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ricreiamo PREVIEW PARTECIPAZIONI / CONCORSO 2 IDEE & PROGETTI

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Ecco a voi il book dei progetti di design che hanno partecipato al concorso Ricreiamo 2.

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Page 1: Book Concorso Ricreiamo 2-design

ricreiamoPREVIEW PARTECIPAZIONI /

CONCORSO 2

IDEE & PROGETTI

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Il concorso ha avuto per tema la progettazione di spazi e complementi di arredo commerciale/urbano allo scopo di rendere possibile lariattivazione di tali zone e la riattivazione degli enti commerciali, in tempi brevi e tramite soluzioni sostenibili e facilmente realizzabili. L’iniziativa è stata rivolta a grafici, designer, progettisti e architetti che hanno messo in campo la propria creatività ed esperienza per una buona causa.

I progetti sono stati in seguito valutati dalla seguente giuria :

Caimi Giorgio-imprenditore della Caimi brevetti azienda leader nel settore dell’industrial designDonati Giano-ArchitettoQuaquaro Benedetto-Architetto e designerTorre Stefano-ArchitettoTroilo Michele-Ingegnere

CONCORSO RICREIAMO 2/DESIGN

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Il progetto di riqualificazione ha preso come oggetto il paese di Borghetto di Vara, tra i piùcolpiti dall’alluvione del 25 ottobre. Come sug-gerito dall’organizzazione, si è scelto diconcentrare l’idea progettuale su Largo Carlo Del Vigo, ma la soluzione proposta siintende declinabile per tutte le zone coinvol-te nel disastro. Le esigenze da coniugare in principio erano molteplici: la necessità di una rapida ripartenza delle attività commerciali e la volontà di ridare al paese un collettivo urbanofruibile e godibile. A queste si è aggiunta la volontà di sfruttare “l’occasione” per migliorareil paese e conferire a Borghetto di Vara spazi urbani di qualità che, magari, stimolino lavocazione turistica del territorio. La proposta è quella di elementi modulari in legno semplice di prima lavorazione (abbondante nella zona) costruiti con il sistema platform frame, ossia delle pareti costituite da semplicissimi montan-ti in legno (travicelli, tavole, morali) disposti a trama fitta, tipico dell’edilizia nordamericana. Questo sistema è semplice da utilizzare, poco costoso e rapido da mettere in opera (tutte le lavorazioni sono a secco e i collegamenti av-vengono tramite chiodi, viti e piastre in accia-io). La parete così composta, viene isolata tra-mite un materiale isolate che viene interposto tra i montanti, ed irrigidita da semplici pannelli di materiale particolato ricomposto (economici e di facilissima reperibilità), come osb, mdf,truciolati etc.

DESIGN BY Marco Persichetti

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La finitura di questi pannelli verrà affidata ad artisti –preferibilmente del luogo- anche nonprofessionisti, o a chiunque abbia volontà di lasciare un segno sulla pelle del tessutourbano. E’ preferibile che le decorazioni siano commemorative, o in qualche modo legateagli eventi del 25 ottobre, così da assolvere al ruolo di memoria storica. In questo modo sisfruttano le qualità vivificatrici dell’arte. Lo spazio, imbellito e decorato, verrà immediata-mente percepito come riqualificato. Un gesto artistico e colorato, che calato in un ambiente antropizzato vince sullo squallore e la tristez-za della tragedia. In questo modo, ogni com-merciante (o chi usufruisce di questi spazi) può scegliere a quale artista affidare la de-corazione del proprio modulo –ovviamente le prestazioni degli artisti di strada, come spesso accade, si intendono gratuite- con la speran-za fondata che questo tipo di operazione non possa far altro che portare benefici -di natura anche economicaalla comunità.Lo step successivo, una volta terminata la ricostruzione, sarà di smantellare i moduli ericiclare i materiali utilizzati per la loro costru-zione. Ad eccezione dei pannelli decorati, cheinvece saranno esposti nei nuovi centri storici –ormai puliti dal fango- che cosìdiventeranno musei a cielo aperto, gallerie d’arte a costo zero; a testimonianza delmomento storico in cui anche l’arte è scesa in strada per contribuire a ricostruire, si speramigliorando, ciò che era.

DESIGN BY Marco Persichetti

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DESIGN BY Marta Cammarere e Silvia Vanni

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DESIGN BY Marta Cammarere e Silvia Vanni

Dopo l’alluvione che lo scorso ottobre ha colpito così duramente la Liguria e la Toscana, queste regioni stanno vivendo un rinnovamen-to molto importante. La nostra idea prende spunto proprio da que-sta rinascita. Come gadget proponiamo una piccola scatola di cartone con dei semi di uli-vo, da piantare nella terra per dar vita a nuove piante, che contribuiscono alla regolazione dei livelli igrometrici del terreno. L’ulivo che vive sulle colline liguri e toscane, è simbolo di longevità e resistenza. Caratteristi-che che animano l’attuale rinascita di queste regioni.

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DESIGN BY Manuela Villa

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DESIGN BY Manuela Villa

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DESIGN BY Manuela Villa

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“ Sui marciapiedi, avviluppati in tersi sacchi di plastica, i resti della Leonia d’ ieri aspettano il carro dello spazzaturaio (…) più che delle cose che vengono fabbricate, vendute ecomprate, l’opulenza di Leonia si misura dalle cose che ven-gono buttate via per far posto alle nuove. ” Italo Calvino, Le città invisibili.PremessaL’intenzione di Use me again! è quella di proporre un’idea progettuale per risolvere situazioni di emergenza anche molto differenti tra loro, per cause, territorio e popolazione.Questo progetto vuole essere intenzionalmente di massima e per alcuni aspetti generico per poter rendersi adattabile ad ogni luogo.Non sono perciò previsti elementi costruttivi e costitutivi specifici e caratterizzanti le località coinvolte dall’alluvione dello scorso ottobre, ma soltanto alcuni concetti di base che potranno essere studiati in una fase successiva,anche da diversi progettisti. Concetti che però diventano imperativi e imprescindibili, quali: la riproducibilità e la modu-larità, il basso costo, la velocità e la facilità di esecuzione in opera, la sostenibilità ambientale attraverso il tema preponde-rante del riuso. Tale progetto può quindi rendersi utile per tutte le zone in stato di emergenza, a causa di calamità naturali o didegrado ambientale e sociale.Riproducibilità e modularitàUse me again! è composto da un sistema modulare i cui ele-menti sono assemblabili tra loro in un infinito numerodi soluzioni. Questa flessibilità permette al progetto di adat-tarsi perfettamente alle aree territoriali che vengono messe a disposizione e contemporaneamente alle disparate esigenze delle persone. Il progetto si presenta come un “tetris”, un si-stema di incastri sempre diverso, deciso dai cittadini prossimi fruitori. Sia le funzioni presenti, sia l’aspetto estetico sarà infatti frutto di una progettazione partecipata tra amministra-zione locale, progettisti e la cittadinanza interessata.Velocità e facilità di esecuzioneIn caso di calamità naturale è chiaro che uno degli aspet-ti principali, e forse il più rilevante, sia la velocità con cui il progetto venga portato a termine. Il sistema a secco è quindi il più auspicabile anche perché rende possibile l’intervento di mano d’opera non specializzata. In certe fasi della costruzione potranno essere i cittadini stessi a procedere nella realizzazio-ne dei loro futuri spazi, rafforzando così il concetto di rispetto delle aree pubbliche. Gli elementi modulari vengono rafforzati

e sovrapposti con l’ausilio di viti bulloni e staffe e ancorati al terreno attraverso l’uso di guide in acciaio. La tecnologia a secco risulta poi efficace anche per la successiva rimozione, lasciando in tal modo inalteratol’ambiente.Riuso e riciclo di oggettiQuesto progetto vorrebbe opporsi alla società del consumo, che ci ha abituato a disfarci dei prodotti ancoraperfettamente utilizzabili.L’idea che sta alla base progettuale è quella di restituire una vita, un significato, un’utilità alle cose. Dimostrare la possibilità che la costruzione ex novo è possibile senza cementificare nuove porzioni di territorio né impiegare energia per una nuo-va produzione industriale.Riuse me again! diventa sia un atto provocatorio, che trasfor-ma oggetti di uso quotidiano in vera e propria architettura, sia una soluzione possibile per la costruzione di abitazioni, luoghi pubblici e interi quartieri che guardino all’ambiente non come uno spazio effimero cui sostituirsi ma come un luogo a cui integrarsi.Il tema principale del progetto è proprio il riuso di oggetti e materiali, che attraverso piccole modificazioni di dettaglio tecnologico e costruttivo, può sostituire l’assidua e incontrol-lata cementificazione. Tali “oggetti trovati”, passano attraverso il processo progettuale e diventano il risultato di una scelta di sobria valorizzazione di una nuova arte del costruire e del consumare. Inoltre gli oggetti che si intendono utilizzare possono essere facilmente trasportati in loco tramite ferrovia e brevi tratti di strada con pochissimo dispendio di carburante.Container e bancaliIl progetto prevede la realizzazione di spazi aperti e chiusi di uso collettivo. Viene indicato come unità di misura di tutto il progetto il container navale (5,00 x 2,60 x 2,40 mt) e delle par-ticolari pavimentazioni lignee di uguali dimensioni costituite da bancali. L’utilizzo di una struttura a container per la realizza-zione di spazi chiusi pubblici va intesa come un atto diresponsabilità verso l’ambiente.Il progetto insiste sul ciclo di vita del container che preserva il suo fascino industriale restituendone una secondavita a una struttura altrimenti destinata ad essere dimessa.I container sono pensati come versatili involucri esterni di postazioni temporanee (ma in alcuni casi potrebberoessere soluzioni permanenti) diversificate a seconda delle esigenze delle persone, dei luoghi, e delle attività che si

svilupperanno al loro interno.Vengono modificati inserendo un isolamento termico con dei pannelli in OSB una membrana di antivento e delleprese di correnti necessarie per permettere l’utilizzo di sistemi elettrici al proprio interno.Oltre a soluzioni necessarie per rendere gli ambienti vivibili possono essere interessanti personalizzazioni dirivestimento esterne ed interne.In particolar modo, per quanto riguarda la superficie esterna, vengono previsti vari tipi di rivestimenti; è possibileapplicare dei semplici pannelli di vario materiale, dal legno all’acciaio ossidato, dipinti o incisi, delle reti metallichesu cui è possibile far crescere dei rampicanti piuttosto che la sostituzione di intere o parti di pareti con vetrocameraper ottimizzare l’apporto luminoso e di aerazione.I container affiancati, sfalsati o sovrapposti possono poi conte-nere qualsiasi funzione, dal magazzino contenentemedicinali e farmaci come luogo di emergenza al bar come luogo di incontri.Il secondo “oggetto trovato” utilizzato è il bancale ligneo.Questo elemento è utilizzato per dare un’identità agli spazi all’aperto, viene perciò utilizzato come pavimentazione.Anche in questo caso, come nel precedente, il modulo base delle porzioni di pavimentazioni aggregabili possonoessere personalizzate con l’applicazione di arredo urbano , dalle semplici sedute lignee a porzioni di prato, bassevasche d’acqua o giochi per bambini.Questi semplici moduli, affiancati e alternati determinano un impianto estetico e funzionale sempre differente,adattabile alle aree in cui vanno ad inserirsi.ArredoIn linea con i principi fin ora esposti, anche gli arredi interni ed esterni avranno le stesse caratteristiche di riuso e diriciclo degli oggetti architettonici. Sarà possibile l’utilizzo di vecchi oggetti di cartone, legno e metallo checonvenientemente assemblati, daranno vita a prodotti di eco-design: sedute, banconi di vendita, tavoli e quantoaltro possa essere utile ad un’ottimale fruizione degli spazi.

DESIGN BY Manuela Villa

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DESIGN BY Francesco Bellotto

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UNA MODULARITA’ applicabile ovunque:questo è il principio base del principio creativo-progettuale.Vernazza è solo una dei luoghi colpiti dall’allu-vione ma il principio base è applicabile laddo-ve ci sia bisogno di innovazione, di nuovi spazi correlati a nuovi usi del territorio, di modernità semplice e funzionale, sempre rimanendo in un ottica di sostenibilità e impatto ambientale zero.

DESIGN BY Francesco Bellotto

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DESIGN BY Giulia Crovi – Andrea Barabino – Paolo Buffa

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Modulo:La creazione del modulo base consente lo sviluppo di un elemento d’arredofacilmente realizzabile e ripetibile in serie. Il modulo base è pensato comeun cubo di 50cmx50cm che forma una seduta singola, ma tale modulo puo’essere moltiplicato sia in altezza che in lun-ghezza.

Flessibilità:Partendo dal modulo base si è pensato alla possibilità di declinarne lafunzione. Da qui l’idea di arricchire il cubo di partenza per avere la sedutacon lo schienale, il cestino porta rifiuti, il tavoli-no e la fioriera.Componibilità:Successivamente i tipi d’uso possono essere combinati per darecompimento ad un sistema composto da più moduli con funzioni differenti.

AdattabilitàLa giustapposizione dei vari moduli consente la realizzazione di oggetti divaria forma per consentire qualsiasi tipo di arti-colazione spaziale.I tre caratteri interpretano al meglio il tema della tipologia e topologia.Da una parte la varietà tipologica dell’oggetto d’arredo e dall’altra lacomplessità topologica dei luoghi divengono caratteristiche imprescindibilialla costituzione e composizione di determinati brani di città.In questo modo la complessità topologica degli spazi urbani vienevalorizzata dalla varietà tipologica e progettua-le del MODULOR URBANO.

DESIGN BY Giulia Crovi – Andrea Barabino – Paolo Buffa

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DESIGN BY Ivano Capretti

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DESIGN BY Ivano Capretti

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DESIGN BY Ivano Capretti

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DESIGN BY Ivano Capretti

INTRODUZIONE AL PROGETTO A seguito dell’alluvione ligure il primo atteggia-mento per proporre una souzione progettuale che sia al tempo stesso temporanea,low cost ma non per questo disattenta ai bisogni dei cittadini colpiti, è stata quella di voler incre-mentare ciò che spontaneamente avviene in questi casi: il senso di aiuto comune e quin-di di ritorno al socializzare, alla colletività e all’unione degli abitanti.IL PENSIEROIl pensiero progettuale si impegna nell’immagi-nare prima e rendere realizzabile poi, un inter-vento temporaneo per la riqualificazione delle aree liguri danngiate a casusa delle calamità metereologiche manifestate nel Novembre 2011 o comunque ad altri luoghi generici resi non efficienti tramite qualunque altro evento di matrice naturale . Un percorso, degli spazi aperti e dei servizi temporanei che permettano ai cittadini di far rivivere la città rendendola uno spazio pubblico a tutto tondo è il principio del progetto. Il godere di alcune zone dove potersi incontrare, mantenere rapporti, coe-sistere e conservare lo spirito di comunità tra i residenti. Insomma, spazi che mantengano e stimolino l’attività quotidiana degli abitanti anche se ad un livello temporaneo ma non per questo carente verso il cittadino. Un nuovo sistema di interazione dinamico e, grazie al contributo che gli abitanti possono mettere per arricchire questi nuovi spazi temporanei do-nando elementi per l’arredo urbano, anche un

curioso momento di crescita per questi ultimi. OBBIETTIVI PREFISSIGli obbiettivi di progetto possono riassumersi in poche e concise parole: low cost, facilità di costruzione, attenzione al cittadino, potenzia-mento dell’interazione nella città.IL PROGETTO Si tratta di un intervento progettuale leggero, pensato nell’ottica di rendere fruibile e attra-versabile l’area danneggiata, grazie alla rea-lizzazione di pochi ma significativi elementi, capaci di caratterizzare il paese, nonostante le scarse risorse economiche a disposizione. Il progetto, utilizzando materiali di recupero e low cost, si configura principalmente in una percorrenza in legno, realizzata con tavole OSB che navigando per la città, ed in alcu-ni casi interagendo con gli edifici entrandovi all’nterno per poi uscire e continuare come percorso, tocca i punti più significativi della città. A volte questa “via continua” si dilata generando degli spazi di sosta, all’ombra ma-gari di qualche pianta presente già nel con-testo urbano esistente; o in altri casi genera luoghi di uso dove dei contenitori architettonici standard ad ogni volta ospiteranno un diverso servizio per la comunità paesana. Questi contenitori sono pensati come cubi 3mx3m realizzati mediante una struttura in legno molto leggera e di facile realizzazione, tamponata dagli stessi pannelli OSB del per-corso; questi elementi per dimenzioni riesco-no a contenere differenti tipologie di servizi

e l’omogeneità tra questi e il materiale del percorso genera un senso di completezza dell’opera limitando, sempre tenendo conto il fattore temporaneità , il senso di precarietà in cui il progetto potrebbe cadere. La pulizia dell’area da rifiuti e dai relativi ma-teriali di risulta non è necessaria, anzi, questi serviranno, disponendoli con attenzione, da appoggio per il pecorso seguendo il principio della temporaneità dell’opera.L’idea architettonica, appunto, si basa sul prin-cipio che questi nuovi elementi diano un forte senso di contrasto con la situazione di fatto della città ed inoltre che l’opera non tenti di “dare una sistemata” ma si pone come obbie-tivo la generazione di un sistema di interazio-ne cittadino nuovo che sia si precario ma che contenga al tempo stesso tutto il necessario per gli utenti.

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DESIGN BY Chiara Corzetto Conflan – Chiara Norzi

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DESIGN BY Chiara Corzetto Conflan – Chiara Norzi

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DESIGN BY Chiara Corzetto Conflan – Chiara Norzi

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DESIGN BY Chiara Corzetto Conflan – Chiara Norzi

RIPALLETè pensato in modo da essere realizzabile in modo semplice con l’assemblaggio di euro-pallets. L’uti-lizzo di questi moduli riciclati permette al progetto di essere a costo zero.Gli elementi accessori sono stati volutamente ridotti al minimo in modo da garantire l’econimicità del progetto.RICONOSCIBILITÀ:il modulo e’ pensato per essere al contempo rico-noscibile come un unica linea di arredo ed essere adattabile a punti vendita diversi e ai prodotti invendita.. o a diverse localizzazioni come elemento di arredo urbano.FLESSIBILITÀ:ogni oggetto è realizzabile facilmente in quanto è composto da semplici euro-pallets di misura stan-dard senza ulteriori lavorazioni e/o modifiche; lesedute e i porta bici possono essere adattabili ad ogni situazione in quanto, essendo elementi modu-lari, le dimensioni possono essere modificateusando multipli derivanti dai moduli base. Per quanto riguarda gli spazi commerciali giocando con modulo base i prodotti esposti potranno varia-re dalla mobilia all’oggettistica minuta.DURABILITÀ E RESISTENZA:l’utilizzo dei pallet permette la durabilità nel tempo, gli oggetti da esporre saranno ancorati con fascet-te trasparenti in modo che il pubblico possainteragire con essi. SI tratta di elementi d’arredo che, date le caratteristiche intrinseche al pallets stesso, sono durabili nel tempo e che possono essere, se necessario, tratti con vernici particolari per aumentarne la resistenza agliagenti atmosferici.

REALIZZABILITA’:è pensato in modo da essere realizzabile in modo semplice con l’assemblaggio di semplici euro-pal-lets. Gli elementi accessori sonostati volutamente ridotti al minimo in modo da ga-rantire l’economicità del progetto: per realizzare le proposte è necessaria solamente piccolaminuteria (viti, chiodi...)NEGOZI E ATTIVITA’ COMMERCIALI:MODULO 1 - PORTA BOTTIGLIE: 9 PALLET può essere utilizzato per esposizione di bottilgie, o poster oppure come tavolo alto da barMODULO 2 – TAVOLINO: 3 PALLET può essere utilizzato per esposizione di borse, vasellame op-pure come tavolino barMODULO 3 - ESPOSITORE MOBILI : 4 PALLET può essere utilizzato per esposizione di mobili e oggetti pesantiMODULO 4 - ESPOSITORE BICI : può essere utilizzato per esposizione di bici o oggetti di grandi dimensioni da posizionare direttamente a terraMODULO 5 - ESPOSITORE LIBRI: 7 PALLET può essere utilizzato per esposizione di libriMODULO 6 - ESPOSITORE BIJOUX : 2 PALLET può essere utilizzato per esposizione collane, bracciali, sciarpe, orecchiniMODULO 7 - ESPOSITORE MOBILI :3 PALLET può essere utilizzato per esposizione di piccoli mobiliARREDO URBANO:MODULO a - SDRAIO può essere utilizzato diret-tamente in stazioni balneari o in locali estivi in riva al mare o vicino ai laghiMODULO b - PANCHINA può essere collocato come arredo urbano sia nei parchi sia nelle piaz-ze cittadine, in quanto facilmente dimensionabile

grazie alla modularità degli elementiMODULO c - SEDUTA SEMPLICE può essere utilizzato in situazioni in cuiè necessario creare un punto di sosta in punti di interesse paesaggistico e ambientaleMODULO d – PORTA BICII moduli sono studiati in modo da permettere l’in-serimento delle bici con ancoraggio diretto ai pallet “accessoriati” con catenaccio. Sopra i divisori ven-gono fissati una piastra con un gancio e catena in modo da permettere all’utente di legare la biciclet-ta. Tutti gli elementi possono essere personaliz-zabili con colorazioni diverse, inserimento di loghi cuscini o accessori in base ai gusti del fruitore eall’utilizzo.

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DESIGN BY Djordy Roijen

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DESIGN BY Djordy Roijen

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DESIGN BY Djordy Roijen

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DESIGN BY Djordy Roijen

Potrebbe essere interessante creare unaccordo tra queste città e i paesi che nongodono di un buon clima e non hanno lafortuna di avere spesso la luce del sole (comela maggior parte del Nord Europa) e fareuna sorta di turismo-intelligente che possaessere davvero qualcosa di umano, socialee costruttivo per entrambi i paesi (sia quelloospite che quello ospitante): un nuovo epositivo turismo in cambio dell’aiuto a farrinascere queste città.In questo modo i turisti apprezzerebberodavvero questi posti e potrebbe nascere unasorta di gemmellagio tra paesi da mantenerenel tempo.E’ il momento di vedere il turismo, non comeun’azione che spreme le località turistiche,ma come qualcosa che può incrementarela qualità e la cultura sia delle persone chevengono in visita, che delle persone dellelocalità visitate.Ogni grande cambiamento del nostro mododi pensare è una reazione a qualcosa che ciha colpiti, forse, in seguito a questo disastro,è arrivato il momento di re-inventare il turismoe trasformare le sue energie in qualcosa dipositivo: in ricostruzione.English version/In difficult times, we need to open our mindsand let evolve new ideas.Borghetto, Pignone and Brugnato werevictims of a terrible natural disaster, and nowneed help from any volunteer, maybe not only

Italian, but from whole Europe.Having one of the best climates around theworld, our subject towns have always beenvery requested by tourism, which always hasbeen one of primary income sources.Why can´t we let this demand evolve andoffer people, from different countries aroundthe continent, a place to stay and enjoy thesunlight for a very short time in exchange fortheir help to rebuilt the towns?It could be interesting to make an agreementwith the countries with no sun or coldclimates (like the nord of Europe) and makea sort of smart-turism that can be somethingreally human, social and costructive for boththe countries (the host and the guest): a newand positive turism in change of helping thecity to rebirth.In this way the turists will really appreciatethe cities and it could be a sort of countrie-stwinningto keep this partnership on in theyears.If every week different people come tothese town and invest their energy in thereconstruction in an physical, or eveneconomical way, the rebuilding processwould accelerate considerably and helprestoration considerably.It´s time to see tourism, not as an action thatsqueezes the juice out of touristic sites, butsomething that upgrades the quality andtradition of the people that visit, and the

people that get visited.Every big change of our way of thinking isa reaction to something that impacted us,maybe, after this disaster, it´s time to reinventtourism and turn it´s energy in somethingpositive, turn it´s energy in reconstruction.

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DESIGN BY Alberto Ferrara – Gabriele Capobianco – Nicola Bissanti

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DESIGN BY Alberto Ferrara – Gabriele Capobianco – Nicola Bissanti

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DESIGN BY Alberto Ferrara – Gabriele Capobianco – Nicola Bissanti

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DESIGN BY Alberto Ferrara – Gabriele Capobianco – Nicola Bissanti

L’idea nasce con la sfida di realizzare un og-getto di rapida produzione e realizzabilenel tempo più breve possibile.Questo lo si evince dal fatto che per la realiz-zazione delle panchine sono necessaripochi elementi ferro e legno e poche lavora-zioni di taglio e piega della verga ( barra inmetallo con zincatura a caldo la garanzia che il “ferro” non arrugginisca ). lacolorazione scelta, grafite micaceo, hanno un preciso ruolo d’identificazione.Questa semplicità di realizzazione aggiunge una maggiore flessibilità dandoci lapossibilità di realizzare tre diverse tipologie di panchina (A, B, C) con infinite soluzionidi posa.Olltre alla funzione di seduta si aggiungono all’occorrenza (vedi tipologia……)la fiorierae il portabiciclette.La fioriera può quindi integrarsi direttamente con la panca dando vita ad un unicomanufatto.Il portabiciclette è realizzato in robusto piatto d’acciaio e rivestito con trattamento diprotezione superficiale.Quindi il punto forte del progetto è la semplici-tà di realizzazione, con pochi elementi,eil suo montaggio con pochi movimenti.L’utilizzo di materiali tradizionali adeguatamen-te trattati con le più moderne tecnologierappresenta un’elemento di continuità con l’evoluzione storica delle formearchitettoniche.

RICREIAMO_2_1801121710 PAG 1/3Come illustrato nello schema, notiamo che con cinque verghe piatte (150x4) èpossibile realizzare a seconda del taglio diver-se tipologie di panchina.Gli schemi di taglio sono studiati affinchè vi sia il minor numero di scarti di prodotto.

La tipologia dipenderà dai vari contesti urbani (parco, fermata bus, etc.) e dallenecessità sviluppando diversi modi di assem-blaggio: in linea, a sistema in linea o araggiera, con o senza fioriera , con o senza rastrelliera, ecc.I prodotti sono realizzati in metalli ed essenze, adeguatamente rivestiti da trattamentiprotettivi di qualità che assicurano al manufat-to lunga durata nel tempoIl fissaggio avverrà attraverso bulloni di anco-raggio avvitati a dei cordoli realizzati incls o predisponendo dei tirafondi sulla struttura in cls ( la tipologia di ancoraggio saràadeguata al tipo di terreno).Il gradevole impatto estetico caratterizza que-sta idea in continuità formale conpanche e fioriere per un disegno complessivo degli spazi aperti.Per la realizzazione di una panca con frangi-sole (PANCA 1) , compresa di ferramenta ,foratura e pannelli in legno il costo si aggire-rebbe intorno ai 400 euro, mentre per laPANCA 2 sarà circa la metà.Una produzione ad una scala più ampia ab-

batterebbe i costi, e il minimo spreco dimateriale indotto dagli schemi di taglio andreb-be a limare ancor di più le spese.

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DESIGN BY Manuela Boi

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RELAZIONE PROGETTO:Il mio progetto nasce dopo un’attenta lettura del bando di concorso “ricreiamo: progetto no pro-fit per i paesi colpiti dall’alluvione il 25 ottobre. Concorso 2/idee e progetti, prodotto, arredo, allestimenti e urban design”. Sono stata colpita particolarmente da questa iniziativa infatti poter contribuire, anche solo in minima parte, ad aiutare le tante piccole comunità colpite dall’alluvione a riattivarsi grazie anche alle nostre idee e ai nostri progetti è molto stimolante. Mi sono documentata sulle varie aree geografiche colpite dall’alluvione e ho incentrato il mio progetto nel comune di Bor-ghetto di Vara provincia di La Spezia in Liguria.Il territorio borghettino è situato nel fondovalle alla confluenza del torrente Pogliaschina nel fiume Vara. Assieme ad altri 18 comuni fa parte del Parco naturale regionale di Montemarcello-Magra. Dista circa 30 chilometri a nord ovest della Spe-zia e 75 chilometri ad est di Genova. Il comune è costituito, oltre al capoluogo, dalle sei frazioni di Boccapignone, Cassana, L’Ago, Pogliasca, Ripal-ta e Termine di Roverano per un totale di 27,33 chilometri quadrati. L’alluvione dello Spezzino e della Lunigiana del 25 ottobre 2011 si è verificata a seguito di una forte precipitazione che in 6 ore ha riversato 542 mm di pioggia sulla provincia di La Spezia e di Massa e Carrara. Questo evento meteorologico ha causato la piena dei fiumi Vara e Magra e dei torrenti affluenti nelle zone colpite, con inondazione di diverse entità in tutta la Val di Vara e la Val di Magra.I centri più colpiti sono quelli di Borghetto di Vara, Brugnato, Bonassola, Levanto, Monterosso al Mare, Vernazza in provincia di La Spezia e Aulla in provincia di Massa-Carrara.

Il mio progetto si concentra sulla realizzazione di una panchina da situare in uno spazio pubblico come un parco o una zona adibita a parco giochi per i bambini, dopo le dovute bonifiche e rimesse a nuovo. L’idea è quella di restituire alla gente luoghi dove si può ritrovare la serenità e avere l’opportu-nità di vivere momenti di aggregazione e di gioco tra adulti e bambini luoghi ripristinati celermente per cancellare dalla terra e dai cuori le devastazio-ni dovute ai drammatici eventi. Ritornando al mio progetto, l’idea della panchina nasce dall’esigenza di fare una pausa, di sedersi a guardare i bimbi che giocano, ritrovando la serenità, tipica di questi piccoli centri della tranquilla provincia italiana. La panchina ha una struttura molto semplice, per ben integrarsi in luoghi altrettanto semplici e naturali.

La sua struttura lineare e geometrica ben si presta ai fini di una produzione poco complessa e dai tempi brevi, senza per questo trascurare estetica e funzionalità. La qualità sarà determinata dalla scelta di ottimi materiali, di facile reperibilità nella zona. La sua altezza è di 45 cm, la lunghezza è di 2 m e la larghezza è di 50 cm. Essa viene suddivi-sa in tre parti, nella prima parte abbiamo la seduta in legno 50 x 50 cm spessa 10 cm, in quella cen-trale sono situati due vasconi in cemento bianco\ghiaccio 75 x 50 cm alti 30 cm, che verranno usati come fioriere ed infine nell’ultima parte abbiamo dei blocchi in pietra come base 50 x 50 cm con spessore di 5 cm.

DESIGN BY Manuela Boi

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DESIGN BY Daniele Borraccino – Marco Vassallo

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DESIGN BY Daniele Borraccino – Marco Vassallo

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DESIGN BY Massimiliano Martorelli – Paola Riccio

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Il progetto sottoposto alla vostra attenzione si è sviluppato, prevalentemente, su tre criteri fondanti:1. SEMPLICITA’2. ECONOMICITA’3. SOSTENIBILITA’La panchina è costituita da elementi modula-ri, assemblati ad incastro. Schematicamente, l’oggetto potrebbe essere pensato come com-posto da tre elementi: le sagome laterali, le doghe che costituiscono la seduta della pan-china e dei “cuscinetti” di struttura non imme-diatamente visibili. Il materiale previsto per la realizzazione è il legno.Nello specifico, le tipologie utilizzate sono: l’abete (per le sagome laterali e le doghe della seduta) ed il castagno (utilizzato per la realiz-zazione dei “cuscinetti”). La scelta dell’abete come materiale “privilegiato” per la realizzazio-ne del manufatto deriva dalla sua economicità e dalla facile reperibilità.Ai fini strutturali ha qualità simili all’acciaio ma con un peso specifico di 15 volte inferiore e mantiene inalterate quelle che sono le pecu-liarità del legno: calore, pregio ed affidabilità. Essendo anche curvabile, il legno è sicura-mente il materiale ideale per la realizzazioni di opere ad elevato valore architettonico. Questi sono i motivi per cui esso è divenuto uno dei materiali più utilizzati nell’ambito dell’edilizia sostenibile.Per quanto concerne, invece, i “cuscinetti” di struttura, la scelta del castagno è stata deter-

minata dall’intenzione di ri-utilizzare le piante che sono state recuperate dopo l’alluvione. La modularità del sistema, costituito da elementi fra loro identici, di estrema semplicità nella lavorazione, e producibili, dunque, “ad libitum” consente una realizzazione in tempi brevi e su scala industriale.Il manufatto è, come si deduce, ispirato intera-mente ai principi dell’ecosostenibilità, utilizzan-do materiali ecocompatibili, tali sia nelle fasi della loro produzione sia nella posa e utilizzo che nel momento in cui verranno dismes-si. I materiali utilizzati sono preferibilmente materiali locali. La panchina progettata può essere inserita sia nelle aree urbane dove si necessita di elementi di pregio, finalizzati alla riqualificazione urbana, oppure, proprio per la sua caratteristica di sostenibilità, nelle zone alluvionate.

DESIGN BY Massimiliano Martorelli – Paola Riccio

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DESIGN BY Massimiliano Martorelli – Paola Riccio

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trattasi di una panchina circolare con inserite 3 vele da realizzare tutta in ferro oppure in legno a seconda della durata della panchina stessa.

DESIGN BY Agnese Brandoli

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DESIGN BY Floriana Pastore

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DESIGN BY Floriana Pastore

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DESIGN BY Floriana Pastore

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DESIGN BY Floriana Pastore

DESCRIZIONE PROGETTO 24021820Il blu, il verde, il bianco. I colori del cielo, della natura, del latte. Elementi caratterizzanti la terra ligure e il caseificio Esposito.Il concept per questo negozio ha reso neces-saria l’individuazione di punti che cucissero l’esistente e l’accaduto in maniera non invasi-va ed economicamente valida, assecondando le richieste dei proprietari.Il progetto di interior è semplice ma mira a cre-are un ambiente accogliente sulla base degli interventi fatti già post-alluvione. Si limita a fornire consigli sull’armonizzazione cromatica del negozio, sul restauro degli arredi in legno, sull’organizzazione dello spazio sul banco, sull’inserimento del basilico come pianta aro-matica e ornamentale, sulla scelta di elementi divisori, e infine sulla selezione di immagini integranti.Le pareti e il soffitto restano di colore bianco ad eccezione della parete a sinistra e dell’in-terno della finestra cieca a destra, verniciate di blu notte (RAL 5022 da confermare), ripren-dendo la tonalità del banco frigo.Le parti in legno del negozio, mensola, rive-stimento colonna, cancelletto, sono levigati e sbiancati. Il colore esistente tendente al giallo è reso in questo modo neutro, conservando l’utilità degli arredi. Caso particolare è il mobile esistente destinato all’esposizione di altri pro-dotti alimentari: oltre che sbiancato, l’altezza è modificata a pelo della nicchia superiore (è la soluzione migliore per conservarne la pre-

senza, indispensabile per la funzione ma dal disegno pesante).Dalle foto si evince la necessità di esporre sacchetti di farine e paste proprio sul banco, alla portata del cliente. Questa necessità è stata tradotta in un prodotto di nuovo concept, chiamato “Esposito” in onore al caseificio. Si tratta di un oggetto con i bordi in fil di ferro plastificato e rivestito di tessuto di poliestere. Per fissarlo si curva l’estremità superiore sotto il bordo del piano, poi si modella il corpo ver-ticalmente attorno al vetro del banco. I ritagli centrali, opportunamente piegati, servono ad accogliere i vari sacchetti. Data la natura del tessuto per pulirlo è sufficiente una panno umido.Il verde dei prati a pascolo è stato lo spunto per recuperare la pianta aromatica simbolo della cucina ligure e introdurla all’interno del negozio anche come pianta ornamentale: da vasetti di coccio verniciati di bianco spuntano tante foglie di basilico, adornano il muretto die-tro il bancone e creano un atmosfera familiare.Le aperture tra negozio, uffici e area produ-zione sono chiuse con veneziane blu e bianca per consentirne all’occorrenza la regolazione.Un percorso di immagini guida infine il clien-te nella presentazione di latticini e formaggi: mucche e capre al pascolo segnano l’origine del latte; farina, miele e uova si accostano alla vendita nei caseifici quali prodotti naturali e genuini; pesto, pizza e ravioli mostrano il formaggio come ingrediente fondamentale per

la cucina italiana.Grazie.

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DESIGN BY Ludovica Marinaro – Giorgio Pizziolo – Rita Micarelli

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Di fronte al disastro: grave , intenso e inedito Di fronte al disastro ambientale , ecologico ed economico che ha col-pito le cinque terre ed il loro ‘naturale’ retroterra fino al Vara , svilup-pando i nuovi fenomeni relativi ai cambiamenti climatici, si è dimostra-ta la fragilità che già questi territori avevano, dopo abbandoni, incendi ed edificazioni improprie e anche dopo che nella fase successiva di volontà di ricostruzione in curante dell’evento, è evidente lo stato di enorme precarietà che tutto il contesto rivela sotto tutti i profili .Siamo di fronte a una trasformazione per certi aspetti irreversibile de-gli interi paesaggi e quindi dell’economia del Parco. Il Parco, che era divenuto noto a livelli internazionali, si trova oggi in una fase critica, sia sul tema della sua gestione, sia –purtroppo- sullo stesso stato materiale del suo territorio.Tutto ciò richiede una profonda riflessione sulle modalità di intervento per l’intera area colpita.In una fase di transizione come la presente può essere giusto mettere a punto interventi leggeri e simbolici ma alla condizione che questi contribuiscano ad attivare l’apporto delle popolazioni interessate e colpite alla ‘grande opera’ di reinvenzione delle “Cinque Terre e Retroterre”.Si tratterà perciò di aprire procedure partecipative a tutti i livelli, ricreando o rivalutando il modo di abitare l’intero territorio come un organico contesto di vita operando in maniera interattiva sulle sue diverse componenti, da quelle artistiche a quelle della coltivazione e della cura dell’ambiente di vita.La nostra proposta Aprire un PROCESSO PARTECIPATIVO in località ben definite , articolato su tre componenti: temporali, di luogo e corali, come le seguenti:Definire un Appuntamento per tutti gli abitanti e frequentatori o utiliz-zatori esterni, facendo riferimento a una data significativa e tradizio-nalmente riconosciuta (festa di paese, ricorrenza) ovvero anche una data di nuova istituzione magari legata alla ricostruzione.Il Luogo potrà essere scelto facendo riferimento alle caratteristiche e alle qualità dei territori e degli abitati interessati.Le Attività, gli interventi e le eventuali opere che potranno essere prodotti e allestiti saranno elaborati con la diretta partecipazione degli abitanti e con il coinvolgimento di artisti, tecnici, amministratori e operatori economici. Tutti questi soggetti potranno attivarsi seguendo filoni tematici e progettuali, dai quali potranno originarsi Iniziative e Produzioni inedite riferite ai Processi Creativi che su ciascun luogo e in una prospettiva integrata di insieme contribuiranno alla ri-nascita delle Cinque Terre e Retroterre nella loro organica e nuova collabo-razione .Un esempio. Pignone : il perché di una scelta.A Pignone è nato Gino BellaniA Pignone c’è una famosa ‘festa degli orti’A Pignone è crollato il Ponte Romano A Pignone i giovani volontari ‘locali’ continuano a lavorare e a recupe-rare il paese e le strutture impiantistiche del territorio.

A Pignone l’edilizia recente e non sempre propria circonda il paese e comincia a invadere anche gli spazi lungofiume e gli orti …A Pignone si restaura e si rinnova il paese antico mentre le discariche e le macerie si accumulano intorno all’abitato.Da Pignone si raggiungono in poco tempo le terre di Soviore, di Monterosso e di Vernazza e da qui molte rinnovate relazioni possono ancora intrecciarsi attraverso il paesaggio dell’interno (i boschi, il fiumicello e le tappe di percorsi antichissimi) dei quali il paese segnala i passaggi e custodisce le memorie, anche con gli arredi che si trova-no ad ogni angolo del centro storico.Il paese reagisce.La nostra proposta è di sostenere questa tendenza già esplicita e contribuire a rilanciare la logica della “Festa degli Orti” applicandola al processo del progetto e ricostruzione del paese. Ricoltivare recupe-rando orti, muretti, acque e canali , allestire un ‘attrattore’ per vivere bene il paese, ovvero definire date e modalità degli incontri, delle feste, delle giornate di lavoro comune. Tutto questo può assumere la forma di un Cantiere -allegro e scaramantico insieme- aperto agli artisti, ai visitatori, alle creatività di tutti per ottenere la collaborazione fattiva e concreta di un Volonatriato Creativo.Il Cantiere AllegroCome , quando, in quanti, con chi e dove ….Si apre un primo incontro e si avvia il ProcessoSi decide su quale elemento attrattore di interesse si possono concentrare l’attenzione e gli sforzi per creare il cantiere e avviare il processo (luogo/evento reale /virtuale allo stesso tempo) Si forma un gruppo di coinvolgimento composto da tutti i soggetti attivi, competenti e capaci, appassionati a questa idea di Cantiere.Si allarga il Gruppo , che si mette all’opera e ‘apre’ il Cantiere E poi? Il cantiere trova in se stesso, nell’ambiente che lo ospita e nei contesti esterni attratti e interessati le modalità per sviluppare il processo creativo, verso la ricostituzione della struttura portante ( sociale, ambientale, economica) su cui ri-creare le Cinque TERRE e le RETROTERRE della condizione contemporanea.Il nostro elaborato è perciò un invito ad aprire il Cantiere Allegro, qui allegato in forma di MANIFESTO!Testo del Power Point da inserire nella diapositiva poster (dimensioni 10x70 cm)Qualunque intervento di ri-creazione dei paesi e dei territori colpiti NON PUO’ CHE ESSERE PARTECIPATO , APERTO E NON IMPO-STO alla popolazione DA COMPETENZE SPECIALISTICHELa popolazione deve poter agire in piena sintonia con i promotori e con tutte le competenze disponibili per il PROCESSO DI RIVITALIZ-ZAZIONE.COME ATTIVARE TALE PROCESSO?SU CHE COSA BASARLO?ELEMENTI COMUNI A TUTTIDISCARICHE , MATERIALI, OGGETTI ‘RIFIUTATI’ DISPARATI E CAOTICI MA CON VALORE SIGNIFICATIVO DI MEMORIA , DI RINASCITA, DI DISCUSSIONE , DI AFFETTIVITA’

LUOGO SIGNIFICATIVO RICONOSCIUTO TALE DALLA POPOLA-ZIONE CON MOTIVAZIONI DIVERSE MOMENTO SIGNIFICATIVO LOCALE : FESTE, ANNIVERSARI PAESANI, ALTROPRESENZA DI POPOLAZIONE ATTIVA E DESIDEROSA DI RICO-MINCIARE.. ABITANTI ORIGINARINECESSITA’ DI ATTIRARE NUOVE PRESENZE E NUOVE COLLA-BORAZIONI ESTERNE … NUOVI ABITANTI POTENZIALI NUOVA PROPOSTA: ATTIVARE UN CANTIERE ALLEGRO DOVE SI FORMA IMMEDIA-TAMENTE UN ATTRATTORE DI ATTENZIONE, DI COMPETENZE , DI COLLABORAZIONE CREATIVA .CHE COSA E’ IL CANTIERE ALLEGRO:E’ UNA STRUTTURA PARTECIPATIVA APERTA DA CUI SCATURI-SCONO CON MODALITA’ VARIATE PROCESSI DI COINVOLGIMEN-TO E DI AUTO-RECUPERO POPOLARE QUALIFICANTE RIVOLTE AGLI SPAZI, ALLE ATTIVITA’ DI ACCOGLIENZA , ALLE MODALITA’ TEMPORALI PROPRIE DI OGNI LUOGO , ALLAE NUOVE POSSIBI-LI ECONOMIE AMBIENTALI E DEI PAESAGGIO.COME ESEMPLIFICARE UN CANTIERE Questa ipotesi viene ‘esemplificata’ facendo riferimento al caso dell’abitato di Pignone C’è la FESTA DEGLI ORTI , si può rendere perno delle attività di recupero.Aprire da subito il Cantiere Allegro e ricostruire nuove condizioni per festeggiare. Raccogliere i contributi di tutti gli interessati sotto forma di: oggetti, esperienze, capacità di lavoro concreto, memorie custodite. Produzione di strutture leggere temporanee con i materiali del luogo: sassi, terra, legno, coperture vegetali, vele e simili.Recupero di ‘avanzi tecnologici – industriali’ anche inutilizzabili per la formazione di Totem Apotropaici contemporanei.

DESIGN BY Ludovica Marinaro – Giorgio Pizziolo – Rita Micarelli

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