c 80/8 gazzetta ufficiale dell'unione europea it

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PROCESSO VERBALE DELLA SEDUTA DI GIOVEDÌ 25 NOVEMBRE 2004 (2005/C 80/04) (La seduta ha inizio alle 9.10) PRESIDENZA: SARDJOE Copresidente 1. Sostituti Il Copresidente annuncia i seguenti sostituti: Pomes (in sostitu- zione di Lopez-Isturiz White), Hybaskova (in sostituzione di Roithova), Badía i Cutchet (in sostituzione di Pleguezuelos Aguilar), Bushill-Matthews (in sostituzione di Sturdy) e van den Berg (in sostituzione di Dobolyi). 2. Seguito del dibattito sulla relazione Sanga (Salomone) e Bowis - Aiuto e sicurezza alimentare nei Paesi ACP - Commissione per gli affari sociali e l'ambiente (ACP-UE 3692/04) — Dichiarazione di Carl Greenidge, Direttore del Centro tecnico per lo sviluppo dell'agricoltura ACP- UE Riprende il dibattito sulla relazione Sanga e Bowis. Intervengono: Straker (Saint Vincent e Grenadine), Dem (Gambia), Rawiri (Gabon), Malin (Commissione), Greenidge, Metsing per conto di Sanga (Salomone), co-relatore, e Bowis, co-relatore. 3. Relazione sulle attività dei partner economici e sociali Mantovani riferisce in merito al seminario regionale dei partner economici e sociali, tenutosi alle Isole Figi nei giorni 18, 19 e 20 ottobre 2004. 4. Approvazione del processo verbale di mercoledì 24 novembre 2004, mattina e pomeriggio Il processo verbale è approvato. 5. Sintesi dei lavori dei gruppi di discussione a cura del relatore — Metsing (Lesotho) su «La salute». — Van den Berg su «L'architettura e l'urbanistica, ivi compresi gli alloggi sociali» — Gahler su «Il Porto di Rotterdam». PRESIDENZA: GAHLER Vicepresidente Intervengono: Metsing (Lesotho), van den Berg e Gahler. PRESIDENZA: KINNOCK Copresidente 6. Dichiarazione di Carol Bellamy, Direttrice generale dell'UNICEF, sul 15 o anniversario dell'adozione della Convenzione sui diritti dell'infanzia La Copresidente rivolge parole di benvenuto al Direttore esecu- tivo dell'UNICEF. Bellamy fa una dichiarazione a nome dell'UNICEF. Intervengono: Conteh (Sierra Leone), Deva, Kamuntu (Uganda), van den Berg, Abdoul Mahmud (Sudan), Humphrey (Barbados), Bowis e Gomes. Bellamy risponde alle domande. 7. Votazione sulla proposta di modifica del Regolamento La proposta di modifica del Regolamento è approvata all'unani- mità. 8. Votazione sulle proposte di risoluzione contenute nelle relazioni delle commissioni I e II — APP/3689 sul dialogo politico ACP-EU (articolo 8 dell'Ac- cordo di Cotonou): approvata all'unanimità — APP/3692 su aiuti alimentari e sicurezza alimentare nei Paesi ACP: approvata all'unanimità con 7 emendamenti — APP/3732/COMP sulla situazione nel Darfur: approvata all'unanimità — APP/3733/COMP sui danni provocati dai cicloni nella regione dei Caraibi: approvata all'unanimità. 9. Varie Fanno dichiarazioni Gebre-Christos (Etiopia) e Weldegiorgis (Eritrea) sui rapporti fra l'Etiopia e l'Eritrea. Il Copresidente riferisce la proposta di invertire l'ordine delle sessioni, in modo da tenere la sessione annuale di primavera nell'UE. La proposta sarà esaminata a una data successiva. Imbarcaouane (Mali) ringrazia l'Assemblea a nome del Presi- dente del parlamento e del governo del Mali per aver accettato che la 9a sessione dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP- UE si terrà nel Mali. 1.4.2005 C 80/8 Gazzetta ufficiale dell'Unione europea IT

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Page 1: C 80/8 Gazzetta ufficiale dell'Unione europea IT

PROCESSO VERBALE DELLA SEDUTA DI GIOVEDÌ 25 NOVEMBRE 2004

(2005/C 80/04)

(La seduta ha inizio alle 9.10)

PRESIDENZA: SARDJOE

Copresidente

1. Sostituti

Il Copresidente annuncia i seguenti sostituti: Pomes (in sostitu-zione di Lopez-Isturiz White), Hybaskova (in sostituzione diRoithova), Badía i Cutchet (in sostituzione di PleguezuelosAguilar), Bushill-Matthews (in sostituzione di Sturdy) e van denBerg (in sostituzione di Dobolyi).

2. Seguito del dibattito sulla relazione Sanga (Salomone) eBowis - Aiuto e sicurezza alimentare nei Paesi ACP -Commissione per gli affari sociali e l'ambiente (ACP-UE3692/04)

— Dichiarazione di Carl Greenidge, Direttore delCentro tecnico per lo sviluppo dell'agricoltura ACP-UE

Riprende il dibattito sulla relazione Sanga e Bowis.

Intervengono: Straker (Saint Vincent e Grenadine), Dem(Gambia), Rawiri (Gabon), Malin (Commissione), Greenidge,Metsing per conto di Sanga (Salomone), co-relatore, e Bowis,co-relatore.

3. Relazione sulle attività dei partner economici e sociali

Mantovani riferisce in merito al seminario regionale dei partnereconomici e sociali, tenutosi alle Isole Figi nei giorni 18, 19 e20 ottobre 2004.

4. Approvazione del processo verbale di mercoledì 24novembre 2004, mattina e pomeriggio

Il processo verbale è approvato.

5. Sintesi dei lavori dei gruppi di discussione a cura delrelatore

— Metsing (Lesotho) su «La salute».

— Van den Berg su «L'architettura e l'urbanistica, ivi compresigli alloggi sociali»

— Gahler su «Il Porto di Rotterdam».

PRESIDENZA: GAHLER

Vicepresidente

Intervengono: Metsing (Lesotho), van den Berg e Gahler.

PRESIDENZA: KINNOCK

Copresidente

6. Dichiarazione di Carol Bellamy, Direttrice generaledell'UNICEF, sul 15o anniversario dell'adozione dellaConvenzione sui diritti dell'infanzia

La Copresidente rivolge parole di benvenuto al Direttore esecu-tivo dell'UNICEF.

Bellamy fa una dichiarazione a nome dell'UNICEF.

Intervengono: Conteh (Sierra Leone), Deva, Kamuntu (Uganda),van den Berg, Abdoul Mahmud (Sudan), Humphrey (Barbados),Bowis e Gomes.

Bellamy risponde alle domande.

7. Votazione sulla proposta di modifica del Regolamento

La proposta di modifica del Regolamento è approvata all'unani-mità.

8. Votazione sulle proposte di risoluzione contenute nellerelazioni delle commissioni I e II

— APP/3689 sul dialogo politico ACP-EU (articolo 8 dell'Ac-cordo di Cotonou): approvata all'unanimità

— APP/3692 su aiuti alimentari e sicurezza alimentare neiPaesi ACP: approvata all'unanimità con 7 emendamenti

— APP/3732/COMP sulla situazione nel Darfur: approvataall'unanimità

— APP/3733/COMP sui danni provocati dai cicloni nellaregione dei Caraibi: approvata all'unanimità.

9. Varie

Fanno dichiarazioni Gebre-Christos (Etiopia) e Weldegiorgis(Eritrea) sui rapporti fra l'Etiopia e l'Eritrea.

Il Copresidente riferisce la proposta di invertire l'ordine dellesessioni, in modo da tenere la sessione annuale di primaveranell'UE. La proposta sarà esaminata a una data successiva.

Imbarcaouane (Mali) ringrazia l'Assemblea a nome del Presi-dente del parlamento e del governo del Mali per aver accettatoche la 9a sessione dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE si terrà nel Mali.

1.4.2005C 80/8 Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT

Page 2: C 80/8 Gazzetta ufficiale dell'Unione europea IT

Il Copresidente Sardjoe fa una dichiarazione personale,ringrazia i colleghi e lo staff per la loro cooperazione e porge ilbenvenuto a Hay-Webster (Giamaica) che gli subentra comeCopresidente.

La Copresidente Kinnock ringrazia Sardjoe, la Presidenza UE elo staff.

10. Data e luogo della 9a sessione dell'Assemblea parla-mentare paritetica ACP-UE

La 9a sessione dell'APP si terrà a Bamako (Mali) dal 18 al 21aprile 2005.

(La seduta è tolta alle 12.00)

Ramdien SARDJOE e Glenys KINNOCK

Copresidenti

Jean-Robert GOULONGANA e Dietmar NICKEL

Co-segretari generali

1.4.2005 C 80/9Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT

Page 3: C 80/8 Gazzetta ufficiale dell'Unione europea IT

ALLEGATO I

ELENCO ALFABETICO DEI MEMBRI DELL'ASSEMBLEA PARLAMENTARE PARITETICA

Rappresentanti dei Paesi ACP Rappresentanti del Parlamento europeo

SARDJOE (SURINAME), Copresidente KINNOCK, CopresidenteSUDAFRICA, VP GAHLER, VPBARBADOS, VP MANTOVANI, VPCONGO, VP VERGÈS, VPGIBUTI, VP CARLOTTI, VPFIGI, VP MITCHELL, VPGABON, VP JOAN i MARI, VPNAMIBIA, VP LULLING, VPUGANDA, VP KAMINSKI, VPSAINT LUCIA, VP CORNILLET, VPSALOMONE, VP MARTINEZ MARTINEZ, VPSIERRA LEONE, VP BOWIS, VPTOGO, VP GOUDIN, VP

ANGOLA AGNOLETTOANTIGUA E BARBUDA ALLISTERBAHAMAS ARIFBELIZE AUBERTBENIN AYLWARDBOTSWANA BERENDBURKINA FASO BULLMANNBURUNDI BUSKCAMERUN CALLANANCAPO VERDE COELHOREPUBLICA CENTRAFRICANA DAULCOMORES DEVACONGO (REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL) DILLENCOOK (ISOLE) DOBOLYICOSTA D'AVORIO DOMBROVSKISREPUBBLICA DOMINICANA EKDOMINICA FERNANDESERITREA FERREIRAETIOPIA GOMESGAMBIA GRABOWSKAGHANA GRÖNERGRENADA HALLGUINEA HAUGGUINEA-BISSAU HERRANZ GARCÍAGUINEA EQUATORIALE JÖNSGUYANA JONCKHEERHAITI KACZMAREKGIAMAICA KORHOLAKENYA KOZLÍKKIRIBATI KUŁAKOWSKILESOTHO LANGENDRIESLIBERIA LEHIDEUXMADAGASCAR LÓPEZ-ISTÚRIZ WHITEMALAWI LOUISMALI McAVANMARSHALL MARTENSMAURIZIO MAYERMAURITANIA MORILLONMICRONESIA NOVAKMOZAMBICO PLEGUEZUELOS AGUILARNAURU POLFERNIGER RIBEIRO E CASTRONIGERIA ROITHOVÁNIUE ROSATIPALAU SARTORI

1.4.2005C 80/10 Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT

Page 4: C 80/8 Gazzetta ufficiale dell'Unione europea IT

PAPUASIA NUOVA GUINEA SCHEELERUANDA SCHLYTERSAINT KITTS E NEVIS SCHNELLHARDTSAINT VINCENT E GRENADINE SCHWABSAMOA SJÖSTEDTSÃO TOMÉ E PRÍNCIPE SORNOSA MARTÍNEZSENEGAL SPERONISEICELLE STURDYSOMALIA VALENCIANO MARTÍNEZ-OROZCOSUDAN VAN HECKESWAZILAND VAN LANCKERTANZANIA de VILLIERSCIAD WHITEHEADTONGA WIELANDTRINIDAD E TOBAGO WIJKMANTUVALU WURTZVANUATU ZÁBORSKÁZAMBIA ZANIZIMBABWE ZÍLE

COMMISSIONE POLITICA

Membri ACP Membri europei

………. (HAITI), copresidenza CALLANAN, CopresidenteFIGI, VP JÖNS, VPBURUNDI, VP POLFER, VPANGOLA CARLOTTIBELIZE COELHOBENIN DILLENCOOK (ISOLE) DOBOLYIGIBUTI GAHLERGRENADA GOMESGUINEA GRABOWSKAGUINEA EQUATORIALE GRÖNERGUYANA HERRANZ GARCÍALIBERIA JONCKHEERMAURITANIA KACZMAREKNAMIBIA KAMINSKINIGERIA LANGENDRIESNIUE LÓPEZ-ISTÚRIZ WHITEUGANDA LOUISPAPUASIA NUOVA GUINEA MANTOVANIREPUBLICA CENTRAFRICANA MARTÍNEZ MARTÍNEZSAINT VINCENT E GRENADINE MORILLONSUDAN SARTORISURINAME VAN HECKETOGO WIELANDTUVALU WURTZZIMBABWE ZANI

COMMISSIONE PER LO SVILUPPO ECONOMICO, LE FINANZE E IL COMMERCIO

Membri ACP Membri europei

LEKOBA (CONGO), Copresidente SCHLYTER, CopresidenteNIANGADO (MALI), VP ………………, VPHAY-WEBSTER (GIAMAICA), VP DOMBROVSKIS, VPSUDAFRICA AGNOLETTOBOTSWANA BERENDCAMERUN BULLMANNCONGO (REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL) BUSKCOSTA D'AVORIO CORNILLETDOMINICA DAULERITREA DEVA

1.4.2005 C 80/11Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT

Page 5: C 80/8 Gazzetta ufficiale dell'Unione europea IT

ETIOPIA FERREIRAGABON JOAN i MARÍGHANA KINNOCKKENYA KOZLÍKMAURIZIO LEHIDEUXMICRONESIA LULLINGPALAU MAYERSAINT LUCIA McAVANSAMOA MITCHELLSENEGAL PLEGUEZUELOS AGUILARSIERRA LEONE RIBEIRO E CASTROSWAZILAND ROSATITANZANIA SPERONITONGA STURDYTRINIDAD E TOBAGO VAN LANCKERZAMBIA de VILLIERS

ZÍLE

COMMISSIONE PER GLI AFFARI SOCIALI E L'AMBIENTE

Membri ACP Membri europei

METSING (LESOTHO), Copresidente SCHEELE, CopresidentePOLISI (RUANDA) NOVAK, VPAROUNA (NIGER) ARIF, VPANTIGUA E BARBUDA ALLISTERBAHAMAS AUBERTBARBADOS AYLWARDBURKINA FASO BOWISCAPO VERDE EKCOMORES FERNANDESGAMBIA GOUDINGUINEA-BISSAU HALLKIRIBATI HAUGMADAGASCAR KORHOLAMALAWI KUŁAKOWSKIMARSHALL MARTENSMOZAMBICO ROITHOVANAURU SCHNELLHARDTREPUBBLICA DOMINICANA SCHWABSAINT KITTS E NEVIS SJÖSTEDTSALOMONE SORNOSA MARTÍNEZSÃO TOMÉ E PRÍNCIPE VALENCIANO MARTÍNEZ-OROZCOSEICELLE VERGÈSSOMALIA WHITEHEADCIAD WIJKMANVANUATU ZÁBORSKÁ

1.4.2005C 80/12 Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT

Page 6: C 80/8 Gazzetta ufficiale dell'Unione europea IT

ALLEGATO II

ELENCO DI PRESENZA DELLA SESSIONE DEL 22-25 NOVEMBRE 2004 (L'AIA)

SARDJOE (Suriname), Copresidente KINNOCK, CopresidenteDAVIES (Sudafrica, VP) AUBERT (2) (3)DE SOUSA (Angola) BADÍA I CUTCHET (in sostituzione di PLEGUEZUELOS

AGUILAR)HUMPHREY (Barbados, VP) (*) BERENDIDJE (Benin), van den BERG (in sostituzione di DOBOLYI)TAMPLIN (Botswana) (*) BOWIS, VP (1) (3) (4)YAO (Burkina Faso) BUSHILL-MATTHEWS (in sostituzione di STURDY) (4)NIYUHIRE (Burundi) CALLANANNYASSA (Camerun) CARLOTTI, VPOBA APOUNOU (Congo, VP) CORNILLET, VP (1) (2) (3)MARINI BODHO (Repubblica democratica del Congo) CZARNECKI (in sostituzione di ALLISTER) (1)MASTERS (Isole Cook) DEVA (1) (2) (4)AMON AGO (Costa d'Avorio) DOMBROVSKIS (2) (3)DAWALEH (Gibuti, VP) FERNANDES (3) (4)RIVIERE (Dominica) GAHLER, VPWELDEGIORGIS (Eritrea) (*) GOMES (1) (3) (4)PETROS OLANGO (Etiopia) GOUDIN, VP (1) (2) (3)CAVUILATI (Figi, VP) (*) GRABOWSKARAWIRI (Gabon, VP) GRÖNER (1) (2)DEMBA DEM (Gambia) HALL (1) (3) (4)OSEI-PREMPEH (Ghana) HAUG (1) (2)TOP (Guinea) HYBASKOVA (1) (4) (in sostituzione di ROITHOVA)NGUEMA (Guinea Equatoriale) JOAN I MARI, VP (3) (4)HAY-WEBSTER (Giamaica) JÖNSKAMOTHO (Kenya) KACZMAREKMETSING (Lesotho) KUŁAKOWSKIFANJAVA (Madagascar) LEHIDEUX (1) (3) (4)NAMISENGO (Malawi) (*) LULLINGKEITA (Mali) MANTOVANI, VPGUNNESS (Maurizio) MARTENSGUELAYE (Mauritania) MARTINEZ MARTINEZ, VPSITHOLE (Mozambico) MAYERNANGOMBE (Namibia, VP) (*) McAVAN (1) (3) (4)MOUNKEILA (Niger) MORGANTINI (in sostituzione di WURTZ) (1) (3)BAWA BWARI (Nigeria) MORILLON (1)VIVIAN (Niue) NOVAK (1) (2) (3)KAMUNTU (Uganda, VP) POLFER (1) (2) (4)ANGGO (Papuasia Nuova Guinea) POMES (in sostituzione di LOPEZ-ISTURIZ WHITE) (4)POLISI (Ruanda) RIBEIRO E CASTROHERBERT (Saint Kitts e Nevis) SCHEELEFRANCOIS (Saint Lucia, VP) SCHLYTERSTRAKER (Saint Vincent e Grenadine) SCHNELLHARDTSANGA (Salomone) SJÖSTEDT (1) (4)SAFUNEITUUGA (Samoa) SORNOSA MARTINEZ (1) (2)NDIAYE (Senegal) (*) SPERONI (2) (3) (4)FAURE (Seicelle) VAN HECKECONTEH (Sierra Leone, VP) VAN LANCKER (1) (2)YUSUF (Somalia) VERGÈS, VPBEDA (Sudan) WHITEHEAD (1) (4)DLAMINI (Swaziland) WIJKMAN (3) (4)MPOROGOMYI (Tanzania) ZÁBORSKÁ (1)DELWA-KASSIRE (Ciad) ZANINATCHABA (Togo)BEREAUX (Trinidad e Tobago)MATONGO (Zambia)DOKORA (Zimbabwe)

(*) Paese rappresentato da un non parlamentare(1) presente il 22.11.2004(2) presente il 23.11.2004(3) presente il 24.11.2004(4) presente il 25.11.2004

1.4.2005 C 80/13Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT

Page 7: C 80/8 Gazzetta ufficiale dell'Unione europea IT

Osservatori:

Cuba: POLANCO FUENTES, PARDINAS

Erano presenti inoltre alla riunione:

SUDAFRICANWENGETHWEGIBSONJAMESMATJILAPELLE

ANGOLABARRADASDE ALMEIDAPONGOLOLAPAULOSERAODOMINGOS

BARBADOSGODDARD

BENINAKPOVIAMOUSSOUHINVI

BOTSWANASINOMBE

BURKINA FASOTAPSOBALANKOANDEKERE

BURUNDIKANYEMERAMDUWUMWAMIKABOGOYE

CAMERUNDANATAMBAYABAHBASSONG

CONGOBOUNKOULOUBISSILANGOLOLEKOBAOBIA

COOK (ISOLE)McCLAY

COSTA D'AVORIOMOLLE MOLLEGOSSETMOUSSA

GIBUTIABDI SAIDCHEHEM

ERITREAAHMEDTESFAY

ETIOPIAGEBRE-MEDHINDARSEMAGEBRE-CHRISTOS

GABONOBIANG NDONGMOUVAGA TCHIOBAOPAPEMAKONGO

GAMBIANYAN-ALABOSON

GHANAWUDU

GUINEADIALLOTOLNEBALDE-KAZALIOU

GUINEA EQUATORIALEMBA BELAANDEMEMOYANKA OBIANG

GIAMAICAKNIGHTCOYE

KENYAPOGHISIOKAHENDEMWORIA

LESOTHOMAYLANYANE

MADAGASCARBERIZIKIINDRIANJAFY

MALIIMBARCAOUANENIANGADONGAREBA

MAURIZIOGUNESSEE

MAURITANIAELVIL

MOZAMBICOLUCAS

NIGERABARRY

NIGERIASALAKOGARBAGABASAMALAWANUMELO

UGANDAKIRASOMUGAMBERWABITA

1.4.2005C 80/14 Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT

Page 8: C 80/8 Gazzetta ufficiale dell'Unione europea IT

PAPUASIA NUOVA GUINEAMAXITONE-GRAHAM

REPUBBLICA DEMOCRA-TICA DEL CONGOONUSUMBA YEMBAKOS'ISAKA NKOMBELUNDULA PEN'OLELAMANEGABE MAHEBERALUTUNDULA APALABWISSA NDAKALA

RUANDAAYINKAMIYEMWIZAKAYITANA IMANZI

SAINT LUCIABULLEN

SAINT VINCENT E GRENA-DINETHOMAS

SOMALIAQAMARFARAHAN

SUDANBEDRIALEUAHMEDIDRISS

SURINAMEKRUISLANDTILAKDHARIESITALHIWAT

SWAZILANDDLAMINI

TANZANIANYAGETERA-HYERA

CIADHAMDANETAHIR HASSAN

TRINIDAD E TOBAGOROUSSEAU

ZAMBIAKAMANGA

ZIMBABWECHAMISACHIOTA

CONSIGLIO DEI MINISTRI ACP-UE

VAN ARDENNE-VAN DER HOEVEN Ministro della cooperazione allo sviluppo, Paesi Bassi),

Presidente in carica del Consiglio dell'Unione europea

KNIGHT Ministro degli affari esteri e del commercio con l'estero (Giamaica),

Presidente in carica del Consiglio ACP

COMITATO DEGLI AMBASCIATORI

COYE (Giamaica) Presidente in carica

COMMISSIONE EUROPEA

MICHEL Commissario allo Sviluppo e all'Aiuto umanitario

CONSIGLIO

AJELLO Rappresentante speciale dell'UE per la Regione dei Grandi Laghi

COMITATO ECONOMICO E SOCIALE DELLE COMUNITÀ EUROPEE (CES)

VEVER presidente del Comitato di verifica ACP-UE

CENTRO PER LO SVILUPPO DELLE IMPRESE (CSI)

PATAKIAS

CENTRO TECNICO PER LO SVILUPPO DELL'AGRICOLTURA (CTA)

GREENIDGE Direttore

PARLAMENTO DELL'ECOWAS

DIALLO Portavoce

MBAYE Membro

1.4.2005 C 80/15Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT

Page 9: C 80/8 Gazzetta ufficiale dell'Unione europea IT

UNICEF

BELLAMY Direttrice generale

DELAHAYE Direttore

TRIBUNALE PENALE INTERNAZIONALE

KIRSCH Presidente

SEGRETERIA ACP

GOULONGANA Cosegretario generale

SEGRETERIA UE

NICKEL Cosegretario generale

1.4.2005C 80/16 Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT

Page 10: C 80/8 Gazzetta ufficiale dell'Unione europea IT

ALLEGATO III

RISOLUZIONI APPROVATE

P

— sul dialogo politico ACP-UE (articolo 8 dell'Accordo di Cotonou) (ACP-UE 3689/04/def.) 17

— sugli aiuti alimentari e la sicurezza alimentare (ACP-UE 3692/04/def.) 23

— sulla situazione nel Darfur (ACP-UE 3732/04/déf.) 32

— sui danni provocati dai cicloni nella regione dei Caraibi (ACP-UE 3733/04/def.) 36

RISOLUZIONE (1)

sul dialogo politico ACP-UE (articolo 8 dell'Accordo di Cotonou)

L'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE,

— riunita all'Aia dal 22 al 25 novembre 2004,

— visto l'articolo 17, paragrafo 1 del suo regolamento,

— visto l'accordo di partenariato ACP-UE, firmato a Cotonou (Benin) il 23 giugno 2000 (2) ed entrato invigore il 1o aprile 2003, ed in particolare l'articolo 8 (Dialogo politico) del Titolo II (La dimensione poli-tica),

— visti gli orientamenti per il dialogo politico ACP-UE (articolo 8), approvati dal Consiglio dei ministriACP-UE durante la sua 28a sessione svoltasi a Bruxelles nel maggio 2003,

— visto il Quadro e i Principi generali del dialogo politico intra-ACP, approvati dal Consiglio dei ministriACP durante la sua 76a sessione svoltasi a Bruxelles nel dicembre 2002,

— vista la definizione degli attori non statali di cui all'articolo 6 dell'Accordo di Cotonou,

— visti i criteri di selezione per gli attori non statali figuranti nell'Allegato VI del manuale sulla partecipa-zione degli attori non statali («Handbook on the Involvement of Non-state Actors») che illustrano icriteri di cui all'articolo 6 dell'Accordo di Cotonou,

— visti la revisione dell'Accordo di Cotonou e gli sforzi da entrambe le parti per migliorare e chiarire ulte-riormente le modalità e i meccanismi del dialogo politico, -

— visti gli obiettivi ed i principi dell'atto istitutivo dell'Unione africana approvato l'11 luglio 2000,

— vista la risoluzione dell'Assemblea parlamentare paritetica sull'impiego del Fondo europeo di sviluppo(APP/3602/def.) approvata a Roma il 15 ottobre 2003 (3),

— vista la relazione della commissione politica (ACP-UE/3689),

A. riconoscendo i progressi raggiunti nell'attuazione delle disposizioni dell'Accordo di Cotonou e, in parti-colare, delle disposizioni che disciplinano il dialogo politico,

B. sottolineando che la revisione dell'Accordo di Cotonou dovrà concentrarsi prioritariamente sul miglio-ramento dei meccanismi e delle modalità del dialogo politico,

1.4.2005 C 80/17Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT

(1) Approvata dall'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE il 25 novembre 2004 a L'Aia (Paesi Bassi).(2) GU L 317 del 15.12.2000, pag. 3.(3) GU C 26 del 29.1.2004, pag. 32

Page 11: C 80/8 Gazzetta ufficiale dell'Unione europea IT

C. convinto che un dialogo sostanziale, trasparente e costante contribuirebbe a rafforzare ulteriormente ilpartenariato ACP-UE,

D. sottolineando la necessità di rafforzare ed ampliare le opportunità e l'ambito del dialogo politico tra leparti a livello nazionale, regionale, ACP e mondiale,

E. evidenziando la necessità di tener conto della storia e delle specifiche e particolari circostanze diciascuno dei Paesi ACP nella definizione di priorità concordate e di agende comuni tra le parti nell'am-bito del dialogo politico,

F. sottolineando la necessità di esplorare pienamente e di attuare gli orientamenti per il dialogo politicoACP-UE (articolo 8), approvati dal Consiglio dei ministri ACP-UE,

G. evidenziando l'esigenza che l'Assemblea paritetica ACP-UE, in quanto attore del dialogo politico, parte-cipi maggiormente al dialogo politico ACP-UE a tutti i livelli,

H. considerando la grande importanza del dialogo politico per la promozione del buongoverno negli StatiACP; sottolineando a tale riguardo che non esiste una soluzione uniforme e che il buongovernoandrebbe studiato specificamente per ogni paese;

Orientamenti del dialogo politico

I. riconoscendo che l'accordo di Cotonou fornisce gli orientamenti generali di base per un dialogo poli-tico completo, equilibrato e profondo che porti all'assunzione di impegni da entrambe le parti,

J. considerando che l'adozione e l'attuazione degli orientamenti per il dialogo politico ACP-UE (articolo8) possono essere considerati interventi proattivi, concreti e positivi per rafforzare il dialogo politicoACP-UE, che va rafforzato ulteriormente e istituzionalizzato a tutti i livelli, al fine di sfruttare piena-mente questo strumento fondamentale per la gestione del rapporto di partenariato,

K. considerando che il dialogo può essere organizzato su un'ampia gamma di questioni e può svolgersi incontesti formali o informali e a vari livelli (nazionale, regionale, ACP e mondiale),

L. sottolineando la necessità di coinvolgere nei colloqui formali ed informali del dialogo politico i membridei parlamenti nazionali, sopranazionali e regionali nonché i membri dell'Assemblea parlamentare pari-tetica poiché a detti rappresentanti eletti del popolo spetta un ruolo di rilievo in sede di attuazione deirisultati del dialogo,

M. confermando che, se si vuole assicurare una rappresentatività piena e completa, occorre far parteciparegli attori non statali al dialogo politico ACP-UE,

Meccanismi e modalità

N. rilevando la necessità di predisporre meccanismi atti a garantire un flusso regolare ed ampio di infor-mazioni fra tutte le parti coinvolte nel dialogo politico in Europa e nei Paesi ACP, e visto che gli ufficidi delegazione della Commissione europea possono assumere il ruolo di centro di comunicazione inentrambi i sensi,

O. sottolineando la necessità di sfruttare tutte le possibilità offerte dall'articolo 8 per il dialogo suglielementi essenziali e i principi fondamentali dell'accordo di Cotonou,

P. reputando necessario che il dialogo politico abbracci, in via continuativa, un'ampia gamma di tematicheche esulino dagli elementi «rilevanti» e dai principi «fondamentali» dell'Accordo di Cotonou,

Q. insistendo affinché, anche se il dialogo politico di cui all'articolo 8 dell'Accordo di Cotonou e le consul-tazioni di cui agli articoli 96 e 97 riguardano oggetti diversi, il dialogo politico può riguardare anchefatti in ordine ai quali possono risultare necessarie consultazioni;

1.4.2005C 80/18 Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT

Page 12: C 80/8 Gazzetta ufficiale dell'Unione europea IT

R. considerando la rilevanza centrale degli attori regionali, subregionali e non statali chiaramente definitinegli orientamenti per il dialogo politico ACP-UE (articolo 8) approvati dal Consiglio dei ministri ACP-UE in occasione della sua 28a sessione svoltasi a Bruxelles nel maggio 2003,

S. considerando che una corretta comunicazione tra le capitali ACP e i soggetti interessati aventi sede aBruxelles è particolarmente importante, specie quando il dialogo ai sensi dell'articolo 8 riguardielementi essenziali e principi fondamentali (1),

T. sottolineando la necessità di adottare decisioni e conclusioni comuni nello spirito del partenariato e dellungo rapporto ACP-UE,

Capacità e risorse

U. considerando che il dialogo dovrebbe costituire un processo bilaterale tra partner uguali e fidati,

V. sottolineando la necessità di esplorare possibilità di finanziamento a vari livelli da utilizzare percostruire e rafforzare le capacità per gestire il dialogo ex articolo 8 con una logica globale - a livellonazionale, regionale, ACP e mondiale (comprese le istanze internazionali, qualora siano discussielementi rilevanti che abbiano un impatto diretto sulla cooperazione ACP-UE),

W. considerando il fatto che un flusso continuo di informazioni può fungere da premessa essenziale perl'attuazione dei risultati del dialogo soltanto a patto che i parlamenti interessati siano coinvolti neicolloqui, per cui i membri competenti dell'Assemblea parlamentare paritetica debbono adoperarsiaffinché i parlamenti da cui emanano siano ampiamente informati,

X. sottolineando la necessità che l'Assemblea ACP-UE venga associata strettamente alla valutazione deldialogo politico,

Y. considerando che la partecipazione dei vari attori ed istituzioni di cui all'Accordo-quadro del Consigliodei ministri ACP-UE del maggio 2003 è rilevante ai fini di un approccio differenziato e di un dialogoproficuo,

Z. sottolineando la necessità di un coordinamento e di una cooperazione a tutti i livelli tra le parti,compreso lo scambio di informazioni sulle attività che si svolgono nei Paesi con gli attori che hannosede a Bruxelles,

Problemi politici specifici d'interesse reciproco

AA. considerando che il dialogo politico, ai sensi dell'articolo 8, paragrafo 4 dell'Accordo di partenariatoACP-UE, deve incentrarsi, tra le altre cose, sui problemi quali il commercio di armi - compresa laproliferazione delle armi leggere e di piccolo calibro - la spesa militare eccessiva, la droga e la crimina-lità organizzata o la discriminazione etnica, religiosa o razziale, e deve altresì prevedere una verificaregolare della situazione per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani, dei principi democratici,dello stato di diritto e del buongoverno,

AB. considerando che l'impatto della corruzione e delle pratiche finanziarie illegali sulle economie e lesocietà dei Paesi in via di sviluppo è enorme e rappresenta un ostacolo insormontabile allo sviluppo eall'uscita dalla spirale della povertà; che, secondo le stime, ogni anno circa 50 miliardi di dollari diaiuti vanno dalle nazioni più ricche alle economie in via di sviluppo e in via di transizione;

AC. considerando che, secondo le stime, ogni anno all'incirca 500 miliardi di dollari di danaro sporcosono trasferiti illegalmente dai Paesi in via di sviluppo e dai Paesi emergenti verso altri Stati, e che talisomme non sono pertanto messe a disposizione dei Paesi poveri per consentir loro di soddisfare i piùurgenti bisogni umanitari, quali la vaccinazione universale per l'infanzia, un insegnamento di migliorequalità, acqua potabile e assistenza sanitaria di base per milioni di persone,

Orientamenti del dialogo politico

1. ribadisce il coinvolgimento e la partecipazione reale dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UEcome attore nel dialogo politico previsto dall'articolo 8;

1.4.2005 C 80/19Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT

(1) Ai sensi degli orientamenti proposti per il dialogo politico ACP-UE (articolo 8).

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2. sottolinea che il dialogo politico, ai sensi dell'articolo 8, costituisce un impegno reciproco che dovràpermettere di approfondire il partenariato creato dagli Accordi di Lomé e poi di Cotonou;

3. raccomanda un approccio al dialogo politico differenziato e con la partecipazione di una pluralità diattori che includa anche gli attori non statali definiti sulla base di criteri concertati, conformemente alleraccomandazioni contenute negli orientamenti per il dialogo politico ACP-UE (articolo 8) adottate dalConsiglio dei ministri ACP-UE nel maggio 2003;

4. sollecita tutte le parti ad astenersi da azioni unilaterali che potrebbero essere considerate dannose peril partenariato;

5. reputa importante che il dialogo politico oltre che essere considerato quale fase preliminare per leconsultazioni di cui agli articoli 96 e 97 dell'Accordo di Cotonou funga in via prioritaria da strumentoper instaurare, a lungo termine, durature e profonde relazioni fra tutte le parti;

6. sottolinea la necessità di vedere il rispetto dei diritti umani, la lotta alla povertà, l'impegno per unosviluppo sostenibile e la parità fra i sessi svolgere un ruolo centrale in sede di dialogo politico;

7. invita tutte le parti ad esaminare un'ampia gamma di tematiche, oltre quelle coperte dall'articolo 8:proliferazione delle armi di piccolo calibro, corruzione, indebitamento pubblico, politica di sviluppomondiale, nazionale, regionale e settoriale; diritti dell'infanzia e dei bambini soldato, assistenza sani-taria, in particolare la lotta contro l'Aids;

8. sottolinea il carattere preventivo del dialogo politico di cui all'articolo 8 dell'Accordo di Cotonou attoa promuovere fiducia reciproca prima che scoppi una crisi e si rendano necessarie consultazioni aisensi degli articoli 96 e 97 dell'Accordo di Cotonou;

9. sottolinea il ruolo importante delle organizzazioni regionali, in particolare l'Unione africana (UA), neldialogo fra le fazioni in conflitto in caso di crisi sul continente africano e si augura, del pari, che igoverni degli Stati africani si impegnino, dal canto loro, a contribuire alla soluzione dei conflitti;

10. sottolinea la rilevanza dei parlamenti nazionali nel dialogo politico fra le parti e plaude esplicitamenteal successo ottenuto dai seminari informativi per i parlamentari nazionali sull'applicazione dell'Ac-cordo di Cotonou;

11. rivolge un appello a tutte le parti affinché strutturino il dialogo politico come un processo continua-tivo e non vi ricorrano solo quando le relazioni hanno già raggiunto una fase critica;

12. considera che il rafforzamento del dialogo politico debba consacrare il ruolo dell'Assemblea parlamen-tare paritetica ACP-UE quale attore fondamentale ed insiste sull'importanza del dialogo informalecondotto in questa sede, che dovrà evolvere verso un'autentica «diplomazia parlamentare»;

Meccanismi e modalità

13. sostiene la proposta avanzata dagli Stati ACP nella revisione dell'accordo di Cotonou di elaborare unallegato all'accordo che specifichi modalità e meccanismi del dialogo politico; chiede alla Commissionedi avanzare proposte in tal senso;

14. invita le parti interessate a porre in atto il più presto possibile un sistema di allarme rapido ACP cosìcome descritto nel Quadro e nei Principi generali per il dialogo politico intra-ACP approvati dal Consi-glio dei ministri ACP, onde appoggiare i Paesi ACP che si adoperano per intervenire con misure diprevenzione dei conflitti e per evitare le consultazioni di cui agli articoli 96 e 97 dell'Accordo diCotonou;

15. invita gli Stati ACP ad informare l'Assemblea parlamentare paritetica sui principali risultati del sistemaafricano di allarme rapido onde individuare con la massima tempestività l'emergere di nuove crisiovvero il riesplodere di conflitti e pertanto recare, grazie al dialogo politico, un contributo alla solu-zione degli stessi;

1.4.2005C 80/20 Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT

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16. invita le parti interessate ad insediare un Peer Group con sede a Bruxelles conformemente alla racco-mandazione del Consiglio dei ministri ACP del dicembre 2002 e in linea con i dispositivi dello stessotipo istituiti dall'Unione africana e a sostegno degli stessi, e ad adoperarsi affinché Peer Group analoghisiano costituiti nelle regioni sensibili; sottolinea la grande importanza di associarvi membri dell'Assem-blea parlamentare paritetica e attori non statali nonché rappresentanti delle regioni ACP non interes-sate onde promuovere efficacemente il dialogo politico in tutte le sue fasi;

17. invita i membri dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE a promuovere il dialogo politico a tuttii livelli ed anche nell'ambito di colloqui individuali e riferirne alla commissione politica dell'Assembleaparlamentare paritetica ACP-UE;

18. invita il Consiglio dei ministri ACP-UE a riferire all'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE dopoogni riunione ministeriale ed esorta il Consiglio e l'Assemblea a promuovere sul piano sia formale cheinformale il dialogo politico fra le due Istituzioni;

19. invita la segreteria comune ACP-UE a predisporre un elenco di tutti i membri dell'Assemblea parla-mentare paritetica comprensivo di nominativi, funzioni, indirizzi e foto affinché possa servire anche alreperimento del recapito di potenziali interlocutori per il dialogo politico;

20. sollecita la Commissione europea a predisporre gli stanziamenti necessari per creare ed istituzionaliz-zare un dispositivo che consenta a ogni paese ACP di invitare rappresentanti dei Paesi confinanti(«amici del paese», compresi i rappresentanti nazionali dell'Assemblea paritetica ACP-UE) a parteciparea dibattiti su determinati aspetti del dialogo politico;

21. incarica la Commissione nel suo ruolo di autrice del progetto preliminare di bilancio dell'UE nonché ilParlamento e il Consiglio dei ministri dell'Unione europea nel loro ruolo di Autorità di bilancio adesplorare la possibilità, in caso d'integrazione del Fondo europeo di sviluppo (FES) nel bilancio comu-nitario, di associare strettamente l'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE alle procedure di bilanciodell'UE per permetterle di apportare un contributo prezioso all'autorità di bilancio dell'UE sullequestioni di bilancio attinenti ai Paesi ACP, onde intensificare il dialogo politico con riguardo a tuttigli aspetti dell'assistenza allo sviluppo;

22. invita tutte le parti interessate a garantire pienamente la protezione di tutti i partecipanti al dialogopolitico prima, durante e dopo i loro interventi;

23. sollecita la partecipazione delle donne, sia da parte ACP che da parte UE, a tutte le forme e in tutte lefasi del dialogo politico nonché della procedura di consultazione;

24. incoraggia l'organizzazione di regolari audizioni in seno ai parlamenti nazionali sul dialogo politico incorso da parte degli ordinatori nazionali e delle delegazioni UE, con la partecipazione della societàcivile;

25. reputa indispensabile difendere strenuamente, nelle sedi internazionali quali l'ONU o l'OMC, le posi-zioni formulate nelle decisioni e conclusioni comuni espresse dal dialogo politico;

26. sottolinea che il dialogo politico, in quanto processo reciproco tra partner uguali che si concedonoreciproca fiducia, permette, in particolare ai Paesi ACP, di chiedere l'esame della coerenza delle poli-tiche condotte dall'Unione europea e del loro impatto sugli Stati ACP;

27. chiede la sistematica inclusione di aggiornamenti sul dialogo politico previsto all'articolo 8 (contenuto,procedure, organizzazione, risultati) a livello di Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE con rego-lare iscrizione agli ordini del giorno;

28. sottolinea che l'evoluzione in corso verso la regionalizzazione rappresenta un'opportunità per raffor-zare il dialogo politico su scala regionale e raccomanda l'organizzazione di riunioni regionali nelquadro dell'Assemblea parlamentare ACP-UE;

1.4.2005 C 80/21Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT

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Capacità e risorse

29. raccomanda la nomina proattiva e trasparente ai vari livelli del dialogo (nazionale, regionale, ACP emondiale) e in base alle realtà locali, delle persone responsabili dell'organizzazione del dialogo e,soprattutto, degli attori coinvolti;

30. ritiene che occorra stabilire chiaramente quali organizzazioni e persone rientrano nella categoria degliattori non statali; sottolinea a tale riguardo la necessità di una definizione chiara sulla base di criteriprecisi;

31. invita le parti ad esaminare all'occorrenza la possibilità di ricorrere a facilitatori indipendenti/neutrali,soprattutto per questioni anche minimamente sensibili, o anche, se necessario all'Assemblea parlamen-tare paritetica;

32. chiede alla Commissione europea di istituire meccanismi, fra i quali la possibilità di mettere a disposi-zione finanziamenti, per garantire un dialogo sul campo e la successiva trasmissione di informazionialle istituzioni interessate di Bruxelles;

33. invita i membri dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE a partecipare attivamente alle perti-nenti fasi del dialogo politico a tutti i livelli;

34. sollecita i membri del Consiglio dei ministri ACP-UE a partecipare attivamente alle sessioni ministerialicomuni;

35. sottolinea la necessità di promuovere il dialogo politico ex articolo 8 a livello di parlamenti nazionali edi APP ACP-UE;

Problemi politici specifici d'interesse reciproco

36. è persuasa della necessità di proseguire gli aiuti umanitari e il dialogo con la società civile in caso diviolazioni persistenti dei diritti umani universali, anche quando sono perpetrate dallo Stato, in modoche la popolazione non abbia a pagare il prezzo delle violazioni commesse dal proprio governo;

37. chiede che, nel quadro del dialogo politico ACP-UE, sia affrontato con urgenza il problema della corru-zione e delle pratiche finanziarie illegali nei Paesi in via di sviluppo, che spesso vedono il coinvolgi-mento di «partner» dell'UE e di altri Paesi donatori, e ciò al fine di farsi un'idea chiara della quantità didenaro sporco che defluisce dalle economie in via di sviluppo o in via di transizione e degli effetti ditale fenomeno su questi Paesi e sui programmi di aiuto allo sviluppo;

38. invita il Consiglio dei ministri ACP-UE e la Commissione europea ad affermare la propria autoritàdenunciando uno dei fenomeni economici più rovinosi che interessano i Paesi poveri e ad affrontare ilproblema del denaro sporco in stretta cooperazione con la Banca mondiale, l'FMI e le altre Istituzionie donatori multilaterali;

39. ritiene fermamente che affrontando insieme il problema della corruzione e delle pratiche finanziarieillegali nei Paesi in via di sviluppo, i Paesi ACP e i Paesi dell'UE offriranno un importante contributoalla lotta contro la povertà, la criminalità e il terrorismo, promuovendo al tempo stesso la stabilitàpolitica e lo sviluppo socio-economico;

40. incarica i suoi Copresidenti di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio dei ministri ACP-UE, allaCommissione europea e alle organizzazioni di integrazione regionale ACP.

1.4.2005C 80/22 Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT

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RISOLUZIONE (1)

su aiuti alimentari e sicurezza alimentare

L'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE,

— riunita a L'Aia (Paesi Bassi) dal 22 al 25 novembre 2004,

— visto l'articolo 17, paragrafo 1 del suo regolamento,

— visto il regolamento (CE) n. 1292/96 del 27 giugno 1996 relativo alla politica e alla gestione dell'aiutoalimentare e ad azioni specifiche di sostegno alla sicurezza alimentare (2),

— vista la Dichiarazione universale del 1974 sullo sradicamento della fame e della malnutrizione appro-vata con la risoluzione 3348 (XXIX) dell'Assemblea generale dell'ONU,

— vista la rete ONU per lo sviluppo rurale e la sicurezza alimentare come pure le risoluzioni dell'Assem-blea generale A/57/226 e A/56/155,

— visti gli impegni assunti dai Paesi ACP e dagli Stati membri UE a titolo dell'accordo di partenariato ecooperazione ACP-UE firmato a Cotonou il 23 giugno 2000, e in particolare le disposizioni che livincolano o li impegnano ad alleviare i problemi connessi alla sicurezza alimentare e agli aiuti alimen-tari (art. 23, lettera d), e artt. 72 e 73),

— visti gli obiettivi di sviluppo del millennio approvati al Vertice del millennio delle Nazioni Unite dal 6-8settembre 2000,

— visto il Consenso di Monterrey della Conferenza ONU per il finanziamento dello sviluppo del 22 marzo2002,

— vista la Dichiarazione adottata in occasione del Vertice alimentare mondiale (Cinque anni dopo -Alleanza internazionale contro la fame), svoltosi a Roma dal 10 al 13 giugno 2002,

— vista la Dichiarazione di Johannesburg sullo sviluppo sostenibile approvata dal Vertice mondiale delleNazioni Unite sullo sviluppo sostenibile il 4 settembre 2002,

— vista la Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile dei piccolo Stati insulari invia di sviluppo e il Piano d'azione di Barbados, svoltasi a Barbados dal 25 aprile al 6 maggio 1994, e inparticolare le disposizioni relative alla vulnerabilità, alle particolarità e alle specificità della sicurezzaalimentare nei piccoli Stati insulari in via di sviluppo,

— vista la relazione della commissione per gli affari sociali e l'ambiente (ACP-UE 3692/04),

A. considerando che l'eliminazione della povertà estrema e della fame è il primo degli Obiettivi di sviluppoper il Millennio delle Nazioni Unite,

B. considerando che è diritto di ciascuno aver accesso a cibo sano, sicuro e nutriente, conformemente aldiritto a una alimentazione adeguata e al diritto fondamentale di ciascuno di essere libero dalla fame,

C. considerando che più di 800 milioni di persone nel mondo, e particolarmente nei Paesi in via disviluppo, non hanno cibo sufficiente per soddisfare le loro esigenze nutrizionali di base,

D. considerando che, sebbene la produzione globale di cibo sia aumentata in modo notevole, molte limita-zioni dell'accesso al cibo e la persistente inadeguatezza dei redditi familiari e nazionali per l'acquisto diprodotti alimentari, l'instabilità dell'offerta e della domanda, come pure i disastri naturali e quelli provo-cati dall'uomo, impediscono di soddisfare le esigenze alimentari delle popolazioni,

E. considerando che, oltre alla sicurezza alimentare, la sicurezza degli alimenti ha essa pure una suaimportanza per assicurare alle popolazioni dei Paesi ACP un approvvigionamento migliore, in partico-lare sul piano sanitario, in prodotti alimentari sicuri,

1.4.2005 C 80/23Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT

(1) Approvata dall'Assemblea parlamentare ACP-UE il 25 novembre 2004 al L'Aia (Paesi Bassi).(2) GU L 166 del 5.7.1996, pag. 11.

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Politica alimentare

F. considerando che la Dichiarazione del «Vertice alimentare mondiale: Cinque anni dopo», ribadisce lavolontà e l'impegno politico di giungere alla sicurezza alimentare per tutti e di adoperarsi costante-mente per sradicare la fame in tutti i Paesi, con l'obiettivo immediato di ridurre di metà il numero dipersone malnutrite entro il 2015,

G. considerando che la Dichiarazione sottolinea anche che il diritto a un'alimentazione adeguata è undiritto umano fondamentale e che pertanto l'alimentazione non deve essere utilizzata come strumentodi pressione politica ed economica e che occorre invece enfatizzare l'importanza della cooperazione edella solidarietà internazionale negli sforzi compiuti per sradicare la fame,

H. considerando che è vitale porre in atto o rafforzare i quadri strategici nazionali nei Paesi ACP pergarantire un miglioramento dell'approvvigionamento alimentare, il potenziamento delle reti di sicurezzache consentono ai poveri di acquisire i prodotti alimentari che già esistono e il rafforzamento deiprogrammi anti-povertà, tenendo presenti le dinamiche economiche e sociali dei rispettivi Paesi,

I. considerando che in numerosi Paesi ACP in via di sviluppo la maggior parte delle categorie di personepovere e vulnerabili vivono in aree rurali, e che pertanto una lotta efficace contro la povertà e la famepostula necessariamente delle politiche di sviluppo rurale,

J. considerando che occorre creare, nei vari Paesi ACP, le condizioni richieste dall'osservanza delle regolein materia di sicurezza degli alimenti, al fine di dare alle popolazioni di questi Stati l'accesso a un'ali-mentazione sicura e di aprir loro degli sbocchi che consentano loro di esportare verso i mercati dell'U-nione europea prodotti alimentari non nocivi per la salute, ciò che oltretutto darebbe un forte contri-buto alla lotta contro la povertà,

Sicurezza alimentare

K. considerando che per sicurezza alimentare si intende che tutte le persone hanno in ogni momentoaccesso fisico ed economico a alimenti sufficienti, sicuri e nutrienti per una vita sana ed attiva,

L. considerando che il Vertice alimentare mondiale del 1996 (Roma) ha individuato tre elementi essenzialiper la sicurezza alimentare: i) disponibilità e stabilità delle forniture alimentari, ii) accessibilità e prezziadeguati alle disponibilità finanziarie per i prodotti alimentari, e iii) qualità e sicurezza dei prodottialimentari,

M. considerando che il «Vertice alimentare mondiale: Cinque anni dopo» ha fatto rilevare che l'insicurezzaalimentare impedisce ai poveri di trarre vantaggio dalle opportunità di sviluppo e ha sottolineato lanecessità di prestare attenzione alle questioni della nutrizione come parte integrante del modo diaffrontare la sicurezza alimentare,

N. considerando che, se molti patiscono la fame in senso stretto, sono molto più numerosi coloro chesoffrono di carenze in micronutrienti,

O. considerando che la sicurezza alimentare per la maggior parte dei Paesi, soprattutto per quelli in via disviluppo, si ottiene attraverso un incremento della produzione agricola, un miglioramento dei redditirurali e l'accesso a un commercio equo; che essa dipende spesso dagli agricoltori poveri che non benefi-ciano di alcuna delle sovvenzioni governative e dei prestiti o delle reti commerciali disponibili per icoltivatori su larga scala e le imprese agricole transnazionali,

P. considerando che le politiche nazionali e globali di sicurezza alimentare sono importanti per favorire lasicurezza alimentare, e sono spesso influenzate da altre politiche non alimentari come il marketing, iregimi commerciali e i trasporti,

Q. considerando che le politiche alimentari che prescindono dalle reali preoccupazioni di sicurezzaalimentare hanno dato risposte inadeguate alle esigenze alimentari vitali ed urgenti,

1.4.2005C 80/24 Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT

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R. considerando che la riforma della politica agricola comune e il Ciclo di Doha dell'OMC non dovrebberopregiudicare, ma al contrario sostenere le colture agricole - comprese le colture alimentari - destinatesia al consumo interno che all'esportazione, le sole in grado di assicurare le entrate necessarie per finan-ziare le importazioni da parte dei Pvs ACP che sono importatori netti di derrate alimentari, di prodottifinalizzati a coprire il loro fabbisogno in questo settore; che tale sostegno dovrebbe essere attuatoanche mediante le disposizioni di cui all'articolo 54 dell'Accordo di Cotonou, al fine di garantire la sicu-rezza alimentare di tali Paesi,

S. considerando che, per trasformare l'autosufficienza alimentare in sicurezza alimentare, è vitale disporredi una infrastruttura agricola adeguata, di crediti e di programmi di sviluppo, di un sistema efficace direti di sicurezza sia per le zone rurali che per quelle urbane e della presenza in loco di organi di allertaprecoce e di risposta alle emergenze,

T. considerando che le crisi di sicurezza alimentare per lo più insorgono a causa dell'accelerata crescitademografica e dei disastri che ne conseguono, come i conflitti, la siccità e le alluvioni, che erodonoprogressivamente la base economica di famiglie già povere portando al depauperamento di interecomunità, il che a sua volta acuisce l'instabilità politica e sociale,

U. considerando che il mantenimento della pace e della sicurezza e il potenziamento della cooperazioneinternazionale nel campo dell'agricoltura e dell'alimentazione sono importanti per ottenere condizionieconomiche migliori e far progredire la sicurezza alimentare,

V. considerando che è riconosciuto che la sicurezza alimentare è resa ancor più vulnerabile dalla diffu-sione dell'Aids nei Paesi ACP interessati,

Buona gestione e responsabilità in campo alimentare

W. considerando che la gestione degli alimenti coinvolge molti attori, a livello sia di pubblici poteri chedi società civile,

X. considerando che è riconosciuto a livello locale, nazionale e internazionale che le buone pratiche digestione sono fondamentali per il successo delle iniziative di sicurezza alimentare,

Y. considerando che il compito di garantire la sicurezza alimentare dipenderà in larga misura dall'im-pegno incondizionato del governo e della società civile e dall'empowerment di tutti i soggetti interes-sati, particolarmente dei poveri e di quanti patiscono la fame,

Z. considerando che è vitale sostenere gli aiuti internazionali a favore degli sforzi dei Paesi ACP verso losviluppo a medio e lungo termine dei propri settori agroalimentari,

AA. considerando che è assolutamente indispensabile che la comunità internazionale accentui gli sforzi disviluppo diretti all'eliminazione di povertà, fame, malnutrizione e mortalità infantile,

AB. considerando che le operazioni di aiuto alimentare devono essere accuratamente pianificate in mododi rispondere alle situazioni d'urgenza e che esse non devono in alcun modo compromettere l'obiet-tivo a lungo termine della garanzia di un livello accettabile di sicurezza alimentare nei Paesi interes-sati,

Aiuti alimentari

AC. considerando che gli aiuti alimentari sono finalizzati alla fornitura di prodotti alimentari per ilconsumo umano, sotto forma sia di aiuti mirati che permettano di raggiungere popolazioni specifichee di garantirne l'accesso diretto a prodotti alimentari appropriati nelle situazioni di crisi, sia di aiutinon mirati ai governi per sostenere la disponibilità di alimenti, in particolare sovvenzioni per l'ac-quisto di prodotti alimentari,

1.4.2005 C 80/25Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT

Page 19: C 80/8 Gazzetta ufficiale dell'Unione europea IT

AD. considerando che si dovrebbero effettuare sforzi sostenuti per rafforzare la capacità della comunitàinternazionale di rispondere alle situazioni di emergenza alimentare e migliorare la sicurezza alimen-tare mondiale, e ciò attraverso un aiuto alimentare garantito indipendentemente dai prezzi mondiali edalle fluttuazioni dell'offerta,

AE. considerando che è necessario vigilare a che gli aiuti alimentari servano soprattutto ad alleviare lafame e la malnutrizione delle categorie più vulnerabili e siano compatibili con le strategie di sviluppoagricolo nei Paesi ACP interessati,

AF. considerando che si dovrebbe prevedere un finanziamento adeguato per garantire idonee risposte alleesigenze alimentari, senza attingere alle risorse essenziali a uno sviluppo a più lungo termine cheaffronti le cause dell'insicurezza alimentare,

AG. considerando che l'aiuto alimentare è ritenuto uno strumento ponte avente lo scopo di normalizzarela sicurezza alimentare a seguito di catastrofi naturali o in situazioni di emergenza, e che pertanto èindispensabile fare in modo da potenziarne al massimo l'utilità, l'efficacia e la qualità per attenuarnegli effetti potenzialmente perniciosi, quali la dipendenza e la distorsione dei mercati locali,

AH. considerando che l'arricchimento dei prodotti alimentari con oligoelementi e l'aggiunta di questiultimi ai cibi sono essenziali per compensare le carenze, ma che occorre considerarli indipendente-mente dall'aiuto alimentare, in quanto questo è dispensato sotto forma di cereali, mentre l'aggiunta diintegratori necessita di un trattamento industriale,

AI. considerando che l'aiuto alimentare, quando viene dispensato per lunghi periodi, è mal gestito oppureè gestito senza preoccuparsi assolutamente di sapere se la gravità della penuria alimentare pongadavvero sul posto un problema urgente, se possa recare pregiudizio ai mercati locali, se possacompromettere le misure di incentivo alla produzione e agli investimenti locali e se non rischi diindurre i consumatori a preferire ai prodotti di base locali gli alimenti importati dagli Stati Uniti odall'Europa,

AJ. considerando che è importante distinguere tra interventi da parte dei governi o di ONG che compor-tano a) la fornitura di cibo direttamente ai poveri, come si fa anche attraverso le agenzie multilaterali,b) il sovvenzionamento di acquisti alimentari e c) la monetizzazione degli aiuti alimentari allo scopodi attuare progetti che non prevedono trasferimenti di aiuti alimentari,

Aiuti di emergenza

AK. considerando che gli aiuti alimentari d'emergenza hanno alleviato catastrofi umane nei Paesi ACP cheda essi dipendono, o in quelli che hanno subito calamità naturali,

AL. considerando che, come è notorio, il Lesotho si trova attualmente confrontato a una grave carestiacausata dall'assenza, dal 2001 e per tre anni consecutivi, di sufficienti precipitazioni, situazione aggra-vata dalla crescente pandemia di Aids, che colpisce il 31 % della popolazione,

AM. considerando che è vitale rafforzare il coordinamento e l'efficienza degli aiuti internazionali d'urgenzaper garantire una risposta rapida, coordinata e adeguata, in particolare migliorando le comunicazioniall'interno della comunità internazionale,

AN. considerando che è necessario migliorare e/o sviluppare meccanismi di intervento di emergenza effi-cienti ed efficaci, a livello internazionale, regionale, nazionale e locale,

Politica alimentare

1. sottolinea l'esigenza di incrementare gli sforzi diretti a garantire che tutte le popolazioni nei Paesi ACPabbiano accesso fisico ed economico a cibo sufficiente, sano e nutriente per una vita sana ed attiva;

1.4.2005C 80/26 Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT

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2. invita la comunità internazionale ad impegnarsi ancora una volta per gli obiettivi del vertice alimentaremondiale del 2002, e ad intensificare gli sforzi concordati per l'adempimento del suo impegno adeliminare la fame e la malnutrizione, particolarmente nei Paesi in via di sviluppo;

3. sottolinea l'importanza della cooperazione e della solidarietà internazionale per far sì che il cibo nonsia utilizzato come strumento di pressione politica ed economica;

4. sottolinea la necessità di prendere misure a livello nazionale e regionale per porre in atto quadri strate-gici adeguati che promuovano la produzione agroalimentare;

5. invita i Paesi in via di sviluppo e le Istituzioni europee ad adoperarsi per instaurare le condizioni (ditipo legislativo e tecnico) richieste nei Paesi ACP dall'osservanza delle regole in materia di sicurezzadegli alimenti, al fine di dare a questi Stati l'accesso a derrate alimentari sicure e di aprire degli sbocchiche consentano loro di esportare verso i mercati dell'Unione europea prodotti alimentari non nociviper la salute, ciò che oltretutto darebbe un forte contributo alla lotta contro la povertà,

6. chiede, nel quadro delle politiche seguite, di prestare maggiore attenzione politica al ruolo delle donnein relazione ai sistemi alimentari e sottolinea l'esigenza di coinvolgere le donne nella formulazione,attuazione e seguito di strategie, piani e progetti alimentari nazionali;

7. sottolinea la necessità di attuare politiche dirette allo sradicamento della povertà e della disuguaglianza,al miglioramento dell'accesso fisico ed economico da parte di tutti, in ogni momento, a un'alimenta-zione sufficiente, nutrizionalmente adeguata e sana, e all'impiego efficace delle risorse alimentari;

8. chiede ai Paesi in via di sviluppo di promuovere la destinazione e l'impiego ottimale degli investimentipubblici e privati per qualificare le risorse umane, promuovere sistemi alimentari, agricoli, ittici e fore-stali sostenibili e favorire lo sviluppo rurale;

9. sottolinea che i Paesi in via di sviluppo dovrebbero perseguire l'obiettivo, per essi essenziale, della sicu-rezza ed autosufficienza alimentare, anziché dipendere dagli aiuti, e che pertanto occorre analizzare edaffrontare le causa dell'insicurezza alimentare;

10. invita la Commissione e i Paesi ACP a rispettare il protocollo di Cartagena sulla biosicurezza e riaf-ferma la necessità di rispettare il principio della sovranità alimentare, secondo il quale ogni Paese deveavere il diritto di scegliere liberamente le forme di approvvigionamento in prodotti alimentari che desi-dera in base agli interessi collettivi nazionali o regionali, senza perturbare i mercati degli altri Paesi;

11. riafferma la propria posizione secondo cui i brevetti sulle sementi e le risorse genetiche destinate all'ali-mentazione e all'agricoltura minacciano le pratiche agricole sostenibili e rafforzano il monopolio dete-nuto dalle società sulle tecnologie, le sementi, i geni e i farmaci; sostiene la proposta avanzata dai Paesiin via di sviluppo, guidati dall'Africa, di modificare l'accordo ADPIC (TRIPS);

12. invita i donatori internazionali e i governi nazionali a concentrare i propri sforzi di sviluppo sulle areerurali caratterizzate da povertà, tenendo conto da un lato, all'interno dell'attuale dispositivo, di quantoesiste in termini di politiche, strategie e programmi nazionali, lotta contro la povertà rurale e gestionesostenibile delle risorse naturali, e dall'altro del vasto panorama di organizzazioni pubbliche, private edella società civile che operano in ambiente rurale;

13. invita i donatori internazionali, e in particolare l'Unione europea e i governi degli Stati ACP, a incorpo-rare nelle strategie di sviluppo rurale per gli Stati ACP, gli elementi seguenti: accesso ai mezzi diproduzione (terra, attrezzi e altri fattori di produzione agricola), accesso al finanziamento e all'informa-zione, miglioramento delle competenze e partecipazione delle comunità locali al processo decisionale;

1.4.2005 C 80/27Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT

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Sicurezza alimentare

14. chiede ai Paesi in via di sviluppo di assicurare un contesto politico, sociale ed economico capace dicreare le migliori condizioni per lo sradicamento della povertà e per il mantenimento di una pacedurevole e basato sulla partecipazione piena ed uguale di uomini e donne, che è la via maestra percondurre alla sicurezza alimentare sostenibile per tutti;

15. sottolinea l'importanza di garantire che le politiche alimentari, degli scambi agricoli e commerciali ingenerale siano atte a generare la sicurezza alimentare per tutti attraverso un sistema commercialemondiale equo e orientato al mercato;

16. constata che, sotto il profilo della sicurezza alimentare, i piccoli Stati insulare in via di sviluppo sonomolto vulnerabili, e invita la comunità internazionale, e in particolare le Istituzioni di Bretton Woods,a mettere in atto i vari impegni contenuti nel Piano d'azione di Barbados e soprattutto i capitoli riguar-danti la sicurezza alimentare;

17. invita la Commissione a condurre azioni di riforma della politica agricola comune capaci di garantireche il protezionismo agricolo non ergerà ostacoli contro le importazioni in provenienza dai Paesi invia di sviluppo, e ad aiutare questi ultimi ad allinearsi agli standard alimentari comunitari, in modoche possano affrontare la concorrenza;

18. invita l'UE e la Commissione europea a vigilare a che le proposte di riforma del regime comunitariodello zucchero continuino a garantire agli Stati ACP interessati un livello sufficiente di introiti connessialle esportazioni di zucchero destinato all'UE, indispensabili fra l'altro per assicurare il finanziamentodelle loro necessità fondamentali in fatto di derrate alimentari, che è di importanza vitale per la lorosicurezza alimentare;

19. sottolinea che la mancanza di infrastrutture costituisce un grosso ostacolo alla sicurezza alimentare eche sussistono le seguenti necessità: rete stradale di base, veicoli da trasporto, sufficiente capacità distoccaggio sicuro e sorveglianza della distribuzione; invita la Commissione e gli altri donatori interna-zionali a integrare il sostegno alle infrastrutture nelle loro strategie di sicurezza alimentare;

20. riconosce gli sforzi del programma speciale FAO per la sicurezza alimentare (SPFS) che mira ad aiutarechi vive nei Paesi in via di sviluppo, in particolare nei Paesi con deficit alimentare e a basso reddito(LIFDC), a migliorare la loro sicurezza alimentare attraverso rapidi incrementi della produzione alimen-tare;

21. riconosce che la base della sicurezza alimentare risiede negli investimenti a lungo termine in iniziativedi produttività agricola e sviluppo rurale coniugati con azioni a favore delle famiglie rurali prive disicurezza alimentare, donde l'importanza per tali Paesi di disporre di una infrastruttura agricolaadeguata, di meccanismi di credito e di sviluppo, di reti di sicurezza efficaci che beneficino di unsupporto finanziario specifico e coprano le zone sia rurali che urbane, e di organi di allerta precoce edi risposta alle emergenze;

22. invita la Commissione a sostenere, nello spirito dell'Accordo di Cotonou, l'adozione negli Stati membriACP di misure volte a far sì che, sul piano della gestione delle risorse naturali, la produzione agricolapassi dalle pratiche non sostenibili a pratiche sostenibili, onde evitare il degrado delle risorse;

23. rileva con preoccupazione che, nonostante le tendenze negative, solo quattro Paesi ACP hanno fattodello sviluppo dell'agricoltura una priorità dei propri documenti strategici nazionali nel quadro del 9o

FES;

24. invita la Commissione europea e i governi ACP, da un lato a rivedere, ove necessario, i documenti stra-tegici nazionali al fine di incrementare il sostegno alle strategie di produzione agricola, alle politichenazionali e regionali di sicurezza alimentare nonché alla gestione delle risorse idriche e allo svilupposostenibile della pesca, in applicazione dell'articolo 23 dell'accordo di Cotonou e, dall'altra, ad adope-rarsi per sfruttare al massimo il potenziale del 10o FES e i risultati del Ciclo di Doha;

1.4.2005C 80/28 Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT

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25. invita i Paesi in via di sviluppo, con il concorso dell'assistenza internazionale, a potenziare le rispettiveattività nazionali di ricerca alimentare e agricola, soprattutto nel campo delle biotecnologie, al fine diprodurre varietà migliorate e di incrementare la loro produttività e la loro alimentazione;

26. rileva che, se molti patiscono la fame in senso stretto, sono ancora di più quelli che soffrono dicarenze in micronutrienti, e sottolinea che la compensazione di carenze mediante l'arricchimento deicibi con oligoelementi e l'aggiunta di integratori, deve essere considerata indipendentemente dall'aiutoalimentare, in quanto questo è generalmente dispensato sotto forma di cereali, mentre l'arricchimentocon integratori alimentari necessita di un trattamento industriale,

27. riconosce che, dal momento che la sicurezza alimentare non conosce frontiere nazionali, va promossoun incremento della cooperazione regionale per la prevenzione delle carestie;

28. chiede alla Commissione europea e agli altri donatori di finanziare, da un lato, un notevole sviluppodella ricerca pubblica sulle biotecnologie applicate ai prodotti alimentari di base tropicali e subtropi-cali, adeguata alle esigenze dei piccoli coltivatori e, dall'altro, una formazione all'uso delle biotecno-logie;

29. chiede ai Paesi in via di sviluppo di costituire nell'ambito delle risorse disponibili reti di sicurezza fina-lizzate al benessere sociale e alla sicurezza alimentare che rispondano alle esigenze delle fasce di popo-lazione vulnerabili sul piano alimentare, e in particolare gli indigenti, i bambini, le donne gestanti, ledonne nutrici, i portatori di handicap o le persone di salute cagionevole;

30. rileva che il settore della pesca può contribuire alla sicurezza alimentare dei Paesi ACP e invita laCommissione a rivedere, nell'interesse reciproco dell'Unione e dei Paesi in via di sviluppo, i vigentiaccordi di pesca onde garantire la preservazione degli stock, il loro sfruttamento sostenibile e l'incre-mento della quota della produzione complessiva riservata al consumo locale;

31. invita i Paesi in via di sviluppo che hanno un'industria della pesca a rafforzare, con il concorso dell'as-sistenza internazionale, la ricerca e le applicazioni nei settori alimentare e ittico nonché l'impiego dellemoderne tecnologie nel campo dell'allevamento dei pesci o di altre specie marine, al fine di incremen-tare la produttività e l'utilizzo delle risorse alimentari;

32. osserva che il miglioramento della qualità dell'acqua e dell'approvvigionamento idrico è indispensabileper raggiungere la sicurezza alimentare, in quanto la disponibilità di acqua pulita e abbondante èessenziale per la salute umana come per l'irrigazione delle colture;

Buona gestione in campo alimentare

33. sottolinea che i governi sono responsabili della creazione di un contesto favorevole alle iniziative disingoli e di gruppi che intendano dedicare le loro capacità, sforzi e risorse, e in particolare i loro inve-stimenti, alla realizzazione del comune obiettivo del cibo per tutti;

34. riconosce che la povertà, la fame e la malnutrizione sono tra le cause principali della migrazione acce-lerata dalle zone rurali a quelle urbane nei Paesi in via di sviluppo; sottolinea la necessità di identificarele popolazioni che in queste situazioni soffrono maggiormente la fame e la malnutrizione, individuan-done le cause e ponendo in atto rimedi per migliorare la situazione;

35. sottolinea l'opportunità di creare meccanismi giuridici e di altro genere, secondo le necessità, chefacciano progredire la riforma agraria, riconoscano e tutelino i diritti di proprietà, l'accesso all'acqua eil loro utilizzo, onde favorire l'accesso dei poveri e delle donne alle risorse;

36. chiede ai governi dei Paesi in via di sviluppo, in partenariato con tutti gli attori della società civile, dicontrollare la disponibilità e l'adeguatezza nutrizionale delle forniture alimentari e delle riserve, attri-buendo particolare attenzione alle zone ad alto rischio di insicurezza alimentare, alle categorie vulnera-bili sotto il profilo nutrizionale, e alle regioni in cui le variazioni stagionali hanno conseguenze nutri-zionali importanti;

1.4.2005 C 80/29Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT

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37. chiede ai governi dei Paesi in via di sviluppo di garantire l'accesso agli aiuti umanitari per le popola-zioni che vivono in zone di crisi e di conflitto, affinché siano soddisfatte le loro esigenze di base,alimentari e di altro genere;

Aiuti alimentari

38. sottolinea l'esigenza di migliorare la sicurezza alimentare mondiale attraverso la garanzia di fornituretempestive di aiuti alimentari a chi ne ha bisogno, senza riguardo ai prezzi alimentari mondiali e allefluttuazioni dell'offerta;

39. invita i donatori internazionali, in particolare l'Unione europea e i Paesi beneficiari, a pianificare con lacura necessaria le operazioni di aiuto alimentare: valutazione accurata dei bisogni, piano di attuazionee strategia di uscita finalizzata ad evitare effetti perniciosi quali la dipendenza dagli aiuti o la distor-sione dei mercati locali;

40. rileva che l'aiuto alimentare è uno strumento importante per impedire o attenuare gli effetti della care-stia nelle situazioni di crisi acuta, ma ammette che, quando viene dispensato per lunghi periodi, è malgestito oppure è gestito senza preoccuparsi assolutamente di sapere se la gravità della penuria alimen-tare ponga davvero un problema urgente in loco, se possa recare pregiudizio ai mercati locali, se possacompromettere le misure di incentivo alla produzione e agli investimenti locali e se non rischi diindurre i consumatori a preferire ai prodotti di base locali, gli alimenti importati dagli Stati Uniti odall'Europa;

41. rileva che gli aiuti alimentari di emergenza svolgono innegabilmente un ruolo cruciale nel salvare vitee limitare traumi nutrizionali nelle crisi acute causate da conflitti o da disastri naturali; pone l'accentosulla necessità di valutare tali aiuti alimentari nel contesto della ricostruzione delle economie localicolpite da conflitti e calamità naturali,

42. vede nell'aiuto alimentare allo sviluppo uno strumento per combattere la povertà, promuovere l'istru-zione elementare universale, e migliorare lo stato nutrizionale e di salute delle popolazioni vulnerabilidei Paesi in via di sviluppo, ma sottolinea che tali aiuti devono accompagnarsi a una chiara strategia ditransizione a medio termine che permetta di passare ad altre forme di aiuto, al fine di rafforzare lasicurezza alimentare e a ridurre la dipendenza dall'aiuto alimentare;

43. riconosce il ruolo che l'alimentazione può svolgere nella lotta contro l'Aids e, in particolare, il contri-buto del Programma alimentare mondiale (PAM), dell'Unicef, della Fao e di altre organizzazioni allasicurezza alimentare e alla lotta contro l'Aids, attraverso i programmi di aiuto alimentare nei PaesiACP interessati;

44. invita i governi nazionali e i donatori internazionali, e in particolare l'Unione europea, a considerare ilruolo che l'approvvigionamento alimentare può svolgere per potenziare l'efficacia dei programmieducativi e sanitari, e a contemplare pertanto la possibilità di integrare gli approvvigionamenti nei loroprogrammi di istruzione e sanità, in modo che tali programmi non subiscano più i contraccolpi dovutialle fluttuazioni degli aiuti alimentari provenienti dall'estero;

45. rileva che gli aiuti finanziari si rivelano generalmente il mezzo più efficace per offrire supporto allebilance dei pagamenti o agli stanziamenti statali per lo sviluppo o per la sicurezza alimentare;

46. rileva che gli acquisti effettuati sui mercati locali e regionali hanno generalmente maggiore efficacia esottolinea che, ponendo in essere le operazioni di aiuto alimentare, è indispensabile evitare ogni distor-sione dei mercati locali;

47. invita i donatori internazionali, e in particolare l'Unione europea, a dispensare aiuti alimentari nonlegati a particolari situazioni, i soli che possano garantire la massima efficacia degli acquisti e delleforniture, con maggiori benefici per i destinatari;

48. sottolinea che gli aiuti alimentari devono essere pianificati e gestiti nel contesto più ampio dell'assi-stenza alimentare, allo scopo di mitigare la fame attraverso un pacchetto completo di misure di assi-stenza alimentare, progettato e attuato a livello nazionale e con il supporto internazionale;

1.4.2005C 80/30 Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT

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49. sottolinea l'opportunità di porre in atto l'aiuto alimentare con prudenza, mantenendo il giusto equili-brio tra la necessità di apportare soccorsi d'urgenza e il rischio di provocare dipendenza e destabilizza-zione del mercato con conseguente pregiudizio per i produttori locali e nazionali, per i commerciantie per le economie locali;

50. chiede che l'aiuto alimentare sia dispensato secondo regole operative efficaci atte ad impedire devia-zioni dei flussi commerciali e a limitare lo smaltimento delle eccedenze agricole dei Paesi donatori, inlinea con gli obiettivi decisi con il «pacchetto di luglio» di cui alla decisione del Consiglio generaledell'OMC relativa al programma di lavoro di Doha;

51. chiede alla Commissione e agli altri donatori di acquistare gli aiuti alimentari nei Paesi in via disviluppo, di preferenza in quelli più vicini alle regioni colpite, al fine di sostenere le economie di taliPaesi e di ridurre le spese di trasporto e i costi ambientali nonché per controllare i prezzi locali;

52. invita i Paesi beneficiari a eliminare i fattori politici e materiali che impediscono agli aiuti alimentari dipervenire a tutte le regioni che ne hanno bisogno, e a prevenire l'insorgere di ostacoli di questo tipo;

Aiuti di emergenza

53. invita la Commissione ad assistere e sostenere i governi dei Paesi ACP nei loro sforzi volti a prevenirele calamità naturali e le emergenze causate dall'uomo e a prepararsi a tali evenienze;

54. invita la Commissione e gli altri donatori internazionali a fornire un aiuto di emergenza supplementareal Lesotho e agli altri Paesi dell'Africa australe che, come lo Swaziland, sono devastati dalla carestia edall'Aids, per alleviare la situazione sempre più preoccupante in cui versano le popolazioni vulnerabilidi questi Paesi;

55. chiede ai Paesi ACP e alla Commissione di esaminare se non sia utile costituire localmente, in determi-nati punti strategici, équipe permanenti di reazione alle crisi;

56. chiede ai governi, in partenariato con gli attori della società civile, di adoperarsi opportunamente pergarantire una supervisione adeguata delle operazioni di emergenza e per assicurarsi la collaborazionedelle collettività, delle autorità ed istituzioni locali nonché degli organismi e strutture di soccorso spon-tanee, nell'attuare le operazioni di emergenza;

57. sottolinea la necessità di proteggere la vita delle popolazioni civili, compresi gli operatori di aiutoumanitario, in tempo di conflitto, e di garantire l'accesso ai prodotti alimentari in situazioni di emer-genza, soprattutto per i nuclei familiari che hanno una donna come capo famiglia; chiede che siaprestata un'attenzione particolare alla difficile situazione alimentare in cui versano i profughi e gli sfol-lati interni durante e dopo i periodi di conflitto;

58. incarica i suoi Copresidenti di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio ACP-UE, alla Commis-sione, ai Segretari generali delle Nazioni Unite e dell'Unione africana.

1.4.2005 C 80/31Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT

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RISOLUZIONE (1)

sulla situazione nel Darfur

L'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE,

— riunita a L'Aia (Paesi Bassi) dal 22 al 25 novembre 2004,

— visto il comunicato comune del 3 luglio 2004 del governo sudanese e delle Nazioni Unite,

— visto il Piano d'azione per il Darfur concordato fra le Nazioni Unite e il governo del Sudan il 5 agosto2004,

— vista la decisione del Consiglio per la pace e la sicurezza dell'Unione africana del 21 ottobre 2004concernente la missione ampliata dell'UA in Sudan,

— vista la relazione del Segretario generale dell'Onu del novembre 2004 e le risoluzioni 1564 e 1574delle Nazioni Unite approvate rispettivamente il 18 settembre e il 19 novembre 2004,

— vista la ripresa dei colloqui nel quadro del processo di pace avviato sotto l'egida dell'IGAD il 7 ottobre2004 e il Memorandum d'intesa firmato il 19 novembre 2004 nel Kenya fra il governo sudanese e loSPLA, che impegna le due parti a concludere l'accordo finale di pace entro la fine del 2004,

— visto l'accordo firmato a Khartoum il 21 agosto 2004 fra il governo sudanese e l'Organizzazione inter-nazionale per le migrazioni, sul rimpatrio volontario delle persone sfollate,

A. considerando che la regione del Darfur, come altre regioni del Sudan, è vittima del sottosviluppo e diun'emarginazione economica e politica,

B. considerando che nel febbraio 2003 è scoppiata nel Darfur una ribellione guidata dal Movimento diliberazione del Sudan e dal Movimento per la giustizia e l'uguaglianza,

C. profondamente preoccupata per il crescere dell'insicurezza e della violenza, la disastrosa situazioneumanitaria, le perduranti violazioni dei diritti umani e le ripetute violazioni del cessate il fuoco nelDarfur, e riaffermando al riguardo che tutte le parti sono tenute ad onorare gli impegni menzionatinelle precedenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza,

D. considerando che, malgrado la firma di un cessate il fuoco l'8 aprile 2004, si continua a riferire diuccisioni di civili ad opera delle milizie e dei ribelli e di casi di abusi sessuali e di violenza nei confrontidi donne e bambini,

E. lanciando un appello a tutte le parti affinché rispettino l'obbligo che incombe loro di far cessare tuttigli atti di violenza, condannando le violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionalee sottolineando che è indispensabile assicurare immediatamente alla giustizia gli autori di tali crimini,

F. riaffermando la necessità per tutte le parti, compreso il governo sudanese, di assolvere gli obblighi loroincombenti in base alla risoluzioni 1556 (2004) e 1564 (2004) del Consiglio di sicurezza delle NazioniUnite, e insistendo sulla necessità di favorire e di far rinascere la fiducia delle popolazioni vulnerabili edi migliorare radicalmente il clima di sicurezza nel Darfur,

G. rammentando al riguardo che tutte le parti devono rispettare i diritti umani e il diritto umanitariointernazionale, ma che spetta innanzitutto al governo sudanese proteggere la popolazione che vive sulsuo territorio e di mantenervi l'ordine, nel rispetto dei diritti dell'uomo,

H. sottolineando che la soluzione definitiva della crisi del Darfur deve prevedere il rientro degli sfollati edei profughi nelle proprie case, in piena sicurezza e con il libero consenso degli interessati, e rinviandoin proposito al Memorandum d'intesa firmato il 2 agosto 2004 tra il governo sudanese e l'Organizza-zione internazionale per le migrazioni,

1.4.2005C 80/32 Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT

(1) Approvata dall'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE il 25 novembre 2004 a L'Aia (Paesi Bassi).

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I. considerando che l'Unione africana ha continuato a dare il suo contributo positivo alla ricerca di unasoluzione definitiva al problema del Darfur ed ha inviato osservatori di pace nella regione,

J. considerando che il Programma alimentare mondiale (PAM) ritiene che diverse migliaia di persone,soprattutto donne e bambini, muoiano ogni mese di malnutrizione,

K. apprezzando che il governo sudanese abbia preso una serie di misure per rimuovere gli ostacoli diordine amministrativo all'inoltro dei soccorsi umanitari, permettendo così l'accesso nel Darfur a unmaggior numero di operatori di organismi di assistenza umanitaria nonché ad organizzazioni nongovernative internazionali specializzate nelle difesa dei diritti umani; sottolineando peraltro che tutte leparti debbono ancora compiere sforzi per garantire all'intera popolazione del Darfur, compresi quantivivono al di fuori dei campi, un accesso senza ostacoli all'assistenza umanitaria,

L. sollecita il governo sudanese e i gruppi ribelli ad agevolare i soccorsi umanitari garantendo agliapprovvigionamenti e agli operatori umanitari un accesso senza ostacoli, eventualmente anche attra-verso le frontiere del Sudan con il Ciad e la Libia, per via terrestre ed aerea,

M. considerando che nel Darfur sono state perpetrate violazioni dei diritti umani, fra cui bombardamenticontro i civili, e che non sono cessati gli atti di distruzione dei campi di sfollati,

N. rammentando che il Consiglio di sicurezza della Nazioni Unite è preoccupato delle ripercussioni che lasituazione nel Sudan può avere per la pace e la sicurezza internazionale nonché per la stabilità dellaregione,

1. saluta con favore la firma il 19 novembre 2004 a Nairobi di un Memorandum d'intesa fra il governosudanese e il Movimento/Esercito popolare di liberazione del Sudan, che sancisce l'impegno a conclu-dere un accordo generale di pace entro la fine dell'anno e che, oltre a costituire un passo importantesulla via della pacificazione del Sudan meridionale, può contribuire all'avvento della pace nel Darfur;

2. sostiene l'iniziativa presa dal Consiglio di sicurezza di esigere dalle forze governative, dalle forze ribellie da tutti gli altri gruppi armati di far cessare immediatamente tutti gli attacchi ed atti di violenza,compresi i rapimenti; di astenersi dal trasferimento coatto di civili; di cooperare con le azioni interna-zionali di soccorso umanitario e di monitoraggio; di vigilare a che i loro membri rispettino il dirittoumanitario internazionale; di garantire la sicurezza del personale umanitario, e di onorare a tutti ilivelli il loro impegno a lasciar passare liberamente le organizzazioni umanitarie e il relativo personale,conformemente alla risoluzione 1502 (2003) del 26 agosto 2003 sull'accesso degli operatori umanitarialle popolazioni in stato di bisogno e ai Protocolli di Abuja del 9 novembre 2004;

3. chiede a tutte le parti sudanesi di adottare le misure necessarie affinché le violazioni segnalate dallaCommissione per il cessate il fuoco formino oggetto di contromisure immediate e i responsabili sianochiamati a rispondere del loro operato;

4. sostiene l'appello lanciato dal Consiglio di sicurezza della Nazioni Unite al governo sudanese affinchémetta fine al clima di impunità che regna nel Darfur, identificando ed assicurando alla giustizia tutti iresponsabili dei molteplici abusi dei diritti umani e violazioni del diritto umanitario internazionale,compresi i membri delle forze di difesa popolare e delle milizie Janja, ed insiste perché il governosudanese prenda tutte le misure necessarie per far cessare le violenze e le atrocità,

5. sostiene l'iniziativa adottata dal Consiglio di sicurezza di esigere che il governo sudanese sottopongaper verifica alla missione dell'Unione africana delle prove - in particolare i nominativi dei milizianiJanja disarmati e di quelli che sono stati arrestati per attentati ai diritti umani e violazione del dirittoumanitario internazionale - che dimostrino che esso è in regola con le richieste della risoluzione 1556(2004) e rispetta gli impegni assunti con l'accordo di cessate il fuoco concluso l'8 aprile 2004 a N'Dja-mena;

1.4.2005 C 80/33Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT

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6. si felicita per la costituzione, da parte del Segretario generale delle Nazioni Unite, della commissioneinternazionale d'inchiesta incaricata di indagare sui casi segnalati di violazioni del diritto umanitariointernazionale e degli strumenti internazionali in materia di diritti umani, commesse nel Darfur datutte le parti e «di determinare altresì se siano stati commessi atti di genocidio e di identificare gliautori di tali violazioni per assicurarsi che i responsabili debbano rispondere del loro operato»; chiedea tutte le parti di cooperare pienamente con detta commissione ed invita il Segretario generale delleNazioni Unite, d'intesa con l'Alto Commissario per i diritti umani, ad adottare le necessarie misure peraumentare il numero degli osservatori per i diritti umani inviati nel Darfur;

7. sollecita il governo del Sudan ad adoperarsi con ogni mezzo per garantire il rimpatrio volontario e inpiena sicurezza di tutti i profughi e sfollati, secondo gli accordi conclusi fra tale governo e l'Organizza-zione internazionale per le migrazioni;

8. sottolinea l'importanza che i colloqui di pace di Abuja fra il governo sudanese, il Movimento di libera-zione del Sudan e il Movimento per la giustizia e l'uguaglianza per risolvere la crisi nel Darfur,facciano passi avanti; insiste affinché tutte le parti coinvolte nei colloqui di pace di Abuja negozino inbuona fede onde pervenire rapidamente a un accordo; saluta con favore la firma, il 9 novembre 2004,del Protocollo umanitario e del Protocollo sulla sicurezza; esorta le parti ad attuarli rapidamente edesprime l'auspicio che possa presto intervenire la firma di una dichiarazione di principi in vista di unasoluzione politica;

9. chiede a tutti i Paesi della regione di adoperarsi al massimo per sostenere attivamente l'attuazione inte-grale e tempestiva di un accordo generale di pace;

10. sottolinea che un accordo generale di pace contribuirà a instaurare in tutto il Sudan una pace duraturae stabile e a risolvere la crisi nel Darfur, e insiste sulla necessità di adottare un approccio nazionale chepreveda la partecipazione di tutti gli interessati, comprese le donne, alla riconciliazione e al consolida-mento della pace;

11. sostiene fermamente la decisione dell'Unione africana di portare a 3 320 il numero dei componentidella sua missione nel Darfur e di estenderne il mandato ai compiti enumerati al paragrafo 6 del comu-nicato emesso in data 20 ottobre 2004 dal Consiglio per la pace e la sicurezza dell'Unione africana;sollecita gli Stati membri dell'Unione europea e gli Stati ACP a fornire il materiale, i mezzi logistici efinanziari e ogni altra risorsa necessaria, ed esorta il governo sudanese e tutti i gruppi ribelli del Darfura cooperare pienamente con l'Unione africana,

12. chiede alle Nazioni Unite e all'Unione africana di migliorare il coordinamento dei rispettivi piani, ondeevitare violazioni dell'accordo di cessate il fuoco nonché movimenti di truppe,

13. si impegna, una volta concluso l'accordo generale di pace, ad aiutare il popolo sudanese nei suoi sforzivolti a costruire una nazione pacifica, unita e prospera, a condizione che le parti onorino tutti i loroimpegni, in particolare quelli sottoscritti ad Abuja (Nigeria) e a N'Djamena (Ciad);

14. fa appello alla Missione di valutazione congiunta dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, alla Bancamondiale e alle parti affinché, d'intesa con altri donatori bilaterali e multilaterali, proseguano i lorosforzi di preparazione per un'assistenza rapida alla ricostruzione e allo sviluppo economico del Sudan,compreso un aiuto pubblico allo sviluppo ed eventualmente un alleggerimento del debito e l'accesso aimercati, da attuare una volta che l'accordo generale di pace sia stato sottoscritto e ne sia cominciatal'attuazione;

15. pone l'accento sulla necessità di sbloccare rapidamente i fondi dell'Unione europea destinati alle opera-zioni di aiuto umanitario e all'Unione africana;

16. invita gli Stati membri dell'Unione europea a fornire urgentemente contributi generosi ed ininterrottiagli sforzi umanitari attualmente esplicati nel Sudan e nel Ciad;

1.4.2005C 80/34 Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT

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17. prende atto della decisione del Consiglio di sicurezza della Nazioni Unite di contemplare altre misure,quali quelle previste all'articolo 41 della Carta delle Nazioni Unite, che così recita: «Il Consiglio di Sicu-rezza può decidere quali misure, non implicanti l'impiego della forza armata, debbano essere adottate per dareeffetto alle sue decisioni, e può invitare i Membri delle Nazioni Unite ad applicare tali misure. Queste possonocomprendere un'interruzione totale o parziale delle relazioni economiche e delle comunicazioni ferroviarie, marit-time, aeree, postali, telegrafiche, radio ed altre, e la rottura delle relazioni diplomatiche»; ritiene tuttavia che talimisure non dovranno aggravare le sofferenze della popolazione;

18. invita tutte le parti e la comunità internazionale ad adottare sul campo tutte le misure necessarie a farcessare la proliferazione di armi nell'area del Darfur che è teatro di conflitti;

19. decide di inviare nel Sudan una missione d'inchiesta incaricata di valutare la situazione e di riferiresuccessivamente all'Ufficio di Presidenza;

20. incarica i suoi Copresidenti di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio ACP-UE, alla Commis-sione, al governo del Sudan, all'Unione africana, all'IGAD, ai governi di Stati Uniti d'America, Libia,Egitto e Cina, nonché al Segretario generale delle Nazioni Unite.

1.4.2005 C 80/35Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT

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RISOLUZIONE (1)

sui danni provocati dai cicloni nella regione dei Caraibi

L'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE,

— riunita a L'Aia (Paesi Bassi) dal 22 al 25 novembre 2004,

— vista la Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile dei piccoli Stati insulari invia di sviluppo svoltasi a Barbados dal 25 aprile al 6 maggio 1994 e il Piano d'azione di Barbados,

— vista la propria risoluzione sui danni causati dai cicloni nel Pacifico, nell'Oceano Indiano e nei Caraibi esull'esigenza di una reazione rapida alle calamità naturali, approvata ad Addis Abeba il 19 febbraio2004 (2),

— visto il Protocollo di Kyoto sui mutamenti climatici,

— visto l'accordo di partenariato ACP-UE, firmato a Cotonou, nel Benin, il 23 giugno 2000,

A. profondamente rattristato per gli effetti - immense perdite di vite umane e conseguenze catastrofichesulle infrastrutture socio-economiche - della serie di cicloni che si sono abbattuti con eccezionaleviolenza sui Paesi caraibici, in a particolare le Bahamas, Barbados, Cuba, Repubblica dominicana,Grenada, Haiti, Giamaica, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine e Trinidad e Tobago,

B. preso atto con particolare preoccupazione della situazione di Grenada dove il 90 % delle infrastrutturesono andate distrutte e il settore dell'agricoltura è stato interamente devastato, e di quella di Haiti dovela catastrofe ha fatto quasi 3 000 morti.

C. considerando come catastrofi del genere non facciano purtroppo che provare la fondatezza della riso-luzione approvata ad Addis Abeba dall'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE, che sottolineava glieffetti sempre più devastanti delle calamità naturali,

D. considerando che le isole ACP vulnerabili e i Paesi ad esse vicini patiscono le conseguenze dei muta-menti climatici indotti dal riscaldamento del pianeta e che le violente tempeste e l'innalzamento dellivello del mare minacciano la sicurezza delle persone e dei beni, e l'esistenza stessa di alcune isole,

E. rammentando che i piccoli Stati insulari devono fronteggiare le ripercussioni negative dei mutamenticlimatici, ad esempio le violente tempeste e l'innalzamento del livello del mare, che possono metterein pericolo l'esistenza stessa di alcune isole minori,

F. considerando che l'innalzamento del livello del mare ha incidenze negative sulla disponibilità e sullaqualità dell'acqua dolce, sull'agricoltura e sugli habitat umani,

G. considerando che i danni provocati dal ciclone Ivan e dalla tempesta tropicale Jeanne mostrano chiara-mente che, se l'origine della catastrofe è naturale, lo stesso non può dirsi dell'ampiezza dei danni se siconsidera l'edilizia incontrollata e l'assenza di piani di allerta e di evacuazione,

H. convinto che una maggiore attenzione alla prevenzione dei rischi naturali nell'elaborazione e nell'attua-zione delle strategie di sviluppo contribuirebbe grandemente al conseguimento dell'obiettivo prioritariodello sviluppo sostenibile,

I. considerando che per la ricostruzione sono necessari diversi miliardi di euro,

J. considerando che le Nazioni Unite hanno lanciato un appello per aiuti internazionali d'urgenza pari a30 milioni di dollari,

K. considerando l'appello alla ricostruzione lanciato dai Capi di Stato e di governo della Caricom,

1.4.2005C 80/36 Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT

(1) Approvata dall'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE il 25 novembre 2004 a L'Aia (Paesi Bassi).(2) GU C 120 del 30.04.2004.

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L. sottolineando una volta di più l'estrema vulnerabilità delle economie degli Stati insulari in via disviluppo, i quali possono in qualunque momento essere distrutti dalle sempre più frequenti catastrofinaturali,

1. esprime le proprie condoglianze e la propria solidarietà alle popolazioni e ai governi dei Paesi colpitinonché alle famiglie delle vittime;

2. richiama l'attenzione dell'Unione europea e della comunità internazionale sulla situazione particolaredi Grenada, la cui economia e le cui attività sono state del tutto paralizzate e dove si ha urgentebisogno di aiuti finanziari, materiali ed umani per la ricostruzione e il risanamento a lungo termine;

3. rende omaggio alle regioni dei Caraibi e del Pacifico, all'Unione europea e ad altri partner di sviluppoed organizzazioni, per gli sforzi già intrapresi in questi Paesi,

4. invita l'Unione europea ad attivarsi per mobilitare rapidamente le risorse finanziarie necessarie allaricostruzione dei Paesi colpiti, in particolare Grenada, Giamaica, Haiti e Repubblica dominicana;

5. invita l'Unione europea e la comunità internazionale ad attivare quanto prima meccanismi di inter-vento rapidi ed efficaci affinché, al di là dell'assistenza umanitaria d'urgenza, siano adottate idoneemisure per prevedere e minimizzare gli effetti delle catastrofi naturali e, soprattutto, per ricostruirerapidamente le infrastrutture socio-economiche;

6. sostiene la creazione di uno strumento «Catastrofi naturali» ACP-UE e invita l'Unione europea, nelquadro dell'attuale processo di revisione dell'Accordo di Cotonou, ad estendere il disposto dell'articolo2, paragrafo 7, lettera a) dell'Allegato II dell'Accordo relativo alle risorse del Fondo investimenti, agliStati ACP interclusi e insulari, onde finanziare investimenti vitali da destinare alla ricostruzione post-catastrofe, al risanamento dei settori produttivi dell'economia e allo sviluppo sostenibile, tenuto contodei vincoli di sviluppo propri di tali Stati e delle loro esigenze specifiche in fatto di sviluppo e discambi;

7. invita la comunità internazionale, e in particolare le Istituzioni di Bretton Woods e l'Unione europea, ariconoscere che il metodo classico consistente nel valutare i piccoli Stati insulari in via di sviluppounicamente sulla base del PIL pro capite, deve essere riveduto per tener conto della loro grande vulne-rabilità al momento di erogare aiuti allo sviluppo, prevedere misure di condono del debito, concederepreferenze commerciali, in particolare considerando un trattamento speciale e differenziato nel quadrodell'Organizzazione mondiale del commercio;

8. invita la Commissione, il Consiglio dei ministri dell'Unione europea e i suoi Stati membri nonché gliStati ACP ad intraprendere, in cooperazione con gli altri partner, tutte le azioni necessarie affinché iprogetti e programmi di sviluppo tengano debitamente conto della vulnerabilità degli Stati insulari invia di sviluppo;

9. sollecita la comunità internazionale, e in particolare la comunità dei donatori (Istituzioni e Stati) atener presente la prossima conferenza internazionale delle Nazioni Unite su «Barbados +10», inprogramma a Maurizio dal 10 al 14 gennaio 2005;

10. invita tutti gli Stati ad onorare i loro impegni ratificando ed applicando il Protocollo di Kyoto suicambiamenti climatici e sollecita l'Unione europea e tutta la comunità internazionale a sostenere iprogrammi di rafforzamento delle capacità volti a contenere gli effetti nefasti dei mutamenti climaticisui Paesi e le regioni ACP;

11. ritiene che l'innalzamento del livello del mare sia una potenziale minaccia per la sopravvivenza deipiccoli Stati insulari, in quanto si traduce in un notevole aumento delle tempeste tropicali, in turbativedell'approvvigionamento, già limitato, di acqua dolce e in una riduzione della biodiversità che pregiu-dica le risorse marine;

12. incarica i suoi Copresidenti di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio ACP-UE, alla Commis-sione, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Fondo monetario internazionale, alla Bancamondiale e all'Organizzazione mondiale del commercio.

1.4.2005 C 80/37Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT

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ALLEGATO IV

MODIFICHE DEL REGOLAMENTO

Articolo 11

Lingue ufficiali

Articolo 11

Lingue ufficiali

1. Le lingue ufficiali dell'Assemblea sono il danese, ilfinlandese, il francese, il greco, l'inglese, l'italiano, il neer-landese, il portoghese, lo spagnolo, lo svedese e iltedesco.

1. Le lingue ufficiali dell'Assemblea sono il ceco, ildanese, l'estone, il finlandese, il francese, il greco, l'in-glese, l'italiano, il lettone, il lituano, il maltese, il neerlan-dese, il polacco, il portoghese, lo slovacco, lo sloveno, lospagnolo, lo svedese, il tedesco e l'ungherese.

2. Gli atti approvati dall'Assemblea sono pubblicatinelle lingue ufficiali. I documenti preliminari e i docu-menti di lavoro sono pubblicati almeno in francese e ininglese.

2. Gli atti approvati dall'Assemblea sono pubblicatinelle lingue ufficiali. I documenti preliminari e i docu-menti di lavoro sono pubblicati almeno in francese e ininglese.

3. L'Ufficio di presidenza può decidere il numero dellelingue in cui deve essere assicurata l'interpretazione nelcaso di sessioni dell'Assemblea al di fuori dei luoghi dilavoro consueti del Parlamento europeo.

3. L'Ufficio di presidenza può decidere il numero dellelingue in cui deve essere assicurata l'interpretazione nelcaso di sessioni dell'Assemblea al di fuori dei luoghi dilavoro consueti del Parlamento europeo.

1.4.2005C 80/38 Gazzetta ufficiale dell'Unione europeaIT