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XIII 02/2015 © Caffè Moak S.p.A. ITA

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Qualcuno dice che nella vita bisogna andare avanti senza mai voltarsi. Non sempre è così, perché altrimenti non esisterebbe la storia. Così come non può prescindere sapere che dietro ogni caffè, dietro quei chicchi, ci sono persone, storie e di-namiche di mercato a cui spesso non si pensa. Uomini – o meglio donne – che lavorano nelle piantagioni, spesso ripagati con sveglie, specchietti o penne. Come se questo servisse a migliorargli la vita. Abbiamo seguito fin da principio la strada dell’innovazione coniugata a una produzione di tipo artigia-nale, credendo fermamente in questo modello d’impresa ed in questo valore culturale che pone sempre l’attenzione alle persone che fanno caffè e al loro ambiente. Con il 2015 abbia-mo rafforzato questa idea e consapevolezza, avviando un pro-cesso di interlocuzione diretta con i piccoli produttori, da cui abbiamo iniziato a selezionare eccellenti monorigini. Così ho ripreso a viaggiare, partendo dall’Africa. Sono arrivato nelle piantagioni, ho parlato con i contadini, ho conosciuto le loro abitudini, constatato con il mio olfatto e i miei occhi la qualità delle ciliegie e dei chicchi, mentre donne avvolte in truscie, si affacciavano a questi grandi teli su cui erano distese tonnellate di caffè appena raccolto. Sono appena tornato da quei luoghi equatoriali e sono ancora più convinto – senza timore che sia solo conseguenza del contagioso mal d’Africa – che nella vita è vero che bisogna guardare avanti, innovarsi ed evolversi, ma se ci si ferma ad osservare anche il mondo da altre prospettive si scopre che esiste altro, che esistono altri modi per essere “avanti”, pur percorrendo strade non asfaltate.

Il PresidenteGiovanni Spadola

commenta su Twitter l’editoriale con l’hashtag #caramoak. seguici su @twitmoak

Sicilia in rosa. Paola Maugeri - Articolo a pag. 18

Mymusic coffee: Moak entra “a casa” con la nuova linea di capsule e cialde

Ecco chi selezionerà i finalisti di Caffè Letterario e Fuori Fuoco Moak

Put your face contest

Moak a Microcosmi Festival

Locali storici, Grand Hotel Timeo

Il caffè fra Dolce e SalatoLillo Freni e Tony Lo Coco

Bombe di fiori, orti in casa e matite che germogliano piante, per un futuro più grin

Sicilia in rosa. Paola Maugeri, tra centrifughe e vinili, sostenitrice di una vita a impatto zero

Farm Cultural Park, da borgo decaduto a sesta meraviglia nel mondo dell’arte contemporanea

Caffè e saluteIl caffè fa bene ai capelli

Foodss, imprese e studenti tra cibo e design

Caffè da leggere

Moak people contest

lo stile di arredare

Caffè e sani dintorni

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Spedizione poste italiane - cod.sap. n.30907349- DCB Centrale/PT Magazine iscriz. R.O.C.n.23325 - valida dal 18/03/2013 - Aut. Trib. Modica n.218/2013 VG - Notizie n.2/2013.Direttore Responsabile: Sara Di PietroRedazione: for[me]moakFoto: for[me]moakCoordinamento grafico: for[me]moakArt work: for[me]moak Editore: Moak Holding S.p.A. Viale delle Industrie s.n. – 97015 Modica (RG) tel.0932-904755 www.caffemoak.com, mail: [email protected] Azienda con sistema qualità certificato da ISO 9001/14001 Stampa in esclusiva per Moak Holding S.p.A. a Soveria Mannelli (CZ) A norma dell’art. 7 della legge n. 196/03 il destinatario può avere accesso ai suoi dati, chiederne la modifica o la cancellazione oppure opporsi scrivendo a: Moak Holding S.p.A. - Viale delle Industrie s.n.- 97015 Modica (RG) - Italy

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Sicilia in rosa. Paola Maugeri - Articolo a pag. 18 03[ the sign moak ]

S i chiama “mymusic coffee”, la nuova linea di cap-sule e cialde che Caffè Moak lancia per il mercato del serving. Con il nuovo progetto, l’azienda punta

l’attenzione - oltre che al settore bar - all’universo del mo-noporzionato, proponendo una nuova gamma di prodotti che traduce, dalle miscele ai packaging, i valori da sempre soste-nuti da Moak: qualità, ricerca e passione per la cultura. Sei le miscele disponibili nei tre diversi formati - capsula, fap e cialda – in grado di soddisfare, da nord a sud, i diversi gusti degli amanti del dono di David. Mymusic coffee - come già suggeriscono l’headline e i packaging - sancisce ancora una volta il legame tra caffè e cultura. Moak, azienda mecenate che da anni promuove giovani scrittori, filmaker e fotografi, con la linea serving questa volta porta sul palcoscenico la

forma d’arte che, proprio come il caffè, ci lega a ricordi, persone e luoghi: la musica. Secondo la ricerca di Charles Spence dell’Oxford University, i suoni esaltano e modi-ficano i sapori di cibi e bevande: quelli acuti amplificano l’agrodolce, quelli più bassi i sapori amari. Allo stesso modo una miscela di caffè, per le sue caratteristiche aromatiche e sensoriali, può evocare un genere musicale. Per dar forza al progetto, Moak ha quindi creato un packaging modulare, in cui ogni miscela è rappresentata dal genere musicale che più si avvicina al suo aroma, riconoscibile da un colore pantone. Ciascuna delle sei miscele, nei tre differenti formati, è in-vece identificata dal linguaggio iconografico della famiglia degli strumenti musicali: per la capsula quelli a fiato, per le cialde gli strumenti a corda, mentre le percussioni identifica-

Mymusic coffee: Moak entra “a casa” con la nuova linea di capsule e cialde

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no il formato fap. Per ottimizzare l’esposizione dei prodotti e facilitare la selezione da parte del consumatore delle sei mi-scele nei tre diversi formati, for[me]moak ha inoltre ideato un sistema di mobili modulare, realizzato in mdf - materiale sostenibile ricavato da scarti del legno - e ispirato alle libre-rie degli anni ‘50 di Franco Albini per Cassina. Le linee e la componibilità degli elementi – che permette di collocare mensole e contenitori a diverse altezze - rende la struttura

un vero e proprio mobile di design e d’arredo per il settore home . Le librerie for[me]moak si potranno acquistare anche online (store.caffemoak.com).. Attenzione alla sostenibilità anche nell’utilizzo dei materiali dei packaging, realizzati con carta certificata FSC®, il marchio che identifica i prodotti contenenti legno proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Punk Rock Parranda - Gogol Bordello 05[ the sign moak ]

Moak e laFeltrinelliPer il lancio sul mercato di mymusic coffee Moak ha scelto un partner d’eccezione, il gruppo laFeltrinelli. Ad unire i due brand non è solo il legame storico e millenario del caffè con la letteratura. Si scopre che c’è molto di più: l’italianità, due aziende che mantengono ancora alto il valore della conduzione familiare, la passione comune per la cultura e Bob Noorda, stesso padre dei due marchi. Una partnership che risponde alle nuove tendenze di mercato e alle abitudini del consumatore, in grado oggi di lasciarsi

catturare in un solo spazio e in un solo momento da più impulsi. Venti le librerie del Gruppo Feltrinelli, da Milano a Napoli, in cui sono presenti i corner Moak. Le miscele mymusic coffee si potranno acquistare, oltre che nei punti vendita Feltrinelli, anche online su store.caffemoak.com. “Il nostro obiettivo – spiega Alessandro Spadola, direttore generale del gruppo Moak – è di stringere sempre nuove sinergie commerciali e culturali, scegliendo come partner chi condivide la nostra filosofia, che punta sulla qualità e sull’innovazione”.

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Il progetto mymusicPer promuovere e divulgare i progetti musicali di band e giovani artisti, Moak ha affidato lo scouting a chi di mu-sica se ne intende: Paola Maugeri, volto storico di MTV e speaker di Virgin Radio, che ha selezionato per ogni genere musicale un gruppo emergente del panorama artistico ita-liano. Ogni scatola ha un qr-code dinamico “my selection”

che punta ad una pre homepage dove Paola Maugeri pre-senta il gruppo musicale selezionato rispetto alla tipologia di prodotto. Da qui si accede automaticamente alla sezione della miscela scelta, con l’avvio contestuale di un player che riproduce il brano per intero della band selezionata. Un viaggio, quello di mymusic, multisensoriale, dove la pausa caffè diventa anche “pausa ascolto”.

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Listen, learn, read on - Deep Purple 07[ the sign moak ]

dei giurati un’altra donna: Elena Stancanelli, scrittrice di fama nazionale e collaboratrice di alcuni quotidiani, fra cui “Repubblica”,“il Manifesto” e “l’Unità”. Nel 1998 vince il premio Giuseppe Berto con il romanzo “Benzina”, da cui la regista Monica Strambini ha realizzato l’omonimo film nel 2001. La giuria, già a lavoro per valutare i numerosi manoscritti, è chiamata, anche per questa edizione, a pre-miare la voglia di mettersi in gioco di scrittori emergenti ed affermati, che dovranno dimostrare abilità nel saper conci-liare passione e arte della scrittura.

info: www.caffe-letterario.itwww.facebook.com/letterariomoakwww.twitter.com/letterariomoak

A l completo la giuria di Caffè Letterario Moak, che quest’anno vanta come presidente Mauro Cova-cich, scrittore e giornalista italiano e finalista del

Premio Strega 2015 con il romanzo “La Sposa”. Dal ‘98 collabora anche con il Corriere della Sera, Panorama, Il Gazzettino e Vanity Fair, scrivendo reportage, racconti di viaggio e storie tratte dalla cronaca. Covacich ha inoltre realizzato per la Rai alcuni radio documentari e il radio-dramma Safari. Al suo fianco ritroveremo, come nelle pre-cedenti edizioni, gli ormai fedeli Guido Conti e Gianluca Morozzi, entrambi legati dalla passione per i versi. Nuovo ingresso in giuria, invece, per Enza Campino, vincitrice del Premio Mauri come “libraia dell’anno” e responsa-bile della rubrica “parola di libraio”, l’inserto culturale della Domenica de Il Sole 24 Ore. A completare la rosa

Ecco chi selezionerà i finalisti di Caffè Letterario e Fuori Fuoco Moak

di Sara Di Pietro

Mauro Covacich

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Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Library pictures - Arctic Monkeys

Svelate anche le identità della commissione di “Fuori Fuoco”, il contest internazionale di fotografia giunto alla sua seconda edizione. Nella giuria di Denis Curti1, anche per l’edizione 2015 personalità di spicco del panorama artistico nazionale valuteranno i lavori presentati da aspiranti ed esperti fotografi. Unica donna in giuria è Gi-nette Caron2, graphic designer e membro di Aiap. Nata e cresciuta a Montreal, attualmente vive a Milano dove ha realizzato diversi progetti di identità aziendale, branding e libri d’arte per Barilla, Moleskine e Swatch. Di origine palermitana è invece il terzo giurato Tony Gentile3, autore della celebre e pluripremiata foto dei giudici Falcone e Borsellino, icona della lotta alla mafia. Gentile collabora dal ‘92 con l’agenzia di stampa internazionale Reuters. Fotografo di eventi di cronaca e politica ha anche im-mortalato i viaggi di Giovanni Paolo II e l’elezioni di Benedetto XVI e di Papa Francesco. Dalla caput mundi emerge, invece, il fotografo Massimo Siragusa4, già in giuria nella prima edizione di Fuori Fuoco; insegnante

della rinomata accademia IED e ideatore di numerose campagne pubblicitarie per aziende mondiali come Alfa Romeo, Versace e Kartell, ha anche vinto per ben quattro volte il“ world press Photo”. A rappresentare la giuria per la sezione “comunicazione” ci sarà Marco Lentini5, grafi-co e responsabile della comunicazione di Caffè Moak. Al di là del giudizio tecnico, gli sguardi attenti dei giurati di Fuori Fuoco poseranno su quelle opere che riusciranno a comunicare una “pulsione”, quella che arriva dal cuore e regala emozioni sia a chi fotografa e sia a chi ha l’onore di ammirarne il risultato.L’appuntamento con la serata di Premiazione è il prossimo 10 Ottobre a Modica. Anche per l’edizione 2015 a procla-mare i vincitori sarà Paola Maugeri.

info: www.fuori-fuoco.comFB[fuori fuoco moak]TW [@fuorifuocomoak]

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Diventa anche tu protagonista della Moak Generaction nel mondo.#Putyourfacemoak, I volti del mese più votati dagli utenti su Instagram

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Moak partner di Microcosmi. Settantadue ore di musica, gusto, arte e cultura sono state prota-goniste della terza edizione del festival che si

è tenuto lo scorso giugno a Comerio, piccolo gioiello nel Varese. La manifestazione, organizzata da Vittorio Cosmo - musicista e produttore discografico - è riuscita ad attrarre come una calamita circa settemila persone provenienti da ogni parte del mondo. Lo scopo comune, in cui Moak si è riconosciuta, è sempre quello di sancire il forte legame fra musica, cibo e diverse forme d’arte. Atmosfera magica e buoni propositi hanno allietato le tre serate, rese uniche dalla partecipazione di diversi volti del panorama musicale come Pacifico, Enrico Ruggeri e Re-nato Pozzetto. Nello splendido scenario naturale del Par-co di Villa Tatti Talacchini Moak non poteva che essere presente con il nuovo progetto “mymusic coffee”, la linea serving che promuove giovani band. Sei modi di inten-

dere il caffè e la musica attraverso la degustazione delle miscele che hanno permesso agli oltre 1500 visitatori del corner Moak di “ascoltare” un buon caffè. E se è vero che la cultura è a portata di tutti, nel calendario della tre giorni anche i più piccoli hanno potuto esprimere la loro creatività. Per loro Moak ha organizzato un laboratorio di Latt Art Junior, l’arte di decorazione dei cappuccini. Il corso è stato accolto con entusiasmo dai numerosi bambi-ni che hanno tirato fuori tutto il loro estro attraverso pen-nelli e colori, dando libero sfogo alla fantasie su svariate nuvole di latte. “Essere presenti a Microcosmi – spiega Annalisa Spadola, direttore marketing di Caffè Moak – è stata un’altra bella opportunità per divulgare arte e cultu-ra attraverso il caffè e in un evento dove la musica è pro-tagonista non potevamo che cogliere l’occasione per far conoscere le nuove band di mymusic coffee selezionate da Paola Maugeri”.

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Moak a Microcosmi Festival

di Francesca Puglisi

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A Taormina, in un’oasi di naturale bellezza contorna-ta dall’azzurro del cristallino Mar Ionio sorge una struttura di secolare importanza, il Grand Hotel

Timeo. Nel dopoguerra questa meravigliosa meta dell’iso-la siciliana si era ormai ridotta ad una semplice e vacante stazione balneare incapace di accogliere nel giusto modo i visitatori che, anche nel periodo invernale, soggiorna-vano lì. Fu grazie a Francesco La Floresta - appartenente all’omonima casata nobiliare originaria di Taormina - che la città riuscì a tornare fra le vette delle mete turistiche più

visitate.Nel 1850 La Floresta - già gestore del “Fondaco” sul Corso - decise di investire le sue energie ed il suo amo-re per questo angolo di paradiso nella costruzione del pri-mo hotel taorminese. Fu battezzato con il nome di Grand Hotel Timeo per rendere omaggio a due personaggi illustri che avevano contribuito a fare la storia della “Perla dello Jonio”, ovvero Timeo, famoso storico nato a Taormina nel 356 a.c e il padre Andromaco fondatore della città nel 358 a.c. Oggi il Timeo è un patrimonio culturale e artistico di infinita maestosità che permette a chi visita questo luogo

Locali storici, Grand Hotel Timeo

di Francesca Puglisi

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di godere di magiche sensazioni. A rendere ancora più suggestiva la location è il panorama offerto dall’ampia terrazza panoramica da cui si può godere della vista dell’imponente Teatro Greco, oltre che dell’incantevole costa ionica. Non un semplice albergo, dunque, ma un modus vivendi. L’Hotel Timeo rappresenta, infatti, un eccellente percorso sensoriale. Il grande spazio dedicato al benessere psicofisico è un momento fondamentale nel-la giornata degli ospiti; per chi ama concedersi attimi di silenzio niente è paragonabile a quel locus amoenus che

è il giardino antico, luogo che ispirò i moltissimi scrittori e personaggi noti che calpestarono questo piccolo ritaglio di mondo. Tra tutti è doveroso ricordare lo scrittore ingle-se Lawrence che in queste finestre sul mare fu inspirato per la composizione del suo romanzo “L’amante di Lady Chatterley”. Anche il mondo del cinema entra a far par-te di questo spettacolo fatto di luci e colori, con Sophia Loren, Elizabeth Taylor e Burt Lancaster, che hanno più volte riposato sui guanciali del Timeo, riuscendo a rubare scorci di ineguagliabili tramonti sul mare.

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: La lunga estate di Taormina - Johnny Dorelli 13[ the sign moak ]

Coppa delizia ai fichi. Ingredienti (x 6): 1 kg. di fichi interi, 100 gr. liquore all’arancia, 500 gr. panna da montare, 100 gr. zucchero semolato (per la panna), 10 gr. polvere di caffè, 30 gr. ca-cao in polvere, 10 gr. farina di pistacchio di Sicilia

Preparazione: Sbucciare i fichi e tagliarli a pezzettoni, metterli in una scodella e mescolarli con il liquore; co-prire con pellicola e porre in frigo a macerare per circa mezz’ora. Montare la panna fredda aggiungendo lo zucchero semolato sin dall’inizio, fino ad ottenere una massa liscia e compatta. Versare nella coppa (modello Martini), una cucchiaiata di fichi, polvere di caffè, una cucchiaiata di panna montata, ripetendo un altro strato dei tre ingredienti. Ultimare la coppa con panna mon-tata, spolverizzare di cacao e decorare con farina di pi-stacchio di Sicilia.

Espresso, in polvere o in chicchi, a renderlo protagonista – tra note dolci e salate - saranno Lillo Freni della Pasticceria Freni di Messina e Tony Lo Coco del ristorante I Pupi di Bagheria (Pa)

Nell’estrema punta nordorientale della Sicilia, esat-tamente a Messina, sorge un antico gioiello della tradizione dolciaria sicula, che da oltre 60 anni

allieta i palati più golosi. Il fondatore di questa bottega fu Giuseppe Freni che, nel 1968, decise di dar vita ad un progetto che aveva il sapore di eccellenza e professionalità creando l’omonima Pasticceria. Il padre lascia nelle mani del figlio Lillo, un’eredità che è simbolo della passione per il proprio territorio e per i profumi che lo caratterizzano. Grazie all’esperienza del padre, grande maestro di arte e di vita, Lillo riesce ad apprendere le tecniche che fanno di un semplice dolce un insieme di bontà e passione. Nel 2011 si laurea in “Scienze dell’enogastronomia mediterranea e salute”. Volto noto di Alice tv, Lillo Freni è anche membro dell’associazione Ducezio, che riunisce i migliori Maestri Pasticceri della Trinacria. Dalla terra baciata dal sole non poteva che proporci un dessert estivo, fresco e prelibato.

Il caffè fra Dolce e SalatoLillo Freni e Tony Lo Coco

di Sara Di Pietro

Lillo Freni

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anice stellato, pepe nero e finocchi in grani qb, 100 gr di concentrato di pomodoro, 300 gr di pomodorino datteri-no, 100 gr di sedano, 100 di cipolla, 100 di carota, noce moscata qb, 200 gr di mollica caramellata.

Procedimento: marinare il maialino per 24 ore con 1 lt d’acqua, caffè espresso e spezie. In un tegame mettere sedano, carota e cipolla, aggiungere acqua e portare in ebollizione. In una casseruola in rame tostare il riso con il trito di cipolla, sfumare e portare a cottura unendo il brodo vegetale. Fare freddare. Una volta marinato, cuocere il maialino in un forno a legna a temperatura di 64 gradi per 5 ore. A cottura ultimata tritare un tocco di maiale a coltello, unirlo in una casseruola al sedano, carote, cipolla e concentrato di pomodoro e ultimare la cottura. Prendere il riso e con l’aiuto di un paglietta per sushi, formare dei nighiri con ripieno di ragù, poi passarlo dalla mollica caramellata; tagliare a piccoli straccetti il restante cosciotto. Sciogliere il dammuso a bagnomasia sino a quando non diventa cremoso, ada-giarvi sopra il nostro rollè decorando con gli straccetti di maialino, erbette miste e polvere di caffè.

S iamo sempre a nord dell’isola, ma ci spostiamo di qualche chilometro ad ovest, a Bagheria. In questa città ricca di storia e tradizioni, che Tornatore scel-

se come set del suo film Baarìa, Tony Lo Coco apre nel 2009 I Pupi, raccolto ristorante di design, dove insieme alla moglie Laura, realizza il suo grande sogno: cucinare in un contesto gradevole, con lo stesso amore con cui si cucina a casa propria per amici e ospiti. Una passione per l’arte culinaria che Tony manifesta sin da piccolo, quando la mamma e la nonna faticavano a tenerlo lontano dai fornelli. La continua ricerca di nuovi accostamenti della materia prima della terra e del mare siciliani, trattata sem-pre con semplicità e rispetto, gli fanno guadagnare una stella Michelin, 1 cappello dalla guida L’Espresso e due forchette dal Gambero Rosso.

Rollé di arancino con maiale nero dei Nebrodi e polve-re di caffèIngredienti (per 4 pax): 500 gr di riso carnaroli, 1 cipolla di Giarratana, 40 gr di burro, 2 gr di curcuma, pepe e sale qb, dammuso (formaggio delle Madonie); per il ragù: 500 gr di maiale nero dei Nebrodi, 100 ml di caffè espresso,

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: I left my sugar in Salt Lake City - Peggy Lee

Tony Lo Coco

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Bombe di fiori, orti in casa e matite che germogliano piante, per un futuro più grin

di Sara Di Pietro

Perchè Grin e da dove nasce l’idea?L’ idea di business nasce dall’esigenza di voler sperimen-tare un nuovo concetto di verde, semplice e alla portata di tutti, cercando di mettere in pratica parte delle cono-scenze acquisite con gli studi universitari. Letteralmente il termine inglese “Grin” significa “sorriso”, ragion per cui abbiamo approfittato di questo gioco di parole per esprimere al meglio il nostro concetto di verde e il nostro rapporto con la natura in generale.

Qual’è la vostra mission?La mission di Grin è cercare di diffondere la cultura del verde urbano e il piacere dell’autoproduzione. Le nostre iniziative e i nostri prodotti, sostenuti da un’attenta atti-vità di ricerca, selezione e sperimentazione, intendono infatti rinnovare il legame tra natura e mondo urbano, portando avanti l’idea del recupero, della sostenibilità e della lotta al degrado ambientale.

“Fate l’amore, non fate la guerra”. Non portano camicie e collane fiorite, ma promuovono guer-riglie di piante e fiori. L’idea è di due giovani startupper siciliani che hanno reso il loro sogno

realtà, producendo e distribuendo matite che germogliano calendule e granate che, bombardate su un terreno, danno (nuova) vita a piante ed erbe aromatiche. Salvatore Martorina e Claudio Pitrolo, appena trentenni, amano ricercare e speri-mentare. Il loro progetto si chiama Grin (termine italianizzato di green) perché la loro missione è far si che la natura possa esprimersi sempre e ovunque rendendo gli spazi urbani e non, sempre più verdi ed eco sostenibili. A noi piace la loro idea, il modo di pensarla e comunicarla, il fatto di essere rivoluzio-nari e innovativi. Li abbiamo invitati a bombardare il nostro cavedio con un mix di esplosivi composti da carta riciclata e una selezione di semi di fiori ed erbe aromatiche. La pioggia, la luce e la terra daranno il loro contributo e noi non vediamo l’ora di vedere il nostro prato/orto esplodere e fiorire.

Salvatore Martorina e Claudio Pitrolo

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La vostra è anche una sfida a quei giovani che invece lasciano demoralizzati la propria terra. Credete di vin-cerla anche dal sud della Sicilia?Grin rappresenta la nostra sfida, una scommessa che gior-no dopo giorno crediamo di poter vincere. In poco più di un anno, abbiamo raggiunto risultati inattesi creando una rete commerciale che vede i nostri prodotti presenti da Nord a Sud. Il nostro progetto può essere un esempio per giovani laureati che intendano ribellarsi ad una situazione lavorativa critica, che li vede costretti a cambiare città.

Il vostro ambito è anche quello del green design per loca-li pubblici. Qual’è il progetto che più vi ha entusiasmati?Il green design è un settore in forte crescita e, sebbene non rientri esplicitamente nella sfera delle nostre competenze, più volte è capitato di fare da “consulenti” per portare un tocco di natura all’interno di edifici o locali pubblici. Ci piace ricreare scenari verdi mediante l’impiego di lampade a led specifiche per la coltivazione indoor o rivestire intere pareti di moss, un lichene naturale personalizzabile nei colori e nelle composizioni, che permette di creare giardini verticali indoor semplici e facili da mantenere.

Quali idee green avete in cantiere?È in arrivo una nuova serie di prodotti completamente “piantabili”, dai block notes, alle cartoline di auguri, dai confetti ai biscotti delle fortuna, per poi concludere con un acquario in cui, oltre ad ospitare dei pesci, si potran-no coltivare fiori e piante. Un altro progetto interessante è quello degli eco-graffiti, murales realizzati in coabita-zione con il verde presente o completamente ecologici in cui l’impiego di bombolette o vernici è stato intera-mente sostituito da un elemento naturale e vivo come il muschio. Una forma creativa d’arte contro il degrado urbano, per riqualificare facciate o quartieri dove il ver-de non trova spazio.

Piantare una matita o gettare bombe di semi e fiori è una forte azione marketing. La semplicità premia anche quando il mercato delle idee è saturo?Il mercato dei gadget ecologici è in continua evoluzione; sia piccoli produttori che grandi marchi sono alla ricerca costante di prodotti sempre più innovativi e sostenibili. In quest’ottica, i nostri prodotti rappresentano il meglio che il mercato possa attualmente offrire, caratteristica confermata anche dai numerosi premi e riconoscimenti ricevuti nel cor-so degli anni. Ad esempio la pianta-matita Sprout (in inglese “germoglio”), una normale matita che una volta consumata si pianta al suolo e germoglia dando vita a erbe aromatiche o ortaggi, è stata nominata “Miglior prodotto ecologico del 2013” e “Miglior gadget promozionale del 2014”.

Oltre agli articoli ecologici, di cui siete unici distributori in Italia, avete creato anche oggetti di vostra produzione?Tra i vari progetti realizzati ed in corso d’opera, quello che ha avuto più successo è “PUF”, l’orto a portata di scatola, un kit tascabile ideale per chi, con poco spazio e tempo, vuole cimentarsi nell’orticoltura comodamente restando in città, sul proprio balcone o terrazzo di casa.

La vostra filosofia è quella del km zero e dell’auto-produzione. È davvero così facile ricreare un piccolo orto biologico in casa o in ufficio anche per chi non ha il pollice verde?Crediamo da tempo nell’importanza dell’agricoltura a km 0, della vendita diretta e dell’autoproduzione. I buoni motivi per coltivare sono sicuramente numerosi, ma è bene considerare anche le difficoltà che si do-vranno affrontare. Prendersi cura delle piante richiede infatti tempo per concimare, rinvasare, irrigare, ripa-rarle dal freddo o dall’eccessivo caldo. Pertanto, prima di cimentarsi con un orto sul balcone è meglio preve-dere queste difficoltà.

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Proposta - I giganti 17[ the sign moak ]

Sicilia in rosa. Paola Maugeri, tra centrifughe e vinili, sostenitrice di una vita a impatto zero

di Francesca Puglisi

la melodia nella testa dei grandi musicisti. È stata questa curiosità e il desiderio di conoscere più da vicino le gran-di band, a farmi scegliere il mio lavoro. La passione per il genere rock in qualche modo è nata subito dopo, man mano che crescevo e ascoltavo i Velvet Undergroung. In quegli anni Catania era una città estremamente rock, pa-ragonata musicalmente a Seattle. Ho capito subito che il rock sarebbe stata la mia strada.

La musica è anche mezzo di protesta, strumento che alcuni artisti utilizzano per scuotere le coscienze. Lo hanno fatto alcune band rock e oggi il rap sembra aver assunto questo ruolo. Cosa ne pensi? E quanto c’è di tendenza “modaiola”?Il rap è una musica adatta ai tempi di oggi, è veloce ed immediato. Non la trovo una scelta modaiola, ma una tendenza culturale assolutamente pertinente.

L’intervista che più ti è rimasta nel cuore?Sicuramente quella agli U2, una delle più cliccate sul

Due ortaggi al posto delle cuffie per ascoltare forse la natura più da vicino e imparare a rispettarla. È l’immagine che gira sul web e sui social, l’icona di

una donna che della musica e della sana alimentazione ne ha fatto ragion di vita. Paola Maugeri, eclettica vj sicilia-na, è il punto di riferimento del giornalismo musicale, al punto da essere soprannominata Wikipaola, con oltre1200 interviste alle più grandi Rock Star del mondo. Su radio Virgin conduce Longplaying Stories, ma è anche appassionata di ambiente e sana alimentazione.Vegeta-riana da 32 anni e vegana da 16 – si legge nel suo profilo facebook - è autrice per Mondadori di libri di successo: “La mia vita a impatto zero”, “Las Vegans” e l’ultimo, appena pubblicato, “Alla salute”, in cui si fa portavoce e promotrice di temi green.

Partiamo dalla musica, la tua grande passione. Quando è nata e perché, più di altri, il genere rock?Da bambina amavo ascoltare insieme a mio padre la mu-sica jazz e mi incuriosiva sapere come potesse nascere

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Rispondo che è esattamente il contrario. La dieta vegana è la più giusta per i bambini, per farli crescere in modo sano, sensibile e consapevole. È ovvio che bisogna essere infor-mati su una corretta alimentazione, affinché sia equilibrata; i bambini necessitano, più di tutti, di nutrienti fondamentali per il loro sviluppo. È quindi dovere dei genitori non essere superficiali – a prescindere che siano o no vegani – e pre-stare molta attenzione al regime alimentare dei propri figli.

In che modo la musica si accosta a un piatto o a una bevanda?È bello ascoltarla durante la preparazione. È sorprendente e piacevole il modo in cui la musica può ispirare la scelta degli ingredienti e la buona riuscita di un piatto.

Parlaci del tuo ultimo libro e perché vale la pena leggerlo?“Alla salute” è un libro che vale la pena leggere perché, partendo dal cibo, affronta ogni aspetto della nostra vita. Samuel Johnson, poeta inglese del ‘700, diceva che “chi non bada a ciò che mangia, difficilmente baderà a qual-siasi altra cosa”. Un pensiero di tre secoli fa, ma attua-lissimo. Mangiamo tre volte al giorno ed è tutto ciò che gli esseri umani fanno, oltre a respirare e a dormire. L’a-limentazione può cambiare totalmente la nostra vita, le nostre relazioni, il nostro lavoro, il rapporto con i nostri figli. Ciò che mettiamo nel nostro corpo nutre il nostro sangue, le nostre cellule e quindi i nostri pensieri.

web. Una bellissima esperienza e un intervista che ancora oggi anche loro ricordano con affetto.

Negli anni 90 hai lasciato la Sicilia per vivere a Milano. Cosa hai portato dalla terra vulcanica e cosa invece non avresti voluto lasciare?In realtà, era talmente forte il desiderio di cambiare città e vita, che non pensavo a ciò che avrei lasciato, quanto a ciò che avrei trovato in una città come Milano, capitale della musica. A 25 anni non stai a guardarti indietro. Si-curamente mi sono portata il blu del Mediterraneo, tanto che da lì a poco dopo il mio trasferimento, mi sono tinta i capelli di blu, il colore del mare etneo.

Oggi sei ambasciatrice non solo di buona musica, ma anche di buoni valori, come quelli legati alla sostenibili-tà. Com’è la vita “a impatto zero”?“La mia vita a impatto zero” è un bellissimo titolo, che ho anche dedicato al mio primo libro; in realtà nella vita di tutti i giorni è impossibile. Sarebbe stato più corretto dire “la mia vita verso l’impatto zero”, una vita basata più sulla consapevolezza che sullo spreco.

Sei mamma di un bimbo, Timo, anche lui vegano. Dopo l’ultima vicenda del bambino di Firenze, cosa rispondi a chi crede che la dieta vegana non sia adeguata ai fabbi-sogni dei bambini?

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Gratitude feat. Will Oldham - Bjork

Chris Martin e Paola Maugeri Paola Maugeri e Moby

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Farm Cultural Park, da borgo decaduto a sesta meraviglia nel mondo dell’arte contemporanea

di Francesca Puglisi

oggi crede di poter costruire un mondo migliore e di inventare nuovi modi di pensare e fare cultura, abbiamo intervistato l’ideatore di questo bellissimo progetto, Andrea Bartoli.

Da cosa nasce l’idea di realizzare un progetto che porta il nome di farm cultural park?Con mia moglie Flò avevamo un sano desiderio: vivere in Sicilia e poterci stare bene. Insieme a questo desiderio c’è stata la necessità di creare un ambiente fertile e stimolan-te per le nostre due bambine, ma anche la consapevolezza di assumerci una responsabilità rispetto al piccolo pezzo di mondo nel quale viviamo.

Cosa ha in comune la kasba araba con i sette cortili Bentivegna di Favara?Place Jamaa el Fna, la principale piazza di Marrakech attorno alla quale si sviluppa la Medina é il principale luogo di ispirazione del progetto Farm Cultural Park. I

F ino a poco tempo fa era solo un piccolo borgo che viveva nel quasi totale anonimato. Persino le autorità pubbliche lo avevano abbandonato alle

sorti del proprio destino: restare un puntino geografi-camente collocato nella nostra meravigliosa isola. Fa-vara, a pochi passi dalla Valle dei Templi, dimenticata ed esclusa dai percorsi turistici, si è però riscattata, o meglio, a riscattarla come “deus ex machina” sono stati Andrea Bartoli e la moglie Florinda Saieva. Notaio lui e avvocato lei, uniti da una grande passione per l’arte contemporanea e soprattutto per la loro terra. Nel 2010 con coraggio e determinazione decidono di fare qualco-sa non solo per loro, ma anche per la collettività, stra-volgendo (positivamente) le giornate monotone degli abitanti del posto. In pochi anni riescono a trasformare il centro decaduto di Favara in un parco culturale turi-stico. “Farm Cultural Park” è oggi la rivincita di questo piccolo borgo, inserito tra le sei mete turistiche interna-zionali da visitare. Ammirati e contagiati da chi ancora

Andrea Bartoli e Florinda Saieva

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Quali e a chi sono rivolti gli eventi artistico-culturali che promuovete?Promuoviamo principalmente appuntamenti legati alla cultura del contemporaneo ma siamo molto interessati a temi come l’architettura a bassa definizione, il public de-sign, l’agricoltura urbana. Qui la cultura è uno strumento nobile che ha dato vita ad una piccola comunità di so-gnatori che non hanno rinunciato all’idea di vivere in una Sicilia più bella, più etica e cosmopolita.

Dal 2010 cosa è cambiato nel settore turistico della vo-stra città e come hanno reagito gli abitanti di Favara?Favara sino a cinque anni fa, era un luogo escluso da qualsiasi percorso turistico. Oggi è una piccola capitale della cultura, siamo su Lonely Planet con una recensione talmente importante che ci mette persino in imbarazzo, i giornali di mezzo mondo hanno parlato di Farm e i turi-sti arrivano tutti i giorni. In una città che non offriva nul-la, si stanno centuplicando B&B e ristoranti e non c’è un immobile del centro storico che non sia attenzionato da una attività di ristrutturazione con destinazione turistico-culturale.

Sette Cortili sono una Kasba siciliana dove piccole archi-tetture bianche sono intervallate da sette piccole corti che nascondono due meravigliosi giardini. In uno di questi a giugno abbiamo inaugurato Riad Farm, un luogo destina-to all’ospitalità e al relax.

Il blog londinese Purple travel vi ha inseriti al sesto posto fra le mete internazionali per gli amanti dell’arte contemporanea da visitare. Vi aspettavate un tale ri-scontro?Sono stati molto generosi a paragonarci alle più impor-tanti capitali del mondo dell’arte contemporanea. Tuttavia quello che a mio avviso rende veramente unica la nostra esperienza è la forza di trasformazione che ha avuto questo progetto sull’intera città e gli effetti che oggi sta determinando in tutta la Sicilia. Ci tengo molto a dire che dall’esperienza di Farm è nato Boom-Polmoni Urbani, un progetto che nei prossimi mesi, attraverso un concorso, premierà tre città siciliane per realizzare dei Polmoni Ur-bani che come Farm per Favara abbiano la forza di cam-biare l’identità delle città che li ospitano e possano dare alla città stessa una dimensione di futuro.

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: You’re an artist - Morphine 21[ the sign moak ]

Caffè e saluteIl caffè fa bene ai capelli

dei casi ridurrebbe la calvizie. A fornirci risposte più esaustive è il dottor Paolo Gigli, medico chirurgo spe-cialista in dermatologia e Presidente della Sitri (Società Tricologa Italiana).

In che modo il caffè riduce il rischio di caduta dei capelli?Esistono diversi studi sulle proprietà della caffeina intesa come stimolante della crescita dei capelli in vitro. Questo può ipotizzare un suo uso nel trattamento delle calvizie. È stato, inoltre, dimostrato che la caffeina viene assorbita dal cuoio capelluto attraverso i follicoli piliferi in maniera significativa e ciò permette di ritenerla un’ottima alleata contro la perdita dei capelli.

I l vecchio pregiudizio secondo cui il caffè abbia degli effetti negativi sul nostro corpo sembra oramai tra-montato. A dimostrarlo, nuovamente, è una ricerca

condotta dall’Università di Jena (Germania), pubblicata dall’autorevole rivista “International journal of derma-tology”, che spiega come il caffè favorisca la crescita dei capelli. Un’ulteriore ed efficace conferma che san-cisce il legame positivo tra il caffè e i capelli giunge dall’Università Charitè di Berlino e dallo studio di Peter e Seeber di Amburgo. Secondo questo studio, condotto su un campione di trentanove volontari con problemi di caduta intensa di capelli, la caffeina penetrerebbe in ma-niera veloce ed efficace nel follicolo pilifero e nel 79%

di Francesca Puglisi

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Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Long Haired Child - Devendra Banhart

È ovvio che vanno valutati anche diversi fattori che inci-dono sulla salute del paziente, come ad esempio eventuali problemi cardiovascolari o di ipertensione.

Esistono integratori o prodotti cosmetici a base di caffeina che possono migliorare l’aspetto dei nostri capelli?Esistono in commercio diversi prodotti a base di caffeina, sotto forma di lozioni e shampoo, che possono essere applicati in maniera frequente sui capelli. Questi prodotti combattono non solo il problema della calvizie, ma hanno effetti benefici anche sui capelli che tendono a sfibrarsi o ad opacizzarsi. Il caffè può anche essere utilizzato insie-me ad altri ingredienti naturali, come impacco per raffor-zare e ravvivare il cuoio capelluto.

In generale quali proprietà il caffè ha sul cuoio capelluto?Secondo le ricerche di alcuni studiosi la caffeina risulta essere una potenziale molecola da poter utilizzare nel trattamento per la cura delle calvizie. Il caffè, infatti,non solo migliorerebbe l’aspetto estetico del cuoio capelluto se applicato sotto forma di lozioni o impacchi, ma aiute-rebbe in maniera incisiva il cuoio capelluto rendendolo più forte dall’interno.

Quanti caffè bisognerebbe assumere al giorno per ri-durre la calvizie in un soggetto propenso alla perdita dei capelli?Al momento non possiamo stabilire quanti caffè, intesi come bevanda, un individuo con problemi di calvizia può assumere per avere risultati sulla caduta dei capelli.

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lizzazione/vendita/consumo - in grado di esaltare le risorse del territorio e migliorare le condizioni di vita di tutti. Attori di questo ambizioso spin-off - ideato e sviluppato da Vin-cenzo Castellana, docente di Design System nel corso di Laurea in Design e Comunicazione Visiva di Abadir – sono università, studenti ed imprese siciliane del settore food, tra cui Moak. Il filo conduttore si ispira al tema di Expo Mila-no 2015: Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. Il progetto, diviso in quattro fasi, è stato avviato già lo scorso dicembre, quando la commissione Food design di ADI per Expo ha presentato il Manifesto del food design, alla presenza delle aziende siciliane selezionate. La terza fase, appena conclu-

I l design come garanzia di qualità per la vita quotidiana di tutti. È il leit-motiv del Compasso d’Oro, il più importan-te premio di design al mondo, che da oltre cinquant’anni

l’ADI (Associazione per il disegno industriale) assegna a progetti e prodotti che si distinguono per il loro grado di innovazione e funzionalità. Ma qualità della vita vuol dire anche cibo, rispetto e valorizzazione del territorio. Nasce da questo presupposto il progetto Foodss, un laboratorio didattico che ha l’obiettivo di indagare e svelare le relazio-ni complesse intorno alla produzione e al cibo. Obiettivo finale è dar vita ad un prodotto materiale o immateriale – tenendo conto delle variabili del percorso ideazione/rea-

Foodss, imprese e studenti tra cibo e design

rubrica a cura di ADI Sicilia

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Brano consigliato per la lettura di questo articolo: I’m designer - Queens of the Stone Age

sposizione universale. Un dialogo, quello tra studenti ed imprese, che ha generato proposte spendibili e attuabili nel mercato reale, in un momento in cui, più che mai, bisogna che venga riconosciuta quell’innata attitudine al gusto e alla creatività che ha reso il nostro territorio un modello di stile non solo in fatto di cibo ma anche di design.

sa, ha visto studenti e aziende partner con un workshop a Palazzo Cafisi (Favara) durante l’evento “It’s a wonderful time, Summer Design Fest” di ADI Sicilia. L’ultima fase si concluderà a settembre a Milano, con la presentazione e mostra dei progetti definitivi di Foodss alla Casa del Design per Expo che ADI Nazionale ha allestito nel periodo dell’e-

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Poche settimane fa, due importanti negozi di cultura milanesi sono diventati, una volta per tutte, una cosa sola, laFeltrinelli Duomo. Fino a inizio anno

erano due: la gloriosa libreria Feltrinelli Duomo e la RicordiMediaStores di Galleria Vittorio Emanuele. Due ingressi collegati da un passaggio diretto, con insegne differenti, ma un direttore solo, Enrica Cavallari. Una donna che oggi guarda con orgoglio questo luogo me-raviglioso, letteralmente rinato, dove risalta ancora più l’enormità dei 2.500 metri quadri pieni di 70.000 titoli

di libri, di 18.000 titoli di musica, 8.000 di dvd e 6.500 di spartiti musicali. In molti, già dal giorno dell’inaugu-razione, hanno già preso possesso delle poltrone degli spazi di lettura, del tavolo di studio, del comodo divano del Salotto di laEffe, o dell’ottomana che occupa il cen-tro dello spazio espositivo. Enrica, passato il frastornante tripudio dell’inaugurazione con la folla, il trambusto e l’allegro stupore degli habituées, fa prove di abitudine in questo nuovo spazio che conosce tanto bene e che deve finire di scoprire.

Enrica Cavallari, direttore de laFeltrinelli Duomo Milano

Migliaia di titoli tra gli scaffali, libri di ogni genere. Si intravedono anche titoli di film, musica e molto altro. Spazi, salotti e corridoi dove esporre quadri e opere d’arte. Sono le librerie laFeltrinelli, dove prende vita un nuovo modo di intendere e vive-re la lettura, dove chi entra con la sola intenzione di prendere un libro, scopre nuovi stimoli ed interessi. A raccontarci questi affascinanti luoghi, da Nord a Sud, da Milano a Catania, saranno i loro direttori. E chi meglio di loro può suggerirci, tra un sorso e l’altro di caffè, quale libro leggere e quale musica ascoltare.

Caffè da leggere a cura di

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Non è un periodo per letture troppo dense: il rifacimento di una libreria come quella di Milano Duomo non lascia né tempo né energie mentali per quasi nulla. È così che mi sono infilata nella lettura de La promessa (Feltrinelli), di Friedrich Dürrenmatt. Pensavo di rilassarmi leggendo un giallo. Mi sono trovata davanti a un capolavoro: la vicenda del commissario Matthäi, freddo e infallibile, che promette a una madre di trovare l’assassino della sua bambina e segna così il resto della sua vita, è una di quel-le letture di cui non ci si libera una volta finito il libro. Resta dentro, e lavora.E se giallo deve essere, uno dei film che più mi hanno convinta ed emozionata negli ultimi anni è Il segreto dei suoi occhi, dell’argentino Juan José Campanella, premio Oscar per il miglior film straniero nel 2010. La storia di un’indagine per omicidio che dura venticinque anni, una storia d’amore ancora più lunga, e la storia tragica dell’Argentina che irrompe da tutti i lati in questa vicen-da privata e criminale. Il miglior punto di incontro tra la dolente umanità di Raymond Chandler e le metafisiche geometrie di Jorge Luis Borges.

Vi suggerisco un libro e un film di Enrica Cavallari

Collana: Universale economicaEdizioni: La FeltrinelliAutore: Friedrich DurrenmattAnno: 1991Numero di pagine: 160Prezzo: € 7,50 euroISBN: 9788807811425

Anno: 2009Genere: DrammaticoRegia: Juan José CampanellaAttori: Ricardo Darín, Soledad Villamil, Pablo Rago, Javier Godino, Guillermo FrancellaDistribuzione: Lucky RedPaese: Spagna, ArgentinaDurata: 129 Min

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Condividete con noi un caffè al giorno.Le migliori foto e i volti più simpatici scelti fra quelli inviati.

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Lo stile di arredare.Ricreare un ambiente rilassante in un contesto urbanorubrica a cura della redazione

Anche in un contesto urbano si può ricreare un ambiente rilas-sante, dal gusto mediterraneo. È l’esempio del ristorante Bronda a Helsinki in Finlandia. Gli interni luminosi e accoglienti si divi-dono in tre aree principali: il cocktail bar, l’ariosa sala da pranzo con un soffitto alto 7 metri e l’area più intima e riservata. A dare un tocco di italianità e design sono le duecento sedute Malmö di Pedrali. Una collezione in legno dal forte sapore nordico, nata da un’escursione immaginaria alle rive di un lago in Scandina-via, che si inserisce perfettamente nell’atmosfera del ristorante, creando un ambiente elegante e allo stesso tempo familiare.

photo © baraBild Sverige AB

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Avvicinarsi a una cucina sostenibile vuol dire prediligere ingredienti che provengano da un’agricoltura naturale, che non sia stata forzata nell’intento di produrre cibi esteticamente accattivanti, ma poveri di nutrimento per il corpo e per l’anima. Roberta Tribastone ha creato a Modica il progetto Singola, un ristorante in una struttura di legno e paglia, in cui assi-duamente ricerca ingredienti, metodologie e pratiche lavorative che rispettino la persona, il pianeta e l’ambiente che ci circonda. E lo fa puntando sulla certificazione partecipata, creando un rapporto di fiducia con il produttore seguendolo passo passo. Una scelta non soltanto legata alla salute, ma anche etica. Roberta, con le sue ricette e suggerimenti, ci farà scoprire come – a dispetto di chi sostiene il contrario – la cucina vegana sia piacevolmente prelibata, facile da preparare e alla portata di tutti.

ingredienti per 5 persone:- 200gr fragole- 100gr banane- 180gr malto di riso- 1gr succo di limone- 20gr zucchero di canna- 8gr olio di mais spremuto- 1 granello di sale- 20 chicchi di caffè- 20 gr cioccolato fondente

Procedimento: frullate insieme la frutta, il malto, il suc-co di limone, lo zucchero e l’olio e il granello di sale. Quando gli ingredienti saranno ben amalgamati, versate

il composto nella gelatiera e aspettate finché sarà diven-tato denso e cremoso; in alternativa, se non disponete di una gelatiera, mettete il composto in freezer in una terrina ampia e bassa. Dopo un’ora tirate fuori la terrina, rimescolate il composto e rimettete nel freezer, ripeten-do l’operazione almeno tre volte finché non si sarà ad-densato. Nel frattempo, sciogliete a parte a bagnomaria il cioccolato fondente e intingete, con l’aiuto di una pin-za da cucina, i chicchi di caffè uno ad uno. Disponeteli a raffreddare su un foglio di carta forno posto su di un vassoio. Una volta terminato, ponete il vassoio in frigo. I chicchi saranno pronti quando il cioccolato usato come copertura si sarà indurito.Servite il gelato guarnendolo con i chicchi di caffè. Potete aggiungere a piacere frutta fresca, fiori o foglie aromatiche.

Caffè e sani dintorni rubrica a cura della redazione

Gelato alla fragola con chicchi di caffè

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Green Onions - Booker T & the MG’s

Roberta Tribastone

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scarica i pdf completi su: www.caffemoak.com/the-sign-moak - www.caffemoak.com/en/the-sign-moak

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