capitolo 1 comunicazione, usabilitÀ ed informatica. 2612/informatica.pdf · ... il dispositivo che...
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Capitolo 1 COMUNICAZIONE, USABILITÀ ED
INFORMATICA.
1.1 La comunicazione.
Il termine comunicazione viene usato in contesti diversi, quindi il suo significato può
essere diverso1.
In queste brevi note ci interessa la comunicazione come interazione tra soggetti
diversi siano essi persone o strumenti.
La comunicazione richiede un’interazione tra i soggetti ed un mezzo che fa da
tramite.
Un atto comunicativo è contraddistinto da diversi elementi:
emittente: fonte della comunicazione che effettua la codifica
dell’informazione
codice: parola, immagine, movimenti, Vedi il paragrafo relativo alla codifica
dell’informazione.
Canale: mezzo fisico di propagazione del contenuto (delle onde sonore,
elettromagnetiche, di un testo scritto, bit)
Contesto: ambiente nel quale si effettua la comunicazione.
Contenuto: l’oggetto della comunicazione.
Ricevente; il dispositivo che riceve il messaggio lo decodifica ed interpreta,
oppure come nel caso dell’informatica e del computer lo elabora.
Feedback o retroazione: quale sia la rezione del ricevente o meglio quale
sia la modifica subita dal ricevente per l’informazione ricevuta.
1.2 Comunicazione ed usabilità.
Nel primo paragrafo si è brevemente introdotta la decodifica. Potremo pensare alla
decodifica come primo elemento dell’interpretazione.
L’interpretazione è legata al concetto di usabilità cioè al problema di come soggetti
diversi possano accedere ad un’informazione.
1 Vedi in http://it.wikipedia.org/wiki/Comunicazione, da cui queste brevi note hanno tratto
ispirazione ed elementi.
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Poco importa che il mezzo sia una conversazione, una lezione, un articolo di
giornale, un libro o infine ma non esaustivamente un sito di internet.
Col tempo e in particolar modo con l’avvento di internet, si sono scoperte regole e
tecniche affinché la pagina web, la figura, l’articolo sia fruibile da persone con diverse
capacità.
Il messaggio deve essere recepito nel modo e nel tempo opportuno, rispondendo
ad esigenza che possono essere sia formali o sociali.
Una sito web ad esempio può essere diffuso allo scopo di fare propaganda a idee
o a prodotti commerciali; comunque per dare informazione.
Vi sono regole riconosciute utili dalla società della comunicazione che assumono
rilevanza nel mondo attuale che si dice mondo della globalizzazione.
L’usabilità è definita dall’ISO, International Standard Organization come l’efficacia,
l’efficienza e soddisfazione con la quale determinati utenti raggiungono determinati
obiettivi in determinati contesti.
Usabilità è quindi il grado di facilità e soddisfazione con cui l’interazione uomo
strumento si verifica.
1.3 Valutazione dell’usabilità.
Caratteristiche di un prodotto usabile sono
Adeguatezza: devono essere richiesti solo gli input necessari e sufficienti per
svolgere un determinato compito.
o Una notizia deve essere riportata una sola volta, ma raggiungibile da
più pagine di uno stesso sito.
Facilità di apprendimento: l’utilizzo deve essere chiaro ed intuitivo, senza
necessità di leggere manuali complessi.
o Anche i manuali devono rispettare tali esigenze: molti di noi si
saranno trovati a leggere manuali di certi prodotti che richiedono uno
sforzo notevole per imparare ad usare il prodotto descritto..
Robustezza: l’errore compiuto dall’utente non deve comportare complicate
operazioni di ripristino .
Wikipedia sintetizza alcune domande cui devi risponere per rendere uno strumento
che potrebbe essere una pagina web, usabile.
Cosa vuole o cosa deve ottenere l’utente.
Qual è l’entroterra culturale e tecnico dell’utente.
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In quale contesto opera l’utente?
Quali operazioni o procedure devono essere riservato alla macchina o alle
descrizioni nel sito o cosa va lasciato all’utente.
o Il moderno software cerca di fornire all’utente contesti formalizzati, in
cui l’utente trova le procedure eseguibili in modo coerente al
momento operativo in cui si trova2.
Concludendo una buona comunicazione dovrebbe essere preceduta da un’analisi
delle esigenze dell’utente.
1.4 Il concetto di informazione.
Occorre distinguere subito il caso di trasmissione d’informazione orale e il caso di
trasmissione di informazione per mezzo di sistemi di scrittura e/o di
telecomunicazione.
Nel primo caso, la trasmissione dell’informazione è diretta e la sua codifica e
successiva interpretazione è lasciata agli usi e costumi del ricevente e del
trasmettitore; sorgono tuttavia problemi non appena gli usi (ad es. le lingua) dei due
corrispondenti sono diversi.
Nel secondo caso, un primo elemento di esame è la codifica dell’informazione ed il
linguaggio usato per tale codifica. Il problema è abbastanza recente e fu affrontato
intorno agli anni 1930 in relazione ai sistemi di telecomunicazione.
La teoria dell’informazione fu sistemata matematicamente da C. E. Shannon nel
1948. Essa muove i suoi passi a partire dalla teorie della probabilità ed è legata alla
comunicazione e quindi alla prevedibilità del messaggio, si vuole misurare
l’incremento di informazione ottenuto dalla decodifica del messaggio dal destinatario..
La complessità della teoria costruita sull’informazione ci impone una drastica
semplificazione della trattazione del concetto che non vuole (e non può) essere
esaustiva della teoria stessa.
Colui che trasmette l’informazione attraverso un messaggio, si serve di simboli e
cerca di prevedere di quanto l’informazione del destinatario sarà aumentata dalla
ricezione del messaggio.
2 Questa filosofia di procedure nel software è applicata al sistema di Office 2007.
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Evidentemente, il ricevente si trova in condizioni di incertezza e aumenta il suo
livello di informazione (diminuendo quindi il livello di incertezza).
Punto centrale della teoria dell’informazione è quindi la costruzione dei sistemi di
comunicazione in cui il progettista deve tener conto di tre elementi : la sorgente, il
canale di trasmissione e la destinazione.
L’uso di strumenti diversi dalla voce per trasmettere l’informazione porta alla
codifica del messaggio. Banalmente il messaggio orale è codificato nella scrittura con
l’uso di lettere dell’alfabeto e regole di grammatica e sintassi : ricordo che tali
codifiche nel corso dei millenni hanno portato all’uso dei linguaggi in cui un segno
rappresenta prima una parola, poi una sillaba, poi rappresenta una vocale ed una
consonante. Naturalmente le regole di combinazione dei vari segni sono adeguate ai
segni stessi ed alla necessità di comunicare informazione.
Quando il destinatario ed il trasmittente non sono uomini (...con la capacità di
intuire...), la codifica non può più essere lasciata al caso o alle usanze e costumi dei
popoli ma deve rispondere a regole di composizione dei simboli e delle parole che
tale composizione comporta.
Esistono dispositivi e codici che permettono la codifica (e la decodifica)
dell’informazione, in modo che essa possa essere interpretata (e trasmessa) da
dispositivi elettronici.
Assume una particolare importanza il codice binario per caratteristica
acceso/spento di un qualsiasi dispositivo elettrico od elettronico.
Un codice binario identifica l’insieme delle cifre e lettere dell’alfabeto, e rende
possibile impartire istruzioni attraverso opportune combinazioni di un codice binario
e/o di simboli..
L’uso del computer è basato sulla possibilità di elaborare qualsiasi tipo di
informazione purché convenientemente codificata.
L’informazione per essere immessa nella macchina deve essere codificata.
Legata al concetto di informazione è anche la documentazione e la sua
trasmissione e interpretazione. Per tale argomento rinviamo la trattazione elementare
e, al solito non esaustiva, alla parte che introduce il concetto di banca dati. Per ora
passiamo ad esaminare i problemi più strettamente legati all’uso dell’informatica e del
computer.
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1.4.1 Tipi di informazione.
A livello operativo dal punto di vista dell’informatica l’informazione può essere vista
in modi diversi.
Informazione come istruzione o comando : sono particolari parole3 o combinazioni
di parole che la CPU interpreta in modo opportuno per eseguire un particolare
compito.
Informazione come dato : raccolta di informazioni sull’ambiente esterno ad
esempio informazione sul sesso di una o più persone, informazione sull’età,
informazioni sull’opinione di una persona. Solitamente tali informazioni sono riunite in
categorie o tipi e ad ogni tipo è attribuita un’etichetta, che può essere un nome o un
simbolo numerico o letterale. In tale occasione l’informazione è codificata e raccolta
in un insieme ordinato, che in informatica assume il nome di file. Ad esempio :
Informazione sul sesso
codifica nominale : # maschio. # femmina
codifica simbolica : # 1 = maschio # 2 = femmina.
L’informazione codificata può essere opportunamente trattata dall’elaboratore per
compilare statistiche elementari (quanti maschi nel gruppo considerato ?).
L’informazione codificata (dato) in se stesso non ha alcun significato. Per attribuire
un significato ad un insieme di dati occorre interpretarli.
L’informazione diviene comunicazione quando introduco un mezzo come abbiamo
visto. In sintesi.
INFORMAZIONE + STRUMENTO = COMUNICAZIONE
3 Il termine parola va inteso in senso informatico, ossia combinazione di simboli.
DATI + INTERPRETAZIONE = INFORMAZIONE
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1.4.2 Uso dell'informazione4.
L'informazione e il dato che ne deriva assume nell'attività umana una funzione
determinante sia per l'esame delle attività svolte che per quelle da svolgere.
Si è ritenuto di riunire, in queste brevi note, l'informazione con la comunicazione,
tuttavia giova ricordare due aspetti dell'uso dell'informazione qualunque sia la veste
che essa assume.
L'informazione può servire ad operare nell'ambito dell'attività personale, essa sarà
raccolta in strumenti personali quali possono essere appunti, rubriche personali, libri e
perché no, personal computer. Questo aspetto dell'uso dell'informazione può essere
favorito dall'informatica personale e richiede una organizzazione riferita alle abitudini
personali.
L'informazione può essere messa a disposizione della collettività, sia essa limitata
ad un organismo amministrativo (fabbrica, ufficio, INTRANET, ecc.), sia essa l'intera
umanità come ad esempio l'informazione che è fornita attraverso INTERNET.
La comunicazione dell'informazione ad altri, può servirsi di strumenti vocali,
cartacei, o informatici. In tutti questi casi opportune norme, anche non codificate,
favoriscono la trasmissione dell'informazione in modo che il ricevente possa
interpretarne la massima quantità.
Le norme di trasmissione sono apparentemente semplici nel caso della
comunicazione vocale (lingua, grammatica, sintassi, ecc.).
Divengono più complesse nella comunicazione scritta e sono rigidamente fissate
nel caso la comunicazione si svolga con sistemi informatici.
Tralasciamo le regole di comunicazione vocale e scritta che comunque restano alla
base di ogni comunicazione di informazione ed esaminiamo più in particolare gli
strumenti di comunicazione usati nell'informatica.
4 L'uso dell'informazione, se riferita a persone, è regolamentato da opportune leggi che tutelano le
persone oggetto di indagini e sulle quali sono stati raccolti dei dati. Ognuno ha il diritto di conoscere le
informazioni raccolte da qualsiasi organismo sulla sua persona. Può pretendere che tali informazioni
siano modificate se le ritiene non corrette. L'uso delle informazioni personali è soggetto
all'approvazione dell'interessato. Vedi le leggi sulla privacy.
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1.5 Il file
L’insieme delle informazioni codificate presenti nel computer è detto file.
Un file è una raccolta di informazioni codificate e ordinate; spesso tali informazioni
sono chiamate dati.
Vi sono file eseguibili che eseguono procedure semplici o complesse (...il
programma di scrittura è formato di un insieme di file opportunamente collegati tra
loro... , il programma di un foglio elettronico... ecc.).
Altri files possono essere una raccolta di informazioni (file di dati) come numeri,
parole, simboli, fotografie, disegni, ecc.
I file sono organizzati in record e per essere letti hanno bisogno dell’eseguibile che
li ha generati.
I file per il computer hanno diverse denominazioni, a seconda del sistema operativo
a cui si riferiscono e per la loro distinzione rimandiamo alle istruzioni dell’uso del
sistema operativo.
Generalmente un file è identificato con almeno due parti separate da un punto.
Fino all’avvento di WIINDOWS ed OS2 avevano lunghezza (massima) di otto lettere il
primo e di tre il secondo, ad esempio filename.ftp dove ftp sta per filetype.
I più recenti sistemi operativi accettano nomi (filename) fino ad un massimo di 255
caratteri.
Il filetype è generalmente di 3 lettere; Office 2007 ha reintrodotto le 4 lettere
aggiungendo una x alle tre lettere del filetype di Office.
Occorre anche tenere presente il tipo di file specificato dall’estensione quando si
vuole importare; i programmi riescono a trattare i file grafici se sono del tipo
compatibile con la struttura del programma stesso. A tempo e luogo opportuno
esamineremo la questione dei nomi dei file.
1.6 L’unità di misura dell’informazione
Il linguaggio dei computer, detto anche linguaggio digitale, ha una propria unità di
misura il bit, contrazione dell’espressione binary digit. Esso può assumere due valori:
spento = 0, acceso = 1.
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L’unità di ordine superiore è il byte pari a 8 bit che può rappresentare 256 possibili
combinazioni di valori (28), in base alla posizione degli 0 ed 1, di cui la prima
combinazione è formata da otto zeri e l’ultima da 8 uno.
Il byte a sua volta ha unità di ordine superiore il cui numero di byte è legato alle
potenze del 2.
Il Kilobyte (KB) pari a 1024 byte.
Il Megabyte (MB) pari a 1024 KB, ossia 1.048.576 byte
Con la stesso metodo di calcolo abbiamo il Gigabyte (GB) più di un miliardo di
byte.
Il Terabyte più di mille miliardi di byte.
Le abbreviazioni:
B = Byte KB = Kilobyte MB = Megabyte GB = Gigabyte
1024 byte 1024 Kilobyte 1024 Megabyte
210 byte 220 byte 230 byte
Osserviamo che un combinazione di bit può essere chiamata parola, ad esempio
si suole chiamare il byte parola di 8 bit.
1.7 Possibilità degli elaboratori.
L’elaboratore non è in grado di interpretare i dati. Solo gli uomini possono dare
un’interpretazione dei risultati di un’elaborazione di dati, ossia dell’elaborazione di
informazioni codificate.
L’elaboratore elettronico (computer) è una macchina che tratta informazione e la
sua introduzione ha comportato anche una modifica del modo di pensare.
Il computer, come macchina che tratta informazione, svolge alcune funzioni
attraverso alcuni strumenti particolari.
Esplicitiamo alcune fasi del trattamento dei dati da parte del computer.
Ingresso (input) introduce in un elaboratore informazioni codificate con procedure
di vario tipo attraverso una tastiera, un nastro, un disco magnetico, un compact disk,
ecc. Le operazioni di ingresso, oltre che del mezzo, hanno generalmente bisogno di
istruzioni fornite da particolari programmi, i principali dei quali assumono il nome di
sistemi operativi.
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Memorizzazione (storage) operazione attuata dall’elaboratore per conservare i
dati introdotti e renderli disponibili per la successiva elaborazione (memorie interne
quali RAM e cache od esterne quali un nastro, un disco magnetico, un compact disk,
ecc.).
Recupero (retrieval) operazione che utilizza i dati in memoria per elaborazioni.
Trasmissione (sending) delle informazioni elaborate ad elementi esterni.
Ricezione (receiving) delle informazioni.
Elaborazione (processing) delle informazioni compiute a mezzo programmi di
elaborazione particolari .
Uscita (output) operazione di trasmissione dei risultati dell’elaborazione a oeratori
esterni quali schermo, stampanti, ecc.
Gli odierni elaboratori eseguono istruzioni opportunamente codificate sulle
informazioni che hanno ricevuto; entrambi gli elementi considerati sono conservati
nella memoria dell’elaboratore e prelevati secondo le necessità della centrale di
elaborazione. Questa indifferenza dell’elaboratore nel considerare le informazioni
costituisce il suo principale limite impedendogli di prendere iniziative, fronteggiare
circostanze che non sono state già previste in sede di programmazione. L’elaboratore
non emette giudizi; tratta informazioni di qualsiasi tipo allo stesso modo
(comprendendo in un sol tipo di logica tutto ciò che è conservato nella sia memoria).
Concludiamo citando alcuni personaggi che hanno contribuito alla comprensione di
alcuni coocetti fonfìdamantali dell’informatica:
John von Neuman, principale artefice e teorico nella costruzione dei primi
elaboratori elettronici e ancor oggi considerato il padre degli elaboratori che si basano
su teorie che egli ha enunciato, pur non avendone l’esclusiva, ha elaborato la teoria
degli elaboratori che si basa sul principio: tutti i dati e tutte le istruzioni sono
rappresentate mediante lo stesso codice binario e sono registrati assieme nella
memoria (RAM e ROM) dell’elaboratore e sui supporti magnetici.
Ne consegue che l’elaboratore non può distinguere tra dati e istruzioni.
Tra gli altri padri dell’informatica ricordiamo :
Charles Babbage che sviluppò la teoria dell’elaborazione come sequenza :
INPUT ELABORAZIONE OUTPUT
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George Boole che sviluppò la teoria della logica matematica.
Alan Turing che teorizzò la macchina di Turing una macchina teorica che esegue
una operazione alla volta, secondo istruzioni elementari impresse in un nastro
continuo.
Importante è l’opera di Turing nello studio di problemi che possono essere risolti
con un numero finito di operazioni elementari (passi).
Le opere dei personaggi appena citati ci permettono di precisare ulteriormente le
caratteristiche di un elaboratore elettronico :
L’elaboratore è una macchina con dispositivi, programmi, gruppi di dati, che, sotto il
controllo dei programmi memorizzati (sistemi operativi ed altro), immette, tratta ed
emette automaticamente informazione sotto forma di dati (informazione codificata),
che può memorizzare nuovamente per un successivo trattamento. Queste operazioni
sono compiute in un numero definito di azioni successive.
L’informazione che ne consegue non è interpretata, ma può essere interpretata
dagli esseri umani.
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Capitolo 2 L’INFORMATICA e i LINGUAGGI
Possiamo considerare l’informatica come l’insieme delle scienze e delle tecniche
volte a elaborare l’informazione tramite macchine.
Questa definizione, molto generale ma non generica ci spinge ad analizzare il
comportamento di una qualsiasi macchina intesa come strumento costruito dall’uomo
per semplificare il suo lavoro.
Possiamo in prima istanza considerare una macchina come una scatola nera nella
quale entra del materiale per uscirne un manufatto.
( Materiale in ingresso) INPUT
OUTPUT (manufatto)
Tralasciamo in tale definizione le macchine semplici o strumenti (aratro, martello,
ecc.), che potremo far rientrare in tale definizione con opportune riduzioni.
Possiamo pensare ad una trafila : entrano materiali ferrosi ed escono lamiere o
tondini, ecc.
Nel caso dell’elaboratore elettronico, che chiameremo d’ora in poi computer,
tralasciando la discussione sulle differenze tra i due termini, il materiale in ingresso è
informazione codificata, il materiale in uscita è ancora informazione opportunamente
trattata, che chiamiamo dato .
Questa caratteristica di poter trattare informazione pone il computer tra una nuova
categoria di macchine capaci di trattare astrazioni, purché convenientemente
preparate (codificate) per la comprensione da parte della macchina computer.
L’informatica basa la sua teoria e la sua pratica sul concetto di informazione. La
teoria dell’informazione è una scienza complessa che richiede per la sua trattazioni
conoscenze approfondite di matematica superiore.
Nel seguito useremo i termini seguenti senza ulteriori spiegazioni, ritenendo di
avere già specificato le definizioni e differenze tra i singoli termini:
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COMANDI è un’espressione solitamente in inglese che manda in esecuzione una
particolare procedura
ISTRUZIONE è generalmente una riga di un programma che viene eseguita
secondo una sequenza predisposta dal linguaggio di programmazione.
DATO è un’informazione codificata secondo il sistema di registrazione (o
trasmissione) utilizzato dal trasmittente, viene poi interpretata dal sistema che la
utilizza secondo il protocollo di trasmissione.
2.1 Il linguaggio.
Il linguaggio è lo strumento attraverso il quale avviene la comunicazione tra la
sorgente e la destinazione. In campo umano si tratta perlopiù di un insieme di
simboli da varia natura, registrabili dai sensi : solitamente si tratta di simboli fonici che
sono trasformati dalla scrittura in simboli grafici o caratteri , talora diversi secondo
l'ambiente in cui sono generati.
Sia la sorgente che il destinatario possono essere sia singoli che multipli. Il
linguaggio è formato quindi da un insieme di simboli che possono assumere
significato particolare secondo il contesto in cui tali simboli sono usati.
Il linguaggio naturale è formato da un insieme di simboli che coinvolgono tutti gli
organi di senso (vista, udito, ...) ed alcuni organi motori (si pensi alle segnalazioni dei
vigili nella gestione del traffico).
Anche gli animali usano il linguaggio per comunicare con i propri simili ; è noto, ad
esempio, che le api comunicano alle compagne il ritrovamento di una sorgente di cibo
con un volo condotto indicando la direzione in cui si trova il polline rispetto al sole.
Si è appena visto che il linguaggio naturale è legato al contesto in cui avviene la
comunicazione : ciò comporta la non univocità della comunicazione naturale.
La necessità di slegare la comunicazione dal suo contesto ha portato alla creazione di
linguaggi artificiali. Anch’essi sono legati al contesto in cui si svolgono ma tale contesto è
dichiarato all’inizio della comunicazione.
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Ad esempio se uso i seguenti simboli: Log., Ln, lg, , , implicitamente dichiaro
che sto usando il linguaggio della matematica in cui ad esempio 4 significa estrai la
radice quadrata del numero 4.
In un contesto più complesso posso scrivere dxx2 , con un significato evidente per
ogni persona di media cultura anche se legato al linguaggio matematico.
Possiamo tuttavia osservare che il simbolo , così come molti altri del linguaggio
artificiale, sono spesso indipendenti dal contesto ma legati a regole di grammatica
non contestuale: hanno cioè un significato non legato al contesto in cui si usano.
La differenza tra l’insieme dei simboli che esprimono un concetto ed i simboli
grafici (caratteri dell’alfabeto e caratteri grafici) usati per esprimerli è una delle
caratteristiche del linguaggio. Nell’esempio precedente i simboli sono Log, Ln, lg : per
esprimerli sono stati usati segni dell’alfabeto latino.
I segnali stradali, ad esempio sono simboli atti a comunicare prescrizioni,
avvertimenti, notizie, ecc.
I simboli appena citati costituiscono l’alfabeto del linguaggio.
Opportune regole lessicali permettono di concatenare tra loro i segni di un alfabeto
per formare sequenza comprensibile ossia una parola.
La sintassi è l’insieme delle regole di un linguaggio che concatena le parole
formando una frase.
Possiamo riassumere osservando che la costruzione di un linguaggio artificiale
richiede la formulazione di :
Un alfabeto formato da caratteri.
Le regole per la formazione delle parole.
Le regole per la formazione delle frasi.
È evidente che l’informatica come scienza, che si occupa di favorire la
comunicazione tra uomo e macchina, ha bisogno di un linguaggio artificiale.
In realtà vi sono in informatica diversi linguaggi artificiali rispondenti spesso a
esigenze diverse.
Nel tentativo di classificare i linguaggi dell’informatica operiamo una prima
distinzione, che, tra l’altro risponde ad una diversa datazione dei linguaggi.
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Ogni macchina possiede un suo linguaggio, legato alla sua costruzione ed ai
componenti che lo costituiscono: tale linguaggio è chiamato linguaggio macchina ed è
considerato di basso livello essendo orientato alla macchina che lo usa, ossia non è
utilizzabile da macchine diverse, pur essendo esse basate sullo stesso principio.
Attraverso il linguaggio l’uomo impartisce alla macchina informazioni sotto forma di
istruzioni e dati.
Con un linguaggio a basso livello, ogni macchina abbisogna di un insieme di
informazioni che sono diversamente codificate. La stessa informazione assume
aspetti diversi in macchine diverse.
Come ulteriore esempio, le marce nelle automobili non sempre hanno la stessa
posizione (siamo in una condizione di linguaggio motorio, per cui ai nostri movimenti
corrisponde un diverso collegamento tra gli ingranaggi del cambio).
Nel caso del computer, che tratta informazione, il linguaggio si avvicina alla
concezione più usuale, anche se alcune macchine operatrici degli inizi dell’informatica
operavano con opportuni spostamenti di spinotti su di un quadrante, inserendo
collegamenti elettrici.
Le applicazioni delle teorie di Turing, Von Neuman e Babbage hanno trasformato
istruzioni descrittive in istruzioni che usano la scrittura e la logica delle proposizioni.
Ben presto ci si rese conto che era necessario poter affidare la programmazione a
persone che non necessariamente conoscevano i principi meccanici od elettrici ed
inoltre non era economico costruire un programma diverso per ogni macchina per
risolvere il medesimo problema.
Da qui la nascita dei linguaggi orientati al problema ed indipendenti (...quasi...)
dalla macchina che doveva usarli, tali linguaggi si considerano linguaggi ad alto
livello.
Caratteristica del linguaggio ad alto livello, oltre a quelle comuni ai linguaggi
artificiali ossia principalmente la univocità delle frasi, delle parole dei simboli, è che i
programmi che con essi si costruiscono sono trasferibili da un computer della stessa
famiglia, cioè basati sullo stesso processore, all’altro senza modifiche o quasi.
2.2 I linguaggi ad alto livello.
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I linguaggi ad alto livello sono orientati al problema e indipendenti dal tipo di
macchina sulla quale devono operare.
In essi sono presenti un alfabeto, un insieme di espressioni riservate ed a
significato univoco, un insieme di regole per la combinazione delle espressioni
(sintassi).
A differenza dei linguaggi non formalizzati (tipico quello umano), i linguaggi ad alto
livello richiedono che la formulazione delle frasi segua un ben preciso insieme di
regole e non è possibile collegare le parole del linguaggio se la modalità non è
esattamente prevista dalla sintassi del linguaggio.
Tutti i linguaggi ad alto livello richiedono la trasformazione del linguaggio usato per
la programmazione in un linguaggio dedicato alla macchina sulla quale operano.
Ci possiamo trovare di fronte quindi a due tipi di trasformazione :
Compilazione: ossia traduzione del linguaggio da alto livello in linguaggio
macchina. È il metodo più efficiente per operare il collegamento tra linguaggio di
programmazione e linguaggio macchina. Il compilatore produce un codice particolare
per eseguire il programma richiesto riunendo le istruzioni in un programma completo.
Interpretazione: a differenza del compilatore, l’interprete esegue parti del
programma direttamente sulla macchina.
Tra i linguaggi ad alto livello ricordiamo principalmente:
Il BASIC è un linguaggio in cui la velocità cede il passo alla semplicità. Il BASIC è
particolarmente adatto al calcolo di espressioni, alla grafica ed alla simulazione di
situazioni particolari . Pur nella sua lentezza, un programmatore riesce a impostare
programmi di un certo interesse soprattutto ora che la potenza e la velocità dei
computer è aumentata. Resta comunque il suo apporto fondamentale
all’insegnamento della tecnica di programmazione elementare.
Il PASCAL opera di Nicklaus Wirth che intese costruire un linguaggio adatto
all’insegnamento della programmazione. Notevole nel PASCAL la suddivisione tra i
programmi ed i dati e la intestazione delle parti del programma e del programma
stesso. Ciò permette una maggiore chiarezza nella sequenza di programmazione. Il
PASCAL contiene nelle sue librerie parecchie istruzioni particolari per seguire
operazioni numeriche e logiche. L’inserimento, l’emissione e l’organizzazione dei dati
avviene attraverso il concetto di file associati ad unità cui fare riferimento. Con il
PASCAL assistiamo ad una introduzione nella programmazione del concetto di
struttura come insieme di dati e/o di operazioni tra loro collegati.
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Il FORTRAN (FORmula TRANslator) è un linguaggio dedicato principalmente alla
risoluzione di problemi matematici e scientifici. Fu uno dei primi linguaggi ad alto
livello con una struttura tesa all’ottimizzazione della programmazione ed ad una
compilazione (traduzione in linguaggio macchina) efficiente dal punto di vista
dell'esecuzione di programmi. Richiede tuttavia estrema attenzione nella
programmazione ed è dedicato soprattutto alla risoluzione di problemi tecnici e
scientifici.
Il COBOL è un linguaggio dedicato alla risoluzione di problemi di tipo finanziario e
commerciale.
Il C è uno dei più recenti linguaggi di programmazione. Molto efficiente di facile
trasportabilità5 su macchine diverse è forse il linguaggio più usato anche per la
costruzione di programmi commerciali. Riunisce in sè i pregi di linguaggi ad alto livello
permettendo soprattutto la programmazione a blocchi, ossia la programmazione in cui
diverse persone programmano parte del programma indipendentemente l’una
dall’altra.
Molti altri linguaggi sono presenti nel panorama dei linguaggi a basso livello e dei
linguaggi ad alto livello, tutti rispondono alla regola generale di stretto legame tra
sintassi e formazione di frasi e parole.
Accanto ai linguaggi appena ricordati esiste una categoria di linguaggi dedicati alla
costruzione di documento ipertestuale e linguaggi utili allo scambio dei dati.
Il più famoso di tali linguaggi è HTML che ha portato ad XHTML un linguaggio
HTML con una sintassi adeguata alle regole di XML
La trasportabilità di questi linguaggi su sistemi operativi e piattaforme diverse li
hanno resi utili per trasferire dati e file.
2.3 I linguaggi per la strutturazione di una pagina
L’avvento di internet ha reso importante la forma di una pagina da presentare nel
Web. Tra questi linguaggi vi è l’HTML, l’XML e l’HXML
I tre linguaggi sono collegati tra loro ma mentre HTML serve quasi esclusivamente
a descrivere una pagina, XML ha regole dedicate alla organizzazione della struttura
dei dati. Tale caratteristica lo rende molto utile nell’uso e nella trasmissione dei dati
strutturati. 5 La TRASPORTABILITÀ di un programma si riferisce alla possibilità di usare tale programma in
macchine diverse con un minimo numero di cambiamenti sintattici.
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HXML sfrutta le caratteristiche di HTML con adattamenti alla sintassi di XML.
2.3.1 HTML6
Hyper Text Mark-Up Language è usato per descrivere i documenti che intendiamo
presentare sul Web Non è quindi un linguaggio di programmazione, ma un linguaggio
che descrive il contenuto, testuale e figure, di una pagina web.
È stato sviluppato alla fine degli anni '80 da Tim Berners-Lee al CERN di Ginevra.
Verso il 1994 ha avuto una forte diffusione, in seguito ai primi utilizzi commerciali del
web.
HTML è un linguaggio di pubblico dominio la cui sintassi è stabilita dal World Wide
Web Consortium (W3C), e che è basato su un altro linguaggio avente scopi più
generici, l'SGML. Durante gli anni l'HTML ha subito molte revisioni e miglioramenti,
Attualmente l'ultima versione disponibile è la versione 4.01, resa pubblica il 24
dicembre 1999. Da allora, da parte del W3C non è stata manifestata alcuna
intenzione di apportare ulteriori modifiche all'HTML, poiché verrà presto sostituito dai
nuovi linguaggi XHTML ed XML.
Caratteristici di HTML sono i tag, espressioni racchiuse tra le parentesi < e > che
rappresentano istruzioni relative alle parole, figure, tabelle e quant’altro si vuole
rappresentare sulla pagina Web.
HTML è stato concepito per definire il contenuto logico e non l'aspetto finale del
documento. Ciò fa si che l’interpretazione delle istruzioni dipende dal programma
usato per interpretarle.
Al giorno d'oggi pochi sviluppatori si occupano di scrivere una pagina web
direttamente nel linguaggio HTML. Questo compito è invece spesso delegato ad un
software detto “editor wysiwyg”, che permette allo sviluppatore di occuparsi
dell'aspetto grafico finale della pagina.
Troverai alcuni esempi di linguaggio HTML nel capitolo dedicato alla costruzione
dei siti.
HTML è anche usato per il trasferimento dei dati tra sistemi operativi diversi, ma
tale procedura è svolta in modo migliore da XML
Attualmente i documenti HTML incorporano molte tecnologie, che offrono la
possibilità di aggiungere al documento ipertestuale delle animazioni interattive o degli
6 Fonte Wikipedia.
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effetti particolari. Si tratta di linguaggi come CSS, JavaScript o Java, o di altre
applicazioni multimediali di animazione vettoriale o di streaming audio.
In futuro HTML verrà probabilmente soppiantato dai suoi successori XHTML e
XML, che rendono il codice estensibile; questo significa che in XHTML e in XML è
possibile definire e usare nuovi elementi, in aggiunta a quelli definiti in HTML.
2.3.2 XML e XHTML
L'XML, acronimo di “eXtensible Markup Language”, ovvero «Linguaggio di
marcatura estensibile» è un metalinguaggio creato e gestito dal World Wide Web
Consortium (W3C).
L'XML è un linguaggio di markup aperto e basato su testo che fornisce informazioni
di tipo strutturale e semantico relative ai dati veri e propri. XML permette di
organizzare la struttura dei dati utilizzati e d utilizzabili e permette la manipolazione
dei dati stessi secondo regole fissate dall’utente.
Un markup language combina testo con informazioni riguardanti il testo stesso. Le
informazioni riguardano il colore, il font e in generale la struttura nel quale il testo va
inserito. Queste informazioni aggiuntive vengono inserite usando. Generalmente
quello che si produce con un markup language non è il documento stesso, ma un file
di codice e testo che deve essere poi interpretato da una applicazione.
Rispetto all'HTML, l'XML ha uno scopo ben diverso: mentre il primo è un linguaggio
per descrivere pagine Web, il secondo è un linguaggio utile per strutturare i dati, in
modo da facilitare lo scambio degli stessi.
Per scambio dei dati si intende la conservazione in una struttura XML di dati presi,
presumibilmente, da un database o da altre fonti, oppure memorizzati direttamente
all'interno di una struttura XML
La struttura di dati determina la forma di un modello di foglio elettronico, di un
modello di data base, di un file di WORD, ossia di un insieme di dati comunque
strutturato.
L’utente evoluto può attraverso XML creare un linguaggio dedicato all’utilizzo di
dati creati per un uso personalizzato.
Office 2007 è basato su un derivato di XML
19
2.3.3 Java Script e PostScript
Il linguaggio Java script serve principalmente, inserito i pagine HTML, per
introdurre determinate azioni all’interno di HTML ad esempio aprire una nuova
finestra, introdurre oggetti mobili
Postscript è un linguaggio di descrizione di pagina interpretato particolarmente
adatto alla descrizione di pagine ed immagini, sviluppato da Adobe Systems ed
inizialmente usato come linguaggio per il controllo delle stampanti.
Quasi tutte le stampanti usano il linguaggio PostScript e ricevono dal sistema
operativi i file in formato PostScript
Permette una programmazione dedicata alla rappresentazione di immagini, figure,
testi, conservando la definizione massima ottenibile con ciascuno strumento.
È alla base della costruzione del formato PDF.
2.4 Linguaggi dedicati.
Molti programmi possiedono al loro interno alcune istruzioni utili per eseguire
particolari operazioni su parti del programma stesso.
Tali linguaggi generalmente sono più semplici da utilizzare, poiché spesso la
corretta sintassi è suggerita dal linguaggio stesso.
Possiamo considerare le macro un aspetto di tali linguaggi.
Con l'evolversi dell'uso delle conoscenze informatiche, i linguaggi dedicati sono
spesso sostituiti da linguaggi ad alto livello quali il VISUAL BASIC, particolare tipo di
linguaggio completo di tutti gli elementi di utilizzo, comune a più programmi.
A 1. I codici di scrittura dei caratteri.
Per la scrittura dei caratteri sono in vigore codici particolari che fanno corrispondere
un numero ad ogni carattere. Citiamo i principali.
ASCII (American Standard Code for Information Interchange) sviluppato negli
U.S.A. ed usato dalla maggioranza dei sistemi operativi.
EBCDIC usato soprattutto per i computer di categoria superiore.
20
UNICODE che ovvia all’inconveniente dell’ASCII di non poter scrivere i caratteri di
molte lingue diverse dall’inglese. La tecnologia NT7 addotta la codifica UNICODE.
7 Vedi il capitolo sui sistemi operativi.
21
DOMANDE
1. Cita alcuni tipi di linguaggio.
2. La struttura di un linguaggio è definita da alcune variabili. Quali sono?
3. Spiega la differenza tra grammatica e sintassi, introducendo degli esempi.
4. Spiega la differenza tra linguaggio a basso livello, linguaggio ad alto livello e
linguaggio descrittivo.
5. HTML può essere usato per… cita ameno due usi.
6. Chi ha sviluppato il linguaggio HTML?
7. Quale organizzazione si occupa del linguaggio XML?
8. Conosci una “simbiosi” tra HTML ed XML.
9. Quale è la caratteristica principale di XHTM.
10. Sapresti indicare l’uso principale di JavaScript?
11. Quale linguaggio viene usato per gestire la stampa di un documento.
12. Per quale motivo in Italia è più utile usare i caratteri Unicode, rispetto ai
caratteri ASCI ?
13. I caratteri ASCI esiste la lettera è (e con l’accento). Si richiede una risposta
articolata.
14. Consulta su Wikipedia la voce carattere e prepara una relazione
sull’argomento.
15. Consulta su Wikipedia la voce Unicode e prepara una relazione su tale
forma di carttere, consultando ulteriori fonti.
16. Quale linguaggio si può usare per preparare una struttura di dati da
elaborare personalmente?
17. È possibile per un utente evoluto preparare un linguaggio adatto al tipo di
dati che intende elaborare.
18. Qual è la differenza tra il linguaggio HTML ed il linguaggio XML?
19. Quale linguaggio puoi usare per preparre un questionario da somministrare
attraverso Internet?
20. Prepara una relazione di almeno 10 pagine sul linguaggio XML, cercando le
notizie su Internet.
21. Qual è la differenza tra il linguaggio HTML ed il linguaggio Basic?
22. Cosa significa “linguaggio dedicato”? Cerca su Internet qualche esempio
e c compila una relazione su quello che hai trovato.
23
Capitolo 3 L’HARDWARE
3.0 Introduzione
Possiamo pensare in prima approssimazione ad un computer come ad una
macchina generica nella quale vengono immessi (input) dei materiali (informazioni)
per ottenerne in uscita (output) altre informazioni diversamente strutturate.
Il computer come insieme di circuiti, elementi componenti di varia forma costruiti
con sistemi di assemblaggio elettromeccanico è una macchina operatrice che può
essere guidata da insiemi di istruzioni immesse con intervento manuale o meglio
immesse attraverso informazioni codificate.
Tralascio i componenti squisitamente elettrici quali ventilatori, trasformatori ed altro
ed esamino in questo capitolo le parti del computer deputate al trattamento dei dati
che comunemente si denominano hardware. Nella figura è rappresentata una scheda
madre ossia la base sulla quale sono inseriti i circuiti ed i principali elementi del
computer, assieme ai collegamenti verso elementi esterni
3. 1 La scheda madre ed i suoi componenti.
Nella scheda madre sono presenti gli zoccoli per inserire la CPU, le memorie, le
schede aggiuntive quali la scheda grafica dedicata ed i collegamenti per le periferiche
esterne. ecc.
La CPU (Central Processing Unit) è la parte che si incarica di operare le
trasformazioni delle informazioni e di stabilire i tempi per tali trasformazioni.
Figura 1. Una scheda madre
24
La memoria fissa ROM acronimo di Read Only Memory, in cui sono memorizzate
le principali istruzioni per l’uso del computer. Tale memoria non è modificabile. In essa
sono conservate alcune delle istruzioni destinate all’avvio del computer che vengono
richiamate dal BIOS8 all’accensione.
Attualmente si usano le EPROM e le EEPROM che sono modificabili con
metodologie particolari. EPROM, acronimo di Erasable Programmable Read Only
Memory, è una memoria ad accesso casuale cancellabile tramite raggi ultravioletti.
Dal punto di vista pratico, il circuito integrato della EPROM dispone sul lato superiore
di una finestra in vetro di quarzo. Ponendolo sotto una lampada a raggi UV si
cancellerà il contenuto della memoria, la EPROM è a questo punto riprogrammabile.
Le EPROM sono ormai da considerare obsolete e non vengono praticamente più
usate. Sono state sostituite dalle EEPROM (Electrical Erasable Programmable Read
Only Memory) che possono essere cancellate elettricamente e quindi riprogrammate.
Il contenuto della ROM, della EPROM e della EEPROM9 non viene perduto allo
spegnimento del computer. In ROM sono presenti anche le procedure di controllo di
alcune periferiche del computer. Tra le procedure inserite in ROM il drive del disco da
cui avviare il sistema operativo.
La memoria volatile RAM acronimo di Random Access Memory in cui sono
memorizzate le informazioni che la CPU utilizza e utilizzerà per svolgere i suoi
compiti, programmi, dati, procedure.. Nella RAM sono depositati tutte le informazioni
da utilizzare per qualunque operazione. La sua capacità è determinante per il
funzionamento più o meno veloce di un computer, come vedremo più innanzi. Il
processore del computer si serve della RAM per leggere e scrivere programmi e dati
sui quali esegue le operazioni richieste. Nella RAM risiedono i programmi in
esecuzione compreso il sistema operativo ed i file da essi usati
Allo spegnimento del computer la RAM viene cancellata, per cui è necessario
conservare il contenuto della RAM in memorie esterne (dischi, dischetti, nastri, flash-
disk, ecc.), dette memorie di massa.
8 Anche il BIOS è scritto nella ROM.
9 Per gli scopi di questo libro, non distingueremo d’ora in poi le ROM, le EPROM e le EEPROM,
considerando il loro comportamento simile a quello dell ROM.
25
La necessità di accessi veloci ai dati ha portato alla creazione della memoria cache
destinata a contenere le procedure più usate dal singolo utente, in una seduta di
lavoro. La scelta delle procedure da salvare nella cache è lasciata al sistema
operativo su base statistica. Anche la cache viene cancella allo spegnimento del
computer.
Le parti sin qui citate sono inserite nella scheda madre che serve a collegarle, di
altre parti inserite nella scheda madre rinviamo a testi specializzati.
Ricordo a titolo di curiosità che è inserita in apposto alloggiamento della scheda
madre una pila che serve a conservare alcune informazioni quali la data del
computer.
3. 2 I componenti esterni alla scheda madre.
Accanto ai componenti inseriti nella scheda madre, sono presenti componenti
esterni ad essa collegati per l’immissione, la conservazione e la visualizzazione dei
dati. Alcuni componenti sono collegati in via definitiva altri sono collegabili attraverso
prese dette porte che sono reperibili esternamente al computer.
Le parti deputate ad immettere o memorizzare informazione ed a scegliere tra
diverse alternative sono di seguito riunite a seconda della loro funzione nel
trattamento dei dati.
Immissione dati
La tastiera
Il mouse.
Lo scanner
Conservazione dei dati e memorizzazione dei file.
Le memorie interne.
Dischi fissi o rimovibili costruiti su basi diverse, come leggerai in seguito.
Nastri.
Emissione e visualizzazione dei dati.
La scheda grafica.
Lo schermo
La stampante
Il plotter
26
3.2 Descrizione delle periferiche del computer
3.2.1 La tastiera .
Elemento principale per l’immissione delle informazioni codificate (istruzioni o dati):
è costituita da una tastiera simile a quella della macchina da scrivere (ma con la
sistemazione dei tasti in maniera differente) con l’aggiunta di particolari pulsanti che
svolgono determinati compiti, figura 2.
Dividiamo la tastiera in 5 zone:
ZONA 1
I pulsanti alfabetici, numerici e dei simboli tipo @10 [ ] # ecc.
Alcuni pulsanti particolari hanno funzioni differenti a seconda dell programma o dal
sistema operativo (VEDI) in uso11.
: corrisponde al FISSA MAIUSCOLE della macchina da scrivere con
specifiche più complesse. Si attiva premendo; si disattiva premendo. Funziona solo
con le lettere dell’alfabeto lasciando sempre attivi i simboli inferiori dei pulsanti doppi
: pulsante che attiva le maiuscole, oppure i simboli superiori dei pulsanti doppi;
da notare che se è stato premuto il FISSA-MAIUSCOLE, la pressione del pulsante
fa scrivere le lettere minuscole.
.
10
Il simbolo @ con l’avvento di Internet ha assunto una particolare importanza poiché negli
indirizzi di internet indica il sito presso il quale viene smistata la posta (provider). Es. [email protected]
11 Soprattutto in WINDOWS i pulsanti particolari assumono funzioni diverse o sono addirittura
inattivi.
Figura 2
27
Ctrl pulsante che serve ad attivare particolari procedure se premuto assieme ad
altri pulsanti.
Alt e Alt Gr come sopra, particolarmente utile con il sistema operativo per
ottenere particolari caratteri se premuto insieme ai numeri del tastiera numerica.12
Inoltre permetto di scrivere i simboli sulla destra di qualche tasto tipo @ # [
La doppia freccia svolge le funzione di tabulatore.
Invio serve a far eseguire dal computer le procedure digitate dalla tastiera, per
altri usi vedi particolari programmi, (ad es. nei programmi di scrittura serve per andare
a capo forzatamente).
sposta il cursore indietro di una posizione, cancellando eventualmente il
carattere scritto prima del cursore.
ZONA 2
Exc : Annulla l’ultimo comando impartito
F1...F12 (pulsanti funzione): la loro pressione sostituisce in parecchi programmi e
sistemi operativi la pressione di un gruppo di tasti uniti solitamente con il segno + con
per eseguire particolari procedure.
ZONA 3
Sono presenti i numeri, un tasto di Invio , alcuni tasti per le operazioni aritmetiche
ed altri.
ZONA 4
Le quattro freccespostano il cursore nella direzione indicata, solo in
presenza di testo già scritto (sez. 4).
ZONA 5
Stamp In DOS stampa la schermata del monitor attiva al momento. In
WINDOWS fa una copia negli appunti 13 dell’immagine dello schermo che può in tal
modo essere inserita in un documento di WORD.
12
Vedi Nota 2.
13 Gli appunti sono una cartella di Windows molto utile per trasferire parti di un file in altri file.
28
Ins in molti programmi modifica il cursore da inserimento a sovrascrittura.
Canc cancella quanto scritto dopo il cursore.
l’uso non è univoco, in WORD sposta il cursore a inizio riga.
Pag e Pag dipendono dal programma o dal sistema operativo attivo.
Spesso sposta il cursore di una schermata. Osserviamo che alcuni mouse hanno una
rotellina che fa scorrere velocemente le righe dello schermo, sostituendo la funzione
in questione.
Fine in WORD sposta il cursore in fondo alla riga. La funzione di questo tasto
come dei precedenti è legato al programma utilizzato.
Bloc Num : permette di usare il tastierino numerico; se non è premuto la tastiera
numerica non è attiva (funzionano i simboli di direzione, non numerici).
Il pulsante si attiva premendo e si disattiva alla seconda pressione.
Osserviamo che, in DOS ed in alcune versioni di WINDOWS la tastiera numerica è
attivato all’avvio del computer (per disattivarlo premere Bloc Num ).
Bloc Scorr Pausa : dipendono dai programmi usati.
Nella tastiera dei computer da tavolo rd ora anche in parecchi portatili recenti è
inserita una tastiera numerica, che si attiva premendo il pulsante Bloc Num14
L’uso dei pulsanti per lo spostamento del cursore inseriti assieme ai numeri della
tastiera numerica è comunque sconsigliato, dato che in particolari situazioni i simboli
non numerici presenti sulla tastiera numerica di fianco ai numeri stessi, sono
disattivati dal sistema operativo.
In WINDOWS la pressione in successione del pulsante Alt e di un insieme di tre
cifre della tastiera numerica, permette di ottenere caratteri non disponibili sulla tastiera
usuale. Es. Alt + 225 fa comparire il carattere ß. Alt + 223 da luogo alla stampa
della parentesi graffa aperta {
In DOS la stessa funzione è esercitata dal pulsante Alt Gr
14
Se la tastiera numerica è attiva per disattivarla, si deve premere il tasto Block Num
29
Nella tastiera numerica sono presenti anche i pulsanti usati per le operazioni
elementari di divisione / , moltiplicazione * , sottrazione - , addizione + , ed il
tasto di Invio
NOTA: Alcuni dei pulsanti citati si attivano alla prima pressione e si disattivano alla
seconda.
La tastiera presentata in figura è la tastiera italiana caratteristica dei computer da
tavolo; i computer portatili hanno tastiere con alcuni tasti posti in posizioni diverse o
riuniti in particolari zone. Ritengo tuttavia utile che tu abbia presente il significato e
l’uso di dei tasti che resta valido anche con disposizioni diverse dei tasti particolari,
ossia dei tasti che impartiscono istruzioni o introducono particolari procedure. Inoltre
alcune tastiere possiedo tasti particolari quali lo spegnimento del computer, l’accesso
a procedure WINDOW, ecc.
I portatili più moderni hanno la tastiera che ripete la tastiera su riportata, stante
l’abitudine sempre più sviluppata di usare il portatile in tutte le occasioni anche come
sostituto del computer da tavolo.
3.2.2 Lo Scanner.
Strumento (da tavolo o mobile) che permette la lettura di immagini su carta da
trasferire sul computer per un loro successivo utilizzo, magari per inserirle in testi
scritti con opportuni programmi di riconoscimento dei caratteri e delle parole (OCR –
Optical Character Recognition).
3.2.3 Strumenti di puntamento e scelta
Il Mouse
Collegato a programmi che lo prevedono, permette di compiere operazioni che nel
DOS classico erano compiute con la scrittura di frasi o comandi particolari.
Attualmente è collegato alla scheda madre attraverso una porta USB.
Sfrutta un metodo inventato nell’Università di Palo-Alto per impartire Comandi ed
istruzioni attraverso il puntamento di un oggetto o parola. L’istruzione di eseguire o
scegliere un file è impartita premendo una o due volte in breve successione un
pulsante posto sulla sua superficie.
30
Ad esempio spostando il puntatore sullo schermo sull’oggetto che indica un
programma particolare posso avviare tale programma premendo due volte il pulsante
sinistro.
Posizionando il puntatore all’inizio di una parola, tenendo premuto il pulsante
sinistro e spostando il puntatore, posso selezionare tale parola o riga o frase, e quindi
cambiare le sue caratteristiche formali (dimensione del carattere, il font ecc.)15.
Scegliendo su di un programma una particolare funzione rappresentata da un’icona
posso attivare una procedura prevista in tale programma.
Altre notizie sull’uso della tastiera e del mouse saranno illustrate per l’uso di
programmi particolari e soprattutto l’uso di WINDOWS
La trackball o mouse da tavolo
Il principio di funzionamento è analogo al mouse. Lo strumento è fisso e il
puntamento si opera ruotando con un dito una pallina.
La scelta di fare eseguire un programma od una procedura è analoga a quella del
mouse; spesso si usa il pollice per la sfera e tre dita per i pulsanti.
Inoltre, come nei mouse più avanzati, sul pulsante centrale è presente una rotella
per lo scorrimento veloce del testo.
3.3 L’elaborazione dei dati nel computer
3.3.1 L’elaborazione dei dati: la CPU.
I dispositivi finora citati sono collegati alla centrale operativa del computer ossia alla
CPU che sarà descritta nel prossimo paragrafo.
La CPU, Central Processing Unit, è il microprocessore che dirige ed elabora le
attività del computer nello scambio tra i componenti e nel trattamento delle
informazioni codificate.
La CPU è formata da circuiti elettronici che eseguono le funzioni logiche,
aritmetiche.
In un computer abbiamo:
15
Spesso, come vedrai in seguito, per modificare paragrafi e titoli, si usa il foglio di stile.
31
3.3.2 Architettur del computer
L’Architettura . Individua il numero di bit con cui la CPU lavora. Vi sono architetture
a 4, 8, 16, 32, 64 bit .
4 bit sono usati dalle calcolatrici tascabili : in tali condizioni si possono eseguire
soltanto operazioni semplici. Si possono scrivere solo 24 = 16 diverse parole. Una
parola indica la quantità di informazione che il computer può trattare
contemporaneamente.
8 bit erano usati dai primi computer. Il processore era chiamato 8088 oppure
808616. Si possono usare 28 = 256 PAROLE DIVERSE. Una parola di 8 bit è detta
byte che è l’unità di misura utilizzata per definire la capacità degli strumenti di
memorizzazione.
16 bit sono quelli dei computer che usavano i processori 80286, 80386, 80486.
32 bit sono i computer che hanno sostituito i precedenti, processori PENTIUM di
versioni varie. In realtà il processore 80x86, ha un comportamento più complesso dei
precedenti della serie, per cui il loro utilizzo comporta un approccio più semplice
all’elaborazione dell’informazione.
Accanto al PENTIUM della INTEL, sono altrettanto validi altri processori di società
concorrenti, AMD, CYRIX ed altri, ma su questo argomento non possiamo dilungarci
in questa sede.
64 bit sono per il momento utilizzati in computer di tipo più evoluto (AMD Athlon 64
e Intel Pentium Xeon).
WINDOWS VISTA prevede la possibilità di utilizzare processori a 32 o 64 bit.
La caratteristica dei un microprocessore è data anche dalla velocità di elaborazione
dei dati che è misurata in Herz.
Attualmente la velocità di elaborazione di un processore (CPU) va da 1,8 a 3,2
GHz , ma tale velocità di è destinata crescere.. La velocità si misura in numero di
operazioni per secondo..
3.3.3 La conservazione ed il trattamento dell’informazione.
16
Si è scelto di riferirsi ai microprocessori del tipo Intel, che sono quelli usati ancora ora nei sistemi
IBM compatibili.
32
Le informazioni presenti in permanenza o immesse nel computer sono rese
disponibili per il loro trattamento sotto forma di dato, qualora esista nel computer un
luogo da cui prelevarle ed eventualmente riscriverle. Tale luogo va sotto il nome di
memoria che può essere volatile o permanente e di varia capacità. La capacità della
memoria si misura in byte unità formata da 8 bit. Il bit può essere pensato come unità
di informazione elementare.
Dal punto di vista dell’uso vi sono principalmente quattro tipi di memoria17 ROM,
RAM, Cache, memoria di massa.
MEMORIA ROM (Read Only Memory) Memoria utilizzata dal computer per
conservare le istruzioni di base per il suo funzionamento. È una memoria di sola
lettura non modificabile dall’utente L’accesso a tale memoria è molto veloce. Alcuni
computer avevano in ROM un numero piuttosto vasto di istruzioni il che permetteva
un funzionamento abbastanza veloce pur con processori elementari. (APPLE). Le
informazioni registrate sulla ROM non sono cancellabili e permangono anche dopo lo
spegnimento del computer. Normalmente la memoria ROM si può utilizzare solo in
lettura.
Attualmente si preferisce l’uso di memorie tipo EPROM ed EEPROM, memorie
cioè che sono riprogrammabili con opportune prcedure
MEMORIA RAM (Random Access Memory) Memoria ad accesso casuale di
transito delle informazioni. Contiene i dati di transito; tiene in memoria anche gli
applicativi lanciati, perciò al secondo avvio dell’applicativo, esso sembra più veloce. Il
computer per funzionamento utilizza continui scambi di informazioni tra il sistema di
elaborazione e la memoria RAM. Allo spegnimento del computer i dati ed i
programmi immessi si cancellano.
MEMORIA CACHE. È una memoria di transito inserita nel microprocessore o
molto vicino ad esso. Essa conserva alcune informazioni usate durante l’uso dei
programmi cui accede la CPU per accelerare le operazioni del computer.
MEMORIA DI MASSA o di secondo livello che sarà esaminata nel prossimo
paragrafo, si tratta di dischi, nastri, ecc.
3.3.3 Conservazione e recupero dei dati. Memorie di secondo livello.
17
Rivediamo da un dicìverso punto di vista le memorie ROM e RAM.
33
La conservazione dei dati inseriti sul computer, il loro riutilizzo e il loro inserimento
è affidato all'uso di dispositivi contenenti le informazioni registrate (dischi, nastri, CD,
DVD, Flash Disk). Ve ne sono di vario tipo a seconda dei diversi dischi o nastri
utilizzati.
I Dischi
Strumenti atti a conservare dati, informazioni, programmi, che vengono registrati
con metodi elettromagnetici o con raggi laser. Generalmente il computer possiede
opportuni drive (periferiche di scrittura/lettura dei supporti magnetici) che possono
contenere tali dischi, leggerli e/o registrarli.
Vi sono principalmente quattro tipi di dischi :
Dischi fissi
Sono posizionati all’interno del contenitore (case) del computer (salvo casi
particolari), hanno alta velocità di accesso e di registrazione, capacità di contenimento
dati abbastanza notevole.
La loro capacità mediamente di 80 gigabyte può superare 100 Gigabyte ed oltre18.
Pur con la alte velocità di trasferimento dei dati e pur usando la deframmentazione,
le capacità raggiunte dagli hard disk e la quantità dei file presenti in un disco fisso di
tipo tradizionale fa si che il caricamento in RAM del sistema operativo e/o dei file
abbia spesso tempi di attesa piuttosto lunghi.
Nel tradizionale disco magnetico un sistema elettromeccanico sposta il lettore per
la ricerca e la lettura dei file: le dimensioni degli attuali dischi magnetici e la quantità
di file presenti, siano essi del Sistema Operativo, dei programmi o dei dati, sta
rendendo il tempo di attesa eccessivo.
Il problema è avviato alla risoluzione introducendo dischi fissi elettronici Solid State
Disk , nei quali il sistema di registrazione e di lettura sono affidati a chip di memoria
simili a quelli usati per le memorie flash tipo fladh disk: si potrebbe pensare ad una
memoria RAM non volatile. L’accesso al disco si riduce a meno di un millisecondo
contro il tempo compreso tra 7 e 15 millisecondi necessari per un disco magnetico al
18
Evidentemente il continuo progresso dell’hardware fa umentare continuamente la capacità di un
disco fisso.
34
sistema di lettura per raggiungere la traccia richiesta. Il trattamento dei file può
avvenire alla velocità di 57 Mb/s contro i 41 Mb/s dei dischi magnetici. Il peso passa
da 120 grammi a 15 grammi. Il consumo di corrente è estremamente ridotto.
L’alto costo del Solid State Disk per unità di memorizzazione, ha spinto a costruire
dischi magnetici con aggiunta una memoria flash, che svolge in parte una funzione
simile alla memoria cache, ma con conservazione dei dati anche a computer spento.
L’uso di tali sistemi misti richiede una predisposizione del sistema operativo che è
presente in WINDOWS VISTA ed in WINDOWS 7 il sistema operativo che è
disponibile dall’ottobre 2010.
NOTA: Generalmente i cosiddetti dischi rigidi sono installati permanentemente nel
computer e gli attuali sistemi operativi richiedono di essere istallati in tali dischi, per
essere richiamati in RAM.
Esistono, tuttavia anche dischi rigidi portatili che permettono l’uso di dati su
computer diversi, ma non l’avvio del computer.
WINDOWS VISTA e WINDOWS 7 prevedono la possibilità di avvio dalla porta
USB, generalmente usata per i collegamenti a periferiche esterne.
Dischi rimovibili:
Floppy disk : vengono introdotti nell’apposito lettore/registratore (drive) e sono più
lenti per l’accesso e la registrazione. La capacità è al massimo di 1,44 Kbyte.
Tuttavia restano tuttora i più semplici strumenti di memorizzazione dei dati con
strumenti esterni al computer. Il drive di lettura spesso è stato eliminato dai computer
portatili.
Iomega zip, obsoleto, ed altri sono oramai disponibili con capienze dell’ordine di 100
Mb e più. In talune occasioni possono costituire un sostituto del disco rigido per la
registrazione dei dati. Lo standard non è ancora definito ma dipende dalla casa
costruttrice. L’avvento dei compact disk riscrivibili, delle pen-drive e degli harddisk
portatili ha reso i dischi Iomega obsoleti
35
Flash disk o Pen Drive dispositivi delle dimensioni fisiche di 4/5 cm. di lunghezza,
dalla capacità che va da 1 a 64 MB o più. Inseriti nelle porta USB19 permettono di
avere un supplemento di memoria di massa molto utile in parecchie circostanze per il
trasferimento di dati tra diversi computer. Il Flash disk memorizza i dati in memorie
statiche ossia senza parti in movimento. Ciò rende l’accesso al Flash Disk molto
rapido. Il flash disk sostituirà, aumentando la sua capacità il disco rigido con memoria
dinamica. Già in alcuni computer il flash disk è un complemento dello Hard Disk.
CD (Compact Disk) : sono introdotti dall’esterno nell’apposito lettore. Velocità di
accesso intermedia tra i due precedenti (ma va aumentando col progresso tecnico). I
compact disk possono contenere musica o immagini, dati, programmi e quant’altro
Vi sono tre tipi di compact disk.
Compact disk già incisi.
Compact disk che si possono incidere una volta sola (CD-R)
Compact disk che si possono incidere sovrascrivendo e cancellando i dati più
volte; possono sostituire quindi i floppy disk, avendo una capacità più alta (CD-
RW ossia Rewritable – Rescrivibile)
La scrittura (masterizzazione) di un CD a livello personale è oramai facilitata da
programmi appositi che rendono il compact disk riscrivibile di uso paragonabile a
quello di un floppy disk. Sono reperibili CD da 650, 700, 800 e 900 MB. Lo sviluppo
dei programmi di registrazione e l’aumentata potenza sia in velocità che in capacità
del disco rigido dei computer moderni sta rendendo il compito della registrazione di un
CD sempre più alla portata dell’utente medio. In WINDOWSXP è presente un
programma di masterizzazione dei CD.
19
Il collegamento con periferiche esterne, è reso possibile da connettori chiamati porte. Tra questi
vi è l’USB – Universal Serial Bus, che permette il collegamento in cascata di più di 200 periferiche.
Con l’avvento dell’USB 2.0 si è raggiunto un elevato grado di velocità, perciò si possono collegare
anche masterizzatori, che hanno bisogno di una certa stabilità e velocità nel trasferimento dei dati.
36
DVD (Digital Video Disk oppure Digital Versatile Disk): Con capacità dell’ordine di
4,7 gigabyte. Il loro uso era inizialmente dedicato alla registrazione di film data la loro
capacità notevole. La registrazione personale di DVD è ora alla portata di utenti
anche non esperti, vengono quindi usati anche per la registrazione di dati Sono ora
disponibili masterizzatori20 che registrano i dati a doppio strato raggiungendo la
capacità per singolo DVD di 8,5 Gb. I DVD possono essere utilmente utilizzati per
registrare il contenuto di un disco rigido eventualmente sotto forma di backup.
Con particolari metodi si può arrivare a 17 gigabyte (doppio strato e doppia faccia)
Lo sviluppo delle tecniche di registrazione attraverso il computer sta raggiungendo
livelli notevoli. Oramai intere raccolte di dati possono essere registrate e consultate su
un DVD (enciclopedie multimediali ecc.).
I Nastri.
Strumenti di registrazione e lettura di capacità variabile. Usati soprattutto nei grandi
computer. Usati ormai scarsamente nei personal salvo che per il salvataggio dei dati
presenti in un disco rigido per intervenire in caso di guasti a ripristinare le informazioni
che sono state opportunamente registrate. Registrano i dati sequenzialmente e per
l’estrazione del dato, il nastro viene letto totalmente.
3.3.4 Le parti del sistema per visualizzare i dati immessi ed elaborati.
Le parti che visualizzano le informazioni :
La stampante. Stampa attraverso opportune istruzioni il contenuto dei file sia esso
a caratteri o grafico.
Il plotter, specie di stampante con pennini che tracciano linee scorrendo sulla carta
guidati nelle due direzioni. Il loro segno è continuo.
Occorre osservare esplicitamente che le informazioni elaborate vengono prima
memorizzate in RAM e poi trasferite solitamente con particolari istruzioni su altri
mezzi.
Talora si preferisce conservare le informazioni sullo stesso mezzo da cui sono
state immesse utilizzando all’uopo la registrazione su disco o su nastro.
20
Si chiamano masterizzatori i dispositivi atti alla registrazione dei CD e dei DVD.
37
La SCHEDA GRAFICA o video è il dispositivo che invia le informazioni al Monitor
ed è inserita nella scheda madre, può integrare al suo interno una GPU (Graphics
processing unit), ossia un processore specializzato nel trattamento di immagini.
Alcune schede grafiche invece si servono della CPU per elaborare l’immagine. Ciò
evidentemente rende il sistema meno efficiente.
MONITOR. Lo schermo o monitor visualizza le immagini inviategli dalla scheda
grafica. Simile ad uno schermo televisivo. Ha la funzione evidente di visualizzare i dati
in elaborazione, i documenti e le icone rappresentative di programmi, procedure, file.
STAMPANTE Evidente la sua funzione. Occorre solo osservare che quanto viene
stampato è stato in precedenza memorizzato nella RAM.
I dati inviati alla stampante, passano dalla RAM. Questo perché, spesso queste
periferiche hanno poca memoria e non riescono ad elaborare e immagazzinare
(temporaneamente) tutto il documento. Dalla RAM vengono inviati pochi dati per volta
alla stampante in maniera tale che questa riesca ad elaborarli. Le stampanti laser
hanno anche 1 Mb o più di RAM. Vi sono principalmente stampanti dei seguenti tipi :
a impatto : (obsoleta) per la stampa si usa un nastro inchiostrato su cui
una testina formata con 8, o 2- aghi batte e forma il carattere o i disegni
utilizzando gli aghi come punti per formare il carattere. Sono tra le più
economiche sia come costo iniziale che come costo della singola pagina di
stampa. La stampa generalmente in nero può essere anche a colori.
laser : un raggio laser trasferisce e fissa dei granelli di polvere (contenuti
nel toner) sulla pagina di stampa formando i caratteri ed i disegni Il costo della
pagina di stampa è superiore a quello delle stampanti ad impatto ma inferiore a
quello delle stampanti a getto di inchiostro. Le stampanti laser possono essere a
colori o in bianco e nero.
a getto di inchiostro (inkjet) La testina vaporizza dell’inchiostro che viene
depositato sulla pagina attraverso opportuni ugelli per formare caratteri o
disegni. Possono stampare a colori e in bianco e nero. Il costo è inferiore alle
laser ma la singola pagina costa di più. Il settore delle stampanti ad inchiostro è
investito da notevoli processi di miglioramento: Attualmente esistono stampanti
ad inchiostro in grado di stampare con qualità simile a quella delle fotografie. Le
stampanti inkjet compongono la riga in successive passate. Tempi e costi di
stampa sono estremamente variabili.
38
a cera. (obsoleta) Stampanti con costi di acquisto e gestione superiore a
quello delle stampanti precedenti. Non sono più in produzione.
a margherita (obsoleta) : simili a macchine da scrivere, hanno i caratteri
fissi come quelli delle macchine da scrivere. La loro lentezza e la limitatezza dei
tipi di carattere le ha oramai poste fuori mercato.
Le stampanti si possono anche distinguere tra quelle che stampano un carattere
alla volta (impatto) e quelle che stampano una pagina alla volta (laser ed alcune
stampanti professionali usate nei Centri di Calcolo).
Plotter : stampante particolare di uscita usata principalmente per il
disegno: usano dei pennini che opportunamente guidati dal programma,
tracciano linee per il disegno di tipo tecnico.
3.4 Il collegamento con le periferiche.
La scheda madre è munita di porte (prese) per il collegamento con le periferiche.
Tralascio le porte per la tastiera, la porta PS2 usata per alcuni tipi di mouse.
È spesso necessario collegare il computer a periferiche esterne (stampanti,
memorie di secondo livello, ecc.). I principali problemi relativa alle porte sono relativi
alla loro accessibilità ed alla velocità di ricezione e trasmissione dei dati.
Porte tradizionali: per essere usate il computer deve essere spento.
1. Seriali: usate per collegare dispositivi come mouse, modem ed altri. Sono
indicate con la sigla COM1 – COM2, ogni parola è trasmessa un bit alla
volta.
2. Parallele usate spesso per collegare le stampanti. Sono individuate dalla
sigla LPT1 – LPT2 …
3. Porta video o grafica serve per collegare il monitor ed i dispositivi di
proiezione alla scheda grafica. Sono oramai di uso comune i proiettori
collegabili al computer. Nei portatili, ma anche nei computer da tavolo, è
possibile usare come interfaccia di uscita video sia lo schermo del computer
sia il proiettore.
4. Porte di rete, di forme diverse, utili per collegamenti a reti dedicate ed a
router, dispositivi per collegamenti permanenti a reti ADSL.
39
5. Porte USB, Universal Serial Bus, trasferiscono fino a 480 Mb/s, a seconda
della versione a o b): più veloci possono essere usare a computer acceso. È
tuttavia consigliabile scollegarle utilizzando la procedura del sistema
operativo che autorizza lo scollegamento.
Porte FireWire, dette anche porte IEEE 1394, sono porte ad alta velocità di
trasferimento, da 100 a 400 Mb/s21 e a larga banda.
Si è giunti con i modelli più recenti a 786,412 Mb/s
La necessità di trasferimenti veloci ed a larga banda, trasmissione di immagini,
hanno reso spesso indispensabile il ricorso alle schede USB e FireWire.
Videoproiettori, dischi rimovibili, masterizzatori esterni, e molti altri dispositivi sono
collegabili al computer attraverso la porta USB..
Nello sviluppo delle porte di tale tipo è stato determinante la necessità di
collegamenti sempre più veloci ossia a collegamenti che trasferiscono quantità di dati
sempre più consistente nell’unità di tempo, qui abbiamo indicato co il secondo (s).
Informazioni più dettagliate su questo argomento le puoi trovare su internet ed in
particolare sull’enciclopedia Wikipedia, raggiungbile facilmente attraverso Google o
traverso http//it.wikipedia.org .22
21
In realtà da 98,304 fino a 393, 216 Mb/s
22 Nota come non sempre un indirizzo internet sia attraverso www.
40
Domande ed esercizi
1. Quali sono le funzioni della scheda madre?
2. Quali tipi di memoria ROM conosci?
3. Definisci la memoria RAM.
4. Quale utilizzo ha la memoria CACHE?
5. Cosa intendi per periferica? Citane qualcuna
6. Cosa significa disco rimovibile?
7. Cos’è la flash disk?
8. Cita i due principali tipi di stampante definendone le caratteristiche.
9. Cosa si intende per porta seriale, e come viene individuata?
10. Quali vantaggi introduce nella memorizzazione dei dati la porta USB?
11. Quali vantaggi introduce nella memorizzazione dei dati la porta FireWire?
12. La porta USB può essere scollegata in qualsiasi momento?
13. Elenca i tipi di memoria interne al computer-
14. Elenca i tipi di memoria esterni al computer-
15. Cosa significa LPT1?
16. Cos’è il Solid State Disk.
17. Illustra l’utilità di un Solid State Disk.
18. Riunendo un Solid State Disk ad un disco elettromeccanico quali vantaggi si
possono ottenere?
41
Capitolo 4
I SISTEMI OPERATIVI
4.1 Quando accendiamo il computer …
Per questa breve introduzione pensa ad un computer completo delle sue parti e
con il sistema operativo già installato.
All’accensione, il BIOS (Basic Input Output System) controlla lo stato della
macchina; tutte le periferiche vengono controllate nel loro funzionamento corretto. Se
le periferiche interne (scheda video, Hard Disk, Cd, floppy ecc.) danno risposta
positiva, il BIOS farà avviare la macchina cercando su un disco il Sistema Operativo
da caricare in RAM.
Una prima importante distinzione si può fare tra sistemi operativi a carattere (MS-
DOS, UNIX., LINUX (prime versione..) e sistemi operativi a immagini ( 0s2,
WINDOWS, LINUX.).
4.2 Sistemi operativi a caratteri.
4.2.1 BIOS (Basic Input Output System)
Il BIOS è un sistema operativo registrato permanentemente nella EPROM
(Erasable Programmable Read-Only Memory) che avvia le operazioni iniziali del
computer alla sua accensione.
La EPROM è una evoluzione della ROM23 con caratteristiche più idonee alle
esigenze della moderna informatica.
Evidentemente qualsiasi azione sulla EPROM è lasciata al programmatore esperto.
Il BIOS collega la parte hardware alla parte software (sistema operativo) del
computer; è sempre presente ma invisibile all’utente.
23
Accanto alla EPROM abbiamo anche la EEPROM (Erasable Electrical Read Only Memolry).
42
La necessità di facilitare l’uso del computer con i sistemi operativi ad icone, non è
stata sentita per il BIOS che è tuttora presente nei computer del tipo che studierai in
questo corso.
Esso interpreta i dati immessi e controlla i dati emessi.
All’accensione del computer il BIOS controlla l’hardware avviando i test di controllo
avvia la gestione delle periferiche,
presenta a video a descrizione delle periferiche presenti,
cerca ed avvia il sistema operativo software.
Dopo aver seguito i controlli necessari il BIOS affida il controllo del computer al
sistema operativo (software) sul disco rigido (vedi più avanti), che ha lo scopo di
rendere possibile con la tastiera, il mouse od altro l’accesso al computer da parte
dell’utente.
Il BIOS resta attivo per fare da tramite tra il sistema operativo e le periferiche.
Trattasi di un sistema abbastanza complesso,dedicato alla gestione dell’hardware
del computer: si può inserire una password di sistema, si può decidere l’ordine di
accesso alle memorie di massa, la velocità del microprocessore24 ecc.
La modifica al BIOS è operazione che può, se mal eseguita, interrompere il
funzionamento del computer impedendone l’avvio. È quindi consigliabile intervenire
su tale sistema, solo se si è veramente esperti ed in grado di ripristinare la condizioni
iniziali. Nei moderni computer esiste la possibilità di ripristinare il BIOS iniziale.
È possibile ad esempio con opportune modifiche del BIOS far si che l’avvio del
computer non avvenga con la sequenza BIOS ricerca sul floppy disk ricerca sul
disco rigido ma con la sequenza BIOS ricerca sul disco rigido.
Quest’ultima sequenza rende più semplice l’uso del computer ma, ahimè, non
permette in caso di malfunzionamenti alcune operazioni spesso utili quale ad esempio
l’avvio del computer da dischetto. Tuttavia è adottata in quasi tutti i computer portatili,
privi del driver per floppy disk
Per i computer portatili e per i computer da tavolo è prevista la creazione di un
disco di ripristino attraverso procedura opportuna spesso collegata al backup.
Talora il disco di ripristino è fornito direttamente dal costruttore, ma va rifatto in
caso di cambio del sistema operativo.
24
La velocità del microprocessore è fissata dalla casa costruttrice per lavorare in condizioni di
scurezza. Rischiando si può tentare di aumentare tale velocità… se va (overclock).
43
4.2.2 MS DOS
MS-DOS (Microsoft Disk Operating System) oramai è usato solo per scopi
particolari, quali gli interventi di sistemazione di disfunzioni che possono presentarsi
nell’uso quotidiano del computer.
Sono esistite varie versioni del DOS che fanno capo a diverse software house quali
Microsoft, Digital, IBM, Novel. Tutte comunque hanno un funzionamento similare per
lo meno a livello operativo.
Inoltre MS DOS ha subito negli anni svariati aggiornamenti fino all’ultima la 6.2.2
Talora è presente in Windows come supporto o come simulazione.
Per il livello elementare di questo corso cito il DOS solo per esigenza di tipo storico.
Il sistema operativo DOS è oramai obsoleto, ma mi ha accompagnato per tanti anni …
4.2.3 UNIX.
Nel 1969 Ken Thompson e Tennis Ritchie nei laboratori Bell della AT&T
svilupparono un sistema operativo per un calcolatore di nome PDP-7 funzionante a
transistor cui dettero il nome di UNIX. Nel 1973 il sistema venne riscritto col
linguaggio C e dopo alcuni anni la versione del 1975 si diffuse anche fuori dei
laboratori Bell. Infatti si trattava di un sistema operativo libero quindi di esso si
potevano scrivere versioni diverse adattate a calcolatori particolari.
Le numerosi mutazioni subite da UNIX e le conseguenti incompatibilità tra sistemi
cosiddetti UNIX spinsero alla fondazione nel 1984 della X/Open società volta a
definire uno standard per i sistemi operativi aperti UNIX. Seguono varie vicende con
tentativi volti a definire uno standard per UNIX accettato da tutti. Con la
collaborazione di AT&T proprietaria del marchio UNIX viene fondato The Open Group,
organismo che definisce lo standard UNIX e la relativa procedura di certificazione.
Il sistema operativo UNIX resta aperto, tuttavia per potersi definire UNIX un
sistema operativo deve ottenere la certificazione del The Open Group.
Il sistema operativo UNIX è usato principalmente dai computer di sistema. In esso
sono presenti le macchine virtuali dato che sussiste l’esigenza di far lavorare diversi
utenti su un solo computer di sistema (multiutenza).
Ciò significa che disponendo di un computer abbastanza potente, diversi utenti
possono avere una macchina personale su cui operare.
Tale possibilità è ora disponibile anche in WINDOWS nelle versioni che usano NT,
New Tecnology file system,
44
Diversamente da DOS e WINDOWS, UNIX è sensibile alle lettere maiuscole e
minuscole per cui è diversa ad esempio l’interpretazione che il sistema operativo da
all’istruzione OPEN C rispetto all’istruzione Open C.
Spesso UNIX è usato per la gestione delle procedure di Internet: devi quindi far
attenzione nella digitazione di un indirizzo Internet alle lettere minuscole e maiuscole.
Molte delle procedure della rete sono derivate direttamente da UNIX.
Tra le caratteristiche principali di UNIX sono:
Multiutenza: Possibilità di ciascun utente di interagire contemporaneamente col
sistema operativo senza interferire con gli altri utenti.
Multiprogrammazione: esecuzione contemporanea di più programmi.
Gestione della memoria virtuale: possibilità di accedere ad aree di memoria oltre
quella effettivamente disponibile.
Portabilità in computer basati su diversi processori.
Aperto ossia permette una facile integrazione tra diversi sistemi all’interno di una
rete, per questo è spesso utilizzato per Internet.
Permette la costruzione di strumenti per lo sviluppo di applicazioni nel linguaggio C.
4.2.4 Linux
Il 25 agosto 1979 viene annunciata da Linus Torvalds dell’Università di Helsinki con
una lettera su internet la nascita di un nuovo sistema operativo.
Il nome che gli verrà assegnato in seguito è LINUX
In verità Torvalds all’inizio aveva creato un interprete dei comandi a basso livello
dell’hardware della macchina. Successivamente si aggiunsero altre procedure che
hanno reso LINUX un sistema operativo completo, addirittura con un’interfaccia ad
icone.
LINUX si comporta quasi … come UNIX quindi è spesso usato al posto di UNIX, le
sue caratteristiche particolari e il tipo di distribuzione (gratuita o quasi) lo fanno usare
anche per i personal computer.
Esso usa procedure simili a quelle di UNIX e usa le icone che sono caratteristica di
WINDOWS.
È un sistema aperto quindi soggetto a continui aggiornamenti liberi a chiunque ne
abbia la capacità.
45
Le varie versioni esistenti hanno in comune la possibilità da parte dell’utente
esperto di introdurre modifiche (personalizzazioni) che devono essere messe a
disposizione di tutti gli utenti.
Tuttavia LINUX è UNIX-like ma non certificato UNIX.
LINUX è sensibile alla differenza tra lettere minuscole e maiuscole. Come lo è
UNIX.
Ciò va tenuto presente anche quando si interagisce con Internet: i server di rete
spesso usano UNIX e/o Linux per la gestione del server stesso. Un indirizzo di posta
elettronica cambia, o è inesistente, se si usano caratteri maiuscoli anziché minuscoli o
viceversa.
Una delle caratteristiche di Linux sono le versioni diverse con aggiornamenti e
modifiche, non esiste una autorità di certificazione essendo un programma libero.
Ciò può complicare l’uso del sistema, tant’è che spesso accanto alle versioni
diverse sono anche applicazioni che si appoggiano alla versione pubblicata.
Linux usa come WINDOWS le icone, ho preferito tuttavia tenerlo vicino a UNIX,
stante le svariate procedure e metodi di sviluppo del sistema che lo accostano ad
esso.
4.3 Sistemi operativi ad icone
4.3.1 OS/2.
Un sistema operativo nato nel 1984, che voleva sostituire, sia per tecnica più
aggiornata sia con l’uso di comandi impartiti attraverso il mouse, il sistema MS-DOS,
pur simulandolo al suo interno. Era supportato dalla IBM e le sue qualità tecniche
hanno fatto sì che sia stato usato in ambiente soprattutto professionale. Ad esempio
permetteva l’uso contemporaneo di più programmi, superava il limite dei 640 Kbyte di
memoria tradizionale, permetteva il multitasking, supportava la modalità protetta. 1l
12 luglio 2005 la IBM la fine del supporto tecnico per il 31 dicembre 2006 e consiglia
GNU/Linux.
Esiste una versione eComStation disponibile anche in italiano e commercializzato
da Serenety System.
4.3.2 WINDOWS
Windows è il sistema operativo che studierai in questo corso, ad esso sarà
dedicato un capitolo apposito.
46
All’avvio lo schermo potrà presentare due possibili aspetti
1. (obsoleta) WINDOWS non è avviato all’inizio trattasi di versioni di WINDOWS
che si appoggiano direttamente sul DOS.. Compare il PROMT del DOS: C:\> Dovrai
avviarlo digitando WIN seguito da [Invio] dopo il PROMPT. Questa modalità di avvio è
oramai obsoleta, ma è ancora presente in alcuni computer, soprattutto se ci troviamo
in presenza di poca memoria RAM.
La richiesta di memoria da parte del sistema operativo è andata sempre più
crescendo con l’avvento dei sistemi ad icone (leggi WINDOWS).
2. WINDOWS è attivato automaticamente. Da WINDOWS 95 in poi, alla fine del
processo di avvio compare la scrivania (Desktop) di WINDOWS, ossia uno schermo
con le ICONE (di WINDOWS), che rappresentano i programmi e le procedure caricati
sul computer e, qualora inseriti, file di documenti creati dall’utente. Compare anche
una freccia che potrai spostare con il mouse.
Posizionando la freccia sull’icona che rappresenta il programma (scrittura, foglio
elettronico, archivio, database, lettura dischi ecc.) o il documento che ci interessa un
doppio clic del pulsante sinistro del mouse, avvia il programma prescelto e/o si apre il
documento con il programma che lo ha creato (le cui icone sono presenti sullo
schermo).
In WINDOWS 95/98, WINDOWS NT, WINDOWS 2000, WINDOWSXP compaiono
sul Desktop il pulsante Start o Avvio che attiva un menu di alcune procedure
eseguibili dal sistema operativo. I programmi non presenti sulla scrivania (schermo del computer) possono
essere avviati, dall’interno del menù Start , con un clic sul pulsante PROGRAMMI
o TUTTI I PROGRAMMI.
WINDOWS 3.1, WINDOWS 3.11 non sono sistemi operativi indipendenti dato
che usano per il loro funzionamento il DOS, tuttavia possono essere considerati tali,
dato che costituiscono, in analogia a quanto fa il DOS rispetto al BIOS, una interfaccia
amichevole verso il DOS.
WINDOWS 95 è presentato come sistema operativo indipendente, ma alcune
questioni di compatibilità con il passato lo hanno costretto a dipendere ancora dal MS-
DOS. Successive versioni hanno superato tale limitazione.
WINDOWS 95 supera il limite della RAM di 640 Kbyte. All’interno delle ultime
47
versioni di WINDOWS esiste una simulazione di MS-DOS25. Tra le varie
caratteristiche segnaliamo un utilizzo ottimizzato delle memorie di massa (Dischi
rigidi).
Successivamente WINDOWS 95 è stato sostituito da WINDOWS 98, che alle
proprietà di WINDOWS 95 aggiunge caratteristiche che lo rendono più orientato alla
comunicazione e quindi all’uso di internet.
4.3.3 WINDOWS NT.
I sistemi operativi Windows citati nei paragrafi precedenti si basano su una
evoluzione del sistema DOS. Windows NT, ha introdotto una nuova impostazione
dell’accesso al computer ed è stato origine del sistema NT che si è sviluppato
indipendentemente dal sistema operativo DOS, che tuttavia può essere simulato in
NT.
WINDOWS NT, giunto alla versione 5 e poi utilizzato come base per WINDOWS
2000, WINDOWSxp
, WINDOWS 200326, WINDOWS VISTA e WINDOWS 7, supera le
limitazioni dei primi sistemi operativi WINDOWS, basati sul DOS, di cui conservavano
limiti a discapito di una richiesta di maggiori risorse del computer: velocità del
processore, capacità di memoria RAM e capienza del disco rigido.
Le caratteristiche innovative di WINDOWS NT sono utilizzabili facilmente
dall’utente di WINDOWS 95/98, essendo simili i criteri di gestione. Tuttavia alcune
caratteristiche lo rendono non completamente compatibile con WINDOWS 95/98.
Nei sistemi operativi derivati da WINDOWS NT sono introdotte la possibilità di
protezione dei file di cui parleremo nel capitolo a ciò dedicato e l’uso della macchina
virtuale.
L’introduzione della macchina virtuale, che chiameremo per brevità ACCOUNT:
Permette di dedicare lo stesso computer a diversi utenti che non si
disturberanno a vicenda.
Permette all’amministratore di sistema, ADMINISTRATOR, di intervenire
qualora un utente operi in maniera non corretta.
25
Vi sono due DOS ottenibili in WINDOWS95. Pur comportandosi in modo simile hanno un
struttura diversa: di ciò occorre tenere conto in diverse circostanze ad esempio nella protezione dei
programmi dai VIRUS.
26 WINDOWS 2003 è dedicato alla gestione delle reti di computer. Non ne è al momento prevista
una versione personal.
48
I programmi per WINDOWS 95/98 funzionano correttamente in WINDOWS NT.
WINDOWS 2000, WINDOWSXP, WINDOWS VISTA e WINDOWS 7 oltre a
WINDOWS 2003 dedicato alle reti di computer si basano sulla tecnologia NT.
WINDOWSXP
sostituisce le versioni precedenti di WINDOWS ed usa la tecnologia
NT, più affidabile di versioni di WINDOWS che lo ha preceduto. Attualmente è il
sistema più usato tra gli utenti di WINDOWS.
Dopo la sfortunata apparizione di WINDOWS VISTA, il 22 ottobre 2009 è apparso
WINDOWS 7, destinato probabilmente a divenire il sistema di uso più frequente.
Per sistemi operativi basati su WINDOWS NT per utilizzare il computer può essere
richiesto l’inserimento di un Account
Anche WINDOWS 9.. chiede una password, ma il computer funziona ugualmente
con click sull’etichetta ANNULLA.
4.3.4. WINDOWS VISTA
WINDOWS VISTA è stato rilasciato l’8 novembre 2006 ed è stato reso disponibile
alla fine di novembre 2006.. La versione in italiano è stata rilasciata il 2 dicembre
2006 sul sito Microsoft per i professionisti. Per tutti gli utenti italiani WINDOWS VISTA
è stato reso disponibile alla fine di gennaio 2007.
Esistono diverse versioni di WINDOWS VISTA che richiedono specifiche del
computer sempre più elevate.
Con Windows Vista è possibile collaborare tra computer diversi. Il primo utente
avvia una nuova sessione di lavoro, assegnandole un nome ed una password. I
successivi utenti potranno partecipare a tale sessione del loro computer, attivando un
modulo che tutto il gruppo potrà vedere.
Sono state aumentate le protezioni da accessi non autorizzati o scorretti, mentre
sono state aumentate le possibilità di copiare e leggere file diversi con alcune forme di
protezione del copyright .
Windows Vista prevede l’uso dei processori a 32 bis e di quelli a 64 bit.
Il sistema è innovativo e giusto il nome che porta, privilegia la forma grafica,
tuttavia la sua complessità lo ha reso poco appetibile dagli utenti, che hanno preferito
continuare ad usare WINDOWSXP .
In WINDOWS VISTA è presente UAC, impostazione di sicurezza assente su
WINDOWSXP, che serve a controllare i privilegi degli utenti registrati sul computer ed
a impedire l'esecuzione di software dannosi.
49
Il problema è che per UAC quasi tutti i programmi sono dannosi, soprattutto quelli
meno commerciali come le applicazioni gratuite.
4.3.5 WINDOWS 7
La … sfortunata e pesante gestione di WINDOWS VISTA, ha costretto la Microsoft
ad attuare una campagna di consultazione con gli utenti per rivalutare l’uso dei
sistemi operativi WINDOWS più recenti. Di fatto gli utenti hanno rifiutato VISTA e
continuato ad usare WINDOWSXP.
Frutto di questa intensa campagna di consultazione è WINDOWS 7, che conserva
e migliora le caratteristiche innovative di WINDOWS VISTA, ma semplifica la gestione
e la personalizzazione del sistema operativo, conservando la compatibilità con i
programmi preparati per WINDOWS VISTA. La gestione delle periferiche è
semplificata e ampliata.
Per le versioni Professional, Enterprise ed Ultimate è prevista una virtualizzazione
del sistema operativo WINDOWSXP.
La richiesta di memoria e di velocità del microprocessore sono le stesse di
WINDOWS VISTA, ma dall’uscita di VISTA è trascorso del tempo.
Purtroppo tutto ciò non ci assicura che la versione 7 possa essere usata per alcuni
anni futuri, per il momento sembra un sistema che si può usare con soddisfazione.
A1. L’amministratore di sistema.
L’introduzione di NT e la possibilità di gestione del computer da parte di utenti
diversi, ha introdotto la figura dell’amministratore di sistema.
Chiamato “Administrator” è la persona cui i sistemi derivati da Windows NT,
affidano la gestione del sistema operativo.
Esso è autorizzato a gestire le procedure del sistema operativo ed a creare le
macchine virtuali ossia gli account per l’accesso al sistema di diversi utenti.
Generalmente l’amministratore riserva a se stesso alcune operazioni che possono
modificare l’uso del computer, tipo l’installazione di nuovi programmi.
L’amministratore crea gli account per gli utenti assegnando ad essi possibilità
limitate di uso del computer.
Può ad esempio, creare account che non possono accedere a internet se ritiene
pericoloso o non coerente con le funzioni affidate, tale accesso da parte di alcuni
utenti.
50
Naturalmente l’ Amministratore può dare ad altri utenti le sue prerogative.
È consigliabile creare un account di amministratore anche nel computer personale.
Ciò permettere di ripristinare facilmente il sistema in caso di azioni scorrette da parte
dell’utente usuale che può avere le prerogative dell’amministratore.
Le possibilità di intervento sul sistema operativo sono indicate di seguito,
l’amministratore può riservarle a se, ma può anche attribuirle a singoli utenti.
Installare caratteri particolari.
Modificare impostazioni di visualizzazione e di risparmio energetico.
Aggiungere stampanti ed altri dispositivi di uscita e di entrata.
Scaricare ed Installare aggiornamenti.
Installare programmi.
Creare e configurare connessioni particolari od usuali, quali l’uso di internet o di
intranet.
Installare la possibilità di connessione a reti senza fili.
Controllare ed attribuire gli account.
A.2 L’amministratore nascosto e UAC
Windows Vista e Windows 7 installano un account amministratore nascosto, creato
durante l’installazione. Esso diventa poi di default nascosto ed è quindi inutilizzabile
da parte degli utenti. Esistono semplici procedure per attivarlo, ma sappiate che
questo account serve solo per accedere ai programmi senza UAC.
UAC è l'acronimo di User Account Control o, in italiano, Controllo Account Utente.
È un’impostazione di sicurezza di Windows 7 e Vista, assente su WindowsXP, che
serve a controllare i privilegi degli utenti registrati sul computer e, a impedire
l'esecuzione di software dannosi.
Il problema è che per UAC quasi tutti i programmi sono dannosi, soprattutto quelli
meno commerciali come le applicazioni gratuite.
Su Windows 7 il controllo di UAC è stato migliorato e reso meno invadente e
fastidioso lasciando più spazio a tutti gli utenti non amministratori.
L'utente standard può cosi cambiare, senza ricevere avvisi, cose come il fuso
orario, le impostazioni di Windows Firewall e di Windows Update, le impostazioni di
risoluzione dello schermo, il rinnovo e la modifica dell'indirizzo ip e altre opzioni di
sistema che non possono essere considerate "rischiose".
51
Fortunatamente vi sono apposite procedure per togliere UAC da WINDOWS 7 e da
WINDOWS VISTA.
Su WIndows 7 inoltre c'è un menu, accessibile alla sezione sicurezza del pannello
di controllo (cercare UAC nella barra di ricerca), dove è possibile decidere quando e
perchè devono comparire avvisi di protezione.
Se si vogliono evitare i continui avvisi di Windows, si possono rimuovere tutte le
notifiche e non farle comparire più.
In questo modo però UAC su Windows 7 non viene disattivato ma soltanto reso
meno ossessivo. Per disattivarlo per sempre si può agire sulle chiavi di registro..
Ma qui usciamo dai limiti di questo libro. Lascio quindi a te continuare l’analisi se ti
interessa.
52
Domande.
1. Quali sono gli strumenti che puoi usare per introdurre dati nella memoria RAM?
2. La memoria ROM è modificabile dall’utente?
3. Esistono tipi di memoria ROM modificabili?
4. Cos’è la memoria EPROM?
5. Cosa contiene la memoria RAM durante il funzionamento del computer?
6. Cosa significa memorizzazione casuale dei dati.
7. Quale la differenza tra drive e driver?
8. Dove risiede il sistema operativo a computer spento.
9. Spiega la differenza tra stampante laser e stampante inkjet.
10. Cosa intendi per sistema operativo?
11. Quali le funzioni del sistema operativo BIOS?
12. Dove si trova il BIOS?
13. Dove si trova WINDOWS a computer spento?
14. Il BIOS viene disinstallato all’avvio di WINDOWS?
15. Quale sistema operativo distingue le maiuscole dalle minuscole?
16. Come si chiame la scheda che presenta i dati sul monitor?
17. Per elaborare i dati da visualizzare si serve delle CPU oppure … ?
18. Perché è preferibile una scheda video che usa una processore interno a quella
che usa la CPU del computer?
19. Cosa vuol dire versione beta?
20. Come si attua il collegamento della scheda madre con le periferiche?
21. Qual è la differenza tra una porta USB ed una porta FireWire?
22. Come è trasmesso il dato attraverso la porta seriale e attraverso la porta
parallela?
23. Cosa significa sistema operativo?
24. Cosa significa sistema operativo a caratteri.
25. Cosa significa sistema operativo ad icone.
26. Elenca i sistemi operativi a carattere che conosci.
27. Quali sono le prerogative che l’amministratore di sistema può assegnare o
negare agli altri utenti?
28. Cos’è un account?
29. Cosa significa Unix-like?
53
Capitolo 5
WINDOWS
5.1 Introduzione.
WINDOWS affida al mouse, alle icone ed ai pulsanti sullo schermo (Desktop) la
semplificazione dell’accesso e l’uso delle procedure del sistema operativo e dei
programmi scritti per esso..
Un clic per i pulsanti ed un doppio clic per le icone attivano una procedura, un
menu, un programma, e l’accesso ad un file, permettendo un approccio considerato
più amichevole.
Con WINDOWS 7, e WINDOWS VISTA, dovrai sostituire il termine menu con
Schede, Gruppi, Pulsanti di comando.
Con Windows è possibile trasferire un file tra due cartelle con un clic sul nome
del file e tenendo il pulsante premuto, spostare il file nella cartella di destinazione, sia
essa una cartella nel disco rigido, un flash disk, la cartella desktop o cartelle in una
qualunque memoria di massa. Rilasciando il pulsante WINDOWS chiede se si vuole
operare il trasferimento; ottenuto il consenso esegue la procedura; il sistema avvisa
se esiste nella cartella di destinazione un file con lo stesso nome, chiedendo se si
vuole sovrascrivere o cambiare nome al file in arrivo.
Procedure simili in WINDOWS hanno la stessa rappresentazione per tutti i
programmi che le usano: ad esempio in tutti i programmi il pulsante attiva la
procedura di salvataggio del file sulla memoria di massa prescelta.
I programmi scritti per WINDOWS si servono delle procedure comuni del sistema
operativo, cui sono delegate tutte le procedure che coinvolgono cartelle diverse
comprese le periferiche.
I driver di una stampante sono installati direttamente sul sistema operativo
WINDOWS.
Ciò comporta il risparmio di spazio nel disco rigido, potendosi ad esempio
installare una sola stampante e non una stampante per ogni programma installato.
WINDOWS si occupa della gestione della memoria RAM in modo da poter
utilizzare memoria di dimensioni adeguate.
54
Nelle memorie di massa, oltre ad aumentare materialmente la capienza dei dischi,
si è provveduto a comprimere i dati da memorizzare. Appositi programmi, con
algoritmi di compressione proprietari (Winzip, WinRAR ecc.), comprimono i file,
diminuendo drasticamente le sue dimensioni. Tra i file grafici il formato JPEG, elimina
dal file tutti i dati ridondanti, provvedendo a comprimere il file.
La memoria RAM richiesta dai sistemi operativi WINDOWS è relativamente
elevata, ma ciò non presenta problemi particolari. È comunque consigliabile una
memoria RAM di almeno 4 GB anche se a partire da WINDOWS 7 si iniziata la
produzione di sistemi operativi che richiedono memoria RAM di capacità inferiore
rispetto alla memoria richiesta usuamente, per permetterne l’uso con i nuovi netbook.
WINDOWS permette l’esecuzione contemporanea (multitasking) di più di un
programma.
Ciò significa che l’utente può operare con più programmi, passando facilmente
dall’uno all’altro. I limiti sono naturalmente posti dalla memoria RAM del computer.
WINDOWS 95/98 ha sostituito WINDOWS 3.x aggiungendo caratteristiche che
facilitano l'uso del computer a spesa dell'occupazione di memoria RAM, almeno 32
Mb.
Il passaggio al file system NTFS (New Tecnology File System), iniziata con
WINDOWS NT, richiede macchine dotate di processori veloci e di memoria
adeguata. Alcune sue particolarità lo rendono consigliabile, soprattutto per la sua
maggiore stabilità ossia per la sua capacità a recuperare eventuali disfunzioni. Anche
il sistema di registrazione sul disco rigido è diverso dal sistema FAT, che tuttavia è
ancora disponibile e viene usato automaticamente per alcune periferiche rimovibili,
tipo flash disk.
Il file system NTFS permette la protezione dei file, con evidenti vantaggi per la
sicurezza dei dati.
Lo sviluppo della tecnologia NT ha portato a WINDOWSxp
che oramai ha sostituito
tutte le versioni precedenti di WINDOWS.
Anche WINDOWS VISTA si basa sulla tecnologia NT. Nelle pagine seguenti
troverai altri riferimenti a WINDOWS VISTA, che non ha avuto una buona accoglienza
per la sua complicata gestione e per aver allungato i tempi di accesso al computer.
WINDOWS 7 uscito nell’ottobre del 2009, sembra aver rimediato gli errori presenti
in WINDOWS VISTA, con opportune semplificazioni e adeguamenti alle esigenze
dell’utente.
55
La tecnologia NTFS si è sviluppata per un breve periodo accanto alla tecnologia di
WINDOWS 86/98. L’avvento di WINDOWSXP ha fatto abbandonare di fatto le
tecnologie precedenti. WINDOWS VISTA e WINDOWS 7 sono basati sulla tecnologia
NT. Come già detto WINDOWS VISTA non ha avuto una buona accoglienza ed è
stato in breve tempo sostituito dalla Microsoft con WINDOWS 7.
L’accesso al sistema operativo dopo la procedura di avvio del computer affidata al
BIOS, avviene per l’utente con modalità simili per i S.O. recenti: WONDOWS 2000,
WINDOWS XP, WINDOWS VISTA e finalmente WINDOWS 7.
5.2 L’accesso a WINDOWS.
Il file system NTFS ha reso effettiva la protezione all’accesso del computer da
parte di utenti diversi ed ha introdotto la multiutenza.
L’Administrator o/e un utente con i diritti dell’administrator, può creare utenti diversi
e attribuire loro un account ossia un nome utente (username) ed una password.
L’Administrator crea quindi un account, ossia una macchina virtuale cui può accedere
solo chi ha l’ account opportuno.
In WINDOWS viene richiesto all’accensione del computer o all’inizio di una
sessione di lavoro la digitazione del nome utente e della password ad esso collegata,
oppure sono presentati gli utenti abilitati all’accesso che possono cliccare sul loro
nome, talora con un’immagine e devono quindi digitare la password per usare la
macchina loro dedicata.
In caso in cui ci sia un solo utente, WINDOWS può avviare la sessione, senza
chiedere l’account.27
5.2.1 L’ account.
L’account, nome utente e password, è il principale sistema di protezione dei dati e
delle procedure presenti in un computer.
L’account è una caratteristica di ogni mezzo di comunicazione e di trasmissione
dati attraverso le procedure informatiche. Trovi quindi l’account anche per l’uso
internet e per la posta elettronica.
27 Anche in WINDOWS delle edizioni non professionali quali WINDOWS 3x e WINDOWS 95/98,
all’apertura del computer era richiesta la password i accesso. Tuttavia tale richiesta era facilmente
superabile con un clic sul pulsante ANNULLA..
56
Nel computer esso è usato per creare una o più macchine virtuali, in modo che più
utenti possano usare in momenti diversi, lo stesso computer senza modificare dati e
programmi di un altro utente.
Esso è derivato dal metodo adottato nel sistema operativo Unix ed è utilizzato
nell’accesso ad internet e in tutti i casi in cui si voglia limitare l’uso di un sistema
informatico ad utenti prescelti per alcune funzioni.
In WINDOWS l’Administrator, un utente con funzioni di controllo degli accessi, crea
un account ed invita il titolare a cambiare la password di accesso entro 24-36 ore.
Non facendolo si rischia di essere esclusi dal sistema.
L’account è infatti una modalità di accesso personale e riservata, Non deve essere
comunicato ad altri utenti.
Devi usare l’account con prudenza. Scrivere la password in luoghi non facilmente
accessibili, non distribuirla a parenti ed amici. L’account à personale. In alcune
società è considerato grave attentato alla sicurezza dei sistemi della ditta non
custodire la password con cura.
Ogni 6 mesi la password deve essere cambiata; lo prescrive la legge e lo
impongono elementari norme di sicurezza. Esistono programmi che ricercano la
password casualmente, evidentemente cambiandola si rende il lavoro di ricerca
casuale precedente inutile.
Nella compilazione della password esistono alcune regole:
non usare nomi di persona peggio se di parenti, date o città di nascita, nomi di
animali, squadre di calcio, oggetti o comunque parole ritrovabili sul vocabolario.
Usare caratteri di tipo diverso oltre alle lettere ed i numeri tipo %, ?, [ , * , +. ecc.
Qualche sistema di accesso, tuttavia, accetta solo caratteri alfanumerici.
La password deve essere abbastanza lunga: almeno 8 simboli e/o caratteri.
Non usare sequenze riconoscibili. La password deve essere composta
casualmente.
Evita la ripetizione dello stesso carattere
Puoi valutare l’efficienza della tua password scaricando dal sito Microsoft:
http://www.microsoft.com/italy/athome/security/privacy/password_checker.mspx,
un programma che permette di valutare la complessità della password, scrivendola
in una tabelle opportunamente predisposta.
57
5.3 WINDOWS 2000, WINDOWSxp
I sistemi operativi introdotti con WINDOWS 3.x, 95/98, potevano in taluni casi
divenire instabili ossia funzionare in modo non corretto o addirittura non funzionare
del tutto con conseguente perdita di informazioni, dati, file e quant’altro.
Essi, tuttavia, rispondevano all’esigenza di rendere ancora possibile l’uso del DOS
e di computer non molto potenti. La possibilità di disporre di computer più veloci e
soprattutto di memorie più capienti spinge inesorabilmente verso i sistemi basati su
tecnologia NT.
WINDOWS NT si sviluppò contemporaneamente allo sviluppo di WINDOWS 3.x e
95/98. Tale sistema operativo, dedicato agli utenti professionali, introdusse
innovazioni e procedure che lo rendevano molto più stabile degli altri WINDOWS e si
sviluppò autonomamente fino alle versione 5.
Il metodo introdotto e sviluppato dal sistema operativo WINDOWS NT ha dato
origine ai sistemi operativi attualmente più usati ossia WINDOWS 2000, WINDOWSxp
e WINDOWS 2003, WINDOWS VISTA e WINDOWS 7,
Tratterò assieme i sistemi operativi WINDOWS 2000 e WINDOWSXP., poiché in
entrambi i sistemi, le principali procedure sono eseguibili in maniera simile.
Un cenno su Windows Vista ed una introduzione a WINDOWS 7 che, uscito
nell’ottobre del 2009, ha reso WINDOWS VISTA obsoleto.
WINDOWS 2003 è dedicato allo sviluppo delle reti quindi esula dalle necessità di
questo libro.
Fino all’avvento di WINDOWS 7 i nuovi computer erano dotati del sistema
operativo WINDOWSXP
con varie versioni Professional, Home ecc. tutte basate
comunque su uno sviluppo del più stabile File System NTFS. VISTA che pure era
presente, era spesso sostituito con WINDOWSXP , data la complessità della sua
gestione.
WINDOWSxp ha sviluppato la tecnica della comunicazione internet ed ha
aumentato le procedure relative alla sicurezza, che in questo momento è essenziale
per la comunicazione in internet.
5.3.1 Lo schermo WINDOWSxp
58
A lato, figura 1, una immagine, della parte sinistra, di una
schermata, DESKTOP, come appare all’avvio del computer.
Naturalmente ho scelto una schermata elementare nel senso che
sono presenti solo alcune icone.
Puoi inserire altre icone di programmi, procedure o file
(personalizzazione) a seconda delle tue esigenze ed abitudini.
In WINDOWS esistono due tipi di Comandi:
PULSANTI: Attivano la procedura con un clic del mouse.
ICONE: Attivano il programma o richiamano un file con due clic del
mouse.
Da WINDOWS VISTA in poi è stato introdotto il pulsante start e la
barra di flusso, con funzionamento analogo ai pulsanti.
Analizziamo comunque le icone presenti illustrando anche alcuni
principi di uso collegati alle procedure del sistema operativo.
DOCUMENTI: Questa icona permette di accedere alla cartella dei documenti in cui il
sistema salva i file creati dai programmi in uso, salvo istruzioni particolari inserite
dall’utente. (vedi SALVA e SALVA CON NOME). Questa cartella di salvataggio creata
all’installazione del Sistema Operativo, evita che l’utente salvi il proprio file in posizioni
che potrebbero risultare improprie. È possibile creare e scegliere cartelle di nome
diverso su cui salvare i file, anche all’interno della cartella Documenti.
Tale procedura, precisa il percorso da seguire per la ricerca di un file e di una
cartella.
È consigliabile creare all’interno della cartella DOCUMENTI altre cartelle dedicate
al particolare lavoro che si desidera svolgere.
RISORSE DEL COMPUTER: Accede alla finestra di WINDOWS in cui sono presentati
tutte le risorse (dischi, documenti) su cui il sistema operativo può operare
RISORSE DI RETE: Permette di installare e verificare i dispositivi di rete quali
stampanti di rete e altri computer in rete.
CESTINO : Nel cestino finiscono i file contenuti sul disco fisso, che l’utente elimina. I
file possono essere recuperati aprendo (doppio clic) il cestino e con un clic sul nome
del file stesso. Fai attenzione che la capienza della memoria del cestino è fissata al
momento dell’installazione (l’utente può modificarla). All’esaurimento della capienza
del cestino i file più vecchi fanno posto ai nuovi file. È possibile da parte dell’utente
Figura 3
59
avviare le procedura VUOTA CESTINO o cancellare definitivamente alcuni file. Puoi
ottenere ciò dal menu che compare con un clic col tasto destro del mouse.
INTERNET EXPLORER Programma di accesso alla rete di INTERNET.
Internet Explorer si appoggia, come tutto WINDOWS, su un programma
EXPLORER.EXE, alla base del sistema operativo.
Le icone fin qui citate sono caricate dal sistema operativo quando viene installato
nel computer. A titolo di esempio sono stati inserite due icone che talora può essere
utile avere a disposizione.
COLLEGAMENTO A FLOPPY DISK28 Utile per accedere direttamente, senza aprire la
cartella Risorse del Computer. In modo analogo potresti inserire Collegamento a
Flash-disk, a programmi, cartelle o file. Vedi il paragrafo Inserisci collegamento.
MICROSOFT WORD29 Anche questa icona è stata aggiunta per aprire WORD senza
passare dal menu di Start.
5.3.4 Il menu di WINDOWSXP
Il menu Start ottenuto per impostazione
predefinita in WINDOWSXP, figura 2.
Esso si ottiene come d’uso dal desktop con un
clic su Start
In alto il nome dell’utente. Indi due colonne:
sulla prima da sinistra un riquadro con i pulsanti
per accedere a Internet ed alla Posta elettronica
ed alla presentazione di WindowsXP. Indi sono i
nomi degli ultimi programmi usati che possono
essere richiamati con un clic del mouse.
Il pulsante Tutti i programmi apre il menu
dei programmi e le procedure che è possibile attivare30.
28
I floppy disk oramai obsoleti sono stati sostituiti da memorie di altro tipo, ad esempio i flash-disk.
29 La procedura usuale è: START Programmi Microsoft Word.
30 In fianco al pulsante Start il nome del file sul quale sta lavorando l’utente PC. L’cona indica che
si tratta di un documento di WORD.
Figura 4: Menu Start.
60
Sulla destra le cartelle del disco rigido e l’accesso alle RISORSE DEL COMPUTER e
alle procedure CERCA… ed ESEGUI …
La procedure DISCONNETTI e SPEGNI IL COMPUTER sono sempre presenti nel menu
del pulsante Start
Si può dal menu PROPRIETÀ della barra delle applicazioni scegliere MENU DI TIPO
CLASSICO per avere un menu del tipo di WINDOWS 2000.
5.3.5 Il Pannello di controllo
Puoi accedere al pannello di controllo direttamente dal desktop se previsto, oppure
con un clic dalla seconda colonna del menu, figura 4.
, ottenuto con un clic su Start
Dal pannello di controllo puoi accedere ad alcune procedure che permettono di
gestire il sistema operativo.
Il pannello di controllo permette di definire nuovi utenti, installare nuove
applicazioni, nuovo hardware,
programmi e periferiche. Tuttavia
per molte attività è consigliabile
intervenire solo se si è esperti
nell’uso del sistema operativo.
Talora è utile per problemi di
visualizzazione modificare l’aspetto
del desktop.
La cartella di scelta puoi ottenerla
con un clic sul desktop.
La MODIFICA DI VISUALIZZAZIONE
ti permette di modificare la
definizione dello schermo, l’altezza
dei caratteri..
Una definizione più bassa, ad
esempio 640480, permette una
visione adatta a chi ha problemi di
vista.
Figura 5: Pannello di controllo.
Figura 6; Proprietà dello schermo
61
Per agire sulle modalità di visualizzazione è necessario avere le autorizzazioni da
parte dell’ammini- stratore di sistema, che potrebbe aver inibito tale possibilità.
Con PERSONALIZZA, ottenibile con un clic sulla barra degli strumenti puoi
modificare le dimensioni delle icone.
Con un clic sul Desktop puoi visualizzare le PROPRIETÀ - SCHERMO , figura 6, che
tra l’altro ti permette di modificare i caratteri delle sue icone.
5.3.6 Le risorse del computer.
La cartella risorse del computer,
figura 5, ti presenta sulla destra le
principali cartelle presenti nel
computer.
Da essa puoi accedere alla cartella
Documenti, che può avere diverse
denominazioni secondo gli utenti
(account) presenti nel computer
essendo stati inseriti dall’ Administrator. Nella figura 5
esiste solo un utente chiamato PC.
Trovi anche la cartella di lavoro Documenti condivisi.
Qualora tu desideri collaborare con alcuni amici o
collaboratori alla stesura di un file (documento, foglio
elettronico, ecc). puoi da STRUMENTI AREA DI LAVORO
CONDIVISA, creare attraverso un sito internet un’area di
lavoro condivisa, assegnando un account . Inviando il file
ad alcune persone queste potranno lavorare sul documento
assieme a te.
In WINDOWS 7 potrai condividere il tuo lavoro con altri
utenti collegati wireless, senza fili, indipendentemente dal
collegamento internet.
Puoi trovare uno o più dischi rigidi. Nella figura l’unico disco rigido e C:, nota che
conservando una denominazione usata nel DOS, per i dischi rigidi la lettera C è
seguita da : (due punti).
Figura 7: Risorse del computer
Figura 8: Scelta dei membri per le cartelle condivise
62
Seguono le periferiche rimovibili: DVD, flash-disk, ecc..
Sotto altre risorse puoi accedere al pannello di controllo, che permette di verificare
e installare le periferiche quali la stampante, programmi, predisporre il computer per
l’uso di persone disabili, ecc.
Nel pannello di controllo trovi l’icona ACCESSO FACILITATO che permette di agire
sull’aspetto del desktop.
RISORSE DI RETE: Permette di installare e verificare i dispositivi di rete quali
stampanti di rete e altri computer in rete.
5.3.7 Inserisci collegamento
Nel computer che stai usando hai nella cartella Desktop rappresentata sullo
schermo alcune Icone che ti permettono di richiamare programmi, procedure ed altre
cartelle.
Il Desktop (lo schermo del computer preparato
dal sistema operativo e personalizzato da te) è
una cartella, quindi puoi salvare un file
direttamente sulla cartella Desktop in modo da
poter vedere il suo titolo e aprire il file
direttamente dallo schermo.
Accanto ai file sul Desktop compaiono dei
Collegamenti a programmi, cartelle ecc. Sarebbe
infatti
dispendioso se
installassimo un programma sulla cartella Desktop
anziché sulla cartella Programmi. In questi casi il
sistema crea dei collegamenti al programma.
La figura 9 ti mostra come creare il collegamento:
clic col tasto desto sul programma o sulla cartella che
vuoi poter richiamare dal Desktop e CREA
COLLEGAMENTO … Il sistema ti chiede se vuoi creare un
collegamento sul Desktop. Clic su OK e sul Desktop (cartella/schermo) compare il
collegamento.
Figura 9
Figura 10
63
Fai attenzione: quello che compare è un COLLEGAMENTO A … , non contiene il file,
puoi anche creare un collegamento da un file o ad una cartella ma si tratta solo di un
collegamento, che in genere occupa un Kilobyte. Se lo cancelli il file resta. Se lo copi
hai sulla cartella che lo contiene solo il collegamento.
5.5 Le cartelle di Windows.
Windows è una struttura a cartelle di cui in figura 10 è data una rappresentazione.
Osserva che il Desktop è la cartella principale in cui puoi trovare le cartelle che
nello schermo sono rappresentate da icone: Documenti, Risorse del Computer, Disco
locale, ecc. . All’interno delle cartelle Documenti puoi trovare altre cartelle e all’interno
della cartella Risorse del Computer le cartelle Floppy da 3,5 pollici (A:) ; Disco locale,
flash disk, ecc.
Il Desktop è rappresentato da Windows sullo schermo all’accensione del computer.
Puoi quindi considerare la cartella come l’unità di memoria di Windows che si trova
all’interno delle unità di massa.
La procedura di salvataggio di un file puoi considerarla quindi come una procedura
che memorizza in una cartella un file: un dischetto, un flash disk , un CD, il Desktop,
il disco rigido, ecc.
Questo spiega perché puoi salvare il file che hai scritto oltre che sui dischi anche
sul Desktop.
PRIMO LIVELLO SECONDO LIVELLO TERZO LIVELLO
DOCUMENTI {
Cartella Istruzione {
Istruzione media
Istruzione
superiore
Cartella Industria { Tessile
Meccanica
All’interno di una cartella possono esservi altre cartelle o file.
5.5.1 Suddivisione del disco in cartelle
Figura 11. Alcune cartelle.
64
Succede di frequente che si creino parecchi documenti corrispondenti a svariati file
di nome diverso. La numerosità dei file può rendere difficile le ricerca degli stessi. È
utile, in questo caso, raggruppare i file in gruppi diversi che WINDOWS chiama
cartelle; nel DOS, in HTML ed in altri formati o linguaggi è rimasto il nome directory.
Puoi pensare, per analogia, ad uno schedario (disco, volume) che contiene alcune
cartelle. Le cartelle a loro volta contengono documenti relativi ad un particolare
problema o argomento e contengono a loro volta altre cartelle. Vedi a proposito la
figura 11.
Scopo di tale creazione è facilitare la ricerca dei documenti dopo che essi sono
stati registrati e raggruppare i file secondo l’argomento.
Da WINDOWS VISTA e quindi in WINDOWS 7, è possibile raggruppare le cartelle
in raccolte e inserire all’interno di una cartella etichette particolari, dette tag, per
contraddistinguere alcuni file.
Consideriamo un disco che
contiene le seguenti cartelle,
come nella figura 11.
Documenti, creata
automaticamente
all’installazione del sistema
operativo,
Istruzione, suddivisa a sua
volta in Elementare, Media,
Superiore
Industria, suddivisa a sua
volta in Meccanica e tessile.
Tale suddivisione è di tipo
logico ossia si possono
conservare (salvare) i file nelle varie cartelle fino riempimento di tutto il disco rigido, il
sistema operativo riempie una cartella di file senza preoccuparsi delle altre cartelle
salvo che lo spazio non sia già occupato.
In WINDOWSXP sono create automaticamente, durante l’installazione, le seguenti
cartelle: Documenti – Immagini – Musica.
Figura 12: Procedure e cartelle in "Documenti".
65
La scheda Documenti di
WINDOWSXP, figura 12, presenta
sulla sinistra una colonna in cui
appaiono rinvii ad altre cartelle e
procedure eseguibili sui file o sulle
cartelle se uno di questi elementi
è evidenziato.
Le procedure disponibili sono
sul primo riquadro della colonna a
sinistra: CREA NUOVA CARTELLA.
PUBBLICA CARTELLA SUL WEB,
CONDIVIDI CARTELLA; altre non
sono evidenziate.
Nel secondo riquadro il richiamo alle RISORSE DEL COMPUTER, alla cartella
DESKTOP, RISORSE DEL COMPUTER che presenta le periferiche disponibili in quel
momento.
Il numero di elementi presenti in ogni riquadro è legato cartella richiamata in quel
momento.
CREA NUOVA CARTELLA, ti permette di creare all’interno della cartella Documenti
un’altra cartella, cui puoi dare il nome che preferisci, sovrascrivendo le parole Nuova
cartella.
5.5.2 Creare una cartella.
Per creare una cartella puoi usare varie procedure che WINDOWS ti mette a
disposizione.
Nella cartella Documenti, figura 12, e nella cartella C:/, figura 13, nel frame,
riquadro, sulla sinistra trovi il comando Crea Nuova cartella. Con un clic ottieni
all’interno della cartella su cui stai operando Nuova cartella. Puoi sovrascrivere
all’interno del riquadro un nome a tuo piacere per la cartella appena creata31
31
Se vi sono altre cartelle omonime il sistema le numera in successione.
Figura 13
66
Puoi all’interno di una cartella che stai esaminando puoi con un clic accedere ad
una scheda che contiene la procedura, NUOVO CARTELLA, ciò ti permette di creare
nuove cartelle e file, che potrai denominare subito.
5.5.3 Gestione delle cartelle
La cartella è un elemento fondamentale di Windows per l’uso delle memorie di
secondo livello (dischi, floppy disk, flash disk (pen-drive), HD, ecc.); sono cartelle,
quelle che vedi sul desktop, sono cartelle, i programmi sono contenuti in cartelle, lo
stesso sistema operativo è contenuto in cartelle e così via.
Nella figura 14 le procedure applicabili ad una cartella od ad un file.
PROPRIETÀ presenta le proprietà della cartella o del file su cui stai operando.
Nella figura 13 alcune cartelle del disco rigido C:
DOCUMENTS AND SETTINGS che contiene fra le
altre la cartella dedicata all’utente tra cui
Documenti, Cookies32 ed altre.
PROGRAMMI che conterrà le cartelle per ciascun
programma.
TEMP che contiene i file temporanei di cui il
sistema operativo si serve per particolari operazioni
quali ad esempio il salvataggio di file modificati
dall’utente. Generalmente tali file sono eliminati allo
spegnimento del computer: ciò non avviene sempre e
costituisce uno dei motivi di eccessiva occupazione
di memoria sul disco rigido.
WINDOWS contiene il sistema operativo.
5.5.4 La cartella Documenti
Il sistema operativo crea alla sua installazione
varie cartelle, tra cui la cartella denominata
Documenti, figura 12, in tale cartella in mancanza di
32
La cartella cockies ti verrà spiegata quando esamineremo la possibilità di risparmiare spazio sul
disco e di evitare intrusioni via internet non desiderate.
Figura 15
Figura 14
67
richieste particolari dell’utente sono salvati i file creati dai programmi.
Puoi quindi accedere alla cartella documenti aprendo la cartella RISORSE DEL
COMPUTER DISCO LOCALE, quindi C: DOCUMENTS AND SETTINGS DOCUMENTI.
Se ti posizioni col mouse su un punto qualsiasi della cartella documenti, e fai clic
col tasto destro ottieni il menu di scelta, per alcune procedure.
Da VISUALIZZA, figura 12, puoi decidere le caratteristiche della visualizzazione delle
cartelle e dei file.
Puoi anche Disporre le icone riordinandole per nome, data di creazione od altro.
Verifica personalmente tali possibilità!
Un clic col tasto destro ti premette di individuare le Proprietà della cartella che stai
esaminando.
TIPO: cartella di file oppure immagini, ecc.
PERCORSO: individua il percorso del sistema operativo per accedere alla cartella
Documenti. È utile prenderne nota per ritrovare la cartella in casi in cui l’accesso non
sia immediato.
DIMENSIONI E DIMENSIONI SU DISCO: specifica le dimensioni occupate dai file e dalle
sottocartelle contenute nella cartella stessa. Esse possono essere differenti poiché la
memorizzazione dei file avviene in cluster di dimensioni predeterminate dal sistema
operativo. Un cluster può contenere parte di un solo file.
CONTENUTO: esplicita il numero di file
e cartelle contenute nella cartella i
esame...
DATA CREAZIONE.
ATTRIBUTI: Ti dice se la cartella è in
sola lettura o nascosta.
Puoi accedere alle proprietà
avanzate che ti permettono di aggiunger
attributi alla cartella quali
la compressione file per occupare
meno spazio su disco.
la crittografia dei file presenti nella
cartella per impedirne la lettura e la modifica a chi non conosce la chiave di lettura
o di modifica.
Figura 16. Salva con n ome.
68
5.5.5 La cartella Appunti.
La cartella appunti è la cartella usata da Windows per memorizzare principalmente
la copia di file, parti di file, immagini ottenute con particolari programmi, quell’insieme
di informazioni che possono essere usate in momenti successivi, anche su programmi
diversi e non attivi al momento della copia.
La principale fonte degli elementi contenuti negli APPUNTI è la procedura COPIA.
Tale procedura conserva nella cartella appunti quanto copiato per inserirlo a tua
richiesta con la procedura INCOLLA, nel punto da te desiderato.
Puoi attivarla selezionando la parte che interessa e premendo Ctrl+C per la copia
e Ctrl+V, o Invio per l’incolla.
Trattandosi di una cartella del Sistema operativo, il suo contenuto resta attivo fino
allo spegnimento del computer o fino all’inserimento di un altro elemento.
Per selezionare un testo, si posiziona il cursore all’inizio del testo e premendo il
tasto sinistro del mouse si sposta il cursore sino alla fine del testo che si vuole
selezionare.
È possibile col cursore prima del testo da selezionare, premere il tasto delle
maiuscole e con il tasto → far avanzare il cursore sino alla fine del teso da
selezionare.
Il testo selezionato apparirà evidenziato in modi diversi, ad esempio testo
selezionato .
È possibile con WINDOWSXP selezionare parti diverse di un testo: dopo aver
selezionato la prima parte si selezionano altre parti tenendo premuto il tasto Ctrl .
5.6 Gestione dei file.
Quando lavori in WINDOWS, il sistema operativo crea un file a cui viene dato il
filetype (estensione) del programma che stai usando e viene assegnato un nome
standard proposta dal programma stesso. Ad esempio WORD chiama i file col nome
Documento1, Documento2, ecc. con il filetype .doc.
La prima volta che salvi un file di Word il sistema operativo propone come nome
file la prima sequenza di parole che trova sul documento prima di un segno di
interpunzione, proponendoti la cartella SALVA CON NOME , figura 16.
69
Puoi attribuire al file un nome di tua scelta al momento della memorizzazione del
file sul disco nei limiti di 255 caratteri e spazi.
Il filetype è attribuito al file dal programma e non è opportuno modificarlo.
5.6.1 salvataggio automatico
Talora il tuo computer può spegnersi senza preavviso. In tal caso spesso il
sistema operativo ti permette il recupero del file che stavi usando con un backup che
avviene periodicamente, operato dal
sistema operativo.
Per ottenere tale procedura, figura
18, STRUMENTI OPZIONI Nella
cartella Opzioni scegli SALVA, con un
clic attiva SALVA
AUTOMATICAMENTE OGNI: e stabilisci
ogni quanti minuti deve avvenire il
salvataggio automatico.
Durante il salvataggio automatico il
sistema non permette azioni dell’utente.
Alla riapertura del programma una colonna a fianco ti presenta l’ultimo salvataggio
automatico eseguito dal sistema operativo: tale salvataggio può contenere quasi tutto
il tuo file, indipendentemente dai BACKUP e dai salvataggio da te fatti.
5.6.2 Salvataggio di un file.
Figura 17
Figura 18
70
Dopo aver scritto un documento (file) dalla barra degli strumenti con la procedura
File Salva (oppure Salva con nome …) si può scrivere sul supporto scelto (disco
rigido, dischetto, Flash Disk, ecc.) il file del documento.
Le procedure SALVA e SALVA CON NOME … si attivano in modo diverso in
WINDOWS2000 ed in WINDOWS XP..
Nota che la procedura SALVA CON NOME …. . consente di scegliere e sapere,
qualunque sia il sistema operativo, in quale cartella e disco è recuperabile il file
salvato, nel caso della figura sta per essere scelto Documenti .Alberto.
Se stai lavorando per la prima volta su di un file WINDOWS 2000 e WINDOWSXP
aprono la cartella documenti per il salvataggio. Il nome suggerito è composto dalla
prime parole del documento fino alla comparsa di un carattere diverso dalle lettere.
Windowsxp apre la cartella documenti ma il nome è evidenziato suggerendoti di
cambiarlo e l’intestazione del riquadro non è Salva ma SALVA CON NOME ….
Se hai aperto un documento da una cartella la procedura SALVA … , salva il file
nella cartella di provenienza. SALVA CON NOME … ti permette di cambiare cartella e
nome del file.
Il salvataggio sul Desktop è usato da chi usa un Personal Computer personale, ed
è una procedura molto utile.
5.6.3 Copia o trasferimento di un file
1. Richiama le cartelle o i dischi interessati all’operazione.
2. Per copiare un file o trasferirlo da una cartella all’altra evidenzia il file col pulsante
sinistro e tenendo premuto il tasto sposta il file da una cartella all’altra.
5.6.4 Azioni sul file.
Windows ti offre l’opportunità
di operare sul file con il menu
che compare con un clic col
tasto destro sul nome del file,
Figura 19.
Con INVIA A … puoi trasferire
il file su diverse cartelle o
memorie di massa.
Figura 19
71
Puoi anche usare le altre procedure. Puoi ottenere il menu della figura 18 con un
clic col tasto destro sul nome del file.
Tale menu di offre diverse possibilità che sono riportate .
TAGLIA: il file può essere incollato su una nuova cartelle, liberando lo spazio
sulla cartella di origine.
COPIa: il file può essere incollato su un’altra cartella lasciandolo anche sulla
vecchia cartella.
CREA COLLEGAMENTO ti permette di avere il nome del file sul Desktop e quindi
richiamarlo se vuoi aprirlo.
ELIMINA: cancella il file; se stai operando sul disco rigido il file è recuperabile
dal cestino.
RINOMINA: Puoi cambiare il nome al file.
PROPRIETÀ: ti permette di conoscere le dimensioni ed il tipo di file.
La procedura APRI CON
permette l’apertura di un file di
cui il sistema operativo non
riconosce il filetype, figura 19.
Puoi scegliere tra varie
programmi e se trovi quello
giusto il file sarà utilizzabile,
con le opportune strutture.
Questa procedura è stata notevolmente
migliorata con WINDOWS 7, che permette
l’apertura degli Open Document, caratteristici del
sistema Linux.
5.6.5 Rinominare un file o una cartella.
Può essere opportuno, in alcuni casi, dare un
nome diverso da quello inizialmente attribuito ad
un file o ad una cartella.
L’operazione può essere compiuta con facilità,
Figura 20
Figura 21
72
tenendo presente quanto già evidenziato per l’estensione (filetype) di un file.
Con un clic destro del mouse si evidenzia il nome del file o della cartella, e appare
un menu, di figura 21 in cui è presente la procedura RINOMINA.
La rinomina di un file o di una cartella fa sì che non siano più reperibili col nome
precedente: se una qualche procedura fa riferimento al vecchio nome il sistema
operativo risponde che il file è inesistente.
Ribadiamo la necessità di conservare l’estensione (filetype) del file.
La procedura suddetta ti può essere utile se vuoi modificare un documento
conservando la prima e la seconda copia.
5.6.7 Richiamare un file
Puoi scegliere tra diverse possibilità, figura 21.
Avviare il programma del file che ti interessa e da menu File clic su Apri: Si
apre la cartella Documenti da cui puoi scegliere il file da porre sul desktop con un
doppio clic.
Se il file è sul Desktop o in una cartella all’interno di Documenti un doppio clic
apre il documento con il programma che lo ha generato.
WINDOWS ha nel suo menu se opportunamente personalizzato, la possibilità di
accedere a documenti recenti … START DOCUMENTI RECENTI …
5.6.8 Proteggere un file
Da WINDOWSXP è possibile impedire l’apertura e/o la modifica da parte di un
utente non autorizzato inserendo una password di apertura e o di modifica.
Dopo aver denominato il file33, un clic su Strumenti e la scelta dal menu di
OPZIONI DI PROTEZIONE: Compare una scheda in cui si può inserire una password di
apertura e una password di modifica, figura 22.
Al tentativo di accedere al file sono richieste la prima password e la seconda, non
inserendo la seconda si può modificare, stampare, salvare con un nome diverso il file
ma non salvarlo col nome attribuito dal proprietario.
La prima password impedisce l’apertura del file a chi non ne sia in possesso.
La seconda password permette la lettura ma non la modifica.
33
La procedura più semplice per denominare un file è usare salva con nome.
73
Nota anche che esiste la possibilità di rimuovere le informazioni personali dette dati
sensibili, dal file prima che esso sia salvato, magari per l’invio ad un collaboratore.
.
Figura 23
Figura 22. Opzioni varie sulla protezione del file.
74
5.7 La barra dei menu di Office 2003.
5.7.1 La barra dei menu
Più volte abbiamo osservato che, uno dei meriti
di WINDOWS è stato quello di introdurre gli stessi
nomi e rappresentazioni per procedure simili.
La figura 24 rappresenta la prima pagina di
WORD, la figura 25 di EXCEL, rendendo evidente
quanto appena ribadito.
La prima linea Specifica il documento in uso ed il programma. Talora sulla stessa
linea è presente la possibilità di scelta della lingua
da usare. Tale scelta è importante perché è
utilizzata dal programma di correzione ortografica.
In tutte le barre degli strumenti dei programmi
esiste il tasto che chiude il programmma
attivo chiedendo, come al solito, se si vuole
salvare il documento.
In alcuni casi la procedura è comune a più programmi, in altri è specifica del
programma col quale stiamo lavorando.
5.8 I caratteri in WINDOWSXP
Per carattere si intende un insieme di
lettere, numeri, simboli e segni di
punteggiatura che condividono lo stesso
stile grafico.
Le dimensioni sono relative all’altezza
del carattere e si misurano in punti, un
punto equivale ad 1/72 di pollice ossia
circa 0,39 mm.
La scelta del carattere e della sua
altezza può influire sulla presentazione di
Figura 24
Figura 25
Figura 26
75
un documento e dargli un aspetto professionale, di alto livello estetico, informale,
confidenziale, ecc
Poiché un documento spesso viene stampato devi controllare se il carattere che
usi è presente nella stampante, soprattutto se si tratta di una stampante laser.
Anche nel WEB possono esservi delle limitazioni dovute al browser usato.
5.8.1 Tipi di carattere
Vi sono in Windows tipi diversi di carattere.
Caratteri che vengono visualizzati sullo schermo e talora stampati con lo
stesso aspetto dalle stampanti inkjet
Caratteri per lo schermo, utilizzati da Windows per visualizzare
informazioni sullo schermo.
Caratteri per plotter .
Caratteri True Type, hanno la caratteristica di apparire con forma e
dimensioni uguali sullo schermo e sulla pagina stampata.
È preferibile utilizzare i caratteri True Type per la loro uniformità tra testo
visualizzato e testo stampato. Inoltre
essi hanno il vantaggio di non risentire
della diversa stampante usata, purché
la risoluzione sia uniforme.
Vi sono procedure particolari per
aggiunger/togliere caratteri dal sistema
operativo: per far ciò rinviamo ai
manuali appositi.
L’elenco dei caratteri installati nel
sistema operativo lo puoi vedere dalla
Mappa dei caratteri oppure da un
programma con la procedura Formato Carattere.
La tabella che compare (figura 27) ti dà la possibilità di scegliere
Tipo
Stile
Dimensione
Effetti particolari
Colore
Figura 27
109
5.8.2 Caratteri speciali e simboli.
Oltre ai caratteri esistono simboli particolari quali ≤±, ecc.
Inoltre particolari applicazioni permettono di
scrivere formule matematiche, chimiche. La
procedura di fig. 30, è ottenuta da Inserisci Oggetto Microsoft Equation 3.0. La
scheda, figura 31, permette di inserire in uno speciale riquadro i simboli ivi
rappresentati, con apici, pedici, cc.
Rivedremo tale procedura in Office System 7, in cui è stata migliorata ed
aggiornata
5.8.3 Esercizio
1. Riproduci il testo seguente:
Data l’equazione ax2 + bx + c = 0 la sua soluzione è espressa dalla formula
a
acbbx
2
42 dove a, b, c sono le costanti ed x è l’incognita.
Affinché esistano soluzioni reali è necessario che 042 acb .
Figura 28
110
5.9 WINDOWS VISTA.
Vista non ha avuto un buona accoglienza da parte degli utenti per motivi
che non esaminerò in questa pagine. Accenno solo al fatto che era lento,
richiedeva per il momento in cui fu presentato troppa memoria, Il suo
caricamento era laborioso e non sempre era facile la sua ottimizzazione.
Per questi motivi molti utenti continuarono ad usare WINDOWSXP
. La casa produttrice si vide costretta a
preparare WINDOWS 7 uscito in versione definitiva nell’ottobre del 2009. Rappresenta un notevole miglioramento,
pur conservandone l’interfaccia e la base operativa.
Sono state semplificate le operazioni di installazione e caricamento e l’ottimizzazione del sistema rispetto al
computer usato.
Le richieste di memoria RAM e di Velocità del microprocessore sono rimaste invariate, ma … è passato un
anno.
WINDOWS 7 tra l’altro può simulare WINDOWSXP
, superando le eventuali difficoltà nell’uso di programmi non
specificatamente preparati per il nuovo sistema operativo.
La versione VISTA del sistema operativo WINDOWS introduce alcune novità soprattutto nell’interfaccia e nella
gestione del sistema.
WINDOWS VISTA si adegua alla potenza del computer in cui viene installato, per cui talora possono non
essere evidenti alcune particolarità del sistema, soprattutto di quelle grafiche.
All’inizio Vista presenta un quadro di avvio che può essere evitato.
Indi il Desktop con il pulsante
All’avvio del computer talora compare il centro attività iniziali, che
permette un primo approccio al sistema. Chiudendo tale finestra puoi
vedere lo schermo iniziale di VISTA che con miglioramenti grafici non
differisce dallo schermo del precedente sistema operativo, figura 1.
Puoi a questo punto utilizzare il pulsante in basso a sinistra e
accedere al primo pannello di controllo.
In basso a destra, figura 24 il primo tasto attiva il basso consumo: il
computer viene posto in pausa, Il tasto centrale attiva la protezione
locale del computer: solo l’utente attivo potrà continuare il suo lavoro,
infine l’ultimo pulsante accede ad una scheda da cui puoi spegnere il
computer con
Arresta il sistema, sospendere l’attività ed attiva il basso
consumo.
Chiude sessione che chiude i programmi in esecuzione e si disconnette permettendo l’accesso ad altri utenti
Cambiare utente senza chiudere i programi in esecuzione
Blocca che protegge i file in esecuzione, molto utile se si lascia il computer incustodito.
Posizionandoti con il mouse su questi ed in genere su tutti i pulsanti e le icone appare una breve descrizione
della procedura che può essere avviata.
La comunicazione assume in VISTA una notevole rilevanza. È possibile utilizzare e costruire reti di computer
sia locali che esterne.
È possibile costruire una rete locale senza fili tra una decina di computer in cui uno costituisce il centro,
mettendo a disposizione di altri computer il lavoro in corso per suggerimenti e correzioni.
Con WORD puoi inviare un testo per la revisione, con VISTA puoi lavorare assieme ad altri utenti allo stesso
testo.
Figura 29
111
In WINDOWS VISTA è presente UAC, impostazione di sicurezza assente su WINDOWSXP
, che serve a
controllare i privilegi degli utenti registrati sul computer ed a impedire l'esecuzione di software dannosi.
Il problema è che per UAC quasi tutti i programmi sono dannosi, soprattutto quelli meno commerciali come le
applicazioni gratuite.
Quest’ultimo è un ulteriore elemento che ha reso poco gradito VISTA agli utenti, anche se è presente anche in
WINDOW7
5.9.1 Le cartelle in VISTA
Le cartelle sono utili per raccogliere i file che hanno una caratteristica comune. Può essere necessario inserire
lo stesso file in diverse cartelle con evidente spreco di spazio.
WINDOWS VISTA ha rimediato a ciò con le cartelle virtuali: .è possibile creare delle cartelle dinamiche che
catalogano documenti e file che soddisfano un determinato criterio di ricerca (per la ricerca è possibile usare anche
gli operatori booleani AND, OR e NOT). Il vantaggio rispetto alla normale ricerca di Windows XP è che non occorre
tutte le volte ripetere la ricerca (poiché sono le cartelle virtuali stesse che salvano il risultato della ricerca) e
soprattutto che al variare dei file e del contenuto dei documenti, le cartelle virtuali si aggiornano automaticamente.
La procedure e la base operativa di WINDOWS VISTA sono stati conservati in WINDOWS 7, i programmi
compatibili con WINDOWS VISTA, sono quasi tutti compatibili con WINDOWS 7.
112
5.10 WINDOWS 7
Le procedure di WINDOWSXP sono
presenti in WIDOWS VISTA ed in
WINDOWS 7. Il loro uso risponde alle
stesse esigenze, tuttavia alcune di esse
sono state modificate nei comandi e
perfezionate nell’esecuzione.
WINDOWS 7 ha tenuto in maggior
conto le esigenze dell’utente e la rapidità
dell’esecuzione.
All’avvio di WINDOWS 7 compare il
desktop rappresentato in parte in figura
30.
Tralascio in questa descrizione i gadget, che solitamente sono in alto a destra
dello schermo.
Subito dallo schermo, opportunamente preparato, puoi richiamare un programma,
una procedura od aprile un file il cui nome si trova sullo schermo.
Sul lato sinistro in basso la barra di accesso rapido che contiene alcune procedure,
cercando di interpretare le sigenze del singolo utente.
Sulla base sinistra compare il tasto Start che apre la cartella di figura 33 con la
quale puoi attivare i programmi installati nel tuo computer.
Figura 31: Barra ad accesso rapido.
rapido, che apre alcune procedure e programmi.
5.10.1 La barra ad accesso rapido.
La barra ad accesso rapido, figura 26, che trovi nell’angolo inferiore sinistro del
Desktop è un’utile strumento che accelera il lavoro al computer. I file che sono stati
Figura 30. Desktop di Windows 7.
113
posti in attesa con RIDUCI A ICONA, possono essere richiamati rapidamente con un
clic sull’icona corrispondente.
Nella tabella di figura 2 il significato delle icone presenti. La Raccolta è una
procedura introdotta da WINDOWS 7 e WINDOWS VISTA per favorire il
raggruppamento delle cartelle secondo argomenti prescelti dall’utente.
5.10.2. Salvataggio di un file.
Questa procedura opera a partire dal pulsante, figura 29, dei programmi di Office
System. Tuttavia la sua generalità ed il fatto che evidentemente, il salvataggio di un
file avviene attraverso il Sistema operativo la fa collocare a buon diritto tra le
procedure del sistema operativo.
Vi sono tre modalità di salvataggio:
Salva …
Salva con nome …
Salvataggio automatico …
Puoi accedere ad esse cliccando sul pulsante di Office che trovi nella
parte superiore sinistra dei programmi di OFFICE system 2007.
SALVA è la procedura usuale per conservare su memoria di massa il file
sul quale stai lavorando.
Alla sua scelta il sistema operativo opera in modi diversi:
Salva il file su cui stai lavorando se stai usando un file che hai richiamato da una
qualsiasi cartella, sovrascrivendo il file che hai richiamato.
Apre la procedura SALVA CON NOME che ti permette di dare un nome al file, di
scegliere il formato di salvataggio attribuendo particolari indici al file (Tag) e di
scegliere cartella in cui salvare il file.
Start Accesso
ad
internet
Apertura
raccolta
cartelle di
Documenti
Windows
Media
Player
Apertura
Word
Apertura
Excel
Apertura
Power
Point
Apertura
Project
Apertura
Access
Figura 32: Significato delle icone.
Figura 33
114
Se usi direttamente SALVA CON NOME il sistema operativo ti avvisa della possibile
sovrascrittura, chiedendoti se vuoi sovrascrivere oppure modificare il nome del file.
Il SALVATAGGIO AUTOMATICO è una procedura che il sistema operativo esegue
automaticamente ogni intervallo di tempo da te definito (o predefinito dal sistema).
Ciò evita la perdita del lavoro fatto fino al momento del salvataggio, nel caso che si
verifichi qualche malfunzionamento del computer tipo spegnimento per mancanza di
alimentazione.
In tale caso o in caso di eventi non previsti, all’accesso al programma puoi
recuperare quanto fatto dagli appunti che il sistema operativo ti presenta in un
riquadro a sinistra.
Per definire ogni quanto deve avvenire il salvataggio automatico, dal menu del
pulsante scegli OPZIONI, figura 34 e SALVATAGGIO nella scheda delle opzioni di
Word.
Spunta SALVA INFORMAZIONI DI SALVATAGGIO AUTOMATICO OGNI … completando
con il numero di minuti che devono trascorre tra ogni salvataggio.
Vi sono naturalmente altre possibili opzioni, lascio alla tua iniziativa analizzarle nel
loro contenuto.
5.10.2 Spegnimento del computer.
Windows 7 ha introdotto due procedure di spegnimento del computer.
La prima con un clic su ARRESTA IL SISTEMA.
Figura 34: Salvataggio automatico
115
Il sistema ti avvisa se vi sono programmi od altri utenti in attività, chiedendo in tal
caso, l’autorizzazione alla chiusura,
La seconda ottenibile dal pulsante apre una scheda con varie possibilità.
CAMBIA UTENTE.
DISCONNETTI.
BLOCCA SISTEMA.
SOSPENDI.
IBERNAZIONE.
Ovvio il significato delle prime 4, L’ultima IBERNAZIONE, chiude il sistema, le icone e
le barre in posizioni diverse e dopo qualche secondo spegne il computer.
Riavviando il computer si apre il file che stavi usando al momento del comando di
ibernazione, nel punto in cui l’hai lasciato.
Nel caso dell’ibernazione non ti viene chiesto se vuoi salvare il file.
5.10.3 La scheda START
Il tuo lavoro con il computer
inizia dalla scheda start, figura
35, che è suddivisa in vari
riquadri (frame) ripartiti in due
colonne.
Sulla sinstra in alto il nome
dell’utente attivo.
Se un programma è stato
usato di recente, lo puoi
richiamare direttamente: il suo
nome compare nella colonna
sinistra della scheda, assieme
ad alcuni programmi di
servizio:
ATTIVITÀ INIZIALI Sono
attività di gestione del
Figura 35. La scheda START.
116
sistema operativo, delle cartelle e dei file e della memoria.
WINDOWS MEDIA CENTER. Permette di vedere programmi televisivi.
CALCOLATRICE
STRUMENTI DI CATTURA permette di catturare un’immagine dello schermo per inserirla in un
documento.
LENTE DI INGRANDIMENTO nella parte superiore dello schermo fa vedere le icone ingrandite.
STICKY NOTES crea un post-it, sullo schermo sul quale puoi scrivere delle note
personali.
Se il programma non compare nella scheda di START, puoi richiamarlo usando la
procedura tutti i programmi o la procedura CERCA PROGRAMMI E FILE sostituendo la la
frase scritta col nome dei programma o del file che vuoi aprire. Tale procedura ti
presenta tutti i programmi e file che hanno nel loro nome le lettere che via, via
inserisci.
5.9.1 la parte destra della scheda start
Presenta le cartelle del computer riunite secondo diverse prospettive.
Per prima cosa trovi il nome dell’utente da cui puoi accedere alla raccolte delle
cartelle costruite dall’utente che sta operando sul computer in quel momento.
Documenti, Immagini, Musica, Giochi accede alle raccolte di cartelle
sull’argomento specificato.
Computer presenta cartelle e i dispositivi di memorizzazione.
Pannello di controllo presenta i dispositivi che puoi modificare.
Dispositivi e stampanti. Elenco delle periferiche del computer con la possibilità di
aggiungere manualmente un dispositivo od una stampante.
Programmi predefiniti. Ti permette di associare un formato di file attraverso il
filetype, ad un programma particolare, figura 37.
117
Ad esempio puoi associare i file Open Document, usati dai programmi Open
Source ad un programma di Office 2007.
5.11 L’organizzazione dei file nelle memorie di massa.
Per la produttività del tuo lavoro attraverso il computer è opportuno tu organizzi i
file raggruppandoli in modo opportuno con gli strumenti che WINDOWS ti offre.
Principali strumenti dell’organizzazione dei tuoi file saranno:
Le cartelle: puoi prevedere delle cartelle e delle sottocartelle per ogni argomento.
Le raccolte: Puoi costruire una raccolta di cartelle che riunisca gli argomenti simili
che stai trattando.
I tag: all’interno di una cartella puoi prevedere un indicatore per alcuni file al
momento del loro salvataggio.
Il primo raggruppamento, cartella, ha origini antiche ed è stato usato fin dalla prima
organizzazione dei dati. È elemento caratterizzante di WINDOWS e non solo.
Il secondo ed il terzo sono stati introdotti a partire da WINDOWS VISTA e
WINDOWS 7.
5.11.1: Le cartelle in WINDOWS 7
Figura 36 Associazionia formati non WINDOWS.
118
Nella parte destra della figura 35, ottenuta con START sono presenti alcune cartelle
del computer, tra cui DOCUMENTI,
IMMAGINI, MUSICA.
In queste cartelle sono contenuti i file che hai salvato con le procedure SALVA e
SALVA CON NOME.
Conviene sempre riunire i file in cartelle
da te create che rendono più semplice la
loro ricerca, individuando un argomento o
un concetto trattato.
SALVA CON NOME, figura 38, ti permette
di scegliere il formati di salvataggio del file
sul quale stai lavorando.
Nota tra l’altro la possibilità di SALVARE
IN FORMATO PDF, TESTO OPENDOCUMENT,
XML, ED ALTRI.
PUOI NATURALMENTE CAMBIARE IL
NOME DEL FILE.
SALVA … utilizza il formato predefinito. La prima volta che il sistema operativo ti
presenta la cartella Salva con nome , permettendoti di scegliere formato e cartella. Se
hai richiamato un file creato in precedenza la procedura sovrascrive il file senza alcun
avvertimento
Nella parte destra della cartella del pulsante trovi DOCUMENTI che apre la cartella
della RACCOLTE , figura 39, che riunisce alcune cartelle presenti nella memoria del
computer.
Figura 37
Figura 38: Salva con nome ...
110
Puoi agire su tali cartelle aprendo la scheda di controllo con un clic del tasto destro
del mouse.
Procedura analoga ma personalizzata, aprendo la cartella col nome dell’utente che
sta usando il computer.
5.11.2 Creare una cartella
Puoi aver bisogno di creare una cartella prima di iniziare la scrittura di un
documento oppure per memorizzare alcuni file che hai recuperato in una ricerca su
internet.
La creazione di una cartella può esser fatta dopo aver aperto una cartella
principale con un clic su Nuova cartella.
Puoi anche con un clic all’interno della cartella aperta dalla scheda che appare
seleziona Nuovo Cartella.
Figura 39
In entrambi i casi appare una riga colorata con il titolo
NUOVA CARTELLA Puoi sovrascrivere tale titolo con un
nome che ti ricordi il tipo di file che memorizzerai nella
cartella stessa.
5.11.3 Organizzazione delle cartelle.
Windows Vista e Windows 7 hanno introdotto nuove
possibilità di organizzazione delle cartelle e dei file nelle
cartelle.
È infatti possibile riunire cartelle in Raccolte e
indicizzare i file di una o più cartelle in una categoria
particolare.
Figura 40
111
Se hai più cartelle di relazioni sullo studio di alcune materie, puoi creare una
raccolta delle materie studiate nel primo anno e delle materie studiate nel secondo
anno.
Ad esempio supponi di avere una cartella delle foto delle vacanze, puoi indicizzare
le foto scattate in luglio per seprarle dalle foto scattate in agosto.
5.11.4 Raccolte di cartelle.
Talora può essere utile preparare un elenco di cartelle che rispondono ad esigenze
particolari.
WINDOWS 7 ha introdotto una nuova possibilità di raggruppamento delle cartelle
rispetto un argomento che le caratterizza, scelto dall’utente.
È possibile costruire una raccolta con gli indirizzi delle cartelle che vuoi
raggruppare, richiamando la raccolta otterrai
l’elenco delle cartelle afferenti alla raccolta.
Considera la cartella, figura 34,
DOCUMENTI e supponi di dover riunire alcune
cartelle nella cartella che chiamerai
CONFERENZA DEL 12 GENNAIO.
Seleziona raccolte, e dalla cartella
RACCOLTE, figura 35, scegli NUOVA RACCOLTA.
Compare l’immagine di creazione di una nuova raccolta; puoi sostituire il termine
Nuova raccolta con un nome da te
scelto.
Con un clic fra le Raccolte
compaiono le cartelle che tu hai
inserito nella raccolta.
Il sistema operativo ha inserito il
percorso per recuperare le cartelle
presenti nella raccolta.
Si tratta di una raccolta di nomi: le
cartelle sono soltanto richiamate
dalla cartella nella quale sono state
salvate in origine. Se le cancelli dalla raccolta restano presenti nella cartella di origine.
Figura 42: Creazione di Nuova raccolta.
Figura 41
112
Ritornando alla cartella documenti seleziona la cartella il cui percorso vuoi inserire
nella raccolta.
Usa INCLUDI NELLA RACCOLTA per scegliere la raccolta che contiene le cartelle
afferenti all’argomento scelto.
Hai ottenuto in questo modo di creare un percorso col quale le tre cartelle che si
trovano nella cartella documenti sono reperibili attraverso la raccolta Conferenza 12
gennaio, figura 36.
Se hai bisogno per la “Conferenza del 12 gennaio” delle cartelle di cui è stato
contrassegnato il percorso, è sufficiente da Documenti richiamare la raccolta che le
contiene.
Nota che la cartella Documenti contiene Documenti anche tra le raccolte.
5.11.5 La Tag (etichetta).
All’interno di una cartella puoi al momento del salvataggio di un file inserire
un’etichetta, tag in inglese, che ti permette di evidenziare i file che hanno la tag da te
scelta, figura 39, col segno di spunta su una delle tag che ottieni dal ▼ del menu del
Tag.
Nell’esempio di figura 38 tre file con il tag W2007 sono stati scelti dalla Tag ▼ tra
le categorie evidenziate: dic2009 – W2007.
Scegliendo NON SPECIFICATO verranno elencati tutti i file della cartella.
Figura 43
113
5.13 Attività iniziali.
La scheda delle attività iniziali, figura 40, che ti consiglio di usare solo quando avrai
acquisito dimestichezza con nuovo sistema operativo, permette in primo luogo di
intervenire nell’aspetto con cui si presenta Windows 7: procedure 1, 2, 4, 6.
In secondo luogo introduce scambi e comunicazioni tra computer diversi, collegati
in rete, procedure 3, 4, 5. Questa è una novità di Windows 7.
Infine permette il backup e l’aggiunta di
nuovi utenti al sistema.
1. INFORMAZIONI SU WINDOWS 7: Accede
ad internet per fornire informazioni su
WINDOWS 7
2. PERSONALIZZARE WINDOWS: Permette di
modificare l’aspetto dello schermo di introdurre
screen saver, ecc
3. TRASFERIRE I FILE: Trasferisce file tra
computer collegati in rete
4. CONDIVIDERE UN GRUPPO HOME: Introduce una rete wireless tra computer vicini
(casa, uffici, ecc.) l’uso contemporaneo di file tra più computer: revisione, correzione,
ecc.
Un gruppo home semplifica la condivisione di file e stampanti in una rete
domestica. È possibile condividere immagini,
file musicali, video, documenti e stampanti con altri utenti nel gruppo home. Gli altri
utenti non possono modificare i file così condivisi, a meno che non venga loro
concessa la relativa autorizzazione
5. MODIFICA LE IMPOSTAZIONI DEL CONTROLLO. Modifica il livello cui il sistema si
adegua per comunicare eventuali tentativi di intrusioni da parte di soggetti non
autorizzati.
6. OTTIENI WINDOWS LIVE ESSENTIALS.
7. PREPARA ED ESEGUE IL BACKUP.
8. Permette di AGGIUNGERE NUOVI UTENTI (account) se hai le prerogative di
administrator.
Figura 45: Attività iniziali.
Figura 44
114
9. CAMBIARE DIMESIONI DEL TESTO Modifica o migliora la visualizzazione del
desktop.
.
AVVERTENZA: L’uso del flash-disk è oramai comune a tutti gli utenti
del computer. Giova ricordare che è opportuno disconnettere il flash disk
con una procedura raggiungibile sul lato destro del Desktop attraverso
icone che cambiano secondo il sistema operativo usato. In WINDOWS 7
si ottiene cliccando sul’icona a fianco che apre RIMOZIONE SICURA ED ESPULSIONE
SUPPORTI .
Non usando simile procedura si rischia di rendere inutilizzabile il flash disk.
115
5.14 Complementi
5.14.0 Gestione delle memorie di massa.
Nella descrizione dell’ hardware del computer sono stati
introdotti gli strumenti di memorizzazione di massa che
chiameremo genericamente dischi.
Tra le memorie di massa vi sono i dischi rigidi, i flash-
disk, gli ormai obsoleti floppy disk ed altro.
Le memorie di massa sono considerate da WINDOWS
cartelle.
In questo paragrafo descriveremo brevemente alcune
procedure che il sistema operativo può effettuare sui dischi e che tu dovrai eseguire
anche se talora la preparazione del disco è fatta dal fabbricante.
La gestione dei dischi comprende la loro preparazione a
ricevere i dati (formattazione), la suddivisione del disco in cartelle logiche, la copia di
un disco su di un altro disco, la copia dei file tra diverse cartelle, ed altre procedure di
vario interesse.
5.15 Utilità del sistema operativo sul disco
In questo paragrafo ti sono presentate le principali utilità
per la manutenzione del disco locale genericamente
conosciuto come disco rigido..
Le prime due rendono più efficiente il tuo lavoro al
computer: la liberazione di spazio su disco e
l’avvicinamento delle parti (cluster) di un file, aiutandoti nel
lavorare con più ordine e più rapidamente.
La terza utilità ti consente di evitare perdite del lavoro
che stai eseguendo e anche questa è un contributo alla tua
efficienza. Ti consiglio di eseguire il backup spesso
assieme alle utilità di Pulitura disco e deframmentazione.
Gli Hard Disk attuali sono strumenti meccanici soggetti a rottura. I flah-disk, in via di
introduzione anche per grandi volumi di dati possono anch’essi divenire inutilizzabili
Figura 46: Floppy disk.
Figura 47. Formattazione.
116
5.15.1 Preparazione della memoria di massa.
Le memorie esterne, chiamate del sistema volume, sono uno strumento di
memorizzazione; È prudente quando si usa una memoria nuova, verificare la sua
integrità, utilizzando la procedura di formattazione, figura 47.
Tale procedura
Prepara la memoria a ricevere i dati34
Esclude eventuali settori non affidabili, riducendo lo spazio disponibile 11.
Permette di assegnare un’etichetta.
Se esistono cancella tutti i dati presenti.
Per effettuare la formattazione in WINDOWS segui la procedura seguente
o Clic col tasto destro sull’icona del disco, che puoi trovare tra le risorse del
computer o sul desktop.
o Sulla tabella che compare clic su FORMATTA …
o Compare la tabella di figura11 nella quale puoi attribuire un’etichetta al
volume.
o è possibile scegliere la FORMATTAZIONE VELOCE che non cancella
completamente i file ma rende lo spazio da essi occupato soprascrivibile. La
procedura veloce non cancella i virus presenti sul volume.
o Infine il sistema operativo ti avvisa sui rischi della formattazione e ti chiede
conferma. Se confermi la formattazione avviene.
La formattazione del disco rigido di avvio del computer è riservata ad un utente
esperto che deve disporre dei programmi usati dall’utente del computer (sistema
operativo, programmi applicativi, antivirus …).
Esistono programmi che fanno una copia speculare del disco rigido di avvio
permettendo il ripristino delle condizioni di avvio di un computer in cui si è stati
costretti a formattare il disco rigido. Evidentemente con tali programmi sono copiati
anche i virus che non si è riusciti ad eliminare.
5.15.2 I formati di formattazione
La formattazione dei dischi (hard disk, floppy disk, flash-disk) può essere eseguita
in file system FAT 16, FAT32, NTFS.
34
Generalmente le memorie di massa sono distribuite già pronte per ricevere i dati.
117
FAT è l’ acronimo di File Allocation Table, NTFS è l’ acronimo di New Technology
File System.
Nella realtà fisica il disco è suddiviso in caselle (cluster: gruppo di dati in un disco)
di dimensioni fisse: i byte memorizzabili in un cluster dipendono dalla formattazione e
dal sistema operativo usato.
La dimensione fissa dei cluster e il sistema di memorizzazione costituisce uno dei
motivi della limitazione del numero di byte che si possono memorizzare in un disco.
Infatti, la FAT ed NTFS contrassegnano i cluster come occupati appena in esso ci sia
memorizzato anche un solo byte. Un file con numero di byte pari a 3 cluster e mezzo
in realtà ne occupa quattro. Di qui l’importanza di avere cluster di piccole dimensioni.
La formattazione FAT16 permette cluster di 16 byte, la FAT32 e NTFS di 4 byte.
Evidentemente lo spazio è sfruttato meglio con cluster di piccole dimensioni.
I suddetti formati spesso non sono tra loro compatibili, non si può leggere con il file
system FAT 32 un file salvato in NTFS.
5.16 Recupero di memoria sul disco e conservazione dei dati.
Dopo avere usato per un lungo periodo il computer ed aver salvato e cancellato
file di ogni tipo, il tuo disco conterrà file di ogni tipo, alcuni di essi non ricorderai
nemmeno di cosa parlano.
Inoltre l’installazione e la cancellazione di programmi, l’accesso ad Internet e le
attività varie per le quali avrai usato il tuo computer avrà contribuito a creare file di tipi
disparati che inevitabilmente occuperanno la memoria del tuo disco.
Tutto ciò rallenterà l’accesso ai file e potrebbe anche riempire il tuo disco col
risultato di non poter registrare nuovi file.
Inoltre i file che hai registrato potrebbero guastarsi e non essere più recuperabili.
Infine potrebbe verificarsi la
rottura del disco o peggio del
computer, con la perdita di tutto il
tuo lavoro.
I due inconvenienti che ti ho
presentato hanno trovato nel
sistema operativo programmi di
soccorso chiamati Utilità del sistema operativo.
Figura 48
118
5.16.1 Pulizia del Disco.
Nell’uso del computer si generano spesso file non necessari e non richiesti
dall’utente, essi occupano spazio sul disco rigido, rallentano la ricerca dei file e
indirettamente rendono meno efficace la deframmentazione di cui parleremo in
seguito.
File usati per l’installazione dei programmi che dovrebbero essere cancellati alla
fine dell’istallazione, ma talvolta non lo sono.
File che vengono generati al trasferimento di un file.
File che tu stesso ti sei dimenticato di cancellare anche se non li usi da tempo
immemorabile.
Per eliminare tali file puoi usare la procedura Pulitura Disco, figura 48.
Da START TUTTI I PROGRAMMI ACCESSORI UTILITÀ DI SISTEMA
PULITURA DISCO.
In WINDOWS 7 la procedura PULIZIA DISCO è talora disponibile direttamente nel
menu di START
Oppure con un clic destro sul nome del disco
che vuoi ripulire seleziona PROPRIETÀ
PULITURA DISCO.
Dopo l’esplorazione del disco da parte del
programma, compare la figura 49 che presenta
un elenco delle categorie dei file non
indispensabili che puoi eliminare. Seleziona con
le categorie dei file da eliminare e procedi con
OK, confermando la tua decisione alla richiesta
del programma.
Se vi sono più dischi il programma chiede il
nome del volume/disco da esaminare.
Al termine dell’operazione preceduta da una
finestra di dialogo, il programma si chiude senza ulteriori avvisi.
Il programma funziona a livello locale e non su file in rete.
OSSERVAZIONE. In NTFS fra le possibilità offerte dal programma puoi scegliere
la compressione dei file obsoleti ossia file non utilizzati per un determinato periodo:
tale procedura conserva i file riducendo lo spazio occupato su disco.
Figura 49
119
NOTA: I cookie35 non sono considerati dal programmi file inutili, per eliminarli devi
accedere a RISORSE DEL COMPUTER DISCO LOCALE DOCUMENT AND SETTIGS
IL TUO COMPUTER COOKIES ed elimina manualmente i file in essa contenuti.
Fra i rimedi dell’eccessivo spazio occupato nel disco, puoi usare la pulitura del
disco che segnala ed elimina se dai il tuo assenso, file obsoleti o comunque inutili tipo
alcuni file temporanei.
5.16.2 Frammentazione e deframmentazione
Il sistema operativo gestisce gli strumenti di memorizzazione suddividendo lo
spazio disponibile in cluster, gruppo, o pacchetti di memorizzazione.
Ogni cluster può essere assegnato ad un solo file anche se non è riempito.
Il processo di memorizzazione avviene come noto casualmente ossia il programma
cerca i cluster liberi inserendovi un file o parte di esso.
La cancellazione di file, la riscrittura, la copia, ecc. fa si che vi siano cluster liberi tra
cluster occupati da un file esistente. Ad una successiva memorizzazione di un file il
sistema cerca i cluster liberi occupandoli senza preoccuparsi che siano tra loro vicini..
Ciò provoca la frammentazione dei file memorizzati in un disco con conseguente
ritardo nell’accesso ad un file.
Tra le principali cause della frammentazione dei file ricordo:
Installazione, Disinstallazione, Aggiornamento di software.
Copia, eliminazione di file.
Uso di programmi che fanno spesso ricorso a file temporanei.
Il file system NTFS tenta di evitare in sede di memorizzazione la frammentazione
eccessiva con un particolare processo di allocazione dei file.
Se comunque la frammentazione dei file diviene eccessiva, occorre avviare la
procedura di deframmentazione.
5.16.3 Proprietà della deframmentazione
35
Particolari file generati da accessi a siti che memorizzano le caratteristiche dell’utente per
accelerare accessi successivi..
120
Prima di eseguire l’utilità considerata in
questo programma è opportuno tu esegua il
programma di pulitura disco.
Per avviarla da START : PROGRAMMI
ACCESSORIO UTILITÀ DI SISTEMA
UTILITÀ DI DEFRAMMENTAZIONE DISCHI.
Seguire le istruzioni a video.
In Windows 7 puoi ottenere la
deframmentazione cliccando su disco col
tasto destro e scegliendo ESEGUI DEFRAG dalla scheda delle proprietà, figura 44.
Fra i limiti della deframmentazione riportiamo i principali, rinviando a
documentazioni specialistiche per ulteriori notizie.
Per eseguire la deframmentazione è necessario mediamente almeno il 30% dello
spazio disponibile sul disco contenente i file da deframmentare.
È necessario essere utente con privilegi di amministratore.
Agisce solo si volumi (dischi) locali non di rete.
Se usi il computer frequentemente, è consigliabile usare la deframmentazione
almeno una volta al mese, anche se tale periodicità è legata all’uso del computer.
La deframmentazione è consigliabile farla dopo l’installazione e l’aggiornamento
del software, compreso l’aggiornamento del sistema operativo.
Il programma di deframmentazione esegue l’analisi del disco per valutare la
percentuale di frammentazione: Al termine di tale analisi il programma ti consiglia se
sia opportuno o meno eseguire la deframmentazione.
Il programma di analisi ti comunica anche altri dati relative a cartelle e file.
Dopo aver avviato la deframmentazione compare la figura 43 o una sua
semplificazione..
Osserva le condizioni del disco prima e quando è stato eseguito il 93% del
programma. Alcuni file non possono essere spostati. Ciò può dipendere da esigenze
del sistema operativo o da inadeguatezza del programma.
5.16.4 La conservazione dei dati.
Come sai qualsiasi attività svolta al computer è persa se non viene memorizzata in
memorie di massa siano dischi rigidi, dischetti, CD, DVD, flash disk. o nastri.
Figura 50: Disco prima e dopo la formattazione.
121
Tali strumenti di memorizzazione sono soggetti a guasti ed il recupero dei dati da
una memoria che si è guastata oltre che costoso, talora risulta impossibile.
Naturalmente l’informatica non poteva rimanere indifferente a tale problema e ne
ha proposto la risoluzione con l’utilità di backup.
Ciò non esclude ed io te lo consiglio caldamente il salvataggio dei file importanti in
più di un disco: il flash disk è forse lo strumento più usato ma poui rsare un CD od un
DVD. L’unità di masterizzazione è oramai presente in quasi tutti i computer.
Copie si possono fare anche su dischi rigidi esterni.
Vedi a tale proposito le procedure copia disco, salva con nome, invia file, ecc.
5.16.5 L’utilità di Backup.
Il backup è un’utilità (programma di sistema) da eseguirsi periodicamente, per
conservare i dati in memorie di massa esterne al computer in uso e per poterli
recuperare (ripristino) se per un qualsiasi evento non prevedibile, il disco in uso si
guasta e non è più leggibile.
La frequenza del backup dipende dalla mole e dall’importanza dei dati usati per il
tuo lavoro e dall’uso che dei dati viene fatto.
Generalmente si esegue il backup una volta al giorno al termine della giornata
lavorativa.
È possibile infatti programmare il backup in
modo che esso venga eseguito in momenti
prestabiliti, senza l’intervento dell’utente.
Il programma di backup e/o ripristino dati è
disponibile su Windows dal menu START con i
comandi : PROGRAMMI ACCESSORI UTILITÀ
DI SISTEMA BACKUP.
In Windows 7 puoi ottenere la
deframmentazione cliccando su disco col tasto
destro e scegliendo ESEGUI BACKUP dalla
scheda delle proprietà, figura
Il backup è riservato generalmente
all’Administrator, tuttavia è possibile chiedere
all’amministratore di essere ammessi tra i
membri dei Backup Operators.
Figura 51: Proprietà disco.
122
È opportuno, prima di eseguire il backup munirsi di memorie di massa necessarie.
All’avvio del backup ti viene presentata una tabella con l’elenco delle cartelle e dei
file presenti nel disco rigido. Devi selezionare con un clic del mouse gli elementi che
vuoi sottoporre al procedimento.
Inserisci il disco o in sequenza, i dischi su quali eseguire il backup.
Prima di esaminare i principali tipi di backup disponibili, rilevo che tutti i file al
momento della creazione o modifica sono contrassegnati da un bit di archiviazione.
Puoi eseguire diversi tipi di backup:
Completo, denominato in Windows XP NORMALE. Esegue il backup di tutti file
contrassegnati e toglie ad essi il bit di archiviazione, segnalando in tal modo che
il file è stato sottoposto a backup. Il backup completo esegue l’archiviazione
anche in assenza del bit archiviazione
INCREMENTALE: Esegue il backup solo dei file modificati dopo l’ultimo backup.
Verifica la presenza del bit di archiviazione che cancella dopo il backup.
COPIA. Esegue il backup indipendentemente dagli altri tipi di backup. Non
verifica il bit di archiviazione. Può essere utile per trasferire in maniera
elementare cartelle o file tra diversi computer36.
GIORNALIERO: è eseguito su tutti i file modificati nel giorno di backup. Non
modifica il bit di archiviazione.
DIFFERENZIALE: è eseguito solo sui file modificati dopo l’ultimo backup completo
o incrementale. Si serve del bit di archivio che non viene però eliminato.
È possibile pianificare il backup utilizzando l’utilità di pianificazione.
NOTA: Non devi confondere il backup con l’utilità che periodicamente memorizza il
file che stai utilizzando, permettendo il suo recupero in caso di malfunzionamenti.
5.16.6. Ripristino
L’utilità di ripristino è collegata al programma di Backup. Risulta particolarmente
utile nel caso che qualche file o cartella si deteriorino per eventi imprevedibili.
Si tratta di un’utilità inversa a quella del Backup. Si ottiene selezionando i file o le
cartelle da ripristinare nella scheda di backup e seguendo le istruzioni a sullo
schermo.
36
Windows prevede una procedura particolare per trasferire i file tra computer diversi 7dosi di un
cavo particolare o della rete intranet (interna all’azienda) o inernet.
123
5.16.7 Ripristino del sistema
Windows XP crea e memorizza nel disco rigido, ad intervalli di 24 ore dei Punti di
arresto detti anche punti di Ripristino.
Nel punto di arresto è memorizzato lo stato del sistema. In qualsiasi momento, se il
sistema per modifiche introdotte dall’utente tipo
l’installazione di un nuovo programma, di una
periferica diviene instabile, è possibile ritornare
alla situazione precedente la modifica avviando da
START TUTTI I PROGRAMMI ACCESSORI UTILITÀ
DI SISTEMA RIPRISTINO CONFIGURAZIONE DEL SISTEMA.
Evidentemente tale operazione cancella le informazioni sul programma appena
installato dal Registro di sistema: pur lasciando il programma memorizzato che dovrà
essere cancellato manualmente.
È possibile creare manualmente Punti di arresto:
è consigliabile farlo prima di una installazione
significativa. In figura la selezione possibile da
RIPRISTINO …
Le modifiche introdotte dal ripristino del sistema
sono totalmente reversibili.
Nota: lo spazio riservato da Windows sul disco locale per la memorizzazione del
punto di arresto è limitato: essi devono quindi essere periodicamente cancellati
utilizzando l’utilità Pulitura disco.
5.16.8 Trasferimento dei file e delle impostazioni tra due computer.
Oltre alle utilità appena enunciate, in
WINDOWS XP sono presenti altre utilità
che è opportuno tu conosca anche se
non saranno spiegate nei dettagli.
Permette guidandoti, il trasferimento
attraverso diversi mezzi.
Un cavo seriale null-modem
Una rete intranet (locale).
Una rete internet
Figura 52. Ripristino.
Figura 53
Figura 54
124
L’utilità si puoi ottenerla con START TUTTI I PROGRAMMI ACCESSORI UTILITÀ
DI SISTEMA TRASFERIMENTO GUIDATO file ed impostazioni
Con questa utilità puoi ottenere il trasferimento tra due computer: mittente e
destinatario, .di tutte le impostazioni ed i programmi presenti nel mittente.
Naturalmente entrambi i computer devono avere installato Windows.
In tal modo in caso di cambio del computer non è necessario reimpostare tutte le
procedure.
È inoltre possibile partire da un server, creare un insieme di computer gemelli,
ossia aventi le stesse caratteristiche.
Puoi utilizzare per i trasferimento anche un disco se sufficientemente capiente, tipo
CD scegliendo quando richiesto Altro …
Per ulteriori istruzioni ti rimando alle istruzioni in linea.
5.16.9 Pianificazione delle Utilità di sistema.
Permette di far eseguire periodicamente programmi siano essi applicazioni o utilità.
Tipica la pianificazione del backup in momenti prestabiliti senza l’intervento
dell’utente.
5.14.3. Recupero file deteriorati.
La procedura di deframmentazione provvede nel corso della verifica a tale
operazione.
5.14.4. UAC.
Già presente in Vista UAC è stato conservato in WINDOWS 7, ma è meno
invadente. Nel capitolo 4 ne è stato trattata la sua azione. Ti rimando quindi a tale
capitolo.
Qui basta accennare che esso impedisce l’esecuzione di programmi considerati
non innocui tra cui molti dei programmi gratuiti reperibili in rete.
Può essere eliminato con azioni sul registro di WINDOWS.
125
ESERCIZI .
ES. 1. Copia di un file su di un supporto esterno al computer o su cartelle
diverse.
In questo esercizio sarai guidato a svolgere alcune operazioni su File, Cartelle e
dischi. Come esempio hai la cartella del libro, tuttavia se hai seguito con attenzione le
lezioni ed il libro, dovresti essere in grado di ricrearti una base diversa per svolgere la
procedure suggerite.
Riporto un esempio della procedura da seguire e della pagina di WINDOWS usata
(Cartella lettere di WINDOWS 2000). Evidentemente mutatis mutandis tale procedura
può essere seguita in ogni occasione.
Clic col tasto sinistro successivamente su:
Risorse del computer Disco rigido (nell’esempio D) Documenti Giovanni
Lettere
Clic col tasto destro sul file prescelto il file viene selezionato e compare un menu
con varie procedure.
La procedura Invia a apre un menu dal quale scegliere tra le destinazioni
Desktop (collegamento) - Destinatario posta - Disco rimovibile – Disco Floppy –
Documenti - ecc.
Le destinazioni che compaiono sono quelle disponibili sulla macchina virtuale
(computer + sistema operativo) usata in quella sessione di lavoro.
Con Desktop si crea un collegamento sullo schermo di un file o di un programma
che può essere usato per aprire il file stesso. Oppure per copiare il file in cartella
diverse.
La richiesta cui devi rispondere è proprio trasferire il file tra cartelle diverse. Quindi
…
Puoi anche spedire il file ad un amico: con Destinatario posta si apre il programma di
posta elettronica per l’invio del file ad altri.
Le altre destinazioni sono intuitive.
Nota che sul Desktop compare un collegamento non il file.
126
Es. 2. Copia di un file su di un supporto esterno al computer o tra cartelle
diverse
Se nel tuo computer non hai ancora suddiviso la cartella documenti in cartelle
diverse questo è il momento per cominciare: crea le opportune cartelle e seguendo i
suggerimenti dell’esercizio suddividi i tuoi file in cartelle diverse secondo le
caratteristiche del contenuto..
In questo esercizio ti si richiede di gestire un file a partire dallo schermo del
computer. Quindi ti devi trovare col computer acceso che presenta lo schermo con le
icone di Windows (Desktop)
Devi accedere alla cartella Documenti del tuo computer, o ad una cartella che
contenga al suo interno diverse cartelle e file. Segui le procedure di seguito indicate
Clic col tasto sinistro successivamente su37:
Risorse del computer Disco rigido (nell’esempio D) Documenti Tua
cartella personale Lettere (o altre cartella del tuo dominio).
Clic col tasto destro sul file prescelto il file viene selezionato e compare un menu
con varie procedure.
La procedura Invia a apre un menu dal quale scegliere tra le destinazioni
Desktop (collegamento) - Destinatario posta - Disco rimovibile – Disco Floppy –
Documenti - ecc.
Le destinazioni che compaiono sono quelle disponibili sulla macchina virtuale
(computer + sistema operativo) usata in quella sessione di lavoro.
Con Desktop si crea un collegamento sullo schermo di un file o di un programma
che può essere usato per aprire il file stesso. Notiamo che si tratta di un collegamento
e non di un file.
Con Destinatario posta si apre il programma di posta elettronica per l’invio del file ad
altri.
Le altre destinazioni sono intuitive.
Devi anche trascinare file diversi nelle cartelle cui sono afferenti per far ciò: clic col
tasto sinistro e tenendo premuto il tasto sposta il mouse su una cartella ottenendo
così il trasferimento del file prescelto all’interno della cartella individuata
37
Se nel tuo computer non ha ancora suddiviso i documenti tra cartelle diverse questo è il
momento per cominciare: crea le opportune cartelle e seguendo i suggerimenti dell’esercizio suddividi
i tuoi file in cartelle diverse.
127
ES. 3
Apri la cartella documenti e crea all’interno di essa tre cartelle di nome
Lezione
Vacanze
Amici
Suddividi la cartella Lezione in alcune sottocartelle con il nome ricavato dalle materie del tuo
corso di studi.
La cartella Vacanze devi suddividerla in sottocartelle il cui nome sia quello delle
città che hai visitato nell’ultimo anno.
La cartella Amici devi suddividerla in maschi e femmine.
Quest’ultima parte puoi svilupparla dopo aver appreso l’uso di Word:
Nelle cartelle maschi e femmine inserisci dei file il cui nome è quello dei tuoi amici
ES. 4
Completa il disegno seguente con le cartelle mancanti dell’esercizio 1: (puoi svolgere
l’esercizio con carta e matita o con WORD )
Documenti
Lezioni
Vacanze
Torino
Venezia
Amsterdam
Amici
Carlo
Giuseppe
ES 5:
Osserva con attenzione le procedure che ti sono richieste, rispondendo alle
domande: Cosa succede formattando un dischetto?
Cosa succede nella copia tra due dischi
Formatta e con etichette Disco_1 e Disco_2 due dischetti:
Nel primo dischetto copia alcuni file dal disco rigido.
Usa la procedura copia disco per copiare il contenuto del Disco_1 su Disco_2
128
Da sviluppare eventualmente dopo aver appreso l’uso di WORD
ES 6:
Utilizzando un dischetto sul quale hai salvato e cancellato molti documenti,
intervieni su di esso con l’utilità di deframmentazione, che trovi ciccando col tasto
destro del mouse sull’unità proprietà strumenti deframmentazione
ES. 7.
Utilizza ora un dischetto con un solo documento ed usato una sola volta, intervieni
su di esso con l’utilità di deframmentazione, che trovi ciccando col tasto destro del
mouse sull’unità proprietà strumenti deframmentazione.
Osserva attentamente le istruzioni ed i consigli che appariranno a video e stendi
una breve relazione su quanto osservato.
ES. 8
Scrivi un documento e verifica l’azione della protezione a mezzo Password sia di
accesso che di modifica.
a. Salvalo utilizzando gli strumenti di inserimento della password.
b. Prova la correzione ed il salvataggio del file sia con nome originario sia con un
nome diverso.
c. Prova ad utilizzare un file in sola lettura.
d. Quanto ti suggerisce la tua creatività.
Domande
1. Ricorda e descrivi almeno cinque procedure del sistema operativo.
2. Quale è lo scopo della formattazione di un disco?
3. Quali sono le conseguenze della formattazione di un disco?
4. Cosa significa FAT?
5. Quali sono i formati della formattazione?
6. Il file system NTFS introduce una procedura utile alla sicurezza. Quale?
7. Cosa significa crittografia di un file?
8. Una cartella può servire a?
129
9. Cos’è una cartella virtuale? Quale sistema operativo l’ha introdotta?
10. Quanto spazio occupa una cartella?
11. Come si denomina un file?
12. Dove sono salvati di impostazione predefinita i file?
13. Cos’è la frammentazione di un disco?
14. Come opera la deframmentazione?
15. Parla del backup e del ripristino di un disco e/o di un file?
16. Si può fare il backup di alcune cartelle di un disco (non tutte)?
17. A cosa serve il filetype di un file?
18. Si può cambiare il filetype di un file?
19. Quali le conseguenze del cambio del filetype di un file?
131
Capitolo 6
Il formato dei file
6.1 Prefazione
Il file è un raccolta ordinata di
informazioni codificate.
Nel DOS ed in Windows la regola
per leggere e rappresentare sullo
schermo e sulla carta, il file, ossia il
programma che lo ha generato e che
può leggerlo, è individuato da un
suffisso formato da un punto e
tre/quattro lettere, che seguono il
nome del file.
Tale suffisso in informatica
assume il nome di estensione in
italiano, pur essendo preferibile la
forma inglese filetype che da un’idea dello scopo del suffisso. Nei capitoli precedenti è
stato usato il termine inglese filetype.
Il filetype rappresenta quindi il
tipo di file ed il suo formato.
È possibile cambiare il
filetype, ma il sistema operativo
potrebbe non individuare il
programma col quale aprire il
file.
Vi sono particolari programmi
quali ad esempio WORDPAD
che permettono di leggere file
indipendentemente dal loro
filetype. Figura 56: Lettura file.
Figura 55
132
Nel DOS il filetype è sempre visibile dopo il nome del file.
In WIDOWS dalla versione 95 in poi il filetype può essere non visibile, ma è
comunque presente. Posizionandosi col cursore sul nome del file compare la
descrizione del file con il nome del programma che lo ha generato e con lo spazio che
esso occupa sulla memoria di massa.
Per poter vedere il filetype devi accedere al pannello di controllo ed aprile la
scheda opzioni cartella, figura 1. Togliendo la spunta su NASCONDI L’ESTENSIONE PER
I TIPI DI FILE CONOSCIUTI, i file appariranno col loro filetype, chiamato in italiano
estensione.
Nello sviluppo dell’informatica il numero dei formati e dei filetype dei file ha
raggiunto un numero elevato, dovuto all’impiego del computer per i compiti più diversi.
È impossibile citarli tutti, mi limito a evidenziare le caratteristiche dei formati più
usuali.
6.2 Apertura di file di formato sconosciuto.
Talora si ricevono file di cui non si conosce il formato o il cui formato che puoi
individuare dal filetype sconosciuto.
In tal caso puoi usare la procedura Apri con … appare una cartella da cui puoi
scegliere il formato che ritieni più opportuno. Se la scelta è oculata il file si apre
regolarmente nel nuovo formato da te scelto. Naturalmente un file grafico deve essere
aperto con programmi per la grafica.
Tale procedura è applicabile anche ai file in Formato OpenDocument.
La versione 2007 di Office permette l’apertura e la scrittura di file OpenDocument e
la creazione di file PDF.
6.3 Formato dei file.
Consideriamo alcuni formati di file ed esaminiamo le loro caratteristiche.
Distinguerò i file generici generati da programmi tradizionali, tipo file di documenti
di MS OFFICE, file comunque che non hanno bisogno di metodi di salvataggio
particolari, ed i file che date le loro caratteristiche, richiedono per essere memorizzati
e rappresentati particolari metodi.
Alcuni formati sono proprietari ossia sono utilizzabili solo con autorizzazione della
società che li ha creati. Tra essi molti file grafici, musicali, per la televisione.
133
Non è possibile esaminare tutti i formati dei file usati nell’informatica; ciò
richiederebbe una trattazione specifica. In questo capitolo esaminerò solo i formati più
usuali e che talora sono citati nella pagine del volume che hai tra le mani.
Un testo, come insieme di caratteri è evidentemente la forma più semplice e
tradizionale della comunicazione.
In tali file possono essere inseriti grafici e particolari procedure dette macro.
Generalmente qualunque tipo d file di testo è scrivibile, leggibile e salvabile su
memoria di massa con programmi generici, tipo WORDPAD, Blocco note, editor di
testi. Le versioni do Office precedenti la 2007 hanno formati specifici, binari, per i loro
file e richiedono per essere letti l’uso di programmi che li hanno generati.
Esistono anche file contenenti macro, tipo ACCESS, EXCEL, PROJECT i cui file
richiedono programmi specifici.
Esistono filetype per file di testo, grafica vettoriale e bitmap, file compressi, file
musicali, per la televisione, file eseguibili, file di sistema, . ecc.
Si può identificare il file anche attraverso altre specifiche rilevabili all’inizio del file
così come avviene ad esempio col MacIntosh.
Esistono file in cui il formato è identificato di primi bit del file, anziché dal filetype.
6.3.1 Denominazione dei file
I dati implementati con un qualsiasi programma sono raccolti in file il cui nome è
composto di due termini separati da un punto (filename.flt)
Il nome, filename, dei file può essere al massimo di 255 caratteri; generalmente
filetype è attribuito dal programma ed ha lunghezza di tre, quattro o cinque caratteri.
Tabella 1
Tipo di file Filetype - Estensione Esempio
File di sistema .sys config.sys
File di esecuzione di procedure del sistema operativo
.bat autoexec.bat
File di programmi .exe Word.exe
File di testo (testo non organizzato)
.txt prova.txt
File di Word .doc .docx .docm libro.doc
File di Excel .xls .xlsx .xlsm Carte1.xls
File di Access .dbf .accdb Elenco.dbf
File di HTML – Pagina WEB. Formato pagina
.htm
.html Rete.htm Rete.html
File grafici .jpg .bmp .tif .prg Figura.bmp
File di formato pagina .pdf Leggi.pdf
134
Il filename composto di lettere o simboli esclusi.\ > < * ? “ | : ;
Filename può essere composto di 8 caratteri in DOS e 255 caratteri in WINDOWS.
Filetype (detto in italiano estensione) individua il formato e indirettamente il
programma che ha generato il file.
L’estensione (filetype) di un file dipende dal programma che lo ha generato. È
necessario fare attenzione all’estensione di un file, essa individua nel caso di file di
dati, il programma utile ad aprirlo. L’estensione del file esiste sempre anche se in
WINDOWS spesso non compare ma viene apposta automaticamente.
Questo fatto se ignorato può rendere difficile il recupero e l’uso di alcuni file, anche
se le più recenti versioni di WINDOWS cercano di porre rimedio all’imperizia
dell’utente.
L’estensione permette a WINDOWS di collegare un file al programma che lo ha
generato. Se si desidera rinominare un file occorre fare attenzione a non cambiare il
filename/estensione dello stesso.
Particolare cura va posta nell’estensione dei file del linguaggio HTML che talora
hanno estensione .html nei programmi più vecchi e .htm nei programmi aggiornati.
Evidentemente l’estensione diversa può rendere la chiamata (link) della pagina non
eseguibile.
6.3.2 File generici.
I file cosiddetti generici sono raccolte di informazioni che non richiedono tecniche
dedicate. Distingueremo i file secondo il loro filetype, che li caratterizza e richiede
programmi spesso dedicati.
.rtf Formato di file utilizzato fino a poco tempo fa per lo scambio di documenti tra
piattaforme diverse. Oramai obsoleto e sostituito con vantaggi da file HTM / HTML,
PDF.
.txt Il file di tipo più semplice e che occupa una quantità di memoria ridotta rispetto
ad altri formati di file. Occupando poca memoria è utile per lo scambio di informazioni
in internet e per scaricare file dalla rete. Solitamente è letto da svariati programmi,
tanto da essere usato per la comunicazione tra piattaforme diverse.
Il programma tipico per la sua lettura è il Blocco Note.
Non permette di agire sul formato del testo (formato: paragrafo, carattere,
allineamento, ecc.) e non può rappresentare le figure ed i grafici.
6.3.3 File di OpenDocument
135
OpenDocument è uno standard basato su XML, creato dalla SUN Microsystem,
pubblicamente accessibile ed usabile. Il consorzio OASIS che lo gestisce ha creato
alcune normative per rendere tale formato univoco.
Per quanto riguarda i documenti nel formato OpenDocument38, le estensioni
(filetype) più comuni sono:
ODT (Documento OpenDocument)
ODS (Foglio elettronico OpenDocument)
ODG (Disegno OpenDocument)
ODP (Presentazione OpenDocument)
ODB (Database OpenDocument)
ODF (Formula OpenDocument)
OTG (Modello di disegno OpenDocument)
OTP (Modello di presentazione OpenDocument)
OTT (Modello di testo OpenDocument)
Questo formato è stato adottato da Open Office.org in un insieme di applicazioni
per la gestione aziendale, analoga a quella di Microsoft Office.
La possibilità dell’accesso pubblico e libero, ha spinto parecchi enti governativi tra
cui la Comunità Europea a consigliare il formato OpenDocument nelle comunicazioni
ufficiali.
Per leggere i file in formato OpenDocument la soluzione più facile, è quella di
scaricare ed installare OpenOffice, lo puoi scaricare gratis dal sito ufficiale
http://it.openoffice.org .
Office 2007 della Microsoft supporta OpenDocument, e permette di leggere e
salvare documenti in tale formato.
6.3.4 File di Office fino alla versione 2003.
.doc File generato da WORD che permette la completa formattazione del testo e
delle immagini che sono inserite con particolari procedure. L’occupazione di memoria
dipende dall’insieme delle formattazioni introdotte e dal contenuto del documento. In
38
Puoi trovare una descrizione dettagliata delle modalità d’uso degli OpenDocument in
http://www.pescetti.it/andrea/freesoftware.shtml
136
tale file possono essere inserite figure e grafici con metodi abbastanza semplici. Da
Office 2007 il filetype ha assunto la forma docx , mettendo in evidenza la nuova
forma di costruzione del file che si collega al linguaggio XML.
.dot File generato da un modello di documento. Ha caratteristiche simili a .doc per
quanto riguarda la formattazione. È usato con l’intento di generare la struttura di un
documento personalizzato. .In WORD 2007 assume la forma dotx.
.xls File di un foglio di calcolo EXCEL. Analoghe considerazioni al file .doc
.mdb File usato per la memorizzazione di file di ACCES .
.mpp File di MS Project.
6.3.5 Office 2007 e il formato dei file.
In Office 2007 per i programmi WORD, EXCEL e PowerPoint, è utilizzato il nuovo
formato dei file chiamato Microsoft Office Open XML. Tale formato si basa sul
linguaggio XML.
Il linguaggio XML permette di separare il contenuto del documento dalle sue
proprietà. In tal modo un file di XML può essere letto anche da un qualsiasi editor di
testo, con le opportune procedure. Ciò rende la lettura di un file indipendente dal
programma che l’ha generato. Office 2007 possiede opportuni schemi per creare i file
di un documento, ma il documento può essere letto anche al di fuori di tali schemi.
I programmi già citati usano anche la compressione del file in registrazione e la
decompressione in apertura.
L’uso della compressione, fa si che un documento do WORD, una cartella di
EXCEL, un gruppo di diapositive di PowerPoint In Office 2007 occupino meno spazio
in memoria di quanto ne occupino equivalenti file dei precedenti Office.
Si può arrivare a guadagni di spazio sul disco fino al 70%.
I filetype dedotti direttamente da versioni precedenti di Office si riconoscono per la
presenza di una x alla fine del filitype tradizionale: un documento di word ha filetype
.docx, un modello di word ha filetype .dotx, .xlsx per EXCEL e così via.
Per access il filetype è .accdb.
Per Publisher.è .pub.
6.3.5 Formato UDF
L'UDF (acronimo di Universal Disk Format) è un file system creato nel 1987 per le
esigenze dei CD-RW e dei DVD.
137
Prevede nomi di file con maiuscole e minuscole, con lunghezza massima di 255
caratteri. È stato ottimizzato per utilizzare dati di grandi dimensioni e per minimizzare
la necessità di cambiamenti quando un file deve essere aggiunto o cancellato per
questo motivo è utilizzato da certi software di scrittura a pacchetti CD-R/CD-RW.
Le dimensioni massime dei file archiviabili è di 16 Exbibyte pari a 260 Byte; file più
grandi non possono essere scritti con questo file system.
Il formato UDF è il cosiddetto formato universale, quindi leggibile da
qualsiasi lettore. Vale a dire che scrivi, copi, cancelli file proprio come con un floppy.
I sistemi operativi WINDOWS dovrebbero leggere e scrivere in formato UDF talora
nativamente, e talora con programmi aggiuntivi. Problemi si pongono tuttavia per la
dimensione dei file e per le trasformazioni che subisce lo standard UDF.
6.3.6 File di descrizione di pagina.
I file di descrizione di pagina sono file che si ottengono dal salvataggio di file
ottenuti con programmi di vario tipo.
.pdf File creato con un linguaggio che descrive la pagina di testo ed immagini con
il disegno vettoriale del suo insieme. Generati da programmi particolari che sfruttano
il linguaggio PostScript. L’interesse di tale formato è tale da rendere opportuno uno
studio particolare cui è dedicato un capitolo del testo.
.htm .html file destinati alla descrizione delle pagine del web.
.xml, .xhtm file che rappresentano una evoluzione di .htm, rendono possibile la
costruzione di pagine web con l’introduzione di procedure più evolute quali i richiami
di pagine particolari. Share Point Designer
Questo elenco non può e non vuole essere esaustivo, stante la molteplicità dei
formati e dei relativi filetype creati nel corso dell’evoluzione dell’informatica.
OSSERVAZIONE: In MS Office come in altri insiemi di programmi collegati si è
avuta un’evoluzione nella memorizzazione dei file. Tale evoluzione ha portato a
miglioramenti nell’uso del programma ed a riduzione della memoria utilizzata per la
conservazione del file in memorie di massa. Come conseguenza spesso i file di
programmi di versioni più recenti non possono essere letti da programmi delle versioni
precedenti. Vedi a proposito le istruzioni per il salvataggio e l’uso dei file nei capitoli
dedicati ai singoli programmi.
138
Una particolare menzione merita il formato usato in Office 2007 che ha adottato per
la una versione personalizzata di XML, introducendo procedure non possibili con i
programmi di Office precedenti.
6.4 La compressione dei file
I file compressi39 sono file ottenuti con particolari programmi di compressione che
agiscono sul file su cui sono applicati eliminando informazioni superflue pur
permettendo la ricostruzione del file originale.
Nel caso dei file non grafici, la compressione non è distruttiva
Tralasciando i file grafici, i file compressi hanno diversi filetype. Se il filetype è .exe,
il file si decomprime automaticamente con un doppio clic.
Se il file ha filetype .zip, per decomprimerlo occorre un programma di
decompressione spesso allegato al programma di compressione e individuato dal
termine unzip.
Oltre al filetype .zip, che è il più famoso esistono molti altri filetype relativi a svariati
programmi di compressione dei file.
Ne cito alcuni .7z, BZIP2, GZIP, TAR, CAB, RAR, ARI, CPIO, RPM, DEB, ecc.
Sono reperibili in internet programmi che comprimono i file e programmi “universali”
che decomprimono molti tipi di file compressi.
Una volta decompresso i file ottenuto è utilizzabile per la lettura, la modifica, la
stampa.
Generalmente il file (o il gruppo di file) decompresso è posto nella stessa cartella in
cui si trova il file compresso, ma si può preparare e scegliere una cartella all’uopo.
Il sistema operativo Windows, a partire da Windows XP, ha comunque un comando
per la creazione e l'apertura di archivi compressi (tasto destro del mouse, "Invia
a/Cartella compressa", oppure "Apri con/Cartelle compresse"), anche in formati
proprietari, quali Winzip, WinRar, Win Ace, jZip Ultimate Zip.
Lo ZIP è un formato di compressione dei dati molto diffuso nei computer IBM-PC
con sistemi operativi Microsoft e supportato di default nei computer Apple con sistema
operativo Mac OS X. Supporta vari algoritmi di compressione, uno dei quali è basato
su una variante dell'algoritmo LZW. Ogni file viene compresso separatamente, il che
permette di estrarre rapidamente i singoli file (talvolta anche da file parzialmente
39
Queste informazioni sono tratte direttamente da Wikipedia
139
danneggiati) a discapito della compressione complessiva. Un file Zip si riconosce
grazie all'header "PK" (codifica ascii)
Essendo un formato senza perdita di informazioni (lossless), viene spesso
utilizzato per inviare programmi o file che non possono essere modificati dal processo
di compressione. Nato in ambiente DOS, ha trovato con il passare del tempo validi
concorrenti in altri formati, come ARJ, RAR, ACE o 7z che offrono un rapporto di
compressione maggiore (a volte a discapito della velocità); la sua grande diffusione gli
permette tuttavia di essere considerato uno standard de facto per tali sistemi.
Nei file grafici, spesso la compressione fa parte della procedura di memorizzazione
dell’immagine. Essa si rende indispensabile per la dimensione che generalmente ha il
file grafico.
In questo caso esiste una compressione distruttiva, lossy, e non distruttiva,
lossless.
6.5 Il file grafici
Trattasi di file particolari formati da immagini, fotografie, disegni, grafici di excel,
disegni di WINDOWS, ecc.
Spesso completano un testo e aumentano il livello della comunicazione, nel senso
che il ricevente può subire una maggiore trasformazione con un testo in cui siano
aggiunte forme grafiche opportunamente scelte.
Talora solo l’immagine è fonte di informazione, pensa ad alcune foto o quadri
famosi. Ti invito come utile esercizio a ricercare tali immagini ed a costruire una tua
raccolta con le impressioni che taluni quadri o fotografie hanno suscitato in te e sulle
impressioni che talune foto o quadri hanno suscitato nei soggetti particolari cui erano
dirette.
Nei tuoi studi queste immagini ti sono state probabilmente presentate: lascio quindi
a te il piacere della riscoperta e della scoperta.
6.5.1 Parametri dei file grafici.
La comunicazione si serve di molti mezzi, testo, televisione, fotografia, musica,
testo parlato, disegni, ecc.
Tra questi l’immagine assume una notevole importanza. È quindi utile conoscere
formati, nel nostro caso filetype, e modalità di lettura e stampa di un file di tipo grafico.
Ogni immagine può essere decomposta in punti e l’insieme dei punti compone
l’immagine complessiva.
140
Le immagini possono essere composte con linee, figure geometriche attraverso
equazioni che vengono sviluppate dal processore della scheda grafica.
Nelle immagini vi sono alcuni parametri che ne definiscono il tipo e l qualità.
6.5.2 Profondità di colore o colori rappresentabili.
Dipende dalla risoluzione cromatica che può essere misurata, attraverso i bit per
pixel, quanti e quali colori può avere un'immagine ossia la quantità di colori
visualizzabile per ogni pixel.
Con il termine pixel (picture element) si indica ciascuno degli elementi puntiformi
che compongono la rappresentazione di una immagine per punti nella memoria di un
computer.
L’immagine per punti è chiamata anche immagine raster o bitmap.
Il caso più semplice è quello in cui ad ogni pixel è associato un solo valore (1 bit).
Poiché un bit assume solo 2 valori (0-1), il pixel sarà acceso o spento. L'immagine
così verrà rappresentata in bianco e nero, immagine a 1 bit.
Con 8 bit le combinazioni diventano 256 ossia 28, quindi otteniamo un'immagine a
256 colori, detta anche immagine a 8 bit. Con 16 bit ogni pixel assume uno tra i
65536, ossia 216 , colori disponibili detta immagine a 16 bit; e con 24 bit si rendono
disponibili 16.777.216, ossia 224 colori, oltre 16 milioni di colori, immagini a 24 bit .
6.5.3 Risoluzione.
La sua unità di misura più conosciuta è punti per pollice e individua il numero di
punti presenti in un pollice quadrato di un’immagine.
La risoluzione determina la possibilità di vedere sullo schermo un’immagine, in cui
basta una bassa risoluzione, oppure stampare in cui è necessaria una risoluzione di
almeno 300 punti per pollice.
Può esservi la necessità di ingrandire un’immagine. In tal caso l’immagine per punti
perde di definizione. Infatti il numero di punti per pollice è fisso.
6.5.4 Canale Alpha.
Riferito alla trasparenza. Un canale alfa permette il controllo della trasparenza di un
singolo pixel.. Minore è il valore alfa di un pixel maggiormente visibile il colore del
pixel sottostante. Un pixel con valore alfa pari a zero è completamente trasparente.
141
6.5.5 Compressione.
Il notevole spazio di memoria occupato dai file grafici rende utile la compressione
dei file. Trattasi di un metodo, spesso basato su algoritmi appositamente creati che
riduce lo spazio di memoria occupato da un file.
Vi sono compressioni distruttive che non
permettono l’esatta decompressione del file.
Infatti la compressione toglie alcune
informazioni sull’immagine che la
decompressione non sempre è in grafo di
recuperare.
Vi sono anche le compressioni non distruttive
che conservano le informazioni presenti nel file.
Tali formati nella memorizzazione non
rinunciano alle informazioni per la descrizione
dell’immagine. In tal modo la compressione è
meno efficace.
Lossless significa minore perdita (di
informazione).
Qualunque compressione comporta una
perdita di informazione, i metodi lossless
cercano di equilibrare la compressione con la
conservazione della qualità dell’immagine
Le immagini salvate con un algoritmo di
compressione dati lossless occupano meno spazio nei dispositivi di memorizzazione,
mantenendo quasi inalterata tutta l'informazione originale.
Le immagini memorizzate con un algoritmo di compressione lossy, dissipativo,
subiscono una perdita di informazione, per tanto questa tecnica non è adatta per
salvare le immagini che vengono rielaborate coi programmi di fotoritocco (le continue
modifiche comporterebbero un progressivo degrado dell'immagine ad ogni
salvataggio e riapertura); invece, in virtù delle ridotte dimensioni del file, sono
particolarmente indicate per la trasmissione di immagini o per ridurre le dimensioni di
un'applicazione o di un prodotto da distribuire.
Riportiamo i più noti formati grafici con le loro caratteristiche rispetto alla variabili
citate all’inizio del capitolo.
Figura 57: Ingrandimento (b)immagine vettoriale e (c) bitmat .
142
6.5.6 Formato di file grafici.
Grafica bitmap
La grafica annovera una lunga lista di formati diversi, perché le immagini possono
essere codificate e/o rappresentate in molti modi diversi: inoltre molti programmi di
grafica che trattano immagini associano ai dati grafici veri e propri, un insieme di
informazioni supplementari, per esempio sulla loro rappresentazione.
Nella presentazione di un file grafico assume particolare importanza la sua
definizione, la sua occupazione di spazio, la possibilità di modificare le dimensioni del
grafico senza perdere definizione.
La gratifica bitmap o raster, detta anche grafica per punti, scompone un’immagine
in punti di diversa dimensione per cui la sua risoluzione è definita in punti per pollice.
La grafica bitmap, se viene ingrandita o viene visualizzata su un dispositivo dotato
di una risoluzione maggiore di quella del monitor, perde di definizione.
Una linea che percorre lo schermo trasversalmente se viene rappresentata
utilizzando la grafica per punti viene memorizzata come una sequenza di pixel
colorati disposti a formare la linea. Se provi ad ingrandire una sezione della linea
vedresti i singoli pixel che compongono la linea. Vedi immagine c della figura 3.
Grafica vettoriale.
La grafica vettoriale, definisce l’immagine attraverso equazioni matematiche, la
risoluzione è costante.
Se una linea è memorizzata in modo vettoriale essa è rappresentata da un inseme
di equazioni che parte da un punto identificato con delle coordinate iniziali e termina in
un altro punto definito con delle coordinate finali. Ingrandire una sezione della linea
conserva la visualizzazione dei singoli pixel e la linea è visualizzata sempre con la
massima risoluzione consentita dal monitor, vedi immagine b di figura 3. Le equazioni
in un ingrandimento rimangono equivalenti tra loro.
La descrizione vettoriale delle informazioni grafiche presenta inoltre il vantaggio di
una maggiore compressione dei dati: in pratica una immagine vettoriale occuperà
molto meno spazio rispetto ad una corrispondente bitmap con una riduzione
dell'occupazione di RAM e memoria di massa. Infine l'ingrandimento o la riduzione
143
delle misure del soggetto prodotto in vettoriale non incide in maniera significativa sul
peso dell'immagine stessa.
Riassumendo i principali vantaggi della grafica vettoriale rispetto alla grafica per
punti sono la qualità, la maggiore compressione dei dati e la più facile gestione delle
eventuali modifiche.
6.5.7 Modifica delle dimensioni di un’immagine.
Spesso dovrai modificare le dimensioni di un’immagine. Nella Figura 2 puoi vedere
l’ingrandimento di una parte dell’immagine (a), ottenuta nel caso (b) da un file
vettoriale, e nel caso (c) da un file bitmap.
Le immagini bitmap sono rappresentate attraverso punti di dimensioni più o meno
grandi. Un’immagine costruita da punti per modificare nelle dimensioni deve
modificare la grandezza dei sui punti. Gli effetti di tale operazione, soprattutto per
l’ingrandimento non sempre sono gradevoli.
Le immagini vettoriali sono costruite con la rappresentazione di linee espresse da
equazioni, onde la modifica delle dimensioni agisce sull’equazione mentre le linea
rimane con la finizione iniziale.
6.5.8 La memorizzazione dei file di immagini bitmap
I file grafici per punti possono essere memorizzati attraverso tipologie di file diversi.
La necessità di non impegnare troppo spazio in memoria nella trasmissione e nella
memorizzazione dei file ha portato a metodi di compressione che sfruttando algoritmi
di compressione diversi, gravando in modo differente sul supporto di memorizzazione.
6.6 Tipi di file grafici.
I file non compressi richiedono una quantità di memoria maggiore dei file
compressi a vantaggio di una qualità dell’immagine più elevata.
.tiff
Tagged Image File Format. Il più noto formato grafico fino all’avvento di WINDOWS è
il formato TIFF, Tagged Image File Format, possiede una estesa scala di grigi ma
anche un’ampia profondità di colore40 da 1 bit a 24 bit, supporta il canale Alpha.
Questo formato di file ha richieste di elaborazione minima, non essendo necessari
algoritmi di compressione (in fase di scrittura) e decompressione (in fase di lettura),
40
Si parla anche di tavolozza di colori:
144
tuttavia, mancando di compressione, risulta particolarmente voluminosi, in termini di
spazio occupato su disco (o altro dispositivo di memorizzazione), rispetto agli altri
formati:
Il formato TIFF è largamente utilizzato per lo scambio di immagini fra stampanti e
scanner perché permette di specificare numerose indicazioni aggiuntive
Le immagini possono essere memorizzate, oltre come linee di scansione, anche in
riquadri: questo permette di avere un rapido accesso ad immagini di grosse
dimensioni.
Un file TIFF può contenere immagini divise su più "pagine" (videate), ad esempio si
possono inserire in un unico file tutte le pagine che compongono un fax.
Un file TIFF può essere compresso con metodo lossless.
.raw o camera raw
Tipico formato fotografico che non modifica le informazioni sul file41, utilizzato per
la memorizzazione dell’immagine. In fotografia è usato per foto professionali per la
possibilità di modificare e adattare l’immagine all’uso cui è destinata. Il formato RAW
è un particolare metodo di memorizzazione dei dati descrittori di un'immagine. Ciò
permette di non avere perdite di qualità della
registrazione su un qualsiasi supporto rispetto ai
segnali catturati dal sensore e successivamente dal
processore d’immagine. Non utilizza alcuna
compressione.
Occupa abbastanza memoria ed è presente in
macchine fotografiche professionali o semi professionali. Tuttavia spesso ogni
produttore introduce un formato RAW personalizzato. Richiede programmi particolari
per essere aperto.
Il formato RAW non è visibile immediatamente, richiede per essere visto un
procedimento di creazione di un file, che spesso è un file .jpeg.
.dng
Digital Negative è un formato di memorizzazione di immagini recentemente
introdotto dalla Adobe, che si propone di mettere ordine tra le decine di diversi formati
RAW utilizzati in fotografia digitale. È quindi un formato RAW.
41
In fotografia si chiamano anche negativi digitali, raw in inglese significa grezzo non lavorato..
Figura 58: Trasparenza.
145
.bmp
Bitmap è stato introdotto da WINDOWS. Ve ne sono varie versioni, ma la versione
più usata è la terza.
Possiede varie profondità di colore.
.gif
Graphics Interchange Format. Molto utile per rappresentare immagini sul Web. Per
disegni al tratto, fumetti, fotografie in bianco e nero in cui sono di regola sufficienti 256
colori.
La compressione GIF è il metodo più efficace per ridurre la dimensione dei file per
le immagini che contengono pochi blocchi distinti di colore. La compressione è senza
perdita di informazioni, lossless,
Supporta 256 colori (immagine a 8 Bit) ed il canale alpha ossia la trasparenza,
figura 4.
.jpeg / .jpg
Joint Photographic (Expert) Group è il formato più utilizzato per la memorizzazione
di fotografie. È inoltre il formato più comune sul Web.
Esso offre il metodo efficace per comprimere immagini utilizzando la compressione
con perdita, lossy
Ricorda tuttavia che maggiore è la compressione meno sarà nitida l’immagine dopo
la decompressione.
Colori supportati: 16.777.216 (immagine a 24 bit)
Non è ideale per disegni geometrici, testo o icone, per cui sono utilizzati
comunemente i formati PNG e GIF
La compressione JPEG è il metodo più efficace per ridurre la dimensione dei file
per le immagini a tono continuo. Quindi immagini con molti colori e sfumature di colori.
Modifiche e salvataggi ripetuti fanno perdere di definizione dell’immagine.
È consigliabile conservare il backup dell’immagine originale.
Anche Paint salva nel formato JPG.
Di questo formato esistono formati evoluti con alcuni miglioramenti
.png
Portable Network Graphics, è un formato recente ed è utilizzato per immagini a
colori, i suoi vantaggi sono svariati, tra cui rispetto ai classici GIF e JPEG è una
maggiore profondità del colore.
Colori supportati: 16.777.216 (immagine a 24 bit), supporta il canale alpha.
146
Supporta una compressione senza perdita di informazione, lossless.
.pct
Formato per le immagini per Macintosh.
.eps
Encapsulated PostScripi.. Il file EPS è in un file di testo, scritto nel linguaggio
PostScript che descrive l'immagine e che ne consente la riproduzione perfetta anche
in scala o deformandone le dimensioni. Può contenre immagini vettoriali e raster.
6.7 La grafica vettoriale42
Nella grafica bitmap le informazioni vengono memorizzate attraverso pixel
opportunamente colorati, nella grafica vettoriale le informazioni vengono
rappresentate attraverso un insieme di primitive matematiche che sono punti, linee,
curve e poligoni opportunamente colorati.
I principali vantaggio della grafica vettoriale rispetto alla grafica bitmap sono la
qualità, la maggiore compressione dei dati e la più facile gestione delle eventuali
modifiche.
Tale sistema di descrizione delle informazioni grafiche presenta inoltre l'indubbio
vantaggio di una maggiore compressione dei dati:
Difetti: Un immagine vettoriale molto complessa può essere molto grande e
richiedere un computer molto potente per essere elaborata e le risorse richieste per
trattare l'immagine non sono definibili a priori e quindi ci si potrebbe trovare nella
situazione di non riuscire ad elaborare l'immagine per la mancanza di risorse
sufficenti.
Utilizzi: La grafica vettoriale viene utilizzata moltissimo nell'editoria, nell'architettura,
nell'ingegneria e nella grafica realizzata al computer. Tutti i programmi di grafica
tridimensionale salvano i lavori definendo gli oggetti come aggregati di primitive
matematiche.
Nei personal computer l'uso più evidente è la definizione dei font. Quasi tutti i font
utilizzati dai personal computer vengono realizzati in modo vettoriale, per consentire
all'utente di variare la dimensione dei caratteri senza perdere di definizione.
6.7.1 I formati della grafica vettoriale.
42
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera
147
Quasi tutti i formati vettoriali sono proprietà di ditte specializzate in grafiche
particolari, li citiamo ma rimandiamo per la loro conoscenza alle pubblicazioni delle
softwarehouse produttrici.
.cdr usato del programma CorelDrraw.
.swf Macromedia flash, utilizzato per lòa crezione idi immagini animate per il Web.
La sua lettura richiede il programma Flash Player.
.svg Standard del W3 Consortium43. Si basa sul linguaggio XML, richiede Adobe
SVG Viever
.ai Adobe illustrator
.fh Freehand
.dfx Drawing Exchange Format
.eps format che contiene sia immagini vettoriali che raster. Usto nella stampa.
.pdf Portable Document File; vedi documentazione sul libro.
.psd Adobe Photoshop.
6.8 Formati audio più diffusi
Come nei file grafici il problema è quello della compressione per ridurre lo spazio
occupato da un file nella memoria del computer.
IL primo standard fu quello MPEG (Motion Picture Experts Group). L’elevato
rapporto di compressione accompagnato da il mantenimento della qualità sonora
hanno decretato il successo dei fil MP3.
File MP3
Il file MP3 sfrutta nella compressione principi di psicologia del’ascolto dei file
sonoro. Ad esempio toglie le frequenze del suono oltre le soglie dell’udibilità umana:
in tal modo si può conservare un’udibilità ottimale riducendo lo spazio occupato nella
memoria di un file.
Un CD audio standard può contenere fino a 74 minuti di musica. Un CD registrato
con tecnologia MP3 potrebbe contenere 120 ore di musica.
File Wave
Si basa sulla raccolta di campioni sonori da un brano musicale. Più frequenti sono i
campionamenti più alta sarà la qualità del suono.
43
Si tratta di un’associazione per la visibilità e dei siti Web
148
In analogia a quanto avviene per i file grafici i valori possibili sono legati al numero
di bit utilizzati per memorizzare un campione sonoro.
Ad esempio in un CD Audio sono utilizzati 2 byte ossia 16 bit disponendo di 216
possibili valori per un campione. I campioni per secondo sono 44100.
Combinando le notizie fornite si può dedurre che un’ora di musica occuperà lo
spazio di 635.040.000 byte. Ricorda che un CD può contenere circa 600 MB.
È evidente che un file di tali dimensioni non può essere inviato attraverso internet.
File MIDI
In un file MIDI sono contenute le istruzioni da inviare alla scheda audio per
riprodurre i suoni di un brano in analogia a quanto avviene per i file grafici vettoriali.
Analogamente ai file grafici otteniamo un risparmio notevole di spazio occupato,
ma il suono che otteniamo è legato alla qualità delle scheda audio.
Ad esempio 5 minuti di musica occupano circa 51 KB.
Altri formati di file audio.
AAC, AC3, AIFF, AMR, BWF (Broadcast Wave File), Cda, FLAC, IFF, MID, MKA
(Matroska Audio), MP1 (MPEG-1 Layer 1), MP2 (MPEG-1 Layer 2), MP3, M4a, RIFF,
QuickTime, PCA (Sony Perfect Clarity Audio), RA (Real Audio), RM Ogg, WAV,
WMA, XM MOD, XM, IT, S3M.
6.9 Formati video.
Il problema della compressione che sorge con i file grafici e con i file audio, diviene
essenziale con i file video.
Tabella 2. Alcuni file video.
Un file audio stereo 16 bit
non compresso può occupare
circa 10 Megabyte. Un minuto
di file video standard con
compressione 5:a può occupare 216 mgabyte di memoria.
La qualità migliore, come al solito, si ottiene con file non compressi e la
compressione può ridurre pesantemente la qualità dell’immagine.
TIPO OD ORIGINE FILETYPE
Audio Video Interleaved .avi
Digital video . dv
Motion picture Expert Group .mpg, .mpeg
Filmato quick tume .mov
File Windows Media .mmv , .asf
149
DOMANDE
NOTA: Alcune di queste domande si riferiscono anche a nozioni che apprenderai
durante le lezioni e nei capitoli successivi del libro. Usa il sommario e l’indice analitico
per trovare le risposte.
Quali sono le differenze principali tra un file in formato .doc ed un file con formato
.txt ?
Quale è il filetype del modello di documento.
Richiamando il modello di un documento quale filetype avrà il file richiamato?
Quali sono le caratteristiche salienti del formato OpenDocument?
Quale linguaggio è usato per il formato di Office 2007?
Quali sono i vantaggio ottenuti con l’adozione del formato OpenDocument?
Quale concetto viene privilegiato nell’adozione del formato di Office 2007 e di Open
Office.?
Su quale linguaggio si basano rispettivamente i formati di OpenOffice e Office
2007?
I file di Office 2007 sono compressi nella memorizzazione?
Quali programmi sono stati aggiornati nel formato in Office 2007?
Come descriveresti dal punto di vista formale un file .pdf?
Quale è il filetype di un file HTML?
Quale elemento della comunicazione preferisce l’uso del formato HTML?
Per scaricare un file da internet spesso si usa il formato .txt. Perché?
Quali i vantaggie quali gli svantaggi di un file .txt?
Quali sono le categorie principali dei file grafici?
Quali formato di immagini conosci?
A cosa serve un’immagine nella comunicazione?
La posizione, la forma e le dimensioni dell’immagine in un testo può avere qualche
effetto nella comunicazione?
I file HTML è PDF hanno alcuni elementi in comune. Quali?
Cita le caratteristiche salienti dei file vettoriali.
Cita le caratteristiche che definiscono un file grafico bitmap.
Come si misura la profondità di colore e cosa significa?
Cos’è la compressione.
Cosa significa compressione lossless?
1. Perché un grafico vettoriale occupa poca memoria?
150
2. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di un file RAW?
3. Quale è definizione minima dell’immagine per la stampa?
4. Il salvataggio ripetuto di un file .jpg aumenta o diminuisce la sua definizione?
Perché?
5. Lo sviluppo di un file grafico vettoriale richiede computer di elevata potenza?
Perché?
6. Cita i filetypoe dei file che sfruttano la compressione.
7. Cos’è una compressione distruttiva? Ricorda il suo nome in inglese.
8. Cos’è una compressine non distruttiva? Ricorda il suo nome in inglese.
9. Quando conviene utilizzare il formato TIFF?
10. Quale è il filetype di un file TIFF?
11. La rappresentazione di un RAW è immediata o è necessario trasformarlo in
un file JPG?
12. Il file di testo ed i documenti .doc possono essere compressi? Con quali
vantaggi?
13. Cos’è la trasparenza?
14. Quali possibilità offre il canale Alfa?
15. Quali formati supportano la trasparenza dei pixel?
16. La compressione dei file .doc è distruttiva?
17. La modifica delle dimensioni di un’immagine bitmap ha effetto sulla sua
rappresentazione.
18. Perché conviene fare il backup dell’immagine jpg?
19. Quali formato di file audio conosci?
20. Quali sono le caratteristiche di un file audio?
21. Perché conviene comprimere un file video?
22. Ricorda le dimensioni mediedi un file video e di un file audio.
23. Quale metodo viene usato nella preparazione dei CD in commercio?
24. In un CD quanti minuti di musica sono mediamente memorizzati utilizzando
il sistema WAWE? Quanti utilizzando il sistema MP3?
25. Cosa ti suggerisce il termine MIDI?
26. Per stampare una figura od un grafico occorre una immagine ad alta
definizione?
27. Quale è la definizione minima di un file grafico usato per la stampa?
153
Capitolo 7. OFFICE 2007 e WORD.
7.1 INTRODUZIONE AD OFFICE SYSTEM 2007
Le novità introdotte con Office System 2007 richiedono una prima
introduzione, cui farà seguito nei capitoli ad esso dedicati le specifiche
procedure per la creazione di modelli di documenti.
7.1.1 Il formato dei file.
Il formato dei file è basato sul linguaggio XML, Extensible Markup Language, o
meglio in una sua versione chiamata Open Office XML Tale formato è evidenziato
dalla modifica del filetype, che consiste nell’aggiunta di una x alla fine del filetype dei
delle versioni precedenti: documento.doc diviene documento.docx, ecc.
Il nuovo formato non è leggibile dai programmi di Office delle precedenti versioni.
Se utilizzi una versione di Office
precedente la 2007, per leggere e
modificare un file scritto con la versione
2007, devi utilizzare un apposito
programma di conversione dei file
scaricabile da
http//www.microsoft.com/italy/, che
permette tale procedura.
Richiamando un documento di Office
di versione precedente alla 2007, tutti i programmi vengono aperti con il formato di
Office 2007.
Se l’utente non richiede il salvataggio in modalità 97-2003 il sistema operativo usa
il formato predefinito di Office 2007, filetype .docx, xlsx, ecc.,
Documento Word 97 – 2003 usa i formati delle precedenti versioni di Office
evidenziati dal filetype .doc, .xls, ecc.
Figura 60
Figura 59
154
7.1.2 L’uso del linguaggio XML in Office.
In Office 2007 per i programmi WORD, EXCEL e PowerPoint, è utilizzato il nuovo
formato dei file chiamato Microsoft Office Open XML. Tale formato si basa sul
linguaggio XML.
Il linguaggio XML permette di separare il contenuto del documento dalle sue
proprietà. In tal modo un file di XML può essere letto anche da un qualsiasi editor di
testo, con le opportune procedure. Ciò rende la lettura di un file indipendente dal
programma che l’ha generato. Office 2007 possiede opportuni schemi per creare i file
di un documento, ma il documento può essere letto anche al di fuori di tali schemi.
I programmi già citati usano anche la compressione del file in registrazione e la
decompressione in apertura.
L’uso della compressione fa si che un documento di WORD, una cartella di
EXCEL, un gruppo di diapositive di PowerPoint In Office 2007 occupino meno spazio
in memoria di quanto ne occupino equivalenti file dei precedenti Office.
Si può arrivare ad uno spazio sul disco pari al 70% dello spazio occupato da
precedenti formati.
7.1.2 La compatibilità.
WORD 2000, WORDXP e
WORD 2003 salvano i file in un
formato reciprocamente
leggibile. Leggono evidentemente i documenti
di WORD delle versioni precedente.
Non è vero il contrario: documenti scritti
con WORD 2007 non sono leggibili da
WORD di versioni precedenti.
WORD 2007 e tutte le versioni di OFFICE SYSTEM 2007 hanno
cambiato il modo di scrivere i file, ciò è messo in evidenza anche dal
cambiamento del filetype.
Oltre che attraverso l’icona leggermente differente, puoi distinguere un file con il
filetype, che aggiunge una x od una m al filetype dei programmi delle versioni
Filetype in Office 2007 e precedenti
Programma
Office 2007
Office precedenti
Documento WORD
.docx .doc
Modello WORD
.dotx .dot
Documento WORD con macro
.docm
Tabella 3
155
precedenti. Nel capitolo 6 puoi trovare il modo per visualizzare il filetype o estensione
del file.
Se devi inviare file ad altri controlla sempre se i programmi sono compatibili
rispetto alla leggibilità dei documenti, utilizzando il linguaggio OFFICE OPEN XML,
basato appunto su XML.
Figura 61: Modifica del formato di scrittura di Office.
OFFICE SYSTEM 2007 legge i file delle versioni precedenti. È inoltre possibile
reperire su internet un programma che permette la lettura di file di OFFICE SYSTEM
2007 da parte di versioni precedenti di OFFICE.
L’operazione di salvataggio di un file documento permette la scelta del formato di
salvataggio.
Se utilizzi versioni precedenti di Microsoft Office Word puoi aprire i documenti
salvati nel formato Microsoft Office Word 2007, ma potresti non essere in grado di
modificare alcun elementi creati utilizzando funzioni nuove o avanzate, Per leggere un
documento di Office 2007 con Office 2003 e precedenti devi scaricare microsoft office
compatibility pack. Puoi usare Google per trovare il programma.
7.1.3 Interfaccia utente Office Fluent.
L'elemento principale che sostituisce i menu e le barre degli strumenti in Office è la
barra multifunzione, un componente dell'Interfaccia utente Office Fluent, figura 4.
Progettata per facilitare l'utilizzo, la barra multifunzione è costituita da schede
organizzate in base a scenari o oggetti specifici. I controlli disponibili in ogni scheda
sono a loro volta organizzati in diversi gruppi. La barra multifunzione dell'interfaccia
utente Office Fluent è in grado di ospitare una quantità maggiore di contenuto rispetto
a menu e barre degli strumenti, incluso il contenuto di pulsanti, raccolte e finestre di
dialogo.
156
1. Le schede sono progettate in modo
da essere orientate alle attività che stai o
devi svolgere sul documento sul desktop.
2. I gruppi all'interno di ogni scheda
consentono di suddividere un'attività in
sottoattività.
3. I pulsanti di comando in ogni gruppo consentono di eseguire un comando o di
visualizzare un menu di comandi.
7.1.4 Il pulsante di Office 2007
I programmi di Office 2007 hanno unificato le
procedure che accedono al sistema operativo nel
pulsante di Office.
Esso è presente nei programmi di uso più
comune e permette di interagire col sistema
operativo.
Ad esempio non è presente in MS Project
2007 ed è leggermente modificato in ACCESS
2007.
Le procedure, figura 6, cui esso sovraintende
sono le seguenti:
Nuovo: Apre l’elenco
con immagini dei documenti
predefiniti nel programma
che stai usando tra cui ad
esempio Documento vuoto,
Modelli, ecc., figura 5
Analoghe cartelle
compaiono negli altri
programmi.
Pulsante di Office
Figura 63: Scheda del pulsante di Office
Figura 64: La scheda di nuovo documento
Figura 62. Interfaccia utente
157
Apri: Accede alla cartella documenti da
cui puoi accedere al file che ti serve in quel
momento, come appare nella figura 6.
Salva: Se stai scrivendo un nuovo
documento ti apre la procedura salva con
nome.
Se stai usando un file che hai aperto e
che era già stato usato, Salva sovrascrive il
file già usato. Conviene quindi usare
sempre Salva con
nome.
Tale procedura
permette di salvare
documenti in
formato diverso da
quello predefinito,
quali PDF, Open
Document, Modello,
e permette di
accedere alla
cartella di figura 8
per utilizzare formati
di svariati tipi ivi
presentati. La
cartella Salva con nome mostra44 la procedura Salva come ………………..
Puoi inoltre
modificare il nome del file.
creare ed utilizzare una cartella apposita.
Per il formato PDF devi installare un apposito programma, vedi il capitolo 6 per le
modalità.
44
Per aprire una procedura e modificare la scelta suggerita devi cliccare sulla freccia ▼.
Figura 66. Salva con nome
Figura 65. I formati ottenibili con salva con nome
158
Se usi formato Documento di WORD o Modello di WORD, il documento viene
salvato nel formato di WORD 2007. Puoi utilizzare gli altri formati tra i quali
Documento (Modello) di Word 97 – 2003.
Stampa: Accede al programma di stampa del sistema operativo, permettendo di
scegliere la stampante e le proprietà della stampa che verrà eseguita.
Utile è anche l’anteprima di stampa, che ti permette di vedere la forma del
documento senza stamparlo.
Prepara: Questa cartella è dedicata alla comunicazione ed introduce le procedure
di verifica, crittografia, limitazione all’uso che si può fare col documento scritto.
Invia: Accede ai servizi di posta elettronica e fax.
Pubblica: Accede a servizi particolari tra cui creare un post di blog e condividere il
documento con altri su un sito creato all’uopo.
La parte relativa a Office
Live è ancora in fase
sperimentale: lascio a te il suo
esame.
Nella riga colorata in fondo
alla cartella del pulsante di
Office sono presenti due
procedure: Esci da … ed
Opzioni di … . Quest’ultima
permette di personalizzare
l’uso del programma
relativamente a formato di
salvataggio del File, visualizzazioni, protezioni del documento, correzioni, ed altre tra
cui anche contatti con Microsoft, ecc.
7.1.5 La protezione di un documento.
Se hai deciso di inviare il tuo documento ad altri, devi preoccuparti di proteggerlo da
sguardi indiscreti.
La forma più semplice per la protezione di un documento è la crittografia, figura 9..
Figura 67
159
In office puoi ottenere la crittografia del documento prima di salvarlo. Dalla scheda
del pulsante di office seleziona la scheda Prepara ► che ha tra le sue procedure
crittografa documento: dovrai
inserire una password e
salvare il documento, Chiunque
voglia richiamare il documento
(te compreso) dovrà digitare la
password con la quale è stato
crittografato.
Altre modalità di protezione
parziale o totale della forma e
del contenuto del documento le
troverai nei paragrafi dedicati
alla revisione del documento da parti terze,
7.1.6 La privacy e il
pulsante di Office.
La sicurezza e la privacy
sono problemi essenziali nel
mondo della globalizzazione e
di internet.
Dopo aver salvato il
documento per evitare possibili
perdite, puoi dal pulsante di
Office Prepara Controlla documento verificare le possibili informazioni personali,
dette dati sensibili, presenti nel documento, figura 11
Lascia spuntati i dati che ti interessa verificare e clicca su controlla.
La figura 12 ti presenta le informazioni trovate: Con > Rimuovi tutto puoi eliminare i
dati sensibili che non
desideri siano presenti.
Infine nelle figura 11, il
Figura 68: Controlla documento
Figura 69: Dati sensibili
Figura 70: Conferma della rimozione dati sensibili.
160
risultato delle procedura Controlla documento.
7.1.7. Il formato PDF
Il formato PDF45, Portable Document Format, ottenibile nelle precedenti versioni
con la scelta di una stampante virtuale46, è stato inserito tra le possibilità di
salvataggio di Office 2007.
Si può ottenere direttamente dal pulsante di Office con la procedura salva con
nome, purché sia stato installato.
Trovi le modalità per sua installazione nel capitolo 6, paragrafo dedicato al
linguaggio PDF.
Trattasi di un formato ottenuto da un linguaggio descrittivo delle pagine di un
documento, indipendentemente dall’hardware e del software usato per prepararlo.
Tra le possibilità fornite dal formato PDF vi è la possibilità di proteggere a vari livelli
il documento salvato, tuttavia tale protezione è molto debole per cui esistono
programmi in grado di superarla.
Lo puoi aprire e leggere con programmi generalmente gratuiti tra cui il più famoso
è Adobe Reader, giunto alla versione 9.2.
Esso e distribuito gratuitamente dalla Adobe47, la software house che ha per prima
fornito nel 1993 tale possibilità agli utenti dell’Informatica.
Il formato XPS, pur con alcune diversità, svolge le stesse funzioni del formato PDF.
Esso si può ottenere attivando la stampante Microsoft XPS Document Writer.
7.1.8 Il formato HTML
L'HyperText Markup Language è ottenibile con la procedura Salva con nome
Altri Formati Pagina Web. È Il formato tipico delle pagine di Internet.
Per vedere una pagina di HTML, devi richiamare il documento dopo averlo salvato
con la procedura appena descritta.
Se lo aprirai con internet Explorer, puoi col tasto destro del mouse aprire una
scheda dalla quale scegliere HTML. Ti apparirà la descrizione della pagina in HTML
Con altri Browser hai procedure analoghe per vedere la descrizione della pagina
HTML..
45
Vedi anche il capitolo 6.
46 Tra i vari programmi gratuiti ricordiamo PDF995 ottenibile dal sito pdf995.com.
47 www.adobe.com
161
Naturalmente per ottenere pagine da pubblicare in Internet userai un percorso più
specifico.
7.2 LA SCRITTURA DEI TESTI.
Un programma di scrittura permette una facile creazione di testi di qualunque
argomento con la facilitazione di poter vedere il testo prima di stamparlo e di averlo
sempre in formato file, per cui qualunque correzione diviene estremamente veloce,
senza richiedere la riscrittura di tutto il testo. Nel corso degli anni, i programmi di
scrittura si sono perfezionati fino a diventare quasi una tipografia virtuale che
permette l’introduzione e la formattazioni di tabelle, disegni, riquadri.
Inoltre, l’uso consapevole di un moderno programma di scrittura permette, a chi lo
usa, uno sviluppo ordinato del proprio pensiero, come ad esempio il foglio di stile.
Puoi fornire al lettore una chiave per ricercare argomenti con semplicità attraverso la
procedura per la costruzione dell’indice analitico: inserire un indice analitico in un
testo, significa dimostrare attenzione alle esigenze del lettore.
Esso semplifica per l’utente la gestione delle proprie idee e conoscenze, ma se le
idee e le conoscenze sono insufficienti può metter in evidenza la incapacità dello
scrittore: scrivere col computer è fin troppo facile, ma …
Accanto ai programmi di scrittura, esistono programmi per composizioni di testi,
immagini e tabelle che creano nella memoria del computer presentazioni e
conferenze con proiezioni di immagini e testo.
Stampanti adeguate permettono poi di costruire pubblicazioni di qualunque tipo.
Tuttavia un programma di scrittura anche evoluto, non può sostituire i programmi di
stampa moderni che possiedono caratteristiche orientate alla composizione dei testi48.
Il metodo più ordinato di usare l’informatica fa ricorso all’uso di modelli coi quali
costruire documenti con struttura adeguata al testo che stai componendo.
La preparazione di un modello una volta costruito, ti permetterà di dedicare la tua
attenzione ai concetti da esprimere lasciando la struttura della pagina al programma
ed al modello che hai costruito.
48
Fra i programmi utilizzabili per costruire un pagina ricordo Adobe CS4. Esso può essere usato
gratuitamente per 30 giorni, scaricandolo dal www.adobe.it.
155
7.3 WORD: Interfaccia utente.
All’apertura del programma si presenta un’interfaccia di figura 13 in cui compaiono il menu di
avvio e le icone del programma in esecuzione per la preparazione del documento.
La nuova barra che ha assunto il nome di barra delle schede ti invita a preparare il file del
documento, prima di iniziare a scriverlo. Nel caso illustrato che sarà esaminato in dettaglio nel
capitolo, è presentata la barra di Word relativo alla scheda Home.
Nell’angolo superiore sinistro il pulsante di Office, figura 14,
OSSERVAZIONE: Per coloro che sono abituati alla barra dei menu
delle versioni precedenti, faccio notare che i menu sono stati sostituiti
da schede che spesso ne hanno mutuato il nome. Ad esempio
Formato Paragrafo è stato sostituito nella barra dalle schede Home scheda Paragrafo, e
così via. Inoltre l’icona ↘ rimanda ad una scheda dettagliata ripresa dalle versioni precedenti di
Office.
Procedure analoghe al menu File si ottengono col pulsante già descritto e ripresentato in
figura 14.
7.3.1 La barra delle schede iniziale.
Come usuale in WINDOWS queste caratteristiche sono comuni ad Office System 2007 per
procedure analoghe . Le modifiche che potrai apportare al documento sono spiegate nella
tabella 2.
Nei capitoli dedicati ai singoli programmi imparerai a costruire modelli di documenti diversi
utilizzando gli elementi propri di ciascun programma.
Figura 71: Barra delle schede Home.
Figura 72:
Pulsante Office
156
Tipo e altezza del carattere.
Forma del carattere: Grassetto, Corsivo, Sottolineato. Possono essere combinati assieme.
Colore carattere.
Giustificazione Paragrafo: Allineamento del testo: destro, centrato, sinistro, destro e sinistro.
Interlinea: distanza tra successive linee di testo.
Modifica interlinea e rientri.
Tabella 4. Alcune modifiche al documento.
La barra ad accesso rapido, figura15, può essere personalizzata, aggiungendo o togliendo le
icone che puoi trovare cliccando su▼ PERSONALIZZA BARRA DI ACCESSO RAPIDO .
Le immagini dovrebbero essere esplicative.
Il dischetto rappresenta la procedura per salvare il file nel formato predefinito e
nell’ultima cartella usata.
Le icone ↶ ↺ permettono rispettivamente di annullare e di riprendere l’ultima procedura
eseguita.
La barra delle schede, figura 16, permette di scegliere il tipo di procedure da utilizzare,
presentando le icone delle righe successive.
Figura 74 la barra delle schede dell’ interfaccia utente Office Fluent.
7.3.2 Alcune procedure di base.
Nella preparazione di un modello utilizzerai la scheda Stili del nastro Home per definire i titoli
e insiemi particolari di caratteri.
Vi sono alcune procedure elementari che si presentano all’avvio del programma.
La scheda Appunti con le procedure:
Figura 73. Barra accesso rapido
157
Copia: Selezionando una parte del testo la procedura copia (Ctrl + C) memorizza in
una cartella chiamata Appunti quanto selezionato. Il testo così selezionato può essere
usato in altre posizioni sia del documento che stai usando sia di altri documenti.
Taglia: Agisce come copia eliminando il testo dalla posizione iniziale.
Incolla: inserisce il testo copiato o tagliato nella posizione in cui ha messo il cursore.
Le schede carattere e paragrafo che permettono la formattazione del carattere e del
paragrafo rispetto a parametri evidenziati dalla tabella 1.
Nella scheda finale sono state inserite le procedure Trova (una parola nel testo), Sostituisci
(trova una parola e sostituiscila con una opportunamente indicata).
7.4 La preparazione di un modello con WORD 2007
Come in tutti i programmi usati non saltuariamente è importante che tu impari a
costruire un modello di documento che potrai usare nella composizione di relazioni,
rapporti, tesi di laurea, articoli da
pubblicare, libri.
La ricerca di un modello adatto alle tue
esigenze o alle esigenze del tuo
committente, è una fase del lavoro che ti
permette scelte oculate coerenti col
lavoro che stai eseguendo.
Questo metodo può apparirti
laborioso, ma ne trarrai vantaggio nella
professionalità ed accuratezza del tuo
lavoro. Titoli, paragrafi e componenti di
un documento sono di più semplice
composizioni e di tipo uniforme49 con
l’uso di un modello.
Naturalmente il modello che costruirai non è “valido per tutte le stagioni”, dovrai adattarlo ed
ampliarlo, secondo le tue esigenze.
49
Vedi l’appendice sull’usabilità.
Figura 75. Nuovo documento.
158
All’apertura del programma puoi selezionare dalla scheda del pulsante di Office,
Nuovo e nella cartella Modelli puoi trovare oltre al documento vuoto, modelli di vario tipo:
curriculum, tesi, intestazioni, relazioni, ecc., che potrai richiamare secondo le tue esigenze.
Inoltre potrai aprire un documento vuoto da usare per scrivere gli argomenti che vuoi
comunicare ad altri o ... a te stesso.
Una esposizione ordinata richiede che tu abbia presente i concetti che vorrai esprimere
collegandoli ordinatamente. Dovrai esplicitare tali argomenti che poi spiegherai in dettaglio. In
questa fase del tuo lavoro ti può aiutare il foglio di stile, che ti permette di ordinare i “titoli” degli
argomenti del tuo documento, suddividendolo in parti tra loro collegate.
7.4.1 Layout di pagina.
La preparazione del modello di documento con WORD 2007 inizia dalla barra delle
schede iniziale. In essa trovi le schede di Layout di pagina di Figura 18, in cui puoi
vedere le procedure disponibili.
Nel nastro delle schede appena esaminate trovi per prima la scheda TEMI, descritta nel
paragrafo seguente: in tale scheda50 di WORD 2007 ti è data l’opportunità di scegliere un
modello di documento predefinito che puoi modificare.
Le altre procedure definiscono la struttura della pagina nelle dimensioni e nella forma.
Margini: definisce i margini delle pagine del documento. Conviene definirli per primi.
Orientamento: scrittura sul foglio verticalmente (predefinito) od orizzontalmente.
Dimensioni della pagina che ti permette di scegliere tra i formati tipografici usuali51 A4 – A3 –
B5 – Lettera, ecc.
Tra le dimensioni hai DIMENSIONI PERSONALIZZATE che ti permette di decidere una
dimensione in centimetri secondo le tue esigenze. Puoi accedere a tale procedura con altre
dimensione foglio … o con la freccia in basso a destra della scheda ↘ che ti fa accedere alla
scheda di dialogo Imposta pagina.
50
Anche alcune versioni di WORD 2003 e WORDxp
prevedono la scheda Temi.
51 L’unificazione dei formati della carta è affidata a Istituti di standardizzazione per cui talune versioni del
programma indicano le dimensioni facendole precede dalla sigla dell’istituto tipo ISO B5 anziché B5.
159
Numero di colonne della pagina del documento. Se desideri in uno stesso documento avere
testi a pagina ad unica colonna ed altre a più colonne dovrai usare la procedura interruzione di
sezione per separare le due parti del documento.
Interruzione di pagina o di sezione. Questo comando è utile se desideri terminare una pagina
od una sezione prima del suo termine fissato con procedura predefinita.
Sillabazione: attivazione/disattivazione e tipo. Puoi far si che le parole del documento siano
sillabate se sono tali da uscire dai margini fissati nella pagina e/o nel paragrafo. Questa
procedura è evidentemente legata alla Giustificazione del documento52..
Gli sfondi della pagina devono essere usati tenendo conto della leggibilità della pagina e
dell’usabilità53.
Paragrafo e spaziatura che possono essere definiti in questa scheda, li definirai attraverso il
foglio di stile.
In un documento sono presenti testi con diverse funzioni: tra essi il testo che sviluppa un
argomento, viene chiamato in WORD NORMALE o corpo del testo, Il documento può avere un
titolo principale che WORD definisce Titolo 1 o di livello 1; all’interno del documento vi sono titoli
di diversi livelli contraddistinti da Titolo 2 o di livello 2 e così via.
In WORD questi diversi livelli hanno caratteri e interlinea particolari e sono utili per costruire
un elenco degli argomenti del testo chiamato sommario, come potrai vedere in seguito.
7.4.2 Modelli predefiniti: Temi
Il documento vuoto può essere preparato secondo le tue esigenza.
Nella scheda Layout di pagina trovi i TEMI, figura 19.
Si tratta di modelli in cui sono predisposte la caratteristiche di un documento: Periodo
Normale, Titoli di vari livelli, colori dei titoli, ecc.
52
Troverai ulteriore notizie sulla giustificazione nella definizione del paragrafo del foglio di stile.
53 Vedi appendice al capitolo.
Figura 76: Layout di pagina
160
Per formattare in modo semplice e
veloce un intero documento in modo da
conferirgli un aspetto moderno e
professionale, è possibile usare un
tema predefinito. SI tratta di un
insieme di scelte di formattazione che
includono colori, caratteri del tema,
inclusi i caratteri dell'intestazione e del
periodo normale. Puoi ottenere effetti
relativi a linee e riempimento della
pagina ed altro ancora.
Puoi cambiare tali caratteristiche per
creare un modello di documento
personale, modificando gli elementi della struttura del documento che stai usando.
7.4.3 Primo salvataggio del Modello.
Col Layout di pagina hai costruito la prima parte del tuo modello, puoi salvarla
come tale utilizzando da SALVA CON NOME il formato del file Modello di documento.
Essa sarà salvata per scelta predefinita nella cartella Documenti o da cui proviene il
file originario con filetype .dotx. Puoi tuttavia creare una cartella54 apposita per salvare il tuo
modello.
Al suo richiamo il sistema operativo aprirà il file in formato documento, filetype .docx .
Puoi scegliere di richiamare il modello ma non puoi sovrascrivere il modello. Dovrai cambiare
il nome ed eventualmente eliminare il file obsoleto.
Ulteriori notizie ed esempio sul salvataggio e il richiamo del modello le puoi trovare nel
paragrafo dedicato al salvataggio finale del modello dopo il suo completamento.
7.5 Il Foglio di Stile.
Il foglio di stile rappresenta la base per la costruzione di un modello di documento. Già
presente nelle precedenti versioni di WORD, è messo in evidenza nelle schede di
54
Ti ricordo che il termine cartella in WINDOWS rappresenta qualunque dispositivo di raccolta dati o
programmi, compreso quindi dischi, flash disk, desktop, ecc.
Figura 78. La barra delle schede Home.
Figura 77. I temi
161
gruppo Home, figura 20.
In esso sono presenti periodi di diverso tipo tra cui i principali sono il testo normale, titoli di
diverso livello, sottotitoli, intestazioni, ecc.
Aggiorna e sostituisce la procedura STRUTTURA, rendendo più semplice la preparazione di
una pagina di un documento.
I TEMI sono fogli di stile predefiniti. Il foglio di stile trae origine da una procedura tipica di
HTML, semplificandola per un uso da parte di un utente meno esperto.
Il testo normale coinvolge le forme dei titoli e delle altre strutture o stili della pagina.
Conviene quindi iniziare la costruzione di un modello personalizzato preparando, o
modificando per primo il testo normale.
7.5.1 Modifiche della forma del Testo Normale
Le caratteristiche del Testo Normale
(struttura corpo del testo) fissate
per impostazione predefinita dal
programma, possono essere
modificate, creando così un foglio di
stile personale, col quale potrai
costruire il tuo modello.
Dalla scheda Home, se ti posizioni sul
riquadro Normale e clicchi su normale col
tasto destro compare la scheda da cui
puoi scegliere modifica, figura 21.
Nella scheda rappresentata in figura 22
sono precisate le proprietà che
definiscono l’aspetto dei titoli e dei
paragrafi normali del documento finale.
Figura 79: Modifica periodo Normale
Figura 80: Proprietà
162
Puoi modificare le caratteristiche della struttura indicata sul primo riquadro in fianco a Nome …
il nome delle struttura che stai modificando, indi le varie possibilità di formattazione e in fondo a
destra Formato da cui puoi formattare il paragrafo, le tabulazioni, i bordi, i caratteri, ecc.
Lo stile normale del Testo indicato dal Nome definisce lo stile del paragrafo come indicato in
figura 23.
Osserva la riga Stile per il paragrafo successivo : puoi far si che dopo aver scritto un titolo, la
riga successiva sia un paragrafo Normale (solitamente per impostazione predefinita), oppure un
titolo di livello qualunque.
Hai la possibilità di dare l’ OK o annullare la
procedura di modifica dello stile.
Nel menu Formato scegli Paragrafo e fissa:
Allineamento: sinistro, destro, giustificato (ossia
allineato a sinistra, centrato, a destra oppure
allineato da entrambi i lati). Puoi fissarlo nella scheda
Proprietà.
Livello di struttura. Colore del testo.
Rientro rispetto ai margini fissati da Imposta pagina.
Spaziatura prima e dopo il paragrafo o il titolo.
Interlinea: distanza tra due linee di testo
consecutive: semplice, doppia, minima, ecc.
L’ interlinea può essere personalizzato indicando una misura in centimetri
Il colore e gli effetti (apice, pedice, barrato, MAIUSCOLETTO, ecc.).
Puoi modificare il colore del testo agendo sul menu del riquadro a fianco.
Le proporzioni tra altezza e larghezza le puoi trovare tra le caratteristiche
del carattere.
7.5.2: Modifica della forma dei titoli.
Dopo aver definito le caratteristiche del periodo normale, da quale dipendono per
impostazione predefinita di WORD, i formati degli altri elementi della struttura del documento,
puoi definire le caratteristiche dei titoli.
I titoli dei diversi livelli hanno caratteristiche di interlinea, carattere, spaziatura, margini fissati
per impostazione predefinita che si basa a sua volta sul periodo normale.
Figura 81. Formato paragrafo
163
Puoi modificare le loro caratteristiche da una scheda Proprietà simile a quella che hai
ottenuto nella modifica del periodo normale.
Molte di queste caratteristiche, se fissate a priori, rendono il lavoro di composizione di un
documento più produttivo e veloce.
La procedura è analoga a quella adottata per il periodo normale.
In WORD esistono nove livelli di titoli che sono predefiniti. Agendo su di essi puoi costruire
una struttura che sia adeguata alle tue esigenze.
Per posizionare correttamente i titoli è opportuno che tu scelga dalla scheda Paragrafo
ottenibile con ↘ ponga a 0 cm tutte le variabili dei rientri.
7.5.3 Intestazioni e piè di pagina.
L’intestazione ed il piè di pagina sono insiemi di informazioni che compaiono nella
stampa su tutte le pagine del documento che
scriverai, sia esso costruito a partire da un modello
precostruito o un documento confezionato al momento.
WORD 2007 considera tali strutture dei modelli. Devi usare
la scheda da INSERISCI, figura 24, nella quale puoi trovare
anche la possibilità di inserire il numero di pagina.
Potrai inserire in questa zona il numero di pagina, il tuo nome, il tuo corso di laurea, la data di
compilazione e/o stampa e quant’altro.
L’inserimento di queste informazioni sul documento rendono il tuo testo immediatamente
individuabile.
Potrebbe essere utili per inserire in un libro su ogni pagina
il titolo e l’autore. È possibile far si che le informazioni inserite,
siano diverse per la pagina pari e la pagina dispari.
L’intestazione e il piè di pagina devono essere scelti tra i
modelli predisposti, figura 25, da WORD 2007.
La procedura è la seguente:
Dal nastro INSERISCI scegli INTESTAZIONE (o piè di
pagina), compare la scheda dei modelli tra cui puoi scegliere
quello che preferisci.
Dopo averlo scelto posizionati sulla zona individuata da
[Digitare il testo] e selezionala: scrivi il testo che vuoi
Figura 83: Intestazione predefinita
Figura 82. Intestazione …
164
compaia su tutte le pagine.
Dal modello puoi anche scegliere l’intestazione (o il piè di pagina) diverse per le pagine pari
e per le pagine dispari.
Dopo avere scritto il testo puoi modificarne le caratteristiche selezionandolo ed usando il
Layout di pagina dell’intestazione (o piè di pagina).
Puoi salvare l'intestazione o il piè di pagina creato nella raccolta delle opzioni intestazione o
piè di pagina, selezionare il testo o la grafica nell'intestazione o piè di pagina e quindi apri la
scheda dei modelli di intestazione e fai clic su Salva selezione nella raccolta delle intestazioni o
nella raccolta dei piè di pagina. Segui il procedimento che compare.
Nella stessa scheda trovi l’inserimento del numero di pagina e del numero delle pagine del
documento, in automatico . Anche tale inserimento ricorre ad un modello predisposto da WORD,
con l’avvertenza che conviene posizionare il cursore nel posto in cui si intende inserire la
pagina.
I modelli che WORD presenta permettono di inserire il numero in alto, in basso, a lato o nella
posizione in cui si trova il cursore.
È previsto un modello particolare “pagina x di y” per inserire numero di pagina e numero di
pagine.
7.5.4 Salvataggio del modello
finale.
Il tuo modello è costruito.
Ora puoi salvarlo come
modello utilizzando la
procedura ottenibile dal pulsante di
Office 2007, che ti presenta le
possibilità di varie procedure di Salva
con nome.
Queste procedure sono state già
descritte all’inizio del capitolo, ma
giova riconsiderarle.
Nella figura 27 hai sulla sinistra la
scheda di scelta tra varie procedure
da eseguire sul documento. Sulla
Figura 84: La scheda di salvataggio.
165
destra è aperta la scheda: Salvataggio di una copia del documento.
La scheda ti rende noto i possibili formati del salvataggio, spiegandone le caratteristiche
principali.
Nella scheda di salvataggio di figura 27 non è ancora stato installato il salvataggio in formato
PDF, è presente un richiamo all’uso di tale procedura.
Se scegli di salvare il file come Modello di
Word, si apre la cartella documenti, ma puoi
modificare la cartella di salvataggio creando una
cartella apposita, anche in memorie di massa
diverse o all’interno della cartella Documenti.
Il modello salvato ha filetype .dotx ,
Al richiamo il modello sarà aperto come
documento, filetype .docx : puoi usare il modello
lasciando invariato l’originale.
Il programma non permette modifiche del
modello, se vuoi modificarlo devi salvarlo con un
nome diverso eliminando l’eventuale file obsoleto..
Nella figura 28 trovi un leleco di modelli predefiniti che puoi richiamare col mouse e la scheda
di richiamo di modelli particolari.
7.5.5 La procedura struttura.
La
visualizzazione
struttura permette di
introdurre e modificare i
diversi livelli55 (Periodo e titolo dei
paragrafi di un documento).
Può sostituire la procedura
Foglio di stile con lo
svantaggio di non permettere la
visione del documento in
layout di stampa, che permette di vedere come apparirà il documento stampato..
55
Il titolo nella visualizzazione struttura è definito dal livello; il periodo normale da corpo del testo.
Figura 85: Nuovo documento: Modello.
Figura 86: La scheda Struttura
166
Puoi ovviare a tale inconveniente dividendo lo schermo in due parti e visionando nella parte
superiore la visione struttura e nella parte inferiore il layout di stampa.
Puoi accedere alle schede della procedura struttura dalla barra delle schede VISUALIZZA
ottenendo la scheda di figura 29.
Posizionando il cursore su un periodo o un titolo puoi modificarne il livello agendo sulle frecce
verso destra il livello aumenta, verso sinistra diminuisce.
I simboli permettono di visionare o non visionare il contenuto del testo di livello
inferiore a quello su cui stai agendo: puoi ottenere quindi una mappa del documento su cui stai
lavorando.
La visualizzazione struttura distingue i titoli con simboli diversi, non permette di vedere le
figure e non distingue i formati dei caratteri.
Nella figura 29 i paragrafi normali sono indicati da , i titoli da .
Puoi modificare ili livello del periodo che stai esaminando anche agendo sul barra in cui
sono indicati: Corpo del testo per il periodo normale, livello 1, 2 … per il titolo 1, 2 . ecc.
7.6 Come lavorare con il foglio di stile.
Se hai costruito un modello richiamalo usando il pulsante di Office, ottieni sul lato
destro del desktop l’elenco nominativo dei documenti richiamabili tra cui i modelli. Se
all’interno di Documenti hai costruito la cartella Modelli il tuo compito sarà facilitato.
Anche l’utilizzo dei “Tag” nella cartella documenti ti può facilitare il compito. Già nella prima
presentazione della barra delle schede la raccolta Home presenta il foglio di stile di alcuni livelli
come in figura 30.
Quando scrivi un documento puoi scegliere il tipo di stile per ciascun paragrafo e per i titoli
con un clic nell’icona della scheda Stile.
La scelta dello stile del testo che stai scrivendo dal gruppo degli Stili rappresentata in figura
30 avviene semplicemente con un clic sul titolo desiderato.
Figura 87: Il gruppo degli stili nella scheda Home..
167
Dopo aver scritto il titolo il pulsante invio ti predispone un periodo normale.
Nella scheda degli stili è presente anche l’icona Cambia stili che permette di utilizzare e
cambiare gli stili preparati dal programma in un apposito set di stili, contiene almeno 11 stili
diversi.
Puoi cercare in internet nel sito di Office 2007 eventuali altri set di stili.
In tal modo puoi con un clic utilizzare lo stile prescelto:
Normale per il testo di un paragrafo.
Titolo 1, Titolo 2, ecc. per i titoli dei capitoli o dei paragrafi.
I titoli che tu ha inserito sono memorizzati dal programma e permettono attraverso il
sommario o attraverso l’anteprima Web, la rapida ricerca degli argomenti.
Nella scheda e compaiono tutte le formattazioni dei caratteri e degli elenchi puntati: ciò è utile
per uniformare il documento ma rischia di rendere la scheda Stili e Formattazione troppo densa
di stili, complicando la scelta.
Tuttavia ciò rappresenta un utile avvertimento: quando si scrive un testo non esagerare nei
formati e stili di carattere56.
Troppi cambiamenti di carattere rende la lettura faticosa.
Quando hai scritto il tuo documento devi usare dal pulsante di Office Salva con nome e
salvare il documento come Documento di WORD, o di WORD 97 -2003, ricordandoti di dargli un
nome e scegliere la cartella che avrai opportunamente creato.
In tal modo il tuo modello resterà intatto per successive applicazioni.
NOTA IMPORTANTE: Per costruire un documento sulla base di un modello puoi cercare il
modello nella cartella in cui si trova e aprirlo con un doppio clic sul suo nome.
In tal modo si aprirà il programma usato e un documento con le proprietà del modello. Il
sistema operativo lo chiamerà Documento 1, Documento 2, ecc.
Tale procedura permette di usare il modello in formato documento. Il salvataggio quindi non
modifica il modello iniziale, qualunque procedura sia seguita.
È consigliabile usare comunque salva con nome.
56
Vedi in Appendice le osservazioni sull’usabilità di un documento.
168
7.6.1 L’indice analitico.
L’indice analitico è l’indice che si usa per permettere al lettore una rapida ricerca di
parole o argomenti che l’autore ritiene interessanti nel proprio documento.
La sua costruzione è automatizzata in Word 2007 con la
procedura che segue.
Ricerca ed evidenzia la parola che vuoi far comparire
nell’indice analitico57.
Puoi quindi usare la scheda indicata dalla figura 31
ottenibile dalla barra delle schede RIFERIMENTI.
Segna voce ti presenta una scheda, figura 31, nella quale puoi scegliere tra segna o segna
tutto secondo che tu voglia che nell’indice analitico venga
segnalata solo la ricorrenza della voce da te segnalata o tutte le
pagine contenenti quella parola.
Dopo aver individuato le voci del testo che devi inserire l’indice,
posizionati in una opportuna pagina del tuo documento e fai clic
su Inserisci indice dalla scheda di figura 30.
Puoi in caso di necessità aggiornare l’indice.
L’aggiornamento aggiunge le nuove parole da te segnalate e
aggiorna il numero di pagina dell’elenco.
Se vuoi che compaia nel sommario che costruirai tra breve, la pagina in cui si trova l’indice
analitico devi individuarlo con un titolo di livello opportuno.
7.6.2 Il sommario.
Il sommario è costruito dal programma WORD utilizzando i titoli
che tu ha evidenziato nel testo scritto.
Posiziona il cursore nel punto dove deve iniziare il sommario.
Per creare il sommario dopo aver definito i titoli attraverso il
Foglio di stile, scegli RIFERIMENTI indi clicca su Sommario nella
tabella di figura 33.
57
Ti ricordo che per evidenziare una parola basta scorrere con mouse sulla parola tenendo premuto il tasto
sinistro oppure tenere premuto il tasto delle maiuscole ed far avanzare il cursore con le frecce di direzione.
Figura 90
Figura 88: Inserimento parole nell'indice.
Figura 89: Procedura inserimento parola.
169
Puoi scegliere uno dei sommari predefiniti, oppure attivare INSERISCI SOMMARIO che ti
permette di agire sulla scheda di dialogo di figura 34, in cui puoi scegliere tra altri modelli di
sommario predefiniti; decidere il livello
minimo dei titoli di paragrafo che
compariranno nel sommario.
Nella scheda di figura 33 vi è anche la
possibilità di aggiornare il sommario, se nel
tuo documento hai dovuto modificare il testo,
i titoli o l’impaginazione.
Nella cartella di dialogo di nome
Sommario di figura 34 è presente
un’anteprima WEB. Il sommario di questo
tipo se usato sul computer permette la ricerca automatica dei contenuti dei periodi con titolo,
come per un ipertesto.
.
7.6.3 Procedure utili durante la scrittura di un documento.
Dopo aver costruito e salvato il tuo modello, come ti è già stato illustrato potrai
usarlo per scrivere il tuo documento.
Durante la scrittura del documento ti potranno essere utili alcune procedure che
WORD2007 inserisce nella barra dei riferimenti e nella barra Home.
Figura 92: Barra delle schede Riferimenti
Oltre al sommario ed alla costruzione dell’indice analitico la barra riferimenti permette di
inserire note a piè di pagina, note di chiusura, didascalie delle tabelle e figure, ed altro.
La figura 34 presenta le procedure disponibili.
Oltre alle schede cha hai già usato vi sono le schede per inserire le note a piè pagina ed una
didascalia di una tabella o di una figura: dopo aver evidenziato con un clic la figura che verrà
segnalata con dei cerchietti sui bordi con un clic puoi inserire una didascalia che verrà
automaticamente numerata. .
Figura 91: Scheda di dialogo: Sommario.
170
L’ultimo riquadro ti permette di agire sugli stili
modificando le caratteristiche dei livelli
Usare la procedura Trova e la procedura
Sostituisci che ti permettono di trovare una parola
nel testo e se necessario sostituire una parola con
un’altra.
7.7.1 Le revisioni personali.
Ogni prodotto ed in particolare un prodotto letterario contenente la descrizione di attività
legate alla ricerca ed alla comunicazione può o meglio deve, servirsi della collaborazione di
esperti delle tecniche e dei processi espressi.
Sia che tu scriva un articolo per un giornale quotidiano o che tu scriva una relazione
scientifica o una tesi, il tuo lavoro dovrebbe essere sottoposto alla revisione degli esperti delle
materie affrontate o più semplicemente alla persona che in quel momento
deve verificare la correttezza della tua esposizione sia dal punto di vista
scientifico che formale.
WORD fornisce strumenti adatti a tale verifica attraverso la scheda
commenti e la scheda revisioni.
Fra le revisioni possibili vi sono
le revisione personale attraverso il
controllo dell’ortografia e della
grammatica e la modifica di parole
non appropriate.
Devi curare l’aspetto e la
correttezza del tuo documento. Il
programma WORD ti aiuta in
questo con alcune procedure
inserite nelle schede della barra
Revisione. Puoi attivare le
Figura 93: Pulsante di Office.
Figura 94. Revisione
Figura 95
Figura 96: La scheda di correzione
171
procedure che ti descrivo utilizzando le schede opportune.
Controllo ortografia e grammatica, figura 37. Il programma scorre tutto il documento e la
scheda di figura 38 ti presenterà gli errori e la possibilità di usare la correzione suggerita o
modificare la parola errata con un successivo clic su CAMBIA.
Puoi ignorare la correzione ed Inserire la parola segnalata nel
dizionario che da quel momento sarà ritenuta
valida anche in successivi usi del programma.
Nella scheda Revisione, trovi il Thesaurus,
figura 39, che ti fornisce i sinonimi di una parola
che tu hai scelto, selezionandola.
. Dalla scheda revisione puoi anche utilizzare la
procedura di traduzione letterale di un testo.
Nella scheda Home puoi trovare la scheda Modifica che ti
permette la ricerca di una parola e la sostituzione in tutto il
documento di una parola da te scelta con un’altra, figura 41.
7.8 Word ed internet
Le versioni precedenti 95/97 di Word
permettono di trasformare una pagina scritta
con Word in una pagina in linguaggio HTML e
viceversa. Ciò permette una facile costruzione
e modifica di pagine WEB.
WORDXP (salva come pagina Web) usa, per
tale trasformazione, il linguaggio XML che è un
linguaggio HTML che incorpora tutti i file
accessori come le immagini e quant’altro quindi
una pagina in XML occupa molto più spazio
disco.
È tuttavia possibile per una lettura più semplice del file HTML salvare come pagina Web
(filtrata).
Figura 98. Thesaurus
Figura 99. Invio del documento.
Figura 97
172
In WORDXP è potenziato il ricorso ad internet per cui si possono scrivere e-mail direttamente
da WORD e spedirle immediatamente.
In Word esiste sotto il menu File la procedura Invia a ::: che apre la cartella di posta,
Destinatario Posta elettronica, Destinatario Posta elettronica (come allegato) che apre la cartella
di posta elettronica con le opportune righe per inserire destinatario, nome allegato, e quant’altro
compare in un indirizzo di posta, in cui inserire l’indirizzo del corrispondente per l’invio.
In WORD 2007 puoi inviare un documento aprendo la cartella Invia dal Pulsante di Office. La
cartella che si apre è sufficientemente esplicativa
Puoi inviare come allegato di posta elettronica il documento scritto che potrà essere nel
formato nativo od in formato PDF.
PDF, Portable Document File,, un formato utilizzato dalle stampanti e leggibile attraverso un
programma fornito gratuitamente, Adobe Reader.
Il formato PDF è di fatto leggibile da qualsiasi utente in possesso Adobe Reader che è
possibile scaricare in italiano dal sito www.adobe.com/it
Ha diffusione mondiale ed in questo momento è il formato di comunicazione documenti
universalmente accettato.
XPS abbreviazione di XML Paper Specification, è il formato che Microsoft ha creato durante
lo sviluppo di Windows Vista e del .NET Framework 3.0. Conosciuto precedentemente con il
nome di "Metro", XPS è un contenitore basato sullo standard di compressione ZIP, con
all'interno alcuni file xml e binari che sono visibili semplicemente cambiando l'estensione del file
da XPS a ZIP.
Il formato OpenDocument, salva il documento nel formato riconosciuto e raccomandato
ufficialmente da enti governativi tra cui la comunità europea58.
7.8.1 La revisione in collaborazione
Siamo nell’epoca della globalizzazione, ogni prodotto deve
essere controllato da più persone che con la loro competenza si
preoccupano che l’utente finale abbia un prodotto valido. Questo
discorso deve valere anche per la produzione letteraria dedicata
all’informazione.
Il tuo documento dovrà essere controllato e reso valido da
altre persone siano essi più competenti, o abbiano l’autorità di
58
Vedi nel capitolo 6 altre notizie su questo formato.
Figura 100
173
controllare il tuo operato.
Accanto a queste procedure è presente la possibilità di sottoporre un documento ad un’altra
persona per la revisione ed il commento dei concetti espressi.
Per inviare il documento da controllare al tuo referente potrai servirti della posta elettronica ed
a quel punto dovrai introdurre strumenti di protezione del tuo documento rispetto a persone non
autorizzate; ti potrà essere utile la scheda proteggi della barra delle schede Revisioni.
WORD nelle sue varie versioni permette non solo le correzioni ma rende visibili le correzioni
con opportune procedure.
Versioni recenti di OFFICE System permettono di
individuare i commenti, i cambiamenti e la persona che li ha
inseriti. Permettono pure di accettare o rifiutare tali commenti
ed eventualmente inserire o non inserire i suggerimenti nel
testo.
Puoi inviare il documento per rete internet o intranet, anche
per rete wireless, che WINDOWS 7 tii permette di costruire con
la procedura ATTIVITÀ INIZIALI CONDIVIDERE GRUPPO HOME.
L’utilità di usare la rete per inviare i documenti da rivedere,
comporta la necessità di usare protezioni e password nel
salvataggio dei documenti.
La protezione può essere totale ossia il testo non è visibile
ed/od apribile,o limitata ad alcune procedure, ad esempio il
testo siò vedere ma non modificare.
Vi sono protezioni che richiedono il ricorso a enti
certificatori, come specificato in un successivo capitolo. Esse si
possono attuare con la procedura PREPARA LIMITA
AUTORIZZAZIONI GESTISCI CREDENZIALI dal pulsante di
Office.
Puoi usare tuttavia, la protezione ottenibile da Proteggi
documento LIMITA FORMATTAZIONE E MODIFICHE, figura 43.
Nella scheda seguendo le sequenza indicata puoi limitare la formattazione e modifica. Dopo
aver selezionato le restrizioni che vuoi imporre, la procedura n. 3 Applica protezione ti chiede
l’inserimento di una password.
Sono possibili eccezioni alle restrizioni da indicare in apposto riquadro, ottenibile da Altri
utenti ...
Figura 101: Autorizzazioni
174
7.8.2 Inserimento di un commento o di una revisione.
Chi riceve il documento può inserire un commento. Devi utilizzare la scheda Revisione,
selezionare il testo o l'elemento che desideri
commentare e cliccare su NUOVO COMMENTO, figura 44.
Digita il testo del commento nell'area commenti.
La parola rivista è stata cancellata ed è stata aggiunta la parola giornale. Le due parole
appaiono sullo schermo in un colore diverso dal testo.
Figura 103. Testo modifiato
All’interno della scheda Revisione puoi introdurre modifiche al testo stesso che compariranno
assieme al testo iniziale. Tale correzione dovrà essere accettata, o rifiutata dall’autore. La parte
aggiunta apparirà sottolineata e colorata, la parte cancellata apparirà con una riga sopra. figura
45.
Puoi accettare o rifiutare la revisione, figura 46
Figura 104: Accetta/Rifiuta revisione.
Figura 102: Commenti, modifiche e revisioni.
175
7.8.3 La procedura confronta
È utile confrontare i documenti che sono stati
revisionati. Dal nastro REVISIONI . puoi attivare la
procedura CONFRONTA ed inserire con la corre-
zione effettuata e da correggere e il documento corretto, purché tu li abbia salvati, figura 48.
Il programma inserisce il documento originale con evidenziata la correzione, il documento da
correggere che tu avrai opportunamente indicato nella scheda di inserimento documenti da
confrontare e da contrassegnare, figura 49.
Figura 106: Confronto documenti.
Figura 105
Figura 107: Presentazione documenti.
176
7.9 Complementi
7.9.1 Uso del menu tabella
.
Il menu Tabella permette l’inserimento di una tabella in un foglio di WORD. Scegliendo dalla
barra delle schede puoi scegliere le scheda tabella e decidere sulla figura o dal menu tabella il
numero di righe e colonne
Scrivere all’interno delle celle e attraverso il menu paragrafo decidere sulle modalità di
riempimento di ciascuna cella.
Posizionando il mouse sulla tabella appare sul
nastro superiore STRUMENTI TABELLA,
PROGETTAZIONE, LAYOUT che selezionato ti da
accesso a formattazioni e operazioni sulla
tabella, figura 50.
Clic su Formula, compare una scheda per eseguire semplici operazioni tipo SUM(ABOVE)
ossia somma i dati che stanno nelle celle superiori, SUM(LEFT), somma i dati nelle celle a
sinistra. AVERAGE (..) media ecc.
AVVERTENZA: A differenza del Foglio elettronico i risultati delle operazioni non cambiano se
si modificano i numeri presenti in alcune celle. È necessario cancellare la formula inserita e
riscriverla.
È possibile aggiunger righe sopra e sotto la riga in cui si è posizionati, colonne a destra e
sinistra della colonna su cui si è posizionati.
7.9.2 Documenti master
Per usare i documento master in WORD 2007 devi usare Visualizza struttura Mostra
documento nella scheda Documento master.
Figura 108: Strumenti tabella.
177
Nella stessa scheda trovi la possibilità di comprimere od espandere i documenti secondari;
per far ciò devi posizionarti in un documento di Livello superiore ai documenti che vuoi
comprimere o espandere.
7.9.3 Gestire un documento master
Puoi scrivere il documento finale dividendolo in diversi documenti parziali. Un libro ad
esempio può essere suddiviso nei suoi capitoli.
È utile che ogni documento parziale abbia la stessa struttura: in particolare il nome iniziale di
ciascun documento parziale deve essere dello stesso livello, Titolo 1.
I paragrafi saranno di livello inferiore, Titolo 2, Titolo 3, ecc.
È molto utile per questo creazione il Foglio di stile opportunamente adattato alle esigenze
dello scrittore o degli scrittori. In tal modo per un documento a più mani ciascun autore riceverò il
foglio di stile cui uniformarsi.
Ogni capitolo è quindi scritto indipendentemente, ma con uno stesso Foglio di Stile.
Per riunire i documenti si apre un nuovo documento, MASTER, in formato Struttura, e si
inseriscono nell’ordine che si preferisce i documenti, detti secondari, scritti separatamente.
Si possono a questo punto chiudere i documenti secondari. Il documento master apparirà con
solo i Titoli di 1° livello..
In un documento master si possono creare sommari, indici analitici, riferimenti incrociati,
intestazioni e piè di pagina.
Per i sommari è sufficiente, se i documenti secondari hanno una struttura simile, posizionarsi
nel punto in cui si desidera inserire il sommario, indi Inserisci Riferimento Indici e
Sommari cartella Sommario OK, dopo aver verificato che il sommario consideri i livelli
che desideriamo conservare.
Per gli Indici analitici, espandere ciascun documento secondario e con la procedura già
descritta nel paragrafo relativo.
Figura 109. Scheda per il Documento Master.
178
Infine, posizionandosi al solito nella posizione opportuna, Inserisci Riferimento Indici
e Sommari cartella Indice OK.
Se l’indice analitico è stato predisposto nella compilazione dei documenti secondari non è
necessario predisporlo nuovamente espandendo i singoli documenti
Evidentemente la possibilità di comprimere (ed espandere) i documenti secondari, permette
di lavorare con documenti di dimensioni gestibili facilmente.
Essendo in visualizzazione struttura tale compressione si ottiene posizionandosi
col cursore sul titolo del paragrafo e dalla barra degli strumenti di struttura con un clic sul segno
- come indicato nella figura 73.
7.9.4 Inserimento di figure in un testo.
L’inserimento di figure o grafici in un documento è stata ulteriormente semplificato.
È sufficiente cercare posizionasi nel punto scelto per l’inserimento, cercare la figura da
inserire e cliccare su di essa. Per inserire la didascalia: Nastro schede Riferimenti Inserisci
didascalia. Il programma numera in sequenza le figure inserite in un qualsiasi punto.
Per inserire un grafico costruito col foglio elettronico dovrai selezionare il grafico e usare
copia ed incolla.
Figura 110: Cactus in Sardegna
179
7.10 Caratteri speciali, simboli, formule.
WORD 2007 ha perfezionato la possibilità di scrivere simboli, caratteri particolari e formule,
già presente nelle precedenti versioni di WORD.
Tabella 5
Per i caratteri di Unicode esiste sempre la
possibilità di scrivere tutti i caratteri di una
tabella ASCI estesa, utilizzando Alt Gr + nnn,
essendo n il numero asci della lettera o del
simbolo scritta col tastierino numerico. Vedi
Tabella 3. Inoltre in Home scheda
Carattere è possibile inserire modificare l’aspetto dei caratteri, compreso l’apice x2 ed il pedice
x2 , il colore dei caratteri , grassetto G , corsivo C , sottolineato S ecc..
La modifica dell’altezza e del tipo di carattere lo puoi ottenere dalla prima riga della scheda in
figura xx .
Se vuoi utilizzare le lettere maiuscole accentate À, È, È. Ì, Ò,
Ù, tipo Università UNIVERSITÀ puoi scrivere le lettere
accentate minuscole presenti nella tastiera selezionare la parola
o la lettera e scegliere TUTTO MAIUSCOLE, dalla scheda di
figura xc
7.10.1 Simboli e lettere non presenti nella tastiera italiana.
Usa la scheda Inserisci Simbolo : trovi alcuni simboli già presenti, che puoi inserire nella
posizione del cursore con un clic.
Tasti Alt + 123 Alt + 125 Alt + 056 Alt + 21 Alt + 87 Alt + 228 Alt + 189
Simbolo { } 8 § W õ ¢
Figura 111. Formato carattere.
Figura 112.
180
Se non trovi il simbolo cercato Altri simboli ti apre la scheda
carattere in cui puoi cercare simboli diversi e le lettere di molte
lingue non presenti nella tastiera italiana.
La scheda carattere permette anche di cambiate il tipo di
carattere. Puoi richiamare la scheda Tasti di scelta rapida
Personalizza tastiera, col la quale puoi decidere una
combinazione dei tasti Ctrl, Alt, o Alt Gr, con un altro tasto:
premendo tale combinazione otterrai la lettera
particolare che ti serve, vedi paragrafo 7.10.3.
Puoi modificare tipo, altezza, colore ed altro di un testo scritto cliccando su Altri simboli.
Compare la scheda di figura 54 di uso abbastanza evidente.
La stessa scheda puoi ottenerla usando la freccia di rimando sulla scheda CARATTERE.
Puoi anche personalizzare la tastiera creando una combinazione di tasti che ti permetterà di
scrivere una lettera od un simbolo particolare
7.10.2 Formule.
Per scrivere formule Word ti offre un potente editor di formule, figura 56 che compare alla
scelta Inserisci Equazione.
La figura 57, formule Predefinite che puoi inserire direttamente o modificare posizionandoti
sul testo che vuoi modificare. Tale scheda si ottiene o cliccando su o
direttamente da inserisci equazione con un clic su ▼.
L’equazione con
disposizioni da scegliere la devi
scrivere sul riquadro DIGITARE
L’EQUAZIONE QUI.
Figura 113: Simboli.
Figura 114. Simboli per formule.
Figura 115. Formule
181
7.10.3 Personalizzazione tastiera
Figura 116: Simboli speciali.
Una delle schede ottenibile da
Inserisci altri simboli. Se usi spesso
un carattere non presente nella tastiera,
puoi inserire tale carattere con una
combinazione di tasti. Ad esempio
il carattere ä ( a con i due punti sopra) è
codificato come ALT+0228.
Utilizzando la
personalizzazione della tastiera Tasti di
scelta rapida Inserisci la nuova
combinazione e concludi con
Assegna , puoi scrivere il carattere che ti interessa con una combinazione di tasti.
Nella figura il carattere Æ è stato codificato con la combinazione Alt + A
Figura 117: Personalizza tastiera
182
A1 APPENDICE
A.1 Aspetto di un documento.
Quando credi un documento o lo prepari per la stampa devi considerare alcune variabili che
vengono riunite sotto il nome di Usabilità.
Altre regole di cui devi tener conto sono relative al messaggio che vuoi inviare che è legato al
contenuto ma anche all’aspetto.
Ricordati che il lettore trova faticoso il cambio frequente dei caratteri che lo costringe ad
adattamenti che coinvolgono la sua capacità di valutare quanto sta leggendo.
Usa quindi un numero limitato di tipi di caratteri e limita il ricorso al corsivo, al grassetto ed al
sottolineato. Anche l’uso di testi con parole di diverso colore è possibilmente da evitare per non
rendere difficile la lettura a lettori con problemi della vista.
Le tue frasi non devono essere troppo lunghe ed elaborate.
Un altro aspetto importante è sulla forma di ciascun periodo: contrariamente a quello che
molti credono il lettore trova più agevole leggere un testo uniforme rispetto ad un testo con
sottolineature, grassetti, cambio del tipo di carattere, colori diversi e “chi ne ha più ne metta”.
Anche in un testo di studio va lasciata al lettore la possibilità di usare colori o sottolineature
diverse.
L’aspetto delle pagina deve essere commisurato all’impressione che vuoi dare al lettore.
L’inserimento della figura 64 è stato fatto curando la spazialità e la facilità di visione nella
figura 65 è stata curata la quantità di informazione e l’economicità della pubblicazione.
Certamente la prima pagina si legge più volentieri della seconda.
Altro aspetto da non trascurare è la necessità per alcuni lettori di poter leggere cn facilità
quanto gli viene dato in lettura
Alcuni lettori possono aver difficoltà nel cambio frequente dei colori e caratteri in un testo e
nei testi in continuo movimento.
Figura 118
183
Nella stesura di un testo devi tener conto di alcuni elementi di forma (layout) che coinvolgono
la facilità di lettura ed il gradimento del lettore.
L’allineamento.
L’equilibri tra testo, figure e spazi vuoti.
WORD ti permette di usare strutture di tipo diverso e ti permette di usare sfondi e strutture
diverse.
La tua professionalità sarà esaltata se saprai combinate assieme le figure gli spazzi ed i testi.
Allo stesso modo che trovi gradevole una stanza in cui gli oggetti sono disposti in modo da
potersi muovere agevolmente, gli occhi del lettore trovano gradevole una pagina che non sia
troppo piena di testo, figure, grafici, disposti confusamente a destra, a sinistra in mezzo alla
pagina.
Ricordati che lo spazio vuoto permette al lettore di riposare la vista è può dare l’impressione
di una disponibilità di spazio fisico analoga a quella che vuoi trovare in una campagna
verdeggiante.
La maggioranza dei tuoi lettori è abituato a leggere da sinistra a destra e dall’alto in basso:
se in un testo devi inserire una figura od un grafico richiamati nel testo, renderai la tua relazione
d lettura gradevole, se le figure saranno o al centro, prive di testo intorno e alla destra del testo.
Una piccola figura. contornata da testo può essere punto di aggregazione
per gli occhi del lettore che si aspetterà che venga dato un opportuno rilievo
nel testo scritto.
La figura a lato viene vista dal lettore prima del testo che deve leggere.
Nell’informazione prevale quindi l’immagine.
Il programma WORD permette la creazione di pagine colorane, con filigrane ed altro ancora:
cerca di non esagerare con l’uso di tali strumenti: la tua non è una dimostrazione di conoscenza
dei colori e delle immagini in filigrana ma una comunicazione che deve interessare il lettore e
rendere piacevole la letture.
Esercizi proposti
1. Crea un Foglio di stile con i Formati Normale, Titolo 1, Titolo 2. Inserisci un breve testo di
almeno 3 pagine in cui utilizzi il foglio di stile creato.
Figura 119
184
Visualizza quindi La struttura di tale testo, osserva la differenza tra le parti di testo e le parti
Titolo, ossia i diversi simboli in fianco a ciascuna riga:
2. Utilizza il documento appena creato per inserire la numerazione delle pagine e una o più
note a piè pagina
3. Crea un modello di relazione con le seguenti caratteristiche
Carta A5
Intestazione contenente n. di pagina e n. di pagine complessive, il tuo Nome e Cognome
Piè di pagina contenente il tuo corso di Laurea e la data di stampa del documento.
Periodo normale con carattere Arial 12 – Paragrafo con rientro prima riga 1 cm.
Titoli di livello 1 – 2 – 3 senza il rientro della prima riga.
4. Crea un modello utilizzando:il Foglio di stile per definire il testo normale ed i titoli da 1 a 4
Caratteristiche
Normale. Carattere Arial 11, giustificato.
Titolo 1: Arial black 12 allineato al centro
Titolo 2 Arial corsivo 12 allineato a desta
Titolo 3 Times New Roman 12 allineato a sinistra
Titolo 4 a tuo piacere
Inserisci un’intestazione col tuo nome e cognome e numero di pagina
Inserisci un piè di pagina in cui compaia la scritta: Relazione personale
5. Utilizzando il modello appena creato stendi due relazioni di 2-3 pagine sugli argomenti:
La mia città o il mio quartiere
Posizioni da assumere nell’uso del computer.
Differenze tra i principali sistemi operativi
1. Riproduci il paragrafo a pag. 90 usando il menu Tabella per inserire le tabelle ivi
riportate
2. Modifica i dati e le posizioni rispetto al testo delle tabelle e ricalcola le somme ove
necessario.
3. Inserisci in un testo a piacere una tabella di 4 righe e 5 colonne.
Componi con WORD il testo del capitolo primo del libro su due colonne utilizzando le
seguenti due procedure:
Completa l’esercizio inserendo il testo richiesto su due celle adiacenti.
4. Riproduci il testo seguente usando
File Formato pagina
185
Formato Paragrafo Allineamenti destro, sinistro, ecc.
Formato Carattere
Tabella Inserisci …
Tabella Formula.
Tabelle Proprietà Dimensione colonne.
Modifica le posizioni reciproche di testo e tabella da proprietà tabella.
LE ASPIRAZIONI SOCIALI
Un insieme di domande scalari in merito a immagini contrapposte di società mira a saggiare
insieme all'orientamento valoriale dei giovani il grado di adesione a uno dei due tipi di società.
Per una sola delle due immagini proposte in ciascuna domanda i giovani dovevano
esprimere il loro grado di adesione da 1 a 5 punti. La tabella 5.1 riporta tutte le scelte classificate
secondo i punteggi medi calcolati sul totale delle risposte valide.
Scrivi un testo a piacere di 20 righe e 3 paragrafi e tra la 20 e 21 riga inserisci una tabella con
le seguenti caratteristiche di 4 colonne e 5 righe,
Intesta le colonne con i nomi Gruppo – Altezze medie – Maschi – Femmine. Completa la
tabella con numeri a piacere.
Presta cura a far sì che il testo prima e dopo la tabelle sia giustificato e con inizio di ciascun
paragrafo rientrato.
Gruppo Altezze Medie Altezze medie maschi
Altezze medie femmine
A
B
C
D
Media altezze
Nota: La media di una colonna è indicata nelle tabelle di WORD con AVERAGE, con gli
stessi suffissi di SUM e si ottiene dal menu Tabelle cliccando su Formula…
Tra le altre funzioni ricordiamo:
RISPETTO NATURA 4,21
DISARMO UNILATERALE 3,74
SOLIDARIETA' 3,35
EGUAGLIANZA ECONOMICA 2,06
INIZIATIVA INDIVIDUALE 1,89
PROFESSIONALITA' 1,47
MINIMO VITALE A TUTTI 1,38
COMPETITIVITA' 0,46
ARMAMENTO 0,23
CRESCITA ECONOMICA 0,11
TOTALE PUNTEGGI 18,9
186
SUM (con i suffissi Above, Left, Right), PRODUCT ed altri tra cui alcune logiche.
È possibile decidere il formato del numero ed il riempimento di ciascuna cella dal menu
Paragrafo.
Verifica che il cambiamento di alcuni numeri non modifica i risultati ottenuti in precedenza.
Completa l’esercizio inserendo il testo richiesto
5. Componi con WORD il testo del capitolo primo del libro con inserimento dei titolo di
1°, 2° e 3° livello. Inserisci alla fine il sommario.
6. Dall’esercizio 6 seleziona l’intero documento escluso il sommario e trasforma il
documento in due colonne. Procedura suggerita Formato ( Colonne )
Aggiorna il sommario.
7. Dal testo dell’esercizio 7 scegli le parole con le quali creare l’indice analitico.
Inserisci l’indice analitico alla fine del testo.
8. Modifica il carattere del paragrafo 2.2 dell’esercizio 7 in Arial, dimensione 10.
Aggiorna il sommario e l’indice analitico.
9. Crea un modello di carta intestata personale in cui compaiano NOME E COGNOME
– Studente del Corso di Laurea in … matricola …. Indirizzo personale e telefono – indirizzo di
posta elettronica – data che si aggiorna automaticamente.
10. Utilizza il modello dell’esercizio 9 per comporre una relazione con la descrizione delle
operazioni eseguibili dal sistema operativo.
11. Come l’esercizio 15 con inserimento di un ClipArt a piacere.
12. Scrivi un documento di una ventina di righe e 5 paragrafi:
colora con colori diversi il testo di ciascun paragrafo utilizzando il pulsante A Colore
carattere
Evidenza una o due righe.
Allinea a destra il testo
Allinea a sinistra il testo
Centra il testo
Giustifica il testo.
Togli la sillabazione.
Modifica l’allineamento del paragrafo.
Modifica il carattere usato inizialmente
Tipo
Stile
Dimensione
187
NOTA: Per modificare tutto o una parte di un testo già scritto bisogna …..
13. Riprendi le relazioni scritte negli esercizi alla fine del capitolo 6 e riscrivile utilizzando
WORD ed inserendo un indice analitico ed un Sommario.
14. Rappresenta con un diagramma gerarchico le cartelle dell’esercizio 6 alla fine del
capitolo 6.
15. Userai per questo esercizio il menu Modifica (copia ed incolla) ed il menu Strumenti
oppure il menu Foglio di Stile (preferibile).
16. Scrivi una relazione di tre pagine in formato A4, interlinea doppia, margini 1 cm,
Formato Paragrafo Rientri 0,5 cm, Prima riga 1 cm
Formato Carattere ARIAL 12
Titolo 1 e Titolo 2 come previsti dal programma.
Numerazione delle pagine compresa la prima centrato fondo pagina.
17. Crea il sommario e l’indice analitico del testo appena scritto.
Dopo aver evidentemente scelto alcune parole da inserire nell’indice analitico.
18. Ripeti la parte a dell’esercizio precedente con una nuova relazione.
19. Inserisci parte della seconda relazione dell’ esercizio 22 nella prima relazione
dell’esercizio 23 e aggiorna il sommario e l’indice analitico della prima relazione.
20. La comunicazione e anche uso dell’immagine. In questo esercizio userai il
menu Inserisci Immagine ed Inserisci Simbolo.
Riprendi la relazione dell’esercizio 17 ed inserisci un clip art.
Fai in modo usando la procedura Formato immagini che l’immagine sia alla
sinistra del testo e rimpicciolita.
Riscrivi la prima pagina del capitolo 2 di questo testo usando per inserire i simboli presenti la
procedura Inserisci Simbolo cerca tra Webdings , Wingdings , …
189
Capitolo 8
IL FOGLIO ELETTRONICO
Parte prima
Nozioni generali
Il foglio elettronico è uno strumento di calcolo che permette l'elaborazione dei dati numerici e
alfabetici con operazioni elementari o complesse su di essi.
Possiamo calcolare facilmente i valori centrali (medie) dei dati di un determinato evento,
valutare facilmente se variazioni introdotte possano aver effetto sullo svolgersi di eventi futuri
paragonabili a quello appena esaminato, ecc. Possiamo costruire grafici.
Quasi tutti i fogli elettronici, hanno alcune procedure relative agli elenchi che in tal modo
possono essere elaborati secondo le esigenze personali.
Il programma EXCEL, così come la maggioranza dei fogli elettronici, permette la costruzione
di tabelle di dati ed il trattamento delle informazioni con particolari procedure.
La procedura Filtro, Figura 1 ad esempio, permette di estrarre da un elenco strutturato in
tabella le righe, che hanno caratteristiche
particolari.
L’ordinamento di una o più colonne
permette di avere un insieme di
informazioni ordinato secondo le esigenze
dell’analisi dei dati raccolti.
L’algebra delle proposizioni
La ricerca di una parola in un elenco
utilizza criteri opportuni di trattamento dei
dati. È possibile usare l’algebra delle
proposizioni.
Il foglio elettronico è formato da un foglio a quadretti rettangolari detti cella.
Si può posizionarsi su una cella spostandosi con l’uso delle 4 frecce di direzione ,
oppure posizionando il cursore che assume la forma di una croce e facendo clic col tasto
sinistro del mouse.
Figura 120
190
8.1 Descrizione del foglio elettronico.
Il foglio elettronico (spreadsheet) è uno degli strumenti più versatili messi a disposizione
dall’informatica.
È lo strumento di produttività personale più usato da chiunque sia alle prese con elaborazioni
più o meno complesse di dati numerici.
Gli inventori del foglio elettronico erano studenti dell’Harvard Business School, Dan Bricklin e
Bob Frankston che cercavano un metodo per ridurre i tempi di calcolo e di elaborazione dei
dati, cui la tesi li costringeva. La prima versione del 1978 di 20 righe per 5 colonne divenne nel
1979 VISICALC e girava sul personal computer allora disponibile: l’Apple. Fu il progenitore del
EXCEL e di tutti i fogli elettronici esistenti.
L’idea era talmente geniale che oltre e rendere ricco il suo ideatore, il foglio elettronico è
considerato uno dei fattori della prima diffusione del personal computer.
Certamente, un foglio elettronico non può sostituire l’inventiva e la fantasia umana, ma libera
dalla fatica di eseguire calcoli, permettendo di dare libero sfogo alla creatività personale.
Simulazioni, previsioni, verifiche di analisi dei dati, ecc. sono solo alcune delle possibilità che
l’uso di un foglio elettronico offre al suo utilizzatore.
All’apertura del file il desktop del foglio elettronico appare come in Figura 2 con l’avvertenza
che il foglio quadrettato riempie tutto lo schermo.
L’uso di Excel 2007 non differisce dalle precedenti versioni di EXCEL. Le operaztioni
effettuabili non sono cambiate
La figura 2 mostra come si presenta la barra di EXCEL 2007 al suo avvio. Cambia talora il
nome delle schede che sono rappresentate. Le procedure sono individuate da tasti con
rappresentazione della procedura che puoi attivare.
I tasti sono riuniti in schede secondo la loro funzione: ad esempio la scheda CARATTERE
riunisce le procedure applicabili al formato dei caratteri.
Sotto la barra un foglio a quadretti detti celle.
Figura 121
191
Per agire sui caratteri o numeri scritti su un gruppo di una o più celle devi prima selezionarle.
Puoi anche scegliere con un clic su Generale il tipo di numeri scritti: valuta, percentuale,
numero, ecc. da un menu che appare cliccando su ▼.
NOTA: Quando usi EXCEL se il programma sia stato usato da un’altra persona che ha
modificato il formato numerico di qualche cella, tale formato viene memorizzato dal programma
e talora si conserva per i successivi usi dello stesso.
Inoltre spesso viene visualizzato un formato particolare di una cella se usi la tastiera in modo
non congruente alla versione che stai usando. Ad esempio se nello scrivere un numero con
decimali usi nella versione italiana il punto come separatore della parte decimale. In tal caso
rimedia scegliendo di visualizzare il Formato numerico GENERALE, sulle celle in cui stai
operando.
8.1.1 Individuare una o più celle ed inserire dati e formule.
Il foglio elettronico si presenta come un foglio a quadretti detti celle, individuate da una lettera
ed un numero: La lettera rappresenta la colonna ed il numero la riga, nella cella all’incrocio di
colonna e riga viene scritto quanto digitato e confermato.
Posizionandosi con un il cursore a forma di croce su una cella, puoi scrivere numeri, parole,
formule o procedure. Quanto scritto appare sulla riga bianca nella parte alta del foglio
quadrettato, detta riga dei comandi, ed è confermato spostandosi con le frecce di posizione
su una cella diversa oppure con Invio, in quest’ultimo caso il cursore si sposta sulla
cella sottostante quella appena usata.
Puoi scrivere sulla cella C2 di sommare il contenuto delle celle A2 e A3 e dividerlo per il
contenuto di A4 : avrai così la formula =(A1+A3)/A4 59, figura 2.
8.1.2 Individuare ed usare fogli diversi.
In basso a sinistra della pagina compiono le scritte:
Puoi quindi utilizzare diversi fogli che saranno tra loro collegati.
59
WINDOWS è indifferente alle lettere maiuscole/minuscole. Puoi quindi usarle indifferentemente, anche se
EXCEL userà lettere maiuscole.
Figura Figura 122
192
L’ultima icona ti permette di vedere gli altri fogli disponibili.
.
Il foglio elettronico opera sul numero scritto sulle celle indicate, conseguentemente variando i
valori delle stesse, muta il risultato del calcolo.
Puoi scrivere un modello che operi su un insieme di celle, permettendoti di ottenere risultativi
calcoli anche complessi, con un inserimento dei soli dati.
Nelle formule, i termini sono riuniti tra loro da operatori matematici, tabella 1, elevamento a
potenza, oppure puoi applicare alcune procedure dette funzioni tipo RADQ(n) radice quadrata di
n, Log(n) logaritmo ecc. n rappresenta l’argomento della funzione.
Tabella 6
Operatore Significato Esempio60
= Definisce quanto segue come formula o procedura
+ Somma: restituisce la somma di due numeri 5+3 , D1+D2
- Differenza: restituisce la differenza tra due numeri 5-3 , D1-d2
* Moltiplicazione: restituisce il prodotto tra due numeri 5*3 , D1*D2
^ Elevamento a potenza: restituisce la potenza ennesima del numero alla sua sinistra. Es. 2^3 restituisce 8.
5^3 , D1^D2
/ Divisione: Restituisce il quoziente tra due numeri 5/3 , D1/D261
Nella cella B3 della Figura 4 compare il risultato dell’operazione indicata, se sono presenti dei
numeri nelle caselle A1, B2, A3.62
Puoi riunire in una formula operatori matematici, numeri e/o celle.
60
Per eseguire l’operazione il segno = deve precedere la formula.
61 Il contenuto di D2 0
62 Qualora nella casella A6 non vi siano scritti numeri il programma assume come valore presente lo zero e
quindi da errore stante l’impossibilità di dividere per zero L’errore viene indicato con #DIV/0!
Figura 123
193
Altri operatori matematici tipo Radq, Log, ecc. sono considerati da EXCEL operatori funzione
e richiedono la scritta dell’argomento della funzione; in mancanza compare #NOME?
NOTA SULL’APPROSSIMAZIONE DEI NUMERI: EXCEL permette di decidere il numero di
decimali da visualizzare, pur conservando in memoria il numero con 30 decimali.
Nell’approssimazione se l’ultimo decimale tagliato è compreso tra 0 e 4 si approssima per
difetto, tra 5 e 9 per eccesso
8.1.2 Seleziona, copia e incolla
Con le stesse regole di WORD puoi selezionare una o più celle, evidenziandole col cursore
con + freccia (maiuscolo + ).
Questa procedura è una delle più utili di EXCEL, purché si usi nelle formule le celle come
variabili.
Indi usando Ctrl+C o dalla scheda APPUNTI, usando copia puoi copiare nella cartella degli
Appunti la parte del foglio elettronico che hai selezionato.
Spostandoti in una cella qualunque premendo Ctrl+V, invio oppure usando INCOLLA , puoi
riprodurre quanto selezionato e copiato.
Figura 124
Figura 125
Nel foglio elettronico la procedura COPIA ED INCOLLA segue un procedimento particolare.
Se il contenuto è un numero o un testo esso viene scritto nella cella da te scelta, figura 4,
spostandoti con il cursore o con le frecce di direzione e premendo INVIO o Ctrl+V. Nelle figura 5
la scheda che permette le procedure appena descritte con l’uso del mouse.
Se il contenuto di una cella è una formula gli indicatori di cella LETTERA e NUMERO,
cambiano secondo il verso dello spostamento ed il numero di celle che scorre, figura 5.
Osserva con attenzione la Figura 4: essa illustra quanto appena detto, con l’aggiunta nella
cella B6 di un caso di errore di divisione per zero #DIV/0!. Infatti la formula originale diviene
(A4+A5)/A6. Ed in A6 non c’è alcun numero, EXCEL considera la cella vuota contenente lo
zero.
Puoi usare anziché COPIA la procedura TAGLIA (Ctrl+X). Il contenuto della cella tagliata è
ricopiato ove richiesto ed eliminato dalla posizione originale.
Michele
Michele
Michele
Ctrl+C e Ctrl+V
194
Nella figura 4 è stato richiesto al programma di inserire le frecce di origine dei dati della
formula. con VERIFICA FORMULE INDIVIDUA PRECEDENTI .
Tale procedura è utile per verificare formule particolarmente complesse.
Un insieme di celle argomento di una procedura deve essere separato dal ; (punto e virgola) .
Talora è utile comprendere in una un intervallo di celle poste sequenzialmente. In tal caso è
utile utilizzare l’operatore : (due punti) inserito tra la prima e l’ultima cella. Ad esempio in una
procedura anziché scrivere A1; A2; A3; A4;A5, puoi scrivere A1:A5.
8.1.3 L’operatore $ nel copia ed incolla.
Hai appena appreso che copiando un formula in una cella diversa da quella originaria gli
indicatori lettera e numero sono modificati secondo la spostamento operato.
Puoi inserire nella formula prima dell’indicatore l’operatore $ ottenendo in tal modo che
l’indicatore non sia modificato.
Tale indicatore agisce solo sull’indicatore che segue, tabella 2.
Tabella 7
= A3+A5 =C3+C5 copia e incolla dalla colonna A alla colonna C
=$A3+$A5 =$A3+$A5 copia e incolla anteponendo ad A l'operatore $
=$A5+$A7 poiché l'operatore $ precede l'indicatore di colonna, il numero di riga è modificato.
8.1.4 La procedura funzione
L’evoluzione del foglio elettronico ha introdotto, accanto alla formula, l’operatore funzione fx. .
La funzione, è un operatore che, agendo sull’argomento delle funzione stessa (generalmente
scritto tra parentesi dopo la funzione), combina l’argomento o gli argomenti tra loro secondo
formule opportunamente precostituite.
Ad esempio la funzione MEDIA conta i valori da considerare, li somma, e divide la somma per
il numero degli elementi.
Puoi scrivere =MEDIA(5;6;7;8) ottenendo 6,5. Nota l’uso dell’ = (uguale), per indicare al
programma che deve eseguire l’operazione tra numeri indicati tra parentesi. Il ; (punto e virgola)
permette di scrivere un elenco di numeri ai quali vuoi applicare la procedura MEDIA.
Naturalmente puoi indicare un insieme di celle contenente i numeri. In tal modo variando i
numeri nelle celle usate varia le media.
195
I moderni fogli elettronici hanno moltissime procedure di calcolo che permettono la
sostituzione della procedura funzione, alla scrittura di formule complesse o che comunque
richiedono più operazioni in sequenza.
Osserviamo subito che, essendo possibile scrivere sulle singole celle anche parole, occorre
informare il programma affinché interpreti quanto scritto come formula da calcolare e non come
testo. La scrittura A3+A5 è un testo, la scrittura = A3+A5 è una formula da calcolare utilizzando i
numeri che si trovano nelle celle A3 ed A5.
In EXCEL 2007, puoi ottenere l’operatore formula INSERISCI FUNZIONE dalla scheda FORMULE
che appare in figura 7.
Ribadisco che nel foglio elettronico è conveniente eseguire operazioni o applicare procedure
funzioni usando gli indirizzi di cella; in tal modo creiamo modelli usabili cambiando il contenuto di
una o più celle.
Se gli argomenti/celle da usare sono in posizioni diverse, li puoi inserire separandoli con il ; .
Se sono consecutivi puoi usare i : tra la prima e l’ultima cella, per inserire l’intervallo usato.
B5:B10 significa opera selle celle dalla B5 alla B10.
8.2 Introduzione ai modelli per l’analisi dei dati
quantitativi.
Lo sviluppo di una ricerca porta a definire variabili diverse con valori
diversi di cui diamo una sintesi non esaustiva nella tabella 3.
In tal modo nell’analisi di un gruppo di oggetti o di persone
possiamo suddividere tali persone in base al sesso, all’età, alla
religione di appartenenza, alla professione, ecc. ciò porta all’uso di diversi tipi di variabili, valori e
scale di misura, tabella 3.
Ad alcune di queste forme testuali si può attribuire un ordinamento: in statistica si parla di
scala ordinale: Tipo di Abitazione, Professione, Reddito.
Per i numeri l’ordine è quello della scala metrica.
Figura 126
Figura 127
196
Per le date si può considerare la scale di tipo ordinale, ma la differenza tra due date espressa
in giorni appartiene alla scala metrica, limitata ai numeri interi.
Tabella 8
VARIABILE VALORI TIPO Scala di misura
SESSO maschio, femmina Testo nominale
DATA NASCITA 1/1/1984... 2/10/1990 .... ecc. Data data
TIPO ABITAZIONE appartamento, villa unifamiliare, casa a schiera, ecc.
Testo nominale
PROFESSIONE impiegato, operaio, dirigente, ecc,
Testo Nominale / ordinale
REDDITO BASSO, MEDIO, ALTO Testo ordinale
REDDITO 1000000, 1200000, .... ecc. Numero metrica
Sesso appartiene alla scala nominale, cui possono ridursi in taluni casi le altre scale,
riducendo il livello di informazione.
Di ogni valore delle variabili puoi stabilire la sue rappresentatività nel gruppo ossia la sua
numerosità. Puoi avere ad esempio, un gruppo formato da 25 maschi e 35 donne. Se l’analisi si
limita ad un solo gruppo è sufficiente il dato numerico assoluto.
Puoi assegnare il tipo di contenuto di una cella attraverso la scheda NUMERI dell’interfaccia
utente HOME , Figura 8.
Spesso, però, si sente la necessità di eseguire il confronto tra gruppi diversi ed è utile avere
un elemento unificante della quantità: il più semplice è la percentuale che è un modo per
calcolare la quantità di un gruppo proporzionalmente a 100.
Il foglio elettronico permette la costruzione di modelli che puoi richiamare ed usare per calcoli
simili, ampliando o riducendo opportunamente le tabelle che avrai costruito, inserendo formule
relative ad alcune celle.
Per avere simile possibilità devi impostare le operazioni che esegui rispetto alle singole celle
o gruppi di celle. Il programma sostituirà al nome di ciascuna cella il suo contenuto che può
essere cambiato, modificando i risultati finali.
Le formule infatti possono agire sul contenuto di una o più celle.
8.3 Le formule nel foglio elettronico EXCEL
8.3.1 Inserimento dei dati e calcolo delle percentuali
In questo esempio sono stati inseriti dei dati in sequenza mesi da gennaio a luglio, e dati in
valore assoluto (frequenze di un evento) ed è stata calcolata la percentuale della distribuzione di
tale evento negli anni indicati, rispetto al totale degli eventi considerati. Con l’occasione verranno
197
introdotte alcune procedure per l’uso del foglio elettronico, entrando così nella logica dello
stesso.
Costruirai un modello per il calcolo della distribuzione percentuale.
La percentuale : Una delle operazione più semplici ed usate, nell’analisi dei dati di una
ricerca, è la percentuale. Essa permette il confronto di gruppi tra
loro numericamente diversi riportando la suddivisione dei gruppi
secondo qualità particolari (ad esempio il confronto della
distribuzione in classi diverse degli allievi di due o più scuole).
Per avere dati confrontabili si può riportare la distribuzione con
base cento (percentuale). Con essa, ciascun gruppo è rapportato a 100.
Un gruppo formato da 35 maschi e 65 femmine può essere ridotto in percentuale 35%
maschi, 65% femmine per confrontarlo con un gruppo numericamente diverso.
Si ottiene risolvendo l’equazione PCT : 100 = n. considerato : totale gruppo, rispetto alla
variabile PCT.
In EXCEL calcoli il quoziente tra il numero di cui si vuole calcolare il valore in percentuale ed
il totale degli oggetti del gruppo ed applichi il formato cella PERCENTUALE. L’inserimento dei dati
avviene scrivendo su una cella il dato e premendo INVIO.
Dopo aver richiamato il programma (doppio clic sull’icona relativa o procedure analoghe),
inserisci i dati come nella tabella 4 le righe 2 e 3.
Per prima cosa nella cella totale calcolerai il TOTALE usando la procedura somma
automatica, figura 8 con un clic su simbolo SOMMA AUTOMATICA.
Questa procedura funzione cerca automaticamente sopra o sulla sinistra se vi sono celle con
numeri e le include dell’argomento della funzione. Osserva che nella riga dei comandi è scritto
Figura 128
Tabella 9
198
=SOMMA(B3:H3). Naturalmente potevi scrivere direttamente la formula sulla riga dei
comandi: =SOMMA(B3:H3)
La formula per la percentuale: Per completare il modello nella cella B4 scrivi la formula
=B3/$I3. Usando operatore $ puoi copiare la formula nelle celle dalla C4 alla I4, ottenendo la
forma decimale della percentuale sempre rispetto alla cella I3.
Scrittura risultato in %: Seleziona il modello da A1 a I4 e ricopialo a
partire da A6. Seleziona quindi le celle da B9 a I9 ed usa da Home la
scheda NUMERI, figura 9, con un clic su %. Puoi anche decidere
quanti decimali usare con le icone in fianco.
Per una scelta più ampia del formato dei numeri e dei testi usa la
scheda che comparirà cliccando su ↘
Nella costruzione del modello sono stati introdotti alcuni operatori e procedure che è
opportuno rilevare.
: Procedura che somma il contenuto delle celle adiacenti, sopra o a sinistra.
Selezione : si ottiene puntando una cella e trascinando il puntatore sulle celle che si vogliono
selezionare tenendo premuto il pulsante di sinistra del mouse.
Copia : questa funzione serve per copiare il contenuto di una cella già scritta. In seguito, per
incollare il contenuto su una cella vuota, usiamo dal menu modifica, la voce incolla, oppure
premi Invio . .
Occorre prestare attenzione se la copia è fatta da celle contenenti numeri (che rimangono
invariati) o riferimenti al nome di una o più celle: in tal caso la formula è modificata o meno
secondo che il riferimento è relativo o assoluto, usando l’operatore $.
Per evitare che il nome della cella cambi con la procedura copia, spostando il cursore tra le
celle occorre far precedere la lettera o il numero o entrambi che individuano una cella dal segno
$ $G$5 fa sempre riferimento al valore contenuto nella cella G5. Con $G5 non si modifica il
riferimento spostandosi orizzontalmente ; con G$5 non si modifica il riferimento spostandosi
verticalmente.
La proprietà del foglio elettronico di riferirsi ad una cella indipendentemente dal suo valore
momentaneo è una delle più importanti caratteristiche del foglio elettronico.
Formato Cella: puoi dal menu FORMATO decidere in quale forma far comparire i numeri e
con quanti decimali, vedi all’uopo il menu FORMATO, CELLA, NUMERICO di cella in cui per ogni
scelta viene esemplificato il risultato visivo. Per cambiare il formato di più celle
Figura 129
199
contemporaneamente puoi selezionarle, prima di operare con la procedura FORMATO. Il formato
cella può essere modificato dalla scheda NUMERI .
Hai ottenuto un modello per calcolare le percentuali tra i diversi valori di un gruppo. Gli
esercizi che seguono ne sono un’applicazione.
Esercizi.
Esercizio 1
Ricopia su un foglio elettronico i valori assoluti della tabella 5.
Calcola il quoziente tra il numero di iscritti per ciascun anno ed il totale. Trasforma tale
quoziente in percentuale con 2 decimali HOME scheda NUMERI. La tabella 3 rappresenta le
prime tre righe dopo aver eseguito i calcoli .
Lascio a te i calcoli e le procedure di formato cella per le righe successive.
Tabella 10
Superfluo ricordare che gli stessi risultati, mutatis mutandis, si sarebbero ottenuti scrivendo i
dati privilegiando la scrittura in verticale dei dati (es. da B1 a B7) e degli anni successivi.
Completa l’esercizio ripetendo il
procedimento con scambiando le righe con le
colonne. In EXCEL 2007 puoi selezionare le
celle interessate Home copia posizionarti
in una cella vuota scegliere dalla scheda
Incolla ruota di 180° .
Esercizio 2
Usa il modello costruito nell’esercizio 2 per
calcolare ulteriori percentuali dei valori 25, 27,
32, 43, 65.
A B C D E F G
1 ANNO 1989 1990 1991 1991 1993 TOTALE
2 iscritti elem. 100 150 180 200 100 730
3 PCT 13,69% 20,54% 24,65% 27,39% 13,69% 100,00%
4 iscritti sup. 200 130 110 107 92
5 PCT
Figura 130
200
Esercizio 3
Disponi nella colonna B i numeri seguenti: 15, 17 , 29, 31, 62. 82, 34, . Nella colonna C
calcola la distribuzione percentuale del gruppo appena digitato. Usa le colonne D ed E per
calcolare le percentuali dei numeri 13, 18, 21, 32, 64, 73, 34.
Ricorda che copie ed incolla può copiare anche gruppi di celle adiacenti.
Esercizio 4
Scrivi in un foglio elettronico numeri con 6 o 7 decimali. Con la procedura opportuna verifica
cosa avviene riducendo il numero di decimali da visualizzare.
Ripeti la procedura eseguendo calcoli che utilizzano celle con numero di decimali diversi e
celle in cui i decimali sono stati diminuiti nella visualizzazione.
8.4 La procedura inserisci funzione.
Il programma EXCEL fornisce all’utente un
insieme di procedure che eseguono calcoli
complessi su un intervallo di celle fissato
dall’utente stesso. EXCEL chiama tali procedure
funzione e le indica con fx .
La procedura si avvia dalla scheda FORMULE
LIBRERIA DI FUNZIONI INSERISCI FUNZIONE fx .
oppure dal fianco alla riga degli inserimenti: clic su
fx, fa comparire la scheda di figura 11 dalla
quale puoi scegliere tra centinaia di
procedure statistiche, matematiche, logiche,
informative , ecc.
Secondo la scelta appare il menu delle procedure
associate al tipo scelto.
Puoi scegliere TUTTE oppure USATE PIÙ DI RECENTE il cui significato è evidente; poi scegli la
procedura che ti serve in quel momento, figura 13.
Figura 131
Figura 132
201
Esamineremo alcune di queste procedure, avvisando che ogni procedura scelta ha una breve
spiegazione del suo significato e dopo la scelta compare una scheda da compilare o verificare
detta ARGOMENTI FUNZIONE .
8.4.1 La media aritmetica e la deviazione standard.
La media aritmetica è un dato di sintesi di un gruppo di punteggi o di frequenze : esso
riassume i risultati ottenuti, rendendoli confrontabili con gruppi diversi.
Può accadere che la media aritmetica non sia rappresentativa di un gruppo essendo le
misure grezze troppo differenti tra loro e poco numerose.
La valutazione dell’omogeneità di un gruppo di punteggi rispetto alla media è spesso rilevata
col calcolo della deviazione standard.
Le due misure, media e deviazione standard, vanno lette assieme: più la deviazione standard
è rappresentata da un numero grande rispetto alla media, meno tale media è affidabile come
sintesi del gruppo di risultati ottenuti.
Il modello per il calcolo delle due misure è semplificato nel foglio elettronico.
Scriviamo i dati della tabella 6 in un foglio elettronico opportunamente richiamato (doppio clic
sull’icona del programma).
A B C D E F G H
1 ANNO 1989 1990 1991 1992 1993
MEDIA ARITM.
DEV. STD.
2 ISCRITTI 100 150 180 200 100 146 45,6972
Tabella 11
Negli anni dal 1989 al 1993 si sono iscritti alle medie inferiori di una piccola città gli allievi
riportati nell’esempio (Tabella 6).
Per le nostre valutazioni è interessante disporre del numero medio di iscrizioni e
dell’omogeneità o meno dei gruppi dei vari anni per un confronto con città e condizioni
ambientali diverse.
Si è ritenuto utile per tale studio, il calcolo della media aritmetica dei dati ed il calcolo della
deviazione standard dei gruppi esaminati.
La deviazione standard permette di valutare l’ampiezza delle variazioni complessive dei vari
anni scolastici rispetto alla media.
202
Una deviazione standard di valore elevato rispetto alla media indica appunto una notevole
variazione degli iscritti rispetto ai diversi anni scolastici.
8.4.2 Calcolo della media e della deviazione standard
Dopo aver riportato col metodo già visto il testo e i dati sulle celle A1
H1 e A2 F2 di un foglio elettronico, posiziona il cursore sulla
cella G2.
Talora il lavoro di elaborazione diviene più rapido utilizzando i
comandi da tastiera. Ti presento per la procedura i due metodi e ti
invito a provare sempre ad usare la tastiera al posto del mouse.
Metodo tastiera:
Posiziona il cursore sulla riga di scrittura e scrivi = MEDIA (B2:F2), ossia media dei dati da
B2 a F2. Premi invio e compare il risultato. Procedura analoga per la deviazione standard,
curando l’intervallo dell’argomento della funzione.
Metodo MOUSE:
Posiziona il cursore su G2 ossia sulla cella immediatamente seguente le celle con i dati.
Clic su fx nella riga di inserimento dati e formule, compare l’elenco delle funzioni, figura 11.
Puoi scegliere il tipo di funzione, in questo caso STATISTICHE; se sei fortunato tra le FUNZIONI
USATE DI RECENTE puoi trovare quello che ti serve.
Il programma nella scheda ARGOMENTI DELLA FUNZIONE, figura 15, ti propone l’intervallo su
cui calcolare la media; se tale intervallo è corretto puoi premere Invio e la media viene calcolata
e scritta nella cella prescelta..
In alcuni casi l’intervallo individuato dal programma non è corretto; con puoi cancellarlo e
scrivere l’intervallo corretto B2 : F2, figura 14
Tasto Invio o clic su Fine.
Compare il valore della media nella casella in precedenza scelta.
Figura 133
203
Per la media aritmetica puoi ottenere facilmente la
funzione anche dal pulsante della SOMMA AUTOMATICA,
figura 14,nastro HOME cartella MODIFICA
Nel calcolo di una media occorre verificare la sua
attendibilità ossia la sua rappresentatività dell’insieme dei
dati. Dati troppo disomogenei non sono rappresentati da
una media aritmetica. Si usa quindi la Deviazione
standard: più il suo valore è alto, meno la media può
rappresentare i dati considerati e i dati risultano
disomogenei tra loro. Trovi un esempio nella Tabella 7.
Per il calcolo della deviazione standard dopo esserti
posizionato nella cella opportuna, scegli dalle funzioni
statistiche DEV.ST [o scrivi =DEV.ST(B2:F2)] e procedi in modo analogo al calcolo della media.
Fai attenzione alla scheda del calcolo della deviazione standard. Usando il metodo del mouse
il programma può comprendere nel calcolo della deviazione standard anche la casella della
media che non deve essere compresa tra i dati di calcolo. Devi quindi modificare l’intervallo
dell’argomento.
È abbastanza evidente la semplicità che il foglio elettronico introduce nell’uso di modelli per
calcoli con le sue funzioni predefinite.
Il cambiamento di un qualunque valore nelle celle cui una formula od una funzione fa
riferimento, provoca il cambiamento del risultato finale, hai quindi un modello per il calcolo della
media e della deviazione standard. Se hai usato con attenzione gli indirizzi di cella tale modello
può essere ampliato.
Per verificare il collegamento tra dati, media e deviazione standard
prova a modificare i valori delle singole celle, scrivendo dati tra loro
quasi uguali o molto diversi. Con dati uguali la deviazione standard
Figura 134
Tabella 12
Figura 135
204
sarà uguale a zero, vedi Tabella 7.
OSSERVAZIONE: rileviamo esplicitamente la differenza tra la formula che richiede la scrittura
di segni di operazione tra gli indirizzi delle celle cui la formula fa riferimento e la procedura
funzione che richiede (e permette) il riferimento a gruppi di celle.
La media aritmetica assieme alla somma si può ritrovare con cu clic sul simbolo dalla barra
HOMEdi EXCEL, scheda MODIFICA.
Sulla riga dei comandi appare la procedura MEDIA () . è necessario inserire tra le
parentesi l’intervallo sul quale calcolare la media. Analogamente per la somma.
Ad esempio, tabella 4, puoi posizionarti col cursore nella cella G2 e scrivere =media(B2:F2).
Premendo invio viene calcolata la media aritmetica dei numeri contenuti nelle celle da B2 ad F2.
8.4.3 La procedura SUBTOTALE
Fin’ora hai potuto applicare il foglio elettronico a procedure semplici potendo apprezzare la
semplificazione nelle attività di calcolo attraverso modelli costruiti con tale strumento.
Proseguendo nello studio delle applicazioni dell’informatica le tue conoscenze si amplieranno
permettendoti di affrontare i problemi con utili strumenti che non potranno sostituire la tua
iniziativa e creatività ma solo renderti più facile la verifica delle tue idee.
La procedura di subtotale che EXCEL introduce con la funzione SUBTOTALE la trovi tra le
funzioni matematiche di Excel o nella scheda STRUTTURA della raccolta DATI, figura 17.
Si tratta di una funzione a due argomenti che si presenta in questa forma:
SUBTOTALE(tipo; intervallo) dove tipo è un numero che definisce la funzione da applicare
all’intervallo che devi specificare secondo le tue esigenze.
Il tipo è specificato nella tabella 8, nella quale trovi alcune procedure/funzioni che ti consiglio
di provare, tra esse oltre alla media trovi conta valori che permette in una lista di contare i valori
numerici, minimo e massimo dei valori di una lista,
Nella tabella 9 puoi vedere un’applicazione della procedura illustrata. La procedura applicata
nella cella C6 è SUBTOTALE(9;C2:C5), mentre in E6 è SUBTOTALE(1;E2:E5), ecc.
La tabella 8 presenta le operazioni possibili con la procedura SUBTOTALE
Figura 136
205
Numero identificativo del tipo di operazione
Procedura (funzione) valori nascosti inclusi
valori nascosti esclusi
1 101 Media (aritmetica)
2 102 Conta numeri
3 103 Conta valori
4 104 Max
5 105 Min
6 106 Prodotto
7 107 DEV.ST
8 108 DEV.ST.POP
9 109 Somma
10 110 Var
11 111 Var.POP
Tabella 13
8.4.4 Applicazioni della procedura subtotale
Osserva e ricopia la tabella 9 seguendo le
procedure indicate.
Nella celle C18, D18, F18 è stata applicata la
procedura SOMMA con l’icona , il programma
applica tale procedura al contenuto delle celle
ottenute con la procedura SUBTOTALE.
A B C D E F G
1 Anno Trimestre Valori Trimestre Valori Trimestre Valori
2 1 34 34 34
3 2 62 62 62
4 3 32 32 32
5 4 27 27 27
6 1999 Totale 155 Media 38,75 Dev. St. 15,77709
7 1 38 38 38
8 2 34 34 34
9 3 76 76 76
10 4 63 63 63
11 2001 Totale 211 Media 52,75 Dev. St. 20,12254
12 1 29 29 29
13 2 85 85 85
14 3 53 53 53
15 4 28 28 28
16 2003 Totale 195 Media 48,75 Dev. St. 26,78775
18 1999-2003
Somma Totali
561 Somma medie
140,25 Somma Dev. St.
62,68738
Figura 138
Figura 137
206
Tabella 14
I risultati della tabella sono stati ottenuti in EXCEL 2007 selezionando i dati e applicando la
procedura totale parziale scegliendola dalla scheda DATI STRUTTURA.
Esercizio 1
Completa la tabella 9 e prova le altre procedure.
Esercizio 2.
La procedura SUBTOTALE può essere inserita in una qualsiasi
cella del foglio elettronico, purché nel suo argomento siano indicati il
tipo di operazione richiesta e l’intervallo o gli intervalli cui si fa
riferimento.
Nella tabella 10 stato applicato il subtotale ai dati A ed ai dati B.
Il totale finale è stato ottenuto con la procedura SOMMA.
Esercizio 3.
Nel foglio elettronico in basso a destra, trovi diversi fogli: Foglio 1,
Foglio 2, ecc.. Puoi trasferire procedure tra fogli diverse. Osserva la Procedura 1.
Puoi calcolare il SUBTOTALE in un foglio diverso da quello contenente i dati. Ad esempio
puoi aprire il Foglio 2 ed in una qualsiasi cella applicare la procedura SUBTOTALE facendo
riferimento al Foglio1; la funzione assume la forma indicata nella procedura 1 in cui l’argomento
nell’ordine presenta il tipo di operazione richiesta;
l’indicazione del foglio di origine dai dati con l’intervallo
di delle celle contenenti i dati da usare
nell’operazione.
=SUBTOTALE(9;Foglio1!D3:D6;Foglio1!D8:D11)
procedura 1
Puoi naturalmente usare la tabella delle funzioni,
oppure scrivere nella riga dei comandi l formula della
procedura 1, in cui ti invito ad osservare il ; (punto e virgola) come segno di separazione tra
istruzioni diverse ed il ! (punto esclamativo) che individua il foglio di origine. Es. Foglio1!D8:D11, vedi
procedura 1.
Tabella 15
Figura 139
207
8.4.5 Il calcolo condizionato.
Illustriamo una procedura che
permette di scegliere da un insieme di
dati solo quelli che interessano per il
nostro scopo.
Puoi attivare una procedura che
esegua un’operazione, ad esempio di
somma, su numeri che verificano una condizione. Consideriamo la matrice63 di dati inserita nelle
dalla cella A1 alla cella D4, della figura 19.
Posizionandoti su E5 attiva, dalle funzioni matematiche, SOMMA. SE e scrivi le condizioni e
le richieste che appaiono nella figura, ossia di calcolare la somma solo nel caso che i dati siano
maggiori o uguali a 50.
Un clic su OK e il programma calcola la somma dei soli valori maggiori di 50.
8.4.6 Funzioni logiche
Oltre al calcolo condizionato nel foglio elettronico è possibile trasformate il valore di una cella
con le funzioni logiche.
In EXCEL 2007 le trovi nella libreria delle funzioni, figura 21.
Riportiamo un esempio ottenuto da fx Funzioni logiche SE.
Dalla colonna A delle età, posizionati su B2 e inserisci la funzione logica SE.Tale funzione ha
due possibilità
Il test da come risposta “VERO” ed il programma scrive sulla cella quanto scritto sulla linea
Se_vero.
Il test da come risposta “FALSO” ed il programma scrive sulla cella quanti scritto nelle riga
Se_falso.
63
Dicesi matrice un insieme di numeri disposti ordinatamente su righe e colonne.
Figura 142
Figura 140
Figura 141
208
È possibile inserire altre condizioni sulle righe del vero o del falso.
Potresti provare a suddividere un gruppo di Età dai 15 ai 70 anni in ragazzi, Adulti, Anziani.,
usando la riga di inserimento.
Nota che quanto scelto nella scheda è trasformato sulla riga di inserimento in
=SE(A2<18;”Ragazzo”;”Adulto”).
Puoi sostituire La parola adulto con una ulteriore funzione SE:
=SE(A9<18;"Ragazzo";SE(A9<50;"Adulto";"Anziano")).
Evidentemente la colonna A va completata con altre età fino a 70 anni, per verificare
l’operazione.
8.4.7 Altre funzioni logiche.
Generalmente in EXCEL si usano procedure (funzioni) che agiscono su una sola colonna
(riga) alla volta o che riuniscono in una sola procedura colonne diverse senza possibilità di
scelta da parte dell’utente.
La procedura (funzione) filtro e la procedura ordinamento opera una selezione di dati
alfanumerici, sempre relativamente da una colonna o riga di dati.
Le funzioni64 logiche sono presentate nella figura 22.
Descriverò l’uso della funzione SE, ti invito a esaminare
e provare le altre funzioni.
Dopo aver inserito nelle celle i dati da esaminare, puoi
posizionarti in una cella libera e attivare con un clic tale
procedura: compare la figura 23 argomenti funzione.
In essa è possibile inserire nelle righe opportunamente
intestate:
Test: Condizione da valutare verificando il valore o il testo che compare in una cella, può
essere vera o falsa.
Puoi ad esempio scrivere
64
Useremo il termine funzione o procedura lasciando allo studente di cogliere la differenza che esiste tra i due
termini, che peraltro sono entrambi corretti secondo il punto di vista da cui sono considerati.
Figura 143
209
A1>10
A1=”Buono” … ed altro
Nota l’uso delle “ “ all’inizio ed alla fine del testo Buono; tali virgolette sono indispensabili
usando un testo anziché un numero come termine dell’uguaglianza.
Le versioni recenti del programma le inseriscono se non sono state inserite.
Gli operatori > < = possono essere usati nei confronti di numeri che di testi; in quest’ultimo
caso usano la sequenza dell’alfabeto.
Nella riga Se_vero inserisci l’operazione
da eseguirsi se il test è risultato vero.
Nella ruga Se_falso inserisci l’operazione da eseguire se il test è risultato falso.
Anziché un’operazione puoi inserire un “testo” da scrivere
Le operazioni possono essere la scrittura di un testo o un calcolo particolare.
Osserva le tre righe seguite da un riquadro bianco:
Test:
Se_vero
Se_falso
Come puoi vedere si tratta di una
procedura che EXCEL ti aiuta a fare:
Dopo la prima riga c’è un salto
condizionato alla seconda od alla terza
riga, figura 20.
All’interno della seconda e della terza
riga puoi inserire ulteriori condizioni di test e di salto: dovrai separare il test, la condizione
se_vero e la condizione se_falso con un punto e virgola.
Eccoti un esempio che ti consiglio di verificare:
Le successive righe sono la rappresentazione di come le varie condizioni imposte sono
rappresentate nella riga delle operazioni; nota come il test, ed i risultati siano separati da un ;
Nel riquadro trovi le tre righe da inserire nella tabella degli argomenti per il risultato finale
della tabella 11 precisamente il test pone una prima condizione un voto maggiore di 17;
se si verifica la prima condizione (SE_VERO) vi sono due alternative
voto >= 24 (l’esame è superato)
se il voto non è >= 24 (ossia è < 24) deve sostenere l’esame orale
Figura 144
210
se la prima condizione non si verifica, ossia il voto è <= 17 (SE_FALSO) vi sono due
alternative:
ha frequentato / non ha frequentato
La procedura è stata applicata alla tabella 11, ti consiglio di sviluppare l’esercizio per gradi
ossia prima considera solo il voto finale imponendo le relative condizioni:
Ammesso se il voto è maggiore di 17, non ammesso all’orale se il voto è minore di 1865.
Sostituisci quindi nella seconda e terza riga le ulteriori condizioni.
Esercizio.
Puoi trovare procedure simili tra le funzioni: SOMMA_SE ; CONTA_SE MEDIA_SE ed altre,
che potrai provare personalmente. La prima somma i numeri che soddisfano una particolare
condizione, la seconda li conta.
Scrivi in una colonna 25 voti compresi tra 10 e 30. Calcola la media aritmetica e la media
aritmetica dei soli voti sufficienti. Conta i voti sufficienti e i voti insufficienti.
.
8.5 Verifica dei calcoli nel foglio elettronico.
8.5.1 Le Smart Tag
65
Ricorda >17 equivale a >=18
1 B C D E F G H
2 Nome Voto es 1 Voto es. 2 Voto es. 3Frequenzaallel
ezioniVoto totale Risultato
3 RAMONA 7 4 5 SI 16 esame subito
4 CLARISSA 8 8 5 SI 21 deve sostenere esame orale
5 VALENTINA 9 6 6 NO 21 deve sostenere esame orale
6 ANGELA 10 9 8 SI 27 idoneo
7 FRANCESCO 12 8 8 SI 28 idoneo
8 MASSIMO 12 9 7 SI 28 idoneo
9 MARIA GRAZIA 8 4 5 NO 17 ripete esame
SE(G4>17; Test
SE(G4>=24;"IDONEO";"deve sostenere esame orale") SE_vero
SE(E4="SI";"esame prossimo appello";"ripete esame") SE_falso
Tabella 16
Procedura 2
211
Nell’esercizio del calcolo delle percentuali, rappresentato a lato è stato volutamente
commesso l’errore di non bloccare la cella B6 e copiare il calcolo
della percentuale nella cella C3. Come già sai il programma
modifica gli indirizzi di cella. All’ovvio errore di divisione per 0, Figura 24, oltre alla scritta #DIV/0!
compare una piccolo riquadro con il simbolo di richiamo menu
. Nel menu la spiegazione dell’errore (divisione per zero). la
possibilità di avere informazioni sull’errore commesso, la
possibilità di correggerlo ecc.
Decidi tu se tener conto dell’avvertimento.
Fra i molteplici usi delle Smart Tag facciamo notare che la
funzione applicata alla tabella di figura 25. In tale somma
ovviamente si è omesso l’anno tra i numeri da sommare. La
smart tag avvisa che si è fatta una somma trascurando appunto il
primo numero.
Anche in questo caso la scelta spetta a te!
Nota che le operazioni dubbie sono segnalate dal simbolo
posto in alto a sinistra della cella.
Cliccando sulla cella compare la Smart Tag con le
spiegazioni, figura 26.
8.5.2 Verifica formule
In EXCEL 2007 è stata introdotta una scheda che ti permette alcune verifiche, chiamata
VERIFICA FORMULE, figura 27.
Nella costruzione di un modello è utile poter valutare le
formule che hanno contribuito alla sua costruzione. Risulta
pertanto utile la procedura mostra formule della scheda
VERIFICA FORMULE, figura 27.
Ad esempio puoi risalire alle celle di origine di una
formula, figura 25 per valutare la correttezza delle formule
del modello che hai costruito, essendo segnalato l’errore di divisione per zero.
Figura 147
Figura 148
Figura 145
Figura 146
212
3.5.3 Elenco dei principali codici di errore in EXCEL
#DIV/0! Il denominatore di una formula fa riferimento ad una calla che contine 0; oppure un testo, oppure è vuota
#NOME? La formula contine testo in un formato che EXCEL non riconosce.
@RIF! La formula fa riferimento ad una cella che non esiste.
#VALORE! La formula contine un argomento con corretto.
Riferimento circolare
La formula contiene un riferimento che dipende dai risultati della formula stessa. Es. Nella cella D5 scrivi = A3+D5. In alcuni casi il riferimento circolare fa parte di un’iterazione di calcoli necessaria. In tal caso si può attivare il riferimento circolare con la procedura seguente. Fai clic sul pulsante con il logo di Microsoft Office, quindi su Opzioni di Excel e infine sulla categoria Formule. \ Seleziona la casella di controllo Attiva calcolo iterativo nella sezione Opzioni di calcolo.
Tabella 17
In questi casi ritorna molto utile la procedura FORMULE VERIFICA FORMULE
Esercizi proposti.
1. Inserisci funzione Esamina alcune funzioni della scheda inserisci funzione, cercando se vi
siano calcoli che conosci e procedure che potresti usare da solo.
Usa per questo esercizio le spiegazioni che per ciascuna procedura (funzione) compare nella
scheda di scelta.
Puoi esaminare le funzioni matematiche, Data ed ora, logiche.
Scrivi una relazione su quanto hai scoperto.
2. La media aritmetica Calcolala media e la deviazione standard tra i numeri da 12 a 56.
Usa per la scrittura dei numeri, l’analogo di quanto usato prima per gli anni successivi. Usa la
funzione MEDIA e DEV.St.
Prova a cambiare il 27 col 34 e viceversa o a sostituire il numero 37 col numero 139. ecc.
3. Calcoli condizionati. In passato si usava registrare l’esame di un studente che fosse stato
riprovato (voto minore di 18). La media per la laurea veniva calcolata solo sugli esami superati.
Costruisci una matrice con voti maggiori o uguali a 18 e voti inferiori a 18 e con il foglio
elettronico calcola la media solo dei voti maggiori o uguali a 18.
Suggerimento: usa Somma.se, Conta.se, media.se
Calcola i quoziente dei due risultati.
4. Copia e incolla e riferimento assoluto. Inserisci in una colonna il prezzo al chilogrammo
di alcuni prodotti alimentari, nelle seconda il nome dei prodotti. Calcola il costo medio dei
prodotti alimentari inseriti.
213
5. Accedi al sito ISTAT (www.istat.it), ricerca i dati sui prezzi al consumo alimentati. Seleziona
alcuni prodotti alimentari ed i loro prezzi al consumo nei mesi di gennaio, aprile e maggio.
Calcola la media aritmetica e la deviazione standard dei prezzi nei singoli mesi.
NOTA: per selezionare dati in posizioni non contigue si usa selezionare il primo gruppo e
premendo il tasto CTRL selezionare i dati in posizioni non contigue.
8.6 I modelli
Hai finora costruito fogli elettronici di vario tipo
come base per il tuo lavoro. Già nella costruzione
dei fogli elettronici con i dati hai constatato come
sia possibile usare ciascun foglio elettronico come
modello per l’inserimento di dati diversi.
Dovresti avere appreso come utilizzare il foglio
costruito in circostanze diverse, adattandolo alle
tue esigenze particolari.
In EXCEL esiste come hai potuto
vedere in WORD, il salvataggio di
tipo modello.. In tal modo puoi
creare un modello sul quale inserire i tuoi dati.
Nel caso di EXCEL 2003 e precedenti da salva con nome puoi selezionate tipo di file modello
e ti si apre la cartella modelli. Puoi scegliere una
cartella diversa, creandola personalmente.
Nel caso di EXCEL 2007 puoi dal pulsante di figura
28 posizionarti su SALVA CON NOME e scegliere ALTRI FORMATI.
All’apertura della cartella Salva con nome nella scheda SALVA CON NOME devi denominare il
file e scegliere modello di Excel, figura 30.
Il programma salva come procedura predefinita il file nella cartella TEMPLATES, che fa parte di
un gruppo di cartelle interne alla cartella chiamata Microsoft.
Conviene aprire Documenti ed in essa creare una cartella Miei Modelli. Salvando il modello
ottenuto lo potrai richiamare e se lo richiami col doppi clic, ottieni un file che potrai salvare come
file di EXCEL.
Figura 150
Figura 149
Figura 151
214
Questa procedura evidentemente è in fase di aggiornamento e richiama le procedure di
Office precedente.
8.7 Le previsioni e le analisi prospettive.
Spesso nelle nostre azioni siamo guidati dall’analisi degli eventi trascorsi e dalla previsione
degli eventi futuri.
Nell’analisi dei dati assume particolare importanza poter individuare punteggi prevedibili
dall’esame di una sequenza di dati rilevati con un'indagine opportuna.
Il foglio elettronico EXCEL fornisce strumenti sia per individuare dati oltre le nostre rilevazioni,
sia per tracciare una curva che individui una linea (retta o di ordine superiore) che sia regolare, e
tale che la somma della distanza dei suoi punti dai punti realmente rilevati sia minima.
Si ottengono tali risultati utilizzando rispettivamente
la funzione previsioni.
la funzione tendenze.
la funzione tendenze può anche tracciare la linea oltre i dati effettivamente rilevati e
aggiungere ulteriori elementi alla linea di tendenza, inoltre si può richiedere l’equazione della
linea di tendenza tracciata.
8.7.1 Previsione dei risultati in una sequenza.
Oltre che con la linea di tendenza la previsione dei risultati di una sequenza può essere
operata selezionando le celle in cui i dati sono stati inseriti e prolungando tale selezione dal
piccolo quadrato che compare alla destra della sequenza selezionata.
Il procedimento è analogo a quello con cui si può prolungare una numerazione sequenziale
dopo aver scritto i primi due numeri della sequenza. Dopo aver selezionato i numeri noti ci
sposta col cursore al lato destro inferiore dell’ultima cella in cui compare , il cursore diviene ,
trascinandolo nelle celle successive si ottiene la previsione dipendente dalla sequenza scritta.
Anni 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997
Popolazione 1234 1239 1356 1426 1456 1380 1494 1535 1577 1618 1659
Popolazione 1234 1239 1216 1350 1456 1380 1464 1507 1551 1594 1637
Dati rilevati Dati previsti
Tabella SEQ Tabe13 Tabella 18
215
Nota nella tabella precedente i dati rilevati ed i dati previsti nell’ipotesi che il comportamento
dei dati negli anni dal 1993 al 1997 ha lo stesso comportamento degli anni precedenti. La
procedura è di impostazione predefinita fatta con i dati in colonna. Se sono in riga occorre
specificarlo in sede di elaborazione.
8.8 La raccolta e la trasformazione delle informazioni
8.9 Il menu DATI in EXCEL.
Già nei paragrafi precedenti abbiamo utilizzato il
foglio elettronico non solo come strumento di
calcolo, ma come strumento utile alle decisioni, pur
riferendoci sempre a dati numerici.
Gli sviluppi del foglio elettronico hanno introdotto
anche l’esame dei dati alfanumerici, pur essendo ad
essi dedicato il datata base ACCESS.
Nella raccolta di schede DATI, , sono presenti
alcune procedure, figura 33.
8.9.1 Ordinamento dei dati in colonne.
Dal menu Dati è possibile ordinare una o più
colonne in ordine crescente o decrescente;
l’ordinamento vale sia per i numeri che per i testi,
figura 34.
Per fare ordinare i dati puoi usare la procedura
ORDINA , figura 33 e specificare rispetto a quale
colonna vuoi l’ordinamento. Figura 155
Tabella 19
Figura 154
216
8.9.2 Filtro
Per operare con il filtro il cursore deve trovarsi nella prima cella di una colonna che deve
essere un’intestazione.
Se attivi la procedura filtro EXCEL inserisce in testa alle colonne ▼. In base al tipo di dati su
cui stai operando il programma ti offre i possibili filtri che puoi attivare. Ordinamento per date,
per nomi, per numeri. Nella figura 34 il filtro per numeri.
Cliccando su ► puoi scegliere FILTRO PERSONALIZZATO, o un’altra delle possibili procedure,
nella scheda a destra.
Compare la tabella di filtro, figura 35, con la
possibilità di utilizzare due filtri tra loro riuniti dalle
congiunzioni
OR . è vero se si realizza almeno una delle
condizioni.
AND : vero se si realizzano entrambe le
condizioni.
Nella scheda di figura puoi scegliere Seleziona
tutto per annullare il filtro che hai attivato.
Esercizio
Applica le procedure di ORDINAMENTO e di FILTRO alla tabella 15, pagina seguente.
Suggerimenti:
Ordina i nomi dalla Z alla A.
Scegli un intervallo per le date di nascita che escluda le persone di età inferiore a 40 anni,
Puoi individuare l’età inserendo nella colonna la D differenza tra la data attuale e la data della
colonna C.
8.10 I grafici col foglio elettronico.
I grafici costituiscono una delle forme più intuitive di comunicazione dei risultati di una analisi
di dati. La loro scelta permette di evidenziare i risultati di considerazioni fatte sui numeri.
Vi sono poi grafici particolari che esprimono lo sviluppo di un progetto o l’organigramma di
una organizzazione.
Tra i grafici in EXCEL che esprimono le relazioni tra i dati numerici di una analisi, possiamo
distinguere i seguenti tipi principali:
Figura 156
217
Grafici lineari : adatti a rappresentare l’andamento di una distribuzione di valori in relazione
a due variabili i cui valori sono generalmente rappresentati sulla retta delle ascisse e quella delle
ordinate66 ; generalmente sulle ascisse è la variabile indipendente (anni, età, ...) e sulle ordinate
la variabile dipendente (numerosità di un gruppo).
Nei grafici areali: la numerosità dei dati è rappresentata dall’altezza di rettangoli, oppure
dall’ampiezza di settori circolari67.:
I grafici a colonna si usano per rappresentare distribuzioni di una variabile di gruppi diversi
evidenziando la loro numerosità.
I grafici a torta si usano per rappresentare
la numerosità di diversi tipi di appartenenti ad
un gruppo. Essi sono l’equivalente grafico della
percentuale, essendo evidentemente
standardizzata la numerosità del gruppo ai 360°
di una circonferenza.
I grafici impilati permettono di evidenziare
una relazione più complessa tra le variabili
considerate, ossia le relazioni esistenti tra due
variabili con l’intervento di una terza variabile.
Grafici ad anello : permettono la rappresentazione del tipo grafico a torta di più insiemi di
dati.
Grafici a spirale : rappresentano di solito l’andamento di un fenomeno nel tempo con
ricezione del momento di rilevamento..
Grafici a dispersione : mostrano la relazione tra diversi insiemi di dati. Sono molto usati
nella rappresentazione grafica dell’analisi fattoriale.
È anche possibile rappresentare i dati con due o più grafici contemporaneamente per avere
una visione dei dati di varie categorie
8.10.1 Costruzione di un grafico.
Per costruire un grafico col foglio elettronico, dopo aver inserito la tabella dei dati, segui i
passi indicati.:
66
Ricordo che in un sistema di assi cartesiani l’ascissa è la retta orizzontale e l’ordinata è quella verticale.
67 Vi sono anche rappresentazioni a tre dimensioni che aggiungono solo una visione più piacevole del grafico.
Tabella 20
218
Seleziona le celle contenenti i dati che vuoi far comparire nel grafico. Ricordo la possibilità di
selezionare colonne (o righe) non adiacenti usando il tasto Ctrl, dopo aver selezionato il primo
gruppo di dati si seleziona il successivo tenendo premuto Ctrl.
Da INSERISCI scheda GRAFICI,clic sul tipo di grafico che vuoi ottenere, figura 36
Dopo aver costruito il grafico è opportuno personalizzarlo. Alcune personalizzazioni sono
automatiche e vengono inserite nel programma da EXCEL. Talora tuttavia occorre modificare
tali personalizzazioni se non rispondono alla nostra esigenza di rappresentazione dei dati
8.10.2 I grafici con Excel 2007 e la loro personalizzazione
I grafici sono modificati e personalizzati usando
schede reperibili dalla raccolta STRUMENTI GRAFICO
che è presente appena costruito il grafico o
comunque posizionando il cursore nell’area del grafico,
figura 35 dalla quale puoi attivare tre nastri di schede.
PROGETTAZIONE, figura 37.
La scheda PROGETTAZIONE ti permette di
cambiare il tipo di grafico, di salvare un modello,
di invertire le righe con le colonne e di
denominare le variabili con la procedura
SELEZIONA DATI
Figura 158
Figura 159
Figura 157
219
È evidente l’uso di aggiungi e
rimuovi. La procedura modifica,
richiede che sia usata una cella sulla
quale scrivere il titolo che desideri
sostituire ad uno già esistente. Per
Voci della leggenda dopo averle
selezionate, devi scrivere:
Foglio1!A3, nella scheda che
compare attivando la procedura
MODIFICA, per le etichette
dell’asse devi scrivere l’intervallo che le contiene ed foglio su cui stai lavorando. figura 41
Figura 161
Tra gli elementi della progettazione la scheda Stile grafico che contiene la possibilità di avere
un grafico in bianco e nero, figura 40, primo grafico.
Nota il riferimento ad un
gruppo di celle A2:A5 ed al foglio
su cui stai lavorando Foglio1!:
Foglio1!$A$2:SA$5.
Il nastro delle schede Layout ti permette di inserire e
posizionare le etichette, aggiungere simboli particolari sul
grafico, di aggiunger una linea di tendenza, di posizionare
la tabella dei dati sotto il grafico, ed altro.
Scegli LAYOUT e poi ETICHETTE, figura 42.
Figura 160
Figura 163
Figura 162
220
Potrai scegliere la posizione in cui far comparire il valore del dato, scegliendo Opzioni
etichetta
Puoi anche introdurre delle analisi grafiche, figura 43.
Con un clic sul dato puoi scegliere il tipo di dato da Formato
etichette dati che farà comparire ALTRE OPZIONI ETICHETTE DATI.
Più semplicemente dal Layout puoi scegliere ALTRE OPZIONI
ETICHETTE DATI.
L’ ETICHETTA CONTIENE e POSIZIONE ETICHETTA, figura 44.
Nota che la scheda OPZIONI ETICHETTA, figura 44, ottenuta da ALTRE
OPZIONI ETICHETTE DATI permette di inserire, se non già inseriti elementi
del foglio elettronico di origine.
Ad esempio puoi decidere se l’etichetta che inserirai sugli elemeti del
grafico deve contenere il valore, la percentuale, ecc.
Nel Layout dalla cartella Etichette dati, puoi inserire nel grafico i valori
delle variabili, sulle rappresentazioni, figura 45 e 46.
Esercizi.
Esercizio 1.
Riproduci il foglio elettronico, figura
46 ed il grafico istogramma,
rappresentati a lato, figura 45.
Inserisci la tabella dei dati.
Inserisci i valori delle etichette.
Figura 169
Figura 168
13 14
20 21 19 18
24
13 16 17
19
11 13
20
0
10
20
30
Valore A
Valore B
Figura 165
Figura 164
Figura 167 Figura 166
221
Esercizio 2.
Riproduci la tabella e i grafici della figura 47 Nel grafico
lineare inserisci le linee di tendenza con il loro R2 .
Oltre a quelle lineari presenti nel grafico, devi provare ad
inserire linee di tendenza di tipo ed ordine diverso.
Scrivi una relazione nella quale dovrai evidenziare:
I tipo di grafici costruiti.
Il significato della linea di tendenza e di R2 .
Il coefficiente della x della linea di tendenza lineare cosa
significa? Rivedi nei testi delle scuole superiori il significato
di pendenza di una retta ed il concetto di crescenza e
decrescenza.
Cambiando tipo di linea di tendenza R2 cambia?
Esercizio 3
Vedi su Wikipedia il termine approssimazione e scrivi
una relazione sull’argomento.
Aggiungi anche le nozioni sul coefficiente della x di una
retta, che ricordi dai tuoi studi di geometria analitica nella
scuola media.
8.10.3 Tipi e grafici e loro uso.
Grafici a linee
Il foglio elettronico rappresentato dalla Figura 51,
rappresenta l’andamento nei mesi indicati dei
millimetri di acqua caduta in una zona in un paese
indeterminato.
I grafici lineari permettono in particolare di
esaminare l’andamento di un fenomeno nel tempo e
con le opportune procedure valutare a condizioni non mutabili nel tempo, la possibile previsione
futura.
A B C D E F G H I L M
1 Mese m/m acqua
2 gennaio 60
3 febbraio 70
4 marzo 100
5 aprile 200
6 maggio 140
7 giugno 120
8 luglio 30
9 agosto 35
10 settembre 80
11 ottobre 90
12 novembre 100
13 dicembre 70
14
m/m acqua
0
50
100
150
200
250
genn
aio
febb
raio
mar
zo
aprile
mag
gio
giug
no
luglio
agos
to
sette
mbr
e
otto
bre
nove
mbr
e
dice
mbr
e
Figura 171
Figura 170
222
Bisogna tuttavia osservare che ogni grafico rappresenta l’approssimazione di dati numerici e
quindi deve essere valutato assieme ad essi
Sarà quindi opportuno riportare assieme al grafico la tabella che lo ha generato, aggiungendo
eventualmente anche alcune analisi di tipo matematico statistico.
Grafici a barre.
In questo grafico, figura 52, come in quello a
torta l’area dei rettangoli, che hanno la stessa
base, è proporzionale al numero
rappresentato.
In questo caso possiamo confrontare i
diversi valori avendo nello stesso grafico più
rappresentazioni.
Osserva che il grafico lineare di figura 51, presenta l’andamento nell’anno dei millimetri
d’acqua caduti ed il grafico a barre di figura 48 presenta la quantità dei millimetri d’acqua caduti
nei mesi indicati, permettendo di individuare a vista il mese più o meno piovoso
Grafici a torta
Lo stesso fenomeno precedente per la
valutazione delle quantità rispetto ad un insieme
finito, ha una migliore visione in un grafico a torta o
circolare, figura 53.
Nota che la rappresentazione a torta favorisce
una lettura di dati in percentuale e quindi il confronto di
gruppi di numerosità diversa.
8.10.4 La presentazione dei dati di due variabili
Un supporto utile all’analisi ed alla
presentazione di dati con variabili a più
valori è dato dal grafico della Figura 54 .
Per la costruzione di questo grafico, dopo
aver inserito i dati delle celle da A1 a C6,
A B C D E F G H I L M
1 Mese m/m acqua
2 gennaio 60
3 febbraio 70
4 marzo 100
5 aprile 200
6 maggio 140
7 giugno 120
8 luglio 30
9 agosto 35
10 settembre 80
11 ottobre 90
12 novembre 100
13 dicembre 70
14
m/m acqua
0 50 100 150 200 250
gennaio
marzo
maggio
luglio
settembre
novembre
A B C D E F G H
1 Mese m/m acqua
2 gennaio 60
3 febbraio 70
4 marzo 100
5 aprile 200
6 maggio 140
7 giugno 120
8 luglio 30
9 agosto 35
10 settembre 80
11 ottobre 90
12 novembre 100
13 dicembre 70
14
m/m acqua
5%6%
9%
19%
14%11%
3%
3%
7%
8%
9%6%
gennaio
febbraio
marzo
aprile
maggio
giugno
luglio
agosto
settembre
ottobre
novembre
dicembre
Figura 172
Figura 173
Figura 174
223
seleziona le celle appena riempite e, usa la scheda INSERISCI GRAFICO ,.
Osserva che nel grafico è possibile valutare la quantità di uomini e donne alle diverse età,
avendo la possibilità di un esame contemporaneo di due
variabili: SESSO ed ETÀ che compaiono nella didascalia a
fianco del grafico.
8.10.5 L’aspetto di un grafico.
Il programma del foglio elettronico permette una
presentazione del grafico che sia, da un lato, completa degli
elementi necessari per interpretarlo, dall’altro (lato)
sufficientemente gradevole nell’aspetto.
L’aspetto di un grafico assume nella comunicazione
un’importanza notevole. Presentare un grafico richiede una particolare attenzione e la precisa
conoscenza di cosa si vuole comunicare al lettore.
Affronteremo tale problema con un esempio pratico,
ti invito a prender coscienza di quanto una buona
presentazione grafica sia importante; ti invito ad
esercitarti con esempi personali.
Esamina ora il grafico che appare. Figura 55 e
pensa quale è la comunicazione che vuoi dare: in
questo caso evidentemente scegli il grafico istogramma. Il passaggio successivo è presentato
nella figura 551: il programma ha inserito nel grafico anche gli anni che rendono gli altri dati
insignificanti.
Occorre perfezionare la presentazione del grafico con la procedura personalizza del grafico
Togliendo la presentazione della variabile anno ed inserendola tra LE ETICHETTE ASSE
ORIZZONTALE con la procedura MODIFICA ottieni un grafico significativo, figura 56.
Naturalmente potevi evitare di selezionare le categorie ed inserirle in seguito.
Esercizi proposti
1. Prova a ripetere quanto fatto nel paragrafo precedente scegliendo il grafico a barre ed il
grafico lineare
2 Rappresenta con un grafico a torta due fogli elettronici:
Figura 175
Figura 176
224
1. Numero degli allievi delle tre classi della scuola media di A:
Classi Prima Seconda Terza
Numero di allievi 30 40 50
2. Numero degli allievi delle tre classi della scuola media di B
Classi Prima Seconda Terza
Numero di allievi 65 80 98
Domanda: cosa fa notare la rappresentazione grafica dei due gruppi? Cosa nasconde?
Ricorda l’uso delle percentuali.
3. Rappresenta con un grafico a spirale l’andamento dei millimetri di pioggia nell’anno
dell’anno che è riportato nel grafico a barre della figura 48.
8.11 Sintesi e previsioni grafiche
Le linee di tendenza possono rappresentare un metodo grafico per studiare l’andamento di
un fenomeno e per fare previsioni.
Questa procedura è applicabile specificatamente a grafici lineari, grafici cioè che
rappresentano un andamento dei valori di una o più variabili.
La linea di tendenza in sostanza rappresenta una sintesi dei valori grezzi; essa può essere
considerata il corrispondente grafico della media.
Inoltre la linea di tendenza è individuata dal coefficiente della variabile indipendente,
solitamente la x, e dal termine noto. Tali parametri possono essere considerati un elemento di
valutazione: ad esempio nella retta il coefficiente della x rappresenta la pendenza delle stessa e
quindi l’andamento del fenomeno esaminato.
Discorso analogo con alcune complicazioni di tipo statistico e algebrico possiamo introdurlo
nelle linee di grado superiore al primo.
Come nella media esiste quindi un problema di validità della stessa: esso si può risolver a
livello elementare con la valutazione di R2 .
In genere R2 può essere considerato indice di un approssimazione buona se è > 0,70,
sufficiente tra 040 e 0,70. La sua oscillazione va da 0, aderenza nulla, A 1, coincidenza tra linea
di tendenza e rappresentazione dei dati grezzi.
8.11.1 Costruzione della linea di tendenza e previsioni
225
Dopo aver inserito i dati in una colonna o in una riga, selezionare i dati stessi e tracciare il
grafico lineare dei dati. Da tale grafico lineare possiamo ottenere una linea di tendenza con la
procedura di seguito illustrata.
Fai clic col pulsante destro del mouse posizionando la freccia del mouse sulla linea
appena tracciata. Compare un menu di scelte: scegli Inserisci linee di tendenza.
Tra le linee proposte scegli quella che ritieni più adatta a rappresentare l’andamento dei dati
appena scritti e rappresentati nel grafico.
Compare con segno ingrossato la linea di tendenza, figura 57.
Puoi ora decidere di cercare l’equazione della linea tracciata e di determinare quanto tale
linea approssimi la linea dei dati reali.
Posiziona il puntatore sulla linea di tendenza e fai clic, dopo aver selezionato con due clic il
grafico nel suo complesso.
La linea di tendenza è evidenziata.
Dal menu principale scegli Formato, Linea di tendenza selezionata.
Compare una finestra sulla quale puoi scegliere con , alcuni elementi che ti permettono di
avere ulteriori notizie per l’interpretazione dei dati inseriti.
R2 individua l’approssimazione della linea di tendenza; l’approssimazione è massima con
R2= 1, coincidenza tra andamento dei dati e linea di tendenza. Valori inferiori indicano una
approssimazione inferiore. Una buona approssimazione si ha con R2 0,70.
Equazione ossia una sintesi algebrica dei dati, confrontabile con altre equazioni esaminando
e interpretando il coefficiente delle x e il termine noto..
Periodi futuri per tracciare la linea di tendenza in periodi successivi a quelli esaminati,
nell’ipotesi che le variabili dell’evento esaminato non modifichino la situazione iniziale.
Mese
Indice
produzione
Gennaio 25
Febbraio 42
Marzo 45
Aprile 65
Maggio 93
y = 15,9x + 6,3
R2 = 0,9336
0
20
40
60
80
100
1 2 3 4 5
Figura 177
226
Il grafico è stato ottenuto a partire dai 6 dati sulla sinistra approssimati con media mobile, ha
tracciato la estensione della linea di media mobile di 4,5 periodi
Dopo aver selezionato il grafico e la linea ottenuta dal menu Inserisci scegli Linea di
tendenza e dopo averla scelta passa alle opzioni che presentano un riquadro con la possibilità
di definire il numero di periodi di previsione.
Il grafico seguente, figura 54, è stato ottenuto con procedimento analogo, modificando
l’origine dell’asse delle ordinate, usando una linea di grado superiore al primo (poligonale di 2*
ordine) e prolungando il periodo di esame dei dati oltre i sei dati effettivamente rilevati. Potremo
pensare a sei rilevazioni mensili ed ad una previsione dei possibili elementi per i 4 mesi
successivi.
A titolo di utile esercizio prova a cambiare le linea di tendenza o modificandone la forma o
aumentandone il grado.
Per scegliere la migliore linea di tendenza è utile fare riferimento al valore di R2.
Indicativamente si considera buona una linea di tendenza con R2 0,70, Il massimo valore di R2
è 1, la linea di tendenza e la linea dei dati coincidono.
..
Figura 178
Puoi ottenere la procedura appena illustrata da
Layout Analisi, figura 59.
L’analisi del grafico permette di introdurre
elementi utili all’analisi statistica.
Le previsioni future, la scelta della linea di
tendenza le ritrovi nelle ALTRE OPZIONI LINEA DI
TENDENZA.
Anno
1983 13
1984 23
1985 24
1986 27
1987 12
1988 14
12 3 4
5 6
y = -1,8571x2 + 12,286x + 4R² = 0,6409
-80
-60
-40
-20
0
20
40
Figura 179
227
8.11.2 Grafici e relazioni
Un’equazione e il grafico che la rappresenta sugli assi cartesiani individua una relazione tra
eventi dipendenti.
Il grafico di figura 56 rappresenta la possibile relazione tra l’età e la retribuzione.
È stata aggiunta la linea di tendenza per avere una visione complessiva del fenomeno
indipendente dalle fluttuazioni casuali. Si veda anche l’equazione della linea ed il valore di R2,
indicante l’approssimazione della linea di tendenza tracciata.
Osserviamo esplicitamente che spesso una maggiore approssimazione (R2) ottenuta con
linee di tendenza polinomiali di grado più alto, fa vedere un andamento diverso da quello
ottenuto in prima approssimazione.
Allo studioso sta la scelta della linea di tendenza più adatta agli obiettivi della ricerca. Età Reddito
18 100
19 110
20 110
21 120
22 130
23 130
24 140
25 140
26 150
27 150
28 140
29 180
30 180
31 180
32 190
33 210
34 220
35 239
36 230
y = 7,3719x - 38,568
R2 = 0,9462
0
50
100
150
200
250
300
18 20 22 24 26 28 30 32 34 36 38
Figura 180
Il coefficiente della x della linea di tendenza, detta anche retta di regressione, rappresenta la
velocità di crescita dei valori del evento esaminato. Nel grafico in esame al crescere dell’età
cresce il reddito. Un coefficiente negativo rappresenta valori decrescenti.
Esercizio. Ricava dai dati ISTAT valori reali sul fenomeno e verifica gli andamenti per gruppi
di età opportunamente scelti.
8.11.3 Uso dei grafici nell’analisi elementare.
Nota nei grafici che seguono il diverso obiettivo: nel primo si evidenzia la differenza tra
giovani ed anziani per i diversi tipi di istruzione, nel secondo invece la differenza tra i diversi tipi
di istruzione e l’età dei soggetti considerati.
228
La diversa forma dei grafici è stata ottenuta
La prima figura è stata ottenuta privilegiando il
grafico per COLONNE e risponde alla domanda:
Come si distribuiscono i giovani e gli anziani rispetto
all’istruzione?
La seconda figura privilegiando il grafico per
righe e risponde alla domanda: Come si distribuisce
l’istruzione nei giovani e negli anziani?.
Esercizio.
Prepara una relazione sui risultati ottenuti nel
paragrafo.
8.11.4 L’uso dei grafici nell’analisi multivariata elementare.
L’analisi multivariata elementare è una procedura che introduce l’effetto di una o più variabili nell’analisi delle possibili correlazioni tra due variabili
Nei grafici seguenti si può rilevare la diversa incidenza dell’istruzione tra i giovani e gli anziani se nell’analisi si introduce il reddito familiare dei soggetti esaminati.
Dai grafici si vede che per il reddito alto la differenza non è rilevante, per il reddito basso la
differenza è rilevante.
I dati sono riportati in un foglio elettronico. Le procedure seguite sono le seguenti:
Per la significatività della differenza trovata tra le quattro celle significative (dati in
grassetto): Differenza dei prodotti in croce diviso il totale al quadrato 21700
)250700()200550( .
Questo test non è un test di uso universale, può quindi servire solo come elemento di
confronto tra tabelle simili. Per avere un test valido in un ambiente più generico puoi ricorrere al
test del chi quadrato. Esso può essere applicato anche a tabelle di n righe ed m colonne di
maggiore ampiezza. Richiede tuttavia un’analisi poggiata su campioni casuali e ed esperimenti
opportunamente costruiti.
Tabella 21
REDDITO ALTO – Figura 57
Giovani Anziani Totale
I.superiore 550 700 1250
I.inferiore 250 200 450
Totale 800 900 1700
significatività -0,02249
Giovani Anziani Totale
I.superiore 350 150 500
I.media 900 700 1600
I.inferiore 150 500 650
Totale 1400 1350 2750
GRAFICO PER RIGHE
GRAFICO PER COLONNE
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
1600
1800
I.superiore I.media I.inferiore
Anziani
Giovani
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
1600
Giovani Anziani
I.inferiore
I.media
I.superiore
Figura 181
229
REDDITO BASSO – Figura 58
Giovani Anziani Totale
I.superiore 350 150 500
I.inferiore 150 500 650
Totale 500 650 1150
significatività 0,115312
8.12 Uso della procedura Copia e Incolla
Dopo aver preparato con EXCEL un grafico od una tabella, puoi inserirli in un documento con
la procedura copia ed incolla che fa uso della cartella APPUNTI di WINDOWS.
Ricordo che dopo avere costruito il grafico od una tabella in EXCEL, puoi selezionare la
tabella col metodo usuale, mentre per il grafico la selezione avviene con un clic nel riquadro che
contiene il grafico.
Ora attiva la procedura copia, nel caso del grafico, esso sarà messo in evidenza. Attiva la
procedura copia in modo da mettere quanto selezionato nella cartella APPUNTI di WINDOWS.
Chiudi il programma che stai usando.
Puoi ora inserire in un documento di WORD il contenuto
appena messo nella cartella APPUNTI con la procedura
MODIFICA INCOLLA.
La figura/tabella non sempre viene inserita nella
posizione prescelta.
Dopo aver inserito la figura, con un clic sulla figura
compare un menu di scelta con possibili azioni sul formato
della figura o tabella.
Figura 183
Figura 184
Figura 182
230
Scegliendo il pulsante Formato immagine … compare una scheda che ti permette una primo
posizionamento dell’immagine. Scegliendo poi il layout AVANZATO, scheda di figura 64, puoi
attivare il layout che permette di decidere la posizione reciproca di testo ed immagine. Le scelte
avanzate permettono una migliore specifica delle posizioni reciproche tipo distanza dal testo
della figura ecc.
Aver scelto la posizione della figura, che appare riquadrata nelle figure 64, ti permette anche
di spostare la figura: se ti posizioni col cursore del mouse nel riquadro della figura compare una
croce con frecce, spostandola si sposta la figura.
Altre possibili scelte riguardano la dimensioni dell’immagine, i colori di riempimento, le
caratteristiche dell’immagine, ed altro.
In particolare per le dimensioni, posiziona il cursore in un angolo che diviene una doppia
freccia. Se ti posizioni su un marcatore laterale le frecce sono con evidente significato.
Questa procedura è applicabile anche a tabelle inserite in un testo.
Infine, selezionata l’immagine si può da Inserisci Riferimento Didascalia, inserire
appunto la didascalia scegliendo tra Figura, Equazione, Tabella. La numerazione è
automaticamente creata dal programma. Puoi anche aggiungere una scritta dopo o al posto di
Figura .. , e selezionandola puoi cambiare il tipo di carattere.
La procedura illustrata vale per qualunque figura od immagine.
8.12.1 Uso delle tabelle ed i grafici di EXCEL in WORD.
Le tabelle costruite con EXCEL dopo essere state salvate possono essere inserite in un
documento WORD usando la procedura copia il grafico che hai costruito.
Indi ti posizioni sul documento di WORD e usa la procedura Incolla.
Se vuoi inserire solo il grafico o solo la tabella puoi selezionare separatamente i due elementi.
È possibile collegare le tabelle ed i grafici come oggetto, oppure inserire EXCEL in un
documento WORD.
È anche possibile collegare un foglio di EXCEL a Word in modo che le modifiche fatte sul
foglio di EXCEL si trasferiscano alla tabella inserita in WORD.
Spesso serve riportare il solo grafico senza le tabelle o più semplicemente riportare in
posizioni diverse il grafico e la tabella generatrice.
La separazione dei grafici dalle tabelle che li hanno generati può essere effettuata con due
procedure diverse. Spesso la loro scelta è condizionata anche dalle possibilità delle diverse
versioni del programma usato.
231
Nella fase finale della costruzione del grafico puoi scegliere di rappresentare il grafico da
solo con un nome opportuno (metodo da preferire che permette di accedere al grafico
autonomamente)
Se il grafico è nello stesso foglio della tabella, puoi selezionarlo ed usare la procedura copia
ed incolla.
8.12.2 La didascalia di una figura o di una tabella.
Dopo aver evidenziato la figura o la tabella la didascalia si
inserisce dal nastro RIFERIMENTI e quindi INSERISCI DIDASCALIA,
figura 65.
Nota la possibilità di scegliere il nome della didascalia figura 67.
La numerazione è automatica di impostazione predefinita e si aggiorna all’inserimento di nuove
figure o tabelle.
ESERCIZIO n. 1: Prepara una relazione nella
quale spieghi le possibili scelte delle procedure
enunciate sopra e di quelle ad esse collegate che
compaiono nel corso del procedimento …
ovviamente dopo averle provate, esercitandoti ad
inserire figure, grafici e tabelle.
ESERCIZIO n. 2: Inserisci in un testo
un’immagine con la procedura Inserisci
Immagine Clipart. Puoi cercare Scuola, Lavoro, Festa, ecc.
Con la procedura illustrata posiziona l’immagine, fissandone anche le dimensioni.
ESERCIZIO n. 3: Riprendi la relazione dell’esercizio n. 1 ed inserisci un ClipArt ricavandolo
da Vedere anche Raccolta multimediale in linea.
Con questa procedura accederai al sito Microsoft in cui sono parecchie categorie di ClipArt.
8. 13 EXCEL e la comunicazione.
Talora risulta utile trasferire il foglio di EXCEL su altre piattaforme. Ciò si ottiene salvando il
foglio di EXCEL in formato HTML: pagina WEB è la soluzione proposta da Office.
Figura 186 Figura 185
Figura 187
232
Come noto la pagina WEB è leggibile da diverse piattaforme.
È utile anche comunicare i risultati di una ricerca in modo che non siano modificabili dal
lettore. Per queste esigenze rimandiamo al capitolo dedicato ad ADOBE Professional.
In OFFICE 2007 è possibile salvare direttamente i documenti in formato PDF, purché la
procedura sia stata inserita.
In questo capitolo sono stati affrontati i problemi del calcolo e della rappresentazione dei dati.
Si è potuto far notare che un grafico può essere fonte di errore nell’interpretazione e deve quindi
essere curato, tenendo conto del target a cui si rivolge.
Quando si presentano dei dati attraverso un grafico è facile indurre in errore il lettore se la
presentazione non è sufficientemente accurata.
Esercizio:
Prova a rappresentare i dati seguenti 80 -100 – 120 mettendo l’origine dell’asse verticale a
zero, come predefinito, oppure a 70. Cosa risulta apparentemente?
Per modificare l’origine dell’asse verticale, devi selezionarlo e fissare il valore minimo a 70.
Togliendo la scala numerica all’asse che impressione ne puoi trarre sulla differenza tra i
punteggi inseriti?
Prepara una relazione nella quale devi inserire i due grafici e commentarli.
8.13.1 La collaborazione tra utenti e la protezione del foglio elettronico.
È possibile ed utile collaborare alla preparazione di un foglio elettronico tra più utenti.
In EXCEL 2007 puoi ottenere la collaborazione attraverso il nastro revisioni, figura 68 ossia
condividere con altri utenti il tuo foglio di lavoro: dovrai inserire il tuo foglio di lavoro in rete in
modo che sia accessibile da più utenti. Tale collaborazione deve essere evidentemente limitata
ad utenti dello stesso staff. Per ottenere ciò è possibile proteggere il foglio di lavoro da interventi
Figura 188. Nastro revisione
233
indesiderati, nastro revisioni, figura 73. Nella stessa scheda trovi
proteggi cartella di lavoro, figura 69.
L’introduzione della password deve essere confermata ed il
programma avverte sulla pericolosità di tale procedura se si
dimentica la password, figura 70.
La procedura ti è già stata spiegata in WORD. Qui sono
presentate le schede utili.
Puoi visionare le revisioni fatte da diversi e decidere quali revisioni accettare o mostrare a tutti
i collaboratori.
8.13.2 I commenti al tuo foglio
elettronico.
Come ti è stato spiegato nello studio di
WORD, puoi mettere il tuo lavoro in rete e
chiedere la revisione da parte di chi ha
maggiore esperienza o autorità di te.
Anche un amico può esserti utile (quattro
occhi vedono più di due … ).
Nel nastro delle schede revisioni chi
riceve il tuo file può, se autorizzato, commentare il tuo lavoro. La scheda di figura 76 ha la
possibilità di inserire commenti e di visionare i commenti
che come puoi vedere nella figura specificano l’autore
dell’osservazione, figura 77. La presenza del commento è
segnalato da sull’angolo superiore destro della cella.
8.13.4 La stampa del foglio elettronico.
Dopo aver costruito le tabelle ed i grafici in un foglio elettronico, è speso utile stamparlo.
Figura 189
Figura 190
Figura 191
Figura 192
234
Se desideri stampare il foglio elettronico che hai
preparato è opportuno tu dia un aspetto professionale
alla tua stampa usando le procedure opportune.
La prima procedura è quella di inserire l’intestazione
e il piè di pagina.
Puoi dal nastro inserisci, dalla cartella TESTO, cliccare
INSERISCI INTESTAZIONE E NOTA A PIÈ PAGINA. Compare un’anteprima di stampa con tre
rettangoli in alto e tre rettangoli in basso sui quali puoi inserire l’intestazione ed il piè di pagina
Compare contemporaneamente il nastro PROGETTAZIONE che introduce la procedura
completa e permette di inserire scritte particolari e variare le caratteristiche dell’intestazione e
del piè di pagina.
Procedura analoga dal pulsante di Office usa STAMPA
ANTEPRIMA DI STAMPA , figura 76 .La scheda anteprima di
stampa, figura 81, permette di preparare la stampa del tuo
elaborato, scegliendo
dalla scheda
IMPOSTA PAGINA, figura 75.
Nella scheda imposta pagina, figura 76, puoi
fissare il layout della pagina: orientamento, margini,
ed altro.
Per personalizzarle dovrai usare Personalizza
intestazione o personalizza piè di pagina. La figura
76 ed 85è la scheda che appare per l’intestazione
ed ha la stessa forma di personalizza piè di pagina.
che contiene anche alcune spiegazioni sulla forma dei caratteri, l’inserimento del numero di
pagina, la data, ecc.
Figura 194
Figura 193
Figura 195
Figura 196
235
Le icone usate sono simili a quelle di Word delle versioni fino alla XP
L’intestazione ed il piè di pagina, così come in Word verranno stampate su tulle le pagine.
Figura 198
Figura 197
236
La figura 78, presenta un foglio elettronico cui sono state applicate le procedure
appena illustrate.
Esercizio
Usa la tabella sotto il grafico della tabella 17 per costruire un grafico a barre. Dopo
aver costruito il grafico usa LAYOUT ETICHETTE MOSTRA TABELLA DATI per
inserire la tabella dei dati sotto al grafico.
Infine prepara una stampa del foglio elettronico orizzontale con intestazione e pie
di pagina.
Nell’intestazione metti il tuo nome, il tuo corso di studi e la tua facoltà, nel piè di
pagina la data di nascita, il numero di matricola e l’anno di corso.
0 20 40 60 80 100
1
5
1 2 3 4 5 6 7
dato 2010 23 27 28 31 33,5 36 38,5
dato 2009 30 34 47 54 62,5 71 79,5
dato 2010
dato 2009
Figura 199 Tabella 22
237
Capitolo 8
Parte seconda: Introduzione alla statistica elementare.
Prefazione.
Nella prima parte del capitolo hai imparato le nozioni necessarie all’uso del foglio
elettronico e alcune procedure di calcolo di validità generale..
Tra queste procedure, è stato introdotto il calcolo delle percentuali in un gruppo di
dati, la media aritmetica, la deviazione standard, che fanno parte della statistica
descrittiva elementare.
Altre procedure introdotte sono di carattere più generale e la loro scelta dipende
dalle variabili e dal problema esaminato.
Sarà tuo compito nella vita professionale e nel corso degli studi:
Esaminare il problema che devi risolvere.
Individuare le variabili ed il loro tipo.
Impostare il problema.
Cercare se vi siano tra gli strumenti forniti dall’informatica, procedure utili a
semplificare il tuo lavoro o il tuo studio.
In questa seconda parte studierai soluzioni applicabili alla statistica di diverso tipo.
Combinazione di operazioni elementari per ottenere valutazioni previste dalla
statistica.
Uso di procedure introdotte nella prima parte, ad esempio il calcolo delle tabelle di
contingenza con l’uso delle tabelle pivot.
Procedure particolari e specifiche inserite nello sviluppo del foglio elettronico,
correlazione, linea di tendenza, ecc.
Non potendo, per ovvi motivi di spazio e tempo illustrare tutte le procedure presenti
in Excel, un altro compito che ti è affidato è cercare autonomamente, dopo aver
impostato il problema, le eventuali procedure che ti possono essere utili, anche se
non ti sono state direttamente illustrate.
Desidero inoltre ricordarti, che esistono molti programmi dedicati all’analisi
statistica; in questo libro troverai una breve introduzione a S. P. S. S.
238
8.14 L’analisi dati e l’elaborazione statistica in Excel.
In questo capitolo introdurrò alcune funzioni statistiche di Excel, essendo
comunque chiaro che gli elementi esaminati dovranno essere ampliati da te
esplorando le procedure che non potranno essere qui introdotte per non appesantire
la trattazione.
Le procedure applicate sono riferite a concetti di statistica che qui non sono
esplicitati. Ti ricordo che l’applicazione di tali concetti richiede conoscenze che potrai
trovare nei testi di statistica che dovrai consultare per evitare conclusioni non
adeguatamente documentate o addirittura errate.
8.14.1 Limiti dell’uso.
Le procedure che introdurrò sono molto potenti ma devono essere interpretate.
In alcuni casi ti introdurrò al significato e ai limiti dei risultati ottenuti, più spesso
lascerò ai tuoi studi, ed ai testi, di statistica il compito di fornirti la conoscenza delle
possibili interpretazioni ed avvertenze.
Ciò ha l’evidente scopo di non appesantire il testo che è dedicato
all’apprendimento dell’informatica di base.
Ricorda solo che il computer fornisce risultati e non interpretazioni; i risultati
possono essere fonte di errori se non sono accompagnati dalla conoscenza del
problema e delle procedure applicate.
I risultati possono essere completamente fuorvianti se i dati introdotti non sono
esaminati in relazione alla loro validità e congruenza.
Negli esempi sviluppati i dati usati sono poco numerosi per evitare un eccessivo
impegno di digitazione. Gli studi di statistica ti potranno illuminare su questo aspetto.
8.14.2 L’analisi dati in EXCEL.
La procedura di analisi dati non è solitamente attiva all’avvio di Excel. Se non è già
attiva devi attivarla. Per farlo accedi da strumenti della riga dei comandi:
Strumenti Componenti aggiuntivi Analisi Dati
La procedura Analisi dati è aggiunta al menu di strumenti. Con un clic compare la
tabella delle analisi dati disponibili.
239
8.14.3 Grafico cartesiano
Excel chiama i grafici su un piano
cartesiano, grafico dispersione,
figura 86. Nella prima parte del
capitolo è stata introdotta ed
ampliamente spiegata la procedura
per costruire i grafici.
Ti invito pertanto a riprodurre con
le procedure Grafico dispersione e
inserire la linea di tendenza il semplice esercizio che segue.
L’esercizio dà una rappresentazione grafica che collega i punti
X con i punti Y e traccia la linea di tendenza lineare con la sua
equazione e con il valore di R2.
Le applicazioni del grafico cartesiano ti dovrebbero essere già
note dagli studi della scuola media superiore: lascio alla tua
iniziativa riflettere su tali applicazioni.
La linea di tendenza aggiunge una nuova possibilità al grafico.
8.15 Un’applicazione statistica elementare.
8.15.1 Analisi multivariata elementare.
Dovendo eseguire spesso gli stessi calcoli, si può costruire un modello di tabella da
riempire successivamente con i numeri utili in un particolare momento. Per illustrare
questa procedura sviluppiamo l’incrocio, matrice di due variabili, tra le variabili risultati
ottenuti nella scuola media inferiore e scelta della scuola media superiore.
Valuteremo tali tabelle in un caso generale, poi suddividendo gli studenti secondo il
loro reddito.
Esame del problema:
Nello studio di una
relazione tra due variabili,
può sorgere il sospetto che
la relazione trovata non sia
legata alle due variabili ma
dipenda da una terza variabile detta variabile interveniente Nell’esercizio si valuta la
Coppie Punteggi
X Y
A 3 5
B 6 9
C 9 11
D 11 18
E 15 19
F 17 25
G 23 29
Tabella 23
Tabella 24
Variabile Valori Unità di misura
Risultati scuola media inferiore
Valutazione Alta Valutazione Bassa
Numero degli allievi del campione esaminato
Iscritti Liceo Istituto
Numero degli allievi del campione esaminato
Reddito Basso Medio Alto
Numero degli allievi del campione esaminato
Grafico dispersione y = 1,2447x + 1,6353
R2 = 0,9587
0
10
20
30
40
0 5 10 15 20 25
Punti X
Pu
nti
Y
Figura 201 Figura 200
240
frequenza di alcuni valori di due variabili per verificare l’esistenza di una relazione
che viene valutata attraverso un test di relazione elementare che può assumere valori
tra 0 e 0,25.
Il test così introdotto non è tra i test
canonici. Non potendosi in tale test
applicare procedimenti di decisione
con probabilità nota di correttezza, il
suo uso è limitato al confronto tra
tabelle simili. La relazione esaminata
è tra le variabili.
I valori delle variabili appartengono
alla scala nominale e sono misurati
dalla frequenza degli studenti che vi
appartengono, vedi tabella 15
In un’analisi dati esistono variabili
ed i valori di tali variabili.
La variabile sesso ha due valori: maschio e femmina-
La variabile reddito avrà come valori il reddito in euro dei soggetti esaminati.
Di ciascuno dei valori esaminati si possono calcolare le frequenze ossia il numero
di volte che tali valori si presentano. In taluni casi si preferisce raggruppare valori
contigui in un solo valore ad esempio da 0 a 10 anni = bambini; da 11 a 15 anni =
ragazzi; ecc.
Dopo aver costruito la prima tabella si seleziona la tabella con la relazione
impostata e si copia in tre altre tabelle.
Ciò evita la ricostruzione puntuale di tutte le tabelle; infatti basta riscrivere i numeri
dei soggetti per avere immediatamente la relazione cercata ed anche i totali di riga e
di colonna che nella prima tabelle sono costruiti con la procedura presente nella barra
del foglio elettronico individuata dal simbolo .
La relazione, anch’essa da scriversi solo nella prima tabella si calcola facendo
seguire al segno di = la formula68 (B3*C4-B4*C3)/D5^2
68
Evidentemente gli indirizzi di cella dipendono dalla posizione della tabella nel foglio elettronico.
A B C D E F G H I L M
1
2 Scelta ALTA BASSA Totale
3 Liceo 924 221 1145
4 Istituti 348 850 1198
5 TOTALI 1272 1071 2343
6 relazione 0,1291
7
8 REDDITO? valori: basso; medio; alto
9
10 Reddito basso Reddito medio
11
12
13 Scelta ALTA BASSA Totale Scelta ALTA BASSA Totale
14 Liceo 80 50 130 Liceo 450 190 640
15 Istituti 230 280 510 Istituti 170 500 670
16 TOTALI 310 330 640 TOTALI 620 690 1310
17 relazione 0,0266 relazione 0,1123
18
19
20 Reddito alto
21
22 Scelta ALTA BASSATotale
23 Liceo 200 160 360
24 Istituti 23 60 83
25 TOTALI 223 220 443
26 relazione 0,04227
Valutazione M. INF,
Valutazione M. INF, Valutazione M. INF,
Valutazione M. INF,
Tabella 25
241
Il test è chiamato del prodotto in croce: si calcola con la differenza tra i prodotti in
croce delle frequenze dei valori delle variabili diviso il quadrato del totale delle
frequenze rilevate.
La caratteristica del test di relazione applicato ci permette solo di affermare che il
reddito medio si avvicina alla relazione tra valutazione e scelta della scuola media
superiore.
Rinviamo comunque a testi di statistica descrittiva per una trattazione più esaustiva
del problema.
243
Capitolo 9
L’ARCHIVIAZIONE DELLE INFORMAZIONI
9.1 Osservazioni relative all’Archivio per elenchi
Il più semplice sistema d’archiviazione delle informazioni consiste in una tabella in
cui le informazioni sono raccolte secondo la loro natura, riunendo le informazioni
pertinenti ad uno stesso soggetto.
Gli esempi possono essere tratti da una bibliografia oppure dai record utilizzati
nell’elaborazione dei dati di un qualsiasi programma.
Matr. Cognome Nome Facoltà C.di Laurea Esami 1^ rata 2^ rata Laboratorio
12345 Rossi Alberto Lettere Sc.Educaz. Filosofia 400000 Esonero 145000
12345 Rossi Alberto Lettere Sc.Educaz. Latino 400000 Esonero 145000
3429 Farteni Alfredo Lettere Sc.Educaz. Latino 400000 560000 145000
2359 Murica Giosuè Lettere Sc.Educaz. Statistica 400000
02345 Aderno Adelmo Lettere Sc.Educaz. Filosofia 400000 560000
34569 Fioroni Giovanni Scienze Matematica Statistica 400000 560000 145000
34569 Fioroni Giovanni Scienze Matematica Analisi 400000 560000 145000
72409 Mavaldo Alberto Scienze Biologia Botanica 450000
648248 Riforti Ivo Medicina Medicina Anatomia 530000 Esonero 250000
278637 Gentili Matteo Medicina Medicina Anatomia
Tabella 26
Nella tabella 1 è presentato un archivio concernente gli studenti di una qualsiasi
facoltà come potrebbe apparire seguendo quanto appena descritto.
La tabella 1 è scritta usando un foglio elettronico, intestando le colonne con le
categorie dei dati raccolti.
Dopo aver costruito l’archivio degli studenti ogni ufficio dovrebbe completare la
tabella con le informazioni in suo possesso. Il record relativo agli studenti Rossi e
Fioroni con questo sistema è ripetuto due volte variando la sola categoria esami.
Al posto della tabella suddetta è opportuno costruire una tabella di archiviazione
diversa per ogni argomento, replicando però i dati che devono appartenere a tutti gli
argomenti quali in questo caso il numero il nome e le caratteristiche salienti di
ciascuno studente
Ogni ufficio deve costruire un proprio archivio secondo le informazioni che vuole
registrare: uno per gli esami, uno per le tasse, ecc.
244
Tale sistema certamente più efficiente di quello illustrato presenta altri difetti: ad
esempio se, come sembra logico, nell’archivio fossero compresi gli indirizzi ad ogni
cambio d’indirizzo si dovrebbe operare la modifica in tutti gli archivi.
Al momento della laurea è necessario raccogliere le informazioni dai vari uffici e
costruire un nuovo elenco, in cui ritrovare le informazioni utili.
Il collegamento tra uffici diversi richiede uno sforzo organizzativo notevole e
soprattutto, vi è ridondanza di alcuni dati che devono essere ripetuti per ogni elenco..
Vedremo che il database relazionale introduce elementi per un'organizzazione
migliore dei dati.
9.2 Problematiche di una banca dati.
La necessità che le informazioni presenti in una banca dati siano viste da vari utenti
secondo le loro esigenze e in modo abbastanza rapido, ha posto e pone problemi di
organizzazione dell’immissione, della trasformazione e della lettura dei dati stessi.
Ribadiamo i vantaggi di una banca dati:
La possibilità di aggiornamento delle informazioni di una banca dati eseguita
soltanto su di un file di dati e contemporaneamente disponibili per tutti gli utenti della
banca dati per collegamenti con informazioni di tipo diverso.
Ogni informazione è memorizzata in una solo record, non è più necessario
moltiplicare le registrazioni di ciascuna informazione.
Possibilità di controllo da parte di un sistema centralizzato.
Nuove applicazioni possono essere installate senza necessità di ricopiare le
informazioni che restano in una sola sede, cui l’applicazione accede.
Per ottenere questi vantaggi è necessario sia costruito un modello per la
memorizzazione e la lettura dei dati compatibile con le applicazioni che vi devono
accedere e con gli utenti che hanno diritto all’accesso.
Le informazioni memorizzate devono in ogni caso essere indipendenti dalla
struttura logica dei dati stessi e anche dalla struttura fisica dei mezzi di registrazione.
In realtà ciò è difficilmente ottenibile, per cui esistono molteplici programmi di
interfacciamento che permettono la lettura (e scrittura) di informazioni su banche dati
con sistemi di memorizzazione diversa. Esistono in realtà alcuni standard di
registrazione e vi sono programmi che operano trasformazioni tra questi standard.
Naturalmente il problema è meno sentito nel caso di banche dati riservate ad utenti
di una stessa azienda o comunque localizzate.
245
Una banca dati contiene principalmente questi elementi :
L’insieme hardware e software di dati memorizzati. Si può paragonare ad un
insieme di dischi fissi tutti collegati alla unità centrale.
Unità centrale di gestione dati : anch’essa è composta di elementi hardware ed
elementi software : ha la funzione di gestire i dischi fissi ed il collegamento con il
sistema di gestione della banca dati (DBMS = data base management system).
Interfaccia di collegamento che trasforma i dati secondo procedure diverse in
modo che siano utilizzabili da programmi diversi
Pur essendo il metodo relazionale (già visto nel caso del Database interno al
personal computer), il metodo che permette di strutturare più efficacemente una
Banca Dati, naturalmente con le opportune aggiunte alle procedure elementari,
esistono anche altri metodi di strutturare una banca dati.
Il modello gerarchico con una struttura ad albero in cui diversi livelli stabiliscono le
possibili relazioni tra informazioni.
Il modello reticolare si avvicina ancor più al database relazionale : infatti, uno o più
indicatori stabiliscono successivamente i collegamenti tra diversa basi di dati.
Legato strettamente alla banca dati è il problema della trasmissione dei dati stessi
e della forma da dare loro per un’efficace comunicazione degli stessi.
Non possiamo in questa sede parlare dei protocolli di trasmissione e degli altri
argomenti ad essi collegati per cui rimandiamo a pubblicazioni specializzate.
Ricordiamo solo che tra i problemi della trasmissione dati sono da considerare
questi elementi:
- la codifica dei dati;
- la necessità di riservatezza dei dati;
- la necessità del controllo della rispondenza tra i dati ricevuti ed i dati trasmessi;
- come trasmettere i dati nel minor tempo possibile;
- le forma delle reti di trasmissione;
- la necessità che la trasmissione sia nei due versi per diventare comunicazione.
9.3 La struttura di una banca dati
Dalla struttura assegnata ad una banca dati dipende il tipo di accesso che si può
prevedere e la rapidità di tale accesso oltre alla disponibilità della banca dati stessa a
fornire informazioni.
BASE DATI GERARCHICA
246
La comunicazione e la ricerca tra le tabelle deve avvenire attraverso la tabelle di
livello precedente.
La comunicazione e la ricerca tra le tabelle può avvenire attraverso la tabelle di
livello precedente e tabelle dello stesso livello.
Figura 202
Le basi di dati possono avere varie strutture, tipicamente, in ordine cronologico:
gerarchica (rappresentabile tramite un albero - anni sessanta), Il collegamento tra tabelle è
operato attraverso le tabelle di livello superiore
reticolare (rappresentabile tramite un grafo - anni sessanta), Il collegamento tra tabelle è
fatto direttamente tra tabelle senza tener conto del loro livello.
relazionale (attualmente il più diffuso, rappresentabile mediante tabelle di dati e tabelle di
relazioni tra esse - anni settanta),
ad oggetti (estensione alle basi di dati del paradigma "Object Oriented", tipico della
programmazione a oggetti - anni ottanta),
semantica (rappresentabile con un grafo relazionale - inizio anni duemila).
Il formato XML, oltre che per scambi di dati su web, si sta diffondendo per la definizione
di vere e proprie basi di dati. XML ha una struttura gerarchica, pare quindi un "ritorno alle
origini" dei modelli di dati.
Ra
dic
e
LIVE
LLO
1 B
LIVELLO 1 A
2
247
9.4 Database relazionale.
Oltre alle tabelle dei dati entra a far parte del database una nuova tabella delle
relazioni, che collega tabelle diverse riunendo dati di diverse categorie.
Tali tabelle sono costruite in genere attraverso interrogazioni poste dall’utente.
9.4.1 Concetto di relazione
Per introdurre il concetto di relazione utile al trattamento delle informazioni date
consideriamo due tabelle.
Tabella 27
Tabella 28
Tra le due tabelle posso stabilire i seguenti tipi di relazione:
Uno a molti: sulla base della categoria studente posso far corrispondere a ciascuno
studente le sue caratteristiche riguardanti l’indirizzo.
Uno ad uno: A ciascuno studente di una tabella corrisponde lo stesso studente
dell’altra tabella.
Molti a molti: è possibile stabilire relazioni da ciascun elemento della tabella A, con
molti elementi della tabella B e viceversa.
La prima delle relazioni considerate fornisce uno strumento per collegare tra loro
tabelle diverse che potranno quindi contenere un elemento in comune ma
informazioni diverse per superare la complessità degli elenchi che abbiamo introdotto
in precedenza.
L'introduzione di tabelle diverse per argomenti diversi e la possibilità di stabilire un
collegamento tra loro evita la ridondanza dei dati
Inoltre i dati presenti in una sola tabella permettono correzioni veloci e variazioni
con interventi minimali.
Un database relazionale nella sua accezione più evidente è formato da un certo
numero di tabelle tra le quali è possibile stabilire delle relazioni.
Le relazioni sono stabilite collegando tra loro i record comuni contenuti nelle
tabelle.
FACOLTÀ
CORSO DI LAUREA
STUDENTE
CORSO DI LAUREA
STUDENTE
CITTA
VIA
TELEFONO
248
9.4.2 Organizzazione di un database
Un database è la rappresentazione dell’insieme delle informazioni raccolte.
Un database relazionale permette di organizzare tale raccolta e di estrarre da essa
le notizie che interessano l’analisi in corso. Ciò vuol dire stabilire dei collegamenti tra
insiemi di notizie raccolte in tabelle.
Una tabella è formata da colonne e le colonne contengono record omogenei delle
informazioni raccolte.
Tali colonne contengono diversi aspetti dell’informazione raccolta
Per rendere rapida e facile la successiva elaborazione, collegamenti tra tabelle, è
necessario che in ogni colonna vi siano tipi di informazione omogenee.
Ad esempio si può costruire una colonna delle province, ed una delle città, una
colonna del numero di abitanti per città.
All’interno di ciascuna tabella è stabilita una relazione tra gli elementi di due
colonne; ad esempio possiamo metter in relazione in una ulteriore tabella il nome di
uno studente col suo domicilio, oppure il nome di uno studente col reddito familiare.
Non è conveniente costruire una solo tabella con nome, reddito e domicilio: ciò può
complicare successive elaborazioni e la modifica dei dati.
Consideriamo le tabelle A e B.
Tabella A:
Colonna 1 Nome.
Colonna 2 Reddito.
Tabella B:
Colonna 1 Reddito.
Colonna 2 Tassa da pagare.
In tal modo potremo individuare univocamente le caratteristiche di un determinato
soggetto ed eventualmente attribuirgli un’ulteriore caratteristica.
Costruite le tabelle possiamo introdurre le interrogazioni con relazioni tra colonne
contenenti lo stesso tipo di informazione..
Possiamo collegare il Reddito della Tabelle A col reddito della Tabella B ed
ottenere la
Tabella C di interrogazione: Quale tassa paga ciascun contribuente?
Colonna 1: Nome
Colonna 2: Tassa da pagare
249
Oltre alla semplicità della procedura, chiamata query (interrogazione), è
semplificato l’intervento sui dati che sono riuniti in una colonna di una sola tabella; ad
esempio, per la modifica della tassa sui redditi, senza dover modificare il dati di
ciascun contribuente, come accadrebbe con una tabella a tre colonne, Nome –
Reddito – Tassa, basta modificare la tabella B
La costruzione di un database, specialmente se relazionale, richiede uno studio
approfondito del problema che comprende varie fasi, così come varie fasi sono
presenti in una ricerca.
Un’analisi di cosa si vuole ottenere nel database in costruzione.
Un’analisi accurata dei dati che è possibile raccogliere.
Studio del problema e delle variabili individuabili nel problema.
Un primo collegamento dei valori delle variabili (tabella a 2 colonne) che dipende
dalla realtà esaminata: ad esempio una persona ha una particolare data di nascita.
Tale collegamento deve essere semplice ed immediato non richiedere elaborazioni
personali: Chiameremo tale collegamento legame tra valori delle variabili
L’univocità del legame è legata all’unicità di almeno uno dei dati racco lti.
Stabilito così il legame tra valori delle variabili, possiamo chiederci se esistono
collegamenti di secondo livello, ossia collegamenti che discendono da relazioni tra
colonne omogenee di due tabelle. In molti casi questi collegamenti possono essere lo
scopo finale dell’analisi.
In ACCESS, i collegamenti tra tabelle sono relazioni di eguaglianza, quindi
possono essere fatti solo tra colonne omogenee.
Se ben costruito possiamo trovare nel database relazionale collegamenti che non
sono stati immessi direttamente, non sono evidenti nella realtà che ci circonda, ma
sono presenti in attesa di essere scoperti.
Come un ricercatore riesce ad individuare le conseguenze di particolari situazioni,
così il database se ben interrogato, fornisce elementi che completano la realtà
visibile.
9.4.3 Il database relazionale ACCESS
Tra i database relazionali spicca per la sua struttura che lo rende simile a
database più potenti, il database ACCESS.
Gli altri programmi di uso immediato (scrittura, foglio elettronico) hanno molti
agguerriti concorrenti, il database ACCESS rappresenta un programma notevole che
250
può essere facilmente adattato a programmi di elaborazione dati di più ampie
dimensioni e di maggiore potenza..
Le notevoli possibilità offerte da
ACCESS, ci costringono a limitare il
campo del nostro studio, che non può
essere esaustivo ma introduce salutari
momenti di riflessione.
Ci limiteremo ad esaminare la
formazione delle tabelle e la
formulazione delle interrogazioni ai
dati del database chiamate query.
Un breve cenno ai rapporti sui dati
selezionati detti report.
Le altre possibilità di ACCESS andranno ricercate nei testi specializzati
sull’argomento. A parte le macro che esulano dai limiti di questo corso introduttivo, gli
elementi che trascureremo sono soprattutto di presentazione ed immissione dati quali
le schede e le maschere di immissione.
Figura 203: Scelta del database.
251
9.4.4 L’avvio di ACCESS
Prima di iniziare le preparazione del database, devi creare una cartella sulla quale
salverai il tuo database. A differenza degli altri programmi ACCESS scrive (salva) le
tabelle ed i dati in corso d’opera. La memorizzazione dei dati e delle procedure
avviene alla chiusura delle singole tabelle e durante il lavoro di inserimento dati nelle
stesse.
L’avvio di ACCESS avviene col solito clic sull’icona o da Tutti i Programmi
Microsoft Office Microsoft Access.
Si apre la cartella CATEGORIE DI MODELLI, figura 2, che fa parte della prima pagina
di apertura del data base. Sulla destra
trovi l’elenco degli ultimi data base creati
con l’indicazione della cartella su cui sono stati memorizzati. Questo elemento non
compare nella figura 2.
Al centro vi sono alcuni modelli di database già predisposti.
Userai DATABASE VUOTO, figura 3.
Nota il filetype .accdb .
Compare a destra del
desktop, figura 3 , la procedura per
l’avvio della creazione del database.
Devi scegliere la cartella su cui
salvare il database. In mancanza di tale
Figura 3
scelta il database da te creato sarà
salvato nella cartella Documenti.
Tale scelta puoi operarla con un clic sull’immagine della cartella alla destra del
NOME FILE.
NOTA: fino alla versione attualmente disponibile ACCESS richiede molta memoria
di massa, bloccandosi in caso non la trovasse.
È necessario quindi fare attenzione alla memoria di massa disponibile.
Puoi ora inserire il nome del tuo database e cliccare su CREA.
Il programma fin dall’inizio crea un database col nome da te scelto e lo salva sulla
cartella da te scelta.
Figura 204
252
Contemporaneamente compare subito la maschera per la creazione di una tabella,
figura 4.
Durante la costruzione del database il programma salverà le procedure e
l’inserimento dei dati, questo è il motivo per cui alla chiusura finale non chiede se
vogliamo salvare.
Dopo aver completato la struttura e ed aver inserito i dati, puoi aprire una nuova
maschera per la tabella successiva usando l’icona TABELLA della raccolta CREA.
Elemento fondamentale del programma è la raccolta schede CREA, che permette
la creazione delle principali strutture del DATABASE, figura 5
Le schede presenti nella parte sinistra della raccolta CREA, figura 5 permettono di
creare con varie modalità una tabella, la struttura di una tabella, una maschera.
Figura 206: Raccolta Crea, parte sinistra.
La definizione delle tabelle è la fase più importante e delicata della progettazione di
un database relazionale.
Il database relazionale si basa sulla costruzione di tabelle e di relazioni tra esse. È
utile non riunire nella stessa tabella troppi argomenti diversi o che possono comparire
in un’altra tabella. Solo l’elemento che stabilisce la relazione può e deve essere
presente in due tabelle.
Figura 205. Maschera per le creazione tabella e l’inserimento dei dati.
253
Devi quindi evitare le ridondanze69 per rendere più semplice l’inserimento dei dati.
Tieni presente che la spesa maggiore anche in termini di tempo impiegato, di una
raccolta di informazioni è quella della registrazione delle informazioni stesse.
La costruzione di un database relazionale, così come quello di una banca dati
richiede l’esame puntuale della situazione che si vuole rappresentare e la possibilità
di rendere il database modificabile con minimi interventi.
In figura 6, un data base degli studenti universitari con indicazioni sol Cognome,
Nome, Indirizzo, Facoltà, Corso di laurea Esame, Voto, data del voto e come
elemento caratterizzante l’indicatore Numero di matricola.
In questo archivio sono state costruite 4 tabelle ognuna contenente informazioni
diverse;
L’indicatore, nella figura ID, permette per ogni persona di collegare i dati ricavati
da più tabelle, riunendoli in un un’unica tabella utilizzando le procedure che il
database mette a disposizione, che in ACCESS si chiamano Query.
Non è necessario (… è ridomandante …) ripetere per ogni tabella tutte le
informazioni, ad esempio il cognome e il nome sono fissi, ma l’indirizzo e l’esame
possono cambiare senza bisogno di riscrivere ogni volta tutti gli altri dati. Ogni
informazione è scritta una sola volta a parte l’indicatore che serve per stabilire le
relazioni tra le tabelle.
9.4.5 La personalizzazione di una tabella.
La tabella iniziale, figura 4, dovrà essere completata assegnando i nomi a ciascun
campo con la procedura Rinomina colonna che compare posizionando il cursore sul
69
Dicesi ridondanza la ripetizione di un’informazione in più tabelle.
TABELLA 1 : INDICATORE (numero di matricola)
COGNOME
NOME
TABELLA 2 : INDICATORE (numero di matricola)
INDIRIZZO
TABELLA 3 : INDICATORE (numero di matricola)
FACOLTÀ
CORSO DI LAUREA
TABELLA 4 : INDICATORE: (nemro di matricola)
ESAME
VOTO
DATA
254
titolo: AGGIUNGI NUOVO CAMPO. Puoi aggiungere altri campi o completare quello
appena denominato.
Denomina il titolo di ciascuna colonna ed inserisci i dati relativi. Il programma talora
individua automaticamente il tipo di dati, inseriti, sulla base del nome della colonna o
sulla base dei dati stessi. I tipi dei
dati che il database prevede sono
indicati nella tabella 4. Per indicare il
tipo di dati inseriti devi posizionarti
sul titolo della colonna ed utilizzare
STRUMENTI TABELLA FOGLIO DI
DATI. Dalla scheda così ottenuta,
Figura 7, puoi scegliere il tipo ed il
formato dei dati.
Terminata la prima tabella la puoi chiudere: ti verrà chiesto se vuoi salvare la nuova
struttura e proposto il nome Tabella 1 che puoi modificare.
Se non hai completato l tabella puoi richiamarla per aggiungere dati. Questa volta
la chiusura non chiederà il salvataggio essendo già avvenuto automaticamente.
Puoi quindi Creare una nuova tabella, dalla raccolta Crea clic su Tabella.
9.4.6 La struttura di una tabella
I modelli di
tabella allegati al
programma sono
eccessivamente
densi di
informazioni.
Conviene prima di
inserire i dati in una
tabella costruirne la
sua struttura ossia i
campi (colonne) che
saranno presenti con il tipo e il formato che ritieni opportuno.
Tipo di dati Caratteristiche
Testo Caratteri alfanumerici
Numero
Valori numerici tipi: Byte: da 0 a 255 Intero: da – 32768 a + 32767 Intero lungo (2147483648 a + 2147483647 Precisione semplice Precisione doppia
Data/ora Per esprimere una data
Valuta Valori monetari in Lire/Euro per la versione italiana
Contatore Si incrementa automaticamente ad ogni inserimento di record
Si/No Valori di verità delle proposizioni
Oggetto OLE Grafici
Memo Alfanumerico (può contenere frasi abbastanza lunghe)
Tabella 29
Figura 207: Tipo e formato dei dati
255
Usa la raccolta CREA scegliendo STRUTTURA TABELLA.
Alla struttura oltre che per la creazione dovrai ricorrere in caso di correzione del
tipo di dati immessi e del numero di colonne ed altro.
Con un clic sul pulsante struttura della scheda accedi alla preparazione dei campi
(colonne) della tabella, figura 8.
Inserisci il nome del campo, ossia il nome relativo ad un tipo di informazione
rilevata ed il tipo di dati che deve contenere, Tabella 4, con un clic sulla riga della
seconda colonna. Per ogni tipo di dati vi è una descrizione del campo che puoi
modificare.
Ad esempio puoi ridurne la dimensione per il tipo testo oppure cambiare il tipo di
dati numerici.
Completa la struttura col nome, ed eventualmente una breve descrizione dei
dati che inserirai. Puoi decidere che i dati che inserirai sono chiavi primarie, con i
relativi limiti e vantaggi.
Questa procedura permette una costruzione delle tabelle e del data base con
maggior precisione della procedura che inizia dalla tabella del database stesso.
Completata la struttura, chiudendola con ti verrà chiesto di inserire la
chiave primaria SI NO; nel prossimo paragrafo la descrizione della chiave
primaria ti permetterà una scelta ragionata. Per il momento puoi rispondere NO.
La tabella verrà salvata, proponendoti il nome Tabella 1, Tabella 2, …. Puoi
cancellare tale nome e inserirne uno a piacere; naturalmente ogni tabella dovrà
avere nome diverso.
I nomi delle tabelle siano esse di inserimento dati o il risultato di query, devono
essere univoci ed il nome dovrà essere utile per riconoscere i dati inseriti.
Aprendo la o le tabelle così costruite potrai inserire le informazioni in tuo
possesso, per la loro elaborazione.
Figura 208. Preparazione struttura tabella
256
9.4.7. Il tipo di dati nella struttura.
La costruzione di una tabella attraverso la procedura struttura permette di definire
con maggio precisione il tipo di dati.
È possibile richiamare la procedura struttura anche da una tabelle del tipo iniziale. Oltre alle
caratteristiche dei dati Testo e Numerico, vi sono caratteristiche per altri tipi.
9.4.8 Le tabelle e la chiave primaria. Gli indici.
In alcune tabelle è necessario ricercare valori particolari oppure eseguire
operazioni di ordinamento di alcuni campi. In tal caso è utile associare al campo che
interessa una chiave primaria che velocizza le operazioni di ordinamento e ricerca,
associate ad uno o più campi della tabella.
La chiave primaria associa automaticamente il campo così definito ad un indice.
L’indice favorisce la possibile limitazione dei valori di un campo di una tabella e
può essere usato per evitare duplicati dei valori di un campo.
L’indice favorisce la ricerca e l’ordinamento di un campo ma rallenta le operazioni
di immissione e correzione dei dati del campo indicizzato.
La indicizzazione di un campo di una tabella così come l’inserimento della chiave
primaria vanno utilizzate tenendo conto dei vantaggi ma anche dei possibili svantaggi
dell’operazione.
In particolari condizioni l’indice e la chiave primaria aiutano a stabilire relazioni tra
tabelle. Il primo collegamento che il database stabilisce tra le tabelle è tra le chiavi
Figura 210.Cartteristicadati numerici Figura 209. Caratteristiche dati Testo.
257
primarie e le tabelle dello stesso nome, col vantaggio di avere un’associazione
automatica, ma con lo svantaggio di doverla cancellare, se non serve.
La colonna cui sia associata una chiave primaria non ammette duplicati di nomi dei
dati inseriti.
Come utile esercizio ti invito a costruire la struttura delle tabelle che seguono ed a
completarle con i dati esemplificati. In questo caso non è stata fissata nessuna chiave
primaria.
9.4.9 Modello di un database. Un esempio.
Esempio: Database di un’agenzia di viaggi
Scopo: Un’agenzia di viaggi deve costruire l’anagrafica dei clienti ed associare ad
essi i viaggi prenotati. Deve inoltre conoscere in tempo reale quanto riscuotere da
ciascun cliente e il documento di identità di cui il cliente ha bisogno per il viaggio ed
altre notizie complementare.
Sviluppo: Si
è scelto di
formulare un
database le cui
tabelle siano
facilmente
correggibili e
non vi sia
possibilità di
ridondanze ossia dati uguali ripetuti in più tabelle.
Le esigenze dell’agenzia saranno fornite da opportune interrogazioni del data base,
che sono anticipate in figura 4 nei collegamenti richiesti dalla query sviluppata nel
prossimo paragrafo, figura 4.
Come già affermato tralasciamo volutamente la maschera di inserimento di dati
che sarebbe molto utile per gli inserimenti.
Analizzato il problema si è pensato di utilizzare le seguenti tabelle.
La prima tabella Clienti da l’anagrafica dei clienti dell’agenzia identificati da un
numero. Il numero identificativo ha lo scopo di impedire confusioni tra nomi uguali.
Potrebbe essere sostituito dal codice fiscale.
Figura 211: Collegamento di tabelle per cercare un’informazione complessa.
258
La struttura della tabella è stata costruita attraverso la procedura struttura
tabella richiamata dalla riga dei comandi sulla scheda. In Figura 4 un esempio di
struttura risultante Evidentemente strutture analoghe avremo per le altre tabelle.
In tabella 6, son presentati gli elementi per una tabella complessa, contenete campi
diversi di diverso contenuto (Tipo di Dati)
Il Tipo di dati puoi sceglierlo con un clic su , che fa comparire il menu per la
scelta del tipo di dati (vedi Tabella 5)
I dati inseriti a titolo di esempio sono i seguenti:
Nome del campo Tipo dati Descrizione
Cliente Testo Cognome cliente
Identificativo Numerico
Nome Testo Nome cliente
Residenza Testo Residenza cliente
Telefono Testo Recapito telefonico
Via Testo Indirizzo
Tabella 30
La tabella così costruita, chiamata Anagrafica Cliente la puoi vedere completata
con i dati di alcuni clienti in figura 12.
Destinazione Identific
ativo
Città 2 New
York 3 Palermo 2 Amsterda
m 4 Londra 5 Parigi 3 Parigi
Figura 213
La seconda tabella Destinazione, Figura 13, indica per ogni cliente individuato dall’
IDENTIFICATIVO, la destinazione. Si noti la scelta di limitare i campi di una tabella
che è passibile di molteplici cambiamenti.
Il costo del viaggio è stato indicato in una tabella all’uopo costruita, figura 14,
anch’esso può variare e quindi rendere necessaria la correzione dei dati inseriti, con
Anagrafica cliente Cliente
Identificativo
Nome
Residenza
Telefono
Via
Merighi
1 Giovanni
Roma
06.1234
Rosa 3 Pappa 2 Rob
erto Vicenza
0424.1213
Verdi 4 Riccio 3 Vinc
enzo
Roma
06.3456
Rossa 4
Vittor 4 Vittorio
Torino
01.4567
Opera 5
Sementa
5 Mario
Parma
0521.23456
Celeste 3
Figura 212
259
questa tabella non è necessario cercare tutti gli utenti e modificare i loro dati relativi ai
costi. L’assegnazione dei costi a ciascun cliente è fatta con una interrogazione sul
data base.
260
Costi suddivisi Città Viaggio Albergo Extra
New York € 1.230,00 € 4.000,00 € 300,00 Palermo € 250,00 € 1.230,00 € 450,00
Amsterdam € 450, 00 € 400,00 € 500,00 Parigi € 200,00 € 1.000,00 € 600,00
Figura 214
Ti invito ad esaminare con cura le tabelle
descritte. In esse non vi sono ridondanze, le
informazioni sono suddivise per tipo, le relazioni
sono semplici ed immediate
La tabella Documenti, figura 15, specifica i
documenti necessari per recarsi nella città
specificata.
Le tabelle che hai costruito sono non ridondanti e
contengono i dati necessari a gestire le clientela
dell’agenzia.
In Access 2007 puoi trovare parecchi modelli di
database che ti possono aiutare nelle prime elaborazioni personali..
9.4.10 L’interrogazione del database: le query
Figura 216: Raccolta Crea, parte destra.
Costruita la struttura della tabelle e inseriti i dati, puoi cercare la risposta alle
interrogazioni che sono state preannunciate tra gli scopi del database. Evidentemente
una buona struttura delle tabelle permette anche di rispondere a domande non
previste nella fase preliminare.
Documenti
Città Documento
Parigi C. identità
Palermo C. identità
Londra Passaporto
New York Pass.+ Visto
Amsterdam C. Identità
Figura 215
261
Dalla raccolta di schede CREA sulla destra,
figura 15, hai le schede REPORT e ALTRO. Con
un clic sulla su Struttura query si apre la
scheda per la costruzione della struttura delle
query, figura 16.
Scegliamo di creare la tabelle della query
attraverso la struttura.
Le tabelle delle query e dei report sono
salvate solo nella loro struttura e sono create
come tabelle di dati all’apertura dei rispettivi
query e repot.
È possibile modificare le singole tabelle dei dati avendo sempre le query ed i
report rispondenti alle nostre richieste e comprendenti tutti i dati immessi fino al
momento dell’interrogazione stessa..
Le tabelle appena costruite permettono la co-
struzione di tabelle particolari nelle quali
informazioni ottenute sono riunite secondo le esigenze dell’utente.
Le operazioni per costruire una interrogazione o query tra le tabelle è chiamata
query di selezione.
Lo scopo di questa query é determinare i
costi finali che ciascun cliente deve avere
per il suo viaggio.
Scegli e aggiungi le tabelle utili che sono
rappresentate con i loro campi nella parte
superiore della scheda, Figura 16.
In questo caso servono le tabelle Cliente,
Destinazione e Costi suddivisi.
Avendo aggiunto le tabelle utili chiudi la
scheda MOSTRA TABELLA.
Rimane attiva la metà superiore delle
scheda e l’elenco dei campi da inserire nella tabella della query.
Ora devi inserire i collegamenti utili, detti anche relazioni. Tali collegamenti tra due
colonne di tabelle diverse individuano gli elementi uguali di ciascun campo e li
collega.
Figura 218: Struttura Query.
Figura 217: Procedura di inserimento query.
262
Le colonne collegate devono avere elementi uguali altrimenti la tabella della query
sarà vuota.
Punta su un campo di una tabella e tenendo premuto il tasto sinistro del mouse,
sposta virtualmente il campo prescelto.
Compare una linea di collegamento tra i campi scelti.
Dovrai quindi indicare quali campi
devono apparire sulla tabella delle query,
inserendo col mouse il campo nella
tabella.
La Figura 16 rappresenta le
operazioni appena eseguite. Nota i
collegamenti ed i campi inseriti sulla
tabella della query.
Chiudi l’operazione con clic su e il programma chiede se salvare le modifiche,
suggerendo come nome Query 1, Query 2, ecc. … modifica il nome e salva.
È importante notare i collegamenti stabiliti con la relazione. Tale informazione non
è direttamente disponibile: la tabella delle destinazione non contiene il documento
necessario. In figura 17 il risultato della query, visualizzato con un clic sul suo nome.
I costi per ciascuna destinazione possono cambiare e la tabella semplice è di più
facile aggiornamento, inoltre la regola della non ridondanza impone di non ripetere
nelle tabelle più volte la stessa informazione se ciò non è indispensabile.
Ricordo che i dati in una tabella di inserimento sono tutti memorizzati sulla memoria
di massa e possono occupare notevole spazio, la query invece non riporta i dati ma
solo relazioni con notevole vantaggio per l’occupazione di memoria.
Esercizi.
1. Usando le tabelle Clienti, Località e Costi e collegando rispettivamente i campi
Identificatore e Città, costruisci la tabelle
con tutti i costi del viaggio.
2. Verifica le possibilità di imporre condizioni particolari ai valori dei campi nelle
tabelle struttura di QUERY :
ordinamento degli elementi (nessuno, crescente, decrescente)
scelta di elementi particolari Criteri (con la logica delle proposizioni).
Figura 220: Costo del viaggio per ciascun cliente.
Figura 219: La query
263
mostrare o meno elementi del campo clic su Mostra
Ordina il costo del viaggio, oppure alfabeticamente il nome del cliente.
Esplora le ulteriori possibilità in modo di essere in grado di sfruttarle se ti vengono
richieste.
9.4.11 Le query ed i campi calcolati.
Considera il database formato con le tabelle Mansioni con le quali si vuole stabilire
l’aumento cui ha diritto un impiegato, secondo la mansione espletata ed espressa
dalle lettere A,B,C,D.
Gli impiegati sono individuati da un numero, UNO, DUE, TRE, QUATTRO.
Le mansioni sono individuate da una lettera A, B, C, D.
Tale modello può e deve essere applicato cambiando le mansioni di ciascun
impiegato oppure l’entità degli aumemti
L’aumento percentuale secondo le mansioni espletate è espresso dal programma
in forma decimale purché nel costruire la struttura della tabella si sia espresso il
campo numerico in precisione singola..
Possiamo scrivere la forma tradizionale (30% anziché 0,3….) posizionandoci sulla
Mansioni stipendio
Mansioni Stipendio
A 1000
B 2000
C 1500
D 2000
Mansioni impiegato
Impiegato Mansione
UNO A
DUE A
TRE C
QUATTRO B
CINQUE C
Mansioni aumento
Mansioni Aumento
A 30%
B 20%
C 40%
D 10%
Figura 221
264
riga formato e dal menu scegliere percentuale.
Le tabelle non presentano difficoltà per essere costruite come struttura e
completate con i dati specifici.
Per calcolare l’entità dell’aumento useremo un campo calcolato in una query di
selezione, figura 21.
Occorre osservare i collegamenti stabiliti tra le tabelle che permettono
l’individuazione degli impiegati secondo la mansione e lo stipendio iniziale.
Nella quinta colonna è stata inserita la stringa, simile a quella di EXCEL:
= [stipendio] + [stipendio]*[aumento].
Le parentesi quadre avvisano il programma che deve usare il valori delle variabili
indicate e non i loro nomi.
Il programma automaticamente trasforma l’espressione nella seguente:
espr1:[stipendio]+[stipendio]*[aumento].
Alcune versioni di ACCESS mettono automaticamente le parentesi quadre;
Altrimenti usa AltGr + il tasto in cui compare la
[ oppure la ], per inserire le parentesi.
Con il tasto cancella espr1 e scrivi
Retribuzione, (attenzione a lasciare i :).
L’apertura della query dopo averne salvato la
struttura da i valori del campo calcolato, Figura
20. Ti ricordo che 30% equivale a 0,30.
Figura 223
Figura 222: La tabella della query con il campo calcolato
265
9.5 I REPORT
Si possono creare rapporti tratti da tabelle o query. Basta scegliere Report nella
scheda REPORT della raccolta CREA. Compare il report della tabella attiva in quel
momento.
Tale report può essere personalizzato; ad esempio puoi modificare la larghezza
delle colonne, inserire logo, ecc. .
Puoi costruire un report personalizzato aprendo la procedura CREAZIONE GUIDATA
REPORT dalla scheda REPORT della raccolta CREA.
Appare la scheda di figura 21 con la quale puoi inserire i campi di una tabella nel
report e fissare la forma ed i titoli con cui sarà rappresentato il report.
Infine col tasto destro del mouse puoi ottenere la struttura del report costruito che
ti permette modifiche ed introduzioni di procedure particolari con l’uso del mouse e
procedure predisposte, figura 24.
9.6 Esportazione delle tabelle del database.
L’esportazione delle tabelle sia originali sia ottenute da una query o da un report, si
esegue creando un file attraverso la procedura presente nella cartella ESPORTA della
raccolta DATI ESTERNI, figura 25.
Puoi anche esportare con il formato PDF o XPS, oppure altri formati tra cui .rtf da
usare in Word.
Figura 224
266
Figura 225: Esportazione dati di ACCESS.
Esplora personalmente le altre possibilità di esportazione. In particolare l’ultima
icona , ti presenta formati diversi tra cui HTML e la possibilità di creare una
tabella che puoi inserire in WORD.
Puoi esportare e salvare la tabella in formato EXCEL.
Nella tabella che compare, figura 26, è
indicata la cartella di salvataggio ed il
formato. Per vedere subito il risultato scegli:
Esporta dati con formattazione e layout.
Apri il file di destinazione …
In EXCEL puoi eseguire tutte le procedure
esistenti, purché compatibili con la forma e
gli argomenti della tabella.
La versione 2007 di ACCESS presenta
innumerevoli possibilità di esportazione e di
importazione da formati di EXCEL, file di testo e
XML ed innumerevoli altri formati.
Figura 226
267
Esercizi
1. Le tabelle che seguono rappresentano le informazioni disponibili presso
un’agenzia di viaggi.
TABELLA A
Cliente Residenza Telefono Località prescelta
Bardelli Zowie Roma 06234567 New York
Rerri Mara Ancona 07115647 Palermo
Manzoni Carla Reggio Emilia 054365389 Amsterdam
Avezzu Serena Reggio Emilia 054336785 Amsterdam
Omgolini Anna Correggio 056423467 Parigi
Zanoni Luigi Piacenza 05434343967 Londra
Ferri Mara Ravenna 056497839 Amsterdam
Rivele Mirella Milano 02647867 New York
TABELLA B
Città Documenti necessari Mezzo di trasporto Costo
Parigi Carta d’identità Automobile 500
Palermo Carta d’Identità Treno 400
Londra Passaporto Aereo 600
Praga Passaporto Treno 550
Bruxelles Carta d’Identità Treno 500
New York Passaporto + Visto Aereo 980
Amsterdam Carta d’Identità Pulman 650
Costruisci un database relazionale che permette al personale dell’agenzia di avere
le seguenti informazioni:
Documenti necessari a ciascun cliente per recarsi nei paesi di destinazione.
Preventivo dei costi che ciascun cliente deve sostenere.
Rapporto sugli incassi dell’agenzia.
2. I dati seguenti rappresentano le richieste e le caratteristiche delle sale
disponibili in un Centro Congressi.
SOCIETÀ Posti richiesti Attrezzature Argomento
Microsoft 50 Computer Sistemica
Wella 35 Proiettore Marketing
Solaris 40 Diapositiva Software
ADD 80 Lavagna Viaggi
SALA POSTI Attrezzature COSTO
Verdi 50 Computer 3500 €
Rossigni 80 Computer 4500 €
Brams 35 Lavagna 2500 €
Straus 30 Proiettore 1700 €
Bach 40 Diapositive 1800 €
268
Costruisci un database relazionale con ACCESS che individui:
Il nominativo della società cui assegnare la sala con i posti richiesti.
La società cui assegnare la sala con le attrezzature richieste.
La possibilità di conciliare posti e attrezzature nella sala assegnata.
Aggiungi il costo di ciascuna sala per posto disponibile.
Esporta la query che hai costruito in EXCEL e calcola il costo per part cimante
nell’ipotesi che i presenti siano il 70% dei posti disponibili.
3. Sono disponibili i dati seguenti raccolti da una USL.
NOME Città Reddito Franchigia Prestazione Costo
Truffelli Parma 500 150 Oculistica 200
Carelli Modena 600 120 Esami 50
Gatti Piacenza 1000 100 Esami 50
Orsillo Piacenza 1000 100 Oculistica 200
Prirola Modena 650 120 Radiografie 75
Migliori Parma 600 120 Radiografie 75
Costruisci col metodo Struttura/Inserimento dati le seguenti tabelle:
Nome - reddito.
Reddito – Franchigia.
Prestazione – Costo.
Nome – indirizzo - prestazione
Ricava opportune relazioni attraverso le query che individuino:
La franchigia cui un nome ha diritto rispetto al reddito
Il costo da addebitare a ciascun paziente per la prestazione fruita
L’importo risultante dal costo meno la franchigia fruita.
4. Riprendi il modello di Data base di un’agenzia di viaggi, paragrafo 9.4.8.
Costruisci una query dalla quale determinare per ciascun cliente tutte le spese per
il viaggio + albergo + extra.
Aggiungi alla query un campo calcolato con la spesa totale, tabella 6
Ricava da tale query un report Tabella 7.
269
Spesa cliente
Cliente Città Viaggio Albergo Extra Spesa totale
Pappa New York € 980,00 € 2.300,00 € 350,00 € 3.630,00
Riccio Palermo € 230,00 € 1.800,00 € 230,00 € 2.260,00
Riccio Palermo € 250,00 € 1.230,00 € 450,00 € 1.930,00
Pappa Amsterdam € 200,00 € 400,00 € 500,00 € 1.100,00
Vittor Londra € 130,00 € 1.800,00 € 670,00 € 2.600,00
Sementa Parigi € 200,00 € 1.000,00 € 600,00 € 1.800,00
Riccio Parigi € 200,00 € 1.000,00 € 600,00 € 1.800,00
Tabella 31
Cliente Città Viaggio Albergo Extra Spesa totale
Pappa New York € 980,00 € 2.300,00 € 350,00 € 3.630,00
Pappa Amsterdam € 200,00 € 400,00 € 500,00 € 1.100,00
Riccio Palermo € 230,00 € 1.800,00 € 230,00 € 2.260,00
Riccio Palermo € 250,00 € 1.230,00 € 450,00 € 1.930,00
Riccio Parigi € 200,00 € 1.000,00 € 600,00 € 1.800,00
Vittor Londra € 130,00 € 1.800,00 € 670,00 € 2.600,00
Sementa Parigi € 200,00 € 1.000,00 € 600,00 € 1.800,00
15120
Pagina 1 di 1
Tabella 32
Spesa cliente giovedì 11 febbraio 2010
270
CONCLUSIONI
L’utilizzo di un database relazionale al posto di un database a tabella unica, appare
più complesso. Tuttavia il suo uso fa guadagnare tempo nella successiva fase di
elaborazione, registrazione e correzione delle informazioni.
Infatti le informazioni possono essere inserite (e corrette) una sola volta se le
tabelle componenti sono costruite riservando da ogni tabella un solo argomento.
Solitamente il sistema qui descritto del database relazionale è un principio derivato
dall’uso delle BANCHE DATI, pur con formulazioni più complesse70.
Scopo del database relazionale è permetter la costruzione di interrogazioni – query
– e quindi separare la raccolta e la registrazione delle informazioni dal processo di
uso delle informazioni stesse.
Le interrogazioni richiedono tabelle la cui struttura sia stata accuratamente
progettata in funzione dell’uso attuale e futuro del database.
La raccolta e l’archiviazione delle informazioni sono processi essenziali nella vita
moderna.
Un’archiviazione ben fatta fa risparmiare tempo e guadagnare credibilità alle nostre
azioni.
Anche qui come nel foglio elettronico non potendo essere esaustivi ci affidiamo alla
curiosità personale di ciascuno che, certamente troverà nell’informatica un modo per
migliorare il proprio ruolo nella società.
Per le versioni di ACCESS fino alla 5
TRASFERIMENTO DEL DATABASE: Le versioni precedenti di ACCESS usano
almeno due file dello stesso nome con estensione .mdb ed .ldb. Qualora si rendesse
necessario copiare il database per usarlo in un computer differente da quello
originario è necessario copiare entrambi i file del database che in genere avranno lo
stesso nome ed estensione diversa. Per semplificare l’operazione si potrebbe
riservare una cartella a ciascun database e copiare tale cartella.
70
Ad esempio tese ad evitare che nelle QUERY alcune informazioni compaiano più volte, falsando
il risultato.
272
Capitolo 10
GESTIONE DEI PROGETTI
10.1 Premesse
Sviluppare un progetto significa considerare le attività e le risorse necessarie ad
ottenere uno scopo determinato che chiamerò obiettivo del progetto. .
In un progetto possiamo in prima approssimazione considerare, seguendo il
programma MS Office Project:
L’obiettivo da raggiungere per la realizzazione del progetto.
Gli eventi o attività che compongono il progetto.
Le risorse, ossia tutte le componenti che contribuiscono al raggiungimento
dell’obiettivo.
o Le risorse lavoro il cui utilizzo e legato a limiti temporali del tipo “…non
sono disponibili il mercoledì…” tra esse possono esservi.
risorse umane
risorse strumentali tipo computer in un’aula didattica, disponibili
in giorni particolari.
o Le risorse materiali la cui disponibilità si intende attribuita per tutta la
durata di un progetto ed assegnata ad una o più attività a partire da
una data opportunamente indicata. Non influiscono sui tempi di
programmazione delle attività.
o In Project 2007 sono considerate anche le risorse costo: trattasi di
risorse che non influiscono sui tempi del progetto e che possono
essere associate ad una o più attività quali spese per viaggi, per corsi
di formazione ed altro. In essa comprenderai tutte le spese che vuoi
considerare al fine di gestire l’amministrazione finanziaria del progetto.
Il tempo necessario per svolgere le singole attività necessarie per
concludere il progetto.
I collegamenti tra le diverse attività che evidenziano l’interdipendenza tra gli
eventi
Possiamo distinguer le attività in
273
SEMPLICI in cui interviene un solo tipo di risorsa che sviluppa l’attività in un
tempo definito, raggiungendo l’obiettivo prefissato.
COMPLESSE in cui molteplici risorse, lavoro o materiali, intervengono in
tempi diversi per il raggiungimento dell’ obiettivo prefisso.
Riconoscere nei dettagli i tempi e le risorse aiuta nella realizzazione e nel controllo
di un progetto.
È evidente che il controllo dello svolgimento di un qualsiasi progetto è utile al
raggiungimento dell’obiettivo in tempi compatibili con le necessità ambientali ed
economiche.
Per ulteriori considerazioni di tipo funzionale sulle caratteristiche delle persone che
intervengo su un processo rimandiamo alla copiosa letteratura sulla gestione dei
progetti (Project Management).
Nelle pagine che seguono introdurrò alcuni diagrammi utili al controllo di un
progetto
10.2 Lo sviluppo di un progetto
Nello sviluppo di un progetto o di un programma sia esso una ricerca, una
costruzione edile, una macchina o altro, è necessario considerare i tempi di
svolgimento di ogni attività utile per raggiungere l’obiettivo.
Sarà inoltre necessario considerare le risorse, persone, macchine, materiai,
necessarie per sviluppare l’attività cui il progetto fa riferimento.
La gestione dei progetti è argomento che richiede uno studio approfondito. Le
funzioni del gestore del progetto (program manager), le sue competenze, la necessità
di definire chiaramente responsabilità e poteri sono alcuni degli argomento che
intervengono in tale studio..
Il project management è una delle possibili risposte alle esigenze delle società
dinamica in cui viviamo. Esso oramai è entrato in moltissime organizzazioni sia
private che statali.
Le capacità manageriali unite ad opportuni strumenti informatici, permettano il
controllo dello sviluppo di un progetto sia dal punto di vista finanziario che temporale.
274
L’efficacia di un progetto è legata alla chiarezza degli obiettivi, alla definizione delle
responsabilità ed alla definizione dei passi intermedi necessari a completare ogni
singola parte di un progetto.
Non è questa la sede per un corso di project management; mi limiterò ad illustrare
l’uso di un programma costruito per aiutare nella gestione dei progetti, mentre rinvio a
testi specifici lo studio di questa parte dell’organizzazione aziendale.
10.2.1 Metodi per lo sviluppo di un progetto
Il tempo di realizzazione di tutto il progetto suddiviso nei tempi parziali per le parti
del progetto.
Potremo studiare la realizzazione del progetto con lo schema di figura 1 in cui si
presuppone che ogni attività contribuisca (frecce), al raggiungimento dell’obiettivo
senza stabilire la sequenza di esecuzione. .
Tale schema tuttavia, non permette la valutazione dei tempi parziali di
realizzazione e quindi non è difficile il controllo del progetto durante il suo
svolgimento.
Un altro schema potrebbe essere il seguente:
progetto diviso nelle sue attività costruzione delle
parti e/o svolgimento delle attività
assembramento delle parti verifica del progetto.
Tale modo di procedere è evidentemente
dispersivo e affidato a persone che svolgono
contemporaneamente o in diversi momenti funzioni
e/o attività diverse.
Il tempo si dilata e non può essere controllato, se per svolgere un’attività ho
bisogno di attività ad essa correlate dal tempo.
Conviene quindi uno svolgimento di tipo diverso:
Progettazione dell’attività individuazione delle componenti della attività e dei
tempi di realizzazione. individuazione delle attività che devono precederne altre e
quindi stabilire dei collegamenti tra attività.
In questa struttura di progetto si possono distribuire le attività tra diverse persone
che hanno diversi compiti, con tempi di realizzazione diversa.
Pensa alla costruzione di una casa: Si prepara il terreno si fanno gli scavi si
gettano le fondamenta si costruiscono i muri ecc.
OBIETTIVO
attività
1 A
Inizio
Attività
B
Figura 227: Progetto stellate
275
10.3. Diagrammi dello sviluppo di un progetto.
Ogni attività richiede un tempo di realizzazione e l’inizio di alcune attività può
essere indipendente o dipendente dalla fine delle attività precedenti. Il Project
Management utilizza due tipi di grafici particolari per visualizzare meglio l'evoluzione
di un progetto in corso: i diagrammi di GANTT ed i diagrammi PERT.
10.3.1 Diagramma di Gantt
Nel diagramma di Gantt (figura 2) nell’asse delle
ascisse sono i tempi di realizzazione del progetto,
sull’asse delle ordinate sono rappresentate le
componenti e le risorse o attività del progetto stesso.
Un diagramma di Gantt è un grafico a barre
orizzontali che mette in evidenza lo sviluppo
temporale delle attività che costituiscono un progetto . Tale grafico, che prende il
nome da Henry Gantt - lo studioso che elaborò questa tecnica durante i primi anni del
'900 - mostra le varie fasi costituenti il progetto come linee che partono nel diagramma
dalla data in cui devono essere intraprese e terminano alla data in cui devono essere
ultimate.
Una volta ultimato il diagramma di Gantt mostra la successione temporale delle
diverse attività ed evidenzia quelle che possono essere svolte contemporaneamente
nel medesimo lasso di tempo.
Oltre a rappresentare le attività il diagramma di Gantt può rappresentare l’impegno
dei diversi soggetti impiegati nel progetto sia dl punto di vista della successione del
tempo sia dal punto di vista del percentuale del tempo lavorativo di ciascun soggetto
impiegato nell’attività.
Ad esempio l’ingegner Rossi lavora per la ditta che lo ha assunto 8 ore al giorno
per cinque giorni alla settimana: esso potrebbe dedicare al progetto cui ci si riferisce
un percentuale del suo tempo complessivo di lavoro.
Discorso analogo si può fare per le risorse materiali.
Il diagramma di Gantt oltre a valutare la partecipazione dell’ingegner Rossi al
progetto,permette di valutare l’utilizzo dell’ingegner Rossi rispetto al suo tempo
complessivo cui è impegnato nella ditta che lo ha assunto.
Figura 2 Diagramma di Gantt
Figura 228. Diagramma di Gannt
276
Per realizzare un diagramma di Gantt manualmente, puoi elencare le varie fasi
necessarie per completare un progetto e stimare il tempo necessario per portarle a
termine. Le attività saranno elencate lungo l'asse verticale del diagramma e le date
lungo quello orizzontale. Segna una linea orizzontale per ogni fase che unisce la data
di inizio programmata con quella del suo completamento. Alcune attività possono
essere eseguite contemporaneamente e una può essere più lunga dell'altra; ciò
può essere indicato con una linea tratteggiata sino alla data del completamento.
Completato il diagramma, sarai in grado di vedere il tempo totale minimo
necessario per il progetto, la sequenza esatta delle fasi, e quali fasi possono essere
contemporaneamente svolte.
10.3.2 Il diagramma PERT
I diagrammi di Gantt hanno una limitata
capacità di mostrare l'interdipendenza
delle singole attività. In progetti semplici
riescono a fornire una informazione
adeguata ma in progetti in cui ci sono
molte fasi contemporaneamente in corso, si può utilizzare il diagramma PERT.
PERT è l'acronimo di Program Evaluation and Review Technique, cioè Tecnica di
valutazione e revisione di programma. E' una forma (Figura 3) di programmazione più
sofisticata della precedente che possiede tre componenti: gli EVENTI, le ATTIVITA' e
le NON ATTIVITA'.
TEMPO
La figura 4 rappresenta il grafo di un diagramma PERT: i cerchi sono eventi le linee
sono attività per ottenere un evento, si dividono in linee spesse e linee sottili. Le prime
rappresentano attività svolte le seconde attività non scolte.
Figura 229: Diagramma PERT tra eventi.
Figura 230: Diagramma PERT completo
277
Gli eventi (attività realizzate) sono rappresentati da cerchi o da altre forme chiuse,
le attività sono rappresentate da frecce che collegano i cerchi, le non attività che
collegano due eventi sono rappresentate da frecce tratteggiate.
I diagrammi PERT sono utili soprattutto se mostrano il tempo previsto (Working
time) per completare una certa attività sulla linea apposita (Figura 4).
Lettura del diagramma:
Evento 1. Inizio del progetto
Attività A produce l’evento 2.
Attività B segue l’evento 2 producendo
L’evento 3 oppure l’evento 4
L’attività C è svolta in casi particolari producendo l’evento 4 cui può
contribuire l’attività 2 che precede l’attività n. 4.
Ecc.
La linea con freccia sopra il progetto rapprenda il tempo trascorso dall’inizio del
progetto.
Evidentemente l’evento 5 attraverso l’attività 2 deve svolgersi seguendo gli eventi
1, 2, 3. oppure gli eventi 1, 2, 4.
Il diagramma PERT - acronimo di Program Evaluation and Review Technique - è
uno strumento di programmazione che descrive graficamente le relazioni causa-
effetto, di precedenza logica e di successione temporale che intercorrono tra le
diverse attività di un progetto.
Questo strumento si rivela particolarmente efficace, perché consente di esaminare
un progetto come una serie di eventi e di azioni legati tra di loro all'interno di una rete.
Tuttavia rinviamo ls realizzazione di tale diagramma ad un corso dedicato alla
gestione dei progetti.
Introducendo opportuni vincoli la scelta della rappresentazione in MS Project, con
VISUALIZZA DIAGRAMMA, anticipa tale utile strumento.
10.3.3 La realizzazione del diagramma di Gantt
Il diagramma di Gantt può essere disegnato manualmente dopo aver definito gli
scopi di un progetto e le attività da svolgere assieme ai tempi di realizzazione di
ciascuna attività.
Puoi utilizzare un foglio elettronico usando la prima colonna per l’elenco delle
attività e le colonne successive per la successione temporale.
278
Tale metodo non permette evidentemente controlli sui collegamenti delle attività e
rende complessa la modifica dei tempi di esecuzione.
Nelle figura 5 appare un diagramma di Gantt con l’elenco della attività realizzato
attraverso il programma Microsoft Project.
L’obiettivo è evidentemente la stampa di un libro, passando attraverso l sua
composizione, la revisione e così via.
Le attività sono collegate e si svolgono in sequenza seguendo lo sviluppo del
progetto.
L’immagine della figura 5 visualizza le attività da svolgere, con i tempi e le risorse
ritenuti necessari.
Per ottenerla è stato usato il programma Microsoft Project management, oppure
Office Project 2007.
Nella figura puoi osservare che per la terza attività è state valutata la percentuale
di esecuzione rappresentata con una riga più scura all’interno della fascia
rappresentante il tempo necessario per l’intera attività.
10.4 Uso del programma per l’analisi di un progetto
Seguiamo la procedura di costruzione di un diagramma di Gantt utilizzando il
programma Microsoft Office Project71 per analizzare lo sviluppo di un progetto
considerando le attività necessarie per svolgerlo, i tempi di esecuzione, i collegamenti
tra le attività ossia quali attività devono essere seguire ciascuna attività.
71
Userò d’ora in poi il termine Project al posto del nome completo del programma.
Figura 231: Le attività ed il diagramma di Gannt.
279
Saranno introdotte anche le risorse, strumenti, materiali e persone necessarie per
la realizzazione del progetto.
10.4.1 Le attività
All’apertura del programma compare le finestra di figura 6 nelle quale sono inseriti
gli elementi richiesti nella colonna nomi delle attività ossia nel caso specifico
fondamenta e muri perimetrali.…; si tratta evidentemente del progetto per la
costruzione di un edificio.
Descrivo la tabella usando voci che saranno spiegate nel corso del capitolo:
Colonna 1. Numero attività predisposto dal programma.
Colonna 2. Colonna che verrà completata dal programma nel caso di vincoli
imposti ai tempi di esecuzione del
progetto con l’icona .
Colonna 3. Attività necessaria per
realizzare il progetto.
Colonna 4. Durata di tale attività in
giorni.
Colonna 5. Data di inizio.
Colonna 6. Data di fine di ciascuna
attività che è calcolata dal programma.
Colonna 7. I nomi delle risorse necessarie, separate da un ; (punto e virgola)72.
Sulla base dei dati inseriti nelle colonne dei punti 4 e 5 il programma calcola e
scrive la data di fine dell’attività che stai implementando.
72
L’inserimento delle risorse può essere fatto da questa colonna o attraverso una procedura
particolare di inserimento e attribuzione risorse.
Figura 232: Inizio della descrizione del progetto.
Figura 233: I vincoli e la pianificazione.
280
E opportuno che sia il programma a fissare la data di fine e inizio delle attività
successive alla prima, per evitare vincoli superflui o peggio fuorvianti.
Se fissi l’inizio della seconda attività in un giorno immediatamente successivo alla
fine della prima compare una tabella come in figura 7 che ti chiede se desideri
conservare il vincolo tra le due attività. Ciò è legato anche dal tipo di vincolo fissato.
Tuttavia non conviene fissare la data di inizio e di fine delle attività seguenti la
prima per non vincolare il progetto con date che potrebbero non essere rispettate.
Meglio usare come vedremo il collegamenti tra attività.
In un progetto è possibile verificare l’esecuzione delle singole attività nei tempi
previsti: fissare delle date costringerebbe a modifiche manuali su tutte le attività
seguenti quella che non ha rispettato il tempi di esecuzione.
Dopo aver definito la prima attività attraverso il nome la data di inizio e la durata,
conviene procedere con le attività successive fissandone solo la durata .
Lasciando al programma la determinazione delle date se un’attività si svolge con
tempi diversi dai previsti, il programma stesso provvede a modificare l’inizio e la fine
delle attività collegate
Puoi continuare la descrizione delle attività
necessarie per concludere il progetto secondo le
esigenze progettuali.
Potresti usare il foglio elettronico per costruire
un diagramma ma dovresti modificare
manualmente ogni variazione nelle attività e nelle
risorse.
Dopo aver inserito tutte le attività di un progetto,
devi inserire i collegamenti tra le attività, che saranno descritti nel paragrafo ad essi
dedicato.
È possibile, figura 9, rappresentare l’attività nel diagramma di Gannt e inserire nel
tempo interruzioni dell’attività, fornire informazioni sullo svolgimento delle attività ed
altro.
Figura 235. Azioni sulle attività.
Figura 234: Risorse inserite nel diagramma di Gannt
281
10.6.5 La misura del tempo.
Il progetto si svolge secondo un calendario predefinito detto Calendario standard.
Per accedere ad esso devi selezionare Modifica orario di lavoro … dal 73menu
Strumenti.
È possibile modificare la scala cronologica del progetto (figura 10):
Da Visualizzazione Diagramma di Gantt o da altre visualizzazioni in cui compaia
una scala cronologica, clic col tasto destro sulla data o su una casella in cui compaia
il tempo indi scegliere da menu che compare la scala cronologica: nella scheda Scala
cronologica, figura 10, da unità di tempo scegliere l’unità di tempo che desideri
usare, modificando se richiesto dalla procedura il contenuto della casella Mostra, con
la solita procedura di .
Il calendario ha diverse funzioni:
esiste il calendario del progetto che
si riferisce all’intero progetto ed
esistono i calendari delle risorse
lavoro che esaminerò in un prossimo
paragrafo di approfondimento.
Il calendario che utilizzeremo
divide il tempo in settimane formate
da 7 giorni. È possibile considerare o
frazioni di giorno o altre misure del
tempo: anni, semestri, mesi, settimane, ore, ecc.
10.4.1.1 Le attività cardine
Tra le attività di un progetto è opportuno tu consideri attività di verifica del lavoro.
Tali momenti significativi, ad esempio i collaudi, le ispezioni, i momenti in cui
richiedere l’aggiornamento dei finanziamenti e attività simili.
Tali attività nello sviluppo di un progetto le devi segnare di durata 0. Il programma
evidenzierà tale situazione nel diagramma di Gannt con un simbolo particolare
nel quale compare anche la data.
73
Project conserva il menu; non si è ritenuto necessario introdurre le raccolte di schede di Office
2007. Tali procedure non sembra siano state aggiornate nemmeno in Office 2010 di prossima uscita.
Figura 236. Scala cronologica.
282
10.4.1.2 Il riepilogo
L’attività di riepilogo permette una visione complessiva del progetto. Dopo aver
completato il progetto inserisci alla fine o all’inizio del progetto tale attività
collegandola74 come Inizio-Inizio alla prima attività e con Fine-Fine all’ultima.
Tale artificio ti permette anche di suddividere un progetto in più sottoprogetti o fasi
di realizzazione ognuno individuato da una attività di riepilogo.
10.4.2 I collegamenti ed i predecessori.
Per fissare i collegamenti tra attività diverse
devi fare clic col tasto destro sul nome o sulla
rappresentazione di Gantt dell’attività che segue.
Compare la figura 9 da cui devi scegliere
Informazioni attività ottenendo un diagramma con i collegamenti. figura 11.
Il nome della attività è accompagnato dalla durata e da una tabella con , un
nuovo clic ti presenta le attività che hai inserito nel progetto permettendoti la scelta del
predecessore. In tal modo l’attività il cui nome compare è collegata all’attività che hai
scelto.
Il collegamento può essere di 4 tipi Tabella 1.
Fine-Inizio: l’attività predecessore determina la data di inizio dell’attività
successore.
Fine-Fine: le attività finiscono contemporaneamente: l’inizio dell’attività più breve
sarà opportunamente posticipato.
Inizio-Fine: l’attività predecessore determina la fine dell’attività successore.
Inizio-Inizio. Le due attività iniziano contemporaneamente.
Tabella 33
Puoi inserire un ritardo tra i collegamenti, posticipando l’inizio o la fine della
seconda attività; se segni un ritardo negativo hai un anticipo tra i collegamenti. Nella
figura 12 è stata aperta la tabella Informazioni sull’attività con un clic sull’attività
scrittura indice. Tra i predecessori puoi scegliere tra tutte le attività del progetto
coll’usuale clic nella tabella che compare da .
Completerai secondo le esigenze del progetto le colonne Tipo e Ritardo.
74
Vedi il paragrafo sui collegamenti.
Figura 237
283
Figura 238: Scelta predecessori.
10.4.2 Collegamenti e vincoli.
I collegamenti tra le attività sono stabiliti per mezzo della tabella Predecessori
inserita in Informazioni sulle attività.
Tra le informazioni sulle attività la linguetta Generali ti permette di fissare vincoli ai
tempi di svolgimento delle attività. Puoi infatti fissare i tempi di inizio o fine dell’attività,
e soprattutto il tipo di vincolo, Tabella 2.
Tipo di vincolo Descrizione
Deve iniziare il Deve finire il
Vincolo assoluto. Il programma non può modificare le date di inizio o di fine
Finire non oltre … Finire non prima … Iniziare non oltre … Iniziare non prima …
Vincolo relativo. Il programma adatterà la fine dell’attività al vincolo adattandolo allo svolgimento del programma
Il più presto possibile Il più tardi possibile
Nessun vincolo. Il programma adatta l’inizi delle attività allo svolgimentp del progetto.
Tabella 34
La durata resta quella fissata e l’attività si sposta nel calendario in modo da rispettare
il vincolo imposto. Questa conseguenza non è evidentemente auspicabile: ciò ribadisce
l’opportunità di non fissare vincoli non flessibili,
salvo casi di necessità.
Nei casi di vincolo non flessibile o semiflessibile il programma inserisce nella colonna
a ciò dedicata il simbolo indicato in figura 13 , che ti permette posizionando su di esso il
mouse, di individuare il tipo di vincolo inserito, figura 14 ed eventualmente di modificarlo.
Figura 239. Vincolo esplicitato.
284
ESERCIZIO.
Costruisci un progetto di preparazione
ad un esame universitario con le
seguenti attività: Frequenza 8 settimane,
Acquisto libro 1 giorno, Studio,
contemporaneo alla frequenza,
Esercitazioni 6 settimane inizia dopo 2
settimane dall’inizio della frequenza,
Esame la cui data di inizio deve essere
Inizia non più tardi, infatti la data
dell’esame è fissata dal Consiglio di Corso di Laurea e tu non puoi modificarla.
L’esame del piano costruito ti permetterà di valutare l’adeguatezza del tuo progetto:
se le attività che precedono l’Esame, vanno oltre la data dell’esame stesso, dovrai
riprogettare il piano, magari studiando anche di sabato e domenica con Modifica Orario
di Lavoro ...
10.5 Le risorse.
Nello sviluppo di un progetto sono necessarie persone, strumenti, materiali.
MS Project ti permette di attribuire tali elementi col nome di risorse a ogni attività,
presente nel progetto. La versione 7 considera anche risorse di tipo costi.
Le risorse possono essere inserite nel progetto in due modi.
1. Creazione di un elenco delle risorse e successiva assegnazione di ciascuna
risorsa ad una o più attività
In questo caso puoi inserire le caratteristiche delle risorse direttamente nell’elenco.
2. Attribuzione diretta delle risorse a ciascuna attività.
In tal caso per attribuire più di una risorsa a ciascuna attività devi separarle con un ;
(punto e virgola).
Inoltre dovrai attraverso l’elenco delle risorse definire le caratteristiche delle risorse
attribuite a ciascuna attività.
Per il completamento del progetto è necessario assegnare ad ogni attività le risorse
necessarie: tale assegnazione può avere un effetto anche nella durata complessiva del
progetto.
Figura 240: Modifica tipo di vincolo.
285
Infatti le risorse lavoro possono avere un calendario diverso da quello stadard del
progetto.
Nel caso delle risorse di tipo lavoro puoi inizialmente fissare la durata di un’attività
attraverso i giorni che ritieni necessari ad una risorsa per il suo completamento. Nel
corso del progetto potresti assegnare all’attività due risorse dello steso tipo, facendo sì
che l’attività in esame impegni il progetto per metà del tempo necessario al suo
completamento, fermo restando il tempo necessario agli effetti dell’impiego di
manodopera. Se si tratta di un gruppo di lavoro puoi prevedere unità di lavoro superiori
al 100%; ciò significa che il gruppo di lavoro raddoppia il numero degli addetti.
OSSERVAZIONE: La ricerca delle risorse necessarie per ciascuna attività è
evidentemente legata anche alla determinazione dei ruoli necessari per ciascuna attività.
10.5.1 Assegnazione delle risorse
Precisiamo le modalità di attribuzione delle risorse nei due casi illustrati.
Dall’elenco delle risorse
puoi attribuire ciascuna
risorsa ad una o più
attività attraverso la tabella
informazioni sull’attività.
Se col tasto destro del
mouse fai clic sull’attività
prescelta o sulla sua
rappresentazione nel digramma di Gantt,
compare un menu dal quale. sceglierai
Informazioni attività: l’opzione Risorse ti
permette di attribuire una o più risorse
all’attività prescelta e fissare anche la
percentuale di risorsa-lavoro riservata
all’attività considerata75 nonché la quantità
delle risorse materiali rispetto all’unità di
misura.
Devi solo scrivere un numero che il programma
75
Vedi Sovraoccupazione.
Figura 242: Assegnazione risorse 2° metodo.
Figura 241. Attribuzione delle risorse.
286
rappresenta in percentuale nel caso di Risorsa Lavoro e in unità nel caso di risorse
materiali.
Da assegna risorse all’attività Stesura riassunto sono state assegnate il 50% della
risorsa Computer di tipo lavoro e 500 fogli di carta della risorsa materiale carta.
L’unità di misura fogli devi scriverla nella colonna Etichetta materiale nella tabella
Uso risorse.
La tabella seguente quantifica l’assegnazione delle risorse di tipo lavoro in relazione
al loro impiego per ciascuna attività.
Assegnazione Significato Conseguenze
< 100%
La risorsa è impiegata per l’attività considerata per un tempo inferiore al suo orario di lavoro
Il tempo impegnato per eseguire l’attività si dilata, per l’aumento del tempo dedicato all’attività considerata, dovuta all’impegno ridotto della risorsa dedicata.
= 100%
La risorsa impegna tutto il suo tempo per l’attività cui è assegnata.
Il tempo per svolgere l’attività è quello assegnato inizialmente, salvo non siano impegnate altre risorse.
> 100%
All’attività considerata è assegnata più di una risorsa76 Nel caso di un gruppo può significare aumentarne i componenti.
La durata dell’attività si riduce agli effetti del progetto.
OSSSERVAZIONE: Puoi ottenere una riduzione dei tempi di una o più attività, assegnando ad essa più di una risorsa.
10.5 2 Caratteristiche delle risorse.
Per definire le caratteristiche delle risorse: Visualizza Elenco risorse indi Visualizza
Tabella: Immissione; otterrai la tabella di figura 10 che ti permette di specificare le
caratteristiche delle risorse.
76
Tale possibilità può essere utilizzata nel caso di sovraoccupazione.
Figura 243: Caratteristiche delle risorse.
287
MS Project attribuisce come impostazione predefinita alla risorsa il tipo Lavoro, ma
prevede anche il tipo Materiale ed il tipo Costo77: la scelta è compiuta dal menu ottenibile
con un click sulla usuale casella della variabile Tipo.
Puoi cominciare ad assegnare i costi delle singole risorse il cui tipo ti sarà
ulteriormente spiegato in un paragrafo a ciò dedicato.
Tipo Lavoro: La risorsa di tipo lavoro, devi usarla ogniqualvolta esistono limiti
temporali all’uso della risorsa, con la possibilità di fissare se tale risorsa è disponibile
all’inizio, alla fine, o per quote nella colonna Attributi.
I costi della risorsa lavoro sono fissati per unità di tempo e sono suddivisi in Tariffa
(per lavoro) standard e tariffa (per lavoro) straordinario
Tipo Materiale: devi sceglierla manualmente ed assegnarla all’attività prescelta,
con la possibilità di fissare se tale risorsa è disponibile all’inizio, alla fine, o per quote
dipendenti da lo sviluppo temporale del progetto nella colonna Attributi (figura 17).
Se non hai specificato le unità nel campo unità il programma per impostazione
predefinita, computa la quantità da te assegnata alla risorsa proporzionalmente
all’avanzamento del lavoro.
Puoi tuttavia specificare le unità proporzionalmente ai giorni di lavoro ad esempio
40/g. in tal modo la risorsa è assegnata 40 unità al giorno.
Esaminiamo le altre variabili indicate nelle colonne delle risorse.
Hai già visto le caratteristiche del Tipo di Risorsa.
L’etichetta materiale indica per la risorsa materiale l’unità di misura: kg – litri – fogli –
metri ecc. e fissa un’unità cui riferirsi nell’assegnazione.
Da assegna risorse (figura 11) all’attività riassunto sono state assegnate il 50% della
risorsa di tipo lavoro computer e 500 fogli di carta della risorsa materiale carta.
Il Gruppo si riferisce alla risorsa Lavoro; la puoi usare se tale risorsa è costituita da
più persone o strumenti ad esempio
Per l’attività costruzione impianto idraulico di un edificio è attribuita la risorsa:
squadra idraulica, anziché un solo idraulico. Ciò puoi ottenerlo assegnando alla
risorsa 300% di unità di lavoro. Ciò significa che la squadra è composta di 3
membri che dedicano il 100% del loro tempo al progetto (o di 6 con il 50%
ciascuno).
77
Dalla versione 2007.
288
Per l’attività verifica della conservazione degli alimenti viene affidata l’attività di
analisi dei campioni raccolti ad un laboratorio di analisi di cui il manager non ha un
controllo diretto.
Nell’esempio usato potrebbe trattarsi di un gruppo di ricerca che collabora
dall’esterno alla tua analisi.
Evidentemente la variabile caratteristica gruppo può essere particolarmente utile se si
decide di sviluppare un progetto rivolgendosi anche a società esterne o comunque a
gruppi che possono organizzarsi al di fuori del controllo del manager del progetto78.
Unità max, la cui assegnazione è stata definita nella tabella del paragrafo
precedente in relazione ai tempi i esecuzione dell’attività cui è assegnata riferita
anch’essa a una risorsa lavoro, definisce l’impegno della risorsa nel progetto. Una
risorsa lavoro può essere impiegata per una parte espressa in percentuale, del suo
tempo disponibile, oppure nel caso di gruppi in percentuale > 100%, aumento addetti
all’attività.
Il geometra Del Fante lavora per la ditta di costruzioni edili a tempo pieno ma dedica
al cantiere del progetto esaminato due giorni alla settimana lavorativa (di 5 giorni), esso
risulta impegnato per il progetto per il 40% del suo tempo disponibile.
Oppure il ricercatore Michele dedica tutto il suo tempo (100%) alla ricerca assegnata
al gruppo ma distribuisce tale tempo tra diverse attività, ad esempio 30% di ricerca e
studio, 50% negli incontri tra i membri del gruppo, 20% a stendere una relazione
periodica sullo stato della ricerca.
Inoltre un’unità massima superiore al 100%, può riferirsi a impegno per lavoro
straordinario (oltre l’orario di lavoro ordinario) della stessa persona.
Fai attenzione a non confondere le assegnazioni della colonna UNITÀ MAX. con
l’orario di lavoro assegnato in Modifica orario di lavoro Calendario … risorsa.
10.6 L’orario di lavoro e il calendario del progetto
Dovresti aver intuito che la gestione dei progetti ed il programma che stai imparando
basa la sua funzionalità sul tempo necessario per ottenere un obiettivo con attività che si
svolgono in tempi previsti dal project manager, evidentemente legato all’orario di lavoro
giornaliero, settimanale, mensile … dedicato ad un progetto.
Nell’esecuzione di un progetto interviene evidentemente il tempo che ciascuna risorsa
dedica al lavoro
78
Evidentemente rispettando i tempi di consegna dei risultati dell’attività lofro affidata.
289
La gestione dei progetti si basa su un orario di lavoro che è precisato sul calendario.
Per impostazione predefinita MS Project prevede un calendario del progetto di tre tipi.
calendario standard: 5 giorni alla settimana 8 ore
calendario notturno
calendario 24 ore in cui l’orario va precisato dall’utente.
In particolare il programma assegna ad ogni risorsa lavoro un calendario di tipo
standard che puoi modificare.
Con la procedura Strumenti Modifica orario di Lavoro puoi creare calendari con
orari di lavoro particolari..
10.6.1 Il Calendario e l’orario delle risorse lavoro.
Un’altra interessante possibilità del programma è modificare l’orario di lavoro,
ottenendo un anticipo o un posticipo del raggiungimento dell’obiettivo finale. Sulle
possibili conseguenze dell’uso del calendario vedi anche la figura 14 del paragrafo
11.5.2 .
La tabella di
figura 18 che
puoi ottenere da
Strumenti
Modifica orario di
Lavoro, ti
permette di
modificare
l’orario di lavoro fissando ad esempio il sabato come giornata lavorativa.
Per far ciò devi selezionare i giorni di cui vuoi modificare l’orario di lavoro e facendo
click sull’opportuno scegliere l’opzione opportuna e/o modificare l’orario di lavoro.
Puoi controllare nel piano di sviluppo la presenza/assenza delle immagini dei vincoli
indicate alla fine de paragrafo precedente.
Se il falegname è disponibile
solo alcuni giorni della settimana:
puoi con Modifica orario di lavoro,
segnare i giorni non lavorativi nel
calendario della risorsa
Figura 244. Modifica orario di lavoro in MS PROJECT 2003
Figura 245. Il falegname non lavora mercoledì
290
considerata.
La risorsa di tipo lavoro comprende gli strumenti e le persone soggetti a limiti
temporali.
Se per scrivere la tua tesi devi usare un computer del laboratorio dell’università, dovrai
nel calendario della risorsa computer segnare i giorni nei quali il laboratorio non è
disponibile come giorno festivo.
Nella tabella Modifica orario di
Lavoro, con un clic su puoi
selezionare il calendario relativo alla
risorsa il cui orario di lavoro devi
modificare scegliendo tra i calendari
predefiniti e quelli relativi alle risorse
lavoro: nella figura 10 il calendario del
computer ha il lunedì come giorno non
lavorativo. Osserva che puoi
Modificare l’orario di un giorno della
settimana per tutto il calendario della
risorsa scelta cliccando sul giorno (L,
M, ….)
Modificare l’orario di un solo giorno cliccando sul valore numerico del giorno del mese.
10.6.2 Sovraoccupazione
Quando attribuisci una risorsa a più di una
attività il programma per impostazione predefinita
assegna l’unità massima di lavoro a entrambe le
attività, segnalandoti una sovraoccupazione (figura
21): la risorsa viene evidenziata in rosso e nella
seconda colonna delle risorse compare la smart tag
che ti avvisa della necessità di un livellamento ossia ti si chiede di distribuire la risorsa
tra le attività considerate.
Posizionati sulla risorsa interessata e scegli da strumenti Livella risorse (figura 22).
Se scegli Automatico il programma ti chiede se vuoi livellare l’intero progetto o solo la
risorsa selezionata, se non vi sono altre sovraoccupazioni scegli solo la risorsa
selezionata.
Figura 247: Sovraoccupazione.
Figura 246: Modifica orario d lavoro Computer.
291
Il programma sposta le attività interessate in modo che non vi siano sovrapposizioni
temporali.
Se invece scegli il livellamento manuale,
dovrai aprire il diagramma di Gantt e
posizionandoti sull’attività interessata fare
clic col tasto destro proprietà
Tra le proprietà scegli la linguetta Risorse
e attribuisci all’attività una parte della percentuale della risorsa che ha provocato la
sovraoccupazione. Opera nello stesso modo per tutte le attività interessate alla stessa
risorsa.
La variazione delle
distribuzioni percentuali
provocano una variazione della
durata delle attività interessate.
Spesso i giorni sono presentati con decimali (figura 19). La somma delle percentuali
attribuita a ciascuna attività dovrà essere minore o uguale alla unità massima della
risorsa che stai esaminando.
10.7 I costi
Per un manager di progetto, i costi rappresentano un elemento importante della
programmazione. Evidentemente nessun progetto può essere iniziato in assenza di una
valutazione dei costi, che porta ad una ricerca di finanziamenti siano essi interni od
esterni all’azienda.
La mancata valutazione e quindi il non inserimento dei costi in un progetto rende il
lavoro del manager una esercitazione fine a se stessa nel caso migliore, fino a divenire
un motivo di interruzione del progetto quando per esso si siano spese risorse e danari,
che rappresentano una perdita spesso irrecuperabile per l’azienda.
In un progetto i costi sono evidentemente imputati alle risorse previste ed utilizzate.
MS Project prevede nell’elenco delle risorse opportuni spazi (colonne) in cui inserire i
costi. Successivamente sarà possibile calcolare i costi parziali e totali.
Figura 248
Figura 249
292
10.7.1 Costo delle risorse: Tariffa e costo/uso.
La procedura di inserimenti dei costi delle risorse inizia dall’elenco delle risorse, già
richiamato per fissare il tipo delle risorse nel paragrafo Caratteristiche delle risorse.
Puoi anche inserire e variare i costi in un qualsiasi momento dello sviluppo del
progetto attraverso Visualizza Uso Risorse Tabelle: Riepilogo.
Fissando le tariffe unitarie per le risorse, puoi ottenere una tabella in cui sono calcolati
i costi totali e le ore di lavoro nella tabella Riepilogo (vedi).
Come noto Project considera due tipi di risorsa: Lavoro e materiale. Evidentemente
l’attribuzione dei costi è diversa per i due tipi.
Comune ai due tipi di risorsa è il costo/uso che puoi attribuire una sola volta per
ciascuna risorsa considerata
10.7.2 Risorsa tipo Lavoro
I costi delle risorse, figura 24, hanno una tariffa std ed una tariffa str.
Tariffa std. Tariffa standard definita con l’unità € all’ora, il numero inserito con decimali
viene automaticamente fissato secondo l’unità definita.
Tariffa str: Tariffa lavoro straordinario, è fissato in modo analogo alla tariffa standard.
Project non considera compensi per lavoro straordinario. Per impostazione predefinita il
costo finale di una attività sulla base delle risorse impiegate si riferisce solo al lavoro
ordinario (tariffa standard).
Per considerare costi per lavoro straordinario occorre aggiungere le ore di lavoro
straordinario alla risorsa con una procedura che ti sarà illustrata nel paragrafo 10.9.
Costo/uso: da assegnare una tantum.
10.7.3 Risorsa tipo materiale
Per le risorse materiali devi fissare alcuni parametri, figura 24.
Etichetta materia le indica l’unità di misura: kg – m – litri – fogli – ecc.
Figura 250
293
Tariffa std. ; costo unitario va scritto usando la formula costo/unità
Costo/uso da assegnare una tantum; per il materiale potrebbe essere il costo
dell’imballaggio o della conservazione e magazzino.
Le risorse possono essere assegnate per quote, all’inizio o alla fine dell’attività
interessata.
In quote (per impostazione predefinita) la risorsa viene utilizzata
proporzionalmente alla durata dell’attività in cui è stata assegnata, tenuto conto
dell’unità massima assegnata.
Inizio / Fine: la risorsa viene utilizzata completamente all’inizio o alla fine
dell’attività cui è stata assegnata, tenuto conto dell’unità massima assegnata.
Un esempio di tali procedure lo puoi vedere nella figura 25
Figura 251
Le risorse sono state assegnate con diversi attributi. Evidentemente la situazione
presentata è quella all’inizio del progetto. Per ottenere la visualizzazione della figura da
Risorse devi usare Visualizza Tabella Lavoro.
10.8 Una prima presentazione del progetto
Dopo aver impostato le condizioni di realizzazione delle singole attività inserendo i
necessari collegamenti tra attività, puoi dal menu visualizza scegliere la modalità di
visualizzazione dell’insieme delle attività che costituiscono gli eventi.
Figura 252
294
Ti consiglio di esaminare le visualizzazioni possibili. In questo libro ne esamineremo
alcune.
1. Calendario: presenta un foglio simile a quello di Outlock con la descrizione delle
attività immesse e la durate con le date di fine e di inizio.
2. Diagramma di Gantt, (figura 21) in cui ciascuna attività viene presentata nel suo
sviluppo temporale con i collegamenti con le altre attività del progetto.
Puoi modificare la forma delle barre del diagramma di Gantt con clic col tasto
destro sulla barra che vuoi modificare.
Diagramma reticolare presenta le etichette di ciascuna attività con le sue
caratteristiche (inizio, fine, risorse se sono state previste…) e la eventuale
dipendenza tra ciascuna attività.
Con opportuni vincoli e caratteristiche particolari assegnati agli eventi/attività è
possibile ottenere una rappresentazione del Diagramma PERT.
3. Gantt verifica, permette di verificare e contrassegnare la percentuale di attività
svolta ciccando sulla linea dell’attività e aprendo la tabella Informazioni
sull’attività79.
4. Gestione delle attività presenta uno schema delle attività con l’orario di lavoro.
5. L’inserimento e la definizione delle risorse, completerà il progetto
permettendo anche l’analisi dei costi e della fattibilità
10.8.1 Revisione di un progetto.
Se ti posizioni col mouse su una attività oppure
sulla sua linea di Gantt un click col tasto destro del
mouse apre il menu di figure 27 oppure 28.
79
L’accesso alla tabelle di Informazioni sull’attività… , è possibile anche direttamente dal
diagramma di Gantt iniziale.
Figura 253
Figura 254
295
In entrambi i casi
scegli Informazioni
sulle attività …
Si apre la tabella
di Figura 29:
Informazioni
attività. Da tale
tabella puoi
scegliere la linguetta
opportuna che ti
aprirà una ulteriore tabella.
Tra esse consideriamone due:
Generalità: Stabilire eventuali collegamenti con altre attività. Ti consiglio di
provare tale possibilità. Puoi collegare l’attività prescelta con una della attività inserite
che compariranno col click sulla punta di freccia usuale
1. Tra le possibili scelte del
programma puoi fissare il tipo
di vincolo. Nella figura 30 è
stato fissato il vincolo
generico il più presto
possibile che lascia al
programma la data di inizio dell’attività sulla base dei collegamenti tra le stesse.
2. Puoi altresì fissare vincoli di tipo diverso che impongono al programma inizio o fine
in una data da te fissata. Vedi la figura
Avanzate: Fissare le caratteristiche dei collegamenti tra attività: in particolare puoi
stabilire che un’attività abbia la scadenza non definita –NA - ed il tipo di vincolo sia il più
presto possibile con data vincolo non definito – NA - che significa lasciare libero l’inizio
dell’attività che stai esaminando.
Lascio alla tua iniziativa verificare le altre possibili scelte soprattutto valutandone le
conseguenze sul progetto.
Osserva le immagini a sinistra del nome dell’attività ed il loro significato. Puoi
conoscere gli eventuali vincoli dell’attività dalla loro presenza o assenza.
Figura 256
Figura 255: Informazioni sull'attività.
296
Ti ricordo che all’inizio ti ho consigliato di non inserire vincoli per poter variare i
tempi del progetto in corso d’opera.
10.8 Riepilogo del progetto.
È giunto il momento di valutare i tempi ed i costi del tuo progetto.
In Project hai tale possibilità attraverso diversi comandi.
La tabella riepilogo in cui per ogni risorsa è specificata l’attività che la utilizza è il
metodo più semplice e completo.
Per ottenerla
Visualizzazione Uso risorse dopo aver visualizzato la tabella uso risorse
Visualizzazione Tabella Riepilogo.
NOTA Il Menu di Tabella dipende dalla scelta fatta: Per ottenere la tabella
sottostante devi prima Visualizzare Uso risorse e poi da visualizzazione richiamare
Tabella Riepilogo
Figura 257
Nella figura 31 compaiono alcuni parametri che ti illustro brevemente nei paragrafi
che seguono.
Gruppo: qui non rappresentato; ti suggerisco di considerare l’eventuale attività di
gruppo con un apposito progetto, i cui risultati inserirai nel progetto principale.
Unità max. Rappresenta la percentuale di Risorsa lavoro dedicata al progetto dalla
singola risorsa.
Una percentuale < 100% significa che la risorsa non è impiegata per tutto il suo
tempo disponibile.
297
La percentuale = 100% :significa che la risorsa dedica tutto il suo tempo disponibile
all’attività.
La percentuale > 100% significa che vi sono più risorse con lo stesso nome oppure
introduce un lavoro straordinario per una risorsa.
Punta: rappresenta l’impegno massimo che può essere assegnato alla risorsa per
l’attività specificata. Evidentemente il totale della percentuale della punta deve essere
minore o uguale all’unità massima.
Tariffa std Tariffa standard. Si riferisce al costo orario nel caso di risorse Lavoro,
ed al costo unitario nel caso di risorse materiali
Tariffa str Tariffa straordinario. Si riferisce al costo orario per le sole risorse lavoro:
è necessario una procedura particolare per comprendere tali costi nel progetto, che ti
sarà illustrata in apposito paragrafo.
Costo si riferisce al costo complessivo delle risorse per ciascuna attività
Lavoro indica le ore impiegate da una risorsa lavoro tenendo conto del suo
calendario (giorni di lavoro effettivo e numero di ore al giorno).
Le unità usate da una risorsa materiale.
Tralascio la parte grafica di queste procedure, invitandoti ad esaminarla
personalmente.
10.9 Inserimento di lavoro straordinario
Il programma per impostazione predefinita considera le ore di un’attività
complessive, privilegiando in tal modo la gestione temporale del progetto. Tuttavia i
costi rappresentano un importante elemento per la valutazione del progetto ed il
ricorso a lavoro straordinario può rispondere a necessità effettive.
Dovrai quindi considerare l’uso del lavoro straordinario un elemento di costo che
interviene nel corso dell’attuazione
del progetto come un evento
straordinario che dipende da
particolari circostanze.
Per questo motivo inserirai le ore
di lavoro straordinario ed il loro costo
in sede di riepilogo del progetto.
Segui la procedura seguente,
dopo avere completato il progetto.
Figura 258
298
Da Diagramma di Gantt:
Visualizza Uso Risorse
Visualizza Tabella Riepilogo.
Posizionati su una cella della colonna cui vuoi anteporre la colonna del lavoro
straordinario80.
Inserisci Colonna
Otterrai la tabella Inserisci Colonna, in cui il Nome campo va inserita da un menu
; nella figura è inserito Lavoro Straordinario e il titolo della colonna.
Con l’OK ottieni l’inserimento della colonna (figura 31) ed a questo punto puoi
inserire il costo (che si intende orario) del lavoro straordinario ed il numero di ore di
straordinario per la risorsa interessata.
Il programma toglierà ore di lavoro al lavoro ordinario e rifarà il costo totale della
risorsa.
Figura 259: Prima dell’inserimento del lavoro straordinario
Osserva ancora una volta che il lavoro straordinario non prevede aggiunta di ore (o
Giorni) al progetto, ma solo una variazione di costi (figura 31) . Confronta con la figura
30.
Figura 260: Dopo l'inserimento del lavoro straordinario
Potrebbe trattarsi ad esempio della necessità di impiegare una risorsa lavoro al di
fuori del suo orario di lavoro o altre condizioni particolari che non possono essere
previste in sede di progetto.
80
La procedura qui illustrata, come altre di project è simile all’analoga procedura in Excel.
299
10.10 Preparazione di una relazione sul progetto
Evidentemente dovrai alla fine della programmazione scrivere una relazione sulle
realizzabilità del progetto, sui tempi e sui costi da affrontare.
Per farlo utilizzerai un programma di scrittura, il foglio elettronico per grafici e
tabelle che potrai ricavare direttamente dal progetto che hai preparato.
Infatti MS Project ti permette di predisporre tabelle da usare nelle relazioni.
Dalla visualizzazione Tabella Riepilogo, con clic su Visualizzazione Relazione
ottieni la figura 32 che ti permette la selezione e la stampa di tabelle per una relazione
sul tuo progetto.
Naturalmente è utile usare l’anteprima di stampa con cui è possibile una
formattazione della tabella con un metodo analogo a quello del foglio elettronico.
Puoi ottenere parecchie tabelle che ti permettono una visione ed controllo separato
delle attività, dei costi e delle risorse.
La scelta delle tabelle da stampare per il riepilogo, prevede due momenti.
La scelta dell’elemento cui si riferisce la relazione ed il comando Seleziona .
Dalla tabella che compare col titolo dell’elemento selezionato, devi scegliere la
forma della tabella e usare ancora Seleziona .
Ti presento alcuni esempi, ma in questo caso è alla tua iniziativa che lascio atre
prove e verifiche.
Il riepilogo
Figura 261
302
Nel tempo: quando e per quante ore.
I costi
Preventivo di spesa
Figura 270
Tabella 37 Figura 268
Figura 269 Tabella 38
Tabella 39
303
I costi nel tempo
Figura 271
Le attività in corso
10.11Verifica del progetto
Il tuo lavoro di Project Manager non può evidentemente esaurirsi nella
presentazione del progetto e nella relazione, commentata con l’uso di un programma
di scrittura.
Dovrai verificare se il tuo progetto rispetta le richieste che ti sono state fatte e se
non vi sono incongruenze progettuali, altre a quelle che hai verificato in sede di
inserimento risorse lavoro (sovraoccupazione) e inserendo lavori straordinari qualora
essi si rendessero necessari per eventi particolari.
Project ti fornisce a tale proposito alcune procedure alcune delle quali potresti
utilizzare anche in corso di progettazione teorica.
Tabella 40
Figura 272
304
La previsione fa parte di tale possibilità. Puoi inserire nel piano del progetto alcune
stime iniziali riguardanti le attività, le risorse ed i costi, apportandole alla realtà
esistente nel momento in cui dovresti iniziare l’attuazione del progetto.
In corso d’opera puoi inserire lo stato di avanzamento del progetto attraverso le
informazioni su ciascuna attività specificando la percentuale di completamento
dell’attività considerata.
Meglio puoi fare clic su verifica e inserire lo stato di avanzamento delle attività
nell’apposita colonna.
Sulla tabella di verifica puoi
inserire nuove colonne81 tra le
quali il lavoro svolto dalle singole
attività sulla base del loro
avanzamento, il costo sostenuto,
il la
voro da fare, ecc.
Dalla tabella di verifica puoi
salvare le verifiche fatte come
previsioni.
Da Strumenti Verifica
Salva previsione.
Hai a disposizione
10 possibili previsioni che potrai confrontare.
Completato il progetto inizia la sua realizzazione, nel corso della quale dovrai
valutare se le verifiche che hai compiute hanno dato al tuo progetto la solidità
necessaria.
81
Sul metodo di inserimento delle colonne vedi il paragrafo sull’inserimento dei costi del Lavoro
straordinario.
Figura 273
Figura 274
305
Per far ciò dovrai rilevare periodicamente lo stato di avanzamento dei lavori. Fra i
vari metodi che Project ti mette a disposizione utilizzeremo la procedura statistiche.
La tabella statistiche permette una visione complessiva del progetto rispetto alle
sue condizioni. Puoi ottenerlo da Progetto Riepilogo informazioni Statistiche .
Nella tabella nn, la statistica del progetto iniziale.
Ho introdotto alcune variazioni, che sono rappresentate dal diagramma di Gantt di
figura.
Per far ciò nella tabella di
Verifica ho introdotto la
colonna Inizio effettivo, ed ho
inserito da calendario 4
settembre 2006.
Inoltre ho inserito nella colonna % completamento 40.
Le attività collegate al progetto iniziano il 4 settembre, al momento della rilevazione
è stato svolto il 40% della prima attività.
Con la procedura introdotta all’inizio del paragrafo visualizza le\ statistiche del
progetto.
Nella statistica presentata il programma presenta alcuni dati:
Inizio
Data corrente ossia data in cui si prevede ll’effettivo inizio del progetto 28/08/06
Previsto venerdì 11/08/06
Effettivo: poiché è stata inserita una percentuale di completamento che il
programma ha calcolato sulla base delle nostre informazioni sulla percentuale delle
attività svolte, il decide il lavoro è iniziato il 4 settembre con un ritardo (Variazione) di
16 giorni. Il progetto terminerà il 21 settembre anziché il 20 agosto.
Figura 275
306
La data di fine non è specificata, essendosi scelto di costruire il progetto sulla base
della data di inizio.
Tenuto conto della
percentuale del progetto
completata, il programma
prevede la fine dopo 12,9
giorni.
Il programma inoltre calcola,
sulla base della percentuale di
attività svolte: tra cui durata
effettiva e prevista,.costo effettivo
e previsto, spese già sostenute e da sostenere.
Il metodo che ti ho proposto è stato introdotto per verificare l’avanzamento dei
lavori e permettere al Project Manager di introdurre le eventuali variazioni nelle risorse
per completare il progetto secondo le previsioni.
Naturalmente si deve tener conto che una variazione nelle risorse comporta una
variazione di costi. Può quindi essere scelto il ritardo nella fine del progetto se la
variazione dei costi è inferiore.
10.12 Sicurezza.
È possibile creare copie di backup del
progetto e attuare la protezione del
progetto.
Per utilizzare tali procedure di
sicurezza devi utilizzare salva con nome
e dal menu Strumenti della finestra di
dialogo scegliere Opzioni generali: La
tabella Opzioni di salvataggio (vedi figura) ti permette di
Predisporre una copia di backup.
Inserire una password di protezione che non permette l’accesso al progetto
a persone non autorizzate.
Figura 276
Figura 277
307
Inserire una password che non permette la modifica del progetto a persone
non autorizzate.
È possibile inoltre la protezione del sistema operativo, per attuare una protezione
delle informazioni usate.
Se i file di progetto sono accessibili in rete è consigliabile una protezione a livello di
condivisione o di file.
10.13 La riproduzione e la stampa delle parti di MS Project.
Evidentemente concluso il progetto devi relazionare sulle tue elaborazioni
inserendo dati che puoi ricavare del progetto.
Le strade per ricavare figure e diagrammi da inserire in un testo o da stampare
sono molteplici.
Con WINDOWS 7 esiste la possibilità dell’uso della stampante virtuale PDF o XPS.
Altrimenti puoi usare il programma di Adobe, o il programma PDF995, scaricabile
da PDF995.com: è gratuito se accatti un po’ di pubblicità.
Puoi anche usare qualcuno di quei programmi che memorizzano parte dello
schermo per inserirlo in un documento tipo Gadwin Print Screen dal sito
http://www.gadwin.com/printscreen/.
Conclusioni
La gestione dei progetti è una procedura molto importante nello sviluppo di attività
legate al raggiungimento di un obiettivo (progetto semplice) o più obiettivi (progetto
complesso formato da progetti collegati).
In questo modulo di è stata presentato il progetto semplice, con alcune nozioni utili
alla formulazione di progetti complessi.
Lo studio dei metodi di gestione dei progetti è un elemento qualificante per un
professionista.
Vi sono parecchi testi che affrontano tale attività, mi limito a consigliartene uno
abbastanza noto ed esaustivo su tale problematica.
Potrai constatare come anche in questo caso l’informatica può essere un utile
supporto che non sostituisce l’iniziativa personale.
In questo modulo ti ho presentato le principali procedure possibili. L’intero
programma mette a disposizione dell’utente molte altre possibilità e procedure che il
carattere introduttivo del modulo non permette di esaminare nei dettagli.
308
Quanto ti ho esposto si riferisce alla versione Standard del programma; la versione
Professional permette molte altre funzionalità tra cui il collegamento ad una versione
per server ottenendo in tal modo la possibilità di aggiornamenti dell’avanzamento dei
lavori attraverso Internet.
Il programma possiede un ottimo strumento di aiuto che può aiutarti nello sviluppo
di progetti personali.
ESERCIZI
Abbreviazioni nelle disponibilità delle risorse:
LU Lunedì MA Martedì VE Venerdì DO Domenica
ME Mercoledì GIO Giovedì SA Sabato
Esercizio n. 1:
Considera, riproduci e commenta il progetto del diagramma di Gannt sottostante.
Cosa può significare Commissione artistica 200% ? Impresa esterna è considerata un materiale dato che è etichettata con [1]. Osa può significare? L’impresa esterna evidentemente deve non seguire il calendario di progetto, ma è vincolata a consegnare il suo lavoro in data definita dal contratto, Inoltre è pagata a lavoro finito. Introduci variazioni nel progetto.
Esercizio n. 2
Prepara il diagramma di Gantt del seguente progetto di creazione antivirus, che
deve iniziare il 1° ottobre dall’anno in corso.
Attività Durata in giorni Caratteristiche Risorse e disponibilità
1 Analisi di fattibilità 5 Chimico GIO
2 Preparazione terreno 5 Contemporaneo a 1 Materiali di cultura
309
3 Inseminazione 2 Segue 1 e 2 Microbi
4 Raccolta cultura 3 4 g. dopo fine 3 Provette
5 Confezionamento 2 1 g dopo inizio 4
6 Consegna corriere 1 Alla fine di 5 Corriere MA, ME, GIO
7 Riepilogo
Esercizio n. 3: Sviluppa il seguente progetto.
N. Nome , Descrizione dell’attività Predecessore n.
Durata giorni e particolarità (ritardi o anticipi)
Risorse: tipo e disponibilità
1 Linea di riepilogo
2 Costruzione metodo di analisi delle esigenze del consumatore
82
1 3
3 Istruzione rilevatori 2 5 Istruttore disponibile MA, ME, GIO
4 Campionamento 3 3 - inizia due giorni prma della fine dell’Istruzione dei rilevatori
Cartone (materiale) Kg 160.
5 Rilevamento dati 4 4 Rilevatori disponibili
MA, ME, GIO, VE
6 Registrazione ed elaborazione dei
dati* 5
Inizia 2 giorni dopo l’inizio
dell’attività 5
Computer disponibile LU,
MA, ME, VE.
7 Stesura relazione conclusiva 6 2 segue la fine dell’attività n. 6 Capo ricerca sempre
disponibile compresio SA
8 Presentazione conclusioni 6 Attività cardine (fissare un
giorno precsso) Capo ricerca
9 Inizio campagna espansione 7 1 inizia 2 giorni prima della fine
di dell’attività n. 8
Esercizio n. 4:
Rappresenta con un diagramma di Gantt il progetto “Intervento di assistenza sanitaria ai
paesi dell’Africa”, le cui attività sono rappresentate nella tabella.
Definisci il tipo ed i costi delle risorse Fra parentesi i giorni disponibili.
Ricava la tabella dei costi preventivati. Inserisci alla fine una linea di riepilogo collegata
opportunamente alle attività del progetto.
310
Intervento di assistenza sanitaria ai paesi dell’Africa
n. Attività per il progetto Durata dell’attivitq e collegamenti consigliati.
Risorse, con giorni disponibilità.
Costo risorse
1 Preparazione indagine conoscitiva
2 giorni Dott: Rossi sociologo LU,MA,GIO
25€ /ora
2 Rilevazione dati indagine
4 giorni Intervistatori LU, MA, MER, GIO, VEN, SA
15€/ora
3 Studio dati 4 giorni, con un anticipo di 1 giorno sulla fine dell’attività. 2
Dott. Rossi 30€/ora
4 Acquisto Medicinali 1 giorno 100.000 €
5 Invio Medicinali 5 giorni Aereo 10000 €
6 Somministrazione Medicinali
8 giorni dal 2° giorno dopo l’inizio dell’invio
Equipe Medica 1 (tre giorni la settimana a tua scelta)
30€/ora
7 Verifiche efficacia 15 giorni dopo la fine della somministrazione
Equipe medica 2 (tre giorni la settimana a tua scelta)
40€/ora
Esercizio n. 4: Per questo esercizio usa il foglio di stile di WORD.
Utilizza i dati ottenuti dall’Es. 3 per scrivere col programma WORD una relazione sul
progetto nella quale dovranno essere evidenziate la caratteristiche del progetto stesso.
Inserisci una tabella dei costi preventivati per le risorse utilizzate.
Suddividi la relazione in paragrafi con titoli appropriati e inserisci alla fine il sommario,
utilizzando la procedura INSERISCI Riferimento Sommario, dopo aver opportunamente
evidenziato i titoli dei paragrafi.
Esercizio n. 5: Analizza e descrivi il seguente diagramma di Gantt
Esercizio n. 6: Inserisci le attività seguenti in un progetto con diagramma di Gantt che rappresenta le attività di preparazione dell’esame di informatica e dell’esame di chimica..
Esame (barra riepilogo)1g?
esame informatica titolo 1g? Riepilogo Frequenza informatica 62g Studio informatica 26g
Esame informatica pratico 1g Esame informatica orale 1g esame chimica org titolo 1g? Riepilogo
frequenza chimica org 78g Studio ch.org 28g esame chi org 1g
Esercizio n. 7: Inserisci le attività seguenti in un progetto con diagramma di Gantt che rappresenta un ciclo di lezioni di un docente di matematica della scuola media superiore.
Riepilogo: Equazioni di primo grado 1. Il concetto di funzione in matematica 1 lezione 2. Grado di un polinomio e grado di una funzione con esempi: 2 lezioni 3. Grafico di una funzione di 1° grado ed esempi di rappresentazione cartesiana: 2 lezioni. 4. Concetto e risoluzione dell’equazione di 1° grado. 3 lezioni. 5. Principi di equivalenza delle e equazioni di primo grado: 2 lezioni 6. Lezione di sintesi: risoluzione di un’equazione con i principi di equivalenza delle equazioni: 1
lezione 7. L’equazione di primo grado come espressione di un problema della vita reale: esempi: 2
lezioni.
311
8. Compito in classe sulle equazioni di primo grado,
Esercizio n. 8: Individua ed Inserisci le attività di un progetto con diagramma di Gantt che rappresenta un ciclo di lezioni di un docente della scuola media superiore sugli argomenti seguenti:
1. La letteratura dell ‘800 in Italia 2. I Promessi sposi. Romanzo o “telenovela”? 3. Il sacro romano impero. 4. Ecc.
312
INDICE ANALITICO.
#DIV/0!; 192; 193; 211; 212
#NOME?; 212
#VALORE!; 212
%; 198
; (punto e virgola); 194
@RIF!; 212
= (uguale); 194
account; 49; 55; 56
account amministratore; 50
Adeguatezza; 2
aggiornamento; 244
Alan Turing; 10
Alfa, Alpha; 140
alfabeto; 13; 15
Allineamento; 162
Alt; 27
amministratore di sistema; 47
analisi dati; 238
analisi elementare; 227
analisi multivariata elementare
grafici; 228
Analisi multivariata elementare; 239
apprendimento; 2
approssimazione; 193; 222
Appunti; 156
archivio; 243
ASCI; 179
attività; 273; 274; 275; 276; 277; 278; 279; 292; 293; 294
inizio; 279
scadenze; 294
avvio del computer; 42
Babbage; 14
backup; 115; 121
banca dati.; 4
barra ad accesso rapido; 156
barra delle schede; 155
barra multifunzione; 155
BASIC; 15
BIOS; 24; 41; 42; 46; 52
bit; 7; 31
bit per pixel; 140
Bloc Num; 28
bmp; 145
byte; 8
C; 16
C, linguaggio; 43
cache; 25
CACHE.; 32
calendario; 280
Calendario; 293
Canale; 1
canale di trasmissione; 4
Canc ; 28
carattere; 74
simbolo; 109
tipo; 75
True Type; 75
Carattere
Colore; 75
Dimensione; 75
Effetti particolari; 75
Stile; 75
Tipo; 75
caratteri; 28
caratteri particolari; 179
cartella; 53; 58; 59; 64; 70; 117; 269
documenti; 66
cartella Documenti; 160
cella; 191
centrale di elaborazione; 9
cestino; 58
Cestino
Vuota; 58
Charles Babbage; 9
chiave primaria; 255; 256; 257
cluster; 67; 115; 117; 119
COBOL; 16
codice; 1
codice binario; 4
codifica; 3
codifica del messaggio.; 4
codifica dell’informazione; 3
313
codifica nominale; 5
codifica simbolica; 5
collaborazione tra utenti; 232
collegamenti; 248; 277; 281; 294
collegamento; 62; 125; 126
colonna; 191
colonne; 159; 248
comandi; 5
Comandi; 58
COMANDI; 12
commenti; 173
commento; 174
commento revisione; 233
Compact Disk; 35
compatibilità; 154
compilatore; 15
compilazione; 15; 16
componenti; 273
compressione; 136; 138; 139; 141; 142; 143; 144; 145;
146; 147; 148; 149; 150
distruttiva; 141
comprimere; 54
condividere; 61; 158
confronta documenti; 175
conservazione dell’informazione; 31
Contenuto; 1
Contesto; 1
conversione dei file; 153
cookie; 119
Copia; 198
copia e incolla; 229
corpo del testo; 159
Corpo del Testo; 161
correlazione,; 237
costi
inserimento; 291
CPU; 24; 30
crittografia; 158; 159
sicurezza; 54
Ctrl; 27
cursore; 27
d’archiviazione delle informazioni; 243
data di inizio; 275; 278
database relazionale; 244; 249
dati; 14
dato; 5
DATO; 12
DBMS; 245
decodifica; 1
Defrag; 120
deframmentazione; 120
Desktop; 46; 63
destinatario; 3
destinazione; 12
deviazione standard; 201; 203
diagramma; 274; 276; 293
pert; 275
didascalie; 169
Dimensioni della pagina; 158
dischi; 33
dischi fissi; 33
disco di ripristino; 42
disco magnetico; 33
dng; 144
documentazione; 4
documenti; 58
docx, filetype; 165
DOS; 41
dotx, filetype; 165
drive di lettura e scrittura; 32
driver di una stampante; 53
DVD; 36
EEPROM; 24
efficacia; 273
elaborare l’informazione; 11
elaborazione (processing); 9
emittente; 1
EPROM; 24; 41
eps; 146
Esc; 27
esportazione delle tabelle; 264
espressioni; 15
espressioni riservate; 15
estensione; 131; 134
etichetta; 5
etichetta materiale; 286
314
eventi; 275; 276; 293
Exbibyte; 137
EXCEL; 265
FAT; 117
Feedback; 1
figura, inserimento; 178
file; 7
aprire, richiamare; 72
nome; 69
operare su ...; 70
protezione; 72
rinomina; 72
type; 69
file di dati; 7
file eseguibili; 7
filename; 7; 133
filetype; 131; 134; 153
visualizza ...; 132
filtro; 216
Fine; 28
Flash disk; 35
flash-disk; 114
floppy; 34
floppy disk; 59
foglio di origine; 206
foglio di stile; 161; 160; 161; 183
Foglio di stile; 167; 168; 183
foglio elettronico; 243; 249; 269
FOGLIO ELETTRONICO; 190
formati del salvataggio; 165
formato
cella; 198
formato dei file; 153
formato di salvataggio; 158
formattazione; 115; 116
formattazione e modifiche, limita; 173
formula; 109; 192; 193; 194
formule; 179; 180
FORTRAN; 16
frase; 13
frasi; 13
frecce di posizione; 191
frequenze; 196
funzione; 195; 200
Funzioni logiche; 207
Gantt; 274; 276; 293
diagrama; 274
George Boole; 10
gestore del progetto; 272
GIF; 145
GPU; 37
grafica bitmap; 133; 140; 142; 143; 145; 146; 149; 150
grafica raster; 140
grafica vettoriale; 133; 142; 143; 146
grafici
anello; 217
areali; 217
barre; 222
colonna; 217
dispersione; 217
impilati; 217
lineari; 221
lineari; 217
personalizzazione; 218
spirale; 217
torta; 222
grafico
presentazione; 223
Grafico cartesiano; 239
grafico dispersione; 239
grammatica, controllo; 170
Gruppo; 286
htm .html; 137
HTML; 160; 265
IBM; 45
icone; 46; 58
immagine; 1
immissione; 244
incrocio; 239
indice; 256
indice analitico; 161; 168; 169; 178; 186; 187
indice, aggiornamento; 168
Informatica; 11
informazione; 3; 6; 11; 12; 14
memorizzazione; 244
informazione omogenee; 248
315
informazioni; 23
informazioni personali; 159
ingresso (input); 8
input; 23
Ins ; 28
interfaccia utente; 155; 156
interfacciamento; 244
interlinea; 162
Interlinea; 162
Internet; 44; 45
Internet Explorer; 59
Explorer; 59
interpretazione; 1; 3; 5; 15
interprete; 15
interprete dei comandi; 44
interrogazione
query; 259
Interruzione di pagina; 159
Interruzione di sezione; 159
intervallo di celle; 194
intestazione; 163
Introduzione all’analisi dei dati col foglio elettronico; 195
Invio; 27
ipertesto; 169
ISO; 2
istruzione; 5; 12; 14
istruzioni; 9
John von Neuman; 9
JPEG; 145
l’incremento di informazione; 3
lavoro
straordinario; 296
Layout di pagina; 158
layout di stampa; 165
limiti dei risultati ottenuti; 238
linea di tendenza; 214; 224; 225; 226; 227; 237; 239
approssimazione; 225
equazione; 225
periodi futuri; 225
procedura; 226
linguaggi ad alto livello; 14; 16
LINGUAGGI AD ALTO LIVELLO; 14
linguaggi artificiali; 13
linguaggi orientati; 14
linguaggi orientati al problema; 15
linguaggio; 12
linguaggio artificiale; 12
linguaggio dedicato; 15
linguaggio macchina; 14
linguaggio naturale; 12
LINUX; 41; 44; 45
livello; 159
lossless; 139; 141; 145; 146; 149
macchina virtuale; 43; 47; 49; 55; 125; 126
macro; 19
maiuscole accentate; 179
margine; 158
markup language; 18
master, documento; 176
masterizzazione; 35
matrice; 207
media; 202; 203; 204; 212; 213; 224; 226; 239
MEDIA; 194
media aritmetica; 201
memoria dell’elaboratore; 9
MEMORIA DI MASSA; 32
Memoria di transito; 32
memoria fissa; 24
MEMORIA RAM (Random Access Memory); 32
MEMORIA ROM (Read only memory); 32
memoria volatile; 24
memorie di secondo livello; 66
memorie flash; 33
memorizzazione (storage); 9
menu File; 155
Microsoft Project; 277
modelli; 195; 213
Modelli, cartella; 166
modello; 161; 156; 157; 158; 160; 161; 163; 164; 165;
166; 167; 169; 184; 186; 196; 203; 204; 211
di documento; 157
preparazione di; 156
Modello di Word; 165
modello gerarchico; 245
modello reticolare; 245
Monitor; 37
316
mouse; 46
Mouse; 29
multitasking; 54
multiutenza; 43; 55
nastri; 36
Normale
Testo, paragrafo; 162
NORMALE; 159
normale, testo; 161
note a piè di pagina; 169
note di chiusura; 169
nterrogazione
query; 249
NTFS; 117
numero delle pagine; 164
numero di pagina; 164
obiettivo; 272; 288
Office Fluent; 155
Office System 2007; 153
Open Document; 157
Open Office; 135
Opendocument; 71; 118
OpenDocument; 135; Vedi paragrafo 6.3.3
operatore
$; 194; 198
:; 195
;; 195
funzione; 194
operatore
(due punti); 194
orario di lavoro; 288; 293
Orientamento; 158
origine dei dati della formula; 194
ortografia, controllo; 170
OS/2; 45
ottimizzazione; 16
output; 23
pannello di controllo; 60
paragrafo; 157
Paragrafo; 159
parola; 1; 4; 5; 8
parole; 13
PASCAL; 15
password; 42; 48; 55; 56; 72; 128
regole di compilazione; 56
pct; 146
pdf; 118; 137
PDF; 157; 160; 172; 264; Vedi paragrafo 6.3.6
PDF, formato; 165
PDF, Portable Document File; 172
Pen Drive; 35
percentuale; 196
percorso; 58
personalizza
report; 264
PERT; 275; 293
piè di pagina; 163
pixel; 140
plotter; 36
Plotter; 38
png; 145
porta
di rete; 38
FireWire; 39
grafica o video; 38
seriali; 38
USB; 39
Possibilità degli elaboratori; 8
posta elettronica; 158; 172; 173; 186
prevedibilità del messaggio; 3
previsione; 224
previsioni; 214
previsioni e le analisi prospettive; 214
privacy; 159
Procedure; 169
procedure di Internet; 44
progetto; 271; 274; 275; 276; 277; 279; 293; 294
attività; 271
evoluzione; 274
inizio; 276
risorse; 271
sviluppo; 272
Progetto
obiettivo; 271
stellare; 273
program-manager; 272
317
programmazione a blocchi; 16
project management; 272; 273
PROMT; 46
proteggi; 173
protezione; 232
protezione d un documento; 173
protezione di un documento; 158
protezioni del documento; 158
protocollo di trasmissione; 12
Pulsante; 58
pulsante di Office; 156
pulsante start; 58
punti per pollice; 140
query; 260
R2; 227
raccolta; 111
di cartelle; 64
raccolte; 117
RAM; 9; 24; 32
raster; 140
RAW; 144
record; 7
regole di composizione; 4
relazione; 227; 239; 247
Molti a molti; 247
test di...; 240
Uno a molti; 247
Uno a uno; 247
report; 264;
reticolare diagramma; 293
retroazione; 1
Revisione; 171; 174
Ricevente; 1
ricezione (receiving); 9
ricezione del messaggio; 3
ridondanza; 253
ridondanza dei dati; 247
Rientro; 162
Riferimento circolare; 212
riga; 191
ripristino
dati; 121
sistema; 122
risoluzione cromatica; 140
risorsa
complessa; 272
lavoro; 286
materiale; 286
semplice; 272
risorse; 274; 292; 293
attribuzione; 284
elenco; 283
livella; 289
unità; 286
Risorse del computer; 58
Risorse di rete; 58; 62
Robustezza; 2
ROM; 9; 24; 32; 41; 52
rtf; 134; 264
salto condizionato; 209
Salva; 157
salva con nome; 160
Salva con nome; 157
salvare; 157; 159; 156; 160; 164; 165; 167; 171
salvataggio
modello; 213
Scala cronologica; 280
scale di misura; 195
scambio dei dati; 18
Scanner; 29
scheda di dialogo; 158
SCHEDA GRAFICA; 37
scheda madre; 23
schede; 156
schermata; 58
schermo; 37
SCRITTURA DEI TESTI; 161
se_falso; 209
se_vero; 209
Se_vero
o falso; 207
seleziona; 193
Selezione; 198
sequenza; 196; 214
Shannon; 3
sicurezza; 159
318
Sillabazione; 159
simboli; 179
simboli,; 179
simbolo; 180
sintassi; 13
sintesi; 201
sistema aperto; 44
sistema operativo libero; 43
sistemi di comunicazione; 4
Solid State Disk; 33
somma; 205
somma automatica; 197
sommario; 168
sommario, aggiornare; 169
sorgente; 4; 12
Sostituisci; 157; 170
sovraoccupazione; 289
spreadsheet; 190
Stamp (Print); 27
stampa; 158
modello; 234
stampa anteprima; 158
stampante; 36
a cera; 38
a getto d'inchiostro; 37
impatto; 37
laser; 37
marcgherita; 38
Start
Pulsante; 59
stili, set di; 167
struttura; 15; 162; 184
ad oggetti; 246
gerarchica; 246
relazionale; 246
reticolare; 246
semantica; 246
struttura di una banca dati; 245
struttura tabella; 257
STRUTTURA, procedura; 161
struttura, visualizzazione; 165
SUBTOTALE; 204
Tabella; 176
Tabella in Word; 185
tabella riepilogo; 295
tabelle di contingenza; 237
tabelle pivot.; 237
tag; 64; 117; 112
tag in HTML; 17
taglia; 193
Tariffa
lavoro straodinario; 291
Tariffa std; 291
Tariffa str; 291
tariffe unitarie; 291
tastiera; 26
tecnologia NT; 54
tema; 160
TEMI; 158
tempi di esecuzione; 277
tempo
misura; 280
tempo totale; 275
tendenze; 214
teoria dell’informazione; 3
Test; 208
The Open Group; 43
TIFF; 143
titolo; 162
Titolo; 159; 167; 183; 184
totale parziale; 204
trackball; 30
trasmissione (sending); 9
trasmissione d’informazione; 3
trasparenza; 140
trasportabilità; 16
Trova; 157; 170
Turing; 14
txt; 134
UAC; 50; 124
Unicode; 179
unità massima; 289
Unità max; 287
univocità delle frasi; 14
UNIX; 41
UNIX-like; 45
319
usabilità; 1; 2
Usabilità; 182
uscita (output); 9
VALORI; 196
VARIABILE; 196
variabili; 193
Verifica Formule; 211
vincoli; 276; 293
VISUAL BASIC; 19
Von Neuman; 14
W3C; 17
WEB, anteprima; 169
WIN; 46
WINDOWS; 41
WINDOWS 3.1; 46
WINDOWS 3.11; 46
WINDOWS 7, WINDOWS VISTA; 34
WINDOWS 95; 46
WINDOWS NT; 47; 54
wireless; 61
Wirth; 15
WORDPAD; 131
World Wide Web Consortium; 17
XML; 118; 136; 153; 154; 155; 171; 172; 246
XPS; 160; 172; 264
XPS, formato; 165
zip; 138
320
Sommario Capitolo 1 COMUNICAZIONE, USABILITÀ ED INFORMATICA. .................................. 1
1.1 La comunicazione. ................................................................................................. 1
1.2 Comunicazione ed usabilità. ................................................................................... 1
1.3 Valutazione dell’usabilità. ....................................................................................... 2
1.4 Il concetto di informazione. ..................................................................................... 3
1.4.1 Tipi di informazione. ......................................................................................... 5
1.4.2 Uso dell'informazione. ...................................................................................... 6
1.5 Il file ....................................................................................................................... 7
1.6 L’unità di misura dell’informazione .......................................................................... 7
1.7 Possibilità degli elaboratori. ................................................................................... 8
Capitolo 2 L’INFORMATICA e i LINGUAGGI ............................................................. 11
2.1 Il linguaggio. ........................................................................................................ 12
2.2 I linguaggi ad alto livello. ..................................................................................... 14
2.3 I linguaggi per la strutturazione di una pagina ...................................................... 16
2.3.1 HTML ............................................................................................................. 17
2.3.2 XML e XHTML ............................................................................................... 18
2.3.3 Java Script e PostScript ................................................................................. 19
2.4 Linguaggi dedicati. .............................................................................................. 19
A 1. I codici di scrittura dei caratteri. .......................................................................... 19
DOMANDE ................................................................................................................. 21
Capitolo 3 L’HARDWARE ............................................................................................. 23
3.0 Introduzione ......................................................................................................... 23
3. 1 La scheda madre ed i suoi componenti. .............................................................. 23
3. 2 I componenti esterni alla scheda madre. ............................................................. 25
3.2 Descrizione delle periferiche del computer ........................................................... 26
3.2.1 La tastiera . ................................................................................................... 26
3.2.2 Lo Scanner. ................................................................................................... 29
3.2.3 Strumenti di puntamento e scelta ................................................................... 29
3.3 L’elaborazione dei dati nel computer .................................................................... 30
3.3.1 L’elaborazione dei dati: la CPU. ..................................................................... 30
3.3.2 Architettur del computer ................................................................................. 31
3.3.3 La conservazione ed il trattamento dell’informazione. .................................... 31
3.3.3 Conservazione e recupero dei dati. Memorie di secondo livello. .................. 32
321
3.3.4 Le parti del sistema per visualizzare i dati immessi ed elaborati. .................. 36
3.4 Il collegamento con le periferiche. ........................................................................ 38
Domande ed esercizi .................................................................................................. 40
Capitolo 4 ..................................................................................................................... 41
I SISTEMI OPERATIVI .................................................................................................. 41
4.1 Quando accendiamo il computer … ..................................................................... 41
4.2 Sistemi operativi a caratteri. ................................................................................. 41
4.2.1 BIOS (Basic Input Output System) ................................................................ 41
4.2.2 MS DOS ........................................................................................................ 43
4.2.3 UNIX. ............................................................................................................. 43
4.2.4 Linux .............................................................................................................. 44
4.3 Sistemi operativi ad icone ..................................................................................... 45
4.3.1 OS/2. ............................................................................................................. 45
4.3.2 WINDOWS..................................................................................................... 45
4.3.3 WINDOWS NT. .............................................................................................. 47
4.3.4. WINDOWS VISTA ........................................................................................ 48
4.3.5 WINDOWS 7 ..................................................................................................... 49
A1. L’amministratore di sistema. ................................................................................. 49
A.2 L’amministratore nascosto e UAC ........................................................................ 50
Domande.................................................................................................................... 52
Capitolo 5....................................................................................................................... 53
WINDOWS .................................................................................................................... 53
5.1 Introduzione.......................................................................................................... 53
5.2 L’accesso a WINDOWS. ...................................................................................... 55
5.2.1 L’ account. ..................................................................................................... 55
5.3 WINDOWS 2000, WINDOWSxp ........................................................................... 57
5.3.1 Lo schermo WINDOWSxp............................................................................... 57
5.3.5 Il Pannello di controllo .................................................................................... 60
5.3.6 Le risorse del computer.................................................................................. 61
5.3.7 Inserisci collegamento ................................................................................... 62
5.5 Le cartelle di Windows. ......................................................................................... 63
5.5.1 Suddivisione del disco in cartelle ................................................................... 63
5.5.2 Creare una cartella. ....................................................................................... 65
5.5.3 Gestione delle cartelle ................................................................................... 66
322
5.5.4 La cartella Documenti .................................................................................... 66
5.5.5 La cartella Appunti. ....................................................................................... 68
5.6 Gestione dei file. ................................................................................................... 68
5.6.1 salvataggio automatico .................................................................................. 69
5.6.2 Salvataggio di un file. ..................................................................................... 69
5.6.3 Copia o trasferimento di un file ...................................................................... 70
5.6.4 Azioni sul file. ................................................................................................. 70
5.6.5 Rinominare un file o una cartella. ................................................................... 71
5.6.7 Richiamare un file .......................................................................................... 72
5.6.8 Proteggere un file ........................................................................................... 72
5.7 La barra dei menu di Office 2003. ........................................................................ 74
5.7.1 La barra dei menu .......................................................................................... 74
5.8 I caratteri in WINDOWSXP .................................................................................... 74
5.8.1 Tipi di carattere .............................................................................................. 75
5.8.2 Caratteri speciali e simboli. .......................................................................... 109
5.8.3 Esercizio ...................................................................................................... 109
1. Riproduci il testo seguente: ............................................................................ 109
Data l’equazione ax .............................................................................................. 109
dove a, b, c sono le costanti ed x è l’incognita. ..................................................... 109
Affinché esistano soluzioni reali è necessario che 042 acb ............................. 109
5.9 WINDOWS VISTA. ......................................................................................... 110
La comunicazione assume in VISTA una notevole rilevanza. È possibile utilizzare
e costruire reti di computer sia locali che esterne. ..................................................... 110
È possibile costruire una rete locale senza fili tra una decina di computer in cui
uno costituisce il centro, mettendo a disposizione di altri computer il lavoro in corso
per ............................................................................................................................ 110
Con WORD puoi inviare un testo per la revisione, con VISTA puoi lavorare
assieme ad altri utenti allo stesso testo. .................................................................... 110
5.9.1 Le cartelle in VISTA ..................................................................................... 111
5.10 WINDOWS 7 .................................................................................................... 112
5.10.2. Salvataggio di un file. ................................................................................ 113
5.10.2 Spegnimento del computer. ....................................................................... 114
5.10.3 La scheda START ...................................................................................... 115
5.9.1 la parte destra della scheda start ................................................................. 116
323
5.11 L’organizzazione dei file nelle memorie di massa. ............................................ 117
5.11.1: Le cartelle in WINDOWS 7 ........................................................................ 117
5.11.2 Creare una cartella .................................................................................... 110
5.11.3 Organizzazione delle cartelle. .................................................................... 110
5.11.4 Raccolte di cartelle. .................................................................................... 111
5.11.5 La Tag (etichetta). ...................................................................................... 112
5.13 Attività iniziali. ................................................................................................... 113
5.14 Complementi .................................................................................................... 115
5.14.0 Gestione delle memorie di massa. ............................................................. 115
5.15 Utilità del sistema operativo sul disco ............................................................... 115
5.15.1 Preparazione della memoria di massa. ...................................................... 116
5.15.2 I formati di formattazione ........................................................................... 116
5.16 Recupero di memoria sul disco e conservazione dei dati. ................................ 117
5.16.1 Pulizia del Disco. ........................................................................................ 118
5.16.2 Frammentazione e deframmentazione ....................................................... 119
5.16.3 Proprietà della deframmentazione ............................................................. 119
5.16.4 La conservazione dei dati. ......................................................................... 120
5.16.5 L’utilità di Backup. ..................................................................................... 121
5.16.6. Ripristino ................................................................................................... 122
5.16.7 Ripristino del sistema ................................................................................. 123
5.16.8 Trasferimento dei file e delle impostazioni tra due computer. ..................... 123
5.16.9 Pianificazione delle Utilità di sistema.......................................................... 124
5.14.3. Recupero file deteriorati. ........................................................................... 124
5.14.4. UAC. ......................................................................................................... 124
ESERCIZI . ........................................................................................................... 125
Domande .............................................................................................................. 128
Capitolo 6 ................................................................................................................... 131
Il formato dei file ........................................................................................................ 131
6.1 Prefazione .......................................................................................................... 131
6.2 Apertura di file di formato sconosciuto. ............................................................... 132
6.3.2 File generici. ................................................................................................ 134
6.3.6 File di descrizione di pagina. ............................................................................. 137
6.4 La compressione dei file ..................................................................................... 138
6.5.5 Compressione. ............................................................................................. 141
324
6.5.6 Formato di file grafici. ................................................................................... 142
6.5.7 Modifica delle dimensioni di un’immagine. ................................................... 143
Capitolo 7. OFFICE 2007 e WORD. .................................................................................. 153
7.1 INTRODUZIONE AD OFFICE SYSTEM 2007 .................................................... 153
7.1.1 Il formato dei file. ......................................................................................... 153
7.1.2 L’uso del linguaggio XML in Office. .............................................................. 154
7.1.2 La compatibilità. ........................................................................................... 154
7.1.3 Interfaccia utente Office Fluent. ................................................................... 155
7.1.4 Il pulsante di Office 2007.............................................................................. 156
7.1.5 La protezione di un documento. ................................................................... 158
7.1.6 La privacy e il pulsante di Office. .................................................................. 159
7.1.7. Il formato PDF ............................................................................................. 160
7.1.8 Il formato HTML ........................................................................................... 160
7.2 LA SCRITTURA DEI TESTI. .............................................................................. 161
7.3 WORD: Interfaccia utente. .................................................................................. 155
7.3.1 La barra delle schede iniziale. ...................................................................... 155
7.3.2 Alcune procedure di base. ........................................................................... 156
7.4 La preparazione di un modello con WORD 2007 ................................................ 157
7.4.1 Layout di pagina........................................................................................... 158
7.4.2 Modelli predefiniti: Temi ............................................................................... 159
7.4.3 Primo salvataggio del Modello. .................................................................... 160
7.5 Il Foglio di Stile. .................................................................................................. 160
7.5.1 Modifiche della forma del Testo Normale .................................................... 161
7.5.2: Modifica della forma dei titoli. ...................................................................... 162
7.5.3 Intestazioni e piè di pagina. .......................................................................... 163
7.5.4 Salvataggio del modello finale. .................................................................... 164
7.5.5 La procedura struttura. ................................................................................. 165
7.6 Come lavorare con il foglio di stile. ..................................................................... 166
7.6.1 L’indice analitico. .......................................................................................... 168
7.6.2 Il sommario. ................................................................................................. 168
7.6.3 Procedure utili durante la scrittura di un documento. ................................... 169
7.7.1 Le revisioni personali. .................................................................................. 170
7.8 Word ed internet ................................................................................................. 171
7.8.1 La revisione in collaborazione ...................................................................... 172
325
7.8.2 Inserimento di un commento o di una revisione. .......................................... 174
7.8.3 La procedura confronta ................................................................................ 175
7.9 Complementi ..................................................................................................... 176
7.9.1 Uso del menu tabella ................................................................................... 176
7.9.2 Documenti master ........................................................................................ 176
7.9.3 Gestire un documento master ...................................................................... 177
7.9.4 Inserimento di figure in un testo. .................................................................. 178
7.10 Caratteri speciali, simboli, formule. .................................................................. 179
7.10.1 Simboli e lettere non presenti nella tastiera italiana. .................................. 179
7.10.2 Formule...................................................................................................... 180
7.10.3 Personalizzazione tastiera ............................................................................. 181
A1 APPENDICE ....................................................................................................... 182
A.1 Aspetto di un documento. ............................................................................... 182
Esercizi proposti ....................................................................................................... 183
Capitolo 8..................................................................................................................... 189
IL FOGLIO ELETTRONICO ......................................................................................... 189
Parte prima ............................................................................................................... 189
Nozioni generali........................................................................................................ 189
8.1 Descrizione del foglio elettronico. ...................................................................... 190
8.1.1 Individuare una o più celle ed inserire dati e formule................................... 191
8.1.2 Individuare ed usare fogli diversi. ................................................................. 191
8.1.2 Seleziona, copia e incolla ............................................................................. 193
8.1.3 L’operatore $ nel copia ed incolla. ................................................................ 194
8.1.4 La procedura funzione ................................................................................. 194
8.2 Introduzione ai modelli per l’analisi dei dati quantitativi. ...................................... 195
8.3 Le formule nel foglio elettronico EXCEL ............................................................. 196
8.3.1 Inserimento dei dati e calcolo delle percentuali ............................................ 196
Esercizi. ................................................................................................................ 199
8.4 La procedura inserisci funzione. ......................................................................... 200
8.4.1 La media aritmetica e la deviazione standard. ............................................. 201
8.4.2 Calcolo della media e della deviazione standard.......................................... 202
8.4.3 La procedura SUBTOTALE ......................................................................... 204
8.4.4 Applicazioni della procedura subtotale ......................................................... 205
8.4.5 Il calcolo condizionato. ................................................................................. 207
326
8.4.6 Funzioni logiche ........................................................................................... 207
8.4.7 Altre funzioni logiche. ................................................................................... 208
8.5 Verifica dei calcoli nel foglio elettronico. ............................................................. 210
8.5.1 Le Smart Tag ............................................................................................... 210
8.5.2 Verifica formule ............................................................................................ 211
3.5.3 Elenco dei principali codici di errore in EXCEL............................................. 212
8.6 I modelli .............................................................................................................. 213
8.7 Le previsioni e le analisi prospettive. .................................................................. 214
8.7.1 Previsione dei risultati in una sequenza. ...................................................... 214
8.8 La raccolta e la trasformazione delle informazioni ............................................. 215
8.9 Il menu DATI in EXCEL. ..................................................................................... 215
8.9.1 Ordinamento dei dati in colonne................................................................... 215
8.9.2 Filtro ............................................................................................................. 216
Esercizio ............................................................................................................... 216
8.10 I grafici col foglio elettronico. ............................................................................ 216
8.10.1 Costruzione di un grafico. .......................................................................... 217
8.10.2 I grafici con Excel 2007 e la loro personalizzazione ................................... 218
8.10.3 Tipi e grafici e loro uso. .............................................................................. 221
8.10.4 La presentazione dei dati di due variabili ................................................... 222
8.10.5 L’aspetto di un grafico. ............................................................................... 223
Esercizi proposti ................................................................................................... 223
8.11 Sintesi e previsioni grafiche .............................................................................. 224
8.11.1 Costruzione della linea di tendenza e previsioni ......................................... 224
8.11.2 Grafici e relazioni ....................................................................................... 227
8.11.3 Uso dei grafici nell’analisi elementare. ...................................................... 227
8.11.4 L’uso dei grafici nell’analisi multivariata elementare. .................................. 228
8.12 Uso della procedura Copia e Incolla ................................................................. 229
8.12.1 Uso delle tabelle ed i grafici di EXCEL in WORD. ...................................... 230
8.12.2 La didascalia di una figura o di una tabella. ............................................... 231
8. 13 EXCEL e la comunicazione. ............................................................................ 231
8.13.1 La collaborazione tra utenti e la protezione del foglio elettronico. .............. 232
8.13.2 I commenti al tuo foglio elettronico. ............................................................ 233
8.13.4 La stampa del foglio elettronico. ................................................................ 233
Capitolo 8..................................................................................................................... 237
327
Parte seconda: Introduzione alla statistica elementare. ............................................... 237
Prefazione. ............................................................................................................... 237
8.14 L’analisi dati e l’elaborazione statistica in Excel. ............................................... 238
8.14.1 Limiti dell’uso. ............................................................................................ 238
8.14.2 L’analisi dati in EXCEL. .............................................................................. 238
8.14.3 Grafico cartesiano ...................................................................................... 239
8.15 Un’applicazione statistica elementare. .............................................................. 239
8.15.1 Analisi multivariata elementare. ................................................................. 239
Capitolo 9..................................................................................................................... 243
L’ARCHIVIAZIONE DELLE INFORMAZIONI ............................................................... 243
9.1 Osservazioni relative all’Archivio per elenchi ...................................................... 243
9.2 Problematiche di una banca dati. ....................................................................... 244
9.3 La struttura di una banca dati ............................................................................. 245
9.4 Database relazionale. ......................................................................................... 247
9.4.1 Concetto di relazione ................................................................................... 247
9.4.2 Organizzazione di un database .................................................................... 248
9.4.3 Il database relazionale ACCESS ................................................................. 249
9.4.4 L’avvio di ACCESS ...................................................................................... 251
9.4.5 La personalizzazione di una tabella. .......................................................... 253
9.4.6 La struttura di una tabella ............................................................................. 254
9.4.7. Il tipo di dati nella struttura. ......................................................................... 256
È possibile richiamare la procedura struttura anche da una tabelle del tipo
iniziale. Oltre alle caratteristiche dei dati Testo e Numerico, vi sono caratteristiche
per altri tipi. ............................................................................................................... 256
9.4.8 Le tabelle e la chiave primaria. Gli indici. .............................................................. 256
9.4.9 Modello di un database. Un esempio. .......................................................... 257
9.4.10 L’interrogazione del database: le query .............................................................. 260
9.4.11 Le query ed i campi calcolati. ..................................................................... 263
9.5 I REPORT ......................................................................................................... 265
9.6 Esportazione delle tabelle del database. ............................................................ 265
CONCLUSIONI ........................................................................................................ 270
Capitolo 10 ................................................................................................................... 272
GESTIONE DEI PROGETTI ........................................................................................ 272
10.1 Premesse ........................................................................................................ 272
328
10.2 Lo sviluppo di un progetto ............................................................................... 273
10.2.1 Metodi per lo sviluppo di un progetto ......................................................... 274
10.3. Diagrammi dello sviluppo di un progetto. ......................................................... 275
10.3.1 Diagramma di Gantt ................................................................................... 275
10.3.2 Il diagramma PERT .................................................................................... 276
10.3.3 La realizzazione del diagramma di Gantt ................................................... 277
10.4 Uso del programma per l’analisi di un progetto ................................................. 278
10.4.1 Le attività ................................................................................................... 279
10.6.5 La misura del tempo. ................................................................................. 281
10.4.2 I collegamenti ed i predecessori. ................................................................ 282
10.4.2 Collegamenti e vincoli. ............................................................................... 283
10.5 Le risorse. ........................................................................................................ 284
10.5.1 Assegnazione delle risorse ........................................................................ 285
10.5 2 Caratteristiche delle risorse. ....................................................................... 286
10.6 L’orario di lavoro e il calendario del progetto .................................................... 288
10.6.1 Il Calendario e l’orario delle risorse lavoro. ................................................ 289
10.6.2 Sovraoccupazione ..................................................................................... 290
10.7 I costi ................................................................................................................ 291
10.7.1 Costo delle risorse: Tariffa e costo/uso. ..................................................... 292
10.7.2 Risorsa tipo Lavoro .................................................................................... 292
10.7.3 Risorsa tipo materiale ................................................................................ 292
10.8 Una prima presentazione del progetto .............................................................. 293
10.8.1 Revisione di un progetto. ........................................................................... 294
10.8 Riepilogo del progetto. ...................................................................................... 296
10.9 Inserimento di lavoro straordinario ................................................................ 297
10.10 Preparazione di una relazione sul progetto ..................................................... 299
Il riepilogo ............................................................................................................. 299
Assegnazioni delle risorse .................................................................................... 301
I costi .................................................................................................................... 302
Le attività in corso ................................................................................................. 303
10.11Verifica del progetto ......................................................................................... 303
10.12 Sicurezza........................................................................................................ 306
10.13 La riproduzione e la stampa delle parti di MS Project. .................................... 307
Conclusioni ............................................................................................................... 307