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1 Capitolo 1 COMUNICAZIONE, USABILITÀ ED INFORMATICA. 1.1 La comunicazione. Il termine comunicazione viene usato in contesti diversi, quindi il suo significato può essere diverso 1 . In queste brevi note ci interessa la comunicazione come interazione tra soggetti diversi siano essi persone o strumenti. La comunicazione richiede un’interazione tra i soggetti ed un mezzo che fa da tramite. Un atto comunicativo è contraddistinto da diversi elementi: emittente: fonte della comunicazione che effettua la codifica dell’informazione codice: parola, immagine, movimenti, Vedi il paragrafo relativo alla codifica dell’informazione. Canale: mezzo fisico di propagazione del contenuto (delle onde sonore, elettromagnetiche, di un testo scritto, bit) Contesto: ambiente nel quale si effettua la comunicazione. Contenuto: l’oggetto della comunicazione. Ricevente; il dispositivo che riceve il messaggio lo decodifica ed interpreta, oppure come nel caso dell’informatica e del computer lo elabora. Feedback o retroazione: quale sia la rezione del ricevente o meglio quale sia la modifica subita dal ricevente per l’informazione ricevuta. 1.2 Comunicazione ed usabilità. Nel primo paragrafo si è brevemente introdotta la decodifica. Potremo pensare alla decodifica come primo elemento dell’interpretazione. L’interpretazione è legata al concetto di usabilità cioè al problema di come soggetti diversi possano accedere ad un’informazione. 1 Vedi in http://it.wikipedia.org/wiki/Comunicazione , da cui queste brevi note hanno tratto ispirazione ed elementi.

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Capitolo 1 COMUNICAZIONE, USABILITÀ ED

INFORMATICA.

1.1 La comunicazione.

Il termine comunicazione viene usato in contesti diversi, quindi il suo significato può

essere diverso1.

In queste brevi note ci interessa la comunicazione come interazione tra soggetti

diversi siano essi persone o strumenti.

La comunicazione richiede un’interazione tra i soggetti ed un mezzo che fa da

tramite.

Un atto comunicativo è contraddistinto da diversi elementi:

emittente: fonte della comunicazione che effettua la codifica

dell’informazione

codice: parola, immagine, movimenti, Vedi il paragrafo relativo alla codifica

dell’informazione.

Canale: mezzo fisico di propagazione del contenuto (delle onde sonore,

elettromagnetiche, di un testo scritto, bit)

Contesto: ambiente nel quale si effettua la comunicazione.

Contenuto: l’oggetto della comunicazione.

Ricevente; il dispositivo che riceve il messaggio lo decodifica ed interpreta,

oppure come nel caso dell’informatica e del computer lo elabora.

Feedback o retroazione: quale sia la rezione del ricevente o meglio quale

sia la modifica subita dal ricevente per l’informazione ricevuta.

1.2 Comunicazione ed usabilità.

Nel primo paragrafo si è brevemente introdotta la decodifica. Potremo pensare alla

decodifica come primo elemento dell’interpretazione.

L’interpretazione è legata al concetto di usabilità cioè al problema di come soggetti

diversi possano accedere ad un’informazione.

1 Vedi in http://it.wikipedia.org/wiki/Comunicazione, da cui queste brevi note hanno tratto

ispirazione ed elementi.

2

Poco importa che il mezzo sia una conversazione, una lezione, un articolo di

giornale, un libro o infine ma non esaustivamente un sito di internet.

Col tempo e in particolar modo con l’avvento di internet, si sono scoperte regole e

tecniche affinché la pagina web, la figura, l’articolo sia fruibile da persone con diverse

capacità.

Il messaggio deve essere recepito nel modo e nel tempo opportuno, rispondendo

ad esigenza che possono essere sia formali o sociali.

Una sito web ad esempio può essere diffuso allo scopo di fare propaganda a idee

o a prodotti commerciali; comunque per dare informazione.

Vi sono regole riconosciute utili dalla società della comunicazione che assumono

rilevanza nel mondo attuale che si dice mondo della globalizzazione.

L’usabilità è definita dall’ISO, International Standard Organization come l’efficacia,

l’efficienza e soddisfazione con la quale determinati utenti raggiungono determinati

obiettivi in determinati contesti.

Usabilità è quindi il grado di facilità e soddisfazione con cui l’interazione uomo

strumento si verifica.

1.3 Valutazione dell’usabilità.

Caratteristiche di un prodotto usabile sono

Adeguatezza: devono essere richiesti solo gli input necessari e sufficienti per

svolgere un determinato compito.

o Una notizia deve essere riportata una sola volta, ma raggiungibile da

più pagine di uno stesso sito.

Facilità di apprendimento: l’utilizzo deve essere chiaro ed intuitivo, senza

necessità di leggere manuali complessi.

o Anche i manuali devono rispettare tali esigenze: molti di noi si

saranno trovati a leggere manuali di certi prodotti che richiedono uno

sforzo notevole per imparare ad usare il prodotto descritto..

Robustezza: l’errore compiuto dall’utente non deve comportare complicate

operazioni di ripristino .

Wikipedia sintetizza alcune domande cui devi risponere per rendere uno strumento

che potrebbe essere una pagina web, usabile.

Cosa vuole o cosa deve ottenere l’utente.

Qual è l’entroterra culturale e tecnico dell’utente.

3

In quale contesto opera l’utente?

Quali operazioni o procedure devono essere riservato alla macchina o alle

descrizioni nel sito o cosa va lasciato all’utente.

o Il moderno software cerca di fornire all’utente contesti formalizzati, in

cui l’utente trova le procedure eseguibili in modo coerente al

momento operativo in cui si trova2.

Concludendo una buona comunicazione dovrebbe essere preceduta da un’analisi

delle esigenze dell’utente.

1.4 Il concetto di informazione.

Occorre distinguere subito il caso di trasmissione d’informazione orale e il caso di

trasmissione di informazione per mezzo di sistemi di scrittura e/o di

telecomunicazione.

Nel primo caso, la trasmissione dell’informazione è diretta e la sua codifica e

successiva interpretazione è lasciata agli usi e costumi del ricevente e del

trasmettitore; sorgono tuttavia problemi non appena gli usi (ad es. le lingua) dei due

corrispondenti sono diversi.

Nel secondo caso, un primo elemento di esame è la codifica dell’informazione ed il

linguaggio usato per tale codifica. Il problema è abbastanza recente e fu affrontato

intorno agli anni 1930 in relazione ai sistemi di telecomunicazione.

La teoria dell’informazione fu sistemata matematicamente da C. E. Shannon nel

1948. Essa muove i suoi passi a partire dalla teorie della probabilità ed è legata alla

comunicazione e quindi alla prevedibilità del messaggio, si vuole misurare

l’incremento di informazione ottenuto dalla decodifica del messaggio dal destinatario..

La complessità della teoria costruita sull’informazione ci impone una drastica

semplificazione della trattazione del concetto che non vuole (e non può) essere

esaustiva della teoria stessa.

Colui che trasmette l’informazione attraverso un messaggio, si serve di simboli e

cerca di prevedere di quanto l’informazione del destinatario sarà aumentata dalla

ricezione del messaggio.

2 Questa filosofia di procedure nel software è applicata al sistema di Office 2007.

4

Evidentemente, il ricevente si trova in condizioni di incertezza e aumenta il suo

livello di informazione (diminuendo quindi il livello di incertezza).

Punto centrale della teoria dell’informazione è quindi la costruzione dei sistemi di

comunicazione in cui il progettista deve tener conto di tre elementi : la sorgente, il

canale di trasmissione e la destinazione.

L’uso di strumenti diversi dalla voce per trasmettere l’informazione porta alla

codifica del messaggio. Banalmente il messaggio orale è codificato nella scrittura con

l’uso di lettere dell’alfabeto e regole di grammatica e sintassi : ricordo che tali

codifiche nel corso dei millenni hanno portato all’uso dei linguaggi in cui un segno

rappresenta prima una parola, poi una sillaba, poi rappresenta una vocale ed una

consonante. Naturalmente le regole di combinazione dei vari segni sono adeguate ai

segni stessi ed alla necessità di comunicare informazione.

Quando il destinatario ed il trasmittente non sono uomini (...con la capacità di

intuire...), la codifica non può più essere lasciata al caso o alle usanze e costumi dei

popoli ma deve rispondere a regole di composizione dei simboli e delle parole che

tale composizione comporta.

Esistono dispositivi e codici che permettono la codifica (e la decodifica)

dell’informazione, in modo che essa possa essere interpretata (e trasmessa) da

dispositivi elettronici.

Assume una particolare importanza il codice binario per caratteristica

acceso/spento di un qualsiasi dispositivo elettrico od elettronico.

Un codice binario identifica l’insieme delle cifre e lettere dell’alfabeto, e rende

possibile impartire istruzioni attraverso opportune combinazioni di un codice binario

e/o di simboli..

L’uso del computer è basato sulla possibilità di elaborare qualsiasi tipo di

informazione purché convenientemente codificata.

L’informazione per essere immessa nella macchina deve essere codificata.

Legata al concetto di informazione è anche la documentazione e la sua

trasmissione e interpretazione. Per tale argomento rinviamo la trattazione elementare

e, al solito non esaustiva, alla parte che introduce il concetto di banca dati. Per ora

passiamo ad esaminare i problemi più strettamente legati all’uso dell’informatica e del

computer.

5

1.4.1 Tipi di informazione.

A livello operativo dal punto di vista dell’informatica l’informazione può essere vista

in modi diversi.

Informazione come istruzione o comando : sono particolari parole3 o combinazioni

di parole che la CPU interpreta in modo opportuno per eseguire un particolare

compito.

Informazione come dato : raccolta di informazioni sull’ambiente esterno ad

esempio informazione sul sesso di una o più persone, informazione sull’età,

informazioni sull’opinione di una persona. Solitamente tali informazioni sono riunite in

categorie o tipi e ad ogni tipo è attribuita un’etichetta, che può essere un nome o un

simbolo numerico o letterale. In tale occasione l’informazione è codificata e raccolta

in un insieme ordinato, che in informatica assume il nome di file. Ad esempio :

Informazione sul sesso

codifica nominale : # maschio. # femmina

codifica simbolica : # 1 = maschio # 2 = femmina.

L’informazione codificata può essere opportunamente trattata dall’elaboratore per

compilare statistiche elementari (quanti maschi nel gruppo considerato ?).

L’informazione codificata (dato) in se stesso non ha alcun significato. Per attribuire

un significato ad un insieme di dati occorre interpretarli.

L’informazione diviene comunicazione quando introduco un mezzo come abbiamo

visto. In sintesi.

INFORMAZIONE + STRUMENTO = COMUNICAZIONE

3 Il termine parola va inteso in senso informatico, ossia combinazione di simboli.

DATI + INTERPRETAZIONE = INFORMAZIONE

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1.4.2 Uso dell'informazione4.

L'informazione e il dato che ne deriva assume nell'attività umana una funzione

determinante sia per l'esame delle attività svolte che per quelle da svolgere.

Si è ritenuto di riunire, in queste brevi note, l'informazione con la comunicazione,

tuttavia giova ricordare due aspetti dell'uso dell'informazione qualunque sia la veste

che essa assume.

L'informazione può servire ad operare nell'ambito dell'attività personale, essa sarà

raccolta in strumenti personali quali possono essere appunti, rubriche personali, libri e

perché no, personal computer. Questo aspetto dell'uso dell'informazione può essere

favorito dall'informatica personale e richiede una organizzazione riferita alle abitudini

personali.

L'informazione può essere messa a disposizione della collettività, sia essa limitata

ad un organismo amministrativo (fabbrica, ufficio, INTRANET, ecc.), sia essa l'intera

umanità come ad esempio l'informazione che è fornita attraverso INTERNET.

La comunicazione dell'informazione ad altri, può servirsi di strumenti vocali,

cartacei, o informatici. In tutti questi casi opportune norme, anche non codificate,

favoriscono la trasmissione dell'informazione in modo che il ricevente possa

interpretarne la massima quantità.

Le norme di trasmissione sono apparentemente semplici nel caso della

comunicazione vocale (lingua, grammatica, sintassi, ecc.).

Divengono più complesse nella comunicazione scritta e sono rigidamente fissate

nel caso la comunicazione si svolga con sistemi informatici.

Tralasciamo le regole di comunicazione vocale e scritta che comunque restano alla

base di ogni comunicazione di informazione ed esaminiamo più in particolare gli

strumenti di comunicazione usati nell'informatica.

4 L'uso dell'informazione, se riferita a persone, è regolamentato da opportune leggi che tutelano le

persone oggetto di indagini e sulle quali sono stati raccolti dei dati. Ognuno ha il diritto di conoscere le

informazioni raccolte da qualsiasi organismo sulla sua persona. Può pretendere che tali informazioni

siano modificate se le ritiene non corrette. L'uso delle informazioni personali è soggetto

all'approvazione dell'interessato. Vedi le leggi sulla privacy.

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1.5 Il file

L’insieme delle informazioni codificate presenti nel computer è detto file.

Un file è una raccolta di informazioni codificate e ordinate; spesso tali informazioni

sono chiamate dati.

Vi sono file eseguibili che eseguono procedure semplici o complesse (...il

programma di scrittura è formato di un insieme di file opportunamente collegati tra

loro... , il programma di un foglio elettronico... ecc.).

Altri files possono essere una raccolta di informazioni (file di dati) come numeri,

parole, simboli, fotografie, disegni, ecc.

I file sono organizzati in record e per essere letti hanno bisogno dell’eseguibile che

li ha generati.

I file per il computer hanno diverse denominazioni, a seconda del sistema operativo

a cui si riferiscono e per la loro distinzione rimandiamo alle istruzioni dell’uso del

sistema operativo.

Generalmente un file è identificato con almeno due parti separate da un punto.

Fino all’avvento di WIINDOWS ed OS2 avevano lunghezza (massima) di otto lettere il

primo e di tre il secondo, ad esempio filename.ftp dove ftp sta per filetype.

I più recenti sistemi operativi accettano nomi (filename) fino ad un massimo di 255

caratteri.

Il filetype è generalmente di 3 lettere; Office 2007 ha reintrodotto le 4 lettere

aggiungendo una x alle tre lettere del filetype di Office.

Occorre anche tenere presente il tipo di file specificato dall’estensione quando si

vuole importare; i programmi riescono a trattare i file grafici se sono del tipo

compatibile con la struttura del programma stesso. A tempo e luogo opportuno

esamineremo la questione dei nomi dei file.

1.6 L’unità di misura dell’informazione

Il linguaggio dei computer, detto anche linguaggio digitale, ha una propria unità di

misura il bit, contrazione dell’espressione binary digit. Esso può assumere due valori:

spento = 0, acceso = 1.

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L’unità di ordine superiore è il byte pari a 8 bit che può rappresentare 256 possibili

combinazioni di valori (28), in base alla posizione degli 0 ed 1, di cui la prima

combinazione è formata da otto zeri e l’ultima da 8 uno.

Il byte a sua volta ha unità di ordine superiore il cui numero di byte è legato alle

potenze del 2.

Il Kilobyte (KB) pari a 1024 byte.

Il Megabyte (MB) pari a 1024 KB, ossia 1.048.576 byte

Con la stesso metodo di calcolo abbiamo il Gigabyte (GB) più di un miliardo di

byte.

Il Terabyte più di mille miliardi di byte.

Le abbreviazioni:

B = Byte KB = Kilobyte MB = Megabyte GB = Gigabyte

1024 byte 1024 Kilobyte 1024 Megabyte

210 byte 220 byte 230 byte

Osserviamo che un combinazione di bit può essere chiamata parola, ad esempio

si suole chiamare il byte parola di 8 bit.

1.7 Possibilità degli elaboratori.

L’elaboratore non è in grado di interpretare i dati. Solo gli uomini possono dare

un’interpretazione dei risultati di un’elaborazione di dati, ossia dell’elaborazione di

informazioni codificate.

L’elaboratore elettronico (computer) è una macchina che tratta informazione e la

sua introduzione ha comportato anche una modifica del modo di pensare.

Il computer, come macchina che tratta informazione, svolge alcune funzioni

attraverso alcuni strumenti particolari.

Esplicitiamo alcune fasi del trattamento dei dati da parte del computer.

Ingresso (input) introduce in un elaboratore informazioni codificate con procedure

di vario tipo attraverso una tastiera, un nastro, un disco magnetico, un compact disk,

ecc. Le operazioni di ingresso, oltre che del mezzo, hanno generalmente bisogno di

istruzioni fornite da particolari programmi, i principali dei quali assumono il nome di

sistemi operativi.

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Memorizzazione (storage) operazione attuata dall’elaboratore per conservare i

dati introdotti e renderli disponibili per la successiva elaborazione (memorie interne

quali RAM e cache od esterne quali un nastro, un disco magnetico, un compact disk,

ecc.).

Recupero (retrieval) operazione che utilizza i dati in memoria per elaborazioni.

Trasmissione (sending) delle informazioni elaborate ad elementi esterni.

Ricezione (receiving) delle informazioni.

Elaborazione (processing) delle informazioni compiute a mezzo programmi di

elaborazione particolari .

Uscita (output) operazione di trasmissione dei risultati dell’elaborazione a oeratori

esterni quali schermo, stampanti, ecc.

Gli odierni elaboratori eseguono istruzioni opportunamente codificate sulle

informazioni che hanno ricevuto; entrambi gli elementi considerati sono conservati

nella memoria dell’elaboratore e prelevati secondo le necessità della centrale di

elaborazione. Questa indifferenza dell’elaboratore nel considerare le informazioni

costituisce il suo principale limite impedendogli di prendere iniziative, fronteggiare

circostanze che non sono state già previste in sede di programmazione. L’elaboratore

non emette giudizi; tratta informazioni di qualsiasi tipo allo stesso modo

(comprendendo in un sol tipo di logica tutto ciò che è conservato nella sia memoria).

Concludiamo citando alcuni personaggi che hanno contribuito alla comprensione di

alcuni coocetti fonfìdamantali dell’informatica:

John von Neuman, principale artefice e teorico nella costruzione dei primi

elaboratori elettronici e ancor oggi considerato il padre degli elaboratori che si basano

su teorie che egli ha enunciato, pur non avendone l’esclusiva, ha elaborato la teoria

degli elaboratori che si basa sul principio: tutti i dati e tutte le istruzioni sono

rappresentate mediante lo stesso codice binario e sono registrati assieme nella

memoria (RAM e ROM) dell’elaboratore e sui supporti magnetici.

Ne consegue che l’elaboratore non può distinguere tra dati e istruzioni.

Tra gli altri padri dell’informatica ricordiamo :

Charles Babbage che sviluppò la teoria dell’elaborazione come sequenza :

INPUT ELABORAZIONE OUTPUT

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George Boole che sviluppò la teoria della logica matematica.

Alan Turing che teorizzò la macchina di Turing una macchina teorica che esegue

una operazione alla volta, secondo istruzioni elementari impresse in un nastro

continuo.

Importante è l’opera di Turing nello studio di problemi che possono essere risolti

con un numero finito di operazioni elementari (passi).

Le opere dei personaggi appena citati ci permettono di precisare ulteriormente le

caratteristiche di un elaboratore elettronico :

L’elaboratore è una macchina con dispositivi, programmi, gruppi di dati, che, sotto il

controllo dei programmi memorizzati (sistemi operativi ed altro), immette, tratta ed

emette automaticamente informazione sotto forma di dati (informazione codificata),

che può memorizzare nuovamente per un successivo trattamento. Queste operazioni

sono compiute in un numero definito di azioni successive.

L’informazione che ne consegue non è interpretata, ma può essere interpretata

dagli esseri umani.

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Capitolo 2 L’INFORMATICA e i LINGUAGGI

Possiamo considerare l’informatica come l’insieme delle scienze e delle tecniche

volte a elaborare l’informazione tramite macchine.

Questa definizione, molto generale ma non generica ci spinge ad analizzare il

comportamento di una qualsiasi macchina intesa come strumento costruito dall’uomo

per semplificare il suo lavoro.

Possiamo in prima istanza considerare una macchina come una scatola nera nella

quale entra del materiale per uscirne un manufatto.

( Materiale in ingresso) INPUT

OUTPUT (manufatto)

Tralasciamo in tale definizione le macchine semplici o strumenti (aratro, martello,

ecc.), che potremo far rientrare in tale definizione con opportune riduzioni.

Possiamo pensare ad una trafila : entrano materiali ferrosi ed escono lamiere o

tondini, ecc.

Nel caso dell’elaboratore elettronico, che chiameremo d’ora in poi computer,

tralasciando la discussione sulle differenze tra i due termini, il materiale in ingresso è

informazione codificata, il materiale in uscita è ancora informazione opportunamente

trattata, che chiamiamo dato .

Questa caratteristica di poter trattare informazione pone il computer tra una nuova

categoria di macchine capaci di trattare astrazioni, purché convenientemente

preparate (codificate) per la comprensione da parte della macchina computer.

L’informatica basa la sua teoria e la sua pratica sul concetto di informazione. La

teoria dell’informazione è una scienza complessa che richiede per la sua trattazioni

conoscenze approfondite di matematica superiore.

Nel seguito useremo i termini seguenti senza ulteriori spiegazioni, ritenendo di

avere già specificato le definizioni e differenze tra i singoli termini:

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COMANDI è un’espressione solitamente in inglese che manda in esecuzione una

particolare procedura

ISTRUZIONE è generalmente una riga di un programma che viene eseguita

secondo una sequenza predisposta dal linguaggio di programmazione.

DATO è un’informazione codificata secondo il sistema di registrazione (o

trasmissione) utilizzato dal trasmittente, viene poi interpretata dal sistema che la

utilizza secondo il protocollo di trasmissione.

2.1 Il linguaggio.

Il linguaggio è lo strumento attraverso il quale avviene la comunicazione tra la

sorgente e la destinazione. In campo umano si tratta perlopiù di un insieme di

simboli da varia natura, registrabili dai sensi : solitamente si tratta di simboli fonici che

sono trasformati dalla scrittura in simboli grafici o caratteri , talora diversi secondo

l'ambiente in cui sono generati.

Sia la sorgente che il destinatario possono essere sia singoli che multipli. Il

linguaggio è formato quindi da un insieme di simboli che possono assumere

significato particolare secondo il contesto in cui tali simboli sono usati.

Il linguaggio naturale è formato da un insieme di simboli che coinvolgono tutti gli

organi di senso (vista, udito, ...) ed alcuni organi motori (si pensi alle segnalazioni dei

vigili nella gestione del traffico).

Anche gli animali usano il linguaggio per comunicare con i propri simili ; è noto, ad

esempio, che le api comunicano alle compagne il ritrovamento di una sorgente di cibo

con un volo condotto indicando la direzione in cui si trova il polline rispetto al sole.

Si è appena visto che il linguaggio naturale è legato al contesto in cui avviene la

comunicazione : ciò comporta la non univocità della comunicazione naturale.

La necessità di slegare la comunicazione dal suo contesto ha portato alla creazione di

linguaggi artificiali. Anch’essi sono legati al contesto in cui si svolgono ma tale contesto è

dichiarato all’inizio della comunicazione.

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Ad esempio se uso i seguenti simboli: Log., Ln, lg, , , implicitamente dichiaro

che sto usando il linguaggio della matematica in cui ad esempio 4 significa estrai la

radice quadrata del numero 4.

In un contesto più complesso posso scrivere dxx2 , con un significato evidente per

ogni persona di media cultura anche se legato al linguaggio matematico.

Possiamo tuttavia osservare che il simbolo , così come molti altri del linguaggio

artificiale, sono spesso indipendenti dal contesto ma legati a regole di grammatica

non contestuale: hanno cioè un significato non legato al contesto in cui si usano.

La differenza tra l’insieme dei simboli che esprimono un concetto ed i simboli

grafici (caratteri dell’alfabeto e caratteri grafici) usati per esprimerli è una delle

caratteristiche del linguaggio. Nell’esempio precedente i simboli sono Log, Ln, lg : per

esprimerli sono stati usati segni dell’alfabeto latino.

I segnali stradali, ad esempio sono simboli atti a comunicare prescrizioni,

avvertimenti, notizie, ecc.

I simboli appena citati costituiscono l’alfabeto del linguaggio.

Opportune regole lessicali permettono di concatenare tra loro i segni di un alfabeto

per formare sequenza comprensibile ossia una parola.

La sintassi è l’insieme delle regole di un linguaggio che concatena le parole

formando una frase.

Possiamo riassumere osservando che la costruzione di un linguaggio artificiale

richiede la formulazione di :

Un alfabeto formato da caratteri.

Le regole per la formazione delle parole.

Le regole per la formazione delle frasi.

È evidente che l’informatica come scienza, che si occupa di favorire la

comunicazione tra uomo e macchina, ha bisogno di un linguaggio artificiale.

In realtà vi sono in informatica diversi linguaggi artificiali rispondenti spesso a

esigenze diverse.

Nel tentativo di classificare i linguaggi dell’informatica operiamo una prima

distinzione, che, tra l’altro risponde ad una diversa datazione dei linguaggi.

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Ogni macchina possiede un suo linguaggio, legato alla sua costruzione ed ai

componenti che lo costituiscono: tale linguaggio è chiamato linguaggio macchina ed è

considerato di basso livello essendo orientato alla macchina che lo usa, ossia non è

utilizzabile da macchine diverse, pur essendo esse basate sullo stesso principio.

Attraverso il linguaggio l’uomo impartisce alla macchina informazioni sotto forma di

istruzioni e dati.

Con un linguaggio a basso livello, ogni macchina abbisogna di un insieme di

informazioni che sono diversamente codificate. La stessa informazione assume

aspetti diversi in macchine diverse.

Come ulteriore esempio, le marce nelle automobili non sempre hanno la stessa

posizione (siamo in una condizione di linguaggio motorio, per cui ai nostri movimenti

corrisponde un diverso collegamento tra gli ingranaggi del cambio).

Nel caso del computer, che tratta informazione, il linguaggio si avvicina alla

concezione più usuale, anche se alcune macchine operatrici degli inizi dell’informatica

operavano con opportuni spostamenti di spinotti su di un quadrante, inserendo

collegamenti elettrici.

Le applicazioni delle teorie di Turing, Von Neuman e Babbage hanno trasformato

istruzioni descrittive in istruzioni che usano la scrittura e la logica delle proposizioni.

Ben presto ci si rese conto che era necessario poter affidare la programmazione a

persone che non necessariamente conoscevano i principi meccanici od elettrici ed

inoltre non era economico costruire un programma diverso per ogni macchina per

risolvere il medesimo problema.

Da qui la nascita dei linguaggi orientati al problema ed indipendenti (...quasi...)

dalla macchina che doveva usarli, tali linguaggi si considerano linguaggi ad alto

livello.

Caratteristica del linguaggio ad alto livello, oltre a quelle comuni ai linguaggi

artificiali ossia principalmente la univocità delle frasi, delle parole dei simboli, è che i

programmi che con essi si costruiscono sono trasferibili da un computer della stessa

famiglia, cioè basati sullo stesso processore, all’altro senza modifiche o quasi.

2.2 I linguaggi ad alto livello.

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I linguaggi ad alto livello sono orientati al problema e indipendenti dal tipo di

macchina sulla quale devono operare.

In essi sono presenti un alfabeto, un insieme di espressioni riservate ed a

significato univoco, un insieme di regole per la combinazione delle espressioni

(sintassi).

A differenza dei linguaggi non formalizzati (tipico quello umano), i linguaggi ad alto

livello richiedono che la formulazione delle frasi segua un ben preciso insieme di

regole e non è possibile collegare le parole del linguaggio se la modalità non è

esattamente prevista dalla sintassi del linguaggio.

Tutti i linguaggi ad alto livello richiedono la trasformazione del linguaggio usato per

la programmazione in un linguaggio dedicato alla macchina sulla quale operano.

Ci possiamo trovare di fronte quindi a due tipi di trasformazione :

Compilazione: ossia traduzione del linguaggio da alto livello in linguaggio

macchina. È il metodo più efficiente per operare il collegamento tra linguaggio di

programmazione e linguaggio macchina. Il compilatore produce un codice particolare

per eseguire il programma richiesto riunendo le istruzioni in un programma completo.

Interpretazione: a differenza del compilatore, l’interprete esegue parti del

programma direttamente sulla macchina.

Tra i linguaggi ad alto livello ricordiamo principalmente:

Il BASIC è un linguaggio in cui la velocità cede il passo alla semplicità. Il BASIC è

particolarmente adatto al calcolo di espressioni, alla grafica ed alla simulazione di

situazioni particolari . Pur nella sua lentezza, un programmatore riesce a impostare

programmi di un certo interesse soprattutto ora che la potenza e la velocità dei

computer è aumentata. Resta comunque il suo apporto fondamentale

all’insegnamento della tecnica di programmazione elementare.

Il PASCAL opera di Nicklaus Wirth che intese costruire un linguaggio adatto

all’insegnamento della programmazione. Notevole nel PASCAL la suddivisione tra i

programmi ed i dati e la intestazione delle parti del programma e del programma

stesso. Ciò permette una maggiore chiarezza nella sequenza di programmazione. Il

PASCAL contiene nelle sue librerie parecchie istruzioni particolari per seguire

operazioni numeriche e logiche. L’inserimento, l’emissione e l’organizzazione dei dati

avviene attraverso il concetto di file associati ad unità cui fare riferimento. Con il

PASCAL assistiamo ad una introduzione nella programmazione del concetto di

struttura come insieme di dati e/o di operazioni tra loro collegati.

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Il FORTRAN (FORmula TRANslator) è un linguaggio dedicato principalmente alla

risoluzione di problemi matematici e scientifici. Fu uno dei primi linguaggi ad alto

livello con una struttura tesa all’ottimizzazione della programmazione ed ad una

compilazione (traduzione in linguaggio macchina) efficiente dal punto di vista

dell'esecuzione di programmi. Richiede tuttavia estrema attenzione nella

programmazione ed è dedicato soprattutto alla risoluzione di problemi tecnici e

scientifici.

Il COBOL è un linguaggio dedicato alla risoluzione di problemi di tipo finanziario e

commerciale.

Il C è uno dei più recenti linguaggi di programmazione. Molto efficiente di facile

trasportabilità5 su macchine diverse è forse il linguaggio più usato anche per la

costruzione di programmi commerciali. Riunisce in sè i pregi di linguaggi ad alto livello

permettendo soprattutto la programmazione a blocchi, ossia la programmazione in cui

diverse persone programmano parte del programma indipendentemente l’una

dall’altra.

Molti altri linguaggi sono presenti nel panorama dei linguaggi a basso livello e dei

linguaggi ad alto livello, tutti rispondono alla regola generale di stretto legame tra

sintassi e formazione di frasi e parole.

Accanto ai linguaggi appena ricordati esiste una categoria di linguaggi dedicati alla

costruzione di documento ipertestuale e linguaggi utili allo scambio dei dati.

Il più famoso di tali linguaggi è HTML che ha portato ad XHTML un linguaggio

HTML con una sintassi adeguata alle regole di XML

La trasportabilità di questi linguaggi su sistemi operativi e piattaforme diverse li

hanno resi utili per trasferire dati e file.

2.3 I linguaggi per la strutturazione di una pagina

L’avvento di internet ha reso importante la forma di una pagina da presentare nel

Web. Tra questi linguaggi vi è l’HTML, l’XML e l’HXML

I tre linguaggi sono collegati tra loro ma mentre HTML serve quasi esclusivamente

a descrivere una pagina, XML ha regole dedicate alla organizzazione della struttura

dei dati. Tale caratteristica lo rende molto utile nell’uso e nella trasmissione dei dati

strutturati. 5 La TRASPORTABILITÀ di un programma si riferisce alla possibilità di usare tale programma in

macchine diverse con un minimo numero di cambiamenti sintattici.

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HXML sfrutta le caratteristiche di HTML con adattamenti alla sintassi di XML.

2.3.1 HTML6

Hyper Text Mark-Up Language è usato per descrivere i documenti che intendiamo

presentare sul Web Non è quindi un linguaggio di programmazione, ma un linguaggio

che descrive il contenuto, testuale e figure, di una pagina web.

È stato sviluppato alla fine degli anni '80 da Tim Berners-Lee al CERN di Ginevra.

Verso il 1994 ha avuto una forte diffusione, in seguito ai primi utilizzi commerciali del

web.

HTML è un linguaggio di pubblico dominio la cui sintassi è stabilita dal World Wide

Web Consortium (W3C), e che è basato su un altro linguaggio avente scopi più

generici, l'SGML. Durante gli anni l'HTML ha subito molte revisioni e miglioramenti,

Attualmente l'ultima versione disponibile è la versione 4.01, resa pubblica il 24

dicembre 1999. Da allora, da parte del W3C non è stata manifestata alcuna

intenzione di apportare ulteriori modifiche all'HTML, poiché verrà presto sostituito dai

nuovi linguaggi XHTML ed XML.

Caratteristici di HTML sono i tag, espressioni racchiuse tra le parentesi < e > che

rappresentano istruzioni relative alle parole, figure, tabelle e quant’altro si vuole

rappresentare sulla pagina Web.

HTML è stato concepito per definire il contenuto logico e non l'aspetto finale del

documento. Ciò fa si che l’interpretazione delle istruzioni dipende dal programma

usato per interpretarle.

Al giorno d'oggi pochi sviluppatori si occupano di scrivere una pagina web

direttamente nel linguaggio HTML. Questo compito è invece spesso delegato ad un

software detto “editor wysiwyg”, che permette allo sviluppatore di occuparsi

dell'aspetto grafico finale della pagina.

Troverai alcuni esempi di linguaggio HTML nel capitolo dedicato alla costruzione

dei siti.

HTML è anche usato per il trasferimento dei dati tra sistemi operativi diversi, ma

tale procedura è svolta in modo migliore da XML

Attualmente i documenti HTML incorporano molte tecnologie, che offrono la

possibilità di aggiungere al documento ipertestuale delle animazioni interattive o degli

6 Fonte Wikipedia.

18

effetti particolari. Si tratta di linguaggi come CSS, JavaScript o Java, o di altre

applicazioni multimediali di animazione vettoriale o di streaming audio.

In futuro HTML verrà probabilmente soppiantato dai suoi successori XHTML e

XML, che rendono il codice estensibile; questo significa che in XHTML e in XML è

possibile definire e usare nuovi elementi, in aggiunta a quelli definiti in HTML.

2.3.2 XML e XHTML

L'XML, acronimo di “eXtensible Markup Language”, ovvero «Linguaggio di

marcatura estensibile» è un metalinguaggio creato e gestito dal World Wide Web

Consortium (W3C).

L'XML è un linguaggio di markup aperto e basato su testo che fornisce informazioni

di tipo strutturale e semantico relative ai dati veri e propri. XML permette di

organizzare la struttura dei dati utilizzati e d utilizzabili e permette la manipolazione

dei dati stessi secondo regole fissate dall’utente.

Un markup language combina testo con informazioni riguardanti il testo stesso. Le

informazioni riguardano il colore, il font e in generale la struttura nel quale il testo va

inserito. Queste informazioni aggiuntive vengono inserite usando. Generalmente

quello che si produce con un markup language non è il documento stesso, ma un file

di codice e testo che deve essere poi interpretato da una applicazione.

Rispetto all'HTML, l'XML ha uno scopo ben diverso: mentre il primo è un linguaggio

per descrivere pagine Web, il secondo è un linguaggio utile per strutturare i dati, in

modo da facilitare lo scambio degli stessi.

Per scambio dei dati si intende la conservazione in una struttura XML di dati presi,

presumibilmente, da un database o da altre fonti, oppure memorizzati direttamente

all'interno di una struttura XML

La struttura di dati determina la forma di un modello di foglio elettronico, di un

modello di data base, di un file di WORD, ossia di un insieme di dati comunque

strutturato.

L’utente evoluto può attraverso XML creare un linguaggio dedicato all’utilizzo di

dati creati per un uso personalizzato.

Office 2007 è basato su un derivato di XML

19

2.3.3 Java Script e PostScript

Il linguaggio Java script serve principalmente, inserito i pagine HTML, per

introdurre determinate azioni all’interno di HTML ad esempio aprire una nuova

finestra, introdurre oggetti mobili

Postscript è un linguaggio di descrizione di pagina interpretato particolarmente

adatto alla descrizione di pagine ed immagini, sviluppato da Adobe Systems ed

inizialmente usato come linguaggio per il controllo delle stampanti.

Quasi tutte le stampanti usano il linguaggio PostScript e ricevono dal sistema

operativi i file in formato PostScript

Permette una programmazione dedicata alla rappresentazione di immagini, figure,

testi, conservando la definizione massima ottenibile con ciascuno strumento.

È alla base della costruzione del formato PDF.

2.4 Linguaggi dedicati.

Molti programmi possiedono al loro interno alcune istruzioni utili per eseguire

particolari operazioni su parti del programma stesso.

Tali linguaggi generalmente sono più semplici da utilizzare, poiché spesso la

corretta sintassi è suggerita dal linguaggio stesso.

Possiamo considerare le macro un aspetto di tali linguaggi.

Con l'evolversi dell'uso delle conoscenze informatiche, i linguaggi dedicati sono

spesso sostituiti da linguaggi ad alto livello quali il VISUAL BASIC, particolare tipo di

linguaggio completo di tutti gli elementi di utilizzo, comune a più programmi.

A 1. I codici di scrittura dei caratteri.

Per la scrittura dei caratteri sono in vigore codici particolari che fanno corrispondere

un numero ad ogni carattere. Citiamo i principali.

ASCII (American Standard Code for Information Interchange) sviluppato negli

U.S.A. ed usato dalla maggioranza dei sistemi operativi.

EBCDIC usato soprattutto per i computer di categoria superiore.

20

UNICODE che ovvia all’inconveniente dell’ASCII di non poter scrivere i caratteri di

molte lingue diverse dall’inglese. La tecnologia NT7 addotta la codifica UNICODE.

7 Vedi il capitolo sui sistemi operativi.

21

DOMANDE

1. Cita alcuni tipi di linguaggio.

2. La struttura di un linguaggio è definita da alcune variabili. Quali sono?

3. Spiega la differenza tra grammatica e sintassi, introducendo degli esempi.

4. Spiega la differenza tra linguaggio a basso livello, linguaggio ad alto livello e

linguaggio descrittivo.

5. HTML può essere usato per… cita ameno due usi.

6. Chi ha sviluppato il linguaggio HTML?

7. Quale organizzazione si occupa del linguaggio XML?

8. Conosci una “simbiosi” tra HTML ed XML.

9. Quale è la caratteristica principale di XHTM.

10. Sapresti indicare l’uso principale di JavaScript?

11. Quale linguaggio viene usato per gestire la stampa di un documento.

12. Per quale motivo in Italia è più utile usare i caratteri Unicode, rispetto ai

caratteri ASCI ?

13. I caratteri ASCI esiste la lettera è (e con l’accento). Si richiede una risposta

articolata.

14. Consulta su Wikipedia la voce carattere e prepara una relazione

sull’argomento.

15. Consulta su Wikipedia la voce Unicode e prepara una relazione su tale

forma di carttere, consultando ulteriori fonti.

16. Quale linguaggio si può usare per preparare una struttura di dati da

elaborare personalmente?

17. È possibile per un utente evoluto preparare un linguaggio adatto al tipo di

dati che intende elaborare.

18. Qual è la differenza tra il linguaggio HTML ed il linguaggio XML?

19. Quale linguaggio puoi usare per preparre un questionario da somministrare

attraverso Internet?

20. Prepara una relazione di almeno 10 pagine sul linguaggio XML, cercando le

notizie su Internet.

21. Qual è la differenza tra il linguaggio HTML ed il linguaggio Basic?

22. Cosa significa “linguaggio dedicato”? Cerca su Internet qualche esempio

e c compila una relazione su quello che hai trovato.

22

23

Capitolo 3 L’HARDWARE

3.0 Introduzione

Possiamo pensare in prima approssimazione ad un computer come ad una

macchina generica nella quale vengono immessi (input) dei materiali (informazioni)

per ottenerne in uscita (output) altre informazioni diversamente strutturate.

Il computer come insieme di circuiti, elementi componenti di varia forma costruiti

con sistemi di assemblaggio elettromeccanico è una macchina operatrice che può

essere guidata da insiemi di istruzioni immesse con intervento manuale o meglio

immesse attraverso informazioni codificate.

Tralascio i componenti squisitamente elettrici quali ventilatori, trasformatori ed altro

ed esamino in questo capitolo le parti del computer deputate al trattamento dei dati

che comunemente si denominano hardware. Nella figura è rappresentata una scheda

madre ossia la base sulla quale sono inseriti i circuiti ed i principali elementi del

computer, assieme ai collegamenti verso elementi esterni

3. 1 La scheda madre ed i suoi componenti.

Nella scheda madre sono presenti gli zoccoli per inserire la CPU, le memorie, le

schede aggiuntive quali la scheda grafica dedicata ed i collegamenti per le periferiche

esterne. ecc.

La CPU (Central Processing Unit) è la parte che si incarica di operare le

trasformazioni delle informazioni e di stabilire i tempi per tali trasformazioni.

Figura 1. Una scheda madre

24

La memoria fissa ROM acronimo di Read Only Memory, in cui sono memorizzate

le principali istruzioni per l’uso del computer. Tale memoria non è modificabile. In essa

sono conservate alcune delle istruzioni destinate all’avvio del computer che vengono

richiamate dal BIOS8 all’accensione.

Attualmente si usano le EPROM e le EEPROM che sono modificabili con

metodologie particolari. EPROM, acronimo di Erasable Programmable Read Only

Memory, è una memoria ad accesso casuale cancellabile tramite raggi ultravioletti.

Dal punto di vista pratico, il circuito integrato della EPROM dispone sul lato superiore

di una finestra in vetro di quarzo. Ponendolo sotto una lampada a raggi UV si

cancellerà il contenuto della memoria, la EPROM è a questo punto riprogrammabile.

Le EPROM sono ormai da considerare obsolete e non vengono praticamente più

usate. Sono state sostituite dalle EEPROM (Electrical Erasable Programmable Read

Only Memory) che possono essere cancellate elettricamente e quindi riprogrammate.

Il contenuto della ROM, della EPROM e della EEPROM9 non viene perduto allo

spegnimento del computer. In ROM sono presenti anche le procedure di controllo di

alcune periferiche del computer. Tra le procedure inserite in ROM il drive del disco da

cui avviare il sistema operativo.

La memoria volatile RAM acronimo di Random Access Memory in cui sono

memorizzate le informazioni che la CPU utilizza e utilizzerà per svolgere i suoi

compiti, programmi, dati, procedure.. Nella RAM sono depositati tutte le informazioni

da utilizzare per qualunque operazione. La sua capacità è determinante per il

funzionamento più o meno veloce di un computer, come vedremo più innanzi. Il

processore del computer si serve della RAM per leggere e scrivere programmi e dati

sui quali esegue le operazioni richieste. Nella RAM risiedono i programmi in

esecuzione compreso il sistema operativo ed i file da essi usati

Allo spegnimento del computer la RAM viene cancellata, per cui è necessario

conservare il contenuto della RAM in memorie esterne (dischi, dischetti, nastri, flash-

disk, ecc.), dette memorie di massa.

8 Anche il BIOS è scritto nella ROM.

9 Per gli scopi di questo libro, non distingueremo d’ora in poi le ROM, le EPROM e le EEPROM,

considerando il loro comportamento simile a quello dell ROM.

25

La necessità di accessi veloci ai dati ha portato alla creazione della memoria cache

destinata a contenere le procedure più usate dal singolo utente, in una seduta di

lavoro. La scelta delle procedure da salvare nella cache è lasciata al sistema

operativo su base statistica. Anche la cache viene cancella allo spegnimento del

computer.

Le parti sin qui citate sono inserite nella scheda madre che serve a collegarle, di

altre parti inserite nella scheda madre rinviamo a testi specializzati.

Ricordo a titolo di curiosità che è inserita in apposto alloggiamento della scheda

madre una pila che serve a conservare alcune informazioni quali la data del

computer.

3. 2 I componenti esterni alla scheda madre.

Accanto ai componenti inseriti nella scheda madre, sono presenti componenti

esterni ad essa collegati per l’immissione, la conservazione e la visualizzazione dei

dati. Alcuni componenti sono collegati in via definitiva altri sono collegabili attraverso

prese dette porte che sono reperibili esternamente al computer.

Le parti deputate ad immettere o memorizzare informazione ed a scegliere tra

diverse alternative sono di seguito riunite a seconda della loro funzione nel

trattamento dei dati.

Immissione dati

La tastiera

Il mouse.

Lo scanner

Conservazione dei dati e memorizzazione dei file.

Le memorie interne.

Dischi fissi o rimovibili costruiti su basi diverse, come leggerai in seguito.

Nastri.

Emissione e visualizzazione dei dati.

La scheda grafica.

Lo schermo

La stampante

Il plotter

26

3.2 Descrizione delle periferiche del computer

3.2.1 La tastiera .

Elemento principale per l’immissione delle informazioni codificate (istruzioni o dati):

è costituita da una tastiera simile a quella della macchina da scrivere (ma con la

sistemazione dei tasti in maniera differente) con l’aggiunta di particolari pulsanti che

svolgono determinati compiti, figura 2.

Dividiamo la tastiera in 5 zone:

ZONA 1

I pulsanti alfabetici, numerici e dei simboli tipo @10 [ ] # ecc.

Alcuni pulsanti particolari hanno funzioni differenti a seconda dell programma o dal

sistema operativo (VEDI) in uso11.

: corrisponde al FISSA MAIUSCOLE della macchina da scrivere con

specifiche più complesse. Si attiva premendo; si disattiva premendo. Funziona solo

con le lettere dell’alfabeto lasciando sempre attivi i simboli inferiori dei pulsanti doppi

: pulsante che attiva le maiuscole, oppure i simboli superiori dei pulsanti doppi;

da notare che se è stato premuto il FISSA-MAIUSCOLE, la pressione del pulsante

fa scrivere le lettere minuscole.

.

10

Il simbolo @ con l’avvento di Internet ha assunto una particolare importanza poiché negli

indirizzi di internet indica il sito presso il quale viene smistata la posta (provider). Es. [email protected]

11 Soprattutto in WINDOWS i pulsanti particolari assumono funzioni diverse o sono addirittura

inattivi.

Figura 2

27

Ctrl pulsante che serve ad attivare particolari procedure se premuto assieme ad

altri pulsanti.

Alt e Alt Gr come sopra, particolarmente utile con il sistema operativo per

ottenere particolari caratteri se premuto insieme ai numeri del tastiera numerica.12

Inoltre permetto di scrivere i simboli sulla destra di qualche tasto tipo @ # [

La doppia freccia svolge le funzione di tabulatore.

Invio serve a far eseguire dal computer le procedure digitate dalla tastiera, per

altri usi vedi particolari programmi, (ad es. nei programmi di scrittura serve per andare

a capo forzatamente).

sposta il cursore indietro di una posizione, cancellando eventualmente il

carattere scritto prima del cursore.

ZONA 2

Exc : Annulla l’ultimo comando impartito

F1...F12 (pulsanti funzione): la loro pressione sostituisce in parecchi programmi e

sistemi operativi la pressione di un gruppo di tasti uniti solitamente con il segno + con

per eseguire particolari procedure.

ZONA 3

Sono presenti i numeri, un tasto di Invio , alcuni tasti per le operazioni aritmetiche

ed altri.

ZONA 4

Le quattro freccespostano il cursore nella direzione indicata, solo in

presenza di testo già scritto (sez. 4).

ZONA 5

Stamp In DOS stampa la schermata del monitor attiva al momento. In

WINDOWS fa una copia negli appunti 13 dell’immagine dello schermo che può in tal

modo essere inserita in un documento di WORD.

12

Vedi Nota 2.

13 Gli appunti sono una cartella di Windows molto utile per trasferire parti di un file in altri file.

28

Ins in molti programmi modifica il cursore da inserimento a sovrascrittura.

Canc cancella quanto scritto dopo il cursore.

l’uso non è univoco, in WORD sposta il cursore a inizio riga.

Pag e Pag dipendono dal programma o dal sistema operativo attivo.

Spesso sposta il cursore di una schermata. Osserviamo che alcuni mouse hanno una

rotellina che fa scorrere velocemente le righe dello schermo, sostituendo la funzione

in questione.

Fine in WORD sposta il cursore in fondo alla riga. La funzione di questo tasto

come dei precedenti è legato al programma utilizzato.

Bloc Num : permette di usare il tastierino numerico; se non è premuto la tastiera

numerica non è attiva (funzionano i simboli di direzione, non numerici).

Il pulsante si attiva premendo e si disattiva alla seconda pressione.

Osserviamo che, in DOS ed in alcune versioni di WINDOWS la tastiera numerica è

attivato all’avvio del computer (per disattivarlo premere Bloc Num ).

Bloc Scorr Pausa : dipendono dai programmi usati.

Nella tastiera dei computer da tavolo rd ora anche in parecchi portatili recenti è

inserita una tastiera numerica, che si attiva premendo il pulsante Bloc Num14

L’uso dei pulsanti per lo spostamento del cursore inseriti assieme ai numeri della

tastiera numerica è comunque sconsigliato, dato che in particolari situazioni i simboli

non numerici presenti sulla tastiera numerica di fianco ai numeri stessi, sono

disattivati dal sistema operativo.

In WINDOWS la pressione in successione del pulsante Alt e di un insieme di tre

cifre della tastiera numerica, permette di ottenere caratteri non disponibili sulla tastiera

usuale. Es. Alt + 225 fa comparire il carattere ß. Alt + 223 da luogo alla stampa

della parentesi graffa aperta {

In DOS la stessa funzione è esercitata dal pulsante Alt Gr

14

Se la tastiera numerica è attiva per disattivarla, si deve premere il tasto Block Num

29

Nella tastiera numerica sono presenti anche i pulsanti usati per le operazioni

elementari di divisione / , moltiplicazione * , sottrazione - , addizione + , ed il

tasto di Invio

NOTA: Alcuni dei pulsanti citati si attivano alla prima pressione e si disattivano alla

seconda.

La tastiera presentata in figura è la tastiera italiana caratteristica dei computer da

tavolo; i computer portatili hanno tastiere con alcuni tasti posti in posizioni diverse o

riuniti in particolari zone. Ritengo tuttavia utile che tu abbia presente il significato e

l’uso di dei tasti che resta valido anche con disposizioni diverse dei tasti particolari,

ossia dei tasti che impartiscono istruzioni o introducono particolari procedure. Inoltre

alcune tastiere possiedo tasti particolari quali lo spegnimento del computer, l’accesso

a procedure WINDOW, ecc.

I portatili più moderni hanno la tastiera che ripete la tastiera su riportata, stante

l’abitudine sempre più sviluppata di usare il portatile in tutte le occasioni anche come

sostituto del computer da tavolo.

3.2.2 Lo Scanner.

Strumento (da tavolo o mobile) che permette la lettura di immagini su carta da

trasferire sul computer per un loro successivo utilizzo, magari per inserirle in testi

scritti con opportuni programmi di riconoscimento dei caratteri e delle parole (OCR –

Optical Character Recognition).

3.2.3 Strumenti di puntamento e scelta

Il Mouse

Collegato a programmi che lo prevedono, permette di compiere operazioni che nel

DOS classico erano compiute con la scrittura di frasi o comandi particolari.

Attualmente è collegato alla scheda madre attraverso una porta USB.

Sfrutta un metodo inventato nell’Università di Palo-Alto per impartire Comandi ed

istruzioni attraverso il puntamento di un oggetto o parola. L’istruzione di eseguire o

scegliere un file è impartita premendo una o due volte in breve successione un

pulsante posto sulla sua superficie.

30

Ad esempio spostando il puntatore sullo schermo sull’oggetto che indica un

programma particolare posso avviare tale programma premendo due volte il pulsante

sinistro.

Posizionando il puntatore all’inizio di una parola, tenendo premuto il pulsante

sinistro e spostando il puntatore, posso selezionare tale parola o riga o frase, e quindi

cambiare le sue caratteristiche formali (dimensione del carattere, il font ecc.)15.

Scegliendo su di un programma una particolare funzione rappresentata da un’icona

posso attivare una procedura prevista in tale programma.

Altre notizie sull’uso della tastiera e del mouse saranno illustrate per l’uso di

programmi particolari e soprattutto l’uso di WINDOWS

La trackball o mouse da tavolo

Il principio di funzionamento è analogo al mouse. Lo strumento è fisso e il

puntamento si opera ruotando con un dito una pallina.

La scelta di fare eseguire un programma od una procedura è analoga a quella del

mouse; spesso si usa il pollice per la sfera e tre dita per i pulsanti.

Inoltre, come nei mouse più avanzati, sul pulsante centrale è presente una rotella

per lo scorrimento veloce del testo.

3.3 L’elaborazione dei dati nel computer

3.3.1 L’elaborazione dei dati: la CPU.

I dispositivi finora citati sono collegati alla centrale operativa del computer ossia alla

CPU che sarà descritta nel prossimo paragrafo.

La CPU, Central Processing Unit, è il microprocessore che dirige ed elabora le

attività del computer nello scambio tra i componenti e nel trattamento delle

informazioni codificate.

La CPU è formata da circuiti elettronici che eseguono le funzioni logiche,

aritmetiche.

In un computer abbiamo:

15

Spesso, come vedrai in seguito, per modificare paragrafi e titoli, si usa il foglio di stile.

31

3.3.2 Architettur del computer

L’Architettura . Individua il numero di bit con cui la CPU lavora. Vi sono architetture

a 4, 8, 16, 32, 64 bit .

4 bit sono usati dalle calcolatrici tascabili : in tali condizioni si possono eseguire

soltanto operazioni semplici. Si possono scrivere solo 24 = 16 diverse parole. Una

parola indica la quantità di informazione che il computer può trattare

contemporaneamente.

8 bit erano usati dai primi computer. Il processore era chiamato 8088 oppure

808616. Si possono usare 28 = 256 PAROLE DIVERSE. Una parola di 8 bit è detta

byte che è l’unità di misura utilizzata per definire la capacità degli strumenti di

memorizzazione.

16 bit sono quelli dei computer che usavano i processori 80286, 80386, 80486.

32 bit sono i computer che hanno sostituito i precedenti, processori PENTIUM di

versioni varie. In realtà il processore 80x86, ha un comportamento più complesso dei

precedenti della serie, per cui il loro utilizzo comporta un approccio più semplice

all’elaborazione dell’informazione.

Accanto al PENTIUM della INTEL, sono altrettanto validi altri processori di società

concorrenti, AMD, CYRIX ed altri, ma su questo argomento non possiamo dilungarci

in questa sede.

64 bit sono per il momento utilizzati in computer di tipo più evoluto (AMD Athlon 64

e Intel Pentium Xeon).

WINDOWS VISTA prevede la possibilità di utilizzare processori a 32 o 64 bit.

La caratteristica dei un microprocessore è data anche dalla velocità di elaborazione

dei dati che è misurata in Herz.

Attualmente la velocità di elaborazione di un processore (CPU) va da 1,8 a 3,2

GHz , ma tale velocità di è destinata crescere.. La velocità si misura in numero di

operazioni per secondo..

3.3.3 La conservazione ed il trattamento dell’informazione.

16

Si è scelto di riferirsi ai microprocessori del tipo Intel, che sono quelli usati ancora ora nei sistemi

IBM compatibili.

32

Le informazioni presenti in permanenza o immesse nel computer sono rese

disponibili per il loro trattamento sotto forma di dato, qualora esista nel computer un

luogo da cui prelevarle ed eventualmente riscriverle. Tale luogo va sotto il nome di

memoria che può essere volatile o permanente e di varia capacità. La capacità della

memoria si misura in byte unità formata da 8 bit. Il bit può essere pensato come unità

di informazione elementare.

Dal punto di vista dell’uso vi sono principalmente quattro tipi di memoria17 ROM,

RAM, Cache, memoria di massa.

MEMORIA ROM (Read Only Memory) Memoria utilizzata dal computer per

conservare le istruzioni di base per il suo funzionamento. È una memoria di sola

lettura non modificabile dall’utente L’accesso a tale memoria è molto veloce. Alcuni

computer avevano in ROM un numero piuttosto vasto di istruzioni il che permetteva

un funzionamento abbastanza veloce pur con processori elementari. (APPLE). Le

informazioni registrate sulla ROM non sono cancellabili e permangono anche dopo lo

spegnimento del computer. Normalmente la memoria ROM si può utilizzare solo in

lettura.

Attualmente si preferisce l’uso di memorie tipo EPROM ed EEPROM, memorie

cioè che sono riprogrammabili con opportune prcedure

MEMORIA RAM (Random Access Memory) Memoria ad accesso casuale di

transito delle informazioni. Contiene i dati di transito; tiene in memoria anche gli

applicativi lanciati, perciò al secondo avvio dell’applicativo, esso sembra più veloce. Il

computer per funzionamento utilizza continui scambi di informazioni tra il sistema di

elaborazione e la memoria RAM. Allo spegnimento del computer i dati ed i

programmi immessi si cancellano.

MEMORIA CACHE. È una memoria di transito inserita nel microprocessore o

molto vicino ad esso. Essa conserva alcune informazioni usate durante l’uso dei

programmi cui accede la CPU per accelerare le operazioni del computer.

MEMORIA DI MASSA o di secondo livello che sarà esaminata nel prossimo

paragrafo, si tratta di dischi, nastri, ecc.

3.3.3 Conservazione e recupero dei dati. Memorie di secondo livello.

17

Rivediamo da un dicìverso punto di vista le memorie ROM e RAM.

33

La conservazione dei dati inseriti sul computer, il loro riutilizzo e il loro inserimento

è affidato all'uso di dispositivi contenenti le informazioni registrate (dischi, nastri, CD,

DVD, Flash Disk). Ve ne sono di vario tipo a seconda dei diversi dischi o nastri

utilizzati.

I Dischi

Strumenti atti a conservare dati, informazioni, programmi, che vengono registrati

con metodi elettromagnetici o con raggi laser. Generalmente il computer possiede

opportuni drive (periferiche di scrittura/lettura dei supporti magnetici) che possono

contenere tali dischi, leggerli e/o registrarli.

Vi sono principalmente quattro tipi di dischi :

Dischi fissi

Sono posizionati all’interno del contenitore (case) del computer (salvo casi

particolari), hanno alta velocità di accesso e di registrazione, capacità di contenimento

dati abbastanza notevole.

La loro capacità mediamente di 80 gigabyte può superare 100 Gigabyte ed oltre18.

Pur con la alte velocità di trasferimento dei dati e pur usando la deframmentazione,

le capacità raggiunte dagli hard disk e la quantità dei file presenti in un disco fisso di

tipo tradizionale fa si che il caricamento in RAM del sistema operativo e/o dei file

abbia spesso tempi di attesa piuttosto lunghi.

Nel tradizionale disco magnetico un sistema elettromeccanico sposta il lettore per

la ricerca e la lettura dei file: le dimensioni degli attuali dischi magnetici e la quantità

di file presenti, siano essi del Sistema Operativo, dei programmi o dei dati, sta

rendendo il tempo di attesa eccessivo.

Il problema è avviato alla risoluzione introducendo dischi fissi elettronici Solid State

Disk , nei quali il sistema di registrazione e di lettura sono affidati a chip di memoria

simili a quelli usati per le memorie flash tipo fladh disk: si potrebbe pensare ad una

memoria RAM non volatile. L’accesso al disco si riduce a meno di un millisecondo

contro il tempo compreso tra 7 e 15 millisecondi necessari per un disco magnetico al

18

Evidentemente il continuo progresso dell’hardware fa umentare continuamente la capacità di un

disco fisso.

34

sistema di lettura per raggiungere la traccia richiesta. Il trattamento dei file può

avvenire alla velocità di 57 Mb/s contro i 41 Mb/s dei dischi magnetici. Il peso passa

da 120 grammi a 15 grammi. Il consumo di corrente è estremamente ridotto.

L’alto costo del Solid State Disk per unità di memorizzazione, ha spinto a costruire

dischi magnetici con aggiunta una memoria flash, che svolge in parte una funzione

simile alla memoria cache, ma con conservazione dei dati anche a computer spento.

L’uso di tali sistemi misti richiede una predisposizione del sistema operativo che è

presente in WINDOWS VISTA ed in WINDOWS 7 il sistema operativo che è

disponibile dall’ottobre 2010.

NOTA: Generalmente i cosiddetti dischi rigidi sono installati permanentemente nel

computer e gli attuali sistemi operativi richiedono di essere istallati in tali dischi, per

essere richiamati in RAM.

Esistono, tuttavia anche dischi rigidi portatili che permettono l’uso di dati su

computer diversi, ma non l’avvio del computer.

WINDOWS VISTA e WINDOWS 7 prevedono la possibilità di avvio dalla porta

USB, generalmente usata per i collegamenti a periferiche esterne.

Dischi rimovibili:

Floppy disk : vengono introdotti nell’apposito lettore/registratore (drive) e sono più

lenti per l’accesso e la registrazione. La capacità è al massimo di 1,44 Kbyte.

Tuttavia restano tuttora i più semplici strumenti di memorizzazione dei dati con

strumenti esterni al computer. Il drive di lettura spesso è stato eliminato dai computer

portatili.

Iomega zip, obsoleto, ed altri sono oramai disponibili con capienze dell’ordine di 100

Mb e più. In talune occasioni possono costituire un sostituto del disco rigido per la

registrazione dei dati. Lo standard non è ancora definito ma dipende dalla casa

costruttrice. L’avvento dei compact disk riscrivibili, delle pen-drive e degli harddisk

portatili ha reso i dischi Iomega obsoleti

35

Flash disk o Pen Drive dispositivi delle dimensioni fisiche di 4/5 cm. di lunghezza,

dalla capacità che va da 1 a 64 MB o più. Inseriti nelle porta USB19 permettono di

avere un supplemento di memoria di massa molto utile in parecchie circostanze per il

trasferimento di dati tra diversi computer. Il Flash disk memorizza i dati in memorie

statiche ossia senza parti in movimento. Ciò rende l’accesso al Flash Disk molto

rapido. Il flash disk sostituirà, aumentando la sua capacità il disco rigido con memoria

dinamica. Già in alcuni computer il flash disk è un complemento dello Hard Disk.

CD (Compact Disk) : sono introdotti dall’esterno nell’apposito lettore. Velocità di

accesso intermedia tra i due precedenti (ma va aumentando col progresso tecnico). I

compact disk possono contenere musica o immagini, dati, programmi e quant’altro

Vi sono tre tipi di compact disk.

Compact disk già incisi.

Compact disk che si possono incidere una volta sola (CD-R)

Compact disk che si possono incidere sovrascrivendo e cancellando i dati più

volte; possono sostituire quindi i floppy disk, avendo una capacità più alta (CD-

RW ossia Rewritable – Rescrivibile)

La scrittura (masterizzazione) di un CD a livello personale è oramai facilitata da

programmi appositi che rendono il compact disk riscrivibile di uso paragonabile a

quello di un floppy disk. Sono reperibili CD da 650, 700, 800 e 900 MB. Lo sviluppo

dei programmi di registrazione e l’aumentata potenza sia in velocità che in capacità

del disco rigido dei computer moderni sta rendendo il compito della registrazione di un

CD sempre più alla portata dell’utente medio. In WINDOWSXP è presente un

programma di masterizzazione dei CD.

19

Il collegamento con periferiche esterne, è reso possibile da connettori chiamati porte. Tra questi

vi è l’USB – Universal Serial Bus, che permette il collegamento in cascata di più di 200 periferiche.

Con l’avvento dell’USB 2.0 si è raggiunto un elevato grado di velocità, perciò si possono collegare

anche masterizzatori, che hanno bisogno di una certa stabilità e velocità nel trasferimento dei dati.

36

DVD (Digital Video Disk oppure Digital Versatile Disk): Con capacità dell’ordine di

4,7 gigabyte. Il loro uso era inizialmente dedicato alla registrazione di film data la loro

capacità notevole. La registrazione personale di DVD è ora alla portata di utenti

anche non esperti, vengono quindi usati anche per la registrazione di dati Sono ora

disponibili masterizzatori20 che registrano i dati a doppio strato raggiungendo la

capacità per singolo DVD di 8,5 Gb. I DVD possono essere utilmente utilizzati per

registrare il contenuto di un disco rigido eventualmente sotto forma di backup.

Con particolari metodi si può arrivare a 17 gigabyte (doppio strato e doppia faccia)

Lo sviluppo delle tecniche di registrazione attraverso il computer sta raggiungendo

livelli notevoli. Oramai intere raccolte di dati possono essere registrate e consultate su

un DVD (enciclopedie multimediali ecc.).

I Nastri.

Strumenti di registrazione e lettura di capacità variabile. Usati soprattutto nei grandi

computer. Usati ormai scarsamente nei personal salvo che per il salvataggio dei dati

presenti in un disco rigido per intervenire in caso di guasti a ripristinare le informazioni

che sono state opportunamente registrate. Registrano i dati sequenzialmente e per

l’estrazione del dato, il nastro viene letto totalmente.

3.3.4 Le parti del sistema per visualizzare i dati immessi ed elaborati.

Le parti che visualizzano le informazioni :

La stampante. Stampa attraverso opportune istruzioni il contenuto dei file sia esso

a caratteri o grafico.

Il plotter, specie di stampante con pennini che tracciano linee scorrendo sulla carta

guidati nelle due direzioni. Il loro segno è continuo.

Occorre osservare esplicitamente che le informazioni elaborate vengono prima

memorizzate in RAM e poi trasferite solitamente con particolari istruzioni su altri

mezzi.

Talora si preferisce conservare le informazioni sullo stesso mezzo da cui sono

state immesse utilizzando all’uopo la registrazione su disco o su nastro.

20

Si chiamano masterizzatori i dispositivi atti alla registrazione dei CD e dei DVD.

37

La SCHEDA GRAFICA o video è il dispositivo che invia le informazioni al Monitor

ed è inserita nella scheda madre, può integrare al suo interno una GPU (Graphics

processing unit), ossia un processore specializzato nel trattamento di immagini.

Alcune schede grafiche invece si servono della CPU per elaborare l’immagine. Ciò

evidentemente rende il sistema meno efficiente.

MONITOR. Lo schermo o monitor visualizza le immagini inviategli dalla scheda

grafica. Simile ad uno schermo televisivo. Ha la funzione evidente di visualizzare i dati

in elaborazione, i documenti e le icone rappresentative di programmi, procedure, file.

STAMPANTE Evidente la sua funzione. Occorre solo osservare che quanto viene

stampato è stato in precedenza memorizzato nella RAM.

I dati inviati alla stampante, passano dalla RAM. Questo perché, spesso queste

periferiche hanno poca memoria e non riescono ad elaborare e immagazzinare

(temporaneamente) tutto il documento. Dalla RAM vengono inviati pochi dati per volta

alla stampante in maniera tale che questa riesca ad elaborarli. Le stampanti laser

hanno anche 1 Mb o più di RAM. Vi sono principalmente stampanti dei seguenti tipi :

a impatto : (obsoleta) per la stampa si usa un nastro inchiostrato su cui

una testina formata con 8, o 2- aghi batte e forma il carattere o i disegni

utilizzando gli aghi come punti per formare il carattere. Sono tra le più

economiche sia come costo iniziale che come costo della singola pagina di

stampa. La stampa generalmente in nero può essere anche a colori.

laser : un raggio laser trasferisce e fissa dei granelli di polvere (contenuti

nel toner) sulla pagina di stampa formando i caratteri ed i disegni Il costo della

pagina di stampa è superiore a quello delle stampanti ad impatto ma inferiore a

quello delle stampanti a getto di inchiostro. Le stampanti laser possono essere a

colori o in bianco e nero.

a getto di inchiostro (inkjet) La testina vaporizza dell’inchiostro che viene

depositato sulla pagina attraverso opportuni ugelli per formare caratteri o

disegni. Possono stampare a colori e in bianco e nero. Il costo è inferiore alle

laser ma la singola pagina costa di più. Il settore delle stampanti ad inchiostro è

investito da notevoli processi di miglioramento: Attualmente esistono stampanti

ad inchiostro in grado di stampare con qualità simile a quella delle fotografie. Le

stampanti inkjet compongono la riga in successive passate. Tempi e costi di

stampa sono estremamente variabili.

38

a cera. (obsoleta) Stampanti con costi di acquisto e gestione superiore a

quello delle stampanti precedenti. Non sono più in produzione.

a margherita (obsoleta) : simili a macchine da scrivere, hanno i caratteri

fissi come quelli delle macchine da scrivere. La loro lentezza e la limitatezza dei

tipi di carattere le ha oramai poste fuori mercato.

Le stampanti si possono anche distinguere tra quelle che stampano un carattere

alla volta (impatto) e quelle che stampano una pagina alla volta (laser ed alcune

stampanti professionali usate nei Centri di Calcolo).

Plotter : stampante particolare di uscita usata principalmente per il

disegno: usano dei pennini che opportunamente guidati dal programma,

tracciano linee per il disegno di tipo tecnico.

3.4 Il collegamento con le periferiche.

La scheda madre è munita di porte (prese) per il collegamento con le periferiche.

Tralascio le porte per la tastiera, la porta PS2 usata per alcuni tipi di mouse.

È spesso necessario collegare il computer a periferiche esterne (stampanti,

memorie di secondo livello, ecc.). I principali problemi relativa alle porte sono relativi

alla loro accessibilità ed alla velocità di ricezione e trasmissione dei dati.

Porte tradizionali: per essere usate il computer deve essere spento.

1. Seriali: usate per collegare dispositivi come mouse, modem ed altri. Sono

indicate con la sigla COM1 – COM2, ogni parola è trasmessa un bit alla

volta.

2. Parallele usate spesso per collegare le stampanti. Sono individuate dalla

sigla LPT1 – LPT2 …

3. Porta video o grafica serve per collegare il monitor ed i dispositivi di

proiezione alla scheda grafica. Sono oramai di uso comune i proiettori

collegabili al computer. Nei portatili, ma anche nei computer da tavolo, è

possibile usare come interfaccia di uscita video sia lo schermo del computer

sia il proiettore.

4. Porte di rete, di forme diverse, utili per collegamenti a reti dedicate ed a

router, dispositivi per collegamenti permanenti a reti ADSL.

39

5. Porte USB, Universal Serial Bus, trasferiscono fino a 480 Mb/s, a seconda

della versione a o b): più veloci possono essere usare a computer acceso. È

tuttavia consigliabile scollegarle utilizzando la procedura del sistema

operativo che autorizza lo scollegamento.

Porte FireWire, dette anche porte IEEE 1394, sono porte ad alta velocità di

trasferimento, da 100 a 400 Mb/s21 e a larga banda.

Si è giunti con i modelli più recenti a 786,412 Mb/s

La necessità di trasferimenti veloci ed a larga banda, trasmissione di immagini,

hanno reso spesso indispensabile il ricorso alle schede USB e FireWire.

Videoproiettori, dischi rimovibili, masterizzatori esterni, e molti altri dispositivi sono

collegabili al computer attraverso la porta USB..

Nello sviluppo delle porte di tale tipo è stato determinante la necessità di

collegamenti sempre più veloci ossia a collegamenti che trasferiscono quantità di dati

sempre più consistente nell’unità di tempo, qui abbiamo indicato co il secondo (s).

Informazioni più dettagliate su questo argomento le puoi trovare su internet ed in

particolare sull’enciclopedia Wikipedia, raggiungbile facilmente attraverso Google o

traverso http//it.wikipedia.org .22

21

In realtà da 98,304 fino a 393, 216 Mb/s

22 Nota come non sempre un indirizzo internet sia attraverso www.

40

Domande ed esercizi

1. Quali sono le funzioni della scheda madre?

2. Quali tipi di memoria ROM conosci?

3. Definisci la memoria RAM.

4. Quale utilizzo ha la memoria CACHE?

5. Cosa intendi per periferica? Citane qualcuna

6. Cosa significa disco rimovibile?

7. Cos’è la flash disk?

8. Cita i due principali tipi di stampante definendone le caratteristiche.

9. Cosa si intende per porta seriale, e come viene individuata?

10. Quali vantaggi introduce nella memorizzazione dei dati la porta USB?

11. Quali vantaggi introduce nella memorizzazione dei dati la porta FireWire?

12. La porta USB può essere scollegata in qualsiasi momento?

13. Elenca i tipi di memoria interne al computer-

14. Elenca i tipi di memoria esterni al computer-

15. Cosa significa LPT1?

16. Cos’è il Solid State Disk.

17. Illustra l’utilità di un Solid State Disk.

18. Riunendo un Solid State Disk ad un disco elettromeccanico quali vantaggi si

possono ottenere?

41

Capitolo 4

I SISTEMI OPERATIVI

4.1 Quando accendiamo il computer …

Per questa breve introduzione pensa ad un computer completo delle sue parti e

con il sistema operativo già installato.

All’accensione, il BIOS (Basic Input Output System) controlla lo stato della

macchina; tutte le periferiche vengono controllate nel loro funzionamento corretto. Se

le periferiche interne (scheda video, Hard Disk, Cd, floppy ecc.) danno risposta

positiva, il BIOS farà avviare la macchina cercando su un disco il Sistema Operativo

da caricare in RAM.

Una prima importante distinzione si può fare tra sistemi operativi a carattere (MS-

DOS, UNIX., LINUX (prime versione..) e sistemi operativi a immagini ( 0s2,

WINDOWS, LINUX.).

4.2 Sistemi operativi a caratteri.

4.2.1 BIOS (Basic Input Output System)

Il BIOS è un sistema operativo registrato permanentemente nella EPROM

(Erasable Programmable Read-Only Memory) che avvia le operazioni iniziali del

computer alla sua accensione.

La EPROM è una evoluzione della ROM23 con caratteristiche più idonee alle

esigenze della moderna informatica.

Evidentemente qualsiasi azione sulla EPROM è lasciata al programmatore esperto.

Il BIOS collega la parte hardware alla parte software (sistema operativo) del

computer; è sempre presente ma invisibile all’utente.

23

Accanto alla EPROM abbiamo anche la EEPROM (Erasable Electrical Read Only Memolry).

42

La necessità di facilitare l’uso del computer con i sistemi operativi ad icone, non è

stata sentita per il BIOS che è tuttora presente nei computer del tipo che studierai in

questo corso.

Esso interpreta i dati immessi e controlla i dati emessi.

All’accensione del computer il BIOS controlla l’hardware avviando i test di controllo

avvia la gestione delle periferiche,

presenta a video a descrizione delle periferiche presenti,

cerca ed avvia il sistema operativo software.

Dopo aver seguito i controlli necessari il BIOS affida il controllo del computer al

sistema operativo (software) sul disco rigido (vedi più avanti), che ha lo scopo di

rendere possibile con la tastiera, il mouse od altro l’accesso al computer da parte

dell’utente.

Il BIOS resta attivo per fare da tramite tra il sistema operativo e le periferiche.

Trattasi di un sistema abbastanza complesso,dedicato alla gestione dell’hardware

del computer: si può inserire una password di sistema, si può decidere l’ordine di

accesso alle memorie di massa, la velocità del microprocessore24 ecc.

La modifica al BIOS è operazione che può, se mal eseguita, interrompere il

funzionamento del computer impedendone l’avvio. È quindi consigliabile intervenire

su tale sistema, solo se si è veramente esperti ed in grado di ripristinare la condizioni

iniziali. Nei moderni computer esiste la possibilità di ripristinare il BIOS iniziale.

È possibile ad esempio con opportune modifiche del BIOS far si che l’avvio del

computer non avvenga con la sequenza BIOS ricerca sul floppy disk ricerca sul

disco rigido ma con la sequenza BIOS ricerca sul disco rigido.

Quest’ultima sequenza rende più semplice l’uso del computer ma, ahimè, non

permette in caso di malfunzionamenti alcune operazioni spesso utili quale ad esempio

l’avvio del computer da dischetto. Tuttavia è adottata in quasi tutti i computer portatili,

privi del driver per floppy disk

Per i computer portatili e per i computer da tavolo è prevista la creazione di un

disco di ripristino attraverso procedura opportuna spesso collegata al backup.

Talora il disco di ripristino è fornito direttamente dal costruttore, ma va rifatto in

caso di cambio del sistema operativo.

24

La velocità del microprocessore è fissata dalla casa costruttrice per lavorare in condizioni di

scurezza. Rischiando si può tentare di aumentare tale velocità… se va (overclock).

43

4.2.2 MS DOS

MS-DOS (Microsoft Disk Operating System) oramai è usato solo per scopi

particolari, quali gli interventi di sistemazione di disfunzioni che possono presentarsi

nell’uso quotidiano del computer.

Sono esistite varie versioni del DOS che fanno capo a diverse software house quali

Microsoft, Digital, IBM, Novel. Tutte comunque hanno un funzionamento similare per

lo meno a livello operativo.

Inoltre MS DOS ha subito negli anni svariati aggiornamenti fino all’ultima la 6.2.2

Talora è presente in Windows come supporto o come simulazione.

Per il livello elementare di questo corso cito il DOS solo per esigenza di tipo storico.

Il sistema operativo DOS è oramai obsoleto, ma mi ha accompagnato per tanti anni …

4.2.3 UNIX.

Nel 1969 Ken Thompson e Tennis Ritchie nei laboratori Bell della AT&T

svilupparono un sistema operativo per un calcolatore di nome PDP-7 funzionante a

transistor cui dettero il nome di UNIX. Nel 1973 il sistema venne riscritto col

linguaggio C e dopo alcuni anni la versione del 1975 si diffuse anche fuori dei

laboratori Bell. Infatti si trattava di un sistema operativo libero quindi di esso si

potevano scrivere versioni diverse adattate a calcolatori particolari.

Le numerosi mutazioni subite da UNIX e le conseguenti incompatibilità tra sistemi

cosiddetti UNIX spinsero alla fondazione nel 1984 della X/Open società volta a

definire uno standard per i sistemi operativi aperti UNIX. Seguono varie vicende con

tentativi volti a definire uno standard per UNIX accettato da tutti. Con la

collaborazione di AT&T proprietaria del marchio UNIX viene fondato The Open Group,

organismo che definisce lo standard UNIX e la relativa procedura di certificazione.

Il sistema operativo UNIX resta aperto, tuttavia per potersi definire UNIX un

sistema operativo deve ottenere la certificazione del The Open Group.

Il sistema operativo UNIX è usato principalmente dai computer di sistema. In esso

sono presenti le macchine virtuali dato che sussiste l’esigenza di far lavorare diversi

utenti su un solo computer di sistema (multiutenza).

Ciò significa che disponendo di un computer abbastanza potente, diversi utenti

possono avere una macchina personale su cui operare.

Tale possibilità è ora disponibile anche in WINDOWS nelle versioni che usano NT,

New Tecnology file system,

44

Diversamente da DOS e WINDOWS, UNIX è sensibile alle lettere maiuscole e

minuscole per cui è diversa ad esempio l’interpretazione che il sistema operativo da

all’istruzione OPEN C rispetto all’istruzione Open C.

Spesso UNIX è usato per la gestione delle procedure di Internet: devi quindi far

attenzione nella digitazione di un indirizzo Internet alle lettere minuscole e maiuscole.

Molte delle procedure della rete sono derivate direttamente da UNIX.

Tra le caratteristiche principali di UNIX sono:

Multiutenza: Possibilità di ciascun utente di interagire contemporaneamente col

sistema operativo senza interferire con gli altri utenti.

Multiprogrammazione: esecuzione contemporanea di più programmi.

Gestione della memoria virtuale: possibilità di accedere ad aree di memoria oltre

quella effettivamente disponibile.

Portabilità in computer basati su diversi processori.

Aperto ossia permette una facile integrazione tra diversi sistemi all’interno di una

rete, per questo è spesso utilizzato per Internet.

Permette la costruzione di strumenti per lo sviluppo di applicazioni nel linguaggio C.

4.2.4 Linux

Il 25 agosto 1979 viene annunciata da Linus Torvalds dell’Università di Helsinki con

una lettera su internet la nascita di un nuovo sistema operativo.

Il nome che gli verrà assegnato in seguito è LINUX

In verità Torvalds all’inizio aveva creato un interprete dei comandi a basso livello

dell’hardware della macchina. Successivamente si aggiunsero altre procedure che

hanno reso LINUX un sistema operativo completo, addirittura con un’interfaccia ad

icone.

LINUX si comporta quasi … come UNIX quindi è spesso usato al posto di UNIX, le

sue caratteristiche particolari e il tipo di distribuzione (gratuita o quasi) lo fanno usare

anche per i personal computer.

Esso usa procedure simili a quelle di UNIX e usa le icone che sono caratteristica di

WINDOWS.

È un sistema aperto quindi soggetto a continui aggiornamenti liberi a chiunque ne

abbia la capacità.

45

Le varie versioni esistenti hanno in comune la possibilità da parte dell’utente

esperto di introdurre modifiche (personalizzazioni) che devono essere messe a

disposizione di tutti gli utenti.

Tuttavia LINUX è UNIX-like ma non certificato UNIX.

LINUX è sensibile alla differenza tra lettere minuscole e maiuscole. Come lo è

UNIX.

Ciò va tenuto presente anche quando si interagisce con Internet: i server di rete

spesso usano UNIX e/o Linux per la gestione del server stesso. Un indirizzo di posta

elettronica cambia, o è inesistente, se si usano caratteri maiuscoli anziché minuscoli o

viceversa.

Una delle caratteristiche di Linux sono le versioni diverse con aggiornamenti e

modifiche, non esiste una autorità di certificazione essendo un programma libero.

Ciò può complicare l’uso del sistema, tant’è che spesso accanto alle versioni

diverse sono anche applicazioni che si appoggiano alla versione pubblicata.

Linux usa come WINDOWS le icone, ho preferito tuttavia tenerlo vicino a UNIX,

stante le svariate procedure e metodi di sviluppo del sistema che lo accostano ad

esso.

4.3 Sistemi operativi ad icone

4.3.1 OS/2.

Un sistema operativo nato nel 1984, che voleva sostituire, sia per tecnica più

aggiornata sia con l’uso di comandi impartiti attraverso il mouse, il sistema MS-DOS,

pur simulandolo al suo interno. Era supportato dalla IBM e le sue qualità tecniche

hanno fatto sì che sia stato usato in ambiente soprattutto professionale. Ad esempio

permetteva l’uso contemporaneo di più programmi, superava il limite dei 640 Kbyte di

memoria tradizionale, permetteva il multitasking, supportava la modalità protetta. 1l

12 luglio 2005 la IBM la fine del supporto tecnico per il 31 dicembre 2006 e consiglia

GNU/Linux.

Esiste una versione eComStation disponibile anche in italiano e commercializzato

da Serenety System.

4.3.2 WINDOWS

Windows è il sistema operativo che studierai in questo corso, ad esso sarà

dedicato un capitolo apposito.

46

All’avvio lo schermo potrà presentare due possibili aspetti

1. (obsoleta) WINDOWS non è avviato all’inizio trattasi di versioni di WINDOWS

che si appoggiano direttamente sul DOS.. Compare il PROMT del DOS: C:\> Dovrai

avviarlo digitando WIN seguito da [Invio] dopo il PROMPT. Questa modalità di avvio è

oramai obsoleta, ma è ancora presente in alcuni computer, soprattutto se ci troviamo

in presenza di poca memoria RAM.

La richiesta di memoria da parte del sistema operativo è andata sempre più

crescendo con l’avvento dei sistemi ad icone (leggi WINDOWS).

2. WINDOWS è attivato automaticamente. Da WINDOWS 95 in poi, alla fine del

processo di avvio compare la scrivania (Desktop) di WINDOWS, ossia uno schermo

con le ICONE (di WINDOWS), che rappresentano i programmi e le procedure caricati

sul computer e, qualora inseriti, file di documenti creati dall’utente. Compare anche

una freccia che potrai spostare con il mouse.

Posizionando la freccia sull’icona che rappresenta il programma (scrittura, foglio

elettronico, archivio, database, lettura dischi ecc.) o il documento che ci interessa un

doppio clic del pulsante sinistro del mouse, avvia il programma prescelto e/o si apre il

documento con il programma che lo ha creato (le cui icone sono presenti sullo

schermo).

In WINDOWS 95/98, WINDOWS NT, WINDOWS 2000, WINDOWSXP compaiono

sul Desktop il pulsante Start o Avvio che attiva un menu di alcune procedure

eseguibili dal sistema operativo. I programmi non presenti sulla scrivania (schermo del computer) possono

essere avviati, dall’interno del menù Start , con un clic sul pulsante PROGRAMMI

o TUTTI I PROGRAMMI.

WINDOWS 3.1, WINDOWS 3.11 non sono sistemi operativi indipendenti dato

che usano per il loro funzionamento il DOS, tuttavia possono essere considerati tali,

dato che costituiscono, in analogia a quanto fa il DOS rispetto al BIOS, una interfaccia

amichevole verso il DOS.

WINDOWS 95 è presentato come sistema operativo indipendente, ma alcune

questioni di compatibilità con il passato lo hanno costretto a dipendere ancora dal MS-

DOS. Successive versioni hanno superato tale limitazione.

WINDOWS 95 supera il limite della RAM di 640 Kbyte. All’interno delle ultime

47

versioni di WINDOWS esiste una simulazione di MS-DOS25. Tra le varie

caratteristiche segnaliamo un utilizzo ottimizzato delle memorie di massa (Dischi

rigidi).

Successivamente WINDOWS 95 è stato sostituito da WINDOWS 98, che alle

proprietà di WINDOWS 95 aggiunge caratteristiche che lo rendono più orientato alla

comunicazione e quindi all’uso di internet.

4.3.3 WINDOWS NT.

I sistemi operativi Windows citati nei paragrafi precedenti si basano su una

evoluzione del sistema DOS. Windows NT, ha introdotto una nuova impostazione

dell’accesso al computer ed è stato origine del sistema NT che si è sviluppato

indipendentemente dal sistema operativo DOS, che tuttavia può essere simulato in

NT.

WINDOWS NT, giunto alla versione 5 e poi utilizzato come base per WINDOWS

2000, WINDOWSxp

, WINDOWS 200326, WINDOWS VISTA e WINDOWS 7, supera le

limitazioni dei primi sistemi operativi WINDOWS, basati sul DOS, di cui conservavano

limiti a discapito di una richiesta di maggiori risorse del computer: velocità del

processore, capacità di memoria RAM e capienza del disco rigido.

Le caratteristiche innovative di WINDOWS NT sono utilizzabili facilmente

dall’utente di WINDOWS 95/98, essendo simili i criteri di gestione. Tuttavia alcune

caratteristiche lo rendono non completamente compatibile con WINDOWS 95/98.

Nei sistemi operativi derivati da WINDOWS NT sono introdotte la possibilità di

protezione dei file di cui parleremo nel capitolo a ciò dedicato e l’uso della macchina

virtuale.

L’introduzione della macchina virtuale, che chiameremo per brevità ACCOUNT:

Permette di dedicare lo stesso computer a diversi utenti che non si

disturberanno a vicenda.

Permette all’amministratore di sistema, ADMINISTRATOR, di intervenire

qualora un utente operi in maniera non corretta.

25

Vi sono due DOS ottenibili in WINDOWS95. Pur comportandosi in modo simile hanno un

struttura diversa: di ciò occorre tenere conto in diverse circostanze ad esempio nella protezione dei

programmi dai VIRUS.

26 WINDOWS 2003 è dedicato alla gestione delle reti di computer. Non ne è al momento prevista

una versione personal.

48

I programmi per WINDOWS 95/98 funzionano correttamente in WINDOWS NT.

WINDOWS 2000, WINDOWSXP, WINDOWS VISTA e WINDOWS 7 oltre a

WINDOWS 2003 dedicato alle reti di computer si basano sulla tecnologia NT.

WINDOWSXP

sostituisce le versioni precedenti di WINDOWS ed usa la tecnologia

NT, più affidabile di versioni di WINDOWS che lo ha preceduto. Attualmente è il

sistema più usato tra gli utenti di WINDOWS.

Dopo la sfortunata apparizione di WINDOWS VISTA, il 22 ottobre 2009 è apparso

WINDOWS 7, destinato probabilmente a divenire il sistema di uso più frequente.

Per sistemi operativi basati su WINDOWS NT per utilizzare il computer può essere

richiesto l’inserimento di un Account

Anche WINDOWS 9.. chiede una password, ma il computer funziona ugualmente

con click sull’etichetta ANNULLA.

4.3.4. WINDOWS VISTA

WINDOWS VISTA è stato rilasciato l’8 novembre 2006 ed è stato reso disponibile

alla fine di novembre 2006.. La versione in italiano è stata rilasciata il 2 dicembre

2006 sul sito Microsoft per i professionisti. Per tutti gli utenti italiani WINDOWS VISTA

è stato reso disponibile alla fine di gennaio 2007.

Esistono diverse versioni di WINDOWS VISTA che richiedono specifiche del

computer sempre più elevate.

Con Windows Vista è possibile collaborare tra computer diversi. Il primo utente

avvia una nuova sessione di lavoro, assegnandole un nome ed una password. I

successivi utenti potranno partecipare a tale sessione del loro computer, attivando un

modulo che tutto il gruppo potrà vedere.

Sono state aumentate le protezioni da accessi non autorizzati o scorretti, mentre

sono state aumentate le possibilità di copiare e leggere file diversi con alcune forme di

protezione del copyright .

Windows Vista prevede l’uso dei processori a 32 bis e di quelli a 64 bit.

Il sistema è innovativo e giusto il nome che porta, privilegia la forma grafica,

tuttavia la sua complessità lo ha reso poco appetibile dagli utenti, che hanno preferito

continuare ad usare WINDOWSXP .

In WINDOWS VISTA è presente UAC, impostazione di sicurezza assente su

WINDOWSXP, che serve a controllare i privilegi degli utenti registrati sul computer ed

a impedire l'esecuzione di software dannosi.

49

Il problema è che per UAC quasi tutti i programmi sono dannosi, soprattutto quelli

meno commerciali come le applicazioni gratuite.

4.3.5 WINDOWS 7

La … sfortunata e pesante gestione di WINDOWS VISTA, ha costretto la Microsoft

ad attuare una campagna di consultazione con gli utenti per rivalutare l’uso dei

sistemi operativi WINDOWS più recenti. Di fatto gli utenti hanno rifiutato VISTA e

continuato ad usare WINDOWSXP.

Frutto di questa intensa campagna di consultazione è WINDOWS 7, che conserva

e migliora le caratteristiche innovative di WINDOWS VISTA, ma semplifica la gestione

e la personalizzazione del sistema operativo, conservando la compatibilità con i

programmi preparati per WINDOWS VISTA. La gestione delle periferiche è

semplificata e ampliata.

Per le versioni Professional, Enterprise ed Ultimate è prevista una virtualizzazione

del sistema operativo WINDOWSXP.

La richiesta di memoria e di velocità del microprocessore sono le stesse di

WINDOWS VISTA, ma dall’uscita di VISTA è trascorso del tempo.

Purtroppo tutto ciò non ci assicura che la versione 7 possa essere usata per alcuni

anni futuri, per il momento sembra un sistema che si può usare con soddisfazione.

A1. L’amministratore di sistema.

L’introduzione di NT e la possibilità di gestione del computer da parte di utenti

diversi, ha introdotto la figura dell’amministratore di sistema.

Chiamato “Administrator” è la persona cui i sistemi derivati da Windows NT,

affidano la gestione del sistema operativo.

Esso è autorizzato a gestire le procedure del sistema operativo ed a creare le

macchine virtuali ossia gli account per l’accesso al sistema di diversi utenti.

Generalmente l’amministratore riserva a se stesso alcune operazioni che possono

modificare l’uso del computer, tipo l’installazione di nuovi programmi.

L’amministratore crea gli account per gli utenti assegnando ad essi possibilità

limitate di uso del computer.

Può ad esempio, creare account che non possono accedere a internet se ritiene

pericoloso o non coerente con le funzioni affidate, tale accesso da parte di alcuni

utenti.

50

Naturalmente l’ Amministratore può dare ad altri utenti le sue prerogative.

È consigliabile creare un account di amministratore anche nel computer personale.

Ciò permettere di ripristinare facilmente il sistema in caso di azioni scorrette da parte

dell’utente usuale che può avere le prerogative dell’amministratore.

Le possibilità di intervento sul sistema operativo sono indicate di seguito,

l’amministratore può riservarle a se, ma può anche attribuirle a singoli utenti.

Installare caratteri particolari.

Modificare impostazioni di visualizzazione e di risparmio energetico.

Aggiungere stampanti ed altri dispositivi di uscita e di entrata.

Scaricare ed Installare aggiornamenti.

Installare programmi.

Creare e configurare connessioni particolari od usuali, quali l’uso di internet o di

intranet.

Installare la possibilità di connessione a reti senza fili.

Controllare ed attribuire gli account.

A.2 L’amministratore nascosto e UAC

Windows Vista e Windows 7 installano un account amministratore nascosto, creato

durante l’installazione. Esso diventa poi di default nascosto ed è quindi inutilizzabile

da parte degli utenti. Esistono semplici procedure per attivarlo, ma sappiate che

questo account serve solo per accedere ai programmi senza UAC.

UAC è l'acronimo di User Account Control o, in italiano, Controllo Account Utente.

È un’impostazione di sicurezza di Windows 7 e Vista, assente su WindowsXP, che

serve a controllare i privilegi degli utenti registrati sul computer e, a impedire

l'esecuzione di software dannosi.

Il problema è che per UAC quasi tutti i programmi sono dannosi, soprattutto quelli

meno commerciali come le applicazioni gratuite.

Su Windows 7 il controllo di UAC è stato migliorato e reso meno invadente e

fastidioso lasciando più spazio a tutti gli utenti non amministratori.

L'utente standard può cosi cambiare, senza ricevere avvisi, cose come il fuso

orario, le impostazioni di Windows Firewall e di Windows Update, le impostazioni di

risoluzione dello schermo, il rinnovo e la modifica dell'indirizzo ip e altre opzioni di

sistema che non possono essere considerate "rischiose".

51

Fortunatamente vi sono apposite procedure per togliere UAC da WINDOWS 7 e da

WINDOWS VISTA.

Su WIndows 7 inoltre c'è un menu, accessibile alla sezione sicurezza del pannello

di controllo (cercare UAC nella barra di ricerca), dove è possibile decidere quando e

perchè devono comparire avvisi di protezione.

Se si vogliono evitare i continui avvisi di Windows, si possono rimuovere tutte le

notifiche e non farle comparire più.

In questo modo però UAC su Windows 7 non viene disattivato ma soltanto reso

meno ossessivo. Per disattivarlo per sempre si può agire sulle chiavi di registro..

Ma qui usciamo dai limiti di questo libro. Lascio quindi a te continuare l’analisi se ti

interessa.

52

Domande.

1. Quali sono gli strumenti che puoi usare per introdurre dati nella memoria RAM?

2. La memoria ROM è modificabile dall’utente?

3. Esistono tipi di memoria ROM modificabili?

4. Cos’è la memoria EPROM?

5. Cosa contiene la memoria RAM durante il funzionamento del computer?

6. Cosa significa memorizzazione casuale dei dati.

7. Quale la differenza tra drive e driver?

8. Dove risiede il sistema operativo a computer spento.

9. Spiega la differenza tra stampante laser e stampante inkjet.

10. Cosa intendi per sistema operativo?

11. Quali le funzioni del sistema operativo BIOS?

12. Dove si trova il BIOS?

13. Dove si trova WINDOWS a computer spento?

14. Il BIOS viene disinstallato all’avvio di WINDOWS?

15. Quale sistema operativo distingue le maiuscole dalle minuscole?

16. Come si chiame la scheda che presenta i dati sul monitor?

17. Per elaborare i dati da visualizzare si serve delle CPU oppure … ?

18. Perché è preferibile una scheda video che usa una processore interno a quella

che usa la CPU del computer?

19. Cosa vuol dire versione beta?

20. Come si attua il collegamento della scheda madre con le periferiche?

21. Qual è la differenza tra una porta USB ed una porta FireWire?

22. Come è trasmesso il dato attraverso la porta seriale e attraverso la porta

parallela?

23. Cosa significa sistema operativo?

24. Cosa significa sistema operativo a caratteri.

25. Cosa significa sistema operativo ad icone.

26. Elenca i sistemi operativi a carattere che conosci.

27. Quali sono le prerogative che l’amministratore di sistema può assegnare o

negare agli altri utenti?

28. Cos’è un account?

29. Cosa significa Unix-like?

53

Capitolo 5

WINDOWS

5.1 Introduzione.

WINDOWS affida al mouse, alle icone ed ai pulsanti sullo schermo (Desktop) la

semplificazione dell’accesso e l’uso delle procedure del sistema operativo e dei

programmi scritti per esso..

Un clic per i pulsanti ed un doppio clic per le icone attivano una procedura, un

menu, un programma, e l’accesso ad un file, permettendo un approccio considerato

più amichevole.

Con WINDOWS 7, e WINDOWS VISTA, dovrai sostituire il termine menu con

Schede, Gruppi, Pulsanti di comando.

Con Windows è possibile trasferire un file tra due cartelle con un clic sul nome

del file e tenendo il pulsante premuto, spostare il file nella cartella di destinazione, sia

essa una cartella nel disco rigido, un flash disk, la cartella desktop o cartelle in una

qualunque memoria di massa. Rilasciando il pulsante WINDOWS chiede se si vuole

operare il trasferimento; ottenuto il consenso esegue la procedura; il sistema avvisa

se esiste nella cartella di destinazione un file con lo stesso nome, chiedendo se si

vuole sovrascrivere o cambiare nome al file in arrivo.

Procedure simili in WINDOWS hanno la stessa rappresentazione per tutti i

programmi che le usano: ad esempio in tutti i programmi il pulsante attiva la

procedura di salvataggio del file sulla memoria di massa prescelta.

I programmi scritti per WINDOWS si servono delle procedure comuni del sistema

operativo, cui sono delegate tutte le procedure che coinvolgono cartelle diverse

comprese le periferiche.

I driver di una stampante sono installati direttamente sul sistema operativo

WINDOWS.

Ciò comporta il risparmio di spazio nel disco rigido, potendosi ad esempio

installare una sola stampante e non una stampante per ogni programma installato.

WINDOWS si occupa della gestione della memoria RAM in modo da poter

utilizzare memoria di dimensioni adeguate.

54

Nelle memorie di massa, oltre ad aumentare materialmente la capienza dei dischi,

si è provveduto a comprimere i dati da memorizzare. Appositi programmi, con

algoritmi di compressione proprietari (Winzip, WinRAR ecc.), comprimono i file,

diminuendo drasticamente le sue dimensioni. Tra i file grafici il formato JPEG, elimina

dal file tutti i dati ridondanti, provvedendo a comprimere il file.

La memoria RAM richiesta dai sistemi operativi WINDOWS è relativamente

elevata, ma ciò non presenta problemi particolari. È comunque consigliabile una

memoria RAM di almeno 4 GB anche se a partire da WINDOWS 7 si iniziata la

produzione di sistemi operativi che richiedono memoria RAM di capacità inferiore

rispetto alla memoria richiesta usuamente, per permetterne l’uso con i nuovi netbook.

WINDOWS permette l’esecuzione contemporanea (multitasking) di più di un

programma.

Ciò significa che l’utente può operare con più programmi, passando facilmente

dall’uno all’altro. I limiti sono naturalmente posti dalla memoria RAM del computer.

WINDOWS 95/98 ha sostituito WINDOWS 3.x aggiungendo caratteristiche che

facilitano l'uso del computer a spesa dell'occupazione di memoria RAM, almeno 32

Mb.

Il passaggio al file system NTFS (New Tecnology File System), iniziata con

WINDOWS NT, richiede macchine dotate di processori veloci e di memoria

adeguata. Alcune sue particolarità lo rendono consigliabile, soprattutto per la sua

maggiore stabilità ossia per la sua capacità a recuperare eventuali disfunzioni. Anche

il sistema di registrazione sul disco rigido è diverso dal sistema FAT, che tuttavia è

ancora disponibile e viene usato automaticamente per alcune periferiche rimovibili,

tipo flash disk.

Il file system NTFS permette la protezione dei file, con evidenti vantaggi per la

sicurezza dei dati.

Lo sviluppo della tecnologia NT ha portato a WINDOWSxp

che oramai ha sostituito

tutte le versioni precedenti di WINDOWS.

Anche WINDOWS VISTA si basa sulla tecnologia NT. Nelle pagine seguenti

troverai altri riferimenti a WINDOWS VISTA, che non ha avuto una buona accoglienza

per la sua complicata gestione e per aver allungato i tempi di accesso al computer.

WINDOWS 7 uscito nell’ottobre del 2009, sembra aver rimediato gli errori presenti

in WINDOWS VISTA, con opportune semplificazioni e adeguamenti alle esigenze

dell’utente.

55

La tecnologia NTFS si è sviluppata per un breve periodo accanto alla tecnologia di

WINDOWS 86/98. L’avvento di WINDOWSXP ha fatto abbandonare di fatto le

tecnologie precedenti. WINDOWS VISTA e WINDOWS 7 sono basati sulla tecnologia

NT. Come già detto WINDOWS VISTA non ha avuto una buona accoglienza ed è

stato in breve tempo sostituito dalla Microsoft con WINDOWS 7.

L’accesso al sistema operativo dopo la procedura di avvio del computer affidata al

BIOS, avviene per l’utente con modalità simili per i S.O. recenti: WONDOWS 2000,

WINDOWS XP, WINDOWS VISTA e finalmente WINDOWS 7.

5.2 L’accesso a WINDOWS.

Il file system NTFS ha reso effettiva la protezione all’accesso del computer da

parte di utenti diversi ed ha introdotto la multiutenza.

L’Administrator o/e un utente con i diritti dell’administrator, può creare utenti diversi

e attribuire loro un account ossia un nome utente (username) ed una password.

L’Administrator crea quindi un account, ossia una macchina virtuale cui può accedere

solo chi ha l’ account opportuno.

In WINDOWS viene richiesto all’accensione del computer o all’inizio di una

sessione di lavoro la digitazione del nome utente e della password ad esso collegata,

oppure sono presentati gli utenti abilitati all’accesso che possono cliccare sul loro

nome, talora con un’immagine e devono quindi digitare la password per usare la

macchina loro dedicata.

In caso in cui ci sia un solo utente, WINDOWS può avviare la sessione, senza

chiedere l’account.27

5.2.1 L’ account.

L’account, nome utente e password, è il principale sistema di protezione dei dati e

delle procedure presenti in un computer.

L’account è una caratteristica di ogni mezzo di comunicazione e di trasmissione

dati attraverso le procedure informatiche. Trovi quindi l’account anche per l’uso

internet e per la posta elettronica.

27 Anche in WINDOWS delle edizioni non professionali quali WINDOWS 3x e WINDOWS 95/98,

all’apertura del computer era richiesta la password i accesso. Tuttavia tale richiesta era facilmente

superabile con un clic sul pulsante ANNULLA..

56

Nel computer esso è usato per creare una o più macchine virtuali, in modo che più

utenti possano usare in momenti diversi, lo stesso computer senza modificare dati e

programmi di un altro utente.

Esso è derivato dal metodo adottato nel sistema operativo Unix ed è utilizzato

nell’accesso ad internet e in tutti i casi in cui si voglia limitare l’uso di un sistema

informatico ad utenti prescelti per alcune funzioni.

In WINDOWS l’Administrator, un utente con funzioni di controllo degli accessi, crea

un account ed invita il titolare a cambiare la password di accesso entro 24-36 ore.

Non facendolo si rischia di essere esclusi dal sistema.

L’account è infatti una modalità di accesso personale e riservata, Non deve essere

comunicato ad altri utenti.

Devi usare l’account con prudenza. Scrivere la password in luoghi non facilmente

accessibili, non distribuirla a parenti ed amici. L’account à personale. In alcune

società è considerato grave attentato alla sicurezza dei sistemi della ditta non

custodire la password con cura.

Ogni 6 mesi la password deve essere cambiata; lo prescrive la legge e lo

impongono elementari norme di sicurezza. Esistono programmi che ricercano la

password casualmente, evidentemente cambiandola si rende il lavoro di ricerca

casuale precedente inutile.

Nella compilazione della password esistono alcune regole:

non usare nomi di persona peggio se di parenti, date o città di nascita, nomi di

animali, squadre di calcio, oggetti o comunque parole ritrovabili sul vocabolario.

Usare caratteri di tipo diverso oltre alle lettere ed i numeri tipo %, ?, [ , * , +. ecc.

Qualche sistema di accesso, tuttavia, accetta solo caratteri alfanumerici.

La password deve essere abbastanza lunga: almeno 8 simboli e/o caratteri.

Non usare sequenze riconoscibili. La password deve essere composta

casualmente.

Evita la ripetizione dello stesso carattere

Puoi valutare l’efficienza della tua password scaricando dal sito Microsoft:

http://www.microsoft.com/italy/athome/security/privacy/password_checker.mspx,

un programma che permette di valutare la complessità della password, scrivendola

in una tabelle opportunamente predisposta.

57

5.3 WINDOWS 2000, WINDOWSxp

I sistemi operativi introdotti con WINDOWS 3.x, 95/98, potevano in taluni casi

divenire instabili ossia funzionare in modo non corretto o addirittura non funzionare

del tutto con conseguente perdita di informazioni, dati, file e quant’altro.

Essi, tuttavia, rispondevano all’esigenza di rendere ancora possibile l’uso del DOS

e di computer non molto potenti. La possibilità di disporre di computer più veloci e

soprattutto di memorie più capienti spinge inesorabilmente verso i sistemi basati su

tecnologia NT.

WINDOWS NT si sviluppò contemporaneamente allo sviluppo di WINDOWS 3.x e

95/98. Tale sistema operativo, dedicato agli utenti professionali, introdusse

innovazioni e procedure che lo rendevano molto più stabile degli altri WINDOWS e si

sviluppò autonomamente fino alle versione 5.

Il metodo introdotto e sviluppato dal sistema operativo WINDOWS NT ha dato

origine ai sistemi operativi attualmente più usati ossia WINDOWS 2000, WINDOWSxp

e WINDOWS 2003, WINDOWS VISTA e WINDOWS 7,

Tratterò assieme i sistemi operativi WINDOWS 2000 e WINDOWSXP., poiché in

entrambi i sistemi, le principali procedure sono eseguibili in maniera simile.

Un cenno su Windows Vista ed una introduzione a WINDOWS 7 che, uscito

nell’ottobre del 2009, ha reso WINDOWS VISTA obsoleto.

WINDOWS 2003 è dedicato allo sviluppo delle reti quindi esula dalle necessità di

questo libro.

Fino all’avvento di WINDOWS 7 i nuovi computer erano dotati del sistema

operativo WINDOWSXP

con varie versioni Professional, Home ecc. tutte basate

comunque su uno sviluppo del più stabile File System NTFS. VISTA che pure era

presente, era spesso sostituito con WINDOWSXP , data la complessità della sua

gestione.

WINDOWSxp ha sviluppato la tecnica della comunicazione internet ed ha

aumentato le procedure relative alla sicurezza, che in questo momento è essenziale

per la comunicazione in internet.

5.3.1 Lo schermo WINDOWSxp

58

A lato, figura 1, una immagine, della parte sinistra, di una

schermata, DESKTOP, come appare all’avvio del computer.

Naturalmente ho scelto una schermata elementare nel senso che

sono presenti solo alcune icone.

Puoi inserire altre icone di programmi, procedure o file

(personalizzazione) a seconda delle tue esigenze ed abitudini.

In WINDOWS esistono due tipi di Comandi:

PULSANTI: Attivano la procedura con un clic del mouse.

ICONE: Attivano il programma o richiamano un file con due clic del

mouse.

Da WINDOWS VISTA in poi è stato introdotto il pulsante start e la

barra di flusso, con funzionamento analogo ai pulsanti.

Analizziamo comunque le icone presenti illustrando anche alcuni

principi di uso collegati alle procedure del sistema operativo.

DOCUMENTI: Questa icona permette di accedere alla cartella dei documenti in cui il

sistema salva i file creati dai programmi in uso, salvo istruzioni particolari inserite

dall’utente. (vedi SALVA e SALVA CON NOME). Questa cartella di salvataggio creata

all’installazione del Sistema Operativo, evita che l’utente salvi il proprio file in posizioni

che potrebbero risultare improprie. È possibile creare e scegliere cartelle di nome

diverso su cui salvare i file, anche all’interno della cartella Documenti.

Tale procedura, precisa il percorso da seguire per la ricerca di un file e di una

cartella.

È consigliabile creare all’interno della cartella DOCUMENTI altre cartelle dedicate

al particolare lavoro che si desidera svolgere.

RISORSE DEL COMPUTER: Accede alla finestra di WINDOWS in cui sono presentati

tutte le risorse (dischi, documenti) su cui il sistema operativo può operare

RISORSE DI RETE: Permette di installare e verificare i dispositivi di rete quali

stampanti di rete e altri computer in rete.

CESTINO : Nel cestino finiscono i file contenuti sul disco fisso, che l’utente elimina. I

file possono essere recuperati aprendo (doppio clic) il cestino e con un clic sul nome

del file stesso. Fai attenzione che la capienza della memoria del cestino è fissata al

momento dell’installazione (l’utente può modificarla). All’esaurimento della capienza

del cestino i file più vecchi fanno posto ai nuovi file. È possibile da parte dell’utente

Figura 3

59

avviare le procedura VUOTA CESTINO o cancellare definitivamente alcuni file. Puoi

ottenere ciò dal menu che compare con un clic col tasto destro del mouse.

INTERNET EXPLORER Programma di accesso alla rete di INTERNET.

Internet Explorer si appoggia, come tutto WINDOWS, su un programma

EXPLORER.EXE, alla base del sistema operativo.

Le icone fin qui citate sono caricate dal sistema operativo quando viene installato

nel computer. A titolo di esempio sono stati inserite due icone che talora può essere

utile avere a disposizione.

COLLEGAMENTO A FLOPPY DISK28 Utile per accedere direttamente, senza aprire la

cartella Risorse del Computer. In modo analogo potresti inserire Collegamento a

Flash-disk, a programmi, cartelle o file. Vedi il paragrafo Inserisci collegamento.

MICROSOFT WORD29 Anche questa icona è stata aggiunta per aprire WORD senza

passare dal menu di Start.

5.3.4 Il menu di WINDOWSXP

Il menu Start ottenuto per impostazione

predefinita in WINDOWSXP, figura 2.

Esso si ottiene come d’uso dal desktop con un

clic su Start

In alto il nome dell’utente. Indi due colonne:

sulla prima da sinistra un riquadro con i pulsanti

per accedere a Internet ed alla Posta elettronica

ed alla presentazione di WindowsXP. Indi sono i

nomi degli ultimi programmi usati che possono

essere richiamati con un clic del mouse.

Il pulsante Tutti i programmi apre il menu

dei programmi e le procedure che è possibile attivare30.

28

I floppy disk oramai obsoleti sono stati sostituiti da memorie di altro tipo, ad esempio i flash-disk.

29 La procedura usuale è: START Programmi Microsoft Word.

30 In fianco al pulsante Start il nome del file sul quale sta lavorando l’utente PC. L’cona indica che

si tratta di un documento di WORD.

Figura 4: Menu Start.

60

Sulla destra le cartelle del disco rigido e l’accesso alle RISORSE DEL COMPUTER e

alle procedure CERCA… ed ESEGUI …

La procedure DISCONNETTI e SPEGNI IL COMPUTER sono sempre presenti nel menu

del pulsante Start

Si può dal menu PROPRIETÀ della barra delle applicazioni scegliere MENU DI TIPO

CLASSICO per avere un menu del tipo di WINDOWS 2000.

5.3.5 Il Pannello di controllo

Puoi accedere al pannello di controllo direttamente dal desktop se previsto, oppure

con un clic dalla seconda colonna del menu, figura 4.

, ottenuto con un clic su Start

Dal pannello di controllo puoi accedere ad alcune procedure che permettono di

gestire il sistema operativo.

Il pannello di controllo permette di definire nuovi utenti, installare nuove

applicazioni, nuovo hardware,

programmi e periferiche. Tuttavia

per molte attività è consigliabile

intervenire solo se si è esperti

nell’uso del sistema operativo.

Talora è utile per problemi di

visualizzazione modificare l’aspetto

del desktop.

La cartella di scelta puoi ottenerla

con un clic sul desktop.

La MODIFICA DI VISUALIZZAZIONE

ti permette di modificare la

definizione dello schermo, l’altezza

dei caratteri..

Una definizione più bassa, ad

esempio 640480, permette una

visione adatta a chi ha problemi di

vista.

Figura 5: Pannello di controllo.

Figura 6; Proprietà dello schermo

61

Per agire sulle modalità di visualizzazione è necessario avere le autorizzazioni da

parte dell’ammini- stratore di sistema, che potrebbe aver inibito tale possibilità.

Con PERSONALIZZA, ottenibile con un clic sulla barra degli strumenti puoi

modificare le dimensioni delle icone.

Con un clic sul Desktop puoi visualizzare le PROPRIETÀ - SCHERMO , figura 6, che

tra l’altro ti permette di modificare i caratteri delle sue icone.

5.3.6 Le risorse del computer.

La cartella risorse del computer,

figura 5, ti presenta sulla destra le

principali cartelle presenti nel

computer.

Da essa puoi accedere alla cartella

Documenti, che può avere diverse

denominazioni secondo gli utenti

(account) presenti nel computer

essendo stati inseriti dall’ Administrator. Nella figura 5

esiste solo un utente chiamato PC.

Trovi anche la cartella di lavoro Documenti condivisi.

Qualora tu desideri collaborare con alcuni amici o

collaboratori alla stesura di un file (documento, foglio

elettronico, ecc). puoi da STRUMENTI AREA DI LAVORO

CONDIVISA, creare attraverso un sito internet un’area di

lavoro condivisa, assegnando un account . Inviando il file

ad alcune persone queste potranno lavorare sul documento

assieme a te.

In WINDOWS 7 potrai condividere il tuo lavoro con altri

utenti collegati wireless, senza fili, indipendentemente dal

collegamento internet.

Puoi trovare uno o più dischi rigidi. Nella figura l’unico disco rigido e C:, nota che

conservando una denominazione usata nel DOS, per i dischi rigidi la lettera C è

seguita da : (due punti).

Figura 7: Risorse del computer

Figura 8: Scelta dei membri per le cartelle condivise

62

Seguono le periferiche rimovibili: DVD, flash-disk, ecc..

Sotto altre risorse puoi accedere al pannello di controllo, che permette di verificare

e installare le periferiche quali la stampante, programmi, predisporre il computer per

l’uso di persone disabili, ecc.

Nel pannello di controllo trovi l’icona ACCESSO FACILITATO che permette di agire

sull’aspetto del desktop.

RISORSE DI RETE: Permette di installare e verificare i dispositivi di rete quali

stampanti di rete e altri computer in rete.

5.3.7 Inserisci collegamento

Nel computer che stai usando hai nella cartella Desktop rappresentata sullo

schermo alcune Icone che ti permettono di richiamare programmi, procedure ed altre

cartelle.

Il Desktop (lo schermo del computer preparato

dal sistema operativo e personalizzato da te) è

una cartella, quindi puoi salvare un file

direttamente sulla cartella Desktop in modo da

poter vedere il suo titolo e aprire il file

direttamente dallo schermo.

Accanto ai file sul Desktop compaiono dei

Collegamenti a programmi, cartelle ecc. Sarebbe

infatti

dispendioso se

installassimo un programma sulla cartella Desktop

anziché sulla cartella Programmi. In questi casi il

sistema crea dei collegamenti al programma.

La figura 9 ti mostra come creare il collegamento:

clic col tasto desto sul programma o sulla cartella che

vuoi poter richiamare dal Desktop e CREA

COLLEGAMENTO … Il sistema ti chiede se vuoi creare un

collegamento sul Desktop. Clic su OK e sul Desktop (cartella/schermo) compare il

collegamento.

Figura 9

Figura 10

63

Fai attenzione: quello che compare è un COLLEGAMENTO A … , non contiene il file,

puoi anche creare un collegamento da un file o ad una cartella ma si tratta solo di un

collegamento, che in genere occupa un Kilobyte. Se lo cancelli il file resta. Se lo copi

hai sulla cartella che lo contiene solo il collegamento.

5.5 Le cartelle di Windows.

Windows è una struttura a cartelle di cui in figura 10 è data una rappresentazione.

Osserva che il Desktop è la cartella principale in cui puoi trovare le cartelle che

nello schermo sono rappresentate da icone: Documenti, Risorse del Computer, Disco

locale, ecc. . All’interno delle cartelle Documenti puoi trovare altre cartelle e all’interno

della cartella Risorse del Computer le cartelle Floppy da 3,5 pollici (A:) ; Disco locale,

flash disk, ecc.

Il Desktop è rappresentato da Windows sullo schermo all’accensione del computer.

Puoi quindi considerare la cartella come l’unità di memoria di Windows che si trova

all’interno delle unità di massa.

La procedura di salvataggio di un file puoi considerarla quindi come una procedura

che memorizza in una cartella un file: un dischetto, un flash disk , un CD, il Desktop,

il disco rigido, ecc.

Questo spiega perché puoi salvare il file che hai scritto oltre che sui dischi anche

sul Desktop.

PRIMO LIVELLO SECONDO LIVELLO TERZO LIVELLO

DOCUMENTI {

Cartella Istruzione {

Istruzione media

Istruzione

superiore

Cartella Industria { Tessile

Meccanica

All’interno di una cartella possono esservi altre cartelle o file.

5.5.1 Suddivisione del disco in cartelle

Figura 11. Alcune cartelle.

64

Succede di frequente che si creino parecchi documenti corrispondenti a svariati file

di nome diverso. La numerosità dei file può rendere difficile le ricerca degli stessi. È

utile, in questo caso, raggruppare i file in gruppi diversi che WINDOWS chiama

cartelle; nel DOS, in HTML ed in altri formati o linguaggi è rimasto il nome directory.

Puoi pensare, per analogia, ad uno schedario (disco, volume) che contiene alcune

cartelle. Le cartelle a loro volta contengono documenti relativi ad un particolare

problema o argomento e contengono a loro volta altre cartelle. Vedi a proposito la

figura 11.

Scopo di tale creazione è facilitare la ricerca dei documenti dopo che essi sono

stati registrati e raggruppare i file secondo l’argomento.

Da WINDOWS VISTA e quindi in WINDOWS 7, è possibile raggruppare le cartelle

in raccolte e inserire all’interno di una cartella etichette particolari, dette tag, per

contraddistinguere alcuni file.

Consideriamo un disco che

contiene le seguenti cartelle,

come nella figura 11.

Documenti, creata

automaticamente

all’installazione del sistema

operativo,

Istruzione, suddivisa a sua

volta in Elementare, Media,

Superiore

Industria, suddivisa a sua

volta in Meccanica e tessile.

Tale suddivisione è di tipo

logico ossia si possono

conservare (salvare) i file nelle varie cartelle fino riempimento di tutto il disco rigido, il

sistema operativo riempie una cartella di file senza preoccuparsi delle altre cartelle

salvo che lo spazio non sia già occupato.

In WINDOWSXP sono create automaticamente, durante l’installazione, le seguenti

cartelle: Documenti – Immagini – Musica.

Figura 12: Procedure e cartelle in "Documenti".

65

La scheda Documenti di

WINDOWSXP, figura 12, presenta

sulla sinistra una colonna in cui

appaiono rinvii ad altre cartelle e

procedure eseguibili sui file o sulle

cartelle se uno di questi elementi

è evidenziato.

Le procedure disponibili sono

sul primo riquadro della colonna a

sinistra: CREA NUOVA CARTELLA.

PUBBLICA CARTELLA SUL WEB,

CONDIVIDI CARTELLA; altre non

sono evidenziate.

Nel secondo riquadro il richiamo alle RISORSE DEL COMPUTER, alla cartella

DESKTOP, RISORSE DEL COMPUTER che presenta le periferiche disponibili in quel

momento.

Il numero di elementi presenti in ogni riquadro è legato cartella richiamata in quel

momento.

CREA NUOVA CARTELLA, ti permette di creare all’interno della cartella Documenti

un’altra cartella, cui puoi dare il nome che preferisci, sovrascrivendo le parole Nuova

cartella.

5.5.2 Creare una cartella.

Per creare una cartella puoi usare varie procedure che WINDOWS ti mette a

disposizione.

Nella cartella Documenti, figura 12, e nella cartella C:/, figura 13, nel frame,

riquadro, sulla sinistra trovi il comando Crea Nuova cartella. Con un clic ottieni

all’interno della cartella su cui stai operando Nuova cartella. Puoi sovrascrivere

all’interno del riquadro un nome a tuo piacere per la cartella appena creata31

31

Se vi sono altre cartelle omonime il sistema le numera in successione.

Figura 13

66

Puoi all’interno di una cartella che stai esaminando puoi con un clic accedere ad

una scheda che contiene la procedura, NUOVO CARTELLA, ciò ti permette di creare

nuove cartelle e file, che potrai denominare subito.

5.5.3 Gestione delle cartelle

La cartella è un elemento fondamentale di Windows per l’uso delle memorie di

secondo livello (dischi, floppy disk, flash disk (pen-drive), HD, ecc.); sono cartelle,

quelle che vedi sul desktop, sono cartelle, i programmi sono contenuti in cartelle, lo

stesso sistema operativo è contenuto in cartelle e così via.

Nella figura 14 le procedure applicabili ad una cartella od ad un file.

PROPRIETÀ presenta le proprietà della cartella o del file su cui stai operando.

Nella figura 13 alcune cartelle del disco rigido C:

DOCUMENTS AND SETTINGS che contiene fra le

altre la cartella dedicata all’utente tra cui

Documenti, Cookies32 ed altre.

PROGRAMMI che conterrà le cartelle per ciascun

programma.

TEMP che contiene i file temporanei di cui il

sistema operativo si serve per particolari operazioni

quali ad esempio il salvataggio di file modificati

dall’utente. Generalmente tali file sono eliminati allo

spegnimento del computer: ciò non avviene sempre e

costituisce uno dei motivi di eccessiva occupazione

di memoria sul disco rigido.

WINDOWS contiene il sistema operativo.

5.5.4 La cartella Documenti

Il sistema operativo crea alla sua installazione

varie cartelle, tra cui la cartella denominata

Documenti, figura 12, in tale cartella in mancanza di

32

La cartella cockies ti verrà spiegata quando esamineremo la possibilità di risparmiare spazio sul

disco e di evitare intrusioni via internet non desiderate.

Figura 15

Figura 14

67

richieste particolari dell’utente sono salvati i file creati dai programmi.

Puoi quindi accedere alla cartella documenti aprendo la cartella RISORSE DEL

COMPUTER DISCO LOCALE, quindi C: DOCUMENTS AND SETTINGS DOCUMENTI.

Se ti posizioni col mouse su un punto qualsiasi della cartella documenti, e fai clic

col tasto destro ottieni il menu di scelta, per alcune procedure.

Da VISUALIZZA, figura 12, puoi decidere le caratteristiche della visualizzazione delle

cartelle e dei file.

Puoi anche Disporre le icone riordinandole per nome, data di creazione od altro.

Verifica personalmente tali possibilità!

Un clic col tasto destro ti premette di individuare le Proprietà della cartella che stai

esaminando.

TIPO: cartella di file oppure immagini, ecc.

PERCORSO: individua il percorso del sistema operativo per accedere alla cartella

Documenti. È utile prenderne nota per ritrovare la cartella in casi in cui l’accesso non

sia immediato.

DIMENSIONI E DIMENSIONI SU DISCO: specifica le dimensioni occupate dai file e dalle

sottocartelle contenute nella cartella stessa. Esse possono essere differenti poiché la

memorizzazione dei file avviene in cluster di dimensioni predeterminate dal sistema

operativo. Un cluster può contenere parte di un solo file.

CONTENUTO: esplicita il numero di file

e cartelle contenute nella cartella i

esame...

DATA CREAZIONE.

ATTRIBUTI: Ti dice se la cartella è in

sola lettura o nascosta.

Puoi accedere alle proprietà

avanzate che ti permettono di aggiunger

attributi alla cartella quali

la compressione file per occupare

meno spazio su disco.

la crittografia dei file presenti nella

cartella per impedirne la lettura e la modifica a chi non conosce la chiave di lettura

o di modifica.

Figura 16. Salva con n ome.

68

5.5.5 La cartella Appunti.

La cartella appunti è la cartella usata da Windows per memorizzare principalmente

la copia di file, parti di file, immagini ottenute con particolari programmi, quell’insieme

di informazioni che possono essere usate in momenti successivi, anche su programmi

diversi e non attivi al momento della copia.

La principale fonte degli elementi contenuti negli APPUNTI è la procedura COPIA.

Tale procedura conserva nella cartella appunti quanto copiato per inserirlo a tua

richiesta con la procedura INCOLLA, nel punto da te desiderato.

Puoi attivarla selezionando la parte che interessa e premendo Ctrl+C per la copia

e Ctrl+V, o Invio per l’incolla.

Trattandosi di una cartella del Sistema operativo, il suo contenuto resta attivo fino

allo spegnimento del computer o fino all’inserimento di un altro elemento.

Per selezionare un testo, si posiziona il cursore all’inizio del testo e premendo il

tasto sinistro del mouse si sposta il cursore sino alla fine del testo che si vuole

selezionare.

È possibile col cursore prima del testo da selezionare, premere il tasto delle

maiuscole e con il tasto → far avanzare il cursore sino alla fine del teso da

selezionare.

Il testo selezionato apparirà evidenziato in modi diversi, ad esempio testo

selezionato .

È possibile con WINDOWSXP selezionare parti diverse di un testo: dopo aver

selezionato la prima parte si selezionano altre parti tenendo premuto il tasto Ctrl .

5.6 Gestione dei file.

Quando lavori in WINDOWS, il sistema operativo crea un file a cui viene dato il

filetype (estensione) del programma che stai usando e viene assegnato un nome

standard proposta dal programma stesso. Ad esempio WORD chiama i file col nome

Documento1, Documento2, ecc. con il filetype .doc.

La prima volta che salvi un file di Word il sistema operativo propone come nome

file la prima sequenza di parole che trova sul documento prima di un segno di

interpunzione, proponendoti la cartella SALVA CON NOME , figura 16.

69

Puoi attribuire al file un nome di tua scelta al momento della memorizzazione del

file sul disco nei limiti di 255 caratteri e spazi.

Il filetype è attribuito al file dal programma e non è opportuno modificarlo.

5.6.1 salvataggio automatico

Talora il tuo computer può spegnersi senza preavviso. In tal caso spesso il

sistema operativo ti permette il recupero del file che stavi usando con un backup che

avviene periodicamente, operato dal

sistema operativo.

Per ottenere tale procedura, figura

18, STRUMENTI OPZIONI Nella

cartella Opzioni scegli SALVA, con un

clic attiva SALVA

AUTOMATICAMENTE OGNI: e stabilisci

ogni quanti minuti deve avvenire il

salvataggio automatico.

Durante il salvataggio automatico il

sistema non permette azioni dell’utente.

Alla riapertura del programma una colonna a fianco ti presenta l’ultimo salvataggio

automatico eseguito dal sistema operativo: tale salvataggio può contenere quasi tutto

il tuo file, indipendentemente dai BACKUP e dai salvataggio da te fatti.

5.6.2 Salvataggio di un file.

Figura 17

Figura 18

70

Dopo aver scritto un documento (file) dalla barra degli strumenti con la procedura

File Salva (oppure Salva con nome …) si può scrivere sul supporto scelto (disco

rigido, dischetto, Flash Disk, ecc.) il file del documento.

Le procedure SALVA e SALVA CON NOME … si attivano in modo diverso in

WINDOWS2000 ed in WINDOWS XP..

Nota che la procedura SALVA CON NOME …. . consente di scegliere e sapere,

qualunque sia il sistema operativo, in quale cartella e disco è recuperabile il file

salvato, nel caso della figura sta per essere scelto Documenti .Alberto.

Se stai lavorando per la prima volta su di un file WINDOWS 2000 e WINDOWSXP

aprono la cartella documenti per il salvataggio. Il nome suggerito è composto dalla

prime parole del documento fino alla comparsa di un carattere diverso dalle lettere.

Windowsxp apre la cartella documenti ma il nome è evidenziato suggerendoti di

cambiarlo e l’intestazione del riquadro non è Salva ma SALVA CON NOME ….

Se hai aperto un documento da una cartella la procedura SALVA … , salva il file

nella cartella di provenienza. SALVA CON NOME … ti permette di cambiare cartella e

nome del file.

Il salvataggio sul Desktop è usato da chi usa un Personal Computer personale, ed

è una procedura molto utile.

5.6.3 Copia o trasferimento di un file

1. Richiama le cartelle o i dischi interessati all’operazione.

2. Per copiare un file o trasferirlo da una cartella all’altra evidenzia il file col pulsante

sinistro e tenendo premuto il tasto sposta il file da una cartella all’altra.

5.6.4 Azioni sul file.

Windows ti offre l’opportunità

di operare sul file con il menu

che compare con un clic col

tasto destro sul nome del file,

Figura 19.

Con INVIA A … puoi trasferire

il file su diverse cartelle o

memorie di massa.

Figura 19

71

Puoi anche usare le altre procedure. Puoi ottenere il menu della figura 18 con un

clic col tasto destro sul nome del file.

Tale menu di offre diverse possibilità che sono riportate .

TAGLIA: il file può essere incollato su una nuova cartelle, liberando lo spazio

sulla cartella di origine.

COPIa: il file può essere incollato su un’altra cartella lasciandolo anche sulla

vecchia cartella.

CREA COLLEGAMENTO ti permette di avere il nome del file sul Desktop e quindi

richiamarlo se vuoi aprirlo.

ELIMINA: cancella il file; se stai operando sul disco rigido il file è recuperabile

dal cestino.

RINOMINA: Puoi cambiare il nome al file.

PROPRIETÀ: ti permette di conoscere le dimensioni ed il tipo di file.

La procedura APRI CON

permette l’apertura di un file di

cui il sistema operativo non

riconosce il filetype, figura 19.

Puoi scegliere tra varie

programmi e se trovi quello

giusto il file sarà utilizzabile,

con le opportune strutture.

Questa procedura è stata notevolmente

migliorata con WINDOWS 7, che permette

l’apertura degli Open Document, caratteristici del

sistema Linux.

5.6.5 Rinominare un file o una cartella.

Può essere opportuno, in alcuni casi, dare un

nome diverso da quello inizialmente attribuito ad

un file o ad una cartella.

L’operazione può essere compiuta con facilità,

Figura 20

Figura 21

72

tenendo presente quanto già evidenziato per l’estensione (filetype) di un file.

Con un clic destro del mouse si evidenzia il nome del file o della cartella, e appare

un menu, di figura 21 in cui è presente la procedura RINOMINA.

La rinomina di un file o di una cartella fa sì che non siano più reperibili col nome

precedente: se una qualche procedura fa riferimento al vecchio nome il sistema

operativo risponde che il file è inesistente.

Ribadiamo la necessità di conservare l’estensione (filetype) del file.

La procedura suddetta ti può essere utile se vuoi modificare un documento

conservando la prima e la seconda copia.

5.6.7 Richiamare un file

Puoi scegliere tra diverse possibilità, figura 21.

Avviare il programma del file che ti interessa e da menu File clic su Apri: Si

apre la cartella Documenti da cui puoi scegliere il file da porre sul desktop con un

doppio clic.

Se il file è sul Desktop o in una cartella all’interno di Documenti un doppio clic

apre il documento con il programma che lo ha generato.

WINDOWS ha nel suo menu se opportunamente personalizzato, la possibilità di

accedere a documenti recenti … START DOCUMENTI RECENTI …

5.6.8 Proteggere un file

Da WINDOWSXP è possibile impedire l’apertura e/o la modifica da parte di un

utente non autorizzato inserendo una password di apertura e o di modifica.

Dopo aver denominato il file33, un clic su Strumenti e la scelta dal menu di

OPZIONI DI PROTEZIONE: Compare una scheda in cui si può inserire una password di

apertura e una password di modifica, figura 22.

Al tentativo di accedere al file sono richieste la prima password e la seconda, non

inserendo la seconda si può modificare, stampare, salvare con un nome diverso il file

ma non salvarlo col nome attribuito dal proprietario.

La prima password impedisce l’apertura del file a chi non ne sia in possesso.

La seconda password permette la lettura ma non la modifica.

33

La procedura più semplice per denominare un file è usare salva con nome.

73

Nota anche che esiste la possibilità di rimuovere le informazioni personali dette dati

sensibili, dal file prima che esso sia salvato, magari per l’invio ad un collaboratore.

.

Figura 23

Figura 22. Opzioni varie sulla protezione del file.

74

5.7 La barra dei menu di Office 2003.

5.7.1 La barra dei menu

Più volte abbiamo osservato che, uno dei meriti

di WINDOWS è stato quello di introdurre gli stessi

nomi e rappresentazioni per procedure simili.

La figura 24 rappresenta la prima pagina di

WORD, la figura 25 di EXCEL, rendendo evidente

quanto appena ribadito.

La prima linea Specifica il documento in uso ed il programma. Talora sulla stessa

linea è presente la possibilità di scelta della lingua

da usare. Tale scelta è importante perché è

utilizzata dal programma di correzione ortografica.

In tutte le barre degli strumenti dei programmi

esiste il tasto che chiude il programmma

attivo chiedendo, come al solito, se si vuole

salvare il documento.

In alcuni casi la procedura è comune a più programmi, in altri è specifica del

programma col quale stiamo lavorando.

5.8 I caratteri in WINDOWSXP

Per carattere si intende un insieme di

lettere, numeri, simboli e segni di

punteggiatura che condividono lo stesso

stile grafico.

Le dimensioni sono relative all’altezza

del carattere e si misurano in punti, un

punto equivale ad 1/72 di pollice ossia

circa 0,39 mm.

La scelta del carattere e della sua

altezza può influire sulla presentazione di

Figura 24

Figura 25

Figura 26

75

un documento e dargli un aspetto professionale, di alto livello estetico, informale,

confidenziale, ecc

Poiché un documento spesso viene stampato devi controllare se il carattere che

usi è presente nella stampante, soprattutto se si tratta di una stampante laser.

Anche nel WEB possono esservi delle limitazioni dovute al browser usato.

5.8.1 Tipi di carattere

Vi sono in Windows tipi diversi di carattere.

Caratteri che vengono visualizzati sullo schermo e talora stampati con lo

stesso aspetto dalle stampanti inkjet

Caratteri per lo schermo, utilizzati da Windows per visualizzare

informazioni sullo schermo.

Caratteri per plotter .

Caratteri True Type, hanno la caratteristica di apparire con forma e

dimensioni uguali sullo schermo e sulla pagina stampata.

È preferibile utilizzare i caratteri True Type per la loro uniformità tra testo

visualizzato e testo stampato. Inoltre

essi hanno il vantaggio di non risentire

della diversa stampante usata, purché

la risoluzione sia uniforme.

Vi sono procedure particolari per

aggiunger/togliere caratteri dal sistema

operativo: per far ciò rinviamo ai

manuali appositi.

L’elenco dei caratteri installati nel

sistema operativo lo puoi vedere dalla

Mappa dei caratteri oppure da un

programma con la procedura Formato Carattere.

La tabella che compare (figura 27) ti dà la possibilità di scegliere

Tipo

Stile

Dimensione

Effetti particolari

Colore

Figura 27

109

5.8.2 Caratteri speciali e simboli.

Oltre ai caratteri esistono simboli particolari quali ≤±, ecc.

Inoltre particolari applicazioni permettono di

scrivere formule matematiche, chimiche. La

procedura di fig. 30, è ottenuta da Inserisci Oggetto Microsoft Equation 3.0. La

scheda, figura 31, permette di inserire in uno speciale riquadro i simboli ivi

rappresentati, con apici, pedici, cc.

Rivedremo tale procedura in Office System 7, in cui è stata migliorata ed

aggiornata

5.8.3 Esercizio

1. Riproduci il testo seguente:

Data l’equazione ax2 + bx + c = 0 la sua soluzione è espressa dalla formula

a

acbbx

2

42 dove a, b, c sono le costanti ed x è l’incognita.

Affinché esistano soluzioni reali è necessario che 042 acb .

Figura 28

110

5.9 WINDOWS VISTA.

Vista non ha avuto un buona accoglienza da parte degli utenti per motivi

che non esaminerò in questa pagine. Accenno solo al fatto che era lento,

richiedeva per il momento in cui fu presentato troppa memoria, Il suo

caricamento era laborioso e non sempre era facile la sua ottimizzazione.

Per questi motivi molti utenti continuarono ad usare WINDOWSXP

. La casa produttrice si vide costretta a

preparare WINDOWS 7 uscito in versione definitiva nell’ottobre del 2009. Rappresenta un notevole miglioramento,

pur conservandone l’interfaccia e la base operativa.

Sono state semplificate le operazioni di installazione e caricamento e l’ottimizzazione del sistema rispetto al

computer usato.

Le richieste di memoria RAM e di Velocità del microprocessore sono rimaste invariate, ma … è passato un

anno.

WINDOWS 7 tra l’altro può simulare WINDOWSXP

, superando le eventuali difficoltà nell’uso di programmi non

specificatamente preparati per il nuovo sistema operativo.

La versione VISTA del sistema operativo WINDOWS introduce alcune novità soprattutto nell’interfaccia e nella

gestione del sistema.

WINDOWS VISTA si adegua alla potenza del computer in cui viene installato, per cui talora possono non

essere evidenti alcune particolarità del sistema, soprattutto di quelle grafiche.

All’inizio Vista presenta un quadro di avvio che può essere evitato.

Indi il Desktop con il pulsante

All’avvio del computer talora compare il centro attività iniziali, che

permette un primo approccio al sistema. Chiudendo tale finestra puoi

vedere lo schermo iniziale di VISTA che con miglioramenti grafici non

differisce dallo schermo del precedente sistema operativo, figura 1.

Puoi a questo punto utilizzare il pulsante in basso a sinistra e

accedere al primo pannello di controllo.

In basso a destra, figura 24 il primo tasto attiva il basso consumo: il

computer viene posto in pausa, Il tasto centrale attiva la protezione

locale del computer: solo l’utente attivo potrà continuare il suo lavoro,

infine l’ultimo pulsante accede ad una scheda da cui puoi spegnere il

computer con

Arresta il sistema, sospendere l’attività ed attiva il basso

consumo.

Chiude sessione che chiude i programmi in esecuzione e si disconnette permettendo l’accesso ad altri utenti

Cambiare utente senza chiudere i programi in esecuzione

Blocca che protegge i file in esecuzione, molto utile se si lascia il computer incustodito.

Posizionandoti con il mouse su questi ed in genere su tutti i pulsanti e le icone appare una breve descrizione

della procedura che può essere avviata.

La comunicazione assume in VISTA una notevole rilevanza. È possibile utilizzare e costruire reti di computer

sia locali che esterne.

È possibile costruire una rete locale senza fili tra una decina di computer in cui uno costituisce il centro,

mettendo a disposizione di altri computer il lavoro in corso per suggerimenti e correzioni.

Con WORD puoi inviare un testo per la revisione, con VISTA puoi lavorare assieme ad altri utenti allo stesso

testo.

Figura 29

111

In WINDOWS VISTA è presente UAC, impostazione di sicurezza assente su WINDOWSXP

, che serve a

controllare i privilegi degli utenti registrati sul computer ed a impedire l'esecuzione di software dannosi.

Il problema è che per UAC quasi tutti i programmi sono dannosi, soprattutto quelli meno commerciali come le

applicazioni gratuite.

Quest’ultimo è un ulteriore elemento che ha reso poco gradito VISTA agli utenti, anche se è presente anche in

WINDOW7

5.9.1 Le cartelle in VISTA

Le cartelle sono utili per raccogliere i file che hanno una caratteristica comune. Può essere necessario inserire

lo stesso file in diverse cartelle con evidente spreco di spazio.

WINDOWS VISTA ha rimediato a ciò con le cartelle virtuali: .è possibile creare delle cartelle dinamiche che

catalogano documenti e file che soddisfano un determinato criterio di ricerca (per la ricerca è possibile usare anche

gli operatori booleani AND, OR e NOT). Il vantaggio rispetto alla normale ricerca di Windows XP è che non occorre

tutte le volte ripetere la ricerca (poiché sono le cartelle virtuali stesse che salvano il risultato della ricerca) e

soprattutto che al variare dei file e del contenuto dei documenti, le cartelle virtuali si aggiornano automaticamente.

La procedure e la base operativa di WINDOWS VISTA sono stati conservati in WINDOWS 7, i programmi

compatibili con WINDOWS VISTA, sono quasi tutti compatibili con WINDOWS 7.

112

5.10 WINDOWS 7

Le procedure di WINDOWSXP sono

presenti in WIDOWS VISTA ed in

WINDOWS 7. Il loro uso risponde alle

stesse esigenze, tuttavia alcune di esse

sono state modificate nei comandi e

perfezionate nell’esecuzione.

WINDOWS 7 ha tenuto in maggior

conto le esigenze dell’utente e la rapidità

dell’esecuzione.

All’avvio di WINDOWS 7 compare il

desktop rappresentato in parte in figura

30.

Tralascio in questa descrizione i gadget, che solitamente sono in alto a destra

dello schermo.

Subito dallo schermo, opportunamente preparato, puoi richiamare un programma,

una procedura od aprile un file il cui nome si trova sullo schermo.

Sul lato sinistro in basso la barra di accesso rapido che contiene alcune procedure,

cercando di interpretare le sigenze del singolo utente.

Sulla base sinistra compare il tasto Start che apre la cartella di figura 33 con la

quale puoi attivare i programmi installati nel tuo computer.

Figura 31: Barra ad accesso rapido.

rapido, che apre alcune procedure e programmi.

5.10.1 La barra ad accesso rapido.

La barra ad accesso rapido, figura 26, che trovi nell’angolo inferiore sinistro del

Desktop è un’utile strumento che accelera il lavoro al computer. I file che sono stati

Figura 30. Desktop di Windows 7.

113

posti in attesa con RIDUCI A ICONA, possono essere richiamati rapidamente con un

clic sull’icona corrispondente.

Nella tabella di figura 2 il significato delle icone presenti. La Raccolta è una

procedura introdotta da WINDOWS 7 e WINDOWS VISTA per favorire il

raggruppamento delle cartelle secondo argomenti prescelti dall’utente.

5.10.2. Salvataggio di un file.

Questa procedura opera a partire dal pulsante, figura 29, dei programmi di Office

System. Tuttavia la sua generalità ed il fatto che evidentemente, il salvataggio di un

file avviene attraverso il Sistema operativo la fa collocare a buon diritto tra le

procedure del sistema operativo.

Vi sono tre modalità di salvataggio:

Salva …

Salva con nome …

Salvataggio automatico …

Puoi accedere ad esse cliccando sul pulsante di Office che trovi nella

parte superiore sinistra dei programmi di OFFICE system 2007.

SALVA è la procedura usuale per conservare su memoria di massa il file

sul quale stai lavorando.

Alla sua scelta il sistema operativo opera in modi diversi:

Salva il file su cui stai lavorando se stai usando un file che hai richiamato da una

qualsiasi cartella, sovrascrivendo il file che hai richiamato.

Apre la procedura SALVA CON NOME che ti permette di dare un nome al file, di

scegliere il formato di salvataggio attribuendo particolari indici al file (Tag) e di

scegliere cartella in cui salvare il file.

Start Accesso

ad

internet

Apertura

raccolta

cartelle di

Documenti

Windows

Media

Player

Apertura

Word

Apertura

Excel

Apertura

Power

Point

Apertura

Project

Apertura

Access

Figura 32: Significato delle icone.

Figura 33

114

Se usi direttamente SALVA CON NOME il sistema operativo ti avvisa della possibile

sovrascrittura, chiedendoti se vuoi sovrascrivere oppure modificare il nome del file.

Il SALVATAGGIO AUTOMATICO è una procedura che il sistema operativo esegue

automaticamente ogni intervallo di tempo da te definito (o predefinito dal sistema).

Ciò evita la perdita del lavoro fatto fino al momento del salvataggio, nel caso che si

verifichi qualche malfunzionamento del computer tipo spegnimento per mancanza di

alimentazione.

In tale caso o in caso di eventi non previsti, all’accesso al programma puoi

recuperare quanto fatto dagli appunti che il sistema operativo ti presenta in un

riquadro a sinistra.

Per definire ogni quanto deve avvenire il salvataggio automatico, dal menu del

pulsante scegli OPZIONI, figura 34 e SALVATAGGIO nella scheda delle opzioni di

Word.

Spunta SALVA INFORMAZIONI DI SALVATAGGIO AUTOMATICO OGNI … completando

con il numero di minuti che devono trascorre tra ogni salvataggio.

Vi sono naturalmente altre possibili opzioni, lascio alla tua iniziativa analizzarle nel

loro contenuto.

5.10.2 Spegnimento del computer.

Windows 7 ha introdotto due procedure di spegnimento del computer.

La prima con un clic su ARRESTA IL SISTEMA.

Figura 34: Salvataggio automatico

115

Il sistema ti avvisa se vi sono programmi od altri utenti in attività, chiedendo in tal

caso, l’autorizzazione alla chiusura,

La seconda ottenibile dal pulsante apre una scheda con varie possibilità.

CAMBIA UTENTE.

DISCONNETTI.

BLOCCA SISTEMA.

SOSPENDI.

IBERNAZIONE.

Ovvio il significato delle prime 4, L’ultima IBERNAZIONE, chiude il sistema, le icone e

le barre in posizioni diverse e dopo qualche secondo spegne il computer.

Riavviando il computer si apre il file che stavi usando al momento del comando di

ibernazione, nel punto in cui l’hai lasciato.

Nel caso dell’ibernazione non ti viene chiesto se vuoi salvare il file.

5.10.3 La scheda START

Il tuo lavoro con il computer

inizia dalla scheda start, figura

35, che è suddivisa in vari

riquadri (frame) ripartiti in due

colonne.

Sulla sinstra in alto il nome

dell’utente attivo.

Se un programma è stato

usato di recente, lo puoi

richiamare direttamente: il suo

nome compare nella colonna

sinistra della scheda, assieme

ad alcuni programmi di

servizio:

ATTIVITÀ INIZIALI Sono

attività di gestione del

Figura 35. La scheda START.

116

sistema operativo, delle cartelle e dei file e della memoria.

WINDOWS MEDIA CENTER. Permette di vedere programmi televisivi.

CALCOLATRICE

STRUMENTI DI CATTURA permette di catturare un’immagine dello schermo per inserirla in un

documento.

LENTE DI INGRANDIMENTO nella parte superiore dello schermo fa vedere le icone ingrandite.

STICKY NOTES crea un post-it, sullo schermo sul quale puoi scrivere delle note

personali.

Se il programma non compare nella scheda di START, puoi richiamarlo usando la

procedura tutti i programmi o la procedura CERCA PROGRAMMI E FILE sostituendo la la

frase scritta col nome dei programma o del file che vuoi aprire. Tale procedura ti

presenta tutti i programmi e file che hanno nel loro nome le lettere che via, via

inserisci.

5.9.1 la parte destra della scheda start

Presenta le cartelle del computer riunite secondo diverse prospettive.

Per prima cosa trovi il nome dell’utente da cui puoi accedere alla raccolte delle

cartelle costruite dall’utente che sta operando sul computer in quel momento.

Documenti, Immagini, Musica, Giochi accede alle raccolte di cartelle

sull’argomento specificato.

Computer presenta cartelle e i dispositivi di memorizzazione.

Pannello di controllo presenta i dispositivi che puoi modificare.

Dispositivi e stampanti. Elenco delle periferiche del computer con la possibilità di

aggiungere manualmente un dispositivo od una stampante.

Programmi predefiniti. Ti permette di associare un formato di file attraverso il

filetype, ad un programma particolare, figura 37.

117

Ad esempio puoi associare i file Open Document, usati dai programmi Open

Source ad un programma di Office 2007.

5.11 L’organizzazione dei file nelle memorie di massa.

Per la produttività del tuo lavoro attraverso il computer è opportuno tu organizzi i

file raggruppandoli in modo opportuno con gli strumenti che WINDOWS ti offre.

Principali strumenti dell’organizzazione dei tuoi file saranno:

Le cartelle: puoi prevedere delle cartelle e delle sottocartelle per ogni argomento.

Le raccolte: Puoi costruire una raccolta di cartelle che riunisca gli argomenti simili

che stai trattando.

I tag: all’interno di una cartella puoi prevedere un indicatore per alcuni file al

momento del loro salvataggio.

Il primo raggruppamento, cartella, ha origini antiche ed è stato usato fin dalla prima

organizzazione dei dati. È elemento caratterizzante di WINDOWS e non solo.

Il secondo ed il terzo sono stati introdotti a partire da WINDOWS VISTA e

WINDOWS 7.

5.11.1: Le cartelle in WINDOWS 7

Figura 36 Associazionia formati non WINDOWS.

118

Nella parte destra della figura 35, ottenuta con START sono presenti alcune cartelle

del computer, tra cui DOCUMENTI,

IMMAGINI, MUSICA.

In queste cartelle sono contenuti i file che hai salvato con le procedure SALVA e

SALVA CON NOME.

Conviene sempre riunire i file in cartelle

da te create che rendono più semplice la

loro ricerca, individuando un argomento o

un concetto trattato.

SALVA CON NOME, figura 38, ti permette

di scegliere il formati di salvataggio del file

sul quale stai lavorando.

Nota tra l’altro la possibilità di SALVARE

IN FORMATO PDF, TESTO OPENDOCUMENT,

XML, ED ALTRI.

PUOI NATURALMENTE CAMBIARE IL

NOME DEL FILE.

SALVA … utilizza il formato predefinito. La prima volta che il sistema operativo ti

presenta la cartella Salva con nome , permettendoti di scegliere formato e cartella. Se

hai richiamato un file creato in precedenza la procedura sovrascrive il file senza alcun

avvertimento

Nella parte destra della cartella del pulsante trovi DOCUMENTI che apre la cartella

della RACCOLTE , figura 39, che riunisce alcune cartelle presenti nella memoria del

computer.

Figura 37

Figura 38: Salva con nome ...

110

Puoi agire su tali cartelle aprendo la scheda di controllo con un clic del tasto destro

del mouse.

Procedura analoga ma personalizzata, aprendo la cartella col nome dell’utente che

sta usando il computer.

5.11.2 Creare una cartella

Puoi aver bisogno di creare una cartella prima di iniziare la scrittura di un

documento oppure per memorizzare alcuni file che hai recuperato in una ricerca su

internet.

La creazione di una cartella può esser fatta dopo aver aperto una cartella

principale con un clic su Nuova cartella.

Puoi anche con un clic all’interno della cartella aperta dalla scheda che appare

seleziona Nuovo Cartella.

Figura 39

In entrambi i casi appare una riga colorata con il titolo

NUOVA CARTELLA Puoi sovrascrivere tale titolo con un

nome che ti ricordi il tipo di file che memorizzerai nella

cartella stessa.

5.11.3 Organizzazione delle cartelle.

Windows Vista e Windows 7 hanno introdotto nuove

possibilità di organizzazione delle cartelle e dei file nelle

cartelle.

È infatti possibile riunire cartelle in Raccolte e

indicizzare i file di una o più cartelle in una categoria

particolare.

Figura 40

111

Se hai più cartelle di relazioni sullo studio di alcune materie, puoi creare una

raccolta delle materie studiate nel primo anno e delle materie studiate nel secondo

anno.

Ad esempio supponi di avere una cartella delle foto delle vacanze, puoi indicizzare

le foto scattate in luglio per seprarle dalle foto scattate in agosto.

5.11.4 Raccolte di cartelle.

Talora può essere utile preparare un elenco di cartelle che rispondono ad esigenze

particolari.

WINDOWS 7 ha introdotto una nuova possibilità di raggruppamento delle cartelle

rispetto un argomento che le caratterizza, scelto dall’utente.

È possibile costruire una raccolta con gli indirizzi delle cartelle che vuoi

raggruppare, richiamando la raccolta otterrai

l’elenco delle cartelle afferenti alla raccolta.

Considera la cartella, figura 34,

DOCUMENTI e supponi di dover riunire alcune

cartelle nella cartella che chiamerai

CONFERENZA DEL 12 GENNAIO.

Seleziona raccolte, e dalla cartella

RACCOLTE, figura 35, scegli NUOVA RACCOLTA.

Compare l’immagine di creazione di una nuova raccolta; puoi sostituire il termine

Nuova raccolta con un nome da te

scelto.

Con un clic fra le Raccolte

compaiono le cartelle che tu hai

inserito nella raccolta.

Il sistema operativo ha inserito il

percorso per recuperare le cartelle

presenti nella raccolta.

Si tratta di una raccolta di nomi: le

cartelle sono soltanto richiamate

dalla cartella nella quale sono state

salvate in origine. Se le cancelli dalla raccolta restano presenti nella cartella di origine.

Figura 42: Creazione di Nuova raccolta.

Figura 41

112

Ritornando alla cartella documenti seleziona la cartella il cui percorso vuoi inserire

nella raccolta.

Usa INCLUDI NELLA RACCOLTA per scegliere la raccolta che contiene le cartelle

afferenti all’argomento scelto.

Hai ottenuto in questo modo di creare un percorso col quale le tre cartelle che si

trovano nella cartella documenti sono reperibili attraverso la raccolta Conferenza 12

gennaio, figura 36.

Se hai bisogno per la “Conferenza del 12 gennaio” delle cartelle di cui è stato

contrassegnato il percorso, è sufficiente da Documenti richiamare la raccolta che le

contiene.

Nota che la cartella Documenti contiene Documenti anche tra le raccolte.

5.11.5 La Tag (etichetta).

All’interno di una cartella puoi al momento del salvataggio di un file inserire

un’etichetta, tag in inglese, che ti permette di evidenziare i file che hanno la tag da te

scelta, figura 39, col segno di spunta su una delle tag che ottieni dal ▼ del menu del

Tag.

Nell’esempio di figura 38 tre file con il tag W2007 sono stati scelti dalla Tag ▼ tra

le categorie evidenziate: dic2009 – W2007.

Scegliendo NON SPECIFICATO verranno elencati tutti i file della cartella.

Figura 43

113

5.13 Attività iniziali.

La scheda delle attività iniziali, figura 40, che ti consiglio di usare solo quando avrai

acquisito dimestichezza con nuovo sistema operativo, permette in primo luogo di

intervenire nell’aspetto con cui si presenta Windows 7: procedure 1, 2, 4, 6.

In secondo luogo introduce scambi e comunicazioni tra computer diversi, collegati

in rete, procedure 3, 4, 5. Questa è una novità di Windows 7.

Infine permette il backup e l’aggiunta di

nuovi utenti al sistema.

1. INFORMAZIONI SU WINDOWS 7: Accede

ad internet per fornire informazioni su

WINDOWS 7

2. PERSONALIZZARE WINDOWS: Permette di

modificare l’aspetto dello schermo di introdurre

screen saver, ecc

3. TRASFERIRE I FILE: Trasferisce file tra

computer collegati in rete

4. CONDIVIDERE UN GRUPPO HOME: Introduce una rete wireless tra computer vicini

(casa, uffici, ecc.) l’uso contemporaneo di file tra più computer: revisione, correzione,

ecc.

Un gruppo home semplifica la condivisione di file e stampanti in una rete

domestica. È possibile condividere immagini,

file musicali, video, documenti e stampanti con altri utenti nel gruppo home. Gli altri

utenti non possono modificare i file così condivisi, a meno che non venga loro

concessa la relativa autorizzazione

5. MODIFICA LE IMPOSTAZIONI DEL CONTROLLO. Modifica il livello cui il sistema si

adegua per comunicare eventuali tentativi di intrusioni da parte di soggetti non

autorizzati.

6. OTTIENI WINDOWS LIVE ESSENTIALS.

7. PREPARA ED ESEGUE IL BACKUP.

8. Permette di AGGIUNGERE NUOVI UTENTI (account) se hai le prerogative di

administrator.

Figura 45: Attività iniziali.

Figura 44

114

9. CAMBIARE DIMESIONI DEL TESTO Modifica o migliora la visualizzazione del

desktop.

.

AVVERTENZA: L’uso del flash-disk è oramai comune a tutti gli utenti

del computer. Giova ricordare che è opportuno disconnettere il flash disk

con una procedura raggiungibile sul lato destro del Desktop attraverso

icone che cambiano secondo il sistema operativo usato. In WINDOWS 7

si ottiene cliccando sul’icona a fianco che apre RIMOZIONE SICURA ED ESPULSIONE

SUPPORTI .

Non usando simile procedura si rischia di rendere inutilizzabile il flash disk.

115

5.14 Complementi

5.14.0 Gestione delle memorie di massa.

Nella descrizione dell’ hardware del computer sono stati

introdotti gli strumenti di memorizzazione di massa che

chiameremo genericamente dischi.

Tra le memorie di massa vi sono i dischi rigidi, i flash-

disk, gli ormai obsoleti floppy disk ed altro.

Le memorie di massa sono considerate da WINDOWS

cartelle.

In questo paragrafo descriveremo brevemente alcune

procedure che il sistema operativo può effettuare sui dischi e che tu dovrai eseguire

anche se talora la preparazione del disco è fatta dal fabbricante.

La gestione dei dischi comprende la loro preparazione a

ricevere i dati (formattazione), la suddivisione del disco in cartelle logiche, la copia di

un disco su di un altro disco, la copia dei file tra diverse cartelle, ed altre procedure di

vario interesse.

5.15 Utilità del sistema operativo sul disco

In questo paragrafo ti sono presentate le principali utilità

per la manutenzione del disco locale genericamente

conosciuto come disco rigido..

Le prime due rendono più efficiente il tuo lavoro al

computer: la liberazione di spazio su disco e

l’avvicinamento delle parti (cluster) di un file, aiutandoti nel

lavorare con più ordine e più rapidamente.

La terza utilità ti consente di evitare perdite del lavoro

che stai eseguendo e anche questa è un contributo alla tua

efficienza. Ti consiglio di eseguire il backup spesso

assieme alle utilità di Pulitura disco e deframmentazione.

Gli Hard Disk attuali sono strumenti meccanici soggetti a rottura. I flah-disk, in via di

introduzione anche per grandi volumi di dati possono anch’essi divenire inutilizzabili

Figura 46: Floppy disk.

Figura 47. Formattazione.

116

5.15.1 Preparazione della memoria di massa.

Le memorie esterne, chiamate del sistema volume, sono uno strumento di

memorizzazione; È prudente quando si usa una memoria nuova, verificare la sua

integrità, utilizzando la procedura di formattazione, figura 47.

Tale procedura

Prepara la memoria a ricevere i dati34

Esclude eventuali settori non affidabili, riducendo lo spazio disponibile 11.

Permette di assegnare un’etichetta.

Se esistono cancella tutti i dati presenti.

Per effettuare la formattazione in WINDOWS segui la procedura seguente

o Clic col tasto destro sull’icona del disco, che puoi trovare tra le risorse del

computer o sul desktop.

o Sulla tabella che compare clic su FORMATTA …

o Compare la tabella di figura11 nella quale puoi attribuire un’etichetta al

volume.

o è possibile scegliere la FORMATTAZIONE VELOCE che non cancella

completamente i file ma rende lo spazio da essi occupato soprascrivibile. La

procedura veloce non cancella i virus presenti sul volume.

o Infine il sistema operativo ti avvisa sui rischi della formattazione e ti chiede

conferma. Se confermi la formattazione avviene.

La formattazione del disco rigido di avvio del computer è riservata ad un utente

esperto che deve disporre dei programmi usati dall’utente del computer (sistema

operativo, programmi applicativi, antivirus …).

Esistono programmi che fanno una copia speculare del disco rigido di avvio

permettendo il ripristino delle condizioni di avvio di un computer in cui si è stati

costretti a formattare il disco rigido. Evidentemente con tali programmi sono copiati

anche i virus che non si è riusciti ad eliminare.

5.15.2 I formati di formattazione

La formattazione dei dischi (hard disk, floppy disk, flash-disk) può essere eseguita

in file system FAT 16, FAT32, NTFS.

34

Generalmente le memorie di massa sono distribuite già pronte per ricevere i dati.

117

FAT è l’ acronimo di File Allocation Table, NTFS è l’ acronimo di New Technology

File System.

Nella realtà fisica il disco è suddiviso in caselle (cluster: gruppo di dati in un disco)

di dimensioni fisse: i byte memorizzabili in un cluster dipendono dalla formattazione e

dal sistema operativo usato.

La dimensione fissa dei cluster e il sistema di memorizzazione costituisce uno dei

motivi della limitazione del numero di byte che si possono memorizzare in un disco.

Infatti, la FAT ed NTFS contrassegnano i cluster come occupati appena in esso ci sia

memorizzato anche un solo byte. Un file con numero di byte pari a 3 cluster e mezzo

in realtà ne occupa quattro. Di qui l’importanza di avere cluster di piccole dimensioni.

La formattazione FAT16 permette cluster di 16 byte, la FAT32 e NTFS di 4 byte.

Evidentemente lo spazio è sfruttato meglio con cluster di piccole dimensioni.

I suddetti formati spesso non sono tra loro compatibili, non si può leggere con il file

system FAT 32 un file salvato in NTFS.

5.16 Recupero di memoria sul disco e conservazione dei dati.

Dopo avere usato per un lungo periodo il computer ed aver salvato e cancellato

file di ogni tipo, il tuo disco conterrà file di ogni tipo, alcuni di essi non ricorderai

nemmeno di cosa parlano.

Inoltre l’installazione e la cancellazione di programmi, l’accesso ad Internet e le

attività varie per le quali avrai usato il tuo computer avrà contribuito a creare file di tipi

disparati che inevitabilmente occuperanno la memoria del tuo disco.

Tutto ciò rallenterà l’accesso ai file e potrebbe anche riempire il tuo disco col

risultato di non poter registrare nuovi file.

Inoltre i file che hai registrato potrebbero guastarsi e non essere più recuperabili.

Infine potrebbe verificarsi la

rottura del disco o peggio del

computer, con la perdita di tutto il

tuo lavoro.

I due inconvenienti che ti ho

presentato hanno trovato nel

sistema operativo programmi di

soccorso chiamati Utilità del sistema operativo.

Figura 48

118

5.16.1 Pulizia del Disco.

Nell’uso del computer si generano spesso file non necessari e non richiesti

dall’utente, essi occupano spazio sul disco rigido, rallentano la ricerca dei file e

indirettamente rendono meno efficace la deframmentazione di cui parleremo in

seguito.

File usati per l’installazione dei programmi che dovrebbero essere cancellati alla

fine dell’istallazione, ma talvolta non lo sono.

File che vengono generati al trasferimento di un file.

File che tu stesso ti sei dimenticato di cancellare anche se non li usi da tempo

immemorabile.

Per eliminare tali file puoi usare la procedura Pulitura Disco, figura 48.

Da START TUTTI I PROGRAMMI ACCESSORI UTILITÀ DI SISTEMA

PULITURA DISCO.

In WINDOWS 7 la procedura PULIZIA DISCO è talora disponibile direttamente nel

menu di START

Oppure con un clic destro sul nome del disco

che vuoi ripulire seleziona PROPRIETÀ

PULITURA DISCO.

Dopo l’esplorazione del disco da parte del

programma, compare la figura 49 che presenta

un elenco delle categorie dei file non

indispensabili che puoi eliminare. Seleziona con

le categorie dei file da eliminare e procedi con

OK, confermando la tua decisione alla richiesta

del programma.

Se vi sono più dischi il programma chiede il

nome del volume/disco da esaminare.

Al termine dell’operazione preceduta da una

finestra di dialogo, il programma si chiude senza ulteriori avvisi.

Il programma funziona a livello locale e non su file in rete.

OSSERVAZIONE. In NTFS fra le possibilità offerte dal programma puoi scegliere

la compressione dei file obsoleti ossia file non utilizzati per un determinato periodo:

tale procedura conserva i file riducendo lo spazio occupato su disco.

Figura 49

119

NOTA: I cookie35 non sono considerati dal programmi file inutili, per eliminarli devi

accedere a RISORSE DEL COMPUTER DISCO LOCALE DOCUMENT AND SETTIGS

IL TUO COMPUTER COOKIES ed elimina manualmente i file in essa contenuti.

Fra i rimedi dell’eccessivo spazio occupato nel disco, puoi usare la pulitura del

disco che segnala ed elimina se dai il tuo assenso, file obsoleti o comunque inutili tipo

alcuni file temporanei.

5.16.2 Frammentazione e deframmentazione

Il sistema operativo gestisce gli strumenti di memorizzazione suddividendo lo

spazio disponibile in cluster, gruppo, o pacchetti di memorizzazione.

Ogni cluster può essere assegnato ad un solo file anche se non è riempito.

Il processo di memorizzazione avviene come noto casualmente ossia il programma

cerca i cluster liberi inserendovi un file o parte di esso.

La cancellazione di file, la riscrittura, la copia, ecc. fa si che vi siano cluster liberi tra

cluster occupati da un file esistente. Ad una successiva memorizzazione di un file il

sistema cerca i cluster liberi occupandoli senza preoccuparsi che siano tra loro vicini..

Ciò provoca la frammentazione dei file memorizzati in un disco con conseguente

ritardo nell’accesso ad un file.

Tra le principali cause della frammentazione dei file ricordo:

Installazione, Disinstallazione, Aggiornamento di software.

Copia, eliminazione di file.

Uso di programmi che fanno spesso ricorso a file temporanei.

Il file system NTFS tenta di evitare in sede di memorizzazione la frammentazione

eccessiva con un particolare processo di allocazione dei file.

Se comunque la frammentazione dei file diviene eccessiva, occorre avviare la

procedura di deframmentazione.

5.16.3 Proprietà della deframmentazione

35

Particolari file generati da accessi a siti che memorizzano le caratteristiche dell’utente per

accelerare accessi successivi..

120

Prima di eseguire l’utilità considerata in

questo programma è opportuno tu esegua il

programma di pulitura disco.

Per avviarla da START : PROGRAMMI

ACCESSORIO UTILITÀ DI SISTEMA

UTILITÀ DI DEFRAMMENTAZIONE DISCHI.

Seguire le istruzioni a video.

In Windows 7 puoi ottenere la

deframmentazione cliccando su disco col

tasto destro e scegliendo ESEGUI DEFRAG dalla scheda delle proprietà, figura 44.

Fra i limiti della deframmentazione riportiamo i principali, rinviando a

documentazioni specialistiche per ulteriori notizie.

Per eseguire la deframmentazione è necessario mediamente almeno il 30% dello

spazio disponibile sul disco contenente i file da deframmentare.

È necessario essere utente con privilegi di amministratore.

Agisce solo si volumi (dischi) locali non di rete.

Se usi il computer frequentemente, è consigliabile usare la deframmentazione

almeno una volta al mese, anche se tale periodicità è legata all’uso del computer.

La deframmentazione è consigliabile farla dopo l’installazione e l’aggiornamento

del software, compreso l’aggiornamento del sistema operativo.

Il programma di deframmentazione esegue l’analisi del disco per valutare la

percentuale di frammentazione: Al termine di tale analisi il programma ti consiglia se

sia opportuno o meno eseguire la deframmentazione.

Il programma di analisi ti comunica anche altri dati relative a cartelle e file.

Dopo aver avviato la deframmentazione compare la figura 43 o una sua

semplificazione..

Osserva le condizioni del disco prima e quando è stato eseguito il 93% del

programma. Alcuni file non possono essere spostati. Ciò può dipendere da esigenze

del sistema operativo o da inadeguatezza del programma.

5.16.4 La conservazione dei dati.

Come sai qualsiasi attività svolta al computer è persa se non viene memorizzata in

memorie di massa siano dischi rigidi, dischetti, CD, DVD, flash disk. o nastri.

Figura 50: Disco prima e dopo la formattazione.

121

Tali strumenti di memorizzazione sono soggetti a guasti ed il recupero dei dati da

una memoria che si è guastata oltre che costoso, talora risulta impossibile.

Naturalmente l’informatica non poteva rimanere indifferente a tale problema e ne

ha proposto la risoluzione con l’utilità di backup.

Ciò non esclude ed io te lo consiglio caldamente il salvataggio dei file importanti in

più di un disco: il flash disk è forse lo strumento più usato ma poui rsare un CD od un

DVD. L’unità di masterizzazione è oramai presente in quasi tutti i computer.

Copie si possono fare anche su dischi rigidi esterni.

Vedi a tale proposito le procedure copia disco, salva con nome, invia file, ecc.

5.16.5 L’utilità di Backup.

Il backup è un’utilità (programma di sistema) da eseguirsi periodicamente, per

conservare i dati in memorie di massa esterne al computer in uso e per poterli

recuperare (ripristino) se per un qualsiasi evento non prevedibile, il disco in uso si

guasta e non è più leggibile.

La frequenza del backup dipende dalla mole e dall’importanza dei dati usati per il

tuo lavoro e dall’uso che dei dati viene fatto.

Generalmente si esegue il backup una volta al giorno al termine della giornata

lavorativa.

È possibile infatti programmare il backup in

modo che esso venga eseguito in momenti

prestabiliti, senza l’intervento dell’utente.

Il programma di backup e/o ripristino dati è

disponibile su Windows dal menu START con i

comandi : PROGRAMMI ACCESSORI UTILITÀ

DI SISTEMA BACKUP.

In Windows 7 puoi ottenere la

deframmentazione cliccando su disco col tasto

destro e scegliendo ESEGUI BACKUP dalla

scheda delle proprietà, figura

Il backup è riservato generalmente

all’Administrator, tuttavia è possibile chiedere

all’amministratore di essere ammessi tra i

membri dei Backup Operators.

Figura 51: Proprietà disco.

122

È opportuno, prima di eseguire il backup munirsi di memorie di massa necessarie.

All’avvio del backup ti viene presentata una tabella con l’elenco delle cartelle e dei

file presenti nel disco rigido. Devi selezionare con un clic del mouse gli elementi che

vuoi sottoporre al procedimento.

Inserisci il disco o in sequenza, i dischi su quali eseguire il backup.

Prima di esaminare i principali tipi di backup disponibili, rilevo che tutti i file al

momento della creazione o modifica sono contrassegnati da un bit di archiviazione.

Puoi eseguire diversi tipi di backup:

Completo, denominato in Windows XP NORMALE. Esegue il backup di tutti file

contrassegnati e toglie ad essi il bit di archiviazione, segnalando in tal modo che

il file è stato sottoposto a backup. Il backup completo esegue l’archiviazione

anche in assenza del bit archiviazione

INCREMENTALE: Esegue il backup solo dei file modificati dopo l’ultimo backup.

Verifica la presenza del bit di archiviazione che cancella dopo il backup.

COPIA. Esegue il backup indipendentemente dagli altri tipi di backup. Non

verifica il bit di archiviazione. Può essere utile per trasferire in maniera

elementare cartelle o file tra diversi computer36.

GIORNALIERO: è eseguito su tutti i file modificati nel giorno di backup. Non

modifica il bit di archiviazione.

DIFFERENZIALE: è eseguito solo sui file modificati dopo l’ultimo backup completo

o incrementale. Si serve del bit di archivio che non viene però eliminato.

È possibile pianificare il backup utilizzando l’utilità di pianificazione.

NOTA: Non devi confondere il backup con l’utilità che periodicamente memorizza il

file che stai utilizzando, permettendo il suo recupero in caso di malfunzionamenti.

5.16.6. Ripristino

L’utilità di ripristino è collegata al programma di Backup. Risulta particolarmente

utile nel caso che qualche file o cartella si deteriorino per eventi imprevedibili.

Si tratta di un’utilità inversa a quella del Backup. Si ottiene selezionando i file o le

cartelle da ripristinare nella scheda di backup e seguendo le istruzioni a sullo

schermo.

36

Windows prevede una procedura particolare per trasferire i file tra computer diversi 7dosi di un

cavo particolare o della rete intranet (interna all’azienda) o inernet.

123

5.16.7 Ripristino del sistema

Windows XP crea e memorizza nel disco rigido, ad intervalli di 24 ore dei Punti di

arresto detti anche punti di Ripristino.

Nel punto di arresto è memorizzato lo stato del sistema. In qualsiasi momento, se il

sistema per modifiche introdotte dall’utente tipo

l’installazione di un nuovo programma, di una

periferica diviene instabile, è possibile ritornare

alla situazione precedente la modifica avviando da

START TUTTI I PROGRAMMI ACCESSORI UTILITÀ

DI SISTEMA RIPRISTINO CONFIGURAZIONE DEL SISTEMA.

Evidentemente tale operazione cancella le informazioni sul programma appena

installato dal Registro di sistema: pur lasciando il programma memorizzato che dovrà

essere cancellato manualmente.

È possibile creare manualmente Punti di arresto:

è consigliabile farlo prima di una installazione

significativa. In figura la selezione possibile da

RIPRISTINO …

Le modifiche introdotte dal ripristino del sistema

sono totalmente reversibili.

Nota: lo spazio riservato da Windows sul disco locale per la memorizzazione del

punto di arresto è limitato: essi devono quindi essere periodicamente cancellati

utilizzando l’utilità Pulitura disco.

5.16.8 Trasferimento dei file e delle impostazioni tra due computer.

Oltre alle utilità appena enunciate, in

WINDOWS XP sono presenti altre utilità

che è opportuno tu conosca anche se

non saranno spiegate nei dettagli.

Permette guidandoti, il trasferimento

attraverso diversi mezzi.

Un cavo seriale null-modem

Una rete intranet (locale).

Una rete internet

Figura 52. Ripristino.

Figura 53

Figura 54

124

L’utilità si puoi ottenerla con START TUTTI I PROGRAMMI ACCESSORI UTILITÀ

DI SISTEMA TRASFERIMENTO GUIDATO file ed impostazioni

Con questa utilità puoi ottenere il trasferimento tra due computer: mittente e

destinatario, .di tutte le impostazioni ed i programmi presenti nel mittente.

Naturalmente entrambi i computer devono avere installato Windows.

In tal modo in caso di cambio del computer non è necessario reimpostare tutte le

procedure.

È inoltre possibile partire da un server, creare un insieme di computer gemelli,

ossia aventi le stesse caratteristiche.

Puoi utilizzare per i trasferimento anche un disco se sufficientemente capiente, tipo

CD scegliendo quando richiesto Altro …

Per ulteriori istruzioni ti rimando alle istruzioni in linea.

5.16.9 Pianificazione delle Utilità di sistema.

Permette di far eseguire periodicamente programmi siano essi applicazioni o utilità.

Tipica la pianificazione del backup in momenti prestabiliti senza l’intervento

dell’utente.

5.14.3. Recupero file deteriorati.

La procedura di deframmentazione provvede nel corso della verifica a tale

operazione.

5.14.4. UAC.

Già presente in Vista UAC è stato conservato in WINDOWS 7, ma è meno

invadente. Nel capitolo 4 ne è stato trattata la sua azione. Ti rimando quindi a tale

capitolo.

Qui basta accennare che esso impedisce l’esecuzione di programmi considerati

non innocui tra cui molti dei programmi gratuiti reperibili in rete.

Può essere eliminato con azioni sul registro di WINDOWS.

125

ESERCIZI .

ES. 1. Copia di un file su di un supporto esterno al computer o su cartelle

diverse.

In questo esercizio sarai guidato a svolgere alcune operazioni su File, Cartelle e

dischi. Come esempio hai la cartella del libro, tuttavia se hai seguito con attenzione le

lezioni ed il libro, dovresti essere in grado di ricrearti una base diversa per svolgere la

procedure suggerite.

Riporto un esempio della procedura da seguire e della pagina di WINDOWS usata

(Cartella lettere di WINDOWS 2000). Evidentemente mutatis mutandis tale procedura

può essere seguita in ogni occasione.

Clic col tasto sinistro successivamente su:

Risorse del computer Disco rigido (nell’esempio D) Documenti Giovanni

Lettere

Clic col tasto destro sul file prescelto il file viene selezionato e compare un menu

con varie procedure.

La procedura Invia a apre un menu dal quale scegliere tra le destinazioni

Desktop (collegamento) - Destinatario posta - Disco rimovibile – Disco Floppy –

Documenti - ecc.

Le destinazioni che compaiono sono quelle disponibili sulla macchina virtuale

(computer + sistema operativo) usata in quella sessione di lavoro.

Con Desktop si crea un collegamento sullo schermo di un file o di un programma

che può essere usato per aprire il file stesso. Oppure per copiare il file in cartella

diverse.

La richiesta cui devi rispondere è proprio trasferire il file tra cartelle diverse. Quindi

Puoi anche spedire il file ad un amico: con Destinatario posta si apre il programma di

posta elettronica per l’invio del file ad altri.

Le altre destinazioni sono intuitive.

Nota che sul Desktop compare un collegamento non il file.

126

Es. 2. Copia di un file su di un supporto esterno al computer o tra cartelle

diverse

Se nel tuo computer non hai ancora suddiviso la cartella documenti in cartelle

diverse questo è il momento per cominciare: crea le opportune cartelle e seguendo i

suggerimenti dell’esercizio suddividi i tuoi file in cartelle diverse secondo le

caratteristiche del contenuto..

In questo esercizio ti si richiede di gestire un file a partire dallo schermo del

computer. Quindi ti devi trovare col computer acceso che presenta lo schermo con le

icone di Windows (Desktop)

Devi accedere alla cartella Documenti del tuo computer, o ad una cartella che

contenga al suo interno diverse cartelle e file. Segui le procedure di seguito indicate

Clic col tasto sinistro successivamente su37:

Risorse del computer Disco rigido (nell’esempio D) Documenti Tua

cartella personale Lettere (o altre cartella del tuo dominio).

Clic col tasto destro sul file prescelto il file viene selezionato e compare un menu

con varie procedure.

La procedura Invia a apre un menu dal quale scegliere tra le destinazioni

Desktop (collegamento) - Destinatario posta - Disco rimovibile – Disco Floppy –

Documenti - ecc.

Le destinazioni che compaiono sono quelle disponibili sulla macchina virtuale

(computer + sistema operativo) usata in quella sessione di lavoro.

Con Desktop si crea un collegamento sullo schermo di un file o di un programma

che può essere usato per aprire il file stesso. Notiamo che si tratta di un collegamento

e non di un file.

Con Destinatario posta si apre il programma di posta elettronica per l’invio del file ad

altri.

Le altre destinazioni sono intuitive.

Devi anche trascinare file diversi nelle cartelle cui sono afferenti per far ciò: clic col

tasto sinistro e tenendo premuto il tasto sposta il mouse su una cartella ottenendo

così il trasferimento del file prescelto all’interno della cartella individuata

37

Se nel tuo computer non ha ancora suddiviso i documenti tra cartelle diverse questo è il

momento per cominciare: crea le opportune cartelle e seguendo i suggerimenti dell’esercizio suddividi

i tuoi file in cartelle diverse.

127

ES. 3

Apri la cartella documenti e crea all’interno di essa tre cartelle di nome

Lezione

Vacanze

Amici

Suddividi la cartella Lezione in alcune sottocartelle con il nome ricavato dalle materie del tuo

corso di studi.

La cartella Vacanze devi suddividerla in sottocartelle il cui nome sia quello delle

città che hai visitato nell’ultimo anno.

La cartella Amici devi suddividerla in maschi e femmine.

Quest’ultima parte puoi svilupparla dopo aver appreso l’uso di Word:

Nelle cartelle maschi e femmine inserisci dei file il cui nome è quello dei tuoi amici

ES. 4

Completa il disegno seguente con le cartelle mancanti dell’esercizio 1: (puoi svolgere

l’esercizio con carta e matita o con WORD )

Documenti

Lezioni

Vacanze

Torino

Venezia

Amsterdam

Amici

Carlo

Giuseppe

ES 5:

Osserva con attenzione le procedure che ti sono richieste, rispondendo alle

domande: Cosa succede formattando un dischetto?

Cosa succede nella copia tra due dischi

Formatta e con etichette Disco_1 e Disco_2 due dischetti:

Nel primo dischetto copia alcuni file dal disco rigido.

Usa la procedura copia disco per copiare il contenuto del Disco_1 su Disco_2

128

Da sviluppare eventualmente dopo aver appreso l’uso di WORD

ES 6:

Utilizzando un dischetto sul quale hai salvato e cancellato molti documenti,

intervieni su di esso con l’utilità di deframmentazione, che trovi ciccando col tasto

destro del mouse sull’unità proprietà strumenti deframmentazione

ES. 7.

Utilizza ora un dischetto con un solo documento ed usato una sola volta, intervieni

su di esso con l’utilità di deframmentazione, che trovi ciccando col tasto destro del

mouse sull’unità proprietà strumenti deframmentazione.

Osserva attentamente le istruzioni ed i consigli che appariranno a video e stendi

una breve relazione su quanto osservato.

ES. 8

Scrivi un documento e verifica l’azione della protezione a mezzo Password sia di

accesso che di modifica.

a. Salvalo utilizzando gli strumenti di inserimento della password.

b. Prova la correzione ed il salvataggio del file sia con nome originario sia con un

nome diverso.

c. Prova ad utilizzare un file in sola lettura.

d. Quanto ti suggerisce la tua creatività.

Domande

1. Ricorda e descrivi almeno cinque procedure del sistema operativo.

2. Quale è lo scopo della formattazione di un disco?

3. Quali sono le conseguenze della formattazione di un disco?

4. Cosa significa FAT?

5. Quali sono i formati della formattazione?

6. Il file system NTFS introduce una procedura utile alla sicurezza. Quale?

7. Cosa significa crittografia di un file?

8. Una cartella può servire a?

129

9. Cos’è una cartella virtuale? Quale sistema operativo l’ha introdotta?

10. Quanto spazio occupa una cartella?

11. Come si denomina un file?

12. Dove sono salvati di impostazione predefinita i file?

13. Cos’è la frammentazione di un disco?

14. Come opera la deframmentazione?

15. Parla del backup e del ripristino di un disco e/o di un file?

16. Si può fare il backup di alcune cartelle di un disco (non tutte)?

17. A cosa serve il filetype di un file?

18. Si può cambiare il filetype di un file?

19. Quali le conseguenze del cambio del filetype di un file?

130

131

Capitolo 6

Il formato dei file

6.1 Prefazione

Il file è un raccolta ordinata di

informazioni codificate.

Nel DOS ed in Windows la regola

per leggere e rappresentare sullo

schermo e sulla carta, il file, ossia il

programma che lo ha generato e che

può leggerlo, è individuato da un

suffisso formato da un punto e

tre/quattro lettere, che seguono il

nome del file.

Tale suffisso in informatica

assume il nome di estensione in

italiano, pur essendo preferibile la

forma inglese filetype che da un’idea dello scopo del suffisso. Nei capitoli precedenti è

stato usato il termine inglese filetype.

Il filetype rappresenta quindi il

tipo di file ed il suo formato.

È possibile cambiare il

filetype, ma il sistema operativo

potrebbe non individuare il

programma col quale aprire il

file.

Vi sono particolari programmi

quali ad esempio WORDPAD

che permettono di leggere file

indipendentemente dal loro

filetype. Figura 56: Lettura file.

Figura 55

132

Nel DOS il filetype è sempre visibile dopo il nome del file.

In WIDOWS dalla versione 95 in poi il filetype può essere non visibile, ma è

comunque presente. Posizionandosi col cursore sul nome del file compare la

descrizione del file con il nome del programma che lo ha generato e con lo spazio che

esso occupa sulla memoria di massa.

Per poter vedere il filetype devi accedere al pannello di controllo ed aprile la

scheda opzioni cartella, figura 1. Togliendo la spunta su NASCONDI L’ESTENSIONE PER

I TIPI DI FILE CONOSCIUTI, i file appariranno col loro filetype, chiamato in italiano

estensione.

Nello sviluppo dell’informatica il numero dei formati e dei filetype dei file ha

raggiunto un numero elevato, dovuto all’impiego del computer per i compiti più diversi.

È impossibile citarli tutti, mi limito a evidenziare le caratteristiche dei formati più

usuali.

6.2 Apertura di file di formato sconosciuto.

Talora si ricevono file di cui non si conosce il formato o il cui formato che puoi

individuare dal filetype sconosciuto.

In tal caso puoi usare la procedura Apri con … appare una cartella da cui puoi

scegliere il formato che ritieni più opportuno. Se la scelta è oculata il file si apre

regolarmente nel nuovo formato da te scelto. Naturalmente un file grafico deve essere

aperto con programmi per la grafica.

Tale procedura è applicabile anche ai file in Formato OpenDocument.

La versione 2007 di Office permette l’apertura e la scrittura di file OpenDocument e

la creazione di file PDF.

6.3 Formato dei file.

Consideriamo alcuni formati di file ed esaminiamo le loro caratteristiche.

Distinguerò i file generici generati da programmi tradizionali, tipo file di documenti

di MS OFFICE, file comunque che non hanno bisogno di metodi di salvataggio

particolari, ed i file che date le loro caratteristiche, richiedono per essere memorizzati

e rappresentati particolari metodi.

Alcuni formati sono proprietari ossia sono utilizzabili solo con autorizzazione della

società che li ha creati. Tra essi molti file grafici, musicali, per la televisione.

133

Non è possibile esaminare tutti i formati dei file usati nell’informatica; ciò

richiederebbe una trattazione specifica. In questo capitolo esaminerò solo i formati più

usuali e che talora sono citati nella pagine del volume che hai tra le mani.

Un testo, come insieme di caratteri è evidentemente la forma più semplice e

tradizionale della comunicazione.

In tali file possono essere inseriti grafici e particolari procedure dette macro.

Generalmente qualunque tipo d file di testo è scrivibile, leggibile e salvabile su

memoria di massa con programmi generici, tipo WORDPAD, Blocco note, editor di

testi. Le versioni do Office precedenti la 2007 hanno formati specifici, binari, per i loro

file e richiedono per essere letti l’uso di programmi che li hanno generati.

Esistono anche file contenenti macro, tipo ACCESS, EXCEL, PROJECT i cui file

richiedono programmi specifici.

Esistono filetype per file di testo, grafica vettoriale e bitmap, file compressi, file

musicali, per la televisione, file eseguibili, file di sistema, . ecc.

Si può identificare il file anche attraverso altre specifiche rilevabili all’inizio del file

così come avviene ad esempio col MacIntosh.

Esistono file in cui il formato è identificato di primi bit del file, anziché dal filetype.

6.3.1 Denominazione dei file

I dati implementati con un qualsiasi programma sono raccolti in file il cui nome è

composto di due termini separati da un punto (filename.flt)

Il nome, filename, dei file può essere al massimo di 255 caratteri; generalmente

filetype è attribuito dal programma ed ha lunghezza di tre, quattro o cinque caratteri.

Tabella 1

Tipo di file Filetype - Estensione Esempio

File di sistema .sys config.sys

File di esecuzione di procedure del sistema operativo

.bat autoexec.bat

File di programmi .exe Word.exe

File di testo (testo non organizzato)

.txt prova.txt

File di Word .doc .docx .docm libro.doc

File di Excel .xls .xlsx .xlsm Carte1.xls

File di Access .dbf .accdb Elenco.dbf

File di HTML – Pagina WEB. Formato pagina

.htm

.html Rete.htm Rete.html

File grafici .jpg .bmp .tif .prg Figura.bmp

File di formato pagina .pdf Leggi.pdf

134

Il filename composto di lettere o simboli esclusi.\ > < * ? “ | : ;

Filename può essere composto di 8 caratteri in DOS e 255 caratteri in WINDOWS.

Filetype (detto in italiano estensione) individua il formato e indirettamente il

programma che ha generato il file.

L’estensione (filetype) di un file dipende dal programma che lo ha generato. È

necessario fare attenzione all’estensione di un file, essa individua nel caso di file di

dati, il programma utile ad aprirlo. L’estensione del file esiste sempre anche se in

WINDOWS spesso non compare ma viene apposta automaticamente.

Questo fatto se ignorato può rendere difficile il recupero e l’uso di alcuni file, anche

se le più recenti versioni di WINDOWS cercano di porre rimedio all’imperizia

dell’utente.

L’estensione permette a WINDOWS di collegare un file al programma che lo ha

generato. Se si desidera rinominare un file occorre fare attenzione a non cambiare il

filename/estensione dello stesso.

Particolare cura va posta nell’estensione dei file del linguaggio HTML che talora

hanno estensione .html nei programmi più vecchi e .htm nei programmi aggiornati.

Evidentemente l’estensione diversa può rendere la chiamata (link) della pagina non

eseguibile.

6.3.2 File generici.

I file cosiddetti generici sono raccolte di informazioni che non richiedono tecniche

dedicate. Distingueremo i file secondo il loro filetype, che li caratterizza e richiede

programmi spesso dedicati.

.rtf Formato di file utilizzato fino a poco tempo fa per lo scambio di documenti tra

piattaforme diverse. Oramai obsoleto e sostituito con vantaggi da file HTM / HTML,

PDF.

.txt Il file di tipo più semplice e che occupa una quantità di memoria ridotta rispetto

ad altri formati di file. Occupando poca memoria è utile per lo scambio di informazioni

in internet e per scaricare file dalla rete. Solitamente è letto da svariati programmi,

tanto da essere usato per la comunicazione tra piattaforme diverse.

Il programma tipico per la sua lettura è il Blocco Note.

Non permette di agire sul formato del testo (formato: paragrafo, carattere,

allineamento, ecc.) e non può rappresentare le figure ed i grafici.

6.3.3 File di OpenDocument

135

OpenDocument è uno standard basato su XML, creato dalla SUN Microsystem,

pubblicamente accessibile ed usabile. Il consorzio OASIS che lo gestisce ha creato

alcune normative per rendere tale formato univoco.

Per quanto riguarda i documenti nel formato OpenDocument38, le estensioni

(filetype) più comuni sono:

ODT (Documento OpenDocument)

ODS (Foglio elettronico OpenDocument)

ODG (Disegno OpenDocument)

ODP (Presentazione OpenDocument)

ODB (Database OpenDocument)

ODF (Formula OpenDocument)

OTG (Modello di disegno OpenDocument)

OTP (Modello di presentazione OpenDocument)

OTT (Modello di testo OpenDocument)

Questo formato è stato adottato da Open Office.org in un insieme di applicazioni

per la gestione aziendale, analoga a quella di Microsoft Office.

La possibilità dell’accesso pubblico e libero, ha spinto parecchi enti governativi tra

cui la Comunità Europea a consigliare il formato OpenDocument nelle comunicazioni

ufficiali.

Per leggere i file in formato OpenDocument la soluzione più facile, è quella di

scaricare ed installare OpenOffice, lo puoi scaricare gratis dal sito ufficiale

http://it.openoffice.org .

Office 2007 della Microsoft supporta OpenDocument, e permette di leggere e

salvare documenti in tale formato.

6.3.4 File di Office fino alla versione 2003.

.doc File generato da WORD che permette la completa formattazione del testo e

delle immagini che sono inserite con particolari procedure. L’occupazione di memoria

dipende dall’insieme delle formattazioni introdotte e dal contenuto del documento. In

38

Puoi trovare una descrizione dettagliata delle modalità d’uso degli OpenDocument in

http://www.pescetti.it/andrea/freesoftware.shtml

136

tale file possono essere inserite figure e grafici con metodi abbastanza semplici. Da

Office 2007 il filetype ha assunto la forma docx , mettendo in evidenza la nuova

forma di costruzione del file che si collega al linguaggio XML.

.dot File generato da un modello di documento. Ha caratteristiche simili a .doc per

quanto riguarda la formattazione. È usato con l’intento di generare la struttura di un

documento personalizzato. .In WORD 2007 assume la forma dotx.

.xls File di un foglio di calcolo EXCEL. Analoghe considerazioni al file .doc

.mdb File usato per la memorizzazione di file di ACCES .

.mpp File di MS Project.

6.3.5 Office 2007 e il formato dei file.

In Office 2007 per i programmi WORD, EXCEL e PowerPoint, è utilizzato il nuovo

formato dei file chiamato Microsoft Office Open XML. Tale formato si basa sul

linguaggio XML.

Il linguaggio XML permette di separare il contenuto del documento dalle sue

proprietà. In tal modo un file di XML può essere letto anche da un qualsiasi editor di

testo, con le opportune procedure. Ciò rende la lettura di un file indipendente dal

programma che l’ha generato. Office 2007 possiede opportuni schemi per creare i file

di un documento, ma il documento può essere letto anche al di fuori di tali schemi.

I programmi già citati usano anche la compressione del file in registrazione e la

decompressione in apertura.

L’uso della compressione, fa si che un documento do WORD, una cartella di

EXCEL, un gruppo di diapositive di PowerPoint In Office 2007 occupino meno spazio

in memoria di quanto ne occupino equivalenti file dei precedenti Office.

Si può arrivare a guadagni di spazio sul disco fino al 70%.

I filetype dedotti direttamente da versioni precedenti di Office si riconoscono per la

presenza di una x alla fine del filitype tradizionale: un documento di word ha filetype

.docx, un modello di word ha filetype .dotx, .xlsx per EXCEL e così via.

Per access il filetype è .accdb.

Per Publisher.è .pub.

6.3.5 Formato UDF

L'UDF (acronimo di Universal Disk Format) è un file system creato nel 1987 per le

esigenze dei CD-RW e dei DVD.

137

Prevede nomi di file con maiuscole e minuscole, con lunghezza massima di 255

caratteri. È stato ottimizzato per utilizzare dati di grandi dimensioni e per minimizzare

la necessità di cambiamenti quando un file deve essere aggiunto o cancellato per

questo motivo è utilizzato da certi software di scrittura a pacchetti CD-R/CD-RW.

Le dimensioni massime dei file archiviabili è di 16 Exbibyte pari a 260 Byte; file più

grandi non possono essere scritti con questo file system.

Il formato UDF è il cosiddetto formato universale, quindi leggibile da

qualsiasi lettore. Vale a dire che scrivi, copi, cancelli file proprio come con un floppy.

I sistemi operativi WINDOWS dovrebbero leggere e scrivere in formato UDF talora

nativamente, e talora con programmi aggiuntivi. Problemi si pongono tuttavia per la

dimensione dei file e per le trasformazioni che subisce lo standard UDF.

6.3.6 File di descrizione di pagina.

I file di descrizione di pagina sono file che si ottengono dal salvataggio di file

ottenuti con programmi di vario tipo.

.pdf File creato con un linguaggio che descrive la pagina di testo ed immagini con

il disegno vettoriale del suo insieme. Generati da programmi particolari che sfruttano

il linguaggio PostScript. L’interesse di tale formato è tale da rendere opportuno uno

studio particolare cui è dedicato un capitolo del testo.

.htm .html file destinati alla descrizione delle pagine del web.

.xml, .xhtm file che rappresentano una evoluzione di .htm, rendono possibile la

costruzione di pagine web con l’introduzione di procedure più evolute quali i richiami

di pagine particolari. Share Point Designer

Questo elenco non può e non vuole essere esaustivo, stante la molteplicità dei

formati e dei relativi filetype creati nel corso dell’evoluzione dell’informatica.

OSSERVAZIONE: In MS Office come in altri insiemi di programmi collegati si è

avuta un’evoluzione nella memorizzazione dei file. Tale evoluzione ha portato a

miglioramenti nell’uso del programma ed a riduzione della memoria utilizzata per la

conservazione del file in memorie di massa. Come conseguenza spesso i file di

programmi di versioni più recenti non possono essere letti da programmi delle versioni

precedenti. Vedi a proposito le istruzioni per il salvataggio e l’uso dei file nei capitoli

dedicati ai singoli programmi.

138

Una particolare menzione merita il formato usato in Office 2007 che ha adottato per

la una versione personalizzata di XML, introducendo procedure non possibili con i

programmi di Office precedenti.

6.4 La compressione dei file

I file compressi39 sono file ottenuti con particolari programmi di compressione che

agiscono sul file su cui sono applicati eliminando informazioni superflue pur

permettendo la ricostruzione del file originale.

Nel caso dei file non grafici, la compressione non è distruttiva

Tralasciando i file grafici, i file compressi hanno diversi filetype. Se il filetype è .exe,

il file si decomprime automaticamente con un doppio clic.

Se il file ha filetype .zip, per decomprimerlo occorre un programma di

decompressione spesso allegato al programma di compressione e individuato dal

termine unzip.

Oltre al filetype .zip, che è il più famoso esistono molti altri filetype relativi a svariati

programmi di compressione dei file.

Ne cito alcuni .7z, BZIP2, GZIP, TAR, CAB, RAR, ARI, CPIO, RPM, DEB, ecc.

Sono reperibili in internet programmi che comprimono i file e programmi “universali”

che decomprimono molti tipi di file compressi.

Una volta decompresso i file ottenuto è utilizzabile per la lettura, la modifica, la

stampa.

Generalmente il file (o il gruppo di file) decompresso è posto nella stessa cartella in

cui si trova il file compresso, ma si può preparare e scegliere una cartella all’uopo.

Il sistema operativo Windows, a partire da Windows XP, ha comunque un comando

per la creazione e l'apertura di archivi compressi (tasto destro del mouse, "Invia

a/Cartella compressa", oppure "Apri con/Cartelle compresse"), anche in formati

proprietari, quali Winzip, WinRar, Win Ace, jZip Ultimate Zip.

Lo ZIP è un formato di compressione dei dati molto diffuso nei computer IBM-PC

con sistemi operativi Microsoft e supportato di default nei computer Apple con sistema

operativo Mac OS X. Supporta vari algoritmi di compressione, uno dei quali è basato

su una variante dell'algoritmo LZW. Ogni file viene compresso separatamente, il che

permette di estrarre rapidamente i singoli file (talvolta anche da file parzialmente

39

Queste informazioni sono tratte direttamente da Wikipedia

139

danneggiati) a discapito della compressione complessiva. Un file Zip si riconosce

grazie all'header "PK" (codifica ascii)

Essendo un formato senza perdita di informazioni (lossless), viene spesso

utilizzato per inviare programmi o file che non possono essere modificati dal processo

di compressione. Nato in ambiente DOS, ha trovato con il passare del tempo validi

concorrenti in altri formati, come ARJ, RAR, ACE o 7z che offrono un rapporto di

compressione maggiore (a volte a discapito della velocità); la sua grande diffusione gli

permette tuttavia di essere considerato uno standard de facto per tali sistemi.

Nei file grafici, spesso la compressione fa parte della procedura di memorizzazione

dell’immagine. Essa si rende indispensabile per la dimensione che generalmente ha il

file grafico.

In questo caso esiste una compressione distruttiva, lossy, e non distruttiva,

lossless.

6.5 Il file grafici

Trattasi di file particolari formati da immagini, fotografie, disegni, grafici di excel,

disegni di WINDOWS, ecc.

Spesso completano un testo e aumentano il livello della comunicazione, nel senso

che il ricevente può subire una maggiore trasformazione con un testo in cui siano

aggiunte forme grafiche opportunamente scelte.

Talora solo l’immagine è fonte di informazione, pensa ad alcune foto o quadri

famosi. Ti invito come utile esercizio a ricercare tali immagini ed a costruire una tua

raccolta con le impressioni che taluni quadri o fotografie hanno suscitato in te e sulle

impressioni che talune foto o quadri hanno suscitato nei soggetti particolari cui erano

dirette.

Nei tuoi studi queste immagini ti sono state probabilmente presentate: lascio quindi

a te il piacere della riscoperta e della scoperta.

6.5.1 Parametri dei file grafici.

La comunicazione si serve di molti mezzi, testo, televisione, fotografia, musica,

testo parlato, disegni, ecc.

Tra questi l’immagine assume una notevole importanza. È quindi utile conoscere

formati, nel nostro caso filetype, e modalità di lettura e stampa di un file di tipo grafico.

Ogni immagine può essere decomposta in punti e l’insieme dei punti compone

l’immagine complessiva.

140

Le immagini possono essere composte con linee, figure geometriche attraverso

equazioni che vengono sviluppate dal processore della scheda grafica.

Nelle immagini vi sono alcuni parametri che ne definiscono il tipo e l qualità.

6.5.2 Profondità di colore o colori rappresentabili.

Dipende dalla risoluzione cromatica che può essere misurata, attraverso i bit per

pixel, quanti e quali colori può avere un'immagine ossia la quantità di colori

visualizzabile per ogni pixel.

Con il termine pixel (picture element) si indica ciascuno degli elementi puntiformi

che compongono la rappresentazione di una immagine per punti nella memoria di un

computer.

L’immagine per punti è chiamata anche immagine raster o bitmap.

Il caso più semplice è quello in cui ad ogni pixel è associato un solo valore (1 bit).

Poiché un bit assume solo 2 valori (0-1), il pixel sarà acceso o spento. L'immagine

così verrà rappresentata in bianco e nero, immagine a 1 bit.

Con 8 bit le combinazioni diventano 256 ossia 28, quindi otteniamo un'immagine a

256 colori, detta anche immagine a 8 bit. Con 16 bit ogni pixel assume uno tra i

65536, ossia 216 , colori disponibili detta immagine a 16 bit; e con 24 bit si rendono

disponibili 16.777.216, ossia 224 colori, oltre 16 milioni di colori, immagini a 24 bit .

6.5.3 Risoluzione.

La sua unità di misura più conosciuta è punti per pollice e individua il numero di

punti presenti in un pollice quadrato di un’immagine.

La risoluzione determina la possibilità di vedere sullo schermo un’immagine, in cui

basta una bassa risoluzione, oppure stampare in cui è necessaria una risoluzione di

almeno 300 punti per pollice.

Può esservi la necessità di ingrandire un’immagine. In tal caso l’immagine per punti

perde di definizione. Infatti il numero di punti per pollice è fisso.

6.5.4 Canale Alpha.

Riferito alla trasparenza. Un canale alfa permette il controllo della trasparenza di un

singolo pixel.. Minore è il valore alfa di un pixel maggiormente visibile il colore del

pixel sottostante. Un pixel con valore alfa pari a zero è completamente trasparente.

141

6.5.5 Compressione.

Il notevole spazio di memoria occupato dai file grafici rende utile la compressione

dei file. Trattasi di un metodo, spesso basato su algoritmi appositamente creati che

riduce lo spazio di memoria occupato da un file.

Vi sono compressioni distruttive che non

permettono l’esatta decompressione del file.

Infatti la compressione toglie alcune

informazioni sull’immagine che la

decompressione non sempre è in grafo di

recuperare.

Vi sono anche le compressioni non distruttive

che conservano le informazioni presenti nel file.

Tali formati nella memorizzazione non

rinunciano alle informazioni per la descrizione

dell’immagine. In tal modo la compressione è

meno efficace.

Lossless significa minore perdita (di

informazione).

Qualunque compressione comporta una

perdita di informazione, i metodi lossless

cercano di equilibrare la compressione con la

conservazione della qualità dell’immagine

Le immagini salvate con un algoritmo di

compressione dati lossless occupano meno spazio nei dispositivi di memorizzazione,

mantenendo quasi inalterata tutta l'informazione originale.

Le immagini memorizzate con un algoritmo di compressione lossy, dissipativo,

subiscono una perdita di informazione, per tanto questa tecnica non è adatta per

salvare le immagini che vengono rielaborate coi programmi di fotoritocco (le continue

modifiche comporterebbero un progressivo degrado dell'immagine ad ogni

salvataggio e riapertura); invece, in virtù delle ridotte dimensioni del file, sono

particolarmente indicate per la trasmissione di immagini o per ridurre le dimensioni di

un'applicazione o di un prodotto da distribuire.

Riportiamo i più noti formati grafici con le loro caratteristiche rispetto alla variabili

citate all’inizio del capitolo.

Figura 57: Ingrandimento (b)immagine vettoriale e (c) bitmat .

142

6.5.6 Formato di file grafici.

Grafica bitmap

La grafica annovera una lunga lista di formati diversi, perché le immagini possono

essere codificate e/o rappresentate in molti modi diversi: inoltre molti programmi di

grafica che trattano immagini associano ai dati grafici veri e propri, un insieme di

informazioni supplementari, per esempio sulla loro rappresentazione.

Nella presentazione di un file grafico assume particolare importanza la sua

definizione, la sua occupazione di spazio, la possibilità di modificare le dimensioni del

grafico senza perdere definizione.

La gratifica bitmap o raster, detta anche grafica per punti, scompone un’immagine

in punti di diversa dimensione per cui la sua risoluzione è definita in punti per pollice.

La grafica bitmap, se viene ingrandita o viene visualizzata su un dispositivo dotato

di una risoluzione maggiore di quella del monitor, perde di definizione.

Una linea che percorre lo schermo trasversalmente se viene rappresentata

utilizzando la grafica per punti viene memorizzata come una sequenza di pixel

colorati disposti a formare la linea. Se provi ad ingrandire una sezione della linea

vedresti i singoli pixel che compongono la linea. Vedi immagine c della figura 3.

Grafica vettoriale.

La grafica vettoriale, definisce l’immagine attraverso equazioni matematiche, la

risoluzione è costante.

Se una linea è memorizzata in modo vettoriale essa è rappresentata da un inseme

di equazioni che parte da un punto identificato con delle coordinate iniziali e termina in

un altro punto definito con delle coordinate finali. Ingrandire una sezione della linea

conserva la visualizzazione dei singoli pixel e la linea è visualizzata sempre con la

massima risoluzione consentita dal monitor, vedi immagine b di figura 3. Le equazioni

in un ingrandimento rimangono equivalenti tra loro.

La descrizione vettoriale delle informazioni grafiche presenta inoltre il vantaggio di

una maggiore compressione dei dati: in pratica una immagine vettoriale occuperà

molto meno spazio rispetto ad una corrispondente bitmap con una riduzione

dell'occupazione di RAM e memoria di massa. Infine l'ingrandimento o la riduzione

143

delle misure del soggetto prodotto in vettoriale non incide in maniera significativa sul

peso dell'immagine stessa.

Riassumendo i principali vantaggi della grafica vettoriale rispetto alla grafica per

punti sono la qualità, la maggiore compressione dei dati e la più facile gestione delle

eventuali modifiche.

6.5.7 Modifica delle dimensioni di un’immagine.

Spesso dovrai modificare le dimensioni di un’immagine. Nella Figura 2 puoi vedere

l’ingrandimento di una parte dell’immagine (a), ottenuta nel caso (b) da un file

vettoriale, e nel caso (c) da un file bitmap.

Le immagini bitmap sono rappresentate attraverso punti di dimensioni più o meno

grandi. Un’immagine costruita da punti per modificare nelle dimensioni deve

modificare la grandezza dei sui punti. Gli effetti di tale operazione, soprattutto per

l’ingrandimento non sempre sono gradevoli.

Le immagini vettoriali sono costruite con la rappresentazione di linee espresse da

equazioni, onde la modifica delle dimensioni agisce sull’equazione mentre le linea

rimane con la finizione iniziale.

6.5.8 La memorizzazione dei file di immagini bitmap

I file grafici per punti possono essere memorizzati attraverso tipologie di file diversi.

La necessità di non impegnare troppo spazio in memoria nella trasmissione e nella

memorizzazione dei file ha portato a metodi di compressione che sfruttando algoritmi

di compressione diversi, gravando in modo differente sul supporto di memorizzazione.

6.6 Tipi di file grafici.

I file non compressi richiedono una quantità di memoria maggiore dei file

compressi a vantaggio di una qualità dell’immagine più elevata.

.tiff

Tagged Image File Format. Il più noto formato grafico fino all’avvento di WINDOWS è

il formato TIFF, Tagged Image File Format, possiede una estesa scala di grigi ma

anche un’ampia profondità di colore40 da 1 bit a 24 bit, supporta il canale Alpha.

Questo formato di file ha richieste di elaborazione minima, non essendo necessari

algoritmi di compressione (in fase di scrittura) e decompressione (in fase di lettura),

40

Si parla anche di tavolozza di colori:

144

tuttavia, mancando di compressione, risulta particolarmente voluminosi, in termini di

spazio occupato su disco (o altro dispositivo di memorizzazione), rispetto agli altri

formati:

Il formato TIFF è largamente utilizzato per lo scambio di immagini fra stampanti e

scanner perché permette di specificare numerose indicazioni aggiuntive

Le immagini possono essere memorizzate, oltre come linee di scansione, anche in

riquadri: questo permette di avere un rapido accesso ad immagini di grosse

dimensioni.

Un file TIFF può contenere immagini divise su più "pagine" (videate), ad esempio si

possono inserire in un unico file tutte le pagine che compongono un fax.

Un file TIFF può essere compresso con metodo lossless.

.raw o camera raw

Tipico formato fotografico che non modifica le informazioni sul file41, utilizzato per

la memorizzazione dell’immagine. In fotografia è usato per foto professionali per la

possibilità di modificare e adattare l’immagine all’uso cui è destinata. Il formato RAW

è un particolare metodo di memorizzazione dei dati descrittori di un'immagine. Ciò

permette di non avere perdite di qualità della

registrazione su un qualsiasi supporto rispetto ai

segnali catturati dal sensore e successivamente dal

processore d’immagine. Non utilizza alcuna

compressione.

Occupa abbastanza memoria ed è presente in

macchine fotografiche professionali o semi professionali. Tuttavia spesso ogni

produttore introduce un formato RAW personalizzato. Richiede programmi particolari

per essere aperto.

Il formato RAW non è visibile immediatamente, richiede per essere visto un

procedimento di creazione di un file, che spesso è un file .jpeg.

.dng

Digital Negative è un formato di memorizzazione di immagini recentemente

introdotto dalla Adobe, che si propone di mettere ordine tra le decine di diversi formati

RAW utilizzati in fotografia digitale. È quindi un formato RAW.

41

In fotografia si chiamano anche negativi digitali, raw in inglese significa grezzo non lavorato..

Figura 58: Trasparenza.

145

.bmp

Bitmap è stato introdotto da WINDOWS. Ve ne sono varie versioni, ma la versione

più usata è la terza.

Possiede varie profondità di colore.

.gif

Graphics Interchange Format. Molto utile per rappresentare immagini sul Web. Per

disegni al tratto, fumetti, fotografie in bianco e nero in cui sono di regola sufficienti 256

colori.

La compressione GIF è il metodo più efficace per ridurre la dimensione dei file per

le immagini che contengono pochi blocchi distinti di colore. La compressione è senza

perdita di informazioni, lossless,

Supporta 256 colori (immagine a 8 Bit) ed il canale alpha ossia la trasparenza,

figura 4.

.jpeg / .jpg

Joint Photographic (Expert) Group è il formato più utilizzato per la memorizzazione

di fotografie. È inoltre il formato più comune sul Web.

Esso offre il metodo efficace per comprimere immagini utilizzando la compressione

con perdita, lossy

Ricorda tuttavia che maggiore è la compressione meno sarà nitida l’immagine dopo

la decompressione.

Colori supportati: 16.777.216 (immagine a 24 bit)

Non è ideale per disegni geometrici, testo o icone, per cui sono utilizzati

comunemente i formati PNG e GIF

La compressione JPEG è il metodo più efficace per ridurre la dimensione dei file

per le immagini a tono continuo. Quindi immagini con molti colori e sfumature di colori.

Modifiche e salvataggi ripetuti fanno perdere di definizione dell’immagine.

È consigliabile conservare il backup dell’immagine originale.

Anche Paint salva nel formato JPG.

Di questo formato esistono formati evoluti con alcuni miglioramenti

.png

Portable Network Graphics, è un formato recente ed è utilizzato per immagini a

colori, i suoi vantaggi sono svariati, tra cui rispetto ai classici GIF e JPEG è una

maggiore profondità del colore.

Colori supportati: 16.777.216 (immagine a 24 bit), supporta il canale alpha.

146

Supporta una compressione senza perdita di informazione, lossless.

.pct

Formato per le immagini per Macintosh.

.eps

Encapsulated PostScripi.. Il file EPS è in un file di testo, scritto nel linguaggio

PostScript che descrive l'immagine e che ne consente la riproduzione perfetta anche

in scala o deformandone le dimensioni. Può contenre immagini vettoriali e raster.

6.7 La grafica vettoriale42

Nella grafica bitmap le informazioni vengono memorizzate attraverso pixel

opportunamente colorati, nella grafica vettoriale le informazioni vengono

rappresentate attraverso un insieme di primitive matematiche che sono punti, linee,

curve e poligoni opportunamente colorati.

I principali vantaggio della grafica vettoriale rispetto alla grafica bitmap sono la

qualità, la maggiore compressione dei dati e la più facile gestione delle eventuali

modifiche.

Tale sistema di descrizione delle informazioni grafiche presenta inoltre l'indubbio

vantaggio di una maggiore compressione dei dati:

Difetti: Un immagine vettoriale molto complessa può essere molto grande e

richiedere un computer molto potente per essere elaborata e le risorse richieste per

trattare l'immagine non sono definibili a priori e quindi ci si potrebbe trovare nella

situazione di non riuscire ad elaborare l'immagine per la mancanza di risorse

sufficenti.

Utilizzi: La grafica vettoriale viene utilizzata moltissimo nell'editoria, nell'architettura,

nell'ingegneria e nella grafica realizzata al computer. Tutti i programmi di grafica

tridimensionale salvano i lavori definendo gli oggetti come aggregati di primitive

matematiche.

Nei personal computer l'uso più evidente è la definizione dei font. Quasi tutti i font

utilizzati dai personal computer vengono realizzati in modo vettoriale, per consentire

all'utente di variare la dimensione dei caratteri senza perdere di definizione.

6.7.1 I formati della grafica vettoriale.

42

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera

147

Quasi tutti i formati vettoriali sono proprietà di ditte specializzate in grafiche

particolari, li citiamo ma rimandiamo per la loro conoscenza alle pubblicazioni delle

softwarehouse produttrici.

.cdr usato del programma CorelDrraw.

.swf Macromedia flash, utilizzato per lòa crezione idi immagini animate per il Web.

La sua lettura richiede il programma Flash Player.

.svg Standard del W3 Consortium43. Si basa sul linguaggio XML, richiede Adobe

SVG Viever

.ai Adobe illustrator

.fh Freehand

.dfx Drawing Exchange Format

.eps format che contiene sia immagini vettoriali che raster. Usto nella stampa.

.pdf Portable Document File; vedi documentazione sul libro.

.psd Adobe Photoshop.

6.8 Formati audio più diffusi

Come nei file grafici il problema è quello della compressione per ridurre lo spazio

occupato da un file nella memoria del computer.

IL primo standard fu quello MPEG (Motion Picture Experts Group). L’elevato

rapporto di compressione accompagnato da il mantenimento della qualità sonora

hanno decretato il successo dei fil MP3.

File MP3

Il file MP3 sfrutta nella compressione principi di psicologia del’ascolto dei file

sonoro. Ad esempio toglie le frequenze del suono oltre le soglie dell’udibilità umana:

in tal modo si può conservare un’udibilità ottimale riducendo lo spazio occupato nella

memoria di un file.

Un CD audio standard può contenere fino a 74 minuti di musica. Un CD registrato

con tecnologia MP3 potrebbe contenere 120 ore di musica.

File Wave

Si basa sulla raccolta di campioni sonori da un brano musicale. Più frequenti sono i

campionamenti più alta sarà la qualità del suono.

43

Si tratta di un’associazione per la visibilità e dei siti Web

148

In analogia a quanto avviene per i file grafici i valori possibili sono legati al numero

di bit utilizzati per memorizzare un campione sonoro.

Ad esempio in un CD Audio sono utilizzati 2 byte ossia 16 bit disponendo di 216

possibili valori per un campione. I campioni per secondo sono 44100.

Combinando le notizie fornite si può dedurre che un’ora di musica occuperà lo

spazio di 635.040.000 byte. Ricorda che un CD può contenere circa 600 MB.

È evidente che un file di tali dimensioni non può essere inviato attraverso internet.

File MIDI

In un file MIDI sono contenute le istruzioni da inviare alla scheda audio per

riprodurre i suoni di un brano in analogia a quanto avviene per i file grafici vettoriali.

Analogamente ai file grafici otteniamo un risparmio notevole di spazio occupato,

ma il suono che otteniamo è legato alla qualità delle scheda audio.

Ad esempio 5 minuti di musica occupano circa 51 KB.

Altri formati di file audio.

AAC, AC3, AIFF, AMR, BWF (Broadcast Wave File), Cda, FLAC, IFF, MID, MKA

(Matroska Audio), MP1 (MPEG-1 Layer 1), MP2 (MPEG-1 Layer 2), MP3, M4a, RIFF,

QuickTime, PCA (Sony Perfect Clarity Audio), RA (Real Audio), RM Ogg, WAV,

WMA, XM MOD, XM, IT, S3M.

6.9 Formati video.

Il problema della compressione che sorge con i file grafici e con i file audio, diviene

essenziale con i file video.

Tabella 2. Alcuni file video.

Un file audio stereo 16 bit

non compresso può occupare

circa 10 Megabyte. Un minuto

di file video standard con

compressione 5:a può occupare 216 mgabyte di memoria.

La qualità migliore, come al solito, si ottiene con file non compressi e la

compressione può ridurre pesantemente la qualità dell’immagine.

TIPO OD ORIGINE FILETYPE

Audio Video Interleaved .avi

Digital video . dv

Motion picture Expert Group .mpg, .mpeg

Filmato quick tume .mov

File Windows Media .mmv , .asf

149

DOMANDE

NOTA: Alcune di queste domande si riferiscono anche a nozioni che apprenderai

durante le lezioni e nei capitoli successivi del libro. Usa il sommario e l’indice analitico

per trovare le risposte.

Quali sono le differenze principali tra un file in formato .doc ed un file con formato

.txt ?

Quale è il filetype del modello di documento.

Richiamando il modello di un documento quale filetype avrà il file richiamato?

Quali sono le caratteristiche salienti del formato OpenDocument?

Quale linguaggio è usato per il formato di Office 2007?

Quali sono i vantaggio ottenuti con l’adozione del formato OpenDocument?

Quale concetto viene privilegiato nell’adozione del formato di Office 2007 e di Open

Office.?

Su quale linguaggio si basano rispettivamente i formati di OpenOffice e Office

2007?

I file di Office 2007 sono compressi nella memorizzazione?

Quali programmi sono stati aggiornati nel formato in Office 2007?

Come descriveresti dal punto di vista formale un file .pdf?

Quale è il filetype di un file HTML?

Quale elemento della comunicazione preferisce l’uso del formato HTML?

Per scaricare un file da internet spesso si usa il formato .txt. Perché?

Quali i vantaggie quali gli svantaggi di un file .txt?

Quali sono le categorie principali dei file grafici?

Quali formato di immagini conosci?

A cosa serve un’immagine nella comunicazione?

La posizione, la forma e le dimensioni dell’immagine in un testo può avere qualche

effetto nella comunicazione?

I file HTML è PDF hanno alcuni elementi in comune. Quali?

Cita le caratteristiche salienti dei file vettoriali.

Cita le caratteristiche che definiscono un file grafico bitmap.

Come si misura la profondità di colore e cosa significa?

Cos’è la compressione.

Cosa significa compressione lossless?

1. Perché un grafico vettoriale occupa poca memoria?

150

2. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di un file RAW?

3. Quale è definizione minima dell’immagine per la stampa?

4. Il salvataggio ripetuto di un file .jpg aumenta o diminuisce la sua definizione?

Perché?

5. Lo sviluppo di un file grafico vettoriale richiede computer di elevata potenza?

Perché?

6. Cita i filetypoe dei file che sfruttano la compressione.

7. Cos’è una compressione distruttiva? Ricorda il suo nome in inglese.

8. Cos’è una compressine non distruttiva? Ricorda il suo nome in inglese.

9. Quando conviene utilizzare il formato TIFF?

10. Quale è il filetype di un file TIFF?

11. La rappresentazione di un RAW è immediata o è necessario trasformarlo in

un file JPG?

12. Il file di testo ed i documenti .doc possono essere compressi? Con quali

vantaggi?

13. Cos’è la trasparenza?

14. Quali possibilità offre il canale Alfa?

15. Quali formati supportano la trasparenza dei pixel?

16. La compressione dei file .doc è distruttiva?

17. La modifica delle dimensioni di un’immagine bitmap ha effetto sulla sua

rappresentazione.

18. Perché conviene fare il backup dell’immagine jpg?

19. Quali formato di file audio conosci?

20. Quali sono le caratteristiche di un file audio?

21. Perché conviene comprimere un file video?

22. Ricorda le dimensioni mediedi un file video e di un file audio.

23. Quale metodo viene usato nella preparazione dei CD in commercio?

24. In un CD quanti minuti di musica sono mediamente memorizzati utilizzando

il sistema WAWE? Quanti utilizzando il sistema MP3?

25. Cosa ti suggerisce il termine MIDI?

26. Per stampare una figura od un grafico occorre una immagine ad alta

definizione?

27. Quale è la definizione minima di un file grafico usato per la stampa?

151

28. Quale è la definizione necessaria per rappresentare un file grafico sullo

schermo?

152

153

Capitolo 7. OFFICE 2007 e WORD.

7.1 INTRODUZIONE AD OFFICE SYSTEM 2007

Le novità introdotte con Office System 2007 richiedono una prima

introduzione, cui farà seguito nei capitoli ad esso dedicati le specifiche

procedure per la creazione di modelli di documenti.

7.1.1 Il formato dei file.

Il formato dei file è basato sul linguaggio XML, Extensible Markup Language, o

meglio in una sua versione chiamata Open Office XML Tale formato è evidenziato

dalla modifica del filetype, che consiste nell’aggiunta di una x alla fine del filetype dei

delle versioni precedenti: documento.doc diviene documento.docx, ecc.

Il nuovo formato non è leggibile dai programmi di Office delle precedenti versioni.

Se utilizzi una versione di Office

precedente la 2007, per leggere e

modificare un file scritto con la versione

2007, devi utilizzare un apposito

programma di conversione dei file

scaricabile da

http//www.microsoft.com/italy/, che

permette tale procedura.

Richiamando un documento di Office

di versione precedente alla 2007, tutti i programmi vengono aperti con il formato di

Office 2007.

Se l’utente non richiede il salvataggio in modalità 97-2003 il sistema operativo usa

il formato predefinito di Office 2007, filetype .docx, xlsx, ecc.,

Documento Word 97 – 2003 usa i formati delle precedenti versioni di Office

evidenziati dal filetype .doc, .xls, ecc.

Figura 60

Figura 59

154

7.1.2 L’uso del linguaggio XML in Office.

In Office 2007 per i programmi WORD, EXCEL e PowerPoint, è utilizzato il nuovo

formato dei file chiamato Microsoft Office Open XML. Tale formato si basa sul

linguaggio XML.

Il linguaggio XML permette di separare il contenuto del documento dalle sue

proprietà. In tal modo un file di XML può essere letto anche da un qualsiasi editor di

testo, con le opportune procedure. Ciò rende la lettura di un file indipendente dal

programma che l’ha generato. Office 2007 possiede opportuni schemi per creare i file

di un documento, ma il documento può essere letto anche al di fuori di tali schemi.

I programmi già citati usano anche la compressione del file in registrazione e la

decompressione in apertura.

L’uso della compressione fa si che un documento di WORD, una cartella di

EXCEL, un gruppo di diapositive di PowerPoint In Office 2007 occupino meno spazio

in memoria di quanto ne occupino equivalenti file dei precedenti Office.

Si può arrivare ad uno spazio sul disco pari al 70% dello spazio occupato da

precedenti formati.

7.1.2 La compatibilità.

WORD 2000, WORDXP e

WORD 2003 salvano i file in un

formato reciprocamente

leggibile. Leggono evidentemente i documenti

di WORD delle versioni precedente.

Non è vero il contrario: documenti scritti

con WORD 2007 non sono leggibili da

WORD di versioni precedenti.

WORD 2007 e tutte le versioni di OFFICE SYSTEM 2007 hanno

cambiato il modo di scrivere i file, ciò è messo in evidenza anche dal

cambiamento del filetype.

Oltre che attraverso l’icona leggermente differente, puoi distinguere un file con il

filetype, che aggiunge una x od una m al filetype dei programmi delle versioni

Filetype in Office 2007 e precedenti

Programma

Office 2007

Office precedenti

Documento WORD

.docx .doc

Modello WORD

.dotx .dot

Documento WORD con macro

.docm

Tabella 3

155

precedenti. Nel capitolo 6 puoi trovare il modo per visualizzare il filetype o estensione

del file.

Se devi inviare file ad altri controlla sempre se i programmi sono compatibili

rispetto alla leggibilità dei documenti, utilizzando il linguaggio OFFICE OPEN XML,

basato appunto su XML.

Figura 61: Modifica del formato di scrittura di Office.

OFFICE SYSTEM 2007 legge i file delle versioni precedenti. È inoltre possibile

reperire su internet un programma che permette la lettura di file di OFFICE SYSTEM

2007 da parte di versioni precedenti di OFFICE.

L’operazione di salvataggio di un file documento permette la scelta del formato di

salvataggio.

Se utilizzi versioni precedenti di Microsoft Office Word puoi aprire i documenti

salvati nel formato Microsoft Office Word 2007, ma potresti non essere in grado di

modificare alcun elementi creati utilizzando funzioni nuove o avanzate, Per leggere un

documento di Office 2007 con Office 2003 e precedenti devi scaricare microsoft office

compatibility pack. Puoi usare Google per trovare il programma.

7.1.3 Interfaccia utente Office Fluent.

L'elemento principale che sostituisce i menu e le barre degli strumenti in Office è la

barra multifunzione, un componente dell'Interfaccia utente Office Fluent, figura 4.

Progettata per facilitare l'utilizzo, la barra multifunzione è costituita da schede

organizzate in base a scenari o oggetti specifici. I controlli disponibili in ogni scheda

sono a loro volta organizzati in diversi gruppi. La barra multifunzione dell'interfaccia

utente Office Fluent è in grado di ospitare una quantità maggiore di contenuto rispetto

a menu e barre degli strumenti, incluso il contenuto di pulsanti, raccolte e finestre di

dialogo.

156

1. Le schede sono progettate in modo

da essere orientate alle attività che stai o

devi svolgere sul documento sul desktop.

2. I gruppi all'interno di ogni scheda

consentono di suddividere un'attività in

sottoattività.

3. I pulsanti di comando in ogni gruppo consentono di eseguire un comando o di

visualizzare un menu di comandi.

7.1.4 Il pulsante di Office 2007

I programmi di Office 2007 hanno unificato le

procedure che accedono al sistema operativo nel

pulsante di Office.

Esso è presente nei programmi di uso più

comune e permette di interagire col sistema

operativo.

Ad esempio non è presente in MS Project

2007 ed è leggermente modificato in ACCESS

2007.

Le procedure, figura 6, cui esso sovraintende

sono le seguenti:

Nuovo: Apre l’elenco

con immagini dei documenti

predefiniti nel programma

che stai usando tra cui ad

esempio Documento vuoto,

Modelli, ecc., figura 5

Analoghe cartelle

compaiono negli altri

programmi.

Pulsante di Office

Figura 63: Scheda del pulsante di Office

Figura 64: La scheda di nuovo documento

Figura 62. Interfaccia utente

157

Apri: Accede alla cartella documenti da

cui puoi accedere al file che ti serve in quel

momento, come appare nella figura 6.

Salva: Se stai scrivendo un nuovo

documento ti apre la procedura salva con

nome.

Se stai usando un file che hai aperto e

che era già stato usato, Salva sovrascrive il

file già usato. Conviene quindi usare

sempre Salva con

nome.

Tale procedura

permette di salvare

documenti in

formato diverso da

quello predefinito,

quali PDF, Open

Document, Modello,

e permette di

accedere alla

cartella di figura 8

per utilizzare formati

di svariati tipi ivi

presentati. La

cartella Salva con nome mostra44 la procedura Salva come ………………..

Puoi inoltre

modificare il nome del file.

creare ed utilizzare una cartella apposita.

Per il formato PDF devi installare un apposito programma, vedi il capitolo 6 per le

modalità.

44

Per aprire una procedura e modificare la scelta suggerita devi cliccare sulla freccia ▼.

Figura 66. Salva con nome

Figura 65. I formati ottenibili con salva con nome

158

Se usi formato Documento di WORD o Modello di WORD, il documento viene

salvato nel formato di WORD 2007. Puoi utilizzare gli altri formati tra i quali

Documento (Modello) di Word 97 – 2003.

Stampa: Accede al programma di stampa del sistema operativo, permettendo di

scegliere la stampante e le proprietà della stampa che verrà eseguita.

Utile è anche l’anteprima di stampa, che ti permette di vedere la forma del

documento senza stamparlo.

Prepara: Questa cartella è dedicata alla comunicazione ed introduce le procedure

di verifica, crittografia, limitazione all’uso che si può fare col documento scritto.

Invia: Accede ai servizi di posta elettronica e fax.

Pubblica: Accede a servizi particolari tra cui creare un post di blog e condividere il

documento con altri su un sito creato all’uopo.

La parte relativa a Office

Live è ancora in fase

sperimentale: lascio a te il suo

esame.

Nella riga colorata in fondo

alla cartella del pulsante di

Office sono presenti due

procedure: Esci da … ed

Opzioni di … . Quest’ultima

permette di personalizzare

l’uso del programma

relativamente a formato di

salvataggio del File, visualizzazioni, protezioni del documento, correzioni, ed altre tra

cui anche contatti con Microsoft, ecc.

7.1.5 La protezione di un documento.

Se hai deciso di inviare il tuo documento ad altri, devi preoccuparti di proteggerlo da

sguardi indiscreti.

La forma più semplice per la protezione di un documento è la crittografia, figura 9..

Figura 67

159

In office puoi ottenere la crittografia del documento prima di salvarlo. Dalla scheda

del pulsante di office seleziona la scheda Prepara ► che ha tra le sue procedure

crittografa documento: dovrai

inserire una password e

salvare il documento, Chiunque

voglia richiamare il documento

(te compreso) dovrà digitare la

password con la quale è stato

crittografato.

Altre modalità di protezione

parziale o totale della forma e

del contenuto del documento le

troverai nei paragrafi dedicati

alla revisione del documento da parti terze,

7.1.6 La privacy e il

pulsante di Office.

La sicurezza e la privacy

sono problemi essenziali nel

mondo della globalizzazione e

di internet.

Dopo aver salvato il

documento per evitare possibili

perdite, puoi dal pulsante di

Office Prepara Controlla documento verificare le possibili informazioni personali,

dette dati sensibili, presenti nel documento, figura 11

Lascia spuntati i dati che ti interessa verificare e clicca su controlla.

La figura 12 ti presenta le informazioni trovate: Con > Rimuovi tutto puoi eliminare i

dati sensibili che non

desideri siano presenti.

Infine nelle figura 11, il

Figura 68: Controlla documento

Figura 69: Dati sensibili

Figura 70: Conferma della rimozione dati sensibili.

160

risultato delle procedura Controlla documento.

7.1.7. Il formato PDF

Il formato PDF45, Portable Document Format, ottenibile nelle precedenti versioni

con la scelta di una stampante virtuale46, è stato inserito tra le possibilità di

salvataggio di Office 2007.

Si può ottenere direttamente dal pulsante di Office con la procedura salva con

nome, purché sia stato installato.

Trovi le modalità per sua installazione nel capitolo 6, paragrafo dedicato al

linguaggio PDF.

Trattasi di un formato ottenuto da un linguaggio descrittivo delle pagine di un

documento, indipendentemente dall’hardware e del software usato per prepararlo.

Tra le possibilità fornite dal formato PDF vi è la possibilità di proteggere a vari livelli

il documento salvato, tuttavia tale protezione è molto debole per cui esistono

programmi in grado di superarla.

Lo puoi aprire e leggere con programmi generalmente gratuiti tra cui il più famoso

è Adobe Reader, giunto alla versione 9.2.

Esso e distribuito gratuitamente dalla Adobe47, la software house che ha per prima

fornito nel 1993 tale possibilità agli utenti dell’Informatica.

Il formato XPS, pur con alcune diversità, svolge le stesse funzioni del formato PDF.

Esso si può ottenere attivando la stampante Microsoft XPS Document Writer.

7.1.8 Il formato HTML

L'HyperText Markup Language è ottenibile con la procedura Salva con nome

Altri Formati Pagina Web. È Il formato tipico delle pagine di Internet.

Per vedere una pagina di HTML, devi richiamare il documento dopo averlo salvato

con la procedura appena descritta.

Se lo aprirai con internet Explorer, puoi col tasto destro del mouse aprire una

scheda dalla quale scegliere HTML. Ti apparirà la descrizione della pagina in HTML

Con altri Browser hai procedure analoghe per vedere la descrizione della pagina

HTML..

45

Vedi anche il capitolo 6.

46 Tra i vari programmi gratuiti ricordiamo PDF995 ottenibile dal sito pdf995.com.

47 www.adobe.com

161

Naturalmente per ottenere pagine da pubblicare in Internet userai un percorso più

specifico.

7.2 LA SCRITTURA DEI TESTI.

Un programma di scrittura permette una facile creazione di testi di qualunque

argomento con la facilitazione di poter vedere il testo prima di stamparlo e di averlo

sempre in formato file, per cui qualunque correzione diviene estremamente veloce,

senza richiedere la riscrittura di tutto il testo. Nel corso degli anni, i programmi di

scrittura si sono perfezionati fino a diventare quasi una tipografia virtuale che

permette l’introduzione e la formattazioni di tabelle, disegni, riquadri.

Inoltre, l’uso consapevole di un moderno programma di scrittura permette, a chi lo

usa, uno sviluppo ordinato del proprio pensiero, come ad esempio il foglio di stile.

Puoi fornire al lettore una chiave per ricercare argomenti con semplicità attraverso la

procedura per la costruzione dell’indice analitico: inserire un indice analitico in un

testo, significa dimostrare attenzione alle esigenze del lettore.

Esso semplifica per l’utente la gestione delle proprie idee e conoscenze, ma se le

idee e le conoscenze sono insufficienti può metter in evidenza la incapacità dello

scrittore: scrivere col computer è fin troppo facile, ma …

Accanto ai programmi di scrittura, esistono programmi per composizioni di testi,

immagini e tabelle che creano nella memoria del computer presentazioni e

conferenze con proiezioni di immagini e testo.

Stampanti adeguate permettono poi di costruire pubblicazioni di qualunque tipo.

Tuttavia un programma di scrittura anche evoluto, non può sostituire i programmi di

stampa moderni che possiedono caratteristiche orientate alla composizione dei testi48.

Il metodo più ordinato di usare l’informatica fa ricorso all’uso di modelli coi quali

costruire documenti con struttura adeguata al testo che stai componendo.

La preparazione di un modello una volta costruito, ti permetterà di dedicare la tua

attenzione ai concetti da esprimere lasciando la struttura della pagina al programma

ed al modello che hai costruito.

48

Fra i programmi utilizzabili per costruire un pagina ricordo Adobe CS4. Esso può essere usato

gratuitamente per 30 giorni, scaricandolo dal www.adobe.it.

155

7.3 WORD: Interfaccia utente.

All’apertura del programma si presenta un’interfaccia di figura 13 in cui compaiono il menu di

avvio e le icone del programma in esecuzione per la preparazione del documento.

La nuova barra che ha assunto il nome di barra delle schede ti invita a preparare il file del

documento, prima di iniziare a scriverlo. Nel caso illustrato che sarà esaminato in dettaglio nel

capitolo, è presentata la barra di Word relativo alla scheda Home.

Nell’angolo superiore sinistro il pulsante di Office, figura 14,

OSSERVAZIONE: Per coloro che sono abituati alla barra dei menu

delle versioni precedenti, faccio notare che i menu sono stati sostituiti

da schede che spesso ne hanno mutuato il nome. Ad esempio

Formato Paragrafo è stato sostituito nella barra dalle schede Home scheda Paragrafo, e

così via. Inoltre l’icona ↘ rimanda ad una scheda dettagliata ripresa dalle versioni precedenti di

Office.

Procedure analoghe al menu File si ottengono col pulsante già descritto e ripresentato in

figura 14.

7.3.1 La barra delle schede iniziale.

Come usuale in WINDOWS queste caratteristiche sono comuni ad Office System 2007 per

procedure analoghe . Le modifiche che potrai apportare al documento sono spiegate nella

tabella 2.

Nei capitoli dedicati ai singoli programmi imparerai a costruire modelli di documenti diversi

utilizzando gli elementi propri di ciascun programma.

Figura 71: Barra delle schede Home.

Figura 72:

Pulsante Office

156

Tipo e altezza del carattere.

Forma del carattere: Grassetto, Corsivo, Sottolineato. Possono essere combinati assieme.

Colore carattere.

Giustificazione Paragrafo: Allineamento del testo: destro, centrato, sinistro, destro e sinistro.

Interlinea: distanza tra successive linee di testo.

Modifica interlinea e rientri.

Tabella 4. Alcune modifiche al documento.

La barra ad accesso rapido, figura15, può essere personalizzata, aggiungendo o togliendo le

icone che puoi trovare cliccando su▼ PERSONALIZZA BARRA DI ACCESSO RAPIDO .

Le immagini dovrebbero essere esplicative.

Il dischetto rappresenta la procedura per salvare il file nel formato predefinito e

nell’ultima cartella usata.

Le icone ↶ ↺ permettono rispettivamente di annullare e di riprendere l’ultima procedura

eseguita.

La barra delle schede, figura 16, permette di scegliere il tipo di procedure da utilizzare,

presentando le icone delle righe successive.

Figura 74 la barra delle schede dell’ interfaccia utente Office Fluent.

7.3.2 Alcune procedure di base.

Nella preparazione di un modello utilizzerai la scheda Stili del nastro Home per definire i titoli

e insiemi particolari di caratteri.

Vi sono alcune procedure elementari che si presentano all’avvio del programma.

La scheda Appunti con le procedure:

Figura 73. Barra accesso rapido

157

Copia: Selezionando una parte del testo la procedura copia (Ctrl + C) memorizza in

una cartella chiamata Appunti quanto selezionato. Il testo così selezionato può essere

usato in altre posizioni sia del documento che stai usando sia di altri documenti.

Taglia: Agisce come copia eliminando il testo dalla posizione iniziale.

Incolla: inserisce il testo copiato o tagliato nella posizione in cui ha messo il cursore.

Le schede carattere e paragrafo che permettono la formattazione del carattere e del

paragrafo rispetto a parametri evidenziati dalla tabella 1.

Nella scheda finale sono state inserite le procedure Trova (una parola nel testo), Sostituisci

(trova una parola e sostituiscila con una opportunamente indicata).

7.4 La preparazione di un modello con WORD 2007

Come in tutti i programmi usati non saltuariamente è importante che tu impari a

costruire un modello di documento che potrai usare nella composizione di relazioni,

rapporti, tesi di laurea, articoli da

pubblicare, libri.

La ricerca di un modello adatto alle tue

esigenze o alle esigenze del tuo

committente, è una fase del lavoro che ti

permette scelte oculate coerenti col

lavoro che stai eseguendo.

Questo metodo può apparirti

laborioso, ma ne trarrai vantaggio nella

professionalità ed accuratezza del tuo

lavoro. Titoli, paragrafi e componenti di

un documento sono di più semplice

composizioni e di tipo uniforme49 con

l’uso di un modello.

Naturalmente il modello che costruirai non è “valido per tutte le stagioni”, dovrai adattarlo ed

ampliarlo, secondo le tue esigenze.

49

Vedi l’appendice sull’usabilità.

Figura 75. Nuovo documento.

158

All’apertura del programma puoi selezionare dalla scheda del pulsante di Office,

Nuovo e nella cartella Modelli puoi trovare oltre al documento vuoto, modelli di vario tipo:

curriculum, tesi, intestazioni, relazioni, ecc., che potrai richiamare secondo le tue esigenze.

Inoltre potrai aprire un documento vuoto da usare per scrivere gli argomenti che vuoi

comunicare ad altri o ... a te stesso.

Una esposizione ordinata richiede che tu abbia presente i concetti che vorrai esprimere

collegandoli ordinatamente. Dovrai esplicitare tali argomenti che poi spiegherai in dettaglio. In

questa fase del tuo lavoro ti può aiutare il foglio di stile, che ti permette di ordinare i “titoli” degli

argomenti del tuo documento, suddividendolo in parti tra loro collegate.

7.4.1 Layout di pagina.

La preparazione del modello di documento con WORD 2007 inizia dalla barra delle

schede iniziale. In essa trovi le schede di Layout di pagina di Figura 18, in cui puoi

vedere le procedure disponibili.

Nel nastro delle schede appena esaminate trovi per prima la scheda TEMI, descritta nel

paragrafo seguente: in tale scheda50 di WORD 2007 ti è data l’opportunità di scegliere un

modello di documento predefinito che puoi modificare.

Le altre procedure definiscono la struttura della pagina nelle dimensioni e nella forma.

Margini: definisce i margini delle pagine del documento. Conviene definirli per primi.

Orientamento: scrittura sul foglio verticalmente (predefinito) od orizzontalmente.

Dimensioni della pagina che ti permette di scegliere tra i formati tipografici usuali51 A4 – A3 –

B5 – Lettera, ecc.

Tra le dimensioni hai DIMENSIONI PERSONALIZZATE che ti permette di decidere una

dimensione in centimetri secondo le tue esigenze. Puoi accedere a tale procedura con altre

dimensione foglio … o con la freccia in basso a destra della scheda ↘ che ti fa accedere alla

scheda di dialogo Imposta pagina.

50

Anche alcune versioni di WORD 2003 e WORDxp

prevedono la scheda Temi.

51 L’unificazione dei formati della carta è affidata a Istituti di standardizzazione per cui talune versioni del

programma indicano le dimensioni facendole precede dalla sigla dell’istituto tipo ISO B5 anziché B5.

159

Numero di colonne della pagina del documento. Se desideri in uno stesso documento avere

testi a pagina ad unica colonna ed altre a più colonne dovrai usare la procedura interruzione di

sezione per separare le due parti del documento.

Interruzione di pagina o di sezione. Questo comando è utile se desideri terminare una pagina

od una sezione prima del suo termine fissato con procedura predefinita.

Sillabazione: attivazione/disattivazione e tipo. Puoi far si che le parole del documento siano

sillabate se sono tali da uscire dai margini fissati nella pagina e/o nel paragrafo. Questa

procedura è evidentemente legata alla Giustificazione del documento52..

Gli sfondi della pagina devono essere usati tenendo conto della leggibilità della pagina e

dell’usabilità53.

Paragrafo e spaziatura che possono essere definiti in questa scheda, li definirai attraverso il

foglio di stile.

In un documento sono presenti testi con diverse funzioni: tra essi il testo che sviluppa un

argomento, viene chiamato in WORD NORMALE o corpo del testo, Il documento può avere un

titolo principale che WORD definisce Titolo 1 o di livello 1; all’interno del documento vi sono titoli

di diversi livelli contraddistinti da Titolo 2 o di livello 2 e così via.

In WORD questi diversi livelli hanno caratteri e interlinea particolari e sono utili per costruire

un elenco degli argomenti del testo chiamato sommario, come potrai vedere in seguito.

7.4.2 Modelli predefiniti: Temi

Il documento vuoto può essere preparato secondo le tue esigenza.

Nella scheda Layout di pagina trovi i TEMI, figura 19.

Si tratta di modelli in cui sono predisposte la caratteristiche di un documento: Periodo

Normale, Titoli di vari livelli, colori dei titoli, ecc.

52

Troverai ulteriore notizie sulla giustificazione nella definizione del paragrafo del foglio di stile.

53 Vedi appendice al capitolo.

Figura 76: Layout di pagina

160

Per formattare in modo semplice e

veloce un intero documento in modo da

conferirgli un aspetto moderno e

professionale, è possibile usare un

tema predefinito. SI tratta di un

insieme di scelte di formattazione che

includono colori, caratteri del tema,

inclusi i caratteri dell'intestazione e del

periodo normale. Puoi ottenere effetti

relativi a linee e riempimento della

pagina ed altro ancora.

Puoi cambiare tali caratteristiche per

creare un modello di documento

personale, modificando gli elementi della struttura del documento che stai usando.

7.4.3 Primo salvataggio del Modello.

Col Layout di pagina hai costruito la prima parte del tuo modello, puoi salvarla

come tale utilizzando da SALVA CON NOME il formato del file Modello di documento.

Essa sarà salvata per scelta predefinita nella cartella Documenti o da cui proviene il

file originario con filetype .dotx. Puoi tuttavia creare una cartella54 apposita per salvare il tuo

modello.

Al suo richiamo il sistema operativo aprirà il file in formato documento, filetype .docx .

Puoi scegliere di richiamare il modello ma non puoi sovrascrivere il modello. Dovrai cambiare

il nome ed eventualmente eliminare il file obsoleto.

Ulteriori notizie ed esempio sul salvataggio e il richiamo del modello le puoi trovare nel

paragrafo dedicato al salvataggio finale del modello dopo il suo completamento.

7.5 Il Foglio di Stile.

Il foglio di stile rappresenta la base per la costruzione di un modello di documento. Già

presente nelle precedenti versioni di WORD, è messo in evidenza nelle schede di

54

Ti ricordo che il termine cartella in WINDOWS rappresenta qualunque dispositivo di raccolta dati o

programmi, compreso quindi dischi, flash disk, desktop, ecc.

Figura 78. La barra delle schede Home.

Figura 77. I temi

161

gruppo Home, figura 20.

In esso sono presenti periodi di diverso tipo tra cui i principali sono il testo normale, titoli di

diverso livello, sottotitoli, intestazioni, ecc.

Aggiorna e sostituisce la procedura STRUTTURA, rendendo più semplice la preparazione di

una pagina di un documento.

I TEMI sono fogli di stile predefiniti. Il foglio di stile trae origine da una procedura tipica di

HTML, semplificandola per un uso da parte di un utente meno esperto.

Il testo normale coinvolge le forme dei titoli e delle altre strutture o stili della pagina.

Conviene quindi iniziare la costruzione di un modello personalizzato preparando, o

modificando per primo il testo normale.

7.5.1 Modifiche della forma del Testo Normale

Le caratteristiche del Testo Normale

(struttura corpo del testo) fissate

per impostazione predefinita dal

programma, possono essere

modificate, creando così un foglio di

stile personale, col quale potrai

costruire il tuo modello.

Dalla scheda Home, se ti posizioni sul

riquadro Normale e clicchi su normale col

tasto destro compare la scheda da cui

puoi scegliere modifica, figura 21.

Nella scheda rappresentata in figura 22

sono precisate le proprietà che

definiscono l’aspetto dei titoli e dei

paragrafi normali del documento finale.

Figura 79: Modifica periodo Normale

Figura 80: Proprietà

162

Puoi modificare le caratteristiche della struttura indicata sul primo riquadro in fianco a Nome …

il nome delle struttura che stai modificando, indi le varie possibilità di formattazione e in fondo a

destra Formato da cui puoi formattare il paragrafo, le tabulazioni, i bordi, i caratteri, ecc.

Lo stile normale del Testo indicato dal Nome definisce lo stile del paragrafo come indicato in

figura 23.

Osserva la riga Stile per il paragrafo successivo : puoi far si che dopo aver scritto un titolo, la

riga successiva sia un paragrafo Normale (solitamente per impostazione predefinita), oppure un

titolo di livello qualunque.

Hai la possibilità di dare l’ OK o annullare la

procedura di modifica dello stile.

Nel menu Formato scegli Paragrafo e fissa:

Allineamento: sinistro, destro, giustificato (ossia

allineato a sinistra, centrato, a destra oppure

allineato da entrambi i lati). Puoi fissarlo nella scheda

Proprietà.

Livello di struttura. Colore del testo.

Rientro rispetto ai margini fissati da Imposta pagina.

Spaziatura prima e dopo il paragrafo o il titolo.

Interlinea: distanza tra due linee di testo

consecutive: semplice, doppia, minima, ecc.

L’ interlinea può essere personalizzato indicando una misura in centimetri

Il colore e gli effetti (apice, pedice, barrato, MAIUSCOLETTO, ecc.).

Puoi modificare il colore del testo agendo sul menu del riquadro a fianco.

Le proporzioni tra altezza e larghezza le puoi trovare tra le caratteristiche

del carattere.

7.5.2: Modifica della forma dei titoli.

Dopo aver definito le caratteristiche del periodo normale, da quale dipendono per

impostazione predefinita di WORD, i formati degli altri elementi della struttura del documento,

puoi definire le caratteristiche dei titoli.

I titoli dei diversi livelli hanno caratteristiche di interlinea, carattere, spaziatura, margini fissati

per impostazione predefinita che si basa a sua volta sul periodo normale.

Figura 81. Formato paragrafo

163

Puoi modificare le loro caratteristiche da una scheda Proprietà simile a quella che hai

ottenuto nella modifica del periodo normale.

Molte di queste caratteristiche, se fissate a priori, rendono il lavoro di composizione di un

documento più produttivo e veloce.

La procedura è analoga a quella adottata per il periodo normale.

In WORD esistono nove livelli di titoli che sono predefiniti. Agendo su di essi puoi costruire

una struttura che sia adeguata alle tue esigenze.

Per posizionare correttamente i titoli è opportuno che tu scelga dalla scheda Paragrafo

ottenibile con ↘ ponga a 0 cm tutte le variabili dei rientri.

7.5.3 Intestazioni e piè di pagina.

L’intestazione ed il piè di pagina sono insiemi di informazioni che compaiono nella

stampa su tutte le pagine del documento che

scriverai, sia esso costruito a partire da un modello

precostruito o un documento confezionato al momento.

WORD 2007 considera tali strutture dei modelli. Devi usare

la scheda da INSERISCI, figura 24, nella quale puoi trovare

anche la possibilità di inserire il numero di pagina.

Potrai inserire in questa zona il numero di pagina, il tuo nome, il tuo corso di laurea, la data di

compilazione e/o stampa e quant’altro.

L’inserimento di queste informazioni sul documento rendono il tuo testo immediatamente

individuabile.

Potrebbe essere utili per inserire in un libro su ogni pagina

il titolo e l’autore. È possibile far si che le informazioni inserite,

siano diverse per la pagina pari e la pagina dispari.

L’intestazione e il piè di pagina devono essere scelti tra i

modelli predisposti, figura 25, da WORD 2007.

La procedura è la seguente:

Dal nastro INSERISCI scegli INTESTAZIONE (o piè di

pagina), compare la scheda dei modelli tra cui puoi scegliere

quello che preferisci.

Dopo averlo scelto posizionati sulla zona individuata da

[Digitare il testo] e selezionala: scrivi il testo che vuoi

Figura 83: Intestazione predefinita

Figura 82. Intestazione …

164

compaia su tutte le pagine.

Dal modello puoi anche scegliere l’intestazione (o il piè di pagina) diverse per le pagine pari

e per le pagine dispari.

Dopo avere scritto il testo puoi modificarne le caratteristiche selezionandolo ed usando il

Layout di pagina dell’intestazione (o piè di pagina).

Puoi salvare l'intestazione o il piè di pagina creato nella raccolta delle opzioni intestazione o

piè di pagina, selezionare il testo o la grafica nell'intestazione o piè di pagina e quindi apri la

scheda dei modelli di intestazione e fai clic su Salva selezione nella raccolta delle intestazioni o

nella raccolta dei piè di pagina. Segui il procedimento che compare.

Nella stessa scheda trovi l’inserimento del numero di pagina e del numero delle pagine del

documento, in automatico . Anche tale inserimento ricorre ad un modello predisposto da WORD,

con l’avvertenza che conviene posizionare il cursore nel posto in cui si intende inserire la

pagina.

I modelli che WORD presenta permettono di inserire il numero in alto, in basso, a lato o nella

posizione in cui si trova il cursore.

È previsto un modello particolare “pagina x di y” per inserire numero di pagina e numero di

pagine.

7.5.4 Salvataggio del modello

finale.

Il tuo modello è costruito.

Ora puoi salvarlo come

modello utilizzando la

procedura ottenibile dal pulsante di

Office 2007, che ti presenta le

possibilità di varie procedure di Salva

con nome.

Queste procedure sono state già

descritte all’inizio del capitolo, ma

giova riconsiderarle.

Nella figura 27 hai sulla sinistra la

scheda di scelta tra varie procedure

da eseguire sul documento. Sulla

Figura 84: La scheda di salvataggio.

165

destra è aperta la scheda: Salvataggio di una copia del documento.

La scheda ti rende noto i possibili formati del salvataggio, spiegandone le caratteristiche

principali.

Nella scheda di salvataggio di figura 27 non è ancora stato installato il salvataggio in formato

PDF, è presente un richiamo all’uso di tale procedura.

Se scegli di salvare il file come Modello di

Word, si apre la cartella documenti, ma puoi

modificare la cartella di salvataggio creando una

cartella apposita, anche in memorie di massa

diverse o all’interno della cartella Documenti.

Il modello salvato ha filetype .dotx ,

Al richiamo il modello sarà aperto come

documento, filetype .docx : puoi usare il modello

lasciando invariato l’originale.

Il programma non permette modifiche del

modello, se vuoi modificarlo devi salvarlo con un

nome diverso eliminando l’eventuale file obsoleto..

Nella figura 28 trovi un leleco di modelli predefiniti che puoi richiamare col mouse e la scheda

di richiamo di modelli particolari.

7.5.5 La procedura struttura.

La

visualizzazione

struttura permette di

introdurre e modificare i

diversi livelli55 (Periodo e titolo dei

paragrafi di un documento).

Può sostituire la procedura

Foglio di stile con lo

svantaggio di non permettere la

visione del documento in

layout di stampa, che permette di vedere come apparirà il documento stampato..

55

Il titolo nella visualizzazione struttura è definito dal livello; il periodo normale da corpo del testo.

Figura 85: Nuovo documento: Modello.

Figura 86: La scheda Struttura

166

Puoi ovviare a tale inconveniente dividendo lo schermo in due parti e visionando nella parte

superiore la visione struttura e nella parte inferiore il layout di stampa.

Puoi accedere alle schede della procedura struttura dalla barra delle schede VISUALIZZA

ottenendo la scheda di figura 29.

Posizionando il cursore su un periodo o un titolo puoi modificarne il livello agendo sulle frecce

verso destra il livello aumenta, verso sinistra diminuisce.

I simboli permettono di visionare o non visionare il contenuto del testo di livello

inferiore a quello su cui stai agendo: puoi ottenere quindi una mappa del documento su cui stai

lavorando.

La visualizzazione struttura distingue i titoli con simboli diversi, non permette di vedere le

figure e non distingue i formati dei caratteri.

Nella figura 29 i paragrafi normali sono indicati da , i titoli da .

Puoi modificare ili livello del periodo che stai esaminando anche agendo sul barra in cui

sono indicati: Corpo del testo per il periodo normale, livello 1, 2 … per il titolo 1, 2 . ecc.

7.6 Come lavorare con il foglio di stile.

Se hai costruito un modello richiamalo usando il pulsante di Office, ottieni sul lato

destro del desktop l’elenco nominativo dei documenti richiamabili tra cui i modelli. Se

all’interno di Documenti hai costruito la cartella Modelli il tuo compito sarà facilitato.

Anche l’utilizzo dei “Tag” nella cartella documenti ti può facilitare il compito. Già nella prima

presentazione della barra delle schede la raccolta Home presenta il foglio di stile di alcuni livelli

come in figura 30.

Quando scrivi un documento puoi scegliere il tipo di stile per ciascun paragrafo e per i titoli

con un clic nell’icona della scheda Stile.

La scelta dello stile del testo che stai scrivendo dal gruppo degli Stili rappresentata in figura

30 avviene semplicemente con un clic sul titolo desiderato.

Figura 87: Il gruppo degli stili nella scheda Home..

167

Dopo aver scritto il titolo il pulsante invio ti predispone un periodo normale.

Nella scheda degli stili è presente anche l’icona Cambia stili che permette di utilizzare e

cambiare gli stili preparati dal programma in un apposito set di stili, contiene almeno 11 stili

diversi.

Puoi cercare in internet nel sito di Office 2007 eventuali altri set di stili.

In tal modo puoi con un clic utilizzare lo stile prescelto:

Normale per il testo di un paragrafo.

Titolo 1, Titolo 2, ecc. per i titoli dei capitoli o dei paragrafi.

I titoli che tu ha inserito sono memorizzati dal programma e permettono attraverso il

sommario o attraverso l’anteprima Web, la rapida ricerca degli argomenti.

Nella scheda e compaiono tutte le formattazioni dei caratteri e degli elenchi puntati: ciò è utile

per uniformare il documento ma rischia di rendere la scheda Stili e Formattazione troppo densa

di stili, complicando la scelta.

Tuttavia ciò rappresenta un utile avvertimento: quando si scrive un testo non esagerare nei

formati e stili di carattere56.

Troppi cambiamenti di carattere rende la lettura faticosa.

Quando hai scritto il tuo documento devi usare dal pulsante di Office Salva con nome e

salvare il documento come Documento di WORD, o di WORD 97 -2003, ricordandoti di dargli un

nome e scegliere la cartella che avrai opportunamente creato.

In tal modo il tuo modello resterà intatto per successive applicazioni.

NOTA IMPORTANTE: Per costruire un documento sulla base di un modello puoi cercare il

modello nella cartella in cui si trova e aprirlo con un doppio clic sul suo nome.

In tal modo si aprirà il programma usato e un documento con le proprietà del modello. Il

sistema operativo lo chiamerà Documento 1, Documento 2, ecc.

Tale procedura permette di usare il modello in formato documento. Il salvataggio quindi non

modifica il modello iniziale, qualunque procedura sia seguita.

È consigliabile usare comunque salva con nome.

56

Vedi in Appendice le osservazioni sull’usabilità di un documento.

168

7.6.1 L’indice analitico.

L’indice analitico è l’indice che si usa per permettere al lettore una rapida ricerca di

parole o argomenti che l’autore ritiene interessanti nel proprio documento.

La sua costruzione è automatizzata in Word 2007 con la

procedura che segue.

Ricerca ed evidenzia la parola che vuoi far comparire

nell’indice analitico57.

Puoi quindi usare la scheda indicata dalla figura 31

ottenibile dalla barra delle schede RIFERIMENTI.

Segna voce ti presenta una scheda, figura 31, nella quale puoi scegliere tra segna o segna

tutto secondo che tu voglia che nell’indice analitico venga

segnalata solo la ricorrenza della voce da te segnalata o tutte le

pagine contenenti quella parola.

Dopo aver individuato le voci del testo che devi inserire l’indice,

posizionati in una opportuna pagina del tuo documento e fai clic

su Inserisci indice dalla scheda di figura 30.

Puoi in caso di necessità aggiornare l’indice.

L’aggiornamento aggiunge le nuove parole da te segnalate e

aggiorna il numero di pagina dell’elenco.

Se vuoi che compaia nel sommario che costruirai tra breve, la pagina in cui si trova l’indice

analitico devi individuarlo con un titolo di livello opportuno.

7.6.2 Il sommario.

Il sommario è costruito dal programma WORD utilizzando i titoli

che tu ha evidenziato nel testo scritto.

Posiziona il cursore nel punto dove deve iniziare il sommario.

Per creare il sommario dopo aver definito i titoli attraverso il

Foglio di stile, scegli RIFERIMENTI indi clicca su Sommario nella

tabella di figura 33.

57

Ti ricordo che per evidenziare una parola basta scorrere con mouse sulla parola tenendo premuto il tasto

sinistro oppure tenere premuto il tasto delle maiuscole ed far avanzare il cursore con le frecce di direzione.

Figura 90

Figura 88: Inserimento parole nell'indice.

Figura 89: Procedura inserimento parola.

169

Puoi scegliere uno dei sommari predefiniti, oppure attivare INSERISCI SOMMARIO che ti

permette di agire sulla scheda di dialogo di figura 34, in cui puoi scegliere tra altri modelli di

sommario predefiniti; decidere il livello

minimo dei titoli di paragrafo che

compariranno nel sommario.

Nella scheda di figura 33 vi è anche la

possibilità di aggiornare il sommario, se nel

tuo documento hai dovuto modificare il testo,

i titoli o l’impaginazione.

Nella cartella di dialogo di nome

Sommario di figura 34 è presente

un’anteprima WEB. Il sommario di questo

tipo se usato sul computer permette la ricerca automatica dei contenuti dei periodi con titolo,

come per un ipertesto.

.

7.6.3 Procedure utili durante la scrittura di un documento.

Dopo aver costruito e salvato il tuo modello, come ti è già stato illustrato potrai

usarlo per scrivere il tuo documento.

Durante la scrittura del documento ti potranno essere utili alcune procedure che

WORD2007 inserisce nella barra dei riferimenti e nella barra Home.

Figura 92: Barra delle schede Riferimenti

Oltre al sommario ed alla costruzione dell’indice analitico la barra riferimenti permette di

inserire note a piè di pagina, note di chiusura, didascalie delle tabelle e figure, ed altro.

La figura 34 presenta le procedure disponibili.

Oltre alle schede cha hai già usato vi sono le schede per inserire le note a piè pagina ed una

didascalia di una tabella o di una figura: dopo aver evidenziato con un clic la figura che verrà

segnalata con dei cerchietti sui bordi con un clic puoi inserire una didascalia che verrà

automaticamente numerata. .

Figura 91: Scheda di dialogo: Sommario.

170

L’ultimo riquadro ti permette di agire sugli stili

modificando le caratteristiche dei livelli

Usare la procedura Trova e la procedura

Sostituisci che ti permettono di trovare una parola

nel testo e se necessario sostituire una parola con

un’altra.

7.7.1 Le revisioni personali.

Ogni prodotto ed in particolare un prodotto letterario contenente la descrizione di attività

legate alla ricerca ed alla comunicazione può o meglio deve, servirsi della collaborazione di

esperti delle tecniche e dei processi espressi.

Sia che tu scriva un articolo per un giornale quotidiano o che tu scriva una relazione

scientifica o una tesi, il tuo lavoro dovrebbe essere sottoposto alla revisione degli esperti delle

materie affrontate o più semplicemente alla persona che in quel momento

deve verificare la correttezza della tua esposizione sia dal punto di vista

scientifico che formale.

WORD fornisce strumenti adatti a tale verifica attraverso la scheda

commenti e la scheda revisioni.

Fra le revisioni possibili vi sono

le revisione personale attraverso il

controllo dell’ortografia e della

grammatica e la modifica di parole

non appropriate.

Devi curare l’aspetto e la

correttezza del tuo documento. Il

programma WORD ti aiuta in

questo con alcune procedure

inserite nelle schede della barra

Revisione. Puoi attivare le

Figura 93: Pulsante di Office.

Figura 94. Revisione

Figura 95

Figura 96: La scheda di correzione

171

procedure che ti descrivo utilizzando le schede opportune.

Controllo ortografia e grammatica, figura 37. Il programma scorre tutto il documento e la

scheda di figura 38 ti presenterà gli errori e la possibilità di usare la correzione suggerita o

modificare la parola errata con un successivo clic su CAMBIA.

Puoi ignorare la correzione ed Inserire la parola segnalata nel

dizionario che da quel momento sarà ritenuta

valida anche in successivi usi del programma.

Nella scheda Revisione, trovi il Thesaurus,

figura 39, che ti fornisce i sinonimi di una parola

che tu hai scelto, selezionandola.

. Dalla scheda revisione puoi anche utilizzare la

procedura di traduzione letterale di un testo.

Nella scheda Home puoi trovare la scheda Modifica che ti

permette la ricerca di una parola e la sostituzione in tutto il

documento di una parola da te scelta con un’altra, figura 41.

7.8 Word ed internet

Le versioni precedenti 95/97 di Word

permettono di trasformare una pagina scritta

con Word in una pagina in linguaggio HTML e

viceversa. Ciò permette una facile costruzione

e modifica di pagine WEB.

WORDXP (salva come pagina Web) usa, per

tale trasformazione, il linguaggio XML che è un

linguaggio HTML che incorpora tutti i file

accessori come le immagini e quant’altro quindi

una pagina in XML occupa molto più spazio

disco.

È tuttavia possibile per una lettura più semplice del file HTML salvare come pagina Web

(filtrata).

Figura 98. Thesaurus

Figura 99. Invio del documento.

Figura 97

172

In WORDXP è potenziato il ricorso ad internet per cui si possono scrivere e-mail direttamente

da WORD e spedirle immediatamente.

In Word esiste sotto il menu File la procedura Invia a ::: che apre la cartella di posta,

Destinatario Posta elettronica, Destinatario Posta elettronica (come allegato) che apre la cartella

di posta elettronica con le opportune righe per inserire destinatario, nome allegato, e quant’altro

compare in un indirizzo di posta, in cui inserire l’indirizzo del corrispondente per l’invio.

In WORD 2007 puoi inviare un documento aprendo la cartella Invia dal Pulsante di Office. La

cartella che si apre è sufficientemente esplicativa

Puoi inviare come allegato di posta elettronica il documento scritto che potrà essere nel

formato nativo od in formato PDF.

PDF, Portable Document File,, un formato utilizzato dalle stampanti e leggibile attraverso un

programma fornito gratuitamente, Adobe Reader.

Il formato PDF è di fatto leggibile da qualsiasi utente in possesso Adobe Reader che è

possibile scaricare in italiano dal sito www.adobe.com/it

Ha diffusione mondiale ed in questo momento è il formato di comunicazione documenti

universalmente accettato.

XPS abbreviazione di XML Paper Specification, è il formato che Microsoft ha creato durante

lo sviluppo di Windows Vista e del .NET Framework 3.0. Conosciuto precedentemente con il

nome di "Metro", XPS è un contenitore basato sullo standard di compressione ZIP, con

all'interno alcuni file xml e binari che sono visibili semplicemente cambiando l'estensione del file

da XPS a ZIP.

Il formato OpenDocument, salva il documento nel formato riconosciuto e raccomandato

ufficialmente da enti governativi tra cui la comunità europea58.

7.8.1 La revisione in collaborazione

Siamo nell’epoca della globalizzazione, ogni prodotto deve

essere controllato da più persone che con la loro competenza si

preoccupano che l’utente finale abbia un prodotto valido. Questo

discorso deve valere anche per la produzione letteraria dedicata

all’informazione.

Il tuo documento dovrà essere controllato e reso valido da

altre persone siano essi più competenti, o abbiano l’autorità di

58

Vedi nel capitolo 6 altre notizie su questo formato.

Figura 100

173

controllare il tuo operato.

Accanto a queste procedure è presente la possibilità di sottoporre un documento ad un’altra

persona per la revisione ed il commento dei concetti espressi.

Per inviare il documento da controllare al tuo referente potrai servirti della posta elettronica ed

a quel punto dovrai introdurre strumenti di protezione del tuo documento rispetto a persone non

autorizzate; ti potrà essere utile la scheda proteggi della barra delle schede Revisioni.

WORD nelle sue varie versioni permette non solo le correzioni ma rende visibili le correzioni

con opportune procedure.

Versioni recenti di OFFICE System permettono di

individuare i commenti, i cambiamenti e la persona che li ha

inseriti. Permettono pure di accettare o rifiutare tali commenti

ed eventualmente inserire o non inserire i suggerimenti nel

testo.

Puoi inviare il documento per rete internet o intranet, anche

per rete wireless, che WINDOWS 7 tii permette di costruire con

la procedura ATTIVITÀ INIZIALI CONDIVIDERE GRUPPO HOME.

L’utilità di usare la rete per inviare i documenti da rivedere,

comporta la necessità di usare protezioni e password nel

salvataggio dei documenti.

La protezione può essere totale ossia il testo non è visibile

ed/od apribile,o limitata ad alcune procedure, ad esempio il

testo siò vedere ma non modificare.

Vi sono protezioni che richiedono il ricorso a enti

certificatori, come specificato in un successivo capitolo. Esse si

possono attuare con la procedura PREPARA LIMITA

AUTORIZZAZIONI GESTISCI CREDENZIALI dal pulsante di

Office.

Puoi usare tuttavia, la protezione ottenibile da Proteggi

documento LIMITA FORMATTAZIONE E MODIFICHE, figura 43.

Nella scheda seguendo le sequenza indicata puoi limitare la formattazione e modifica. Dopo

aver selezionato le restrizioni che vuoi imporre, la procedura n. 3 Applica protezione ti chiede

l’inserimento di una password.

Sono possibili eccezioni alle restrizioni da indicare in apposto riquadro, ottenibile da Altri

utenti ...

Figura 101: Autorizzazioni

174

7.8.2 Inserimento di un commento o di una revisione.

Chi riceve il documento può inserire un commento. Devi utilizzare la scheda Revisione,

selezionare il testo o l'elemento che desideri

commentare e cliccare su NUOVO COMMENTO, figura 44.

Digita il testo del commento nell'area commenti.

La parola rivista è stata cancellata ed è stata aggiunta la parola giornale. Le due parole

appaiono sullo schermo in un colore diverso dal testo.

Figura 103. Testo modifiato

All’interno della scheda Revisione puoi introdurre modifiche al testo stesso che compariranno

assieme al testo iniziale. Tale correzione dovrà essere accettata, o rifiutata dall’autore. La parte

aggiunta apparirà sottolineata e colorata, la parte cancellata apparirà con una riga sopra. figura

45.

Puoi accettare o rifiutare la revisione, figura 46

Figura 104: Accetta/Rifiuta revisione.

Figura 102: Commenti, modifiche e revisioni.

175

7.8.3 La procedura confronta

È utile confrontare i documenti che sono stati

revisionati. Dal nastro REVISIONI . puoi attivare la

procedura CONFRONTA ed inserire con la corre-

zione effettuata e da correggere e il documento corretto, purché tu li abbia salvati, figura 48.

Il programma inserisce il documento originale con evidenziata la correzione, il documento da

correggere che tu avrai opportunamente indicato nella scheda di inserimento documenti da

confrontare e da contrassegnare, figura 49.

Figura 106: Confronto documenti.

Figura 105

Figura 107: Presentazione documenti.

176

7.9 Complementi

7.9.1 Uso del menu tabella

.

Il menu Tabella permette l’inserimento di una tabella in un foglio di WORD. Scegliendo dalla

barra delle schede puoi scegliere le scheda tabella e decidere sulla figura o dal menu tabella il

numero di righe e colonne

Scrivere all’interno delle celle e attraverso il menu paragrafo decidere sulle modalità di

riempimento di ciascuna cella.

Posizionando il mouse sulla tabella appare sul

nastro superiore STRUMENTI TABELLA,

PROGETTAZIONE, LAYOUT che selezionato ti da

accesso a formattazioni e operazioni sulla

tabella, figura 50.

Clic su Formula, compare una scheda per eseguire semplici operazioni tipo SUM(ABOVE)

ossia somma i dati che stanno nelle celle superiori, SUM(LEFT), somma i dati nelle celle a

sinistra. AVERAGE (..) media ecc.

AVVERTENZA: A differenza del Foglio elettronico i risultati delle operazioni non cambiano se

si modificano i numeri presenti in alcune celle. È necessario cancellare la formula inserita e

riscriverla.

È possibile aggiunger righe sopra e sotto la riga in cui si è posizionati, colonne a destra e

sinistra della colonna su cui si è posizionati.

7.9.2 Documenti master

Per usare i documento master in WORD 2007 devi usare Visualizza struttura Mostra

documento nella scheda Documento master.

Figura 108: Strumenti tabella.

177

Nella stessa scheda trovi la possibilità di comprimere od espandere i documenti secondari;

per far ciò devi posizionarti in un documento di Livello superiore ai documenti che vuoi

comprimere o espandere.

7.9.3 Gestire un documento master

Puoi scrivere il documento finale dividendolo in diversi documenti parziali. Un libro ad

esempio può essere suddiviso nei suoi capitoli.

È utile che ogni documento parziale abbia la stessa struttura: in particolare il nome iniziale di

ciascun documento parziale deve essere dello stesso livello, Titolo 1.

I paragrafi saranno di livello inferiore, Titolo 2, Titolo 3, ecc.

È molto utile per questo creazione il Foglio di stile opportunamente adattato alle esigenze

dello scrittore o degli scrittori. In tal modo per un documento a più mani ciascun autore riceverò il

foglio di stile cui uniformarsi.

Ogni capitolo è quindi scritto indipendentemente, ma con uno stesso Foglio di Stile.

Per riunire i documenti si apre un nuovo documento, MASTER, in formato Struttura, e si

inseriscono nell’ordine che si preferisce i documenti, detti secondari, scritti separatamente.

Si possono a questo punto chiudere i documenti secondari. Il documento master apparirà con

solo i Titoli di 1° livello..

In un documento master si possono creare sommari, indici analitici, riferimenti incrociati,

intestazioni e piè di pagina.

Per i sommari è sufficiente, se i documenti secondari hanno una struttura simile, posizionarsi

nel punto in cui si desidera inserire il sommario, indi Inserisci Riferimento Indici e

Sommari cartella Sommario OK, dopo aver verificato che il sommario consideri i livelli

che desideriamo conservare.

Per gli Indici analitici, espandere ciascun documento secondario e con la procedura già

descritta nel paragrafo relativo.

Figura 109. Scheda per il Documento Master.

178

Infine, posizionandosi al solito nella posizione opportuna, Inserisci Riferimento Indici

e Sommari cartella Indice OK.

Se l’indice analitico è stato predisposto nella compilazione dei documenti secondari non è

necessario predisporlo nuovamente espandendo i singoli documenti

Evidentemente la possibilità di comprimere (ed espandere) i documenti secondari, permette

di lavorare con documenti di dimensioni gestibili facilmente.

Essendo in visualizzazione struttura tale compressione si ottiene posizionandosi

col cursore sul titolo del paragrafo e dalla barra degli strumenti di struttura con un clic sul segno

- come indicato nella figura 73.

7.9.4 Inserimento di figure in un testo.

L’inserimento di figure o grafici in un documento è stata ulteriormente semplificato.

È sufficiente cercare posizionasi nel punto scelto per l’inserimento, cercare la figura da

inserire e cliccare su di essa. Per inserire la didascalia: Nastro schede Riferimenti Inserisci

didascalia. Il programma numera in sequenza le figure inserite in un qualsiasi punto.

Per inserire un grafico costruito col foglio elettronico dovrai selezionare il grafico e usare

copia ed incolla.

Figura 110: Cactus in Sardegna

179

7.10 Caratteri speciali, simboli, formule.

WORD 2007 ha perfezionato la possibilità di scrivere simboli, caratteri particolari e formule,

già presente nelle precedenti versioni di WORD.

Tabella 5

Per i caratteri di Unicode esiste sempre la

possibilità di scrivere tutti i caratteri di una

tabella ASCI estesa, utilizzando Alt Gr + nnn,

essendo n il numero asci della lettera o del

simbolo scritta col tastierino numerico. Vedi

Tabella 3. Inoltre in Home scheda

Carattere è possibile inserire modificare l’aspetto dei caratteri, compreso l’apice x2 ed il pedice

x2 , il colore dei caratteri , grassetto G , corsivo C , sottolineato S ecc..

La modifica dell’altezza e del tipo di carattere lo puoi ottenere dalla prima riga della scheda in

figura xx .

Se vuoi utilizzare le lettere maiuscole accentate À, È, È. Ì, Ò,

Ù, tipo Università UNIVERSITÀ puoi scrivere le lettere

accentate minuscole presenti nella tastiera selezionare la parola

o la lettera e scegliere TUTTO MAIUSCOLE, dalla scheda di

figura xc

7.10.1 Simboli e lettere non presenti nella tastiera italiana.

Usa la scheda Inserisci Simbolo : trovi alcuni simboli già presenti, che puoi inserire nella

posizione del cursore con un clic.

Tasti Alt + 123 Alt + 125 Alt + 056 Alt + 21 Alt + 87 Alt + 228 Alt + 189

Simbolo { } 8 § W õ ¢

Figura 111. Formato carattere.

Figura 112.

180

Se non trovi il simbolo cercato Altri simboli ti apre la scheda

carattere in cui puoi cercare simboli diversi e le lettere di molte

lingue non presenti nella tastiera italiana.

La scheda carattere permette anche di cambiate il tipo di

carattere. Puoi richiamare la scheda Tasti di scelta rapida

Personalizza tastiera, col la quale puoi decidere una

combinazione dei tasti Ctrl, Alt, o Alt Gr, con un altro tasto:

premendo tale combinazione otterrai la lettera

particolare che ti serve, vedi paragrafo 7.10.3.

Puoi modificare tipo, altezza, colore ed altro di un testo scritto cliccando su Altri simboli.

Compare la scheda di figura 54 di uso abbastanza evidente.

La stessa scheda puoi ottenerla usando la freccia di rimando sulla scheda CARATTERE.

Puoi anche personalizzare la tastiera creando una combinazione di tasti che ti permetterà di

scrivere una lettera od un simbolo particolare

7.10.2 Formule.

Per scrivere formule Word ti offre un potente editor di formule, figura 56 che compare alla

scelta Inserisci Equazione.

La figura 57, formule Predefinite che puoi inserire direttamente o modificare posizionandoti

sul testo che vuoi modificare. Tale scheda si ottiene o cliccando su o

direttamente da inserisci equazione con un clic su ▼.

L’equazione con

disposizioni da scegliere la devi

scrivere sul riquadro DIGITARE

L’EQUAZIONE QUI.

Figura 113: Simboli.

Figura 114. Simboli per formule.

Figura 115. Formule

181

7.10.3 Personalizzazione tastiera

Figura 116: Simboli speciali.

Una delle schede ottenibile da

Inserisci altri simboli. Se usi spesso

un carattere non presente nella tastiera,

puoi inserire tale carattere con una

combinazione di tasti. Ad esempio

il carattere ä ( a con i due punti sopra) è

codificato come ALT+0228.

Utilizzando la

personalizzazione della tastiera Tasti di

scelta rapida Inserisci la nuova

combinazione e concludi con

Assegna , puoi scrivere il carattere che ti interessa con una combinazione di tasti.

Nella figura il carattere Æ è stato codificato con la combinazione Alt + A

Figura 117: Personalizza tastiera

182

A1 APPENDICE

A.1 Aspetto di un documento.

Quando credi un documento o lo prepari per la stampa devi considerare alcune variabili che

vengono riunite sotto il nome di Usabilità.

Altre regole di cui devi tener conto sono relative al messaggio che vuoi inviare che è legato al

contenuto ma anche all’aspetto.

Ricordati che il lettore trova faticoso il cambio frequente dei caratteri che lo costringe ad

adattamenti che coinvolgono la sua capacità di valutare quanto sta leggendo.

Usa quindi un numero limitato di tipi di caratteri e limita il ricorso al corsivo, al grassetto ed al

sottolineato. Anche l’uso di testi con parole di diverso colore è possibilmente da evitare per non

rendere difficile la lettura a lettori con problemi della vista.

Le tue frasi non devono essere troppo lunghe ed elaborate.

Un altro aspetto importante è sulla forma di ciascun periodo: contrariamente a quello che

molti credono il lettore trova più agevole leggere un testo uniforme rispetto ad un testo con

sottolineature, grassetti, cambio del tipo di carattere, colori diversi e “chi ne ha più ne metta”.

Anche in un testo di studio va lasciata al lettore la possibilità di usare colori o sottolineature

diverse.

L’aspetto delle pagina deve essere commisurato all’impressione che vuoi dare al lettore.

L’inserimento della figura 64 è stato fatto curando la spazialità e la facilità di visione nella

figura 65 è stata curata la quantità di informazione e l’economicità della pubblicazione.

Certamente la prima pagina si legge più volentieri della seconda.

Altro aspetto da non trascurare è la necessità per alcuni lettori di poter leggere cn facilità

quanto gli viene dato in lettura

Alcuni lettori possono aver difficoltà nel cambio frequente dei colori e caratteri in un testo e

nei testi in continuo movimento.

Figura 118

183

Nella stesura di un testo devi tener conto di alcuni elementi di forma (layout) che coinvolgono

la facilità di lettura ed il gradimento del lettore.

L’allineamento.

L’equilibri tra testo, figure e spazi vuoti.

WORD ti permette di usare strutture di tipo diverso e ti permette di usare sfondi e strutture

diverse.

La tua professionalità sarà esaltata se saprai combinate assieme le figure gli spazzi ed i testi.

Allo stesso modo che trovi gradevole una stanza in cui gli oggetti sono disposti in modo da

potersi muovere agevolmente, gli occhi del lettore trovano gradevole una pagina che non sia

troppo piena di testo, figure, grafici, disposti confusamente a destra, a sinistra in mezzo alla

pagina.

Ricordati che lo spazio vuoto permette al lettore di riposare la vista è può dare l’impressione

di una disponibilità di spazio fisico analoga a quella che vuoi trovare in una campagna

verdeggiante.

La maggioranza dei tuoi lettori è abituato a leggere da sinistra a destra e dall’alto in basso:

se in un testo devi inserire una figura od un grafico richiamati nel testo, renderai la tua relazione

d lettura gradevole, se le figure saranno o al centro, prive di testo intorno e alla destra del testo.

Una piccola figura. contornata da testo può essere punto di aggregazione

per gli occhi del lettore che si aspetterà che venga dato un opportuno rilievo

nel testo scritto.

La figura a lato viene vista dal lettore prima del testo che deve leggere.

Nell’informazione prevale quindi l’immagine.

Il programma WORD permette la creazione di pagine colorane, con filigrane ed altro ancora:

cerca di non esagerare con l’uso di tali strumenti: la tua non è una dimostrazione di conoscenza

dei colori e delle immagini in filigrana ma una comunicazione che deve interessare il lettore e

rendere piacevole la letture.

Esercizi proposti

1. Crea un Foglio di stile con i Formati Normale, Titolo 1, Titolo 2. Inserisci un breve testo di

almeno 3 pagine in cui utilizzi il foglio di stile creato.

Figura 119

184

Visualizza quindi La struttura di tale testo, osserva la differenza tra le parti di testo e le parti

Titolo, ossia i diversi simboli in fianco a ciascuna riga:

2. Utilizza il documento appena creato per inserire la numerazione delle pagine e una o più

note a piè pagina

3. Crea un modello di relazione con le seguenti caratteristiche

Carta A5

Intestazione contenente n. di pagina e n. di pagine complessive, il tuo Nome e Cognome

Piè di pagina contenente il tuo corso di Laurea e la data di stampa del documento.

Periodo normale con carattere Arial 12 – Paragrafo con rientro prima riga 1 cm.

Titoli di livello 1 – 2 – 3 senza il rientro della prima riga.

4. Crea un modello utilizzando:il Foglio di stile per definire il testo normale ed i titoli da 1 a 4

Caratteristiche

Normale. Carattere Arial 11, giustificato.

Titolo 1: Arial black 12 allineato al centro

Titolo 2 Arial corsivo 12 allineato a desta

Titolo 3 Times New Roman 12 allineato a sinistra

Titolo 4 a tuo piacere

Inserisci un’intestazione col tuo nome e cognome e numero di pagina

Inserisci un piè di pagina in cui compaia la scritta: Relazione personale

5. Utilizzando il modello appena creato stendi due relazioni di 2-3 pagine sugli argomenti:

La mia città o il mio quartiere

Posizioni da assumere nell’uso del computer.

Differenze tra i principali sistemi operativi

1. Riproduci il paragrafo a pag. 90 usando il menu Tabella per inserire le tabelle ivi

riportate

2. Modifica i dati e le posizioni rispetto al testo delle tabelle e ricalcola le somme ove

necessario.

3. Inserisci in un testo a piacere una tabella di 4 righe e 5 colonne.

Componi con WORD il testo del capitolo primo del libro su due colonne utilizzando le

seguenti due procedure:

Completa l’esercizio inserendo il testo richiesto su due celle adiacenti.

4. Riproduci il testo seguente usando

File Formato pagina

185

Formato Paragrafo Allineamenti destro, sinistro, ecc.

Formato Carattere

Tabella Inserisci …

Tabella Formula.

Tabelle Proprietà Dimensione colonne.

Modifica le posizioni reciproche di testo e tabella da proprietà tabella.

LE ASPIRAZIONI SOCIALI

Un insieme di domande scalari in merito a immagini contrapposte di società mira a saggiare

insieme all'orientamento valoriale dei giovani il grado di adesione a uno dei due tipi di società.

Per una sola delle due immagini proposte in ciascuna domanda i giovani dovevano

esprimere il loro grado di adesione da 1 a 5 punti. La tabella 5.1 riporta tutte le scelte classificate

secondo i punteggi medi calcolati sul totale delle risposte valide.

Scrivi un testo a piacere di 20 righe e 3 paragrafi e tra la 20 e 21 riga inserisci una tabella con

le seguenti caratteristiche di 4 colonne e 5 righe,

Intesta le colonne con i nomi Gruppo – Altezze medie – Maschi – Femmine. Completa la

tabella con numeri a piacere.

Presta cura a far sì che il testo prima e dopo la tabelle sia giustificato e con inizio di ciascun

paragrafo rientrato.

Gruppo Altezze Medie Altezze medie maschi

Altezze medie femmine

A

B

C

D

Media altezze

Nota: La media di una colonna è indicata nelle tabelle di WORD con AVERAGE, con gli

stessi suffissi di SUM e si ottiene dal menu Tabelle cliccando su Formula…

Tra le altre funzioni ricordiamo:

RISPETTO NATURA 4,21

DISARMO UNILATERALE 3,74

SOLIDARIETA' 3,35

EGUAGLIANZA ECONOMICA 2,06

INIZIATIVA INDIVIDUALE 1,89

PROFESSIONALITA' 1,47

MINIMO VITALE A TUTTI 1,38

COMPETITIVITA' 0,46

ARMAMENTO 0,23

CRESCITA ECONOMICA 0,11

TOTALE PUNTEGGI 18,9

186

SUM (con i suffissi Above, Left, Right), PRODUCT ed altri tra cui alcune logiche.

È possibile decidere il formato del numero ed il riempimento di ciascuna cella dal menu

Paragrafo.

Verifica che il cambiamento di alcuni numeri non modifica i risultati ottenuti in precedenza.

Completa l’esercizio inserendo il testo richiesto

5. Componi con WORD il testo del capitolo primo del libro con inserimento dei titolo di

1°, 2° e 3° livello. Inserisci alla fine il sommario.

6. Dall’esercizio 6 seleziona l’intero documento escluso il sommario e trasforma il

documento in due colonne. Procedura suggerita Formato ( Colonne )

Aggiorna il sommario.

7. Dal testo dell’esercizio 7 scegli le parole con le quali creare l’indice analitico.

Inserisci l’indice analitico alla fine del testo.

8. Modifica il carattere del paragrafo 2.2 dell’esercizio 7 in Arial, dimensione 10.

Aggiorna il sommario e l’indice analitico.

9. Crea un modello di carta intestata personale in cui compaiano NOME E COGNOME

– Studente del Corso di Laurea in … matricola …. Indirizzo personale e telefono – indirizzo di

posta elettronica – data che si aggiorna automaticamente.

10. Utilizza il modello dell’esercizio 9 per comporre una relazione con la descrizione delle

operazioni eseguibili dal sistema operativo.

11. Come l’esercizio 15 con inserimento di un ClipArt a piacere.

12. Scrivi un documento di una ventina di righe e 5 paragrafi:

colora con colori diversi il testo di ciascun paragrafo utilizzando il pulsante A Colore

carattere

Evidenza una o due righe.

Allinea a destra il testo

Allinea a sinistra il testo

Centra il testo

Giustifica il testo.

Togli la sillabazione.

Modifica l’allineamento del paragrafo.

Modifica il carattere usato inizialmente

Tipo

Stile

Dimensione

187

NOTA: Per modificare tutto o una parte di un testo già scritto bisogna …..

13. Riprendi le relazioni scritte negli esercizi alla fine del capitolo 6 e riscrivile utilizzando

WORD ed inserendo un indice analitico ed un Sommario.

14. Rappresenta con un diagramma gerarchico le cartelle dell’esercizio 6 alla fine del

capitolo 6.

15. Userai per questo esercizio il menu Modifica (copia ed incolla) ed il menu Strumenti

oppure il menu Foglio di Stile (preferibile).

16. Scrivi una relazione di tre pagine in formato A4, interlinea doppia, margini 1 cm,

Formato Paragrafo Rientri 0,5 cm, Prima riga 1 cm

Formato Carattere ARIAL 12

Titolo 1 e Titolo 2 come previsti dal programma.

Numerazione delle pagine compresa la prima centrato fondo pagina.

17. Crea il sommario e l’indice analitico del testo appena scritto.

Dopo aver evidentemente scelto alcune parole da inserire nell’indice analitico.

18. Ripeti la parte a dell’esercizio precedente con una nuova relazione.

19. Inserisci parte della seconda relazione dell’ esercizio 22 nella prima relazione

dell’esercizio 23 e aggiorna il sommario e l’indice analitico della prima relazione.

20. La comunicazione e anche uso dell’immagine. In questo esercizio userai il

menu Inserisci Immagine ed Inserisci Simbolo.

Riprendi la relazione dell’esercizio 17 ed inserisci un clip art.

Fai in modo usando la procedura Formato immagini che l’immagine sia alla

sinistra del testo e rimpicciolita.

Riscrivi la prima pagina del capitolo 2 di questo testo usando per inserire i simboli presenti la

procedura Inserisci Simbolo cerca tra Webdings , Wingdings , …

188

189

Capitolo 8

IL FOGLIO ELETTRONICO

Parte prima

Nozioni generali

Il foglio elettronico è uno strumento di calcolo che permette l'elaborazione dei dati numerici e

alfabetici con operazioni elementari o complesse su di essi.

Possiamo calcolare facilmente i valori centrali (medie) dei dati di un determinato evento,

valutare facilmente se variazioni introdotte possano aver effetto sullo svolgersi di eventi futuri

paragonabili a quello appena esaminato, ecc. Possiamo costruire grafici.

Quasi tutti i fogli elettronici, hanno alcune procedure relative agli elenchi che in tal modo

possono essere elaborati secondo le esigenze personali.

Il programma EXCEL, così come la maggioranza dei fogli elettronici, permette la costruzione

di tabelle di dati ed il trattamento delle informazioni con particolari procedure.

La procedura Filtro, Figura 1 ad esempio, permette di estrarre da un elenco strutturato in

tabella le righe, che hanno caratteristiche

particolari.

L’ordinamento di una o più colonne

permette di avere un insieme di

informazioni ordinato secondo le esigenze

dell’analisi dei dati raccolti.

L’algebra delle proposizioni

La ricerca di una parola in un elenco

utilizza criteri opportuni di trattamento dei

dati. È possibile usare l’algebra delle

proposizioni.

Il foglio elettronico è formato da un foglio a quadretti rettangolari detti cella.

Si può posizionarsi su una cella spostandosi con l’uso delle 4 frecce di direzione ,

oppure posizionando il cursore che assume la forma di una croce e facendo clic col tasto

sinistro del mouse.

Figura 120

190

8.1 Descrizione del foglio elettronico.

Il foglio elettronico (spreadsheet) è uno degli strumenti più versatili messi a disposizione

dall’informatica.

È lo strumento di produttività personale più usato da chiunque sia alle prese con elaborazioni

più o meno complesse di dati numerici.

Gli inventori del foglio elettronico erano studenti dell’Harvard Business School, Dan Bricklin e

Bob Frankston che cercavano un metodo per ridurre i tempi di calcolo e di elaborazione dei

dati, cui la tesi li costringeva. La prima versione del 1978 di 20 righe per 5 colonne divenne nel

1979 VISICALC e girava sul personal computer allora disponibile: l’Apple. Fu il progenitore del

EXCEL e di tutti i fogli elettronici esistenti.

L’idea era talmente geniale che oltre e rendere ricco il suo ideatore, il foglio elettronico è

considerato uno dei fattori della prima diffusione del personal computer.

Certamente, un foglio elettronico non può sostituire l’inventiva e la fantasia umana, ma libera

dalla fatica di eseguire calcoli, permettendo di dare libero sfogo alla creatività personale.

Simulazioni, previsioni, verifiche di analisi dei dati, ecc. sono solo alcune delle possibilità che

l’uso di un foglio elettronico offre al suo utilizzatore.

All’apertura del file il desktop del foglio elettronico appare come in Figura 2 con l’avvertenza

che il foglio quadrettato riempie tutto lo schermo.

L’uso di Excel 2007 non differisce dalle precedenti versioni di EXCEL. Le operaztioni

effettuabili non sono cambiate

La figura 2 mostra come si presenta la barra di EXCEL 2007 al suo avvio. Cambia talora il

nome delle schede che sono rappresentate. Le procedure sono individuate da tasti con

rappresentazione della procedura che puoi attivare.

I tasti sono riuniti in schede secondo la loro funzione: ad esempio la scheda CARATTERE

riunisce le procedure applicabili al formato dei caratteri.

Sotto la barra un foglio a quadretti detti celle.

Figura 121

191

Per agire sui caratteri o numeri scritti su un gruppo di una o più celle devi prima selezionarle.

Puoi anche scegliere con un clic su Generale il tipo di numeri scritti: valuta, percentuale,

numero, ecc. da un menu che appare cliccando su ▼.

NOTA: Quando usi EXCEL se il programma sia stato usato da un’altra persona che ha

modificato il formato numerico di qualche cella, tale formato viene memorizzato dal programma

e talora si conserva per i successivi usi dello stesso.

Inoltre spesso viene visualizzato un formato particolare di una cella se usi la tastiera in modo

non congruente alla versione che stai usando. Ad esempio se nello scrivere un numero con

decimali usi nella versione italiana il punto come separatore della parte decimale. In tal caso

rimedia scegliendo di visualizzare il Formato numerico GENERALE, sulle celle in cui stai

operando.

8.1.1 Individuare una o più celle ed inserire dati e formule.

Il foglio elettronico si presenta come un foglio a quadretti detti celle, individuate da una lettera

ed un numero: La lettera rappresenta la colonna ed il numero la riga, nella cella all’incrocio di

colonna e riga viene scritto quanto digitato e confermato.

Posizionandosi con un il cursore a forma di croce su una cella, puoi scrivere numeri, parole,

formule o procedure. Quanto scritto appare sulla riga bianca nella parte alta del foglio

quadrettato, detta riga dei comandi, ed è confermato spostandosi con le frecce di posizione

su una cella diversa oppure con Invio, in quest’ultimo caso il cursore si sposta sulla

cella sottostante quella appena usata.

Puoi scrivere sulla cella C2 di sommare il contenuto delle celle A2 e A3 e dividerlo per il

contenuto di A4 : avrai così la formula =(A1+A3)/A4 59, figura 2.

8.1.2 Individuare ed usare fogli diversi.

In basso a sinistra della pagina compiono le scritte:

Puoi quindi utilizzare diversi fogli che saranno tra loro collegati.

59

WINDOWS è indifferente alle lettere maiuscole/minuscole. Puoi quindi usarle indifferentemente, anche se

EXCEL userà lettere maiuscole.

Figura Figura 122

192

L’ultima icona ti permette di vedere gli altri fogli disponibili.

.

Il foglio elettronico opera sul numero scritto sulle celle indicate, conseguentemente variando i

valori delle stesse, muta il risultato del calcolo.

Puoi scrivere un modello che operi su un insieme di celle, permettendoti di ottenere risultativi

calcoli anche complessi, con un inserimento dei soli dati.

Nelle formule, i termini sono riuniti tra loro da operatori matematici, tabella 1, elevamento a

potenza, oppure puoi applicare alcune procedure dette funzioni tipo RADQ(n) radice quadrata di

n, Log(n) logaritmo ecc. n rappresenta l’argomento della funzione.

Tabella 6

Operatore Significato Esempio60

= Definisce quanto segue come formula o procedura

+ Somma: restituisce la somma di due numeri 5+3 , D1+D2

- Differenza: restituisce la differenza tra due numeri 5-3 , D1-d2

* Moltiplicazione: restituisce il prodotto tra due numeri 5*3 , D1*D2

^ Elevamento a potenza: restituisce la potenza ennesima del numero alla sua sinistra. Es. 2^3 restituisce 8.

5^3 , D1^D2

/ Divisione: Restituisce il quoziente tra due numeri 5/3 , D1/D261

Nella cella B3 della Figura 4 compare il risultato dell’operazione indicata, se sono presenti dei

numeri nelle caselle A1, B2, A3.62

Puoi riunire in una formula operatori matematici, numeri e/o celle.

60

Per eseguire l’operazione il segno = deve precedere la formula.

61 Il contenuto di D2 0

62 Qualora nella casella A6 non vi siano scritti numeri il programma assume come valore presente lo zero e

quindi da errore stante l’impossibilità di dividere per zero L’errore viene indicato con #DIV/0!

Figura 123

193

Altri operatori matematici tipo Radq, Log, ecc. sono considerati da EXCEL operatori funzione

e richiedono la scritta dell’argomento della funzione; in mancanza compare #NOME?

NOTA SULL’APPROSSIMAZIONE DEI NUMERI: EXCEL permette di decidere il numero di

decimali da visualizzare, pur conservando in memoria il numero con 30 decimali.

Nell’approssimazione se l’ultimo decimale tagliato è compreso tra 0 e 4 si approssima per

difetto, tra 5 e 9 per eccesso

8.1.2 Seleziona, copia e incolla

Con le stesse regole di WORD puoi selezionare una o più celle, evidenziandole col cursore

con + freccia (maiuscolo + ).

Questa procedura è una delle più utili di EXCEL, purché si usi nelle formule le celle come

variabili.

Indi usando Ctrl+C o dalla scheda APPUNTI, usando copia puoi copiare nella cartella degli

Appunti la parte del foglio elettronico che hai selezionato.

Spostandoti in una cella qualunque premendo Ctrl+V, invio oppure usando INCOLLA , puoi

riprodurre quanto selezionato e copiato.

Figura 124

Figura 125

Nel foglio elettronico la procedura COPIA ED INCOLLA segue un procedimento particolare.

Se il contenuto è un numero o un testo esso viene scritto nella cella da te scelta, figura 4,

spostandoti con il cursore o con le frecce di direzione e premendo INVIO o Ctrl+V. Nelle figura 5

la scheda che permette le procedure appena descritte con l’uso del mouse.

Se il contenuto di una cella è una formula gli indicatori di cella LETTERA e NUMERO,

cambiano secondo il verso dello spostamento ed il numero di celle che scorre, figura 5.

Osserva con attenzione la Figura 4: essa illustra quanto appena detto, con l’aggiunta nella

cella B6 di un caso di errore di divisione per zero #DIV/0!. Infatti la formula originale diviene

(A4+A5)/A6. Ed in A6 non c’è alcun numero, EXCEL considera la cella vuota contenente lo

zero.

Puoi usare anziché COPIA la procedura TAGLIA (Ctrl+X). Il contenuto della cella tagliata è

ricopiato ove richiesto ed eliminato dalla posizione originale.

Michele

Michele

Michele

Ctrl+C e Ctrl+V

194

Nella figura 4 è stato richiesto al programma di inserire le frecce di origine dei dati della

formula. con VERIFICA FORMULE INDIVIDUA PRECEDENTI .

Tale procedura è utile per verificare formule particolarmente complesse.

Un insieme di celle argomento di una procedura deve essere separato dal ; (punto e virgola) .

Talora è utile comprendere in una un intervallo di celle poste sequenzialmente. In tal caso è

utile utilizzare l’operatore : (due punti) inserito tra la prima e l’ultima cella. Ad esempio in una

procedura anziché scrivere A1; A2; A3; A4;A5, puoi scrivere A1:A5.

8.1.3 L’operatore $ nel copia ed incolla.

Hai appena appreso che copiando un formula in una cella diversa da quella originaria gli

indicatori lettera e numero sono modificati secondo la spostamento operato.

Puoi inserire nella formula prima dell’indicatore l’operatore $ ottenendo in tal modo che

l’indicatore non sia modificato.

Tale indicatore agisce solo sull’indicatore che segue, tabella 2.

Tabella 7

= A3+A5 =C3+C5 copia e incolla dalla colonna A alla colonna C

=$A3+$A5 =$A3+$A5 copia e incolla anteponendo ad A l'operatore $

=$A5+$A7 poiché l'operatore $ precede l'indicatore di colonna, il numero di riga è modificato.

8.1.4 La procedura funzione

L’evoluzione del foglio elettronico ha introdotto, accanto alla formula, l’operatore funzione fx. .

La funzione, è un operatore che, agendo sull’argomento delle funzione stessa (generalmente

scritto tra parentesi dopo la funzione), combina l’argomento o gli argomenti tra loro secondo

formule opportunamente precostituite.

Ad esempio la funzione MEDIA conta i valori da considerare, li somma, e divide la somma per

il numero degli elementi.

Puoi scrivere =MEDIA(5;6;7;8) ottenendo 6,5. Nota l’uso dell’ = (uguale), per indicare al

programma che deve eseguire l’operazione tra numeri indicati tra parentesi. Il ; (punto e virgola)

permette di scrivere un elenco di numeri ai quali vuoi applicare la procedura MEDIA.

Naturalmente puoi indicare un insieme di celle contenente i numeri. In tal modo variando i

numeri nelle celle usate varia le media.

195

I moderni fogli elettronici hanno moltissime procedure di calcolo che permettono la

sostituzione della procedura funzione, alla scrittura di formule complesse o che comunque

richiedono più operazioni in sequenza.

Osserviamo subito che, essendo possibile scrivere sulle singole celle anche parole, occorre

informare il programma affinché interpreti quanto scritto come formula da calcolare e non come

testo. La scrittura A3+A5 è un testo, la scrittura = A3+A5 è una formula da calcolare utilizzando i

numeri che si trovano nelle celle A3 ed A5.

In EXCEL 2007, puoi ottenere l’operatore formula INSERISCI FUNZIONE dalla scheda FORMULE

che appare in figura 7.

Ribadisco che nel foglio elettronico è conveniente eseguire operazioni o applicare procedure

funzioni usando gli indirizzi di cella; in tal modo creiamo modelli usabili cambiando il contenuto di

una o più celle.

Se gli argomenti/celle da usare sono in posizioni diverse, li puoi inserire separandoli con il ; .

Se sono consecutivi puoi usare i : tra la prima e l’ultima cella, per inserire l’intervallo usato.

B5:B10 significa opera selle celle dalla B5 alla B10.

8.2 Introduzione ai modelli per l’analisi dei dati

quantitativi.

Lo sviluppo di una ricerca porta a definire variabili diverse con valori

diversi di cui diamo una sintesi non esaustiva nella tabella 3.

In tal modo nell’analisi di un gruppo di oggetti o di persone

possiamo suddividere tali persone in base al sesso, all’età, alla

religione di appartenenza, alla professione, ecc. ciò porta all’uso di diversi tipi di variabili, valori e

scale di misura, tabella 3.

Ad alcune di queste forme testuali si può attribuire un ordinamento: in statistica si parla di

scala ordinale: Tipo di Abitazione, Professione, Reddito.

Per i numeri l’ordine è quello della scala metrica.

Figura 126

Figura 127

196

Per le date si può considerare la scale di tipo ordinale, ma la differenza tra due date espressa

in giorni appartiene alla scala metrica, limitata ai numeri interi.

Tabella 8

VARIABILE VALORI TIPO Scala di misura

SESSO maschio, femmina Testo nominale

DATA NASCITA 1/1/1984... 2/10/1990 .... ecc. Data data

TIPO ABITAZIONE appartamento, villa unifamiliare, casa a schiera, ecc.

Testo nominale

PROFESSIONE impiegato, operaio, dirigente, ecc,

Testo Nominale / ordinale

REDDITO BASSO, MEDIO, ALTO Testo ordinale

REDDITO 1000000, 1200000, .... ecc. Numero metrica

Sesso appartiene alla scala nominale, cui possono ridursi in taluni casi le altre scale,

riducendo il livello di informazione.

Di ogni valore delle variabili puoi stabilire la sue rappresentatività nel gruppo ossia la sua

numerosità. Puoi avere ad esempio, un gruppo formato da 25 maschi e 35 donne. Se l’analisi si

limita ad un solo gruppo è sufficiente il dato numerico assoluto.

Puoi assegnare il tipo di contenuto di una cella attraverso la scheda NUMERI dell’interfaccia

utente HOME , Figura 8.

Spesso, però, si sente la necessità di eseguire il confronto tra gruppi diversi ed è utile avere

un elemento unificante della quantità: il più semplice è la percentuale che è un modo per

calcolare la quantità di un gruppo proporzionalmente a 100.

Il foglio elettronico permette la costruzione di modelli che puoi richiamare ed usare per calcoli

simili, ampliando o riducendo opportunamente le tabelle che avrai costruito, inserendo formule

relative ad alcune celle.

Per avere simile possibilità devi impostare le operazioni che esegui rispetto alle singole celle

o gruppi di celle. Il programma sostituirà al nome di ciascuna cella il suo contenuto che può

essere cambiato, modificando i risultati finali.

Le formule infatti possono agire sul contenuto di una o più celle.

8.3 Le formule nel foglio elettronico EXCEL

8.3.1 Inserimento dei dati e calcolo delle percentuali

In questo esempio sono stati inseriti dei dati in sequenza mesi da gennaio a luglio, e dati in

valore assoluto (frequenze di un evento) ed è stata calcolata la percentuale della distribuzione di

tale evento negli anni indicati, rispetto al totale degli eventi considerati. Con l’occasione verranno

197

introdotte alcune procedure per l’uso del foglio elettronico, entrando così nella logica dello

stesso.

Costruirai un modello per il calcolo della distribuzione percentuale.

La percentuale : Una delle operazione più semplici ed usate, nell’analisi dei dati di una

ricerca, è la percentuale. Essa permette il confronto di gruppi tra

loro numericamente diversi riportando la suddivisione dei gruppi

secondo qualità particolari (ad esempio il confronto della

distribuzione in classi diverse degli allievi di due o più scuole).

Per avere dati confrontabili si può riportare la distribuzione con

base cento (percentuale). Con essa, ciascun gruppo è rapportato a 100.

Un gruppo formato da 35 maschi e 65 femmine può essere ridotto in percentuale 35%

maschi, 65% femmine per confrontarlo con un gruppo numericamente diverso.

Si ottiene risolvendo l’equazione PCT : 100 = n. considerato : totale gruppo, rispetto alla

variabile PCT.

In EXCEL calcoli il quoziente tra il numero di cui si vuole calcolare il valore in percentuale ed

il totale degli oggetti del gruppo ed applichi il formato cella PERCENTUALE. L’inserimento dei dati

avviene scrivendo su una cella il dato e premendo INVIO.

Dopo aver richiamato il programma (doppio clic sull’icona relativa o procedure analoghe),

inserisci i dati come nella tabella 4 le righe 2 e 3.

Per prima cosa nella cella totale calcolerai il TOTALE usando la procedura somma

automatica, figura 8 con un clic su simbolo SOMMA AUTOMATICA.

Questa procedura funzione cerca automaticamente sopra o sulla sinistra se vi sono celle con

numeri e le include dell’argomento della funzione. Osserva che nella riga dei comandi è scritto

Figura 128

Tabella 9

198

=SOMMA(B3:H3). Naturalmente potevi scrivere direttamente la formula sulla riga dei

comandi: =SOMMA(B3:H3)

La formula per la percentuale: Per completare il modello nella cella B4 scrivi la formula

=B3/$I3. Usando operatore $ puoi copiare la formula nelle celle dalla C4 alla I4, ottenendo la

forma decimale della percentuale sempre rispetto alla cella I3.

Scrittura risultato in %: Seleziona il modello da A1 a I4 e ricopialo a

partire da A6. Seleziona quindi le celle da B9 a I9 ed usa da Home la

scheda NUMERI, figura 9, con un clic su %. Puoi anche decidere

quanti decimali usare con le icone in fianco.

Per una scelta più ampia del formato dei numeri e dei testi usa la

scheda che comparirà cliccando su ↘

Nella costruzione del modello sono stati introdotti alcuni operatori e procedure che è

opportuno rilevare.

: Procedura che somma il contenuto delle celle adiacenti, sopra o a sinistra.

Selezione : si ottiene puntando una cella e trascinando il puntatore sulle celle che si vogliono

selezionare tenendo premuto il pulsante di sinistra del mouse.

Copia : questa funzione serve per copiare il contenuto di una cella già scritta. In seguito, per

incollare il contenuto su una cella vuota, usiamo dal menu modifica, la voce incolla, oppure

premi Invio . .

Occorre prestare attenzione se la copia è fatta da celle contenenti numeri (che rimangono

invariati) o riferimenti al nome di una o più celle: in tal caso la formula è modificata o meno

secondo che il riferimento è relativo o assoluto, usando l’operatore $.

Per evitare che il nome della cella cambi con la procedura copia, spostando il cursore tra le

celle occorre far precedere la lettera o il numero o entrambi che individuano una cella dal segno

$ $G$5 fa sempre riferimento al valore contenuto nella cella G5. Con $G5 non si modifica il

riferimento spostandosi orizzontalmente ; con G$5 non si modifica il riferimento spostandosi

verticalmente.

La proprietà del foglio elettronico di riferirsi ad una cella indipendentemente dal suo valore

momentaneo è una delle più importanti caratteristiche del foglio elettronico.

Formato Cella: puoi dal menu FORMATO decidere in quale forma far comparire i numeri e

con quanti decimali, vedi all’uopo il menu FORMATO, CELLA, NUMERICO di cella in cui per ogni

scelta viene esemplificato il risultato visivo. Per cambiare il formato di più celle

Figura 129

199

contemporaneamente puoi selezionarle, prima di operare con la procedura FORMATO. Il formato

cella può essere modificato dalla scheda NUMERI .

Hai ottenuto un modello per calcolare le percentuali tra i diversi valori di un gruppo. Gli

esercizi che seguono ne sono un’applicazione.

Esercizi.

Esercizio 1

Ricopia su un foglio elettronico i valori assoluti della tabella 5.

Calcola il quoziente tra il numero di iscritti per ciascun anno ed il totale. Trasforma tale

quoziente in percentuale con 2 decimali HOME scheda NUMERI. La tabella 3 rappresenta le

prime tre righe dopo aver eseguito i calcoli .

Lascio a te i calcoli e le procedure di formato cella per le righe successive.

Tabella 10

Superfluo ricordare che gli stessi risultati, mutatis mutandis, si sarebbero ottenuti scrivendo i

dati privilegiando la scrittura in verticale dei dati (es. da B1 a B7) e degli anni successivi.

Completa l’esercizio ripetendo il

procedimento con scambiando le righe con le

colonne. In EXCEL 2007 puoi selezionare le

celle interessate Home copia posizionarti

in una cella vuota scegliere dalla scheda

Incolla ruota di 180° .

Esercizio 2

Usa il modello costruito nell’esercizio 2 per

calcolare ulteriori percentuali dei valori 25, 27,

32, 43, 65.

A B C D E F G

1 ANNO 1989 1990 1991 1991 1993 TOTALE

2 iscritti elem. 100 150 180 200 100 730

3 PCT 13,69% 20,54% 24,65% 27,39% 13,69% 100,00%

4 iscritti sup. 200 130 110 107 92

5 PCT

Figura 130

200

Esercizio 3

Disponi nella colonna B i numeri seguenti: 15, 17 , 29, 31, 62. 82, 34, . Nella colonna C

calcola la distribuzione percentuale del gruppo appena digitato. Usa le colonne D ed E per

calcolare le percentuali dei numeri 13, 18, 21, 32, 64, 73, 34.

Ricorda che copie ed incolla può copiare anche gruppi di celle adiacenti.

Esercizio 4

Scrivi in un foglio elettronico numeri con 6 o 7 decimali. Con la procedura opportuna verifica

cosa avviene riducendo il numero di decimali da visualizzare.

Ripeti la procedura eseguendo calcoli che utilizzano celle con numero di decimali diversi e

celle in cui i decimali sono stati diminuiti nella visualizzazione.

8.4 La procedura inserisci funzione.

Il programma EXCEL fornisce all’utente un

insieme di procedure che eseguono calcoli

complessi su un intervallo di celle fissato

dall’utente stesso. EXCEL chiama tali procedure

funzione e le indica con fx .

La procedura si avvia dalla scheda FORMULE

LIBRERIA DI FUNZIONI INSERISCI FUNZIONE fx .

oppure dal fianco alla riga degli inserimenti: clic su

fx, fa comparire la scheda di figura 11 dalla

quale puoi scegliere tra centinaia di

procedure statistiche, matematiche, logiche,

informative , ecc.

Secondo la scelta appare il menu delle procedure

associate al tipo scelto.

Puoi scegliere TUTTE oppure USATE PIÙ DI RECENTE il cui significato è evidente; poi scegli la

procedura che ti serve in quel momento, figura 13.

Figura 131

Figura 132

201

Esamineremo alcune di queste procedure, avvisando che ogni procedura scelta ha una breve

spiegazione del suo significato e dopo la scelta compare una scheda da compilare o verificare

detta ARGOMENTI FUNZIONE .

8.4.1 La media aritmetica e la deviazione standard.

La media aritmetica è un dato di sintesi di un gruppo di punteggi o di frequenze : esso

riassume i risultati ottenuti, rendendoli confrontabili con gruppi diversi.

Può accadere che la media aritmetica non sia rappresentativa di un gruppo essendo le

misure grezze troppo differenti tra loro e poco numerose.

La valutazione dell’omogeneità di un gruppo di punteggi rispetto alla media è spesso rilevata

col calcolo della deviazione standard.

Le due misure, media e deviazione standard, vanno lette assieme: più la deviazione standard

è rappresentata da un numero grande rispetto alla media, meno tale media è affidabile come

sintesi del gruppo di risultati ottenuti.

Il modello per il calcolo delle due misure è semplificato nel foglio elettronico.

Scriviamo i dati della tabella 6 in un foglio elettronico opportunamente richiamato (doppio clic

sull’icona del programma).

A B C D E F G H

1 ANNO 1989 1990 1991 1992 1993

MEDIA ARITM.

DEV. STD.

2 ISCRITTI 100 150 180 200 100 146 45,6972

Tabella 11

Negli anni dal 1989 al 1993 si sono iscritti alle medie inferiori di una piccola città gli allievi

riportati nell’esempio (Tabella 6).

Per le nostre valutazioni è interessante disporre del numero medio di iscrizioni e

dell’omogeneità o meno dei gruppi dei vari anni per un confronto con città e condizioni

ambientali diverse.

Si è ritenuto utile per tale studio, il calcolo della media aritmetica dei dati ed il calcolo della

deviazione standard dei gruppi esaminati.

La deviazione standard permette di valutare l’ampiezza delle variazioni complessive dei vari

anni scolastici rispetto alla media.

202

Una deviazione standard di valore elevato rispetto alla media indica appunto una notevole

variazione degli iscritti rispetto ai diversi anni scolastici.

8.4.2 Calcolo della media e della deviazione standard

Dopo aver riportato col metodo già visto il testo e i dati sulle celle A1

H1 e A2 F2 di un foglio elettronico, posiziona il cursore sulla

cella G2.

Talora il lavoro di elaborazione diviene più rapido utilizzando i

comandi da tastiera. Ti presento per la procedura i due metodi e ti

invito a provare sempre ad usare la tastiera al posto del mouse.

Metodo tastiera:

Posiziona il cursore sulla riga di scrittura e scrivi = MEDIA (B2:F2), ossia media dei dati da

B2 a F2. Premi invio e compare il risultato. Procedura analoga per la deviazione standard,

curando l’intervallo dell’argomento della funzione.

Metodo MOUSE:

Posiziona il cursore su G2 ossia sulla cella immediatamente seguente le celle con i dati.

Clic su fx nella riga di inserimento dati e formule, compare l’elenco delle funzioni, figura 11.

Puoi scegliere il tipo di funzione, in questo caso STATISTICHE; se sei fortunato tra le FUNZIONI

USATE DI RECENTE puoi trovare quello che ti serve.

Il programma nella scheda ARGOMENTI DELLA FUNZIONE, figura 15, ti propone l’intervallo su

cui calcolare la media; se tale intervallo è corretto puoi premere Invio e la media viene calcolata

e scritta nella cella prescelta..

In alcuni casi l’intervallo individuato dal programma non è corretto; con puoi cancellarlo e

scrivere l’intervallo corretto B2 : F2, figura 14

Tasto Invio o clic su Fine.

Compare il valore della media nella casella in precedenza scelta.

Figura 133

203

Per la media aritmetica puoi ottenere facilmente la

funzione anche dal pulsante della SOMMA AUTOMATICA,

figura 14,nastro HOME cartella MODIFICA

Nel calcolo di una media occorre verificare la sua

attendibilità ossia la sua rappresentatività dell’insieme dei

dati. Dati troppo disomogenei non sono rappresentati da

una media aritmetica. Si usa quindi la Deviazione

standard: più il suo valore è alto, meno la media può

rappresentare i dati considerati e i dati risultano

disomogenei tra loro. Trovi un esempio nella Tabella 7.

Per il calcolo della deviazione standard dopo esserti

posizionato nella cella opportuna, scegli dalle funzioni

statistiche DEV.ST [o scrivi =DEV.ST(B2:F2)] e procedi in modo analogo al calcolo della media.

Fai attenzione alla scheda del calcolo della deviazione standard. Usando il metodo del mouse

il programma può comprendere nel calcolo della deviazione standard anche la casella della

media che non deve essere compresa tra i dati di calcolo. Devi quindi modificare l’intervallo

dell’argomento.

È abbastanza evidente la semplicità che il foglio elettronico introduce nell’uso di modelli per

calcoli con le sue funzioni predefinite.

Il cambiamento di un qualunque valore nelle celle cui una formula od una funzione fa

riferimento, provoca il cambiamento del risultato finale, hai quindi un modello per il calcolo della

media e della deviazione standard. Se hai usato con attenzione gli indirizzi di cella tale modello

può essere ampliato.

Per verificare il collegamento tra dati, media e deviazione standard

prova a modificare i valori delle singole celle, scrivendo dati tra loro

quasi uguali o molto diversi. Con dati uguali la deviazione standard

Figura 134

Tabella 12

Figura 135

204

sarà uguale a zero, vedi Tabella 7.

OSSERVAZIONE: rileviamo esplicitamente la differenza tra la formula che richiede la scrittura

di segni di operazione tra gli indirizzi delle celle cui la formula fa riferimento e la procedura

funzione che richiede (e permette) il riferimento a gruppi di celle.

La media aritmetica assieme alla somma si può ritrovare con cu clic sul simbolo dalla barra

HOMEdi EXCEL, scheda MODIFICA.

Sulla riga dei comandi appare la procedura MEDIA () . è necessario inserire tra le

parentesi l’intervallo sul quale calcolare la media. Analogamente per la somma.

Ad esempio, tabella 4, puoi posizionarti col cursore nella cella G2 e scrivere =media(B2:F2).

Premendo invio viene calcolata la media aritmetica dei numeri contenuti nelle celle da B2 ad F2.

8.4.3 La procedura SUBTOTALE

Fin’ora hai potuto applicare il foglio elettronico a procedure semplici potendo apprezzare la

semplificazione nelle attività di calcolo attraverso modelli costruiti con tale strumento.

Proseguendo nello studio delle applicazioni dell’informatica le tue conoscenze si amplieranno

permettendoti di affrontare i problemi con utili strumenti che non potranno sostituire la tua

iniziativa e creatività ma solo renderti più facile la verifica delle tue idee.

La procedura di subtotale che EXCEL introduce con la funzione SUBTOTALE la trovi tra le

funzioni matematiche di Excel o nella scheda STRUTTURA della raccolta DATI, figura 17.

Si tratta di una funzione a due argomenti che si presenta in questa forma:

SUBTOTALE(tipo; intervallo) dove tipo è un numero che definisce la funzione da applicare

all’intervallo che devi specificare secondo le tue esigenze.

Il tipo è specificato nella tabella 8, nella quale trovi alcune procedure/funzioni che ti consiglio

di provare, tra esse oltre alla media trovi conta valori che permette in una lista di contare i valori

numerici, minimo e massimo dei valori di una lista,

Nella tabella 9 puoi vedere un’applicazione della procedura illustrata. La procedura applicata

nella cella C6 è SUBTOTALE(9;C2:C5), mentre in E6 è SUBTOTALE(1;E2:E5), ecc.

La tabella 8 presenta le operazioni possibili con la procedura SUBTOTALE

Figura 136

205

Numero identificativo del tipo di operazione

Procedura (funzione) valori nascosti inclusi

valori nascosti esclusi

1 101 Media (aritmetica)

2 102 Conta numeri

3 103 Conta valori

4 104 Max

5 105 Min

6 106 Prodotto

7 107 DEV.ST

8 108 DEV.ST.POP

9 109 Somma

10 110 Var

11 111 Var.POP

Tabella 13

8.4.4 Applicazioni della procedura subtotale

Osserva e ricopia la tabella 9 seguendo le

procedure indicate.

Nella celle C18, D18, F18 è stata applicata la

procedura SOMMA con l’icona , il programma

applica tale procedura al contenuto delle celle

ottenute con la procedura SUBTOTALE.

A B C D E F G

1 Anno Trimestre Valori Trimestre Valori Trimestre Valori

2 1 34 34 34

3 2 62 62 62

4 3 32 32 32

5 4 27 27 27

6 1999 Totale 155 Media 38,75 Dev. St. 15,77709

7 1 38 38 38

8 2 34 34 34

9 3 76 76 76

10 4 63 63 63

11 2001 Totale 211 Media 52,75 Dev. St. 20,12254

12 1 29 29 29

13 2 85 85 85

14 3 53 53 53

15 4 28 28 28

16 2003 Totale 195 Media 48,75 Dev. St. 26,78775

18 1999-2003

Somma Totali

561 Somma medie

140,25 Somma Dev. St.

62,68738

Figura 138

Figura 137

206

Tabella 14

I risultati della tabella sono stati ottenuti in EXCEL 2007 selezionando i dati e applicando la

procedura totale parziale scegliendola dalla scheda DATI STRUTTURA.

Esercizio 1

Completa la tabella 9 e prova le altre procedure.

Esercizio 2.

La procedura SUBTOTALE può essere inserita in una qualsiasi

cella del foglio elettronico, purché nel suo argomento siano indicati il

tipo di operazione richiesta e l’intervallo o gli intervalli cui si fa

riferimento.

Nella tabella 10 stato applicato il subtotale ai dati A ed ai dati B.

Il totale finale è stato ottenuto con la procedura SOMMA.

Esercizio 3.

Nel foglio elettronico in basso a destra, trovi diversi fogli: Foglio 1,

Foglio 2, ecc.. Puoi trasferire procedure tra fogli diverse. Osserva la Procedura 1.

Puoi calcolare il SUBTOTALE in un foglio diverso da quello contenente i dati. Ad esempio

puoi aprire il Foglio 2 ed in una qualsiasi cella applicare la procedura SUBTOTALE facendo

riferimento al Foglio1; la funzione assume la forma indicata nella procedura 1 in cui l’argomento

nell’ordine presenta il tipo di operazione richiesta;

l’indicazione del foglio di origine dai dati con l’intervallo

di delle celle contenenti i dati da usare

nell’operazione.

=SUBTOTALE(9;Foglio1!D3:D6;Foglio1!D8:D11)

procedura 1

Puoi naturalmente usare la tabella delle funzioni,

oppure scrivere nella riga dei comandi l formula della

procedura 1, in cui ti invito ad osservare il ; (punto e virgola) come segno di separazione tra

istruzioni diverse ed il ! (punto esclamativo) che individua il foglio di origine. Es. Foglio1!D8:D11, vedi

procedura 1.

Tabella 15

Figura 139

207

8.4.5 Il calcolo condizionato.

Illustriamo una procedura che

permette di scegliere da un insieme di

dati solo quelli che interessano per il

nostro scopo.

Puoi attivare una procedura che

esegua un’operazione, ad esempio di

somma, su numeri che verificano una condizione. Consideriamo la matrice63 di dati inserita nelle

dalla cella A1 alla cella D4, della figura 19.

Posizionandoti su E5 attiva, dalle funzioni matematiche, SOMMA. SE e scrivi le condizioni e

le richieste che appaiono nella figura, ossia di calcolare la somma solo nel caso che i dati siano

maggiori o uguali a 50.

Un clic su OK e il programma calcola la somma dei soli valori maggiori di 50.

8.4.6 Funzioni logiche

Oltre al calcolo condizionato nel foglio elettronico è possibile trasformate il valore di una cella

con le funzioni logiche.

In EXCEL 2007 le trovi nella libreria delle funzioni, figura 21.

Riportiamo un esempio ottenuto da fx Funzioni logiche SE.

Dalla colonna A delle età, posizionati su B2 e inserisci la funzione logica SE.Tale funzione ha

due possibilità

Il test da come risposta “VERO” ed il programma scrive sulla cella quanto scritto sulla linea

Se_vero.

Il test da come risposta “FALSO” ed il programma scrive sulla cella quanti scritto nelle riga

Se_falso.

63

Dicesi matrice un insieme di numeri disposti ordinatamente su righe e colonne.

Figura 142

Figura 140

Figura 141

208

È possibile inserire altre condizioni sulle righe del vero o del falso.

Potresti provare a suddividere un gruppo di Età dai 15 ai 70 anni in ragazzi, Adulti, Anziani.,

usando la riga di inserimento.

Nota che quanto scelto nella scheda è trasformato sulla riga di inserimento in

=SE(A2<18;”Ragazzo”;”Adulto”).

Puoi sostituire La parola adulto con una ulteriore funzione SE:

=SE(A9<18;"Ragazzo";SE(A9<50;"Adulto";"Anziano")).

Evidentemente la colonna A va completata con altre età fino a 70 anni, per verificare

l’operazione.

8.4.7 Altre funzioni logiche.

Generalmente in EXCEL si usano procedure (funzioni) che agiscono su una sola colonna

(riga) alla volta o che riuniscono in una sola procedura colonne diverse senza possibilità di

scelta da parte dell’utente.

La procedura (funzione) filtro e la procedura ordinamento opera una selezione di dati

alfanumerici, sempre relativamente da una colonna o riga di dati.

Le funzioni64 logiche sono presentate nella figura 22.

Descriverò l’uso della funzione SE, ti invito a esaminare

e provare le altre funzioni.

Dopo aver inserito nelle celle i dati da esaminare, puoi

posizionarti in una cella libera e attivare con un clic tale

procedura: compare la figura 23 argomenti funzione.

In essa è possibile inserire nelle righe opportunamente

intestate:

Test: Condizione da valutare verificando il valore o il testo che compare in una cella, può

essere vera o falsa.

Puoi ad esempio scrivere

64

Useremo il termine funzione o procedura lasciando allo studente di cogliere la differenza che esiste tra i due

termini, che peraltro sono entrambi corretti secondo il punto di vista da cui sono considerati.

Figura 143

209

A1>10

A1=”Buono” … ed altro

Nota l’uso delle “ “ all’inizio ed alla fine del testo Buono; tali virgolette sono indispensabili

usando un testo anziché un numero come termine dell’uguaglianza.

Le versioni recenti del programma le inseriscono se non sono state inserite.

Gli operatori > < = possono essere usati nei confronti di numeri che di testi; in quest’ultimo

caso usano la sequenza dell’alfabeto.

Nella riga Se_vero inserisci l’operazione

da eseguirsi se il test è risultato vero.

Nella ruga Se_falso inserisci l’operazione da eseguire se il test è risultato falso.

Anziché un’operazione puoi inserire un “testo” da scrivere

Le operazioni possono essere la scrittura di un testo o un calcolo particolare.

Osserva le tre righe seguite da un riquadro bianco:

Test:

Se_vero

Se_falso

Come puoi vedere si tratta di una

procedura che EXCEL ti aiuta a fare:

Dopo la prima riga c’è un salto

condizionato alla seconda od alla terza

riga, figura 20.

All’interno della seconda e della terza

riga puoi inserire ulteriori condizioni di test e di salto: dovrai separare il test, la condizione

se_vero e la condizione se_falso con un punto e virgola.

Eccoti un esempio che ti consiglio di verificare:

Le successive righe sono la rappresentazione di come le varie condizioni imposte sono

rappresentate nella riga delle operazioni; nota come il test, ed i risultati siano separati da un ;

Nel riquadro trovi le tre righe da inserire nella tabella degli argomenti per il risultato finale

della tabella 11 precisamente il test pone una prima condizione un voto maggiore di 17;

se si verifica la prima condizione (SE_VERO) vi sono due alternative

voto >= 24 (l’esame è superato)

se il voto non è >= 24 (ossia è < 24) deve sostenere l’esame orale

Figura 144

210

se la prima condizione non si verifica, ossia il voto è <= 17 (SE_FALSO) vi sono due

alternative:

ha frequentato / non ha frequentato

La procedura è stata applicata alla tabella 11, ti consiglio di sviluppare l’esercizio per gradi

ossia prima considera solo il voto finale imponendo le relative condizioni:

Ammesso se il voto è maggiore di 17, non ammesso all’orale se il voto è minore di 1865.

Sostituisci quindi nella seconda e terza riga le ulteriori condizioni.

Esercizio.

Puoi trovare procedure simili tra le funzioni: SOMMA_SE ; CONTA_SE MEDIA_SE ed altre,

che potrai provare personalmente. La prima somma i numeri che soddisfano una particolare

condizione, la seconda li conta.

Scrivi in una colonna 25 voti compresi tra 10 e 30. Calcola la media aritmetica e la media

aritmetica dei soli voti sufficienti. Conta i voti sufficienti e i voti insufficienti.

.

8.5 Verifica dei calcoli nel foglio elettronico.

8.5.1 Le Smart Tag

65

Ricorda >17 equivale a >=18

1 B C D E F G H

2 Nome Voto es 1 Voto es. 2 Voto es. 3Frequenzaallel

ezioniVoto totale Risultato

3 RAMONA 7 4 5 SI 16 esame subito

4 CLARISSA 8 8 5 SI 21 deve sostenere esame orale

5 VALENTINA 9 6 6 NO 21 deve sostenere esame orale

6 ANGELA 10 9 8 SI 27 idoneo

7 FRANCESCO 12 8 8 SI 28 idoneo

8 MASSIMO 12 9 7 SI 28 idoneo

9 MARIA GRAZIA 8 4 5 NO 17 ripete esame

SE(G4>17; Test

SE(G4>=24;"IDONEO";"deve sostenere esame orale") SE_vero

SE(E4="SI";"esame prossimo appello";"ripete esame") SE_falso

Tabella 16

Procedura 2

211

Nell’esercizio del calcolo delle percentuali, rappresentato a lato è stato volutamente

commesso l’errore di non bloccare la cella B6 e copiare il calcolo

della percentuale nella cella C3. Come già sai il programma

modifica gli indirizzi di cella. All’ovvio errore di divisione per 0, Figura 24, oltre alla scritta #DIV/0!

compare una piccolo riquadro con il simbolo di richiamo menu

. Nel menu la spiegazione dell’errore (divisione per zero). la

possibilità di avere informazioni sull’errore commesso, la

possibilità di correggerlo ecc.

Decidi tu se tener conto dell’avvertimento.

Fra i molteplici usi delle Smart Tag facciamo notare che la

funzione applicata alla tabella di figura 25. In tale somma

ovviamente si è omesso l’anno tra i numeri da sommare. La

smart tag avvisa che si è fatta una somma trascurando appunto il

primo numero.

Anche in questo caso la scelta spetta a te!

Nota che le operazioni dubbie sono segnalate dal simbolo

posto in alto a sinistra della cella.

Cliccando sulla cella compare la Smart Tag con le

spiegazioni, figura 26.

8.5.2 Verifica formule

In EXCEL 2007 è stata introdotta una scheda che ti permette alcune verifiche, chiamata

VERIFICA FORMULE, figura 27.

Nella costruzione di un modello è utile poter valutare le

formule che hanno contribuito alla sua costruzione. Risulta

pertanto utile la procedura mostra formule della scheda

VERIFICA FORMULE, figura 27.

Ad esempio puoi risalire alle celle di origine di una

formula, figura 25 per valutare la correttezza delle formule

del modello che hai costruito, essendo segnalato l’errore di divisione per zero.

Figura 147

Figura 148

Figura 145

Figura 146

212

3.5.3 Elenco dei principali codici di errore in EXCEL

#DIV/0! Il denominatore di una formula fa riferimento ad una calla che contine 0; oppure un testo, oppure è vuota

#NOME? La formula contine testo in un formato che EXCEL non riconosce.

@RIF! La formula fa riferimento ad una cella che non esiste.

#VALORE! La formula contine un argomento con corretto.

Riferimento circolare

La formula contiene un riferimento che dipende dai risultati della formula stessa. Es. Nella cella D5 scrivi = A3+D5. In alcuni casi il riferimento circolare fa parte di un’iterazione di calcoli necessaria. In tal caso si può attivare il riferimento circolare con la procedura seguente. Fai clic sul pulsante con il logo di Microsoft Office, quindi su Opzioni di Excel e infine sulla categoria Formule. \ Seleziona la casella di controllo Attiva calcolo iterativo nella sezione Opzioni di calcolo.

Tabella 17

In questi casi ritorna molto utile la procedura FORMULE VERIFICA FORMULE

Esercizi proposti.

1. Inserisci funzione Esamina alcune funzioni della scheda inserisci funzione, cercando se vi

siano calcoli che conosci e procedure che potresti usare da solo.

Usa per questo esercizio le spiegazioni che per ciascuna procedura (funzione) compare nella

scheda di scelta.

Puoi esaminare le funzioni matematiche, Data ed ora, logiche.

Scrivi una relazione su quanto hai scoperto.

2. La media aritmetica Calcolala media e la deviazione standard tra i numeri da 12 a 56.

Usa per la scrittura dei numeri, l’analogo di quanto usato prima per gli anni successivi. Usa la

funzione MEDIA e DEV.St.

Prova a cambiare il 27 col 34 e viceversa o a sostituire il numero 37 col numero 139. ecc.

3. Calcoli condizionati. In passato si usava registrare l’esame di un studente che fosse stato

riprovato (voto minore di 18). La media per la laurea veniva calcolata solo sugli esami superati.

Costruisci una matrice con voti maggiori o uguali a 18 e voti inferiori a 18 e con il foglio

elettronico calcola la media solo dei voti maggiori o uguali a 18.

Suggerimento: usa Somma.se, Conta.se, media.se

Calcola i quoziente dei due risultati.

4. Copia e incolla e riferimento assoluto. Inserisci in una colonna il prezzo al chilogrammo

di alcuni prodotti alimentari, nelle seconda il nome dei prodotti. Calcola il costo medio dei

prodotti alimentari inseriti.

213

5. Accedi al sito ISTAT (www.istat.it), ricerca i dati sui prezzi al consumo alimentati. Seleziona

alcuni prodotti alimentari ed i loro prezzi al consumo nei mesi di gennaio, aprile e maggio.

Calcola la media aritmetica e la deviazione standard dei prezzi nei singoli mesi.

NOTA: per selezionare dati in posizioni non contigue si usa selezionare il primo gruppo e

premendo il tasto CTRL selezionare i dati in posizioni non contigue.

8.6 I modelli

Hai finora costruito fogli elettronici di vario tipo

come base per il tuo lavoro. Già nella costruzione

dei fogli elettronici con i dati hai constatato come

sia possibile usare ciascun foglio elettronico come

modello per l’inserimento di dati diversi.

Dovresti avere appreso come utilizzare il foglio

costruito in circostanze diverse, adattandolo alle

tue esigenze particolari.

In EXCEL esiste come hai potuto

vedere in WORD, il salvataggio di

tipo modello.. In tal modo puoi

creare un modello sul quale inserire i tuoi dati.

Nel caso di EXCEL 2003 e precedenti da salva con nome puoi selezionate tipo di file modello

e ti si apre la cartella modelli. Puoi scegliere una

cartella diversa, creandola personalmente.

Nel caso di EXCEL 2007 puoi dal pulsante di figura

28 posizionarti su SALVA CON NOME e scegliere ALTRI FORMATI.

All’apertura della cartella Salva con nome nella scheda SALVA CON NOME devi denominare il

file e scegliere modello di Excel, figura 30.

Il programma salva come procedura predefinita il file nella cartella TEMPLATES, che fa parte di

un gruppo di cartelle interne alla cartella chiamata Microsoft.

Conviene aprire Documenti ed in essa creare una cartella Miei Modelli. Salvando il modello

ottenuto lo potrai richiamare e se lo richiami col doppi clic, ottieni un file che potrai salvare come

file di EXCEL.

Figura 150

Figura 149

Figura 151

214

Questa procedura evidentemente è in fase di aggiornamento e richiama le procedure di

Office precedente.

8.7 Le previsioni e le analisi prospettive.

Spesso nelle nostre azioni siamo guidati dall’analisi degli eventi trascorsi e dalla previsione

degli eventi futuri.

Nell’analisi dei dati assume particolare importanza poter individuare punteggi prevedibili

dall’esame di una sequenza di dati rilevati con un'indagine opportuna.

Il foglio elettronico EXCEL fornisce strumenti sia per individuare dati oltre le nostre rilevazioni,

sia per tracciare una curva che individui una linea (retta o di ordine superiore) che sia regolare, e

tale che la somma della distanza dei suoi punti dai punti realmente rilevati sia minima.

Si ottengono tali risultati utilizzando rispettivamente

la funzione previsioni.

la funzione tendenze.

la funzione tendenze può anche tracciare la linea oltre i dati effettivamente rilevati e

aggiungere ulteriori elementi alla linea di tendenza, inoltre si può richiedere l’equazione della

linea di tendenza tracciata.

8.7.1 Previsione dei risultati in una sequenza.

Oltre che con la linea di tendenza la previsione dei risultati di una sequenza può essere

operata selezionando le celle in cui i dati sono stati inseriti e prolungando tale selezione dal

piccolo quadrato che compare alla destra della sequenza selezionata.

Il procedimento è analogo a quello con cui si può prolungare una numerazione sequenziale

dopo aver scritto i primi due numeri della sequenza. Dopo aver selezionato i numeri noti ci

sposta col cursore al lato destro inferiore dell’ultima cella in cui compare , il cursore diviene ,

trascinandolo nelle celle successive si ottiene la previsione dipendente dalla sequenza scritta.

Anni 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997

Popolazione 1234 1239 1356 1426 1456 1380 1494 1535 1577 1618 1659

Popolazione 1234 1239 1216 1350 1456 1380 1464 1507 1551 1594 1637

Dati rilevati Dati previsti

Tabella SEQ Tabe13 Tabella 18

215

Nota nella tabella precedente i dati rilevati ed i dati previsti nell’ipotesi che il comportamento

dei dati negli anni dal 1993 al 1997 ha lo stesso comportamento degli anni precedenti. La

procedura è di impostazione predefinita fatta con i dati in colonna. Se sono in riga occorre

specificarlo in sede di elaborazione.

8.8 La raccolta e la trasformazione delle informazioni

8.9 Il menu DATI in EXCEL.

Già nei paragrafi precedenti abbiamo utilizzato il

foglio elettronico non solo come strumento di

calcolo, ma come strumento utile alle decisioni, pur

riferendoci sempre a dati numerici.

Gli sviluppi del foglio elettronico hanno introdotto

anche l’esame dei dati alfanumerici, pur essendo ad

essi dedicato il datata base ACCESS.

Nella raccolta di schede DATI, , sono presenti

alcune procedure, figura 33.

8.9.1 Ordinamento dei dati in colonne.

Dal menu Dati è possibile ordinare una o più

colonne in ordine crescente o decrescente;

l’ordinamento vale sia per i numeri che per i testi,

figura 34.

Per fare ordinare i dati puoi usare la procedura

ORDINA , figura 33 e specificare rispetto a quale

colonna vuoi l’ordinamento. Figura 155

Tabella 19

Figura 154

216

8.9.2 Filtro

Per operare con il filtro il cursore deve trovarsi nella prima cella di una colonna che deve

essere un’intestazione.

Se attivi la procedura filtro EXCEL inserisce in testa alle colonne ▼. In base al tipo di dati su

cui stai operando il programma ti offre i possibili filtri che puoi attivare. Ordinamento per date,

per nomi, per numeri. Nella figura 34 il filtro per numeri.

Cliccando su ► puoi scegliere FILTRO PERSONALIZZATO, o un’altra delle possibili procedure,

nella scheda a destra.

Compare la tabella di filtro, figura 35, con la

possibilità di utilizzare due filtri tra loro riuniti dalle

congiunzioni

OR . è vero se si realizza almeno una delle

condizioni.

AND : vero se si realizzano entrambe le

condizioni.

Nella scheda di figura puoi scegliere Seleziona

tutto per annullare il filtro che hai attivato.

Esercizio

Applica le procedure di ORDINAMENTO e di FILTRO alla tabella 15, pagina seguente.

Suggerimenti:

Ordina i nomi dalla Z alla A.

Scegli un intervallo per le date di nascita che escluda le persone di età inferiore a 40 anni,

Puoi individuare l’età inserendo nella colonna la D differenza tra la data attuale e la data della

colonna C.

8.10 I grafici col foglio elettronico.

I grafici costituiscono una delle forme più intuitive di comunicazione dei risultati di una analisi

di dati. La loro scelta permette di evidenziare i risultati di considerazioni fatte sui numeri.

Vi sono poi grafici particolari che esprimono lo sviluppo di un progetto o l’organigramma di

una organizzazione.

Tra i grafici in EXCEL che esprimono le relazioni tra i dati numerici di una analisi, possiamo

distinguere i seguenti tipi principali:

Figura 156

217

Grafici lineari : adatti a rappresentare l’andamento di una distribuzione di valori in relazione

a due variabili i cui valori sono generalmente rappresentati sulla retta delle ascisse e quella delle

ordinate66 ; generalmente sulle ascisse è la variabile indipendente (anni, età, ...) e sulle ordinate

la variabile dipendente (numerosità di un gruppo).

Nei grafici areali: la numerosità dei dati è rappresentata dall’altezza di rettangoli, oppure

dall’ampiezza di settori circolari67.:

I grafici a colonna si usano per rappresentare distribuzioni di una variabile di gruppi diversi

evidenziando la loro numerosità.

I grafici a torta si usano per rappresentare

la numerosità di diversi tipi di appartenenti ad

un gruppo. Essi sono l’equivalente grafico della

percentuale, essendo evidentemente

standardizzata la numerosità del gruppo ai 360°

di una circonferenza.

I grafici impilati permettono di evidenziare

una relazione più complessa tra le variabili

considerate, ossia le relazioni esistenti tra due

variabili con l’intervento di una terza variabile.

Grafici ad anello : permettono la rappresentazione del tipo grafico a torta di più insiemi di

dati.

Grafici a spirale : rappresentano di solito l’andamento di un fenomeno nel tempo con

ricezione del momento di rilevamento..

Grafici a dispersione : mostrano la relazione tra diversi insiemi di dati. Sono molto usati

nella rappresentazione grafica dell’analisi fattoriale.

È anche possibile rappresentare i dati con due o più grafici contemporaneamente per avere

una visione dei dati di varie categorie

8.10.1 Costruzione di un grafico.

Per costruire un grafico col foglio elettronico, dopo aver inserito la tabella dei dati, segui i

passi indicati.:

66

Ricordo che in un sistema di assi cartesiani l’ascissa è la retta orizzontale e l’ordinata è quella verticale.

67 Vi sono anche rappresentazioni a tre dimensioni che aggiungono solo una visione più piacevole del grafico.

Tabella 20

218

Seleziona le celle contenenti i dati che vuoi far comparire nel grafico. Ricordo la possibilità di

selezionare colonne (o righe) non adiacenti usando il tasto Ctrl, dopo aver selezionato il primo

gruppo di dati si seleziona il successivo tenendo premuto Ctrl.

Da INSERISCI scheda GRAFICI,clic sul tipo di grafico che vuoi ottenere, figura 36

Dopo aver costruito il grafico è opportuno personalizzarlo. Alcune personalizzazioni sono

automatiche e vengono inserite nel programma da EXCEL. Talora tuttavia occorre modificare

tali personalizzazioni se non rispondono alla nostra esigenza di rappresentazione dei dati

8.10.2 I grafici con Excel 2007 e la loro personalizzazione

I grafici sono modificati e personalizzati usando

schede reperibili dalla raccolta STRUMENTI GRAFICO

che è presente appena costruito il grafico o

comunque posizionando il cursore nell’area del grafico,

figura 35 dalla quale puoi attivare tre nastri di schede.

PROGETTAZIONE, figura 37.

La scheda PROGETTAZIONE ti permette di

cambiare il tipo di grafico, di salvare un modello,

di invertire le righe con le colonne e di

denominare le variabili con la procedura

SELEZIONA DATI

Figura 158

Figura 159

Figura 157

219

È evidente l’uso di aggiungi e

rimuovi. La procedura modifica,

richiede che sia usata una cella sulla

quale scrivere il titolo che desideri

sostituire ad uno già esistente. Per

Voci della leggenda dopo averle

selezionate, devi scrivere:

Foglio1!A3, nella scheda che

compare attivando la procedura

MODIFICA, per le etichette

dell’asse devi scrivere l’intervallo che le contiene ed foglio su cui stai lavorando. figura 41

Figura 161

Tra gli elementi della progettazione la scheda Stile grafico che contiene la possibilità di avere

un grafico in bianco e nero, figura 40, primo grafico.

Nota il riferimento ad un

gruppo di celle A2:A5 ed al foglio

su cui stai lavorando Foglio1!:

Foglio1!$A$2:SA$5.

Il nastro delle schede Layout ti permette di inserire e

posizionare le etichette, aggiungere simboli particolari sul

grafico, di aggiunger una linea di tendenza, di posizionare

la tabella dei dati sotto il grafico, ed altro.

Scegli LAYOUT e poi ETICHETTE, figura 42.

Figura 160

Figura 163

Figura 162

220

Potrai scegliere la posizione in cui far comparire il valore del dato, scegliendo Opzioni

etichetta

Puoi anche introdurre delle analisi grafiche, figura 43.

Con un clic sul dato puoi scegliere il tipo di dato da Formato

etichette dati che farà comparire ALTRE OPZIONI ETICHETTE DATI.

Più semplicemente dal Layout puoi scegliere ALTRE OPZIONI

ETICHETTE DATI.

L’ ETICHETTA CONTIENE e POSIZIONE ETICHETTA, figura 44.

Nota che la scheda OPZIONI ETICHETTA, figura 44, ottenuta da ALTRE

OPZIONI ETICHETTE DATI permette di inserire, se non già inseriti elementi

del foglio elettronico di origine.

Ad esempio puoi decidere se l’etichetta che inserirai sugli elemeti del

grafico deve contenere il valore, la percentuale, ecc.

Nel Layout dalla cartella Etichette dati, puoi inserire nel grafico i valori

delle variabili, sulle rappresentazioni, figura 45 e 46.

Esercizi.

Esercizio 1.

Riproduci il foglio elettronico, figura

46 ed il grafico istogramma,

rappresentati a lato, figura 45.

Inserisci la tabella dei dati.

Inserisci i valori delle etichette.

Figura 169

Figura 168

13 14

20 21 19 18

24

13 16 17

19

11 13

20

0

10

20

30

Valore A

Valore B

Figura 165

Figura 164

Figura 167 Figura 166

221

Esercizio 2.

Riproduci la tabella e i grafici della figura 47 Nel grafico

lineare inserisci le linee di tendenza con il loro R2 .

Oltre a quelle lineari presenti nel grafico, devi provare ad

inserire linee di tendenza di tipo ed ordine diverso.

Scrivi una relazione nella quale dovrai evidenziare:

I tipo di grafici costruiti.

Il significato della linea di tendenza e di R2 .

Il coefficiente della x della linea di tendenza lineare cosa

significa? Rivedi nei testi delle scuole superiori il significato

di pendenza di una retta ed il concetto di crescenza e

decrescenza.

Cambiando tipo di linea di tendenza R2 cambia?

Esercizio 3

Vedi su Wikipedia il termine approssimazione e scrivi

una relazione sull’argomento.

Aggiungi anche le nozioni sul coefficiente della x di una

retta, che ricordi dai tuoi studi di geometria analitica nella

scuola media.

8.10.3 Tipi e grafici e loro uso.

Grafici a linee

Il foglio elettronico rappresentato dalla Figura 51,

rappresenta l’andamento nei mesi indicati dei

millimetri di acqua caduta in una zona in un paese

indeterminato.

I grafici lineari permettono in particolare di

esaminare l’andamento di un fenomeno nel tempo e

con le opportune procedure valutare a condizioni non mutabili nel tempo, la possibile previsione

futura.

A B C D E F G H I L M

1 Mese m/m acqua

2 gennaio 60

3 febbraio 70

4 marzo 100

5 aprile 200

6 maggio 140

7 giugno 120

8 luglio 30

9 agosto 35

10 settembre 80

11 ottobre 90

12 novembre 100

13 dicembre 70

14

m/m acqua

0

50

100

150

200

250

genn

aio

febb

raio

mar

zo

aprile

mag

gio

giug

no

luglio

agos

to

sette

mbr

e

otto

bre

nove

mbr

e

dice

mbr

e

Figura 171

Figura 170

222

Bisogna tuttavia osservare che ogni grafico rappresenta l’approssimazione di dati numerici e

quindi deve essere valutato assieme ad essi

Sarà quindi opportuno riportare assieme al grafico la tabella che lo ha generato, aggiungendo

eventualmente anche alcune analisi di tipo matematico statistico.

Grafici a barre.

In questo grafico, figura 52, come in quello a

torta l’area dei rettangoli, che hanno la stessa

base, è proporzionale al numero

rappresentato.

In questo caso possiamo confrontare i

diversi valori avendo nello stesso grafico più

rappresentazioni.

Osserva che il grafico lineare di figura 51, presenta l’andamento nell’anno dei millimetri

d’acqua caduti ed il grafico a barre di figura 48 presenta la quantità dei millimetri d’acqua caduti

nei mesi indicati, permettendo di individuare a vista il mese più o meno piovoso

Grafici a torta

Lo stesso fenomeno precedente per la

valutazione delle quantità rispetto ad un insieme

finito, ha una migliore visione in un grafico a torta o

circolare, figura 53.

Nota che la rappresentazione a torta favorisce

una lettura di dati in percentuale e quindi il confronto di

gruppi di numerosità diversa.

8.10.4 La presentazione dei dati di due variabili

Un supporto utile all’analisi ed alla

presentazione di dati con variabili a più

valori è dato dal grafico della Figura 54 .

Per la costruzione di questo grafico, dopo

aver inserito i dati delle celle da A1 a C6,

A B C D E F G H I L M

1 Mese m/m acqua

2 gennaio 60

3 febbraio 70

4 marzo 100

5 aprile 200

6 maggio 140

7 giugno 120

8 luglio 30

9 agosto 35

10 settembre 80

11 ottobre 90

12 novembre 100

13 dicembre 70

14

m/m acqua

0 50 100 150 200 250

gennaio

marzo

maggio

luglio

settembre

novembre

A B C D E F G H

1 Mese m/m acqua

2 gennaio 60

3 febbraio 70

4 marzo 100

5 aprile 200

6 maggio 140

7 giugno 120

8 luglio 30

9 agosto 35

10 settembre 80

11 ottobre 90

12 novembre 100

13 dicembre 70

14

m/m acqua

5%6%

9%

19%

14%11%

3%

3%

7%

8%

9%6%

gennaio

febbraio

marzo

aprile

maggio

giugno

luglio

agosto

settembre

ottobre

novembre

dicembre

Figura 172

Figura 173

Figura 174

223

seleziona le celle appena riempite e, usa la scheda INSERISCI GRAFICO ,.

Osserva che nel grafico è possibile valutare la quantità di uomini e donne alle diverse età,

avendo la possibilità di un esame contemporaneo di due

variabili: SESSO ed ETÀ che compaiono nella didascalia a

fianco del grafico.

8.10.5 L’aspetto di un grafico.

Il programma del foglio elettronico permette una

presentazione del grafico che sia, da un lato, completa degli

elementi necessari per interpretarlo, dall’altro (lato)

sufficientemente gradevole nell’aspetto.

L’aspetto di un grafico assume nella comunicazione

un’importanza notevole. Presentare un grafico richiede una particolare attenzione e la precisa

conoscenza di cosa si vuole comunicare al lettore.

Affronteremo tale problema con un esempio pratico,

ti invito a prender coscienza di quanto una buona

presentazione grafica sia importante; ti invito ad

esercitarti con esempi personali.

Esamina ora il grafico che appare. Figura 55 e

pensa quale è la comunicazione che vuoi dare: in

questo caso evidentemente scegli il grafico istogramma. Il passaggio successivo è presentato

nella figura 551: il programma ha inserito nel grafico anche gli anni che rendono gli altri dati

insignificanti.

Occorre perfezionare la presentazione del grafico con la procedura personalizza del grafico

Togliendo la presentazione della variabile anno ed inserendola tra LE ETICHETTE ASSE

ORIZZONTALE con la procedura MODIFICA ottieni un grafico significativo, figura 56.

Naturalmente potevi evitare di selezionare le categorie ed inserirle in seguito.

Esercizi proposti

1. Prova a ripetere quanto fatto nel paragrafo precedente scegliendo il grafico a barre ed il

grafico lineare

2 Rappresenta con un grafico a torta due fogli elettronici:

Figura 175

Figura 176

224

1. Numero degli allievi delle tre classi della scuola media di A:

Classi Prima Seconda Terza

Numero di allievi 30 40 50

2. Numero degli allievi delle tre classi della scuola media di B

Classi Prima Seconda Terza

Numero di allievi 65 80 98

Domanda: cosa fa notare la rappresentazione grafica dei due gruppi? Cosa nasconde?

Ricorda l’uso delle percentuali.

3. Rappresenta con un grafico a spirale l’andamento dei millimetri di pioggia nell’anno

dell’anno che è riportato nel grafico a barre della figura 48.

8.11 Sintesi e previsioni grafiche

Le linee di tendenza possono rappresentare un metodo grafico per studiare l’andamento di

un fenomeno e per fare previsioni.

Questa procedura è applicabile specificatamente a grafici lineari, grafici cioè che

rappresentano un andamento dei valori di una o più variabili.

La linea di tendenza in sostanza rappresenta una sintesi dei valori grezzi; essa può essere

considerata il corrispondente grafico della media.

Inoltre la linea di tendenza è individuata dal coefficiente della variabile indipendente,

solitamente la x, e dal termine noto. Tali parametri possono essere considerati un elemento di

valutazione: ad esempio nella retta il coefficiente della x rappresenta la pendenza delle stessa e

quindi l’andamento del fenomeno esaminato.

Discorso analogo con alcune complicazioni di tipo statistico e algebrico possiamo introdurlo

nelle linee di grado superiore al primo.

Come nella media esiste quindi un problema di validità della stessa: esso si può risolver a

livello elementare con la valutazione di R2 .

In genere R2 può essere considerato indice di un approssimazione buona se è > 0,70,

sufficiente tra 040 e 0,70. La sua oscillazione va da 0, aderenza nulla, A 1, coincidenza tra linea

di tendenza e rappresentazione dei dati grezzi.

8.11.1 Costruzione della linea di tendenza e previsioni

225

Dopo aver inserito i dati in una colonna o in una riga, selezionare i dati stessi e tracciare il

grafico lineare dei dati. Da tale grafico lineare possiamo ottenere una linea di tendenza con la

procedura di seguito illustrata.

Fai clic col pulsante destro del mouse posizionando la freccia del mouse sulla linea

appena tracciata. Compare un menu di scelte: scegli Inserisci linee di tendenza.

Tra le linee proposte scegli quella che ritieni più adatta a rappresentare l’andamento dei dati

appena scritti e rappresentati nel grafico.

Compare con segno ingrossato la linea di tendenza, figura 57.

Puoi ora decidere di cercare l’equazione della linea tracciata e di determinare quanto tale

linea approssimi la linea dei dati reali.

Posiziona il puntatore sulla linea di tendenza e fai clic, dopo aver selezionato con due clic il

grafico nel suo complesso.

La linea di tendenza è evidenziata.

Dal menu principale scegli Formato, Linea di tendenza selezionata.

Compare una finestra sulla quale puoi scegliere con , alcuni elementi che ti permettono di

avere ulteriori notizie per l’interpretazione dei dati inseriti.

R2 individua l’approssimazione della linea di tendenza; l’approssimazione è massima con

R2= 1, coincidenza tra andamento dei dati e linea di tendenza. Valori inferiori indicano una

approssimazione inferiore. Una buona approssimazione si ha con R2 0,70.

Equazione ossia una sintesi algebrica dei dati, confrontabile con altre equazioni esaminando

e interpretando il coefficiente delle x e il termine noto..

Periodi futuri per tracciare la linea di tendenza in periodi successivi a quelli esaminati,

nell’ipotesi che le variabili dell’evento esaminato non modifichino la situazione iniziale.

Mese

Indice

produzione

Gennaio 25

Febbraio 42

Marzo 45

Aprile 65

Maggio 93

y = 15,9x + 6,3

R2 = 0,9336

0

20

40

60

80

100

1 2 3 4 5

Figura 177

226

Il grafico è stato ottenuto a partire dai 6 dati sulla sinistra approssimati con media mobile, ha

tracciato la estensione della linea di media mobile di 4,5 periodi

Dopo aver selezionato il grafico e la linea ottenuta dal menu Inserisci scegli Linea di

tendenza e dopo averla scelta passa alle opzioni che presentano un riquadro con la possibilità

di definire il numero di periodi di previsione.

Il grafico seguente, figura 54, è stato ottenuto con procedimento analogo, modificando

l’origine dell’asse delle ordinate, usando una linea di grado superiore al primo (poligonale di 2*

ordine) e prolungando il periodo di esame dei dati oltre i sei dati effettivamente rilevati. Potremo

pensare a sei rilevazioni mensili ed ad una previsione dei possibili elementi per i 4 mesi

successivi.

A titolo di utile esercizio prova a cambiare le linea di tendenza o modificandone la forma o

aumentandone il grado.

Per scegliere la migliore linea di tendenza è utile fare riferimento al valore di R2.

Indicativamente si considera buona una linea di tendenza con R2 0,70, Il massimo valore di R2

è 1, la linea di tendenza e la linea dei dati coincidono.

..

Figura 178

Puoi ottenere la procedura appena illustrata da

Layout Analisi, figura 59.

L’analisi del grafico permette di introdurre

elementi utili all’analisi statistica.

Le previsioni future, la scelta della linea di

tendenza le ritrovi nelle ALTRE OPZIONI LINEA DI

TENDENZA.

Anno

1983 13

1984 23

1985 24

1986 27

1987 12

1988 14

12 3 4

5 6

y = -1,8571x2 + 12,286x + 4R² = 0,6409

-80

-60

-40

-20

0

20

40

Figura 179

227

8.11.2 Grafici e relazioni

Un’equazione e il grafico che la rappresenta sugli assi cartesiani individua una relazione tra

eventi dipendenti.

Il grafico di figura 56 rappresenta la possibile relazione tra l’età e la retribuzione.

È stata aggiunta la linea di tendenza per avere una visione complessiva del fenomeno

indipendente dalle fluttuazioni casuali. Si veda anche l’equazione della linea ed il valore di R2,

indicante l’approssimazione della linea di tendenza tracciata.

Osserviamo esplicitamente che spesso una maggiore approssimazione (R2) ottenuta con

linee di tendenza polinomiali di grado più alto, fa vedere un andamento diverso da quello

ottenuto in prima approssimazione.

Allo studioso sta la scelta della linea di tendenza più adatta agli obiettivi della ricerca. Età Reddito

18 100

19 110

20 110

21 120

22 130

23 130

24 140

25 140

26 150

27 150

28 140

29 180

30 180

31 180

32 190

33 210

34 220

35 239

36 230

y = 7,3719x - 38,568

R2 = 0,9462

0

50

100

150

200

250

300

18 20 22 24 26 28 30 32 34 36 38

Figura 180

Il coefficiente della x della linea di tendenza, detta anche retta di regressione, rappresenta la

velocità di crescita dei valori del evento esaminato. Nel grafico in esame al crescere dell’età

cresce il reddito. Un coefficiente negativo rappresenta valori decrescenti.

Esercizio. Ricava dai dati ISTAT valori reali sul fenomeno e verifica gli andamenti per gruppi

di età opportunamente scelti.

8.11.3 Uso dei grafici nell’analisi elementare.

Nota nei grafici che seguono il diverso obiettivo: nel primo si evidenzia la differenza tra

giovani ed anziani per i diversi tipi di istruzione, nel secondo invece la differenza tra i diversi tipi

di istruzione e l’età dei soggetti considerati.

228

La diversa forma dei grafici è stata ottenuta

La prima figura è stata ottenuta privilegiando il

grafico per COLONNE e risponde alla domanda:

Come si distribuiscono i giovani e gli anziani rispetto

all’istruzione?

La seconda figura privilegiando il grafico per

righe e risponde alla domanda: Come si distribuisce

l’istruzione nei giovani e negli anziani?.

Esercizio.

Prepara una relazione sui risultati ottenuti nel

paragrafo.

8.11.4 L’uso dei grafici nell’analisi multivariata elementare.

L’analisi multivariata elementare è una procedura che introduce l’effetto di una o più variabili nell’analisi delle possibili correlazioni tra due variabili

Nei grafici seguenti si può rilevare la diversa incidenza dell’istruzione tra i giovani e gli anziani se nell’analisi si introduce il reddito familiare dei soggetti esaminati.

Dai grafici si vede che per il reddito alto la differenza non è rilevante, per il reddito basso la

differenza è rilevante.

I dati sono riportati in un foglio elettronico. Le procedure seguite sono le seguenti:

Per la significatività della differenza trovata tra le quattro celle significative (dati in

grassetto): Differenza dei prodotti in croce diviso il totale al quadrato 21700

)250700()200550( .

Questo test non è un test di uso universale, può quindi servire solo come elemento di

confronto tra tabelle simili. Per avere un test valido in un ambiente più generico puoi ricorrere al

test del chi quadrato. Esso può essere applicato anche a tabelle di n righe ed m colonne di

maggiore ampiezza. Richiede tuttavia un’analisi poggiata su campioni casuali e ed esperimenti

opportunamente costruiti.

Tabella 21

REDDITO ALTO – Figura 57

Giovani Anziani Totale

I.superiore 550 700 1250

I.inferiore 250 200 450

Totale 800 900 1700

significatività -0,02249

Giovani Anziani Totale

I.superiore 350 150 500

I.media 900 700 1600

I.inferiore 150 500 650

Totale 1400 1350 2750

GRAFICO PER RIGHE

GRAFICO PER COLONNE

0

200

400

600

800

1000

1200

1400

1600

1800

I.superiore I.media I.inferiore

Anziani

Giovani

0

200

400

600

800

1000

1200

1400

1600

Giovani Anziani

I.inferiore

I.media

I.superiore

Figura 181

229

REDDITO BASSO – Figura 58

Giovani Anziani Totale

I.superiore 350 150 500

I.inferiore 150 500 650

Totale 500 650 1150

significatività 0,115312

8.12 Uso della procedura Copia e Incolla

Dopo aver preparato con EXCEL un grafico od una tabella, puoi inserirli in un documento con

la procedura copia ed incolla che fa uso della cartella APPUNTI di WINDOWS.

Ricordo che dopo avere costruito il grafico od una tabella in EXCEL, puoi selezionare la

tabella col metodo usuale, mentre per il grafico la selezione avviene con un clic nel riquadro che

contiene il grafico.

Ora attiva la procedura copia, nel caso del grafico, esso sarà messo in evidenza. Attiva la

procedura copia in modo da mettere quanto selezionato nella cartella APPUNTI di WINDOWS.

Chiudi il programma che stai usando.

Puoi ora inserire in un documento di WORD il contenuto

appena messo nella cartella APPUNTI con la procedura

MODIFICA INCOLLA.

La figura/tabella non sempre viene inserita nella

posizione prescelta.

Dopo aver inserito la figura, con un clic sulla figura

compare un menu di scelta con possibili azioni sul formato

della figura o tabella.

Figura 183

Figura 184

Figura 182

230

Scegliendo il pulsante Formato immagine … compare una scheda che ti permette una primo

posizionamento dell’immagine. Scegliendo poi il layout AVANZATO, scheda di figura 64, puoi

attivare il layout che permette di decidere la posizione reciproca di testo ed immagine. Le scelte

avanzate permettono una migliore specifica delle posizioni reciproche tipo distanza dal testo

della figura ecc.

Aver scelto la posizione della figura, che appare riquadrata nelle figure 64, ti permette anche

di spostare la figura: se ti posizioni col cursore del mouse nel riquadro della figura compare una

croce con frecce, spostandola si sposta la figura.

Altre possibili scelte riguardano la dimensioni dell’immagine, i colori di riempimento, le

caratteristiche dell’immagine, ed altro.

In particolare per le dimensioni, posiziona il cursore in un angolo che diviene una doppia

freccia. Se ti posizioni su un marcatore laterale le frecce sono con evidente significato.

Questa procedura è applicabile anche a tabelle inserite in un testo.

Infine, selezionata l’immagine si può da Inserisci Riferimento Didascalia, inserire

appunto la didascalia scegliendo tra Figura, Equazione, Tabella. La numerazione è

automaticamente creata dal programma. Puoi anche aggiungere una scritta dopo o al posto di

Figura .. , e selezionandola puoi cambiare il tipo di carattere.

La procedura illustrata vale per qualunque figura od immagine.

8.12.1 Uso delle tabelle ed i grafici di EXCEL in WORD.

Le tabelle costruite con EXCEL dopo essere state salvate possono essere inserite in un

documento WORD usando la procedura copia il grafico che hai costruito.

Indi ti posizioni sul documento di WORD e usa la procedura Incolla.

Se vuoi inserire solo il grafico o solo la tabella puoi selezionare separatamente i due elementi.

È possibile collegare le tabelle ed i grafici come oggetto, oppure inserire EXCEL in un

documento WORD.

È anche possibile collegare un foglio di EXCEL a Word in modo che le modifiche fatte sul

foglio di EXCEL si trasferiscano alla tabella inserita in WORD.

Spesso serve riportare il solo grafico senza le tabelle o più semplicemente riportare in

posizioni diverse il grafico e la tabella generatrice.

La separazione dei grafici dalle tabelle che li hanno generati può essere effettuata con due

procedure diverse. Spesso la loro scelta è condizionata anche dalle possibilità delle diverse

versioni del programma usato.

231

Nella fase finale della costruzione del grafico puoi scegliere di rappresentare il grafico da

solo con un nome opportuno (metodo da preferire che permette di accedere al grafico

autonomamente)

Se il grafico è nello stesso foglio della tabella, puoi selezionarlo ed usare la procedura copia

ed incolla.

8.12.2 La didascalia di una figura o di una tabella.

Dopo aver evidenziato la figura o la tabella la didascalia si

inserisce dal nastro RIFERIMENTI e quindi INSERISCI DIDASCALIA,

figura 65.

Nota la possibilità di scegliere il nome della didascalia figura 67.

La numerazione è automatica di impostazione predefinita e si aggiorna all’inserimento di nuove

figure o tabelle.

ESERCIZIO n. 1: Prepara una relazione nella

quale spieghi le possibili scelte delle procedure

enunciate sopra e di quelle ad esse collegate che

compaiono nel corso del procedimento …

ovviamente dopo averle provate, esercitandoti ad

inserire figure, grafici e tabelle.

ESERCIZIO n. 2: Inserisci in un testo

un’immagine con la procedura Inserisci

Immagine Clipart. Puoi cercare Scuola, Lavoro, Festa, ecc.

Con la procedura illustrata posiziona l’immagine, fissandone anche le dimensioni.

ESERCIZIO n. 3: Riprendi la relazione dell’esercizio n. 1 ed inserisci un ClipArt ricavandolo

da Vedere anche Raccolta multimediale in linea.

Con questa procedura accederai al sito Microsoft in cui sono parecchie categorie di ClipArt.

8. 13 EXCEL e la comunicazione.

Talora risulta utile trasferire il foglio di EXCEL su altre piattaforme. Ciò si ottiene salvando il

foglio di EXCEL in formato HTML: pagina WEB è la soluzione proposta da Office.

Figura 186 Figura 185

Figura 187

232

Come noto la pagina WEB è leggibile da diverse piattaforme.

È utile anche comunicare i risultati di una ricerca in modo che non siano modificabili dal

lettore. Per queste esigenze rimandiamo al capitolo dedicato ad ADOBE Professional.

In OFFICE 2007 è possibile salvare direttamente i documenti in formato PDF, purché la

procedura sia stata inserita.

In questo capitolo sono stati affrontati i problemi del calcolo e della rappresentazione dei dati.

Si è potuto far notare che un grafico può essere fonte di errore nell’interpretazione e deve quindi

essere curato, tenendo conto del target a cui si rivolge.

Quando si presentano dei dati attraverso un grafico è facile indurre in errore il lettore se la

presentazione non è sufficientemente accurata.

Esercizio:

Prova a rappresentare i dati seguenti 80 -100 – 120 mettendo l’origine dell’asse verticale a

zero, come predefinito, oppure a 70. Cosa risulta apparentemente?

Per modificare l’origine dell’asse verticale, devi selezionarlo e fissare il valore minimo a 70.

Togliendo la scala numerica all’asse che impressione ne puoi trarre sulla differenza tra i

punteggi inseriti?

Prepara una relazione nella quale devi inserire i due grafici e commentarli.

8.13.1 La collaborazione tra utenti e la protezione del foglio elettronico.

È possibile ed utile collaborare alla preparazione di un foglio elettronico tra più utenti.

In EXCEL 2007 puoi ottenere la collaborazione attraverso il nastro revisioni, figura 68 ossia

condividere con altri utenti il tuo foglio di lavoro: dovrai inserire il tuo foglio di lavoro in rete in

modo che sia accessibile da più utenti. Tale collaborazione deve essere evidentemente limitata

ad utenti dello stesso staff. Per ottenere ciò è possibile proteggere il foglio di lavoro da interventi

Figura 188. Nastro revisione

233

indesiderati, nastro revisioni, figura 73. Nella stessa scheda trovi

proteggi cartella di lavoro, figura 69.

L’introduzione della password deve essere confermata ed il

programma avverte sulla pericolosità di tale procedura se si

dimentica la password, figura 70.

La procedura ti è già stata spiegata in WORD. Qui sono

presentate le schede utili.

Puoi visionare le revisioni fatte da diversi e decidere quali revisioni accettare o mostrare a tutti

i collaboratori.

8.13.2 I commenti al tuo foglio

elettronico.

Come ti è stato spiegato nello studio di

WORD, puoi mettere il tuo lavoro in rete e

chiedere la revisione da parte di chi ha

maggiore esperienza o autorità di te.

Anche un amico può esserti utile (quattro

occhi vedono più di due … ).

Nel nastro delle schede revisioni chi

riceve il tuo file può, se autorizzato, commentare il tuo lavoro. La scheda di figura 76 ha la

possibilità di inserire commenti e di visionare i commenti

che come puoi vedere nella figura specificano l’autore

dell’osservazione, figura 77. La presenza del commento è

segnalato da sull’angolo superiore destro della cella.

8.13.4 La stampa del foglio elettronico.

Dopo aver costruito le tabelle ed i grafici in un foglio elettronico, è speso utile stamparlo.

Figura 189

Figura 190

Figura 191

Figura 192

234

Se desideri stampare il foglio elettronico che hai

preparato è opportuno tu dia un aspetto professionale

alla tua stampa usando le procedure opportune.

La prima procedura è quella di inserire l’intestazione

e il piè di pagina.

Puoi dal nastro inserisci, dalla cartella TESTO, cliccare

INSERISCI INTESTAZIONE E NOTA A PIÈ PAGINA. Compare un’anteprima di stampa con tre

rettangoli in alto e tre rettangoli in basso sui quali puoi inserire l’intestazione ed il piè di pagina

Compare contemporaneamente il nastro PROGETTAZIONE che introduce la procedura

completa e permette di inserire scritte particolari e variare le caratteristiche dell’intestazione e

del piè di pagina.

Procedura analoga dal pulsante di Office usa STAMPA

ANTEPRIMA DI STAMPA , figura 76 .La scheda anteprima di

stampa, figura 81, permette di preparare la stampa del tuo

elaborato, scegliendo

dalla scheda

IMPOSTA PAGINA, figura 75.

Nella scheda imposta pagina, figura 76, puoi

fissare il layout della pagina: orientamento, margini,

ed altro.

Per personalizzarle dovrai usare Personalizza

intestazione o personalizza piè di pagina. La figura

76 ed 85è la scheda che appare per l’intestazione

ed ha la stessa forma di personalizza piè di pagina.

che contiene anche alcune spiegazioni sulla forma dei caratteri, l’inserimento del numero di

pagina, la data, ecc.

Figura 194

Figura 193

Figura 195

Figura 196

235

Le icone usate sono simili a quelle di Word delle versioni fino alla XP

L’intestazione ed il piè di pagina, così come in Word verranno stampate su tulle le pagine.

Figura 198

Figura 197

236

La figura 78, presenta un foglio elettronico cui sono state applicate le procedure

appena illustrate.

Esercizio

Usa la tabella sotto il grafico della tabella 17 per costruire un grafico a barre. Dopo

aver costruito il grafico usa LAYOUT ETICHETTE MOSTRA TABELLA DATI per

inserire la tabella dei dati sotto al grafico.

Infine prepara una stampa del foglio elettronico orizzontale con intestazione e pie

di pagina.

Nell’intestazione metti il tuo nome, il tuo corso di studi e la tua facoltà, nel piè di

pagina la data di nascita, il numero di matricola e l’anno di corso.

0 20 40 60 80 100

1

5

1 2 3 4 5 6 7

dato 2010 23 27 28 31 33,5 36 38,5

dato 2009 30 34 47 54 62,5 71 79,5

dato 2010

dato 2009

Figura 199 Tabella 22

237

Capitolo 8

Parte seconda: Introduzione alla statistica elementare.

Prefazione.

Nella prima parte del capitolo hai imparato le nozioni necessarie all’uso del foglio

elettronico e alcune procedure di calcolo di validità generale..

Tra queste procedure, è stato introdotto il calcolo delle percentuali in un gruppo di

dati, la media aritmetica, la deviazione standard, che fanno parte della statistica

descrittiva elementare.

Altre procedure introdotte sono di carattere più generale e la loro scelta dipende

dalle variabili e dal problema esaminato.

Sarà tuo compito nella vita professionale e nel corso degli studi:

Esaminare il problema che devi risolvere.

Individuare le variabili ed il loro tipo.

Impostare il problema.

Cercare se vi siano tra gli strumenti forniti dall’informatica, procedure utili a

semplificare il tuo lavoro o il tuo studio.

In questa seconda parte studierai soluzioni applicabili alla statistica di diverso tipo.

Combinazione di operazioni elementari per ottenere valutazioni previste dalla

statistica.

Uso di procedure introdotte nella prima parte, ad esempio il calcolo delle tabelle di

contingenza con l’uso delle tabelle pivot.

Procedure particolari e specifiche inserite nello sviluppo del foglio elettronico,

correlazione, linea di tendenza, ecc.

Non potendo, per ovvi motivi di spazio e tempo illustrare tutte le procedure presenti

in Excel, un altro compito che ti è affidato è cercare autonomamente, dopo aver

impostato il problema, le eventuali procedure che ti possono essere utili, anche se

non ti sono state direttamente illustrate.

Desidero inoltre ricordarti, che esistono molti programmi dedicati all’analisi

statistica; in questo libro troverai una breve introduzione a S. P. S. S.

238

8.14 L’analisi dati e l’elaborazione statistica in Excel.

In questo capitolo introdurrò alcune funzioni statistiche di Excel, essendo

comunque chiaro che gli elementi esaminati dovranno essere ampliati da te

esplorando le procedure che non potranno essere qui introdotte per non appesantire

la trattazione.

Le procedure applicate sono riferite a concetti di statistica che qui non sono

esplicitati. Ti ricordo che l’applicazione di tali concetti richiede conoscenze che potrai

trovare nei testi di statistica che dovrai consultare per evitare conclusioni non

adeguatamente documentate o addirittura errate.

8.14.1 Limiti dell’uso.

Le procedure che introdurrò sono molto potenti ma devono essere interpretate.

In alcuni casi ti introdurrò al significato e ai limiti dei risultati ottenuti, più spesso

lascerò ai tuoi studi, ed ai testi, di statistica il compito di fornirti la conoscenza delle

possibili interpretazioni ed avvertenze.

Ciò ha l’evidente scopo di non appesantire il testo che è dedicato

all’apprendimento dell’informatica di base.

Ricorda solo che il computer fornisce risultati e non interpretazioni; i risultati

possono essere fonte di errori se non sono accompagnati dalla conoscenza del

problema e delle procedure applicate.

I risultati possono essere completamente fuorvianti se i dati introdotti non sono

esaminati in relazione alla loro validità e congruenza.

Negli esempi sviluppati i dati usati sono poco numerosi per evitare un eccessivo

impegno di digitazione. Gli studi di statistica ti potranno illuminare su questo aspetto.

8.14.2 L’analisi dati in EXCEL.

La procedura di analisi dati non è solitamente attiva all’avvio di Excel. Se non è già

attiva devi attivarla. Per farlo accedi da strumenti della riga dei comandi:

Strumenti Componenti aggiuntivi Analisi Dati

La procedura Analisi dati è aggiunta al menu di strumenti. Con un clic compare la

tabella delle analisi dati disponibili.

239

8.14.3 Grafico cartesiano

Excel chiama i grafici su un piano

cartesiano, grafico dispersione,

figura 86. Nella prima parte del

capitolo è stata introdotta ed

ampliamente spiegata la procedura

per costruire i grafici.

Ti invito pertanto a riprodurre con

le procedure Grafico dispersione e

inserire la linea di tendenza il semplice esercizio che segue.

L’esercizio dà una rappresentazione grafica che collega i punti

X con i punti Y e traccia la linea di tendenza lineare con la sua

equazione e con il valore di R2.

Le applicazioni del grafico cartesiano ti dovrebbero essere già

note dagli studi della scuola media superiore: lascio alla tua

iniziativa riflettere su tali applicazioni.

La linea di tendenza aggiunge una nuova possibilità al grafico.

8.15 Un’applicazione statistica elementare.

8.15.1 Analisi multivariata elementare.

Dovendo eseguire spesso gli stessi calcoli, si può costruire un modello di tabella da

riempire successivamente con i numeri utili in un particolare momento. Per illustrare

questa procedura sviluppiamo l’incrocio, matrice di due variabili, tra le variabili risultati

ottenuti nella scuola media inferiore e scelta della scuola media superiore.

Valuteremo tali tabelle in un caso generale, poi suddividendo gli studenti secondo il

loro reddito.

Esame del problema:

Nello studio di una

relazione tra due variabili,

può sorgere il sospetto che

la relazione trovata non sia

legata alle due variabili ma

dipenda da una terza variabile detta variabile interveniente Nell’esercizio si valuta la

Coppie Punteggi

X Y

A 3 5

B 6 9

C 9 11

D 11 18

E 15 19

F 17 25

G 23 29

Tabella 23

Tabella 24

Variabile Valori Unità di misura

Risultati scuola media inferiore

Valutazione Alta Valutazione Bassa

Numero degli allievi del campione esaminato

Iscritti Liceo Istituto

Numero degli allievi del campione esaminato

Reddito Basso Medio Alto

Numero degli allievi del campione esaminato

Grafico dispersione y = 1,2447x + 1,6353

R2 = 0,9587

0

10

20

30

40

0 5 10 15 20 25

Punti X

Pu

nti

Y

Figura 201 Figura 200

240

frequenza di alcuni valori di due variabili per verificare l’esistenza di una relazione

che viene valutata attraverso un test di relazione elementare che può assumere valori

tra 0 e 0,25.

Il test così introdotto non è tra i test

canonici. Non potendosi in tale test

applicare procedimenti di decisione

con probabilità nota di correttezza, il

suo uso è limitato al confronto tra

tabelle simili. La relazione esaminata

è tra le variabili.

I valori delle variabili appartengono

alla scala nominale e sono misurati

dalla frequenza degli studenti che vi

appartengono, vedi tabella 15

In un’analisi dati esistono variabili

ed i valori di tali variabili.

La variabile sesso ha due valori: maschio e femmina-

La variabile reddito avrà come valori il reddito in euro dei soggetti esaminati.

Di ciascuno dei valori esaminati si possono calcolare le frequenze ossia il numero

di volte che tali valori si presentano. In taluni casi si preferisce raggruppare valori

contigui in un solo valore ad esempio da 0 a 10 anni = bambini; da 11 a 15 anni =

ragazzi; ecc.

Dopo aver costruito la prima tabella si seleziona la tabella con la relazione

impostata e si copia in tre altre tabelle.

Ciò evita la ricostruzione puntuale di tutte le tabelle; infatti basta riscrivere i numeri

dei soggetti per avere immediatamente la relazione cercata ed anche i totali di riga e

di colonna che nella prima tabelle sono costruiti con la procedura presente nella barra

del foglio elettronico individuata dal simbolo .

La relazione, anch’essa da scriversi solo nella prima tabella si calcola facendo

seguire al segno di = la formula68 (B3*C4-B4*C3)/D5^2

68

Evidentemente gli indirizzi di cella dipendono dalla posizione della tabella nel foglio elettronico.

A B C D E F G H I L M

1

2 Scelta ALTA BASSA Totale

3 Liceo 924 221 1145

4 Istituti 348 850 1198

5 TOTALI 1272 1071 2343

6 relazione 0,1291

7

8 REDDITO? valori: basso; medio; alto

9

10 Reddito basso Reddito medio

11

12

13 Scelta ALTA BASSA Totale Scelta ALTA BASSA Totale

14 Liceo 80 50 130 Liceo 450 190 640

15 Istituti 230 280 510 Istituti 170 500 670

16 TOTALI 310 330 640 TOTALI 620 690 1310

17 relazione 0,0266 relazione 0,1123

18

19

20 Reddito alto

21

22 Scelta ALTA BASSATotale

23 Liceo 200 160 360

24 Istituti 23 60 83

25 TOTALI 223 220 443

26 relazione 0,04227

Valutazione M. INF,

Valutazione M. INF, Valutazione M. INF,

Valutazione M. INF,

Tabella 25

241

Il test è chiamato del prodotto in croce: si calcola con la differenza tra i prodotti in

croce delle frequenze dei valori delle variabili diviso il quadrato del totale delle

frequenze rilevate.

La caratteristica del test di relazione applicato ci permette solo di affermare che il

reddito medio si avvicina alla relazione tra valutazione e scelta della scuola media

superiore.

Rinviamo comunque a testi di statistica descrittiva per una trattazione più esaustiva

del problema.

242

243

Capitolo 9

L’ARCHIVIAZIONE DELLE INFORMAZIONI

9.1 Osservazioni relative all’Archivio per elenchi

Il più semplice sistema d’archiviazione delle informazioni consiste in una tabella in

cui le informazioni sono raccolte secondo la loro natura, riunendo le informazioni

pertinenti ad uno stesso soggetto.

Gli esempi possono essere tratti da una bibliografia oppure dai record utilizzati

nell’elaborazione dei dati di un qualsiasi programma.

Matr. Cognome Nome Facoltà C.di Laurea Esami 1^ rata 2^ rata Laboratorio

12345 Rossi Alberto Lettere Sc.Educaz. Filosofia 400000 Esonero 145000

12345 Rossi Alberto Lettere Sc.Educaz. Latino 400000 Esonero 145000

3429 Farteni Alfredo Lettere Sc.Educaz. Latino 400000 560000 145000

2359 Murica Giosuè Lettere Sc.Educaz. Statistica 400000

02345 Aderno Adelmo Lettere Sc.Educaz. Filosofia 400000 560000

34569 Fioroni Giovanni Scienze Matematica Statistica 400000 560000 145000

34569 Fioroni Giovanni Scienze Matematica Analisi 400000 560000 145000

72409 Mavaldo Alberto Scienze Biologia Botanica 450000

648248 Riforti Ivo Medicina Medicina Anatomia 530000 Esonero 250000

278637 Gentili Matteo Medicina Medicina Anatomia

Tabella 26

Nella tabella 1 è presentato un archivio concernente gli studenti di una qualsiasi

facoltà come potrebbe apparire seguendo quanto appena descritto.

La tabella 1 è scritta usando un foglio elettronico, intestando le colonne con le

categorie dei dati raccolti.

Dopo aver costruito l’archivio degli studenti ogni ufficio dovrebbe completare la

tabella con le informazioni in suo possesso. Il record relativo agli studenti Rossi e

Fioroni con questo sistema è ripetuto due volte variando la sola categoria esami.

Al posto della tabella suddetta è opportuno costruire una tabella di archiviazione

diversa per ogni argomento, replicando però i dati che devono appartenere a tutti gli

argomenti quali in questo caso il numero il nome e le caratteristiche salienti di

ciascuno studente

Ogni ufficio deve costruire un proprio archivio secondo le informazioni che vuole

registrare: uno per gli esami, uno per le tasse, ecc.

244

Tale sistema certamente più efficiente di quello illustrato presenta altri difetti: ad

esempio se, come sembra logico, nell’archivio fossero compresi gli indirizzi ad ogni

cambio d’indirizzo si dovrebbe operare la modifica in tutti gli archivi.

Al momento della laurea è necessario raccogliere le informazioni dai vari uffici e

costruire un nuovo elenco, in cui ritrovare le informazioni utili.

Il collegamento tra uffici diversi richiede uno sforzo organizzativo notevole e

soprattutto, vi è ridondanza di alcuni dati che devono essere ripetuti per ogni elenco..

Vedremo che il database relazionale introduce elementi per un'organizzazione

migliore dei dati.

9.2 Problematiche di una banca dati.

La necessità che le informazioni presenti in una banca dati siano viste da vari utenti

secondo le loro esigenze e in modo abbastanza rapido, ha posto e pone problemi di

organizzazione dell’immissione, della trasformazione e della lettura dei dati stessi.

Ribadiamo i vantaggi di una banca dati:

La possibilità di aggiornamento delle informazioni di una banca dati eseguita

soltanto su di un file di dati e contemporaneamente disponibili per tutti gli utenti della

banca dati per collegamenti con informazioni di tipo diverso.

Ogni informazione è memorizzata in una solo record, non è più necessario

moltiplicare le registrazioni di ciascuna informazione.

Possibilità di controllo da parte di un sistema centralizzato.

Nuove applicazioni possono essere installate senza necessità di ricopiare le

informazioni che restano in una sola sede, cui l’applicazione accede.

Per ottenere questi vantaggi è necessario sia costruito un modello per la

memorizzazione e la lettura dei dati compatibile con le applicazioni che vi devono

accedere e con gli utenti che hanno diritto all’accesso.

Le informazioni memorizzate devono in ogni caso essere indipendenti dalla

struttura logica dei dati stessi e anche dalla struttura fisica dei mezzi di registrazione.

In realtà ciò è difficilmente ottenibile, per cui esistono molteplici programmi di

interfacciamento che permettono la lettura (e scrittura) di informazioni su banche dati

con sistemi di memorizzazione diversa. Esistono in realtà alcuni standard di

registrazione e vi sono programmi che operano trasformazioni tra questi standard.

Naturalmente il problema è meno sentito nel caso di banche dati riservate ad utenti

di una stessa azienda o comunque localizzate.

245

Una banca dati contiene principalmente questi elementi :

L’insieme hardware e software di dati memorizzati. Si può paragonare ad un

insieme di dischi fissi tutti collegati alla unità centrale.

Unità centrale di gestione dati : anch’essa è composta di elementi hardware ed

elementi software : ha la funzione di gestire i dischi fissi ed il collegamento con il

sistema di gestione della banca dati (DBMS = data base management system).

Interfaccia di collegamento che trasforma i dati secondo procedure diverse in

modo che siano utilizzabili da programmi diversi

Pur essendo il metodo relazionale (già visto nel caso del Database interno al

personal computer), il metodo che permette di strutturare più efficacemente una

Banca Dati, naturalmente con le opportune aggiunte alle procedure elementari,

esistono anche altri metodi di strutturare una banca dati.

Il modello gerarchico con una struttura ad albero in cui diversi livelli stabiliscono le

possibili relazioni tra informazioni.

Il modello reticolare si avvicina ancor più al database relazionale : infatti, uno o più

indicatori stabiliscono successivamente i collegamenti tra diversa basi di dati.

Legato strettamente alla banca dati è il problema della trasmissione dei dati stessi

e della forma da dare loro per un’efficace comunicazione degli stessi.

Non possiamo in questa sede parlare dei protocolli di trasmissione e degli altri

argomenti ad essi collegati per cui rimandiamo a pubblicazioni specializzate.

Ricordiamo solo che tra i problemi della trasmissione dati sono da considerare

questi elementi:

- la codifica dei dati;

- la necessità di riservatezza dei dati;

- la necessità del controllo della rispondenza tra i dati ricevuti ed i dati trasmessi;

- come trasmettere i dati nel minor tempo possibile;

- le forma delle reti di trasmissione;

- la necessità che la trasmissione sia nei due versi per diventare comunicazione.

9.3 La struttura di una banca dati

Dalla struttura assegnata ad una banca dati dipende il tipo di accesso che si può

prevedere e la rapidità di tale accesso oltre alla disponibilità della banca dati stessa a

fornire informazioni.

BASE DATI GERARCHICA

246

La comunicazione e la ricerca tra le tabelle deve avvenire attraverso la tabelle di

livello precedente.

La comunicazione e la ricerca tra le tabelle può avvenire attraverso la tabelle di

livello precedente e tabelle dello stesso livello.

Figura 202

Le basi di dati possono avere varie strutture, tipicamente, in ordine cronologico:

gerarchica (rappresentabile tramite un albero - anni sessanta), Il collegamento tra tabelle è

operato attraverso le tabelle di livello superiore

reticolare (rappresentabile tramite un grafo - anni sessanta), Il collegamento tra tabelle è

fatto direttamente tra tabelle senza tener conto del loro livello.

relazionale (attualmente il più diffuso, rappresentabile mediante tabelle di dati e tabelle di

relazioni tra esse - anni settanta),

ad oggetti (estensione alle basi di dati del paradigma "Object Oriented", tipico della

programmazione a oggetti - anni ottanta),

semantica (rappresentabile con un grafo relazionale - inizio anni duemila).

Il formato XML, oltre che per scambi di dati su web, si sta diffondendo per la definizione

di vere e proprie basi di dati. XML ha una struttura gerarchica, pare quindi un "ritorno alle

origini" dei modelli di dati.

Ra

dic

e

LIVE

LLO

1 B

LIVELLO 1 A

2

247

9.4 Database relazionale.

Oltre alle tabelle dei dati entra a far parte del database una nuova tabella delle

relazioni, che collega tabelle diverse riunendo dati di diverse categorie.

Tali tabelle sono costruite in genere attraverso interrogazioni poste dall’utente.

9.4.1 Concetto di relazione

Per introdurre il concetto di relazione utile al trattamento delle informazioni date

consideriamo due tabelle.

Tabella 27

Tabella 28

Tra le due tabelle posso stabilire i seguenti tipi di relazione:

Uno a molti: sulla base della categoria studente posso far corrispondere a ciascuno

studente le sue caratteristiche riguardanti l’indirizzo.

Uno ad uno: A ciascuno studente di una tabella corrisponde lo stesso studente

dell’altra tabella.

Molti a molti: è possibile stabilire relazioni da ciascun elemento della tabella A, con

molti elementi della tabella B e viceversa.

La prima delle relazioni considerate fornisce uno strumento per collegare tra loro

tabelle diverse che potranno quindi contenere un elemento in comune ma

informazioni diverse per superare la complessità degli elenchi che abbiamo introdotto

in precedenza.

L'introduzione di tabelle diverse per argomenti diversi e la possibilità di stabilire un

collegamento tra loro evita la ridondanza dei dati

Inoltre i dati presenti in una sola tabella permettono correzioni veloci e variazioni

con interventi minimali.

Un database relazionale nella sua accezione più evidente è formato da un certo

numero di tabelle tra le quali è possibile stabilire delle relazioni.

Le relazioni sono stabilite collegando tra loro i record comuni contenuti nelle

tabelle.

FACOLTÀ

CORSO DI LAUREA

STUDENTE

CORSO DI LAUREA

STUDENTE

CITTA

VIA

TELEFONO

248

9.4.2 Organizzazione di un database

Un database è la rappresentazione dell’insieme delle informazioni raccolte.

Un database relazionale permette di organizzare tale raccolta e di estrarre da essa

le notizie che interessano l’analisi in corso. Ciò vuol dire stabilire dei collegamenti tra

insiemi di notizie raccolte in tabelle.

Una tabella è formata da colonne e le colonne contengono record omogenei delle

informazioni raccolte.

Tali colonne contengono diversi aspetti dell’informazione raccolta

Per rendere rapida e facile la successiva elaborazione, collegamenti tra tabelle, è

necessario che in ogni colonna vi siano tipi di informazione omogenee.

Ad esempio si può costruire una colonna delle province, ed una delle città, una

colonna del numero di abitanti per città.

All’interno di ciascuna tabella è stabilita una relazione tra gli elementi di due

colonne; ad esempio possiamo metter in relazione in una ulteriore tabella il nome di

uno studente col suo domicilio, oppure il nome di uno studente col reddito familiare.

Non è conveniente costruire una solo tabella con nome, reddito e domicilio: ciò può

complicare successive elaborazioni e la modifica dei dati.

Consideriamo le tabelle A e B.

Tabella A:

Colonna 1 Nome.

Colonna 2 Reddito.

Tabella B:

Colonna 1 Reddito.

Colonna 2 Tassa da pagare.

In tal modo potremo individuare univocamente le caratteristiche di un determinato

soggetto ed eventualmente attribuirgli un’ulteriore caratteristica.

Costruite le tabelle possiamo introdurre le interrogazioni con relazioni tra colonne

contenenti lo stesso tipo di informazione..

Possiamo collegare il Reddito della Tabelle A col reddito della Tabella B ed

ottenere la

Tabella C di interrogazione: Quale tassa paga ciascun contribuente?

Colonna 1: Nome

Colonna 2: Tassa da pagare

249

Oltre alla semplicità della procedura, chiamata query (interrogazione), è

semplificato l’intervento sui dati che sono riuniti in una colonna di una sola tabella; ad

esempio, per la modifica della tassa sui redditi, senza dover modificare il dati di

ciascun contribuente, come accadrebbe con una tabella a tre colonne, Nome –

Reddito – Tassa, basta modificare la tabella B

La costruzione di un database, specialmente se relazionale, richiede uno studio

approfondito del problema che comprende varie fasi, così come varie fasi sono

presenti in una ricerca.

Un’analisi di cosa si vuole ottenere nel database in costruzione.

Un’analisi accurata dei dati che è possibile raccogliere.

Studio del problema e delle variabili individuabili nel problema.

Un primo collegamento dei valori delle variabili (tabella a 2 colonne) che dipende

dalla realtà esaminata: ad esempio una persona ha una particolare data di nascita.

Tale collegamento deve essere semplice ed immediato non richiedere elaborazioni

personali: Chiameremo tale collegamento legame tra valori delle variabili

L’univocità del legame è legata all’unicità di almeno uno dei dati racco lti.

Stabilito così il legame tra valori delle variabili, possiamo chiederci se esistono

collegamenti di secondo livello, ossia collegamenti che discendono da relazioni tra

colonne omogenee di due tabelle. In molti casi questi collegamenti possono essere lo

scopo finale dell’analisi.

In ACCESS, i collegamenti tra tabelle sono relazioni di eguaglianza, quindi

possono essere fatti solo tra colonne omogenee.

Se ben costruito possiamo trovare nel database relazionale collegamenti che non

sono stati immessi direttamente, non sono evidenti nella realtà che ci circonda, ma

sono presenti in attesa di essere scoperti.

Come un ricercatore riesce ad individuare le conseguenze di particolari situazioni,

così il database se ben interrogato, fornisce elementi che completano la realtà

visibile.

9.4.3 Il database relazionale ACCESS

Tra i database relazionali spicca per la sua struttura che lo rende simile a

database più potenti, il database ACCESS.

Gli altri programmi di uso immediato (scrittura, foglio elettronico) hanno molti

agguerriti concorrenti, il database ACCESS rappresenta un programma notevole che

250

può essere facilmente adattato a programmi di elaborazione dati di più ampie

dimensioni e di maggiore potenza..

Le notevoli possibilità offerte da

ACCESS, ci costringono a limitare il

campo del nostro studio, che non può

essere esaustivo ma introduce salutari

momenti di riflessione.

Ci limiteremo ad esaminare la

formazione delle tabelle e la

formulazione delle interrogazioni ai

dati del database chiamate query.

Un breve cenno ai rapporti sui dati

selezionati detti report.

Le altre possibilità di ACCESS andranno ricercate nei testi specializzati

sull’argomento. A parte le macro che esulano dai limiti di questo corso introduttivo, gli

elementi che trascureremo sono soprattutto di presentazione ed immissione dati quali

le schede e le maschere di immissione.

Figura 203: Scelta del database.

251

9.4.4 L’avvio di ACCESS

Prima di iniziare le preparazione del database, devi creare una cartella sulla quale

salverai il tuo database. A differenza degli altri programmi ACCESS scrive (salva) le

tabelle ed i dati in corso d’opera. La memorizzazione dei dati e delle procedure

avviene alla chiusura delle singole tabelle e durante il lavoro di inserimento dati nelle

stesse.

L’avvio di ACCESS avviene col solito clic sull’icona o da Tutti i Programmi

Microsoft Office Microsoft Access.

Si apre la cartella CATEGORIE DI MODELLI, figura 2, che fa parte della prima pagina

di apertura del data base. Sulla destra

trovi l’elenco degli ultimi data base creati

con l’indicazione della cartella su cui sono stati memorizzati. Questo elemento non

compare nella figura 2.

Al centro vi sono alcuni modelli di database già predisposti.

Userai DATABASE VUOTO, figura 3.

Nota il filetype .accdb .

Compare a destra del

desktop, figura 3 , la procedura per

l’avvio della creazione del database.

Devi scegliere la cartella su cui

salvare il database. In mancanza di tale

Figura 3

scelta il database da te creato sarà

salvato nella cartella Documenti.

Tale scelta puoi operarla con un clic sull’immagine della cartella alla destra del

NOME FILE.

NOTA: fino alla versione attualmente disponibile ACCESS richiede molta memoria

di massa, bloccandosi in caso non la trovasse.

È necessario quindi fare attenzione alla memoria di massa disponibile.

Puoi ora inserire il nome del tuo database e cliccare su CREA.

Il programma fin dall’inizio crea un database col nome da te scelto e lo salva sulla

cartella da te scelta.

Figura 204

252

Contemporaneamente compare subito la maschera per la creazione di una tabella,

figura 4.

Durante la costruzione del database il programma salverà le procedure e

l’inserimento dei dati, questo è il motivo per cui alla chiusura finale non chiede se

vogliamo salvare.

Dopo aver completato la struttura e ed aver inserito i dati, puoi aprire una nuova

maschera per la tabella successiva usando l’icona TABELLA della raccolta CREA.

Elemento fondamentale del programma è la raccolta schede CREA, che permette

la creazione delle principali strutture del DATABASE, figura 5

Le schede presenti nella parte sinistra della raccolta CREA, figura 5 permettono di

creare con varie modalità una tabella, la struttura di una tabella, una maschera.

Figura 206: Raccolta Crea, parte sinistra.

La definizione delle tabelle è la fase più importante e delicata della progettazione di

un database relazionale.

Il database relazionale si basa sulla costruzione di tabelle e di relazioni tra esse. È

utile non riunire nella stessa tabella troppi argomenti diversi o che possono comparire

in un’altra tabella. Solo l’elemento che stabilisce la relazione può e deve essere

presente in due tabelle.

Figura 205. Maschera per le creazione tabella e l’inserimento dei dati.

253

Devi quindi evitare le ridondanze69 per rendere più semplice l’inserimento dei dati.

Tieni presente che la spesa maggiore anche in termini di tempo impiegato, di una

raccolta di informazioni è quella della registrazione delle informazioni stesse.

La costruzione di un database relazionale, così come quello di una banca dati

richiede l’esame puntuale della situazione che si vuole rappresentare e la possibilità

di rendere il database modificabile con minimi interventi.

In figura 6, un data base degli studenti universitari con indicazioni sol Cognome,

Nome, Indirizzo, Facoltà, Corso di laurea Esame, Voto, data del voto e come

elemento caratterizzante l’indicatore Numero di matricola.

In questo archivio sono state costruite 4 tabelle ognuna contenente informazioni

diverse;

L’indicatore, nella figura ID, permette per ogni persona di collegare i dati ricavati

da più tabelle, riunendoli in un un’unica tabella utilizzando le procedure che il

database mette a disposizione, che in ACCESS si chiamano Query.

Non è necessario (… è ridomandante …) ripetere per ogni tabella tutte le

informazioni, ad esempio il cognome e il nome sono fissi, ma l’indirizzo e l’esame

possono cambiare senza bisogno di riscrivere ogni volta tutti gli altri dati. Ogni

informazione è scritta una sola volta a parte l’indicatore che serve per stabilire le

relazioni tra le tabelle.

9.4.5 La personalizzazione di una tabella.

La tabella iniziale, figura 4, dovrà essere completata assegnando i nomi a ciascun

campo con la procedura Rinomina colonna che compare posizionando il cursore sul

69

Dicesi ridondanza la ripetizione di un’informazione in più tabelle.

TABELLA 1 : INDICATORE (numero di matricola)

COGNOME

NOME

TABELLA 2 : INDICATORE (numero di matricola)

INDIRIZZO

TABELLA 3 : INDICATORE (numero di matricola)

FACOLTÀ

CORSO DI LAUREA

TABELLA 4 : INDICATORE: (nemro di matricola)

ESAME

VOTO

DATA

254

titolo: AGGIUNGI NUOVO CAMPO. Puoi aggiungere altri campi o completare quello

appena denominato.

Denomina il titolo di ciascuna colonna ed inserisci i dati relativi. Il programma talora

individua automaticamente il tipo di dati, inseriti, sulla base del nome della colonna o

sulla base dei dati stessi. I tipi dei

dati che il database prevede sono

indicati nella tabella 4. Per indicare il

tipo di dati inseriti devi posizionarti

sul titolo della colonna ed utilizzare

STRUMENTI TABELLA FOGLIO DI

DATI. Dalla scheda così ottenuta,

Figura 7, puoi scegliere il tipo ed il

formato dei dati.

Terminata la prima tabella la puoi chiudere: ti verrà chiesto se vuoi salvare la nuova

struttura e proposto il nome Tabella 1 che puoi modificare.

Se non hai completato l tabella puoi richiamarla per aggiungere dati. Questa volta

la chiusura non chiederà il salvataggio essendo già avvenuto automaticamente.

Puoi quindi Creare una nuova tabella, dalla raccolta Crea clic su Tabella.

9.4.6 La struttura di una tabella

I modelli di

tabella allegati al

programma sono

eccessivamente

densi di

informazioni.

Conviene prima di

inserire i dati in una

tabella costruirne la

sua struttura ossia i

campi (colonne) che

saranno presenti con il tipo e il formato che ritieni opportuno.

Tipo di dati Caratteristiche

Testo Caratteri alfanumerici

Numero

Valori numerici tipi: Byte: da 0 a 255 Intero: da – 32768 a + 32767 Intero lungo (2147483648 a + 2147483647 Precisione semplice Precisione doppia

Data/ora Per esprimere una data

Valuta Valori monetari in Lire/Euro per la versione italiana

Contatore Si incrementa automaticamente ad ogni inserimento di record

Si/No Valori di verità delle proposizioni

Oggetto OLE Grafici

Memo Alfanumerico (può contenere frasi abbastanza lunghe)

Tabella 29

Figura 207: Tipo e formato dei dati

255

Usa la raccolta CREA scegliendo STRUTTURA TABELLA.

Alla struttura oltre che per la creazione dovrai ricorrere in caso di correzione del

tipo di dati immessi e del numero di colonne ed altro.

Con un clic sul pulsante struttura della scheda accedi alla preparazione dei campi

(colonne) della tabella, figura 8.

Inserisci il nome del campo, ossia il nome relativo ad un tipo di informazione

rilevata ed il tipo di dati che deve contenere, Tabella 4, con un clic sulla riga della

seconda colonna. Per ogni tipo di dati vi è una descrizione del campo che puoi

modificare.

Ad esempio puoi ridurne la dimensione per il tipo testo oppure cambiare il tipo di

dati numerici.

Completa la struttura col nome, ed eventualmente una breve descrizione dei

dati che inserirai. Puoi decidere che i dati che inserirai sono chiavi primarie, con i

relativi limiti e vantaggi.

Questa procedura permette una costruzione delle tabelle e del data base con

maggior precisione della procedura che inizia dalla tabella del database stesso.

Completata la struttura, chiudendola con ti verrà chiesto di inserire la

chiave primaria SI NO; nel prossimo paragrafo la descrizione della chiave

primaria ti permetterà una scelta ragionata. Per il momento puoi rispondere NO.

La tabella verrà salvata, proponendoti il nome Tabella 1, Tabella 2, …. Puoi

cancellare tale nome e inserirne uno a piacere; naturalmente ogni tabella dovrà

avere nome diverso.

I nomi delle tabelle siano esse di inserimento dati o il risultato di query, devono

essere univoci ed il nome dovrà essere utile per riconoscere i dati inseriti.

Aprendo la o le tabelle così costruite potrai inserire le informazioni in tuo

possesso, per la loro elaborazione.

Figura 208. Preparazione struttura tabella

256

9.4.7. Il tipo di dati nella struttura.

La costruzione di una tabella attraverso la procedura struttura permette di definire

con maggio precisione il tipo di dati.

È possibile richiamare la procedura struttura anche da una tabelle del tipo iniziale. Oltre alle

caratteristiche dei dati Testo e Numerico, vi sono caratteristiche per altri tipi.

9.4.8 Le tabelle e la chiave primaria. Gli indici.

In alcune tabelle è necessario ricercare valori particolari oppure eseguire

operazioni di ordinamento di alcuni campi. In tal caso è utile associare al campo che

interessa una chiave primaria che velocizza le operazioni di ordinamento e ricerca,

associate ad uno o più campi della tabella.

La chiave primaria associa automaticamente il campo così definito ad un indice.

L’indice favorisce la possibile limitazione dei valori di un campo di una tabella e

può essere usato per evitare duplicati dei valori di un campo.

L’indice favorisce la ricerca e l’ordinamento di un campo ma rallenta le operazioni

di immissione e correzione dei dati del campo indicizzato.

La indicizzazione di un campo di una tabella così come l’inserimento della chiave

primaria vanno utilizzate tenendo conto dei vantaggi ma anche dei possibili svantaggi

dell’operazione.

In particolari condizioni l’indice e la chiave primaria aiutano a stabilire relazioni tra

tabelle. Il primo collegamento che il database stabilisce tra le tabelle è tra le chiavi

Figura 210.Cartteristicadati numerici Figura 209. Caratteristiche dati Testo.

257

primarie e le tabelle dello stesso nome, col vantaggio di avere un’associazione

automatica, ma con lo svantaggio di doverla cancellare, se non serve.

La colonna cui sia associata una chiave primaria non ammette duplicati di nomi dei

dati inseriti.

Come utile esercizio ti invito a costruire la struttura delle tabelle che seguono ed a

completarle con i dati esemplificati. In questo caso non è stata fissata nessuna chiave

primaria.

9.4.9 Modello di un database. Un esempio.

Esempio: Database di un’agenzia di viaggi

Scopo: Un’agenzia di viaggi deve costruire l’anagrafica dei clienti ed associare ad

essi i viaggi prenotati. Deve inoltre conoscere in tempo reale quanto riscuotere da

ciascun cliente e il documento di identità di cui il cliente ha bisogno per il viaggio ed

altre notizie complementare.

Sviluppo: Si

è scelto di

formulare un

database le cui

tabelle siano

facilmente

correggibili e

non vi sia

possibilità di

ridondanze ossia dati uguali ripetuti in più tabelle.

Le esigenze dell’agenzia saranno fornite da opportune interrogazioni del data base,

che sono anticipate in figura 4 nei collegamenti richiesti dalla query sviluppata nel

prossimo paragrafo, figura 4.

Come già affermato tralasciamo volutamente la maschera di inserimento di dati

che sarebbe molto utile per gli inserimenti.

Analizzato il problema si è pensato di utilizzare le seguenti tabelle.

La prima tabella Clienti da l’anagrafica dei clienti dell’agenzia identificati da un

numero. Il numero identificativo ha lo scopo di impedire confusioni tra nomi uguali.

Potrebbe essere sostituito dal codice fiscale.

Figura 211: Collegamento di tabelle per cercare un’informazione complessa.

258

La struttura della tabella è stata costruita attraverso la procedura struttura

tabella richiamata dalla riga dei comandi sulla scheda. In Figura 4 un esempio di

struttura risultante Evidentemente strutture analoghe avremo per le altre tabelle.

In tabella 6, son presentati gli elementi per una tabella complessa, contenete campi

diversi di diverso contenuto (Tipo di Dati)

Il Tipo di dati puoi sceglierlo con un clic su , che fa comparire il menu per la

scelta del tipo di dati (vedi Tabella 5)

I dati inseriti a titolo di esempio sono i seguenti:

Nome del campo Tipo dati Descrizione

Cliente Testo Cognome cliente

Identificativo Numerico

Nome Testo Nome cliente

Residenza Testo Residenza cliente

Telefono Testo Recapito telefonico

Via Testo Indirizzo

Tabella 30

La tabella così costruita, chiamata Anagrafica Cliente la puoi vedere completata

con i dati di alcuni clienti in figura 12.

Destinazione Identific

ativo

Città 2 New

York 3 Palermo 2 Amsterda

m 4 Londra 5 Parigi 3 Parigi

Figura 213

La seconda tabella Destinazione, Figura 13, indica per ogni cliente individuato dall’

IDENTIFICATIVO, la destinazione. Si noti la scelta di limitare i campi di una tabella

che è passibile di molteplici cambiamenti.

Il costo del viaggio è stato indicato in una tabella all’uopo costruita, figura 14,

anch’esso può variare e quindi rendere necessaria la correzione dei dati inseriti, con

Anagrafica cliente Cliente

Identificativo

Nome

Residenza

Telefono

Via

Merighi

1 Giovanni

Roma

06.1234

Rosa 3 Pappa 2 Rob

erto Vicenza

0424.1213

Verdi 4 Riccio 3 Vinc

enzo

Roma

06.3456

Rossa 4

Vittor 4 Vittorio

Torino

01.4567

Opera 5

Sementa

5 Mario

Parma

0521.23456

Celeste 3

Figura 212

259

questa tabella non è necessario cercare tutti gli utenti e modificare i loro dati relativi ai

costi. L’assegnazione dei costi a ciascun cliente è fatta con una interrogazione sul

data base.

260

Costi suddivisi Città Viaggio Albergo Extra

New York € 1.230,00 € 4.000,00 € 300,00 Palermo € 250,00 € 1.230,00 € 450,00

Amsterdam € 450, 00 € 400,00 € 500,00 Parigi € 200,00 € 1.000,00 € 600,00

Figura 214

Ti invito ad esaminare con cura le tabelle

descritte. In esse non vi sono ridondanze, le

informazioni sono suddivise per tipo, le relazioni

sono semplici ed immediate

La tabella Documenti, figura 15, specifica i

documenti necessari per recarsi nella città

specificata.

Le tabelle che hai costruito sono non ridondanti e

contengono i dati necessari a gestire le clientela

dell’agenzia.

In Access 2007 puoi trovare parecchi modelli di

database che ti possono aiutare nelle prime elaborazioni personali..

9.4.10 L’interrogazione del database: le query

Figura 216: Raccolta Crea, parte destra.

Costruita la struttura della tabelle e inseriti i dati, puoi cercare la risposta alle

interrogazioni che sono state preannunciate tra gli scopi del database. Evidentemente

una buona struttura delle tabelle permette anche di rispondere a domande non

previste nella fase preliminare.

Documenti

Città Documento

Parigi C. identità

Palermo C. identità

Londra Passaporto

New York Pass.+ Visto

Amsterdam C. Identità

Figura 215

261

Dalla raccolta di schede CREA sulla destra,

figura 15, hai le schede REPORT e ALTRO. Con

un clic sulla su Struttura query si apre la

scheda per la costruzione della struttura delle

query, figura 16.

Scegliamo di creare la tabelle della query

attraverso la struttura.

Le tabelle delle query e dei report sono

salvate solo nella loro struttura e sono create

come tabelle di dati all’apertura dei rispettivi

query e repot.

È possibile modificare le singole tabelle dei dati avendo sempre le query ed i

report rispondenti alle nostre richieste e comprendenti tutti i dati immessi fino al

momento dell’interrogazione stessa..

Le tabelle appena costruite permettono la co-

struzione di tabelle particolari nelle quali

informazioni ottenute sono riunite secondo le esigenze dell’utente.

Le operazioni per costruire una interrogazione o query tra le tabelle è chiamata

query di selezione.

Lo scopo di questa query é determinare i

costi finali che ciascun cliente deve avere

per il suo viaggio.

Scegli e aggiungi le tabelle utili che sono

rappresentate con i loro campi nella parte

superiore della scheda, Figura 16.

In questo caso servono le tabelle Cliente,

Destinazione e Costi suddivisi.

Avendo aggiunto le tabelle utili chiudi la

scheda MOSTRA TABELLA.

Rimane attiva la metà superiore delle

scheda e l’elenco dei campi da inserire nella tabella della query.

Ora devi inserire i collegamenti utili, detti anche relazioni. Tali collegamenti tra due

colonne di tabelle diverse individuano gli elementi uguali di ciascun campo e li

collega.

Figura 218: Struttura Query.

Figura 217: Procedura di inserimento query.

262

Le colonne collegate devono avere elementi uguali altrimenti la tabella della query

sarà vuota.

Punta su un campo di una tabella e tenendo premuto il tasto sinistro del mouse,

sposta virtualmente il campo prescelto.

Compare una linea di collegamento tra i campi scelti.

Dovrai quindi indicare quali campi

devono apparire sulla tabella delle query,

inserendo col mouse il campo nella

tabella.

La Figura 16 rappresenta le

operazioni appena eseguite. Nota i

collegamenti ed i campi inseriti sulla

tabella della query.

Chiudi l’operazione con clic su e il programma chiede se salvare le modifiche,

suggerendo come nome Query 1, Query 2, ecc. … modifica il nome e salva.

È importante notare i collegamenti stabiliti con la relazione. Tale informazione non

è direttamente disponibile: la tabella delle destinazione non contiene il documento

necessario. In figura 17 il risultato della query, visualizzato con un clic sul suo nome.

I costi per ciascuna destinazione possono cambiare e la tabella semplice è di più

facile aggiornamento, inoltre la regola della non ridondanza impone di non ripetere

nelle tabelle più volte la stessa informazione se ciò non è indispensabile.

Ricordo che i dati in una tabella di inserimento sono tutti memorizzati sulla memoria

di massa e possono occupare notevole spazio, la query invece non riporta i dati ma

solo relazioni con notevole vantaggio per l’occupazione di memoria.

Esercizi.

1. Usando le tabelle Clienti, Località e Costi e collegando rispettivamente i campi

Identificatore e Città, costruisci la tabelle

con tutti i costi del viaggio.

2. Verifica le possibilità di imporre condizioni particolari ai valori dei campi nelle

tabelle struttura di QUERY :

ordinamento degli elementi (nessuno, crescente, decrescente)

scelta di elementi particolari Criteri (con la logica delle proposizioni).

Figura 220: Costo del viaggio per ciascun cliente.

Figura 219: La query

263

mostrare o meno elementi del campo clic su Mostra

Ordina il costo del viaggio, oppure alfabeticamente il nome del cliente.

Esplora le ulteriori possibilità in modo di essere in grado di sfruttarle se ti vengono

richieste.

9.4.11 Le query ed i campi calcolati.

Considera il database formato con le tabelle Mansioni con le quali si vuole stabilire

l’aumento cui ha diritto un impiegato, secondo la mansione espletata ed espressa

dalle lettere A,B,C,D.

Gli impiegati sono individuati da un numero, UNO, DUE, TRE, QUATTRO.

Le mansioni sono individuate da una lettera A, B, C, D.

Tale modello può e deve essere applicato cambiando le mansioni di ciascun

impiegato oppure l’entità degli aumemti

L’aumento percentuale secondo le mansioni espletate è espresso dal programma

in forma decimale purché nel costruire la struttura della tabella si sia espresso il

campo numerico in precisione singola..

Possiamo scrivere la forma tradizionale (30% anziché 0,3….) posizionandoci sulla

Mansioni stipendio

Mansioni Stipendio

A 1000

B 2000

C 1500

D 2000

Mansioni impiegato

Impiegato Mansione

UNO A

DUE A

TRE C

QUATTRO B

CINQUE C

Mansioni aumento

Mansioni Aumento

A 30%

B 20%

C 40%

D 10%

Figura 221

264

riga formato e dal menu scegliere percentuale.

Le tabelle non presentano difficoltà per essere costruite come struttura e

completate con i dati specifici.

Per calcolare l’entità dell’aumento useremo un campo calcolato in una query di

selezione, figura 21.

Occorre osservare i collegamenti stabiliti tra le tabelle che permettono

l’individuazione degli impiegati secondo la mansione e lo stipendio iniziale.

Nella quinta colonna è stata inserita la stringa, simile a quella di EXCEL:

= [stipendio] + [stipendio]*[aumento].

Le parentesi quadre avvisano il programma che deve usare il valori delle variabili

indicate e non i loro nomi.

Il programma automaticamente trasforma l’espressione nella seguente:

espr1:[stipendio]+[stipendio]*[aumento].

Alcune versioni di ACCESS mettono automaticamente le parentesi quadre;

Altrimenti usa AltGr + il tasto in cui compare la

[ oppure la ], per inserire le parentesi.

Con il tasto cancella espr1 e scrivi

Retribuzione, (attenzione a lasciare i :).

L’apertura della query dopo averne salvato la

struttura da i valori del campo calcolato, Figura

20. Ti ricordo che 30% equivale a 0,30.

Figura 223

Figura 222: La tabella della query con il campo calcolato

265

9.5 I REPORT

Si possono creare rapporti tratti da tabelle o query. Basta scegliere Report nella

scheda REPORT della raccolta CREA. Compare il report della tabella attiva in quel

momento.

Tale report può essere personalizzato; ad esempio puoi modificare la larghezza

delle colonne, inserire logo, ecc. .

Puoi costruire un report personalizzato aprendo la procedura CREAZIONE GUIDATA

REPORT dalla scheda REPORT della raccolta CREA.

Appare la scheda di figura 21 con la quale puoi inserire i campi di una tabella nel

report e fissare la forma ed i titoli con cui sarà rappresentato il report.

Infine col tasto destro del mouse puoi ottenere la struttura del report costruito che

ti permette modifiche ed introduzioni di procedure particolari con l’uso del mouse e

procedure predisposte, figura 24.

9.6 Esportazione delle tabelle del database.

L’esportazione delle tabelle sia originali sia ottenute da una query o da un report, si

esegue creando un file attraverso la procedura presente nella cartella ESPORTA della

raccolta DATI ESTERNI, figura 25.

Puoi anche esportare con il formato PDF o XPS, oppure altri formati tra cui .rtf da

usare in Word.

Figura 224

266

Figura 225: Esportazione dati di ACCESS.

Esplora personalmente le altre possibilità di esportazione. In particolare l’ultima

icona , ti presenta formati diversi tra cui HTML e la possibilità di creare una

tabella che puoi inserire in WORD.

Puoi esportare e salvare la tabella in formato EXCEL.

Nella tabella che compare, figura 26, è

indicata la cartella di salvataggio ed il

formato. Per vedere subito il risultato scegli:

Esporta dati con formattazione e layout.

Apri il file di destinazione …

In EXCEL puoi eseguire tutte le procedure

esistenti, purché compatibili con la forma e

gli argomenti della tabella.

La versione 2007 di ACCESS presenta

innumerevoli possibilità di esportazione e di

importazione da formati di EXCEL, file di testo e

XML ed innumerevoli altri formati.

Figura 226

267

Esercizi

1. Le tabelle che seguono rappresentano le informazioni disponibili presso

un’agenzia di viaggi.

TABELLA A

Cliente Residenza Telefono Località prescelta

Bardelli Zowie Roma 06234567 New York

Rerri Mara Ancona 07115647 Palermo

Manzoni Carla Reggio Emilia 054365389 Amsterdam

Avezzu Serena Reggio Emilia 054336785 Amsterdam

Omgolini Anna Correggio 056423467 Parigi

Zanoni Luigi Piacenza 05434343967 Londra

Ferri Mara Ravenna 056497839 Amsterdam

Rivele Mirella Milano 02647867 New York

TABELLA B

Città Documenti necessari Mezzo di trasporto Costo

Parigi Carta d’identità Automobile 500

Palermo Carta d’Identità Treno 400

Londra Passaporto Aereo 600

Praga Passaporto Treno 550

Bruxelles Carta d’Identità Treno 500

New York Passaporto + Visto Aereo 980

Amsterdam Carta d’Identità Pulman 650

Costruisci un database relazionale che permette al personale dell’agenzia di avere

le seguenti informazioni:

Documenti necessari a ciascun cliente per recarsi nei paesi di destinazione.

Preventivo dei costi che ciascun cliente deve sostenere.

Rapporto sugli incassi dell’agenzia.

2. I dati seguenti rappresentano le richieste e le caratteristiche delle sale

disponibili in un Centro Congressi.

SOCIETÀ Posti richiesti Attrezzature Argomento

Microsoft 50 Computer Sistemica

Wella 35 Proiettore Marketing

Solaris 40 Diapositiva Software

ADD 80 Lavagna Viaggi

SALA POSTI Attrezzature COSTO

Verdi 50 Computer 3500 €

Rossigni 80 Computer 4500 €

Brams 35 Lavagna 2500 €

Straus 30 Proiettore 1700 €

Bach 40 Diapositive 1800 €

268

Costruisci un database relazionale con ACCESS che individui:

Il nominativo della società cui assegnare la sala con i posti richiesti.

La società cui assegnare la sala con le attrezzature richieste.

La possibilità di conciliare posti e attrezzature nella sala assegnata.

Aggiungi il costo di ciascuna sala per posto disponibile.

Esporta la query che hai costruito in EXCEL e calcola il costo per part cimante

nell’ipotesi che i presenti siano il 70% dei posti disponibili.

3. Sono disponibili i dati seguenti raccolti da una USL.

NOME Città Reddito Franchigia Prestazione Costo

Truffelli Parma 500 150 Oculistica 200

Carelli Modena 600 120 Esami 50

Gatti Piacenza 1000 100 Esami 50

Orsillo Piacenza 1000 100 Oculistica 200

Prirola Modena 650 120 Radiografie 75

Migliori Parma 600 120 Radiografie 75

Costruisci col metodo Struttura/Inserimento dati le seguenti tabelle:

Nome - reddito.

Reddito – Franchigia.

Prestazione – Costo.

Nome – indirizzo - prestazione

Ricava opportune relazioni attraverso le query che individuino:

La franchigia cui un nome ha diritto rispetto al reddito

Il costo da addebitare a ciascun paziente per la prestazione fruita

L’importo risultante dal costo meno la franchigia fruita.

4. Riprendi il modello di Data base di un’agenzia di viaggi, paragrafo 9.4.8.

Costruisci una query dalla quale determinare per ciascun cliente tutte le spese per

il viaggio + albergo + extra.

Aggiungi alla query un campo calcolato con la spesa totale, tabella 6

Ricava da tale query un report Tabella 7.

269

Spesa cliente

Cliente Città Viaggio Albergo Extra Spesa totale

Pappa New York € 980,00 € 2.300,00 € 350,00 € 3.630,00

Riccio Palermo € 230,00 € 1.800,00 € 230,00 € 2.260,00

Riccio Palermo € 250,00 € 1.230,00 € 450,00 € 1.930,00

Pappa Amsterdam € 200,00 € 400,00 € 500,00 € 1.100,00

Vittor Londra € 130,00 € 1.800,00 € 670,00 € 2.600,00

Sementa Parigi € 200,00 € 1.000,00 € 600,00 € 1.800,00

Riccio Parigi € 200,00 € 1.000,00 € 600,00 € 1.800,00

Tabella 31

Cliente Città Viaggio Albergo Extra Spesa totale

Pappa New York € 980,00 € 2.300,00 € 350,00 € 3.630,00

Pappa Amsterdam € 200,00 € 400,00 € 500,00 € 1.100,00

Riccio Palermo € 230,00 € 1.800,00 € 230,00 € 2.260,00

Riccio Palermo € 250,00 € 1.230,00 € 450,00 € 1.930,00

Riccio Parigi € 200,00 € 1.000,00 € 600,00 € 1.800,00

Vittor Londra € 130,00 € 1.800,00 € 670,00 € 2.600,00

Sementa Parigi € 200,00 € 1.000,00 € 600,00 € 1.800,00

15120

Pagina 1 di 1

Tabella 32

Spesa cliente giovedì 11 febbraio 2010

270

CONCLUSIONI

L’utilizzo di un database relazionale al posto di un database a tabella unica, appare

più complesso. Tuttavia il suo uso fa guadagnare tempo nella successiva fase di

elaborazione, registrazione e correzione delle informazioni.

Infatti le informazioni possono essere inserite (e corrette) una sola volta se le

tabelle componenti sono costruite riservando da ogni tabella un solo argomento.

Solitamente il sistema qui descritto del database relazionale è un principio derivato

dall’uso delle BANCHE DATI, pur con formulazioni più complesse70.

Scopo del database relazionale è permetter la costruzione di interrogazioni – query

– e quindi separare la raccolta e la registrazione delle informazioni dal processo di

uso delle informazioni stesse.

Le interrogazioni richiedono tabelle la cui struttura sia stata accuratamente

progettata in funzione dell’uso attuale e futuro del database.

La raccolta e l’archiviazione delle informazioni sono processi essenziali nella vita

moderna.

Un’archiviazione ben fatta fa risparmiare tempo e guadagnare credibilità alle nostre

azioni.

Anche qui come nel foglio elettronico non potendo essere esaustivi ci affidiamo alla

curiosità personale di ciascuno che, certamente troverà nell’informatica un modo per

migliorare il proprio ruolo nella società.

Per le versioni di ACCESS fino alla 5

TRASFERIMENTO DEL DATABASE: Le versioni precedenti di ACCESS usano

almeno due file dello stesso nome con estensione .mdb ed .ldb. Qualora si rendesse

necessario copiare il database per usarlo in un computer differente da quello

originario è necessario copiare entrambi i file del database che in genere avranno lo

stesso nome ed estensione diversa. Per semplificare l’operazione si potrebbe

riservare una cartella a ciascun database e copiare tale cartella.

70

Ad esempio tese ad evitare che nelle QUERY alcune informazioni compaiano più volte, falsando

il risultato.

271

272

Capitolo 10

GESTIONE DEI PROGETTI

10.1 Premesse

Sviluppare un progetto significa considerare le attività e le risorse necessarie ad

ottenere uno scopo determinato che chiamerò obiettivo del progetto. .

In un progetto possiamo in prima approssimazione considerare, seguendo il

programma MS Office Project:

L’obiettivo da raggiungere per la realizzazione del progetto.

Gli eventi o attività che compongono il progetto.

Le risorse, ossia tutte le componenti che contribuiscono al raggiungimento

dell’obiettivo.

o Le risorse lavoro il cui utilizzo e legato a limiti temporali del tipo “…non

sono disponibili il mercoledì…” tra esse possono esservi.

risorse umane

risorse strumentali tipo computer in un’aula didattica, disponibili

in giorni particolari.

o Le risorse materiali la cui disponibilità si intende attribuita per tutta la

durata di un progetto ed assegnata ad una o più attività a partire da

una data opportunamente indicata. Non influiscono sui tempi di

programmazione delle attività.

o In Project 2007 sono considerate anche le risorse costo: trattasi di

risorse che non influiscono sui tempi del progetto e che possono

essere associate ad una o più attività quali spese per viaggi, per corsi

di formazione ed altro. In essa comprenderai tutte le spese che vuoi

considerare al fine di gestire l’amministrazione finanziaria del progetto.

Il tempo necessario per svolgere le singole attività necessarie per

concludere il progetto.

I collegamenti tra le diverse attività che evidenziano l’interdipendenza tra gli

eventi

Possiamo distinguer le attività in

273

SEMPLICI in cui interviene un solo tipo di risorsa che sviluppa l’attività in un

tempo definito, raggiungendo l’obiettivo prefissato.

COMPLESSE in cui molteplici risorse, lavoro o materiali, intervengono in

tempi diversi per il raggiungimento dell’ obiettivo prefisso.

Riconoscere nei dettagli i tempi e le risorse aiuta nella realizzazione e nel controllo

di un progetto.

È evidente che il controllo dello svolgimento di un qualsiasi progetto è utile al

raggiungimento dell’obiettivo in tempi compatibili con le necessità ambientali ed

economiche.

Per ulteriori considerazioni di tipo funzionale sulle caratteristiche delle persone che

intervengo su un processo rimandiamo alla copiosa letteratura sulla gestione dei

progetti (Project Management).

Nelle pagine che seguono introdurrò alcuni diagrammi utili al controllo di un

progetto

10.2 Lo sviluppo di un progetto

Nello sviluppo di un progetto o di un programma sia esso una ricerca, una

costruzione edile, una macchina o altro, è necessario considerare i tempi di

svolgimento di ogni attività utile per raggiungere l’obiettivo.

Sarà inoltre necessario considerare le risorse, persone, macchine, materiai,

necessarie per sviluppare l’attività cui il progetto fa riferimento.

La gestione dei progetti è argomento che richiede uno studio approfondito. Le

funzioni del gestore del progetto (program manager), le sue competenze, la necessità

di definire chiaramente responsabilità e poteri sono alcuni degli argomento che

intervengono in tale studio..

Il project management è una delle possibili risposte alle esigenze delle società

dinamica in cui viviamo. Esso oramai è entrato in moltissime organizzazioni sia

private che statali.

Le capacità manageriali unite ad opportuni strumenti informatici, permettano il

controllo dello sviluppo di un progetto sia dal punto di vista finanziario che temporale.

274

L’efficacia di un progetto è legata alla chiarezza degli obiettivi, alla definizione delle

responsabilità ed alla definizione dei passi intermedi necessari a completare ogni

singola parte di un progetto.

Non è questa la sede per un corso di project management; mi limiterò ad illustrare

l’uso di un programma costruito per aiutare nella gestione dei progetti, mentre rinvio a

testi specifici lo studio di questa parte dell’organizzazione aziendale.

10.2.1 Metodi per lo sviluppo di un progetto

Il tempo di realizzazione di tutto il progetto suddiviso nei tempi parziali per le parti

del progetto.

Potremo studiare la realizzazione del progetto con lo schema di figura 1 in cui si

presuppone che ogni attività contribuisca (frecce), al raggiungimento dell’obiettivo

senza stabilire la sequenza di esecuzione. .

Tale schema tuttavia, non permette la valutazione dei tempi parziali di

realizzazione e quindi non è difficile il controllo del progetto durante il suo

svolgimento.

Un altro schema potrebbe essere il seguente:

progetto diviso nelle sue attività costruzione delle

parti e/o svolgimento delle attività

assembramento delle parti verifica del progetto.

Tale modo di procedere è evidentemente

dispersivo e affidato a persone che svolgono

contemporaneamente o in diversi momenti funzioni

e/o attività diverse.

Il tempo si dilata e non può essere controllato, se per svolgere un’attività ho

bisogno di attività ad essa correlate dal tempo.

Conviene quindi uno svolgimento di tipo diverso:

Progettazione dell’attività individuazione delle componenti della attività e dei

tempi di realizzazione. individuazione delle attività che devono precederne altre e

quindi stabilire dei collegamenti tra attività.

In questa struttura di progetto si possono distribuire le attività tra diverse persone

che hanno diversi compiti, con tempi di realizzazione diversa.

Pensa alla costruzione di una casa: Si prepara il terreno si fanno gli scavi si

gettano le fondamenta si costruiscono i muri ecc.

OBIETTIVO

attività

1 A

Inizio

Attività

B

Figura 227: Progetto stellate

275

10.3. Diagrammi dello sviluppo di un progetto.

Ogni attività richiede un tempo di realizzazione e l’inizio di alcune attività può

essere indipendente o dipendente dalla fine delle attività precedenti. Il Project

Management utilizza due tipi di grafici particolari per visualizzare meglio l'evoluzione

di un progetto in corso: i diagrammi di GANTT ed i diagrammi PERT.

10.3.1 Diagramma di Gantt

Nel diagramma di Gantt (figura 2) nell’asse delle

ascisse sono i tempi di realizzazione del progetto,

sull’asse delle ordinate sono rappresentate le

componenti e le risorse o attività del progetto stesso.

Un diagramma di Gantt è un grafico a barre

orizzontali che mette in evidenza lo sviluppo

temporale delle attività che costituiscono un progetto . Tale grafico, che prende il

nome da Henry Gantt - lo studioso che elaborò questa tecnica durante i primi anni del

'900 - mostra le varie fasi costituenti il progetto come linee che partono nel diagramma

dalla data in cui devono essere intraprese e terminano alla data in cui devono essere

ultimate.

Una volta ultimato il diagramma di Gantt mostra la successione temporale delle

diverse attività ed evidenzia quelle che possono essere svolte contemporaneamente

nel medesimo lasso di tempo.

Oltre a rappresentare le attività il diagramma di Gantt può rappresentare l’impegno

dei diversi soggetti impiegati nel progetto sia dl punto di vista della successione del

tempo sia dal punto di vista del percentuale del tempo lavorativo di ciascun soggetto

impiegato nell’attività.

Ad esempio l’ingegner Rossi lavora per la ditta che lo ha assunto 8 ore al giorno

per cinque giorni alla settimana: esso potrebbe dedicare al progetto cui ci si riferisce

un percentuale del suo tempo complessivo di lavoro.

Discorso analogo si può fare per le risorse materiali.

Il diagramma di Gantt oltre a valutare la partecipazione dell’ingegner Rossi al

progetto,permette di valutare l’utilizzo dell’ingegner Rossi rispetto al suo tempo

complessivo cui è impegnato nella ditta che lo ha assunto.

Figura 2 Diagramma di Gantt

Figura 228. Diagramma di Gannt

276

Per realizzare un diagramma di Gantt manualmente, puoi elencare le varie fasi

necessarie per completare un progetto e stimare il tempo necessario per portarle a

termine. Le attività saranno elencate lungo l'asse verticale del diagramma e le date

lungo quello orizzontale. Segna una linea orizzontale per ogni fase che unisce la data

di inizio programmata con quella del suo completamento. Alcune attività possono

essere eseguite contemporaneamente e una può essere più lunga dell'altra; ciò

può essere indicato con una linea tratteggiata sino alla data del completamento.

Completato il diagramma, sarai in grado di vedere il tempo totale minimo

necessario per il progetto, la sequenza esatta delle fasi, e quali fasi possono essere

contemporaneamente svolte.

10.3.2 Il diagramma PERT

I diagrammi di Gantt hanno una limitata

capacità di mostrare l'interdipendenza

delle singole attività. In progetti semplici

riescono a fornire una informazione

adeguata ma in progetti in cui ci sono

molte fasi contemporaneamente in corso, si può utilizzare il diagramma PERT.

PERT è l'acronimo di Program Evaluation and Review Technique, cioè Tecnica di

valutazione e revisione di programma. E' una forma (Figura 3) di programmazione più

sofisticata della precedente che possiede tre componenti: gli EVENTI, le ATTIVITA' e

le NON ATTIVITA'.

TEMPO

La figura 4 rappresenta il grafo di un diagramma PERT: i cerchi sono eventi le linee

sono attività per ottenere un evento, si dividono in linee spesse e linee sottili. Le prime

rappresentano attività svolte le seconde attività non scolte.

Figura 229: Diagramma PERT tra eventi.

Figura 230: Diagramma PERT completo

277

Gli eventi (attività realizzate) sono rappresentati da cerchi o da altre forme chiuse,

le attività sono rappresentate da frecce che collegano i cerchi, le non attività che

collegano due eventi sono rappresentate da frecce tratteggiate.

I diagrammi PERT sono utili soprattutto se mostrano il tempo previsto (Working

time) per completare una certa attività sulla linea apposita (Figura 4).

Lettura del diagramma:

Evento 1. Inizio del progetto

Attività A produce l’evento 2.

Attività B segue l’evento 2 producendo

L’evento 3 oppure l’evento 4

L’attività C è svolta in casi particolari producendo l’evento 4 cui può

contribuire l’attività 2 che precede l’attività n. 4.

Ecc.

La linea con freccia sopra il progetto rapprenda il tempo trascorso dall’inizio del

progetto.

Evidentemente l’evento 5 attraverso l’attività 2 deve svolgersi seguendo gli eventi

1, 2, 3. oppure gli eventi 1, 2, 4.

Il diagramma PERT - acronimo di Program Evaluation and Review Technique - è

uno strumento di programmazione che descrive graficamente le relazioni causa-

effetto, di precedenza logica e di successione temporale che intercorrono tra le

diverse attività di un progetto.

Questo strumento si rivela particolarmente efficace, perché consente di esaminare

un progetto come una serie di eventi e di azioni legati tra di loro all'interno di una rete.

Tuttavia rinviamo ls realizzazione di tale diagramma ad un corso dedicato alla

gestione dei progetti.

Introducendo opportuni vincoli la scelta della rappresentazione in MS Project, con

VISUALIZZA DIAGRAMMA, anticipa tale utile strumento.

10.3.3 La realizzazione del diagramma di Gantt

Il diagramma di Gantt può essere disegnato manualmente dopo aver definito gli

scopi di un progetto e le attività da svolgere assieme ai tempi di realizzazione di

ciascuna attività.

Puoi utilizzare un foglio elettronico usando la prima colonna per l’elenco delle

attività e le colonne successive per la successione temporale.

278

Tale metodo non permette evidentemente controlli sui collegamenti delle attività e

rende complessa la modifica dei tempi di esecuzione.

Nelle figura 5 appare un diagramma di Gantt con l’elenco della attività realizzato

attraverso il programma Microsoft Project.

L’obiettivo è evidentemente la stampa di un libro, passando attraverso l sua

composizione, la revisione e così via.

Le attività sono collegate e si svolgono in sequenza seguendo lo sviluppo del

progetto.

L’immagine della figura 5 visualizza le attività da svolgere, con i tempi e le risorse

ritenuti necessari.

Per ottenerla è stato usato il programma Microsoft Project management, oppure

Office Project 2007.

Nella figura puoi osservare che per la terza attività è state valutata la percentuale

di esecuzione rappresentata con una riga più scura all’interno della fascia

rappresentante il tempo necessario per l’intera attività.

10.4 Uso del programma per l’analisi di un progetto

Seguiamo la procedura di costruzione di un diagramma di Gantt utilizzando il

programma Microsoft Office Project71 per analizzare lo sviluppo di un progetto

considerando le attività necessarie per svolgerlo, i tempi di esecuzione, i collegamenti

tra le attività ossia quali attività devono essere seguire ciascuna attività.

71

Userò d’ora in poi il termine Project al posto del nome completo del programma.

Figura 231: Le attività ed il diagramma di Gannt.

279

Saranno introdotte anche le risorse, strumenti, materiali e persone necessarie per

la realizzazione del progetto.

10.4.1 Le attività

All’apertura del programma compare le finestra di figura 6 nelle quale sono inseriti

gli elementi richiesti nella colonna nomi delle attività ossia nel caso specifico

fondamenta e muri perimetrali.…; si tratta evidentemente del progetto per la

costruzione di un edificio.

Descrivo la tabella usando voci che saranno spiegate nel corso del capitolo:

Colonna 1. Numero attività predisposto dal programma.

Colonna 2. Colonna che verrà completata dal programma nel caso di vincoli

imposti ai tempi di esecuzione del

progetto con l’icona .

Colonna 3. Attività necessaria per

realizzare il progetto.

Colonna 4. Durata di tale attività in

giorni.

Colonna 5. Data di inizio.

Colonna 6. Data di fine di ciascuna

attività che è calcolata dal programma.

Colonna 7. I nomi delle risorse necessarie, separate da un ; (punto e virgola)72.

Sulla base dei dati inseriti nelle colonne dei punti 4 e 5 il programma calcola e

scrive la data di fine dell’attività che stai implementando.

72

L’inserimento delle risorse può essere fatto da questa colonna o attraverso una procedura

particolare di inserimento e attribuzione risorse.

Figura 232: Inizio della descrizione del progetto.

Figura 233: I vincoli e la pianificazione.

280

E opportuno che sia il programma a fissare la data di fine e inizio delle attività

successive alla prima, per evitare vincoli superflui o peggio fuorvianti.

Se fissi l’inizio della seconda attività in un giorno immediatamente successivo alla

fine della prima compare una tabella come in figura 7 che ti chiede se desideri

conservare il vincolo tra le due attività. Ciò è legato anche dal tipo di vincolo fissato.

Tuttavia non conviene fissare la data di inizio e di fine delle attività seguenti la

prima per non vincolare il progetto con date che potrebbero non essere rispettate.

Meglio usare come vedremo il collegamenti tra attività.

In un progetto è possibile verificare l’esecuzione delle singole attività nei tempi

previsti: fissare delle date costringerebbe a modifiche manuali su tutte le attività

seguenti quella che non ha rispettato il tempi di esecuzione.

Dopo aver definito la prima attività attraverso il nome la data di inizio e la durata,

conviene procedere con le attività successive fissandone solo la durata .

Lasciando al programma la determinazione delle date se un’attività si svolge con

tempi diversi dai previsti, il programma stesso provvede a modificare l’inizio e la fine

delle attività collegate

Puoi continuare la descrizione delle attività

necessarie per concludere il progetto secondo le

esigenze progettuali.

Potresti usare il foglio elettronico per costruire

un diagramma ma dovresti modificare

manualmente ogni variazione nelle attività e nelle

risorse.

Dopo aver inserito tutte le attività di un progetto,

devi inserire i collegamenti tra le attività, che saranno descritti nel paragrafo ad essi

dedicato.

È possibile, figura 9, rappresentare l’attività nel diagramma di Gannt e inserire nel

tempo interruzioni dell’attività, fornire informazioni sullo svolgimento delle attività ed

altro.

Figura 235. Azioni sulle attività.

Figura 234: Risorse inserite nel diagramma di Gannt

281

10.6.5 La misura del tempo.

Il progetto si svolge secondo un calendario predefinito detto Calendario standard.

Per accedere ad esso devi selezionare Modifica orario di lavoro … dal 73menu

Strumenti.

È possibile modificare la scala cronologica del progetto (figura 10):

Da Visualizzazione Diagramma di Gantt o da altre visualizzazioni in cui compaia

una scala cronologica, clic col tasto destro sulla data o su una casella in cui compaia

il tempo indi scegliere da menu che compare la scala cronologica: nella scheda Scala

cronologica, figura 10, da unità di tempo scegliere l’unità di tempo che desideri

usare, modificando se richiesto dalla procedura il contenuto della casella Mostra, con

la solita procedura di .

Il calendario ha diverse funzioni:

esiste il calendario del progetto che

si riferisce all’intero progetto ed

esistono i calendari delle risorse

lavoro che esaminerò in un prossimo

paragrafo di approfondimento.

Il calendario che utilizzeremo

divide il tempo in settimane formate

da 7 giorni. È possibile considerare o

frazioni di giorno o altre misure del

tempo: anni, semestri, mesi, settimane, ore, ecc.

10.4.1.1 Le attività cardine

Tra le attività di un progetto è opportuno tu consideri attività di verifica del lavoro.

Tali momenti significativi, ad esempio i collaudi, le ispezioni, i momenti in cui

richiedere l’aggiornamento dei finanziamenti e attività simili.

Tali attività nello sviluppo di un progetto le devi segnare di durata 0. Il programma

evidenzierà tale situazione nel diagramma di Gannt con un simbolo particolare

nel quale compare anche la data.

73

Project conserva il menu; non si è ritenuto necessario introdurre le raccolte di schede di Office

2007. Tali procedure non sembra siano state aggiornate nemmeno in Office 2010 di prossima uscita.

Figura 236. Scala cronologica.

282

10.4.1.2 Il riepilogo

L’attività di riepilogo permette una visione complessiva del progetto. Dopo aver

completato il progetto inserisci alla fine o all’inizio del progetto tale attività

collegandola74 come Inizio-Inizio alla prima attività e con Fine-Fine all’ultima.

Tale artificio ti permette anche di suddividere un progetto in più sottoprogetti o fasi

di realizzazione ognuno individuato da una attività di riepilogo.

10.4.2 I collegamenti ed i predecessori.

Per fissare i collegamenti tra attività diverse

devi fare clic col tasto destro sul nome o sulla

rappresentazione di Gantt dell’attività che segue.

Compare la figura 9 da cui devi scegliere

Informazioni attività ottenendo un diagramma con i collegamenti. figura 11.

Il nome della attività è accompagnato dalla durata e da una tabella con , un

nuovo clic ti presenta le attività che hai inserito nel progetto permettendoti la scelta del

predecessore. In tal modo l’attività il cui nome compare è collegata all’attività che hai

scelto.

Il collegamento può essere di 4 tipi Tabella 1.

Fine-Inizio: l’attività predecessore determina la data di inizio dell’attività

successore.

Fine-Fine: le attività finiscono contemporaneamente: l’inizio dell’attività più breve

sarà opportunamente posticipato.

Inizio-Fine: l’attività predecessore determina la fine dell’attività successore.

Inizio-Inizio. Le due attività iniziano contemporaneamente.

Tabella 33

Puoi inserire un ritardo tra i collegamenti, posticipando l’inizio o la fine della

seconda attività; se segni un ritardo negativo hai un anticipo tra i collegamenti. Nella

figura 12 è stata aperta la tabella Informazioni sull’attività con un clic sull’attività

scrittura indice. Tra i predecessori puoi scegliere tra tutte le attività del progetto

coll’usuale clic nella tabella che compare da .

Completerai secondo le esigenze del progetto le colonne Tipo e Ritardo.

74

Vedi il paragrafo sui collegamenti.

Figura 237

283

Figura 238: Scelta predecessori.

10.4.2 Collegamenti e vincoli.

I collegamenti tra le attività sono stabiliti per mezzo della tabella Predecessori

inserita in Informazioni sulle attività.

Tra le informazioni sulle attività la linguetta Generali ti permette di fissare vincoli ai

tempi di svolgimento delle attività. Puoi infatti fissare i tempi di inizio o fine dell’attività,

e soprattutto il tipo di vincolo, Tabella 2.

Tipo di vincolo Descrizione

Deve iniziare il Deve finire il

Vincolo assoluto. Il programma non può modificare le date di inizio o di fine

Finire non oltre … Finire non prima … Iniziare non oltre … Iniziare non prima …

Vincolo relativo. Il programma adatterà la fine dell’attività al vincolo adattandolo allo svolgimento del programma

Il più presto possibile Il più tardi possibile

Nessun vincolo. Il programma adatta l’inizi delle attività allo svolgimentp del progetto.

Tabella 34

La durata resta quella fissata e l’attività si sposta nel calendario in modo da rispettare

il vincolo imposto. Questa conseguenza non è evidentemente auspicabile: ciò ribadisce

l’opportunità di non fissare vincoli non flessibili,

salvo casi di necessità.

Nei casi di vincolo non flessibile o semiflessibile il programma inserisce nella colonna

a ciò dedicata il simbolo indicato in figura 13 , che ti permette posizionando su di esso il

mouse, di individuare il tipo di vincolo inserito, figura 14 ed eventualmente di modificarlo.

Figura 239. Vincolo esplicitato.

284

ESERCIZIO.

Costruisci un progetto di preparazione

ad un esame universitario con le

seguenti attività: Frequenza 8 settimane,

Acquisto libro 1 giorno, Studio,

contemporaneo alla frequenza,

Esercitazioni 6 settimane inizia dopo 2

settimane dall’inizio della frequenza,

Esame la cui data di inizio deve essere

Inizia non più tardi, infatti la data

dell’esame è fissata dal Consiglio di Corso di Laurea e tu non puoi modificarla.

L’esame del piano costruito ti permetterà di valutare l’adeguatezza del tuo progetto:

se le attività che precedono l’Esame, vanno oltre la data dell’esame stesso, dovrai

riprogettare il piano, magari studiando anche di sabato e domenica con Modifica Orario

di Lavoro ...

10.5 Le risorse.

Nello sviluppo di un progetto sono necessarie persone, strumenti, materiali.

MS Project ti permette di attribuire tali elementi col nome di risorse a ogni attività,

presente nel progetto. La versione 7 considera anche risorse di tipo costi.

Le risorse possono essere inserite nel progetto in due modi.

1. Creazione di un elenco delle risorse e successiva assegnazione di ciascuna

risorsa ad una o più attività

In questo caso puoi inserire le caratteristiche delle risorse direttamente nell’elenco.

2. Attribuzione diretta delle risorse a ciascuna attività.

In tal caso per attribuire più di una risorsa a ciascuna attività devi separarle con un ;

(punto e virgola).

Inoltre dovrai attraverso l’elenco delle risorse definire le caratteristiche delle risorse

attribuite a ciascuna attività.

Per il completamento del progetto è necessario assegnare ad ogni attività le risorse

necessarie: tale assegnazione può avere un effetto anche nella durata complessiva del

progetto.

Figura 240: Modifica tipo di vincolo.

285

Infatti le risorse lavoro possono avere un calendario diverso da quello stadard del

progetto.

Nel caso delle risorse di tipo lavoro puoi inizialmente fissare la durata di un’attività

attraverso i giorni che ritieni necessari ad una risorsa per il suo completamento. Nel

corso del progetto potresti assegnare all’attività due risorse dello steso tipo, facendo sì

che l’attività in esame impegni il progetto per metà del tempo necessario al suo

completamento, fermo restando il tempo necessario agli effetti dell’impiego di

manodopera. Se si tratta di un gruppo di lavoro puoi prevedere unità di lavoro superiori

al 100%; ciò significa che il gruppo di lavoro raddoppia il numero degli addetti.

OSSERVAZIONE: La ricerca delle risorse necessarie per ciascuna attività è

evidentemente legata anche alla determinazione dei ruoli necessari per ciascuna attività.

10.5.1 Assegnazione delle risorse

Precisiamo le modalità di attribuzione delle risorse nei due casi illustrati.

Dall’elenco delle risorse

puoi attribuire ciascuna

risorsa ad una o più

attività attraverso la tabella

informazioni sull’attività.

Se col tasto destro del

mouse fai clic sull’attività

prescelta o sulla sua

rappresentazione nel digramma di Gantt,

compare un menu dal quale. sceglierai

Informazioni attività: l’opzione Risorse ti

permette di attribuire una o più risorse

all’attività prescelta e fissare anche la

percentuale di risorsa-lavoro riservata

all’attività considerata75 nonché la quantità

delle risorse materiali rispetto all’unità di

misura.

Devi solo scrivere un numero che il programma

75

Vedi Sovraoccupazione.

Figura 242: Assegnazione risorse 2° metodo.

Figura 241. Attribuzione delle risorse.

286

rappresenta in percentuale nel caso di Risorsa Lavoro e in unità nel caso di risorse

materiali.

Da assegna risorse all’attività Stesura riassunto sono state assegnate il 50% della

risorsa Computer di tipo lavoro e 500 fogli di carta della risorsa materiale carta.

L’unità di misura fogli devi scriverla nella colonna Etichetta materiale nella tabella

Uso risorse.

La tabella seguente quantifica l’assegnazione delle risorse di tipo lavoro in relazione

al loro impiego per ciascuna attività.

Assegnazione Significato Conseguenze

< 100%

La risorsa è impiegata per l’attività considerata per un tempo inferiore al suo orario di lavoro

Il tempo impegnato per eseguire l’attività si dilata, per l’aumento del tempo dedicato all’attività considerata, dovuta all’impegno ridotto della risorsa dedicata.

= 100%

La risorsa impegna tutto il suo tempo per l’attività cui è assegnata.

Il tempo per svolgere l’attività è quello assegnato inizialmente, salvo non siano impegnate altre risorse.

> 100%

All’attività considerata è assegnata più di una risorsa76 Nel caso di un gruppo può significare aumentarne i componenti.

La durata dell’attività si riduce agli effetti del progetto.

OSSSERVAZIONE: Puoi ottenere una riduzione dei tempi di una o più attività, assegnando ad essa più di una risorsa.

10.5 2 Caratteristiche delle risorse.

Per definire le caratteristiche delle risorse: Visualizza Elenco risorse indi Visualizza

Tabella: Immissione; otterrai la tabella di figura 10 che ti permette di specificare le

caratteristiche delle risorse.

76

Tale possibilità può essere utilizzata nel caso di sovraoccupazione.

Figura 243: Caratteristiche delle risorse.

287

MS Project attribuisce come impostazione predefinita alla risorsa il tipo Lavoro, ma

prevede anche il tipo Materiale ed il tipo Costo77: la scelta è compiuta dal menu ottenibile

con un click sulla usuale casella della variabile Tipo.

Puoi cominciare ad assegnare i costi delle singole risorse il cui tipo ti sarà

ulteriormente spiegato in un paragrafo a ciò dedicato.

Tipo Lavoro: La risorsa di tipo lavoro, devi usarla ogniqualvolta esistono limiti

temporali all’uso della risorsa, con la possibilità di fissare se tale risorsa è disponibile

all’inizio, alla fine, o per quote nella colonna Attributi.

I costi della risorsa lavoro sono fissati per unità di tempo e sono suddivisi in Tariffa

(per lavoro) standard e tariffa (per lavoro) straordinario

Tipo Materiale: devi sceglierla manualmente ed assegnarla all’attività prescelta,

con la possibilità di fissare se tale risorsa è disponibile all’inizio, alla fine, o per quote

dipendenti da lo sviluppo temporale del progetto nella colonna Attributi (figura 17).

Se non hai specificato le unità nel campo unità il programma per impostazione

predefinita, computa la quantità da te assegnata alla risorsa proporzionalmente

all’avanzamento del lavoro.

Puoi tuttavia specificare le unità proporzionalmente ai giorni di lavoro ad esempio

40/g. in tal modo la risorsa è assegnata 40 unità al giorno.

Esaminiamo le altre variabili indicate nelle colonne delle risorse.

Hai già visto le caratteristiche del Tipo di Risorsa.

L’etichetta materiale indica per la risorsa materiale l’unità di misura: kg – litri – fogli –

metri ecc. e fissa un’unità cui riferirsi nell’assegnazione.

Da assegna risorse (figura 11) all’attività riassunto sono state assegnate il 50% della

risorsa di tipo lavoro computer e 500 fogli di carta della risorsa materiale carta.

Il Gruppo si riferisce alla risorsa Lavoro; la puoi usare se tale risorsa è costituita da

più persone o strumenti ad esempio

Per l’attività costruzione impianto idraulico di un edificio è attribuita la risorsa:

squadra idraulica, anziché un solo idraulico. Ciò puoi ottenerlo assegnando alla

risorsa 300% di unità di lavoro. Ciò significa che la squadra è composta di 3

membri che dedicano il 100% del loro tempo al progetto (o di 6 con il 50%

ciascuno).

77

Dalla versione 2007.

288

Per l’attività verifica della conservazione degli alimenti viene affidata l’attività di

analisi dei campioni raccolti ad un laboratorio di analisi di cui il manager non ha un

controllo diretto.

Nell’esempio usato potrebbe trattarsi di un gruppo di ricerca che collabora

dall’esterno alla tua analisi.

Evidentemente la variabile caratteristica gruppo può essere particolarmente utile se si

decide di sviluppare un progetto rivolgendosi anche a società esterne o comunque a

gruppi che possono organizzarsi al di fuori del controllo del manager del progetto78.

Unità max, la cui assegnazione è stata definita nella tabella del paragrafo

precedente in relazione ai tempi i esecuzione dell’attività cui è assegnata riferita

anch’essa a una risorsa lavoro, definisce l’impegno della risorsa nel progetto. Una

risorsa lavoro può essere impiegata per una parte espressa in percentuale, del suo

tempo disponibile, oppure nel caso di gruppi in percentuale > 100%, aumento addetti

all’attività.

Il geometra Del Fante lavora per la ditta di costruzioni edili a tempo pieno ma dedica

al cantiere del progetto esaminato due giorni alla settimana lavorativa (di 5 giorni), esso

risulta impegnato per il progetto per il 40% del suo tempo disponibile.

Oppure il ricercatore Michele dedica tutto il suo tempo (100%) alla ricerca assegnata

al gruppo ma distribuisce tale tempo tra diverse attività, ad esempio 30% di ricerca e

studio, 50% negli incontri tra i membri del gruppo, 20% a stendere una relazione

periodica sullo stato della ricerca.

Inoltre un’unità massima superiore al 100%, può riferirsi a impegno per lavoro

straordinario (oltre l’orario di lavoro ordinario) della stessa persona.

Fai attenzione a non confondere le assegnazioni della colonna UNITÀ MAX. con

l’orario di lavoro assegnato in Modifica orario di lavoro Calendario … risorsa.

10.6 L’orario di lavoro e il calendario del progetto

Dovresti aver intuito che la gestione dei progetti ed il programma che stai imparando

basa la sua funzionalità sul tempo necessario per ottenere un obiettivo con attività che si

svolgono in tempi previsti dal project manager, evidentemente legato all’orario di lavoro

giornaliero, settimanale, mensile … dedicato ad un progetto.

Nell’esecuzione di un progetto interviene evidentemente il tempo che ciascuna risorsa

dedica al lavoro

78

Evidentemente rispettando i tempi di consegna dei risultati dell’attività lofro affidata.

289

La gestione dei progetti si basa su un orario di lavoro che è precisato sul calendario.

Per impostazione predefinita MS Project prevede un calendario del progetto di tre tipi.

calendario standard: 5 giorni alla settimana 8 ore

calendario notturno

calendario 24 ore in cui l’orario va precisato dall’utente.

In particolare il programma assegna ad ogni risorsa lavoro un calendario di tipo

standard che puoi modificare.

Con la procedura Strumenti Modifica orario di Lavoro puoi creare calendari con

orari di lavoro particolari..

10.6.1 Il Calendario e l’orario delle risorse lavoro.

Un’altra interessante possibilità del programma è modificare l’orario di lavoro,

ottenendo un anticipo o un posticipo del raggiungimento dell’obiettivo finale. Sulle

possibili conseguenze dell’uso del calendario vedi anche la figura 14 del paragrafo

11.5.2 .

La tabella di

figura 18 che

puoi ottenere da

Strumenti

Modifica orario di

Lavoro, ti

permette di

modificare

l’orario di lavoro fissando ad esempio il sabato come giornata lavorativa.

Per far ciò devi selezionare i giorni di cui vuoi modificare l’orario di lavoro e facendo

click sull’opportuno scegliere l’opzione opportuna e/o modificare l’orario di lavoro.

Puoi controllare nel piano di sviluppo la presenza/assenza delle immagini dei vincoli

indicate alla fine de paragrafo precedente.

Se il falegname è disponibile

solo alcuni giorni della settimana:

puoi con Modifica orario di lavoro,

segnare i giorni non lavorativi nel

calendario della risorsa

Figura 244. Modifica orario di lavoro in MS PROJECT 2003

Figura 245. Il falegname non lavora mercoledì

290

considerata.

La risorsa di tipo lavoro comprende gli strumenti e le persone soggetti a limiti

temporali.

Se per scrivere la tua tesi devi usare un computer del laboratorio dell’università, dovrai

nel calendario della risorsa computer segnare i giorni nei quali il laboratorio non è

disponibile come giorno festivo.

Nella tabella Modifica orario di

Lavoro, con un clic su puoi

selezionare il calendario relativo alla

risorsa il cui orario di lavoro devi

modificare scegliendo tra i calendari

predefiniti e quelli relativi alle risorse

lavoro: nella figura 10 il calendario del

computer ha il lunedì come giorno non

lavorativo. Osserva che puoi

Modificare l’orario di un giorno della

settimana per tutto il calendario della

risorsa scelta cliccando sul giorno (L,

M, ….)

Modificare l’orario di un solo giorno cliccando sul valore numerico del giorno del mese.

10.6.2 Sovraoccupazione

Quando attribuisci una risorsa a più di una

attività il programma per impostazione predefinita

assegna l’unità massima di lavoro a entrambe le

attività, segnalandoti una sovraoccupazione (figura

21): la risorsa viene evidenziata in rosso e nella

seconda colonna delle risorse compare la smart tag

che ti avvisa della necessità di un livellamento ossia ti si chiede di distribuire la risorsa

tra le attività considerate.

Posizionati sulla risorsa interessata e scegli da strumenti Livella risorse (figura 22).

Se scegli Automatico il programma ti chiede se vuoi livellare l’intero progetto o solo la

risorsa selezionata, se non vi sono altre sovraoccupazioni scegli solo la risorsa

selezionata.

Figura 247: Sovraoccupazione.

Figura 246: Modifica orario d lavoro Computer.

291

Il programma sposta le attività interessate in modo che non vi siano sovrapposizioni

temporali.

Se invece scegli il livellamento manuale,

dovrai aprire il diagramma di Gantt e

posizionandoti sull’attività interessata fare

clic col tasto destro proprietà

Tra le proprietà scegli la linguetta Risorse

e attribuisci all’attività una parte della percentuale della risorsa che ha provocato la

sovraoccupazione. Opera nello stesso modo per tutte le attività interessate alla stessa

risorsa.

La variazione delle

distribuzioni percentuali

provocano una variazione della

durata delle attività interessate.

Spesso i giorni sono presentati con decimali (figura 19). La somma delle percentuali

attribuita a ciascuna attività dovrà essere minore o uguale alla unità massima della

risorsa che stai esaminando.

10.7 I costi

Per un manager di progetto, i costi rappresentano un elemento importante della

programmazione. Evidentemente nessun progetto può essere iniziato in assenza di una

valutazione dei costi, che porta ad una ricerca di finanziamenti siano essi interni od

esterni all’azienda.

La mancata valutazione e quindi il non inserimento dei costi in un progetto rende il

lavoro del manager una esercitazione fine a se stessa nel caso migliore, fino a divenire

un motivo di interruzione del progetto quando per esso si siano spese risorse e danari,

che rappresentano una perdita spesso irrecuperabile per l’azienda.

In un progetto i costi sono evidentemente imputati alle risorse previste ed utilizzate.

MS Project prevede nell’elenco delle risorse opportuni spazi (colonne) in cui inserire i

costi. Successivamente sarà possibile calcolare i costi parziali e totali.

Figura 248

Figura 249

292

10.7.1 Costo delle risorse: Tariffa e costo/uso.

La procedura di inserimenti dei costi delle risorse inizia dall’elenco delle risorse, già

richiamato per fissare il tipo delle risorse nel paragrafo Caratteristiche delle risorse.

Puoi anche inserire e variare i costi in un qualsiasi momento dello sviluppo del

progetto attraverso Visualizza Uso Risorse Tabelle: Riepilogo.

Fissando le tariffe unitarie per le risorse, puoi ottenere una tabella in cui sono calcolati

i costi totali e le ore di lavoro nella tabella Riepilogo (vedi).

Come noto Project considera due tipi di risorsa: Lavoro e materiale. Evidentemente

l’attribuzione dei costi è diversa per i due tipi.

Comune ai due tipi di risorsa è il costo/uso che puoi attribuire una sola volta per

ciascuna risorsa considerata

10.7.2 Risorsa tipo Lavoro

I costi delle risorse, figura 24, hanno una tariffa std ed una tariffa str.

Tariffa std. Tariffa standard definita con l’unità € all’ora, il numero inserito con decimali

viene automaticamente fissato secondo l’unità definita.

Tariffa str: Tariffa lavoro straordinario, è fissato in modo analogo alla tariffa standard.

Project non considera compensi per lavoro straordinario. Per impostazione predefinita il

costo finale di una attività sulla base delle risorse impiegate si riferisce solo al lavoro

ordinario (tariffa standard).

Per considerare costi per lavoro straordinario occorre aggiungere le ore di lavoro

straordinario alla risorsa con una procedura che ti sarà illustrata nel paragrafo 10.9.

Costo/uso: da assegnare una tantum.

10.7.3 Risorsa tipo materiale

Per le risorse materiali devi fissare alcuni parametri, figura 24.

Etichetta materia le indica l’unità di misura: kg – m – litri – fogli – ecc.

Figura 250

293

Tariffa std. ; costo unitario va scritto usando la formula costo/unità

Costo/uso da assegnare una tantum; per il materiale potrebbe essere il costo

dell’imballaggio o della conservazione e magazzino.

Le risorse possono essere assegnate per quote, all’inizio o alla fine dell’attività

interessata.

In quote (per impostazione predefinita) la risorsa viene utilizzata

proporzionalmente alla durata dell’attività in cui è stata assegnata, tenuto conto

dell’unità massima assegnata.

Inizio / Fine: la risorsa viene utilizzata completamente all’inizio o alla fine

dell’attività cui è stata assegnata, tenuto conto dell’unità massima assegnata.

Un esempio di tali procedure lo puoi vedere nella figura 25

Figura 251

Le risorse sono state assegnate con diversi attributi. Evidentemente la situazione

presentata è quella all’inizio del progetto. Per ottenere la visualizzazione della figura da

Risorse devi usare Visualizza Tabella Lavoro.

10.8 Una prima presentazione del progetto

Dopo aver impostato le condizioni di realizzazione delle singole attività inserendo i

necessari collegamenti tra attività, puoi dal menu visualizza scegliere la modalità di

visualizzazione dell’insieme delle attività che costituiscono gli eventi.

Figura 252

294

Ti consiglio di esaminare le visualizzazioni possibili. In questo libro ne esamineremo

alcune.

1. Calendario: presenta un foglio simile a quello di Outlock con la descrizione delle

attività immesse e la durate con le date di fine e di inizio.

2. Diagramma di Gantt, (figura 21) in cui ciascuna attività viene presentata nel suo

sviluppo temporale con i collegamenti con le altre attività del progetto.

Puoi modificare la forma delle barre del diagramma di Gantt con clic col tasto

destro sulla barra che vuoi modificare.

Diagramma reticolare presenta le etichette di ciascuna attività con le sue

caratteristiche (inizio, fine, risorse se sono state previste…) e la eventuale

dipendenza tra ciascuna attività.

Con opportuni vincoli e caratteristiche particolari assegnati agli eventi/attività è

possibile ottenere una rappresentazione del Diagramma PERT.

3. Gantt verifica, permette di verificare e contrassegnare la percentuale di attività

svolta ciccando sulla linea dell’attività e aprendo la tabella Informazioni

sull’attività79.

4. Gestione delle attività presenta uno schema delle attività con l’orario di lavoro.

5. L’inserimento e la definizione delle risorse, completerà il progetto

permettendo anche l’analisi dei costi e della fattibilità

10.8.1 Revisione di un progetto.

Se ti posizioni col mouse su una attività oppure

sulla sua linea di Gantt un click col tasto destro del

mouse apre il menu di figure 27 oppure 28.

79

L’accesso alla tabelle di Informazioni sull’attività… , è possibile anche direttamente dal

diagramma di Gantt iniziale.

Figura 253

Figura 254

295

In entrambi i casi

scegli Informazioni

sulle attività …

Si apre la tabella

di Figura 29:

Informazioni

attività. Da tale

tabella puoi

scegliere la linguetta

opportuna che ti

aprirà una ulteriore tabella.

Tra esse consideriamone due:

Generalità: Stabilire eventuali collegamenti con altre attività. Ti consiglio di

provare tale possibilità. Puoi collegare l’attività prescelta con una della attività inserite

che compariranno col click sulla punta di freccia usuale

1. Tra le possibili scelte del

programma puoi fissare il tipo

di vincolo. Nella figura 30 è

stato fissato il vincolo

generico il più presto

possibile che lascia al

programma la data di inizio dell’attività sulla base dei collegamenti tra le stesse.

2. Puoi altresì fissare vincoli di tipo diverso che impongono al programma inizio o fine

in una data da te fissata. Vedi la figura

Avanzate: Fissare le caratteristiche dei collegamenti tra attività: in particolare puoi

stabilire che un’attività abbia la scadenza non definita –NA - ed il tipo di vincolo sia il più

presto possibile con data vincolo non definito – NA - che significa lasciare libero l’inizio

dell’attività che stai esaminando.

Lascio alla tua iniziativa verificare le altre possibili scelte soprattutto valutandone le

conseguenze sul progetto.

Osserva le immagini a sinistra del nome dell’attività ed il loro significato. Puoi

conoscere gli eventuali vincoli dell’attività dalla loro presenza o assenza.

Figura 256

Figura 255: Informazioni sull'attività.

296

Ti ricordo che all’inizio ti ho consigliato di non inserire vincoli per poter variare i

tempi del progetto in corso d’opera.

10.8 Riepilogo del progetto.

È giunto il momento di valutare i tempi ed i costi del tuo progetto.

In Project hai tale possibilità attraverso diversi comandi.

La tabella riepilogo in cui per ogni risorsa è specificata l’attività che la utilizza è il

metodo più semplice e completo.

Per ottenerla

Visualizzazione Uso risorse dopo aver visualizzato la tabella uso risorse

Visualizzazione Tabella Riepilogo.

NOTA Il Menu di Tabella dipende dalla scelta fatta: Per ottenere la tabella

sottostante devi prima Visualizzare Uso risorse e poi da visualizzazione richiamare

Tabella Riepilogo

Figura 257

Nella figura 31 compaiono alcuni parametri che ti illustro brevemente nei paragrafi

che seguono.

Gruppo: qui non rappresentato; ti suggerisco di considerare l’eventuale attività di

gruppo con un apposito progetto, i cui risultati inserirai nel progetto principale.

Unità max. Rappresenta la percentuale di Risorsa lavoro dedicata al progetto dalla

singola risorsa.

Una percentuale < 100% significa che la risorsa non è impiegata per tutto il suo

tempo disponibile.

297

La percentuale = 100% :significa che la risorsa dedica tutto il suo tempo disponibile

all’attività.

La percentuale > 100% significa che vi sono più risorse con lo stesso nome oppure

introduce un lavoro straordinario per una risorsa.

Punta: rappresenta l’impegno massimo che può essere assegnato alla risorsa per

l’attività specificata. Evidentemente il totale della percentuale della punta deve essere

minore o uguale all’unità massima.

Tariffa std Tariffa standard. Si riferisce al costo orario nel caso di risorse Lavoro,

ed al costo unitario nel caso di risorse materiali

Tariffa str Tariffa straordinario. Si riferisce al costo orario per le sole risorse lavoro:

è necessario una procedura particolare per comprendere tali costi nel progetto, che ti

sarà illustrata in apposito paragrafo.

Costo si riferisce al costo complessivo delle risorse per ciascuna attività

Lavoro indica le ore impiegate da una risorsa lavoro tenendo conto del suo

calendario (giorni di lavoro effettivo e numero di ore al giorno).

Le unità usate da una risorsa materiale.

Tralascio la parte grafica di queste procedure, invitandoti ad esaminarla

personalmente.

10.9 Inserimento di lavoro straordinario

Il programma per impostazione predefinita considera le ore di un’attività

complessive, privilegiando in tal modo la gestione temporale del progetto. Tuttavia i

costi rappresentano un importante elemento per la valutazione del progetto ed il

ricorso a lavoro straordinario può rispondere a necessità effettive.

Dovrai quindi considerare l’uso del lavoro straordinario un elemento di costo che

interviene nel corso dell’attuazione

del progetto come un evento

straordinario che dipende da

particolari circostanze.

Per questo motivo inserirai le ore

di lavoro straordinario ed il loro costo

in sede di riepilogo del progetto.

Segui la procedura seguente,

dopo avere completato il progetto.

Figura 258

298

Da Diagramma di Gantt:

Visualizza Uso Risorse

Visualizza Tabella Riepilogo.

Posizionati su una cella della colonna cui vuoi anteporre la colonna del lavoro

straordinario80.

Inserisci Colonna

Otterrai la tabella Inserisci Colonna, in cui il Nome campo va inserita da un menu

; nella figura è inserito Lavoro Straordinario e il titolo della colonna.

Con l’OK ottieni l’inserimento della colonna (figura 31) ed a questo punto puoi

inserire il costo (che si intende orario) del lavoro straordinario ed il numero di ore di

straordinario per la risorsa interessata.

Il programma toglierà ore di lavoro al lavoro ordinario e rifarà il costo totale della

risorsa.

Figura 259: Prima dell’inserimento del lavoro straordinario

Osserva ancora una volta che il lavoro straordinario non prevede aggiunta di ore (o

Giorni) al progetto, ma solo una variazione di costi (figura 31) . Confronta con la figura

30.

Figura 260: Dopo l'inserimento del lavoro straordinario

Potrebbe trattarsi ad esempio della necessità di impiegare una risorsa lavoro al di

fuori del suo orario di lavoro o altre condizioni particolari che non possono essere

previste in sede di progetto.

80

La procedura qui illustrata, come altre di project è simile all’analoga procedura in Excel.

299

10.10 Preparazione di una relazione sul progetto

Evidentemente dovrai alla fine della programmazione scrivere una relazione sulle

realizzabilità del progetto, sui tempi e sui costi da affrontare.

Per farlo utilizzerai un programma di scrittura, il foglio elettronico per grafici e

tabelle che potrai ricavare direttamente dal progetto che hai preparato.

Infatti MS Project ti permette di predisporre tabelle da usare nelle relazioni.

Dalla visualizzazione Tabella Riepilogo, con clic su Visualizzazione Relazione

ottieni la figura 32 che ti permette la selezione e la stampa di tabelle per una relazione

sul tuo progetto.

Naturalmente è utile usare l’anteprima di stampa con cui è possibile una

formattazione della tabella con un metodo analogo a quello del foglio elettronico.

Puoi ottenere parecchie tabelle che ti permettono una visione ed controllo separato

delle attività, dei costi e delle risorse.

La scelta delle tabelle da stampare per il riepilogo, prevede due momenti.

La scelta dell’elemento cui si riferisce la relazione ed il comando Seleziona .

Dalla tabella che compare col titolo dell’elemento selezionato, devi scegliere la

forma della tabella e usare ancora Seleziona .

Ti presento alcuni esempi, ma in questo caso è alla tua iniziativa che lascio atre

prove e verifiche.

Il riepilogo

Figura 261

300

Le attività

Figura 262 Figura 263

Figura 265

Figura 264

Figura 266

301

Assegnazioni …

Assegnazioni delle risorse

Figura 267

Tabella 35

Tabella 36

302

Nel tempo: quando e per quante ore.

I costi

Preventivo di spesa

Figura 270

Tabella 37 Figura 268

Figura 269 Tabella 38

Tabella 39

303

I costi nel tempo

Figura 271

Le attività in corso

10.11Verifica del progetto

Il tuo lavoro di Project Manager non può evidentemente esaurirsi nella

presentazione del progetto e nella relazione, commentata con l’uso di un programma

di scrittura.

Dovrai verificare se il tuo progetto rispetta le richieste che ti sono state fatte e se

non vi sono incongruenze progettuali, altre a quelle che hai verificato in sede di

inserimento risorse lavoro (sovraoccupazione) e inserendo lavori straordinari qualora

essi si rendessero necessari per eventi particolari.

Project ti fornisce a tale proposito alcune procedure alcune delle quali potresti

utilizzare anche in corso di progettazione teorica.

Tabella 40

Figura 272

304

La previsione fa parte di tale possibilità. Puoi inserire nel piano del progetto alcune

stime iniziali riguardanti le attività, le risorse ed i costi, apportandole alla realtà

esistente nel momento in cui dovresti iniziare l’attuazione del progetto.

In corso d’opera puoi inserire lo stato di avanzamento del progetto attraverso le

informazioni su ciascuna attività specificando la percentuale di completamento

dell’attività considerata.

Meglio puoi fare clic su verifica e inserire lo stato di avanzamento delle attività

nell’apposita colonna.

Sulla tabella di verifica puoi

inserire nuove colonne81 tra le

quali il lavoro svolto dalle singole

attività sulla base del loro

avanzamento, il costo sostenuto,

il la

voro da fare, ecc.

Dalla tabella di verifica puoi

salvare le verifiche fatte come

previsioni.

Da Strumenti Verifica

Salva previsione.

Hai a disposizione

10 possibili previsioni che potrai confrontare.

Completato il progetto inizia la sua realizzazione, nel corso della quale dovrai

valutare se le verifiche che hai compiute hanno dato al tuo progetto la solidità

necessaria.

81

Sul metodo di inserimento delle colonne vedi il paragrafo sull’inserimento dei costi del Lavoro

straordinario.

Figura 273

Figura 274

305

Per far ciò dovrai rilevare periodicamente lo stato di avanzamento dei lavori. Fra i

vari metodi che Project ti mette a disposizione utilizzeremo la procedura statistiche.

La tabella statistiche permette una visione complessiva del progetto rispetto alle

sue condizioni. Puoi ottenerlo da Progetto Riepilogo informazioni Statistiche .

Nella tabella nn, la statistica del progetto iniziale.

Ho introdotto alcune variazioni, che sono rappresentate dal diagramma di Gantt di

figura.

Per far ciò nella tabella di

Verifica ho introdotto la

colonna Inizio effettivo, ed ho

inserito da calendario 4

settembre 2006.

Inoltre ho inserito nella colonna % completamento 40.

Le attività collegate al progetto iniziano il 4 settembre, al momento della rilevazione

è stato svolto il 40% della prima attività.

Con la procedura introdotta all’inizio del paragrafo visualizza le\ statistiche del

progetto.

Nella statistica presentata il programma presenta alcuni dati:

Inizio

Data corrente ossia data in cui si prevede ll’effettivo inizio del progetto 28/08/06

Previsto venerdì 11/08/06

Effettivo: poiché è stata inserita una percentuale di completamento che il

programma ha calcolato sulla base delle nostre informazioni sulla percentuale delle

attività svolte, il decide il lavoro è iniziato il 4 settembre con un ritardo (Variazione) di

16 giorni. Il progetto terminerà il 21 settembre anziché il 20 agosto.

Figura 275

306

La data di fine non è specificata, essendosi scelto di costruire il progetto sulla base

della data di inizio.

Tenuto conto della

percentuale del progetto

completata, il programma

prevede la fine dopo 12,9

giorni.

Il programma inoltre calcola,

sulla base della percentuale di

attività svolte: tra cui durata

effettiva e prevista,.costo effettivo

e previsto, spese già sostenute e da sostenere.

Il metodo che ti ho proposto è stato introdotto per verificare l’avanzamento dei

lavori e permettere al Project Manager di introdurre le eventuali variazioni nelle risorse

per completare il progetto secondo le previsioni.

Naturalmente si deve tener conto che una variazione nelle risorse comporta una

variazione di costi. Può quindi essere scelto il ritardo nella fine del progetto se la

variazione dei costi è inferiore.

10.12 Sicurezza.

È possibile creare copie di backup del

progetto e attuare la protezione del

progetto.

Per utilizzare tali procedure di

sicurezza devi utilizzare salva con nome

e dal menu Strumenti della finestra di

dialogo scegliere Opzioni generali: La

tabella Opzioni di salvataggio (vedi figura) ti permette di

Predisporre una copia di backup.

Inserire una password di protezione che non permette l’accesso al progetto

a persone non autorizzate.

Figura 276

Figura 277

307

Inserire una password che non permette la modifica del progetto a persone

non autorizzate.

È possibile inoltre la protezione del sistema operativo, per attuare una protezione

delle informazioni usate.

Se i file di progetto sono accessibili in rete è consigliabile una protezione a livello di

condivisione o di file.

10.13 La riproduzione e la stampa delle parti di MS Project.

Evidentemente concluso il progetto devi relazionare sulle tue elaborazioni

inserendo dati che puoi ricavare del progetto.

Le strade per ricavare figure e diagrammi da inserire in un testo o da stampare

sono molteplici.

Con WINDOWS 7 esiste la possibilità dell’uso della stampante virtuale PDF o XPS.

Altrimenti puoi usare il programma di Adobe, o il programma PDF995, scaricabile

da PDF995.com: è gratuito se accatti un po’ di pubblicità.

Puoi anche usare qualcuno di quei programmi che memorizzano parte dello

schermo per inserirlo in un documento tipo Gadwin Print Screen dal sito

http://www.gadwin.com/printscreen/.

Conclusioni

La gestione dei progetti è una procedura molto importante nello sviluppo di attività

legate al raggiungimento di un obiettivo (progetto semplice) o più obiettivi (progetto

complesso formato da progetti collegati).

In questo modulo di è stata presentato il progetto semplice, con alcune nozioni utili

alla formulazione di progetti complessi.

Lo studio dei metodi di gestione dei progetti è un elemento qualificante per un

professionista.

Vi sono parecchi testi che affrontano tale attività, mi limito a consigliartene uno

abbastanza noto ed esaustivo su tale problematica.

Potrai constatare come anche in questo caso l’informatica può essere un utile

supporto che non sostituisce l’iniziativa personale.

In questo modulo ti ho presentato le principali procedure possibili. L’intero

programma mette a disposizione dell’utente molte altre possibilità e procedure che il

carattere introduttivo del modulo non permette di esaminare nei dettagli.

308

Quanto ti ho esposto si riferisce alla versione Standard del programma; la versione

Professional permette molte altre funzionalità tra cui il collegamento ad una versione

per server ottenendo in tal modo la possibilità di aggiornamenti dell’avanzamento dei

lavori attraverso Internet.

Il programma possiede un ottimo strumento di aiuto che può aiutarti nello sviluppo

di progetti personali.

ESERCIZI

Abbreviazioni nelle disponibilità delle risorse:

LU Lunedì MA Martedì VE Venerdì DO Domenica

ME Mercoledì GIO Giovedì SA Sabato

Esercizio n. 1:

Considera, riproduci e commenta il progetto del diagramma di Gannt sottostante.

Cosa può significare Commissione artistica 200% ? Impresa esterna è considerata un materiale dato che è etichettata con [1]. Osa può significare? L’impresa esterna evidentemente deve non seguire il calendario di progetto, ma è vincolata a consegnare il suo lavoro in data definita dal contratto, Inoltre è pagata a lavoro finito. Introduci variazioni nel progetto.

Esercizio n. 2

Prepara il diagramma di Gantt del seguente progetto di creazione antivirus, che

deve iniziare il 1° ottobre dall’anno in corso.

Attività Durata in giorni Caratteristiche Risorse e disponibilità

1 Analisi di fattibilità 5 Chimico GIO

2 Preparazione terreno 5 Contemporaneo a 1 Materiali di cultura

309

3 Inseminazione 2 Segue 1 e 2 Microbi

4 Raccolta cultura 3 4 g. dopo fine 3 Provette

5 Confezionamento 2 1 g dopo inizio 4

6 Consegna corriere 1 Alla fine di 5 Corriere MA, ME, GIO

7 Riepilogo

Esercizio n. 3: Sviluppa il seguente progetto.

N. Nome , Descrizione dell’attività Predecessore n.

Durata giorni e particolarità (ritardi o anticipi)

Risorse: tipo e disponibilità

1 Linea di riepilogo

2 Costruzione metodo di analisi delle esigenze del consumatore

82

1 3

3 Istruzione rilevatori 2 5 Istruttore disponibile MA, ME, GIO

4 Campionamento 3 3 - inizia due giorni prma della fine dell’Istruzione dei rilevatori

Cartone (materiale) Kg 160.

5 Rilevamento dati 4 4 Rilevatori disponibili

MA, ME, GIO, VE

6 Registrazione ed elaborazione dei

dati* 5

Inizia 2 giorni dopo l’inizio

dell’attività 5

Computer disponibile LU,

MA, ME, VE.

7 Stesura relazione conclusiva 6 2 segue la fine dell’attività n. 6 Capo ricerca sempre

disponibile compresio SA

8 Presentazione conclusioni 6 Attività cardine (fissare un

giorno precsso) Capo ricerca

9 Inizio campagna espansione 7 1 inizia 2 giorni prima della fine

di dell’attività n. 8

Esercizio n. 4:

Rappresenta con un diagramma di Gantt il progetto “Intervento di assistenza sanitaria ai

paesi dell’Africa”, le cui attività sono rappresentate nella tabella.

Definisci il tipo ed i costi delle risorse Fra parentesi i giorni disponibili.

Ricava la tabella dei costi preventivati. Inserisci alla fine una linea di riepilogo collegata

opportunamente alle attività del progetto.

310

Intervento di assistenza sanitaria ai paesi dell’Africa

n. Attività per il progetto Durata dell’attivitq e collegamenti consigliati.

Risorse, con giorni disponibilità.

Costo risorse

1 Preparazione indagine conoscitiva

2 giorni Dott: Rossi sociologo LU,MA,GIO

25€ /ora

2 Rilevazione dati indagine

4 giorni Intervistatori LU, MA, MER, GIO, VEN, SA

15€/ora

3 Studio dati 4 giorni, con un anticipo di 1 giorno sulla fine dell’attività. 2

Dott. Rossi 30€/ora

4 Acquisto Medicinali 1 giorno 100.000 €

5 Invio Medicinali 5 giorni Aereo 10000 €

6 Somministrazione Medicinali

8 giorni dal 2° giorno dopo l’inizio dell’invio

Equipe Medica 1 (tre giorni la settimana a tua scelta)

30€/ora

7 Verifiche efficacia 15 giorni dopo la fine della somministrazione

Equipe medica 2 (tre giorni la settimana a tua scelta)

40€/ora

Esercizio n. 4: Per questo esercizio usa il foglio di stile di WORD.

Utilizza i dati ottenuti dall’Es. 3 per scrivere col programma WORD una relazione sul

progetto nella quale dovranno essere evidenziate la caratteristiche del progetto stesso.

Inserisci una tabella dei costi preventivati per le risorse utilizzate.

Suddividi la relazione in paragrafi con titoli appropriati e inserisci alla fine il sommario,

utilizzando la procedura INSERISCI Riferimento Sommario, dopo aver opportunamente

evidenziato i titoli dei paragrafi.

Esercizio n. 5: Analizza e descrivi il seguente diagramma di Gantt

Esercizio n. 6: Inserisci le attività seguenti in un progetto con diagramma di Gantt che rappresenta le attività di preparazione dell’esame di informatica e dell’esame di chimica..

Esame (barra riepilogo)1g?

esame informatica titolo 1g? Riepilogo Frequenza informatica 62g Studio informatica 26g

Esame informatica pratico 1g Esame informatica orale 1g esame chimica org titolo 1g? Riepilogo

frequenza chimica org 78g Studio ch.org 28g esame chi org 1g

Esercizio n. 7: Inserisci le attività seguenti in un progetto con diagramma di Gantt che rappresenta un ciclo di lezioni di un docente di matematica della scuola media superiore.

Riepilogo: Equazioni di primo grado 1. Il concetto di funzione in matematica 1 lezione 2. Grado di un polinomio e grado di una funzione con esempi: 2 lezioni 3. Grafico di una funzione di 1° grado ed esempi di rappresentazione cartesiana: 2 lezioni. 4. Concetto e risoluzione dell’equazione di 1° grado. 3 lezioni. 5. Principi di equivalenza delle e equazioni di primo grado: 2 lezioni 6. Lezione di sintesi: risoluzione di un’equazione con i principi di equivalenza delle equazioni: 1

lezione 7. L’equazione di primo grado come espressione di un problema della vita reale: esempi: 2

lezioni.

311

8. Compito in classe sulle equazioni di primo grado,

Esercizio n. 8: Individua ed Inserisci le attività di un progetto con diagramma di Gantt che rappresenta un ciclo di lezioni di un docente della scuola media superiore sugli argomenti seguenti:

1. La letteratura dell ‘800 in Italia 2. I Promessi sposi. Romanzo o “telenovela”? 3. Il sacro romano impero. 4. Ecc.

312

INDICE ANALITICO.

#DIV/0!; 192; 193; 211; 212

#NOME?; 212

#VALORE!; 212

%; 198

; (punto e virgola); 194

@RIF!; 212

= (uguale); 194

account; 49; 55; 56

account amministratore; 50

Adeguatezza; 2

aggiornamento; 244

Alan Turing; 10

Alfa, Alpha; 140

alfabeto; 13; 15

Allineamento; 162

Alt; 27

amministratore di sistema; 47

analisi dati; 238

analisi elementare; 227

analisi multivariata elementare

grafici; 228

Analisi multivariata elementare; 239

apprendimento; 2

approssimazione; 193; 222

Appunti; 156

archivio; 243

ASCI; 179

attività; 273; 274; 275; 276; 277; 278; 279; 292; 293; 294

inizio; 279

scadenze; 294

avvio del computer; 42

Babbage; 14

backup; 115; 121

banca dati.; 4

barra ad accesso rapido; 156

barra delle schede; 155

barra multifunzione; 155

BASIC; 15

BIOS; 24; 41; 42; 46; 52

bit; 7; 31

bit per pixel; 140

Bloc Num; 28

bmp; 145

byte; 8

C; 16

C, linguaggio; 43

cache; 25

CACHE.; 32

calendario; 280

Calendario; 293

Canale; 1

canale di trasmissione; 4

Canc ; 28

carattere; 74

simbolo; 109

tipo; 75

True Type; 75

Carattere

Colore; 75

Dimensione; 75

Effetti particolari; 75

Stile; 75

Tipo; 75

caratteri; 28

caratteri particolari; 179

cartella; 53; 58; 59; 64; 70; 117; 269

documenti; 66

cartella Documenti; 160

cella; 191

centrale di elaborazione; 9

cestino; 58

Cestino

Vuota; 58

Charles Babbage; 9

chiave primaria; 255; 256; 257

cluster; 67; 115; 117; 119

COBOL; 16

codice; 1

codice binario; 4

codifica; 3

codifica del messaggio.; 4

codifica dell’informazione; 3

313

codifica nominale; 5

codifica simbolica; 5

collaborazione tra utenti; 232

collegamenti; 248; 277; 281; 294

collegamento; 62; 125; 126

colonna; 191

colonne; 159; 248

comandi; 5

Comandi; 58

COMANDI; 12

commenti; 173

commento; 174

commento revisione; 233

Compact Disk; 35

compatibilità; 154

compilatore; 15

compilazione; 15; 16

componenti; 273

compressione; 136; 138; 139; 141; 142; 143; 144; 145;

146; 147; 148; 149; 150

distruttiva; 141

comprimere; 54

condividere; 61; 158

confronta documenti; 175

conservazione dell’informazione; 31

Contenuto; 1

Contesto; 1

conversione dei file; 153

cookie; 119

Copia; 198

copia e incolla; 229

corpo del testo; 159

Corpo del Testo; 161

correlazione,; 237

costi

inserimento; 291

CPU; 24; 30

crittografia; 158; 159

sicurezza; 54

Ctrl; 27

cursore; 27

d’archiviazione delle informazioni; 243

data di inizio; 275; 278

database relazionale; 244; 249

dati; 14

dato; 5

DATO; 12

DBMS; 245

decodifica; 1

Defrag; 120

deframmentazione; 120

Desktop; 46; 63

destinatario; 3

destinazione; 12

deviazione standard; 201; 203

diagramma; 274; 276; 293

pert; 275

didascalie; 169

Dimensioni della pagina; 158

dischi; 33

dischi fissi; 33

disco di ripristino; 42

disco magnetico; 33

dng; 144

documentazione; 4

documenti; 58

docx, filetype; 165

DOS; 41

dotx, filetype; 165

drive di lettura e scrittura; 32

driver di una stampante; 53

DVD; 36

EEPROM; 24

efficacia; 273

elaborare l’informazione; 11

elaborazione (processing); 9

emittente; 1

EPROM; 24; 41

eps; 146

Esc; 27

esportazione delle tabelle; 264

espressioni; 15

espressioni riservate; 15

estensione; 131; 134

etichetta; 5

etichetta materiale; 286

314

eventi; 275; 276; 293

Exbibyte; 137

EXCEL; 265

FAT; 117

Feedback; 1

figura, inserimento; 178

file; 7

aprire, richiamare; 72

nome; 69

operare su ...; 70

protezione; 72

rinomina; 72

type; 69

file di dati; 7

file eseguibili; 7

filename; 7; 133

filetype; 131; 134; 153

visualizza ...; 132

filtro; 216

Fine; 28

Flash disk; 35

flash-disk; 114

floppy; 34

floppy disk; 59

foglio di origine; 206

foglio di stile; 161; 160; 161; 183

Foglio di stile; 167; 168; 183

foglio elettronico; 243; 249; 269

FOGLIO ELETTRONICO; 190

formati del salvataggio; 165

formato

cella; 198

formato dei file; 153

formato di salvataggio; 158

formattazione; 115; 116

formattazione e modifiche, limita; 173

formula; 109; 192; 193; 194

formule; 179; 180

FORTRAN; 16

frase; 13

frasi; 13

frecce di posizione; 191

frequenze; 196

funzione; 195; 200

Funzioni logiche; 207

Gantt; 274; 276; 293

diagrama; 274

George Boole; 10

gestore del progetto; 272

GIF; 145

GPU; 37

grafica bitmap; 133; 140; 142; 143; 145; 146; 149; 150

grafica raster; 140

grafica vettoriale; 133; 142; 143; 146

grafici

anello; 217

areali; 217

barre; 222

colonna; 217

dispersione; 217

impilati; 217

lineari; 221

lineari; 217

personalizzazione; 218

spirale; 217

torta; 222

grafico

presentazione; 223

Grafico cartesiano; 239

grafico dispersione; 239

grammatica, controllo; 170

Gruppo; 286

htm .html; 137

HTML; 160; 265

IBM; 45

icone; 46; 58

immagine; 1

immissione; 244

incrocio; 239

indice; 256

indice analitico; 161; 168; 169; 178; 186; 187

indice, aggiornamento; 168

Informatica; 11

informazione; 3; 6; 11; 12; 14

memorizzazione; 244

informazione omogenee; 248

315

informazioni; 23

informazioni personali; 159

ingresso (input); 8

input; 23

Ins ; 28

interfaccia utente; 155; 156

interfacciamento; 244

interlinea; 162

Interlinea; 162

Internet; 44; 45

Internet Explorer; 59

Explorer; 59

interpretazione; 1; 3; 5; 15

interprete; 15

interprete dei comandi; 44

interrogazione

query; 259

Interruzione di pagina; 159

Interruzione di sezione; 159

intervallo di celle; 194

intestazione; 163

Introduzione all’analisi dei dati col foglio elettronico; 195

Invio; 27

ipertesto; 169

ISO; 2

istruzione; 5; 12; 14

istruzioni; 9

John von Neuman; 9

JPEG; 145

l’incremento di informazione; 3

lavoro

straordinario; 296

Layout di pagina; 158

layout di stampa; 165

limiti dei risultati ottenuti; 238

linea di tendenza; 214; 224; 225; 226; 227; 237; 239

approssimazione; 225

equazione; 225

periodi futuri; 225

procedura; 226

linguaggi ad alto livello; 14; 16

LINGUAGGI AD ALTO LIVELLO; 14

linguaggi artificiali; 13

linguaggi orientati; 14

linguaggi orientati al problema; 15

linguaggio; 12

linguaggio artificiale; 12

linguaggio dedicato; 15

linguaggio macchina; 14

linguaggio naturale; 12

LINUX; 41; 44; 45

livello; 159

lossless; 139; 141; 145; 146; 149

macchina virtuale; 43; 47; 49; 55; 125; 126

macro; 19

maiuscole accentate; 179

margine; 158

markup language; 18

master, documento; 176

masterizzazione; 35

matrice; 207

media; 202; 203; 204; 212; 213; 224; 226; 239

MEDIA; 194

media aritmetica; 201

memoria dell’elaboratore; 9

MEMORIA DI MASSA; 32

Memoria di transito; 32

memoria fissa; 24

MEMORIA RAM (Random Access Memory); 32

MEMORIA ROM (Read only memory); 32

memoria volatile; 24

memorie di secondo livello; 66

memorie flash; 33

memorizzazione (storage); 9

menu File; 155

Microsoft Project; 277

modelli; 195; 213

Modelli, cartella; 166

modello; 161; 156; 157; 158; 160; 161; 163; 164; 165;

166; 167; 169; 184; 186; 196; 203; 204; 211

di documento; 157

preparazione di; 156

Modello di Word; 165

modello gerarchico; 245

modello reticolare; 245

Monitor; 37

316

mouse; 46

Mouse; 29

multitasking; 54

multiutenza; 43; 55

nastri; 36

Normale

Testo, paragrafo; 162

NORMALE; 159

normale, testo; 161

note a piè di pagina; 169

note di chiusura; 169

nterrogazione

query; 249

NTFS; 117

numero delle pagine; 164

numero di pagina; 164

obiettivo; 272; 288

Office Fluent; 155

Office System 2007; 153

Open Document; 157

Open Office; 135

Opendocument; 71; 118

OpenDocument; 135; Vedi paragrafo 6.3.3

operatore

$; 194; 198

:; 195

;; 195

funzione; 194

operatore

(due punti); 194

orario di lavoro; 288; 293

Orientamento; 158

origine dei dati della formula; 194

ortografia, controllo; 170

OS/2; 45

ottimizzazione; 16

output; 23

pannello di controllo; 60

paragrafo; 157

Paragrafo; 159

parola; 1; 4; 5; 8

parole; 13

PASCAL; 15

password; 42; 48; 55; 56; 72; 128

regole di compilazione; 56

pct; 146

pdf; 118; 137

PDF; 157; 160; 172; 264; Vedi paragrafo 6.3.6

PDF, formato; 165

PDF, Portable Document File; 172

Pen Drive; 35

percentuale; 196

percorso; 58

personalizza

report; 264

PERT; 275; 293

piè di pagina; 163

pixel; 140

plotter; 36

Plotter; 38

png; 145

porta

di rete; 38

FireWire; 39

grafica o video; 38

seriali; 38

USB; 39

Possibilità degli elaboratori; 8

posta elettronica; 158; 172; 173; 186

prevedibilità del messaggio; 3

previsione; 224

previsioni; 214

previsioni e le analisi prospettive; 214

privacy; 159

Procedure; 169

procedure di Internet; 44

progetto; 271; 274; 275; 276; 277; 279; 293; 294

attività; 271

evoluzione; 274

inizio; 276

risorse; 271

sviluppo; 272

Progetto

obiettivo; 271

stellare; 273

program-manager; 272

317

programmazione a blocchi; 16

project management; 272; 273

PROMT; 46

proteggi; 173

protezione; 232

protezione d un documento; 173

protezione di un documento; 158

protezioni del documento; 158

protocollo di trasmissione; 12

Pulsante; 58

pulsante di Office; 156

pulsante start; 58

punti per pollice; 140

query; 260

R2; 227

raccolta; 111

di cartelle; 64

raccolte; 117

RAM; 9; 24; 32

raster; 140

RAW; 144

record; 7

regole di composizione; 4

relazione; 227; 239; 247

Molti a molti; 247

test di...; 240

Uno a molti; 247

Uno a uno; 247

report; 264;

reticolare diagramma; 293

retroazione; 1

Revisione; 171; 174

Ricevente; 1

ricezione (receiving); 9

ricezione del messaggio; 3

ridondanza; 253

ridondanza dei dati; 247

Rientro; 162

Riferimento circolare; 212

riga; 191

ripristino

dati; 121

sistema; 122

risoluzione cromatica; 140

risorsa

complessa; 272

lavoro; 286

materiale; 286

semplice; 272

risorse; 274; 292; 293

attribuzione; 284

elenco; 283

livella; 289

unità; 286

Risorse del computer; 58

Risorse di rete; 58; 62

Robustezza; 2

ROM; 9; 24; 32; 41; 52

rtf; 134; 264

salto condizionato; 209

Salva; 157

salva con nome; 160

Salva con nome; 157

salvare; 157; 159; 156; 160; 164; 165; 167; 171

salvataggio

modello; 213

Scala cronologica; 280

scale di misura; 195

scambio dei dati; 18

Scanner; 29

scheda di dialogo; 158

SCHEDA GRAFICA; 37

scheda madre; 23

schede; 156

schermata; 58

schermo; 37

SCRITTURA DEI TESTI; 161

se_falso; 209

se_vero; 209

Se_vero

o falso; 207

seleziona; 193

Selezione; 198

sequenza; 196; 214

Shannon; 3

sicurezza; 159

318

Sillabazione; 159

simboli; 179

simboli,; 179

simbolo; 180

sintassi; 13

sintesi; 201

sistema aperto; 44

sistema operativo libero; 43

sistemi di comunicazione; 4

Solid State Disk; 33

somma; 205

somma automatica; 197

sommario; 168

sommario, aggiornare; 169

sorgente; 4; 12

Sostituisci; 157; 170

sovraoccupazione; 289

spreadsheet; 190

Stamp (Print); 27

stampa; 158

modello; 234

stampa anteprima; 158

stampante; 36

a cera; 38

a getto d'inchiostro; 37

impatto; 37

laser; 37

marcgherita; 38

Start

Pulsante; 59

stili, set di; 167

struttura; 15; 162; 184

ad oggetti; 246

gerarchica; 246

relazionale; 246

reticolare; 246

semantica; 246

struttura di una banca dati; 245

struttura tabella; 257

STRUTTURA, procedura; 161

struttura, visualizzazione; 165

SUBTOTALE; 204

Tabella; 176

Tabella in Word; 185

tabella riepilogo; 295

tabelle di contingenza; 237

tabelle pivot.; 237

tag; 64; 117; 112

tag in HTML; 17

taglia; 193

Tariffa

lavoro straodinario; 291

Tariffa std; 291

Tariffa str; 291

tariffe unitarie; 291

tastiera; 26

tecnologia NT; 54

tema; 160

TEMI; 158

tempi di esecuzione; 277

tempo

misura; 280

tempo totale; 275

tendenze; 214

teoria dell’informazione; 3

Test; 208

The Open Group; 43

TIFF; 143

titolo; 162

Titolo; 159; 167; 183; 184

totale parziale; 204

trackball; 30

trasmissione (sending); 9

trasmissione d’informazione; 3

trasparenza; 140

trasportabilità; 16

Trova; 157; 170

Turing; 14

txt; 134

UAC; 50; 124

Unicode; 179

unità massima; 289

Unità max; 287

univocità delle frasi; 14

UNIX; 41

UNIX-like; 45

319

usabilità; 1; 2

Usabilità; 182

uscita (output); 9

VALORI; 196

VARIABILE; 196

variabili; 193

Verifica Formule; 211

vincoli; 276; 293

VISUAL BASIC; 19

Von Neuman; 14

W3C; 17

WEB, anteprima; 169

WIN; 46

WINDOWS; 41

WINDOWS 3.1; 46

WINDOWS 3.11; 46

WINDOWS 7, WINDOWS VISTA; 34

WINDOWS 95; 46

WINDOWS NT; 47; 54

wireless; 61

Wirth; 15

WORDPAD; 131

World Wide Web Consortium; 17

XML; 118; 136; 153; 154; 155; 171; 172; 246

XPS; 160; 172; 264

XPS, formato; 165

zip; 138

320

Sommario Capitolo 1 COMUNICAZIONE, USABILITÀ ED INFORMATICA. .................................. 1

1.1 La comunicazione. ................................................................................................. 1

1.2 Comunicazione ed usabilità. ................................................................................... 1

1.3 Valutazione dell’usabilità. ....................................................................................... 2

1.4 Il concetto di informazione. ..................................................................................... 3

1.4.1 Tipi di informazione. ......................................................................................... 5

1.4.2 Uso dell'informazione. ...................................................................................... 6

1.5 Il file ....................................................................................................................... 7

1.6 L’unità di misura dell’informazione .......................................................................... 7

1.7 Possibilità degli elaboratori. ................................................................................... 8

Capitolo 2 L’INFORMATICA e i LINGUAGGI ............................................................. 11

2.1 Il linguaggio. ........................................................................................................ 12

2.2 I linguaggi ad alto livello. ..................................................................................... 14

2.3 I linguaggi per la strutturazione di una pagina ...................................................... 16

2.3.1 HTML ............................................................................................................. 17

2.3.2 XML e XHTML ............................................................................................... 18

2.3.3 Java Script e PostScript ................................................................................. 19

2.4 Linguaggi dedicati. .............................................................................................. 19

A 1. I codici di scrittura dei caratteri. .......................................................................... 19

DOMANDE ................................................................................................................. 21

Capitolo 3 L’HARDWARE ............................................................................................. 23

3.0 Introduzione ......................................................................................................... 23

3. 1 La scheda madre ed i suoi componenti. .............................................................. 23

3. 2 I componenti esterni alla scheda madre. ............................................................. 25

3.2 Descrizione delle periferiche del computer ........................................................... 26

3.2.1 La tastiera . ................................................................................................... 26

3.2.2 Lo Scanner. ................................................................................................... 29

3.2.3 Strumenti di puntamento e scelta ................................................................... 29

3.3 L’elaborazione dei dati nel computer .................................................................... 30

3.3.1 L’elaborazione dei dati: la CPU. ..................................................................... 30

3.3.2 Architettur del computer ................................................................................. 31

3.3.3 La conservazione ed il trattamento dell’informazione. .................................... 31

3.3.3 Conservazione e recupero dei dati. Memorie di secondo livello. .................. 32

321

3.3.4 Le parti del sistema per visualizzare i dati immessi ed elaborati. .................. 36

3.4 Il collegamento con le periferiche. ........................................................................ 38

Domande ed esercizi .................................................................................................. 40

Capitolo 4 ..................................................................................................................... 41

I SISTEMI OPERATIVI .................................................................................................. 41

4.1 Quando accendiamo il computer … ..................................................................... 41

4.2 Sistemi operativi a caratteri. ................................................................................. 41

4.2.1 BIOS (Basic Input Output System) ................................................................ 41

4.2.2 MS DOS ........................................................................................................ 43

4.2.3 UNIX. ............................................................................................................. 43

4.2.4 Linux .............................................................................................................. 44

4.3 Sistemi operativi ad icone ..................................................................................... 45

4.3.1 OS/2. ............................................................................................................. 45

4.3.2 WINDOWS..................................................................................................... 45

4.3.3 WINDOWS NT. .............................................................................................. 47

4.3.4. WINDOWS VISTA ........................................................................................ 48

4.3.5 WINDOWS 7 ..................................................................................................... 49

A1. L’amministratore di sistema. ................................................................................. 49

A.2 L’amministratore nascosto e UAC ........................................................................ 50

Domande.................................................................................................................... 52

Capitolo 5....................................................................................................................... 53

WINDOWS .................................................................................................................... 53

5.1 Introduzione.......................................................................................................... 53

5.2 L’accesso a WINDOWS. ...................................................................................... 55

5.2.1 L’ account. ..................................................................................................... 55

5.3 WINDOWS 2000, WINDOWSxp ........................................................................... 57

5.3.1 Lo schermo WINDOWSxp............................................................................... 57

5.3.5 Il Pannello di controllo .................................................................................... 60

5.3.6 Le risorse del computer.................................................................................. 61

5.3.7 Inserisci collegamento ................................................................................... 62

5.5 Le cartelle di Windows. ......................................................................................... 63

5.5.1 Suddivisione del disco in cartelle ................................................................... 63

5.5.2 Creare una cartella. ....................................................................................... 65

5.5.3 Gestione delle cartelle ................................................................................... 66

322

5.5.4 La cartella Documenti .................................................................................... 66

5.5.5 La cartella Appunti. ....................................................................................... 68

5.6 Gestione dei file. ................................................................................................... 68

5.6.1 salvataggio automatico .................................................................................. 69

5.6.2 Salvataggio di un file. ..................................................................................... 69

5.6.3 Copia o trasferimento di un file ...................................................................... 70

5.6.4 Azioni sul file. ................................................................................................. 70

5.6.5 Rinominare un file o una cartella. ................................................................... 71

5.6.7 Richiamare un file .......................................................................................... 72

5.6.8 Proteggere un file ........................................................................................... 72

5.7 La barra dei menu di Office 2003. ........................................................................ 74

5.7.1 La barra dei menu .......................................................................................... 74

5.8 I caratteri in WINDOWSXP .................................................................................... 74

5.8.1 Tipi di carattere .............................................................................................. 75

5.8.2 Caratteri speciali e simboli. .......................................................................... 109

5.8.3 Esercizio ...................................................................................................... 109

1. Riproduci il testo seguente: ............................................................................ 109

Data l’equazione ax .............................................................................................. 109

dove a, b, c sono le costanti ed x è l’incognita. ..................................................... 109

Affinché esistano soluzioni reali è necessario che 042 acb ............................. 109

5.9 WINDOWS VISTA. ......................................................................................... 110

La comunicazione assume in VISTA una notevole rilevanza. È possibile utilizzare

e costruire reti di computer sia locali che esterne. ..................................................... 110

È possibile costruire una rete locale senza fili tra una decina di computer in cui

uno costituisce il centro, mettendo a disposizione di altri computer il lavoro in corso

per ............................................................................................................................ 110

Con WORD puoi inviare un testo per la revisione, con VISTA puoi lavorare

assieme ad altri utenti allo stesso testo. .................................................................... 110

5.9.1 Le cartelle in VISTA ..................................................................................... 111

5.10 WINDOWS 7 .................................................................................................... 112

5.10.2. Salvataggio di un file. ................................................................................ 113

5.10.2 Spegnimento del computer. ....................................................................... 114

5.10.3 La scheda START ...................................................................................... 115

5.9.1 la parte destra della scheda start ................................................................. 116

323

5.11 L’organizzazione dei file nelle memorie di massa. ............................................ 117

5.11.1: Le cartelle in WINDOWS 7 ........................................................................ 117

5.11.2 Creare una cartella .................................................................................... 110

5.11.3 Organizzazione delle cartelle. .................................................................... 110

5.11.4 Raccolte di cartelle. .................................................................................... 111

5.11.5 La Tag (etichetta). ...................................................................................... 112

5.13 Attività iniziali. ................................................................................................... 113

5.14 Complementi .................................................................................................... 115

5.14.0 Gestione delle memorie di massa. ............................................................. 115

5.15 Utilità del sistema operativo sul disco ............................................................... 115

5.15.1 Preparazione della memoria di massa. ...................................................... 116

5.15.2 I formati di formattazione ........................................................................... 116

5.16 Recupero di memoria sul disco e conservazione dei dati. ................................ 117

5.16.1 Pulizia del Disco. ........................................................................................ 118

5.16.2 Frammentazione e deframmentazione ....................................................... 119

5.16.3 Proprietà della deframmentazione ............................................................. 119

5.16.4 La conservazione dei dati. ......................................................................... 120

5.16.5 L’utilità di Backup. ..................................................................................... 121

5.16.6. Ripristino ................................................................................................... 122

5.16.7 Ripristino del sistema ................................................................................. 123

5.16.8 Trasferimento dei file e delle impostazioni tra due computer. ..................... 123

5.16.9 Pianificazione delle Utilità di sistema.......................................................... 124

5.14.3. Recupero file deteriorati. ........................................................................... 124

5.14.4. UAC. ......................................................................................................... 124

ESERCIZI . ........................................................................................................... 125

Domande .............................................................................................................. 128

Capitolo 6 ................................................................................................................... 131

Il formato dei file ........................................................................................................ 131

6.1 Prefazione .......................................................................................................... 131

6.2 Apertura di file di formato sconosciuto. ............................................................... 132

6.3.2 File generici. ................................................................................................ 134

6.3.6 File di descrizione di pagina. ............................................................................. 137

6.4 La compressione dei file ..................................................................................... 138

6.5.5 Compressione. ............................................................................................. 141

324

6.5.6 Formato di file grafici. ................................................................................... 142

6.5.7 Modifica delle dimensioni di un’immagine. ................................................... 143

Capitolo 7. OFFICE 2007 e WORD. .................................................................................. 153

7.1 INTRODUZIONE AD OFFICE SYSTEM 2007 .................................................... 153

7.1.1 Il formato dei file. ......................................................................................... 153

7.1.2 L’uso del linguaggio XML in Office. .............................................................. 154

7.1.2 La compatibilità. ........................................................................................... 154

7.1.3 Interfaccia utente Office Fluent. ................................................................... 155

7.1.4 Il pulsante di Office 2007.............................................................................. 156

7.1.5 La protezione di un documento. ................................................................... 158

7.1.6 La privacy e il pulsante di Office. .................................................................. 159

7.1.7. Il formato PDF ............................................................................................. 160

7.1.8 Il formato HTML ........................................................................................... 160

7.2 LA SCRITTURA DEI TESTI. .............................................................................. 161

7.3 WORD: Interfaccia utente. .................................................................................. 155

7.3.1 La barra delle schede iniziale. ...................................................................... 155

7.3.2 Alcune procedure di base. ........................................................................... 156

7.4 La preparazione di un modello con WORD 2007 ................................................ 157

7.4.1 Layout di pagina........................................................................................... 158

7.4.2 Modelli predefiniti: Temi ............................................................................... 159

7.4.3 Primo salvataggio del Modello. .................................................................... 160

7.5 Il Foglio di Stile. .................................................................................................. 160

7.5.1 Modifiche della forma del Testo Normale .................................................... 161

7.5.2: Modifica della forma dei titoli. ...................................................................... 162

7.5.3 Intestazioni e piè di pagina. .......................................................................... 163

7.5.4 Salvataggio del modello finale. .................................................................... 164

7.5.5 La procedura struttura. ................................................................................. 165

7.6 Come lavorare con il foglio di stile. ..................................................................... 166

7.6.1 L’indice analitico. .......................................................................................... 168

7.6.2 Il sommario. ................................................................................................. 168

7.6.3 Procedure utili durante la scrittura di un documento. ................................... 169

7.7.1 Le revisioni personali. .................................................................................. 170

7.8 Word ed internet ................................................................................................. 171

7.8.1 La revisione in collaborazione ...................................................................... 172

325

7.8.2 Inserimento di un commento o di una revisione. .......................................... 174

7.8.3 La procedura confronta ................................................................................ 175

7.9 Complementi ..................................................................................................... 176

7.9.1 Uso del menu tabella ................................................................................... 176

7.9.2 Documenti master ........................................................................................ 176

7.9.3 Gestire un documento master ...................................................................... 177

7.9.4 Inserimento di figure in un testo. .................................................................. 178

7.10 Caratteri speciali, simboli, formule. .................................................................. 179

7.10.1 Simboli e lettere non presenti nella tastiera italiana. .................................. 179

7.10.2 Formule...................................................................................................... 180

7.10.3 Personalizzazione tastiera ............................................................................. 181

A1 APPENDICE ....................................................................................................... 182

A.1 Aspetto di un documento. ............................................................................... 182

Esercizi proposti ....................................................................................................... 183

Capitolo 8..................................................................................................................... 189

IL FOGLIO ELETTRONICO ......................................................................................... 189

Parte prima ............................................................................................................... 189

Nozioni generali........................................................................................................ 189

8.1 Descrizione del foglio elettronico. ...................................................................... 190

8.1.1 Individuare una o più celle ed inserire dati e formule................................... 191

8.1.2 Individuare ed usare fogli diversi. ................................................................. 191

8.1.2 Seleziona, copia e incolla ............................................................................. 193

8.1.3 L’operatore $ nel copia ed incolla. ................................................................ 194

8.1.4 La procedura funzione ................................................................................. 194

8.2 Introduzione ai modelli per l’analisi dei dati quantitativi. ...................................... 195

8.3 Le formule nel foglio elettronico EXCEL ............................................................. 196

8.3.1 Inserimento dei dati e calcolo delle percentuali ............................................ 196

Esercizi. ................................................................................................................ 199

8.4 La procedura inserisci funzione. ......................................................................... 200

8.4.1 La media aritmetica e la deviazione standard. ............................................. 201

8.4.2 Calcolo della media e della deviazione standard.......................................... 202

8.4.3 La procedura SUBTOTALE ......................................................................... 204

8.4.4 Applicazioni della procedura subtotale ......................................................... 205

8.4.5 Il calcolo condizionato. ................................................................................. 207

326

8.4.6 Funzioni logiche ........................................................................................... 207

8.4.7 Altre funzioni logiche. ................................................................................... 208

8.5 Verifica dei calcoli nel foglio elettronico. ............................................................. 210

8.5.1 Le Smart Tag ............................................................................................... 210

8.5.2 Verifica formule ............................................................................................ 211

3.5.3 Elenco dei principali codici di errore in EXCEL............................................. 212

8.6 I modelli .............................................................................................................. 213

8.7 Le previsioni e le analisi prospettive. .................................................................. 214

8.7.1 Previsione dei risultati in una sequenza. ...................................................... 214

8.8 La raccolta e la trasformazione delle informazioni ............................................. 215

8.9 Il menu DATI in EXCEL. ..................................................................................... 215

8.9.1 Ordinamento dei dati in colonne................................................................... 215

8.9.2 Filtro ............................................................................................................. 216

Esercizio ............................................................................................................... 216

8.10 I grafici col foglio elettronico. ............................................................................ 216

8.10.1 Costruzione di un grafico. .......................................................................... 217

8.10.2 I grafici con Excel 2007 e la loro personalizzazione ................................... 218

8.10.3 Tipi e grafici e loro uso. .............................................................................. 221

8.10.4 La presentazione dei dati di due variabili ................................................... 222

8.10.5 L’aspetto di un grafico. ............................................................................... 223

Esercizi proposti ................................................................................................... 223

8.11 Sintesi e previsioni grafiche .............................................................................. 224

8.11.1 Costruzione della linea di tendenza e previsioni ......................................... 224

8.11.2 Grafici e relazioni ....................................................................................... 227

8.11.3 Uso dei grafici nell’analisi elementare. ...................................................... 227

8.11.4 L’uso dei grafici nell’analisi multivariata elementare. .................................. 228

8.12 Uso della procedura Copia e Incolla ................................................................. 229

8.12.1 Uso delle tabelle ed i grafici di EXCEL in WORD. ...................................... 230

8.12.2 La didascalia di una figura o di una tabella. ............................................... 231

8. 13 EXCEL e la comunicazione. ............................................................................ 231

8.13.1 La collaborazione tra utenti e la protezione del foglio elettronico. .............. 232

8.13.2 I commenti al tuo foglio elettronico. ............................................................ 233

8.13.4 La stampa del foglio elettronico. ................................................................ 233

Capitolo 8..................................................................................................................... 237

327

Parte seconda: Introduzione alla statistica elementare. ............................................... 237

Prefazione. ............................................................................................................... 237

8.14 L’analisi dati e l’elaborazione statistica in Excel. ............................................... 238

8.14.1 Limiti dell’uso. ............................................................................................ 238

8.14.2 L’analisi dati in EXCEL. .............................................................................. 238

8.14.3 Grafico cartesiano ...................................................................................... 239

8.15 Un’applicazione statistica elementare. .............................................................. 239

8.15.1 Analisi multivariata elementare. ................................................................. 239

Capitolo 9..................................................................................................................... 243

L’ARCHIVIAZIONE DELLE INFORMAZIONI ............................................................... 243

9.1 Osservazioni relative all’Archivio per elenchi ...................................................... 243

9.2 Problematiche di una banca dati. ....................................................................... 244

9.3 La struttura di una banca dati ............................................................................. 245

9.4 Database relazionale. ......................................................................................... 247

9.4.1 Concetto di relazione ................................................................................... 247

9.4.2 Organizzazione di un database .................................................................... 248

9.4.3 Il database relazionale ACCESS ................................................................. 249

9.4.4 L’avvio di ACCESS ...................................................................................... 251

9.4.5 La personalizzazione di una tabella. .......................................................... 253

9.4.6 La struttura di una tabella ............................................................................. 254

9.4.7. Il tipo di dati nella struttura. ......................................................................... 256

È possibile richiamare la procedura struttura anche da una tabelle del tipo

iniziale. Oltre alle caratteristiche dei dati Testo e Numerico, vi sono caratteristiche

per altri tipi. ............................................................................................................... 256

9.4.8 Le tabelle e la chiave primaria. Gli indici. .............................................................. 256

9.4.9 Modello di un database. Un esempio. .......................................................... 257

9.4.10 L’interrogazione del database: le query .............................................................. 260

9.4.11 Le query ed i campi calcolati. ..................................................................... 263

9.5 I REPORT ......................................................................................................... 265

9.6 Esportazione delle tabelle del database. ............................................................ 265

CONCLUSIONI ........................................................................................................ 270

Capitolo 10 ................................................................................................................... 272

GESTIONE DEI PROGETTI ........................................................................................ 272

10.1 Premesse ........................................................................................................ 272

328

10.2 Lo sviluppo di un progetto ............................................................................... 273

10.2.1 Metodi per lo sviluppo di un progetto ......................................................... 274

10.3. Diagrammi dello sviluppo di un progetto. ......................................................... 275

10.3.1 Diagramma di Gantt ................................................................................... 275

10.3.2 Il diagramma PERT .................................................................................... 276

10.3.3 La realizzazione del diagramma di Gantt ................................................... 277

10.4 Uso del programma per l’analisi di un progetto ................................................. 278

10.4.1 Le attività ................................................................................................... 279

10.6.5 La misura del tempo. ................................................................................. 281

10.4.2 I collegamenti ed i predecessori. ................................................................ 282

10.4.2 Collegamenti e vincoli. ............................................................................... 283

10.5 Le risorse. ........................................................................................................ 284

10.5.1 Assegnazione delle risorse ........................................................................ 285

10.5 2 Caratteristiche delle risorse. ....................................................................... 286

10.6 L’orario di lavoro e il calendario del progetto .................................................... 288

10.6.1 Il Calendario e l’orario delle risorse lavoro. ................................................ 289

10.6.2 Sovraoccupazione ..................................................................................... 290

10.7 I costi ................................................................................................................ 291

10.7.1 Costo delle risorse: Tariffa e costo/uso. ..................................................... 292

10.7.2 Risorsa tipo Lavoro .................................................................................... 292

10.7.3 Risorsa tipo materiale ................................................................................ 292

10.8 Una prima presentazione del progetto .............................................................. 293

10.8.1 Revisione di un progetto. ........................................................................... 294

10.8 Riepilogo del progetto. ...................................................................................... 296

10.9 Inserimento di lavoro straordinario ................................................................ 297

10.10 Preparazione di una relazione sul progetto ..................................................... 299

Il riepilogo ............................................................................................................. 299

Assegnazioni delle risorse .................................................................................... 301

I costi .................................................................................................................... 302

Le attività in corso ................................................................................................. 303

10.11Verifica del progetto ......................................................................................... 303

10.12 Sicurezza........................................................................................................ 306

10.13 La riproduzione e la stampa delle parti di MS Project. .................................... 307

Conclusioni ............................................................................................................... 307

329

ESERCIZI................................................................................................................. 308

INDICE ANALITICO. ................................................................................................ 312