorecettori tempo-spazio alloggiati nello stroma irideo, in grado di essere stimolati da una sorgente luminosa puntiforme. Il similare approccio cronosomatico applicato al trattamento dei punti paraspinali di Hua Tuo, è stato validato dalle esperienze cliniche. La fotostimolazione dei punti sensibili localizzati in modo seriale lungo la struttura spinomidollare attiva la soluzione delle memorie autobiografiche dolorose e stressanti. Attraverso la fotostimolazione s’introduce la corretta energia informativa sintonizzandola cronologicamente con la memoria dell’evento doloroso, favorendo la rielaborazione emozionale e la trasformazione armonica dello squilibrio somatico e comportamentale. Cronosomatica e fotostimolazione iridea Per l’anatomia classica l’iride svolge una pura funzione diaframmatica, modulando il passaggio della luce verso il tappeto retinico grazie all’escursione pupillare. Si potrebbe argomentare che per svolgere quest’attività sarebbe sufficiente una formazione muscolare circolare come avviene normalmente in altre parti del corpo; tuttavia bisogna considerare che il fascio irideo è composto dal muscolo anulare dello sfintere e dal muscolo radiale del dilatatore della pupilla, entrambi derivanti dal foglietto embrionale ectodermico e non dal mesoderma come tutti gli altri muscoli. Questo suggerisce una sua affinità speciale per le neurostrutture centrali e periferiche. La presenza di una fotorecettorialità dei diversi segmenti muscolari iridei indica la capacità di intervenire con la fotostimolazione ad attivare meccanismi di risoluzione sfruttando la "memoria neurovegetativa", specifica per le diverse età. Il colore degli occhi è un notevole investimento filogenetico e ontogenetico essendo determinato da specifici geni presenti in due differenti cromosomi e i segni iridei di ciascun individuo rappresentano un’impronta così unica e irripetibile da essere sfruttati quali elementi biometrici di riconoscimento. Verso la fine degli anni ’80 del secolo scorso, l’iridologo e cronobiologo Dan Waniek ha presup- posto una funzione non visiva (Phunctio ocularis sistemica, PHOS) di certe strutture oculari marginalmente considerate come l’iride, i corpi ciliari, la lente e la retina periferica, che svolgerebbero un attivo ruolo omeostatico in collaborazione con precise aree cerebrali. La conclusione di tale studio porta a ritenere che l’iride risponda in modo sufficientemente chiaro alla fotostimolazione e sia necessaria l’elaborazione di un nuovo modello che spieghi la sua funzione. Il modello somatotopico è classicamente riconosciuto in Iridologia e consiste nella proiezione teorica di organi e apparati sulla superficie dell’iride, una specie di cartina geografica rappresentativa dei diversi organi e visceri, delle ghiandole endocrine ed esocrine, dell’apparato osteoarticolare, delle strutture nervose centrali e periferiche. Il meno noto modello cronosomatico corrisponde invece a una griglia radiale che suddivide l’iride in 60 differenti iridomeri con arco di 6° ciascuno (Di Spazio, 2001). Ognuno di essi coincide con 12 mesi di vita (un anno solare). La griglia proietta sull’iride un arco temporale di 60 anni di vita. Fissando l’iride entro un quadrante d’orologio, gli anni 0 e 60 coincidono con le ore 12 e i 30 anni con le ore 6. Il tempo è letto in senso antiorario. Dal 61° in poi si ripercorre il cerchio. La fotostimolazione iridea cronosomatica è effettuata sulle aree ristrette degli iridomeri, in conformità a un modello cronologico. I classici segni iridei (lacune, pigmentazioni, introflessioni, raggi, ecc.) indicano momenti critici della vita di una persona, quando elementi stressanti esterni (stressors) amplificano la risposta somatopsichica e determinano conflitti emozio- nali in grado di produrre somatizzazioni (sintomi, disturbi, patologie). Il segno irideo va considerato, quindi, come unità cronospaziale, contenente una coordinata temporale (l’età, in cui si manifesta l’evento traumatico con conseguente conflitto emozionale) e una coordinata spaziale (area

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BIOFOTONI E CRONOSOMATICA Sintesi dell’intervento al Convegno “Biofotoni ed Energia per la Vita”, 28.09.2017 c/o Accademia dei Georgofili in Firenze Gianmichele Ferrero, Naturopata, Iridologo, Dottore in Chimica www.gianmicheleferreronaturopata.it Abstract La complessa neurofisiologia iridea ha offerto le basi per un rivoluzionario approccio terapeutico che utilizza la fotostimolazione puntiforme. L’ampia e positiva applicazione conferma la possibile presenza di sofisticatissimi fotorecettori tempo-spazio alloggiati nello stroma irideo, in grado di essere stimolati da una sorgente luminosa puntiforme. Il similare approccio cronosomatico applicato al trattamento dei punti paraspinali di Hua Tuo, è stato validato dalle esperienze cliniche. La fotostimolazione dei punti sensibili localizzati in modo seriale lungo la struttura spinomidollare attiva la soluzione delle memorie autobiografiche dolorose e stressanti. Attraverso la fotostimolazione s’introduce la corretta energia informativa sintonizzandola cronologicamente con la memoria dell’evento doloroso, favorendo la rielaborazione emozionale e la trasformazione armonica dello squilibrio somatico e comportamentale. Cronosomatica e fotostimolazione iridea Per l’anatomia classica l’iride svolge una pura funzione diaframmatica, modulando il passaggio della luce verso il tappeto retinico grazie all’escursione pupillare. Si potrebbe argomentare che per svolgere quest’attività sarebbe sufficiente una formazione muscolare circolare come avviene normalmente in altre parti del corpo; tuttavia bisogna considerare che il fascio irideo è composto dal muscolo anulare dello sfintere e dal muscolo radiale del dilatatore della pupilla, entrambi derivanti dal foglietto embrionale ectodermico e non dal mesoderma come tutti gli altri muscoli. Questo suggerisce una sua affinità speciale per le neurostrutture centrali e periferiche. La presenza di una fotorecettorialità dei diversi segmenti muscolari iridei indica la capacità di intervenire con la fotostimolazione ad attivare meccanismi di risoluzione sfruttando la "memoria neurovegetativa", specifica per le diverse età. Il colore degli occhi è un notevole investimento filogenetico e ontogenetico essendo determinato da specifici geni presenti in due differenti cromosomi e i segni iridei di ciascun individuo rappresentano un’impronta così unica e irripetibile da essere sfruttati quali elementi biometrici di riconoscimento. Verso la fine degli anni ’80 del secolo scorso, l’iridologo e cronobiologo Dan Waniek ha presup-posto una funzione non visiva (Phunctio ocularis sistemica, PHOS) di certe strutture oculari marginalmente considerate come l’iride, i corpi ciliari, la lente e la retina periferica, che svolgerebbero un attivo ruolo omeostatico in collaborazione con precise aree cerebrali. La conclusione di tale studio porta a ritenere che l’iride risponda in modo sufficientemente chiaro alla fotostimolazione e sia necessaria l’elaborazione di un nuovo modello che spieghi la sua funzione. Il modello somatotopico è classicamente riconosciuto in Iridologia e consiste nella proiezione teorica di organi e apparati sulla superficie dell’iride, una specie di cartina geografica rappresentativa dei diversi organi e visceri, delle ghiandole endocrine ed esocrine, dell’apparato osteoarticolare, delle strutture nervose centrali e periferiche.

Il meno noto modello cronosomatico corrisponde invece a una griglia radiale che suddivide l’iride in 60 differenti iridomeri con arco di 6° ciascuno (Di Spazio, 2001). Ognuno di essi coincide con 12 mesi di vita (un anno solare). La griglia proietta sull’iride un arco temporale di 60 anni di vita. Fissando l’iride entro un quadrante d’orologio, gli anni 0 e 60 coincidono con le ore 12 e i 30 anni con le ore 6. Il tempo è letto in senso antiorario. Dal 61° in poi si ripercorre il cerchio. La fotostimolazione iridea cronosomatica è effettuata sulle aree ristrette degli iridomeri, in conformità a un modello cronologico. I classici segni iridei (lacune, pigmentazioni, introflessioni, raggi, ecc.) indicano momenti critici della vita di una persona, quando elementi

stressanti esterni (stressors) amplificano la risposta somatopsichica e determinano conflitti emozio-nali in grado di produrre somatizzazioni (sintomi, disturbi, patologie). Il segno irideo va considerato, quindi, come unità cronospaziale, contenente una coordinata temporale (l’età, in cui si manifesta l’evento traumatico con conseguente conflitto emozionale) e una coordinata spaziale (area

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corporea, sede della somatizzazione). L’unità cronospaziale è anche una traccia mnestica: si collega esattamente alla memoria inconscia, neurosensoriale e somatica di un evento vissuto. L’iride riporta il ricordo delle esperienze dolorose con un linguaggio morfocromatico unico e individuale. La fotostimolazione consente di interagire con questa complessa struttura, così come accade per l’Auricoloterapia, l’Agopuntura e la Reflessologia plantare. Lo stroma irideo si configura come impalcatura di una centrale nervosa in grado di attivare una risposta neurosensoriale sufficientemente chiara, se l’iridomero corrispondente all’età del trauma vissuto, e non elaborato, è opportunamente stimolato con la luce. Le indagini hanno confermato la possibilità che gli iridomeri corrispondano a sofisticatissimi fotorecettori spazio-tempo (time-space photoreceptors, Di Spazio, 1999), la cui mirata eccitazione mediante stimolo luminoso puntiforme (iridial photostimulation) produce precise e attendibili risposte che riproducono parte della sintomatologia accusata dal soggetto nel presente o nel passato. I riflessi ottenuti si localizzano direttamente nelle aree somatiche, sede di patologia, oppure lungo i meridiani della MTC coinvolti. Già Il dottor Giuseppe Calligaris (1876-1944), aveva affermato che l’eccitazione del “dermatoma della memoria”, formato da una banda trasversale che attraversa gli occhi, produce nell’esaminato l’attivazione dei ricordi. Si utilizza la griglia cronologica radiale per individuare l'iridomero corrispondente all'età, sede di uno specifico conflitto emozionale. La peculiare disposizione dello stroma irideo indica le micro-aree, dove si addensano con maggiore frequenza i gruppi di fotorecettori tempo-spazio. Cronosomatica e fotostimolazione rachidea Negli anni Trenta del secolo scorso, Harold Saxton Burr, professore di embriologia e di neuroanatomia all’Università di Yale, sviluppò con il suo collaboratore F.S.C. Northrop quella che definì “la teoria elettrodinamica della vita”. Giunsero a determinare i campi di energia elettromagnetica che controllano l’esistenza di tutte le forme fisiche, umane, animali, vegetali e minerali. Fu individuato un asse elettrico che parte dall’encefalo e si estende lungo la spina dorsale che governa i quattro arti e mette in collegamento i muscoli, le cellule e tutti gli organi fisiologici del corpo umano. Consideriamo che per la Medicina Tradizionale Cinese lungo la colonna vertebrale scorre il canale energetico Du Mai o Vaso Governatore e che per la fisiologia energetica induista l’asse cerebrospinale corrisponde alla Sushumna, la più importante delle tre Nadi principali attraverso cui fluisce il Prana. A seguito di numerosi esperimenti su animali e piante, Burr osservò che lo sviluppo e la crescita di ogni organismo avviene seguendo un suo uno “stampo” o, meglio, una “trama” elettromagnetica. Rilevò che ogni cellula ha un potenziale elettrico ed ogni membrana cellulare genera 10.000.000 volt/metro. La “trama” elettromagnetica è l’effetto generato dall’insieme di molte cellule e un intero individuo è l’insieme dei campi elettromagnetici che ne guidano lo sviluppo e la crescita. Oltre ai campi vitali fisici, Burr descrisse anche i campi elettromagnetici mentali prodotti dall’armonia dei pensieri ed è riuscito a rilevare malattie, come il cancro, prima che si manifestassero, in base al principio che esse non sorgono improvvisamente dal nulla ma iniziano con un cambiamento nella matrice bioenergetica. I percorsi energetici primari proposti seguono gli stessi schemi dei meridiani dell’agopuntura cinese. L’intuizione di Burr è stata arricchita da altri contributi provenienti dagli ambiti della fisica quantistica e, più recentemente, della teoria delle superstringhe. In particolare, alcuni Autori hanno affiancato la Matrice progettuale bioenergetica di Burr al campo morfogenetico di Sheldrake. Quest’ultimo scienziato suggerisce che la mente sia costituita da campi d’informazione, differenti dai campi di natura elettromagnetica o quantistica, che compenetrano e si estendono oltre il cervello. Teoria simile a quella di Bohm, l’ipotesi di Sheldrake asserisce che tutti i sistemi chimici, fisici e biologici sono guidati e plasmati dai campi organizzativi morfogenetici attraverso un meccanismo di feedback tra i campi delle forme antecedenti e dei successori, all’interno di un sistema definito quale può essere una pianta o di un animale, ed estendendosi anche al di fuori di esso. I campi morfici sono in comunicazione tra loro in un tempo non lineare, un tempo della memoria che include informazioni utili al disegno creativo universale. Ogni entità, dalle più piccole alle più

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estese, da quelle minerali a quelle vegetali o animali, ha un proprio campo che è non locale ed esteso, in costante relazione con il resto dell’universo secondo una scala gerarchica di tipo frattale. Il dottor Giuseppe Calligaris (1876-1944), che studiò approfonditamente le “Catene Lineari del corpo e dello spirito”, affermava che “L’essere umano è costituito da corpo, mente e anima. Questa triplice essenza è riflessa sulla sua pelle”. Calligaris scoprì che sulla pelle dell’uomo esiste una fitta rete di tracciati e punti dove si riflettono e proiettano gli organi e gli apparati del corpo, le più svariate emozioni e le memorie umane, i flussi energetici dei corpi sottili e le facoltà soprasensibili. Le linee e le placche costituiscono i punti di contatto con le radiazioni dell’Universo circostante. L’Universo stesso è inteso come un immenso organismo pervaso da molteplici vibrazioni, come ad esempio le radiazioni elettromagnetiche. Poiché i punti e le placche presenti sul corpo umano rispecchiano tali vibrazioni, si può dire che l’Universo sia rappresentato sul corpo dell’uomo. Queste zone opportunamente stimolate risvegliano una serie di risposte fisiche e psichiche consce e inconsce collegate alle caratteristiche della zona riflessa. La Cromopuntura indagata e perfezionata da Peter Mandel si basa sugli studi della fisica quantistica e del biofisico Fritz A. Popp il quale è riuscito a dimostrare che le cellule di qualsiasi essere vivente emettono radiazioni molto deboli di biofotoni. Ogni organismo vivente quindi irradia un debole ma permanente flusso di biofotoni, la cui intensità corrisponde alla luce di una candela osservata a 25 km di distanza. Questa luce è veicolo di trasporto non locale d’informazioni che regolano tutti i processi biochimici. Le alterazioni della struttura organizzativa di questo campo possono dar origine ad una crescita cellulare anormale e quindi ad alterazioni organiche. Mandel si propone di veicolare con la luce e i colori non tanto una semplice energia quanto l’informazione attraverso i meridiani dell’agopuntura e altri punti da lui individuati. Con la fotostimolazione viene introdotta la corretta energia informativa laddove si manifesta il disturbo per riattivare le linee di comunicazione biofotonica interrotte, ristrutturare il campo biofotonico e, conseguentemente, ripristinare la vibrazione coerente con lo stato di salute. Le scoperte di Burr e Northrop, Bohm, Sheldrake, Calligaris, Popp e Mandel offrono un rilevante supporto all’interpretazione in chiave temporale delle 24 coppie degli speciali Punti Fuori Meridiano della Medicina Tradizionale Cinese denominati Hua Tojiaji. Il Dr. Vincenzo Di Spazio ha dimostrato che tali agopunti, disposti in modo seriale dalla prima vertebra cervicale alla quinta vertebra lombare, coincidono con precisi circuiti crono-spaziali collegati alle memorie autobiografiche, in particolare alle registrazione di eventi a connotazione stressante (AgeGate Therapy, 1996). Il corpo è il teatro temporale delle memorie nel quale convergono flussi ridondanti d’informazioni mnestiche (emozionali, cognitive, neurofisiologiche, viscerali, muscolo-scheletriche, genetiche, ecc.), che solo in quota marginale oltrepassano la soglia della coscienza. La lunghissima storia evolutiva dell’apparato spinomidollare, denominato da MacLean “cervello rettile” e valutabile in almeno 250 milioni di anni, consentirebbe una più stabile e fidata conservazione di dati mnestici (in particolare quelli a matrice stressante per le loro possibili ripercussioni sulla conservazione dell’individuo e della specie), rispetto alle molto più recenti strutture corticali. Così come il corpo memorizza, possiamo affermare parimenti che il tempo somatizza. La cronoriflessologia spinale è eseguita lungo il meridiano “Age Vessel”, che corre lungo i processi spinosi, seguendo una distribuzione seriale. Questo meridiano, che presenta molte relazioni sia con le Catene Lineari e le Placche di Giuseppe Calligaris sia con l’Agopuntura cinese sia con la cronosomatica iridea radiale, si proietta dalla prima vertebra cervicale alla quinta lombare e comprende delle vere porte di accesso temporale. I punti di Age Vessel sono particolari recettori di circuiti crono-spaziali che veicolano sia le memorie degli stressor, di avvenimenti a intenso impatto emotivo, di conflitti emozionali e i conseguenti squilibri somatici, sia l’esatta collocazione cronologica nella vita del singolo e della sua ascendenza familiare, campo di applicazione della genomica emozionale.

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La progressione cronologica segue il verso antiorario dall’alto verso il basso dalla vertebra cervicale C1 alla lombare L5 per il periodo tra la nascita e i 30 anni e risale dal basso verso l’alto dalla vertebra lombare L5 alla cervicale C1 per gli anni compresi tra 31 e 60. La vertebra dolente dell’Age Vessel contiene l’indicazione cronologica dell’età in cui si è verificato il trauma e l’identificazione dell’area somatica sulla quale agisce il peso dell’esperienza traumatica producendo la patologia. La stimolazione dei punti con tecniche efficaci quali la leucofotostimolazione o la cromopuntura permette di rievocare profondamente e inconsciamente il trauma, di rielaborarne le conseguenze sul piano psicosomatico, di determinare un efficace processo conflittolitico e il distacco emozionale e somatico dall’evento traumatico. È possibile condurre la fotostimolazione sui punti di repere cronosomatici della colonna vertebrale e anche di altri sistemi di cronoriflesso quali la faccia mediale dei piedi dall’articolazione interfalangea dell’alluce fino a metà calcagno sulla linea mediana posteriore della gamba (Dr. G. Ferrero, 2007), la superficie esterna delle mani lungo la linea mediana dall’articolazione interfalangea del pollice all’altezza della “tabacchiera” naturale, l’antelice auricolare dall’incisura antelice-antitrago fino all’incrocio della croce superiore e inferiore dell’antelice e la sua proiezione ortogonale.

Attraverso la fotostimolazione, s’introduce la corretta energia informativa sintonizzandola cronologicamente alla memoria dell’evento doloroso. Si apre la possibilità di rielaborare il meccanismo emozionale e comportamentale (polarizzazione onirica, Dr. G. Calligaris) e di trasformare lo squilibrio somatico e psichico nella direzione del ristabilimento del benessere. La stimolazione del preciso punto, che rappresenta la cicatrice del trauma ovvero la porta del tempo registrata sul corpo, riporta la persona in un preciso “nodo temporale” (“time collapse” in psicobiologia, curvatura spazio-tempo), interpretabile come il punto di convergenza delle linee del tempo di almeno due soggetti che condividono gli effetti del trauma originale, vissuto in prima persona o ricevuto in eredità. Il punto d’incontro è l’età dei soggetti nella quale l’evento doloroso è stato vissuto direttamente o per retaggio. Quell’età è la stessa nei due o più individui, non ha importanza la distanza in anni che li separa. Quando i due vissuti si agganciano, si ha libero accesso alla memoria che vi soggiace. L’orologio spinale dei traumi registra non soltanto le esperienze traumatiche vissute nel corso della propria vita individuale ma contiene tangibili tracce di eventi stressanti vissuti dagli avi (genomica emozionale) anche molto tempo prima della nascita del discendente. Con la fotostimolazione del cronogramma spinale o plantare si è in grado di intervenire sulla genomica emozionale risalendo in modo efficace fino ad almeno quattro generazioni precedenti. La genomica emozionale indica che la mente è esclusa dai riferimenti spazio-temporali della memoria. Ciò significa che l’evento caratterizzante il trauma vissuto in prima persona dal progenitore è manifestato dai suoi discendenti in modo diretto e reale, cioè non simbolico.

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Soggetto A

Soggetto B

nodo temporale