business plan e finanza aziendale

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1 Chicche e segreti per gestire la finanza della tua azienda Ciao, in questo mini e-book vogliamo rivelarti alcuni segreti della finanza aziendale che devi assolutamente conoscere per scrivere la parte più importante del business plan e cioè il piano economico-finanziario. Infatti, il piano economico finanziario (che d’ora in poi chiameremo PEF ) è la sintesi dei “numeri” che girano intorno alla tua idea di business e serve per valutare la fattibilità economica e quella finanziaria di un’idea imprenditoriale; pertanto, conoscere alcuni aspetti della finanza aziendale diventa fondamentale per gestire in modo efficace un’azienda. Ovviamente, una domanda ti potrebbe sorgere spontanea: La conoscenza della finanza aziendale o, quantomeno, dei suoi principi fondamentali è molto importante per scrivere un PEF come si deve poiché un PEF tiene in considerazione sia gli aspetti economici che quelli finanziari di un’idea di business. Quando un imprenditore, un aspirante imprenditore o un neo-imprenditore vuole dare avvio a una IL BUSINESS PLAN E LA FINANZA AZIENDALE

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Per scrivere un business plan di successo, serve conoscere alcune regole della finanza aziendale che servono a capire la dinamica finanziaria dell'azienda.

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Page 1: Business plan e finanza aziendale

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Chicche e segreti per gestire la finanza della tua azienda

Ciao,

in questo mini e-book vogliamo rivelarti alcuni segreti della finanza

aziendale che devi assolutamente conoscere per scrivere la parte più

importante del business plan e cioè il piano economico-finanziario.

Infatti, il piano economico finanziario (che d’ora in poi chiameremo

PEF) è la sintesi dei “numeri” che girano intorno alla tua idea di

business e serve per valutare la fattibilità economica e quella

finanziaria di un’idea imprenditoriale; pertanto, conoscere alcuni

aspetti della finanza aziendale diventa fondamentale per gestire in

modo efficace un’azienda.

Ovviamente, una domanda ti potrebbe sorgere spontanea:

La conoscenza della finanza aziendale o, quantomeno, dei suoi

principi fondamentali è molto importante per scrivere un PEF come si

deve poiché un PEF tiene in considerazione sia gli aspetti economici

che quelli finanziari di un’idea di business. Quando un imprenditore, un

aspirante imprenditore o un neo-imprenditore vuole dare avvio a una

IL BUSINESS PLAN E

LA FINANZA AZIENDALE

INVESTIMENTI

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nuova iniziativa economica ha bisogno di sapere se questa iniziativa è

fattibile cioè se “è possibile realizzarla”. Questa fattibilità si valuta:

a) Dal punto vista economico

b) Dal punto di vista finanziario

Ecco perché sia nell’ambito della fattibilità economica che nell’ambito

di quella finanziaria è necessario avere alcune competenze in

contabilità e, successivamente, in finanza aziendale. Ma soprattutto:

conoscere le regole fondamentali della finanza aziendale, ti può

tornare estremamente utile nel momento in cui hai deciso di dare il via

ad una nuova attività economica.

Devi sapere, infatti, che in molti casi il fallimento di un’azienda è

determinato proprio dalla mancata conoscenza di queste “regole”

fondamentali della finanza le quali, se fossero conosciute, potrebbero

aiutare tantissimi imprenditori a non commettere gli errori che invece

commettono.

Per esempio, uno delle peggiori abitudini (diffusissima tra gli

imprenditori) è quella secondo cui, quando i titolari d’azienda hanno

bisogno di soldi per fare la spesa per loro stessi o per la loro famiglia,

vanno in azienda e prendono i soldi dalla cassa o dal conto corrente

bancario dell’azienda. Allo stesso modo fin troppo spesso capita che,

se l’imprenditore deve andare in vacanza alle Maldive o da qualche

altra parte, fa la stessa cosa: apre la cassa (o il conto corrente

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bancario) dell’azienda e prende i soldi! E la stessa cosa accade anche

quando deve fare un regalino alla moglie o ai figli o altre spese che

non c’entrano niente con la gestione aziendale!!! Questi imprenditori

trattano la cassa (e la banca) della loro azienda come un

dal quale prelevano soldi per la soddisfazione di qualsiasi bisogno e/o

desiderio senza tenere presenti gli eventuali problemi finanziari che

possono riguardare la gestione nel suo complesso. Ma il patrimonio

dell’azienda è (e deve essere) distinto dal patrimonio personale

dell’imprenditore; lo dice anche il Codice Civile!

Infatti, possiamo affermare che:

Forse quello che ti abbiamo appena scritto può sembrarti banale e

inutile; però, ti garantiamo che l’utilizzo improprio dei soldi aziendali

per questioni personali dell’imprenditore è una prassi molto diffusa e

altrettanto sbagliata!

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Oltre a questa, che possiamo considerare la “regola” della finanza

aziendale n° 1, ce ne sono altre che dovresti conoscere. Ci riferiamo,

per esempio, a uno dei principi fondamentali della finanza aziendale

che è

Per comprendere in fondo questo importante principio della finanza

aziendale, occorre fare riferimento allo stato patrimoniale il quale è

uno dei tre documenti che compongono il bilancio di esercizio di

un’azienda.

Lo STATO PATRIMONIALE (o Situazione Patrimoniale, indicato

con la sigla SP) è la situazione in cui si trova il patrimonio dell’azienda

in un certo momento. E’ una specie di fotografia fatta in un preciso

istante (di solito il 31/12 di ogni anno) per sapere a quanto ammonta il

patrimonio dell’azienda sia dal punto di vista attivo che dal punto di

vista passivo. Al suo interno, è possibile individuare:

- gli investimenti, che rappresentano il patrimonio attivo aziendale;

- i finanziamenti, che rappresentano il patrimonio passivo aziendale.

In parole molto semplici, gli INVESTIMENTI sono tutti quei beni

che l’azienda acquista e che servono per svolgere l’attività di

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produzione/erogazione, mentre i FINANZIAMENTI sono tutti i soldi

che l’azienda trova in giro per comprare gli investimenti.

Ci rendiamo conto che questa definizione è molto poco accademica,

ma rende meglio l’idea! Anche perché, ancora una volta in modo poco

accademico ma molto semplice, questa nostra definizione spiega una

cosa che in molti fanno ancora fatica a capire e altri fanno fatica a

spiegare: il principio del PAREGGIO DEL BILANCIO!

Ancora una volta, senza disturbare la contabilità e i suoi principi,

diciamo che lo stato patrimoniale DEVE chiudere in pareggio per un

motivo molto semplice: se l’azienda “compra” gli investimenti che

servono per svolgere l’attività per un totale di (per esempio) 247.000

euro, significa che deve reperire proprio (ed esattamente) 247.000

euro per comprarli! Non uno di più, non uno di meno. E’ come se devi

comprare una cosa qualsiasi: se il suo prezzo è 145 euro, ti servono

esattamente 145 euro per comprarla, non uno di più, non uno di

meno! Quando acquisti qualsiasi cosa, questa qualsiasi cosa ha un

prezzo e servono esattamente quei soldi per comprarla.

Quindi, se l’azienda deve fare INVESTIMENTI per 247.000 euro, vuol

dire che ha bisogno di 247.000 di FINANZIAMENTI per comprare gli

investimenti, come mostra la figura seguente:

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Dove e come trova questi 247.000 euro di finanziamenti, è un

aspetto che possiamo sorvolare e rimandare ad un altro momento

poiché riguarda aspetti abbastanza complicati della gestione finanziaria

dell’azienda.

Oltre a questo aspetto che abbiamo appena visto, lo SP si può

osservare anche da un punto di vista “finanziario”, come l’insieme

delle “entrate” e delle “uscite” finanziarie dell’azienda. Questo è

l’aspetto cruciale da considerare se vogliamo capire la finanza

aziendale.

Specifichiamo subito cosa sono le entrate e le uscite finanziarie.

Senza darci a definizioni troppo complicate, le ENTRATE

FINANZIARIE sono i modi in cui possiamo essere pagati quando

vendiamo qualcosa e quindi, di converso, le USCITE FINANZIARIE

sono i modi con cui possiamo pagare quando compriamo qualcosa.

E quali sono questi modi per pagare o essere pagati? Questi:

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Lo schema qui sopra significa che quando vendo qualcosa (e quindi

conseguo un’entrata finanziaria), posso essere pagato in vari modi: in

contanti (quindi con un incremento della cassa, + CASSA); oppure chi

mi paga mi dice:”ti pago tra due mesi” (e quindi nasce per me un

credito, + CREDITI); oppure chi mi paga mi dice:”Tu mi dovevi dare

100 euro, adesso io ti devo dare 60 euro, quindi ti diminuisco il debito

di 60 euro e mi devi dare solo 40 euro”, cioè mi sono fatto pagare una

vendita diminuendo un debito: quindi questo è il motivo per il quale

“–DEBITI” è considerata un’entrata finanziaria.

Il contrario avviene per le uscite finanziarie, utilizzando la stessa

logica di ragionamento. Quando compro qualcosa, posso pagare in tre

modi diversi. Il primo modo è pagare in contanti (quindi con una

diminuzione della cassa, che si indica con “- CASSA”); oppure dico a

chi mi ha venduto quel qualcosa:”Ehi, ti pago tra un mese!” e quindi

nasce per me un debito, che indico con “+ DEBITI”); oppure dico a

questo qualcuno:”TU mi dovevi dare 200, adesso io te ne devo dare

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130, quindi diminuisco il mio credito e quindi mi devi dare solo 70!”,

cioè, ho pagato un acquisto diminuendo i miei crediti: – CREDITI.

Questa è la sostanza delle entrate e delle uscite finanziarie. Se

escludiamo il baratto, non ci sono altri modi per pagare, o per essere

pagati…

Il principio di reintegro finanziario degli investimenti è il principio che

permette di sapere come (e quando) gli investimenti che sono stati

effettuati inizieranno a dare il loro “rendimento” ossia quando

inizieranno a fare guadagnare denaro all’imprenditore.

Quando studiamo lo Stato Patrimoniale dal punto di vista finanziario,

entrano in gioco due principi fondamentali della finanza aziendale; il

primo è quello che abbiamo nominato in precedenza e cioè il “Principio

del reintegro finanziario dell’investimento” mentre il secondo è il

Questi due principi sono le basi su cui gira la finanza dell’azienda.

Il principio del reintegro finanziario degli investimenti è basato su un

elemento fondamentale che è il fattore tempo. In finanza aziendale si

distinguono 2 periodi di tempo:

il breve termine, che riguarda tutto ciò che accade finanziariamente

entro 12 mesi;

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il medio-lungo termine, che invece riguarda tutto ciò che accade

finanziariamente in un periodo compreso tra i 12 e i 60 mesi, o più.

In base a questo principio, distinguiamo:

nell’attivo: le IMMOBILIZZAZIONI e il CAPITALE CIRCOLANTE

nel passivo: il PATRIMONIO NETTO, i DEBITI A LUNGO TERMINE e i

DEBITI A BREVE TERMINE.

Pertanto lo SP, in base alle scadenze temporali, e in base alla

definizione che abbiamo appena dato, può essere diviso come mostra

la seguente figura:

Questo schema serve per capire la struttura finanziaria dell’azienda

in base alle scadenze temporali.

Il secondo principio che abbiamo nominato, e cioè il “principio della

correlazione temporale tra investimenti e finanziamenti” dice una cosa

estremamente importante che deve essere “agganciata” al principio di

reintegro finanziario degli investimenti ed è la seguente:

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Questo è un altro principio fondamentale della finanza aziendale

poiché considera le scadenze temporali di investimenti e finanziamenti.

Tenendo presente il principio del reintegro finanziario degli

investimenti, va detto che gli investimenti vengono “reintegrati”

finanziariamente in un periodo di tempo che può essere breve o

medio-lungo (entro, oppure oltre i 12 mesi); ciò significa che gli

investimenti si “trasformano” in denaro in un periodo di tempo che può

essere “breve” (entro 12 mesi) oppure medio-lungo (oltre 12 mesi)

Lo stesso accade per i finanziamenti i quali possono avere la (solita)

doppia scadenza: breve termine (quando un finanziamento deve

essere restituito entro 12 mesi), oppure medio-lungo termine (quando

un finanziamento deve essere restituito oltre i 12 mesi).

Cosa succede con tutte queste scadenze temporali? Semplicissimo:

succede che la scadenza temporale di quello che si “trasforma” in

denaro (cioè i valori dei beni iscritti nell’attivo dello SP) deve

coincidere con la scadenza temporale dei finanziamenti che sono stati

presi per acquistare gli investimenti.

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Osservando questo importantissimo principio della finanza aziendale

si verifica la coincidenza temporale delle scadenze: in tal modo,

quando un finanziamento a breve termine sta per scadere, può essere

“pagato” tramite il reintegro finanziario di un investimento di breve

termine ossia tramite i soldi che è possibile ottenere da un

investimento di breve termine (per esempio, la voce “crediti” di breve

termine dello SP). Allo stesso identico modo, quando occorre restituire

i soldi di un finanziamento di lungo termine, questi soldi vengono

“pagati” tramite il reintegro finanziario di un investimento di lungo

termine.

Così operando c’è la coincidenza delle scadenze temporali e viene

rispettato l’equilibrio finanziario della gestione.

Finanziare un investimento di lungo termine con un finanziamento di

breve termine comporta un rischio davvero grande e altrettanto

pericoloso: il rischio che si corre è che la scadenza del finanziamento

avvenga prima della scadenza dell’investimento. Detta in altri termini

più comprensibili e semplici, ciò significa che:

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E quando si paga prima di incassare, non occorre essere degli

esperti di finanza aziendale per comprendere che si va dritti verso il

fallimento!

Il principio della correlazione temporale tra investimenti e

finanziamenti è un principio fondamentale della finanza aziendale e,

nonostante questa sua estrema importanza, è sconosciuto alla

stragrande maggioranza delle persone e degli stessi imprenditori.

Il principio della correlazione temporale DEVE essere tenuto in

assoluta considerazione nel momento in cui, per esempio,

l’imprenditore va in banca a chiedere un finanziamento; in questo

momento, infatti e di solito, molti imprenditori non si curano della

scadenza temporale del finanziamento ma sono unicamente interessati

ad ottenerlo! Se, poi, quello stesso finanziamento sarà la causa della

loro (probabile) rovina, questo importa poco…

Andare, invece, da una banca e “contrattare” anche le condizioni di

scadenza temporale di concessione del finanziamento, oltre che

l’ammontare del finanziamento stesso, è una pratica poco diffusa ma

decisamente apprezzata dal sistema creditizio (le banche..) poiché

evidenzia il fatto che l’imprenditore ha competenze di finanza

aziendale.