brodskij intervista con sven birkets

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I nt e r v i sta con  J o si f B r o d sk i j di Sven B i r kert s  Josif Brodskij fu intervistato nel suo apparta- mento di Greenwich Village nel dicembre del 1979. Aveva la barba incolta e pareva piuttosto teso. Era tutto preso dalla cor rezione delle bozze di Una parte del discorso  , e disse di avere ormai superato ogni ragionevole termine di scadenza. Il  pavimento del sog giorno era sommerso di carte. Gli fu proposto di rimandare l’intervista a un momento migliore, ma lui non ne volle sapere.  Le par eti e l e superfici li bere del suo apparta- mento erano quasi completamente nascoste da libri, cartoline e fotografie. Molte ritraevano il giovane Brodskij con Auden e Spender, con Octavio Paz e con altri amici. Sul focolare c’era- no due fotografie in cornice, una di Anna  Achmatova, l’altra di Brodskij con il figlio rima- sto in Russia.  Brod skij pr eparò due tazze di caffè ista ntaneo  forte. Si mise a sedere su una sedia accanto al  focolare e rimase nella stessa posizione per tre © minimum fax – tutti i dirit ti riservati

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  • Intervista conJosif Brodskij

    di Sven Birkerts

    Josif Brodskij fu intervistato nel suo apparta-mento di Greenwich Village nel dicembre del1979. Aveva la barba incolta e pareva piuttostoteso. Era tutto preso dalla correzione delle bozzedi Una parte del discorso, e disse di avere ormaisuperato ogni ragionevole termine di scadenza. Ilpavimento del soggiorno era sommerso di carte.Gli fu proposto di rimandare lintervista a unmomento migliore, ma lui non ne volle sapere.

    Le pareti e le superfici libere del suo apparta-mento erano quasi completamente nascoste dalibri, cartoline e fotografie. Molte ritraevano ilgiovane Brodskij con Auden e Spender, conOctavio Paz e con altri amici. Sul focolare cera-no due fotografie in cornice, una di AnnaAchmatova, laltra di Brodskij con il figlio rima-sto in Russia.

    Brodskij prepar due tazze di caff istantaneoforte. Si mise a sedere su una sedia accanto alfocolare e rimase nella stessa posizione per tre

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  • Pensavo di cominciare con una citazione daNadezda Mandelstam. Di lei dice: un gio-vane eccezionale che, temo, possa fare unabrutta fine.

    In un certo senso ho fatto una brutta fine. Miriferisco alla letteratura russa - alle mie pubblica-zioni in Russia. In ogni caso, credo che lei pen-sasse a qualcosa di peggio, a delle conseguenzefisiche. Del resto, per uno scrittore non esserepubblicato nella propria lingua madre equivale auna brutta fine.

    E la Achmatova ha fatto altre profezie?Probabilmente s, ma dovevano essere pi

    promettenti, credo, ed per questo che non me lericordo. Perch poi ti ricordi soltanto le cose nega-tive - a queste che finisci per prestare attenzio-ne, ti riguardano di pi del tuo lavoro. Daltraparte, le cose positive scaturiscono da una sorta diintervento divino. E non c ragione di preoccu-parsi dellintervento divino perch, tanto, o c onon c. Sono cose che sfuggono al controllo. Ciche sotto controllo la possibilit del male.

    In che misura si serve dellintervento divinocome una sorta di metafora psichica?

    In larga misura. Mi riferisco, in pratica, allin-tervento della lingua su di te, dentro di te.Prendiamo, ad esempio, il famoso verso di Auden

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    ore, con il capo inclinato e le gambe incrociate; ledita della mano destra tenevano una sigaretta ostavano poggiate sul petto. Il focolare era disse-minato di cicche di sigaretta. Quando non avevapi voglia di fumare, gettava la sigaretta l dentro.

    Non fu soddisfatto della sua risposta allaprima domanda. Disse pi di una volta:Ricominciamo. Ma dopo circa cinque minuti diintervista parve dimenticarsi dellesistenza delregistratore, e quindi dellintervistatore.Riacquist rapidit ed entusiasmo.

    La voce di Brodskij, che NadezdaMandelstam una volta defin uno strumentoeccezionale, nasale e sonora.

    Durante una pausa Brodskij chiese allinter-vistatore che tipo di birra preferiva, poi si avvial negozio allangolo. Mentre tornava un vicinogli grid: Come va, Joseph? Sembra che tu stiaperdendo peso. Non so, risuon la voce diBrodskij. Sicuramente sto perdendo i capelli.Un momento dopo aggiunse: E la ragione.

    Al termine dellintervista Brodskij apparivarilassato, non era pi lo stesso uomo che avevaaperto la porta quattro ore prima. Sembrava nonvolesse smettere di parlare. Ma le carte sul pavi-mento cominciarono ad attirare la sua attenzione.Mi ha fatto molto piacere, disse. Accompagnlintervistatore alla porta pronunciando la suaesclamazione preferita: Baci!

  • delle intuizioni pi profonde che ci sono conces-se sulla natura del tempo.

    In un suo scritto su San Pietroburgo leiparla dellacqua come di tempo raccolto.

    S, una forma diversa di tempo... non eramale quel pezzo, solo che non sono mai riuscitoad avere le bozze da leggere, per cui era dissemi-nato di errori di ogni specie, errori di ortografia ealtre cose del genere. Per me conta. E non perchsia un perfezionista, ma perch sono un grandeappassionato della lingua inglese.

    Come se la cava come traduttore di se stes-so? Traduce o riscrive?

    No, sicuramente non riscrivo. Magari rivedoalcune traduzioni - e questo crea una forte tensio-ne con i traduttori - poich cerco di far riviverenella traduzione anche quelli che, secondo me,sono punti deboli. di per s snervante trovarsidavanti a una propria poesia di tanto tempo fa. Etradurla lo ancora di pi. Perci devi prima riu-scire a distaccarti e quando cominci guardi al tuolavoro come lanima guarda dalla sua dimora alcorpo abbandonato. Lunica cosa che lanima per-cepisce sono le lente esalazioni della decomposi-zione.

    Quindi, non c un vero attaccamento a essa.Quando traduci, cerchi di conservare la lucentez-

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    su Yeats: La folle Irlanda ti ha fatto tanto male daindurti alla poesia. Quello che fa male al puntoda indurti alla poesia o alla letteratura la lingua,il tuo senso della lingua. Non la filosofia persona-le, le idee politiche, e neanche limpulso creativoo la giovinezza.

    Quindi, in una sua cosmologia, al vertice cimetterebbe la lingua?

    Beh, non certo cosa da poco - qualcosa digrandioso. sciocco dire che il poeta sente lavoce della Musa se non si chiarisce qual lanatura della Musa. Ma se si guarda pi da vicino,ci si accorge che la voce della Musa la voce dellalingua. molto pi elementare di come la sto met-tendo. in sostanza la reazione a quello che sisente, a quello che si legge.

    Mi sembra, da come usa la lingua, che leipropone una visione della storia che si esauri-sce, che giunge a un binario morto.

    possibile. Fondamentalmente mi risulta dif-ficile giudicare me stesso, e questo non dipendesolo dallimmodestia dellimpresa, ma anche dalfatto che non si capaci di giudicare se stessi, aprescindere dalla propria professione. Ad ognimodo, in poche parole, il mio interesse principale la natura del tempo. Ecco quello che mi interes-sa di pi. Cosa il tempo pu fare a un uomo. una

  • zione del modernismo estremamente semplici-stica. La loro idea, in sostanza, quella di tra-scuratezza. Io, per una volta, preferirei apparireun clich, un clich preordinato piuttosto che unabile trasandato.

    Lei stato tradotto da maestri impeccabili...In diversi casi sono stato molto fortunato.

    Sono stato tradotto sia da Richard Wilbur che daAnthony Hecht.

    Recentemente ho partecipato a un semina-rio dove Wilbur ha raccontato al pubblico - intono pungente, direi - di aver tradotto una suapoesia, e che lei, viaggiando in aereo sullo Iowa,lha corretta insieme a Derek Walcott - cosache Wilbur non ha gradito affatto.

    vero. Ma la poesia ci ha guadagnato. Homolta stima di lui. Dopo avergli chiesto di lavora-re su alcuni brani tre, quattro o pi volte ancora,ho sentito che non avevo alcun diritto di infasti-dirlo ulteriormente con la stessa richiesta. Inpoche parole, non me la sono sentita. Persino laversione non corretta era eccellente. pi o menocome quando ho detto di no a Wystan Auden chesi era offerto di tradurre alcune poesie. Ho pensa-to: Chi diavolo sono per essere tradotto daWystan?

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    za, la trasparenza delle pagine. E accetti che alcu-ne di esse siano brutte, perch forse, quando stato scritto loriginale, questo faceva parte di unacerta strategia. I punti deboli svolgono una fun-zione nella poesia... sono una strategia per prepa-rare il lettore allimpatto con questo o quel verso.

    particolarmente sensibile al modo in cuiviene tradotto in inglese?

    La mia principale polemica con i traduttori che io tengo molto alla precisione, mentre lorosono spesso imprecisi - ed perfettamente com-prensibile. molto difficile che queste personeriescano a essere precise proprio come vorresti tu.Cos, invece di stare l a rimuginare, ho ritenutoche forse avrei potuto farlo da me. Ho la poesia inoriginale, e questo pu bastare. Lho fatta io e, perbella o brutta che sia, l. I miei successi in Russia- se di successi possiamo parlare - mi soddisfano.Non vado alla ricerca di un buon posto nelParnaso americano. La cosa che mi infastidisce dimolte traduzioni che non sono scritte in un buoninglese. Forse dipende dal fatto che la mia grandepassione per la lingua inglese piuttosto recente, ancora fresca, e perci sono particolarmentesensibile. Allora, ci che mi infastidisce non tanto che un mio verso sia brutto, quanto che siabrutto in inglese. Alcuni traduttori aderiscono auna propria poetica. In molti casi la loro conce-

  • tutto merito dellautore. cominciato tutto conFrost.

    Cosa vi facevano studiare a scuola - Goethe,Schiller?

    Studiavamo un po di tutto. Per ci che riguar-da i poeti inglesi, Byron e Longfellow; i classicidel XIX secolo, in pratica. Di Emily Dickinson odi Gerard Manley Hopkins, neanche a parlarne.Tutto quello che ci proponevano erano due o treautori stranieri.

    Eliot lavevate mai sentito nominare?Tutti lavevamo sentito nominare (ride). Per

    ogni cittadino dellEuropa Orientale Eliot unaspecie di marchio anglosassone.

    Come Levis?S, come Levis. Tutti sapevamo che cera un

    poeta che si chiamava Eliot, ma era molto diffici-le procurarsi qualcosa di suo. Fecero il tentativodi tradurlo per la prima volta nel 1936, o nel 1937,e fu inserito in unantologia di poesia inglese; latraduzione era piuttosto infelice. Ma poich cono-scevamo la sua reputazione, leggevamo pi tra lerighe che non il testo in russo. Naturalmente, nonappena il lavoro fu portato a termine, i traduttorifurono giustiziati o arrestati, e il libro fu toltodalla circolazione.

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    un capovolgimento interessante - il poetache non si sente allaltezza del traduttore.

    S, cos. Con Dick Wilbur successa la stes-sa cosa.

    Quando ha cominciato a scrivere?Ho cominciato a scrivere quando avevo diciot-

    to o diciannove anni. Comunque, non ho preso lacosa sul serio fino allet di ventitr anni circa. Avolte la gente dice: Le cose migliori le hai scrit-te a diciannove anni. Ma non ritengo di essere unRimbaud.

    Qual era allora il suo orizzonte poetico?Conosceva Frost, o Lowell?

    No. Ma, alla fine, sono riuscito a procurarmitutte le loro opere, prima in traduzione, poi in ori-ginale. Robert Frost lho conosciuto quandoavevo ventidue anni. Sono riuscito ad avere alcu-ne delle sue traduzioni ancora una volta grazie adalcuni amici - beh, cos che si ottengono le cose- e sono rimasto sbigottito per la sua sensibilit,per quella specie di riservatezza, per il suo terro-re tenuto a freno, quasi nascosto. Non potevo cre-dere a quello che avevo letto. Ho pensato chedovevo andare pi a fondo, che dovevo verificarese il traduttore stesse traducendo veramente, o seci trovavamo di fronte a una specie di genio in lin-gua russa. E quando lho fatto, ho scoperto che era