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Bollettino trimestrale dell’Ente Numero 38 DICEMBRE 2011

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Bollettino trimestrale dell’Ente

Numero 38 DICEMBRE 2011

Il Parco dell’EtnaIL TERRITORIO

er proteggere unambiente natura-le unico e lo

straordinario pae-saggio circostante, il Parcodell’Etna è stato suddiviso inquattro zone.Nella zona A, 19.000ettari a massima tutela,l’obiettivo del Parco èconsentire alla naturadi svolgere il suo corsolimitando al minimol’intervento umano; lazona B, 26.000 ettari,è formata in parte dapiccoli apprezzamentiagricoli ed è contras-segnata da splendidiesempi di antichecase contadine; nel-l’area di preparco,con i 14.000 ettaridella zona C e D,sono consentiti ancheeventuali insediamentituristici sempre nelrispetto della salva-guardia del paesaggioe della natura.Al centro dell’ecosistemadel Parco c’è l’Etna, checon il suo confine litologicodi 250 Km., all’altezza di

circa 3.350 m., una superfi-cie di circa 1.260 chilometri

quadrati, è il più grande vul-cano attivo d’Europa.La flora: la flora del Parco,estramamente ricca e varia,condiziona il paesaggiooffrendo continui e repentinimutamenti, ciò dipende dalladiversa compattezza e dalcontinuo rimaneggiamentodel substrato ad opera dellecolate laviche che si succedo-no nel tempo. Partendo daipiani altitudinali più bassi,ecco i vigneti, i noccioleti, ipistacchieti ed ancora i boschidi querce, pometi e castagni.Proseguendo, specie sul ver-sante orientale, boscaglie diroverella, cerri e pino laricio,che formano bellissime pine-te, come quella di Linguaglo-sa e Castiglione di Sicilia.Oltre i 2.000 metri, ecco ilfaggio e la betulla. Tra le spe-cie caratteristiche del paesag-gio etneo va ricordata laginestra dell’Etna, una delleprincipali piante colonizzatri-ci delle lave, mentre oltre lavegetazione boschiva il pae-

saggio è caratterizzato daformazioni pulviniformi dispino santo (astragolo), cheoffrono riparo ad altre piantedella montagna etnea come ilsenecio, la viola e il cerastio.La fauna: sul vulcano vivonoancora l’istrice, la volpe, ilgatto selvatico, la martora, ilconiglio, la lepre e, fra glianimali più piccoli, la donno-la, il riccio, il ghiro, il querci-no e vari tipi di topi e pipi-strelli. Moltissimi gli uccelli:tra i rapaci diurni lo sparvie-ro; la poiana, il gheppio, ilfalco pellegrino e l’aquilareale; tra i notturni i barba-

gianni, l’assiolo, l’alocco e ilgufo comune.Nel lago Gurrida, unicadistesa d’acqua nell’areamontana etnea, si possonoosservare aironi, anatre, edaltri uccelli acquatici. Nellezone boscose si possonointravedere la ghiandaia, ilcolombo selvatico e la cotur-nice, nelle distese laviche allequote più altre il culbianco.Infine vanno segnalati varitipi di serpenti, tra i qualil’unica pericolosa è la vipe-ra, e di insetti, con il lorofondamentale ruolo negliequilibri ecologici.

Il Parco dell’EtnaTutto quello che dovete sapere

P

Ente Parco dell’EtnaParco regionale

Via del Convento, 4595030 Nicolosi (Ct)Telefono 095 821111

Fax 095 914738

Indirizzo E-mail:[email protected]

Sito internet:www.parcoetna.it

Per informazioni e previ-sioni meteo, consultare il

sito del servizio METEOMONT, le cui attività in Sicilia sonosvolte dal Corpo Forestale della Regione:www.sian.it/infoMeteo/jsp/mwablx803.jspBollettino di previsione tutti i giorni alle 14,00, festivi inclusi.

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“Promuoveremo in tempi brevi un’iniziativa dicoordinamento tra il Corpo Forestale, la Polizia pro-vinciale, le associazioni ambientaliste e di volonta-riato, la polizia locale dei Comuni del territorio lad-dove fosse possibile, per affrontare e cercare di risol-vere il grave problema dei rifiuti e delle microdisca-riche abusive, che inquinano l’ambiente del Parcodell’Etna”. Lo ha assicurato il Prefetto di CataniaFrancesca Cannizzo, al termine di un proficuo incon-tro con il commissario straordinario del Parco EttoreFoti nella sede della Prefettura.

Era stato di recente il Consiglio del Parco e, inprecedenza, il Comitato Esecutivo e il Comitato Tec-nico Scientifico dell’Ente, insieme agli esponentidelle associazioni ambientaliste (Legambiente, Lipu,WWF e altre), a ritenere essenziale l’autorevole coin-volgimento del Prefetto per fronteggiare un fenome-no divenuto ormai allarmante non soltanto per la tute-la e l’immagine del Parco, ma anche per la legalità ela sicurezza dei cittadini.

Molto soddisfatto il commissario Foti: “Ringra-ziamo Sua Eccellenza il Prefetto per la grande sen-sibilità e concretezza dimostrata nei riguardi diquello che va considerato il problema in assolutonella nostra area protetta. Sua Eccellenza si èmostrata particolarmente attenta a quanto da noirappresentato, manifestandoci ampia disponibilità atrovare soluzioni condivise per fronteggiare il feno-meno. Non è più ammissibile – aggiunge Foti – nelmomento in cui si sta lavorando per l’inserimentodell’Etna nel patrimonio mondiale dell’umanità, chel’immagine del nostro territorio e di tutta la Siciliavenga così gravemente danneggiata agli occhi deituristi”.

In vista di una imminente riunione, che sarà con-vocata dal Prefetto Cannizzo dopo una ricognizionedelle disponibilità operative, il Parco – che per le spe-cifiche competenze in materia di pulizia e raccolta dirifiuti, ha sottolineato l’utilità del coinvolgimento edella partecipazione all’incontro anche delle tresocietà d’ambito, A.T.O., del territorio – ha già messoa disposizione un recente censimento effettuato dal-l’Ente, che ha già rilevato oltre 250 microdiscaricheabusive disseminate in vari punti del territorio. Unasignificativa e precisa radiografia della grave proble-matica dei rifiuti nell’area protetta, che servirà anchealla forze dell’ordine come prezioso riferimento epunto di partenza per incisive iniziative di repressio-ne del fenomeno.

A seguire, riteniamo utile riportare integralmenteil testo della lettera che il commissario Foti ha indi-rizzato al Prefetto per chiedere l’incontro. In essa

Proficuo incontro con il commissario straordinario dell’Ente Ettore FotiA breve sarà convocato un tavolo con un’ampia partecipazione

Microdiscariche abusive nel Parco dell’Etna:il Prefetto di Catania Francesca Cannizzopromuoverà una forte azione di contrasto

Il Prefetto di Catania Francesca Cannizzo con il commissariodel Parco Ettore foti in Prefettura

sono chiaramente indicate, oltre a quella dei rifiuti,tutta una serie di altre problematiche nocive per latutela dell’area protetta e per la sua immagine.

“Come preannunciato per le vie brevi, vorremmoavere un primo incontro, anche informale, con S.E. ilPrefetto per esporre alcune annose problematicheche affliggono il territorio del Parco dell’Etna(miscrodiscariche abusive, vandalismi, presenza nonautorizzata di quads, moto da cross, fuoristrada,ecc...), consapevoli che soltanto con l’autorevolecoinvolgimento del Prefetto si potranno intraprende-re azioni sinergiche per fronteggiare efficacementemolti dei problemi che da soli non siamo in grado dipotere eliminare.

In particolare, il fenomeno dell’abbandono incon-trollato di rifiuti all’interno della nostra area protettacostituisce una emergenza ambientale che oltre a cau-sare un crescente inquinamento nuoce alla tutela dellasalute pubblica e all’immagine dell’intero territorio.

Questo Ente Parco, pur chiamato in causa piùvolte e volendo arginare il fenomeno, non si trova tut-tavia nelle condizioni di poter intervenire incisiva-mente, non disponendo attualmente di guardia parconé di altro personale titolato ad esercitare attività divigilanza e/o di polizia che possa svolgere servizi di

controllo in via di prevenzione/repressione o conte-stare immediatamente le eventuali violazioni accer-tate, né ha competenza o fondi per procedere allaordinaria raccolta dei rifiuti sui 59.000 ettari dei 20Comuni che comprendono il proprio territorio.

Connesso al problema dei controlli è anche la que-stione dello scorazzamento di quad e fuoristrada inzone del Parco in cui è vietata la circolazione dei vei-coli a motore e che tante lamentele suscitano da partedelle associazioni ambientaliste e dei numerosi turisti.

Per queste ed altre ragioni, confidando sulla forteattenzione e sensibilità di S.E. per tutte le problema-tiche che incidono negativamente sulla legalità nelterritorio e sulla tutela dell’ambiente, chiediamo ladisponibilità di S.E. per un incontro”.

E intanto, in attesa delle azioni che in tempi breviverranno coordinate dal Prefetto di Catania, alcuneassociazioni ambientaliste – in particolare PiumaBianca, presieduta da Sergio Mangiameli – si sonogià mosse, con concrete azioni simboliche portateavanti dai gruppi familiari degli associati, per rimuo-vere rifiuti in alcune zone del Parco, mostrando “sulcampo” la propria immediata disponibilità a parteci-pare all’azione di contrasto alle microdiscariche.

Gaetano Perricone

Una significativa immagi-ne dall’iniziativa “Pulen-do e pedalando” dell’asso-ciazione Piuma Bianca

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Tra le problematiche ambien-tali più sentite di recente nellanostra regione, vi sono certamentequelle legate allo smaltimento e alriciclaggio dei rifiuti provenientidalle demolizioni e le microdisca-riche abusive disseminate nell’a-rea del Parco dell’Etna.

Le demolizioni in Sicilia hannosempre avuto un ruolo considere-vole nei lavori edili e nel prossimofuturo questo settore andrà semprepiù sviluppandosi, in quanto lenuove costruzioni incontrerannosempre più difficoltà di realizza-zione e s’incrementeranno moltole “sostituzioni”.

Se si osservano attentamente lenostre città, sia nei centri conge-stionati che nelle periferie, trovia-

mo tantissime costruzioni obsole-te, fatiscenti, non più fruibili, perle quali la manutenzione o la con-servazione non ha alcun senso.

L’unica soluzione è la demoli-zione, sia per la sostituzione cheper la creazione di nuovi spazi chepermettono un uso più gradevolee più sostenibile per l’ambiente ele comunità.

Già in molti Paesi dell’UnioneEuropea da tanti anni ci si adope-ra per il riutilizzo dei materiali dademolizione, sia per un maggioreimpiego nel rispetto dell’ambien-te, sia, dobbiamo ammetterlo, perla difficoltà di reperire inerti per lecostruzioni. Emerge dunque, inmaniera sempre più evidente, l’e-sigenza di analizzare e gestire il

problema dei rifiuti da demolizio-ne, quale parte dei flussi di mate-riale totale consumato che attra-versano la società, inserendo lagestione dei rifiuti da demolizioneall’interno di una strategia inte-grata di sviluppo sostenibile. Que-sta strategia ha come obiettivoprioritario la riduzione dell’utiliz-zo delle risorse naturali e l’incen-tivazione dell’uso dei materialiriciclati, al fine di contribuire acontenere notevoli impatti sul-l’ambiente generati dalle attivitàantropiche.

È impensabile da un lato conti-nuare a scavare in fiumi, laghi,torrenti, pianure, montagne oancor peggio, demolire le nostrecolline e le montagne per ricavare

Uno studio del nuovo direttore reggente del Parco Massimo Mazzolasulla problematica dei rifiuti provenienti da demolizioni e la loro gestione

Una proposta di recuperoe reimpiego d’inerti

come occasione di sviluppo localesostenibile per combattere

il fenomeno delle discariche abusiveDal 19 ottobre scorso l’architetto Massimo Mazzola è il direttore reggente del Parco dell’Etna. È

dirigente presso l’Assessorato regionale del Territorio e Ambiente, dove ricopre il ruolo di capodella segreteria tecnica dell’Assessore Sebastiano Di Betta e referente alla Conferenza delle Regio-ni. Dal neodirettore reggente abbiamo ricevuto questo studio-proposta sulla gestione dei rifiuti pro-venienti dalle demolizioni, che pubblichiamo qui di seguito.

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stratori locali non riescono ancoraa risolvere o a pianificare inter-venti migliorativi, anche a causadei sostanziali tagli del Governonazionale, al fine di garantire unservizio economicamente sosteni-bile alla comunità che vi risiede,alle imprese e agli artigiani che vioperano localmente.

La maggior parte di loro con-voglia i loro rifiuti da demolizionein discariche private autorizzate,dislocate sul territorio, a diversichilometri di distanza dai centri incui operano ed il costo per il tra-sferimento in discarica diventatroppo oneroso e spesso le impre-se che operano nel settore, soprat-tutto le piccole imprese artigiane,scaricano in discariche abusive odove capita, lontano da occhi indi-screti, favorendo il degradoambientale.

Nonostante la Sicilia sia inter-venuta attraverso la creazione del-l’ARPA (Agenzia Regionale per laProtezione dell’Ambiente) e delleAgenzie Territoriali Provinciali esebbene l’emergenza rifiuti sia unfatto ormai conclamato che richie-de interventi urgenti e decisivi, nelcampo tecnologico, invece, si èraggiunta un’esperienza e maturitàtale da offrire impianti ad alta affi-dabilità e sicurezza operativa nelsettore dei rifiuti da demolizione, agaranzia ambientale ben superioreai requisiti normativi.

Obiettivo fondamentale è quel-lo di promuovere lo svilupposostenibile del nostro territorio,nel rispetto delle risorse naturali ea tal fine, dunque, si ritiene didover suggerire dopo un’attentaanalisi delle problematiche cheemergono dal presente studio,un’azione d’intervento integratoche tenga conto delle diverserealtà economiche e tra i differen-

fascia sud-est, fino a raggiungerela parte più vasta ai piedi dell’Etna.

In Sicilia mancano spazi checonsentano facili installazioni diimpianti per il riciclo e inerti perle costruzioni a causa dell’ecces-sivo sfruttamento delle cave chein passato hanno sconquassato lemontagne e le poche rimaste atti-ve hanno i giorni contati.

A causa di una scarsa pianifi-cazione nel settore e del grannumero di discariche abusive edoccasionali che sfuggono alleautorità preposte al controllo delterritorio, si capisce il perchèdiventa difficile poter fare conesattezza la stima di quantità d’i-nerti provenienti da demolizioni,ma, se si prendono in esame i datidelle altre regioni, si può fareapprossimativamente una stimache si aggira all’incirca sui400.000 mc/anno per provincia.

Dall’indagine svolta, emergeche non tutti i Comuni sono dota-ti di discariche d’inerti ed impian-ti per il riciclaggio; molti ammini-

inerti per le costruzioni; dall’altro,riempire le discariche di materialida demolizione, che per altro nellenostre città e soprattutto nei pic-coli centri sono ormai rari o pres-soché inesistenti.

Il costo sociale di questo cicloè insostenibile, ben vengano quin-di le nuove disposizioni di leggeche vietano di mettere in discaricaquesti materiali e obbligano alriciclo tutto quanto è possibile.Occorre, però, che questa opera-zione non gravi sui costi d’inter-vento, incentivando ancor più la”voglia di riciclo”.

Il territorio siciliano, ha condi-zioni orografiche particolari, è pre-valentemente collinare e montuo-so; con i suoi 25.700 Kmq, la Sici-lia è l’isola più grande dell’interoMediterraneo. I rilievi collinari sisviluppano per circa il 60%,soprattutto nella fascia centro-meridionale, le zone montanecostituiscono il 25% dell’interoterritorio e le aree di pianura siestendono per circa il 15% nella

Il direttore reggente del Parco Massimo Mazzola con il commissario straordinario Etto-re Foti

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Vanno quindi attentamentevalutati l’ubicazione dell’impianto,la rete di infrastrutture e i costi ditrasporto, sia nella fase di conferi-mento dei materiali che nel tra-sporto degli inerti. E va anchevalutata l’opportunità di bonificarecave già dismesse o altri siti, inmodo tale da ripristinare i correttiparametri ambientali del territorioetneo. Pertanto, se si fa tesoro diqueste metodologie, diventa facilecapire che, riuscendo ad organizza-re le imprese edilizie e gli artigianie i commercianti che operano alivello locale, mediante una forteazione di negoziazione promossadalle amministrazioni locali, attra-verso tavoli di concertazione edincoraggiate da un processo d’a-zioni coordinate a livello regiona-le, si potrà meglio contribuire siaalla salvaguardia delle risorse natu-rali, sia si potrà dare un importanteimpulso alle economie locali, inne-scando quei processi virtuosi disostenibilità di cui ormai non pos-siamo più fare a meno.

Massimo MazzolaDirettore Reggente Parco dell’Etna

quello degli inerti tradizionali.Bisogna evidenziare che, se siaumenta in maniera considerevolela presenza di soci, il consorzioavrebbe notevoli quantità di mate-riale da trattare (conferiti da soci) eche rimetterà facilmente nel mer-cato altrettanti materiali di riciclo(ritirati dai soci), ciò offrirebbe unaimportante garanzia; è infatti“annacquato” l’interesse diretto acreare profitto dall’operazione.

In tal senso, dopo avere analiz-zato attentamente le varie proble-matiche del riciclo dei materialida demolizione e nella scelta del-l’impianto di trattamento, si èpensato di suggerire di investirenel “sistema di pulizia” dei mate-riali, nella frantumazione multi-pla, con due diversi tipi di frantoisia nella selezione che nellavagliatura granulometrica. Si è giàevidenziato quanto sia importantel’economicità dell’operazionecome incentivo e l’aspetto econo-mico non è limitato al semplicetrattamento dei materiali, ma variferita all’intero ciclo e alla crea-zione di un indotto produttivo.

ti attori pubblici e privati che vioperano a livello locale. Tale con-siderazione nasce prendendospunto da alcune realtà economi-che nazionali che operano nelnostro paese.

Negli ultimi anni la gestionedei flussi fisici ed informativi èdiventata un fattore cruciale per isistemi territoriali, per le città eper le aziende, determinandone lacompetitività, contribuendo alloro successo o al loro decadi-mento. Termini come logistica ogestione integrata del sistemalogistico sono entrati in uso,modificando i processi di approv-vigionamento e stoccaggio, intro-ducendo nuovi parametri ancheper la disciplina del territorio.

In un mercato unificato semprepiù attento alle interconnessionifacili e affidabili, è probabile chesistemi efficienti di organizzazionedei flussi creino opportunità localiche attraggano investimenti. Il ter-ritorio del Parco dell’Etna, con lesue virtuose dinamiche produttive,rappresenta a nostro avviso lo sce-nario ideale per favorire, oltre cheun indotto di settore, anche notevo-li ricadute occupazionali. Prenden-do spunto da questi esempi, pro-porrei di promuovere attraversoincisive azioni di supporto,mediante finanziamenti che favo-rissero la creazione di consorzi dicategoria senza fini di lucro, traimprese di costruzione e artigianiedili, le cui finalità sono quelle dieffettuare per i soci le operazioni diriciclo dei materiali da demolizio-ne al semplice costo effettivo.

Questo consente, da un lato, diridurre l’elevato prezzo che èattualmente pagato per portare ilmateriale in discarica, dall’altro, dioffrire al mercato inerti derivati dalriciclo a prezzi molto inferiori a

Un ex discarica di Trecastagni dopo la bonifica

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Il 90% delle imprese turisticheche operano nei Parchi della Sici-lia sono convinte dell’importanzadel lavorare in un’area protetta etutelata. Per il 56%, però, il siste-ma deve essere messo a punto, perconsentire di sviluppare un pro-dotto turistico valido, sulla sciadella crescente attenzione ai temidell’ambiente e dei viaggi“green”.

Sono i risultati di un’indaginecondotta da Sicilia Natura e dalCentro Studi Turistici di Firenze,per conto della regione Sicilia edalla regione Toscana, su 200imprese delle due regioni, al ter-mine del progetto comune “Turi-smo Verde”.

Dallo studio, presentato duran-te una giornata di studio organiz-zata presso la sede del Parco del-l’Etna a Nicolosi che è stata anchel’atto conclusivo del progettoTurismo Verde, esce il quadro diun sistema siciliano che cercaancora una posizione precisa sulmercato, ma che opera in modopiù convinto sulla strada dell’in-

novazione, della qualità certificatae dei valori culturali dell’operarenei Parchi. “Gli enti gestori deiParchi non sono certamente ingrado di operare direttamentecome imprese turistiche, ma pos-sono svolgere, in uno scenario direte e di piena sinergia con tutti glialtri attori del territorio, un ruolofondamentale nella promozionedel turismo, coniugando la tuteladella biodiversità con la valoriz-zazione dell’area protetta”, ha sot-tolineato il commissario straordi-nario del Parco dell’Etna EttoreFoti.

Per Giampiero Sammurri, pre-sidente della Federazione Nazio-nale dei Parchi e delle Riserve,“l’iniziativa si è rivelata partico-larmente interessante perché hafornito una grande quantità di datiestremamente significativi emolto utili per sviluppare il turi-smo nelle aree protette italiane”.

L’Assessore al turismo dellaRegione Siciliana Daniele Tran-chida, intervenendo sull’incontroal Parco dell’Etna, ha dichiarato:

“È stata un’occasione per riflette-re, apprendere e soprattutto pro-porre. Servono nuove idee origi-nali e nuovi imput per dare ulte-riore rilancio al turismo nei Par-chi”.

E l’Assessore al turismo dellaRegione Toscana Cristina Scalettiha aggiunto: “La ricerca presenta-ta permetterà a tutti di conoscerela realtà dei Parchi, i bisogni e lepotenzialità, così da potere sem-pre meglio operare nella consape-volezza di quale patrimonio natu-ralistico siano depositari e dellesue potenzialità turistiche”.

Tornando ai dati emersi dallagiornata di studi – che ha registra-to anche, all’interno di un talkshow con il presidente Sammurri,le significative testimonianze dirappresentanti ed esperti del set-tore turistico nei Parchi dellaSicilia e della Toscana – il 74%delle imprese siciliane interpella-te utilizza internet in modo avan-zato, con funzioni commerciali enon solo promozionali, contro il52% di quelle toscane, il 16% già

A confronto in una giornata di studio esperti delle Regioni Sicilia e Toscana,con la significativa presenza

del presidente di Federparchi Giampiero Sammurri

Presentata nella sede del Parcola ricerca sul Turismo Verde

Internet e qualità punti di eccellenzadelle imprese turistiche nei Parchi

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possiede o ha richiesto una certi-ficazione di qualità, contro il 6%delle toscane, il 30% organizzacorsi di cucina o laboratori, con-tro il 19%.

In generale nelle due regioni leimprese fanno richieste precise,ma sono diverse le aree di azione.Mentre in Toscana l’attenzione èposta su elementi legati ai servizicommerciali (promozione e distri-buzione 49% contro 33%, Infor-mazione e servizi al turista 37%contro 28%), in Sicilia sonorichiesti in misura maggiore inter-venti strutturali a consolidamentodell’offerta, sia fisici (sentieri epercorsi 33%) sia organizzativi

(collaborazione e reti 30%, orga-nizzazione di eventi 11%). Unsegnale che sembra denotare unatteggiamento differente verso l’i-stituzione, più di “servizio” inToscana e più di “sostegno e lavo-ro comune” in Sicilia.

Simile, invece, la richiesta dimiglioramento delle infrastruttu-re, strade in primis, e di allinea-mento dell’efficienza operativatra parte pubblica e privata.

Negli ultimi anni le difficoltàsi sono fatte sentire e la percezio-ne di un momento di crisi è viva;gli operatori però contano sulmercato dei giovani e sui gruppid’interesse (i cosiddetti “stakehol-

ders”) che possono trovare validimotivi di viaggio legati alle molterisorse di un ambiente che con-sente pace e rilassamento, maanche attività sportive e scientifi-che.

Per fare questo occorre, a dettadi tutti i partecipanti alla giornatadi studio, lavorare insieme,migliorando la fruibilità del terri-torio, l’informazione per l’ospite efavorendo la promozione delsistema, ma soprattutto tutelandol’ambiente, risorsa utile per lo svi-luppo economico secondo il 66%degli intervistati.

Gaetano Perricone

Il tavolo della presidenza del convegno. Da sinistra: il presidente di Federparchi Giampiero Sammurri; il commissario straordinariodel Parco Ettore Foti; Rosanna Minafò e Sandro Billi di Sicilia Natura

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Si è positivamenteconcluso l’iter

che ha portato allaloro assunzione

dopo quasi otto anniLa soddisfazione

del commissario Fotie una riflessione

del gruppodei neoassunti:

“Abbiamo coronatoun sogno,

guardiamo al futurocon più tranquillità”

Si rafforza l’organico del ParcoStabilizzati otto colleghi precari

firmati i contrattia tempo indeterminato

Con la firma dei contratti dilavoro subordinato a tempo inder-minato, si è positivamente conclu-so l’iter di stabilizzazione di ottoprecari del Parco dell’Etna.

È stato l’ultimo passaggio di unpercorso che ha avuto la sua svoltadecisiva con un emendamentoapprovato nell’ambito della leggefinanziaria regionale del 2011 econ la successiva delibera dellaGiunta di Governo del 22 settem-bre scorso, che ha definitivamenteautorizzato la stabilizzazione delpersonale precario degli Enti Parcoe la trasformazione a tempo inde-terminato del rapporto di lavoro.

Gli otto nuovi dipendenti delParco, precari da quasi otto anni,sono Corrado Avarino, CinziaBelgrado, Antonella Cantarella,Maria Rosa De Luca, MassimoRapisarda, Salvo Rapisarda,Andrea Sciuto e Giuseppe Squil-laci. Dopo la firma dei contratti,hanno voluto ringraziare per l’at-tenzione e il sostegno l’Ammini-strazione dell’Ente.

Soddisfatto il commissariostraordinario Ettore Foti: “Siamomolto contenti per la stabilizzazionedegli otto nuovi dipendenti: è il giu-sto riconoscimento di una serie divalide professionalità, che abbiamo

avuto modo di apprezzare negli ulti-mi anni. È un’ottima notizia per ilnostro Ente e un bel passo avantinella lotta al precariato, anche seva ricordato che la pianta organicadel Parco dell’Etna è ancora caren-te del 50 per cento rispetto al fabbi-sogno di personale”.

A seguire, pubblichiamo unariflessione collettiva degli ottocolleghi neoassunti sull’esperien-za professionale e umana matura-ta in questi anni al Parco. Unatestimonianza significativa esoprattutto un bel raggio di luce inun momento di buio e di fortipreoccupazioni per il futuro.

L’esperienza lavorativa maturata in questi sette anni e mezzo è sicuramente lapiù proficua e ricca di passaggi formativi fondamentali per la nostra crescita.

Avere lavorato, fianco a fianco, con del personale altamente professionale equalificato, ci ha arricchito molto, dandoci la possibilità di apprendere e quindidi crescere da tutti i punti di vista, soprattutto dal lato personale.

Tutti noi, in vari ambiti dell’Amministrazione, abbiamo cercato di dare ilnostro concreto contributo nel raggiungimento degli obiettivi istituzionali cheil Parco si prefigge, impegnandoci sempre a fornire il massimo impegno intutte le problematiche lavorative che si ponevano davanti a noi, ma soprattut-to collaborando a 360°, a prescindere dalle mansioni e dall’inquadramento diognuno di noi.

Dopo l’ingresso al Parco dell’Etna, nel mese di marzo del 2004, abbiamosempre sperato che la nostra situazione lavorativa di personale precariopotesse cambiare positivamente; soltanto questo anno, dopo quasi due anni diimpegno costante da parte di tutti i soggetti interessati, un emendamento inse-rito ed approvato nel Bilancio Regionale 2011 ha permesso semplicemente dispostare, da un capitolo ad un altro dello stesso strumento contabile, le sommenecessarie che servivano per la definitiva stabilizzazione di tutto il personaleprecario dei quattro Enti Parco della Regione Siciliana.

L’undici novembre del 2011 abbiamo finalmente firmato il contratto a tempoindeterminato e per noi otto è stato il coronamento di un sogno, che ci permette di guardare al futuro con piùottimismo e maggiore sicurezza e tranquillità.

Vogliamo condividere la nostra gioia e soprattutto ringraziare l’Amministrazione tutta, a partire da chici ha permesso nel marzo del 2004 di entrare a far parte di questa realtà lavorativa, a chi ci ha accompa-gnato in questi anni fino ad oggi ovvero alla firma del tanto desiderato contratto di lavoro a tempo inde-terminato.

G.Pe.

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Antonella Cantarella Andrea Sciuto

Cinzia Belgrado

Corrado Avarino

Maria Rosa De Luca

Massimo Rapisarda

Salvo Rapisarda Giuseppe Squillacci

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Alla presenza di un pubblicofolto e attento, il 17 dicembre scor-so è stato per la prima volta proiet-tato nella sala conferenze dellasede del Parco dell’Etna il film Ilrito dell’Etna, primo lungometrag-gio interamente girato sul più altovulcano attivo d’Europa per laregia di Simona Bonaccorso.

La 29enne regista etnea, che datempo vive e lavora a Roma, inuna pellicola di circa ottanta minu-ti viaggia tra presente e passato,natura e mitologia, in un accatti-vante incontro con alcuni degliscenari etnei più suggestivi: daLinguaglossa all’ex monastero deiBenedettini sede del Parco, loca-tion di alcune scene; dalla Grottadei Lamponi a Piano Provenzana,alla zona di Piano dei Grilli, ai cra-teri sommitali al Museo della lavadi Viagrande. In uno scenario diforte significato onirico tutto sulVulcano, Simona Bonaccorso(diplomata in regia e produzioneaudio-video a Roma, presso lo Ied,Istituto europeo di design), inter-preta con la sua macchina da

Il lungometraggio della regista Simona Bonaccorsoè stato interamente girato nel territorio dell’area protetta

Prima del film “Il rito dell’Etna”nella sede del Parco

Un suggestivo viaggio tra il mitoe la natura più bella

La locandina del film al Parco

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presa, in modo assolutamente ori-ginale, varie storie e le controver-sie della mitologia greca tutte rigo-rosamente ambientate nelle visce-re del vulcano e tra i suoi straordi-nari paesaggi, miscelandole allecontraddizioni e alle bellezze delmondo contemporaneo.

La serata è stata aperta daisaluti e le congratulazioni delcommissario straordinario delParco Ettore Foti, che ha sottoli-neato la qualità del lavoro e il suoforte valore di promozione del ter-ritorio, ricordando come l’Enteabbia sostenuto il film fin dall’ini-zio del percorso lavorativo, cre-dendo nelle capacità della regista.“Per noi è molto importante inco-raggiare, come in questo caso, igiovani talenti del nostro territo-rio che cercano di affermarsi invari campi”, ha aggiunto Foti.

Simona Bonaccorso ha poi illu-strato il filo conduttore del film:«Ho immaginato il ritorno deglidei come macrocategorie dellanostra società e raccontato il ritodel fuoco, quasi un legame d’amo-re della ninfa Etna con il territorioche poi regala lo spettacolo visivodell’eruzione perfetta. Questo filmnasce dall’idea di raccontare ilmeraviglioso territorio etneo inchiave onirica e surreale, senzalimitarmi ad un discorso descritti-vo. Volevo fare venire fuori l’ani-ma del vulcano, al quale mi sentoprofondamente legata».

Come abbiamo accennato, trail pubblico presente erano nume-rose le presenze qualificate di per-sone particolarmente attente aicontenuti ed alla qualità del lun-gometraggio. Tra gli altri, c’eranoil sindaco di Nicolosi Nino Borzì,che si è complimentato con Simo-na Bonaccorso; Sergio Mangia-meli, presidente dell’associazione

Piuma Bianca e Armando Mazza-glia, presidente di Etnaviva; ilgiornalista-operatore della RaiGiovanni Tomarchio, che hamanifestato il suo apprezzamento;il filmaker Gianmaria Musarra,autore di alcuni bellissimi videogirati sull’Etna.

Dopo la “prima” nella sede delParco dell’Etna, l’itinerario delleproiezioni de Il rito dell’Etna èproseguito prima della fine del-l’anno alla sala Expò di palazzoPulvirenti a Pedara e si conclu-derà mercoledì 28 al MuLa,Museo della lava, di Viagrande. Ilpresidente della Federazione deiParchi e delle Riserve GiampieroSammurri, nel corso della suarecente visita al Parco dell’Etna,ha sollecitato la partecipazionedel lungometraggio di SimonaBonaccorso – che aggiunge allatrama originale e ricca di spuntiinteressanti un vero e propriogrande “spot” cinematograficodelll’Etna e del Parco - al festivaldel cinema sull’ambiente cheverrà organizzato dal ParcoNazionale del Gran Paradiso adAosta la prossima estate.

La trama del film – Ci fu untempo in cui il grembo del grandeVulcano ospitò alcuni dei dell’an-tico Olimpo. Quando però i mor-tali scelsero di convertirsi allafede monoteista, dei e semideiandarono in pensione, mischian-dosi con loro.

Ciò fece infuriare Ade, signoredella morte, rimasto intrappolatonelle viscere del vulcano. Per ven-dicarsi degli umani e ricostruireun nuovo Olimpo, Ade ha tramatoper millenni un piano mortale. Perattivarlo avrà bisogno di alcunidei, ma soprattutto di Edna, lasperduta ninfa del fuoco e anticacustode del vulcano, personaggio-chiave del film interpretata inmodo molto intenso e passionaledalla bravissima attrice ChiaraBarbagallo.

La ninfa, smarrita la sua iden-tità, viene sedotta dal materiali-smo e, attraverso un viaggio trareminiscenze e tradizioni, ritro-vando la sua origine e la suaessenza dovrà scegliere da cheparte stare.

Gaetano Perricone

Simona Bonaccorso durante la presentazione del suo film “Il rito dell’Etna” nella sededel Parco. Alla sua sinistra il commissario Ettore Foti

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Una semplice e festosa ceri-monia ha fatto da cornice alla for-male riconsegna, da parte delcommissario straordinario delParco Ettore Foti al sindaco diBronte Pino Firrarello, della“Casermetta” di Piano dei Grilli,storico Punto Base per l’escursio-nismo n.6 in zona C del Parco del-l’Etna rinato di recente dopo pre-gevoli lavori di restauro, raggiun-gibile dai mezzi a motore attraver-so una splendida e peculiare stradain basolato lavico.

Numerose le personalità inter-venute. C’erano tra gli altri MarioBonanno, dirigente provincialedell’Azienda Regionale ForesteDemaniali; il presidente del Comi-tato Tecnico Scientifico del ParcoMarisa Vinciguerra; il direttorefacente funzioni dell’Ente AlfioZappalà e i dirigenti Giuseppe DiPaola e Agata Puglisi, con il fun-zionario Concetta Cantarella; ildirigente provinciale del CorpoForestale Antonino Lo Dico con ilcommissario Enzo Crimi; il pro-gettista dei lavori di restauro AldoMeli, oltre a vari assessori e consi-glieri comunali brontesi.

Particolarmente soddisfatto ilcommissario del Parco Foti:“Abbiamo in qualche modo modi-ficato la politica gestionale dellestrutture ricettive all’interno delParco. Pensiamo che da soli nonsi possa gestire un territorio vasto59mila ettari, che comprendeventi Comuni. Abbiamo la neces-sità di interagire sinergicamente

con loro e in quest’ottica il Parcodell’Etna è pronto a restaurare ericonsegnare ai Comuni, così comeabbiamo fatto con la Casermetta diPiano dei Grilli, altri Punti Basse,che mi piace immaginare collegatiin rete per favorire la piena valoriz-zazione di tutto il Vulcano. Infatti ilParco dell’Etna non è costituito daversanti diversi, ma da un unicosistema che va promosso, valorizza-to e conosciuto nel suo complesso”.

Per il senatore Firrarello, sindacodi Bronte “secondo i dati in mio pos-sesso solo il 5 per cento dei giovani èvenuto ad ammirare questo splendidoterritorio. Di conseguenza se non loconoscono, non potranno mai amar-lo. Credo che oggi, tuttavia, si stianoponendo le basi per un cambiamentoe ritengo di dovere ringraziare ilcommissario Ettore Foti e l’interoParco per averci restituito questastruttura. Adesso dovremo pensarealla sua gestione, coinvolgendo colo-ro che amano la montagna e l’escur-sionismo, per fare conoscere un terri-torio davvero bellissimo”.

Il luogo, in realtà, invece, era edè di grande suggestione e bellezza,ed è inoltre un punto obbligato perl’accesso a Prato Fiorito, MonteMinardo, le aree del demanio del-l’Azienda Foreste, e pertanto ilpunto base può veramente essere

struttura di riferimento per l’atti-vità di escursionismo nel versantenord ovest del Parco.

Piano dei Grilli è una denomi-nazione arcaica data dai pastoriper la presenza di una forte con-centrazione di grilli e di insetti ingenere, è sito SIC (Sito d’Impor-tanza Comunitaria) e ZPS (Zonadi Protezione speciale).

La zona è ubicata sul versanteoccidentale dell’Etna, a quotecomprese fra i 700 e 1400 m.s.l.m.E’ un’area interessata da colate, lepiù antiche ricoperte da boschi aquercie caducifoglie e leccete. Neisiti in cui si alternano i campi lavi-ci e gli accumuli di sabbie vulcani-che si insedia la Genista aetnensis,mentre sui substrati più rocciosi sirinvengono aspetti a piccoli arbustia copertura discontinuità (Heli-chrysum italicum e Centranthusruber, oppure Euphorbia rigida).L’area in oggetto presenta un note-vole interesse naturalistico per l’e-stesa copertura di formazioni fore-stali sia a caducifoglie che sempre-verdi. La Fauna annovera specie diinteresse scientifico e conservazio-nistico, soprattutto Rapaci. Di uncerto interesse anchele specie diinsetti, che in Sicilia sono spessolocalizzate soltanto sull’Etna.

G. Pe.

Il Parco riconsegna al comune di Brontela “Casermetta” di Piano dei Grilli

Il Punto Base n. 6,nel suo suggestivo scenario

naturale, è stato restaurato eritornerà ad essere fruibile

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Ancora una visita illustre per ilParco dell’Etna: è stato ospite del-l’Ente, nell’antica sede dell’exMonastero dei Benedettini di SanNicolò La Rena a Nicolosi, l’Am-basciatore dell’India in Italia S. E.Debabrata Saha, accompagnatodalla moglie, l’Ambasciatricesignora Homai Saha e da duefamiliari.

Nella sede del Parco i presti-giosi ospiti sono stati accolti dalcommissario Straordinario EttoreFoti, e da alcuni funzionari del-l’Ente. L’ambasciatore Saha e isuoi accompagnatori hannomostrato grande interesse per gliaspetti vulcanologici, le peculia-rità naturalistiche, i prodotti tipicidell’area protetta, le attività del-l’Ente. “Ci sentiamo onoratissimidalla visita degli illustri rappre-sentanti in Italia di uno dei Paesipiù grandi e ricchi di cultura delmondo. È un gratificante segnaledi attenzione per l’Etna e la nostra

bellissima area protetta”, ha sotto-lineato il commissario Foti.

Il gruppo dell’ambasciataindiana è stato poi accompagnatodal commissario e dal vulcanolo-go Salvo Caffo in una escursionealle zone sommitali del vulcano.Gli ospiti, che avevano espresso ilforte desiderio di visitare l’Etna,sono rimasti ammaliati dall’espe-rienza e dal paesaggio, chehanno definito straordina-rio. “È un luogo di grandefascino, dove il rapportotra l’uomo il suo territorioconserva intatta la suaforte autenticità”, ha com-mentato entusiasta l’am-basciatore Saha.

La prestigiosa visita haulteriormente rafforzatoun rapporto molto signifi-cativo che sembra ormaiessersi consolidato tra ilParco dell’Etna e il grandePaese asiatico. Già nell’a-

gosto del 2007, infatti, a visitarela sede del nostro Ente e il vulca-no fu l’allora Ambasciatore in Ita-lia Rajiv Doga, insieme con lamoglie e alcuni alti funzionarimilitari, mentre alla fine dellascorsa estate fu ospite del Parco ilviceambasciatore con la consorte.

G. Pe.

Visita illustre nella sede dell’Entedell’Ambasciatore dell’India in Italia

Visita illustre nella sede dell’Entedell’Ambasciatore dell’India in Italia

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Un esperto ci guida tra le varie specie, oggetto di grande interesseda parte dei numerosissimi appassionati. I nomi scientifici e quelli dialettali

Alla scoperta dei funghidella zonaetnea

L’attuale aspetto del-l’Etna è il risultato diprocessi molto lenti ecomplessi. Flore e vegeta-zioni sono espressione dellecondizioni pregresse e attuali delclima, del suolo e dell’attività antropica. La natura dei varihabitat etnei, nel tempo, ha favorito l’adattamento di specievegetali non presenti in altre zone della Sicilia, o addiritturaendemiche. In particolare la Betula aetnensis Raf., ed i fun-ghi che con tale essenza sono simbionti. Questo grande vul-cano, che domina con la sua mole il versante orientale dellaSicilia, ammantato di boschi che ne rivestono vaste esten-sioni, per la fertilità dei suoi terreni, fin dall’antichità, haattirato l’insediamento di molte popolazioni sulle suependici.

La composizione dei suoli del vulcano, ricchi di sva-riati elementi, ha come risultato l’ottenimento di prodot-ti della terra particolarmente sapidi. Fra questi vi vannoannoverati i funghi spontanei, conosciuti ed utilizzati datempo immemore. Ciò è provato dal fatto che svariatespecie di essi vengono correntemente indicati con uno opiù nomi dialettali, dalle popolazioni della fascia pede-montana etnea.

Non si intende qui fare una mera elencazione di spe-cie fungine, che sarebbe poco utile e risulterebbe comun-que incompleta, stante l’elevatissimo numero di funghiche in alcuni periodi dell’anno si possono rinvenire, spe-cie se di piccole dimensioni. Descriveremo, nelle variestagioni, l’avvicendarsi delle specie che più comunemen-te si rinvengono e qualche fungo particolarmente interes-sante.

Boletus aestivalis

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È bene precisare che i funghioggetto di raccolta in effetti sonodei corpi fruttiferi, dato che in par-ticolari strutture di questi ultimi(lamelle, tubuli, aculei ecc.) èdove avviene la formazione delle“spore”, ovvero i loro semi. Infattii funghi risultano costituiti da fila-menti sottilissimi, difficilmenteosservabili ad occhio nudo, deno-minati miceli. Essi vivono e si svi-luppano in vari substrati (terreno,piante, animali e loro resti, ecc),dove svolgono la loro azione o disimbiosi mutualistica o di trasfor-mazione della sostanza organica

in elementi semplici.Fra febbraio ed aprile, nei

terreni ove è presente la“ferra” Ferula communis

L., si ha la nascita deiricercati “funci di

ferra” Pleurotus eryngiivar. ferulae (Lanzi) Sacc..

Mentre nelle zone dove vi sonoboschetti di “ilici” Quercus ilexL., è possibile trovare dei funghimolto somiglianti agli apprezzatiporcini. Si tratta invece di “funcidi vacca” Leccinum lepidum(Bouchet ex Essette) Quadraccia.Fra maggio e giugno, specie neifrutteti, si ha la crescita di funghidall’aspetto molto particolare.Infatti oltre che ad essere cavi alloro interno, hanno il cappello(mitra) costituito da alveoli. Sitratta di diverse specie di “ funciventri di pecura” appartenenti al

genere Morchella Dill. Mentrea volte, nelle pinete, si ha la

comparsa di funghi similia quelli appena descritti,differenti per avere ilcappello di forma vaga-

mente rotondeggiante, cir-convoluta-cerebriforme e dalnome dialettale particolaris-simo. Si tratta dei “funci

cugni di vecchia” Gyro-mitra esculenta (Per-soon) Fr. Nei boschi dilatifoglie si inizia a tro-

vare qualche “funcio d’ogghio”Xerocomus impolitus (Vacek)Herink, seguito dalla comparsadei “funci siddi” Boletus aestiva-lis (Paulet) Fr. A queste due speciedi buona commestibilità si affian-ca la comparsa della mortale Ama-nita verna (Bull.: Fr.) Lamark.Sono diverse le specie apparte-nenti al genere Amanita che si rin-vengono sull’Etna, che in prosie-guo verranno menzionate. Neinoccioleti ed alcune specie dilatifoglie, nascono funghi a lamel-le, di color avana-tabacco in ogniloro parte. Sono i cosidetti “funcin’carcaterra” Paxillus involutus(Batsch) Fr. Nei prati si rinvengo-no gruppetti di funghi dal cappel-lo bianco tendenzialmente campa-nulato. In tali funghi, le lamelleinizialmente di un delicato colorrosa-cipria, con la maturazionedelle spore si scuriscono e si tra-sformano in un liquido nero. Sonodei Coprinus comatus (O.F.Müll.) Pers., funghi dall’evocati-vo nome dialettale di “calamaru”e, per specie consimili di “cala-maricchiu”.

Nei mesi più caldi e siccitosi,specie nei castagneti si ha la nasci-ta di varie specie di boleti (funghia tubuli e pori) le cui carni, altaglio od alla manipolazione, vira-no più o meno intensamente. Neannoveriamo alcuni: Boletus luri-dus Schaeff., Boletus rho-doxanthus (Krombh.) Kallenb.,Boletus luteocupreus Bertéa &Estadès, Boletus erythropus Pers.e varie forme ecologiche deglistessi. Tali funghi hanno variedenominazioni dialettali che, aseconda della zona, spesso vengo-no usate per indicare la medesimaspecie. I termini più ricorrentisono: “funci mussi di voi” “funciniuri”, “funci lardari” “cricchia dijaddu”, “funciu russeddu”.

In merito ai Boleti, contraria-mente a quanto si legge in qualchetesto divulgativo, specie se non di

recente pubblicazione, Boletussatanas Lenz non nasce sull’Etna,stante che questo fungo prediligesuoli calcarei, assenti sul nostrovulcano.

A seconda delle piogge, fraagosto e settembre, nei boschettiposti ad alte quote, si può avere lacomparsa di funghi in dialettodenominati “testi di fau” o “siddi”.Si tratta di Boletus edulis Bull.

Si avvicina ora la stagioneautunnale, la più propizia per lacrescita dei funghi. Verso fineottobre, sul versante Nord dell’Et-na, visitiamo uno splendido boscomisto, ricco di faggi, pini, betulle epioppi. Il tappeto di foglie chericopre il terreno è soffice dopo lepiogge della notte. L’aria è per-meata da svariati odori. Fra questi,in particolare emerge prepotentequello emanato dai funghi. Notia-mo subito un gruppetto di funghidai colori vividi e di grosse dimen-sioni. Sono delle Amanita musca-ria (L.:Fr.) Lam., in dialetto “fun-cio d’ovu sarbaggiu” o “funciu dicani”. Tale specie è conosciuta, sipuò affermare, da tutti perché raf-figurata anche nei libri di fiabe.Moltissime persone erroneamentela indicano come pericolosa speciemortale. Ciò è dovuto, oltre la raf-figurazione ad ogni piè sospinto,forse a causa del vistoso aspetto,avendo tali funghi il cappellocolorato di rosso ed ornato da pic-cole verruche bianche. In effetti sitratta di funghi tossici ma nonmortali. Proseguendo nelle nostreosservazioni rinveniamo altri fun-ghi simili a quelli appena descritti.Sono esemplari di Amanitapantherina (DC.:Fr.) Krombh. , indialetto “funci di cerza”. Essi sonodifferenti dalla predetta Amanitamuscaria (L.:Fr.) Lam., perchéaventi cappello di color marronci-no ed ugualmente ornato da verru-che bianche. Questi funghi, seconsumati danno origine a dellesevere intossicazioni. In una pic-

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cola radura rinveniamo altre Ama-nite. Questa volta si tratta di Ama-nita phalloides (Fr.:Fr.) Link. Spe-cie velenosa mortale per eccellen-za se ingerita e diffusamente pre-sente sull’Etna. È possibile rinve-nire esemplari di svariate dimen-sioni, la cui altezza varia dai sei aidiciotto centimetri. Nei luoghi piùluminosi del bosco rinveniamoestese colonie di funghi intera-mente di colore giallo albicocca.Abbiamo trovato dei Cantharelluscibarius Fr., in dialetto “cricchiadi jaddo “ciuritto”, “Jaddu”,“Jadduzzu”. Tali funghi sono

commestibili di buona qualità.Mentre nelle radure troviamo deifunghi nascenti in numerosi esem-plari formanti dei cerchi più omeno completi. Constatiamo lacontemporanea presenza di ben trespecie di funghi a lamelle. Talicerchi risultano singolarmentecostituiti da Lepista nuda (Bull.)Cooke, in dialetto “funcia di latti-cuognu”, Clitocybe nebularis(Batsch) P. Kumm., specie cono-sciuta con diversi nomi dialettali,quali “func’i pampina”, “fùnciu difilerà”, “funcio di negghia”,“piattelli” e Leucopaxillus amarus

(Alb. & Schwein.) Kühner. La cre-scita dei funghi a cerchi è dovutaall’accrescimento nel tempo ed inmaniera radiale nel terreno, delmicelio fungino (il vero fungo). Sualcune ceppaie notiamo la presen-za di funghi cespitosi, composti danumerosi esemplari in vari stadi dicrescita. Si tratta di Armillariamellea (Vahl) P. Kumm., specieindicata con vari nomi volgari:“fùnci di pidali”, “funci di “zuccusiccu”, “chiodini”, “funciu dicerza”, “di lumia” ecc. È da sotto-lineare che i cespi composti daesemplari già maturi emanano unforte odore, definito di “piscio digatto”. Questa e le specie consimi-li sono temibili parassiti di moltepiante legnose, stante che quelleattaccate muoiono in pochi anni.Sotto a dei pini troviamo dei tap-peti di funghetti variamente colo-rati di grigio e dalle carni fragili.Si tratta di funghi appartenenti algenere Tricholoma. In dialettosono detti “funci di pigna”. Spic-ca fra il grigiore uniforme degliaghi dei pini, una piccola macchiarosso fuoco nascente su uno stro-bilo. È una formazione di Leocar-pus fragilis (Dicks.) Rostaf. Spe-cie di nessun interesse alimentare,ma per la singolarità del suo aspet-to, a testimonianza delle innume-revoli forme che hanno i funghi, sirappresenta con il fotocolor alle-gato.

Sotto le betulle, oltre a diversespecie di Russule e Leccini trovia-mo dei funghi aventi forma imbu-tiforme, con il cappello ricopertoda una fitta pelosità rosato-rossa-tra. Al taglio la carne secerne unlatice bianco. Si tratta di Lactariustorminosus (Schaeff.) Gray.

Con l’arrivo di dicembre siriduce in maniera significativa lanascita di funghi. Torneremo acercarli a fine inverno sperando,come sempre, nei favori di Giovepluvio.

Agatino Consoli

Leocarpus fragilis

La vicinanza con la città diCatania e con l’AutostradaA18 Messina-Catania con-sente facili collegamenti alParco sia per chi utilizzal’aereo che per chi amamuoversi in auto. I numero-si centri abitati che fanno

corona alla zona protettasono poi raggiungibili uti-lizzando la fitta rete viariache li collega a Catania etra di loro.Per informazioni sugli itine-rari e sui rifugi, telefonateagli uffici del Parco.

COME RAGGIUNGERE IL PARCO Gli organi istituzionali

CENTRI VISITA PARCOFornazzo di Milo - Tel. 095 955159 - 3382993077;Fax 095 955159; - E-mail: [email protected] (presso Pro Loco), Piazza Annunziata, 5Tel./Fax 095 643094E-mail: [email protected] “Parco di Parchi” (presso Comune)Tel. 095 7991611, numero verde 167-261310Sito internet: www.comune.randazzo.ct.itE-mail: [email protected]

N U M E R I U T I L IAzienda Provinciale Turismo Catania 095 7306211Azienda Soggiorno e Turismo Nicolosi 095 911505Pro Loco Adrano 095 7698619Pro Loco Belpasso 095 912812Pro Loco Bronte 095 7722856Pro Loco Castiglione di Sicilia 0942 984134Pro Loco Giarre 095 9704257Pro Loco Linguaglossa 095 643094Pro Loco Maletto 3289122547Pro Loco Milo 095 955328Pro Loco Piedimonte Etneo 095 648184Pro Loco Ragalna 095 849038Pro Loco Randazzo 095 923955Pro Loco Sant’Alfio 095 968772Pro Loco Trecastagni 095 7808884Pro Loco Viagrande 095 7890753Pro Loco Zafferana 095 7082825Ispettorato Foreste 095 7396611Soccorso Alpino Etna Sud 339 7328141Soccorso Alpino Etna Nord 347 9028236Soccorso Alpino Guardia di Finanza 095 531777Club Alpino Catania 095 7153515Sitas Funivia dell’Etna Nicolosi Nord 095 914141Star Piano Provenzano Linguaglossa 095 643430Guide Alpine Etna Sud Nicolosi 095 7914755Guide Alpine Etna Nord Linguaglossa 095 7956124Distaccamento Forestale Adrano 095 7695808Distaccamento Forestale Bronte 095 691140Distaccamento Forestale Giarre 095 933102Distaccamento Forestale Linguaglossa 095 643112Distaccamento Forestale Nicolosi 095 911360Distaccamento Forestale Randazzo 095 921124Distaccamento Forestale Zafferana Etnea 095 7082065Soccorso Montano Etna 095 647496

Organi istituzionali del Parco sono il Presidente, il Consiglio delParco, il Comitato Esecutivo e il Collegio dei revisori.

Commissario Straordinario è l’avv. Ettore Foti.

Membri del Consiglio del Parco sono il Presidente dell’Ente, i sindaci deiventi Comuni che ricadono nel territorio del Parco (Adrano, GiuseppeFerrante; Belpasso, Alfio Papale; Biancavilla, Giuseppe Glorioso;Bronte, Pino Firrarello; Castiglione di Sicilia, Claudio Scavera; Giar-re, Concetta Sodano; Linguaglossa, Rosa Maria Vecchio; Maletto,Giuseppe De Luca, Vicepresidente del Parco; Mascali, FilippoMonforte; Milo, Giuseppe Messina; Nicolosi, Nino Borzì; Pedara,Anthony Barbagallo; Piedimonte Etneo, Giuseppe Pidoto; Ragalna,Mario Castro; Randazzo, Ernesto Del Campo; Sant’Alfio, Salvato-re Russo; Santa Maria di Licodia, Salvatore Rasà; Trecastagni, Giu-seppe Messina; Viagrande, Venera Cavallaro; Zafferana Etnea,Alfio Russo) o loro delegati, il Presidente della Provincia Regionale diCatania o un suo delegato.

Membri del Comitato Esecutivo sono: Mario Bonsignore, France-sco Borzì, Marisa Mazzaglia, il Presidente del Comitato Tecnico Scien-tifico Maria Teresa Vinciguerra e il Reggente dell’Ispettorato Riparti-mentale delle Foreste di Catania Antonino Lo Dico.

Membri del Collegio dei Revisori dei Conti sono: Maurizio Stel-la, Natale Cosentino, Sergio Lauricella.

L’Ente Parco si avvale di un Comitato Tecnico Scientifico (CTS), nomi-nato dall’Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente, che esprimepareri su questioni riguardanti i valori e lo sviluppo delle risorse ambienta-li del Parco.

Membri del Comitato Tecnico Scientifico sono: la prof.ssa MariaTeresa Vinciguerra (Presidente), il prof. Giuseppe Maugeri, il prof.Carmelo Ferlito, la prof.ssa Erminia Conti, la prof.ssa Ida Nicotra,il prof. Paolo La Greca, il prof. Rosario La Rosa, il prof. GiovanniGranata, l’ing. Alfio Monastra, il dott. Salvatore Bella, l’arch.Lorenzo Capace, l’ing. Roberto De Pietro, il dott. Angelo Scude-ri, il dott. Fausto Baldovino Ronsisvalle, la dott.ssa SusannaSimone in rappresentanza dell’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste diCatania, il geom. Eugenio Mazzaglia in rappresentanza della Sovrin-tendenza per i BB.CC.AA. di Catania.

Direttore Reggente è l’arch. Massimo Mazzola, Soprintendente Tecnicol’ingegner Giuseppe Di Paola.

Decreto istitutivo del Parco, estensione, localizzazione: il Parcodell’Etna è stato istituito, con decreto del Presidente della Regione Siciliana,il 17 marzo del 1987. Si estende per un’area di 59.000 ettari intorno all’Et-na, il vulcano attivo più alto d’Europa, nella provincia di Catania.

Parco dell’EtnaBollettino trimestrale dell’enteN. 38 Dicembre 2011

Direttore:Ettore Foti

(Commissario Straordinario del Parco dell’Etna)

Vicedirettore Responsabile:Gaetano Perricone

Direzione, redazione, amministrazione:Ente Parco dell’Etna

Via del Convento, 45 - 95030 Nicolosi (CT)Tel. 095 821111 - Fax 095 914738

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Impaginazione e stampa:Eurografica

via Aiace, 126 - 90151 PalermoTel. 091 6798006/6911628

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Cartografia e illustrazioni:Santo Pappalardo

Foto:Orazio Di Sfetano, Franco Emmi,

Giuseppe Mazzaglia, Francesco Pennisi,Luciano Signorello, Giuseppe Squillaci.

Si ringrazia Agatino Consoli

Reg. Trib. Catania n. 9 - 1-04-99