capitale sociale e responsabilità sociale d’impresa · il livello di capitale sociale e...
TRANSCRIPT
Capitale Sociale e
Responsabilità Sociale d’Impresa
Lorenzo Sacconi(Dipartimento di Economia, Università di Trento -
EconomEtica)
Giacomo Degli Antoni (EconomEtica)
Milano, 18 Maggio 2009
Obiettivo
Indagare la possibilità di un circolo virtuoso fra
il livello di capitale sociale e l’adozione di
buone pratiche di responsabilità sociale
d’impresa. d’impresa.
Un circolo virtuoso che promuove lo sviluppo
socio-economico generando network di
relazioni cooperative
Struttura delle presentazione
1. Si introducono le definizioni di capitale
sociale (CS) e di responsabilità sociale
d’impresa (CSR) considerate nello studio
2. Si analizzano le relazioni teoriche fra questi
due concettidue concetti
3. Si propone un modello formale che
rappresenta queste relazioni utilizzando la
teoria dei giochi psicologici e la network
analysis
La nozione di CSR
Si adotta un approccio contrattualista alla
responsabilità sociale d’Impresa che è definita
come:
“un modello di governance allargata dell’impresa,
in base al quale chi governa l’impresa ha in base al quale chi governa l’impresa ha
responsabilità che si estendono:
�dall’osservanza dei doveri fiduciari nei riguardi della proprietà
�ad analoghi doveri fiduciari nei riguardi in generale di tutti gli stakeholder”
(Sacconi 2004)
Lo scopo della CSR
� È di estendere i doveri fiduciari
– Da una prospettiva mono-stakeholder (dove – Da una prospettiva mono-stakeholder (dove
sono rilevanti i doveri fiduciari solo verso i
proprietari)
– A una prospettiva multi-stakeholder in cui
l’impresa (chi la gestisce) ha doveri fiduciari verso
tutte le categorie di stakeholder
La necessità di un principio etico
di bilanciamento
Gli stakeholder hanno interessi confliggenti:
E’ necessario individuare un criterio etico che E’ necessario individuare un criterio etico che
permetta di trovare un bilanciamento che sia:
imparzialmente accettato e riconosciuto ex
ante da tutti gli stakeholder
Criterio etico è il “contratto
sociale” tra gli stakeholder
Il Contratto sociale
l’accordo razionale che verrebbe sottoscritto in una
posizione imparziale dai rappresentanti di tutti gli
stakeholder che definisce :stakeholder che definisce :
1) l’attribuzione dei compiti fra i membri dell’impresa
così che la contribuzione di ciascuno sia efficiente (si
massimizzi il surplus)
2) i criteri di divisione del surplus generato dalla collaborazione nell’impresa
Il contratto sociale dell’impresa come esito di
un gioco cooperativo di contrattazione
• Nash Bargaining solution
MaxΠΠΠΠ(Ui-di)
dove∂∂∂∂U1/∂∂∂∂U2 = - a1/a2
Nash Coop Bargaining Solution identifica
l’equilibrio di contrattazione nel punto in cui il
prodotto (l’aggregazione) dell’utilità dei giocatori è
massimo
d*
P
Il Capitale Sociale
La letteratura sottolinea la natura
multidimensionale del concetto (e.g. Paldam
1999)
• Partendo dalla distinzione introdotta da • Partendo dalla distinzione introdotta da
Uphoff (1999), consideriamo il capitale sociale
in una prospettiva sia cognitiva sia strutturale
Capitale sociale strutturale
• Definito in termini di network relazionali
cooperativi che uniscono due o più agenticooperativi che uniscono due o più agenti
Il capitale sociale cognitivo• “The cognitive category [of SC] derives from
mental processes and resulting ideas, reinforced
by culture and ideology, specifically norms,
values, attitudes, and beliefs that contribute
cooperative behaviour and mutually beneficial
collective action .” (Uphoff 1999, p. 218).”collective action .” (Uphoff 1999, p. 218).”
In particolare ci focalizziamo su due elementi:
1. Disposizione personale al rispetto di norme
etiche di cooperazione
2. Credenze sul rispetto da parte di altri di
norme etiche di cooperazione
Preferenze conformiste
• Assumiamo che gli agenti traggano
utilità dal conformarsi a (rispettare) certi
principi ideali purché essi credano che anche principi ideali purché essi credano che anche
le altre persone con sui sono in contatto
facciano lo stesso (Sacconi e Grimalda 2005)
Stakeholder con preferenze conformiste
(capitale sociale cognitivo):
• Il primo termine rappresenta l’utilità materiale
dell’agente i nello stato del mondo σ
Vi = U i (σ) + λ i F [T(σ)].
dell’agente i nello stato del mondo σ
• Il secondo termine rappresenta l’utilità ideale
che si ottiene nello stato σ collegata appunto
all’esistenza di preferenze conformiste
Preferenze conformiste
• T rappresenta il principio ideale cui i soggetti desiderano
conformarsi (nel caso della CSR, T potrebbe essere il principio che
sancisce l’equità di trattamento di tutti gli stakeholder definito
attraverso il contratto sociale costitutivo)
Ii = λ i F [T(σ)].
• F cattura le credenze di primo e secondo ordine dell’agente i circa il
comportamento degli altri nel conformarsi o meno al principio T (si
noti che senza le credenze adeguate sul rispetto del principio,
l’utilità ideale va a zero)
• λ è un parametro esogeno che ci dice quanto peso ha la
componente ideale (il conformarsi al principio T dato ciò che gli altri
fanno) nella funzione di utilità complessiva dell’agente i
CSR e Capitale Sociale:
quali relazioni1. Il capitale sociale cognitivo
(disposizione a condividere
principi etici di cooperazione
e reciprocità) è un input della
CSR
2. La CSR è un input del capitale
sociale (cognitivo) perché
CS cognitivo
in termini di
disposizioni
Adozione di CSsociale (cognitivo) perché
genera le credenze che gli altri
effettivamente coopereranno
3. Una volta che CSR e CS
esistono, le imprese non
hanno più incentivi a
defezionare con gli
stakeholder (con nessuno
stakeholder)
Adozione di
pratiche
di CSR
CS cognitivo
in termini di
credenze
CS
strutturale
Capitale sociale cognitivo
(disposizioni) come input della CSR
• Più i soggetti che hanno a che fare con l’impresa
sono dotati di capitale sociale cognitivo, più è
elevato l’incentivo dell’impresa ad adottare pratiche
di CSR:
1. Maggior numero di stakeholder che “chiedono” 1. Maggior numero di stakeholder che “chiedono”
pratiche di CSR (perché traggono utilità dal
cooperare con un soggetto che si conforma a certi
criteri etici)
2. Minori costi a sviluppare reputazione: perché gli
stakeholder dotati di capitale sociale hanno
maggiori incentivi a dare fiducia a impresa che
rispetta i criteri di CSR
La CSR come input del
capitale sociale (credenze)
• E’ solo attraverso l’adozione di pratiche di CSR che
gli stakeholder possono sviluppare la credenza di
essere in contatto con un impresa che rispetta le essere in contatto con un impresa che rispetta le
loro “disposizioni”
(tema della fragilità cognitiva della reputazione)
CSR e capitale sociale cognitivo come
input del capitale sociale strutturale
• Dopo che l’impresa ha adottato pratiche di CSR
(“spinta” anche dal capitale sociale degli STK)
• Dopo che si sono attivate le credenze degli
stakeholder sul fatto che l’impresa è stakeholder sul fatto che l’impresa è
“cooperativa”
• Si avviano relazioni fra l’impresa e gli stakeholder
in cui gli stakeholder investono in modo ottimale
nell’impresa
CS cognitivo, CSR e CS strutturale:
il ruolo degli stakeholder forti e deboli
stk forti: es.Institutional investors, highly skilled
workers, specialised supplier, poco sostituibili e
“preziosi” per l’impresa: l’impresa non ha incentivi
a essere “opportunista”
stk deboli:unskilled workers, not specialised
suppliers; facilmente sostituibili e “poco preziosi”
per l’impresa: incentivo economico a essere”
opportunista”
Il potere degli stakeholder forti
• Quello che analiticamente mostriamo nel modello
sviluppato è che:
Una volta assunti gli impegni di CSR (incentivati dalla
disposizione degli stakeholder) gli stk forti
potrebbero sanzionare l’impresa che decidesse di
abusare dei deboli
Temendo questa sanzione, l’impresa sarà cooperativa
anche con gli stk deboli.
In tal modo si creano quelle reti cooperative (CS
strutturale) che sono sostenibili solo alla luce del CS
cognitivo e degli impegni di CSR
Il modello
• L’obiettivo è quello di mostrare come il CS
cognitivo e la CSR sono in grado di generare
network cooperativi di relazioni che non
sarebbero altrimenti sostenibilisarebbero altrimenti sostenibili
• Per modellare i network di relazioni si utilizza
il framework proposto da Lippert and
Spagnolo (2006)
Differenti configuarzioni di network (1)UN NETWORK SOSTENIBILE DI RELAZIONI:
• In ciascun periodo t, gli agenti che sono tra loro collegati giocano un dilemma del prigioniero (PD) ripetuto
1 2
3
4 5
6
prigioniero (PD) ripetuto
• Se i giocatori sono raggiunti da una freccia in entrata, significa che il loro fattore di sconto è sufficientemente alto da controbilianciare l’incentivo di breve termine a defezionare.
• Condizione di sostenibilità: che il payoff che ciascun giocatore ottiene cooperando in almeno una delle sue relazioni sia maggiore del costo della cooperazione nelle altre relazioni in cui il giocatore è inserito
� Tutti gli individui seguono la Multilateral Grim (MG) trigger strategy: “si parte cooperando in tutte le relazioni in cui si è coinvolti e si continua a farlo finchè non si osserva una defezione nel network, a quel punto si defeziona per sempre”
� Anche se nel dilemma del prigioniero tra 1 e 2, il giocatore 1 non ha incentivo a cooperare con 2, tuttavia egli è indotto a cooperare comunque perchè sa che se non lo farà, il giocatore 6 smetteraà a sua volta di cooperare con lui e ciò produrrà complessivamente una perdita per 1 (il quale preferisce cooperare sia con 6 sia con 1 che non defezionare con entrambi)
Differenti configuarzioni di network (2)
UN NETWORK NON SOSTENIBILE
2 3
4
5 6
1
• Il giocatore 1 non ha alcuna relazione da cui trae vantaggio
cooperando.
• Egli non teme quindi alcuna sanzione da altri giocatori e
defezionerà (perchè così gli conviene fare in tutte le sue
relazioni
• La MG strategy non produce effetti in questo caso
Differenti configuarzioni di network (3)Il ruolo del gate keeper
• Il network precedente diviene sostenibile se si aggiunge una relazione fra 1 e 7
2 3
4
5 6
1 7
• Il network precedente diviene sostenibile se si aggiunge una relazione fra 1 e 7
(the gate keeper), ammettendo che ora complessivamente il giocatore 1
preferisca cooperare con tutti i soggetti cui è connesso anzichè defezionare con
tutti, i.e. Σj∈∈∈∈R1 g1j > 0
• Si deve ovviamente assumere che la MG strategy sia assunta e sia common
knowledge
• Il giocatore 1 sa che se smette di cooperare con 2 o con 6 sarà sanzionato da 7 e
questo lo induce a non defezionare
Crredibilità della sanzione
• Perchè il giocatore 7 dovrebbe mettere in atto la sanzione smettendo di cooperare con 1?
• Assumiamo che un giocatore nel network smetta di cooperare con uno dei suoi vicini (es. 4 smette di cooperare con 5)
• Tale situazione induce gli altri giocatori, per effetto della MG strategy, a defezionare a loro volta con i loro vicini
• Questa scelta, legata alla MG strategy, è tuttavia razionale per i vari giocatori del network. vari giocatori del network.
• Infatti, l’unico motivo per cui 5 coopera con 6 è che egli compensa la “mancata defezione” grazie al payoff ottenuto cooperando con 4. Se 4 defeziona, allora è razionale per 5 defezionare con 6 e così via. La MG strategy è una conseguenza automatica e giustificata dai payoff dei PD che coinvolgono i giocatori.
Tuttavia, la sanzione che dovrebbe mettere in atto il gate
keeper non è credibile• Uesto vale per tutti i giocatori ma NON per 7 il giocatore 7! Tutti
hanno interesse a implementare la MG strategy eccetto il
giocatore 7.
• Infatti, la relazione di 7 con 1 è mutuamente cooperativa. 7 non
può pensare che 1 abbia perso interesse a cooperare con lui a
causa di una defezione in qualche altra parte del network.
• Il giocatore 1 non ha cioè ragione di pensare che 7 defezioni con • Il giocatore 1 non ha cioè ragione di pensare che 7 defezioni con
lui nè ha interesse a sua volta a cessare la cooperazione con 7.
• 1 si aspetterà che 7 continui a cooperare con lui (non essendoci
alcuna ragione endogena che lo induce a smettere la
cooperazione) e continuerà a sua volta a cooperare con 7.
• Tuttavia ciò distrugge completamente l’efficacia della MG
strategy
Out of the equilibrium path behaviour
• Nel momento in cui 7 mettesse in atto la sua sanzioneverso 1 (rispettando la MG strategy) si troverebbe fuoridal suo sentiero di equilibrio.
• Per essere sub-game perfect, un equilibrio di Nash deveprodurre incentivi compatibili a ogni momentodecisionale di ciascun giocatore.
• Tuttavia, sanzionare 1 da parte di 7 significaabbandonare la logica della risposta migliore data la situazione esistente
• i.e. La sanzione dovrebbe quindi essere erogataseguendo un binding commitment che deve essereeseguito “per decreto”.
Una interpretazione specifica del network
Uno stakeholder forte (StkS) e l’impresa (“enterprise” E) prendono il posto dei 2 soggetti (1 e 7) legati da una relazione mutuamente vantaggiosa, mentre E ha anche relazioni unilaterali in cui ha incentivo a defezionare con due categorie di steakeholder deboli che a loro volta hanno relazioni con altri membri del network.
StkW1 3
StkW2 sono lavoratori in un impianto dell’impresa in un paese in via di sviluppo, dove l’impresa ha delocalizzato parte della produzione.
StkW1 è un fornitore nell’ambito della catena di fornitura internazionale di E.
E 4
5 StkW2
StkS
Il network che collega l’impresa e I suoi stakehodler (deboli e forti)
• StkW : Il tasso di sconto δE dell’impresa che permetterebbe di rendere
sostenibili relazioni di lungo periodo con questi stakeholder non è
sufficientemente alto per bilanciare l’incentivo dell’impresa a
defezionare tentando di appropriarsi tutto il surplus generato nelle
relazioni con gli stk deboli ad es. applicando salari (e prezzi)
estremamente bassi ai lavoratori nel paese in via di sviluppo (al
fornitore)
• Al contrario, la relazione di lungo periodo fra E e StkS è reciprocamente vantaggiosa
– Gli stakeholder forti dipendono per il loro benessere dalla continuità della relazione con l’impresa, ma anche E trae un vantaggio rilevante dalla relazione continua con essi.
• In questa prospettiva, sembra abbastanza naturale supporre che lo stk forte possa colludere con l’impresa per appropriarsi di tutto il surplus generato dal complesso degli investimenti specifici realizzati
Il gioco fra l’impresa e lo stakeholder forteLa relazione fra StkS e E è modellata come un gioco con 2 giocatori attivi (StkS e E), e un dummy player che idealmente rappresenta tutte le categorie di stakehodler deboli (StkW).
1
1
¬e e
Collusion Fair
C F
E
StkS
StkS
Il giocatore StkS può decider al primo stage di entrare in relazione con l’impresa o stare fuori Strategia F: StkS e E possono cooperare in modo fair rispettando lo stakeholder debole e appropriandosi di una equa parte del surplus totale e lasciandone una parte equa come remunerazione per lo stakeholder debole Strategia C: StkS e E possono colludere egoisticamente, appropriandosi della più larga parte di surplus possible, non lasciando alcunchè allo stakeholder debole
1
(1)
3
3
(0)
4
2
(0)
2
4
(0)
2
2
(2)
C F C
F
Forma Normale
E
StkS
F C
e,F 2, 2, (2) 2, 4, (0)
e,C 4, 2 , (0) 3, 3, (0)
¬¬¬¬ e 1, 1, (1) 1, 1, (1)
• Stando fuori, lo Stk boicotta E, consentendo allo Stk di ottenere • Stando fuori, lo StkS boicotta E, consentendo allo StkW di ottenere un payoff (1) più alto di quello che otterrebbe se E e StkS colludessero o se lo StkS giocasse (e,F) e E giocasse C.
• L’unico equilibrio di Nash di questo gioco è
(e,C; C ), che è un equilibrio stabile in strategie dominanti
• Questo è anche alla base dell’equilibrio nel gioco ripetuto.
Il ruolo delle preferenze conformiste
• Tuttavia, questo gioco è solo la base (in termini di payoff materiali)
per un gioco psicologico giocato da giocatori attivi caratterizzati da
preferenze conformiste
( ) ( ) ( )i i iV U F Tσ σ λ σ = +
• Ciò equivale a dire che i giocatori attivi valutano la combinazione
delle strategie considerando anche il principio ideale T (di
responsabilità sociale) su cui si sono accordati o che hanno
sottorscritto in una qualche fase di pre-play communication phase
• Attraverso T essi danno una valutazione imparziale basata su qualche criterio di giustizia al problema di divisione che essi devono affrontare nel gioco base in cui si trovano inseriti.
Il gioco psicologico (Gpsico) fra l’impresa e lo stakeholder forte
Dato il valore degli indici di conformità al principio T, è possible introdurre nel gioco il valore dell’utilità ideale degli agenti.
E
StkS
F C
e,F 2+λλλλ , 2+λλλλ, (2) 2, 4, (0)
e,C 4, 2 , (0) 3, 3, (0)
¬ e 1+1/8λλλλ , 1+1/8λλλλ, (1) 1+λλλλ, 1+λλλλ, (1)
Generalized Form E
StkS
F
C
e,F b+λ Stks , b+λ E, (b)
b, d, (0)
e,C d, b , (0)
c, c, (0)
¬ e a+1/xλ Stks , a+1/xλ
E, (a) a+λ Stks, a+λ E, (a)
Se λλλλE e λλλλStks sono entrambi > d −−−− b e λλλλStks > c −−−− a Allora esistono 3 equilibri
psicologici di Nash quando si considerano le preferenze conformiste
¬ e 1+1/8λλλλ , 1+1/8λλλλ, (1) 1+λλλλ, 1+λλλλ, (1)
Cosa determina gli equilibri
psicologici?
1. Il principio di CSR che è definito in una fase di
pre-play communication che permette ai
giocatori di formarsi le credenze per il primo giocatori di formarsi le credenze per il primo
stage del gioco.
2. Le credenze circa la strategia degli altri
giocatori
3. Le disposizioni
Nash psychological equilibria - I
• Gli equilibri maggiormente interessanti sono: (e,F;F) e
(¬ e; C).
• Ciascuno di questi deve essere inteso come contingente rispetto all’appropriato sistema di credenze di primo e secondo ordine che si vengono a determinare fra i giocatori.
Nash psychological equilibria - II
• Per l’esistenza del primo equilibrio (e,F;F) :
– E deve credere che il giocatore StkS giochi (e,F)
– StkS deve credere che E giochi F,
– Entrambi devono credere che l’altro abbia esattamente questi belief (e belief di secondo ordine coerenti con l’equilibrio in belief (e belief di secondo ordine coerenti con l’equilibrio in questione).
• Quando queste condizioni sono soddisfatte i payoff psicologici della cella in alto a sinistra del gioco in forma normale divengono effettivi e, ammesso che
λE e λStks siano entrambi > d − b ,
allora le scelte dei giocatori saranno (e,F) e F.
Nash psychological equilibria - III
• Per l’esistenza del secondo equilibrio (¬ e; C)
– E deve credere che StkS giochi “Non entro”
– StkS deve credere che E giochi C,
– Entrambi devono credere che l’altro abbia – Entrambi devono credere che l’altro abbia esattamente questi belief (e belief di secondo ordine coerenti con l’equilibrio in questione).
Quando queste condizioni sono soddisfatte i payoff psicologici della cella in basso a destra del gioco in
forma normale divengono effettivi così che ¬ e sarà per StkS la risposta ottima verso la strategia di E di giocare C
Nash psychological equilibria - IV
• Si noti che anche il “vecchio” equilibrio di Nash (e,C; C), è un
equilibrio psicologico
• Questo equilibrio si realizza quando le precedenti condizioni sul
sistema di credenze dei giocatori non sono soddisfatte anche nel
caso in cui siano invece soddisfatte le condizioni su λE e λStks.
• Questo equilibrio emerge dunque quando la reciproca fiducia • Questo equilibrio emerge dunque quando la reciproca fiducia
sulla effettiva conformità dell’altro giocatore viene meno
• Quindi, la caratterizzazione del CS cognitivo nella duplice
accezione di “disposizioni” e “credenze” coglie due distinti
aspetti che sono entrambi necessari per capire come il capitale
sociale cognitivo intervenga per rendere possibile la
cooperazione socialmente desiderabile e imparziale.
La creazione di un sistema coerente di credenze
a partire da un accordo ex ante• Modellare il gioco in termini di preferenze conformiste comporta
che prima che questo gioco inizi ci debba essere una fase di pre-
play communication (la teoria dei giochi standard non
ammetterebbe tale soluzione considerando la procedura come un
mero “cheap talk”)
• I giocatori (l’impresa e i suoi stakeholder) devono mettersi nella • I giocatori (l’impresa e i suoi stakeholder) devono mettersi nella
prospettiva cognitiva di un gioco ideale “sotto velo di ignoranza”
così che essi siano in grado di raggiungere un accordo imparziale in
merito a un certo principio di fairness (T)
• Essi si accordano quindi su un principio T di Responsabilità sociale
d’impresa
• Ed è l’accordo che crea la motivazione e le credenze che
permettono di raggiungere l’equilibrio “Fair” nel primo stage del
gioco
I sistemi di belief nel gioco ripetuto
• Al primo stadio del gioco, le credenze sono attivate dall’accordo sul principio etico (il principio di CSR)
• Tuttavia, dopo il primo stadio, gli stakeholder forti hanno la possibilità di osservare il comportamento dell’impresa con gli stakehodler deboli attraverso il network nei giochi successivi tra impresa e stakehodler network nei giochi successivi tra impresa e stakehodler deboli.
• Quello che mostriamo è che se l’impresa defeziona con
gli stakehodler deboli e se il λ degli stakeholder forti è abbastanza alto, allora lo stakeholder forte può decidere di interrompere la cooperazione con l’impresa perchè il comportamento dell’impresa con gli stakeholder deboli gli fa perdere l’utilità ideale.
La sanzione contro l’impresa
• La sanzione messa in atto dallo stakeholder
forte non è in questo caso dovuta a ragioni
esogene, ma è determinata da incentivi
endogeni ed è quindi una minaccia credibile endogeni ed è quindi una minaccia credibile
per l’impresa che può decidere (e questo
dipende dalla struttura dei payoff e da λ) di
cooperare anche con gli stakehodler deboli, al
fine di evitare la sanzione da parte degli
stakehodler forti.
Riassumendo1. La disposizione a conformarsi a determinati principi da parte degli
stakeholder può indurre l’impresa ad adottare pratiche di CSR
2. I beliefs e le disposizioni (i.e. Il CS cognitivo) inducono gli
stakeholder forti a cooperare con l’impresa solo se essa coopera
anche con gli stakeholder deboli
3. Quella degli stakeholder forti di non entrare in relazione con
l’impresa se essa sarà opportunista con gli stakeholder deboli è una l’impresa se essa sarà opportunista con gli stakeholder deboli è una
minaccia credibile per quest’ultima. Di conseguenza l’impresa è
incentivata a cooperare anche con gli stakeholder deboli.
4. Ciò genera CS strutturale (un network sostenibile di relazioni fra
l’impresa e i suoi stakeholder, sia deboli sia forti) che non si
determinerebbe altrimenti.
5. Le sanzioni non derivano esogenamente, ma sono determinate da
incentivi endogeni collegati al ruolo del CS cognitivo sul
comportamento degli stakeholder.
Conclusioni
Il capitale sociale cognitivo, così come lo
abbiamo inteso in termini di disposizioni e
credenze, e le pratiche di CSR sono alla base
della possibilità di rendere sostenibile un della possibilità di rendere sostenibile un
network di relazioni cooperative (capitale
sociale strutturale) altrimenti non realizzabile.