brevi fonti energetiche alternative il presepe meccanico ... · ingegnere cosa si può fare nel ......

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VITA APUANA - MASSA TOSCANA OGGI 7 dicembre 2008 ? IL PRESEPE MECCANICO DELLA ROCCA ome ormai tradizione aprirà alle visite il giorno di Natale per l’esposizione annuale 2008-9 (35° anno consecutivo), lo storico ed unico Presepe Meccanico della Rocca ospitato nella Chiesa del Carmine. Sarà visitabile fino al giorno dell’Epifania, nei giorni festivi 25 – 26 - 28 dicembre e 4 - 6 gennaio 2009: la mattina dalle ore 10 alle 12 e nel pomeriggio dalle ore 15 alle 18,30. Nei giorni 27- 29-30-31 dicembre e 1°- 2-3-5 gennaio solo il pomeriggio dalle 15 alle 18. La scenografia è inserita in una capanna di legno di abete su una superficie di ben 70 mq ed è stata tutta realizzata completamente e direttamente dal Gruppo Presepisti della Rocca, con i più diversi materiali. Rappresenta un ciclo completo delle fasi giorno-notte che dura 5 minuti e presenta tutti gli eventi meteorologici (pioggia e nebbia vere, temporale con tuoni e lampi, arcobaleno, nevicata sui monti), e 8 ambientazioni geografiche della Palestina (paese, deserto, città con il Tempio ricostruito fedelmente, mare, montagne, fiumi e lago, capanne e gruppi di lavoro, grotta della natività che contiene ben 8 meccanismi di movimento!), il tutto con la massima sicurezza degli impianti tecnologici ed il controllo da parte di computer. Lo sfondo è una volta stellata costruita su un unico foglio di lavoro, che rappresenta fedelmente l’astronomia e le costellazioni visibili nell’emisfero in periodo natalizio, anche secondo la diversa luminosità delle singole stelle, ed è realizzata interamente con fibre ottiche, grazie alla stretta collaborazione con il Gruppo Astrofili Massesi. L’animazione consta di circa 50 tra meccanismi di movimento ed effetti speciali, tra i quali spiccano l’apparizione notturna dell’Angelo, la Grotta della Natività, tutti gli eventi atmosferici e l’ottimo gioco di luci che accompagnano le diverse fasi del giorno. La fama del Presepe Meccanico è cresciuta raggiungendo altre province e regioni, ed ormai i visitatori nei 13 giorni di apertura superano le diverse migliaia. I presepisti sentono l’obbligo di ringraziare pubblicamente in primo luogo la Diocesi e la parrocchia per l’ospitalità, e poi le Istituzioni locali (Amministrazione Provinciale e Comune di Massa) e gli Enti bancari (Cassa Risparmio di Carrara, Banca Toscana, Fondazione C.R.Carrara) che con il patrocinio e soprattutto con il loro «contributo economico» danno una mano ad affrontare tutte le spese. C BREVI DI R ENATO B RUSCHI a febbraio del prossimo anno, sono previsti incentivi regionali per l’installazione di impianti che producono energia elettrica da fonti alternative come il fotovoltaico, la cogenerazione, e le biomasse. Tali aiuti arriveranno a coprire fino al 80% dei costi sopportati, in particolare per le piccole e medie imprese. Da molto tempo si sente parlare di queste potenziali risorse energetiche, che potrebbero attenuare i costi che gravano sui consumi, ma, a questo riguardo, ben poco si è fatto qui da noi. Sull’argomento abbiamo chiesto lumi all’ingegner O. Gentili di Massa, che, oltre ad essere impegnato in attività di consulenza impiantistica in vari settori dell’industria elettromeccanica, fa parte dello «Studio Associato di Ingegneria BGM», che, sulle fonte rinnovabili, ha proposto soluzioni sia a privati che alle pubbliche amministrazioni del territorio provinciale. Ingegnere cosa si può fare nel nostro territorio per aumentare l’uso di fonti energetiche rinno- vabili? Nel luglio del 2003 lo Studio Associato di Ingegneria BGM, di cui faccio parte, aveva presentato all’amministrazione comunale di Massa una serie di proposte sulle fonti energetiche rinnovabili, cui però, probabilmente per problemi di bilancio, non è stato dato seguito. Può essere più preciso? Nella relazione presentata dalla «BGM», ad esempio si faceva riferimento al sistema idrico massese e al suo potenziale sfruttamento, non solo in termini di acque potabili da consumo, ma anche per produrre energia. Intende dire che veniva propo- sto di sfruttare l’acqua per ge- nerare energia elettrica? Proprio così. L’acqua a Massa proviene da due grandi riserve rappresentate dall’imbrigliamento ed accumulo in quota delle sorgenti del Cartaro e dalla cisterna di S. Carlo. Si potrebbero sfruttare sia il dislivello, sia le riduzioni di pressione necessarie per rendere utilizzabile l’acqua. Un esempio applicativo in tal senso? L’inserimento di una turbina al termine della condotta nell’impianto di imbottigliamento dell’Evam. Si tratterebbe in sostanza di introdurre delle centraline lungo le condotte dell’acquedotto. La potabilità dell’acqua non verrebbe compromessa in quanto verrebbero utilizzate apparecchiature in acciaio inossidabile. Ma potrebbe fun- zionare? Esistono già esperienze analoghe, in particolare al Nord di Italia. Per il Cartaro, sarebbe interessante valutare la possibilità di generare energia elettrica installando il macchinario nel vecchio edificio della dismessa centralina idroelettrica, tra le località di Canevara e Forno. L’immobile è di proprietà dell’Enel SPA. Il dislivello tra il serbatoio del Cartaro e la ex centrale idroelettrica risulta essere di circa un centinaio di metri. Inoltre la grande tubazione dell’acquedotto è facilmente intercettabile passando nelle vicinanze. Il restante salto dal livello altimetrico della ex-centrale al livello della città di Massa, potrebbe essere ancora ulteriormente sfruttato. E l’eventuale energia prodotta si potrebbe vendere all’Enel… Senza dubbio. La vicinanza della rete elettrica in media tensione costituirebbe un fattore di convenienza per la vendita in rete dell’energia elettrica prodotta e il progetto si potrebbe avvalere di tutte le agevolazioni vigenti. Ci sono altre zone delle Apuane che potrebbero essere sfruttate in tal senso? La zona di Renara, dove si potrebbe realizzare un piccolo bacino di raccolta e costruire una condotta forzata e nascosta utilizzando il salto di pressione a valle. Anche questa condotta potrebbe convergere verso la recuperata centralina del Cartaro. Oltre all’energia idroelettrica il vostro studio ha effettuato ri- cerche in altri settori? Ci siamo occupati anche di Co- generatori. E facendo un piccolo calcolo se venissero sostituite le vecchie caldaie obsolete esistenti nei locali pubblici (municipio, scuole, teatro, tribunale, ecc), con caldaie a metano funzionanti come turbogas (co- generatori) in grado di riscaldare e sfruttare il calore residuo, si potrebbe produrre energia elettrica a basso costo. Tali edifici potrebbero essere corredati di pannelli fotovoltaici. In tal senso potrebbe avere un risvolto ampiamente conveniente anche la cosiddetta «Energia Sociale», ossia la costituzione di consorzi di piccoli produttori di energia (più impianti da 3 Kw cad per uso domestico) che messi insieme, potrebbero accedere ad incentivazioni ed agevolazioni maggiori. Si fa un gran parlare anche de- gli impianti termoelettrici ali- mentati a biomassa. Addirittura alcune voci parlano di utilizza- re la ex Filanda di Forno… Le dirò di più. Oltre all’ipotetico utilizzo della Filanda, potrebbe essere reperita un’area all’interno della zona industriale apuana, per un impianto a biomasse, che consentirebbe di produrre energia elettrica da distribuire alle piccole e medie aziende. La realizzazione di un tale impianto occuperebbe uno spazio relativamente piccolo ma avrebbe una potenza specifica prodotta molto elevata, e potrebbe avere anche una ricaduta occupazionale, senza entrare in concorrenza con il vicino CERMEC che invece utilizza i residui vegetali dei rifiuti per la produzione di compost, sempre più apprezzato dal mondo agricolo. Ovviamente la biomassa deve provenire da residui di lavorazioni locali come falegnamerie, pulizia dei boschi, fossi, alvei di fiumi e torrenti, residui agricoli, ecc. E l’energia solare, potrebbe ave- re un senso qui da noi? Le superfici degli opifici industriali esistenti e di quelli in progetto e le forti incentivazioni messe in atto suggeriscono di effettuare uno studio di fattibilità per la produzione di acqua calda (solare termico) e di energia elettrica,(fotovoltaico) sempre per i fabbisogni della nuova Zona Industriale. In particolare la produzione dell’energia elettrica mediante fotovoltaico può andare in parallelo con quella prodotta dall’impianto a biomasse. Lo spreco dell’acqua potabile potrebbe essere ridotto? La vicinanza del mare alla Zona Industriale giustificherebbe la realizzazione di un dissalatore in grado di fornire «Acqua Industriale», senza più dipendere dalla rete idrica comunale. L’energia necessaria per la dissalazione potrebbe essere generata da fonti rinnovabili. Ciò consentirebbe una riduzione dei consumi di acqua potabile con conseguente ribasso dei costi. Il nostro territorio, attualmente sofferente per una crisi economica occupazionale dai risvolti drammatici, nasconde delle potenzialità di sfruttamento che solo attendono di essere colte ed utilizzate a vantaggio di tutti. D Fonti energetiche alternative un percorso possibile Il nostro territorio offre possibilità interessanti poco conosciute e talvolta poco apprezzate direttori nazionali della «Fondazione Migrantes», durante il mese di novembre, hanno visitato le diocesi della Toscana, per sensibilizzare le comunità cristiane al tema delle migrazioni e in vista della «giornata nazionale», che si terrà a Firenze il prossimo 18 gennaio. Sabato scorso hanno fatto tappa nella nostra Diocesi. Erano presenti, oltre al direttore nazionale, mons. Piergiorgio Saviola, don Michele Morando, dell’Ufficio per la pastorale degli emigrati italiani, padre Gianromano Gnesotto, dell’Ufficio per la pastorale degli immigrati esteri in Italia e dei profughi, don Federico Schiavon, dell’Ufficio per la pastorale dei Rom e dei Sinti, don Luciano Cantini Don Luciano, dell’Ufficio per la pastorale dei fieranti e dei circensi e don Giacomo Martino, dell’Ufficio per la pastorale degli addetti alla navigazione marittima ed aerea. «Non siete più ospiti né stranieri» questo il titolo della tavola rotonda che si è tenuta nella Cappella del Seminario di Massa. Presieduta dal Vicario Generale della Diocesi, Padre Dario Ravera, la discussione ha messo a fuoco i principali nodi legati al problema dell’identità culturale dei migranti. Ha iniziato il dibattito proprio quest’ultimo, che ha presentato il manifesto della Giornata: una croce con tante chiavi, di colore diverso, attaccate. «È un simbolo eloquente che esprime come la diversità non sia un limite bensì una ricchezza». E ricordando le parole di Papa Benedetto XVI scritte in l’occasione della Giornata, ha messo in relazione la figura di San Paolo, «migrante e apostolo delle genti» con quella di tante persone costrette a lasciare la propria casa per i motivi più diversi. Sono seguite le relazioni dei responsabili dei cinque ambiti in cui si divide l’attività della Fondazione Migrantes. Ciascuno ha presentato non solo l’attività pastorale del proprio ufficio, ma ha raccontato casi concreti situazioni reali, affidandosi alla propria esperienza, facendo così emergere quanto i migranti siano spesso emarginati a causa di pregiudizi, paure e incomprensioni. È stato ribadito che la missione della Chiesa consiste nell’annunciare a tutti il Vangelo, che l’intercultura è possibile e che l’integrazione non significa livellamento delle identità. «La presenza del vicario generale della Diocesi – ha dichiarato mons. Saviola – dimostra un’attenzione speciale di questa chiesa locale al mondo dei migranti». Un pubblico riconoscimento, per l’attività svolta, è stato poi tributato ad Ivonne Tonarelli, che è responsabile dell’Ufficio diocesano, fin dal sua istituzione, che risale ad oltre vent’anni fa, quando guidava la diocesi il Vescovo mons. Bruno Tommasi. All’incontro hanno partecipato numerosi immigrati, che vivono in provincia e che vedono nella Fondazione Migrantes diocesana un punto di riferimento. La serata si è conclusa con l’inaugurazione della mostra sull’immigrazione e con una cena etnica nel chiostro del Seminario. I Né stranieri né ospiti: il vero volto dei migranti Incontro con i direttori nazionali della «Fondazione Migrantes» Conversazione con l’ingegner Gentili dello «Studio Associato BGM» Energia idroelettrica, fotovoltaico, e co-generatori per difendere l’ambiente LA SICUREZZA NEGLI EDIFICI SCOLASTICI embra che per suscitare l’attenzione delle istituzioni pubbliche, su situazioni che comportano dei pericoli, occorra sempre che prima succeda il “fatto”. Ossia da noi vige costantemente il detto: “si chiude la stalla quando i buoi sono usciti!”. Gli ultimi avvenimenti, purtroppo drammatici, hanno messo in evidenza la situazione di rischio esistente negli edifici scolastici. Non è stato sufficiente il caso della scuola di S. Giuliano di Puglia, per attuare un piano di verifiche a tappeto, a scopo preventivo. Ora che abbiamo assistito ad un altro funerale per il crollo del soffitto del Liceo di Rivoli, chissà, forse qualcosa si muoverà. E dire che dal 1994 esiste una legge, la 626, che prevede la messa in sicurezza di tutti i luoghi dove le persone lavorano: fabbriche, cave, uffici, negozi,ecc. Ed anche le scuole dove,oltre ai ragazzi che studiano, ci sono insegnanti e impiegati che lavorano. Sono tutti d’accordo nel dire che non ci devono essere rischi. Le prese elettriche devono essere in regola, e così l’impianto di riscaldamento. Ma anche porte, finestre, banchi e cattedre, per non farsi male. Le manifestazioni pubbliche anche nel nostro territorio,così come la corsa, ora in affanno, per la risistemazione degli edifici non sicuri, lo sottolineano. Alcuni Comuni della nostra Provincia stanno stanziando dei fondi ad hoc. La scuola toscana però, dispone di circa 2.900 immobili, il 20% dei quali ha oltre 70 anni! Ci sarà molto da lavorare,e occorreranno molti soldi da impegnare. Ma qualcosa deve essere fatto, a partire da subito! La 626 è una legge importante ma dopo 15 anni il numero di infortuni e di morti sul lavoro, la dice lunga su quanto e come questa legge sia stata o venga applicata. E così di anno in anno, sono arrivate le proroghe sperando che non succeda mai niente. E dire che se è lo Stato ad emettere la legge, proprio le Istituzioni Pubbliche dovrebbero dare l’esempio applicandola per prime. Nella fattispecie, mettendo in regola gli edifici di proprietà pubblica. Invece anche in questo caso, alla fine, bisogna dare ragione all’ altro vecchio adagio che recita: «le scarpe peggiori sono sempre quelle del calzolaio»! Robinhuff S CORSIVO

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VITA APUANA - MASSATOSCANA OGGI7 dicembre 2008?

IL PRESEPE MECCANICODELLA ROCCA

ome ormai tradizione aprirà alle visite ilgiorno di Natale per l’esposizione annuale

2008-9 (35° anno consecutivo), lo storico edunico Presepe Meccanico della Roccaospitato nella Chiesa del Carmine. Saràvisitabile fino al giorno dell’Epifania, nei giornifestivi 25 – 26 - 28 dicembre e 4 - 6 gennaio2009: la mattina dalle ore 10 alle 12 e nelpomeriggio dalle ore 15 alle 18,30. Nei giorni27- 29-30-31 dicembre e 1°- 2-3-5 gennaiosolo il pomeriggio dalle 15 alle 18. Lascenografia è inserita in una capanna di legnodi abete su una superficie di ben 70 mq ed èstata tutta realizzata completamente edirettamente dal Gruppo Presepisti dellaRocca, con i più diversi materiali. Rappresentaun ciclo completo delle fasi giorno-notte chedura 5 minuti e presenta tutti gli eventimeteorologici (pioggia e nebbia vere,temporale con tuoni e lampi, arcobaleno,nevicata sui monti), e 8 ambientazionigeografiche della Palestina (paese, deserto,città con il Tempio ricostruito fedelmente,mare, montagne, fiumi e lago, capanne egruppi di lavoro, grotta della natività checontiene ben 8 meccanismi di movimento!), iltutto con la massima sicurezza degli impiantitecnologici ed il controllo da parte dicomputer. Lo sfondo è una volta stellatacostruita su un unico foglio di lavoro, cherappresenta fedelmente l’astronomia e lecostellazioni visibili nell’emisfero in periodonatalizio, anche secondo la diversa luminositàdelle singole stelle, ed è realizzata interamentecon fibre ottiche, grazie alla strettacollaborazione con il Gruppo Astrofili Massesi.L’animazione consta di circa 50 trameccanismi di movimento ed effetti speciali,tra i quali spiccano l’apparizione notturnadell’Angelo, la Grotta della Natività, tutti glieventi atmosferici e l’ottimo gioco di luci cheaccompagnano le diverse fasi del giorno. Lafama del Presepe Meccanico è cresciutaraggiungendo altre province e regioni, edormai i visitatori nei 13 giorni di aperturasuperano le diverse migliaia. I presepistisentono l’obbligo di ringraziare pubblicamentein primo luogo la Diocesi e la parrocchia perl’ospitalità, e poi le Istituzioni locali(Amministrazione Provinciale e Comune diMassa) e gli Enti bancari (Cassa Risparmio diCarrara, Banca Toscana, FondazioneC.R.Carrara) che con il patrocinio e soprattuttocon il loro «contributo economico» danno unamano ad affrontare tutte le spese.

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BREVI

DI RENATO BRUSCHI

a febbraio del prossimoanno, sono previstiincentivi regionali perl’installazione di

impianti che producono energiaelettrica da fonti alternativecome il fotovoltaico, lacogenerazione, e le biomasse.Tali aiuti arriveranno a coprirefino al 80% dei costi sopportati,in particolare per le piccole emedie imprese. Da molto temposi sente parlare di questepotenziali risorse energetiche,che potrebbero attenuare i costiche gravano sui consumi, ma, aquesto riguardo, ben poco si èfatto qui da noi. Sull’argomentoabbiamo chiesto lumiall’ingegner O. Gentili di Massa,che, oltre ad essere impegnato inattività di consulenzaimpiantistica in vari settoridell’industria elettromeccanica,fa parte dello «Studio Associatodi Ingegneria BGM», che, sullefonte rinnovabili, ha propostosoluzioni sia a privati che allepubbliche amministrazioni delterritorio provinciale.

Ingegnere cosa si può fare nelnostro territorio per aumentarel’uso di fonti energetiche rinno-vabili?Nel luglio del 2003 lo StudioAssociato di Ingegneria BGM, dicui faccio parte, avevapresentatoall’amministrazionecomunale di Massauna serie di propostesulle fontienergeticherinnovabili, cui però,probabilmente perproblemi di bilancio,non è stato datoseguito.

Può essere più preciso?Nella relazione presentata dalla«BGM», ad esempio si facevariferimento al sistema idricomassese e al suo potenzialesfruttamento, non solo intermini di acque potabili daconsumo, ma anche perprodurre energia.

Intende dire che veniva propo-sto di sfruttare l’acqua per ge-nerare energia elettrica?Proprio così. L’acqua a Massaproviene da due grandi riserverappresentatedall’imbrigliamento edaccumulo in quota delle sorgenti

del Cartaro e dalla cisterna di S.Carlo. Si potrebbero sfruttare siail dislivello, sia le riduzioni dipressione necessarie per rendereutilizzabile l’acqua. Un esempioapplicativo in tal senso?L’inserimento di una turbina altermine della condottanell’impianto diimbottigliamento dell’Evam. Sitratterebbe in sostanza diintrodurre delle centraline lungole condotte dell’acquedotto. Lapotabilità dell’acqua nonverrebbe compromessa inquanto verrebbero utilizzateapparecchiature in acciaioinossidabile.

Ma potrebbe fun-zionare?Esistono giàesperienzeanaloghe, inparticolare al Norddi Italia. Per ilCartaro, sarebbeinteressantevalutare lapossibilità di

generare energia elettricainstallando il macchinario nelvecchio edificio della dismessacentralina idroelettrica, tra lelocalità di Canevara e Forno.L’immobile è di proprietàdell’Enel SPA. Il dislivello tra ilserbatoio del Cartaro e la excentrale idroelettrica risultaessere di circa un centinaio dimetri. Inoltre la grandetubazione dell’acquedotto èfacilmente intercettabilepassando nelle vicinanze. Ilrestante salto dal livelloaltimetrico della ex-centrale allivello della città di Massa,potrebbe essere ancoraulteriormente sfruttato.

E l’eventuale energia prodottasi potrebbe vendere all’Enel…Senza dubbio. La vicinanza dellarete elettrica in media tensionecostituirebbe un fattore diconvenienza per la vendita inrete dell’energia elettricaprodotta e il progetto sipotrebbe avvalere di tutte leagevolazioni vigenti.

Ci sono altre zone delle Apuaneche potrebbero essere sfruttatein tal senso?La zona di Renara, dove sipotrebbe realizzare un piccolobacino di raccolta e costruire unacondotta forzata e nascostautilizzando il salto di pressione avalle. Anche questa condottapotrebbe convergere verso larecuperata centralina delCartaro.

Oltre all’energia idroelettrica ilvostro studio ha effettuato ri-cerche in altri settori?Ci siamo occupati anche di Co-generatori. E facendo un piccolocalcolo se venissero sostituite levecchie caldaie obsolete esistentinei locali pubblici (municipio,scuole, teatro, tribunale, ecc),con caldaie a metanofunzionanti come turbogas (co-generatori) in grado di riscaldaree sfruttare il calore residuo, sipotrebbe produrre energiaelettrica a basso costo. Tali edificipotrebbero essere corredati dipannelli fotovoltaici. In tal sensopotrebbe avere un risvoltoampiamente conveniente anchela cosiddetta «Energia Sociale»,ossia la costituzione di consorzidi piccoli produttori di energia(più impianti da 3 Kw cad peruso domestico) che messiinsieme, potrebbero accedere adincentivazioni ed agevolazioni

maggiori.

Si fa un gran parlare anche de-gli impianti termoelettrici ali-mentati a biomassa. Addiritturaalcune voci parlano di utilizza-re la ex Filanda di Forno… Le dirò di più. Oltre all’ipoteticoutilizzo della Filanda, potrebbeessere reperita un’area all’internodella zona industriale apuana,per un impianto a biomasse, checonsentirebbe di produrreenergia elettrica da distribuirealle piccole e medie aziende. Larealizzazione di un taleimpianto occuperebbe unospazio relativamente piccolo maavrebbe una potenza specificaprodotta molto elevata, epotrebbe avere anche unaricaduta occupazionale, senzaentrare in concorrenza con ilvicino CERMEC che inveceutilizza i residui vegetali deirifiuti per la produzione dicompost, sempre più apprezzatodal mondo agricolo.Ovviamente la biomassa deveprovenire da residui dilavorazioni locali comefalegnamerie, pulizia dei boschi,fossi, alvei di fiumi e torrenti,residui agricoli, ecc.

E l’energia solare, potrebbe ave-re un senso qui da noi?Le superfici degli opificiindustriali esistenti e di quelli inprogetto e le forti incentivazionimesse in atto suggeriscono dieffettuare uno studio difattibilità per la produzione diacqua calda (solare termico) e dienergia elettrica,(fotovoltaico)sempre per i fabbisogni dellanuova Zona Industriale. Inparticolare la produzionedell’energia elettrica mediantefotovoltaico può andare inparallelo con quella prodottadall’impianto a biomasse.

Lo spreco dell’acqua potabilepotrebbe essere ridotto?La vicinanza del mare alla ZonaIndustriale giustificherebbe larealizzazione di un dissalatore ingrado di fornire «AcquaIndustriale», senza piùdipendere dalla rete idricacomunale. L’energia necessariaper la dissalazione potrebbeessere generata da fontirinnovabili. Ciò consentirebbeuna riduzione dei consumi diacqua potabile con conseguenteribasso dei costi. Il nostroterritorio, attualmente sofferenteper una crisi economicaoccupazionale dai risvoltidrammatici, nasconde dellepotenzialità di sfruttamento chesolo attendono di essere colte edutilizzate a vantaggio di tutti.

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Fonti energetiche alternativeun percorso possibile

Il nostroterritorio offrepossibilitàinteressantipoco conosciutee talvolta pocoapprezzate

direttori nazionali della «FondazioneMigrantes», durante il mese di novembre,

hanno visitato le diocesi della Toscana, persensibilizzare le comunità cristiane al temadelle migrazioni e in vista della «giornatanazionale», che si terrà a Firenze ilprossimo 18 gennaio. Sabato scorsohanno fatto tappa nella nostra Diocesi.Erano presenti, oltre al direttore nazionale,mons. Piergiorgio Saviola, don MicheleMorando, dell’Ufficio per la pastorale degliemigrati italiani, padre GianromanoGnesotto, dell’Ufficio per la pastorale degliimmigrati esteri in Italia e dei profughi, donFederico Schiavon, dell’Ufficio per lapastorale dei Rom e dei Sinti, don LucianoCantini Don Luciano, dell’Ufficio per lapastorale dei fieranti e dei circensi e donGiacomo Martino, dell’Ufficio per lapastorale degli addetti alla navigazionemarittima ed aerea. «Non siete più ospiti néstranieri» questo il titolo della tavolarotonda che si è tenuta nella Cappella delSeminario di Massa. Presieduta dal VicarioGenerale della Diocesi, Padre Dario Ravera,la discussione ha messo a fuoco i principalinodi legati al problema dell’identitàculturale dei migranti. Ha iniziato ildibattito proprio quest’ultimo, che hapresentato il manifesto della Giornata: unacroce con tante chiavi, di colore diverso,

attaccate. «È un simboloeloquente che esprime come ladiversità non sia un limite bensìuna ricchezza». E ricordando leparole di Papa Benedetto XVIscritte in l’occasione dellaGiornata, ha messo in relazionela figura di San Paolo, «migrante e apostolodelle genti» con quella di tante personecostrette a lasciare la propria casa per imotivi più diversi. Sono seguite le relazionidei responsabili dei cinque ambiti in cui sidivide l’attività della Fondazione Migrantes.Ciascuno ha presentato non solo l’attivitàpastorale del proprio ufficio, ma haraccontato casi concreti situazioni reali,affidandosi alla propria esperienza, facendocosì emergere quanto i migranti sianospesso emarginati a causa di pregiudizi,paure e incomprensioni. È stato ribadito chela missione della Chiesa consistenell’annunciare a tutti il Vangelo, chel’intercultura è possibile e che l’integrazionenon significa livellamento delle identità.

«La presenza del vicario generale dellaDiocesi – ha dichiarato mons. Saviola –dimostra un’attenzione speciale di questachiesa locale al mondo dei migranti». Unpubblico riconoscimento, per l’attivitàsvolta, è stato poi tributato ad IvonneTonarelli, che è responsabile dell’Ufficiodiocesano, fin dal sua istituzione, che risalead oltre vent’anni fa, quando guidava ladiocesi il Vescovo mons. Bruno Tommasi.All’incontro hanno partecipato numerosiimmigrati, che vivono in provincia e chevedono nella Fondazione Migrantesdiocesana un punto di riferimento. La seratasi è conclusa con l’inaugurazione dellamostra sull’immigrazione e con una cenaetnica nel chiostro del Seminario.

I

Né stranieri né ospiti: il vero volto dei migrantiIncontro con i direttorinazionali della«Fondazione Migrantes»

Conversazione con l’ingegner Gentilidello «Studio Associato BGM»

Energiaidroelettrica,fotovoltaico, e co-generatoriper difenderel’ambiente

LA SICUREZZA NEGLI EDIFICISCOLASTICI

embra che per suscitare l’attenzionedelle istituzioni pubbliche, su situazioni

che comportano dei pericoli, occorrasempre che prima succeda il “fatto”. Ossiada noi vige costantemente il detto: “sichiude la stalla quando i buoi sonousciti!”. Gli ultimi avvenimenti, purtroppodrammatici, hanno messo in evidenza lasituazione di rischio esistente negli edificiscolastici. Non è stato sufficiente il casodella scuola di S. Giuliano di Puglia, perattuare un piano di verifiche a tappeto, ascopo preventivo. Ora che abbiamoassistito ad un altro funerale per il crollodel soffitto del Liceo di Rivoli, chissà, forsequalcosa si muoverà. E dire che dal 1994esiste una legge, la 626, che prevede lamessa in sicurezza di tutti i luoghi dove lepersone lavorano: fabbriche, cave, uffici,negozi,ecc. Ed anche le scuole dove,oltre airagazzi che studiano, ci sono insegnanti eimpiegati che lavorano. Sono tuttid’accordo nel dire che non ci devono essererischi. Le prese elettriche devono essere inregola, e così l’impianto di riscaldamento.Ma anche porte, finestre, banchi ecattedre, per non farsi male. Lemanifestazioni pubbliche anche nel nostroterritorio,così come la corsa, ora inaffanno, per la risistemazione degli edificinon sicuri, lo sottolineano. Alcuni Comunidella nostra Provincia stanno stanziandodei fondi ad hoc. La scuola toscana però,dispone di circa 2.900 immobili, il 20%dei quali ha oltre 70 anni! Ci sarà moltoda lavorare,e occorreranno molti soldi daimpegnare. Ma qualcosa deve essere fatto,a partire da subito! La 626 è una leggeimportante ma dopo 15 anni il numero diinfortuni e di morti sul lavoro, la dicelunga su quanto e come questa legge siastata o venga applicata. E così di anno inanno, sono arrivate le proroghe sperandoche non succeda mai niente. E dire che seè lo Stato ad emettere la legge, proprio leIstituzioni Pubbliche dovrebbero darel’esempio applicandola per prime. Nellafattispecie, mettendo in regola gli edifici diproprietà pubblica. Invece anche in questocaso, alla fine, bisogna dare ragione all’altro vecchio adagio che recita: «le scarpepeggiori sono sempre quelle del calzolaio»!

Robinhuff

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CORSIVO