buone feste - il filo di aracne · la costruzione di mura poderose ha rappresentato sin...

48
Anno X - N° 5, novembre/dicembre 2015 Periodico bimestrale di cultura, storia e vita salentina edito dal Circolo Cittadino “Athena” - Galatina BUONE FESTE Anno X - N° 5, novembre/dicembre 2015 - Autoriz. Trib. di Lecce n.931 del 19 giugno 2006 - Distribuzione gratuita

Upload: others

Post on 24-Aug-2020

2 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

Anno X - Ndeg 5 novembredicembre 2015

Periodico bimestrale di cultura storia e vita salentina edito dal Circolo Cittadino ldquoAthenardquo - Galatina

BUONE FESTE

Anno X - Ndeg 5 novem

bredicembre 2015 - Autoriz Trib di Lecce n931 del 19 giugno 2006 - Distribuzione gratuita

SOMMARIO

O quante quante voltecon tenerezza anticasommessamente chiamoe busso trepidante alla tua portaed impaziente attendocol cuore giagrave grondantedei dubbi dellrsquoamante

E senza te dileguala sinfonia maliarda dei coloridi cui srsquoammanta il mondoil fiore ancor non schiusodi primavera annunzioguarda e trapassa lrsquoocchiocheacute lrsquoanimo negletto non lo vede

Ma alfine alfin trsquoaffaccie con pietagrave crudelemi schiudi labbra ardentidi angosce pur bramatesi squarcia il velo ciecosulle miserie umaneal limite dellrsquoorizzonte chiuse

e in un con esse apparedellrsquoincolte orchidee il povero profumoil salso odor del mareche inquieto e pur pazientesostiene dei gabbiani il bianco volo

Franco MelissanoCorigliano drsquoOtranto

Redazione Il filo di Aracne

Periodico bimestrale di cultura storia e vita salentina edito dal Circolo Cittadino ldquoAthenardquoCorso Porta Luce 69 - Galatina (Le) - Tel 0836568220 info wwwcircoloathenacom - e-mail infocircoloathenacom - circoloathenatiscaliitAutorizzazione del Tribunale di Lecce n 931 del 19 giugno 2006 Distribuzione gratuitaDirettore responsabile Ada DonnoDirettore Rino Duma Collaborazione artistica Melanton Redazione Giorgio Liaci Antonio Mele lsquoMelantonrsquo Maurizio Nocera Pippi Onesimo Piero VinsperImpaginazione e grafica Salvatore ChiffiPubblicitagrave Giuseppe De MatteisStampa Editrice Salentina - Via Ippolito De Maria 35 - 73013 Galatina

MIA AMATA POESIA

COPERTINA ldquoIl paese delle faterdquo - tecnica mista di Gaetano MinafraFoto di Mario Rescio

Extra moeniaI MURI DELLA VERGOGNAdi Giuseppe MAGNOLO 4

I Quadernetti di AthenaQUANDO LA VITA PROFUMAVA DIdi Rino DUMA 8

Scoperte iconografiche1583 - FRANCESCO SCARPA DA SOLETO Adi Luigi GALANTE 12

Salento oggiTOGLIETE LE MANI DAGLI ULIVIdi Enza PAGLIARA 16

Autori amp EditoriLE IMMAGINI DI LEONELLO BERTOLUCCIdi Maurizio NOCERA 20

Una finestra sul passatoLrsquoIMMAGINE VIOLATAdi Luigi MANNI 22

Terra nogravesciaIL SALENTO DELLE LEGGENDEdi Antonio MELEMELANTON 24

Poeti salentiniSOFIA STEVENSdi Augusto BENEMEGLIO 26

Pittori galatinesiTOTOgrave ROSSETTIRECENSIONI 28

Associazioni culturaliSTORIA DEGLI ldquoAMICI DELLA MUSICArdquodi Bruno Vittorio MASSARO 32

Artisti salentiniSERGIO FUSETTIdi Salvatore BECCARISI 36

Raduno di fine carrieraRITROVARSI Egrave BELLOdi Salvatore CESARI 38

Non solo fornaiARTE CON LA FARINAdi Luigi MANGIA 40

Chiese conventi e monasteriLE TELE DELLA CHIESA DEI DOMENICANIdi Giovanni VINCENTI 41

Sul filo della memoriaA RISCHIO DE lsquoNA CAZZATA DE lsquoMPUDDHREdi Pippi ONESIMO 44

Gli articoli rispecchianoil pensiero degli autori enon impegnano assolu-tamente la Direzione

Tutte le collaborazionisi intendono a titolo

gratuito

La costruzione di mura poderose ha rappresentato sindallrsquoantichitagrave una delle piugrave frequenti ed efficaci stra-tegie di difesa Ogni cittagrave veniva fortificata erigendo

una cinta muraria alta e massiccia sigrave da poter resistere adattacchi ed assedi e periodicamente lrsquoampliamento delle cit-tagrave comportava la ripetizione a piugrave ampio raggio di tali recin-zioni con criteri costruttivi sempre piugrave imponenti Lrsquoassediodei Greci alla cittagrave di Troia durograve per ben dieci anni propriograzie alle sue poderose mura e senza lrsquoastuto piano di Ulis-se difficilmente essa sarebbe stata espugnata

Nelle zone di confine la costruzione di muri rappresenta-va inoltre la migliore difesa di un territorio contro gli attac-chi di nemici predoni oeserciti invasori Esempidi muri difensivi famosisono ancora visibili comeil Vallo di Adriano co-struito nel II secolo DCper ordine dellrsquoimperatoreromano al confine setten-trionale dellrsquoInghilterraallora provincia romanaper proteggerla da aggres-sioni provenienti dallaScozia Ancora piugrave famosaegrave la Grande Muraglia Ci-nese eretta in varie fasi apartire dal III secolo ACper impedire le invasionidi orde barbariche diMongoli provenienti dalnord Si estendeva per oltre 6000 chilometri ed egrave la piugrave lun-ga opera muraria esistente al mondo

I criteri costruttivi delle mura difensive sono mutati neltempo specie dopo la messa a punto di armi di offesa di-struttive che erano in grado di demolire qualunque manu-fatto dellrsquouomo rendendolo meno efficace rispetto ad unadifesa mobile Tuttavia lrsquoidea dellrsquoutilizzo dei muri egrave rima-sta per marcare le divisioni di confine e ostacolare qualun-que possibilitagrave di transito In sostanza da elementostrategico di difesa i muri si sono trasformati in strumentidi contenimento creati per impedire la penetrazione distranieri indesiderati In realtagrave sin da tempi remoti il tenta-tivo di erigere muri a tutela di un territorio era motivatonon solo da necessitagrave militari ma era anche conseguente ai

flussi migratori di gruppi o popolazioni piugrave o meno nume-rose che si spostavano in cerca di habitat piugrave confortevoli oluoghi dotati di maggiori risorse Se dunque la costruzionedi mura difensive ha accompagnato lrsquoevolvere delle civiltagravenel corso dei secoli a tale consuetudine bisogna associareanche un altro importante fenomeno che continua a verifi-carsi tuttrsquooggi cioegrave le migrazioni di popoli da una zonageografica ad unrsquoaltra un elemento che in qualche modo al-tera lo status quo creando spesso problemi di coesistenzatra popolazioni che hanno lingua cultura religione e stilidi vita diversi

La presenza di stranieri aggregati in comunitagrave etnicamen-te distinte crea certamentedei problemi ed egrave stataspesso avvertita dai nativicome una minaccia In di-verse fasi storiche del pas-sato si sono verificati feno-meni migratori con esitiassai differenziati A voltesi realizzavano condizionidi tranquilla coesistenzatra abitanti precedenti e lecomunitagrave straniere a volteinvece vi era una dura lot-ta per la conquista dellospazio vitale Alcune po-polazioni migranti sono ri-maste in costante stato diservitugrave rispetto agli occu-panti precedenti (pensia-

mo alla schiavitugrave degli ebrei in Egitto al tempo dei faraoni)o al contrario sono stati gli invasori a prevalere percheacute piugravenumerosi o meglio organizzati oppure di indole piugrave batta-gliera e feroce I grandi imperi in declino hanno spesso at-tirato popolazioni in movimento verso aree piugrave ospitali e apiugrave alto indice di ricchezza come accadde con le invasionibarbariche che portarono al crollo dellrsquoimpero romano drsquooc-cidente nel 476 DC

In anni recenti i flussi migratori sono diventati sempre piugraverilevanti anche a causa di situazioni di guerra che tormen-tano alcuni stati del Medio Oriente e dellrsquoAfrica costringen-do intere comunitagrave ad abbandonare i loro paesi drsquoorigineper venire in Europa nel tentativo di sfuggire ad una mor-te certa Tuttavia tali presenze sono avvertite dalle popola-

4 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

EXTRA MOENIA

Scozia - Il vallo di Adriano

zioni degli stati in cui gli stranieri transitano o cercano distabilirsi come una vera e propria minaccia alla stabilitagrave del-lrsquoordine costituito In questo stato di crescente allerta alcu-ni governanti hanno deciso di adottare lrsquoantica pratica diinnalzare muri di contenimento specie nelle zone di confi-ne dove non esistono barriere naturali come catene mon-tuose corsi drsquoacqua o aree di difficile attraversamento Sitratta di costruzioni lunghe a volte migliaia di chilometri eassai costose fatte con enormi blocchi di cemento e sovra-state da filo spinato il che le rende insormontabili anchepercheacute controllate da presidi militari Attualmente muri diquesto tipo esistono o sono in costruzione in varie parti delmondo

Israele da diversi anni egrave impegnato nella costruzione dimuri invalicabili ritenuti condizione essenziale della pro-pria sopravvivenza contro le possibili aggressioni da partedegli stati arabi confinanti

LrsquoArabia Saudita sta costruendo un muro di circa millechilometri lungo il suo confine con lrsquoIraq in aggiunta ad unaltro ancora piugrave lungo esistente al confine con lo Yemen LaTurchia ne sta co-struendo uno al con-fine con la Siria perostacolare lrsquoinfiltra-zione di terroristiCurdi o Islamici Oraanche lrsquoUngheria at-traversata da unrsquoondadi crescente nazio-nalismo si appresta afare altrettanto al con-fine con la Serbia Ecosigrave pure la Sloveniasta erigendo un murodi filo spinato al con-fine con la CroaziaAnche la Tunisia al-larmata dai recenti at-tentati al Museo del Bardo e alle sue strutture turistiche siaccinge a marcare con un muro il suo confine occidentalecon la Libia Persino negli USA molti sostengono lrsquoopportu-nitagrave di costruire un muro al confine con il Messico la cuifrontiera egrave da sempre di difficile controllo

La costruzione di un muro esprime in modo emblemati-co la volontagrave di divisione di chiusura verso lo straniero per-cheacute egrave diverso e come tale considerato una minaccia Lacronaca passata e recente egrave tristemente cosparsa di situazio-ni di questo tipo originate da diversitagrave di carattere etnicoe accentuate da differenze relative al colore della pelle aitratti fisionomici o alla religione professata Lrsquoatteggiamen-to di sospetto verso lrsquoestraneo rappresenta lrsquoanticamera delrazzismo un concetto che a sua volta egrave legato ad un bisognoatavico dellrsquouomo di cercare un capro espiatorio per le pro-prie difficoltagrave reali o presunte Anche se non proprio causadiretta dei mali sociali di un popolo lo straniero egrave comun-que visto come colui che contribuisce ad accentuarli quin-di merita di essere cacciato via Lo si accusa di esserepovero quindi tendenzialmente ladro di essere sporco emalato quindi potenzialmente contagioso di essere senzalavoro quindi causa di ulteriore disoccupazione di nonavere dimora quindi un problema in piugrave per chi giagrave cercacasa di professare una religione diversa quindi pronto a

costruire templi che profanano il territorio ospitante Tuttequeste accuse creano spinte contrastive ben note a chi poli-ticamente cerca il consenso costruendolo sul malessere dimolti elettori che si sentono minacciati e che della discri-minazione etnica hanno fatto una vera e propria bandieraEppure per aprire gli occhi sugli eccessi di tale atteggiamen-to basterebbe richiamare alla memoria il processo controSacco e Vanzetti gli immigrati italiani ingiustamente con-dannati alla sedia elettrica in America nel 1927 con lrsquoaccusadi rapina e omicidio per comprendere come alla base diquel giudizio sommario vi fosse una discriminante razzistae in parte ideologica1

Giova ricordare a tutti e soprattutto a chi nutre sentimen-ti xenofobi che il fenomeno dellrsquoemigrazione ha di fatto toc-cato a piugrave riprese la storia di qualunque popolo della terraAlcuni continenti come lrsquoAmerica o lrsquoAustralia devono al-lrsquoimmigrazione la loro stessa identitagrave nazionale e il loro al-to grado di civiltagrave per come ora lo conosciamo Nelle fasiiniziali di colonizzazione di questi territori le condizioni de-gli immigrati erano davvero drammatiche Il viaggio dei Pa-

dri Pellegrini nellsquo600 dallrsquoInghilterraanglicana verso ilnuovo mondo appa-riva come una fugaverso lrsquoignoto anchese alla ricerca di unaterra dove professareliberamente la pro-pria fede Ancora piugravedirompente fu lamassiccia emigrazio-ne dallrsquoEuropa versogli USA e lrsquoAmericaMeridionale a partiredagli ultimi decennidellrsquoOttocento Perquanto concerne lrsquoIta-

lia in particolare va ricordata al tempo della ricostruzionepost-bellica a metagrave del secolo scorso la forte emigrazionedi operai italiani verso i paesi del centro Europa e contem-poraneamente anche dal sud dellrsquoItalia verso le aree indu-strializzate del nord le cui fabbriche avevano fame di manodrsquoopera Egrave utile rievocare queste dure esperienze del passa-to a chi ora tende a trincerarsi dietro il rifiuto indiscrimina-to degli stranieri a motivo di possibili rischi a ciograve connessiEd anche di fronte alle recenti stragi provocate dal fanati-smo islamico bisogna saper distinguere tra lrsquoaggressione ni-chilista dei terroristi e gli immigrati inermi in cerca di purasopravvivenza che sono anchrsquoessi vittime del terrorismo

Di fronte allrsquoimpulso istintivo di erigere nuovi muri enuovi steccati per impedire lrsquoingresso o il passaggio dei mi-granti sarebbe anche opportuno ricordare le tristi lezioniche la storia anche recente ci ha impartito attraverso muridivisivi di qualsiasi natura da quelli di filo spinato elettri-ficato posti ai bordi dei campi di sterminio al Muro di Ber-lino che dopo la seconda guerra mondiale per alcunidecenni ha rappresentato non solo la divisione della capita-le tedesca in zone distinte sotto il controllo dei paesi vinci-tori ma anche la contrapposizione tra le due superpotenzemondiali Ancora si ricordano i drammatici tentativi degliabitanti di Berlino Est di superare clandestinamente il mu-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 5

La grande muraglia cinese

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 7

ro per passare in occidente tentativi finiti quasi sempre tra-gicamente Ma altri muri di discriminazione vanno ricorda-ti fatti non con la pietra ma semplicemente di parole osentimenti repulsivi Come quando nellrsquoAmerica di iniziolsquo900 vi erano locali pubblici a New York e in altre cittagrave cheesibivano cartelli con la scritta ldquoDivieto di ingresso peritaliani irlandesi e canirdquo Anche gli italiani emigrati dalmeridione al nord Italia a metagrave del secolo scorso venivanotacciati di usare la vasca da bagno non per le normali fun-zioni igieniche ma ldquoper coltivare il prezzemolordquo Cambia-no le situazioni ma il germe del razzismo egrave sempre prontoa ricomparire

Erigere un muro egrave sempre e comunque un atto vergogno-so percheacute significa innalzare uno steccato divisivo tra seacute egli altri ignorando pregiudizialmente le ragioni che hannospinto i profughi ad emigrare Spesso ci si trincera dietroconsiderazioni di pura diffidenza per chiudere le porte aqualunque sentimento di umana pietagrave anche quando sitratta di individui indifesi che nella loro patria non avreb-bero scampo La triste veritagrave egrave che queste persone non ven-gono rifiutate percheacute prive di risorse o di documenti mapercheacute non godono di diritto di voto e quindi nessun par-tito o gruppo politico ha interesse a difenderli Le ragioniumanitarie valgono poco soverchiate da altri problemi rite-nuti piugrave urgenti Invece di costruire muri dovremmo tuttiriscoprire il valore della solidarietagrave ed adoperarci per risol-vere alla radice i problemi degli immigrati cercando anchedi realizzare interventi adeguati nei loro stessi paesi di pro-venienza Per la sua posizione strategica al centro del Medi-terraneo lrsquoItalia egrave certamente destinata a giocare un ruolo

di primo piano rispetto a questa emergenza umanitaria diimportanza epocale Non egrave un compito facile ma egrave un do-vere morale non tirarsi indietro bull

1 Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti emigrarono in Usa nel 1908 Il pri-mo era un calzolaio di origini pugliesi il secondo era un pescivendolooriginario del Piemonte Nel 1920 furono accusati di aver compiuto unarapina a una fabbrica di calzature in cui rimasero vittime un cassiere euna guardia armata Osteggiati dallrsquoopinione pubblica per le loro ideeanarchiche e pacifiste e per la loro appartenenza ad una minoranza etni-ca come quella italiana furono giustiziati sulla sedia elettrica il 23 agosto1927

Nel 1977 mezzo secolo dopo la loro morte il governatore del Massa-chusetts Michael Dukakis ha riabilitato le loro figure scagionandoli total-mente e proclamando il 23 agosto di ogni anno il ldquoSacco amp VanzettiMemorial Dayrdquo

il muro di Berlino

Giuseppe Magnolo

Quella domenica mattina rimanemmo tappati in ca-sa per via di un tempaccio che prometteva poco dibuono Il cielo era cupo come allrsquoimbrunire inol-

trato e i tuoni preannunziati da sfolgoranti lampi ci scuo-tevano ripetutamente mettendoci addosso unrsquoindicibilepaura Da ligrave a poco un impetuoso acquazzone si abbatteacute suGalatina con inaudita violenza accompagnato inizialmen-te da acqua e dopo alcuni minuti da chicchi di grandinegrossi quanto noci Per non farci ulteriormente spaventa-re la mamma aveva accostato tutte le imposte delle fine-stre lasciando aperto uno filo di pochi centimetri per nonrimanere completamente al buio Intanto il temporale nonsi concedeva un attimo di pausa e continuava a scaricaretuoni che ci massacravano lrsquoanima e grandine che sembra-va volesse perforare la volta delle varie stanze e colpircicon tutta la sua violenza

ldquoBambini spostiamoci non possiamo stare ancora quihellip Ve-nite venite con mehellip distendiamoci sul lettone e aspettiamo chefinisca di grandinarerdquo ndash ci consigliograve la mamma esortando-ci a seguirla

ldquoSigrave sigrave sul lettohellip lagrave staremo al sicurordquo ndash srsquoinserigrave nonna An-tonietta da alcuni giorni venuta a trovarci per aiutare lamamma nei preparativi per il Santo Natale

In quattro eravamo rannicchiati su quel lettone abbrac-ciati gli uni agli altri e ripetevamo le orazioni per allonta-nare il temporale Papagrave e Gaetano intanto si erano giagraverecati in drogheria da una buona mezzrsquoora

ldquoAgravezzate San Giuvanni e nnursquo ddurmire ca vigravesciu tthre nuve-je caminare una drsquoacqua una de vientu una de thristu mmale-

tiempu Pogravertale a ddhrai ca nursquo ccanta caddhru e nnursquo lluce lu-na nunn have anima criaturardquo1

La nonna molto timida e facilmente suggestionabile laripeteva in continuazione con le mani giunte e gli occhi ri-volti verso lrsquoalto come a volersi congiungere con un ipote-tico San Giovanni Di tanto in tanto dopo un improvvisolampo intercalava unrsquoimmancabile ldquorsquoMmaculata Mariardquoseguita dal segno della croce e da un bisbiglio di altre im-percettibili preghiere

Dopo un buon quarto drsquoora di furioso acquazzone final-mente smise di piovere e un sole dapprima timido e sfug-gente fece capolino regalando un porsquo di serenitagrave a ognunodi noi La strada era piena di pozzanghere colme non tan-to di acqua ma di chicchi di grandine per cui le personeche si erano arrischiate a venir fuori di casa per evitarledovevano procedere zigzagando

Chiaramente a noi ragazzini non era consentito di uscirfuori a giocare

ldquoMamma ed ora cosa facciamo noi altrirdquo ndash si lamen-tava a giusta ragione Franco ndash ldquohellipNon ce la sentiamo ditrascorrere tutta la domenica rinchiusi in casardquo

ldquoVa bene va benehellip se ci sistemiamo intorno al braciere viracconto la favola di Betta e del suo gattordquo ndash suggerigrave nonna An-tonietta per tirarci un porsquo su

Detto fatto Ma la favoletta per quanto bella e interes-sante durograve appena una mezzrsquooretta

8 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

I QUADERNETTI DI ATHENA

Aula scolastica primi anni lsquo900

Galatina (LE) - Campo sportivo Piazza F CesariAnno 1950 - Da sn E Scalcione C Serra S RolloSalvati G Serra prof A Carcagnigrave E Giordano

ldquoEd ora che facciamordquo ndash tornograve a lamentarsi FrancoldquoNonna percheacute non ci racconti di quando eri bambina

dei tuoi passatempi e degli impegni domestici e scolasti-cirdquo ndash proposi per stingere un porsquo il malumore

ldquoAi miei tempi erano poche ragazze ad andare a scuola Io hofrequentato sino alla terza elementare quanto basta-va percheacute imparassi a leggere e a scrivere Drsquoaltra par-te in casa di lavoro crsquoera tantissimo e mia madre nonriusciva a star dietro ad una famiglia numerosa Per-ciograve quando avevo appena dieci anni decise di ritirar-mi dalla scuola per avviarmi pian piano ad impararetutti i vari lavori della vita domestica Giagrave qualcheanno prima aveva fatto altrettanto con mia sorellaUcciardquo

ldquoNonna parlaci di quello che accadeva inclasse Dicci se la maestra era burbera e se asse-gnava molti compiti per casardquo

ldquoVi rendete conto che stiamo parlando del 1885Di anni sono trascorsi tanti figli miei e i ricordi so-no molto incerti e sbiaditi Ricordo perograve che i banchierano alti ed avevano una ribaltina al di sotto dellaquale mettevamo la cartellardquo

ldquoCosa ci mettevate dentrordquo ndash chiedevo spin-to da molta curiositagrave

ldquoOltre alla colazione fatta generalmente di due fette di panecon pomodoro ci mettevamo il libro sussidiario quello di letturaun quaderno a righi uno a quadretti alcuni foglietti di carta as-sorbente la scatoletta contenente la penna la matita i penninila gomma per cancellare il temperamatite e quantrsquoaltro necessa-rio Sul tavolo della maestra crsquoera il pallottoliere uno strumentoutile per fare semplici calcoli aritmetici Sulla sua destra accan-to al tavolo crsquoera la lavagna sulla quale scriveva i concetti piugraveimportanti delle sue lezioni Lei era molto severa con noi e preten-deva che stessimo sedute compostamente di avere sempre il ma-teriale didattico per seguire la lezione di stare attente e di nonparlare tra noi Guai alla bambina che non si atteneva alle rego-le Crsquoera perograve sempre qualcuna che non le rispettava e a voltedava fastidio Ed allora lei la puniva mettendola dietro la lavagnaper unrsquointera ora e in caso di recidiva la bacchettava sonoramen-te e addirittura la faceva inginocchiareper terra con i ceci sotto le ginocchiardquo

ldquoMamma mia io non lo avrei fat-tohellip sarei scappato via da scuola masicuramente non avrei accettato di su-bire una punizione del genererdquo ndash leribattei senza troppo pensare

ldquoEd allora oltre a prenderle di santaragione anche dai tuoi genitori avresti ri-schiato di essere sospeso sino alla fine del-lrsquoanno scolasticordquo

ldquoNonna ti piaceva studiarerdquo ndash in-calzava Franco che intanto ci prova-va gusto ad interrogarla

ldquoNon mi piaceva lrsquoaritmetica inveceamavo molto la storia in cui eccellevoRicordo le spiegazioni della maestraquando ci parlava di Garibaldi dellaspedizione dei Mille di Mazzini e della Breccia di Porta PiaQuello che piugrave mi piaceva perograve era quando si faceva lezione ditombolo e di ricamordquo

ldquoNonna come procedeva la vita in casa Drsquoestate anda-

vate al mare o in campagnardquo - continuava Franco a tem-pestarla di domande

ldquoCosa hai detto il mare Il mare lo ho conosciuto soltan-to dopo essermi sposata Era il 1902 quando nonno Cesario micondusse in calesse a Gallipoli e poi a Santa Maria al Bagno Non

conosco perograve Otranto Santa Cesaria e Santa Maria di Leucapercheacute troppo distanti da Galatinardquo

ldquoNonna hai fatto diversi bagni hai imparato a nuota-rerdquo ndash incalzavo io subito dopo non concedendole un at-timo di pausa

ldquoFigli miei vi rendete conto di quello che mi chiedete Dibagni al mare avrograve fatto cinque o sei in tutta la mia vita ma nondi piugrave Allora non crsquoerano le auto per spostarsi Oggi a voi ba-sta meno di unrsquoora di tempo per arrivare a Gallipoli con il ca-mioncino a quei tempi invece con il calesse impiegavamo dueore abbondanti anche percheacute bisognava fermarsi almeno un pa-io di volte per far rifiatare il cavallo Il bagno poi era unrsquoopera-zione che durava non piugrave di cinque minutihelliprdquo

ldquoCome mai nonna durava cosigrave poco Noi invece stia-mo in acqua per oltre unrsquoorardquo

ldquoPer voi egrave tutto piugrave facile oggihellip Per ledonne di allora la vita era molto piugrave com-plicata Dovevamo osservare tanta riser-vatezza e comportarci sempre conaltrettanta discrezione avendo cura dinon guardare mai in faccia i bagnantiCosigrave mi diceva di fare tuo nonno I costu-mi da bagno nonostante coprissero tuttoil corpo ci sembravano molto aderenti inquanto mettevano a nudo la nostra con-formazione fisica E perciograve entravamo inacqua solo per poco tempo e quando crsquoerapoca gente in spiaggiardquo

Risate a non finire da parte mia edi Franco prontamente tacitate dallanonna

ldquoBasta non intendo piugrave parlarvi dellamia vita Voglio perograve aggiungere e poi

me ne sto zitta per sempre che sono ancora tante le donne dellamia etagrave a non aver mai visto il marerdquo

ldquoOooh possibile nonnardquoldquoCerto che sigravehellip Le donne di allora rimanevano sempre tap-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 9

Galatina (LE) - Interni del Teatro Tartaro

1952 - Gallipoli (LE) - Lido PiccoloFamiglia Duma al mare

pate in casa a fare mille lavori e ad adoperarsi alla cura dei pro-pri familiarirdquo

ldquoDai nonna non smettere di parlarcihellip ti promettiamoche staremo sempre ad ascoltare senza piugrave interromper-ti Raccontaci perciograve dei lavori che la donna era tenuta afare in casardquo

ldquoImpiegherei una vita a soffermarmi su queste cose invece viparlerograve di ciograve che si faceva durante le festivitagrave natalizie Intantonoi donne dovevamo partecipare alla novena in chiesa per poterottenere lrsquoindulgenza di Natalerdquo

ldquoNonna cosa sarebbe lrsquoindulgenzardquoldquoUna sorta di benedizione somministrata dal parroco che va-

leva per un intero anno Per otte-nerla era necessario recarsi inchiesa ogni mattina di buonrsquooraascoltare la santa Messa e comu-nicarsi Il Santo Natale era vissu-to con piena gioia da parte di tuttala famiglia anche percheacute in questoperiodo si mangiavano dolci e lec-cornie varie a non finire come leldquocarteddhraterdquo i rdquoporceddhruz-zirdquo le ldquocadde cadderdquo le ldquopitted-dhrerdquo i ldquobuccunottirdquo fatti in casaed altri intingoli Poi la sera del-la Vigilia la tavola era imbanditadrsquoogni ben di Dio Si mangiavanole ldquocozze de marerdquo le ldquopigravettulerdquocon rape o baccalagrave i ldquoviermiced-dhrirdquo il ldquocaponerdquo al brodo oppureil ldquocapitonerdquo accompagnato daldquofrittelle di patate o di cavolfiorerdquotutto preparato dalle mani esper-tissime della mamma Ovviamen-te si beveva anche del buon vinoBeh ora basta mi si egrave seccata lagola a furia di parlare Preparia-moci piuttosto a pranzare credoche manchi pocordquo

Nostro padre e Gaetano in-tanto erano rincasati dalla drogheria di nostra proprietagrave

ldquoPapagravehellip papagrave questo pomeriggio ci porti al campo spor-tivo a vedere la partita tra la Pro Italia e il Nardograverdquo ndash glichiesi immediatamente sperando in una risposta positiva

ldquoSe mantiene questo bel sole senzrsquoaltro sigrave ma semprecheacute ilterreno di gioco sia praticabilerdquo

Fummo fortunati Alle 1415 in punto contenti come unaPasqua (pur trovandoci a Natale) ci avviammo verso piaz-za Fortunato Cesari allrsquooccorrenza trasformata in campoda calcio La piazza era gremita di gente percheacute la partitaera di cartello Alla Pro Italia serviva la vittoria per sopra-vanzare i neritini in classifica ma purtroppo lrsquoincontro fi-nigrave 2-2 e il tanto sospirato sorpasso sfumograve Fummo perogravesfortunati in quanto a pochi minuti dal termine il centra-vanti Angelo Calabretti sbagliograve un calcio di rigore speden-do il pallone sulla traversa (prima drsquoallora non ne avevamai fallito uno)

Non lo nascondo ce ne tornammo scontenti per lrsquoinop-portuno pareggio

ldquoSu su ragazzi stasera vi porterograve al cinema e cosigrave dimenti-cherete la grande delusionerdquo ndash ci disse nostro padre ritor-

nando a casaldquoBravo papagravehelliprdquo ndash esclamograve spontaneamente Franco ndash

ldquohellipSei il piugrave bravo papagrave di tutto il mondordquoldquoSigrave sigrave papagravehellip al Tartaro proiettano lsquoLa rosa nerarsquo con

Tyrone Power Egrave senzrsquoaltro un film fantastico percheacute aquanto pare ci devono essere diversi mortirdquo ndash aggiunsiio innocentemente

ldquoA dire il vero vorrei portarvi al Cavallino Bianco dove pro-iettano il film lsquoBellezze al bagnorsquo Crsquoegrave la bellissima attrice EstherWilliams egrave un film molto dolce e appassionanterdquo

ldquoIo non ci vengordquo ndash reagigrave Franco molto rammaricatoldquoNeanche iohellip Non mi piacciono i film drsquoamore ma

quelli di guerrardquo ndash conclusi insua difesa

ldquoVa bene va bene siete incon-tentabili Devo essere sempre ioa sorbirmi un filmetto da quattrosoldi e per giunta molto violen-tohelliprdquo ndash concluse papagrave alquan-to contrariato ndash ldquohellipMa sappiateche questa egrave lrsquoultima volta che viaccontentordquo

Diceva sempre cosigrave nostropadre ma alla fine eravamonoi figli a spuntarla in ogni cir-costanza

Al cinema ci recammo moltopresto subito dopo la partitaper poter vedere il film un pa-io di volte

Prima di andar via chiedem-mo a nostra madre trenta lirenon tanto per pagarci il bigliet-to drsquoingresso (a quello ci pen-sava papagrave) quanto peracquistare un cartoccio di lupi-ni ed uno di semi di zucca (pas-satiempu) Eravamo fortunatiad appartenere ad una fami-glia che ci accontentava quasi

in tutto Tanti altri ragazzi invece non avendo un solo cen-tesimo in tasca erano sempre ligrave nei pressi dellrsquoingresso alcinema (e stanno ancora ligrave) intirizziti dal freddo ad atten-dere lrsquooccasione giusta per entrare di soppiatto soprattut-to durante i momenti di ressa Molti ci riuscivano ma tantialtri erano costretti a rimanere fuori

Il film pur essendo a colori venne proiettato in bianco enero ma per noi fu ugualmente fantastico Stemmo in sa-la piugrave di tre ore esattamente dalle sedici e trenta a quasi leventi Tornando a casa la nostra mente era giagrave proiettataallrsquoindomani Crsquoera lrsquoincubo assillante di dover studiaretanto per sbarazzarsi dei compiti assegnati dal maestro perle vacanze natalizie Di mattina si studiava ma di pomerig-gio si giocava per la strada nostra grande palestra di vitadove noi ragazzi abbiamo costruito tutti insieme la no-stra identitagrave e dove abbiamo coltivato i nostri piccoli so-gni Ci aiutavamo vicendevolmente percheacute eravamo tuttifratelli Ci insultavamo ci picchiavamo ma dopo appenaun giorno eravamo insieme a giocare a sorridere adamarci Sigrave lrsquoamore era il nostro collante il denominatorecomune della strada e della scuola

Da sn - Angelo Calabretti e Pippi Gaballo

Anche tra gli adulti nonostante la vita fosse difficile e gra-ma vi era un sottofondo di solidarietagrave e di accettazione Lecase potevano restare aperte senza che nessuno ne appro-fittasse Crsquoerano ladri spinti piugrave che altro dalla fame e noncertamente per arricchirsi Crsquoerano tante sofferenze e peneeppure la gente le sapeva sopportare crsquoerano poche gioietutte condivise con chi non ne aveva La vita era un granbel circolo un girotondo in cui tutti ci vivevano litigavanoo si amavano ma sempre nel pieno rispetto reciproco

Oggi la vita egrave tutta unrsquoaltra cosa egrave piugrave difficile e caoticapiena di un esasperato materialismo e di un individualismoche di umano ha ben poco Assistiamo impotenti a guerretante guerre crsquoegrave una devastazione inesorabile della naturalrsquoavanzamento della cupidigia dello sfruttamento e dellaviolenza lo sfaldamento della famiglia e della scuola crsquoegravesolo il trionfo del Male Di chi la colpa Senza altro del pro-gresso del progresso scriteriato e selvaggio che non ha sa-puto correggere i difetti di fondo della societagrave drsquoallora mache anzi li ha acuiti illudendo e costringendo tantissimepersone a rincorrere miraggi piugrave che certezze Oggi la men-te dei nostri governanti egrave rivolta unicamente al PIL (prodot-to interno lordo) ma non certamente alla povertagrave che vadilagando in ogni dove A mio modo di vedere dovrebbe-ro rivolgere lrsquoattenzione a migliorare il FIL (felicitagrave internalorda) ma un simile obiettivo molto vicino ai bisogni es-senziali della povera gente non converrebbe a coloro chehanno le sorti dellrsquoItalia e del Mondo nelle mani

Spesse volte soprattutto quando sono assalito da scon-forto e delusione avverto il bisogno di rientrare in quelmondo incantato della mia dolce fanciullezza quando lavita era fatta di regole e di doveri di gioie contenute disuccessi sudati e meritati Allora ogni cosa sembrava esse-re a colori nonostante i film continuassero ad essere pro-iettati in bianco e nero A quei tempi lrsquoimmaginazione e lafantasia colmava i vuoti della vita mentre oggi la vita nonci fa piugrave sognare bensigrave preoccupare Ci sono perograve perso-ne che vivono una vita a colori Sono soltanto pochi privi-legiati che comunque non avvertono il calore del santoNatale percheacute per loro il Natale cade ogni giorno ma tratanta indifferenza e grigiore

La gente comune quella che soffre e si contiene quellache fa fatica a portare avanti una vita sulla corda la genteumile e laboriosa porta il Natale nel cuore per tutto lrsquoannoe attende con gioia lrsquoapprossimarsi di questo santo giorno

Ed egrave proprio a questa gente che rivolgo gli auguri piugravesinceri e non certamente a coloro che trascorrono il Nata-le tra feste bagordi e con il portafoglio sempre gonfio dihellipfelicitagrave rubata bull

Note1 ldquoAgravelzati San Giovanni e non dormire perchegrave vedo avvicinarsi tre nu-vole una di acqua una di vento e una di maltempo portale dove noncanta il gallo non splende la luna e non vi egrave alcuna creaturardquo

Rino Duma

Lrsquoultima descrizione informata e consapevole dellafigura del filosofo e medico Francesco Scarpa da So-leto (15581618) ce la offre Luana Rizzo(1) traccian-

do un profilo della sua formazione e del suo pensierofilosofico

Come apprendiamo giagrave da Gio Bernardino Tafuri(2) loScarpa nacque a Soleto da onorata famiglia e apprese le

prime funzioni sco-lastiche di letteratu-ra e lingua grecapresso il noto mate-matico e filosofoMatteo Tafuri dimo-strando prontezza esottigliezza dinge-gno e laureandosipoi a Salerno in me-dicina

Nel 1584 quandoha circa 26 anni ed egraveattivo cul- tore distudi filosofici mettea stampa la sua forseunica e rarissimaopera dal titolo ldquoDeAnimardquo nasconden-dosi sotto il nome diPitagora Salentino e

indirizzando con lettera dedicatoria la sua opera al mae-stro appunto Matteo Tafuri che vi viene definito AtlanteSalentino Cosigrave la dedica ldquoAd Atalante filosofo salentinoPitagora salentino questa sua opera come gradita dedicaTi meraviglierai senza dubbio maestro sapientissimo daquale straordinario ordine sia regolata lrsquoapparentementeopaca natura la quale vista attraverso le trasformazioniche di continuo le reca lrsquoingegno umano si mostra a quan-ti la considerano quasi un mirabile ed anche grandiosoartificio corroborato dalla potenza che vi si cela Tu senzadubbio rispetterai il motivo che mrsquoinduce a fissare su unatavoletta il mio pensierohellip Avendo intrapreso a scriverepartendo da questo punto sono costretto con senso di pro-fonda malinconia a stabilire che lrsquoanima sia ingenerata eincorruttibile e che sia singola e radicata nei loro corpiQuesto infatti attenditi e molto ti piaceragrave Stai bene(3)rdquo

Nullrsquoaltro se non questo breve cenno era fin qui a nostraconoscenza sul rapporto tra i due studiosi anche se qual-che altro scritto potevamo sperare di rintracciare percheacuteBernardino Tafuri scrive che lopera De Anima lsquofu lrsquounicaper quanto noi sappiamo chrsquoesso diede alle stampe avendo lrsquoal-tre da esso composte rimaste dopo la sua morte manoscrittersquo

Ma tante speranze e tante ricerche sono andate per annideluse fino a qualche mese fa quando ho ritrovato unalettera appunto dello Scarpa del tutto sconosciuta e ine-dita indirizzata proprio al suo maestro Matteo Tafuri cheegrave custodita nel Museo Civico di Galatina tra i documentiantichi del Fondo Cavoti Molto dobbiamo a Pietro Cavo-ti che dedicograve gran parte della sua vita agli studi di storiaarte letteratura e alla conservazione e trascrizioni di mol-ti documenti antichi di eccezionale importanza Si deve so-lo al Nostro se finalmente si egrave messa la parola fine allatravagliata discussione sulla calvarie del Tafuri indicatada Alessandro Tommaso Arcudi nella Galatina letterata edobbiamo ringraziare sempre Cavoti se si egrave giunti alla sco-perta dellanno di morte di Matteo Tafuri avvenuta il digrave18 novembre 1584(4)

Ora questa lettera di Scarpa a Tafuri che fu trascritta daCavoti nel 1856 da un originale oggi perduto era antica-mente conservata a Soleto pressoFrancesco Carrozzini il qualepoi la donograve a FortunatoVernaleone di Galatinanel 1773 Per qualemotivo avvenne ladonazione di questapreziosa lettera nonvi egrave modo sapereComunque la mis-siva fu indirizzatail 4 aprile 1583 daFrancesco Scarparesidente in Napolie giagrave dottore in me-dicina al Tafuri

Leggendo tra le ri-ghe si apre uno scenarioche irradia nuova luce tra ilmaestro e il disce-polo Innanzi tut-

12 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SCOPERTE ICONOGRAFICHE

Frontespizio volumeldquoDe Animardquo

Francesco Scarpa in undisegno di Pietro Cavoti

Importante ritrovamento di una missiva inedita del 1583 dal discepolo al Maestro

to si apprende che tra i due vi era una fitta corrisponden-za in quanto proprio lo Scarpa scrive in apertura ldquoPrie-

gomi Illmo Onmo Maestro mio che mefacciate avisato de quelle mie lette-

re colle quali io resposi allrsquoepi-stola vostrardquo

Oggi grazie al ritro-vamento della missivapossiamo dire con cer-tez- za che lo Scarpain procinto di termina-re la sua opera chiedeal maestro di essereaiutato nel completa-mento oltre - probabil-

mente - alla correzionedel testo lsquove supplico lo

aiuto vostro che me liberi dala ignorantia de la scriptura

et de li errori et nelle interpreta-cionirsquo

Non erra alloraLuana Rizzo a dire

laquoGrazie al trattato di Scarpa egrave possibile risalire allrsquoopinio-ne espressa da Matteo Tafuri sullrsquoanima e alle fonti allequali si ispira che lo portano a condividere con il Magi-stro sapientissimo la dottrina dellrsquoimmortalitagrave dellrsquoanimaraquo

E facile intuire anche che lopera allepoca della letteraegrave ancora una bozza ldquoAdunque secundo il mio parlare ve dicoche lo libro mio et al finerdquo e sappiamo anche che alla datadel 4 aprile del 1583 lrsquoallievo del Tafuri egrave a Napoli per vo-lontagrave del maestro in quanto piugrave avanti egli scrive ldquoet essen-do anco molto lontano da casa chesser in Napoli con lrsquoanimo etlrsquoosservanza de la cortesia et studij vostri che me comandasterdquo

Francesco Scarpa dimora nella cittagrave partenopea per ap-profondire gli studi filosofici utili allasua pubblicazione Bisogna anche pen-sare che il Tafuri in quel periodo avevacirca novantanni e per comprensibilicondizioni si appoggiograve al giovane al-lievo per ricevere delle informazioniculturali con ogni probabilitagrave dai suoivecchi amici napoletani Anche in que-sto caso abbiamo la conferma quando ilgiovane soletano gli dice che li hominidotti de Napoli salutano lOnmo Maestroche da molti siati amato

Questa testimonianza conferma concertezza che Tafuri era al centro di unmovimento filosofico e attorniato da uo-mini assai importanti come ad esempiolo sappiamo i fratelli Della Porta Possoaggiungere che lo Scarpa pochi giornidopo rientra in patria percheacute al 28 apri-le del 1583 egrave padrino per un battesimo in Galatina pro-prio lui il Messer Francesco Scarpa de Solito Ilcontenuto della lettera descrive chiaramente il pensiero fi-losofico che Scarpa vuole imprimere nel suo De anima untema comune in quel tempo e usando i testi antichi comequelli di Aristotele Trismegisto Seneca ed altri ancorastudiati certamente sui manoscritti antichi posseduti dal

Tafuri nella casa di Soleto como la letione ultima in sua ca-sa Illma che Trismegisto dixe che lanima et una sfera

Leggendo attentamente la lettera e consultando le pa-gine del De Anima pubblicato da Scarpa ho individuatoun passo descritto nella lettera e presente appunto nelsuo volume A pagina 62 della riproduzione anastaticadel De Anima del 1584 e grazie alla traduzione a fronte diSilvia Mandurino si legge laquoE lanima ben conserva me-moria delle cose e riflette e concepisce ideeraquo Mentre lafrase della lettera riporta laquo si legie in piugrave parti de la scrit-tura de lrsquoopera mia che lanima conserva bona la memoria dele cose et genera ideeraquo

La lettera risulta unanteprima minuscola della sua ope-ra e vi cita piugrave volte Aristotele Seneca ed altri autori anti-chi sottolineando che lrsquointelletto potenziale egrave nellrsquoanimaindividuale mentre quello attuale egrave intelletto divino e per-ciograve nettamente separato dallrsquouomo e poi aggiunge unafrase in greco Έν τῶ μηδὲν φ (cancellato) φθονεῖνἡδύστατος βίος (Nel non invidiare per niente (si trova) lavita piugrave dolce)

Devo la traduzione di questo passo al Prof Andregrave Ja-cob che gentilmente si egrave offerto di aiutarmi Secondo il suoprezioso contributo potrebbe trattarsi di una di quelle sen-tenze morali che nel Cinquecento venivano incise sulle ar-chitravi di porte e finestre delle case nella Greciacutea Salentina

Di questo insigne personaggio nessuna memoria egrave ri-masta se non solo ledizione sullAnima che fu la sola edormai rarissima pubblicazione oltre ad una piccola Cortea lui intitolata nella natia Soleto

Il ritrovamento della lettera copiata da Cavoti dallorigi-nale potenzia la fama di questo cultore di studi filosoficiaprendo nuovi spiragli di studio su di lui Aggiungo sol-tanto che incerta egrave la data di nascita di Francesco Scarpaper mancanza dei primi registri dei battezzati nellarchi-vio parrocchiale di Soleto ma potremmo ipotizzarla intor-

no al 1558 per indicazione tratta dallasua data di morte chegrave invece certa per-cheacute attestata dai registri soletani Pochigiorni fa grazie alle gentilezze del nuovoparroco di Soleto don Daniele Albaneseho avuto da parte dellUfficio di CuriaArcivescovile di Otranto(5) lautorizza-zione a consultare lantico registro deimorti avvenuti fra il 1600 e il 1631 e alladata del 14 agosto 1618 si legge quantosegue Franciscus Scarpa Artis MedicinaeDoctor et ph(ilosoph)us aetatis suae anno-rum sexaginta in circa facta confessione re-cepto sanctissimo Viatico et extremaUnctione in communione Sanctae MatrisEcclesiae animam Deo redditit Sepultus estin aula Sanctae Mariae della Gratia fratrumReformatorum(6) Lobito egrave stato giagrave edito daaltri studiosi ma questa mia riproposta egrave for-

se piugrave completa anche se resta un margine di dubbio nello scio-gliere la seconda abbreviazione tra ph(ilosoph)us e ph(isic)us

Ora trascrivo di seguito la lettera in modo rigorista sen-za aver modificato o alterato il testo e premettendovi ledue righe di avvertenza del Cavoti e chiudendo il tutto conaltre due righe di commento sempre del Cavoti

lsquoLettera che si conserva in casa dellrsquoOnorevole Sig Fortuna-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 13

Matteo Tafuri in un disegnodi Cosimo De Giorgi

APS Registro dei defunti1613 - 1657

to Vernaleone di Galatina Detta lettera fu donata dal Sig Fran-cesco Carrozzini di Soleto nel 1773rsquo

Priegomi Illmo Onmo Maestro mio che me facciate avisatode quelle mie lettere colle quali io resposi allrsquoepistola vostra Mae-stro Matteo prendo piugrave larga licentia nello scriuere vulgare Per-cheacute li piugrave savij del mondo han voluto che me insegnaste comoSeneca manifestare li concepti de la mente vostra senza parlarelo doveriamo fare Adunque secundoil mio parlare ve dico che lo libromio et al fine et che la eloquentia etla dignitagrave de li caratteri et de voca-buli ho possuto indirizzare a VIllma persona et a nisciuno altro ho-mo Io no so degno neacute me reputarogravepresumptuoso se offerirograve al MioMaestro de la philosophia et de lamatematica grande quello che pos-so ma assai haverograve facto et in parti-culare che come discipulo dellrsquoIllmavostra casa ho desiderato honorarequesta mia opera et purgata di ogni carattere al gusto et honestautilitagrave Illmo Maestro haverograve facto bono dica alcuna cosa etspero che et piacevole che a quante fiate ve odo igraveo non tengo al-cuno dubio in le labra vostre percheacute la oratione deue essere pu-ra como lrsquoanima Non posso non maravigliarme de la VS alegrezanello sapere che con la lengua de li greci de la materia allo vul-go umno ad alcuni hypocriti homini docti et boni mangiatori dele fatiche de li philisophi et como lo VS insegnamento che per es-sere alcuni Signori altri vassalli altri barbari altri dotti altriGreci e Latini non simo perograve tutti che un medesimo metallo neha la natura fece servi et liberi ma la lege de Dio fece tutti ugua-li et variati de la fortuna che la ANIMA et de la MORTE laquale fa vedere che tutti semo pari come dice Seneca et como di-ce lo Magister meus lrsquoanima et nello cerebro cossigrave non egrave partedel mondo neacute dentro neacute fore Como la letione ultima in sua ca-sa Illma che Trismegi-sto dixe che lrsquoanima etuna sfera da la qualelo centro e in omno lo-co como Dio et la suacircumnferentia ni-sciuno ma como diceAristotele llagrave se vedepiugrave manifestamentelrsquoanima et Dio dovemagiore lo effettu souet questo in medioCoeli Tanti hominiche hanno scripto tan-te inventioni de le stel-le che culpa egrave degrave lestelle si noi semo cau-sa de lo nostro male dela anima medesimache quelle stelle siamalvido quella altrafa li homini poveri etricchi et ciechi e altri surdi Como consentite voi Magister chedal cielo non ven alcun male como dice Averroe et cosa bona adcredere che le stelle non so maligne ma che la culpa egrave nostra etnon egrave dal cielo Ad V Illmo judicio tutte queste cose procedono

de lo cielo lo movimento de li cieli egrave causa de tutto lo bene comodice Aristotele Per lo moto dello Sole nello circulo chiamato Zo-diaco produce la generatione et corruptione Onmo Maestro miointro la opera mia non egrave lo corpo ma lrsquoanima e quello che peccae se lrsquoanimo non se emenda la nostra anima non andaria mainello universo di Dio ma incappa in le galere de Catalani Lrsquoani-ma et la virtugrave de lrsquohomini de bona opera non de li signi Magister

Sapientissimo ad mio parere si legiein piugrave parti de la scrittura de lrsquooperamia che lrsquoanima conserva bona lamemoria de le cose et genera idee chesi ponno applicare ad qualsevogliaproposito et piugrave delle volte son fatteper lo commodo como diceAristotele Ben dice lo proverbio Έντῶ μηδὲν φ (cancellato) φθονεῖνἡδύστατος βίος [Nel non invidia-re per niente (si trova) la vita piugravedolce] Li beni de lrsquoanima ponno laintelligentia la sapientia et le altre

virtuto intellettuali Li beni de lo corpo sonno la vanitagrave lo vigo-re de li sensi et de altre con convenienti di lo corpo In questa al-tra parte lontano dalla VS Illma presentia et de vostri honoriet essendo anco molto lontano da casa chesser in Napoli conlrsquoanimo et lrsquoosservanza de la cortesia et studij vostri che me co-mandaste ve supplico lo aiuto vostro che me liberi da la igno-rantia de la scriptura et de li errori et nelle interpretacioni Inveritagrave et con multo affetto et senza dubio dico ad voi Magistersapientissimo che hio sia desioso de lrsquoamicitia vostra tenendo agravemolta stima in voi et come sempre che chi scrive se mette allogiudicio de molti Li homini dotti de Napoli salutano lrsquoOnmoMaestro che da molti siati amato Per hora stiate sano et Dio viconserui

VS Sertore e discipulo VS Fransco ScarpaDie IV Aprilis 1583 Lrsquoantica lettera si conserva assai beneFu scritta da Francesco Scarpa di Soleto al dotto Matteo

Tafuro suo maestro Copiai in Galatina nel 1856rsquo

NOTE

- Tutte le immagini riprodotte sono di esclusiva proprietagrave del Comunedi Galatina - Museo Cavoti E vietata qualunque riproduzione parzialeo integrale delle immagini qui riprodotte senza autorizzazione scritta alComune di Galatina nonchegrave la richiesta di citazione dellautore- Le foto sono state realizzate dallrsquoautore1 - L Rizzo Il Commento di Francesco Scarpa al De anima di Aristotele in Ri-nascimento meridionale III pp 129-148 Napoli20122 - GBTafuri Istoria degli scrittori nati nel regno di Napolivol 3pp 109-111 Napoli 17443 - Scarpa Salentino De anima riproduzione della stampa del 1584 contraduzione introduzione e note a cura di Silvia Mandurino Scrittori Sa-lentini - VI Centro di Studi Salentini Edizioni Lecce 19734 - L Galante Notizie inedite su Matteo Tafuri Nuove rivelazioni da un ma-noscritto secentesco in Il filo di Aracne anno VIII-n5 novembredicem-bre2013Galatina5 - Ringrazio Mons Quintino Gianfreda Direttore co ufficio per lrsquoarte sa-cra e i beni culturali Arcidiocesi di Otranto per la tempestiva autorizza-zione Sottolineo che le immagini del frontespizio e della data di mortedel registro parrocchiale dei defunti sono di unica proprietagrave della Parroc-chia di Soleto Pertanto le immagini non potranno essere cedute - nep-pure parzialmente e ad alcun titolo - a soggetti terzi vincolo questo estesoanche allrsquoEditore 6 - Lattuale Santuario della Madonna delle Grazie dei Frati Minori di SanFrancesco

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 15

Galatina (LE) - Museo CavotiLettera di Francesco Scarpa

Luigi Galante

APS - Atto di morte di Francesco Scarpa

16 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SALENTO OGGI

Mi ononno Vin-cenzo Miccolinato nel 1908 a

Torchiarolo comprograve dopo annidi sacrifici e risparmi di unrsquointeravita un pezzo di terreno su cui crsquoeranootto filari di ulivi

Da giovane andava in campagna a lavo-rare come bracciante agricolo nelle campagnedei vari Don locali Si alzava quando ancora era buiosia destate che drsquoinverno col freddo con il caldo torridoo con la pioggia In bicicletta raggiungeva campagne mol-to lontane da Torchiarolo a poca distanza da MesagneDue ore per andarci due ore per tornarci Tutto questogran lavoro lo faceva per guadagnarsi la vita e mantene-re onestamente la famiglia

Il nonno non era soltanto bravo a zappare e a raccoglie-re olive uva e tabacco Si distingueva in ogni aspetto del-la vita del contadino Perciograve era anche abile a potareinnestare irrorare le piante a spargere il concime e aquantrsquoaltro Erano tutti bravi e laboriosi i contadini di untempo Parlavano ogni giorno con le loro creature in cam-pagna e ad esse si legavano con lo stesso affetto cura edamore con cui ogni genitore si rivolge quotidianamente aipropri figli

Tutto riusciva a fare mio nonno sapeva anche leg-gere e apporre la firma Lrsquoultima cosa che glimancava della vita era quella di fare il soldatoFu costretto ad apprendere questa amara e tri-ste esperienza con lo scoppio della secondaguerra mondiale Dovette lasciare nonnaPantalea con tre figli e uno in arrivo perservire la bandiera tricolore e lo Stato peril quale provava una certa attrazione Fucosigrave che un bel giorno arrivograve a casauna brutta e inaspettata letteradel Ministerod e l l a

Nella zona di Torchiarolo continuano le eradicazioni dei ldquogiganti del Salentordquo

TOGLIETE LE MANI DAGLI ULIVISappiate che li difenderemo come se fossero i nostri padri i nostri figli

di Enza Pagliaro

Guer-ra Lui che non srsquoera mai mosso

dal Salento dalla sua Terra-Madredoveva presentarsi entro due giorni al

comando militare di Lecce con destinazio-ne Nord drsquoItalia Se ne partigrave con un profondo

dolore nel cuore e con tante lacrime nellrsquoanima masul viso si leggeva la fierezza del cittadino e del solda-to che va a difendere le fortune del proprio paese

Mia nonna non ebbe sue notizie per piugrave di un annoFu poi informata che lavevano fatto prigioniero sen-

za che si sapesse in quale campo di concentramento fos-se rinchiuso I giorni passavano in fretta ma di lui non

arrivava nessuna lettera e nessuna notizia Poi quando an-che le ultime speranze stavano per abbandonare mia nonnaecco che la vita della famiglia Miccoli di Torchiarolo si riempigraveallrsquoimprovviso di gioia Mio nonno a differenza di tanti suoicommilitoni ce lrsquoaveva fatta a rientrare in patria Il giorno delsuo arrivo a Torchiarolo nessuno lo riconobbe per strada per-cheacute era ridotto pelle e ossa Aveva camminato per mesi a piediper poter raggiungere la sua famiglia il suo amato paese

Quel giorno perograve non fu

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 17

Nella zona di Torchiarolo continuano le eradicazioni dei ldquogiganti del Salentordquo

TOGLIETE LE MANI DAGLI ULIVISappiate che li difenderemo come se fossero i nostri padri i nostri figli

di Enza Pagliaro

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 19

esattamente come mio nonno aveva sognato che fosse Purtroppo il piugrave piccolo dei suoi bambini era morto sen-

za che lui lrsquoavesse mai potuto abbracciare Nonostante que-sto inaspettato dolore Lu Nzinu te la Pantalea si rimboccograve lemaniche e ricominciograve a lavorare per portare il pane a casaPassarono una decina drsquoanni prima che la famiglia si ripren-desse dal dissesto economico causato dalla guerra

Pian piano lrsquoantico sogno di mio nonno di avere degli al-beri di ulivo tutti per seacute si avverograve Quando ormai era di-ventato un uomo di mezzrsquoetagrave acquistograve grazie ai tantisacrifici fatti un piccolo uliveto in contrada ldquoCase Bian-cherdquo poco fuori il paese E fu per lui una gioia immensa

Parve rinato e senza piugrave alcun acciacco fisico Con la bicicletta Lu Nzinu te la Pantalea andava a Case

Bianche per curare i suoi alberi drsquoulivo Per annaffiarlicarisciava lrsquoacqua cu le menze dalla fontana allrsquooliveto Pas-su dopu passu menza dopu menza i sacrifici venivano pun-tualmente ripagati dal raccolto e con i soldi ricavati dalleolive ogni anno poteva arricchire la dote alle sue figliole

Molti anni dopo quando il nonno ormai era vecchio equasi non camminava piugrave volleandare a rivedere i suoi alberi diulivo Non potendo piugrave cavalcarela vecchia bicicletta fu condottodietro sua ripetuta insistenzadalle figlie in auto Quando misepiede a Case Bianche cominciogravestranamente a camminare comenon faceva da tanto tempo guar-dava i suoi alberi filaru persquo filaruuno per uno Li conosceva tuttiLi sapeva distinguere gli uni da-gli altri Ad ognuno aveva asse-gnato un nome come fa ognipadre a ciascuno dei propri fi-glioli Quel pomeriggio il nonnoparlando con la sua terra conquegli eterni testimoni volle ri-cordare ai presenti il modo concui aveva saputo curarli quanteolive aveva raccolto in ogni anna-ta quanto sudore aveva versato e quante soddisfazioniaveva ricevuto per ognuno di quegli alberi Fu molto bra-vo a ripercorrere gioie e dolori della sua vita Per lui que-gli ulivi erano i suoi genitori e al tempo stesso i suoi figli

Oggi il nonno non crsquoegrave piugrave come legge naturale vuole chesia per ognuno di noi

Mia madre lo sostituigrave in tutto e per tutto ma non permolto tempo Anche lei iniziograve ad accusare gli acciacchi del-la vecchiaia muovendosi a mala pena in casa

Di tanto in tanto pretende di essere accompagnata a ldquoCa-se Biancherdquo per salutare quegli ulivi che suo padre le ave-va lasciato in ereditagrave Anche lei lrsquoAngiulina te la Pantaleaoggi si egrave mossa tra quei filari come se non avesse addossoalcun affanno e malanno fisico A lei egrave sembrato come sesuo padre fosse ancora ligrave a lavorare giovane e speranzosocome aveva sempre fatto per una intera vita Ersquo rimasta alungo assorta tra quegli alberi spostandosi pensosa e com-mossa ora di qua ora di lagrave come quando da giovinettaaiutava nonno Vincenzo a legare le fascine della rimondao a piegarsi per terra a raccogliere quellrsquooro nero che si

tramutava poi in oro giallo splendenteUna settimana fa mia madre ha ricevuto una lettera una

brutta lettera Non era certamente la stessa lettera ricevu-ta dal nonno per andare in guerra Ma anche in questo ca-so srsquoegrave trattato di una guerra Non di uomini contro uominima di uomini contro ulivi Vogliono eradicare quei gigan-ti dal piccolo appezzamento di terra Oltre ad averci mes-so unangoscia addosso mia madre ha pianto a dirotto econ lei dallrsquoalto dei cieli avragrave pianto anche mio nonno so-lo ad immaginarsi una scena del genere

Ersquo una lettera che non ci fa dormire la notte e che ci spez-za il cuore

Mia madre egrave comunque molto speranzosa e si augurache tutto si risolveragrave per il meglio allo stesso modo di co-me si risolse il caso di mio nonno che si presentograve a noiquando ormai tutti lo avevano dato giagrave per morto Lei nonfinisce mai di dirci che la vita a volte puograve avere un lieto fi-ne come in una bella favola

Lei egrave anche una donna paziente giusta saggia ed aspet-ta con grande ansia che il caso si risolva positivamente Ma

con il trascorrere dei giorni la speranza le sta venendo me-no ed allora ci esorta a tenere duro e a non desistere

Lei egrave anche una donna forte battagliera determinata adogni cosa ed egrave arrivata a dirci a chiare lettere che tutto po-tranno toglierci ma non il diritto di difendere ciograve che ciappartiene

La nostra storia i colori i profumi e i frutti della nostraterra i nostri alberi di ulivo sono ligrave in contrada ldquoCaseBiancherdquo e noi saremo ligrave a difenderli sino alla fine

Stessa cosa avrebbe detto Nonno Vincenzo se fosse an-cora in vita Lui da giovane ha offerto le sue braccia e lasua vita per difendere la Patria Italia e dalla Patria non haricevuto mai nulla

Ora a voi uomini senza cuore uomini di pietra rivol-giamo la preghiera di rispettare e di non toccare i nostriulivi che da tante generazioni sono per noi salentini la no-stra anima il nostro unico sostentamento bull

Enza Pagliara

Srsquointitola Respiri di pietra Monumenti megalitici del Salen-to (Lupo Editore Copertino 2014) il libro fotograficoche il ligure ma milanese drsquoadozione Leonello Berto-

lucci ha voluto donare allaTerra fra i due mari lrsquoanticaMessapia Un libro dalla co-pertina nera dal cui centrosorge come un astro lucente lasilhouette del maestoso trilitedenominato Chianca di SantoStefano di Carpignano Salenti-no La luce che dalla pietra sifa cogliere dal fotografo egravestrana e coinvolgente infattiil gioco di luci e ombre lrsquoan-tropizza a tal punto da farcelapercepire come energia vitale

Dal suo blog sappiamo cheegli egrave laquonato in Liguria e ap-prodato a Milano negli anni Ottanta ha intrapreso la stradadel reportage fotografico lavorando per alcune testate eagenzie italiane in seguito hanno avuto inizio collaborazio-ni internazionali tra cui quella con lrsquoagenzia ldquoSygmardquo di Pa-rigi Sue foto sono apparse su testate quali ldquoTimerdquoldquoNewsweekrdquo ldquoSternrdquo ldquoParis-Matchrdquo ldquoEpocardquo Ha fondatoe diretto per alcuni anni unrsquoagenzia fotogiornalistica mentreoggi continua a fotografare e condurre tutta una serie di at-tivitagrave nel campo della cultura fotografica vengono pubblica-ti suoi libri drsquoimmagini e allestite sue mostre organizzaeventi ed egrave docente in corsi e scuole di fotografia Egrave consu-lente in campo editoriale e multimediale ed egrave chiamato an-che a ricoprire il ruolo di photo editor in redazioni di giornaliha scritto il primo libro in Italia sullrsquoargomento col titoloProfessione Photo Editor Della sua attivitagrave si sono occupateriviste di fotografia come ldquoFotopraticardquo ldquoIl FotografordquoldquoNuova Fotografiardquo ldquoPhotordquo ldquoPhotographiardquo ldquoTechnoPhotordquo ldquoGente di Fotografiardquo ldquoFotocomputerrdquo Gli piacegiocare e nelle edizioni del ldquoPulcinoelefanterdquo [editore drsquoar-te che stampa in proprio rari esemplari di bibliofilia] le suefotografie giocano con testi tra gli altri di Alda Merini To-nino Guerra Enzo Sellerioraquo

Di lui hanno scritto Roberto Mutti laquoLeonello Bertolucci sa recuperare la pun-

tigliositagrave e la curiositagrave per ogni aspetto della vita Ma anchesoprattutto la capacitagrave di ascoltare e trasformare in immagi-

ni i sussurri da contrapporre alle grida di cui in troppi sem-brano non poter piugrave fare a menoraquo

Giuseppe Turroni laquoEsiste in Bertolucci davvero incante-vole e incantato il piacere del fare del raccon-tare del vedere sia pure strizzando lrsquoocchiocon ironia ripetiamo e senza malizia alle infi-nite contraddizioni e ambigue variazioni e va-lenze del mondo reale Egli ci restituiscematerie precise le scansioni di un racconto ter-so e delicato e il suo occhio fotografico egrave perripetere un verso di Sylvia Plath ldquoesatto e drsquoar-gentordquoraquo

Gino Patroni laquoLa prima foto della mia vitami fu scattata in un cortile di via Cernaia tra icaseggiati delle Elementari e la palestra dellaldquoPro Italiardquo Ovviamente una foto scolasticaricordo di fine drsquoanno Noi ragazzini in fittogruppo su un lato il maestro alto nei nostriconfronti come un campanile accanto alla

chiesa ndash Fermi ndash gridograve il fotografo con voce da sergenteprima del lampo Da allora ho conosciuto molti fotografiquasi tutti da bottega persino uno a Kopenik (Berlino) nelsettembre 1944 Insomma una foto da gefang (prigioniero)per gli archivi burocratici del lager Risultai magrissimoLrsquoultimo fotografo che ho conosciuto in ordine recentissimodi tempo egrave uno spezzino Leonello Bertoluccihellipraquo

Bertolucci che egrave fotografo professionista ha unrsquoidea benprecisa del suo operare Il suo archivio fotografico egrave colmo dicentinaia di migliaia di fotografie tanto da fargli scrivere

laquoHo perseguito unrsquoidea fotografica ci ho creduto e lavora-

20 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

AUTORI amp EDITORI

Giurdignano (LE) - Menhir vicinanze 2

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 21

to Ma ora di fronte alla quantitagrave di fotografie e di scelte pos-sibili sono in crisi Voglio strutturare un percorso coerentee sensato Molte decisioni srsquoimpongono e la mia parte emo-tiva litiga con quella razionale Cerco un occhio ldquoaltrordquo chemi aiuti a muovermi sul confinehellipraquo

Cosigrave pure egli conosce bene lrsquoarte della fotografia tanto dascrivere

laquoIl vero problema non egrave fare una foto sbagliata ma fareun uso sbagliato della foto Il brivido corre non quando tuguardi una fotografia ma quando lei guarda te Ogni foto-grafia ha cinque lati i primi quattro delineano lrsquoinquadra-tura il quinto egrave il suo lato oscuro Fotografare dovrebbeprovocare uno strabismo buono guardarsi dentro mentre siguarda fuori Lrsquoediting di una narrazione fotografica egrave unviaggio dentro il suo senso come ogni viaggio presupponeun punto di partenza e uno drsquoarrivoraquo (tratto dal blog Quan-do un Photo Editor)

Oggi Leonello Bertolucci ha fotografato anche il Salentouna sua parte profonda e radicale che si perde nella nottedei tempi i megaliti i maestosi massi che il Salento custodi-sce cosigrave come una madre custodisce i suoi figli

A introdurre il libro Respiri di Pietra con una sintesi stra-ordinaria e una cosmogonia stupefacente egrave Edoardo Win-speare il regista nostro conterraneo che con la sua operacinematografica ha fatto conoscere il Salento in tutto ilmondo Egrave stupenda la visione che egli ha della terra nellaquale viviamo Edoardo egrave nato a Depressa (Tricase) in unodei castelli ancora oggi attivo e accogliente Bertolucci inve-ce da qualche tempo ha acquistato una casa a Corigliano

drsquoOtranto dove ritorna da Milano quando sente il bisognodi rifugiarsi nellrsquoabbraccio magnogreco dellrsquoantica terramessapica

Nellrsquointroduzione al libro Winspeare scrive laquoNel Salento il mare egrave azzurro-verde e ha una trasparen-

za cristallina gli alberi di ulivo secolari incutono rispetto co-me ogni monumento della natura la terra egrave rossa come ilsangue ma ciograve che rende questo finisterrae drsquoEuropa un ter-ritorio davvero unico egrave la pietra Per i salentini la pietra egrave co-me il legno per gli indios amazzonici o i popoli sciamanicidella Siberia

Nellrsquoantica Messapia non si edificava con i mattoni il le-gno era quasi sconosciuto come materiale da costruzionetutto era di tufo carparo pietra leccese di Cursi drsquoAlessa-no di Soleto si era circondati da peshchi cuti stozzi patrud-dhi feddhe e ancora altri nomi [hellip] per definire ogni piccolavariazione della pietra [hellip] I menhir e i dolmen sono unapresenza abituale nelle nostre campagne Il loro fascino mi-sterico ne fa agli occhi di chi sa guardare degli ieratici sacer-doti intermediari fra il cielo e la terra quasi fossero dei moaimediterranei eretti come monito trascendentale dellrsquoesisten-za umana Leonello Bertolucci fotografo sensibile ha sapu-to guardare dove altri vedono solo Le sue immagini deinostri megaliti sembrano sguardi da un terzo occhio quellodellrsquoanimaraquo

Stupende queste parole di Edoardo che permettono allospirito umano di godere della bellezza della natura Parago-nare i nostri menir ai grandi moai dellrsquoisola di Pasqua (Ra-pa Nui) significa veramente aver capito fino in fondo ilsignificato che gli antichi abitatori di questa terra volevanodare a quei grandi massi ritti come spinotti conficcati nellaroccia

E tale comprensione egrave rilevabile pure nelle fotografie diBertolucci che intitolando il libro laquoa tutti i nostri padri a[suo padre]raquo ha guardato attraverso lrsquoocchio magico dellafotocamera i megaliti del Salento quasi fossero dei nostriantenati Cosigrave il suo percorso fotografico ha attraversatocampagne e rilievi collinari consacrando al nostro immagi-nario i megaliti di Giurdignano Giuggianello Otranto Mi-nervino di Lecce Carpignano Salentino MelpignanoMartano Bagnolo Cursi Patugrave Corigliano drsquoOtranto Pal-mariggi Cannole UgentoTerenzano Calimera Diso Cosigraveil suo libro immortala la bellezza e la severitagrave dei menhirdei dolmen delle specchie del Masso della strega degliipogei delle chianche della Centopietre della Pietra di sanVito del megalite di Terenzano Tutte pietre che respiraro-no energie vitali

Martano (LE) - Specchia dei mori

22 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Sotto una pregevole litografia ottocentesca custoditadai frati francescani di Soleto figura la seguente le-genda Nel 1568 un giocatore furibondo vibrograve due colpi

sul volto della Sacra Immagine di Maria dipinta sul muro di unacappella dove poi fu eretto il Convento de PP Riformati in Sole-to e bestemmiando disse Io noncredo che tu sei la madre di Diose non mi fai ammazzare stase-ra Dalle ferite della Sacra Effi-gie scaturigrave molto sangue e inquella sera lrsquoempio sacrilegosulla porta di Soleto fu uccisoLa prodigiosa immagine cosigrave fe-rita ed intrisa di sangue si ado-ra nel tempio del succennatoConvento

La litografia riproduce asinistra un giovane mentrecon unrsquoaccetta colpisce il vi-so di una Madonna col Bam-bino e a destra la suauccisione ad opera di un ma-cellaio armato di coltelloSullo sfondo lo skyline diSoleto con la guglia di Rai-mondello Orsini del Balzocollocata in un improbabilepaesaggio collinare

Comrsquoegrave noto nel 1568 il le-gnaiolo Giacomo Lissandridopo aver perduto al giocotutti i suoi denari entrato in una cappella campestre si-tuata fuori le mura di Soleto in un terreno dove poi sorge-ragrave il Convento dei Frati Minori colpigrave con una scure laldquofaccia bella della Madonnardquo ldquodipinta sulla pietrardquo dallaquale ldquosgorgograve sangue vermigliordquo come enfaticamentepuntualizzava il panegirista soletano Giuseppe Stanca inuna sua predica del 27 luglio del 1908 La sera stessa lrsquoem-pio oltraggiatore sconvolto dallrsquoincubo del delitto venne pu-gnalato e ammazzato dal macellaio Luigi Rullo nei pressidella Porta S Antonio detta nel lsquo500 Porta di borea La lito-grafia ci restituisce lrsquoimmagine della Madonna affrescata inuna edicola campestre ma P Diego Tafuro da Lequile nel-la sua Relatio Historica affermando che il Lissandri gioca-

va intra eandem aediculam confermava che si trattograve di unacappella coperta anche se di piccole dimensioni Dellostesso parere furono nel 1724 Padre Bonaventura Da La-ma e poi Padre Benigno F Perrone Nessuna fonte ci dicecon chi il Lissandri giocava e perdeva a carte nella cappel-

la Sappiamo perograve che Gia-como Lissandri potrebbeessere il figlio di Antonio Les-sandri vivente nel 1546 men-tre un documento del 1622segnala la natura violentadella famiglia Rullo Si sostie-ne infatti che Giovanni Rul-lo forse nipote del macellaioLuigi havesse (anche lui) am-mazzato uno de Soligraveto (Soleto)del quale non si sa il nome

Come segnala una divotapreghiera del 1789 su Giaco-mo Lissandri sembrograve abbat-tersi lrsquoira divina e se non fossesopravvenuta la morte vio-lenta sarebbe stato sicura-mente scomunicato dalpreoccupato arcivescovo diOtranto il napoletano PietroAntonio de Capua il qualecon le Costituzioni sinodali ndeg26 e ndeg 47 delle complessive58 stabilite nel Sinodo del1567 (si badi bene un anno

prima del fatto sacrilego) quasi a preconizzare i fatti di So-leto cosigrave disponeva Scomunicamo tutte quelle persone chenelle chiese et luochi sacrihellip faranno o giocheranno a carte o adadi et ad altra sorte di giocho proibito E ancora Scomunica-mo tutte quelle persone le quali temerariamente con pietra fer-ro (nel nostro caso unrsquoascia) o qual sivoglia instrumento diqual sivoglia modo feriranno o guasteranno lrsquoimagine del Cru-cifisso della Gloriosa Vergine Maria (nel caso di Soleto la Ma-donna delle Grazie) et altri Santi

La minaccia di scomunica quindi gravava su chi gioca-va a carte o a dadi nelle chiese e su chi sfregiava le imma-gini sacre

Il compianto prof Mario Marti in un suo bellissimo ar-

UNA FINESTRA SUL PASSATO

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 23

ticolo intitolato ldquoDonne e madonne salentine fra memoriae democulturardquo coglieva appieno lrsquoespressione singolaredella Madonna soletana che lui osservava spesso durantele visite nella ldquosuardquo Soleto Cosigrave infatti ricordava ldquoHoavuto modo di vedere tante volte il viso allora in una te-ca e coperto da un panno un porsquo atono e distante dellrsquoim-magine sacra un porsquo astratto e metafisico che puograve farpensare veramente piugrave a una severitagrave di esemplare giusti-zia (come avvenne allrsquoempio oltraggiatore Giacomo Lisan-dri) che a una maternitagrave fatta drsquoindulgenza e di perdonordquo

Lrsquoaffresco della Madonna delle Grazie databile alla pri-ma metagrave del Quattrocento rievoca echi rinascimentali (co-me nota Sergio Ortese) ed egrave impostato secondo i canoni

della prospettiva Venne poi incastonato nella nicchia cen-trale dellrsquoaltare maggiore nella chiesa conventuale dei Fra-ti Minori di Soleto giagrave nel 1617 denominata S(anc)taM(ari)a della Gr(ati)a completata nel 1614 con molta pro-babilitagrave dallrsquoarchitetto neretino Maria Tarantino

Tutti parlano di una Madonna severa con lo sguardoperso nel vuoto mentre il Bambino sorridente regge conla destra un piccolo ventaglio liturgico e con la sinistra gio-ca con un uccellino Si tratta invece di una Mater amabilisvolta a suscitare la misericordia di Dio verso i fedeli

Lo sguardo triste mesto e distaccato della Vergine estra-neo al gesto sacrilego del Lissandri egrave solo presago dellaPassione del Figlio raffigurata dal corallo rosso che pendedal collo del Bambino simbolo del suo sangue e della suamorte in croce

BibliografiaEgrave utile consultare L MANNI La Madonna delle Grazie di Soleto Galati-

na 2001 pp 43-53D Donato DE LUCA Divote preghiere per la novena della Madonna delle

Grazie Gallipoli 1897 pp 11-31B F PERRONE I conventi della serafica riforma di S Nicolograve in Puglia II

Galatina 1981 p 171M MARTI Donne e Madonne salentine fra memoria e democultura in

ldquoRassegna trimestrale della Banca Agricola Popolare di Matino e Leccea VIII 1 Galatina marzo 1982 p 127

L MANNI Guida di Soleto (a cura di M CAZZATO) Galatina 1992pp 41-42

L MANNI Santi e miracoli nel Salento Galatina 1996 pp 90-93 123

laquoMorsquo vu cuntu nu cunturaquo ni dicigravea la nonna Anna E zzacca-va a cuntare

E tutta la stanza se lsquonchia chianu chianu de fate de streche demachi e macare de re e de regine e puru de li nanni orchi ca nifacigraveanu ghiacciare lu sangu sulamente cu li pensagravevamu

Ma pe pocu tiempu perograve Finu a a quandu nu rrivava lu mu-mentu mentru la nonna sta cuntava ca li pariti e la stessa lagrave-mia de la stanza allrsquoimpruvvisu scumparigraveanu e lassavanu pertulu cielu e allora se perdigraveanu tutti le fate le streche li machi e linanni orchi e nui vidigraveame a lsquoncapu luccicare sulamente le stel-le e le lune e poi a centu a centu passavanu prucissioni de ca-valieri cu le curazze drsquooru e li pinnacchi e lu tiempu nu sapivise era moi o poi o prima essendu ca ni sentigraveame puru nui in-tru a lu cuntu ca la nonna sta cuntava E poi vidigraveame allrsquoim-pruvvisu li draghi e li cavaddhi alati ca sfrecciavanu vulandu ese putigravea sentire comu nu striunizzu propiu a mmienzu a la stan-za ca era ddeventata na fureata incantata e alla fine se dduma-vanu tante luciceddhe ca tremulavanu luntanu luntanu e poise perdigraveanu a rretu allrsquoorizzonte ndash a lu scuffundu dicigravea la non-na ndash addhai ci nu canta caddhu e nu lluce lunahellip

Pensagravetila comu vuliti ma ju sursquo sicuru ca prima o poi a nucertu giurnu precisu a lu postu magicu addhai ci se cugraventanulsquoncora li cunti de na fiata me incontru lsquontorna cu la nonna An-na percegrave lrsquoaggiu rrecalare na bella cosa ca mi la cunservu pe id-dha de quandu era picciccu picciccu

E ci sape se cu lrsquooccasione la nonna (ca mi lrsquoja prumigravesa) numi presenta finalmente la fija de lu Re percegrave de quiddha sursquo sta-tu sempre e suntu lsquoncora lsquonnamuratuhellip

Quista leggenda ca stegrave pe cuminciare quarchedunudice ca lrsquoave inventata nienti de menu ca LeoneTolstoj lu famosu scrittore de la Russia Quarche-

dun addhu dice ca egrave stata ripresa de lu scrittore Italu Cal-vinu A mie cu bbu dicu lu giustu mrsquohanu sempremparatu ca ede na storia vera originaria de le muntagnede lrsquoArta Italia ca poi egrave scisa chianu chianu a le parti decquassotta a nui e puru a la famija nogravescia ca pe la veritagrave egravesempre stata patriottica Tantrsquoegrave veru ca allrsquourtima de li un-dici fij avuti de la nonna Anna lu nonnu Paulinu nogravesciuvoze cu li degravescia lu nome de Triestina propiu a onore dela cittagrave de Trieste ripijata allrsquoAustria a la fine de la primaguerra mondiale

Vabbegrave Comu ede comu nun ede lsquostu cuntu ca morsquo vucuntu a casa nogravescia era deveru de casa percegrave ogni tantuscigravea e bbenigravea pe vucca no sulamente de la nonna Annama cchiui de na fiata puru de la zigrave Ninetta e addhe fiate dela zia Teresina e de la zigrave Cetta o puru de la Rusaria ca erala cugina crande e ca ede lsquoncora viva e vegeta cu la bonasalute e li mandu nu baciu

Allora siti pronti Se siti pronti zzaccuCrsquoera na fiata nu Re ca tenia nu fiju unicu La Regina di-

fatti srsquoja mmalazzata cu lu parturisca e de tandu a lsquompoinu potte avire cchiui nisciunrsquoaddha cravidanza

Lu Re naturalmente li vuligravea ancora cchiugrave bene a lsquostu fi-ju unicu E si lu cocculava e lu nsistigravea ogni mumentu esciucava cu iddhu e li cuntava storielle curiose cu lu di-verta e li facigravea rrecali drsquoogni ben di DiulsquoNsomma cerca-va cu lu ccuntenta in tuttu e per tuttu

Ma lu principinu invece era sempre scuntentu Morsquo era puru ddeventatu carusu nu giovanottone ertu

beddhu e distintu comu nu veru Principe Scigravea a lsquoncaccia

ma de malavogliaComu cuminciava afare na cosa dopu nupocu se ncaddhiscia-va Lu Re lrsquoja datu pu-ru nrsquoarmata de sur-dati cu lu invoglia al-lrsquoavventura ma id-dhu mancu pe lacapu

Nu paru de fiate cuccuntenta sigraverasa ca luspingigravea quasi a lsquonfor-za ja puru partecipa-tu a lu torneu de lacavalleria ca se tenigraveadorsquo fiate lrsquoannu ma secapigravea subitu ca a lugiovane nu li cuddha-va percegrave nu teniapropiu piacere denienti e lu cchiui de lefiate stava sempremalinconicu

Crsquoeranu periudi capassava sciurnate in-tere nfacciatu a lubalcone cu lu sguar-du persu luntanu

laquoMa cce hai Cce edeca ti mancaraquo li ddumanda-va sigraverasa

laquoNu sacciu mancu iuraquo ri-spundigravea iddhu

laquoForsi ca sinti lsquonnamura-tu ndash cuntinuava lu sirendash Harsquo misu lrsquoocchi su qual-che beddha carusa Dimmigrave-lu fiju miu ca de vagnunebeddhe ne truvamu centu efosse puru la fija de lrsquoImpera-tore oppuru na semplicecontadina se propiu ti pia-ce ti la fazzu spusareraquo

Nienti Lu Principe co-tulava la capu e mancu lirispundigravea

Ddhu poveru cristianu

de lu Re alla fine lrsquojapruvate tutte inutilmen-te cuncerti de musicafeste de ballu sfilatemascherate numeride scioculieri animaliparlanti

Alla fine decise fice nu bandu e chiamau a cunvegnu limeju duttori professori studiosi e filosofi de tuttu lu Re-gnu e finalmente dopu sette giurni e sette notti de assem-blea ci foe na parvenza de rimediu a la situazzione

Lu Capu Sapiente ca tenigravea la barba vianca e lu parlare

24 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

pulitu li disse a luRe laquoMaestagrave abbiamoindagato e ragionatoprofondamente Abbia-mo studiato le StelleChiesto consiglio al-lrsquoAurora e al TramontoInterrogato il SilenzioEsplorato lrsquoOscuritagrave e ilDubbio E aperto infi-ne tutte le novantano-ve porte del MisteroOra per liberare vostrofiglio dalla malinconiadovete cercate un uomoche sia contento Macontento in tutto e pertutto Di se stesso del-la sua famiglia dellapropria occupazionedella sua casa del paesedove vive della genteche incontra dellrsquoariache respira delle stagio-ni che cambiano e an-che degli animali deglialberi delle montagnecosigrave come pure del mareo dei fiumi e dei laghi edi tutto ciograve che lo cir-

conda Quando incontreretequestrsquouomo prendete la sua ca-

micia e scambiatela con quella di vostro figlio E il Principe fi-nalmente guariragraveraquo

Lu Re se dese de fare subitusenza mancu cu perda nu

minutu lu tiempu curraccoja tutti lrsquoamba-sciatori de lu Regnu

ccumpagnati de centusurdati segretari mes-saggeri currieri esplo-ratori e aiutanti drsquoogni

genere e li sparpa-jau a li quattru pizzi cu

se degravescianu de fareE foe cusigrave ca dopu nu

paru de giurni li pur-tara nu Monacu rumi-tu

laquoMonacu santu dim-mi se sirsquo cuntenturaquo liddumandau lu RelaquoCertu Maestagrave Sursquocuntentu de intru e de

fore La solitudine fur-tifica e santificaraquo laquoBravu Bravuraquo li disse lu Re E poi li fi-ce lsquosta pruposta laquoVorsquo cu bbieni cu mie a lu castellu pe dire lepreghiere intru a la cappella realeraquo

laquoMacari Maestagrave E comu no De corsa vegnu a lu castel-lu Cusine me pozzu rripusare nu pocu ca stisu sempre lsquonter-

ra sulu sulu e pe lu friddu de certe notti a le fiate mi vene la ma-lincuniaraquo

laquoVane vane Monacu rumitu Se eri veramente cuntentu nudesideravi cu stai meju de cu comu stai Via Viaraquo li cridau luRe Li dese na borsa de munete drsquooru e lu cacciau

Dopu nrsquoaddhu paru de giurni li purtara nu Massaru catenigravea cchiui de decemila pecure e nu crande llavitu e erariccu spundatu ma era puru tantu bbonu de core ca davafatigravea a ci la cercava e rrecalava de mangiare a tutti e purusordi a ci tenigravea bisognu e tutti li vuligraveanu bene e iddhu eracuntentu

laquoMassaru Massaru se vide ca sigrave cuntentu Ma tie deveru tesienti cuntenturaquo li ddumandau lu Re laquoCertu Maestagrave Co-mu viditi ssignurigravea stessu iu tegnu tuttu e cchiui de tuttu etutti mi vogravelanu bene Perograveraquo

laquoPerograveraquo li rripetigraveu lu Re ca vuligravea cu saccia de cchiuilaquoPerograve lrsquoanni passanu Maestagrave E mi vene la malincunia quan-du pensu ca prima o poi puru iu aggiu murire e aggiu lassaretuttu quiddhu ca tegnuraquo

laquoVane vane Massaru riccu spundaturaquo li cridau lu Re laquoSeeri veramente cuntentu nu desideravi cu eggi eternu ca sulu alu Patreternu li spetta Via Viaraquo Li rrecalau na borsa demunete drsquooru puru a iddhu e lu cacciau

Poi dese ordine a li surdati cu nu li portanu cchiui ciu-vieddhi pe ddha settimana percegrave era rimastu tantu delu-su de lsquosti primi risultati ca era meju cu se ddefrisca nupocu E ccumpagnatu de quattru cavalieri se ne scigraveu que-tu quetu a lsquoncaccia intru a lu voscu

A lu tramontu quandu sta turnava a lu castellu passan-du vicinu a na capanneddha ca sta cadigravea arsquostozze lsquontise navoce ca dicigravea laquoCrazzie Signore miu Puru ogravesce mrsquoai pruvvi-dutu cu faticu e cu mangiu Aggiu sudatu e me sentu nu pocustraccu pe la fatigravea ma sursquo cuntentu lu stessu Morsquo mi mangiu nupocu de minestra poi me curcu me riposu e crammatina comusempre cu lrsquoaiutu de Ssingurigravea me ddisciatu cchiugrave friscu e cchiugravefelice de na rosaraquo

laquoEcculu ndash disse lu Re cittu cittu ndash Finalmente lrsquoimu truvatuquistu ede propiu lu cristianu cchiugrave cuntentu de tuttu lu Regnu Las-sagravemulu cu mangia ca poi trasigravemu e facimu cu ni degravescia la camisaraquo

E dopu nu pocu trasegravera lu Re cu tre surdati E ddhu cristianu ca srsquoja giagrave menatu su lu liettu e quasi

sta pijava sonnu se zau fuscendu e ddumandau cce buligraveatutta ddha gente a casa soa E lu Re in persona li disse cusi caccia lsquoddha specie de cuperta ca tenigravea lsquonturtijata susue cu li degravescia la camisa ca tenigravea de sotta ca li servigravea Ca poipe lsquostu favore lu rrecalava cu nu saccu chinu de giuielli ede munete drsquooru E ddhu cristianu ca ncora nun ja capitusi la cacciau sugravebitu ddha specie de cuperta ca tenigravea lsquontur-tijata susu

Ma sotta nun crsquoera nuddha camisa Nu la tenigravea la cami-sa ddhu poveru cristianu Nu lrsquoja mai tenuta a lsquonvita soa

Cari amici a la fine de lu cuntu la nonna Anna ni dicigravea sem-

pre ca la camisa de la felicitagrave nun esiste Lu segretu ede unu su-lu rripetigravea ognunu de nui tocca cu se saccia nccuntentare Cula camisa o senza Percegrave nu sempre egrave certu ca unu ca la tene lacamisa ede alla fine cchiugrave cuntentu e felice de unu ca invece nula tene

Cu tanti Auguri de bone Feste e cu la bona saluteMelanton-Roma 2015

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 25

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

26 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Era stata educata a Galatina

Sofia Stevens nacque nel 1845 a Gallipoli figlia del vi-ce Console inglese nella citta salentina Henry Stevensche rimase in carica fino al 1867 anno in cui morigrave An-

che il nonno di Sofia Richard era stato vice console dal1829 fino al 1853Mentre la madre diSofia era una nobil-donna di originefranco-napoletanaCarolina Auverny

Sofia era la secon-da di cinque figli (trefemmine e due ma-schi) ed era stataeducata prima a Ga-latina poi alla etagrave diundici anni fu man-data a Napoli doveebbe per maestro dilingue e di poesia Fe-derico Villani aquindici anni ritornograve

a Gallipoli e di qui ebbero inizio come era norma per i gio-vani di buona famiglia i viaggi di formazione in Europa

Con lo zio Giovanni Auverny per due anni Sofia non fe-ce che viaggiare Parigi Madrid Berlino Zurigo Monacodi Baviera Copenaghen ecc Si perfezionograve negli studi clas-sici conoscendo oltre lrsquoitaliano il francese lrsquoinglese lo spa-gnolo e il tedesco e rientrata a Gallipoli cominciograve ascrivere per proprio conto fincheacute morto il padre nel 1867(Sofia ha 22 anni) si trasferigrave con la madre e tutta la fami-glia a Napoli Qui sposograve senzrsquoamore Settimio Bartocci Idue vissero tra Gallipoli e Napoli a seconda delle stagio-ni fincheacute nel 1873 venne diagnosticato a Sofia (ha soltan-to 28 anni) un tumore al seno Da questo momento in poiSofia si trasferisce definitivamente a Napoli Non rivedragravepiugrave Gallipoli Operata tre anni dopo muore il 9 agosto1876 a soli 31 anni di etagrave

Muore con il rimpianto di un amore infelice e con la suaGallipoli nel cuore

Lascia scritte con il lapis in vari quaderni-diari 350 poe-

sie che aveva cominciato a scrivere fin dallrsquoetagrave di 15 anniVerranno pubblicate postume nel 1879 sotto il titololdquoCantirdquo come avrebbe desiderato lei stessa che ammira-va e amava moltissimo i ldquoCantirdquo leopardiani

Era una creatura dolce e malinconica morigrave infeliceVi chiederete comrsquoera Sofia Stevens questa singolare no-

bildonna gallipolitana dellrsquo800Non abbiamo testimonianze coeve ma dallrsquoeffigie del ri-

tratto che ci ha lasciato e soprattutto dalle poesie che ha la-sciato come sorta di testamento spirituale egrave facileimmaginare una creatura dolce fine delicata pallida pa-tetica malinconia romantica e tuttavia non era una fan-ciulla tutte trine e sospiri

Era intelligente colta conosceva quattro lingue di carat-tere molto riservato era schiva viveva appartata aveva unmagnifico rapporto con la natura che la circondava e so-prattutto Sofia si sentiva profondamente gallipolitana fi-glia di quella terra un porsquoruvida ma splendida e generosaE ciograve lo esplicita nelle sue poesie che sono di chiara imita-zione e sul modello tardo-romantico alla Prati o alla Ale-ardi tanto per intenderci anche se il suo modelloinarrivabile fra tutti i poeti da lei conosciuti era GiacomoLeopardi il poeta del dolore a cui si sentiva molto vicinosia per il suo temperamento malinconico che per le tristi

POETI SALENTINI

Gallipoli (LE) - Antica raffigurazione del porto

Sofia Stevens

di Augusto Benemeglio

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 27

personali vicende biografiche Le poesie di Sofia Stevenssono molto sentimentali talora sognanti malinconichedolenti Ma ciograve che ella prova non egrave finzione non appartie-ne alla convenzione percheacute la sua vita fu veramente brevedolorosa e infelice costretta a sposare un uomo che nonamava e a patirne tutte le amare conseguenze e infine col-pita da un male terribile allora incurabile che lrsquoavrebbeportata alla morte tra atroci sofferenze fisiche e spirituali(ldquoA lrsquoalma mia tapina tormenti senza fine innanzi pa-rahelliprdquo) a soli 31 anni

Dal cielo son discesaIn questa fonda valleE al suolo mrsquoha protesaUn infelice amoreNon piugrave lrsquoamorchrsquoio vagheggiava tecoE che potea securaFin confidare a lrsquoecoDe le paterne muraMa di foco avvampante passioneChe sebben corripostaTerribile tenzoneContro me stessa ha impostoInvano io vograve domarlaQual fa lrsquoondaTanto furente da schiantar le digheFuori trabalza e tutto intorno inondaE seco trascinando la rovinaA lrsquoalma mia tapinaTormenti senza fine innanzi paraE mrsquoapparecchia la gelata bara

La ruvidezza degli antichi scogliSofia lrsquoabbiamo detto amograve molto la sua terra natia Gal-

lipoli che considerograve sempre sua prima vera autentica pa-tria sebbene non ci abbia vissuto moltissimo E alla suaterra dedicograve descrizioni poetiche non convenzionali conunrsquoattenzione particolare alla precisione terminologica nelcampo della fauna e della flora salentina frutto della suacuriositagrave e passione per la botanica e le scienze naturali

hellipE si distendeSursquo sassi calcinati darsquo fulgoriDe lrsquoastro che in maggiore in ciel risplendeDiserta vrsquoegrave perograve rude la zollaDa pochi sterpi adorna e serpollinohellip

A me cresciuta Sopra lido marina avanza in coreLa ruvidezza dersquo nativi scoglihellipAride pietre e meste io veggo intornoOve licheni biondi e serpollinoSono i soli a profumar cocente il giornohellipErsquo qui sabbioso il suolo e non vrsquoha ramoE pure e pure questa terra io lrsquoamo

ldquo E mrsquoegrave duolo perenne la vitahelliprdquoAl periodo della fanciullezza e dellrsquoadolescenza si con-

trappone la dura realtagrave del presente in cui sono definitiva-mente tramontati i sogni e le speranze di coronarefelicemente il suo amore Chi domina incontrastato ora egrave ildisinganno e la disillusione

Lrsquoalma fidente si commuove e speraMa il disinganno apparehellipah rio velenoMa finite le gaie stagioniOgni speme con esse egrave partitaOra ignoro gli amori ed i suoniE mrsquoegrave duolo perenne la vita

Giglio nellrsquoombra e nel gelo sullo sfondo di un accesotramonto

Il dolore e la tristezza dellrsquoanimo di Sofia malata in pre-da anche allo sconforto di non poter piugrave rivedere Gallipo-li percheacute il viaggio le sarebbe troppo doloroso fannoaffacciare nella giovane donna lrsquoidea prepotente della mor-te E lo fa con accenti e riecheggiamenti chiaramente leo-pardiani

Oh felici coloro cui concessoErsquo giagrave il riposo de lrsquoeterno sonnoLagrave presso lrsquoonde di quel mar serenoSotteso le robinie e le gaggieDe le fiorite italiche pianureDove srsquoascolta il cinguettio giocondoE dove il pianto semplice donzellaVersa devota sopra lrsquourna amica

Donna Sofia Stevens a cui Gallipoli ha dedicato unavia nel borgo una via discreta e appartata sulla rivieradi tramontana rimarragrave per sempre lrsquoemblema della de-licatezza e della femminilitagrave romantica ma anche dellatenerezza e del profumo discreto un candido giglio trale rocce unlsquoombra delicata e tenera sullo sfondo di unacceso tramonto di Gallipoli bull

28 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

PITTORI GALATINESI

Metafisica scettica mi piace defi-nire la pittura di Totograve Rossettispirito inquieto e indagatore cu-

rioso della condizione esistenziale con-temporanea

E con le sue opere il nostro egrave un ritorno auna ben strana e originale metafisica unametafisica questa volta salace arguta piugraveafferente ndash certo ndash ad uno spirito pirandel-liano ma ndash sento di poter dissentire da cer-ta critica ndash alquanto lontana dalla musainquietante dechirichiana

Rossetti non sembra estraniarsi dal pre-sente non intende costruire un universoche trascenda la realtagrave piuttosto sembravoler fare il verso ai costumi ai tic alle pes-sime abitudini della societagrave massificata inun intento intelligentemente neoillumini-sta che fa perno sulle sorti alternanti e mu-tevoli della natura umana messe a nudo elasciate al compiaciuto ludibrio del visitatore

E dentro questo programma di rivisitazione della socie-tagrave e dellrsquoindividuo occupano un posto preminente la ten-sione critica la contestazione sobria ed elegante che solo la

pittura metafisica puograve pronunciareQuesto nitore delle opere di Rossetti deriva dal fatto che

lrsquoartista sa innanzitutto padroneggiare con abilitagrave la figu-ra competenza che non pare fargli difetto bencheacute proven-

ga da una formazione autodidattaA ciograve si aggiunga anche in lui la

predilezione per talune citazionistilistiche come le incursioni ldquoopti-cal artrdquo o addirittura iperrealisteche costellano tutto un percorso dioriginalitagrave

Dunque una metafisica pura opiuttosto un ideale metafisicoPropenderei per questa seconda in-terpretazione dato che esiste unnon so che di esplicito in quel suocromatismo cosigrave vivido in quellasua fedeltagrave alla forma ndash reinventatasigrave - ma sempre cosigrave sensibile allatrascendentalitagrave e aggrappata al re-taggio concreto dellrsquoesistenza

Talora infatti dalla pitture diRossetti affiora la tentazione delpaesaggio come rispecchiamentodella vita interiore della socialitagraveaffiora altresigrave un elegante figurati-ldquoLrsquoarte invita alla pacerdquo - acrilico su tela

ldquoSirenardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 29

vismo informato a un vagheg-giamento estetizzante dellaforma quasi un esito compen-sativo della coscienza forte-mente avvertita del caratterearido e amaro dellrsquoesistenza

Rossetti pertanto riesce atemperare con questi ricorsi ladisperazione senza attese chegiustamente caratterizza lrsquoere-ditagrave storica della pittura meta-fisica

Un riscontro di ciograve va ricer-cato nel suo ricco repertoriografico che spazia dalla pubbli-citagrave alla satira e nel quale risie-de la sapida inventiva concet-tuale di un uomo ben radicatonel proprio tempo

Antonio Miccoli

Nella personale visione del-la realtagrave Totograve Rossetti ci dagraveuna pittura originale tesa alladescrizione di avvenimenti estati drsquoanimo della societagravecontemporanea in chiave me-tafisica

Le sagome umane negli at-teggiamenti veraci inserite inuna architettura classica dateatro sono da collegare con lospirito penetrante pirandelliano e dechiriano

Crsquoegrave una denuncia della tradizione e crsquoegrave un modo singo-lare di dipingere efficaci come risultato percheacute le ansie deipersonaggi sono espresse e chiuse in una ben orchestrata

sfera eticaLrsquoartista vive e soffre la tra-

sformazione drsquouna societagrave checolloca con forza esistenzialeisolandola e sommergendolanel vuoto drsquouna disperazionesenza attese o nellrsquoillusione dieffimere gioie terrene

I personaggi recano ciascunoil peso del proprio vivere

Lrsquoarte del Rossetti riesce cosigravead esprimere lrsquoinconsistentemutevolezza umana

Sirio Marcianograve

Quasi un ideale metafisico egravela pittura di Totograve Rossetti na-ta da una complessa lievita-zione di spirituale sensibilitagrave enel contempo di partecipazio-ne alla forma che si concretiz-za in elaborati il cui fascinoprincipale egrave dato dalla armo-nica sintesi attuata attraversouna sua ricerca multi cromaed efficace nella resa pittoricae nella ricerca del volumequanto mai significativa nelsuo apporto di tensioni e di vi-brante sensitivitagrave

La ricerca del discorso nuovoed originale egrave dettato dalla sen-

sibilitagrave dellrsquoartista in uno spazio temporale ben definitonon solo nellrsquoaspetto artistico ma anche umano

La sua figurazione si avvale di un concetto espressivo te-so alla leggibile rappresentazione dei soggetti e di un par

ldquoEvardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 31

ticolare mondo pregno di sensibilitagrave umana e come ldquomo-menti di vitardquo nel loro atteggiamento che coglie gli esseriumani mentre compiono determinati gesti che li caratte-rizzano esteticamente e interiormente lrsquointervento croma-tico egrave lasciato alla particolare sensibilitagrave di questo artista

I racconti di intime suggestioni di Totograve Rossetti sono unfluire incantato di immagini sensitive emotive e trepidan-ti di una estrema poesia che trasferite nel colore secondouna metodologia musiva e secondo un respiro delle zonepolicrome egrave una operazione pienamente riuscita soprat-tutto per lrsquooriginale impostazione giocata su fremiti viva-ci e su emozioni improvvise

Sia pur nella meditata complessitagrave delle sue armonioseopere che nellrsquointenso fluire di una poetica sostenuta dasquisita capacitagrave espressiva egrave infatti la tipica urgenzacreativa infrenabile di Totograve Rossetti che sulla tela divieneforza espressiva

Questo suo mondo pittorico in cui la carica dei simbolidi tattili emozioni di percezioni cromatico-strutturali vo-luttuosamente luminose qualificano nella densitagrave materi-ca una personalitagrave decisamente autonoma di quel suofluire spontaneo di quel vibrare continuo di forme e di co-lori narrati con gioia come vita in perpetuo movimento

Nella Mariani

ldquoPrimaverardquo - acrilico su tela

ldquoVenererdquo - acrilico su tela

Le Associazioni degli Amici della Musica sono diffu-se in tutta Italia da oltre un secolo e ubbidiscono a unprincipio esclusivo di promozione e diffusione del-

la musica della sua finalitagrave formativa ed educativa per igrandi valori estetici e morali che esprime

Forse queste Associazioni sono nate per cercare di col-mare una carenza di interessi musicali un vuoto istituzio-nale gravissimo di uno Stato latitante e come dice il MdegRiccardo Muti criminosamente colpevole della inspiegabi-le assenza di insegnamento nelle scuole italiane fra le po-che in Europa

Le Associazioni rappresentano sul territorio nazionaleuna delle poche sicure ancore di salvezza per una catego-ria di musicisti e professionisti una specie ad alto rischiodi estinzione

Dopo piugrave di un secolo di presenza di movimenti cultu-rali stagioni concertistiche concorsi pianistici e tante tan-te idee la situazione musicale italiana rimane incertaquasi sospesa nel vuoto dellrsquoindifferenza dei politici i piugraveresponsabili della storica incapacitagrave di governare la cultu-ra del paese

Non solo ma si assiste anche a frequenti ed assurdi epi-sodi di analfabetismo musicale da parte di molti intellettua-li per nulla impensieriti dalla loro ignoranza anzihellip moltifanno sfoggio in alcune interviste pubbliche financo dellapassione per la musica Poi si va a scoprire quasi sempreche il loro interesse o amore egrave per un genere che non va aldi lagrave delle insignificanti musichette di consumo

I veri amici della musica sono quelli non della ldquopizzica etamburellordquo non della ldquopopolarerdquo neacute della folk e dellarock ma qualche volta della jazzistica e sempre della co-siddetta ldquoClassicardquo per intenderci quella di Palestrina

Monteverdi Mozart Beethoven Cho-pin Schubert Liszt e tanti altri

Noi siamo la patria insieme a Ger-mania e Francia del patrimonio mu-sicale piugrave importante del pianetaRappresentiamo la meta che tutti imusicisti del mondo sognano ma ciograveche avviene per i beni artistici succedeanche per quelli musicali Infatti neabbiamo fin troppi e a volte cadononellrsquooblio alcuni musicisti per i qualialtre nazioni vanterebbero meriti ec-cezionali A Galatina per esempio cisiamo dimenticati di tre illustri citta-dini Pasquale Cafaro del rsquo700 Giu-seppe Lillo dellrsquorsquo800 e Adolfo Gal-luccio del lsquo900

LrsquoItalia a cui il mondo intero conti-nua ancora oggi a guardare con gran-de ammirazione e stima per la suainvidiabile storia della musica egrave ilPaese perograve dove stranamente meno lasi studia diminuisce il numero delle

orchestre scompaiono istituzioni corali e suoi teatri sof-frono per mancanza di risorse e per il loro malgoverno

Si ha lrsquoimpressione che da un momento allrsquoaltro tuttopossa collassare e implodere seppellendo lrsquoimmenso pa-trimonio musicale

Purtroppo lrsquoattenzione delle Istituzioni nazionali e loca-li continua ad essere deludente se non indifferente Ubbi-disce ad una tendenza tutta italiana che si puograve sintetizzarenel pensiero di un noto ministro di un recente governo chediceva ldquoCon la cultura non si mangiardquo

32 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ASSOCIAZIONI CULTURALI

1952 - Galatina (LE) - il Mdeg Bruno Massaro in concerto

Eppure lrsquoItalia egrave secondo le stime dellrsquoUnesco il Paeseche detiene il maggior numero di beni artistici e cultura-li del mondo ma investe meno risorse degli altri Paesieuropei

In Italia siamo al 27deg posto lrsquoultimo E come se non bastasse

queste poche risorse sonocontese da un numero ecces-sivo di Associazioni Enticulturali e Fondazioni e perdi piugrave mal distribuite e spes-so elargite con criteri estra-nei al principio della qualitagravee del merito

La storia musicale di Ga-latina comincia idealmentenel 700 con un suo musici-sta di fama come PasqualeCafaro prosegue nellrsquo800con Giuseppe Lillo compo-sitore di molte opere lirichee musica da camera e nel900 con Adolfo Gallucciodetto Galladol

Questrsquoultimo un musici-sta gentiluomo era un com-positore di pezzi straor-dinari che eseguiva con unasua piccola orchestra drsquoarchiin concerti pubblici e spessoin salotti privati ove ricordosi trascorrevano serate mu-sicali gradevolissime Inquesto stesso periodo forseinfluenzati dalla personalitagravedel Galluccio a metagrave anni50 alcuni amici si attivarono per dare vita alla prima As-sociazione Amici della Musica di Galatina

Artefici eccezionali di questo movimento culturale furo-no la nobildonna Luisina Vallone Sticchi il dott AngeloSodo animatore principale le profsse sorelle Gina e An-tonietta Piscopo la profssa A Congedo la profssa Wan-da Bruno il sig Raffaele Congedo

La prima sede dei concerti fu la palestra della Scuola me-dia ldquoG Pascolirdquo in cui ebbi il piacere di suonare alcune miecomposizioni elogiate dal presentatore allora giovane pre-sidente Angelo Sodo ora giudice in pensione

Dopo qualche anno ci si spostograve nella sala ldquoLillordquo ora Sa-la consiliare del Comune acui sono legato da un tristericordo fui respinto alla por-ta drsquoingresso della Sala per-cheacute sprovvisto di abbona-mento

Per me allora quindicen-ne lrsquoiscrizione allrsquoAssocia-zione era un lusso che nonpotevo permettermi

Intanto a fine anni 50 or-mai affermato nellrsquoambientemusicale galatinese e nonsolo fui incaricato dalla pre-sidente Vallone insieme al-lrsquoamico Virgilio Contaldodella vicepresidenza del-lrsquoAssociazione che in quelperiodo in cerca di una sedepiugrave confortevole fu ospitatanel Circolo cittadino ldquoCirco-lo dei Signorirdquo ora sede deiVigili Urbani Il salone eraabbastanza elegante e ca-piente e il pubblico nonmolto numeroso era suffi-ciente a tenere dignitosa-mente in vita le seratemusicali

In questa nuova sede lrsquoAs-sociazione sembrograve aver tro-

vato finalmente una sua collocazione piugrave in linea con leesigenze di raffinatezza ed eleganza delle sue serate

Ma non si era valutata la presenza di alcuni anticorpi chesi annidavano tra i Soci del Circolo

Succedeva non poche volte che alcuni ldquoSignorirdquo noncu-ranti del concerto in corso nella saletta di lettura a fiancodel salone non sapessero fare a meno della partita a carte

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 33

1990 - Il prof Zeffirino Rizzelli in undibattito pubblico al Centro Studi Musicali

e che nel momento meno op-portuno esclamassero ad altavoce frasi tipiche del gioco del-la scopa

Superati questi momenti em-blematici di un periodo storicoormai vicino al rivoluzionariorsquo68 lrsquoAssociazione perdette loslancio della prima fase e pianpiano si esaurigrave per mancanza disostegni umani e materiali

Il sottoscritto in cerca di nuo-vi interessi musicali e desidero-so di attuare per Galatina piugravesolidi progetti abbandonograve lrsquoAs-sociazione per fondare il Con-corso pianistico nazionaleldquoCafarordquo sostenuto dallrsquoentu-siasmo di un acceso appassio-nato della musica lrsquoamico OnBeniamino De Maria

Poi fu la volta della fondazio-ne del Circolo culturale ldquoIl Por-ticordquo questa volta con lrsquoaiuto digrandi personaggi della culturagalatinese mons Antonio An-tonaci docente universitariostorico e filosofo avv CarloCaggia dott Mario Montinarifondatore dellrsquoOspedaletto pediatrico a Bari e il prof Zef-

firino Rizzelli A fine anni 80sempre con la consulenza aiu-to e incoraggiamento dellrsquoami-co Rizzelli diedi vita ad unambizioso progetto ldquocredordquoutile al prestigio della cittagrave IlCentro Studi Musicali ldquoP Cafa-rordquo Una iniziativa che miravaa istituire in loco un Liceo Mu-sicale Pareggiato ai Conserva-tori di Stato

Ma come ormai molti sannonon fu realizzato solo per unsoffio per insensibilitagrave miopiae incapacitagrave di qualche politicodel momento

Il 1995 egrave lrsquoanno del ritornoagli Amici della Musica ripren-dendo un filo interrotto neglianni rsquo60

La prima riunione con i nuo-vi Amici non puograve non avvenireche nella sua sede naturale ilPalazzo della Cultura Parteci-pano i Proff Michele Benegia-mo Lucia Falco GiovannaLucarelli Maria MazzarellaClelia Massaro la sigra MariaMasi la sigra Giovanna Pelle-

grino lrsquoavv Antonio Legno il dott Domenico Mangione

34 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

1996 - Galatina (LE) - Chiostro Basilica S CaterinaSpettatori durante un Concerto Amici della musica

il prof Zeffirino Rizzelli Le serate iniziano nella Sala ldquoContaldordquo e proseguono

negli anni successivi senza interruzione ospitando fino adoggi oltre 400 fra musi-cisti letterati scrittoripoeti attori cantanti

Dal rsquo95 siamo ormailontani 20 anni ed egravequindi comprensibileche io esprima ora unsenso di generale sod-disfazione e orgoglioIl merito principale na-turalmente va soprat-tutto ai Soci prove-nienti da molti paesidella provincia checon senso di responsa-bilitagrave ed abnegazionehanno sostenuto lrsquoini-ziativa facendoci rag-giungere un traguardoimportante un obietti-vo degno di una gran-de cittagrave una conquista sociale a vantaggio dellrsquointeroSalento

La qualitagrave dei nostri concerti egrave dovuta alla fattiva colla-borazione della nostra Associazione con le piugrave interessan-ti Rassegne internazionali I rispettivi Direttori artisticicollaborano ormai con noi da un porsquo di anni segnalandocii vincitori assoluti dei Concorsi Recentemente abbiamoavuto lrsquoonore della collaborazione con la prestigiosa Acca-demia Internazionale di Imola diretta da un amico il MdegFranco Scala che ha voluto ldquoregalarcirdquo per lrsquoinaugurazio-ne dellrsquoattuale Stagione concertistica uno dei migliori al-

lievi il pianista Roman Lopatinsky che ha mandato in vi-sibilio il numeroso pubblico con un pianismo brillante eun virtuosismo eccezionale

La nostra Associazio-ne egrave ormai una Univer-sitagrave della musica unospazio culturale in cuisi affrontano e svilup-pano tematiche specifi-che della letteraturamusicale nuovi studisulla liederistica ro-mantica e approfondi-menti sui vari stili eforme delle composi-zioni di ogni tempo

Un vero laboratoriosperimentale per ela-borazioni di natura cri-tica e filosofica

Con il programma disala poi sempre ac-compagnato da unrsquoat-tenta guida allrsquoascolto

si continua a perfezionare la formazione critica dei Socioffrendo loro un prezioso mezzo di comprensione dellecomplesse problematiche delle opere musicali

Una realtagrave stimolante per Galatina ed una indicazioneper far riflettere i responsabili politici nazionali

Qualche volta dalla periferia puograve emergere un utile sug-gerimento

Forse sarebbe auspicabile da parte dei politici un porsquo diumiltagrave per sostituirla allrsquoarroganza di chi continua semprea governare isolato con presunzione e incapacitagrave di com-prendere a fondo i veri problemi del Paese bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 35

2015 - Galatina (LE) - Il pianista Roman Lopatinskyallrsquoinaugurazione della stagione concertistica 20152016

Bruno Vittorio Massaro

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 2: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

SOMMARIO

O quante quante voltecon tenerezza anticasommessamente chiamoe busso trepidante alla tua portaed impaziente attendocol cuore giagrave grondantedei dubbi dellrsquoamante

E senza te dileguala sinfonia maliarda dei coloridi cui srsquoammanta il mondoil fiore ancor non schiusodi primavera annunzioguarda e trapassa lrsquoocchiocheacute lrsquoanimo negletto non lo vede

Ma alfine alfin trsquoaffaccie con pietagrave crudelemi schiudi labbra ardentidi angosce pur bramatesi squarcia il velo ciecosulle miserie umaneal limite dellrsquoorizzonte chiuse

e in un con esse apparedellrsquoincolte orchidee il povero profumoil salso odor del mareche inquieto e pur pazientesostiene dei gabbiani il bianco volo

Franco MelissanoCorigliano drsquoOtranto

Redazione Il filo di Aracne

Periodico bimestrale di cultura storia e vita salentina edito dal Circolo Cittadino ldquoAthenardquoCorso Porta Luce 69 - Galatina (Le) - Tel 0836568220 info wwwcircoloathenacom - e-mail infocircoloathenacom - circoloathenatiscaliitAutorizzazione del Tribunale di Lecce n 931 del 19 giugno 2006 Distribuzione gratuitaDirettore responsabile Ada DonnoDirettore Rino Duma Collaborazione artistica Melanton Redazione Giorgio Liaci Antonio Mele lsquoMelantonrsquo Maurizio Nocera Pippi Onesimo Piero VinsperImpaginazione e grafica Salvatore ChiffiPubblicitagrave Giuseppe De MatteisStampa Editrice Salentina - Via Ippolito De Maria 35 - 73013 Galatina

MIA AMATA POESIA

COPERTINA ldquoIl paese delle faterdquo - tecnica mista di Gaetano MinafraFoto di Mario Rescio

Extra moeniaI MURI DELLA VERGOGNAdi Giuseppe MAGNOLO 4

I Quadernetti di AthenaQUANDO LA VITA PROFUMAVA DIdi Rino DUMA 8

Scoperte iconografiche1583 - FRANCESCO SCARPA DA SOLETO Adi Luigi GALANTE 12

Salento oggiTOGLIETE LE MANI DAGLI ULIVIdi Enza PAGLIARA 16

Autori amp EditoriLE IMMAGINI DI LEONELLO BERTOLUCCIdi Maurizio NOCERA 20

Una finestra sul passatoLrsquoIMMAGINE VIOLATAdi Luigi MANNI 22

Terra nogravesciaIL SALENTO DELLE LEGGENDEdi Antonio MELEMELANTON 24

Poeti salentiniSOFIA STEVENSdi Augusto BENEMEGLIO 26

Pittori galatinesiTOTOgrave ROSSETTIRECENSIONI 28

Associazioni culturaliSTORIA DEGLI ldquoAMICI DELLA MUSICArdquodi Bruno Vittorio MASSARO 32

Artisti salentiniSERGIO FUSETTIdi Salvatore BECCARISI 36

Raduno di fine carrieraRITROVARSI Egrave BELLOdi Salvatore CESARI 38

Non solo fornaiARTE CON LA FARINAdi Luigi MANGIA 40

Chiese conventi e monasteriLE TELE DELLA CHIESA DEI DOMENICANIdi Giovanni VINCENTI 41

Sul filo della memoriaA RISCHIO DE lsquoNA CAZZATA DE lsquoMPUDDHREdi Pippi ONESIMO 44

Gli articoli rispecchianoil pensiero degli autori enon impegnano assolu-tamente la Direzione

Tutte le collaborazionisi intendono a titolo

gratuito

La costruzione di mura poderose ha rappresentato sindallrsquoantichitagrave una delle piugrave frequenti ed efficaci stra-tegie di difesa Ogni cittagrave veniva fortificata erigendo

una cinta muraria alta e massiccia sigrave da poter resistere adattacchi ed assedi e periodicamente lrsquoampliamento delle cit-tagrave comportava la ripetizione a piugrave ampio raggio di tali recin-zioni con criteri costruttivi sempre piugrave imponenti Lrsquoassediodei Greci alla cittagrave di Troia durograve per ben dieci anni propriograzie alle sue poderose mura e senza lrsquoastuto piano di Ulis-se difficilmente essa sarebbe stata espugnata

Nelle zone di confine la costruzione di muri rappresenta-va inoltre la migliore difesa di un territorio contro gli attac-chi di nemici predoni oeserciti invasori Esempidi muri difensivi famosisono ancora visibili comeil Vallo di Adriano co-struito nel II secolo DCper ordine dellrsquoimperatoreromano al confine setten-trionale dellrsquoInghilterraallora provincia romanaper proteggerla da aggres-sioni provenienti dallaScozia Ancora piugrave famosaegrave la Grande Muraglia Ci-nese eretta in varie fasi apartire dal III secolo ACper impedire le invasionidi orde barbariche diMongoli provenienti dalnord Si estendeva per oltre 6000 chilometri ed egrave la piugrave lun-ga opera muraria esistente al mondo

I criteri costruttivi delle mura difensive sono mutati neltempo specie dopo la messa a punto di armi di offesa di-struttive che erano in grado di demolire qualunque manu-fatto dellrsquouomo rendendolo meno efficace rispetto ad unadifesa mobile Tuttavia lrsquoidea dellrsquoutilizzo dei muri egrave rima-sta per marcare le divisioni di confine e ostacolare qualun-que possibilitagrave di transito In sostanza da elementostrategico di difesa i muri si sono trasformati in strumentidi contenimento creati per impedire la penetrazione distranieri indesiderati In realtagrave sin da tempi remoti il tenta-tivo di erigere muri a tutela di un territorio era motivatonon solo da necessitagrave militari ma era anche conseguente ai

flussi migratori di gruppi o popolazioni piugrave o meno nume-rose che si spostavano in cerca di habitat piugrave confortevoli oluoghi dotati di maggiori risorse Se dunque la costruzionedi mura difensive ha accompagnato lrsquoevolvere delle civiltagravenel corso dei secoli a tale consuetudine bisogna associareanche un altro importante fenomeno che continua a verifi-carsi tuttrsquooggi cioegrave le migrazioni di popoli da una zonageografica ad unrsquoaltra un elemento che in qualche modo al-tera lo status quo creando spesso problemi di coesistenzatra popolazioni che hanno lingua cultura religione e stilidi vita diversi

La presenza di stranieri aggregati in comunitagrave etnicamen-te distinte crea certamentedei problemi ed egrave stataspesso avvertita dai nativicome una minaccia In di-verse fasi storiche del pas-sato si sono verificati feno-meni migratori con esitiassai differenziati A voltesi realizzavano condizionidi tranquilla coesistenzatra abitanti precedenti e lecomunitagrave straniere a volteinvece vi era una dura lot-ta per la conquista dellospazio vitale Alcune po-polazioni migranti sono ri-maste in costante stato diservitugrave rispetto agli occu-panti precedenti (pensia-

mo alla schiavitugrave degli ebrei in Egitto al tempo dei faraoni)o al contrario sono stati gli invasori a prevalere percheacute piugravenumerosi o meglio organizzati oppure di indole piugrave batta-gliera e feroce I grandi imperi in declino hanno spesso at-tirato popolazioni in movimento verso aree piugrave ospitali e apiugrave alto indice di ricchezza come accadde con le invasionibarbariche che portarono al crollo dellrsquoimpero romano drsquooc-cidente nel 476 DC

In anni recenti i flussi migratori sono diventati sempre piugraverilevanti anche a causa di situazioni di guerra che tormen-tano alcuni stati del Medio Oriente e dellrsquoAfrica costringen-do intere comunitagrave ad abbandonare i loro paesi drsquoorigineper venire in Europa nel tentativo di sfuggire ad una mor-te certa Tuttavia tali presenze sono avvertite dalle popola-

4 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

EXTRA MOENIA

Scozia - Il vallo di Adriano

zioni degli stati in cui gli stranieri transitano o cercano distabilirsi come una vera e propria minaccia alla stabilitagrave del-lrsquoordine costituito In questo stato di crescente allerta alcu-ni governanti hanno deciso di adottare lrsquoantica pratica diinnalzare muri di contenimento specie nelle zone di confi-ne dove non esistono barriere naturali come catene mon-tuose corsi drsquoacqua o aree di difficile attraversamento Sitratta di costruzioni lunghe a volte migliaia di chilometri eassai costose fatte con enormi blocchi di cemento e sovra-state da filo spinato il che le rende insormontabili anchepercheacute controllate da presidi militari Attualmente muri diquesto tipo esistono o sono in costruzione in varie parti delmondo

Israele da diversi anni egrave impegnato nella costruzione dimuri invalicabili ritenuti condizione essenziale della pro-pria sopravvivenza contro le possibili aggressioni da partedegli stati arabi confinanti

LrsquoArabia Saudita sta costruendo un muro di circa millechilometri lungo il suo confine con lrsquoIraq in aggiunta ad unaltro ancora piugrave lungo esistente al confine con lo Yemen LaTurchia ne sta co-struendo uno al con-fine con la Siria perostacolare lrsquoinfiltra-zione di terroristiCurdi o Islamici Oraanche lrsquoUngheria at-traversata da unrsquoondadi crescente nazio-nalismo si appresta afare altrettanto al con-fine con la Serbia Ecosigrave pure la Sloveniasta erigendo un murodi filo spinato al con-fine con la CroaziaAnche la Tunisia al-larmata dai recenti at-tentati al Museo del Bardo e alle sue strutture turistiche siaccinge a marcare con un muro il suo confine occidentalecon la Libia Persino negli USA molti sostengono lrsquoopportu-nitagrave di costruire un muro al confine con il Messico la cuifrontiera egrave da sempre di difficile controllo

La costruzione di un muro esprime in modo emblemati-co la volontagrave di divisione di chiusura verso lo straniero per-cheacute egrave diverso e come tale considerato una minaccia Lacronaca passata e recente egrave tristemente cosparsa di situazio-ni di questo tipo originate da diversitagrave di carattere etnicoe accentuate da differenze relative al colore della pelle aitratti fisionomici o alla religione professata Lrsquoatteggiamen-to di sospetto verso lrsquoestraneo rappresenta lrsquoanticamera delrazzismo un concetto che a sua volta egrave legato ad un bisognoatavico dellrsquouomo di cercare un capro espiatorio per le pro-prie difficoltagrave reali o presunte Anche se non proprio causadiretta dei mali sociali di un popolo lo straniero egrave comun-que visto come colui che contribuisce ad accentuarli quin-di merita di essere cacciato via Lo si accusa di esserepovero quindi tendenzialmente ladro di essere sporco emalato quindi potenzialmente contagioso di essere senzalavoro quindi causa di ulteriore disoccupazione di nonavere dimora quindi un problema in piugrave per chi giagrave cercacasa di professare una religione diversa quindi pronto a

costruire templi che profanano il territorio ospitante Tuttequeste accuse creano spinte contrastive ben note a chi poli-ticamente cerca il consenso costruendolo sul malessere dimolti elettori che si sentono minacciati e che della discri-minazione etnica hanno fatto una vera e propria bandieraEppure per aprire gli occhi sugli eccessi di tale atteggiamen-to basterebbe richiamare alla memoria il processo controSacco e Vanzetti gli immigrati italiani ingiustamente con-dannati alla sedia elettrica in America nel 1927 con lrsquoaccusadi rapina e omicidio per comprendere come alla base diquel giudizio sommario vi fosse una discriminante razzistae in parte ideologica1

Giova ricordare a tutti e soprattutto a chi nutre sentimen-ti xenofobi che il fenomeno dellrsquoemigrazione ha di fatto toc-cato a piugrave riprese la storia di qualunque popolo della terraAlcuni continenti come lrsquoAmerica o lrsquoAustralia devono al-lrsquoimmigrazione la loro stessa identitagrave nazionale e il loro al-to grado di civiltagrave per come ora lo conosciamo Nelle fasiiniziali di colonizzazione di questi territori le condizioni de-gli immigrati erano davvero drammatiche Il viaggio dei Pa-

dri Pellegrini nellsquo600 dallrsquoInghilterraanglicana verso ilnuovo mondo appa-riva come una fugaverso lrsquoignoto anchese alla ricerca di unaterra dove professareliberamente la pro-pria fede Ancora piugravedirompente fu lamassiccia emigrazio-ne dallrsquoEuropa versogli USA e lrsquoAmericaMeridionale a partiredagli ultimi decennidellrsquoOttocento Perquanto concerne lrsquoIta-

lia in particolare va ricordata al tempo della ricostruzionepost-bellica a metagrave del secolo scorso la forte emigrazionedi operai italiani verso i paesi del centro Europa e contem-poraneamente anche dal sud dellrsquoItalia verso le aree indu-strializzate del nord le cui fabbriche avevano fame di manodrsquoopera Egrave utile rievocare queste dure esperienze del passa-to a chi ora tende a trincerarsi dietro il rifiuto indiscrimina-to degli stranieri a motivo di possibili rischi a ciograve connessiEd anche di fronte alle recenti stragi provocate dal fanati-smo islamico bisogna saper distinguere tra lrsquoaggressione ni-chilista dei terroristi e gli immigrati inermi in cerca di purasopravvivenza che sono anchrsquoessi vittime del terrorismo

Di fronte allrsquoimpulso istintivo di erigere nuovi muri enuovi steccati per impedire lrsquoingresso o il passaggio dei mi-granti sarebbe anche opportuno ricordare le tristi lezioniche la storia anche recente ci ha impartito attraverso muridivisivi di qualsiasi natura da quelli di filo spinato elettri-ficato posti ai bordi dei campi di sterminio al Muro di Ber-lino che dopo la seconda guerra mondiale per alcunidecenni ha rappresentato non solo la divisione della capita-le tedesca in zone distinte sotto il controllo dei paesi vinci-tori ma anche la contrapposizione tra le due superpotenzemondiali Ancora si ricordano i drammatici tentativi degliabitanti di Berlino Est di superare clandestinamente il mu-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 5

La grande muraglia cinese

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 7

ro per passare in occidente tentativi finiti quasi sempre tra-gicamente Ma altri muri di discriminazione vanno ricorda-ti fatti non con la pietra ma semplicemente di parole osentimenti repulsivi Come quando nellrsquoAmerica di iniziolsquo900 vi erano locali pubblici a New York e in altre cittagrave cheesibivano cartelli con la scritta ldquoDivieto di ingresso peritaliani irlandesi e canirdquo Anche gli italiani emigrati dalmeridione al nord Italia a metagrave del secolo scorso venivanotacciati di usare la vasca da bagno non per le normali fun-zioni igieniche ma ldquoper coltivare il prezzemolordquo Cambia-no le situazioni ma il germe del razzismo egrave sempre prontoa ricomparire

Erigere un muro egrave sempre e comunque un atto vergogno-so percheacute significa innalzare uno steccato divisivo tra seacute egli altri ignorando pregiudizialmente le ragioni che hannospinto i profughi ad emigrare Spesso ci si trincera dietroconsiderazioni di pura diffidenza per chiudere le porte aqualunque sentimento di umana pietagrave anche quando sitratta di individui indifesi che nella loro patria non avreb-bero scampo La triste veritagrave egrave che queste persone non ven-gono rifiutate percheacute prive di risorse o di documenti mapercheacute non godono di diritto di voto e quindi nessun par-tito o gruppo politico ha interesse a difenderli Le ragioniumanitarie valgono poco soverchiate da altri problemi rite-nuti piugrave urgenti Invece di costruire muri dovremmo tuttiriscoprire il valore della solidarietagrave ed adoperarci per risol-vere alla radice i problemi degli immigrati cercando anchedi realizzare interventi adeguati nei loro stessi paesi di pro-venienza Per la sua posizione strategica al centro del Medi-terraneo lrsquoItalia egrave certamente destinata a giocare un ruolo

di primo piano rispetto a questa emergenza umanitaria diimportanza epocale Non egrave un compito facile ma egrave un do-vere morale non tirarsi indietro bull

1 Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti emigrarono in Usa nel 1908 Il pri-mo era un calzolaio di origini pugliesi il secondo era un pescivendolooriginario del Piemonte Nel 1920 furono accusati di aver compiuto unarapina a una fabbrica di calzature in cui rimasero vittime un cassiere euna guardia armata Osteggiati dallrsquoopinione pubblica per le loro ideeanarchiche e pacifiste e per la loro appartenenza ad una minoranza etni-ca come quella italiana furono giustiziati sulla sedia elettrica il 23 agosto1927

Nel 1977 mezzo secolo dopo la loro morte il governatore del Massa-chusetts Michael Dukakis ha riabilitato le loro figure scagionandoli total-mente e proclamando il 23 agosto di ogni anno il ldquoSacco amp VanzettiMemorial Dayrdquo

il muro di Berlino

Giuseppe Magnolo

Quella domenica mattina rimanemmo tappati in ca-sa per via di un tempaccio che prometteva poco dibuono Il cielo era cupo come allrsquoimbrunire inol-

trato e i tuoni preannunziati da sfolgoranti lampi ci scuo-tevano ripetutamente mettendoci addosso unrsquoindicibilepaura Da ligrave a poco un impetuoso acquazzone si abbatteacute suGalatina con inaudita violenza accompagnato inizialmen-te da acqua e dopo alcuni minuti da chicchi di grandinegrossi quanto noci Per non farci ulteriormente spaventa-re la mamma aveva accostato tutte le imposte delle fine-stre lasciando aperto uno filo di pochi centimetri per nonrimanere completamente al buio Intanto il temporale nonsi concedeva un attimo di pausa e continuava a scaricaretuoni che ci massacravano lrsquoanima e grandine che sembra-va volesse perforare la volta delle varie stanze e colpircicon tutta la sua violenza

ldquoBambini spostiamoci non possiamo stare ancora quihellip Ve-nite venite con mehellip distendiamoci sul lettone e aspettiamo chefinisca di grandinarerdquo ndash ci consigliograve la mamma esortando-ci a seguirla

ldquoSigrave sigrave sul lettohellip lagrave staremo al sicurordquo ndash srsquoinserigrave nonna An-tonietta da alcuni giorni venuta a trovarci per aiutare lamamma nei preparativi per il Santo Natale

In quattro eravamo rannicchiati su quel lettone abbrac-ciati gli uni agli altri e ripetevamo le orazioni per allonta-nare il temporale Papagrave e Gaetano intanto si erano giagraverecati in drogheria da una buona mezzrsquoora

ldquoAgravezzate San Giuvanni e nnursquo ddurmire ca vigravesciu tthre nuve-je caminare una drsquoacqua una de vientu una de thristu mmale-

tiempu Pogravertale a ddhrai ca nursquo ccanta caddhru e nnursquo lluce lu-na nunn have anima criaturardquo1

La nonna molto timida e facilmente suggestionabile laripeteva in continuazione con le mani giunte e gli occhi ri-volti verso lrsquoalto come a volersi congiungere con un ipote-tico San Giovanni Di tanto in tanto dopo un improvvisolampo intercalava unrsquoimmancabile ldquorsquoMmaculata Mariardquoseguita dal segno della croce e da un bisbiglio di altre im-percettibili preghiere

Dopo un buon quarto drsquoora di furioso acquazzone final-mente smise di piovere e un sole dapprima timido e sfug-gente fece capolino regalando un porsquo di serenitagrave a ognunodi noi La strada era piena di pozzanghere colme non tan-to di acqua ma di chicchi di grandine per cui le personeche si erano arrischiate a venir fuori di casa per evitarledovevano procedere zigzagando

Chiaramente a noi ragazzini non era consentito di uscirfuori a giocare

ldquoMamma ed ora cosa facciamo noi altrirdquo ndash si lamen-tava a giusta ragione Franco ndash ldquohellipNon ce la sentiamo ditrascorrere tutta la domenica rinchiusi in casardquo

ldquoVa bene va benehellip se ci sistemiamo intorno al braciere viracconto la favola di Betta e del suo gattordquo ndash suggerigrave nonna An-tonietta per tirarci un porsquo su

Detto fatto Ma la favoletta per quanto bella e interes-sante durograve appena una mezzrsquooretta

8 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

I QUADERNETTI DI ATHENA

Aula scolastica primi anni lsquo900

Galatina (LE) - Campo sportivo Piazza F CesariAnno 1950 - Da sn E Scalcione C Serra S RolloSalvati G Serra prof A Carcagnigrave E Giordano

ldquoEd ora che facciamordquo ndash tornograve a lamentarsi FrancoldquoNonna percheacute non ci racconti di quando eri bambina

dei tuoi passatempi e degli impegni domestici e scolasti-cirdquo ndash proposi per stingere un porsquo il malumore

ldquoAi miei tempi erano poche ragazze ad andare a scuola Io hofrequentato sino alla terza elementare quanto basta-va percheacute imparassi a leggere e a scrivere Drsquoaltra par-te in casa di lavoro crsquoera tantissimo e mia madre nonriusciva a star dietro ad una famiglia numerosa Per-ciograve quando avevo appena dieci anni decise di ritirar-mi dalla scuola per avviarmi pian piano ad impararetutti i vari lavori della vita domestica Giagrave qualcheanno prima aveva fatto altrettanto con mia sorellaUcciardquo

ldquoNonna parlaci di quello che accadeva inclasse Dicci se la maestra era burbera e se asse-gnava molti compiti per casardquo

ldquoVi rendete conto che stiamo parlando del 1885Di anni sono trascorsi tanti figli miei e i ricordi so-no molto incerti e sbiaditi Ricordo perograve che i banchierano alti ed avevano una ribaltina al di sotto dellaquale mettevamo la cartellardquo

ldquoCosa ci mettevate dentrordquo ndash chiedevo spin-to da molta curiositagrave

ldquoOltre alla colazione fatta generalmente di due fette di panecon pomodoro ci mettevamo il libro sussidiario quello di letturaun quaderno a righi uno a quadretti alcuni foglietti di carta as-sorbente la scatoletta contenente la penna la matita i penninila gomma per cancellare il temperamatite e quantrsquoaltro necessa-rio Sul tavolo della maestra crsquoera il pallottoliere uno strumentoutile per fare semplici calcoli aritmetici Sulla sua destra accan-to al tavolo crsquoera la lavagna sulla quale scriveva i concetti piugraveimportanti delle sue lezioni Lei era molto severa con noi e preten-deva che stessimo sedute compostamente di avere sempre il ma-teriale didattico per seguire la lezione di stare attente e di nonparlare tra noi Guai alla bambina che non si atteneva alle rego-le Crsquoera perograve sempre qualcuna che non le rispettava e a voltedava fastidio Ed allora lei la puniva mettendola dietro la lavagnaper unrsquointera ora e in caso di recidiva la bacchettava sonoramen-te e addirittura la faceva inginocchiareper terra con i ceci sotto le ginocchiardquo

ldquoMamma mia io non lo avrei fat-tohellip sarei scappato via da scuola masicuramente non avrei accettato di su-bire una punizione del genererdquo ndash leribattei senza troppo pensare

ldquoEd allora oltre a prenderle di santaragione anche dai tuoi genitori avresti ri-schiato di essere sospeso sino alla fine del-lrsquoanno scolasticordquo

ldquoNonna ti piaceva studiarerdquo ndash in-calzava Franco che intanto ci prova-va gusto ad interrogarla

ldquoNon mi piaceva lrsquoaritmetica inveceamavo molto la storia in cui eccellevoRicordo le spiegazioni della maestraquando ci parlava di Garibaldi dellaspedizione dei Mille di Mazzini e della Breccia di Porta PiaQuello che piugrave mi piaceva perograve era quando si faceva lezione ditombolo e di ricamordquo

ldquoNonna come procedeva la vita in casa Drsquoestate anda-

vate al mare o in campagnardquo - continuava Franco a tem-pestarla di domande

ldquoCosa hai detto il mare Il mare lo ho conosciuto soltan-to dopo essermi sposata Era il 1902 quando nonno Cesario micondusse in calesse a Gallipoli e poi a Santa Maria al Bagno Non

conosco perograve Otranto Santa Cesaria e Santa Maria di Leucapercheacute troppo distanti da Galatinardquo

ldquoNonna hai fatto diversi bagni hai imparato a nuota-rerdquo ndash incalzavo io subito dopo non concedendole un at-timo di pausa

ldquoFigli miei vi rendete conto di quello che mi chiedete Dibagni al mare avrograve fatto cinque o sei in tutta la mia vita ma nondi piugrave Allora non crsquoerano le auto per spostarsi Oggi a voi ba-sta meno di unrsquoora di tempo per arrivare a Gallipoli con il ca-mioncino a quei tempi invece con il calesse impiegavamo dueore abbondanti anche percheacute bisognava fermarsi almeno un pa-io di volte per far rifiatare il cavallo Il bagno poi era unrsquoopera-zione che durava non piugrave di cinque minutihelliprdquo

ldquoCome mai nonna durava cosigrave poco Noi invece stia-mo in acqua per oltre unrsquoorardquo

ldquoPer voi egrave tutto piugrave facile oggihellip Per ledonne di allora la vita era molto piugrave com-plicata Dovevamo osservare tanta riser-vatezza e comportarci sempre conaltrettanta discrezione avendo cura dinon guardare mai in faccia i bagnantiCosigrave mi diceva di fare tuo nonno I costu-mi da bagno nonostante coprissero tuttoil corpo ci sembravano molto aderenti inquanto mettevano a nudo la nostra con-formazione fisica E perciograve entravamo inacqua solo per poco tempo e quando crsquoerapoca gente in spiaggiardquo

Risate a non finire da parte mia edi Franco prontamente tacitate dallanonna

ldquoBasta non intendo piugrave parlarvi dellamia vita Voglio perograve aggiungere e poi

me ne sto zitta per sempre che sono ancora tante le donne dellamia etagrave a non aver mai visto il marerdquo

ldquoOooh possibile nonnardquoldquoCerto che sigravehellip Le donne di allora rimanevano sempre tap-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 9

Galatina (LE) - Interni del Teatro Tartaro

1952 - Gallipoli (LE) - Lido PiccoloFamiglia Duma al mare

pate in casa a fare mille lavori e ad adoperarsi alla cura dei pro-pri familiarirdquo

ldquoDai nonna non smettere di parlarcihellip ti promettiamoche staremo sempre ad ascoltare senza piugrave interromper-ti Raccontaci perciograve dei lavori che la donna era tenuta afare in casardquo

ldquoImpiegherei una vita a soffermarmi su queste cose invece viparlerograve di ciograve che si faceva durante le festivitagrave natalizie Intantonoi donne dovevamo partecipare alla novena in chiesa per poterottenere lrsquoindulgenza di Natalerdquo

ldquoNonna cosa sarebbe lrsquoindulgenzardquoldquoUna sorta di benedizione somministrata dal parroco che va-

leva per un intero anno Per otte-nerla era necessario recarsi inchiesa ogni mattina di buonrsquooraascoltare la santa Messa e comu-nicarsi Il Santo Natale era vissu-to con piena gioia da parte di tuttala famiglia anche percheacute in questoperiodo si mangiavano dolci e lec-cornie varie a non finire come leldquocarteddhraterdquo i rdquoporceddhruz-zirdquo le ldquocadde cadderdquo le ldquopitted-dhrerdquo i ldquobuccunottirdquo fatti in casaed altri intingoli Poi la sera del-la Vigilia la tavola era imbanditadrsquoogni ben di Dio Si mangiavanole ldquocozze de marerdquo le ldquopigravettulerdquocon rape o baccalagrave i ldquoviermiced-dhrirdquo il ldquocaponerdquo al brodo oppureil ldquocapitonerdquo accompagnato daldquofrittelle di patate o di cavolfiorerdquotutto preparato dalle mani esper-tissime della mamma Ovviamen-te si beveva anche del buon vinoBeh ora basta mi si egrave seccata lagola a furia di parlare Preparia-moci piuttosto a pranzare credoche manchi pocordquo

Nostro padre e Gaetano in-tanto erano rincasati dalla drogheria di nostra proprietagrave

ldquoPapagravehellip papagrave questo pomeriggio ci porti al campo spor-tivo a vedere la partita tra la Pro Italia e il Nardograverdquo ndash glichiesi immediatamente sperando in una risposta positiva

ldquoSe mantiene questo bel sole senzrsquoaltro sigrave ma semprecheacute ilterreno di gioco sia praticabilerdquo

Fummo fortunati Alle 1415 in punto contenti come unaPasqua (pur trovandoci a Natale) ci avviammo verso piaz-za Fortunato Cesari allrsquooccorrenza trasformata in campoda calcio La piazza era gremita di gente percheacute la partitaera di cartello Alla Pro Italia serviva la vittoria per sopra-vanzare i neritini in classifica ma purtroppo lrsquoincontro fi-nigrave 2-2 e il tanto sospirato sorpasso sfumograve Fummo perogravesfortunati in quanto a pochi minuti dal termine il centra-vanti Angelo Calabretti sbagliograve un calcio di rigore speden-do il pallone sulla traversa (prima drsquoallora non ne avevamai fallito uno)

Non lo nascondo ce ne tornammo scontenti per lrsquoinop-portuno pareggio

ldquoSu su ragazzi stasera vi porterograve al cinema e cosigrave dimenti-cherete la grande delusionerdquo ndash ci disse nostro padre ritor-

nando a casaldquoBravo papagravehelliprdquo ndash esclamograve spontaneamente Franco ndash

ldquohellipSei il piugrave bravo papagrave di tutto il mondordquoldquoSigrave sigrave papagravehellip al Tartaro proiettano lsquoLa rosa nerarsquo con

Tyrone Power Egrave senzrsquoaltro un film fantastico percheacute aquanto pare ci devono essere diversi mortirdquo ndash aggiunsiio innocentemente

ldquoA dire il vero vorrei portarvi al Cavallino Bianco dove pro-iettano il film lsquoBellezze al bagnorsquo Crsquoegrave la bellissima attrice EstherWilliams egrave un film molto dolce e appassionanterdquo

ldquoIo non ci vengordquo ndash reagigrave Franco molto rammaricatoldquoNeanche iohellip Non mi piacciono i film drsquoamore ma

quelli di guerrardquo ndash conclusi insua difesa

ldquoVa bene va bene siete incon-tentabili Devo essere sempre ioa sorbirmi un filmetto da quattrosoldi e per giunta molto violen-tohelliprdquo ndash concluse papagrave alquan-to contrariato ndash ldquohellipMa sappiateche questa egrave lrsquoultima volta che viaccontentordquo

Diceva sempre cosigrave nostropadre ma alla fine eravamonoi figli a spuntarla in ogni cir-costanza

Al cinema ci recammo moltopresto subito dopo la partitaper poter vedere il film un pa-io di volte

Prima di andar via chiedem-mo a nostra madre trenta lirenon tanto per pagarci il bigliet-to drsquoingresso (a quello ci pen-sava papagrave) quanto peracquistare un cartoccio di lupi-ni ed uno di semi di zucca (pas-satiempu) Eravamo fortunatiad appartenere ad una fami-glia che ci accontentava quasi

in tutto Tanti altri ragazzi invece non avendo un solo cen-tesimo in tasca erano sempre ligrave nei pressi dellrsquoingresso alcinema (e stanno ancora ligrave) intirizziti dal freddo ad atten-dere lrsquooccasione giusta per entrare di soppiatto soprattut-to durante i momenti di ressa Molti ci riuscivano ma tantialtri erano costretti a rimanere fuori

Il film pur essendo a colori venne proiettato in bianco enero ma per noi fu ugualmente fantastico Stemmo in sa-la piugrave di tre ore esattamente dalle sedici e trenta a quasi leventi Tornando a casa la nostra mente era giagrave proiettataallrsquoindomani Crsquoera lrsquoincubo assillante di dover studiaretanto per sbarazzarsi dei compiti assegnati dal maestro perle vacanze natalizie Di mattina si studiava ma di pomerig-gio si giocava per la strada nostra grande palestra di vitadove noi ragazzi abbiamo costruito tutti insieme la no-stra identitagrave e dove abbiamo coltivato i nostri piccoli so-gni Ci aiutavamo vicendevolmente percheacute eravamo tuttifratelli Ci insultavamo ci picchiavamo ma dopo appenaun giorno eravamo insieme a giocare a sorridere adamarci Sigrave lrsquoamore era il nostro collante il denominatorecomune della strada e della scuola

Da sn - Angelo Calabretti e Pippi Gaballo

Anche tra gli adulti nonostante la vita fosse difficile e gra-ma vi era un sottofondo di solidarietagrave e di accettazione Lecase potevano restare aperte senza che nessuno ne appro-fittasse Crsquoerano ladri spinti piugrave che altro dalla fame e noncertamente per arricchirsi Crsquoerano tante sofferenze e peneeppure la gente le sapeva sopportare crsquoerano poche gioietutte condivise con chi non ne aveva La vita era un granbel circolo un girotondo in cui tutti ci vivevano litigavanoo si amavano ma sempre nel pieno rispetto reciproco

Oggi la vita egrave tutta unrsquoaltra cosa egrave piugrave difficile e caoticapiena di un esasperato materialismo e di un individualismoche di umano ha ben poco Assistiamo impotenti a guerretante guerre crsquoegrave una devastazione inesorabile della naturalrsquoavanzamento della cupidigia dello sfruttamento e dellaviolenza lo sfaldamento della famiglia e della scuola crsquoegravesolo il trionfo del Male Di chi la colpa Senza altro del pro-gresso del progresso scriteriato e selvaggio che non ha sa-puto correggere i difetti di fondo della societagrave drsquoallora mache anzi li ha acuiti illudendo e costringendo tantissimepersone a rincorrere miraggi piugrave che certezze Oggi la men-te dei nostri governanti egrave rivolta unicamente al PIL (prodot-to interno lordo) ma non certamente alla povertagrave che vadilagando in ogni dove A mio modo di vedere dovrebbe-ro rivolgere lrsquoattenzione a migliorare il FIL (felicitagrave internalorda) ma un simile obiettivo molto vicino ai bisogni es-senziali della povera gente non converrebbe a coloro chehanno le sorti dellrsquoItalia e del Mondo nelle mani

Spesse volte soprattutto quando sono assalito da scon-forto e delusione avverto il bisogno di rientrare in quelmondo incantato della mia dolce fanciullezza quando lavita era fatta di regole e di doveri di gioie contenute disuccessi sudati e meritati Allora ogni cosa sembrava esse-re a colori nonostante i film continuassero ad essere pro-iettati in bianco e nero A quei tempi lrsquoimmaginazione e lafantasia colmava i vuoti della vita mentre oggi la vita nonci fa piugrave sognare bensigrave preoccupare Ci sono perograve perso-ne che vivono una vita a colori Sono soltanto pochi privi-legiati che comunque non avvertono il calore del santoNatale percheacute per loro il Natale cade ogni giorno ma tratanta indifferenza e grigiore

La gente comune quella che soffre e si contiene quellache fa fatica a portare avanti una vita sulla corda la genteumile e laboriosa porta il Natale nel cuore per tutto lrsquoannoe attende con gioia lrsquoapprossimarsi di questo santo giorno

Ed egrave proprio a questa gente che rivolgo gli auguri piugravesinceri e non certamente a coloro che trascorrono il Nata-le tra feste bagordi e con il portafoglio sempre gonfio dihellipfelicitagrave rubata bull

Note1 ldquoAgravelzati San Giovanni e non dormire perchegrave vedo avvicinarsi tre nu-vole una di acqua una di vento e una di maltempo portale dove noncanta il gallo non splende la luna e non vi egrave alcuna creaturardquo

Rino Duma

Lrsquoultima descrizione informata e consapevole dellafigura del filosofo e medico Francesco Scarpa da So-leto (15581618) ce la offre Luana Rizzo(1) traccian-

do un profilo della sua formazione e del suo pensierofilosofico

Come apprendiamo giagrave da Gio Bernardino Tafuri(2) loScarpa nacque a Soleto da onorata famiglia e apprese le

prime funzioni sco-lastiche di letteratu-ra e lingua grecapresso il noto mate-matico e filosofoMatteo Tafuri dimo-strando prontezza esottigliezza dinge-gno e laureandosipoi a Salerno in me-dicina

Nel 1584 quandoha circa 26 anni ed egraveattivo cul- tore distudi filosofici mettea stampa la sua forseunica e rarissimaopera dal titolo ldquoDeAnimardquo nasconden-dosi sotto il nome diPitagora Salentino e

indirizzando con lettera dedicatoria la sua opera al mae-stro appunto Matteo Tafuri che vi viene definito AtlanteSalentino Cosigrave la dedica ldquoAd Atalante filosofo salentinoPitagora salentino questa sua opera come gradita dedicaTi meraviglierai senza dubbio maestro sapientissimo daquale straordinario ordine sia regolata lrsquoapparentementeopaca natura la quale vista attraverso le trasformazioniche di continuo le reca lrsquoingegno umano si mostra a quan-ti la considerano quasi un mirabile ed anche grandiosoartificio corroborato dalla potenza che vi si cela Tu senzadubbio rispetterai il motivo che mrsquoinduce a fissare su unatavoletta il mio pensierohellip Avendo intrapreso a scriverepartendo da questo punto sono costretto con senso di pro-fonda malinconia a stabilire che lrsquoanima sia ingenerata eincorruttibile e che sia singola e radicata nei loro corpiQuesto infatti attenditi e molto ti piaceragrave Stai bene(3)rdquo

Nullrsquoaltro se non questo breve cenno era fin qui a nostraconoscenza sul rapporto tra i due studiosi anche se qual-che altro scritto potevamo sperare di rintracciare percheacuteBernardino Tafuri scrive che lopera De Anima lsquofu lrsquounicaper quanto noi sappiamo chrsquoesso diede alle stampe avendo lrsquoal-tre da esso composte rimaste dopo la sua morte manoscrittersquo

Ma tante speranze e tante ricerche sono andate per annideluse fino a qualche mese fa quando ho ritrovato unalettera appunto dello Scarpa del tutto sconosciuta e ine-dita indirizzata proprio al suo maestro Matteo Tafuri cheegrave custodita nel Museo Civico di Galatina tra i documentiantichi del Fondo Cavoti Molto dobbiamo a Pietro Cavo-ti che dedicograve gran parte della sua vita agli studi di storiaarte letteratura e alla conservazione e trascrizioni di mol-ti documenti antichi di eccezionale importanza Si deve so-lo al Nostro se finalmente si egrave messa la parola fine allatravagliata discussione sulla calvarie del Tafuri indicatada Alessandro Tommaso Arcudi nella Galatina letterata edobbiamo ringraziare sempre Cavoti se si egrave giunti alla sco-perta dellanno di morte di Matteo Tafuri avvenuta il digrave18 novembre 1584(4)

Ora questa lettera di Scarpa a Tafuri che fu trascritta daCavoti nel 1856 da un originale oggi perduto era antica-mente conservata a Soleto pressoFrancesco Carrozzini il qualepoi la donograve a FortunatoVernaleone di Galatinanel 1773 Per qualemotivo avvenne ladonazione di questapreziosa lettera nonvi egrave modo sapereComunque la mis-siva fu indirizzatail 4 aprile 1583 daFrancesco Scarparesidente in Napolie giagrave dottore in me-dicina al Tafuri

Leggendo tra le ri-ghe si apre uno scenarioche irradia nuova luce tra ilmaestro e il disce-polo Innanzi tut-

12 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SCOPERTE ICONOGRAFICHE

Frontespizio volumeldquoDe Animardquo

Francesco Scarpa in undisegno di Pietro Cavoti

Importante ritrovamento di una missiva inedita del 1583 dal discepolo al Maestro

to si apprende che tra i due vi era una fitta corrisponden-za in quanto proprio lo Scarpa scrive in apertura ldquoPrie-

gomi Illmo Onmo Maestro mio che mefacciate avisato de quelle mie lette-

re colle quali io resposi allrsquoepi-stola vostrardquo

Oggi grazie al ritro-vamento della missivapossiamo dire con cer-tez- za che lo Scarpain procinto di termina-re la sua opera chiedeal maestro di essereaiutato nel completa-mento oltre - probabil-

mente - alla correzionedel testo lsquove supplico lo

aiuto vostro che me liberi dala ignorantia de la scriptura

et de li errori et nelle interpreta-cionirsquo

Non erra alloraLuana Rizzo a dire

laquoGrazie al trattato di Scarpa egrave possibile risalire allrsquoopinio-ne espressa da Matteo Tafuri sullrsquoanima e alle fonti allequali si ispira che lo portano a condividere con il Magi-stro sapientissimo la dottrina dellrsquoimmortalitagrave dellrsquoanimaraquo

E facile intuire anche che lopera allepoca della letteraegrave ancora una bozza ldquoAdunque secundo il mio parlare ve dicoche lo libro mio et al finerdquo e sappiamo anche che alla datadel 4 aprile del 1583 lrsquoallievo del Tafuri egrave a Napoli per vo-lontagrave del maestro in quanto piugrave avanti egli scrive ldquoet essen-do anco molto lontano da casa chesser in Napoli con lrsquoanimo etlrsquoosservanza de la cortesia et studij vostri che me comandasterdquo

Francesco Scarpa dimora nella cittagrave partenopea per ap-profondire gli studi filosofici utili allasua pubblicazione Bisogna anche pen-sare che il Tafuri in quel periodo avevacirca novantanni e per comprensibilicondizioni si appoggiograve al giovane al-lievo per ricevere delle informazioniculturali con ogni probabilitagrave dai suoivecchi amici napoletani Anche in que-sto caso abbiamo la conferma quando ilgiovane soletano gli dice che li hominidotti de Napoli salutano lOnmo Maestroche da molti siati amato

Questa testimonianza conferma concertezza che Tafuri era al centro di unmovimento filosofico e attorniato da uo-mini assai importanti come ad esempiolo sappiamo i fratelli Della Porta Possoaggiungere che lo Scarpa pochi giornidopo rientra in patria percheacute al 28 apri-le del 1583 egrave padrino per un battesimo in Galatina pro-prio lui il Messer Francesco Scarpa de Solito Ilcontenuto della lettera descrive chiaramente il pensiero fi-losofico che Scarpa vuole imprimere nel suo De anima untema comune in quel tempo e usando i testi antichi comequelli di Aristotele Trismegisto Seneca ed altri ancorastudiati certamente sui manoscritti antichi posseduti dal

Tafuri nella casa di Soleto como la letione ultima in sua ca-sa Illma che Trismegisto dixe che lanima et una sfera

Leggendo attentamente la lettera e consultando le pa-gine del De Anima pubblicato da Scarpa ho individuatoun passo descritto nella lettera e presente appunto nelsuo volume A pagina 62 della riproduzione anastaticadel De Anima del 1584 e grazie alla traduzione a fronte diSilvia Mandurino si legge laquoE lanima ben conserva me-moria delle cose e riflette e concepisce ideeraquo Mentre lafrase della lettera riporta laquo si legie in piugrave parti de la scrit-tura de lrsquoopera mia che lanima conserva bona la memoria dele cose et genera ideeraquo

La lettera risulta unanteprima minuscola della sua ope-ra e vi cita piugrave volte Aristotele Seneca ed altri autori anti-chi sottolineando che lrsquointelletto potenziale egrave nellrsquoanimaindividuale mentre quello attuale egrave intelletto divino e per-ciograve nettamente separato dallrsquouomo e poi aggiunge unafrase in greco Έν τῶ μηδὲν φ (cancellato) φθονεῖνἡδύστατος βίος (Nel non invidiare per niente (si trova) lavita piugrave dolce)

Devo la traduzione di questo passo al Prof Andregrave Ja-cob che gentilmente si egrave offerto di aiutarmi Secondo il suoprezioso contributo potrebbe trattarsi di una di quelle sen-tenze morali che nel Cinquecento venivano incise sulle ar-chitravi di porte e finestre delle case nella Greciacutea Salentina

Di questo insigne personaggio nessuna memoria egrave ri-masta se non solo ledizione sullAnima che fu la sola edormai rarissima pubblicazione oltre ad una piccola Cortea lui intitolata nella natia Soleto

Il ritrovamento della lettera copiata da Cavoti dallorigi-nale potenzia la fama di questo cultore di studi filosoficiaprendo nuovi spiragli di studio su di lui Aggiungo sol-tanto che incerta egrave la data di nascita di Francesco Scarpaper mancanza dei primi registri dei battezzati nellarchi-vio parrocchiale di Soleto ma potremmo ipotizzarla intor-

no al 1558 per indicazione tratta dallasua data di morte chegrave invece certa per-cheacute attestata dai registri soletani Pochigiorni fa grazie alle gentilezze del nuovoparroco di Soleto don Daniele Albaneseho avuto da parte dellUfficio di CuriaArcivescovile di Otranto(5) lautorizza-zione a consultare lantico registro deimorti avvenuti fra il 1600 e il 1631 e alladata del 14 agosto 1618 si legge quantosegue Franciscus Scarpa Artis MedicinaeDoctor et ph(ilosoph)us aetatis suae anno-rum sexaginta in circa facta confessione re-cepto sanctissimo Viatico et extremaUnctione in communione Sanctae MatrisEcclesiae animam Deo redditit Sepultus estin aula Sanctae Mariae della Gratia fratrumReformatorum(6) Lobito egrave stato giagrave edito daaltri studiosi ma questa mia riproposta egrave for-

se piugrave completa anche se resta un margine di dubbio nello scio-gliere la seconda abbreviazione tra ph(ilosoph)us e ph(isic)us

Ora trascrivo di seguito la lettera in modo rigorista sen-za aver modificato o alterato il testo e premettendovi ledue righe di avvertenza del Cavoti e chiudendo il tutto conaltre due righe di commento sempre del Cavoti

lsquoLettera che si conserva in casa dellrsquoOnorevole Sig Fortuna-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 13

Matteo Tafuri in un disegnodi Cosimo De Giorgi

APS Registro dei defunti1613 - 1657

to Vernaleone di Galatina Detta lettera fu donata dal Sig Fran-cesco Carrozzini di Soleto nel 1773rsquo

Priegomi Illmo Onmo Maestro mio che me facciate avisatode quelle mie lettere colle quali io resposi allrsquoepistola vostra Mae-stro Matteo prendo piugrave larga licentia nello scriuere vulgare Per-cheacute li piugrave savij del mondo han voluto che me insegnaste comoSeneca manifestare li concepti de la mente vostra senza parlarelo doveriamo fare Adunque secundoil mio parlare ve dico che lo libromio et al fine et che la eloquentia etla dignitagrave de li caratteri et de voca-buli ho possuto indirizzare a VIllma persona et a nisciuno altro ho-mo Io no so degno neacute me reputarogravepresumptuoso se offerirograve al MioMaestro de la philosophia et de lamatematica grande quello che pos-so ma assai haverograve facto et in parti-culare che come discipulo dellrsquoIllmavostra casa ho desiderato honorarequesta mia opera et purgata di ogni carattere al gusto et honestautilitagrave Illmo Maestro haverograve facto bono dica alcuna cosa etspero che et piacevole che a quante fiate ve odo igraveo non tengo al-cuno dubio in le labra vostre percheacute la oratione deue essere pu-ra como lrsquoanima Non posso non maravigliarme de la VS alegrezanello sapere che con la lengua de li greci de la materia allo vul-go umno ad alcuni hypocriti homini docti et boni mangiatori dele fatiche de li philisophi et como lo VS insegnamento che per es-sere alcuni Signori altri vassalli altri barbari altri dotti altriGreci e Latini non simo perograve tutti che un medesimo metallo neha la natura fece servi et liberi ma la lege de Dio fece tutti ugua-li et variati de la fortuna che la ANIMA et de la MORTE laquale fa vedere che tutti semo pari come dice Seneca et como di-ce lo Magister meus lrsquoanima et nello cerebro cossigrave non egrave partedel mondo neacute dentro neacute fore Como la letione ultima in sua ca-sa Illma che Trismegi-sto dixe che lrsquoanima etuna sfera da la qualelo centro e in omno lo-co como Dio et la suacircumnferentia ni-sciuno ma como diceAristotele llagrave se vedepiugrave manifestamentelrsquoanima et Dio dovemagiore lo effettu souet questo in medioCoeli Tanti hominiche hanno scripto tan-te inventioni de le stel-le che culpa egrave degrave lestelle si noi semo cau-sa de lo nostro male dela anima medesimache quelle stelle siamalvido quella altrafa li homini poveri etricchi et ciechi e altri surdi Como consentite voi Magister chedal cielo non ven alcun male como dice Averroe et cosa bona adcredere che le stelle non so maligne ma che la culpa egrave nostra etnon egrave dal cielo Ad V Illmo judicio tutte queste cose procedono

de lo cielo lo movimento de li cieli egrave causa de tutto lo bene comodice Aristotele Per lo moto dello Sole nello circulo chiamato Zo-diaco produce la generatione et corruptione Onmo Maestro miointro la opera mia non egrave lo corpo ma lrsquoanima e quello che peccae se lrsquoanimo non se emenda la nostra anima non andaria mainello universo di Dio ma incappa in le galere de Catalani Lrsquoani-ma et la virtugrave de lrsquohomini de bona opera non de li signi Magister

Sapientissimo ad mio parere si legiein piugrave parti de la scrittura de lrsquooperamia che lrsquoanima conserva bona lamemoria de le cose et genera idee chesi ponno applicare ad qualsevogliaproposito et piugrave delle volte son fatteper lo commodo como diceAristotele Ben dice lo proverbio Έντῶ μηδὲν φ (cancellato) φθονεῖνἡδύστατος βίος [Nel non invidia-re per niente (si trova) la vita piugravedolce] Li beni de lrsquoanima ponno laintelligentia la sapientia et le altre

virtuto intellettuali Li beni de lo corpo sonno la vanitagrave lo vigo-re de li sensi et de altre con convenienti di lo corpo In questa al-tra parte lontano dalla VS Illma presentia et de vostri honoriet essendo anco molto lontano da casa chesser in Napoli conlrsquoanimo et lrsquoosservanza de la cortesia et studij vostri che me co-mandaste ve supplico lo aiuto vostro che me liberi da la igno-rantia de la scriptura et de li errori et nelle interpretacioni Inveritagrave et con multo affetto et senza dubio dico ad voi Magistersapientissimo che hio sia desioso de lrsquoamicitia vostra tenendo agravemolta stima in voi et come sempre che chi scrive se mette allogiudicio de molti Li homini dotti de Napoli salutano lrsquoOnmoMaestro che da molti siati amato Per hora stiate sano et Dio viconserui

VS Sertore e discipulo VS Fransco ScarpaDie IV Aprilis 1583 Lrsquoantica lettera si conserva assai beneFu scritta da Francesco Scarpa di Soleto al dotto Matteo

Tafuro suo maestro Copiai in Galatina nel 1856rsquo

NOTE

- Tutte le immagini riprodotte sono di esclusiva proprietagrave del Comunedi Galatina - Museo Cavoti E vietata qualunque riproduzione parzialeo integrale delle immagini qui riprodotte senza autorizzazione scritta alComune di Galatina nonchegrave la richiesta di citazione dellautore- Le foto sono state realizzate dallrsquoautore1 - L Rizzo Il Commento di Francesco Scarpa al De anima di Aristotele in Ri-nascimento meridionale III pp 129-148 Napoli20122 - GBTafuri Istoria degli scrittori nati nel regno di Napolivol 3pp 109-111 Napoli 17443 - Scarpa Salentino De anima riproduzione della stampa del 1584 contraduzione introduzione e note a cura di Silvia Mandurino Scrittori Sa-lentini - VI Centro di Studi Salentini Edizioni Lecce 19734 - L Galante Notizie inedite su Matteo Tafuri Nuove rivelazioni da un ma-noscritto secentesco in Il filo di Aracne anno VIII-n5 novembredicem-bre2013Galatina5 - Ringrazio Mons Quintino Gianfreda Direttore co ufficio per lrsquoarte sa-cra e i beni culturali Arcidiocesi di Otranto per la tempestiva autorizza-zione Sottolineo che le immagini del frontespizio e della data di mortedel registro parrocchiale dei defunti sono di unica proprietagrave della Parroc-chia di Soleto Pertanto le immagini non potranno essere cedute - nep-pure parzialmente e ad alcun titolo - a soggetti terzi vincolo questo estesoanche allrsquoEditore 6 - Lattuale Santuario della Madonna delle Grazie dei Frati Minori di SanFrancesco

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 15

Galatina (LE) - Museo CavotiLettera di Francesco Scarpa

Luigi Galante

APS - Atto di morte di Francesco Scarpa

16 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SALENTO OGGI

Mi ononno Vin-cenzo Miccolinato nel 1908 a

Torchiarolo comprograve dopo annidi sacrifici e risparmi di unrsquointeravita un pezzo di terreno su cui crsquoeranootto filari di ulivi

Da giovane andava in campagna a lavo-rare come bracciante agricolo nelle campagnedei vari Don locali Si alzava quando ancora era buiosia destate che drsquoinverno col freddo con il caldo torridoo con la pioggia In bicicletta raggiungeva campagne mol-to lontane da Torchiarolo a poca distanza da MesagneDue ore per andarci due ore per tornarci Tutto questogran lavoro lo faceva per guadagnarsi la vita e mantene-re onestamente la famiglia

Il nonno non era soltanto bravo a zappare e a raccoglie-re olive uva e tabacco Si distingueva in ogni aspetto del-la vita del contadino Perciograve era anche abile a potareinnestare irrorare le piante a spargere il concime e aquantrsquoaltro Erano tutti bravi e laboriosi i contadini di untempo Parlavano ogni giorno con le loro creature in cam-pagna e ad esse si legavano con lo stesso affetto cura edamore con cui ogni genitore si rivolge quotidianamente aipropri figli

Tutto riusciva a fare mio nonno sapeva anche leg-gere e apporre la firma Lrsquoultima cosa che glimancava della vita era quella di fare il soldatoFu costretto ad apprendere questa amara e tri-ste esperienza con lo scoppio della secondaguerra mondiale Dovette lasciare nonnaPantalea con tre figli e uno in arrivo perservire la bandiera tricolore e lo Stato peril quale provava una certa attrazione Fucosigrave che un bel giorno arrivograve a casauna brutta e inaspettata letteradel Ministerod e l l a

Nella zona di Torchiarolo continuano le eradicazioni dei ldquogiganti del Salentordquo

TOGLIETE LE MANI DAGLI ULIVISappiate che li difenderemo come se fossero i nostri padri i nostri figli

di Enza Pagliaro

Guer-ra Lui che non srsquoera mai mosso

dal Salento dalla sua Terra-Madredoveva presentarsi entro due giorni al

comando militare di Lecce con destinazio-ne Nord drsquoItalia Se ne partigrave con un profondo

dolore nel cuore e con tante lacrime nellrsquoanima masul viso si leggeva la fierezza del cittadino e del solda-to che va a difendere le fortune del proprio paese

Mia nonna non ebbe sue notizie per piugrave di un annoFu poi informata che lavevano fatto prigioniero sen-

za che si sapesse in quale campo di concentramento fos-se rinchiuso I giorni passavano in fretta ma di lui non

arrivava nessuna lettera e nessuna notizia Poi quando an-che le ultime speranze stavano per abbandonare mia nonnaecco che la vita della famiglia Miccoli di Torchiarolo si riempigraveallrsquoimprovviso di gioia Mio nonno a differenza di tanti suoicommilitoni ce lrsquoaveva fatta a rientrare in patria Il giorno delsuo arrivo a Torchiarolo nessuno lo riconobbe per strada per-cheacute era ridotto pelle e ossa Aveva camminato per mesi a piediper poter raggiungere la sua famiglia il suo amato paese

Quel giorno perograve non fu

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 17

Nella zona di Torchiarolo continuano le eradicazioni dei ldquogiganti del Salentordquo

TOGLIETE LE MANI DAGLI ULIVISappiate che li difenderemo come se fossero i nostri padri i nostri figli

di Enza Pagliaro

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 19

esattamente come mio nonno aveva sognato che fosse Purtroppo il piugrave piccolo dei suoi bambini era morto sen-

za che lui lrsquoavesse mai potuto abbracciare Nonostante que-sto inaspettato dolore Lu Nzinu te la Pantalea si rimboccograve lemaniche e ricominciograve a lavorare per portare il pane a casaPassarono una decina drsquoanni prima che la famiglia si ripren-desse dal dissesto economico causato dalla guerra

Pian piano lrsquoantico sogno di mio nonno di avere degli al-beri di ulivo tutti per seacute si avverograve Quando ormai era di-ventato un uomo di mezzrsquoetagrave acquistograve grazie ai tantisacrifici fatti un piccolo uliveto in contrada ldquoCase Bian-cherdquo poco fuori il paese E fu per lui una gioia immensa

Parve rinato e senza piugrave alcun acciacco fisico Con la bicicletta Lu Nzinu te la Pantalea andava a Case

Bianche per curare i suoi alberi drsquoulivo Per annaffiarlicarisciava lrsquoacqua cu le menze dalla fontana allrsquooliveto Pas-su dopu passu menza dopu menza i sacrifici venivano pun-tualmente ripagati dal raccolto e con i soldi ricavati dalleolive ogni anno poteva arricchire la dote alle sue figliole

Molti anni dopo quando il nonno ormai era vecchio equasi non camminava piugrave volleandare a rivedere i suoi alberi diulivo Non potendo piugrave cavalcarela vecchia bicicletta fu condottodietro sua ripetuta insistenzadalle figlie in auto Quando misepiede a Case Bianche cominciogravestranamente a camminare comenon faceva da tanto tempo guar-dava i suoi alberi filaru persquo filaruuno per uno Li conosceva tuttiLi sapeva distinguere gli uni da-gli altri Ad ognuno aveva asse-gnato un nome come fa ognipadre a ciascuno dei propri fi-glioli Quel pomeriggio il nonnoparlando con la sua terra conquegli eterni testimoni volle ri-cordare ai presenti il modo concui aveva saputo curarli quanteolive aveva raccolto in ogni anna-ta quanto sudore aveva versato e quante soddisfazioniaveva ricevuto per ognuno di quegli alberi Fu molto bra-vo a ripercorrere gioie e dolori della sua vita Per lui que-gli ulivi erano i suoi genitori e al tempo stesso i suoi figli

Oggi il nonno non crsquoegrave piugrave come legge naturale vuole chesia per ognuno di noi

Mia madre lo sostituigrave in tutto e per tutto ma non permolto tempo Anche lei iniziograve ad accusare gli acciacchi del-la vecchiaia muovendosi a mala pena in casa

Di tanto in tanto pretende di essere accompagnata a ldquoCa-se Biancherdquo per salutare quegli ulivi che suo padre le ave-va lasciato in ereditagrave Anche lei lrsquoAngiulina te la Pantaleaoggi si egrave mossa tra quei filari come se non avesse addossoalcun affanno e malanno fisico A lei egrave sembrato come sesuo padre fosse ancora ligrave a lavorare giovane e speranzosocome aveva sempre fatto per una intera vita Ersquo rimasta alungo assorta tra quegli alberi spostandosi pensosa e com-mossa ora di qua ora di lagrave come quando da giovinettaaiutava nonno Vincenzo a legare le fascine della rimondao a piegarsi per terra a raccogliere quellrsquooro nero che si

tramutava poi in oro giallo splendenteUna settimana fa mia madre ha ricevuto una lettera una

brutta lettera Non era certamente la stessa lettera ricevu-ta dal nonno per andare in guerra Ma anche in questo ca-so srsquoegrave trattato di una guerra Non di uomini contro uominima di uomini contro ulivi Vogliono eradicare quei gigan-ti dal piccolo appezzamento di terra Oltre ad averci mes-so unangoscia addosso mia madre ha pianto a dirotto econ lei dallrsquoalto dei cieli avragrave pianto anche mio nonno so-lo ad immaginarsi una scena del genere

Ersquo una lettera che non ci fa dormire la notte e che ci spez-za il cuore

Mia madre egrave comunque molto speranzosa e si augurache tutto si risolveragrave per il meglio allo stesso modo di co-me si risolse il caso di mio nonno che si presentograve a noiquando ormai tutti lo avevano dato giagrave per morto Lei nonfinisce mai di dirci che la vita a volte puograve avere un lieto fi-ne come in una bella favola

Lei egrave anche una donna paziente giusta saggia ed aspet-ta con grande ansia che il caso si risolva positivamente Ma

con il trascorrere dei giorni la speranza le sta venendo me-no ed allora ci esorta a tenere duro e a non desistere

Lei egrave anche una donna forte battagliera determinata adogni cosa ed egrave arrivata a dirci a chiare lettere che tutto po-tranno toglierci ma non il diritto di difendere ciograve che ciappartiene

La nostra storia i colori i profumi e i frutti della nostraterra i nostri alberi di ulivo sono ligrave in contrada ldquoCaseBiancherdquo e noi saremo ligrave a difenderli sino alla fine

Stessa cosa avrebbe detto Nonno Vincenzo se fosse an-cora in vita Lui da giovane ha offerto le sue braccia e lasua vita per difendere la Patria Italia e dalla Patria non haricevuto mai nulla

Ora a voi uomini senza cuore uomini di pietra rivol-giamo la preghiera di rispettare e di non toccare i nostriulivi che da tante generazioni sono per noi salentini la no-stra anima il nostro unico sostentamento bull

Enza Pagliara

Srsquointitola Respiri di pietra Monumenti megalitici del Salen-to (Lupo Editore Copertino 2014) il libro fotograficoche il ligure ma milanese drsquoadozione Leonello Berto-

lucci ha voluto donare allaTerra fra i due mari lrsquoanticaMessapia Un libro dalla co-pertina nera dal cui centrosorge come un astro lucente lasilhouette del maestoso trilitedenominato Chianca di SantoStefano di Carpignano Salenti-no La luce che dalla pietra sifa cogliere dal fotografo egravestrana e coinvolgente infattiil gioco di luci e ombre lrsquoan-tropizza a tal punto da farcelapercepire come energia vitale

Dal suo blog sappiamo cheegli egrave laquonato in Liguria e ap-prodato a Milano negli anni Ottanta ha intrapreso la stradadel reportage fotografico lavorando per alcune testate eagenzie italiane in seguito hanno avuto inizio collaborazio-ni internazionali tra cui quella con lrsquoagenzia ldquoSygmardquo di Pa-rigi Sue foto sono apparse su testate quali ldquoTimerdquoldquoNewsweekrdquo ldquoSternrdquo ldquoParis-Matchrdquo ldquoEpocardquo Ha fondatoe diretto per alcuni anni unrsquoagenzia fotogiornalistica mentreoggi continua a fotografare e condurre tutta una serie di at-tivitagrave nel campo della cultura fotografica vengono pubblica-ti suoi libri drsquoimmagini e allestite sue mostre organizzaeventi ed egrave docente in corsi e scuole di fotografia Egrave consu-lente in campo editoriale e multimediale ed egrave chiamato an-che a ricoprire il ruolo di photo editor in redazioni di giornaliha scritto il primo libro in Italia sullrsquoargomento col titoloProfessione Photo Editor Della sua attivitagrave si sono occupateriviste di fotografia come ldquoFotopraticardquo ldquoIl FotografordquoldquoNuova Fotografiardquo ldquoPhotordquo ldquoPhotographiardquo ldquoTechnoPhotordquo ldquoGente di Fotografiardquo ldquoFotocomputerrdquo Gli piacegiocare e nelle edizioni del ldquoPulcinoelefanterdquo [editore drsquoar-te che stampa in proprio rari esemplari di bibliofilia] le suefotografie giocano con testi tra gli altri di Alda Merini To-nino Guerra Enzo Sellerioraquo

Di lui hanno scritto Roberto Mutti laquoLeonello Bertolucci sa recuperare la pun-

tigliositagrave e la curiositagrave per ogni aspetto della vita Ma anchesoprattutto la capacitagrave di ascoltare e trasformare in immagi-

ni i sussurri da contrapporre alle grida di cui in troppi sem-brano non poter piugrave fare a menoraquo

Giuseppe Turroni laquoEsiste in Bertolucci davvero incante-vole e incantato il piacere del fare del raccon-tare del vedere sia pure strizzando lrsquoocchiocon ironia ripetiamo e senza malizia alle infi-nite contraddizioni e ambigue variazioni e va-lenze del mondo reale Egli ci restituiscematerie precise le scansioni di un racconto ter-so e delicato e il suo occhio fotografico egrave perripetere un verso di Sylvia Plath ldquoesatto e drsquoar-gentordquoraquo

Gino Patroni laquoLa prima foto della mia vitami fu scattata in un cortile di via Cernaia tra icaseggiati delle Elementari e la palestra dellaldquoPro Italiardquo Ovviamente una foto scolasticaricordo di fine drsquoanno Noi ragazzini in fittogruppo su un lato il maestro alto nei nostriconfronti come un campanile accanto alla

chiesa ndash Fermi ndash gridograve il fotografo con voce da sergenteprima del lampo Da allora ho conosciuto molti fotografiquasi tutti da bottega persino uno a Kopenik (Berlino) nelsettembre 1944 Insomma una foto da gefang (prigioniero)per gli archivi burocratici del lager Risultai magrissimoLrsquoultimo fotografo che ho conosciuto in ordine recentissimodi tempo egrave uno spezzino Leonello Bertoluccihellipraquo

Bertolucci che egrave fotografo professionista ha unrsquoidea benprecisa del suo operare Il suo archivio fotografico egrave colmo dicentinaia di migliaia di fotografie tanto da fargli scrivere

laquoHo perseguito unrsquoidea fotografica ci ho creduto e lavora-

20 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

AUTORI amp EDITORI

Giurdignano (LE) - Menhir vicinanze 2

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 21

to Ma ora di fronte alla quantitagrave di fotografie e di scelte pos-sibili sono in crisi Voglio strutturare un percorso coerentee sensato Molte decisioni srsquoimpongono e la mia parte emo-tiva litiga con quella razionale Cerco un occhio ldquoaltrordquo chemi aiuti a muovermi sul confinehellipraquo

Cosigrave pure egli conosce bene lrsquoarte della fotografia tanto dascrivere

laquoIl vero problema non egrave fare una foto sbagliata ma fareun uso sbagliato della foto Il brivido corre non quando tuguardi una fotografia ma quando lei guarda te Ogni foto-grafia ha cinque lati i primi quattro delineano lrsquoinquadra-tura il quinto egrave il suo lato oscuro Fotografare dovrebbeprovocare uno strabismo buono guardarsi dentro mentre siguarda fuori Lrsquoediting di una narrazione fotografica egrave unviaggio dentro il suo senso come ogni viaggio presupponeun punto di partenza e uno drsquoarrivoraquo (tratto dal blog Quan-do un Photo Editor)

Oggi Leonello Bertolucci ha fotografato anche il Salentouna sua parte profonda e radicale che si perde nella nottedei tempi i megaliti i maestosi massi che il Salento custodi-sce cosigrave come una madre custodisce i suoi figli

A introdurre il libro Respiri di Pietra con una sintesi stra-ordinaria e una cosmogonia stupefacente egrave Edoardo Win-speare il regista nostro conterraneo che con la sua operacinematografica ha fatto conoscere il Salento in tutto ilmondo Egrave stupenda la visione che egli ha della terra nellaquale viviamo Edoardo egrave nato a Depressa (Tricase) in unodei castelli ancora oggi attivo e accogliente Bertolucci inve-ce da qualche tempo ha acquistato una casa a Corigliano

drsquoOtranto dove ritorna da Milano quando sente il bisognodi rifugiarsi nellrsquoabbraccio magnogreco dellrsquoantica terramessapica

Nellrsquointroduzione al libro Winspeare scrive laquoNel Salento il mare egrave azzurro-verde e ha una trasparen-

za cristallina gli alberi di ulivo secolari incutono rispetto co-me ogni monumento della natura la terra egrave rossa come ilsangue ma ciograve che rende questo finisterrae drsquoEuropa un ter-ritorio davvero unico egrave la pietra Per i salentini la pietra egrave co-me il legno per gli indios amazzonici o i popoli sciamanicidella Siberia

Nellrsquoantica Messapia non si edificava con i mattoni il le-gno era quasi sconosciuto come materiale da costruzionetutto era di tufo carparo pietra leccese di Cursi drsquoAlessa-no di Soleto si era circondati da peshchi cuti stozzi patrud-dhi feddhe e ancora altri nomi [hellip] per definire ogni piccolavariazione della pietra [hellip] I menhir e i dolmen sono unapresenza abituale nelle nostre campagne Il loro fascino mi-sterico ne fa agli occhi di chi sa guardare degli ieratici sacer-doti intermediari fra il cielo e la terra quasi fossero dei moaimediterranei eretti come monito trascendentale dellrsquoesisten-za umana Leonello Bertolucci fotografo sensibile ha sapu-to guardare dove altri vedono solo Le sue immagini deinostri megaliti sembrano sguardi da un terzo occhio quellodellrsquoanimaraquo

Stupende queste parole di Edoardo che permettono allospirito umano di godere della bellezza della natura Parago-nare i nostri menir ai grandi moai dellrsquoisola di Pasqua (Ra-pa Nui) significa veramente aver capito fino in fondo ilsignificato che gli antichi abitatori di questa terra volevanodare a quei grandi massi ritti come spinotti conficcati nellaroccia

E tale comprensione egrave rilevabile pure nelle fotografie diBertolucci che intitolando il libro laquoa tutti i nostri padri a[suo padre]raquo ha guardato attraverso lrsquoocchio magico dellafotocamera i megaliti del Salento quasi fossero dei nostriantenati Cosigrave il suo percorso fotografico ha attraversatocampagne e rilievi collinari consacrando al nostro immagi-nario i megaliti di Giurdignano Giuggianello Otranto Mi-nervino di Lecce Carpignano Salentino MelpignanoMartano Bagnolo Cursi Patugrave Corigliano drsquoOtranto Pal-mariggi Cannole UgentoTerenzano Calimera Diso Cosigraveil suo libro immortala la bellezza e la severitagrave dei menhirdei dolmen delle specchie del Masso della strega degliipogei delle chianche della Centopietre della Pietra di sanVito del megalite di Terenzano Tutte pietre che respiraro-no energie vitali

Martano (LE) - Specchia dei mori

22 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Sotto una pregevole litografia ottocentesca custoditadai frati francescani di Soleto figura la seguente le-genda Nel 1568 un giocatore furibondo vibrograve due colpi

sul volto della Sacra Immagine di Maria dipinta sul muro di unacappella dove poi fu eretto il Convento de PP Riformati in Sole-to e bestemmiando disse Io noncredo che tu sei la madre di Diose non mi fai ammazzare stase-ra Dalle ferite della Sacra Effi-gie scaturigrave molto sangue e inquella sera lrsquoempio sacrilegosulla porta di Soleto fu uccisoLa prodigiosa immagine cosigrave fe-rita ed intrisa di sangue si ado-ra nel tempio del succennatoConvento

La litografia riproduce asinistra un giovane mentrecon unrsquoaccetta colpisce il vi-so di una Madonna col Bam-bino e a destra la suauccisione ad opera di un ma-cellaio armato di coltelloSullo sfondo lo skyline diSoleto con la guglia di Rai-mondello Orsini del Balzocollocata in un improbabilepaesaggio collinare

Comrsquoegrave noto nel 1568 il le-gnaiolo Giacomo Lissandridopo aver perduto al giocotutti i suoi denari entrato in una cappella campestre si-tuata fuori le mura di Soleto in un terreno dove poi sorge-ragrave il Convento dei Frati Minori colpigrave con una scure laldquofaccia bella della Madonnardquo ldquodipinta sulla pietrardquo dallaquale ldquosgorgograve sangue vermigliordquo come enfaticamentepuntualizzava il panegirista soletano Giuseppe Stanca inuna sua predica del 27 luglio del 1908 La sera stessa lrsquoem-pio oltraggiatore sconvolto dallrsquoincubo del delitto venne pu-gnalato e ammazzato dal macellaio Luigi Rullo nei pressidella Porta S Antonio detta nel lsquo500 Porta di borea La lito-grafia ci restituisce lrsquoimmagine della Madonna affrescata inuna edicola campestre ma P Diego Tafuro da Lequile nel-la sua Relatio Historica affermando che il Lissandri gioca-

va intra eandem aediculam confermava che si trattograve di unacappella coperta anche se di piccole dimensioni Dellostesso parere furono nel 1724 Padre Bonaventura Da La-ma e poi Padre Benigno F Perrone Nessuna fonte ci dicecon chi il Lissandri giocava e perdeva a carte nella cappel-

la Sappiamo perograve che Gia-como Lissandri potrebbeessere il figlio di Antonio Les-sandri vivente nel 1546 men-tre un documento del 1622segnala la natura violentadella famiglia Rullo Si sostie-ne infatti che Giovanni Rul-lo forse nipote del macellaioLuigi havesse (anche lui) am-mazzato uno de Soligraveto (Soleto)del quale non si sa il nome

Come segnala una divotapreghiera del 1789 su Giaco-mo Lissandri sembrograve abbat-tersi lrsquoira divina e se non fossesopravvenuta la morte vio-lenta sarebbe stato sicura-mente scomunicato dalpreoccupato arcivescovo diOtranto il napoletano PietroAntonio de Capua il qualecon le Costituzioni sinodali ndeg26 e ndeg 47 delle complessive58 stabilite nel Sinodo del1567 (si badi bene un anno

prima del fatto sacrilego) quasi a preconizzare i fatti di So-leto cosigrave disponeva Scomunicamo tutte quelle persone chenelle chiese et luochi sacrihellip faranno o giocheranno a carte o adadi et ad altra sorte di giocho proibito E ancora Scomunica-mo tutte quelle persone le quali temerariamente con pietra fer-ro (nel nostro caso unrsquoascia) o qual sivoglia instrumento diqual sivoglia modo feriranno o guasteranno lrsquoimagine del Cru-cifisso della Gloriosa Vergine Maria (nel caso di Soleto la Ma-donna delle Grazie) et altri Santi

La minaccia di scomunica quindi gravava su chi gioca-va a carte o a dadi nelle chiese e su chi sfregiava le imma-gini sacre

Il compianto prof Mario Marti in un suo bellissimo ar-

UNA FINESTRA SUL PASSATO

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 23

ticolo intitolato ldquoDonne e madonne salentine fra memoriae democulturardquo coglieva appieno lrsquoespressione singolaredella Madonna soletana che lui osservava spesso durantele visite nella ldquosuardquo Soleto Cosigrave infatti ricordava ldquoHoavuto modo di vedere tante volte il viso allora in una te-ca e coperto da un panno un porsquo atono e distante dellrsquoim-magine sacra un porsquo astratto e metafisico che puograve farpensare veramente piugrave a una severitagrave di esemplare giusti-zia (come avvenne allrsquoempio oltraggiatore Giacomo Lisan-dri) che a una maternitagrave fatta drsquoindulgenza e di perdonordquo

Lrsquoaffresco della Madonna delle Grazie databile alla pri-ma metagrave del Quattrocento rievoca echi rinascimentali (co-me nota Sergio Ortese) ed egrave impostato secondo i canoni

della prospettiva Venne poi incastonato nella nicchia cen-trale dellrsquoaltare maggiore nella chiesa conventuale dei Fra-ti Minori di Soleto giagrave nel 1617 denominata S(anc)taM(ari)a della Gr(ati)a completata nel 1614 con molta pro-babilitagrave dallrsquoarchitetto neretino Maria Tarantino

Tutti parlano di una Madonna severa con lo sguardoperso nel vuoto mentre il Bambino sorridente regge conla destra un piccolo ventaglio liturgico e con la sinistra gio-ca con un uccellino Si tratta invece di una Mater amabilisvolta a suscitare la misericordia di Dio verso i fedeli

Lo sguardo triste mesto e distaccato della Vergine estra-neo al gesto sacrilego del Lissandri egrave solo presago dellaPassione del Figlio raffigurata dal corallo rosso che pendedal collo del Bambino simbolo del suo sangue e della suamorte in croce

BibliografiaEgrave utile consultare L MANNI La Madonna delle Grazie di Soleto Galati-

na 2001 pp 43-53D Donato DE LUCA Divote preghiere per la novena della Madonna delle

Grazie Gallipoli 1897 pp 11-31B F PERRONE I conventi della serafica riforma di S Nicolograve in Puglia II

Galatina 1981 p 171M MARTI Donne e Madonne salentine fra memoria e democultura in

ldquoRassegna trimestrale della Banca Agricola Popolare di Matino e Leccea VIII 1 Galatina marzo 1982 p 127

L MANNI Guida di Soleto (a cura di M CAZZATO) Galatina 1992pp 41-42

L MANNI Santi e miracoli nel Salento Galatina 1996 pp 90-93 123

laquoMorsquo vu cuntu nu cunturaquo ni dicigravea la nonna Anna E zzacca-va a cuntare

E tutta la stanza se lsquonchia chianu chianu de fate de streche demachi e macare de re e de regine e puru de li nanni orchi ca nifacigraveanu ghiacciare lu sangu sulamente cu li pensagravevamu

Ma pe pocu tiempu perograve Finu a a quandu nu rrivava lu mu-mentu mentru la nonna sta cuntava ca li pariti e la stessa lagrave-mia de la stanza allrsquoimpruvvisu scumparigraveanu e lassavanu pertulu cielu e allora se perdigraveanu tutti le fate le streche li machi e linanni orchi e nui vidigraveame a lsquoncapu luccicare sulamente le stel-le e le lune e poi a centu a centu passavanu prucissioni de ca-valieri cu le curazze drsquooru e li pinnacchi e lu tiempu nu sapivise era moi o poi o prima essendu ca ni sentigraveame puru nui in-tru a lu cuntu ca la nonna sta cuntava E poi vidigraveame allrsquoim-pruvvisu li draghi e li cavaddhi alati ca sfrecciavanu vulandu ese putigravea sentire comu nu striunizzu propiu a mmienzu a la stan-za ca era ddeventata na fureata incantata e alla fine se dduma-vanu tante luciceddhe ca tremulavanu luntanu luntanu e poise perdigraveanu a rretu allrsquoorizzonte ndash a lu scuffundu dicigravea la non-na ndash addhai ci nu canta caddhu e nu lluce lunahellip

Pensagravetila comu vuliti ma ju sursquo sicuru ca prima o poi a nucertu giurnu precisu a lu postu magicu addhai ci se cugraventanulsquoncora li cunti de na fiata me incontru lsquontorna cu la nonna An-na percegrave lrsquoaggiu rrecalare na bella cosa ca mi la cunservu pe id-dha de quandu era picciccu picciccu

E ci sape se cu lrsquooccasione la nonna (ca mi lrsquoja prumigravesa) numi presenta finalmente la fija de lu Re percegrave de quiddha sursquo sta-tu sempre e suntu lsquoncora lsquonnamuratuhellip

Quista leggenda ca stegrave pe cuminciare quarchedunudice ca lrsquoave inventata nienti de menu ca LeoneTolstoj lu famosu scrittore de la Russia Quarche-

dun addhu dice ca egrave stata ripresa de lu scrittore Italu Cal-vinu A mie cu bbu dicu lu giustu mrsquohanu sempremparatu ca ede na storia vera originaria de le muntagnede lrsquoArta Italia ca poi egrave scisa chianu chianu a le parti decquassotta a nui e puru a la famija nogravescia ca pe la veritagrave egravesempre stata patriottica Tantrsquoegrave veru ca allrsquourtima de li un-dici fij avuti de la nonna Anna lu nonnu Paulinu nogravesciuvoze cu li degravescia lu nome de Triestina propiu a onore dela cittagrave de Trieste ripijata allrsquoAustria a la fine de la primaguerra mondiale

Vabbegrave Comu ede comu nun ede lsquostu cuntu ca morsquo vucuntu a casa nogravescia era deveru de casa percegrave ogni tantuscigravea e bbenigravea pe vucca no sulamente de la nonna Annama cchiui de na fiata puru de la zigrave Ninetta e addhe fiate dela zia Teresina e de la zigrave Cetta o puru de la Rusaria ca erala cugina crande e ca ede lsquoncora viva e vegeta cu la bonasalute e li mandu nu baciu

Allora siti pronti Se siti pronti zzaccuCrsquoera na fiata nu Re ca tenia nu fiju unicu La Regina di-

fatti srsquoja mmalazzata cu lu parturisca e de tandu a lsquompoinu potte avire cchiui nisciunrsquoaddha cravidanza

Lu Re naturalmente li vuligravea ancora cchiugrave bene a lsquostu fi-ju unicu E si lu cocculava e lu nsistigravea ogni mumentu esciucava cu iddhu e li cuntava storielle curiose cu lu di-verta e li facigravea rrecali drsquoogni ben di DiulsquoNsomma cerca-va cu lu ccuntenta in tuttu e per tuttu

Ma lu principinu invece era sempre scuntentu Morsquo era puru ddeventatu carusu nu giovanottone ertu

beddhu e distintu comu nu veru Principe Scigravea a lsquoncaccia

ma de malavogliaComu cuminciava afare na cosa dopu nupocu se ncaddhiscia-va Lu Re lrsquoja datu pu-ru nrsquoarmata de sur-dati cu lu invoglia al-lrsquoavventura ma id-dhu mancu pe lacapu

Nu paru de fiate cuccuntenta sigraverasa ca luspingigravea quasi a lsquonfor-za ja puru partecipa-tu a lu torneu de lacavalleria ca se tenigraveadorsquo fiate lrsquoannu ma secapigravea subitu ca a lugiovane nu li cuddha-va percegrave nu teniapropiu piacere denienti e lu cchiui de lefiate stava sempremalinconicu

Crsquoeranu periudi capassava sciurnate in-tere nfacciatu a lubalcone cu lu sguar-du persu luntanu

laquoMa cce hai Cce edeca ti mancaraquo li ddumanda-va sigraverasa

laquoNu sacciu mancu iuraquo ri-spundigravea iddhu

laquoForsi ca sinti lsquonnamura-tu ndash cuntinuava lu sirendash Harsquo misu lrsquoocchi su qual-che beddha carusa Dimmigrave-lu fiju miu ca de vagnunebeddhe ne truvamu centu efosse puru la fija de lrsquoImpera-tore oppuru na semplicecontadina se propiu ti pia-ce ti la fazzu spusareraquo

Nienti Lu Principe co-tulava la capu e mancu lirispundigravea

Ddhu poveru cristianu

de lu Re alla fine lrsquojapruvate tutte inutilmen-te cuncerti de musicafeste de ballu sfilatemascherate numeride scioculieri animaliparlanti

Alla fine decise fice nu bandu e chiamau a cunvegnu limeju duttori professori studiosi e filosofi de tuttu lu Re-gnu e finalmente dopu sette giurni e sette notti de assem-blea ci foe na parvenza de rimediu a la situazzione

Lu Capu Sapiente ca tenigravea la barba vianca e lu parlare

24 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

pulitu li disse a luRe laquoMaestagrave abbiamoindagato e ragionatoprofondamente Abbia-mo studiato le StelleChiesto consiglio al-lrsquoAurora e al TramontoInterrogato il SilenzioEsplorato lrsquoOscuritagrave e ilDubbio E aperto infi-ne tutte le novantano-ve porte del MisteroOra per liberare vostrofiglio dalla malinconiadovete cercate un uomoche sia contento Macontento in tutto e pertutto Di se stesso del-la sua famiglia dellapropria occupazionedella sua casa del paesedove vive della genteche incontra dellrsquoariache respira delle stagio-ni che cambiano e an-che degli animali deglialberi delle montagnecosigrave come pure del mareo dei fiumi e dei laghi edi tutto ciograve che lo cir-

conda Quando incontreretequestrsquouomo prendete la sua ca-

micia e scambiatela con quella di vostro figlio E il Principe fi-nalmente guariragraveraquo

Lu Re se dese de fare subitusenza mancu cu perda nu

minutu lu tiempu curraccoja tutti lrsquoamba-sciatori de lu Regnu

ccumpagnati de centusurdati segretari mes-saggeri currieri esplo-ratori e aiutanti drsquoogni

genere e li sparpa-jau a li quattru pizzi cu

se degravescianu de fareE foe cusigrave ca dopu nu

paru de giurni li pur-tara nu Monacu rumi-tu

laquoMonacu santu dim-mi se sirsquo cuntenturaquo liddumandau lu RelaquoCertu Maestagrave Sursquocuntentu de intru e de

fore La solitudine fur-tifica e santificaraquo laquoBravu Bravuraquo li disse lu Re E poi li fi-ce lsquosta pruposta laquoVorsquo cu bbieni cu mie a lu castellu pe dire lepreghiere intru a la cappella realeraquo

laquoMacari Maestagrave E comu no De corsa vegnu a lu castel-lu Cusine me pozzu rripusare nu pocu ca stisu sempre lsquonter-

ra sulu sulu e pe lu friddu de certe notti a le fiate mi vene la ma-lincuniaraquo

laquoVane vane Monacu rumitu Se eri veramente cuntentu nudesideravi cu stai meju de cu comu stai Via Viaraquo li cridau luRe Li dese na borsa de munete drsquooru e lu cacciau

Dopu nrsquoaddhu paru de giurni li purtara nu Massaru catenigravea cchiui de decemila pecure e nu crande llavitu e erariccu spundatu ma era puru tantu bbonu de core ca davafatigravea a ci la cercava e rrecalava de mangiare a tutti e purusordi a ci tenigravea bisognu e tutti li vuligraveanu bene e iddhu eracuntentu

laquoMassaru Massaru se vide ca sigrave cuntentu Ma tie deveru tesienti cuntenturaquo li ddumandau lu Re laquoCertu Maestagrave Co-mu viditi ssignurigravea stessu iu tegnu tuttu e cchiui de tuttu etutti mi vogravelanu bene Perograveraquo

laquoPerograveraquo li rripetigraveu lu Re ca vuligravea cu saccia de cchiuilaquoPerograve lrsquoanni passanu Maestagrave E mi vene la malincunia quan-du pensu ca prima o poi puru iu aggiu murire e aggiu lassaretuttu quiddhu ca tegnuraquo

laquoVane vane Massaru riccu spundaturaquo li cridau lu Re laquoSeeri veramente cuntentu nu desideravi cu eggi eternu ca sulu alu Patreternu li spetta Via Viaraquo Li rrecalau na borsa demunete drsquooru puru a iddhu e lu cacciau

Poi dese ordine a li surdati cu nu li portanu cchiui ciu-vieddhi pe ddha settimana percegrave era rimastu tantu delu-su de lsquosti primi risultati ca era meju cu se ddefrisca nupocu E ccumpagnatu de quattru cavalieri se ne scigraveu que-tu quetu a lsquoncaccia intru a lu voscu

A lu tramontu quandu sta turnava a lu castellu passan-du vicinu a na capanneddha ca sta cadigravea arsquostozze lsquontise navoce ca dicigravea laquoCrazzie Signore miu Puru ogravesce mrsquoai pruvvi-dutu cu faticu e cu mangiu Aggiu sudatu e me sentu nu pocustraccu pe la fatigravea ma sursquo cuntentu lu stessu Morsquo mi mangiu nupocu de minestra poi me curcu me riposu e crammatina comusempre cu lrsquoaiutu de Ssingurigravea me ddisciatu cchiugrave friscu e cchiugravefelice de na rosaraquo

laquoEcculu ndash disse lu Re cittu cittu ndash Finalmente lrsquoimu truvatuquistu ede propiu lu cristianu cchiugrave cuntentu de tuttu lu Regnu Las-sagravemulu cu mangia ca poi trasigravemu e facimu cu ni degravescia la camisaraquo

E dopu nu pocu trasegravera lu Re cu tre surdati E ddhu cristianu ca srsquoja giagrave menatu su lu liettu e quasi

sta pijava sonnu se zau fuscendu e ddumandau cce buligraveatutta ddha gente a casa soa E lu Re in persona li disse cusi caccia lsquoddha specie de cuperta ca tenigravea lsquonturtijata susue cu li degravescia la camisa ca tenigravea de sotta ca li servigravea Ca poipe lsquostu favore lu rrecalava cu nu saccu chinu de giuielli ede munete drsquooru E ddhu cristianu ca ncora nun ja capitusi la cacciau sugravebitu ddha specie de cuperta ca tenigravea lsquontur-tijata susu

Ma sotta nun crsquoera nuddha camisa Nu la tenigravea la cami-sa ddhu poveru cristianu Nu lrsquoja mai tenuta a lsquonvita soa

Cari amici a la fine de lu cuntu la nonna Anna ni dicigravea sem-

pre ca la camisa de la felicitagrave nun esiste Lu segretu ede unu su-lu rripetigravea ognunu de nui tocca cu se saccia nccuntentare Cula camisa o senza Percegrave nu sempre egrave certu ca unu ca la tene lacamisa ede alla fine cchiugrave cuntentu e felice de unu ca invece nula tene

Cu tanti Auguri de bone Feste e cu la bona saluteMelanton-Roma 2015

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 25

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

26 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Era stata educata a Galatina

Sofia Stevens nacque nel 1845 a Gallipoli figlia del vi-ce Console inglese nella citta salentina Henry Stevensche rimase in carica fino al 1867 anno in cui morigrave An-

che il nonno di Sofia Richard era stato vice console dal1829 fino al 1853Mentre la madre diSofia era una nobil-donna di originefranco-napoletanaCarolina Auverny

Sofia era la secon-da di cinque figli (trefemmine e due ma-schi) ed era stataeducata prima a Ga-latina poi alla etagrave diundici anni fu man-data a Napoli doveebbe per maestro dilingue e di poesia Fe-derico Villani aquindici anni ritornograve

a Gallipoli e di qui ebbero inizio come era norma per i gio-vani di buona famiglia i viaggi di formazione in Europa

Con lo zio Giovanni Auverny per due anni Sofia non fe-ce che viaggiare Parigi Madrid Berlino Zurigo Monacodi Baviera Copenaghen ecc Si perfezionograve negli studi clas-sici conoscendo oltre lrsquoitaliano il francese lrsquoinglese lo spa-gnolo e il tedesco e rientrata a Gallipoli cominciograve ascrivere per proprio conto fincheacute morto il padre nel 1867(Sofia ha 22 anni) si trasferigrave con la madre e tutta la fami-glia a Napoli Qui sposograve senzrsquoamore Settimio Bartocci Idue vissero tra Gallipoli e Napoli a seconda delle stagio-ni fincheacute nel 1873 venne diagnosticato a Sofia (ha soltan-to 28 anni) un tumore al seno Da questo momento in poiSofia si trasferisce definitivamente a Napoli Non rivedragravepiugrave Gallipoli Operata tre anni dopo muore il 9 agosto1876 a soli 31 anni di etagrave

Muore con il rimpianto di un amore infelice e con la suaGallipoli nel cuore

Lascia scritte con il lapis in vari quaderni-diari 350 poe-

sie che aveva cominciato a scrivere fin dallrsquoetagrave di 15 anniVerranno pubblicate postume nel 1879 sotto il titololdquoCantirdquo come avrebbe desiderato lei stessa che ammira-va e amava moltissimo i ldquoCantirdquo leopardiani

Era una creatura dolce e malinconica morigrave infeliceVi chiederete comrsquoera Sofia Stevens questa singolare no-

bildonna gallipolitana dellrsquo800Non abbiamo testimonianze coeve ma dallrsquoeffigie del ri-

tratto che ci ha lasciato e soprattutto dalle poesie che ha la-sciato come sorta di testamento spirituale egrave facileimmaginare una creatura dolce fine delicata pallida pa-tetica malinconia romantica e tuttavia non era una fan-ciulla tutte trine e sospiri

Era intelligente colta conosceva quattro lingue di carat-tere molto riservato era schiva viveva appartata aveva unmagnifico rapporto con la natura che la circondava e so-prattutto Sofia si sentiva profondamente gallipolitana fi-glia di quella terra un porsquoruvida ma splendida e generosaE ciograve lo esplicita nelle sue poesie che sono di chiara imita-zione e sul modello tardo-romantico alla Prati o alla Ale-ardi tanto per intenderci anche se il suo modelloinarrivabile fra tutti i poeti da lei conosciuti era GiacomoLeopardi il poeta del dolore a cui si sentiva molto vicinosia per il suo temperamento malinconico che per le tristi

POETI SALENTINI

Gallipoli (LE) - Antica raffigurazione del porto

Sofia Stevens

di Augusto Benemeglio

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 27

personali vicende biografiche Le poesie di Sofia Stevenssono molto sentimentali talora sognanti malinconichedolenti Ma ciograve che ella prova non egrave finzione non appartie-ne alla convenzione percheacute la sua vita fu veramente brevedolorosa e infelice costretta a sposare un uomo che nonamava e a patirne tutte le amare conseguenze e infine col-pita da un male terribile allora incurabile che lrsquoavrebbeportata alla morte tra atroci sofferenze fisiche e spirituali(ldquoA lrsquoalma mia tapina tormenti senza fine innanzi pa-rahelliprdquo) a soli 31 anni

Dal cielo son discesaIn questa fonda valleE al suolo mrsquoha protesaUn infelice amoreNon piugrave lrsquoamorchrsquoio vagheggiava tecoE che potea securaFin confidare a lrsquoecoDe le paterne muraMa di foco avvampante passioneChe sebben corripostaTerribile tenzoneContro me stessa ha impostoInvano io vograve domarlaQual fa lrsquoondaTanto furente da schiantar le digheFuori trabalza e tutto intorno inondaE seco trascinando la rovinaA lrsquoalma mia tapinaTormenti senza fine innanzi paraE mrsquoapparecchia la gelata bara

La ruvidezza degli antichi scogliSofia lrsquoabbiamo detto amograve molto la sua terra natia Gal-

lipoli che considerograve sempre sua prima vera autentica pa-tria sebbene non ci abbia vissuto moltissimo E alla suaterra dedicograve descrizioni poetiche non convenzionali conunrsquoattenzione particolare alla precisione terminologica nelcampo della fauna e della flora salentina frutto della suacuriositagrave e passione per la botanica e le scienze naturali

hellipE si distendeSursquo sassi calcinati darsquo fulgoriDe lrsquoastro che in maggiore in ciel risplendeDiserta vrsquoegrave perograve rude la zollaDa pochi sterpi adorna e serpollinohellip

A me cresciuta Sopra lido marina avanza in coreLa ruvidezza dersquo nativi scoglihellipAride pietre e meste io veggo intornoOve licheni biondi e serpollinoSono i soli a profumar cocente il giornohellipErsquo qui sabbioso il suolo e non vrsquoha ramoE pure e pure questa terra io lrsquoamo

ldquo E mrsquoegrave duolo perenne la vitahelliprdquoAl periodo della fanciullezza e dellrsquoadolescenza si con-

trappone la dura realtagrave del presente in cui sono definitiva-mente tramontati i sogni e le speranze di coronarefelicemente il suo amore Chi domina incontrastato ora egrave ildisinganno e la disillusione

Lrsquoalma fidente si commuove e speraMa il disinganno apparehellipah rio velenoMa finite le gaie stagioniOgni speme con esse egrave partitaOra ignoro gli amori ed i suoniE mrsquoegrave duolo perenne la vita

Giglio nellrsquoombra e nel gelo sullo sfondo di un accesotramonto

Il dolore e la tristezza dellrsquoanimo di Sofia malata in pre-da anche allo sconforto di non poter piugrave rivedere Gallipo-li percheacute il viaggio le sarebbe troppo doloroso fannoaffacciare nella giovane donna lrsquoidea prepotente della mor-te E lo fa con accenti e riecheggiamenti chiaramente leo-pardiani

Oh felici coloro cui concessoErsquo giagrave il riposo de lrsquoeterno sonnoLagrave presso lrsquoonde di quel mar serenoSotteso le robinie e le gaggieDe le fiorite italiche pianureDove srsquoascolta il cinguettio giocondoE dove il pianto semplice donzellaVersa devota sopra lrsquourna amica

Donna Sofia Stevens a cui Gallipoli ha dedicato unavia nel borgo una via discreta e appartata sulla rivieradi tramontana rimarragrave per sempre lrsquoemblema della de-licatezza e della femminilitagrave romantica ma anche dellatenerezza e del profumo discreto un candido giglio trale rocce unlsquoombra delicata e tenera sullo sfondo di unacceso tramonto di Gallipoli bull

28 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

PITTORI GALATINESI

Metafisica scettica mi piace defi-nire la pittura di Totograve Rossettispirito inquieto e indagatore cu-

rioso della condizione esistenziale con-temporanea

E con le sue opere il nostro egrave un ritorno auna ben strana e originale metafisica unametafisica questa volta salace arguta piugraveafferente ndash certo ndash ad uno spirito pirandel-liano ma ndash sento di poter dissentire da cer-ta critica ndash alquanto lontana dalla musainquietante dechirichiana

Rossetti non sembra estraniarsi dal pre-sente non intende costruire un universoche trascenda la realtagrave piuttosto sembravoler fare il verso ai costumi ai tic alle pes-sime abitudini della societagrave massificata inun intento intelligentemente neoillumini-sta che fa perno sulle sorti alternanti e mu-tevoli della natura umana messe a nudo elasciate al compiaciuto ludibrio del visitatore

E dentro questo programma di rivisitazione della socie-tagrave e dellrsquoindividuo occupano un posto preminente la ten-sione critica la contestazione sobria ed elegante che solo la

pittura metafisica puograve pronunciareQuesto nitore delle opere di Rossetti deriva dal fatto che

lrsquoartista sa innanzitutto padroneggiare con abilitagrave la figu-ra competenza che non pare fargli difetto bencheacute proven-

ga da una formazione autodidattaA ciograve si aggiunga anche in lui la

predilezione per talune citazionistilistiche come le incursioni ldquoopti-cal artrdquo o addirittura iperrealisteche costellano tutto un percorso dioriginalitagrave

Dunque una metafisica pura opiuttosto un ideale metafisicoPropenderei per questa seconda in-terpretazione dato che esiste unnon so che di esplicito in quel suocromatismo cosigrave vivido in quellasua fedeltagrave alla forma ndash reinventatasigrave - ma sempre cosigrave sensibile allatrascendentalitagrave e aggrappata al re-taggio concreto dellrsquoesistenza

Talora infatti dalla pitture diRossetti affiora la tentazione delpaesaggio come rispecchiamentodella vita interiore della socialitagraveaffiora altresigrave un elegante figurati-ldquoLrsquoarte invita alla pacerdquo - acrilico su tela

ldquoSirenardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 29

vismo informato a un vagheg-giamento estetizzante dellaforma quasi un esito compen-sativo della coscienza forte-mente avvertita del caratterearido e amaro dellrsquoesistenza

Rossetti pertanto riesce atemperare con questi ricorsi ladisperazione senza attese chegiustamente caratterizza lrsquoere-ditagrave storica della pittura meta-fisica

Un riscontro di ciograve va ricer-cato nel suo ricco repertoriografico che spazia dalla pubbli-citagrave alla satira e nel quale risie-de la sapida inventiva concet-tuale di un uomo ben radicatonel proprio tempo

Antonio Miccoli

Nella personale visione del-la realtagrave Totograve Rossetti ci dagraveuna pittura originale tesa alladescrizione di avvenimenti estati drsquoanimo della societagravecontemporanea in chiave me-tafisica

Le sagome umane negli at-teggiamenti veraci inserite inuna architettura classica dateatro sono da collegare con lospirito penetrante pirandelliano e dechiriano

Crsquoegrave una denuncia della tradizione e crsquoegrave un modo singo-lare di dipingere efficaci come risultato percheacute le ansie deipersonaggi sono espresse e chiuse in una ben orchestrata

sfera eticaLrsquoartista vive e soffre la tra-

sformazione drsquouna societagrave checolloca con forza esistenzialeisolandola e sommergendolanel vuoto drsquouna disperazionesenza attese o nellrsquoillusione dieffimere gioie terrene

I personaggi recano ciascunoil peso del proprio vivere

Lrsquoarte del Rossetti riesce cosigravead esprimere lrsquoinconsistentemutevolezza umana

Sirio Marcianograve

Quasi un ideale metafisico egravela pittura di Totograve Rossetti na-ta da una complessa lievita-zione di spirituale sensibilitagrave enel contempo di partecipazio-ne alla forma che si concretiz-za in elaborati il cui fascinoprincipale egrave dato dalla armo-nica sintesi attuata attraversouna sua ricerca multi cromaed efficace nella resa pittoricae nella ricerca del volumequanto mai significativa nelsuo apporto di tensioni e di vi-brante sensitivitagrave

La ricerca del discorso nuovoed originale egrave dettato dalla sen-

sibilitagrave dellrsquoartista in uno spazio temporale ben definitonon solo nellrsquoaspetto artistico ma anche umano

La sua figurazione si avvale di un concetto espressivo te-so alla leggibile rappresentazione dei soggetti e di un par

ldquoEvardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 31

ticolare mondo pregno di sensibilitagrave umana e come ldquomo-menti di vitardquo nel loro atteggiamento che coglie gli esseriumani mentre compiono determinati gesti che li caratte-rizzano esteticamente e interiormente lrsquointervento croma-tico egrave lasciato alla particolare sensibilitagrave di questo artista

I racconti di intime suggestioni di Totograve Rossetti sono unfluire incantato di immagini sensitive emotive e trepidan-ti di una estrema poesia che trasferite nel colore secondouna metodologia musiva e secondo un respiro delle zonepolicrome egrave una operazione pienamente riuscita soprat-tutto per lrsquooriginale impostazione giocata su fremiti viva-ci e su emozioni improvvise

Sia pur nella meditata complessitagrave delle sue armonioseopere che nellrsquointenso fluire di una poetica sostenuta dasquisita capacitagrave espressiva egrave infatti la tipica urgenzacreativa infrenabile di Totograve Rossetti che sulla tela divieneforza espressiva

Questo suo mondo pittorico in cui la carica dei simbolidi tattili emozioni di percezioni cromatico-strutturali vo-luttuosamente luminose qualificano nella densitagrave materi-ca una personalitagrave decisamente autonoma di quel suofluire spontaneo di quel vibrare continuo di forme e di co-lori narrati con gioia come vita in perpetuo movimento

Nella Mariani

ldquoPrimaverardquo - acrilico su tela

ldquoVenererdquo - acrilico su tela

Le Associazioni degli Amici della Musica sono diffu-se in tutta Italia da oltre un secolo e ubbidiscono a unprincipio esclusivo di promozione e diffusione del-

la musica della sua finalitagrave formativa ed educativa per igrandi valori estetici e morali che esprime

Forse queste Associazioni sono nate per cercare di col-mare una carenza di interessi musicali un vuoto istituzio-nale gravissimo di uno Stato latitante e come dice il MdegRiccardo Muti criminosamente colpevole della inspiegabi-le assenza di insegnamento nelle scuole italiane fra le po-che in Europa

Le Associazioni rappresentano sul territorio nazionaleuna delle poche sicure ancore di salvezza per una catego-ria di musicisti e professionisti una specie ad alto rischiodi estinzione

Dopo piugrave di un secolo di presenza di movimenti cultu-rali stagioni concertistiche concorsi pianistici e tante tan-te idee la situazione musicale italiana rimane incertaquasi sospesa nel vuoto dellrsquoindifferenza dei politici i piugraveresponsabili della storica incapacitagrave di governare la cultu-ra del paese

Non solo ma si assiste anche a frequenti ed assurdi epi-sodi di analfabetismo musicale da parte di molti intellettua-li per nulla impensieriti dalla loro ignoranza anzihellip moltifanno sfoggio in alcune interviste pubbliche financo dellapassione per la musica Poi si va a scoprire quasi sempreche il loro interesse o amore egrave per un genere che non va aldi lagrave delle insignificanti musichette di consumo

I veri amici della musica sono quelli non della ldquopizzica etamburellordquo non della ldquopopolarerdquo neacute della folk e dellarock ma qualche volta della jazzistica e sempre della co-siddetta ldquoClassicardquo per intenderci quella di Palestrina

Monteverdi Mozart Beethoven Cho-pin Schubert Liszt e tanti altri

Noi siamo la patria insieme a Ger-mania e Francia del patrimonio mu-sicale piugrave importante del pianetaRappresentiamo la meta che tutti imusicisti del mondo sognano ma ciograveche avviene per i beni artistici succedeanche per quelli musicali Infatti neabbiamo fin troppi e a volte cadononellrsquooblio alcuni musicisti per i qualialtre nazioni vanterebbero meriti ec-cezionali A Galatina per esempio cisiamo dimenticati di tre illustri citta-dini Pasquale Cafaro del rsquo700 Giu-seppe Lillo dellrsquorsquo800 e Adolfo Gal-luccio del lsquo900

LrsquoItalia a cui il mondo intero conti-nua ancora oggi a guardare con gran-de ammirazione e stima per la suainvidiabile storia della musica egrave ilPaese perograve dove stranamente meno lasi studia diminuisce il numero delle

orchestre scompaiono istituzioni corali e suoi teatri sof-frono per mancanza di risorse e per il loro malgoverno

Si ha lrsquoimpressione che da un momento allrsquoaltro tuttopossa collassare e implodere seppellendo lrsquoimmenso pa-trimonio musicale

Purtroppo lrsquoattenzione delle Istituzioni nazionali e loca-li continua ad essere deludente se non indifferente Ubbi-disce ad una tendenza tutta italiana che si puograve sintetizzarenel pensiero di un noto ministro di un recente governo chediceva ldquoCon la cultura non si mangiardquo

32 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ASSOCIAZIONI CULTURALI

1952 - Galatina (LE) - il Mdeg Bruno Massaro in concerto

Eppure lrsquoItalia egrave secondo le stime dellrsquoUnesco il Paeseche detiene il maggior numero di beni artistici e cultura-li del mondo ma investe meno risorse degli altri Paesieuropei

In Italia siamo al 27deg posto lrsquoultimo E come se non bastasse

queste poche risorse sonocontese da un numero ecces-sivo di Associazioni Enticulturali e Fondazioni e perdi piugrave mal distribuite e spes-so elargite con criteri estra-nei al principio della qualitagravee del merito

La storia musicale di Ga-latina comincia idealmentenel 700 con un suo musici-sta di fama come PasqualeCafaro prosegue nellrsquo800con Giuseppe Lillo compo-sitore di molte opere lirichee musica da camera e nel900 con Adolfo Gallucciodetto Galladol

Questrsquoultimo un musici-sta gentiluomo era un com-positore di pezzi straor-dinari che eseguiva con unasua piccola orchestra drsquoarchiin concerti pubblici e spessoin salotti privati ove ricordosi trascorrevano serate mu-sicali gradevolissime Inquesto stesso periodo forseinfluenzati dalla personalitagravedel Galluccio a metagrave anni50 alcuni amici si attivarono per dare vita alla prima As-sociazione Amici della Musica di Galatina

Artefici eccezionali di questo movimento culturale furo-no la nobildonna Luisina Vallone Sticchi il dott AngeloSodo animatore principale le profsse sorelle Gina e An-tonietta Piscopo la profssa A Congedo la profssa Wan-da Bruno il sig Raffaele Congedo

La prima sede dei concerti fu la palestra della Scuola me-dia ldquoG Pascolirdquo in cui ebbi il piacere di suonare alcune miecomposizioni elogiate dal presentatore allora giovane pre-sidente Angelo Sodo ora giudice in pensione

Dopo qualche anno ci si spostograve nella sala ldquoLillordquo ora Sa-la consiliare del Comune acui sono legato da un tristericordo fui respinto alla por-ta drsquoingresso della Sala per-cheacute sprovvisto di abbona-mento

Per me allora quindicen-ne lrsquoiscrizione allrsquoAssocia-zione era un lusso che nonpotevo permettermi

Intanto a fine anni 50 or-mai affermato nellrsquoambientemusicale galatinese e nonsolo fui incaricato dalla pre-sidente Vallone insieme al-lrsquoamico Virgilio Contaldodella vicepresidenza del-lrsquoAssociazione che in quelperiodo in cerca di una sedepiugrave confortevole fu ospitatanel Circolo cittadino ldquoCirco-lo dei Signorirdquo ora sede deiVigili Urbani Il salone eraabbastanza elegante e ca-piente e il pubblico nonmolto numeroso era suffi-ciente a tenere dignitosa-mente in vita le seratemusicali

In questa nuova sede lrsquoAs-sociazione sembrograve aver tro-

vato finalmente una sua collocazione piugrave in linea con leesigenze di raffinatezza ed eleganza delle sue serate

Ma non si era valutata la presenza di alcuni anticorpi chesi annidavano tra i Soci del Circolo

Succedeva non poche volte che alcuni ldquoSignorirdquo noncu-ranti del concerto in corso nella saletta di lettura a fiancodel salone non sapessero fare a meno della partita a carte

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 33

1990 - Il prof Zeffirino Rizzelli in undibattito pubblico al Centro Studi Musicali

e che nel momento meno op-portuno esclamassero ad altavoce frasi tipiche del gioco del-la scopa

Superati questi momenti em-blematici di un periodo storicoormai vicino al rivoluzionariorsquo68 lrsquoAssociazione perdette loslancio della prima fase e pianpiano si esaurigrave per mancanza disostegni umani e materiali

Il sottoscritto in cerca di nuo-vi interessi musicali e desidero-so di attuare per Galatina piugravesolidi progetti abbandonograve lrsquoAs-sociazione per fondare il Con-corso pianistico nazionaleldquoCafarordquo sostenuto dallrsquoentu-siasmo di un acceso appassio-nato della musica lrsquoamico OnBeniamino De Maria

Poi fu la volta della fondazio-ne del Circolo culturale ldquoIl Por-ticordquo questa volta con lrsquoaiuto digrandi personaggi della culturagalatinese mons Antonio An-tonaci docente universitariostorico e filosofo avv CarloCaggia dott Mario Montinarifondatore dellrsquoOspedaletto pediatrico a Bari e il prof Zef-

firino Rizzelli A fine anni 80sempre con la consulenza aiu-to e incoraggiamento dellrsquoami-co Rizzelli diedi vita ad unambizioso progetto ldquocredordquoutile al prestigio della cittagrave IlCentro Studi Musicali ldquoP Cafa-rordquo Una iniziativa che miravaa istituire in loco un Liceo Mu-sicale Pareggiato ai Conserva-tori di Stato

Ma come ormai molti sannonon fu realizzato solo per unsoffio per insensibilitagrave miopiae incapacitagrave di qualche politicodel momento

Il 1995 egrave lrsquoanno del ritornoagli Amici della Musica ripren-dendo un filo interrotto neglianni rsquo60

La prima riunione con i nuo-vi Amici non puograve non avvenireche nella sua sede naturale ilPalazzo della Cultura Parteci-pano i Proff Michele Benegia-mo Lucia Falco GiovannaLucarelli Maria MazzarellaClelia Massaro la sigra MariaMasi la sigra Giovanna Pelle-

grino lrsquoavv Antonio Legno il dott Domenico Mangione

34 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

1996 - Galatina (LE) - Chiostro Basilica S CaterinaSpettatori durante un Concerto Amici della musica

il prof Zeffirino Rizzelli Le serate iniziano nella Sala ldquoContaldordquo e proseguono

negli anni successivi senza interruzione ospitando fino adoggi oltre 400 fra musi-cisti letterati scrittoripoeti attori cantanti

Dal rsquo95 siamo ormailontani 20 anni ed egravequindi comprensibileche io esprima ora unsenso di generale sod-disfazione e orgoglioIl merito principale na-turalmente va soprat-tutto ai Soci prove-nienti da molti paesidella provincia checon senso di responsa-bilitagrave ed abnegazionehanno sostenuto lrsquoini-ziativa facendoci rag-giungere un traguardoimportante un obietti-vo degno di una gran-de cittagrave una conquista sociale a vantaggio dellrsquointeroSalento

La qualitagrave dei nostri concerti egrave dovuta alla fattiva colla-borazione della nostra Associazione con le piugrave interessan-ti Rassegne internazionali I rispettivi Direttori artisticicollaborano ormai con noi da un porsquo di anni segnalandocii vincitori assoluti dei Concorsi Recentemente abbiamoavuto lrsquoonore della collaborazione con la prestigiosa Acca-demia Internazionale di Imola diretta da un amico il MdegFranco Scala che ha voluto ldquoregalarcirdquo per lrsquoinaugurazio-ne dellrsquoattuale Stagione concertistica uno dei migliori al-

lievi il pianista Roman Lopatinsky che ha mandato in vi-sibilio il numeroso pubblico con un pianismo brillante eun virtuosismo eccezionale

La nostra Associazio-ne egrave ormai una Univer-sitagrave della musica unospazio culturale in cuisi affrontano e svilup-pano tematiche specifi-che della letteraturamusicale nuovi studisulla liederistica ro-mantica e approfondi-menti sui vari stili eforme delle composi-zioni di ogni tempo

Un vero laboratoriosperimentale per ela-borazioni di natura cri-tica e filosofica

Con il programma disala poi sempre ac-compagnato da unrsquoat-tenta guida allrsquoascolto

si continua a perfezionare la formazione critica dei Socioffrendo loro un prezioso mezzo di comprensione dellecomplesse problematiche delle opere musicali

Una realtagrave stimolante per Galatina ed una indicazioneper far riflettere i responsabili politici nazionali

Qualche volta dalla periferia puograve emergere un utile sug-gerimento

Forse sarebbe auspicabile da parte dei politici un porsquo diumiltagrave per sostituirla allrsquoarroganza di chi continua semprea governare isolato con presunzione e incapacitagrave di com-prendere a fondo i veri problemi del Paese bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 35

2015 - Galatina (LE) - Il pianista Roman Lopatinskyallrsquoinaugurazione della stagione concertistica 20152016

Bruno Vittorio Massaro

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 3: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

La costruzione di mura poderose ha rappresentato sindallrsquoantichitagrave una delle piugrave frequenti ed efficaci stra-tegie di difesa Ogni cittagrave veniva fortificata erigendo

una cinta muraria alta e massiccia sigrave da poter resistere adattacchi ed assedi e periodicamente lrsquoampliamento delle cit-tagrave comportava la ripetizione a piugrave ampio raggio di tali recin-zioni con criteri costruttivi sempre piugrave imponenti Lrsquoassediodei Greci alla cittagrave di Troia durograve per ben dieci anni propriograzie alle sue poderose mura e senza lrsquoastuto piano di Ulis-se difficilmente essa sarebbe stata espugnata

Nelle zone di confine la costruzione di muri rappresenta-va inoltre la migliore difesa di un territorio contro gli attac-chi di nemici predoni oeserciti invasori Esempidi muri difensivi famosisono ancora visibili comeil Vallo di Adriano co-struito nel II secolo DCper ordine dellrsquoimperatoreromano al confine setten-trionale dellrsquoInghilterraallora provincia romanaper proteggerla da aggres-sioni provenienti dallaScozia Ancora piugrave famosaegrave la Grande Muraglia Ci-nese eretta in varie fasi apartire dal III secolo ACper impedire le invasionidi orde barbariche diMongoli provenienti dalnord Si estendeva per oltre 6000 chilometri ed egrave la piugrave lun-ga opera muraria esistente al mondo

I criteri costruttivi delle mura difensive sono mutati neltempo specie dopo la messa a punto di armi di offesa di-struttive che erano in grado di demolire qualunque manu-fatto dellrsquouomo rendendolo meno efficace rispetto ad unadifesa mobile Tuttavia lrsquoidea dellrsquoutilizzo dei muri egrave rima-sta per marcare le divisioni di confine e ostacolare qualun-que possibilitagrave di transito In sostanza da elementostrategico di difesa i muri si sono trasformati in strumentidi contenimento creati per impedire la penetrazione distranieri indesiderati In realtagrave sin da tempi remoti il tenta-tivo di erigere muri a tutela di un territorio era motivatonon solo da necessitagrave militari ma era anche conseguente ai

flussi migratori di gruppi o popolazioni piugrave o meno nume-rose che si spostavano in cerca di habitat piugrave confortevoli oluoghi dotati di maggiori risorse Se dunque la costruzionedi mura difensive ha accompagnato lrsquoevolvere delle civiltagravenel corso dei secoli a tale consuetudine bisogna associareanche un altro importante fenomeno che continua a verifi-carsi tuttrsquooggi cioegrave le migrazioni di popoli da una zonageografica ad unrsquoaltra un elemento che in qualche modo al-tera lo status quo creando spesso problemi di coesistenzatra popolazioni che hanno lingua cultura religione e stilidi vita diversi

La presenza di stranieri aggregati in comunitagrave etnicamen-te distinte crea certamentedei problemi ed egrave stataspesso avvertita dai nativicome una minaccia In di-verse fasi storiche del pas-sato si sono verificati feno-meni migratori con esitiassai differenziati A voltesi realizzavano condizionidi tranquilla coesistenzatra abitanti precedenti e lecomunitagrave straniere a volteinvece vi era una dura lot-ta per la conquista dellospazio vitale Alcune po-polazioni migranti sono ri-maste in costante stato diservitugrave rispetto agli occu-panti precedenti (pensia-

mo alla schiavitugrave degli ebrei in Egitto al tempo dei faraoni)o al contrario sono stati gli invasori a prevalere percheacute piugravenumerosi o meglio organizzati oppure di indole piugrave batta-gliera e feroce I grandi imperi in declino hanno spesso at-tirato popolazioni in movimento verso aree piugrave ospitali e apiugrave alto indice di ricchezza come accadde con le invasionibarbariche che portarono al crollo dellrsquoimpero romano drsquooc-cidente nel 476 DC

In anni recenti i flussi migratori sono diventati sempre piugraverilevanti anche a causa di situazioni di guerra che tormen-tano alcuni stati del Medio Oriente e dellrsquoAfrica costringen-do intere comunitagrave ad abbandonare i loro paesi drsquoorigineper venire in Europa nel tentativo di sfuggire ad una mor-te certa Tuttavia tali presenze sono avvertite dalle popola-

4 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

EXTRA MOENIA

Scozia - Il vallo di Adriano

zioni degli stati in cui gli stranieri transitano o cercano distabilirsi come una vera e propria minaccia alla stabilitagrave del-lrsquoordine costituito In questo stato di crescente allerta alcu-ni governanti hanno deciso di adottare lrsquoantica pratica diinnalzare muri di contenimento specie nelle zone di confi-ne dove non esistono barriere naturali come catene mon-tuose corsi drsquoacqua o aree di difficile attraversamento Sitratta di costruzioni lunghe a volte migliaia di chilometri eassai costose fatte con enormi blocchi di cemento e sovra-state da filo spinato il che le rende insormontabili anchepercheacute controllate da presidi militari Attualmente muri diquesto tipo esistono o sono in costruzione in varie parti delmondo

Israele da diversi anni egrave impegnato nella costruzione dimuri invalicabili ritenuti condizione essenziale della pro-pria sopravvivenza contro le possibili aggressioni da partedegli stati arabi confinanti

LrsquoArabia Saudita sta costruendo un muro di circa millechilometri lungo il suo confine con lrsquoIraq in aggiunta ad unaltro ancora piugrave lungo esistente al confine con lo Yemen LaTurchia ne sta co-struendo uno al con-fine con la Siria perostacolare lrsquoinfiltra-zione di terroristiCurdi o Islamici Oraanche lrsquoUngheria at-traversata da unrsquoondadi crescente nazio-nalismo si appresta afare altrettanto al con-fine con la Serbia Ecosigrave pure la Sloveniasta erigendo un murodi filo spinato al con-fine con la CroaziaAnche la Tunisia al-larmata dai recenti at-tentati al Museo del Bardo e alle sue strutture turistiche siaccinge a marcare con un muro il suo confine occidentalecon la Libia Persino negli USA molti sostengono lrsquoopportu-nitagrave di costruire un muro al confine con il Messico la cuifrontiera egrave da sempre di difficile controllo

La costruzione di un muro esprime in modo emblemati-co la volontagrave di divisione di chiusura verso lo straniero per-cheacute egrave diverso e come tale considerato una minaccia Lacronaca passata e recente egrave tristemente cosparsa di situazio-ni di questo tipo originate da diversitagrave di carattere etnicoe accentuate da differenze relative al colore della pelle aitratti fisionomici o alla religione professata Lrsquoatteggiamen-to di sospetto verso lrsquoestraneo rappresenta lrsquoanticamera delrazzismo un concetto che a sua volta egrave legato ad un bisognoatavico dellrsquouomo di cercare un capro espiatorio per le pro-prie difficoltagrave reali o presunte Anche se non proprio causadiretta dei mali sociali di un popolo lo straniero egrave comun-que visto come colui che contribuisce ad accentuarli quin-di merita di essere cacciato via Lo si accusa di esserepovero quindi tendenzialmente ladro di essere sporco emalato quindi potenzialmente contagioso di essere senzalavoro quindi causa di ulteriore disoccupazione di nonavere dimora quindi un problema in piugrave per chi giagrave cercacasa di professare una religione diversa quindi pronto a

costruire templi che profanano il territorio ospitante Tuttequeste accuse creano spinte contrastive ben note a chi poli-ticamente cerca il consenso costruendolo sul malessere dimolti elettori che si sentono minacciati e che della discri-minazione etnica hanno fatto una vera e propria bandieraEppure per aprire gli occhi sugli eccessi di tale atteggiamen-to basterebbe richiamare alla memoria il processo controSacco e Vanzetti gli immigrati italiani ingiustamente con-dannati alla sedia elettrica in America nel 1927 con lrsquoaccusadi rapina e omicidio per comprendere come alla base diquel giudizio sommario vi fosse una discriminante razzistae in parte ideologica1

Giova ricordare a tutti e soprattutto a chi nutre sentimen-ti xenofobi che il fenomeno dellrsquoemigrazione ha di fatto toc-cato a piugrave riprese la storia di qualunque popolo della terraAlcuni continenti come lrsquoAmerica o lrsquoAustralia devono al-lrsquoimmigrazione la loro stessa identitagrave nazionale e il loro al-to grado di civiltagrave per come ora lo conosciamo Nelle fasiiniziali di colonizzazione di questi territori le condizioni de-gli immigrati erano davvero drammatiche Il viaggio dei Pa-

dri Pellegrini nellsquo600 dallrsquoInghilterraanglicana verso ilnuovo mondo appa-riva come una fugaverso lrsquoignoto anchese alla ricerca di unaterra dove professareliberamente la pro-pria fede Ancora piugravedirompente fu lamassiccia emigrazio-ne dallrsquoEuropa versogli USA e lrsquoAmericaMeridionale a partiredagli ultimi decennidellrsquoOttocento Perquanto concerne lrsquoIta-

lia in particolare va ricordata al tempo della ricostruzionepost-bellica a metagrave del secolo scorso la forte emigrazionedi operai italiani verso i paesi del centro Europa e contem-poraneamente anche dal sud dellrsquoItalia verso le aree indu-strializzate del nord le cui fabbriche avevano fame di manodrsquoopera Egrave utile rievocare queste dure esperienze del passa-to a chi ora tende a trincerarsi dietro il rifiuto indiscrimina-to degli stranieri a motivo di possibili rischi a ciograve connessiEd anche di fronte alle recenti stragi provocate dal fanati-smo islamico bisogna saper distinguere tra lrsquoaggressione ni-chilista dei terroristi e gli immigrati inermi in cerca di purasopravvivenza che sono anchrsquoessi vittime del terrorismo

Di fronte allrsquoimpulso istintivo di erigere nuovi muri enuovi steccati per impedire lrsquoingresso o il passaggio dei mi-granti sarebbe anche opportuno ricordare le tristi lezioniche la storia anche recente ci ha impartito attraverso muridivisivi di qualsiasi natura da quelli di filo spinato elettri-ficato posti ai bordi dei campi di sterminio al Muro di Ber-lino che dopo la seconda guerra mondiale per alcunidecenni ha rappresentato non solo la divisione della capita-le tedesca in zone distinte sotto il controllo dei paesi vinci-tori ma anche la contrapposizione tra le due superpotenzemondiali Ancora si ricordano i drammatici tentativi degliabitanti di Berlino Est di superare clandestinamente il mu-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 5

La grande muraglia cinese

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 7

ro per passare in occidente tentativi finiti quasi sempre tra-gicamente Ma altri muri di discriminazione vanno ricorda-ti fatti non con la pietra ma semplicemente di parole osentimenti repulsivi Come quando nellrsquoAmerica di iniziolsquo900 vi erano locali pubblici a New York e in altre cittagrave cheesibivano cartelli con la scritta ldquoDivieto di ingresso peritaliani irlandesi e canirdquo Anche gli italiani emigrati dalmeridione al nord Italia a metagrave del secolo scorso venivanotacciati di usare la vasca da bagno non per le normali fun-zioni igieniche ma ldquoper coltivare il prezzemolordquo Cambia-no le situazioni ma il germe del razzismo egrave sempre prontoa ricomparire

Erigere un muro egrave sempre e comunque un atto vergogno-so percheacute significa innalzare uno steccato divisivo tra seacute egli altri ignorando pregiudizialmente le ragioni che hannospinto i profughi ad emigrare Spesso ci si trincera dietroconsiderazioni di pura diffidenza per chiudere le porte aqualunque sentimento di umana pietagrave anche quando sitratta di individui indifesi che nella loro patria non avreb-bero scampo La triste veritagrave egrave che queste persone non ven-gono rifiutate percheacute prive di risorse o di documenti mapercheacute non godono di diritto di voto e quindi nessun par-tito o gruppo politico ha interesse a difenderli Le ragioniumanitarie valgono poco soverchiate da altri problemi rite-nuti piugrave urgenti Invece di costruire muri dovremmo tuttiriscoprire il valore della solidarietagrave ed adoperarci per risol-vere alla radice i problemi degli immigrati cercando anchedi realizzare interventi adeguati nei loro stessi paesi di pro-venienza Per la sua posizione strategica al centro del Medi-terraneo lrsquoItalia egrave certamente destinata a giocare un ruolo

di primo piano rispetto a questa emergenza umanitaria diimportanza epocale Non egrave un compito facile ma egrave un do-vere morale non tirarsi indietro bull

1 Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti emigrarono in Usa nel 1908 Il pri-mo era un calzolaio di origini pugliesi il secondo era un pescivendolooriginario del Piemonte Nel 1920 furono accusati di aver compiuto unarapina a una fabbrica di calzature in cui rimasero vittime un cassiere euna guardia armata Osteggiati dallrsquoopinione pubblica per le loro ideeanarchiche e pacifiste e per la loro appartenenza ad una minoranza etni-ca come quella italiana furono giustiziati sulla sedia elettrica il 23 agosto1927

Nel 1977 mezzo secolo dopo la loro morte il governatore del Massa-chusetts Michael Dukakis ha riabilitato le loro figure scagionandoli total-mente e proclamando il 23 agosto di ogni anno il ldquoSacco amp VanzettiMemorial Dayrdquo

il muro di Berlino

Giuseppe Magnolo

Quella domenica mattina rimanemmo tappati in ca-sa per via di un tempaccio che prometteva poco dibuono Il cielo era cupo come allrsquoimbrunire inol-

trato e i tuoni preannunziati da sfolgoranti lampi ci scuo-tevano ripetutamente mettendoci addosso unrsquoindicibilepaura Da ligrave a poco un impetuoso acquazzone si abbatteacute suGalatina con inaudita violenza accompagnato inizialmen-te da acqua e dopo alcuni minuti da chicchi di grandinegrossi quanto noci Per non farci ulteriormente spaventa-re la mamma aveva accostato tutte le imposte delle fine-stre lasciando aperto uno filo di pochi centimetri per nonrimanere completamente al buio Intanto il temporale nonsi concedeva un attimo di pausa e continuava a scaricaretuoni che ci massacravano lrsquoanima e grandine che sembra-va volesse perforare la volta delle varie stanze e colpircicon tutta la sua violenza

ldquoBambini spostiamoci non possiamo stare ancora quihellip Ve-nite venite con mehellip distendiamoci sul lettone e aspettiamo chefinisca di grandinarerdquo ndash ci consigliograve la mamma esortando-ci a seguirla

ldquoSigrave sigrave sul lettohellip lagrave staremo al sicurordquo ndash srsquoinserigrave nonna An-tonietta da alcuni giorni venuta a trovarci per aiutare lamamma nei preparativi per il Santo Natale

In quattro eravamo rannicchiati su quel lettone abbrac-ciati gli uni agli altri e ripetevamo le orazioni per allonta-nare il temporale Papagrave e Gaetano intanto si erano giagraverecati in drogheria da una buona mezzrsquoora

ldquoAgravezzate San Giuvanni e nnursquo ddurmire ca vigravesciu tthre nuve-je caminare una drsquoacqua una de vientu una de thristu mmale-

tiempu Pogravertale a ddhrai ca nursquo ccanta caddhru e nnursquo lluce lu-na nunn have anima criaturardquo1

La nonna molto timida e facilmente suggestionabile laripeteva in continuazione con le mani giunte e gli occhi ri-volti verso lrsquoalto come a volersi congiungere con un ipote-tico San Giovanni Di tanto in tanto dopo un improvvisolampo intercalava unrsquoimmancabile ldquorsquoMmaculata Mariardquoseguita dal segno della croce e da un bisbiglio di altre im-percettibili preghiere

Dopo un buon quarto drsquoora di furioso acquazzone final-mente smise di piovere e un sole dapprima timido e sfug-gente fece capolino regalando un porsquo di serenitagrave a ognunodi noi La strada era piena di pozzanghere colme non tan-to di acqua ma di chicchi di grandine per cui le personeche si erano arrischiate a venir fuori di casa per evitarledovevano procedere zigzagando

Chiaramente a noi ragazzini non era consentito di uscirfuori a giocare

ldquoMamma ed ora cosa facciamo noi altrirdquo ndash si lamen-tava a giusta ragione Franco ndash ldquohellipNon ce la sentiamo ditrascorrere tutta la domenica rinchiusi in casardquo

ldquoVa bene va benehellip se ci sistemiamo intorno al braciere viracconto la favola di Betta e del suo gattordquo ndash suggerigrave nonna An-tonietta per tirarci un porsquo su

Detto fatto Ma la favoletta per quanto bella e interes-sante durograve appena una mezzrsquooretta

8 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

I QUADERNETTI DI ATHENA

Aula scolastica primi anni lsquo900

Galatina (LE) - Campo sportivo Piazza F CesariAnno 1950 - Da sn E Scalcione C Serra S RolloSalvati G Serra prof A Carcagnigrave E Giordano

ldquoEd ora che facciamordquo ndash tornograve a lamentarsi FrancoldquoNonna percheacute non ci racconti di quando eri bambina

dei tuoi passatempi e degli impegni domestici e scolasti-cirdquo ndash proposi per stingere un porsquo il malumore

ldquoAi miei tempi erano poche ragazze ad andare a scuola Io hofrequentato sino alla terza elementare quanto basta-va percheacute imparassi a leggere e a scrivere Drsquoaltra par-te in casa di lavoro crsquoera tantissimo e mia madre nonriusciva a star dietro ad una famiglia numerosa Per-ciograve quando avevo appena dieci anni decise di ritirar-mi dalla scuola per avviarmi pian piano ad impararetutti i vari lavori della vita domestica Giagrave qualcheanno prima aveva fatto altrettanto con mia sorellaUcciardquo

ldquoNonna parlaci di quello che accadeva inclasse Dicci se la maestra era burbera e se asse-gnava molti compiti per casardquo

ldquoVi rendete conto che stiamo parlando del 1885Di anni sono trascorsi tanti figli miei e i ricordi so-no molto incerti e sbiaditi Ricordo perograve che i banchierano alti ed avevano una ribaltina al di sotto dellaquale mettevamo la cartellardquo

ldquoCosa ci mettevate dentrordquo ndash chiedevo spin-to da molta curiositagrave

ldquoOltre alla colazione fatta generalmente di due fette di panecon pomodoro ci mettevamo il libro sussidiario quello di letturaun quaderno a righi uno a quadretti alcuni foglietti di carta as-sorbente la scatoletta contenente la penna la matita i penninila gomma per cancellare il temperamatite e quantrsquoaltro necessa-rio Sul tavolo della maestra crsquoera il pallottoliere uno strumentoutile per fare semplici calcoli aritmetici Sulla sua destra accan-to al tavolo crsquoera la lavagna sulla quale scriveva i concetti piugraveimportanti delle sue lezioni Lei era molto severa con noi e preten-deva che stessimo sedute compostamente di avere sempre il ma-teriale didattico per seguire la lezione di stare attente e di nonparlare tra noi Guai alla bambina che non si atteneva alle rego-le Crsquoera perograve sempre qualcuna che non le rispettava e a voltedava fastidio Ed allora lei la puniva mettendola dietro la lavagnaper unrsquointera ora e in caso di recidiva la bacchettava sonoramen-te e addirittura la faceva inginocchiareper terra con i ceci sotto le ginocchiardquo

ldquoMamma mia io non lo avrei fat-tohellip sarei scappato via da scuola masicuramente non avrei accettato di su-bire una punizione del genererdquo ndash leribattei senza troppo pensare

ldquoEd allora oltre a prenderle di santaragione anche dai tuoi genitori avresti ri-schiato di essere sospeso sino alla fine del-lrsquoanno scolasticordquo

ldquoNonna ti piaceva studiarerdquo ndash in-calzava Franco che intanto ci prova-va gusto ad interrogarla

ldquoNon mi piaceva lrsquoaritmetica inveceamavo molto la storia in cui eccellevoRicordo le spiegazioni della maestraquando ci parlava di Garibaldi dellaspedizione dei Mille di Mazzini e della Breccia di Porta PiaQuello che piugrave mi piaceva perograve era quando si faceva lezione ditombolo e di ricamordquo

ldquoNonna come procedeva la vita in casa Drsquoestate anda-

vate al mare o in campagnardquo - continuava Franco a tem-pestarla di domande

ldquoCosa hai detto il mare Il mare lo ho conosciuto soltan-to dopo essermi sposata Era il 1902 quando nonno Cesario micondusse in calesse a Gallipoli e poi a Santa Maria al Bagno Non

conosco perograve Otranto Santa Cesaria e Santa Maria di Leucapercheacute troppo distanti da Galatinardquo

ldquoNonna hai fatto diversi bagni hai imparato a nuota-rerdquo ndash incalzavo io subito dopo non concedendole un at-timo di pausa

ldquoFigli miei vi rendete conto di quello che mi chiedete Dibagni al mare avrograve fatto cinque o sei in tutta la mia vita ma nondi piugrave Allora non crsquoerano le auto per spostarsi Oggi a voi ba-sta meno di unrsquoora di tempo per arrivare a Gallipoli con il ca-mioncino a quei tempi invece con il calesse impiegavamo dueore abbondanti anche percheacute bisognava fermarsi almeno un pa-io di volte per far rifiatare il cavallo Il bagno poi era unrsquoopera-zione che durava non piugrave di cinque minutihelliprdquo

ldquoCome mai nonna durava cosigrave poco Noi invece stia-mo in acqua per oltre unrsquoorardquo

ldquoPer voi egrave tutto piugrave facile oggihellip Per ledonne di allora la vita era molto piugrave com-plicata Dovevamo osservare tanta riser-vatezza e comportarci sempre conaltrettanta discrezione avendo cura dinon guardare mai in faccia i bagnantiCosigrave mi diceva di fare tuo nonno I costu-mi da bagno nonostante coprissero tuttoil corpo ci sembravano molto aderenti inquanto mettevano a nudo la nostra con-formazione fisica E perciograve entravamo inacqua solo per poco tempo e quando crsquoerapoca gente in spiaggiardquo

Risate a non finire da parte mia edi Franco prontamente tacitate dallanonna

ldquoBasta non intendo piugrave parlarvi dellamia vita Voglio perograve aggiungere e poi

me ne sto zitta per sempre che sono ancora tante le donne dellamia etagrave a non aver mai visto il marerdquo

ldquoOooh possibile nonnardquoldquoCerto che sigravehellip Le donne di allora rimanevano sempre tap-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 9

Galatina (LE) - Interni del Teatro Tartaro

1952 - Gallipoli (LE) - Lido PiccoloFamiglia Duma al mare

pate in casa a fare mille lavori e ad adoperarsi alla cura dei pro-pri familiarirdquo

ldquoDai nonna non smettere di parlarcihellip ti promettiamoche staremo sempre ad ascoltare senza piugrave interromper-ti Raccontaci perciograve dei lavori che la donna era tenuta afare in casardquo

ldquoImpiegherei una vita a soffermarmi su queste cose invece viparlerograve di ciograve che si faceva durante le festivitagrave natalizie Intantonoi donne dovevamo partecipare alla novena in chiesa per poterottenere lrsquoindulgenza di Natalerdquo

ldquoNonna cosa sarebbe lrsquoindulgenzardquoldquoUna sorta di benedizione somministrata dal parroco che va-

leva per un intero anno Per otte-nerla era necessario recarsi inchiesa ogni mattina di buonrsquooraascoltare la santa Messa e comu-nicarsi Il Santo Natale era vissu-to con piena gioia da parte di tuttala famiglia anche percheacute in questoperiodo si mangiavano dolci e lec-cornie varie a non finire come leldquocarteddhraterdquo i rdquoporceddhruz-zirdquo le ldquocadde cadderdquo le ldquopitted-dhrerdquo i ldquobuccunottirdquo fatti in casaed altri intingoli Poi la sera del-la Vigilia la tavola era imbanditadrsquoogni ben di Dio Si mangiavanole ldquocozze de marerdquo le ldquopigravettulerdquocon rape o baccalagrave i ldquoviermiced-dhrirdquo il ldquocaponerdquo al brodo oppureil ldquocapitonerdquo accompagnato daldquofrittelle di patate o di cavolfiorerdquotutto preparato dalle mani esper-tissime della mamma Ovviamen-te si beveva anche del buon vinoBeh ora basta mi si egrave seccata lagola a furia di parlare Preparia-moci piuttosto a pranzare credoche manchi pocordquo

Nostro padre e Gaetano in-tanto erano rincasati dalla drogheria di nostra proprietagrave

ldquoPapagravehellip papagrave questo pomeriggio ci porti al campo spor-tivo a vedere la partita tra la Pro Italia e il Nardograverdquo ndash glichiesi immediatamente sperando in una risposta positiva

ldquoSe mantiene questo bel sole senzrsquoaltro sigrave ma semprecheacute ilterreno di gioco sia praticabilerdquo

Fummo fortunati Alle 1415 in punto contenti come unaPasqua (pur trovandoci a Natale) ci avviammo verso piaz-za Fortunato Cesari allrsquooccorrenza trasformata in campoda calcio La piazza era gremita di gente percheacute la partitaera di cartello Alla Pro Italia serviva la vittoria per sopra-vanzare i neritini in classifica ma purtroppo lrsquoincontro fi-nigrave 2-2 e il tanto sospirato sorpasso sfumograve Fummo perogravesfortunati in quanto a pochi minuti dal termine il centra-vanti Angelo Calabretti sbagliograve un calcio di rigore speden-do il pallone sulla traversa (prima drsquoallora non ne avevamai fallito uno)

Non lo nascondo ce ne tornammo scontenti per lrsquoinop-portuno pareggio

ldquoSu su ragazzi stasera vi porterograve al cinema e cosigrave dimenti-cherete la grande delusionerdquo ndash ci disse nostro padre ritor-

nando a casaldquoBravo papagravehelliprdquo ndash esclamograve spontaneamente Franco ndash

ldquohellipSei il piugrave bravo papagrave di tutto il mondordquoldquoSigrave sigrave papagravehellip al Tartaro proiettano lsquoLa rosa nerarsquo con

Tyrone Power Egrave senzrsquoaltro un film fantastico percheacute aquanto pare ci devono essere diversi mortirdquo ndash aggiunsiio innocentemente

ldquoA dire il vero vorrei portarvi al Cavallino Bianco dove pro-iettano il film lsquoBellezze al bagnorsquo Crsquoegrave la bellissima attrice EstherWilliams egrave un film molto dolce e appassionanterdquo

ldquoIo non ci vengordquo ndash reagigrave Franco molto rammaricatoldquoNeanche iohellip Non mi piacciono i film drsquoamore ma

quelli di guerrardquo ndash conclusi insua difesa

ldquoVa bene va bene siete incon-tentabili Devo essere sempre ioa sorbirmi un filmetto da quattrosoldi e per giunta molto violen-tohelliprdquo ndash concluse papagrave alquan-to contrariato ndash ldquohellipMa sappiateche questa egrave lrsquoultima volta che viaccontentordquo

Diceva sempre cosigrave nostropadre ma alla fine eravamonoi figli a spuntarla in ogni cir-costanza

Al cinema ci recammo moltopresto subito dopo la partitaper poter vedere il film un pa-io di volte

Prima di andar via chiedem-mo a nostra madre trenta lirenon tanto per pagarci il bigliet-to drsquoingresso (a quello ci pen-sava papagrave) quanto peracquistare un cartoccio di lupi-ni ed uno di semi di zucca (pas-satiempu) Eravamo fortunatiad appartenere ad una fami-glia che ci accontentava quasi

in tutto Tanti altri ragazzi invece non avendo un solo cen-tesimo in tasca erano sempre ligrave nei pressi dellrsquoingresso alcinema (e stanno ancora ligrave) intirizziti dal freddo ad atten-dere lrsquooccasione giusta per entrare di soppiatto soprattut-to durante i momenti di ressa Molti ci riuscivano ma tantialtri erano costretti a rimanere fuori

Il film pur essendo a colori venne proiettato in bianco enero ma per noi fu ugualmente fantastico Stemmo in sa-la piugrave di tre ore esattamente dalle sedici e trenta a quasi leventi Tornando a casa la nostra mente era giagrave proiettataallrsquoindomani Crsquoera lrsquoincubo assillante di dover studiaretanto per sbarazzarsi dei compiti assegnati dal maestro perle vacanze natalizie Di mattina si studiava ma di pomerig-gio si giocava per la strada nostra grande palestra di vitadove noi ragazzi abbiamo costruito tutti insieme la no-stra identitagrave e dove abbiamo coltivato i nostri piccoli so-gni Ci aiutavamo vicendevolmente percheacute eravamo tuttifratelli Ci insultavamo ci picchiavamo ma dopo appenaun giorno eravamo insieme a giocare a sorridere adamarci Sigrave lrsquoamore era il nostro collante il denominatorecomune della strada e della scuola

Da sn - Angelo Calabretti e Pippi Gaballo

Anche tra gli adulti nonostante la vita fosse difficile e gra-ma vi era un sottofondo di solidarietagrave e di accettazione Lecase potevano restare aperte senza che nessuno ne appro-fittasse Crsquoerano ladri spinti piugrave che altro dalla fame e noncertamente per arricchirsi Crsquoerano tante sofferenze e peneeppure la gente le sapeva sopportare crsquoerano poche gioietutte condivise con chi non ne aveva La vita era un granbel circolo un girotondo in cui tutti ci vivevano litigavanoo si amavano ma sempre nel pieno rispetto reciproco

Oggi la vita egrave tutta unrsquoaltra cosa egrave piugrave difficile e caoticapiena di un esasperato materialismo e di un individualismoche di umano ha ben poco Assistiamo impotenti a guerretante guerre crsquoegrave una devastazione inesorabile della naturalrsquoavanzamento della cupidigia dello sfruttamento e dellaviolenza lo sfaldamento della famiglia e della scuola crsquoegravesolo il trionfo del Male Di chi la colpa Senza altro del pro-gresso del progresso scriteriato e selvaggio che non ha sa-puto correggere i difetti di fondo della societagrave drsquoallora mache anzi li ha acuiti illudendo e costringendo tantissimepersone a rincorrere miraggi piugrave che certezze Oggi la men-te dei nostri governanti egrave rivolta unicamente al PIL (prodot-to interno lordo) ma non certamente alla povertagrave che vadilagando in ogni dove A mio modo di vedere dovrebbe-ro rivolgere lrsquoattenzione a migliorare il FIL (felicitagrave internalorda) ma un simile obiettivo molto vicino ai bisogni es-senziali della povera gente non converrebbe a coloro chehanno le sorti dellrsquoItalia e del Mondo nelle mani

Spesse volte soprattutto quando sono assalito da scon-forto e delusione avverto il bisogno di rientrare in quelmondo incantato della mia dolce fanciullezza quando lavita era fatta di regole e di doveri di gioie contenute disuccessi sudati e meritati Allora ogni cosa sembrava esse-re a colori nonostante i film continuassero ad essere pro-iettati in bianco e nero A quei tempi lrsquoimmaginazione e lafantasia colmava i vuoti della vita mentre oggi la vita nonci fa piugrave sognare bensigrave preoccupare Ci sono perograve perso-ne che vivono una vita a colori Sono soltanto pochi privi-legiati che comunque non avvertono il calore del santoNatale percheacute per loro il Natale cade ogni giorno ma tratanta indifferenza e grigiore

La gente comune quella che soffre e si contiene quellache fa fatica a portare avanti una vita sulla corda la genteumile e laboriosa porta il Natale nel cuore per tutto lrsquoannoe attende con gioia lrsquoapprossimarsi di questo santo giorno

Ed egrave proprio a questa gente che rivolgo gli auguri piugravesinceri e non certamente a coloro che trascorrono il Nata-le tra feste bagordi e con il portafoglio sempre gonfio dihellipfelicitagrave rubata bull

Note1 ldquoAgravelzati San Giovanni e non dormire perchegrave vedo avvicinarsi tre nu-vole una di acqua una di vento e una di maltempo portale dove noncanta il gallo non splende la luna e non vi egrave alcuna creaturardquo

Rino Duma

Lrsquoultima descrizione informata e consapevole dellafigura del filosofo e medico Francesco Scarpa da So-leto (15581618) ce la offre Luana Rizzo(1) traccian-

do un profilo della sua formazione e del suo pensierofilosofico

Come apprendiamo giagrave da Gio Bernardino Tafuri(2) loScarpa nacque a Soleto da onorata famiglia e apprese le

prime funzioni sco-lastiche di letteratu-ra e lingua grecapresso il noto mate-matico e filosofoMatteo Tafuri dimo-strando prontezza esottigliezza dinge-gno e laureandosipoi a Salerno in me-dicina

Nel 1584 quandoha circa 26 anni ed egraveattivo cul- tore distudi filosofici mettea stampa la sua forseunica e rarissimaopera dal titolo ldquoDeAnimardquo nasconden-dosi sotto il nome diPitagora Salentino e

indirizzando con lettera dedicatoria la sua opera al mae-stro appunto Matteo Tafuri che vi viene definito AtlanteSalentino Cosigrave la dedica ldquoAd Atalante filosofo salentinoPitagora salentino questa sua opera come gradita dedicaTi meraviglierai senza dubbio maestro sapientissimo daquale straordinario ordine sia regolata lrsquoapparentementeopaca natura la quale vista attraverso le trasformazioniche di continuo le reca lrsquoingegno umano si mostra a quan-ti la considerano quasi un mirabile ed anche grandiosoartificio corroborato dalla potenza che vi si cela Tu senzadubbio rispetterai il motivo che mrsquoinduce a fissare su unatavoletta il mio pensierohellip Avendo intrapreso a scriverepartendo da questo punto sono costretto con senso di pro-fonda malinconia a stabilire che lrsquoanima sia ingenerata eincorruttibile e che sia singola e radicata nei loro corpiQuesto infatti attenditi e molto ti piaceragrave Stai bene(3)rdquo

Nullrsquoaltro se non questo breve cenno era fin qui a nostraconoscenza sul rapporto tra i due studiosi anche se qual-che altro scritto potevamo sperare di rintracciare percheacuteBernardino Tafuri scrive che lopera De Anima lsquofu lrsquounicaper quanto noi sappiamo chrsquoesso diede alle stampe avendo lrsquoal-tre da esso composte rimaste dopo la sua morte manoscrittersquo

Ma tante speranze e tante ricerche sono andate per annideluse fino a qualche mese fa quando ho ritrovato unalettera appunto dello Scarpa del tutto sconosciuta e ine-dita indirizzata proprio al suo maestro Matteo Tafuri cheegrave custodita nel Museo Civico di Galatina tra i documentiantichi del Fondo Cavoti Molto dobbiamo a Pietro Cavo-ti che dedicograve gran parte della sua vita agli studi di storiaarte letteratura e alla conservazione e trascrizioni di mol-ti documenti antichi di eccezionale importanza Si deve so-lo al Nostro se finalmente si egrave messa la parola fine allatravagliata discussione sulla calvarie del Tafuri indicatada Alessandro Tommaso Arcudi nella Galatina letterata edobbiamo ringraziare sempre Cavoti se si egrave giunti alla sco-perta dellanno di morte di Matteo Tafuri avvenuta il digrave18 novembre 1584(4)

Ora questa lettera di Scarpa a Tafuri che fu trascritta daCavoti nel 1856 da un originale oggi perduto era antica-mente conservata a Soleto pressoFrancesco Carrozzini il qualepoi la donograve a FortunatoVernaleone di Galatinanel 1773 Per qualemotivo avvenne ladonazione di questapreziosa lettera nonvi egrave modo sapereComunque la mis-siva fu indirizzatail 4 aprile 1583 daFrancesco Scarparesidente in Napolie giagrave dottore in me-dicina al Tafuri

Leggendo tra le ri-ghe si apre uno scenarioche irradia nuova luce tra ilmaestro e il disce-polo Innanzi tut-

12 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SCOPERTE ICONOGRAFICHE

Frontespizio volumeldquoDe Animardquo

Francesco Scarpa in undisegno di Pietro Cavoti

Importante ritrovamento di una missiva inedita del 1583 dal discepolo al Maestro

to si apprende che tra i due vi era una fitta corrisponden-za in quanto proprio lo Scarpa scrive in apertura ldquoPrie-

gomi Illmo Onmo Maestro mio che mefacciate avisato de quelle mie lette-

re colle quali io resposi allrsquoepi-stola vostrardquo

Oggi grazie al ritro-vamento della missivapossiamo dire con cer-tez- za che lo Scarpain procinto di termina-re la sua opera chiedeal maestro di essereaiutato nel completa-mento oltre - probabil-

mente - alla correzionedel testo lsquove supplico lo

aiuto vostro che me liberi dala ignorantia de la scriptura

et de li errori et nelle interpreta-cionirsquo

Non erra alloraLuana Rizzo a dire

laquoGrazie al trattato di Scarpa egrave possibile risalire allrsquoopinio-ne espressa da Matteo Tafuri sullrsquoanima e alle fonti allequali si ispira che lo portano a condividere con il Magi-stro sapientissimo la dottrina dellrsquoimmortalitagrave dellrsquoanimaraquo

E facile intuire anche che lopera allepoca della letteraegrave ancora una bozza ldquoAdunque secundo il mio parlare ve dicoche lo libro mio et al finerdquo e sappiamo anche che alla datadel 4 aprile del 1583 lrsquoallievo del Tafuri egrave a Napoli per vo-lontagrave del maestro in quanto piugrave avanti egli scrive ldquoet essen-do anco molto lontano da casa chesser in Napoli con lrsquoanimo etlrsquoosservanza de la cortesia et studij vostri che me comandasterdquo

Francesco Scarpa dimora nella cittagrave partenopea per ap-profondire gli studi filosofici utili allasua pubblicazione Bisogna anche pen-sare che il Tafuri in quel periodo avevacirca novantanni e per comprensibilicondizioni si appoggiograve al giovane al-lievo per ricevere delle informazioniculturali con ogni probabilitagrave dai suoivecchi amici napoletani Anche in que-sto caso abbiamo la conferma quando ilgiovane soletano gli dice che li hominidotti de Napoli salutano lOnmo Maestroche da molti siati amato

Questa testimonianza conferma concertezza che Tafuri era al centro di unmovimento filosofico e attorniato da uo-mini assai importanti come ad esempiolo sappiamo i fratelli Della Porta Possoaggiungere che lo Scarpa pochi giornidopo rientra in patria percheacute al 28 apri-le del 1583 egrave padrino per un battesimo in Galatina pro-prio lui il Messer Francesco Scarpa de Solito Ilcontenuto della lettera descrive chiaramente il pensiero fi-losofico che Scarpa vuole imprimere nel suo De anima untema comune in quel tempo e usando i testi antichi comequelli di Aristotele Trismegisto Seneca ed altri ancorastudiati certamente sui manoscritti antichi posseduti dal

Tafuri nella casa di Soleto como la letione ultima in sua ca-sa Illma che Trismegisto dixe che lanima et una sfera

Leggendo attentamente la lettera e consultando le pa-gine del De Anima pubblicato da Scarpa ho individuatoun passo descritto nella lettera e presente appunto nelsuo volume A pagina 62 della riproduzione anastaticadel De Anima del 1584 e grazie alla traduzione a fronte diSilvia Mandurino si legge laquoE lanima ben conserva me-moria delle cose e riflette e concepisce ideeraquo Mentre lafrase della lettera riporta laquo si legie in piugrave parti de la scrit-tura de lrsquoopera mia che lanima conserva bona la memoria dele cose et genera ideeraquo

La lettera risulta unanteprima minuscola della sua ope-ra e vi cita piugrave volte Aristotele Seneca ed altri autori anti-chi sottolineando che lrsquointelletto potenziale egrave nellrsquoanimaindividuale mentre quello attuale egrave intelletto divino e per-ciograve nettamente separato dallrsquouomo e poi aggiunge unafrase in greco Έν τῶ μηδὲν φ (cancellato) φθονεῖνἡδύστατος βίος (Nel non invidiare per niente (si trova) lavita piugrave dolce)

Devo la traduzione di questo passo al Prof Andregrave Ja-cob che gentilmente si egrave offerto di aiutarmi Secondo il suoprezioso contributo potrebbe trattarsi di una di quelle sen-tenze morali che nel Cinquecento venivano incise sulle ar-chitravi di porte e finestre delle case nella Greciacutea Salentina

Di questo insigne personaggio nessuna memoria egrave ri-masta se non solo ledizione sullAnima che fu la sola edormai rarissima pubblicazione oltre ad una piccola Cortea lui intitolata nella natia Soleto

Il ritrovamento della lettera copiata da Cavoti dallorigi-nale potenzia la fama di questo cultore di studi filosoficiaprendo nuovi spiragli di studio su di lui Aggiungo sol-tanto che incerta egrave la data di nascita di Francesco Scarpaper mancanza dei primi registri dei battezzati nellarchi-vio parrocchiale di Soleto ma potremmo ipotizzarla intor-

no al 1558 per indicazione tratta dallasua data di morte chegrave invece certa per-cheacute attestata dai registri soletani Pochigiorni fa grazie alle gentilezze del nuovoparroco di Soleto don Daniele Albaneseho avuto da parte dellUfficio di CuriaArcivescovile di Otranto(5) lautorizza-zione a consultare lantico registro deimorti avvenuti fra il 1600 e il 1631 e alladata del 14 agosto 1618 si legge quantosegue Franciscus Scarpa Artis MedicinaeDoctor et ph(ilosoph)us aetatis suae anno-rum sexaginta in circa facta confessione re-cepto sanctissimo Viatico et extremaUnctione in communione Sanctae MatrisEcclesiae animam Deo redditit Sepultus estin aula Sanctae Mariae della Gratia fratrumReformatorum(6) Lobito egrave stato giagrave edito daaltri studiosi ma questa mia riproposta egrave for-

se piugrave completa anche se resta un margine di dubbio nello scio-gliere la seconda abbreviazione tra ph(ilosoph)us e ph(isic)us

Ora trascrivo di seguito la lettera in modo rigorista sen-za aver modificato o alterato il testo e premettendovi ledue righe di avvertenza del Cavoti e chiudendo il tutto conaltre due righe di commento sempre del Cavoti

lsquoLettera che si conserva in casa dellrsquoOnorevole Sig Fortuna-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 13

Matteo Tafuri in un disegnodi Cosimo De Giorgi

APS Registro dei defunti1613 - 1657

to Vernaleone di Galatina Detta lettera fu donata dal Sig Fran-cesco Carrozzini di Soleto nel 1773rsquo

Priegomi Illmo Onmo Maestro mio che me facciate avisatode quelle mie lettere colle quali io resposi allrsquoepistola vostra Mae-stro Matteo prendo piugrave larga licentia nello scriuere vulgare Per-cheacute li piugrave savij del mondo han voluto che me insegnaste comoSeneca manifestare li concepti de la mente vostra senza parlarelo doveriamo fare Adunque secundoil mio parlare ve dico che lo libromio et al fine et che la eloquentia etla dignitagrave de li caratteri et de voca-buli ho possuto indirizzare a VIllma persona et a nisciuno altro ho-mo Io no so degno neacute me reputarogravepresumptuoso se offerirograve al MioMaestro de la philosophia et de lamatematica grande quello che pos-so ma assai haverograve facto et in parti-culare che come discipulo dellrsquoIllmavostra casa ho desiderato honorarequesta mia opera et purgata di ogni carattere al gusto et honestautilitagrave Illmo Maestro haverograve facto bono dica alcuna cosa etspero che et piacevole che a quante fiate ve odo igraveo non tengo al-cuno dubio in le labra vostre percheacute la oratione deue essere pu-ra como lrsquoanima Non posso non maravigliarme de la VS alegrezanello sapere che con la lengua de li greci de la materia allo vul-go umno ad alcuni hypocriti homini docti et boni mangiatori dele fatiche de li philisophi et como lo VS insegnamento che per es-sere alcuni Signori altri vassalli altri barbari altri dotti altriGreci e Latini non simo perograve tutti che un medesimo metallo neha la natura fece servi et liberi ma la lege de Dio fece tutti ugua-li et variati de la fortuna che la ANIMA et de la MORTE laquale fa vedere che tutti semo pari come dice Seneca et como di-ce lo Magister meus lrsquoanima et nello cerebro cossigrave non egrave partedel mondo neacute dentro neacute fore Como la letione ultima in sua ca-sa Illma che Trismegi-sto dixe che lrsquoanima etuna sfera da la qualelo centro e in omno lo-co como Dio et la suacircumnferentia ni-sciuno ma como diceAristotele llagrave se vedepiugrave manifestamentelrsquoanima et Dio dovemagiore lo effettu souet questo in medioCoeli Tanti hominiche hanno scripto tan-te inventioni de le stel-le che culpa egrave degrave lestelle si noi semo cau-sa de lo nostro male dela anima medesimache quelle stelle siamalvido quella altrafa li homini poveri etricchi et ciechi e altri surdi Como consentite voi Magister chedal cielo non ven alcun male como dice Averroe et cosa bona adcredere che le stelle non so maligne ma che la culpa egrave nostra etnon egrave dal cielo Ad V Illmo judicio tutte queste cose procedono

de lo cielo lo movimento de li cieli egrave causa de tutto lo bene comodice Aristotele Per lo moto dello Sole nello circulo chiamato Zo-diaco produce la generatione et corruptione Onmo Maestro miointro la opera mia non egrave lo corpo ma lrsquoanima e quello che peccae se lrsquoanimo non se emenda la nostra anima non andaria mainello universo di Dio ma incappa in le galere de Catalani Lrsquoani-ma et la virtugrave de lrsquohomini de bona opera non de li signi Magister

Sapientissimo ad mio parere si legiein piugrave parti de la scrittura de lrsquooperamia che lrsquoanima conserva bona lamemoria de le cose et genera idee chesi ponno applicare ad qualsevogliaproposito et piugrave delle volte son fatteper lo commodo como diceAristotele Ben dice lo proverbio Έντῶ μηδὲν φ (cancellato) φθονεῖνἡδύστατος βίος [Nel non invidia-re per niente (si trova) la vita piugravedolce] Li beni de lrsquoanima ponno laintelligentia la sapientia et le altre

virtuto intellettuali Li beni de lo corpo sonno la vanitagrave lo vigo-re de li sensi et de altre con convenienti di lo corpo In questa al-tra parte lontano dalla VS Illma presentia et de vostri honoriet essendo anco molto lontano da casa chesser in Napoli conlrsquoanimo et lrsquoosservanza de la cortesia et studij vostri che me co-mandaste ve supplico lo aiuto vostro che me liberi da la igno-rantia de la scriptura et de li errori et nelle interpretacioni Inveritagrave et con multo affetto et senza dubio dico ad voi Magistersapientissimo che hio sia desioso de lrsquoamicitia vostra tenendo agravemolta stima in voi et come sempre che chi scrive se mette allogiudicio de molti Li homini dotti de Napoli salutano lrsquoOnmoMaestro che da molti siati amato Per hora stiate sano et Dio viconserui

VS Sertore e discipulo VS Fransco ScarpaDie IV Aprilis 1583 Lrsquoantica lettera si conserva assai beneFu scritta da Francesco Scarpa di Soleto al dotto Matteo

Tafuro suo maestro Copiai in Galatina nel 1856rsquo

NOTE

- Tutte le immagini riprodotte sono di esclusiva proprietagrave del Comunedi Galatina - Museo Cavoti E vietata qualunque riproduzione parzialeo integrale delle immagini qui riprodotte senza autorizzazione scritta alComune di Galatina nonchegrave la richiesta di citazione dellautore- Le foto sono state realizzate dallrsquoautore1 - L Rizzo Il Commento di Francesco Scarpa al De anima di Aristotele in Ri-nascimento meridionale III pp 129-148 Napoli20122 - GBTafuri Istoria degli scrittori nati nel regno di Napolivol 3pp 109-111 Napoli 17443 - Scarpa Salentino De anima riproduzione della stampa del 1584 contraduzione introduzione e note a cura di Silvia Mandurino Scrittori Sa-lentini - VI Centro di Studi Salentini Edizioni Lecce 19734 - L Galante Notizie inedite su Matteo Tafuri Nuove rivelazioni da un ma-noscritto secentesco in Il filo di Aracne anno VIII-n5 novembredicem-bre2013Galatina5 - Ringrazio Mons Quintino Gianfreda Direttore co ufficio per lrsquoarte sa-cra e i beni culturali Arcidiocesi di Otranto per la tempestiva autorizza-zione Sottolineo che le immagini del frontespizio e della data di mortedel registro parrocchiale dei defunti sono di unica proprietagrave della Parroc-chia di Soleto Pertanto le immagini non potranno essere cedute - nep-pure parzialmente e ad alcun titolo - a soggetti terzi vincolo questo estesoanche allrsquoEditore 6 - Lattuale Santuario della Madonna delle Grazie dei Frati Minori di SanFrancesco

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 15

Galatina (LE) - Museo CavotiLettera di Francesco Scarpa

Luigi Galante

APS - Atto di morte di Francesco Scarpa

16 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SALENTO OGGI

Mi ononno Vin-cenzo Miccolinato nel 1908 a

Torchiarolo comprograve dopo annidi sacrifici e risparmi di unrsquointeravita un pezzo di terreno su cui crsquoeranootto filari di ulivi

Da giovane andava in campagna a lavo-rare come bracciante agricolo nelle campagnedei vari Don locali Si alzava quando ancora era buiosia destate che drsquoinverno col freddo con il caldo torridoo con la pioggia In bicicletta raggiungeva campagne mol-to lontane da Torchiarolo a poca distanza da MesagneDue ore per andarci due ore per tornarci Tutto questogran lavoro lo faceva per guadagnarsi la vita e mantene-re onestamente la famiglia

Il nonno non era soltanto bravo a zappare e a raccoglie-re olive uva e tabacco Si distingueva in ogni aspetto del-la vita del contadino Perciograve era anche abile a potareinnestare irrorare le piante a spargere il concime e aquantrsquoaltro Erano tutti bravi e laboriosi i contadini di untempo Parlavano ogni giorno con le loro creature in cam-pagna e ad esse si legavano con lo stesso affetto cura edamore con cui ogni genitore si rivolge quotidianamente aipropri figli

Tutto riusciva a fare mio nonno sapeva anche leg-gere e apporre la firma Lrsquoultima cosa che glimancava della vita era quella di fare il soldatoFu costretto ad apprendere questa amara e tri-ste esperienza con lo scoppio della secondaguerra mondiale Dovette lasciare nonnaPantalea con tre figli e uno in arrivo perservire la bandiera tricolore e lo Stato peril quale provava una certa attrazione Fucosigrave che un bel giorno arrivograve a casauna brutta e inaspettata letteradel Ministerod e l l a

Nella zona di Torchiarolo continuano le eradicazioni dei ldquogiganti del Salentordquo

TOGLIETE LE MANI DAGLI ULIVISappiate che li difenderemo come se fossero i nostri padri i nostri figli

di Enza Pagliaro

Guer-ra Lui che non srsquoera mai mosso

dal Salento dalla sua Terra-Madredoveva presentarsi entro due giorni al

comando militare di Lecce con destinazio-ne Nord drsquoItalia Se ne partigrave con un profondo

dolore nel cuore e con tante lacrime nellrsquoanima masul viso si leggeva la fierezza del cittadino e del solda-to che va a difendere le fortune del proprio paese

Mia nonna non ebbe sue notizie per piugrave di un annoFu poi informata che lavevano fatto prigioniero sen-

za che si sapesse in quale campo di concentramento fos-se rinchiuso I giorni passavano in fretta ma di lui non

arrivava nessuna lettera e nessuna notizia Poi quando an-che le ultime speranze stavano per abbandonare mia nonnaecco che la vita della famiglia Miccoli di Torchiarolo si riempigraveallrsquoimprovviso di gioia Mio nonno a differenza di tanti suoicommilitoni ce lrsquoaveva fatta a rientrare in patria Il giorno delsuo arrivo a Torchiarolo nessuno lo riconobbe per strada per-cheacute era ridotto pelle e ossa Aveva camminato per mesi a piediper poter raggiungere la sua famiglia il suo amato paese

Quel giorno perograve non fu

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 17

Nella zona di Torchiarolo continuano le eradicazioni dei ldquogiganti del Salentordquo

TOGLIETE LE MANI DAGLI ULIVISappiate che li difenderemo come se fossero i nostri padri i nostri figli

di Enza Pagliaro

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 19

esattamente come mio nonno aveva sognato che fosse Purtroppo il piugrave piccolo dei suoi bambini era morto sen-

za che lui lrsquoavesse mai potuto abbracciare Nonostante que-sto inaspettato dolore Lu Nzinu te la Pantalea si rimboccograve lemaniche e ricominciograve a lavorare per portare il pane a casaPassarono una decina drsquoanni prima che la famiglia si ripren-desse dal dissesto economico causato dalla guerra

Pian piano lrsquoantico sogno di mio nonno di avere degli al-beri di ulivo tutti per seacute si avverograve Quando ormai era di-ventato un uomo di mezzrsquoetagrave acquistograve grazie ai tantisacrifici fatti un piccolo uliveto in contrada ldquoCase Bian-cherdquo poco fuori il paese E fu per lui una gioia immensa

Parve rinato e senza piugrave alcun acciacco fisico Con la bicicletta Lu Nzinu te la Pantalea andava a Case

Bianche per curare i suoi alberi drsquoulivo Per annaffiarlicarisciava lrsquoacqua cu le menze dalla fontana allrsquooliveto Pas-su dopu passu menza dopu menza i sacrifici venivano pun-tualmente ripagati dal raccolto e con i soldi ricavati dalleolive ogni anno poteva arricchire la dote alle sue figliole

Molti anni dopo quando il nonno ormai era vecchio equasi non camminava piugrave volleandare a rivedere i suoi alberi diulivo Non potendo piugrave cavalcarela vecchia bicicletta fu condottodietro sua ripetuta insistenzadalle figlie in auto Quando misepiede a Case Bianche cominciogravestranamente a camminare comenon faceva da tanto tempo guar-dava i suoi alberi filaru persquo filaruuno per uno Li conosceva tuttiLi sapeva distinguere gli uni da-gli altri Ad ognuno aveva asse-gnato un nome come fa ognipadre a ciascuno dei propri fi-glioli Quel pomeriggio il nonnoparlando con la sua terra conquegli eterni testimoni volle ri-cordare ai presenti il modo concui aveva saputo curarli quanteolive aveva raccolto in ogni anna-ta quanto sudore aveva versato e quante soddisfazioniaveva ricevuto per ognuno di quegli alberi Fu molto bra-vo a ripercorrere gioie e dolori della sua vita Per lui que-gli ulivi erano i suoi genitori e al tempo stesso i suoi figli

Oggi il nonno non crsquoegrave piugrave come legge naturale vuole chesia per ognuno di noi

Mia madre lo sostituigrave in tutto e per tutto ma non permolto tempo Anche lei iniziograve ad accusare gli acciacchi del-la vecchiaia muovendosi a mala pena in casa

Di tanto in tanto pretende di essere accompagnata a ldquoCa-se Biancherdquo per salutare quegli ulivi che suo padre le ave-va lasciato in ereditagrave Anche lei lrsquoAngiulina te la Pantaleaoggi si egrave mossa tra quei filari come se non avesse addossoalcun affanno e malanno fisico A lei egrave sembrato come sesuo padre fosse ancora ligrave a lavorare giovane e speranzosocome aveva sempre fatto per una intera vita Ersquo rimasta alungo assorta tra quegli alberi spostandosi pensosa e com-mossa ora di qua ora di lagrave come quando da giovinettaaiutava nonno Vincenzo a legare le fascine della rimondao a piegarsi per terra a raccogliere quellrsquooro nero che si

tramutava poi in oro giallo splendenteUna settimana fa mia madre ha ricevuto una lettera una

brutta lettera Non era certamente la stessa lettera ricevu-ta dal nonno per andare in guerra Ma anche in questo ca-so srsquoegrave trattato di una guerra Non di uomini contro uominima di uomini contro ulivi Vogliono eradicare quei gigan-ti dal piccolo appezzamento di terra Oltre ad averci mes-so unangoscia addosso mia madre ha pianto a dirotto econ lei dallrsquoalto dei cieli avragrave pianto anche mio nonno so-lo ad immaginarsi una scena del genere

Ersquo una lettera che non ci fa dormire la notte e che ci spez-za il cuore

Mia madre egrave comunque molto speranzosa e si augurache tutto si risolveragrave per il meglio allo stesso modo di co-me si risolse il caso di mio nonno che si presentograve a noiquando ormai tutti lo avevano dato giagrave per morto Lei nonfinisce mai di dirci che la vita a volte puograve avere un lieto fi-ne come in una bella favola

Lei egrave anche una donna paziente giusta saggia ed aspet-ta con grande ansia che il caso si risolva positivamente Ma

con il trascorrere dei giorni la speranza le sta venendo me-no ed allora ci esorta a tenere duro e a non desistere

Lei egrave anche una donna forte battagliera determinata adogni cosa ed egrave arrivata a dirci a chiare lettere che tutto po-tranno toglierci ma non il diritto di difendere ciograve che ciappartiene

La nostra storia i colori i profumi e i frutti della nostraterra i nostri alberi di ulivo sono ligrave in contrada ldquoCaseBiancherdquo e noi saremo ligrave a difenderli sino alla fine

Stessa cosa avrebbe detto Nonno Vincenzo se fosse an-cora in vita Lui da giovane ha offerto le sue braccia e lasua vita per difendere la Patria Italia e dalla Patria non haricevuto mai nulla

Ora a voi uomini senza cuore uomini di pietra rivol-giamo la preghiera di rispettare e di non toccare i nostriulivi che da tante generazioni sono per noi salentini la no-stra anima il nostro unico sostentamento bull

Enza Pagliara

Srsquointitola Respiri di pietra Monumenti megalitici del Salen-to (Lupo Editore Copertino 2014) il libro fotograficoche il ligure ma milanese drsquoadozione Leonello Berto-

lucci ha voluto donare allaTerra fra i due mari lrsquoanticaMessapia Un libro dalla co-pertina nera dal cui centrosorge come un astro lucente lasilhouette del maestoso trilitedenominato Chianca di SantoStefano di Carpignano Salenti-no La luce che dalla pietra sifa cogliere dal fotografo egravestrana e coinvolgente infattiil gioco di luci e ombre lrsquoan-tropizza a tal punto da farcelapercepire come energia vitale

Dal suo blog sappiamo cheegli egrave laquonato in Liguria e ap-prodato a Milano negli anni Ottanta ha intrapreso la stradadel reportage fotografico lavorando per alcune testate eagenzie italiane in seguito hanno avuto inizio collaborazio-ni internazionali tra cui quella con lrsquoagenzia ldquoSygmardquo di Pa-rigi Sue foto sono apparse su testate quali ldquoTimerdquoldquoNewsweekrdquo ldquoSternrdquo ldquoParis-Matchrdquo ldquoEpocardquo Ha fondatoe diretto per alcuni anni unrsquoagenzia fotogiornalistica mentreoggi continua a fotografare e condurre tutta una serie di at-tivitagrave nel campo della cultura fotografica vengono pubblica-ti suoi libri drsquoimmagini e allestite sue mostre organizzaeventi ed egrave docente in corsi e scuole di fotografia Egrave consu-lente in campo editoriale e multimediale ed egrave chiamato an-che a ricoprire il ruolo di photo editor in redazioni di giornaliha scritto il primo libro in Italia sullrsquoargomento col titoloProfessione Photo Editor Della sua attivitagrave si sono occupateriviste di fotografia come ldquoFotopraticardquo ldquoIl FotografordquoldquoNuova Fotografiardquo ldquoPhotordquo ldquoPhotographiardquo ldquoTechnoPhotordquo ldquoGente di Fotografiardquo ldquoFotocomputerrdquo Gli piacegiocare e nelle edizioni del ldquoPulcinoelefanterdquo [editore drsquoar-te che stampa in proprio rari esemplari di bibliofilia] le suefotografie giocano con testi tra gli altri di Alda Merini To-nino Guerra Enzo Sellerioraquo

Di lui hanno scritto Roberto Mutti laquoLeonello Bertolucci sa recuperare la pun-

tigliositagrave e la curiositagrave per ogni aspetto della vita Ma anchesoprattutto la capacitagrave di ascoltare e trasformare in immagi-

ni i sussurri da contrapporre alle grida di cui in troppi sem-brano non poter piugrave fare a menoraquo

Giuseppe Turroni laquoEsiste in Bertolucci davvero incante-vole e incantato il piacere del fare del raccon-tare del vedere sia pure strizzando lrsquoocchiocon ironia ripetiamo e senza malizia alle infi-nite contraddizioni e ambigue variazioni e va-lenze del mondo reale Egli ci restituiscematerie precise le scansioni di un racconto ter-so e delicato e il suo occhio fotografico egrave perripetere un verso di Sylvia Plath ldquoesatto e drsquoar-gentordquoraquo

Gino Patroni laquoLa prima foto della mia vitami fu scattata in un cortile di via Cernaia tra icaseggiati delle Elementari e la palestra dellaldquoPro Italiardquo Ovviamente una foto scolasticaricordo di fine drsquoanno Noi ragazzini in fittogruppo su un lato il maestro alto nei nostriconfronti come un campanile accanto alla

chiesa ndash Fermi ndash gridograve il fotografo con voce da sergenteprima del lampo Da allora ho conosciuto molti fotografiquasi tutti da bottega persino uno a Kopenik (Berlino) nelsettembre 1944 Insomma una foto da gefang (prigioniero)per gli archivi burocratici del lager Risultai magrissimoLrsquoultimo fotografo che ho conosciuto in ordine recentissimodi tempo egrave uno spezzino Leonello Bertoluccihellipraquo

Bertolucci che egrave fotografo professionista ha unrsquoidea benprecisa del suo operare Il suo archivio fotografico egrave colmo dicentinaia di migliaia di fotografie tanto da fargli scrivere

laquoHo perseguito unrsquoidea fotografica ci ho creduto e lavora-

20 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

AUTORI amp EDITORI

Giurdignano (LE) - Menhir vicinanze 2

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 21

to Ma ora di fronte alla quantitagrave di fotografie e di scelte pos-sibili sono in crisi Voglio strutturare un percorso coerentee sensato Molte decisioni srsquoimpongono e la mia parte emo-tiva litiga con quella razionale Cerco un occhio ldquoaltrordquo chemi aiuti a muovermi sul confinehellipraquo

Cosigrave pure egli conosce bene lrsquoarte della fotografia tanto dascrivere

laquoIl vero problema non egrave fare una foto sbagliata ma fareun uso sbagliato della foto Il brivido corre non quando tuguardi una fotografia ma quando lei guarda te Ogni foto-grafia ha cinque lati i primi quattro delineano lrsquoinquadra-tura il quinto egrave il suo lato oscuro Fotografare dovrebbeprovocare uno strabismo buono guardarsi dentro mentre siguarda fuori Lrsquoediting di una narrazione fotografica egrave unviaggio dentro il suo senso come ogni viaggio presupponeun punto di partenza e uno drsquoarrivoraquo (tratto dal blog Quan-do un Photo Editor)

Oggi Leonello Bertolucci ha fotografato anche il Salentouna sua parte profonda e radicale che si perde nella nottedei tempi i megaliti i maestosi massi che il Salento custodi-sce cosigrave come una madre custodisce i suoi figli

A introdurre il libro Respiri di Pietra con una sintesi stra-ordinaria e una cosmogonia stupefacente egrave Edoardo Win-speare il regista nostro conterraneo che con la sua operacinematografica ha fatto conoscere il Salento in tutto ilmondo Egrave stupenda la visione che egli ha della terra nellaquale viviamo Edoardo egrave nato a Depressa (Tricase) in unodei castelli ancora oggi attivo e accogliente Bertolucci inve-ce da qualche tempo ha acquistato una casa a Corigliano

drsquoOtranto dove ritorna da Milano quando sente il bisognodi rifugiarsi nellrsquoabbraccio magnogreco dellrsquoantica terramessapica

Nellrsquointroduzione al libro Winspeare scrive laquoNel Salento il mare egrave azzurro-verde e ha una trasparen-

za cristallina gli alberi di ulivo secolari incutono rispetto co-me ogni monumento della natura la terra egrave rossa come ilsangue ma ciograve che rende questo finisterrae drsquoEuropa un ter-ritorio davvero unico egrave la pietra Per i salentini la pietra egrave co-me il legno per gli indios amazzonici o i popoli sciamanicidella Siberia

Nellrsquoantica Messapia non si edificava con i mattoni il le-gno era quasi sconosciuto come materiale da costruzionetutto era di tufo carparo pietra leccese di Cursi drsquoAlessa-no di Soleto si era circondati da peshchi cuti stozzi patrud-dhi feddhe e ancora altri nomi [hellip] per definire ogni piccolavariazione della pietra [hellip] I menhir e i dolmen sono unapresenza abituale nelle nostre campagne Il loro fascino mi-sterico ne fa agli occhi di chi sa guardare degli ieratici sacer-doti intermediari fra il cielo e la terra quasi fossero dei moaimediterranei eretti come monito trascendentale dellrsquoesisten-za umana Leonello Bertolucci fotografo sensibile ha sapu-to guardare dove altri vedono solo Le sue immagini deinostri megaliti sembrano sguardi da un terzo occhio quellodellrsquoanimaraquo

Stupende queste parole di Edoardo che permettono allospirito umano di godere della bellezza della natura Parago-nare i nostri menir ai grandi moai dellrsquoisola di Pasqua (Ra-pa Nui) significa veramente aver capito fino in fondo ilsignificato che gli antichi abitatori di questa terra volevanodare a quei grandi massi ritti come spinotti conficcati nellaroccia

E tale comprensione egrave rilevabile pure nelle fotografie diBertolucci che intitolando il libro laquoa tutti i nostri padri a[suo padre]raquo ha guardato attraverso lrsquoocchio magico dellafotocamera i megaliti del Salento quasi fossero dei nostriantenati Cosigrave il suo percorso fotografico ha attraversatocampagne e rilievi collinari consacrando al nostro immagi-nario i megaliti di Giurdignano Giuggianello Otranto Mi-nervino di Lecce Carpignano Salentino MelpignanoMartano Bagnolo Cursi Patugrave Corigliano drsquoOtranto Pal-mariggi Cannole UgentoTerenzano Calimera Diso Cosigraveil suo libro immortala la bellezza e la severitagrave dei menhirdei dolmen delle specchie del Masso della strega degliipogei delle chianche della Centopietre della Pietra di sanVito del megalite di Terenzano Tutte pietre che respiraro-no energie vitali

Martano (LE) - Specchia dei mori

22 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Sotto una pregevole litografia ottocentesca custoditadai frati francescani di Soleto figura la seguente le-genda Nel 1568 un giocatore furibondo vibrograve due colpi

sul volto della Sacra Immagine di Maria dipinta sul muro di unacappella dove poi fu eretto il Convento de PP Riformati in Sole-to e bestemmiando disse Io noncredo che tu sei la madre di Diose non mi fai ammazzare stase-ra Dalle ferite della Sacra Effi-gie scaturigrave molto sangue e inquella sera lrsquoempio sacrilegosulla porta di Soleto fu uccisoLa prodigiosa immagine cosigrave fe-rita ed intrisa di sangue si ado-ra nel tempio del succennatoConvento

La litografia riproduce asinistra un giovane mentrecon unrsquoaccetta colpisce il vi-so di una Madonna col Bam-bino e a destra la suauccisione ad opera di un ma-cellaio armato di coltelloSullo sfondo lo skyline diSoleto con la guglia di Rai-mondello Orsini del Balzocollocata in un improbabilepaesaggio collinare

Comrsquoegrave noto nel 1568 il le-gnaiolo Giacomo Lissandridopo aver perduto al giocotutti i suoi denari entrato in una cappella campestre si-tuata fuori le mura di Soleto in un terreno dove poi sorge-ragrave il Convento dei Frati Minori colpigrave con una scure laldquofaccia bella della Madonnardquo ldquodipinta sulla pietrardquo dallaquale ldquosgorgograve sangue vermigliordquo come enfaticamentepuntualizzava il panegirista soletano Giuseppe Stanca inuna sua predica del 27 luglio del 1908 La sera stessa lrsquoem-pio oltraggiatore sconvolto dallrsquoincubo del delitto venne pu-gnalato e ammazzato dal macellaio Luigi Rullo nei pressidella Porta S Antonio detta nel lsquo500 Porta di borea La lito-grafia ci restituisce lrsquoimmagine della Madonna affrescata inuna edicola campestre ma P Diego Tafuro da Lequile nel-la sua Relatio Historica affermando che il Lissandri gioca-

va intra eandem aediculam confermava che si trattograve di unacappella coperta anche se di piccole dimensioni Dellostesso parere furono nel 1724 Padre Bonaventura Da La-ma e poi Padre Benigno F Perrone Nessuna fonte ci dicecon chi il Lissandri giocava e perdeva a carte nella cappel-

la Sappiamo perograve che Gia-como Lissandri potrebbeessere il figlio di Antonio Les-sandri vivente nel 1546 men-tre un documento del 1622segnala la natura violentadella famiglia Rullo Si sostie-ne infatti che Giovanni Rul-lo forse nipote del macellaioLuigi havesse (anche lui) am-mazzato uno de Soligraveto (Soleto)del quale non si sa il nome

Come segnala una divotapreghiera del 1789 su Giaco-mo Lissandri sembrograve abbat-tersi lrsquoira divina e se non fossesopravvenuta la morte vio-lenta sarebbe stato sicura-mente scomunicato dalpreoccupato arcivescovo diOtranto il napoletano PietroAntonio de Capua il qualecon le Costituzioni sinodali ndeg26 e ndeg 47 delle complessive58 stabilite nel Sinodo del1567 (si badi bene un anno

prima del fatto sacrilego) quasi a preconizzare i fatti di So-leto cosigrave disponeva Scomunicamo tutte quelle persone chenelle chiese et luochi sacrihellip faranno o giocheranno a carte o adadi et ad altra sorte di giocho proibito E ancora Scomunica-mo tutte quelle persone le quali temerariamente con pietra fer-ro (nel nostro caso unrsquoascia) o qual sivoglia instrumento diqual sivoglia modo feriranno o guasteranno lrsquoimagine del Cru-cifisso della Gloriosa Vergine Maria (nel caso di Soleto la Ma-donna delle Grazie) et altri Santi

La minaccia di scomunica quindi gravava su chi gioca-va a carte o a dadi nelle chiese e su chi sfregiava le imma-gini sacre

Il compianto prof Mario Marti in un suo bellissimo ar-

UNA FINESTRA SUL PASSATO

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 23

ticolo intitolato ldquoDonne e madonne salentine fra memoriae democulturardquo coglieva appieno lrsquoespressione singolaredella Madonna soletana che lui osservava spesso durantele visite nella ldquosuardquo Soleto Cosigrave infatti ricordava ldquoHoavuto modo di vedere tante volte il viso allora in una te-ca e coperto da un panno un porsquo atono e distante dellrsquoim-magine sacra un porsquo astratto e metafisico che puograve farpensare veramente piugrave a una severitagrave di esemplare giusti-zia (come avvenne allrsquoempio oltraggiatore Giacomo Lisan-dri) che a una maternitagrave fatta drsquoindulgenza e di perdonordquo

Lrsquoaffresco della Madonna delle Grazie databile alla pri-ma metagrave del Quattrocento rievoca echi rinascimentali (co-me nota Sergio Ortese) ed egrave impostato secondo i canoni

della prospettiva Venne poi incastonato nella nicchia cen-trale dellrsquoaltare maggiore nella chiesa conventuale dei Fra-ti Minori di Soleto giagrave nel 1617 denominata S(anc)taM(ari)a della Gr(ati)a completata nel 1614 con molta pro-babilitagrave dallrsquoarchitetto neretino Maria Tarantino

Tutti parlano di una Madonna severa con lo sguardoperso nel vuoto mentre il Bambino sorridente regge conla destra un piccolo ventaglio liturgico e con la sinistra gio-ca con un uccellino Si tratta invece di una Mater amabilisvolta a suscitare la misericordia di Dio verso i fedeli

Lo sguardo triste mesto e distaccato della Vergine estra-neo al gesto sacrilego del Lissandri egrave solo presago dellaPassione del Figlio raffigurata dal corallo rosso che pendedal collo del Bambino simbolo del suo sangue e della suamorte in croce

BibliografiaEgrave utile consultare L MANNI La Madonna delle Grazie di Soleto Galati-

na 2001 pp 43-53D Donato DE LUCA Divote preghiere per la novena della Madonna delle

Grazie Gallipoli 1897 pp 11-31B F PERRONE I conventi della serafica riforma di S Nicolograve in Puglia II

Galatina 1981 p 171M MARTI Donne e Madonne salentine fra memoria e democultura in

ldquoRassegna trimestrale della Banca Agricola Popolare di Matino e Leccea VIII 1 Galatina marzo 1982 p 127

L MANNI Guida di Soleto (a cura di M CAZZATO) Galatina 1992pp 41-42

L MANNI Santi e miracoli nel Salento Galatina 1996 pp 90-93 123

laquoMorsquo vu cuntu nu cunturaquo ni dicigravea la nonna Anna E zzacca-va a cuntare

E tutta la stanza se lsquonchia chianu chianu de fate de streche demachi e macare de re e de regine e puru de li nanni orchi ca nifacigraveanu ghiacciare lu sangu sulamente cu li pensagravevamu

Ma pe pocu tiempu perograve Finu a a quandu nu rrivava lu mu-mentu mentru la nonna sta cuntava ca li pariti e la stessa lagrave-mia de la stanza allrsquoimpruvvisu scumparigraveanu e lassavanu pertulu cielu e allora se perdigraveanu tutti le fate le streche li machi e linanni orchi e nui vidigraveame a lsquoncapu luccicare sulamente le stel-le e le lune e poi a centu a centu passavanu prucissioni de ca-valieri cu le curazze drsquooru e li pinnacchi e lu tiempu nu sapivise era moi o poi o prima essendu ca ni sentigraveame puru nui in-tru a lu cuntu ca la nonna sta cuntava E poi vidigraveame allrsquoim-pruvvisu li draghi e li cavaddhi alati ca sfrecciavanu vulandu ese putigravea sentire comu nu striunizzu propiu a mmienzu a la stan-za ca era ddeventata na fureata incantata e alla fine se dduma-vanu tante luciceddhe ca tremulavanu luntanu luntanu e poise perdigraveanu a rretu allrsquoorizzonte ndash a lu scuffundu dicigravea la non-na ndash addhai ci nu canta caddhu e nu lluce lunahellip

Pensagravetila comu vuliti ma ju sursquo sicuru ca prima o poi a nucertu giurnu precisu a lu postu magicu addhai ci se cugraventanulsquoncora li cunti de na fiata me incontru lsquontorna cu la nonna An-na percegrave lrsquoaggiu rrecalare na bella cosa ca mi la cunservu pe id-dha de quandu era picciccu picciccu

E ci sape se cu lrsquooccasione la nonna (ca mi lrsquoja prumigravesa) numi presenta finalmente la fija de lu Re percegrave de quiddha sursquo sta-tu sempre e suntu lsquoncora lsquonnamuratuhellip

Quista leggenda ca stegrave pe cuminciare quarchedunudice ca lrsquoave inventata nienti de menu ca LeoneTolstoj lu famosu scrittore de la Russia Quarche-

dun addhu dice ca egrave stata ripresa de lu scrittore Italu Cal-vinu A mie cu bbu dicu lu giustu mrsquohanu sempremparatu ca ede na storia vera originaria de le muntagnede lrsquoArta Italia ca poi egrave scisa chianu chianu a le parti decquassotta a nui e puru a la famija nogravescia ca pe la veritagrave egravesempre stata patriottica Tantrsquoegrave veru ca allrsquourtima de li un-dici fij avuti de la nonna Anna lu nonnu Paulinu nogravesciuvoze cu li degravescia lu nome de Triestina propiu a onore dela cittagrave de Trieste ripijata allrsquoAustria a la fine de la primaguerra mondiale

Vabbegrave Comu ede comu nun ede lsquostu cuntu ca morsquo vucuntu a casa nogravescia era deveru de casa percegrave ogni tantuscigravea e bbenigravea pe vucca no sulamente de la nonna Annama cchiui de na fiata puru de la zigrave Ninetta e addhe fiate dela zia Teresina e de la zigrave Cetta o puru de la Rusaria ca erala cugina crande e ca ede lsquoncora viva e vegeta cu la bonasalute e li mandu nu baciu

Allora siti pronti Se siti pronti zzaccuCrsquoera na fiata nu Re ca tenia nu fiju unicu La Regina di-

fatti srsquoja mmalazzata cu lu parturisca e de tandu a lsquompoinu potte avire cchiui nisciunrsquoaddha cravidanza

Lu Re naturalmente li vuligravea ancora cchiugrave bene a lsquostu fi-ju unicu E si lu cocculava e lu nsistigravea ogni mumentu esciucava cu iddhu e li cuntava storielle curiose cu lu di-verta e li facigravea rrecali drsquoogni ben di DiulsquoNsomma cerca-va cu lu ccuntenta in tuttu e per tuttu

Ma lu principinu invece era sempre scuntentu Morsquo era puru ddeventatu carusu nu giovanottone ertu

beddhu e distintu comu nu veru Principe Scigravea a lsquoncaccia

ma de malavogliaComu cuminciava afare na cosa dopu nupocu se ncaddhiscia-va Lu Re lrsquoja datu pu-ru nrsquoarmata de sur-dati cu lu invoglia al-lrsquoavventura ma id-dhu mancu pe lacapu

Nu paru de fiate cuccuntenta sigraverasa ca luspingigravea quasi a lsquonfor-za ja puru partecipa-tu a lu torneu de lacavalleria ca se tenigraveadorsquo fiate lrsquoannu ma secapigravea subitu ca a lugiovane nu li cuddha-va percegrave nu teniapropiu piacere denienti e lu cchiui de lefiate stava sempremalinconicu

Crsquoeranu periudi capassava sciurnate in-tere nfacciatu a lubalcone cu lu sguar-du persu luntanu

laquoMa cce hai Cce edeca ti mancaraquo li ddumanda-va sigraverasa

laquoNu sacciu mancu iuraquo ri-spundigravea iddhu

laquoForsi ca sinti lsquonnamura-tu ndash cuntinuava lu sirendash Harsquo misu lrsquoocchi su qual-che beddha carusa Dimmigrave-lu fiju miu ca de vagnunebeddhe ne truvamu centu efosse puru la fija de lrsquoImpera-tore oppuru na semplicecontadina se propiu ti pia-ce ti la fazzu spusareraquo

Nienti Lu Principe co-tulava la capu e mancu lirispundigravea

Ddhu poveru cristianu

de lu Re alla fine lrsquojapruvate tutte inutilmen-te cuncerti de musicafeste de ballu sfilatemascherate numeride scioculieri animaliparlanti

Alla fine decise fice nu bandu e chiamau a cunvegnu limeju duttori professori studiosi e filosofi de tuttu lu Re-gnu e finalmente dopu sette giurni e sette notti de assem-blea ci foe na parvenza de rimediu a la situazzione

Lu Capu Sapiente ca tenigravea la barba vianca e lu parlare

24 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

pulitu li disse a luRe laquoMaestagrave abbiamoindagato e ragionatoprofondamente Abbia-mo studiato le StelleChiesto consiglio al-lrsquoAurora e al TramontoInterrogato il SilenzioEsplorato lrsquoOscuritagrave e ilDubbio E aperto infi-ne tutte le novantano-ve porte del MisteroOra per liberare vostrofiglio dalla malinconiadovete cercate un uomoche sia contento Macontento in tutto e pertutto Di se stesso del-la sua famiglia dellapropria occupazionedella sua casa del paesedove vive della genteche incontra dellrsquoariache respira delle stagio-ni che cambiano e an-che degli animali deglialberi delle montagnecosigrave come pure del mareo dei fiumi e dei laghi edi tutto ciograve che lo cir-

conda Quando incontreretequestrsquouomo prendete la sua ca-

micia e scambiatela con quella di vostro figlio E il Principe fi-nalmente guariragraveraquo

Lu Re se dese de fare subitusenza mancu cu perda nu

minutu lu tiempu curraccoja tutti lrsquoamba-sciatori de lu Regnu

ccumpagnati de centusurdati segretari mes-saggeri currieri esplo-ratori e aiutanti drsquoogni

genere e li sparpa-jau a li quattru pizzi cu

se degravescianu de fareE foe cusigrave ca dopu nu

paru de giurni li pur-tara nu Monacu rumi-tu

laquoMonacu santu dim-mi se sirsquo cuntenturaquo liddumandau lu RelaquoCertu Maestagrave Sursquocuntentu de intru e de

fore La solitudine fur-tifica e santificaraquo laquoBravu Bravuraquo li disse lu Re E poi li fi-ce lsquosta pruposta laquoVorsquo cu bbieni cu mie a lu castellu pe dire lepreghiere intru a la cappella realeraquo

laquoMacari Maestagrave E comu no De corsa vegnu a lu castel-lu Cusine me pozzu rripusare nu pocu ca stisu sempre lsquonter-

ra sulu sulu e pe lu friddu de certe notti a le fiate mi vene la ma-lincuniaraquo

laquoVane vane Monacu rumitu Se eri veramente cuntentu nudesideravi cu stai meju de cu comu stai Via Viaraquo li cridau luRe Li dese na borsa de munete drsquooru e lu cacciau

Dopu nrsquoaddhu paru de giurni li purtara nu Massaru catenigravea cchiui de decemila pecure e nu crande llavitu e erariccu spundatu ma era puru tantu bbonu de core ca davafatigravea a ci la cercava e rrecalava de mangiare a tutti e purusordi a ci tenigravea bisognu e tutti li vuligraveanu bene e iddhu eracuntentu

laquoMassaru Massaru se vide ca sigrave cuntentu Ma tie deveru tesienti cuntenturaquo li ddumandau lu Re laquoCertu Maestagrave Co-mu viditi ssignurigravea stessu iu tegnu tuttu e cchiui de tuttu etutti mi vogravelanu bene Perograveraquo

laquoPerograveraquo li rripetigraveu lu Re ca vuligravea cu saccia de cchiuilaquoPerograve lrsquoanni passanu Maestagrave E mi vene la malincunia quan-du pensu ca prima o poi puru iu aggiu murire e aggiu lassaretuttu quiddhu ca tegnuraquo

laquoVane vane Massaru riccu spundaturaquo li cridau lu Re laquoSeeri veramente cuntentu nu desideravi cu eggi eternu ca sulu alu Patreternu li spetta Via Viaraquo Li rrecalau na borsa demunete drsquooru puru a iddhu e lu cacciau

Poi dese ordine a li surdati cu nu li portanu cchiui ciu-vieddhi pe ddha settimana percegrave era rimastu tantu delu-su de lsquosti primi risultati ca era meju cu se ddefrisca nupocu E ccumpagnatu de quattru cavalieri se ne scigraveu que-tu quetu a lsquoncaccia intru a lu voscu

A lu tramontu quandu sta turnava a lu castellu passan-du vicinu a na capanneddha ca sta cadigravea arsquostozze lsquontise navoce ca dicigravea laquoCrazzie Signore miu Puru ogravesce mrsquoai pruvvi-dutu cu faticu e cu mangiu Aggiu sudatu e me sentu nu pocustraccu pe la fatigravea ma sursquo cuntentu lu stessu Morsquo mi mangiu nupocu de minestra poi me curcu me riposu e crammatina comusempre cu lrsquoaiutu de Ssingurigravea me ddisciatu cchiugrave friscu e cchiugravefelice de na rosaraquo

laquoEcculu ndash disse lu Re cittu cittu ndash Finalmente lrsquoimu truvatuquistu ede propiu lu cristianu cchiugrave cuntentu de tuttu lu Regnu Las-sagravemulu cu mangia ca poi trasigravemu e facimu cu ni degravescia la camisaraquo

E dopu nu pocu trasegravera lu Re cu tre surdati E ddhu cristianu ca srsquoja giagrave menatu su lu liettu e quasi

sta pijava sonnu se zau fuscendu e ddumandau cce buligraveatutta ddha gente a casa soa E lu Re in persona li disse cusi caccia lsquoddha specie de cuperta ca tenigravea lsquonturtijata susue cu li degravescia la camisa ca tenigravea de sotta ca li servigravea Ca poipe lsquostu favore lu rrecalava cu nu saccu chinu de giuielli ede munete drsquooru E ddhu cristianu ca ncora nun ja capitusi la cacciau sugravebitu ddha specie de cuperta ca tenigravea lsquontur-tijata susu

Ma sotta nun crsquoera nuddha camisa Nu la tenigravea la cami-sa ddhu poveru cristianu Nu lrsquoja mai tenuta a lsquonvita soa

Cari amici a la fine de lu cuntu la nonna Anna ni dicigravea sem-

pre ca la camisa de la felicitagrave nun esiste Lu segretu ede unu su-lu rripetigravea ognunu de nui tocca cu se saccia nccuntentare Cula camisa o senza Percegrave nu sempre egrave certu ca unu ca la tene lacamisa ede alla fine cchiugrave cuntentu e felice de unu ca invece nula tene

Cu tanti Auguri de bone Feste e cu la bona saluteMelanton-Roma 2015

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 25

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

26 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Era stata educata a Galatina

Sofia Stevens nacque nel 1845 a Gallipoli figlia del vi-ce Console inglese nella citta salentina Henry Stevensche rimase in carica fino al 1867 anno in cui morigrave An-

che il nonno di Sofia Richard era stato vice console dal1829 fino al 1853Mentre la madre diSofia era una nobil-donna di originefranco-napoletanaCarolina Auverny

Sofia era la secon-da di cinque figli (trefemmine e due ma-schi) ed era stataeducata prima a Ga-latina poi alla etagrave diundici anni fu man-data a Napoli doveebbe per maestro dilingue e di poesia Fe-derico Villani aquindici anni ritornograve

a Gallipoli e di qui ebbero inizio come era norma per i gio-vani di buona famiglia i viaggi di formazione in Europa

Con lo zio Giovanni Auverny per due anni Sofia non fe-ce che viaggiare Parigi Madrid Berlino Zurigo Monacodi Baviera Copenaghen ecc Si perfezionograve negli studi clas-sici conoscendo oltre lrsquoitaliano il francese lrsquoinglese lo spa-gnolo e il tedesco e rientrata a Gallipoli cominciograve ascrivere per proprio conto fincheacute morto il padre nel 1867(Sofia ha 22 anni) si trasferigrave con la madre e tutta la fami-glia a Napoli Qui sposograve senzrsquoamore Settimio Bartocci Idue vissero tra Gallipoli e Napoli a seconda delle stagio-ni fincheacute nel 1873 venne diagnosticato a Sofia (ha soltan-to 28 anni) un tumore al seno Da questo momento in poiSofia si trasferisce definitivamente a Napoli Non rivedragravepiugrave Gallipoli Operata tre anni dopo muore il 9 agosto1876 a soli 31 anni di etagrave

Muore con il rimpianto di un amore infelice e con la suaGallipoli nel cuore

Lascia scritte con il lapis in vari quaderni-diari 350 poe-

sie che aveva cominciato a scrivere fin dallrsquoetagrave di 15 anniVerranno pubblicate postume nel 1879 sotto il titololdquoCantirdquo come avrebbe desiderato lei stessa che ammira-va e amava moltissimo i ldquoCantirdquo leopardiani

Era una creatura dolce e malinconica morigrave infeliceVi chiederete comrsquoera Sofia Stevens questa singolare no-

bildonna gallipolitana dellrsquo800Non abbiamo testimonianze coeve ma dallrsquoeffigie del ri-

tratto che ci ha lasciato e soprattutto dalle poesie che ha la-sciato come sorta di testamento spirituale egrave facileimmaginare una creatura dolce fine delicata pallida pa-tetica malinconia romantica e tuttavia non era una fan-ciulla tutte trine e sospiri

Era intelligente colta conosceva quattro lingue di carat-tere molto riservato era schiva viveva appartata aveva unmagnifico rapporto con la natura che la circondava e so-prattutto Sofia si sentiva profondamente gallipolitana fi-glia di quella terra un porsquoruvida ma splendida e generosaE ciograve lo esplicita nelle sue poesie che sono di chiara imita-zione e sul modello tardo-romantico alla Prati o alla Ale-ardi tanto per intenderci anche se il suo modelloinarrivabile fra tutti i poeti da lei conosciuti era GiacomoLeopardi il poeta del dolore a cui si sentiva molto vicinosia per il suo temperamento malinconico che per le tristi

POETI SALENTINI

Gallipoli (LE) - Antica raffigurazione del porto

Sofia Stevens

di Augusto Benemeglio

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 27

personali vicende biografiche Le poesie di Sofia Stevenssono molto sentimentali talora sognanti malinconichedolenti Ma ciograve che ella prova non egrave finzione non appartie-ne alla convenzione percheacute la sua vita fu veramente brevedolorosa e infelice costretta a sposare un uomo che nonamava e a patirne tutte le amare conseguenze e infine col-pita da un male terribile allora incurabile che lrsquoavrebbeportata alla morte tra atroci sofferenze fisiche e spirituali(ldquoA lrsquoalma mia tapina tormenti senza fine innanzi pa-rahelliprdquo) a soli 31 anni

Dal cielo son discesaIn questa fonda valleE al suolo mrsquoha protesaUn infelice amoreNon piugrave lrsquoamorchrsquoio vagheggiava tecoE che potea securaFin confidare a lrsquoecoDe le paterne muraMa di foco avvampante passioneChe sebben corripostaTerribile tenzoneContro me stessa ha impostoInvano io vograve domarlaQual fa lrsquoondaTanto furente da schiantar le digheFuori trabalza e tutto intorno inondaE seco trascinando la rovinaA lrsquoalma mia tapinaTormenti senza fine innanzi paraE mrsquoapparecchia la gelata bara

La ruvidezza degli antichi scogliSofia lrsquoabbiamo detto amograve molto la sua terra natia Gal-

lipoli che considerograve sempre sua prima vera autentica pa-tria sebbene non ci abbia vissuto moltissimo E alla suaterra dedicograve descrizioni poetiche non convenzionali conunrsquoattenzione particolare alla precisione terminologica nelcampo della fauna e della flora salentina frutto della suacuriositagrave e passione per la botanica e le scienze naturali

hellipE si distendeSursquo sassi calcinati darsquo fulgoriDe lrsquoastro che in maggiore in ciel risplendeDiserta vrsquoegrave perograve rude la zollaDa pochi sterpi adorna e serpollinohellip

A me cresciuta Sopra lido marina avanza in coreLa ruvidezza dersquo nativi scoglihellipAride pietre e meste io veggo intornoOve licheni biondi e serpollinoSono i soli a profumar cocente il giornohellipErsquo qui sabbioso il suolo e non vrsquoha ramoE pure e pure questa terra io lrsquoamo

ldquo E mrsquoegrave duolo perenne la vitahelliprdquoAl periodo della fanciullezza e dellrsquoadolescenza si con-

trappone la dura realtagrave del presente in cui sono definitiva-mente tramontati i sogni e le speranze di coronarefelicemente il suo amore Chi domina incontrastato ora egrave ildisinganno e la disillusione

Lrsquoalma fidente si commuove e speraMa il disinganno apparehellipah rio velenoMa finite le gaie stagioniOgni speme con esse egrave partitaOra ignoro gli amori ed i suoniE mrsquoegrave duolo perenne la vita

Giglio nellrsquoombra e nel gelo sullo sfondo di un accesotramonto

Il dolore e la tristezza dellrsquoanimo di Sofia malata in pre-da anche allo sconforto di non poter piugrave rivedere Gallipo-li percheacute il viaggio le sarebbe troppo doloroso fannoaffacciare nella giovane donna lrsquoidea prepotente della mor-te E lo fa con accenti e riecheggiamenti chiaramente leo-pardiani

Oh felici coloro cui concessoErsquo giagrave il riposo de lrsquoeterno sonnoLagrave presso lrsquoonde di quel mar serenoSotteso le robinie e le gaggieDe le fiorite italiche pianureDove srsquoascolta il cinguettio giocondoE dove il pianto semplice donzellaVersa devota sopra lrsquourna amica

Donna Sofia Stevens a cui Gallipoli ha dedicato unavia nel borgo una via discreta e appartata sulla rivieradi tramontana rimarragrave per sempre lrsquoemblema della de-licatezza e della femminilitagrave romantica ma anche dellatenerezza e del profumo discreto un candido giglio trale rocce unlsquoombra delicata e tenera sullo sfondo di unacceso tramonto di Gallipoli bull

28 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

PITTORI GALATINESI

Metafisica scettica mi piace defi-nire la pittura di Totograve Rossettispirito inquieto e indagatore cu-

rioso della condizione esistenziale con-temporanea

E con le sue opere il nostro egrave un ritorno auna ben strana e originale metafisica unametafisica questa volta salace arguta piugraveafferente ndash certo ndash ad uno spirito pirandel-liano ma ndash sento di poter dissentire da cer-ta critica ndash alquanto lontana dalla musainquietante dechirichiana

Rossetti non sembra estraniarsi dal pre-sente non intende costruire un universoche trascenda la realtagrave piuttosto sembravoler fare il verso ai costumi ai tic alle pes-sime abitudini della societagrave massificata inun intento intelligentemente neoillumini-sta che fa perno sulle sorti alternanti e mu-tevoli della natura umana messe a nudo elasciate al compiaciuto ludibrio del visitatore

E dentro questo programma di rivisitazione della socie-tagrave e dellrsquoindividuo occupano un posto preminente la ten-sione critica la contestazione sobria ed elegante che solo la

pittura metafisica puograve pronunciareQuesto nitore delle opere di Rossetti deriva dal fatto che

lrsquoartista sa innanzitutto padroneggiare con abilitagrave la figu-ra competenza che non pare fargli difetto bencheacute proven-

ga da una formazione autodidattaA ciograve si aggiunga anche in lui la

predilezione per talune citazionistilistiche come le incursioni ldquoopti-cal artrdquo o addirittura iperrealisteche costellano tutto un percorso dioriginalitagrave

Dunque una metafisica pura opiuttosto un ideale metafisicoPropenderei per questa seconda in-terpretazione dato che esiste unnon so che di esplicito in quel suocromatismo cosigrave vivido in quellasua fedeltagrave alla forma ndash reinventatasigrave - ma sempre cosigrave sensibile allatrascendentalitagrave e aggrappata al re-taggio concreto dellrsquoesistenza

Talora infatti dalla pitture diRossetti affiora la tentazione delpaesaggio come rispecchiamentodella vita interiore della socialitagraveaffiora altresigrave un elegante figurati-ldquoLrsquoarte invita alla pacerdquo - acrilico su tela

ldquoSirenardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 29

vismo informato a un vagheg-giamento estetizzante dellaforma quasi un esito compen-sativo della coscienza forte-mente avvertita del caratterearido e amaro dellrsquoesistenza

Rossetti pertanto riesce atemperare con questi ricorsi ladisperazione senza attese chegiustamente caratterizza lrsquoere-ditagrave storica della pittura meta-fisica

Un riscontro di ciograve va ricer-cato nel suo ricco repertoriografico che spazia dalla pubbli-citagrave alla satira e nel quale risie-de la sapida inventiva concet-tuale di un uomo ben radicatonel proprio tempo

Antonio Miccoli

Nella personale visione del-la realtagrave Totograve Rossetti ci dagraveuna pittura originale tesa alladescrizione di avvenimenti estati drsquoanimo della societagravecontemporanea in chiave me-tafisica

Le sagome umane negli at-teggiamenti veraci inserite inuna architettura classica dateatro sono da collegare con lospirito penetrante pirandelliano e dechiriano

Crsquoegrave una denuncia della tradizione e crsquoegrave un modo singo-lare di dipingere efficaci come risultato percheacute le ansie deipersonaggi sono espresse e chiuse in una ben orchestrata

sfera eticaLrsquoartista vive e soffre la tra-

sformazione drsquouna societagrave checolloca con forza esistenzialeisolandola e sommergendolanel vuoto drsquouna disperazionesenza attese o nellrsquoillusione dieffimere gioie terrene

I personaggi recano ciascunoil peso del proprio vivere

Lrsquoarte del Rossetti riesce cosigravead esprimere lrsquoinconsistentemutevolezza umana

Sirio Marcianograve

Quasi un ideale metafisico egravela pittura di Totograve Rossetti na-ta da una complessa lievita-zione di spirituale sensibilitagrave enel contempo di partecipazio-ne alla forma che si concretiz-za in elaborati il cui fascinoprincipale egrave dato dalla armo-nica sintesi attuata attraversouna sua ricerca multi cromaed efficace nella resa pittoricae nella ricerca del volumequanto mai significativa nelsuo apporto di tensioni e di vi-brante sensitivitagrave

La ricerca del discorso nuovoed originale egrave dettato dalla sen-

sibilitagrave dellrsquoartista in uno spazio temporale ben definitonon solo nellrsquoaspetto artistico ma anche umano

La sua figurazione si avvale di un concetto espressivo te-so alla leggibile rappresentazione dei soggetti e di un par

ldquoEvardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 31

ticolare mondo pregno di sensibilitagrave umana e come ldquomo-menti di vitardquo nel loro atteggiamento che coglie gli esseriumani mentre compiono determinati gesti che li caratte-rizzano esteticamente e interiormente lrsquointervento croma-tico egrave lasciato alla particolare sensibilitagrave di questo artista

I racconti di intime suggestioni di Totograve Rossetti sono unfluire incantato di immagini sensitive emotive e trepidan-ti di una estrema poesia che trasferite nel colore secondouna metodologia musiva e secondo un respiro delle zonepolicrome egrave una operazione pienamente riuscita soprat-tutto per lrsquooriginale impostazione giocata su fremiti viva-ci e su emozioni improvvise

Sia pur nella meditata complessitagrave delle sue armonioseopere che nellrsquointenso fluire di una poetica sostenuta dasquisita capacitagrave espressiva egrave infatti la tipica urgenzacreativa infrenabile di Totograve Rossetti che sulla tela divieneforza espressiva

Questo suo mondo pittorico in cui la carica dei simbolidi tattili emozioni di percezioni cromatico-strutturali vo-luttuosamente luminose qualificano nella densitagrave materi-ca una personalitagrave decisamente autonoma di quel suofluire spontaneo di quel vibrare continuo di forme e di co-lori narrati con gioia come vita in perpetuo movimento

Nella Mariani

ldquoPrimaverardquo - acrilico su tela

ldquoVenererdquo - acrilico su tela

Le Associazioni degli Amici della Musica sono diffu-se in tutta Italia da oltre un secolo e ubbidiscono a unprincipio esclusivo di promozione e diffusione del-

la musica della sua finalitagrave formativa ed educativa per igrandi valori estetici e morali che esprime

Forse queste Associazioni sono nate per cercare di col-mare una carenza di interessi musicali un vuoto istituzio-nale gravissimo di uno Stato latitante e come dice il MdegRiccardo Muti criminosamente colpevole della inspiegabi-le assenza di insegnamento nelle scuole italiane fra le po-che in Europa

Le Associazioni rappresentano sul territorio nazionaleuna delle poche sicure ancore di salvezza per una catego-ria di musicisti e professionisti una specie ad alto rischiodi estinzione

Dopo piugrave di un secolo di presenza di movimenti cultu-rali stagioni concertistiche concorsi pianistici e tante tan-te idee la situazione musicale italiana rimane incertaquasi sospesa nel vuoto dellrsquoindifferenza dei politici i piugraveresponsabili della storica incapacitagrave di governare la cultu-ra del paese

Non solo ma si assiste anche a frequenti ed assurdi epi-sodi di analfabetismo musicale da parte di molti intellettua-li per nulla impensieriti dalla loro ignoranza anzihellip moltifanno sfoggio in alcune interviste pubbliche financo dellapassione per la musica Poi si va a scoprire quasi sempreche il loro interesse o amore egrave per un genere che non va aldi lagrave delle insignificanti musichette di consumo

I veri amici della musica sono quelli non della ldquopizzica etamburellordquo non della ldquopopolarerdquo neacute della folk e dellarock ma qualche volta della jazzistica e sempre della co-siddetta ldquoClassicardquo per intenderci quella di Palestrina

Monteverdi Mozart Beethoven Cho-pin Schubert Liszt e tanti altri

Noi siamo la patria insieme a Ger-mania e Francia del patrimonio mu-sicale piugrave importante del pianetaRappresentiamo la meta che tutti imusicisti del mondo sognano ma ciograveche avviene per i beni artistici succedeanche per quelli musicali Infatti neabbiamo fin troppi e a volte cadononellrsquooblio alcuni musicisti per i qualialtre nazioni vanterebbero meriti ec-cezionali A Galatina per esempio cisiamo dimenticati di tre illustri citta-dini Pasquale Cafaro del rsquo700 Giu-seppe Lillo dellrsquorsquo800 e Adolfo Gal-luccio del lsquo900

LrsquoItalia a cui il mondo intero conti-nua ancora oggi a guardare con gran-de ammirazione e stima per la suainvidiabile storia della musica egrave ilPaese perograve dove stranamente meno lasi studia diminuisce il numero delle

orchestre scompaiono istituzioni corali e suoi teatri sof-frono per mancanza di risorse e per il loro malgoverno

Si ha lrsquoimpressione che da un momento allrsquoaltro tuttopossa collassare e implodere seppellendo lrsquoimmenso pa-trimonio musicale

Purtroppo lrsquoattenzione delle Istituzioni nazionali e loca-li continua ad essere deludente se non indifferente Ubbi-disce ad una tendenza tutta italiana che si puograve sintetizzarenel pensiero di un noto ministro di un recente governo chediceva ldquoCon la cultura non si mangiardquo

32 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ASSOCIAZIONI CULTURALI

1952 - Galatina (LE) - il Mdeg Bruno Massaro in concerto

Eppure lrsquoItalia egrave secondo le stime dellrsquoUnesco il Paeseche detiene il maggior numero di beni artistici e cultura-li del mondo ma investe meno risorse degli altri Paesieuropei

In Italia siamo al 27deg posto lrsquoultimo E come se non bastasse

queste poche risorse sonocontese da un numero ecces-sivo di Associazioni Enticulturali e Fondazioni e perdi piugrave mal distribuite e spes-so elargite con criteri estra-nei al principio della qualitagravee del merito

La storia musicale di Ga-latina comincia idealmentenel 700 con un suo musici-sta di fama come PasqualeCafaro prosegue nellrsquo800con Giuseppe Lillo compo-sitore di molte opere lirichee musica da camera e nel900 con Adolfo Gallucciodetto Galladol

Questrsquoultimo un musici-sta gentiluomo era un com-positore di pezzi straor-dinari che eseguiva con unasua piccola orchestra drsquoarchiin concerti pubblici e spessoin salotti privati ove ricordosi trascorrevano serate mu-sicali gradevolissime Inquesto stesso periodo forseinfluenzati dalla personalitagravedel Galluccio a metagrave anni50 alcuni amici si attivarono per dare vita alla prima As-sociazione Amici della Musica di Galatina

Artefici eccezionali di questo movimento culturale furo-no la nobildonna Luisina Vallone Sticchi il dott AngeloSodo animatore principale le profsse sorelle Gina e An-tonietta Piscopo la profssa A Congedo la profssa Wan-da Bruno il sig Raffaele Congedo

La prima sede dei concerti fu la palestra della Scuola me-dia ldquoG Pascolirdquo in cui ebbi il piacere di suonare alcune miecomposizioni elogiate dal presentatore allora giovane pre-sidente Angelo Sodo ora giudice in pensione

Dopo qualche anno ci si spostograve nella sala ldquoLillordquo ora Sa-la consiliare del Comune acui sono legato da un tristericordo fui respinto alla por-ta drsquoingresso della Sala per-cheacute sprovvisto di abbona-mento

Per me allora quindicen-ne lrsquoiscrizione allrsquoAssocia-zione era un lusso che nonpotevo permettermi

Intanto a fine anni 50 or-mai affermato nellrsquoambientemusicale galatinese e nonsolo fui incaricato dalla pre-sidente Vallone insieme al-lrsquoamico Virgilio Contaldodella vicepresidenza del-lrsquoAssociazione che in quelperiodo in cerca di una sedepiugrave confortevole fu ospitatanel Circolo cittadino ldquoCirco-lo dei Signorirdquo ora sede deiVigili Urbani Il salone eraabbastanza elegante e ca-piente e il pubblico nonmolto numeroso era suffi-ciente a tenere dignitosa-mente in vita le seratemusicali

In questa nuova sede lrsquoAs-sociazione sembrograve aver tro-

vato finalmente una sua collocazione piugrave in linea con leesigenze di raffinatezza ed eleganza delle sue serate

Ma non si era valutata la presenza di alcuni anticorpi chesi annidavano tra i Soci del Circolo

Succedeva non poche volte che alcuni ldquoSignorirdquo noncu-ranti del concerto in corso nella saletta di lettura a fiancodel salone non sapessero fare a meno della partita a carte

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 33

1990 - Il prof Zeffirino Rizzelli in undibattito pubblico al Centro Studi Musicali

e che nel momento meno op-portuno esclamassero ad altavoce frasi tipiche del gioco del-la scopa

Superati questi momenti em-blematici di un periodo storicoormai vicino al rivoluzionariorsquo68 lrsquoAssociazione perdette loslancio della prima fase e pianpiano si esaurigrave per mancanza disostegni umani e materiali

Il sottoscritto in cerca di nuo-vi interessi musicali e desidero-so di attuare per Galatina piugravesolidi progetti abbandonograve lrsquoAs-sociazione per fondare il Con-corso pianistico nazionaleldquoCafarordquo sostenuto dallrsquoentu-siasmo di un acceso appassio-nato della musica lrsquoamico OnBeniamino De Maria

Poi fu la volta della fondazio-ne del Circolo culturale ldquoIl Por-ticordquo questa volta con lrsquoaiuto digrandi personaggi della culturagalatinese mons Antonio An-tonaci docente universitariostorico e filosofo avv CarloCaggia dott Mario Montinarifondatore dellrsquoOspedaletto pediatrico a Bari e il prof Zef-

firino Rizzelli A fine anni 80sempre con la consulenza aiu-to e incoraggiamento dellrsquoami-co Rizzelli diedi vita ad unambizioso progetto ldquocredordquoutile al prestigio della cittagrave IlCentro Studi Musicali ldquoP Cafa-rordquo Una iniziativa che miravaa istituire in loco un Liceo Mu-sicale Pareggiato ai Conserva-tori di Stato

Ma come ormai molti sannonon fu realizzato solo per unsoffio per insensibilitagrave miopiae incapacitagrave di qualche politicodel momento

Il 1995 egrave lrsquoanno del ritornoagli Amici della Musica ripren-dendo un filo interrotto neglianni rsquo60

La prima riunione con i nuo-vi Amici non puograve non avvenireche nella sua sede naturale ilPalazzo della Cultura Parteci-pano i Proff Michele Benegia-mo Lucia Falco GiovannaLucarelli Maria MazzarellaClelia Massaro la sigra MariaMasi la sigra Giovanna Pelle-

grino lrsquoavv Antonio Legno il dott Domenico Mangione

34 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

1996 - Galatina (LE) - Chiostro Basilica S CaterinaSpettatori durante un Concerto Amici della musica

il prof Zeffirino Rizzelli Le serate iniziano nella Sala ldquoContaldordquo e proseguono

negli anni successivi senza interruzione ospitando fino adoggi oltre 400 fra musi-cisti letterati scrittoripoeti attori cantanti

Dal rsquo95 siamo ormailontani 20 anni ed egravequindi comprensibileche io esprima ora unsenso di generale sod-disfazione e orgoglioIl merito principale na-turalmente va soprat-tutto ai Soci prove-nienti da molti paesidella provincia checon senso di responsa-bilitagrave ed abnegazionehanno sostenuto lrsquoini-ziativa facendoci rag-giungere un traguardoimportante un obietti-vo degno di una gran-de cittagrave una conquista sociale a vantaggio dellrsquointeroSalento

La qualitagrave dei nostri concerti egrave dovuta alla fattiva colla-borazione della nostra Associazione con le piugrave interessan-ti Rassegne internazionali I rispettivi Direttori artisticicollaborano ormai con noi da un porsquo di anni segnalandocii vincitori assoluti dei Concorsi Recentemente abbiamoavuto lrsquoonore della collaborazione con la prestigiosa Acca-demia Internazionale di Imola diretta da un amico il MdegFranco Scala che ha voluto ldquoregalarcirdquo per lrsquoinaugurazio-ne dellrsquoattuale Stagione concertistica uno dei migliori al-

lievi il pianista Roman Lopatinsky che ha mandato in vi-sibilio il numeroso pubblico con un pianismo brillante eun virtuosismo eccezionale

La nostra Associazio-ne egrave ormai una Univer-sitagrave della musica unospazio culturale in cuisi affrontano e svilup-pano tematiche specifi-che della letteraturamusicale nuovi studisulla liederistica ro-mantica e approfondi-menti sui vari stili eforme delle composi-zioni di ogni tempo

Un vero laboratoriosperimentale per ela-borazioni di natura cri-tica e filosofica

Con il programma disala poi sempre ac-compagnato da unrsquoat-tenta guida allrsquoascolto

si continua a perfezionare la formazione critica dei Socioffrendo loro un prezioso mezzo di comprensione dellecomplesse problematiche delle opere musicali

Una realtagrave stimolante per Galatina ed una indicazioneper far riflettere i responsabili politici nazionali

Qualche volta dalla periferia puograve emergere un utile sug-gerimento

Forse sarebbe auspicabile da parte dei politici un porsquo diumiltagrave per sostituirla allrsquoarroganza di chi continua semprea governare isolato con presunzione e incapacitagrave di com-prendere a fondo i veri problemi del Paese bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 35

2015 - Galatina (LE) - Il pianista Roman Lopatinskyallrsquoinaugurazione della stagione concertistica 20152016

Bruno Vittorio Massaro

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 4: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

zioni degli stati in cui gli stranieri transitano o cercano distabilirsi come una vera e propria minaccia alla stabilitagrave del-lrsquoordine costituito In questo stato di crescente allerta alcu-ni governanti hanno deciso di adottare lrsquoantica pratica diinnalzare muri di contenimento specie nelle zone di confi-ne dove non esistono barriere naturali come catene mon-tuose corsi drsquoacqua o aree di difficile attraversamento Sitratta di costruzioni lunghe a volte migliaia di chilometri eassai costose fatte con enormi blocchi di cemento e sovra-state da filo spinato il che le rende insormontabili anchepercheacute controllate da presidi militari Attualmente muri diquesto tipo esistono o sono in costruzione in varie parti delmondo

Israele da diversi anni egrave impegnato nella costruzione dimuri invalicabili ritenuti condizione essenziale della pro-pria sopravvivenza contro le possibili aggressioni da partedegli stati arabi confinanti

LrsquoArabia Saudita sta costruendo un muro di circa millechilometri lungo il suo confine con lrsquoIraq in aggiunta ad unaltro ancora piugrave lungo esistente al confine con lo Yemen LaTurchia ne sta co-struendo uno al con-fine con la Siria perostacolare lrsquoinfiltra-zione di terroristiCurdi o Islamici Oraanche lrsquoUngheria at-traversata da unrsquoondadi crescente nazio-nalismo si appresta afare altrettanto al con-fine con la Serbia Ecosigrave pure la Sloveniasta erigendo un murodi filo spinato al con-fine con la CroaziaAnche la Tunisia al-larmata dai recenti at-tentati al Museo del Bardo e alle sue strutture turistiche siaccinge a marcare con un muro il suo confine occidentalecon la Libia Persino negli USA molti sostengono lrsquoopportu-nitagrave di costruire un muro al confine con il Messico la cuifrontiera egrave da sempre di difficile controllo

La costruzione di un muro esprime in modo emblemati-co la volontagrave di divisione di chiusura verso lo straniero per-cheacute egrave diverso e come tale considerato una minaccia Lacronaca passata e recente egrave tristemente cosparsa di situazio-ni di questo tipo originate da diversitagrave di carattere etnicoe accentuate da differenze relative al colore della pelle aitratti fisionomici o alla religione professata Lrsquoatteggiamen-to di sospetto verso lrsquoestraneo rappresenta lrsquoanticamera delrazzismo un concetto che a sua volta egrave legato ad un bisognoatavico dellrsquouomo di cercare un capro espiatorio per le pro-prie difficoltagrave reali o presunte Anche se non proprio causadiretta dei mali sociali di un popolo lo straniero egrave comun-que visto come colui che contribuisce ad accentuarli quin-di merita di essere cacciato via Lo si accusa di esserepovero quindi tendenzialmente ladro di essere sporco emalato quindi potenzialmente contagioso di essere senzalavoro quindi causa di ulteriore disoccupazione di nonavere dimora quindi un problema in piugrave per chi giagrave cercacasa di professare una religione diversa quindi pronto a

costruire templi che profanano il territorio ospitante Tuttequeste accuse creano spinte contrastive ben note a chi poli-ticamente cerca il consenso costruendolo sul malessere dimolti elettori che si sentono minacciati e che della discri-minazione etnica hanno fatto una vera e propria bandieraEppure per aprire gli occhi sugli eccessi di tale atteggiamen-to basterebbe richiamare alla memoria il processo controSacco e Vanzetti gli immigrati italiani ingiustamente con-dannati alla sedia elettrica in America nel 1927 con lrsquoaccusadi rapina e omicidio per comprendere come alla base diquel giudizio sommario vi fosse una discriminante razzistae in parte ideologica1

Giova ricordare a tutti e soprattutto a chi nutre sentimen-ti xenofobi che il fenomeno dellrsquoemigrazione ha di fatto toc-cato a piugrave riprese la storia di qualunque popolo della terraAlcuni continenti come lrsquoAmerica o lrsquoAustralia devono al-lrsquoimmigrazione la loro stessa identitagrave nazionale e il loro al-to grado di civiltagrave per come ora lo conosciamo Nelle fasiiniziali di colonizzazione di questi territori le condizioni de-gli immigrati erano davvero drammatiche Il viaggio dei Pa-

dri Pellegrini nellsquo600 dallrsquoInghilterraanglicana verso ilnuovo mondo appa-riva come una fugaverso lrsquoignoto anchese alla ricerca di unaterra dove professareliberamente la pro-pria fede Ancora piugravedirompente fu lamassiccia emigrazio-ne dallrsquoEuropa versogli USA e lrsquoAmericaMeridionale a partiredagli ultimi decennidellrsquoOttocento Perquanto concerne lrsquoIta-

lia in particolare va ricordata al tempo della ricostruzionepost-bellica a metagrave del secolo scorso la forte emigrazionedi operai italiani verso i paesi del centro Europa e contem-poraneamente anche dal sud dellrsquoItalia verso le aree indu-strializzate del nord le cui fabbriche avevano fame di manodrsquoopera Egrave utile rievocare queste dure esperienze del passa-to a chi ora tende a trincerarsi dietro il rifiuto indiscrimina-to degli stranieri a motivo di possibili rischi a ciograve connessiEd anche di fronte alle recenti stragi provocate dal fanati-smo islamico bisogna saper distinguere tra lrsquoaggressione ni-chilista dei terroristi e gli immigrati inermi in cerca di purasopravvivenza che sono anchrsquoessi vittime del terrorismo

Di fronte allrsquoimpulso istintivo di erigere nuovi muri enuovi steccati per impedire lrsquoingresso o il passaggio dei mi-granti sarebbe anche opportuno ricordare le tristi lezioniche la storia anche recente ci ha impartito attraverso muridivisivi di qualsiasi natura da quelli di filo spinato elettri-ficato posti ai bordi dei campi di sterminio al Muro di Ber-lino che dopo la seconda guerra mondiale per alcunidecenni ha rappresentato non solo la divisione della capita-le tedesca in zone distinte sotto il controllo dei paesi vinci-tori ma anche la contrapposizione tra le due superpotenzemondiali Ancora si ricordano i drammatici tentativi degliabitanti di Berlino Est di superare clandestinamente il mu-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 5

La grande muraglia cinese

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 7

ro per passare in occidente tentativi finiti quasi sempre tra-gicamente Ma altri muri di discriminazione vanno ricorda-ti fatti non con la pietra ma semplicemente di parole osentimenti repulsivi Come quando nellrsquoAmerica di iniziolsquo900 vi erano locali pubblici a New York e in altre cittagrave cheesibivano cartelli con la scritta ldquoDivieto di ingresso peritaliani irlandesi e canirdquo Anche gli italiani emigrati dalmeridione al nord Italia a metagrave del secolo scorso venivanotacciati di usare la vasca da bagno non per le normali fun-zioni igieniche ma ldquoper coltivare il prezzemolordquo Cambia-no le situazioni ma il germe del razzismo egrave sempre prontoa ricomparire

Erigere un muro egrave sempre e comunque un atto vergogno-so percheacute significa innalzare uno steccato divisivo tra seacute egli altri ignorando pregiudizialmente le ragioni che hannospinto i profughi ad emigrare Spesso ci si trincera dietroconsiderazioni di pura diffidenza per chiudere le porte aqualunque sentimento di umana pietagrave anche quando sitratta di individui indifesi che nella loro patria non avreb-bero scampo La triste veritagrave egrave che queste persone non ven-gono rifiutate percheacute prive di risorse o di documenti mapercheacute non godono di diritto di voto e quindi nessun par-tito o gruppo politico ha interesse a difenderli Le ragioniumanitarie valgono poco soverchiate da altri problemi rite-nuti piugrave urgenti Invece di costruire muri dovremmo tuttiriscoprire il valore della solidarietagrave ed adoperarci per risol-vere alla radice i problemi degli immigrati cercando anchedi realizzare interventi adeguati nei loro stessi paesi di pro-venienza Per la sua posizione strategica al centro del Medi-terraneo lrsquoItalia egrave certamente destinata a giocare un ruolo

di primo piano rispetto a questa emergenza umanitaria diimportanza epocale Non egrave un compito facile ma egrave un do-vere morale non tirarsi indietro bull

1 Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti emigrarono in Usa nel 1908 Il pri-mo era un calzolaio di origini pugliesi il secondo era un pescivendolooriginario del Piemonte Nel 1920 furono accusati di aver compiuto unarapina a una fabbrica di calzature in cui rimasero vittime un cassiere euna guardia armata Osteggiati dallrsquoopinione pubblica per le loro ideeanarchiche e pacifiste e per la loro appartenenza ad una minoranza etni-ca come quella italiana furono giustiziati sulla sedia elettrica il 23 agosto1927

Nel 1977 mezzo secolo dopo la loro morte il governatore del Massa-chusetts Michael Dukakis ha riabilitato le loro figure scagionandoli total-mente e proclamando il 23 agosto di ogni anno il ldquoSacco amp VanzettiMemorial Dayrdquo

il muro di Berlino

Giuseppe Magnolo

Quella domenica mattina rimanemmo tappati in ca-sa per via di un tempaccio che prometteva poco dibuono Il cielo era cupo come allrsquoimbrunire inol-

trato e i tuoni preannunziati da sfolgoranti lampi ci scuo-tevano ripetutamente mettendoci addosso unrsquoindicibilepaura Da ligrave a poco un impetuoso acquazzone si abbatteacute suGalatina con inaudita violenza accompagnato inizialmen-te da acqua e dopo alcuni minuti da chicchi di grandinegrossi quanto noci Per non farci ulteriormente spaventa-re la mamma aveva accostato tutte le imposte delle fine-stre lasciando aperto uno filo di pochi centimetri per nonrimanere completamente al buio Intanto il temporale nonsi concedeva un attimo di pausa e continuava a scaricaretuoni che ci massacravano lrsquoanima e grandine che sembra-va volesse perforare la volta delle varie stanze e colpircicon tutta la sua violenza

ldquoBambini spostiamoci non possiamo stare ancora quihellip Ve-nite venite con mehellip distendiamoci sul lettone e aspettiamo chefinisca di grandinarerdquo ndash ci consigliograve la mamma esortando-ci a seguirla

ldquoSigrave sigrave sul lettohellip lagrave staremo al sicurordquo ndash srsquoinserigrave nonna An-tonietta da alcuni giorni venuta a trovarci per aiutare lamamma nei preparativi per il Santo Natale

In quattro eravamo rannicchiati su quel lettone abbrac-ciati gli uni agli altri e ripetevamo le orazioni per allonta-nare il temporale Papagrave e Gaetano intanto si erano giagraverecati in drogheria da una buona mezzrsquoora

ldquoAgravezzate San Giuvanni e nnursquo ddurmire ca vigravesciu tthre nuve-je caminare una drsquoacqua una de vientu una de thristu mmale-

tiempu Pogravertale a ddhrai ca nursquo ccanta caddhru e nnursquo lluce lu-na nunn have anima criaturardquo1

La nonna molto timida e facilmente suggestionabile laripeteva in continuazione con le mani giunte e gli occhi ri-volti verso lrsquoalto come a volersi congiungere con un ipote-tico San Giovanni Di tanto in tanto dopo un improvvisolampo intercalava unrsquoimmancabile ldquorsquoMmaculata Mariardquoseguita dal segno della croce e da un bisbiglio di altre im-percettibili preghiere

Dopo un buon quarto drsquoora di furioso acquazzone final-mente smise di piovere e un sole dapprima timido e sfug-gente fece capolino regalando un porsquo di serenitagrave a ognunodi noi La strada era piena di pozzanghere colme non tan-to di acqua ma di chicchi di grandine per cui le personeche si erano arrischiate a venir fuori di casa per evitarledovevano procedere zigzagando

Chiaramente a noi ragazzini non era consentito di uscirfuori a giocare

ldquoMamma ed ora cosa facciamo noi altrirdquo ndash si lamen-tava a giusta ragione Franco ndash ldquohellipNon ce la sentiamo ditrascorrere tutta la domenica rinchiusi in casardquo

ldquoVa bene va benehellip se ci sistemiamo intorno al braciere viracconto la favola di Betta e del suo gattordquo ndash suggerigrave nonna An-tonietta per tirarci un porsquo su

Detto fatto Ma la favoletta per quanto bella e interes-sante durograve appena una mezzrsquooretta

8 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

I QUADERNETTI DI ATHENA

Aula scolastica primi anni lsquo900

Galatina (LE) - Campo sportivo Piazza F CesariAnno 1950 - Da sn E Scalcione C Serra S RolloSalvati G Serra prof A Carcagnigrave E Giordano

ldquoEd ora che facciamordquo ndash tornograve a lamentarsi FrancoldquoNonna percheacute non ci racconti di quando eri bambina

dei tuoi passatempi e degli impegni domestici e scolasti-cirdquo ndash proposi per stingere un porsquo il malumore

ldquoAi miei tempi erano poche ragazze ad andare a scuola Io hofrequentato sino alla terza elementare quanto basta-va percheacute imparassi a leggere e a scrivere Drsquoaltra par-te in casa di lavoro crsquoera tantissimo e mia madre nonriusciva a star dietro ad una famiglia numerosa Per-ciograve quando avevo appena dieci anni decise di ritirar-mi dalla scuola per avviarmi pian piano ad impararetutti i vari lavori della vita domestica Giagrave qualcheanno prima aveva fatto altrettanto con mia sorellaUcciardquo

ldquoNonna parlaci di quello che accadeva inclasse Dicci se la maestra era burbera e se asse-gnava molti compiti per casardquo

ldquoVi rendete conto che stiamo parlando del 1885Di anni sono trascorsi tanti figli miei e i ricordi so-no molto incerti e sbiaditi Ricordo perograve che i banchierano alti ed avevano una ribaltina al di sotto dellaquale mettevamo la cartellardquo

ldquoCosa ci mettevate dentrordquo ndash chiedevo spin-to da molta curiositagrave

ldquoOltre alla colazione fatta generalmente di due fette di panecon pomodoro ci mettevamo il libro sussidiario quello di letturaun quaderno a righi uno a quadretti alcuni foglietti di carta as-sorbente la scatoletta contenente la penna la matita i penninila gomma per cancellare il temperamatite e quantrsquoaltro necessa-rio Sul tavolo della maestra crsquoera il pallottoliere uno strumentoutile per fare semplici calcoli aritmetici Sulla sua destra accan-to al tavolo crsquoera la lavagna sulla quale scriveva i concetti piugraveimportanti delle sue lezioni Lei era molto severa con noi e preten-deva che stessimo sedute compostamente di avere sempre il ma-teriale didattico per seguire la lezione di stare attente e di nonparlare tra noi Guai alla bambina che non si atteneva alle rego-le Crsquoera perograve sempre qualcuna che non le rispettava e a voltedava fastidio Ed allora lei la puniva mettendola dietro la lavagnaper unrsquointera ora e in caso di recidiva la bacchettava sonoramen-te e addirittura la faceva inginocchiareper terra con i ceci sotto le ginocchiardquo

ldquoMamma mia io non lo avrei fat-tohellip sarei scappato via da scuola masicuramente non avrei accettato di su-bire una punizione del genererdquo ndash leribattei senza troppo pensare

ldquoEd allora oltre a prenderle di santaragione anche dai tuoi genitori avresti ri-schiato di essere sospeso sino alla fine del-lrsquoanno scolasticordquo

ldquoNonna ti piaceva studiarerdquo ndash in-calzava Franco che intanto ci prova-va gusto ad interrogarla

ldquoNon mi piaceva lrsquoaritmetica inveceamavo molto la storia in cui eccellevoRicordo le spiegazioni della maestraquando ci parlava di Garibaldi dellaspedizione dei Mille di Mazzini e della Breccia di Porta PiaQuello che piugrave mi piaceva perograve era quando si faceva lezione ditombolo e di ricamordquo

ldquoNonna come procedeva la vita in casa Drsquoestate anda-

vate al mare o in campagnardquo - continuava Franco a tem-pestarla di domande

ldquoCosa hai detto il mare Il mare lo ho conosciuto soltan-to dopo essermi sposata Era il 1902 quando nonno Cesario micondusse in calesse a Gallipoli e poi a Santa Maria al Bagno Non

conosco perograve Otranto Santa Cesaria e Santa Maria di Leucapercheacute troppo distanti da Galatinardquo

ldquoNonna hai fatto diversi bagni hai imparato a nuota-rerdquo ndash incalzavo io subito dopo non concedendole un at-timo di pausa

ldquoFigli miei vi rendete conto di quello che mi chiedete Dibagni al mare avrograve fatto cinque o sei in tutta la mia vita ma nondi piugrave Allora non crsquoerano le auto per spostarsi Oggi a voi ba-sta meno di unrsquoora di tempo per arrivare a Gallipoli con il ca-mioncino a quei tempi invece con il calesse impiegavamo dueore abbondanti anche percheacute bisognava fermarsi almeno un pa-io di volte per far rifiatare il cavallo Il bagno poi era unrsquoopera-zione che durava non piugrave di cinque minutihelliprdquo

ldquoCome mai nonna durava cosigrave poco Noi invece stia-mo in acqua per oltre unrsquoorardquo

ldquoPer voi egrave tutto piugrave facile oggihellip Per ledonne di allora la vita era molto piugrave com-plicata Dovevamo osservare tanta riser-vatezza e comportarci sempre conaltrettanta discrezione avendo cura dinon guardare mai in faccia i bagnantiCosigrave mi diceva di fare tuo nonno I costu-mi da bagno nonostante coprissero tuttoil corpo ci sembravano molto aderenti inquanto mettevano a nudo la nostra con-formazione fisica E perciograve entravamo inacqua solo per poco tempo e quando crsquoerapoca gente in spiaggiardquo

Risate a non finire da parte mia edi Franco prontamente tacitate dallanonna

ldquoBasta non intendo piugrave parlarvi dellamia vita Voglio perograve aggiungere e poi

me ne sto zitta per sempre che sono ancora tante le donne dellamia etagrave a non aver mai visto il marerdquo

ldquoOooh possibile nonnardquoldquoCerto che sigravehellip Le donne di allora rimanevano sempre tap-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 9

Galatina (LE) - Interni del Teatro Tartaro

1952 - Gallipoli (LE) - Lido PiccoloFamiglia Duma al mare

pate in casa a fare mille lavori e ad adoperarsi alla cura dei pro-pri familiarirdquo

ldquoDai nonna non smettere di parlarcihellip ti promettiamoche staremo sempre ad ascoltare senza piugrave interromper-ti Raccontaci perciograve dei lavori che la donna era tenuta afare in casardquo

ldquoImpiegherei una vita a soffermarmi su queste cose invece viparlerograve di ciograve che si faceva durante le festivitagrave natalizie Intantonoi donne dovevamo partecipare alla novena in chiesa per poterottenere lrsquoindulgenza di Natalerdquo

ldquoNonna cosa sarebbe lrsquoindulgenzardquoldquoUna sorta di benedizione somministrata dal parroco che va-

leva per un intero anno Per otte-nerla era necessario recarsi inchiesa ogni mattina di buonrsquooraascoltare la santa Messa e comu-nicarsi Il Santo Natale era vissu-to con piena gioia da parte di tuttala famiglia anche percheacute in questoperiodo si mangiavano dolci e lec-cornie varie a non finire come leldquocarteddhraterdquo i rdquoporceddhruz-zirdquo le ldquocadde cadderdquo le ldquopitted-dhrerdquo i ldquobuccunottirdquo fatti in casaed altri intingoli Poi la sera del-la Vigilia la tavola era imbanditadrsquoogni ben di Dio Si mangiavanole ldquocozze de marerdquo le ldquopigravettulerdquocon rape o baccalagrave i ldquoviermiced-dhrirdquo il ldquocaponerdquo al brodo oppureil ldquocapitonerdquo accompagnato daldquofrittelle di patate o di cavolfiorerdquotutto preparato dalle mani esper-tissime della mamma Ovviamen-te si beveva anche del buon vinoBeh ora basta mi si egrave seccata lagola a furia di parlare Preparia-moci piuttosto a pranzare credoche manchi pocordquo

Nostro padre e Gaetano in-tanto erano rincasati dalla drogheria di nostra proprietagrave

ldquoPapagravehellip papagrave questo pomeriggio ci porti al campo spor-tivo a vedere la partita tra la Pro Italia e il Nardograverdquo ndash glichiesi immediatamente sperando in una risposta positiva

ldquoSe mantiene questo bel sole senzrsquoaltro sigrave ma semprecheacute ilterreno di gioco sia praticabilerdquo

Fummo fortunati Alle 1415 in punto contenti come unaPasqua (pur trovandoci a Natale) ci avviammo verso piaz-za Fortunato Cesari allrsquooccorrenza trasformata in campoda calcio La piazza era gremita di gente percheacute la partitaera di cartello Alla Pro Italia serviva la vittoria per sopra-vanzare i neritini in classifica ma purtroppo lrsquoincontro fi-nigrave 2-2 e il tanto sospirato sorpasso sfumograve Fummo perogravesfortunati in quanto a pochi minuti dal termine il centra-vanti Angelo Calabretti sbagliograve un calcio di rigore speden-do il pallone sulla traversa (prima drsquoallora non ne avevamai fallito uno)

Non lo nascondo ce ne tornammo scontenti per lrsquoinop-portuno pareggio

ldquoSu su ragazzi stasera vi porterograve al cinema e cosigrave dimenti-cherete la grande delusionerdquo ndash ci disse nostro padre ritor-

nando a casaldquoBravo papagravehelliprdquo ndash esclamograve spontaneamente Franco ndash

ldquohellipSei il piugrave bravo papagrave di tutto il mondordquoldquoSigrave sigrave papagravehellip al Tartaro proiettano lsquoLa rosa nerarsquo con

Tyrone Power Egrave senzrsquoaltro un film fantastico percheacute aquanto pare ci devono essere diversi mortirdquo ndash aggiunsiio innocentemente

ldquoA dire il vero vorrei portarvi al Cavallino Bianco dove pro-iettano il film lsquoBellezze al bagnorsquo Crsquoegrave la bellissima attrice EstherWilliams egrave un film molto dolce e appassionanterdquo

ldquoIo non ci vengordquo ndash reagigrave Franco molto rammaricatoldquoNeanche iohellip Non mi piacciono i film drsquoamore ma

quelli di guerrardquo ndash conclusi insua difesa

ldquoVa bene va bene siete incon-tentabili Devo essere sempre ioa sorbirmi un filmetto da quattrosoldi e per giunta molto violen-tohelliprdquo ndash concluse papagrave alquan-to contrariato ndash ldquohellipMa sappiateche questa egrave lrsquoultima volta che viaccontentordquo

Diceva sempre cosigrave nostropadre ma alla fine eravamonoi figli a spuntarla in ogni cir-costanza

Al cinema ci recammo moltopresto subito dopo la partitaper poter vedere il film un pa-io di volte

Prima di andar via chiedem-mo a nostra madre trenta lirenon tanto per pagarci il bigliet-to drsquoingresso (a quello ci pen-sava papagrave) quanto peracquistare un cartoccio di lupi-ni ed uno di semi di zucca (pas-satiempu) Eravamo fortunatiad appartenere ad una fami-glia che ci accontentava quasi

in tutto Tanti altri ragazzi invece non avendo un solo cen-tesimo in tasca erano sempre ligrave nei pressi dellrsquoingresso alcinema (e stanno ancora ligrave) intirizziti dal freddo ad atten-dere lrsquooccasione giusta per entrare di soppiatto soprattut-to durante i momenti di ressa Molti ci riuscivano ma tantialtri erano costretti a rimanere fuori

Il film pur essendo a colori venne proiettato in bianco enero ma per noi fu ugualmente fantastico Stemmo in sa-la piugrave di tre ore esattamente dalle sedici e trenta a quasi leventi Tornando a casa la nostra mente era giagrave proiettataallrsquoindomani Crsquoera lrsquoincubo assillante di dover studiaretanto per sbarazzarsi dei compiti assegnati dal maestro perle vacanze natalizie Di mattina si studiava ma di pomerig-gio si giocava per la strada nostra grande palestra di vitadove noi ragazzi abbiamo costruito tutti insieme la no-stra identitagrave e dove abbiamo coltivato i nostri piccoli so-gni Ci aiutavamo vicendevolmente percheacute eravamo tuttifratelli Ci insultavamo ci picchiavamo ma dopo appenaun giorno eravamo insieme a giocare a sorridere adamarci Sigrave lrsquoamore era il nostro collante il denominatorecomune della strada e della scuola

Da sn - Angelo Calabretti e Pippi Gaballo

Anche tra gli adulti nonostante la vita fosse difficile e gra-ma vi era un sottofondo di solidarietagrave e di accettazione Lecase potevano restare aperte senza che nessuno ne appro-fittasse Crsquoerano ladri spinti piugrave che altro dalla fame e noncertamente per arricchirsi Crsquoerano tante sofferenze e peneeppure la gente le sapeva sopportare crsquoerano poche gioietutte condivise con chi non ne aveva La vita era un granbel circolo un girotondo in cui tutti ci vivevano litigavanoo si amavano ma sempre nel pieno rispetto reciproco

Oggi la vita egrave tutta unrsquoaltra cosa egrave piugrave difficile e caoticapiena di un esasperato materialismo e di un individualismoche di umano ha ben poco Assistiamo impotenti a guerretante guerre crsquoegrave una devastazione inesorabile della naturalrsquoavanzamento della cupidigia dello sfruttamento e dellaviolenza lo sfaldamento della famiglia e della scuola crsquoegravesolo il trionfo del Male Di chi la colpa Senza altro del pro-gresso del progresso scriteriato e selvaggio che non ha sa-puto correggere i difetti di fondo della societagrave drsquoallora mache anzi li ha acuiti illudendo e costringendo tantissimepersone a rincorrere miraggi piugrave che certezze Oggi la men-te dei nostri governanti egrave rivolta unicamente al PIL (prodot-to interno lordo) ma non certamente alla povertagrave che vadilagando in ogni dove A mio modo di vedere dovrebbe-ro rivolgere lrsquoattenzione a migliorare il FIL (felicitagrave internalorda) ma un simile obiettivo molto vicino ai bisogni es-senziali della povera gente non converrebbe a coloro chehanno le sorti dellrsquoItalia e del Mondo nelle mani

Spesse volte soprattutto quando sono assalito da scon-forto e delusione avverto il bisogno di rientrare in quelmondo incantato della mia dolce fanciullezza quando lavita era fatta di regole e di doveri di gioie contenute disuccessi sudati e meritati Allora ogni cosa sembrava esse-re a colori nonostante i film continuassero ad essere pro-iettati in bianco e nero A quei tempi lrsquoimmaginazione e lafantasia colmava i vuoti della vita mentre oggi la vita nonci fa piugrave sognare bensigrave preoccupare Ci sono perograve perso-ne che vivono una vita a colori Sono soltanto pochi privi-legiati che comunque non avvertono il calore del santoNatale percheacute per loro il Natale cade ogni giorno ma tratanta indifferenza e grigiore

La gente comune quella che soffre e si contiene quellache fa fatica a portare avanti una vita sulla corda la genteumile e laboriosa porta il Natale nel cuore per tutto lrsquoannoe attende con gioia lrsquoapprossimarsi di questo santo giorno

Ed egrave proprio a questa gente che rivolgo gli auguri piugravesinceri e non certamente a coloro che trascorrono il Nata-le tra feste bagordi e con il portafoglio sempre gonfio dihellipfelicitagrave rubata bull

Note1 ldquoAgravelzati San Giovanni e non dormire perchegrave vedo avvicinarsi tre nu-vole una di acqua una di vento e una di maltempo portale dove noncanta il gallo non splende la luna e non vi egrave alcuna creaturardquo

Rino Duma

Lrsquoultima descrizione informata e consapevole dellafigura del filosofo e medico Francesco Scarpa da So-leto (15581618) ce la offre Luana Rizzo(1) traccian-

do un profilo della sua formazione e del suo pensierofilosofico

Come apprendiamo giagrave da Gio Bernardino Tafuri(2) loScarpa nacque a Soleto da onorata famiglia e apprese le

prime funzioni sco-lastiche di letteratu-ra e lingua grecapresso il noto mate-matico e filosofoMatteo Tafuri dimo-strando prontezza esottigliezza dinge-gno e laureandosipoi a Salerno in me-dicina

Nel 1584 quandoha circa 26 anni ed egraveattivo cul- tore distudi filosofici mettea stampa la sua forseunica e rarissimaopera dal titolo ldquoDeAnimardquo nasconden-dosi sotto il nome diPitagora Salentino e

indirizzando con lettera dedicatoria la sua opera al mae-stro appunto Matteo Tafuri che vi viene definito AtlanteSalentino Cosigrave la dedica ldquoAd Atalante filosofo salentinoPitagora salentino questa sua opera come gradita dedicaTi meraviglierai senza dubbio maestro sapientissimo daquale straordinario ordine sia regolata lrsquoapparentementeopaca natura la quale vista attraverso le trasformazioniche di continuo le reca lrsquoingegno umano si mostra a quan-ti la considerano quasi un mirabile ed anche grandiosoartificio corroborato dalla potenza che vi si cela Tu senzadubbio rispetterai il motivo che mrsquoinduce a fissare su unatavoletta il mio pensierohellip Avendo intrapreso a scriverepartendo da questo punto sono costretto con senso di pro-fonda malinconia a stabilire che lrsquoanima sia ingenerata eincorruttibile e che sia singola e radicata nei loro corpiQuesto infatti attenditi e molto ti piaceragrave Stai bene(3)rdquo

Nullrsquoaltro se non questo breve cenno era fin qui a nostraconoscenza sul rapporto tra i due studiosi anche se qual-che altro scritto potevamo sperare di rintracciare percheacuteBernardino Tafuri scrive che lopera De Anima lsquofu lrsquounicaper quanto noi sappiamo chrsquoesso diede alle stampe avendo lrsquoal-tre da esso composte rimaste dopo la sua morte manoscrittersquo

Ma tante speranze e tante ricerche sono andate per annideluse fino a qualche mese fa quando ho ritrovato unalettera appunto dello Scarpa del tutto sconosciuta e ine-dita indirizzata proprio al suo maestro Matteo Tafuri cheegrave custodita nel Museo Civico di Galatina tra i documentiantichi del Fondo Cavoti Molto dobbiamo a Pietro Cavo-ti che dedicograve gran parte della sua vita agli studi di storiaarte letteratura e alla conservazione e trascrizioni di mol-ti documenti antichi di eccezionale importanza Si deve so-lo al Nostro se finalmente si egrave messa la parola fine allatravagliata discussione sulla calvarie del Tafuri indicatada Alessandro Tommaso Arcudi nella Galatina letterata edobbiamo ringraziare sempre Cavoti se si egrave giunti alla sco-perta dellanno di morte di Matteo Tafuri avvenuta il digrave18 novembre 1584(4)

Ora questa lettera di Scarpa a Tafuri che fu trascritta daCavoti nel 1856 da un originale oggi perduto era antica-mente conservata a Soleto pressoFrancesco Carrozzini il qualepoi la donograve a FortunatoVernaleone di Galatinanel 1773 Per qualemotivo avvenne ladonazione di questapreziosa lettera nonvi egrave modo sapereComunque la mis-siva fu indirizzatail 4 aprile 1583 daFrancesco Scarparesidente in Napolie giagrave dottore in me-dicina al Tafuri

Leggendo tra le ri-ghe si apre uno scenarioche irradia nuova luce tra ilmaestro e il disce-polo Innanzi tut-

12 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SCOPERTE ICONOGRAFICHE

Frontespizio volumeldquoDe Animardquo

Francesco Scarpa in undisegno di Pietro Cavoti

Importante ritrovamento di una missiva inedita del 1583 dal discepolo al Maestro

to si apprende che tra i due vi era una fitta corrisponden-za in quanto proprio lo Scarpa scrive in apertura ldquoPrie-

gomi Illmo Onmo Maestro mio che mefacciate avisato de quelle mie lette-

re colle quali io resposi allrsquoepi-stola vostrardquo

Oggi grazie al ritro-vamento della missivapossiamo dire con cer-tez- za che lo Scarpain procinto di termina-re la sua opera chiedeal maestro di essereaiutato nel completa-mento oltre - probabil-

mente - alla correzionedel testo lsquove supplico lo

aiuto vostro che me liberi dala ignorantia de la scriptura

et de li errori et nelle interpreta-cionirsquo

Non erra alloraLuana Rizzo a dire

laquoGrazie al trattato di Scarpa egrave possibile risalire allrsquoopinio-ne espressa da Matteo Tafuri sullrsquoanima e alle fonti allequali si ispira che lo portano a condividere con il Magi-stro sapientissimo la dottrina dellrsquoimmortalitagrave dellrsquoanimaraquo

E facile intuire anche che lopera allepoca della letteraegrave ancora una bozza ldquoAdunque secundo il mio parlare ve dicoche lo libro mio et al finerdquo e sappiamo anche che alla datadel 4 aprile del 1583 lrsquoallievo del Tafuri egrave a Napoli per vo-lontagrave del maestro in quanto piugrave avanti egli scrive ldquoet essen-do anco molto lontano da casa chesser in Napoli con lrsquoanimo etlrsquoosservanza de la cortesia et studij vostri che me comandasterdquo

Francesco Scarpa dimora nella cittagrave partenopea per ap-profondire gli studi filosofici utili allasua pubblicazione Bisogna anche pen-sare che il Tafuri in quel periodo avevacirca novantanni e per comprensibilicondizioni si appoggiograve al giovane al-lievo per ricevere delle informazioniculturali con ogni probabilitagrave dai suoivecchi amici napoletani Anche in que-sto caso abbiamo la conferma quando ilgiovane soletano gli dice che li hominidotti de Napoli salutano lOnmo Maestroche da molti siati amato

Questa testimonianza conferma concertezza che Tafuri era al centro di unmovimento filosofico e attorniato da uo-mini assai importanti come ad esempiolo sappiamo i fratelli Della Porta Possoaggiungere che lo Scarpa pochi giornidopo rientra in patria percheacute al 28 apri-le del 1583 egrave padrino per un battesimo in Galatina pro-prio lui il Messer Francesco Scarpa de Solito Ilcontenuto della lettera descrive chiaramente il pensiero fi-losofico che Scarpa vuole imprimere nel suo De anima untema comune in quel tempo e usando i testi antichi comequelli di Aristotele Trismegisto Seneca ed altri ancorastudiati certamente sui manoscritti antichi posseduti dal

Tafuri nella casa di Soleto como la letione ultima in sua ca-sa Illma che Trismegisto dixe che lanima et una sfera

Leggendo attentamente la lettera e consultando le pa-gine del De Anima pubblicato da Scarpa ho individuatoun passo descritto nella lettera e presente appunto nelsuo volume A pagina 62 della riproduzione anastaticadel De Anima del 1584 e grazie alla traduzione a fronte diSilvia Mandurino si legge laquoE lanima ben conserva me-moria delle cose e riflette e concepisce ideeraquo Mentre lafrase della lettera riporta laquo si legie in piugrave parti de la scrit-tura de lrsquoopera mia che lanima conserva bona la memoria dele cose et genera ideeraquo

La lettera risulta unanteprima minuscola della sua ope-ra e vi cita piugrave volte Aristotele Seneca ed altri autori anti-chi sottolineando che lrsquointelletto potenziale egrave nellrsquoanimaindividuale mentre quello attuale egrave intelletto divino e per-ciograve nettamente separato dallrsquouomo e poi aggiunge unafrase in greco Έν τῶ μηδὲν φ (cancellato) φθονεῖνἡδύστατος βίος (Nel non invidiare per niente (si trova) lavita piugrave dolce)

Devo la traduzione di questo passo al Prof Andregrave Ja-cob che gentilmente si egrave offerto di aiutarmi Secondo il suoprezioso contributo potrebbe trattarsi di una di quelle sen-tenze morali che nel Cinquecento venivano incise sulle ar-chitravi di porte e finestre delle case nella Greciacutea Salentina

Di questo insigne personaggio nessuna memoria egrave ri-masta se non solo ledizione sullAnima che fu la sola edormai rarissima pubblicazione oltre ad una piccola Cortea lui intitolata nella natia Soleto

Il ritrovamento della lettera copiata da Cavoti dallorigi-nale potenzia la fama di questo cultore di studi filosoficiaprendo nuovi spiragli di studio su di lui Aggiungo sol-tanto che incerta egrave la data di nascita di Francesco Scarpaper mancanza dei primi registri dei battezzati nellarchi-vio parrocchiale di Soleto ma potremmo ipotizzarla intor-

no al 1558 per indicazione tratta dallasua data di morte chegrave invece certa per-cheacute attestata dai registri soletani Pochigiorni fa grazie alle gentilezze del nuovoparroco di Soleto don Daniele Albaneseho avuto da parte dellUfficio di CuriaArcivescovile di Otranto(5) lautorizza-zione a consultare lantico registro deimorti avvenuti fra il 1600 e il 1631 e alladata del 14 agosto 1618 si legge quantosegue Franciscus Scarpa Artis MedicinaeDoctor et ph(ilosoph)us aetatis suae anno-rum sexaginta in circa facta confessione re-cepto sanctissimo Viatico et extremaUnctione in communione Sanctae MatrisEcclesiae animam Deo redditit Sepultus estin aula Sanctae Mariae della Gratia fratrumReformatorum(6) Lobito egrave stato giagrave edito daaltri studiosi ma questa mia riproposta egrave for-

se piugrave completa anche se resta un margine di dubbio nello scio-gliere la seconda abbreviazione tra ph(ilosoph)us e ph(isic)us

Ora trascrivo di seguito la lettera in modo rigorista sen-za aver modificato o alterato il testo e premettendovi ledue righe di avvertenza del Cavoti e chiudendo il tutto conaltre due righe di commento sempre del Cavoti

lsquoLettera che si conserva in casa dellrsquoOnorevole Sig Fortuna-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 13

Matteo Tafuri in un disegnodi Cosimo De Giorgi

APS Registro dei defunti1613 - 1657

to Vernaleone di Galatina Detta lettera fu donata dal Sig Fran-cesco Carrozzini di Soleto nel 1773rsquo

Priegomi Illmo Onmo Maestro mio che me facciate avisatode quelle mie lettere colle quali io resposi allrsquoepistola vostra Mae-stro Matteo prendo piugrave larga licentia nello scriuere vulgare Per-cheacute li piugrave savij del mondo han voluto che me insegnaste comoSeneca manifestare li concepti de la mente vostra senza parlarelo doveriamo fare Adunque secundoil mio parlare ve dico che lo libromio et al fine et che la eloquentia etla dignitagrave de li caratteri et de voca-buli ho possuto indirizzare a VIllma persona et a nisciuno altro ho-mo Io no so degno neacute me reputarogravepresumptuoso se offerirograve al MioMaestro de la philosophia et de lamatematica grande quello che pos-so ma assai haverograve facto et in parti-culare che come discipulo dellrsquoIllmavostra casa ho desiderato honorarequesta mia opera et purgata di ogni carattere al gusto et honestautilitagrave Illmo Maestro haverograve facto bono dica alcuna cosa etspero che et piacevole che a quante fiate ve odo igraveo non tengo al-cuno dubio in le labra vostre percheacute la oratione deue essere pu-ra como lrsquoanima Non posso non maravigliarme de la VS alegrezanello sapere che con la lengua de li greci de la materia allo vul-go umno ad alcuni hypocriti homini docti et boni mangiatori dele fatiche de li philisophi et como lo VS insegnamento che per es-sere alcuni Signori altri vassalli altri barbari altri dotti altriGreci e Latini non simo perograve tutti che un medesimo metallo neha la natura fece servi et liberi ma la lege de Dio fece tutti ugua-li et variati de la fortuna che la ANIMA et de la MORTE laquale fa vedere che tutti semo pari come dice Seneca et como di-ce lo Magister meus lrsquoanima et nello cerebro cossigrave non egrave partedel mondo neacute dentro neacute fore Como la letione ultima in sua ca-sa Illma che Trismegi-sto dixe che lrsquoanima etuna sfera da la qualelo centro e in omno lo-co como Dio et la suacircumnferentia ni-sciuno ma como diceAristotele llagrave se vedepiugrave manifestamentelrsquoanima et Dio dovemagiore lo effettu souet questo in medioCoeli Tanti hominiche hanno scripto tan-te inventioni de le stel-le che culpa egrave degrave lestelle si noi semo cau-sa de lo nostro male dela anima medesimache quelle stelle siamalvido quella altrafa li homini poveri etricchi et ciechi e altri surdi Como consentite voi Magister chedal cielo non ven alcun male como dice Averroe et cosa bona adcredere che le stelle non so maligne ma che la culpa egrave nostra etnon egrave dal cielo Ad V Illmo judicio tutte queste cose procedono

de lo cielo lo movimento de li cieli egrave causa de tutto lo bene comodice Aristotele Per lo moto dello Sole nello circulo chiamato Zo-diaco produce la generatione et corruptione Onmo Maestro miointro la opera mia non egrave lo corpo ma lrsquoanima e quello che peccae se lrsquoanimo non se emenda la nostra anima non andaria mainello universo di Dio ma incappa in le galere de Catalani Lrsquoani-ma et la virtugrave de lrsquohomini de bona opera non de li signi Magister

Sapientissimo ad mio parere si legiein piugrave parti de la scrittura de lrsquooperamia che lrsquoanima conserva bona lamemoria de le cose et genera idee chesi ponno applicare ad qualsevogliaproposito et piugrave delle volte son fatteper lo commodo como diceAristotele Ben dice lo proverbio Έντῶ μηδὲν φ (cancellato) φθονεῖνἡδύστατος βίος [Nel non invidia-re per niente (si trova) la vita piugravedolce] Li beni de lrsquoanima ponno laintelligentia la sapientia et le altre

virtuto intellettuali Li beni de lo corpo sonno la vanitagrave lo vigo-re de li sensi et de altre con convenienti di lo corpo In questa al-tra parte lontano dalla VS Illma presentia et de vostri honoriet essendo anco molto lontano da casa chesser in Napoli conlrsquoanimo et lrsquoosservanza de la cortesia et studij vostri che me co-mandaste ve supplico lo aiuto vostro che me liberi da la igno-rantia de la scriptura et de li errori et nelle interpretacioni Inveritagrave et con multo affetto et senza dubio dico ad voi Magistersapientissimo che hio sia desioso de lrsquoamicitia vostra tenendo agravemolta stima in voi et come sempre che chi scrive se mette allogiudicio de molti Li homini dotti de Napoli salutano lrsquoOnmoMaestro che da molti siati amato Per hora stiate sano et Dio viconserui

VS Sertore e discipulo VS Fransco ScarpaDie IV Aprilis 1583 Lrsquoantica lettera si conserva assai beneFu scritta da Francesco Scarpa di Soleto al dotto Matteo

Tafuro suo maestro Copiai in Galatina nel 1856rsquo

NOTE

- Tutte le immagini riprodotte sono di esclusiva proprietagrave del Comunedi Galatina - Museo Cavoti E vietata qualunque riproduzione parzialeo integrale delle immagini qui riprodotte senza autorizzazione scritta alComune di Galatina nonchegrave la richiesta di citazione dellautore- Le foto sono state realizzate dallrsquoautore1 - L Rizzo Il Commento di Francesco Scarpa al De anima di Aristotele in Ri-nascimento meridionale III pp 129-148 Napoli20122 - GBTafuri Istoria degli scrittori nati nel regno di Napolivol 3pp 109-111 Napoli 17443 - Scarpa Salentino De anima riproduzione della stampa del 1584 contraduzione introduzione e note a cura di Silvia Mandurino Scrittori Sa-lentini - VI Centro di Studi Salentini Edizioni Lecce 19734 - L Galante Notizie inedite su Matteo Tafuri Nuove rivelazioni da un ma-noscritto secentesco in Il filo di Aracne anno VIII-n5 novembredicem-bre2013Galatina5 - Ringrazio Mons Quintino Gianfreda Direttore co ufficio per lrsquoarte sa-cra e i beni culturali Arcidiocesi di Otranto per la tempestiva autorizza-zione Sottolineo che le immagini del frontespizio e della data di mortedel registro parrocchiale dei defunti sono di unica proprietagrave della Parroc-chia di Soleto Pertanto le immagini non potranno essere cedute - nep-pure parzialmente e ad alcun titolo - a soggetti terzi vincolo questo estesoanche allrsquoEditore 6 - Lattuale Santuario della Madonna delle Grazie dei Frati Minori di SanFrancesco

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 15

Galatina (LE) - Museo CavotiLettera di Francesco Scarpa

Luigi Galante

APS - Atto di morte di Francesco Scarpa

16 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SALENTO OGGI

Mi ononno Vin-cenzo Miccolinato nel 1908 a

Torchiarolo comprograve dopo annidi sacrifici e risparmi di unrsquointeravita un pezzo di terreno su cui crsquoeranootto filari di ulivi

Da giovane andava in campagna a lavo-rare come bracciante agricolo nelle campagnedei vari Don locali Si alzava quando ancora era buiosia destate che drsquoinverno col freddo con il caldo torridoo con la pioggia In bicicletta raggiungeva campagne mol-to lontane da Torchiarolo a poca distanza da MesagneDue ore per andarci due ore per tornarci Tutto questogran lavoro lo faceva per guadagnarsi la vita e mantene-re onestamente la famiglia

Il nonno non era soltanto bravo a zappare e a raccoglie-re olive uva e tabacco Si distingueva in ogni aspetto del-la vita del contadino Perciograve era anche abile a potareinnestare irrorare le piante a spargere il concime e aquantrsquoaltro Erano tutti bravi e laboriosi i contadini di untempo Parlavano ogni giorno con le loro creature in cam-pagna e ad esse si legavano con lo stesso affetto cura edamore con cui ogni genitore si rivolge quotidianamente aipropri figli

Tutto riusciva a fare mio nonno sapeva anche leg-gere e apporre la firma Lrsquoultima cosa che glimancava della vita era quella di fare il soldatoFu costretto ad apprendere questa amara e tri-ste esperienza con lo scoppio della secondaguerra mondiale Dovette lasciare nonnaPantalea con tre figli e uno in arrivo perservire la bandiera tricolore e lo Stato peril quale provava una certa attrazione Fucosigrave che un bel giorno arrivograve a casauna brutta e inaspettata letteradel Ministerod e l l a

Nella zona di Torchiarolo continuano le eradicazioni dei ldquogiganti del Salentordquo

TOGLIETE LE MANI DAGLI ULIVISappiate che li difenderemo come se fossero i nostri padri i nostri figli

di Enza Pagliaro

Guer-ra Lui che non srsquoera mai mosso

dal Salento dalla sua Terra-Madredoveva presentarsi entro due giorni al

comando militare di Lecce con destinazio-ne Nord drsquoItalia Se ne partigrave con un profondo

dolore nel cuore e con tante lacrime nellrsquoanima masul viso si leggeva la fierezza del cittadino e del solda-to che va a difendere le fortune del proprio paese

Mia nonna non ebbe sue notizie per piugrave di un annoFu poi informata che lavevano fatto prigioniero sen-

za che si sapesse in quale campo di concentramento fos-se rinchiuso I giorni passavano in fretta ma di lui non

arrivava nessuna lettera e nessuna notizia Poi quando an-che le ultime speranze stavano per abbandonare mia nonnaecco che la vita della famiglia Miccoli di Torchiarolo si riempigraveallrsquoimprovviso di gioia Mio nonno a differenza di tanti suoicommilitoni ce lrsquoaveva fatta a rientrare in patria Il giorno delsuo arrivo a Torchiarolo nessuno lo riconobbe per strada per-cheacute era ridotto pelle e ossa Aveva camminato per mesi a piediper poter raggiungere la sua famiglia il suo amato paese

Quel giorno perograve non fu

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 17

Nella zona di Torchiarolo continuano le eradicazioni dei ldquogiganti del Salentordquo

TOGLIETE LE MANI DAGLI ULIVISappiate che li difenderemo come se fossero i nostri padri i nostri figli

di Enza Pagliaro

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 19

esattamente come mio nonno aveva sognato che fosse Purtroppo il piugrave piccolo dei suoi bambini era morto sen-

za che lui lrsquoavesse mai potuto abbracciare Nonostante que-sto inaspettato dolore Lu Nzinu te la Pantalea si rimboccograve lemaniche e ricominciograve a lavorare per portare il pane a casaPassarono una decina drsquoanni prima che la famiglia si ripren-desse dal dissesto economico causato dalla guerra

Pian piano lrsquoantico sogno di mio nonno di avere degli al-beri di ulivo tutti per seacute si avverograve Quando ormai era di-ventato un uomo di mezzrsquoetagrave acquistograve grazie ai tantisacrifici fatti un piccolo uliveto in contrada ldquoCase Bian-cherdquo poco fuori il paese E fu per lui una gioia immensa

Parve rinato e senza piugrave alcun acciacco fisico Con la bicicletta Lu Nzinu te la Pantalea andava a Case

Bianche per curare i suoi alberi drsquoulivo Per annaffiarlicarisciava lrsquoacqua cu le menze dalla fontana allrsquooliveto Pas-su dopu passu menza dopu menza i sacrifici venivano pun-tualmente ripagati dal raccolto e con i soldi ricavati dalleolive ogni anno poteva arricchire la dote alle sue figliole

Molti anni dopo quando il nonno ormai era vecchio equasi non camminava piugrave volleandare a rivedere i suoi alberi diulivo Non potendo piugrave cavalcarela vecchia bicicletta fu condottodietro sua ripetuta insistenzadalle figlie in auto Quando misepiede a Case Bianche cominciogravestranamente a camminare comenon faceva da tanto tempo guar-dava i suoi alberi filaru persquo filaruuno per uno Li conosceva tuttiLi sapeva distinguere gli uni da-gli altri Ad ognuno aveva asse-gnato un nome come fa ognipadre a ciascuno dei propri fi-glioli Quel pomeriggio il nonnoparlando con la sua terra conquegli eterni testimoni volle ri-cordare ai presenti il modo concui aveva saputo curarli quanteolive aveva raccolto in ogni anna-ta quanto sudore aveva versato e quante soddisfazioniaveva ricevuto per ognuno di quegli alberi Fu molto bra-vo a ripercorrere gioie e dolori della sua vita Per lui que-gli ulivi erano i suoi genitori e al tempo stesso i suoi figli

Oggi il nonno non crsquoegrave piugrave come legge naturale vuole chesia per ognuno di noi

Mia madre lo sostituigrave in tutto e per tutto ma non permolto tempo Anche lei iniziograve ad accusare gli acciacchi del-la vecchiaia muovendosi a mala pena in casa

Di tanto in tanto pretende di essere accompagnata a ldquoCa-se Biancherdquo per salutare quegli ulivi che suo padre le ave-va lasciato in ereditagrave Anche lei lrsquoAngiulina te la Pantaleaoggi si egrave mossa tra quei filari come se non avesse addossoalcun affanno e malanno fisico A lei egrave sembrato come sesuo padre fosse ancora ligrave a lavorare giovane e speranzosocome aveva sempre fatto per una intera vita Ersquo rimasta alungo assorta tra quegli alberi spostandosi pensosa e com-mossa ora di qua ora di lagrave come quando da giovinettaaiutava nonno Vincenzo a legare le fascine della rimondao a piegarsi per terra a raccogliere quellrsquooro nero che si

tramutava poi in oro giallo splendenteUna settimana fa mia madre ha ricevuto una lettera una

brutta lettera Non era certamente la stessa lettera ricevu-ta dal nonno per andare in guerra Ma anche in questo ca-so srsquoegrave trattato di una guerra Non di uomini contro uominima di uomini contro ulivi Vogliono eradicare quei gigan-ti dal piccolo appezzamento di terra Oltre ad averci mes-so unangoscia addosso mia madre ha pianto a dirotto econ lei dallrsquoalto dei cieli avragrave pianto anche mio nonno so-lo ad immaginarsi una scena del genere

Ersquo una lettera che non ci fa dormire la notte e che ci spez-za il cuore

Mia madre egrave comunque molto speranzosa e si augurache tutto si risolveragrave per il meglio allo stesso modo di co-me si risolse il caso di mio nonno che si presentograve a noiquando ormai tutti lo avevano dato giagrave per morto Lei nonfinisce mai di dirci che la vita a volte puograve avere un lieto fi-ne come in una bella favola

Lei egrave anche una donna paziente giusta saggia ed aspet-ta con grande ansia che il caso si risolva positivamente Ma

con il trascorrere dei giorni la speranza le sta venendo me-no ed allora ci esorta a tenere duro e a non desistere

Lei egrave anche una donna forte battagliera determinata adogni cosa ed egrave arrivata a dirci a chiare lettere che tutto po-tranno toglierci ma non il diritto di difendere ciograve che ciappartiene

La nostra storia i colori i profumi e i frutti della nostraterra i nostri alberi di ulivo sono ligrave in contrada ldquoCaseBiancherdquo e noi saremo ligrave a difenderli sino alla fine

Stessa cosa avrebbe detto Nonno Vincenzo se fosse an-cora in vita Lui da giovane ha offerto le sue braccia e lasua vita per difendere la Patria Italia e dalla Patria non haricevuto mai nulla

Ora a voi uomini senza cuore uomini di pietra rivol-giamo la preghiera di rispettare e di non toccare i nostriulivi che da tante generazioni sono per noi salentini la no-stra anima il nostro unico sostentamento bull

Enza Pagliara

Srsquointitola Respiri di pietra Monumenti megalitici del Salen-to (Lupo Editore Copertino 2014) il libro fotograficoche il ligure ma milanese drsquoadozione Leonello Berto-

lucci ha voluto donare allaTerra fra i due mari lrsquoanticaMessapia Un libro dalla co-pertina nera dal cui centrosorge come un astro lucente lasilhouette del maestoso trilitedenominato Chianca di SantoStefano di Carpignano Salenti-no La luce che dalla pietra sifa cogliere dal fotografo egravestrana e coinvolgente infattiil gioco di luci e ombre lrsquoan-tropizza a tal punto da farcelapercepire come energia vitale

Dal suo blog sappiamo cheegli egrave laquonato in Liguria e ap-prodato a Milano negli anni Ottanta ha intrapreso la stradadel reportage fotografico lavorando per alcune testate eagenzie italiane in seguito hanno avuto inizio collaborazio-ni internazionali tra cui quella con lrsquoagenzia ldquoSygmardquo di Pa-rigi Sue foto sono apparse su testate quali ldquoTimerdquoldquoNewsweekrdquo ldquoSternrdquo ldquoParis-Matchrdquo ldquoEpocardquo Ha fondatoe diretto per alcuni anni unrsquoagenzia fotogiornalistica mentreoggi continua a fotografare e condurre tutta una serie di at-tivitagrave nel campo della cultura fotografica vengono pubblica-ti suoi libri drsquoimmagini e allestite sue mostre organizzaeventi ed egrave docente in corsi e scuole di fotografia Egrave consu-lente in campo editoriale e multimediale ed egrave chiamato an-che a ricoprire il ruolo di photo editor in redazioni di giornaliha scritto il primo libro in Italia sullrsquoargomento col titoloProfessione Photo Editor Della sua attivitagrave si sono occupateriviste di fotografia come ldquoFotopraticardquo ldquoIl FotografordquoldquoNuova Fotografiardquo ldquoPhotordquo ldquoPhotographiardquo ldquoTechnoPhotordquo ldquoGente di Fotografiardquo ldquoFotocomputerrdquo Gli piacegiocare e nelle edizioni del ldquoPulcinoelefanterdquo [editore drsquoar-te che stampa in proprio rari esemplari di bibliofilia] le suefotografie giocano con testi tra gli altri di Alda Merini To-nino Guerra Enzo Sellerioraquo

Di lui hanno scritto Roberto Mutti laquoLeonello Bertolucci sa recuperare la pun-

tigliositagrave e la curiositagrave per ogni aspetto della vita Ma anchesoprattutto la capacitagrave di ascoltare e trasformare in immagi-

ni i sussurri da contrapporre alle grida di cui in troppi sem-brano non poter piugrave fare a menoraquo

Giuseppe Turroni laquoEsiste in Bertolucci davvero incante-vole e incantato il piacere del fare del raccon-tare del vedere sia pure strizzando lrsquoocchiocon ironia ripetiamo e senza malizia alle infi-nite contraddizioni e ambigue variazioni e va-lenze del mondo reale Egli ci restituiscematerie precise le scansioni di un racconto ter-so e delicato e il suo occhio fotografico egrave perripetere un verso di Sylvia Plath ldquoesatto e drsquoar-gentordquoraquo

Gino Patroni laquoLa prima foto della mia vitami fu scattata in un cortile di via Cernaia tra icaseggiati delle Elementari e la palestra dellaldquoPro Italiardquo Ovviamente una foto scolasticaricordo di fine drsquoanno Noi ragazzini in fittogruppo su un lato il maestro alto nei nostriconfronti come un campanile accanto alla

chiesa ndash Fermi ndash gridograve il fotografo con voce da sergenteprima del lampo Da allora ho conosciuto molti fotografiquasi tutti da bottega persino uno a Kopenik (Berlino) nelsettembre 1944 Insomma una foto da gefang (prigioniero)per gli archivi burocratici del lager Risultai magrissimoLrsquoultimo fotografo che ho conosciuto in ordine recentissimodi tempo egrave uno spezzino Leonello Bertoluccihellipraquo

Bertolucci che egrave fotografo professionista ha unrsquoidea benprecisa del suo operare Il suo archivio fotografico egrave colmo dicentinaia di migliaia di fotografie tanto da fargli scrivere

laquoHo perseguito unrsquoidea fotografica ci ho creduto e lavora-

20 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

AUTORI amp EDITORI

Giurdignano (LE) - Menhir vicinanze 2

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 21

to Ma ora di fronte alla quantitagrave di fotografie e di scelte pos-sibili sono in crisi Voglio strutturare un percorso coerentee sensato Molte decisioni srsquoimpongono e la mia parte emo-tiva litiga con quella razionale Cerco un occhio ldquoaltrordquo chemi aiuti a muovermi sul confinehellipraquo

Cosigrave pure egli conosce bene lrsquoarte della fotografia tanto dascrivere

laquoIl vero problema non egrave fare una foto sbagliata ma fareun uso sbagliato della foto Il brivido corre non quando tuguardi una fotografia ma quando lei guarda te Ogni foto-grafia ha cinque lati i primi quattro delineano lrsquoinquadra-tura il quinto egrave il suo lato oscuro Fotografare dovrebbeprovocare uno strabismo buono guardarsi dentro mentre siguarda fuori Lrsquoediting di una narrazione fotografica egrave unviaggio dentro il suo senso come ogni viaggio presupponeun punto di partenza e uno drsquoarrivoraquo (tratto dal blog Quan-do un Photo Editor)

Oggi Leonello Bertolucci ha fotografato anche il Salentouna sua parte profonda e radicale che si perde nella nottedei tempi i megaliti i maestosi massi che il Salento custodi-sce cosigrave come una madre custodisce i suoi figli

A introdurre il libro Respiri di Pietra con una sintesi stra-ordinaria e una cosmogonia stupefacente egrave Edoardo Win-speare il regista nostro conterraneo che con la sua operacinematografica ha fatto conoscere il Salento in tutto ilmondo Egrave stupenda la visione che egli ha della terra nellaquale viviamo Edoardo egrave nato a Depressa (Tricase) in unodei castelli ancora oggi attivo e accogliente Bertolucci inve-ce da qualche tempo ha acquistato una casa a Corigliano

drsquoOtranto dove ritorna da Milano quando sente il bisognodi rifugiarsi nellrsquoabbraccio magnogreco dellrsquoantica terramessapica

Nellrsquointroduzione al libro Winspeare scrive laquoNel Salento il mare egrave azzurro-verde e ha una trasparen-

za cristallina gli alberi di ulivo secolari incutono rispetto co-me ogni monumento della natura la terra egrave rossa come ilsangue ma ciograve che rende questo finisterrae drsquoEuropa un ter-ritorio davvero unico egrave la pietra Per i salentini la pietra egrave co-me il legno per gli indios amazzonici o i popoli sciamanicidella Siberia

Nellrsquoantica Messapia non si edificava con i mattoni il le-gno era quasi sconosciuto come materiale da costruzionetutto era di tufo carparo pietra leccese di Cursi drsquoAlessa-no di Soleto si era circondati da peshchi cuti stozzi patrud-dhi feddhe e ancora altri nomi [hellip] per definire ogni piccolavariazione della pietra [hellip] I menhir e i dolmen sono unapresenza abituale nelle nostre campagne Il loro fascino mi-sterico ne fa agli occhi di chi sa guardare degli ieratici sacer-doti intermediari fra il cielo e la terra quasi fossero dei moaimediterranei eretti come monito trascendentale dellrsquoesisten-za umana Leonello Bertolucci fotografo sensibile ha sapu-to guardare dove altri vedono solo Le sue immagini deinostri megaliti sembrano sguardi da un terzo occhio quellodellrsquoanimaraquo

Stupende queste parole di Edoardo che permettono allospirito umano di godere della bellezza della natura Parago-nare i nostri menir ai grandi moai dellrsquoisola di Pasqua (Ra-pa Nui) significa veramente aver capito fino in fondo ilsignificato che gli antichi abitatori di questa terra volevanodare a quei grandi massi ritti come spinotti conficcati nellaroccia

E tale comprensione egrave rilevabile pure nelle fotografie diBertolucci che intitolando il libro laquoa tutti i nostri padri a[suo padre]raquo ha guardato attraverso lrsquoocchio magico dellafotocamera i megaliti del Salento quasi fossero dei nostriantenati Cosigrave il suo percorso fotografico ha attraversatocampagne e rilievi collinari consacrando al nostro immagi-nario i megaliti di Giurdignano Giuggianello Otranto Mi-nervino di Lecce Carpignano Salentino MelpignanoMartano Bagnolo Cursi Patugrave Corigliano drsquoOtranto Pal-mariggi Cannole UgentoTerenzano Calimera Diso Cosigraveil suo libro immortala la bellezza e la severitagrave dei menhirdei dolmen delle specchie del Masso della strega degliipogei delle chianche della Centopietre della Pietra di sanVito del megalite di Terenzano Tutte pietre che respiraro-no energie vitali

Martano (LE) - Specchia dei mori

22 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Sotto una pregevole litografia ottocentesca custoditadai frati francescani di Soleto figura la seguente le-genda Nel 1568 un giocatore furibondo vibrograve due colpi

sul volto della Sacra Immagine di Maria dipinta sul muro di unacappella dove poi fu eretto il Convento de PP Riformati in Sole-to e bestemmiando disse Io noncredo che tu sei la madre di Diose non mi fai ammazzare stase-ra Dalle ferite della Sacra Effi-gie scaturigrave molto sangue e inquella sera lrsquoempio sacrilegosulla porta di Soleto fu uccisoLa prodigiosa immagine cosigrave fe-rita ed intrisa di sangue si ado-ra nel tempio del succennatoConvento

La litografia riproduce asinistra un giovane mentrecon unrsquoaccetta colpisce il vi-so di una Madonna col Bam-bino e a destra la suauccisione ad opera di un ma-cellaio armato di coltelloSullo sfondo lo skyline diSoleto con la guglia di Rai-mondello Orsini del Balzocollocata in un improbabilepaesaggio collinare

Comrsquoegrave noto nel 1568 il le-gnaiolo Giacomo Lissandridopo aver perduto al giocotutti i suoi denari entrato in una cappella campestre si-tuata fuori le mura di Soleto in un terreno dove poi sorge-ragrave il Convento dei Frati Minori colpigrave con una scure laldquofaccia bella della Madonnardquo ldquodipinta sulla pietrardquo dallaquale ldquosgorgograve sangue vermigliordquo come enfaticamentepuntualizzava il panegirista soletano Giuseppe Stanca inuna sua predica del 27 luglio del 1908 La sera stessa lrsquoem-pio oltraggiatore sconvolto dallrsquoincubo del delitto venne pu-gnalato e ammazzato dal macellaio Luigi Rullo nei pressidella Porta S Antonio detta nel lsquo500 Porta di borea La lito-grafia ci restituisce lrsquoimmagine della Madonna affrescata inuna edicola campestre ma P Diego Tafuro da Lequile nel-la sua Relatio Historica affermando che il Lissandri gioca-

va intra eandem aediculam confermava che si trattograve di unacappella coperta anche se di piccole dimensioni Dellostesso parere furono nel 1724 Padre Bonaventura Da La-ma e poi Padre Benigno F Perrone Nessuna fonte ci dicecon chi il Lissandri giocava e perdeva a carte nella cappel-

la Sappiamo perograve che Gia-como Lissandri potrebbeessere il figlio di Antonio Les-sandri vivente nel 1546 men-tre un documento del 1622segnala la natura violentadella famiglia Rullo Si sostie-ne infatti che Giovanni Rul-lo forse nipote del macellaioLuigi havesse (anche lui) am-mazzato uno de Soligraveto (Soleto)del quale non si sa il nome

Come segnala una divotapreghiera del 1789 su Giaco-mo Lissandri sembrograve abbat-tersi lrsquoira divina e se non fossesopravvenuta la morte vio-lenta sarebbe stato sicura-mente scomunicato dalpreoccupato arcivescovo diOtranto il napoletano PietroAntonio de Capua il qualecon le Costituzioni sinodali ndeg26 e ndeg 47 delle complessive58 stabilite nel Sinodo del1567 (si badi bene un anno

prima del fatto sacrilego) quasi a preconizzare i fatti di So-leto cosigrave disponeva Scomunicamo tutte quelle persone chenelle chiese et luochi sacrihellip faranno o giocheranno a carte o adadi et ad altra sorte di giocho proibito E ancora Scomunica-mo tutte quelle persone le quali temerariamente con pietra fer-ro (nel nostro caso unrsquoascia) o qual sivoglia instrumento diqual sivoglia modo feriranno o guasteranno lrsquoimagine del Cru-cifisso della Gloriosa Vergine Maria (nel caso di Soleto la Ma-donna delle Grazie) et altri Santi

La minaccia di scomunica quindi gravava su chi gioca-va a carte o a dadi nelle chiese e su chi sfregiava le imma-gini sacre

Il compianto prof Mario Marti in un suo bellissimo ar-

UNA FINESTRA SUL PASSATO

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 23

ticolo intitolato ldquoDonne e madonne salentine fra memoriae democulturardquo coglieva appieno lrsquoespressione singolaredella Madonna soletana che lui osservava spesso durantele visite nella ldquosuardquo Soleto Cosigrave infatti ricordava ldquoHoavuto modo di vedere tante volte il viso allora in una te-ca e coperto da un panno un porsquo atono e distante dellrsquoim-magine sacra un porsquo astratto e metafisico che puograve farpensare veramente piugrave a una severitagrave di esemplare giusti-zia (come avvenne allrsquoempio oltraggiatore Giacomo Lisan-dri) che a una maternitagrave fatta drsquoindulgenza e di perdonordquo

Lrsquoaffresco della Madonna delle Grazie databile alla pri-ma metagrave del Quattrocento rievoca echi rinascimentali (co-me nota Sergio Ortese) ed egrave impostato secondo i canoni

della prospettiva Venne poi incastonato nella nicchia cen-trale dellrsquoaltare maggiore nella chiesa conventuale dei Fra-ti Minori di Soleto giagrave nel 1617 denominata S(anc)taM(ari)a della Gr(ati)a completata nel 1614 con molta pro-babilitagrave dallrsquoarchitetto neretino Maria Tarantino

Tutti parlano di una Madonna severa con lo sguardoperso nel vuoto mentre il Bambino sorridente regge conla destra un piccolo ventaglio liturgico e con la sinistra gio-ca con un uccellino Si tratta invece di una Mater amabilisvolta a suscitare la misericordia di Dio verso i fedeli

Lo sguardo triste mesto e distaccato della Vergine estra-neo al gesto sacrilego del Lissandri egrave solo presago dellaPassione del Figlio raffigurata dal corallo rosso che pendedal collo del Bambino simbolo del suo sangue e della suamorte in croce

BibliografiaEgrave utile consultare L MANNI La Madonna delle Grazie di Soleto Galati-

na 2001 pp 43-53D Donato DE LUCA Divote preghiere per la novena della Madonna delle

Grazie Gallipoli 1897 pp 11-31B F PERRONE I conventi della serafica riforma di S Nicolograve in Puglia II

Galatina 1981 p 171M MARTI Donne e Madonne salentine fra memoria e democultura in

ldquoRassegna trimestrale della Banca Agricola Popolare di Matino e Leccea VIII 1 Galatina marzo 1982 p 127

L MANNI Guida di Soleto (a cura di M CAZZATO) Galatina 1992pp 41-42

L MANNI Santi e miracoli nel Salento Galatina 1996 pp 90-93 123

laquoMorsquo vu cuntu nu cunturaquo ni dicigravea la nonna Anna E zzacca-va a cuntare

E tutta la stanza se lsquonchia chianu chianu de fate de streche demachi e macare de re e de regine e puru de li nanni orchi ca nifacigraveanu ghiacciare lu sangu sulamente cu li pensagravevamu

Ma pe pocu tiempu perograve Finu a a quandu nu rrivava lu mu-mentu mentru la nonna sta cuntava ca li pariti e la stessa lagrave-mia de la stanza allrsquoimpruvvisu scumparigraveanu e lassavanu pertulu cielu e allora se perdigraveanu tutti le fate le streche li machi e linanni orchi e nui vidigraveame a lsquoncapu luccicare sulamente le stel-le e le lune e poi a centu a centu passavanu prucissioni de ca-valieri cu le curazze drsquooru e li pinnacchi e lu tiempu nu sapivise era moi o poi o prima essendu ca ni sentigraveame puru nui in-tru a lu cuntu ca la nonna sta cuntava E poi vidigraveame allrsquoim-pruvvisu li draghi e li cavaddhi alati ca sfrecciavanu vulandu ese putigravea sentire comu nu striunizzu propiu a mmienzu a la stan-za ca era ddeventata na fureata incantata e alla fine se dduma-vanu tante luciceddhe ca tremulavanu luntanu luntanu e poise perdigraveanu a rretu allrsquoorizzonte ndash a lu scuffundu dicigravea la non-na ndash addhai ci nu canta caddhu e nu lluce lunahellip

Pensagravetila comu vuliti ma ju sursquo sicuru ca prima o poi a nucertu giurnu precisu a lu postu magicu addhai ci se cugraventanulsquoncora li cunti de na fiata me incontru lsquontorna cu la nonna An-na percegrave lrsquoaggiu rrecalare na bella cosa ca mi la cunservu pe id-dha de quandu era picciccu picciccu

E ci sape se cu lrsquooccasione la nonna (ca mi lrsquoja prumigravesa) numi presenta finalmente la fija de lu Re percegrave de quiddha sursquo sta-tu sempre e suntu lsquoncora lsquonnamuratuhellip

Quista leggenda ca stegrave pe cuminciare quarchedunudice ca lrsquoave inventata nienti de menu ca LeoneTolstoj lu famosu scrittore de la Russia Quarche-

dun addhu dice ca egrave stata ripresa de lu scrittore Italu Cal-vinu A mie cu bbu dicu lu giustu mrsquohanu sempremparatu ca ede na storia vera originaria de le muntagnede lrsquoArta Italia ca poi egrave scisa chianu chianu a le parti decquassotta a nui e puru a la famija nogravescia ca pe la veritagrave egravesempre stata patriottica Tantrsquoegrave veru ca allrsquourtima de li un-dici fij avuti de la nonna Anna lu nonnu Paulinu nogravesciuvoze cu li degravescia lu nome de Triestina propiu a onore dela cittagrave de Trieste ripijata allrsquoAustria a la fine de la primaguerra mondiale

Vabbegrave Comu ede comu nun ede lsquostu cuntu ca morsquo vucuntu a casa nogravescia era deveru de casa percegrave ogni tantuscigravea e bbenigravea pe vucca no sulamente de la nonna Annama cchiui de na fiata puru de la zigrave Ninetta e addhe fiate dela zia Teresina e de la zigrave Cetta o puru de la Rusaria ca erala cugina crande e ca ede lsquoncora viva e vegeta cu la bonasalute e li mandu nu baciu

Allora siti pronti Se siti pronti zzaccuCrsquoera na fiata nu Re ca tenia nu fiju unicu La Regina di-

fatti srsquoja mmalazzata cu lu parturisca e de tandu a lsquompoinu potte avire cchiui nisciunrsquoaddha cravidanza

Lu Re naturalmente li vuligravea ancora cchiugrave bene a lsquostu fi-ju unicu E si lu cocculava e lu nsistigravea ogni mumentu esciucava cu iddhu e li cuntava storielle curiose cu lu di-verta e li facigravea rrecali drsquoogni ben di DiulsquoNsomma cerca-va cu lu ccuntenta in tuttu e per tuttu

Ma lu principinu invece era sempre scuntentu Morsquo era puru ddeventatu carusu nu giovanottone ertu

beddhu e distintu comu nu veru Principe Scigravea a lsquoncaccia

ma de malavogliaComu cuminciava afare na cosa dopu nupocu se ncaddhiscia-va Lu Re lrsquoja datu pu-ru nrsquoarmata de sur-dati cu lu invoglia al-lrsquoavventura ma id-dhu mancu pe lacapu

Nu paru de fiate cuccuntenta sigraverasa ca luspingigravea quasi a lsquonfor-za ja puru partecipa-tu a lu torneu de lacavalleria ca se tenigraveadorsquo fiate lrsquoannu ma secapigravea subitu ca a lugiovane nu li cuddha-va percegrave nu teniapropiu piacere denienti e lu cchiui de lefiate stava sempremalinconicu

Crsquoeranu periudi capassava sciurnate in-tere nfacciatu a lubalcone cu lu sguar-du persu luntanu

laquoMa cce hai Cce edeca ti mancaraquo li ddumanda-va sigraverasa

laquoNu sacciu mancu iuraquo ri-spundigravea iddhu

laquoForsi ca sinti lsquonnamura-tu ndash cuntinuava lu sirendash Harsquo misu lrsquoocchi su qual-che beddha carusa Dimmigrave-lu fiju miu ca de vagnunebeddhe ne truvamu centu efosse puru la fija de lrsquoImpera-tore oppuru na semplicecontadina se propiu ti pia-ce ti la fazzu spusareraquo

Nienti Lu Principe co-tulava la capu e mancu lirispundigravea

Ddhu poveru cristianu

de lu Re alla fine lrsquojapruvate tutte inutilmen-te cuncerti de musicafeste de ballu sfilatemascherate numeride scioculieri animaliparlanti

Alla fine decise fice nu bandu e chiamau a cunvegnu limeju duttori professori studiosi e filosofi de tuttu lu Re-gnu e finalmente dopu sette giurni e sette notti de assem-blea ci foe na parvenza de rimediu a la situazzione

Lu Capu Sapiente ca tenigravea la barba vianca e lu parlare

24 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

pulitu li disse a luRe laquoMaestagrave abbiamoindagato e ragionatoprofondamente Abbia-mo studiato le StelleChiesto consiglio al-lrsquoAurora e al TramontoInterrogato il SilenzioEsplorato lrsquoOscuritagrave e ilDubbio E aperto infi-ne tutte le novantano-ve porte del MisteroOra per liberare vostrofiglio dalla malinconiadovete cercate un uomoche sia contento Macontento in tutto e pertutto Di se stesso del-la sua famiglia dellapropria occupazionedella sua casa del paesedove vive della genteche incontra dellrsquoariache respira delle stagio-ni che cambiano e an-che degli animali deglialberi delle montagnecosigrave come pure del mareo dei fiumi e dei laghi edi tutto ciograve che lo cir-

conda Quando incontreretequestrsquouomo prendete la sua ca-

micia e scambiatela con quella di vostro figlio E il Principe fi-nalmente guariragraveraquo

Lu Re se dese de fare subitusenza mancu cu perda nu

minutu lu tiempu curraccoja tutti lrsquoamba-sciatori de lu Regnu

ccumpagnati de centusurdati segretari mes-saggeri currieri esplo-ratori e aiutanti drsquoogni

genere e li sparpa-jau a li quattru pizzi cu

se degravescianu de fareE foe cusigrave ca dopu nu

paru de giurni li pur-tara nu Monacu rumi-tu

laquoMonacu santu dim-mi se sirsquo cuntenturaquo liddumandau lu RelaquoCertu Maestagrave Sursquocuntentu de intru e de

fore La solitudine fur-tifica e santificaraquo laquoBravu Bravuraquo li disse lu Re E poi li fi-ce lsquosta pruposta laquoVorsquo cu bbieni cu mie a lu castellu pe dire lepreghiere intru a la cappella realeraquo

laquoMacari Maestagrave E comu no De corsa vegnu a lu castel-lu Cusine me pozzu rripusare nu pocu ca stisu sempre lsquonter-

ra sulu sulu e pe lu friddu de certe notti a le fiate mi vene la ma-lincuniaraquo

laquoVane vane Monacu rumitu Se eri veramente cuntentu nudesideravi cu stai meju de cu comu stai Via Viaraquo li cridau luRe Li dese na borsa de munete drsquooru e lu cacciau

Dopu nrsquoaddhu paru de giurni li purtara nu Massaru catenigravea cchiui de decemila pecure e nu crande llavitu e erariccu spundatu ma era puru tantu bbonu de core ca davafatigravea a ci la cercava e rrecalava de mangiare a tutti e purusordi a ci tenigravea bisognu e tutti li vuligraveanu bene e iddhu eracuntentu

laquoMassaru Massaru se vide ca sigrave cuntentu Ma tie deveru tesienti cuntenturaquo li ddumandau lu Re laquoCertu Maestagrave Co-mu viditi ssignurigravea stessu iu tegnu tuttu e cchiui de tuttu etutti mi vogravelanu bene Perograveraquo

laquoPerograveraquo li rripetigraveu lu Re ca vuligravea cu saccia de cchiuilaquoPerograve lrsquoanni passanu Maestagrave E mi vene la malincunia quan-du pensu ca prima o poi puru iu aggiu murire e aggiu lassaretuttu quiddhu ca tegnuraquo

laquoVane vane Massaru riccu spundaturaquo li cridau lu Re laquoSeeri veramente cuntentu nu desideravi cu eggi eternu ca sulu alu Patreternu li spetta Via Viaraquo Li rrecalau na borsa demunete drsquooru puru a iddhu e lu cacciau

Poi dese ordine a li surdati cu nu li portanu cchiui ciu-vieddhi pe ddha settimana percegrave era rimastu tantu delu-su de lsquosti primi risultati ca era meju cu se ddefrisca nupocu E ccumpagnatu de quattru cavalieri se ne scigraveu que-tu quetu a lsquoncaccia intru a lu voscu

A lu tramontu quandu sta turnava a lu castellu passan-du vicinu a na capanneddha ca sta cadigravea arsquostozze lsquontise navoce ca dicigravea laquoCrazzie Signore miu Puru ogravesce mrsquoai pruvvi-dutu cu faticu e cu mangiu Aggiu sudatu e me sentu nu pocustraccu pe la fatigravea ma sursquo cuntentu lu stessu Morsquo mi mangiu nupocu de minestra poi me curcu me riposu e crammatina comusempre cu lrsquoaiutu de Ssingurigravea me ddisciatu cchiugrave friscu e cchiugravefelice de na rosaraquo

laquoEcculu ndash disse lu Re cittu cittu ndash Finalmente lrsquoimu truvatuquistu ede propiu lu cristianu cchiugrave cuntentu de tuttu lu Regnu Las-sagravemulu cu mangia ca poi trasigravemu e facimu cu ni degravescia la camisaraquo

E dopu nu pocu trasegravera lu Re cu tre surdati E ddhu cristianu ca srsquoja giagrave menatu su lu liettu e quasi

sta pijava sonnu se zau fuscendu e ddumandau cce buligraveatutta ddha gente a casa soa E lu Re in persona li disse cusi caccia lsquoddha specie de cuperta ca tenigravea lsquonturtijata susue cu li degravescia la camisa ca tenigravea de sotta ca li servigravea Ca poipe lsquostu favore lu rrecalava cu nu saccu chinu de giuielli ede munete drsquooru E ddhu cristianu ca ncora nun ja capitusi la cacciau sugravebitu ddha specie de cuperta ca tenigravea lsquontur-tijata susu

Ma sotta nun crsquoera nuddha camisa Nu la tenigravea la cami-sa ddhu poveru cristianu Nu lrsquoja mai tenuta a lsquonvita soa

Cari amici a la fine de lu cuntu la nonna Anna ni dicigravea sem-

pre ca la camisa de la felicitagrave nun esiste Lu segretu ede unu su-lu rripetigravea ognunu de nui tocca cu se saccia nccuntentare Cula camisa o senza Percegrave nu sempre egrave certu ca unu ca la tene lacamisa ede alla fine cchiugrave cuntentu e felice de unu ca invece nula tene

Cu tanti Auguri de bone Feste e cu la bona saluteMelanton-Roma 2015

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 25

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

26 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Era stata educata a Galatina

Sofia Stevens nacque nel 1845 a Gallipoli figlia del vi-ce Console inglese nella citta salentina Henry Stevensche rimase in carica fino al 1867 anno in cui morigrave An-

che il nonno di Sofia Richard era stato vice console dal1829 fino al 1853Mentre la madre diSofia era una nobil-donna di originefranco-napoletanaCarolina Auverny

Sofia era la secon-da di cinque figli (trefemmine e due ma-schi) ed era stataeducata prima a Ga-latina poi alla etagrave diundici anni fu man-data a Napoli doveebbe per maestro dilingue e di poesia Fe-derico Villani aquindici anni ritornograve

a Gallipoli e di qui ebbero inizio come era norma per i gio-vani di buona famiglia i viaggi di formazione in Europa

Con lo zio Giovanni Auverny per due anni Sofia non fe-ce che viaggiare Parigi Madrid Berlino Zurigo Monacodi Baviera Copenaghen ecc Si perfezionograve negli studi clas-sici conoscendo oltre lrsquoitaliano il francese lrsquoinglese lo spa-gnolo e il tedesco e rientrata a Gallipoli cominciograve ascrivere per proprio conto fincheacute morto il padre nel 1867(Sofia ha 22 anni) si trasferigrave con la madre e tutta la fami-glia a Napoli Qui sposograve senzrsquoamore Settimio Bartocci Idue vissero tra Gallipoli e Napoli a seconda delle stagio-ni fincheacute nel 1873 venne diagnosticato a Sofia (ha soltan-to 28 anni) un tumore al seno Da questo momento in poiSofia si trasferisce definitivamente a Napoli Non rivedragravepiugrave Gallipoli Operata tre anni dopo muore il 9 agosto1876 a soli 31 anni di etagrave

Muore con il rimpianto di un amore infelice e con la suaGallipoli nel cuore

Lascia scritte con il lapis in vari quaderni-diari 350 poe-

sie che aveva cominciato a scrivere fin dallrsquoetagrave di 15 anniVerranno pubblicate postume nel 1879 sotto il titololdquoCantirdquo come avrebbe desiderato lei stessa che ammira-va e amava moltissimo i ldquoCantirdquo leopardiani

Era una creatura dolce e malinconica morigrave infeliceVi chiederete comrsquoera Sofia Stevens questa singolare no-

bildonna gallipolitana dellrsquo800Non abbiamo testimonianze coeve ma dallrsquoeffigie del ri-

tratto che ci ha lasciato e soprattutto dalle poesie che ha la-sciato come sorta di testamento spirituale egrave facileimmaginare una creatura dolce fine delicata pallida pa-tetica malinconia romantica e tuttavia non era una fan-ciulla tutte trine e sospiri

Era intelligente colta conosceva quattro lingue di carat-tere molto riservato era schiva viveva appartata aveva unmagnifico rapporto con la natura che la circondava e so-prattutto Sofia si sentiva profondamente gallipolitana fi-glia di quella terra un porsquoruvida ma splendida e generosaE ciograve lo esplicita nelle sue poesie che sono di chiara imita-zione e sul modello tardo-romantico alla Prati o alla Ale-ardi tanto per intenderci anche se il suo modelloinarrivabile fra tutti i poeti da lei conosciuti era GiacomoLeopardi il poeta del dolore a cui si sentiva molto vicinosia per il suo temperamento malinconico che per le tristi

POETI SALENTINI

Gallipoli (LE) - Antica raffigurazione del porto

Sofia Stevens

di Augusto Benemeglio

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 27

personali vicende biografiche Le poesie di Sofia Stevenssono molto sentimentali talora sognanti malinconichedolenti Ma ciograve che ella prova non egrave finzione non appartie-ne alla convenzione percheacute la sua vita fu veramente brevedolorosa e infelice costretta a sposare un uomo che nonamava e a patirne tutte le amare conseguenze e infine col-pita da un male terribile allora incurabile che lrsquoavrebbeportata alla morte tra atroci sofferenze fisiche e spirituali(ldquoA lrsquoalma mia tapina tormenti senza fine innanzi pa-rahelliprdquo) a soli 31 anni

Dal cielo son discesaIn questa fonda valleE al suolo mrsquoha protesaUn infelice amoreNon piugrave lrsquoamorchrsquoio vagheggiava tecoE che potea securaFin confidare a lrsquoecoDe le paterne muraMa di foco avvampante passioneChe sebben corripostaTerribile tenzoneContro me stessa ha impostoInvano io vograve domarlaQual fa lrsquoondaTanto furente da schiantar le digheFuori trabalza e tutto intorno inondaE seco trascinando la rovinaA lrsquoalma mia tapinaTormenti senza fine innanzi paraE mrsquoapparecchia la gelata bara

La ruvidezza degli antichi scogliSofia lrsquoabbiamo detto amograve molto la sua terra natia Gal-

lipoli che considerograve sempre sua prima vera autentica pa-tria sebbene non ci abbia vissuto moltissimo E alla suaterra dedicograve descrizioni poetiche non convenzionali conunrsquoattenzione particolare alla precisione terminologica nelcampo della fauna e della flora salentina frutto della suacuriositagrave e passione per la botanica e le scienze naturali

hellipE si distendeSursquo sassi calcinati darsquo fulgoriDe lrsquoastro che in maggiore in ciel risplendeDiserta vrsquoegrave perograve rude la zollaDa pochi sterpi adorna e serpollinohellip

A me cresciuta Sopra lido marina avanza in coreLa ruvidezza dersquo nativi scoglihellipAride pietre e meste io veggo intornoOve licheni biondi e serpollinoSono i soli a profumar cocente il giornohellipErsquo qui sabbioso il suolo e non vrsquoha ramoE pure e pure questa terra io lrsquoamo

ldquo E mrsquoegrave duolo perenne la vitahelliprdquoAl periodo della fanciullezza e dellrsquoadolescenza si con-

trappone la dura realtagrave del presente in cui sono definitiva-mente tramontati i sogni e le speranze di coronarefelicemente il suo amore Chi domina incontrastato ora egrave ildisinganno e la disillusione

Lrsquoalma fidente si commuove e speraMa il disinganno apparehellipah rio velenoMa finite le gaie stagioniOgni speme con esse egrave partitaOra ignoro gli amori ed i suoniE mrsquoegrave duolo perenne la vita

Giglio nellrsquoombra e nel gelo sullo sfondo di un accesotramonto

Il dolore e la tristezza dellrsquoanimo di Sofia malata in pre-da anche allo sconforto di non poter piugrave rivedere Gallipo-li percheacute il viaggio le sarebbe troppo doloroso fannoaffacciare nella giovane donna lrsquoidea prepotente della mor-te E lo fa con accenti e riecheggiamenti chiaramente leo-pardiani

Oh felici coloro cui concessoErsquo giagrave il riposo de lrsquoeterno sonnoLagrave presso lrsquoonde di quel mar serenoSotteso le robinie e le gaggieDe le fiorite italiche pianureDove srsquoascolta il cinguettio giocondoE dove il pianto semplice donzellaVersa devota sopra lrsquourna amica

Donna Sofia Stevens a cui Gallipoli ha dedicato unavia nel borgo una via discreta e appartata sulla rivieradi tramontana rimarragrave per sempre lrsquoemblema della de-licatezza e della femminilitagrave romantica ma anche dellatenerezza e del profumo discreto un candido giglio trale rocce unlsquoombra delicata e tenera sullo sfondo di unacceso tramonto di Gallipoli bull

28 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

PITTORI GALATINESI

Metafisica scettica mi piace defi-nire la pittura di Totograve Rossettispirito inquieto e indagatore cu-

rioso della condizione esistenziale con-temporanea

E con le sue opere il nostro egrave un ritorno auna ben strana e originale metafisica unametafisica questa volta salace arguta piugraveafferente ndash certo ndash ad uno spirito pirandel-liano ma ndash sento di poter dissentire da cer-ta critica ndash alquanto lontana dalla musainquietante dechirichiana

Rossetti non sembra estraniarsi dal pre-sente non intende costruire un universoche trascenda la realtagrave piuttosto sembravoler fare il verso ai costumi ai tic alle pes-sime abitudini della societagrave massificata inun intento intelligentemente neoillumini-sta che fa perno sulle sorti alternanti e mu-tevoli della natura umana messe a nudo elasciate al compiaciuto ludibrio del visitatore

E dentro questo programma di rivisitazione della socie-tagrave e dellrsquoindividuo occupano un posto preminente la ten-sione critica la contestazione sobria ed elegante che solo la

pittura metafisica puograve pronunciareQuesto nitore delle opere di Rossetti deriva dal fatto che

lrsquoartista sa innanzitutto padroneggiare con abilitagrave la figu-ra competenza che non pare fargli difetto bencheacute proven-

ga da una formazione autodidattaA ciograve si aggiunga anche in lui la

predilezione per talune citazionistilistiche come le incursioni ldquoopti-cal artrdquo o addirittura iperrealisteche costellano tutto un percorso dioriginalitagrave

Dunque una metafisica pura opiuttosto un ideale metafisicoPropenderei per questa seconda in-terpretazione dato che esiste unnon so che di esplicito in quel suocromatismo cosigrave vivido in quellasua fedeltagrave alla forma ndash reinventatasigrave - ma sempre cosigrave sensibile allatrascendentalitagrave e aggrappata al re-taggio concreto dellrsquoesistenza

Talora infatti dalla pitture diRossetti affiora la tentazione delpaesaggio come rispecchiamentodella vita interiore della socialitagraveaffiora altresigrave un elegante figurati-ldquoLrsquoarte invita alla pacerdquo - acrilico su tela

ldquoSirenardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 29

vismo informato a un vagheg-giamento estetizzante dellaforma quasi un esito compen-sativo della coscienza forte-mente avvertita del caratterearido e amaro dellrsquoesistenza

Rossetti pertanto riesce atemperare con questi ricorsi ladisperazione senza attese chegiustamente caratterizza lrsquoere-ditagrave storica della pittura meta-fisica

Un riscontro di ciograve va ricer-cato nel suo ricco repertoriografico che spazia dalla pubbli-citagrave alla satira e nel quale risie-de la sapida inventiva concet-tuale di un uomo ben radicatonel proprio tempo

Antonio Miccoli

Nella personale visione del-la realtagrave Totograve Rossetti ci dagraveuna pittura originale tesa alladescrizione di avvenimenti estati drsquoanimo della societagravecontemporanea in chiave me-tafisica

Le sagome umane negli at-teggiamenti veraci inserite inuna architettura classica dateatro sono da collegare con lospirito penetrante pirandelliano e dechiriano

Crsquoegrave una denuncia della tradizione e crsquoegrave un modo singo-lare di dipingere efficaci come risultato percheacute le ansie deipersonaggi sono espresse e chiuse in una ben orchestrata

sfera eticaLrsquoartista vive e soffre la tra-

sformazione drsquouna societagrave checolloca con forza esistenzialeisolandola e sommergendolanel vuoto drsquouna disperazionesenza attese o nellrsquoillusione dieffimere gioie terrene

I personaggi recano ciascunoil peso del proprio vivere

Lrsquoarte del Rossetti riesce cosigravead esprimere lrsquoinconsistentemutevolezza umana

Sirio Marcianograve

Quasi un ideale metafisico egravela pittura di Totograve Rossetti na-ta da una complessa lievita-zione di spirituale sensibilitagrave enel contempo di partecipazio-ne alla forma che si concretiz-za in elaborati il cui fascinoprincipale egrave dato dalla armo-nica sintesi attuata attraversouna sua ricerca multi cromaed efficace nella resa pittoricae nella ricerca del volumequanto mai significativa nelsuo apporto di tensioni e di vi-brante sensitivitagrave

La ricerca del discorso nuovoed originale egrave dettato dalla sen-

sibilitagrave dellrsquoartista in uno spazio temporale ben definitonon solo nellrsquoaspetto artistico ma anche umano

La sua figurazione si avvale di un concetto espressivo te-so alla leggibile rappresentazione dei soggetti e di un par

ldquoEvardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 31

ticolare mondo pregno di sensibilitagrave umana e come ldquomo-menti di vitardquo nel loro atteggiamento che coglie gli esseriumani mentre compiono determinati gesti che li caratte-rizzano esteticamente e interiormente lrsquointervento croma-tico egrave lasciato alla particolare sensibilitagrave di questo artista

I racconti di intime suggestioni di Totograve Rossetti sono unfluire incantato di immagini sensitive emotive e trepidan-ti di una estrema poesia che trasferite nel colore secondouna metodologia musiva e secondo un respiro delle zonepolicrome egrave una operazione pienamente riuscita soprat-tutto per lrsquooriginale impostazione giocata su fremiti viva-ci e su emozioni improvvise

Sia pur nella meditata complessitagrave delle sue armonioseopere che nellrsquointenso fluire di una poetica sostenuta dasquisita capacitagrave espressiva egrave infatti la tipica urgenzacreativa infrenabile di Totograve Rossetti che sulla tela divieneforza espressiva

Questo suo mondo pittorico in cui la carica dei simbolidi tattili emozioni di percezioni cromatico-strutturali vo-luttuosamente luminose qualificano nella densitagrave materi-ca una personalitagrave decisamente autonoma di quel suofluire spontaneo di quel vibrare continuo di forme e di co-lori narrati con gioia come vita in perpetuo movimento

Nella Mariani

ldquoPrimaverardquo - acrilico su tela

ldquoVenererdquo - acrilico su tela

Le Associazioni degli Amici della Musica sono diffu-se in tutta Italia da oltre un secolo e ubbidiscono a unprincipio esclusivo di promozione e diffusione del-

la musica della sua finalitagrave formativa ed educativa per igrandi valori estetici e morali che esprime

Forse queste Associazioni sono nate per cercare di col-mare una carenza di interessi musicali un vuoto istituzio-nale gravissimo di uno Stato latitante e come dice il MdegRiccardo Muti criminosamente colpevole della inspiegabi-le assenza di insegnamento nelle scuole italiane fra le po-che in Europa

Le Associazioni rappresentano sul territorio nazionaleuna delle poche sicure ancore di salvezza per una catego-ria di musicisti e professionisti una specie ad alto rischiodi estinzione

Dopo piugrave di un secolo di presenza di movimenti cultu-rali stagioni concertistiche concorsi pianistici e tante tan-te idee la situazione musicale italiana rimane incertaquasi sospesa nel vuoto dellrsquoindifferenza dei politici i piugraveresponsabili della storica incapacitagrave di governare la cultu-ra del paese

Non solo ma si assiste anche a frequenti ed assurdi epi-sodi di analfabetismo musicale da parte di molti intellettua-li per nulla impensieriti dalla loro ignoranza anzihellip moltifanno sfoggio in alcune interviste pubbliche financo dellapassione per la musica Poi si va a scoprire quasi sempreche il loro interesse o amore egrave per un genere che non va aldi lagrave delle insignificanti musichette di consumo

I veri amici della musica sono quelli non della ldquopizzica etamburellordquo non della ldquopopolarerdquo neacute della folk e dellarock ma qualche volta della jazzistica e sempre della co-siddetta ldquoClassicardquo per intenderci quella di Palestrina

Monteverdi Mozart Beethoven Cho-pin Schubert Liszt e tanti altri

Noi siamo la patria insieme a Ger-mania e Francia del patrimonio mu-sicale piugrave importante del pianetaRappresentiamo la meta che tutti imusicisti del mondo sognano ma ciograveche avviene per i beni artistici succedeanche per quelli musicali Infatti neabbiamo fin troppi e a volte cadononellrsquooblio alcuni musicisti per i qualialtre nazioni vanterebbero meriti ec-cezionali A Galatina per esempio cisiamo dimenticati di tre illustri citta-dini Pasquale Cafaro del rsquo700 Giu-seppe Lillo dellrsquorsquo800 e Adolfo Gal-luccio del lsquo900

LrsquoItalia a cui il mondo intero conti-nua ancora oggi a guardare con gran-de ammirazione e stima per la suainvidiabile storia della musica egrave ilPaese perograve dove stranamente meno lasi studia diminuisce il numero delle

orchestre scompaiono istituzioni corali e suoi teatri sof-frono per mancanza di risorse e per il loro malgoverno

Si ha lrsquoimpressione che da un momento allrsquoaltro tuttopossa collassare e implodere seppellendo lrsquoimmenso pa-trimonio musicale

Purtroppo lrsquoattenzione delle Istituzioni nazionali e loca-li continua ad essere deludente se non indifferente Ubbi-disce ad una tendenza tutta italiana che si puograve sintetizzarenel pensiero di un noto ministro di un recente governo chediceva ldquoCon la cultura non si mangiardquo

32 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ASSOCIAZIONI CULTURALI

1952 - Galatina (LE) - il Mdeg Bruno Massaro in concerto

Eppure lrsquoItalia egrave secondo le stime dellrsquoUnesco il Paeseche detiene il maggior numero di beni artistici e cultura-li del mondo ma investe meno risorse degli altri Paesieuropei

In Italia siamo al 27deg posto lrsquoultimo E come se non bastasse

queste poche risorse sonocontese da un numero ecces-sivo di Associazioni Enticulturali e Fondazioni e perdi piugrave mal distribuite e spes-so elargite con criteri estra-nei al principio della qualitagravee del merito

La storia musicale di Ga-latina comincia idealmentenel 700 con un suo musici-sta di fama come PasqualeCafaro prosegue nellrsquo800con Giuseppe Lillo compo-sitore di molte opere lirichee musica da camera e nel900 con Adolfo Gallucciodetto Galladol

Questrsquoultimo un musici-sta gentiluomo era un com-positore di pezzi straor-dinari che eseguiva con unasua piccola orchestra drsquoarchiin concerti pubblici e spessoin salotti privati ove ricordosi trascorrevano serate mu-sicali gradevolissime Inquesto stesso periodo forseinfluenzati dalla personalitagravedel Galluccio a metagrave anni50 alcuni amici si attivarono per dare vita alla prima As-sociazione Amici della Musica di Galatina

Artefici eccezionali di questo movimento culturale furo-no la nobildonna Luisina Vallone Sticchi il dott AngeloSodo animatore principale le profsse sorelle Gina e An-tonietta Piscopo la profssa A Congedo la profssa Wan-da Bruno il sig Raffaele Congedo

La prima sede dei concerti fu la palestra della Scuola me-dia ldquoG Pascolirdquo in cui ebbi il piacere di suonare alcune miecomposizioni elogiate dal presentatore allora giovane pre-sidente Angelo Sodo ora giudice in pensione

Dopo qualche anno ci si spostograve nella sala ldquoLillordquo ora Sa-la consiliare del Comune acui sono legato da un tristericordo fui respinto alla por-ta drsquoingresso della Sala per-cheacute sprovvisto di abbona-mento

Per me allora quindicen-ne lrsquoiscrizione allrsquoAssocia-zione era un lusso che nonpotevo permettermi

Intanto a fine anni 50 or-mai affermato nellrsquoambientemusicale galatinese e nonsolo fui incaricato dalla pre-sidente Vallone insieme al-lrsquoamico Virgilio Contaldodella vicepresidenza del-lrsquoAssociazione che in quelperiodo in cerca di una sedepiugrave confortevole fu ospitatanel Circolo cittadino ldquoCirco-lo dei Signorirdquo ora sede deiVigili Urbani Il salone eraabbastanza elegante e ca-piente e il pubblico nonmolto numeroso era suffi-ciente a tenere dignitosa-mente in vita le seratemusicali

In questa nuova sede lrsquoAs-sociazione sembrograve aver tro-

vato finalmente una sua collocazione piugrave in linea con leesigenze di raffinatezza ed eleganza delle sue serate

Ma non si era valutata la presenza di alcuni anticorpi chesi annidavano tra i Soci del Circolo

Succedeva non poche volte che alcuni ldquoSignorirdquo noncu-ranti del concerto in corso nella saletta di lettura a fiancodel salone non sapessero fare a meno della partita a carte

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 33

1990 - Il prof Zeffirino Rizzelli in undibattito pubblico al Centro Studi Musicali

e che nel momento meno op-portuno esclamassero ad altavoce frasi tipiche del gioco del-la scopa

Superati questi momenti em-blematici di un periodo storicoormai vicino al rivoluzionariorsquo68 lrsquoAssociazione perdette loslancio della prima fase e pianpiano si esaurigrave per mancanza disostegni umani e materiali

Il sottoscritto in cerca di nuo-vi interessi musicali e desidero-so di attuare per Galatina piugravesolidi progetti abbandonograve lrsquoAs-sociazione per fondare il Con-corso pianistico nazionaleldquoCafarordquo sostenuto dallrsquoentu-siasmo di un acceso appassio-nato della musica lrsquoamico OnBeniamino De Maria

Poi fu la volta della fondazio-ne del Circolo culturale ldquoIl Por-ticordquo questa volta con lrsquoaiuto digrandi personaggi della culturagalatinese mons Antonio An-tonaci docente universitariostorico e filosofo avv CarloCaggia dott Mario Montinarifondatore dellrsquoOspedaletto pediatrico a Bari e il prof Zef-

firino Rizzelli A fine anni 80sempre con la consulenza aiu-to e incoraggiamento dellrsquoami-co Rizzelli diedi vita ad unambizioso progetto ldquocredordquoutile al prestigio della cittagrave IlCentro Studi Musicali ldquoP Cafa-rordquo Una iniziativa che miravaa istituire in loco un Liceo Mu-sicale Pareggiato ai Conserva-tori di Stato

Ma come ormai molti sannonon fu realizzato solo per unsoffio per insensibilitagrave miopiae incapacitagrave di qualche politicodel momento

Il 1995 egrave lrsquoanno del ritornoagli Amici della Musica ripren-dendo un filo interrotto neglianni rsquo60

La prima riunione con i nuo-vi Amici non puograve non avvenireche nella sua sede naturale ilPalazzo della Cultura Parteci-pano i Proff Michele Benegia-mo Lucia Falco GiovannaLucarelli Maria MazzarellaClelia Massaro la sigra MariaMasi la sigra Giovanna Pelle-

grino lrsquoavv Antonio Legno il dott Domenico Mangione

34 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

1996 - Galatina (LE) - Chiostro Basilica S CaterinaSpettatori durante un Concerto Amici della musica

il prof Zeffirino Rizzelli Le serate iniziano nella Sala ldquoContaldordquo e proseguono

negli anni successivi senza interruzione ospitando fino adoggi oltre 400 fra musi-cisti letterati scrittoripoeti attori cantanti

Dal rsquo95 siamo ormailontani 20 anni ed egravequindi comprensibileche io esprima ora unsenso di generale sod-disfazione e orgoglioIl merito principale na-turalmente va soprat-tutto ai Soci prove-nienti da molti paesidella provincia checon senso di responsa-bilitagrave ed abnegazionehanno sostenuto lrsquoini-ziativa facendoci rag-giungere un traguardoimportante un obietti-vo degno di una gran-de cittagrave una conquista sociale a vantaggio dellrsquointeroSalento

La qualitagrave dei nostri concerti egrave dovuta alla fattiva colla-borazione della nostra Associazione con le piugrave interessan-ti Rassegne internazionali I rispettivi Direttori artisticicollaborano ormai con noi da un porsquo di anni segnalandocii vincitori assoluti dei Concorsi Recentemente abbiamoavuto lrsquoonore della collaborazione con la prestigiosa Acca-demia Internazionale di Imola diretta da un amico il MdegFranco Scala che ha voluto ldquoregalarcirdquo per lrsquoinaugurazio-ne dellrsquoattuale Stagione concertistica uno dei migliori al-

lievi il pianista Roman Lopatinsky che ha mandato in vi-sibilio il numeroso pubblico con un pianismo brillante eun virtuosismo eccezionale

La nostra Associazio-ne egrave ormai una Univer-sitagrave della musica unospazio culturale in cuisi affrontano e svilup-pano tematiche specifi-che della letteraturamusicale nuovi studisulla liederistica ro-mantica e approfondi-menti sui vari stili eforme delle composi-zioni di ogni tempo

Un vero laboratoriosperimentale per ela-borazioni di natura cri-tica e filosofica

Con il programma disala poi sempre ac-compagnato da unrsquoat-tenta guida allrsquoascolto

si continua a perfezionare la formazione critica dei Socioffrendo loro un prezioso mezzo di comprensione dellecomplesse problematiche delle opere musicali

Una realtagrave stimolante per Galatina ed una indicazioneper far riflettere i responsabili politici nazionali

Qualche volta dalla periferia puograve emergere un utile sug-gerimento

Forse sarebbe auspicabile da parte dei politici un porsquo diumiltagrave per sostituirla allrsquoarroganza di chi continua semprea governare isolato con presunzione e incapacitagrave di com-prendere a fondo i veri problemi del Paese bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 35

2015 - Galatina (LE) - Il pianista Roman Lopatinskyallrsquoinaugurazione della stagione concertistica 20152016

Bruno Vittorio Massaro

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 5: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 7

ro per passare in occidente tentativi finiti quasi sempre tra-gicamente Ma altri muri di discriminazione vanno ricorda-ti fatti non con la pietra ma semplicemente di parole osentimenti repulsivi Come quando nellrsquoAmerica di iniziolsquo900 vi erano locali pubblici a New York e in altre cittagrave cheesibivano cartelli con la scritta ldquoDivieto di ingresso peritaliani irlandesi e canirdquo Anche gli italiani emigrati dalmeridione al nord Italia a metagrave del secolo scorso venivanotacciati di usare la vasca da bagno non per le normali fun-zioni igieniche ma ldquoper coltivare il prezzemolordquo Cambia-no le situazioni ma il germe del razzismo egrave sempre prontoa ricomparire

Erigere un muro egrave sempre e comunque un atto vergogno-so percheacute significa innalzare uno steccato divisivo tra seacute egli altri ignorando pregiudizialmente le ragioni che hannospinto i profughi ad emigrare Spesso ci si trincera dietroconsiderazioni di pura diffidenza per chiudere le porte aqualunque sentimento di umana pietagrave anche quando sitratta di individui indifesi che nella loro patria non avreb-bero scampo La triste veritagrave egrave che queste persone non ven-gono rifiutate percheacute prive di risorse o di documenti mapercheacute non godono di diritto di voto e quindi nessun par-tito o gruppo politico ha interesse a difenderli Le ragioniumanitarie valgono poco soverchiate da altri problemi rite-nuti piugrave urgenti Invece di costruire muri dovremmo tuttiriscoprire il valore della solidarietagrave ed adoperarci per risol-vere alla radice i problemi degli immigrati cercando anchedi realizzare interventi adeguati nei loro stessi paesi di pro-venienza Per la sua posizione strategica al centro del Medi-terraneo lrsquoItalia egrave certamente destinata a giocare un ruolo

di primo piano rispetto a questa emergenza umanitaria diimportanza epocale Non egrave un compito facile ma egrave un do-vere morale non tirarsi indietro bull

1 Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti emigrarono in Usa nel 1908 Il pri-mo era un calzolaio di origini pugliesi il secondo era un pescivendolooriginario del Piemonte Nel 1920 furono accusati di aver compiuto unarapina a una fabbrica di calzature in cui rimasero vittime un cassiere euna guardia armata Osteggiati dallrsquoopinione pubblica per le loro ideeanarchiche e pacifiste e per la loro appartenenza ad una minoranza etni-ca come quella italiana furono giustiziati sulla sedia elettrica il 23 agosto1927

Nel 1977 mezzo secolo dopo la loro morte il governatore del Massa-chusetts Michael Dukakis ha riabilitato le loro figure scagionandoli total-mente e proclamando il 23 agosto di ogni anno il ldquoSacco amp VanzettiMemorial Dayrdquo

il muro di Berlino

Giuseppe Magnolo

Quella domenica mattina rimanemmo tappati in ca-sa per via di un tempaccio che prometteva poco dibuono Il cielo era cupo come allrsquoimbrunire inol-

trato e i tuoni preannunziati da sfolgoranti lampi ci scuo-tevano ripetutamente mettendoci addosso unrsquoindicibilepaura Da ligrave a poco un impetuoso acquazzone si abbatteacute suGalatina con inaudita violenza accompagnato inizialmen-te da acqua e dopo alcuni minuti da chicchi di grandinegrossi quanto noci Per non farci ulteriormente spaventa-re la mamma aveva accostato tutte le imposte delle fine-stre lasciando aperto uno filo di pochi centimetri per nonrimanere completamente al buio Intanto il temporale nonsi concedeva un attimo di pausa e continuava a scaricaretuoni che ci massacravano lrsquoanima e grandine che sembra-va volesse perforare la volta delle varie stanze e colpircicon tutta la sua violenza

ldquoBambini spostiamoci non possiamo stare ancora quihellip Ve-nite venite con mehellip distendiamoci sul lettone e aspettiamo chefinisca di grandinarerdquo ndash ci consigliograve la mamma esortando-ci a seguirla

ldquoSigrave sigrave sul lettohellip lagrave staremo al sicurordquo ndash srsquoinserigrave nonna An-tonietta da alcuni giorni venuta a trovarci per aiutare lamamma nei preparativi per il Santo Natale

In quattro eravamo rannicchiati su quel lettone abbrac-ciati gli uni agli altri e ripetevamo le orazioni per allonta-nare il temporale Papagrave e Gaetano intanto si erano giagraverecati in drogheria da una buona mezzrsquoora

ldquoAgravezzate San Giuvanni e nnursquo ddurmire ca vigravesciu tthre nuve-je caminare una drsquoacqua una de vientu una de thristu mmale-

tiempu Pogravertale a ddhrai ca nursquo ccanta caddhru e nnursquo lluce lu-na nunn have anima criaturardquo1

La nonna molto timida e facilmente suggestionabile laripeteva in continuazione con le mani giunte e gli occhi ri-volti verso lrsquoalto come a volersi congiungere con un ipote-tico San Giovanni Di tanto in tanto dopo un improvvisolampo intercalava unrsquoimmancabile ldquorsquoMmaculata Mariardquoseguita dal segno della croce e da un bisbiglio di altre im-percettibili preghiere

Dopo un buon quarto drsquoora di furioso acquazzone final-mente smise di piovere e un sole dapprima timido e sfug-gente fece capolino regalando un porsquo di serenitagrave a ognunodi noi La strada era piena di pozzanghere colme non tan-to di acqua ma di chicchi di grandine per cui le personeche si erano arrischiate a venir fuori di casa per evitarledovevano procedere zigzagando

Chiaramente a noi ragazzini non era consentito di uscirfuori a giocare

ldquoMamma ed ora cosa facciamo noi altrirdquo ndash si lamen-tava a giusta ragione Franco ndash ldquohellipNon ce la sentiamo ditrascorrere tutta la domenica rinchiusi in casardquo

ldquoVa bene va benehellip se ci sistemiamo intorno al braciere viracconto la favola di Betta e del suo gattordquo ndash suggerigrave nonna An-tonietta per tirarci un porsquo su

Detto fatto Ma la favoletta per quanto bella e interes-sante durograve appena una mezzrsquooretta

8 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

I QUADERNETTI DI ATHENA

Aula scolastica primi anni lsquo900

Galatina (LE) - Campo sportivo Piazza F CesariAnno 1950 - Da sn E Scalcione C Serra S RolloSalvati G Serra prof A Carcagnigrave E Giordano

ldquoEd ora che facciamordquo ndash tornograve a lamentarsi FrancoldquoNonna percheacute non ci racconti di quando eri bambina

dei tuoi passatempi e degli impegni domestici e scolasti-cirdquo ndash proposi per stingere un porsquo il malumore

ldquoAi miei tempi erano poche ragazze ad andare a scuola Io hofrequentato sino alla terza elementare quanto basta-va percheacute imparassi a leggere e a scrivere Drsquoaltra par-te in casa di lavoro crsquoera tantissimo e mia madre nonriusciva a star dietro ad una famiglia numerosa Per-ciograve quando avevo appena dieci anni decise di ritirar-mi dalla scuola per avviarmi pian piano ad impararetutti i vari lavori della vita domestica Giagrave qualcheanno prima aveva fatto altrettanto con mia sorellaUcciardquo

ldquoNonna parlaci di quello che accadeva inclasse Dicci se la maestra era burbera e se asse-gnava molti compiti per casardquo

ldquoVi rendete conto che stiamo parlando del 1885Di anni sono trascorsi tanti figli miei e i ricordi so-no molto incerti e sbiaditi Ricordo perograve che i banchierano alti ed avevano una ribaltina al di sotto dellaquale mettevamo la cartellardquo

ldquoCosa ci mettevate dentrordquo ndash chiedevo spin-to da molta curiositagrave

ldquoOltre alla colazione fatta generalmente di due fette di panecon pomodoro ci mettevamo il libro sussidiario quello di letturaun quaderno a righi uno a quadretti alcuni foglietti di carta as-sorbente la scatoletta contenente la penna la matita i penninila gomma per cancellare il temperamatite e quantrsquoaltro necessa-rio Sul tavolo della maestra crsquoera il pallottoliere uno strumentoutile per fare semplici calcoli aritmetici Sulla sua destra accan-to al tavolo crsquoera la lavagna sulla quale scriveva i concetti piugraveimportanti delle sue lezioni Lei era molto severa con noi e preten-deva che stessimo sedute compostamente di avere sempre il ma-teriale didattico per seguire la lezione di stare attente e di nonparlare tra noi Guai alla bambina che non si atteneva alle rego-le Crsquoera perograve sempre qualcuna che non le rispettava e a voltedava fastidio Ed allora lei la puniva mettendola dietro la lavagnaper unrsquointera ora e in caso di recidiva la bacchettava sonoramen-te e addirittura la faceva inginocchiareper terra con i ceci sotto le ginocchiardquo

ldquoMamma mia io non lo avrei fat-tohellip sarei scappato via da scuola masicuramente non avrei accettato di su-bire una punizione del genererdquo ndash leribattei senza troppo pensare

ldquoEd allora oltre a prenderle di santaragione anche dai tuoi genitori avresti ri-schiato di essere sospeso sino alla fine del-lrsquoanno scolasticordquo

ldquoNonna ti piaceva studiarerdquo ndash in-calzava Franco che intanto ci prova-va gusto ad interrogarla

ldquoNon mi piaceva lrsquoaritmetica inveceamavo molto la storia in cui eccellevoRicordo le spiegazioni della maestraquando ci parlava di Garibaldi dellaspedizione dei Mille di Mazzini e della Breccia di Porta PiaQuello che piugrave mi piaceva perograve era quando si faceva lezione ditombolo e di ricamordquo

ldquoNonna come procedeva la vita in casa Drsquoestate anda-

vate al mare o in campagnardquo - continuava Franco a tem-pestarla di domande

ldquoCosa hai detto il mare Il mare lo ho conosciuto soltan-to dopo essermi sposata Era il 1902 quando nonno Cesario micondusse in calesse a Gallipoli e poi a Santa Maria al Bagno Non

conosco perograve Otranto Santa Cesaria e Santa Maria di Leucapercheacute troppo distanti da Galatinardquo

ldquoNonna hai fatto diversi bagni hai imparato a nuota-rerdquo ndash incalzavo io subito dopo non concedendole un at-timo di pausa

ldquoFigli miei vi rendete conto di quello che mi chiedete Dibagni al mare avrograve fatto cinque o sei in tutta la mia vita ma nondi piugrave Allora non crsquoerano le auto per spostarsi Oggi a voi ba-sta meno di unrsquoora di tempo per arrivare a Gallipoli con il ca-mioncino a quei tempi invece con il calesse impiegavamo dueore abbondanti anche percheacute bisognava fermarsi almeno un pa-io di volte per far rifiatare il cavallo Il bagno poi era unrsquoopera-zione che durava non piugrave di cinque minutihelliprdquo

ldquoCome mai nonna durava cosigrave poco Noi invece stia-mo in acqua per oltre unrsquoorardquo

ldquoPer voi egrave tutto piugrave facile oggihellip Per ledonne di allora la vita era molto piugrave com-plicata Dovevamo osservare tanta riser-vatezza e comportarci sempre conaltrettanta discrezione avendo cura dinon guardare mai in faccia i bagnantiCosigrave mi diceva di fare tuo nonno I costu-mi da bagno nonostante coprissero tuttoil corpo ci sembravano molto aderenti inquanto mettevano a nudo la nostra con-formazione fisica E perciograve entravamo inacqua solo per poco tempo e quando crsquoerapoca gente in spiaggiardquo

Risate a non finire da parte mia edi Franco prontamente tacitate dallanonna

ldquoBasta non intendo piugrave parlarvi dellamia vita Voglio perograve aggiungere e poi

me ne sto zitta per sempre che sono ancora tante le donne dellamia etagrave a non aver mai visto il marerdquo

ldquoOooh possibile nonnardquoldquoCerto che sigravehellip Le donne di allora rimanevano sempre tap-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 9

Galatina (LE) - Interni del Teatro Tartaro

1952 - Gallipoli (LE) - Lido PiccoloFamiglia Duma al mare

pate in casa a fare mille lavori e ad adoperarsi alla cura dei pro-pri familiarirdquo

ldquoDai nonna non smettere di parlarcihellip ti promettiamoche staremo sempre ad ascoltare senza piugrave interromper-ti Raccontaci perciograve dei lavori che la donna era tenuta afare in casardquo

ldquoImpiegherei una vita a soffermarmi su queste cose invece viparlerograve di ciograve che si faceva durante le festivitagrave natalizie Intantonoi donne dovevamo partecipare alla novena in chiesa per poterottenere lrsquoindulgenza di Natalerdquo

ldquoNonna cosa sarebbe lrsquoindulgenzardquoldquoUna sorta di benedizione somministrata dal parroco che va-

leva per un intero anno Per otte-nerla era necessario recarsi inchiesa ogni mattina di buonrsquooraascoltare la santa Messa e comu-nicarsi Il Santo Natale era vissu-to con piena gioia da parte di tuttala famiglia anche percheacute in questoperiodo si mangiavano dolci e lec-cornie varie a non finire come leldquocarteddhraterdquo i rdquoporceddhruz-zirdquo le ldquocadde cadderdquo le ldquopitted-dhrerdquo i ldquobuccunottirdquo fatti in casaed altri intingoli Poi la sera del-la Vigilia la tavola era imbanditadrsquoogni ben di Dio Si mangiavanole ldquocozze de marerdquo le ldquopigravettulerdquocon rape o baccalagrave i ldquoviermiced-dhrirdquo il ldquocaponerdquo al brodo oppureil ldquocapitonerdquo accompagnato daldquofrittelle di patate o di cavolfiorerdquotutto preparato dalle mani esper-tissime della mamma Ovviamen-te si beveva anche del buon vinoBeh ora basta mi si egrave seccata lagola a furia di parlare Preparia-moci piuttosto a pranzare credoche manchi pocordquo

Nostro padre e Gaetano in-tanto erano rincasati dalla drogheria di nostra proprietagrave

ldquoPapagravehellip papagrave questo pomeriggio ci porti al campo spor-tivo a vedere la partita tra la Pro Italia e il Nardograverdquo ndash glichiesi immediatamente sperando in una risposta positiva

ldquoSe mantiene questo bel sole senzrsquoaltro sigrave ma semprecheacute ilterreno di gioco sia praticabilerdquo

Fummo fortunati Alle 1415 in punto contenti come unaPasqua (pur trovandoci a Natale) ci avviammo verso piaz-za Fortunato Cesari allrsquooccorrenza trasformata in campoda calcio La piazza era gremita di gente percheacute la partitaera di cartello Alla Pro Italia serviva la vittoria per sopra-vanzare i neritini in classifica ma purtroppo lrsquoincontro fi-nigrave 2-2 e il tanto sospirato sorpasso sfumograve Fummo perogravesfortunati in quanto a pochi minuti dal termine il centra-vanti Angelo Calabretti sbagliograve un calcio di rigore speden-do il pallone sulla traversa (prima drsquoallora non ne avevamai fallito uno)

Non lo nascondo ce ne tornammo scontenti per lrsquoinop-portuno pareggio

ldquoSu su ragazzi stasera vi porterograve al cinema e cosigrave dimenti-cherete la grande delusionerdquo ndash ci disse nostro padre ritor-

nando a casaldquoBravo papagravehelliprdquo ndash esclamograve spontaneamente Franco ndash

ldquohellipSei il piugrave bravo papagrave di tutto il mondordquoldquoSigrave sigrave papagravehellip al Tartaro proiettano lsquoLa rosa nerarsquo con

Tyrone Power Egrave senzrsquoaltro un film fantastico percheacute aquanto pare ci devono essere diversi mortirdquo ndash aggiunsiio innocentemente

ldquoA dire il vero vorrei portarvi al Cavallino Bianco dove pro-iettano il film lsquoBellezze al bagnorsquo Crsquoegrave la bellissima attrice EstherWilliams egrave un film molto dolce e appassionanterdquo

ldquoIo non ci vengordquo ndash reagigrave Franco molto rammaricatoldquoNeanche iohellip Non mi piacciono i film drsquoamore ma

quelli di guerrardquo ndash conclusi insua difesa

ldquoVa bene va bene siete incon-tentabili Devo essere sempre ioa sorbirmi un filmetto da quattrosoldi e per giunta molto violen-tohelliprdquo ndash concluse papagrave alquan-to contrariato ndash ldquohellipMa sappiateche questa egrave lrsquoultima volta che viaccontentordquo

Diceva sempre cosigrave nostropadre ma alla fine eravamonoi figli a spuntarla in ogni cir-costanza

Al cinema ci recammo moltopresto subito dopo la partitaper poter vedere il film un pa-io di volte

Prima di andar via chiedem-mo a nostra madre trenta lirenon tanto per pagarci il bigliet-to drsquoingresso (a quello ci pen-sava papagrave) quanto peracquistare un cartoccio di lupi-ni ed uno di semi di zucca (pas-satiempu) Eravamo fortunatiad appartenere ad una fami-glia che ci accontentava quasi

in tutto Tanti altri ragazzi invece non avendo un solo cen-tesimo in tasca erano sempre ligrave nei pressi dellrsquoingresso alcinema (e stanno ancora ligrave) intirizziti dal freddo ad atten-dere lrsquooccasione giusta per entrare di soppiatto soprattut-to durante i momenti di ressa Molti ci riuscivano ma tantialtri erano costretti a rimanere fuori

Il film pur essendo a colori venne proiettato in bianco enero ma per noi fu ugualmente fantastico Stemmo in sa-la piugrave di tre ore esattamente dalle sedici e trenta a quasi leventi Tornando a casa la nostra mente era giagrave proiettataallrsquoindomani Crsquoera lrsquoincubo assillante di dover studiaretanto per sbarazzarsi dei compiti assegnati dal maestro perle vacanze natalizie Di mattina si studiava ma di pomerig-gio si giocava per la strada nostra grande palestra di vitadove noi ragazzi abbiamo costruito tutti insieme la no-stra identitagrave e dove abbiamo coltivato i nostri piccoli so-gni Ci aiutavamo vicendevolmente percheacute eravamo tuttifratelli Ci insultavamo ci picchiavamo ma dopo appenaun giorno eravamo insieme a giocare a sorridere adamarci Sigrave lrsquoamore era il nostro collante il denominatorecomune della strada e della scuola

Da sn - Angelo Calabretti e Pippi Gaballo

Anche tra gli adulti nonostante la vita fosse difficile e gra-ma vi era un sottofondo di solidarietagrave e di accettazione Lecase potevano restare aperte senza che nessuno ne appro-fittasse Crsquoerano ladri spinti piugrave che altro dalla fame e noncertamente per arricchirsi Crsquoerano tante sofferenze e peneeppure la gente le sapeva sopportare crsquoerano poche gioietutte condivise con chi non ne aveva La vita era un granbel circolo un girotondo in cui tutti ci vivevano litigavanoo si amavano ma sempre nel pieno rispetto reciproco

Oggi la vita egrave tutta unrsquoaltra cosa egrave piugrave difficile e caoticapiena di un esasperato materialismo e di un individualismoche di umano ha ben poco Assistiamo impotenti a guerretante guerre crsquoegrave una devastazione inesorabile della naturalrsquoavanzamento della cupidigia dello sfruttamento e dellaviolenza lo sfaldamento della famiglia e della scuola crsquoegravesolo il trionfo del Male Di chi la colpa Senza altro del pro-gresso del progresso scriteriato e selvaggio che non ha sa-puto correggere i difetti di fondo della societagrave drsquoallora mache anzi li ha acuiti illudendo e costringendo tantissimepersone a rincorrere miraggi piugrave che certezze Oggi la men-te dei nostri governanti egrave rivolta unicamente al PIL (prodot-to interno lordo) ma non certamente alla povertagrave che vadilagando in ogni dove A mio modo di vedere dovrebbe-ro rivolgere lrsquoattenzione a migliorare il FIL (felicitagrave internalorda) ma un simile obiettivo molto vicino ai bisogni es-senziali della povera gente non converrebbe a coloro chehanno le sorti dellrsquoItalia e del Mondo nelle mani

Spesse volte soprattutto quando sono assalito da scon-forto e delusione avverto il bisogno di rientrare in quelmondo incantato della mia dolce fanciullezza quando lavita era fatta di regole e di doveri di gioie contenute disuccessi sudati e meritati Allora ogni cosa sembrava esse-re a colori nonostante i film continuassero ad essere pro-iettati in bianco e nero A quei tempi lrsquoimmaginazione e lafantasia colmava i vuoti della vita mentre oggi la vita nonci fa piugrave sognare bensigrave preoccupare Ci sono perograve perso-ne che vivono una vita a colori Sono soltanto pochi privi-legiati che comunque non avvertono il calore del santoNatale percheacute per loro il Natale cade ogni giorno ma tratanta indifferenza e grigiore

La gente comune quella che soffre e si contiene quellache fa fatica a portare avanti una vita sulla corda la genteumile e laboriosa porta il Natale nel cuore per tutto lrsquoannoe attende con gioia lrsquoapprossimarsi di questo santo giorno

Ed egrave proprio a questa gente che rivolgo gli auguri piugravesinceri e non certamente a coloro che trascorrono il Nata-le tra feste bagordi e con il portafoglio sempre gonfio dihellipfelicitagrave rubata bull

Note1 ldquoAgravelzati San Giovanni e non dormire perchegrave vedo avvicinarsi tre nu-vole una di acqua una di vento e una di maltempo portale dove noncanta il gallo non splende la luna e non vi egrave alcuna creaturardquo

Rino Duma

Lrsquoultima descrizione informata e consapevole dellafigura del filosofo e medico Francesco Scarpa da So-leto (15581618) ce la offre Luana Rizzo(1) traccian-

do un profilo della sua formazione e del suo pensierofilosofico

Come apprendiamo giagrave da Gio Bernardino Tafuri(2) loScarpa nacque a Soleto da onorata famiglia e apprese le

prime funzioni sco-lastiche di letteratu-ra e lingua grecapresso il noto mate-matico e filosofoMatteo Tafuri dimo-strando prontezza esottigliezza dinge-gno e laureandosipoi a Salerno in me-dicina

Nel 1584 quandoha circa 26 anni ed egraveattivo cul- tore distudi filosofici mettea stampa la sua forseunica e rarissimaopera dal titolo ldquoDeAnimardquo nasconden-dosi sotto il nome diPitagora Salentino e

indirizzando con lettera dedicatoria la sua opera al mae-stro appunto Matteo Tafuri che vi viene definito AtlanteSalentino Cosigrave la dedica ldquoAd Atalante filosofo salentinoPitagora salentino questa sua opera come gradita dedicaTi meraviglierai senza dubbio maestro sapientissimo daquale straordinario ordine sia regolata lrsquoapparentementeopaca natura la quale vista attraverso le trasformazioniche di continuo le reca lrsquoingegno umano si mostra a quan-ti la considerano quasi un mirabile ed anche grandiosoartificio corroborato dalla potenza che vi si cela Tu senzadubbio rispetterai il motivo che mrsquoinduce a fissare su unatavoletta il mio pensierohellip Avendo intrapreso a scriverepartendo da questo punto sono costretto con senso di pro-fonda malinconia a stabilire che lrsquoanima sia ingenerata eincorruttibile e che sia singola e radicata nei loro corpiQuesto infatti attenditi e molto ti piaceragrave Stai bene(3)rdquo

Nullrsquoaltro se non questo breve cenno era fin qui a nostraconoscenza sul rapporto tra i due studiosi anche se qual-che altro scritto potevamo sperare di rintracciare percheacuteBernardino Tafuri scrive che lopera De Anima lsquofu lrsquounicaper quanto noi sappiamo chrsquoesso diede alle stampe avendo lrsquoal-tre da esso composte rimaste dopo la sua morte manoscrittersquo

Ma tante speranze e tante ricerche sono andate per annideluse fino a qualche mese fa quando ho ritrovato unalettera appunto dello Scarpa del tutto sconosciuta e ine-dita indirizzata proprio al suo maestro Matteo Tafuri cheegrave custodita nel Museo Civico di Galatina tra i documentiantichi del Fondo Cavoti Molto dobbiamo a Pietro Cavo-ti che dedicograve gran parte della sua vita agli studi di storiaarte letteratura e alla conservazione e trascrizioni di mol-ti documenti antichi di eccezionale importanza Si deve so-lo al Nostro se finalmente si egrave messa la parola fine allatravagliata discussione sulla calvarie del Tafuri indicatada Alessandro Tommaso Arcudi nella Galatina letterata edobbiamo ringraziare sempre Cavoti se si egrave giunti alla sco-perta dellanno di morte di Matteo Tafuri avvenuta il digrave18 novembre 1584(4)

Ora questa lettera di Scarpa a Tafuri che fu trascritta daCavoti nel 1856 da un originale oggi perduto era antica-mente conservata a Soleto pressoFrancesco Carrozzini il qualepoi la donograve a FortunatoVernaleone di Galatinanel 1773 Per qualemotivo avvenne ladonazione di questapreziosa lettera nonvi egrave modo sapereComunque la mis-siva fu indirizzatail 4 aprile 1583 daFrancesco Scarparesidente in Napolie giagrave dottore in me-dicina al Tafuri

Leggendo tra le ri-ghe si apre uno scenarioche irradia nuova luce tra ilmaestro e il disce-polo Innanzi tut-

12 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SCOPERTE ICONOGRAFICHE

Frontespizio volumeldquoDe Animardquo

Francesco Scarpa in undisegno di Pietro Cavoti

Importante ritrovamento di una missiva inedita del 1583 dal discepolo al Maestro

to si apprende che tra i due vi era una fitta corrisponden-za in quanto proprio lo Scarpa scrive in apertura ldquoPrie-

gomi Illmo Onmo Maestro mio che mefacciate avisato de quelle mie lette-

re colle quali io resposi allrsquoepi-stola vostrardquo

Oggi grazie al ritro-vamento della missivapossiamo dire con cer-tez- za che lo Scarpain procinto di termina-re la sua opera chiedeal maestro di essereaiutato nel completa-mento oltre - probabil-

mente - alla correzionedel testo lsquove supplico lo

aiuto vostro che me liberi dala ignorantia de la scriptura

et de li errori et nelle interpreta-cionirsquo

Non erra alloraLuana Rizzo a dire

laquoGrazie al trattato di Scarpa egrave possibile risalire allrsquoopinio-ne espressa da Matteo Tafuri sullrsquoanima e alle fonti allequali si ispira che lo portano a condividere con il Magi-stro sapientissimo la dottrina dellrsquoimmortalitagrave dellrsquoanimaraquo

E facile intuire anche che lopera allepoca della letteraegrave ancora una bozza ldquoAdunque secundo il mio parlare ve dicoche lo libro mio et al finerdquo e sappiamo anche che alla datadel 4 aprile del 1583 lrsquoallievo del Tafuri egrave a Napoli per vo-lontagrave del maestro in quanto piugrave avanti egli scrive ldquoet essen-do anco molto lontano da casa chesser in Napoli con lrsquoanimo etlrsquoosservanza de la cortesia et studij vostri che me comandasterdquo

Francesco Scarpa dimora nella cittagrave partenopea per ap-profondire gli studi filosofici utili allasua pubblicazione Bisogna anche pen-sare che il Tafuri in quel periodo avevacirca novantanni e per comprensibilicondizioni si appoggiograve al giovane al-lievo per ricevere delle informazioniculturali con ogni probabilitagrave dai suoivecchi amici napoletani Anche in que-sto caso abbiamo la conferma quando ilgiovane soletano gli dice che li hominidotti de Napoli salutano lOnmo Maestroche da molti siati amato

Questa testimonianza conferma concertezza che Tafuri era al centro di unmovimento filosofico e attorniato da uo-mini assai importanti come ad esempiolo sappiamo i fratelli Della Porta Possoaggiungere che lo Scarpa pochi giornidopo rientra in patria percheacute al 28 apri-le del 1583 egrave padrino per un battesimo in Galatina pro-prio lui il Messer Francesco Scarpa de Solito Ilcontenuto della lettera descrive chiaramente il pensiero fi-losofico che Scarpa vuole imprimere nel suo De anima untema comune in quel tempo e usando i testi antichi comequelli di Aristotele Trismegisto Seneca ed altri ancorastudiati certamente sui manoscritti antichi posseduti dal

Tafuri nella casa di Soleto como la letione ultima in sua ca-sa Illma che Trismegisto dixe che lanima et una sfera

Leggendo attentamente la lettera e consultando le pa-gine del De Anima pubblicato da Scarpa ho individuatoun passo descritto nella lettera e presente appunto nelsuo volume A pagina 62 della riproduzione anastaticadel De Anima del 1584 e grazie alla traduzione a fronte diSilvia Mandurino si legge laquoE lanima ben conserva me-moria delle cose e riflette e concepisce ideeraquo Mentre lafrase della lettera riporta laquo si legie in piugrave parti de la scrit-tura de lrsquoopera mia che lanima conserva bona la memoria dele cose et genera ideeraquo

La lettera risulta unanteprima minuscola della sua ope-ra e vi cita piugrave volte Aristotele Seneca ed altri autori anti-chi sottolineando che lrsquointelletto potenziale egrave nellrsquoanimaindividuale mentre quello attuale egrave intelletto divino e per-ciograve nettamente separato dallrsquouomo e poi aggiunge unafrase in greco Έν τῶ μηδὲν φ (cancellato) φθονεῖνἡδύστατος βίος (Nel non invidiare per niente (si trova) lavita piugrave dolce)

Devo la traduzione di questo passo al Prof Andregrave Ja-cob che gentilmente si egrave offerto di aiutarmi Secondo il suoprezioso contributo potrebbe trattarsi di una di quelle sen-tenze morali che nel Cinquecento venivano incise sulle ar-chitravi di porte e finestre delle case nella Greciacutea Salentina

Di questo insigne personaggio nessuna memoria egrave ri-masta se non solo ledizione sullAnima che fu la sola edormai rarissima pubblicazione oltre ad una piccola Cortea lui intitolata nella natia Soleto

Il ritrovamento della lettera copiata da Cavoti dallorigi-nale potenzia la fama di questo cultore di studi filosoficiaprendo nuovi spiragli di studio su di lui Aggiungo sol-tanto che incerta egrave la data di nascita di Francesco Scarpaper mancanza dei primi registri dei battezzati nellarchi-vio parrocchiale di Soleto ma potremmo ipotizzarla intor-

no al 1558 per indicazione tratta dallasua data di morte chegrave invece certa per-cheacute attestata dai registri soletani Pochigiorni fa grazie alle gentilezze del nuovoparroco di Soleto don Daniele Albaneseho avuto da parte dellUfficio di CuriaArcivescovile di Otranto(5) lautorizza-zione a consultare lantico registro deimorti avvenuti fra il 1600 e il 1631 e alladata del 14 agosto 1618 si legge quantosegue Franciscus Scarpa Artis MedicinaeDoctor et ph(ilosoph)us aetatis suae anno-rum sexaginta in circa facta confessione re-cepto sanctissimo Viatico et extremaUnctione in communione Sanctae MatrisEcclesiae animam Deo redditit Sepultus estin aula Sanctae Mariae della Gratia fratrumReformatorum(6) Lobito egrave stato giagrave edito daaltri studiosi ma questa mia riproposta egrave for-

se piugrave completa anche se resta un margine di dubbio nello scio-gliere la seconda abbreviazione tra ph(ilosoph)us e ph(isic)us

Ora trascrivo di seguito la lettera in modo rigorista sen-za aver modificato o alterato il testo e premettendovi ledue righe di avvertenza del Cavoti e chiudendo il tutto conaltre due righe di commento sempre del Cavoti

lsquoLettera che si conserva in casa dellrsquoOnorevole Sig Fortuna-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 13

Matteo Tafuri in un disegnodi Cosimo De Giorgi

APS Registro dei defunti1613 - 1657

to Vernaleone di Galatina Detta lettera fu donata dal Sig Fran-cesco Carrozzini di Soleto nel 1773rsquo

Priegomi Illmo Onmo Maestro mio che me facciate avisatode quelle mie lettere colle quali io resposi allrsquoepistola vostra Mae-stro Matteo prendo piugrave larga licentia nello scriuere vulgare Per-cheacute li piugrave savij del mondo han voluto che me insegnaste comoSeneca manifestare li concepti de la mente vostra senza parlarelo doveriamo fare Adunque secundoil mio parlare ve dico che lo libromio et al fine et che la eloquentia etla dignitagrave de li caratteri et de voca-buli ho possuto indirizzare a VIllma persona et a nisciuno altro ho-mo Io no so degno neacute me reputarogravepresumptuoso se offerirograve al MioMaestro de la philosophia et de lamatematica grande quello che pos-so ma assai haverograve facto et in parti-culare che come discipulo dellrsquoIllmavostra casa ho desiderato honorarequesta mia opera et purgata di ogni carattere al gusto et honestautilitagrave Illmo Maestro haverograve facto bono dica alcuna cosa etspero che et piacevole che a quante fiate ve odo igraveo non tengo al-cuno dubio in le labra vostre percheacute la oratione deue essere pu-ra como lrsquoanima Non posso non maravigliarme de la VS alegrezanello sapere che con la lengua de li greci de la materia allo vul-go umno ad alcuni hypocriti homini docti et boni mangiatori dele fatiche de li philisophi et como lo VS insegnamento che per es-sere alcuni Signori altri vassalli altri barbari altri dotti altriGreci e Latini non simo perograve tutti che un medesimo metallo neha la natura fece servi et liberi ma la lege de Dio fece tutti ugua-li et variati de la fortuna che la ANIMA et de la MORTE laquale fa vedere che tutti semo pari come dice Seneca et como di-ce lo Magister meus lrsquoanima et nello cerebro cossigrave non egrave partedel mondo neacute dentro neacute fore Como la letione ultima in sua ca-sa Illma che Trismegi-sto dixe che lrsquoanima etuna sfera da la qualelo centro e in omno lo-co como Dio et la suacircumnferentia ni-sciuno ma como diceAristotele llagrave se vedepiugrave manifestamentelrsquoanima et Dio dovemagiore lo effettu souet questo in medioCoeli Tanti hominiche hanno scripto tan-te inventioni de le stel-le che culpa egrave degrave lestelle si noi semo cau-sa de lo nostro male dela anima medesimache quelle stelle siamalvido quella altrafa li homini poveri etricchi et ciechi e altri surdi Como consentite voi Magister chedal cielo non ven alcun male como dice Averroe et cosa bona adcredere che le stelle non so maligne ma che la culpa egrave nostra etnon egrave dal cielo Ad V Illmo judicio tutte queste cose procedono

de lo cielo lo movimento de li cieli egrave causa de tutto lo bene comodice Aristotele Per lo moto dello Sole nello circulo chiamato Zo-diaco produce la generatione et corruptione Onmo Maestro miointro la opera mia non egrave lo corpo ma lrsquoanima e quello che peccae se lrsquoanimo non se emenda la nostra anima non andaria mainello universo di Dio ma incappa in le galere de Catalani Lrsquoani-ma et la virtugrave de lrsquohomini de bona opera non de li signi Magister

Sapientissimo ad mio parere si legiein piugrave parti de la scrittura de lrsquooperamia che lrsquoanima conserva bona lamemoria de le cose et genera idee chesi ponno applicare ad qualsevogliaproposito et piugrave delle volte son fatteper lo commodo como diceAristotele Ben dice lo proverbio Έντῶ μηδὲν φ (cancellato) φθονεῖνἡδύστατος βίος [Nel non invidia-re per niente (si trova) la vita piugravedolce] Li beni de lrsquoanima ponno laintelligentia la sapientia et le altre

virtuto intellettuali Li beni de lo corpo sonno la vanitagrave lo vigo-re de li sensi et de altre con convenienti di lo corpo In questa al-tra parte lontano dalla VS Illma presentia et de vostri honoriet essendo anco molto lontano da casa chesser in Napoli conlrsquoanimo et lrsquoosservanza de la cortesia et studij vostri che me co-mandaste ve supplico lo aiuto vostro che me liberi da la igno-rantia de la scriptura et de li errori et nelle interpretacioni Inveritagrave et con multo affetto et senza dubio dico ad voi Magistersapientissimo che hio sia desioso de lrsquoamicitia vostra tenendo agravemolta stima in voi et come sempre che chi scrive se mette allogiudicio de molti Li homini dotti de Napoli salutano lrsquoOnmoMaestro che da molti siati amato Per hora stiate sano et Dio viconserui

VS Sertore e discipulo VS Fransco ScarpaDie IV Aprilis 1583 Lrsquoantica lettera si conserva assai beneFu scritta da Francesco Scarpa di Soleto al dotto Matteo

Tafuro suo maestro Copiai in Galatina nel 1856rsquo

NOTE

- Tutte le immagini riprodotte sono di esclusiva proprietagrave del Comunedi Galatina - Museo Cavoti E vietata qualunque riproduzione parzialeo integrale delle immagini qui riprodotte senza autorizzazione scritta alComune di Galatina nonchegrave la richiesta di citazione dellautore- Le foto sono state realizzate dallrsquoautore1 - L Rizzo Il Commento di Francesco Scarpa al De anima di Aristotele in Ri-nascimento meridionale III pp 129-148 Napoli20122 - GBTafuri Istoria degli scrittori nati nel regno di Napolivol 3pp 109-111 Napoli 17443 - Scarpa Salentino De anima riproduzione della stampa del 1584 contraduzione introduzione e note a cura di Silvia Mandurino Scrittori Sa-lentini - VI Centro di Studi Salentini Edizioni Lecce 19734 - L Galante Notizie inedite su Matteo Tafuri Nuove rivelazioni da un ma-noscritto secentesco in Il filo di Aracne anno VIII-n5 novembredicem-bre2013Galatina5 - Ringrazio Mons Quintino Gianfreda Direttore co ufficio per lrsquoarte sa-cra e i beni culturali Arcidiocesi di Otranto per la tempestiva autorizza-zione Sottolineo che le immagini del frontespizio e della data di mortedel registro parrocchiale dei defunti sono di unica proprietagrave della Parroc-chia di Soleto Pertanto le immagini non potranno essere cedute - nep-pure parzialmente e ad alcun titolo - a soggetti terzi vincolo questo estesoanche allrsquoEditore 6 - Lattuale Santuario della Madonna delle Grazie dei Frati Minori di SanFrancesco

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 15

Galatina (LE) - Museo CavotiLettera di Francesco Scarpa

Luigi Galante

APS - Atto di morte di Francesco Scarpa

16 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SALENTO OGGI

Mi ononno Vin-cenzo Miccolinato nel 1908 a

Torchiarolo comprograve dopo annidi sacrifici e risparmi di unrsquointeravita un pezzo di terreno su cui crsquoeranootto filari di ulivi

Da giovane andava in campagna a lavo-rare come bracciante agricolo nelle campagnedei vari Don locali Si alzava quando ancora era buiosia destate che drsquoinverno col freddo con il caldo torridoo con la pioggia In bicicletta raggiungeva campagne mol-to lontane da Torchiarolo a poca distanza da MesagneDue ore per andarci due ore per tornarci Tutto questogran lavoro lo faceva per guadagnarsi la vita e mantene-re onestamente la famiglia

Il nonno non era soltanto bravo a zappare e a raccoglie-re olive uva e tabacco Si distingueva in ogni aspetto del-la vita del contadino Perciograve era anche abile a potareinnestare irrorare le piante a spargere il concime e aquantrsquoaltro Erano tutti bravi e laboriosi i contadini di untempo Parlavano ogni giorno con le loro creature in cam-pagna e ad esse si legavano con lo stesso affetto cura edamore con cui ogni genitore si rivolge quotidianamente aipropri figli

Tutto riusciva a fare mio nonno sapeva anche leg-gere e apporre la firma Lrsquoultima cosa che glimancava della vita era quella di fare il soldatoFu costretto ad apprendere questa amara e tri-ste esperienza con lo scoppio della secondaguerra mondiale Dovette lasciare nonnaPantalea con tre figli e uno in arrivo perservire la bandiera tricolore e lo Stato peril quale provava una certa attrazione Fucosigrave che un bel giorno arrivograve a casauna brutta e inaspettata letteradel Ministerod e l l a

Nella zona di Torchiarolo continuano le eradicazioni dei ldquogiganti del Salentordquo

TOGLIETE LE MANI DAGLI ULIVISappiate che li difenderemo come se fossero i nostri padri i nostri figli

di Enza Pagliaro

Guer-ra Lui che non srsquoera mai mosso

dal Salento dalla sua Terra-Madredoveva presentarsi entro due giorni al

comando militare di Lecce con destinazio-ne Nord drsquoItalia Se ne partigrave con un profondo

dolore nel cuore e con tante lacrime nellrsquoanima masul viso si leggeva la fierezza del cittadino e del solda-to che va a difendere le fortune del proprio paese

Mia nonna non ebbe sue notizie per piugrave di un annoFu poi informata che lavevano fatto prigioniero sen-

za che si sapesse in quale campo di concentramento fos-se rinchiuso I giorni passavano in fretta ma di lui non

arrivava nessuna lettera e nessuna notizia Poi quando an-che le ultime speranze stavano per abbandonare mia nonnaecco che la vita della famiglia Miccoli di Torchiarolo si riempigraveallrsquoimprovviso di gioia Mio nonno a differenza di tanti suoicommilitoni ce lrsquoaveva fatta a rientrare in patria Il giorno delsuo arrivo a Torchiarolo nessuno lo riconobbe per strada per-cheacute era ridotto pelle e ossa Aveva camminato per mesi a piediper poter raggiungere la sua famiglia il suo amato paese

Quel giorno perograve non fu

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 17

Nella zona di Torchiarolo continuano le eradicazioni dei ldquogiganti del Salentordquo

TOGLIETE LE MANI DAGLI ULIVISappiate che li difenderemo come se fossero i nostri padri i nostri figli

di Enza Pagliaro

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 19

esattamente come mio nonno aveva sognato che fosse Purtroppo il piugrave piccolo dei suoi bambini era morto sen-

za che lui lrsquoavesse mai potuto abbracciare Nonostante que-sto inaspettato dolore Lu Nzinu te la Pantalea si rimboccograve lemaniche e ricominciograve a lavorare per portare il pane a casaPassarono una decina drsquoanni prima che la famiglia si ripren-desse dal dissesto economico causato dalla guerra

Pian piano lrsquoantico sogno di mio nonno di avere degli al-beri di ulivo tutti per seacute si avverograve Quando ormai era di-ventato un uomo di mezzrsquoetagrave acquistograve grazie ai tantisacrifici fatti un piccolo uliveto in contrada ldquoCase Bian-cherdquo poco fuori il paese E fu per lui una gioia immensa

Parve rinato e senza piugrave alcun acciacco fisico Con la bicicletta Lu Nzinu te la Pantalea andava a Case

Bianche per curare i suoi alberi drsquoulivo Per annaffiarlicarisciava lrsquoacqua cu le menze dalla fontana allrsquooliveto Pas-su dopu passu menza dopu menza i sacrifici venivano pun-tualmente ripagati dal raccolto e con i soldi ricavati dalleolive ogni anno poteva arricchire la dote alle sue figliole

Molti anni dopo quando il nonno ormai era vecchio equasi non camminava piugrave volleandare a rivedere i suoi alberi diulivo Non potendo piugrave cavalcarela vecchia bicicletta fu condottodietro sua ripetuta insistenzadalle figlie in auto Quando misepiede a Case Bianche cominciogravestranamente a camminare comenon faceva da tanto tempo guar-dava i suoi alberi filaru persquo filaruuno per uno Li conosceva tuttiLi sapeva distinguere gli uni da-gli altri Ad ognuno aveva asse-gnato un nome come fa ognipadre a ciascuno dei propri fi-glioli Quel pomeriggio il nonnoparlando con la sua terra conquegli eterni testimoni volle ri-cordare ai presenti il modo concui aveva saputo curarli quanteolive aveva raccolto in ogni anna-ta quanto sudore aveva versato e quante soddisfazioniaveva ricevuto per ognuno di quegli alberi Fu molto bra-vo a ripercorrere gioie e dolori della sua vita Per lui que-gli ulivi erano i suoi genitori e al tempo stesso i suoi figli

Oggi il nonno non crsquoegrave piugrave come legge naturale vuole chesia per ognuno di noi

Mia madre lo sostituigrave in tutto e per tutto ma non permolto tempo Anche lei iniziograve ad accusare gli acciacchi del-la vecchiaia muovendosi a mala pena in casa

Di tanto in tanto pretende di essere accompagnata a ldquoCa-se Biancherdquo per salutare quegli ulivi che suo padre le ave-va lasciato in ereditagrave Anche lei lrsquoAngiulina te la Pantaleaoggi si egrave mossa tra quei filari come se non avesse addossoalcun affanno e malanno fisico A lei egrave sembrato come sesuo padre fosse ancora ligrave a lavorare giovane e speranzosocome aveva sempre fatto per una intera vita Ersquo rimasta alungo assorta tra quegli alberi spostandosi pensosa e com-mossa ora di qua ora di lagrave come quando da giovinettaaiutava nonno Vincenzo a legare le fascine della rimondao a piegarsi per terra a raccogliere quellrsquooro nero che si

tramutava poi in oro giallo splendenteUna settimana fa mia madre ha ricevuto una lettera una

brutta lettera Non era certamente la stessa lettera ricevu-ta dal nonno per andare in guerra Ma anche in questo ca-so srsquoegrave trattato di una guerra Non di uomini contro uominima di uomini contro ulivi Vogliono eradicare quei gigan-ti dal piccolo appezzamento di terra Oltre ad averci mes-so unangoscia addosso mia madre ha pianto a dirotto econ lei dallrsquoalto dei cieli avragrave pianto anche mio nonno so-lo ad immaginarsi una scena del genere

Ersquo una lettera che non ci fa dormire la notte e che ci spez-za il cuore

Mia madre egrave comunque molto speranzosa e si augurache tutto si risolveragrave per il meglio allo stesso modo di co-me si risolse il caso di mio nonno che si presentograve a noiquando ormai tutti lo avevano dato giagrave per morto Lei nonfinisce mai di dirci che la vita a volte puograve avere un lieto fi-ne come in una bella favola

Lei egrave anche una donna paziente giusta saggia ed aspet-ta con grande ansia che il caso si risolva positivamente Ma

con il trascorrere dei giorni la speranza le sta venendo me-no ed allora ci esorta a tenere duro e a non desistere

Lei egrave anche una donna forte battagliera determinata adogni cosa ed egrave arrivata a dirci a chiare lettere che tutto po-tranno toglierci ma non il diritto di difendere ciograve che ciappartiene

La nostra storia i colori i profumi e i frutti della nostraterra i nostri alberi di ulivo sono ligrave in contrada ldquoCaseBiancherdquo e noi saremo ligrave a difenderli sino alla fine

Stessa cosa avrebbe detto Nonno Vincenzo se fosse an-cora in vita Lui da giovane ha offerto le sue braccia e lasua vita per difendere la Patria Italia e dalla Patria non haricevuto mai nulla

Ora a voi uomini senza cuore uomini di pietra rivol-giamo la preghiera di rispettare e di non toccare i nostriulivi che da tante generazioni sono per noi salentini la no-stra anima il nostro unico sostentamento bull

Enza Pagliara

Srsquointitola Respiri di pietra Monumenti megalitici del Salen-to (Lupo Editore Copertino 2014) il libro fotograficoche il ligure ma milanese drsquoadozione Leonello Berto-

lucci ha voluto donare allaTerra fra i due mari lrsquoanticaMessapia Un libro dalla co-pertina nera dal cui centrosorge come un astro lucente lasilhouette del maestoso trilitedenominato Chianca di SantoStefano di Carpignano Salenti-no La luce che dalla pietra sifa cogliere dal fotografo egravestrana e coinvolgente infattiil gioco di luci e ombre lrsquoan-tropizza a tal punto da farcelapercepire come energia vitale

Dal suo blog sappiamo cheegli egrave laquonato in Liguria e ap-prodato a Milano negli anni Ottanta ha intrapreso la stradadel reportage fotografico lavorando per alcune testate eagenzie italiane in seguito hanno avuto inizio collaborazio-ni internazionali tra cui quella con lrsquoagenzia ldquoSygmardquo di Pa-rigi Sue foto sono apparse su testate quali ldquoTimerdquoldquoNewsweekrdquo ldquoSternrdquo ldquoParis-Matchrdquo ldquoEpocardquo Ha fondatoe diretto per alcuni anni unrsquoagenzia fotogiornalistica mentreoggi continua a fotografare e condurre tutta una serie di at-tivitagrave nel campo della cultura fotografica vengono pubblica-ti suoi libri drsquoimmagini e allestite sue mostre organizzaeventi ed egrave docente in corsi e scuole di fotografia Egrave consu-lente in campo editoriale e multimediale ed egrave chiamato an-che a ricoprire il ruolo di photo editor in redazioni di giornaliha scritto il primo libro in Italia sullrsquoargomento col titoloProfessione Photo Editor Della sua attivitagrave si sono occupateriviste di fotografia come ldquoFotopraticardquo ldquoIl FotografordquoldquoNuova Fotografiardquo ldquoPhotordquo ldquoPhotographiardquo ldquoTechnoPhotordquo ldquoGente di Fotografiardquo ldquoFotocomputerrdquo Gli piacegiocare e nelle edizioni del ldquoPulcinoelefanterdquo [editore drsquoar-te che stampa in proprio rari esemplari di bibliofilia] le suefotografie giocano con testi tra gli altri di Alda Merini To-nino Guerra Enzo Sellerioraquo

Di lui hanno scritto Roberto Mutti laquoLeonello Bertolucci sa recuperare la pun-

tigliositagrave e la curiositagrave per ogni aspetto della vita Ma anchesoprattutto la capacitagrave di ascoltare e trasformare in immagi-

ni i sussurri da contrapporre alle grida di cui in troppi sem-brano non poter piugrave fare a menoraquo

Giuseppe Turroni laquoEsiste in Bertolucci davvero incante-vole e incantato il piacere del fare del raccon-tare del vedere sia pure strizzando lrsquoocchiocon ironia ripetiamo e senza malizia alle infi-nite contraddizioni e ambigue variazioni e va-lenze del mondo reale Egli ci restituiscematerie precise le scansioni di un racconto ter-so e delicato e il suo occhio fotografico egrave perripetere un verso di Sylvia Plath ldquoesatto e drsquoar-gentordquoraquo

Gino Patroni laquoLa prima foto della mia vitami fu scattata in un cortile di via Cernaia tra icaseggiati delle Elementari e la palestra dellaldquoPro Italiardquo Ovviamente una foto scolasticaricordo di fine drsquoanno Noi ragazzini in fittogruppo su un lato il maestro alto nei nostriconfronti come un campanile accanto alla

chiesa ndash Fermi ndash gridograve il fotografo con voce da sergenteprima del lampo Da allora ho conosciuto molti fotografiquasi tutti da bottega persino uno a Kopenik (Berlino) nelsettembre 1944 Insomma una foto da gefang (prigioniero)per gli archivi burocratici del lager Risultai magrissimoLrsquoultimo fotografo che ho conosciuto in ordine recentissimodi tempo egrave uno spezzino Leonello Bertoluccihellipraquo

Bertolucci che egrave fotografo professionista ha unrsquoidea benprecisa del suo operare Il suo archivio fotografico egrave colmo dicentinaia di migliaia di fotografie tanto da fargli scrivere

laquoHo perseguito unrsquoidea fotografica ci ho creduto e lavora-

20 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

AUTORI amp EDITORI

Giurdignano (LE) - Menhir vicinanze 2

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 21

to Ma ora di fronte alla quantitagrave di fotografie e di scelte pos-sibili sono in crisi Voglio strutturare un percorso coerentee sensato Molte decisioni srsquoimpongono e la mia parte emo-tiva litiga con quella razionale Cerco un occhio ldquoaltrordquo chemi aiuti a muovermi sul confinehellipraquo

Cosigrave pure egli conosce bene lrsquoarte della fotografia tanto dascrivere

laquoIl vero problema non egrave fare una foto sbagliata ma fareun uso sbagliato della foto Il brivido corre non quando tuguardi una fotografia ma quando lei guarda te Ogni foto-grafia ha cinque lati i primi quattro delineano lrsquoinquadra-tura il quinto egrave il suo lato oscuro Fotografare dovrebbeprovocare uno strabismo buono guardarsi dentro mentre siguarda fuori Lrsquoediting di una narrazione fotografica egrave unviaggio dentro il suo senso come ogni viaggio presupponeun punto di partenza e uno drsquoarrivoraquo (tratto dal blog Quan-do un Photo Editor)

Oggi Leonello Bertolucci ha fotografato anche il Salentouna sua parte profonda e radicale che si perde nella nottedei tempi i megaliti i maestosi massi che il Salento custodi-sce cosigrave come una madre custodisce i suoi figli

A introdurre il libro Respiri di Pietra con una sintesi stra-ordinaria e una cosmogonia stupefacente egrave Edoardo Win-speare il regista nostro conterraneo che con la sua operacinematografica ha fatto conoscere il Salento in tutto ilmondo Egrave stupenda la visione che egli ha della terra nellaquale viviamo Edoardo egrave nato a Depressa (Tricase) in unodei castelli ancora oggi attivo e accogliente Bertolucci inve-ce da qualche tempo ha acquistato una casa a Corigliano

drsquoOtranto dove ritorna da Milano quando sente il bisognodi rifugiarsi nellrsquoabbraccio magnogreco dellrsquoantica terramessapica

Nellrsquointroduzione al libro Winspeare scrive laquoNel Salento il mare egrave azzurro-verde e ha una trasparen-

za cristallina gli alberi di ulivo secolari incutono rispetto co-me ogni monumento della natura la terra egrave rossa come ilsangue ma ciograve che rende questo finisterrae drsquoEuropa un ter-ritorio davvero unico egrave la pietra Per i salentini la pietra egrave co-me il legno per gli indios amazzonici o i popoli sciamanicidella Siberia

Nellrsquoantica Messapia non si edificava con i mattoni il le-gno era quasi sconosciuto come materiale da costruzionetutto era di tufo carparo pietra leccese di Cursi drsquoAlessa-no di Soleto si era circondati da peshchi cuti stozzi patrud-dhi feddhe e ancora altri nomi [hellip] per definire ogni piccolavariazione della pietra [hellip] I menhir e i dolmen sono unapresenza abituale nelle nostre campagne Il loro fascino mi-sterico ne fa agli occhi di chi sa guardare degli ieratici sacer-doti intermediari fra il cielo e la terra quasi fossero dei moaimediterranei eretti come monito trascendentale dellrsquoesisten-za umana Leonello Bertolucci fotografo sensibile ha sapu-to guardare dove altri vedono solo Le sue immagini deinostri megaliti sembrano sguardi da un terzo occhio quellodellrsquoanimaraquo

Stupende queste parole di Edoardo che permettono allospirito umano di godere della bellezza della natura Parago-nare i nostri menir ai grandi moai dellrsquoisola di Pasqua (Ra-pa Nui) significa veramente aver capito fino in fondo ilsignificato che gli antichi abitatori di questa terra volevanodare a quei grandi massi ritti come spinotti conficcati nellaroccia

E tale comprensione egrave rilevabile pure nelle fotografie diBertolucci che intitolando il libro laquoa tutti i nostri padri a[suo padre]raquo ha guardato attraverso lrsquoocchio magico dellafotocamera i megaliti del Salento quasi fossero dei nostriantenati Cosigrave il suo percorso fotografico ha attraversatocampagne e rilievi collinari consacrando al nostro immagi-nario i megaliti di Giurdignano Giuggianello Otranto Mi-nervino di Lecce Carpignano Salentino MelpignanoMartano Bagnolo Cursi Patugrave Corigliano drsquoOtranto Pal-mariggi Cannole UgentoTerenzano Calimera Diso Cosigraveil suo libro immortala la bellezza e la severitagrave dei menhirdei dolmen delle specchie del Masso della strega degliipogei delle chianche della Centopietre della Pietra di sanVito del megalite di Terenzano Tutte pietre che respiraro-no energie vitali

Martano (LE) - Specchia dei mori

22 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Sotto una pregevole litografia ottocentesca custoditadai frati francescani di Soleto figura la seguente le-genda Nel 1568 un giocatore furibondo vibrograve due colpi

sul volto della Sacra Immagine di Maria dipinta sul muro di unacappella dove poi fu eretto il Convento de PP Riformati in Sole-to e bestemmiando disse Io noncredo che tu sei la madre di Diose non mi fai ammazzare stase-ra Dalle ferite della Sacra Effi-gie scaturigrave molto sangue e inquella sera lrsquoempio sacrilegosulla porta di Soleto fu uccisoLa prodigiosa immagine cosigrave fe-rita ed intrisa di sangue si ado-ra nel tempio del succennatoConvento

La litografia riproduce asinistra un giovane mentrecon unrsquoaccetta colpisce il vi-so di una Madonna col Bam-bino e a destra la suauccisione ad opera di un ma-cellaio armato di coltelloSullo sfondo lo skyline diSoleto con la guglia di Rai-mondello Orsini del Balzocollocata in un improbabilepaesaggio collinare

Comrsquoegrave noto nel 1568 il le-gnaiolo Giacomo Lissandridopo aver perduto al giocotutti i suoi denari entrato in una cappella campestre si-tuata fuori le mura di Soleto in un terreno dove poi sorge-ragrave il Convento dei Frati Minori colpigrave con una scure laldquofaccia bella della Madonnardquo ldquodipinta sulla pietrardquo dallaquale ldquosgorgograve sangue vermigliordquo come enfaticamentepuntualizzava il panegirista soletano Giuseppe Stanca inuna sua predica del 27 luglio del 1908 La sera stessa lrsquoem-pio oltraggiatore sconvolto dallrsquoincubo del delitto venne pu-gnalato e ammazzato dal macellaio Luigi Rullo nei pressidella Porta S Antonio detta nel lsquo500 Porta di borea La lito-grafia ci restituisce lrsquoimmagine della Madonna affrescata inuna edicola campestre ma P Diego Tafuro da Lequile nel-la sua Relatio Historica affermando che il Lissandri gioca-

va intra eandem aediculam confermava che si trattograve di unacappella coperta anche se di piccole dimensioni Dellostesso parere furono nel 1724 Padre Bonaventura Da La-ma e poi Padre Benigno F Perrone Nessuna fonte ci dicecon chi il Lissandri giocava e perdeva a carte nella cappel-

la Sappiamo perograve che Gia-como Lissandri potrebbeessere il figlio di Antonio Les-sandri vivente nel 1546 men-tre un documento del 1622segnala la natura violentadella famiglia Rullo Si sostie-ne infatti che Giovanni Rul-lo forse nipote del macellaioLuigi havesse (anche lui) am-mazzato uno de Soligraveto (Soleto)del quale non si sa il nome

Come segnala una divotapreghiera del 1789 su Giaco-mo Lissandri sembrograve abbat-tersi lrsquoira divina e se non fossesopravvenuta la morte vio-lenta sarebbe stato sicura-mente scomunicato dalpreoccupato arcivescovo diOtranto il napoletano PietroAntonio de Capua il qualecon le Costituzioni sinodali ndeg26 e ndeg 47 delle complessive58 stabilite nel Sinodo del1567 (si badi bene un anno

prima del fatto sacrilego) quasi a preconizzare i fatti di So-leto cosigrave disponeva Scomunicamo tutte quelle persone chenelle chiese et luochi sacrihellip faranno o giocheranno a carte o adadi et ad altra sorte di giocho proibito E ancora Scomunica-mo tutte quelle persone le quali temerariamente con pietra fer-ro (nel nostro caso unrsquoascia) o qual sivoglia instrumento diqual sivoglia modo feriranno o guasteranno lrsquoimagine del Cru-cifisso della Gloriosa Vergine Maria (nel caso di Soleto la Ma-donna delle Grazie) et altri Santi

La minaccia di scomunica quindi gravava su chi gioca-va a carte o a dadi nelle chiese e su chi sfregiava le imma-gini sacre

Il compianto prof Mario Marti in un suo bellissimo ar-

UNA FINESTRA SUL PASSATO

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 23

ticolo intitolato ldquoDonne e madonne salentine fra memoriae democulturardquo coglieva appieno lrsquoespressione singolaredella Madonna soletana che lui osservava spesso durantele visite nella ldquosuardquo Soleto Cosigrave infatti ricordava ldquoHoavuto modo di vedere tante volte il viso allora in una te-ca e coperto da un panno un porsquo atono e distante dellrsquoim-magine sacra un porsquo astratto e metafisico che puograve farpensare veramente piugrave a una severitagrave di esemplare giusti-zia (come avvenne allrsquoempio oltraggiatore Giacomo Lisan-dri) che a una maternitagrave fatta drsquoindulgenza e di perdonordquo

Lrsquoaffresco della Madonna delle Grazie databile alla pri-ma metagrave del Quattrocento rievoca echi rinascimentali (co-me nota Sergio Ortese) ed egrave impostato secondo i canoni

della prospettiva Venne poi incastonato nella nicchia cen-trale dellrsquoaltare maggiore nella chiesa conventuale dei Fra-ti Minori di Soleto giagrave nel 1617 denominata S(anc)taM(ari)a della Gr(ati)a completata nel 1614 con molta pro-babilitagrave dallrsquoarchitetto neretino Maria Tarantino

Tutti parlano di una Madonna severa con lo sguardoperso nel vuoto mentre il Bambino sorridente regge conla destra un piccolo ventaglio liturgico e con la sinistra gio-ca con un uccellino Si tratta invece di una Mater amabilisvolta a suscitare la misericordia di Dio verso i fedeli

Lo sguardo triste mesto e distaccato della Vergine estra-neo al gesto sacrilego del Lissandri egrave solo presago dellaPassione del Figlio raffigurata dal corallo rosso che pendedal collo del Bambino simbolo del suo sangue e della suamorte in croce

BibliografiaEgrave utile consultare L MANNI La Madonna delle Grazie di Soleto Galati-

na 2001 pp 43-53D Donato DE LUCA Divote preghiere per la novena della Madonna delle

Grazie Gallipoli 1897 pp 11-31B F PERRONE I conventi della serafica riforma di S Nicolograve in Puglia II

Galatina 1981 p 171M MARTI Donne e Madonne salentine fra memoria e democultura in

ldquoRassegna trimestrale della Banca Agricola Popolare di Matino e Leccea VIII 1 Galatina marzo 1982 p 127

L MANNI Guida di Soleto (a cura di M CAZZATO) Galatina 1992pp 41-42

L MANNI Santi e miracoli nel Salento Galatina 1996 pp 90-93 123

laquoMorsquo vu cuntu nu cunturaquo ni dicigravea la nonna Anna E zzacca-va a cuntare

E tutta la stanza se lsquonchia chianu chianu de fate de streche demachi e macare de re e de regine e puru de li nanni orchi ca nifacigraveanu ghiacciare lu sangu sulamente cu li pensagravevamu

Ma pe pocu tiempu perograve Finu a a quandu nu rrivava lu mu-mentu mentru la nonna sta cuntava ca li pariti e la stessa lagrave-mia de la stanza allrsquoimpruvvisu scumparigraveanu e lassavanu pertulu cielu e allora se perdigraveanu tutti le fate le streche li machi e linanni orchi e nui vidigraveame a lsquoncapu luccicare sulamente le stel-le e le lune e poi a centu a centu passavanu prucissioni de ca-valieri cu le curazze drsquooru e li pinnacchi e lu tiempu nu sapivise era moi o poi o prima essendu ca ni sentigraveame puru nui in-tru a lu cuntu ca la nonna sta cuntava E poi vidigraveame allrsquoim-pruvvisu li draghi e li cavaddhi alati ca sfrecciavanu vulandu ese putigravea sentire comu nu striunizzu propiu a mmienzu a la stan-za ca era ddeventata na fureata incantata e alla fine se dduma-vanu tante luciceddhe ca tremulavanu luntanu luntanu e poise perdigraveanu a rretu allrsquoorizzonte ndash a lu scuffundu dicigravea la non-na ndash addhai ci nu canta caddhu e nu lluce lunahellip

Pensagravetila comu vuliti ma ju sursquo sicuru ca prima o poi a nucertu giurnu precisu a lu postu magicu addhai ci se cugraventanulsquoncora li cunti de na fiata me incontru lsquontorna cu la nonna An-na percegrave lrsquoaggiu rrecalare na bella cosa ca mi la cunservu pe id-dha de quandu era picciccu picciccu

E ci sape se cu lrsquooccasione la nonna (ca mi lrsquoja prumigravesa) numi presenta finalmente la fija de lu Re percegrave de quiddha sursquo sta-tu sempre e suntu lsquoncora lsquonnamuratuhellip

Quista leggenda ca stegrave pe cuminciare quarchedunudice ca lrsquoave inventata nienti de menu ca LeoneTolstoj lu famosu scrittore de la Russia Quarche-

dun addhu dice ca egrave stata ripresa de lu scrittore Italu Cal-vinu A mie cu bbu dicu lu giustu mrsquohanu sempremparatu ca ede na storia vera originaria de le muntagnede lrsquoArta Italia ca poi egrave scisa chianu chianu a le parti decquassotta a nui e puru a la famija nogravescia ca pe la veritagrave egravesempre stata patriottica Tantrsquoegrave veru ca allrsquourtima de li un-dici fij avuti de la nonna Anna lu nonnu Paulinu nogravesciuvoze cu li degravescia lu nome de Triestina propiu a onore dela cittagrave de Trieste ripijata allrsquoAustria a la fine de la primaguerra mondiale

Vabbegrave Comu ede comu nun ede lsquostu cuntu ca morsquo vucuntu a casa nogravescia era deveru de casa percegrave ogni tantuscigravea e bbenigravea pe vucca no sulamente de la nonna Annama cchiui de na fiata puru de la zigrave Ninetta e addhe fiate dela zia Teresina e de la zigrave Cetta o puru de la Rusaria ca erala cugina crande e ca ede lsquoncora viva e vegeta cu la bonasalute e li mandu nu baciu

Allora siti pronti Se siti pronti zzaccuCrsquoera na fiata nu Re ca tenia nu fiju unicu La Regina di-

fatti srsquoja mmalazzata cu lu parturisca e de tandu a lsquompoinu potte avire cchiui nisciunrsquoaddha cravidanza

Lu Re naturalmente li vuligravea ancora cchiugrave bene a lsquostu fi-ju unicu E si lu cocculava e lu nsistigravea ogni mumentu esciucava cu iddhu e li cuntava storielle curiose cu lu di-verta e li facigravea rrecali drsquoogni ben di DiulsquoNsomma cerca-va cu lu ccuntenta in tuttu e per tuttu

Ma lu principinu invece era sempre scuntentu Morsquo era puru ddeventatu carusu nu giovanottone ertu

beddhu e distintu comu nu veru Principe Scigravea a lsquoncaccia

ma de malavogliaComu cuminciava afare na cosa dopu nupocu se ncaddhiscia-va Lu Re lrsquoja datu pu-ru nrsquoarmata de sur-dati cu lu invoglia al-lrsquoavventura ma id-dhu mancu pe lacapu

Nu paru de fiate cuccuntenta sigraverasa ca luspingigravea quasi a lsquonfor-za ja puru partecipa-tu a lu torneu de lacavalleria ca se tenigraveadorsquo fiate lrsquoannu ma secapigravea subitu ca a lugiovane nu li cuddha-va percegrave nu teniapropiu piacere denienti e lu cchiui de lefiate stava sempremalinconicu

Crsquoeranu periudi capassava sciurnate in-tere nfacciatu a lubalcone cu lu sguar-du persu luntanu

laquoMa cce hai Cce edeca ti mancaraquo li ddumanda-va sigraverasa

laquoNu sacciu mancu iuraquo ri-spundigravea iddhu

laquoForsi ca sinti lsquonnamura-tu ndash cuntinuava lu sirendash Harsquo misu lrsquoocchi su qual-che beddha carusa Dimmigrave-lu fiju miu ca de vagnunebeddhe ne truvamu centu efosse puru la fija de lrsquoImpera-tore oppuru na semplicecontadina se propiu ti pia-ce ti la fazzu spusareraquo

Nienti Lu Principe co-tulava la capu e mancu lirispundigravea

Ddhu poveru cristianu

de lu Re alla fine lrsquojapruvate tutte inutilmen-te cuncerti de musicafeste de ballu sfilatemascherate numeride scioculieri animaliparlanti

Alla fine decise fice nu bandu e chiamau a cunvegnu limeju duttori professori studiosi e filosofi de tuttu lu Re-gnu e finalmente dopu sette giurni e sette notti de assem-blea ci foe na parvenza de rimediu a la situazzione

Lu Capu Sapiente ca tenigravea la barba vianca e lu parlare

24 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

pulitu li disse a luRe laquoMaestagrave abbiamoindagato e ragionatoprofondamente Abbia-mo studiato le StelleChiesto consiglio al-lrsquoAurora e al TramontoInterrogato il SilenzioEsplorato lrsquoOscuritagrave e ilDubbio E aperto infi-ne tutte le novantano-ve porte del MisteroOra per liberare vostrofiglio dalla malinconiadovete cercate un uomoche sia contento Macontento in tutto e pertutto Di se stesso del-la sua famiglia dellapropria occupazionedella sua casa del paesedove vive della genteche incontra dellrsquoariache respira delle stagio-ni che cambiano e an-che degli animali deglialberi delle montagnecosigrave come pure del mareo dei fiumi e dei laghi edi tutto ciograve che lo cir-

conda Quando incontreretequestrsquouomo prendete la sua ca-

micia e scambiatela con quella di vostro figlio E il Principe fi-nalmente guariragraveraquo

Lu Re se dese de fare subitusenza mancu cu perda nu

minutu lu tiempu curraccoja tutti lrsquoamba-sciatori de lu Regnu

ccumpagnati de centusurdati segretari mes-saggeri currieri esplo-ratori e aiutanti drsquoogni

genere e li sparpa-jau a li quattru pizzi cu

se degravescianu de fareE foe cusigrave ca dopu nu

paru de giurni li pur-tara nu Monacu rumi-tu

laquoMonacu santu dim-mi se sirsquo cuntenturaquo liddumandau lu RelaquoCertu Maestagrave Sursquocuntentu de intru e de

fore La solitudine fur-tifica e santificaraquo laquoBravu Bravuraquo li disse lu Re E poi li fi-ce lsquosta pruposta laquoVorsquo cu bbieni cu mie a lu castellu pe dire lepreghiere intru a la cappella realeraquo

laquoMacari Maestagrave E comu no De corsa vegnu a lu castel-lu Cusine me pozzu rripusare nu pocu ca stisu sempre lsquonter-

ra sulu sulu e pe lu friddu de certe notti a le fiate mi vene la ma-lincuniaraquo

laquoVane vane Monacu rumitu Se eri veramente cuntentu nudesideravi cu stai meju de cu comu stai Via Viaraquo li cridau luRe Li dese na borsa de munete drsquooru e lu cacciau

Dopu nrsquoaddhu paru de giurni li purtara nu Massaru catenigravea cchiui de decemila pecure e nu crande llavitu e erariccu spundatu ma era puru tantu bbonu de core ca davafatigravea a ci la cercava e rrecalava de mangiare a tutti e purusordi a ci tenigravea bisognu e tutti li vuligraveanu bene e iddhu eracuntentu

laquoMassaru Massaru se vide ca sigrave cuntentu Ma tie deveru tesienti cuntenturaquo li ddumandau lu Re laquoCertu Maestagrave Co-mu viditi ssignurigravea stessu iu tegnu tuttu e cchiui de tuttu etutti mi vogravelanu bene Perograveraquo

laquoPerograveraquo li rripetigraveu lu Re ca vuligravea cu saccia de cchiuilaquoPerograve lrsquoanni passanu Maestagrave E mi vene la malincunia quan-du pensu ca prima o poi puru iu aggiu murire e aggiu lassaretuttu quiddhu ca tegnuraquo

laquoVane vane Massaru riccu spundaturaquo li cridau lu Re laquoSeeri veramente cuntentu nu desideravi cu eggi eternu ca sulu alu Patreternu li spetta Via Viaraquo Li rrecalau na borsa demunete drsquooru puru a iddhu e lu cacciau

Poi dese ordine a li surdati cu nu li portanu cchiui ciu-vieddhi pe ddha settimana percegrave era rimastu tantu delu-su de lsquosti primi risultati ca era meju cu se ddefrisca nupocu E ccumpagnatu de quattru cavalieri se ne scigraveu que-tu quetu a lsquoncaccia intru a lu voscu

A lu tramontu quandu sta turnava a lu castellu passan-du vicinu a na capanneddha ca sta cadigravea arsquostozze lsquontise navoce ca dicigravea laquoCrazzie Signore miu Puru ogravesce mrsquoai pruvvi-dutu cu faticu e cu mangiu Aggiu sudatu e me sentu nu pocustraccu pe la fatigravea ma sursquo cuntentu lu stessu Morsquo mi mangiu nupocu de minestra poi me curcu me riposu e crammatina comusempre cu lrsquoaiutu de Ssingurigravea me ddisciatu cchiugrave friscu e cchiugravefelice de na rosaraquo

laquoEcculu ndash disse lu Re cittu cittu ndash Finalmente lrsquoimu truvatuquistu ede propiu lu cristianu cchiugrave cuntentu de tuttu lu Regnu Las-sagravemulu cu mangia ca poi trasigravemu e facimu cu ni degravescia la camisaraquo

E dopu nu pocu trasegravera lu Re cu tre surdati E ddhu cristianu ca srsquoja giagrave menatu su lu liettu e quasi

sta pijava sonnu se zau fuscendu e ddumandau cce buligraveatutta ddha gente a casa soa E lu Re in persona li disse cusi caccia lsquoddha specie de cuperta ca tenigravea lsquonturtijata susue cu li degravescia la camisa ca tenigravea de sotta ca li servigravea Ca poipe lsquostu favore lu rrecalava cu nu saccu chinu de giuielli ede munete drsquooru E ddhu cristianu ca ncora nun ja capitusi la cacciau sugravebitu ddha specie de cuperta ca tenigravea lsquontur-tijata susu

Ma sotta nun crsquoera nuddha camisa Nu la tenigravea la cami-sa ddhu poveru cristianu Nu lrsquoja mai tenuta a lsquonvita soa

Cari amici a la fine de lu cuntu la nonna Anna ni dicigravea sem-

pre ca la camisa de la felicitagrave nun esiste Lu segretu ede unu su-lu rripetigravea ognunu de nui tocca cu se saccia nccuntentare Cula camisa o senza Percegrave nu sempre egrave certu ca unu ca la tene lacamisa ede alla fine cchiugrave cuntentu e felice de unu ca invece nula tene

Cu tanti Auguri de bone Feste e cu la bona saluteMelanton-Roma 2015

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 25

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

26 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Era stata educata a Galatina

Sofia Stevens nacque nel 1845 a Gallipoli figlia del vi-ce Console inglese nella citta salentina Henry Stevensche rimase in carica fino al 1867 anno in cui morigrave An-

che il nonno di Sofia Richard era stato vice console dal1829 fino al 1853Mentre la madre diSofia era una nobil-donna di originefranco-napoletanaCarolina Auverny

Sofia era la secon-da di cinque figli (trefemmine e due ma-schi) ed era stataeducata prima a Ga-latina poi alla etagrave diundici anni fu man-data a Napoli doveebbe per maestro dilingue e di poesia Fe-derico Villani aquindici anni ritornograve

a Gallipoli e di qui ebbero inizio come era norma per i gio-vani di buona famiglia i viaggi di formazione in Europa

Con lo zio Giovanni Auverny per due anni Sofia non fe-ce che viaggiare Parigi Madrid Berlino Zurigo Monacodi Baviera Copenaghen ecc Si perfezionograve negli studi clas-sici conoscendo oltre lrsquoitaliano il francese lrsquoinglese lo spa-gnolo e il tedesco e rientrata a Gallipoli cominciograve ascrivere per proprio conto fincheacute morto il padre nel 1867(Sofia ha 22 anni) si trasferigrave con la madre e tutta la fami-glia a Napoli Qui sposograve senzrsquoamore Settimio Bartocci Idue vissero tra Gallipoli e Napoli a seconda delle stagio-ni fincheacute nel 1873 venne diagnosticato a Sofia (ha soltan-to 28 anni) un tumore al seno Da questo momento in poiSofia si trasferisce definitivamente a Napoli Non rivedragravepiugrave Gallipoli Operata tre anni dopo muore il 9 agosto1876 a soli 31 anni di etagrave

Muore con il rimpianto di un amore infelice e con la suaGallipoli nel cuore

Lascia scritte con il lapis in vari quaderni-diari 350 poe-

sie che aveva cominciato a scrivere fin dallrsquoetagrave di 15 anniVerranno pubblicate postume nel 1879 sotto il titololdquoCantirdquo come avrebbe desiderato lei stessa che ammira-va e amava moltissimo i ldquoCantirdquo leopardiani

Era una creatura dolce e malinconica morigrave infeliceVi chiederete comrsquoera Sofia Stevens questa singolare no-

bildonna gallipolitana dellrsquo800Non abbiamo testimonianze coeve ma dallrsquoeffigie del ri-

tratto che ci ha lasciato e soprattutto dalle poesie che ha la-sciato come sorta di testamento spirituale egrave facileimmaginare una creatura dolce fine delicata pallida pa-tetica malinconia romantica e tuttavia non era una fan-ciulla tutte trine e sospiri

Era intelligente colta conosceva quattro lingue di carat-tere molto riservato era schiva viveva appartata aveva unmagnifico rapporto con la natura che la circondava e so-prattutto Sofia si sentiva profondamente gallipolitana fi-glia di quella terra un porsquoruvida ma splendida e generosaE ciograve lo esplicita nelle sue poesie che sono di chiara imita-zione e sul modello tardo-romantico alla Prati o alla Ale-ardi tanto per intenderci anche se il suo modelloinarrivabile fra tutti i poeti da lei conosciuti era GiacomoLeopardi il poeta del dolore a cui si sentiva molto vicinosia per il suo temperamento malinconico che per le tristi

POETI SALENTINI

Gallipoli (LE) - Antica raffigurazione del porto

Sofia Stevens

di Augusto Benemeglio

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 27

personali vicende biografiche Le poesie di Sofia Stevenssono molto sentimentali talora sognanti malinconichedolenti Ma ciograve che ella prova non egrave finzione non appartie-ne alla convenzione percheacute la sua vita fu veramente brevedolorosa e infelice costretta a sposare un uomo che nonamava e a patirne tutte le amare conseguenze e infine col-pita da un male terribile allora incurabile che lrsquoavrebbeportata alla morte tra atroci sofferenze fisiche e spirituali(ldquoA lrsquoalma mia tapina tormenti senza fine innanzi pa-rahelliprdquo) a soli 31 anni

Dal cielo son discesaIn questa fonda valleE al suolo mrsquoha protesaUn infelice amoreNon piugrave lrsquoamorchrsquoio vagheggiava tecoE che potea securaFin confidare a lrsquoecoDe le paterne muraMa di foco avvampante passioneChe sebben corripostaTerribile tenzoneContro me stessa ha impostoInvano io vograve domarlaQual fa lrsquoondaTanto furente da schiantar le digheFuori trabalza e tutto intorno inondaE seco trascinando la rovinaA lrsquoalma mia tapinaTormenti senza fine innanzi paraE mrsquoapparecchia la gelata bara

La ruvidezza degli antichi scogliSofia lrsquoabbiamo detto amograve molto la sua terra natia Gal-

lipoli che considerograve sempre sua prima vera autentica pa-tria sebbene non ci abbia vissuto moltissimo E alla suaterra dedicograve descrizioni poetiche non convenzionali conunrsquoattenzione particolare alla precisione terminologica nelcampo della fauna e della flora salentina frutto della suacuriositagrave e passione per la botanica e le scienze naturali

hellipE si distendeSursquo sassi calcinati darsquo fulgoriDe lrsquoastro che in maggiore in ciel risplendeDiserta vrsquoegrave perograve rude la zollaDa pochi sterpi adorna e serpollinohellip

A me cresciuta Sopra lido marina avanza in coreLa ruvidezza dersquo nativi scoglihellipAride pietre e meste io veggo intornoOve licheni biondi e serpollinoSono i soli a profumar cocente il giornohellipErsquo qui sabbioso il suolo e non vrsquoha ramoE pure e pure questa terra io lrsquoamo

ldquo E mrsquoegrave duolo perenne la vitahelliprdquoAl periodo della fanciullezza e dellrsquoadolescenza si con-

trappone la dura realtagrave del presente in cui sono definitiva-mente tramontati i sogni e le speranze di coronarefelicemente il suo amore Chi domina incontrastato ora egrave ildisinganno e la disillusione

Lrsquoalma fidente si commuove e speraMa il disinganno apparehellipah rio velenoMa finite le gaie stagioniOgni speme con esse egrave partitaOra ignoro gli amori ed i suoniE mrsquoegrave duolo perenne la vita

Giglio nellrsquoombra e nel gelo sullo sfondo di un accesotramonto

Il dolore e la tristezza dellrsquoanimo di Sofia malata in pre-da anche allo sconforto di non poter piugrave rivedere Gallipo-li percheacute il viaggio le sarebbe troppo doloroso fannoaffacciare nella giovane donna lrsquoidea prepotente della mor-te E lo fa con accenti e riecheggiamenti chiaramente leo-pardiani

Oh felici coloro cui concessoErsquo giagrave il riposo de lrsquoeterno sonnoLagrave presso lrsquoonde di quel mar serenoSotteso le robinie e le gaggieDe le fiorite italiche pianureDove srsquoascolta il cinguettio giocondoE dove il pianto semplice donzellaVersa devota sopra lrsquourna amica

Donna Sofia Stevens a cui Gallipoli ha dedicato unavia nel borgo una via discreta e appartata sulla rivieradi tramontana rimarragrave per sempre lrsquoemblema della de-licatezza e della femminilitagrave romantica ma anche dellatenerezza e del profumo discreto un candido giglio trale rocce unlsquoombra delicata e tenera sullo sfondo di unacceso tramonto di Gallipoli bull

28 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

PITTORI GALATINESI

Metafisica scettica mi piace defi-nire la pittura di Totograve Rossettispirito inquieto e indagatore cu-

rioso della condizione esistenziale con-temporanea

E con le sue opere il nostro egrave un ritorno auna ben strana e originale metafisica unametafisica questa volta salace arguta piugraveafferente ndash certo ndash ad uno spirito pirandel-liano ma ndash sento di poter dissentire da cer-ta critica ndash alquanto lontana dalla musainquietante dechirichiana

Rossetti non sembra estraniarsi dal pre-sente non intende costruire un universoche trascenda la realtagrave piuttosto sembravoler fare il verso ai costumi ai tic alle pes-sime abitudini della societagrave massificata inun intento intelligentemente neoillumini-sta che fa perno sulle sorti alternanti e mu-tevoli della natura umana messe a nudo elasciate al compiaciuto ludibrio del visitatore

E dentro questo programma di rivisitazione della socie-tagrave e dellrsquoindividuo occupano un posto preminente la ten-sione critica la contestazione sobria ed elegante che solo la

pittura metafisica puograve pronunciareQuesto nitore delle opere di Rossetti deriva dal fatto che

lrsquoartista sa innanzitutto padroneggiare con abilitagrave la figu-ra competenza che non pare fargli difetto bencheacute proven-

ga da una formazione autodidattaA ciograve si aggiunga anche in lui la

predilezione per talune citazionistilistiche come le incursioni ldquoopti-cal artrdquo o addirittura iperrealisteche costellano tutto un percorso dioriginalitagrave

Dunque una metafisica pura opiuttosto un ideale metafisicoPropenderei per questa seconda in-terpretazione dato che esiste unnon so che di esplicito in quel suocromatismo cosigrave vivido in quellasua fedeltagrave alla forma ndash reinventatasigrave - ma sempre cosigrave sensibile allatrascendentalitagrave e aggrappata al re-taggio concreto dellrsquoesistenza

Talora infatti dalla pitture diRossetti affiora la tentazione delpaesaggio come rispecchiamentodella vita interiore della socialitagraveaffiora altresigrave un elegante figurati-ldquoLrsquoarte invita alla pacerdquo - acrilico su tela

ldquoSirenardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 29

vismo informato a un vagheg-giamento estetizzante dellaforma quasi un esito compen-sativo della coscienza forte-mente avvertita del caratterearido e amaro dellrsquoesistenza

Rossetti pertanto riesce atemperare con questi ricorsi ladisperazione senza attese chegiustamente caratterizza lrsquoere-ditagrave storica della pittura meta-fisica

Un riscontro di ciograve va ricer-cato nel suo ricco repertoriografico che spazia dalla pubbli-citagrave alla satira e nel quale risie-de la sapida inventiva concet-tuale di un uomo ben radicatonel proprio tempo

Antonio Miccoli

Nella personale visione del-la realtagrave Totograve Rossetti ci dagraveuna pittura originale tesa alladescrizione di avvenimenti estati drsquoanimo della societagravecontemporanea in chiave me-tafisica

Le sagome umane negli at-teggiamenti veraci inserite inuna architettura classica dateatro sono da collegare con lospirito penetrante pirandelliano e dechiriano

Crsquoegrave una denuncia della tradizione e crsquoegrave un modo singo-lare di dipingere efficaci come risultato percheacute le ansie deipersonaggi sono espresse e chiuse in una ben orchestrata

sfera eticaLrsquoartista vive e soffre la tra-

sformazione drsquouna societagrave checolloca con forza esistenzialeisolandola e sommergendolanel vuoto drsquouna disperazionesenza attese o nellrsquoillusione dieffimere gioie terrene

I personaggi recano ciascunoil peso del proprio vivere

Lrsquoarte del Rossetti riesce cosigravead esprimere lrsquoinconsistentemutevolezza umana

Sirio Marcianograve

Quasi un ideale metafisico egravela pittura di Totograve Rossetti na-ta da una complessa lievita-zione di spirituale sensibilitagrave enel contempo di partecipazio-ne alla forma che si concretiz-za in elaborati il cui fascinoprincipale egrave dato dalla armo-nica sintesi attuata attraversouna sua ricerca multi cromaed efficace nella resa pittoricae nella ricerca del volumequanto mai significativa nelsuo apporto di tensioni e di vi-brante sensitivitagrave

La ricerca del discorso nuovoed originale egrave dettato dalla sen-

sibilitagrave dellrsquoartista in uno spazio temporale ben definitonon solo nellrsquoaspetto artistico ma anche umano

La sua figurazione si avvale di un concetto espressivo te-so alla leggibile rappresentazione dei soggetti e di un par

ldquoEvardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 31

ticolare mondo pregno di sensibilitagrave umana e come ldquomo-menti di vitardquo nel loro atteggiamento che coglie gli esseriumani mentre compiono determinati gesti che li caratte-rizzano esteticamente e interiormente lrsquointervento croma-tico egrave lasciato alla particolare sensibilitagrave di questo artista

I racconti di intime suggestioni di Totograve Rossetti sono unfluire incantato di immagini sensitive emotive e trepidan-ti di una estrema poesia che trasferite nel colore secondouna metodologia musiva e secondo un respiro delle zonepolicrome egrave una operazione pienamente riuscita soprat-tutto per lrsquooriginale impostazione giocata su fremiti viva-ci e su emozioni improvvise

Sia pur nella meditata complessitagrave delle sue armonioseopere che nellrsquointenso fluire di una poetica sostenuta dasquisita capacitagrave espressiva egrave infatti la tipica urgenzacreativa infrenabile di Totograve Rossetti che sulla tela divieneforza espressiva

Questo suo mondo pittorico in cui la carica dei simbolidi tattili emozioni di percezioni cromatico-strutturali vo-luttuosamente luminose qualificano nella densitagrave materi-ca una personalitagrave decisamente autonoma di quel suofluire spontaneo di quel vibrare continuo di forme e di co-lori narrati con gioia come vita in perpetuo movimento

Nella Mariani

ldquoPrimaverardquo - acrilico su tela

ldquoVenererdquo - acrilico su tela

Le Associazioni degli Amici della Musica sono diffu-se in tutta Italia da oltre un secolo e ubbidiscono a unprincipio esclusivo di promozione e diffusione del-

la musica della sua finalitagrave formativa ed educativa per igrandi valori estetici e morali che esprime

Forse queste Associazioni sono nate per cercare di col-mare una carenza di interessi musicali un vuoto istituzio-nale gravissimo di uno Stato latitante e come dice il MdegRiccardo Muti criminosamente colpevole della inspiegabi-le assenza di insegnamento nelle scuole italiane fra le po-che in Europa

Le Associazioni rappresentano sul territorio nazionaleuna delle poche sicure ancore di salvezza per una catego-ria di musicisti e professionisti una specie ad alto rischiodi estinzione

Dopo piugrave di un secolo di presenza di movimenti cultu-rali stagioni concertistiche concorsi pianistici e tante tan-te idee la situazione musicale italiana rimane incertaquasi sospesa nel vuoto dellrsquoindifferenza dei politici i piugraveresponsabili della storica incapacitagrave di governare la cultu-ra del paese

Non solo ma si assiste anche a frequenti ed assurdi epi-sodi di analfabetismo musicale da parte di molti intellettua-li per nulla impensieriti dalla loro ignoranza anzihellip moltifanno sfoggio in alcune interviste pubbliche financo dellapassione per la musica Poi si va a scoprire quasi sempreche il loro interesse o amore egrave per un genere che non va aldi lagrave delle insignificanti musichette di consumo

I veri amici della musica sono quelli non della ldquopizzica etamburellordquo non della ldquopopolarerdquo neacute della folk e dellarock ma qualche volta della jazzistica e sempre della co-siddetta ldquoClassicardquo per intenderci quella di Palestrina

Monteverdi Mozart Beethoven Cho-pin Schubert Liszt e tanti altri

Noi siamo la patria insieme a Ger-mania e Francia del patrimonio mu-sicale piugrave importante del pianetaRappresentiamo la meta che tutti imusicisti del mondo sognano ma ciograveche avviene per i beni artistici succedeanche per quelli musicali Infatti neabbiamo fin troppi e a volte cadononellrsquooblio alcuni musicisti per i qualialtre nazioni vanterebbero meriti ec-cezionali A Galatina per esempio cisiamo dimenticati di tre illustri citta-dini Pasquale Cafaro del rsquo700 Giu-seppe Lillo dellrsquorsquo800 e Adolfo Gal-luccio del lsquo900

LrsquoItalia a cui il mondo intero conti-nua ancora oggi a guardare con gran-de ammirazione e stima per la suainvidiabile storia della musica egrave ilPaese perograve dove stranamente meno lasi studia diminuisce il numero delle

orchestre scompaiono istituzioni corali e suoi teatri sof-frono per mancanza di risorse e per il loro malgoverno

Si ha lrsquoimpressione che da un momento allrsquoaltro tuttopossa collassare e implodere seppellendo lrsquoimmenso pa-trimonio musicale

Purtroppo lrsquoattenzione delle Istituzioni nazionali e loca-li continua ad essere deludente se non indifferente Ubbi-disce ad una tendenza tutta italiana che si puograve sintetizzarenel pensiero di un noto ministro di un recente governo chediceva ldquoCon la cultura non si mangiardquo

32 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ASSOCIAZIONI CULTURALI

1952 - Galatina (LE) - il Mdeg Bruno Massaro in concerto

Eppure lrsquoItalia egrave secondo le stime dellrsquoUnesco il Paeseche detiene il maggior numero di beni artistici e cultura-li del mondo ma investe meno risorse degli altri Paesieuropei

In Italia siamo al 27deg posto lrsquoultimo E come se non bastasse

queste poche risorse sonocontese da un numero ecces-sivo di Associazioni Enticulturali e Fondazioni e perdi piugrave mal distribuite e spes-so elargite con criteri estra-nei al principio della qualitagravee del merito

La storia musicale di Ga-latina comincia idealmentenel 700 con un suo musici-sta di fama come PasqualeCafaro prosegue nellrsquo800con Giuseppe Lillo compo-sitore di molte opere lirichee musica da camera e nel900 con Adolfo Gallucciodetto Galladol

Questrsquoultimo un musici-sta gentiluomo era un com-positore di pezzi straor-dinari che eseguiva con unasua piccola orchestra drsquoarchiin concerti pubblici e spessoin salotti privati ove ricordosi trascorrevano serate mu-sicali gradevolissime Inquesto stesso periodo forseinfluenzati dalla personalitagravedel Galluccio a metagrave anni50 alcuni amici si attivarono per dare vita alla prima As-sociazione Amici della Musica di Galatina

Artefici eccezionali di questo movimento culturale furo-no la nobildonna Luisina Vallone Sticchi il dott AngeloSodo animatore principale le profsse sorelle Gina e An-tonietta Piscopo la profssa A Congedo la profssa Wan-da Bruno il sig Raffaele Congedo

La prima sede dei concerti fu la palestra della Scuola me-dia ldquoG Pascolirdquo in cui ebbi il piacere di suonare alcune miecomposizioni elogiate dal presentatore allora giovane pre-sidente Angelo Sodo ora giudice in pensione

Dopo qualche anno ci si spostograve nella sala ldquoLillordquo ora Sa-la consiliare del Comune acui sono legato da un tristericordo fui respinto alla por-ta drsquoingresso della Sala per-cheacute sprovvisto di abbona-mento

Per me allora quindicen-ne lrsquoiscrizione allrsquoAssocia-zione era un lusso che nonpotevo permettermi

Intanto a fine anni 50 or-mai affermato nellrsquoambientemusicale galatinese e nonsolo fui incaricato dalla pre-sidente Vallone insieme al-lrsquoamico Virgilio Contaldodella vicepresidenza del-lrsquoAssociazione che in quelperiodo in cerca di una sedepiugrave confortevole fu ospitatanel Circolo cittadino ldquoCirco-lo dei Signorirdquo ora sede deiVigili Urbani Il salone eraabbastanza elegante e ca-piente e il pubblico nonmolto numeroso era suffi-ciente a tenere dignitosa-mente in vita le seratemusicali

In questa nuova sede lrsquoAs-sociazione sembrograve aver tro-

vato finalmente una sua collocazione piugrave in linea con leesigenze di raffinatezza ed eleganza delle sue serate

Ma non si era valutata la presenza di alcuni anticorpi chesi annidavano tra i Soci del Circolo

Succedeva non poche volte che alcuni ldquoSignorirdquo noncu-ranti del concerto in corso nella saletta di lettura a fiancodel salone non sapessero fare a meno della partita a carte

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 33

1990 - Il prof Zeffirino Rizzelli in undibattito pubblico al Centro Studi Musicali

e che nel momento meno op-portuno esclamassero ad altavoce frasi tipiche del gioco del-la scopa

Superati questi momenti em-blematici di un periodo storicoormai vicino al rivoluzionariorsquo68 lrsquoAssociazione perdette loslancio della prima fase e pianpiano si esaurigrave per mancanza disostegni umani e materiali

Il sottoscritto in cerca di nuo-vi interessi musicali e desidero-so di attuare per Galatina piugravesolidi progetti abbandonograve lrsquoAs-sociazione per fondare il Con-corso pianistico nazionaleldquoCafarordquo sostenuto dallrsquoentu-siasmo di un acceso appassio-nato della musica lrsquoamico OnBeniamino De Maria

Poi fu la volta della fondazio-ne del Circolo culturale ldquoIl Por-ticordquo questa volta con lrsquoaiuto digrandi personaggi della culturagalatinese mons Antonio An-tonaci docente universitariostorico e filosofo avv CarloCaggia dott Mario Montinarifondatore dellrsquoOspedaletto pediatrico a Bari e il prof Zef-

firino Rizzelli A fine anni 80sempre con la consulenza aiu-to e incoraggiamento dellrsquoami-co Rizzelli diedi vita ad unambizioso progetto ldquocredordquoutile al prestigio della cittagrave IlCentro Studi Musicali ldquoP Cafa-rordquo Una iniziativa che miravaa istituire in loco un Liceo Mu-sicale Pareggiato ai Conserva-tori di Stato

Ma come ormai molti sannonon fu realizzato solo per unsoffio per insensibilitagrave miopiae incapacitagrave di qualche politicodel momento

Il 1995 egrave lrsquoanno del ritornoagli Amici della Musica ripren-dendo un filo interrotto neglianni rsquo60

La prima riunione con i nuo-vi Amici non puograve non avvenireche nella sua sede naturale ilPalazzo della Cultura Parteci-pano i Proff Michele Benegia-mo Lucia Falco GiovannaLucarelli Maria MazzarellaClelia Massaro la sigra MariaMasi la sigra Giovanna Pelle-

grino lrsquoavv Antonio Legno il dott Domenico Mangione

34 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

1996 - Galatina (LE) - Chiostro Basilica S CaterinaSpettatori durante un Concerto Amici della musica

il prof Zeffirino Rizzelli Le serate iniziano nella Sala ldquoContaldordquo e proseguono

negli anni successivi senza interruzione ospitando fino adoggi oltre 400 fra musi-cisti letterati scrittoripoeti attori cantanti

Dal rsquo95 siamo ormailontani 20 anni ed egravequindi comprensibileche io esprima ora unsenso di generale sod-disfazione e orgoglioIl merito principale na-turalmente va soprat-tutto ai Soci prove-nienti da molti paesidella provincia checon senso di responsa-bilitagrave ed abnegazionehanno sostenuto lrsquoini-ziativa facendoci rag-giungere un traguardoimportante un obietti-vo degno di una gran-de cittagrave una conquista sociale a vantaggio dellrsquointeroSalento

La qualitagrave dei nostri concerti egrave dovuta alla fattiva colla-borazione della nostra Associazione con le piugrave interessan-ti Rassegne internazionali I rispettivi Direttori artisticicollaborano ormai con noi da un porsquo di anni segnalandocii vincitori assoluti dei Concorsi Recentemente abbiamoavuto lrsquoonore della collaborazione con la prestigiosa Acca-demia Internazionale di Imola diretta da un amico il MdegFranco Scala che ha voluto ldquoregalarcirdquo per lrsquoinaugurazio-ne dellrsquoattuale Stagione concertistica uno dei migliori al-

lievi il pianista Roman Lopatinsky che ha mandato in vi-sibilio il numeroso pubblico con un pianismo brillante eun virtuosismo eccezionale

La nostra Associazio-ne egrave ormai una Univer-sitagrave della musica unospazio culturale in cuisi affrontano e svilup-pano tematiche specifi-che della letteraturamusicale nuovi studisulla liederistica ro-mantica e approfondi-menti sui vari stili eforme delle composi-zioni di ogni tempo

Un vero laboratoriosperimentale per ela-borazioni di natura cri-tica e filosofica

Con il programma disala poi sempre ac-compagnato da unrsquoat-tenta guida allrsquoascolto

si continua a perfezionare la formazione critica dei Socioffrendo loro un prezioso mezzo di comprensione dellecomplesse problematiche delle opere musicali

Una realtagrave stimolante per Galatina ed una indicazioneper far riflettere i responsabili politici nazionali

Qualche volta dalla periferia puograve emergere un utile sug-gerimento

Forse sarebbe auspicabile da parte dei politici un porsquo diumiltagrave per sostituirla allrsquoarroganza di chi continua semprea governare isolato con presunzione e incapacitagrave di com-prendere a fondo i veri problemi del Paese bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 35

2015 - Galatina (LE) - Il pianista Roman Lopatinskyallrsquoinaugurazione della stagione concertistica 20152016

Bruno Vittorio Massaro

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 6: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

Quella domenica mattina rimanemmo tappati in ca-sa per via di un tempaccio che prometteva poco dibuono Il cielo era cupo come allrsquoimbrunire inol-

trato e i tuoni preannunziati da sfolgoranti lampi ci scuo-tevano ripetutamente mettendoci addosso unrsquoindicibilepaura Da ligrave a poco un impetuoso acquazzone si abbatteacute suGalatina con inaudita violenza accompagnato inizialmen-te da acqua e dopo alcuni minuti da chicchi di grandinegrossi quanto noci Per non farci ulteriormente spaventa-re la mamma aveva accostato tutte le imposte delle fine-stre lasciando aperto uno filo di pochi centimetri per nonrimanere completamente al buio Intanto il temporale nonsi concedeva un attimo di pausa e continuava a scaricaretuoni che ci massacravano lrsquoanima e grandine che sembra-va volesse perforare la volta delle varie stanze e colpircicon tutta la sua violenza

ldquoBambini spostiamoci non possiamo stare ancora quihellip Ve-nite venite con mehellip distendiamoci sul lettone e aspettiamo chefinisca di grandinarerdquo ndash ci consigliograve la mamma esortando-ci a seguirla

ldquoSigrave sigrave sul lettohellip lagrave staremo al sicurordquo ndash srsquoinserigrave nonna An-tonietta da alcuni giorni venuta a trovarci per aiutare lamamma nei preparativi per il Santo Natale

In quattro eravamo rannicchiati su quel lettone abbrac-ciati gli uni agli altri e ripetevamo le orazioni per allonta-nare il temporale Papagrave e Gaetano intanto si erano giagraverecati in drogheria da una buona mezzrsquoora

ldquoAgravezzate San Giuvanni e nnursquo ddurmire ca vigravesciu tthre nuve-je caminare una drsquoacqua una de vientu una de thristu mmale-

tiempu Pogravertale a ddhrai ca nursquo ccanta caddhru e nnursquo lluce lu-na nunn have anima criaturardquo1

La nonna molto timida e facilmente suggestionabile laripeteva in continuazione con le mani giunte e gli occhi ri-volti verso lrsquoalto come a volersi congiungere con un ipote-tico San Giovanni Di tanto in tanto dopo un improvvisolampo intercalava unrsquoimmancabile ldquorsquoMmaculata Mariardquoseguita dal segno della croce e da un bisbiglio di altre im-percettibili preghiere

Dopo un buon quarto drsquoora di furioso acquazzone final-mente smise di piovere e un sole dapprima timido e sfug-gente fece capolino regalando un porsquo di serenitagrave a ognunodi noi La strada era piena di pozzanghere colme non tan-to di acqua ma di chicchi di grandine per cui le personeche si erano arrischiate a venir fuori di casa per evitarledovevano procedere zigzagando

Chiaramente a noi ragazzini non era consentito di uscirfuori a giocare

ldquoMamma ed ora cosa facciamo noi altrirdquo ndash si lamen-tava a giusta ragione Franco ndash ldquohellipNon ce la sentiamo ditrascorrere tutta la domenica rinchiusi in casardquo

ldquoVa bene va benehellip se ci sistemiamo intorno al braciere viracconto la favola di Betta e del suo gattordquo ndash suggerigrave nonna An-tonietta per tirarci un porsquo su

Detto fatto Ma la favoletta per quanto bella e interes-sante durograve appena una mezzrsquooretta

8 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

I QUADERNETTI DI ATHENA

Aula scolastica primi anni lsquo900

Galatina (LE) - Campo sportivo Piazza F CesariAnno 1950 - Da sn E Scalcione C Serra S RolloSalvati G Serra prof A Carcagnigrave E Giordano

ldquoEd ora che facciamordquo ndash tornograve a lamentarsi FrancoldquoNonna percheacute non ci racconti di quando eri bambina

dei tuoi passatempi e degli impegni domestici e scolasti-cirdquo ndash proposi per stingere un porsquo il malumore

ldquoAi miei tempi erano poche ragazze ad andare a scuola Io hofrequentato sino alla terza elementare quanto basta-va percheacute imparassi a leggere e a scrivere Drsquoaltra par-te in casa di lavoro crsquoera tantissimo e mia madre nonriusciva a star dietro ad una famiglia numerosa Per-ciograve quando avevo appena dieci anni decise di ritirar-mi dalla scuola per avviarmi pian piano ad impararetutti i vari lavori della vita domestica Giagrave qualcheanno prima aveva fatto altrettanto con mia sorellaUcciardquo

ldquoNonna parlaci di quello che accadeva inclasse Dicci se la maestra era burbera e se asse-gnava molti compiti per casardquo

ldquoVi rendete conto che stiamo parlando del 1885Di anni sono trascorsi tanti figli miei e i ricordi so-no molto incerti e sbiaditi Ricordo perograve che i banchierano alti ed avevano una ribaltina al di sotto dellaquale mettevamo la cartellardquo

ldquoCosa ci mettevate dentrordquo ndash chiedevo spin-to da molta curiositagrave

ldquoOltre alla colazione fatta generalmente di due fette di panecon pomodoro ci mettevamo il libro sussidiario quello di letturaun quaderno a righi uno a quadretti alcuni foglietti di carta as-sorbente la scatoletta contenente la penna la matita i penninila gomma per cancellare il temperamatite e quantrsquoaltro necessa-rio Sul tavolo della maestra crsquoera il pallottoliere uno strumentoutile per fare semplici calcoli aritmetici Sulla sua destra accan-to al tavolo crsquoera la lavagna sulla quale scriveva i concetti piugraveimportanti delle sue lezioni Lei era molto severa con noi e preten-deva che stessimo sedute compostamente di avere sempre il ma-teriale didattico per seguire la lezione di stare attente e di nonparlare tra noi Guai alla bambina che non si atteneva alle rego-le Crsquoera perograve sempre qualcuna che non le rispettava e a voltedava fastidio Ed allora lei la puniva mettendola dietro la lavagnaper unrsquointera ora e in caso di recidiva la bacchettava sonoramen-te e addirittura la faceva inginocchiareper terra con i ceci sotto le ginocchiardquo

ldquoMamma mia io non lo avrei fat-tohellip sarei scappato via da scuola masicuramente non avrei accettato di su-bire una punizione del genererdquo ndash leribattei senza troppo pensare

ldquoEd allora oltre a prenderle di santaragione anche dai tuoi genitori avresti ri-schiato di essere sospeso sino alla fine del-lrsquoanno scolasticordquo

ldquoNonna ti piaceva studiarerdquo ndash in-calzava Franco che intanto ci prova-va gusto ad interrogarla

ldquoNon mi piaceva lrsquoaritmetica inveceamavo molto la storia in cui eccellevoRicordo le spiegazioni della maestraquando ci parlava di Garibaldi dellaspedizione dei Mille di Mazzini e della Breccia di Porta PiaQuello che piugrave mi piaceva perograve era quando si faceva lezione ditombolo e di ricamordquo

ldquoNonna come procedeva la vita in casa Drsquoestate anda-

vate al mare o in campagnardquo - continuava Franco a tem-pestarla di domande

ldquoCosa hai detto il mare Il mare lo ho conosciuto soltan-to dopo essermi sposata Era il 1902 quando nonno Cesario micondusse in calesse a Gallipoli e poi a Santa Maria al Bagno Non

conosco perograve Otranto Santa Cesaria e Santa Maria di Leucapercheacute troppo distanti da Galatinardquo

ldquoNonna hai fatto diversi bagni hai imparato a nuota-rerdquo ndash incalzavo io subito dopo non concedendole un at-timo di pausa

ldquoFigli miei vi rendete conto di quello che mi chiedete Dibagni al mare avrograve fatto cinque o sei in tutta la mia vita ma nondi piugrave Allora non crsquoerano le auto per spostarsi Oggi a voi ba-sta meno di unrsquoora di tempo per arrivare a Gallipoli con il ca-mioncino a quei tempi invece con il calesse impiegavamo dueore abbondanti anche percheacute bisognava fermarsi almeno un pa-io di volte per far rifiatare il cavallo Il bagno poi era unrsquoopera-zione che durava non piugrave di cinque minutihelliprdquo

ldquoCome mai nonna durava cosigrave poco Noi invece stia-mo in acqua per oltre unrsquoorardquo

ldquoPer voi egrave tutto piugrave facile oggihellip Per ledonne di allora la vita era molto piugrave com-plicata Dovevamo osservare tanta riser-vatezza e comportarci sempre conaltrettanta discrezione avendo cura dinon guardare mai in faccia i bagnantiCosigrave mi diceva di fare tuo nonno I costu-mi da bagno nonostante coprissero tuttoil corpo ci sembravano molto aderenti inquanto mettevano a nudo la nostra con-formazione fisica E perciograve entravamo inacqua solo per poco tempo e quando crsquoerapoca gente in spiaggiardquo

Risate a non finire da parte mia edi Franco prontamente tacitate dallanonna

ldquoBasta non intendo piugrave parlarvi dellamia vita Voglio perograve aggiungere e poi

me ne sto zitta per sempre che sono ancora tante le donne dellamia etagrave a non aver mai visto il marerdquo

ldquoOooh possibile nonnardquoldquoCerto che sigravehellip Le donne di allora rimanevano sempre tap-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 9

Galatina (LE) - Interni del Teatro Tartaro

1952 - Gallipoli (LE) - Lido PiccoloFamiglia Duma al mare

pate in casa a fare mille lavori e ad adoperarsi alla cura dei pro-pri familiarirdquo

ldquoDai nonna non smettere di parlarcihellip ti promettiamoche staremo sempre ad ascoltare senza piugrave interromper-ti Raccontaci perciograve dei lavori che la donna era tenuta afare in casardquo

ldquoImpiegherei una vita a soffermarmi su queste cose invece viparlerograve di ciograve che si faceva durante le festivitagrave natalizie Intantonoi donne dovevamo partecipare alla novena in chiesa per poterottenere lrsquoindulgenza di Natalerdquo

ldquoNonna cosa sarebbe lrsquoindulgenzardquoldquoUna sorta di benedizione somministrata dal parroco che va-

leva per un intero anno Per otte-nerla era necessario recarsi inchiesa ogni mattina di buonrsquooraascoltare la santa Messa e comu-nicarsi Il Santo Natale era vissu-to con piena gioia da parte di tuttala famiglia anche percheacute in questoperiodo si mangiavano dolci e lec-cornie varie a non finire come leldquocarteddhraterdquo i rdquoporceddhruz-zirdquo le ldquocadde cadderdquo le ldquopitted-dhrerdquo i ldquobuccunottirdquo fatti in casaed altri intingoli Poi la sera del-la Vigilia la tavola era imbanditadrsquoogni ben di Dio Si mangiavanole ldquocozze de marerdquo le ldquopigravettulerdquocon rape o baccalagrave i ldquoviermiced-dhrirdquo il ldquocaponerdquo al brodo oppureil ldquocapitonerdquo accompagnato daldquofrittelle di patate o di cavolfiorerdquotutto preparato dalle mani esper-tissime della mamma Ovviamen-te si beveva anche del buon vinoBeh ora basta mi si egrave seccata lagola a furia di parlare Preparia-moci piuttosto a pranzare credoche manchi pocordquo

Nostro padre e Gaetano in-tanto erano rincasati dalla drogheria di nostra proprietagrave

ldquoPapagravehellip papagrave questo pomeriggio ci porti al campo spor-tivo a vedere la partita tra la Pro Italia e il Nardograverdquo ndash glichiesi immediatamente sperando in una risposta positiva

ldquoSe mantiene questo bel sole senzrsquoaltro sigrave ma semprecheacute ilterreno di gioco sia praticabilerdquo

Fummo fortunati Alle 1415 in punto contenti come unaPasqua (pur trovandoci a Natale) ci avviammo verso piaz-za Fortunato Cesari allrsquooccorrenza trasformata in campoda calcio La piazza era gremita di gente percheacute la partitaera di cartello Alla Pro Italia serviva la vittoria per sopra-vanzare i neritini in classifica ma purtroppo lrsquoincontro fi-nigrave 2-2 e il tanto sospirato sorpasso sfumograve Fummo perogravesfortunati in quanto a pochi minuti dal termine il centra-vanti Angelo Calabretti sbagliograve un calcio di rigore speden-do il pallone sulla traversa (prima drsquoallora non ne avevamai fallito uno)

Non lo nascondo ce ne tornammo scontenti per lrsquoinop-portuno pareggio

ldquoSu su ragazzi stasera vi porterograve al cinema e cosigrave dimenti-cherete la grande delusionerdquo ndash ci disse nostro padre ritor-

nando a casaldquoBravo papagravehelliprdquo ndash esclamograve spontaneamente Franco ndash

ldquohellipSei il piugrave bravo papagrave di tutto il mondordquoldquoSigrave sigrave papagravehellip al Tartaro proiettano lsquoLa rosa nerarsquo con

Tyrone Power Egrave senzrsquoaltro un film fantastico percheacute aquanto pare ci devono essere diversi mortirdquo ndash aggiunsiio innocentemente

ldquoA dire il vero vorrei portarvi al Cavallino Bianco dove pro-iettano il film lsquoBellezze al bagnorsquo Crsquoegrave la bellissima attrice EstherWilliams egrave un film molto dolce e appassionanterdquo

ldquoIo non ci vengordquo ndash reagigrave Franco molto rammaricatoldquoNeanche iohellip Non mi piacciono i film drsquoamore ma

quelli di guerrardquo ndash conclusi insua difesa

ldquoVa bene va bene siete incon-tentabili Devo essere sempre ioa sorbirmi un filmetto da quattrosoldi e per giunta molto violen-tohelliprdquo ndash concluse papagrave alquan-to contrariato ndash ldquohellipMa sappiateche questa egrave lrsquoultima volta che viaccontentordquo

Diceva sempre cosigrave nostropadre ma alla fine eravamonoi figli a spuntarla in ogni cir-costanza

Al cinema ci recammo moltopresto subito dopo la partitaper poter vedere il film un pa-io di volte

Prima di andar via chiedem-mo a nostra madre trenta lirenon tanto per pagarci il bigliet-to drsquoingresso (a quello ci pen-sava papagrave) quanto peracquistare un cartoccio di lupi-ni ed uno di semi di zucca (pas-satiempu) Eravamo fortunatiad appartenere ad una fami-glia che ci accontentava quasi

in tutto Tanti altri ragazzi invece non avendo un solo cen-tesimo in tasca erano sempre ligrave nei pressi dellrsquoingresso alcinema (e stanno ancora ligrave) intirizziti dal freddo ad atten-dere lrsquooccasione giusta per entrare di soppiatto soprattut-to durante i momenti di ressa Molti ci riuscivano ma tantialtri erano costretti a rimanere fuori

Il film pur essendo a colori venne proiettato in bianco enero ma per noi fu ugualmente fantastico Stemmo in sa-la piugrave di tre ore esattamente dalle sedici e trenta a quasi leventi Tornando a casa la nostra mente era giagrave proiettataallrsquoindomani Crsquoera lrsquoincubo assillante di dover studiaretanto per sbarazzarsi dei compiti assegnati dal maestro perle vacanze natalizie Di mattina si studiava ma di pomerig-gio si giocava per la strada nostra grande palestra di vitadove noi ragazzi abbiamo costruito tutti insieme la no-stra identitagrave e dove abbiamo coltivato i nostri piccoli so-gni Ci aiutavamo vicendevolmente percheacute eravamo tuttifratelli Ci insultavamo ci picchiavamo ma dopo appenaun giorno eravamo insieme a giocare a sorridere adamarci Sigrave lrsquoamore era il nostro collante il denominatorecomune della strada e della scuola

Da sn - Angelo Calabretti e Pippi Gaballo

Anche tra gli adulti nonostante la vita fosse difficile e gra-ma vi era un sottofondo di solidarietagrave e di accettazione Lecase potevano restare aperte senza che nessuno ne appro-fittasse Crsquoerano ladri spinti piugrave che altro dalla fame e noncertamente per arricchirsi Crsquoerano tante sofferenze e peneeppure la gente le sapeva sopportare crsquoerano poche gioietutte condivise con chi non ne aveva La vita era un granbel circolo un girotondo in cui tutti ci vivevano litigavanoo si amavano ma sempre nel pieno rispetto reciproco

Oggi la vita egrave tutta unrsquoaltra cosa egrave piugrave difficile e caoticapiena di un esasperato materialismo e di un individualismoche di umano ha ben poco Assistiamo impotenti a guerretante guerre crsquoegrave una devastazione inesorabile della naturalrsquoavanzamento della cupidigia dello sfruttamento e dellaviolenza lo sfaldamento della famiglia e della scuola crsquoegravesolo il trionfo del Male Di chi la colpa Senza altro del pro-gresso del progresso scriteriato e selvaggio che non ha sa-puto correggere i difetti di fondo della societagrave drsquoallora mache anzi li ha acuiti illudendo e costringendo tantissimepersone a rincorrere miraggi piugrave che certezze Oggi la men-te dei nostri governanti egrave rivolta unicamente al PIL (prodot-to interno lordo) ma non certamente alla povertagrave che vadilagando in ogni dove A mio modo di vedere dovrebbe-ro rivolgere lrsquoattenzione a migliorare il FIL (felicitagrave internalorda) ma un simile obiettivo molto vicino ai bisogni es-senziali della povera gente non converrebbe a coloro chehanno le sorti dellrsquoItalia e del Mondo nelle mani

Spesse volte soprattutto quando sono assalito da scon-forto e delusione avverto il bisogno di rientrare in quelmondo incantato della mia dolce fanciullezza quando lavita era fatta di regole e di doveri di gioie contenute disuccessi sudati e meritati Allora ogni cosa sembrava esse-re a colori nonostante i film continuassero ad essere pro-iettati in bianco e nero A quei tempi lrsquoimmaginazione e lafantasia colmava i vuoti della vita mentre oggi la vita nonci fa piugrave sognare bensigrave preoccupare Ci sono perograve perso-ne che vivono una vita a colori Sono soltanto pochi privi-legiati che comunque non avvertono il calore del santoNatale percheacute per loro il Natale cade ogni giorno ma tratanta indifferenza e grigiore

La gente comune quella che soffre e si contiene quellache fa fatica a portare avanti una vita sulla corda la genteumile e laboriosa porta il Natale nel cuore per tutto lrsquoannoe attende con gioia lrsquoapprossimarsi di questo santo giorno

Ed egrave proprio a questa gente che rivolgo gli auguri piugravesinceri e non certamente a coloro che trascorrono il Nata-le tra feste bagordi e con il portafoglio sempre gonfio dihellipfelicitagrave rubata bull

Note1 ldquoAgravelzati San Giovanni e non dormire perchegrave vedo avvicinarsi tre nu-vole una di acqua una di vento e una di maltempo portale dove noncanta il gallo non splende la luna e non vi egrave alcuna creaturardquo

Rino Duma

Lrsquoultima descrizione informata e consapevole dellafigura del filosofo e medico Francesco Scarpa da So-leto (15581618) ce la offre Luana Rizzo(1) traccian-

do un profilo della sua formazione e del suo pensierofilosofico

Come apprendiamo giagrave da Gio Bernardino Tafuri(2) loScarpa nacque a Soleto da onorata famiglia e apprese le

prime funzioni sco-lastiche di letteratu-ra e lingua grecapresso il noto mate-matico e filosofoMatteo Tafuri dimo-strando prontezza esottigliezza dinge-gno e laureandosipoi a Salerno in me-dicina

Nel 1584 quandoha circa 26 anni ed egraveattivo cul- tore distudi filosofici mettea stampa la sua forseunica e rarissimaopera dal titolo ldquoDeAnimardquo nasconden-dosi sotto il nome diPitagora Salentino e

indirizzando con lettera dedicatoria la sua opera al mae-stro appunto Matteo Tafuri che vi viene definito AtlanteSalentino Cosigrave la dedica ldquoAd Atalante filosofo salentinoPitagora salentino questa sua opera come gradita dedicaTi meraviglierai senza dubbio maestro sapientissimo daquale straordinario ordine sia regolata lrsquoapparentementeopaca natura la quale vista attraverso le trasformazioniche di continuo le reca lrsquoingegno umano si mostra a quan-ti la considerano quasi un mirabile ed anche grandiosoartificio corroborato dalla potenza che vi si cela Tu senzadubbio rispetterai il motivo che mrsquoinduce a fissare su unatavoletta il mio pensierohellip Avendo intrapreso a scriverepartendo da questo punto sono costretto con senso di pro-fonda malinconia a stabilire che lrsquoanima sia ingenerata eincorruttibile e che sia singola e radicata nei loro corpiQuesto infatti attenditi e molto ti piaceragrave Stai bene(3)rdquo

Nullrsquoaltro se non questo breve cenno era fin qui a nostraconoscenza sul rapporto tra i due studiosi anche se qual-che altro scritto potevamo sperare di rintracciare percheacuteBernardino Tafuri scrive che lopera De Anima lsquofu lrsquounicaper quanto noi sappiamo chrsquoesso diede alle stampe avendo lrsquoal-tre da esso composte rimaste dopo la sua morte manoscrittersquo

Ma tante speranze e tante ricerche sono andate per annideluse fino a qualche mese fa quando ho ritrovato unalettera appunto dello Scarpa del tutto sconosciuta e ine-dita indirizzata proprio al suo maestro Matteo Tafuri cheegrave custodita nel Museo Civico di Galatina tra i documentiantichi del Fondo Cavoti Molto dobbiamo a Pietro Cavo-ti che dedicograve gran parte della sua vita agli studi di storiaarte letteratura e alla conservazione e trascrizioni di mol-ti documenti antichi di eccezionale importanza Si deve so-lo al Nostro se finalmente si egrave messa la parola fine allatravagliata discussione sulla calvarie del Tafuri indicatada Alessandro Tommaso Arcudi nella Galatina letterata edobbiamo ringraziare sempre Cavoti se si egrave giunti alla sco-perta dellanno di morte di Matteo Tafuri avvenuta il digrave18 novembre 1584(4)

Ora questa lettera di Scarpa a Tafuri che fu trascritta daCavoti nel 1856 da un originale oggi perduto era antica-mente conservata a Soleto pressoFrancesco Carrozzini il qualepoi la donograve a FortunatoVernaleone di Galatinanel 1773 Per qualemotivo avvenne ladonazione di questapreziosa lettera nonvi egrave modo sapereComunque la mis-siva fu indirizzatail 4 aprile 1583 daFrancesco Scarparesidente in Napolie giagrave dottore in me-dicina al Tafuri

Leggendo tra le ri-ghe si apre uno scenarioche irradia nuova luce tra ilmaestro e il disce-polo Innanzi tut-

12 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SCOPERTE ICONOGRAFICHE

Frontespizio volumeldquoDe Animardquo

Francesco Scarpa in undisegno di Pietro Cavoti

Importante ritrovamento di una missiva inedita del 1583 dal discepolo al Maestro

to si apprende che tra i due vi era una fitta corrisponden-za in quanto proprio lo Scarpa scrive in apertura ldquoPrie-

gomi Illmo Onmo Maestro mio che mefacciate avisato de quelle mie lette-

re colle quali io resposi allrsquoepi-stola vostrardquo

Oggi grazie al ritro-vamento della missivapossiamo dire con cer-tez- za che lo Scarpain procinto di termina-re la sua opera chiedeal maestro di essereaiutato nel completa-mento oltre - probabil-

mente - alla correzionedel testo lsquove supplico lo

aiuto vostro che me liberi dala ignorantia de la scriptura

et de li errori et nelle interpreta-cionirsquo

Non erra alloraLuana Rizzo a dire

laquoGrazie al trattato di Scarpa egrave possibile risalire allrsquoopinio-ne espressa da Matteo Tafuri sullrsquoanima e alle fonti allequali si ispira che lo portano a condividere con il Magi-stro sapientissimo la dottrina dellrsquoimmortalitagrave dellrsquoanimaraquo

E facile intuire anche che lopera allepoca della letteraegrave ancora una bozza ldquoAdunque secundo il mio parlare ve dicoche lo libro mio et al finerdquo e sappiamo anche che alla datadel 4 aprile del 1583 lrsquoallievo del Tafuri egrave a Napoli per vo-lontagrave del maestro in quanto piugrave avanti egli scrive ldquoet essen-do anco molto lontano da casa chesser in Napoli con lrsquoanimo etlrsquoosservanza de la cortesia et studij vostri che me comandasterdquo

Francesco Scarpa dimora nella cittagrave partenopea per ap-profondire gli studi filosofici utili allasua pubblicazione Bisogna anche pen-sare che il Tafuri in quel periodo avevacirca novantanni e per comprensibilicondizioni si appoggiograve al giovane al-lievo per ricevere delle informazioniculturali con ogni probabilitagrave dai suoivecchi amici napoletani Anche in que-sto caso abbiamo la conferma quando ilgiovane soletano gli dice che li hominidotti de Napoli salutano lOnmo Maestroche da molti siati amato

Questa testimonianza conferma concertezza che Tafuri era al centro di unmovimento filosofico e attorniato da uo-mini assai importanti come ad esempiolo sappiamo i fratelli Della Porta Possoaggiungere che lo Scarpa pochi giornidopo rientra in patria percheacute al 28 apri-le del 1583 egrave padrino per un battesimo in Galatina pro-prio lui il Messer Francesco Scarpa de Solito Ilcontenuto della lettera descrive chiaramente il pensiero fi-losofico che Scarpa vuole imprimere nel suo De anima untema comune in quel tempo e usando i testi antichi comequelli di Aristotele Trismegisto Seneca ed altri ancorastudiati certamente sui manoscritti antichi posseduti dal

Tafuri nella casa di Soleto como la letione ultima in sua ca-sa Illma che Trismegisto dixe che lanima et una sfera

Leggendo attentamente la lettera e consultando le pa-gine del De Anima pubblicato da Scarpa ho individuatoun passo descritto nella lettera e presente appunto nelsuo volume A pagina 62 della riproduzione anastaticadel De Anima del 1584 e grazie alla traduzione a fronte diSilvia Mandurino si legge laquoE lanima ben conserva me-moria delle cose e riflette e concepisce ideeraquo Mentre lafrase della lettera riporta laquo si legie in piugrave parti de la scrit-tura de lrsquoopera mia che lanima conserva bona la memoria dele cose et genera ideeraquo

La lettera risulta unanteprima minuscola della sua ope-ra e vi cita piugrave volte Aristotele Seneca ed altri autori anti-chi sottolineando che lrsquointelletto potenziale egrave nellrsquoanimaindividuale mentre quello attuale egrave intelletto divino e per-ciograve nettamente separato dallrsquouomo e poi aggiunge unafrase in greco Έν τῶ μηδὲν φ (cancellato) φθονεῖνἡδύστατος βίος (Nel non invidiare per niente (si trova) lavita piugrave dolce)

Devo la traduzione di questo passo al Prof Andregrave Ja-cob che gentilmente si egrave offerto di aiutarmi Secondo il suoprezioso contributo potrebbe trattarsi di una di quelle sen-tenze morali che nel Cinquecento venivano incise sulle ar-chitravi di porte e finestre delle case nella Greciacutea Salentina

Di questo insigne personaggio nessuna memoria egrave ri-masta se non solo ledizione sullAnima che fu la sola edormai rarissima pubblicazione oltre ad una piccola Cortea lui intitolata nella natia Soleto

Il ritrovamento della lettera copiata da Cavoti dallorigi-nale potenzia la fama di questo cultore di studi filosoficiaprendo nuovi spiragli di studio su di lui Aggiungo sol-tanto che incerta egrave la data di nascita di Francesco Scarpaper mancanza dei primi registri dei battezzati nellarchi-vio parrocchiale di Soleto ma potremmo ipotizzarla intor-

no al 1558 per indicazione tratta dallasua data di morte chegrave invece certa per-cheacute attestata dai registri soletani Pochigiorni fa grazie alle gentilezze del nuovoparroco di Soleto don Daniele Albaneseho avuto da parte dellUfficio di CuriaArcivescovile di Otranto(5) lautorizza-zione a consultare lantico registro deimorti avvenuti fra il 1600 e il 1631 e alladata del 14 agosto 1618 si legge quantosegue Franciscus Scarpa Artis MedicinaeDoctor et ph(ilosoph)us aetatis suae anno-rum sexaginta in circa facta confessione re-cepto sanctissimo Viatico et extremaUnctione in communione Sanctae MatrisEcclesiae animam Deo redditit Sepultus estin aula Sanctae Mariae della Gratia fratrumReformatorum(6) Lobito egrave stato giagrave edito daaltri studiosi ma questa mia riproposta egrave for-

se piugrave completa anche se resta un margine di dubbio nello scio-gliere la seconda abbreviazione tra ph(ilosoph)us e ph(isic)us

Ora trascrivo di seguito la lettera in modo rigorista sen-za aver modificato o alterato il testo e premettendovi ledue righe di avvertenza del Cavoti e chiudendo il tutto conaltre due righe di commento sempre del Cavoti

lsquoLettera che si conserva in casa dellrsquoOnorevole Sig Fortuna-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 13

Matteo Tafuri in un disegnodi Cosimo De Giorgi

APS Registro dei defunti1613 - 1657

to Vernaleone di Galatina Detta lettera fu donata dal Sig Fran-cesco Carrozzini di Soleto nel 1773rsquo

Priegomi Illmo Onmo Maestro mio che me facciate avisatode quelle mie lettere colle quali io resposi allrsquoepistola vostra Mae-stro Matteo prendo piugrave larga licentia nello scriuere vulgare Per-cheacute li piugrave savij del mondo han voluto che me insegnaste comoSeneca manifestare li concepti de la mente vostra senza parlarelo doveriamo fare Adunque secundoil mio parlare ve dico che lo libromio et al fine et che la eloquentia etla dignitagrave de li caratteri et de voca-buli ho possuto indirizzare a VIllma persona et a nisciuno altro ho-mo Io no so degno neacute me reputarogravepresumptuoso se offerirograve al MioMaestro de la philosophia et de lamatematica grande quello che pos-so ma assai haverograve facto et in parti-culare che come discipulo dellrsquoIllmavostra casa ho desiderato honorarequesta mia opera et purgata di ogni carattere al gusto et honestautilitagrave Illmo Maestro haverograve facto bono dica alcuna cosa etspero che et piacevole che a quante fiate ve odo igraveo non tengo al-cuno dubio in le labra vostre percheacute la oratione deue essere pu-ra como lrsquoanima Non posso non maravigliarme de la VS alegrezanello sapere che con la lengua de li greci de la materia allo vul-go umno ad alcuni hypocriti homini docti et boni mangiatori dele fatiche de li philisophi et como lo VS insegnamento che per es-sere alcuni Signori altri vassalli altri barbari altri dotti altriGreci e Latini non simo perograve tutti che un medesimo metallo neha la natura fece servi et liberi ma la lege de Dio fece tutti ugua-li et variati de la fortuna che la ANIMA et de la MORTE laquale fa vedere che tutti semo pari come dice Seneca et como di-ce lo Magister meus lrsquoanima et nello cerebro cossigrave non egrave partedel mondo neacute dentro neacute fore Como la letione ultima in sua ca-sa Illma che Trismegi-sto dixe che lrsquoanima etuna sfera da la qualelo centro e in omno lo-co como Dio et la suacircumnferentia ni-sciuno ma como diceAristotele llagrave se vedepiugrave manifestamentelrsquoanima et Dio dovemagiore lo effettu souet questo in medioCoeli Tanti hominiche hanno scripto tan-te inventioni de le stel-le che culpa egrave degrave lestelle si noi semo cau-sa de lo nostro male dela anima medesimache quelle stelle siamalvido quella altrafa li homini poveri etricchi et ciechi e altri surdi Como consentite voi Magister chedal cielo non ven alcun male como dice Averroe et cosa bona adcredere che le stelle non so maligne ma che la culpa egrave nostra etnon egrave dal cielo Ad V Illmo judicio tutte queste cose procedono

de lo cielo lo movimento de li cieli egrave causa de tutto lo bene comodice Aristotele Per lo moto dello Sole nello circulo chiamato Zo-diaco produce la generatione et corruptione Onmo Maestro miointro la opera mia non egrave lo corpo ma lrsquoanima e quello che peccae se lrsquoanimo non se emenda la nostra anima non andaria mainello universo di Dio ma incappa in le galere de Catalani Lrsquoani-ma et la virtugrave de lrsquohomini de bona opera non de li signi Magister

Sapientissimo ad mio parere si legiein piugrave parti de la scrittura de lrsquooperamia che lrsquoanima conserva bona lamemoria de le cose et genera idee chesi ponno applicare ad qualsevogliaproposito et piugrave delle volte son fatteper lo commodo como diceAristotele Ben dice lo proverbio Έντῶ μηδὲν φ (cancellato) φθονεῖνἡδύστατος βίος [Nel non invidia-re per niente (si trova) la vita piugravedolce] Li beni de lrsquoanima ponno laintelligentia la sapientia et le altre

virtuto intellettuali Li beni de lo corpo sonno la vanitagrave lo vigo-re de li sensi et de altre con convenienti di lo corpo In questa al-tra parte lontano dalla VS Illma presentia et de vostri honoriet essendo anco molto lontano da casa chesser in Napoli conlrsquoanimo et lrsquoosservanza de la cortesia et studij vostri che me co-mandaste ve supplico lo aiuto vostro che me liberi da la igno-rantia de la scriptura et de li errori et nelle interpretacioni Inveritagrave et con multo affetto et senza dubio dico ad voi Magistersapientissimo che hio sia desioso de lrsquoamicitia vostra tenendo agravemolta stima in voi et come sempre che chi scrive se mette allogiudicio de molti Li homini dotti de Napoli salutano lrsquoOnmoMaestro che da molti siati amato Per hora stiate sano et Dio viconserui

VS Sertore e discipulo VS Fransco ScarpaDie IV Aprilis 1583 Lrsquoantica lettera si conserva assai beneFu scritta da Francesco Scarpa di Soleto al dotto Matteo

Tafuro suo maestro Copiai in Galatina nel 1856rsquo

NOTE

- Tutte le immagini riprodotte sono di esclusiva proprietagrave del Comunedi Galatina - Museo Cavoti E vietata qualunque riproduzione parzialeo integrale delle immagini qui riprodotte senza autorizzazione scritta alComune di Galatina nonchegrave la richiesta di citazione dellautore- Le foto sono state realizzate dallrsquoautore1 - L Rizzo Il Commento di Francesco Scarpa al De anima di Aristotele in Ri-nascimento meridionale III pp 129-148 Napoli20122 - GBTafuri Istoria degli scrittori nati nel regno di Napolivol 3pp 109-111 Napoli 17443 - Scarpa Salentino De anima riproduzione della stampa del 1584 contraduzione introduzione e note a cura di Silvia Mandurino Scrittori Sa-lentini - VI Centro di Studi Salentini Edizioni Lecce 19734 - L Galante Notizie inedite su Matteo Tafuri Nuove rivelazioni da un ma-noscritto secentesco in Il filo di Aracne anno VIII-n5 novembredicem-bre2013Galatina5 - Ringrazio Mons Quintino Gianfreda Direttore co ufficio per lrsquoarte sa-cra e i beni culturali Arcidiocesi di Otranto per la tempestiva autorizza-zione Sottolineo che le immagini del frontespizio e della data di mortedel registro parrocchiale dei defunti sono di unica proprietagrave della Parroc-chia di Soleto Pertanto le immagini non potranno essere cedute - nep-pure parzialmente e ad alcun titolo - a soggetti terzi vincolo questo estesoanche allrsquoEditore 6 - Lattuale Santuario della Madonna delle Grazie dei Frati Minori di SanFrancesco

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 15

Galatina (LE) - Museo CavotiLettera di Francesco Scarpa

Luigi Galante

APS - Atto di morte di Francesco Scarpa

16 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SALENTO OGGI

Mi ononno Vin-cenzo Miccolinato nel 1908 a

Torchiarolo comprograve dopo annidi sacrifici e risparmi di unrsquointeravita un pezzo di terreno su cui crsquoeranootto filari di ulivi

Da giovane andava in campagna a lavo-rare come bracciante agricolo nelle campagnedei vari Don locali Si alzava quando ancora era buiosia destate che drsquoinverno col freddo con il caldo torridoo con la pioggia In bicicletta raggiungeva campagne mol-to lontane da Torchiarolo a poca distanza da MesagneDue ore per andarci due ore per tornarci Tutto questogran lavoro lo faceva per guadagnarsi la vita e mantene-re onestamente la famiglia

Il nonno non era soltanto bravo a zappare e a raccoglie-re olive uva e tabacco Si distingueva in ogni aspetto del-la vita del contadino Perciograve era anche abile a potareinnestare irrorare le piante a spargere il concime e aquantrsquoaltro Erano tutti bravi e laboriosi i contadini di untempo Parlavano ogni giorno con le loro creature in cam-pagna e ad esse si legavano con lo stesso affetto cura edamore con cui ogni genitore si rivolge quotidianamente aipropri figli

Tutto riusciva a fare mio nonno sapeva anche leg-gere e apporre la firma Lrsquoultima cosa che glimancava della vita era quella di fare il soldatoFu costretto ad apprendere questa amara e tri-ste esperienza con lo scoppio della secondaguerra mondiale Dovette lasciare nonnaPantalea con tre figli e uno in arrivo perservire la bandiera tricolore e lo Stato peril quale provava una certa attrazione Fucosigrave che un bel giorno arrivograve a casauna brutta e inaspettata letteradel Ministerod e l l a

Nella zona di Torchiarolo continuano le eradicazioni dei ldquogiganti del Salentordquo

TOGLIETE LE MANI DAGLI ULIVISappiate che li difenderemo come se fossero i nostri padri i nostri figli

di Enza Pagliaro

Guer-ra Lui che non srsquoera mai mosso

dal Salento dalla sua Terra-Madredoveva presentarsi entro due giorni al

comando militare di Lecce con destinazio-ne Nord drsquoItalia Se ne partigrave con un profondo

dolore nel cuore e con tante lacrime nellrsquoanima masul viso si leggeva la fierezza del cittadino e del solda-to che va a difendere le fortune del proprio paese

Mia nonna non ebbe sue notizie per piugrave di un annoFu poi informata che lavevano fatto prigioniero sen-

za che si sapesse in quale campo di concentramento fos-se rinchiuso I giorni passavano in fretta ma di lui non

arrivava nessuna lettera e nessuna notizia Poi quando an-che le ultime speranze stavano per abbandonare mia nonnaecco che la vita della famiglia Miccoli di Torchiarolo si riempigraveallrsquoimprovviso di gioia Mio nonno a differenza di tanti suoicommilitoni ce lrsquoaveva fatta a rientrare in patria Il giorno delsuo arrivo a Torchiarolo nessuno lo riconobbe per strada per-cheacute era ridotto pelle e ossa Aveva camminato per mesi a piediper poter raggiungere la sua famiglia il suo amato paese

Quel giorno perograve non fu

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 17

Nella zona di Torchiarolo continuano le eradicazioni dei ldquogiganti del Salentordquo

TOGLIETE LE MANI DAGLI ULIVISappiate che li difenderemo come se fossero i nostri padri i nostri figli

di Enza Pagliaro

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 19

esattamente come mio nonno aveva sognato che fosse Purtroppo il piugrave piccolo dei suoi bambini era morto sen-

za che lui lrsquoavesse mai potuto abbracciare Nonostante que-sto inaspettato dolore Lu Nzinu te la Pantalea si rimboccograve lemaniche e ricominciograve a lavorare per portare il pane a casaPassarono una decina drsquoanni prima che la famiglia si ripren-desse dal dissesto economico causato dalla guerra

Pian piano lrsquoantico sogno di mio nonno di avere degli al-beri di ulivo tutti per seacute si avverograve Quando ormai era di-ventato un uomo di mezzrsquoetagrave acquistograve grazie ai tantisacrifici fatti un piccolo uliveto in contrada ldquoCase Bian-cherdquo poco fuori il paese E fu per lui una gioia immensa

Parve rinato e senza piugrave alcun acciacco fisico Con la bicicletta Lu Nzinu te la Pantalea andava a Case

Bianche per curare i suoi alberi drsquoulivo Per annaffiarlicarisciava lrsquoacqua cu le menze dalla fontana allrsquooliveto Pas-su dopu passu menza dopu menza i sacrifici venivano pun-tualmente ripagati dal raccolto e con i soldi ricavati dalleolive ogni anno poteva arricchire la dote alle sue figliole

Molti anni dopo quando il nonno ormai era vecchio equasi non camminava piugrave volleandare a rivedere i suoi alberi diulivo Non potendo piugrave cavalcarela vecchia bicicletta fu condottodietro sua ripetuta insistenzadalle figlie in auto Quando misepiede a Case Bianche cominciogravestranamente a camminare comenon faceva da tanto tempo guar-dava i suoi alberi filaru persquo filaruuno per uno Li conosceva tuttiLi sapeva distinguere gli uni da-gli altri Ad ognuno aveva asse-gnato un nome come fa ognipadre a ciascuno dei propri fi-glioli Quel pomeriggio il nonnoparlando con la sua terra conquegli eterni testimoni volle ri-cordare ai presenti il modo concui aveva saputo curarli quanteolive aveva raccolto in ogni anna-ta quanto sudore aveva versato e quante soddisfazioniaveva ricevuto per ognuno di quegli alberi Fu molto bra-vo a ripercorrere gioie e dolori della sua vita Per lui que-gli ulivi erano i suoi genitori e al tempo stesso i suoi figli

Oggi il nonno non crsquoegrave piugrave come legge naturale vuole chesia per ognuno di noi

Mia madre lo sostituigrave in tutto e per tutto ma non permolto tempo Anche lei iniziograve ad accusare gli acciacchi del-la vecchiaia muovendosi a mala pena in casa

Di tanto in tanto pretende di essere accompagnata a ldquoCa-se Biancherdquo per salutare quegli ulivi che suo padre le ave-va lasciato in ereditagrave Anche lei lrsquoAngiulina te la Pantaleaoggi si egrave mossa tra quei filari come se non avesse addossoalcun affanno e malanno fisico A lei egrave sembrato come sesuo padre fosse ancora ligrave a lavorare giovane e speranzosocome aveva sempre fatto per una intera vita Ersquo rimasta alungo assorta tra quegli alberi spostandosi pensosa e com-mossa ora di qua ora di lagrave come quando da giovinettaaiutava nonno Vincenzo a legare le fascine della rimondao a piegarsi per terra a raccogliere quellrsquooro nero che si

tramutava poi in oro giallo splendenteUna settimana fa mia madre ha ricevuto una lettera una

brutta lettera Non era certamente la stessa lettera ricevu-ta dal nonno per andare in guerra Ma anche in questo ca-so srsquoegrave trattato di una guerra Non di uomini contro uominima di uomini contro ulivi Vogliono eradicare quei gigan-ti dal piccolo appezzamento di terra Oltre ad averci mes-so unangoscia addosso mia madre ha pianto a dirotto econ lei dallrsquoalto dei cieli avragrave pianto anche mio nonno so-lo ad immaginarsi una scena del genere

Ersquo una lettera che non ci fa dormire la notte e che ci spez-za il cuore

Mia madre egrave comunque molto speranzosa e si augurache tutto si risolveragrave per il meglio allo stesso modo di co-me si risolse il caso di mio nonno che si presentograve a noiquando ormai tutti lo avevano dato giagrave per morto Lei nonfinisce mai di dirci che la vita a volte puograve avere un lieto fi-ne come in una bella favola

Lei egrave anche una donna paziente giusta saggia ed aspet-ta con grande ansia che il caso si risolva positivamente Ma

con il trascorrere dei giorni la speranza le sta venendo me-no ed allora ci esorta a tenere duro e a non desistere

Lei egrave anche una donna forte battagliera determinata adogni cosa ed egrave arrivata a dirci a chiare lettere che tutto po-tranno toglierci ma non il diritto di difendere ciograve che ciappartiene

La nostra storia i colori i profumi e i frutti della nostraterra i nostri alberi di ulivo sono ligrave in contrada ldquoCaseBiancherdquo e noi saremo ligrave a difenderli sino alla fine

Stessa cosa avrebbe detto Nonno Vincenzo se fosse an-cora in vita Lui da giovane ha offerto le sue braccia e lasua vita per difendere la Patria Italia e dalla Patria non haricevuto mai nulla

Ora a voi uomini senza cuore uomini di pietra rivol-giamo la preghiera di rispettare e di non toccare i nostriulivi che da tante generazioni sono per noi salentini la no-stra anima il nostro unico sostentamento bull

Enza Pagliara

Srsquointitola Respiri di pietra Monumenti megalitici del Salen-to (Lupo Editore Copertino 2014) il libro fotograficoche il ligure ma milanese drsquoadozione Leonello Berto-

lucci ha voluto donare allaTerra fra i due mari lrsquoanticaMessapia Un libro dalla co-pertina nera dal cui centrosorge come un astro lucente lasilhouette del maestoso trilitedenominato Chianca di SantoStefano di Carpignano Salenti-no La luce che dalla pietra sifa cogliere dal fotografo egravestrana e coinvolgente infattiil gioco di luci e ombre lrsquoan-tropizza a tal punto da farcelapercepire come energia vitale

Dal suo blog sappiamo cheegli egrave laquonato in Liguria e ap-prodato a Milano negli anni Ottanta ha intrapreso la stradadel reportage fotografico lavorando per alcune testate eagenzie italiane in seguito hanno avuto inizio collaborazio-ni internazionali tra cui quella con lrsquoagenzia ldquoSygmardquo di Pa-rigi Sue foto sono apparse su testate quali ldquoTimerdquoldquoNewsweekrdquo ldquoSternrdquo ldquoParis-Matchrdquo ldquoEpocardquo Ha fondatoe diretto per alcuni anni unrsquoagenzia fotogiornalistica mentreoggi continua a fotografare e condurre tutta una serie di at-tivitagrave nel campo della cultura fotografica vengono pubblica-ti suoi libri drsquoimmagini e allestite sue mostre organizzaeventi ed egrave docente in corsi e scuole di fotografia Egrave consu-lente in campo editoriale e multimediale ed egrave chiamato an-che a ricoprire il ruolo di photo editor in redazioni di giornaliha scritto il primo libro in Italia sullrsquoargomento col titoloProfessione Photo Editor Della sua attivitagrave si sono occupateriviste di fotografia come ldquoFotopraticardquo ldquoIl FotografordquoldquoNuova Fotografiardquo ldquoPhotordquo ldquoPhotographiardquo ldquoTechnoPhotordquo ldquoGente di Fotografiardquo ldquoFotocomputerrdquo Gli piacegiocare e nelle edizioni del ldquoPulcinoelefanterdquo [editore drsquoar-te che stampa in proprio rari esemplari di bibliofilia] le suefotografie giocano con testi tra gli altri di Alda Merini To-nino Guerra Enzo Sellerioraquo

Di lui hanno scritto Roberto Mutti laquoLeonello Bertolucci sa recuperare la pun-

tigliositagrave e la curiositagrave per ogni aspetto della vita Ma anchesoprattutto la capacitagrave di ascoltare e trasformare in immagi-

ni i sussurri da contrapporre alle grida di cui in troppi sem-brano non poter piugrave fare a menoraquo

Giuseppe Turroni laquoEsiste in Bertolucci davvero incante-vole e incantato il piacere del fare del raccon-tare del vedere sia pure strizzando lrsquoocchiocon ironia ripetiamo e senza malizia alle infi-nite contraddizioni e ambigue variazioni e va-lenze del mondo reale Egli ci restituiscematerie precise le scansioni di un racconto ter-so e delicato e il suo occhio fotografico egrave perripetere un verso di Sylvia Plath ldquoesatto e drsquoar-gentordquoraquo

Gino Patroni laquoLa prima foto della mia vitami fu scattata in un cortile di via Cernaia tra icaseggiati delle Elementari e la palestra dellaldquoPro Italiardquo Ovviamente una foto scolasticaricordo di fine drsquoanno Noi ragazzini in fittogruppo su un lato il maestro alto nei nostriconfronti come un campanile accanto alla

chiesa ndash Fermi ndash gridograve il fotografo con voce da sergenteprima del lampo Da allora ho conosciuto molti fotografiquasi tutti da bottega persino uno a Kopenik (Berlino) nelsettembre 1944 Insomma una foto da gefang (prigioniero)per gli archivi burocratici del lager Risultai magrissimoLrsquoultimo fotografo che ho conosciuto in ordine recentissimodi tempo egrave uno spezzino Leonello Bertoluccihellipraquo

Bertolucci che egrave fotografo professionista ha unrsquoidea benprecisa del suo operare Il suo archivio fotografico egrave colmo dicentinaia di migliaia di fotografie tanto da fargli scrivere

laquoHo perseguito unrsquoidea fotografica ci ho creduto e lavora-

20 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

AUTORI amp EDITORI

Giurdignano (LE) - Menhir vicinanze 2

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 21

to Ma ora di fronte alla quantitagrave di fotografie e di scelte pos-sibili sono in crisi Voglio strutturare un percorso coerentee sensato Molte decisioni srsquoimpongono e la mia parte emo-tiva litiga con quella razionale Cerco un occhio ldquoaltrordquo chemi aiuti a muovermi sul confinehellipraquo

Cosigrave pure egli conosce bene lrsquoarte della fotografia tanto dascrivere

laquoIl vero problema non egrave fare una foto sbagliata ma fareun uso sbagliato della foto Il brivido corre non quando tuguardi una fotografia ma quando lei guarda te Ogni foto-grafia ha cinque lati i primi quattro delineano lrsquoinquadra-tura il quinto egrave il suo lato oscuro Fotografare dovrebbeprovocare uno strabismo buono guardarsi dentro mentre siguarda fuori Lrsquoediting di una narrazione fotografica egrave unviaggio dentro il suo senso come ogni viaggio presupponeun punto di partenza e uno drsquoarrivoraquo (tratto dal blog Quan-do un Photo Editor)

Oggi Leonello Bertolucci ha fotografato anche il Salentouna sua parte profonda e radicale che si perde nella nottedei tempi i megaliti i maestosi massi che il Salento custodi-sce cosigrave come una madre custodisce i suoi figli

A introdurre il libro Respiri di Pietra con una sintesi stra-ordinaria e una cosmogonia stupefacente egrave Edoardo Win-speare il regista nostro conterraneo che con la sua operacinematografica ha fatto conoscere il Salento in tutto ilmondo Egrave stupenda la visione che egli ha della terra nellaquale viviamo Edoardo egrave nato a Depressa (Tricase) in unodei castelli ancora oggi attivo e accogliente Bertolucci inve-ce da qualche tempo ha acquistato una casa a Corigliano

drsquoOtranto dove ritorna da Milano quando sente il bisognodi rifugiarsi nellrsquoabbraccio magnogreco dellrsquoantica terramessapica

Nellrsquointroduzione al libro Winspeare scrive laquoNel Salento il mare egrave azzurro-verde e ha una trasparen-

za cristallina gli alberi di ulivo secolari incutono rispetto co-me ogni monumento della natura la terra egrave rossa come ilsangue ma ciograve che rende questo finisterrae drsquoEuropa un ter-ritorio davvero unico egrave la pietra Per i salentini la pietra egrave co-me il legno per gli indios amazzonici o i popoli sciamanicidella Siberia

Nellrsquoantica Messapia non si edificava con i mattoni il le-gno era quasi sconosciuto come materiale da costruzionetutto era di tufo carparo pietra leccese di Cursi drsquoAlessa-no di Soleto si era circondati da peshchi cuti stozzi patrud-dhi feddhe e ancora altri nomi [hellip] per definire ogni piccolavariazione della pietra [hellip] I menhir e i dolmen sono unapresenza abituale nelle nostre campagne Il loro fascino mi-sterico ne fa agli occhi di chi sa guardare degli ieratici sacer-doti intermediari fra il cielo e la terra quasi fossero dei moaimediterranei eretti come monito trascendentale dellrsquoesisten-za umana Leonello Bertolucci fotografo sensibile ha sapu-to guardare dove altri vedono solo Le sue immagini deinostri megaliti sembrano sguardi da un terzo occhio quellodellrsquoanimaraquo

Stupende queste parole di Edoardo che permettono allospirito umano di godere della bellezza della natura Parago-nare i nostri menir ai grandi moai dellrsquoisola di Pasqua (Ra-pa Nui) significa veramente aver capito fino in fondo ilsignificato che gli antichi abitatori di questa terra volevanodare a quei grandi massi ritti come spinotti conficcati nellaroccia

E tale comprensione egrave rilevabile pure nelle fotografie diBertolucci che intitolando il libro laquoa tutti i nostri padri a[suo padre]raquo ha guardato attraverso lrsquoocchio magico dellafotocamera i megaliti del Salento quasi fossero dei nostriantenati Cosigrave il suo percorso fotografico ha attraversatocampagne e rilievi collinari consacrando al nostro immagi-nario i megaliti di Giurdignano Giuggianello Otranto Mi-nervino di Lecce Carpignano Salentino MelpignanoMartano Bagnolo Cursi Patugrave Corigliano drsquoOtranto Pal-mariggi Cannole UgentoTerenzano Calimera Diso Cosigraveil suo libro immortala la bellezza e la severitagrave dei menhirdei dolmen delle specchie del Masso della strega degliipogei delle chianche della Centopietre della Pietra di sanVito del megalite di Terenzano Tutte pietre che respiraro-no energie vitali

Martano (LE) - Specchia dei mori

22 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Sotto una pregevole litografia ottocentesca custoditadai frati francescani di Soleto figura la seguente le-genda Nel 1568 un giocatore furibondo vibrograve due colpi

sul volto della Sacra Immagine di Maria dipinta sul muro di unacappella dove poi fu eretto il Convento de PP Riformati in Sole-to e bestemmiando disse Io noncredo che tu sei la madre di Diose non mi fai ammazzare stase-ra Dalle ferite della Sacra Effi-gie scaturigrave molto sangue e inquella sera lrsquoempio sacrilegosulla porta di Soleto fu uccisoLa prodigiosa immagine cosigrave fe-rita ed intrisa di sangue si ado-ra nel tempio del succennatoConvento

La litografia riproduce asinistra un giovane mentrecon unrsquoaccetta colpisce il vi-so di una Madonna col Bam-bino e a destra la suauccisione ad opera di un ma-cellaio armato di coltelloSullo sfondo lo skyline diSoleto con la guglia di Rai-mondello Orsini del Balzocollocata in un improbabilepaesaggio collinare

Comrsquoegrave noto nel 1568 il le-gnaiolo Giacomo Lissandridopo aver perduto al giocotutti i suoi denari entrato in una cappella campestre si-tuata fuori le mura di Soleto in un terreno dove poi sorge-ragrave il Convento dei Frati Minori colpigrave con una scure laldquofaccia bella della Madonnardquo ldquodipinta sulla pietrardquo dallaquale ldquosgorgograve sangue vermigliordquo come enfaticamentepuntualizzava il panegirista soletano Giuseppe Stanca inuna sua predica del 27 luglio del 1908 La sera stessa lrsquoem-pio oltraggiatore sconvolto dallrsquoincubo del delitto venne pu-gnalato e ammazzato dal macellaio Luigi Rullo nei pressidella Porta S Antonio detta nel lsquo500 Porta di borea La lito-grafia ci restituisce lrsquoimmagine della Madonna affrescata inuna edicola campestre ma P Diego Tafuro da Lequile nel-la sua Relatio Historica affermando che il Lissandri gioca-

va intra eandem aediculam confermava che si trattograve di unacappella coperta anche se di piccole dimensioni Dellostesso parere furono nel 1724 Padre Bonaventura Da La-ma e poi Padre Benigno F Perrone Nessuna fonte ci dicecon chi il Lissandri giocava e perdeva a carte nella cappel-

la Sappiamo perograve che Gia-como Lissandri potrebbeessere il figlio di Antonio Les-sandri vivente nel 1546 men-tre un documento del 1622segnala la natura violentadella famiglia Rullo Si sostie-ne infatti che Giovanni Rul-lo forse nipote del macellaioLuigi havesse (anche lui) am-mazzato uno de Soligraveto (Soleto)del quale non si sa il nome

Come segnala una divotapreghiera del 1789 su Giaco-mo Lissandri sembrograve abbat-tersi lrsquoira divina e se non fossesopravvenuta la morte vio-lenta sarebbe stato sicura-mente scomunicato dalpreoccupato arcivescovo diOtranto il napoletano PietroAntonio de Capua il qualecon le Costituzioni sinodali ndeg26 e ndeg 47 delle complessive58 stabilite nel Sinodo del1567 (si badi bene un anno

prima del fatto sacrilego) quasi a preconizzare i fatti di So-leto cosigrave disponeva Scomunicamo tutte quelle persone chenelle chiese et luochi sacrihellip faranno o giocheranno a carte o adadi et ad altra sorte di giocho proibito E ancora Scomunica-mo tutte quelle persone le quali temerariamente con pietra fer-ro (nel nostro caso unrsquoascia) o qual sivoglia instrumento diqual sivoglia modo feriranno o guasteranno lrsquoimagine del Cru-cifisso della Gloriosa Vergine Maria (nel caso di Soleto la Ma-donna delle Grazie) et altri Santi

La minaccia di scomunica quindi gravava su chi gioca-va a carte o a dadi nelle chiese e su chi sfregiava le imma-gini sacre

Il compianto prof Mario Marti in un suo bellissimo ar-

UNA FINESTRA SUL PASSATO

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 23

ticolo intitolato ldquoDonne e madonne salentine fra memoriae democulturardquo coglieva appieno lrsquoespressione singolaredella Madonna soletana che lui osservava spesso durantele visite nella ldquosuardquo Soleto Cosigrave infatti ricordava ldquoHoavuto modo di vedere tante volte il viso allora in una te-ca e coperto da un panno un porsquo atono e distante dellrsquoim-magine sacra un porsquo astratto e metafisico che puograve farpensare veramente piugrave a una severitagrave di esemplare giusti-zia (come avvenne allrsquoempio oltraggiatore Giacomo Lisan-dri) che a una maternitagrave fatta drsquoindulgenza e di perdonordquo

Lrsquoaffresco della Madonna delle Grazie databile alla pri-ma metagrave del Quattrocento rievoca echi rinascimentali (co-me nota Sergio Ortese) ed egrave impostato secondo i canoni

della prospettiva Venne poi incastonato nella nicchia cen-trale dellrsquoaltare maggiore nella chiesa conventuale dei Fra-ti Minori di Soleto giagrave nel 1617 denominata S(anc)taM(ari)a della Gr(ati)a completata nel 1614 con molta pro-babilitagrave dallrsquoarchitetto neretino Maria Tarantino

Tutti parlano di una Madonna severa con lo sguardoperso nel vuoto mentre il Bambino sorridente regge conla destra un piccolo ventaglio liturgico e con la sinistra gio-ca con un uccellino Si tratta invece di una Mater amabilisvolta a suscitare la misericordia di Dio verso i fedeli

Lo sguardo triste mesto e distaccato della Vergine estra-neo al gesto sacrilego del Lissandri egrave solo presago dellaPassione del Figlio raffigurata dal corallo rosso che pendedal collo del Bambino simbolo del suo sangue e della suamorte in croce

BibliografiaEgrave utile consultare L MANNI La Madonna delle Grazie di Soleto Galati-

na 2001 pp 43-53D Donato DE LUCA Divote preghiere per la novena della Madonna delle

Grazie Gallipoli 1897 pp 11-31B F PERRONE I conventi della serafica riforma di S Nicolograve in Puglia II

Galatina 1981 p 171M MARTI Donne e Madonne salentine fra memoria e democultura in

ldquoRassegna trimestrale della Banca Agricola Popolare di Matino e Leccea VIII 1 Galatina marzo 1982 p 127

L MANNI Guida di Soleto (a cura di M CAZZATO) Galatina 1992pp 41-42

L MANNI Santi e miracoli nel Salento Galatina 1996 pp 90-93 123

laquoMorsquo vu cuntu nu cunturaquo ni dicigravea la nonna Anna E zzacca-va a cuntare

E tutta la stanza se lsquonchia chianu chianu de fate de streche demachi e macare de re e de regine e puru de li nanni orchi ca nifacigraveanu ghiacciare lu sangu sulamente cu li pensagravevamu

Ma pe pocu tiempu perograve Finu a a quandu nu rrivava lu mu-mentu mentru la nonna sta cuntava ca li pariti e la stessa lagrave-mia de la stanza allrsquoimpruvvisu scumparigraveanu e lassavanu pertulu cielu e allora se perdigraveanu tutti le fate le streche li machi e linanni orchi e nui vidigraveame a lsquoncapu luccicare sulamente le stel-le e le lune e poi a centu a centu passavanu prucissioni de ca-valieri cu le curazze drsquooru e li pinnacchi e lu tiempu nu sapivise era moi o poi o prima essendu ca ni sentigraveame puru nui in-tru a lu cuntu ca la nonna sta cuntava E poi vidigraveame allrsquoim-pruvvisu li draghi e li cavaddhi alati ca sfrecciavanu vulandu ese putigravea sentire comu nu striunizzu propiu a mmienzu a la stan-za ca era ddeventata na fureata incantata e alla fine se dduma-vanu tante luciceddhe ca tremulavanu luntanu luntanu e poise perdigraveanu a rretu allrsquoorizzonte ndash a lu scuffundu dicigravea la non-na ndash addhai ci nu canta caddhu e nu lluce lunahellip

Pensagravetila comu vuliti ma ju sursquo sicuru ca prima o poi a nucertu giurnu precisu a lu postu magicu addhai ci se cugraventanulsquoncora li cunti de na fiata me incontru lsquontorna cu la nonna An-na percegrave lrsquoaggiu rrecalare na bella cosa ca mi la cunservu pe id-dha de quandu era picciccu picciccu

E ci sape se cu lrsquooccasione la nonna (ca mi lrsquoja prumigravesa) numi presenta finalmente la fija de lu Re percegrave de quiddha sursquo sta-tu sempre e suntu lsquoncora lsquonnamuratuhellip

Quista leggenda ca stegrave pe cuminciare quarchedunudice ca lrsquoave inventata nienti de menu ca LeoneTolstoj lu famosu scrittore de la Russia Quarche-

dun addhu dice ca egrave stata ripresa de lu scrittore Italu Cal-vinu A mie cu bbu dicu lu giustu mrsquohanu sempremparatu ca ede na storia vera originaria de le muntagnede lrsquoArta Italia ca poi egrave scisa chianu chianu a le parti decquassotta a nui e puru a la famija nogravescia ca pe la veritagrave egravesempre stata patriottica Tantrsquoegrave veru ca allrsquourtima de li un-dici fij avuti de la nonna Anna lu nonnu Paulinu nogravesciuvoze cu li degravescia lu nome de Triestina propiu a onore dela cittagrave de Trieste ripijata allrsquoAustria a la fine de la primaguerra mondiale

Vabbegrave Comu ede comu nun ede lsquostu cuntu ca morsquo vucuntu a casa nogravescia era deveru de casa percegrave ogni tantuscigravea e bbenigravea pe vucca no sulamente de la nonna Annama cchiui de na fiata puru de la zigrave Ninetta e addhe fiate dela zia Teresina e de la zigrave Cetta o puru de la Rusaria ca erala cugina crande e ca ede lsquoncora viva e vegeta cu la bonasalute e li mandu nu baciu

Allora siti pronti Se siti pronti zzaccuCrsquoera na fiata nu Re ca tenia nu fiju unicu La Regina di-

fatti srsquoja mmalazzata cu lu parturisca e de tandu a lsquompoinu potte avire cchiui nisciunrsquoaddha cravidanza

Lu Re naturalmente li vuligravea ancora cchiugrave bene a lsquostu fi-ju unicu E si lu cocculava e lu nsistigravea ogni mumentu esciucava cu iddhu e li cuntava storielle curiose cu lu di-verta e li facigravea rrecali drsquoogni ben di DiulsquoNsomma cerca-va cu lu ccuntenta in tuttu e per tuttu

Ma lu principinu invece era sempre scuntentu Morsquo era puru ddeventatu carusu nu giovanottone ertu

beddhu e distintu comu nu veru Principe Scigravea a lsquoncaccia

ma de malavogliaComu cuminciava afare na cosa dopu nupocu se ncaddhiscia-va Lu Re lrsquoja datu pu-ru nrsquoarmata de sur-dati cu lu invoglia al-lrsquoavventura ma id-dhu mancu pe lacapu

Nu paru de fiate cuccuntenta sigraverasa ca luspingigravea quasi a lsquonfor-za ja puru partecipa-tu a lu torneu de lacavalleria ca se tenigraveadorsquo fiate lrsquoannu ma secapigravea subitu ca a lugiovane nu li cuddha-va percegrave nu teniapropiu piacere denienti e lu cchiui de lefiate stava sempremalinconicu

Crsquoeranu periudi capassava sciurnate in-tere nfacciatu a lubalcone cu lu sguar-du persu luntanu

laquoMa cce hai Cce edeca ti mancaraquo li ddumanda-va sigraverasa

laquoNu sacciu mancu iuraquo ri-spundigravea iddhu

laquoForsi ca sinti lsquonnamura-tu ndash cuntinuava lu sirendash Harsquo misu lrsquoocchi su qual-che beddha carusa Dimmigrave-lu fiju miu ca de vagnunebeddhe ne truvamu centu efosse puru la fija de lrsquoImpera-tore oppuru na semplicecontadina se propiu ti pia-ce ti la fazzu spusareraquo

Nienti Lu Principe co-tulava la capu e mancu lirispundigravea

Ddhu poveru cristianu

de lu Re alla fine lrsquojapruvate tutte inutilmen-te cuncerti de musicafeste de ballu sfilatemascherate numeride scioculieri animaliparlanti

Alla fine decise fice nu bandu e chiamau a cunvegnu limeju duttori professori studiosi e filosofi de tuttu lu Re-gnu e finalmente dopu sette giurni e sette notti de assem-blea ci foe na parvenza de rimediu a la situazzione

Lu Capu Sapiente ca tenigravea la barba vianca e lu parlare

24 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

pulitu li disse a luRe laquoMaestagrave abbiamoindagato e ragionatoprofondamente Abbia-mo studiato le StelleChiesto consiglio al-lrsquoAurora e al TramontoInterrogato il SilenzioEsplorato lrsquoOscuritagrave e ilDubbio E aperto infi-ne tutte le novantano-ve porte del MisteroOra per liberare vostrofiglio dalla malinconiadovete cercate un uomoche sia contento Macontento in tutto e pertutto Di se stesso del-la sua famiglia dellapropria occupazionedella sua casa del paesedove vive della genteche incontra dellrsquoariache respira delle stagio-ni che cambiano e an-che degli animali deglialberi delle montagnecosigrave come pure del mareo dei fiumi e dei laghi edi tutto ciograve che lo cir-

conda Quando incontreretequestrsquouomo prendete la sua ca-

micia e scambiatela con quella di vostro figlio E il Principe fi-nalmente guariragraveraquo

Lu Re se dese de fare subitusenza mancu cu perda nu

minutu lu tiempu curraccoja tutti lrsquoamba-sciatori de lu Regnu

ccumpagnati de centusurdati segretari mes-saggeri currieri esplo-ratori e aiutanti drsquoogni

genere e li sparpa-jau a li quattru pizzi cu

se degravescianu de fareE foe cusigrave ca dopu nu

paru de giurni li pur-tara nu Monacu rumi-tu

laquoMonacu santu dim-mi se sirsquo cuntenturaquo liddumandau lu RelaquoCertu Maestagrave Sursquocuntentu de intru e de

fore La solitudine fur-tifica e santificaraquo laquoBravu Bravuraquo li disse lu Re E poi li fi-ce lsquosta pruposta laquoVorsquo cu bbieni cu mie a lu castellu pe dire lepreghiere intru a la cappella realeraquo

laquoMacari Maestagrave E comu no De corsa vegnu a lu castel-lu Cusine me pozzu rripusare nu pocu ca stisu sempre lsquonter-

ra sulu sulu e pe lu friddu de certe notti a le fiate mi vene la ma-lincuniaraquo

laquoVane vane Monacu rumitu Se eri veramente cuntentu nudesideravi cu stai meju de cu comu stai Via Viaraquo li cridau luRe Li dese na borsa de munete drsquooru e lu cacciau

Dopu nrsquoaddhu paru de giurni li purtara nu Massaru catenigravea cchiui de decemila pecure e nu crande llavitu e erariccu spundatu ma era puru tantu bbonu de core ca davafatigravea a ci la cercava e rrecalava de mangiare a tutti e purusordi a ci tenigravea bisognu e tutti li vuligraveanu bene e iddhu eracuntentu

laquoMassaru Massaru se vide ca sigrave cuntentu Ma tie deveru tesienti cuntenturaquo li ddumandau lu Re laquoCertu Maestagrave Co-mu viditi ssignurigravea stessu iu tegnu tuttu e cchiui de tuttu etutti mi vogravelanu bene Perograveraquo

laquoPerograveraquo li rripetigraveu lu Re ca vuligravea cu saccia de cchiuilaquoPerograve lrsquoanni passanu Maestagrave E mi vene la malincunia quan-du pensu ca prima o poi puru iu aggiu murire e aggiu lassaretuttu quiddhu ca tegnuraquo

laquoVane vane Massaru riccu spundaturaquo li cridau lu Re laquoSeeri veramente cuntentu nu desideravi cu eggi eternu ca sulu alu Patreternu li spetta Via Viaraquo Li rrecalau na borsa demunete drsquooru puru a iddhu e lu cacciau

Poi dese ordine a li surdati cu nu li portanu cchiui ciu-vieddhi pe ddha settimana percegrave era rimastu tantu delu-su de lsquosti primi risultati ca era meju cu se ddefrisca nupocu E ccumpagnatu de quattru cavalieri se ne scigraveu que-tu quetu a lsquoncaccia intru a lu voscu

A lu tramontu quandu sta turnava a lu castellu passan-du vicinu a na capanneddha ca sta cadigravea arsquostozze lsquontise navoce ca dicigravea laquoCrazzie Signore miu Puru ogravesce mrsquoai pruvvi-dutu cu faticu e cu mangiu Aggiu sudatu e me sentu nu pocustraccu pe la fatigravea ma sursquo cuntentu lu stessu Morsquo mi mangiu nupocu de minestra poi me curcu me riposu e crammatina comusempre cu lrsquoaiutu de Ssingurigravea me ddisciatu cchiugrave friscu e cchiugravefelice de na rosaraquo

laquoEcculu ndash disse lu Re cittu cittu ndash Finalmente lrsquoimu truvatuquistu ede propiu lu cristianu cchiugrave cuntentu de tuttu lu Regnu Las-sagravemulu cu mangia ca poi trasigravemu e facimu cu ni degravescia la camisaraquo

E dopu nu pocu trasegravera lu Re cu tre surdati E ddhu cristianu ca srsquoja giagrave menatu su lu liettu e quasi

sta pijava sonnu se zau fuscendu e ddumandau cce buligraveatutta ddha gente a casa soa E lu Re in persona li disse cusi caccia lsquoddha specie de cuperta ca tenigravea lsquonturtijata susue cu li degravescia la camisa ca tenigravea de sotta ca li servigravea Ca poipe lsquostu favore lu rrecalava cu nu saccu chinu de giuielli ede munete drsquooru E ddhu cristianu ca ncora nun ja capitusi la cacciau sugravebitu ddha specie de cuperta ca tenigravea lsquontur-tijata susu

Ma sotta nun crsquoera nuddha camisa Nu la tenigravea la cami-sa ddhu poveru cristianu Nu lrsquoja mai tenuta a lsquonvita soa

Cari amici a la fine de lu cuntu la nonna Anna ni dicigravea sem-

pre ca la camisa de la felicitagrave nun esiste Lu segretu ede unu su-lu rripetigravea ognunu de nui tocca cu se saccia nccuntentare Cula camisa o senza Percegrave nu sempre egrave certu ca unu ca la tene lacamisa ede alla fine cchiugrave cuntentu e felice de unu ca invece nula tene

Cu tanti Auguri de bone Feste e cu la bona saluteMelanton-Roma 2015

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 25

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

26 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Era stata educata a Galatina

Sofia Stevens nacque nel 1845 a Gallipoli figlia del vi-ce Console inglese nella citta salentina Henry Stevensche rimase in carica fino al 1867 anno in cui morigrave An-

che il nonno di Sofia Richard era stato vice console dal1829 fino al 1853Mentre la madre diSofia era una nobil-donna di originefranco-napoletanaCarolina Auverny

Sofia era la secon-da di cinque figli (trefemmine e due ma-schi) ed era stataeducata prima a Ga-latina poi alla etagrave diundici anni fu man-data a Napoli doveebbe per maestro dilingue e di poesia Fe-derico Villani aquindici anni ritornograve

a Gallipoli e di qui ebbero inizio come era norma per i gio-vani di buona famiglia i viaggi di formazione in Europa

Con lo zio Giovanni Auverny per due anni Sofia non fe-ce che viaggiare Parigi Madrid Berlino Zurigo Monacodi Baviera Copenaghen ecc Si perfezionograve negli studi clas-sici conoscendo oltre lrsquoitaliano il francese lrsquoinglese lo spa-gnolo e il tedesco e rientrata a Gallipoli cominciograve ascrivere per proprio conto fincheacute morto il padre nel 1867(Sofia ha 22 anni) si trasferigrave con la madre e tutta la fami-glia a Napoli Qui sposograve senzrsquoamore Settimio Bartocci Idue vissero tra Gallipoli e Napoli a seconda delle stagio-ni fincheacute nel 1873 venne diagnosticato a Sofia (ha soltan-to 28 anni) un tumore al seno Da questo momento in poiSofia si trasferisce definitivamente a Napoli Non rivedragravepiugrave Gallipoli Operata tre anni dopo muore il 9 agosto1876 a soli 31 anni di etagrave

Muore con il rimpianto di un amore infelice e con la suaGallipoli nel cuore

Lascia scritte con il lapis in vari quaderni-diari 350 poe-

sie che aveva cominciato a scrivere fin dallrsquoetagrave di 15 anniVerranno pubblicate postume nel 1879 sotto il titololdquoCantirdquo come avrebbe desiderato lei stessa che ammira-va e amava moltissimo i ldquoCantirdquo leopardiani

Era una creatura dolce e malinconica morigrave infeliceVi chiederete comrsquoera Sofia Stevens questa singolare no-

bildonna gallipolitana dellrsquo800Non abbiamo testimonianze coeve ma dallrsquoeffigie del ri-

tratto che ci ha lasciato e soprattutto dalle poesie che ha la-sciato come sorta di testamento spirituale egrave facileimmaginare una creatura dolce fine delicata pallida pa-tetica malinconia romantica e tuttavia non era una fan-ciulla tutte trine e sospiri

Era intelligente colta conosceva quattro lingue di carat-tere molto riservato era schiva viveva appartata aveva unmagnifico rapporto con la natura che la circondava e so-prattutto Sofia si sentiva profondamente gallipolitana fi-glia di quella terra un porsquoruvida ma splendida e generosaE ciograve lo esplicita nelle sue poesie che sono di chiara imita-zione e sul modello tardo-romantico alla Prati o alla Ale-ardi tanto per intenderci anche se il suo modelloinarrivabile fra tutti i poeti da lei conosciuti era GiacomoLeopardi il poeta del dolore a cui si sentiva molto vicinosia per il suo temperamento malinconico che per le tristi

POETI SALENTINI

Gallipoli (LE) - Antica raffigurazione del porto

Sofia Stevens

di Augusto Benemeglio

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 27

personali vicende biografiche Le poesie di Sofia Stevenssono molto sentimentali talora sognanti malinconichedolenti Ma ciograve che ella prova non egrave finzione non appartie-ne alla convenzione percheacute la sua vita fu veramente brevedolorosa e infelice costretta a sposare un uomo che nonamava e a patirne tutte le amare conseguenze e infine col-pita da un male terribile allora incurabile che lrsquoavrebbeportata alla morte tra atroci sofferenze fisiche e spirituali(ldquoA lrsquoalma mia tapina tormenti senza fine innanzi pa-rahelliprdquo) a soli 31 anni

Dal cielo son discesaIn questa fonda valleE al suolo mrsquoha protesaUn infelice amoreNon piugrave lrsquoamorchrsquoio vagheggiava tecoE che potea securaFin confidare a lrsquoecoDe le paterne muraMa di foco avvampante passioneChe sebben corripostaTerribile tenzoneContro me stessa ha impostoInvano io vograve domarlaQual fa lrsquoondaTanto furente da schiantar le digheFuori trabalza e tutto intorno inondaE seco trascinando la rovinaA lrsquoalma mia tapinaTormenti senza fine innanzi paraE mrsquoapparecchia la gelata bara

La ruvidezza degli antichi scogliSofia lrsquoabbiamo detto amograve molto la sua terra natia Gal-

lipoli che considerograve sempre sua prima vera autentica pa-tria sebbene non ci abbia vissuto moltissimo E alla suaterra dedicograve descrizioni poetiche non convenzionali conunrsquoattenzione particolare alla precisione terminologica nelcampo della fauna e della flora salentina frutto della suacuriositagrave e passione per la botanica e le scienze naturali

hellipE si distendeSursquo sassi calcinati darsquo fulgoriDe lrsquoastro che in maggiore in ciel risplendeDiserta vrsquoegrave perograve rude la zollaDa pochi sterpi adorna e serpollinohellip

A me cresciuta Sopra lido marina avanza in coreLa ruvidezza dersquo nativi scoglihellipAride pietre e meste io veggo intornoOve licheni biondi e serpollinoSono i soli a profumar cocente il giornohellipErsquo qui sabbioso il suolo e non vrsquoha ramoE pure e pure questa terra io lrsquoamo

ldquo E mrsquoegrave duolo perenne la vitahelliprdquoAl periodo della fanciullezza e dellrsquoadolescenza si con-

trappone la dura realtagrave del presente in cui sono definitiva-mente tramontati i sogni e le speranze di coronarefelicemente il suo amore Chi domina incontrastato ora egrave ildisinganno e la disillusione

Lrsquoalma fidente si commuove e speraMa il disinganno apparehellipah rio velenoMa finite le gaie stagioniOgni speme con esse egrave partitaOra ignoro gli amori ed i suoniE mrsquoegrave duolo perenne la vita

Giglio nellrsquoombra e nel gelo sullo sfondo di un accesotramonto

Il dolore e la tristezza dellrsquoanimo di Sofia malata in pre-da anche allo sconforto di non poter piugrave rivedere Gallipo-li percheacute il viaggio le sarebbe troppo doloroso fannoaffacciare nella giovane donna lrsquoidea prepotente della mor-te E lo fa con accenti e riecheggiamenti chiaramente leo-pardiani

Oh felici coloro cui concessoErsquo giagrave il riposo de lrsquoeterno sonnoLagrave presso lrsquoonde di quel mar serenoSotteso le robinie e le gaggieDe le fiorite italiche pianureDove srsquoascolta il cinguettio giocondoE dove il pianto semplice donzellaVersa devota sopra lrsquourna amica

Donna Sofia Stevens a cui Gallipoli ha dedicato unavia nel borgo una via discreta e appartata sulla rivieradi tramontana rimarragrave per sempre lrsquoemblema della de-licatezza e della femminilitagrave romantica ma anche dellatenerezza e del profumo discreto un candido giglio trale rocce unlsquoombra delicata e tenera sullo sfondo di unacceso tramonto di Gallipoli bull

28 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

PITTORI GALATINESI

Metafisica scettica mi piace defi-nire la pittura di Totograve Rossettispirito inquieto e indagatore cu-

rioso della condizione esistenziale con-temporanea

E con le sue opere il nostro egrave un ritorno auna ben strana e originale metafisica unametafisica questa volta salace arguta piugraveafferente ndash certo ndash ad uno spirito pirandel-liano ma ndash sento di poter dissentire da cer-ta critica ndash alquanto lontana dalla musainquietante dechirichiana

Rossetti non sembra estraniarsi dal pre-sente non intende costruire un universoche trascenda la realtagrave piuttosto sembravoler fare il verso ai costumi ai tic alle pes-sime abitudini della societagrave massificata inun intento intelligentemente neoillumini-sta che fa perno sulle sorti alternanti e mu-tevoli della natura umana messe a nudo elasciate al compiaciuto ludibrio del visitatore

E dentro questo programma di rivisitazione della socie-tagrave e dellrsquoindividuo occupano un posto preminente la ten-sione critica la contestazione sobria ed elegante che solo la

pittura metafisica puograve pronunciareQuesto nitore delle opere di Rossetti deriva dal fatto che

lrsquoartista sa innanzitutto padroneggiare con abilitagrave la figu-ra competenza che non pare fargli difetto bencheacute proven-

ga da una formazione autodidattaA ciograve si aggiunga anche in lui la

predilezione per talune citazionistilistiche come le incursioni ldquoopti-cal artrdquo o addirittura iperrealisteche costellano tutto un percorso dioriginalitagrave

Dunque una metafisica pura opiuttosto un ideale metafisicoPropenderei per questa seconda in-terpretazione dato che esiste unnon so che di esplicito in quel suocromatismo cosigrave vivido in quellasua fedeltagrave alla forma ndash reinventatasigrave - ma sempre cosigrave sensibile allatrascendentalitagrave e aggrappata al re-taggio concreto dellrsquoesistenza

Talora infatti dalla pitture diRossetti affiora la tentazione delpaesaggio come rispecchiamentodella vita interiore della socialitagraveaffiora altresigrave un elegante figurati-ldquoLrsquoarte invita alla pacerdquo - acrilico su tela

ldquoSirenardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 29

vismo informato a un vagheg-giamento estetizzante dellaforma quasi un esito compen-sativo della coscienza forte-mente avvertita del caratterearido e amaro dellrsquoesistenza

Rossetti pertanto riesce atemperare con questi ricorsi ladisperazione senza attese chegiustamente caratterizza lrsquoere-ditagrave storica della pittura meta-fisica

Un riscontro di ciograve va ricer-cato nel suo ricco repertoriografico che spazia dalla pubbli-citagrave alla satira e nel quale risie-de la sapida inventiva concet-tuale di un uomo ben radicatonel proprio tempo

Antonio Miccoli

Nella personale visione del-la realtagrave Totograve Rossetti ci dagraveuna pittura originale tesa alladescrizione di avvenimenti estati drsquoanimo della societagravecontemporanea in chiave me-tafisica

Le sagome umane negli at-teggiamenti veraci inserite inuna architettura classica dateatro sono da collegare con lospirito penetrante pirandelliano e dechiriano

Crsquoegrave una denuncia della tradizione e crsquoegrave un modo singo-lare di dipingere efficaci come risultato percheacute le ansie deipersonaggi sono espresse e chiuse in una ben orchestrata

sfera eticaLrsquoartista vive e soffre la tra-

sformazione drsquouna societagrave checolloca con forza esistenzialeisolandola e sommergendolanel vuoto drsquouna disperazionesenza attese o nellrsquoillusione dieffimere gioie terrene

I personaggi recano ciascunoil peso del proprio vivere

Lrsquoarte del Rossetti riesce cosigravead esprimere lrsquoinconsistentemutevolezza umana

Sirio Marcianograve

Quasi un ideale metafisico egravela pittura di Totograve Rossetti na-ta da una complessa lievita-zione di spirituale sensibilitagrave enel contempo di partecipazio-ne alla forma che si concretiz-za in elaborati il cui fascinoprincipale egrave dato dalla armo-nica sintesi attuata attraversouna sua ricerca multi cromaed efficace nella resa pittoricae nella ricerca del volumequanto mai significativa nelsuo apporto di tensioni e di vi-brante sensitivitagrave

La ricerca del discorso nuovoed originale egrave dettato dalla sen-

sibilitagrave dellrsquoartista in uno spazio temporale ben definitonon solo nellrsquoaspetto artistico ma anche umano

La sua figurazione si avvale di un concetto espressivo te-so alla leggibile rappresentazione dei soggetti e di un par

ldquoEvardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 31

ticolare mondo pregno di sensibilitagrave umana e come ldquomo-menti di vitardquo nel loro atteggiamento che coglie gli esseriumani mentre compiono determinati gesti che li caratte-rizzano esteticamente e interiormente lrsquointervento croma-tico egrave lasciato alla particolare sensibilitagrave di questo artista

I racconti di intime suggestioni di Totograve Rossetti sono unfluire incantato di immagini sensitive emotive e trepidan-ti di una estrema poesia che trasferite nel colore secondouna metodologia musiva e secondo un respiro delle zonepolicrome egrave una operazione pienamente riuscita soprat-tutto per lrsquooriginale impostazione giocata su fremiti viva-ci e su emozioni improvvise

Sia pur nella meditata complessitagrave delle sue armonioseopere che nellrsquointenso fluire di una poetica sostenuta dasquisita capacitagrave espressiva egrave infatti la tipica urgenzacreativa infrenabile di Totograve Rossetti che sulla tela divieneforza espressiva

Questo suo mondo pittorico in cui la carica dei simbolidi tattili emozioni di percezioni cromatico-strutturali vo-luttuosamente luminose qualificano nella densitagrave materi-ca una personalitagrave decisamente autonoma di quel suofluire spontaneo di quel vibrare continuo di forme e di co-lori narrati con gioia come vita in perpetuo movimento

Nella Mariani

ldquoPrimaverardquo - acrilico su tela

ldquoVenererdquo - acrilico su tela

Le Associazioni degli Amici della Musica sono diffu-se in tutta Italia da oltre un secolo e ubbidiscono a unprincipio esclusivo di promozione e diffusione del-

la musica della sua finalitagrave formativa ed educativa per igrandi valori estetici e morali che esprime

Forse queste Associazioni sono nate per cercare di col-mare una carenza di interessi musicali un vuoto istituzio-nale gravissimo di uno Stato latitante e come dice il MdegRiccardo Muti criminosamente colpevole della inspiegabi-le assenza di insegnamento nelle scuole italiane fra le po-che in Europa

Le Associazioni rappresentano sul territorio nazionaleuna delle poche sicure ancore di salvezza per una catego-ria di musicisti e professionisti una specie ad alto rischiodi estinzione

Dopo piugrave di un secolo di presenza di movimenti cultu-rali stagioni concertistiche concorsi pianistici e tante tan-te idee la situazione musicale italiana rimane incertaquasi sospesa nel vuoto dellrsquoindifferenza dei politici i piugraveresponsabili della storica incapacitagrave di governare la cultu-ra del paese

Non solo ma si assiste anche a frequenti ed assurdi epi-sodi di analfabetismo musicale da parte di molti intellettua-li per nulla impensieriti dalla loro ignoranza anzihellip moltifanno sfoggio in alcune interviste pubbliche financo dellapassione per la musica Poi si va a scoprire quasi sempreche il loro interesse o amore egrave per un genere che non va aldi lagrave delle insignificanti musichette di consumo

I veri amici della musica sono quelli non della ldquopizzica etamburellordquo non della ldquopopolarerdquo neacute della folk e dellarock ma qualche volta della jazzistica e sempre della co-siddetta ldquoClassicardquo per intenderci quella di Palestrina

Monteverdi Mozart Beethoven Cho-pin Schubert Liszt e tanti altri

Noi siamo la patria insieme a Ger-mania e Francia del patrimonio mu-sicale piugrave importante del pianetaRappresentiamo la meta che tutti imusicisti del mondo sognano ma ciograveche avviene per i beni artistici succedeanche per quelli musicali Infatti neabbiamo fin troppi e a volte cadononellrsquooblio alcuni musicisti per i qualialtre nazioni vanterebbero meriti ec-cezionali A Galatina per esempio cisiamo dimenticati di tre illustri citta-dini Pasquale Cafaro del rsquo700 Giu-seppe Lillo dellrsquorsquo800 e Adolfo Gal-luccio del lsquo900

LrsquoItalia a cui il mondo intero conti-nua ancora oggi a guardare con gran-de ammirazione e stima per la suainvidiabile storia della musica egrave ilPaese perograve dove stranamente meno lasi studia diminuisce il numero delle

orchestre scompaiono istituzioni corali e suoi teatri sof-frono per mancanza di risorse e per il loro malgoverno

Si ha lrsquoimpressione che da un momento allrsquoaltro tuttopossa collassare e implodere seppellendo lrsquoimmenso pa-trimonio musicale

Purtroppo lrsquoattenzione delle Istituzioni nazionali e loca-li continua ad essere deludente se non indifferente Ubbi-disce ad una tendenza tutta italiana che si puograve sintetizzarenel pensiero di un noto ministro di un recente governo chediceva ldquoCon la cultura non si mangiardquo

32 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ASSOCIAZIONI CULTURALI

1952 - Galatina (LE) - il Mdeg Bruno Massaro in concerto

Eppure lrsquoItalia egrave secondo le stime dellrsquoUnesco il Paeseche detiene il maggior numero di beni artistici e cultura-li del mondo ma investe meno risorse degli altri Paesieuropei

In Italia siamo al 27deg posto lrsquoultimo E come se non bastasse

queste poche risorse sonocontese da un numero ecces-sivo di Associazioni Enticulturali e Fondazioni e perdi piugrave mal distribuite e spes-so elargite con criteri estra-nei al principio della qualitagravee del merito

La storia musicale di Ga-latina comincia idealmentenel 700 con un suo musici-sta di fama come PasqualeCafaro prosegue nellrsquo800con Giuseppe Lillo compo-sitore di molte opere lirichee musica da camera e nel900 con Adolfo Gallucciodetto Galladol

Questrsquoultimo un musici-sta gentiluomo era un com-positore di pezzi straor-dinari che eseguiva con unasua piccola orchestra drsquoarchiin concerti pubblici e spessoin salotti privati ove ricordosi trascorrevano serate mu-sicali gradevolissime Inquesto stesso periodo forseinfluenzati dalla personalitagravedel Galluccio a metagrave anni50 alcuni amici si attivarono per dare vita alla prima As-sociazione Amici della Musica di Galatina

Artefici eccezionali di questo movimento culturale furo-no la nobildonna Luisina Vallone Sticchi il dott AngeloSodo animatore principale le profsse sorelle Gina e An-tonietta Piscopo la profssa A Congedo la profssa Wan-da Bruno il sig Raffaele Congedo

La prima sede dei concerti fu la palestra della Scuola me-dia ldquoG Pascolirdquo in cui ebbi il piacere di suonare alcune miecomposizioni elogiate dal presentatore allora giovane pre-sidente Angelo Sodo ora giudice in pensione

Dopo qualche anno ci si spostograve nella sala ldquoLillordquo ora Sa-la consiliare del Comune acui sono legato da un tristericordo fui respinto alla por-ta drsquoingresso della Sala per-cheacute sprovvisto di abbona-mento

Per me allora quindicen-ne lrsquoiscrizione allrsquoAssocia-zione era un lusso che nonpotevo permettermi

Intanto a fine anni 50 or-mai affermato nellrsquoambientemusicale galatinese e nonsolo fui incaricato dalla pre-sidente Vallone insieme al-lrsquoamico Virgilio Contaldodella vicepresidenza del-lrsquoAssociazione che in quelperiodo in cerca di una sedepiugrave confortevole fu ospitatanel Circolo cittadino ldquoCirco-lo dei Signorirdquo ora sede deiVigili Urbani Il salone eraabbastanza elegante e ca-piente e il pubblico nonmolto numeroso era suffi-ciente a tenere dignitosa-mente in vita le seratemusicali

In questa nuova sede lrsquoAs-sociazione sembrograve aver tro-

vato finalmente una sua collocazione piugrave in linea con leesigenze di raffinatezza ed eleganza delle sue serate

Ma non si era valutata la presenza di alcuni anticorpi chesi annidavano tra i Soci del Circolo

Succedeva non poche volte che alcuni ldquoSignorirdquo noncu-ranti del concerto in corso nella saletta di lettura a fiancodel salone non sapessero fare a meno della partita a carte

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 33

1990 - Il prof Zeffirino Rizzelli in undibattito pubblico al Centro Studi Musicali

e che nel momento meno op-portuno esclamassero ad altavoce frasi tipiche del gioco del-la scopa

Superati questi momenti em-blematici di un periodo storicoormai vicino al rivoluzionariorsquo68 lrsquoAssociazione perdette loslancio della prima fase e pianpiano si esaurigrave per mancanza disostegni umani e materiali

Il sottoscritto in cerca di nuo-vi interessi musicali e desidero-so di attuare per Galatina piugravesolidi progetti abbandonograve lrsquoAs-sociazione per fondare il Con-corso pianistico nazionaleldquoCafarordquo sostenuto dallrsquoentu-siasmo di un acceso appassio-nato della musica lrsquoamico OnBeniamino De Maria

Poi fu la volta della fondazio-ne del Circolo culturale ldquoIl Por-ticordquo questa volta con lrsquoaiuto digrandi personaggi della culturagalatinese mons Antonio An-tonaci docente universitariostorico e filosofo avv CarloCaggia dott Mario Montinarifondatore dellrsquoOspedaletto pediatrico a Bari e il prof Zef-

firino Rizzelli A fine anni 80sempre con la consulenza aiu-to e incoraggiamento dellrsquoami-co Rizzelli diedi vita ad unambizioso progetto ldquocredordquoutile al prestigio della cittagrave IlCentro Studi Musicali ldquoP Cafa-rordquo Una iniziativa che miravaa istituire in loco un Liceo Mu-sicale Pareggiato ai Conserva-tori di Stato

Ma come ormai molti sannonon fu realizzato solo per unsoffio per insensibilitagrave miopiae incapacitagrave di qualche politicodel momento

Il 1995 egrave lrsquoanno del ritornoagli Amici della Musica ripren-dendo un filo interrotto neglianni rsquo60

La prima riunione con i nuo-vi Amici non puograve non avvenireche nella sua sede naturale ilPalazzo della Cultura Parteci-pano i Proff Michele Benegia-mo Lucia Falco GiovannaLucarelli Maria MazzarellaClelia Massaro la sigra MariaMasi la sigra Giovanna Pelle-

grino lrsquoavv Antonio Legno il dott Domenico Mangione

34 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

1996 - Galatina (LE) - Chiostro Basilica S CaterinaSpettatori durante un Concerto Amici della musica

il prof Zeffirino Rizzelli Le serate iniziano nella Sala ldquoContaldordquo e proseguono

negli anni successivi senza interruzione ospitando fino adoggi oltre 400 fra musi-cisti letterati scrittoripoeti attori cantanti

Dal rsquo95 siamo ormailontani 20 anni ed egravequindi comprensibileche io esprima ora unsenso di generale sod-disfazione e orgoglioIl merito principale na-turalmente va soprat-tutto ai Soci prove-nienti da molti paesidella provincia checon senso di responsa-bilitagrave ed abnegazionehanno sostenuto lrsquoini-ziativa facendoci rag-giungere un traguardoimportante un obietti-vo degno di una gran-de cittagrave una conquista sociale a vantaggio dellrsquointeroSalento

La qualitagrave dei nostri concerti egrave dovuta alla fattiva colla-borazione della nostra Associazione con le piugrave interessan-ti Rassegne internazionali I rispettivi Direttori artisticicollaborano ormai con noi da un porsquo di anni segnalandocii vincitori assoluti dei Concorsi Recentemente abbiamoavuto lrsquoonore della collaborazione con la prestigiosa Acca-demia Internazionale di Imola diretta da un amico il MdegFranco Scala che ha voluto ldquoregalarcirdquo per lrsquoinaugurazio-ne dellrsquoattuale Stagione concertistica uno dei migliori al-

lievi il pianista Roman Lopatinsky che ha mandato in vi-sibilio il numeroso pubblico con un pianismo brillante eun virtuosismo eccezionale

La nostra Associazio-ne egrave ormai una Univer-sitagrave della musica unospazio culturale in cuisi affrontano e svilup-pano tematiche specifi-che della letteraturamusicale nuovi studisulla liederistica ro-mantica e approfondi-menti sui vari stili eforme delle composi-zioni di ogni tempo

Un vero laboratoriosperimentale per ela-borazioni di natura cri-tica e filosofica

Con il programma disala poi sempre ac-compagnato da unrsquoat-tenta guida allrsquoascolto

si continua a perfezionare la formazione critica dei Socioffrendo loro un prezioso mezzo di comprensione dellecomplesse problematiche delle opere musicali

Una realtagrave stimolante per Galatina ed una indicazioneper far riflettere i responsabili politici nazionali

Qualche volta dalla periferia puograve emergere un utile sug-gerimento

Forse sarebbe auspicabile da parte dei politici un porsquo diumiltagrave per sostituirla allrsquoarroganza di chi continua semprea governare isolato con presunzione e incapacitagrave di com-prendere a fondo i veri problemi del Paese bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 35

2015 - Galatina (LE) - Il pianista Roman Lopatinskyallrsquoinaugurazione della stagione concertistica 20152016

Bruno Vittorio Massaro

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 7: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

ldquoEd ora che facciamordquo ndash tornograve a lamentarsi FrancoldquoNonna percheacute non ci racconti di quando eri bambina

dei tuoi passatempi e degli impegni domestici e scolasti-cirdquo ndash proposi per stingere un porsquo il malumore

ldquoAi miei tempi erano poche ragazze ad andare a scuola Io hofrequentato sino alla terza elementare quanto basta-va percheacute imparassi a leggere e a scrivere Drsquoaltra par-te in casa di lavoro crsquoera tantissimo e mia madre nonriusciva a star dietro ad una famiglia numerosa Per-ciograve quando avevo appena dieci anni decise di ritirar-mi dalla scuola per avviarmi pian piano ad impararetutti i vari lavori della vita domestica Giagrave qualcheanno prima aveva fatto altrettanto con mia sorellaUcciardquo

ldquoNonna parlaci di quello che accadeva inclasse Dicci se la maestra era burbera e se asse-gnava molti compiti per casardquo

ldquoVi rendete conto che stiamo parlando del 1885Di anni sono trascorsi tanti figli miei e i ricordi so-no molto incerti e sbiaditi Ricordo perograve che i banchierano alti ed avevano una ribaltina al di sotto dellaquale mettevamo la cartellardquo

ldquoCosa ci mettevate dentrordquo ndash chiedevo spin-to da molta curiositagrave

ldquoOltre alla colazione fatta generalmente di due fette di panecon pomodoro ci mettevamo il libro sussidiario quello di letturaun quaderno a righi uno a quadretti alcuni foglietti di carta as-sorbente la scatoletta contenente la penna la matita i penninila gomma per cancellare il temperamatite e quantrsquoaltro necessa-rio Sul tavolo della maestra crsquoera il pallottoliere uno strumentoutile per fare semplici calcoli aritmetici Sulla sua destra accan-to al tavolo crsquoera la lavagna sulla quale scriveva i concetti piugraveimportanti delle sue lezioni Lei era molto severa con noi e preten-deva che stessimo sedute compostamente di avere sempre il ma-teriale didattico per seguire la lezione di stare attente e di nonparlare tra noi Guai alla bambina che non si atteneva alle rego-le Crsquoera perograve sempre qualcuna che non le rispettava e a voltedava fastidio Ed allora lei la puniva mettendola dietro la lavagnaper unrsquointera ora e in caso di recidiva la bacchettava sonoramen-te e addirittura la faceva inginocchiareper terra con i ceci sotto le ginocchiardquo

ldquoMamma mia io non lo avrei fat-tohellip sarei scappato via da scuola masicuramente non avrei accettato di su-bire una punizione del genererdquo ndash leribattei senza troppo pensare

ldquoEd allora oltre a prenderle di santaragione anche dai tuoi genitori avresti ri-schiato di essere sospeso sino alla fine del-lrsquoanno scolasticordquo

ldquoNonna ti piaceva studiarerdquo ndash in-calzava Franco che intanto ci prova-va gusto ad interrogarla

ldquoNon mi piaceva lrsquoaritmetica inveceamavo molto la storia in cui eccellevoRicordo le spiegazioni della maestraquando ci parlava di Garibaldi dellaspedizione dei Mille di Mazzini e della Breccia di Porta PiaQuello che piugrave mi piaceva perograve era quando si faceva lezione ditombolo e di ricamordquo

ldquoNonna come procedeva la vita in casa Drsquoestate anda-

vate al mare o in campagnardquo - continuava Franco a tem-pestarla di domande

ldquoCosa hai detto il mare Il mare lo ho conosciuto soltan-to dopo essermi sposata Era il 1902 quando nonno Cesario micondusse in calesse a Gallipoli e poi a Santa Maria al Bagno Non

conosco perograve Otranto Santa Cesaria e Santa Maria di Leucapercheacute troppo distanti da Galatinardquo

ldquoNonna hai fatto diversi bagni hai imparato a nuota-rerdquo ndash incalzavo io subito dopo non concedendole un at-timo di pausa

ldquoFigli miei vi rendete conto di quello che mi chiedete Dibagni al mare avrograve fatto cinque o sei in tutta la mia vita ma nondi piugrave Allora non crsquoerano le auto per spostarsi Oggi a voi ba-sta meno di unrsquoora di tempo per arrivare a Gallipoli con il ca-mioncino a quei tempi invece con il calesse impiegavamo dueore abbondanti anche percheacute bisognava fermarsi almeno un pa-io di volte per far rifiatare il cavallo Il bagno poi era unrsquoopera-zione che durava non piugrave di cinque minutihelliprdquo

ldquoCome mai nonna durava cosigrave poco Noi invece stia-mo in acqua per oltre unrsquoorardquo

ldquoPer voi egrave tutto piugrave facile oggihellip Per ledonne di allora la vita era molto piugrave com-plicata Dovevamo osservare tanta riser-vatezza e comportarci sempre conaltrettanta discrezione avendo cura dinon guardare mai in faccia i bagnantiCosigrave mi diceva di fare tuo nonno I costu-mi da bagno nonostante coprissero tuttoil corpo ci sembravano molto aderenti inquanto mettevano a nudo la nostra con-formazione fisica E perciograve entravamo inacqua solo per poco tempo e quando crsquoerapoca gente in spiaggiardquo

Risate a non finire da parte mia edi Franco prontamente tacitate dallanonna

ldquoBasta non intendo piugrave parlarvi dellamia vita Voglio perograve aggiungere e poi

me ne sto zitta per sempre che sono ancora tante le donne dellamia etagrave a non aver mai visto il marerdquo

ldquoOooh possibile nonnardquoldquoCerto che sigravehellip Le donne di allora rimanevano sempre tap-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 9

Galatina (LE) - Interni del Teatro Tartaro

1952 - Gallipoli (LE) - Lido PiccoloFamiglia Duma al mare

pate in casa a fare mille lavori e ad adoperarsi alla cura dei pro-pri familiarirdquo

ldquoDai nonna non smettere di parlarcihellip ti promettiamoche staremo sempre ad ascoltare senza piugrave interromper-ti Raccontaci perciograve dei lavori che la donna era tenuta afare in casardquo

ldquoImpiegherei una vita a soffermarmi su queste cose invece viparlerograve di ciograve che si faceva durante le festivitagrave natalizie Intantonoi donne dovevamo partecipare alla novena in chiesa per poterottenere lrsquoindulgenza di Natalerdquo

ldquoNonna cosa sarebbe lrsquoindulgenzardquoldquoUna sorta di benedizione somministrata dal parroco che va-

leva per un intero anno Per otte-nerla era necessario recarsi inchiesa ogni mattina di buonrsquooraascoltare la santa Messa e comu-nicarsi Il Santo Natale era vissu-to con piena gioia da parte di tuttala famiglia anche percheacute in questoperiodo si mangiavano dolci e lec-cornie varie a non finire come leldquocarteddhraterdquo i rdquoporceddhruz-zirdquo le ldquocadde cadderdquo le ldquopitted-dhrerdquo i ldquobuccunottirdquo fatti in casaed altri intingoli Poi la sera del-la Vigilia la tavola era imbanditadrsquoogni ben di Dio Si mangiavanole ldquocozze de marerdquo le ldquopigravettulerdquocon rape o baccalagrave i ldquoviermiced-dhrirdquo il ldquocaponerdquo al brodo oppureil ldquocapitonerdquo accompagnato daldquofrittelle di patate o di cavolfiorerdquotutto preparato dalle mani esper-tissime della mamma Ovviamen-te si beveva anche del buon vinoBeh ora basta mi si egrave seccata lagola a furia di parlare Preparia-moci piuttosto a pranzare credoche manchi pocordquo

Nostro padre e Gaetano in-tanto erano rincasati dalla drogheria di nostra proprietagrave

ldquoPapagravehellip papagrave questo pomeriggio ci porti al campo spor-tivo a vedere la partita tra la Pro Italia e il Nardograverdquo ndash glichiesi immediatamente sperando in una risposta positiva

ldquoSe mantiene questo bel sole senzrsquoaltro sigrave ma semprecheacute ilterreno di gioco sia praticabilerdquo

Fummo fortunati Alle 1415 in punto contenti come unaPasqua (pur trovandoci a Natale) ci avviammo verso piaz-za Fortunato Cesari allrsquooccorrenza trasformata in campoda calcio La piazza era gremita di gente percheacute la partitaera di cartello Alla Pro Italia serviva la vittoria per sopra-vanzare i neritini in classifica ma purtroppo lrsquoincontro fi-nigrave 2-2 e il tanto sospirato sorpasso sfumograve Fummo perogravesfortunati in quanto a pochi minuti dal termine il centra-vanti Angelo Calabretti sbagliograve un calcio di rigore speden-do il pallone sulla traversa (prima drsquoallora non ne avevamai fallito uno)

Non lo nascondo ce ne tornammo scontenti per lrsquoinop-portuno pareggio

ldquoSu su ragazzi stasera vi porterograve al cinema e cosigrave dimenti-cherete la grande delusionerdquo ndash ci disse nostro padre ritor-

nando a casaldquoBravo papagravehelliprdquo ndash esclamograve spontaneamente Franco ndash

ldquohellipSei il piugrave bravo papagrave di tutto il mondordquoldquoSigrave sigrave papagravehellip al Tartaro proiettano lsquoLa rosa nerarsquo con

Tyrone Power Egrave senzrsquoaltro un film fantastico percheacute aquanto pare ci devono essere diversi mortirdquo ndash aggiunsiio innocentemente

ldquoA dire il vero vorrei portarvi al Cavallino Bianco dove pro-iettano il film lsquoBellezze al bagnorsquo Crsquoegrave la bellissima attrice EstherWilliams egrave un film molto dolce e appassionanterdquo

ldquoIo non ci vengordquo ndash reagigrave Franco molto rammaricatoldquoNeanche iohellip Non mi piacciono i film drsquoamore ma

quelli di guerrardquo ndash conclusi insua difesa

ldquoVa bene va bene siete incon-tentabili Devo essere sempre ioa sorbirmi un filmetto da quattrosoldi e per giunta molto violen-tohelliprdquo ndash concluse papagrave alquan-to contrariato ndash ldquohellipMa sappiateche questa egrave lrsquoultima volta che viaccontentordquo

Diceva sempre cosigrave nostropadre ma alla fine eravamonoi figli a spuntarla in ogni cir-costanza

Al cinema ci recammo moltopresto subito dopo la partitaper poter vedere il film un pa-io di volte

Prima di andar via chiedem-mo a nostra madre trenta lirenon tanto per pagarci il bigliet-to drsquoingresso (a quello ci pen-sava papagrave) quanto peracquistare un cartoccio di lupi-ni ed uno di semi di zucca (pas-satiempu) Eravamo fortunatiad appartenere ad una fami-glia che ci accontentava quasi

in tutto Tanti altri ragazzi invece non avendo un solo cen-tesimo in tasca erano sempre ligrave nei pressi dellrsquoingresso alcinema (e stanno ancora ligrave) intirizziti dal freddo ad atten-dere lrsquooccasione giusta per entrare di soppiatto soprattut-to durante i momenti di ressa Molti ci riuscivano ma tantialtri erano costretti a rimanere fuori

Il film pur essendo a colori venne proiettato in bianco enero ma per noi fu ugualmente fantastico Stemmo in sa-la piugrave di tre ore esattamente dalle sedici e trenta a quasi leventi Tornando a casa la nostra mente era giagrave proiettataallrsquoindomani Crsquoera lrsquoincubo assillante di dover studiaretanto per sbarazzarsi dei compiti assegnati dal maestro perle vacanze natalizie Di mattina si studiava ma di pomerig-gio si giocava per la strada nostra grande palestra di vitadove noi ragazzi abbiamo costruito tutti insieme la no-stra identitagrave e dove abbiamo coltivato i nostri piccoli so-gni Ci aiutavamo vicendevolmente percheacute eravamo tuttifratelli Ci insultavamo ci picchiavamo ma dopo appenaun giorno eravamo insieme a giocare a sorridere adamarci Sigrave lrsquoamore era il nostro collante il denominatorecomune della strada e della scuola

Da sn - Angelo Calabretti e Pippi Gaballo

Anche tra gli adulti nonostante la vita fosse difficile e gra-ma vi era un sottofondo di solidarietagrave e di accettazione Lecase potevano restare aperte senza che nessuno ne appro-fittasse Crsquoerano ladri spinti piugrave che altro dalla fame e noncertamente per arricchirsi Crsquoerano tante sofferenze e peneeppure la gente le sapeva sopportare crsquoerano poche gioietutte condivise con chi non ne aveva La vita era un granbel circolo un girotondo in cui tutti ci vivevano litigavanoo si amavano ma sempre nel pieno rispetto reciproco

Oggi la vita egrave tutta unrsquoaltra cosa egrave piugrave difficile e caoticapiena di un esasperato materialismo e di un individualismoche di umano ha ben poco Assistiamo impotenti a guerretante guerre crsquoegrave una devastazione inesorabile della naturalrsquoavanzamento della cupidigia dello sfruttamento e dellaviolenza lo sfaldamento della famiglia e della scuola crsquoegravesolo il trionfo del Male Di chi la colpa Senza altro del pro-gresso del progresso scriteriato e selvaggio che non ha sa-puto correggere i difetti di fondo della societagrave drsquoallora mache anzi li ha acuiti illudendo e costringendo tantissimepersone a rincorrere miraggi piugrave che certezze Oggi la men-te dei nostri governanti egrave rivolta unicamente al PIL (prodot-to interno lordo) ma non certamente alla povertagrave che vadilagando in ogni dove A mio modo di vedere dovrebbe-ro rivolgere lrsquoattenzione a migliorare il FIL (felicitagrave internalorda) ma un simile obiettivo molto vicino ai bisogni es-senziali della povera gente non converrebbe a coloro chehanno le sorti dellrsquoItalia e del Mondo nelle mani

Spesse volte soprattutto quando sono assalito da scon-forto e delusione avverto il bisogno di rientrare in quelmondo incantato della mia dolce fanciullezza quando lavita era fatta di regole e di doveri di gioie contenute disuccessi sudati e meritati Allora ogni cosa sembrava esse-re a colori nonostante i film continuassero ad essere pro-iettati in bianco e nero A quei tempi lrsquoimmaginazione e lafantasia colmava i vuoti della vita mentre oggi la vita nonci fa piugrave sognare bensigrave preoccupare Ci sono perograve perso-ne che vivono una vita a colori Sono soltanto pochi privi-legiati che comunque non avvertono il calore del santoNatale percheacute per loro il Natale cade ogni giorno ma tratanta indifferenza e grigiore

La gente comune quella che soffre e si contiene quellache fa fatica a portare avanti una vita sulla corda la genteumile e laboriosa porta il Natale nel cuore per tutto lrsquoannoe attende con gioia lrsquoapprossimarsi di questo santo giorno

Ed egrave proprio a questa gente che rivolgo gli auguri piugravesinceri e non certamente a coloro che trascorrono il Nata-le tra feste bagordi e con il portafoglio sempre gonfio dihellipfelicitagrave rubata bull

Note1 ldquoAgravelzati San Giovanni e non dormire perchegrave vedo avvicinarsi tre nu-vole una di acqua una di vento e una di maltempo portale dove noncanta il gallo non splende la luna e non vi egrave alcuna creaturardquo

Rino Duma

Lrsquoultima descrizione informata e consapevole dellafigura del filosofo e medico Francesco Scarpa da So-leto (15581618) ce la offre Luana Rizzo(1) traccian-

do un profilo della sua formazione e del suo pensierofilosofico

Come apprendiamo giagrave da Gio Bernardino Tafuri(2) loScarpa nacque a Soleto da onorata famiglia e apprese le

prime funzioni sco-lastiche di letteratu-ra e lingua grecapresso il noto mate-matico e filosofoMatteo Tafuri dimo-strando prontezza esottigliezza dinge-gno e laureandosipoi a Salerno in me-dicina

Nel 1584 quandoha circa 26 anni ed egraveattivo cul- tore distudi filosofici mettea stampa la sua forseunica e rarissimaopera dal titolo ldquoDeAnimardquo nasconden-dosi sotto il nome diPitagora Salentino e

indirizzando con lettera dedicatoria la sua opera al mae-stro appunto Matteo Tafuri che vi viene definito AtlanteSalentino Cosigrave la dedica ldquoAd Atalante filosofo salentinoPitagora salentino questa sua opera come gradita dedicaTi meraviglierai senza dubbio maestro sapientissimo daquale straordinario ordine sia regolata lrsquoapparentementeopaca natura la quale vista attraverso le trasformazioniche di continuo le reca lrsquoingegno umano si mostra a quan-ti la considerano quasi un mirabile ed anche grandiosoartificio corroborato dalla potenza che vi si cela Tu senzadubbio rispetterai il motivo che mrsquoinduce a fissare su unatavoletta il mio pensierohellip Avendo intrapreso a scriverepartendo da questo punto sono costretto con senso di pro-fonda malinconia a stabilire che lrsquoanima sia ingenerata eincorruttibile e che sia singola e radicata nei loro corpiQuesto infatti attenditi e molto ti piaceragrave Stai bene(3)rdquo

Nullrsquoaltro se non questo breve cenno era fin qui a nostraconoscenza sul rapporto tra i due studiosi anche se qual-che altro scritto potevamo sperare di rintracciare percheacuteBernardino Tafuri scrive che lopera De Anima lsquofu lrsquounicaper quanto noi sappiamo chrsquoesso diede alle stampe avendo lrsquoal-tre da esso composte rimaste dopo la sua morte manoscrittersquo

Ma tante speranze e tante ricerche sono andate per annideluse fino a qualche mese fa quando ho ritrovato unalettera appunto dello Scarpa del tutto sconosciuta e ine-dita indirizzata proprio al suo maestro Matteo Tafuri cheegrave custodita nel Museo Civico di Galatina tra i documentiantichi del Fondo Cavoti Molto dobbiamo a Pietro Cavo-ti che dedicograve gran parte della sua vita agli studi di storiaarte letteratura e alla conservazione e trascrizioni di mol-ti documenti antichi di eccezionale importanza Si deve so-lo al Nostro se finalmente si egrave messa la parola fine allatravagliata discussione sulla calvarie del Tafuri indicatada Alessandro Tommaso Arcudi nella Galatina letterata edobbiamo ringraziare sempre Cavoti se si egrave giunti alla sco-perta dellanno di morte di Matteo Tafuri avvenuta il digrave18 novembre 1584(4)

Ora questa lettera di Scarpa a Tafuri che fu trascritta daCavoti nel 1856 da un originale oggi perduto era antica-mente conservata a Soleto pressoFrancesco Carrozzini il qualepoi la donograve a FortunatoVernaleone di Galatinanel 1773 Per qualemotivo avvenne ladonazione di questapreziosa lettera nonvi egrave modo sapereComunque la mis-siva fu indirizzatail 4 aprile 1583 daFrancesco Scarparesidente in Napolie giagrave dottore in me-dicina al Tafuri

Leggendo tra le ri-ghe si apre uno scenarioche irradia nuova luce tra ilmaestro e il disce-polo Innanzi tut-

12 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SCOPERTE ICONOGRAFICHE

Frontespizio volumeldquoDe Animardquo

Francesco Scarpa in undisegno di Pietro Cavoti

Importante ritrovamento di una missiva inedita del 1583 dal discepolo al Maestro

to si apprende che tra i due vi era una fitta corrisponden-za in quanto proprio lo Scarpa scrive in apertura ldquoPrie-

gomi Illmo Onmo Maestro mio che mefacciate avisato de quelle mie lette-

re colle quali io resposi allrsquoepi-stola vostrardquo

Oggi grazie al ritro-vamento della missivapossiamo dire con cer-tez- za che lo Scarpain procinto di termina-re la sua opera chiedeal maestro di essereaiutato nel completa-mento oltre - probabil-

mente - alla correzionedel testo lsquove supplico lo

aiuto vostro che me liberi dala ignorantia de la scriptura

et de li errori et nelle interpreta-cionirsquo

Non erra alloraLuana Rizzo a dire

laquoGrazie al trattato di Scarpa egrave possibile risalire allrsquoopinio-ne espressa da Matteo Tafuri sullrsquoanima e alle fonti allequali si ispira che lo portano a condividere con il Magi-stro sapientissimo la dottrina dellrsquoimmortalitagrave dellrsquoanimaraquo

E facile intuire anche che lopera allepoca della letteraegrave ancora una bozza ldquoAdunque secundo il mio parlare ve dicoche lo libro mio et al finerdquo e sappiamo anche che alla datadel 4 aprile del 1583 lrsquoallievo del Tafuri egrave a Napoli per vo-lontagrave del maestro in quanto piugrave avanti egli scrive ldquoet essen-do anco molto lontano da casa chesser in Napoli con lrsquoanimo etlrsquoosservanza de la cortesia et studij vostri che me comandasterdquo

Francesco Scarpa dimora nella cittagrave partenopea per ap-profondire gli studi filosofici utili allasua pubblicazione Bisogna anche pen-sare che il Tafuri in quel periodo avevacirca novantanni e per comprensibilicondizioni si appoggiograve al giovane al-lievo per ricevere delle informazioniculturali con ogni probabilitagrave dai suoivecchi amici napoletani Anche in que-sto caso abbiamo la conferma quando ilgiovane soletano gli dice che li hominidotti de Napoli salutano lOnmo Maestroche da molti siati amato

Questa testimonianza conferma concertezza che Tafuri era al centro di unmovimento filosofico e attorniato da uo-mini assai importanti come ad esempiolo sappiamo i fratelli Della Porta Possoaggiungere che lo Scarpa pochi giornidopo rientra in patria percheacute al 28 apri-le del 1583 egrave padrino per un battesimo in Galatina pro-prio lui il Messer Francesco Scarpa de Solito Ilcontenuto della lettera descrive chiaramente il pensiero fi-losofico che Scarpa vuole imprimere nel suo De anima untema comune in quel tempo e usando i testi antichi comequelli di Aristotele Trismegisto Seneca ed altri ancorastudiati certamente sui manoscritti antichi posseduti dal

Tafuri nella casa di Soleto como la letione ultima in sua ca-sa Illma che Trismegisto dixe che lanima et una sfera

Leggendo attentamente la lettera e consultando le pa-gine del De Anima pubblicato da Scarpa ho individuatoun passo descritto nella lettera e presente appunto nelsuo volume A pagina 62 della riproduzione anastaticadel De Anima del 1584 e grazie alla traduzione a fronte diSilvia Mandurino si legge laquoE lanima ben conserva me-moria delle cose e riflette e concepisce ideeraquo Mentre lafrase della lettera riporta laquo si legie in piugrave parti de la scrit-tura de lrsquoopera mia che lanima conserva bona la memoria dele cose et genera ideeraquo

La lettera risulta unanteprima minuscola della sua ope-ra e vi cita piugrave volte Aristotele Seneca ed altri autori anti-chi sottolineando che lrsquointelletto potenziale egrave nellrsquoanimaindividuale mentre quello attuale egrave intelletto divino e per-ciograve nettamente separato dallrsquouomo e poi aggiunge unafrase in greco Έν τῶ μηδὲν φ (cancellato) φθονεῖνἡδύστατος βίος (Nel non invidiare per niente (si trova) lavita piugrave dolce)

Devo la traduzione di questo passo al Prof Andregrave Ja-cob che gentilmente si egrave offerto di aiutarmi Secondo il suoprezioso contributo potrebbe trattarsi di una di quelle sen-tenze morali che nel Cinquecento venivano incise sulle ar-chitravi di porte e finestre delle case nella Greciacutea Salentina

Di questo insigne personaggio nessuna memoria egrave ri-masta se non solo ledizione sullAnima che fu la sola edormai rarissima pubblicazione oltre ad una piccola Cortea lui intitolata nella natia Soleto

Il ritrovamento della lettera copiata da Cavoti dallorigi-nale potenzia la fama di questo cultore di studi filosoficiaprendo nuovi spiragli di studio su di lui Aggiungo sol-tanto che incerta egrave la data di nascita di Francesco Scarpaper mancanza dei primi registri dei battezzati nellarchi-vio parrocchiale di Soleto ma potremmo ipotizzarla intor-

no al 1558 per indicazione tratta dallasua data di morte chegrave invece certa per-cheacute attestata dai registri soletani Pochigiorni fa grazie alle gentilezze del nuovoparroco di Soleto don Daniele Albaneseho avuto da parte dellUfficio di CuriaArcivescovile di Otranto(5) lautorizza-zione a consultare lantico registro deimorti avvenuti fra il 1600 e il 1631 e alladata del 14 agosto 1618 si legge quantosegue Franciscus Scarpa Artis MedicinaeDoctor et ph(ilosoph)us aetatis suae anno-rum sexaginta in circa facta confessione re-cepto sanctissimo Viatico et extremaUnctione in communione Sanctae MatrisEcclesiae animam Deo redditit Sepultus estin aula Sanctae Mariae della Gratia fratrumReformatorum(6) Lobito egrave stato giagrave edito daaltri studiosi ma questa mia riproposta egrave for-

se piugrave completa anche se resta un margine di dubbio nello scio-gliere la seconda abbreviazione tra ph(ilosoph)us e ph(isic)us

Ora trascrivo di seguito la lettera in modo rigorista sen-za aver modificato o alterato il testo e premettendovi ledue righe di avvertenza del Cavoti e chiudendo il tutto conaltre due righe di commento sempre del Cavoti

lsquoLettera che si conserva in casa dellrsquoOnorevole Sig Fortuna-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 13

Matteo Tafuri in un disegnodi Cosimo De Giorgi

APS Registro dei defunti1613 - 1657

to Vernaleone di Galatina Detta lettera fu donata dal Sig Fran-cesco Carrozzini di Soleto nel 1773rsquo

Priegomi Illmo Onmo Maestro mio che me facciate avisatode quelle mie lettere colle quali io resposi allrsquoepistola vostra Mae-stro Matteo prendo piugrave larga licentia nello scriuere vulgare Per-cheacute li piugrave savij del mondo han voluto che me insegnaste comoSeneca manifestare li concepti de la mente vostra senza parlarelo doveriamo fare Adunque secundoil mio parlare ve dico che lo libromio et al fine et che la eloquentia etla dignitagrave de li caratteri et de voca-buli ho possuto indirizzare a VIllma persona et a nisciuno altro ho-mo Io no so degno neacute me reputarogravepresumptuoso se offerirograve al MioMaestro de la philosophia et de lamatematica grande quello che pos-so ma assai haverograve facto et in parti-culare che come discipulo dellrsquoIllmavostra casa ho desiderato honorarequesta mia opera et purgata di ogni carattere al gusto et honestautilitagrave Illmo Maestro haverograve facto bono dica alcuna cosa etspero che et piacevole che a quante fiate ve odo igraveo non tengo al-cuno dubio in le labra vostre percheacute la oratione deue essere pu-ra como lrsquoanima Non posso non maravigliarme de la VS alegrezanello sapere che con la lengua de li greci de la materia allo vul-go umno ad alcuni hypocriti homini docti et boni mangiatori dele fatiche de li philisophi et como lo VS insegnamento che per es-sere alcuni Signori altri vassalli altri barbari altri dotti altriGreci e Latini non simo perograve tutti che un medesimo metallo neha la natura fece servi et liberi ma la lege de Dio fece tutti ugua-li et variati de la fortuna che la ANIMA et de la MORTE laquale fa vedere che tutti semo pari come dice Seneca et como di-ce lo Magister meus lrsquoanima et nello cerebro cossigrave non egrave partedel mondo neacute dentro neacute fore Como la letione ultima in sua ca-sa Illma che Trismegi-sto dixe che lrsquoanima etuna sfera da la qualelo centro e in omno lo-co como Dio et la suacircumnferentia ni-sciuno ma como diceAristotele llagrave se vedepiugrave manifestamentelrsquoanima et Dio dovemagiore lo effettu souet questo in medioCoeli Tanti hominiche hanno scripto tan-te inventioni de le stel-le che culpa egrave degrave lestelle si noi semo cau-sa de lo nostro male dela anima medesimache quelle stelle siamalvido quella altrafa li homini poveri etricchi et ciechi e altri surdi Como consentite voi Magister chedal cielo non ven alcun male como dice Averroe et cosa bona adcredere che le stelle non so maligne ma che la culpa egrave nostra etnon egrave dal cielo Ad V Illmo judicio tutte queste cose procedono

de lo cielo lo movimento de li cieli egrave causa de tutto lo bene comodice Aristotele Per lo moto dello Sole nello circulo chiamato Zo-diaco produce la generatione et corruptione Onmo Maestro miointro la opera mia non egrave lo corpo ma lrsquoanima e quello che peccae se lrsquoanimo non se emenda la nostra anima non andaria mainello universo di Dio ma incappa in le galere de Catalani Lrsquoani-ma et la virtugrave de lrsquohomini de bona opera non de li signi Magister

Sapientissimo ad mio parere si legiein piugrave parti de la scrittura de lrsquooperamia che lrsquoanima conserva bona lamemoria de le cose et genera idee chesi ponno applicare ad qualsevogliaproposito et piugrave delle volte son fatteper lo commodo como diceAristotele Ben dice lo proverbio Έντῶ μηδὲν φ (cancellato) φθονεῖνἡδύστατος βίος [Nel non invidia-re per niente (si trova) la vita piugravedolce] Li beni de lrsquoanima ponno laintelligentia la sapientia et le altre

virtuto intellettuali Li beni de lo corpo sonno la vanitagrave lo vigo-re de li sensi et de altre con convenienti di lo corpo In questa al-tra parte lontano dalla VS Illma presentia et de vostri honoriet essendo anco molto lontano da casa chesser in Napoli conlrsquoanimo et lrsquoosservanza de la cortesia et studij vostri che me co-mandaste ve supplico lo aiuto vostro che me liberi da la igno-rantia de la scriptura et de li errori et nelle interpretacioni Inveritagrave et con multo affetto et senza dubio dico ad voi Magistersapientissimo che hio sia desioso de lrsquoamicitia vostra tenendo agravemolta stima in voi et come sempre che chi scrive se mette allogiudicio de molti Li homini dotti de Napoli salutano lrsquoOnmoMaestro che da molti siati amato Per hora stiate sano et Dio viconserui

VS Sertore e discipulo VS Fransco ScarpaDie IV Aprilis 1583 Lrsquoantica lettera si conserva assai beneFu scritta da Francesco Scarpa di Soleto al dotto Matteo

Tafuro suo maestro Copiai in Galatina nel 1856rsquo

NOTE

- Tutte le immagini riprodotte sono di esclusiva proprietagrave del Comunedi Galatina - Museo Cavoti E vietata qualunque riproduzione parzialeo integrale delle immagini qui riprodotte senza autorizzazione scritta alComune di Galatina nonchegrave la richiesta di citazione dellautore- Le foto sono state realizzate dallrsquoautore1 - L Rizzo Il Commento di Francesco Scarpa al De anima di Aristotele in Ri-nascimento meridionale III pp 129-148 Napoli20122 - GBTafuri Istoria degli scrittori nati nel regno di Napolivol 3pp 109-111 Napoli 17443 - Scarpa Salentino De anima riproduzione della stampa del 1584 contraduzione introduzione e note a cura di Silvia Mandurino Scrittori Sa-lentini - VI Centro di Studi Salentini Edizioni Lecce 19734 - L Galante Notizie inedite su Matteo Tafuri Nuove rivelazioni da un ma-noscritto secentesco in Il filo di Aracne anno VIII-n5 novembredicem-bre2013Galatina5 - Ringrazio Mons Quintino Gianfreda Direttore co ufficio per lrsquoarte sa-cra e i beni culturali Arcidiocesi di Otranto per la tempestiva autorizza-zione Sottolineo che le immagini del frontespizio e della data di mortedel registro parrocchiale dei defunti sono di unica proprietagrave della Parroc-chia di Soleto Pertanto le immagini non potranno essere cedute - nep-pure parzialmente e ad alcun titolo - a soggetti terzi vincolo questo estesoanche allrsquoEditore 6 - Lattuale Santuario della Madonna delle Grazie dei Frati Minori di SanFrancesco

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 15

Galatina (LE) - Museo CavotiLettera di Francesco Scarpa

Luigi Galante

APS - Atto di morte di Francesco Scarpa

16 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SALENTO OGGI

Mi ononno Vin-cenzo Miccolinato nel 1908 a

Torchiarolo comprograve dopo annidi sacrifici e risparmi di unrsquointeravita un pezzo di terreno su cui crsquoeranootto filari di ulivi

Da giovane andava in campagna a lavo-rare come bracciante agricolo nelle campagnedei vari Don locali Si alzava quando ancora era buiosia destate che drsquoinverno col freddo con il caldo torridoo con la pioggia In bicicletta raggiungeva campagne mol-to lontane da Torchiarolo a poca distanza da MesagneDue ore per andarci due ore per tornarci Tutto questogran lavoro lo faceva per guadagnarsi la vita e mantene-re onestamente la famiglia

Il nonno non era soltanto bravo a zappare e a raccoglie-re olive uva e tabacco Si distingueva in ogni aspetto del-la vita del contadino Perciograve era anche abile a potareinnestare irrorare le piante a spargere il concime e aquantrsquoaltro Erano tutti bravi e laboriosi i contadini di untempo Parlavano ogni giorno con le loro creature in cam-pagna e ad esse si legavano con lo stesso affetto cura edamore con cui ogni genitore si rivolge quotidianamente aipropri figli

Tutto riusciva a fare mio nonno sapeva anche leg-gere e apporre la firma Lrsquoultima cosa che glimancava della vita era quella di fare il soldatoFu costretto ad apprendere questa amara e tri-ste esperienza con lo scoppio della secondaguerra mondiale Dovette lasciare nonnaPantalea con tre figli e uno in arrivo perservire la bandiera tricolore e lo Stato peril quale provava una certa attrazione Fucosigrave che un bel giorno arrivograve a casauna brutta e inaspettata letteradel Ministerod e l l a

Nella zona di Torchiarolo continuano le eradicazioni dei ldquogiganti del Salentordquo

TOGLIETE LE MANI DAGLI ULIVISappiate che li difenderemo come se fossero i nostri padri i nostri figli

di Enza Pagliaro

Guer-ra Lui che non srsquoera mai mosso

dal Salento dalla sua Terra-Madredoveva presentarsi entro due giorni al

comando militare di Lecce con destinazio-ne Nord drsquoItalia Se ne partigrave con un profondo

dolore nel cuore e con tante lacrime nellrsquoanima masul viso si leggeva la fierezza del cittadino e del solda-to che va a difendere le fortune del proprio paese

Mia nonna non ebbe sue notizie per piugrave di un annoFu poi informata che lavevano fatto prigioniero sen-

za che si sapesse in quale campo di concentramento fos-se rinchiuso I giorni passavano in fretta ma di lui non

arrivava nessuna lettera e nessuna notizia Poi quando an-che le ultime speranze stavano per abbandonare mia nonnaecco che la vita della famiglia Miccoli di Torchiarolo si riempigraveallrsquoimprovviso di gioia Mio nonno a differenza di tanti suoicommilitoni ce lrsquoaveva fatta a rientrare in patria Il giorno delsuo arrivo a Torchiarolo nessuno lo riconobbe per strada per-cheacute era ridotto pelle e ossa Aveva camminato per mesi a piediper poter raggiungere la sua famiglia il suo amato paese

Quel giorno perograve non fu

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 17

Nella zona di Torchiarolo continuano le eradicazioni dei ldquogiganti del Salentordquo

TOGLIETE LE MANI DAGLI ULIVISappiate che li difenderemo come se fossero i nostri padri i nostri figli

di Enza Pagliaro

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 19

esattamente come mio nonno aveva sognato che fosse Purtroppo il piugrave piccolo dei suoi bambini era morto sen-

za che lui lrsquoavesse mai potuto abbracciare Nonostante que-sto inaspettato dolore Lu Nzinu te la Pantalea si rimboccograve lemaniche e ricominciograve a lavorare per portare il pane a casaPassarono una decina drsquoanni prima che la famiglia si ripren-desse dal dissesto economico causato dalla guerra

Pian piano lrsquoantico sogno di mio nonno di avere degli al-beri di ulivo tutti per seacute si avverograve Quando ormai era di-ventato un uomo di mezzrsquoetagrave acquistograve grazie ai tantisacrifici fatti un piccolo uliveto in contrada ldquoCase Bian-cherdquo poco fuori il paese E fu per lui una gioia immensa

Parve rinato e senza piugrave alcun acciacco fisico Con la bicicletta Lu Nzinu te la Pantalea andava a Case

Bianche per curare i suoi alberi drsquoulivo Per annaffiarlicarisciava lrsquoacqua cu le menze dalla fontana allrsquooliveto Pas-su dopu passu menza dopu menza i sacrifici venivano pun-tualmente ripagati dal raccolto e con i soldi ricavati dalleolive ogni anno poteva arricchire la dote alle sue figliole

Molti anni dopo quando il nonno ormai era vecchio equasi non camminava piugrave volleandare a rivedere i suoi alberi diulivo Non potendo piugrave cavalcarela vecchia bicicletta fu condottodietro sua ripetuta insistenzadalle figlie in auto Quando misepiede a Case Bianche cominciogravestranamente a camminare comenon faceva da tanto tempo guar-dava i suoi alberi filaru persquo filaruuno per uno Li conosceva tuttiLi sapeva distinguere gli uni da-gli altri Ad ognuno aveva asse-gnato un nome come fa ognipadre a ciascuno dei propri fi-glioli Quel pomeriggio il nonnoparlando con la sua terra conquegli eterni testimoni volle ri-cordare ai presenti il modo concui aveva saputo curarli quanteolive aveva raccolto in ogni anna-ta quanto sudore aveva versato e quante soddisfazioniaveva ricevuto per ognuno di quegli alberi Fu molto bra-vo a ripercorrere gioie e dolori della sua vita Per lui que-gli ulivi erano i suoi genitori e al tempo stesso i suoi figli

Oggi il nonno non crsquoegrave piugrave come legge naturale vuole chesia per ognuno di noi

Mia madre lo sostituigrave in tutto e per tutto ma non permolto tempo Anche lei iniziograve ad accusare gli acciacchi del-la vecchiaia muovendosi a mala pena in casa

Di tanto in tanto pretende di essere accompagnata a ldquoCa-se Biancherdquo per salutare quegli ulivi che suo padre le ave-va lasciato in ereditagrave Anche lei lrsquoAngiulina te la Pantaleaoggi si egrave mossa tra quei filari come se non avesse addossoalcun affanno e malanno fisico A lei egrave sembrato come sesuo padre fosse ancora ligrave a lavorare giovane e speranzosocome aveva sempre fatto per una intera vita Ersquo rimasta alungo assorta tra quegli alberi spostandosi pensosa e com-mossa ora di qua ora di lagrave come quando da giovinettaaiutava nonno Vincenzo a legare le fascine della rimondao a piegarsi per terra a raccogliere quellrsquooro nero che si

tramutava poi in oro giallo splendenteUna settimana fa mia madre ha ricevuto una lettera una

brutta lettera Non era certamente la stessa lettera ricevu-ta dal nonno per andare in guerra Ma anche in questo ca-so srsquoegrave trattato di una guerra Non di uomini contro uominima di uomini contro ulivi Vogliono eradicare quei gigan-ti dal piccolo appezzamento di terra Oltre ad averci mes-so unangoscia addosso mia madre ha pianto a dirotto econ lei dallrsquoalto dei cieli avragrave pianto anche mio nonno so-lo ad immaginarsi una scena del genere

Ersquo una lettera che non ci fa dormire la notte e che ci spez-za il cuore

Mia madre egrave comunque molto speranzosa e si augurache tutto si risolveragrave per il meglio allo stesso modo di co-me si risolse il caso di mio nonno che si presentograve a noiquando ormai tutti lo avevano dato giagrave per morto Lei nonfinisce mai di dirci che la vita a volte puograve avere un lieto fi-ne come in una bella favola

Lei egrave anche una donna paziente giusta saggia ed aspet-ta con grande ansia che il caso si risolva positivamente Ma

con il trascorrere dei giorni la speranza le sta venendo me-no ed allora ci esorta a tenere duro e a non desistere

Lei egrave anche una donna forte battagliera determinata adogni cosa ed egrave arrivata a dirci a chiare lettere che tutto po-tranno toglierci ma non il diritto di difendere ciograve che ciappartiene

La nostra storia i colori i profumi e i frutti della nostraterra i nostri alberi di ulivo sono ligrave in contrada ldquoCaseBiancherdquo e noi saremo ligrave a difenderli sino alla fine

Stessa cosa avrebbe detto Nonno Vincenzo se fosse an-cora in vita Lui da giovane ha offerto le sue braccia e lasua vita per difendere la Patria Italia e dalla Patria non haricevuto mai nulla

Ora a voi uomini senza cuore uomini di pietra rivol-giamo la preghiera di rispettare e di non toccare i nostriulivi che da tante generazioni sono per noi salentini la no-stra anima il nostro unico sostentamento bull

Enza Pagliara

Srsquointitola Respiri di pietra Monumenti megalitici del Salen-to (Lupo Editore Copertino 2014) il libro fotograficoche il ligure ma milanese drsquoadozione Leonello Berto-

lucci ha voluto donare allaTerra fra i due mari lrsquoanticaMessapia Un libro dalla co-pertina nera dal cui centrosorge come un astro lucente lasilhouette del maestoso trilitedenominato Chianca di SantoStefano di Carpignano Salenti-no La luce che dalla pietra sifa cogliere dal fotografo egravestrana e coinvolgente infattiil gioco di luci e ombre lrsquoan-tropizza a tal punto da farcelapercepire come energia vitale

Dal suo blog sappiamo cheegli egrave laquonato in Liguria e ap-prodato a Milano negli anni Ottanta ha intrapreso la stradadel reportage fotografico lavorando per alcune testate eagenzie italiane in seguito hanno avuto inizio collaborazio-ni internazionali tra cui quella con lrsquoagenzia ldquoSygmardquo di Pa-rigi Sue foto sono apparse su testate quali ldquoTimerdquoldquoNewsweekrdquo ldquoSternrdquo ldquoParis-Matchrdquo ldquoEpocardquo Ha fondatoe diretto per alcuni anni unrsquoagenzia fotogiornalistica mentreoggi continua a fotografare e condurre tutta una serie di at-tivitagrave nel campo della cultura fotografica vengono pubblica-ti suoi libri drsquoimmagini e allestite sue mostre organizzaeventi ed egrave docente in corsi e scuole di fotografia Egrave consu-lente in campo editoriale e multimediale ed egrave chiamato an-che a ricoprire il ruolo di photo editor in redazioni di giornaliha scritto il primo libro in Italia sullrsquoargomento col titoloProfessione Photo Editor Della sua attivitagrave si sono occupateriviste di fotografia come ldquoFotopraticardquo ldquoIl FotografordquoldquoNuova Fotografiardquo ldquoPhotordquo ldquoPhotographiardquo ldquoTechnoPhotordquo ldquoGente di Fotografiardquo ldquoFotocomputerrdquo Gli piacegiocare e nelle edizioni del ldquoPulcinoelefanterdquo [editore drsquoar-te che stampa in proprio rari esemplari di bibliofilia] le suefotografie giocano con testi tra gli altri di Alda Merini To-nino Guerra Enzo Sellerioraquo

Di lui hanno scritto Roberto Mutti laquoLeonello Bertolucci sa recuperare la pun-

tigliositagrave e la curiositagrave per ogni aspetto della vita Ma anchesoprattutto la capacitagrave di ascoltare e trasformare in immagi-

ni i sussurri da contrapporre alle grida di cui in troppi sem-brano non poter piugrave fare a menoraquo

Giuseppe Turroni laquoEsiste in Bertolucci davvero incante-vole e incantato il piacere del fare del raccon-tare del vedere sia pure strizzando lrsquoocchiocon ironia ripetiamo e senza malizia alle infi-nite contraddizioni e ambigue variazioni e va-lenze del mondo reale Egli ci restituiscematerie precise le scansioni di un racconto ter-so e delicato e il suo occhio fotografico egrave perripetere un verso di Sylvia Plath ldquoesatto e drsquoar-gentordquoraquo

Gino Patroni laquoLa prima foto della mia vitami fu scattata in un cortile di via Cernaia tra icaseggiati delle Elementari e la palestra dellaldquoPro Italiardquo Ovviamente una foto scolasticaricordo di fine drsquoanno Noi ragazzini in fittogruppo su un lato il maestro alto nei nostriconfronti come un campanile accanto alla

chiesa ndash Fermi ndash gridograve il fotografo con voce da sergenteprima del lampo Da allora ho conosciuto molti fotografiquasi tutti da bottega persino uno a Kopenik (Berlino) nelsettembre 1944 Insomma una foto da gefang (prigioniero)per gli archivi burocratici del lager Risultai magrissimoLrsquoultimo fotografo che ho conosciuto in ordine recentissimodi tempo egrave uno spezzino Leonello Bertoluccihellipraquo

Bertolucci che egrave fotografo professionista ha unrsquoidea benprecisa del suo operare Il suo archivio fotografico egrave colmo dicentinaia di migliaia di fotografie tanto da fargli scrivere

laquoHo perseguito unrsquoidea fotografica ci ho creduto e lavora-

20 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

AUTORI amp EDITORI

Giurdignano (LE) - Menhir vicinanze 2

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 21

to Ma ora di fronte alla quantitagrave di fotografie e di scelte pos-sibili sono in crisi Voglio strutturare un percorso coerentee sensato Molte decisioni srsquoimpongono e la mia parte emo-tiva litiga con quella razionale Cerco un occhio ldquoaltrordquo chemi aiuti a muovermi sul confinehellipraquo

Cosigrave pure egli conosce bene lrsquoarte della fotografia tanto dascrivere

laquoIl vero problema non egrave fare una foto sbagliata ma fareun uso sbagliato della foto Il brivido corre non quando tuguardi una fotografia ma quando lei guarda te Ogni foto-grafia ha cinque lati i primi quattro delineano lrsquoinquadra-tura il quinto egrave il suo lato oscuro Fotografare dovrebbeprovocare uno strabismo buono guardarsi dentro mentre siguarda fuori Lrsquoediting di una narrazione fotografica egrave unviaggio dentro il suo senso come ogni viaggio presupponeun punto di partenza e uno drsquoarrivoraquo (tratto dal blog Quan-do un Photo Editor)

Oggi Leonello Bertolucci ha fotografato anche il Salentouna sua parte profonda e radicale che si perde nella nottedei tempi i megaliti i maestosi massi che il Salento custodi-sce cosigrave come una madre custodisce i suoi figli

A introdurre il libro Respiri di Pietra con una sintesi stra-ordinaria e una cosmogonia stupefacente egrave Edoardo Win-speare il regista nostro conterraneo che con la sua operacinematografica ha fatto conoscere il Salento in tutto ilmondo Egrave stupenda la visione che egli ha della terra nellaquale viviamo Edoardo egrave nato a Depressa (Tricase) in unodei castelli ancora oggi attivo e accogliente Bertolucci inve-ce da qualche tempo ha acquistato una casa a Corigliano

drsquoOtranto dove ritorna da Milano quando sente il bisognodi rifugiarsi nellrsquoabbraccio magnogreco dellrsquoantica terramessapica

Nellrsquointroduzione al libro Winspeare scrive laquoNel Salento il mare egrave azzurro-verde e ha una trasparen-

za cristallina gli alberi di ulivo secolari incutono rispetto co-me ogni monumento della natura la terra egrave rossa come ilsangue ma ciograve che rende questo finisterrae drsquoEuropa un ter-ritorio davvero unico egrave la pietra Per i salentini la pietra egrave co-me il legno per gli indios amazzonici o i popoli sciamanicidella Siberia

Nellrsquoantica Messapia non si edificava con i mattoni il le-gno era quasi sconosciuto come materiale da costruzionetutto era di tufo carparo pietra leccese di Cursi drsquoAlessa-no di Soleto si era circondati da peshchi cuti stozzi patrud-dhi feddhe e ancora altri nomi [hellip] per definire ogni piccolavariazione della pietra [hellip] I menhir e i dolmen sono unapresenza abituale nelle nostre campagne Il loro fascino mi-sterico ne fa agli occhi di chi sa guardare degli ieratici sacer-doti intermediari fra il cielo e la terra quasi fossero dei moaimediterranei eretti come monito trascendentale dellrsquoesisten-za umana Leonello Bertolucci fotografo sensibile ha sapu-to guardare dove altri vedono solo Le sue immagini deinostri megaliti sembrano sguardi da un terzo occhio quellodellrsquoanimaraquo

Stupende queste parole di Edoardo che permettono allospirito umano di godere della bellezza della natura Parago-nare i nostri menir ai grandi moai dellrsquoisola di Pasqua (Ra-pa Nui) significa veramente aver capito fino in fondo ilsignificato che gli antichi abitatori di questa terra volevanodare a quei grandi massi ritti come spinotti conficcati nellaroccia

E tale comprensione egrave rilevabile pure nelle fotografie diBertolucci che intitolando il libro laquoa tutti i nostri padri a[suo padre]raquo ha guardato attraverso lrsquoocchio magico dellafotocamera i megaliti del Salento quasi fossero dei nostriantenati Cosigrave il suo percorso fotografico ha attraversatocampagne e rilievi collinari consacrando al nostro immagi-nario i megaliti di Giurdignano Giuggianello Otranto Mi-nervino di Lecce Carpignano Salentino MelpignanoMartano Bagnolo Cursi Patugrave Corigliano drsquoOtranto Pal-mariggi Cannole UgentoTerenzano Calimera Diso Cosigraveil suo libro immortala la bellezza e la severitagrave dei menhirdei dolmen delle specchie del Masso della strega degliipogei delle chianche della Centopietre della Pietra di sanVito del megalite di Terenzano Tutte pietre che respiraro-no energie vitali

Martano (LE) - Specchia dei mori

22 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Sotto una pregevole litografia ottocentesca custoditadai frati francescani di Soleto figura la seguente le-genda Nel 1568 un giocatore furibondo vibrograve due colpi

sul volto della Sacra Immagine di Maria dipinta sul muro di unacappella dove poi fu eretto il Convento de PP Riformati in Sole-to e bestemmiando disse Io noncredo che tu sei la madre di Diose non mi fai ammazzare stase-ra Dalle ferite della Sacra Effi-gie scaturigrave molto sangue e inquella sera lrsquoempio sacrilegosulla porta di Soleto fu uccisoLa prodigiosa immagine cosigrave fe-rita ed intrisa di sangue si ado-ra nel tempio del succennatoConvento

La litografia riproduce asinistra un giovane mentrecon unrsquoaccetta colpisce il vi-so di una Madonna col Bam-bino e a destra la suauccisione ad opera di un ma-cellaio armato di coltelloSullo sfondo lo skyline diSoleto con la guglia di Rai-mondello Orsini del Balzocollocata in un improbabilepaesaggio collinare

Comrsquoegrave noto nel 1568 il le-gnaiolo Giacomo Lissandridopo aver perduto al giocotutti i suoi denari entrato in una cappella campestre si-tuata fuori le mura di Soleto in un terreno dove poi sorge-ragrave il Convento dei Frati Minori colpigrave con una scure laldquofaccia bella della Madonnardquo ldquodipinta sulla pietrardquo dallaquale ldquosgorgograve sangue vermigliordquo come enfaticamentepuntualizzava il panegirista soletano Giuseppe Stanca inuna sua predica del 27 luglio del 1908 La sera stessa lrsquoem-pio oltraggiatore sconvolto dallrsquoincubo del delitto venne pu-gnalato e ammazzato dal macellaio Luigi Rullo nei pressidella Porta S Antonio detta nel lsquo500 Porta di borea La lito-grafia ci restituisce lrsquoimmagine della Madonna affrescata inuna edicola campestre ma P Diego Tafuro da Lequile nel-la sua Relatio Historica affermando che il Lissandri gioca-

va intra eandem aediculam confermava che si trattograve di unacappella coperta anche se di piccole dimensioni Dellostesso parere furono nel 1724 Padre Bonaventura Da La-ma e poi Padre Benigno F Perrone Nessuna fonte ci dicecon chi il Lissandri giocava e perdeva a carte nella cappel-

la Sappiamo perograve che Gia-como Lissandri potrebbeessere il figlio di Antonio Les-sandri vivente nel 1546 men-tre un documento del 1622segnala la natura violentadella famiglia Rullo Si sostie-ne infatti che Giovanni Rul-lo forse nipote del macellaioLuigi havesse (anche lui) am-mazzato uno de Soligraveto (Soleto)del quale non si sa il nome

Come segnala una divotapreghiera del 1789 su Giaco-mo Lissandri sembrograve abbat-tersi lrsquoira divina e se non fossesopravvenuta la morte vio-lenta sarebbe stato sicura-mente scomunicato dalpreoccupato arcivescovo diOtranto il napoletano PietroAntonio de Capua il qualecon le Costituzioni sinodali ndeg26 e ndeg 47 delle complessive58 stabilite nel Sinodo del1567 (si badi bene un anno

prima del fatto sacrilego) quasi a preconizzare i fatti di So-leto cosigrave disponeva Scomunicamo tutte quelle persone chenelle chiese et luochi sacrihellip faranno o giocheranno a carte o adadi et ad altra sorte di giocho proibito E ancora Scomunica-mo tutte quelle persone le quali temerariamente con pietra fer-ro (nel nostro caso unrsquoascia) o qual sivoglia instrumento diqual sivoglia modo feriranno o guasteranno lrsquoimagine del Cru-cifisso della Gloriosa Vergine Maria (nel caso di Soleto la Ma-donna delle Grazie) et altri Santi

La minaccia di scomunica quindi gravava su chi gioca-va a carte o a dadi nelle chiese e su chi sfregiava le imma-gini sacre

Il compianto prof Mario Marti in un suo bellissimo ar-

UNA FINESTRA SUL PASSATO

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 23

ticolo intitolato ldquoDonne e madonne salentine fra memoriae democulturardquo coglieva appieno lrsquoespressione singolaredella Madonna soletana che lui osservava spesso durantele visite nella ldquosuardquo Soleto Cosigrave infatti ricordava ldquoHoavuto modo di vedere tante volte il viso allora in una te-ca e coperto da un panno un porsquo atono e distante dellrsquoim-magine sacra un porsquo astratto e metafisico che puograve farpensare veramente piugrave a una severitagrave di esemplare giusti-zia (come avvenne allrsquoempio oltraggiatore Giacomo Lisan-dri) che a una maternitagrave fatta drsquoindulgenza e di perdonordquo

Lrsquoaffresco della Madonna delle Grazie databile alla pri-ma metagrave del Quattrocento rievoca echi rinascimentali (co-me nota Sergio Ortese) ed egrave impostato secondo i canoni

della prospettiva Venne poi incastonato nella nicchia cen-trale dellrsquoaltare maggiore nella chiesa conventuale dei Fra-ti Minori di Soleto giagrave nel 1617 denominata S(anc)taM(ari)a della Gr(ati)a completata nel 1614 con molta pro-babilitagrave dallrsquoarchitetto neretino Maria Tarantino

Tutti parlano di una Madonna severa con lo sguardoperso nel vuoto mentre il Bambino sorridente regge conla destra un piccolo ventaglio liturgico e con la sinistra gio-ca con un uccellino Si tratta invece di una Mater amabilisvolta a suscitare la misericordia di Dio verso i fedeli

Lo sguardo triste mesto e distaccato della Vergine estra-neo al gesto sacrilego del Lissandri egrave solo presago dellaPassione del Figlio raffigurata dal corallo rosso che pendedal collo del Bambino simbolo del suo sangue e della suamorte in croce

BibliografiaEgrave utile consultare L MANNI La Madonna delle Grazie di Soleto Galati-

na 2001 pp 43-53D Donato DE LUCA Divote preghiere per la novena della Madonna delle

Grazie Gallipoli 1897 pp 11-31B F PERRONE I conventi della serafica riforma di S Nicolograve in Puglia II

Galatina 1981 p 171M MARTI Donne e Madonne salentine fra memoria e democultura in

ldquoRassegna trimestrale della Banca Agricola Popolare di Matino e Leccea VIII 1 Galatina marzo 1982 p 127

L MANNI Guida di Soleto (a cura di M CAZZATO) Galatina 1992pp 41-42

L MANNI Santi e miracoli nel Salento Galatina 1996 pp 90-93 123

laquoMorsquo vu cuntu nu cunturaquo ni dicigravea la nonna Anna E zzacca-va a cuntare

E tutta la stanza se lsquonchia chianu chianu de fate de streche demachi e macare de re e de regine e puru de li nanni orchi ca nifacigraveanu ghiacciare lu sangu sulamente cu li pensagravevamu

Ma pe pocu tiempu perograve Finu a a quandu nu rrivava lu mu-mentu mentru la nonna sta cuntava ca li pariti e la stessa lagrave-mia de la stanza allrsquoimpruvvisu scumparigraveanu e lassavanu pertulu cielu e allora se perdigraveanu tutti le fate le streche li machi e linanni orchi e nui vidigraveame a lsquoncapu luccicare sulamente le stel-le e le lune e poi a centu a centu passavanu prucissioni de ca-valieri cu le curazze drsquooru e li pinnacchi e lu tiempu nu sapivise era moi o poi o prima essendu ca ni sentigraveame puru nui in-tru a lu cuntu ca la nonna sta cuntava E poi vidigraveame allrsquoim-pruvvisu li draghi e li cavaddhi alati ca sfrecciavanu vulandu ese putigravea sentire comu nu striunizzu propiu a mmienzu a la stan-za ca era ddeventata na fureata incantata e alla fine se dduma-vanu tante luciceddhe ca tremulavanu luntanu luntanu e poise perdigraveanu a rretu allrsquoorizzonte ndash a lu scuffundu dicigravea la non-na ndash addhai ci nu canta caddhu e nu lluce lunahellip

Pensagravetila comu vuliti ma ju sursquo sicuru ca prima o poi a nucertu giurnu precisu a lu postu magicu addhai ci se cugraventanulsquoncora li cunti de na fiata me incontru lsquontorna cu la nonna An-na percegrave lrsquoaggiu rrecalare na bella cosa ca mi la cunservu pe id-dha de quandu era picciccu picciccu

E ci sape se cu lrsquooccasione la nonna (ca mi lrsquoja prumigravesa) numi presenta finalmente la fija de lu Re percegrave de quiddha sursquo sta-tu sempre e suntu lsquoncora lsquonnamuratuhellip

Quista leggenda ca stegrave pe cuminciare quarchedunudice ca lrsquoave inventata nienti de menu ca LeoneTolstoj lu famosu scrittore de la Russia Quarche-

dun addhu dice ca egrave stata ripresa de lu scrittore Italu Cal-vinu A mie cu bbu dicu lu giustu mrsquohanu sempremparatu ca ede na storia vera originaria de le muntagnede lrsquoArta Italia ca poi egrave scisa chianu chianu a le parti decquassotta a nui e puru a la famija nogravescia ca pe la veritagrave egravesempre stata patriottica Tantrsquoegrave veru ca allrsquourtima de li un-dici fij avuti de la nonna Anna lu nonnu Paulinu nogravesciuvoze cu li degravescia lu nome de Triestina propiu a onore dela cittagrave de Trieste ripijata allrsquoAustria a la fine de la primaguerra mondiale

Vabbegrave Comu ede comu nun ede lsquostu cuntu ca morsquo vucuntu a casa nogravescia era deveru de casa percegrave ogni tantuscigravea e bbenigravea pe vucca no sulamente de la nonna Annama cchiui de na fiata puru de la zigrave Ninetta e addhe fiate dela zia Teresina e de la zigrave Cetta o puru de la Rusaria ca erala cugina crande e ca ede lsquoncora viva e vegeta cu la bonasalute e li mandu nu baciu

Allora siti pronti Se siti pronti zzaccuCrsquoera na fiata nu Re ca tenia nu fiju unicu La Regina di-

fatti srsquoja mmalazzata cu lu parturisca e de tandu a lsquompoinu potte avire cchiui nisciunrsquoaddha cravidanza

Lu Re naturalmente li vuligravea ancora cchiugrave bene a lsquostu fi-ju unicu E si lu cocculava e lu nsistigravea ogni mumentu esciucava cu iddhu e li cuntava storielle curiose cu lu di-verta e li facigravea rrecali drsquoogni ben di DiulsquoNsomma cerca-va cu lu ccuntenta in tuttu e per tuttu

Ma lu principinu invece era sempre scuntentu Morsquo era puru ddeventatu carusu nu giovanottone ertu

beddhu e distintu comu nu veru Principe Scigravea a lsquoncaccia

ma de malavogliaComu cuminciava afare na cosa dopu nupocu se ncaddhiscia-va Lu Re lrsquoja datu pu-ru nrsquoarmata de sur-dati cu lu invoglia al-lrsquoavventura ma id-dhu mancu pe lacapu

Nu paru de fiate cuccuntenta sigraverasa ca luspingigravea quasi a lsquonfor-za ja puru partecipa-tu a lu torneu de lacavalleria ca se tenigraveadorsquo fiate lrsquoannu ma secapigravea subitu ca a lugiovane nu li cuddha-va percegrave nu teniapropiu piacere denienti e lu cchiui de lefiate stava sempremalinconicu

Crsquoeranu periudi capassava sciurnate in-tere nfacciatu a lubalcone cu lu sguar-du persu luntanu

laquoMa cce hai Cce edeca ti mancaraquo li ddumanda-va sigraverasa

laquoNu sacciu mancu iuraquo ri-spundigravea iddhu

laquoForsi ca sinti lsquonnamura-tu ndash cuntinuava lu sirendash Harsquo misu lrsquoocchi su qual-che beddha carusa Dimmigrave-lu fiju miu ca de vagnunebeddhe ne truvamu centu efosse puru la fija de lrsquoImpera-tore oppuru na semplicecontadina se propiu ti pia-ce ti la fazzu spusareraquo

Nienti Lu Principe co-tulava la capu e mancu lirispundigravea

Ddhu poveru cristianu

de lu Re alla fine lrsquojapruvate tutte inutilmen-te cuncerti de musicafeste de ballu sfilatemascherate numeride scioculieri animaliparlanti

Alla fine decise fice nu bandu e chiamau a cunvegnu limeju duttori professori studiosi e filosofi de tuttu lu Re-gnu e finalmente dopu sette giurni e sette notti de assem-blea ci foe na parvenza de rimediu a la situazzione

Lu Capu Sapiente ca tenigravea la barba vianca e lu parlare

24 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

pulitu li disse a luRe laquoMaestagrave abbiamoindagato e ragionatoprofondamente Abbia-mo studiato le StelleChiesto consiglio al-lrsquoAurora e al TramontoInterrogato il SilenzioEsplorato lrsquoOscuritagrave e ilDubbio E aperto infi-ne tutte le novantano-ve porte del MisteroOra per liberare vostrofiglio dalla malinconiadovete cercate un uomoche sia contento Macontento in tutto e pertutto Di se stesso del-la sua famiglia dellapropria occupazionedella sua casa del paesedove vive della genteche incontra dellrsquoariache respira delle stagio-ni che cambiano e an-che degli animali deglialberi delle montagnecosigrave come pure del mareo dei fiumi e dei laghi edi tutto ciograve che lo cir-

conda Quando incontreretequestrsquouomo prendete la sua ca-

micia e scambiatela con quella di vostro figlio E il Principe fi-nalmente guariragraveraquo

Lu Re se dese de fare subitusenza mancu cu perda nu

minutu lu tiempu curraccoja tutti lrsquoamba-sciatori de lu Regnu

ccumpagnati de centusurdati segretari mes-saggeri currieri esplo-ratori e aiutanti drsquoogni

genere e li sparpa-jau a li quattru pizzi cu

se degravescianu de fareE foe cusigrave ca dopu nu

paru de giurni li pur-tara nu Monacu rumi-tu

laquoMonacu santu dim-mi se sirsquo cuntenturaquo liddumandau lu RelaquoCertu Maestagrave Sursquocuntentu de intru e de

fore La solitudine fur-tifica e santificaraquo laquoBravu Bravuraquo li disse lu Re E poi li fi-ce lsquosta pruposta laquoVorsquo cu bbieni cu mie a lu castellu pe dire lepreghiere intru a la cappella realeraquo

laquoMacari Maestagrave E comu no De corsa vegnu a lu castel-lu Cusine me pozzu rripusare nu pocu ca stisu sempre lsquonter-

ra sulu sulu e pe lu friddu de certe notti a le fiate mi vene la ma-lincuniaraquo

laquoVane vane Monacu rumitu Se eri veramente cuntentu nudesideravi cu stai meju de cu comu stai Via Viaraquo li cridau luRe Li dese na borsa de munete drsquooru e lu cacciau

Dopu nrsquoaddhu paru de giurni li purtara nu Massaru catenigravea cchiui de decemila pecure e nu crande llavitu e erariccu spundatu ma era puru tantu bbonu de core ca davafatigravea a ci la cercava e rrecalava de mangiare a tutti e purusordi a ci tenigravea bisognu e tutti li vuligraveanu bene e iddhu eracuntentu

laquoMassaru Massaru se vide ca sigrave cuntentu Ma tie deveru tesienti cuntenturaquo li ddumandau lu Re laquoCertu Maestagrave Co-mu viditi ssignurigravea stessu iu tegnu tuttu e cchiui de tuttu etutti mi vogravelanu bene Perograveraquo

laquoPerograveraquo li rripetigraveu lu Re ca vuligravea cu saccia de cchiuilaquoPerograve lrsquoanni passanu Maestagrave E mi vene la malincunia quan-du pensu ca prima o poi puru iu aggiu murire e aggiu lassaretuttu quiddhu ca tegnuraquo

laquoVane vane Massaru riccu spundaturaquo li cridau lu Re laquoSeeri veramente cuntentu nu desideravi cu eggi eternu ca sulu alu Patreternu li spetta Via Viaraquo Li rrecalau na borsa demunete drsquooru puru a iddhu e lu cacciau

Poi dese ordine a li surdati cu nu li portanu cchiui ciu-vieddhi pe ddha settimana percegrave era rimastu tantu delu-su de lsquosti primi risultati ca era meju cu se ddefrisca nupocu E ccumpagnatu de quattru cavalieri se ne scigraveu que-tu quetu a lsquoncaccia intru a lu voscu

A lu tramontu quandu sta turnava a lu castellu passan-du vicinu a na capanneddha ca sta cadigravea arsquostozze lsquontise navoce ca dicigravea laquoCrazzie Signore miu Puru ogravesce mrsquoai pruvvi-dutu cu faticu e cu mangiu Aggiu sudatu e me sentu nu pocustraccu pe la fatigravea ma sursquo cuntentu lu stessu Morsquo mi mangiu nupocu de minestra poi me curcu me riposu e crammatina comusempre cu lrsquoaiutu de Ssingurigravea me ddisciatu cchiugrave friscu e cchiugravefelice de na rosaraquo

laquoEcculu ndash disse lu Re cittu cittu ndash Finalmente lrsquoimu truvatuquistu ede propiu lu cristianu cchiugrave cuntentu de tuttu lu Regnu Las-sagravemulu cu mangia ca poi trasigravemu e facimu cu ni degravescia la camisaraquo

E dopu nu pocu trasegravera lu Re cu tre surdati E ddhu cristianu ca srsquoja giagrave menatu su lu liettu e quasi

sta pijava sonnu se zau fuscendu e ddumandau cce buligraveatutta ddha gente a casa soa E lu Re in persona li disse cusi caccia lsquoddha specie de cuperta ca tenigravea lsquonturtijata susue cu li degravescia la camisa ca tenigravea de sotta ca li servigravea Ca poipe lsquostu favore lu rrecalava cu nu saccu chinu de giuielli ede munete drsquooru E ddhu cristianu ca ncora nun ja capitusi la cacciau sugravebitu ddha specie de cuperta ca tenigravea lsquontur-tijata susu

Ma sotta nun crsquoera nuddha camisa Nu la tenigravea la cami-sa ddhu poveru cristianu Nu lrsquoja mai tenuta a lsquonvita soa

Cari amici a la fine de lu cuntu la nonna Anna ni dicigravea sem-

pre ca la camisa de la felicitagrave nun esiste Lu segretu ede unu su-lu rripetigravea ognunu de nui tocca cu se saccia nccuntentare Cula camisa o senza Percegrave nu sempre egrave certu ca unu ca la tene lacamisa ede alla fine cchiugrave cuntentu e felice de unu ca invece nula tene

Cu tanti Auguri de bone Feste e cu la bona saluteMelanton-Roma 2015

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 25

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

26 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Era stata educata a Galatina

Sofia Stevens nacque nel 1845 a Gallipoli figlia del vi-ce Console inglese nella citta salentina Henry Stevensche rimase in carica fino al 1867 anno in cui morigrave An-

che il nonno di Sofia Richard era stato vice console dal1829 fino al 1853Mentre la madre diSofia era una nobil-donna di originefranco-napoletanaCarolina Auverny

Sofia era la secon-da di cinque figli (trefemmine e due ma-schi) ed era stataeducata prima a Ga-latina poi alla etagrave diundici anni fu man-data a Napoli doveebbe per maestro dilingue e di poesia Fe-derico Villani aquindici anni ritornograve

a Gallipoli e di qui ebbero inizio come era norma per i gio-vani di buona famiglia i viaggi di formazione in Europa

Con lo zio Giovanni Auverny per due anni Sofia non fe-ce che viaggiare Parigi Madrid Berlino Zurigo Monacodi Baviera Copenaghen ecc Si perfezionograve negli studi clas-sici conoscendo oltre lrsquoitaliano il francese lrsquoinglese lo spa-gnolo e il tedesco e rientrata a Gallipoli cominciograve ascrivere per proprio conto fincheacute morto il padre nel 1867(Sofia ha 22 anni) si trasferigrave con la madre e tutta la fami-glia a Napoli Qui sposograve senzrsquoamore Settimio Bartocci Idue vissero tra Gallipoli e Napoli a seconda delle stagio-ni fincheacute nel 1873 venne diagnosticato a Sofia (ha soltan-to 28 anni) un tumore al seno Da questo momento in poiSofia si trasferisce definitivamente a Napoli Non rivedragravepiugrave Gallipoli Operata tre anni dopo muore il 9 agosto1876 a soli 31 anni di etagrave

Muore con il rimpianto di un amore infelice e con la suaGallipoli nel cuore

Lascia scritte con il lapis in vari quaderni-diari 350 poe-

sie che aveva cominciato a scrivere fin dallrsquoetagrave di 15 anniVerranno pubblicate postume nel 1879 sotto il titololdquoCantirdquo come avrebbe desiderato lei stessa che ammira-va e amava moltissimo i ldquoCantirdquo leopardiani

Era una creatura dolce e malinconica morigrave infeliceVi chiederete comrsquoera Sofia Stevens questa singolare no-

bildonna gallipolitana dellrsquo800Non abbiamo testimonianze coeve ma dallrsquoeffigie del ri-

tratto che ci ha lasciato e soprattutto dalle poesie che ha la-sciato come sorta di testamento spirituale egrave facileimmaginare una creatura dolce fine delicata pallida pa-tetica malinconia romantica e tuttavia non era una fan-ciulla tutte trine e sospiri

Era intelligente colta conosceva quattro lingue di carat-tere molto riservato era schiva viveva appartata aveva unmagnifico rapporto con la natura che la circondava e so-prattutto Sofia si sentiva profondamente gallipolitana fi-glia di quella terra un porsquoruvida ma splendida e generosaE ciograve lo esplicita nelle sue poesie che sono di chiara imita-zione e sul modello tardo-romantico alla Prati o alla Ale-ardi tanto per intenderci anche se il suo modelloinarrivabile fra tutti i poeti da lei conosciuti era GiacomoLeopardi il poeta del dolore a cui si sentiva molto vicinosia per il suo temperamento malinconico che per le tristi

POETI SALENTINI

Gallipoli (LE) - Antica raffigurazione del porto

Sofia Stevens

di Augusto Benemeglio

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 27

personali vicende biografiche Le poesie di Sofia Stevenssono molto sentimentali talora sognanti malinconichedolenti Ma ciograve che ella prova non egrave finzione non appartie-ne alla convenzione percheacute la sua vita fu veramente brevedolorosa e infelice costretta a sposare un uomo che nonamava e a patirne tutte le amare conseguenze e infine col-pita da un male terribile allora incurabile che lrsquoavrebbeportata alla morte tra atroci sofferenze fisiche e spirituali(ldquoA lrsquoalma mia tapina tormenti senza fine innanzi pa-rahelliprdquo) a soli 31 anni

Dal cielo son discesaIn questa fonda valleE al suolo mrsquoha protesaUn infelice amoreNon piugrave lrsquoamorchrsquoio vagheggiava tecoE che potea securaFin confidare a lrsquoecoDe le paterne muraMa di foco avvampante passioneChe sebben corripostaTerribile tenzoneContro me stessa ha impostoInvano io vograve domarlaQual fa lrsquoondaTanto furente da schiantar le digheFuori trabalza e tutto intorno inondaE seco trascinando la rovinaA lrsquoalma mia tapinaTormenti senza fine innanzi paraE mrsquoapparecchia la gelata bara

La ruvidezza degli antichi scogliSofia lrsquoabbiamo detto amograve molto la sua terra natia Gal-

lipoli che considerograve sempre sua prima vera autentica pa-tria sebbene non ci abbia vissuto moltissimo E alla suaterra dedicograve descrizioni poetiche non convenzionali conunrsquoattenzione particolare alla precisione terminologica nelcampo della fauna e della flora salentina frutto della suacuriositagrave e passione per la botanica e le scienze naturali

hellipE si distendeSursquo sassi calcinati darsquo fulgoriDe lrsquoastro che in maggiore in ciel risplendeDiserta vrsquoegrave perograve rude la zollaDa pochi sterpi adorna e serpollinohellip

A me cresciuta Sopra lido marina avanza in coreLa ruvidezza dersquo nativi scoglihellipAride pietre e meste io veggo intornoOve licheni biondi e serpollinoSono i soli a profumar cocente il giornohellipErsquo qui sabbioso il suolo e non vrsquoha ramoE pure e pure questa terra io lrsquoamo

ldquo E mrsquoegrave duolo perenne la vitahelliprdquoAl periodo della fanciullezza e dellrsquoadolescenza si con-

trappone la dura realtagrave del presente in cui sono definitiva-mente tramontati i sogni e le speranze di coronarefelicemente il suo amore Chi domina incontrastato ora egrave ildisinganno e la disillusione

Lrsquoalma fidente si commuove e speraMa il disinganno apparehellipah rio velenoMa finite le gaie stagioniOgni speme con esse egrave partitaOra ignoro gli amori ed i suoniE mrsquoegrave duolo perenne la vita

Giglio nellrsquoombra e nel gelo sullo sfondo di un accesotramonto

Il dolore e la tristezza dellrsquoanimo di Sofia malata in pre-da anche allo sconforto di non poter piugrave rivedere Gallipo-li percheacute il viaggio le sarebbe troppo doloroso fannoaffacciare nella giovane donna lrsquoidea prepotente della mor-te E lo fa con accenti e riecheggiamenti chiaramente leo-pardiani

Oh felici coloro cui concessoErsquo giagrave il riposo de lrsquoeterno sonnoLagrave presso lrsquoonde di quel mar serenoSotteso le robinie e le gaggieDe le fiorite italiche pianureDove srsquoascolta il cinguettio giocondoE dove il pianto semplice donzellaVersa devota sopra lrsquourna amica

Donna Sofia Stevens a cui Gallipoli ha dedicato unavia nel borgo una via discreta e appartata sulla rivieradi tramontana rimarragrave per sempre lrsquoemblema della de-licatezza e della femminilitagrave romantica ma anche dellatenerezza e del profumo discreto un candido giglio trale rocce unlsquoombra delicata e tenera sullo sfondo di unacceso tramonto di Gallipoli bull

28 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

PITTORI GALATINESI

Metafisica scettica mi piace defi-nire la pittura di Totograve Rossettispirito inquieto e indagatore cu-

rioso della condizione esistenziale con-temporanea

E con le sue opere il nostro egrave un ritorno auna ben strana e originale metafisica unametafisica questa volta salace arguta piugraveafferente ndash certo ndash ad uno spirito pirandel-liano ma ndash sento di poter dissentire da cer-ta critica ndash alquanto lontana dalla musainquietante dechirichiana

Rossetti non sembra estraniarsi dal pre-sente non intende costruire un universoche trascenda la realtagrave piuttosto sembravoler fare il verso ai costumi ai tic alle pes-sime abitudini della societagrave massificata inun intento intelligentemente neoillumini-sta che fa perno sulle sorti alternanti e mu-tevoli della natura umana messe a nudo elasciate al compiaciuto ludibrio del visitatore

E dentro questo programma di rivisitazione della socie-tagrave e dellrsquoindividuo occupano un posto preminente la ten-sione critica la contestazione sobria ed elegante che solo la

pittura metafisica puograve pronunciareQuesto nitore delle opere di Rossetti deriva dal fatto che

lrsquoartista sa innanzitutto padroneggiare con abilitagrave la figu-ra competenza che non pare fargli difetto bencheacute proven-

ga da una formazione autodidattaA ciograve si aggiunga anche in lui la

predilezione per talune citazionistilistiche come le incursioni ldquoopti-cal artrdquo o addirittura iperrealisteche costellano tutto un percorso dioriginalitagrave

Dunque una metafisica pura opiuttosto un ideale metafisicoPropenderei per questa seconda in-terpretazione dato che esiste unnon so che di esplicito in quel suocromatismo cosigrave vivido in quellasua fedeltagrave alla forma ndash reinventatasigrave - ma sempre cosigrave sensibile allatrascendentalitagrave e aggrappata al re-taggio concreto dellrsquoesistenza

Talora infatti dalla pitture diRossetti affiora la tentazione delpaesaggio come rispecchiamentodella vita interiore della socialitagraveaffiora altresigrave un elegante figurati-ldquoLrsquoarte invita alla pacerdquo - acrilico su tela

ldquoSirenardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 29

vismo informato a un vagheg-giamento estetizzante dellaforma quasi un esito compen-sativo della coscienza forte-mente avvertita del caratterearido e amaro dellrsquoesistenza

Rossetti pertanto riesce atemperare con questi ricorsi ladisperazione senza attese chegiustamente caratterizza lrsquoere-ditagrave storica della pittura meta-fisica

Un riscontro di ciograve va ricer-cato nel suo ricco repertoriografico che spazia dalla pubbli-citagrave alla satira e nel quale risie-de la sapida inventiva concet-tuale di un uomo ben radicatonel proprio tempo

Antonio Miccoli

Nella personale visione del-la realtagrave Totograve Rossetti ci dagraveuna pittura originale tesa alladescrizione di avvenimenti estati drsquoanimo della societagravecontemporanea in chiave me-tafisica

Le sagome umane negli at-teggiamenti veraci inserite inuna architettura classica dateatro sono da collegare con lospirito penetrante pirandelliano e dechiriano

Crsquoegrave una denuncia della tradizione e crsquoegrave un modo singo-lare di dipingere efficaci come risultato percheacute le ansie deipersonaggi sono espresse e chiuse in una ben orchestrata

sfera eticaLrsquoartista vive e soffre la tra-

sformazione drsquouna societagrave checolloca con forza esistenzialeisolandola e sommergendolanel vuoto drsquouna disperazionesenza attese o nellrsquoillusione dieffimere gioie terrene

I personaggi recano ciascunoil peso del proprio vivere

Lrsquoarte del Rossetti riesce cosigravead esprimere lrsquoinconsistentemutevolezza umana

Sirio Marcianograve

Quasi un ideale metafisico egravela pittura di Totograve Rossetti na-ta da una complessa lievita-zione di spirituale sensibilitagrave enel contempo di partecipazio-ne alla forma che si concretiz-za in elaborati il cui fascinoprincipale egrave dato dalla armo-nica sintesi attuata attraversouna sua ricerca multi cromaed efficace nella resa pittoricae nella ricerca del volumequanto mai significativa nelsuo apporto di tensioni e di vi-brante sensitivitagrave

La ricerca del discorso nuovoed originale egrave dettato dalla sen-

sibilitagrave dellrsquoartista in uno spazio temporale ben definitonon solo nellrsquoaspetto artistico ma anche umano

La sua figurazione si avvale di un concetto espressivo te-so alla leggibile rappresentazione dei soggetti e di un par

ldquoEvardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 31

ticolare mondo pregno di sensibilitagrave umana e come ldquomo-menti di vitardquo nel loro atteggiamento che coglie gli esseriumani mentre compiono determinati gesti che li caratte-rizzano esteticamente e interiormente lrsquointervento croma-tico egrave lasciato alla particolare sensibilitagrave di questo artista

I racconti di intime suggestioni di Totograve Rossetti sono unfluire incantato di immagini sensitive emotive e trepidan-ti di una estrema poesia che trasferite nel colore secondouna metodologia musiva e secondo un respiro delle zonepolicrome egrave una operazione pienamente riuscita soprat-tutto per lrsquooriginale impostazione giocata su fremiti viva-ci e su emozioni improvvise

Sia pur nella meditata complessitagrave delle sue armonioseopere che nellrsquointenso fluire di una poetica sostenuta dasquisita capacitagrave espressiva egrave infatti la tipica urgenzacreativa infrenabile di Totograve Rossetti che sulla tela divieneforza espressiva

Questo suo mondo pittorico in cui la carica dei simbolidi tattili emozioni di percezioni cromatico-strutturali vo-luttuosamente luminose qualificano nella densitagrave materi-ca una personalitagrave decisamente autonoma di quel suofluire spontaneo di quel vibrare continuo di forme e di co-lori narrati con gioia come vita in perpetuo movimento

Nella Mariani

ldquoPrimaverardquo - acrilico su tela

ldquoVenererdquo - acrilico su tela

Le Associazioni degli Amici della Musica sono diffu-se in tutta Italia da oltre un secolo e ubbidiscono a unprincipio esclusivo di promozione e diffusione del-

la musica della sua finalitagrave formativa ed educativa per igrandi valori estetici e morali che esprime

Forse queste Associazioni sono nate per cercare di col-mare una carenza di interessi musicali un vuoto istituzio-nale gravissimo di uno Stato latitante e come dice il MdegRiccardo Muti criminosamente colpevole della inspiegabi-le assenza di insegnamento nelle scuole italiane fra le po-che in Europa

Le Associazioni rappresentano sul territorio nazionaleuna delle poche sicure ancore di salvezza per una catego-ria di musicisti e professionisti una specie ad alto rischiodi estinzione

Dopo piugrave di un secolo di presenza di movimenti cultu-rali stagioni concertistiche concorsi pianistici e tante tan-te idee la situazione musicale italiana rimane incertaquasi sospesa nel vuoto dellrsquoindifferenza dei politici i piugraveresponsabili della storica incapacitagrave di governare la cultu-ra del paese

Non solo ma si assiste anche a frequenti ed assurdi epi-sodi di analfabetismo musicale da parte di molti intellettua-li per nulla impensieriti dalla loro ignoranza anzihellip moltifanno sfoggio in alcune interviste pubbliche financo dellapassione per la musica Poi si va a scoprire quasi sempreche il loro interesse o amore egrave per un genere che non va aldi lagrave delle insignificanti musichette di consumo

I veri amici della musica sono quelli non della ldquopizzica etamburellordquo non della ldquopopolarerdquo neacute della folk e dellarock ma qualche volta della jazzistica e sempre della co-siddetta ldquoClassicardquo per intenderci quella di Palestrina

Monteverdi Mozart Beethoven Cho-pin Schubert Liszt e tanti altri

Noi siamo la patria insieme a Ger-mania e Francia del patrimonio mu-sicale piugrave importante del pianetaRappresentiamo la meta che tutti imusicisti del mondo sognano ma ciograveche avviene per i beni artistici succedeanche per quelli musicali Infatti neabbiamo fin troppi e a volte cadononellrsquooblio alcuni musicisti per i qualialtre nazioni vanterebbero meriti ec-cezionali A Galatina per esempio cisiamo dimenticati di tre illustri citta-dini Pasquale Cafaro del rsquo700 Giu-seppe Lillo dellrsquorsquo800 e Adolfo Gal-luccio del lsquo900

LrsquoItalia a cui il mondo intero conti-nua ancora oggi a guardare con gran-de ammirazione e stima per la suainvidiabile storia della musica egrave ilPaese perograve dove stranamente meno lasi studia diminuisce il numero delle

orchestre scompaiono istituzioni corali e suoi teatri sof-frono per mancanza di risorse e per il loro malgoverno

Si ha lrsquoimpressione che da un momento allrsquoaltro tuttopossa collassare e implodere seppellendo lrsquoimmenso pa-trimonio musicale

Purtroppo lrsquoattenzione delle Istituzioni nazionali e loca-li continua ad essere deludente se non indifferente Ubbi-disce ad una tendenza tutta italiana che si puograve sintetizzarenel pensiero di un noto ministro di un recente governo chediceva ldquoCon la cultura non si mangiardquo

32 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ASSOCIAZIONI CULTURALI

1952 - Galatina (LE) - il Mdeg Bruno Massaro in concerto

Eppure lrsquoItalia egrave secondo le stime dellrsquoUnesco il Paeseche detiene il maggior numero di beni artistici e cultura-li del mondo ma investe meno risorse degli altri Paesieuropei

In Italia siamo al 27deg posto lrsquoultimo E come se non bastasse

queste poche risorse sonocontese da un numero ecces-sivo di Associazioni Enticulturali e Fondazioni e perdi piugrave mal distribuite e spes-so elargite con criteri estra-nei al principio della qualitagravee del merito

La storia musicale di Ga-latina comincia idealmentenel 700 con un suo musici-sta di fama come PasqualeCafaro prosegue nellrsquo800con Giuseppe Lillo compo-sitore di molte opere lirichee musica da camera e nel900 con Adolfo Gallucciodetto Galladol

Questrsquoultimo un musici-sta gentiluomo era un com-positore di pezzi straor-dinari che eseguiva con unasua piccola orchestra drsquoarchiin concerti pubblici e spessoin salotti privati ove ricordosi trascorrevano serate mu-sicali gradevolissime Inquesto stesso periodo forseinfluenzati dalla personalitagravedel Galluccio a metagrave anni50 alcuni amici si attivarono per dare vita alla prima As-sociazione Amici della Musica di Galatina

Artefici eccezionali di questo movimento culturale furo-no la nobildonna Luisina Vallone Sticchi il dott AngeloSodo animatore principale le profsse sorelle Gina e An-tonietta Piscopo la profssa A Congedo la profssa Wan-da Bruno il sig Raffaele Congedo

La prima sede dei concerti fu la palestra della Scuola me-dia ldquoG Pascolirdquo in cui ebbi il piacere di suonare alcune miecomposizioni elogiate dal presentatore allora giovane pre-sidente Angelo Sodo ora giudice in pensione

Dopo qualche anno ci si spostograve nella sala ldquoLillordquo ora Sa-la consiliare del Comune acui sono legato da un tristericordo fui respinto alla por-ta drsquoingresso della Sala per-cheacute sprovvisto di abbona-mento

Per me allora quindicen-ne lrsquoiscrizione allrsquoAssocia-zione era un lusso che nonpotevo permettermi

Intanto a fine anni 50 or-mai affermato nellrsquoambientemusicale galatinese e nonsolo fui incaricato dalla pre-sidente Vallone insieme al-lrsquoamico Virgilio Contaldodella vicepresidenza del-lrsquoAssociazione che in quelperiodo in cerca di una sedepiugrave confortevole fu ospitatanel Circolo cittadino ldquoCirco-lo dei Signorirdquo ora sede deiVigili Urbani Il salone eraabbastanza elegante e ca-piente e il pubblico nonmolto numeroso era suffi-ciente a tenere dignitosa-mente in vita le seratemusicali

In questa nuova sede lrsquoAs-sociazione sembrograve aver tro-

vato finalmente una sua collocazione piugrave in linea con leesigenze di raffinatezza ed eleganza delle sue serate

Ma non si era valutata la presenza di alcuni anticorpi chesi annidavano tra i Soci del Circolo

Succedeva non poche volte che alcuni ldquoSignorirdquo noncu-ranti del concerto in corso nella saletta di lettura a fiancodel salone non sapessero fare a meno della partita a carte

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 33

1990 - Il prof Zeffirino Rizzelli in undibattito pubblico al Centro Studi Musicali

e che nel momento meno op-portuno esclamassero ad altavoce frasi tipiche del gioco del-la scopa

Superati questi momenti em-blematici di un periodo storicoormai vicino al rivoluzionariorsquo68 lrsquoAssociazione perdette loslancio della prima fase e pianpiano si esaurigrave per mancanza disostegni umani e materiali

Il sottoscritto in cerca di nuo-vi interessi musicali e desidero-so di attuare per Galatina piugravesolidi progetti abbandonograve lrsquoAs-sociazione per fondare il Con-corso pianistico nazionaleldquoCafarordquo sostenuto dallrsquoentu-siasmo di un acceso appassio-nato della musica lrsquoamico OnBeniamino De Maria

Poi fu la volta della fondazio-ne del Circolo culturale ldquoIl Por-ticordquo questa volta con lrsquoaiuto digrandi personaggi della culturagalatinese mons Antonio An-tonaci docente universitariostorico e filosofo avv CarloCaggia dott Mario Montinarifondatore dellrsquoOspedaletto pediatrico a Bari e il prof Zef-

firino Rizzelli A fine anni 80sempre con la consulenza aiu-to e incoraggiamento dellrsquoami-co Rizzelli diedi vita ad unambizioso progetto ldquocredordquoutile al prestigio della cittagrave IlCentro Studi Musicali ldquoP Cafa-rordquo Una iniziativa che miravaa istituire in loco un Liceo Mu-sicale Pareggiato ai Conserva-tori di Stato

Ma come ormai molti sannonon fu realizzato solo per unsoffio per insensibilitagrave miopiae incapacitagrave di qualche politicodel momento

Il 1995 egrave lrsquoanno del ritornoagli Amici della Musica ripren-dendo un filo interrotto neglianni rsquo60

La prima riunione con i nuo-vi Amici non puograve non avvenireche nella sua sede naturale ilPalazzo della Cultura Parteci-pano i Proff Michele Benegia-mo Lucia Falco GiovannaLucarelli Maria MazzarellaClelia Massaro la sigra MariaMasi la sigra Giovanna Pelle-

grino lrsquoavv Antonio Legno il dott Domenico Mangione

34 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

1996 - Galatina (LE) - Chiostro Basilica S CaterinaSpettatori durante un Concerto Amici della musica

il prof Zeffirino Rizzelli Le serate iniziano nella Sala ldquoContaldordquo e proseguono

negli anni successivi senza interruzione ospitando fino adoggi oltre 400 fra musi-cisti letterati scrittoripoeti attori cantanti

Dal rsquo95 siamo ormailontani 20 anni ed egravequindi comprensibileche io esprima ora unsenso di generale sod-disfazione e orgoglioIl merito principale na-turalmente va soprat-tutto ai Soci prove-nienti da molti paesidella provincia checon senso di responsa-bilitagrave ed abnegazionehanno sostenuto lrsquoini-ziativa facendoci rag-giungere un traguardoimportante un obietti-vo degno di una gran-de cittagrave una conquista sociale a vantaggio dellrsquointeroSalento

La qualitagrave dei nostri concerti egrave dovuta alla fattiva colla-borazione della nostra Associazione con le piugrave interessan-ti Rassegne internazionali I rispettivi Direttori artisticicollaborano ormai con noi da un porsquo di anni segnalandocii vincitori assoluti dei Concorsi Recentemente abbiamoavuto lrsquoonore della collaborazione con la prestigiosa Acca-demia Internazionale di Imola diretta da un amico il MdegFranco Scala che ha voluto ldquoregalarcirdquo per lrsquoinaugurazio-ne dellrsquoattuale Stagione concertistica uno dei migliori al-

lievi il pianista Roman Lopatinsky che ha mandato in vi-sibilio il numeroso pubblico con un pianismo brillante eun virtuosismo eccezionale

La nostra Associazio-ne egrave ormai una Univer-sitagrave della musica unospazio culturale in cuisi affrontano e svilup-pano tematiche specifi-che della letteraturamusicale nuovi studisulla liederistica ro-mantica e approfondi-menti sui vari stili eforme delle composi-zioni di ogni tempo

Un vero laboratoriosperimentale per ela-borazioni di natura cri-tica e filosofica

Con il programma disala poi sempre ac-compagnato da unrsquoat-tenta guida allrsquoascolto

si continua a perfezionare la formazione critica dei Socioffrendo loro un prezioso mezzo di comprensione dellecomplesse problematiche delle opere musicali

Una realtagrave stimolante per Galatina ed una indicazioneper far riflettere i responsabili politici nazionali

Qualche volta dalla periferia puograve emergere un utile sug-gerimento

Forse sarebbe auspicabile da parte dei politici un porsquo diumiltagrave per sostituirla allrsquoarroganza di chi continua semprea governare isolato con presunzione e incapacitagrave di com-prendere a fondo i veri problemi del Paese bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 35

2015 - Galatina (LE) - Il pianista Roman Lopatinskyallrsquoinaugurazione della stagione concertistica 20152016

Bruno Vittorio Massaro

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 8: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

pate in casa a fare mille lavori e ad adoperarsi alla cura dei pro-pri familiarirdquo

ldquoDai nonna non smettere di parlarcihellip ti promettiamoche staremo sempre ad ascoltare senza piugrave interromper-ti Raccontaci perciograve dei lavori che la donna era tenuta afare in casardquo

ldquoImpiegherei una vita a soffermarmi su queste cose invece viparlerograve di ciograve che si faceva durante le festivitagrave natalizie Intantonoi donne dovevamo partecipare alla novena in chiesa per poterottenere lrsquoindulgenza di Natalerdquo

ldquoNonna cosa sarebbe lrsquoindulgenzardquoldquoUna sorta di benedizione somministrata dal parroco che va-

leva per un intero anno Per otte-nerla era necessario recarsi inchiesa ogni mattina di buonrsquooraascoltare la santa Messa e comu-nicarsi Il Santo Natale era vissu-to con piena gioia da parte di tuttala famiglia anche percheacute in questoperiodo si mangiavano dolci e lec-cornie varie a non finire come leldquocarteddhraterdquo i rdquoporceddhruz-zirdquo le ldquocadde cadderdquo le ldquopitted-dhrerdquo i ldquobuccunottirdquo fatti in casaed altri intingoli Poi la sera del-la Vigilia la tavola era imbanditadrsquoogni ben di Dio Si mangiavanole ldquocozze de marerdquo le ldquopigravettulerdquocon rape o baccalagrave i ldquoviermiced-dhrirdquo il ldquocaponerdquo al brodo oppureil ldquocapitonerdquo accompagnato daldquofrittelle di patate o di cavolfiorerdquotutto preparato dalle mani esper-tissime della mamma Ovviamen-te si beveva anche del buon vinoBeh ora basta mi si egrave seccata lagola a furia di parlare Preparia-moci piuttosto a pranzare credoche manchi pocordquo

Nostro padre e Gaetano in-tanto erano rincasati dalla drogheria di nostra proprietagrave

ldquoPapagravehellip papagrave questo pomeriggio ci porti al campo spor-tivo a vedere la partita tra la Pro Italia e il Nardograverdquo ndash glichiesi immediatamente sperando in una risposta positiva

ldquoSe mantiene questo bel sole senzrsquoaltro sigrave ma semprecheacute ilterreno di gioco sia praticabilerdquo

Fummo fortunati Alle 1415 in punto contenti come unaPasqua (pur trovandoci a Natale) ci avviammo verso piaz-za Fortunato Cesari allrsquooccorrenza trasformata in campoda calcio La piazza era gremita di gente percheacute la partitaera di cartello Alla Pro Italia serviva la vittoria per sopra-vanzare i neritini in classifica ma purtroppo lrsquoincontro fi-nigrave 2-2 e il tanto sospirato sorpasso sfumograve Fummo perogravesfortunati in quanto a pochi minuti dal termine il centra-vanti Angelo Calabretti sbagliograve un calcio di rigore speden-do il pallone sulla traversa (prima drsquoallora non ne avevamai fallito uno)

Non lo nascondo ce ne tornammo scontenti per lrsquoinop-portuno pareggio

ldquoSu su ragazzi stasera vi porterograve al cinema e cosigrave dimenti-cherete la grande delusionerdquo ndash ci disse nostro padre ritor-

nando a casaldquoBravo papagravehelliprdquo ndash esclamograve spontaneamente Franco ndash

ldquohellipSei il piugrave bravo papagrave di tutto il mondordquoldquoSigrave sigrave papagravehellip al Tartaro proiettano lsquoLa rosa nerarsquo con

Tyrone Power Egrave senzrsquoaltro un film fantastico percheacute aquanto pare ci devono essere diversi mortirdquo ndash aggiunsiio innocentemente

ldquoA dire il vero vorrei portarvi al Cavallino Bianco dove pro-iettano il film lsquoBellezze al bagnorsquo Crsquoegrave la bellissima attrice EstherWilliams egrave un film molto dolce e appassionanterdquo

ldquoIo non ci vengordquo ndash reagigrave Franco molto rammaricatoldquoNeanche iohellip Non mi piacciono i film drsquoamore ma

quelli di guerrardquo ndash conclusi insua difesa

ldquoVa bene va bene siete incon-tentabili Devo essere sempre ioa sorbirmi un filmetto da quattrosoldi e per giunta molto violen-tohelliprdquo ndash concluse papagrave alquan-to contrariato ndash ldquohellipMa sappiateche questa egrave lrsquoultima volta che viaccontentordquo

Diceva sempre cosigrave nostropadre ma alla fine eravamonoi figli a spuntarla in ogni cir-costanza

Al cinema ci recammo moltopresto subito dopo la partitaper poter vedere il film un pa-io di volte

Prima di andar via chiedem-mo a nostra madre trenta lirenon tanto per pagarci il bigliet-to drsquoingresso (a quello ci pen-sava papagrave) quanto peracquistare un cartoccio di lupi-ni ed uno di semi di zucca (pas-satiempu) Eravamo fortunatiad appartenere ad una fami-glia che ci accontentava quasi

in tutto Tanti altri ragazzi invece non avendo un solo cen-tesimo in tasca erano sempre ligrave nei pressi dellrsquoingresso alcinema (e stanno ancora ligrave) intirizziti dal freddo ad atten-dere lrsquooccasione giusta per entrare di soppiatto soprattut-to durante i momenti di ressa Molti ci riuscivano ma tantialtri erano costretti a rimanere fuori

Il film pur essendo a colori venne proiettato in bianco enero ma per noi fu ugualmente fantastico Stemmo in sa-la piugrave di tre ore esattamente dalle sedici e trenta a quasi leventi Tornando a casa la nostra mente era giagrave proiettataallrsquoindomani Crsquoera lrsquoincubo assillante di dover studiaretanto per sbarazzarsi dei compiti assegnati dal maestro perle vacanze natalizie Di mattina si studiava ma di pomerig-gio si giocava per la strada nostra grande palestra di vitadove noi ragazzi abbiamo costruito tutti insieme la no-stra identitagrave e dove abbiamo coltivato i nostri piccoli so-gni Ci aiutavamo vicendevolmente percheacute eravamo tuttifratelli Ci insultavamo ci picchiavamo ma dopo appenaun giorno eravamo insieme a giocare a sorridere adamarci Sigrave lrsquoamore era il nostro collante il denominatorecomune della strada e della scuola

Da sn - Angelo Calabretti e Pippi Gaballo

Anche tra gli adulti nonostante la vita fosse difficile e gra-ma vi era un sottofondo di solidarietagrave e di accettazione Lecase potevano restare aperte senza che nessuno ne appro-fittasse Crsquoerano ladri spinti piugrave che altro dalla fame e noncertamente per arricchirsi Crsquoerano tante sofferenze e peneeppure la gente le sapeva sopportare crsquoerano poche gioietutte condivise con chi non ne aveva La vita era un granbel circolo un girotondo in cui tutti ci vivevano litigavanoo si amavano ma sempre nel pieno rispetto reciproco

Oggi la vita egrave tutta unrsquoaltra cosa egrave piugrave difficile e caoticapiena di un esasperato materialismo e di un individualismoche di umano ha ben poco Assistiamo impotenti a guerretante guerre crsquoegrave una devastazione inesorabile della naturalrsquoavanzamento della cupidigia dello sfruttamento e dellaviolenza lo sfaldamento della famiglia e della scuola crsquoegravesolo il trionfo del Male Di chi la colpa Senza altro del pro-gresso del progresso scriteriato e selvaggio che non ha sa-puto correggere i difetti di fondo della societagrave drsquoallora mache anzi li ha acuiti illudendo e costringendo tantissimepersone a rincorrere miraggi piugrave che certezze Oggi la men-te dei nostri governanti egrave rivolta unicamente al PIL (prodot-to interno lordo) ma non certamente alla povertagrave che vadilagando in ogni dove A mio modo di vedere dovrebbe-ro rivolgere lrsquoattenzione a migliorare il FIL (felicitagrave internalorda) ma un simile obiettivo molto vicino ai bisogni es-senziali della povera gente non converrebbe a coloro chehanno le sorti dellrsquoItalia e del Mondo nelle mani

Spesse volte soprattutto quando sono assalito da scon-forto e delusione avverto il bisogno di rientrare in quelmondo incantato della mia dolce fanciullezza quando lavita era fatta di regole e di doveri di gioie contenute disuccessi sudati e meritati Allora ogni cosa sembrava esse-re a colori nonostante i film continuassero ad essere pro-iettati in bianco e nero A quei tempi lrsquoimmaginazione e lafantasia colmava i vuoti della vita mentre oggi la vita nonci fa piugrave sognare bensigrave preoccupare Ci sono perograve perso-ne che vivono una vita a colori Sono soltanto pochi privi-legiati che comunque non avvertono il calore del santoNatale percheacute per loro il Natale cade ogni giorno ma tratanta indifferenza e grigiore

La gente comune quella che soffre e si contiene quellache fa fatica a portare avanti una vita sulla corda la genteumile e laboriosa porta il Natale nel cuore per tutto lrsquoannoe attende con gioia lrsquoapprossimarsi di questo santo giorno

Ed egrave proprio a questa gente che rivolgo gli auguri piugravesinceri e non certamente a coloro che trascorrono il Nata-le tra feste bagordi e con il portafoglio sempre gonfio dihellipfelicitagrave rubata bull

Note1 ldquoAgravelzati San Giovanni e non dormire perchegrave vedo avvicinarsi tre nu-vole una di acqua una di vento e una di maltempo portale dove noncanta il gallo non splende la luna e non vi egrave alcuna creaturardquo

Rino Duma

Lrsquoultima descrizione informata e consapevole dellafigura del filosofo e medico Francesco Scarpa da So-leto (15581618) ce la offre Luana Rizzo(1) traccian-

do un profilo della sua formazione e del suo pensierofilosofico

Come apprendiamo giagrave da Gio Bernardino Tafuri(2) loScarpa nacque a Soleto da onorata famiglia e apprese le

prime funzioni sco-lastiche di letteratu-ra e lingua grecapresso il noto mate-matico e filosofoMatteo Tafuri dimo-strando prontezza esottigliezza dinge-gno e laureandosipoi a Salerno in me-dicina

Nel 1584 quandoha circa 26 anni ed egraveattivo cul- tore distudi filosofici mettea stampa la sua forseunica e rarissimaopera dal titolo ldquoDeAnimardquo nasconden-dosi sotto il nome diPitagora Salentino e

indirizzando con lettera dedicatoria la sua opera al mae-stro appunto Matteo Tafuri che vi viene definito AtlanteSalentino Cosigrave la dedica ldquoAd Atalante filosofo salentinoPitagora salentino questa sua opera come gradita dedicaTi meraviglierai senza dubbio maestro sapientissimo daquale straordinario ordine sia regolata lrsquoapparentementeopaca natura la quale vista attraverso le trasformazioniche di continuo le reca lrsquoingegno umano si mostra a quan-ti la considerano quasi un mirabile ed anche grandiosoartificio corroborato dalla potenza che vi si cela Tu senzadubbio rispetterai il motivo che mrsquoinduce a fissare su unatavoletta il mio pensierohellip Avendo intrapreso a scriverepartendo da questo punto sono costretto con senso di pro-fonda malinconia a stabilire che lrsquoanima sia ingenerata eincorruttibile e che sia singola e radicata nei loro corpiQuesto infatti attenditi e molto ti piaceragrave Stai bene(3)rdquo

Nullrsquoaltro se non questo breve cenno era fin qui a nostraconoscenza sul rapporto tra i due studiosi anche se qual-che altro scritto potevamo sperare di rintracciare percheacuteBernardino Tafuri scrive che lopera De Anima lsquofu lrsquounicaper quanto noi sappiamo chrsquoesso diede alle stampe avendo lrsquoal-tre da esso composte rimaste dopo la sua morte manoscrittersquo

Ma tante speranze e tante ricerche sono andate per annideluse fino a qualche mese fa quando ho ritrovato unalettera appunto dello Scarpa del tutto sconosciuta e ine-dita indirizzata proprio al suo maestro Matteo Tafuri cheegrave custodita nel Museo Civico di Galatina tra i documentiantichi del Fondo Cavoti Molto dobbiamo a Pietro Cavo-ti che dedicograve gran parte della sua vita agli studi di storiaarte letteratura e alla conservazione e trascrizioni di mol-ti documenti antichi di eccezionale importanza Si deve so-lo al Nostro se finalmente si egrave messa la parola fine allatravagliata discussione sulla calvarie del Tafuri indicatada Alessandro Tommaso Arcudi nella Galatina letterata edobbiamo ringraziare sempre Cavoti se si egrave giunti alla sco-perta dellanno di morte di Matteo Tafuri avvenuta il digrave18 novembre 1584(4)

Ora questa lettera di Scarpa a Tafuri che fu trascritta daCavoti nel 1856 da un originale oggi perduto era antica-mente conservata a Soleto pressoFrancesco Carrozzini il qualepoi la donograve a FortunatoVernaleone di Galatinanel 1773 Per qualemotivo avvenne ladonazione di questapreziosa lettera nonvi egrave modo sapereComunque la mis-siva fu indirizzatail 4 aprile 1583 daFrancesco Scarparesidente in Napolie giagrave dottore in me-dicina al Tafuri

Leggendo tra le ri-ghe si apre uno scenarioche irradia nuova luce tra ilmaestro e il disce-polo Innanzi tut-

12 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SCOPERTE ICONOGRAFICHE

Frontespizio volumeldquoDe Animardquo

Francesco Scarpa in undisegno di Pietro Cavoti

Importante ritrovamento di una missiva inedita del 1583 dal discepolo al Maestro

to si apprende che tra i due vi era una fitta corrisponden-za in quanto proprio lo Scarpa scrive in apertura ldquoPrie-

gomi Illmo Onmo Maestro mio che mefacciate avisato de quelle mie lette-

re colle quali io resposi allrsquoepi-stola vostrardquo

Oggi grazie al ritro-vamento della missivapossiamo dire con cer-tez- za che lo Scarpain procinto di termina-re la sua opera chiedeal maestro di essereaiutato nel completa-mento oltre - probabil-

mente - alla correzionedel testo lsquove supplico lo

aiuto vostro che me liberi dala ignorantia de la scriptura

et de li errori et nelle interpreta-cionirsquo

Non erra alloraLuana Rizzo a dire

laquoGrazie al trattato di Scarpa egrave possibile risalire allrsquoopinio-ne espressa da Matteo Tafuri sullrsquoanima e alle fonti allequali si ispira che lo portano a condividere con il Magi-stro sapientissimo la dottrina dellrsquoimmortalitagrave dellrsquoanimaraquo

E facile intuire anche che lopera allepoca della letteraegrave ancora una bozza ldquoAdunque secundo il mio parlare ve dicoche lo libro mio et al finerdquo e sappiamo anche che alla datadel 4 aprile del 1583 lrsquoallievo del Tafuri egrave a Napoli per vo-lontagrave del maestro in quanto piugrave avanti egli scrive ldquoet essen-do anco molto lontano da casa chesser in Napoli con lrsquoanimo etlrsquoosservanza de la cortesia et studij vostri che me comandasterdquo

Francesco Scarpa dimora nella cittagrave partenopea per ap-profondire gli studi filosofici utili allasua pubblicazione Bisogna anche pen-sare che il Tafuri in quel periodo avevacirca novantanni e per comprensibilicondizioni si appoggiograve al giovane al-lievo per ricevere delle informazioniculturali con ogni probabilitagrave dai suoivecchi amici napoletani Anche in que-sto caso abbiamo la conferma quando ilgiovane soletano gli dice che li hominidotti de Napoli salutano lOnmo Maestroche da molti siati amato

Questa testimonianza conferma concertezza che Tafuri era al centro di unmovimento filosofico e attorniato da uo-mini assai importanti come ad esempiolo sappiamo i fratelli Della Porta Possoaggiungere che lo Scarpa pochi giornidopo rientra in patria percheacute al 28 apri-le del 1583 egrave padrino per un battesimo in Galatina pro-prio lui il Messer Francesco Scarpa de Solito Ilcontenuto della lettera descrive chiaramente il pensiero fi-losofico che Scarpa vuole imprimere nel suo De anima untema comune in quel tempo e usando i testi antichi comequelli di Aristotele Trismegisto Seneca ed altri ancorastudiati certamente sui manoscritti antichi posseduti dal

Tafuri nella casa di Soleto como la letione ultima in sua ca-sa Illma che Trismegisto dixe che lanima et una sfera

Leggendo attentamente la lettera e consultando le pa-gine del De Anima pubblicato da Scarpa ho individuatoun passo descritto nella lettera e presente appunto nelsuo volume A pagina 62 della riproduzione anastaticadel De Anima del 1584 e grazie alla traduzione a fronte diSilvia Mandurino si legge laquoE lanima ben conserva me-moria delle cose e riflette e concepisce ideeraquo Mentre lafrase della lettera riporta laquo si legie in piugrave parti de la scrit-tura de lrsquoopera mia che lanima conserva bona la memoria dele cose et genera ideeraquo

La lettera risulta unanteprima minuscola della sua ope-ra e vi cita piugrave volte Aristotele Seneca ed altri autori anti-chi sottolineando che lrsquointelletto potenziale egrave nellrsquoanimaindividuale mentre quello attuale egrave intelletto divino e per-ciograve nettamente separato dallrsquouomo e poi aggiunge unafrase in greco Έν τῶ μηδὲν φ (cancellato) φθονεῖνἡδύστατος βίος (Nel non invidiare per niente (si trova) lavita piugrave dolce)

Devo la traduzione di questo passo al Prof Andregrave Ja-cob che gentilmente si egrave offerto di aiutarmi Secondo il suoprezioso contributo potrebbe trattarsi di una di quelle sen-tenze morali che nel Cinquecento venivano incise sulle ar-chitravi di porte e finestre delle case nella Greciacutea Salentina

Di questo insigne personaggio nessuna memoria egrave ri-masta se non solo ledizione sullAnima che fu la sola edormai rarissima pubblicazione oltre ad una piccola Cortea lui intitolata nella natia Soleto

Il ritrovamento della lettera copiata da Cavoti dallorigi-nale potenzia la fama di questo cultore di studi filosoficiaprendo nuovi spiragli di studio su di lui Aggiungo sol-tanto che incerta egrave la data di nascita di Francesco Scarpaper mancanza dei primi registri dei battezzati nellarchi-vio parrocchiale di Soleto ma potremmo ipotizzarla intor-

no al 1558 per indicazione tratta dallasua data di morte chegrave invece certa per-cheacute attestata dai registri soletani Pochigiorni fa grazie alle gentilezze del nuovoparroco di Soleto don Daniele Albaneseho avuto da parte dellUfficio di CuriaArcivescovile di Otranto(5) lautorizza-zione a consultare lantico registro deimorti avvenuti fra il 1600 e il 1631 e alladata del 14 agosto 1618 si legge quantosegue Franciscus Scarpa Artis MedicinaeDoctor et ph(ilosoph)us aetatis suae anno-rum sexaginta in circa facta confessione re-cepto sanctissimo Viatico et extremaUnctione in communione Sanctae MatrisEcclesiae animam Deo redditit Sepultus estin aula Sanctae Mariae della Gratia fratrumReformatorum(6) Lobito egrave stato giagrave edito daaltri studiosi ma questa mia riproposta egrave for-

se piugrave completa anche se resta un margine di dubbio nello scio-gliere la seconda abbreviazione tra ph(ilosoph)us e ph(isic)us

Ora trascrivo di seguito la lettera in modo rigorista sen-za aver modificato o alterato il testo e premettendovi ledue righe di avvertenza del Cavoti e chiudendo il tutto conaltre due righe di commento sempre del Cavoti

lsquoLettera che si conserva in casa dellrsquoOnorevole Sig Fortuna-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 13

Matteo Tafuri in un disegnodi Cosimo De Giorgi

APS Registro dei defunti1613 - 1657

to Vernaleone di Galatina Detta lettera fu donata dal Sig Fran-cesco Carrozzini di Soleto nel 1773rsquo

Priegomi Illmo Onmo Maestro mio che me facciate avisatode quelle mie lettere colle quali io resposi allrsquoepistola vostra Mae-stro Matteo prendo piugrave larga licentia nello scriuere vulgare Per-cheacute li piugrave savij del mondo han voluto che me insegnaste comoSeneca manifestare li concepti de la mente vostra senza parlarelo doveriamo fare Adunque secundoil mio parlare ve dico che lo libromio et al fine et che la eloquentia etla dignitagrave de li caratteri et de voca-buli ho possuto indirizzare a VIllma persona et a nisciuno altro ho-mo Io no so degno neacute me reputarogravepresumptuoso se offerirograve al MioMaestro de la philosophia et de lamatematica grande quello che pos-so ma assai haverograve facto et in parti-culare che come discipulo dellrsquoIllmavostra casa ho desiderato honorarequesta mia opera et purgata di ogni carattere al gusto et honestautilitagrave Illmo Maestro haverograve facto bono dica alcuna cosa etspero che et piacevole che a quante fiate ve odo igraveo non tengo al-cuno dubio in le labra vostre percheacute la oratione deue essere pu-ra como lrsquoanima Non posso non maravigliarme de la VS alegrezanello sapere che con la lengua de li greci de la materia allo vul-go umno ad alcuni hypocriti homini docti et boni mangiatori dele fatiche de li philisophi et como lo VS insegnamento che per es-sere alcuni Signori altri vassalli altri barbari altri dotti altriGreci e Latini non simo perograve tutti che un medesimo metallo neha la natura fece servi et liberi ma la lege de Dio fece tutti ugua-li et variati de la fortuna che la ANIMA et de la MORTE laquale fa vedere che tutti semo pari come dice Seneca et como di-ce lo Magister meus lrsquoanima et nello cerebro cossigrave non egrave partedel mondo neacute dentro neacute fore Como la letione ultima in sua ca-sa Illma che Trismegi-sto dixe che lrsquoanima etuna sfera da la qualelo centro e in omno lo-co como Dio et la suacircumnferentia ni-sciuno ma como diceAristotele llagrave se vedepiugrave manifestamentelrsquoanima et Dio dovemagiore lo effettu souet questo in medioCoeli Tanti hominiche hanno scripto tan-te inventioni de le stel-le che culpa egrave degrave lestelle si noi semo cau-sa de lo nostro male dela anima medesimache quelle stelle siamalvido quella altrafa li homini poveri etricchi et ciechi e altri surdi Como consentite voi Magister chedal cielo non ven alcun male como dice Averroe et cosa bona adcredere che le stelle non so maligne ma che la culpa egrave nostra etnon egrave dal cielo Ad V Illmo judicio tutte queste cose procedono

de lo cielo lo movimento de li cieli egrave causa de tutto lo bene comodice Aristotele Per lo moto dello Sole nello circulo chiamato Zo-diaco produce la generatione et corruptione Onmo Maestro miointro la opera mia non egrave lo corpo ma lrsquoanima e quello che peccae se lrsquoanimo non se emenda la nostra anima non andaria mainello universo di Dio ma incappa in le galere de Catalani Lrsquoani-ma et la virtugrave de lrsquohomini de bona opera non de li signi Magister

Sapientissimo ad mio parere si legiein piugrave parti de la scrittura de lrsquooperamia che lrsquoanima conserva bona lamemoria de le cose et genera idee chesi ponno applicare ad qualsevogliaproposito et piugrave delle volte son fatteper lo commodo como diceAristotele Ben dice lo proverbio Έντῶ μηδὲν φ (cancellato) φθονεῖνἡδύστατος βίος [Nel non invidia-re per niente (si trova) la vita piugravedolce] Li beni de lrsquoanima ponno laintelligentia la sapientia et le altre

virtuto intellettuali Li beni de lo corpo sonno la vanitagrave lo vigo-re de li sensi et de altre con convenienti di lo corpo In questa al-tra parte lontano dalla VS Illma presentia et de vostri honoriet essendo anco molto lontano da casa chesser in Napoli conlrsquoanimo et lrsquoosservanza de la cortesia et studij vostri che me co-mandaste ve supplico lo aiuto vostro che me liberi da la igno-rantia de la scriptura et de li errori et nelle interpretacioni Inveritagrave et con multo affetto et senza dubio dico ad voi Magistersapientissimo che hio sia desioso de lrsquoamicitia vostra tenendo agravemolta stima in voi et come sempre che chi scrive se mette allogiudicio de molti Li homini dotti de Napoli salutano lrsquoOnmoMaestro che da molti siati amato Per hora stiate sano et Dio viconserui

VS Sertore e discipulo VS Fransco ScarpaDie IV Aprilis 1583 Lrsquoantica lettera si conserva assai beneFu scritta da Francesco Scarpa di Soleto al dotto Matteo

Tafuro suo maestro Copiai in Galatina nel 1856rsquo

NOTE

- Tutte le immagini riprodotte sono di esclusiva proprietagrave del Comunedi Galatina - Museo Cavoti E vietata qualunque riproduzione parzialeo integrale delle immagini qui riprodotte senza autorizzazione scritta alComune di Galatina nonchegrave la richiesta di citazione dellautore- Le foto sono state realizzate dallrsquoautore1 - L Rizzo Il Commento di Francesco Scarpa al De anima di Aristotele in Ri-nascimento meridionale III pp 129-148 Napoli20122 - GBTafuri Istoria degli scrittori nati nel regno di Napolivol 3pp 109-111 Napoli 17443 - Scarpa Salentino De anima riproduzione della stampa del 1584 contraduzione introduzione e note a cura di Silvia Mandurino Scrittori Sa-lentini - VI Centro di Studi Salentini Edizioni Lecce 19734 - L Galante Notizie inedite su Matteo Tafuri Nuove rivelazioni da un ma-noscritto secentesco in Il filo di Aracne anno VIII-n5 novembredicem-bre2013Galatina5 - Ringrazio Mons Quintino Gianfreda Direttore co ufficio per lrsquoarte sa-cra e i beni culturali Arcidiocesi di Otranto per la tempestiva autorizza-zione Sottolineo che le immagini del frontespizio e della data di mortedel registro parrocchiale dei defunti sono di unica proprietagrave della Parroc-chia di Soleto Pertanto le immagini non potranno essere cedute - nep-pure parzialmente e ad alcun titolo - a soggetti terzi vincolo questo estesoanche allrsquoEditore 6 - Lattuale Santuario della Madonna delle Grazie dei Frati Minori di SanFrancesco

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 15

Galatina (LE) - Museo CavotiLettera di Francesco Scarpa

Luigi Galante

APS - Atto di morte di Francesco Scarpa

16 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SALENTO OGGI

Mi ononno Vin-cenzo Miccolinato nel 1908 a

Torchiarolo comprograve dopo annidi sacrifici e risparmi di unrsquointeravita un pezzo di terreno su cui crsquoeranootto filari di ulivi

Da giovane andava in campagna a lavo-rare come bracciante agricolo nelle campagnedei vari Don locali Si alzava quando ancora era buiosia destate che drsquoinverno col freddo con il caldo torridoo con la pioggia In bicicletta raggiungeva campagne mol-to lontane da Torchiarolo a poca distanza da MesagneDue ore per andarci due ore per tornarci Tutto questogran lavoro lo faceva per guadagnarsi la vita e mantene-re onestamente la famiglia

Il nonno non era soltanto bravo a zappare e a raccoglie-re olive uva e tabacco Si distingueva in ogni aspetto del-la vita del contadino Perciograve era anche abile a potareinnestare irrorare le piante a spargere il concime e aquantrsquoaltro Erano tutti bravi e laboriosi i contadini di untempo Parlavano ogni giorno con le loro creature in cam-pagna e ad esse si legavano con lo stesso affetto cura edamore con cui ogni genitore si rivolge quotidianamente aipropri figli

Tutto riusciva a fare mio nonno sapeva anche leg-gere e apporre la firma Lrsquoultima cosa che glimancava della vita era quella di fare il soldatoFu costretto ad apprendere questa amara e tri-ste esperienza con lo scoppio della secondaguerra mondiale Dovette lasciare nonnaPantalea con tre figli e uno in arrivo perservire la bandiera tricolore e lo Stato peril quale provava una certa attrazione Fucosigrave che un bel giorno arrivograve a casauna brutta e inaspettata letteradel Ministerod e l l a

Nella zona di Torchiarolo continuano le eradicazioni dei ldquogiganti del Salentordquo

TOGLIETE LE MANI DAGLI ULIVISappiate che li difenderemo come se fossero i nostri padri i nostri figli

di Enza Pagliaro

Guer-ra Lui che non srsquoera mai mosso

dal Salento dalla sua Terra-Madredoveva presentarsi entro due giorni al

comando militare di Lecce con destinazio-ne Nord drsquoItalia Se ne partigrave con un profondo

dolore nel cuore e con tante lacrime nellrsquoanima masul viso si leggeva la fierezza del cittadino e del solda-to che va a difendere le fortune del proprio paese

Mia nonna non ebbe sue notizie per piugrave di un annoFu poi informata che lavevano fatto prigioniero sen-

za che si sapesse in quale campo di concentramento fos-se rinchiuso I giorni passavano in fretta ma di lui non

arrivava nessuna lettera e nessuna notizia Poi quando an-che le ultime speranze stavano per abbandonare mia nonnaecco che la vita della famiglia Miccoli di Torchiarolo si riempigraveallrsquoimprovviso di gioia Mio nonno a differenza di tanti suoicommilitoni ce lrsquoaveva fatta a rientrare in patria Il giorno delsuo arrivo a Torchiarolo nessuno lo riconobbe per strada per-cheacute era ridotto pelle e ossa Aveva camminato per mesi a piediper poter raggiungere la sua famiglia il suo amato paese

Quel giorno perograve non fu

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 17

Nella zona di Torchiarolo continuano le eradicazioni dei ldquogiganti del Salentordquo

TOGLIETE LE MANI DAGLI ULIVISappiate che li difenderemo come se fossero i nostri padri i nostri figli

di Enza Pagliaro

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 19

esattamente come mio nonno aveva sognato che fosse Purtroppo il piugrave piccolo dei suoi bambini era morto sen-

za che lui lrsquoavesse mai potuto abbracciare Nonostante que-sto inaspettato dolore Lu Nzinu te la Pantalea si rimboccograve lemaniche e ricominciograve a lavorare per portare il pane a casaPassarono una decina drsquoanni prima che la famiglia si ripren-desse dal dissesto economico causato dalla guerra

Pian piano lrsquoantico sogno di mio nonno di avere degli al-beri di ulivo tutti per seacute si avverograve Quando ormai era di-ventato un uomo di mezzrsquoetagrave acquistograve grazie ai tantisacrifici fatti un piccolo uliveto in contrada ldquoCase Bian-cherdquo poco fuori il paese E fu per lui una gioia immensa

Parve rinato e senza piugrave alcun acciacco fisico Con la bicicletta Lu Nzinu te la Pantalea andava a Case

Bianche per curare i suoi alberi drsquoulivo Per annaffiarlicarisciava lrsquoacqua cu le menze dalla fontana allrsquooliveto Pas-su dopu passu menza dopu menza i sacrifici venivano pun-tualmente ripagati dal raccolto e con i soldi ricavati dalleolive ogni anno poteva arricchire la dote alle sue figliole

Molti anni dopo quando il nonno ormai era vecchio equasi non camminava piugrave volleandare a rivedere i suoi alberi diulivo Non potendo piugrave cavalcarela vecchia bicicletta fu condottodietro sua ripetuta insistenzadalle figlie in auto Quando misepiede a Case Bianche cominciogravestranamente a camminare comenon faceva da tanto tempo guar-dava i suoi alberi filaru persquo filaruuno per uno Li conosceva tuttiLi sapeva distinguere gli uni da-gli altri Ad ognuno aveva asse-gnato un nome come fa ognipadre a ciascuno dei propri fi-glioli Quel pomeriggio il nonnoparlando con la sua terra conquegli eterni testimoni volle ri-cordare ai presenti il modo concui aveva saputo curarli quanteolive aveva raccolto in ogni anna-ta quanto sudore aveva versato e quante soddisfazioniaveva ricevuto per ognuno di quegli alberi Fu molto bra-vo a ripercorrere gioie e dolori della sua vita Per lui que-gli ulivi erano i suoi genitori e al tempo stesso i suoi figli

Oggi il nonno non crsquoegrave piugrave come legge naturale vuole chesia per ognuno di noi

Mia madre lo sostituigrave in tutto e per tutto ma non permolto tempo Anche lei iniziograve ad accusare gli acciacchi del-la vecchiaia muovendosi a mala pena in casa

Di tanto in tanto pretende di essere accompagnata a ldquoCa-se Biancherdquo per salutare quegli ulivi che suo padre le ave-va lasciato in ereditagrave Anche lei lrsquoAngiulina te la Pantaleaoggi si egrave mossa tra quei filari come se non avesse addossoalcun affanno e malanno fisico A lei egrave sembrato come sesuo padre fosse ancora ligrave a lavorare giovane e speranzosocome aveva sempre fatto per una intera vita Ersquo rimasta alungo assorta tra quegli alberi spostandosi pensosa e com-mossa ora di qua ora di lagrave come quando da giovinettaaiutava nonno Vincenzo a legare le fascine della rimondao a piegarsi per terra a raccogliere quellrsquooro nero che si

tramutava poi in oro giallo splendenteUna settimana fa mia madre ha ricevuto una lettera una

brutta lettera Non era certamente la stessa lettera ricevu-ta dal nonno per andare in guerra Ma anche in questo ca-so srsquoegrave trattato di una guerra Non di uomini contro uominima di uomini contro ulivi Vogliono eradicare quei gigan-ti dal piccolo appezzamento di terra Oltre ad averci mes-so unangoscia addosso mia madre ha pianto a dirotto econ lei dallrsquoalto dei cieli avragrave pianto anche mio nonno so-lo ad immaginarsi una scena del genere

Ersquo una lettera che non ci fa dormire la notte e che ci spez-za il cuore

Mia madre egrave comunque molto speranzosa e si augurache tutto si risolveragrave per il meglio allo stesso modo di co-me si risolse il caso di mio nonno che si presentograve a noiquando ormai tutti lo avevano dato giagrave per morto Lei nonfinisce mai di dirci che la vita a volte puograve avere un lieto fi-ne come in una bella favola

Lei egrave anche una donna paziente giusta saggia ed aspet-ta con grande ansia che il caso si risolva positivamente Ma

con il trascorrere dei giorni la speranza le sta venendo me-no ed allora ci esorta a tenere duro e a non desistere

Lei egrave anche una donna forte battagliera determinata adogni cosa ed egrave arrivata a dirci a chiare lettere che tutto po-tranno toglierci ma non il diritto di difendere ciograve che ciappartiene

La nostra storia i colori i profumi e i frutti della nostraterra i nostri alberi di ulivo sono ligrave in contrada ldquoCaseBiancherdquo e noi saremo ligrave a difenderli sino alla fine

Stessa cosa avrebbe detto Nonno Vincenzo se fosse an-cora in vita Lui da giovane ha offerto le sue braccia e lasua vita per difendere la Patria Italia e dalla Patria non haricevuto mai nulla

Ora a voi uomini senza cuore uomini di pietra rivol-giamo la preghiera di rispettare e di non toccare i nostriulivi che da tante generazioni sono per noi salentini la no-stra anima il nostro unico sostentamento bull

Enza Pagliara

Srsquointitola Respiri di pietra Monumenti megalitici del Salen-to (Lupo Editore Copertino 2014) il libro fotograficoche il ligure ma milanese drsquoadozione Leonello Berto-

lucci ha voluto donare allaTerra fra i due mari lrsquoanticaMessapia Un libro dalla co-pertina nera dal cui centrosorge come un astro lucente lasilhouette del maestoso trilitedenominato Chianca di SantoStefano di Carpignano Salenti-no La luce che dalla pietra sifa cogliere dal fotografo egravestrana e coinvolgente infattiil gioco di luci e ombre lrsquoan-tropizza a tal punto da farcelapercepire come energia vitale

Dal suo blog sappiamo cheegli egrave laquonato in Liguria e ap-prodato a Milano negli anni Ottanta ha intrapreso la stradadel reportage fotografico lavorando per alcune testate eagenzie italiane in seguito hanno avuto inizio collaborazio-ni internazionali tra cui quella con lrsquoagenzia ldquoSygmardquo di Pa-rigi Sue foto sono apparse su testate quali ldquoTimerdquoldquoNewsweekrdquo ldquoSternrdquo ldquoParis-Matchrdquo ldquoEpocardquo Ha fondatoe diretto per alcuni anni unrsquoagenzia fotogiornalistica mentreoggi continua a fotografare e condurre tutta una serie di at-tivitagrave nel campo della cultura fotografica vengono pubblica-ti suoi libri drsquoimmagini e allestite sue mostre organizzaeventi ed egrave docente in corsi e scuole di fotografia Egrave consu-lente in campo editoriale e multimediale ed egrave chiamato an-che a ricoprire il ruolo di photo editor in redazioni di giornaliha scritto il primo libro in Italia sullrsquoargomento col titoloProfessione Photo Editor Della sua attivitagrave si sono occupateriviste di fotografia come ldquoFotopraticardquo ldquoIl FotografordquoldquoNuova Fotografiardquo ldquoPhotordquo ldquoPhotographiardquo ldquoTechnoPhotordquo ldquoGente di Fotografiardquo ldquoFotocomputerrdquo Gli piacegiocare e nelle edizioni del ldquoPulcinoelefanterdquo [editore drsquoar-te che stampa in proprio rari esemplari di bibliofilia] le suefotografie giocano con testi tra gli altri di Alda Merini To-nino Guerra Enzo Sellerioraquo

Di lui hanno scritto Roberto Mutti laquoLeonello Bertolucci sa recuperare la pun-

tigliositagrave e la curiositagrave per ogni aspetto della vita Ma anchesoprattutto la capacitagrave di ascoltare e trasformare in immagi-

ni i sussurri da contrapporre alle grida di cui in troppi sem-brano non poter piugrave fare a menoraquo

Giuseppe Turroni laquoEsiste in Bertolucci davvero incante-vole e incantato il piacere del fare del raccon-tare del vedere sia pure strizzando lrsquoocchiocon ironia ripetiamo e senza malizia alle infi-nite contraddizioni e ambigue variazioni e va-lenze del mondo reale Egli ci restituiscematerie precise le scansioni di un racconto ter-so e delicato e il suo occhio fotografico egrave perripetere un verso di Sylvia Plath ldquoesatto e drsquoar-gentordquoraquo

Gino Patroni laquoLa prima foto della mia vitami fu scattata in un cortile di via Cernaia tra icaseggiati delle Elementari e la palestra dellaldquoPro Italiardquo Ovviamente una foto scolasticaricordo di fine drsquoanno Noi ragazzini in fittogruppo su un lato il maestro alto nei nostriconfronti come un campanile accanto alla

chiesa ndash Fermi ndash gridograve il fotografo con voce da sergenteprima del lampo Da allora ho conosciuto molti fotografiquasi tutti da bottega persino uno a Kopenik (Berlino) nelsettembre 1944 Insomma una foto da gefang (prigioniero)per gli archivi burocratici del lager Risultai magrissimoLrsquoultimo fotografo che ho conosciuto in ordine recentissimodi tempo egrave uno spezzino Leonello Bertoluccihellipraquo

Bertolucci che egrave fotografo professionista ha unrsquoidea benprecisa del suo operare Il suo archivio fotografico egrave colmo dicentinaia di migliaia di fotografie tanto da fargli scrivere

laquoHo perseguito unrsquoidea fotografica ci ho creduto e lavora-

20 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

AUTORI amp EDITORI

Giurdignano (LE) - Menhir vicinanze 2

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 21

to Ma ora di fronte alla quantitagrave di fotografie e di scelte pos-sibili sono in crisi Voglio strutturare un percorso coerentee sensato Molte decisioni srsquoimpongono e la mia parte emo-tiva litiga con quella razionale Cerco un occhio ldquoaltrordquo chemi aiuti a muovermi sul confinehellipraquo

Cosigrave pure egli conosce bene lrsquoarte della fotografia tanto dascrivere

laquoIl vero problema non egrave fare una foto sbagliata ma fareun uso sbagliato della foto Il brivido corre non quando tuguardi una fotografia ma quando lei guarda te Ogni foto-grafia ha cinque lati i primi quattro delineano lrsquoinquadra-tura il quinto egrave il suo lato oscuro Fotografare dovrebbeprovocare uno strabismo buono guardarsi dentro mentre siguarda fuori Lrsquoediting di una narrazione fotografica egrave unviaggio dentro il suo senso come ogni viaggio presupponeun punto di partenza e uno drsquoarrivoraquo (tratto dal blog Quan-do un Photo Editor)

Oggi Leonello Bertolucci ha fotografato anche il Salentouna sua parte profonda e radicale che si perde nella nottedei tempi i megaliti i maestosi massi che il Salento custodi-sce cosigrave come una madre custodisce i suoi figli

A introdurre il libro Respiri di Pietra con una sintesi stra-ordinaria e una cosmogonia stupefacente egrave Edoardo Win-speare il regista nostro conterraneo che con la sua operacinematografica ha fatto conoscere il Salento in tutto ilmondo Egrave stupenda la visione che egli ha della terra nellaquale viviamo Edoardo egrave nato a Depressa (Tricase) in unodei castelli ancora oggi attivo e accogliente Bertolucci inve-ce da qualche tempo ha acquistato una casa a Corigliano

drsquoOtranto dove ritorna da Milano quando sente il bisognodi rifugiarsi nellrsquoabbraccio magnogreco dellrsquoantica terramessapica

Nellrsquointroduzione al libro Winspeare scrive laquoNel Salento il mare egrave azzurro-verde e ha una trasparen-

za cristallina gli alberi di ulivo secolari incutono rispetto co-me ogni monumento della natura la terra egrave rossa come ilsangue ma ciograve che rende questo finisterrae drsquoEuropa un ter-ritorio davvero unico egrave la pietra Per i salentini la pietra egrave co-me il legno per gli indios amazzonici o i popoli sciamanicidella Siberia

Nellrsquoantica Messapia non si edificava con i mattoni il le-gno era quasi sconosciuto come materiale da costruzionetutto era di tufo carparo pietra leccese di Cursi drsquoAlessa-no di Soleto si era circondati da peshchi cuti stozzi patrud-dhi feddhe e ancora altri nomi [hellip] per definire ogni piccolavariazione della pietra [hellip] I menhir e i dolmen sono unapresenza abituale nelle nostre campagne Il loro fascino mi-sterico ne fa agli occhi di chi sa guardare degli ieratici sacer-doti intermediari fra il cielo e la terra quasi fossero dei moaimediterranei eretti come monito trascendentale dellrsquoesisten-za umana Leonello Bertolucci fotografo sensibile ha sapu-to guardare dove altri vedono solo Le sue immagini deinostri megaliti sembrano sguardi da un terzo occhio quellodellrsquoanimaraquo

Stupende queste parole di Edoardo che permettono allospirito umano di godere della bellezza della natura Parago-nare i nostri menir ai grandi moai dellrsquoisola di Pasqua (Ra-pa Nui) significa veramente aver capito fino in fondo ilsignificato che gli antichi abitatori di questa terra volevanodare a quei grandi massi ritti come spinotti conficcati nellaroccia

E tale comprensione egrave rilevabile pure nelle fotografie diBertolucci che intitolando il libro laquoa tutti i nostri padri a[suo padre]raquo ha guardato attraverso lrsquoocchio magico dellafotocamera i megaliti del Salento quasi fossero dei nostriantenati Cosigrave il suo percorso fotografico ha attraversatocampagne e rilievi collinari consacrando al nostro immagi-nario i megaliti di Giurdignano Giuggianello Otranto Mi-nervino di Lecce Carpignano Salentino MelpignanoMartano Bagnolo Cursi Patugrave Corigliano drsquoOtranto Pal-mariggi Cannole UgentoTerenzano Calimera Diso Cosigraveil suo libro immortala la bellezza e la severitagrave dei menhirdei dolmen delle specchie del Masso della strega degliipogei delle chianche della Centopietre della Pietra di sanVito del megalite di Terenzano Tutte pietre che respiraro-no energie vitali

Martano (LE) - Specchia dei mori

22 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Sotto una pregevole litografia ottocentesca custoditadai frati francescani di Soleto figura la seguente le-genda Nel 1568 un giocatore furibondo vibrograve due colpi

sul volto della Sacra Immagine di Maria dipinta sul muro di unacappella dove poi fu eretto il Convento de PP Riformati in Sole-to e bestemmiando disse Io noncredo che tu sei la madre di Diose non mi fai ammazzare stase-ra Dalle ferite della Sacra Effi-gie scaturigrave molto sangue e inquella sera lrsquoempio sacrilegosulla porta di Soleto fu uccisoLa prodigiosa immagine cosigrave fe-rita ed intrisa di sangue si ado-ra nel tempio del succennatoConvento

La litografia riproduce asinistra un giovane mentrecon unrsquoaccetta colpisce il vi-so di una Madonna col Bam-bino e a destra la suauccisione ad opera di un ma-cellaio armato di coltelloSullo sfondo lo skyline diSoleto con la guglia di Rai-mondello Orsini del Balzocollocata in un improbabilepaesaggio collinare

Comrsquoegrave noto nel 1568 il le-gnaiolo Giacomo Lissandridopo aver perduto al giocotutti i suoi denari entrato in una cappella campestre si-tuata fuori le mura di Soleto in un terreno dove poi sorge-ragrave il Convento dei Frati Minori colpigrave con una scure laldquofaccia bella della Madonnardquo ldquodipinta sulla pietrardquo dallaquale ldquosgorgograve sangue vermigliordquo come enfaticamentepuntualizzava il panegirista soletano Giuseppe Stanca inuna sua predica del 27 luglio del 1908 La sera stessa lrsquoem-pio oltraggiatore sconvolto dallrsquoincubo del delitto venne pu-gnalato e ammazzato dal macellaio Luigi Rullo nei pressidella Porta S Antonio detta nel lsquo500 Porta di borea La lito-grafia ci restituisce lrsquoimmagine della Madonna affrescata inuna edicola campestre ma P Diego Tafuro da Lequile nel-la sua Relatio Historica affermando che il Lissandri gioca-

va intra eandem aediculam confermava che si trattograve di unacappella coperta anche se di piccole dimensioni Dellostesso parere furono nel 1724 Padre Bonaventura Da La-ma e poi Padre Benigno F Perrone Nessuna fonte ci dicecon chi il Lissandri giocava e perdeva a carte nella cappel-

la Sappiamo perograve che Gia-como Lissandri potrebbeessere il figlio di Antonio Les-sandri vivente nel 1546 men-tre un documento del 1622segnala la natura violentadella famiglia Rullo Si sostie-ne infatti che Giovanni Rul-lo forse nipote del macellaioLuigi havesse (anche lui) am-mazzato uno de Soligraveto (Soleto)del quale non si sa il nome

Come segnala una divotapreghiera del 1789 su Giaco-mo Lissandri sembrograve abbat-tersi lrsquoira divina e se non fossesopravvenuta la morte vio-lenta sarebbe stato sicura-mente scomunicato dalpreoccupato arcivescovo diOtranto il napoletano PietroAntonio de Capua il qualecon le Costituzioni sinodali ndeg26 e ndeg 47 delle complessive58 stabilite nel Sinodo del1567 (si badi bene un anno

prima del fatto sacrilego) quasi a preconizzare i fatti di So-leto cosigrave disponeva Scomunicamo tutte quelle persone chenelle chiese et luochi sacrihellip faranno o giocheranno a carte o adadi et ad altra sorte di giocho proibito E ancora Scomunica-mo tutte quelle persone le quali temerariamente con pietra fer-ro (nel nostro caso unrsquoascia) o qual sivoglia instrumento diqual sivoglia modo feriranno o guasteranno lrsquoimagine del Cru-cifisso della Gloriosa Vergine Maria (nel caso di Soleto la Ma-donna delle Grazie) et altri Santi

La minaccia di scomunica quindi gravava su chi gioca-va a carte o a dadi nelle chiese e su chi sfregiava le imma-gini sacre

Il compianto prof Mario Marti in un suo bellissimo ar-

UNA FINESTRA SUL PASSATO

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 23

ticolo intitolato ldquoDonne e madonne salentine fra memoriae democulturardquo coglieva appieno lrsquoespressione singolaredella Madonna soletana che lui osservava spesso durantele visite nella ldquosuardquo Soleto Cosigrave infatti ricordava ldquoHoavuto modo di vedere tante volte il viso allora in una te-ca e coperto da un panno un porsquo atono e distante dellrsquoim-magine sacra un porsquo astratto e metafisico che puograve farpensare veramente piugrave a una severitagrave di esemplare giusti-zia (come avvenne allrsquoempio oltraggiatore Giacomo Lisan-dri) che a una maternitagrave fatta drsquoindulgenza e di perdonordquo

Lrsquoaffresco della Madonna delle Grazie databile alla pri-ma metagrave del Quattrocento rievoca echi rinascimentali (co-me nota Sergio Ortese) ed egrave impostato secondo i canoni

della prospettiva Venne poi incastonato nella nicchia cen-trale dellrsquoaltare maggiore nella chiesa conventuale dei Fra-ti Minori di Soleto giagrave nel 1617 denominata S(anc)taM(ari)a della Gr(ati)a completata nel 1614 con molta pro-babilitagrave dallrsquoarchitetto neretino Maria Tarantino

Tutti parlano di una Madonna severa con lo sguardoperso nel vuoto mentre il Bambino sorridente regge conla destra un piccolo ventaglio liturgico e con la sinistra gio-ca con un uccellino Si tratta invece di una Mater amabilisvolta a suscitare la misericordia di Dio verso i fedeli

Lo sguardo triste mesto e distaccato della Vergine estra-neo al gesto sacrilego del Lissandri egrave solo presago dellaPassione del Figlio raffigurata dal corallo rosso che pendedal collo del Bambino simbolo del suo sangue e della suamorte in croce

BibliografiaEgrave utile consultare L MANNI La Madonna delle Grazie di Soleto Galati-

na 2001 pp 43-53D Donato DE LUCA Divote preghiere per la novena della Madonna delle

Grazie Gallipoli 1897 pp 11-31B F PERRONE I conventi della serafica riforma di S Nicolograve in Puglia II

Galatina 1981 p 171M MARTI Donne e Madonne salentine fra memoria e democultura in

ldquoRassegna trimestrale della Banca Agricola Popolare di Matino e Leccea VIII 1 Galatina marzo 1982 p 127

L MANNI Guida di Soleto (a cura di M CAZZATO) Galatina 1992pp 41-42

L MANNI Santi e miracoli nel Salento Galatina 1996 pp 90-93 123

laquoMorsquo vu cuntu nu cunturaquo ni dicigravea la nonna Anna E zzacca-va a cuntare

E tutta la stanza se lsquonchia chianu chianu de fate de streche demachi e macare de re e de regine e puru de li nanni orchi ca nifacigraveanu ghiacciare lu sangu sulamente cu li pensagravevamu

Ma pe pocu tiempu perograve Finu a a quandu nu rrivava lu mu-mentu mentru la nonna sta cuntava ca li pariti e la stessa lagrave-mia de la stanza allrsquoimpruvvisu scumparigraveanu e lassavanu pertulu cielu e allora se perdigraveanu tutti le fate le streche li machi e linanni orchi e nui vidigraveame a lsquoncapu luccicare sulamente le stel-le e le lune e poi a centu a centu passavanu prucissioni de ca-valieri cu le curazze drsquooru e li pinnacchi e lu tiempu nu sapivise era moi o poi o prima essendu ca ni sentigraveame puru nui in-tru a lu cuntu ca la nonna sta cuntava E poi vidigraveame allrsquoim-pruvvisu li draghi e li cavaddhi alati ca sfrecciavanu vulandu ese putigravea sentire comu nu striunizzu propiu a mmienzu a la stan-za ca era ddeventata na fureata incantata e alla fine se dduma-vanu tante luciceddhe ca tremulavanu luntanu luntanu e poise perdigraveanu a rretu allrsquoorizzonte ndash a lu scuffundu dicigravea la non-na ndash addhai ci nu canta caddhu e nu lluce lunahellip

Pensagravetila comu vuliti ma ju sursquo sicuru ca prima o poi a nucertu giurnu precisu a lu postu magicu addhai ci se cugraventanulsquoncora li cunti de na fiata me incontru lsquontorna cu la nonna An-na percegrave lrsquoaggiu rrecalare na bella cosa ca mi la cunservu pe id-dha de quandu era picciccu picciccu

E ci sape se cu lrsquooccasione la nonna (ca mi lrsquoja prumigravesa) numi presenta finalmente la fija de lu Re percegrave de quiddha sursquo sta-tu sempre e suntu lsquoncora lsquonnamuratuhellip

Quista leggenda ca stegrave pe cuminciare quarchedunudice ca lrsquoave inventata nienti de menu ca LeoneTolstoj lu famosu scrittore de la Russia Quarche-

dun addhu dice ca egrave stata ripresa de lu scrittore Italu Cal-vinu A mie cu bbu dicu lu giustu mrsquohanu sempremparatu ca ede na storia vera originaria de le muntagnede lrsquoArta Italia ca poi egrave scisa chianu chianu a le parti decquassotta a nui e puru a la famija nogravescia ca pe la veritagrave egravesempre stata patriottica Tantrsquoegrave veru ca allrsquourtima de li un-dici fij avuti de la nonna Anna lu nonnu Paulinu nogravesciuvoze cu li degravescia lu nome de Triestina propiu a onore dela cittagrave de Trieste ripijata allrsquoAustria a la fine de la primaguerra mondiale

Vabbegrave Comu ede comu nun ede lsquostu cuntu ca morsquo vucuntu a casa nogravescia era deveru de casa percegrave ogni tantuscigravea e bbenigravea pe vucca no sulamente de la nonna Annama cchiui de na fiata puru de la zigrave Ninetta e addhe fiate dela zia Teresina e de la zigrave Cetta o puru de la Rusaria ca erala cugina crande e ca ede lsquoncora viva e vegeta cu la bonasalute e li mandu nu baciu

Allora siti pronti Se siti pronti zzaccuCrsquoera na fiata nu Re ca tenia nu fiju unicu La Regina di-

fatti srsquoja mmalazzata cu lu parturisca e de tandu a lsquompoinu potte avire cchiui nisciunrsquoaddha cravidanza

Lu Re naturalmente li vuligravea ancora cchiugrave bene a lsquostu fi-ju unicu E si lu cocculava e lu nsistigravea ogni mumentu esciucava cu iddhu e li cuntava storielle curiose cu lu di-verta e li facigravea rrecali drsquoogni ben di DiulsquoNsomma cerca-va cu lu ccuntenta in tuttu e per tuttu

Ma lu principinu invece era sempre scuntentu Morsquo era puru ddeventatu carusu nu giovanottone ertu

beddhu e distintu comu nu veru Principe Scigravea a lsquoncaccia

ma de malavogliaComu cuminciava afare na cosa dopu nupocu se ncaddhiscia-va Lu Re lrsquoja datu pu-ru nrsquoarmata de sur-dati cu lu invoglia al-lrsquoavventura ma id-dhu mancu pe lacapu

Nu paru de fiate cuccuntenta sigraverasa ca luspingigravea quasi a lsquonfor-za ja puru partecipa-tu a lu torneu de lacavalleria ca se tenigraveadorsquo fiate lrsquoannu ma secapigravea subitu ca a lugiovane nu li cuddha-va percegrave nu teniapropiu piacere denienti e lu cchiui de lefiate stava sempremalinconicu

Crsquoeranu periudi capassava sciurnate in-tere nfacciatu a lubalcone cu lu sguar-du persu luntanu

laquoMa cce hai Cce edeca ti mancaraquo li ddumanda-va sigraverasa

laquoNu sacciu mancu iuraquo ri-spundigravea iddhu

laquoForsi ca sinti lsquonnamura-tu ndash cuntinuava lu sirendash Harsquo misu lrsquoocchi su qual-che beddha carusa Dimmigrave-lu fiju miu ca de vagnunebeddhe ne truvamu centu efosse puru la fija de lrsquoImpera-tore oppuru na semplicecontadina se propiu ti pia-ce ti la fazzu spusareraquo

Nienti Lu Principe co-tulava la capu e mancu lirispundigravea

Ddhu poveru cristianu

de lu Re alla fine lrsquojapruvate tutte inutilmen-te cuncerti de musicafeste de ballu sfilatemascherate numeride scioculieri animaliparlanti

Alla fine decise fice nu bandu e chiamau a cunvegnu limeju duttori professori studiosi e filosofi de tuttu lu Re-gnu e finalmente dopu sette giurni e sette notti de assem-blea ci foe na parvenza de rimediu a la situazzione

Lu Capu Sapiente ca tenigravea la barba vianca e lu parlare

24 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

pulitu li disse a luRe laquoMaestagrave abbiamoindagato e ragionatoprofondamente Abbia-mo studiato le StelleChiesto consiglio al-lrsquoAurora e al TramontoInterrogato il SilenzioEsplorato lrsquoOscuritagrave e ilDubbio E aperto infi-ne tutte le novantano-ve porte del MisteroOra per liberare vostrofiglio dalla malinconiadovete cercate un uomoche sia contento Macontento in tutto e pertutto Di se stesso del-la sua famiglia dellapropria occupazionedella sua casa del paesedove vive della genteche incontra dellrsquoariache respira delle stagio-ni che cambiano e an-che degli animali deglialberi delle montagnecosigrave come pure del mareo dei fiumi e dei laghi edi tutto ciograve che lo cir-

conda Quando incontreretequestrsquouomo prendete la sua ca-

micia e scambiatela con quella di vostro figlio E il Principe fi-nalmente guariragraveraquo

Lu Re se dese de fare subitusenza mancu cu perda nu

minutu lu tiempu curraccoja tutti lrsquoamba-sciatori de lu Regnu

ccumpagnati de centusurdati segretari mes-saggeri currieri esplo-ratori e aiutanti drsquoogni

genere e li sparpa-jau a li quattru pizzi cu

se degravescianu de fareE foe cusigrave ca dopu nu

paru de giurni li pur-tara nu Monacu rumi-tu

laquoMonacu santu dim-mi se sirsquo cuntenturaquo liddumandau lu RelaquoCertu Maestagrave Sursquocuntentu de intru e de

fore La solitudine fur-tifica e santificaraquo laquoBravu Bravuraquo li disse lu Re E poi li fi-ce lsquosta pruposta laquoVorsquo cu bbieni cu mie a lu castellu pe dire lepreghiere intru a la cappella realeraquo

laquoMacari Maestagrave E comu no De corsa vegnu a lu castel-lu Cusine me pozzu rripusare nu pocu ca stisu sempre lsquonter-

ra sulu sulu e pe lu friddu de certe notti a le fiate mi vene la ma-lincuniaraquo

laquoVane vane Monacu rumitu Se eri veramente cuntentu nudesideravi cu stai meju de cu comu stai Via Viaraquo li cridau luRe Li dese na borsa de munete drsquooru e lu cacciau

Dopu nrsquoaddhu paru de giurni li purtara nu Massaru catenigravea cchiui de decemila pecure e nu crande llavitu e erariccu spundatu ma era puru tantu bbonu de core ca davafatigravea a ci la cercava e rrecalava de mangiare a tutti e purusordi a ci tenigravea bisognu e tutti li vuligraveanu bene e iddhu eracuntentu

laquoMassaru Massaru se vide ca sigrave cuntentu Ma tie deveru tesienti cuntenturaquo li ddumandau lu Re laquoCertu Maestagrave Co-mu viditi ssignurigravea stessu iu tegnu tuttu e cchiui de tuttu etutti mi vogravelanu bene Perograveraquo

laquoPerograveraquo li rripetigraveu lu Re ca vuligravea cu saccia de cchiuilaquoPerograve lrsquoanni passanu Maestagrave E mi vene la malincunia quan-du pensu ca prima o poi puru iu aggiu murire e aggiu lassaretuttu quiddhu ca tegnuraquo

laquoVane vane Massaru riccu spundaturaquo li cridau lu Re laquoSeeri veramente cuntentu nu desideravi cu eggi eternu ca sulu alu Patreternu li spetta Via Viaraquo Li rrecalau na borsa demunete drsquooru puru a iddhu e lu cacciau

Poi dese ordine a li surdati cu nu li portanu cchiui ciu-vieddhi pe ddha settimana percegrave era rimastu tantu delu-su de lsquosti primi risultati ca era meju cu se ddefrisca nupocu E ccumpagnatu de quattru cavalieri se ne scigraveu que-tu quetu a lsquoncaccia intru a lu voscu

A lu tramontu quandu sta turnava a lu castellu passan-du vicinu a na capanneddha ca sta cadigravea arsquostozze lsquontise navoce ca dicigravea laquoCrazzie Signore miu Puru ogravesce mrsquoai pruvvi-dutu cu faticu e cu mangiu Aggiu sudatu e me sentu nu pocustraccu pe la fatigravea ma sursquo cuntentu lu stessu Morsquo mi mangiu nupocu de minestra poi me curcu me riposu e crammatina comusempre cu lrsquoaiutu de Ssingurigravea me ddisciatu cchiugrave friscu e cchiugravefelice de na rosaraquo

laquoEcculu ndash disse lu Re cittu cittu ndash Finalmente lrsquoimu truvatuquistu ede propiu lu cristianu cchiugrave cuntentu de tuttu lu Regnu Las-sagravemulu cu mangia ca poi trasigravemu e facimu cu ni degravescia la camisaraquo

E dopu nu pocu trasegravera lu Re cu tre surdati E ddhu cristianu ca srsquoja giagrave menatu su lu liettu e quasi

sta pijava sonnu se zau fuscendu e ddumandau cce buligraveatutta ddha gente a casa soa E lu Re in persona li disse cusi caccia lsquoddha specie de cuperta ca tenigravea lsquonturtijata susue cu li degravescia la camisa ca tenigravea de sotta ca li servigravea Ca poipe lsquostu favore lu rrecalava cu nu saccu chinu de giuielli ede munete drsquooru E ddhu cristianu ca ncora nun ja capitusi la cacciau sugravebitu ddha specie de cuperta ca tenigravea lsquontur-tijata susu

Ma sotta nun crsquoera nuddha camisa Nu la tenigravea la cami-sa ddhu poveru cristianu Nu lrsquoja mai tenuta a lsquonvita soa

Cari amici a la fine de lu cuntu la nonna Anna ni dicigravea sem-

pre ca la camisa de la felicitagrave nun esiste Lu segretu ede unu su-lu rripetigravea ognunu de nui tocca cu se saccia nccuntentare Cula camisa o senza Percegrave nu sempre egrave certu ca unu ca la tene lacamisa ede alla fine cchiugrave cuntentu e felice de unu ca invece nula tene

Cu tanti Auguri de bone Feste e cu la bona saluteMelanton-Roma 2015

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 25

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

26 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Era stata educata a Galatina

Sofia Stevens nacque nel 1845 a Gallipoli figlia del vi-ce Console inglese nella citta salentina Henry Stevensche rimase in carica fino al 1867 anno in cui morigrave An-

che il nonno di Sofia Richard era stato vice console dal1829 fino al 1853Mentre la madre diSofia era una nobil-donna di originefranco-napoletanaCarolina Auverny

Sofia era la secon-da di cinque figli (trefemmine e due ma-schi) ed era stataeducata prima a Ga-latina poi alla etagrave diundici anni fu man-data a Napoli doveebbe per maestro dilingue e di poesia Fe-derico Villani aquindici anni ritornograve

a Gallipoli e di qui ebbero inizio come era norma per i gio-vani di buona famiglia i viaggi di formazione in Europa

Con lo zio Giovanni Auverny per due anni Sofia non fe-ce che viaggiare Parigi Madrid Berlino Zurigo Monacodi Baviera Copenaghen ecc Si perfezionograve negli studi clas-sici conoscendo oltre lrsquoitaliano il francese lrsquoinglese lo spa-gnolo e il tedesco e rientrata a Gallipoli cominciograve ascrivere per proprio conto fincheacute morto il padre nel 1867(Sofia ha 22 anni) si trasferigrave con la madre e tutta la fami-glia a Napoli Qui sposograve senzrsquoamore Settimio Bartocci Idue vissero tra Gallipoli e Napoli a seconda delle stagio-ni fincheacute nel 1873 venne diagnosticato a Sofia (ha soltan-to 28 anni) un tumore al seno Da questo momento in poiSofia si trasferisce definitivamente a Napoli Non rivedragravepiugrave Gallipoli Operata tre anni dopo muore il 9 agosto1876 a soli 31 anni di etagrave

Muore con il rimpianto di un amore infelice e con la suaGallipoli nel cuore

Lascia scritte con il lapis in vari quaderni-diari 350 poe-

sie che aveva cominciato a scrivere fin dallrsquoetagrave di 15 anniVerranno pubblicate postume nel 1879 sotto il titololdquoCantirdquo come avrebbe desiderato lei stessa che ammira-va e amava moltissimo i ldquoCantirdquo leopardiani

Era una creatura dolce e malinconica morigrave infeliceVi chiederete comrsquoera Sofia Stevens questa singolare no-

bildonna gallipolitana dellrsquo800Non abbiamo testimonianze coeve ma dallrsquoeffigie del ri-

tratto che ci ha lasciato e soprattutto dalle poesie che ha la-sciato come sorta di testamento spirituale egrave facileimmaginare una creatura dolce fine delicata pallida pa-tetica malinconia romantica e tuttavia non era una fan-ciulla tutte trine e sospiri

Era intelligente colta conosceva quattro lingue di carat-tere molto riservato era schiva viveva appartata aveva unmagnifico rapporto con la natura che la circondava e so-prattutto Sofia si sentiva profondamente gallipolitana fi-glia di quella terra un porsquoruvida ma splendida e generosaE ciograve lo esplicita nelle sue poesie che sono di chiara imita-zione e sul modello tardo-romantico alla Prati o alla Ale-ardi tanto per intenderci anche se il suo modelloinarrivabile fra tutti i poeti da lei conosciuti era GiacomoLeopardi il poeta del dolore a cui si sentiva molto vicinosia per il suo temperamento malinconico che per le tristi

POETI SALENTINI

Gallipoli (LE) - Antica raffigurazione del porto

Sofia Stevens

di Augusto Benemeglio

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 27

personali vicende biografiche Le poesie di Sofia Stevenssono molto sentimentali talora sognanti malinconichedolenti Ma ciograve che ella prova non egrave finzione non appartie-ne alla convenzione percheacute la sua vita fu veramente brevedolorosa e infelice costretta a sposare un uomo che nonamava e a patirne tutte le amare conseguenze e infine col-pita da un male terribile allora incurabile che lrsquoavrebbeportata alla morte tra atroci sofferenze fisiche e spirituali(ldquoA lrsquoalma mia tapina tormenti senza fine innanzi pa-rahelliprdquo) a soli 31 anni

Dal cielo son discesaIn questa fonda valleE al suolo mrsquoha protesaUn infelice amoreNon piugrave lrsquoamorchrsquoio vagheggiava tecoE che potea securaFin confidare a lrsquoecoDe le paterne muraMa di foco avvampante passioneChe sebben corripostaTerribile tenzoneContro me stessa ha impostoInvano io vograve domarlaQual fa lrsquoondaTanto furente da schiantar le digheFuori trabalza e tutto intorno inondaE seco trascinando la rovinaA lrsquoalma mia tapinaTormenti senza fine innanzi paraE mrsquoapparecchia la gelata bara

La ruvidezza degli antichi scogliSofia lrsquoabbiamo detto amograve molto la sua terra natia Gal-

lipoli che considerograve sempre sua prima vera autentica pa-tria sebbene non ci abbia vissuto moltissimo E alla suaterra dedicograve descrizioni poetiche non convenzionali conunrsquoattenzione particolare alla precisione terminologica nelcampo della fauna e della flora salentina frutto della suacuriositagrave e passione per la botanica e le scienze naturali

hellipE si distendeSursquo sassi calcinati darsquo fulgoriDe lrsquoastro che in maggiore in ciel risplendeDiserta vrsquoegrave perograve rude la zollaDa pochi sterpi adorna e serpollinohellip

A me cresciuta Sopra lido marina avanza in coreLa ruvidezza dersquo nativi scoglihellipAride pietre e meste io veggo intornoOve licheni biondi e serpollinoSono i soli a profumar cocente il giornohellipErsquo qui sabbioso il suolo e non vrsquoha ramoE pure e pure questa terra io lrsquoamo

ldquo E mrsquoegrave duolo perenne la vitahelliprdquoAl periodo della fanciullezza e dellrsquoadolescenza si con-

trappone la dura realtagrave del presente in cui sono definitiva-mente tramontati i sogni e le speranze di coronarefelicemente il suo amore Chi domina incontrastato ora egrave ildisinganno e la disillusione

Lrsquoalma fidente si commuove e speraMa il disinganno apparehellipah rio velenoMa finite le gaie stagioniOgni speme con esse egrave partitaOra ignoro gli amori ed i suoniE mrsquoegrave duolo perenne la vita

Giglio nellrsquoombra e nel gelo sullo sfondo di un accesotramonto

Il dolore e la tristezza dellrsquoanimo di Sofia malata in pre-da anche allo sconforto di non poter piugrave rivedere Gallipo-li percheacute il viaggio le sarebbe troppo doloroso fannoaffacciare nella giovane donna lrsquoidea prepotente della mor-te E lo fa con accenti e riecheggiamenti chiaramente leo-pardiani

Oh felici coloro cui concessoErsquo giagrave il riposo de lrsquoeterno sonnoLagrave presso lrsquoonde di quel mar serenoSotteso le robinie e le gaggieDe le fiorite italiche pianureDove srsquoascolta il cinguettio giocondoE dove il pianto semplice donzellaVersa devota sopra lrsquourna amica

Donna Sofia Stevens a cui Gallipoli ha dedicato unavia nel borgo una via discreta e appartata sulla rivieradi tramontana rimarragrave per sempre lrsquoemblema della de-licatezza e della femminilitagrave romantica ma anche dellatenerezza e del profumo discreto un candido giglio trale rocce unlsquoombra delicata e tenera sullo sfondo di unacceso tramonto di Gallipoli bull

28 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

PITTORI GALATINESI

Metafisica scettica mi piace defi-nire la pittura di Totograve Rossettispirito inquieto e indagatore cu-

rioso della condizione esistenziale con-temporanea

E con le sue opere il nostro egrave un ritorno auna ben strana e originale metafisica unametafisica questa volta salace arguta piugraveafferente ndash certo ndash ad uno spirito pirandel-liano ma ndash sento di poter dissentire da cer-ta critica ndash alquanto lontana dalla musainquietante dechirichiana

Rossetti non sembra estraniarsi dal pre-sente non intende costruire un universoche trascenda la realtagrave piuttosto sembravoler fare il verso ai costumi ai tic alle pes-sime abitudini della societagrave massificata inun intento intelligentemente neoillumini-sta che fa perno sulle sorti alternanti e mu-tevoli della natura umana messe a nudo elasciate al compiaciuto ludibrio del visitatore

E dentro questo programma di rivisitazione della socie-tagrave e dellrsquoindividuo occupano un posto preminente la ten-sione critica la contestazione sobria ed elegante che solo la

pittura metafisica puograve pronunciareQuesto nitore delle opere di Rossetti deriva dal fatto che

lrsquoartista sa innanzitutto padroneggiare con abilitagrave la figu-ra competenza che non pare fargli difetto bencheacute proven-

ga da una formazione autodidattaA ciograve si aggiunga anche in lui la

predilezione per talune citazionistilistiche come le incursioni ldquoopti-cal artrdquo o addirittura iperrealisteche costellano tutto un percorso dioriginalitagrave

Dunque una metafisica pura opiuttosto un ideale metafisicoPropenderei per questa seconda in-terpretazione dato che esiste unnon so che di esplicito in quel suocromatismo cosigrave vivido in quellasua fedeltagrave alla forma ndash reinventatasigrave - ma sempre cosigrave sensibile allatrascendentalitagrave e aggrappata al re-taggio concreto dellrsquoesistenza

Talora infatti dalla pitture diRossetti affiora la tentazione delpaesaggio come rispecchiamentodella vita interiore della socialitagraveaffiora altresigrave un elegante figurati-ldquoLrsquoarte invita alla pacerdquo - acrilico su tela

ldquoSirenardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 29

vismo informato a un vagheg-giamento estetizzante dellaforma quasi un esito compen-sativo della coscienza forte-mente avvertita del caratterearido e amaro dellrsquoesistenza

Rossetti pertanto riesce atemperare con questi ricorsi ladisperazione senza attese chegiustamente caratterizza lrsquoere-ditagrave storica della pittura meta-fisica

Un riscontro di ciograve va ricer-cato nel suo ricco repertoriografico che spazia dalla pubbli-citagrave alla satira e nel quale risie-de la sapida inventiva concet-tuale di un uomo ben radicatonel proprio tempo

Antonio Miccoli

Nella personale visione del-la realtagrave Totograve Rossetti ci dagraveuna pittura originale tesa alladescrizione di avvenimenti estati drsquoanimo della societagravecontemporanea in chiave me-tafisica

Le sagome umane negli at-teggiamenti veraci inserite inuna architettura classica dateatro sono da collegare con lospirito penetrante pirandelliano e dechiriano

Crsquoegrave una denuncia della tradizione e crsquoegrave un modo singo-lare di dipingere efficaci come risultato percheacute le ansie deipersonaggi sono espresse e chiuse in una ben orchestrata

sfera eticaLrsquoartista vive e soffre la tra-

sformazione drsquouna societagrave checolloca con forza esistenzialeisolandola e sommergendolanel vuoto drsquouna disperazionesenza attese o nellrsquoillusione dieffimere gioie terrene

I personaggi recano ciascunoil peso del proprio vivere

Lrsquoarte del Rossetti riesce cosigravead esprimere lrsquoinconsistentemutevolezza umana

Sirio Marcianograve

Quasi un ideale metafisico egravela pittura di Totograve Rossetti na-ta da una complessa lievita-zione di spirituale sensibilitagrave enel contempo di partecipazio-ne alla forma che si concretiz-za in elaborati il cui fascinoprincipale egrave dato dalla armo-nica sintesi attuata attraversouna sua ricerca multi cromaed efficace nella resa pittoricae nella ricerca del volumequanto mai significativa nelsuo apporto di tensioni e di vi-brante sensitivitagrave

La ricerca del discorso nuovoed originale egrave dettato dalla sen-

sibilitagrave dellrsquoartista in uno spazio temporale ben definitonon solo nellrsquoaspetto artistico ma anche umano

La sua figurazione si avvale di un concetto espressivo te-so alla leggibile rappresentazione dei soggetti e di un par

ldquoEvardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 31

ticolare mondo pregno di sensibilitagrave umana e come ldquomo-menti di vitardquo nel loro atteggiamento che coglie gli esseriumani mentre compiono determinati gesti che li caratte-rizzano esteticamente e interiormente lrsquointervento croma-tico egrave lasciato alla particolare sensibilitagrave di questo artista

I racconti di intime suggestioni di Totograve Rossetti sono unfluire incantato di immagini sensitive emotive e trepidan-ti di una estrema poesia che trasferite nel colore secondouna metodologia musiva e secondo un respiro delle zonepolicrome egrave una operazione pienamente riuscita soprat-tutto per lrsquooriginale impostazione giocata su fremiti viva-ci e su emozioni improvvise

Sia pur nella meditata complessitagrave delle sue armonioseopere che nellrsquointenso fluire di una poetica sostenuta dasquisita capacitagrave espressiva egrave infatti la tipica urgenzacreativa infrenabile di Totograve Rossetti che sulla tela divieneforza espressiva

Questo suo mondo pittorico in cui la carica dei simbolidi tattili emozioni di percezioni cromatico-strutturali vo-luttuosamente luminose qualificano nella densitagrave materi-ca una personalitagrave decisamente autonoma di quel suofluire spontaneo di quel vibrare continuo di forme e di co-lori narrati con gioia come vita in perpetuo movimento

Nella Mariani

ldquoPrimaverardquo - acrilico su tela

ldquoVenererdquo - acrilico su tela

Le Associazioni degli Amici della Musica sono diffu-se in tutta Italia da oltre un secolo e ubbidiscono a unprincipio esclusivo di promozione e diffusione del-

la musica della sua finalitagrave formativa ed educativa per igrandi valori estetici e morali che esprime

Forse queste Associazioni sono nate per cercare di col-mare una carenza di interessi musicali un vuoto istituzio-nale gravissimo di uno Stato latitante e come dice il MdegRiccardo Muti criminosamente colpevole della inspiegabi-le assenza di insegnamento nelle scuole italiane fra le po-che in Europa

Le Associazioni rappresentano sul territorio nazionaleuna delle poche sicure ancore di salvezza per una catego-ria di musicisti e professionisti una specie ad alto rischiodi estinzione

Dopo piugrave di un secolo di presenza di movimenti cultu-rali stagioni concertistiche concorsi pianistici e tante tan-te idee la situazione musicale italiana rimane incertaquasi sospesa nel vuoto dellrsquoindifferenza dei politici i piugraveresponsabili della storica incapacitagrave di governare la cultu-ra del paese

Non solo ma si assiste anche a frequenti ed assurdi epi-sodi di analfabetismo musicale da parte di molti intellettua-li per nulla impensieriti dalla loro ignoranza anzihellip moltifanno sfoggio in alcune interviste pubbliche financo dellapassione per la musica Poi si va a scoprire quasi sempreche il loro interesse o amore egrave per un genere che non va aldi lagrave delle insignificanti musichette di consumo

I veri amici della musica sono quelli non della ldquopizzica etamburellordquo non della ldquopopolarerdquo neacute della folk e dellarock ma qualche volta della jazzistica e sempre della co-siddetta ldquoClassicardquo per intenderci quella di Palestrina

Monteverdi Mozart Beethoven Cho-pin Schubert Liszt e tanti altri

Noi siamo la patria insieme a Ger-mania e Francia del patrimonio mu-sicale piugrave importante del pianetaRappresentiamo la meta che tutti imusicisti del mondo sognano ma ciograveche avviene per i beni artistici succedeanche per quelli musicali Infatti neabbiamo fin troppi e a volte cadononellrsquooblio alcuni musicisti per i qualialtre nazioni vanterebbero meriti ec-cezionali A Galatina per esempio cisiamo dimenticati di tre illustri citta-dini Pasquale Cafaro del rsquo700 Giu-seppe Lillo dellrsquorsquo800 e Adolfo Gal-luccio del lsquo900

LrsquoItalia a cui il mondo intero conti-nua ancora oggi a guardare con gran-de ammirazione e stima per la suainvidiabile storia della musica egrave ilPaese perograve dove stranamente meno lasi studia diminuisce il numero delle

orchestre scompaiono istituzioni corali e suoi teatri sof-frono per mancanza di risorse e per il loro malgoverno

Si ha lrsquoimpressione che da un momento allrsquoaltro tuttopossa collassare e implodere seppellendo lrsquoimmenso pa-trimonio musicale

Purtroppo lrsquoattenzione delle Istituzioni nazionali e loca-li continua ad essere deludente se non indifferente Ubbi-disce ad una tendenza tutta italiana che si puograve sintetizzarenel pensiero di un noto ministro di un recente governo chediceva ldquoCon la cultura non si mangiardquo

32 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ASSOCIAZIONI CULTURALI

1952 - Galatina (LE) - il Mdeg Bruno Massaro in concerto

Eppure lrsquoItalia egrave secondo le stime dellrsquoUnesco il Paeseche detiene il maggior numero di beni artistici e cultura-li del mondo ma investe meno risorse degli altri Paesieuropei

In Italia siamo al 27deg posto lrsquoultimo E come se non bastasse

queste poche risorse sonocontese da un numero ecces-sivo di Associazioni Enticulturali e Fondazioni e perdi piugrave mal distribuite e spes-so elargite con criteri estra-nei al principio della qualitagravee del merito

La storia musicale di Ga-latina comincia idealmentenel 700 con un suo musici-sta di fama come PasqualeCafaro prosegue nellrsquo800con Giuseppe Lillo compo-sitore di molte opere lirichee musica da camera e nel900 con Adolfo Gallucciodetto Galladol

Questrsquoultimo un musici-sta gentiluomo era un com-positore di pezzi straor-dinari che eseguiva con unasua piccola orchestra drsquoarchiin concerti pubblici e spessoin salotti privati ove ricordosi trascorrevano serate mu-sicali gradevolissime Inquesto stesso periodo forseinfluenzati dalla personalitagravedel Galluccio a metagrave anni50 alcuni amici si attivarono per dare vita alla prima As-sociazione Amici della Musica di Galatina

Artefici eccezionali di questo movimento culturale furo-no la nobildonna Luisina Vallone Sticchi il dott AngeloSodo animatore principale le profsse sorelle Gina e An-tonietta Piscopo la profssa A Congedo la profssa Wan-da Bruno il sig Raffaele Congedo

La prima sede dei concerti fu la palestra della Scuola me-dia ldquoG Pascolirdquo in cui ebbi il piacere di suonare alcune miecomposizioni elogiate dal presentatore allora giovane pre-sidente Angelo Sodo ora giudice in pensione

Dopo qualche anno ci si spostograve nella sala ldquoLillordquo ora Sa-la consiliare del Comune acui sono legato da un tristericordo fui respinto alla por-ta drsquoingresso della Sala per-cheacute sprovvisto di abbona-mento

Per me allora quindicen-ne lrsquoiscrizione allrsquoAssocia-zione era un lusso che nonpotevo permettermi

Intanto a fine anni 50 or-mai affermato nellrsquoambientemusicale galatinese e nonsolo fui incaricato dalla pre-sidente Vallone insieme al-lrsquoamico Virgilio Contaldodella vicepresidenza del-lrsquoAssociazione che in quelperiodo in cerca di una sedepiugrave confortevole fu ospitatanel Circolo cittadino ldquoCirco-lo dei Signorirdquo ora sede deiVigili Urbani Il salone eraabbastanza elegante e ca-piente e il pubblico nonmolto numeroso era suffi-ciente a tenere dignitosa-mente in vita le seratemusicali

In questa nuova sede lrsquoAs-sociazione sembrograve aver tro-

vato finalmente una sua collocazione piugrave in linea con leesigenze di raffinatezza ed eleganza delle sue serate

Ma non si era valutata la presenza di alcuni anticorpi chesi annidavano tra i Soci del Circolo

Succedeva non poche volte che alcuni ldquoSignorirdquo noncu-ranti del concerto in corso nella saletta di lettura a fiancodel salone non sapessero fare a meno della partita a carte

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 33

1990 - Il prof Zeffirino Rizzelli in undibattito pubblico al Centro Studi Musicali

e che nel momento meno op-portuno esclamassero ad altavoce frasi tipiche del gioco del-la scopa

Superati questi momenti em-blematici di un periodo storicoormai vicino al rivoluzionariorsquo68 lrsquoAssociazione perdette loslancio della prima fase e pianpiano si esaurigrave per mancanza disostegni umani e materiali

Il sottoscritto in cerca di nuo-vi interessi musicali e desidero-so di attuare per Galatina piugravesolidi progetti abbandonograve lrsquoAs-sociazione per fondare il Con-corso pianistico nazionaleldquoCafarordquo sostenuto dallrsquoentu-siasmo di un acceso appassio-nato della musica lrsquoamico OnBeniamino De Maria

Poi fu la volta della fondazio-ne del Circolo culturale ldquoIl Por-ticordquo questa volta con lrsquoaiuto digrandi personaggi della culturagalatinese mons Antonio An-tonaci docente universitariostorico e filosofo avv CarloCaggia dott Mario Montinarifondatore dellrsquoOspedaletto pediatrico a Bari e il prof Zef-

firino Rizzelli A fine anni 80sempre con la consulenza aiu-to e incoraggiamento dellrsquoami-co Rizzelli diedi vita ad unambizioso progetto ldquocredordquoutile al prestigio della cittagrave IlCentro Studi Musicali ldquoP Cafa-rordquo Una iniziativa che miravaa istituire in loco un Liceo Mu-sicale Pareggiato ai Conserva-tori di Stato

Ma come ormai molti sannonon fu realizzato solo per unsoffio per insensibilitagrave miopiae incapacitagrave di qualche politicodel momento

Il 1995 egrave lrsquoanno del ritornoagli Amici della Musica ripren-dendo un filo interrotto neglianni rsquo60

La prima riunione con i nuo-vi Amici non puograve non avvenireche nella sua sede naturale ilPalazzo della Cultura Parteci-pano i Proff Michele Benegia-mo Lucia Falco GiovannaLucarelli Maria MazzarellaClelia Massaro la sigra MariaMasi la sigra Giovanna Pelle-

grino lrsquoavv Antonio Legno il dott Domenico Mangione

34 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

1996 - Galatina (LE) - Chiostro Basilica S CaterinaSpettatori durante un Concerto Amici della musica

il prof Zeffirino Rizzelli Le serate iniziano nella Sala ldquoContaldordquo e proseguono

negli anni successivi senza interruzione ospitando fino adoggi oltre 400 fra musi-cisti letterati scrittoripoeti attori cantanti

Dal rsquo95 siamo ormailontani 20 anni ed egravequindi comprensibileche io esprima ora unsenso di generale sod-disfazione e orgoglioIl merito principale na-turalmente va soprat-tutto ai Soci prove-nienti da molti paesidella provincia checon senso di responsa-bilitagrave ed abnegazionehanno sostenuto lrsquoini-ziativa facendoci rag-giungere un traguardoimportante un obietti-vo degno di una gran-de cittagrave una conquista sociale a vantaggio dellrsquointeroSalento

La qualitagrave dei nostri concerti egrave dovuta alla fattiva colla-borazione della nostra Associazione con le piugrave interessan-ti Rassegne internazionali I rispettivi Direttori artisticicollaborano ormai con noi da un porsquo di anni segnalandocii vincitori assoluti dei Concorsi Recentemente abbiamoavuto lrsquoonore della collaborazione con la prestigiosa Acca-demia Internazionale di Imola diretta da un amico il MdegFranco Scala che ha voluto ldquoregalarcirdquo per lrsquoinaugurazio-ne dellrsquoattuale Stagione concertistica uno dei migliori al-

lievi il pianista Roman Lopatinsky che ha mandato in vi-sibilio il numeroso pubblico con un pianismo brillante eun virtuosismo eccezionale

La nostra Associazio-ne egrave ormai una Univer-sitagrave della musica unospazio culturale in cuisi affrontano e svilup-pano tematiche specifi-che della letteraturamusicale nuovi studisulla liederistica ro-mantica e approfondi-menti sui vari stili eforme delle composi-zioni di ogni tempo

Un vero laboratoriosperimentale per ela-borazioni di natura cri-tica e filosofica

Con il programma disala poi sempre ac-compagnato da unrsquoat-tenta guida allrsquoascolto

si continua a perfezionare la formazione critica dei Socioffrendo loro un prezioso mezzo di comprensione dellecomplesse problematiche delle opere musicali

Una realtagrave stimolante per Galatina ed una indicazioneper far riflettere i responsabili politici nazionali

Qualche volta dalla periferia puograve emergere un utile sug-gerimento

Forse sarebbe auspicabile da parte dei politici un porsquo diumiltagrave per sostituirla allrsquoarroganza di chi continua semprea governare isolato con presunzione e incapacitagrave di com-prendere a fondo i veri problemi del Paese bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 35

2015 - Galatina (LE) - Il pianista Roman Lopatinskyallrsquoinaugurazione della stagione concertistica 20152016

Bruno Vittorio Massaro

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 9: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

Anche tra gli adulti nonostante la vita fosse difficile e gra-ma vi era un sottofondo di solidarietagrave e di accettazione Lecase potevano restare aperte senza che nessuno ne appro-fittasse Crsquoerano ladri spinti piugrave che altro dalla fame e noncertamente per arricchirsi Crsquoerano tante sofferenze e peneeppure la gente le sapeva sopportare crsquoerano poche gioietutte condivise con chi non ne aveva La vita era un granbel circolo un girotondo in cui tutti ci vivevano litigavanoo si amavano ma sempre nel pieno rispetto reciproco

Oggi la vita egrave tutta unrsquoaltra cosa egrave piugrave difficile e caoticapiena di un esasperato materialismo e di un individualismoche di umano ha ben poco Assistiamo impotenti a guerretante guerre crsquoegrave una devastazione inesorabile della naturalrsquoavanzamento della cupidigia dello sfruttamento e dellaviolenza lo sfaldamento della famiglia e della scuola crsquoegravesolo il trionfo del Male Di chi la colpa Senza altro del pro-gresso del progresso scriteriato e selvaggio che non ha sa-puto correggere i difetti di fondo della societagrave drsquoallora mache anzi li ha acuiti illudendo e costringendo tantissimepersone a rincorrere miraggi piugrave che certezze Oggi la men-te dei nostri governanti egrave rivolta unicamente al PIL (prodot-to interno lordo) ma non certamente alla povertagrave che vadilagando in ogni dove A mio modo di vedere dovrebbe-ro rivolgere lrsquoattenzione a migliorare il FIL (felicitagrave internalorda) ma un simile obiettivo molto vicino ai bisogni es-senziali della povera gente non converrebbe a coloro chehanno le sorti dellrsquoItalia e del Mondo nelle mani

Spesse volte soprattutto quando sono assalito da scon-forto e delusione avverto il bisogno di rientrare in quelmondo incantato della mia dolce fanciullezza quando lavita era fatta di regole e di doveri di gioie contenute disuccessi sudati e meritati Allora ogni cosa sembrava esse-re a colori nonostante i film continuassero ad essere pro-iettati in bianco e nero A quei tempi lrsquoimmaginazione e lafantasia colmava i vuoti della vita mentre oggi la vita nonci fa piugrave sognare bensigrave preoccupare Ci sono perograve perso-ne che vivono una vita a colori Sono soltanto pochi privi-legiati che comunque non avvertono il calore del santoNatale percheacute per loro il Natale cade ogni giorno ma tratanta indifferenza e grigiore

La gente comune quella che soffre e si contiene quellache fa fatica a portare avanti una vita sulla corda la genteumile e laboriosa porta il Natale nel cuore per tutto lrsquoannoe attende con gioia lrsquoapprossimarsi di questo santo giorno

Ed egrave proprio a questa gente che rivolgo gli auguri piugravesinceri e non certamente a coloro che trascorrono il Nata-le tra feste bagordi e con il portafoglio sempre gonfio dihellipfelicitagrave rubata bull

Note1 ldquoAgravelzati San Giovanni e non dormire perchegrave vedo avvicinarsi tre nu-vole una di acqua una di vento e una di maltempo portale dove noncanta il gallo non splende la luna e non vi egrave alcuna creaturardquo

Rino Duma

Lrsquoultima descrizione informata e consapevole dellafigura del filosofo e medico Francesco Scarpa da So-leto (15581618) ce la offre Luana Rizzo(1) traccian-

do un profilo della sua formazione e del suo pensierofilosofico

Come apprendiamo giagrave da Gio Bernardino Tafuri(2) loScarpa nacque a Soleto da onorata famiglia e apprese le

prime funzioni sco-lastiche di letteratu-ra e lingua grecapresso il noto mate-matico e filosofoMatteo Tafuri dimo-strando prontezza esottigliezza dinge-gno e laureandosipoi a Salerno in me-dicina

Nel 1584 quandoha circa 26 anni ed egraveattivo cul- tore distudi filosofici mettea stampa la sua forseunica e rarissimaopera dal titolo ldquoDeAnimardquo nasconden-dosi sotto il nome diPitagora Salentino e

indirizzando con lettera dedicatoria la sua opera al mae-stro appunto Matteo Tafuri che vi viene definito AtlanteSalentino Cosigrave la dedica ldquoAd Atalante filosofo salentinoPitagora salentino questa sua opera come gradita dedicaTi meraviglierai senza dubbio maestro sapientissimo daquale straordinario ordine sia regolata lrsquoapparentementeopaca natura la quale vista attraverso le trasformazioniche di continuo le reca lrsquoingegno umano si mostra a quan-ti la considerano quasi un mirabile ed anche grandiosoartificio corroborato dalla potenza che vi si cela Tu senzadubbio rispetterai il motivo che mrsquoinduce a fissare su unatavoletta il mio pensierohellip Avendo intrapreso a scriverepartendo da questo punto sono costretto con senso di pro-fonda malinconia a stabilire che lrsquoanima sia ingenerata eincorruttibile e che sia singola e radicata nei loro corpiQuesto infatti attenditi e molto ti piaceragrave Stai bene(3)rdquo

Nullrsquoaltro se non questo breve cenno era fin qui a nostraconoscenza sul rapporto tra i due studiosi anche se qual-che altro scritto potevamo sperare di rintracciare percheacuteBernardino Tafuri scrive che lopera De Anima lsquofu lrsquounicaper quanto noi sappiamo chrsquoesso diede alle stampe avendo lrsquoal-tre da esso composte rimaste dopo la sua morte manoscrittersquo

Ma tante speranze e tante ricerche sono andate per annideluse fino a qualche mese fa quando ho ritrovato unalettera appunto dello Scarpa del tutto sconosciuta e ine-dita indirizzata proprio al suo maestro Matteo Tafuri cheegrave custodita nel Museo Civico di Galatina tra i documentiantichi del Fondo Cavoti Molto dobbiamo a Pietro Cavo-ti che dedicograve gran parte della sua vita agli studi di storiaarte letteratura e alla conservazione e trascrizioni di mol-ti documenti antichi di eccezionale importanza Si deve so-lo al Nostro se finalmente si egrave messa la parola fine allatravagliata discussione sulla calvarie del Tafuri indicatada Alessandro Tommaso Arcudi nella Galatina letterata edobbiamo ringraziare sempre Cavoti se si egrave giunti alla sco-perta dellanno di morte di Matteo Tafuri avvenuta il digrave18 novembre 1584(4)

Ora questa lettera di Scarpa a Tafuri che fu trascritta daCavoti nel 1856 da un originale oggi perduto era antica-mente conservata a Soleto pressoFrancesco Carrozzini il qualepoi la donograve a FortunatoVernaleone di Galatinanel 1773 Per qualemotivo avvenne ladonazione di questapreziosa lettera nonvi egrave modo sapereComunque la mis-siva fu indirizzatail 4 aprile 1583 daFrancesco Scarparesidente in Napolie giagrave dottore in me-dicina al Tafuri

Leggendo tra le ri-ghe si apre uno scenarioche irradia nuova luce tra ilmaestro e il disce-polo Innanzi tut-

12 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SCOPERTE ICONOGRAFICHE

Frontespizio volumeldquoDe Animardquo

Francesco Scarpa in undisegno di Pietro Cavoti

Importante ritrovamento di una missiva inedita del 1583 dal discepolo al Maestro

to si apprende che tra i due vi era una fitta corrisponden-za in quanto proprio lo Scarpa scrive in apertura ldquoPrie-

gomi Illmo Onmo Maestro mio che mefacciate avisato de quelle mie lette-

re colle quali io resposi allrsquoepi-stola vostrardquo

Oggi grazie al ritro-vamento della missivapossiamo dire con cer-tez- za che lo Scarpain procinto di termina-re la sua opera chiedeal maestro di essereaiutato nel completa-mento oltre - probabil-

mente - alla correzionedel testo lsquove supplico lo

aiuto vostro che me liberi dala ignorantia de la scriptura

et de li errori et nelle interpreta-cionirsquo

Non erra alloraLuana Rizzo a dire

laquoGrazie al trattato di Scarpa egrave possibile risalire allrsquoopinio-ne espressa da Matteo Tafuri sullrsquoanima e alle fonti allequali si ispira che lo portano a condividere con il Magi-stro sapientissimo la dottrina dellrsquoimmortalitagrave dellrsquoanimaraquo

E facile intuire anche che lopera allepoca della letteraegrave ancora una bozza ldquoAdunque secundo il mio parlare ve dicoche lo libro mio et al finerdquo e sappiamo anche che alla datadel 4 aprile del 1583 lrsquoallievo del Tafuri egrave a Napoli per vo-lontagrave del maestro in quanto piugrave avanti egli scrive ldquoet essen-do anco molto lontano da casa chesser in Napoli con lrsquoanimo etlrsquoosservanza de la cortesia et studij vostri che me comandasterdquo

Francesco Scarpa dimora nella cittagrave partenopea per ap-profondire gli studi filosofici utili allasua pubblicazione Bisogna anche pen-sare che il Tafuri in quel periodo avevacirca novantanni e per comprensibilicondizioni si appoggiograve al giovane al-lievo per ricevere delle informazioniculturali con ogni probabilitagrave dai suoivecchi amici napoletani Anche in que-sto caso abbiamo la conferma quando ilgiovane soletano gli dice che li hominidotti de Napoli salutano lOnmo Maestroche da molti siati amato

Questa testimonianza conferma concertezza che Tafuri era al centro di unmovimento filosofico e attorniato da uo-mini assai importanti come ad esempiolo sappiamo i fratelli Della Porta Possoaggiungere che lo Scarpa pochi giornidopo rientra in patria percheacute al 28 apri-le del 1583 egrave padrino per un battesimo in Galatina pro-prio lui il Messer Francesco Scarpa de Solito Ilcontenuto della lettera descrive chiaramente il pensiero fi-losofico che Scarpa vuole imprimere nel suo De anima untema comune in quel tempo e usando i testi antichi comequelli di Aristotele Trismegisto Seneca ed altri ancorastudiati certamente sui manoscritti antichi posseduti dal

Tafuri nella casa di Soleto como la letione ultima in sua ca-sa Illma che Trismegisto dixe che lanima et una sfera

Leggendo attentamente la lettera e consultando le pa-gine del De Anima pubblicato da Scarpa ho individuatoun passo descritto nella lettera e presente appunto nelsuo volume A pagina 62 della riproduzione anastaticadel De Anima del 1584 e grazie alla traduzione a fronte diSilvia Mandurino si legge laquoE lanima ben conserva me-moria delle cose e riflette e concepisce ideeraquo Mentre lafrase della lettera riporta laquo si legie in piugrave parti de la scrit-tura de lrsquoopera mia che lanima conserva bona la memoria dele cose et genera ideeraquo

La lettera risulta unanteprima minuscola della sua ope-ra e vi cita piugrave volte Aristotele Seneca ed altri autori anti-chi sottolineando che lrsquointelletto potenziale egrave nellrsquoanimaindividuale mentre quello attuale egrave intelletto divino e per-ciograve nettamente separato dallrsquouomo e poi aggiunge unafrase in greco Έν τῶ μηδὲν φ (cancellato) φθονεῖνἡδύστατος βίος (Nel non invidiare per niente (si trova) lavita piugrave dolce)

Devo la traduzione di questo passo al Prof Andregrave Ja-cob che gentilmente si egrave offerto di aiutarmi Secondo il suoprezioso contributo potrebbe trattarsi di una di quelle sen-tenze morali che nel Cinquecento venivano incise sulle ar-chitravi di porte e finestre delle case nella Greciacutea Salentina

Di questo insigne personaggio nessuna memoria egrave ri-masta se non solo ledizione sullAnima che fu la sola edormai rarissima pubblicazione oltre ad una piccola Cortea lui intitolata nella natia Soleto

Il ritrovamento della lettera copiata da Cavoti dallorigi-nale potenzia la fama di questo cultore di studi filosoficiaprendo nuovi spiragli di studio su di lui Aggiungo sol-tanto che incerta egrave la data di nascita di Francesco Scarpaper mancanza dei primi registri dei battezzati nellarchi-vio parrocchiale di Soleto ma potremmo ipotizzarla intor-

no al 1558 per indicazione tratta dallasua data di morte chegrave invece certa per-cheacute attestata dai registri soletani Pochigiorni fa grazie alle gentilezze del nuovoparroco di Soleto don Daniele Albaneseho avuto da parte dellUfficio di CuriaArcivescovile di Otranto(5) lautorizza-zione a consultare lantico registro deimorti avvenuti fra il 1600 e il 1631 e alladata del 14 agosto 1618 si legge quantosegue Franciscus Scarpa Artis MedicinaeDoctor et ph(ilosoph)us aetatis suae anno-rum sexaginta in circa facta confessione re-cepto sanctissimo Viatico et extremaUnctione in communione Sanctae MatrisEcclesiae animam Deo redditit Sepultus estin aula Sanctae Mariae della Gratia fratrumReformatorum(6) Lobito egrave stato giagrave edito daaltri studiosi ma questa mia riproposta egrave for-

se piugrave completa anche se resta un margine di dubbio nello scio-gliere la seconda abbreviazione tra ph(ilosoph)us e ph(isic)us

Ora trascrivo di seguito la lettera in modo rigorista sen-za aver modificato o alterato il testo e premettendovi ledue righe di avvertenza del Cavoti e chiudendo il tutto conaltre due righe di commento sempre del Cavoti

lsquoLettera che si conserva in casa dellrsquoOnorevole Sig Fortuna-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 13

Matteo Tafuri in un disegnodi Cosimo De Giorgi

APS Registro dei defunti1613 - 1657

to Vernaleone di Galatina Detta lettera fu donata dal Sig Fran-cesco Carrozzini di Soleto nel 1773rsquo

Priegomi Illmo Onmo Maestro mio che me facciate avisatode quelle mie lettere colle quali io resposi allrsquoepistola vostra Mae-stro Matteo prendo piugrave larga licentia nello scriuere vulgare Per-cheacute li piugrave savij del mondo han voluto che me insegnaste comoSeneca manifestare li concepti de la mente vostra senza parlarelo doveriamo fare Adunque secundoil mio parlare ve dico che lo libromio et al fine et che la eloquentia etla dignitagrave de li caratteri et de voca-buli ho possuto indirizzare a VIllma persona et a nisciuno altro ho-mo Io no so degno neacute me reputarogravepresumptuoso se offerirograve al MioMaestro de la philosophia et de lamatematica grande quello che pos-so ma assai haverograve facto et in parti-culare che come discipulo dellrsquoIllmavostra casa ho desiderato honorarequesta mia opera et purgata di ogni carattere al gusto et honestautilitagrave Illmo Maestro haverograve facto bono dica alcuna cosa etspero che et piacevole che a quante fiate ve odo igraveo non tengo al-cuno dubio in le labra vostre percheacute la oratione deue essere pu-ra como lrsquoanima Non posso non maravigliarme de la VS alegrezanello sapere che con la lengua de li greci de la materia allo vul-go umno ad alcuni hypocriti homini docti et boni mangiatori dele fatiche de li philisophi et como lo VS insegnamento che per es-sere alcuni Signori altri vassalli altri barbari altri dotti altriGreci e Latini non simo perograve tutti che un medesimo metallo neha la natura fece servi et liberi ma la lege de Dio fece tutti ugua-li et variati de la fortuna che la ANIMA et de la MORTE laquale fa vedere che tutti semo pari come dice Seneca et como di-ce lo Magister meus lrsquoanima et nello cerebro cossigrave non egrave partedel mondo neacute dentro neacute fore Como la letione ultima in sua ca-sa Illma che Trismegi-sto dixe che lrsquoanima etuna sfera da la qualelo centro e in omno lo-co como Dio et la suacircumnferentia ni-sciuno ma como diceAristotele llagrave se vedepiugrave manifestamentelrsquoanima et Dio dovemagiore lo effettu souet questo in medioCoeli Tanti hominiche hanno scripto tan-te inventioni de le stel-le che culpa egrave degrave lestelle si noi semo cau-sa de lo nostro male dela anima medesimache quelle stelle siamalvido quella altrafa li homini poveri etricchi et ciechi e altri surdi Como consentite voi Magister chedal cielo non ven alcun male como dice Averroe et cosa bona adcredere che le stelle non so maligne ma che la culpa egrave nostra etnon egrave dal cielo Ad V Illmo judicio tutte queste cose procedono

de lo cielo lo movimento de li cieli egrave causa de tutto lo bene comodice Aristotele Per lo moto dello Sole nello circulo chiamato Zo-diaco produce la generatione et corruptione Onmo Maestro miointro la opera mia non egrave lo corpo ma lrsquoanima e quello che peccae se lrsquoanimo non se emenda la nostra anima non andaria mainello universo di Dio ma incappa in le galere de Catalani Lrsquoani-ma et la virtugrave de lrsquohomini de bona opera non de li signi Magister

Sapientissimo ad mio parere si legiein piugrave parti de la scrittura de lrsquooperamia che lrsquoanima conserva bona lamemoria de le cose et genera idee chesi ponno applicare ad qualsevogliaproposito et piugrave delle volte son fatteper lo commodo como diceAristotele Ben dice lo proverbio Έντῶ μηδὲν φ (cancellato) φθονεῖνἡδύστατος βίος [Nel non invidia-re per niente (si trova) la vita piugravedolce] Li beni de lrsquoanima ponno laintelligentia la sapientia et le altre

virtuto intellettuali Li beni de lo corpo sonno la vanitagrave lo vigo-re de li sensi et de altre con convenienti di lo corpo In questa al-tra parte lontano dalla VS Illma presentia et de vostri honoriet essendo anco molto lontano da casa chesser in Napoli conlrsquoanimo et lrsquoosservanza de la cortesia et studij vostri che me co-mandaste ve supplico lo aiuto vostro che me liberi da la igno-rantia de la scriptura et de li errori et nelle interpretacioni Inveritagrave et con multo affetto et senza dubio dico ad voi Magistersapientissimo che hio sia desioso de lrsquoamicitia vostra tenendo agravemolta stima in voi et come sempre che chi scrive se mette allogiudicio de molti Li homini dotti de Napoli salutano lrsquoOnmoMaestro che da molti siati amato Per hora stiate sano et Dio viconserui

VS Sertore e discipulo VS Fransco ScarpaDie IV Aprilis 1583 Lrsquoantica lettera si conserva assai beneFu scritta da Francesco Scarpa di Soleto al dotto Matteo

Tafuro suo maestro Copiai in Galatina nel 1856rsquo

NOTE

- Tutte le immagini riprodotte sono di esclusiva proprietagrave del Comunedi Galatina - Museo Cavoti E vietata qualunque riproduzione parzialeo integrale delle immagini qui riprodotte senza autorizzazione scritta alComune di Galatina nonchegrave la richiesta di citazione dellautore- Le foto sono state realizzate dallrsquoautore1 - L Rizzo Il Commento di Francesco Scarpa al De anima di Aristotele in Ri-nascimento meridionale III pp 129-148 Napoli20122 - GBTafuri Istoria degli scrittori nati nel regno di Napolivol 3pp 109-111 Napoli 17443 - Scarpa Salentino De anima riproduzione della stampa del 1584 contraduzione introduzione e note a cura di Silvia Mandurino Scrittori Sa-lentini - VI Centro di Studi Salentini Edizioni Lecce 19734 - L Galante Notizie inedite su Matteo Tafuri Nuove rivelazioni da un ma-noscritto secentesco in Il filo di Aracne anno VIII-n5 novembredicem-bre2013Galatina5 - Ringrazio Mons Quintino Gianfreda Direttore co ufficio per lrsquoarte sa-cra e i beni culturali Arcidiocesi di Otranto per la tempestiva autorizza-zione Sottolineo che le immagini del frontespizio e della data di mortedel registro parrocchiale dei defunti sono di unica proprietagrave della Parroc-chia di Soleto Pertanto le immagini non potranno essere cedute - nep-pure parzialmente e ad alcun titolo - a soggetti terzi vincolo questo estesoanche allrsquoEditore 6 - Lattuale Santuario della Madonna delle Grazie dei Frati Minori di SanFrancesco

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 15

Galatina (LE) - Museo CavotiLettera di Francesco Scarpa

Luigi Galante

APS - Atto di morte di Francesco Scarpa

16 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SALENTO OGGI

Mi ononno Vin-cenzo Miccolinato nel 1908 a

Torchiarolo comprograve dopo annidi sacrifici e risparmi di unrsquointeravita un pezzo di terreno su cui crsquoeranootto filari di ulivi

Da giovane andava in campagna a lavo-rare come bracciante agricolo nelle campagnedei vari Don locali Si alzava quando ancora era buiosia destate che drsquoinverno col freddo con il caldo torridoo con la pioggia In bicicletta raggiungeva campagne mol-to lontane da Torchiarolo a poca distanza da MesagneDue ore per andarci due ore per tornarci Tutto questogran lavoro lo faceva per guadagnarsi la vita e mantene-re onestamente la famiglia

Il nonno non era soltanto bravo a zappare e a raccoglie-re olive uva e tabacco Si distingueva in ogni aspetto del-la vita del contadino Perciograve era anche abile a potareinnestare irrorare le piante a spargere il concime e aquantrsquoaltro Erano tutti bravi e laboriosi i contadini di untempo Parlavano ogni giorno con le loro creature in cam-pagna e ad esse si legavano con lo stesso affetto cura edamore con cui ogni genitore si rivolge quotidianamente aipropri figli

Tutto riusciva a fare mio nonno sapeva anche leg-gere e apporre la firma Lrsquoultima cosa che glimancava della vita era quella di fare il soldatoFu costretto ad apprendere questa amara e tri-ste esperienza con lo scoppio della secondaguerra mondiale Dovette lasciare nonnaPantalea con tre figli e uno in arrivo perservire la bandiera tricolore e lo Stato peril quale provava una certa attrazione Fucosigrave che un bel giorno arrivograve a casauna brutta e inaspettata letteradel Ministerod e l l a

Nella zona di Torchiarolo continuano le eradicazioni dei ldquogiganti del Salentordquo

TOGLIETE LE MANI DAGLI ULIVISappiate che li difenderemo come se fossero i nostri padri i nostri figli

di Enza Pagliaro

Guer-ra Lui che non srsquoera mai mosso

dal Salento dalla sua Terra-Madredoveva presentarsi entro due giorni al

comando militare di Lecce con destinazio-ne Nord drsquoItalia Se ne partigrave con un profondo

dolore nel cuore e con tante lacrime nellrsquoanima masul viso si leggeva la fierezza del cittadino e del solda-to che va a difendere le fortune del proprio paese

Mia nonna non ebbe sue notizie per piugrave di un annoFu poi informata che lavevano fatto prigioniero sen-

za che si sapesse in quale campo di concentramento fos-se rinchiuso I giorni passavano in fretta ma di lui non

arrivava nessuna lettera e nessuna notizia Poi quando an-che le ultime speranze stavano per abbandonare mia nonnaecco che la vita della famiglia Miccoli di Torchiarolo si riempigraveallrsquoimprovviso di gioia Mio nonno a differenza di tanti suoicommilitoni ce lrsquoaveva fatta a rientrare in patria Il giorno delsuo arrivo a Torchiarolo nessuno lo riconobbe per strada per-cheacute era ridotto pelle e ossa Aveva camminato per mesi a piediper poter raggiungere la sua famiglia il suo amato paese

Quel giorno perograve non fu

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 17

Nella zona di Torchiarolo continuano le eradicazioni dei ldquogiganti del Salentordquo

TOGLIETE LE MANI DAGLI ULIVISappiate che li difenderemo come se fossero i nostri padri i nostri figli

di Enza Pagliaro

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 19

esattamente come mio nonno aveva sognato che fosse Purtroppo il piugrave piccolo dei suoi bambini era morto sen-

za che lui lrsquoavesse mai potuto abbracciare Nonostante que-sto inaspettato dolore Lu Nzinu te la Pantalea si rimboccograve lemaniche e ricominciograve a lavorare per portare il pane a casaPassarono una decina drsquoanni prima che la famiglia si ripren-desse dal dissesto economico causato dalla guerra

Pian piano lrsquoantico sogno di mio nonno di avere degli al-beri di ulivo tutti per seacute si avverograve Quando ormai era di-ventato un uomo di mezzrsquoetagrave acquistograve grazie ai tantisacrifici fatti un piccolo uliveto in contrada ldquoCase Bian-cherdquo poco fuori il paese E fu per lui una gioia immensa

Parve rinato e senza piugrave alcun acciacco fisico Con la bicicletta Lu Nzinu te la Pantalea andava a Case

Bianche per curare i suoi alberi drsquoulivo Per annaffiarlicarisciava lrsquoacqua cu le menze dalla fontana allrsquooliveto Pas-su dopu passu menza dopu menza i sacrifici venivano pun-tualmente ripagati dal raccolto e con i soldi ricavati dalleolive ogni anno poteva arricchire la dote alle sue figliole

Molti anni dopo quando il nonno ormai era vecchio equasi non camminava piugrave volleandare a rivedere i suoi alberi diulivo Non potendo piugrave cavalcarela vecchia bicicletta fu condottodietro sua ripetuta insistenzadalle figlie in auto Quando misepiede a Case Bianche cominciogravestranamente a camminare comenon faceva da tanto tempo guar-dava i suoi alberi filaru persquo filaruuno per uno Li conosceva tuttiLi sapeva distinguere gli uni da-gli altri Ad ognuno aveva asse-gnato un nome come fa ognipadre a ciascuno dei propri fi-glioli Quel pomeriggio il nonnoparlando con la sua terra conquegli eterni testimoni volle ri-cordare ai presenti il modo concui aveva saputo curarli quanteolive aveva raccolto in ogni anna-ta quanto sudore aveva versato e quante soddisfazioniaveva ricevuto per ognuno di quegli alberi Fu molto bra-vo a ripercorrere gioie e dolori della sua vita Per lui que-gli ulivi erano i suoi genitori e al tempo stesso i suoi figli

Oggi il nonno non crsquoegrave piugrave come legge naturale vuole chesia per ognuno di noi

Mia madre lo sostituigrave in tutto e per tutto ma non permolto tempo Anche lei iniziograve ad accusare gli acciacchi del-la vecchiaia muovendosi a mala pena in casa

Di tanto in tanto pretende di essere accompagnata a ldquoCa-se Biancherdquo per salutare quegli ulivi che suo padre le ave-va lasciato in ereditagrave Anche lei lrsquoAngiulina te la Pantaleaoggi si egrave mossa tra quei filari come se non avesse addossoalcun affanno e malanno fisico A lei egrave sembrato come sesuo padre fosse ancora ligrave a lavorare giovane e speranzosocome aveva sempre fatto per una intera vita Ersquo rimasta alungo assorta tra quegli alberi spostandosi pensosa e com-mossa ora di qua ora di lagrave come quando da giovinettaaiutava nonno Vincenzo a legare le fascine della rimondao a piegarsi per terra a raccogliere quellrsquooro nero che si

tramutava poi in oro giallo splendenteUna settimana fa mia madre ha ricevuto una lettera una

brutta lettera Non era certamente la stessa lettera ricevu-ta dal nonno per andare in guerra Ma anche in questo ca-so srsquoegrave trattato di una guerra Non di uomini contro uominima di uomini contro ulivi Vogliono eradicare quei gigan-ti dal piccolo appezzamento di terra Oltre ad averci mes-so unangoscia addosso mia madre ha pianto a dirotto econ lei dallrsquoalto dei cieli avragrave pianto anche mio nonno so-lo ad immaginarsi una scena del genere

Ersquo una lettera che non ci fa dormire la notte e che ci spez-za il cuore

Mia madre egrave comunque molto speranzosa e si augurache tutto si risolveragrave per il meglio allo stesso modo di co-me si risolse il caso di mio nonno che si presentograve a noiquando ormai tutti lo avevano dato giagrave per morto Lei nonfinisce mai di dirci che la vita a volte puograve avere un lieto fi-ne come in una bella favola

Lei egrave anche una donna paziente giusta saggia ed aspet-ta con grande ansia che il caso si risolva positivamente Ma

con il trascorrere dei giorni la speranza le sta venendo me-no ed allora ci esorta a tenere duro e a non desistere

Lei egrave anche una donna forte battagliera determinata adogni cosa ed egrave arrivata a dirci a chiare lettere che tutto po-tranno toglierci ma non il diritto di difendere ciograve che ciappartiene

La nostra storia i colori i profumi e i frutti della nostraterra i nostri alberi di ulivo sono ligrave in contrada ldquoCaseBiancherdquo e noi saremo ligrave a difenderli sino alla fine

Stessa cosa avrebbe detto Nonno Vincenzo se fosse an-cora in vita Lui da giovane ha offerto le sue braccia e lasua vita per difendere la Patria Italia e dalla Patria non haricevuto mai nulla

Ora a voi uomini senza cuore uomini di pietra rivol-giamo la preghiera di rispettare e di non toccare i nostriulivi che da tante generazioni sono per noi salentini la no-stra anima il nostro unico sostentamento bull

Enza Pagliara

Srsquointitola Respiri di pietra Monumenti megalitici del Salen-to (Lupo Editore Copertino 2014) il libro fotograficoche il ligure ma milanese drsquoadozione Leonello Berto-

lucci ha voluto donare allaTerra fra i due mari lrsquoanticaMessapia Un libro dalla co-pertina nera dal cui centrosorge come un astro lucente lasilhouette del maestoso trilitedenominato Chianca di SantoStefano di Carpignano Salenti-no La luce che dalla pietra sifa cogliere dal fotografo egravestrana e coinvolgente infattiil gioco di luci e ombre lrsquoan-tropizza a tal punto da farcelapercepire come energia vitale

Dal suo blog sappiamo cheegli egrave laquonato in Liguria e ap-prodato a Milano negli anni Ottanta ha intrapreso la stradadel reportage fotografico lavorando per alcune testate eagenzie italiane in seguito hanno avuto inizio collaborazio-ni internazionali tra cui quella con lrsquoagenzia ldquoSygmardquo di Pa-rigi Sue foto sono apparse su testate quali ldquoTimerdquoldquoNewsweekrdquo ldquoSternrdquo ldquoParis-Matchrdquo ldquoEpocardquo Ha fondatoe diretto per alcuni anni unrsquoagenzia fotogiornalistica mentreoggi continua a fotografare e condurre tutta una serie di at-tivitagrave nel campo della cultura fotografica vengono pubblica-ti suoi libri drsquoimmagini e allestite sue mostre organizzaeventi ed egrave docente in corsi e scuole di fotografia Egrave consu-lente in campo editoriale e multimediale ed egrave chiamato an-che a ricoprire il ruolo di photo editor in redazioni di giornaliha scritto il primo libro in Italia sullrsquoargomento col titoloProfessione Photo Editor Della sua attivitagrave si sono occupateriviste di fotografia come ldquoFotopraticardquo ldquoIl FotografordquoldquoNuova Fotografiardquo ldquoPhotordquo ldquoPhotographiardquo ldquoTechnoPhotordquo ldquoGente di Fotografiardquo ldquoFotocomputerrdquo Gli piacegiocare e nelle edizioni del ldquoPulcinoelefanterdquo [editore drsquoar-te che stampa in proprio rari esemplari di bibliofilia] le suefotografie giocano con testi tra gli altri di Alda Merini To-nino Guerra Enzo Sellerioraquo

Di lui hanno scritto Roberto Mutti laquoLeonello Bertolucci sa recuperare la pun-

tigliositagrave e la curiositagrave per ogni aspetto della vita Ma anchesoprattutto la capacitagrave di ascoltare e trasformare in immagi-

ni i sussurri da contrapporre alle grida di cui in troppi sem-brano non poter piugrave fare a menoraquo

Giuseppe Turroni laquoEsiste in Bertolucci davvero incante-vole e incantato il piacere del fare del raccon-tare del vedere sia pure strizzando lrsquoocchiocon ironia ripetiamo e senza malizia alle infi-nite contraddizioni e ambigue variazioni e va-lenze del mondo reale Egli ci restituiscematerie precise le scansioni di un racconto ter-so e delicato e il suo occhio fotografico egrave perripetere un verso di Sylvia Plath ldquoesatto e drsquoar-gentordquoraquo

Gino Patroni laquoLa prima foto della mia vitami fu scattata in un cortile di via Cernaia tra icaseggiati delle Elementari e la palestra dellaldquoPro Italiardquo Ovviamente una foto scolasticaricordo di fine drsquoanno Noi ragazzini in fittogruppo su un lato il maestro alto nei nostriconfronti come un campanile accanto alla

chiesa ndash Fermi ndash gridograve il fotografo con voce da sergenteprima del lampo Da allora ho conosciuto molti fotografiquasi tutti da bottega persino uno a Kopenik (Berlino) nelsettembre 1944 Insomma una foto da gefang (prigioniero)per gli archivi burocratici del lager Risultai magrissimoLrsquoultimo fotografo che ho conosciuto in ordine recentissimodi tempo egrave uno spezzino Leonello Bertoluccihellipraquo

Bertolucci che egrave fotografo professionista ha unrsquoidea benprecisa del suo operare Il suo archivio fotografico egrave colmo dicentinaia di migliaia di fotografie tanto da fargli scrivere

laquoHo perseguito unrsquoidea fotografica ci ho creduto e lavora-

20 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

AUTORI amp EDITORI

Giurdignano (LE) - Menhir vicinanze 2

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 21

to Ma ora di fronte alla quantitagrave di fotografie e di scelte pos-sibili sono in crisi Voglio strutturare un percorso coerentee sensato Molte decisioni srsquoimpongono e la mia parte emo-tiva litiga con quella razionale Cerco un occhio ldquoaltrordquo chemi aiuti a muovermi sul confinehellipraquo

Cosigrave pure egli conosce bene lrsquoarte della fotografia tanto dascrivere

laquoIl vero problema non egrave fare una foto sbagliata ma fareun uso sbagliato della foto Il brivido corre non quando tuguardi una fotografia ma quando lei guarda te Ogni foto-grafia ha cinque lati i primi quattro delineano lrsquoinquadra-tura il quinto egrave il suo lato oscuro Fotografare dovrebbeprovocare uno strabismo buono guardarsi dentro mentre siguarda fuori Lrsquoediting di una narrazione fotografica egrave unviaggio dentro il suo senso come ogni viaggio presupponeun punto di partenza e uno drsquoarrivoraquo (tratto dal blog Quan-do un Photo Editor)

Oggi Leonello Bertolucci ha fotografato anche il Salentouna sua parte profonda e radicale che si perde nella nottedei tempi i megaliti i maestosi massi che il Salento custodi-sce cosigrave come una madre custodisce i suoi figli

A introdurre il libro Respiri di Pietra con una sintesi stra-ordinaria e una cosmogonia stupefacente egrave Edoardo Win-speare il regista nostro conterraneo che con la sua operacinematografica ha fatto conoscere il Salento in tutto ilmondo Egrave stupenda la visione che egli ha della terra nellaquale viviamo Edoardo egrave nato a Depressa (Tricase) in unodei castelli ancora oggi attivo e accogliente Bertolucci inve-ce da qualche tempo ha acquistato una casa a Corigliano

drsquoOtranto dove ritorna da Milano quando sente il bisognodi rifugiarsi nellrsquoabbraccio magnogreco dellrsquoantica terramessapica

Nellrsquointroduzione al libro Winspeare scrive laquoNel Salento il mare egrave azzurro-verde e ha una trasparen-

za cristallina gli alberi di ulivo secolari incutono rispetto co-me ogni monumento della natura la terra egrave rossa come ilsangue ma ciograve che rende questo finisterrae drsquoEuropa un ter-ritorio davvero unico egrave la pietra Per i salentini la pietra egrave co-me il legno per gli indios amazzonici o i popoli sciamanicidella Siberia

Nellrsquoantica Messapia non si edificava con i mattoni il le-gno era quasi sconosciuto come materiale da costruzionetutto era di tufo carparo pietra leccese di Cursi drsquoAlessa-no di Soleto si era circondati da peshchi cuti stozzi patrud-dhi feddhe e ancora altri nomi [hellip] per definire ogni piccolavariazione della pietra [hellip] I menhir e i dolmen sono unapresenza abituale nelle nostre campagne Il loro fascino mi-sterico ne fa agli occhi di chi sa guardare degli ieratici sacer-doti intermediari fra il cielo e la terra quasi fossero dei moaimediterranei eretti come monito trascendentale dellrsquoesisten-za umana Leonello Bertolucci fotografo sensibile ha sapu-to guardare dove altri vedono solo Le sue immagini deinostri megaliti sembrano sguardi da un terzo occhio quellodellrsquoanimaraquo

Stupende queste parole di Edoardo che permettono allospirito umano di godere della bellezza della natura Parago-nare i nostri menir ai grandi moai dellrsquoisola di Pasqua (Ra-pa Nui) significa veramente aver capito fino in fondo ilsignificato che gli antichi abitatori di questa terra volevanodare a quei grandi massi ritti come spinotti conficcati nellaroccia

E tale comprensione egrave rilevabile pure nelle fotografie diBertolucci che intitolando il libro laquoa tutti i nostri padri a[suo padre]raquo ha guardato attraverso lrsquoocchio magico dellafotocamera i megaliti del Salento quasi fossero dei nostriantenati Cosigrave il suo percorso fotografico ha attraversatocampagne e rilievi collinari consacrando al nostro immagi-nario i megaliti di Giurdignano Giuggianello Otranto Mi-nervino di Lecce Carpignano Salentino MelpignanoMartano Bagnolo Cursi Patugrave Corigliano drsquoOtranto Pal-mariggi Cannole UgentoTerenzano Calimera Diso Cosigraveil suo libro immortala la bellezza e la severitagrave dei menhirdei dolmen delle specchie del Masso della strega degliipogei delle chianche della Centopietre della Pietra di sanVito del megalite di Terenzano Tutte pietre che respiraro-no energie vitali

Martano (LE) - Specchia dei mori

22 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Sotto una pregevole litografia ottocentesca custoditadai frati francescani di Soleto figura la seguente le-genda Nel 1568 un giocatore furibondo vibrograve due colpi

sul volto della Sacra Immagine di Maria dipinta sul muro di unacappella dove poi fu eretto il Convento de PP Riformati in Sole-to e bestemmiando disse Io noncredo che tu sei la madre di Diose non mi fai ammazzare stase-ra Dalle ferite della Sacra Effi-gie scaturigrave molto sangue e inquella sera lrsquoempio sacrilegosulla porta di Soleto fu uccisoLa prodigiosa immagine cosigrave fe-rita ed intrisa di sangue si ado-ra nel tempio del succennatoConvento

La litografia riproduce asinistra un giovane mentrecon unrsquoaccetta colpisce il vi-so di una Madonna col Bam-bino e a destra la suauccisione ad opera di un ma-cellaio armato di coltelloSullo sfondo lo skyline diSoleto con la guglia di Rai-mondello Orsini del Balzocollocata in un improbabilepaesaggio collinare

Comrsquoegrave noto nel 1568 il le-gnaiolo Giacomo Lissandridopo aver perduto al giocotutti i suoi denari entrato in una cappella campestre si-tuata fuori le mura di Soleto in un terreno dove poi sorge-ragrave il Convento dei Frati Minori colpigrave con una scure laldquofaccia bella della Madonnardquo ldquodipinta sulla pietrardquo dallaquale ldquosgorgograve sangue vermigliordquo come enfaticamentepuntualizzava il panegirista soletano Giuseppe Stanca inuna sua predica del 27 luglio del 1908 La sera stessa lrsquoem-pio oltraggiatore sconvolto dallrsquoincubo del delitto venne pu-gnalato e ammazzato dal macellaio Luigi Rullo nei pressidella Porta S Antonio detta nel lsquo500 Porta di borea La lito-grafia ci restituisce lrsquoimmagine della Madonna affrescata inuna edicola campestre ma P Diego Tafuro da Lequile nel-la sua Relatio Historica affermando che il Lissandri gioca-

va intra eandem aediculam confermava che si trattograve di unacappella coperta anche se di piccole dimensioni Dellostesso parere furono nel 1724 Padre Bonaventura Da La-ma e poi Padre Benigno F Perrone Nessuna fonte ci dicecon chi il Lissandri giocava e perdeva a carte nella cappel-

la Sappiamo perograve che Gia-como Lissandri potrebbeessere il figlio di Antonio Les-sandri vivente nel 1546 men-tre un documento del 1622segnala la natura violentadella famiglia Rullo Si sostie-ne infatti che Giovanni Rul-lo forse nipote del macellaioLuigi havesse (anche lui) am-mazzato uno de Soligraveto (Soleto)del quale non si sa il nome

Come segnala una divotapreghiera del 1789 su Giaco-mo Lissandri sembrograve abbat-tersi lrsquoira divina e se non fossesopravvenuta la morte vio-lenta sarebbe stato sicura-mente scomunicato dalpreoccupato arcivescovo diOtranto il napoletano PietroAntonio de Capua il qualecon le Costituzioni sinodali ndeg26 e ndeg 47 delle complessive58 stabilite nel Sinodo del1567 (si badi bene un anno

prima del fatto sacrilego) quasi a preconizzare i fatti di So-leto cosigrave disponeva Scomunicamo tutte quelle persone chenelle chiese et luochi sacrihellip faranno o giocheranno a carte o adadi et ad altra sorte di giocho proibito E ancora Scomunica-mo tutte quelle persone le quali temerariamente con pietra fer-ro (nel nostro caso unrsquoascia) o qual sivoglia instrumento diqual sivoglia modo feriranno o guasteranno lrsquoimagine del Cru-cifisso della Gloriosa Vergine Maria (nel caso di Soleto la Ma-donna delle Grazie) et altri Santi

La minaccia di scomunica quindi gravava su chi gioca-va a carte o a dadi nelle chiese e su chi sfregiava le imma-gini sacre

Il compianto prof Mario Marti in un suo bellissimo ar-

UNA FINESTRA SUL PASSATO

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 23

ticolo intitolato ldquoDonne e madonne salentine fra memoriae democulturardquo coglieva appieno lrsquoespressione singolaredella Madonna soletana che lui osservava spesso durantele visite nella ldquosuardquo Soleto Cosigrave infatti ricordava ldquoHoavuto modo di vedere tante volte il viso allora in una te-ca e coperto da un panno un porsquo atono e distante dellrsquoim-magine sacra un porsquo astratto e metafisico che puograve farpensare veramente piugrave a una severitagrave di esemplare giusti-zia (come avvenne allrsquoempio oltraggiatore Giacomo Lisan-dri) che a una maternitagrave fatta drsquoindulgenza e di perdonordquo

Lrsquoaffresco della Madonna delle Grazie databile alla pri-ma metagrave del Quattrocento rievoca echi rinascimentali (co-me nota Sergio Ortese) ed egrave impostato secondo i canoni

della prospettiva Venne poi incastonato nella nicchia cen-trale dellrsquoaltare maggiore nella chiesa conventuale dei Fra-ti Minori di Soleto giagrave nel 1617 denominata S(anc)taM(ari)a della Gr(ati)a completata nel 1614 con molta pro-babilitagrave dallrsquoarchitetto neretino Maria Tarantino

Tutti parlano di una Madonna severa con lo sguardoperso nel vuoto mentre il Bambino sorridente regge conla destra un piccolo ventaglio liturgico e con la sinistra gio-ca con un uccellino Si tratta invece di una Mater amabilisvolta a suscitare la misericordia di Dio verso i fedeli

Lo sguardo triste mesto e distaccato della Vergine estra-neo al gesto sacrilego del Lissandri egrave solo presago dellaPassione del Figlio raffigurata dal corallo rosso che pendedal collo del Bambino simbolo del suo sangue e della suamorte in croce

BibliografiaEgrave utile consultare L MANNI La Madonna delle Grazie di Soleto Galati-

na 2001 pp 43-53D Donato DE LUCA Divote preghiere per la novena della Madonna delle

Grazie Gallipoli 1897 pp 11-31B F PERRONE I conventi della serafica riforma di S Nicolograve in Puglia II

Galatina 1981 p 171M MARTI Donne e Madonne salentine fra memoria e democultura in

ldquoRassegna trimestrale della Banca Agricola Popolare di Matino e Leccea VIII 1 Galatina marzo 1982 p 127

L MANNI Guida di Soleto (a cura di M CAZZATO) Galatina 1992pp 41-42

L MANNI Santi e miracoli nel Salento Galatina 1996 pp 90-93 123

laquoMorsquo vu cuntu nu cunturaquo ni dicigravea la nonna Anna E zzacca-va a cuntare

E tutta la stanza se lsquonchia chianu chianu de fate de streche demachi e macare de re e de regine e puru de li nanni orchi ca nifacigraveanu ghiacciare lu sangu sulamente cu li pensagravevamu

Ma pe pocu tiempu perograve Finu a a quandu nu rrivava lu mu-mentu mentru la nonna sta cuntava ca li pariti e la stessa lagrave-mia de la stanza allrsquoimpruvvisu scumparigraveanu e lassavanu pertulu cielu e allora se perdigraveanu tutti le fate le streche li machi e linanni orchi e nui vidigraveame a lsquoncapu luccicare sulamente le stel-le e le lune e poi a centu a centu passavanu prucissioni de ca-valieri cu le curazze drsquooru e li pinnacchi e lu tiempu nu sapivise era moi o poi o prima essendu ca ni sentigraveame puru nui in-tru a lu cuntu ca la nonna sta cuntava E poi vidigraveame allrsquoim-pruvvisu li draghi e li cavaddhi alati ca sfrecciavanu vulandu ese putigravea sentire comu nu striunizzu propiu a mmienzu a la stan-za ca era ddeventata na fureata incantata e alla fine se dduma-vanu tante luciceddhe ca tremulavanu luntanu luntanu e poise perdigraveanu a rretu allrsquoorizzonte ndash a lu scuffundu dicigravea la non-na ndash addhai ci nu canta caddhu e nu lluce lunahellip

Pensagravetila comu vuliti ma ju sursquo sicuru ca prima o poi a nucertu giurnu precisu a lu postu magicu addhai ci se cugraventanulsquoncora li cunti de na fiata me incontru lsquontorna cu la nonna An-na percegrave lrsquoaggiu rrecalare na bella cosa ca mi la cunservu pe id-dha de quandu era picciccu picciccu

E ci sape se cu lrsquooccasione la nonna (ca mi lrsquoja prumigravesa) numi presenta finalmente la fija de lu Re percegrave de quiddha sursquo sta-tu sempre e suntu lsquoncora lsquonnamuratuhellip

Quista leggenda ca stegrave pe cuminciare quarchedunudice ca lrsquoave inventata nienti de menu ca LeoneTolstoj lu famosu scrittore de la Russia Quarche-

dun addhu dice ca egrave stata ripresa de lu scrittore Italu Cal-vinu A mie cu bbu dicu lu giustu mrsquohanu sempremparatu ca ede na storia vera originaria de le muntagnede lrsquoArta Italia ca poi egrave scisa chianu chianu a le parti decquassotta a nui e puru a la famija nogravescia ca pe la veritagrave egravesempre stata patriottica Tantrsquoegrave veru ca allrsquourtima de li un-dici fij avuti de la nonna Anna lu nonnu Paulinu nogravesciuvoze cu li degravescia lu nome de Triestina propiu a onore dela cittagrave de Trieste ripijata allrsquoAustria a la fine de la primaguerra mondiale

Vabbegrave Comu ede comu nun ede lsquostu cuntu ca morsquo vucuntu a casa nogravescia era deveru de casa percegrave ogni tantuscigravea e bbenigravea pe vucca no sulamente de la nonna Annama cchiui de na fiata puru de la zigrave Ninetta e addhe fiate dela zia Teresina e de la zigrave Cetta o puru de la Rusaria ca erala cugina crande e ca ede lsquoncora viva e vegeta cu la bonasalute e li mandu nu baciu

Allora siti pronti Se siti pronti zzaccuCrsquoera na fiata nu Re ca tenia nu fiju unicu La Regina di-

fatti srsquoja mmalazzata cu lu parturisca e de tandu a lsquompoinu potte avire cchiui nisciunrsquoaddha cravidanza

Lu Re naturalmente li vuligravea ancora cchiugrave bene a lsquostu fi-ju unicu E si lu cocculava e lu nsistigravea ogni mumentu esciucava cu iddhu e li cuntava storielle curiose cu lu di-verta e li facigravea rrecali drsquoogni ben di DiulsquoNsomma cerca-va cu lu ccuntenta in tuttu e per tuttu

Ma lu principinu invece era sempre scuntentu Morsquo era puru ddeventatu carusu nu giovanottone ertu

beddhu e distintu comu nu veru Principe Scigravea a lsquoncaccia

ma de malavogliaComu cuminciava afare na cosa dopu nupocu se ncaddhiscia-va Lu Re lrsquoja datu pu-ru nrsquoarmata de sur-dati cu lu invoglia al-lrsquoavventura ma id-dhu mancu pe lacapu

Nu paru de fiate cuccuntenta sigraverasa ca luspingigravea quasi a lsquonfor-za ja puru partecipa-tu a lu torneu de lacavalleria ca se tenigraveadorsquo fiate lrsquoannu ma secapigravea subitu ca a lugiovane nu li cuddha-va percegrave nu teniapropiu piacere denienti e lu cchiui de lefiate stava sempremalinconicu

Crsquoeranu periudi capassava sciurnate in-tere nfacciatu a lubalcone cu lu sguar-du persu luntanu

laquoMa cce hai Cce edeca ti mancaraquo li ddumanda-va sigraverasa

laquoNu sacciu mancu iuraquo ri-spundigravea iddhu

laquoForsi ca sinti lsquonnamura-tu ndash cuntinuava lu sirendash Harsquo misu lrsquoocchi su qual-che beddha carusa Dimmigrave-lu fiju miu ca de vagnunebeddhe ne truvamu centu efosse puru la fija de lrsquoImpera-tore oppuru na semplicecontadina se propiu ti pia-ce ti la fazzu spusareraquo

Nienti Lu Principe co-tulava la capu e mancu lirispundigravea

Ddhu poveru cristianu

de lu Re alla fine lrsquojapruvate tutte inutilmen-te cuncerti de musicafeste de ballu sfilatemascherate numeride scioculieri animaliparlanti

Alla fine decise fice nu bandu e chiamau a cunvegnu limeju duttori professori studiosi e filosofi de tuttu lu Re-gnu e finalmente dopu sette giurni e sette notti de assem-blea ci foe na parvenza de rimediu a la situazzione

Lu Capu Sapiente ca tenigravea la barba vianca e lu parlare

24 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

pulitu li disse a luRe laquoMaestagrave abbiamoindagato e ragionatoprofondamente Abbia-mo studiato le StelleChiesto consiglio al-lrsquoAurora e al TramontoInterrogato il SilenzioEsplorato lrsquoOscuritagrave e ilDubbio E aperto infi-ne tutte le novantano-ve porte del MisteroOra per liberare vostrofiglio dalla malinconiadovete cercate un uomoche sia contento Macontento in tutto e pertutto Di se stesso del-la sua famiglia dellapropria occupazionedella sua casa del paesedove vive della genteche incontra dellrsquoariache respira delle stagio-ni che cambiano e an-che degli animali deglialberi delle montagnecosigrave come pure del mareo dei fiumi e dei laghi edi tutto ciograve che lo cir-

conda Quando incontreretequestrsquouomo prendete la sua ca-

micia e scambiatela con quella di vostro figlio E il Principe fi-nalmente guariragraveraquo

Lu Re se dese de fare subitusenza mancu cu perda nu

minutu lu tiempu curraccoja tutti lrsquoamba-sciatori de lu Regnu

ccumpagnati de centusurdati segretari mes-saggeri currieri esplo-ratori e aiutanti drsquoogni

genere e li sparpa-jau a li quattru pizzi cu

se degravescianu de fareE foe cusigrave ca dopu nu

paru de giurni li pur-tara nu Monacu rumi-tu

laquoMonacu santu dim-mi se sirsquo cuntenturaquo liddumandau lu RelaquoCertu Maestagrave Sursquocuntentu de intru e de

fore La solitudine fur-tifica e santificaraquo laquoBravu Bravuraquo li disse lu Re E poi li fi-ce lsquosta pruposta laquoVorsquo cu bbieni cu mie a lu castellu pe dire lepreghiere intru a la cappella realeraquo

laquoMacari Maestagrave E comu no De corsa vegnu a lu castel-lu Cusine me pozzu rripusare nu pocu ca stisu sempre lsquonter-

ra sulu sulu e pe lu friddu de certe notti a le fiate mi vene la ma-lincuniaraquo

laquoVane vane Monacu rumitu Se eri veramente cuntentu nudesideravi cu stai meju de cu comu stai Via Viaraquo li cridau luRe Li dese na borsa de munete drsquooru e lu cacciau

Dopu nrsquoaddhu paru de giurni li purtara nu Massaru catenigravea cchiui de decemila pecure e nu crande llavitu e erariccu spundatu ma era puru tantu bbonu de core ca davafatigravea a ci la cercava e rrecalava de mangiare a tutti e purusordi a ci tenigravea bisognu e tutti li vuligraveanu bene e iddhu eracuntentu

laquoMassaru Massaru se vide ca sigrave cuntentu Ma tie deveru tesienti cuntenturaquo li ddumandau lu Re laquoCertu Maestagrave Co-mu viditi ssignurigravea stessu iu tegnu tuttu e cchiui de tuttu etutti mi vogravelanu bene Perograveraquo

laquoPerograveraquo li rripetigraveu lu Re ca vuligravea cu saccia de cchiuilaquoPerograve lrsquoanni passanu Maestagrave E mi vene la malincunia quan-du pensu ca prima o poi puru iu aggiu murire e aggiu lassaretuttu quiddhu ca tegnuraquo

laquoVane vane Massaru riccu spundaturaquo li cridau lu Re laquoSeeri veramente cuntentu nu desideravi cu eggi eternu ca sulu alu Patreternu li spetta Via Viaraquo Li rrecalau na borsa demunete drsquooru puru a iddhu e lu cacciau

Poi dese ordine a li surdati cu nu li portanu cchiui ciu-vieddhi pe ddha settimana percegrave era rimastu tantu delu-su de lsquosti primi risultati ca era meju cu se ddefrisca nupocu E ccumpagnatu de quattru cavalieri se ne scigraveu que-tu quetu a lsquoncaccia intru a lu voscu

A lu tramontu quandu sta turnava a lu castellu passan-du vicinu a na capanneddha ca sta cadigravea arsquostozze lsquontise navoce ca dicigravea laquoCrazzie Signore miu Puru ogravesce mrsquoai pruvvi-dutu cu faticu e cu mangiu Aggiu sudatu e me sentu nu pocustraccu pe la fatigravea ma sursquo cuntentu lu stessu Morsquo mi mangiu nupocu de minestra poi me curcu me riposu e crammatina comusempre cu lrsquoaiutu de Ssingurigravea me ddisciatu cchiugrave friscu e cchiugravefelice de na rosaraquo

laquoEcculu ndash disse lu Re cittu cittu ndash Finalmente lrsquoimu truvatuquistu ede propiu lu cristianu cchiugrave cuntentu de tuttu lu Regnu Las-sagravemulu cu mangia ca poi trasigravemu e facimu cu ni degravescia la camisaraquo

E dopu nu pocu trasegravera lu Re cu tre surdati E ddhu cristianu ca srsquoja giagrave menatu su lu liettu e quasi

sta pijava sonnu se zau fuscendu e ddumandau cce buligraveatutta ddha gente a casa soa E lu Re in persona li disse cusi caccia lsquoddha specie de cuperta ca tenigravea lsquonturtijata susue cu li degravescia la camisa ca tenigravea de sotta ca li servigravea Ca poipe lsquostu favore lu rrecalava cu nu saccu chinu de giuielli ede munete drsquooru E ddhu cristianu ca ncora nun ja capitusi la cacciau sugravebitu ddha specie de cuperta ca tenigravea lsquontur-tijata susu

Ma sotta nun crsquoera nuddha camisa Nu la tenigravea la cami-sa ddhu poveru cristianu Nu lrsquoja mai tenuta a lsquonvita soa

Cari amici a la fine de lu cuntu la nonna Anna ni dicigravea sem-

pre ca la camisa de la felicitagrave nun esiste Lu segretu ede unu su-lu rripetigravea ognunu de nui tocca cu se saccia nccuntentare Cula camisa o senza Percegrave nu sempre egrave certu ca unu ca la tene lacamisa ede alla fine cchiugrave cuntentu e felice de unu ca invece nula tene

Cu tanti Auguri de bone Feste e cu la bona saluteMelanton-Roma 2015

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 25

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

26 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Era stata educata a Galatina

Sofia Stevens nacque nel 1845 a Gallipoli figlia del vi-ce Console inglese nella citta salentina Henry Stevensche rimase in carica fino al 1867 anno in cui morigrave An-

che il nonno di Sofia Richard era stato vice console dal1829 fino al 1853Mentre la madre diSofia era una nobil-donna di originefranco-napoletanaCarolina Auverny

Sofia era la secon-da di cinque figli (trefemmine e due ma-schi) ed era stataeducata prima a Ga-latina poi alla etagrave diundici anni fu man-data a Napoli doveebbe per maestro dilingue e di poesia Fe-derico Villani aquindici anni ritornograve

a Gallipoli e di qui ebbero inizio come era norma per i gio-vani di buona famiglia i viaggi di formazione in Europa

Con lo zio Giovanni Auverny per due anni Sofia non fe-ce che viaggiare Parigi Madrid Berlino Zurigo Monacodi Baviera Copenaghen ecc Si perfezionograve negli studi clas-sici conoscendo oltre lrsquoitaliano il francese lrsquoinglese lo spa-gnolo e il tedesco e rientrata a Gallipoli cominciograve ascrivere per proprio conto fincheacute morto il padre nel 1867(Sofia ha 22 anni) si trasferigrave con la madre e tutta la fami-glia a Napoli Qui sposograve senzrsquoamore Settimio Bartocci Idue vissero tra Gallipoli e Napoli a seconda delle stagio-ni fincheacute nel 1873 venne diagnosticato a Sofia (ha soltan-to 28 anni) un tumore al seno Da questo momento in poiSofia si trasferisce definitivamente a Napoli Non rivedragravepiugrave Gallipoli Operata tre anni dopo muore il 9 agosto1876 a soli 31 anni di etagrave

Muore con il rimpianto di un amore infelice e con la suaGallipoli nel cuore

Lascia scritte con il lapis in vari quaderni-diari 350 poe-

sie che aveva cominciato a scrivere fin dallrsquoetagrave di 15 anniVerranno pubblicate postume nel 1879 sotto il titololdquoCantirdquo come avrebbe desiderato lei stessa che ammira-va e amava moltissimo i ldquoCantirdquo leopardiani

Era una creatura dolce e malinconica morigrave infeliceVi chiederete comrsquoera Sofia Stevens questa singolare no-

bildonna gallipolitana dellrsquo800Non abbiamo testimonianze coeve ma dallrsquoeffigie del ri-

tratto che ci ha lasciato e soprattutto dalle poesie che ha la-sciato come sorta di testamento spirituale egrave facileimmaginare una creatura dolce fine delicata pallida pa-tetica malinconia romantica e tuttavia non era una fan-ciulla tutte trine e sospiri

Era intelligente colta conosceva quattro lingue di carat-tere molto riservato era schiva viveva appartata aveva unmagnifico rapporto con la natura che la circondava e so-prattutto Sofia si sentiva profondamente gallipolitana fi-glia di quella terra un porsquoruvida ma splendida e generosaE ciograve lo esplicita nelle sue poesie che sono di chiara imita-zione e sul modello tardo-romantico alla Prati o alla Ale-ardi tanto per intenderci anche se il suo modelloinarrivabile fra tutti i poeti da lei conosciuti era GiacomoLeopardi il poeta del dolore a cui si sentiva molto vicinosia per il suo temperamento malinconico che per le tristi

POETI SALENTINI

Gallipoli (LE) - Antica raffigurazione del porto

Sofia Stevens

di Augusto Benemeglio

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 27

personali vicende biografiche Le poesie di Sofia Stevenssono molto sentimentali talora sognanti malinconichedolenti Ma ciograve che ella prova non egrave finzione non appartie-ne alla convenzione percheacute la sua vita fu veramente brevedolorosa e infelice costretta a sposare un uomo che nonamava e a patirne tutte le amare conseguenze e infine col-pita da un male terribile allora incurabile che lrsquoavrebbeportata alla morte tra atroci sofferenze fisiche e spirituali(ldquoA lrsquoalma mia tapina tormenti senza fine innanzi pa-rahelliprdquo) a soli 31 anni

Dal cielo son discesaIn questa fonda valleE al suolo mrsquoha protesaUn infelice amoreNon piugrave lrsquoamorchrsquoio vagheggiava tecoE che potea securaFin confidare a lrsquoecoDe le paterne muraMa di foco avvampante passioneChe sebben corripostaTerribile tenzoneContro me stessa ha impostoInvano io vograve domarlaQual fa lrsquoondaTanto furente da schiantar le digheFuori trabalza e tutto intorno inondaE seco trascinando la rovinaA lrsquoalma mia tapinaTormenti senza fine innanzi paraE mrsquoapparecchia la gelata bara

La ruvidezza degli antichi scogliSofia lrsquoabbiamo detto amograve molto la sua terra natia Gal-

lipoli che considerograve sempre sua prima vera autentica pa-tria sebbene non ci abbia vissuto moltissimo E alla suaterra dedicograve descrizioni poetiche non convenzionali conunrsquoattenzione particolare alla precisione terminologica nelcampo della fauna e della flora salentina frutto della suacuriositagrave e passione per la botanica e le scienze naturali

hellipE si distendeSursquo sassi calcinati darsquo fulgoriDe lrsquoastro che in maggiore in ciel risplendeDiserta vrsquoegrave perograve rude la zollaDa pochi sterpi adorna e serpollinohellip

A me cresciuta Sopra lido marina avanza in coreLa ruvidezza dersquo nativi scoglihellipAride pietre e meste io veggo intornoOve licheni biondi e serpollinoSono i soli a profumar cocente il giornohellipErsquo qui sabbioso il suolo e non vrsquoha ramoE pure e pure questa terra io lrsquoamo

ldquo E mrsquoegrave duolo perenne la vitahelliprdquoAl periodo della fanciullezza e dellrsquoadolescenza si con-

trappone la dura realtagrave del presente in cui sono definitiva-mente tramontati i sogni e le speranze di coronarefelicemente il suo amore Chi domina incontrastato ora egrave ildisinganno e la disillusione

Lrsquoalma fidente si commuove e speraMa il disinganno apparehellipah rio velenoMa finite le gaie stagioniOgni speme con esse egrave partitaOra ignoro gli amori ed i suoniE mrsquoegrave duolo perenne la vita

Giglio nellrsquoombra e nel gelo sullo sfondo di un accesotramonto

Il dolore e la tristezza dellrsquoanimo di Sofia malata in pre-da anche allo sconforto di non poter piugrave rivedere Gallipo-li percheacute il viaggio le sarebbe troppo doloroso fannoaffacciare nella giovane donna lrsquoidea prepotente della mor-te E lo fa con accenti e riecheggiamenti chiaramente leo-pardiani

Oh felici coloro cui concessoErsquo giagrave il riposo de lrsquoeterno sonnoLagrave presso lrsquoonde di quel mar serenoSotteso le robinie e le gaggieDe le fiorite italiche pianureDove srsquoascolta il cinguettio giocondoE dove il pianto semplice donzellaVersa devota sopra lrsquourna amica

Donna Sofia Stevens a cui Gallipoli ha dedicato unavia nel borgo una via discreta e appartata sulla rivieradi tramontana rimarragrave per sempre lrsquoemblema della de-licatezza e della femminilitagrave romantica ma anche dellatenerezza e del profumo discreto un candido giglio trale rocce unlsquoombra delicata e tenera sullo sfondo di unacceso tramonto di Gallipoli bull

28 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

PITTORI GALATINESI

Metafisica scettica mi piace defi-nire la pittura di Totograve Rossettispirito inquieto e indagatore cu-

rioso della condizione esistenziale con-temporanea

E con le sue opere il nostro egrave un ritorno auna ben strana e originale metafisica unametafisica questa volta salace arguta piugraveafferente ndash certo ndash ad uno spirito pirandel-liano ma ndash sento di poter dissentire da cer-ta critica ndash alquanto lontana dalla musainquietante dechirichiana

Rossetti non sembra estraniarsi dal pre-sente non intende costruire un universoche trascenda la realtagrave piuttosto sembravoler fare il verso ai costumi ai tic alle pes-sime abitudini della societagrave massificata inun intento intelligentemente neoillumini-sta che fa perno sulle sorti alternanti e mu-tevoli della natura umana messe a nudo elasciate al compiaciuto ludibrio del visitatore

E dentro questo programma di rivisitazione della socie-tagrave e dellrsquoindividuo occupano un posto preminente la ten-sione critica la contestazione sobria ed elegante che solo la

pittura metafisica puograve pronunciareQuesto nitore delle opere di Rossetti deriva dal fatto che

lrsquoartista sa innanzitutto padroneggiare con abilitagrave la figu-ra competenza che non pare fargli difetto bencheacute proven-

ga da una formazione autodidattaA ciograve si aggiunga anche in lui la

predilezione per talune citazionistilistiche come le incursioni ldquoopti-cal artrdquo o addirittura iperrealisteche costellano tutto un percorso dioriginalitagrave

Dunque una metafisica pura opiuttosto un ideale metafisicoPropenderei per questa seconda in-terpretazione dato che esiste unnon so che di esplicito in quel suocromatismo cosigrave vivido in quellasua fedeltagrave alla forma ndash reinventatasigrave - ma sempre cosigrave sensibile allatrascendentalitagrave e aggrappata al re-taggio concreto dellrsquoesistenza

Talora infatti dalla pitture diRossetti affiora la tentazione delpaesaggio come rispecchiamentodella vita interiore della socialitagraveaffiora altresigrave un elegante figurati-ldquoLrsquoarte invita alla pacerdquo - acrilico su tela

ldquoSirenardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 29

vismo informato a un vagheg-giamento estetizzante dellaforma quasi un esito compen-sativo della coscienza forte-mente avvertita del caratterearido e amaro dellrsquoesistenza

Rossetti pertanto riesce atemperare con questi ricorsi ladisperazione senza attese chegiustamente caratterizza lrsquoere-ditagrave storica della pittura meta-fisica

Un riscontro di ciograve va ricer-cato nel suo ricco repertoriografico che spazia dalla pubbli-citagrave alla satira e nel quale risie-de la sapida inventiva concet-tuale di un uomo ben radicatonel proprio tempo

Antonio Miccoli

Nella personale visione del-la realtagrave Totograve Rossetti ci dagraveuna pittura originale tesa alladescrizione di avvenimenti estati drsquoanimo della societagravecontemporanea in chiave me-tafisica

Le sagome umane negli at-teggiamenti veraci inserite inuna architettura classica dateatro sono da collegare con lospirito penetrante pirandelliano e dechiriano

Crsquoegrave una denuncia della tradizione e crsquoegrave un modo singo-lare di dipingere efficaci come risultato percheacute le ansie deipersonaggi sono espresse e chiuse in una ben orchestrata

sfera eticaLrsquoartista vive e soffre la tra-

sformazione drsquouna societagrave checolloca con forza esistenzialeisolandola e sommergendolanel vuoto drsquouna disperazionesenza attese o nellrsquoillusione dieffimere gioie terrene

I personaggi recano ciascunoil peso del proprio vivere

Lrsquoarte del Rossetti riesce cosigravead esprimere lrsquoinconsistentemutevolezza umana

Sirio Marcianograve

Quasi un ideale metafisico egravela pittura di Totograve Rossetti na-ta da una complessa lievita-zione di spirituale sensibilitagrave enel contempo di partecipazio-ne alla forma che si concretiz-za in elaborati il cui fascinoprincipale egrave dato dalla armo-nica sintesi attuata attraversouna sua ricerca multi cromaed efficace nella resa pittoricae nella ricerca del volumequanto mai significativa nelsuo apporto di tensioni e di vi-brante sensitivitagrave

La ricerca del discorso nuovoed originale egrave dettato dalla sen-

sibilitagrave dellrsquoartista in uno spazio temporale ben definitonon solo nellrsquoaspetto artistico ma anche umano

La sua figurazione si avvale di un concetto espressivo te-so alla leggibile rappresentazione dei soggetti e di un par

ldquoEvardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 31

ticolare mondo pregno di sensibilitagrave umana e come ldquomo-menti di vitardquo nel loro atteggiamento che coglie gli esseriumani mentre compiono determinati gesti che li caratte-rizzano esteticamente e interiormente lrsquointervento croma-tico egrave lasciato alla particolare sensibilitagrave di questo artista

I racconti di intime suggestioni di Totograve Rossetti sono unfluire incantato di immagini sensitive emotive e trepidan-ti di una estrema poesia che trasferite nel colore secondouna metodologia musiva e secondo un respiro delle zonepolicrome egrave una operazione pienamente riuscita soprat-tutto per lrsquooriginale impostazione giocata su fremiti viva-ci e su emozioni improvvise

Sia pur nella meditata complessitagrave delle sue armonioseopere che nellrsquointenso fluire di una poetica sostenuta dasquisita capacitagrave espressiva egrave infatti la tipica urgenzacreativa infrenabile di Totograve Rossetti che sulla tela divieneforza espressiva

Questo suo mondo pittorico in cui la carica dei simbolidi tattili emozioni di percezioni cromatico-strutturali vo-luttuosamente luminose qualificano nella densitagrave materi-ca una personalitagrave decisamente autonoma di quel suofluire spontaneo di quel vibrare continuo di forme e di co-lori narrati con gioia come vita in perpetuo movimento

Nella Mariani

ldquoPrimaverardquo - acrilico su tela

ldquoVenererdquo - acrilico su tela

Le Associazioni degli Amici della Musica sono diffu-se in tutta Italia da oltre un secolo e ubbidiscono a unprincipio esclusivo di promozione e diffusione del-

la musica della sua finalitagrave formativa ed educativa per igrandi valori estetici e morali che esprime

Forse queste Associazioni sono nate per cercare di col-mare una carenza di interessi musicali un vuoto istituzio-nale gravissimo di uno Stato latitante e come dice il MdegRiccardo Muti criminosamente colpevole della inspiegabi-le assenza di insegnamento nelle scuole italiane fra le po-che in Europa

Le Associazioni rappresentano sul territorio nazionaleuna delle poche sicure ancore di salvezza per una catego-ria di musicisti e professionisti una specie ad alto rischiodi estinzione

Dopo piugrave di un secolo di presenza di movimenti cultu-rali stagioni concertistiche concorsi pianistici e tante tan-te idee la situazione musicale italiana rimane incertaquasi sospesa nel vuoto dellrsquoindifferenza dei politici i piugraveresponsabili della storica incapacitagrave di governare la cultu-ra del paese

Non solo ma si assiste anche a frequenti ed assurdi epi-sodi di analfabetismo musicale da parte di molti intellettua-li per nulla impensieriti dalla loro ignoranza anzihellip moltifanno sfoggio in alcune interviste pubbliche financo dellapassione per la musica Poi si va a scoprire quasi sempreche il loro interesse o amore egrave per un genere che non va aldi lagrave delle insignificanti musichette di consumo

I veri amici della musica sono quelli non della ldquopizzica etamburellordquo non della ldquopopolarerdquo neacute della folk e dellarock ma qualche volta della jazzistica e sempre della co-siddetta ldquoClassicardquo per intenderci quella di Palestrina

Monteverdi Mozart Beethoven Cho-pin Schubert Liszt e tanti altri

Noi siamo la patria insieme a Ger-mania e Francia del patrimonio mu-sicale piugrave importante del pianetaRappresentiamo la meta che tutti imusicisti del mondo sognano ma ciograveche avviene per i beni artistici succedeanche per quelli musicali Infatti neabbiamo fin troppi e a volte cadononellrsquooblio alcuni musicisti per i qualialtre nazioni vanterebbero meriti ec-cezionali A Galatina per esempio cisiamo dimenticati di tre illustri citta-dini Pasquale Cafaro del rsquo700 Giu-seppe Lillo dellrsquorsquo800 e Adolfo Gal-luccio del lsquo900

LrsquoItalia a cui il mondo intero conti-nua ancora oggi a guardare con gran-de ammirazione e stima per la suainvidiabile storia della musica egrave ilPaese perograve dove stranamente meno lasi studia diminuisce il numero delle

orchestre scompaiono istituzioni corali e suoi teatri sof-frono per mancanza di risorse e per il loro malgoverno

Si ha lrsquoimpressione che da un momento allrsquoaltro tuttopossa collassare e implodere seppellendo lrsquoimmenso pa-trimonio musicale

Purtroppo lrsquoattenzione delle Istituzioni nazionali e loca-li continua ad essere deludente se non indifferente Ubbi-disce ad una tendenza tutta italiana che si puograve sintetizzarenel pensiero di un noto ministro di un recente governo chediceva ldquoCon la cultura non si mangiardquo

32 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ASSOCIAZIONI CULTURALI

1952 - Galatina (LE) - il Mdeg Bruno Massaro in concerto

Eppure lrsquoItalia egrave secondo le stime dellrsquoUnesco il Paeseche detiene il maggior numero di beni artistici e cultura-li del mondo ma investe meno risorse degli altri Paesieuropei

In Italia siamo al 27deg posto lrsquoultimo E come se non bastasse

queste poche risorse sonocontese da un numero ecces-sivo di Associazioni Enticulturali e Fondazioni e perdi piugrave mal distribuite e spes-so elargite con criteri estra-nei al principio della qualitagravee del merito

La storia musicale di Ga-latina comincia idealmentenel 700 con un suo musici-sta di fama come PasqualeCafaro prosegue nellrsquo800con Giuseppe Lillo compo-sitore di molte opere lirichee musica da camera e nel900 con Adolfo Gallucciodetto Galladol

Questrsquoultimo un musici-sta gentiluomo era un com-positore di pezzi straor-dinari che eseguiva con unasua piccola orchestra drsquoarchiin concerti pubblici e spessoin salotti privati ove ricordosi trascorrevano serate mu-sicali gradevolissime Inquesto stesso periodo forseinfluenzati dalla personalitagravedel Galluccio a metagrave anni50 alcuni amici si attivarono per dare vita alla prima As-sociazione Amici della Musica di Galatina

Artefici eccezionali di questo movimento culturale furo-no la nobildonna Luisina Vallone Sticchi il dott AngeloSodo animatore principale le profsse sorelle Gina e An-tonietta Piscopo la profssa A Congedo la profssa Wan-da Bruno il sig Raffaele Congedo

La prima sede dei concerti fu la palestra della Scuola me-dia ldquoG Pascolirdquo in cui ebbi il piacere di suonare alcune miecomposizioni elogiate dal presentatore allora giovane pre-sidente Angelo Sodo ora giudice in pensione

Dopo qualche anno ci si spostograve nella sala ldquoLillordquo ora Sa-la consiliare del Comune acui sono legato da un tristericordo fui respinto alla por-ta drsquoingresso della Sala per-cheacute sprovvisto di abbona-mento

Per me allora quindicen-ne lrsquoiscrizione allrsquoAssocia-zione era un lusso che nonpotevo permettermi

Intanto a fine anni 50 or-mai affermato nellrsquoambientemusicale galatinese e nonsolo fui incaricato dalla pre-sidente Vallone insieme al-lrsquoamico Virgilio Contaldodella vicepresidenza del-lrsquoAssociazione che in quelperiodo in cerca di una sedepiugrave confortevole fu ospitatanel Circolo cittadino ldquoCirco-lo dei Signorirdquo ora sede deiVigili Urbani Il salone eraabbastanza elegante e ca-piente e il pubblico nonmolto numeroso era suffi-ciente a tenere dignitosa-mente in vita le seratemusicali

In questa nuova sede lrsquoAs-sociazione sembrograve aver tro-

vato finalmente una sua collocazione piugrave in linea con leesigenze di raffinatezza ed eleganza delle sue serate

Ma non si era valutata la presenza di alcuni anticorpi chesi annidavano tra i Soci del Circolo

Succedeva non poche volte che alcuni ldquoSignorirdquo noncu-ranti del concerto in corso nella saletta di lettura a fiancodel salone non sapessero fare a meno della partita a carte

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 33

1990 - Il prof Zeffirino Rizzelli in undibattito pubblico al Centro Studi Musicali

e che nel momento meno op-portuno esclamassero ad altavoce frasi tipiche del gioco del-la scopa

Superati questi momenti em-blematici di un periodo storicoormai vicino al rivoluzionariorsquo68 lrsquoAssociazione perdette loslancio della prima fase e pianpiano si esaurigrave per mancanza disostegni umani e materiali

Il sottoscritto in cerca di nuo-vi interessi musicali e desidero-so di attuare per Galatina piugravesolidi progetti abbandonograve lrsquoAs-sociazione per fondare il Con-corso pianistico nazionaleldquoCafarordquo sostenuto dallrsquoentu-siasmo di un acceso appassio-nato della musica lrsquoamico OnBeniamino De Maria

Poi fu la volta della fondazio-ne del Circolo culturale ldquoIl Por-ticordquo questa volta con lrsquoaiuto digrandi personaggi della culturagalatinese mons Antonio An-tonaci docente universitariostorico e filosofo avv CarloCaggia dott Mario Montinarifondatore dellrsquoOspedaletto pediatrico a Bari e il prof Zef-

firino Rizzelli A fine anni 80sempre con la consulenza aiu-to e incoraggiamento dellrsquoami-co Rizzelli diedi vita ad unambizioso progetto ldquocredordquoutile al prestigio della cittagrave IlCentro Studi Musicali ldquoP Cafa-rordquo Una iniziativa che miravaa istituire in loco un Liceo Mu-sicale Pareggiato ai Conserva-tori di Stato

Ma come ormai molti sannonon fu realizzato solo per unsoffio per insensibilitagrave miopiae incapacitagrave di qualche politicodel momento

Il 1995 egrave lrsquoanno del ritornoagli Amici della Musica ripren-dendo un filo interrotto neglianni rsquo60

La prima riunione con i nuo-vi Amici non puograve non avvenireche nella sua sede naturale ilPalazzo della Cultura Parteci-pano i Proff Michele Benegia-mo Lucia Falco GiovannaLucarelli Maria MazzarellaClelia Massaro la sigra MariaMasi la sigra Giovanna Pelle-

grino lrsquoavv Antonio Legno il dott Domenico Mangione

34 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

1996 - Galatina (LE) - Chiostro Basilica S CaterinaSpettatori durante un Concerto Amici della musica

il prof Zeffirino Rizzelli Le serate iniziano nella Sala ldquoContaldordquo e proseguono

negli anni successivi senza interruzione ospitando fino adoggi oltre 400 fra musi-cisti letterati scrittoripoeti attori cantanti

Dal rsquo95 siamo ormailontani 20 anni ed egravequindi comprensibileche io esprima ora unsenso di generale sod-disfazione e orgoglioIl merito principale na-turalmente va soprat-tutto ai Soci prove-nienti da molti paesidella provincia checon senso di responsa-bilitagrave ed abnegazionehanno sostenuto lrsquoini-ziativa facendoci rag-giungere un traguardoimportante un obietti-vo degno di una gran-de cittagrave una conquista sociale a vantaggio dellrsquointeroSalento

La qualitagrave dei nostri concerti egrave dovuta alla fattiva colla-borazione della nostra Associazione con le piugrave interessan-ti Rassegne internazionali I rispettivi Direttori artisticicollaborano ormai con noi da un porsquo di anni segnalandocii vincitori assoluti dei Concorsi Recentemente abbiamoavuto lrsquoonore della collaborazione con la prestigiosa Acca-demia Internazionale di Imola diretta da un amico il MdegFranco Scala che ha voluto ldquoregalarcirdquo per lrsquoinaugurazio-ne dellrsquoattuale Stagione concertistica uno dei migliori al-

lievi il pianista Roman Lopatinsky che ha mandato in vi-sibilio il numeroso pubblico con un pianismo brillante eun virtuosismo eccezionale

La nostra Associazio-ne egrave ormai una Univer-sitagrave della musica unospazio culturale in cuisi affrontano e svilup-pano tematiche specifi-che della letteraturamusicale nuovi studisulla liederistica ro-mantica e approfondi-menti sui vari stili eforme delle composi-zioni di ogni tempo

Un vero laboratoriosperimentale per ela-borazioni di natura cri-tica e filosofica

Con il programma disala poi sempre ac-compagnato da unrsquoat-tenta guida allrsquoascolto

si continua a perfezionare la formazione critica dei Socioffrendo loro un prezioso mezzo di comprensione dellecomplesse problematiche delle opere musicali

Una realtagrave stimolante per Galatina ed una indicazioneper far riflettere i responsabili politici nazionali

Qualche volta dalla periferia puograve emergere un utile sug-gerimento

Forse sarebbe auspicabile da parte dei politici un porsquo diumiltagrave per sostituirla allrsquoarroganza di chi continua semprea governare isolato con presunzione e incapacitagrave di com-prendere a fondo i veri problemi del Paese bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 35

2015 - Galatina (LE) - Il pianista Roman Lopatinskyallrsquoinaugurazione della stagione concertistica 20152016

Bruno Vittorio Massaro

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 10: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

Lrsquoultima descrizione informata e consapevole dellafigura del filosofo e medico Francesco Scarpa da So-leto (15581618) ce la offre Luana Rizzo(1) traccian-

do un profilo della sua formazione e del suo pensierofilosofico

Come apprendiamo giagrave da Gio Bernardino Tafuri(2) loScarpa nacque a Soleto da onorata famiglia e apprese le

prime funzioni sco-lastiche di letteratu-ra e lingua grecapresso il noto mate-matico e filosofoMatteo Tafuri dimo-strando prontezza esottigliezza dinge-gno e laureandosipoi a Salerno in me-dicina

Nel 1584 quandoha circa 26 anni ed egraveattivo cul- tore distudi filosofici mettea stampa la sua forseunica e rarissimaopera dal titolo ldquoDeAnimardquo nasconden-dosi sotto il nome diPitagora Salentino e

indirizzando con lettera dedicatoria la sua opera al mae-stro appunto Matteo Tafuri che vi viene definito AtlanteSalentino Cosigrave la dedica ldquoAd Atalante filosofo salentinoPitagora salentino questa sua opera come gradita dedicaTi meraviglierai senza dubbio maestro sapientissimo daquale straordinario ordine sia regolata lrsquoapparentementeopaca natura la quale vista attraverso le trasformazioniche di continuo le reca lrsquoingegno umano si mostra a quan-ti la considerano quasi un mirabile ed anche grandiosoartificio corroborato dalla potenza che vi si cela Tu senzadubbio rispetterai il motivo che mrsquoinduce a fissare su unatavoletta il mio pensierohellip Avendo intrapreso a scriverepartendo da questo punto sono costretto con senso di pro-fonda malinconia a stabilire che lrsquoanima sia ingenerata eincorruttibile e che sia singola e radicata nei loro corpiQuesto infatti attenditi e molto ti piaceragrave Stai bene(3)rdquo

Nullrsquoaltro se non questo breve cenno era fin qui a nostraconoscenza sul rapporto tra i due studiosi anche se qual-che altro scritto potevamo sperare di rintracciare percheacuteBernardino Tafuri scrive che lopera De Anima lsquofu lrsquounicaper quanto noi sappiamo chrsquoesso diede alle stampe avendo lrsquoal-tre da esso composte rimaste dopo la sua morte manoscrittersquo

Ma tante speranze e tante ricerche sono andate per annideluse fino a qualche mese fa quando ho ritrovato unalettera appunto dello Scarpa del tutto sconosciuta e ine-dita indirizzata proprio al suo maestro Matteo Tafuri cheegrave custodita nel Museo Civico di Galatina tra i documentiantichi del Fondo Cavoti Molto dobbiamo a Pietro Cavo-ti che dedicograve gran parte della sua vita agli studi di storiaarte letteratura e alla conservazione e trascrizioni di mol-ti documenti antichi di eccezionale importanza Si deve so-lo al Nostro se finalmente si egrave messa la parola fine allatravagliata discussione sulla calvarie del Tafuri indicatada Alessandro Tommaso Arcudi nella Galatina letterata edobbiamo ringraziare sempre Cavoti se si egrave giunti alla sco-perta dellanno di morte di Matteo Tafuri avvenuta il digrave18 novembre 1584(4)

Ora questa lettera di Scarpa a Tafuri che fu trascritta daCavoti nel 1856 da un originale oggi perduto era antica-mente conservata a Soleto pressoFrancesco Carrozzini il qualepoi la donograve a FortunatoVernaleone di Galatinanel 1773 Per qualemotivo avvenne ladonazione di questapreziosa lettera nonvi egrave modo sapereComunque la mis-siva fu indirizzatail 4 aprile 1583 daFrancesco Scarparesidente in Napolie giagrave dottore in me-dicina al Tafuri

Leggendo tra le ri-ghe si apre uno scenarioche irradia nuova luce tra ilmaestro e il disce-polo Innanzi tut-

12 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SCOPERTE ICONOGRAFICHE

Frontespizio volumeldquoDe Animardquo

Francesco Scarpa in undisegno di Pietro Cavoti

Importante ritrovamento di una missiva inedita del 1583 dal discepolo al Maestro

to si apprende che tra i due vi era una fitta corrisponden-za in quanto proprio lo Scarpa scrive in apertura ldquoPrie-

gomi Illmo Onmo Maestro mio che mefacciate avisato de quelle mie lette-

re colle quali io resposi allrsquoepi-stola vostrardquo

Oggi grazie al ritro-vamento della missivapossiamo dire con cer-tez- za che lo Scarpain procinto di termina-re la sua opera chiedeal maestro di essereaiutato nel completa-mento oltre - probabil-

mente - alla correzionedel testo lsquove supplico lo

aiuto vostro che me liberi dala ignorantia de la scriptura

et de li errori et nelle interpreta-cionirsquo

Non erra alloraLuana Rizzo a dire

laquoGrazie al trattato di Scarpa egrave possibile risalire allrsquoopinio-ne espressa da Matteo Tafuri sullrsquoanima e alle fonti allequali si ispira che lo portano a condividere con il Magi-stro sapientissimo la dottrina dellrsquoimmortalitagrave dellrsquoanimaraquo

E facile intuire anche che lopera allepoca della letteraegrave ancora una bozza ldquoAdunque secundo il mio parlare ve dicoche lo libro mio et al finerdquo e sappiamo anche che alla datadel 4 aprile del 1583 lrsquoallievo del Tafuri egrave a Napoli per vo-lontagrave del maestro in quanto piugrave avanti egli scrive ldquoet essen-do anco molto lontano da casa chesser in Napoli con lrsquoanimo etlrsquoosservanza de la cortesia et studij vostri che me comandasterdquo

Francesco Scarpa dimora nella cittagrave partenopea per ap-profondire gli studi filosofici utili allasua pubblicazione Bisogna anche pen-sare che il Tafuri in quel periodo avevacirca novantanni e per comprensibilicondizioni si appoggiograve al giovane al-lievo per ricevere delle informazioniculturali con ogni probabilitagrave dai suoivecchi amici napoletani Anche in que-sto caso abbiamo la conferma quando ilgiovane soletano gli dice che li hominidotti de Napoli salutano lOnmo Maestroche da molti siati amato

Questa testimonianza conferma concertezza che Tafuri era al centro di unmovimento filosofico e attorniato da uo-mini assai importanti come ad esempiolo sappiamo i fratelli Della Porta Possoaggiungere che lo Scarpa pochi giornidopo rientra in patria percheacute al 28 apri-le del 1583 egrave padrino per un battesimo in Galatina pro-prio lui il Messer Francesco Scarpa de Solito Ilcontenuto della lettera descrive chiaramente il pensiero fi-losofico che Scarpa vuole imprimere nel suo De anima untema comune in quel tempo e usando i testi antichi comequelli di Aristotele Trismegisto Seneca ed altri ancorastudiati certamente sui manoscritti antichi posseduti dal

Tafuri nella casa di Soleto como la letione ultima in sua ca-sa Illma che Trismegisto dixe che lanima et una sfera

Leggendo attentamente la lettera e consultando le pa-gine del De Anima pubblicato da Scarpa ho individuatoun passo descritto nella lettera e presente appunto nelsuo volume A pagina 62 della riproduzione anastaticadel De Anima del 1584 e grazie alla traduzione a fronte diSilvia Mandurino si legge laquoE lanima ben conserva me-moria delle cose e riflette e concepisce ideeraquo Mentre lafrase della lettera riporta laquo si legie in piugrave parti de la scrit-tura de lrsquoopera mia che lanima conserva bona la memoria dele cose et genera ideeraquo

La lettera risulta unanteprima minuscola della sua ope-ra e vi cita piugrave volte Aristotele Seneca ed altri autori anti-chi sottolineando che lrsquointelletto potenziale egrave nellrsquoanimaindividuale mentre quello attuale egrave intelletto divino e per-ciograve nettamente separato dallrsquouomo e poi aggiunge unafrase in greco Έν τῶ μηδὲν φ (cancellato) φθονεῖνἡδύστατος βίος (Nel non invidiare per niente (si trova) lavita piugrave dolce)

Devo la traduzione di questo passo al Prof Andregrave Ja-cob che gentilmente si egrave offerto di aiutarmi Secondo il suoprezioso contributo potrebbe trattarsi di una di quelle sen-tenze morali che nel Cinquecento venivano incise sulle ar-chitravi di porte e finestre delle case nella Greciacutea Salentina

Di questo insigne personaggio nessuna memoria egrave ri-masta se non solo ledizione sullAnima che fu la sola edormai rarissima pubblicazione oltre ad una piccola Cortea lui intitolata nella natia Soleto

Il ritrovamento della lettera copiata da Cavoti dallorigi-nale potenzia la fama di questo cultore di studi filosoficiaprendo nuovi spiragli di studio su di lui Aggiungo sol-tanto che incerta egrave la data di nascita di Francesco Scarpaper mancanza dei primi registri dei battezzati nellarchi-vio parrocchiale di Soleto ma potremmo ipotizzarla intor-

no al 1558 per indicazione tratta dallasua data di morte chegrave invece certa per-cheacute attestata dai registri soletani Pochigiorni fa grazie alle gentilezze del nuovoparroco di Soleto don Daniele Albaneseho avuto da parte dellUfficio di CuriaArcivescovile di Otranto(5) lautorizza-zione a consultare lantico registro deimorti avvenuti fra il 1600 e il 1631 e alladata del 14 agosto 1618 si legge quantosegue Franciscus Scarpa Artis MedicinaeDoctor et ph(ilosoph)us aetatis suae anno-rum sexaginta in circa facta confessione re-cepto sanctissimo Viatico et extremaUnctione in communione Sanctae MatrisEcclesiae animam Deo redditit Sepultus estin aula Sanctae Mariae della Gratia fratrumReformatorum(6) Lobito egrave stato giagrave edito daaltri studiosi ma questa mia riproposta egrave for-

se piugrave completa anche se resta un margine di dubbio nello scio-gliere la seconda abbreviazione tra ph(ilosoph)us e ph(isic)us

Ora trascrivo di seguito la lettera in modo rigorista sen-za aver modificato o alterato il testo e premettendovi ledue righe di avvertenza del Cavoti e chiudendo il tutto conaltre due righe di commento sempre del Cavoti

lsquoLettera che si conserva in casa dellrsquoOnorevole Sig Fortuna-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 13

Matteo Tafuri in un disegnodi Cosimo De Giorgi

APS Registro dei defunti1613 - 1657

to Vernaleone di Galatina Detta lettera fu donata dal Sig Fran-cesco Carrozzini di Soleto nel 1773rsquo

Priegomi Illmo Onmo Maestro mio che me facciate avisatode quelle mie lettere colle quali io resposi allrsquoepistola vostra Mae-stro Matteo prendo piugrave larga licentia nello scriuere vulgare Per-cheacute li piugrave savij del mondo han voluto che me insegnaste comoSeneca manifestare li concepti de la mente vostra senza parlarelo doveriamo fare Adunque secundoil mio parlare ve dico che lo libromio et al fine et che la eloquentia etla dignitagrave de li caratteri et de voca-buli ho possuto indirizzare a VIllma persona et a nisciuno altro ho-mo Io no so degno neacute me reputarogravepresumptuoso se offerirograve al MioMaestro de la philosophia et de lamatematica grande quello che pos-so ma assai haverograve facto et in parti-culare che come discipulo dellrsquoIllmavostra casa ho desiderato honorarequesta mia opera et purgata di ogni carattere al gusto et honestautilitagrave Illmo Maestro haverograve facto bono dica alcuna cosa etspero che et piacevole che a quante fiate ve odo igraveo non tengo al-cuno dubio in le labra vostre percheacute la oratione deue essere pu-ra como lrsquoanima Non posso non maravigliarme de la VS alegrezanello sapere che con la lengua de li greci de la materia allo vul-go umno ad alcuni hypocriti homini docti et boni mangiatori dele fatiche de li philisophi et como lo VS insegnamento che per es-sere alcuni Signori altri vassalli altri barbari altri dotti altriGreci e Latini non simo perograve tutti che un medesimo metallo neha la natura fece servi et liberi ma la lege de Dio fece tutti ugua-li et variati de la fortuna che la ANIMA et de la MORTE laquale fa vedere che tutti semo pari come dice Seneca et como di-ce lo Magister meus lrsquoanima et nello cerebro cossigrave non egrave partedel mondo neacute dentro neacute fore Como la letione ultima in sua ca-sa Illma che Trismegi-sto dixe che lrsquoanima etuna sfera da la qualelo centro e in omno lo-co como Dio et la suacircumnferentia ni-sciuno ma como diceAristotele llagrave se vedepiugrave manifestamentelrsquoanima et Dio dovemagiore lo effettu souet questo in medioCoeli Tanti hominiche hanno scripto tan-te inventioni de le stel-le che culpa egrave degrave lestelle si noi semo cau-sa de lo nostro male dela anima medesimache quelle stelle siamalvido quella altrafa li homini poveri etricchi et ciechi e altri surdi Como consentite voi Magister chedal cielo non ven alcun male como dice Averroe et cosa bona adcredere che le stelle non so maligne ma che la culpa egrave nostra etnon egrave dal cielo Ad V Illmo judicio tutte queste cose procedono

de lo cielo lo movimento de li cieli egrave causa de tutto lo bene comodice Aristotele Per lo moto dello Sole nello circulo chiamato Zo-diaco produce la generatione et corruptione Onmo Maestro miointro la opera mia non egrave lo corpo ma lrsquoanima e quello che peccae se lrsquoanimo non se emenda la nostra anima non andaria mainello universo di Dio ma incappa in le galere de Catalani Lrsquoani-ma et la virtugrave de lrsquohomini de bona opera non de li signi Magister

Sapientissimo ad mio parere si legiein piugrave parti de la scrittura de lrsquooperamia che lrsquoanima conserva bona lamemoria de le cose et genera idee chesi ponno applicare ad qualsevogliaproposito et piugrave delle volte son fatteper lo commodo como diceAristotele Ben dice lo proverbio Έντῶ μηδὲν φ (cancellato) φθονεῖνἡδύστατος βίος [Nel non invidia-re per niente (si trova) la vita piugravedolce] Li beni de lrsquoanima ponno laintelligentia la sapientia et le altre

virtuto intellettuali Li beni de lo corpo sonno la vanitagrave lo vigo-re de li sensi et de altre con convenienti di lo corpo In questa al-tra parte lontano dalla VS Illma presentia et de vostri honoriet essendo anco molto lontano da casa chesser in Napoli conlrsquoanimo et lrsquoosservanza de la cortesia et studij vostri che me co-mandaste ve supplico lo aiuto vostro che me liberi da la igno-rantia de la scriptura et de li errori et nelle interpretacioni Inveritagrave et con multo affetto et senza dubio dico ad voi Magistersapientissimo che hio sia desioso de lrsquoamicitia vostra tenendo agravemolta stima in voi et come sempre che chi scrive se mette allogiudicio de molti Li homini dotti de Napoli salutano lrsquoOnmoMaestro che da molti siati amato Per hora stiate sano et Dio viconserui

VS Sertore e discipulo VS Fransco ScarpaDie IV Aprilis 1583 Lrsquoantica lettera si conserva assai beneFu scritta da Francesco Scarpa di Soleto al dotto Matteo

Tafuro suo maestro Copiai in Galatina nel 1856rsquo

NOTE

- Tutte le immagini riprodotte sono di esclusiva proprietagrave del Comunedi Galatina - Museo Cavoti E vietata qualunque riproduzione parzialeo integrale delle immagini qui riprodotte senza autorizzazione scritta alComune di Galatina nonchegrave la richiesta di citazione dellautore- Le foto sono state realizzate dallrsquoautore1 - L Rizzo Il Commento di Francesco Scarpa al De anima di Aristotele in Ri-nascimento meridionale III pp 129-148 Napoli20122 - GBTafuri Istoria degli scrittori nati nel regno di Napolivol 3pp 109-111 Napoli 17443 - Scarpa Salentino De anima riproduzione della stampa del 1584 contraduzione introduzione e note a cura di Silvia Mandurino Scrittori Sa-lentini - VI Centro di Studi Salentini Edizioni Lecce 19734 - L Galante Notizie inedite su Matteo Tafuri Nuove rivelazioni da un ma-noscritto secentesco in Il filo di Aracne anno VIII-n5 novembredicem-bre2013Galatina5 - Ringrazio Mons Quintino Gianfreda Direttore co ufficio per lrsquoarte sa-cra e i beni culturali Arcidiocesi di Otranto per la tempestiva autorizza-zione Sottolineo che le immagini del frontespizio e della data di mortedel registro parrocchiale dei defunti sono di unica proprietagrave della Parroc-chia di Soleto Pertanto le immagini non potranno essere cedute - nep-pure parzialmente e ad alcun titolo - a soggetti terzi vincolo questo estesoanche allrsquoEditore 6 - Lattuale Santuario della Madonna delle Grazie dei Frati Minori di SanFrancesco

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 15

Galatina (LE) - Museo CavotiLettera di Francesco Scarpa

Luigi Galante

APS - Atto di morte di Francesco Scarpa

16 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SALENTO OGGI

Mi ononno Vin-cenzo Miccolinato nel 1908 a

Torchiarolo comprograve dopo annidi sacrifici e risparmi di unrsquointeravita un pezzo di terreno su cui crsquoeranootto filari di ulivi

Da giovane andava in campagna a lavo-rare come bracciante agricolo nelle campagnedei vari Don locali Si alzava quando ancora era buiosia destate che drsquoinverno col freddo con il caldo torridoo con la pioggia In bicicletta raggiungeva campagne mol-to lontane da Torchiarolo a poca distanza da MesagneDue ore per andarci due ore per tornarci Tutto questogran lavoro lo faceva per guadagnarsi la vita e mantene-re onestamente la famiglia

Il nonno non era soltanto bravo a zappare e a raccoglie-re olive uva e tabacco Si distingueva in ogni aspetto del-la vita del contadino Perciograve era anche abile a potareinnestare irrorare le piante a spargere il concime e aquantrsquoaltro Erano tutti bravi e laboriosi i contadini di untempo Parlavano ogni giorno con le loro creature in cam-pagna e ad esse si legavano con lo stesso affetto cura edamore con cui ogni genitore si rivolge quotidianamente aipropri figli

Tutto riusciva a fare mio nonno sapeva anche leg-gere e apporre la firma Lrsquoultima cosa che glimancava della vita era quella di fare il soldatoFu costretto ad apprendere questa amara e tri-ste esperienza con lo scoppio della secondaguerra mondiale Dovette lasciare nonnaPantalea con tre figli e uno in arrivo perservire la bandiera tricolore e lo Stato peril quale provava una certa attrazione Fucosigrave che un bel giorno arrivograve a casauna brutta e inaspettata letteradel Ministerod e l l a

Nella zona di Torchiarolo continuano le eradicazioni dei ldquogiganti del Salentordquo

TOGLIETE LE MANI DAGLI ULIVISappiate che li difenderemo come se fossero i nostri padri i nostri figli

di Enza Pagliaro

Guer-ra Lui che non srsquoera mai mosso

dal Salento dalla sua Terra-Madredoveva presentarsi entro due giorni al

comando militare di Lecce con destinazio-ne Nord drsquoItalia Se ne partigrave con un profondo

dolore nel cuore e con tante lacrime nellrsquoanima masul viso si leggeva la fierezza del cittadino e del solda-to che va a difendere le fortune del proprio paese

Mia nonna non ebbe sue notizie per piugrave di un annoFu poi informata che lavevano fatto prigioniero sen-

za che si sapesse in quale campo di concentramento fos-se rinchiuso I giorni passavano in fretta ma di lui non

arrivava nessuna lettera e nessuna notizia Poi quando an-che le ultime speranze stavano per abbandonare mia nonnaecco che la vita della famiglia Miccoli di Torchiarolo si riempigraveallrsquoimprovviso di gioia Mio nonno a differenza di tanti suoicommilitoni ce lrsquoaveva fatta a rientrare in patria Il giorno delsuo arrivo a Torchiarolo nessuno lo riconobbe per strada per-cheacute era ridotto pelle e ossa Aveva camminato per mesi a piediper poter raggiungere la sua famiglia il suo amato paese

Quel giorno perograve non fu

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 17

Nella zona di Torchiarolo continuano le eradicazioni dei ldquogiganti del Salentordquo

TOGLIETE LE MANI DAGLI ULIVISappiate che li difenderemo come se fossero i nostri padri i nostri figli

di Enza Pagliaro

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 19

esattamente come mio nonno aveva sognato che fosse Purtroppo il piugrave piccolo dei suoi bambini era morto sen-

za che lui lrsquoavesse mai potuto abbracciare Nonostante que-sto inaspettato dolore Lu Nzinu te la Pantalea si rimboccograve lemaniche e ricominciograve a lavorare per portare il pane a casaPassarono una decina drsquoanni prima che la famiglia si ripren-desse dal dissesto economico causato dalla guerra

Pian piano lrsquoantico sogno di mio nonno di avere degli al-beri di ulivo tutti per seacute si avverograve Quando ormai era di-ventato un uomo di mezzrsquoetagrave acquistograve grazie ai tantisacrifici fatti un piccolo uliveto in contrada ldquoCase Bian-cherdquo poco fuori il paese E fu per lui una gioia immensa

Parve rinato e senza piugrave alcun acciacco fisico Con la bicicletta Lu Nzinu te la Pantalea andava a Case

Bianche per curare i suoi alberi drsquoulivo Per annaffiarlicarisciava lrsquoacqua cu le menze dalla fontana allrsquooliveto Pas-su dopu passu menza dopu menza i sacrifici venivano pun-tualmente ripagati dal raccolto e con i soldi ricavati dalleolive ogni anno poteva arricchire la dote alle sue figliole

Molti anni dopo quando il nonno ormai era vecchio equasi non camminava piugrave volleandare a rivedere i suoi alberi diulivo Non potendo piugrave cavalcarela vecchia bicicletta fu condottodietro sua ripetuta insistenzadalle figlie in auto Quando misepiede a Case Bianche cominciogravestranamente a camminare comenon faceva da tanto tempo guar-dava i suoi alberi filaru persquo filaruuno per uno Li conosceva tuttiLi sapeva distinguere gli uni da-gli altri Ad ognuno aveva asse-gnato un nome come fa ognipadre a ciascuno dei propri fi-glioli Quel pomeriggio il nonnoparlando con la sua terra conquegli eterni testimoni volle ri-cordare ai presenti il modo concui aveva saputo curarli quanteolive aveva raccolto in ogni anna-ta quanto sudore aveva versato e quante soddisfazioniaveva ricevuto per ognuno di quegli alberi Fu molto bra-vo a ripercorrere gioie e dolori della sua vita Per lui que-gli ulivi erano i suoi genitori e al tempo stesso i suoi figli

Oggi il nonno non crsquoegrave piugrave come legge naturale vuole chesia per ognuno di noi

Mia madre lo sostituigrave in tutto e per tutto ma non permolto tempo Anche lei iniziograve ad accusare gli acciacchi del-la vecchiaia muovendosi a mala pena in casa

Di tanto in tanto pretende di essere accompagnata a ldquoCa-se Biancherdquo per salutare quegli ulivi che suo padre le ave-va lasciato in ereditagrave Anche lei lrsquoAngiulina te la Pantaleaoggi si egrave mossa tra quei filari come se non avesse addossoalcun affanno e malanno fisico A lei egrave sembrato come sesuo padre fosse ancora ligrave a lavorare giovane e speranzosocome aveva sempre fatto per una intera vita Ersquo rimasta alungo assorta tra quegli alberi spostandosi pensosa e com-mossa ora di qua ora di lagrave come quando da giovinettaaiutava nonno Vincenzo a legare le fascine della rimondao a piegarsi per terra a raccogliere quellrsquooro nero che si

tramutava poi in oro giallo splendenteUna settimana fa mia madre ha ricevuto una lettera una

brutta lettera Non era certamente la stessa lettera ricevu-ta dal nonno per andare in guerra Ma anche in questo ca-so srsquoegrave trattato di una guerra Non di uomini contro uominima di uomini contro ulivi Vogliono eradicare quei gigan-ti dal piccolo appezzamento di terra Oltre ad averci mes-so unangoscia addosso mia madre ha pianto a dirotto econ lei dallrsquoalto dei cieli avragrave pianto anche mio nonno so-lo ad immaginarsi una scena del genere

Ersquo una lettera che non ci fa dormire la notte e che ci spez-za il cuore

Mia madre egrave comunque molto speranzosa e si augurache tutto si risolveragrave per il meglio allo stesso modo di co-me si risolse il caso di mio nonno che si presentograve a noiquando ormai tutti lo avevano dato giagrave per morto Lei nonfinisce mai di dirci che la vita a volte puograve avere un lieto fi-ne come in una bella favola

Lei egrave anche una donna paziente giusta saggia ed aspet-ta con grande ansia che il caso si risolva positivamente Ma

con il trascorrere dei giorni la speranza le sta venendo me-no ed allora ci esorta a tenere duro e a non desistere

Lei egrave anche una donna forte battagliera determinata adogni cosa ed egrave arrivata a dirci a chiare lettere che tutto po-tranno toglierci ma non il diritto di difendere ciograve che ciappartiene

La nostra storia i colori i profumi e i frutti della nostraterra i nostri alberi di ulivo sono ligrave in contrada ldquoCaseBiancherdquo e noi saremo ligrave a difenderli sino alla fine

Stessa cosa avrebbe detto Nonno Vincenzo se fosse an-cora in vita Lui da giovane ha offerto le sue braccia e lasua vita per difendere la Patria Italia e dalla Patria non haricevuto mai nulla

Ora a voi uomini senza cuore uomini di pietra rivol-giamo la preghiera di rispettare e di non toccare i nostriulivi che da tante generazioni sono per noi salentini la no-stra anima il nostro unico sostentamento bull

Enza Pagliara

Srsquointitola Respiri di pietra Monumenti megalitici del Salen-to (Lupo Editore Copertino 2014) il libro fotograficoche il ligure ma milanese drsquoadozione Leonello Berto-

lucci ha voluto donare allaTerra fra i due mari lrsquoanticaMessapia Un libro dalla co-pertina nera dal cui centrosorge come un astro lucente lasilhouette del maestoso trilitedenominato Chianca di SantoStefano di Carpignano Salenti-no La luce che dalla pietra sifa cogliere dal fotografo egravestrana e coinvolgente infattiil gioco di luci e ombre lrsquoan-tropizza a tal punto da farcelapercepire come energia vitale

Dal suo blog sappiamo cheegli egrave laquonato in Liguria e ap-prodato a Milano negli anni Ottanta ha intrapreso la stradadel reportage fotografico lavorando per alcune testate eagenzie italiane in seguito hanno avuto inizio collaborazio-ni internazionali tra cui quella con lrsquoagenzia ldquoSygmardquo di Pa-rigi Sue foto sono apparse su testate quali ldquoTimerdquoldquoNewsweekrdquo ldquoSternrdquo ldquoParis-Matchrdquo ldquoEpocardquo Ha fondatoe diretto per alcuni anni unrsquoagenzia fotogiornalistica mentreoggi continua a fotografare e condurre tutta una serie di at-tivitagrave nel campo della cultura fotografica vengono pubblica-ti suoi libri drsquoimmagini e allestite sue mostre organizzaeventi ed egrave docente in corsi e scuole di fotografia Egrave consu-lente in campo editoriale e multimediale ed egrave chiamato an-che a ricoprire il ruolo di photo editor in redazioni di giornaliha scritto il primo libro in Italia sullrsquoargomento col titoloProfessione Photo Editor Della sua attivitagrave si sono occupateriviste di fotografia come ldquoFotopraticardquo ldquoIl FotografordquoldquoNuova Fotografiardquo ldquoPhotordquo ldquoPhotographiardquo ldquoTechnoPhotordquo ldquoGente di Fotografiardquo ldquoFotocomputerrdquo Gli piacegiocare e nelle edizioni del ldquoPulcinoelefanterdquo [editore drsquoar-te che stampa in proprio rari esemplari di bibliofilia] le suefotografie giocano con testi tra gli altri di Alda Merini To-nino Guerra Enzo Sellerioraquo

Di lui hanno scritto Roberto Mutti laquoLeonello Bertolucci sa recuperare la pun-

tigliositagrave e la curiositagrave per ogni aspetto della vita Ma anchesoprattutto la capacitagrave di ascoltare e trasformare in immagi-

ni i sussurri da contrapporre alle grida di cui in troppi sem-brano non poter piugrave fare a menoraquo

Giuseppe Turroni laquoEsiste in Bertolucci davvero incante-vole e incantato il piacere del fare del raccon-tare del vedere sia pure strizzando lrsquoocchiocon ironia ripetiamo e senza malizia alle infi-nite contraddizioni e ambigue variazioni e va-lenze del mondo reale Egli ci restituiscematerie precise le scansioni di un racconto ter-so e delicato e il suo occhio fotografico egrave perripetere un verso di Sylvia Plath ldquoesatto e drsquoar-gentordquoraquo

Gino Patroni laquoLa prima foto della mia vitami fu scattata in un cortile di via Cernaia tra icaseggiati delle Elementari e la palestra dellaldquoPro Italiardquo Ovviamente una foto scolasticaricordo di fine drsquoanno Noi ragazzini in fittogruppo su un lato il maestro alto nei nostriconfronti come un campanile accanto alla

chiesa ndash Fermi ndash gridograve il fotografo con voce da sergenteprima del lampo Da allora ho conosciuto molti fotografiquasi tutti da bottega persino uno a Kopenik (Berlino) nelsettembre 1944 Insomma una foto da gefang (prigioniero)per gli archivi burocratici del lager Risultai magrissimoLrsquoultimo fotografo che ho conosciuto in ordine recentissimodi tempo egrave uno spezzino Leonello Bertoluccihellipraquo

Bertolucci che egrave fotografo professionista ha unrsquoidea benprecisa del suo operare Il suo archivio fotografico egrave colmo dicentinaia di migliaia di fotografie tanto da fargli scrivere

laquoHo perseguito unrsquoidea fotografica ci ho creduto e lavora-

20 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

AUTORI amp EDITORI

Giurdignano (LE) - Menhir vicinanze 2

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 21

to Ma ora di fronte alla quantitagrave di fotografie e di scelte pos-sibili sono in crisi Voglio strutturare un percorso coerentee sensato Molte decisioni srsquoimpongono e la mia parte emo-tiva litiga con quella razionale Cerco un occhio ldquoaltrordquo chemi aiuti a muovermi sul confinehellipraquo

Cosigrave pure egli conosce bene lrsquoarte della fotografia tanto dascrivere

laquoIl vero problema non egrave fare una foto sbagliata ma fareun uso sbagliato della foto Il brivido corre non quando tuguardi una fotografia ma quando lei guarda te Ogni foto-grafia ha cinque lati i primi quattro delineano lrsquoinquadra-tura il quinto egrave il suo lato oscuro Fotografare dovrebbeprovocare uno strabismo buono guardarsi dentro mentre siguarda fuori Lrsquoediting di una narrazione fotografica egrave unviaggio dentro il suo senso come ogni viaggio presupponeun punto di partenza e uno drsquoarrivoraquo (tratto dal blog Quan-do un Photo Editor)

Oggi Leonello Bertolucci ha fotografato anche il Salentouna sua parte profonda e radicale che si perde nella nottedei tempi i megaliti i maestosi massi che il Salento custodi-sce cosigrave come una madre custodisce i suoi figli

A introdurre il libro Respiri di Pietra con una sintesi stra-ordinaria e una cosmogonia stupefacente egrave Edoardo Win-speare il regista nostro conterraneo che con la sua operacinematografica ha fatto conoscere il Salento in tutto ilmondo Egrave stupenda la visione che egli ha della terra nellaquale viviamo Edoardo egrave nato a Depressa (Tricase) in unodei castelli ancora oggi attivo e accogliente Bertolucci inve-ce da qualche tempo ha acquistato una casa a Corigliano

drsquoOtranto dove ritorna da Milano quando sente il bisognodi rifugiarsi nellrsquoabbraccio magnogreco dellrsquoantica terramessapica

Nellrsquointroduzione al libro Winspeare scrive laquoNel Salento il mare egrave azzurro-verde e ha una trasparen-

za cristallina gli alberi di ulivo secolari incutono rispetto co-me ogni monumento della natura la terra egrave rossa come ilsangue ma ciograve che rende questo finisterrae drsquoEuropa un ter-ritorio davvero unico egrave la pietra Per i salentini la pietra egrave co-me il legno per gli indios amazzonici o i popoli sciamanicidella Siberia

Nellrsquoantica Messapia non si edificava con i mattoni il le-gno era quasi sconosciuto come materiale da costruzionetutto era di tufo carparo pietra leccese di Cursi drsquoAlessa-no di Soleto si era circondati da peshchi cuti stozzi patrud-dhi feddhe e ancora altri nomi [hellip] per definire ogni piccolavariazione della pietra [hellip] I menhir e i dolmen sono unapresenza abituale nelle nostre campagne Il loro fascino mi-sterico ne fa agli occhi di chi sa guardare degli ieratici sacer-doti intermediari fra il cielo e la terra quasi fossero dei moaimediterranei eretti come monito trascendentale dellrsquoesisten-za umana Leonello Bertolucci fotografo sensibile ha sapu-to guardare dove altri vedono solo Le sue immagini deinostri megaliti sembrano sguardi da un terzo occhio quellodellrsquoanimaraquo

Stupende queste parole di Edoardo che permettono allospirito umano di godere della bellezza della natura Parago-nare i nostri menir ai grandi moai dellrsquoisola di Pasqua (Ra-pa Nui) significa veramente aver capito fino in fondo ilsignificato che gli antichi abitatori di questa terra volevanodare a quei grandi massi ritti come spinotti conficcati nellaroccia

E tale comprensione egrave rilevabile pure nelle fotografie diBertolucci che intitolando il libro laquoa tutti i nostri padri a[suo padre]raquo ha guardato attraverso lrsquoocchio magico dellafotocamera i megaliti del Salento quasi fossero dei nostriantenati Cosigrave il suo percorso fotografico ha attraversatocampagne e rilievi collinari consacrando al nostro immagi-nario i megaliti di Giurdignano Giuggianello Otranto Mi-nervino di Lecce Carpignano Salentino MelpignanoMartano Bagnolo Cursi Patugrave Corigliano drsquoOtranto Pal-mariggi Cannole UgentoTerenzano Calimera Diso Cosigraveil suo libro immortala la bellezza e la severitagrave dei menhirdei dolmen delle specchie del Masso della strega degliipogei delle chianche della Centopietre della Pietra di sanVito del megalite di Terenzano Tutte pietre che respiraro-no energie vitali

Martano (LE) - Specchia dei mori

22 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Sotto una pregevole litografia ottocentesca custoditadai frati francescani di Soleto figura la seguente le-genda Nel 1568 un giocatore furibondo vibrograve due colpi

sul volto della Sacra Immagine di Maria dipinta sul muro di unacappella dove poi fu eretto il Convento de PP Riformati in Sole-to e bestemmiando disse Io noncredo che tu sei la madre di Diose non mi fai ammazzare stase-ra Dalle ferite della Sacra Effi-gie scaturigrave molto sangue e inquella sera lrsquoempio sacrilegosulla porta di Soleto fu uccisoLa prodigiosa immagine cosigrave fe-rita ed intrisa di sangue si ado-ra nel tempio del succennatoConvento

La litografia riproduce asinistra un giovane mentrecon unrsquoaccetta colpisce il vi-so di una Madonna col Bam-bino e a destra la suauccisione ad opera di un ma-cellaio armato di coltelloSullo sfondo lo skyline diSoleto con la guglia di Rai-mondello Orsini del Balzocollocata in un improbabilepaesaggio collinare

Comrsquoegrave noto nel 1568 il le-gnaiolo Giacomo Lissandridopo aver perduto al giocotutti i suoi denari entrato in una cappella campestre si-tuata fuori le mura di Soleto in un terreno dove poi sorge-ragrave il Convento dei Frati Minori colpigrave con una scure laldquofaccia bella della Madonnardquo ldquodipinta sulla pietrardquo dallaquale ldquosgorgograve sangue vermigliordquo come enfaticamentepuntualizzava il panegirista soletano Giuseppe Stanca inuna sua predica del 27 luglio del 1908 La sera stessa lrsquoem-pio oltraggiatore sconvolto dallrsquoincubo del delitto venne pu-gnalato e ammazzato dal macellaio Luigi Rullo nei pressidella Porta S Antonio detta nel lsquo500 Porta di borea La lito-grafia ci restituisce lrsquoimmagine della Madonna affrescata inuna edicola campestre ma P Diego Tafuro da Lequile nel-la sua Relatio Historica affermando che il Lissandri gioca-

va intra eandem aediculam confermava che si trattograve di unacappella coperta anche se di piccole dimensioni Dellostesso parere furono nel 1724 Padre Bonaventura Da La-ma e poi Padre Benigno F Perrone Nessuna fonte ci dicecon chi il Lissandri giocava e perdeva a carte nella cappel-

la Sappiamo perograve che Gia-como Lissandri potrebbeessere il figlio di Antonio Les-sandri vivente nel 1546 men-tre un documento del 1622segnala la natura violentadella famiglia Rullo Si sostie-ne infatti che Giovanni Rul-lo forse nipote del macellaioLuigi havesse (anche lui) am-mazzato uno de Soligraveto (Soleto)del quale non si sa il nome

Come segnala una divotapreghiera del 1789 su Giaco-mo Lissandri sembrograve abbat-tersi lrsquoira divina e se non fossesopravvenuta la morte vio-lenta sarebbe stato sicura-mente scomunicato dalpreoccupato arcivescovo diOtranto il napoletano PietroAntonio de Capua il qualecon le Costituzioni sinodali ndeg26 e ndeg 47 delle complessive58 stabilite nel Sinodo del1567 (si badi bene un anno

prima del fatto sacrilego) quasi a preconizzare i fatti di So-leto cosigrave disponeva Scomunicamo tutte quelle persone chenelle chiese et luochi sacrihellip faranno o giocheranno a carte o adadi et ad altra sorte di giocho proibito E ancora Scomunica-mo tutte quelle persone le quali temerariamente con pietra fer-ro (nel nostro caso unrsquoascia) o qual sivoglia instrumento diqual sivoglia modo feriranno o guasteranno lrsquoimagine del Cru-cifisso della Gloriosa Vergine Maria (nel caso di Soleto la Ma-donna delle Grazie) et altri Santi

La minaccia di scomunica quindi gravava su chi gioca-va a carte o a dadi nelle chiese e su chi sfregiava le imma-gini sacre

Il compianto prof Mario Marti in un suo bellissimo ar-

UNA FINESTRA SUL PASSATO

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 23

ticolo intitolato ldquoDonne e madonne salentine fra memoriae democulturardquo coglieva appieno lrsquoespressione singolaredella Madonna soletana che lui osservava spesso durantele visite nella ldquosuardquo Soleto Cosigrave infatti ricordava ldquoHoavuto modo di vedere tante volte il viso allora in una te-ca e coperto da un panno un porsquo atono e distante dellrsquoim-magine sacra un porsquo astratto e metafisico che puograve farpensare veramente piugrave a una severitagrave di esemplare giusti-zia (come avvenne allrsquoempio oltraggiatore Giacomo Lisan-dri) che a una maternitagrave fatta drsquoindulgenza e di perdonordquo

Lrsquoaffresco della Madonna delle Grazie databile alla pri-ma metagrave del Quattrocento rievoca echi rinascimentali (co-me nota Sergio Ortese) ed egrave impostato secondo i canoni

della prospettiva Venne poi incastonato nella nicchia cen-trale dellrsquoaltare maggiore nella chiesa conventuale dei Fra-ti Minori di Soleto giagrave nel 1617 denominata S(anc)taM(ari)a della Gr(ati)a completata nel 1614 con molta pro-babilitagrave dallrsquoarchitetto neretino Maria Tarantino

Tutti parlano di una Madonna severa con lo sguardoperso nel vuoto mentre il Bambino sorridente regge conla destra un piccolo ventaglio liturgico e con la sinistra gio-ca con un uccellino Si tratta invece di una Mater amabilisvolta a suscitare la misericordia di Dio verso i fedeli

Lo sguardo triste mesto e distaccato della Vergine estra-neo al gesto sacrilego del Lissandri egrave solo presago dellaPassione del Figlio raffigurata dal corallo rosso che pendedal collo del Bambino simbolo del suo sangue e della suamorte in croce

BibliografiaEgrave utile consultare L MANNI La Madonna delle Grazie di Soleto Galati-

na 2001 pp 43-53D Donato DE LUCA Divote preghiere per la novena della Madonna delle

Grazie Gallipoli 1897 pp 11-31B F PERRONE I conventi della serafica riforma di S Nicolograve in Puglia II

Galatina 1981 p 171M MARTI Donne e Madonne salentine fra memoria e democultura in

ldquoRassegna trimestrale della Banca Agricola Popolare di Matino e Leccea VIII 1 Galatina marzo 1982 p 127

L MANNI Guida di Soleto (a cura di M CAZZATO) Galatina 1992pp 41-42

L MANNI Santi e miracoli nel Salento Galatina 1996 pp 90-93 123

laquoMorsquo vu cuntu nu cunturaquo ni dicigravea la nonna Anna E zzacca-va a cuntare

E tutta la stanza se lsquonchia chianu chianu de fate de streche demachi e macare de re e de regine e puru de li nanni orchi ca nifacigraveanu ghiacciare lu sangu sulamente cu li pensagravevamu

Ma pe pocu tiempu perograve Finu a a quandu nu rrivava lu mu-mentu mentru la nonna sta cuntava ca li pariti e la stessa lagrave-mia de la stanza allrsquoimpruvvisu scumparigraveanu e lassavanu pertulu cielu e allora se perdigraveanu tutti le fate le streche li machi e linanni orchi e nui vidigraveame a lsquoncapu luccicare sulamente le stel-le e le lune e poi a centu a centu passavanu prucissioni de ca-valieri cu le curazze drsquooru e li pinnacchi e lu tiempu nu sapivise era moi o poi o prima essendu ca ni sentigraveame puru nui in-tru a lu cuntu ca la nonna sta cuntava E poi vidigraveame allrsquoim-pruvvisu li draghi e li cavaddhi alati ca sfrecciavanu vulandu ese putigravea sentire comu nu striunizzu propiu a mmienzu a la stan-za ca era ddeventata na fureata incantata e alla fine se dduma-vanu tante luciceddhe ca tremulavanu luntanu luntanu e poise perdigraveanu a rretu allrsquoorizzonte ndash a lu scuffundu dicigravea la non-na ndash addhai ci nu canta caddhu e nu lluce lunahellip

Pensagravetila comu vuliti ma ju sursquo sicuru ca prima o poi a nucertu giurnu precisu a lu postu magicu addhai ci se cugraventanulsquoncora li cunti de na fiata me incontru lsquontorna cu la nonna An-na percegrave lrsquoaggiu rrecalare na bella cosa ca mi la cunservu pe id-dha de quandu era picciccu picciccu

E ci sape se cu lrsquooccasione la nonna (ca mi lrsquoja prumigravesa) numi presenta finalmente la fija de lu Re percegrave de quiddha sursquo sta-tu sempre e suntu lsquoncora lsquonnamuratuhellip

Quista leggenda ca stegrave pe cuminciare quarchedunudice ca lrsquoave inventata nienti de menu ca LeoneTolstoj lu famosu scrittore de la Russia Quarche-

dun addhu dice ca egrave stata ripresa de lu scrittore Italu Cal-vinu A mie cu bbu dicu lu giustu mrsquohanu sempremparatu ca ede na storia vera originaria de le muntagnede lrsquoArta Italia ca poi egrave scisa chianu chianu a le parti decquassotta a nui e puru a la famija nogravescia ca pe la veritagrave egravesempre stata patriottica Tantrsquoegrave veru ca allrsquourtima de li un-dici fij avuti de la nonna Anna lu nonnu Paulinu nogravesciuvoze cu li degravescia lu nome de Triestina propiu a onore dela cittagrave de Trieste ripijata allrsquoAustria a la fine de la primaguerra mondiale

Vabbegrave Comu ede comu nun ede lsquostu cuntu ca morsquo vucuntu a casa nogravescia era deveru de casa percegrave ogni tantuscigravea e bbenigravea pe vucca no sulamente de la nonna Annama cchiui de na fiata puru de la zigrave Ninetta e addhe fiate dela zia Teresina e de la zigrave Cetta o puru de la Rusaria ca erala cugina crande e ca ede lsquoncora viva e vegeta cu la bonasalute e li mandu nu baciu

Allora siti pronti Se siti pronti zzaccuCrsquoera na fiata nu Re ca tenia nu fiju unicu La Regina di-

fatti srsquoja mmalazzata cu lu parturisca e de tandu a lsquompoinu potte avire cchiui nisciunrsquoaddha cravidanza

Lu Re naturalmente li vuligravea ancora cchiugrave bene a lsquostu fi-ju unicu E si lu cocculava e lu nsistigravea ogni mumentu esciucava cu iddhu e li cuntava storielle curiose cu lu di-verta e li facigravea rrecali drsquoogni ben di DiulsquoNsomma cerca-va cu lu ccuntenta in tuttu e per tuttu

Ma lu principinu invece era sempre scuntentu Morsquo era puru ddeventatu carusu nu giovanottone ertu

beddhu e distintu comu nu veru Principe Scigravea a lsquoncaccia

ma de malavogliaComu cuminciava afare na cosa dopu nupocu se ncaddhiscia-va Lu Re lrsquoja datu pu-ru nrsquoarmata de sur-dati cu lu invoglia al-lrsquoavventura ma id-dhu mancu pe lacapu

Nu paru de fiate cuccuntenta sigraverasa ca luspingigravea quasi a lsquonfor-za ja puru partecipa-tu a lu torneu de lacavalleria ca se tenigraveadorsquo fiate lrsquoannu ma secapigravea subitu ca a lugiovane nu li cuddha-va percegrave nu teniapropiu piacere denienti e lu cchiui de lefiate stava sempremalinconicu

Crsquoeranu periudi capassava sciurnate in-tere nfacciatu a lubalcone cu lu sguar-du persu luntanu

laquoMa cce hai Cce edeca ti mancaraquo li ddumanda-va sigraverasa

laquoNu sacciu mancu iuraquo ri-spundigravea iddhu

laquoForsi ca sinti lsquonnamura-tu ndash cuntinuava lu sirendash Harsquo misu lrsquoocchi su qual-che beddha carusa Dimmigrave-lu fiju miu ca de vagnunebeddhe ne truvamu centu efosse puru la fija de lrsquoImpera-tore oppuru na semplicecontadina se propiu ti pia-ce ti la fazzu spusareraquo

Nienti Lu Principe co-tulava la capu e mancu lirispundigravea

Ddhu poveru cristianu

de lu Re alla fine lrsquojapruvate tutte inutilmen-te cuncerti de musicafeste de ballu sfilatemascherate numeride scioculieri animaliparlanti

Alla fine decise fice nu bandu e chiamau a cunvegnu limeju duttori professori studiosi e filosofi de tuttu lu Re-gnu e finalmente dopu sette giurni e sette notti de assem-blea ci foe na parvenza de rimediu a la situazzione

Lu Capu Sapiente ca tenigravea la barba vianca e lu parlare

24 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

pulitu li disse a luRe laquoMaestagrave abbiamoindagato e ragionatoprofondamente Abbia-mo studiato le StelleChiesto consiglio al-lrsquoAurora e al TramontoInterrogato il SilenzioEsplorato lrsquoOscuritagrave e ilDubbio E aperto infi-ne tutte le novantano-ve porte del MisteroOra per liberare vostrofiglio dalla malinconiadovete cercate un uomoche sia contento Macontento in tutto e pertutto Di se stesso del-la sua famiglia dellapropria occupazionedella sua casa del paesedove vive della genteche incontra dellrsquoariache respira delle stagio-ni che cambiano e an-che degli animali deglialberi delle montagnecosigrave come pure del mareo dei fiumi e dei laghi edi tutto ciograve che lo cir-

conda Quando incontreretequestrsquouomo prendete la sua ca-

micia e scambiatela con quella di vostro figlio E il Principe fi-nalmente guariragraveraquo

Lu Re se dese de fare subitusenza mancu cu perda nu

minutu lu tiempu curraccoja tutti lrsquoamba-sciatori de lu Regnu

ccumpagnati de centusurdati segretari mes-saggeri currieri esplo-ratori e aiutanti drsquoogni

genere e li sparpa-jau a li quattru pizzi cu

se degravescianu de fareE foe cusigrave ca dopu nu

paru de giurni li pur-tara nu Monacu rumi-tu

laquoMonacu santu dim-mi se sirsquo cuntenturaquo liddumandau lu RelaquoCertu Maestagrave Sursquocuntentu de intru e de

fore La solitudine fur-tifica e santificaraquo laquoBravu Bravuraquo li disse lu Re E poi li fi-ce lsquosta pruposta laquoVorsquo cu bbieni cu mie a lu castellu pe dire lepreghiere intru a la cappella realeraquo

laquoMacari Maestagrave E comu no De corsa vegnu a lu castel-lu Cusine me pozzu rripusare nu pocu ca stisu sempre lsquonter-

ra sulu sulu e pe lu friddu de certe notti a le fiate mi vene la ma-lincuniaraquo

laquoVane vane Monacu rumitu Se eri veramente cuntentu nudesideravi cu stai meju de cu comu stai Via Viaraquo li cridau luRe Li dese na borsa de munete drsquooru e lu cacciau

Dopu nrsquoaddhu paru de giurni li purtara nu Massaru catenigravea cchiui de decemila pecure e nu crande llavitu e erariccu spundatu ma era puru tantu bbonu de core ca davafatigravea a ci la cercava e rrecalava de mangiare a tutti e purusordi a ci tenigravea bisognu e tutti li vuligraveanu bene e iddhu eracuntentu

laquoMassaru Massaru se vide ca sigrave cuntentu Ma tie deveru tesienti cuntenturaquo li ddumandau lu Re laquoCertu Maestagrave Co-mu viditi ssignurigravea stessu iu tegnu tuttu e cchiui de tuttu etutti mi vogravelanu bene Perograveraquo

laquoPerograveraquo li rripetigraveu lu Re ca vuligravea cu saccia de cchiuilaquoPerograve lrsquoanni passanu Maestagrave E mi vene la malincunia quan-du pensu ca prima o poi puru iu aggiu murire e aggiu lassaretuttu quiddhu ca tegnuraquo

laquoVane vane Massaru riccu spundaturaquo li cridau lu Re laquoSeeri veramente cuntentu nu desideravi cu eggi eternu ca sulu alu Patreternu li spetta Via Viaraquo Li rrecalau na borsa demunete drsquooru puru a iddhu e lu cacciau

Poi dese ordine a li surdati cu nu li portanu cchiui ciu-vieddhi pe ddha settimana percegrave era rimastu tantu delu-su de lsquosti primi risultati ca era meju cu se ddefrisca nupocu E ccumpagnatu de quattru cavalieri se ne scigraveu que-tu quetu a lsquoncaccia intru a lu voscu

A lu tramontu quandu sta turnava a lu castellu passan-du vicinu a na capanneddha ca sta cadigravea arsquostozze lsquontise navoce ca dicigravea laquoCrazzie Signore miu Puru ogravesce mrsquoai pruvvi-dutu cu faticu e cu mangiu Aggiu sudatu e me sentu nu pocustraccu pe la fatigravea ma sursquo cuntentu lu stessu Morsquo mi mangiu nupocu de minestra poi me curcu me riposu e crammatina comusempre cu lrsquoaiutu de Ssingurigravea me ddisciatu cchiugrave friscu e cchiugravefelice de na rosaraquo

laquoEcculu ndash disse lu Re cittu cittu ndash Finalmente lrsquoimu truvatuquistu ede propiu lu cristianu cchiugrave cuntentu de tuttu lu Regnu Las-sagravemulu cu mangia ca poi trasigravemu e facimu cu ni degravescia la camisaraquo

E dopu nu pocu trasegravera lu Re cu tre surdati E ddhu cristianu ca srsquoja giagrave menatu su lu liettu e quasi

sta pijava sonnu se zau fuscendu e ddumandau cce buligraveatutta ddha gente a casa soa E lu Re in persona li disse cusi caccia lsquoddha specie de cuperta ca tenigravea lsquonturtijata susue cu li degravescia la camisa ca tenigravea de sotta ca li servigravea Ca poipe lsquostu favore lu rrecalava cu nu saccu chinu de giuielli ede munete drsquooru E ddhu cristianu ca ncora nun ja capitusi la cacciau sugravebitu ddha specie de cuperta ca tenigravea lsquontur-tijata susu

Ma sotta nun crsquoera nuddha camisa Nu la tenigravea la cami-sa ddhu poveru cristianu Nu lrsquoja mai tenuta a lsquonvita soa

Cari amici a la fine de lu cuntu la nonna Anna ni dicigravea sem-

pre ca la camisa de la felicitagrave nun esiste Lu segretu ede unu su-lu rripetigravea ognunu de nui tocca cu se saccia nccuntentare Cula camisa o senza Percegrave nu sempre egrave certu ca unu ca la tene lacamisa ede alla fine cchiugrave cuntentu e felice de unu ca invece nula tene

Cu tanti Auguri de bone Feste e cu la bona saluteMelanton-Roma 2015

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 25

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

26 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Era stata educata a Galatina

Sofia Stevens nacque nel 1845 a Gallipoli figlia del vi-ce Console inglese nella citta salentina Henry Stevensche rimase in carica fino al 1867 anno in cui morigrave An-

che il nonno di Sofia Richard era stato vice console dal1829 fino al 1853Mentre la madre diSofia era una nobil-donna di originefranco-napoletanaCarolina Auverny

Sofia era la secon-da di cinque figli (trefemmine e due ma-schi) ed era stataeducata prima a Ga-latina poi alla etagrave diundici anni fu man-data a Napoli doveebbe per maestro dilingue e di poesia Fe-derico Villani aquindici anni ritornograve

a Gallipoli e di qui ebbero inizio come era norma per i gio-vani di buona famiglia i viaggi di formazione in Europa

Con lo zio Giovanni Auverny per due anni Sofia non fe-ce che viaggiare Parigi Madrid Berlino Zurigo Monacodi Baviera Copenaghen ecc Si perfezionograve negli studi clas-sici conoscendo oltre lrsquoitaliano il francese lrsquoinglese lo spa-gnolo e il tedesco e rientrata a Gallipoli cominciograve ascrivere per proprio conto fincheacute morto il padre nel 1867(Sofia ha 22 anni) si trasferigrave con la madre e tutta la fami-glia a Napoli Qui sposograve senzrsquoamore Settimio Bartocci Idue vissero tra Gallipoli e Napoli a seconda delle stagio-ni fincheacute nel 1873 venne diagnosticato a Sofia (ha soltan-to 28 anni) un tumore al seno Da questo momento in poiSofia si trasferisce definitivamente a Napoli Non rivedragravepiugrave Gallipoli Operata tre anni dopo muore il 9 agosto1876 a soli 31 anni di etagrave

Muore con il rimpianto di un amore infelice e con la suaGallipoli nel cuore

Lascia scritte con il lapis in vari quaderni-diari 350 poe-

sie che aveva cominciato a scrivere fin dallrsquoetagrave di 15 anniVerranno pubblicate postume nel 1879 sotto il titololdquoCantirdquo come avrebbe desiderato lei stessa che ammira-va e amava moltissimo i ldquoCantirdquo leopardiani

Era una creatura dolce e malinconica morigrave infeliceVi chiederete comrsquoera Sofia Stevens questa singolare no-

bildonna gallipolitana dellrsquo800Non abbiamo testimonianze coeve ma dallrsquoeffigie del ri-

tratto che ci ha lasciato e soprattutto dalle poesie che ha la-sciato come sorta di testamento spirituale egrave facileimmaginare una creatura dolce fine delicata pallida pa-tetica malinconia romantica e tuttavia non era una fan-ciulla tutte trine e sospiri

Era intelligente colta conosceva quattro lingue di carat-tere molto riservato era schiva viveva appartata aveva unmagnifico rapporto con la natura che la circondava e so-prattutto Sofia si sentiva profondamente gallipolitana fi-glia di quella terra un porsquoruvida ma splendida e generosaE ciograve lo esplicita nelle sue poesie che sono di chiara imita-zione e sul modello tardo-romantico alla Prati o alla Ale-ardi tanto per intenderci anche se il suo modelloinarrivabile fra tutti i poeti da lei conosciuti era GiacomoLeopardi il poeta del dolore a cui si sentiva molto vicinosia per il suo temperamento malinconico che per le tristi

POETI SALENTINI

Gallipoli (LE) - Antica raffigurazione del porto

Sofia Stevens

di Augusto Benemeglio

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 27

personali vicende biografiche Le poesie di Sofia Stevenssono molto sentimentali talora sognanti malinconichedolenti Ma ciograve che ella prova non egrave finzione non appartie-ne alla convenzione percheacute la sua vita fu veramente brevedolorosa e infelice costretta a sposare un uomo che nonamava e a patirne tutte le amare conseguenze e infine col-pita da un male terribile allora incurabile che lrsquoavrebbeportata alla morte tra atroci sofferenze fisiche e spirituali(ldquoA lrsquoalma mia tapina tormenti senza fine innanzi pa-rahelliprdquo) a soli 31 anni

Dal cielo son discesaIn questa fonda valleE al suolo mrsquoha protesaUn infelice amoreNon piugrave lrsquoamorchrsquoio vagheggiava tecoE che potea securaFin confidare a lrsquoecoDe le paterne muraMa di foco avvampante passioneChe sebben corripostaTerribile tenzoneContro me stessa ha impostoInvano io vograve domarlaQual fa lrsquoondaTanto furente da schiantar le digheFuori trabalza e tutto intorno inondaE seco trascinando la rovinaA lrsquoalma mia tapinaTormenti senza fine innanzi paraE mrsquoapparecchia la gelata bara

La ruvidezza degli antichi scogliSofia lrsquoabbiamo detto amograve molto la sua terra natia Gal-

lipoli che considerograve sempre sua prima vera autentica pa-tria sebbene non ci abbia vissuto moltissimo E alla suaterra dedicograve descrizioni poetiche non convenzionali conunrsquoattenzione particolare alla precisione terminologica nelcampo della fauna e della flora salentina frutto della suacuriositagrave e passione per la botanica e le scienze naturali

hellipE si distendeSursquo sassi calcinati darsquo fulgoriDe lrsquoastro che in maggiore in ciel risplendeDiserta vrsquoegrave perograve rude la zollaDa pochi sterpi adorna e serpollinohellip

A me cresciuta Sopra lido marina avanza in coreLa ruvidezza dersquo nativi scoglihellipAride pietre e meste io veggo intornoOve licheni biondi e serpollinoSono i soli a profumar cocente il giornohellipErsquo qui sabbioso il suolo e non vrsquoha ramoE pure e pure questa terra io lrsquoamo

ldquo E mrsquoegrave duolo perenne la vitahelliprdquoAl periodo della fanciullezza e dellrsquoadolescenza si con-

trappone la dura realtagrave del presente in cui sono definitiva-mente tramontati i sogni e le speranze di coronarefelicemente il suo amore Chi domina incontrastato ora egrave ildisinganno e la disillusione

Lrsquoalma fidente si commuove e speraMa il disinganno apparehellipah rio velenoMa finite le gaie stagioniOgni speme con esse egrave partitaOra ignoro gli amori ed i suoniE mrsquoegrave duolo perenne la vita

Giglio nellrsquoombra e nel gelo sullo sfondo di un accesotramonto

Il dolore e la tristezza dellrsquoanimo di Sofia malata in pre-da anche allo sconforto di non poter piugrave rivedere Gallipo-li percheacute il viaggio le sarebbe troppo doloroso fannoaffacciare nella giovane donna lrsquoidea prepotente della mor-te E lo fa con accenti e riecheggiamenti chiaramente leo-pardiani

Oh felici coloro cui concessoErsquo giagrave il riposo de lrsquoeterno sonnoLagrave presso lrsquoonde di quel mar serenoSotteso le robinie e le gaggieDe le fiorite italiche pianureDove srsquoascolta il cinguettio giocondoE dove il pianto semplice donzellaVersa devota sopra lrsquourna amica

Donna Sofia Stevens a cui Gallipoli ha dedicato unavia nel borgo una via discreta e appartata sulla rivieradi tramontana rimarragrave per sempre lrsquoemblema della de-licatezza e della femminilitagrave romantica ma anche dellatenerezza e del profumo discreto un candido giglio trale rocce unlsquoombra delicata e tenera sullo sfondo di unacceso tramonto di Gallipoli bull

28 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

PITTORI GALATINESI

Metafisica scettica mi piace defi-nire la pittura di Totograve Rossettispirito inquieto e indagatore cu-

rioso della condizione esistenziale con-temporanea

E con le sue opere il nostro egrave un ritorno auna ben strana e originale metafisica unametafisica questa volta salace arguta piugraveafferente ndash certo ndash ad uno spirito pirandel-liano ma ndash sento di poter dissentire da cer-ta critica ndash alquanto lontana dalla musainquietante dechirichiana

Rossetti non sembra estraniarsi dal pre-sente non intende costruire un universoche trascenda la realtagrave piuttosto sembravoler fare il verso ai costumi ai tic alle pes-sime abitudini della societagrave massificata inun intento intelligentemente neoillumini-sta che fa perno sulle sorti alternanti e mu-tevoli della natura umana messe a nudo elasciate al compiaciuto ludibrio del visitatore

E dentro questo programma di rivisitazione della socie-tagrave e dellrsquoindividuo occupano un posto preminente la ten-sione critica la contestazione sobria ed elegante che solo la

pittura metafisica puograve pronunciareQuesto nitore delle opere di Rossetti deriva dal fatto che

lrsquoartista sa innanzitutto padroneggiare con abilitagrave la figu-ra competenza che non pare fargli difetto bencheacute proven-

ga da una formazione autodidattaA ciograve si aggiunga anche in lui la

predilezione per talune citazionistilistiche come le incursioni ldquoopti-cal artrdquo o addirittura iperrealisteche costellano tutto un percorso dioriginalitagrave

Dunque una metafisica pura opiuttosto un ideale metafisicoPropenderei per questa seconda in-terpretazione dato che esiste unnon so che di esplicito in quel suocromatismo cosigrave vivido in quellasua fedeltagrave alla forma ndash reinventatasigrave - ma sempre cosigrave sensibile allatrascendentalitagrave e aggrappata al re-taggio concreto dellrsquoesistenza

Talora infatti dalla pitture diRossetti affiora la tentazione delpaesaggio come rispecchiamentodella vita interiore della socialitagraveaffiora altresigrave un elegante figurati-ldquoLrsquoarte invita alla pacerdquo - acrilico su tela

ldquoSirenardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 29

vismo informato a un vagheg-giamento estetizzante dellaforma quasi un esito compen-sativo della coscienza forte-mente avvertita del caratterearido e amaro dellrsquoesistenza

Rossetti pertanto riesce atemperare con questi ricorsi ladisperazione senza attese chegiustamente caratterizza lrsquoere-ditagrave storica della pittura meta-fisica

Un riscontro di ciograve va ricer-cato nel suo ricco repertoriografico che spazia dalla pubbli-citagrave alla satira e nel quale risie-de la sapida inventiva concet-tuale di un uomo ben radicatonel proprio tempo

Antonio Miccoli

Nella personale visione del-la realtagrave Totograve Rossetti ci dagraveuna pittura originale tesa alladescrizione di avvenimenti estati drsquoanimo della societagravecontemporanea in chiave me-tafisica

Le sagome umane negli at-teggiamenti veraci inserite inuna architettura classica dateatro sono da collegare con lospirito penetrante pirandelliano e dechiriano

Crsquoegrave una denuncia della tradizione e crsquoegrave un modo singo-lare di dipingere efficaci come risultato percheacute le ansie deipersonaggi sono espresse e chiuse in una ben orchestrata

sfera eticaLrsquoartista vive e soffre la tra-

sformazione drsquouna societagrave checolloca con forza esistenzialeisolandola e sommergendolanel vuoto drsquouna disperazionesenza attese o nellrsquoillusione dieffimere gioie terrene

I personaggi recano ciascunoil peso del proprio vivere

Lrsquoarte del Rossetti riesce cosigravead esprimere lrsquoinconsistentemutevolezza umana

Sirio Marcianograve

Quasi un ideale metafisico egravela pittura di Totograve Rossetti na-ta da una complessa lievita-zione di spirituale sensibilitagrave enel contempo di partecipazio-ne alla forma che si concretiz-za in elaborati il cui fascinoprincipale egrave dato dalla armo-nica sintesi attuata attraversouna sua ricerca multi cromaed efficace nella resa pittoricae nella ricerca del volumequanto mai significativa nelsuo apporto di tensioni e di vi-brante sensitivitagrave

La ricerca del discorso nuovoed originale egrave dettato dalla sen-

sibilitagrave dellrsquoartista in uno spazio temporale ben definitonon solo nellrsquoaspetto artistico ma anche umano

La sua figurazione si avvale di un concetto espressivo te-so alla leggibile rappresentazione dei soggetti e di un par

ldquoEvardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 31

ticolare mondo pregno di sensibilitagrave umana e come ldquomo-menti di vitardquo nel loro atteggiamento che coglie gli esseriumani mentre compiono determinati gesti che li caratte-rizzano esteticamente e interiormente lrsquointervento croma-tico egrave lasciato alla particolare sensibilitagrave di questo artista

I racconti di intime suggestioni di Totograve Rossetti sono unfluire incantato di immagini sensitive emotive e trepidan-ti di una estrema poesia che trasferite nel colore secondouna metodologia musiva e secondo un respiro delle zonepolicrome egrave una operazione pienamente riuscita soprat-tutto per lrsquooriginale impostazione giocata su fremiti viva-ci e su emozioni improvvise

Sia pur nella meditata complessitagrave delle sue armonioseopere che nellrsquointenso fluire di una poetica sostenuta dasquisita capacitagrave espressiva egrave infatti la tipica urgenzacreativa infrenabile di Totograve Rossetti che sulla tela divieneforza espressiva

Questo suo mondo pittorico in cui la carica dei simbolidi tattili emozioni di percezioni cromatico-strutturali vo-luttuosamente luminose qualificano nella densitagrave materi-ca una personalitagrave decisamente autonoma di quel suofluire spontaneo di quel vibrare continuo di forme e di co-lori narrati con gioia come vita in perpetuo movimento

Nella Mariani

ldquoPrimaverardquo - acrilico su tela

ldquoVenererdquo - acrilico su tela

Le Associazioni degli Amici della Musica sono diffu-se in tutta Italia da oltre un secolo e ubbidiscono a unprincipio esclusivo di promozione e diffusione del-

la musica della sua finalitagrave formativa ed educativa per igrandi valori estetici e morali che esprime

Forse queste Associazioni sono nate per cercare di col-mare una carenza di interessi musicali un vuoto istituzio-nale gravissimo di uno Stato latitante e come dice il MdegRiccardo Muti criminosamente colpevole della inspiegabi-le assenza di insegnamento nelle scuole italiane fra le po-che in Europa

Le Associazioni rappresentano sul territorio nazionaleuna delle poche sicure ancore di salvezza per una catego-ria di musicisti e professionisti una specie ad alto rischiodi estinzione

Dopo piugrave di un secolo di presenza di movimenti cultu-rali stagioni concertistiche concorsi pianistici e tante tan-te idee la situazione musicale italiana rimane incertaquasi sospesa nel vuoto dellrsquoindifferenza dei politici i piugraveresponsabili della storica incapacitagrave di governare la cultu-ra del paese

Non solo ma si assiste anche a frequenti ed assurdi epi-sodi di analfabetismo musicale da parte di molti intellettua-li per nulla impensieriti dalla loro ignoranza anzihellip moltifanno sfoggio in alcune interviste pubbliche financo dellapassione per la musica Poi si va a scoprire quasi sempreche il loro interesse o amore egrave per un genere che non va aldi lagrave delle insignificanti musichette di consumo

I veri amici della musica sono quelli non della ldquopizzica etamburellordquo non della ldquopopolarerdquo neacute della folk e dellarock ma qualche volta della jazzistica e sempre della co-siddetta ldquoClassicardquo per intenderci quella di Palestrina

Monteverdi Mozart Beethoven Cho-pin Schubert Liszt e tanti altri

Noi siamo la patria insieme a Ger-mania e Francia del patrimonio mu-sicale piugrave importante del pianetaRappresentiamo la meta che tutti imusicisti del mondo sognano ma ciograveche avviene per i beni artistici succedeanche per quelli musicali Infatti neabbiamo fin troppi e a volte cadononellrsquooblio alcuni musicisti per i qualialtre nazioni vanterebbero meriti ec-cezionali A Galatina per esempio cisiamo dimenticati di tre illustri citta-dini Pasquale Cafaro del rsquo700 Giu-seppe Lillo dellrsquorsquo800 e Adolfo Gal-luccio del lsquo900

LrsquoItalia a cui il mondo intero conti-nua ancora oggi a guardare con gran-de ammirazione e stima per la suainvidiabile storia della musica egrave ilPaese perograve dove stranamente meno lasi studia diminuisce il numero delle

orchestre scompaiono istituzioni corali e suoi teatri sof-frono per mancanza di risorse e per il loro malgoverno

Si ha lrsquoimpressione che da un momento allrsquoaltro tuttopossa collassare e implodere seppellendo lrsquoimmenso pa-trimonio musicale

Purtroppo lrsquoattenzione delle Istituzioni nazionali e loca-li continua ad essere deludente se non indifferente Ubbi-disce ad una tendenza tutta italiana che si puograve sintetizzarenel pensiero di un noto ministro di un recente governo chediceva ldquoCon la cultura non si mangiardquo

32 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ASSOCIAZIONI CULTURALI

1952 - Galatina (LE) - il Mdeg Bruno Massaro in concerto

Eppure lrsquoItalia egrave secondo le stime dellrsquoUnesco il Paeseche detiene il maggior numero di beni artistici e cultura-li del mondo ma investe meno risorse degli altri Paesieuropei

In Italia siamo al 27deg posto lrsquoultimo E come se non bastasse

queste poche risorse sonocontese da un numero ecces-sivo di Associazioni Enticulturali e Fondazioni e perdi piugrave mal distribuite e spes-so elargite con criteri estra-nei al principio della qualitagravee del merito

La storia musicale di Ga-latina comincia idealmentenel 700 con un suo musici-sta di fama come PasqualeCafaro prosegue nellrsquo800con Giuseppe Lillo compo-sitore di molte opere lirichee musica da camera e nel900 con Adolfo Gallucciodetto Galladol

Questrsquoultimo un musici-sta gentiluomo era un com-positore di pezzi straor-dinari che eseguiva con unasua piccola orchestra drsquoarchiin concerti pubblici e spessoin salotti privati ove ricordosi trascorrevano serate mu-sicali gradevolissime Inquesto stesso periodo forseinfluenzati dalla personalitagravedel Galluccio a metagrave anni50 alcuni amici si attivarono per dare vita alla prima As-sociazione Amici della Musica di Galatina

Artefici eccezionali di questo movimento culturale furo-no la nobildonna Luisina Vallone Sticchi il dott AngeloSodo animatore principale le profsse sorelle Gina e An-tonietta Piscopo la profssa A Congedo la profssa Wan-da Bruno il sig Raffaele Congedo

La prima sede dei concerti fu la palestra della Scuola me-dia ldquoG Pascolirdquo in cui ebbi il piacere di suonare alcune miecomposizioni elogiate dal presentatore allora giovane pre-sidente Angelo Sodo ora giudice in pensione

Dopo qualche anno ci si spostograve nella sala ldquoLillordquo ora Sa-la consiliare del Comune acui sono legato da un tristericordo fui respinto alla por-ta drsquoingresso della Sala per-cheacute sprovvisto di abbona-mento

Per me allora quindicen-ne lrsquoiscrizione allrsquoAssocia-zione era un lusso che nonpotevo permettermi

Intanto a fine anni 50 or-mai affermato nellrsquoambientemusicale galatinese e nonsolo fui incaricato dalla pre-sidente Vallone insieme al-lrsquoamico Virgilio Contaldodella vicepresidenza del-lrsquoAssociazione che in quelperiodo in cerca di una sedepiugrave confortevole fu ospitatanel Circolo cittadino ldquoCirco-lo dei Signorirdquo ora sede deiVigili Urbani Il salone eraabbastanza elegante e ca-piente e il pubblico nonmolto numeroso era suffi-ciente a tenere dignitosa-mente in vita le seratemusicali

In questa nuova sede lrsquoAs-sociazione sembrograve aver tro-

vato finalmente una sua collocazione piugrave in linea con leesigenze di raffinatezza ed eleganza delle sue serate

Ma non si era valutata la presenza di alcuni anticorpi chesi annidavano tra i Soci del Circolo

Succedeva non poche volte che alcuni ldquoSignorirdquo noncu-ranti del concerto in corso nella saletta di lettura a fiancodel salone non sapessero fare a meno della partita a carte

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 33

1990 - Il prof Zeffirino Rizzelli in undibattito pubblico al Centro Studi Musicali

e che nel momento meno op-portuno esclamassero ad altavoce frasi tipiche del gioco del-la scopa

Superati questi momenti em-blematici di un periodo storicoormai vicino al rivoluzionariorsquo68 lrsquoAssociazione perdette loslancio della prima fase e pianpiano si esaurigrave per mancanza disostegni umani e materiali

Il sottoscritto in cerca di nuo-vi interessi musicali e desidero-so di attuare per Galatina piugravesolidi progetti abbandonograve lrsquoAs-sociazione per fondare il Con-corso pianistico nazionaleldquoCafarordquo sostenuto dallrsquoentu-siasmo di un acceso appassio-nato della musica lrsquoamico OnBeniamino De Maria

Poi fu la volta della fondazio-ne del Circolo culturale ldquoIl Por-ticordquo questa volta con lrsquoaiuto digrandi personaggi della culturagalatinese mons Antonio An-tonaci docente universitariostorico e filosofo avv CarloCaggia dott Mario Montinarifondatore dellrsquoOspedaletto pediatrico a Bari e il prof Zef-

firino Rizzelli A fine anni 80sempre con la consulenza aiu-to e incoraggiamento dellrsquoami-co Rizzelli diedi vita ad unambizioso progetto ldquocredordquoutile al prestigio della cittagrave IlCentro Studi Musicali ldquoP Cafa-rordquo Una iniziativa che miravaa istituire in loco un Liceo Mu-sicale Pareggiato ai Conserva-tori di Stato

Ma come ormai molti sannonon fu realizzato solo per unsoffio per insensibilitagrave miopiae incapacitagrave di qualche politicodel momento

Il 1995 egrave lrsquoanno del ritornoagli Amici della Musica ripren-dendo un filo interrotto neglianni rsquo60

La prima riunione con i nuo-vi Amici non puograve non avvenireche nella sua sede naturale ilPalazzo della Cultura Parteci-pano i Proff Michele Benegia-mo Lucia Falco GiovannaLucarelli Maria MazzarellaClelia Massaro la sigra MariaMasi la sigra Giovanna Pelle-

grino lrsquoavv Antonio Legno il dott Domenico Mangione

34 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

1996 - Galatina (LE) - Chiostro Basilica S CaterinaSpettatori durante un Concerto Amici della musica

il prof Zeffirino Rizzelli Le serate iniziano nella Sala ldquoContaldordquo e proseguono

negli anni successivi senza interruzione ospitando fino adoggi oltre 400 fra musi-cisti letterati scrittoripoeti attori cantanti

Dal rsquo95 siamo ormailontani 20 anni ed egravequindi comprensibileche io esprima ora unsenso di generale sod-disfazione e orgoglioIl merito principale na-turalmente va soprat-tutto ai Soci prove-nienti da molti paesidella provincia checon senso di responsa-bilitagrave ed abnegazionehanno sostenuto lrsquoini-ziativa facendoci rag-giungere un traguardoimportante un obietti-vo degno di una gran-de cittagrave una conquista sociale a vantaggio dellrsquointeroSalento

La qualitagrave dei nostri concerti egrave dovuta alla fattiva colla-borazione della nostra Associazione con le piugrave interessan-ti Rassegne internazionali I rispettivi Direttori artisticicollaborano ormai con noi da un porsquo di anni segnalandocii vincitori assoluti dei Concorsi Recentemente abbiamoavuto lrsquoonore della collaborazione con la prestigiosa Acca-demia Internazionale di Imola diretta da un amico il MdegFranco Scala che ha voluto ldquoregalarcirdquo per lrsquoinaugurazio-ne dellrsquoattuale Stagione concertistica uno dei migliori al-

lievi il pianista Roman Lopatinsky che ha mandato in vi-sibilio il numeroso pubblico con un pianismo brillante eun virtuosismo eccezionale

La nostra Associazio-ne egrave ormai una Univer-sitagrave della musica unospazio culturale in cuisi affrontano e svilup-pano tematiche specifi-che della letteraturamusicale nuovi studisulla liederistica ro-mantica e approfondi-menti sui vari stili eforme delle composi-zioni di ogni tempo

Un vero laboratoriosperimentale per ela-borazioni di natura cri-tica e filosofica

Con il programma disala poi sempre ac-compagnato da unrsquoat-tenta guida allrsquoascolto

si continua a perfezionare la formazione critica dei Socioffrendo loro un prezioso mezzo di comprensione dellecomplesse problematiche delle opere musicali

Una realtagrave stimolante per Galatina ed una indicazioneper far riflettere i responsabili politici nazionali

Qualche volta dalla periferia puograve emergere un utile sug-gerimento

Forse sarebbe auspicabile da parte dei politici un porsquo diumiltagrave per sostituirla allrsquoarroganza di chi continua semprea governare isolato con presunzione e incapacitagrave di com-prendere a fondo i veri problemi del Paese bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 35

2015 - Galatina (LE) - Il pianista Roman Lopatinskyallrsquoinaugurazione della stagione concertistica 20152016

Bruno Vittorio Massaro

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 11: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

to si apprende che tra i due vi era una fitta corrisponden-za in quanto proprio lo Scarpa scrive in apertura ldquoPrie-

gomi Illmo Onmo Maestro mio che mefacciate avisato de quelle mie lette-

re colle quali io resposi allrsquoepi-stola vostrardquo

Oggi grazie al ritro-vamento della missivapossiamo dire con cer-tez- za che lo Scarpain procinto di termina-re la sua opera chiedeal maestro di essereaiutato nel completa-mento oltre - probabil-

mente - alla correzionedel testo lsquove supplico lo

aiuto vostro che me liberi dala ignorantia de la scriptura

et de li errori et nelle interpreta-cionirsquo

Non erra alloraLuana Rizzo a dire

laquoGrazie al trattato di Scarpa egrave possibile risalire allrsquoopinio-ne espressa da Matteo Tafuri sullrsquoanima e alle fonti allequali si ispira che lo portano a condividere con il Magi-stro sapientissimo la dottrina dellrsquoimmortalitagrave dellrsquoanimaraquo

E facile intuire anche che lopera allepoca della letteraegrave ancora una bozza ldquoAdunque secundo il mio parlare ve dicoche lo libro mio et al finerdquo e sappiamo anche che alla datadel 4 aprile del 1583 lrsquoallievo del Tafuri egrave a Napoli per vo-lontagrave del maestro in quanto piugrave avanti egli scrive ldquoet essen-do anco molto lontano da casa chesser in Napoli con lrsquoanimo etlrsquoosservanza de la cortesia et studij vostri che me comandasterdquo

Francesco Scarpa dimora nella cittagrave partenopea per ap-profondire gli studi filosofici utili allasua pubblicazione Bisogna anche pen-sare che il Tafuri in quel periodo avevacirca novantanni e per comprensibilicondizioni si appoggiograve al giovane al-lievo per ricevere delle informazioniculturali con ogni probabilitagrave dai suoivecchi amici napoletani Anche in que-sto caso abbiamo la conferma quando ilgiovane soletano gli dice che li hominidotti de Napoli salutano lOnmo Maestroche da molti siati amato

Questa testimonianza conferma concertezza che Tafuri era al centro di unmovimento filosofico e attorniato da uo-mini assai importanti come ad esempiolo sappiamo i fratelli Della Porta Possoaggiungere che lo Scarpa pochi giornidopo rientra in patria percheacute al 28 apri-le del 1583 egrave padrino per un battesimo in Galatina pro-prio lui il Messer Francesco Scarpa de Solito Ilcontenuto della lettera descrive chiaramente il pensiero fi-losofico che Scarpa vuole imprimere nel suo De anima untema comune in quel tempo e usando i testi antichi comequelli di Aristotele Trismegisto Seneca ed altri ancorastudiati certamente sui manoscritti antichi posseduti dal

Tafuri nella casa di Soleto como la letione ultima in sua ca-sa Illma che Trismegisto dixe che lanima et una sfera

Leggendo attentamente la lettera e consultando le pa-gine del De Anima pubblicato da Scarpa ho individuatoun passo descritto nella lettera e presente appunto nelsuo volume A pagina 62 della riproduzione anastaticadel De Anima del 1584 e grazie alla traduzione a fronte diSilvia Mandurino si legge laquoE lanima ben conserva me-moria delle cose e riflette e concepisce ideeraquo Mentre lafrase della lettera riporta laquo si legie in piugrave parti de la scrit-tura de lrsquoopera mia che lanima conserva bona la memoria dele cose et genera ideeraquo

La lettera risulta unanteprima minuscola della sua ope-ra e vi cita piugrave volte Aristotele Seneca ed altri autori anti-chi sottolineando che lrsquointelletto potenziale egrave nellrsquoanimaindividuale mentre quello attuale egrave intelletto divino e per-ciograve nettamente separato dallrsquouomo e poi aggiunge unafrase in greco Έν τῶ μηδὲν φ (cancellato) φθονεῖνἡδύστατος βίος (Nel non invidiare per niente (si trova) lavita piugrave dolce)

Devo la traduzione di questo passo al Prof Andregrave Ja-cob che gentilmente si egrave offerto di aiutarmi Secondo il suoprezioso contributo potrebbe trattarsi di una di quelle sen-tenze morali che nel Cinquecento venivano incise sulle ar-chitravi di porte e finestre delle case nella Greciacutea Salentina

Di questo insigne personaggio nessuna memoria egrave ri-masta se non solo ledizione sullAnima che fu la sola edormai rarissima pubblicazione oltre ad una piccola Cortea lui intitolata nella natia Soleto

Il ritrovamento della lettera copiata da Cavoti dallorigi-nale potenzia la fama di questo cultore di studi filosoficiaprendo nuovi spiragli di studio su di lui Aggiungo sol-tanto che incerta egrave la data di nascita di Francesco Scarpaper mancanza dei primi registri dei battezzati nellarchi-vio parrocchiale di Soleto ma potremmo ipotizzarla intor-

no al 1558 per indicazione tratta dallasua data di morte chegrave invece certa per-cheacute attestata dai registri soletani Pochigiorni fa grazie alle gentilezze del nuovoparroco di Soleto don Daniele Albaneseho avuto da parte dellUfficio di CuriaArcivescovile di Otranto(5) lautorizza-zione a consultare lantico registro deimorti avvenuti fra il 1600 e il 1631 e alladata del 14 agosto 1618 si legge quantosegue Franciscus Scarpa Artis MedicinaeDoctor et ph(ilosoph)us aetatis suae anno-rum sexaginta in circa facta confessione re-cepto sanctissimo Viatico et extremaUnctione in communione Sanctae MatrisEcclesiae animam Deo redditit Sepultus estin aula Sanctae Mariae della Gratia fratrumReformatorum(6) Lobito egrave stato giagrave edito daaltri studiosi ma questa mia riproposta egrave for-

se piugrave completa anche se resta un margine di dubbio nello scio-gliere la seconda abbreviazione tra ph(ilosoph)us e ph(isic)us

Ora trascrivo di seguito la lettera in modo rigorista sen-za aver modificato o alterato il testo e premettendovi ledue righe di avvertenza del Cavoti e chiudendo il tutto conaltre due righe di commento sempre del Cavoti

lsquoLettera che si conserva in casa dellrsquoOnorevole Sig Fortuna-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 13

Matteo Tafuri in un disegnodi Cosimo De Giorgi

APS Registro dei defunti1613 - 1657

to Vernaleone di Galatina Detta lettera fu donata dal Sig Fran-cesco Carrozzini di Soleto nel 1773rsquo

Priegomi Illmo Onmo Maestro mio che me facciate avisatode quelle mie lettere colle quali io resposi allrsquoepistola vostra Mae-stro Matteo prendo piugrave larga licentia nello scriuere vulgare Per-cheacute li piugrave savij del mondo han voluto che me insegnaste comoSeneca manifestare li concepti de la mente vostra senza parlarelo doveriamo fare Adunque secundoil mio parlare ve dico che lo libromio et al fine et che la eloquentia etla dignitagrave de li caratteri et de voca-buli ho possuto indirizzare a VIllma persona et a nisciuno altro ho-mo Io no so degno neacute me reputarogravepresumptuoso se offerirograve al MioMaestro de la philosophia et de lamatematica grande quello che pos-so ma assai haverograve facto et in parti-culare che come discipulo dellrsquoIllmavostra casa ho desiderato honorarequesta mia opera et purgata di ogni carattere al gusto et honestautilitagrave Illmo Maestro haverograve facto bono dica alcuna cosa etspero che et piacevole che a quante fiate ve odo igraveo non tengo al-cuno dubio in le labra vostre percheacute la oratione deue essere pu-ra como lrsquoanima Non posso non maravigliarme de la VS alegrezanello sapere che con la lengua de li greci de la materia allo vul-go umno ad alcuni hypocriti homini docti et boni mangiatori dele fatiche de li philisophi et como lo VS insegnamento che per es-sere alcuni Signori altri vassalli altri barbari altri dotti altriGreci e Latini non simo perograve tutti che un medesimo metallo neha la natura fece servi et liberi ma la lege de Dio fece tutti ugua-li et variati de la fortuna che la ANIMA et de la MORTE laquale fa vedere che tutti semo pari come dice Seneca et como di-ce lo Magister meus lrsquoanima et nello cerebro cossigrave non egrave partedel mondo neacute dentro neacute fore Como la letione ultima in sua ca-sa Illma che Trismegi-sto dixe che lrsquoanima etuna sfera da la qualelo centro e in omno lo-co como Dio et la suacircumnferentia ni-sciuno ma como diceAristotele llagrave se vedepiugrave manifestamentelrsquoanima et Dio dovemagiore lo effettu souet questo in medioCoeli Tanti hominiche hanno scripto tan-te inventioni de le stel-le che culpa egrave degrave lestelle si noi semo cau-sa de lo nostro male dela anima medesimache quelle stelle siamalvido quella altrafa li homini poveri etricchi et ciechi e altri surdi Como consentite voi Magister chedal cielo non ven alcun male como dice Averroe et cosa bona adcredere che le stelle non so maligne ma che la culpa egrave nostra etnon egrave dal cielo Ad V Illmo judicio tutte queste cose procedono

de lo cielo lo movimento de li cieli egrave causa de tutto lo bene comodice Aristotele Per lo moto dello Sole nello circulo chiamato Zo-diaco produce la generatione et corruptione Onmo Maestro miointro la opera mia non egrave lo corpo ma lrsquoanima e quello che peccae se lrsquoanimo non se emenda la nostra anima non andaria mainello universo di Dio ma incappa in le galere de Catalani Lrsquoani-ma et la virtugrave de lrsquohomini de bona opera non de li signi Magister

Sapientissimo ad mio parere si legiein piugrave parti de la scrittura de lrsquooperamia che lrsquoanima conserva bona lamemoria de le cose et genera idee chesi ponno applicare ad qualsevogliaproposito et piugrave delle volte son fatteper lo commodo como diceAristotele Ben dice lo proverbio Έντῶ μηδὲν φ (cancellato) φθονεῖνἡδύστατος βίος [Nel non invidia-re per niente (si trova) la vita piugravedolce] Li beni de lrsquoanima ponno laintelligentia la sapientia et le altre

virtuto intellettuali Li beni de lo corpo sonno la vanitagrave lo vigo-re de li sensi et de altre con convenienti di lo corpo In questa al-tra parte lontano dalla VS Illma presentia et de vostri honoriet essendo anco molto lontano da casa chesser in Napoli conlrsquoanimo et lrsquoosservanza de la cortesia et studij vostri che me co-mandaste ve supplico lo aiuto vostro che me liberi da la igno-rantia de la scriptura et de li errori et nelle interpretacioni Inveritagrave et con multo affetto et senza dubio dico ad voi Magistersapientissimo che hio sia desioso de lrsquoamicitia vostra tenendo agravemolta stima in voi et come sempre che chi scrive se mette allogiudicio de molti Li homini dotti de Napoli salutano lrsquoOnmoMaestro che da molti siati amato Per hora stiate sano et Dio viconserui

VS Sertore e discipulo VS Fransco ScarpaDie IV Aprilis 1583 Lrsquoantica lettera si conserva assai beneFu scritta da Francesco Scarpa di Soleto al dotto Matteo

Tafuro suo maestro Copiai in Galatina nel 1856rsquo

NOTE

- Tutte le immagini riprodotte sono di esclusiva proprietagrave del Comunedi Galatina - Museo Cavoti E vietata qualunque riproduzione parzialeo integrale delle immagini qui riprodotte senza autorizzazione scritta alComune di Galatina nonchegrave la richiesta di citazione dellautore- Le foto sono state realizzate dallrsquoautore1 - L Rizzo Il Commento di Francesco Scarpa al De anima di Aristotele in Ri-nascimento meridionale III pp 129-148 Napoli20122 - GBTafuri Istoria degli scrittori nati nel regno di Napolivol 3pp 109-111 Napoli 17443 - Scarpa Salentino De anima riproduzione della stampa del 1584 contraduzione introduzione e note a cura di Silvia Mandurino Scrittori Sa-lentini - VI Centro di Studi Salentini Edizioni Lecce 19734 - L Galante Notizie inedite su Matteo Tafuri Nuove rivelazioni da un ma-noscritto secentesco in Il filo di Aracne anno VIII-n5 novembredicem-bre2013Galatina5 - Ringrazio Mons Quintino Gianfreda Direttore co ufficio per lrsquoarte sa-cra e i beni culturali Arcidiocesi di Otranto per la tempestiva autorizza-zione Sottolineo che le immagini del frontespizio e della data di mortedel registro parrocchiale dei defunti sono di unica proprietagrave della Parroc-chia di Soleto Pertanto le immagini non potranno essere cedute - nep-pure parzialmente e ad alcun titolo - a soggetti terzi vincolo questo estesoanche allrsquoEditore 6 - Lattuale Santuario della Madonna delle Grazie dei Frati Minori di SanFrancesco

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 15

Galatina (LE) - Museo CavotiLettera di Francesco Scarpa

Luigi Galante

APS - Atto di morte di Francesco Scarpa

16 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SALENTO OGGI

Mi ononno Vin-cenzo Miccolinato nel 1908 a

Torchiarolo comprograve dopo annidi sacrifici e risparmi di unrsquointeravita un pezzo di terreno su cui crsquoeranootto filari di ulivi

Da giovane andava in campagna a lavo-rare come bracciante agricolo nelle campagnedei vari Don locali Si alzava quando ancora era buiosia destate che drsquoinverno col freddo con il caldo torridoo con la pioggia In bicicletta raggiungeva campagne mol-to lontane da Torchiarolo a poca distanza da MesagneDue ore per andarci due ore per tornarci Tutto questogran lavoro lo faceva per guadagnarsi la vita e mantene-re onestamente la famiglia

Il nonno non era soltanto bravo a zappare e a raccoglie-re olive uva e tabacco Si distingueva in ogni aspetto del-la vita del contadino Perciograve era anche abile a potareinnestare irrorare le piante a spargere il concime e aquantrsquoaltro Erano tutti bravi e laboriosi i contadini di untempo Parlavano ogni giorno con le loro creature in cam-pagna e ad esse si legavano con lo stesso affetto cura edamore con cui ogni genitore si rivolge quotidianamente aipropri figli

Tutto riusciva a fare mio nonno sapeva anche leg-gere e apporre la firma Lrsquoultima cosa che glimancava della vita era quella di fare il soldatoFu costretto ad apprendere questa amara e tri-ste esperienza con lo scoppio della secondaguerra mondiale Dovette lasciare nonnaPantalea con tre figli e uno in arrivo perservire la bandiera tricolore e lo Stato peril quale provava una certa attrazione Fucosigrave che un bel giorno arrivograve a casauna brutta e inaspettata letteradel Ministerod e l l a

Nella zona di Torchiarolo continuano le eradicazioni dei ldquogiganti del Salentordquo

TOGLIETE LE MANI DAGLI ULIVISappiate che li difenderemo come se fossero i nostri padri i nostri figli

di Enza Pagliaro

Guer-ra Lui che non srsquoera mai mosso

dal Salento dalla sua Terra-Madredoveva presentarsi entro due giorni al

comando militare di Lecce con destinazio-ne Nord drsquoItalia Se ne partigrave con un profondo

dolore nel cuore e con tante lacrime nellrsquoanima masul viso si leggeva la fierezza del cittadino e del solda-to che va a difendere le fortune del proprio paese

Mia nonna non ebbe sue notizie per piugrave di un annoFu poi informata che lavevano fatto prigioniero sen-

za che si sapesse in quale campo di concentramento fos-se rinchiuso I giorni passavano in fretta ma di lui non

arrivava nessuna lettera e nessuna notizia Poi quando an-che le ultime speranze stavano per abbandonare mia nonnaecco che la vita della famiglia Miccoli di Torchiarolo si riempigraveallrsquoimprovviso di gioia Mio nonno a differenza di tanti suoicommilitoni ce lrsquoaveva fatta a rientrare in patria Il giorno delsuo arrivo a Torchiarolo nessuno lo riconobbe per strada per-cheacute era ridotto pelle e ossa Aveva camminato per mesi a piediper poter raggiungere la sua famiglia il suo amato paese

Quel giorno perograve non fu

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 17

Nella zona di Torchiarolo continuano le eradicazioni dei ldquogiganti del Salentordquo

TOGLIETE LE MANI DAGLI ULIVISappiate che li difenderemo come se fossero i nostri padri i nostri figli

di Enza Pagliaro

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 19

esattamente come mio nonno aveva sognato che fosse Purtroppo il piugrave piccolo dei suoi bambini era morto sen-

za che lui lrsquoavesse mai potuto abbracciare Nonostante que-sto inaspettato dolore Lu Nzinu te la Pantalea si rimboccograve lemaniche e ricominciograve a lavorare per portare il pane a casaPassarono una decina drsquoanni prima che la famiglia si ripren-desse dal dissesto economico causato dalla guerra

Pian piano lrsquoantico sogno di mio nonno di avere degli al-beri di ulivo tutti per seacute si avverograve Quando ormai era di-ventato un uomo di mezzrsquoetagrave acquistograve grazie ai tantisacrifici fatti un piccolo uliveto in contrada ldquoCase Bian-cherdquo poco fuori il paese E fu per lui una gioia immensa

Parve rinato e senza piugrave alcun acciacco fisico Con la bicicletta Lu Nzinu te la Pantalea andava a Case

Bianche per curare i suoi alberi drsquoulivo Per annaffiarlicarisciava lrsquoacqua cu le menze dalla fontana allrsquooliveto Pas-su dopu passu menza dopu menza i sacrifici venivano pun-tualmente ripagati dal raccolto e con i soldi ricavati dalleolive ogni anno poteva arricchire la dote alle sue figliole

Molti anni dopo quando il nonno ormai era vecchio equasi non camminava piugrave volleandare a rivedere i suoi alberi diulivo Non potendo piugrave cavalcarela vecchia bicicletta fu condottodietro sua ripetuta insistenzadalle figlie in auto Quando misepiede a Case Bianche cominciogravestranamente a camminare comenon faceva da tanto tempo guar-dava i suoi alberi filaru persquo filaruuno per uno Li conosceva tuttiLi sapeva distinguere gli uni da-gli altri Ad ognuno aveva asse-gnato un nome come fa ognipadre a ciascuno dei propri fi-glioli Quel pomeriggio il nonnoparlando con la sua terra conquegli eterni testimoni volle ri-cordare ai presenti il modo concui aveva saputo curarli quanteolive aveva raccolto in ogni anna-ta quanto sudore aveva versato e quante soddisfazioniaveva ricevuto per ognuno di quegli alberi Fu molto bra-vo a ripercorrere gioie e dolori della sua vita Per lui que-gli ulivi erano i suoi genitori e al tempo stesso i suoi figli

Oggi il nonno non crsquoegrave piugrave come legge naturale vuole chesia per ognuno di noi

Mia madre lo sostituigrave in tutto e per tutto ma non permolto tempo Anche lei iniziograve ad accusare gli acciacchi del-la vecchiaia muovendosi a mala pena in casa

Di tanto in tanto pretende di essere accompagnata a ldquoCa-se Biancherdquo per salutare quegli ulivi che suo padre le ave-va lasciato in ereditagrave Anche lei lrsquoAngiulina te la Pantaleaoggi si egrave mossa tra quei filari come se non avesse addossoalcun affanno e malanno fisico A lei egrave sembrato come sesuo padre fosse ancora ligrave a lavorare giovane e speranzosocome aveva sempre fatto per una intera vita Ersquo rimasta alungo assorta tra quegli alberi spostandosi pensosa e com-mossa ora di qua ora di lagrave come quando da giovinettaaiutava nonno Vincenzo a legare le fascine della rimondao a piegarsi per terra a raccogliere quellrsquooro nero che si

tramutava poi in oro giallo splendenteUna settimana fa mia madre ha ricevuto una lettera una

brutta lettera Non era certamente la stessa lettera ricevu-ta dal nonno per andare in guerra Ma anche in questo ca-so srsquoegrave trattato di una guerra Non di uomini contro uominima di uomini contro ulivi Vogliono eradicare quei gigan-ti dal piccolo appezzamento di terra Oltre ad averci mes-so unangoscia addosso mia madre ha pianto a dirotto econ lei dallrsquoalto dei cieli avragrave pianto anche mio nonno so-lo ad immaginarsi una scena del genere

Ersquo una lettera che non ci fa dormire la notte e che ci spez-za il cuore

Mia madre egrave comunque molto speranzosa e si augurache tutto si risolveragrave per il meglio allo stesso modo di co-me si risolse il caso di mio nonno che si presentograve a noiquando ormai tutti lo avevano dato giagrave per morto Lei nonfinisce mai di dirci che la vita a volte puograve avere un lieto fi-ne come in una bella favola

Lei egrave anche una donna paziente giusta saggia ed aspet-ta con grande ansia che il caso si risolva positivamente Ma

con il trascorrere dei giorni la speranza le sta venendo me-no ed allora ci esorta a tenere duro e a non desistere

Lei egrave anche una donna forte battagliera determinata adogni cosa ed egrave arrivata a dirci a chiare lettere che tutto po-tranno toglierci ma non il diritto di difendere ciograve che ciappartiene

La nostra storia i colori i profumi e i frutti della nostraterra i nostri alberi di ulivo sono ligrave in contrada ldquoCaseBiancherdquo e noi saremo ligrave a difenderli sino alla fine

Stessa cosa avrebbe detto Nonno Vincenzo se fosse an-cora in vita Lui da giovane ha offerto le sue braccia e lasua vita per difendere la Patria Italia e dalla Patria non haricevuto mai nulla

Ora a voi uomini senza cuore uomini di pietra rivol-giamo la preghiera di rispettare e di non toccare i nostriulivi che da tante generazioni sono per noi salentini la no-stra anima il nostro unico sostentamento bull

Enza Pagliara

Srsquointitola Respiri di pietra Monumenti megalitici del Salen-to (Lupo Editore Copertino 2014) il libro fotograficoche il ligure ma milanese drsquoadozione Leonello Berto-

lucci ha voluto donare allaTerra fra i due mari lrsquoanticaMessapia Un libro dalla co-pertina nera dal cui centrosorge come un astro lucente lasilhouette del maestoso trilitedenominato Chianca di SantoStefano di Carpignano Salenti-no La luce che dalla pietra sifa cogliere dal fotografo egravestrana e coinvolgente infattiil gioco di luci e ombre lrsquoan-tropizza a tal punto da farcelapercepire come energia vitale

Dal suo blog sappiamo cheegli egrave laquonato in Liguria e ap-prodato a Milano negli anni Ottanta ha intrapreso la stradadel reportage fotografico lavorando per alcune testate eagenzie italiane in seguito hanno avuto inizio collaborazio-ni internazionali tra cui quella con lrsquoagenzia ldquoSygmardquo di Pa-rigi Sue foto sono apparse su testate quali ldquoTimerdquoldquoNewsweekrdquo ldquoSternrdquo ldquoParis-Matchrdquo ldquoEpocardquo Ha fondatoe diretto per alcuni anni unrsquoagenzia fotogiornalistica mentreoggi continua a fotografare e condurre tutta una serie di at-tivitagrave nel campo della cultura fotografica vengono pubblica-ti suoi libri drsquoimmagini e allestite sue mostre organizzaeventi ed egrave docente in corsi e scuole di fotografia Egrave consu-lente in campo editoriale e multimediale ed egrave chiamato an-che a ricoprire il ruolo di photo editor in redazioni di giornaliha scritto il primo libro in Italia sullrsquoargomento col titoloProfessione Photo Editor Della sua attivitagrave si sono occupateriviste di fotografia come ldquoFotopraticardquo ldquoIl FotografordquoldquoNuova Fotografiardquo ldquoPhotordquo ldquoPhotographiardquo ldquoTechnoPhotordquo ldquoGente di Fotografiardquo ldquoFotocomputerrdquo Gli piacegiocare e nelle edizioni del ldquoPulcinoelefanterdquo [editore drsquoar-te che stampa in proprio rari esemplari di bibliofilia] le suefotografie giocano con testi tra gli altri di Alda Merini To-nino Guerra Enzo Sellerioraquo

Di lui hanno scritto Roberto Mutti laquoLeonello Bertolucci sa recuperare la pun-

tigliositagrave e la curiositagrave per ogni aspetto della vita Ma anchesoprattutto la capacitagrave di ascoltare e trasformare in immagi-

ni i sussurri da contrapporre alle grida di cui in troppi sem-brano non poter piugrave fare a menoraquo

Giuseppe Turroni laquoEsiste in Bertolucci davvero incante-vole e incantato il piacere del fare del raccon-tare del vedere sia pure strizzando lrsquoocchiocon ironia ripetiamo e senza malizia alle infi-nite contraddizioni e ambigue variazioni e va-lenze del mondo reale Egli ci restituiscematerie precise le scansioni di un racconto ter-so e delicato e il suo occhio fotografico egrave perripetere un verso di Sylvia Plath ldquoesatto e drsquoar-gentordquoraquo

Gino Patroni laquoLa prima foto della mia vitami fu scattata in un cortile di via Cernaia tra icaseggiati delle Elementari e la palestra dellaldquoPro Italiardquo Ovviamente una foto scolasticaricordo di fine drsquoanno Noi ragazzini in fittogruppo su un lato il maestro alto nei nostriconfronti come un campanile accanto alla

chiesa ndash Fermi ndash gridograve il fotografo con voce da sergenteprima del lampo Da allora ho conosciuto molti fotografiquasi tutti da bottega persino uno a Kopenik (Berlino) nelsettembre 1944 Insomma una foto da gefang (prigioniero)per gli archivi burocratici del lager Risultai magrissimoLrsquoultimo fotografo che ho conosciuto in ordine recentissimodi tempo egrave uno spezzino Leonello Bertoluccihellipraquo

Bertolucci che egrave fotografo professionista ha unrsquoidea benprecisa del suo operare Il suo archivio fotografico egrave colmo dicentinaia di migliaia di fotografie tanto da fargli scrivere

laquoHo perseguito unrsquoidea fotografica ci ho creduto e lavora-

20 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

AUTORI amp EDITORI

Giurdignano (LE) - Menhir vicinanze 2

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 21

to Ma ora di fronte alla quantitagrave di fotografie e di scelte pos-sibili sono in crisi Voglio strutturare un percorso coerentee sensato Molte decisioni srsquoimpongono e la mia parte emo-tiva litiga con quella razionale Cerco un occhio ldquoaltrordquo chemi aiuti a muovermi sul confinehellipraquo

Cosigrave pure egli conosce bene lrsquoarte della fotografia tanto dascrivere

laquoIl vero problema non egrave fare una foto sbagliata ma fareun uso sbagliato della foto Il brivido corre non quando tuguardi una fotografia ma quando lei guarda te Ogni foto-grafia ha cinque lati i primi quattro delineano lrsquoinquadra-tura il quinto egrave il suo lato oscuro Fotografare dovrebbeprovocare uno strabismo buono guardarsi dentro mentre siguarda fuori Lrsquoediting di una narrazione fotografica egrave unviaggio dentro il suo senso come ogni viaggio presupponeun punto di partenza e uno drsquoarrivoraquo (tratto dal blog Quan-do un Photo Editor)

Oggi Leonello Bertolucci ha fotografato anche il Salentouna sua parte profonda e radicale che si perde nella nottedei tempi i megaliti i maestosi massi che il Salento custodi-sce cosigrave come una madre custodisce i suoi figli

A introdurre il libro Respiri di Pietra con una sintesi stra-ordinaria e una cosmogonia stupefacente egrave Edoardo Win-speare il regista nostro conterraneo che con la sua operacinematografica ha fatto conoscere il Salento in tutto ilmondo Egrave stupenda la visione che egli ha della terra nellaquale viviamo Edoardo egrave nato a Depressa (Tricase) in unodei castelli ancora oggi attivo e accogliente Bertolucci inve-ce da qualche tempo ha acquistato una casa a Corigliano

drsquoOtranto dove ritorna da Milano quando sente il bisognodi rifugiarsi nellrsquoabbraccio magnogreco dellrsquoantica terramessapica

Nellrsquointroduzione al libro Winspeare scrive laquoNel Salento il mare egrave azzurro-verde e ha una trasparen-

za cristallina gli alberi di ulivo secolari incutono rispetto co-me ogni monumento della natura la terra egrave rossa come ilsangue ma ciograve che rende questo finisterrae drsquoEuropa un ter-ritorio davvero unico egrave la pietra Per i salentini la pietra egrave co-me il legno per gli indios amazzonici o i popoli sciamanicidella Siberia

Nellrsquoantica Messapia non si edificava con i mattoni il le-gno era quasi sconosciuto come materiale da costruzionetutto era di tufo carparo pietra leccese di Cursi drsquoAlessa-no di Soleto si era circondati da peshchi cuti stozzi patrud-dhi feddhe e ancora altri nomi [hellip] per definire ogni piccolavariazione della pietra [hellip] I menhir e i dolmen sono unapresenza abituale nelle nostre campagne Il loro fascino mi-sterico ne fa agli occhi di chi sa guardare degli ieratici sacer-doti intermediari fra il cielo e la terra quasi fossero dei moaimediterranei eretti come monito trascendentale dellrsquoesisten-za umana Leonello Bertolucci fotografo sensibile ha sapu-to guardare dove altri vedono solo Le sue immagini deinostri megaliti sembrano sguardi da un terzo occhio quellodellrsquoanimaraquo

Stupende queste parole di Edoardo che permettono allospirito umano di godere della bellezza della natura Parago-nare i nostri menir ai grandi moai dellrsquoisola di Pasqua (Ra-pa Nui) significa veramente aver capito fino in fondo ilsignificato che gli antichi abitatori di questa terra volevanodare a quei grandi massi ritti come spinotti conficcati nellaroccia

E tale comprensione egrave rilevabile pure nelle fotografie diBertolucci che intitolando il libro laquoa tutti i nostri padri a[suo padre]raquo ha guardato attraverso lrsquoocchio magico dellafotocamera i megaliti del Salento quasi fossero dei nostriantenati Cosigrave il suo percorso fotografico ha attraversatocampagne e rilievi collinari consacrando al nostro immagi-nario i megaliti di Giurdignano Giuggianello Otranto Mi-nervino di Lecce Carpignano Salentino MelpignanoMartano Bagnolo Cursi Patugrave Corigliano drsquoOtranto Pal-mariggi Cannole UgentoTerenzano Calimera Diso Cosigraveil suo libro immortala la bellezza e la severitagrave dei menhirdei dolmen delle specchie del Masso della strega degliipogei delle chianche della Centopietre della Pietra di sanVito del megalite di Terenzano Tutte pietre che respiraro-no energie vitali

Martano (LE) - Specchia dei mori

22 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Sotto una pregevole litografia ottocentesca custoditadai frati francescani di Soleto figura la seguente le-genda Nel 1568 un giocatore furibondo vibrograve due colpi

sul volto della Sacra Immagine di Maria dipinta sul muro di unacappella dove poi fu eretto il Convento de PP Riformati in Sole-to e bestemmiando disse Io noncredo che tu sei la madre di Diose non mi fai ammazzare stase-ra Dalle ferite della Sacra Effi-gie scaturigrave molto sangue e inquella sera lrsquoempio sacrilegosulla porta di Soleto fu uccisoLa prodigiosa immagine cosigrave fe-rita ed intrisa di sangue si ado-ra nel tempio del succennatoConvento

La litografia riproduce asinistra un giovane mentrecon unrsquoaccetta colpisce il vi-so di una Madonna col Bam-bino e a destra la suauccisione ad opera di un ma-cellaio armato di coltelloSullo sfondo lo skyline diSoleto con la guglia di Rai-mondello Orsini del Balzocollocata in un improbabilepaesaggio collinare

Comrsquoegrave noto nel 1568 il le-gnaiolo Giacomo Lissandridopo aver perduto al giocotutti i suoi denari entrato in una cappella campestre si-tuata fuori le mura di Soleto in un terreno dove poi sorge-ragrave il Convento dei Frati Minori colpigrave con una scure laldquofaccia bella della Madonnardquo ldquodipinta sulla pietrardquo dallaquale ldquosgorgograve sangue vermigliordquo come enfaticamentepuntualizzava il panegirista soletano Giuseppe Stanca inuna sua predica del 27 luglio del 1908 La sera stessa lrsquoem-pio oltraggiatore sconvolto dallrsquoincubo del delitto venne pu-gnalato e ammazzato dal macellaio Luigi Rullo nei pressidella Porta S Antonio detta nel lsquo500 Porta di borea La lito-grafia ci restituisce lrsquoimmagine della Madonna affrescata inuna edicola campestre ma P Diego Tafuro da Lequile nel-la sua Relatio Historica affermando che il Lissandri gioca-

va intra eandem aediculam confermava che si trattograve di unacappella coperta anche se di piccole dimensioni Dellostesso parere furono nel 1724 Padre Bonaventura Da La-ma e poi Padre Benigno F Perrone Nessuna fonte ci dicecon chi il Lissandri giocava e perdeva a carte nella cappel-

la Sappiamo perograve che Gia-como Lissandri potrebbeessere il figlio di Antonio Les-sandri vivente nel 1546 men-tre un documento del 1622segnala la natura violentadella famiglia Rullo Si sostie-ne infatti che Giovanni Rul-lo forse nipote del macellaioLuigi havesse (anche lui) am-mazzato uno de Soligraveto (Soleto)del quale non si sa il nome

Come segnala una divotapreghiera del 1789 su Giaco-mo Lissandri sembrograve abbat-tersi lrsquoira divina e se non fossesopravvenuta la morte vio-lenta sarebbe stato sicura-mente scomunicato dalpreoccupato arcivescovo diOtranto il napoletano PietroAntonio de Capua il qualecon le Costituzioni sinodali ndeg26 e ndeg 47 delle complessive58 stabilite nel Sinodo del1567 (si badi bene un anno

prima del fatto sacrilego) quasi a preconizzare i fatti di So-leto cosigrave disponeva Scomunicamo tutte quelle persone chenelle chiese et luochi sacrihellip faranno o giocheranno a carte o adadi et ad altra sorte di giocho proibito E ancora Scomunica-mo tutte quelle persone le quali temerariamente con pietra fer-ro (nel nostro caso unrsquoascia) o qual sivoglia instrumento diqual sivoglia modo feriranno o guasteranno lrsquoimagine del Cru-cifisso della Gloriosa Vergine Maria (nel caso di Soleto la Ma-donna delle Grazie) et altri Santi

La minaccia di scomunica quindi gravava su chi gioca-va a carte o a dadi nelle chiese e su chi sfregiava le imma-gini sacre

Il compianto prof Mario Marti in un suo bellissimo ar-

UNA FINESTRA SUL PASSATO

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 23

ticolo intitolato ldquoDonne e madonne salentine fra memoriae democulturardquo coglieva appieno lrsquoespressione singolaredella Madonna soletana che lui osservava spesso durantele visite nella ldquosuardquo Soleto Cosigrave infatti ricordava ldquoHoavuto modo di vedere tante volte il viso allora in una te-ca e coperto da un panno un porsquo atono e distante dellrsquoim-magine sacra un porsquo astratto e metafisico che puograve farpensare veramente piugrave a una severitagrave di esemplare giusti-zia (come avvenne allrsquoempio oltraggiatore Giacomo Lisan-dri) che a una maternitagrave fatta drsquoindulgenza e di perdonordquo

Lrsquoaffresco della Madonna delle Grazie databile alla pri-ma metagrave del Quattrocento rievoca echi rinascimentali (co-me nota Sergio Ortese) ed egrave impostato secondo i canoni

della prospettiva Venne poi incastonato nella nicchia cen-trale dellrsquoaltare maggiore nella chiesa conventuale dei Fra-ti Minori di Soleto giagrave nel 1617 denominata S(anc)taM(ari)a della Gr(ati)a completata nel 1614 con molta pro-babilitagrave dallrsquoarchitetto neretino Maria Tarantino

Tutti parlano di una Madonna severa con lo sguardoperso nel vuoto mentre il Bambino sorridente regge conla destra un piccolo ventaglio liturgico e con la sinistra gio-ca con un uccellino Si tratta invece di una Mater amabilisvolta a suscitare la misericordia di Dio verso i fedeli

Lo sguardo triste mesto e distaccato della Vergine estra-neo al gesto sacrilego del Lissandri egrave solo presago dellaPassione del Figlio raffigurata dal corallo rosso che pendedal collo del Bambino simbolo del suo sangue e della suamorte in croce

BibliografiaEgrave utile consultare L MANNI La Madonna delle Grazie di Soleto Galati-

na 2001 pp 43-53D Donato DE LUCA Divote preghiere per la novena della Madonna delle

Grazie Gallipoli 1897 pp 11-31B F PERRONE I conventi della serafica riforma di S Nicolograve in Puglia II

Galatina 1981 p 171M MARTI Donne e Madonne salentine fra memoria e democultura in

ldquoRassegna trimestrale della Banca Agricola Popolare di Matino e Leccea VIII 1 Galatina marzo 1982 p 127

L MANNI Guida di Soleto (a cura di M CAZZATO) Galatina 1992pp 41-42

L MANNI Santi e miracoli nel Salento Galatina 1996 pp 90-93 123

laquoMorsquo vu cuntu nu cunturaquo ni dicigravea la nonna Anna E zzacca-va a cuntare

E tutta la stanza se lsquonchia chianu chianu de fate de streche demachi e macare de re e de regine e puru de li nanni orchi ca nifacigraveanu ghiacciare lu sangu sulamente cu li pensagravevamu

Ma pe pocu tiempu perograve Finu a a quandu nu rrivava lu mu-mentu mentru la nonna sta cuntava ca li pariti e la stessa lagrave-mia de la stanza allrsquoimpruvvisu scumparigraveanu e lassavanu pertulu cielu e allora se perdigraveanu tutti le fate le streche li machi e linanni orchi e nui vidigraveame a lsquoncapu luccicare sulamente le stel-le e le lune e poi a centu a centu passavanu prucissioni de ca-valieri cu le curazze drsquooru e li pinnacchi e lu tiempu nu sapivise era moi o poi o prima essendu ca ni sentigraveame puru nui in-tru a lu cuntu ca la nonna sta cuntava E poi vidigraveame allrsquoim-pruvvisu li draghi e li cavaddhi alati ca sfrecciavanu vulandu ese putigravea sentire comu nu striunizzu propiu a mmienzu a la stan-za ca era ddeventata na fureata incantata e alla fine se dduma-vanu tante luciceddhe ca tremulavanu luntanu luntanu e poise perdigraveanu a rretu allrsquoorizzonte ndash a lu scuffundu dicigravea la non-na ndash addhai ci nu canta caddhu e nu lluce lunahellip

Pensagravetila comu vuliti ma ju sursquo sicuru ca prima o poi a nucertu giurnu precisu a lu postu magicu addhai ci se cugraventanulsquoncora li cunti de na fiata me incontru lsquontorna cu la nonna An-na percegrave lrsquoaggiu rrecalare na bella cosa ca mi la cunservu pe id-dha de quandu era picciccu picciccu

E ci sape se cu lrsquooccasione la nonna (ca mi lrsquoja prumigravesa) numi presenta finalmente la fija de lu Re percegrave de quiddha sursquo sta-tu sempre e suntu lsquoncora lsquonnamuratuhellip

Quista leggenda ca stegrave pe cuminciare quarchedunudice ca lrsquoave inventata nienti de menu ca LeoneTolstoj lu famosu scrittore de la Russia Quarche-

dun addhu dice ca egrave stata ripresa de lu scrittore Italu Cal-vinu A mie cu bbu dicu lu giustu mrsquohanu sempremparatu ca ede na storia vera originaria de le muntagnede lrsquoArta Italia ca poi egrave scisa chianu chianu a le parti decquassotta a nui e puru a la famija nogravescia ca pe la veritagrave egravesempre stata patriottica Tantrsquoegrave veru ca allrsquourtima de li un-dici fij avuti de la nonna Anna lu nonnu Paulinu nogravesciuvoze cu li degravescia lu nome de Triestina propiu a onore dela cittagrave de Trieste ripijata allrsquoAustria a la fine de la primaguerra mondiale

Vabbegrave Comu ede comu nun ede lsquostu cuntu ca morsquo vucuntu a casa nogravescia era deveru de casa percegrave ogni tantuscigravea e bbenigravea pe vucca no sulamente de la nonna Annama cchiui de na fiata puru de la zigrave Ninetta e addhe fiate dela zia Teresina e de la zigrave Cetta o puru de la Rusaria ca erala cugina crande e ca ede lsquoncora viva e vegeta cu la bonasalute e li mandu nu baciu

Allora siti pronti Se siti pronti zzaccuCrsquoera na fiata nu Re ca tenia nu fiju unicu La Regina di-

fatti srsquoja mmalazzata cu lu parturisca e de tandu a lsquompoinu potte avire cchiui nisciunrsquoaddha cravidanza

Lu Re naturalmente li vuligravea ancora cchiugrave bene a lsquostu fi-ju unicu E si lu cocculava e lu nsistigravea ogni mumentu esciucava cu iddhu e li cuntava storielle curiose cu lu di-verta e li facigravea rrecali drsquoogni ben di DiulsquoNsomma cerca-va cu lu ccuntenta in tuttu e per tuttu

Ma lu principinu invece era sempre scuntentu Morsquo era puru ddeventatu carusu nu giovanottone ertu

beddhu e distintu comu nu veru Principe Scigravea a lsquoncaccia

ma de malavogliaComu cuminciava afare na cosa dopu nupocu se ncaddhiscia-va Lu Re lrsquoja datu pu-ru nrsquoarmata de sur-dati cu lu invoglia al-lrsquoavventura ma id-dhu mancu pe lacapu

Nu paru de fiate cuccuntenta sigraverasa ca luspingigravea quasi a lsquonfor-za ja puru partecipa-tu a lu torneu de lacavalleria ca se tenigraveadorsquo fiate lrsquoannu ma secapigravea subitu ca a lugiovane nu li cuddha-va percegrave nu teniapropiu piacere denienti e lu cchiui de lefiate stava sempremalinconicu

Crsquoeranu periudi capassava sciurnate in-tere nfacciatu a lubalcone cu lu sguar-du persu luntanu

laquoMa cce hai Cce edeca ti mancaraquo li ddumanda-va sigraverasa

laquoNu sacciu mancu iuraquo ri-spundigravea iddhu

laquoForsi ca sinti lsquonnamura-tu ndash cuntinuava lu sirendash Harsquo misu lrsquoocchi su qual-che beddha carusa Dimmigrave-lu fiju miu ca de vagnunebeddhe ne truvamu centu efosse puru la fija de lrsquoImpera-tore oppuru na semplicecontadina se propiu ti pia-ce ti la fazzu spusareraquo

Nienti Lu Principe co-tulava la capu e mancu lirispundigravea

Ddhu poveru cristianu

de lu Re alla fine lrsquojapruvate tutte inutilmen-te cuncerti de musicafeste de ballu sfilatemascherate numeride scioculieri animaliparlanti

Alla fine decise fice nu bandu e chiamau a cunvegnu limeju duttori professori studiosi e filosofi de tuttu lu Re-gnu e finalmente dopu sette giurni e sette notti de assem-blea ci foe na parvenza de rimediu a la situazzione

Lu Capu Sapiente ca tenigravea la barba vianca e lu parlare

24 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

pulitu li disse a luRe laquoMaestagrave abbiamoindagato e ragionatoprofondamente Abbia-mo studiato le StelleChiesto consiglio al-lrsquoAurora e al TramontoInterrogato il SilenzioEsplorato lrsquoOscuritagrave e ilDubbio E aperto infi-ne tutte le novantano-ve porte del MisteroOra per liberare vostrofiglio dalla malinconiadovete cercate un uomoche sia contento Macontento in tutto e pertutto Di se stesso del-la sua famiglia dellapropria occupazionedella sua casa del paesedove vive della genteche incontra dellrsquoariache respira delle stagio-ni che cambiano e an-che degli animali deglialberi delle montagnecosigrave come pure del mareo dei fiumi e dei laghi edi tutto ciograve che lo cir-

conda Quando incontreretequestrsquouomo prendete la sua ca-

micia e scambiatela con quella di vostro figlio E il Principe fi-nalmente guariragraveraquo

Lu Re se dese de fare subitusenza mancu cu perda nu

minutu lu tiempu curraccoja tutti lrsquoamba-sciatori de lu Regnu

ccumpagnati de centusurdati segretari mes-saggeri currieri esplo-ratori e aiutanti drsquoogni

genere e li sparpa-jau a li quattru pizzi cu

se degravescianu de fareE foe cusigrave ca dopu nu

paru de giurni li pur-tara nu Monacu rumi-tu

laquoMonacu santu dim-mi se sirsquo cuntenturaquo liddumandau lu RelaquoCertu Maestagrave Sursquocuntentu de intru e de

fore La solitudine fur-tifica e santificaraquo laquoBravu Bravuraquo li disse lu Re E poi li fi-ce lsquosta pruposta laquoVorsquo cu bbieni cu mie a lu castellu pe dire lepreghiere intru a la cappella realeraquo

laquoMacari Maestagrave E comu no De corsa vegnu a lu castel-lu Cusine me pozzu rripusare nu pocu ca stisu sempre lsquonter-

ra sulu sulu e pe lu friddu de certe notti a le fiate mi vene la ma-lincuniaraquo

laquoVane vane Monacu rumitu Se eri veramente cuntentu nudesideravi cu stai meju de cu comu stai Via Viaraquo li cridau luRe Li dese na borsa de munete drsquooru e lu cacciau

Dopu nrsquoaddhu paru de giurni li purtara nu Massaru catenigravea cchiui de decemila pecure e nu crande llavitu e erariccu spundatu ma era puru tantu bbonu de core ca davafatigravea a ci la cercava e rrecalava de mangiare a tutti e purusordi a ci tenigravea bisognu e tutti li vuligraveanu bene e iddhu eracuntentu

laquoMassaru Massaru se vide ca sigrave cuntentu Ma tie deveru tesienti cuntenturaquo li ddumandau lu Re laquoCertu Maestagrave Co-mu viditi ssignurigravea stessu iu tegnu tuttu e cchiui de tuttu etutti mi vogravelanu bene Perograveraquo

laquoPerograveraquo li rripetigraveu lu Re ca vuligravea cu saccia de cchiuilaquoPerograve lrsquoanni passanu Maestagrave E mi vene la malincunia quan-du pensu ca prima o poi puru iu aggiu murire e aggiu lassaretuttu quiddhu ca tegnuraquo

laquoVane vane Massaru riccu spundaturaquo li cridau lu Re laquoSeeri veramente cuntentu nu desideravi cu eggi eternu ca sulu alu Patreternu li spetta Via Viaraquo Li rrecalau na borsa demunete drsquooru puru a iddhu e lu cacciau

Poi dese ordine a li surdati cu nu li portanu cchiui ciu-vieddhi pe ddha settimana percegrave era rimastu tantu delu-su de lsquosti primi risultati ca era meju cu se ddefrisca nupocu E ccumpagnatu de quattru cavalieri se ne scigraveu que-tu quetu a lsquoncaccia intru a lu voscu

A lu tramontu quandu sta turnava a lu castellu passan-du vicinu a na capanneddha ca sta cadigravea arsquostozze lsquontise navoce ca dicigravea laquoCrazzie Signore miu Puru ogravesce mrsquoai pruvvi-dutu cu faticu e cu mangiu Aggiu sudatu e me sentu nu pocustraccu pe la fatigravea ma sursquo cuntentu lu stessu Morsquo mi mangiu nupocu de minestra poi me curcu me riposu e crammatina comusempre cu lrsquoaiutu de Ssingurigravea me ddisciatu cchiugrave friscu e cchiugravefelice de na rosaraquo

laquoEcculu ndash disse lu Re cittu cittu ndash Finalmente lrsquoimu truvatuquistu ede propiu lu cristianu cchiugrave cuntentu de tuttu lu Regnu Las-sagravemulu cu mangia ca poi trasigravemu e facimu cu ni degravescia la camisaraquo

E dopu nu pocu trasegravera lu Re cu tre surdati E ddhu cristianu ca srsquoja giagrave menatu su lu liettu e quasi

sta pijava sonnu se zau fuscendu e ddumandau cce buligraveatutta ddha gente a casa soa E lu Re in persona li disse cusi caccia lsquoddha specie de cuperta ca tenigravea lsquonturtijata susue cu li degravescia la camisa ca tenigravea de sotta ca li servigravea Ca poipe lsquostu favore lu rrecalava cu nu saccu chinu de giuielli ede munete drsquooru E ddhu cristianu ca ncora nun ja capitusi la cacciau sugravebitu ddha specie de cuperta ca tenigravea lsquontur-tijata susu

Ma sotta nun crsquoera nuddha camisa Nu la tenigravea la cami-sa ddhu poveru cristianu Nu lrsquoja mai tenuta a lsquonvita soa

Cari amici a la fine de lu cuntu la nonna Anna ni dicigravea sem-

pre ca la camisa de la felicitagrave nun esiste Lu segretu ede unu su-lu rripetigravea ognunu de nui tocca cu se saccia nccuntentare Cula camisa o senza Percegrave nu sempre egrave certu ca unu ca la tene lacamisa ede alla fine cchiugrave cuntentu e felice de unu ca invece nula tene

Cu tanti Auguri de bone Feste e cu la bona saluteMelanton-Roma 2015

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 25

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

26 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Era stata educata a Galatina

Sofia Stevens nacque nel 1845 a Gallipoli figlia del vi-ce Console inglese nella citta salentina Henry Stevensche rimase in carica fino al 1867 anno in cui morigrave An-

che il nonno di Sofia Richard era stato vice console dal1829 fino al 1853Mentre la madre diSofia era una nobil-donna di originefranco-napoletanaCarolina Auverny

Sofia era la secon-da di cinque figli (trefemmine e due ma-schi) ed era stataeducata prima a Ga-latina poi alla etagrave diundici anni fu man-data a Napoli doveebbe per maestro dilingue e di poesia Fe-derico Villani aquindici anni ritornograve

a Gallipoli e di qui ebbero inizio come era norma per i gio-vani di buona famiglia i viaggi di formazione in Europa

Con lo zio Giovanni Auverny per due anni Sofia non fe-ce che viaggiare Parigi Madrid Berlino Zurigo Monacodi Baviera Copenaghen ecc Si perfezionograve negli studi clas-sici conoscendo oltre lrsquoitaliano il francese lrsquoinglese lo spa-gnolo e il tedesco e rientrata a Gallipoli cominciograve ascrivere per proprio conto fincheacute morto il padre nel 1867(Sofia ha 22 anni) si trasferigrave con la madre e tutta la fami-glia a Napoli Qui sposograve senzrsquoamore Settimio Bartocci Idue vissero tra Gallipoli e Napoli a seconda delle stagio-ni fincheacute nel 1873 venne diagnosticato a Sofia (ha soltan-to 28 anni) un tumore al seno Da questo momento in poiSofia si trasferisce definitivamente a Napoli Non rivedragravepiugrave Gallipoli Operata tre anni dopo muore il 9 agosto1876 a soli 31 anni di etagrave

Muore con il rimpianto di un amore infelice e con la suaGallipoli nel cuore

Lascia scritte con il lapis in vari quaderni-diari 350 poe-

sie che aveva cominciato a scrivere fin dallrsquoetagrave di 15 anniVerranno pubblicate postume nel 1879 sotto il titololdquoCantirdquo come avrebbe desiderato lei stessa che ammira-va e amava moltissimo i ldquoCantirdquo leopardiani

Era una creatura dolce e malinconica morigrave infeliceVi chiederete comrsquoera Sofia Stevens questa singolare no-

bildonna gallipolitana dellrsquo800Non abbiamo testimonianze coeve ma dallrsquoeffigie del ri-

tratto che ci ha lasciato e soprattutto dalle poesie che ha la-sciato come sorta di testamento spirituale egrave facileimmaginare una creatura dolce fine delicata pallida pa-tetica malinconia romantica e tuttavia non era una fan-ciulla tutte trine e sospiri

Era intelligente colta conosceva quattro lingue di carat-tere molto riservato era schiva viveva appartata aveva unmagnifico rapporto con la natura che la circondava e so-prattutto Sofia si sentiva profondamente gallipolitana fi-glia di quella terra un porsquoruvida ma splendida e generosaE ciograve lo esplicita nelle sue poesie che sono di chiara imita-zione e sul modello tardo-romantico alla Prati o alla Ale-ardi tanto per intenderci anche se il suo modelloinarrivabile fra tutti i poeti da lei conosciuti era GiacomoLeopardi il poeta del dolore a cui si sentiva molto vicinosia per il suo temperamento malinconico che per le tristi

POETI SALENTINI

Gallipoli (LE) - Antica raffigurazione del porto

Sofia Stevens

di Augusto Benemeglio

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 27

personali vicende biografiche Le poesie di Sofia Stevenssono molto sentimentali talora sognanti malinconichedolenti Ma ciograve che ella prova non egrave finzione non appartie-ne alla convenzione percheacute la sua vita fu veramente brevedolorosa e infelice costretta a sposare un uomo che nonamava e a patirne tutte le amare conseguenze e infine col-pita da un male terribile allora incurabile che lrsquoavrebbeportata alla morte tra atroci sofferenze fisiche e spirituali(ldquoA lrsquoalma mia tapina tormenti senza fine innanzi pa-rahelliprdquo) a soli 31 anni

Dal cielo son discesaIn questa fonda valleE al suolo mrsquoha protesaUn infelice amoreNon piugrave lrsquoamorchrsquoio vagheggiava tecoE che potea securaFin confidare a lrsquoecoDe le paterne muraMa di foco avvampante passioneChe sebben corripostaTerribile tenzoneContro me stessa ha impostoInvano io vograve domarlaQual fa lrsquoondaTanto furente da schiantar le digheFuori trabalza e tutto intorno inondaE seco trascinando la rovinaA lrsquoalma mia tapinaTormenti senza fine innanzi paraE mrsquoapparecchia la gelata bara

La ruvidezza degli antichi scogliSofia lrsquoabbiamo detto amograve molto la sua terra natia Gal-

lipoli che considerograve sempre sua prima vera autentica pa-tria sebbene non ci abbia vissuto moltissimo E alla suaterra dedicograve descrizioni poetiche non convenzionali conunrsquoattenzione particolare alla precisione terminologica nelcampo della fauna e della flora salentina frutto della suacuriositagrave e passione per la botanica e le scienze naturali

hellipE si distendeSursquo sassi calcinati darsquo fulgoriDe lrsquoastro che in maggiore in ciel risplendeDiserta vrsquoegrave perograve rude la zollaDa pochi sterpi adorna e serpollinohellip

A me cresciuta Sopra lido marina avanza in coreLa ruvidezza dersquo nativi scoglihellipAride pietre e meste io veggo intornoOve licheni biondi e serpollinoSono i soli a profumar cocente il giornohellipErsquo qui sabbioso il suolo e non vrsquoha ramoE pure e pure questa terra io lrsquoamo

ldquo E mrsquoegrave duolo perenne la vitahelliprdquoAl periodo della fanciullezza e dellrsquoadolescenza si con-

trappone la dura realtagrave del presente in cui sono definitiva-mente tramontati i sogni e le speranze di coronarefelicemente il suo amore Chi domina incontrastato ora egrave ildisinganno e la disillusione

Lrsquoalma fidente si commuove e speraMa il disinganno apparehellipah rio velenoMa finite le gaie stagioniOgni speme con esse egrave partitaOra ignoro gli amori ed i suoniE mrsquoegrave duolo perenne la vita

Giglio nellrsquoombra e nel gelo sullo sfondo di un accesotramonto

Il dolore e la tristezza dellrsquoanimo di Sofia malata in pre-da anche allo sconforto di non poter piugrave rivedere Gallipo-li percheacute il viaggio le sarebbe troppo doloroso fannoaffacciare nella giovane donna lrsquoidea prepotente della mor-te E lo fa con accenti e riecheggiamenti chiaramente leo-pardiani

Oh felici coloro cui concessoErsquo giagrave il riposo de lrsquoeterno sonnoLagrave presso lrsquoonde di quel mar serenoSotteso le robinie e le gaggieDe le fiorite italiche pianureDove srsquoascolta il cinguettio giocondoE dove il pianto semplice donzellaVersa devota sopra lrsquourna amica

Donna Sofia Stevens a cui Gallipoli ha dedicato unavia nel borgo una via discreta e appartata sulla rivieradi tramontana rimarragrave per sempre lrsquoemblema della de-licatezza e della femminilitagrave romantica ma anche dellatenerezza e del profumo discreto un candido giglio trale rocce unlsquoombra delicata e tenera sullo sfondo di unacceso tramonto di Gallipoli bull

28 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

PITTORI GALATINESI

Metafisica scettica mi piace defi-nire la pittura di Totograve Rossettispirito inquieto e indagatore cu-

rioso della condizione esistenziale con-temporanea

E con le sue opere il nostro egrave un ritorno auna ben strana e originale metafisica unametafisica questa volta salace arguta piugraveafferente ndash certo ndash ad uno spirito pirandel-liano ma ndash sento di poter dissentire da cer-ta critica ndash alquanto lontana dalla musainquietante dechirichiana

Rossetti non sembra estraniarsi dal pre-sente non intende costruire un universoche trascenda la realtagrave piuttosto sembravoler fare il verso ai costumi ai tic alle pes-sime abitudini della societagrave massificata inun intento intelligentemente neoillumini-sta che fa perno sulle sorti alternanti e mu-tevoli della natura umana messe a nudo elasciate al compiaciuto ludibrio del visitatore

E dentro questo programma di rivisitazione della socie-tagrave e dellrsquoindividuo occupano un posto preminente la ten-sione critica la contestazione sobria ed elegante che solo la

pittura metafisica puograve pronunciareQuesto nitore delle opere di Rossetti deriva dal fatto che

lrsquoartista sa innanzitutto padroneggiare con abilitagrave la figu-ra competenza che non pare fargli difetto bencheacute proven-

ga da una formazione autodidattaA ciograve si aggiunga anche in lui la

predilezione per talune citazionistilistiche come le incursioni ldquoopti-cal artrdquo o addirittura iperrealisteche costellano tutto un percorso dioriginalitagrave

Dunque una metafisica pura opiuttosto un ideale metafisicoPropenderei per questa seconda in-terpretazione dato che esiste unnon so che di esplicito in quel suocromatismo cosigrave vivido in quellasua fedeltagrave alla forma ndash reinventatasigrave - ma sempre cosigrave sensibile allatrascendentalitagrave e aggrappata al re-taggio concreto dellrsquoesistenza

Talora infatti dalla pitture diRossetti affiora la tentazione delpaesaggio come rispecchiamentodella vita interiore della socialitagraveaffiora altresigrave un elegante figurati-ldquoLrsquoarte invita alla pacerdquo - acrilico su tela

ldquoSirenardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 29

vismo informato a un vagheg-giamento estetizzante dellaforma quasi un esito compen-sativo della coscienza forte-mente avvertita del caratterearido e amaro dellrsquoesistenza

Rossetti pertanto riesce atemperare con questi ricorsi ladisperazione senza attese chegiustamente caratterizza lrsquoere-ditagrave storica della pittura meta-fisica

Un riscontro di ciograve va ricer-cato nel suo ricco repertoriografico che spazia dalla pubbli-citagrave alla satira e nel quale risie-de la sapida inventiva concet-tuale di un uomo ben radicatonel proprio tempo

Antonio Miccoli

Nella personale visione del-la realtagrave Totograve Rossetti ci dagraveuna pittura originale tesa alladescrizione di avvenimenti estati drsquoanimo della societagravecontemporanea in chiave me-tafisica

Le sagome umane negli at-teggiamenti veraci inserite inuna architettura classica dateatro sono da collegare con lospirito penetrante pirandelliano e dechiriano

Crsquoegrave una denuncia della tradizione e crsquoegrave un modo singo-lare di dipingere efficaci come risultato percheacute le ansie deipersonaggi sono espresse e chiuse in una ben orchestrata

sfera eticaLrsquoartista vive e soffre la tra-

sformazione drsquouna societagrave checolloca con forza esistenzialeisolandola e sommergendolanel vuoto drsquouna disperazionesenza attese o nellrsquoillusione dieffimere gioie terrene

I personaggi recano ciascunoil peso del proprio vivere

Lrsquoarte del Rossetti riesce cosigravead esprimere lrsquoinconsistentemutevolezza umana

Sirio Marcianograve

Quasi un ideale metafisico egravela pittura di Totograve Rossetti na-ta da una complessa lievita-zione di spirituale sensibilitagrave enel contempo di partecipazio-ne alla forma che si concretiz-za in elaborati il cui fascinoprincipale egrave dato dalla armo-nica sintesi attuata attraversouna sua ricerca multi cromaed efficace nella resa pittoricae nella ricerca del volumequanto mai significativa nelsuo apporto di tensioni e di vi-brante sensitivitagrave

La ricerca del discorso nuovoed originale egrave dettato dalla sen-

sibilitagrave dellrsquoartista in uno spazio temporale ben definitonon solo nellrsquoaspetto artistico ma anche umano

La sua figurazione si avvale di un concetto espressivo te-so alla leggibile rappresentazione dei soggetti e di un par

ldquoEvardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 31

ticolare mondo pregno di sensibilitagrave umana e come ldquomo-menti di vitardquo nel loro atteggiamento che coglie gli esseriumani mentre compiono determinati gesti che li caratte-rizzano esteticamente e interiormente lrsquointervento croma-tico egrave lasciato alla particolare sensibilitagrave di questo artista

I racconti di intime suggestioni di Totograve Rossetti sono unfluire incantato di immagini sensitive emotive e trepidan-ti di una estrema poesia che trasferite nel colore secondouna metodologia musiva e secondo un respiro delle zonepolicrome egrave una operazione pienamente riuscita soprat-tutto per lrsquooriginale impostazione giocata su fremiti viva-ci e su emozioni improvvise

Sia pur nella meditata complessitagrave delle sue armonioseopere che nellrsquointenso fluire di una poetica sostenuta dasquisita capacitagrave espressiva egrave infatti la tipica urgenzacreativa infrenabile di Totograve Rossetti che sulla tela divieneforza espressiva

Questo suo mondo pittorico in cui la carica dei simbolidi tattili emozioni di percezioni cromatico-strutturali vo-luttuosamente luminose qualificano nella densitagrave materi-ca una personalitagrave decisamente autonoma di quel suofluire spontaneo di quel vibrare continuo di forme e di co-lori narrati con gioia come vita in perpetuo movimento

Nella Mariani

ldquoPrimaverardquo - acrilico su tela

ldquoVenererdquo - acrilico su tela

Le Associazioni degli Amici della Musica sono diffu-se in tutta Italia da oltre un secolo e ubbidiscono a unprincipio esclusivo di promozione e diffusione del-

la musica della sua finalitagrave formativa ed educativa per igrandi valori estetici e morali che esprime

Forse queste Associazioni sono nate per cercare di col-mare una carenza di interessi musicali un vuoto istituzio-nale gravissimo di uno Stato latitante e come dice il MdegRiccardo Muti criminosamente colpevole della inspiegabi-le assenza di insegnamento nelle scuole italiane fra le po-che in Europa

Le Associazioni rappresentano sul territorio nazionaleuna delle poche sicure ancore di salvezza per una catego-ria di musicisti e professionisti una specie ad alto rischiodi estinzione

Dopo piugrave di un secolo di presenza di movimenti cultu-rali stagioni concertistiche concorsi pianistici e tante tan-te idee la situazione musicale italiana rimane incertaquasi sospesa nel vuoto dellrsquoindifferenza dei politici i piugraveresponsabili della storica incapacitagrave di governare la cultu-ra del paese

Non solo ma si assiste anche a frequenti ed assurdi epi-sodi di analfabetismo musicale da parte di molti intellettua-li per nulla impensieriti dalla loro ignoranza anzihellip moltifanno sfoggio in alcune interviste pubbliche financo dellapassione per la musica Poi si va a scoprire quasi sempreche il loro interesse o amore egrave per un genere che non va aldi lagrave delle insignificanti musichette di consumo

I veri amici della musica sono quelli non della ldquopizzica etamburellordquo non della ldquopopolarerdquo neacute della folk e dellarock ma qualche volta della jazzistica e sempre della co-siddetta ldquoClassicardquo per intenderci quella di Palestrina

Monteverdi Mozart Beethoven Cho-pin Schubert Liszt e tanti altri

Noi siamo la patria insieme a Ger-mania e Francia del patrimonio mu-sicale piugrave importante del pianetaRappresentiamo la meta che tutti imusicisti del mondo sognano ma ciograveche avviene per i beni artistici succedeanche per quelli musicali Infatti neabbiamo fin troppi e a volte cadononellrsquooblio alcuni musicisti per i qualialtre nazioni vanterebbero meriti ec-cezionali A Galatina per esempio cisiamo dimenticati di tre illustri citta-dini Pasquale Cafaro del rsquo700 Giu-seppe Lillo dellrsquorsquo800 e Adolfo Gal-luccio del lsquo900

LrsquoItalia a cui il mondo intero conti-nua ancora oggi a guardare con gran-de ammirazione e stima per la suainvidiabile storia della musica egrave ilPaese perograve dove stranamente meno lasi studia diminuisce il numero delle

orchestre scompaiono istituzioni corali e suoi teatri sof-frono per mancanza di risorse e per il loro malgoverno

Si ha lrsquoimpressione che da un momento allrsquoaltro tuttopossa collassare e implodere seppellendo lrsquoimmenso pa-trimonio musicale

Purtroppo lrsquoattenzione delle Istituzioni nazionali e loca-li continua ad essere deludente se non indifferente Ubbi-disce ad una tendenza tutta italiana che si puograve sintetizzarenel pensiero di un noto ministro di un recente governo chediceva ldquoCon la cultura non si mangiardquo

32 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ASSOCIAZIONI CULTURALI

1952 - Galatina (LE) - il Mdeg Bruno Massaro in concerto

Eppure lrsquoItalia egrave secondo le stime dellrsquoUnesco il Paeseche detiene il maggior numero di beni artistici e cultura-li del mondo ma investe meno risorse degli altri Paesieuropei

In Italia siamo al 27deg posto lrsquoultimo E come se non bastasse

queste poche risorse sonocontese da un numero ecces-sivo di Associazioni Enticulturali e Fondazioni e perdi piugrave mal distribuite e spes-so elargite con criteri estra-nei al principio della qualitagravee del merito

La storia musicale di Ga-latina comincia idealmentenel 700 con un suo musici-sta di fama come PasqualeCafaro prosegue nellrsquo800con Giuseppe Lillo compo-sitore di molte opere lirichee musica da camera e nel900 con Adolfo Gallucciodetto Galladol

Questrsquoultimo un musici-sta gentiluomo era un com-positore di pezzi straor-dinari che eseguiva con unasua piccola orchestra drsquoarchiin concerti pubblici e spessoin salotti privati ove ricordosi trascorrevano serate mu-sicali gradevolissime Inquesto stesso periodo forseinfluenzati dalla personalitagravedel Galluccio a metagrave anni50 alcuni amici si attivarono per dare vita alla prima As-sociazione Amici della Musica di Galatina

Artefici eccezionali di questo movimento culturale furo-no la nobildonna Luisina Vallone Sticchi il dott AngeloSodo animatore principale le profsse sorelle Gina e An-tonietta Piscopo la profssa A Congedo la profssa Wan-da Bruno il sig Raffaele Congedo

La prima sede dei concerti fu la palestra della Scuola me-dia ldquoG Pascolirdquo in cui ebbi il piacere di suonare alcune miecomposizioni elogiate dal presentatore allora giovane pre-sidente Angelo Sodo ora giudice in pensione

Dopo qualche anno ci si spostograve nella sala ldquoLillordquo ora Sa-la consiliare del Comune acui sono legato da un tristericordo fui respinto alla por-ta drsquoingresso della Sala per-cheacute sprovvisto di abbona-mento

Per me allora quindicen-ne lrsquoiscrizione allrsquoAssocia-zione era un lusso che nonpotevo permettermi

Intanto a fine anni 50 or-mai affermato nellrsquoambientemusicale galatinese e nonsolo fui incaricato dalla pre-sidente Vallone insieme al-lrsquoamico Virgilio Contaldodella vicepresidenza del-lrsquoAssociazione che in quelperiodo in cerca di una sedepiugrave confortevole fu ospitatanel Circolo cittadino ldquoCirco-lo dei Signorirdquo ora sede deiVigili Urbani Il salone eraabbastanza elegante e ca-piente e il pubblico nonmolto numeroso era suffi-ciente a tenere dignitosa-mente in vita le seratemusicali

In questa nuova sede lrsquoAs-sociazione sembrograve aver tro-

vato finalmente una sua collocazione piugrave in linea con leesigenze di raffinatezza ed eleganza delle sue serate

Ma non si era valutata la presenza di alcuni anticorpi chesi annidavano tra i Soci del Circolo

Succedeva non poche volte che alcuni ldquoSignorirdquo noncu-ranti del concerto in corso nella saletta di lettura a fiancodel salone non sapessero fare a meno della partita a carte

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 33

1990 - Il prof Zeffirino Rizzelli in undibattito pubblico al Centro Studi Musicali

e che nel momento meno op-portuno esclamassero ad altavoce frasi tipiche del gioco del-la scopa

Superati questi momenti em-blematici di un periodo storicoormai vicino al rivoluzionariorsquo68 lrsquoAssociazione perdette loslancio della prima fase e pianpiano si esaurigrave per mancanza disostegni umani e materiali

Il sottoscritto in cerca di nuo-vi interessi musicali e desidero-so di attuare per Galatina piugravesolidi progetti abbandonograve lrsquoAs-sociazione per fondare il Con-corso pianistico nazionaleldquoCafarordquo sostenuto dallrsquoentu-siasmo di un acceso appassio-nato della musica lrsquoamico OnBeniamino De Maria

Poi fu la volta della fondazio-ne del Circolo culturale ldquoIl Por-ticordquo questa volta con lrsquoaiuto digrandi personaggi della culturagalatinese mons Antonio An-tonaci docente universitariostorico e filosofo avv CarloCaggia dott Mario Montinarifondatore dellrsquoOspedaletto pediatrico a Bari e il prof Zef-

firino Rizzelli A fine anni 80sempre con la consulenza aiu-to e incoraggiamento dellrsquoami-co Rizzelli diedi vita ad unambizioso progetto ldquocredordquoutile al prestigio della cittagrave IlCentro Studi Musicali ldquoP Cafa-rordquo Una iniziativa che miravaa istituire in loco un Liceo Mu-sicale Pareggiato ai Conserva-tori di Stato

Ma come ormai molti sannonon fu realizzato solo per unsoffio per insensibilitagrave miopiae incapacitagrave di qualche politicodel momento

Il 1995 egrave lrsquoanno del ritornoagli Amici della Musica ripren-dendo un filo interrotto neglianni rsquo60

La prima riunione con i nuo-vi Amici non puograve non avvenireche nella sua sede naturale ilPalazzo della Cultura Parteci-pano i Proff Michele Benegia-mo Lucia Falco GiovannaLucarelli Maria MazzarellaClelia Massaro la sigra MariaMasi la sigra Giovanna Pelle-

grino lrsquoavv Antonio Legno il dott Domenico Mangione

34 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

1996 - Galatina (LE) - Chiostro Basilica S CaterinaSpettatori durante un Concerto Amici della musica

il prof Zeffirino Rizzelli Le serate iniziano nella Sala ldquoContaldordquo e proseguono

negli anni successivi senza interruzione ospitando fino adoggi oltre 400 fra musi-cisti letterati scrittoripoeti attori cantanti

Dal rsquo95 siamo ormailontani 20 anni ed egravequindi comprensibileche io esprima ora unsenso di generale sod-disfazione e orgoglioIl merito principale na-turalmente va soprat-tutto ai Soci prove-nienti da molti paesidella provincia checon senso di responsa-bilitagrave ed abnegazionehanno sostenuto lrsquoini-ziativa facendoci rag-giungere un traguardoimportante un obietti-vo degno di una gran-de cittagrave una conquista sociale a vantaggio dellrsquointeroSalento

La qualitagrave dei nostri concerti egrave dovuta alla fattiva colla-borazione della nostra Associazione con le piugrave interessan-ti Rassegne internazionali I rispettivi Direttori artisticicollaborano ormai con noi da un porsquo di anni segnalandocii vincitori assoluti dei Concorsi Recentemente abbiamoavuto lrsquoonore della collaborazione con la prestigiosa Acca-demia Internazionale di Imola diretta da un amico il MdegFranco Scala che ha voluto ldquoregalarcirdquo per lrsquoinaugurazio-ne dellrsquoattuale Stagione concertistica uno dei migliori al-

lievi il pianista Roman Lopatinsky che ha mandato in vi-sibilio il numeroso pubblico con un pianismo brillante eun virtuosismo eccezionale

La nostra Associazio-ne egrave ormai una Univer-sitagrave della musica unospazio culturale in cuisi affrontano e svilup-pano tematiche specifi-che della letteraturamusicale nuovi studisulla liederistica ro-mantica e approfondi-menti sui vari stili eforme delle composi-zioni di ogni tempo

Un vero laboratoriosperimentale per ela-borazioni di natura cri-tica e filosofica

Con il programma disala poi sempre ac-compagnato da unrsquoat-tenta guida allrsquoascolto

si continua a perfezionare la formazione critica dei Socioffrendo loro un prezioso mezzo di comprensione dellecomplesse problematiche delle opere musicali

Una realtagrave stimolante per Galatina ed una indicazioneper far riflettere i responsabili politici nazionali

Qualche volta dalla periferia puograve emergere un utile sug-gerimento

Forse sarebbe auspicabile da parte dei politici un porsquo diumiltagrave per sostituirla allrsquoarroganza di chi continua semprea governare isolato con presunzione e incapacitagrave di com-prendere a fondo i veri problemi del Paese bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 35

2015 - Galatina (LE) - Il pianista Roman Lopatinskyallrsquoinaugurazione della stagione concertistica 20152016

Bruno Vittorio Massaro

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 12: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

to Vernaleone di Galatina Detta lettera fu donata dal Sig Fran-cesco Carrozzini di Soleto nel 1773rsquo

Priegomi Illmo Onmo Maestro mio che me facciate avisatode quelle mie lettere colle quali io resposi allrsquoepistola vostra Mae-stro Matteo prendo piugrave larga licentia nello scriuere vulgare Per-cheacute li piugrave savij del mondo han voluto che me insegnaste comoSeneca manifestare li concepti de la mente vostra senza parlarelo doveriamo fare Adunque secundoil mio parlare ve dico che lo libromio et al fine et che la eloquentia etla dignitagrave de li caratteri et de voca-buli ho possuto indirizzare a VIllma persona et a nisciuno altro ho-mo Io no so degno neacute me reputarogravepresumptuoso se offerirograve al MioMaestro de la philosophia et de lamatematica grande quello che pos-so ma assai haverograve facto et in parti-culare che come discipulo dellrsquoIllmavostra casa ho desiderato honorarequesta mia opera et purgata di ogni carattere al gusto et honestautilitagrave Illmo Maestro haverograve facto bono dica alcuna cosa etspero che et piacevole che a quante fiate ve odo igraveo non tengo al-cuno dubio in le labra vostre percheacute la oratione deue essere pu-ra como lrsquoanima Non posso non maravigliarme de la VS alegrezanello sapere che con la lengua de li greci de la materia allo vul-go umno ad alcuni hypocriti homini docti et boni mangiatori dele fatiche de li philisophi et como lo VS insegnamento che per es-sere alcuni Signori altri vassalli altri barbari altri dotti altriGreci e Latini non simo perograve tutti che un medesimo metallo neha la natura fece servi et liberi ma la lege de Dio fece tutti ugua-li et variati de la fortuna che la ANIMA et de la MORTE laquale fa vedere che tutti semo pari come dice Seneca et como di-ce lo Magister meus lrsquoanima et nello cerebro cossigrave non egrave partedel mondo neacute dentro neacute fore Como la letione ultima in sua ca-sa Illma che Trismegi-sto dixe che lrsquoanima etuna sfera da la qualelo centro e in omno lo-co como Dio et la suacircumnferentia ni-sciuno ma como diceAristotele llagrave se vedepiugrave manifestamentelrsquoanima et Dio dovemagiore lo effettu souet questo in medioCoeli Tanti hominiche hanno scripto tan-te inventioni de le stel-le che culpa egrave degrave lestelle si noi semo cau-sa de lo nostro male dela anima medesimache quelle stelle siamalvido quella altrafa li homini poveri etricchi et ciechi e altri surdi Como consentite voi Magister chedal cielo non ven alcun male como dice Averroe et cosa bona adcredere che le stelle non so maligne ma che la culpa egrave nostra etnon egrave dal cielo Ad V Illmo judicio tutte queste cose procedono

de lo cielo lo movimento de li cieli egrave causa de tutto lo bene comodice Aristotele Per lo moto dello Sole nello circulo chiamato Zo-diaco produce la generatione et corruptione Onmo Maestro miointro la opera mia non egrave lo corpo ma lrsquoanima e quello che peccae se lrsquoanimo non se emenda la nostra anima non andaria mainello universo di Dio ma incappa in le galere de Catalani Lrsquoani-ma et la virtugrave de lrsquohomini de bona opera non de li signi Magister

Sapientissimo ad mio parere si legiein piugrave parti de la scrittura de lrsquooperamia che lrsquoanima conserva bona lamemoria de le cose et genera idee chesi ponno applicare ad qualsevogliaproposito et piugrave delle volte son fatteper lo commodo como diceAristotele Ben dice lo proverbio Έντῶ μηδὲν φ (cancellato) φθονεῖνἡδύστατος βίος [Nel non invidia-re per niente (si trova) la vita piugravedolce] Li beni de lrsquoanima ponno laintelligentia la sapientia et le altre

virtuto intellettuali Li beni de lo corpo sonno la vanitagrave lo vigo-re de li sensi et de altre con convenienti di lo corpo In questa al-tra parte lontano dalla VS Illma presentia et de vostri honoriet essendo anco molto lontano da casa chesser in Napoli conlrsquoanimo et lrsquoosservanza de la cortesia et studij vostri che me co-mandaste ve supplico lo aiuto vostro che me liberi da la igno-rantia de la scriptura et de li errori et nelle interpretacioni Inveritagrave et con multo affetto et senza dubio dico ad voi Magistersapientissimo che hio sia desioso de lrsquoamicitia vostra tenendo agravemolta stima in voi et come sempre che chi scrive se mette allogiudicio de molti Li homini dotti de Napoli salutano lrsquoOnmoMaestro che da molti siati amato Per hora stiate sano et Dio viconserui

VS Sertore e discipulo VS Fransco ScarpaDie IV Aprilis 1583 Lrsquoantica lettera si conserva assai beneFu scritta da Francesco Scarpa di Soleto al dotto Matteo

Tafuro suo maestro Copiai in Galatina nel 1856rsquo

NOTE

- Tutte le immagini riprodotte sono di esclusiva proprietagrave del Comunedi Galatina - Museo Cavoti E vietata qualunque riproduzione parzialeo integrale delle immagini qui riprodotte senza autorizzazione scritta alComune di Galatina nonchegrave la richiesta di citazione dellautore- Le foto sono state realizzate dallrsquoautore1 - L Rizzo Il Commento di Francesco Scarpa al De anima di Aristotele in Ri-nascimento meridionale III pp 129-148 Napoli20122 - GBTafuri Istoria degli scrittori nati nel regno di Napolivol 3pp 109-111 Napoli 17443 - Scarpa Salentino De anima riproduzione della stampa del 1584 contraduzione introduzione e note a cura di Silvia Mandurino Scrittori Sa-lentini - VI Centro di Studi Salentini Edizioni Lecce 19734 - L Galante Notizie inedite su Matteo Tafuri Nuove rivelazioni da un ma-noscritto secentesco in Il filo di Aracne anno VIII-n5 novembredicem-bre2013Galatina5 - Ringrazio Mons Quintino Gianfreda Direttore co ufficio per lrsquoarte sa-cra e i beni culturali Arcidiocesi di Otranto per la tempestiva autorizza-zione Sottolineo che le immagini del frontespizio e della data di mortedel registro parrocchiale dei defunti sono di unica proprietagrave della Parroc-chia di Soleto Pertanto le immagini non potranno essere cedute - nep-pure parzialmente e ad alcun titolo - a soggetti terzi vincolo questo estesoanche allrsquoEditore 6 - Lattuale Santuario della Madonna delle Grazie dei Frati Minori di SanFrancesco

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 15

Galatina (LE) - Museo CavotiLettera di Francesco Scarpa

Luigi Galante

APS - Atto di morte di Francesco Scarpa

16 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SALENTO OGGI

Mi ononno Vin-cenzo Miccolinato nel 1908 a

Torchiarolo comprograve dopo annidi sacrifici e risparmi di unrsquointeravita un pezzo di terreno su cui crsquoeranootto filari di ulivi

Da giovane andava in campagna a lavo-rare come bracciante agricolo nelle campagnedei vari Don locali Si alzava quando ancora era buiosia destate che drsquoinverno col freddo con il caldo torridoo con la pioggia In bicicletta raggiungeva campagne mol-to lontane da Torchiarolo a poca distanza da MesagneDue ore per andarci due ore per tornarci Tutto questogran lavoro lo faceva per guadagnarsi la vita e mantene-re onestamente la famiglia

Il nonno non era soltanto bravo a zappare e a raccoglie-re olive uva e tabacco Si distingueva in ogni aspetto del-la vita del contadino Perciograve era anche abile a potareinnestare irrorare le piante a spargere il concime e aquantrsquoaltro Erano tutti bravi e laboriosi i contadini di untempo Parlavano ogni giorno con le loro creature in cam-pagna e ad esse si legavano con lo stesso affetto cura edamore con cui ogni genitore si rivolge quotidianamente aipropri figli

Tutto riusciva a fare mio nonno sapeva anche leg-gere e apporre la firma Lrsquoultima cosa che glimancava della vita era quella di fare il soldatoFu costretto ad apprendere questa amara e tri-ste esperienza con lo scoppio della secondaguerra mondiale Dovette lasciare nonnaPantalea con tre figli e uno in arrivo perservire la bandiera tricolore e lo Stato peril quale provava una certa attrazione Fucosigrave che un bel giorno arrivograve a casauna brutta e inaspettata letteradel Ministerod e l l a

Nella zona di Torchiarolo continuano le eradicazioni dei ldquogiganti del Salentordquo

TOGLIETE LE MANI DAGLI ULIVISappiate che li difenderemo come se fossero i nostri padri i nostri figli

di Enza Pagliaro

Guer-ra Lui che non srsquoera mai mosso

dal Salento dalla sua Terra-Madredoveva presentarsi entro due giorni al

comando militare di Lecce con destinazio-ne Nord drsquoItalia Se ne partigrave con un profondo

dolore nel cuore e con tante lacrime nellrsquoanima masul viso si leggeva la fierezza del cittadino e del solda-to che va a difendere le fortune del proprio paese

Mia nonna non ebbe sue notizie per piugrave di un annoFu poi informata che lavevano fatto prigioniero sen-

za che si sapesse in quale campo di concentramento fos-se rinchiuso I giorni passavano in fretta ma di lui non

arrivava nessuna lettera e nessuna notizia Poi quando an-che le ultime speranze stavano per abbandonare mia nonnaecco che la vita della famiglia Miccoli di Torchiarolo si riempigraveallrsquoimprovviso di gioia Mio nonno a differenza di tanti suoicommilitoni ce lrsquoaveva fatta a rientrare in patria Il giorno delsuo arrivo a Torchiarolo nessuno lo riconobbe per strada per-cheacute era ridotto pelle e ossa Aveva camminato per mesi a piediper poter raggiungere la sua famiglia il suo amato paese

Quel giorno perograve non fu

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 17

Nella zona di Torchiarolo continuano le eradicazioni dei ldquogiganti del Salentordquo

TOGLIETE LE MANI DAGLI ULIVISappiate che li difenderemo come se fossero i nostri padri i nostri figli

di Enza Pagliaro

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 19

esattamente come mio nonno aveva sognato che fosse Purtroppo il piugrave piccolo dei suoi bambini era morto sen-

za che lui lrsquoavesse mai potuto abbracciare Nonostante que-sto inaspettato dolore Lu Nzinu te la Pantalea si rimboccograve lemaniche e ricominciograve a lavorare per portare il pane a casaPassarono una decina drsquoanni prima che la famiglia si ripren-desse dal dissesto economico causato dalla guerra

Pian piano lrsquoantico sogno di mio nonno di avere degli al-beri di ulivo tutti per seacute si avverograve Quando ormai era di-ventato un uomo di mezzrsquoetagrave acquistograve grazie ai tantisacrifici fatti un piccolo uliveto in contrada ldquoCase Bian-cherdquo poco fuori il paese E fu per lui una gioia immensa

Parve rinato e senza piugrave alcun acciacco fisico Con la bicicletta Lu Nzinu te la Pantalea andava a Case

Bianche per curare i suoi alberi drsquoulivo Per annaffiarlicarisciava lrsquoacqua cu le menze dalla fontana allrsquooliveto Pas-su dopu passu menza dopu menza i sacrifici venivano pun-tualmente ripagati dal raccolto e con i soldi ricavati dalleolive ogni anno poteva arricchire la dote alle sue figliole

Molti anni dopo quando il nonno ormai era vecchio equasi non camminava piugrave volleandare a rivedere i suoi alberi diulivo Non potendo piugrave cavalcarela vecchia bicicletta fu condottodietro sua ripetuta insistenzadalle figlie in auto Quando misepiede a Case Bianche cominciogravestranamente a camminare comenon faceva da tanto tempo guar-dava i suoi alberi filaru persquo filaruuno per uno Li conosceva tuttiLi sapeva distinguere gli uni da-gli altri Ad ognuno aveva asse-gnato un nome come fa ognipadre a ciascuno dei propri fi-glioli Quel pomeriggio il nonnoparlando con la sua terra conquegli eterni testimoni volle ri-cordare ai presenti il modo concui aveva saputo curarli quanteolive aveva raccolto in ogni anna-ta quanto sudore aveva versato e quante soddisfazioniaveva ricevuto per ognuno di quegli alberi Fu molto bra-vo a ripercorrere gioie e dolori della sua vita Per lui que-gli ulivi erano i suoi genitori e al tempo stesso i suoi figli

Oggi il nonno non crsquoegrave piugrave come legge naturale vuole chesia per ognuno di noi

Mia madre lo sostituigrave in tutto e per tutto ma non permolto tempo Anche lei iniziograve ad accusare gli acciacchi del-la vecchiaia muovendosi a mala pena in casa

Di tanto in tanto pretende di essere accompagnata a ldquoCa-se Biancherdquo per salutare quegli ulivi che suo padre le ave-va lasciato in ereditagrave Anche lei lrsquoAngiulina te la Pantaleaoggi si egrave mossa tra quei filari come se non avesse addossoalcun affanno e malanno fisico A lei egrave sembrato come sesuo padre fosse ancora ligrave a lavorare giovane e speranzosocome aveva sempre fatto per una intera vita Ersquo rimasta alungo assorta tra quegli alberi spostandosi pensosa e com-mossa ora di qua ora di lagrave come quando da giovinettaaiutava nonno Vincenzo a legare le fascine della rimondao a piegarsi per terra a raccogliere quellrsquooro nero che si

tramutava poi in oro giallo splendenteUna settimana fa mia madre ha ricevuto una lettera una

brutta lettera Non era certamente la stessa lettera ricevu-ta dal nonno per andare in guerra Ma anche in questo ca-so srsquoegrave trattato di una guerra Non di uomini contro uominima di uomini contro ulivi Vogliono eradicare quei gigan-ti dal piccolo appezzamento di terra Oltre ad averci mes-so unangoscia addosso mia madre ha pianto a dirotto econ lei dallrsquoalto dei cieli avragrave pianto anche mio nonno so-lo ad immaginarsi una scena del genere

Ersquo una lettera che non ci fa dormire la notte e che ci spez-za il cuore

Mia madre egrave comunque molto speranzosa e si augurache tutto si risolveragrave per il meglio allo stesso modo di co-me si risolse il caso di mio nonno che si presentograve a noiquando ormai tutti lo avevano dato giagrave per morto Lei nonfinisce mai di dirci che la vita a volte puograve avere un lieto fi-ne come in una bella favola

Lei egrave anche una donna paziente giusta saggia ed aspet-ta con grande ansia che il caso si risolva positivamente Ma

con il trascorrere dei giorni la speranza le sta venendo me-no ed allora ci esorta a tenere duro e a non desistere

Lei egrave anche una donna forte battagliera determinata adogni cosa ed egrave arrivata a dirci a chiare lettere che tutto po-tranno toglierci ma non il diritto di difendere ciograve che ciappartiene

La nostra storia i colori i profumi e i frutti della nostraterra i nostri alberi di ulivo sono ligrave in contrada ldquoCaseBiancherdquo e noi saremo ligrave a difenderli sino alla fine

Stessa cosa avrebbe detto Nonno Vincenzo se fosse an-cora in vita Lui da giovane ha offerto le sue braccia e lasua vita per difendere la Patria Italia e dalla Patria non haricevuto mai nulla

Ora a voi uomini senza cuore uomini di pietra rivol-giamo la preghiera di rispettare e di non toccare i nostriulivi che da tante generazioni sono per noi salentini la no-stra anima il nostro unico sostentamento bull

Enza Pagliara

Srsquointitola Respiri di pietra Monumenti megalitici del Salen-to (Lupo Editore Copertino 2014) il libro fotograficoche il ligure ma milanese drsquoadozione Leonello Berto-

lucci ha voluto donare allaTerra fra i due mari lrsquoanticaMessapia Un libro dalla co-pertina nera dal cui centrosorge come un astro lucente lasilhouette del maestoso trilitedenominato Chianca di SantoStefano di Carpignano Salenti-no La luce che dalla pietra sifa cogliere dal fotografo egravestrana e coinvolgente infattiil gioco di luci e ombre lrsquoan-tropizza a tal punto da farcelapercepire come energia vitale

Dal suo blog sappiamo cheegli egrave laquonato in Liguria e ap-prodato a Milano negli anni Ottanta ha intrapreso la stradadel reportage fotografico lavorando per alcune testate eagenzie italiane in seguito hanno avuto inizio collaborazio-ni internazionali tra cui quella con lrsquoagenzia ldquoSygmardquo di Pa-rigi Sue foto sono apparse su testate quali ldquoTimerdquoldquoNewsweekrdquo ldquoSternrdquo ldquoParis-Matchrdquo ldquoEpocardquo Ha fondatoe diretto per alcuni anni unrsquoagenzia fotogiornalistica mentreoggi continua a fotografare e condurre tutta una serie di at-tivitagrave nel campo della cultura fotografica vengono pubblica-ti suoi libri drsquoimmagini e allestite sue mostre organizzaeventi ed egrave docente in corsi e scuole di fotografia Egrave consu-lente in campo editoriale e multimediale ed egrave chiamato an-che a ricoprire il ruolo di photo editor in redazioni di giornaliha scritto il primo libro in Italia sullrsquoargomento col titoloProfessione Photo Editor Della sua attivitagrave si sono occupateriviste di fotografia come ldquoFotopraticardquo ldquoIl FotografordquoldquoNuova Fotografiardquo ldquoPhotordquo ldquoPhotographiardquo ldquoTechnoPhotordquo ldquoGente di Fotografiardquo ldquoFotocomputerrdquo Gli piacegiocare e nelle edizioni del ldquoPulcinoelefanterdquo [editore drsquoar-te che stampa in proprio rari esemplari di bibliofilia] le suefotografie giocano con testi tra gli altri di Alda Merini To-nino Guerra Enzo Sellerioraquo

Di lui hanno scritto Roberto Mutti laquoLeonello Bertolucci sa recuperare la pun-

tigliositagrave e la curiositagrave per ogni aspetto della vita Ma anchesoprattutto la capacitagrave di ascoltare e trasformare in immagi-

ni i sussurri da contrapporre alle grida di cui in troppi sem-brano non poter piugrave fare a menoraquo

Giuseppe Turroni laquoEsiste in Bertolucci davvero incante-vole e incantato il piacere del fare del raccon-tare del vedere sia pure strizzando lrsquoocchiocon ironia ripetiamo e senza malizia alle infi-nite contraddizioni e ambigue variazioni e va-lenze del mondo reale Egli ci restituiscematerie precise le scansioni di un racconto ter-so e delicato e il suo occhio fotografico egrave perripetere un verso di Sylvia Plath ldquoesatto e drsquoar-gentordquoraquo

Gino Patroni laquoLa prima foto della mia vitami fu scattata in un cortile di via Cernaia tra icaseggiati delle Elementari e la palestra dellaldquoPro Italiardquo Ovviamente una foto scolasticaricordo di fine drsquoanno Noi ragazzini in fittogruppo su un lato il maestro alto nei nostriconfronti come un campanile accanto alla

chiesa ndash Fermi ndash gridograve il fotografo con voce da sergenteprima del lampo Da allora ho conosciuto molti fotografiquasi tutti da bottega persino uno a Kopenik (Berlino) nelsettembre 1944 Insomma una foto da gefang (prigioniero)per gli archivi burocratici del lager Risultai magrissimoLrsquoultimo fotografo che ho conosciuto in ordine recentissimodi tempo egrave uno spezzino Leonello Bertoluccihellipraquo

Bertolucci che egrave fotografo professionista ha unrsquoidea benprecisa del suo operare Il suo archivio fotografico egrave colmo dicentinaia di migliaia di fotografie tanto da fargli scrivere

laquoHo perseguito unrsquoidea fotografica ci ho creduto e lavora-

20 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

AUTORI amp EDITORI

Giurdignano (LE) - Menhir vicinanze 2

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 21

to Ma ora di fronte alla quantitagrave di fotografie e di scelte pos-sibili sono in crisi Voglio strutturare un percorso coerentee sensato Molte decisioni srsquoimpongono e la mia parte emo-tiva litiga con quella razionale Cerco un occhio ldquoaltrordquo chemi aiuti a muovermi sul confinehellipraquo

Cosigrave pure egli conosce bene lrsquoarte della fotografia tanto dascrivere

laquoIl vero problema non egrave fare una foto sbagliata ma fareun uso sbagliato della foto Il brivido corre non quando tuguardi una fotografia ma quando lei guarda te Ogni foto-grafia ha cinque lati i primi quattro delineano lrsquoinquadra-tura il quinto egrave il suo lato oscuro Fotografare dovrebbeprovocare uno strabismo buono guardarsi dentro mentre siguarda fuori Lrsquoediting di una narrazione fotografica egrave unviaggio dentro il suo senso come ogni viaggio presupponeun punto di partenza e uno drsquoarrivoraquo (tratto dal blog Quan-do un Photo Editor)

Oggi Leonello Bertolucci ha fotografato anche il Salentouna sua parte profonda e radicale che si perde nella nottedei tempi i megaliti i maestosi massi che il Salento custodi-sce cosigrave come una madre custodisce i suoi figli

A introdurre il libro Respiri di Pietra con una sintesi stra-ordinaria e una cosmogonia stupefacente egrave Edoardo Win-speare il regista nostro conterraneo che con la sua operacinematografica ha fatto conoscere il Salento in tutto ilmondo Egrave stupenda la visione che egli ha della terra nellaquale viviamo Edoardo egrave nato a Depressa (Tricase) in unodei castelli ancora oggi attivo e accogliente Bertolucci inve-ce da qualche tempo ha acquistato una casa a Corigliano

drsquoOtranto dove ritorna da Milano quando sente il bisognodi rifugiarsi nellrsquoabbraccio magnogreco dellrsquoantica terramessapica

Nellrsquointroduzione al libro Winspeare scrive laquoNel Salento il mare egrave azzurro-verde e ha una trasparen-

za cristallina gli alberi di ulivo secolari incutono rispetto co-me ogni monumento della natura la terra egrave rossa come ilsangue ma ciograve che rende questo finisterrae drsquoEuropa un ter-ritorio davvero unico egrave la pietra Per i salentini la pietra egrave co-me il legno per gli indios amazzonici o i popoli sciamanicidella Siberia

Nellrsquoantica Messapia non si edificava con i mattoni il le-gno era quasi sconosciuto come materiale da costruzionetutto era di tufo carparo pietra leccese di Cursi drsquoAlessa-no di Soleto si era circondati da peshchi cuti stozzi patrud-dhi feddhe e ancora altri nomi [hellip] per definire ogni piccolavariazione della pietra [hellip] I menhir e i dolmen sono unapresenza abituale nelle nostre campagne Il loro fascino mi-sterico ne fa agli occhi di chi sa guardare degli ieratici sacer-doti intermediari fra il cielo e la terra quasi fossero dei moaimediterranei eretti come monito trascendentale dellrsquoesisten-za umana Leonello Bertolucci fotografo sensibile ha sapu-to guardare dove altri vedono solo Le sue immagini deinostri megaliti sembrano sguardi da un terzo occhio quellodellrsquoanimaraquo

Stupende queste parole di Edoardo che permettono allospirito umano di godere della bellezza della natura Parago-nare i nostri menir ai grandi moai dellrsquoisola di Pasqua (Ra-pa Nui) significa veramente aver capito fino in fondo ilsignificato che gli antichi abitatori di questa terra volevanodare a quei grandi massi ritti come spinotti conficcati nellaroccia

E tale comprensione egrave rilevabile pure nelle fotografie diBertolucci che intitolando il libro laquoa tutti i nostri padri a[suo padre]raquo ha guardato attraverso lrsquoocchio magico dellafotocamera i megaliti del Salento quasi fossero dei nostriantenati Cosigrave il suo percorso fotografico ha attraversatocampagne e rilievi collinari consacrando al nostro immagi-nario i megaliti di Giurdignano Giuggianello Otranto Mi-nervino di Lecce Carpignano Salentino MelpignanoMartano Bagnolo Cursi Patugrave Corigliano drsquoOtranto Pal-mariggi Cannole UgentoTerenzano Calimera Diso Cosigraveil suo libro immortala la bellezza e la severitagrave dei menhirdei dolmen delle specchie del Masso della strega degliipogei delle chianche della Centopietre della Pietra di sanVito del megalite di Terenzano Tutte pietre che respiraro-no energie vitali

Martano (LE) - Specchia dei mori

22 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Sotto una pregevole litografia ottocentesca custoditadai frati francescani di Soleto figura la seguente le-genda Nel 1568 un giocatore furibondo vibrograve due colpi

sul volto della Sacra Immagine di Maria dipinta sul muro di unacappella dove poi fu eretto il Convento de PP Riformati in Sole-to e bestemmiando disse Io noncredo che tu sei la madre di Diose non mi fai ammazzare stase-ra Dalle ferite della Sacra Effi-gie scaturigrave molto sangue e inquella sera lrsquoempio sacrilegosulla porta di Soleto fu uccisoLa prodigiosa immagine cosigrave fe-rita ed intrisa di sangue si ado-ra nel tempio del succennatoConvento

La litografia riproduce asinistra un giovane mentrecon unrsquoaccetta colpisce il vi-so di una Madonna col Bam-bino e a destra la suauccisione ad opera di un ma-cellaio armato di coltelloSullo sfondo lo skyline diSoleto con la guglia di Rai-mondello Orsini del Balzocollocata in un improbabilepaesaggio collinare

Comrsquoegrave noto nel 1568 il le-gnaiolo Giacomo Lissandridopo aver perduto al giocotutti i suoi denari entrato in una cappella campestre si-tuata fuori le mura di Soleto in un terreno dove poi sorge-ragrave il Convento dei Frati Minori colpigrave con una scure laldquofaccia bella della Madonnardquo ldquodipinta sulla pietrardquo dallaquale ldquosgorgograve sangue vermigliordquo come enfaticamentepuntualizzava il panegirista soletano Giuseppe Stanca inuna sua predica del 27 luglio del 1908 La sera stessa lrsquoem-pio oltraggiatore sconvolto dallrsquoincubo del delitto venne pu-gnalato e ammazzato dal macellaio Luigi Rullo nei pressidella Porta S Antonio detta nel lsquo500 Porta di borea La lito-grafia ci restituisce lrsquoimmagine della Madonna affrescata inuna edicola campestre ma P Diego Tafuro da Lequile nel-la sua Relatio Historica affermando che il Lissandri gioca-

va intra eandem aediculam confermava che si trattograve di unacappella coperta anche se di piccole dimensioni Dellostesso parere furono nel 1724 Padre Bonaventura Da La-ma e poi Padre Benigno F Perrone Nessuna fonte ci dicecon chi il Lissandri giocava e perdeva a carte nella cappel-

la Sappiamo perograve che Gia-como Lissandri potrebbeessere il figlio di Antonio Les-sandri vivente nel 1546 men-tre un documento del 1622segnala la natura violentadella famiglia Rullo Si sostie-ne infatti che Giovanni Rul-lo forse nipote del macellaioLuigi havesse (anche lui) am-mazzato uno de Soligraveto (Soleto)del quale non si sa il nome

Come segnala una divotapreghiera del 1789 su Giaco-mo Lissandri sembrograve abbat-tersi lrsquoira divina e se non fossesopravvenuta la morte vio-lenta sarebbe stato sicura-mente scomunicato dalpreoccupato arcivescovo diOtranto il napoletano PietroAntonio de Capua il qualecon le Costituzioni sinodali ndeg26 e ndeg 47 delle complessive58 stabilite nel Sinodo del1567 (si badi bene un anno

prima del fatto sacrilego) quasi a preconizzare i fatti di So-leto cosigrave disponeva Scomunicamo tutte quelle persone chenelle chiese et luochi sacrihellip faranno o giocheranno a carte o adadi et ad altra sorte di giocho proibito E ancora Scomunica-mo tutte quelle persone le quali temerariamente con pietra fer-ro (nel nostro caso unrsquoascia) o qual sivoglia instrumento diqual sivoglia modo feriranno o guasteranno lrsquoimagine del Cru-cifisso della Gloriosa Vergine Maria (nel caso di Soleto la Ma-donna delle Grazie) et altri Santi

La minaccia di scomunica quindi gravava su chi gioca-va a carte o a dadi nelle chiese e su chi sfregiava le imma-gini sacre

Il compianto prof Mario Marti in un suo bellissimo ar-

UNA FINESTRA SUL PASSATO

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 23

ticolo intitolato ldquoDonne e madonne salentine fra memoriae democulturardquo coglieva appieno lrsquoespressione singolaredella Madonna soletana che lui osservava spesso durantele visite nella ldquosuardquo Soleto Cosigrave infatti ricordava ldquoHoavuto modo di vedere tante volte il viso allora in una te-ca e coperto da un panno un porsquo atono e distante dellrsquoim-magine sacra un porsquo astratto e metafisico che puograve farpensare veramente piugrave a una severitagrave di esemplare giusti-zia (come avvenne allrsquoempio oltraggiatore Giacomo Lisan-dri) che a una maternitagrave fatta drsquoindulgenza e di perdonordquo

Lrsquoaffresco della Madonna delle Grazie databile alla pri-ma metagrave del Quattrocento rievoca echi rinascimentali (co-me nota Sergio Ortese) ed egrave impostato secondo i canoni

della prospettiva Venne poi incastonato nella nicchia cen-trale dellrsquoaltare maggiore nella chiesa conventuale dei Fra-ti Minori di Soleto giagrave nel 1617 denominata S(anc)taM(ari)a della Gr(ati)a completata nel 1614 con molta pro-babilitagrave dallrsquoarchitetto neretino Maria Tarantino

Tutti parlano di una Madonna severa con lo sguardoperso nel vuoto mentre il Bambino sorridente regge conla destra un piccolo ventaglio liturgico e con la sinistra gio-ca con un uccellino Si tratta invece di una Mater amabilisvolta a suscitare la misericordia di Dio verso i fedeli

Lo sguardo triste mesto e distaccato della Vergine estra-neo al gesto sacrilego del Lissandri egrave solo presago dellaPassione del Figlio raffigurata dal corallo rosso che pendedal collo del Bambino simbolo del suo sangue e della suamorte in croce

BibliografiaEgrave utile consultare L MANNI La Madonna delle Grazie di Soleto Galati-

na 2001 pp 43-53D Donato DE LUCA Divote preghiere per la novena della Madonna delle

Grazie Gallipoli 1897 pp 11-31B F PERRONE I conventi della serafica riforma di S Nicolograve in Puglia II

Galatina 1981 p 171M MARTI Donne e Madonne salentine fra memoria e democultura in

ldquoRassegna trimestrale della Banca Agricola Popolare di Matino e Leccea VIII 1 Galatina marzo 1982 p 127

L MANNI Guida di Soleto (a cura di M CAZZATO) Galatina 1992pp 41-42

L MANNI Santi e miracoli nel Salento Galatina 1996 pp 90-93 123

laquoMorsquo vu cuntu nu cunturaquo ni dicigravea la nonna Anna E zzacca-va a cuntare

E tutta la stanza se lsquonchia chianu chianu de fate de streche demachi e macare de re e de regine e puru de li nanni orchi ca nifacigraveanu ghiacciare lu sangu sulamente cu li pensagravevamu

Ma pe pocu tiempu perograve Finu a a quandu nu rrivava lu mu-mentu mentru la nonna sta cuntava ca li pariti e la stessa lagrave-mia de la stanza allrsquoimpruvvisu scumparigraveanu e lassavanu pertulu cielu e allora se perdigraveanu tutti le fate le streche li machi e linanni orchi e nui vidigraveame a lsquoncapu luccicare sulamente le stel-le e le lune e poi a centu a centu passavanu prucissioni de ca-valieri cu le curazze drsquooru e li pinnacchi e lu tiempu nu sapivise era moi o poi o prima essendu ca ni sentigraveame puru nui in-tru a lu cuntu ca la nonna sta cuntava E poi vidigraveame allrsquoim-pruvvisu li draghi e li cavaddhi alati ca sfrecciavanu vulandu ese putigravea sentire comu nu striunizzu propiu a mmienzu a la stan-za ca era ddeventata na fureata incantata e alla fine se dduma-vanu tante luciceddhe ca tremulavanu luntanu luntanu e poise perdigraveanu a rretu allrsquoorizzonte ndash a lu scuffundu dicigravea la non-na ndash addhai ci nu canta caddhu e nu lluce lunahellip

Pensagravetila comu vuliti ma ju sursquo sicuru ca prima o poi a nucertu giurnu precisu a lu postu magicu addhai ci se cugraventanulsquoncora li cunti de na fiata me incontru lsquontorna cu la nonna An-na percegrave lrsquoaggiu rrecalare na bella cosa ca mi la cunservu pe id-dha de quandu era picciccu picciccu

E ci sape se cu lrsquooccasione la nonna (ca mi lrsquoja prumigravesa) numi presenta finalmente la fija de lu Re percegrave de quiddha sursquo sta-tu sempre e suntu lsquoncora lsquonnamuratuhellip

Quista leggenda ca stegrave pe cuminciare quarchedunudice ca lrsquoave inventata nienti de menu ca LeoneTolstoj lu famosu scrittore de la Russia Quarche-

dun addhu dice ca egrave stata ripresa de lu scrittore Italu Cal-vinu A mie cu bbu dicu lu giustu mrsquohanu sempremparatu ca ede na storia vera originaria de le muntagnede lrsquoArta Italia ca poi egrave scisa chianu chianu a le parti decquassotta a nui e puru a la famija nogravescia ca pe la veritagrave egravesempre stata patriottica Tantrsquoegrave veru ca allrsquourtima de li un-dici fij avuti de la nonna Anna lu nonnu Paulinu nogravesciuvoze cu li degravescia lu nome de Triestina propiu a onore dela cittagrave de Trieste ripijata allrsquoAustria a la fine de la primaguerra mondiale

Vabbegrave Comu ede comu nun ede lsquostu cuntu ca morsquo vucuntu a casa nogravescia era deveru de casa percegrave ogni tantuscigravea e bbenigravea pe vucca no sulamente de la nonna Annama cchiui de na fiata puru de la zigrave Ninetta e addhe fiate dela zia Teresina e de la zigrave Cetta o puru de la Rusaria ca erala cugina crande e ca ede lsquoncora viva e vegeta cu la bonasalute e li mandu nu baciu

Allora siti pronti Se siti pronti zzaccuCrsquoera na fiata nu Re ca tenia nu fiju unicu La Regina di-

fatti srsquoja mmalazzata cu lu parturisca e de tandu a lsquompoinu potte avire cchiui nisciunrsquoaddha cravidanza

Lu Re naturalmente li vuligravea ancora cchiugrave bene a lsquostu fi-ju unicu E si lu cocculava e lu nsistigravea ogni mumentu esciucava cu iddhu e li cuntava storielle curiose cu lu di-verta e li facigravea rrecali drsquoogni ben di DiulsquoNsomma cerca-va cu lu ccuntenta in tuttu e per tuttu

Ma lu principinu invece era sempre scuntentu Morsquo era puru ddeventatu carusu nu giovanottone ertu

beddhu e distintu comu nu veru Principe Scigravea a lsquoncaccia

ma de malavogliaComu cuminciava afare na cosa dopu nupocu se ncaddhiscia-va Lu Re lrsquoja datu pu-ru nrsquoarmata de sur-dati cu lu invoglia al-lrsquoavventura ma id-dhu mancu pe lacapu

Nu paru de fiate cuccuntenta sigraverasa ca luspingigravea quasi a lsquonfor-za ja puru partecipa-tu a lu torneu de lacavalleria ca se tenigraveadorsquo fiate lrsquoannu ma secapigravea subitu ca a lugiovane nu li cuddha-va percegrave nu teniapropiu piacere denienti e lu cchiui de lefiate stava sempremalinconicu

Crsquoeranu periudi capassava sciurnate in-tere nfacciatu a lubalcone cu lu sguar-du persu luntanu

laquoMa cce hai Cce edeca ti mancaraquo li ddumanda-va sigraverasa

laquoNu sacciu mancu iuraquo ri-spundigravea iddhu

laquoForsi ca sinti lsquonnamura-tu ndash cuntinuava lu sirendash Harsquo misu lrsquoocchi su qual-che beddha carusa Dimmigrave-lu fiju miu ca de vagnunebeddhe ne truvamu centu efosse puru la fija de lrsquoImpera-tore oppuru na semplicecontadina se propiu ti pia-ce ti la fazzu spusareraquo

Nienti Lu Principe co-tulava la capu e mancu lirispundigravea

Ddhu poveru cristianu

de lu Re alla fine lrsquojapruvate tutte inutilmen-te cuncerti de musicafeste de ballu sfilatemascherate numeride scioculieri animaliparlanti

Alla fine decise fice nu bandu e chiamau a cunvegnu limeju duttori professori studiosi e filosofi de tuttu lu Re-gnu e finalmente dopu sette giurni e sette notti de assem-blea ci foe na parvenza de rimediu a la situazzione

Lu Capu Sapiente ca tenigravea la barba vianca e lu parlare

24 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

pulitu li disse a luRe laquoMaestagrave abbiamoindagato e ragionatoprofondamente Abbia-mo studiato le StelleChiesto consiglio al-lrsquoAurora e al TramontoInterrogato il SilenzioEsplorato lrsquoOscuritagrave e ilDubbio E aperto infi-ne tutte le novantano-ve porte del MisteroOra per liberare vostrofiglio dalla malinconiadovete cercate un uomoche sia contento Macontento in tutto e pertutto Di se stesso del-la sua famiglia dellapropria occupazionedella sua casa del paesedove vive della genteche incontra dellrsquoariache respira delle stagio-ni che cambiano e an-che degli animali deglialberi delle montagnecosigrave come pure del mareo dei fiumi e dei laghi edi tutto ciograve che lo cir-

conda Quando incontreretequestrsquouomo prendete la sua ca-

micia e scambiatela con quella di vostro figlio E il Principe fi-nalmente guariragraveraquo

Lu Re se dese de fare subitusenza mancu cu perda nu

minutu lu tiempu curraccoja tutti lrsquoamba-sciatori de lu Regnu

ccumpagnati de centusurdati segretari mes-saggeri currieri esplo-ratori e aiutanti drsquoogni

genere e li sparpa-jau a li quattru pizzi cu

se degravescianu de fareE foe cusigrave ca dopu nu

paru de giurni li pur-tara nu Monacu rumi-tu

laquoMonacu santu dim-mi se sirsquo cuntenturaquo liddumandau lu RelaquoCertu Maestagrave Sursquocuntentu de intru e de

fore La solitudine fur-tifica e santificaraquo laquoBravu Bravuraquo li disse lu Re E poi li fi-ce lsquosta pruposta laquoVorsquo cu bbieni cu mie a lu castellu pe dire lepreghiere intru a la cappella realeraquo

laquoMacari Maestagrave E comu no De corsa vegnu a lu castel-lu Cusine me pozzu rripusare nu pocu ca stisu sempre lsquonter-

ra sulu sulu e pe lu friddu de certe notti a le fiate mi vene la ma-lincuniaraquo

laquoVane vane Monacu rumitu Se eri veramente cuntentu nudesideravi cu stai meju de cu comu stai Via Viaraquo li cridau luRe Li dese na borsa de munete drsquooru e lu cacciau

Dopu nrsquoaddhu paru de giurni li purtara nu Massaru catenigravea cchiui de decemila pecure e nu crande llavitu e erariccu spundatu ma era puru tantu bbonu de core ca davafatigravea a ci la cercava e rrecalava de mangiare a tutti e purusordi a ci tenigravea bisognu e tutti li vuligraveanu bene e iddhu eracuntentu

laquoMassaru Massaru se vide ca sigrave cuntentu Ma tie deveru tesienti cuntenturaquo li ddumandau lu Re laquoCertu Maestagrave Co-mu viditi ssignurigravea stessu iu tegnu tuttu e cchiui de tuttu etutti mi vogravelanu bene Perograveraquo

laquoPerograveraquo li rripetigraveu lu Re ca vuligravea cu saccia de cchiuilaquoPerograve lrsquoanni passanu Maestagrave E mi vene la malincunia quan-du pensu ca prima o poi puru iu aggiu murire e aggiu lassaretuttu quiddhu ca tegnuraquo

laquoVane vane Massaru riccu spundaturaquo li cridau lu Re laquoSeeri veramente cuntentu nu desideravi cu eggi eternu ca sulu alu Patreternu li spetta Via Viaraquo Li rrecalau na borsa demunete drsquooru puru a iddhu e lu cacciau

Poi dese ordine a li surdati cu nu li portanu cchiui ciu-vieddhi pe ddha settimana percegrave era rimastu tantu delu-su de lsquosti primi risultati ca era meju cu se ddefrisca nupocu E ccumpagnatu de quattru cavalieri se ne scigraveu que-tu quetu a lsquoncaccia intru a lu voscu

A lu tramontu quandu sta turnava a lu castellu passan-du vicinu a na capanneddha ca sta cadigravea arsquostozze lsquontise navoce ca dicigravea laquoCrazzie Signore miu Puru ogravesce mrsquoai pruvvi-dutu cu faticu e cu mangiu Aggiu sudatu e me sentu nu pocustraccu pe la fatigravea ma sursquo cuntentu lu stessu Morsquo mi mangiu nupocu de minestra poi me curcu me riposu e crammatina comusempre cu lrsquoaiutu de Ssingurigravea me ddisciatu cchiugrave friscu e cchiugravefelice de na rosaraquo

laquoEcculu ndash disse lu Re cittu cittu ndash Finalmente lrsquoimu truvatuquistu ede propiu lu cristianu cchiugrave cuntentu de tuttu lu Regnu Las-sagravemulu cu mangia ca poi trasigravemu e facimu cu ni degravescia la camisaraquo

E dopu nu pocu trasegravera lu Re cu tre surdati E ddhu cristianu ca srsquoja giagrave menatu su lu liettu e quasi

sta pijava sonnu se zau fuscendu e ddumandau cce buligraveatutta ddha gente a casa soa E lu Re in persona li disse cusi caccia lsquoddha specie de cuperta ca tenigravea lsquonturtijata susue cu li degravescia la camisa ca tenigravea de sotta ca li servigravea Ca poipe lsquostu favore lu rrecalava cu nu saccu chinu de giuielli ede munete drsquooru E ddhu cristianu ca ncora nun ja capitusi la cacciau sugravebitu ddha specie de cuperta ca tenigravea lsquontur-tijata susu

Ma sotta nun crsquoera nuddha camisa Nu la tenigravea la cami-sa ddhu poveru cristianu Nu lrsquoja mai tenuta a lsquonvita soa

Cari amici a la fine de lu cuntu la nonna Anna ni dicigravea sem-

pre ca la camisa de la felicitagrave nun esiste Lu segretu ede unu su-lu rripetigravea ognunu de nui tocca cu se saccia nccuntentare Cula camisa o senza Percegrave nu sempre egrave certu ca unu ca la tene lacamisa ede alla fine cchiugrave cuntentu e felice de unu ca invece nula tene

Cu tanti Auguri de bone Feste e cu la bona saluteMelanton-Roma 2015

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 25

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

26 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Era stata educata a Galatina

Sofia Stevens nacque nel 1845 a Gallipoli figlia del vi-ce Console inglese nella citta salentina Henry Stevensche rimase in carica fino al 1867 anno in cui morigrave An-

che il nonno di Sofia Richard era stato vice console dal1829 fino al 1853Mentre la madre diSofia era una nobil-donna di originefranco-napoletanaCarolina Auverny

Sofia era la secon-da di cinque figli (trefemmine e due ma-schi) ed era stataeducata prima a Ga-latina poi alla etagrave diundici anni fu man-data a Napoli doveebbe per maestro dilingue e di poesia Fe-derico Villani aquindici anni ritornograve

a Gallipoli e di qui ebbero inizio come era norma per i gio-vani di buona famiglia i viaggi di formazione in Europa

Con lo zio Giovanni Auverny per due anni Sofia non fe-ce che viaggiare Parigi Madrid Berlino Zurigo Monacodi Baviera Copenaghen ecc Si perfezionograve negli studi clas-sici conoscendo oltre lrsquoitaliano il francese lrsquoinglese lo spa-gnolo e il tedesco e rientrata a Gallipoli cominciograve ascrivere per proprio conto fincheacute morto il padre nel 1867(Sofia ha 22 anni) si trasferigrave con la madre e tutta la fami-glia a Napoli Qui sposograve senzrsquoamore Settimio Bartocci Idue vissero tra Gallipoli e Napoli a seconda delle stagio-ni fincheacute nel 1873 venne diagnosticato a Sofia (ha soltan-to 28 anni) un tumore al seno Da questo momento in poiSofia si trasferisce definitivamente a Napoli Non rivedragravepiugrave Gallipoli Operata tre anni dopo muore il 9 agosto1876 a soli 31 anni di etagrave

Muore con il rimpianto di un amore infelice e con la suaGallipoli nel cuore

Lascia scritte con il lapis in vari quaderni-diari 350 poe-

sie che aveva cominciato a scrivere fin dallrsquoetagrave di 15 anniVerranno pubblicate postume nel 1879 sotto il titololdquoCantirdquo come avrebbe desiderato lei stessa che ammira-va e amava moltissimo i ldquoCantirdquo leopardiani

Era una creatura dolce e malinconica morigrave infeliceVi chiederete comrsquoera Sofia Stevens questa singolare no-

bildonna gallipolitana dellrsquo800Non abbiamo testimonianze coeve ma dallrsquoeffigie del ri-

tratto che ci ha lasciato e soprattutto dalle poesie che ha la-sciato come sorta di testamento spirituale egrave facileimmaginare una creatura dolce fine delicata pallida pa-tetica malinconia romantica e tuttavia non era una fan-ciulla tutte trine e sospiri

Era intelligente colta conosceva quattro lingue di carat-tere molto riservato era schiva viveva appartata aveva unmagnifico rapporto con la natura che la circondava e so-prattutto Sofia si sentiva profondamente gallipolitana fi-glia di quella terra un porsquoruvida ma splendida e generosaE ciograve lo esplicita nelle sue poesie che sono di chiara imita-zione e sul modello tardo-romantico alla Prati o alla Ale-ardi tanto per intenderci anche se il suo modelloinarrivabile fra tutti i poeti da lei conosciuti era GiacomoLeopardi il poeta del dolore a cui si sentiva molto vicinosia per il suo temperamento malinconico che per le tristi

POETI SALENTINI

Gallipoli (LE) - Antica raffigurazione del porto

Sofia Stevens

di Augusto Benemeglio

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 27

personali vicende biografiche Le poesie di Sofia Stevenssono molto sentimentali talora sognanti malinconichedolenti Ma ciograve che ella prova non egrave finzione non appartie-ne alla convenzione percheacute la sua vita fu veramente brevedolorosa e infelice costretta a sposare un uomo che nonamava e a patirne tutte le amare conseguenze e infine col-pita da un male terribile allora incurabile che lrsquoavrebbeportata alla morte tra atroci sofferenze fisiche e spirituali(ldquoA lrsquoalma mia tapina tormenti senza fine innanzi pa-rahelliprdquo) a soli 31 anni

Dal cielo son discesaIn questa fonda valleE al suolo mrsquoha protesaUn infelice amoreNon piugrave lrsquoamorchrsquoio vagheggiava tecoE che potea securaFin confidare a lrsquoecoDe le paterne muraMa di foco avvampante passioneChe sebben corripostaTerribile tenzoneContro me stessa ha impostoInvano io vograve domarlaQual fa lrsquoondaTanto furente da schiantar le digheFuori trabalza e tutto intorno inondaE seco trascinando la rovinaA lrsquoalma mia tapinaTormenti senza fine innanzi paraE mrsquoapparecchia la gelata bara

La ruvidezza degli antichi scogliSofia lrsquoabbiamo detto amograve molto la sua terra natia Gal-

lipoli che considerograve sempre sua prima vera autentica pa-tria sebbene non ci abbia vissuto moltissimo E alla suaterra dedicograve descrizioni poetiche non convenzionali conunrsquoattenzione particolare alla precisione terminologica nelcampo della fauna e della flora salentina frutto della suacuriositagrave e passione per la botanica e le scienze naturali

hellipE si distendeSursquo sassi calcinati darsquo fulgoriDe lrsquoastro che in maggiore in ciel risplendeDiserta vrsquoegrave perograve rude la zollaDa pochi sterpi adorna e serpollinohellip

A me cresciuta Sopra lido marina avanza in coreLa ruvidezza dersquo nativi scoglihellipAride pietre e meste io veggo intornoOve licheni biondi e serpollinoSono i soli a profumar cocente il giornohellipErsquo qui sabbioso il suolo e non vrsquoha ramoE pure e pure questa terra io lrsquoamo

ldquo E mrsquoegrave duolo perenne la vitahelliprdquoAl periodo della fanciullezza e dellrsquoadolescenza si con-

trappone la dura realtagrave del presente in cui sono definitiva-mente tramontati i sogni e le speranze di coronarefelicemente il suo amore Chi domina incontrastato ora egrave ildisinganno e la disillusione

Lrsquoalma fidente si commuove e speraMa il disinganno apparehellipah rio velenoMa finite le gaie stagioniOgni speme con esse egrave partitaOra ignoro gli amori ed i suoniE mrsquoegrave duolo perenne la vita

Giglio nellrsquoombra e nel gelo sullo sfondo di un accesotramonto

Il dolore e la tristezza dellrsquoanimo di Sofia malata in pre-da anche allo sconforto di non poter piugrave rivedere Gallipo-li percheacute il viaggio le sarebbe troppo doloroso fannoaffacciare nella giovane donna lrsquoidea prepotente della mor-te E lo fa con accenti e riecheggiamenti chiaramente leo-pardiani

Oh felici coloro cui concessoErsquo giagrave il riposo de lrsquoeterno sonnoLagrave presso lrsquoonde di quel mar serenoSotteso le robinie e le gaggieDe le fiorite italiche pianureDove srsquoascolta il cinguettio giocondoE dove il pianto semplice donzellaVersa devota sopra lrsquourna amica

Donna Sofia Stevens a cui Gallipoli ha dedicato unavia nel borgo una via discreta e appartata sulla rivieradi tramontana rimarragrave per sempre lrsquoemblema della de-licatezza e della femminilitagrave romantica ma anche dellatenerezza e del profumo discreto un candido giglio trale rocce unlsquoombra delicata e tenera sullo sfondo di unacceso tramonto di Gallipoli bull

28 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

PITTORI GALATINESI

Metafisica scettica mi piace defi-nire la pittura di Totograve Rossettispirito inquieto e indagatore cu-

rioso della condizione esistenziale con-temporanea

E con le sue opere il nostro egrave un ritorno auna ben strana e originale metafisica unametafisica questa volta salace arguta piugraveafferente ndash certo ndash ad uno spirito pirandel-liano ma ndash sento di poter dissentire da cer-ta critica ndash alquanto lontana dalla musainquietante dechirichiana

Rossetti non sembra estraniarsi dal pre-sente non intende costruire un universoche trascenda la realtagrave piuttosto sembravoler fare il verso ai costumi ai tic alle pes-sime abitudini della societagrave massificata inun intento intelligentemente neoillumini-sta che fa perno sulle sorti alternanti e mu-tevoli della natura umana messe a nudo elasciate al compiaciuto ludibrio del visitatore

E dentro questo programma di rivisitazione della socie-tagrave e dellrsquoindividuo occupano un posto preminente la ten-sione critica la contestazione sobria ed elegante che solo la

pittura metafisica puograve pronunciareQuesto nitore delle opere di Rossetti deriva dal fatto che

lrsquoartista sa innanzitutto padroneggiare con abilitagrave la figu-ra competenza che non pare fargli difetto bencheacute proven-

ga da una formazione autodidattaA ciograve si aggiunga anche in lui la

predilezione per talune citazionistilistiche come le incursioni ldquoopti-cal artrdquo o addirittura iperrealisteche costellano tutto un percorso dioriginalitagrave

Dunque una metafisica pura opiuttosto un ideale metafisicoPropenderei per questa seconda in-terpretazione dato che esiste unnon so che di esplicito in quel suocromatismo cosigrave vivido in quellasua fedeltagrave alla forma ndash reinventatasigrave - ma sempre cosigrave sensibile allatrascendentalitagrave e aggrappata al re-taggio concreto dellrsquoesistenza

Talora infatti dalla pitture diRossetti affiora la tentazione delpaesaggio come rispecchiamentodella vita interiore della socialitagraveaffiora altresigrave un elegante figurati-ldquoLrsquoarte invita alla pacerdquo - acrilico su tela

ldquoSirenardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 29

vismo informato a un vagheg-giamento estetizzante dellaforma quasi un esito compen-sativo della coscienza forte-mente avvertita del caratterearido e amaro dellrsquoesistenza

Rossetti pertanto riesce atemperare con questi ricorsi ladisperazione senza attese chegiustamente caratterizza lrsquoere-ditagrave storica della pittura meta-fisica

Un riscontro di ciograve va ricer-cato nel suo ricco repertoriografico che spazia dalla pubbli-citagrave alla satira e nel quale risie-de la sapida inventiva concet-tuale di un uomo ben radicatonel proprio tempo

Antonio Miccoli

Nella personale visione del-la realtagrave Totograve Rossetti ci dagraveuna pittura originale tesa alladescrizione di avvenimenti estati drsquoanimo della societagravecontemporanea in chiave me-tafisica

Le sagome umane negli at-teggiamenti veraci inserite inuna architettura classica dateatro sono da collegare con lospirito penetrante pirandelliano e dechiriano

Crsquoegrave una denuncia della tradizione e crsquoegrave un modo singo-lare di dipingere efficaci come risultato percheacute le ansie deipersonaggi sono espresse e chiuse in una ben orchestrata

sfera eticaLrsquoartista vive e soffre la tra-

sformazione drsquouna societagrave checolloca con forza esistenzialeisolandola e sommergendolanel vuoto drsquouna disperazionesenza attese o nellrsquoillusione dieffimere gioie terrene

I personaggi recano ciascunoil peso del proprio vivere

Lrsquoarte del Rossetti riesce cosigravead esprimere lrsquoinconsistentemutevolezza umana

Sirio Marcianograve

Quasi un ideale metafisico egravela pittura di Totograve Rossetti na-ta da una complessa lievita-zione di spirituale sensibilitagrave enel contempo di partecipazio-ne alla forma che si concretiz-za in elaborati il cui fascinoprincipale egrave dato dalla armo-nica sintesi attuata attraversouna sua ricerca multi cromaed efficace nella resa pittoricae nella ricerca del volumequanto mai significativa nelsuo apporto di tensioni e di vi-brante sensitivitagrave

La ricerca del discorso nuovoed originale egrave dettato dalla sen-

sibilitagrave dellrsquoartista in uno spazio temporale ben definitonon solo nellrsquoaspetto artistico ma anche umano

La sua figurazione si avvale di un concetto espressivo te-so alla leggibile rappresentazione dei soggetti e di un par

ldquoEvardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 31

ticolare mondo pregno di sensibilitagrave umana e come ldquomo-menti di vitardquo nel loro atteggiamento che coglie gli esseriumani mentre compiono determinati gesti che li caratte-rizzano esteticamente e interiormente lrsquointervento croma-tico egrave lasciato alla particolare sensibilitagrave di questo artista

I racconti di intime suggestioni di Totograve Rossetti sono unfluire incantato di immagini sensitive emotive e trepidan-ti di una estrema poesia che trasferite nel colore secondouna metodologia musiva e secondo un respiro delle zonepolicrome egrave una operazione pienamente riuscita soprat-tutto per lrsquooriginale impostazione giocata su fremiti viva-ci e su emozioni improvvise

Sia pur nella meditata complessitagrave delle sue armonioseopere che nellrsquointenso fluire di una poetica sostenuta dasquisita capacitagrave espressiva egrave infatti la tipica urgenzacreativa infrenabile di Totograve Rossetti che sulla tela divieneforza espressiva

Questo suo mondo pittorico in cui la carica dei simbolidi tattili emozioni di percezioni cromatico-strutturali vo-luttuosamente luminose qualificano nella densitagrave materi-ca una personalitagrave decisamente autonoma di quel suofluire spontaneo di quel vibrare continuo di forme e di co-lori narrati con gioia come vita in perpetuo movimento

Nella Mariani

ldquoPrimaverardquo - acrilico su tela

ldquoVenererdquo - acrilico su tela

Le Associazioni degli Amici della Musica sono diffu-se in tutta Italia da oltre un secolo e ubbidiscono a unprincipio esclusivo di promozione e diffusione del-

la musica della sua finalitagrave formativa ed educativa per igrandi valori estetici e morali che esprime

Forse queste Associazioni sono nate per cercare di col-mare una carenza di interessi musicali un vuoto istituzio-nale gravissimo di uno Stato latitante e come dice il MdegRiccardo Muti criminosamente colpevole della inspiegabi-le assenza di insegnamento nelle scuole italiane fra le po-che in Europa

Le Associazioni rappresentano sul territorio nazionaleuna delle poche sicure ancore di salvezza per una catego-ria di musicisti e professionisti una specie ad alto rischiodi estinzione

Dopo piugrave di un secolo di presenza di movimenti cultu-rali stagioni concertistiche concorsi pianistici e tante tan-te idee la situazione musicale italiana rimane incertaquasi sospesa nel vuoto dellrsquoindifferenza dei politici i piugraveresponsabili della storica incapacitagrave di governare la cultu-ra del paese

Non solo ma si assiste anche a frequenti ed assurdi epi-sodi di analfabetismo musicale da parte di molti intellettua-li per nulla impensieriti dalla loro ignoranza anzihellip moltifanno sfoggio in alcune interviste pubbliche financo dellapassione per la musica Poi si va a scoprire quasi sempreche il loro interesse o amore egrave per un genere che non va aldi lagrave delle insignificanti musichette di consumo

I veri amici della musica sono quelli non della ldquopizzica etamburellordquo non della ldquopopolarerdquo neacute della folk e dellarock ma qualche volta della jazzistica e sempre della co-siddetta ldquoClassicardquo per intenderci quella di Palestrina

Monteverdi Mozart Beethoven Cho-pin Schubert Liszt e tanti altri

Noi siamo la patria insieme a Ger-mania e Francia del patrimonio mu-sicale piugrave importante del pianetaRappresentiamo la meta che tutti imusicisti del mondo sognano ma ciograveche avviene per i beni artistici succedeanche per quelli musicali Infatti neabbiamo fin troppi e a volte cadononellrsquooblio alcuni musicisti per i qualialtre nazioni vanterebbero meriti ec-cezionali A Galatina per esempio cisiamo dimenticati di tre illustri citta-dini Pasquale Cafaro del rsquo700 Giu-seppe Lillo dellrsquorsquo800 e Adolfo Gal-luccio del lsquo900

LrsquoItalia a cui il mondo intero conti-nua ancora oggi a guardare con gran-de ammirazione e stima per la suainvidiabile storia della musica egrave ilPaese perograve dove stranamente meno lasi studia diminuisce il numero delle

orchestre scompaiono istituzioni corali e suoi teatri sof-frono per mancanza di risorse e per il loro malgoverno

Si ha lrsquoimpressione che da un momento allrsquoaltro tuttopossa collassare e implodere seppellendo lrsquoimmenso pa-trimonio musicale

Purtroppo lrsquoattenzione delle Istituzioni nazionali e loca-li continua ad essere deludente se non indifferente Ubbi-disce ad una tendenza tutta italiana che si puograve sintetizzarenel pensiero di un noto ministro di un recente governo chediceva ldquoCon la cultura non si mangiardquo

32 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ASSOCIAZIONI CULTURALI

1952 - Galatina (LE) - il Mdeg Bruno Massaro in concerto

Eppure lrsquoItalia egrave secondo le stime dellrsquoUnesco il Paeseche detiene il maggior numero di beni artistici e cultura-li del mondo ma investe meno risorse degli altri Paesieuropei

In Italia siamo al 27deg posto lrsquoultimo E come se non bastasse

queste poche risorse sonocontese da un numero ecces-sivo di Associazioni Enticulturali e Fondazioni e perdi piugrave mal distribuite e spes-so elargite con criteri estra-nei al principio della qualitagravee del merito

La storia musicale di Ga-latina comincia idealmentenel 700 con un suo musici-sta di fama come PasqualeCafaro prosegue nellrsquo800con Giuseppe Lillo compo-sitore di molte opere lirichee musica da camera e nel900 con Adolfo Gallucciodetto Galladol

Questrsquoultimo un musici-sta gentiluomo era un com-positore di pezzi straor-dinari che eseguiva con unasua piccola orchestra drsquoarchiin concerti pubblici e spessoin salotti privati ove ricordosi trascorrevano serate mu-sicali gradevolissime Inquesto stesso periodo forseinfluenzati dalla personalitagravedel Galluccio a metagrave anni50 alcuni amici si attivarono per dare vita alla prima As-sociazione Amici della Musica di Galatina

Artefici eccezionali di questo movimento culturale furo-no la nobildonna Luisina Vallone Sticchi il dott AngeloSodo animatore principale le profsse sorelle Gina e An-tonietta Piscopo la profssa A Congedo la profssa Wan-da Bruno il sig Raffaele Congedo

La prima sede dei concerti fu la palestra della Scuola me-dia ldquoG Pascolirdquo in cui ebbi il piacere di suonare alcune miecomposizioni elogiate dal presentatore allora giovane pre-sidente Angelo Sodo ora giudice in pensione

Dopo qualche anno ci si spostograve nella sala ldquoLillordquo ora Sa-la consiliare del Comune acui sono legato da un tristericordo fui respinto alla por-ta drsquoingresso della Sala per-cheacute sprovvisto di abbona-mento

Per me allora quindicen-ne lrsquoiscrizione allrsquoAssocia-zione era un lusso che nonpotevo permettermi

Intanto a fine anni 50 or-mai affermato nellrsquoambientemusicale galatinese e nonsolo fui incaricato dalla pre-sidente Vallone insieme al-lrsquoamico Virgilio Contaldodella vicepresidenza del-lrsquoAssociazione che in quelperiodo in cerca di una sedepiugrave confortevole fu ospitatanel Circolo cittadino ldquoCirco-lo dei Signorirdquo ora sede deiVigili Urbani Il salone eraabbastanza elegante e ca-piente e il pubblico nonmolto numeroso era suffi-ciente a tenere dignitosa-mente in vita le seratemusicali

In questa nuova sede lrsquoAs-sociazione sembrograve aver tro-

vato finalmente una sua collocazione piugrave in linea con leesigenze di raffinatezza ed eleganza delle sue serate

Ma non si era valutata la presenza di alcuni anticorpi chesi annidavano tra i Soci del Circolo

Succedeva non poche volte che alcuni ldquoSignorirdquo noncu-ranti del concerto in corso nella saletta di lettura a fiancodel salone non sapessero fare a meno della partita a carte

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 33

1990 - Il prof Zeffirino Rizzelli in undibattito pubblico al Centro Studi Musicali

e che nel momento meno op-portuno esclamassero ad altavoce frasi tipiche del gioco del-la scopa

Superati questi momenti em-blematici di un periodo storicoormai vicino al rivoluzionariorsquo68 lrsquoAssociazione perdette loslancio della prima fase e pianpiano si esaurigrave per mancanza disostegni umani e materiali

Il sottoscritto in cerca di nuo-vi interessi musicali e desidero-so di attuare per Galatina piugravesolidi progetti abbandonograve lrsquoAs-sociazione per fondare il Con-corso pianistico nazionaleldquoCafarordquo sostenuto dallrsquoentu-siasmo di un acceso appassio-nato della musica lrsquoamico OnBeniamino De Maria

Poi fu la volta della fondazio-ne del Circolo culturale ldquoIl Por-ticordquo questa volta con lrsquoaiuto digrandi personaggi della culturagalatinese mons Antonio An-tonaci docente universitariostorico e filosofo avv CarloCaggia dott Mario Montinarifondatore dellrsquoOspedaletto pediatrico a Bari e il prof Zef-

firino Rizzelli A fine anni 80sempre con la consulenza aiu-to e incoraggiamento dellrsquoami-co Rizzelli diedi vita ad unambizioso progetto ldquocredordquoutile al prestigio della cittagrave IlCentro Studi Musicali ldquoP Cafa-rordquo Una iniziativa che miravaa istituire in loco un Liceo Mu-sicale Pareggiato ai Conserva-tori di Stato

Ma come ormai molti sannonon fu realizzato solo per unsoffio per insensibilitagrave miopiae incapacitagrave di qualche politicodel momento

Il 1995 egrave lrsquoanno del ritornoagli Amici della Musica ripren-dendo un filo interrotto neglianni rsquo60

La prima riunione con i nuo-vi Amici non puograve non avvenireche nella sua sede naturale ilPalazzo della Cultura Parteci-pano i Proff Michele Benegia-mo Lucia Falco GiovannaLucarelli Maria MazzarellaClelia Massaro la sigra MariaMasi la sigra Giovanna Pelle-

grino lrsquoavv Antonio Legno il dott Domenico Mangione

34 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

1996 - Galatina (LE) - Chiostro Basilica S CaterinaSpettatori durante un Concerto Amici della musica

il prof Zeffirino Rizzelli Le serate iniziano nella Sala ldquoContaldordquo e proseguono

negli anni successivi senza interruzione ospitando fino adoggi oltre 400 fra musi-cisti letterati scrittoripoeti attori cantanti

Dal rsquo95 siamo ormailontani 20 anni ed egravequindi comprensibileche io esprima ora unsenso di generale sod-disfazione e orgoglioIl merito principale na-turalmente va soprat-tutto ai Soci prove-nienti da molti paesidella provincia checon senso di responsa-bilitagrave ed abnegazionehanno sostenuto lrsquoini-ziativa facendoci rag-giungere un traguardoimportante un obietti-vo degno di una gran-de cittagrave una conquista sociale a vantaggio dellrsquointeroSalento

La qualitagrave dei nostri concerti egrave dovuta alla fattiva colla-borazione della nostra Associazione con le piugrave interessan-ti Rassegne internazionali I rispettivi Direttori artisticicollaborano ormai con noi da un porsquo di anni segnalandocii vincitori assoluti dei Concorsi Recentemente abbiamoavuto lrsquoonore della collaborazione con la prestigiosa Acca-demia Internazionale di Imola diretta da un amico il MdegFranco Scala che ha voluto ldquoregalarcirdquo per lrsquoinaugurazio-ne dellrsquoattuale Stagione concertistica uno dei migliori al-

lievi il pianista Roman Lopatinsky che ha mandato in vi-sibilio il numeroso pubblico con un pianismo brillante eun virtuosismo eccezionale

La nostra Associazio-ne egrave ormai una Univer-sitagrave della musica unospazio culturale in cuisi affrontano e svilup-pano tematiche specifi-che della letteraturamusicale nuovi studisulla liederistica ro-mantica e approfondi-menti sui vari stili eforme delle composi-zioni di ogni tempo

Un vero laboratoriosperimentale per ela-borazioni di natura cri-tica e filosofica

Con il programma disala poi sempre ac-compagnato da unrsquoat-tenta guida allrsquoascolto

si continua a perfezionare la formazione critica dei Socioffrendo loro un prezioso mezzo di comprensione dellecomplesse problematiche delle opere musicali

Una realtagrave stimolante per Galatina ed una indicazioneper far riflettere i responsabili politici nazionali

Qualche volta dalla periferia puograve emergere un utile sug-gerimento

Forse sarebbe auspicabile da parte dei politici un porsquo diumiltagrave per sostituirla allrsquoarroganza di chi continua semprea governare isolato con presunzione e incapacitagrave di com-prendere a fondo i veri problemi del Paese bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 35

2015 - Galatina (LE) - Il pianista Roman Lopatinskyallrsquoinaugurazione della stagione concertistica 20152016

Bruno Vittorio Massaro

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 13: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

16 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SALENTO OGGI

Mi ononno Vin-cenzo Miccolinato nel 1908 a

Torchiarolo comprograve dopo annidi sacrifici e risparmi di unrsquointeravita un pezzo di terreno su cui crsquoeranootto filari di ulivi

Da giovane andava in campagna a lavo-rare come bracciante agricolo nelle campagnedei vari Don locali Si alzava quando ancora era buiosia destate che drsquoinverno col freddo con il caldo torridoo con la pioggia In bicicletta raggiungeva campagne mol-to lontane da Torchiarolo a poca distanza da MesagneDue ore per andarci due ore per tornarci Tutto questogran lavoro lo faceva per guadagnarsi la vita e mantene-re onestamente la famiglia

Il nonno non era soltanto bravo a zappare e a raccoglie-re olive uva e tabacco Si distingueva in ogni aspetto del-la vita del contadino Perciograve era anche abile a potareinnestare irrorare le piante a spargere il concime e aquantrsquoaltro Erano tutti bravi e laboriosi i contadini di untempo Parlavano ogni giorno con le loro creature in cam-pagna e ad esse si legavano con lo stesso affetto cura edamore con cui ogni genitore si rivolge quotidianamente aipropri figli

Tutto riusciva a fare mio nonno sapeva anche leg-gere e apporre la firma Lrsquoultima cosa che glimancava della vita era quella di fare il soldatoFu costretto ad apprendere questa amara e tri-ste esperienza con lo scoppio della secondaguerra mondiale Dovette lasciare nonnaPantalea con tre figli e uno in arrivo perservire la bandiera tricolore e lo Stato peril quale provava una certa attrazione Fucosigrave che un bel giorno arrivograve a casauna brutta e inaspettata letteradel Ministerod e l l a

Nella zona di Torchiarolo continuano le eradicazioni dei ldquogiganti del Salentordquo

TOGLIETE LE MANI DAGLI ULIVISappiate che li difenderemo come se fossero i nostri padri i nostri figli

di Enza Pagliaro

Guer-ra Lui che non srsquoera mai mosso

dal Salento dalla sua Terra-Madredoveva presentarsi entro due giorni al

comando militare di Lecce con destinazio-ne Nord drsquoItalia Se ne partigrave con un profondo

dolore nel cuore e con tante lacrime nellrsquoanima masul viso si leggeva la fierezza del cittadino e del solda-to che va a difendere le fortune del proprio paese

Mia nonna non ebbe sue notizie per piugrave di un annoFu poi informata che lavevano fatto prigioniero sen-

za che si sapesse in quale campo di concentramento fos-se rinchiuso I giorni passavano in fretta ma di lui non

arrivava nessuna lettera e nessuna notizia Poi quando an-che le ultime speranze stavano per abbandonare mia nonnaecco che la vita della famiglia Miccoli di Torchiarolo si riempigraveallrsquoimprovviso di gioia Mio nonno a differenza di tanti suoicommilitoni ce lrsquoaveva fatta a rientrare in patria Il giorno delsuo arrivo a Torchiarolo nessuno lo riconobbe per strada per-cheacute era ridotto pelle e ossa Aveva camminato per mesi a piediper poter raggiungere la sua famiglia il suo amato paese

Quel giorno perograve non fu

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 17

Nella zona di Torchiarolo continuano le eradicazioni dei ldquogiganti del Salentordquo

TOGLIETE LE MANI DAGLI ULIVISappiate che li difenderemo come se fossero i nostri padri i nostri figli

di Enza Pagliaro

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 19

esattamente come mio nonno aveva sognato che fosse Purtroppo il piugrave piccolo dei suoi bambini era morto sen-

za che lui lrsquoavesse mai potuto abbracciare Nonostante que-sto inaspettato dolore Lu Nzinu te la Pantalea si rimboccograve lemaniche e ricominciograve a lavorare per portare il pane a casaPassarono una decina drsquoanni prima che la famiglia si ripren-desse dal dissesto economico causato dalla guerra

Pian piano lrsquoantico sogno di mio nonno di avere degli al-beri di ulivo tutti per seacute si avverograve Quando ormai era di-ventato un uomo di mezzrsquoetagrave acquistograve grazie ai tantisacrifici fatti un piccolo uliveto in contrada ldquoCase Bian-cherdquo poco fuori il paese E fu per lui una gioia immensa

Parve rinato e senza piugrave alcun acciacco fisico Con la bicicletta Lu Nzinu te la Pantalea andava a Case

Bianche per curare i suoi alberi drsquoulivo Per annaffiarlicarisciava lrsquoacqua cu le menze dalla fontana allrsquooliveto Pas-su dopu passu menza dopu menza i sacrifici venivano pun-tualmente ripagati dal raccolto e con i soldi ricavati dalleolive ogni anno poteva arricchire la dote alle sue figliole

Molti anni dopo quando il nonno ormai era vecchio equasi non camminava piugrave volleandare a rivedere i suoi alberi diulivo Non potendo piugrave cavalcarela vecchia bicicletta fu condottodietro sua ripetuta insistenzadalle figlie in auto Quando misepiede a Case Bianche cominciogravestranamente a camminare comenon faceva da tanto tempo guar-dava i suoi alberi filaru persquo filaruuno per uno Li conosceva tuttiLi sapeva distinguere gli uni da-gli altri Ad ognuno aveva asse-gnato un nome come fa ognipadre a ciascuno dei propri fi-glioli Quel pomeriggio il nonnoparlando con la sua terra conquegli eterni testimoni volle ri-cordare ai presenti il modo concui aveva saputo curarli quanteolive aveva raccolto in ogni anna-ta quanto sudore aveva versato e quante soddisfazioniaveva ricevuto per ognuno di quegli alberi Fu molto bra-vo a ripercorrere gioie e dolori della sua vita Per lui que-gli ulivi erano i suoi genitori e al tempo stesso i suoi figli

Oggi il nonno non crsquoegrave piugrave come legge naturale vuole chesia per ognuno di noi

Mia madre lo sostituigrave in tutto e per tutto ma non permolto tempo Anche lei iniziograve ad accusare gli acciacchi del-la vecchiaia muovendosi a mala pena in casa

Di tanto in tanto pretende di essere accompagnata a ldquoCa-se Biancherdquo per salutare quegli ulivi che suo padre le ave-va lasciato in ereditagrave Anche lei lrsquoAngiulina te la Pantaleaoggi si egrave mossa tra quei filari come se non avesse addossoalcun affanno e malanno fisico A lei egrave sembrato come sesuo padre fosse ancora ligrave a lavorare giovane e speranzosocome aveva sempre fatto per una intera vita Ersquo rimasta alungo assorta tra quegli alberi spostandosi pensosa e com-mossa ora di qua ora di lagrave come quando da giovinettaaiutava nonno Vincenzo a legare le fascine della rimondao a piegarsi per terra a raccogliere quellrsquooro nero che si

tramutava poi in oro giallo splendenteUna settimana fa mia madre ha ricevuto una lettera una

brutta lettera Non era certamente la stessa lettera ricevu-ta dal nonno per andare in guerra Ma anche in questo ca-so srsquoegrave trattato di una guerra Non di uomini contro uominima di uomini contro ulivi Vogliono eradicare quei gigan-ti dal piccolo appezzamento di terra Oltre ad averci mes-so unangoscia addosso mia madre ha pianto a dirotto econ lei dallrsquoalto dei cieli avragrave pianto anche mio nonno so-lo ad immaginarsi una scena del genere

Ersquo una lettera che non ci fa dormire la notte e che ci spez-za il cuore

Mia madre egrave comunque molto speranzosa e si augurache tutto si risolveragrave per il meglio allo stesso modo di co-me si risolse il caso di mio nonno che si presentograve a noiquando ormai tutti lo avevano dato giagrave per morto Lei nonfinisce mai di dirci che la vita a volte puograve avere un lieto fi-ne come in una bella favola

Lei egrave anche una donna paziente giusta saggia ed aspet-ta con grande ansia che il caso si risolva positivamente Ma

con il trascorrere dei giorni la speranza le sta venendo me-no ed allora ci esorta a tenere duro e a non desistere

Lei egrave anche una donna forte battagliera determinata adogni cosa ed egrave arrivata a dirci a chiare lettere che tutto po-tranno toglierci ma non il diritto di difendere ciograve che ciappartiene

La nostra storia i colori i profumi e i frutti della nostraterra i nostri alberi di ulivo sono ligrave in contrada ldquoCaseBiancherdquo e noi saremo ligrave a difenderli sino alla fine

Stessa cosa avrebbe detto Nonno Vincenzo se fosse an-cora in vita Lui da giovane ha offerto le sue braccia e lasua vita per difendere la Patria Italia e dalla Patria non haricevuto mai nulla

Ora a voi uomini senza cuore uomini di pietra rivol-giamo la preghiera di rispettare e di non toccare i nostriulivi che da tante generazioni sono per noi salentini la no-stra anima il nostro unico sostentamento bull

Enza Pagliara

Srsquointitola Respiri di pietra Monumenti megalitici del Salen-to (Lupo Editore Copertino 2014) il libro fotograficoche il ligure ma milanese drsquoadozione Leonello Berto-

lucci ha voluto donare allaTerra fra i due mari lrsquoanticaMessapia Un libro dalla co-pertina nera dal cui centrosorge come un astro lucente lasilhouette del maestoso trilitedenominato Chianca di SantoStefano di Carpignano Salenti-no La luce che dalla pietra sifa cogliere dal fotografo egravestrana e coinvolgente infattiil gioco di luci e ombre lrsquoan-tropizza a tal punto da farcelapercepire come energia vitale

Dal suo blog sappiamo cheegli egrave laquonato in Liguria e ap-prodato a Milano negli anni Ottanta ha intrapreso la stradadel reportage fotografico lavorando per alcune testate eagenzie italiane in seguito hanno avuto inizio collaborazio-ni internazionali tra cui quella con lrsquoagenzia ldquoSygmardquo di Pa-rigi Sue foto sono apparse su testate quali ldquoTimerdquoldquoNewsweekrdquo ldquoSternrdquo ldquoParis-Matchrdquo ldquoEpocardquo Ha fondatoe diretto per alcuni anni unrsquoagenzia fotogiornalistica mentreoggi continua a fotografare e condurre tutta una serie di at-tivitagrave nel campo della cultura fotografica vengono pubblica-ti suoi libri drsquoimmagini e allestite sue mostre organizzaeventi ed egrave docente in corsi e scuole di fotografia Egrave consu-lente in campo editoriale e multimediale ed egrave chiamato an-che a ricoprire il ruolo di photo editor in redazioni di giornaliha scritto il primo libro in Italia sullrsquoargomento col titoloProfessione Photo Editor Della sua attivitagrave si sono occupateriviste di fotografia come ldquoFotopraticardquo ldquoIl FotografordquoldquoNuova Fotografiardquo ldquoPhotordquo ldquoPhotographiardquo ldquoTechnoPhotordquo ldquoGente di Fotografiardquo ldquoFotocomputerrdquo Gli piacegiocare e nelle edizioni del ldquoPulcinoelefanterdquo [editore drsquoar-te che stampa in proprio rari esemplari di bibliofilia] le suefotografie giocano con testi tra gli altri di Alda Merini To-nino Guerra Enzo Sellerioraquo

Di lui hanno scritto Roberto Mutti laquoLeonello Bertolucci sa recuperare la pun-

tigliositagrave e la curiositagrave per ogni aspetto della vita Ma anchesoprattutto la capacitagrave di ascoltare e trasformare in immagi-

ni i sussurri da contrapporre alle grida di cui in troppi sem-brano non poter piugrave fare a menoraquo

Giuseppe Turroni laquoEsiste in Bertolucci davvero incante-vole e incantato il piacere del fare del raccon-tare del vedere sia pure strizzando lrsquoocchiocon ironia ripetiamo e senza malizia alle infi-nite contraddizioni e ambigue variazioni e va-lenze del mondo reale Egli ci restituiscematerie precise le scansioni di un racconto ter-so e delicato e il suo occhio fotografico egrave perripetere un verso di Sylvia Plath ldquoesatto e drsquoar-gentordquoraquo

Gino Patroni laquoLa prima foto della mia vitami fu scattata in un cortile di via Cernaia tra icaseggiati delle Elementari e la palestra dellaldquoPro Italiardquo Ovviamente una foto scolasticaricordo di fine drsquoanno Noi ragazzini in fittogruppo su un lato il maestro alto nei nostriconfronti come un campanile accanto alla

chiesa ndash Fermi ndash gridograve il fotografo con voce da sergenteprima del lampo Da allora ho conosciuto molti fotografiquasi tutti da bottega persino uno a Kopenik (Berlino) nelsettembre 1944 Insomma una foto da gefang (prigioniero)per gli archivi burocratici del lager Risultai magrissimoLrsquoultimo fotografo che ho conosciuto in ordine recentissimodi tempo egrave uno spezzino Leonello Bertoluccihellipraquo

Bertolucci che egrave fotografo professionista ha unrsquoidea benprecisa del suo operare Il suo archivio fotografico egrave colmo dicentinaia di migliaia di fotografie tanto da fargli scrivere

laquoHo perseguito unrsquoidea fotografica ci ho creduto e lavora-

20 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

AUTORI amp EDITORI

Giurdignano (LE) - Menhir vicinanze 2

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 21

to Ma ora di fronte alla quantitagrave di fotografie e di scelte pos-sibili sono in crisi Voglio strutturare un percorso coerentee sensato Molte decisioni srsquoimpongono e la mia parte emo-tiva litiga con quella razionale Cerco un occhio ldquoaltrordquo chemi aiuti a muovermi sul confinehellipraquo

Cosigrave pure egli conosce bene lrsquoarte della fotografia tanto dascrivere

laquoIl vero problema non egrave fare una foto sbagliata ma fareun uso sbagliato della foto Il brivido corre non quando tuguardi una fotografia ma quando lei guarda te Ogni foto-grafia ha cinque lati i primi quattro delineano lrsquoinquadra-tura il quinto egrave il suo lato oscuro Fotografare dovrebbeprovocare uno strabismo buono guardarsi dentro mentre siguarda fuori Lrsquoediting di una narrazione fotografica egrave unviaggio dentro il suo senso come ogni viaggio presupponeun punto di partenza e uno drsquoarrivoraquo (tratto dal blog Quan-do un Photo Editor)

Oggi Leonello Bertolucci ha fotografato anche il Salentouna sua parte profonda e radicale che si perde nella nottedei tempi i megaliti i maestosi massi che il Salento custodi-sce cosigrave come una madre custodisce i suoi figli

A introdurre il libro Respiri di Pietra con una sintesi stra-ordinaria e una cosmogonia stupefacente egrave Edoardo Win-speare il regista nostro conterraneo che con la sua operacinematografica ha fatto conoscere il Salento in tutto ilmondo Egrave stupenda la visione che egli ha della terra nellaquale viviamo Edoardo egrave nato a Depressa (Tricase) in unodei castelli ancora oggi attivo e accogliente Bertolucci inve-ce da qualche tempo ha acquistato una casa a Corigliano

drsquoOtranto dove ritorna da Milano quando sente il bisognodi rifugiarsi nellrsquoabbraccio magnogreco dellrsquoantica terramessapica

Nellrsquointroduzione al libro Winspeare scrive laquoNel Salento il mare egrave azzurro-verde e ha una trasparen-

za cristallina gli alberi di ulivo secolari incutono rispetto co-me ogni monumento della natura la terra egrave rossa come ilsangue ma ciograve che rende questo finisterrae drsquoEuropa un ter-ritorio davvero unico egrave la pietra Per i salentini la pietra egrave co-me il legno per gli indios amazzonici o i popoli sciamanicidella Siberia

Nellrsquoantica Messapia non si edificava con i mattoni il le-gno era quasi sconosciuto come materiale da costruzionetutto era di tufo carparo pietra leccese di Cursi drsquoAlessa-no di Soleto si era circondati da peshchi cuti stozzi patrud-dhi feddhe e ancora altri nomi [hellip] per definire ogni piccolavariazione della pietra [hellip] I menhir e i dolmen sono unapresenza abituale nelle nostre campagne Il loro fascino mi-sterico ne fa agli occhi di chi sa guardare degli ieratici sacer-doti intermediari fra il cielo e la terra quasi fossero dei moaimediterranei eretti come monito trascendentale dellrsquoesisten-za umana Leonello Bertolucci fotografo sensibile ha sapu-to guardare dove altri vedono solo Le sue immagini deinostri megaliti sembrano sguardi da un terzo occhio quellodellrsquoanimaraquo

Stupende queste parole di Edoardo che permettono allospirito umano di godere della bellezza della natura Parago-nare i nostri menir ai grandi moai dellrsquoisola di Pasqua (Ra-pa Nui) significa veramente aver capito fino in fondo ilsignificato che gli antichi abitatori di questa terra volevanodare a quei grandi massi ritti come spinotti conficcati nellaroccia

E tale comprensione egrave rilevabile pure nelle fotografie diBertolucci che intitolando il libro laquoa tutti i nostri padri a[suo padre]raquo ha guardato attraverso lrsquoocchio magico dellafotocamera i megaliti del Salento quasi fossero dei nostriantenati Cosigrave il suo percorso fotografico ha attraversatocampagne e rilievi collinari consacrando al nostro immagi-nario i megaliti di Giurdignano Giuggianello Otranto Mi-nervino di Lecce Carpignano Salentino MelpignanoMartano Bagnolo Cursi Patugrave Corigliano drsquoOtranto Pal-mariggi Cannole UgentoTerenzano Calimera Diso Cosigraveil suo libro immortala la bellezza e la severitagrave dei menhirdei dolmen delle specchie del Masso della strega degliipogei delle chianche della Centopietre della Pietra di sanVito del megalite di Terenzano Tutte pietre che respiraro-no energie vitali

Martano (LE) - Specchia dei mori

22 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Sotto una pregevole litografia ottocentesca custoditadai frati francescani di Soleto figura la seguente le-genda Nel 1568 un giocatore furibondo vibrograve due colpi

sul volto della Sacra Immagine di Maria dipinta sul muro di unacappella dove poi fu eretto il Convento de PP Riformati in Sole-to e bestemmiando disse Io noncredo che tu sei la madre di Diose non mi fai ammazzare stase-ra Dalle ferite della Sacra Effi-gie scaturigrave molto sangue e inquella sera lrsquoempio sacrilegosulla porta di Soleto fu uccisoLa prodigiosa immagine cosigrave fe-rita ed intrisa di sangue si ado-ra nel tempio del succennatoConvento

La litografia riproduce asinistra un giovane mentrecon unrsquoaccetta colpisce il vi-so di una Madonna col Bam-bino e a destra la suauccisione ad opera di un ma-cellaio armato di coltelloSullo sfondo lo skyline diSoleto con la guglia di Rai-mondello Orsini del Balzocollocata in un improbabilepaesaggio collinare

Comrsquoegrave noto nel 1568 il le-gnaiolo Giacomo Lissandridopo aver perduto al giocotutti i suoi denari entrato in una cappella campestre si-tuata fuori le mura di Soleto in un terreno dove poi sorge-ragrave il Convento dei Frati Minori colpigrave con una scure laldquofaccia bella della Madonnardquo ldquodipinta sulla pietrardquo dallaquale ldquosgorgograve sangue vermigliordquo come enfaticamentepuntualizzava il panegirista soletano Giuseppe Stanca inuna sua predica del 27 luglio del 1908 La sera stessa lrsquoem-pio oltraggiatore sconvolto dallrsquoincubo del delitto venne pu-gnalato e ammazzato dal macellaio Luigi Rullo nei pressidella Porta S Antonio detta nel lsquo500 Porta di borea La lito-grafia ci restituisce lrsquoimmagine della Madonna affrescata inuna edicola campestre ma P Diego Tafuro da Lequile nel-la sua Relatio Historica affermando che il Lissandri gioca-

va intra eandem aediculam confermava che si trattograve di unacappella coperta anche se di piccole dimensioni Dellostesso parere furono nel 1724 Padre Bonaventura Da La-ma e poi Padre Benigno F Perrone Nessuna fonte ci dicecon chi il Lissandri giocava e perdeva a carte nella cappel-

la Sappiamo perograve che Gia-como Lissandri potrebbeessere il figlio di Antonio Les-sandri vivente nel 1546 men-tre un documento del 1622segnala la natura violentadella famiglia Rullo Si sostie-ne infatti che Giovanni Rul-lo forse nipote del macellaioLuigi havesse (anche lui) am-mazzato uno de Soligraveto (Soleto)del quale non si sa il nome

Come segnala una divotapreghiera del 1789 su Giaco-mo Lissandri sembrograve abbat-tersi lrsquoira divina e se non fossesopravvenuta la morte vio-lenta sarebbe stato sicura-mente scomunicato dalpreoccupato arcivescovo diOtranto il napoletano PietroAntonio de Capua il qualecon le Costituzioni sinodali ndeg26 e ndeg 47 delle complessive58 stabilite nel Sinodo del1567 (si badi bene un anno

prima del fatto sacrilego) quasi a preconizzare i fatti di So-leto cosigrave disponeva Scomunicamo tutte quelle persone chenelle chiese et luochi sacrihellip faranno o giocheranno a carte o adadi et ad altra sorte di giocho proibito E ancora Scomunica-mo tutte quelle persone le quali temerariamente con pietra fer-ro (nel nostro caso unrsquoascia) o qual sivoglia instrumento diqual sivoglia modo feriranno o guasteranno lrsquoimagine del Cru-cifisso della Gloriosa Vergine Maria (nel caso di Soleto la Ma-donna delle Grazie) et altri Santi

La minaccia di scomunica quindi gravava su chi gioca-va a carte o a dadi nelle chiese e su chi sfregiava le imma-gini sacre

Il compianto prof Mario Marti in un suo bellissimo ar-

UNA FINESTRA SUL PASSATO

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 23

ticolo intitolato ldquoDonne e madonne salentine fra memoriae democulturardquo coglieva appieno lrsquoespressione singolaredella Madonna soletana che lui osservava spesso durantele visite nella ldquosuardquo Soleto Cosigrave infatti ricordava ldquoHoavuto modo di vedere tante volte il viso allora in una te-ca e coperto da un panno un porsquo atono e distante dellrsquoim-magine sacra un porsquo astratto e metafisico che puograve farpensare veramente piugrave a una severitagrave di esemplare giusti-zia (come avvenne allrsquoempio oltraggiatore Giacomo Lisan-dri) che a una maternitagrave fatta drsquoindulgenza e di perdonordquo

Lrsquoaffresco della Madonna delle Grazie databile alla pri-ma metagrave del Quattrocento rievoca echi rinascimentali (co-me nota Sergio Ortese) ed egrave impostato secondo i canoni

della prospettiva Venne poi incastonato nella nicchia cen-trale dellrsquoaltare maggiore nella chiesa conventuale dei Fra-ti Minori di Soleto giagrave nel 1617 denominata S(anc)taM(ari)a della Gr(ati)a completata nel 1614 con molta pro-babilitagrave dallrsquoarchitetto neretino Maria Tarantino

Tutti parlano di una Madonna severa con lo sguardoperso nel vuoto mentre il Bambino sorridente regge conla destra un piccolo ventaglio liturgico e con la sinistra gio-ca con un uccellino Si tratta invece di una Mater amabilisvolta a suscitare la misericordia di Dio verso i fedeli

Lo sguardo triste mesto e distaccato della Vergine estra-neo al gesto sacrilego del Lissandri egrave solo presago dellaPassione del Figlio raffigurata dal corallo rosso che pendedal collo del Bambino simbolo del suo sangue e della suamorte in croce

BibliografiaEgrave utile consultare L MANNI La Madonna delle Grazie di Soleto Galati-

na 2001 pp 43-53D Donato DE LUCA Divote preghiere per la novena della Madonna delle

Grazie Gallipoli 1897 pp 11-31B F PERRONE I conventi della serafica riforma di S Nicolograve in Puglia II

Galatina 1981 p 171M MARTI Donne e Madonne salentine fra memoria e democultura in

ldquoRassegna trimestrale della Banca Agricola Popolare di Matino e Leccea VIII 1 Galatina marzo 1982 p 127

L MANNI Guida di Soleto (a cura di M CAZZATO) Galatina 1992pp 41-42

L MANNI Santi e miracoli nel Salento Galatina 1996 pp 90-93 123

laquoMorsquo vu cuntu nu cunturaquo ni dicigravea la nonna Anna E zzacca-va a cuntare

E tutta la stanza se lsquonchia chianu chianu de fate de streche demachi e macare de re e de regine e puru de li nanni orchi ca nifacigraveanu ghiacciare lu sangu sulamente cu li pensagravevamu

Ma pe pocu tiempu perograve Finu a a quandu nu rrivava lu mu-mentu mentru la nonna sta cuntava ca li pariti e la stessa lagrave-mia de la stanza allrsquoimpruvvisu scumparigraveanu e lassavanu pertulu cielu e allora se perdigraveanu tutti le fate le streche li machi e linanni orchi e nui vidigraveame a lsquoncapu luccicare sulamente le stel-le e le lune e poi a centu a centu passavanu prucissioni de ca-valieri cu le curazze drsquooru e li pinnacchi e lu tiempu nu sapivise era moi o poi o prima essendu ca ni sentigraveame puru nui in-tru a lu cuntu ca la nonna sta cuntava E poi vidigraveame allrsquoim-pruvvisu li draghi e li cavaddhi alati ca sfrecciavanu vulandu ese putigravea sentire comu nu striunizzu propiu a mmienzu a la stan-za ca era ddeventata na fureata incantata e alla fine se dduma-vanu tante luciceddhe ca tremulavanu luntanu luntanu e poise perdigraveanu a rretu allrsquoorizzonte ndash a lu scuffundu dicigravea la non-na ndash addhai ci nu canta caddhu e nu lluce lunahellip

Pensagravetila comu vuliti ma ju sursquo sicuru ca prima o poi a nucertu giurnu precisu a lu postu magicu addhai ci se cugraventanulsquoncora li cunti de na fiata me incontru lsquontorna cu la nonna An-na percegrave lrsquoaggiu rrecalare na bella cosa ca mi la cunservu pe id-dha de quandu era picciccu picciccu

E ci sape se cu lrsquooccasione la nonna (ca mi lrsquoja prumigravesa) numi presenta finalmente la fija de lu Re percegrave de quiddha sursquo sta-tu sempre e suntu lsquoncora lsquonnamuratuhellip

Quista leggenda ca stegrave pe cuminciare quarchedunudice ca lrsquoave inventata nienti de menu ca LeoneTolstoj lu famosu scrittore de la Russia Quarche-

dun addhu dice ca egrave stata ripresa de lu scrittore Italu Cal-vinu A mie cu bbu dicu lu giustu mrsquohanu sempremparatu ca ede na storia vera originaria de le muntagnede lrsquoArta Italia ca poi egrave scisa chianu chianu a le parti decquassotta a nui e puru a la famija nogravescia ca pe la veritagrave egravesempre stata patriottica Tantrsquoegrave veru ca allrsquourtima de li un-dici fij avuti de la nonna Anna lu nonnu Paulinu nogravesciuvoze cu li degravescia lu nome de Triestina propiu a onore dela cittagrave de Trieste ripijata allrsquoAustria a la fine de la primaguerra mondiale

Vabbegrave Comu ede comu nun ede lsquostu cuntu ca morsquo vucuntu a casa nogravescia era deveru de casa percegrave ogni tantuscigravea e bbenigravea pe vucca no sulamente de la nonna Annama cchiui de na fiata puru de la zigrave Ninetta e addhe fiate dela zia Teresina e de la zigrave Cetta o puru de la Rusaria ca erala cugina crande e ca ede lsquoncora viva e vegeta cu la bonasalute e li mandu nu baciu

Allora siti pronti Se siti pronti zzaccuCrsquoera na fiata nu Re ca tenia nu fiju unicu La Regina di-

fatti srsquoja mmalazzata cu lu parturisca e de tandu a lsquompoinu potte avire cchiui nisciunrsquoaddha cravidanza

Lu Re naturalmente li vuligravea ancora cchiugrave bene a lsquostu fi-ju unicu E si lu cocculava e lu nsistigravea ogni mumentu esciucava cu iddhu e li cuntava storielle curiose cu lu di-verta e li facigravea rrecali drsquoogni ben di DiulsquoNsomma cerca-va cu lu ccuntenta in tuttu e per tuttu

Ma lu principinu invece era sempre scuntentu Morsquo era puru ddeventatu carusu nu giovanottone ertu

beddhu e distintu comu nu veru Principe Scigravea a lsquoncaccia

ma de malavogliaComu cuminciava afare na cosa dopu nupocu se ncaddhiscia-va Lu Re lrsquoja datu pu-ru nrsquoarmata de sur-dati cu lu invoglia al-lrsquoavventura ma id-dhu mancu pe lacapu

Nu paru de fiate cuccuntenta sigraverasa ca luspingigravea quasi a lsquonfor-za ja puru partecipa-tu a lu torneu de lacavalleria ca se tenigraveadorsquo fiate lrsquoannu ma secapigravea subitu ca a lugiovane nu li cuddha-va percegrave nu teniapropiu piacere denienti e lu cchiui de lefiate stava sempremalinconicu

Crsquoeranu periudi capassava sciurnate in-tere nfacciatu a lubalcone cu lu sguar-du persu luntanu

laquoMa cce hai Cce edeca ti mancaraquo li ddumanda-va sigraverasa

laquoNu sacciu mancu iuraquo ri-spundigravea iddhu

laquoForsi ca sinti lsquonnamura-tu ndash cuntinuava lu sirendash Harsquo misu lrsquoocchi su qual-che beddha carusa Dimmigrave-lu fiju miu ca de vagnunebeddhe ne truvamu centu efosse puru la fija de lrsquoImpera-tore oppuru na semplicecontadina se propiu ti pia-ce ti la fazzu spusareraquo

Nienti Lu Principe co-tulava la capu e mancu lirispundigravea

Ddhu poveru cristianu

de lu Re alla fine lrsquojapruvate tutte inutilmen-te cuncerti de musicafeste de ballu sfilatemascherate numeride scioculieri animaliparlanti

Alla fine decise fice nu bandu e chiamau a cunvegnu limeju duttori professori studiosi e filosofi de tuttu lu Re-gnu e finalmente dopu sette giurni e sette notti de assem-blea ci foe na parvenza de rimediu a la situazzione

Lu Capu Sapiente ca tenigravea la barba vianca e lu parlare

24 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

pulitu li disse a luRe laquoMaestagrave abbiamoindagato e ragionatoprofondamente Abbia-mo studiato le StelleChiesto consiglio al-lrsquoAurora e al TramontoInterrogato il SilenzioEsplorato lrsquoOscuritagrave e ilDubbio E aperto infi-ne tutte le novantano-ve porte del MisteroOra per liberare vostrofiglio dalla malinconiadovete cercate un uomoche sia contento Macontento in tutto e pertutto Di se stesso del-la sua famiglia dellapropria occupazionedella sua casa del paesedove vive della genteche incontra dellrsquoariache respira delle stagio-ni che cambiano e an-che degli animali deglialberi delle montagnecosigrave come pure del mareo dei fiumi e dei laghi edi tutto ciograve che lo cir-

conda Quando incontreretequestrsquouomo prendete la sua ca-

micia e scambiatela con quella di vostro figlio E il Principe fi-nalmente guariragraveraquo

Lu Re se dese de fare subitusenza mancu cu perda nu

minutu lu tiempu curraccoja tutti lrsquoamba-sciatori de lu Regnu

ccumpagnati de centusurdati segretari mes-saggeri currieri esplo-ratori e aiutanti drsquoogni

genere e li sparpa-jau a li quattru pizzi cu

se degravescianu de fareE foe cusigrave ca dopu nu

paru de giurni li pur-tara nu Monacu rumi-tu

laquoMonacu santu dim-mi se sirsquo cuntenturaquo liddumandau lu RelaquoCertu Maestagrave Sursquocuntentu de intru e de

fore La solitudine fur-tifica e santificaraquo laquoBravu Bravuraquo li disse lu Re E poi li fi-ce lsquosta pruposta laquoVorsquo cu bbieni cu mie a lu castellu pe dire lepreghiere intru a la cappella realeraquo

laquoMacari Maestagrave E comu no De corsa vegnu a lu castel-lu Cusine me pozzu rripusare nu pocu ca stisu sempre lsquonter-

ra sulu sulu e pe lu friddu de certe notti a le fiate mi vene la ma-lincuniaraquo

laquoVane vane Monacu rumitu Se eri veramente cuntentu nudesideravi cu stai meju de cu comu stai Via Viaraquo li cridau luRe Li dese na borsa de munete drsquooru e lu cacciau

Dopu nrsquoaddhu paru de giurni li purtara nu Massaru catenigravea cchiui de decemila pecure e nu crande llavitu e erariccu spundatu ma era puru tantu bbonu de core ca davafatigravea a ci la cercava e rrecalava de mangiare a tutti e purusordi a ci tenigravea bisognu e tutti li vuligraveanu bene e iddhu eracuntentu

laquoMassaru Massaru se vide ca sigrave cuntentu Ma tie deveru tesienti cuntenturaquo li ddumandau lu Re laquoCertu Maestagrave Co-mu viditi ssignurigravea stessu iu tegnu tuttu e cchiui de tuttu etutti mi vogravelanu bene Perograveraquo

laquoPerograveraquo li rripetigraveu lu Re ca vuligravea cu saccia de cchiuilaquoPerograve lrsquoanni passanu Maestagrave E mi vene la malincunia quan-du pensu ca prima o poi puru iu aggiu murire e aggiu lassaretuttu quiddhu ca tegnuraquo

laquoVane vane Massaru riccu spundaturaquo li cridau lu Re laquoSeeri veramente cuntentu nu desideravi cu eggi eternu ca sulu alu Patreternu li spetta Via Viaraquo Li rrecalau na borsa demunete drsquooru puru a iddhu e lu cacciau

Poi dese ordine a li surdati cu nu li portanu cchiui ciu-vieddhi pe ddha settimana percegrave era rimastu tantu delu-su de lsquosti primi risultati ca era meju cu se ddefrisca nupocu E ccumpagnatu de quattru cavalieri se ne scigraveu que-tu quetu a lsquoncaccia intru a lu voscu

A lu tramontu quandu sta turnava a lu castellu passan-du vicinu a na capanneddha ca sta cadigravea arsquostozze lsquontise navoce ca dicigravea laquoCrazzie Signore miu Puru ogravesce mrsquoai pruvvi-dutu cu faticu e cu mangiu Aggiu sudatu e me sentu nu pocustraccu pe la fatigravea ma sursquo cuntentu lu stessu Morsquo mi mangiu nupocu de minestra poi me curcu me riposu e crammatina comusempre cu lrsquoaiutu de Ssingurigravea me ddisciatu cchiugrave friscu e cchiugravefelice de na rosaraquo

laquoEcculu ndash disse lu Re cittu cittu ndash Finalmente lrsquoimu truvatuquistu ede propiu lu cristianu cchiugrave cuntentu de tuttu lu Regnu Las-sagravemulu cu mangia ca poi trasigravemu e facimu cu ni degravescia la camisaraquo

E dopu nu pocu trasegravera lu Re cu tre surdati E ddhu cristianu ca srsquoja giagrave menatu su lu liettu e quasi

sta pijava sonnu se zau fuscendu e ddumandau cce buligraveatutta ddha gente a casa soa E lu Re in persona li disse cusi caccia lsquoddha specie de cuperta ca tenigravea lsquonturtijata susue cu li degravescia la camisa ca tenigravea de sotta ca li servigravea Ca poipe lsquostu favore lu rrecalava cu nu saccu chinu de giuielli ede munete drsquooru E ddhu cristianu ca ncora nun ja capitusi la cacciau sugravebitu ddha specie de cuperta ca tenigravea lsquontur-tijata susu

Ma sotta nun crsquoera nuddha camisa Nu la tenigravea la cami-sa ddhu poveru cristianu Nu lrsquoja mai tenuta a lsquonvita soa

Cari amici a la fine de lu cuntu la nonna Anna ni dicigravea sem-

pre ca la camisa de la felicitagrave nun esiste Lu segretu ede unu su-lu rripetigravea ognunu de nui tocca cu se saccia nccuntentare Cula camisa o senza Percegrave nu sempre egrave certu ca unu ca la tene lacamisa ede alla fine cchiugrave cuntentu e felice de unu ca invece nula tene

Cu tanti Auguri de bone Feste e cu la bona saluteMelanton-Roma 2015

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 25

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

26 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Era stata educata a Galatina

Sofia Stevens nacque nel 1845 a Gallipoli figlia del vi-ce Console inglese nella citta salentina Henry Stevensche rimase in carica fino al 1867 anno in cui morigrave An-

che il nonno di Sofia Richard era stato vice console dal1829 fino al 1853Mentre la madre diSofia era una nobil-donna di originefranco-napoletanaCarolina Auverny

Sofia era la secon-da di cinque figli (trefemmine e due ma-schi) ed era stataeducata prima a Ga-latina poi alla etagrave diundici anni fu man-data a Napoli doveebbe per maestro dilingue e di poesia Fe-derico Villani aquindici anni ritornograve

a Gallipoli e di qui ebbero inizio come era norma per i gio-vani di buona famiglia i viaggi di formazione in Europa

Con lo zio Giovanni Auverny per due anni Sofia non fe-ce che viaggiare Parigi Madrid Berlino Zurigo Monacodi Baviera Copenaghen ecc Si perfezionograve negli studi clas-sici conoscendo oltre lrsquoitaliano il francese lrsquoinglese lo spa-gnolo e il tedesco e rientrata a Gallipoli cominciograve ascrivere per proprio conto fincheacute morto il padre nel 1867(Sofia ha 22 anni) si trasferigrave con la madre e tutta la fami-glia a Napoli Qui sposograve senzrsquoamore Settimio Bartocci Idue vissero tra Gallipoli e Napoli a seconda delle stagio-ni fincheacute nel 1873 venne diagnosticato a Sofia (ha soltan-to 28 anni) un tumore al seno Da questo momento in poiSofia si trasferisce definitivamente a Napoli Non rivedragravepiugrave Gallipoli Operata tre anni dopo muore il 9 agosto1876 a soli 31 anni di etagrave

Muore con il rimpianto di un amore infelice e con la suaGallipoli nel cuore

Lascia scritte con il lapis in vari quaderni-diari 350 poe-

sie che aveva cominciato a scrivere fin dallrsquoetagrave di 15 anniVerranno pubblicate postume nel 1879 sotto il titololdquoCantirdquo come avrebbe desiderato lei stessa che ammira-va e amava moltissimo i ldquoCantirdquo leopardiani

Era una creatura dolce e malinconica morigrave infeliceVi chiederete comrsquoera Sofia Stevens questa singolare no-

bildonna gallipolitana dellrsquo800Non abbiamo testimonianze coeve ma dallrsquoeffigie del ri-

tratto che ci ha lasciato e soprattutto dalle poesie che ha la-sciato come sorta di testamento spirituale egrave facileimmaginare una creatura dolce fine delicata pallida pa-tetica malinconia romantica e tuttavia non era una fan-ciulla tutte trine e sospiri

Era intelligente colta conosceva quattro lingue di carat-tere molto riservato era schiva viveva appartata aveva unmagnifico rapporto con la natura che la circondava e so-prattutto Sofia si sentiva profondamente gallipolitana fi-glia di quella terra un porsquoruvida ma splendida e generosaE ciograve lo esplicita nelle sue poesie che sono di chiara imita-zione e sul modello tardo-romantico alla Prati o alla Ale-ardi tanto per intenderci anche se il suo modelloinarrivabile fra tutti i poeti da lei conosciuti era GiacomoLeopardi il poeta del dolore a cui si sentiva molto vicinosia per il suo temperamento malinconico che per le tristi

POETI SALENTINI

Gallipoli (LE) - Antica raffigurazione del porto

Sofia Stevens

di Augusto Benemeglio

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 27

personali vicende biografiche Le poesie di Sofia Stevenssono molto sentimentali talora sognanti malinconichedolenti Ma ciograve che ella prova non egrave finzione non appartie-ne alla convenzione percheacute la sua vita fu veramente brevedolorosa e infelice costretta a sposare un uomo che nonamava e a patirne tutte le amare conseguenze e infine col-pita da un male terribile allora incurabile che lrsquoavrebbeportata alla morte tra atroci sofferenze fisiche e spirituali(ldquoA lrsquoalma mia tapina tormenti senza fine innanzi pa-rahelliprdquo) a soli 31 anni

Dal cielo son discesaIn questa fonda valleE al suolo mrsquoha protesaUn infelice amoreNon piugrave lrsquoamorchrsquoio vagheggiava tecoE che potea securaFin confidare a lrsquoecoDe le paterne muraMa di foco avvampante passioneChe sebben corripostaTerribile tenzoneContro me stessa ha impostoInvano io vograve domarlaQual fa lrsquoondaTanto furente da schiantar le digheFuori trabalza e tutto intorno inondaE seco trascinando la rovinaA lrsquoalma mia tapinaTormenti senza fine innanzi paraE mrsquoapparecchia la gelata bara

La ruvidezza degli antichi scogliSofia lrsquoabbiamo detto amograve molto la sua terra natia Gal-

lipoli che considerograve sempre sua prima vera autentica pa-tria sebbene non ci abbia vissuto moltissimo E alla suaterra dedicograve descrizioni poetiche non convenzionali conunrsquoattenzione particolare alla precisione terminologica nelcampo della fauna e della flora salentina frutto della suacuriositagrave e passione per la botanica e le scienze naturali

hellipE si distendeSursquo sassi calcinati darsquo fulgoriDe lrsquoastro che in maggiore in ciel risplendeDiserta vrsquoegrave perograve rude la zollaDa pochi sterpi adorna e serpollinohellip

A me cresciuta Sopra lido marina avanza in coreLa ruvidezza dersquo nativi scoglihellipAride pietre e meste io veggo intornoOve licheni biondi e serpollinoSono i soli a profumar cocente il giornohellipErsquo qui sabbioso il suolo e non vrsquoha ramoE pure e pure questa terra io lrsquoamo

ldquo E mrsquoegrave duolo perenne la vitahelliprdquoAl periodo della fanciullezza e dellrsquoadolescenza si con-

trappone la dura realtagrave del presente in cui sono definitiva-mente tramontati i sogni e le speranze di coronarefelicemente il suo amore Chi domina incontrastato ora egrave ildisinganno e la disillusione

Lrsquoalma fidente si commuove e speraMa il disinganno apparehellipah rio velenoMa finite le gaie stagioniOgni speme con esse egrave partitaOra ignoro gli amori ed i suoniE mrsquoegrave duolo perenne la vita

Giglio nellrsquoombra e nel gelo sullo sfondo di un accesotramonto

Il dolore e la tristezza dellrsquoanimo di Sofia malata in pre-da anche allo sconforto di non poter piugrave rivedere Gallipo-li percheacute il viaggio le sarebbe troppo doloroso fannoaffacciare nella giovane donna lrsquoidea prepotente della mor-te E lo fa con accenti e riecheggiamenti chiaramente leo-pardiani

Oh felici coloro cui concessoErsquo giagrave il riposo de lrsquoeterno sonnoLagrave presso lrsquoonde di quel mar serenoSotteso le robinie e le gaggieDe le fiorite italiche pianureDove srsquoascolta il cinguettio giocondoE dove il pianto semplice donzellaVersa devota sopra lrsquourna amica

Donna Sofia Stevens a cui Gallipoli ha dedicato unavia nel borgo una via discreta e appartata sulla rivieradi tramontana rimarragrave per sempre lrsquoemblema della de-licatezza e della femminilitagrave romantica ma anche dellatenerezza e del profumo discreto un candido giglio trale rocce unlsquoombra delicata e tenera sullo sfondo di unacceso tramonto di Gallipoli bull

28 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

PITTORI GALATINESI

Metafisica scettica mi piace defi-nire la pittura di Totograve Rossettispirito inquieto e indagatore cu-

rioso della condizione esistenziale con-temporanea

E con le sue opere il nostro egrave un ritorno auna ben strana e originale metafisica unametafisica questa volta salace arguta piugraveafferente ndash certo ndash ad uno spirito pirandel-liano ma ndash sento di poter dissentire da cer-ta critica ndash alquanto lontana dalla musainquietante dechirichiana

Rossetti non sembra estraniarsi dal pre-sente non intende costruire un universoche trascenda la realtagrave piuttosto sembravoler fare il verso ai costumi ai tic alle pes-sime abitudini della societagrave massificata inun intento intelligentemente neoillumini-sta che fa perno sulle sorti alternanti e mu-tevoli della natura umana messe a nudo elasciate al compiaciuto ludibrio del visitatore

E dentro questo programma di rivisitazione della socie-tagrave e dellrsquoindividuo occupano un posto preminente la ten-sione critica la contestazione sobria ed elegante che solo la

pittura metafisica puograve pronunciareQuesto nitore delle opere di Rossetti deriva dal fatto che

lrsquoartista sa innanzitutto padroneggiare con abilitagrave la figu-ra competenza che non pare fargli difetto bencheacute proven-

ga da una formazione autodidattaA ciograve si aggiunga anche in lui la

predilezione per talune citazionistilistiche come le incursioni ldquoopti-cal artrdquo o addirittura iperrealisteche costellano tutto un percorso dioriginalitagrave

Dunque una metafisica pura opiuttosto un ideale metafisicoPropenderei per questa seconda in-terpretazione dato che esiste unnon so che di esplicito in quel suocromatismo cosigrave vivido in quellasua fedeltagrave alla forma ndash reinventatasigrave - ma sempre cosigrave sensibile allatrascendentalitagrave e aggrappata al re-taggio concreto dellrsquoesistenza

Talora infatti dalla pitture diRossetti affiora la tentazione delpaesaggio come rispecchiamentodella vita interiore della socialitagraveaffiora altresigrave un elegante figurati-ldquoLrsquoarte invita alla pacerdquo - acrilico su tela

ldquoSirenardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 29

vismo informato a un vagheg-giamento estetizzante dellaforma quasi un esito compen-sativo della coscienza forte-mente avvertita del caratterearido e amaro dellrsquoesistenza

Rossetti pertanto riesce atemperare con questi ricorsi ladisperazione senza attese chegiustamente caratterizza lrsquoere-ditagrave storica della pittura meta-fisica

Un riscontro di ciograve va ricer-cato nel suo ricco repertoriografico che spazia dalla pubbli-citagrave alla satira e nel quale risie-de la sapida inventiva concet-tuale di un uomo ben radicatonel proprio tempo

Antonio Miccoli

Nella personale visione del-la realtagrave Totograve Rossetti ci dagraveuna pittura originale tesa alladescrizione di avvenimenti estati drsquoanimo della societagravecontemporanea in chiave me-tafisica

Le sagome umane negli at-teggiamenti veraci inserite inuna architettura classica dateatro sono da collegare con lospirito penetrante pirandelliano e dechiriano

Crsquoegrave una denuncia della tradizione e crsquoegrave un modo singo-lare di dipingere efficaci come risultato percheacute le ansie deipersonaggi sono espresse e chiuse in una ben orchestrata

sfera eticaLrsquoartista vive e soffre la tra-

sformazione drsquouna societagrave checolloca con forza esistenzialeisolandola e sommergendolanel vuoto drsquouna disperazionesenza attese o nellrsquoillusione dieffimere gioie terrene

I personaggi recano ciascunoil peso del proprio vivere

Lrsquoarte del Rossetti riesce cosigravead esprimere lrsquoinconsistentemutevolezza umana

Sirio Marcianograve

Quasi un ideale metafisico egravela pittura di Totograve Rossetti na-ta da una complessa lievita-zione di spirituale sensibilitagrave enel contempo di partecipazio-ne alla forma che si concretiz-za in elaborati il cui fascinoprincipale egrave dato dalla armo-nica sintesi attuata attraversouna sua ricerca multi cromaed efficace nella resa pittoricae nella ricerca del volumequanto mai significativa nelsuo apporto di tensioni e di vi-brante sensitivitagrave

La ricerca del discorso nuovoed originale egrave dettato dalla sen-

sibilitagrave dellrsquoartista in uno spazio temporale ben definitonon solo nellrsquoaspetto artistico ma anche umano

La sua figurazione si avvale di un concetto espressivo te-so alla leggibile rappresentazione dei soggetti e di un par

ldquoEvardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 31

ticolare mondo pregno di sensibilitagrave umana e come ldquomo-menti di vitardquo nel loro atteggiamento che coglie gli esseriumani mentre compiono determinati gesti che li caratte-rizzano esteticamente e interiormente lrsquointervento croma-tico egrave lasciato alla particolare sensibilitagrave di questo artista

I racconti di intime suggestioni di Totograve Rossetti sono unfluire incantato di immagini sensitive emotive e trepidan-ti di una estrema poesia che trasferite nel colore secondouna metodologia musiva e secondo un respiro delle zonepolicrome egrave una operazione pienamente riuscita soprat-tutto per lrsquooriginale impostazione giocata su fremiti viva-ci e su emozioni improvvise

Sia pur nella meditata complessitagrave delle sue armonioseopere che nellrsquointenso fluire di una poetica sostenuta dasquisita capacitagrave espressiva egrave infatti la tipica urgenzacreativa infrenabile di Totograve Rossetti che sulla tela divieneforza espressiva

Questo suo mondo pittorico in cui la carica dei simbolidi tattili emozioni di percezioni cromatico-strutturali vo-luttuosamente luminose qualificano nella densitagrave materi-ca una personalitagrave decisamente autonoma di quel suofluire spontaneo di quel vibrare continuo di forme e di co-lori narrati con gioia come vita in perpetuo movimento

Nella Mariani

ldquoPrimaverardquo - acrilico su tela

ldquoVenererdquo - acrilico su tela

Le Associazioni degli Amici della Musica sono diffu-se in tutta Italia da oltre un secolo e ubbidiscono a unprincipio esclusivo di promozione e diffusione del-

la musica della sua finalitagrave formativa ed educativa per igrandi valori estetici e morali che esprime

Forse queste Associazioni sono nate per cercare di col-mare una carenza di interessi musicali un vuoto istituzio-nale gravissimo di uno Stato latitante e come dice il MdegRiccardo Muti criminosamente colpevole della inspiegabi-le assenza di insegnamento nelle scuole italiane fra le po-che in Europa

Le Associazioni rappresentano sul territorio nazionaleuna delle poche sicure ancore di salvezza per una catego-ria di musicisti e professionisti una specie ad alto rischiodi estinzione

Dopo piugrave di un secolo di presenza di movimenti cultu-rali stagioni concertistiche concorsi pianistici e tante tan-te idee la situazione musicale italiana rimane incertaquasi sospesa nel vuoto dellrsquoindifferenza dei politici i piugraveresponsabili della storica incapacitagrave di governare la cultu-ra del paese

Non solo ma si assiste anche a frequenti ed assurdi epi-sodi di analfabetismo musicale da parte di molti intellettua-li per nulla impensieriti dalla loro ignoranza anzihellip moltifanno sfoggio in alcune interviste pubbliche financo dellapassione per la musica Poi si va a scoprire quasi sempreche il loro interesse o amore egrave per un genere che non va aldi lagrave delle insignificanti musichette di consumo

I veri amici della musica sono quelli non della ldquopizzica etamburellordquo non della ldquopopolarerdquo neacute della folk e dellarock ma qualche volta della jazzistica e sempre della co-siddetta ldquoClassicardquo per intenderci quella di Palestrina

Monteverdi Mozart Beethoven Cho-pin Schubert Liszt e tanti altri

Noi siamo la patria insieme a Ger-mania e Francia del patrimonio mu-sicale piugrave importante del pianetaRappresentiamo la meta che tutti imusicisti del mondo sognano ma ciograveche avviene per i beni artistici succedeanche per quelli musicali Infatti neabbiamo fin troppi e a volte cadononellrsquooblio alcuni musicisti per i qualialtre nazioni vanterebbero meriti ec-cezionali A Galatina per esempio cisiamo dimenticati di tre illustri citta-dini Pasquale Cafaro del rsquo700 Giu-seppe Lillo dellrsquorsquo800 e Adolfo Gal-luccio del lsquo900

LrsquoItalia a cui il mondo intero conti-nua ancora oggi a guardare con gran-de ammirazione e stima per la suainvidiabile storia della musica egrave ilPaese perograve dove stranamente meno lasi studia diminuisce il numero delle

orchestre scompaiono istituzioni corali e suoi teatri sof-frono per mancanza di risorse e per il loro malgoverno

Si ha lrsquoimpressione che da un momento allrsquoaltro tuttopossa collassare e implodere seppellendo lrsquoimmenso pa-trimonio musicale

Purtroppo lrsquoattenzione delle Istituzioni nazionali e loca-li continua ad essere deludente se non indifferente Ubbi-disce ad una tendenza tutta italiana che si puograve sintetizzarenel pensiero di un noto ministro di un recente governo chediceva ldquoCon la cultura non si mangiardquo

32 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ASSOCIAZIONI CULTURALI

1952 - Galatina (LE) - il Mdeg Bruno Massaro in concerto

Eppure lrsquoItalia egrave secondo le stime dellrsquoUnesco il Paeseche detiene il maggior numero di beni artistici e cultura-li del mondo ma investe meno risorse degli altri Paesieuropei

In Italia siamo al 27deg posto lrsquoultimo E come se non bastasse

queste poche risorse sonocontese da un numero ecces-sivo di Associazioni Enticulturali e Fondazioni e perdi piugrave mal distribuite e spes-so elargite con criteri estra-nei al principio della qualitagravee del merito

La storia musicale di Ga-latina comincia idealmentenel 700 con un suo musici-sta di fama come PasqualeCafaro prosegue nellrsquo800con Giuseppe Lillo compo-sitore di molte opere lirichee musica da camera e nel900 con Adolfo Gallucciodetto Galladol

Questrsquoultimo un musici-sta gentiluomo era un com-positore di pezzi straor-dinari che eseguiva con unasua piccola orchestra drsquoarchiin concerti pubblici e spessoin salotti privati ove ricordosi trascorrevano serate mu-sicali gradevolissime Inquesto stesso periodo forseinfluenzati dalla personalitagravedel Galluccio a metagrave anni50 alcuni amici si attivarono per dare vita alla prima As-sociazione Amici della Musica di Galatina

Artefici eccezionali di questo movimento culturale furo-no la nobildonna Luisina Vallone Sticchi il dott AngeloSodo animatore principale le profsse sorelle Gina e An-tonietta Piscopo la profssa A Congedo la profssa Wan-da Bruno il sig Raffaele Congedo

La prima sede dei concerti fu la palestra della Scuola me-dia ldquoG Pascolirdquo in cui ebbi il piacere di suonare alcune miecomposizioni elogiate dal presentatore allora giovane pre-sidente Angelo Sodo ora giudice in pensione

Dopo qualche anno ci si spostograve nella sala ldquoLillordquo ora Sa-la consiliare del Comune acui sono legato da un tristericordo fui respinto alla por-ta drsquoingresso della Sala per-cheacute sprovvisto di abbona-mento

Per me allora quindicen-ne lrsquoiscrizione allrsquoAssocia-zione era un lusso che nonpotevo permettermi

Intanto a fine anni 50 or-mai affermato nellrsquoambientemusicale galatinese e nonsolo fui incaricato dalla pre-sidente Vallone insieme al-lrsquoamico Virgilio Contaldodella vicepresidenza del-lrsquoAssociazione che in quelperiodo in cerca di una sedepiugrave confortevole fu ospitatanel Circolo cittadino ldquoCirco-lo dei Signorirdquo ora sede deiVigili Urbani Il salone eraabbastanza elegante e ca-piente e il pubblico nonmolto numeroso era suffi-ciente a tenere dignitosa-mente in vita le seratemusicali

In questa nuova sede lrsquoAs-sociazione sembrograve aver tro-

vato finalmente una sua collocazione piugrave in linea con leesigenze di raffinatezza ed eleganza delle sue serate

Ma non si era valutata la presenza di alcuni anticorpi chesi annidavano tra i Soci del Circolo

Succedeva non poche volte che alcuni ldquoSignorirdquo noncu-ranti del concerto in corso nella saletta di lettura a fiancodel salone non sapessero fare a meno della partita a carte

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 33

1990 - Il prof Zeffirino Rizzelli in undibattito pubblico al Centro Studi Musicali

e che nel momento meno op-portuno esclamassero ad altavoce frasi tipiche del gioco del-la scopa

Superati questi momenti em-blematici di un periodo storicoormai vicino al rivoluzionariorsquo68 lrsquoAssociazione perdette loslancio della prima fase e pianpiano si esaurigrave per mancanza disostegni umani e materiali

Il sottoscritto in cerca di nuo-vi interessi musicali e desidero-so di attuare per Galatina piugravesolidi progetti abbandonograve lrsquoAs-sociazione per fondare il Con-corso pianistico nazionaleldquoCafarordquo sostenuto dallrsquoentu-siasmo di un acceso appassio-nato della musica lrsquoamico OnBeniamino De Maria

Poi fu la volta della fondazio-ne del Circolo culturale ldquoIl Por-ticordquo questa volta con lrsquoaiuto digrandi personaggi della culturagalatinese mons Antonio An-tonaci docente universitariostorico e filosofo avv CarloCaggia dott Mario Montinarifondatore dellrsquoOspedaletto pediatrico a Bari e il prof Zef-

firino Rizzelli A fine anni 80sempre con la consulenza aiu-to e incoraggiamento dellrsquoami-co Rizzelli diedi vita ad unambizioso progetto ldquocredordquoutile al prestigio della cittagrave IlCentro Studi Musicali ldquoP Cafa-rordquo Una iniziativa che miravaa istituire in loco un Liceo Mu-sicale Pareggiato ai Conserva-tori di Stato

Ma come ormai molti sannonon fu realizzato solo per unsoffio per insensibilitagrave miopiae incapacitagrave di qualche politicodel momento

Il 1995 egrave lrsquoanno del ritornoagli Amici della Musica ripren-dendo un filo interrotto neglianni rsquo60

La prima riunione con i nuo-vi Amici non puograve non avvenireche nella sua sede naturale ilPalazzo della Cultura Parteci-pano i Proff Michele Benegia-mo Lucia Falco GiovannaLucarelli Maria MazzarellaClelia Massaro la sigra MariaMasi la sigra Giovanna Pelle-

grino lrsquoavv Antonio Legno il dott Domenico Mangione

34 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

1996 - Galatina (LE) - Chiostro Basilica S CaterinaSpettatori durante un Concerto Amici della musica

il prof Zeffirino Rizzelli Le serate iniziano nella Sala ldquoContaldordquo e proseguono

negli anni successivi senza interruzione ospitando fino adoggi oltre 400 fra musi-cisti letterati scrittoripoeti attori cantanti

Dal rsquo95 siamo ormailontani 20 anni ed egravequindi comprensibileche io esprima ora unsenso di generale sod-disfazione e orgoglioIl merito principale na-turalmente va soprat-tutto ai Soci prove-nienti da molti paesidella provincia checon senso di responsa-bilitagrave ed abnegazionehanno sostenuto lrsquoini-ziativa facendoci rag-giungere un traguardoimportante un obietti-vo degno di una gran-de cittagrave una conquista sociale a vantaggio dellrsquointeroSalento

La qualitagrave dei nostri concerti egrave dovuta alla fattiva colla-borazione della nostra Associazione con le piugrave interessan-ti Rassegne internazionali I rispettivi Direttori artisticicollaborano ormai con noi da un porsquo di anni segnalandocii vincitori assoluti dei Concorsi Recentemente abbiamoavuto lrsquoonore della collaborazione con la prestigiosa Acca-demia Internazionale di Imola diretta da un amico il MdegFranco Scala che ha voluto ldquoregalarcirdquo per lrsquoinaugurazio-ne dellrsquoattuale Stagione concertistica uno dei migliori al-

lievi il pianista Roman Lopatinsky che ha mandato in vi-sibilio il numeroso pubblico con un pianismo brillante eun virtuosismo eccezionale

La nostra Associazio-ne egrave ormai una Univer-sitagrave della musica unospazio culturale in cuisi affrontano e svilup-pano tematiche specifi-che della letteraturamusicale nuovi studisulla liederistica ro-mantica e approfondi-menti sui vari stili eforme delle composi-zioni di ogni tempo

Un vero laboratoriosperimentale per ela-borazioni di natura cri-tica e filosofica

Con il programma disala poi sempre ac-compagnato da unrsquoat-tenta guida allrsquoascolto

si continua a perfezionare la formazione critica dei Socioffrendo loro un prezioso mezzo di comprensione dellecomplesse problematiche delle opere musicali

Una realtagrave stimolante per Galatina ed una indicazioneper far riflettere i responsabili politici nazionali

Qualche volta dalla periferia puograve emergere un utile sug-gerimento

Forse sarebbe auspicabile da parte dei politici un porsquo diumiltagrave per sostituirla allrsquoarroganza di chi continua semprea governare isolato con presunzione e incapacitagrave di com-prendere a fondo i veri problemi del Paese bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 35

2015 - Galatina (LE) - Il pianista Roman Lopatinskyallrsquoinaugurazione della stagione concertistica 20152016

Bruno Vittorio Massaro

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 14: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

Guer-ra Lui che non srsquoera mai mosso

dal Salento dalla sua Terra-Madredoveva presentarsi entro due giorni al

comando militare di Lecce con destinazio-ne Nord drsquoItalia Se ne partigrave con un profondo

dolore nel cuore e con tante lacrime nellrsquoanima masul viso si leggeva la fierezza del cittadino e del solda-to che va a difendere le fortune del proprio paese

Mia nonna non ebbe sue notizie per piugrave di un annoFu poi informata che lavevano fatto prigioniero sen-

za che si sapesse in quale campo di concentramento fos-se rinchiuso I giorni passavano in fretta ma di lui non

arrivava nessuna lettera e nessuna notizia Poi quando an-che le ultime speranze stavano per abbandonare mia nonnaecco che la vita della famiglia Miccoli di Torchiarolo si riempigraveallrsquoimprovviso di gioia Mio nonno a differenza di tanti suoicommilitoni ce lrsquoaveva fatta a rientrare in patria Il giorno delsuo arrivo a Torchiarolo nessuno lo riconobbe per strada per-cheacute era ridotto pelle e ossa Aveva camminato per mesi a piediper poter raggiungere la sua famiglia il suo amato paese

Quel giorno perograve non fu

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 17

Nella zona di Torchiarolo continuano le eradicazioni dei ldquogiganti del Salentordquo

TOGLIETE LE MANI DAGLI ULIVISappiate che li difenderemo come se fossero i nostri padri i nostri figli

di Enza Pagliaro

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 19

esattamente come mio nonno aveva sognato che fosse Purtroppo il piugrave piccolo dei suoi bambini era morto sen-

za che lui lrsquoavesse mai potuto abbracciare Nonostante que-sto inaspettato dolore Lu Nzinu te la Pantalea si rimboccograve lemaniche e ricominciograve a lavorare per portare il pane a casaPassarono una decina drsquoanni prima che la famiglia si ripren-desse dal dissesto economico causato dalla guerra

Pian piano lrsquoantico sogno di mio nonno di avere degli al-beri di ulivo tutti per seacute si avverograve Quando ormai era di-ventato un uomo di mezzrsquoetagrave acquistograve grazie ai tantisacrifici fatti un piccolo uliveto in contrada ldquoCase Bian-cherdquo poco fuori il paese E fu per lui una gioia immensa

Parve rinato e senza piugrave alcun acciacco fisico Con la bicicletta Lu Nzinu te la Pantalea andava a Case

Bianche per curare i suoi alberi drsquoulivo Per annaffiarlicarisciava lrsquoacqua cu le menze dalla fontana allrsquooliveto Pas-su dopu passu menza dopu menza i sacrifici venivano pun-tualmente ripagati dal raccolto e con i soldi ricavati dalleolive ogni anno poteva arricchire la dote alle sue figliole

Molti anni dopo quando il nonno ormai era vecchio equasi non camminava piugrave volleandare a rivedere i suoi alberi diulivo Non potendo piugrave cavalcarela vecchia bicicletta fu condottodietro sua ripetuta insistenzadalle figlie in auto Quando misepiede a Case Bianche cominciogravestranamente a camminare comenon faceva da tanto tempo guar-dava i suoi alberi filaru persquo filaruuno per uno Li conosceva tuttiLi sapeva distinguere gli uni da-gli altri Ad ognuno aveva asse-gnato un nome come fa ognipadre a ciascuno dei propri fi-glioli Quel pomeriggio il nonnoparlando con la sua terra conquegli eterni testimoni volle ri-cordare ai presenti il modo concui aveva saputo curarli quanteolive aveva raccolto in ogni anna-ta quanto sudore aveva versato e quante soddisfazioniaveva ricevuto per ognuno di quegli alberi Fu molto bra-vo a ripercorrere gioie e dolori della sua vita Per lui que-gli ulivi erano i suoi genitori e al tempo stesso i suoi figli

Oggi il nonno non crsquoegrave piugrave come legge naturale vuole chesia per ognuno di noi

Mia madre lo sostituigrave in tutto e per tutto ma non permolto tempo Anche lei iniziograve ad accusare gli acciacchi del-la vecchiaia muovendosi a mala pena in casa

Di tanto in tanto pretende di essere accompagnata a ldquoCa-se Biancherdquo per salutare quegli ulivi che suo padre le ave-va lasciato in ereditagrave Anche lei lrsquoAngiulina te la Pantaleaoggi si egrave mossa tra quei filari come se non avesse addossoalcun affanno e malanno fisico A lei egrave sembrato come sesuo padre fosse ancora ligrave a lavorare giovane e speranzosocome aveva sempre fatto per una intera vita Ersquo rimasta alungo assorta tra quegli alberi spostandosi pensosa e com-mossa ora di qua ora di lagrave come quando da giovinettaaiutava nonno Vincenzo a legare le fascine della rimondao a piegarsi per terra a raccogliere quellrsquooro nero che si

tramutava poi in oro giallo splendenteUna settimana fa mia madre ha ricevuto una lettera una

brutta lettera Non era certamente la stessa lettera ricevu-ta dal nonno per andare in guerra Ma anche in questo ca-so srsquoegrave trattato di una guerra Non di uomini contro uominima di uomini contro ulivi Vogliono eradicare quei gigan-ti dal piccolo appezzamento di terra Oltre ad averci mes-so unangoscia addosso mia madre ha pianto a dirotto econ lei dallrsquoalto dei cieli avragrave pianto anche mio nonno so-lo ad immaginarsi una scena del genere

Ersquo una lettera che non ci fa dormire la notte e che ci spez-za il cuore

Mia madre egrave comunque molto speranzosa e si augurache tutto si risolveragrave per il meglio allo stesso modo di co-me si risolse il caso di mio nonno che si presentograve a noiquando ormai tutti lo avevano dato giagrave per morto Lei nonfinisce mai di dirci che la vita a volte puograve avere un lieto fi-ne come in una bella favola

Lei egrave anche una donna paziente giusta saggia ed aspet-ta con grande ansia che il caso si risolva positivamente Ma

con il trascorrere dei giorni la speranza le sta venendo me-no ed allora ci esorta a tenere duro e a non desistere

Lei egrave anche una donna forte battagliera determinata adogni cosa ed egrave arrivata a dirci a chiare lettere che tutto po-tranno toglierci ma non il diritto di difendere ciograve che ciappartiene

La nostra storia i colori i profumi e i frutti della nostraterra i nostri alberi di ulivo sono ligrave in contrada ldquoCaseBiancherdquo e noi saremo ligrave a difenderli sino alla fine

Stessa cosa avrebbe detto Nonno Vincenzo se fosse an-cora in vita Lui da giovane ha offerto le sue braccia e lasua vita per difendere la Patria Italia e dalla Patria non haricevuto mai nulla

Ora a voi uomini senza cuore uomini di pietra rivol-giamo la preghiera di rispettare e di non toccare i nostriulivi che da tante generazioni sono per noi salentini la no-stra anima il nostro unico sostentamento bull

Enza Pagliara

Srsquointitola Respiri di pietra Monumenti megalitici del Salen-to (Lupo Editore Copertino 2014) il libro fotograficoche il ligure ma milanese drsquoadozione Leonello Berto-

lucci ha voluto donare allaTerra fra i due mari lrsquoanticaMessapia Un libro dalla co-pertina nera dal cui centrosorge come un astro lucente lasilhouette del maestoso trilitedenominato Chianca di SantoStefano di Carpignano Salenti-no La luce che dalla pietra sifa cogliere dal fotografo egravestrana e coinvolgente infattiil gioco di luci e ombre lrsquoan-tropizza a tal punto da farcelapercepire come energia vitale

Dal suo blog sappiamo cheegli egrave laquonato in Liguria e ap-prodato a Milano negli anni Ottanta ha intrapreso la stradadel reportage fotografico lavorando per alcune testate eagenzie italiane in seguito hanno avuto inizio collaborazio-ni internazionali tra cui quella con lrsquoagenzia ldquoSygmardquo di Pa-rigi Sue foto sono apparse su testate quali ldquoTimerdquoldquoNewsweekrdquo ldquoSternrdquo ldquoParis-Matchrdquo ldquoEpocardquo Ha fondatoe diretto per alcuni anni unrsquoagenzia fotogiornalistica mentreoggi continua a fotografare e condurre tutta una serie di at-tivitagrave nel campo della cultura fotografica vengono pubblica-ti suoi libri drsquoimmagini e allestite sue mostre organizzaeventi ed egrave docente in corsi e scuole di fotografia Egrave consu-lente in campo editoriale e multimediale ed egrave chiamato an-che a ricoprire il ruolo di photo editor in redazioni di giornaliha scritto il primo libro in Italia sullrsquoargomento col titoloProfessione Photo Editor Della sua attivitagrave si sono occupateriviste di fotografia come ldquoFotopraticardquo ldquoIl FotografordquoldquoNuova Fotografiardquo ldquoPhotordquo ldquoPhotographiardquo ldquoTechnoPhotordquo ldquoGente di Fotografiardquo ldquoFotocomputerrdquo Gli piacegiocare e nelle edizioni del ldquoPulcinoelefanterdquo [editore drsquoar-te che stampa in proprio rari esemplari di bibliofilia] le suefotografie giocano con testi tra gli altri di Alda Merini To-nino Guerra Enzo Sellerioraquo

Di lui hanno scritto Roberto Mutti laquoLeonello Bertolucci sa recuperare la pun-

tigliositagrave e la curiositagrave per ogni aspetto della vita Ma anchesoprattutto la capacitagrave di ascoltare e trasformare in immagi-

ni i sussurri da contrapporre alle grida di cui in troppi sem-brano non poter piugrave fare a menoraquo

Giuseppe Turroni laquoEsiste in Bertolucci davvero incante-vole e incantato il piacere del fare del raccon-tare del vedere sia pure strizzando lrsquoocchiocon ironia ripetiamo e senza malizia alle infi-nite contraddizioni e ambigue variazioni e va-lenze del mondo reale Egli ci restituiscematerie precise le scansioni di un racconto ter-so e delicato e il suo occhio fotografico egrave perripetere un verso di Sylvia Plath ldquoesatto e drsquoar-gentordquoraquo

Gino Patroni laquoLa prima foto della mia vitami fu scattata in un cortile di via Cernaia tra icaseggiati delle Elementari e la palestra dellaldquoPro Italiardquo Ovviamente una foto scolasticaricordo di fine drsquoanno Noi ragazzini in fittogruppo su un lato il maestro alto nei nostriconfronti come un campanile accanto alla

chiesa ndash Fermi ndash gridograve il fotografo con voce da sergenteprima del lampo Da allora ho conosciuto molti fotografiquasi tutti da bottega persino uno a Kopenik (Berlino) nelsettembre 1944 Insomma una foto da gefang (prigioniero)per gli archivi burocratici del lager Risultai magrissimoLrsquoultimo fotografo che ho conosciuto in ordine recentissimodi tempo egrave uno spezzino Leonello Bertoluccihellipraquo

Bertolucci che egrave fotografo professionista ha unrsquoidea benprecisa del suo operare Il suo archivio fotografico egrave colmo dicentinaia di migliaia di fotografie tanto da fargli scrivere

laquoHo perseguito unrsquoidea fotografica ci ho creduto e lavora-

20 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

AUTORI amp EDITORI

Giurdignano (LE) - Menhir vicinanze 2

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 21

to Ma ora di fronte alla quantitagrave di fotografie e di scelte pos-sibili sono in crisi Voglio strutturare un percorso coerentee sensato Molte decisioni srsquoimpongono e la mia parte emo-tiva litiga con quella razionale Cerco un occhio ldquoaltrordquo chemi aiuti a muovermi sul confinehellipraquo

Cosigrave pure egli conosce bene lrsquoarte della fotografia tanto dascrivere

laquoIl vero problema non egrave fare una foto sbagliata ma fareun uso sbagliato della foto Il brivido corre non quando tuguardi una fotografia ma quando lei guarda te Ogni foto-grafia ha cinque lati i primi quattro delineano lrsquoinquadra-tura il quinto egrave il suo lato oscuro Fotografare dovrebbeprovocare uno strabismo buono guardarsi dentro mentre siguarda fuori Lrsquoediting di una narrazione fotografica egrave unviaggio dentro il suo senso come ogni viaggio presupponeun punto di partenza e uno drsquoarrivoraquo (tratto dal blog Quan-do un Photo Editor)

Oggi Leonello Bertolucci ha fotografato anche il Salentouna sua parte profonda e radicale che si perde nella nottedei tempi i megaliti i maestosi massi che il Salento custodi-sce cosigrave come una madre custodisce i suoi figli

A introdurre il libro Respiri di Pietra con una sintesi stra-ordinaria e una cosmogonia stupefacente egrave Edoardo Win-speare il regista nostro conterraneo che con la sua operacinematografica ha fatto conoscere il Salento in tutto ilmondo Egrave stupenda la visione che egli ha della terra nellaquale viviamo Edoardo egrave nato a Depressa (Tricase) in unodei castelli ancora oggi attivo e accogliente Bertolucci inve-ce da qualche tempo ha acquistato una casa a Corigliano

drsquoOtranto dove ritorna da Milano quando sente il bisognodi rifugiarsi nellrsquoabbraccio magnogreco dellrsquoantica terramessapica

Nellrsquointroduzione al libro Winspeare scrive laquoNel Salento il mare egrave azzurro-verde e ha una trasparen-

za cristallina gli alberi di ulivo secolari incutono rispetto co-me ogni monumento della natura la terra egrave rossa come ilsangue ma ciograve che rende questo finisterrae drsquoEuropa un ter-ritorio davvero unico egrave la pietra Per i salentini la pietra egrave co-me il legno per gli indios amazzonici o i popoli sciamanicidella Siberia

Nellrsquoantica Messapia non si edificava con i mattoni il le-gno era quasi sconosciuto come materiale da costruzionetutto era di tufo carparo pietra leccese di Cursi drsquoAlessa-no di Soleto si era circondati da peshchi cuti stozzi patrud-dhi feddhe e ancora altri nomi [hellip] per definire ogni piccolavariazione della pietra [hellip] I menhir e i dolmen sono unapresenza abituale nelle nostre campagne Il loro fascino mi-sterico ne fa agli occhi di chi sa guardare degli ieratici sacer-doti intermediari fra il cielo e la terra quasi fossero dei moaimediterranei eretti come monito trascendentale dellrsquoesisten-za umana Leonello Bertolucci fotografo sensibile ha sapu-to guardare dove altri vedono solo Le sue immagini deinostri megaliti sembrano sguardi da un terzo occhio quellodellrsquoanimaraquo

Stupende queste parole di Edoardo che permettono allospirito umano di godere della bellezza della natura Parago-nare i nostri menir ai grandi moai dellrsquoisola di Pasqua (Ra-pa Nui) significa veramente aver capito fino in fondo ilsignificato che gli antichi abitatori di questa terra volevanodare a quei grandi massi ritti come spinotti conficcati nellaroccia

E tale comprensione egrave rilevabile pure nelle fotografie diBertolucci che intitolando il libro laquoa tutti i nostri padri a[suo padre]raquo ha guardato attraverso lrsquoocchio magico dellafotocamera i megaliti del Salento quasi fossero dei nostriantenati Cosigrave il suo percorso fotografico ha attraversatocampagne e rilievi collinari consacrando al nostro immagi-nario i megaliti di Giurdignano Giuggianello Otranto Mi-nervino di Lecce Carpignano Salentino MelpignanoMartano Bagnolo Cursi Patugrave Corigliano drsquoOtranto Pal-mariggi Cannole UgentoTerenzano Calimera Diso Cosigraveil suo libro immortala la bellezza e la severitagrave dei menhirdei dolmen delle specchie del Masso della strega degliipogei delle chianche della Centopietre della Pietra di sanVito del megalite di Terenzano Tutte pietre che respiraro-no energie vitali

Martano (LE) - Specchia dei mori

22 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Sotto una pregevole litografia ottocentesca custoditadai frati francescani di Soleto figura la seguente le-genda Nel 1568 un giocatore furibondo vibrograve due colpi

sul volto della Sacra Immagine di Maria dipinta sul muro di unacappella dove poi fu eretto il Convento de PP Riformati in Sole-to e bestemmiando disse Io noncredo che tu sei la madre di Diose non mi fai ammazzare stase-ra Dalle ferite della Sacra Effi-gie scaturigrave molto sangue e inquella sera lrsquoempio sacrilegosulla porta di Soleto fu uccisoLa prodigiosa immagine cosigrave fe-rita ed intrisa di sangue si ado-ra nel tempio del succennatoConvento

La litografia riproduce asinistra un giovane mentrecon unrsquoaccetta colpisce il vi-so di una Madonna col Bam-bino e a destra la suauccisione ad opera di un ma-cellaio armato di coltelloSullo sfondo lo skyline diSoleto con la guglia di Rai-mondello Orsini del Balzocollocata in un improbabilepaesaggio collinare

Comrsquoegrave noto nel 1568 il le-gnaiolo Giacomo Lissandridopo aver perduto al giocotutti i suoi denari entrato in una cappella campestre si-tuata fuori le mura di Soleto in un terreno dove poi sorge-ragrave il Convento dei Frati Minori colpigrave con una scure laldquofaccia bella della Madonnardquo ldquodipinta sulla pietrardquo dallaquale ldquosgorgograve sangue vermigliordquo come enfaticamentepuntualizzava il panegirista soletano Giuseppe Stanca inuna sua predica del 27 luglio del 1908 La sera stessa lrsquoem-pio oltraggiatore sconvolto dallrsquoincubo del delitto venne pu-gnalato e ammazzato dal macellaio Luigi Rullo nei pressidella Porta S Antonio detta nel lsquo500 Porta di borea La lito-grafia ci restituisce lrsquoimmagine della Madonna affrescata inuna edicola campestre ma P Diego Tafuro da Lequile nel-la sua Relatio Historica affermando che il Lissandri gioca-

va intra eandem aediculam confermava che si trattograve di unacappella coperta anche se di piccole dimensioni Dellostesso parere furono nel 1724 Padre Bonaventura Da La-ma e poi Padre Benigno F Perrone Nessuna fonte ci dicecon chi il Lissandri giocava e perdeva a carte nella cappel-

la Sappiamo perograve che Gia-como Lissandri potrebbeessere il figlio di Antonio Les-sandri vivente nel 1546 men-tre un documento del 1622segnala la natura violentadella famiglia Rullo Si sostie-ne infatti che Giovanni Rul-lo forse nipote del macellaioLuigi havesse (anche lui) am-mazzato uno de Soligraveto (Soleto)del quale non si sa il nome

Come segnala una divotapreghiera del 1789 su Giaco-mo Lissandri sembrograve abbat-tersi lrsquoira divina e se non fossesopravvenuta la morte vio-lenta sarebbe stato sicura-mente scomunicato dalpreoccupato arcivescovo diOtranto il napoletano PietroAntonio de Capua il qualecon le Costituzioni sinodali ndeg26 e ndeg 47 delle complessive58 stabilite nel Sinodo del1567 (si badi bene un anno

prima del fatto sacrilego) quasi a preconizzare i fatti di So-leto cosigrave disponeva Scomunicamo tutte quelle persone chenelle chiese et luochi sacrihellip faranno o giocheranno a carte o adadi et ad altra sorte di giocho proibito E ancora Scomunica-mo tutte quelle persone le quali temerariamente con pietra fer-ro (nel nostro caso unrsquoascia) o qual sivoglia instrumento diqual sivoglia modo feriranno o guasteranno lrsquoimagine del Cru-cifisso della Gloriosa Vergine Maria (nel caso di Soleto la Ma-donna delle Grazie) et altri Santi

La minaccia di scomunica quindi gravava su chi gioca-va a carte o a dadi nelle chiese e su chi sfregiava le imma-gini sacre

Il compianto prof Mario Marti in un suo bellissimo ar-

UNA FINESTRA SUL PASSATO

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 23

ticolo intitolato ldquoDonne e madonne salentine fra memoriae democulturardquo coglieva appieno lrsquoespressione singolaredella Madonna soletana che lui osservava spesso durantele visite nella ldquosuardquo Soleto Cosigrave infatti ricordava ldquoHoavuto modo di vedere tante volte il viso allora in una te-ca e coperto da un panno un porsquo atono e distante dellrsquoim-magine sacra un porsquo astratto e metafisico che puograve farpensare veramente piugrave a una severitagrave di esemplare giusti-zia (come avvenne allrsquoempio oltraggiatore Giacomo Lisan-dri) che a una maternitagrave fatta drsquoindulgenza e di perdonordquo

Lrsquoaffresco della Madonna delle Grazie databile alla pri-ma metagrave del Quattrocento rievoca echi rinascimentali (co-me nota Sergio Ortese) ed egrave impostato secondo i canoni

della prospettiva Venne poi incastonato nella nicchia cen-trale dellrsquoaltare maggiore nella chiesa conventuale dei Fra-ti Minori di Soleto giagrave nel 1617 denominata S(anc)taM(ari)a della Gr(ati)a completata nel 1614 con molta pro-babilitagrave dallrsquoarchitetto neretino Maria Tarantino

Tutti parlano di una Madonna severa con lo sguardoperso nel vuoto mentre il Bambino sorridente regge conla destra un piccolo ventaglio liturgico e con la sinistra gio-ca con un uccellino Si tratta invece di una Mater amabilisvolta a suscitare la misericordia di Dio verso i fedeli

Lo sguardo triste mesto e distaccato della Vergine estra-neo al gesto sacrilego del Lissandri egrave solo presago dellaPassione del Figlio raffigurata dal corallo rosso che pendedal collo del Bambino simbolo del suo sangue e della suamorte in croce

BibliografiaEgrave utile consultare L MANNI La Madonna delle Grazie di Soleto Galati-

na 2001 pp 43-53D Donato DE LUCA Divote preghiere per la novena della Madonna delle

Grazie Gallipoli 1897 pp 11-31B F PERRONE I conventi della serafica riforma di S Nicolograve in Puglia II

Galatina 1981 p 171M MARTI Donne e Madonne salentine fra memoria e democultura in

ldquoRassegna trimestrale della Banca Agricola Popolare di Matino e Leccea VIII 1 Galatina marzo 1982 p 127

L MANNI Guida di Soleto (a cura di M CAZZATO) Galatina 1992pp 41-42

L MANNI Santi e miracoli nel Salento Galatina 1996 pp 90-93 123

laquoMorsquo vu cuntu nu cunturaquo ni dicigravea la nonna Anna E zzacca-va a cuntare

E tutta la stanza se lsquonchia chianu chianu de fate de streche demachi e macare de re e de regine e puru de li nanni orchi ca nifacigraveanu ghiacciare lu sangu sulamente cu li pensagravevamu

Ma pe pocu tiempu perograve Finu a a quandu nu rrivava lu mu-mentu mentru la nonna sta cuntava ca li pariti e la stessa lagrave-mia de la stanza allrsquoimpruvvisu scumparigraveanu e lassavanu pertulu cielu e allora se perdigraveanu tutti le fate le streche li machi e linanni orchi e nui vidigraveame a lsquoncapu luccicare sulamente le stel-le e le lune e poi a centu a centu passavanu prucissioni de ca-valieri cu le curazze drsquooru e li pinnacchi e lu tiempu nu sapivise era moi o poi o prima essendu ca ni sentigraveame puru nui in-tru a lu cuntu ca la nonna sta cuntava E poi vidigraveame allrsquoim-pruvvisu li draghi e li cavaddhi alati ca sfrecciavanu vulandu ese putigravea sentire comu nu striunizzu propiu a mmienzu a la stan-za ca era ddeventata na fureata incantata e alla fine se dduma-vanu tante luciceddhe ca tremulavanu luntanu luntanu e poise perdigraveanu a rretu allrsquoorizzonte ndash a lu scuffundu dicigravea la non-na ndash addhai ci nu canta caddhu e nu lluce lunahellip

Pensagravetila comu vuliti ma ju sursquo sicuru ca prima o poi a nucertu giurnu precisu a lu postu magicu addhai ci se cugraventanulsquoncora li cunti de na fiata me incontru lsquontorna cu la nonna An-na percegrave lrsquoaggiu rrecalare na bella cosa ca mi la cunservu pe id-dha de quandu era picciccu picciccu

E ci sape se cu lrsquooccasione la nonna (ca mi lrsquoja prumigravesa) numi presenta finalmente la fija de lu Re percegrave de quiddha sursquo sta-tu sempre e suntu lsquoncora lsquonnamuratuhellip

Quista leggenda ca stegrave pe cuminciare quarchedunudice ca lrsquoave inventata nienti de menu ca LeoneTolstoj lu famosu scrittore de la Russia Quarche-

dun addhu dice ca egrave stata ripresa de lu scrittore Italu Cal-vinu A mie cu bbu dicu lu giustu mrsquohanu sempremparatu ca ede na storia vera originaria de le muntagnede lrsquoArta Italia ca poi egrave scisa chianu chianu a le parti decquassotta a nui e puru a la famija nogravescia ca pe la veritagrave egravesempre stata patriottica Tantrsquoegrave veru ca allrsquourtima de li un-dici fij avuti de la nonna Anna lu nonnu Paulinu nogravesciuvoze cu li degravescia lu nome de Triestina propiu a onore dela cittagrave de Trieste ripijata allrsquoAustria a la fine de la primaguerra mondiale

Vabbegrave Comu ede comu nun ede lsquostu cuntu ca morsquo vucuntu a casa nogravescia era deveru de casa percegrave ogni tantuscigravea e bbenigravea pe vucca no sulamente de la nonna Annama cchiui de na fiata puru de la zigrave Ninetta e addhe fiate dela zia Teresina e de la zigrave Cetta o puru de la Rusaria ca erala cugina crande e ca ede lsquoncora viva e vegeta cu la bonasalute e li mandu nu baciu

Allora siti pronti Se siti pronti zzaccuCrsquoera na fiata nu Re ca tenia nu fiju unicu La Regina di-

fatti srsquoja mmalazzata cu lu parturisca e de tandu a lsquompoinu potte avire cchiui nisciunrsquoaddha cravidanza

Lu Re naturalmente li vuligravea ancora cchiugrave bene a lsquostu fi-ju unicu E si lu cocculava e lu nsistigravea ogni mumentu esciucava cu iddhu e li cuntava storielle curiose cu lu di-verta e li facigravea rrecali drsquoogni ben di DiulsquoNsomma cerca-va cu lu ccuntenta in tuttu e per tuttu

Ma lu principinu invece era sempre scuntentu Morsquo era puru ddeventatu carusu nu giovanottone ertu

beddhu e distintu comu nu veru Principe Scigravea a lsquoncaccia

ma de malavogliaComu cuminciava afare na cosa dopu nupocu se ncaddhiscia-va Lu Re lrsquoja datu pu-ru nrsquoarmata de sur-dati cu lu invoglia al-lrsquoavventura ma id-dhu mancu pe lacapu

Nu paru de fiate cuccuntenta sigraverasa ca luspingigravea quasi a lsquonfor-za ja puru partecipa-tu a lu torneu de lacavalleria ca se tenigraveadorsquo fiate lrsquoannu ma secapigravea subitu ca a lugiovane nu li cuddha-va percegrave nu teniapropiu piacere denienti e lu cchiui de lefiate stava sempremalinconicu

Crsquoeranu periudi capassava sciurnate in-tere nfacciatu a lubalcone cu lu sguar-du persu luntanu

laquoMa cce hai Cce edeca ti mancaraquo li ddumanda-va sigraverasa

laquoNu sacciu mancu iuraquo ri-spundigravea iddhu

laquoForsi ca sinti lsquonnamura-tu ndash cuntinuava lu sirendash Harsquo misu lrsquoocchi su qual-che beddha carusa Dimmigrave-lu fiju miu ca de vagnunebeddhe ne truvamu centu efosse puru la fija de lrsquoImpera-tore oppuru na semplicecontadina se propiu ti pia-ce ti la fazzu spusareraquo

Nienti Lu Principe co-tulava la capu e mancu lirispundigravea

Ddhu poveru cristianu

de lu Re alla fine lrsquojapruvate tutte inutilmen-te cuncerti de musicafeste de ballu sfilatemascherate numeride scioculieri animaliparlanti

Alla fine decise fice nu bandu e chiamau a cunvegnu limeju duttori professori studiosi e filosofi de tuttu lu Re-gnu e finalmente dopu sette giurni e sette notti de assem-blea ci foe na parvenza de rimediu a la situazzione

Lu Capu Sapiente ca tenigravea la barba vianca e lu parlare

24 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

pulitu li disse a luRe laquoMaestagrave abbiamoindagato e ragionatoprofondamente Abbia-mo studiato le StelleChiesto consiglio al-lrsquoAurora e al TramontoInterrogato il SilenzioEsplorato lrsquoOscuritagrave e ilDubbio E aperto infi-ne tutte le novantano-ve porte del MisteroOra per liberare vostrofiglio dalla malinconiadovete cercate un uomoche sia contento Macontento in tutto e pertutto Di se stesso del-la sua famiglia dellapropria occupazionedella sua casa del paesedove vive della genteche incontra dellrsquoariache respira delle stagio-ni che cambiano e an-che degli animali deglialberi delle montagnecosigrave come pure del mareo dei fiumi e dei laghi edi tutto ciograve che lo cir-

conda Quando incontreretequestrsquouomo prendete la sua ca-

micia e scambiatela con quella di vostro figlio E il Principe fi-nalmente guariragraveraquo

Lu Re se dese de fare subitusenza mancu cu perda nu

minutu lu tiempu curraccoja tutti lrsquoamba-sciatori de lu Regnu

ccumpagnati de centusurdati segretari mes-saggeri currieri esplo-ratori e aiutanti drsquoogni

genere e li sparpa-jau a li quattru pizzi cu

se degravescianu de fareE foe cusigrave ca dopu nu

paru de giurni li pur-tara nu Monacu rumi-tu

laquoMonacu santu dim-mi se sirsquo cuntenturaquo liddumandau lu RelaquoCertu Maestagrave Sursquocuntentu de intru e de

fore La solitudine fur-tifica e santificaraquo laquoBravu Bravuraquo li disse lu Re E poi li fi-ce lsquosta pruposta laquoVorsquo cu bbieni cu mie a lu castellu pe dire lepreghiere intru a la cappella realeraquo

laquoMacari Maestagrave E comu no De corsa vegnu a lu castel-lu Cusine me pozzu rripusare nu pocu ca stisu sempre lsquonter-

ra sulu sulu e pe lu friddu de certe notti a le fiate mi vene la ma-lincuniaraquo

laquoVane vane Monacu rumitu Se eri veramente cuntentu nudesideravi cu stai meju de cu comu stai Via Viaraquo li cridau luRe Li dese na borsa de munete drsquooru e lu cacciau

Dopu nrsquoaddhu paru de giurni li purtara nu Massaru catenigravea cchiui de decemila pecure e nu crande llavitu e erariccu spundatu ma era puru tantu bbonu de core ca davafatigravea a ci la cercava e rrecalava de mangiare a tutti e purusordi a ci tenigravea bisognu e tutti li vuligraveanu bene e iddhu eracuntentu

laquoMassaru Massaru se vide ca sigrave cuntentu Ma tie deveru tesienti cuntenturaquo li ddumandau lu Re laquoCertu Maestagrave Co-mu viditi ssignurigravea stessu iu tegnu tuttu e cchiui de tuttu etutti mi vogravelanu bene Perograveraquo

laquoPerograveraquo li rripetigraveu lu Re ca vuligravea cu saccia de cchiuilaquoPerograve lrsquoanni passanu Maestagrave E mi vene la malincunia quan-du pensu ca prima o poi puru iu aggiu murire e aggiu lassaretuttu quiddhu ca tegnuraquo

laquoVane vane Massaru riccu spundaturaquo li cridau lu Re laquoSeeri veramente cuntentu nu desideravi cu eggi eternu ca sulu alu Patreternu li spetta Via Viaraquo Li rrecalau na borsa demunete drsquooru puru a iddhu e lu cacciau

Poi dese ordine a li surdati cu nu li portanu cchiui ciu-vieddhi pe ddha settimana percegrave era rimastu tantu delu-su de lsquosti primi risultati ca era meju cu se ddefrisca nupocu E ccumpagnatu de quattru cavalieri se ne scigraveu que-tu quetu a lsquoncaccia intru a lu voscu

A lu tramontu quandu sta turnava a lu castellu passan-du vicinu a na capanneddha ca sta cadigravea arsquostozze lsquontise navoce ca dicigravea laquoCrazzie Signore miu Puru ogravesce mrsquoai pruvvi-dutu cu faticu e cu mangiu Aggiu sudatu e me sentu nu pocustraccu pe la fatigravea ma sursquo cuntentu lu stessu Morsquo mi mangiu nupocu de minestra poi me curcu me riposu e crammatina comusempre cu lrsquoaiutu de Ssingurigravea me ddisciatu cchiugrave friscu e cchiugravefelice de na rosaraquo

laquoEcculu ndash disse lu Re cittu cittu ndash Finalmente lrsquoimu truvatuquistu ede propiu lu cristianu cchiugrave cuntentu de tuttu lu Regnu Las-sagravemulu cu mangia ca poi trasigravemu e facimu cu ni degravescia la camisaraquo

E dopu nu pocu trasegravera lu Re cu tre surdati E ddhu cristianu ca srsquoja giagrave menatu su lu liettu e quasi

sta pijava sonnu se zau fuscendu e ddumandau cce buligraveatutta ddha gente a casa soa E lu Re in persona li disse cusi caccia lsquoddha specie de cuperta ca tenigravea lsquonturtijata susue cu li degravescia la camisa ca tenigravea de sotta ca li servigravea Ca poipe lsquostu favore lu rrecalava cu nu saccu chinu de giuielli ede munete drsquooru E ddhu cristianu ca ncora nun ja capitusi la cacciau sugravebitu ddha specie de cuperta ca tenigravea lsquontur-tijata susu

Ma sotta nun crsquoera nuddha camisa Nu la tenigravea la cami-sa ddhu poveru cristianu Nu lrsquoja mai tenuta a lsquonvita soa

Cari amici a la fine de lu cuntu la nonna Anna ni dicigravea sem-

pre ca la camisa de la felicitagrave nun esiste Lu segretu ede unu su-lu rripetigravea ognunu de nui tocca cu se saccia nccuntentare Cula camisa o senza Percegrave nu sempre egrave certu ca unu ca la tene lacamisa ede alla fine cchiugrave cuntentu e felice de unu ca invece nula tene

Cu tanti Auguri de bone Feste e cu la bona saluteMelanton-Roma 2015

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 25

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

26 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Era stata educata a Galatina

Sofia Stevens nacque nel 1845 a Gallipoli figlia del vi-ce Console inglese nella citta salentina Henry Stevensche rimase in carica fino al 1867 anno in cui morigrave An-

che il nonno di Sofia Richard era stato vice console dal1829 fino al 1853Mentre la madre diSofia era una nobil-donna di originefranco-napoletanaCarolina Auverny

Sofia era la secon-da di cinque figli (trefemmine e due ma-schi) ed era stataeducata prima a Ga-latina poi alla etagrave diundici anni fu man-data a Napoli doveebbe per maestro dilingue e di poesia Fe-derico Villani aquindici anni ritornograve

a Gallipoli e di qui ebbero inizio come era norma per i gio-vani di buona famiglia i viaggi di formazione in Europa

Con lo zio Giovanni Auverny per due anni Sofia non fe-ce che viaggiare Parigi Madrid Berlino Zurigo Monacodi Baviera Copenaghen ecc Si perfezionograve negli studi clas-sici conoscendo oltre lrsquoitaliano il francese lrsquoinglese lo spa-gnolo e il tedesco e rientrata a Gallipoli cominciograve ascrivere per proprio conto fincheacute morto il padre nel 1867(Sofia ha 22 anni) si trasferigrave con la madre e tutta la fami-glia a Napoli Qui sposograve senzrsquoamore Settimio Bartocci Idue vissero tra Gallipoli e Napoli a seconda delle stagio-ni fincheacute nel 1873 venne diagnosticato a Sofia (ha soltan-to 28 anni) un tumore al seno Da questo momento in poiSofia si trasferisce definitivamente a Napoli Non rivedragravepiugrave Gallipoli Operata tre anni dopo muore il 9 agosto1876 a soli 31 anni di etagrave

Muore con il rimpianto di un amore infelice e con la suaGallipoli nel cuore

Lascia scritte con il lapis in vari quaderni-diari 350 poe-

sie che aveva cominciato a scrivere fin dallrsquoetagrave di 15 anniVerranno pubblicate postume nel 1879 sotto il titololdquoCantirdquo come avrebbe desiderato lei stessa che ammira-va e amava moltissimo i ldquoCantirdquo leopardiani

Era una creatura dolce e malinconica morigrave infeliceVi chiederete comrsquoera Sofia Stevens questa singolare no-

bildonna gallipolitana dellrsquo800Non abbiamo testimonianze coeve ma dallrsquoeffigie del ri-

tratto che ci ha lasciato e soprattutto dalle poesie che ha la-sciato come sorta di testamento spirituale egrave facileimmaginare una creatura dolce fine delicata pallida pa-tetica malinconia romantica e tuttavia non era una fan-ciulla tutte trine e sospiri

Era intelligente colta conosceva quattro lingue di carat-tere molto riservato era schiva viveva appartata aveva unmagnifico rapporto con la natura che la circondava e so-prattutto Sofia si sentiva profondamente gallipolitana fi-glia di quella terra un porsquoruvida ma splendida e generosaE ciograve lo esplicita nelle sue poesie che sono di chiara imita-zione e sul modello tardo-romantico alla Prati o alla Ale-ardi tanto per intenderci anche se il suo modelloinarrivabile fra tutti i poeti da lei conosciuti era GiacomoLeopardi il poeta del dolore a cui si sentiva molto vicinosia per il suo temperamento malinconico che per le tristi

POETI SALENTINI

Gallipoli (LE) - Antica raffigurazione del porto

Sofia Stevens

di Augusto Benemeglio

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 27

personali vicende biografiche Le poesie di Sofia Stevenssono molto sentimentali talora sognanti malinconichedolenti Ma ciograve che ella prova non egrave finzione non appartie-ne alla convenzione percheacute la sua vita fu veramente brevedolorosa e infelice costretta a sposare un uomo che nonamava e a patirne tutte le amare conseguenze e infine col-pita da un male terribile allora incurabile che lrsquoavrebbeportata alla morte tra atroci sofferenze fisiche e spirituali(ldquoA lrsquoalma mia tapina tormenti senza fine innanzi pa-rahelliprdquo) a soli 31 anni

Dal cielo son discesaIn questa fonda valleE al suolo mrsquoha protesaUn infelice amoreNon piugrave lrsquoamorchrsquoio vagheggiava tecoE che potea securaFin confidare a lrsquoecoDe le paterne muraMa di foco avvampante passioneChe sebben corripostaTerribile tenzoneContro me stessa ha impostoInvano io vograve domarlaQual fa lrsquoondaTanto furente da schiantar le digheFuori trabalza e tutto intorno inondaE seco trascinando la rovinaA lrsquoalma mia tapinaTormenti senza fine innanzi paraE mrsquoapparecchia la gelata bara

La ruvidezza degli antichi scogliSofia lrsquoabbiamo detto amograve molto la sua terra natia Gal-

lipoli che considerograve sempre sua prima vera autentica pa-tria sebbene non ci abbia vissuto moltissimo E alla suaterra dedicograve descrizioni poetiche non convenzionali conunrsquoattenzione particolare alla precisione terminologica nelcampo della fauna e della flora salentina frutto della suacuriositagrave e passione per la botanica e le scienze naturali

hellipE si distendeSursquo sassi calcinati darsquo fulgoriDe lrsquoastro che in maggiore in ciel risplendeDiserta vrsquoegrave perograve rude la zollaDa pochi sterpi adorna e serpollinohellip

A me cresciuta Sopra lido marina avanza in coreLa ruvidezza dersquo nativi scoglihellipAride pietre e meste io veggo intornoOve licheni biondi e serpollinoSono i soli a profumar cocente il giornohellipErsquo qui sabbioso il suolo e non vrsquoha ramoE pure e pure questa terra io lrsquoamo

ldquo E mrsquoegrave duolo perenne la vitahelliprdquoAl periodo della fanciullezza e dellrsquoadolescenza si con-

trappone la dura realtagrave del presente in cui sono definitiva-mente tramontati i sogni e le speranze di coronarefelicemente il suo amore Chi domina incontrastato ora egrave ildisinganno e la disillusione

Lrsquoalma fidente si commuove e speraMa il disinganno apparehellipah rio velenoMa finite le gaie stagioniOgni speme con esse egrave partitaOra ignoro gli amori ed i suoniE mrsquoegrave duolo perenne la vita

Giglio nellrsquoombra e nel gelo sullo sfondo di un accesotramonto

Il dolore e la tristezza dellrsquoanimo di Sofia malata in pre-da anche allo sconforto di non poter piugrave rivedere Gallipo-li percheacute il viaggio le sarebbe troppo doloroso fannoaffacciare nella giovane donna lrsquoidea prepotente della mor-te E lo fa con accenti e riecheggiamenti chiaramente leo-pardiani

Oh felici coloro cui concessoErsquo giagrave il riposo de lrsquoeterno sonnoLagrave presso lrsquoonde di quel mar serenoSotteso le robinie e le gaggieDe le fiorite italiche pianureDove srsquoascolta il cinguettio giocondoE dove il pianto semplice donzellaVersa devota sopra lrsquourna amica

Donna Sofia Stevens a cui Gallipoli ha dedicato unavia nel borgo una via discreta e appartata sulla rivieradi tramontana rimarragrave per sempre lrsquoemblema della de-licatezza e della femminilitagrave romantica ma anche dellatenerezza e del profumo discreto un candido giglio trale rocce unlsquoombra delicata e tenera sullo sfondo di unacceso tramonto di Gallipoli bull

28 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

PITTORI GALATINESI

Metafisica scettica mi piace defi-nire la pittura di Totograve Rossettispirito inquieto e indagatore cu-

rioso della condizione esistenziale con-temporanea

E con le sue opere il nostro egrave un ritorno auna ben strana e originale metafisica unametafisica questa volta salace arguta piugraveafferente ndash certo ndash ad uno spirito pirandel-liano ma ndash sento di poter dissentire da cer-ta critica ndash alquanto lontana dalla musainquietante dechirichiana

Rossetti non sembra estraniarsi dal pre-sente non intende costruire un universoche trascenda la realtagrave piuttosto sembravoler fare il verso ai costumi ai tic alle pes-sime abitudini della societagrave massificata inun intento intelligentemente neoillumini-sta che fa perno sulle sorti alternanti e mu-tevoli della natura umana messe a nudo elasciate al compiaciuto ludibrio del visitatore

E dentro questo programma di rivisitazione della socie-tagrave e dellrsquoindividuo occupano un posto preminente la ten-sione critica la contestazione sobria ed elegante che solo la

pittura metafisica puograve pronunciareQuesto nitore delle opere di Rossetti deriva dal fatto che

lrsquoartista sa innanzitutto padroneggiare con abilitagrave la figu-ra competenza che non pare fargli difetto bencheacute proven-

ga da una formazione autodidattaA ciograve si aggiunga anche in lui la

predilezione per talune citazionistilistiche come le incursioni ldquoopti-cal artrdquo o addirittura iperrealisteche costellano tutto un percorso dioriginalitagrave

Dunque una metafisica pura opiuttosto un ideale metafisicoPropenderei per questa seconda in-terpretazione dato che esiste unnon so che di esplicito in quel suocromatismo cosigrave vivido in quellasua fedeltagrave alla forma ndash reinventatasigrave - ma sempre cosigrave sensibile allatrascendentalitagrave e aggrappata al re-taggio concreto dellrsquoesistenza

Talora infatti dalla pitture diRossetti affiora la tentazione delpaesaggio come rispecchiamentodella vita interiore della socialitagraveaffiora altresigrave un elegante figurati-ldquoLrsquoarte invita alla pacerdquo - acrilico su tela

ldquoSirenardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 29

vismo informato a un vagheg-giamento estetizzante dellaforma quasi un esito compen-sativo della coscienza forte-mente avvertita del caratterearido e amaro dellrsquoesistenza

Rossetti pertanto riesce atemperare con questi ricorsi ladisperazione senza attese chegiustamente caratterizza lrsquoere-ditagrave storica della pittura meta-fisica

Un riscontro di ciograve va ricer-cato nel suo ricco repertoriografico che spazia dalla pubbli-citagrave alla satira e nel quale risie-de la sapida inventiva concet-tuale di un uomo ben radicatonel proprio tempo

Antonio Miccoli

Nella personale visione del-la realtagrave Totograve Rossetti ci dagraveuna pittura originale tesa alladescrizione di avvenimenti estati drsquoanimo della societagravecontemporanea in chiave me-tafisica

Le sagome umane negli at-teggiamenti veraci inserite inuna architettura classica dateatro sono da collegare con lospirito penetrante pirandelliano e dechiriano

Crsquoegrave una denuncia della tradizione e crsquoegrave un modo singo-lare di dipingere efficaci come risultato percheacute le ansie deipersonaggi sono espresse e chiuse in una ben orchestrata

sfera eticaLrsquoartista vive e soffre la tra-

sformazione drsquouna societagrave checolloca con forza esistenzialeisolandola e sommergendolanel vuoto drsquouna disperazionesenza attese o nellrsquoillusione dieffimere gioie terrene

I personaggi recano ciascunoil peso del proprio vivere

Lrsquoarte del Rossetti riesce cosigravead esprimere lrsquoinconsistentemutevolezza umana

Sirio Marcianograve

Quasi un ideale metafisico egravela pittura di Totograve Rossetti na-ta da una complessa lievita-zione di spirituale sensibilitagrave enel contempo di partecipazio-ne alla forma che si concretiz-za in elaborati il cui fascinoprincipale egrave dato dalla armo-nica sintesi attuata attraversouna sua ricerca multi cromaed efficace nella resa pittoricae nella ricerca del volumequanto mai significativa nelsuo apporto di tensioni e di vi-brante sensitivitagrave

La ricerca del discorso nuovoed originale egrave dettato dalla sen-

sibilitagrave dellrsquoartista in uno spazio temporale ben definitonon solo nellrsquoaspetto artistico ma anche umano

La sua figurazione si avvale di un concetto espressivo te-so alla leggibile rappresentazione dei soggetti e di un par

ldquoEvardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 31

ticolare mondo pregno di sensibilitagrave umana e come ldquomo-menti di vitardquo nel loro atteggiamento che coglie gli esseriumani mentre compiono determinati gesti che li caratte-rizzano esteticamente e interiormente lrsquointervento croma-tico egrave lasciato alla particolare sensibilitagrave di questo artista

I racconti di intime suggestioni di Totograve Rossetti sono unfluire incantato di immagini sensitive emotive e trepidan-ti di una estrema poesia che trasferite nel colore secondouna metodologia musiva e secondo un respiro delle zonepolicrome egrave una operazione pienamente riuscita soprat-tutto per lrsquooriginale impostazione giocata su fremiti viva-ci e su emozioni improvvise

Sia pur nella meditata complessitagrave delle sue armonioseopere che nellrsquointenso fluire di una poetica sostenuta dasquisita capacitagrave espressiva egrave infatti la tipica urgenzacreativa infrenabile di Totograve Rossetti che sulla tela divieneforza espressiva

Questo suo mondo pittorico in cui la carica dei simbolidi tattili emozioni di percezioni cromatico-strutturali vo-luttuosamente luminose qualificano nella densitagrave materi-ca una personalitagrave decisamente autonoma di quel suofluire spontaneo di quel vibrare continuo di forme e di co-lori narrati con gioia come vita in perpetuo movimento

Nella Mariani

ldquoPrimaverardquo - acrilico su tela

ldquoVenererdquo - acrilico su tela

Le Associazioni degli Amici della Musica sono diffu-se in tutta Italia da oltre un secolo e ubbidiscono a unprincipio esclusivo di promozione e diffusione del-

la musica della sua finalitagrave formativa ed educativa per igrandi valori estetici e morali che esprime

Forse queste Associazioni sono nate per cercare di col-mare una carenza di interessi musicali un vuoto istituzio-nale gravissimo di uno Stato latitante e come dice il MdegRiccardo Muti criminosamente colpevole della inspiegabi-le assenza di insegnamento nelle scuole italiane fra le po-che in Europa

Le Associazioni rappresentano sul territorio nazionaleuna delle poche sicure ancore di salvezza per una catego-ria di musicisti e professionisti una specie ad alto rischiodi estinzione

Dopo piugrave di un secolo di presenza di movimenti cultu-rali stagioni concertistiche concorsi pianistici e tante tan-te idee la situazione musicale italiana rimane incertaquasi sospesa nel vuoto dellrsquoindifferenza dei politici i piugraveresponsabili della storica incapacitagrave di governare la cultu-ra del paese

Non solo ma si assiste anche a frequenti ed assurdi epi-sodi di analfabetismo musicale da parte di molti intellettua-li per nulla impensieriti dalla loro ignoranza anzihellip moltifanno sfoggio in alcune interviste pubbliche financo dellapassione per la musica Poi si va a scoprire quasi sempreche il loro interesse o amore egrave per un genere che non va aldi lagrave delle insignificanti musichette di consumo

I veri amici della musica sono quelli non della ldquopizzica etamburellordquo non della ldquopopolarerdquo neacute della folk e dellarock ma qualche volta della jazzistica e sempre della co-siddetta ldquoClassicardquo per intenderci quella di Palestrina

Monteverdi Mozart Beethoven Cho-pin Schubert Liszt e tanti altri

Noi siamo la patria insieme a Ger-mania e Francia del patrimonio mu-sicale piugrave importante del pianetaRappresentiamo la meta che tutti imusicisti del mondo sognano ma ciograveche avviene per i beni artistici succedeanche per quelli musicali Infatti neabbiamo fin troppi e a volte cadononellrsquooblio alcuni musicisti per i qualialtre nazioni vanterebbero meriti ec-cezionali A Galatina per esempio cisiamo dimenticati di tre illustri citta-dini Pasquale Cafaro del rsquo700 Giu-seppe Lillo dellrsquorsquo800 e Adolfo Gal-luccio del lsquo900

LrsquoItalia a cui il mondo intero conti-nua ancora oggi a guardare con gran-de ammirazione e stima per la suainvidiabile storia della musica egrave ilPaese perograve dove stranamente meno lasi studia diminuisce il numero delle

orchestre scompaiono istituzioni corali e suoi teatri sof-frono per mancanza di risorse e per il loro malgoverno

Si ha lrsquoimpressione che da un momento allrsquoaltro tuttopossa collassare e implodere seppellendo lrsquoimmenso pa-trimonio musicale

Purtroppo lrsquoattenzione delle Istituzioni nazionali e loca-li continua ad essere deludente se non indifferente Ubbi-disce ad una tendenza tutta italiana che si puograve sintetizzarenel pensiero di un noto ministro di un recente governo chediceva ldquoCon la cultura non si mangiardquo

32 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ASSOCIAZIONI CULTURALI

1952 - Galatina (LE) - il Mdeg Bruno Massaro in concerto

Eppure lrsquoItalia egrave secondo le stime dellrsquoUnesco il Paeseche detiene il maggior numero di beni artistici e cultura-li del mondo ma investe meno risorse degli altri Paesieuropei

In Italia siamo al 27deg posto lrsquoultimo E come se non bastasse

queste poche risorse sonocontese da un numero ecces-sivo di Associazioni Enticulturali e Fondazioni e perdi piugrave mal distribuite e spes-so elargite con criteri estra-nei al principio della qualitagravee del merito

La storia musicale di Ga-latina comincia idealmentenel 700 con un suo musici-sta di fama come PasqualeCafaro prosegue nellrsquo800con Giuseppe Lillo compo-sitore di molte opere lirichee musica da camera e nel900 con Adolfo Gallucciodetto Galladol

Questrsquoultimo un musici-sta gentiluomo era un com-positore di pezzi straor-dinari che eseguiva con unasua piccola orchestra drsquoarchiin concerti pubblici e spessoin salotti privati ove ricordosi trascorrevano serate mu-sicali gradevolissime Inquesto stesso periodo forseinfluenzati dalla personalitagravedel Galluccio a metagrave anni50 alcuni amici si attivarono per dare vita alla prima As-sociazione Amici della Musica di Galatina

Artefici eccezionali di questo movimento culturale furo-no la nobildonna Luisina Vallone Sticchi il dott AngeloSodo animatore principale le profsse sorelle Gina e An-tonietta Piscopo la profssa A Congedo la profssa Wan-da Bruno il sig Raffaele Congedo

La prima sede dei concerti fu la palestra della Scuola me-dia ldquoG Pascolirdquo in cui ebbi il piacere di suonare alcune miecomposizioni elogiate dal presentatore allora giovane pre-sidente Angelo Sodo ora giudice in pensione

Dopo qualche anno ci si spostograve nella sala ldquoLillordquo ora Sa-la consiliare del Comune acui sono legato da un tristericordo fui respinto alla por-ta drsquoingresso della Sala per-cheacute sprovvisto di abbona-mento

Per me allora quindicen-ne lrsquoiscrizione allrsquoAssocia-zione era un lusso che nonpotevo permettermi

Intanto a fine anni 50 or-mai affermato nellrsquoambientemusicale galatinese e nonsolo fui incaricato dalla pre-sidente Vallone insieme al-lrsquoamico Virgilio Contaldodella vicepresidenza del-lrsquoAssociazione che in quelperiodo in cerca di una sedepiugrave confortevole fu ospitatanel Circolo cittadino ldquoCirco-lo dei Signorirdquo ora sede deiVigili Urbani Il salone eraabbastanza elegante e ca-piente e il pubblico nonmolto numeroso era suffi-ciente a tenere dignitosa-mente in vita le seratemusicali

In questa nuova sede lrsquoAs-sociazione sembrograve aver tro-

vato finalmente una sua collocazione piugrave in linea con leesigenze di raffinatezza ed eleganza delle sue serate

Ma non si era valutata la presenza di alcuni anticorpi chesi annidavano tra i Soci del Circolo

Succedeva non poche volte che alcuni ldquoSignorirdquo noncu-ranti del concerto in corso nella saletta di lettura a fiancodel salone non sapessero fare a meno della partita a carte

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 33

1990 - Il prof Zeffirino Rizzelli in undibattito pubblico al Centro Studi Musicali

e che nel momento meno op-portuno esclamassero ad altavoce frasi tipiche del gioco del-la scopa

Superati questi momenti em-blematici di un periodo storicoormai vicino al rivoluzionariorsquo68 lrsquoAssociazione perdette loslancio della prima fase e pianpiano si esaurigrave per mancanza disostegni umani e materiali

Il sottoscritto in cerca di nuo-vi interessi musicali e desidero-so di attuare per Galatina piugravesolidi progetti abbandonograve lrsquoAs-sociazione per fondare il Con-corso pianistico nazionaleldquoCafarordquo sostenuto dallrsquoentu-siasmo di un acceso appassio-nato della musica lrsquoamico OnBeniamino De Maria

Poi fu la volta della fondazio-ne del Circolo culturale ldquoIl Por-ticordquo questa volta con lrsquoaiuto digrandi personaggi della culturagalatinese mons Antonio An-tonaci docente universitariostorico e filosofo avv CarloCaggia dott Mario Montinarifondatore dellrsquoOspedaletto pediatrico a Bari e il prof Zef-

firino Rizzelli A fine anni 80sempre con la consulenza aiu-to e incoraggiamento dellrsquoami-co Rizzelli diedi vita ad unambizioso progetto ldquocredordquoutile al prestigio della cittagrave IlCentro Studi Musicali ldquoP Cafa-rordquo Una iniziativa che miravaa istituire in loco un Liceo Mu-sicale Pareggiato ai Conserva-tori di Stato

Ma come ormai molti sannonon fu realizzato solo per unsoffio per insensibilitagrave miopiae incapacitagrave di qualche politicodel momento

Il 1995 egrave lrsquoanno del ritornoagli Amici della Musica ripren-dendo un filo interrotto neglianni rsquo60

La prima riunione con i nuo-vi Amici non puograve non avvenireche nella sua sede naturale ilPalazzo della Cultura Parteci-pano i Proff Michele Benegia-mo Lucia Falco GiovannaLucarelli Maria MazzarellaClelia Massaro la sigra MariaMasi la sigra Giovanna Pelle-

grino lrsquoavv Antonio Legno il dott Domenico Mangione

34 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

1996 - Galatina (LE) - Chiostro Basilica S CaterinaSpettatori durante un Concerto Amici della musica

il prof Zeffirino Rizzelli Le serate iniziano nella Sala ldquoContaldordquo e proseguono

negli anni successivi senza interruzione ospitando fino adoggi oltre 400 fra musi-cisti letterati scrittoripoeti attori cantanti

Dal rsquo95 siamo ormailontani 20 anni ed egravequindi comprensibileche io esprima ora unsenso di generale sod-disfazione e orgoglioIl merito principale na-turalmente va soprat-tutto ai Soci prove-nienti da molti paesidella provincia checon senso di responsa-bilitagrave ed abnegazionehanno sostenuto lrsquoini-ziativa facendoci rag-giungere un traguardoimportante un obietti-vo degno di una gran-de cittagrave una conquista sociale a vantaggio dellrsquointeroSalento

La qualitagrave dei nostri concerti egrave dovuta alla fattiva colla-borazione della nostra Associazione con le piugrave interessan-ti Rassegne internazionali I rispettivi Direttori artisticicollaborano ormai con noi da un porsquo di anni segnalandocii vincitori assoluti dei Concorsi Recentemente abbiamoavuto lrsquoonore della collaborazione con la prestigiosa Acca-demia Internazionale di Imola diretta da un amico il MdegFranco Scala che ha voluto ldquoregalarcirdquo per lrsquoinaugurazio-ne dellrsquoattuale Stagione concertistica uno dei migliori al-

lievi il pianista Roman Lopatinsky che ha mandato in vi-sibilio il numeroso pubblico con un pianismo brillante eun virtuosismo eccezionale

La nostra Associazio-ne egrave ormai una Univer-sitagrave della musica unospazio culturale in cuisi affrontano e svilup-pano tematiche specifi-che della letteraturamusicale nuovi studisulla liederistica ro-mantica e approfondi-menti sui vari stili eforme delle composi-zioni di ogni tempo

Un vero laboratoriosperimentale per ela-borazioni di natura cri-tica e filosofica

Con il programma disala poi sempre ac-compagnato da unrsquoat-tenta guida allrsquoascolto

si continua a perfezionare la formazione critica dei Socioffrendo loro un prezioso mezzo di comprensione dellecomplesse problematiche delle opere musicali

Una realtagrave stimolante per Galatina ed una indicazioneper far riflettere i responsabili politici nazionali

Qualche volta dalla periferia puograve emergere un utile sug-gerimento

Forse sarebbe auspicabile da parte dei politici un porsquo diumiltagrave per sostituirla allrsquoarroganza di chi continua semprea governare isolato con presunzione e incapacitagrave di com-prendere a fondo i veri problemi del Paese bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 35

2015 - Galatina (LE) - Il pianista Roman Lopatinskyallrsquoinaugurazione della stagione concertistica 20152016

Bruno Vittorio Massaro

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 15: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 19

esattamente come mio nonno aveva sognato che fosse Purtroppo il piugrave piccolo dei suoi bambini era morto sen-

za che lui lrsquoavesse mai potuto abbracciare Nonostante que-sto inaspettato dolore Lu Nzinu te la Pantalea si rimboccograve lemaniche e ricominciograve a lavorare per portare il pane a casaPassarono una decina drsquoanni prima che la famiglia si ripren-desse dal dissesto economico causato dalla guerra

Pian piano lrsquoantico sogno di mio nonno di avere degli al-beri di ulivo tutti per seacute si avverograve Quando ormai era di-ventato un uomo di mezzrsquoetagrave acquistograve grazie ai tantisacrifici fatti un piccolo uliveto in contrada ldquoCase Bian-cherdquo poco fuori il paese E fu per lui una gioia immensa

Parve rinato e senza piugrave alcun acciacco fisico Con la bicicletta Lu Nzinu te la Pantalea andava a Case

Bianche per curare i suoi alberi drsquoulivo Per annaffiarlicarisciava lrsquoacqua cu le menze dalla fontana allrsquooliveto Pas-su dopu passu menza dopu menza i sacrifici venivano pun-tualmente ripagati dal raccolto e con i soldi ricavati dalleolive ogni anno poteva arricchire la dote alle sue figliole

Molti anni dopo quando il nonno ormai era vecchio equasi non camminava piugrave volleandare a rivedere i suoi alberi diulivo Non potendo piugrave cavalcarela vecchia bicicletta fu condottodietro sua ripetuta insistenzadalle figlie in auto Quando misepiede a Case Bianche cominciogravestranamente a camminare comenon faceva da tanto tempo guar-dava i suoi alberi filaru persquo filaruuno per uno Li conosceva tuttiLi sapeva distinguere gli uni da-gli altri Ad ognuno aveva asse-gnato un nome come fa ognipadre a ciascuno dei propri fi-glioli Quel pomeriggio il nonnoparlando con la sua terra conquegli eterni testimoni volle ri-cordare ai presenti il modo concui aveva saputo curarli quanteolive aveva raccolto in ogni anna-ta quanto sudore aveva versato e quante soddisfazioniaveva ricevuto per ognuno di quegli alberi Fu molto bra-vo a ripercorrere gioie e dolori della sua vita Per lui que-gli ulivi erano i suoi genitori e al tempo stesso i suoi figli

Oggi il nonno non crsquoegrave piugrave come legge naturale vuole chesia per ognuno di noi

Mia madre lo sostituigrave in tutto e per tutto ma non permolto tempo Anche lei iniziograve ad accusare gli acciacchi del-la vecchiaia muovendosi a mala pena in casa

Di tanto in tanto pretende di essere accompagnata a ldquoCa-se Biancherdquo per salutare quegli ulivi che suo padre le ave-va lasciato in ereditagrave Anche lei lrsquoAngiulina te la Pantaleaoggi si egrave mossa tra quei filari come se non avesse addossoalcun affanno e malanno fisico A lei egrave sembrato come sesuo padre fosse ancora ligrave a lavorare giovane e speranzosocome aveva sempre fatto per una intera vita Ersquo rimasta alungo assorta tra quegli alberi spostandosi pensosa e com-mossa ora di qua ora di lagrave come quando da giovinettaaiutava nonno Vincenzo a legare le fascine della rimondao a piegarsi per terra a raccogliere quellrsquooro nero che si

tramutava poi in oro giallo splendenteUna settimana fa mia madre ha ricevuto una lettera una

brutta lettera Non era certamente la stessa lettera ricevu-ta dal nonno per andare in guerra Ma anche in questo ca-so srsquoegrave trattato di una guerra Non di uomini contro uominima di uomini contro ulivi Vogliono eradicare quei gigan-ti dal piccolo appezzamento di terra Oltre ad averci mes-so unangoscia addosso mia madre ha pianto a dirotto econ lei dallrsquoalto dei cieli avragrave pianto anche mio nonno so-lo ad immaginarsi una scena del genere

Ersquo una lettera che non ci fa dormire la notte e che ci spez-za il cuore

Mia madre egrave comunque molto speranzosa e si augurache tutto si risolveragrave per il meglio allo stesso modo di co-me si risolse il caso di mio nonno che si presentograve a noiquando ormai tutti lo avevano dato giagrave per morto Lei nonfinisce mai di dirci che la vita a volte puograve avere un lieto fi-ne come in una bella favola

Lei egrave anche una donna paziente giusta saggia ed aspet-ta con grande ansia che il caso si risolva positivamente Ma

con il trascorrere dei giorni la speranza le sta venendo me-no ed allora ci esorta a tenere duro e a non desistere

Lei egrave anche una donna forte battagliera determinata adogni cosa ed egrave arrivata a dirci a chiare lettere che tutto po-tranno toglierci ma non il diritto di difendere ciograve che ciappartiene

La nostra storia i colori i profumi e i frutti della nostraterra i nostri alberi di ulivo sono ligrave in contrada ldquoCaseBiancherdquo e noi saremo ligrave a difenderli sino alla fine

Stessa cosa avrebbe detto Nonno Vincenzo se fosse an-cora in vita Lui da giovane ha offerto le sue braccia e lasua vita per difendere la Patria Italia e dalla Patria non haricevuto mai nulla

Ora a voi uomini senza cuore uomini di pietra rivol-giamo la preghiera di rispettare e di non toccare i nostriulivi che da tante generazioni sono per noi salentini la no-stra anima il nostro unico sostentamento bull

Enza Pagliara

Srsquointitola Respiri di pietra Monumenti megalitici del Salen-to (Lupo Editore Copertino 2014) il libro fotograficoche il ligure ma milanese drsquoadozione Leonello Berto-

lucci ha voluto donare allaTerra fra i due mari lrsquoanticaMessapia Un libro dalla co-pertina nera dal cui centrosorge come un astro lucente lasilhouette del maestoso trilitedenominato Chianca di SantoStefano di Carpignano Salenti-no La luce che dalla pietra sifa cogliere dal fotografo egravestrana e coinvolgente infattiil gioco di luci e ombre lrsquoan-tropizza a tal punto da farcelapercepire come energia vitale

Dal suo blog sappiamo cheegli egrave laquonato in Liguria e ap-prodato a Milano negli anni Ottanta ha intrapreso la stradadel reportage fotografico lavorando per alcune testate eagenzie italiane in seguito hanno avuto inizio collaborazio-ni internazionali tra cui quella con lrsquoagenzia ldquoSygmardquo di Pa-rigi Sue foto sono apparse su testate quali ldquoTimerdquoldquoNewsweekrdquo ldquoSternrdquo ldquoParis-Matchrdquo ldquoEpocardquo Ha fondatoe diretto per alcuni anni unrsquoagenzia fotogiornalistica mentreoggi continua a fotografare e condurre tutta una serie di at-tivitagrave nel campo della cultura fotografica vengono pubblica-ti suoi libri drsquoimmagini e allestite sue mostre organizzaeventi ed egrave docente in corsi e scuole di fotografia Egrave consu-lente in campo editoriale e multimediale ed egrave chiamato an-che a ricoprire il ruolo di photo editor in redazioni di giornaliha scritto il primo libro in Italia sullrsquoargomento col titoloProfessione Photo Editor Della sua attivitagrave si sono occupateriviste di fotografia come ldquoFotopraticardquo ldquoIl FotografordquoldquoNuova Fotografiardquo ldquoPhotordquo ldquoPhotographiardquo ldquoTechnoPhotordquo ldquoGente di Fotografiardquo ldquoFotocomputerrdquo Gli piacegiocare e nelle edizioni del ldquoPulcinoelefanterdquo [editore drsquoar-te che stampa in proprio rari esemplari di bibliofilia] le suefotografie giocano con testi tra gli altri di Alda Merini To-nino Guerra Enzo Sellerioraquo

Di lui hanno scritto Roberto Mutti laquoLeonello Bertolucci sa recuperare la pun-

tigliositagrave e la curiositagrave per ogni aspetto della vita Ma anchesoprattutto la capacitagrave di ascoltare e trasformare in immagi-

ni i sussurri da contrapporre alle grida di cui in troppi sem-brano non poter piugrave fare a menoraquo

Giuseppe Turroni laquoEsiste in Bertolucci davvero incante-vole e incantato il piacere del fare del raccon-tare del vedere sia pure strizzando lrsquoocchiocon ironia ripetiamo e senza malizia alle infi-nite contraddizioni e ambigue variazioni e va-lenze del mondo reale Egli ci restituiscematerie precise le scansioni di un racconto ter-so e delicato e il suo occhio fotografico egrave perripetere un verso di Sylvia Plath ldquoesatto e drsquoar-gentordquoraquo

Gino Patroni laquoLa prima foto della mia vitami fu scattata in un cortile di via Cernaia tra icaseggiati delle Elementari e la palestra dellaldquoPro Italiardquo Ovviamente una foto scolasticaricordo di fine drsquoanno Noi ragazzini in fittogruppo su un lato il maestro alto nei nostriconfronti come un campanile accanto alla

chiesa ndash Fermi ndash gridograve il fotografo con voce da sergenteprima del lampo Da allora ho conosciuto molti fotografiquasi tutti da bottega persino uno a Kopenik (Berlino) nelsettembre 1944 Insomma una foto da gefang (prigioniero)per gli archivi burocratici del lager Risultai magrissimoLrsquoultimo fotografo che ho conosciuto in ordine recentissimodi tempo egrave uno spezzino Leonello Bertoluccihellipraquo

Bertolucci che egrave fotografo professionista ha unrsquoidea benprecisa del suo operare Il suo archivio fotografico egrave colmo dicentinaia di migliaia di fotografie tanto da fargli scrivere

laquoHo perseguito unrsquoidea fotografica ci ho creduto e lavora-

20 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

AUTORI amp EDITORI

Giurdignano (LE) - Menhir vicinanze 2

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 21

to Ma ora di fronte alla quantitagrave di fotografie e di scelte pos-sibili sono in crisi Voglio strutturare un percorso coerentee sensato Molte decisioni srsquoimpongono e la mia parte emo-tiva litiga con quella razionale Cerco un occhio ldquoaltrordquo chemi aiuti a muovermi sul confinehellipraquo

Cosigrave pure egli conosce bene lrsquoarte della fotografia tanto dascrivere

laquoIl vero problema non egrave fare una foto sbagliata ma fareun uso sbagliato della foto Il brivido corre non quando tuguardi una fotografia ma quando lei guarda te Ogni foto-grafia ha cinque lati i primi quattro delineano lrsquoinquadra-tura il quinto egrave il suo lato oscuro Fotografare dovrebbeprovocare uno strabismo buono guardarsi dentro mentre siguarda fuori Lrsquoediting di una narrazione fotografica egrave unviaggio dentro il suo senso come ogni viaggio presupponeun punto di partenza e uno drsquoarrivoraquo (tratto dal blog Quan-do un Photo Editor)

Oggi Leonello Bertolucci ha fotografato anche il Salentouna sua parte profonda e radicale che si perde nella nottedei tempi i megaliti i maestosi massi che il Salento custodi-sce cosigrave come una madre custodisce i suoi figli

A introdurre il libro Respiri di Pietra con una sintesi stra-ordinaria e una cosmogonia stupefacente egrave Edoardo Win-speare il regista nostro conterraneo che con la sua operacinematografica ha fatto conoscere il Salento in tutto ilmondo Egrave stupenda la visione che egli ha della terra nellaquale viviamo Edoardo egrave nato a Depressa (Tricase) in unodei castelli ancora oggi attivo e accogliente Bertolucci inve-ce da qualche tempo ha acquistato una casa a Corigliano

drsquoOtranto dove ritorna da Milano quando sente il bisognodi rifugiarsi nellrsquoabbraccio magnogreco dellrsquoantica terramessapica

Nellrsquointroduzione al libro Winspeare scrive laquoNel Salento il mare egrave azzurro-verde e ha una trasparen-

za cristallina gli alberi di ulivo secolari incutono rispetto co-me ogni monumento della natura la terra egrave rossa come ilsangue ma ciograve che rende questo finisterrae drsquoEuropa un ter-ritorio davvero unico egrave la pietra Per i salentini la pietra egrave co-me il legno per gli indios amazzonici o i popoli sciamanicidella Siberia

Nellrsquoantica Messapia non si edificava con i mattoni il le-gno era quasi sconosciuto come materiale da costruzionetutto era di tufo carparo pietra leccese di Cursi drsquoAlessa-no di Soleto si era circondati da peshchi cuti stozzi patrud-dhi feddhe e ancora altri nomi [hellip] per definire ogni piccolavariazione della pietra [hellip] I menhir e i dolmen sono unapresenza abituale nelle nostre campagne Il loro fascino mi-sterico ne fa agli occhi di chi sa guardare degli ieratici sacer-doti intermediari fra il cielo e la terra quasi fossero dei moaimediterranei eretti come monito trascendentale dellrsquoesisten-za umana Leonello Bertolucci fotografo sensibile ha sapu-to guardare dove altri vedono solo Le sue immagini deinostri megaliti sembrano sguardi da un terzo occhio quellodellrsquoanimaraquo

Stupende queste parole di Edoardo che permettono allospirito umano di godere della bellezza della natura Parago-nare i nostri menir ai grandi moai dellrsquoisola di Pasqua (Ra-pa Nui) significa veramente aver capito fino in fondo ilsignificato che gli antichi abitatori di questa terra volevanodare a quei grandi massi ritti come spinotti conficcati nellaroccia

E tale comprensione egrave rilevabile pure nelle fotografie diBertolucci che intitolando il libro laquoa tutti i nostri padri a[suo padre]raquo ha guardato attraverso lrsquoocchio magico dellafotocamera i megaliti del Salento quasi fossero dei nostriantenati Cosigrave il suo percorso fotografico ha attraversatocampagne e rilievi collinari consacrando al nostro immagi-nario i megaliti di Giurdignano Giuggianello Otranto Mi-nervino di Lecce Carpignano Salentino MelpignanoMartano Bagnolo Cursi Patugrave Corigliano drsquoOtranto Pal-mariggi Cannole UgentoTerenzano Calimera Diso Cosigraveil suo libro immortala la bellezza e la severitagrave dei menhirdei dolmen delle specchie del Masso della strega degliipogei delle chianche della Centopietre della Pietra di sanVito del megalite di Terenzano Tutte pietre che respiraro-no energie vitali

Martano (LE) - Specchia dei mori

22 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Sotto una pregevole litografia ottocentesca custoditadai frati francescani di Soleto figura la seguente le-genda Nel 1568 un giocatore furibondo vibrograve due colpi

sul volto della Sacra Immagine di Maria dipinta sul muro di unacappella dove poi fu eretto il Convento de PP Riformati in Sole-to e bestemmiando disse Io noncredo che tu sei la madre di Diose non mi fai ammazzare stase-ra Dalle ferite della Sacra Effi-gie scaturigrave molto sangue e inquella sera lrsquoempio sacrilegosulla porta di Soleto fu uccisoLa prodigiosa immagine cosigrave fe-rita ed intrisa di sangue si ado-ra nel tempio del succennatoConvento

La litografia riproduce asinistra un giovane mentrecon unrsquoaccetta colpisce il vi-so di una Madonna col Bam-bino e a destra la suauccisione ad opera di un ma-cellaio armato di coltelloSullo sfondo lo skyline diSoleto con la guglia di Rai-mondello Orsini del Balzocollocata in un improbabilepaesaggio collinare

Comrsquoegrave noto nel 1568 il le-gnaiolo Giacomo Lissandridopo aver perduto al giocotutti i suoi denari entrato in una cappella campestre si-tuata fuori le mura di Soleto in un terreno dove poi sorge-ragrave il Convento dei Frati Minori colpigrave con una scure laldquofaccia bella della Madonnardquo ldquodipinta sulla pietrardquo dallaquale ldquosgorgograve sangue vermigliordquo come enfaticamentepuntualizzava il panegirista soletano Giuseppe Stanca inuna sua predica del 27 luglio del 1908 La sera stessa lrsquoem-pio oltraggiatore sconvolto dallrsquoincubo del delitto venne pu-gnalato e ammazzato dal macellaio Luigi Rullo nei pressidella Porta S Antonio detta nel lsquo500 Porta di borea La lito-grafia ci restituisce lrsquoimmagine della Madonna affrescata inuna edicola campestre ma P Diego Tafuro da Lequile nel-la sua Relatio Historica affermando che il Lissandri gioca-

va intra eandem aediculam confermava che si trattograve di unacappella coperta anche se di piccole dimensioni Dellostesso parere furono nel 1724 Padre Bonaventura Da La-ma e poi Padre Benigno F Perrone Nessuna fonte ci dicecon chi il Lissandri giocava e perdeva a carte nella cappel-

la Sappiamo perograve che Gia-como Lissandri potrebbeessere il figlio di Antonio Les-sandri vivente nel 1546 men-tre un documento del 1622segnala la natura violentadella famiglia Rullo Si sostie-ne infatti che Giovanni Rul-lo forse nipote del macellaioLuigi havesse (anche lui) am-mazzato uno de Soligraveto (Soleto)del quale non si sa il nome

Come segnala una divotapreghiera del 1789 su Giaco-mo Lissandri sembrograve abbat-tersi lrsquoira divina e se non fossesopravvenuta la morte vio-lenta sarebbe stato sicura-mente scomunicato dalpreoccupato arcivescovo diOtranto il napoletano PietroAntonio de Capua il qualecon le Costituzioni sinodali ndeg26 e ndeg 47 delle complessive58 stabilite nel Sinodo del1567 (si badi bene un anno

prima del fatto sacrilego) quasi a preconizzare i fatti di So-leto cosigrave disponeva Scomunicamo tutte quelle persone chenelle chiese et luochi sacrihellip faranno o giocheranno a carte o adadi et ad altra sorte di giocho proibito E ancora Scomunica-mo tutte quelle persone le quali temerariamente con pietra fer-ro (nel nostro caso unrsquoascia) o qual sivoglia instrumento diqual sivoglia modo feriranno o guasteranno lrsquoimagine del Cru-cifisso della Gloriosa Vergine Maria (nel caso di Soleto la Ma-donna delle Grazie) et altri Santi

La minaccia di scomunica quindi gravava su chi gioca-va a carte o a dadi nelle chiese e su chi sfregiava le imma-gini sacre

Il compianto prof Mario Marti in un suo bellissimo ar-

UNA FINESTRA SUL PASSATO

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 23

ticolo intitolato ldquoDonne e madonne salentine fra memoriae democulturardquo coglieva appieno lrsquoespressione singolaredella Madonna soletana che lui osservava spesso durantele visite nella ldquosuardquo Soleto Cosigrave infatti ricordava ldquoHoavuto modo di vedere tante volte il viso allora in una te-ca e coperto da un panno un porsquo atono e distante dellrsquoim-magine sacra un porsquo astratto e metafisico che puograve farpensare veramente piugrave a una severitagrave di esemplare giusti-zia (come avvenne allrsquoempio oltraggiatore Giacomo Lisan-dri) che a una maternitagrave fatta drsquoindulgenza e di perdonordquo

Lrsquoaffresco della Madonna delle Grazie databile alla pri-ma metagrave del Quattrocento rievoca echi rinascimentali (co-me nota Sergio Ortese) ed egrave impostato secondo i canoni

della prospettiva Venne poi incastonato nella nicchia cen-trale dellrsquoaltare maggiore nella chiesa conventuale dei Fra-ti Minori di Soleto giagrave nel 1617 denominata S(anc)taM(ari)a della Gr(ati)a completata nel 1614 con molta pro-babilitagrave dallrsquoarchitetto neretino Maria Tarantino

Tutti parlano di una Madonna severa con lo sguardoperso nel vuoto mentre il Bambino sorridente regge conla destra un piccolo ventaglio liturgico e con la sinistra gio-ca con un uccellino Si tratta invece di una Mater amabilisvolta a suscitare la misericordia di Dio verso i fedeli

Lo sguardo triste mesto e distaccato della Vergine estra-neo al gesto sacrilego del Lissandri egrave solo presago dellaPassione del Figlio raffigurata dal corallo rosso che pendedal collo del Bambino simbolo del suo sangue e della suamorte in croce

BibliografiaEgrave utile consultare L MANNI La Madonna delle Grazie di Soleto Galati-

na 2001 pp 43-53D Donato DE LUCA Divote preghiere per la novena della Madonna delle

Grazie Gallipoli 1897 pp 11-31B F PERRONE I conventi della serafica riforma di S Nicolograve in Puglia II

Galatina 1981 p 171M MARTI Donne e Madonne salentine fra memoria e democultura in

ldquoRassegna trimestrale della Banca Agricola Popolare di Matino e Leccea VIII 1 Galatina marzo 1982 p 127

L MANNI Guida di Soleto (a cura di M CAZZATO) Galatina 1992pp 41-42

L MANNI Santi e miracoli nel Salento Galatina 1996 pp 90-93 123

laquoMorsquo vu cuntu nu cunturaquo ni dicigravea la nonna Anna E zzacca-va a cuntare

E tutta la stanza se lsquonchia chianu chianu de fate de streche demachi e macare de re e de regine e puru de li nanni orchi ca nifacigraveanu ghiacciare lu sangu sulamente cu li pensagravevamu

Ma pe pocu tiempu perograve Finu a a quandu nu rrivava lu mu-mentu mentru la nonna sta cuntava ca li pariti e la stessa lagrave-mia de la stanza allrsquoimpruvvisu scumparigraveanu e lassavanu pertulu cielu e allora se perdigraveanu tutti le fate le streche li machi e linanni orchi e nui vidigraveame a lsquoncapu luccicare sulamente le stel-le e le lune e poi a centu a centu passavanu prucissioni de ca-valieri cu le curazze drsquooru e li pinnacchi e lu tiempu nu sapivise era moi o poi o prima essendu ca ni sentigraveame puru nui in-tru a lu cuntu ca la nonna sta cuntava E poi vidigraveame allrsquoim-pruvvisu li draghi e li cavaddhi alati ca sfrecciavanu vulandu ese putigravea sentire comu nu striunizzu propiu a mmienzu a la stan-za ca era ddeventata na fureata incantata e alla fine se dduma-vanu tante luciceddhe ca tremulavanu luntanu luntanu e poise perdigraveanu a rretu allrsquoorizzonte ndash a lu scuffundu dicigravea la non-na ndash addhai ci nu canta caddhu e nu lluce lunahellip

Pensagravetila comu vuliti ma ju sursquo sicuru ca prima o poi a nucertu giurnu precisu a lu postu magicu addhai ci se cugraventanulsquoncora li cunti de na fiata me incontru lsquontorna cu la nonna An-na percegrave lrsquoaggiu rrecalare na bella cosa ca mi la cunservu pe id-dha de quandu era picciccu picciccu

E ci sape se cu lrsquooccasione la nonna (ca mi lrsquoja prumigravesa) numi presenta finalmente la fija de lu Re percegrave de quiddha sursquo sta-tu sempre e suntu lsquoncora lsquonnamuratuhellip

Quista leggenda ca stegrave pe cuminciare quarchedunudice ca lrsquoave inventata nienti de menu ca LeoneTolstoj lu famosu scrittore de la Russia Quarche-

dun addhu dice ca egrave stata ripresa de lu scrittore Italu Cal-vinu A mie cu bbu dicu lu giustu mrsquohanu sempremparatu ca ede na storia vera originaria de le muntagnede lrsquoArta Italia ca poi egrave scisa chianu chianu a le parti decquassotta a nui e puru a la famija nogravescia ca pe la veritagrave egravesempre stata patriottica Tantrsquoegrave veru ca allrsquourtima de li un-dici fij avuti de la nonna Anna lu nonnu Paulinu nogravesciuvoze cu li degravescia lu nome de Triestina propiu a onore dela cittagrave de Trieste ripijata allrsquoAustria a la fine de la primaguerra mondiale

Vabbegrave Comu ede comu nun ede lsquostu cuntu ca morsquo vucuntu a casa nogravescia era deveru de casa percegrave ogni tantuscigravea e bbenigravea pe vucca no sulamente de la nonna Annama cchiui de na fiata puru de la zigrave Ninetta e addhe fiate dela zia Teresina e de la zigrave Cetta o puru de la Rusaria ca erala cugina crande e ca ede lsquoncora viva e vegeta cu la bonasalute e li mandu nu baciu

Allora siti pronti Se siti pronti zzaccuCrsquoera na fiata nu Re ca tenia nu fiju unicu La Regina di-

fatti srsquoja mmalazzata cu lu parturisca e de tandu a lsquompoinu potte avire cchiui nisciunrsquoaddha cravidanza

Lu Re naturalmente li vuligravea ancora cchiugrave bene a lsquostu fi-ju unicu E si lu cocculava e lu nsistigravea ogni mumentu esciucava cu iddhu e li cuntava storielle curiose cu lu di-verta e li facigravea rrecali drsquoogni ben di DiulsquoNsomma cerca-va cu lu ccuntenta in tuttu e per tuttu

Ma lu principinu invece era sempre scuntentu Morsquo era puru ddeventatu carusu nu giovanottone ertu

beddhu e distintu comu nu veru Principe Scigravea a lsquoncaccia

ma de malavogliaComu cuminciava afare na cosa dopu nupocu se ncaddhiscia-va Lu Re lrsquoja datu pu-ru nrsquoarmata de sur-dati cu lu invoglia al-lrsquoavventura ma id-dhu mancu pe lacapu

Nu paru de fiate cuccuntenta sigraverasa ca luspingigravea quasi a lsquonfor-za ja puru partecipa-tu a lu torneu de lacavalleria ca se tenigraveadorsquo fiate lrsquoannu ma secapigravea subitu ca a lugiovane nu li cuddha-va percegrave nu teniapropiu piacere denienti e lu cchiui de lefiate stava sempremalinconicu

Crsquoeranu periudi capassava sciurnate in-tere nfacciatu a lubalcone cu lu sguar-du persu luntanu

laquoMa cce hai Cce edeca ti mancaraquo li ddumanda-va sigraverasa

laquoNu sacciu mancu iuraquo ri-spundigravea iddhu

laquoForsi ca sinti lsquonnamura-tu ndash cuntinuava lu sirendash Harsquo misu lrsquoocchi su qual-che beddha carusa Dimmigrave-lu fiju miu ca de vagnunebeddhe ne truvamu centu efosse puru la fija de lrsquoImpera-tore oppuru na semplicecontadina se propiu ti pia-ce ti la fazzu spusareraquo

Nienti Lu Principe co-tulava la capu e mancu lirispundigravea

Ddhu poveru cristianu

de lu Re alla fine lrsquojapruvate tutte inutilmen-te cuncerti de musicafeste de ballu sfilatemascherate numeride scioculieri animaliparlanti

Alla fine decise fice nu bandu e chiamau a cunvegnu limeju duttori professori studiosi e filosofi de tuttu lu Re-gnu e finalmente dopu sette giurni e sette notti de assem-blea ci foe na parvenza de rimediu a la situazzione

Lu Capu Sapiente ca tenigravea la barba vianca e lu parlare

24 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

pulitu li disse a luRe laquoMaestagrave abbiamoindagato e ragionatoprofondamente Abbia-mo studiato le StelleChiesto consiglio al-lrsquoAurora e al TramontoInterrogato il SilenzioEsplorato lrsquoOscuritagrave e ilDubbio E aperto infi-ne tutte le novantano-ve porte del MisteroOra per liberare vostrofiglio dalla malinconiadovete cercate un uomoche sia contento Macontento in tutto e pertutto Di se stesso del-la sua famiglia dellapropria occupazionedella sua casa del paesedove vive della genteche incontra dellrsquoariache respira delle stagio-ni che cambiano e an-che degli animali deglialberi delle montagnecosigrave come pure del mareo dei fiumi e dei laghi edi tutto ciograve che lo cir-

conda Quando incontreretequestrsquouomo prendete la sua ca-

micia e scambiatela con quella di vostro figlio E il Principe fi-nalmente guariragraveraquo

Lu Re se dese de fare subitusenza mancu cu perda nu

minutu lu tiempu curraccoja tutti lrsquoamba-sciatori de lu Regnu

ccumpagnati de centusurdati segretari mes-saggeri currieri esplo-ratori e aiutanti drsquoogni

genere e li sparpa-jau a li quattru pizzi cu

se degravescianu de fareE foe cusigrave ca dopu nu

paru de giurni li pur-tara nu Monacu rumi-tu

laquoMonacu santu dim-mi se sirsquo cuntenturaquo liddumandau lu RelaquoCertu Maestagrave Sursquocuntentu de intru e de

fore La solitudine fur-tifica e santificaraquo laquoBravu Bravuraquo li disse lu Re E poi li fi-ce lsquosta pruposta laquoVorsquo cu bbieni cu mie a lu castellu pe dire lepreghiere intru a la cappella realeraquo

laquoMacari Maestagrave E comu no De corsa vegnu a lu castel-lu Cusine me pozzu rripusare nu pocu ca stisu sempre lsquonter-

ra sulu sulu e pe lu friddu de certe notti a le fiate mi vene la ma-lincuniaraquo

laquoVane vane Monacu rumitu Se eri veramente cuntentu nudesideravi cu stai meju de cu comu stai Via Viaraquo li cridau luRe Li dese na borsa de munete drsquooru e lu cacciau

Dopu nrsquoaddhu paru de giurni li purtara nu Massaru catenigravea cchiui de decemila pecure e nu crande llavitu e erariccu spundatu ma era puru tantu bbonu de core ca davafatigravea a ci la cercava e rrecalava de mangiare a tutti e purusordi a ci tenigravea bisognu e tutti li vuligraveanu bene e iddhu eracuntentu

laquoMassaru Massaru se vide ca sigrave cuntentu Ma tie deveru tesienti cuntenturaquo li ddumandau lu Re laquoCertu Maestagrave Co-mu viditi ssignurigravea stessu iu tegnu tuttu e cchiui de tuttu etutti mi vogravelanu bene Perograveraquo

laquoPerograveraquo li rripetigraveu lu Re ca vuligravea cu saccia de cchiuilaquoPerograve lrsquoanni passanu Maestagrave E mi vene la malincunia quan-du pensu ca prima o poi puru iu aggiu murire e aggiu lassaretuttu quiddhu ca tegnuraquo

laquoVane vane Massaru riccu spundaturaquo li cridau lu Re laquoSeeri veramente cuntentu nu desideravi cu eggi eternu ca sulu alu Patreternu li spetta Via Viaraquo Li rrecalau na borsa demunete drsquooru puru a iddhu e lu cacciau

Poi dese ordine a li surdati cu nu li portanu cchiui ciu-vieddhi pe ddha settimana percegrave era rimastu tantu delu-su de lsquosti primi risultati ca era meju cu se ddefrisca nupocu E ccumpagnatu de quattru cavalieri se ne scigraveu que-tu quetu a lsquoncaccia intru a lu voscu

A lu tramontu quandu sta turnava a lu castellu passan-du vicinu a na capanneddha ca sta cadigravea arsquostozze lsquontise navoce ca dicigravea laquoCrazzie Signore miu Puru ogravesce mrsquoai pruvvi-dutu cu faticu e cu mangiu Aggiu sudatu e me sentu nu pocustraccu pe la fatigravea ma sursquo cuntentu lu stessu Morsquo mi mangiu nupocu de minestra poi me curcu me riposu e crammatina comusempre cu lrsquoaiutu de Ssingurigravea me ddisciatu cchiugrave friscu e cchiugravefelice de na rosaraquo

laquoEcculu ndash disse lu Re cittu cittu ndash Finalmente lrsquoimu truvatuquistu ede propiu lu cristianu cchiugrave cuntentu de tuttu lu Regnu Las-sagravemulu cu mangia ca poi trasigravemu e facimu cu ni degravescia la camisaraquo

E dopu nu pocu trasegravera lu Re cu tre surdati E ddhu cristianu ca srsquoja giagrave menatu su lu liettu e quasi

sta pijava sonnu se zau fuscendu e ddumandau cce buligraveatutta ddha gente a casa soa E lu Re in persona li disse cusi caccia lsquoddha specie de cuperta ca tenigravea lsquonturtijata susue cu li degravescia la camisa ca tenigravea de sotta ca li servigravea Ca poipe lsquostu favore lu rrecalava cu nu saccu chinu de giuielli ede munete drsquooru E ddhu cristianu ca ncora nun ja capitusi la cacciau sugravebitu ddha specie de cuperta ca tenigravea lsquontur-tijata susu

Ma sotta nun crsquoera nuddha camisa Nu la tenigravea la cami-sa ddhu poveru cristianu Nu lrsquoja mai tenuta a lsquonvita soa

Cari amici a la fine de lu cuntu la nonna Anna ni dicigravea sem-

pre ca la camisa de la felicitagrave nun esiste Lu segretu ede unu su-lu rripetigravea ognunu de nui tocca cu se saccia nccuntentare Cula camisa o senza Percegrave nu sempre egrave certu ca unu ca la tene lacamisa ede alla fine cchiugrave cuntentu e felice de unu ca invece nula tene

Cu tanti Auguri de bone Feste e cu la bona saluteMelanton-Roma 2015

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 25

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

26 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Era stata educata a Galatina

Sofia Stevens nacque nel 1845 a Gallipoli figlia del vi-ce Console inglese nella citta salentina Henry Stevensche rimase in carica fino al 1867 anno in cui morigrave An-

che il nonno di Sofia Richard era stato vice console dal1829 fino al 1853Mentre la madre diSofia era una nobil-donna di originefranco-napoletanaCarolina Auverny

Sofia era la secon-da di cinque figli (trefemmine e due ma-schi) ed era stataeducata prima a Ga-latina poi alla etagrave diundici anni fu man-data a Napoli doveebbe per maestro dilingue e di poesia Fe-derico Villani aquindici anni ritornograve

a Gallipoli e di qui ebbero inizio come era norma per i gio-vani di buona famiglia i viaggi di formazione in Europa

Con lo zio Giovanni Auverny per due anni Sofia non fe-ce che viaggiare Parigi Madrid Berlino Zurigo Monacodi Baviera Copenaghen ecc Si perfezionograve negli studi clas-sici conoscendo oltre lrsquoitaliano il francese lrsquoinglese lo spa-gnolo e il tedesco e rientrata a Gallipoli cominciograve ascrivere per proprio conto fincheacute morto il padre nel 1867(Sofia ha 22 anni) si trasferigrave con la madre e tutta la fami-glia a Napoli Qui sposograve senzrsquoamore Settimio Bartocci Idue vissero tra Gallipoli e Napoli a seconda delle stagio-ni fincheacute nel 1873 venne diagnosticato a Sofia (ha soltan-to 28 anni) un tumore al seno Da questo momento in poiSofia si trasferisce definitivamente a Napoli Non rivedragravepiugrave Gallipoli Operata tre anni dopo muore il 9 agosto1876 a soli 31 anni di etagrave

Muore con il rimpianto di un amore infelice e con la suaGallipoli nel cuore

Lascia scritte con il lapis in vari quaderni-diari 350 poe-

sie che aveva cominciato a scrivere fin dallrsquoetagrave di 15 anniVerranno pubblicate postume nel 1879 sotto il titololdquoCantirdquo come avrebbe desiderato lei stessa che ammira-va e amava moltissimo i ldquoCantirdquo leopardiani

Era una creatura dolce e malinconica morigrave infeliceVi chiederete comrsquoera Sofia Stevens questa singolare no-

bildonna gallipolitana dellrsquo800Non abbiamo testimonianze coeve ma dallrsquoeffigie del ri-

tratto che ci ha lasciato e soprattutto dalle poesie che ha la-sciato come sorta di testamento spirituale egrave facileimmaginare una creatura dolce fine delicata pallida pa-tetica malinconia romantica e tuttavia non era una fan-ciulla tutte trine e sospiri

Era intelligente colta conosceva quattro lingue di carat-tere molto riservato era schiva viveva appartata aveva unmagnifico rapporto con la natura che la circondava e so-prattutto Sofia si sentiva profondamente gallipolitana fi-glia di quella terra un porsquoruvida ma splendida e generosaE ciograve lo esplicita nelle sue poesie che sono di chiara imita-zione e sul modello tardo-romantico alla Prati o alla Ale-ardi tanto per intenderci anche se il suo modelloinarrivabile fra tutti i poeti da lei conosciuti era GiacomoLeopardi il poeta del dolore a cui si sentiva molto vicinosia per il suo temperamento malinconico che per le tristi

POETI SALENTINI

Gallipoli (LE) - Antica raffigurazione del porto

Sofia Stevens

di Augusto Benemeglio

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 27

personali vicende biografiche Le poesie di Sofia Stevenssono molto sentimentali talora sognanti malinconichedolenti Ma ciograve che ella prova non egrave finzione non appartie-ne alla convenzione percheacute la sua vita fu veramente brevedolorosa e infelice costretta a sposare un uomo che nonamava e a patirne tutte le amare conseguenze e infine col-pita da un male terribile allora incurabile che lrsquoavrebbeportata alla morte tra atroci sofferenze fisiche e spirituali(ldquoA lrsquoalma mia tapina tormenti senza fine innanzi pa-rahelliprdquo) a soli 31 anni

Dal cielo son discesaIn questa fonda valleE al suolo mrsquoha protesaUn infelice amoreNon piugrave lrsquoamorchrsquoio vagheggiava tecoE che potea securaFin confidare a lrsquoecoDe le paterne muraMa di foco avvampante passioneChe sebben corripostaTerribile tenzoneContro me stessa ha impostoInvano io vograve domarlaQual fa lrsquoondaTanto furente da schiantar le digheFuori trabalza e tutto intorno inondaE seco trascinando la rovinaA lrsquoalma mia tapinaTormenti senza fine innanzi paraE mrsquoapparecchia la gelata bara

La ruvidezza degli antichi scogliSofia lrsquoabbiamo detto amograve molto la sua terra natia Gal-

lipoli che considerograve sempre sua prima vera autentica pa-tria sebbene non ci abbia vissuto moltissimo E alla suaterra dedicograve descrizioni poetiche non convenzionali conunrsquoattenzione particolare alla precisione terminologica nelcampo della fauna e della flora salentina frutto della suacuriositagrave e passione per la botanica e le scienze naturali

hellipE si distendeSursquo sassi calcinati darsquo fulgoriDe lrsquoastro che in maggiore in ciel risplendeDiserta vrsquoegrave perograve rude la zollaDa pochi sterpi adorna e serpollinohellip

A me cresciuta Sopra lido marina avanza in coreLa ruvidezza dersquo nativi scoglihellipAride pietre e meste io veggo intornoOve licheni biondi e serpollinoSono i soli a profumar cocente il giornohellipErsquo qui sabbioso il suolo e non vrsquoha ramoE pure e pure questa terra io lrsquoamo

ldquo E mrsquoegrave duolo perenne la vitahelliprdquoAl periodo della fanciullezza e dellrsquoadolescenza si con-

trappone la dura realtagrave del presente in cui sono definitiva-mente tramontati i sogni e le speranze di coronarefelicemente il suo amore Chi domina incontrastato ora egrave ildisinganno e la disillusione

Lrsquoalma fidente si commuove e speraMa il disinganno apparehellipah rio velenoMa finite le gaie stagioniOgni speme con esse egrave partitaOra ignoro gli amori ed i suoniE mrsquoegrave duolo perenne la vita

Giglio nellrsquoombra e nel gelo sullo sfondo di un accesotramonto

Il dolore e la tristezza dellrsquoanimo di Sofia malata in pre-da anche allo sconforto di non poter piugrave rivedere Gallipo-li percheacute il viaggio le sarebbe troppo doloroso fannoaffacciare nella giovane donna lrsquoidea prepotente della mor-te E lo fa con accenti e riecheggiamenti chiaramente leo-pardiani

Oh felici coloro cui concessoErsquo giagrave il riposo de lrsquoeterno sonnoLagrave presso lrsquoonde di quel mar serenoSotteso le robinie e le gaggieDe le fiorite italiche pianureDove srsquoascolta il cinguettio giocondoE dove il pianto semplice donzellaVersa devota sopra lrsquourna amica

Donna Sofia Stevens a cui Gallipoli ha dedicato unavia nel borgo una via discreta e appartata sulla rivieradi tramontana rimarragrave per sempre lrsquoemblema della de-licatezza e della femminilitagrave romantica ma anche dellatenerezza e del profumo discreto un candido giglio trale rocce unlsquoombra delicata e tenera sullo sfondo di unacceso tramonto di Gallipoli bull

28 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

PITTORI GALATINESI

Metafisica scettica mi piace defi-nire la pittura di Totograve Rossettispirito inquieto e indagatore cu-

rioso della condizione esistenziale con-temporanea

E con le sue opere il nostro egrave un ritorno auna ben strana e originale metafisica unametafisica questa volta salace arguta piugraveafferente ndash certo ndash ad uno spirito pirandel-liano ma ndash sento di poter dissentire da cer-ta critica ndash alquanto lontana dalla musainquietante dechirichiana

Rossetti non sembra estraniarsi dal pre-sente non intende costruire un universoche trascenda la realtagrave piuttosto sembravoler fare il verso ai costumi ai tic alle pes-sime abitudini della societagrave massificata inun intento intelligentemente neoillumini-sta che fa perno sulle sorti alternanti e mu-tevoli della natura umana messe a nudo elasciate al compiaciuto ludibrio del visitatore

E dentro questo programma di rivisitazione della socie-tagrave e dellrsquoindividuo occupano un posto preminente la ten-sione critica la contestazione sobria ed elegante che solo la

pittura metafisica puograve pronunciareQuesto nitore delle opere di Rossetti deriva dal fatto che

lrsquoartista sa innanzitutto padroneggiare con abilitagrave la figu-ra competenza che non pare fargli difetto bencheacute proven-

ga da una formazione autodidattaA ciograve si aggiunga anche in lui la

predilezione per talune citazionistilistiche come le incursioni ldquoopti-cal artrdquo o addirittura iperrealisteche costellano tutto un percorso dioriginalitagrave

Dunque una metafisica pura opiuttosto un ideale metafisicoPropenderei per questa seconda in-terpretazione dato che esiste unnon so che di esplicito in quel suocromatismo cosigrave vivido in quellasua fedeltagrave alla forma ndash reinventatasigrave - ma sempre cosigrave sensibile allatrascendentalitagrave e aggrappata al re-taggio concreto dellrsquoesistenza

Talora infatti dalla pitture diRossetti affiora la tentazione delpaesaggio come rispecchiamentodella vita interiore della socialitagraveaffiora altresigrave un elegante figurati-ldquoLrsquoarte invita alla pacerdquo - acrilico su tela

ldquoSirenardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 29

vismo informato a un vagheg-giamento estetizzante dellaforma quasi un esito compen-sativo della coscienza forte-mente avvertita del caratterearido e amaro dellrsquoesistenza

Rossetti pertanto riesce atemperare con questi ricorsi ladisperazione senza attese chegiustamente caratterizza lrsquoere-ditagrave storica della pittura meta-fisica

Un riscontro di ciograve va ricer-cato nel suo ricco repertoriografico che spazia dalla pubbli-citagrave alla satira e nel quale risie-de la sapida inventiva concet-tuale di un uomo ben radicatonel proprio tempo

Antonio Miccoli

Nella personale visione del-la realtagrave Totograve Rossetti ci dagraveuna pittura originale tesa alladescrizione di avvenimenti estati drsquoanimo della societagravecontemporanea in chiave me-tafisica

Le sagome umane negli at-teggiamenti veraci inserite inuna architettura classica dateatro sono da collegare con lospirito penetrante pirandelliano e dechiriano

Crsquoegrave una denuncia della tradizione e crsquoegrave un modo singo-lare di dipingere efficaci come risultato percheacute le ansie deipersonaggi sono espresse e chiuse in una ben orchestrata

sfera eticaLrsquoartista vive e soffre la tra-

sformazione drsquouna societagrave checolloca con forza esistenzialeisolandola e sommergendolanel vuoto drsquouna disperazionesenza attese o nellrsquoillusione dieffimere gioie terrene

I personaggi recano ciascunoil peso del proprio vivere

Lrsquoarte del Rossetti riesce cosigravead esprimere lrsquoinconsistentemutevolezza umana

Sirio Marcianograve

Quasi un ideale metafisico egravela pittura di Totograve Rossetti na-ta da una complessa lievita-zione di spirituale sensibilitagrave enel contempo di partecipazio-ne alla forma che si concretiz-za in elaborati il cui fascinoprincipale egrave dato dalla armo-nica sintesi attuata attraversouna sua ricerca multi cromaed efficace nella resa pittoricae nella ricerca del volumequanto mai significativa nelsuo apporto di tensioni e di vi-brante sensitivitagrave

La ricerca del discorso nuovoed originale egrave dettato dalla sen-

sibilitagrave dellrsquoartista in uno spazio temporale ben definitonon solo nellrsquoaspetto artistico ma anche umano

La sua figurazione si avvale di un concetto espressivo te-so alla leggibile rappresentazione dei soggetti e di un par

ldquoEvardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 31

ticolare mondo pregno di sensibilitagrave umana e come ldquomo-menti di vitardquo nel loro atteggiamento che coglie gli esseriumani mentre compiono determinati gesti che li caratte-rizzano esteticamente e interiormente lrsquointervento croma-tico egrave lasciato alla particolare sensibilitagrave di questo artista

I racconti di intime suggestioni di Totograve Rossetti sono unfluire incantato di immagini sensitive emotive e trepidan-ti di una estrema poesia che trasferite nel colore secondouna metodologia musiva e secondo un respiro delle zonepolicrome egrave una operazione pienamente riuscita soprat-tutto per lrsquooriginale impostazione giocata su fremiti viva-ci e su emozioni improvvise

Sia pur nella meditata complessitagrave delle sue armonioseopere che nellrsquointenso fluire di una poetica sostenuta dasquisita capacitagrave espressiva egrave infatti la tipica urgenzacreativa infrenabile di Totograve Rossetti che sulla tela divieneforza espressiva

Questo suo mondo pittorico in cui la carica dei simbolidi tattili emozioni di percezioni cromatico-strutturali vo-luttuosamente luminose qualificano nella densitagrave materi-ca una personalitagrave decisamente autonoma di quel suofluire spontaneo di quel vibrare continuo di forme e di co-lori narrati con gioia come vita in perpetuo movimento

Nella Mariani

ldquoPrimaverardquo - acrilico su tela

ldquoVenererdquo - acrilico su tela

Le Associazioni degli Amici della Musica sono diffu-se in tutta Italia da oltre un secolo e ubbidiscono a unprincipio esclusivo di promozione e diffusione del-

la musica della sua finalitagrave formativa ed educativa per igrandi valori estetici e morali che esprime

Forse queste Associazioni sono nate per cercare di col-mare una carenza di interessi musicali un vuoto istituzio-nale gravissimo di uno Stato latitante e come dice il MdegRiccardo Muti criminosamente colpevole della inspiegabi-le assenza di insegnamento nelle scuole italiane fra le po-che in Europa

Le Associazioni rappresentano sul territorio nazionaleuna delle poche sicure ancore di salvezza per una catego-ria di musicisti e professionisti una specie ad alto rischiodi estinzione

Dopo piugrave di un secolo di presenza di movimenti cultu-rali stagioni concertistiche concorsi pianistici e tante tan-te idee la situazione musicale italiana rimane incertaquasi sospesa nel vuoto dellrsquoindifferenza dei politici i piugraveresponsabili della storica incapacitagrave di governare la cultu-ra del paese

Non solo ma si assiste anche a frequenti ed assurdi epi-sodi di analfabetismo musicale da parte di molti intellettua-li per nulla impensieriti dalla loro ignoranza anzihellip moltifanno sfoggio in alcune interviste pubbliche financo dellapassione per la musica Poi si va a scoprire quasi sempreche il loro interesse o amore egrave per un genere che non va aldi lagrave delle insignificanti musichette di consumo

I veri amici della musica sono quelli non della ldquopizzica etamburellordquo non della ldquopopolarerdquo neacute della folk e dellarock ma qualche volta della jazzistica e sempre della co-siddetta ldquoClassicardquo per intenderci quella di Palestrina

Monteverdi Mozart Beethoven Cho-pin Schubert Liszt e tanti altri

Noi siamo la patria insieme a Ger-mania e Francia del patrimonio mu-sicale piugrave importante del pianetaRappresentiamo la meta che tutti imusicisti del mondo sognano ma ciograveche avviene per i beni artistici succedeanche per quelli musicali Infatti neabbiamo fin troppi e a volte cadononellrsquooblio alcuni musicisti per i qualialtre nazioni vanterebbero meriti ec-cezionali A Galatina per esempio cisiamo dimenticati di tre illustri citta-dini Pasquale Cafaro del rsquo700 Giu-seppe Lillo dellrsquorsquo800 e Adolfo Gal-luccio del lsquo900

LrsquoItalia a cui il mondo intero conti-nua ancora oggi a guardare con gran-de ammirazione e stima per la suainvidiabile storia della musica egrave ilPaese perograve dove stranamente meno lasi studia diminuisce il numero delle

orchestre scompaiono istituzioni corali e suoi teatri sof-frono per mancanza di risorse e per il loro malgoverno

Si ha lrsquoimpressione che da un momento allrsquoaltro tuttopossa collassare e implodere seppellendo lrsquoimmenso pa-trimonio musicale

Purtroppo lrsquoattenzione delle Istituzioni nazionali e loca-li continua ad essere deludente se non indifferente Ubbi-disce ad una tendenza tutta italiana che si puograve sintetizzarenel pensiero di un noto ministro di un recente governo chediceva ldquoCon la cultura non si mangiardquo

32 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ASSOCIAZIONI CULTURALI

1952 - Galatina (LE) - il Mdeg Bruno Massaro in concerto

Eppure lrsquoItalia egrave secondo le stime dellrsquoUnesco il Paeseche detiene il maggior numero di beni artistici e cultura-li del mondo ma investe meno risorse degli altri Paesieuropei

In Italia siamo al 27deg posto lrsquoultimo E come se non bastasse

queste poche risorse sonocontese da un numero ecces-sivo di Associazioni Enticulturali e Fondazioni e perdi piugrave mal distribuite e spes-so elargite con criteri estra-nei al principio della qualitagravee del merito

La storia musicale di Ga-latina comincia idealmentenel 700 con un suo musici-sta di fama come PasqualeCafaro prosegue nellrsquo800con Giuseppe Lillo compo-sitore di molte opere lirichee musica da camera e nel900 con Adolfo Gallucciodetto Galladol

Questrsquoultimo un musici-sta gentiluomo era un com-positore di pezzi straor-dinari che eseguiva con unasua piccola orchestra drsquoarchiin concerti pubblici e spessoin salotti privati ove ricordosi trascorrevano serate mu-sicali gradevolissime Inquesto stesso periodo forseinfluenzati dalla personalitagravedel Galluccio a metagrave anni50 alcuni amici si attivarono per dare vita alla prima As-sociazione Amici della Musica di Galatina

Artefici eccezionali di questo movimento culturale furo-no la nobildonna Luisina Vallone Sticchi il dott AngeloSodo animatore principale le profsse sorelle Gina e An-tonietta Piscopo la profssa A Congedo la profssa Wan-da Bruno il sig Raffaele Congedo

La prima sede dei concerti fu la palestra della Scuola me-dia ldquoG Pascolirdquo in cui ebbi il piacere di suonare alcune miecomposizioni elogiate dal presentatore allora giovane pre-sidente Angelo Sodo ora giudice in pensione

Dopo qualche anno ci si spostograve nella sala ldquoLillordquo ora Sa-la consiliare del Comune acui sono legato da un tristericordo fui respinto alla por-ta drsquoingresso della Sala per-cheacute sprovvisto di abbona-mento

Per me allora quindicen-ne lrsquoiscrizione allrsquoAssocia-zione era un lusso che nonpotevo permettermi

Intanto a fine anni 50 or-mai affermato nellrsquoambientemusicale galatinese e nonsolo fui incaricato dalla pre-sidente Vallone insieme al-lrsquoamico Virgilio Contaldodella vicepresidenza del-lrsquoAssociazione che in quelperiodo in cerca di una sedepiugrave confortevole fu ospitatanel Circolo cittadino ldquoCirco-lo dei Signorirdquo ora sede deiVigili Urbani Il salone eraabbastanza elegante e ca-piente e il pubblico nonmolto numeroso era suffi-ciente a tenere dignitosa-mente in vita le seratemusicali

In questa nuova sede lrsquoAs-sociazione sembrograve aver tro-

vato finalmente una sua collocazione piugrave in linea con leesigenze di raffinatezza ed eleganza delle sue serate

Ma non si era valutata la presenza di alcuni anticorpi chesi annidavano tra i Soci del Circolo

Succedeva non poche volte che alcuni ldquoSignorirdquo noncu-ranti del concerto in corso nella saletta di lettura a fiancodel salone non sapessero fare a meno della partita a carte

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 33

1990 - Il prof Zeffirino Rizzelli in undibattito pubblico al Centro Studi Musicali

e che nel momento meno op-portuno esclamassero ad altavoce frasi tipiche del gioco del-la scopa

Superati questi momenti em-blematici di un periodo storicoormai vicino al rivoluzionariorsquo68 lrsquoAssociazione perdette loslancio della prima fase e pianpiano si esaurigrave per mancanza disostegni umani e materiali

Il sottoscritto in cerca di nuo-vi interessi musicali e desidero-so di attuare per Galatina piugravesolidi progetti abbandonograve lrsquoAs-sociazione per fondare il Con-corso pianistico nazionaleldquoCafarordquo sostenuto dallrsquoentu-siasmo di un acceso appassio-nato della musica lrsquoamico OnBeniamino De Maria

Poi fu la volta della fondazio-ne del Circolo culturale ldquoIl Por-ticordquo questa volta con lrsquoaiuto digrandi personaggi della culturagalatinese mons Antonio An-tonaci docente universitariostorico e filosofo avv CarloCaggia dott Mario Montinarifondatore dellrsquoOspedaletto pediatrico a Bari e il prof Zef-

firino Rizzelli A fine anni 80sempre con la consulenza aiu-to e incoraggiamento dellrsquoami-co Rizzelli diedi vita ad unambizioso progetto ldquocredordquoutile al prestigio della cittagrave IlCentro Studi Musicali ldquoP Cafa-rordquo Una iniziativa che miravaa istituire in loco un Liceo Mu-sicale Pareggiato ai Conserva-tori di Stato

Ma come ormai molti sannonon fu realizzato solo per unsoffio per insensibilitagrave miopiae incapacitagrave di qualche politicodel momento

Il 1995 egrave lrsquoanno del ritornoagli Amici della Musica ripren-dendo un filo interrotto neglianni rsquo60

La prima riunione con i nuo-vi Amici non puograve non avvenireche nella sua sede naturale ilPalazzo della Cultura Parteci-pano i Proff Michele Benegia-mo Lucia Falco GiovannaLucarelli Maria MazzarellaClelia Massaro la sigra MariaMasi la sigra Giovanna Pelle-

grino lrsquoavv Antonio Legno il dott Domenico Mangione

34 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

1996 - Galatina (LE) - Chiostro Basilica S CaterinaSpettatori durante un Concerto Amici della musica

il prof Zeffirino Rizzelli Le serate iniziano nella Sala ldquoContaldordquo e proseguono

negli anni successivi senza interruzione ospitando fino adoggi oltre 400 fra musi-cisti letterati scrittoripoeti attori cantanti

Dal rsquo95 siamo ormailontani 20 anni ed egravequindi comprensibileche io esprima ora unsenso di generale sod-disfazione e orgoglioIl merito principale na-turalmente va soprat-tutto ai Soci prove-nienti da molti paesidella provincia checon senso di responsa-bilitagrave ed abnegazionehanno sostenuto lrsquoini-ziativa facendoci rag-giungere un traguardoimportante un obietti-vo degno di una gran-de cittagrave una conquista sociale a vantaggio dellrsquointeroSalento

La qualitagrave dei nostri concerti egrave dovuta alla fattiva colla-borazione della nostra Associazione con le piugrave interessan-ti Rassegne internazionali I rispettivi Direttori artisticicollaborano ormai con noi da un porsquo di anni segnalandocii vincitori assoluti dei Concorsi Recentemente abbiamoavuto lrsquoonore della collaborazione con la prestigiosa Acca-demia Internazionale di Imola diretta da un amico il MdegFranco Scala che ha voluto ldquoregalarcirdquo per lrsquoinaugurazio-ne dellrsquoattuale Stagione concertistica uno dei migliori al-

lievi il pianista Roman Lopatinsky che ha mandato in vi-sibilio il numeroso pubblico con un pianismo brillante eun virtuosismo eccezionale

La nostra Associazio-ne egrave ormai una Univer-sitagrave della musica unospazio culturale in cuisi affrontano e svilup-pano tematiche specifi-che della letteraturamusicale nuovi studisulla liederistica ro-mantica e approfondi-menti sui vari stili eforme delle composi-zioni di ogni tempo

Un vero laboratoriosperimentale per ela-borazioni di natura cri-tica e filosofica

Con il programma disala poi sempre ac-compagnato da unrsquoat-tenta guida allrsquoascolto

si continua a perfezionare la formazione critica dei Socioffrendo loro un prezioso mezzo di comprensione dellecomplesse problematiche delle opere musicali

Una realtagrave stimolante per Galatina ed una indicazioneper far riflettere i responsabili politici nazionali

Qualche volta dalla periferia puograve emergere un utile sug-gerimento

Forse sarebbe auspicabile da parte dei politici un porsquo diumiltagrave per sostituirla allrsquoarroganza di chi continua semprea governare isolato con presunzione e incapacitagrave di com-prendere a fondo i veri problemi del Paese bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 35

2015 - Galatina (LE) - Il pianista Roman Lopatinskyallrsquoinaugurazione della stagione concertistica 20152016

Bruno Vittorio Massaro

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 16: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

Srsquointitola Respiri di pietra Monumenti megalitici del Salen-to (Lupo Editore Copertino 2014) il libro fotograficoche il ligure ma milanese drsquoadozione Leonello Berto-

lucci ha voluto donare allaTerra fra i due mari lrsquoanticaMessapia Un libro dalla co-pertina nera dal cui centrosorge come un astro lucente lasilhouette del maestoso trilitedenominato Chianca di SantoStefano di Carpignano Salenti-no La luce che dalla pietra sifa cogliere dal fotografo egravestrana e coinvolgente infattiil gioco di luci e ombre lrsquoan-tropizza a tal punto da farcelapercepire come energia vitale

Dal suo blog sappiamo cheegli egrave laquonato in Liguria e ap-prodato a Milano negli anni Ottanta ha intrapreso la stradadel reportage fotografico lavorando per alcune testate eagenzie italiane in seguito hanno avuto inizio collaborazio-ni internazionali tra cui quella con lrsquoagenzia ldquoSygmardquo di Pa-rigi Sue foto sono apparse su testate quali ldquoTimerdquoldquoNewsweekrdquo ldquoSternrdquo ldquoParis-Matchrdquo ldquoEpocardquo Ha fondatoe diretto per alcuni anni unrsquoagenzia fotogiornalistica mentreoggi continua a fotografare e condurre tutta una serie di at-tivitagrave nel campo della cultura fotografica vengono pubblica-ti suoi libri drsquoimmagini e allestite sue mostre organizzaeventi ed egrave docente in corsi e scuole di fotografia Egrave consu-lente in campo editoriale e multimediale ed egrave chiamato an-che a ricoprire il ruolo di photo editor in redazioni di giornaliha scritto il primo libro in Italia sullrsquoargomento col titoloProfessione Photo Editor Della sua attivitagrave si sono occupateriviste di fotografia come ldquoFotopraticardquo ldquoIl FotografordquoldquoNuova Fotografiardquo ldquoPhotordquo ldquoPhotographiardquo ldquoTechnoPhotordquo ldquoGente di Fotografiardquo ldquoFotocomputerrdquo Gli piacegiocare e nelle edizioni del ldquoPulcinoelefanterdquo [editore drsquoar-te che stampa in proprio rari esemplari di bibliofilia] le suefotografie giocano con testi tra gli altri di Alda Merini To-nino Guerra Enzo Sellerioraquo

Di lui hanno scritto Roberto Mutti laquoLeonello Bertolucci sa recuperare la pun-

tigliositagrave e la curiositagrave per ogni aspetto della vita Ma anchesoprattutto la capacitagrave di ascoltare e trasformare in immagi-

ni i sussurri da contrapporre alle grida di cui in troppi sem-brano non poter piugrave fare a menoraquo

Giuseppe Turroni laquoEsiste in Bertolucci davvero incante-vole e incantato il piacere del fare del raccon-tare del vedere sia pure strizzando lrsquoocchiocon ironia ripetiamo e senza malizia alle infi-nite contraddizioni e ambigue variazioni e va-lenze del mondo reale Egli ci restituiscematerie precise le scansioni di un racconto ter-so e delicato e il suo occhio fotografico egrave perripetere un verso di Sylvia Plath ldquoesatto e drsquoar-gentordquoraquo

Gino Patroni laquoLa prima foto della mia vitami fu scattata in un cortile di via Cernaia tra icaseggiati delle Elementari e la palestra dellaldquoPro Italiardquo Ovviamente una foto scolasticaricordo di fine drsquoanno Noi ragazzini in fittogruppo su un lato il maestro alto nei nostriconfronti come un campanile accanto alla

chiesa ndash Fermi ndash gridograve il fotografo con voce da sergenteprima del lampo Da allora ho conosciuto molti fotografiquasi tutti da bottega persino uno a Kopenik (Berlino) nelsettembre 1944 Insomma una foto da gefang (prigioniero)per gli archivi burocratici del lager Risultai magrissimoLrsquoultimo fotografo che ho conosciuto in ordine recentissimodi tempo egrave uno spezzino Leonello Bertoluccihellipraquo

Bertolucci che egrave fotografo professionista ha unrsquoidea benprecisa del suo operare Il suo archivio fotografico egrave colmo dicentinaia di migliaia di fotografie tanto da fargli scrivere

laquoHo perseguito unrsquoidea fotografica ci ho creduto e lavora-

20 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

AUTORI amp EDITORI

Giurdignano (LE) - Menhir vicinanze 2

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 21

to Ma ora di fronte alla quantitagrave di fotografie e di scelte pos-sibili sono in crisi Voglio strutturare un percorso coerentee sensato Molte decisioni srsquoimpongono e la mia parte emo-tiva litiga con quella razionale Cerco un occhio ldquoaltrordquo chemi aiuti a muovermi sul confinehellipraquo

Cosigrave pure egli conosce bene lrsquoarte della fotografia tanto dascrivere

laquoIl vero problema non egrave fare una foto sbagliata ma fareun uso sbagliato della foto Il brivido corre non quando tuguardi una fotografia ma quando lei guarda te Ogni foto-grafia ha cinque lati i primi quattro delineano lrsquoinquadra-tura il quinto egrave il suo lato oscuro Fotografare dovrebbeprovocare uno strabismo buono guardarsi dentro mentre siguarda fuori Lrsquoediting di una narrazione fotografica egrave unviaggio dentro il suo senso come ogni viaggio presupponeun punto di partenza e uno drsquoarrivoraquo (tratto dal blog Quan-do un Photo Editor)

Oggi Leonello Bertolucci ha fotografato anche il Salentouna sua parte profonda e radicale che si perde nella nottedei tempi i megaliti i maestosi massi che il Salento custodi-sce cosigrave come una madre custodisce i suoi figli

A introdurre il libro Respiri di Pietra con una sintesi stra-ordinaria e una cosmogonia stupefacente egrave Edoardo Win-speare il regista nostro conterraneo che con la sua operacinematografica ha fatto conoscere il Salento in tutto ilmondo Egrave stupenda la visione che egli ha della terra nellaquale viviamo Edoardo egrave nato a Depressa (Tricase) in unodei castelli ancora oggi attivo e accogliente Bertolucci inve-ce da qualche tempo ha acquistato una casa a Corigliano

drsquoOtranto dove ritorna da Milano quando sente il bisognodi rifugiarsi nellrsquoabbraccio magnogreco dellrsquoantica terramessapica

Nellrsquointroduzione al libro Winspeare scrive laquoNel Salento il mare egrave azzurro-verde e ha una trasparen-

za cristallina gli alberi di ulivo secolari incutono rispetto co-me ogni monumento della natura la terra egrave rossa come ilsangue ma ciograve che rende questo finisterrae drsquoEuropa un ter-ritorio davvero unico egrave la pietra Per i salentini la pietra egrave co-me il legno per gli indios amazzonici o i popoli sciamanicidella Siberia

Nellrsquoantica Messapia non si edificava con i mattoni il le-gno era quasi sconosciuto come materiale da costruzionetutto era di tufo carparo pietra leccese di Cursi drsquoAlessa-no di Soleto si era circondati da peshchi cuti stozzi patrud-dhi feddhe e ancora altri nomi [hellip] per definire ogni piccolavariazione della pietra [hellip] I menhir e i dolmen sono unapresenza abituale nelle nostre campagne Il loro fascino mi-sterico ne fa agli occhi di chi sa guardare degli ieratici sacer-doti intermediari fra il cielo e la terra quasi fossero dei moaimediterranei eretti come monito trascendentale dellrsquoesisten-za umana Leonello Bertolucci fotografo sensibile ha sapu-to guardare dove altri vedono solo Le sue immagini deinostri megaliti sembrano sguardi da un terzo occhio quellodellrsquoanimaraquo

Stupende queste parole di Edoardo che permettono allospirito umano di godere della bellezza della natura Parago-nare i nostri menir ai grandi moai dellrsquoisola di Pasqua (Ra-pa Nui) significa veramente aver capito fino in fondo ilsignificato che gli antichi abitatori di questa terra volevanodare a quei grandi massi ritti come spinotti conficcati nellaroccia

E tale comprensione egrave rilevabile pure nelle fotografie diBertolucci che intitolando il libro laquoa tutti i nostri padri a[suo padre]raquo ha guardato attraverso lrsquoocchio magico dellafotocamera i megaliti del Salento quasi fossero dei nostriantenati Cosigrave il suo percorso fotografico ha attraversatocampagne e rilievi collinari consacrando al nostro immagi-nario i megaliti di Giurdignano Giuggianello Otranto Mi-nervino di Lecce Carpignano Salentino MelpignanoMartano Bagnolo Cursi Patugrave Corigliano drsquoOtranto Pal-mariggi Cannole UgentoTerenzano Calimera Diso Cosigraveil suo libro immortala la bellezza e la severitagrave dei menhirdei dolmen delle specchie del Masso della strega degliipogei delle chianche della Centopietre della Pietra di sanVito del megalite di Terenzano Tutte pietre che respiraro-no energie vitali

Martano (LE) - Specchia dei mori

22 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Sotto una pregevole litografia ottocentesca custoditadai frati francescani di Soleto figura la seguente le-genda Nel 1568 un giocatore furibondo vibrograve due colpi

sul volto della Sacra Immagine di Maria dipinta sul muro di unacappella dove poi fu eretto il Convento de PP Riformati in Sole-to e bestemmiando disse Io noncredo che tu sei la madre di Diose non mi fai ammazzare stase-ra Dalle ferite della Sacra Effi-gie scaturigrave molto sangue e inquella sera lrsquoempio sacrilegosulla porta di Soleto fu uccisoLa prodigiosa immagine cosigrave fe-rita ed intrisa di sangue si ado-ra nel tempio del succennatoConvento

La litografia riproduce asinistra un giovane mentrecon unrsquoaccetta colpisce il vi-so di una Madonna col Bam-bino e a destra la suauccisione ad opera di un ma-cellaio armato di coltelloSullo sfondo lo skyline diSoleto con la guglia di Rai-mondello Orsini del Balzocollocata in un improbabilepaesaggio collinare

Comrsquoegrave noto nel 1568 il le-gnaiolo Giacomo Lissandridopo aver perduto al giocotutti i suoi denari entrato in una cappella campestre si-tuata fuori le mura di Soleto in un terreno dove poi sorge-ragrave il Convento dei Frati Minori colpigrave con una scure laldquofaccia bella della Madonnardquo ldquodipinta sulla pietrardquo dallaquale ldquosgorgograve sangue vermigliordquo come enfaticamentepuntualizzava il panegirista soletano Giuseppe Stanca inuna sua predica del 27 luglio del 1908 La sera stessa lrsquoem-pio oltraggiatore sconvolto dallrsquoincubo del delitto venne pu-gnalato e ammazzato dal macellaio Luigi Rullo nei pressidella Porta S Antonio detta nel lsquo500 Porta di borea La lito-grafia ci restituisce lrsquoimmagine della Madonna affrescata inuna edicola campestre ma P Diego Tafuro da Lequile nel-la sua Relatio Historica affermando che il Lissandri gioca-

va intra eandem aediculam confermava che si trattograve di unacappella coperta anche se di piccole dimensioni Dellostesso parere furono nel 1724 Padre Bonaventura Da La-ma e poi Padre Benigno F Perrone Nessuna fonte ci dicecon chi il Lissandri giocava e perdeva a carte nella cappel-

la Sappiamo perograve che Gia-como Lissandri potrebbeessere il figlio di Antonio Les-sandri vivente nel 1546 men-tre un documento del 1622segnala la natura violentadella famiglia Rullo Si sostie-ne infatti che Giovanni Rul-lo forse nipote del macellaioLuigi havesse (anche lui) am-mazzato uno de Soligraveto (Soleto)del quale non si sa il nome

Come segnala una divotapreghiera del 1789 su Giaco-mo Lissandri sembrograve abbat-tersi lrsquoira divina e se non fossesopravvenuta la morte vio-lenta sarebbe stato sicura-mente scomunicato dalpreoccupato arcivescovo diOtranto il napoletano PietroAntonio de Capua il qualecon le Costituzioni sinodali ndeg26 e ndeg 47 delle complessive58 stabilite nel Sinodo del1567 (si badi bene un anno

prima del fatto sacrilego) quasi a preconizzare i fatti di So-leto cosigrave disponeva Scomunicamo tutte quelle persone chenelle chiese et luochi sacrihellip faranno o giocheranno a carte o adadi et ad altra sorte di giocho proibito E ancora Scomunica-mo tutte quelle persone le quali temerariamente con pietra fer-ro (nel nostro caso unrsquoascia) o qual sivoglia instrumento diqual sivoglia modo feriranno o guasteranno lrsquoimagine del Cru-cifisso della Gloriosa Vergine Maria (nel caso di Soleto la Ma-donna delle Grazie) et altri Santi

La minaccia di scomunica quindi gravava su chi gioca-va a carte o a dadi nelle chiese e su chi sfregiava le imma-gini sacre

Il compianto prof Mario Marti in un suo bellissimo ar-

UNA FINESTRA SUL PASSATO

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 23

ticolo intitolato ldquoDonne e madonne salentine fra memoriae democulturardquo coglieva appieno lrsquoespressione singolaredella Madonna soletana che lui osservava spesso durantele visite nella ldquosuardquo Soleto Cosigrave infatti ricordava ldquoHoavuto modo di vedere tante volte il viso allora in una te-ca e coperto da un panno un porsquo atono e distante dellrsquoim-magine sacra un porsquo astratto e metafisico che puograve farpensare veramente piugrave a una severitagrave di esemplare giusti-zia (come avvenne allrsquoempio oltraggiatore Giacomo Lisan-dri) che a una maternitagrave fatta drsquoindulgenza e di perdonordquo

Lrsquoaffresco della Madonna delle Grazie databile alla pri-ma metagrave del Quattrocento rievoca echi rinascimentali (co-me nota Sergio Ortese) ed egrave impostato secondo i canoni

della prospettiva Venne poi incastonato nella nicchia cen-trale dellrsquoaltare maggiore nella chiesa conventuale dei Fra-ti Minori di Soleto giagrave nel 1617 denominata S(anc)taM(ari)a della Gr(ati)a completata nel 1614 con molta pro-babilitagrave dallrsquoarchitetto neretino Maria Tarantino

Tutti parlano di una Madonna severa con lo sguardoperso nel vuoto mentre il Bambino sorridente regge conla destra un piccolo ventaglio liturgico e con la sinistra gio-ca con un uccellino Si tratta invece di una Mater amabilisvolta a suscitare la misericordia di Dio verso i fedeli

Lo sguardo triste mesto e distaccato della Vergine estra-neo al gesto sacrilego del Lissandri egrave solo presago dellaPassione del Figlio raffigurata dal corallo rosso che pendedal collo del Bambino simbolo del suo sangue e della suamorte in croce

BibliografiaEgrave utile consultare L MANNI La Madonna delle Grazie di Soleto Galati-

na 2001 pp 43-53D Donato DE LUCA Divote preghiere per la novena della Madonna delle

Grazie Gallipoli 1897 pp 11-31B F PERRONE I conventi della serafica riforma di S Nicolograve in Puglia II

Galatina 1981 p 171M MARTI Donne e Madonne salentine fra memoria e democultura in

ldquoRassegna trimestrale della Banca Agricola Popolare di Matino e Leccea VIII 1 Galatina marzo 1982 p 127

L MANNI Guida di Soleto (a cura di M CAZZATO) Galatina 1992pp 41-42

L MANNI Santi e miracoli nel Salento Galatina 1996 pp 90-93 123

laquoMorsquo vu cuntu nu cunturaquo ni dicigravea la nonna Anna E zzacca-va a cuntare

E tutta la stanza se lsquonchia chianu chianu de fate de streche demachi e macare de re e de regine e puru de li nanni orchi ca nifacigraveanu ghiacciare lu sangu sulamente cu li pensagravevamu

Ma pe pocu tiempu perograve Finu a a quandu nu rrivava lu mu-mentu mentru la nonna sta cuntava ca li pariti e la stessa lagrave-mia de la stanza allrsquoimpruvvisu scumparigraveanu e lassavanu pertulu cielu e allora se perdigraveanu tutti le fate le streche li machi e linanni orchi e nui vidigraveame a lsquoncapu luccicare sulamente le stel-le e le lune e poi a centu a centu passavanu prucissioni de ca-valieri cu le curazze drsquooru e li pinnacchi e lu tiempu nu sapivise era moi o poi o prima essendu ca ni sentigraveame puru nui in-tru a lu cuntu ca la nonna sta cuntava E poi vidigraveame allrsquoim-pruvvisu li draghi e li cavaddhi alati ca sfrecciavanu vulandu ese putigravea sentire comu nu striunizzu propiu a mmienzu a la stan-za ca era ddeventata na fureata incantata e alla fine se dduma-vanu tante luciceddhe ca tremulavanu luntanu luntanu e poise perdigraveanu a rretu allrsquoorizzonte ndash a lu scuffundu dicigravea la non-na ndash addhai ci nu canta caddhu e nu lluce lunahellip

Pensagravetila comu vuliti ma ju sursquo sicuru ca prima o poi a nucertu giurnu precisu a lu postu magicu addhai ci se cugraventanulsquoncora li cunti de na fiata me incontru lsquontorna cu la nonna An-na percegrave lrsquoaggiu rrecalare na bella cosa ca mi la cunservu pe id-dha de quandu era picciccu picciccu

E ci sape se cu lrsquooccasione la nonna (ca mi lrsquoja prumigravesa) numi presenta finalmente la fija de lu Re percegrave de quiddha sursquo sta-tu sempre e suntu lsquoncora lsquonnamuratuhellip

Quista leggenda ca stegrave pe cuminciare quarchedunudice ca lrsquoave inventata nienti de menu ca LeoneTolstoj lu famosu scrittore de la Russia Quarche-

dun addhu dice ca egrave stata ripresa de lu scrittore Italu Cal-vinu A mie cu bbu dicu lu giustu mrsquohanu sempremparatu ca ede na storia vera originaria de le muntagnede lrsquoArta Italia ca poi egrave scisa chianu chianu a le parti decquassotta a nui e puru a la famija nogravescia ca pe la veritagrave egravesempre stata patriottica Tantrsquoegrave veru ca allrsquourtima de li un-dici fij avuti de la nonna Anna lu nonnu Paulinu nogravesciuvoze cu li degravescia lu nome de Triestina propiu a onore dela cittagrave de Trieste ripijata allrsquoAustria a la fine de la primaguerra mondiale

Vabbegrave Comu ede comu nun ede lsquostu cuntu ca morsquo vucuntu a casa nogravescia era deveru de casa percegrave ogni tantuscigravea e bbenigravea pe vucca no sulamente de la nonna Annama cchiui de na fiata puru de la zigrave Ninetta e addhe fiate dela zia Teresina e de la zigrave Cetta o puru de la Rusaria ca erala cugina crande e ca ede lsquoncora viva e vegeta cu la bonasalute e li mandu nu baciu

Allora siti pronti Se siti pronti zzaccuCrsquoera na fiata nu Re ca tenia nu fiju unicu La Regina di-

fatti srsquoja mmalazzata cu lu parturisca e de tandu a lsquompoinu potte avire cchiui nisciunrsquoaddha cravidanza

Lu Re naturalmente li vuligravea ancora cchiugrave bene a lsquostu fi-ju unicu E si lu cocculava e lu nsistigravea ogni mumentu esciucava cu iddhu e li cuntava storielle curiose cu lu di-verta e li facigravea rrecali drsquoogni ben di DiulsquoNsomma cerca-va cu lu ccuntenta in tuttu e per tuttu

Ma lu principinu invece era sempre scuntentu Morsquo era puru ddeventatu carusu nu giovanottone ertu

beddhu e distintu comu nu veru Principe Scigravea a lsquoncaccia

ma de malavogliaComu cuminciava afare na cosa dopu nupocu se ncaddhiscia-va Lu Re lrsquoja datu pu-ru nrsquoarmata de sur-dati cu lu invoglia al-lrsquoavventura ma id-dhu mancu pe lacapu

Nu paru de fiate cuccuntenta sigraverasa ca luspingigravea quasi a lsquonfor-za ja puru partecipa-tu a lu torneu de lacavalleria ca se tenigraveadorsquo fiate lrsquoannu ma secapigravea subitu ca a lugiovane nu li cuddha-va percegrave nu teniapropiu piacere denienti e lu cchiui de lefiate stava sempremalinconicu

Crsquoeranu periudi capassava sciurnate in-tere nfacciatu a lubalcone cu lu sguar-du persu luntanu

laquoMa cce hai Cce edeca ti mancaraquo li ddumanda-va sigraverasa

laquoNu sacciu mancu iuraquo ri-spundigravea iddhu

laquoForsi ca sinti lsquonnamura-tu ndash cuntinuava lu sirendash Harsquo misu lrsquoocchi su qual-che beddha carusa Dimmigrave-lu fiju miu ca de vagnunebeddhe ne truvamu centu efosse puru la fija de lrsquoImpera-tore oppuru na semplicecontadina se propiu ti pia-ce ti la fazzu spusareraquo

Nienti Lu Principe co-tulava la capu e mancu lirispundigravea

Ddhu poveru cristianu

de lu Re alla fine lrsquojapruvate tutte inutilmen-te cuncerti de musicafeste de ballu sfilatemascherate numeride scioculieri animaliparlanti

Alla fine decise fice nu bandu e chiamau a cunvegnu limeju duttori professori studiosi e filosofi de tuttu lu Re-gnu e finalmente dopu sette giurni e sette notti de assem-blea ci foe na parvenza de rimediu a la situazzione

Lu Capu Sapiente ca tenigravea la barba vianca e lu parlare

24 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

pulitu li disse a luRe laquoMaestagrave abbiamoindagato e ragionatoprofondamente Abbia-mo studiato le StelleChiesto consiglio al-lrsquoAurora e al TramontoInterrogato il SilenzioEsplorato lrsquoOscuritagrave e ilDubbio E aperto infi-ne tutte le novantano-ve porte del MisteroOra per liberare vostrofiglio dalla malinconiadovete cercate un uomoche sia contento Macontento in tutto e pertutto Di se stesso del-la sua famiglia dellapropria occupazionedella sua casa del paesedove vive della genteche incontra dellrsquoariache respira delle stagio-ni che cambiano e an-che degli animali deglialberi delle montagnecosigrave come pure del mareo dei fiumi e dei laghi edi tutto ciograve che lo cir-

conda Quando incontreretequestrsquouomo prendete la sua ca-

micia e scambiatela con quella di vostro figlio E il Principe fi-nalmente guariragraveraquo

Lu Re se dese de fare subitusenza mancu cu perda nu

minutu lu tiempu curraccoja tutti lrsquoamba-sciatori de lu Regnu

ccumpagnati de centusurdati segretari mes-saggeri currieri esplo-ratori e aiutanti drsquoogni

genere e li sparpa-jau a li quattru pizzi cu

se degravescianu de fareE foe cusigrave ca dopu nu

paru de giurni li pur-tara nu Monacu rumi-tu

laquoMonacu santu dim-mi se sirsquo cuntenturaquo liddumandau lu RelaquoCertu Maestagrave Sursquocuntentu de intru e de

fore La solitudine fur-tifica e santificaraquo laquoBravu Bravuraquo li disse lu Re E poi li fi-ce lsquosta pruposta laquoVorsquo cu bbieni cu mie a lu castellu pe dire lepreghiere intru a la cappella realeraquo

laquoMacari Maestagrave E comu no De corsa vegnu a lu castel-lu Cusine me pozzu rripusare nu pocu ca stisu sempre lsquonter-

ra sulu sulu e pe lu friddu de certe notti a le fiate mi vene la ma-lincuniaraquo

laquoVane vane Monacu rumitu Se eri veramente cuntentu nudesideravi cu stai meju de cu comu stai Via Viaraquo li cridau luRe Li dese na borsa de munete drsquooru e lu cacciau

Dopu nrsquoaddhu paru de giurni li purtara nu Massaru catenigravea cchiui de decemila pecure e nu crande llavitu e erariccu spundatu ma era puru tantu bbonu de core ca davafatigravea a ci la cercava e rrecalava de mangiare a tutti e purusordi a ci tenigravea bisognu e tutti li vuligraveanu bene e iddhu eracuntentu

laquoMassaru Massaru se vide ca sigrave cuntentu Ma tie deveru tesienti cuntenturaquo li ddumandau lu Re laquoCertu Maestagrave Co-mu viditi ssignurigravea stessu iu tegnu tuttu e cchiui de tuttu etutti mi vogravelanu bene Perograveraquo

laquoPerograveraquo li rripetigraveu lu Re ca vuligravea cu saccia de cchiuilaquoPerograve lrsquoanni passanu Maestagrave E mi vene la malincunia quan-du pensu ca prima o poi puru iu aggiu murire e aggiu lassaretuttu quiddhu ca tegnuraquo

laquoVane vane Massaru riccu spundaturaquo li cridau lu Re laquoSeeri veramente cuntentu nu desideravi cu eggi eternu ca sulu alu Patreternu li spetta Via Viaraquo Li rrecalau na borsa demunete drsquooru puru a iddhu e lu cacciau

Poi dese ordine a li surdati cu nu li portanu cchiui ciu-vieddhi pe ddha settimana percegrave era rimastu tantu delu-su de lsquosti primi risultati ca era meju cu se ddefrisca nupocu E ccumpagnatu de quattru cavalieri se ne scigraveu que-tu quetu a lsquoncaccia intru a lu voscu

A lu tramontu quandu sta turnava a lu castellu passan-du vicinu a na capanneddha ca sta cadigravea arsquostozze lsquontise navoce ca dicigravea laquoCrazzie Signore miu Puru ogravesce mrsquoai pruvvi-dutu cu faticu e cu mangiu Aggiu sudatu e me sentu nu pocustraccu pe la fatigravea ma sursquo cuntentu lu stessu Morsquo mi mangiu nupocu de minestra poi me curcu me riposu e crammatina comusempre cu lrsquoaiutu de Ssingurigravea me ddisciatu cchiugrave friscu e cchiugravefelice de na rosaraquo

laquoEcculu ndash disse lu Re cittu cittu ndash Finalmente lrsquoimu truvatuquistu ede propiu lu cristianu cchiugrave cuntentu de tuttu lu Regnu Las-sagravemulu cu mangia ca poi trasigravemu e facimu cu ni degravescia la camisaraquo

E dopu nu pocu trasegravera lu Re cu tre surdati E ddhu cristianu ca srsquoja giagrave menatu su lu liettu e quasi

sta pijava sonnu se zau fuscendu e ddumandau cce buligraveatutta ddha gente a casa soa E lu Re in persona li disse cusi caccia lsquoddha specie de cuperta ca tenigravea lsquonturtijata susue cu li degravescia la camisa ca tenigravea de sotta ca li servigravea Ca poipe lsquostu favore lu rrecalava cu nu saccu chinu de giuielli ede munete drsquooru E ddhu cristianu ca ncora nun ja capitusi la cacciau sugravebitu ddha specie de cuperta ca tenigravea lsquontur-tijata susu

Ma sotta nun crsquoera nuddha camisa Nu la tenigravea la cami-sa ddhu poveru cristianu Nu lrsquoja mai tenuta a lsquonvita soa

Cari amici a la fine de lu cuntu la nonna Anna ni dicigravea sem-

pre ca la camisa de la felicitagrave nun esiste Lu segretu ede unu su-lu rripetigravea ognunu de nui tocca cu se saccia nccuntentare Cula camisa o senza Percegrave nu sempre egrave certu ca unu ca la tene lacamisa ede alla fine cchiugrave cuntentu e felice de unu ca invece nula tene

Cu tanti Auguri de bone Feste e cu la bona saluteMelanton-Roma 2015

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 25

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

26 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Era stata educata a Galatina

Sofia Stevens nacque nel 1845 a Gallipoli figlia del vi-ce Console inglese nella citta salentina Henry Stevensche rimase in carica fino al 1867 anno in cui morigrave An-

che il nonno di Sofia Richard era stato vice console dal1829 fino al 1853Mentre la madre diSofia era una nobil-donna di originefranco-napoletanaCarolina Auverny

Sofia era la secon-da di cinque figli (trefemmine e due ma-schi) ed era stataeducata prima a Ga-latina poi alla etagrave diundici anni fu man-data a Napoli doveebbe per maestro dilingue e di poesia Fe-derico Villani aquindici anni ritornograve

a Gallipoli e di qui ebbero inizio come era norma per i gio-vani di buona famiglia i viaggi di formazione in Europa

Con lo zio Giovanni Auverny per due anni Sofia non fe-ce che viaggiare Parigi Madrid Berlino Zurigo Monacodi Baviera Copenaghen ecc Si perfezionograve negli studi clas-sici conoscendo oltre lrsquoitaliano il francese lrsquoinglese lo spa-gnolo e il tedesco e rientrata a Gallipoli cominciograve ascrivere per proprio conto fincheacute morto il padre nel 1867(Sofia ha 22 anni) si trasferigrave con la madre e tutta la fami-glia a Napoli Qui sposograve senzrsquoamore Settimio Bartocci Idue vissero tra Gallipoli e Napoli a seconda delle stagio-ni fincheacute nel 1873 venne diagnosticato a Sofia (ha soltan-to 28 anni) un tumore al seno Da questo momento in poiSofia si trasferisce definitivamente a Napoli Non rivedragravepiugrave Gallipoli Operata tre anni dopo muore il 9 agosto1876 a soli 31 anni di etagrave

Muore con il rimpianto di un amore infelice e con la suaGallipoli nel cuore

Lascia scritte con il lapis in vari quaderni-diari 350 poe-

sie che aveva cominciato a scrivere fin dallrsquoetagrave di 15 anniVerranno pubblicate postume nel 1879 sotto il titololdquoCantirdquo come avrebbe desiderato lei stessa che ammira-va e amava moltissimo i ldquoCantirdquo leopardiani

Era una creatura dolce e malinconica morigrave infeliceVi chiederete comrsquoera Sofia Stevens questa singolare no-

bildonna gallipolitana dellrsquo800Non abbiamo testimonianze coeve ma dallrsquoeffigie del ri-

tratto che ci ha lasciato e soprattutto dalle poesie che ha la-sciato come sorta di testamento spirituale egrave facileimmaginare una creatura dolce fine delicata pallida pa-tetica malinconia romantica e tuttavia non era una fan-ciulla tutte trine e sospiri

Era intelligente colta conosceva quattro lingue di carat-tere molto riservato era schiva viveva appartata aveva unmagnifico rapporto con la natura che la circondava e so-prattutto Sofia si sentiva profondamente gallipolitana fi-glia di quella terra un porsquoruvida ma splendida e generosaE ciograve lo esplicita nelle sue poesie che sono di chiara imita-zione e sul modello tardo-romantico alla Prati o alla Ale-ardi tanto per intenderci anche se il suo modelloinarrivabile fra tutti i poeti da lei conosciuti era GiacomoLeopardi il poeta del dolore a cui si sentiva molto vicinosia per il suo temperamento malinconico che per le tristi

POETI SALENTINI

Gallipoli (LE) - Antica raffigurazione del porto

Sofia Stevens

di Augusto Benemeglio

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 27

personali vicende biografiche Le poesie di Sofia Stevenssono molto sentimentali talora sognanti malinconichedolenti Ma ciograve che ella prova non egrave finzione non appartie-ne alla convenzione percheacute la sua vita fu veramente brevedolorosa e infelice costretta a sposare un uomo che nonamava e a patirne tutte le amare conseguenze e infine col-pita da un male terribile allora incurabile che lrsquoavrebbeportata alla morte tra atroci sofferenze fisiche e spirituali(ldquoA lrsquoalma mia tapina tormenti senza fine innanzi pa-rahelliprdquo) a soli 31 anni

Dal cielo son discesaIn questa fonda valleE al suolo mrsquoha protesaUn infelice amoreNon piugrave lrsquoamorchrsquoio vagheggiava tecoE che potea securaFin confidare a lrsquoecoDe le paterne muraMa di foco avvampante passioneChe sebben corripostaTerribile tenzoneContro me stessa ha impostoInvano io vograve domarlaQual fa lrsquoondaTanto furente da schiantar le digheFuori trabalza e tutto intorno inondaE seco trascinando la rovinaA lrsquoalma mia tapinaTormenti senza fine innanzi paraE mrsquoapparecchia la gelata bara

La ruvidezza degli antichi scogliSofia lrsquoabbiamo detto amograve molto la sua terra natia Gal-

lipoli che considerograve sempre sua prima vera autentica pa-tria sebbene non ci abbia vissuto moltissimo E alla suaterra dedicograve descrizioni poetiche non convenzionali conunrsquoattenzione particolare alla precisione terminologica nelcampo della fauna e della flora salentina frutto della suacuriositagrave e passione per la botanica e le scienze naturali

hellipE si distendeSursquo sassi calcinati darsquo fulgoriDe lrsquoastro che in maggiore in ciel risplendeDiserta vrsquoegrave perograve rude la zollaDa pochi sterpi adorna e serpollinohellip

A me cresciuta Sopra lido marina avanza in coreLa ruvidezza dersquo nativi scoglihellipAride pietre e meste io veggo intornoOve licheni biondi e serpollinoSono i soli a profumar cocente il giornohellipErsquo qui sabbioso il suolo e non vrsquoha ramoE pure e pure questa terra io lrsquoamo

ldquo E mrsquoegrave duolo perenne la vitahelliprdquoAl periodo della fanciullezza e dellrsquoadolescenza si con-

trappone la dura realtagrave del presente in cui sono definitiva-mente tramontati i sogni e le speranze di coronarefelicemente il suo amore Chi domina incontrastato ora egrave ildisinganno e la disillusione

Lrsquoalma fidente si commuove e speraMa il disinganno apparehellipah rio velenoMa finite le gaie stagioniOgni speme con esse egrave partitaOra ignoro gli amori ed i suoniE mrsquoegrave duolo perenne la vita

Giglio nellrsquoombra e nel gelo sullo sfondo di un accesotramonto

Il dolore e la tristezza dellrsquoanimo di Sofia malata in pre-da anche allo sconforto di non poter piugrave rivedere Gallipo-li percheacute il viaggio le sarebbe troppo doloroso fannoaffacciare nella giovane donna lrsquoidea prepotente della mor-te E lo fa con accenti e riecheggiamenti chiaramente leo-pardiani

Oh felici coloro cui concessoErsquo giagrave il riposo de lrsquoeterno sonnoLagrave presso lrsquoonde di quel mar serenoSotteso le robinie e le gaggieDe le fiorite italiche pianureDove srsquoascolta il cinguettio giocondoE dove il pianto semplice donzellaVersa devota sopra lrsquourna amica

Donna Sofia Stevens a cui Gallipoli ha dedicato unavia nel borgo una via discreta e appartata sulla rivieradi tramontana rimarragrave per sempre lrsquoemblema della de-licatezza e della femminilitagrave romantica ma anche dellatenerezza e del profumo discreto un candido giglio trale rocce unlsquoombra delicata e tenera sullo sfondo di unacceso tramonto di Gallipoli bull

28 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

PITTORI GALATINESI

Metafisica scettica mi piace defi-nire la pittura di Totograve Rossettispirito inquieto e indagatore cu-

rioso della condizione esistenziale con-temporanea

E con le sue opere il nostro egrave un ritorno auna ben strana e originale metafisica unametafisica questa volta salace arguta piugraveafferente ndash certo ndash ad uno spirito pirandel-liano ma ndash sento di poter dissentire da cer-ta critica ndash alquanto lontana dalla musainquietante dechirichiana

Rossetti non sembra estraniarsi dal pre-sente non intende costruire un universoche trascenda la realtagrave piuttosto sembravoler fare il verso ai costumi ai tic alle pes-sime abitudini della societagrave massificata inun intento intelligentemente neoillumini-sta che fa perno sulle sorti alternanti e mu-tevoli della natura umana messe a nudo elasciate al compiaciuto ludibrio del visitatore

E dentro questo programma di rivisitazione della socie-tagrave e dellrsquoindividuo occupano un posto preminente la ten-sione critica la contestazione sobria ed elegante che solo la

pittura metafisica puograve pronunciareQuesto nitore delle opere di Rossetti deriva dal fatto che

lrsquoartista sa innanzitutto padroneggiare con abilitagrave la figu-ra competenza che non pare fargli difetto bencheacute proven-

ga da una formazione autodidattaA ciograve si aggiunga anche in lui la

predilezione per talune citazionistilistiche come le incursioni ldquoopti-cal artrdquo o addirittura iperrealisteche costellano tutto un percorso dioriginalitagrave

Dunque una metafisica pura opiuttosto un ideale metafisicoPropenderei per questa seconda in-terpretazione dato che esiste unnon so che di esplicito in quel suocromatismo cosigrave vivido in quellasua fedeltagrave alla forma ndash reinventatasigrave - ma sempre cosigrave sensibile allatrascendentalitagrave e aggrappata al re-taggio concreto dellrsquoesistenza

Talora infatti dalla pitture diRossetti affiora la tentazione delpaesaggio come rispecchiamentodella vita interiore della socialitagraveaffiora altresigrave un elegante figurati-ldquoLrsquoarte invita alla pacerdquo - acrilico su tela

ldquoSirenardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 29

vismo informato a un vagheg-giamento estetizzante dellaforma quasi un esito compen-sativo della coscienza forte-mente avvertita del caratterearido e amaro dellrsquoesistenza

Rossetti pertanto riesce atemperare con questi ricorsi ladisperazione senza attese chegiustamente caratterizza lrsquoere-ditagrave storica della pittura meta-fisica

Un riscontro di ciograve va ricer-cato nel suo ricco repertoriografico che spazia dalla pubbli-citagrave alla satira e nel quale risie-de la sapida inventiva concet-tuale di un uomo ben radicatonel proprio tempo

Antonio Miccoli

Nella personale visione del-la realtagrave Totograve Rossetti ci dagraveuna pittura originale tesa alladescrizione di avvenimenti estati drsquoanimo della societagravecontemporanea in chiave me-tafisica

Le sagome umane negli at-teggiamenti veraci inserite inuna architettura classica dateatro sono da collegare con lospirito penetrante pirandelliano e dechiriano

Crsquoegrave una denuncia della tradizione e crsquoegrave un modo singo-lare di dipingere efficaci come risultato percheacute le ansie deipersonaggi sono espresse e chiuse in una ben orchestrata

sfera eticaLrsquoartista vive e soffre la tra-

sformazione drsquouna societagrave checolloca con forza esistenzialeisolandola e sommergendolanel vuoto drsquouna disperazionesenza attese o nellrsquoillusione dieffimere gioie terrene

I personaggi recano ciascunoil peso del proprio vivere

Lrsquoarte del Rossetti riesce cosigravead esprimere lrsquoinconsistentemutevolezza umana

Sirio Marcianograve

Quasi un ideale metafisico egravela pittura di Totograve Rossetti na-ta da una complessa lievita-zione di spirituale sensibilitagrave enel contempo di partecipazio-ne alla forma che si concretiz-za in elaborati il cui fascinoprincipale egrave dato dalla armo-nica sintesi attuata attraversouna sua ricerca multi cromaed efficace nella resa pittoricae nella ricerca del volumequanto mai significativa nelsuo apporto di tensioni e di vi-brante sensitivitagrave

La ricerca del discorso nuovoed originale egrave dettato dalla sen-

sibilitagrave dellrsquoartista in uno spazio temporale ben definitonon solo nellrsquoaspetto artistico ma anche umano

La sua figurazione si avvale di un concetto espressivo te-so alla leggibile rappresentazione dei soggetti e di un par

ldquoEvardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 31

ticolare mondo pregno di sensibilitagrave umana e come ldquomo-menti di vitardquo nel loro atteggiamento che coglie gli esseriumani mentre compiono determinati gesti che li caratte-rizzano esteticamente e interiormente lrsquointervento croma-tico egrave lasciato alla particolare sensibilitagrave di questo artista

I racconti di intime suggestioni di Totograve Rossetti sono unfluire incantato di immagini sensitive emotive e trepidan-ti di una estrema poesia che trasferite nel colore secondouna metodologia musiva e secondo un respiro delle zonepolicrome egrave una operazione pienamente riuscita soprat-tutto per lrsquooriginale impostazione giocata su fremiti viva-ci e su emozioni improvvise

Sia pur nella meditata complessitagrave delle sue armonioseopere che nellrsquointenso fluire di una poetica sostenuta dasquisita capacitagrave espressiva egrave infatti la tipica urgenzacreativa infrenabile di Totograve Rossetti che sulla tela divieneforza espressiva

Questo suo mondo pittorico in cui la carica dei simbolidi tattili emozioni di percezioni cromatico-strutturali vo-luttuosamente luminose qualificano nella densitagrave materi-ca una personalitagrave decisamente autonoma di quel suofluire spontaneo di quel vibrare continuo di forme e di co-lori narrati con gioia come vita in perpetuo movimento

Nella Mariani

ldquoPrimaverardquo - acrilico su tela

ldquoVenererdquo - acrilico su tela

Le Associazioni degli Amici della Musica sono diffu-se in tutta Italia da oltre un secolo e ubbidiscono a unprincipio esclusivo di promozione e diffusione del-

la musica della sua finalitagrave formativa ed educativa per igrandi valori estetici e morali che esprime

Forse queste Associazioni sono nate per cercare di col-mare una carenza di interessi musicali un vuoto istituzio-nale gravissimo di uno Stato latitante e come dice il MdegRiccardo Muti criminosamente colpevole della inspiegabi-le assenza di insegnamento nelle scuole italiane fra le po-che in Europa

Le Associazioni rappresentano sul territorio nazionaleuna delle poche sicure ancore di salvezza per una catego-ria di musicisti e professionisti una specie ad alto rischiodi estinzione

Dopo piugrave di un secolo di presenza di movimenti cultu-rali stagioni concertistiche concorsi pianistici e tante tan-te idee la situazione musicale italiana rimane incertaquasi sospesa nel vuoto dellrsquoindifferenza dei politici i piugraveresponsabili della storica incapacitagrave di governare la cultu-ra del paese

Non solo ma si assiste anche a frequenti ed assurdi epi-sodi di analfabetismo musicale da parte di molti intellettua-li per nulla impensieriti dalla loro ignoranza anzihellip moltifanno sfoggio in alcune interviste pubbliche financo dellapassione per la musica Poi si va a scoprire quasi sempreche il loro interesse o amore egrave per un genere che non va aldi lagrave delle insignificanti musichette di consumo

I veri amici della musica sono quelli non della ldquopizzica etamburellordquo non della ldquopopolarerdquo neacute della folk e dellarock ma qualche volta della jazzistica e sempre della co-siddetta ldquoClassicardquo per intenderci quella di Palestrina

Monteverdi Mozart Beethoven Cho-pin Schubert Liszt e tanti altri

Noi siamo la patria insieme a Ger-mania e Francia del patrimonio mu-sicale piugrave importante del pianetaRappresentiamo la meta che tutti imusicisti del mondo sognano ma ciograveche avviene per i beni artistici succedeanche per quelli musicali Infatti neabbiamo fin troppi e a volte cadononellrsquooblio alcuni musicisti per i qualialtre nazioni vanterebbero meriti ec-cezionali A Galatina per esempio cisiamo dimenticati di tre illustri citta-dini Pasquale Cafaro del rsquo700 Giu-seppe Lillo dellrsquorsquo800 e Adolfo Gal-luccio del lsquo900

LrsquoItalia a cui il mondo intero conti-nua ancora oggi a guardare con gran-de ammirazione e stima per la suainvidiabile storia della musica egrave ilPaese perograve dove stranamente meno lasi studia diminuisce il numero delle

orchestre scompaiono istituzioni corali e suoi teatri sof-frono per mancanza di risorse e per il loro malgoverno

Si ha lrsquoimpressione che da un momento allrsquoaltro tuttopossa collassare e implodere seppellendo lrsquoimmenso pa-trimonio musicale

Purtroppo lrsquoattenzione delle Istituzioni nazionali e loca-li continua ad essere deludente se non indifferente Ubbi-disce ad una tendenza tutta italiana che si puograve sintetizzarenel pensiero di un noto ministro di un recente governo chediceva ldquoCon la cultura non si mangiardquo

32 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ASSOCIAZIONI CULTURALI

1952 - Galatina (LE) - il Mdeg Bruno Massaro in concerto

Eppure lrsquoItalia egrave secondo le stime dellrsquoUnesco il Paeseche detiene il maggior numero di beni artistici e cultura-li del mondo ma investe meno risorse degli altri Paesieuropei

In Italia siamo al 27deg posto lrsquoultimo E come se non bastasse

queste poche risorse sonocontese da un numero ecces-sivo di Associazioni Enticulturali e Fondazioni e perdi piugrave mal distribuite e spes-so elargite con criteri estra-nei al principio della qualitagravee del merito

La storia musicale di Ga-latina comincia idealmentenel 700 con un suo musici-sta di fama come PasqualeCafaro prosegue nellrsquo800con Giuseppe Lillo compo-sitore di molte opere lirichee musica da camera e nel900 con Adolfo Gallucciodetto Galladol

Questrsquoultimo un musici-sta gentiluomo era un com-positore di pezzi straor-dinari che eseguiva con unasua piccola orchestra drsquoarchiin concerti pubblici e spessoin salotti privati ove ricordosi trascorrevano serate mu-sicali gradevolissime Inquesto stesso periodo forseinfluenzati dalla personalitagravedel Galluccio a metagrave anni50 alcuni amici si attivarono per dare vita alla prima As-sociazione Amici della Musica di Galatina

Artefici eccezionali di questo movimento culturale furo-no la nobildonna Luisina Vallone Sticchi il dott AngeloSodo animatore principale le profsse sorelle Gina e An-tonietta Piscopo la profssa A Congedo la profssa Wan-da Bruno il sig Raffaele Congedo

La prima sede dei concerti fu la palestra della Scuola me-dia ldquoG Pascolirdquo in cui ebbi il piacere di suonare alcune miecomposizioni elogiate dal presentatore allora giovane pre-sidente Angelo Sodo ora giudice in pensione

Dopo qualche anno ci si spostograve nella sala ldquoLillordquo ora Sa-la consiliare del Comune acui sono legato da un tristericordo fui respinto alla por-ta drsquoingresso della Sala per-cheacute sprovvisto di abbona-mento

Per me allora quindicen-ne lrsquoiscrizione allrsquoAssocia-zione era un lusso che nonpotevo permettermi

Intanto a fine anni 50 or-mai affermato nellrsquoambientemusicale galatinese e nonsolo fui incaricato dalla pre-sidente Vallone insieme al-lrsquoamico Virgilio Contaldodella vicepresidenza del-lrsquoAssociazione che in quelperiodo in cerca di una sedepiugrave confortevole fu ospitatanel Circolo cittadino ldquoCirco-lo dei Signorirdquo ora sede deiVigili Urbani Il salone eraabbastanza elegante e ca-piente e il pubblico nonmolto numeroso era suffi-ciente a tenere dignitosa-mente in vita le seratemusicali

In questa nuova sede lrsquoAs-sociazione sembrograve aver tro-

vato finalmente una sua collocazione piugrave in linea con leesigenze di raffinatezza ed eleganza delle sue serate

Ma non si era valutata la presenza di alcuni anticorpi chesi annidavano tra i Soci del Circolo

Succedeva non poche volte che alcuni ldquoSignorirdquo noncu-ranti del concerto in corso nella saletta di lettura a fiancodel salone non sapessero fare a meno della partita a carte

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 33

1990 - Il prof Zeffirino Rizzelli in undibattito pubblico al Centro Studi Musicali

e che nel momento meno op-portuno esclamassero ad altavoce frasi tipiche del gioco del-la scopa

Superati questi momenti em-blematici di un periodo storicoormai vicino al rivoluzionariorsquo68 lrsquoAssociazione perdette loslancio della prima fase e pianpiano si esaurigrave per mancanza disostegni umani e materiali

Il sottoscritto in cerca di nuo-vi interessi musicali e desidero-so di attuare per Galatina piugravesolidi progetti abbandonograve lrsquoAs-sociazione per fondare il Con-corso pianistico nazionaleldquoCafarordquo sostenuto dallrsquoentu-siasmo di un acceso appassio-nato della musica lrsquoamico OnBeniamino De Maria

Poi fu la volta della fondazio-ne del Circolo culturale ldquoIl Por-ticordquo questa volta con lrsquoaiuto digrandi personaggi della culturagalatinese mons Antonio An-tonaci docente universitariostorico e filosofo avv CarloCaggia dott Mario Montinarifondatore dellrsquoOspedaletto pediatrico a Bari e il prof Zef-

firino Rizzelli A fine anni 80sempre con la consulenza aiu-to e incoraggiamento dellrsquoami-co Rizzelli diedi vita ad unambizioso progetto ldquocredordquoutile al prestigio della cittagrave IlCentro Studi Musicali ldquoP Cafa-rordquo Una iniziativa che miravaa istituire in loco un Liceo Mu-sicale Pareggiato ai Conserva-tori di Stato

Ma come ormai molti sannonon fu realizzato solo per unsoffio per insensibilitagrave miopiae incapacitagrave di qualche politicodel momento

Il 1995 egrave lrsquoanno del ritornoagli Amici della Musica ripren-dendo un filo interrotto neglianni rsquo60

La prima riunione con i nuo-vi Amici non puograve non avvenireche nella sua sede naturale ilPalazzo della Cultura Parteci-pano i Proff Michele Benegia-mo Lucia Falco GiovannaLucarelli Maria MazzarellaClelia Massaro la sigra MariaMasi la sigra Giovanna Pelle-

grino lrsquoavv Antonio Legno il dott Domenico Mangione

34 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

1996 - Galatina (LE) - Chiostro Basilica S CaterinaSpettatori durante un Concerto Amici della musica

il prof Zeffirino Rizzelli Le serate iniziano nella Sala ldquoContaldordquo e proseguono

negli anni successivi senza interruzione ospitando fino adoggi oltre 400 fra musi-cisti letterati scrittoripoeti attori cantanti

Dal rsquo95 siamo ormailontani 20 anni ed egravequindi comprensibileche io esprima ora unsenso di generale sod-disfazione e orgoglioIl merito principale na-turalmente va soprat-tutto ai Soci prove-nienti da molti paesidella provincia checon senso di responsa-bilitagrave ed abnegazionehanno sostenuto lrsquoini-ziativa facendoci rag-giungere un traguardoimportante un obietti-vo degno di una gran-de cittagrave una conquista sociale a vantaggio dellrsquointeroSalento

La qualitagrave dei nostri concerti egrave dovuta alla fattiva colla-borazione della nostra Associazione con le piugrave interessan-ti Rassegne internazionali I rispettivi Direttori artisticicollaborano ormai con noi da un porsquo di anni segnalandocii vincitori assoluti dei Concorsi Recentemente abbiamoavuto lrsquoonore della collaborazione con la prestigiosa Acca-demia Internazionale di Imola diretta da un amico il MdegFranco Scala che ha voluto ldquoregalarcirdquo per lrsquoinaugurazio-ne dellrsquoattuale Stagione concertistica uno dei migliori al-

lievi il pianista Roman Lopatinsky che ha mandato in vi-sibilio il numeroso pubblico con un pianismo brillante eun virtuosismo eccezionale

La nostra Associazio-ne egrave ormai una Univer-sitagrave della musica unospazio culturale in cuisi affrontano e svilup-pano tematiche specifi-che della letteraturamusicale nuovi studisulla liederistica ro-mantica e approfondi-menti sui vari stili eforme delle composi-zioni di ogni tempo

Un vero laboratoriosperimentale per ela-borazioni di natura cri-tica e filosofica

Con il programma disala poi sempre ac-compagnato da unrsquoat-tenta guida allrsquoascolto

si continua a perfezionare la formazione critica dei Socioffrendo loro un prezioso mezzo di comprensione dellecomplesse problematiche delle opere musicali

Una realtagrave stimolante per Galatina ed una indicazioneper far riflettere i responsabili politici nazionali

Qualche volta dalla periferia puograve emergere un utile sug-gerimento

Forse sarebbe auspicabile da parte dei politici un porsquo diumiltagrave per sostituirla allrsquoarroganza di chi continua semprea governare isolato con presunzione e incapacitagrave di com-prendere a fondo i veri problemi del Paese bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 35

2015 - Galatina (LE) - Il pianista Roman Lopatinskyallrsquoinaugurazione della stagione concertistica 20152016

Bruno Vittorio Massaro

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 17: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 21

to Ma ora di fronte alla quantitagrave di fotografie e di scelte pos-sibili sono in crisi Voglio strutturare un percorso coerentee sensato Molte decisioni srsquoimpongono e la mia parte emo-tiva litiga con quella razionale Cerco un occhio ldquoaltrordquo chemi aiuti a muovermi sul confinehellipraquo

Cosigrave pure egli conosce bene lrsquoarte della fotografia tanto dascrivere

laquoIl vero problema non egrave fare una foto sbagliata ma fareun uso sbagliato della foto Il brivido corre non quando tuguardi una fotografia ma quando lei guarda te Ogni foto-grafia ha cinque lati i primi quattro delineano lrsquoinquadra-tura il quinto egrave il suo lato oscuro Fotografare dovrebbeprovocare uno strabismo buono guardarsi dentro mentre siguarda fuori Lrsquoediting di una narrazione fotografica egrave unviaggio dentro il suo senso come ogni viaggio presupponeun punto di partenza e uno drsquoarrivoraquo (tratto dal blog Quan-do un Photo Editor)

Oggi Leonello Bertolucci ha fotografato anche il Salentouna sua parte profonda e radicale che si perde nella nottedei tempi i megaliti i maestosi massi che il Salento custodi-sce cosigrave come una madre custodisce i suoi figli

A introdurre il libro Respiri di Pietra con una sintesi stra-ordinaria e una cosmogonia stupefacente egrave Edoardo Win-speare il regista nostro conterraneo che con la sua operacinematografica ha fatto conoscere il Salento in tutto ilmondo Egrave stupenda la visione che egli ha della terra nellaquale viviamo Edoardo egrave nato a Depressa (Tricase) in unodei castelli ancora oggi attivo e accogliente Bertolucci inve-ce da qualche tempo ha acquistato una casa a Corigliano

drsquoOtranto dove ritorna da Milano quando sente il bisognodi rifugiarsi nellrsquoabbraccio magnogreco dellrsquoantica terramessapica

Nellrsquointroduzione al libro Winspeare scrive laquoNel Salento il mare egrave azzurro-verde e ha una trasparen-

za cristallina gli alberi di ulivo secolari incutono rispetto co-me ogni monumento della natura la terra egrave rossa come ilsangue ma ciograve che rende questo finisterrae drsquoEuropa un ter-ritorio davvero unico egrave la pietra Per i salentini la pietra egrave co-me il legno per gli indios amazzonici o i popoli sciamanicidella Siberia

Nellrsquoantica Messapia non si edificava con i mattoni il le-gno era quasi sconosciuto come materiale da costruzionetutto era di tufo carparo pietra leccese di Cursi drsquoAlessa-no di Soleto si era circondati da peshchi cuti stozzi patrud-dhi feddhe e ancora altri nomi [hellip] per definire ogni piccolavariazione della pietra [hellip] I menhir e i dolmen sono unapresenza abituale nelle nostre campagne Il loro fascino mi-sterico ne fa agli occhi di chi sa guardare degli ieratici sacer-doti intermediari fra il cielo e la terra quasi fossero dei moaimediterranei eretti come monito trascendentale dellrsquoesisten-za umana Leonello Bertolucci fotografo sensibile ha sapu-to guardare dove altri vedono solo Le sue immagini deinostri megaliti sembrano sguardi da un terzo occhio quellodellrsquoanimaraquo

Stupende queste parole di Edoardo che permettono allospirito umano di godere della bellezza della natura Parago-nare i nostri menir ai grandi moai dellrsquoisola di Pasqua (Ra-pa Nui) significa veramente aver capito fino in fondo ilsignificato che gli antichi abitatori di questa terra volevanodare a quei grandi massi ritti come spinotti conficcati nellaroccia

E tale comprensione egrave rilevabile pure nelle fotografie diBertolucci che intitolando il libro laquoa tutti i nostri padri a[suo padre]raquo ha guardato attraverso lrsquoocchio magico dellafotocamera i megaliti del Salento quasi fossero dei nostriantenati Cosigrave il suo percorso fotografico ha attraversatocampagne e rilievi collinari consacrando al nostro immagi-nario i megaliti di Giurdignano Giuggianello Otranto Mi-nervino di Lecce Carpignano Salentino MelpignanoMartano Bagnolo Cursi Patugrave Corigliano drsquoOtranto Pal-mariggi Cannole UgentoTerenzano Calimera Diso Cosigraveil suo libro immortala la bellezza e la severitagrave dei menhirdei dolmen delle specchie del Masso della strega degliipogei delle chianche della Centopietre della Pietra di sanVito del megalite di Terenzano Tutte pietre che respiraro-no energie vitali

Martano (LE) - Specchia dei mori

22 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Sotto una pregevole litografia ottocentesca custoditadai frati francescani di Soleto figura la seguente le-genda Nel 1568 un giocatore furibondo vibrograve due colpi

sul volto della Sacra Immagine di Maria dipinta sul muro di unacappella dove poi fu eretto il Convento de PP Riformati in Sole-to e bestemmiando disse Io noncredo che tu sei la madre di Diose non mi fai ammazzare stase-ra Dalle ferite della Sacra Effi-gie scaturigrave molto sangue e inquella sera lrsquoempio sacrilegosulla porta di Soleto fu uccisoLa prodigiosa immagine cosigrave fe-rita ed intrisa di sangue si ado-ra nel tempio del succennatoConvento

La litografia riproduce asinistra un giovane mentrecon unrsquoaccetta colpisce il vi-so di una Madonna col Bam-bino e a destra la suauccisione ad opera di un ma-cellaio armato di coltelloSullo sfondo lo skyline diSoleto con la guglia di Rai-mondello Orsini del Balzocollocata in un improbabilepaesaggio collinare

Comrsquoegrave noto nel 1568 il le-gnaiolo Giacomo Lissandridopo aver perduto al giocotutti i suoi denari entrato in una cappella campestre si-tuata fuori le mura di Soleto in un terreno dove poi sorge-ragrave il Convento dei Frati Minori colpigrave con una scure laldquofaccia bella della Madonnardquo ldquodipinta sulla pietrardquo dallaquale ldquosgorgograve sangue vermigliordquo come enfaticamentepuntualizzava il panegirista soletano Giuseppe Stanca inuna sua predica del 27 luglio del 1908 La sera stessa lrsquoem-pio oltraggiatore sconvolto dallrsquoincubo del delitto venne pu-gnalato e ammazzato dal macellaio Luigi Rullo nei pressidella Porta S Antonio detta nel lsquo500 Porta di borea La lito-grafia ci restituisce lrsquoimmagine della Madonna affrescata inuna edicola campestre ma P Diego Tafuro da Lequile nel-la sua Relatio Historica affermando che il Lissandri gioca-

va intra eandem aediculam confermava che si trattograve di unacappella coperta anche se di piccole dimensioni Dellostesso parere furono nel 1724 Padre Bonaventura Da La-ma e poi Padre Benigno F Perrone Nessuna fonte ci dicecon chi il Lissandri giocava e perdeva a carte nella cappel-

la Sappiamo perograve che Gia-como Lissandri potrebbeessere il figlio di Antonio Les-sandri vivente nel 1546 men-tre un documento del 1622segnala la natura violentadella famiglia Rullo Si sostie-ne infatti che Giovanni Rul-lo forse nipote del macellaioLuigi havesse (anche lui) am-mazzato uno de Soligraveto (Soleto)del quale non si sa il nome

Come segnala una divotapreghiera del 1789 su Giaco-mo Lissandri sembrograve abbat-tersi lrsquoira divina e se non fossesopravvenuta la morte vio-lenta sarebbe stato sicura-mente scomunicato dalpreoccupato arcivescovo diOtranto il napoletano PietroAntonio de Capua il qualecon le Costituzioni sinodali ndeg26 e ndeg 47 delle complessive58 stabilite nel Sinodo del1567 (si badi bene un anno

prima del fatto sacrilego) quasi a preconizzare i fatti di So-leto cosigrave disponeva Scomunicamo tutte quelle persone chenelle chiese et luochi sacrihellip faranno o giocheranno a carte o adadi et ad altra sorte di giocho proibito E ancora Scomunica-mo tutte quelle persone le quali temerariamente con pietra fer-ro (nel nostro caso unrsquoascia) o qual sivoglia instrumento diqual sivoglia modo feriranno o guasteranno lrsquoimagine del Cru-cifisso della Gloriosa Vergine Maria (nel caso di Soleto la Ma-donna delle Grazie) et altri Santi

La minaccia di scomunica quindi gravava su chi gioca-va a carte o a dadi nelle chiese e su chi sfregiava le imma-gini sacre

Il compianto prof Mario Marti in un suo bellissimo ar-

UNA FINESTRA SUL PASSATO

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 23

ticolo intitolato ldquoDonne e madonne salentine fra memoriae democulturardquo coglieva appieno lrsquoespressione singolaredella Madonna soletana che lui osservava spesso durantele visite nella ldquosuardquo Soleto Cosigrave infatti ricordava ldquoHoavuto modo di vedere tante volte il viso allora in una te-ca e coperto da un panno un porsquo atono e distante dellrsquoim-magine sacra un porsquo astratto e metafisico che puograve farpensare veramente piugrave a una severitagrave di esemplare giusti-zia (come avvenne allrsquoempio oltraggiatore Giacomo Lisan-dri) che a una maternitagrave fatta drsquoindulgenza e di perdonordquo

Lrsquoaffresco della Madonna delle Grazie databile alla pri-ma metagrave del Quattrocento rievoca echi rinascimentali (co-me nota Sergio Ortese) ed egrave impostato secondo i canoni

della prospettiva Venne poi incastonato nella nicchia cen-trale dellrsquoaltare maggiore nella chiesa conventuale dei Fra-ti Minori di Soleto giagrave nel 1617 denominata S(anc)taM(ari)a della Gr(ati)a completata nel 1614 con molta pro-babilitagrave dallrsquoarchitetto neretino Maria Tarantino

Tutti parlano di una Madonna severa con lo sguardoperso nel vuoto mentre il Bambino sorridente regge conla destra un piccolo ventaglio liturgico e con la sinistra gio-ca con un uccellino Si tratta invece di una Mater amabilisvolta a suscitare la misericordia di Dio verso i fedeli

Lo sguardo triste mesto e distaccato della Vergine estra-neo al gesto sacrilego del Lissandri egrave solo presago dellaPassione del Figlio raffigurata dal corallo rosso che pendedal collo del Bambino simbolo del suo sangue e della suamorte in croce

BibliografiaEgrave utile consultare L MANNI La Madonna delle Grazie di Soleto Galati-

na 2001 pp 43-53D Donato DE LUCA Divote preghiere per la novena della Madonna delle

Grazie Gallipoli 1897 pp 11-31B F PERRONE I conventi della serafica riforma di S Nicolograve in Puglia II

Galatina 1981 p 171M MARTI Donne e Madonne salentine fra memoria e democultura in

ldquoRassegna trimestrale della Banca Agricola Popolare di Matino e Leccea VIII 1 Galatina marzo 1982 p 127

L MANNI Guida di Soleto (a cura di M CAZZATO) Galatina 1992pp 41-42

L MANNI Santi e miracoli nel Salento Galatina 1996 pp 90-93 123

laquoMorsquo vu cuntu nu cunturaquo ni dicigravea la nonna Anna E zzacca-va a cuntare

E tutta la stanza se lsquonchia chianu chianu de fate de streche demachi e macare de re e de regine e puru de li nanni orchi ca nifacigraveanu ghiacciare lu sangu sulamente cu li pensagravevamu

Ma pe pocu tiempu perograve Finu a a quandu nu rrivava lu mu-mentu mentru la nonna sta cuntava ca li pariti e la stessa lagrave-mia de la stanza allrsquoimpruvvisu scumparigraveanu e lassavanu pertulu cielu e allora se perdigraveanu tutti le fate le streche li machi e linanni orchi e nui vidigraveame a lsquoncapu luccicare sulamente le stel-le e le lune e poi a centu a centu passavanu prucissioni de ca-valieri cu le curazze drsquooru e li pinnacchi e lu tiempu nu sapivise era moi o poi o prima essendu ca ni sentigraveame puru nui in-tru a lu cuntu ca la nonna sta cuntava E poi vidigraveame allrsquoim-pruvvisu li draghi e li cavaddhi alati ca sfrecciavanu vulandu ese putigravea sentire comu nu striunizzu propiu a mmienzu a la stan-za ca era ddeventata na fureata incantata e alla fine se dduma-vanu tante luciceddhe ca tremulavanu luntanu luntanu e poise perdigraveanu a rretu allrsquoorizzonte ndash a lu scuffundu dicigravea la non-na ndash addhai ci nu canta caddhu e nu lluce lunahellip

Pensagravetila comu vuliti ma ju sursquo sicuru ca prima o poi a nucertu giurnu precisu a lu postu magicu addhai ci se cugraventanulsquoncora li cunti de na fiata me incontru lsquontorna cu la nonna An-na percegrave lrsquoaggiu rrecalare na bella cosa ca mi la cunservu pe id-dha de quandu era picciccu picciccu

E ci sape se cu lrsquooccasione la nonna (ca mi lrsquoja prumigravesa) numi presenta finalmente la fija de lu Re percegrave de quiddha sursquo sta-tu sempre e suntu lsquoncora lsquonnamuratuhellip

Quista leggenda ca stegrave pe cuminciare quarchedunudice ca lrsquoave inventata nienti de menu ca LeoneTolstoj lu famosu scrittore de la Russia Quarche-

dun addhu dice ca egrave stata ripresa de lu scrittore Italu Cal-vinu A mie cu bbu dicu lu giustu mrsquohanu sempremparatu ca ede na storia vera originaria de le muntagnede lrsquoArta Italia ca poi egrave scisa chianu chianu a le parti decquassotta a nui e puru a la famija nogravescia ca pe la veritagrave egravesempre stata patriottica Tantrsquoegrave veru ca allrsquourtima de li un-dici fij avuti de la nonna Anna lu nonnu Paulinu nogravesciuvoze cu li degravescia lu nome de Triestina propiu a onore dela cittagrave de Trieste ripijata allrsquoAustria a la fine de la primaguerra mondiale

Vabbegrave Comu ede comu nun ede lsquostu cuntu ca morsquo vucuntu a casa nogravescia era deveru de casa percegrave ogni tantuscigravea e bbenigravea pe vucca no sulamente de la nonna Annama cchiui de na fiata puru de la zigrave Ninetta e addhe fiate dela zia Teresina e de la zigrave Cetta o puru de la Rusaria ca erala cugina crande e ca ede lsquoncora viva e vegeta cu la bonasalute e li mandu nu baciu

Allora siti pronti Se siti pronti zzaccuCrsquoera na fiata nu Re ca tenia nu fiju unicu La Regina di-

fatti srsquoja mmalazzata cu lu parturisca e de tandu a lsquompoinu potte avire cchiui nisciunrsquoaddha cravidanza

Lu Re naturalmente li vuligravea ancora cchiugrave bene a lsquostu fi-ju unicu E si lu cocculava e lu nsistigravea ogni mumentu esciucava cu iddhu e li cuntava storielle curiose cu lu di-verta e li facigravea rrecali drsquoogni ben di DiulsquoNsomma cerca-va cu lu ccuntenta in tuttu e per tuttu

Ma lu principinu invece era sempre scuntentu Morsquo era puru ddeventatu carusu nu giovanottone ertu

beddhu e distintu comu nu veru Principe Scigravea a lsquoncaccia

ma de malavogliaComu cuminciava afare na cosa dopu nupocu se ncaddhiscia-va Lu Re lrsquoja datu pu-ru nrsquoarmata de sur-dati cu lu invoglia al-lrsquoavventura ma id-dhu mancu pe lacapu

Nu paru de fiate cuccuntenta sigraverasa ca luspingigravea quasi a lsquonfor-za ja puru partecipa-tu a lu torneu de lacavalleria ca se tenigraveadorsquo fiate lrsquoannu ma secapigravea subitu ca a lugiovane nu li cuddha-va percegrave nu teniapropiu piacere denienti e lu cchiui de lefiate stava sempremalinconicu

Crsquoeranu periudi capassava sciurnate in-tere nfacciatu a lubalcone cu lu sguar-du persu luntanu

laquoMa cce hai Cce edeca ti mancaraquo li ddumanda-va sigraverasa

laquoNu sacciu mancu iuraquo ri-spundigravea iddhu

laquoForsi ca sinti lsquonnamura-tu ndash cuntinuava lu sirendash Harsquo misu lrsquoocchi su qual-che beddha carusa Dimmigrave-lu fiju miu ca de vagnunebeddhe ne truvamu centu efosse puru la fija de lrsquoImpera-tore oppuru na semplicecontadina se propiu ti pia-ce ti la fazzu spusareraquo

Nienti Lu Principe co-tulava la capu e mancu lirispundigravea

Ddhu poveru cristianu

de lu Re alla fine lrsquojapruvate tutte inutilmen-te cuncerti de musicafeste de ballu sfilatemascherate numeride scioculieri animaliparlanti

Alla fine decise fice nu bandu e chiamau a cunvegnu limeju duttori professori studiosi e filosofi de tuttu lu Re-gnu e finalmente dopu sette giurni e sette notti de assem-blea ci foe na parvenza de rimediu a la situazzione

Lu Capu Sapiente ca tenigravea la barba vianca e lu parlare

24 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

pulitu li disse a luRe laquoMaestagrave abbiamoindagato e ragionatoprofondamente Abbia-mo studiato le StelleChiesto consiglio al-lrsquoAurora e al TramontoInterrogato il SilenzioEsplorato lrsquoOscuritagrave e ilDubbio E aperto infi-ne tutte le novantano-ve porte del MisteroOra per liberare vostrofiglio dalla malinconiadovete cercate un uomoche sia contento Macontento in tutto e pertutto Di se stesso del-la sua famiglia dellapropria occupazionedella sua casa del paesedove vive della genteche incontra dellrsquoariache respira delle stagio-ni che cambiano e an-che degli animali deglialberi delle montagnecosigrave come pure del mareo dei fiumi e dei laghi edi tutto ciograve che lo cir-

conda Quando incontreretequestrsquouomo prendete la sua ca-

micia e scambiatela con quella di vostro figlio E il Principe fi-nalmente guariragraveraquo

Lu Re se dese de fare subitusenza mancu cu perda nu

minutu lu tiempu curraccoja tutti lrsquoamba-sciatori de lu Regnu

ccumpagnati de centusurdati segretari mes-saggeri currieri esplo-ratori e aiutanti drsquoogni

genere e li sparpa-jau a li quattru pizzi cu

se degravescianu de fareE foe cusigrave ca dopu nu

paru de giurni li pur-tara nu Monacu rumi-tu

laquoMonacu santu dim-mi se sirsquo cuntenturaquo liddumandau lu RelaquoCertu Maestagrave Sursquocuntentu de intru e de

fore La solitudine fur-tifica e santificaraquo laquoBravu Bravuraquo li disse lu Re E poi li fi-ce lsquosta pruposta laquoVorsquo cu bbieni cu mie a lu castellu pe dire lepreghiere intru a la cappella realeraquo

laquoMacari Maestagrave E comu no De corsa vegnu a lu castel-lu Cusine me pozzu rripusare nu pocu ca stisu sempre lsquonter-

ra sulu sulu e pe lu friddu de certe notti a le fiate mi vene la ma-lincuniaraquo

laquoVane vane Monacu rumitu Se eri veramente cuntentu nudesideravi cu stai meju de cu comu stai Via Viaraquo li cridau luRe Li dese na borsa de munete drsquooru e lu cacciau

Dopu nrsquoaddhu paru de giurni li purtara nu Massaru catenigravea cchiui de decemila pecure e nu crande llavitu e erariccu spundatu ma era puru tantu bbonu de core ca davafatigravea a ci la cercava e rrecalava de mangiare a tutti e purusordi a ci tenigravea bisognu e tutti li vuligraveanu bene e iddhu eracuntentu

laquoMassaru Massaru se vide ca sigrave cuntentu Ma tie deveru tesienti cuntenturaquo li ddumandau lu Re laquoCertu Maestagrave Co-mu viditi ssignurigravea stessu iu tegnu tuttu e cchiui de tuttu etutti mi vogravelanu bene Perograveraquo

laquoPerograveraquo li rripetigraveu lu Re ca vuligravea cu saccia de cchiuilaquoPerograve lrsquoanni passanu Maestagrave E mi vene la malincunia quan-du pensu ca prima o poi puru iu aggiu murire e aggiu lassaretuttu quiddhu ca tegnuraquo

laquoVane vane Massaru riccu spundaturaquo li cridau lu Re laquoSeeri veramente cuntentu nu desideravi cu eggi eternu ca sulu alu Patreternu li spetta Via Viaraquo Li rrecalau na borsa demunete drsquooru puru a iddhu e lu cacciau

Poi dese ordine a li surdati cu nu li portanu cchiui ciu-vieddhi pe ddha settimana percegrave era rimastu tantu delu-su de lsquosti primi risultati ca era meju cu se ddefrisca nupocu E ccumpagnatu de quattru cavalieri se ne scigraveu que-tu quetu a lsquoncaccia intru a lu voscu

A lu tramontu quandu sta turnava a lu castellu passan-du vicinu a na capanneddha ca sta cadigravea arsquostozze lsquontise navoce ca dicigravea laquoCrazzie Signore miu Puru ogravesce mrsquoai pruvvi-dutu cu faticu e cu mangiu Aggiu sudatu e me sentu nu pocustraccu pe la fatigravea ma sursquo cuntentu lu stessu Morsquo mi mangiu nupocu de minestra poi me curcu me riposu e crammatina comusempre cu lrsquoaiutu de Ssingurigravea me ddisciatu cchiugrave friscu e cchiugravefelice de na rosaraquo

laquoEcculu ndash disse lu Re cittu cittu ndash Finalmente lrsquoimu truvatuquistu ede propiu lu cristianu cchiugrave cuntentu de tuttu lu Regnu Las-sagravemulu cu mangia ca poi trasigravemu e facimu cu ni degravescia la camisaraquo

E dopu nu pocu trasegravera lu Re cu tre surdati E ddhu cristianu ca srsquoja giagrave menatu su lu liettu e quasi

sta pijava sonnu se zau fuscendu e ddumandau cce buligraveatutta ddha gente a casa soa E lu Re in persona li disse cusi caccia lsquoddha specie de cuperta ca tenigravea lsquonturtijata susue cu li degravescia la camisa ca tenigravea de sotta ca li servigravea Ca poipe lsquostu favore lu rrecalava cu nu saccu chinu de giuielli ede munete drsquooru E ddhu cristianu ca ncora nun ja capitusi la cacciau sugravebitu ddha specie de cuperta ca tenigravea lsquontur-tijata susu

Ma sotta nun crsquoera nuddha camisa Nu la tenigravea la cami-sa ddhu poveru cristianu Nu lrsquoja mai tenuta a lsquonvita soa

Cari amici a la fine de lu cuntu la nonna Anna ni dicigravea sem-

pre ca la camisa de la felicitagrave nun esiste Lu segretu ede unu su-lu rripetigravea ognunu de nui tocca cu se saccia nccuntentare Cula camisa o senza Percegrave nu sempre egrave certu ca unu ca la tene lacamisa ede alla fine cchiugrave cuntentu e felice de unu ca invece nula tene

Cu tanti Auguri de bone Feste e cu la bona saluteMelanton-Roma 2015

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 25

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

26 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Era stata educata a Galatina

Sofia Stevens nacque nel 1845 a Gallipoli figlia del vi-ce Console inglese nella citta salentina Henry Stevensche rimase in carica fino al 1867 anno in cui morigrave An-

che il nonno di Sofia Richard era stato vice console dal1829 fino al 1853Mentre la madre diSofia era una nobil-donna di originefranco-napoletanaCarolina Auverny

Sofia era la secon-da di cinque figli (trefemmine e due ma-schi) ed era stataeducata prima a Ga-latina poi alla etagrave diundici anni fu man-data a Napoli doveebbe per maestro dilingue e di poesia Fe-derico Villani aquindici anni ritornograve

a Gallipoli e di qui ebbero inizio come era norma per i gio-vani di buona famiglia i viaggi di formazione in Europa

Con lo zio Giovanni Auverny per due anni Sofia non fe-ce che viaggiare Parigi Madrid Berlino Zurigo Monacodi Baviera Copenaghen ecc Si perfezionograve negli studi clas-sici conoscendo oltre lrsquoitaliano il francese lrsquoinglese lo spa-gnolo e il tedesco e rientrata a Gallipoli cominciograve ascrivere per proprio conto fincheacute morto il padre nel 1867(Sofia ha 22 anni) si trasferigrave con la madre e tutta la fami-glia a Napoli Qui sposograve senzrsquoamore Settimio Bartocci Idue vissero tra Gallipoli e Napoli a seconda delle stagio-ni fincheacute nel 1873 venne diagnosticato a Sofia (ha soltan-to 28 anni) un tumore al seno Da questo momento in poiSofia si trasferisce definitivamente a Napoli Non rivedragravepiugrave Gallipoli Operata tre anni dopo muore il 9 agosto1876 a soli 31 anni di etagrave

Muore con il rimpianto di un amore infelice e con la suaGallipoli nel cuore

Lascia scritte con il lapis in vari quaderni-diari 350 poe-

sie che aveva cominciato a scrivere fin dallrsquoetagrave di 15 anniVerranno pubblicate postume nel 1879 sotto il titololdquoCantirdquo come avrebbe desiderato lei stessa che ammira-va e amava moltissimo i ldquoCantirdquo leopardiani

Era una creatura dolce e malinconica morigrave infeliceVi chiederete comrsquoera Sofia Stevens questa singolare no-

bildonna gallipolitana dellrsquo800Non abbiamo testimonianze coeve ma dallrsquoeffigie del ri-

tratto che ci ha lasciato e soprattutto dalle poesie che ha la-sciato come sorta di testamento spirituale egrave facileimmaginare una creatura dolce fine delicata pallida pa-tetica malinconia romantica e tuttavia non era una fan-ciulla tutte trine e sospiri

Era intelligente colta conosceva quattro lingue di carat-tere molto riservato era schiva viveva appartata aveva unmagnifico rapporto con la natura che la circondava e so-prattutto Sofia si sentiva profondamente gallipolitana fi-glia di quella terra un porsquoruvida ma splendida e generosaE ciograve lo esplicita nelle sue poesie che sono di chiara imita-zione e sul modello tardo-romantico alla Prati o alla Ale-ardi tanto per intenderci anche se il suo modelloinarrivabile fra tutti i poeti da lei conosciuti era GiacomoLeopardi il poeta del dolore a cui si sentiva molto vicinosia per il suo temperamento malinconico che per le tristi

POETI SALENTINI

Gallipoli (LE) - Antica raffigurazione del porto

Sofia Stevens

di Augusto Benemeglio

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 27

personali vicende biografiche Le poesie di Sofia Stevenssono molto sentimentali talora sognanti malinconichedolenti Ma ciograve che ella prova non egrave finzione non appartie-ne alla convenzione percheacute la sua vita fu veramente brevedolorosa e infelice costretta a sposare un uomo che nonamava e a patirne tutte le amare conseguenze e infine col-pita da un male terribile allora incurabile che lrsquoavrebbeportata alla morte tra atroci sofferenze fisiche e spirituali(ldquoA lrsquoalma mia tapina tormenti senza fine innanzi pa-rahelliprdquo) a soli 31 anni

Dal cielo son discesaIn questa fonda valleE al suolo mrsquoha protesaUn infelice amoreNon piugrave lrsquoamorchrsquoio vagheggiava tecoE che potea securaFin confidare a lrsquoecoDe le paterne muraMa di foco avvampante passioneChe sebben corripostaTerribile tenzoneContro me stessa ha impostoInvano io vograve domarlaQual fa lrsquoondaTanto furente da schiantar le digheFuori trabalza e tutto intorno inondaE seco trascinando la rovinaA lrsquoalma mia tapinaTormenti senza fine innanzi paraE mrsquoapparecchia la gelata bara

La ruvidezza degli antichi scogliSofia lrsquoabbiamo detto amograve molto la sua terra natia Gal-

lipoli che considerograve sempre sua prima vera autentica pa-tria sebbene non ci abbia vissuto moltissimo E alla suaterra dedicograve descrizioni poetiche non convenzionali conunrsquoattenzione particolare alla precisione terminologica nelcampo della fauna e della flora salentina frutto della suacuriositagrave e passione per la botanica e le scienze naturali

hellipE si distendeSursquo sassi calcinati darsquo fulgoriDe lrsquoastro che in maggiore in ciel risplendeDiserta vrsquoegrave perograve rude la zollaDa pochi sterpi adorna e serpollinohellip

A me cresciuta Sopra lido marina avanza in coreLa ruvidezza dersquo nativi scoglihellipAride pietre e meste io veggo intornoOve licheni biondi e serpollinoSono i soli a profumar cocente il giornohellipErsquo qui sabbioso il suolo e non vrsquoha ramoE pure e pure questa terra io lrsquoamo

ldquo E mrsquoegrave duolo perenne la vitahelliprdquoAl periodo della fanciullezza e dellrsquoadolescenza si con-

trappone la dura realtagrave del presente in cui sono definitiva-mente tramontati i sogni e le speranze di coronarefelicemente il suo amore Chi domina incontrastato ora egrave ildisinganno e la disillusione

Lrsquoalma fidente si commuove e speraMa il disinganno apparehellipah rio velenoMa finite le gaie stagioniOgni speme con esse egrave partitaOra ignoro gli amori ed i suoniE mrsquoegrave duolo perenne la vita

Giglio nellrsquoombra e nel gelo sullo sfondo di un accesotramonto

Il dolore e la tristezza dellrsquoanimo di Sofia malata in pre-da anche allo sconforto di non poter piugrave rivedere Gallipo-li percheacute il viaggio le sarebbe troppo doloroso fannoaffacciare nella giovane donna lrsquoidea prepotente della mor-te E lo fa con accenti e riecheggiamenti chiaramente leo-pardiani

Oh felici coloro cui concessoErsquo giagrave il riposo de lrsquoeterno sonnoLagrave presso lrsquoonde di quel mar serenoSotteso le robinie e le gaggieDe le fiorite italiche pianureDove srsquoascolta il cinguettio giocondoE dove il pianto semplice donzellaVersa devota sopra lrsquourna amica

Donna Sofia Stevens a cui Gallipoli ha dedicato unavia nel borgo una via discreta e appartata sulla rivieradi tramontana rimarragrave per sempre lrsquoemblema della de-licatezza e della femminilitagrave romantica ma anche dellatenerezza e del profumo discreto un candido giglio trale rocce unlsquoombra delicata e tenera sullo sfondo di unacceso tramonto di Gallipoli bull

28 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

PITTORI GALATINESI

Metafisica scettica mi piace defi-nire la pittura di Totograve Rossettispirito inquieto e indagatore cu-

rioso della condizione esistenziale con-temporanea

E con le sue opere il nostro egrave un ritorno auna ben strana e originale metafisica unametafisica questa volta salace arguta piugraveafferente ndash certo ndash ad uno spirito pirandel-liano ma ndash sento di poter dissentire da cer-ta critica ndash alquanto lontana dalla musainquietante dechirichiana

Rossetti non sembra estraniarsi dal pre-sente non intende costruire un universoche trascenda la realtagrave piuttosto sembravoler fare il verso ai costumi ai tic alle pes-sime abitudini della societagrave massificata inun intento intelligentemente neoillumini-sta che fa perno sulle sorti alternanti e mu-tevoli della natura umana messe a nudo elasciate al compiaciuto ludibrio del visitatore

E dentro questo programma di rivisitazione della socie-tagrave e dellrsquoindividuo occupano un posto preminente la ten-sione critica la contestazione sobria ed elegante che solo la

pittura metafisica puograve pronunciareQuesto nitore delle opere di Rossetti deriva dal fatto che

lrsquoartista sa innanzitutto padroneggiare con abilitagrave la figu-ra competenza che non pare fargli difetto bencheacute proven-

ga da una formazione autodidattaA ciograve si aggiunga anche in lui la

predilezione per talune citazionistilistiche come le incursioni ldquoopti-cal artrdquo o addirittura iperrealisteche costellano tutto un percorso dioriginalitagrave

Dunque una metafisica pura opiuttosto un ideale metafisicoPropenderei per questa seconda in-terpretazione dato che esiste unnon so che di esplicito in quel suocromatismo cosigrave vivido in quellasua fedeltagrave alla forma ndash reinventatasigrave - ma sempre cosigrave sensibile allatrascendentalitagrave e aggrappata al re-taggio concreto dellrsquoesistenza

Talora infatti dalla pitture diRossetti affiora la tentazione delpaesaggio come rispecchiamentodella vita interiore della socialitagraveaffiora altresigrave un elegante figurati-ldquoLrsquoarte invita alla pacerdquo - acrilico su tela

ldquoSirenardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 29

vismo informato a un vagheg-giamento estetizzante dellaforma quasi un esito compen-sativo della coscienza forte-mente avvertita del caratterearido e amaro dellrsquoesistenza

Rossetti pertanto riesce atemperare con questi ricorsi ladisperazione senza attese chegiustamente caratterizza lrsquoere-ditagrave storica della pittura meta-fisica

Un riscontro di ciograve va ricer-cato nel suo ricco repertoriografico che spazia dalla pubbli-citagrave alla satira e nel quale risie-de la sapida inventiva concet-tuale di un uomo ben radicatonel proprio tempo

Antonio Miccoli

Nella personale visione del-la realtagrave Totograve Rossetti ci dagraveuna pittura originale tesa alladescrizione di avvenimenti estati drsquoanimo della societagravecontemporanea in chiave me-tafisica

Le sagome umane negli at-teggiamenti veraci inserite inuna architettura classica dateatro sono da collegare con lospirito penetrante pirandelliano e dechiriano

Crsquoegrave una denuncia della tradizione e crsquoegrave un modo singo-lare di dipingere efficaci come risultato percheacute le ansie deipersonaggi sono espresse e chiuse in una ben orchestrata

sfera eticaLrsquoartista vive e soffre la tra-

sformazione drsquouna societagrave checolloca con forza esistenzialeisolandola e sommergendolanel vuoto drsquouna disperazionesenza attese o nellrsquoillusione dieffimere gioie terrene

I personaggi recano ciascunoil peso del proprio vivere

Lrsquoarte del Rossetti riesce cosigravead esprimere lrsquoinconsistentemutevolezza umana

Sirio Marcianograve

Quasi un ideale metafisico egravela pittura di Totograve Rossetti na-ta da una complessa lievita-zione di spirituale sensibilitagrave enel contempo di partecipazio-ne alla forma che si concretiz-za in elaborati il cui fascinoprincipale egrave dato dalla armo-nica sintesi attuata attraversouna sua ricerca multi cromaed efficace nella resa pittoricae nella ricerca del volumequanto mai significativa nelsuo apporto di tensioni e di vi-brante sensitivitagrave

La ricerca del discorso nuovoed originale egrave dettato dalla sen-

sibilitagrave dellrsquoartista in uno spazio temporale ben definitonon solo nellrsquoaspetto artistico ma anche umano

La sua figurazione si avvale di un concetto espressivo te-so alla leggibile rappresentazione dei soggetti e di un par

ldquoEvardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 31

ticolare mondo pregno di sensibilitagrave umana e come ldquomo-menti di vitardquo nel loro atteggiamento che coglie gli esseriumani mentre compiono determinati gesti che li caratte-rizzano esteticamente e interiormente lrsquointervento croma-tico egrave lasciato alla particolare sensibilitagrave di questo artista

I racconti di intime suggestioni di Totograve Rossetti sono unfluire incantato di immagini sensitive emotive e trepidan-ti di una estrema poesia che trasferite nel colore secondouna metodologia musiva e secondo un respiro delle zonepolicrome egrave una operazione pienamente riuscita soprat-tutto per lrsquooriginale impostazione giocata su fremiti viva-ci e su emozioni improvvise

Sia pur nella meditata complessitagrave delle sue armonioseopere che nellrsquointenso fluire di una poetica sostenuta dasquisita capacitagrave espressiva egrave infatti la tipica urgenzacreativa infrenabile di Totograve Rossetti che sulla tela divieneforza espressiva

Questo suo mondo pittorico in cui la carica dei simbolidi tattili emozioni di percezioni cromatico-strutturali vo-luttuosamente luminose qualificano nella densitagrave materi-ca una personalitagrave decisamente autonoma di quel suofluire spontaneo di quel vibrare continuo di forme e di co-lori narrati con gioia come vita in perpetuo movimento

Nella Mariani

ldquoPrimaverardquo - acrilico su tela

ldquoVenererdquo - acrilico su tela

Le Associazioni degli Amici della Musica sono diffu-se in tutta Italia da oltre un secolo e ubbidiscono a unprincipio esclusivo di promozione e diffusione del-

la musica della sua finalitagrave formativa ed educativa per igrandi valori estetici e morali che esprime

Forse queste Associazioni sono nate per cercare di col-mare una carenza di interessi musicali un vuoto istituzio-nale gravissimo di uno Stato latitante e come dice il MdegRiccardo Muti criminosamente colpevole della inspiegabi-le assenza di insegnamento nelle scuole italiane fra le po-che in Europa

Le Associazioni rappresentano sul territorio nazionaleuna delle poche sicure ancore di salvezza per una catego-ria di musicisti e professionisti una specie ad alto rischiodi estinzione

Dopo piugrave di un secolo di presenza di movimenti cultu-rali stagioni concertistiche concorsi pianistici e tante tan-te idee la situazione musicale italiana rimane incertaquasi sospesa nel vuoto dellrsquoindifferenza dei politici i piugraveresponsabili della storica incapacitagrave di governare la cultu-ra del paese

Non solo ma si assiste anche a frequenti ed assurdi epi-sodi di analfabetismo musicale da parte di molti intellettua-li per nulla impensieriti dalla loro ignoranza anzihellip moltifanno sfoggio in alcune interviste pubbliche financo dellapassione per la musica Poi si va a scoprire quasi sempreche il loro interesse o amore egrave per un genere che non va aldi lagrave delle insignificanti musichette di consumo

I veri amici della musica sono quelli non della ldquopizzica etamburellordquo non della ldquopopolarerdquo neacute della folk e dellarock ma qualche volta della jazzistica e sempre della co-siddetta ldquoClassicardquo per intenderci quella di Palestrina

Monteverdi Mozart Beethoven Cho-pin Schubert Liszt e tanti altri

Noi siamo la patria insieme a Ger-mania e Francia del patrimonio mu-sicale piugrave importante del pianetaRappresentiamo la meta che tutti imusicisti del mondo sognano ma ciograveche avviene per i beni artistici succedeanche per quelli musicali Infatti neabbiamo fin troppi e a volte cadononellrsquooblio alcuni musicisti per i qualialtre nazioni vanterebbero meriti ec-cezionali A Galatina per esempio cisiamo dimenticati di tre illustri citta-dini Pasquale Cafaro del rsquo700 Giu-seppe Lillo dellrsquorsquo800 e Adolfo Gal-luccio del lsquo900

LrsquoItalia a cui il mondo intero conti-nua ancora oggi a guardare con gran-de ammirazione e stima per la suainvidiabile storia della musica egrave ilPaese perograve dove stranamente meno lasi studia diminuisce il numero delle

orchestre scompaiono istituzioni corali e suoi teatri sof-frono per mancanza di risorse e per il loro malgoverno

Si ha lrsquoimpressione che da un momento allrsquoaltro tuttopossa collassare e implodere seppellendo lrsquoimmenso pa-trimonio musicale

Purtroppo lrsquoattenzione delle Istituzioni nazionali e loca-li continua ad essere deludente se non indifferente Ubbi-disce ad una tendenza tutta italiana che si puograve sintetizzarenel pensiero di un noto ministro di un recente governo chediceva ldquoCon la cultura non si mangiardquo

32 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ASSOCIAZIONI CULTURALI

1952 - Galatina (LE) - il Mdeg Bruno Massaro in concerto

Eppure lrsquoItalia egrave secondo le stime dellrsquoUnesco il Paeseche detiene il maggior numero di beni artistici e cultura-li del mondo ma investe meno risorse degli altri Paesieuropei

In Italia siamo al 27deg posto lrsquoultimo E come se non bastasse

queste poche risorse sonocontese da un numero ecces-sivo di Associazioni Enticulturali e Fondazioni e perdi piugrave mal distribuite e spes-so elargite con criteri estra-nei al principio della qualitagravee del merito

La storia musicale di Ga-latina comincia idealmentenel 700 con un suo musici-sta di fama come PasqualeCafaro prosegue nellrsquo800con Giuseppe Lillo compo-sitore di molte opere lirichee musica da camera e nel900 con Adolfo Gallucciodetto Galladol

Questrsquoultimo un musici-sta gentiluomo era un com-positore di pezzi straor-dinari che eseguiva con unasua piccola orchestra drsquoarchiin concerti pubblici e spessoin salotti privati ove ricordosi trascorrevano serate mu-sicali gradevolissime Inquesto stesso periodo forseinfluenzati dalla personalitagravedel Galluccio a metagrave anni50 alcuni amici si attivarono per dare vita alla prima As-sociazione Amici della Musica di Galatina

Artefici eccezionali di questo movimento culturale furo-no la nobildonna Luisina Vallone Sticchi il dott AngeloSodo animatore principale le profsse sorelle Gina e An-tonietta Piscopo la profssa A Congedo la profssa Wan-da Bruno il sig Raffaele Congedo

La prima sede dei concerti fu la palestra della Scuola me-dia ldquoG Pascolirdquo in cui ebbi il piacere di suonare alcune miecomposizioni elogiate dal presentatore allora giovane pre-sidente Angelo Sodo ora giudice in pensione

Dopo qualche anno ci si spostograve nella sala ldquoLillordquo ora Sa-la consiliare del Comune acui sono legato da un tristericordo fui respinto alla por-ta drsquoingresso della Sala per-cheacute sprovvisto di abbona-mento

Per me allora quindicen-ne lrsquoiscrizione allrsquoAssocia-zione era un lusso che nonpotevo permettermi

Intanto a fine anni 50 or-mai affermato nellrsquoambientemusicale galatinese e nonsolo fui incaricato dalla pre-sidente Vallone insieme al-lrsquoamico Virgilio Contaldodella vicepresidenza del-lrsquoAssociazione che in quelperiodo in cerca di una sedepiugrave confortevole fu ospitatanel Circolo cittadino ldquoCirco-lo dei Signorirdquo ora sede deiVigili Urbani Il salone eraabbastanza elegante e ca-piente e il pubblico nonmolto numeroso era suffi-ciente a tenere dignitosa-mente in vita le seratemusicali

In questa nuova sede lrsquoAs-sociazione sembrograve aver tro-

vato finalmente una sua collocazione piugrave in linea con leesigenze di raffinatezza ed eleganza delle sue serate

Ma non si era valutata la presenza di alcuni anticorpi chesi annidavano tra i Soci del Circolo

Succedeva non poche volte che alcuni ldquoSignorirdquo noncu-ranti del concerto in corso nella saletta di lettura a fiancodel salone non sapessero fare a meno della partita a carte

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 33

1990 - Il prof Zeffirino Rizzelli in undibattito pubblico al Centro Studi Musicali

e che nel momento meno op-portuno esclamassero ad altavoce frasi tipiche del gioco del-la scopa

Superati questi momenti em-blematici di un periodo storicoormai vicino al rivoluzionariorsquo68 lrsquoAssociazione perdette loslancio della prima fase e pianpiano si esaurigrave per mancanza disostegni umani e materiali

Il sottoscritto in cerca di nuo-vi interessi musicali e desidero-so di attuare per Galatina piugravesolidi progetti abbandonograve lrsquoAs-sociazione per fondare il Con-corso pianistico nazionaleldquoCafarordquo sostenuto dallrsquoentu-siasmo di un acceso appassio-nato della musica lrsquoamico OnBeniamino De Maria

Poi fu la volta della fondazio-ne del Circolo culturale ldquoIl Por-ticordquo questa volta con lrsquoaiuto digrandi personaggi della culturagalatinese mons Antonio An-tonaci docente universitariostorico e filosofo avv CarloCaggia dott Mario Montinarifondatore dellrsquoOspedaletto pediatrico a Bari e il prof Zef-

firino Rizzelli A fine anni 80sempre con la consulenza aiu-to e incoraggiamento dellrsquoami-co Rizzelli diedi vita ad unambizioso progetto ldquocredordquoutile al prestigio della cittagrave IlCentro Studi Musicali ldquoP Cafa-rordquo Una iniziativa che miravaa istituire in loco un Liceo Mu-sicale Pareggiato ai Conserva-tori di Stato

Ma come ormai molti sannonon fu realizzato solo per unsoffio per insensibilitagrave miopiae incapacitagrave di qualche politicodel momento

Il 1995 egrave lrsquoanno del ritornoagli Amici della Musica ripren-dendo un filo interrotto neglianni rsquo60

La prima riunione con i nuo-vi Amici non puograve non avvenireche nella sua sede naturale ilPalazzo della Cultura Parteci-pano i Proff Michele Benegia-mo Lucia Falco GiovannaLucarelli Maria MazzarellaClelia Massaro la sigra MariaMasi la sigra Giovanna Pelle-

grino lrsquoavv Antonio Legno il dott Domenico Mangione

34 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

1996 - Galatina (LE) - Chiostro Basilica S CaterinaSpettatori durante un Concerto Amici della musica

il prof Zeffirino Rizzelli Le serate iniziano nella Sala ldquoContaldordquo e proseguono

negli anni successivi senza interruzione ospitando fino adoggi oltre 400 fra musi-cisti letterati scrittoripoeti attori cantanti

Dal rsquo95 siamo ormailontani 20 anni ed egravequindi comprensibileche io esprima ora unsenso di generale sod-disfazione e orgoglioIl merito principale na-turalmente va soprat-tutto ai Soci prove-nienti da molti paesidella provincia checon senso di responsa-bilitagrave ed abnegazionehanno sostenuto lrsquoini-ziativa facendoci rag-giungere un traguardoimportante un obietti-vo degno di una gran-de cittagrave una conquista sociale a vantaggio dellrsquointeroSalento

La qualitagrave dei nostri concerti egrave dovuta alla fattiva colla-borazione della nostra Associazione con le piugrave interessan-ti Rassegne internazionali I rispettivi Direttori artisticicollaborano ormai con noi da un porsquo di anni segnalandocii vincitori assoluti dei Concorsi Recentemente abbiamoavuto lrsquoonore della collaborazione con la prestigiosa Acca-demia Internazionale di Imola diretta da un amico il MdegFranco Scala che ha voluto ldquoregalarcirdquo per lrsquoinaugurazio-ne dellrsquoattuale Stagione concertistica uno dei migliori al-

lievi il pianista Roman Lopatinsky che ha mandato in vi-sibilio il numeroso pubblico con un pianismo brillante eun virtuosismo eccezionale

La nostra Associazio-ne egrave ormai una Univer-sitagrave della musica unospazio culturale in cuisi affrontano e svilup-pano tematiche specifi-che della letteraturamusicale nuovi studisulla liederistica ro-mantica e approfondi-menti sui vari stili eforme delle composi-zioni di ogni tempo

Un vero laboratoriosperimentale per ela-borazioni di natura cri-tica e filosofica

Con il programma disala poi sempre ac-compagnato da unrsquoat-tenta guida allrsquoascolto

si continua a perfezionare la formazione critica dei Socioffrendo loro un prezioso mezzo di comprensione dellecomplesse problematiche delle opere musicali

Una realtagrave stimolante per Galatina ed una indicazioneper far riflettere i responsabili politici nazionali

Qualche volta dalla periferia puograve emergere un utile sug-gerimento

Forse sarebbe auspicabile da parte dei politici un porsquo diumiltagrave per sostituirla allrsquoarroganza di chi continua semprea governare isolato con presunzione e incapacitagrave di com-prendere a fondo i veri problemi del Paese bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 35

2015 - Galatina (LE) - Il pianista Roman Lopatinskyallrsquoinaugurazione della stagione concertistica 20152016

Bruno Vittorio Massaro

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 18: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

22 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Sotto una pregevole litografia ottocentesca custoditadai frati francescani di Soleto figura la seguente le-genda Nel 1568 un giocatore furibondo vibrograve due colpi

sul volto della Sacra Immagine di Maria dipinta sul muro di unacappella dove poi fu eretto il Convento de PP Riformati in Sole-to e bestemmiando disse Io noncredo che tu sei la madre di Diose non mi fai ammazzare stase-ra Dalle ferite della Sacra Effi-gie scaturigrave molto sangue e inquella sera lrsquoempio sacrilegosulla porta di Soleto fu uccisoLa prodigiosa immagine cosigrave fe-rita ed intrisa di sangue si ado-ra nel tempio del succennatoConvento

La litografia riproduce asinistra un giovane mentrecon unrsquoaccetta colpisce il vi-so di una Madonna col Bam-bino e a destra la suauccisione ad opera di un ma-cellaio armato di coltelloSullo sfondo lo skyline diSoleto con la guglia di Rai-mondello Orsini del Balzocollocata in un improbabilepaesaggio collinare

Comrsquoegrave noto nel 1568 il le-gnaiolo Giacomo Lissandridopo aver perduto al giocotutti i suoi denari entrato in una cappella campestre si-tuata fuori le mura di Soleto in un terreno dove poi sorge-ragrave il Convento dei Frati Minori colpigrave con una scure laldquofaccia bella della Madonnardquo ldquodipinta sulla pietrardquo dallaquale ldquosgorgograve sangue vermigliordquo come enfaticamentepuntualizzava il panegirista soletano Giuseppe Stanca inuna sua predica del 27 luglio del 1908 La sera stessa lrsquoem-pio oltraggiatore sconvolto dallrsquoincubo del delitto venne pu-gnalato e ammazzato dal macellaio Luigi Rullo nei pressidella Porta S Antonio detta nel lsquo500 Porta di borea La lito-grafia ci restituisce lrsquoimmagine della Madonna affrescata inuna edicola campestre ma P Diego Tafuro da Lequile nel-la sua Relatio Historica affermando che il Lissandri gioca-

va intra eandem aediculam confermava che si trattograve di unacappella coperta anche se di piccole dimensioni Dellostesso parere furono nel 1724 Padre Bonaventura Da La-ma e poi Padre Benigno F Perrone Nessuna fonte ci dicecon chi il Lissandri giocava e perdeva a carte nella cappel-

la Sappiamo perograve che Gia-como Lissandri potrebbeessere il figlio di Antonio Les-sandri vivente nel 1546 men-tre un documento del 1622segnala la natura violentadella famiglia Rullo Si sostie-ne infatti che Giovanni Rul-lo forse nipote del macellaioLuigi havesse (anche lui) am-mazzato uno de Soligraveto (Soleto)del quale non si sa il nome

Come segnala una divotapreghiera del 1789 su Giaco-mo Lissandri sembrograve abbat-tersi lrsquoira divina e se non fossesopravvenuta la morte vio-lenta sarebbe stato sicura-mente scomunicato dalpreoccupato arcivescovo diOtranto il napoletano PietroAntonio de Capua il qualecon le Costituzioni sinodali ndeg26 e ndeg 47 delle complessive58 stabilite nel Sinodo del1567 (si badi bene un anno

prima del fatto sacrilego) quasi a preconizzare i fatti di So-leto cosigrave disponeva Scomunicamo tutte quelle persone chenelle chiese et luochi sacrihellip faranno o giocheranno a carte o adadi et ad altra sorte di giocho proibito E ancora Scomunica-mo tutte quelle persone le quali temerariamente con pietra fer-ro (nel nostro caso unrsquoascia) o qual sivoglia instrumento diqual sivoglia modo feriranno o guasteranno lrsquoimagine del Cru-cifisso della Gloriosa Vergine Maria (nel caso di Soleto la Ma-donna delle Grazie) et altri Santi

La minaccia di scomunica quindi gravava su chi gioca-va a carte o a dadi nelle chiese e su chi sfregiava le imma-gini sacre

Il compianto prof Mario Marti in un suo bellissimo ar-

UNA FINESTRA SUL PASSATO

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 23

ticolo intitolato ldquoDonne e madonne salentine fra memoriae democulturardquo coglieva appieno lrsquoespressione singolaredella Madonna soletana che lui osservava spesso durantele visite nella ldquosuardquo Soleto Cosigrave infatti ricordava ldquoHoavuto modo di vedere tante volte il viso allora in una te-ca e coperto da un panno un porsquo atono e distante dellrsquoim-magine sacra un porsquo astratto e metafisico che puograve farpensare veramente piugrave a una severitagrave di esemplare giusti-zia (come avvenne allrsquoempio oltraggiatore Giacomo Lisan-dri) che a una maternitagrave fatta drsquoindulgenza e di perdonordquo

Lrsquoaffresco della Madonna delle Grazie databile alla pri-ma metagrave del Quattrocento rievoca echi rinascimentali (co-me nota Sergio Ortese) ed egrave impostato secondo i canoni

della prospettiva Venne poi incastonato nella nicchia cen-trale dellrsquoaltare maggiore nella chiesa conventuale dei Fra-ti Minori di Soleto giagrave nel 1617 denominata S(anc)taM(ari)a della Gr(ati)a completata nel 1614 con molta pro-babilitagrave dallrsquoarchitetto neretino Maria Tarantino

Tutti parlano di una Madonna severa con lo sguardoperso nel vuoto mentre il Bambino sorridente regge conla destra un piccolo ventaglio liturgico e con la sinistra gio-ca con un uccellino Si tratta invece di una Mater amabilisvolta a suscitare la misericordia di Dio verso i fedeli

Lo sguardo triste mesto e distaccato della Vergine estra-neo al gesto sacrilego del Lissandri egrave solo presago dellaPassione del Figlio raffigurata dal corallo rosso che pendedal collo del Bambino simbolo del suo sangue e della suamorte in croce

BibliografiaEgrave utile consultare L MANNI La Madonna delle Grazie di Soleto Galati-

na 2001 pp 43-53D Donato DE LUCA Divote preghiere per la novena della Madonna delle

Grazie Gallipoli 1897 pp 11-31B F PERRONE I conventi della serafica riforma di S Nicolograve in Puglia II

Galatina 1981 p 171M MARTI Donne e Madonne salentine fra memoria e democultura in

ldquoRassegna trimestrale della Banca Agricola Popolare di Matino e Leccea VIII 1 Galatina marzo 1982 p 127

L MANNI Guida di Soleto (a cura di M CAZZATO) Galatina 1992pp 41-42

L MANNI Santi e miracoli nel Salento Galatina 1996 pp 90-93 123

laquoMorsquo vu cuntu nu cunturaquo ni dicigravea la nonna Anna E zzacca-va a cuntare

E tutta la stanza se lsquonchia chianu chianu de fate de streche demachi e macare de re e de regine e puru de li nanni orchi ca nifacigraveanu ghiacciare lu sangu sulamente cu li pensagravevamu

Ma pe pocu tiempu perograve Finu a a quandu nu rrivava lu mu-mentu mentru la nonna sta cuntava ca li pariti e la stessa lagrave-mia de la stanza allrsquoimpruvvisu scumparigraveanu e lassavanu pertulu cielu e allora se perdigraveanu tutti le fate le streche li machi e linanni orchi e nui vidigraveame a lsquoncapu luccicare sulamente le stel-le e le lune e poi a centu a centu passavanu prucissioni de ca-valieri cu le curazze drsquooru e li pinnacchi e lu tiempu nu sapivise era moi o poi o prima essendu ca ni sentigraveame puru nui in-tru a lu cuntu ca la nonna sta cuntava E poi vidigraveame allrsquoim-pruvvisu li draghi e li cavaddhi alati ca sfrecciavanu vulandu ese putigravea sentire comu nu striunizzu propiu a mmienzu a la stan-za ca era ddeventata na fureata incantata e alla fine se dduma-vanu tante luciceddhe ca tremulavanu luntanu luntanu e poise perdigraveanu a rretu allrsquoorizzonte ndash a lu scuffundu dicigravea la non-na ndash addhai ci nu canta caddhu e nu lluce lunahellip

Pensagravetila comu vuliti ma ju sursquo sicuru ca prima o poi a nucertu giurnu precisu a lu postu magicu addhai ci se cugraventanulsquoncora li cunti de na fiata me incontru lsquontorna cu la nonna An-na percegrave lrsquoaggiu rrecalare na bella cosa ca mi la cunservu pe id-dha de quandu era picciccu picciccu

E ci sape se cu lrsquooccasione la nonna (ca mi lrsquoja prumigravesa) numi presenta finalmente la fija de lu Re percegrave de quiddha sursquo sta-tu sempre e suntu lsquoncora lsquonnamuratuhellip

Quista leggenda ca stegrave pe cuminciare quarchedunudice ca lrsquoave inventata nienti de menu ca LeoneTolstoj lu famosu scrittore de la Russia Quarche-

dun addhu dice ca egrave stata ripresa de lu scrittore Italu Cal-vinu A mie cu bbu dicu lu giustu mrsquohanu sempremparatu ca ede na storia vera originaria de le muntagnede lrsquoArta Italia ca poi egrave scisa chianu chianu a le parti decquassotta a nui e puru a la famija nogravescia ca pe la veritagrave egravesempre stata patriottica Tantrsquoegrave veru ca allrsquourtima de li un-dici fij avuti de la nonna Anna lu nonnu Paulinu nogravesciuvoze cu li degravescia lu nome de Triestina propiu a onore dela cittagrave de Trieste ripijata allrsquoAustria a la fine de la primaguerra mondiale

Vabbegrave Comu ede comu nun ede lsquostu cuntu ca morsquo vucuntu a casa nogravescia era deveru de casa percegrave ogni tantuscigravea e bbenigravea pe vucca no sulamente de la nonna Annama cchiui de na fiata puru de la zigrave Ninetta e addhe fiate dela zia Teresina e de la zigrave Cetta o puru de la Rusaria ca erala cugina crande e ca ede lsquoncora viva e vegeta cu la bonasalute e li mandu nu baciu

Allora siti pronti Se siti pronti zzaccuCrsquoera na fiata nu Re ca tenia nu fiju unicu La Regina di-

fatti srsquoja mmalazzata cu lu parturisca e de tandu a lsquompoinu potte avire cchiui nisciunrsquoaddha cravidanza

Lu Re naturalmente li vuligravea ancora cchiugrave bene a lsquostu fi-ju unicu E si lu cocculava e lu nsistigravea ogni mumentu esciucava cu iddhu e li cuntava storielle curiose cu lu di-verta e li facigravea rrecali drsquoogni ben di DiulsquoNsomma cerca-va cu lu ccuntenta in tuttu e per tuttu

Ma lu principinu invece era sempre scuntentu Morsquo era puru ddeventatu carusu nu giovanottone ertu

beddhu e distintu comu nu veru Principe Scigravea a lsquoncaccia

ma de malavogliaComu cuminciava afare na cosa dopu nupocu se ncaddhiscia-va Lu Re lrsquoja datu pu-ru nrsquoarmata de sur-dati cu lu invoglia al-lrsquoavventura ma id-dhu mancu pe lacapu

Nu paru de fiate cuccuntenta sigraverasa ca luspingigravea quasi a lsquonfor-za ja puru partecipa-tu a lu torneu de lacavalleria ca se tenigraveadorsquo fiate lrsquoannu ma secapigravea subitu ca a lugiovane nu li cuddha-va percegrave nu teniapropiu piacere denienti e lu cchiui de lefiate stava sempremalinconicu

Crsquoeranu periudi capassava sciurnate in-tere nfacciatu a lubalcone cu lu sguar-du persu luntanu

laquoMa cce hai Cce edeca ti mancaraquo li ddumanda-va sigraverasa

laquoNu sacciu mancu iuraquo ri-spundigravea iddhu

laquoForsi ca sinti lsquonnamura-tu ndash cuntinuava lu sirendash Harsquo misu lrsquoocchi su qual-che beddha carusa Dimmigrave-lu fiju miu ca de vagnunebeddhe ne truvamu centu efosse puru la fija de lrsquoImpera-tore oppuru na semplicecontadina se propiu ti pia-ce ti la fazzu spusareraquo

Nienti Lu Principe co-tulava la capu e mancu lirispundigravea

Ddhu poveru cristianu

de lu Re alla fine lrsquojapruvate tutte inutilmen-te cuncerti de musicafeste de ballu sfilatemascherate numeride scioculieri animaliparlanti

Alla fine decise fice nu bandu e chiamau a cunvegnu limeju duttori professori studiosi e filosofi de tuttu lu Re-gnu e finalmente dopu sette giurni e sette notti de assem-blea ci foe na parvenza de rimediu a la situazzione

Lu Capu Sapiente ca tenigravea la barba vianca e lu parlare

24 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

pulitu li disse a luRe laquoMaestagrave abbiamoindagato e ragionatoprofondamente Abbia-mo studiato le StelleChiesto consiglio al-lrsquoAurora e al TramontoInterrogato il SilenzioEsplorato lrsquoOscuritagrave e ilDubbio E aperto infi-ne tutte le novantano-ve porte del MisteroOra per liberare vostrofiglio dalla malinconiadovete cercate un uomoche sia contento Macontento in tutto e pertutto Di se stesso del-la sua famiglia dellapropria occupazionedella sua casa del paesedove vive della genteche incontra dellrsquoariache respira delle stagio-ni che cambiano e an-che degli animali deglialberi delle montagnecosigrave come pure del mareo dei fiumi e dei laghi edi tutto ciograve che lo cir-

conda Quando incontreretequestrsquouomo prendete la sua ca-

micia e scambiatela con quella di vostro figlio E il Principe fi-nalmente guariragraveraquo

Lu Re se dese de fare subitusenza mancu cu perda nu

minutu lu tiempu curraccoja tutti lrsquoamba-sciatori de lu Regnu

ccumpagnati de centusurdati segretari mes-saggeri currieri esplo-ratori e aiutanti drsquoogni

genere e li sparpa-jau a li quattru pizzi cu

se degravescianu de fareE foe cusigrave ca dopu nu

paru de giurni li pur-tara nu Monacu rumi-tu

laquoMonacu santu dim-mi se sirsquo cuntenturaquo liddumandau lu RelaquoCertu Maestagrave Sursquocuntentu de intru e de

fore La solitudine fur-tifica e santificaraquo laquoBravu Bravuraquo li disse lu Re E poi li fi-ce lsquosta pruposta laquoVorsquo cu bbieni cu mie a lu castellu pe dire lepreghiere intru a la cappella realeraquo

laquoMacari Maestagrave E comu no De corsa vegnu a lu castel-lu Cusine me pozzu rripusare nu pocu ca stisu sempre lsquonter-

ra sulu sulu e pe lu friddu de certe notti a le fiate mi vene la ma-lincuniaraquo

laquoVane vane Monacu rumitu Se eri veramente cuntentu nudesideravi cu stai meju de cu comu stai Via Viaraquo li cridau luRe Li dese na borsa de munete drsquooru e lu cacciau

Dopu nrsquoaddhu paru de giurni li purtara nu Massaru catenigravea cchiui de decemila pecure e nu crande llavitu e erariccu spundatu ma era puru tantu bbonu de core ca davafatigravea a ci la cercava e rrecalava de mangiare a tutti e purusordi a ci tenigravea bisognu e tutti li vuligraveanu bene e iddhu eracuntentu

laquoMassaru Massaru se vide ca sigrave cuntentu Ma tie deveru tesienti cuntenturaquo li ddumandau lu Re laquoCertu Maestagrave Co-mu viditi ssignurigravea stessu iu tegnu tuttu e cchiui de tuttu etutti mi vogravelanu bene Perograveraquo

laquoPerograveraquo li rripetigraveu lu Re ca vuligravea cu saccia de cchiuilaquoPerograve lrsquoanni passanu Maestagrave E mi vene la malincunia quan-du pensu ca prima o poi puru iu aggiu murire e aggiu lassaretuttu quiddhu ca tegnuraquo

laquoVane vane Massaru riccu spundaturaquo li cridau lu Re laquoSeeri veramente cuntentu nu desideravi cu eggi eternu ca sulu alu Patreternu li spetta Via Viaraquo Li rrecalau na borsa demunete drsquooru puru a iddhu e lu cacciau

Poi dese ordine a li surdati cu nu li portanu cchiui ciu-vieddhi pe ddha settimana percegrave era rimastu tantu delu-su de lsquosti primi risultati ca era meju cu se ddefrisca nupocu E ccumpagnatu de quattru cavalieri se ne scigraveu que-tu quetu a lsquoncaccia intru a lu voscu

A lu tramontu quandu sta turnava a lu castellu passan-du vicinu a na capanneddha ca sta cadigravea arsquostozze lsquontise navoce ca dicigravea laquoCrazzie Signore miu Puru ogravesce mrsquoai pruvvi-dutu cu faticu e cu mangiu Aggiu sudatu e me sentu nu pocustraccu pe la fatigravea ma sursquo cuntentu lu stessu Morsquo mi mangiu nupocu de minestra poi me curcu me riposu e crammatina comusempre cu lrsquoaiutu de Ssingurigravea me ddisciatu cchiugrave friscu e cchiugravefelice de na rosaraquo

laquoEcculu ndash disse lu Re cittu cittu ndash Finalmente lrsquoimu truvatuquistu ede propiu lu cristianu cchiugrave cuntentu de tuttu lu Regnu Las-sagravemulu cu mangia ca poi trasigravemu e facimu cu ni degravescia la camisaraquo

E dopu nu pocu trasegravera lu Re cu tre surdati E ddhu cristianu ca srsquoja giagrave menatu su lu liettu e quasi

sta pijava sonnu se zau fuscendu e ddumandau cce buligraveatutta ddha gente a casa soa E lu Re in persona li disse cusi caccia lsquoddha specie de cuperta ca tenigravea lsquonturtijata susue cu li degravescia la camisa ca tenigravea de sotta ca li servigravea Ca poipe lsquostu favore lu rrecalava cu nu saccu chinu de giuielli ede munete drsquooru E ddhu cristianu ca ncora nun ja capitusi la cacciau sugravebitu ddha specie de cuperta ca tenigravea lsquontur-tijata susu

Ma sotta nun crsquoera nuddha camisa Nu la tenigravea la cami-sa ddhu poveru cristianu Nu lrsquoja mai tenuta a lsquonvita soa

Cari amici a la fine de lu cuntu la nonna Anna ni dicigravea sem-

pre ca la camisa de la felicitagrave nun esiste Lu segretu ede unu su-lu rripetigravea ognunu de nui tocca cu se saccia nccuntentare Cula camisa o senza Percegrave nu sempre egrave certu ca unu ca la tene lacamisa ede alla fine cchiugrave cuntentu e felice de unu ca invece nula tene

Cu tanti Auguri de bone Feste e cu la bona saluteMelanton-Roma 2015

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 25

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

26 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Era stata educata a Galatina

Sofia Stevens nacque nel 1845 a Gallipoli figlia del vi-ce Console inglese nella citta salentina Henry Stevensche rimase in carica fino al 1867 anno in cui morigrave An-

che il nonno di Sofia Richard era stato vice console dal1829 fino al 1853Mentre la madre diSofia era una nobil-donna di originefranco-napoletanaCarolina Auverny

Sofia era la secon-da di cinque figli (trefemmine e due ma-schi) ed era stataeducata prima a Ga-latina poi alla etagrave diundici anni fu man-data a Napoli doveebbe per maestro dilingue e di poesia Fe-derico Villani aquindici anni ritornograve

a Gallipoli e di qui ebbero inizio come era norma per i gio-vani di buona famiglia i viaggi di formazione in Europa

Con lo zio Giovanni Auverny per due anni Sofia non fe-ce che viaggiare Parigi Madrid Berlino Zurigo Monacodi Baviera Copenaghen ecc Si perfezionograve negli studi clas-sici conoscendo oltre lrsquoitaliano il francese lrsquoinglese lo spa-gnolo e il tedesco e rientrata a Gallipoli cominciograve ascrivere per proprio conto fincheacute morto il padre nel 1867(Sofia ha 22 anni) si trasferigrave con la madre e tutta la fami-glia a Napoli Qui sposograve senzrsquoamore Settimio Bartocci Idue vissero tra Gallipoli e Napoli a seconda delle stagio-ni fincheacute nel 1873 venne diagnosticato a Sofia (ha soltan-to 28 anni) un tumore al seno Da questo momento in poiSofia si trasferisce definitivamente a Napoli Non rivedragravepiugrave Gallipoli Operata tre anni dopo muore il 9 agosto1876 a soli 31 anni di etagrave

Muore con il rimpianto di un amore infelice e con la suaGallipoli nel cuore

Lascia scritte con il lapis in vari quaderni-diari 350 poe-

sie che aveva cominciato a scrivere fin dallrsquoetagrave di 15 anniVerranno pubblicate postume nel 1879 sotto il titololdquoCantirdquo come avrebbe desiderato lei stessa che ammira-va e amava moltissimo i ldquoCantirdquo leopardiani

Era una creatura dolce e malinconica morigrave infeliceVi chiederete comrsquoera Sofia Stevens questa singolare no-

bildonna gallipolitana dellrsquo800Non abbiamo testimonianze coeve ma dallrsquoeffigie del ri-

tratto che ci ha lasciato e soprattutto dalle poesie che ha la-sciato come sorta di testamento spirituale egrave facileimmaginare una creatura dolce fine delicata pallida pa-tetica malinconia romantica e tuttavia non era una fan-ciulla tutte trine e sospiri

Era intelligente colta conosceva quattro lingue di carat-tere molto riservato era schiva viveva appartata aveva unmagnifico rapporto con la natura che la circondava e so-prattutto Sofia si sentiva profondamente gallipolitana fi-glia di quella terra un porsquoruvida ma splendida e generosaE ciograve lo esplicita nelle sue poesie che sono di chiara imita-zione e sul modello tardo-romantico alla Prati o alla Ale-ardi tanto per intenderci anche se il suo modelloinarrivabile fra tutti i poeti da lei conosciuti era GiacomoLeopardi il poeta del dolore a cui si sentiva molto vicinosia per il suo temperamento malinconico che per le tristi

POETI SALENTINI

Gallipoli (LE) - Antica raffigurazione del porto

Sofia Stevens

di Augusto Benemeglio

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 27

personali vicende biografiche Le poesie di Sofia Stevenssono molto sentimentali talora sognanti malinconichedolenti Ma ciograve che ella prova non egrave finzione non appartie-ne alla convenzione percheacute la sua vita fu veramente brevedolorosa e infelice costretta a sposare un uomo che nonamava e a patirne tutte le amare conseguenze e infine col-pita da un male terribile allora incurabile che lrsquoavrebbeportata alla morte tra atroci sofferenze fisiche e spirituali(ldquoA lrsquoalma mia tapina tormenti senza fine innanzi pa-rahelliprdquo) a soli 31 anni

Dal cielo son discesaIn questa fonda valleE al suolo mrsquoha protesaUn infelice amoreNon piugrave lrsquoamorchrsquoio vagheggiava tecoE che potea securaFin confidare a lrsquoecoDe le paterne muraMa di foco avvampante passioneChe sebben corripostaTerribile tenzoneContro me stessa ha impostoInvano io vograve domarlaQual fa lrsquoondaTanto furente da schiantar le digheFuori trabalza e tutto intorno inondaE seco trascinando la rovinaA lrsquoalma mia tapinaTormenti senza fine innanzi paraE mrsquoapparecchia la gelata bara

La ruvidezza degli antichi scogliSofia lrsquoabbiamo detto amograve molto la sua terra natia Gal-

lipoli che considerograve sempre sua prima vera autentica pa-tria sebbene non ci abbia vissuto moltissimo E alla suaterra dedicograve descrizioni poetiche non convenzionali conunrsquoattenzione particolare alla precisione terminologica nelcampo della fauna e della flora salentina frutto della suacuriositagrave e passione per la botanica e le scienze naturali

hellipE si distendeSursquo sassi calcinati darsquo fulgoriDe lrsquoastro che in maggiore in ciel risplendeDiserta vrsquoegrave perograve rude la zollaDa pochi sterpi adorna e serpollinohellip

A me cresciuta Sopra lido marina avanza in coreLa ruvidezza dersquo nativi scoglihellipAride pietre e meste io veggo intornoOve licheni biondi e serpollinoSono i soli a profumar cocente il giornohellipErsquo qui sabbioso il suolo e non vrsquoha ramoE pure e pure questa terra io lrsquoamo

ldquo E mrsquoegrave duolo perenne la vitahelliprdquoAl periodo della fanciullezza e dellrsquoadolescenza si con-

trappone la dura realtagrave del presente in cui sono definitiva-mente tramontati i sogni e le speranze di coronarefelicemente il suo amore Chi domina incontrastato ora egrave ildisinganno e la disillusione

Lrsquoalma fidente si commuove e speraMa il disinganno apparehellipah rio velenoMa finite le gaie stagioniOgni speme con esse egrave partitaOra ignoro gli amori ed i suoniE mrsquoegrave duolo perenne la vita

Giglio nellrsquoombra e nel gelo sullo sfondo di un accesotramonto

Il dolore e la tristezza dellrsquoanimo di Sofia malata in pre-da anche allo sconforto di non poter piugrave rivedere Gallipo-li percheacute il viaggio le sarebbe troppo doloroso fannoaffacciare nella giovane donna lrsquoidea prepotente della mor-te E lo fa con accenti e riecheggiamenti chiaramente leo-pardiani

Oh felici coloro cui concessoErsquo giagrave il riposo de lrsquoeterno sonnoLagrave presso lrsquoonde di quel mar serenoSotteso le robinie e le gaggieDe le fiorite italiche pianureDove srsquoascolta il cinguettio giocondoE dove il pianto semplice donzellaVersa devota sopra lrsquourna amica

Donna Sofia Stevens a cui Gallipoli ha dedicato unavia nel borgo una via discreta e appartata sulla rivieradi tramontana rimarragrave per sempre lrsquoemblema della de-licatezza e della femminilitagrave romantica ma anche dellatenerezza e del profumo discreto un candido giglio trale rocce unlsquoombra delicata e tenera sullo sfondo di unacceso tramonto di Gallipoli bull

28 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

PITTORI GALATINESI

Metafisica scettica mi piace defi-nire la pittura di Totograve Rossettispirito inquieto e indagatore cu-

rioso della condizione esistenziale con-temporanea

E con le sue opere il nostro egrave un ritorno auna ben strana e originale metafisica unametafisica questa volta salace arguta piugraveafferente ndash certo ndash ad uno spirito pirandel-liano ma ndash sento di poter dissentire da cer-ta critica ndash alquanto lontana dalla musainquietante dechirichiana

Rossetti non sembra estraniarsi dal pre-sente non intende costruire un universoche trascenda la realtagrave piuttosto sembravoler fare il verso ai costumi ai tic alle pes-sime abitudini della societagrave massificata inun intento intelligentemente neoillumini-sta che fa perno sulle sorti alternanti e mu-tevoli della natura umana messe a nudo elasciate al compiaciuto ludibrio del visitatore

E dentro questo programma di rivisitazione della socie-tagrave e dellrsquoindividuo occupano un posto preminente la ten-sione critica la contestazione sobria ed elegante che solo la

pittura metafisica puograve pronunciareQuesto nitore delle opere di Rossetti deriva dal fatto che

lrsquoartista sa innanzitutto padroneggiare con abilitagrave la figu-ra competenza che non pare fargli difetto bencheacute proven-

ga da una formazione autodidattaA ciograve si aggiunga anche in lui la

predilezione per talune citazionistilistiche come le incursioni ldquoopti-cal artrdquo o addirittura iperrealisteche costellano tutto un percorso dioriginalitagrave

Dunque una metafisica pura opiuttosto un ideale metafisicoPropenderei per questa seconda in-terpretazione dato che esiste unnon so che di esplicito in quel suocromatismo cosigrave vivido in quellasua fedeltagrave alla forma ndash reinventatasigrave - ma sempre cosigrave sensibile allatrascendentalitagrave e aggrappata al re-taggio concreto dellrsquoesistenza

Talora infatti dalla pitture diRossetti affiora la tentazione delpaesaggio come rispecchiamentodella vita interiore della socialitagraveaffiora altresigrave un elegante figurati-ldquoLrsquoarte invita alla pacerdquo - acrilico su tela

ldquoSirenardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 29

vismo informato a un vagheg-giamento estetizzante dellaforma quasi un esito compen-sativo della coscienza forte-mente avvertita del caratterearido e amaro dellrsquoesistenza

Rossetti pertanto riesce atemperare con questi ricorsi ladisperazione senza attese chegiustamente caratterizza lrsquoere-ditagrave storica della pittura meta-fisica

Un riscontro di ciograve va ricer-cato nel suo ricco repertoriografico che spazia dalla pubbli-citagrave alla satira e nel quale risie-de la sapida inventiva concet-tuale di un uomo ben radicatonel proprio tempo

Antonio Miccoli

Nella personale visione del-la realtagrave Totograve Rossetti ci dagraveuna pittura originale tesa alladescrizione di avvenimenti estati drsquoanimo della societagravecontemporanea in chiave me-tafisica

Le sagome umane negli at-teggiamenti veraci inserite inuna architettura classica dateatro sono da collegare con lospirito penetrante pirandelliano e dechiriano

Crsquoegrave una denuncia della tradizione e crsquoegrave un modo singo-lare di dipingere efficaci come risultato percheacute le ansie deipersonaggi sono espresse e chiuse in una ben orchestrata

sfera eticaLrsquoartista vive e soffre la tra-

sformazione drsquouna societagrave checolloca con forza esistenzialeisolandola e sommergendolanel vuoto drsquouna disperazionesenza attese o nellrsquoillusione dieffimere gioie terrene

I personaggi recano ciascunoil peso del proprio vivere

Lrsquoarte del Rossetti riesce cosigravead esprimere lrsquoinconsistentemutevolezza umana

Sirio Marcianograve

Quasi un ideale metafisico egravela pittura di Totograve Rossetti na-ta da una complessa lievita-zione di spirituale sensibilitagrave enel contempo di partecipazio-ne alla forma che si concretiz-za in elaborati il cui fascinoprincipale egrave dato dalla armo-nica sintesi attuata attraversouna sua ricerca multi cromaed efficace nella resa pittoricae nella ricerca del volumequanto mai significativa nelsuo apporto di tensioni e di vi-brante sensitivitagrave

La ricerca del discorso nuovoed originale egrave dettato dalla sen-

sibilitagrave dellrsquoartista in uno spazio temporale ben definitonon solo nellrsquoaspetto artistico ma anche umano

La sua figurazione si avvale di un concetto espressivo te-so alla leggibile rappresentazione dei soggetti e di un par

ldquoEvardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 31

ticolare mondo pregno di sensibilitagrave umana e come ldquomo-menti di vitardquo nel loro atteggiamento che coglie gli esseriumani mentre compiono determinati gesti che li caratte-rizzano esteticamente e interiormente lrsquointervento croma-tico egrave lasciato alla particolare sensibilitagrave di questo artista

I racconti di intime suggestioni di Totograve Rossetti sono unfluire incantato di immagini sensitive emotive e trepidan-ti di una estrema poesia che trasferite nel colore secondouna metodologia musiva e secondo un respiro delle zonepolicrome egrave una operazione pienamente riuscita soprat-tutto per lrsquooriginale impostazione giocata su fremiti viva-ci e su emozioni improvvise

Sia pur nella meditata complessitagrave delle sue armonioseopere che nellrsquointenso fluire di una poetica sostenuta dasquisita capacitagrave espressiva egrave infatti la tipica urgenzacreativa infrenabile di Totograve Rossetti che sulla tela divieneforza espressiva

Questo suo mondo pittorico in cui la carica dei simbolidi tattili emozioni di percezioni cromatico-strutturali vo-luttuosamente luminose qualificano nella densitagrave materi-ca una personalitagrave decisamente autonoma di quel suofluire spontaneo di quel vibrare continuo di forme e di co-lori narrati con gioia come vita in perpetuo movimento

Nella Mariani

ldquoPrimaverardquo - acrilico su tela

ldquoVenererdquo - acrilico su tela

Le Associazioni degli Amici della Musica sono diffu-se in tutta Italia da oltre un secolo e ubbidiscono a unprincipio esclusivo di promozione e diffusione del-

la musica della sua finalitagrave formativa ed educativa per igrandi valori estetici e morali che esprime

Forse queste Associazioni sono nate per cercare di col-mare una carenza di interessi musicali un vuoto istituzio-nale gravissimo di uno Stato latitante e come dice il MdegRiccardo Muti criminosamente colpevole della inspiegabi-le assenza di insegnamento nelle scuole italiane fra le po-che in Europa

Le Associazioni rappresentano sul territorio nazionaleuna delle poche sicure ancore di salvezza per una catego-ria di musicisti e professionisti una specie ad alto rischiodi estinzione

Dopo piugrave di un secolo di presenza di movimenti cultu-rali stagioni concertistiche concorsi pianistici e tante tan-te idee la situazione musicale italiana rimane incertaquasi sospesa nel vuoto dellrsquoindifferenza dei politici i piugraveresponsabili della storica incapacitagrave di governare la cultu-ra del paese

Non solo ma si assiste anche a frequenti ed assurdi epi-sodi di analfabetismo musicale da parte di molti intellettua-li per nulla impensieriti dalla loro ignoranza anzihellip moltifanno sfoggio in alcune interviste pubbliche financo dellapassione per la musica Poi si va a scoprire quasi sempreche il loro interesse o amore egrave per un genere che non va aldi lagrave delle insignificanti musichette di consumo

I veri amici della musica sono quelli non della ldquopizzica etamburellordquo non della ldquopopolarerdquo neacute della folk e dellarock ma qualche volta della jazzistica e sempre della co-siddetta ldquoClassicardquo per intenderci quella di Palestrina

Monteverdi Mozart Beethoven Cho-pin Schubert Liszt e tanti altri

Noi siamo la patria insieme a Ger-mania e Francia del patrimonio mu-sicale piugrave importante del pianetaRappresentiamo la meta che tutti imusicisti del mondo sognano ma ciograveche avviene per i beni artistici succedeanche per quelli musicali Infatti neabbiamo fin troppi e a volte cadononellrsquooblio alcuni musicisti per i qualialtre nazioni vanterebbero meriti ec-cezionali A Galatina per esempio cisiamo dimenticati di tre illustri citta-dini Pasquale Cafaro del rsquo700 Giu-seppe Lillo dellrsquorsquo800 e Adolfo Gal-luccio del lsquo900

LrsquoItalia a cui il mondo intero conti-nua ancora oggi a guardare con gran-de ammirazione e stima per la suainvidiabile storia della musica egrave ilPaese perograve dove stranamente meno lasi studia diminuisce il numero delle

orchestre scompaiono istituzioni corali e suoi teatri sof-frono per mancanza di risorse e per il loro malgoverno

Si ha lrsquoimpressione che da un momento allrsquoaltro tuttopossa collassare e implodere seppellendo lrsquoimmenso pa-trimonio musicale

Purtroppo lrsquoattenzione delle Istituzioni nazionali e loca-li continua ad essere deludente se non indifferente Ubbi-disce ad una tendenza tutta italiana che si puograve sintetizzarenel pensiero di un noto ministro di un recente governo chediceva ldquoCon la cultura non si mangiardquo

32 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ASSOCIAZIONI CULTURALI

1952 - Galatina (LE) - il Mdeg Bruno Massaro in concerto

Eppure lrsquoItalia egrave secondo le stime dellrsquoUnesco il Paeseche detiene il maggior numero di beni artistici e cultura-li del mondo ma investe meno risorse degli altri Paesieuropei

In Italia siamo al 27deg posto lrsquoultimo E come se non bastasse

queste poche risorse sonocontese da un numero ecces-sivo di Associazioni Enticulturali e Fondazioni e perdi piugrave mal distribuite e spes-so elargite con criteri estra-nei al principio della qualitagravee del merito

La storia musicale di Ga-latina comincia idealmentenel 700 con un suo musici-sta di fama come PasqualeCafaro prosegue nellrsquo800con Giuseppe Lillo compo-sitore di molte opere lirichee musica da camera e nel900 con Adolfo Gallucciodetto Galladol

Questrsquoultimo un musici-sta gentiluomo era un com-positore di pezzi straor-dinari che eseguiva con unasua piccola orchestra drsquoarchiin concerti pubblici e spessoin salotti privati ove ricordosi trascorrevano serate mu-sicali gradevolissime Inquesto stesso periodo forseinfluenzati dalla personalitagravedel Galluccio a metagrave anni50 alcuni amici si attivarono per dare vita alla prima As-sociazione Amici della Musica di Galatina

Artefici eccezionali di questo movimento culturale furo-no la nobildonna Luisina Vallone Sticchi il dott AngeloSodo animatore principale le profsse sorelle Gina e An-tonietta Piscopo la profssa A Congedo la profssa Wan-da Bruno il sig Raffaele Congedo

La prima sede dei concerti fu la palestra della Scuola me-dia ldquoG Pascolirdquo in cui ebbi il piacere di suonare alcune miecomposizioni elogiate dal presentatore allora giovane pre-sidente Angelo Sodo ora giudice in pensione

Dopo qualche anno ci si spostograve nella sala ldquoLillordquo ora Sa-la consiliare del Comune acui sono legato da un tristericordo fui respinto alla por-ta drsquoingresso della Sala per-cheacute sprovvisto di abbona-mento

Per me allora quindicen-ne lrsquoiscrizione allrsquoAssocia-zione era un lusso che nonpotevo permettermi

Intanto a fine anni 50 or-mai affermato nellrsquoambientemusicale galatinese e nonsolo fui incaricato dalla pre-sidente Vallone insieme al-lrsquoamico Virgilio Contaldodella vicepresidenza del-lrsquoAssociazione che in quelperiodo in cerca di una sedepiugrave confortevole fu ospitatanel Circolo cittadino ldquoCirco-lo dei Signorirdquo ora sede deiVigili Urbani Il salone eraabbastanza elegante e ca-piente e il pubblico nonmolto numeroso era suffi-ciente a tenere dignitosa-mente in vita le seratemusicali

In questa nuova sede lrsquoAs-sociazione sembrograve aver tro-

vato finalmente una sua collocazione piugrave in linea con leesigenze di raffinatezza ed eleganza delle sue serate

Ma non si era valutata la presenza di alcuni anticorpi chesi annidavano tra i Soci del Circolo

Succedeva non poche volte che alcuni ldquoSignorirdquo noncu-ranti del concerto in corso nella saletta di lettura a fiancodel salone non sapessero fare a meno della partita a carte

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 33

1990 - Il prof Zeffirino Rizzelli in undibattito pubblico al Centro Studi Musicali

e che nel momento meno op-portuno esclamassero ad altavoce frasi tipiche del gioco del-la scopa

Superati questi momenti em-blematici di un periodo storicoormai vicino al rivoluzionariorsquo68 lrsquoAssociazione perdette loslancio della prima fase e pianpiano si esaurigrave per mancanza disostegni umani e materiali

Il sottoscritto in cerca di nuo-vi interessi musicali e desidero-so di attuare per Galatina piugravesolidi progetti abbandonograve lrsquoAs-sociazione per fondare il Con-corso pianistico nazionaleldquoCafarordquo sostenuto dallrsquoentu-siasmo di un acceso appassio-nato della musica lrsquoamico OnBeniamino De Maria

Poi fu la volta della fondazio-ne del Circolo culturale ldquoIl Por-ticordquo questa volta con lrsquoaiuto digrandi personaggi della culturagalatinese mons Antonio An-tonaci docente universitariostorico e filosofo avv CarloCaggia dott Mario Montinarifondatore dellrsquoOspedaletto pediatrico a Bari e il prof Zef-

firino Rizzelli A fine anni 80sempre con la consulenza aiu-to e incoraggiamento dellrsquoami-co Rizzelli diedi vita ad unambizioso progetto ldquocredordquoutile al prestigio della cittagrave IlCentro Studi Musicali ldquoP Cafa-rordquo Una iniziativa che miravaa istituire in loco un Liceo Mu-sicale Pareggiato ai Conserva-tori di Stato

Ma come ormai molti sannonon fu realizzato solo per unsoffio per insensibilitagrave miopiae incapacitagrave di qualche politicodel momento

Il 1995 egrave lrsquoanno del ritornoagli Amici della Musica ripren-dendo un filo interrotto neglianni rsquo60

La prima riunione con i nuo-vi Amici non puograve non avvenireche nella sua sede naturale ilPalazzo della Cultura Parteci-pano i Proff Michele Benegia-mo Lucia Falco GiovannaLucarelli Maria MazzarellaClelia Massaro la sigra MariaMasi la sigra Giovanna Pelle-

grino lrsquoavv Antonio Legno il dott Domenico Mangione

34 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

1996 - Galatina (LE) - Chiostro Basilica S CaterinaSpettatori durante un Concerto Amici della musica

il prof Zeffirino Rizzelli Le serate iniziano nella Sala ldquoContaldordquo e proseguono

negli anni successivi senza interruzione ospitando fino adoggi oltre 400 fra musi-cisti letterati scrittoripoeti attori cantanti

Dal rsquo95 siamo ormailontani 20 anni ed egravequindi comprensibileche io esprima ora unsenso di generale sod-disfazione e orgoglioIl merito principale na-turalmente va soprat-tutto ai Soci prove-nienti da molti paesidella provincia checon senso di responsa-bilitagrave ed abnegazionehanno sostenuto lrsquoini-ziativa facendoci rag-giungere un traguardoimportante un obietti-vo degno di una gran-de cittagrave una conquista sociale a vantaggio dellrsquointeroSalento

La qualitagrave dei nostri concerti egrave dovuta alla fattiva colla-borazione della nostra Associazione con le piugrave interessan-ti Rassegne internazionali I rispettivi Direttori artisticicollaborano ormai con noi da un porsquo di anni segnalandocii vincitori assoluti dei Concorsi Recentemente abbiamoavuto lrsquoonore della collaborazione con la prestigiosa Acca-demia Internazionale di Imola diretta da un amico il MdegFranco Scala che ha voluto ldquoregalarcirdquo per lrsquoinaugurazio-ne dellrsquoattuale Stagione concertistica uno dei migliori al-

lievi il pianista Roman Lopatinsky che ha mandato in vi-sibilio il numeroso pubblico con un pianismo brillante eun virtuosismo eccezionale

La nostra Associazio-ne egrave ormai una Univer-sitagrave della musica unospazio culturale in cuisi affrontano e svilup-pano tematiche specifi-che della letteraturamusicale nuovi studisulla liederistica ro-mantica e approfondi-menti sui vari stili eforme delle composi-zioni di ogni tempo

Un vero laboratoriosperimentale per ela-borazioni di natura cri-tica e filosofica

Con il programma disala poi sempre ac-compagnato da unrsquoat-tenta guida allrsquoascolto

si continua a perfezionare la formazione critica dei Socioffrendo loro un prezioso mezzo di comprensione dellecomplesse problematiche delle opere musicali

Una realtagrave stimolante per Galatina ed una indicazioneper far riflettere i responsabili politici nazionali

Qualche volta dalla periferia puograve emergere un utile sug-gerimento

Forse sarebbe auspicabile da parte dei politici un porsquo diumiltagrave per sostituirla allrsquoarroganza di chi continua semprea governare isolato con presunzione e incapacitagrave di com-prendere a fondo i veri problemi del Paese bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 35

2015 - Galatina (LE) - Il pianista Roman Lopatinskyallrsquoinaugurazione della stagione concertistica 20152016

Bruno Vittorio Massaro

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 19: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 23

ticolo intitolato ldquoDonne e madonne salentine fra memoriae democulturardquo coglieva appieno lrsquoespressione singolaredella Madonna soletana che lui osservava spesso durantele visite nella ldquosuardquo Soleto Cosigrave infatti ricordava ldquoHoavuto modo di vedere tante volte il viso allora in una te-ca e coperto da un panno un porsquo atono e distante dellrsquoim-magine sacra un porsquo astratto e metafisico che puograve farpensare veramente piugrave a una severitagrave di esemplare giusti-zia (come avvenne allrsquoempio oltraggiatore Giacomo Lisan-dri) che a una maternitagrave fatta drsquoindulgenza e di perdonordquo

Lrsquoaffresco della Madonna delle Grazie databile alla pri-ma metagrave del Quattrocento rievoca echi rinascimentali (co-me nota Sergio Ortese) ed egrave impostato secondo i canoni

della prospettiva Venne poi incastonato nella nicchia cen-trale dellrsquoaltare maggiore nella chiesa conventuale dei Fra-ti Minori di Soleto giagrave nel 1617 denominata S(anc)taM(ari)a della Gr(ati)a completata nel 1614 con molta pro-babilitagrave dallrsquoarchitetto neretino Maria Tarantino

Tutti parlano di una Madonna severa con lo sguardoperso nel vuoto mentre il Bambino sorridente regge conla destra un piccolo ventaglio liturgico e con la sinistra gio-ca con un uccellino Si tratta invece di una Mater amabilisvolta a suscitare la misericordia di Dio verso i fedeli

Lo sguardo triste mesto e distaccato della Vergine estra-neo al gesto sacrilego del Lissandri egrave solo presago dellaPassione del Figlio raffigurata dal corallo rosso che pendedal collo del Bambino simbolo del suo sangue e della suamorte in croce

BibliografiaEgrave utile consultare L MANNI La Madonna delle Grazie di Soleto Galati-

na 2001 pp 43-53D Donato DE LUCA Divote preghiere per la novena della Madonna delle

Grazie Gallipoli 1897 pp 11-31B F PERRONE I conventi della serafica riforma di S Nicolograve in Puglia II

Galatina 1981 p 171M MARTI Donne e Madonne salentine fra memoria e democultura in

ldquoRassegna trimestrale della Banca Agricola Popolare di Matino e Leccea VIII 1 Galatina marzo 1982 p 127

L MANNI Guida di Soleto (a cura di M CAZZATO) Galatina 1992pp 41-42

L MANNI Santi e miracoli nel Salento Galatina 1996 pp 90-93 123

laquoMorsquo vu cuntu nu cunturaquo ni dicigravea la nonna Anna E zzacca-va a cuntare

E tutta la stanza se lsquonchia chianu chianu de fate de streche demachi e macare de re e de regine e puru de li nanni orchi ca nifacigraveanu ghiacciare lu sangu sulamente cu li pensagravevamu

Ma pe pocu tiempu perograve Finu a a quandu nu rrivava lu mu-mentu mentru la nonna sta cuntava ca li pariti e la stessa lagrave-mia de la stanza allrsquoimpruvvisu scumparigraveanu e lassavanu pertulu cielu e allora se perdigraveanu tutti le fate le streche li machi e linanni orchi e nui vidigraveame a lsquoncapu luccicare sulamente le stel-le e le lune e poi a centu a centu passavanu prucissioni de ca-valieri cu le curazze drsquooru e li pinnacchi e lu tiempu nu sapivise era moi o poi o prima essendu ca ni sentigraveame puru nui in-tru a lu cuntu ca la nonna sta cuntava E poi vidigraveame allrsquoim-pruvvisu li draghi e li cavaddhi alati ca sfrecciavanu vulandu ese putigravea sentire comu nu striunizzu propiu a mmienzu a la stan-za ca era ddeventata na fureata incantata e alla fine se dduma-vanu tante luciceddhe ca tremulavanu luntanu luntanu e poise perdigraveanu a rretu allrsquoorizzonte ndash a lu scuffundu dicigravea la non-na ndash addhai ci nu canta caddhu e nu lluce lunahellip

Pensagravetila comu vuliti ma ju sursquo sicuru ca prima o poi a nucertu giurnu precisu a lu postu magicu addhai ci se cugraventanulsquoncora li cunti de na fiata me incontru lsquontorna cu la nonna An-na percegrave lrsquoaggiu rrecalare na bella cosa ca mi la cunservu pe id-dha de quandu era picciccu picciccu

E ci sape se cu lrsquooccasione la nonna (ca mi lrsquoja prumigravesa) numi presenta finalmente la fija de lu Re percegrave de quiddha sursquo sta-tu sempre e suntu lsquoncora lsquonnamuratuhellip

Quista leggenda ca stegrave pe cuminciare quarchedunudice ca lrsquoave inventata nienti de menu ca LeoneTolstoj lu famosu scrittore de la Russia Quarche-

dun addhu dice ca egrave stata ripresa de lu scrittore Italu Cal-vinu A mie cu bbu dicu lu giustu mrsquohanu sempremparatu ca ede na storia vera originaria de le muntagnede lrsquoArta Italia ca poi egrave scisa chianu chianu a le parti decquassotta a nui e puru a la famija nogravescia ca pe la veritagrave egravesempre stata patriottica Tantrsquoegrave veru ca allrsquourtima de li un-dici fij avuti de la nonna Anna lu nonnu Paulinu nogravesciuvoze cu li degravescia lu nome de Triestina propiu a onore dela cittagrave de Trieste ripijata allrsquoAustria a la fine de la primaguerra mondiale

Vabbegrave Comu ede comu nun ede lsquostu cuntu ca morsquo vucuntu a casa nogravescia era deveru de casa percegrave ogni tantuscigravea e bbenigravea pe vucca no sulamente de la nonna Annama cchiui de na fiata puru de la zigrave Ninetta e addhe fiate dela zia Teresina e de la zigrave Cetta o puru de la Rusaria ca erala cugina crande e ca ede lsquoncora viva e vegeta cu la bonasalute e li mandu nu baciu

Allora siti pronti Se siti pronti zzaccuCrsquoera na fiata nu Re ca tenia nu fiju unicu La Regina di-

fatti srsquoja mmalazzata cu lu parturisca e de tandu a lsquompoinu potte avire cchiui nisciunrsquoaddha cravidanza

Lu Re naturalmente li vuligravea ancora cchiugrave bene a lsquostu fi-ju unicu E si lu cocculava e lu nsistigravea ogni mumentu esciucava cu iddhu e li cuntava storielle curiose cu lu di-verta e li facigravea rrecali drsquoogni ben di DiulsquoNsomma cerca-va cu lu ccuntenta in tuttu e per tuttu

Ma lu principinu invece era sempre scuntentu Morsquo era puru ddeventatu carusu nu giovanottone ertu

beddhu e distintu comu nu veru Principe Scigravea a lsquoncaccia

ma de malavogliaComu cuminciava afare na cosa dopu nupocu se ncaddhiscia-va Lu Re lrsquoja datu pu-ru nrsquoarmata de sur-dati cu lu invoglia al-lrsquoavventura ma id-dhu mancu pe lacapu

Nu paru de fiate cuccuntenta sigraverasa ca luspingigravea quasi a lsquonfor-za ja puru partecipa-tu a lu torneu de lacavalleria ca se tenigraveadorsquo fiate lrsquoannu ma secapigravea subitu ca a lugiovane nu li cuddha-va percegrave nu teniapropiu piacere denienti e lu cchiui de lefiate stava sempremalinconicu

Crsquoeranu periudi capassava sciurnate in-tere nfacciatu a lubalcone cu lu sguar-du persu luntanu

laquoMa cce hai Cce edeca ti mancaraquo li ddumanda-va sigraverasa

laquoNu sacciu mancu iuraquo ri-spundigravea iddhu

laquoForsi ca sinti lsquonnamura-tu ndash cuntinuava lu sirendash Harsquo misu lrsquoocchi su qual-che beddha carusa Dimmigrave-lu fiju miu ca de vagnunebeddhe ne truvamu centu efosse puru la fija de lrsquoImpera-tore oppuru na semplicecontadina se propiu ti pia-ce ti la fazzu spusareraquo

Nienti Lu Principe co-tulava la capu e mancu lirispundigravea

Ddhu poveru cristianu

de lu Re alla fine lrsquojapruvate tutte inutilmen-te cuncerti de musicafeste de ballu sfilatemascherate numeride scioculieri animaliparlanti

Alla fine decise fice nu bandu e chiamau a cunvegnu limeju duttori professori studiosi e filosofi de tuttu lu Re-gnu e finalmente dopu sette giurni e sette notti de assem-blea ci foe na parvenza de rimediu a la situazzione

Lu Capu Sapiente ca tenigravea la barba vianca e lu parlare

24 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

pulitu li disse a luRe laquoMaestagrave abbiamoindagato e ragionatoprofondamente Abbia-mo studiato le StelleChiesto consiglio al-lrsquoAurora e al TramontoInterrogato il SilenzioEsplorato lrsquoOscuritagrave e ilDubbio E aperto infi-ne tutte le novantano-ve porte del MisteroOra per liberare vostrofiglio dalla malinconiadovete cercate un uomoche sia contento Macontento in tutto e pertutto Di se stesso del-la sua famiglia dellapropria occupazionedella sua casa del paesedove vive della genteche incontra dellrsquoariache respira delle stagio-ni che cambiano e an-che degli animali deglialberi delle montagnecosigrave come pure del mareo dei fiumi e dei laghi edi tutto ciograve che lo cir-

conda Quando incontreretequestrsquouomo prendete la sua ca-

micia e scambiatela con quella di vostro figlio E il Principe fi-nalmente guariragraveraquo

Lu Re se dese de fare subitusenza mancu cu perda nu

minutu lu tiempu curraccoja tutti lrsquoamba-sciatori de lu Regnu

ccumpagnati de centusurdati segretari mes-saggeri currieri esplo-ratori e aiutanti drsquoogni

genere e li sparpa-jau a li quattru pizzi cu

se degravescianu de fareE foe cusigrave ca dopu nu

paru de giurni li pur-tara nu Monacu rumi-tu

laquoMonacu santu dim-mi se sirsquo cuntenturaquo liddumandau lu RelaquoCertu Maestagrave Sursquocuntentu de intru e de

fore La solitudine fur-tifica e santificaraquo laquoBravu Bravuraquo li disse lu Re E poi li fi-ce lsquosta pruposta laquoVorsquo cu bbieni cu mie a lu castellu pe dire lepreghiere intru a la cappella realeraquo

laquoMacari Maestagrave E comu no De corsa vegnu a lu castel-lu Cusine me pozzu rripusare nu pocu ca stisu sempre lsquonter-

ra sulu sulu e pe lu friddu de certe notti a le fiate mi vene la ma-lincuniaraquo

laquoVane vane Monacu rumitu Se eri veramente cuntentu nudesideravi cu stai meju de cu comu stai Via Viaraquo li cridau luRe Li dese na borsa de munete drsquooru e lu cacciau

Dopu nrsquoaddhu paru de giurni li purtara nu Massaru catenigravea cchiui de decemila pecure e nu crande llavitu e erariccu spundatu ma era puru tantu bbonu de core ca davafatigravea a ci la cercava e rrecalava de mangiare a tutti e purusordi a ci tenigravea bisognu e tutti li vuligraveanu bene e iddhu eracuntentu

laquoMassaru Massaru se vide ca sigrave cuntentu Ma tie deveru tesienti cuntenturaquo li ddumandau lu Re laquoCertu Maestagrave Co-mu viditi ssignurigravea stessu iu tegnu tuttu e cchiui de tuttu etutti mi vogravelanu bene Perograveraquo

laquoPerograveraquo li rripetigraveu lu Re ca vuligravea cu saccia de cchiuilaquoPerograve lrsquoanni passanu Maestagrave E mi vene la malincunia quan-du pensu ca prima o poi puru iu aggiu murire e aggiu lassaretuttu quiddhu ca tegnuraquo

laquoVane vane Massaru riccu spundaturaquo li cridau lu Re laquoSeeri veramente cuntentu nu desideravi cu eggi eternu ca sulu alu Patreternu li spetta Via Viaraquo Li rrecalau na borsa demunete drsquooru puru a iddhu e lu cacciau

Poi dese ordine a li surdati cu nu li portanu cchiui ciu-vieddhi pe ddha settimana percegrave era rimastu tantu delu-su de lsquosti primi risultati ca era meju cu se ddefrisca nupocu E ccumpagnatu de quattru cavalieri se ne scigraveu que-tu quetu a lsquoncaccia intru a lu voscu

A lu tramontu quandu sta turnava a lu castellu passan-du vicinu a na capanneddha ca sta cadigravea arsquostozze lsquontise navoce ca dicigravea laquoCrazzie Signore miu Puru ogravesce mrsquoai pruvvi-dutu cu faticu e cu mangiu Aggiu sudatu e me sentu nu pocustraccu pe la fatigravea ma sursquo cuntentu lu stessu Morsquo mi mangiu nupocu de minestra poi me curcu me riposu e crammatina comusempre cu lrsquoaiutu de Ssingurigravea me ddisciatu cchiugrave friscu e cchiugravefelice de na rosaraquo

laquoEcculu ndash disse lu Re cittu cittu ndash Finalmente lrsquoimu truvatuquistu ede propiu lu cristianu cchiugrave cuntentu de tuttu lu Regnu Las-sagravemulu cu mangia ca poi trasigravemu e facimu cu ni degravescia la camisaraquo

E dopu nu pocu trasegravera lu Re cu tre surdati E ddhu cristianu ca srsquoja giagrave menatu su lu liettu e quasi

sta pijava sonnu se zau fuscendu e ddumandau cce buligraveatutta ddha gente a casa soa E lu Re in persona li disse cusi caccia lsquoddha specie de cuperta ca tenigravea lsquonturtijata susue cu li degravescia la camisa ca tenigravea de sotta ca li servigravea Ca poipe lsquostu favore lu rrecalava cu nu saccu chinu de giuielli ede munete drsquooru E ddhu cristianu ca ncora nun ja capitusi la cacciau sugravebitu ddha specie de cuperta ca tenigravea lsquontur-tijata susu

Ma sotta nun crsquoera nuddha camisa Nu la tenigravea la cami-sa ddhu poveru cristianu Nu lrsquoja mai tenuta a lsquonvita soa

Cari amici a la fine de lu cuntu la nonna Anna ni dicigravea sem-

pre ca la camisa de la felicitagrave nun esiste Lu segretu ede unu su-lu rripetigravea ognunu de nui tocca cu se saccia nccuntentare Cula camisa o senza Percegrave nu sempre egrave certu ca unu ca la tene lacamisa ede alla fine cchiugrave cuntentu e felice de unu ca invece nula tene

Cu tanti Auguri de bone Feste e cu la bona saluteMelanton-Roma 2015

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 25

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

26 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Era stata educata a Galatina

Sofia Stevens nacque nel 1845 a Gallipoli figlia del vi-ce Console inglese nella citta salentina Henry Stevensche rimase in carica fino al 1867 anno in cui morigrave An-

che il nonno di Sofia Richard era stato vice console dal1829 fino al 1853Mentre la madre diSofia era una nobil-donna di originefranco-napoletanaCarolina Auverny

Sofia era la secon-da di cinque figli (trefemmine e due ma-schi) ed era stataeducata prima a Ga-latina poi alla etagrave diundici anni fu man-data a Napoli doveebbe per maestro dilingue e di poesia Fe-derico Villani aquindici anni ritornograve

a Gallipoli e di qui ebbero inizio come era norma per i gio-vani di buona famiglia i viaggi di formazione in Europa

Con lo zio Giovanni Auverny per due anni Sofia non fe-ce che viaggiare Parigi Madrid Berlino Zurigo Monacodi Baviera Copenaghen ecc Si perfezionograve negli studi clas-sici conoscendo oltre lrsquoitaliano il francese lrsquoinglese lo spa-gnolo e il tedesco e rientrata a Gallipoli cominciograve ascrivere per proprio conto fincheacute morto il padre nel 1867(Sofia ha 22 anni) si trasferigrave con la madre e tutta la fami-glia a Napoli Qui sposograve senzrsquoamore Settimio Bartocci Idue vissero tra Gallipoli e Napoli a seconda delle stagio-ni fincheacute nel 1873 venne diagnosticato a Sofia (ha soltan-to 28 anni) un tumore al seno Da questo momento in poiSofia si trasferisce definitivamente a Napoli Non rivedragravepiugrave Gallipoli Operata tre anni dopo muore il 9 agosto1876 a soli 31 anni di etagrave

Muore con il rimpianto di un amore infelice e con la suaGallipoli nel cuore

Lascia scritte con il lapis in vari quaderni-diari 350 poe-

sie che aveva cominciato a scrivere fin dallrsquoetagrave di 15 anniVerranno pubblicate postume nel 1879 sotto il titololdquoCantirdquo come avrebbe desiderato lei stessa che ammira-va e amava moltissimo i ldquoCantirdquo leopardiani

Era una creatura dolce e malinconica morigrave infeliceVi chiederete comrsquoera Sofia Stevens questa singolare no-

bildonna gallipolitana dellrsquo800Non abbiamo testimonianze coeve ma dallrsquoeffigie del ri-

tratto che ci ha lasciato e soprattutto dalle poesie che ha la-sciato come sorta di testamento spirituale egrave facileimmaginare una creatura dolce fine delicata pallida pa-tetica malinconia romantica e tuttavia non era una fan-ciulla tutte trine e sospiri

Era intelligente colta conosceva quattro lingue di carat-tere molto riservato era schiva viveva appartata aveva unmagnifico rapporto con la natura che la circondava e so-prattutto Sofia si sentiva profondamente gallipolitana fi-glia di quella terra un porsquoruvida ma splendida e generosaE ciograve lo esplicita nelle sue poesie che sono di chiara imita-zione e sul modello tardo-romantico alla Prati o alla Ale-ardi tanto per intenderci anche se il suo modelloinarrivabile fra tutti i poeti da lei conosciuti era GiacomoLeopardi il poeta del dolore a cui si sentiva molto vicinosia per il suo temperamento malinconico che per le tristi

POETI SALENTINI

Gallipoli (LE) - Antica raffigurazione del porto

Sofia Stevens

di Augusto Benemeglio

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 27

personali vicende biografiche Le poesie di Sofia Stevenssono molto sentimentali talora sognanti malinconichedolenti Ma ciograve che ella prova non egrave finzione non appartie-ne alla convenzione percheacute la sua vita fu veramente brevedolorosa e infelice costretta a sposare un uomo che nonamava e a patirne tutte le amare conseguenze e infine col-pita da un male terribile allora incurabile che lrsquoavrebbeportata alla morte tra atroci sofferenze fisiche e spirituali(ldquoA lrsquoalma mia tapina tormenti senza fine innanzi pa-rahelliprdquo) a soli 31 anni

Dal cielo son discesaIn questa fonda valleE al suolo mrsquoha protesaUn infelice amoreNon piugrave lrsquoamorchrsquoio vagheggiava tecoE che potea securaFin confidare a lrsquoecoDe le paterne muraMa di foco avvampante passioneChe sebben corripostaTerribile tenzoneContro me stessa ha impostoInvano io vograve domarlaQual fa lrsquoondaTanto furente da schiantar le digheFuori trabalza e tutto intorno inondaE seco trascinando la rovinaA lrsquoalma mia tapinaTormenti senza fine innanzi paraE mrsquoapparecchia la gelata bara

La ruvidezza degli antichi scogliSofia lrsquoabbiamo detto amograve molto la sua terra natia Gal-

lipoli che considerograve sempre sua prima vera autentica pa-tria sebbene non ci abbia vissuto moltissimo E alla suaterra dedicograve descrizioni poetiche non convenzionali conunrsquoattenzione particolare alla precisione terminologica nelcampo della fauna e della flora salentina frutto della suacuriositagrave e passione per la botanica e le scienze naturali

hellipE si distendeSursquo sassi calcinati darsquo fulgoriDe lrsquoastro che in maggiore in ciel risplendeDiserta vrsquoegrave perograve rude la zollaDa pochi sterpi adorna e serpollinohellip

A me cresciuta Sopra lido marina avanza in coreLa ruvidezza dersquo nativi scoglihellipAride pietre e meste io veggo intornoOve licheni biondi e serpollinoSono i soli a profumar cocente il giornohellipErsquo qui sabbioso il suolo e non vrsquoha ramoE pure e pure questa terra io lrsquoamo

ldquo E mrsquoegrave duolo perenne la vitahelliprdquoAl periodo della fanciullezza e dellrsquoadolescenza si con-

trappone la dura realtagrave del presente in cui sono definitiva-mente tramontati i sogni e le speranze di coronarefelicemente il suo amore Chi domina incontrastato ora egrave ildisinganno e la disillusione

Lrsquoalma fidente si commuove e speraMa il disinganno apparehellipah rio velenoMa finite le gaie stagioniOgni speme con esse egrave partitaOra ignoro gli amori ed i suoniE mrsquoegrave duolo perenne la vita

Giglio nellrsquoombra e nel gelo sullo sfondo di un accesotramonto

Il dolore e la tristezza dellrsquoanimo di Sofia malata in pre-da anche allo sconforto di non poter piugrave rivedere Gallipo-li percheacute il viaggio le sarebbe troppo doloroso fannoaffacciare nella giovane donna lrsquoidea prepotente della mor-te E lo fa con accenti e riecheggiamenti chiaramente leo-pardiani

Oh felici coloro cui concessoErsquo giagrave il riposo de lrsquoeterno sonnoLagrave presso lrsquoonde di quel mar serenoSotteso le robinie e le gaggieDe le fiorite italiche pianureDove srsquoascolta il cinguettio giocondoE dove il pianto semplice donzellaVersa devota sopra lrsquourna amica

Donna Sofia Stevens a cui Gallipoli ha dedicato unavia nel borgo una via discreta e appartata sulla rivieradi tramontana rimarragrave per sempre lrsquoemblema della de-licatezza e della femminilitagrave romantica ma anche dellatenerezza e del profumo discreto un candido giglio trale rocce unlsquoombra delicata e tenera sullo sfondo di unacceso tramonto di Gallipoli bull

28 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

PITTORI GALATINESI

Metafisica scettica mi piace defi-nire la pittura di Totograve Rossettispirito inquieto e indagatore cu-

rioso della condizione esistenziale con-temporanea

E con le sue opere il nostro egrave un ritorno auna ben strana e originale metafisica unametafisica questa volta salace arguta piugraveafferente ndash certo ndash ad uno spirito pirandel-liano ma ndash sento di poter dissentire da cer-ta critica ndash alquanto lontana dalla musainquietante dechirichiana

Rossetti non sembra estraniarsi dal pre-sente non intende costruire un universoche trascenda la realtagrave piuttosto sembravoler fare il verso ai costumi ai tic alle pes-sime abitudini della societagrave massificata inun intento intelligentemente neoillumini-sta che fa perno sulle sorti alternanti e mu-tevoli della natura umana messe a nudo elasciate al compiaciuto ludibrio del visitatore

E dentro questo programma di rivisitazione della socie-tagrave e dellrsquoindividuo occupano un posto preminente la ten-sione critica la contestazione sobria ed elegante che solo la

pittura metafisica puograve pronunciareQuesto nitore delle opere di Rossetti deriva dal fatto che

lrsquoartista sa innanzitutto padroneggiare con abilitagrave la figu-ra competenza che non pare fargli difetto bencheacute proven-

ga da una formazione autodidattaA ciograve si aggiunga anche in lui la

predilezione per talune citazionistilistiche come le incursioni ldquoopti-cal artrdquo o addirittura iperrealisteche costellano tutto un percorso dioriginalitagrave

Dunque una metafisica pura opiuttosto un ideale metafisicoPropenderei per questa seconda in-terpretazione dato che esiste unnon so che di esplicito in quel suocromatismo cosigrave vivido in quellasua fedeltagrave alla forma ndash reinventatasigrave - ma sempre cosigrave sensibile allatrascendentalitagrave e aggrappata al re-taggio concreto dellrsquoesistenza

Talora infatti dalla pitture diRossetti affiora la tentazione delpaesaggio come rispecchiamentodella vita interiore della socialitagraveaffiora altresigrave un elegante figurati-ldquoLrsquoarte invita alla pacerdquo - acrilico su tela

ldquoSirenardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 29

vismo informato a un vagheg-giamento estetizzante dellaforma quasi un esito compen-sativo della coscienza forte-mente avvertita del caratterearido e amaro dellrsquoesistenza

Rossetti pertanto riesce atemperare con questi ricorsi ladisperazione senza attese chegiustamente caratterizza lrsquoere-ditagrave storica della pittura meta-fisica

Un riscontro di ciograve va ricer-cato nel suo ricco repertoriografico che spazia dalla pubbli-citagrave alla satira e nel quale risie-de la sapida inventiva concet-tuale di un uomo ben radicatonel proprio tempo

Antonio Miccoli

Nella personale visione del-la realtagrave Totograve Rossetti ci dagraveuna pittura originale tesa alladescrizione di avvenimenti estati drsquoanimo della societagravecontemporanea in chiave me-tafisica

Le sagome umane negli at-teggiamenti veraci inserite inuna architettura classica dateatro sono da collegare con lospirito penetrante pirandelliano e dechiriano

Crsquoegrave una denuncia della tradizione e crsquoegrave un modo singo-lare di dipingere efficaci come risultato percheacute le ansie deipersonaggi sono espresse e chiuse in una ben orchestrata

sfera eticaLrsquoartista vive e soffre la tra-

sformazione drsquouna societagrave checolloca con forza esistenzialeisolandola e sommergendolanel vuoto drsquouna disperazionesenza attese o nellrsquoillusione dieffimere gioie terrene

I personaggi recano ciascunoil peso del proprio vivere

Lrsquoarte del Rossetti riesce cosigravead esprimere lrsquoinconsistentemutevolezza umana

Sirio Marcianograve

Quasi un ideale metafisico egravela pittura di Totograve Rossetti na-ta da una complessa lievita-zione di spirituale sensibilitagrave enel contempo di partecipazio-ne alla forma che si concretiz-za in elaborati il cui fascinoprincipale egrave dato dalla armo-nica sintesi attuata attraversouna sua ricerca multi cromaed efficace nella resa pittoricae nella ricerca del volumequanto mai significativa nelsuo apporto di tensioni e di vi-brante sensitivitagrave

La ricerca del discorso nuovoed originale egrave dettato dalla sen-

sibilitagrave dellrsquoartista in uno spazio temporale ben definitonon solo nellrsquoaspetto artistico ma anche umano

La sua figurazione si avvale di un concetto espressivo te-so alla leggibile rappresentazione dei soggetti e di un par

ldquoEvardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 31

ticolare mondo pregno di sensibilitagrave umana e come ldquomo-menti di vitardquo nel loro atteggiamento che coglie gli esseriumani mentre compiono determinati gesti che li caratte-rizzano esteticamente e interiormente lrsquointervento croma-tico egrave lasciato alla particolare sensibilitagrave di questo artista

I racconti di intime suggestioni di Totograve Rossetti sono unfluire incantato di immagini sensitive emotive e trepidan-ti di una estrema poesia che trasferite nel colore secondouna metodologia musiva e secondo un respiro delle zonepolicrome egrave una operazione pienamente riuscita soprat-tutto per lrsquooriginale impostazione giocata su fremiti viva-ci e su emozioni improvvise

Sia pur nella meditata complessitagrave delle sue armonioseopere che nellrsquointenso fluire di una poetica sostenuta dasquisita capacitagrave espressiva egrave infatti la tipica urgenzacreativa infrenabile di Totograve Rossetti che sulla tela divieneforza espressiva

Questo suo mondo pittorico in cui la carica dei simbolidi tattili emozioni di percezioni cromatico-strutturali vo-luttuosamente luminose qualificano nella densitagrave materi-ca una personalitagrave decisamente autonoma di quel suofluire spontaneo di quel vibrare continuo di forme e di co-lori narrati con gioia come vita in perpetuo movimento

Nella Mariani

ldquoPrimaverardquo - acrilico su tela

ldquoVenererdquo - acrilico su tela

Le Associazioni degli Amici della Musica sono diffu-se in tutta Italia da oltre un secolo e ubbidiscono a unprincipio esclusivo di promozione e diffusione del-

la musica della sua finalitagrave formativa ed educativa per igrandi valori estetici e morali che esprime

Forse queste Associazioni sono nate per cercare di col-mare una carenza di interessi musicali un vuoto istituzio-nale gravissimo di uno Stato latitante e come dice il MdegRiccardo Muti criminosamente colpevole della inspiegabi-le assenza di insegnamento nelle scuole italiane fra le po-che in Europa

Le Associazioni rappresentano sul territorio nazionaleuna delle poche sicure ancore di salvezza per una catego-ria di musicisti e professionisti una specie ad alto rischiodi estinzione

Dopo piugrave di un secolo di presenza di movimenti cultu-rali stagioni concertistiche concorsi pianistici e tante tan-te idee la situazione musicale italiana rimane incertaquasi sospesa nel vuoto dellrsquoindifferenza dei politici i piugraveresponsabili della storica incapacitagrave di governare la cultu-ra del paese

Non solo ma si assiste anche a frequenti ed assurdi epi-sodi di analfabetismo musicale da parte di molti intellettua-li per nulla impensieriti dalla loro ignoranza anzihellip moltifanno sfoggio in alcune interviste pubbliche financo dellapassione per la musica Poi si va a scoprire quasi sempreche il loro interesse o amore egrave per un genere che non va aldi lagrave delle insignificanti musichette di consumo

I veri amici della musica sono quelli non della ldquopizzica etamburellordquo non della ldquopopolarerdquo neacute della folk e dellarock ma qualche volta della jazzistica e sempre della co-siddetta ldquoClassicardquo per intenderci quella di Palestrina

Monteverdi Mozart Beethoven Cho-pin Schubert Liszt e tanti altri

Noi siamo la patria insieme a Ger-mania e Francia del patrimonio mu-sicale piugrave importante del pianetaRappresentiamo la meta che tutti imusicisti del mondo sognano ma ciograveche avviene per i beni artistici succedeanche per quelli musicali Infatti neabbiamo fin troppi e a volte cadononellrsquooblio alcuni musicisti per i qualialtre nazioni vanterebbero meriti ec-cezionali A Galatina per esempio cisiamo dimenticati di tre illustri citta-dini Pasquale Cafaro del rsquo700 Giu-seppe Lillo dellrsquorsquo800 e Adolfo Gal-luccio del lsquo900

LrsquoItalia a cui il mondo intero conti-nua ancora oggi a guardare con gran-de ammirazione e stima per la suainvidiabile storia della musica egrave ilPaese perograve dove stranamente meno lasi studia diminuisce il numero delle

orchestre scompaiono istituzioni corali e suoi teatri sof-frono per mancanza di risorse e per il loro malgoverno

Si ha lrsquoimpressione che da un momento allrsquoaltro tuttopossa collassare e implodere seppellendo lrsquoimmenso pa-trimonio musicale

Purtroppo lrsquoattenzione delle Istituzioni nazionali e loca-li continua ad essere deludente se non indifferente Ubbi-disce ad una tendenza tutta italiana che si puograve sintetizzarenel pensiero di un noto ministro di un recente governo chediceva ldquoCon la cultura non si mangiardquo

32 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ASSOCIAZIONI CULTURALI

1952 - Galatina (LE) - il Mdeg Bruno Massaro in concerto

Eppure lrsquoItalia egrave secondo le stime dellrsquoUnesco il Paeseche detiene il maggior numero di beni artistici e cultura-li del mondo ma investe meno risorse degli altri Paesieuropei

In Italia siamo al 27deg posto lrsquoultimo E come se non bastasse

queste poche risorse sonocontese da un numero ecces-sivo di Associazioni Enticulturali e Fondazioni e perdi piugrave mal distribuite e spes-so elargite con criteri estra-nei al principio della qualitagravee del merito

La storia musicale di Ga-latina comincia idealmentenel 700 con un suo musici-sta di fama come PasqualeCafaro prosegue nellrsquo800con Giuseppe Lillo compo-sitore di molte opere lirichee musica da camera e nel900 con Adolfo Gallucciodetto Galladol

Questrsquoultimo un musici-sta gentiluomo era un com-positore di pezzi straor-dinari che eseguiva con unasua piccola orchestra drsquoarchiin concerti pubblici e spessoin salotti privati ove ricordosi trascorrevano serate mu-sicali gradevolissime Inquesto stesso periodo forseinfluenzati dalla personalitagravedel Galluccio a metagrave anni50 alcuni amici si attivarono per dare vita alla prima As-sociazione Amici della Musica di Galatina

Artefici eccezionali di questo movimento culturale furo-no la nobildonna Luisina Vallone Sticchi il dott AngeloSodo animatore principale le profsse sorelle Gina e An-tonietta Piscopo la profssa A Congedo la profssa Wan-da Bruno il sig Raffaele Congedo

La prima sede dei concerti fu la palestra della Scuola me-dia ldquoG Pascolirdquo in cui ebbi il piacere di suonare alcune miecomposizioni elogiate dal presentatore allora giovane pre-sidente Angelo Sodo ora giudice in pensione

Dopo qualche anno ci si spostograve nella sala ldquoLillordquo ora Sa-la consiliare del Comune acui sono legato da un tristericordo fui respinto alla por-ta drsquoingresso della Sala per-cheacute sprovvisto di abbona-mento

Per me allora quindicen-ne lrsquoiscrizione allrsquoAssocia-zione era un lusso che nonpotevo permettermi

Intanto a fine anni 50 or-mai affermato nellrsquoambientemusicale galatinese e nonsolo fui incaricato dalla pre-sidente Vallone insieme al-lrsquoamico Virgilio Contaldodella vicepresidenza del-lrsquoAssociazione che in quelperiodo in cerca di una sedepiugrave confortevole fu ospitatanel Circolo cittadino ldquoCirco-lo dei Signorirdquo ora sede deiVigili Urbani Il salone eraabbastanza elegante e ca-piente e il pubblico nonmolto numeroso era suffi-ciente a tenere dignitosa-mente in vita le seratemusicali

In questa nuova sede lrsquoAs-sociazione sembrograve aver tro-

vato finalmente una sua collocazione piugrave in linea con leesigenze di raffinatezza ed eleganza delle sue serate

Ma non si era valutata la presenza di alcuni anticorpi chesi annidavano tra i Soci del Circolo

Succedeva non poche volte che alcuni ldquoSignorirdquo noncu-ranti del concerto in corso nella saletta di lettura a fiancodel salone non sapessero fare a meno della partita a carte

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 33

1990 - Il prof Zeffirino Rizzelli in undibattito pubblico al Centro Studi Musicali

e che nel momento meno op-portuno esclamassero ad altavoce frasi tipiche del gioco del-la scopa

Superati questi momenti em-blematici di un periodo storicoormai vicino al rivoluzionariorsquo68 lrsquoAssociazione perdette loslancio della prima fase e pianpiano si esaurigrave per mancanza disostegni umani e materiali

Il sottoscritto in cerca di nuo-vi interessi musicali e desidero-so di attuare per Galatina piugravesolidi progetti abbandonograve lrsquoAs-sociazione per fondare il Con-corso pianistico nazionaleldquoCafarordquo sostenuto dallrsquoentu-siasmo di un acceso appassio-nato della musica lrsquoamico OnBeniamino De Maria

Poi fu la volta della fondazio-ne del Circolo culturale ldquoIl Por-ticordquo questa volta con lrsquoaiuto digrandi personaggi della culturagalatinese mons Antonio An-tonaci docente universitariostorico e filosofo avv CarloCaggia dott Mario Montinarifondatore dellrsquoOspedaletto pediatrico a Bari e il prof Zef-

firino Rizzelli A fine anni 80sempre con la consulenza aiu-to e incoraggiamento dellrsquoami-co Rizzelli diedi vita ad unambizioso progetto ldquocredordquoutile al prestigio della cittagrave IlCentro Studi Musicali ldquoP Cafa-rordquo Una iniziativa che miravaa istituire in loco un Liceo Mu-sicale Pareggiato ai Conserva-tori di Stato

Ma come ormai molti sannonon fu realizzato solo per unsoffio per insensibilitagrave miopiae incapacitagrave di qualche politicodel momento

Il 1995 egrave lrsquoanno del ritornoagli Amici della Musica ripren-dendo un filo interrotto neglianni rsquo60

La prima riunione con i nuo-vi Amici non puograve non avvenireche nella sua sede naturale ilPalazzo della Cultura Parteci-pano i Proff Michele Benegia-mo Lucia Falco GiovannaLucarelli Maria MazzarellaClelia Massaro la sigra MariaMasi la sigra Giovanna Pelle-

grino lrsquoavv Antonio Legno il dott Domenico Mangione

34 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

1996 - Galatina (LE) - Chiostro Basilica S CaterinaSpettatori durante un Concerto Amici della musica

il prof Zeffirino Rizzelli Le serate iniziano nella Sala ldquoContaldordquo e proseguono

negli anni successivi senza interruzione ospitando fino adoggi oltre 400 fra musi-cisti letterati scrittoripoeti attori cantanti

Dal rsquo95 siamo ormailontani 20 anni ed egravequindi comprensibileche io esprima ora unsenso di generale sod-disfazione e orgoglioIl merito principale na-turalmente va soprat-tutto ai Soci prove-nienti da molti paesidella provincia checon senso di responsa-bilitagrave ed abnegazionehanno sostenuto lrsquoini-ziativa facendoci rag-giungere un traguardoimportante un obietti-vo degno di una gran-de cittagrave una conquista sociale a vantaggio dellrsquointeroSalento

La qualitagrave dei nostri concerti egrave dovuta alla fattiva colla-borazione della nostra Associazione con le piugrave interessan-ti Rassegne internazionali I rispettivi Direttori artisticicollaborano ormai con noi da un porsquo di anni segnalandocii vincitori assoluti dei Concorsi Recentemente abbiamoavuto lrsquoonore della collaborazione con la prestigiosa Acca-demia Internazionale di Imola diretta da un amico il MdegFranco Scala che ha voluto ldquoregalarcirdquo per lrsquoinaugurazio-ne dellrsquoattuale Stagione concertistica uno dei migliori al-

lievi il pianista Roman Lopatinsky che ha mandato in vi-sibilio il numeroso pubblico con un pianismo brillante eun virtuosismo eccezionale

La nostra Associazio-ne egrave ormai una Univer-sitagrave della musica unospazio culturale in cuisi affrontano e svilup-pano tematiche specifi-che della letteraturamusicale nuovi studisulla liederistica ro-mantica e approfondi-menti sui vari stili eforme delle composi-zioni di ogni tempo

Un vero laboratoriosperimentale per ela-borazioni di natura cri-tica e filosofica

Con il programma disala poi sempre ac-compagnato da unrsquoat-tenta guida allrsquoascolto

si continua a perfezionare la formazione critica dei Socioffrendo loro un prezioso mezzo di comprensione dellecomplesse problematiche delle opere musicali

Una realtagrave stimolante per Galatina ed una indicazioneper far riflettere i responsabili politici nazionali

Qualche volta dalla periferia puograve emergere un utile sug-gerimento

Forse sarebbe auspicabile da parte dei politici un porsquo diumiltagrave per sostituirla allrsquoarroganza di chi continua semprea governare isolato con presunzione e incapacitagrave di com-prendere a fondo i veri problemi del Paese bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 35

2015 - Galatina (LE) - Il pianista Roman Lopatinskyallrsquoinaugurazione della stagione concertistica 20152016

Bruno Vittorio Massaro

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 20: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

laquoMorsquo vu cuntu nu cunturaquo ni dicigravea la nonna Anna E zzacca-va a cuntare

E tutta la stanza se lsquonchia chianu chianu de fate de streche demachi e macare de re e de regine e puru de li nanni orchi ca nifacigraveanu ghiacciare lu sangu sulamente cu li pensagravevamu

Ma pe pocu tiempu perograve Finu a a quandu nu rrivava lu mu-mentu mentru la nonna sta cuntava ca li pariti e la stessa lagrave-mia de la stanza allrsquoimpruvvisu scumparigraveanu e lassavanu pertulu cielu e allora se perdigraveanu tutti le fate le streche li machi e linanni orchi e nui vidigraveame a lsquoncapu luccicare sulamente le stel-le e le lune e poi a centu a centu passavanu prucissioni de ca-valieri cu le curazze drsquooru e li pinnacchi e lu tiempu nu sapivise era moi o poi o prima essendu ca ni sentigraveame puru nui in-tru a lu cuntu ca la nonna sta cuntava E poi vidigraveame allrsquoim-pruvvisu li draghi e li cavaddhi alati ca sfrecciavanu vulandu ese putigravea sentire comu nu striunizzu propiu a mmienzu a la stan-za ca era ddeventata na fureata incantata e alla fine se dduma-vanu tante luciceddhe ca tremulavanu luntanu luntanu e poise perdigraveanu a rretu allrsquoorizzonte ndash a lu scuffundu dicigravea la non-na ndash addhai ci nu canta caddhu e nu lluce lunahellip

Pensagravetila comu vuliti ma ju sursquo sicuru ca prima o poi a nucertu giurnu precisu a lu postu magicu addhai ci se cugraventanulsquoncora li cunti de na fiata me incontru lsquontorna cu la nonna An-na percegrave lrsquoaggiu rrecalare na bella cosa ca mi la cunservu pe id-dha de quandu era picciccu picciccu

E ci sape se cu lrsquooccasione la nonna (ca mi lrsquoja prumigravesa) numi presenta finalmente la fija de lu Re percegrave de quiddha sursquo sta-tu sempre e suntu lsquoncora lsquonnamuratuhellip

Quista leggenda ca stegrave pe cuminciare quarchedunudice ca lrsquoave inventata nienti de menu ca LeoneTolstoj lu famosu scrittore de la Russia Quarche-

dun addhu dice ca egrave stata ripresa de lu scrittore Italu Cal-vinu A mie cu bbu dicu lu giustu mrsquohanu sempremparatu ca ede na storia vera originaria de le muntagnede lrsquoArta Italia ca poi egrave scisa chianu chianu a le parti decquassotta a nui e puru a la famija nogravescia ca pe la veritagrave egravesempre stata patriottica Tantrsquoegrave veru ca allrsquourtima de li un-dici fij avuti de la nonna Anna lu nonnu Paulinu nogravesciuvoze cu li degravescia lu nome de Triestina propiu a onore dela cittagrave de Trieste ripijata allrsquoAustria a la fine de la primaguerra mondiale

Vabbegrave Comu ede comu nun ede lsquostu cuntu ca morsquo vucuntu a casa nogravescia era deveru de casa percegrave ogni tantuscigravea e bbenigravea pe vucca no sulamente de la nonna Annama cchiui de na fiata puru de la zigrave Ninetta e addhe fiate dela zia Teresina e de la zigrave Cetta o puru de la Rusaria ca erala cugina crande e ca ede lsquoncora viva e vegeta cu la bonasalute e li mandu nu baciu

Allora siti pronti Se siti pronti zzaccuCrsquoera na fiata nu Re ca tenia nu fiju unicu La Regina di-

fatti srsquoja mmalazzata cu lu parturisca e de tandu a lsquompoinu potte avire cchiui nisciunrsquoaddha cravidanza

Lu Re naturalmente li vuligravea ancora cchiugrave bene a lsquostu fi-ju unicu E si lu cocculava e lu nsistigravea ogni mumentu esciucava cu iddhu e li cuntava storielle curiose cu lu di-verta e li facigravea rrecali drsquoogni ben di DiulsquoNsomma cerca-va cu lu ccuntenta in tuttu e per tuttu

Ma lu principinu invece era sempre scuntentu Morsquo era puru ddeventatu carusu nu giovanottone ertu

beddhu e distintu comu nu veru Principe Scigravea a lsquoncaccia

ma de malavogliaComu cuminciava afare na cosa dopu nupocu se ncaddhiscia-va Lu Re lrsquoja datu pu-ru nrsquoarmata de sur-dati cu lu invoglia al-lrsquoavventura ma id-dhu mancu pe lacapu

Nu paru de fiate cuccuntenta sigraverasa ca luspingigravea quasi a lsquonfor-za ja puru partecipa-tu a lu torneu de lacavalleria ca se tenigraveadorsquo fiate lrsquoannu ma secapigravea subitu ca a lugiovane nu li cuddha-va percegrave nu teniapropiu piacere denienti e lu cchiui de lefiate stava sempremalinconicu

Crsquoeranu periudi capassava sciurnate in-tere nfacciatu a lubalcone cu lu sguar-du persu luntanu

laquoMa cce hai Cce edeca ti mancaraquo li ddumanda-va sigraverasa

laquoNu sacciu mancu iuraquo ri-spundigravea iddhu

laquoForsi ca sinti lsquonnamura-tu ndash cuntinuava lu sirendash Harsquo misu lrsquoocchi su qual-che beddha carusa Dimmigrave-lu fiju miu ca de vagnunebeddhe ne truvamu centu efosse puru la fija de lrsquoImpera-tore oppuru na semplicecontadina se propiu ti pia-ce ti la fazzu spusareraquo

Nienti Lu Principe co-tulava la capu e mancu lirispundigravea

Ddhu poveru cristianu

de lu Re alla fine lrsquojapruvate tutte inutilmen-te cuncerti de musicafeste de ballu sfilatemascherate numeride scioculieri animaliparlanti

Alla fine decise fice nu bandu e chiamau a cunvegnu limeju duttori professori studiosi e filosofi de tuttu lu Re-gnu e finalmente dopu sette giurni e sette notti de assem-blea ci foe na parvenza de rimediu a la situazzione

Lu Capu Sapiente ca tenigravea la barba vianca e lu parlare

24 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

pulitu li disse a luRe laquoMaestagrave abbiamoindagato e ragionatoprofondamente Abbia-mo studiato le StelleChiesto consiglio al-lrsquoAurora e al TramontoInterrogato il SilenzioEsplorato lrsquoOscuritagrave e ilDubbio E aperto infi-ne tutte le novantano-ve porte del MisteroOra per liberare vostrofiglio dalla malinconiadovete cercate un uomoche sia contento Macontento in tutto e pertutto Di se stesso del-la sua famiglia dellapropria occupazionedella sua casa del paesedove vive della genteche incontra dellrsquoariache respira delle stagio-ni che cambiano e an-che degli animali deglialberi delle montagnecosigrave come pure del mareo dei fiumi e dei laghi edi tutto ciograve che lo cir-

conda Quando incontreretequestrsquouomo prendete la sua ca-

micia e scambiatela con quella di vostro figlio E il Principe fi-nalmente guariragraveraquo

Lu Re se dese de fare subitusenza mancu cu perda nu

minutu lu tiempu curraccoja tutti lrsquoamba-sciatori de lu Regnu

ccumpagnati de centusurdati segretari mes-saggeri currieri esplo-ratori e aiutanti drsquoogni

genere e li sparpa-jau a li quattru pizzi cu

se degravescianu de fareE foe cusigrave ca dopu nu

paru de giurni li pur-tara nu Monacu rumi-tu

laquoMonacu santu dim-mi se sirsquo cuntenturaquo liddumandau lu RelaquoCertu Maestagrave Sursquocuntentu de intru e de

fore La solitudine fur-tifica e santificaraquo laquoBravu Bravuraquo li disse lu Re E poi li fi-ce lsquosta pruposta laquoVorsquo cu bbieni cu mie a lu castellu pe dire lepreghiere intru a la cappella realeraquo

laquoMacari Maestagrave E comu no De corsa vegnu a lu castel-lu Cusine me pozzu rripusare nu pocu ca stisu sempre lsquonter-

ra sulu sulu e pe lu friddu de certe notti a le fiate mi vene la ma-lincuniaraquo

laquoVane vane Monacu rumitu Se eri veramente cuntentu nudesideravi cu stai meju de cu comu stai Via Viaraquo li cridau luRe Li dese na borsa de munete drsquooru e lu cacciau

Dopu nrsquoaddhu paru de giurni li purtara nu Massaru catenigravea cchiui de decemila pecure e nu crande llavitu e erariccu spundatu ma era puru tantu bbonu de core ca davafatigravea a ci la cercava e rrecalava de mangiare a tutti e purusordi a ci tenigravea bisognu e tutti li vuligraveanu bene e iddhu eracuntentu

laquoMassaru Massaru se vide ca sigrave cuntentu Ma tie deveru tesienti cuntenturaquo li ddumandau lu Re laquoCertu Maestagrave Co-mu viditi ssignurigravea stessu iu tegnu tuttu e cchiui de tuttu etutti mi vogravelanu bene Perograveraquo

laquoPerograveraquo li rripetigraveu lu Re ca vuligravea cu saccia de cchiuilaquoPerograve lrsquoanni passanu Maestagrave E mi vene la malincunia quan-du pensu ca prima o poi puru iu aggiu murire e aggiu lassaretuttu quiddhu ca tegnuraquo

laquoVane vane Massaru riccu spundaturaquo li cridau lu Re laquoSeeri veramente cuntentu nu desideravi cu eggi eternu ca sulu alu Patreternu li spetta Via Viaraquo Li rrecalau na borsa demunete drsquooru puru a iddhu e lu cacciau

Poi dese ordine a li surdati cu nu li portanu cchiui ciu-vieddhi pe ddha settimana percegrave era rimastu tantu delu-su de lsquosti primi risultati ca era meju cu se ddefrisca nupocu E ccumpagnatu de quattru cavalieri se ne scigraveu que-tu quetu a lsquoncaccia intru a lu voscu

A lu tramontu quandu sta turnava a lu castellu passan-du vicinu a na capanneddha ca sta cadigravea arsquostozze lsquontise navoce ca dicigravea laquoCrazzie Signore miu Puru ogravesce mrsquoai pruvvi-dutu cu faticu e cu mangiu Aggiu sudatu e me sentu nu pocustraccu pe la fatigravea ma sursquo cuntentu lu stessu Morsquo mi mangiu nupocu de minestra poi me curcu me riposu e crammatina comusempre cu lrsquoaiutu de Ssingurigravea me ddisciatu cchiugrave friscu e cchiugravefelice de na rosaraquo

laquoEcculu ndash disse lu Re cittu cittu ndash Finalmente lrsquoimu truvatuquistu ede propiu lu cristianu cchiugrave cuntentu de tuttu lu Regnu Las-sagravemulu cu mangia ca poi trasigravemu e facimu cu ni degravescia la camisaraquo

E dopu nu pocu trasegravera lu Re cu tre surdati E ddhu cristianu ca srsquoja giagrave menatu su lu liettu e quasi

sta pijava sonnu se zau fuscendu e ddumandau cce buligraveatutta ddha gente a casa soa E lu Re in persona li disse cusi caccia lsquoddha specie de cuperta ca tenigravea lsquonturtijata susue cu li degravescia la camisa ca tenigravea de sotta ca li servigravea Ca poipe lsquostu favore lu rrecalava cu nu saccu chinu de giuielli ede munete drsquooru E ddhu cristianu ca ncora nun ja capitusi la cacciau sugravebitu ddha specie de cuperta ca tenigravea lsquontur-tijata susu

Ma sotta nun crsquoera nuddha camisa Nu la tenigravea la cami-sa ddhu poveru cristianu Nu lrsquoja mai tenuta a lsquonvita soa

Cari amici a la fine de lu cuntu la nonna Anna ni dicigravea sem-

pre ca la camisa de la felicitagrave nun esiste Lu segretu ede unu su-lu rripetigravea ognunu de nui tocca cu se saccia nccuntentare Cula camisa o senza Percegrave nu sempre egrave certu ca unu ca la tene lacamisa ede alla fine cchiugrave cuntentu e felice de unu ca invece nula tene

Cu tanti Auguri de bone Feste e cu la bona saluteMelanton-Roma 2015

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 25

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

26 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Era stata educata a Galatina

Sofia Stevens nacque nel 1845 a Gallipoli figlia del vi-ce Console inglese nella citta salentina Henry Stevensche rimase in carica fino al 1867 anno in cui morigrave An-

che il nonno di Sofia Richard era stato vice console dal1829 fino al 1853Mentre la madre diSofia era una nobil-donna di originefranco-napoletanaCarolina Auverny

Sofia era la secon-da di cinque figli (trefemmine e due ma-schi) ed era stataeducata prima a Ga-latina poi alla etagrave diundici anni fu man-data a Napoli doveebbe per maestro dilingue e di poesia Fe-derico Villani aquindici anni ritornograve

a Gallipoli e di qui ebbero inizio come era norma per i gio-vani di buona famiglia i viaggi di formazione in Europa

Con lo zio Giovanni Auverny per due anni Sofia non fe-ce che viaggiare Parigi Madrid Berlino Zurigo Monacodi Baviera Copenaghen ecc Si perfezionograve negli studi clas-sici conoscendo oltre lrsquoitaliano il francese lrsquoinglese lo spa-gnolo e il tedesco e rientrata a Gallipoli cominciograve ascrivere per proprio conto fincheacute morto il padre nel 1867(Sofia ha 22 anni) si trasferigrave con la madre e tutta la fami-glia a Napoli Qui sposograve senzrsquoamore Settimio Bartocci Idue vissero tra Gallipoli e Napoli a seconda delle stagio-ni fincheacute nel 1873 venne diagnosticato a Sofia (ha soltan-to 28 anni) un tumore al seno Da questo momento in poiSofia si trasferisce definitivamente a Napoli Non rivedragravepiugrave Gallipoli Operata tre anni dopo muore il 9 agosto1876 a soli 31 anni di etagrave

Muore con il rimpianto di un amore infelice e con la suaGallipoli nel cuore

Lascia scritte con il lapis in vari quaderni-diari 350 poe-

sie che aveva cominciato a scrivere fin dallrsquoetagrave di 15 anniVerranno pubblicate postume nel 1879 sotto il titololdquoCantirdquo come avrebbe desiderato lei stessa che ammira-va e amava moltissimo i ldquoCantirdquo leopardiani

Era una creatura dolce e malinconica morigrave infeliceVi chiederete comrsquoera Sofia Stevens questa singolare no-

bildonna gallipolitana dellrsquo800Non abbiamo testimonianze coeve ma dallrsquoeffigie del ri-

tratto che ci ha lasciato e soprattutto dalle poesie che ha la-sciato come sorta di testamento spirituale egrave facileimmaginare una creatura dolce fine delicata pallida pa-tetica malinconia romantica e tuttavia non era una fan-ciulla tutte trine e sospiri

Era intelligente colta conosceva quattro lingue di carat-tere molto riservato era schiva viveva appartata aveva unmagnifico rapporto con la natura che la circondava e so-prattutto Sofia si sentiva profondamente gallipolitana fi-glia di quella terra un porsquoruvida ma splendida e generosaE ciograve lo esplicita nelle sue poesie che sono di chiara imita-zione e sul modello tardo-romantico alla Prati o alla Ale-ardi tanto per intenderci anche se il suo modelloinarrivabile fra tutti i poeti da lei conosciuti era GiacomoLeopardi il poeta del dolore a cui si sentiva molto vicinosia per il suo temperamento malinconico che per le tristi

POETI SALENTINI

Gallipoli (LE) - Antica raffigurazione del porto

Sofia Stevens

di Augusto Benemeglio

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 27

personali vicende biografiche Le poesie di Sofia Stevenssono molto sentimentali talora sognanti malinconichedolenti Ma ciograve che ella prova non egrave finzione non appartie-ne alla convenzione percheacute la sua vita fu veramente brevedolorosa e infelice costretta a sposare un uomo che nonamava e a patirne tutte le amare conseguenze e infine col-pita da un male terribile allora incurabile che lrsquoavrebbeportata alla morte tra atroci sofferenze fisiche e spirituali(ldquoA lrsquoalma mia tapina tormenti senza fine innanzi pa-rahelliprdquo) a soli 31 anni

Dal cielo son discesaIn questa fonda valleE al suolo mrsquoha protesaUn infelice amoreNon piugrave lrsquoamorchrsquoio vagheggiava tecoE che potea securaFin confidare a lrsquoecoDe le paterne muraMa di foco avvampante passioneChe sebben corripostaTerribile tenzoneContro me stessa ha impostoInvano io vograve domarlaQual fa lrsquoondaTanto furente da schiantar le digheFuori trabalza e tutto intorno inondaE seco trascinando la rovinaA lrsquoalma mia tapinaTormenti senza fine innanzi paraE mrsquoapparecchia la gelata bara

La ruvidezza degli antichi scogliSofia lrsquoabbiamo detto amograve molto la sua terra natia Gal-

lipoli che considerograve sempre sua prima vera autentica pa-tria sebbene non ci abbia vissuto moltissimo E alla suaterra dedicograve descrizioni poetiche non convenzionali conunrsquoattenzione particolare alla precisione terminologica nelcampo della fauna e della flora salentina frutto della suacuriositagrave e passione per la botanica e le scienze naturali

hellipE si distendeSursquo sassi calcinati darsquo fulgoriDe lrsquoastro che in maggiore in ciel risplendeDiserta vrsquoegrave perograve rude la zollaDa pochi sterpi adorna e serpollinohellip

A me cresciuta Sopra lido marina avanza in coreLa ruvidezza dersquo nativi scoglihellipAride pietre e meste io veggo intornoOve licheni biondi e serpollinoSono i soli a profumar cocente il giornohellipErsquo qui sabbioso il suolo e non vrsquoha ramoE pure e pure questa terra io lrsquoamo

ldquo E mrsquoegrave duolo perenne la vitahelliprdquoAl periodo della fanciullezza e dellrsquoadolescenza si con-

trappone la dura realtagrave del presente in cui sono definitiva-mente tramontati i sogni e le speranze di coronarefelicemente il suo amore Chi domina incontrastato ora egrave ildisinganno e la disillusione

Lrsquoalma fidente si commuove e speraMa il disinganno apparehellipah rio velenoMa finite le gaie stagioniOgni speme con esse egrave partitaOra ignoro gli amori ed i suoniE mrsquoegrave duolo perenne la vita

Giglio nellrsquoombra e nel gelo sullo sfondo di un accesotramonto

Il dolore e la tristezza dellrsquoanimo di Sofia malata in pre-da anche allo sconforto di non poter piugrave rivedere Gallipo-li percheacute il viaggio le sarebbe troppo doloroso fannoaffacciare nella giovane donna lrsquoidea prepotente della mor-te E lo fa con accenti e riecheggiamenti chiaramente leo-pardiani

Oh felici coloro cui concessoErsquo giagrave il riposo de lrsquoeterno sonnoLagrave presso lrsquoonde di quel mar serenoSotteso le robinie e le gaggieDe le fiorite italiche pianureDove srsquoascolta il cinguettio giocondoE dove il pianto semplice donzellaVersa devota sopra lrsquourna amica

Donna Sofia Stevens a cui Gallipoli ha dedicato unavia nel borgo una via discreta e appartata sulla rivieradi tramontana rimarragrave per sempre lrsquoemblema della de-licatezza e della femminilitagrave romantica ma anche dellatenerezza e del profumo discreto un candido giglio trale rocce unlsquoombra delicata e tenera sullo sfondo di unacceso tramonto di Gallipoli bull

28 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

PITTORI GALATINESI

Metafisica scettica mi piace defi-nire la pittura di Totograve Rossettispirito inquieto e indagatore cu-

rioso della condizione esistenziale con-temporanea

E con le sue opere il nostro egrave un ritorno auna ben strana e originale metafisica unametafisica questa volta salace arguta piugraveafferente ndash certo ndash ad uno spirito pirandel-liano ma ndash sento di poter dissentire da cer-ta critica ndash alquanto lontana dalla musainquietante dechirichiana

Rossetti non sembra estraniarsi dal pre-sente non intende costruire un universoche trascenda la realtagrave piuttosto sembravoler fare il verso ai costumi ai tic alle pes-sime abitudini della societagrave massificata inun intento intelligentemente neoillumini-sta che fa perno sulle sorti alternanti e mu-tevoli della natura umana messe a nudo elasciate al compiaciuto ludibrio del visitatore

E dentro questo programma di rivisitazione della socie-tagrave e dellrsquoindividuo occupano un posto preminente la ten-sione critica la contestazione sobria ed elegante che solo la

pittura metafisica puograve pronunciareQuesto nitore delle opere di Rossetti deriva dal fatto che

lrsquoartista sa innanzitutto padroneggiare con abilitagrave la figu-ra competenza che non pare fargli difetto bencheacute proven-

ga da una formazione autodidattaA ciograve si aggiunga anche in lui la

predilezione per talune citazionistilistiche come le incursioni ldquoopti-cal artrdquo o addirittura iperrealisteche costellano tutto un percorso dioriginalitagrave

Dunque una metafisica pura opiuttosto un ideale metafisicoPropenderei per questa seconda in-terpretazione dato che esiste unnon so che di esplicito in quel suocromatismo cosigrave vivido in quellasua fedeltagrave alla forma ndash reinventatasigrave - ma sempre cosigrave sensibile allatrascendentalitagrave e aggrappata al re-taggio concreto dellrsquoesistenza

Talora infatti dalla pitture diRossetti affiora la tentazione delpaesaggio come rispecchiamentodella vita interiore della socialitagraveaffiora altresigrave un elegante figurati-ldquoLrsquoarte invita alla pacerdquo - acrilico su tela

ldquoSirenardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 29

vismo informato a un vagheg-giamento estetizzante dellaforma quasi un esito compen-sativo della coscienza forte-mente avvertita del caratterearido e amaro dellrsquoesistenza

Rossetti pertanto riesce atemperare con questi ricorsi ladisperazione senza attese chegiustamente caratterizza lrsquoere-ditagrave storica della pittura meta-fisica

Un riscontro di ciograve va ricer-cato nel suo ricco repertoriografico che spazia dalla pubbli-citagrave alla satira e nel quale risie-de la sapida inventiva concet-tuale di un uomo ben radicatonel proprio tempo

Antonio Miccoli

Nella personale visione del-la realtagrave Totograve Rossetti ci dagraveuna pittura originale tesa alladescrizione di avvenimenti estati drsquoanimo della societagravecontemporanea in chiave me-tafisica

Le sagome umane negli at-teggiamenti veraci inserite inuna architettura classica dateatro sono da collegare con lospirito penetrante pirandelliano e dechiriano

Crsquoegrave una denuncia della tradizione e crsquoegrave un modo singo-lare di dipingere efficaci come risultato percheacute le ansie deipersonaggi sono espresse e chiuse in una ben orchestrata

sfera eticaLrsquoartista vive e soffre la tra-

sformazione drsquouna societagrave checolloca con forza esistenzialeisolandola e sommergendolanel vuoto drsquouna disperazionesenza attese o nellrsquoillusione dieffimere gioie terrene

I personaggi recano ciascunoil peso del proprio vivere

Lrsquoarte del Rossetti riesce cosigravead esprimere lrsquoinconsistentemutevolezza umana

Sirio Marcianograve

Quasi un ideale metafisico egravela pittura di Totograve Rossetti na-ta da una complessa lievita-zione di spirituale sensibilitagrave enel contempo di partecipazio-ne alla forma che si concretiz-za in elaborati il cui fascinoprincipale egrave dato dalla armo-nica sintesi attuata attraversouna sua ricerca multi cromaed efficace nella resa pittoricae nella ricerca del volumequanto mai significativa nelsuo apporto di tensioni e di vi-brante sensitivitagrave

La ricerca del discorso nuovoed originale egrave dettato dalla sen-

sibilitagrave dellrsquoartista in uno spazio temporale ben definitonon solo nellrsquoaspetto artistico ma anche umano

La sua figurazione si avvale di un concetto espressivo te-so alla leggibile rappresentazione dei soggetti e di un par

ldquoEvardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 31

ticolare mondo pregno di sensibilitagrave umana e come ldquomo-menti di vitardquo nel loro atteggiamento che coglie gli esseriumani mentre compiono determinati gesti che li caratte-rizzano esteticamente e interiormente lrsquointervento croma-tico egrave lasciato alla particolare sensibilitagrave di questo artista

I racconti di intime suggestioni di Totograve Rossetti sono unfluire incantato di immagini sensitive emotive e trepidan-ti di una estrema poesia che trasferite nel colore secondouna metodologia musiva e secondo un respiro delle zonepolicrome egrave una operazione pienamente riuscita soprat-tutto per lrsquooriginale impostazione giocata su fremiti viva-ci e su emozioni improvvise

Sia pur nella meditata complessitagrave delle sue armonioseopere che nellrsquointenso fluire di una poetica sostenuta dasquisita capacitagrave espressiva egrave infatti la tipica urgenzacreativa infrenabile di Totograve Rossetti che sulla tela divieneforza espressiva

Questo suo mondo pittorico in cui la carica dei simbolidi tattili emozioni di percezioni cromatico-strutturali vo-luttuosamente luminose qualificano nella densitagrave materi-ca una personalitagrave decisamente autonoma di quel suofluire spontaneo di quel vibrare continuo di forme e di co-lori narrati con gioia come vita in perpetuo movimento

Nella Mariani

ldquoPrimaverardquo - acrilico su tela

ldquoVenererdquo - acrilico su tela

Le Associazioni degli Amici della Musica sono diffu-se in tutta Italia da oltre un secolo e ubbidiscono a unprincipio esclusivo di promozione e diffusione del-

la musica della sua finalitagrave formativa ed educativa per igrandi valori estetici e morali che esprime

Forse queste Associazioni sono nate per cercare di col-mare una carenza di interessi musicali un vuoto istituzio-nale gravissimo di uno Stato latitante e come dice il MdegRiccardo Muti criminosamente colpevole della inspiegabi-le assenza di insegnamento nelle scuole italiane fra le po-che in Europa

Le Associazioni rappresentano sul territorio nazionaleuna delle poche sicure ancore di salvezza per una catego-ria di musicisti e professionisti una specie ad alto rischiodi estinzione

Dopo piugrave di un secolo di presenza di movimenti cultu-rali stagioni concertistiche concorsi pianistici e tante tan-te idee la situazione musicale italiana rimane incertaquasi sospesa nel vuoto dellrsquoindifferenza dei politici i piugraveresponsabili della storica incapacitagrave di governare la cultu-ra del paese

Non solo ma si assiste anche a frequenti ed assurdi epi-sodi di analfabetismo musicale da parte di molti intellettua-li per nulla impensieriti dalla loro ignoranza anzihellip moltifanno sfoggio in alcune interviste pubbliche financo dellapassione per la musica Poi si va a scoprire quasi sempreche il loro interesse o amore egrave per un genere che non va aldi lagrave delle insignificanti musichette di consumo

I veri amici della musica sono quelli non della ldquopizzica etamburellordquo non della ldquopopolarerdquo neacute della folk e dellarock ma qualche volta della jazzistica e sempre della co-siddetta ldquoClassicardquo per intenderci quella di Palestrina

Monteverdi Mozart Beethoven Cho-pin Schubert Liszt e tanti altri

Noi siamo la patria insieme a Ger-mania e Francia del patrimonio mu-sicale piugrave importante del pianetaRappresentiamo la meta che tutti imusicisti del mondo sognano ma ciograveche avviene per i beni artistici succedeanche per quelli musicali Infatti neabbiamo fin troppi e a volte cadononellrsquooblio alcuni musicisti per i qualialtre nazioni vanterebbero meriti ec-cezionali A Galatina per esempio cisiamo dimenticati di tre illustri citta-dini Pasquale Cafaro del rsquo700 Giu-seppe Lillo dellrsquorsquo800 e Adolfo Gal-luccio del lsquo900

LrsquoItalia a cui il mondo intero conti-nua ancora oggi a guardare con gran-de ammirazione e stima per la suainvidiabile storia della musica egrave ilPaese perograve dove stranamente meno lasi studia diminuisce il numero delle

orchestre scompaiono istituzioni corali e suoi teatri sof-frono per mancanza di risorse e per il loro malgoverno

Si ha lrsquoimpressione che da un momento allrsquoaltro tuttopossa collassare e implodere seppellendo lrsquoimmenso pa-trimonio musicale

Purtroppo lrsquoattenzione delle Istituzioni nazionali e loca-li continua ad essere deludente se non indifferente Ubbi-disce ad una tendenza tutta italiana che si puograve sintetizzarenel pensiero di un noto ministro di un recente governo chediceva ldquoCon la cultura non si mangiardquo

32 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ASSOCIAZIONI CULTURALI

1952 - Galatina (LE) - il Mdeg Bruno Massaro in concerto

Eppure lrsquoItalia egrave secondo le stime dellrsquoUnesco il Paeseche detiene il maggior numero di beni artistici e cultura-li del mondo ma investe meno risorse degli altri Paesieuropei

In Italia siamo al 27deg posto lrsquoultimo E come se non bastasse

queste poche risorse sonocontese da un numero ecces-sivo di Associazioni Enticulturali e Fondazioni e perdi piugrave mal distribuite e spes-so elargite con criteri estra-nei al principio della qualitagravee del merito

La storia musicale di Ga-latina comincia idealmentenel 700 con un suo musici-sta di fama come PasqualeCafaro prosegue nellrsquo800con Giuseppe Lillo compo-sitore di molte opere lirichee musica da camera e nel900 con Adolfo Gallucciodetto Galladol

Questrsquoultimo un musici-sta gentiluomo era un com-positore di pezzi straor-dinari che eseguiva con unasua piccola orchestra drsquoarchiin concerti pubblici e spessoin salotti privati ove ricordosi trascorrevano serate mu-sicali gradevolissime Inquesto stesso periodo forseinfluenzati dalla personalitagravedel Galluccio a metagrave anni50 alcuni amici si attivarono per dare vita alla prima As-sociazione Amici della Musica di Galatina

Artefici eccezionali di questo movimento culturale furo-no la nobildonna Luisina Vallone Sticchi il dott AngeloSodo animatore principale le profsse sorelle Gina e An-tonietta Piscopo la profssa A Congedo la profssa Wan-da Bruno il sig Raffaele Congedo

La prima sede dei concerti fu la palestra della Scuola me-dia ldquoG Pascolirdquo in cui ebbi il piacere di suonare alcune miecomposizioni elogiate dal presentatore allora giovane pre-sidente Angelo Sodo ora giudice in pensione

Dopo qualche anno ci si spostograve nella sala ldquoLillordquo ora Sa-la consiliare del Comune acui sono legato da un tristericordo fui respinto alla por-ta drsquoingresso della Sala per-cheacute sprovvisto di abbona-mento

Per me allora quindicen-ne lrsquoiscrizione allrsquoAssocia-zione era un lusso che nonpotevo permettermi

Intanto a fine anni 50 or-mai affermato nellrsquoambientemusicale galatinese e nonsolo fui incaricato dalla pre-sidente Vallone insieme al-lrsquoamico Virgilio Contaldodella vicepresidenza del-lrsquoAssociazione che in quelperiodo in cerca di una sedepiugrave confortevole fu ospitatanel Circolo cittadino ldquoCirco-lo dei Signorirdquo ora sede deiVigili Urbani Il salone eraabbastanza elegante e ca-piente e il pubblico nonmolto numeroso era suffi-ciente a tenere dignitosa-mente in vita le seratemusicali

In questa nuova sede lrsquoAs-sociazione sembrograve aver tro-

vato finalmente una sua collocazione piugrave in linea con leesigenze di raffinatezza ed eleganza delle sue serate

Ma non si era valutata la presenza di alcuni anticorpi chesi annidavano tra i Soci del Circolo

Succedeva non poche volte che alcuni ldquoSignorirdquo noncu-ranti del concerto in corso nella saletta di lettura a fiancodel salone non sapessero fare a meno della partita a carte

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 33

1990 - Il prof Zeffirino Rizzelli in undibattito pubblico al Centro Studi Musicali

e che nel momento meno op-portuno esclamassero ad altavoce frasi tipiche del gioco del-la scopa

Superati questi momenti em-blematici di un periodo storicoormai vicino al rivoluzionariorsquo68 lrsquoAssociazione perdette loslancio della prima fase e pianpiano si esaurigrave per mancanza disostegni umani e materiali

Il sottoscritto in cerca di nuo-vi interessi musicali e desidero-so di attuare per Galatina piugravesolidi progetti abbandonograve lrsquoAs-sociazione per fondare il Con-corso pianistico nazionaleldquoCafarordquo sostenuto dallrsquoentu-siasmo di un acceso appassio-nato della musica lrsquoamico OnBeniamino De Maria

Poi fu la volta della fondazio-ne del Circolo culturale ldquoIl Por-ticordquo questa volta con lrsquoaiuto digrandi personaggi della culturagalatinese mons Antonio An-tonaci docente universitariostorico e filosofo avv CarloCaggia dott Mario Montinarifondatore dellrsquoOspedaletto pediatrico a Bari e il prof Zef-

firino Rizzelli A fine anni 80sempre con la consulenza aiu-to e incoraggiamento dellrsquoami-co Rizzelli diedi vita ad unambizioso progetto ldquocredordquoutile al prestigio della cittagrave IlCentro Studi Musicali ldquoP Cafa-rordquo Una iniziativa che miravaa istituire in loco un Liceo Mu-sicale Pareggiato ai Conserva-tori di Stato

Ma come ormai molti sannonon fu realizzato solo per unsoffio per insensibilitagrave miopiae incapacitagrave di qualche politicodel momento

Il 1995 egrave lrsquoanno del ritornoagli Amici della Musica ripren-dendo un filo interrotto neglianni rsquo60

La prima riunione con i nuo-vi Amici non puograve non avvenireche nella sua sede naturale ilPalazzo della Cultura Parteci-pano i Proff Michele Benegia-mo Lucia Falco GiovannaLucarelli Maria MazzarellaClelia Massaro la sigra MariaMasi la sigra Giovanna Pelle-

grino lrsquoavv Antonio Legno il dott Domenico Mangione

34 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

1996 - Galatina (LE) - Chiostro Basilica S CaterinaSpettatori durante un Concerto Amici della musica

il prof Zeffirino Rizzelli Le serate iniziano nella Sala ldquoContaldordquo e proseguono

negli anni successivi senza interruzione ospitando fino adoggi oltre 400 fra musi-cisti letterati scrittoripoeti attori cantanti

Dal rsquo95 siamo ormailontani 20 anni ed egravequindi comprensibileche io esprima ora unsenso di generale sod-disfazione e orgoglioIl merito principale na-turalmente va soprat-tutto ai Soci prove-nienti da molti paesidella provincia checon senso di responsa-bilitagrave ed abnegazionehanno sostenuto lrsquoini-ziativa facendoci rag-giungere un traguardoimportante un obietti-vo degno di una gran-de cittagrave una conquista sociale a vantaggio dellrsquointeroSalento

La qualitagrave dei nostri concerti egrave dovuta alla fattiva colla-borazione della nostra Associazione con le piugrave interessan-ti Rassegne internazionali I rispettivi Direttori artisticicollaborano ormai con noi da un porsquo di anni segnalandocii vincitori assoluti dei Concorsi Recentemente abbiamoavuto lrsquoonore della collaborazione con la prestigiosa Acca-demia Internazionale di Imola diretta da un amico il MdegFranco Scala che ha voluto ldquoregalarcirdquo per lrsquoinaugurazio-ne dellrsquoattuale Stagione concertistica uno dei migliori al-

lievi il pianista Roman Lopatinsky che ha mandato in vi-sibilio il numeroso pubblico con un pianismo brillante eun virtuosismo eccezionale

La nostra Associazio-ne egrave ormai una Univer-sitagrave della musica unospazio culturale in cuisi affrontano e svilup-pano tematiche specifi-che della letteraturamusicale nuovi studisulla liederistica ro-mantica e approfondi-menti sui vari stili eforme delle composi-zioni di ogni tempo

Un vero laboratoriosperimentale per ela-borazioni di natura cri-tica e filosofica

Con il programma disala poi sempre ac-compagnato da unrsquoat-tenta guida allrsquoascolto

si continua a perfezionare la formazione critica dei Socioffrendo loro un prezioso mezzo di comprensione dellecomplesse problematiche delle opere musicali

Una realtagrave stimolante per Galatina ed una indicazioneper far riflettere i responsabili politici nazionali

Qualche volta dalla periferia puograve emergere un utile sug-gerimento

Forse sarebbe auspicabile da parte dei politici un porsquo diumiltagrave per sostituirla allrsquoarroganza di chi continua semprea governare isolato con presunzione e incapacitagrave di com-prendere a fondo i veri problemi del Paese bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 35

2015 - Galatina (LE) - Il pianista Roman Lopatinskyallrsquoinaugurazione della stagione concertistica 20152016

Bruno Vittorio Massaro

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 21: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

pulitu li disse a luRe laquoMaestagrave abbiamoindagato e ragionatoprofondamente Abbia-mo studiato le StelleChiesto consiglio al-lrsquoAurora e al TramontoInterrogato il SilenzioEsplorato lrsquoOscuritagrave e ilDubbio E aperto infi-ne tutte le novantano-ve porte del MisteroOra per liberare vostrofiglio dalla malinconiadovete cercate un uomoche sia contento Macontento in tutto e pertutto Di se stesso del-la sua famiglia dellapropria occupazionedella sua casa del paesedove vive della genteche incontra dellrsquoariache respira delle stagio-ni che cambiano e an-che degli animali deglialberi delle montagnecosigrave come pure del mareo dei fiumi e dei laghi edi tutto ciograve che lo cir-

conda Quando incontreretequestrsquouomo prendete la sua ca-

micia e scambiatela con quella di vostro figlio E il Principe fi-nalmente guariragraveraquo

Lu Re se dese de fare subitusenza mancu cu perda nu

minutu lu tiempu curraccoja tutti lrsquoamba-sciatori de lu Regnu

ccumpagnati de centusurdati segretari mes-saggeri currieri esplo-ratori e aiutanti drsquoogni

genere e li sparpa-jau a li quattru pizzi cu

se degravescianu de fareE foe cusigrave ca dopu nu

paru de giurni li pur-tara nu Monacu rumi-tu

laquoMonacu santu dim-mi se sirsquo cuntenturaquo liddumandau lu RelaquoCertu Maestagrave Sursquocuntentu de intru e de

fore La solitudine fur-tifica e santificaraquo laquoBravu Bravuraquo li disse lu Re E poi li fi-ce lsquosta pruposta laquoVorsquo cu bbieni cu mie a lu castellu pe dire lepreghiere intru a la cappella realeraquo

laquoMacari Maestagrave E comu no De corsa vegnu a lu castel-lu Cusine me pozzu rripusare nu pocu ca stisu sempre lsquonter-

ra sulu sulu e pe lu friddu de certe notti a le fiate mi vene la ma-lincuniaraquo

laquoVane vane Monacu rumitu Se eri veramente cuntentu nudesideravi cu stai meju de cu comu stai Via Viaraquo li cridau luRe Li dese na borsa de munete drsquooru e lu cacciau

Dopu nrsquoaddhu paru de giurni li purtara nu Massaru catenigravea cchiui de decemila pecure e nu crande llavitu e erariccu spundatu ma era puru tantu bbonu de core ca davafatigravea a ci la cercava e rrecalava de mangiare a tutti e purusordi a ci tenigravea bisognu e tutti li vuligraveanu bene e iddhu eracuntentu

laquoMassaru Massaru se vide ca sigrave cuntentu Ma tie deveru tesienti cuntenturaquo li ddumandau lu Re laquoCertu Maestagrave Co-mu viditi ssignurigravea stessu iu tegnu tuttu e cchiui de tuttu etutti mi vogravelanu bene Perograveraquo

laquoPerograveraquo li rripetigraveu lu Re ca vuligravea cu saccia de cchiuilaquoPerograve lrsquoanni passanu Maestagrave E mi vene la malincunia quan-du pensu ca prima o poi puru iu aggiu murire e aggiu lassaretuttu quiddhu ca tegnuraquo

laquoVane vane Massaru riccu spundaturaquo li cridau lu Re laquoSeeri veramente cuntentu nu desideravi cu eggi eternu ca sulu alu Patreternu li spetta Via Viaraquo Li rrecalau na borsa demunete drsquooru puru a iddhu e lu cacciau

Poi dese ordine a li surdati cu nu li portanu cchiui ciu-vieddhi pe ddha settimana percegrave era rimastu tantu delu-su de lsquosti primi risultati ca era meju cu se ddefrisca nupocu E ccumpagnatu de quattru cavalieri se ne scigraveu que-tu quetu a lsquoncaccia intru a lu voscu

A lu tramontu quandu sta turnava a lu castellu passan-du vicinu a na capanneddha ca sta cadigravea arsquostozze lsquontise navoce ca dicigravea laquoCrazzie Signore miu Puru ogravesce mrsquoai pruvvi-dutu cu faticu e cu mangiu Aggiu sudatu e me sentu nu pocustraccu pe la fatigravea ma sursquo cuntentu lu stessu Morsquo mi mangiu nupocu de minestra poi me curcu me riposu e crammatina comusempre cu lrsquoaiutu de Ssingurigravea me ddisciatu cchiugrave friscu e cchiugravefelice de na rosaraquo

laquoEcculu ndash disse lu Re cittu cittu ndash Finalmente lrsquoimu truvatuquistu ede propiu lu cristianu cchiugrave cuntentu de tuttu lu Regnu Las-sagravemulu cu mangia ca poi trasigravemu e facimu cu ni degravescia la camisaraquo

E dopu nu pocu trasegravera lu Re cu tre surdati E ddhu cristianu ca srsquoja giagrave menatu su lu liettu e quasi

sta pijava sonnu se zau fuscendu e ddumandau cce buligraveatutta ddha gente a casa soa E lu Re in persona li disse cusi caccia lsquoddha specie de cuperta ca tenigravea lsquonturtijata susue cu li degravescia la camisa ca tenigravea de sotta ca li servigravea Ca poipe lsquostu favore lu rrecalava cu nu saccu chinu de giuielli ede munete drsquooru E ddhu cristianu ca ncora nun ja capitusi la cacciau sugravebitu ddha specie de cuperta ca tenigravea lsquontur-tijata susu

Ma sotta nun crsquoera nuddha camisa Nu la tenigravea la cami-sa ddhu poveru cristianu Nu lrsquoja mai tenuta a lsquonvita soa

Cari amici a la fine de lu cuntu la nonna Anna ni dicigravea sem-

pre ca la camisa de la felicitagrave nun esiste Lu segretu ede unu su-lu rripetigravea ognunu de nui tocca cu se saccia nccuntentare Cula camisa o senza Percegrave nu sempre egrave certu ca unu ca la tene lacamisa ede alla fine cchiugrave cuntentu e felice de unu ca invece nula tene

Cu tanti Auguri de bone Feste e cu la bona saluteMelanton-Roma 2015

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 25

terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia terra noscia ter-

Quando non ci saranno pioslash leggende da raccontare niranno tutti i sogni Ma per fortuna i sogni non niscono mai

ldquoLa camisa de la felicitagraverdquoUna leggenda speciale per un felice Natale 2015

di Antonio Mele lsquoMelantonrsquo

26 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Era stata educata a Galatina

Sofia Stevens nacque nel 1845 a Gallipoli figlia del vi-ce Console inglese nella citta salentina Henry Stevensche rimase in carica fino al 1867 anno in cui morigrave An-

che il nonno di Sofia Richard era stato vice console dal1829 fino al 1853Mentre la madre diSofia era una nobil-donna di originefranco-napoletanaCarolina Auverny

Sofia era la secon-da di cinque figli (trefemmine e due ma-schi) ed era stataeducata prima a Ga-latina poi alla etagrave diundici anni fu man-data a Napoli doveebbe per maestro dilingue e di poesia Fe-derico Villani aquindici anni ritornograve

a Gallipoli e di qui ebbero inizio come era norma per i gio-vani di buona famiglia i viaggi di formazione in Europa

Con lo zio Giovanni Auverny per due anni Sofia non fe-ce che viaggiare Parigi Madrid Berlino Zurigo Monacodi Baviera Copenaghen ecc Si perfezionograve negli studi clas-sici conoscendo oltre lrsquoitaliano il francese lrsquoinglese lo spa-gnolo e il tedesco e rientrata a Gallipoli cominciograve ascrivere per proprio conto fincheacute morto il padre nel 1867(Sofia ha 22 anni) si trasferigrave con la madre e tutta la fami-glia a Napoli Qui sposograve senzrsquoamore Settimio Bartocci Idue vissero tra Gallipoli e Napoli a seconda delle stagio-ni fincheacute nel 1873 venne diagnosticato a Sofia (ha soltan-to 28 anni) un tumore al seno Da questo momento in poiSofia si trasferisce definitivamente a Napoli Non rivedragravepiugrave Gallipoli Operata tre anni dopo muore il 9 agosto1876 a soli 31 anni di etagrave

Muore con il rimpianto di un amore infelice e con la suaGallipoli nel cuore

Lascia scritte con il lapis in vari quaderni-diari 350 poe-

sie che aveva cominciato a scrivere fin dallrsquoetagrave di 15 anniVerranno pubblicate postume nel 1879 sotto il titololdquoCantirdquo come avrebbe desiderato lei stessa che ammira-va e amava moltissimo i ldquoCantirdquo leopardiani

Era una creatura dolce e malinconica morigrave infeliceVi chiederete comrsquoera Sofia Stevens questa singolare no-

bildonna gallipolitana dellrsquo800Non abbiamo testimonianze coeve ma dallrsquoeffigie del ri-

tratto che ci ha lasciato e soprattutto dalle poesie che ha la-sciato come sorta di testamento spirituale egrave facileimmaginare una creatura dolce fine delicata pallida pa-tetica malinconia romantica e tuttavia non era una fan-ciulla tutte trine e sospiri

Era intelligente colta conosceva quattro lingue di carat-tere molto riservato era schiva viveva appartata aveva unmagnifico rapporto con la natura che la circondava e so-prattutto Sofia si sentiva profondamente gallipolitana fi-glia di quella terra un porsquoruvida ma splendida e generosaE ciograve lo esplicita nelle sue poesie che sono di chiara imita-zione e sul modello tardo-romantico alla Prati o alla Ale-ardi tanto per intenderci anche se il suo modelloinarrivabile fra tutti i poeti da lei conosciuti era GiacomoLeopardi il poeta del dolore a cui si sentiva molto vicinosia per il suo temperamento malinconico che per le tristi

POETI SALENTINI

Gallipoli (LE) - Antica raffigurazione del porto

Sofia Stevens

di Augusto Benemeglio

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 27

personali vicende biografiche Le poesie di Sofia Stevenssono molto sentimentali talora sognanti malinconichedolenti Ma ciograve che ella prova non egrave finzione non appartie-ne alla convenzione percheacute la sua vita fu veramente brevedolorosa e infelice costretta a sposare un uomo che nonamava e a patirne tutte le amare conseguenze e infine col-pita da un male terribile allora incurabile che lrsquoavrebbeportata alla morte tra atroci sofferenze fisiche e spirituali(ldquoA lrsquoalma mia tapina tormenti senza fine innanzi pa-rahelliprdquo) a soli 31 anni

Dal cielo son discesaIn questa fonda valleE al suolo mrsquoha protesaUn infelice amoreNon piugrave lrsquoamorchrsquoio vagheggiava tecoE che potea securaFin confidare a lrsquoecoDe le paterne muraMa di foco avvampante passioneChe sebben corripostaTerribile tenzoneContro me stessa ha impostoInvano io vograve domarlaQual fa lrsquoondaTanto furente da schiantar le digheFuori trabalza e tutto intorno inondaE seco trascinando la rovinaA lrsquoalma mia tapinaTormenti senza fine innanzi paraE mrsquoapparecchia la gelata bara

La ruvidezza degli antichi scogliSofia lrsquoabbiamo detto amograve molto la sua terra natia Gal-

lipoli che considerograve sempre sua prima vera autentica pa-tria sebbene non ci abbia vissuto moltissimo E alla suaterra dedicograve descrizioni poetiche non convenzionali conunrsquoattenzione particolare alla precisione terminologica nelcampo della fauna e della flora salentina frutto della suacuriositagrave e passione per la botanica e le scienze naturali

hellipE si distendeSursquo sassi calcinati darsquo fulgoriDe lrsquoastro che in maggiore in ciel risplendeDiserta vrsquoegrave perograve rude la zollaDa pochi sterpi adorna e serpollinohellip

A me cresciuta Sopra lido marina avanza in coreLa ruvidezza dersquo nativi scoglihellipAride pietre e meste io veggo intornoOve licheni biondi e serpollinoSono i soli a profumar cocente il giornohellipErsquo qui sabbioso il suolo e non vrsquoha ramoE pure e pure questa terra io lrsquoamo

ldquo E mrsquoegrave duolo perenne la vitahelliprdquoAl periodo della fanciullezza e dellrsquoadolescenza si con-

trappone la dura realtagrave del presente in cui sono definitiva-mente tramontati i sogni e le speranze di coronarefelicemente il suo amore Chi domina incontrastato ora egrave ildisinganno e la disillusione

Lrsquoalma fidente si commuove e speraMa il disinganno apparehellipah rio velenoMa finite le gaie stagioniOgni speme con esse egrave partitaOra ignoro gli amori ed i suoniE mrsquoegrave duolo perenne la vita

Giglio nellrsquoombra e nel gelo sullo sfondo di un accesotramonto

Il dolore e la tristezza dellrsquoanimo di Sofia malata in pre-da anche allo sconforto di non poter piugrave rivedere Gallipo-li percheacute il viaggio le sarebbe troppo doloroso fannoaffacciare nella giovane donna lrsquoidea prepotente della mor-te E lo fa con accenti e riecheggiamenti chiaramente leo-pardiani

Oh felici coloro cui concessoErsquo giagrave il riposo de lrsquoeterno sonnoLagrave presso lrsquoonde di quel mar serenoSotteso le robinie e le gaggieDe le fiorite italiche pianureDove srsquoascolta il cinguettio giocondoE dove il pianto semplice donzellaVersa devota sopra lrsquourna amica

Donna Sofia Stevens a cui Gallipoli ha dedicato unavia nel borgo una via discreta e appartata sulla rivieradi tramontana rimarragrave per sempre lrsquoemblema della de-licatezza e della femminilitagrave romantica ma anche dellatenerezza e del profumo discreto un candido giglio trale rocce unlsquoombra delicata e tenera sullo sfondo di unacceso tramonto di Gallipoli bull

28 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

PITTORI GALATINESI

Metafisica scettica mi piace defi-nire la pittura di Totograve Rossettispirito inquieto e indagatore cu-

rioso della condizione esistenziale con-temporanea

E con le sue opere il nostro egrave un ritorno auna ben strana e originale metafisica unametafisica questa volta salace arguta piugraveafferente ndash certo ndash ad uno spirito pirandel-liano ma ndash sento di poter dissentire da cer-ta critica ndash alquanto lontana dalla musainquietante dechirichiana

Rossetti non sembra estraniarsi dal pre-sente non intende costruire un universoche trascenda la realtagrave piuttosto sembravoler fare il verso ai costumi ai tic alle pes-sime abitudini della societagrave massificata inun intento intelligentemente neoillumini-sta che fa perno sulle sorti alternanti e mu-tevoli della natura umana messe a nudo elasciate al compiaciuto ludibrio del visitatore

E dentro questo programma di rivisitazione della socie-tagrave e dellrsquoindividuo occupano un posto preminente la ten-sione critica la contestazione sobria ed elegante che solo la

pittura metafisica puograve pronunciareQuesto nitore delle opere di Rossetti deriva dal fatto che

lrsquoartista sa innanzitutto padroneggiare con abilitagrave la figu-ra competenza che non pare fargli difetto bencheacute proven-

ga da una formazione autodidattaA ciograve si aggiunga anche in lui la

predilezione per talune citazionistilistiche come le incursioni ldquoopti-cal artrdquo o addirittura iperrealisteche costellano tutto un percorso dioriginalitagrave

Dunque una metafisica pura opiuttosto un ideale metafisicoPropenderei per questa seconda in-terpretazione dato che esiste unnon so che di esplicito in quel suocromatismo cosigrave vivido in quellasua fedeltagrave alla forma ndash reinventatasigrave - ma sempre cosigrave sensibile allatrascendentalitagrave e aggrappata al re-taggio concreto dellrsquoesistenza

Talora infatti dalla pitture diRossetti affiora la tentazione delpaesaggio come rispecchiamentodella vita interiore della socialitagraveaffiora altresigrave un elegante figurati-ldquoLrsquoarte invita alla pacerdquo - acrilico su tela

ldquoSirenardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 29

vismo informato a un vagheg-giamento estetizzante dellaforma quasi un esito compen-sativo della coscienza forte-mente avvertita del caratterearido e amaro dellrsquoesistenza

Rossetti pertanto riesce atemperare con questi ricorsi ladisperazione senza attese chegiustamente caratterizza lrsquoere-ditagrave storica della pittura meta-fisica

Un riscontro di ciograve va ricer-cato nel suo ricco repertoriografico che spazia dalla pubbli-citagrave alla satira e nel quale risie-de la sapida inventiva concet-tuale di un uomo ben radicatonel proprio tempo

Antonio Miccoli

Nella personale visione del-la realtagrave Totograve Rossetti ci dagraveuna pittura originale tesa alladescrizione di avvenimenti estati drsquoanimo della societagravecontemporanea in chiave me-tafisica

Le sagome umane negli at-teggiamenti veraci inserite inuna architettura classica dateatro sono da collegare con lospirito penetrante pirandelliano e dechiriano

Crsquoegrave una denuncia della tradizione e crsquoegrave un modo singo-lare di dipingere efficaci come risultato percheacute le ansie deipersonaggi sono espresse e chiuse in una ben orchestrata

sfera eticaLrsquoartista vive e soffre la tra-

sformazione drsquouna societagrave checolloca con forza esistenzialeisolandola e sommergendolanel vuoto drsquouna disperazionesenza attese o nellrsquoillusione dieffimere gioie terrene

I personaggi recano ciascunoil peso del proprio vivere

Lrsquoarte del Rossetti riesce cosigravead esprimere lrsquoinconsistentemutevolezza umana

Sirio Marcianograve

Quasi un ideale metafisico egravela pittura di Totograve Rossetti na-ta da una complessa lievita-zione di spirituale sensibilitagrave enel contempo di partecipazio-ne alla forma che si concretiz-za in elaborati il cui fascinoprincipale egrave dato dalla armo-nica sintesi attuata attraversouna sua ricerca multi cromaed efficace nella resa pittoricae nella ricerca del volumequanto mai significativa nelsuo apporto di tensioni e di vi-brante sensitivitagrave

La ricerca del discorso nuovoed originale egrave dettato dalla sen-

sibilitagrave dellrsquoartista in uno spazio temporale ben definitonon solo nellrsquoaspetto artistico ma anche umano

La sua figurazione si avvale di un concetto espressivo te-so alla leggibile rappresentazione dei soggetti e di un par

ldquoEvardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 31

ticolare mondo pregno di sensibilitagrave umana e come ldquomo-menti di vitardquo nel loro atteggiamento che coglie gli esseriumani mentre compiono determinati gesti che li caratte-rizzano esteticamente e interiormente lrsquointervento croma-tico egrave lasciato alla particolare sensibilitagrave di questo artista

I racconti di intime suggestioni di Totograve Rossetti sono unfluire incantato di immagini sensitive emotive e trepidan-ti di una estrema poesia che trasferite nel colore secondouna metodologia musiva e secondo un respiro delle zonepolicrome egrave una operazione pienamente riuscita soprat-tutto per lrsquooriginale impostazione giocata su fremiti viva-ci e su emozioni improvvise

Sia pur nella meditata complessitagrave delle sue armonioseopere che nellrsquointenso fluire di una poetica sostenuta dasquisita capacitagrave espressiva egrave infatti la tipica urgenzacreativa infrenabile di Totograve Rossetti che sulla tela divieneforza espressiva

Questo suo mondo pittorico in cui la carica dei simbolidi tattili emozioni di percezioni cromatico-strutturali vo-luttuosamente luminose qualificano nella densitagrave materi-ca una personalitagrave decisamente autonoma di quel suofluire spontaneo di quel vibrare continuo di forme e di co-lori narrati con gioia come vita in perpetuo movimento

Nella Mariani

ldquoPrimaverardquo - acrilico su tela

ldquoVenererdquo - acrilico su tela

Le Associazioni degli Amici della Musica sono diffu-se in tutta Italia da oltre un secolo e ubbidiscono a unprincipio esclusivo di promozione e diffusione del-

la musica della sua finalitagrave formativa ed educativa per igrandi valori estetici e morali che esprime

Forse queste Associazioni sono nate per cercare di col-mare una carenza di interessi musicali un vuoto istituzio-nale gravissimo di uno Stato latitante e come dice il MdegRiccardo Muti criminosamente colpevole della inspiegabi-le assenza di insegnamento nelle scuole italiane fra le po-che in Europa

Le Associazioni rappresentano sul territorio nazionaleuna delle poche sicure ancore di salvezza per una catego-ria di musicisti e professionisti una specie ad alto rischiodi estinzione

Dopo piugrave di un secolo di presenza di movimenti cultu-rali stagioni concertistiche concorsi pianistici e tante tan-te idee la situazione musicale italiana rimane incertaquasi sospesa nel vuoto dellrsquoindifferenza dei politici i piugraveresponsabili della storica incapacitagrave di governare la cultu-ra del paese

Non solo ma si assiste anche a frequenti ed assurdi epi-sodi di analfabetismo musicale da parte di molti intellettua-li per nulla impensieriti dalla loro ignoranza anzihellip moltifanno sfoggio in alcune interviste pubbliche financo dellapassione per la musica Poi si va a scoprire quasi sempreche il loro interesse o amore egrave per un genere che non va aldi lagrave delle insignificanti musichette di consumo

I veri amici della musica sono quelli non della ldquopizzica etamburellordquo non della ldquopopolarerdquo neacute della folk e dellarock ma qualche volta della jazzistica e sempre della co-siddetta ldquoClassicardquo per intenderci quella di Palestrina

Monteverdi Mozart Beethoven Cho-pin Schubert Liszt e tanti altri

Noi siamo la patria insieme a Ger-mania e Francia del patrimonio mu-sicale piugrave importante del pianetaRappresentiamo la meta che tutti imusicisti del mondo sognano ma ciograveche avviene per i beni artistici succedeanche per quelli musicali Infatti neabbiamo fin troppi e a volte cadononellrsquooblio alcuni musicisti per i qualialtre nazioni vanterebbero meriti ec-cezionali A Galatina per esempio cisiamo dimenticati di tre illustri citta-dini Pasquale Cafaro del rsquo700 Giu-seppe Lillo dellrsquorsquo800 e Adolfo Gal-luccio del lsquo900

LrsquoItalia a cui il mondo intero conti-nua ancora oggi a guardare con gran-de ammirazione e stima per la suainvidiabile storia della musica egrave ilPaese perograve dove stranamente meno lasi studia diminuisce il numero delle

orchestre scompaiono istituzioni corali e suoi teatri sof-frono per mancanza di risorse e per il loro malgoverno

Si ha lrsquoimpressione che da un momento allrsquoaltro tuttopossa collassare e implodere seppellendo lrsquoimmenso pa-trimonio musicale

Purtroppo lrsquoattenzione delle Istituzioni nazionali e loca-li continua ad essere deludente se non indifferente Ubbi-disce ad una tendenza tutta italiana che si puograve sintetizzarenel pensiero di un noto ministro di un recente governo chediceva ldquoCon la cultura non si mangiardquo

32 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ASSOCIAZIONI CULTURALI

1952 - Galatina (LE) - il Mdeg Bruno Massaro in concerto

Eppure lrsquoItalia egrave secondo le stime dellrsquoUnesco il Paeseche detiene il maggior numero di beni artistici e cultura-li del mondo ma investe meno risorse degli altri Paesieuropei

In Italia siamo al 27deg posto lrsquoultimo E come se non bastasse

queste poche risorse sonocontese da un numero ecces-sivo di Associazioni Enticulturali e Fondazioni e perdi piugrave mal distribuite e spes-so elargite con criteri estra-nei al principio della qualitagravee del merito

La storia musicale di Ga-latina comincia idealmentenel 700 con un suo musici-sta di fama come PasqualeCafaro prosegue nellrsquo800con Giuseppe Lillo compo-sitore di molte opere lirichee musica da camera e nel900 con Adolfo Gallucciodetto Galladol

Questrsquoultimo un musici-sta gentiluomo era un com-positore di pezzi straor-dinari che eseguiva con unasua piccola orchestra drsquoarchiin concerti pubblici e spessoin salotti privati ove ricordosi trascorrevano serate mu-sicali gradevolissime Inquesto stesso periodo forseinfluenzati dalla personalitagravedel Galluccio a metagrave anni50 alcuni amici si attivarono per dare vita alla prima As-sociazione Amici della Musica di Galatina

Artefici eccezionali di questo movimento culturale furo-no la nobildonna Luisina Vallone Sticchi il dott AngeloSodo animatore principale le profsse sorelle Gina e An-tonietta Piscopo la profssa A Congedo la profssa Wan-da Bruno il sig Raffaele Congedo

La prima sede dei concerti fu la palestra della Scuola me-dia ldquoG Pascolirdquo in cui ebbi il piacere di suonare alcune miecomposizioni elogiate dal presentatore allora giovane pre-sidente Angelo Sodo ora giudice in pensione

Dopo qualche anno ci si spostograve nella sala ldquoLillordquo ora Sa-la consiliare del Comune acui sono legato da un tristericordo fui respinto alla por-ta drsquoingresso della Sala per-cheacute sprovvisto di abbona-mento

Per me allora quindicen-ne lrsquoiscrizione allrsquoAssocia-zione era un lusso che nonpotevo permettermi

Intanto a fine anni 50 or-mai affermato nellrsquoambientemusicale galatinese e nonsolo fui incaricato dalla pre-sidente Vallone insieme al-lrsquoamico Virgilio Contaldodella vicepresidenza del-lrsquoAssociazione che in quelperiodo in cerca di una sedepiugrave confortevole fu ospitatanel Circolo cittadino ldquoCirco-lo dei Signorirdquo ora sede deiVigili Urbani Il salone eraabbastanza elegante e ca-piente e il pubblico nonmolto numeroso era suffi-ciente a tenere dignitosa-mente in vita le seratemusicali

In questa nuova sede lrsquoAs-sociazione sembrograve aver tro-

vato finalmente una sua collocazione piugrave in linea con leesigenze di raffinatezza ed eleganza delle sue serate

Ma non si era valutata la presenza di alcuni anticorpi chesi annidavano tra i Soci del Circolo

Succedeva non poche volte che alcuni ldquoSignorirdquo noncu-ranti del concerto in corso nella saletta di lettura a fiancodel salone non sapessero fare a meno della partita a carte

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 33

1990 - Il prof Zeffirino Rizzelli in undibattito pubblico al Centro Studi Musicali

e che nel momento meno op-portuno esclamassero ad altavoce frasi tipiche del gioco del-la scopa

Superati questi momenti em-blematici di un periodo storicoormai vicino al rivoluzionariorsquo68 lrsquoAssociazione perdette loslancio della prima fase e pianpiano si esaurigrave per mancanza disostegni umani e materiali

Il sottoscritto in cerca di nuo-vi interessi musicali e desidero-so di attuare per Galatina piugravesolidi progetti abbandonograve lrsquoAs-sociazione per fondare il Con-corso pianistico nazionaleldquoCafarordquo sostenuto dallrsquoentu-siasmo di un acceso appassio-nato della musica lrsquoamico OnBeniamino De Maria

Poi fu la volta della fondazio-ne del Circolo culturale ldquoIl Por-ticordquo questa volta con lrsquoaiuto digrandi personaggi della culturagalatinese mons Antonio An-tonaci docente universitariostorico e filosofo avv CarloCaggia dott Mario Montinarifondatore dellrsquoOspedaletto pediatrico a Bari e il prof Zef-

firino Rizzelli A fine anni 80sempre con la consulenza aiu-to e incoraggiamento dellrsquoami-co Rizzelli diedi vita ad unambizioso progetto ldquocredordquoutile al prestigio della cittagrave IlCentro Studi Musicali ldquoP Cafa-rordquo Una iniziativa che miravaa istituire in loco un Liceo Mu-sicale Pareggiato ai Conserva-tori di Stato

Ma come ormai molti sannonon fu realizzato solo per unsoffio per insensibilitagrave miopiae incapacitagrave di qualche politicodel momento

Il 1995 egrave lrsquoanno del ritornoagli Amici della Musica ripren-dendo un filo interrotto neglianni rsquo60

La prima riunione con i nuo-vi Amici non puograve non avvenireche nella sua sede naturale ilPalazzo della Cultura Parteci-pano i Proff Michele Benegia-mo Lucia Falco GiovannaLucarelli Maria MazzarellaClelia Massaro la sigra MariaMasi la sigra Giovanna Pelle-

grino lrsquoavv Antonio Legno il dott Domenico Mangione

34 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

1996 - Galatina (LE) - Chiostro Basilica S CaterinaSpettatori durante un Concerto Amici della musica

il prof Zeffirino Rizzelli Le serate iniziano nella Sala ldquoContaldordquo e proseguono

negli anni successivi senza interruzione ospitando fino adoggi oltre 400 fra musi-cisti letterati scrittoripoeti attori cantanti

Dal rsquo95 siamo ormailontani 20 anni ed egravequindi comprensibileche io esprima ora unsenso di generale sod-disfazione e orgoglioIl merito principale na-turalmente va soprat-tutto ai Soci prove-nienti da molti paesidella provincia checon senso di responsa-bilitagrave ed abnegazionehanno sostenuto lrsquoini-ziativa facendoci rag-giungere un traguardoimportante un obietti-vo degno di una gran-de cittagrave una conquista sociale a vantaggio dellrsquointeroSalento

La qualitagrave dei nostri concerti egrave dovuta alla fattiva colla-borazione della nostra Associazione con le piugrave interessan-ti Rassegne internazionali I rispettivi Direttori artisticicollaborano ormai con noi da un porsquo di anni segnalandocii vincitori assoluti dei Concorsi Recentemente abbiamoavuto lrsquoonore della collaborazione con la prestigiosa Acca-demia Internazionale di Imola diretta da un amico il MdegFranco Scala che ha voluto ldquoregalarcirdquo per lrsquoinaugurazio-ne dellrsquoattuale Stagione concertistica uno dei migliori al-

lievi il pianista Roman Lopatinsky che ha mandato in vi-sibilio il numeroso pubblico con un pianismo brillante eun virtuosismo eccezionale

La nostra Associazio-ne egrave ormai una Univer-sitagrave della musica unospazio culturale in cuisi affrontano e svilup-pano tematiche specifi-che della letteraturamusicale nuovi studisulla liederistica ro-mantica e approfondi-menti sui vari stili eforme delle composi-zioni di ogni tempo

Un vero laboratoriosperimentale per ela-borazioni di natura cri-tica e filosofica

Con il programma disala poi sempre ac-compagnato da unrsquoat-tenta guida allrsquoascolto

si continua a perfezionare la formazione critica dei Socioffrendo loro un prezioso mezzo di comprensione dellecomplesse problematiche delle opere musicali

Una realtagrave stimolante per Galatina ed una indicazioneper far riflettere i responsabili politici nazionali

Qualche volta dalla periferia puograve emergere un utile sug-gerimento

Forse sarebbe auspicabile da parte dei politici un porsquo diumiltagrave per sostituirla allrsquoarroganza di chi continua semprea governare isolato con presunzione e incapacitagrave di com-prendere a fondo i veri problemi del Paese bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 35

2015 - Galatina (LE) - Il pianista Roman Lopatinskyallrsquoinaugurazione della stagione concertistica 20152016

Bruno Vittorio Massaro

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 22: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

26 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Era stata educata a Galatina

Sofia Stevens nacque nel 1845 a Gallipoli figlia del vi-ce Console inglese nella citta salentina Henry Stevensche rimase in carica fino al 1867 anno in cui morigrave An-

che il nonno di Sofia Richard era stato vice console dal1829 fino al 1853Mentre la madre diSofia era una nobil-donna di originefranco-napoletanaCarolina Auverny

Sofia era la secon-da di cinque figli (trefemmine e due ma-schi) ed era stataeducata prima a Ga-latina poi alla etagrave diundici anni fu man-data a Napoli doveebbe per maestro dilingue e di poesia Fe-derico Villani aquindici anni ritornograve

a Gallipoli e di qui ebbero inizio come era norma per i gio-vani di buona famiglia i viaggi di formazione in Europa

Con lo zio Giovanni Auverny per due anni Sofia non fe-ce che viaggiare Parigi Madrid Berlino Zurigo Monacodi Baviera Copenaghen ecc Si perfezionograve negli studi clas-sici conoscendo oltre lrsquoitaliano il francese lrsquoinglese lo spa-gnolo e il tedesco e rientrata a Gallipoli cominciograve ascrivere per proprio conto fincheacute morto il padre nel 1867(Sofia ha 22 anni) si trasferigrave con la madre e tutta la fami-glia a Napoli Qui sposograve senzrsquoamore Settimio Bartocci Idue vissero tra Gallipoli e Napoli a seconda delle stagio-ni fincheacute nel 1873 venne diagnosticato a Sofia (ha soltan-to 28 anni) un tumore al seno Da questo momento in poiSofia si trasferisce definitivamente a Napoli Non rivedragravepiugrave Gallipoli Operata tre anni dopo muore il 9 agosto1876 a soli 31 anni di etagrave

Muore con il rimpianto di un amore infelice e con la suaGallipoli nel cuore

Lascia scritte con il lapis in vari quaderni-diari 350 poe-

sie che aveva cominciato a scrivere fin dallrsquoetagrave di 15 anniVerranno pubblicate postume nel 1879 sotto il titololdquoCantirdquo come avrebbe desiderato lei stessa che ammira-va e amava moltissimo i ldquoCantirdquo leopardiani

Era una creatura dolce e malinconica morigrave infeliceVi chiederete comrsquoera Sofia Stevens questa singolare no-

bildonna gallipolitana dellrsquo800Non abbiamo testimonianze coeve ma dallrsquoeffigie del ri-

tratto che ci ha lasciato e soprattutto dalle poesie che ha la-sciato come sorta di testamento spirituale egrave facileimmaginare una creatura dolce fine delicata pallida pa-tetica malinconia romantica e tuttavia non era una fan-ciulla tutte trine e sospiri

Era intelligente colta conosceva quattro lingue di carat-tere molto riservato era schiva viveva appartata aveva unmagnifico rapporto con la natura che la circondava e so-prattutto Sofia si sentiva profondamente gallipolitana fi-glia di quella terra un porsquoruvida ma splendida e generosaE ciograve lo esplicita nelle sue poesie che sono di chiara imita-zione e sul modello tardo-romantico alla Prati o alla Ale-ardi tanto per intenderci anche se il suo modelloinarrivabile fra tutti i poeti da lei conosciuti era GiacomoLeopardi il poeta del dolore a cui si sentiva molto vicinosia per il suo temperamento malinconico che per le tristi

POETI SALENTINI

Gallipoli (LE) - Antica raffigurazione del porto

Sofia Stevens

di Augusto Benemeglio

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 27

personali vicende biografiche Le poesie di Sofia Stevenssono molto sentimentali talora sognanti malinconichedolenti Ma ciograve che ella prova non egrave finzione non appartie-ne alla convenzione percheacute la sua vita fu veramente brevedolorosa e infelice costretta a sposare un uomo che nonamava e a patirne tutte le amare conseguenze e infine col-pita da un male terribile allora incurabile che lrsquoavrebbeportata alla morte tra atroci sofferenze fisiche e spirituali(ldquoA lrsquoalma mia tapina tormenti senza fine innanzi pa-rahelliprdquo) a soli 31 anni

Dal cielo son discesaIn questa fonda valleE al suolo mrsquoha protesaUn infelice amoreNon piugrave lrsquoamorchrsquoio vagheggiava tecoE che potea securaFin confidare a lrsquoecoDe le paterne muraMa di foco avvampante passioneChe sebben corripostaTerribile tenzoneContro me stessa ha impostoInvano io vograve domarlaQual fa lrsquoondaTanto furente da schiantar le digheFuori trabalza e tutto intorno inondaE seco trascinando la rovinaA lrsquoalma mia tapinaTormenti senza fine innanzi paraE mrsquoapparecchia la gelata bara

La ruvidezza degli antichi scogliSofia lrsquoabbiamo detto amograve molto la sua terra natia Gal-

lipoli che considerograve sempre sua prima vera autentica pa-tria sebbene non ci abbia vissuto moltissimo E alla suaterra dedicograve descrizioni poetiche non convenzionali conunrsquoattenzione particolare alla precisione terminologica nelcampo della fauna e della flora salentina frutto della suacuriositagrave e passione per la botanica e le scienze naturali

hellipE si distendeSursquo sassi calcinati darsquo fulgoriDe lrsquoastro che in maggiore in ciel risplendeDiserta vrsquoegrave perograve rude la zollaDa pochi sterpi adorna e serpollinohellip

A me cresciuta Sopra lido marina avanza in coreLa ruvidezza dersquo nativi scoglihellipAride pietre e meste io veggo intornoOve licheni biondi e serpollinoSono i soli a profumar cocente il giornohellipErsquo qui sabbioso il suolo e non vrsquoha ramoE pure e pure questa terra io lrsquoamo

ldquo E mrsquoegrave duolo perenne la vitahelliprdquoAl periodo della fanciullezza e dellrsquoadolescenza si con-

trappone la dura realtagrave del presente in cui sono definitiva-mente tramontati i sogni e le speranze di coronarefelicemente il suo amore Chi domina incontrastato ora egrave ildisinganno e la disillusione

Lrsquoalma fidente si commuove e speraMa il disinganno apparehellipah rio velenoMa finite le gaie stagioniOgni speme con esse egrave partitaOra ignoro gli amori ed i suoniE mrsquoegrave duolo perenne la vita

Giglio nellrsquoombra e nel gelo sullo sfondo di un accesotramonto

Il dolore e la tristezza dellrsquoanimo di Sofia malata in pre-da anche allo sconforto di non poter piugrave rivedere Gallipo-li percheacute il viaggio le sarebbe troppo doloroso fannoaffacciare nella giovane donna lrsquoidea prepotente della mor-te E lo fa con accenti e riecheggiamenti chiaramente leo-pardiani

Oh felici coloro cui concessoErsquo giagrave il riposo de lrsquoeterno sonnoLagrave presso lrsquoonde di quel mar serenoSotteso le robinie e le gaggieDe le fiorite italiche pianureDove srsquoascolta il cinguettio giocondoE dove il pianto semplice donzellaVersa devota sopra lrsquourna amica

Donna Sofia Stevens a cui Gallipoli ha dedicato unavia nel borgo una via discreta e appartata sulla rivieradi tramontana rimarragrave per sempre lrsquoemblema della de-licatezza e della femminilitagrave romantica ma anche dellatenerezza e del profumo discreto un candido giglio trale rocce unlsquoombra delicata e tenera sullo sfondo di unacceso tramonto di Gallipoli bull

28 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

PITTORI GALATINESI

Metafisica scettica mi piace defi-nire la pittura di Totograve Rossettispirito inquieto e indagatore cu-

rioso della condizione esistenziale con-temporanea

E con le sue opere il nostro egrave un ritorno auna ben strana e originale metafisica unametafisica questa volta salace arguta piugraveafferente ndash certo ndash ad uno spirito pirandel-liano ma ndash sento di poter dissentire da cer-ta critica ndash alquanto lontana dalla musainquietante dechirichiana

Rossetti non sembra estraniarsi dal pre-sente non intende costruire un universoche trascenda la realtagrave piuttosto sembravoler fare il verso ai costumi ai tic alle pes-sime abitudini della societagrave massificata inun intento intelligentemente neoillumini-sta che fa perno sulle sorti alternanti e mu-tevoli della natura umana messe a nudo elasciate al compiaciuto ludibrio del visitatore

E dentro questo programma di rivisitazione della socie-tagrave e dellrsquoindividuo occupano un posto preminente la ten-sione critica la contestazione sobria ed elegante che solo la

pittura metafisica puograve pronunciareQuesto nitore delle opere di Rossetti deriva dal fatto che

lrsquoartista sa innanzitutto padroneggiare con abilitagrave la figu-ra competenza che non pare fargli difetto bencheacute proven-

ga da una formazione autodidattaA ciograve si aggiunga anche in lui la

predilezione per talune citazionistilistiche come le incursioni ldquoopti-cal artrdquo o addirittura iperrealisteche costellano tutto un percorso dioriginalitagrave

Dunque una metafisica pura opiuttosto un ideale metafisicoPropenderei per questa seconda in-terpretazione dato che esiste unnon so che di esplicito in quel suocromatismo cosigrave vivido in quellasua fedeltagrave alla forma ndash reinventatasigrave - ma sempre cosigrave sensibile allatrascendentalitagrave e aggrappata al re-taggio concreto dellrsquoesistenza

Talora infatti dalla pitture diRossetti affiora la tentazione delpaesaggio come rispecchiamentodella vita interiore della socialitagraveaffiora altresigrave un elegante figurati-ldquoLrsquoarte invita alla pacerdquo - acrilico su tela

ldquoSirenardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 29

vismo informato a un vagheg-giamento estetizzante dellaforma quasi un esito compen-sativo della coscienza forte-mente avvertita del caratterearido e amaro dellrsquoesistenza

Rossetti pertanto riesce atemperare con questi ricorsi ladisperazione senza attese chegiustamente caratterizza lrsquoere-ditagrave storica della pittura meta-fisica

Un riscontro di ciograve va ricer-cato nel suo ricco repertoriografico che spazia dalla pubbli-citagrave alla satira e nel quale risie-de la sapida inventiva concet-tuale di un uomo ben radicatonel proprio tempo

Antonio Miccoli

Nella personale visione del-la realtagrave Totograve Rossetti ci dagraveuna pittura originale tesa alladescrizione di avvenimenti estati drsquoanimo della societagravecontemporanea in chiave me-tafisica

Le sagome umane negli at-teggiamenti veraci inserite inuna architettura classica dateatro sono da collegare con lospirito penetrante pirandelliano e dechiriano

Crsquoegrave una denuncia della tradizione e crsquoegrave un modo singo-lare di dipingere efficaci come risultato percheacute le ansie deipersonaggi sono espresse e chiuse in una ben orchestrata

sfera eticaLrsquoartista vive e soffre la tra-

sformazione drsquouna societagrave checolloca con forza esistenzialeisolandola e sommergendolanel vuoto drsquouna disperazionesenza attese o nellrsquoillusione dieffimere gioie terrene

I personaggi recano ciascunoil peso del proprio vivere

Lrsquoarte del Rossetti riesce cosigravead esprimere lrsquoinconsistentemutevolezza umana

Sirio Marcianograve

Quasi un ideale metafisico egravela pittura di Totograve Rossetti na-ta da una complessa lievita-zione di spirituale sensibilitagrave enel contempo di partecipazio-ne alla forma che si concretiz-za in elaborati il cui fascinoprincipale egrave dato dalla armo-nica sintesi attuata attraversouna sua ricerca multi cromaed efficace nella resa pittoricae nella ricerca del volumequanto mai significativa nelsuo apporto di tensioni e di vi-brante sensitivitagrave

La ricerca del discorso nuovoed originale egrave dettato dalla sen-

sibilitagrave dellrsquoartista in uno spazio temporale ben definitonon solo nellrsquoaspetto artistico ma anche umano

La sua figurazione si avvale di un concetto espressivo te-so alla leggibile rappresentazione dei soggetti e di un par

ldquoEvardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 31

ticolare mondo pregno di sensibilitagrave umana e come ldquomo-menti di vitardquo nel loro atteggiamento che coglie gli esseriumani mentre compiono determinati gesti che li caratte-rizzano esteticamente e interiormente lrsquointervento croma-tico egrave lasciato alla particolare sensibilitagrave di questo artista

I racconti di intime suggestioni di Totograve Rossetti sono unfluire incantato di immagini sensitive emotive e trepidan-ti di una estrema poesia che trasferite nel colore secondouna metodologia musiva e secondo un respiro delle zonepolicrome egrave una operazione pienamente riuscita soprat-tutto per lrsquooriginale impostazione giocata su fremiti viva-ci e su emozioni improvvise

Sia pur nella meditata complessitagrave delle sue armonioseopere che nellrsquointenso fluire di una poetica sostenuta dasquisita capacitagrave espressiva egrave infatti la tipica urgenzacreativa infrenabile di Totograve Rossetti che sulla tela divieneforza espressiva

Questo suo mondo pittorico in cui la carica dei simbolidi tattili emozioni di percezioni cromatico-strutturali vo-luttuosamente luminose qualificano nella densitagrave materi-ca una personalitagrave decisamente autonoma di quel suofluire spontaneo di quel vibrare continuo di forme e di co-lori narrati con gioia come vita in perpetuo movimento

Nella Mariani

ldquoPrimaverardquo - acrilico su tela

ldquoVenererdquo - acrilico su tela

Le Associazioni degli Amici della Musica sono diffu-se in tutta Italia da oltre un secolo e ubbidiscono a unprincipio esclusivo di promozione e diffusione del-

la musica della sua finalitagrave formativa ed educativa per igrandi valori estetici e morali che esprime

Forse queste Associazioni sono nate per cercare di col-mare una carenza di interessi musicali un vuoto istituzio-nale gravissimo di uno Stato latitante e come dice il MdegRiccardo Muti criminosamente colpevole della inspiegabi-le assenza di insegnamento nelle scuole italiane fra le po-che in Europa

Le Associazioni rappresentano sul territorio nazionaleuna delle poche sicure ancore di salvezza per una catego-ria di musicisti e professionisti una specie ad alto rischiodi estinzione

Dopo piugrave di un secolo di presenza di movimenti cultu-rali stagioni concertistiche concorsi pianistici e tante tan-te idee la situazione musicale italiana rimane incertaquasi sospesa nel vuoto dellrsquoindifferenza dei politici i piugraveresponsabili della storica incapacitagrave di governare la cultu-ra del paese

Non solo ma si assiste anche a frequenti ed assurdi epi-sodi di analfabetismo musicale da parte di molti intellettua-li per nulla impensieriti dalla loro ignoranza anzihellip moltifanno sfoggio in alcune interviste pubbliche financo dellapassione per la musica Poi si va a scoprire quasi sempreche il loro interesse o amore egrave per un genere che non va aldi lagrave delle insignificanti musichette di consumo

I veri amici della musica sono quelli non della ldquopizzica etamburellordquo non della ldquopopolarerdquo neacute della folk e dellarock ma qualche volta della jazzistica e sempre della co-siddetta ldquoClassicardquo per intenderci quella di Palestrina

Monteverdi Mozart Beethoven Cho-pin Schubert Liszt e tanti altri

Noi siamo la patria insieme a Ger-mania e Francia del patrimonio mu-sicale piugrave importante del pianetaRappresentiamo la meta che tutti imusicisti del mondo sognano ma ciograveche avviene per i beni artistici succedeanche per quelli musicali Infatti neabbiamo fin troppi e a volte cadononellrsquooblio alcuni musicisti per i qualialtre nazioni vanterebbero meriti ec-cezionali A Galatina per esempio cisiamo dimenticati di tre illustri citta-dini Pasquale Cafaro del rsquo700 Giu-seppe Lillo dellrsquorsquo800 e Adolfo Gal-luccio del lsquo900

LrsquoItalia a cui il mondo intero conti-nua ancora oggi a guardare con gran-de ammirazione e stima per la suainvidiabile storia della musica egrave ilPaese perograve dove stranamente meno lasi studia diminuisce il numero delle

orchestre scompaiono istituzioni corali e suoi teatri sof-frono per mancanza di risorse e per il loro malgoverno

Si ha lrsquoimpressione che da un momento allrsquoaltro tuttopossa collassare e implodere seppellendo lrsquoimmenso pa-trimonio musicale

Purtroppo lrsquoattenzione delle Istituzioni nazionali e loca-li continua ad essere deludente se non indifferente Ubbi-disce ad una tendenza tutta italiana che si puograve sintetizzarenel pensiero di un noto ministro di un recente governo chediceva ldquoCon la cultura non si mangiardquo

32 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ASSOCIAZIONI CULTURALI

1952 - Galatina (LE) - il Mdeg Bruno Massaro in concerto

Eppure lrsquoItalia egrave secondo le stime dellrsquoUnesco il Paeseche detiene il maggior numero di beni artistici e cultura-li del mondo ma investe meno risorse degli altri Paesieuropei

In Italia siamo al 27deg posto lrsquoultimo E come se non bastasse

queste poche risorse sonocontese da un numero ecces-sivo di Associazioni Enticulturali e Fondazioni e perdi piugrave mal distribuite e spes-so elargite con criteri estra-nei al principio della qualitagravee del merito

La storia musicale di Ga-latina comincia idealmentenel 700 con un suo musici-sta di fama come PasqualeCafaro prosegue nellrsquo800con Giuseppe Lillo compo-sitore di molte opere lirichee musica da camera e nel900 con Adolfo Gallucciodetto Galladol

Questrsquoultimo un musici-sta gentiluomo era un com-positore di pezzi straor-dinari che eseguiva con unasua piccola orchestra drsquoarchiin concerti pubblici e spessoin salotti privati ove ricordosi trascorrevano serate mu-sicali gradevolissime Inquesto stesso periodo forseinfluenzati dalla personalitagravedel Galluccio a metagrave anni50 alcuni amici si attivarono per dare vita alla prima As-sociazione Amici della Musica di Galatina

Artefici eccezionali di questo movimento culturale furo-no la nobildonna Luisina Vallone Sticchi il dott AngeloSodo animatore principale le profsse sorelle Gina e An-tonietta Piscopo la profssa A Congedo la profssa Wan-da Bruno il sig Raffaele Congedo

La prima sede dei concerti fu la palestra della Scuola me-dia ldquoG Pascolirdquo in cui ebbi il piacere di suonare alcune miecomposizioni elogiate dal presentatore allora giovane pre-sidente Angelo Sodo ora giudice in pensione

Dopo qualche anno ci si spostograve nella sala ldquoLillordquo ora Sa-la consiliare del Comune acui sono legato da un tristericordo fui respinto alla por-ta drsquoingresso della Sala per-cheacute sprovvisto di abbona-mento

Per me allora quindicen-ne lrsquoiscrizione allrsquoAssocia-zione era un lusso che nonpotevo permettermi

Intanto a fine anni 50 or-mai affermato nellrsquoambientemusicale galatinese e nonsolo fui incaricato dalla pre-sidente Vallone insieme al-lrsquoamico Virgilio Contaldodella vicepresidenza del-lrsquoAssociazione che in quelperiodo in cerca di una sedepiugrave confortevole fu ospitatanel Circolo cittadino ldquoCirco-lo dei Signorirdquo ora sede deiVigili Urbani Il salone eraabbastanza elegante e ca-piente e il pubblico nonmolto numeroso era suffi-ciente a tenere dignitosa-mente in vita le seratemusicali

In questa nuova sede lrsquoAs-sociazione sembrograve aver tro-

vato finalmente una sua collocazione piugrave in linea con leesigenze di raffinatezza ed eleganza delle sue serate

Ma non si era valutata la presenza di alcuni anticorpi chesi annidavano tra i Soci del Circolo

Succedeva non poche volte che alcuni ldquoSignorirdquo noncu-ranti del concerto in corso nella saletta di lettura a fiancodel salone non sapessero fare a meno della partita a carte

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 33

1990 - Il prof Zeffirino Rizzelli in undibattito pubblico al Centro Studi Musicali

e che nel momento meno op-portuno esclamassero ad altavoce frasi tipiche del gioco del-la scopa

Superati questi momenti em-blematici di un periodo storicoormai vicino al rivoluzionariorsquo68 lrsquoAssociazione perdette loslancio della prima fase e pianpiano si esaurigrave per mancanza disostegni umani e materiali

Il sottoscritto in cerca di nuo-vi interessi musicali e desidero-so di attuare per Galatina piugravesolidi progetti abbandonograve lrsquoAs-sociazione per fondare il Con-corso pianistico nazionaleldquoCafarordquo sostenuto dallrsquoentu-siasmo di un acceso appassio-nato della musica lrsquoamico OnBeniamino De Maria

Poi fu la volta della fondazio-ne del Circolo culturale ldquoIl Por-ticordquo questa volta con lrsquoaiuto digrandi personaggi della culturagalatinese mons Antonio An-tonaci docente universitariostorico e filosofo avv CarloCaggia dott Mario Montinarifondatore dellrsquoOspedaletto pediatrico a Bari e il prof Zef-

firino Rizzelli A fine anni 80sempre con la consulenza aiu-to e incoraggiamento dellrsquoami-co Rizzelli diedi vita ad unambizioso progetto ldquocredordquoutile al prestigio della cittagrave IlCentro Studi Musicali ldquoP Cafa-rordquo Una iniziativa che miravaa istituire in loco un Liceo Mu-sicale Pareggiato ai Conserva-tori di Stato

Ma come ormai molti sannonon fu realizzato solo per unsoffio per insensibilitagrave miopiae incapacitagrave di qualche politicodel momento

Il 1995 egrave lrsquoanno del ritornoagli Amici della Musica ripren-dendo un filo interrotto neglianni rsquo60

La prima riunione con i nuo-vi Amici non puograve non avvenireche nella sua sede naturale ilPalazzo della Cultura Parteci-pano i Proff Michele Benegia-mo Lucia Falco GiovannaLucarelli Maria MazzarellaClelia Massaro la sigra MariaMasi la sigra Giovanna Pelle-

grino lrsquoavv Antonio Legno il dott Domenico Mangione

34 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

1996 - Galatina (LE) - Chiostro Basilica S CaterinaSpettatori durante un Concerto Amici della musica

il prof Zeffirino Rizzelli Le serate iniziano nella Sala ldquoContaldordquo e proseguono

negli anni successivi senza interruzione ospitando fino adoggi oltre 400 fra musi-cisti letterati scrittoripoeti attori cantanti

Dal rsquo95 siamo ormailontani 20 anni ed egravequindi comprensibileche io esprima ora unsenso di generale sod-disfazione e orgoglioIl merito principale na-turalmente va soprat-tutto ai Soci prove-nienti da molti paesidella provincia checon senso di responsa-bilitagrave ed abnegazionehanno sostenuto lrsquoini-ziativa facendoci rag-giungere un traguardoimportante un obietti-vo degno di una gran-de cittagrave una conquista sociale a vantaggio dellrsquointeroSalento

La qualitagrave dei nostri concerti egrave dovuta alla fattiva colla-borazione della nostra Associazione con le piugrave interessan-ti Rassegne internazionali I rispettivi Direttori artisticicollaborano ormai con noi da un porsquo di anni segnalandocii vincitori assoluti dei Concorsi Recentemente abbiamoavuto lrsquoonore della collaborazione con la prestigiosa Acca-demia Internazionale di Imola diretta da un amico il MdegFranco Scala che ha voluto ldquoregalarcirdquo per lrsquoinaugurazio-ne dellrsquoattuale Stagione concertistica uno dei migliori al-

lievi il pianista Roman Lopatinsky che ha mandato in vi-sibilio il numeroso pubblico con un pianismo brillante eun virtuosismo eccezionale

La nostra Associazio-ne egrave ormai una Univer-sitagrave della musica unospazio culturale in cuisi affrontano e svilup-pano tematiche specifi-che della letteraturamusicale nuovi studisulla liederistica ro-mantica e approfondi-menti sui vari stili eforme delle composi-zioni di ogni tempo

Un vero laboratoriosperimentale per ela-borazioni di natura cri-tica e filosofica

Con il programma disala poi sempre ac-compagnato da unrsquoat-tenta guida allrsquoascolto

si continua a perfezionare la formazione critica dei Socioffrendo loro un prezioso mezzo di comprensione dellecomplesse problematiche delle opere musicali

Una realtagrave stimolante per Galatina ed una indicazioneper far riflettere i responsabili politici nazionali

Qualche volta dalla periferia puograve emergere un utile sug-gerimento

Forse sarebbe auspicabile da parte dei politici un porsquo diumiltagrave per sostituirla allrsquoarroganza di chi continua semprea governare isolato con presunzione e incapacitagrave di com-prendere a fondo i veri problemi del Paese bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 35

2015 - Galatina (LE) - Il pianista Roman Lopatinskyallrsquoinaugurazione della stagione concertistica 20152016

Bruno Vittorio Massaro

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 23: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 27

personali vicende biografiche Le poesie di Sofia Stevenssono molto sentimentali talora sognanti malinconichedolenti Ma ciograve che ella prova non egrave finzione non appartie-ne alla convenzione percheacute la sua vita fu veramente brevedolorosa e infelice costretta a sposare un uomo che nonamava e a patirne tutte le amare conseguenze e infine col-pita da un male terribile allora incurabile che lrsquoavrebbeportata alla morte tra atroci sofferenze fisiche e spirituali(ldquoA lrsquoalma mia tapina tormenti senza fine innanzi pa-rahelliprdquo) a soli 31 anni

Dal cielo son discesaIn questa fonda valleE al suolo mrsquoha protesaUn infelice amoreNon piugrave lrsquoamorchrsquoio vagheggiava tecoE che potea securaFin confidare a lrsquoecoDe le paterne muraMa di foco avvampante passioneChe sebben corripostaTerribile tenzoneContro me stessa ha impostoInvano io vograve domarlaQual fa lrsquoondaTanto furente da schiantar le digheFuori trabalza e tutto intorno inondaE seco trascinando la rovinaA lrsquoalma mia tapinaTormenti senza fine innanzi paraE mrsquoapparecchia la gelata bara

La ruvidezza degli antichi scogliSofia lrsquoabbiamo detto amograve molto la sua terra natia Gal-

lipoli che considerograve sempre sua prima vera autentica pa-tria sebbene non ci abbia vissuto moltissimo E alla suaterra dedicograve descrizioni poetiche non convenzionali conunrsquoattenzione particolare alla precisione terminologica nelcampo della fauna e della flora salentina frutto della suacuriositagrave e passione per la botanica e le scienze naturali

hellipE si distendeSursquo sassi calcinati darsquo fulgoriDe lrsquoastro che in maggiore in ciel risplendeDiserta vrsquoegrave perograve rude la zollaDa pochi sterpi adorna e serpollinohellip

A me cresciuta Sopra lido marina avanza in coreLa ruvidezza dersquo nativi scoglihellipAride pietre e meste io veggo intornoOve licheni biondi e serpollinoSono i soli a profumar cocente il giornohellipErsquo qui sabbioso il suolo e non vrsquoha ramoE pure e pure questa terra io lrsquoamo

ldquo E mrsquoegrave duolo perenne la vitahelliprdquoAl periodo della fanciullezza e dellrsquoadolescenza si con-

trappone la dura realtagrave del presente in cui sono definitiva-mente tramontati i sogni e le speranze di coronarefelicemente il suo amore Chi domina incontrastato ora egrave ildisinganno e la disillusione

Lrsquoalma fidente si commuove e speraMa il disinganno apparehellipah rio velenoMa finite le gaie stagioniOgni speme con esse egrave partitaOra ignoro gli amori ed i suoniE mrsquoegrave duolo perenne la vita

Giglio nellrsquoombra e nel gelo sullo sfondo di un accesotramonto

Il dolore e la tristezza dellrsquoanimo di Sofia malata in pre-da anche allo sconforto di non poter piugrave rivedere Gallipo-li percheacute il viaggio le sarebbe troppo doloroso fannoaffacciare nella giovane donna lrsquoidea prepotente della mor-te E lo fa con accenti e riecheggiamenti chiaramente leo-pardiani

Oh felici coloro cui concessoErsquo giagrave il riposo de lrsquoeterno sonnoLagrave presso lrsquoonde di quel mar serenoSotteso le robinie e le gaggieDe le fiorite italiche pianureDove srsquoascolta il cinguettio giocondoE dove il pianto semplice donzellaVersa devota sopra lrsquourna amica

Donna Sofia Stevens a cui Gallipoli ha dedicato unavia nel borgo una via discreta e appartata sulla rivieradi tramontana rimarragrave per sempre lrsquoemblema della de-licatezza e della femminilitagrave romantica ma anche dellatenerezza e del profumo discreto un candido giglio trale rocce unlsquoombra delicata e tenera sullo sfondo di unacceso tramonto di Gallipoli bull

28 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

PITTORI GALATINESI

Metafisica scettica mi piace defi-nire la pittura di Totograve Rossettispirito inquieto e indagatore cu-

rioso della condizione esistenziale con-temporanea

E con le sue opere il nostro egrave un ritorno auna ben strana e originale metafisica unametafisica questa volta salace arguta piugraveafferente ndash certo ndash ad uno spirito pirandel-liano ma ndash sento di poter dissentire da cer-ta critica ndash alquanto lontana dalla musainquietante dechirichiana

Rossetti non sembra estraniarsi dal pre-sente non intende costruire un universoche trascenda la realtagrave piuttosto sembravoler fare il verso ai costumi ai tic alle pes-sime abitudini della societagrave massificata inun intento intelligentemente neoillumini-sta che fa perno sulle sorti alternanti e mu-tevoli della natura umana messe a nudo elasciate al compiaciuto ludibrio del visitatore

E dentro questo programma di rivisitazione della socie-tagrave e dellrsquoindividuo occupano un posto preminente la ten-sione critica la contestazione sobria ed elegante che solo la

pittura metafisica puograve pronunciareQuesto nitore delle opere di Rossetti deriva dal fatto che

lrsquoartista sa innanzitutto padroneggiare con abilitagrave la figu-ra competenza che non pare fargli difetto bencheacute proven-

ga da una formazione autodidattaA ciograve si aggiunga anche in lui la

predilezione per talune citazionistilistiche come le incursioni ldquoopti-cal artrdquo o addirittura iperrealisteche costellano tutto un percorso dioriginalitagrave

Dunque una metafisica pura opiuttosto un ideale metafisicoPropenderei per questa seconda in-terpretazione dato che esiste unnon so che di esplicito in quel suocromatismo cosigrave vivido in quellasua fedeltagrave alla forma ndash reinventatasigrave - ma sempre cosigrave sensibile allatrascendentalitagrave e aggrappata al re-taggio concreto dellrsquoesistenza

Talora infatti dalla pitture diRossetti affiora la tentazione delpaesaggio come rispecchiamentodella vita interiore della socialitagraveaffiora altresigrave un elegante figurati-ldquoLrsquoarte invita alla pacerdquo - acrilico su tela

ldquoSirenardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 29

vismo informato a un vagheg-giamento estetizzante dellaforma quasi un esito compen-sativo della coscienza forte-mente avvertita del caratterearido e amaro dellrsquoesistenza

Rossetti pertanto riesce atemperare con questi ricorsi ladisperazione senza attese chegiustamente caratterizza lrsquoere-ditagrave storica della pittura meta-fisica

Un riscontro di ciograve va ricer-cato nel suo ricco repertoriografico che spazia dalla pubbli-citagrave alla satira e nel quale risie-de la sapida inventiva concet-tuale di un uomo ben radicatonel proprio tempo

Antonio Miccoli

Nella personale visione del-la realtagrave Totograve Rossetti ci dagraveuna pittura originale tesa alladescrizione di avvenimenti estati drsquoanimo della societagravecontemporanea in chiave me-tafisica

Le sagome umane negli at-teggiamenti veraci inserite inuna architettura classica dateatro sono da collegare con lospirito penetrante pirandelliano e dechiriano

Crsquoegrave una denuncia della tradizione e crsquoegrave un modo singo-lare di dipingere efficaci come risultato percheacute le ansie deipersonaggi sono espresse e chiuse in una ben orchestrata

sfera eticaLrsquoartista vive e soffre la tra-

sformazione drsquouna societagrave checolloca con forza esistenzialeisolandola e sommergendolanel vuoto drsquouna disperazionesenza attese o nellrsquoillusione dieffimere gioie terrene

I personaggi recano ciascunoil peso del proprio vivere

Lrsquoarte del Rossetti riesce cosigravead esprimere lrsquoinconsistentemutevolezza umana

Sirio Marcianograve

Quasi un ideale metafisico egravela pittura di Totograve Rossetti na-ta da una complessa lievita-zione di spirituale sensibilitagrave enel contempo di partecipazio-ne alla forma che si concretiz-za in elaborati il cui fascinoprincipale egrave dato dalla armo-nica sintesi attuata attraversouna sua ricerca multi cromaed efficace nella resa pittoricae nella ricerca del volumequanto mai significativa nelsuo apporto di tensioni e di vi-brante sensitivitagrave

La ricerca del discorso nuovoed originale egrave dettato dalla sen-

sibilitagrave dellrsquoartista in uno spazio temporale ben definitonon solo nellrsquoaspetto artistico ma anche umano

La sua figurazione si avvale di un concetto espressivo te-so alla leggibile rappresentazione dei soggetti e di un par

ldquoEvardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 31

ticolare mondo pregno di sensibilitagrave umana e come ldquomo-menti di vitardquo nel loro atteggiamento che coglie gli esseriumani mentre compiono determinati gesti che li caratte-rizzano esteticamente e interiormente lrsquointervento croma-tico egrave lasciato alla particolare sensibilitagrave di questo artista

I racconti di intime suggestioni di Totograve Rossetti sono unfluire incantato di immagini sensitive emotive e trepidan-ti di una estrema poesia che trasferite nel colore secondouna metodologia musiva e secondo un respiro delle zonepolicrome egrave una operazione pienamente riuscita soprat-tutto per lrsquooriginale impostazione giocata su fremiti viva-ci e su emozioni improvvise

Sia pur nella meditata complessitagrave delle sue armonioseopere che nellrsquointenso fluire di una poetica sostenuta dasquisita capacitagrave espressiva egrave infatti la tipica urgenzacreativa infrenabile di Totograve Rossetti che sulla tela divieneforza espressiva

Questo suo mondo pittorico in cui la carica dei simbolidi tattili emozioni di percezioni cromatico-strutturali vo-luttuosamente luminose qualificano nella densitagrave materi-ca una personalitagrave decisamente autonoma di quel suofluire spontaneo di quel vibrare continuo di forme e di co-lori narrati con gioia come vita in perpetuo movimento

Nella Mariani

ldquoPrimaverardquo - acrilico su tela

ldquoVenererdquo - acrilico su tela

Le Associazioni degli Amici della Musica sono diffu-se in tutta Italia da oltre un secolo e ubbidiscono a unprincipio esclusivo di promozione e diffusione del-

la musica della sua finalitagrave formativa ed educativa per igrandi valori estetici e morali che esprime

Forse queste Associazioni sono nate per cercare di col-mare una carenza di interessi musicali un vuoto istituzio-nale gravissimo di uno Stato latitante e come dice il MdegRiccardo Muti criminosamente colpevole della inspiegabi-le assenza di insegnamento nelle scuole italiane fra le po-che in Europa

Le Associazioni rappresentano sul territorio nazionaleuna delle poche sicure ancore di salvezza per una catego-ria di musicisti e professionisti una specie ad alto rischiodi estinzione

Dopo piugrave di un secolo di presenza di movimenti cultu-rali stagioni concertistiche concorsi pianistici e tante tan-te idee la situazione musicale italiana rimane incertaquasi sospesa nel vuoto dellrsquoindifferenza dei politici i piugraveresponsabili della storica incapacitagrave di governare la cultu-ra del paese

Non solo ma si assiste anche a frequenti ed assurdi epi-sodi di analfabetismo musicale da parte di molti intellettua-li per nulla impensieriti dalla loro ignoranza anzihellip moltifanno sfoggio in alcune interviste pubbliche financo dellapassione per la musica Poi si va a scoprire quasi sempreche il loro interesse o amore egrave per un genere che non va aldi lagrave delle insignificanti musichette di consumo

I veri amici della musica sono quelli non della ldquopizzica etamburellordquo non della ldquopopolarerdquo neacute della folk e dellarock ma qualche volta della jazzistica e sempre della co-siddetta ldquoClassicardquo per intenderci quella di Palestrina

Monteverdi Mozart Beethoven Cho-pin Schubert Liszt e tanti altri

Noi siamo la patria insieme a Ger-mania e Francia del patrimonio mu-sicale piugrave importante del pianetaRappresentiamo la meta che tutti imusicisti del mondo sognano ma ciograveche avviene per i beni artistici succedeanche per quelli musicali Infatti neabbiamo fin troppi e a volte cadononellrsquooblio alcuni musicisti per i qualialtre nazioni vanterebbero meriti ec-cezionali A Galatina per esempio cisiamo dimenticati di tre illustri citta-dini Pasquale Cafaro del rsquo700 Giu-seppe Lillo dellrsquorsquo800 e Adolfo Gal-luccio del lsquo900

LrsquoItalia a cui il mondo intero conti-nua ancora oggi a guardare con gran-de ammirazione e stima per la suainvidiabile storia della musica egrave ilPaese perograve dove stranamente meno lasi studia diminuisce il numero delle

orchestre scompaiono istituzioni corali e suoi teatri sof-frono per mancanza di risorse e per il loro malgoverno

Si ha lrsquoimpressione che da un momento allrsquoaltro tuttopossa collassare e implodere seppellendo lrsquoimmenso pa-trimonio musicale

Purtroppo lrsquoattenzione delle Istituzioni nazionali e loca-li continua ad essere deludente se non indifferente Ubbi-disce ad una tendenza tutta italiana che si puograve sintetizzarenel pensiero di un noto ministro di un recente governo chediceva ldquoCon la cultura non si mangiardquo

32 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ASSOCIAZIONI CULTURALI

1952 - Galatina (LE) - il Mdeg Bruno Massaro in concerto

Eppure lrsquoItalia egrave secondo le stime dellrsquoUnesco il Paeseche detiene il maggior numero di beni artistici e cultura-li del mondo ma investe meno risorse degli altri Paesieuropei

In Italia siamo al 27deg posto lrsquoultimo E come se non bastasse

queste poche risorse sonocontese da un numero ecces-sivo di Associazioni Enticulturali e Fondazioni e perdi piugrave mal distribuite e spes-so elargite con criteri estra-nei al principio della qualitagravee del merito

La storia musicale di Ga-latina comincia idealmentenel 700 con un suo musici-sta di fama come PasqualeCafaro prosegue nellrsquo800con Giuseppe Lillo compo-sitore di molte opere lirichee musica da camera e nel900 con Adolfo Gallucciodetto Galladol

Questrsquoultimo un musici-sta gentiluomo era un com-positore di pezzi straor-dinari che eseguiva con unasua piccola orchestra drsquoarchiin concerti pubblici e spessoin salotti privati ove ricordosi trascorrevano serate mu-sicali gradevolissime Inquesto stesso periodo forseinfluenzati dalla personalitagravedel Galluccio a metagrave anni50 alcuni amici si attivarono per dare vita alla prima As-sociazione Amici della Musica di Galatina

Artefici eccezionali di questo movimento culturale furo-no la nobildonna Luisina Vallone Sticchi il dott AngeloSodo animatore principale le profsse sorelle Gina e An-tonietta Piscopo la profssa A Congedo la profssa Wan-da Bruno il sig Raffaele Congedo

La prima sede dei concerti fu la palestra della Scuola me-dia ldquoG Pascolirdquo in cui ebbi il piacere di suonare alcune miecomposizioni elogiate dal presentatore allora giovane pre-sidente Angelo Sodo ora giudice in pensione

Dopo qualche anno ci si spostograve nella sala ldquoLillordquo ora Sa-la consiliare del Comune acui sono legato da un tristericordo fui respinto alla por-ta drsquoingresso della Sala per-cheacute sprovvisto di abbona-mento

Per me allora quindicen-ne lrsquoiscrizione allrsquoAssocia-zione era un lusso che nonpotevo permettermi

Intanto a fine anni 50 or-mai affermato nellrsquoambientemusicale galatinese e nonsolo fui incaricato dalla pre-sidente Vallone insieme al-lrsquoamico Virgilio Contaldodella vicepresidenza del-lrsquoAssociazione che in quelperiodo in cerca di una sedepiugrave confortevole fu ospitatanel Circolo cittadino ldquoCirco-lo dei Signorirdquo ora sede deiVigili Urbani Il salone eraabbastanza elegante e ca-piente e il pubblico nonmolto numeroso era suffi-ciente a tenere dignitosa-mente in vita le seratemusicali

In questa nuova sede lrsquoAs-sociazione sembrograve aver tro-

vato finalmente una sua collocazione piugrave in linea con leesigenze di raffinatezza ed eleganza delle sue serate

Ma non si era valutata la presenza di alcuni anticorpi chesi annidavano tra i Soci del Circolo

Succedeva non poche volte che alcuni ldquoSignorirdquo noncu-ranti del concerto in corso nella saletta di lettura a fiancodel salone non sapessero fare a meno della partita a carte

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 33

1990 - Il prof Zeffirino Rizzelli in undibattito pubblico al Centro Studi Musicali

e che nel momento meno op-portuno esclamassero ad altavoce frasi tipiche del gioco del-la scopa

Superati questi momenti em-blematici di un periodo storicoormai vicino al rivoluzionariorsquo68 lrsquoAssociazione perdette loslancio della prima fase e pianpiano si esaurigrave per mancanza disostegni umani e materiali

Il sottoscritto in cerca di nuo-vi interessi musicali e desidero-so di attuare per Galatina piugravesolidi progetti abbandonograve lrsquoAs-sociazione per fondare il Con-corso pianistico nazionaleldquoCafarordquo sostenuto dallrsquoentu-siasmo di un acceso appassio-nato della musica lrsquoamico OnBeniamino De Maria

Poi fu la volta della fondazio-ne del Circolo culturale ldquoIl Por-ticordquo questa volta con lrsquoaiuto digrandi personaggi della culturagalatinese mons Antonio An-tonaci docente universitariostorico e filosofo avv CarloCaggia dott Mario Montinarifondatore dellrsquoOspedaletto pediatrico a Bari e il prof Zef-

firino Rizzelli A fine anni 80sempre con la consulenza aiu-to e incoraggiamento dellrsquoami-co Rizzelli diedi vita ad unambizioso progetto ldquocredordquoutile al prestigio della cittagrave IlCentro Studi Musicali ldquoP Cafa-rordquo Una iniziativa che miravaa istituire in loco un Liceo Mu-sicale Pareggiato ai Conserva-tori di Stato

Ma come ormai molti sannonon fu realizzato solo per unsoffio per insensibilitagrave miopiae incapacitagrave di qualche politicodel momento

Il 1995 egrave lrsquoanno del ritornoagli Amici della Musica ripren-dendo un filo interrotto neglianni rsquo60

La prima riunione con i nuo-vi Amici non puograve non avvenireche nella sua sede naturale ilPalazzo della Cultura Parteci-pano i Proff Michele Benegia-mo Lucia Falco GiovannaLucarelli Maria MazzarellaClelia Massaro la sigra MariaMasi la sigra Giovanna Pelle-

grino lrsquoavv Antonio Legno il dott Domenico Mangione

34 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

1996 - Galatina (LE) - Chiostro Basilica S CaterinaSpettatori durante un Concerto Amici della musica

il prof Zeffirino Rizzelli Le serate iniziano nella Sala ldquoContaldordquo e proseguono

negli anni successivi senza interruzione ospitando fino adoggi oltre 400 fra musi-cisti letterati scrittoripoeti attori cantanti

Dal rsquo95 siamo ormailontani 20 anni ed egravequindi comprensibileche io esprima ora unsenso di generale sod-disfazione e orgoglioIl merito principale na-turalmente va soprat-tutto ai Soci prove-nienti da molti paesidella provincia checon senso di responsa-bilitagrave ed abnegazionehanno sostenuto lrsquoini-ziativa facendoci rag-giungere un traguardoimportante un obietti-vo degno di una gran-de cittagrave una conquista sociale a vantaggio dellrsquointeroSalento

La qualitagrave dei nostri concerti egrave dovuta alla fattiva colla-borazione della nostra Associazione con le piugrave interessan-ti Rassegne internazionali I rispettivi Direttori artisticicollaborano ormai con noi da un porsquo di anni segnalandocii vincitori assoluti dei Concorsi Recentemente abbiamoavuto lrsquoonore della collaborazione con la prestigiosa Acca-demia Internazionale di Imola diretta da un amico il MdegFranco Scala che ha voluto ldquoregalarcirdquo per lrsquoinaugurazio-ne dellrsquoattuale Stagione concertistica uno dei migliori al-

lievi il pianista Roman Lopatinsky che ha mandato in vi-sibilio il numeroso pubblico con un pianismo brillante eun virtuosismo eccezionale

La nostra Associazio-ne egrave ormai una Univer-sitagrave della musica unospazio culturale in cuisi affrontano e svilup-pano tematiche specifi-che della letteraturamusicale nuovi studisulla liederistica ro-mantica e approfondi-menti sui vari stili eforme delle composi-zioni di ogni tempo

Un vero laboratoriosperimentale per ela-borazioni di natura cri-tica e filosofica

Con il programma disala poi sempre ac-compagnato da unrsquoat-tenta guida allrsquoascolto

si continua a perfezionare la formazione critica dei Socioffrendo loro un prezioso mezzo di comprensione dellecomplesse problematiche delle opere musicali

Una realtagrave stimolante per Galatina ed una indicazioneper far riflettere i responsabili politici nazionali

Qualche volta dalla periferia puograve emergere un utile sug-gerimento

Forse sarebbe auspicabile da parte dei politici un porsquo diumiltagrave per sostituirla allrsquoarroganza di chi continua semprea governare isolato con presunzione e incapacitagrave di com-prendere a fondo i veri problemi del Paese bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 35

2015 - Galatina (LE) - Il pianista Roman Lopatinskyallrsquoinaugurazione della stagione concertistica 20152016

Bruno Vittorio Massaro

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 24: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

28 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

PITTORI GALATINESI

Metafisica scettica mi piace defi-nire la pittura di Totograve Rossettispirito inquieto e indagatore cu-

rioso della condizione esistenziale con-temporanea

E con le sue opere il nostro egrave un ritorno auna ben strana e originale metafisica unametafisica questa volta salace arguta piugraveafferente ndash certo ndash ad uno spirito pirandel-liano ma ndash sento di poter dissentire da cer-ta critica ndash alquanto lontana dalla musainquietante dechirichiana

Rossetti non sembra estraniarsi dal pre-sente non intende costruire un universoche trascenda la realtagrave piuttosto sembravoler fare il verso ai costumi ai tic alle pes-sime abitudini della societagrave massificata inun intento intelligentemente neoillumini-sta che fa perno sulle sorti alternanti e mu-tevoli della natura umana messe a nudo elasciate al compiaciuto ludibrio del visitatore

E dentro questo programma di rivisitazione della socie-tagrave e dellrsquoindividuo occupano un posto preminente la ten-sione critica la contestazione sobria ed elegante che solo la

pittura metafisica puograve pronunciareQuesto nitore delle opere di Rossetti deriva dal fatto che

lrsquoartista sa innanzitutto padroneggiare con abilitagrave la figu-ra competenza che non pare fargli difetto bencheacute proven-

ga da una formazione autodidattaA ciograve si aggiunga anche in lui la

predilezione per talune citazionistilistiche come le incursioni ldquoopti-cal artrdquo o addirittura iperrealisteche costellano tutto un percorso dioriginalitagrave

Dunque una metafisica pura opiuttosto un ideale metafisicoPropenderei per questa seconda in-terpretazione dato che esiste unnon so che di esplicito in quel suocromatismo cosigrave vivido in quellasua fedeltagrave alla forma ndash reinventatasigrave - ma sempre cosigrave sensibile allatrascendentalitagrave e aggrappata al re-taggio concreto dellrsquoesistenza

Talora infatti dalla pitture diRossetti affiora la tentazione delpaesaggio come rispecchiamentodella vita interiore della socialitagraveaffiora altresigrave un elegante figurati-ldquoLrsquoarte invita alla pacerdquo - acrilico su tela

ldquoSirenardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 29

vismo informato a un vagheg-giamento estetizzante dellaforma quasi un esito compen-sativo della coscienza forte-mente avvertita del caratterearido e amaro dellrsquoesistenza

Rossetti pertanto riesce atemperare con questi ricorsi ladisperazione senza attese chegiustamente caratterizza lrsquoere-ditagrave storica della pittura meta-fisica

Un riscontro di ciograve va ricer-cato nel suo ricco repertoriografico che spazia dalla pubbli-citagrave alla satira e nel quale risie-de la sapida inventiva concet-tuale di un uomo ben radicatonel proprio tempo

Antonio Miccoli

Nella personale visione del-la realtagrave Totograve Rossetti ci dagraveuna pittura originale tesa alladescrizione di avvenimenti estati drsquoanimo della societagravecontemporanea in chiave me-tafisica

Le sagome umane negli at-teggiamenti veraci inserite inuna architettura classica dateatro sono da collegare con lospirito penetrante pirandelliano e dechiriano

Crsquoegrave una denuncia della tradizione e crsquoegrave un modo singo-lare di dipingere efficaci come risultato percheacute le ansie deipersonaggi sono espresse e chiuse in una ben orchestrata

sfera eticaLrsquoartista vive e soffre la tra-

sformazione drsquouna societagrave checolloca con forza esistenzialeisolandola e sommergendolanel vuoto drsquouna disperazionesenza attese o nellrsquoillusione dieffimere gioie terrene

I personaggi recano ciascunoil peso del proprio vivere

Lrsquoarte del Rossetti riesce cosigravead esprimere lrsquoinconsistentemutevolezza umana

Sirio Marcianograve

Quasi un ideale metafisico egravela pittura di Totograve Rossetti na-ta da una complessa lievita-zione di spirituale sensibilitagrave enel contempo di partecipazio-ne alla forma che si concretiz-za in elaborati il cui fascinoprincipale egrave dato dalla armo-nica sintesi attuata attraversouna sua ricerca multi cromaed efficace nella resa pittoricae nella ricerca del volumequanto mai significativa nelsuo apporto di tensioni e di vi-brante sensitivitagrave

La ricerca del discorso nuovoed originale egrave dettato dalla sen-

sibilitagrave dellrsquoartista in uno spazio temporale ben definitonon solo nellrsquoaspetto artistico ma anche umano

La sua figurazione si avvale di un concetto espressivo te-so alla leggibile rappresentazione dei soggetti e di un par

ldquoEvardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 31

ticolare mondo pregno di sensibilitagrave umana e come ldquomo-menti di vitardquo nel loro atteggiamento che coglie gli esseriumani mentre compiono determinati gesti che li caratte-rizzano esteticamente e interiormente lrsquointervento croma-tico egrave lasciato alla particolare sensibilitagrave di questo artista

I racconti di intime suggestioni di Totograve Rossetti sono unfluire incantato di immagini sensitive emotive e trepidan-ti di una estrema poesia che trasferite nel colore secondouna metodologia musiva e secondo un respiro delle zonepolicrome egrave una operazione pienamente riuscita soprat-tutto per lrsquooriginale impostazione giocata su fremiti viva-ci e su emozioni improvvise

Sia pur nella meditata complessitagrave delle sue armonioseopere che nellrsquointenso fluire di una poetica sostenuta dasquisita capacitagrave espressiva egrave infatti la tipica urgenzacreativa infrenabile di Totograve Rossetti che sulla tela divieneforza espressiva

Questo suo mondo pittorico in cui la carica dei simbolidi tattili emozioni di percezioni cromatico-strutturali vo-luttuosamente luminose qualificano nella densitagrave materi-ca una personalitagrave decisamente autonoma di quel suofluire spontaneo di quel vibrare continuo di forme e di co-lori narrati con gioia come vita in perpetuo movimento

Nella Mariani

ldquoPrimaverardquo - acrilico su tela

ldquoVenererdquo - acrilico su tela

Le Associazioni degli Amici della Musica sono diffu-se in tutta Italia da oltre un secolo e ubbidiscono a unprincipio esclusivo di promozione e diffusione del-

la musica della sua finalitagrave formativa ed educativa per igrandi valori estetici e morali che esprime

Forse queste Associazioni sono nate per cercare di col-mare una carenza di interessi musicali un vuoto istituzio-nale gravissimo di uno Stato latitante e come dice il MdegRiccardo Muti criminosamente colpevole della inspiegabi-le assenza di insegnamento nelle scuole italiane fra le po-che in Europa

Le Associazioni rappresentano sul territorio nazionaleuna delle poche sicure ancore di salvezza per una catego-ria di musicisti e professionisti una specie ad alto rischiodi estinzione

Dopo piugrave di un secolo di presenza di movimenti cultu-rali stagioni concertistiche concorsi pianistici e tante tan-te idee la situazione musicale italiana rimane incertaquasi sospesa nel vuoto dellrsquoindifferenza dei politici i piugraveresponsabili della storica incapacitagrave di governare la cultu-ra del paese

Non solo ma si assiste anche a frequenti ed assurdi epi-sodi di analfabetismo musicale da parte di molti intellettua-li per nulla impensieriti dalla loro ignoranza anzihellip moltifanno sfoggio in alcune interviste pubbliche financo dellapassione per la musica Poi si va a scoprire quasi sempreche il loro interesse o amore egrave per un genere che non va aldi lagrave delle insignificanti musichette di consumo

I veri amici della musica sono quelli non della ldquopizzica etamburellordquo non della ldquopopolarerdquo neacute della folk e dellarock ma qualche volta della jazzistica e sempre della co-siddetta ldquoClassicardquo per intenderci quella di Palestrina

Monteverdi Mozart Beethoven Cho-pin Schubert Liszt e tanti altri

Noi siamo la patria insieme a Ger-mania e Francia del patrimonio mu-sicale piugrave importante del pianetaRappresentiamo la meta che tutti imusicisti del mondo sognano ma ciograveche avviene per i beni artistici succedeanche per quelli musicali Infatti neabbiamo fin troppi e a volte cadononellrsquooblio alcuni musicisti per i qualialtre nazioni vanterebbero meriti ec-cezionali A Galatina per esempio cisiamo dimenticati di tre illustri citta-dini Pasquale Cafaro del rsquo700 Giu-seppe Lillo dellrsquorsquo800 e Adolfo Gal-luccio del lsquo900

LrsquoItalia a cui il mondo intero conti-nua ancora oggi a guardare con gran-de ammirazione e stima per la suainvidiabile storia della musica egrave ilPaese perograve dove stranamente meno lasi studia diminuisce il numero delle

orchestre scompaiono istituzioni corali e suoi teatri sof-frono per mancanza di risorse e per il loro malgoverno

Si ha lrsquoimpressione che da un momento allrsquoaltro tuttopossa collassare e implodere seppellendo lrsquoimmenso pa-trimonio musicale

Purtroppo lrsquoattenzione delle Istituzioni nazionali e loca-li continua ad essere deludente se non indifferente Ubbi-disce ad una tendenza tutta italiana che si puograve sintetizzarenel pensiero di un noto ministro di un recente governo chediceva ldquoCon la cultura non si mangiardquo

32 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ASSOCIAZIONI CULTURALI

1952 - Galatina (LE) - il Mdeg Bruno Massaro in concerto

Eppure lrsquoItalia egrave secondo le stime dellrsquoUnesco il Paeseche detiene il maggior numero di beni artistici e cultura-li del mondo ma investe meno risorse degli altri Paesieuropei

In Italia siamo al 27deg posto lrsquoultimo E come se non bastasse

queste poche risorse sonocontese da un numero ecces-sivo di Associazioni Enticulturali e Fondazioni e perdi piugrave mal distribuite e spes-so elargite con criteri estra-nei al principio della qualitagravee del merito

La storia musicale di Ga-latina comincia idealmentenel 700 con un suo musici-sta di fama come PasqualeCafaro prosegue nellrsquo800con Giuseppe Lillo compo-sitore di molte opere lirichee musica da camera e nel900 con Adolfo Gallucciodetto Galladol

Questrsquoultimo un musici-sta gentiluomo era un com-positore di pezzi straor-dinari che eseguiva con unasua piccola orchestra drsquoarchiin concerti pubblici e spessoin salotti privati ove ricordosi trascorrevano serate mu-sicali gradevolissime Inquesto stesso periodo forseinfluenzati dalla personalitagravedel Galluccio a metagrave anni50 alcuni amici si attivarono per dare vita alla prima As-sociazione Amici della Musica di Galatina

Artefici eccezionali di questo movimento culturale furo-no la nobildonna Luisina Vallone Sticchi il dott AngeloSodo animatore principale le profsse sorelle Gina e An-tonietta Piscopo la profssa A Congedo la profssa Wan-da Bruno il sig Raffaele Congedo

La prima sede dei concerti fu la palestra della Scuola me-dia ldquoG Pascolirdquo in cui ebbi il piacere di suonare alcune miecomposizioni elogiate dal presentatore allora giovane pre-sidente Angelo Sodo ora giudice in pensione

Dopo qualche anno ci si spostograve nella sala ldquoLillordquo ora Sa-la consiliare del Comune acui sono legato da un tristericordo fui respinto alla por-ta drsquoingresso della Sala per-cheacute sprovvisto di abbona-mento

Per me allora quindicen-ne lrsquoiscrizione allrsquoAssocia-zione era un lusso che nonpotevo permettermi

Intanto a fine anni 50 or-mai affermato nellrsquoambientemusicale galatinese e nonsolo fui incaricato dalla pre-sidente Vallone insieme al-lrsquoamico Virgilio Contaldodella vicepresidenza del-lrsquoAssociazione che in quelperiodo in cerca di una sedepiugrave confortevole fu ospitatanel Circolo cittadino ldquoCirco-lo dei Signorirdquo ora sede deiVigili Urbani Il salone eraabbastanza elegante e ca-piente e il pubblico nonmolto numeroso era suffi-ciente a tenere dignitosa-mente in vita le seratemusicali

In questa nuova sede lrsquoAs-sociazione sembrograve aver tro-

vato finalmente una sua collocazione piugrave in linea con leesigenze di raffinatezza ed eleganza delle sue serate

Ma non si era valutata la presenza di alcuni anticorpi chesi annidavano tra i Soci del Circolo

Succedeva non poche volte che alcuni ldquoSignorirdquo noncu-ranti del concerto in corso nella saletta di lettura a fiancodel salone non sapessero fare a meno della partita a carte

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 33

1990 - Il prof Zeffirino Rizzelli in undibattito pubblico al Centro Studi Musicali

e che nel momento meno op-portuno esclamassero ad altavoce frasi tipiche del gioco del-la scopa

Superati questi momenti em-blematici di un periodo storicoormai vicino al rivoluzionariorsquo68 lrsquoAssociazione perdette loslancio della prima fase e pianpiano si esaurigrave per mancanza disostegni umani e materiali

Il sottoscritto in cerca di nuo-vi interessi musicali e desidero-so di attuare per Galatina piugravesolidi progetti abbandonograve lrsquoAs-sociazione per fondare il Con-corso pianistico nazionaleldquoCafarordquo sostenuto dallrsquoentu-siasmo di un acceso appassio-nato della musica lrsquoamico OnBeniamino De Maria

Poi fu la volta della fondazio-ne del Circolo culturale ldquoIl Por-ticordquo questa volta con lrsquoaiuto digrandi personaggi della culturagalatinese mons Antonio An-tonaci docente universitariostorico e filosofo avv CarloCaggia dott Mario Montinarifondatore dellrsquoOspedaletto pediatrico a Bari e il prof Zef-

firino Rizzelli A fine anni 80sempre con la consulenza aiu-to e incoraggiamento dellrsquoami-co Rizzelli diedi vita ad unambizioso progetto ldquocredordquoutile al prestigio della cittagrave IlCentro Studi Musicali ldquoP Cafa-rordquo Una iniziativa che miravaa istituire in loco un Liceo Mu-sicale Pareggiato ai Conserva-tori di Stato

Ma come ormai molti sannonon fu realizzato solo per unsoffio per insensibilitagrave miopiae incapacitagrave di qualche politicodel momento

Il 1995 egrave lrsquoanno del ritornoagli Amici della Musica ripren-dendo un filo interrotto neglianni rsquo60

La prima riunione con i nuo-vi Amici non puograve non avvenireche nella sua sede naturale ilPalazzo della Cultura Parteci-pano i Proff Michele Benegia-mo Lucia Falco GiovannaLucarelli Maria MazzarellaClelia Massaro la sigra MariaMasi la sigra Giovanna Pelle-

grino lrsquoavv Antonio Legno il dott Domenico Mangione

34 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

1996 - Galatina (LE) - Chiostro Basilica S CaterinaSpettatori durante un Concerto Amici della musica

il prof Zeffirino Rizzelli Le serate iniziano nella Sala ldquoContaldordquo e proseguono

negli anni successivi senza interruzione ospitando fino adoggi oltre 400 fra musi-cisti letterati scrittoripoeti attori cantanti

Dal rsquo95 siamo ormailontani 20 anni ed egravequindi comprensibileche io esprima ora unsenso di generale sod-disfazione e orgoglioIl merito principale na-turalmente va soprat-tutto ai Soci prove-nienti da molti paesidella provincia checon senso di responsa-bilitagrave ed abnegazionehanno sostenuto lrsquoini-ziativa facendoci rag-giungere un traguardoimportante un obietti-vo degno di una gran-de cittagrave una conquista sociale a vantaggio dellrsquointeroSalento

La qualitagrave dei nostri concerti egrave dovuta alla fattiva colla-borazione della nostra Associazione con le piugrave interessan-ti Rassegne internazionali I rispettivi Direttori artisticicollaborano ormai con noi da un porsquo di anni segnalandocii vincitori assoluti dei Concorsi Recentemente abbiamoavuto lrsquoonore della collaborazione con la prestigiosa Acca-demia Internazionale di Imola diretta da un amico il MdegFranco Scala che ha voluto ldquoregalarcirdquo per lrsquoinaugurazio-ne dellrsquoattuale Stagione concertistica uno dei migliori al-

lievi il pianista Roman Lopatinsky che ha mandato in vi-sibilio il numeroso pubblico con un pianismo brillante eun virtuosismo eccezionale

La nostra Associazio-ne egrave ormai una Univer-sitagrave della musica unospazio culturale in cuisi affrontano e svilup-pano tematiche specifi-che della letteraturamusicale nuovi studisulla liederistica ro-mantica e approfondi-menti sui vari stili eforme delle composi-zioni di ogni tempo

Un vero laboratoriosperimentale per ela-borazioni di natura cri-tica e filosofica

Con il programma disala poi sempre ac-compagnato da unrsquoat-tenta guida allrsquoascolto

si continua a perfezionare la formazione critica dei Socioffrendo loro un prezioso mezzo di comprensione dellecomplesse problematiche delle opere musicali

Una realtagrave stimolante per Galatina ed una indicazioneper far riflettere i responsabili politici nazionali

Qualche volta dalla periferia puograve emergere un utile sug-gerimento

Forse sarebbe auspicabile da parte dei politici un porsquo diumiltagrave per sostituirla allrsquoarroganza di chi continua semprea governare isolato con presunzione e incapacitagrave di com-prendere a fondo i veri problemi del Paese bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 35

2015 - Galatina (LE) - Il pianista Roman Lopatinskyallrsquoinaugurazione della stagione concertistica 20152016

Bruno Vittorio Massaro

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 25: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 29

vismo informato a un vagheg-giamento estetizzante dellaforma quasi un esito compen-sativo della coscienza forte-mente avvertita del caratterearido e amaro dellrsquoesistenza

Rossetti pertanto riesce atemperare con questi ricorsi ladisperazione senza attese chegiustamente caratterizza lrsquoere-ditagrave storica della pittura meta-fisica

Un riscontro di ciograve va ricer-cato nel suo ricco repertoriografico che spazia dalla pubbli-citagrave alla satira e nel quale risie-de la sapida inventiva concet-tuale di un uomo ben radicatonel proprio tempo

Antonio Miccoli

Nella personale visione del-la realtagrave Totograve Rossetti ci dagraveuna pittura originale tesa alladescrizione di avvenimenti estati drsquoanimo della societagravecontemporanea in chiave me-tafisica

Le sagome umane negli at-teggiamenti veraci inserite inuna architettura classica dateatro sono da collegare con lospirito penetrante pirandelliano e dechiriano

Crsquoegrave una denuncia della tradizione e crsquoegrave un modo singo-lare di dipingere efficaci come risultato percheacute le ansie deipersonaggi sono espresse e chiuse in una ben orchestrata

sfera eticaLrsquoartista vive e soffre la tra-

sformazione drsquouna societagrave checolloca con forza esistenzialeisolandola e sommergendolanel vuoto drsquouna disperazionesenza attese o nellrsquoillusione dieffimere gioie terrene

I personaggi recano ciascunoil peso del proprio vivere

Lrsquoarte del Rossetti riesce cosigravead esprimere lrsquoinconsistentemutevolezza umana

Sirio Marcianograve

Quasi un ideale metafisico egravela pittura di Totograve Rossetti na-ta da una complessa lievita-zione di spirituale sensibilitagrave enel contempo di partecipazio-ne alla forma che si concretiz-za in elaborati il cui fascinoprincipale egrave dato dalla armo-nica sintesi attuata attraversouna sua ricerca multi cromaed efficace nella resa pittoricae nella ricerca del volumequanto mai significativa nelsuo apporto di tensioni e di vi-brante sensitivitagrave

La ricerca del discorso nuovoed originale egrave dettato dalla sen-

sibilitagrave dellrsquoartista in uno spazio temporale ben definitonon solo nellrsquoaspetto artistico ma anche umano

La sua figurazione si avvale di un concetto espressivo te-so alla leggibile rappresentazione dei soggetti e di un par

ldquoEvardquo - acrilico su tela

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 31

ticolare mondo pregno di sensibilitagrave umana e come ldquomo-menti di vitardquo nel loro atteggiamento che coglie gli esseriumani mentre compiono determinati gesti che li caratte-rizzano esteticamente e interiormente lrsquointervento croma-tico egrave lasciato alla particolare sensibilitagrave di questo artista

I racconti di intime suggestioni di Totograve Rossetti sono unfluire incantato di immagini sensitive emotive e trepidan-ti di una estrema poesia che trasferite nel colore secondouna metodologia musiva e secondo un respiro delle zonepolicrome egrave una operazione pienamente riuscita soprat-tutto per lrsquooriginale impostazione giocata su fremiti viva-ci e su emozioni improvvise

Sia pur nella meditata complessitagrave delle sue armonioseopere che nellrsquointenso fluire di una poetica sostenuta dasquisita capacitagrave espressiva egrave infatti la tipica urgenzacreativa infrenabile di Totograve Rossetti che sulla tela divieneforza espressiva

Questo suo mondo pittorico in cui la carica dei simbolidi tattili emozioni di percezioni cromatico-strutturali vo-luttuosamente luminose qualificano nella densitagrave materi-ca una personalitagrave decisamente autonoma di quel suofluire spontaneo di quel vibrare continuo di forme e di co-lori narrati con gioia come vita in perpetuo movimento

Nella Mariani

ldquoPrimaverardquo - acrilico su tela

ldquoVenererdquo - acrilico su tela

Le Associazioni degli Amici della Musica sono diffu-se in tutta Italia da oltre un secolo e ubbidiscono a unprincipio esclusivo di promozione e diffusione del-

la musica della sua finalitagrave formativa ed educativa per igrandi valori estetici e morali che esprime

Forse queste Associazioni sono nate per cercare di col-mare una carenza di interessi musicali un vuoto istituzio-nale gravissimo di uno Stato latitante e come dice il MdegRiccardo Muti criminosamente colpevole della inspiegabi-le assenza di insegnamento nelle scuole italiane fra le po-che in Europa

Le Associazioni rappresentano sul territorio nazionaleuna delle poche sicure ancore di salvezza per una catego-ria di musicisti e professionisti una specie ad alto rischiodi estinzione

Dopo piugrave di un secolo di presenza di movimenti cultu-rali stagioni concertistiche concorsi pianistici e tante tan-te idee la situazione musicale italiana rimane incertaquasi sospesa nel vuoto dellrsquoindifferenza dei politici i piugraveresponsabili della storica incapacitagrave di governare la cultu-ra del paese

Non solo ma si assiste anche a frequenti ed assurdi epi-sodi di analfabetismo musicale da parte di molti intellettua-li per nulla impensieriti dalla loro ignoranza anzihellip moltifanno sfoggio in alcune interviste pubbliche financo dellapassione per la musica Poi si va a scoprire quasi sempreche il loro interesse o amore egrave per un genere che non va aldi lagrave delle insignificanti musichette di consumo

I veri amici della musica sono quelli non della ldquopizzica etamburellordquo non della ldquopopolarerdquo neacute della folk e dellarock ma qualche volta della jazzistica e sempre della co-siddetta ldquoClassicardquo per intenderci quella di Palestrina

Monteverdi Mozart Beethoven Cho-pin Schubert Liszt e tanti altri

Noi siamo la patria insieme a Ger-mania e Francia del patrimonio mu-sicale piugrave importante del pianetaRappresentiamo la meta che tutti imusicisti del mondo sognano ma ciograveche avviene per i beni artistici succedeanche per quelli musicali Infatti neabbiamo fin troppi e a volte cadononellrsquooblio alcuni musicisti per i qualialtre nazioni vanterebbero meriti ec-cezionali A Galatina per esempio cisiamo dimenticati di tre illustri citta-dini Pasquale Cafaro del rsquo700 Giu-seppe Lillo dellrsquorsquo800 e Adolfo Gal-luccio del lsquo900

LrsquoItalia a cui il mondo intero conti-nua ancora oggi a guardare con gran-de ammirazione e stima per la suainvidiabile storia della musica egrave ilPaese perograve dove stranamente meno lasi studia diminuisce il numero delle

orchestre scompaiono istituzioni corali e suoi teatri sof-frono per mancanza di risorse e per il loro malgoverno

Si ha lrsquoimpressione che da un momento allrsquoaltro tuttopossa collassare e implodere seppellendo lrsquoimmenso pa-trimonio musicale

Purtroppo lrsquoattenzione delle Istituzioni nazionali e loca-li continua ad essere deludente se non indifferente Ubbi-disce ad una tendenza tutta italiana che si puograve sintetizzarenel pensiero di un noto ministro di un recente governo chediceva ldquoCon la cultura non si mangiardquo

32 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ASSOCIAZIONI CULTURALI

1952 - Galatina (LE) - il Mdeg Bruno Massaro in concerto

Eppure lrsquoItalia egrave secondo le stime dellrsquoUnesco il Paeseche detiene il maggior numero di beni artistici e cultura-li del mondo ma investe meno risorse degli altri Paesieuropei

In Italia siamo al 27deg posto lrsquoultimo E come se non bastasse

queste poche risorse sonocontese da un numero ecces-sivo di Associazioni Enticulturali e Fondazioni e perdi piugrave mal distribuite e spes-so elargite con criteri estra-nei al principio della qualitagravee del merito

La storia musicale di Ga-latina comincia idealmentenel 700 con un suo musici-sta di fama come PasqualeCafaro prosegue nellrsquo800con Giuseppe Lillo compo-sitore di molte opere lirichee musica da camera e nel900 con Adolfo Gallucciodetto Galladol

Questrsquoultimo un musici-sta gentiluomo era un com-positore di pezzi straor-dinari che eseguiva con unasua piccola orchestra drsquoarchiin concerti pubblici e spessoin salotti privati ove ricordosi trascorrevano serate mu-sicali gradevolissime Inquesto stesso periodo forseinfluenzati dalla personalitagravedel Galluccio a metagrave anni50 alcuni amici si attivarono per dare vita alla prima As-sociazione Amici della Musica di Galatina

Artefici eccezionali di questo movimento culturale furo-no la nobildonna Luisina Vallone Sticchi il dott AngeloSodo animatore principale le profsse sorelle Gina e An-tonietta Piscopo la profssa A Congedo la profssa Wan-da Bruno il sig Raffaele Congedo

La prima sede dei concerti fu la palestra della Scuola me-dia ldquoG Pascolirdquo in cui ebbi il piacere di suonare alcune miecomposizioni elogiate dal presentatore allora giovane pre-sidente Angelo Sodo ora giudice in pensione

Dopo qualche anno ci si spostograve nella sala ldquoLillordquo ora Sa-la consiliare del Comune acui sono legato da un tristericordo fui respinto alla por-ta drsquoingresso della Sala per-cheacute sprovvisto di abbona-mento

Per me allora quindicen-ne lrsquoiscrizione allrsquoAssocia-zione era un lusso che nonpotevo permettermi

Intanto a fine anni 50 or-mai affermato nellrsquoambientemusicale galatinese e nonsolo fui incaricato dalla pre-sidente Vallone insieme al-lrsquoamico Virgilio Contaldodella vicepresidenza del-lrsquoAssociazione che in quelperiodo in cerca di una sedepiugrave confortevole fu ospitatanel Circolo cittadino ldquoCirco-lo dei Signorirdquo ora sede deiVigili Urbani Il salone eraabbastanza elegante e ca-piente e il pubblico nonmolto numeroso era suffi-ciente a tenere dignitosa-mente in vita le seratemusicali

In questa nuova sede lrsquoAs-sociazione sembrograve aver tro-

vato finalmente una sua collocazione piugrave in linea con leesigenze di raffinatezza ed eleganza delle sue serate

Ma non si era valutata la presenza di alcuni anticorpi chesi annidavano tra i Soci del Circolo

Succedeva non poche volte che alcuni ldquoSignorirdquo noncu-ranti del concerto in corso nella saletta di lettura a fiancodel salone non sapessero fare a meno della partita a carte

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 33

1990 - Il prof Zeffirino Rizzelli in undibattito pubblico al Centro Studi Musicali

e che nel momento meno op-portuno esclamassero ad altavoce frasi tipiche del gioco del-la scopa

Superati questi momenti em-blematici di un periodo storicoormai vicino al rivoluzionariorsquo68 lrsquoAssociazione perdette loslancio della prima fase e pianpiano si esaurigrave per mancanza disostegni umani e materiali

Il sottoscritto in cerca di nuo-vi interessi musicali e desidero-so di attuare per Galatina piugravesolidi progetti abbandonograve lrsquoAs-sociazione per fondare il Con-corso pianistico nazionaleldquoCafarordquo sostenuto dallrsquoentu-siasmo di un acceso appassio-nato della musica lrsquoamico OnBeniamino De Maria

Poi fu la volta della fondazio-ne del Circolo culturale ldquoIl Por-ticordquo questa volta con lrsquoaiuto digrandi personaggi della culturagalatinese mons Antonio An-tonaci docente universitariostorico e filosofo avv CarloCaggia dott Mario Montinarifondatore dellrsquoOspedaletto pediatrico a Bari e il prof Zef-

firino Rizzelli A fine anni 80sempre con la consulenza aiu-to e incoraggiamento dellrsquoami-co Rizzelli diedi vita ad unambizioso progetto ldquocredordquoutile al prestigio della cittagrave IlCentro Studi Musicali ldquoP Cafa-rordquo Una iniziativa che miravaa istituire in loco un Liceo Mu-sicale Pareggiato ai Conserva-tori di Stato

Ma come ormai molti sannonon fu realizzato solo per unsoffio per insensibilitagrave miopiae incapacitagrave di qualche politicodel momento

Il 1995 egrave lrsquoanno del ritornoagli Amici della Musica ripren-dendo un filo interrotto neglianni rsquo60

La prima riunione con i nuo-vi Amici non puograve non avvenireche nella sua sede naturale ilPalazzo della Cultura Parteci-pano i Proff Michele Benegia-mo Lucia Falco GiovannaLucarelli Maria MazzarellaClelia Massaro la sigra MariaMasi la sigra Giovanna Pelle-

grino lrsquoavv Antonio Legno il dott Domenico Mangione

34 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

1996 - Galatina (LE) - Chiostro Basilica S CaterinaSpettatori durante un Concerto Amici della musica

il prof Zeffirino Rizzelli Le serate iniziano nella Sala ldquoContaldordquo e proseguono

negli anni successivi senza interruzione ospitando fino adoggi oltre 400 fra musi-cisti letterati scrittoripoeti attori cantanti

Dal rsquo95 siamo ormailontani 20 anni ed egravequindi comprensibileche io esprima ora unsenso di generale sod-disfazione e orgoglioIl merito principale na-turalmente va soprat-tutto ai Soci prove-nienti da molti paesidella provincia checon senso di responsa-bilitagrave ed abnegazionehanno sostenuto lrsquoini-ziativa facendoci rag-giungere un traguardoimportante un obietti-vo degno di una gran-de cittagrave una conquista sociale a vantaggio dellrsquointeroSalento

La qualitagrave dei nostri concerti egrave dovuta alla fattiva colla-borazione della nostra Associazione con le piugrave interessan-ti Rassegne internazionali I rispettivi Direttori artisticicollaborano ormai con noi da un porsquo di anni segnalandocii vincitori assoluti dei Concorsi Recentemente abbiamoavuto lrsquoonore della collaborazione con la prestigiosa Acca-demia Internazionale di Imola diretta da un amico il MdegFranco Scala che ha voluto ldquoregalarcirdquo per lrsquoinaugurazio-ne dellrsquoattuale Stagione concertistica uno dei migliori al-

lievi il pianista Roman Lopatinsky che ha mandato in vi-sibilio il numeroso pubblico con un pianismo brillante eun virtuosismo eccezionale

La nostra Associazio-ne egrave ormai una Univer-sitagrave della musica unospazio culturale in cuisi affrontano e svilup-pano tematiche specifi-che della letteraturamusicale nuovi studisulla liederistica ro-mantica e approfondi-menti sui vari stili eforme delle composi-zioni di ogni tempo

Un vero laboratoriosperimentale per ela-borazioni di natura cri-tica e filosofica

Con il programma disala poi sempre ac-compagnato da unrsquoat-tenta guida allrsquoascolto

si continua a perfezionare la formazione critica dei Socioffrendo loro un prezioso mezzo di comprensione dellecomplesse problematiche delle opere musicali

Una realtagrave stimolante per Galatina ed una indicazioneper far riflettere i responsabili politici nazionali

Qualche volta dalla periferia puograve emergere un utile sug-gerimento

Forse sarebbe auspicabile da parte dei politici un porsquo diumiltagrave per sostituirla allrsquoarroganza di chi continua semprea governare isolato con presunzione e incapacitagrave di com-prendere a fondo i veri problemi del Paese bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 35

2015 - Galatina (LE) - Il pianista Roman Lopatinskyallrsquoinaugurazione della stagione concertistica 20152016

Bruno Vittorio Massaro

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 26: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 31

ticolare mondo pregno di sensibilitagrave umana e come ldquomo-menti di vitardquo nel loro atteggiamento che coglie gli esseriumani mentre compiono determinati gesti che li caratte-rizzano esteticamente e interiormente lrsquointervento croma-tico egrave lasciato alla particolare sensibilitagrave di questo artista

I racconti di intime suggestioni di Totograve Rossetti sono unfluire incantato di immagini sensitive emotive e trepidan-ti di una estrema poesia che trasferite nel colore secondouna metodologia musiva e secondo un respiro delle zonepolicrome egrave una operazione pienamente riuscita soprat-tutto per lrsquooriginale impostazione giocata su fremiti viva-ci e su emozioni improvvise

Sia pur nella meditata complessitagrave delle sue armonioseopere che nellrsquointenso fluire di una poetica sostenuta dasquisita capacitagrave espressiva egrave infatti la tipica urgenzacreativa infrenabile di Totograve Rossetti che sulla tela divieneforza espressiva

Questo suo mondo pittorico in cui la carica dei simbolidi tattili emozioni di percezioni cromatico-strutturali vo-luttuosamente luminose qualificano nella densitagrave materi-ca una personalitagrave decisamente autonoma di quel suofluire spontaneo di quel vibrare continuo di forme e di co-lori narrati con gioia come vita in perpetuo movimento

Nella Mariani

ldquoPrimaverardquo - acrilico su tela

ldquoVenererdquo - acrilico su tela

Le Associazioni degli Amici della Musica sono diffu-se in tutta Italia da oltre un secolo e ubbidiscono a unprincipio esclusivo di promozione e diffusione del-

la musica della sua finalitagrave formativa ed educativa per igrandi valori estetici e morali che esprime

Forse queste Associazioni sono nate per cercare di col-mare una carenza di interessi musicali un vuoto istituzio-nale gravissimo di uno Stato latitante e come dice il MdegRiccardo Muti criminosamente colpevole della inspiegabi-le assenza di insegnamento nelle scuole italiane fra le po-che in Europa

Le Associazioni rappresentano sul territorio nazionaleuna delle poche sicure ancore di salvezza per una catego-ria di musicisti e professionisti una specie ad alto rischiodi estinzione

Dopo piugrave di un secolo di presenza di movimenti cultu-rali stagioni concertistiche concorsi pianistici e tante tan-te idee la situazione musicale italiana rimane incertaquasi sospesa nel vuoto dellrsquoindifferenza dei politici i piugraveresponsabili della storica incapacitagrave di governare la cultu-ra del paese

Non solo ma si assiste anche a frequenti ed assurdi epi-sodi di analfabetismo musicale da parte di molti intellettua-li per nulla impensieriti dalla loro ignoranza anzihellip moltifanno sfoggio in alcune interviste pubbliche financo dellapassione per la musica Poi si va a scoprire quasi sempreche il loro interesse o amore egrave per un genere che non va aldi lagrave delle insignificanti musichette di consumo

I veri amici della musica sono quelli non della ldquopizzica etamburellordquo non della ldquopopolarerdquo neacute della folk e dellarock ma qualche volta della jazzistica e sempre della co-siddetta ldquoClassicardquo per intenderci quella di Palestrina

Monteverdi Mozart Beethoven Cho-pin Schubert Liszt e tanti altri

Noi siamo la patria insieme a Ger-mania e Francia del patrimonio mu-sicale piugrave importante del pianetaRappresentiamo la meta che tutti imusicisti del mondo sognano ma ciograveche avviene per i beni artistici succedeanche per quelli musicali Infatti neabbiamo fin troppi e a volte cadononellrsquooblio alcuni musicisti per i qualialtre nazioni vanterebbero meriti ec-cezionali A Galatina per esempio cisiamo dimenticati di tre illustri citta-dini Pasquale Cafaro del rsquo700 Giu-seppe Lillo dellrsquorsquo800 e Adolfo Gal-luccio del lsquo900

LrsquoItalia a cui il mondo intero conti-nua ancora oggi a guardare con gran-de ammirazione e stima per la suainvidiabile storia della musica egrave ilPaese perograve dove stranamente meno lasi studia diminuisce il numero delle

orchestre scompaiono istituzioni corali e suoi teatri sof-frono per mancanza di risorse e per il loro malgoverno

Si ha lrsquoimpressione che da un momento allrsquoaltro tuttopossa collassare e implodere seppellendo lrsquoimmenso pa-trimonio musicale

Purtroppo lrsquoattenzione delle Istituzioni nazionali e loca-li continua ad essere deludente se non indifferente Ubbi-disce ad una tendenza tutta italiana che si puograve sintetizzarenel pensiero di un noto ministro di un recente governo chediceva ldquoCon la cultura non si mangiardquo

32 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ASSOCIAZIONI CULTURALI

1952 - Galatina (LE) - il Mdeg Bruno Massaro in concerto

Eppure lrsquoItalia egrave secondo le stime dellrsquoUnesco il Paeseche detiene il maggior numero di beni artistici e cultura-li del mondo ma investe meno risorse degli altri Paesieuropei

In Italia siamo al 27deg posto lrsquoultimo E come se non bastasse

queste poche risorse sonocontese da un numero ecces-sivo di Associazioni Enticulturali e Fondazioni e perdi piugrave mal distribuite e spes-so elargite con criteri estra-nei al principio della qualitagravee del merito

La storia musicale di Ga-latina comincia idealmentenel 700 con un suo musici-sta di fama come PasqualeCafaro prosegue nellrsquo800con Giuseppe Lillo compo-sitore di molte opere lirichee musica da camera e nel900 con Adolfo Gallucciodetto Galladol

Questrsquoultimo un musici-sta gentiluomo era un com-positore di pezzi straor-dinari che eseguiva con unasua piccola orchestra drsquoarchiin concerti pubblici e spessoin salotti privati ove ricordosi trascorrevano serate mu-sicali gradevolissime Inquesto stesso periodo forseinfluenzati dalla personalitagravedel Galluccio a metagrave anni50 alcuni amici si attivarono per dare vita alla prima As-sociazione Amici della Musica di Galatina

Artefici eccezionali di questo movimento culturale furo-no la nobildonna Luisina Vallone Sticchi il dott AngeloSodo animatore principale le profsse sorelle Gina e An-tonietta Piscopo la profssa A Congedo la profssa Wan-da Bruno il sig Raffaele Congedo

La prima sede dei concerti fu la palestra della Scuola me-dia ldquoG Pascolirdquo in cui ebbi il piacere di suonare alcune miecomposizioni elogiate dal presentatore allora giovane pre-sidente Angelo Sodo ora giudice in pensione

Dopo qualche anno ci si spostograve nella sala ldquoLillordquo ora Sa-la consiliare del Comune acui sono legato da un tristericordo fui respinto alla por-ta drsquoingresso della Sala per-cheacute sprovvisto di abbona-mento

Per me allora quindicen-ne lrsquoiscrizione allrsquoAssocia-zione era un lusso che nonpotevo permettermi

Intanto a fine anni 50 or-mai affermato nellrsquoambientemusicale galatinese e nonsolo fui incaricato dalla pre-sidente Vallone insieme al-lrsquoamico Virgilio Contaldodella vicepresidenza del-lrsquoAssociazione che in quelperiodo in cerca di una sedepiugrave confortevole fu ospitatanel Circolo cittadino ldquoCirco-lo dei Signorirdquo ora sede deiVigili Urbani Il salone eraabbastanza elegante e ca-piente e il pubblico nonmolto numeroso era suffi-ciente a tenere dignitosa-mente in vita le seratemusicali

In questa nuova sede lrsquoAs-sociazione sembrograve aver tro-

vato finalmente una sua collocazione piugrave in linea con leesigenze di raffinatezza ed eleganza delle sue serate

Ma non si era valutata la presenza di alcuni anticorpi chesi annidavano tra i Soci del Circolo

Succedeva non poche volte che alcuni ldquoSignorirdquo noncu-ranti del concerto in corso nella saletta di lettura a fiancodel salone non sapessero fare a meno della partita a carte

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 33

1990 - Il prof Zeffirino Rizzelli in undibattito pubblico al Centro Studi Musicali

e che nel momento meno op-portuno esclamassero ad altavoce frasi tipiche del gioco del-la scopa

Superati questi momenti em-blematici di un periodo storicoormai vicino al rivoluzionariorsquo68 lrsquoAssociazione perdette loslancio della prima fase e pianpiano si esaurigrave per mancanza disostegni umani e materiali

Il sottoscritto in cerca di nuo-vi interessi musicali e desidero-so di attuare per Galatina piugravesolidi progetti abbandonograve lrsquoAs-sociazione per fondare il Con-corso pianistico nazionaleldquoCafarordquo sostenuto dallrsquoentu-siasmo di un acceso appassio-nato della musica lrsquoamico OnBeniamino De Maria

Poi fu la volta della fondazio-ne del Circolo culturale ldquoIl Por-ticordquo questa volta con lrsquoaiuto digrandi personaggi della culturagalatinese mons Antonio An-tonaci docente universitariostorico e filosofo avv CarloCaggia dott Mario Montinarifondatore dellrsquoOspedaletto pediatrico a Bari e il prof Zef-

firino Rizzelli A fine anni 80sempre con la consulenza aiu-to e incoraggiamento dellrsquoami-co Rizzelli diedi vita ad unambizioso progetto ldquocredordquoutile al prestigio della cittagrave IlCentro Studi Musicali ldquoP Cafa-rordquo Una iniziativa che miravaa istituire in loco un Liceo Mu-sicale Pareggiato ai Conserva-tori di Stato

Ma come ormai molti sannonon fu realizzato solo per unsoffio per insensibilitagrave miopiae incapacitagrave di qualche politicodel momento

Il 1995 egrave lrsquoanno del ritornoagli Amici della Musica ripren-dendo un filo interrotto neglianni rsquo60

La prima riunione con i nuo-vi Amici non puograve non avvenireche nella sua sede naturale ilPalazzo della Cultura Parteci-pano i Proff Michele Benegia-mo Lucia Falco GiovannaLucarelli Maria MazzarellaClelia Massaro la sigra MariaMasi la sigra Giovanna Pelle-

grino lrsquoavv Antonio Legno il dott Domenico Mangione

34 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

1996 - Galatina (LE) - Chiostro Basilica S CaterinaSpettatori durante un Concerto Amici della musica

il prof Zeffirino Rizzelli Le serate iniziano nella Sala ldquoContaldordquo e proseguono

negli anni successivi senza interruzione ospitando fino adoggi oltre 400 fra musi-cisti letterati scrittoripoeti attori cantanti

Dal rsquo95 siamo ormailontani 20 anni ed egravequindi comprensibileche io esprima ora unsenso di generale sod-disfazione e orgoglioIl merito principale na-turalmente va soprat-tutto ai Soci prove-nienti da molti paesidella provincia checon senso di responsa-bilitagrave ed abnegazionehanno sostenuto lrsquoini-ziativa facendoci rag-giungere un traguardoimportante un obietti-vo degno di una gran-de cittagrave una conquista sociale a vantaggio dellrsquointeroSalento

La qualitagrave dei nostri concerti egrave dovuta alla fattiva colla-borazione della nostra Associazione con le piugrave interessan-ti Rassegne internazionali I rispettivi Direttori artisticicollaborano ormai con noi da un porsquo di anni segnalandocii vincitori assoluti dei Concorsi Recentemente abbiamoavuto lrsquoonore della collaborazione con la prestigiosa Acca-demia Internazionale di Imola diretta da un amico il MdegFranco Scala che ha voluto ldquoregalarcirdquo per lrsquoinaugurazio-ne dellrsquoattuale Stagione concertistica uno dei migliori al-

lievi il pianista Roman Lopatinsky che ha mandato in vi-sibilio il numeroso pubblico con un pianismo brillante eun virtuosismo eccezionale

La nostra Associazio-ne egrave ormai una Univer-sitagrave della musica unospazio culturale in cuisi affrontano e svilup-pano tematiche specifi-che della letteraturamusicale nuovi studisulla liederistica ro-mantica e approfondi-menti sui vari stili eforme delle composi-zioni di ogni tempo

Un vero laboratoriosperimentale per ela-borazioni di natura cri-tica e filosofica

Con il programma disala poi sempre ac-compagnato da unrsquoat-tenta guida allrsquoascolto

si continua a perfezionare la formazione critica dei Socioffrendo loro un prezioso mezzo di comprensione dellecomplesse problematiche delle opere musicali

Una realtagrave stimolante per Galatina ed una indicazioneper far riflettere i responsabili politici nazionali

Qualche volta dalla periferia puograve emergere un utile sug-gerimento

Forse sarebbe auspicabile da parte dei politici un porsquo diumiltagrave per sostituirla allrsquoarroganza di chi continua semprea governare isolato con presunzione e incapacitagrave di com-prendere a fondo i veri problemi del Paese bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 35

2015 - Galatina (LE) - Il pianista Roman Lopatinskyallrsquoinaugurazione della stagione concertistica 20152016

Bruno Vittorio Massaro

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 27: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

Le Associazioni degli Amici della Musica sono diffu-se in tutta Italia da oltre un secolo e ubbidiscono a unprincipio esclusivo di promozione e diffusione del-

la musica della sua finalitagrave formativa ed educativa per igrandi valori estetici e morali che esprime

Forse queste Associazioni sono nate per cercare di col-mare una carenza di interessi musicali un vuoto istituzio-nale gravissimo di uno Stato latitante e come dice il MdegRiccardo Muti criminosamente colpevole della inspiegabi-le assenza di insegnamento nelle scuole italiane fra le po-che in Europa

Le Associazioni rappresentano sul territorio nazionaleuna delle poche sicure ancore di salvezza per una catego-ria di musicisti e professionisti una specie ad alto rischiodi estinzione

Dopo piugrave di un secolo di presenza di movimenti cultu-rali stagioni concertistiche concorsi pianistici e tante tan-te idee la situazione musicale italiana rimane incertaquasi sospesa nel vuoto dellrsquoindifferenza dei politici i piugraveresponsabili della storica incapacitagrave di governare la cultu-ra del paese

Non solo ma si assiste anche a frequenti ed assurdi epi-sodi di analfabetismo musicale da parte di molti intellettua-li per nulla impensieriti dalla loro ignoranza anzihellip moltifanno sfoggio in alcune interviste pubbliche financo dellapassione per la musica Poi si va a scoprire quasi sempreche il loro interesse o amore egrave per un genere che non va aldi lagrave delle insignificanti musichette di consumo

I veri amici della musica sono quelli non della ldquopizzica etamburellordquo non della ldquopopolarerdquo neacute della folk e dellarock ma qualche volta della jazzistica e sempre della co-siddetta ldquoClassicardquo per intenderci quella di Palestrina

Monteverdi Mozart Beethoven Cho-pin Schubert Liszt e tanti altri

Noi siamo la patria insieme a Ger-mania e Francia del patrimonio mu-sicale piugrave importante del pianetaRappresentiamo la meta che tutti imusicisti del mondo sognano ma ciograveche avviene per i beni artistici succedeanche per quelli musicali Infatti neabbiamo fin troppi e a volte cadononellrsquooblio alcuni musicisti per i qualialtre nazioni vanterebbero meriti ec-cezionali A Galatina per esempio cisiamo dimenticati di tre illustri citta-dini Pasquale Cafaro del rsquo700 Giu-seppe Lillo dellrsquorsquo800 e Adolfo Gal-luccio del lsquo900

LrsquoItalia a cui il mondo intero conti-nua ancora oggi a guardare con gran-de ammirazione e stima per la suainvidiabile storia della musica egrave ilPaese perograve dove stranamente meno lasi studia diminuisce il numero delle

orchestre scompaiono istituzioni corali e suoi teatri sof-frono per mancanza di risorse e per il loro malgoverno

Si ha lrsquoimpressione che da un momento allrsquoaltro tuttopossa collassare e implodere seppellendo lrsquoimmenso pa-trimonio musicale

Purtroppo lrsquoattenzione delle Istituzioni nazionali e loca-li continua ad essere deludente se non indifferente Ubbi-disce ad una tendenza tutta italiana che si puograve sintetizzarenel pensiero di un noto ministro di un recente governo chediceva ldquoCon la cultura non si mangiardquo

32 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ASSOCIAZIONI CULTURALI

1952 - Galatina (LE) - il Mdeg Bruno Massaro in concerto

Eppure lrsquoItalia egrave secondo le stime dellrsquoUnesco il Paeseche detiene il maggior numero di beni artistici e cultura-li del mondo ma investe meno risorse degli altri Paesieuropei

In Italia siamo al 27deg posto lrsquoultimo E come se non bastasse

queste poche risorse sonocontese da un numero ecces-sivo di Associazioni Enticulturali e Fondazioni e perdi piugrave mal distribuite e spes-so elargite con criteri estra-nei al principio della qualitagravee del merito

La storia musicale di Ga-latina comincia idealmentenel 700 con un suo musici-sta di fama come PasqualeCafaro prosegue nellrsquo800con Giuseppe Lillo compo-sitore di molte opere lirichee musica da camera e nel900 con Adolfo Gallucciodetto Galladol

Questrsquoultimo un musici-sta gentiluomo era un com-positore di pezzi straor-dinari che eseguiva con unasua piccola orchestra drsquoarchiin concerti pubblici e spessoin salotti privati ove ricordosi trascorrevano serate mu-sicali gradevolissime Inquesto stesso periodo forseinfluenzati dalla personalitagravedel Galluccio a metagrave anni50 alcuni amici si attivarono per dare vita alla prima As-sociazione Amici della Musica di Galatina

Artefici eccezionali di questo movimento culturale furo-no la nobildonna Luisina Vallone Sticchi il dott AngeloSodo animatore principale le profsse sorelle Gina e An-tonietta Piscopo la profssa A Congedo la profssa Wan-da Bruno il sig Raffaele Congedo

La prima sede dei concerti fu la palestra della Scuola me-dia ldquoG Pascolirdquo in cui ebbi il piacere di suonare alcune miecomposizioni elogiate dal presentatore allora giovane pre-sidente Angelo Sodo ora giudice in pensione

Dopo qualche anno ci si spostograve nella sala ldquoLillordquo ora Sa-la consiliare del Comune acui sono legato da un tristericordo fui respinto alla por-ta drsquoingresso della Sala per-cheacute sprovvisto di abbona-mento

Per me allora quindicen-ne lrsquoiscrizione allrsquoAssocia-zione era un lusso che nonpotevo permettermi

Intanto a fine anni 50 or-mai affermato nellrsquoambientemusicale galatinese e nonsolo fui incaricato dalla pre-sidente Vallone insieme al-lrsquoamico Virgilio Contaldodella vicepresidenza del-lrsquoAssociazione che in quelperiodo in cerca di una sedepiugrave confortevole fu ospitatanel Circolo cittadino ldquoCirco-lo dei Signorirdquo ora sede deiVigili Urbani Il salone eraabbastanza elegante e ca-piente e il pubblico nonmolto numeroso era suffi-ciente a tenere dignitosa-mente in vita le seratemusicali

In questa nuova sede lrsquoAs-sociazione sembrograve aver tro-

vato finalmente una sua collocazione piugrave in linea con leesigenze di raffinatezza ed eleganza delle sue serate

Ma non si era valutata la presenza di alcuni anticorpi chesi annidavano tra i Soci del Circolo

Succedeva non poche volte che alcuni ldquoSignorirdquo noncu-ranti del concerto in corso nella saletta di lettura a fiancodel salone non sapessero fare a meno della partita a carte

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 33

1990 - Il prof Zeffirino Rizzelli in undibattito pubblico al Centro Studi Musicali

e che nel momento meno op-portuno esclamassero ad altavoce frasi tipiche del gioco del-la scopa

Superati questi momenti em-blematici di un periodo storicoormai vicino al rivoluzionariorsquo68 lrsquoAssociazione perdette loslancio della prima fase e pianpiano si esaurigrave per mancanza disostegni umani e materiali

Il sottoscritto in cerca di nuo-vi interessi musicali e desidero-so di attuare per Galatina piugravesolidi progetti abbandonograve lrsquoAs-sociazione per fondare il Con-corso pianistico nazionaleldquoCafarordquo sostenuto dallrsquoentu-siasmo di un acceso appassio-nato della musica lrsquoamico OnBeniamino De Maria

Poi fu la volta della fondazio-ne del Circolo culturale ldquoIl Por-ticordquo questa volta con lrsquoaiuto digrandi personaggi della culturagalatinese mons Antonio An-tonaci docente universitariostorico e filosofo avv CarloCaggia dott Mario Montinarifondatore dellrsquoOspedaletto pediatrico a Bari e il prof Zef-

firino Rizzelli A fine anni 80sempre con la consulenza aiu-to e incoraggiamento dellrsquoami-co Rizzelli diedi vita ad unambizioso progetto ldquocredordquoutile al prestigio della cittagrave IlCentro Studi Musicali ldquoP Cafa-rordquo Una iniziativa che miravaa istituire in loco un Liceo Mu-sicale Pareggiato ai Conserva-tori di Stato

Ma come ormai molti sannonon fu realizzato solo per unsoffio per insensibilitagrave miopiae incapacitagrave di qualche politicodel momento

Il 1995 egrave lrsquoanno del ritornoagli Amici della Musica ripren-dendo un filo interrotto neglianni rsquo60

La prima riunione con i nuo-vi Amici non puograve non avvenireche nella sua sede naturale ilPalazzo della Cultura Parteci-pano i Proff Michele Benegia-mo Lucia Falco GiovannaLucarelli Maria MazzarellaClelia Massaro la sigra MariaMasi la sigra Giovanna Pelle-

grino lrsquoavv Antonio Legno il dott Domenico Mangione

34 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

1996 - Galatina (LE) - Chiostro Basilica S CaterinaSpettatori durante un Concerto Amici della musica

il prof Zeffirino Rizzelli Le serate iniziano nella Sala ldquoContaldordquo e proseguono

negli anni successivi senza interruzione ospitando fino adoggi oltre 400 fra musi-cisti letterati scrittoripoeti attori cantanti

Dal rsquo95 siamo ormailontani 20 anni ed egravequindi comprensibileche io esprima ora unsenso di generale sod-disfazione e orgoglioIl merito principale na-turalmente va soprat-tutto ai Soci prove-nienti da molti paesidella provincia checon senso di responsa-bilitagrave ed abnegazionehanno sostenuto lrsquoini-ziativa facendoci rag-giungere un traguardoimportante un obietti-vo degno di una gran-de cittagrave una conquista sociale a vantaggio dellrsquointeroSalento

La qualitagrave dei nostri concerti egrave dovuta alla fattiva colla-borazione della nostra Associazione con le piugrave interessan-ti Rassegne internazionali I rispettivi Direttori artisticicollaborano ormai con noi da un porsquo di anni segnalandocii vincitori assoluti dei Concorsi Recentemente abbiamoavuto lrsquoonore della collaborazione con la prestigiosa Acca-demia Internazionale di Imola diretta da un amico il MdegFranco Scala che ha voluto ldquoregalarcirdquo per lrsquoinaugurazio-ne dellrsquoattuale Stagione concertistica uno dei migliori al-

lievi il pianista Roman Lopatinsky che ha mandato in vi-sibilio il numeroso pubblico con un pianismo brillante eun virtuosismo eccezionale

La nostra Associazio-ne egrave ormai una Univer-sitagrave della musica unospazio culturale in cuisi affrontano e svilup-pano tematiche specifi-che della letteraturamusicale nuovi studisulla liederistica ro-mantica e approfondi-menti sui vari stili eforme delle composi-zioni di ogni tempo

Un vero laboratoriosperimentale per ela-borazioni di natura cri-tica e filosofica

Con il programma disala poi sempre ac-compagnato da unrsquoat-tenta guida allrsquoascolto

si continua a perfezionare la formazione critica dei Socioffrendo loro un prezioso mezzo di comprensione dellecomplesse problematiche delle opere musicali

Una realtagrave stimolante per Galatina ed una indicazioneper far riflettere i responsabili politici nazionali

Qualche volta dalla periferia puograve emergere un utile sug-gerimento

Forse sarebbe auspicabile da parte dei politici un porsquo diumiltagrave per sostituirla allrsquoarroganza di chi continua semprea governare isolato con presunzione e incapacitagrave di com-prendere a fondo i veri problemi del Paese bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 35

2015 - Galatina (LE) - Il pianista Roman Lopatinskyallrsquoinaugurazione della stagione concertistica 20152016

Bruno Vittorio Massaro

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 28: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

Eppure lrsquoItalia egrave secondo le stime dellrsquoUnesco il Paeseche detiene il maggior numero di beni artistici e cultura-li del mondo ma investe meno risorse degli altri Paesieuropei

In Italia siamo al 27deg posto lrsquoultimo E come se non bastasse

queste poche risorse sonocontese da un numero ecces-sivo di Associazioni Enticulturali e Fondazioni e perdi piugrave mal distribuite e spes-so elargite con criteri estra-nei al principio della qualitagravee del merito

La storia musicale di Ga-latina comincia idealmentenel 700 con un suo musici-sta di fama come PasqualeCafaro prosegue nellrsquo800con Giuseppe Lillo compo-sitore di molte opere lirichee musica da camera e nel900 con Adolfo Gallucciodetto Galladol

Questrsquoultimo un musici-sta gentiluomo era un com-positore di pezzi straor-dinari che eseguiva con unasua piccola orchestra drsquoarchiin concerti pubblici e spessoin salotti privati ove ricordosi trascorrevano serate mu-sicali gradevolissime Inquesto stesso periodo forseinfluenzati dalla personalitagravedel Galluccio a metagrave anni50 alcuni amici si attivarono per dare vita alla prima As-sociazione Amici della Musica di Galatina

Artefici eccezionali di questo movimento culturale furo-no la nobildonna Luisina Vallone Sticchi il dott AngeloSodo animatore principale le profsse sorelle Gina e An-tonietta Piscopo la profssa A Congedo la profssa Wan-da Bruno il sig Raffaele Congedo

La prima sede dei concerti fu la palestra della Scuola me-dia ldquoG Pascolirdquo in cui ebbi il piacere di suonare alcune miecomposizioni elogiate dal presentatore allora giovane pre-sidente Angelo Sodo ora giudice in pensione

Dopo qualche anno ci si spostograve nella sala ldquoLillordquo ora Sa-la consiliare del Comune acui sono legato da un tristericordo fui respinto alla por-ta drsquoingresso della Sala per-cheacute sprovvisto di abbona-mento

Per me allora quindicen-ne lrsquoiscrizione allrsquoAssocia-zione era un lusso che nonpotevo permettermi

Intanto a fine anni 50 or-mai affermato nellrsquoambientemusicale galatinese e nonsolo fui incaricato dalla pre-sidente Vallone insieme al-lrsquoamico Virgilio Contaldodella vicepresidenza del-lrsquoAssociazione che in quelperiodo in cerca di una sedepiugrave confortevole fu ospitatanel Circolo cittadino ldquoCirco-lo dei Signorirdquo ora sede deiVigili Urbani Il salone eraabbastanza elegante e ca-piente e il pubblico nonmolto numeroso era suffi-ciente a tenere dignitosa-mente in vita le seratemusicali

In questa nuova sede lrsquoAs-sociazione sembrograve aver tro-

vato finalmente una sua collocazione piugrave in linea con leesigenze di raffinatezza ed eleganza delle sue serate

Ma non si era valutata la presenza di alcuni anticorpi chesi annidavano tra i Soci del Circolo

Succedeva non poche volte che alcuni ldquoSignorirdquo noncu-ranti del concerto in corso nella saletta di lettura a fiancodel salone non sapessero fare a meno della partita a carte

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 33

1990 - Il prof Zeffirino Rizzelli in undibattito pubblico al Centro Studi Musicali

e che nel momento meno op-portuno esclamassero ad altavoce frasi tipiche del gioco del-la scopa

Superati questi momenti em-blematici di un periodo storicoormai vicino al rivoluzionariorsquo68 lrsquoAssociazione perdette loslancio della prima fase e pianpiano si esaurigrave per mancanza disostegni umani e materiali

Il sottoscritto in cerca di nuo-vi interessi musicali e desidero-so di attuare per Galatina piugravesolidi progetti abbandonograve lrsquoAs-sociazione per fondare il Con-corso pianistico nazionaleldquoCafarordquo sostenuto dallrsquoentu-siasmo di un acceso appassio-nato della musica lrsquoamico OnBeniamino De Maria

Poi fu la volta della fondazio-ne del Circolo culturale ldquoIl Por-ticordquo questa volta con lrsquoaiuto digrandi personaggi della culturagalatinese mons Antonio An-tonaci docente universitariostorico e filosofo avv CarloCaggia dott Mario Montinarifondatore dellrsquoOspedaletto pediatrico a Bari e il prof Zef-

firino Rizzelli A fine anni 80sempre con la consulenza aiu-to e incoraggiamento dellrsquoami-co Rizzelli diedi vita ad unambizioso progetto ldquocredordquoutile al prestigio della cittagrave IlCentro Studi Musicali ldquoP Cafa-rordquo Una iniziativa che miravaa istituire in loco un Liceo Mu-sicale Pareggiato ai Conserva-tori di Stato

Ma come ormai molti sannonon fu realizzato solo per unsoffio per insensibilitagrave miopiae incapacitagrave di qualche politicodel momento

Il 1995 egrave lrsquoanno del ritornoagli Amici della Musica ripren-dendo un filo interrotto neglianni rsquo60

La prima riunione con i nuo-vi Amici non puograve non avvenireche nella sua sede naturale ilPalazzo della Cultura Parteci-pano i Proff Michele Benegia-mo Lucia Falco GiovannaLucarelli Maria MazzarellaClelia Massaro la sigra MariaMasi la sigra Giovanna Pelle-

grino lrsquoavv Antonio Legno il dott Domenico Mangione

34 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

1996 - Galatina (LE) - Chiostro Basilica S CaterinaSpettatori durante un Concerto Amici della musica

il prof Zeffirino Rizzelli Le serate iniziano nella Sala ldquoContaldordquo e proseguono

negli anni successivi senza interruzione ospitando fino adoggi oltre 400 fra musi-cisti letterati scrittoripoeti attori cantanti

Dal rsquo95 siamo ormailontani 20 anni ed egravequindi comprensibileche io esprima ora unsenso di generale sod-disfazione e orgoglioIl merito principale na-turalmente va soprat-tutto ai Soci prove-nienti da molti paesidella provincia checon senso di responsa-bilitagrave ed abnegazionehanno sostenuto lrsquoini-ziativa facendoci rag-giungere un traguardoimportante un obietti-vo degno di una gran-de cittagrave una conquista sociale a vantaggio dellrsquointeroSalento

La qualitagrave dei nostri concerti egrave dovuta alla fattiva colla-borazione della nostra Associazione con le piugrave interessan-ti Rassegne internazionali I rispettivi Direttori artisticicollaborano ormai con noi da un porsquo di anni segnalandocii vincitori assoluti dei Concorsi Recentemente abbiamoavuto lrsquoonore della collaborazione con la prestigiosa Acca-demia Internazionale di Imola diretta da un amico il MdegFranco Scala che ha voluto ldquoregalarcirdquo per lrsquoinaugurazio-ne dellrsquoattuale Stagione concertistica uno dei migliori al-

lievi il pianista Roman Lopatinsky che ha mandato in vi-sibilio il numeroso pubblico con un pianismo brillante eun virtuosismo eccezionale

La nostra Associazio-ne egrave ormai una Univer-sitagrave della musica unospazio culturale in cuisi affrontano e svilup-pano tematiche specifi-che della letteraturamusicale nuovi studisulla liederistica ro-mantica e approfondi-menti sui vari stili eforme delle composi-zioni di ogni tempo

Un vero laboratoriosperimentale per ela-borazioni di natura cri-tica e filosofica

Con il programma disala poi sempre ac-compagnato da unrsquoat-tenta guida allrsquoascolto

si continua a perfezionare la formazione critica dei Socioffrendo loro un prezioso mezzo di comprensione dellecomplesse problematiche delle opere musicali

Una realtagrave stimolante per Galatina ed una indicazioneper far riflettere i responsabili politici nazionali

Qualche volta dalla periferia puograve emergere un utile sug-gerimento

Forse sarebbe auspicabile da parte dei politici un porsquo diumiltagrave per sostituirla allrsquoarroganza di chi continua semprea governare isolato con presunzione e incapacitagrave di com-prendere a fondo i veri problemi del Paese bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 35

2015 - Galatina (LE) - Il pianista Roman Lopatinskyallrsquoinaugurazione della stagione concertistica 20152016

Bruno Vittorio Massaro

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 29: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

e che nel momento meno op-portuno esclamassero ad altavoce frasi tipiche del gioco del-la scopa

Superati questi momenti em-blematici di un periodo storicoormai vicino al rivoluzionariorsquo68 lrsquoAssociazione perdette loslancio della prima fase e pianpiano si esaurigrave per mancanza disostegni umani e materiali

Il sottoscritto in cerca di nuo-vi interessi musicali e desidero-so di attuare per Galatina piugravesolidi progetti abbandonograve lrsquoAs-sociazione per fondare il Con-corso pianistico nazionaleldquoCafarordquo sostenuto dallrsquoentu-siasmo di un acceso appassio-nato della musica lrsquoamico OnBeniamino De Maria

Poi fu la volta della fondazio-ne del Circolo culturale ldquoIl Por-ticordquo questa volta con lrsquoaiuto digrandi personaggi della culturagalatinese mons Antonio An-tonaci docente universitariostorico e filosofo avv CarloCaggia dott Mario Montinarifondatore dellrsquoOspedaletto pediatrico a Bari e il prof Zef-

firino Rizzelli A fine anni 80sempre con la consulenza aiu-to e incoraggiamento dellrsquoami-co Rizzelli diedi vita ad unambizioso progetto ldquocredordquoutile al prestigio della cittagrave IlCentro Studi Musicali ldquoP Cafa-rordquo Una iniziativa che miravaa istituire in loco un Liceo Mu-sicale Pareggiato ai Conserva-tori di Stato

Ma come ormai molti sannonon fu realizzato solo per unsoffio per insensibilitagrave miopiae incapacitagrave di qualche politicodel momento

Il 1995 egrave lrsquoanno del ritornoagli Amici della Musica ripren-dendo un filo interrotto neglianni rsquo60

La prima riunione con i nuo-vi Amici non puograve non avvenireche nella sua sede naturale ilPalazzo della Cultura Parteci-pano i Proff Michele Benegia-mo Lucia Falco GiovannaLucarelli Maria MazzarellaClelia Massaro la sigra MariaMasi la sigra Giovanna Pelle-

grino lrsquoavv Antonio Legno il dott Domenico Mangione

34 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

1996 - Galatina (LE) - Chiostro Basilica S CaterinaSpettatori durante un Concerto Amici della musica

il prof Zeffirino Rizzelli Le serate iniziano nella Sala ldquoContaldordquo e proseguono

negli anni successivi senza interruzione ospitando fino adoggi oltre 400 fra musi-cisti letterati scrittoripoeti attori cantanti

Dal rsquo95 siamo ormailontani 20 anni ed egravequindi comprensibileche io esprima ora unsenso di generale sod-disfazione e orgoglioIl merito principale na-turalmente va soprat-tutto ai Soci prove-nienti da molti paesidella provincia checon senso di responsa-bilitagrave ed abnegazionehanno sostenuto lrsquoini-ziativa facendoci rag-giungere un traguardoimportante un obietti-vo degno di una gran-de cittagrave una conquista sociale a vantaggio dellrsquointeroSalento

La qualitagrave dei nostri concerti egrave dovuta alla fattiva colla-borazione della nostra Associazione con le piugrave interessan-ti Rassegne internazionali I rispettivi Direttori artisticicollaborano ormai con noi da un porsquo di anni segnalandocii vincitori assoluti dei Concorsi Recentemente abbiamoavuto lrsquoonore della collaborazione con la prestigiosa Acca-demia Internazionale di Imola diretta da un amico il MdegFranco Scala che ha voluto ldquoregalarcirdquo per lrsquoinaugurazio-ne dellrsquoattuale Stagione concertistica uno dei migliori al-

lievi il pianista Roman Lopatinsky che ha mandato in vi-sibilio il numeroso pubblico con un pianismo brillante eun virtuosismo eccezionale

La nostra Associazio-ne egrave ormai una Univer-sitagrave della musica unospazio culturale in cuisi affrontano e svilup-pano tematiche specifi-che della letteraturamusicale nuovi studisulla liederistica ro-mantica e approfondi-menti sui vari stili eforme delle composi-zioni di ogni tempo

Un vero laboratoriosperimentale per ela-borazioni di natura cri-tica e filosofica

Con il programma disala poi sempre ac-compagnato da unrsquoat-tenta guida allrsquoascolto

si continua a perfezionare la formazione critica dei Socioffrendo loro un prezioso mezzo di comprensione dellecomplesse problematiche delle opere musicali

Una realtagrave stimolante per Galatina ed una indicazioneper far riflettere i responsabili politici nazionali

Qualche volta dalla periferia puograve emergere un utile sug-gerimento

Forse sarebbe auspicabile da parte dei politici un porsquo diumiltagrave per sostituirla allrsquoarroganza di chi continua semprea governare isolato con presunzione e incapacitagrave di com-prendere a fondo i veri problemi del Paese bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 35

2015 - Galatina (LE) - Il pianista Roman Lopatinskyallrsquoinaugurazione della stagione concertistica 20152016

Bruno Vittorio Massaro

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 30: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

il prof Zeffirino Rizzelli Le serate iniziano nella Sala ldquoContaldordquo e proseguono

negli anni successivi senza interruzione ospitando fino adoggi oltre 400 fra musi-cisti letterati scrittoripoeti attori cantanti

Dal rsquo95 siamo ormailontani 20 anni ed egravequindi comprensibileche io esprima ora unsenso di generale sod-disfazione e orgoglioIl merito principale na-turalmente va soprat-tutto ai Soci prove-nienti da molti paesidella provincia checon senso di responsa-bilitagrave ed abnegazionehanno sostenuto lrsquoini-ziativa facendoci rag-giungere un traguardoimportante un obietti-vo degno di una gran-de cittagrave una conquista sociale a vantaggio dellrsquointeroSalento

La qualitagrave dei nostri concerti egrave dovuta alla fattiva colla-borazione della nostra Associazione con le piugrave interessan-ti Rassegne internazionali I rispettivi Direttori artisticicollaborano ormai con noi da un porsquo di anni segnalandocii vincitori assoluti dei Concorsi Recentemente abbiamoavuto lrsquoonore della collaborazione con la prestigiosa Acca-demia Internazionale di Imola diretta da un amico il MdegFranco Scala che ha voluto ldquoregalarcirdquo per lrsquoinaugurazio-ne dellrsquoattuale Stagione concertistica uno dei migliori al-

lievi il pianista Roman Lopatinsky che ha mandato in vi-sibilio il numeroso pubblico con un pianismo brillante eun virtuosismo eccezionale

La nostra Associazio-ne egrave ormai una Univer-sitagrave della musica unospazio culturale in cuisi affrontano e svilup-pano tematiche specifi-che della letteraturamusicale nuovi studisulla liederistica ro-mantica e approfondi-menti sui vari stili eforme delle composi-zioni di ogni tempo

Un vero laboratoriosperimentale per ela-borazioni di natura cri-tica e filosofica

Con il programma disala poi sempre ac-compagnato da unrsquoat-tenta guida allrsquoascolto

si continua a perfezionare la formazione critica dei Socioffrendo loro un prezioso mezzo di comprensione dellecomplesse problematiche delle opere musicali

Una realtagrave stimolante per Galatina ed una indicazioneper far riflettere i responsabili politici nazionali

Qualche volta dalla periferia puograve emergere un utile sug-gerimento

Forse sarebbe auspicabile da parte dei politici un porsquo diumiltagrave per sostituirla allrsquoarroganza di chi continua semprea governare isolato con presunzione e incapacitagrave di com-prendere a fondo i veri problemi del Paese bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 35

2015 - Galatina (LE) - Il pianista Roman Lopatinskyallrsquoinaugurazione della stagione concertistica 20152016

Bruno Vittorio Massaro

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 31: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

Sergio Fusetti galatinese di 63 anni puograve essere anno-verato fra i cittadini del Salento che emigrando han-no saputo onorare col proprio ingegno la terra

drsquoorigineOggi vive ad Assisi la culla di Giotto Nel corso degli

anni egrave diventato un restauratore insigne Nel 2002 il Pre-sidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli confe-rigrave lrsquoonorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito dellaRepubblica per il restauro della Cappella degli Scrovegnia Padova Nel 2010 riceve anche lrsquoonorificenza di Com-mendatore dellrsquoOrdinedi Merito della Repub-blica Italiana dalla Presi-denza del Consiglio deiMinistri

Lrsquointensa attivitagrave pro-fessionale lo porta lungotutta la penisola ope-rando su svariati e im-portanti cicli pittorici Isuoi lavori di ricomposi-zione artistica hannoavuto grande rilievo neimanuali di Storia del-lrsquoArte

Fusetti inizia lrsquoattivitagravenegli anni Settanta Si forma presso la Soprintendenza peri Beni Ambientali Architettonici Storico-Artistici della Pu-glia Debutta poi nel restauro del ciclo degli affreschi del-la Basilica di Santa Caterina drsquoAlessandria di Galatinasulle Storie del Vecchio Testamento facente parte del-lrsquoequipe di Carlo Giantomassi

Negli anni 1974-75-76 sempre a seguito dellrsquoequipe delGiantomassi fa il suo ingresso nel Tempio francescano diAssisi e quindi mette mani sugli affreschi di Giotto Inol-tre lo troviamo interessato ai dipinti murali del Pinturic-chio in Santa Maria Maggiore a Spello sempre in UmbriaSuccessivamente srsquoimpegna nel ciclo pittorico di Pietro Pe-rugino e di Raffaello Sanzio

Siamo poi nel 1982 in cui nasce il consorzio Tecni-ciReCo e il nostro Fusetti ne diviene Presidente dal 1988al 1991

Ritorniamo ad Assisi nella Basilica Superiore di SanFrancesco dove lrsquoIstituto Centrale del Restauro organizza-

va cantieri didattici affiancato da restauratori privati Fu-setti restaura le scene delle ldquoStorie di San Francescordquo ope-ra di Giotto tra cui ldquoLa predica agli uccellirdquo Intervieneinoltre nel transetto sinistro abside e presbiterio sui di-pinti murali di Cimabue sempre in San Francesco

Il Fusetti non si ferma piugrave Lo troviamo a Roma presso la chiesa di Santa Cecilia sul

ciclo di affreschi di Pietro Cavallini sul ldquoGiudizio Univer-salerdquo e sulle ldquoStorie dellrsquoAntico Testamentordquo

Ed ancora interviene a Spoleto nella Cattedrale di San-ta Maria Assunta (absi-de) su dipinti muralidelle ldquoStorie della Ver-ginerdquo

Ed inoltre egrave a Orvietonella Cattedrale di San-ta Maria Assunta tribu-na absidale dipinta daUgolino di Prete Ilariosu una superficie di oltre2700 metri quadrati (du-rante tale restauro egrave sta-to eseguito il distacco ela ricolloca- zione di unalunetta laterale di circa70 metri quadri posta

ad unrsquoaltezza di trenta metri)Lo troviamo intento anche nel Duomo di Napoli esatta-

mente sui dipinti murali ldquoSanti e Apostolirdquo di Pietro Ca-vallini nella Cappella Tocco

E cosigrave a Perugia nel Collegio del Cambio sui dipinti mu-rali di Giannicola di Paolo nella Cappella San Giovannidi Pietro Vannucci detto il Perugino nella Sala delleUdienze

Da ultimo egrave presente ad Assisi nella Basilica Inferioredi San Francesco sui dipinti del ldquoGiudizio Universalerdquo diCesare Sermei nel Catino absidale

Il Fusetti si egrave interessato anche per conto dellrsquoIstitutoCentrale per il Restauro di Roma del restauro dei dipintimurali dellrsquoAbbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo an-cora nel restauro della Basilica Superiore di San France-sco in Assisi e dopo il terremoto dellrsquo11 settembre 1997durante il sopralluogo fu fortunato il Fusetti a salvarsi dalcrollo della volta mentre il geometra della Soprintenden-

36 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

ARTISTI SALENTINI

Sergio Fusetti durante un restauro

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 32: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

za fu investito in pieno perendo tragicamentePer conto dei Musei Vaticani ha eseguito il restauro di

un ciclo pittorico di quasi 1900 metri quadrati situato nelcortile del Palazzo Apostolico Lateranense in Roma adot-tando sistemi di pulitura con raggio laser assolutamenteinnovativi Ha inoltre restaurato i dipinti murali della Sca-la di Giulio III nel Museo Pio Clementino ed anche diquelli della Volta del Vestibolo della Sala degli Scrittorinella Biblioteca Apostolica Vaticana

Il Fusetti ha lavorato inoltre su facciate ed edifici mo-numentali di rilevante valore artistico quali a) lrsquoArco diTrionfo di Alfonso drsquoAragona a Napoli b) la facciatadella Basilica Superiore e il protiro della Basilica Infe-riore di S Francesco in Assisi c) la facciata della Catte-drale di San Rufino in Assisi d) la facciata del Duomo diSpoleto e) la facciata del Duomo di Pienza di Bernardi-no Rossellino

Non mancano esperienze su monumenti di grande inte-resse archeologico quali lrsquoArco degli Argentari a Romala Basilica di San Salvatore a Spoletoe il Tempietto sul Clitunno

Tra i dipinti su tavola di grandimaestri ricordiamo il restauro dellaCollezione Perkins del Sacro Con-vento di Assisi sulle opere di Andreadi Bartolo Bicci di Lorenzo LorenzoMonaco Gherardo Starnina e Stefa-no di Giovanni detto il ldquoSassettardquo

Della Galleria Nazionale dellrsquoUm-bria di Perugia ha diretto il restaurodelle opere di

- Pietro Vannucci detto il Perugi-no come lrsquo ldquoAdorazione dei Magirdquola ldquoPala Opistografardquo di Monteripi-do il ldquoMartirio di San Sebastianordquo ela ldquoPala Tezirdquo

- Piero della Francesca con il ldquoPo-littico di S Antoniordquo

- Gentile da Fabriano con ldquoMa-donna col Bambino e Angelirdquo

- Frarsquo Giovanni da Fiesole dettoBeato Angelico con il ldquoPolittico dei Domenicanirdquo

- Bernardino di Betto detto il Pinturicchio con la ldquoPa-la di Santa Maria dei Fossirdquo e le ldquoTavolette di San Ber-nardino (Pinturicchio Perugino e autori vari definiti

ldquoBottega del 1473rdquo- Maestro di San Francesco con la Grande Croce sago-

mata del 1272 la croce dipinta su entrambe le facce e iframmenti di Paliotto con Santi la Deposizione e il Com-pianto sul Cristo

- Del Duomo di Spoleto la Croce datata e firmata Alber-to Sotio 1187

- Della Pinacoteca Comunale di Terni la ldquoPala dei Fran-cescanirdquo di Pier Matteo DrsquoAmelia

Riguardo gli arredi lignei ha diretto il restauro del gran-de coro ligneo del lsquo400 dellrsquoabside e transetto della Basili-ca Superiore di San Francesco ad Assisi di DomenicoIndovinida San Severino ed inoltre gli arredi lignei pre-senti nella Sala della Udienze e della Sala dei Legisti delCollegio del Cambio a Perugia ad opera rispettivamentedi Domenico del Tasso e di Giampiero Zuccari

Tra i dipinti su tela sono da ricordare il restauro delle te-le esposte in occasione della mostra del ldquolsquo600 pittorico inUmbriardquo tra cui opere di Annibale Carracci GiovanniLanfranco Jean Lhomme Giuseppe Cesari detto il Cava-lier drsquoArpino e di due stendardi dipinti su due facce Sidevono aggiungere inoltre il restauro del ldquoMartirio diSanta Caterina drsquoAlessandriardquo e i ldquoSS Giacomo e Anto-nio Abaterdquo del Museo Capitolare di San Rufino ad Assi-si e lrsquoaltro attribuito a F Paladini Infine crsquoegrave da considerareil ldquoMartirio di San Lorenzordquo e il ldquoMiracolo del ciecordquo del-la Chiesa di San Lorenzo di Porziano di Assisi

Relativamente allrsquoarte moderna e contemporanea ha ese-guito restauri e manutenzioni su opere di Giovanni Boldi-ni (oltre sessanta opere provenienti dal Museo Boldini diFerrara) A Burri Filippo De Pisis G Previati Mario Siro-ni Oskar Schlemmer Giulio Turcato Lynn Chadwick Be-verly Pepper Arnaldo Pomodoro Nino Franchina CarlaAccardi Domenico Spinosa e Afriano Metelli

Egrave stato impegnato nel restauro dei dipinti murali di Giot-to nella Cappella di San Nicola nel-la Basilica inferiore di SanFrancesco

Ha collaborato con proprie lezio-ni alle attivitagrave didattiche del Corsodi Laurea in Scienze di Beni Cultura-li attivato in seno alla Facoltagrave di Let-tere e Filosofia dellrsquoUniversitagrave degliStudi di Perugia nellrsquoambito di unaconvenzione tra lrsquoUniversitagrave di Peru-gia e la Tecnireco srl di Spoleto

Il Fusetti inoltre ha tenuto confe-renze presso Istituti universitari Fon-dazioni e Scuole di restauro ed hascritto vari articoli su riviste specia-lizzate e relazioni sugli interventi direstauro realizzati

Egrave esponente di spicco allrsquoAccade-mia Properziana di Assisi

La Custodia Generale del SacroConvento della Basilica di San Fran-cesco gli ha conferito lrsquoincarico di ldquoca-

po restauratore e responsabile tecnico addetto alla tutela ed allamanutenzione del complesso monumentale della Basilica di SanFrancescordquo

Egrave autore di numerose pubblicazioni bull

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 37

Sergio Fusetti ricevuto da Papa Francesco

Lrsquoartista ritocca San Francesco

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 33: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

38 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

Incontrarsi con gli amici per ricordare i tempi andati ebrindare alla vita egrave sempre stato un momento significa-tivo dellrsquoesistenza di ogni persona Quando ci si ritrova

si rievocano sempre gli episodi piugrave importanti e singolariche hanno lasciato impronte indelebili nellrsquoanima

Egrave prassi ormai consolidata che in tutti gli ambiti della vi-ta sociale si arrivi sempre a questo rendez-vous finale Lo sifa tra professori ed alunni al termine di un ciclo di studima anche tra compagni di lavoro appena dopo essere sta-ti collocati in pensione oppure tra sportivi per festeggiareun avvenimento di eccezionale portata oppure tra paren-ti o amici sparsi qua e lagrave in Italia ecc Insomma crsquoegrave sem-pre questo appuntamento finale che egrave un porsquo come laclassica ciliegina sulla torta Si parla spesso di ldquorimpatria-tardquo ma questo termine nel caso che sto trattando suonamale molto male Nella ldquorimpatriatardquo crsquoegrave sempre unrsquoab-buffata finale una cena o un pranzo durante il quale sibrinda e si ribrinda si ride anche a squarciagola si burlaqualcuno si canta e si raccontano barzellette come a volerstingere il toccante momento dellrsquoaddio dalla ldquovita checontardquo

Tra gli invitati al raduno degli allievi del 19deg corso del-

lrsquoAccademia Militare di Modena (1962-64) tenuto pressolrsquoAeroporto Militare di Galatina erano presenti diversi Ge-nerali appartenenti alle varie Armi (Esercito Carabinieriecc) Tutti provenienti da diverse parti drsquoItalia ed accompa-gnati dalle rispettive consorti eo figli

Lrsquoorganizzatore di questo ldquodouxretourrdquo egrave stato il Gen AntonioMasciullo galatinese verace de-gno figlio del Salento Alla riu-nione erano presenti ancheex-compagni liceali dellrsquoalto uffi-ciale galatinese quali il dr Nico-la Pellegrino e lrsquoavv Pippi One-simo lrsquoamico di sempre GenGiumentaro ed inoltre i proffAntonio Carcagnigrave Pantaleo Man-ca e il prof Rino Duma questrsquoul-timo amico drsquoinfanzia

Ovviamente la cerimonia si egravesvolta con la massima puntuali-tagrave una precisione organizzativasenza alcuna sbavatura ed unarigorosa ma piacevole solennitagravepropria dei militari

Ci siamo ritrovati tutti venerdigrave25 settembre alle 900 in puntoallrsquoAeroporto Militare di Galati-

Scambio di oggetti ricordo traIl Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiore

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoIl Comandante Col Paolo Tarantino porge il benvenuto agli ospiti

RADUNO DI FINE CARRIERA

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 34: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 39

na ospiti graditi del Col Paolo Tarantino Comandante del61deg Stormo

La cerimonia egrave iniziata con una corona drsquoalloro depostaai piedi del monumento ai caduti in ricordo del loro mar-tirio offerto alla Patria Italia durante lrsquoultima guerra mon-diale Questo momento egrave stato molto toccante soprattuttoquando lrsquoufficiale-cerimoniere con voce stentorea ha invi-tato i presenti a mettersi sullrsquoattenti e ad osservare un mi-

nuto di silenzio Ha fatto seguito oltre ad uno scrosciovigoroso di applausi anche un discorso commemorativoda parte di un ufficiale del posto e di un generale del 19degCorso Ovviamente al termine ci sono state foto dei con-venuti militari e civili

Subito dopo il gruppo si egrave recato negli hangar dove al-loggiano i nuovissimi aerei Aer-Macchi M-346 con i qua-li si addestrano i futuri piloti Il capo-istruttore si egrave

soffermato a spiegare per sommi capi il funzionamento diquesti aerei che sono superaccessoriati e dispongono diuna sofisticata strumentazione di volo

Alla fine della cerimonia il gruppo si egrave recato nello stu-dio del Comandante dellrsquoAeroporto di Galatina Col Pao-lo Tarantino il quale ha avuto nei confronti dei generalifesteggiati parole di encomio per la loro splendida carrie-ra e per lrsquoorganizzazione della bella iniziativa

La visita si egrave conclusa con lo scambio degli oggetti ricor-do tra il Col Paolo Tarantino e il Gen CA Carmine Fiorepresidente dellAssociazione

Baci e abbracci finali per tutti ed un arrivederci a prestosecondo le intenzioni dellrsquoinappagabile amico Gen Anto-nio Masciullo sempre attivo sempre a cavalcare la crestadellrsquoonda

Ad meliorahellip a tutti bull

Galatina (LE) - Aeroporto militare ldquoFortunato CesarirdquoGli ospiti del 61deg Stormo depongono una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 35: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

40 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

NON SOLO FORNAI

Il fornaio Santino Beccarisi ha realizzato un fischietto dipane raffigurante una civetta (simbolo araldico di Ga-latina) Il simpatico oggetto rappresenta uno novitagrave nel

suo genere ed egrave stato esposto nellasala dellrsquoAssociazione Pro Loco diGalatina

Santino Beccarisi egrave un artigianoprovetto ben avviato dal padre sinda ragazzo nella lavorazione dellafarina

Il sentimento di appartenenza e lacapacitagrave di saper sentire la ricchezzadella terra sono i valori che portanoil Beccarisi a vivere la grande lezionedel poeta Vittorio Bodini il quale rac-conta la sua terra con questi stupendiversi

ldquouna pietagrave insensataArida come semi di girasole

Gira in folle ai crocicchimentre nella tua terra i contadini invi-

sibili parlano turchinodai campi di tabacco e fra un istantela notte avragrave sapore di uliva verderdquoEgrave nellrsquoappartenenza alla terra dei

contadini invisibili la grammatica dei sentimenti che vedee lega il rapportodel ldquofornaro Santi-nordquo con la farina elo fa diventare ar-tista Nel suo for-no egli osserva ilpotere creativo delfuoco e si entusia-sma al passaggiodella farina nelleforme del pane Egraveda questa espe-rienza giornalierache egli pensa direalizzare il primofischietto di paneprogettando comeforma la civettaLa fase prelimina-

re egrave fatta di studio di scelta della materia farina doppiozero acqua sale zucchero e pasta di farina lievitata ven-tiquattro ore prima della fase esecutiva del fischietto da

realizzare per la domenica in piaz-za San Pietro Le difficoltagrave da supe-rare ci sono ma Santino Beccarisi egravepreparato ed esperto quindi ben at-trezzato per superarle tutte La la-vora- zione della farina nellesapienti ed esperti mani dellrsquoartigia-no Beccarisi si fa subito notare edemergono con forza le capacitagrave arti-stiche nellrsquoaffrontare la materia

La sensibilitagrave di modellare il cor-po della civetta lo studio e lrsquoarmo-nia dei volumi la ricerca dei par-ticolari nelle chiavi e nella corona so-no i caratteri che danno singolaritagraveallrsquoesecuzione del fischietto di paneIl bisogno che guida la mano di San-tino Beccarisi non egrave quello di realiz-zare un fischietto solo bello mapiuttosto quello di far vedere comeleggere ed interpretare il sentimen-to dei galatinesi il loro essere nella

storia come protagonisti nelle grandi avvertenze di queltempo come furono le crociate contro lrsquooriente

Nella civetta di pane infatti si vede tutta la creativitagrave in-tellettiva rappresentata da Minerva e ben vissuta dai gala-tinesi sempre sentitesi intellettuali per destino Nellacorona si rappresenta il sentimento di cittagrave e anche di citta-dini capaci di vivere gli impegni importanti con la storia diessere protagonisti e quindi di meritare il titolo di cittagrave ri-conosciuto ai galatinesi dalla prima autoritagrave politica di queltempo quale era il Papa Urbano III La civetta fischietto dipane di Santino Beccarisi perograve non guarda alla storia dellanostra cittagrave con il senso dellrsquoesperto dello storico meno conil bisogno dellrsquointerpretazione filologica dello studioso macon lo spirito dellrsquoartista con la passione orgogliosa di vo-ler rappresentare la propria cittagrave nel gioco e nel piacere delfumetto Egrave il fischietto di pane un porsquo una satira un fumet-to fatto con intelligenza per discutere per ricordare e tro-vare la storia della propria cittagrave nella convinzione che lacultura serve a studiare e conoscere il passato a capire ilpresente a progettare il futuro bull

Beccarisi intento alla lavorazione

Il fischietto di pane

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 36: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 41

Un cospicuo patrimonio pittorico conservava la chie-sa domenicana di Santa Maria della Grazia di Gala-tina almeno sino al 1809 anno in cui allrsquoindo- mani

del decreto murattiano di soppressione degli ordini possi-denti venne redatto lrsquoInventa-rio dei beni del Monastero diSanta Maria delle Grazie dei PPDomenicani che ne riporta undettagliato elenco (di seguitotrascritto fedelmente ndr)laquoQuadri levabili sui muri di det-ta Chiesa

Un quadro che rappresenta laVergine delle Grazie con una cor-nice antica di legno lavorata dipalmi quattro circa

Un altro rapprentabile lrsquoim-magine di Santrsquo Antonio in attomiracoloso di palmi cinque circa

Un altro simile di San Vincen-zo in atto di predicare

Un altro simile di San Giacin-to in atto miracoloso Un altrorappresentante San Pietro

Un altro simile di San Seba-stiano

Un altro di palmi sette circarappresentante San Nicola eSantrsquoOronzio con cornice indo-rata

Un altro di palmi tre circa diSanta Maria Maddalena Un al-tro simile di SantrsquoOrsola

Un altro simile di San Giusep-pe di Copertino

Un altro di palmi cinque rappresentante un Beato dellrsquoordineUn altro di palmi due rappresentante San Pietro Martire ed

un altro SantoUn altro di palmi cinque circa rappresentante la morte di

Santa Caterina da SienaUn altro di palmi due rappresentante due VerginiUn altro di palmi dieci rappresentante San Pietro MartireUn altro di palmi sei della Santissima Vergine del Rosario

senza cornice

Un altro simile senza cornice rappresentante la Vergine ed unaltro che rappresenta lrsquoEcce Homo con cornice indorata

Nella sacrestia ed antisacrestiaUn quadro che rappresenta SantrsquoAgnese di palmi due

Un altro simile di San Dome-nico

Un altro collrsquoeffige di San-trsquoOsvaldo e San Francesco daPaola con un tondo vacuo inmezzo

Un altro di palmi tre circa diSan Tommaso Un altro rappre-sentante la SS Trinitagrave

Un altro rappresentante San-ta Rosa

Quattro tondiniDue quadri bei lunghi con va-

ri puttiniUn altro di un palmo e mezzo

rappresentante San VincenzoUn altro rappresentante il Sal-

vatoreNel refettorio un quadro di

San Domenico di circa palmi die-ciraquo1

Di questo nutrito gruppo ditele sono ancora visibili sol-tanto due

La prima egrave quella in elencolarga laquopalmi sei della SS Ver-gine del Rosarioraquo2 [fig 1] egraveun quadro di committenzaconfraternale risalente conmolta probabilitagrave a non oltreil terzo decennio del lsquo600 che

in seguito seguigrave con tutti gli arredi e suppellettili sacre lesorti della confraternita del Rosario la quale il 1855 dopolrsquoaccordo con i Padri Scolopi trasferigrave la propria sede nellachiesa della Madonna della Luce sempre qui a Galatinaove ora egrave collocato proprio sullrsquoomonimo altare Una com-posizione questa in cui domina le figura della Vergine conil Bambino che distribuiscono le corone del rosario agliastanti A destra Santa Caterina da Siena Anna drsquoAustriain un elegante abito broccato e piugrave indietro forse la sorel-

Galatina (LE) Chiesa della Madonna della Luce

SS Vergine del Rosario

CHIESE CONVENTI E MONASTERI

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 37: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

42 Il filo di Aracne maggiogiugno 2015

la Eleonora con due monache dellrsquoordine A sinistra SanDomenico il papa Pio V Ghislieri (1566-1572) domenica-no raffigurato con abiti pontificali e camauro e piugrave oltreil sovrano Filippo II di Spagna e don Giovanni drsquoAustriaTra i due gruppi al centro la rappresentazione dello scon-tro navale proprio nel mentre infuria la battaglia nel pienodel suo svolgersi

La seconda egrave invece quella laquorappresentante San Pietroraquoo meglio il Patrocinio di San Pietro su Galatina [fig 2] oraconservata nel vescovado otrantino realizzata dopo il 1675ed attribuita di recente al pittore galatino Nicola Roma-no3

Emerge laquoin primo piano la monumentale figura di SanPietro [hellip] Con la mano appoggia sul fianco sinistro il vo-lumen che sostiene le due chiavi legate da un fiocco rossoLo sguardo del santo egrave rivolto in basso alla sua destra ver-so la mano che protegge il profilo di una cittagrave egrave Galatinavista dal largo Fontanaraquo

Alla sinistra del santo laquosi scorge un angelo con la spadafiammeggiante che scaccia un figura ignuda di donna chescappa in direzione opposta alla cittagrave con la testa tra lemani a proteggersi dalle sferzate celestiraquo egrave la raffigurazio-ne simbolica della peste4

Dei quadri non levabili dai muri ossia le pale drsquoaltare edi cui purtroppo manca lrsquoelenco sono ne sono rimasti so-lo tre che ancora si possono ammirare

Nella cappella laquosita dentro la chiesa del venerabile mo-nastero di Santa Maria della Gratia con lrsquoimagine del Glo-rioso patriarca San Domenicoraquo5 realizzata il 1748 a spesedi D Gio Pietro Congedo che la dotograve di beni laquocon peso

che li detti Padri dovessero celebrare per lrsquoanima di dettotestatore e di tutti li suoi Antecessori et dellrsquoaltri suoi di-scendenti messe in perpetuo tre la settimanaraquo

Sullrsquoaltare il quadro raffigurante il Miracolo di Soriano [fig3] la Vergine che regge la tela miracolosa di San Domeni-co alla sua destra Santa Maria Maddalena ed alla sua sini-stra Santa Caterina drsquoAlessandria sul margine inferioresinistro lrsquoarme della famiglia Congedo

Sullrsquoaltare invece della Milizia Angelica ab antiquo dedi-cata a San Vincenzo Ferreri giagrave di patronato della famigliaLuceri cui appartenevano anche tutte le suppellettili e gliarredi sacri al centro egrave collocata la tela [fig 4] raffiguran-te San Tommaso drsquoAquino alato che regge lrsquoostensorio conla sinistra e con la destra la spada che si incrocia con quel-la dellrsquoArcangelo Michele capo della Milizia Angelica vin-citore su satana ben rappresentato dal drago alato tenutoalla corda

Piugrave indietro a sinistra SantrsquoAntonino Vescovo di Firen-ze e a destra San Vincenzo Ferreri con il libro aperto alversetto dellrsquoApocalisse di Giovanni (Ap 12 7-12) ldquoTIME-TE DEUM ET DATE ILLI HONOREM QUIA VENITHORA JUDICI EIUSrdquo (Temete Dio e dategli onore poicheacuteegrave giunta lrsquoora del suo giudizio)6

Infine lrsquoAnnunciazione7 [fig 5] collocata sullrsquoomonimoaltare datata e firmata XAVERIUS LILLO P 1793

La tela raffigura la Vergine sullrsquoinginocchiatoio a corpochino e con le mani al petto in segno di profonda devozio-ne nellrsquoattimo in cui lrsquoarcangelo Gabriele le annuncia il

Otranto (LE) - VescovadoPatrocinio di San Pietro su Galatina

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Miracolo di Soriano

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 38: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 43

concepimento verginale e la fu-tura nascita di Gesugrave e lei figu-rativamente rispondesseldquoEccomi sono la serva del Signo-re avvenga di me quello che haidettordquo (Lc 1 38)

Lrsquoarcangelo adagiato su unanuvola porge alla Vergine ungiglio simbolo della purezza econ lrsquoaltra mano indica una co-lomba rappresentante lo Spiri-to Santo mentre fa vivacecorteo un dorato stuolo deiputti angelici che volteggia nelcielo

Lo schema compositivo il cuitema egrave ripreso dallo stesso Lil-lo nellrsquoovale presente nella col-legiata di Maglie8 rinvia senzaperograve mai raggiungerne unuguale livello qualitativo almodello solimenesco realizza-to nella chiesa di Donnalbina aNapoli bull

Galatina (LE)Chiesa Santa Maria delle Grazie

Milizia Angelica

Galatina (LE) Chiesa Santa Maria delle Grazie

AnnunciazioneNOTE

1 ARCHIVIO DI STATO DI LECCE Intendenza di Terra DrsquoOtranto Finanze Soppressione ordini religiosi Inventario dei beni del Monastero diS Maria delle Grazie dei PP Domenicani busta 69 fasc 13772 anno 1809 c 32 Per questa tela cfr G VINCENTI Iconografia rosariana a Galatina la battaglia di Lepanto in una tela della Vergine del Rosario in Atti del Con-vegno di Studio ldquoIconografia e iconologia del Rosario a Copertino e in Terra drsquoOtranto (secc XV-XVIII)rdquo Copertino 13-14 novembre 2014 in cor-so di stampa3 Cfr S CORTESE - S TANISI Il seicentesco pittore galatinese Nicola Romano in G ORLANDO DrsquoURSO (a cura di) Note di storia e culturasalentina (Miscellanea di studi ldquoMons Grazio Gianfredardquo) XXIV 2014 pp 189-200 4 Cfr M CAZZATO Da S Pietro a S Paolo La cappella delle ldquotarantaterdquo a Galatina Galatina 2007 pp 29-305 ARCHIVIO DIOCESANO DI OTRANTO Monastero di S Maria delle Grazie nella terra di S Pietro in Galatina Atti dal 1547 al 1750 cc nn 6 Su questa tela cfr AM STICKER (a cura di) S Tommaso e S Bonaventura nella Biblioteca Vaticana Mostra in occasione del VII centenario (1274-1974) Catalogo Cittagrave del Vaticano 1974 p 407 Su questa tela cfr G VINCENTI Saverio Lillo Le opere del pittore ruffanese in alcune chiese di Galatina ne ldquoIl Filo di Aracnerdquo (di Galatina)VII 2012 2 (marzo-aprile) pp 12-138 Cfr E PANARESE ndash M CAZZATO Guida di Maglie Storia Arte Centro Antico Galatina 2002 p 120 fig 262

Giovanni Vincenti

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 39: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

Nella casa colonica almeno in quella della ldquoVadeardquoi maschietti giagrave allrsquoetagrave di circa cinque anni impa-ravano con molto anticipo i primi rudimenti del

servizio militare di leva anche se limitatamente al rito del-la sveglia mattutina quandu venigraveanu ddisciatagraveti prestu e but-tati giugrave dal letto al buio a volte quasi di peso

Qui il servizio di leva tacciaera sempre obbligatorio tale equale a quello della leva milita-re cosigrave come lo aveva disposto asuo tempo il nostro curioso pa-tetico e indimenticabile Re scia-boletta

Che Dio lo abbia in gloriaCrsquoera una sostanziale differen-

za perograveDal servizio di leva militare

erano esonerati fra gli altri al-meno i cittadini che non rag-giungevano il metro e cinquan-tatre centimetri di altezza (cheera lrsquoaltezza modesta del Re savo-iardo) Il biscottino non crsquoentra

Un limite di statura piugrave eleva-to per la leva militare avrebbemesso in imbarazzo la bassezzafisica dihellip sua Altezza Reale

Dal servizio di leva taccia del-la casa colonica non era invece esonerato nessuno nem-meno i ragazzini anche se raggiungevano appena appenaun metro di altezza

Inoltre nella caserma avrebbero trovato un caporale digiornata sadico e vigliaccamente malvagio che protettodai suoi gradi trasformava la sua nullitagrave umana e spiri-tuale in audacia e coraggio virtugrave tanto artificiali quantoscorrette che metteva in atto solo con le reclute

Forte della sua autoritagrave artificiale e posticcia legata alsuo stato e ai suoi gradi plagiava e riduceva i poveri co-scritti quasi in schiavitugrave

Trasformava in rivalsa tutto il suo vuoto culturale e uma-no con il quale a stento si reggeva in piedi

Nella casa colonica invece avevano a che fare con la ma-dre di Chicco ma soprattutto col suo tratto gentile e deli-cato col suo rispetto con la sua sensibilitagrave e col suo amore

Insomma con la sua umanitagraveEra lei il caporale di giornata della caserma della Vadea ma

a differenza del caporale militare non indossava alcungrado per farsi rispettare e soprattutto non infliggeva pu-nizioni

Nemmeno di fronte alle mancanze piugrave gravi applicava lasanzione della consegna o quelladella cella di rigore percheacute avevadalla sua il ragionamento la per-suasione lrsquoamore e il rispetto peri propri figli

Ed era sinceramente ascoltatae ricambiata

Il pericolo perograve era rappresen-tato dallrsquoUfficiale di picchetto cioegraveil padre di Chicco serio severoquanto basta e non a torto in-flessibile

Ma a parte i piugrave piccoli cheerano distratti dalla loro irre-quieta giovinezza nessuno veni-va meno ai propri doveri perchegraveil sistema della casa colonica erapercepito spontaneamente comeuna associazione di interessicondivisi e indispensabili per vi-vere

Proprio come una societagrave dimutuo soccorso dove non si lavora per gli altri ma per teinsieme agli altri e quindi per tutti quanti

Intanto finito lrsquointervallo de lu schiaccu di giorno in gior-no sempre piugrave breve e piugrave veloce occorreva precipitarsisenza perdere altro tempo nella ramesa per sedersi al pro-prio posto e riprendere a lsquonfilare tabbaccu

Le croffulagravete degli adulti lsquonturtijagravete de muddhrigravecule de pa-ne de furmigravecule e de casaluri e le carneficine prodotte daipiugrave piccoli che seguivano alle battaglie epiche contro i pel-lerossa dovevano immediatamente essere interrotte

Per terra fra lrsquoalbero di noce e la suppinna rimanevanosolo frecce lance spezzate archi pendenti dai rami dellrsquoal-bero de bbrufigravecu cappelli di soldati sgualciti e qualche coltancora fumante

Non vi era perograve alcuna traccia di morti o feritiOgnuna delle parti belligeranti aveva giagrave provveduto

44 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

SUL FILO DELLA MEMORIA

E per culla il cassetto del comograve

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 40: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

a recuperare i corpi dei soldati e dei guerrieri pellerossacaduti

Regnava sul campo di battaglia un silenzio profondostrano sinistro surreale

Il gatto di casa che aveva finito di fare la sua pennichel-la allrsquoombra discretadi una pianta di mar-gheritine bianche vi-cino allrsquoaiuola sisollevava di scattodal suo giaciglio im-provvisato

Prima di mettersiin movimento allun-gava il collo flettevale gambe anteriori etendeva il dorso inavanti

Le unghie infissenel terreno lasciava-no un segno di graf-fiato dopo i suoimovimenti

Un breve sbadiglioe poi seduto per ter-ra con la zampetta destra bagnata delicatamente con la sa-liva della lingua faceva pulizia su tutto il corpo

Ultimata la toilette cominciava a camminare lentamentesu quello che era stato il terreno degli scontro cruenti

Si muoveva con estrema indifferenza con la coda drittain alto incedendo con passo felpato

Aveva lo sguardo fisso davanti a seacute alla ricerca di una

idonea posizione di appostamento per la sua cacciaTrovograve la sua postazione ideale nellrsquoincavo dellrsquointerse-

zione di due tronchi dellrsquoalbero de fica paccia appena dopola cisterna

La fame cominciava a sentirsi e richiamava il gatto al suodovere di predatore

Tempi duri si profi-lavano intanto al-lrsquoorizzonte per topisthrafigraveche e incautiserpentelli di campa-gna

Nel frattempo lamadre di Chicco ap-pariva allrsquoimprovvi-so sulla porta dellastanza della cucina edava istruzioni aChicco con delicatadeterminazione

ldquoMo basta cu lli scio-culrsquoi Ccograveji li vagnunie pogravertali de pressa in-thru lsquolla ramesa se nolu sai ca sigraverata vu caz-

za le lsquompuddhrerdquoMa non era una impresa facile percheacute i piugrave piccoli di-

stesi sotta lsquolli cippuni fra le vigne erano ancora intenti asparare le ultime cartucce contro gli indiani in fuga

Ma quanti caricatori e quali cartucce avevano ancora adisposizione nella giberna non era dato di sapere

Veramente nemmeno gli interessati ne avevano cogni-

novembredicembre 2015 Il filo di Aracne 45

Vigneto salentino

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 41: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città

zioneErano talmente immersi nel furore della battaglia che

non sentivano nemmeno gli ordini del loro Comandanteche intimava lrsquoimmediato ldquocessate il fuocordquo

E a proposito crsquoera perograve un profondo mistero che nonera stato mai chiarito sia nelle finzioni delle battaglie chesi svolgevano fra lli filari de le vigne sia nella filmografia uf-ficiale dei registi americani

I caricatori delle colt o dei winchester non si esaurivanomai mentre le faretre dei pellerossa in poco tempo si svuo-tavano

I poveri pellerossa erano sfortu-nati anche in questo

Solo i soldati del VI Cavalleggeripotevano sparare senza interruzio-ne e qualcuno spiegava anche ilmotivo essi non potevano perderetempo a ricaricare le armi mentre icavalli dei pellerossa apparivano al-lrsquoimprovviso dallrsquoangolo della rame-sa e ti venivano incontro a galopposfrenato

Piugrave si allontanavano gli indiani infuga piugrave si andava diradando lostridore il bagliore intermittentedelle armi il polverone sollevatodai cavalli e lrsquoincanto delle battaglieinventate e sognate per tutta la not-te oltre a quelle rimandate a lluschiaccu del giorno successivo

In un attimo fra lo stupore deipiugrave piccoli il campo di battagliariacqui- stava la sua dimensionereale

I cippuni de le vigne che prima avevano rappresentato lebarricate di protezione dallrsquoassalto dei pellerossa si ani-mavano allrsquoimprovviso muovendo lentamente le sarmen-te ancora verdi sottili e delicate che spuntavano al disopra delle spalliere

Le pagravempane spruzzate di verderame o macchiate delsquonsurfu si agitavano goffamente al soffio delicato e imper-tinente del vento di ponente

Un leggero brusio accompagnava il loro movimento esembrava come se sventolassero ldquobandiera biancardquo per an-nunciare la fine delle ostilitagrave

I richiami concitati di Chicco avevano riportato tutti al-la realtagrave la sceneggiatura audace e fantasiosa la scenogra-fia surreale e immaginaria e i personaggi inventati daisogni e dalle reminiscenze cinematografiche svanivano im-provvisamente nel nulla

La battaglia cruenta e appassionata ormai era finita e noncrsquoera piugrave tempo da perdere

Il gioco virtuale drsquoincanto si trasformava in realtagrave nudae cruda cosigrave come solo la casa colonica la sapeva rappre-sentare

Ma non era facile farli entrare tut-ti nella ramesa

Comu fugraverguli ti scappagravevanu de inthrulsquolle mane quando ivi zziccatu doi perdi-vi tthre

Sulu cotulagravenduli inthru lsquollrsquoanche cunnu vinchiu de vulia riuscivi a convin-cerli

E solo cosigrave ldquoal travaglio usato ciascu-nordquo ritornava pur se malvolentieri

Le foglie giagrave raccolte dalla matti-na presto non potevano rimanereammassate ligrave per terra fin oltre il pri-mo pomeriggio altrimenti rischia-vano de concardare (processo disurriscaldamento da contatto che leannerisce e le brucia)

Cosigrave ognuno prendeva posto sulsuo cuccettu de tufu reso morbidocon un sacco di juta poggiato e ar-rotolato sulla parte superiore

Mentre ancora si litigava a bassavoce sul numero dei soldati morti o

dei pellerossa fatti prigionieri durante lrsquoultima carica del-la Cavalleria contro voglia si cercava la propria cuceddhrae la fietta con gli spaghi con le loro riccheddhre giagrave ritaglia-ti a misura

Il tutto era rimasto piugrave o meno disordinato (ma di piugraveche meno) allrsquoora dellrsquointervallo del pranzo accanto allamontagnola di foglie stipate per terra

Guai a non riprendere subito il lavoro di lsquonfilaturaSe si continuava a vurrisciare e a perdere ancora tempo

cu nnienzi se aprigravea lu cielu persquo lle cridate mentre le castime sesprecagravevanu

Ma non finiva ligrave

46 Il filo di Aracne novembredicembre 2015

pippi onesimo

Giochi di una volta

Page 42: BUONE FESTE - Il fIlo di ARACNE · La costruzione di mura poderose ha rappresentato sin dall’antichità una delle più frequenti ed efficaci stra - tegie di difesa. Ogni città