breve storia della fanteria italiana

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UN PAPA, TREPRESIDENTI DELLA

REPUBBLICA,POETI E SCRITTORI

numerosi scrittori e personalità delmondo letterario. Fra questi ricordiamoinnanzitutto Edmondo de Amicis, ufficiale

di Fanteria che partecipò alla battaglia diCustoza nel 1866 ed alla presa di Roma.Ricordiamo inoltre i poeti GiuseppeUngaretti ed Eugenio Montale, quest'ul-timo tenente del 158° ReggimentoFanteria della Brigata "Liguria".Di Ungaretti sono famose alcune liricheche raccontano delle sue esperienzedurante le battaglie dell'lsonzo e che sonoconsiderate " la testimonianza più alta e

più sofferta della poesia italiana sullaprima guerra mondiale ".Tra gli scrittori, citiamo invece il più

recente Giuseppe Berlo, già ufficiale diFanteria coloniale in Africa.Ricordiamo infine il generale ArmandoDiaz (già comandante del 21° ReggimentoFanteria e poi de193° Reggimento) artefi-ce della vittoria difensiva del giugno del1918 sul Piave e della battaglia di Vittorio

Veneto e Giuseppe Garibaldi, comandantedei "Cacciatori delle Alpi ".

* *

Va i tantissimi personaggi illustri cher hanno onorato con la loro apparte-nenza l'Arma della Fanteria, il più illu-

stre sicuramente è stato Sua Santità ilPapa Giovanni XXIII, che dal 2 novem-bre 1901 al15 novembre 1902, prestòservizio come volontario presso il 73°Reggimento Fanteriq "Lombardia", allo-ra di stanza a Bergamo. Nel 1902.fu pro-mosso caporale e nello stesso anno,

anche sergente.Durante la prima guerra mondiale furichiamato come Cappellano Militare, maconservò tanto amore per la Fanteria chevantò sempre di averla servita con felicitàed onore. Ai suoi funerali in Vaticano,intervenne per desiderio espresso dai fra-

telli, anche la Bandiera del 68°Reggiment~ di Fanteria. Inoltre ben trePresidenti della Repubblica militarononei reparti di Fanteria: GiovanniGronchi, Sandro Pertini, tenente deimitraglieri nella prima guerra mondiale eOscar Luigi Scalfaro, già appartenenteal 38° Reggimento Fanteria dellaDivisione "Ravenna" nella seconda guer-ra mondiale.All'Arma di Fanteria appartenne anchedon Giovanni Minzoni, CapellanoMilitare della Brigata "Veneto" (255° e

256° Reggimento Fanteria) sul fronte delPiave e decorato di Medaglia d'Argentoal Valor Militare.Sul suo diario scrisse nella data del 15

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giugno: "vado all'argine dove sono i miei 

FRATELLI

Di che reggimento sietefratelli ?

Parola tremante'

nella notte

Foglia appena nataNell'aria spasimante

involontaria rivolta

dell'uomo presente alla sua

fragilità

FratelliGiuseppe Ungaretti

Ma con l'avvento dell'Era moderna (1492) edelle grandi monarchie anche le Fanterieiniziarono gradualmente la loro ascesa,spe-cie quando poterono abbandonare balestre,

picche ed alabarde per imbracciare le armida fuoco. Si trattò inizialmente di armi dafuoco rudimentali (archibugi) impiegate inbattaglia da reparti affiancati ai picchieri edalabardieri, ma esse progressivamente fini-rono con il rappresentare l'arma principale

delle Fanteria.Fu soprattutto in una delle regioni più sog-gette alle lotte scatenate n Italia dalle gran-di monarchie -il Piemonte -che le Fanterieitaliane ebbero nel XVI e XVII secolo unpiù accentuato sviluppo. Ed è proprio daiReggimenti di Fanteria piemontesi che

ebbero origine gli attuali Reggimenti italia-ni che ancora oggi ne portano i nomi glo-riosi ed il cui capostipite è rappresentatodal 1° Reggimento di Fanteria «Re» (già«Savoia» che venne costituito fin dal 1624dalle leggendarie «Cravatte rosse» con ele-

menti tratti dal reggimento savoiardo«Fleury» .Dallo stesso Piemonte, dopo la folgorantemeteora napoleonica che vide anche i Fantiitaliani (1812) battersi valorosamente inquelle steppe della Russia che dopo oltre unsecolo dovevano essere tanto eroicamente

quanto dolorosamente ripercorse da altrisoldati italiani, prendevano l'avvio le guerredel Risorgimento nelle quali le Fanterie,pur nelle alterne vicende contro un nemicodi gran lunga superiore per numero e pertradizioni militari, diedero chiara testimo-

nianza del loro valore.

L a Fanteria italiana nacque agli alboridella vita collettiva dei primi popoli

italici quando, armata di archi, di frecce, di

spade e di lance, si organizzò in manipoli divaria consistenza numerica ed adottò rego-lari formazioni e schieramenti atti al com-battimento. Così armate e protette da scudi,corazze, elmi di cuoio, le Fanterie dei primipopoli italici presero parte alle lunghe lottedi predominio con le più agguerrite Legioni

di Roma fino a quando Roma non divennela dominatrice della intera penisola e delmondo allora conosciuto.A conquistare il mondo furono essenzial-mente le Fanterie di Roma raccolte nellesue leggendarie Legioni. E quando le

Legioni fatalmente decaddero per il pro-gressivo logoramento delle istituzioni poli-tiche e sociali di Roma, incapaci di repri-mere le sommosse di truppe mercenarie, leorde barbariche invasero il suolo italicorecandoci le loro leggi e i loro costumibasati sull'incostrastato predominio dipochi cavalieri armati di lance e spade.Fu così che per quasi tutto l'arco medioeva-le, che abbracciò circa dieci secoli di storiaitaliana, le Fanterie cessarono di essere

LE FANTERIE PIEMONTESIL a vera storia delle Fanterie piemontesi

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questo non può che essere quasi completa-mente formato da unità di Fanterie reclutatefra i sudditi: le cosidette milizie paesane,delle quali il Duca assume il titolo di

Capitano Generale.Nel 1566, ne definisce compiutamente l'or-ganico, l'addestramento e le ordinanze tatti-che.

volmente le Fanterie paesane organizzatedal padre. Esse, ne11610, vengono suddivi-se in «milizia scelta», composta da 5«colonnellati» di 1.600 Fanti, e in «milizia

generale», comprendente tutti gli idoneialle armi dai 18 ai 60 anni di età. Ogni«colonnellato» è costituito da 1/3 di alabar-dieri e picchieri e da 213 di archibugieri emoschettieri, nuova specialità, quest'ultima,dotata di un'arma più leggera e maneggevo-

le.Le condizioni dello Stato piemontese ed igravissimi pericoli di guerra inducono suc-cessivamente Carlo Emanuele II a costitui-re un esercito permanente, composto da«reggimenti» che, per la prima volta, acqui-stano funzioni e fisionomia proprie.

Nel 1664 vengono istituiti 5 reggimenti( «Savoia», «Aosta», «Monferrato»,«Nizza» e «Piemonte»), tutti articolati in20 comp~gnie di 50 Fanti, armati per 113circa di picca e per 2/3 di moschetto.Scompaiono così l'archibugio e l'alabarda,

mentre fa la sua apparizione la baionetta.Nel 1672, si ha un'ulteriore trasformazionedelle unità di Fanteria: i reggimenti vengo-no suddivisi, per rendere più agevole lacomandabilità, in due «battaglioni» di 10compagnie ciascuno. Tre anni dopo, vieneadottata l'uniforme in cui predominano icolori rosso e azzurro della casa ducale.Il numero dei reggimenti viene portato ad8: nascono il «Croce Bianca» ed il«Saluzzo». Con le prime riforme di VittorioAmedeo II, il numero dei reggimenti vieneportato a 10 (si aggiungono i reggimenti

«la Marina» e «Chablais» ), mentre lacostituzione di una compagnia «granadie-ra» reggimentale ne modifica la struttura

organIca.

Le fanterie paesane sono suddivise in«colonnellati», composti di 6 compagnie,ciscuna di 400 uomini, ripartiti in archibu-gieri, picchieri o alabardieri. L 'intero«colonnellato» consta di 1.500 armi dafuoco e 1.810 armi d'asta. Tutti i Fanti cal-

zano morione e corsaletto; in più, picchieried alabardieri hanno un piccolo scudorotondo, e gli armati di archibugio portanoal fianco una robusta spada. Nel 1572, non

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seguito del Re. Con queste unità VittorioEmanuele I, durante i 100 giorni, entrarisolutamente in campagna spingendosisino a Grenoble. Questa parte ardita avuta

dal Piemonte nella lotta generale controNapoleone fa sì che gli vengano assegnatii territori della Repubblica di Genova; daciò la creazione di un altro reggimento( «Genova» ) che assume appunto il nomedella città ligure.

La successiva modificazione delle formedi coscrizione ha particolari e positivieffetti per la Fanteria, perchè con gli arruo-lati a ferma volontaria di 8 anni, nel «con-tigente di ordinanza», si riescono a soddi-sfare integralmente tutte le esigenze orga-niche dei reggimenti permanenti, a benefi-cio della loro coesione e del loro addestra-mento.Il 2 novembre 1815 viene sancita l'istitu-zione della Regia Accademia Militare, cheinizia la sua attività nella stessa sede che,per più di un secolo, aveva ospitato la

Reale Accademia di Savoia, soppressa nel1798. La Regia Accademia prepara ufficia-li per tutte le Armi dell'Esercito. In parti-colare, i giovani allievi destinati alle Armidi Fanteria e Cavalleria vengono nominaticadetti all'ottavo anno e raggiungono iCorpi col grado di sottotenente.A seguito dei moti del 1821, vengonosciolte le unità nelle quali si erano avutiepisodi di ribellione ( «Monferrato»,«Saluzzo», «Alessandria», «Genova» ) evengono creati il «Casale», il «Pinerolo»,il «Savona», e 1'«Acqui».

Un altro importante provvedimento ordi-nativo è preso da Carlo Alberto che reputaopportuno sanzionare definitivamente l'e-sistenza della Brigata anche in tempo di

do il grado di Brigadiere, assicura a talecomplesso un adeguato organo di coman-do. Al termine della guerra di successioned'Austria, durante la quale le Fanterie pie-

montesi avevano dato prova di valore e dialta capacità guerriera (battagliadell 'Assietta, 19 luglio 1747), il sovrano dà

corso ad una serie di riforme che già datempo aveva in mente: istituzione a livelloreggimento di uno Stato Maggiore; con-

cessione ai reggimenti dei colori distintivi,la cui forza viene stabilita in 1.150 uomini.Vittorio Amedeo /Il porta a 12 i reggimentidi fanteria, ordinandoli su 3 battaglioni di500 uomini ciascuno e su un ,battaglioneprovinciale. Trattandosi di raggruppamentifissi, la «Brigata» che ne risulta assume

una fisionomia organica ben precisa anchese non sanzionata da un atto formale. Nel1775 il Re crea 3 «Dipartimenti» diFanteria, comandati ognuno da un principereale, composti da due «ali» di 2 Brigate

ognuna.

L'ordinamento della Fanteria muta ulte-riormente, con l'introduzione nel reggi-mento di una secònda compagnia di grana-tieri reggimentale, una compagnia caccia-tori, una compagnia di riserva; una compa-gnia granatieri viene anche inserita in cia-scuno dei tre battaglioni dipendenti.

La calata delle truppe napoleoniche inItalia interrompe momentaneamente la sto-ria delle Fanterie piemontesi, CarloEmanuele IV si ritira in Sardegna (1798),seguito dall'omonimo reggimento, tuttocomposto da isolani, mentre gli altri, sciol-

ti dal giuramento di fedeltà a) sovrano,entrano a far parte dell'esercito francese,secondo le clausole del trattato di pace.Il 28 maggio 1814, Vittorio Eamanuele I

 

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Risorgimento che videro la presenza deiFanti, ricordiamo anche l'ingresso, perprimi, a Roma attraverso il varco di PortaPia dei Fanti del 39° Reggimento, l'episo-

dio di Villafranca, nella terza guerra di indi-pendenza, dove il 49° Reggimento diFanteria, al comando del Principe Umberto,fece "quadrato" contro sovverchianti forzeaustriache e la battagli,a di Bezzecca dove i«Cacciatori delle Alpi» di Garibaldi (poi

Brigata Alpi con il 5lo e 52° Reggimento)vinsero una importante battaglia.

DAL REGNO D'ITALIAALLA PRIMA

GUERRA MONDIALED oPO l 1859 alle Fanterie piemontesisi affiancarono quelle delle regioni

italiane e degli eserciti preunitari (lombar-do ed emiliano) che a mano a mano si uni-rono al Piemonte,mentre e Fanterie gari-baldine (1860), armate più di slancio

patriotico che di armi, battevano ovunquele più agguerrite formazioni borbonichedimostrandocome 'audaciae l'entusiasmopossono di frequente avere ragione dellaforza.L'omogeneità viene ottenuta in seguito

fondendo i nuovi contingenti, disparati edi diversa efficienza, negli antichi corpipiemontesi e creando nuove unità miste;sistema che, per ragioni politiche e tecni-che, è preferito rispetto a quello di forma-re reggimenti interamenti nuovi a fiancodi quelli preesistenti.Al termine di questo processo d'amalga-ma, la Fanteria risulta ordinata su 36Brigate (pari a 72 reggimenti, esattamenteil quadruplo di quelli che componevano l

IL. RISO R G IMENTON e11839, le Brigate vengono portate a 9

( «Savoia», «Piemonte», «Aosta»,

«Cuneo», .«Regina», «Casale», «Pine-rolo», «Savona», «Acqui» ). I reggimentiche compongono le singole Brigate sononurÌlerati progressivamente da 1 a 18; illoro organico viene fissato in 1.035 Fantiper il tempo di pace e 3.385 per il tempo diguerra. Questa differenza di personale pre-

suppone una accurata pianificazione per labuona riuscita delle operazioni di completa-mento dei reparti che allo scoppio delleostilità (23 marzo 1848) però non si verifi-ca. Alla sfortunata campagna partecipanotutte le unità di linea dell'Armata Sarda e

formazioni di volontari di tutta Italia.A Pastrengo rifulge il valore della Brigata«Savoia».L'anno successivo, nonostante la sconfitta,ricomincia la ricostruzione delle Fanteriesarde. A Torino viene fondata la ScuolaNormale per la Fanteria, con lo scopo di

preparare i Quadri dell'Arma. Il 5 maggio1850 la Scuola. viene trasformata in ScuolaMilitare di Fanteria, con sede n Ivrea.A soli sei anni dalla sconfitta di Novara, leFanterie piemontesi sono chiamate al seve-ro collaudo della campagna di Crimea e le

loro capacità militari attirano l'attenzione ditutta l'Europa sul piccolo Piemonte.Alla seconda campagna per l'indipendenzanazionale (1859), l'Esercito sardo partecipacon 9 Brigate di Fanteria e la Brigata«Cacciatori delle Alpi» (su tre reggimentidi volontari al comando di Giuseppe

Garibaldi).Le giornate di Palestro, Magenta, SanMartino confermano l'efficienza e lo spiritodei Fanti dell'Esercito sardo. Le Fanterie

 

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armi ìtaliane ma il valore delle Fanterierifulse quando esse urono razionalmenteimpiegate. La tregua fermò i nostri reggi-menti a Cividale del Friuli e pressoTrento, assaioltre i confini di allora.Nel 1867, si decide di contrarre il reggi-mentò di Fanteria a tre battaglioni, di 4compagnie ognuno, ma il profilarsi delpericolo di un conflitto con la Francia,dopo l'episodio di Mentana, consigliò di

rinviare il provvedimento che viene poiattuato nel novembre 1870.Il problema della formazione dei Quadriufficiale è risolto assommandon Modena,già sededella Scuola Militare di Fanteria,i corsi supplettivi svolti presso a Scuola

Militare di Ivrea.Dopo le riforme apportate in materia dicoscrizione, a Fanteria risulta ordinata su47 Brigate di fanteria (94 reggimenti).Dopo il 1885 vengono create le primeunità di Fanteriacoloniale.Nelle guerre de11895-97 in Eritrea e del

1911 n Libia -intraprese nel quadro delleconcezioni colonialiste dell'epoca -, ilruolo delle Fanteria, n funzione del parti-colare ambientenel quale furono chiamatead operare, divenne ancor più decisivo.Ma il Fante italiano seppe affrontare ilruolo ad essoassegnato on il suo abitualesenso di adattamento e dovunque eglivenne a contatto con le genti africane,seppesvolgere a loro vantaggio principi e

metodi di profonda civiltà.Volendo esprimere un giudizio sulla seriedi provvedimenti con i quali si costitui-scono le Fanterie del neonato Regnod'Italia e sugli sforzi con cui se ne cura l'e-voluzione in senso moderno, non si puòche manifestareun apprezzamento ositi-vo. Le predisposizioni prese e l'attenzionecon cui venivano seguiti i progressi dellascienza e della tecnica ne sono indubbia-mente testimonianza. Tutti i problemidella Fanteria erano affrontati in chiavenuova: l'articolazione organica dei reparti,

l'armamento, la formazione dei Quadri, iprocedimenti tattici nonchè 'adeguamentodei materiali e degli equipaggiamenti.Si ricorda a questo proposito che nel1908, 'Esercito Italiano (e quindi anche aFanteria) adotta la divisa "grigio-verde",

che accompagnerà Fanti nelle due suc-cessiveguerremondiali.Non era però possibile raggiungere utti irisultati sperati, soprattutto a causa deigravissimi problemi economici e socialidel giovane Stato. Nella campagnadel '66la Fanteria italiana paga il coraggioso enobile ideale di essere l crogiuolo dell'u-nificazione degli italiani. In terra d'Africadeve supplire con il senso del dovere econ il suo sacrificio all'imprevidenza ed

 

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Nel corso delle operazioni inoltre la sem-pre maggior importanza acquistata dallaFanteria, e esigenzedi nuovi mezzi ed ilsuo enorme ogorio determinanodue prin-cipali ordini di provvedimenti organici:continuo aumento numerico delle unità econtinua trasformazione della loro com-

posizione interna. Per quanto riguarda ilprimo aspetto è sufficiente dire che nelcorso del conflitto è stato raggiunto ilnumero di ben 117 brigate di Fanteria (dicui 25 costituite nel solo 1917), per untotale di 239 reggimenti.

I successinel corso del conflitto comun-que non mancarono.Le undici vittoriose,ma cruente, battaglie dell'Isonzo ed inomi del Podgorae di Oslavia, di Gorizia,

LA PRIMA GUERRAMONDIALEA II'iniz~o .delle ostilità, l'Esercito ita-

liano schiera 72 brigate di Fanteria.Questo insieme di forze, che per la massi-ma. parte è inquadrato in 35 divisioni,viene ripartito fra le quattro Armate mobi-litate: la 28 e la 38 che dovevano agireoffensivamente sul fronte dell'Isonzo, la18e la 48 che dovevano rimanere in difen-siva nel settore montano.All'atto della mobilitazione permanevanotuttavia alcune carenze di armamaentocausate dalla scarsità di produzione nazio-nale, vja via però superate con l'aumentodella produzione stessa e con l'acquisto di

materiali all'estero. Carenti erano anche leopere di difesa ai confini, dovute alle con-dizioni del terreno a nostro sfavore.Del tutto in soddisfacenti in rapporto allemodalità di svolgimento del conflittorisultavano anche le tecniche di impiego

dell'Arma di Fanteria. Fu con il generaleArmando Diaz (vecchio Comandante del21° Reggimento Fanteria della brigata«Cremona» e poi del 93° reggimento inAfrica) nominato nel novembre del 1917nuovo Capo di Stato Maggioredell'Esercito, che essi si modificaronoradicalmente, sia dal punto di vista tattico,che da quello di una maggiore considera-zione delle esigenze dei Fanti in trincea.Dopo Caporetto infatti alle divisioni diFanteria vengono attribuite una individua-lità organica ben definita e una precisa

funzione tattica, stabilendo -tra l'altro -laloro indissolubilità. I criteri di impiegofurono improntati a velocità di azione ericerca della sorpresa.

 

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TRA LE DUE GUERREA l termine della grande guerra, inizia la

smobilitazione generale delle unità eviene dato un primo riassetto alla Fanteria.L'ordinamento stabilisce un aumento delnumero delle Divisioni rispetto al periodoprebellico. Pertanto delle numerose unitàcostituite durante il conflitto, non vengonodisciolte le Brigate «Sassari», «Liguria»,«Arezzo» ed «Avellino», decorate di

Medaglia d'Oro al Valor Militare. Scompareinvece la Fanteria d'assalto.Le gravi preoccupazioni finanziarie impon-gono, dopo un anno, di modificare l'organi-co del reggimento di Fanteria su due batta-glioni effettivi ed uno "quadro".

come.lo divennero nomi del Pasubio,delCol di Lana, del Passo Buole,del!'Altipiano di Asiago e delle Melette diGallio, dove si infranse la grande offensi-

va austriacade11916.Nel medesimo anno furono i Fanti dellabrigata «Casale» (11° e 12° reggimento,dalle mostrine gialle) ad entrare per primiin Gorizia liberata.Dopo tante vittorie, la sconfitta di

Caporetto (novembre 1917) sembrò une-stare per sempre e sorti del nostro Paese,ma i Fanti (soprattutto i Fanti) delGrappa,del Montello e del Piave costitui-rono un baluardo nsuperabile.La battaglia difensiva del Piave (giugno1918) costitul le premesse con le qualinell'ottobre successivo doveva prendereavvio la battaglia di Vittorio Veneto, labattaglia della Vittoria, il trionfo cheaggiunseall'ltalia Trento e Trieste e con-sacrÒ -anticipando di parecchi mesi ilsuccesso dell'Intesa con gli Alleati -il

prestigio delle nostre Forze Armate.Leggendarie furono le imprese dei Fantidella brigata «Sassari» sul Carso,sull' Altipiano dei Sette Comuni e sulBasso Piave, delle brigate «Bergamo» e«Bologna» a difesa delle truppe in ritirata

sul nuovo fronte del Piave, dopo la batta-glia di Caporetto, della brigata «Lupi diToscana» negli aspri combattimenti alleporte di Trieste e della brigata «Liguria» .Furono oltre due milioni i Fanti inquadratinelle 117 brigate di Fanteria (dai nomi edai colori che tutti ricordano) che preseroparte alla grande guerra durante 41 mesidi lotta asprissima. Del loro olocaustofanno testimonianza e 502.289 sepolturedisseminate ungo i confini; fanno fede le

Il successivo ordinamento voluto da Diaznel 1923 non incide sulla struttura dei repar-ti dell'Arma, ma tende a migliorare il livellodi preparazione dei suoi quadri. Infatti, laScuola Militare di Modena muta denomina-

zione nel 1.928 in quella di RegiaAccademia di Fanteria e Cavalleria. Alcambiamento di nome corrisponde ancheuna profonda trasformazione dell'istituto

 

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Nel 1926 la Divisione si trasfonna in terna-ria ed il reggimento viene riportato su trebattaglioni effettivi. Per attuare ul nuovoorganico divi~ionale vengono di fatto aboli-

te le vecchie Brigate, sostituite con Brigatedi tre reggimenti per ciascuna Divisione. 1reggimenti conservano l'antica numerazioneed in più assumono l nome della Brigata diprovenienza, mentre le nuove unità sonocontraddistinte da un numero progressivo.

In tal modo, vengono costituite 29 Divisionidi fanteria.L'8 febbraio 1934, mentre veniva stabilitoche le Divisioni di Fanteria dovessero rima-nere pennanentemente composte dagli stes-si regg-imenti ed essere impiegate in modoinscindibile per meglio indicare la loro indi-

vidualità, in aggiunta al numero ordinativo,ricevettero anche un nome collegato a qual-che fatto storico riferibile alla vita dei reggi-menti che le componevano (ad esempio«Sforzesca», «Cacciatori delle Alpi» ),oppure al territorio nel quale erano dislocate

( «Legnano», «Cosseria» ) od a qualche ele-mento geografico dello stesso ( «Monviso»,.

«Isonzo» ).Le Divisioni di Fanteria vennero portate a31, mentre la «Fanteria di linea» muta nomein «Fanteria divisionale».A seguito di tale ordinamento, le Divisioni

di Fanteria assumono quindi le seguentidenominazioni: «Superga», «Sforzesca»,«Monferrato», «Monviso», «Cosseria»,«Legnano», «Leonessa», «Pasubio»,«Piave», «Brennero», «Timavo», «MonteNero», «lsonzo», «Carnaro», «Fossalta»,

«Rubicone», «Metauro», «Gavinana»,«Curtatone e Montanara», «Granatieridi Sardegna», «Cacciatori delle Alpi»,«Murge», «Gran Sasso», «Volturno»,

assicurarsi l'efficienza delle Grandi Unitàper l'attuazione di nuove nonne di impiega,decise che le Diyisioni di Fanteria fosserocostituite da Gue soli reggimenti di Fanteria

e da ùno di Artigli~ria e da altre unità mino-ri. Contemporaneamente,per meglio svilup-pare in quelle grandi unità lo spirito di coo-perazione, decideva che i due reggimenti diFanteria fossero quelli della stessa anticaBrigata, mentre con il precedente ordina-

mento ternario essi provenivano da almenodue Brigate differenti.Di conseguenza, soltanto 10 delle divisioniesistenti conservavarono il nome attribuitonel 1934. Altre 20 mutarono nome e 29ebbero un nome nuovo, corrispondente aquello delle antiche Brigate.

A partire dal 1934 fu costituito il "COrpOdella Guardia alla Frontiera Il per la difesa

delle frontiere con il presidio delle dortifica-zioni esistenti. All'interno del Corpo furonocostituiti anche dei reparti di Fanteria con ilcompito di presidio delle opere di difesa ed

il controllo del territorio tra le stesse.Nel periodo dal 1919 al 1937 si verificanoanche notevoli innovazioni nel campo degliarmamenti della Fanteria: delle armi dellagrande guerra, rimasero in servizio solo lamitragliatrice Fiat mod. 14 ed il fucile mod.91.Nel 1927, viene adottata la mitragliatriceFiat mod. 26 e distribuito il tromboncinoper fucile. Successivamenteappare il fucilemitragliatore Breda mod. 1930 e, ne11934, ireggimenti ricevono una sezione cannoni da65/17, che diviene poi batteria d'accompa-

gnamento su quattro pezzi.Gli studi e le esperienze condotti nei diversisettori portarono all'entrata in servizio, nel1935, di una nuova gamma di armi: il mor-

 

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LA SECONDA

GUERRA MONDIALE

L a grandeguerra non doveva purtroppo

chiudere l ciclo dei coflflitti ai quali iFanti d'Italia erano chiamati a partecipare.Nel 1940 la guerra nfuriò nuovamente nItalia e fuori d'Italia. I Fanti, armati ancoradel vetusto fucile 91, di scarsemitraglia-trici, di rari mortai e di qualche superatoesemplaredi cannonecontrocarro, affron-

tarono le agguerriteFanterie nemiche solocon la loro determinazione.Se nell'impariduello dovettero necessariamente iegarela fronte, ciò avvenne al cospetto di unnemico che non esitò mai a riconoscereche solo la sfortuna e la inadeguatezza ei

mezzi furono le causedel mancatosucces-so.All'inizio delle ostilità, le unità dellaFanteria si trovarono in piena crisi di tra-sformazioneper effetto del nuovo ordina-mento ed in più difettavano i mezzi defi-

niti dagli organici preventivamentestabili-ti. D'altronde l'industria degli armamenti,avendo ottenuto crediti di finanziamentoall'inizio de11939.stava ancoraammoder-

dire .della tecnica degli armamenti.Purtroppo, difficoltà di ordine finanziario edi forti limiti produttivi dell'industria impedi-rono che da. es.se derivino modelli più

potenti e più efficaci. t'evoluzione dellearmi della Fanteria si arresta, quindi, pro-prio quando massimo ne era il bisogno enotevole lo sviluppo presso gli altri eserciti.Più gravi furono le deficenze nel settoredella produzione di carri armati. Purtroppol'industria nazionale non solo non fu ingrado di assicurare l'assorbimento dellerichieste o di proporre dei prototipi dimigliori prestazioni, ma neppure riuscì aprodurre carri armati su modello straniero.Mentre iJ processo di rinnovamento deimezzi e delle armi della Fanteria procedette

faticosamente fra le molteplici difficoltà dinatura economica e di produttività indu-striale, la Fanteria sostenne l'alto tasso di-usura derivante dalla campagne d'Etiopia edi Spagna. l notevole dispendio di materialiin queste due campagne non tradusse n rea-lizzazioni concrete le esperienze tratte daidue conflitti, e vanificò in parte gli sforzi dipotenziamento deHe unità della Fanteria.Si cercò di dare anche il massimo impulsoalla motorizzazione ed alla meccanizzazio-ne della Fanteria, nel quadro della «ultradi-namicità» che si intende imporre alla con-

dotta delle operazioni. Oltre alle normaliDivisioni di Fanteria e alle Divisioni Celeri,vengono create Divisioni Motorizzate,Autotrasportabili e Corazzate. Nella stessaprospettiva, viene costituita l'Armata moto-corazzata del Po.Al 10 giugno 1940 la Fanteria italiana siprepara ad affrontare il secondo conflittomondiale ordinata su:-106 reggimenti di fanteria divisionale;

 

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riescono a manovrare con grande rapidità,concentrandosi o disperdendosi negliampi spazi di quel teatro d'operazioni.La lotta si concluse in Tunisia, con una

disperata resistenza su due fronti, a segui-to dello sbarco americano in Marocco, Lebattaglie difensive del Mareth e diEnfidaville sono in'ulteriore prova dellatenacia e dell'abnegazione dei nostri Fanti,contro un avversario di enonne superiorità

tecnica e di mezzi.Nelle grandi battaglie del deserto si distin-sero infatti la Divisione di Fanteria moto-rizzata "1rento", la Divisione "Savona"ed i Fanti della "Trieste", della"Bologna" e della "Pavia".Quasi interamente costituite da Fanti furo-no inoltre i reparti che combatterono sulfronte alpino occidentale, sul fronte deiBalcani, della Grecia e dell'Albania.Sul fronte russo furono ben sei leDivisioni di Fanteria tenacemente impe-gnate in un territorio ostile e non idoneo

al loro impiego, soprattutto per il climarigido e la mancanza di idonei mezzicorazzati e di trasporto.Le Divisioni di Fanteria che combatteronoin Russia dall'agosto del 1941 fino al gen-naio del 1943, prima con il C.S.I.R., poi

con l'A.R.M.I.R., furono le seguenti:-"Ravenna" (reggimenti 37° e 38°);-"Sforzesca" (reggimenti 53° e 54°);-"Pasubio" (reggimenti 79° e 800);-"Torino" (reggimenti 81° e 82°);-"Cosseria" (reggimenti 89° e 90°);-"Vicenza" (reggimenti 277° e 278°).E da ricordare anche che nel 1942 siapprontarono tre Grandi Unità speciali perl'invasione di Malta: le Divisioni paraca-

nando i suoi impianti e non offriva la cer-tezza di poter ripianare le carenze in tempibrevi.Il notevole .anticipo con il quale era stata

indetta la mobilitazione, oltre che da evi-denti motivi di ordine politico, era dettatodal desiderio di porre riparo anche allenotevoli manchevolezze organizzativeriscontrate in occasione dell'occupazionedell'Albania (aprile 1939).

Si sarebbe potuto anche rinforzare conve-nientemente i presidi oltremare prima del-l'inizio delle ostilità, ma era stato valutatoche il fronte principale delle future opera-zioni sarebbe stato quello alpino in caso diguerra alla Francia o di eventuale aggres-sione da parte della Germania. Pertantovennero inviate in Libia solo 4 Divisioniautotrasportabili che, unitamente alle 4già esistenti nella colonia costituivano 5Corpi d'Armata. Insieme con 2 Divisionilibiche di copertura della frontiera, il com-plesso delle forze veniva riunito in 2

Armate (5a e 1oa) e quali, però, mancava-no totalmente ~i mezzi necessari per l'au-totrasporto delle unità dipendenti.In Africa Orientale a fianco delle unità giàesistenti, venne costituita la Divisione«Africa» con contingenti nazionali reclu-

tati sul posto e con complementi inviatidalla madrepatria.In Albania si formò il Comando TruppeAlbania che dispone, all'entrata in guerra,di 5 Divisioni.La Divisione «Regina» presidiava invece

le isole Egee.L'inizio delle operazioni {a cui si vuoledare un impulso di tipo offensivo) ponesubito in luce i limiti di mezzi della nostra

 

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no in Francia e nei Balcani, mentre solo21 sono nel territorio nazionale. Di que-ste, 3 sono in fase di trasferimento e 7 sitrovano in fase di ricostituzione.

Malgrado ciò la Fanteria italiana si oppo-ne decisamente alle forze occupanti,dimostrando come la drammatica conclu-sione di una guerra, condotta su tanti fron-ti in condizioni di netta inferiorità mate-riale, non ne abbia fiaccato lo spirito ed il

valore.Superati i primi tristi e confusi momentidell'armistizio dell'8 settembre del 1943,ovunque i Fanti seppero opporre resisten-za all'aggressione dei reparti tedeschi. Frai tanti episodi accaduti son da citare la

difesa di Roma effettuata, con altri reparti,da~la Divisione "Piave", i combattimentidella Corsica con i reparti delle Divisionidi Fanteria "Friuli" e "Cremona" e leeroiche gesta nei Balcani delle Divisioni

"Venezia", "Pinerolo", "Firenze","Bergamo", "Marche" e "Messina".Nell'isola greca di Cefalonia, l'interaDivisione di 'Fanteria da montagna" Acqui" cadde sotto il fuoco tedesco per

non arrendersi.

Nei campi di concentramento furono sem-pre i Fanti ( che costituivano la maggio-ranza dell'Esercito e quindi degli internati)a rispettare il giuramento dato e non aderi-rono, per la quasi totalità, alla Repubblicadi Salò.Ma è nella nuova lotta che i Fanti, inqua-drati sia nei Gruppi di Combattimento, sianelle formazioni partigiane, dimostraronodi essere ancora e sempre degni della

fama conquistata sulle pietraie del Carso esulle rive del Piave.Nelle gravi difficoltà del momento, subitodopo l'avvio della cobelligeranza a fiancodegli Alleati, venne dato avvio al riordinodelle forze disponibili con la creazione di

cinque Gruppi di Combattimento("Legnano", "Folgore", "Friuli","Mantova", "Cremona") che partecipa-rono alla campagna d'Italia, fino alla libe-razione dell'intero territorio nazionale eculminata nelle ultime battaglie dell'aprilede11945.Spetta infine ai Fanti del 114°Reggimento della "Mantova" entrare perprimi, il 16 settembre del 1947 nella Cittàdi Gorizia, nuovamente restituita all'Italia.

 

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immediato impiego », tre di « prontoimpiego » e quattro da « completarsi all'at-to dell'impiego », tutte su tre reggimenti di

Fanteria;-3 Divisioni di Fanteria motorizzata, suordinamento binario (con 2 reggimenti di

Fanteria).Si costituiscono così, ,da11948 al 1951, leDivisioni «Aosta», «Avellino», «Trieste»e «Pinerolo» .

Lo schema previsionale, definitivo nel1948, risulta, ne11953, non solo realiz~at,S>ma anche superato, dal momento che"nelcomplesso hanno avuto vita lO Divisionidi Fanteria (di cui tre motorizzate:«Folgore», «Trieste», «Aosta» ).

Negli anni successivi viene abolita ladistinzione tra Grandi Unità di «pianura» edi «montagna» e viene disciolta la Brigata«Avellino». Si tratta di provvedimenti cheappaiono di minor portata rispetto a quellivissuti dalla Fanteria negli anni precedenti,ma che anticipano a quel vastissimo movi-

mento di riordino delle strutture dell'Armache, posto allo studio ne11973, avrà inizionel 1975.

Nel 1975 la Fanteria, che rappresenta lamassa dell'Esercito. e ordinata su:

-5 Divisioni di Fanteria ( «Granatieri di

Sardegna», «Cremona», «Folgore»,«Legnano», «Mantova» );

-4 Brigate di Fanteria ( «Aosta»

«Pinerolo». «Friuli». «Trieste» );

-Comando Truppe «Trieste»

Negli anni '60 vengono inoltre costituite

DAL 1945 AL 1975L a fine della seconda guerra mondiale

non forni~ce all'Esercito Italiano la

possibilità di attendere alla sua immediatarinascita, a causa dei vincoli armistizialiancora in vigore. Vengono comunque vara-ti numerosi provvedimenti che, pur neilimiti dell'armistizio, appaiono di grandeinteresse per la Fanteria.Al termine delle ostilità, oltre ai cinqueGruppi di Combattimento, già ricordati,esistevano anche tre divisioni di Fanteriadette "di sicurezza interna" «<Aosta»,«Sabauda» e «Calabria» ) su due reggi-menti ciascuna, dislocate nell'Italia meri-dionale; il Gruppo di Combattimento

«Piceno», che non aveva preso parte adalcuna azione bellica, si era già trasforma-to, fin dall'8 gennaio 1945, in Divisione,dando vita al Centro addestramento com-plementi per forze italiane di combatti-mento. È su questo scarno complesso diforze che si decide di intervenire per rea-lizzare il cosidetto « esercito di transizione», struttura portante del futuro organismomilitare.In tale prospettiva, i Gruppi diCombattimento vengono trasformati inDivisioni, conservando lo stesso nome.

I reggimenti delle Grandi Unità di «sicu-rezza interna», disciolte nel frattempo,assumono la stessa fisionomia organica diquelli inquadrati nelle nuove Divisioni.Vengono ricostruiti (novembre 1945) il 9°reggimento Fanteria e, nel 1947 altri quat-tro reggimenti di Fanteria (40°, 75°, 78°,157°) e molti depositi reggimentali di unità

disciolte.Con la stipulazione del trattato di pace nel1948 e l'ingresso dell'Italia nell'Alleanza

 

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DALLA RISTRUTTURAZIO-NE AD OGGIA ll'inizio degli anni '70, la crisi econo-

mica che travaglia l'Europa occidenta-le e l'influenza del progresso tecnologico,causa prima della rapidissima obsolescenzadei materiali e ~i mezzi, nonche l'aumentodei loro costi di acquisizione e di esercizio,provocano un grave squilibrio fra risorsedisponibili ed esigenze dello strumentomilitare. Ne consegue una notevole ridu-

zione dell'efficienza operativa delle unità,specie di Fanteria. Si rende quindi necessa-ria l'attuazione di quell'ampio processo ditrasformazione denominato «ristrutturazio-ne».In pratica il processo di ristrutturazionetende alla realizzazione di due obbiettivi:la revisione dell'ordinamento dell'Esercitoper adeguarne le dimensioni alle effettivepossibilità ed il rinnovamento qualitativo

Con la ristrutturazione, iniziata ne11975, sirealizza, per la Fanteria italiana, il seguenteordinamento:-2 Divisioni meccanizzate ( «Folgore»,«Mantova» );-4 Brigate di fanteria motorizzata( «Cremona», «Friuli», «Acqui», «Ao-sta»);-1 Brigatameccanizzata ( «Pinerolo» );-Comando «Truppe Trieste»;

-6 battaglioni di Fanteria d'arresto.Nel 1986 vengono sciolti i Comandi delleDivisioni di Fanteria e di conseguenzaanche le Brigate che costituiscono leDivisioni stesse, assumono, come le altre,una propria autonomia.Dagli inizi degli anni novanta, inoltre, aseguito di ulteriori studi in materia di ordi-namento, vengono ricostituiti i Reggimentidi Fanteria che, incorporando il battaglionepreesistente, ne riprendono il numero, ilnome ed i colori delle mostrine.Il notevole sforzo, sinora operato, per il

ricambio dei mezzi e la ricerca di nuovetecniche di intervento, per rinnovare laFanteria e renderla idonea ad assolvere ipropri compiti in un Esercito moderno nonpuò però considerarsi concluso. Lo svilup-po sempre più serrato della tecnica imponeinfatti l'introduzione di nuovi mezzi e diarmamenti più sofisticati con cui dotare i

reparti.Ed è indubbio, anche, che i mezzi e i pro-cedimenti sempre più perfezionati richie-dano uomini professionalmente più prepa-rati e più capaci.

La Fanteria, infatti, si è trasformata in armasquisitamente tecnica, con elevati contenutidi specializzazione, tali da poter essere,ancora oggi, pienamente idoena a sostenere

 

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decidere le sorti della battaglia o dovràcedere ad altri l'alloro del suo primato?Nessun dubbio: saranno ancora i Fanti, adominare, con i nuovi mezzi di cui oggiessi sono dotati. Saranno ancora i Fanti ad

offrire generosamente, come in passato, illoro braccio e la loro vita, se il Paesedovesse chiamarli nuovamente a difenderei propri confini e le proprie libertà.

* * *

Oggi a seguito di una ulteriore ristruttura-zione dell'Esercito, di cui peraltro non siconoscono ancora esattamente e dimensio-

ni e le caratteristiche, antichi e gloriosiReggimenti e Brigate di Fanteria non esi-stono più. Un pezzo della nostra storia èstata improvvisamente cancellata dallamemoria collettiva del Paese.Un immenso patrimonio di valori, di tradi-

zioni, ma soprattutto di eroismi e di grandisacrifici fatti dai Fanti in tutte le vicendepiù importanti della nostra storia, rischia di

scomparire.E con esso non è solo la storia dellaFanteria che rischia di scomparire, maanche una parte fondamentale della storia

del nostro Paesee della storia di tutti noi.Occorre reagire perchè tutto questo nonaccadda, perchè le tradizioni dei Fanti edella Fanteria non vadano ulteriormente

disperse.Fanteria vuoI dire anche "popolo" nel suo

più evidente significato. Chi ignora i meritidella Fanteria, o non conosce la sua storia,non conosce la storia del nostro Paese e delpopolo italiano.

 

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CA.LENDARIO DELLEFESTIVITÀ DI CORPO DEIBATTAGL.IONI DI FANTERIA

(esistenti l dicembre 990

-47° Batt. di Ftr. "Salento"

(15 giugno: Fiume Piave -1918)

-48° Batt. di Ftr. "Ferrara"

(15 giugno: Fiume Piave -1918)

* * *

-52° Batt. di Ftr. d'Arresto " Alpi"

(20 settembre: Sidi Bilal- 1912)-53° Batt. di Ftr. d'Arresto "Umbria"

(18 dicembre: Fiume Don -1942)

-57° Batt. di Ftr. Motorizz. " Abruzzi"(8 agosto: Oslavia -1916)

-60° Batt. di Ftr. "Col di Lana"(22 novembre: Monte Tomba)

-62° Batt. di Ftr. Motorizz. "Sicilia"(30 maggio: Passo Buole -1916)

-63° Batt. di Ftr. d'Arresto "Cagliari"(21uglio: Polazzo -1915)-66° Batt. di Ftr. Mecc. "Valtellina"

(21 agosto: Monte Sele -1917)-67° Batt. di Ftr. Mecc. "Monte Lungo"

(8 dicembre: Monte Lungo -1943)-72° Batt. di Ftr. "Puglie"

(13 aprile: Balcania -1941)-73° Batt. di Ftr. d'Arresto "Lombardia"

(12 agosto: Q. 212 Nad Logem -1916)-76° Batt. di Ftr. Mecc. "Napoli"

(23 luglio: Premecy -1918)-78° Batt. di Ftr. Motorizz. "Lupi di

Toscana"(3 novembre: Monte Faiti -1916)

-80° Batt. di Ftr. "Roma"(12 dicembre: Fronte Russo -1941)

-82° Batt. di Ftr. Mecc. "Torino"(16 gennaio: Fronte Russo -1943)

-84° Batt. di Ftr. "Venezia"(26 ottobre: Tripoli -1911 )

-87° Batt. di Ftr. Motorizz. "Senio"(29 giugno: Mont Mosciagh -1916)

-89° Batt. di Ftr. "Salerno"

-lo Batt. di Ftr. Motorizz. "San Giusto"(30 ottobre: Conca di Alano -1918)

-4° Batt. di Ftr. "Guastalla"(19 settembre: Guastalla -1734)

-5° Batt. di Ftr. Motorizz. "Col dellaBerretta"(26 novembre: Col della Berretta -1917)

-7° Batt. di Ftr. "Cuneo"(27 ottobre: Piave -Mosnigo -Vidor -

1918).-9° Batt. di Ftr. Mecc. "Bari"

(24 ottobre: S. Michele del Carso -1915)-Ilo Batt. di Ftr. "Casale"

(8 agosto: Gorizia- 1916)-13° Batt. di Ftr. Mecc. "Valbella"

(15 giugno: Monte Valbella -1918)-16° Batt. di Ftr. "Savoia"

(30 maggio: Palestro -1859)-17° Batt. di Ftr. "San Martino"

(25 settembre:<:efalonia -1943)-20° Batt. di Ftr. Mecc. "Monte S.

Michele"

(15 luglio: Bligny -1918)-21° Batt. di Ftr. Motorizz. " Alfonsine"

(I novembre: Jarniano -1916)-23° Batt. di Ftr. "Corno"

(28 ottobre: S. Lucia di Piave -1918)-26° Batt. di Ftr. "Bergarno"

(26 maggio: Fiondar -1917)-28° Batt. di Ftr. "Pavia"

(231uglio: Borgo e Levico -1866)-30° Batt. di Ftr. Mecc. "Pisa"

(28 ottobre: Semaglia- 1918)-33° Batt. di Ftr. arresto " Ardenza"

(23 agosto: Bainsizza -1917) 

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I Caduti della Fanteria italiana.Caduti nelle guerre del Risorgimento:21.898.Caduti nelle guerre coloniali: 17.285

.Caduti nella guerra 1915-1918:502.289.Caduti nella guerra 1940-1945:102.918

Medaglie d'Oro concesse nel corsodelle varie guerre ad ufficiali, sottuf-

ficiali, soldati dell' Arma di Fanteria.Guerre del Risorgimento: n. 21.Guerre coloniali (1887-1940): n. 176.Guerra 1915-1918: n. 189.Guerra 1940-1945 e Guerra diLiberazio-ne: n. 250

***

-114° Batt. di Ftr. Mecc. "Moriago"(27 ottobre: Moriago -1918)

-120° Batt. di Ftr. d'Arresto "Fornovo"

(15 giugno: Porte di Salton -1915)-130° Batt. di Ftr. Motorizz. "Perugia"

(19 giugno: Fagarè di Piave -1918)-141° Batt. di Ftr. Motorizz. "Catanzaro"

(27 maggio: Monte Moscigh -1916)-151° Batt. di Ftr. "Sette Comuni"

(28 gennaio: Col del Rosso -Col d'Echele-1918)-152° Batt. di Ftr. "Sassari"

(28 gennaio: Col del Rosso -Col d'Echele

-1918)-157° Batt. di Ftr. Motorizz. "Liguria"

(16 giugno: Monte Zovetto -1916)

-183° Batt. di Ftr. Mecc. "Nembo"(19 aprile: Grizzano -1945)

-225° Batt. di Ftr. " Arezzo"

(25 maggio: Monte Hermada -1917)-231° Batt. di Ftr. " Avellino"

(15 maggio: Monte Vodice -1917)

-235° Batt. di Ftr. "Piceno"(19 agosto: Monte Sele -1917)-244° Batt. di Ftt. "Cosenza"

(16 giugno: Fiume Piave -1918)

Medaglie d'Oro concesse alleBandiere dei Reggimenti di Fanteriaitaliana.Guerre del Risorgimento Nazionale:n.4.Guerra in Libia: n. 1(84° Rgt. Ft1:).Guerra 1915-1918: n. 33

(Rgt. 5°, 6°, 9°, 10°, 11°, 12°, 13°, 14°, 28°, 30°,47°, 48°, 52°, 73°, 74°, 77°, 78°, 84°, 141°,151°, 152°, 157°, 255°, 226°, 231°, 232°).Guerra 1940-1945 e Guerra di Libe-razione: n. 24

(Rgt. 13°, 17°, 18°, 19°, 20°, 37°, 38°, 47°,48°, 53°, 54°, 66°, 67°, 79°, 80°, 81°, 82°, 83°,

84°,89°,90°, 157°,317°)

Le didascalie poste fra parent~si stanno asignificare, per ogni Battaglione, le ricor-

renze storiche dei più importanti e decisivifatti d'armi sostenuti dagli omonimiReggimenti (da "Raccolta Storica" di M.Politi),

(l Reggimenti 5°,6°,9°, 10°,80°, 151°e 152° hanno ciascuno due Medaglied'Oro)

All'Arma di Fanteria è stata concessainoltre la Croce di Cavaliere

dell'Ordine Militare di Savoia (orad'Italia), con la facoltà di fregiarsi daparte di tutti i Reggimenti di Fanteria,per la partecipazione alla guerra 1915-

 

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DISTINTIVI, MOSTRINEE CANZONI:

LE TRADIZIONIDELLA FANTERIA

A lcune Unità di Fanteria conser-vano il privilegio di portare, sul-

1 uniforme, alcuni segni distintivi

che le differenziano da altri Reparti.Alludiamo a distintivi tradizionali ea cravatte che, rappresentando un

privilegio, vennero conferiti general-meRte a quelle Unità che in guerra sidistinsero particolarmente.

Per quanto riguarda i "distintivi tra-dizionali " sono distintivi a spillo in

metallo che vengono portati al cen-tro del taschino sinistro.Per i Fanti del 78° reggimentoFanteria "Lupi di Toscana" il distin-

tivo, color oro, riproduce due testedi lupo racchiuse in un anello ovale.Per i Fanti dell'82° "Torino", sem-pre in metallo dorato, il distintivoriproduce un toro rampante. Per ilpersonale del quadro permanente

dell '84° reggimento Fanteria"Venezia ", il distintivo riproduce unleone alato con la zampa posterioredestra poggiata su un libro aperto sucui campeggia la scritta " Pax Tibi

Marce Evangelista Meus ".

Distintivo d'argento ossidato per iFanti del 151° e 152° Reggimento" Sassari ". il distintivo riproduce

"Sa vidapro sa Patria",Leone ruggente realizzato in argentoper i Fanti della Brigata "Liguria".

Per quanto riguarda le cravatte inve-ce, oltre a quella classica color kaki,ve ne sono di rosse e di azzurre.Il reparto più anziano dotato di cra-vatta rossa è il 1° Reggimento diFanteria " S. Giusto ". L'unità

discende idealmente dal reggimentosavoiardo del Conte di Fleury ( 1664)e più noto come "Cravates Rouges",Divenne in seguito il reggimentodella guardia reale e quindi, assiemeal 2 ° Reggimento costituì la

" Brigata Re ".Legata alla tradizione garibaldina, èinvece la cravatta del 52° reggimen-to di Fanteria "Cacciatori delle

Alpi".Per i Fanti del 23° Battaglione di

Fanteria "Corno" e 73° Reggimentodi Fanteria "Lombardia" la cravattaè azzurra.Per quest'ultima Unità si tratta diuna concessione caldeggiata dalDuca d'Aosta ed il suo significato è

fedeltà, amore e valore;Per quanto riguarda le mostrinecolorate della Fanteria, ricordiamoche esse furono adottate nel 1902,hanno una forma rettangolare e con-traddistinguono, con il numero, i sin-

goli battaglioni o reggimenti.Esse possono essere con il fondo diun unico colore, divise in due o tre

 

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I

popolari del nostro Paese, che ricor-dano tradizioni particolari dellanostra storia e del nostro passato,possono essere considerate anche lecanzoni della Fanteria.

* *

superiore al 200, le mostrine sonoinvece divise in due o tre parti ugua-li nella larghezza.Di colore rosso e con la forma termi-nante a due punte (le cosidette"fiamme " ) sono invece le mostrine

degli appartenenti all'Arma diFanteria non inquadrati nei reggi-menti regolari.Negli ultimi anni, con l'istituzionedella componente meccanizzata,

questre mostrine sono state bordate

d'azzurro.Rosso ed azzurro sono quindi i colo-ri della Fanteria, che oltre a ricor-dare i colori delle antiche Fanterie

piemontesi, indicano rispettivamentel'audacia, il valore, la forza (per ilrosso) e la gloria, la virtù e I'amordi patria (per l'azzurro).n Santo patrono della Fanteria èinvece S. Martino, comandante mili-tare e vescòvo, mentre la Festadell'Arma ricorre il 24 maggio, a,ricordo dell ' entrata in guerra

dell'ltalia nel primo conflitto mon-diale e del grande sacrificio in vite

umane da essa subito.Per quanto riguarda infine i canti ele musiche della Fanteria ricordia-mo innanzitutto 1"'lnno del Fante",la " Leggenda del Piave ",

"Montegrappa" e tante altre canzo-ni della prima guerra mondiale.Lcgate al periodo risorgimentalesono invece " Addio, mia bellaaddio ", I ' " Inno di Garibaldi " e " la

 

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MOSTRINE DEI REGGIMENTI DI FANTERIA NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

5' -6'Aosta

7' -8'Cuneo

1'- 2'Re

3°- 4°Piemonte

9" -10"Regina

11°12°Casale

13°-14°Pinerolo

15°16°Savona

17°-18°

Acqui

19°- 20°Brescia

21°-22°Cremona

23°- 24°Corno

25°- 26°

Bergamo

27°28°Pavia

29°- 30°Pisa

31°- 32°

Siena33°-34°Livorno

45°- 46'

Reggia

47'- 48'Ferrara

35°- 36°Pistoia

37"-38°Ravenna

39° .40°

Bologna

41°42°Modena

43°- 44°For~

49°50°Parma

51°- 52°

Alpi

55°- 56°Marche

57' -58'

Abruzzi

59°- 60°

Calabria

61°- 62°

Sicilia

63°- 64°

Cagliari

65°66°

Vaitellina

67° -68°

Palermo

69°- 700

Ancona53°- 54°Umbria

71" .72"

Puglie

73" -74"Lombardia

75°- 76°

Napoli

77°- 78°

Toscana

79° -800

Roma

B1"-BT

Torino

83°- 84°

Venezia

85° -88°

Verona87°- 88°

Friuli

89°- 90°

Salerno

91°92°

Basilicata

93' -94'MEssina

111°112°Piacenza

113°.114°Manlova

115°- 116°Treviso (a)

117'- 118'Padova

119° -120°Emilia

121° -122°Macerata

 

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141°142°Catanzaro

143°144°149°

Trapani (d)

145°146°Catania

147°148°

Caltanissetta(c)

151°-152°Sassari

153°- 154°

Novara155°156°

Alessandria157° -158°

Liguria

159°-160°Milano (c)

229°2300Campobasso

(c)

231°- 232°Avelllno .

163°- 164°Lucca ..

233°234°lario ..

235° -236°Piceno ..

23r .238°

Grosseto (c) 00

239° -2400Pesaro 00

241°- 242°Teramo 00

243° -244°Cosenza ..

245°- 246° 247°248°Siracusa (c) ..Girgenti (c) ..

249°- 250°Pallanza 00

251°252°

Massa 00

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253°- 254°Porto 00...",;.;n

255' -256'Veneto ..

257° -258°Tortona (9) ..

259°- 260°Murge ..

261°-262°Elba c) 00

~oGaeta.

265° -266°Lecce 00

267° 268°Caserta ..

269°- 2700Aquila 00

271'-272'273' 00

Potenza

274' -275'276' 00

Belluno (c)

277° -278°279° 00

Vicenza

280°281°282°00

165°Liguria (I) 00

 

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Pubblicazione redazionale a cura della Federazione Provinciale di Treviso dell' Associazione Nazionale del Fante

Recapito c/o A.N .C.R. -Vicolo San Pancrazio, 7 -31100 Treviso

Edizione riservata ai Soci dell' AssociRzione -Vietata la vendita

I testi e le foto sono tratti da pubblicaLioni del Ministero della Difesa e della Associazione Nazionale del Fante

Stampato da Tipolitografia FG -Pc)nle di Piave (Tv) -0422/857609- Maggio .1996