capitolo 1 · e sostituendo le ( 1.1.4 ) , ( 1.2.20 ) nella ( 1.2.19 ) , si ottiene : ∑...
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Capitolo 1
Flussi euleriani non stazionari bidimensionali per miscele di gas ideali comprimibili.
Trattazione analitica.
1.1 Flussi monodimensionali non stazionari per fluidi costituiti da un solo gas perfetto.
L’evoluzione di tali flussi è governata dal seguente sistema di equazioni di Eulero:
( ) ( 1.1.1 )
( )
Nella ( 1.1.1 ) il sistema di Eulero è stato espresso in forma di divergenza.
Con ed ( ) si sono indicati rispettivamente il vettore delle variabili conservate ed il vettore dei
flussi generalizzati, definiti in funzione delle seguenti grandezze, descriventi lo stato termodinamico
della particella di gas:
la densità
la velocità
la pressione
l’energia totale per unità di massa
l’entalpia totale per unità di massa
andando ad esplicitare le grandezze che caratterizzano rispettivamente l’energia totale e l’entalpia
totale per unità di massa si ottiene:
energia interna per unità di massa
entalpia interna per unità di massa
2
Per riportarsi alle quantità che compaiono nel sistema di Eulero espresso nella formulazione ( 1.1.1 ) ,
occorre definire le seguenti grandezze: l’energia totale per unità di volume e l’entalpia totale per
unità di volume:
(energia totale per unità di volume)
(entalpia totale per unità di volume)
Sotto l’ipotesi di gas termicamente perfetto si può introdurre la seguente equazione di stato (valida
appunto nel caso di gas perfetti):
( 1.1.2 )
Dove è la costante del gas definita come :
( 1.1.3 )
nella quale con [ ] si indica la costante universale dei gas e con
[ ] il peso molecolare del gas.
Introducendo l’ulteriore ipotesi di gas caloricamente perfetto le grandezze energia interna per unità
di massa ed entalpia interna per unità di massa possono essere espresse nella seguente forma:
( 1.1.4 )
( 1.1.5 )
dove con e si indicano rispettivamente il calore specifico a pressione costante e a volume
costante.
Si definisce con la quantità adimensionale ottenuta dal rapporto dei i calori specifici :
( 1.1.6 )
I calori specifici possono essere espressi in funzione di e di nel seguente modo:
( 1.1.7 )
( 1.1.8 )
Per completezza si riporta anche la relazione che lega tra loro i calori specifici e la costante della
miscela:
( 1.1.9 )
3
Sfruttando la definizione dell’ energia totale per unità di volume, l’equazione di stato ( 1.1.2 ) e
l’espressione ( 1.1.8 ) relativa al calore specifico a volume costante è possibile ricavare una
formulazione, che verrà chiamata “equazione di stato per esteso” , per mezzo della quale si potrà
ottenere la chiusura del sistema di Eulero ( 1.1.1 ) .
(
)
(
)
nella quale una volta sostituita l’equazione di stato:
è possibile ottenere :
(
)
(1.10)
Tale equazione, utilizzando la definizione dell’energia interna per unità di volume, è riscrivibile nella
seguente forma equivalente:
(1.11)
Concludendo, si può affermare che il sistema delle equazioni di Eulero rappresentante la dinamica di
un fluido costituito da un solo gas termicamente e caloricamente perfetto , in campo
monodimensionale non stazionario è integrabile, cioè se ne può ricavare la soluzione analitica. Le
variabili dipendenti sono , e , mentre le variabili indipendenti sono . Come espresso dalla
( 1.1.10 ) , o analogamente dalla ( 1.1.11 ), la chiusura del sistema è garantita dall’aggiunta, come dato
in ingresso, della variabile costitutiva ed adimensionale ( rapporto dei calori specifici ).
E’ da tener presente che per la determinazione di alcune grandezze derivate, quali ad esempio la
temperatura è necessario aggiungere alla un’ altra variabile costitutiva, ad esempio (o
analogamente in base alla ( 1.1.3 ) il peso molecolare ).
In alternativa, per chiudere il sistema e ricavare la temperatura, in luogo della coppia di variabili
costitutive ed è possibile assegnare la coppia relativa ai calori specifici del gas e , o una
qualsiasi altra coppia, di grandezze costitutive appena citate purché indipendenti tra loro, ed utilizzare
eventualmente le ( 1.1.7) , ( 1.1.8 ) e ( 1.1.9 ) per ricavare le grandezze necessarie.
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1.2 Flussi monodimensionali non stazionari per un fluido costituito da una miscela di gas perfetti.
Introduzione del modello Termodinamico Standard
Nella seguente trattazione viene fatto un passo avanti rispetto al paragrafo precedente, rendendo il
discorso più generale, e cioè prendendo in analisi fluidi costituiti da miscele di gas.
Si assegnano le seguenti ipotesi:
o (1) mescolamento isotermo tra i gas costituenti la miscela
o (2) che ogni specie di gas occupi lo stesso volume
o (3) che ogni particella abbia la stessa velocità.
o (4) che ogni specie di gas costituente la miscela sia termicamente e caloricamente perfetta
Si procede ora con la definizione delle grandezze che caratterizzano la miscela di gas. In questa
trattazione ogni grandezza, definita nel precedente paragrafo per un fluido ad una sola specie, verrà
tradotta nel caso multispecie.
Densità della miscela:
se si indica con la massa della k_esima specie e con il volume occupato dalla miscela di gas, per
l’ipotesi (2), è possibile definire la densità riferita alla k_esima specie come:
( 1.2.12 )
Pertanto così definita la rappresenterebbe la densità del gas qualora nel volume sia presente la
sola k_esima specie.
Sempre in base all’ipotesi (2), cioè che i gas occupino tutti lo stesso volume si può definire la densità
della miscela come:
∑ ( 1.2.13 )
conseguentemente possono definirsi le “frazioni in massa” dette anche “concentrazioni”:
; ( 1.2.14 )
Velocità della miscela :
5
definita direttamente dall’ ipotesi (3) .
Pressione della miscela:
si definisce con la pressione riferita alla k_esima specie di gas qualora fosse l’unica ad
occupare l’intero volume del dominio di definizione spaziale.
Per la legge di Dalton:
∑ ( 1.2.15 )
Ovviamente in base all’ipotesi (1) e (4) per ogni k_esimo gas risulta valida la legge di stato:
( 1.2.16 )
dove:
( 1.2.17 )
avendo indicato con il peso molecolare della k_esima specie di gas.
energia interna per unità di volume relativa alla miscela:
dalla definizione di energia interna per unità di volume relativa alla k_esima specie:
( 1.2.18 )
andando ad eseguire la sommatoria per ogni specie presente, si ottiene:
∑ ( 1.2.19 )
Calore specifico a volume costante per la miscela:
considerando l’ipotesi (4) cioè di gas termicamente e caloricamente perfetto, l’energia interna per
unità di massa relativa alla k_esima specie è data dalla:
( 1.2.20 )
6
e sostituendo le ( 1.1.4 ) , ( 1.2.20 ) nella ( 1.2.19 ) , si ottiene :
∑
ricordando la definizione ( 1.2.14 ) sulle frazioni in massa, e considerando l’ipotesi ( 1 ) di
mescolamento isotermo delle specie di gas si ottiene infine:
∑ ( 1.2.21 )
Calore specifico a pressione costante per la miscela
Analogamente a quanto appena svolto per ricavare il calore specifico a volume costante, e quindi
sfruttando la definizione dell’energia interna per unità di volume, si procede col ricavare il calore
specifico a pressione costante utilizzando questa volta la definizione dell’entalpia interna per unità
di volume:
∑
dove è proprio l’entalpia interna per unità di volume associata alla k_esima specie.
Nel caso di gas caloricamente perfetto l’entalpia interna è esprimibile come:
infine:
∑ ( 1.2.22 )
Rapporto dei calori specifici per la miscela:
∑
∑
7
Una volta definite le grandezze che caratterizzano le variabili di stato in gioco, si passa a verificare
come anche nel caso di una miscela di gas il sistema di Eulero sia chiuso e di quale sia stavolta la
formulazione dell’ “equazione di stato per esteso”, (cioè funzione dell’energia interna per unità di
volume e di ) necessaria alla chiusura del sistema.
Partendo dalla definizione dell’ energia totale per unità di volume relativa alla k_esima specie di gas,
costituente la miscela, e sfruttando l’ipotesi (3) (sulla velocità delle particelle) si ottiene :
( 1.2.24 )
Pertanto l’energia totale relativa alla miscela è ottenibile attraverso la sommatoria:
∑
∑
∑
ed introducendo la ( 1.2.20 ) , cioè , e la ( 1.2.14 ) ossia la definizione della
concentrazione per la k_esima specie, è possibile riscrivere l’energia totale per unità di volume
come:
∑
∑
considerando a questo punto le ( 1.2.13 ) , ( 1.2.20 ) si ottiene:
Per l’equazione di stato espressa dalla ( 1.1.2 ) e per la definizione del calore specifico a volume
costante ( 1.1.8 ) in questa analisi riferito alla miscela, si ricava:
e quindi risolvendo rispetto alla pressione:
o analogamente:
( 1.2.25 )
8
cioè si è ritrovata la ( 1.1.9 ) e quindi “ l’equazione di stato per esteso” ricavata nel caso di fluido
costituito da una sola specie di gas. In questo caso però le grandezze in questione sono di miscela,
e bisogna porre attenzione nella definizione del .
Infatti se nel caso di fluido monocomponente il viene definito dalla ( 1.1.6 ) semplicemente
come rapporto tra i calori specifici del gas, in questo caso , come indicato nella ( 1.2.23 ) è
necessario conoscere anche le concentrazioni dei gas costituenti la miscela, nuova incognita del
problema.
Discorso analogo per la determinazione della costante di miscela:
∑ ( 1.2.26 )
Introduzione del modello Termodinamico Standard
Al fine di ricavare la soluzione nel caso in cui il fluido sia composto da una miscela di gas bisogna
modificare il sistema di Eulero ( 1.1.1 ) in modo tale da renderlo in grado di poter ricavare
l’evoluzione delle concentrazioni.
Un tale modello di equazioni di Eulero è noto in letteratura come “modello Termodinamico
Standard”, ed è caratterizzato dal fatto che l’equazione di conservazione della massa viene
espressa in termini delle densità parziali, e pertanto considerata tante volte quante sono le specie
di gas costituenti la miscela.
Grandezze derivate (per il modello Termodinamico Standard).
Definizione della velocità del suono nel caso di un fluido costituito da k specie di gas.
Per definizione la velocità del suono corrisponde alla velocità di propagazione dei disturbi nel caso
di flusso omentropico:
(
)
( 1.2.27 )
dalle ipotesi di mescolamento isotermico e che ogni specie di gas occupi lo stesso volume si sono
potute scrivere la legge di Dalton ( 1.2.15 ) e l’ equazione di stato per la k_esima specie ( 1.2.16 )
che per chiarezza vengono di seguito riportate:
∑
9
pertanto si può scrivere:
∑
∑ ((
)
(
)
)
per la quale le derivate parziali contenute, grazie all’equazione di stato, assumono la forma :
(
)
( 1.2.28a)
(
)
( 1.2.28b)
Le (1.2.28) sono state ottenute rispettivamente per differenziazione dell’equazione di stato
tenendo nella prima costante la temperatura e nella seconda la densità della
k_esima specie.
Pertanto:
∑
( 1.2.29 )
Ora si procede col ricavare un’ espressione di in funzione dell’energia interna per unità di
volume della miscela :
si parte differenziando la (1.2.19) e cioè l’equazione ∑
∑
∑
∑
considerando che per un gas caloricamente perfetto è possibile scrivere :
∑
∑
10
Ed andando a risolvere in termini di :
∑
∑
se inoltre si tiene presente che, ∑
:
∑
( 1.2.30 )
Inserendo quest’ultima nella ( 1.2.21 ), e considerando la ( 1.2.20 ) :
∑
( ∑
) ∑
∑(
)
A questo punto si ha la da inserire nell’espressione della velocità del suono
(
)
∑ (
)
(
)
e considerando la ( 1.2.28a)
(
) ∑ (
)
che può essere riscritta nella forma:
∑
( ∑
)
A questo punto ricordando che:
11
∑
∑
e considerando la definizione di entalpia interna per unità di massa si ottiene :
∑
Si è pertanto dimostrato come per un fluido multispecie il sistema di Eulero sia sostanzialmente lo
stesso di quello utilizzato nel caso di fluido monocomponente, a differenza del fatto che ora le
grandezze in questione sono riferite alla miscela e quindi ottenibili in funzione delle concentrazioni,
ricavabili a partire dal sottosistema delle equazioni di conservazione della massa scritte in termini di
densità parziali e sfruttando le (1.2.13) , (1.2.14).
Si riporta di seguito il sistema di equazioni che caratterizza la struttura del modello Termodinamico
Standard, d’ora in poi indicato anche come T.S. :
{
( 1.2.31 )
Tale sistema è chiuso il momento in cui si considera “l’equazione di stato per esteso”:
Pertanto al sistema ( 1.2.31 ) è necessario aggiungere le seguenti relazioni:
∑
; k=1,…,K
12
∑
∑
Così facendo si è garantita la chiusura del sistema, infatti note ora le densità dei componenti è
possibile ottenere la densità della miscela, valutare le frazioni in massa, ricavare il rapporto dei calori
specifici e quindi ottenere “l’equazione di stato per esteso”.
1.3 Flussi bidimensionali non stazionari multispecie di gas ideali:
Il sistema di Eulero ( 1.1.1 ) in campo bidimensionale nel caso si consideri il modello Termodinamico Standard
assume la seguente struttura, (formulazione quasi lineare):
{
( )
( )
nel caso in cui il fluido sia costituito da una miscela di due gas il precedente sistema diventa :
{
( )
( )
( )
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tale sistema è inoltre rappresentabile nella seguente formulazione matriciale:
( 1.3.32 )
nella quale con si è indicato il vettore delle grandezze fondamentali :
mentre con e le matrici Jacobiane:
[ ]
[ ]
Approssimazione per mezzo di una linearizzazione locale e risoluzione del problema 2_D per
sovrapposizione degli effetti
Se si suppongono note le proprietà di una particella, posizionata in un punto generico del campo
bidimensionale, il sistema (1.3.32 ) è in grado di risolvere il problema dell’ evoluzione di tali proprietà,
nell’intorno infinitesimo del punto.
Per integrare nel tempo il sistema ( 1.3.32 ) , cioè per ricavarne la soluzione ad una distanza finita dal
punto di partenza, nel caso bidimensionale non risulta conveniente percorrere la stessa strada
utilizzata per il caso monodimensionale, applicando quindi la teoria delle caratteristiche, (argomento
del prossimo paragrafo ) direttamente al sistema (1.2.31).
Per ottenere la soluzione del sistema (1.3.32) è comodo invece inquadrare il problema direttamente
dal punto di vista numerico, essendo oltretutto questa la strada che verrà seguita nel corso dei
prossimi capitoli.
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Ragionare dal punto di vista numerico vuol dire avere a che fare con elementi di dimensione finita,
pertanto (nell’intorno del punto) il dominio spazio temporale dovrà essere discretizzato in piccoli
elementi di ampiezza finita rispettivamente di dimensioni Δt, Δx, Δy .
Per mezzo di un’approssimazione lineare la soluzione temporale della può essere valutata in termini
del seguente sviluppo in serie di Taylor al primo ordine:
Δ
Se ora nell’intorno del punto si ipotizza che i coefficienti moltiplicativi delle derivate ossia le
componenti delle matrici Jacobiane ed siano costanti all’interno del volume Δ Δ Δ
(e pertanto nell’intervallo d’integrazione temporale tra n ed n+1), si passa da un sistema che è quasi
lineare ad un sistema di tipo lineare, e quindi la soluzione potrà essere ottenuta per sovrapposizione
degli effetti. L’approssimazione introdotta consente di riscrivere il generico problema bidimensionale
come sovrapposizione di due fronti d’onda onda piani. La sovrapposizione degli effetti è possibile in
quanto il problema è stato preventivamente linearizzato.
Una tale approssimazione risulterà ovviamente possibile anche in campo continuo ma avrà comunque
validità nell’intorno infinitesimo del punto. Sarà quindi possibile ottenere una soluzione approssimata
della ( 2.3.32 ) come:
( 1.3.33 a )
dove :
( 1.3.33 b )
( 1.3.33 c )
Le ( 1.3.33 b ) e ( 1.3.33 c ) rappresentano nel continuo due casi particolari di onde bidimensionali,
rispettivamente un’onda piana che propaga in direzione x ed una che propaga in direzione y.
Se ci si limita a considerare solo il problema dell’evoluzione di un’onda piana e quindi considerando
separatamente la ( 1.3. 33 b ) o la ( 1.3. 33 c ) , è possibile ricercare la soluzione per via analitica
utilizzando la teoria delle caratteristiche, seguendo un percorso analogo a quello che si intraprende
nel caso 1_D non stazionario.
In effetti il fronte d’onda piano costituisce un caso particolare di una generica onda bidimensionale e
la sua evoluzione è risolvibile analiticamente, sfruttando la teoria delle caratteristiche, similmente a
quanto fatto per il caso 1_D .
15
Infatti per ottenere il sistema di equazioni di Eulero necessario a descrivere l’evoluzione di un’onda
piana si parte dalla sua generale formulazione 2D la ( 1.3.32 ) e si impongono le seguenti condizioni (
in particolare per un’onda piana che propaga in direzione x) :
o siano assenti o nulle le variazioni spaziali, gradienti e/o salti in direzione y
o sia in generale diversa da zero la componente della velocità in direzione y.
Sistema di Eulero per l’evoluzione di onde piane:
Il caso particolare in analisi restituisce pertanto un’approssimazione delle onde bidimensionali,
considerandole come fronti piani ed ovviamente non percepisce eventuali curvature delle onde
stesse.
Tale modello può considerarsi oltre che come un caso particolare del 2D non stazionario, anche come
un’ estensione del modello 1-D non stazionario, visto che come verrà dimostrato, entrambi i modelli
saranno caratterizzati dalle stesse proprietà iperboliche.
Il sistema di Eulero (modello termodinamico standard) che descrive la propagazione di un’onda piana
in direzione x per un fluido costituito da una miscela di gas, è dato dalla ( 1.3.33 b ) che in forma di
divergenza diventa:
{
( 1.3.34 a)
ed analogamente per l’onda piana in direzione y :
{
16
( 1.3.34 b)
Rispetto al caso 1-D compare in aggiunta l’equazione della conservazione quantità di moto in
direzione y ( o in direzione x nel caso si consideri la ( 1.3.34 b ) ).
Nella seguente trattazione si lavorerà unicamente in termini di fronti piani che propagano in
direzione x e quindi di (1.3.32a), essendo lo studio legato alla (1.3.34 b) e quindi al fronte piano in
direzione y, perfettamente analogo.
Per l’equazione di conservazione dell’energia bisogna tener presente che nell’esprimere l’energia
totale per unità di volume, per quanto riguarda il termine relativo all’energia cinetica si dovrà
considerare anche il contributo della componente della velocità in direzione y :
energia totale per unità di massa
entalpia totale per unità di massa
Anche in questo caso il sistema ( 2.3.32 a) risulta chiuso una volta introdotte le:
∑
∑
∑
Ovviamente in questo particolare caso 2_D “l’equazione di stato per esteso” ha la seguente
espressione :
(
)
17
( 1.3.35 )
Calcolo della temperatura:
se si assegnano le costanti di miscela (oppure i calori specifici a pressione e a volume costante
utilizzando la ( 1.1.9 ) ) è possibile ricavare la costante della miscela come:
∑
la temperatura sarà ricavata conseguentemente attraverso l’equazione di stato:
1.4 Proprietà iperboliche del sistema di Eulero
In questo paragrafo verranno messe a confronto le proprietà iperboliche relative ai sistemi di Eulero
descriventi rispettivamente l’evoluzione di un flusso 1-D e di un’onda piana.
Come primo punto si procede con lo studio delle proprietà iperboliche relativamente al caso 1_D
Il sistema ( 1.2.31) nel caso 1-D a due specie espresso in formulazione di divergenza assume la forma:
{
Ed in formulazione quasi lineare, (comodo punto di partenza per affrontare lo studio con la teoria
delle caratteristiche) :
e quindi:
18
{
( 1.4.36 )
(
)
( 1.4.37)
[
]
( 1.4.38 )
è il vettore avente per componenti le grandezze di stato fondamentali
è la matrice Jacobiana, costituita cioè dai coefficienti moltiplicativi delle derivate delle variabili di
stato in direzione x.
Calcolo degli autovalori
Ottenimento dell’ equazione caratteristica:
( )
[
]
Si applica il criterio di Laplace per ricavarne il determinante:
Tale equazione caratteristica ha per radici:
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Tali radici rappresentano gli autovalori del sistema, grandezze che descrivono nello spazio fisico (in
questo caso piano fisico, spazio_tempo) le direzioni lungo le quali, (attraverso lo studio degli
autovettori) sarà possibile ricavare le variabili d’onda (grandezze scalari rappresentanti la soluzione
del problema nello spazio delle soluzioni ).
Pertanto ora lo studio prosegue andando a ricavare quali proprietà viaggiano lungo le direzioni
caratteristiche.
Variazione delle variabili d’onda :
Dove con si rappresenta la variazione della variabile d’onda che viaggia nello spazio fisico lungo la
direzione ed l’ i_esimo autovettore sinistro
Determinazione degli autovettori sinistri:
:autovettore sinistro associato all’ autovalore
[
]
le ultime due equazioni dicono la stessa cosa,
20
scelgo il valore
e per sostituzione si ottiene:
:autovettore sinistro associato all’ autovalore
[
]
le ultime due equazioni dicono la stessa cosa,
scelgo il valore
e per sostituzione si ottiene:
, :autovettori sinistri associati all’ autovalore di molteplicità 2.
21
[
]
;
:
:
per la determinazione di si può scegliere: {
per la determinazione di si può scegliere: {
22
{
Proprietà iperboliche relative al sistema di Eulero 2-D non stazionario per un fluido costituito da due
specie di gas nel caso particolare di fronte d’onda piano:
Formulazione quasi lineare:
{
( 1.4.39 )
(
)
( 1.4.40 )
[ ]
( 1.4.41 )
Calcolo degli autovalori
Ottenimento dell’ equazione caratteristica:
23
( )
[
]
Vista la presenza nella matrice di molti zeri è conveniente al fine di ottenere il determinante applicare
due volte il criterio di Laplace:
L’equazione caratteristica ha per radici, i seguenti autovalori:
; autovalore di molteplicità 3
( 1.4.42 )
Variazione della variabile d’onda :
Dove rappresenta la variazione della variabile d’onda che viaggia lungo la direzione
Determinazione degli autovettori sinistri
:autovettore sinistro associato all’ autovalore
[ ]
24
le ultime due dicono la stessa cosa,
similmente a quanto svolto nel caso 1-D si scegli
e per sostituzione nel sistema sarà possibile ottenere:
:autovettore sinistro associato all’ autovalore
Procedendo analogamente a quanto fatto per si ottiene:
[ ]
Scegliendo
Autovettori relativi all’ autovalore di molteplicità 3:
25
[ ]
Si possono assegnare tre combinazioni di valori purché in grado di generare autovettori
indipendenti tra loro.
Per si può scegliere :
, ,
Per si può scegliere :
, ,
Per si può scegliere :
, ,
È pertanto possibile riscrivere il sistema di Eulero in termini della variazione delle variabili d’onda:
26
{
Equazioni di compatibilità:
[
]
{
Che proiettate lungo le direzioni caratteristiche, restituiscono:
lungo la direzione
27
lungo la direzione:
lungo la direzione
Pertanto è stato messo in evidenza il come le proprietà iperboliche dei casi 1-D e 2-D nel caso
particolare di onde piane siano strutturalmente analoghe.
Un importante risultato restituito dalle equazioni di compatibilità è il fatto che lungo la direzione
“traiettoria della particella” siano trasportate rispettivamente le concentrazioni e la
componente della velocità (normale alla direzione del flusso).
Riepilogando:
lungo le direzioni caratteristiche viaggiano le perturbazioni acustiche in
accordo con l’equazione di compatibilità
lungo la direzione caratteristica viaggia l’ onda entropica e vengono trasportate le
concentrazioni come indicato dalle equazioni ,
, ed avviene il trasporto della componente della velocità , come indicato da dv=0
28
1.5 Relazioni di salto
Anche in questa analisi si parte dallo studio del sistema di equazioni di bilancio che regola l’evoluzione
di un flusso monodimensionale e monocomponente per poi estendere la trattazione al caso di una
onda piana per un fluido composto da una miscela di gas.
Caso 1D per un fluido costituito da un solo gas
Si parte dal sistema ( 1.1.1 )
( )
dove i vettori delle “quantità conservate” e dei “flussi generalizzati” in campo monodimensionale
sono rispettivamente:
( )
Si introducono le seguenti notazioni:
salto della generica grandezza attraverso la discontinuità:
[ ]
media tra le grandezze attraverso la discontinuità:
Sistema delle relazioni di salto:
[ ] [ ]
[ ] [ ] ( 1.5.53 )
[ ] [ ]
Nelle quali con si indica la velocità della discontinuità.
È possibile quindi definire la velocità del fluido relativamente alla discontinuità attraverso la scrittura:
( 1.5.54 )
29
Sviluppo delle relazioni di salto:
l’equazione di salto associata all’equazione di bilancio della massa per mezzo di una trasformazione di
tipo galileiano ( ) restituisce:
[ ]
[ ] [ ]
passaggio possibile visto che e quindi si è potuto portare all’interno della parentesi
quadra la w.
L’introduzione di una trasformazione di tipo galileiana è utile anche per sviluppare l’equazione di
salto associata all’ equazione di bilancio della quantità di moto, pertanto analogamente a quanto
fatto per la relazione di salto associata all’equazione di conservazione della massa, si porta la w
all’interno della parentesi quadra e si ottiene:
[ ] [ ]
[ ] [ ]
[ ] [ ]
Se all’interno della parentesi quadra si introduce la seguente quantità nulla definita come [ ]
(e cioè la relazione di salto associata all’equazione di conservazione della massa) è possibile ottenere:
[ ] [ ]
[ ] [ ]
[ ] [ ] [ ]
E considerando ancora una volta la relazione di salto associata all’equazione di conservazione della
massa si ottiene:
[ ] [ ]
30
Equazione di salto associata all’equazione di conservazione dell’energia:
[ ]
Si ottiene quindi il seguente sistema di relazioni di salto valido appunto per il caso 1_D
monocomponente:
{
[ ] [ ]
[ ] [ ] [ ]
( 1.5.55 )
Relazioni di salto nel caso monodimensionale per una miscela di gas
Per affrontare il caso di un fluido multispecie occorre aggiungere alla trattazione appena svolta
k relazioni di salto, in termini di densità parziali, associate all’equazione di conservazione della massa.
[ ]
che può scriversi:
[ ]
[ ] [ ]
e considerando la relazione di salto associata all’equazione di conservazione della massa [ ] :
[ ]
Resta ora da affrontare lo studio relativo alla relazione di salto associata all’ equazione di
conservazione dell’ energia. Nel caso di fluido multispecie è conveniente riscrivere tale relazione di
salto in funzione di e di grandezza adimensionale definita in funzione di “gamma” nel seguente
modo:
Si parte pertanto dalla:
31
[ ] [ ]
nella quale si sostituiscono le seguenti definizioni valide rispettivamente per l’energia interna per
unità di volume, e per l’entalpia interna per unità di volume:
(avendo utilizzato nelle precedenti la definizione di )
[
] [
]
e andando avanti con i passaggi si ottiene:
[ ] [ ] [ ]
[ ] [ ] [ ] [ ] [ ]
Pertanto il sistema di relazioni di salto per un flusso monodimensionale multispecie è il seguente:
{
[ ]
[ ] [ ]
[ ] [ ] [ ] [ ] [ ]
( 1.5.56 )
Relazioni di salto nel caso in cui si considerino “onde piane”, per un fluido multispecie:
Bisogna in questo caso aggiungere al sistema (1.5.56) la relazione di salto associata alla conservazione
della quantità di moto in direzione y, e tener presente la diversa formulazione assunta dall’equazione
32
di conservazione dell’energia visto che il termine riguardante l’energia cinetica deve tener conto
anche della componente v della velocità:
o relazione di salto associata all’equazione di conservazione della quantità di moto in direzione
y:
[ ] [ ]
[ ]
e dalla definizione ( 1.5.54 ) :
[ ]
e sfruttando la relazione di salto associata all’equazione di conservazione della massa, scritta nella
forma [ ] :
[ ] [ ]
si ottiene :
[ ]
o relazione di salto associata all’equazione di conservazione dell’energia:
Si parte dalla relazione di salto associata all’energia relativa al sistema (1.5.53) e la si sviluppa nel
seguente modo:
[ ] [ ]
( 1.5.57 )
Ora si esprimere l’energia totale per unità di volume separando i contributi relativi all’energia
interna e all’energia cinetica
essendo:
33
e sostituendo nella relazione di salto ( 1.5.57 ) si ottiene:
[
] [
]
[ ] [ ] (
) [ ] (
) [ ] [
]
[
] (
) [ ] (
) [ ] [
] [
] [ ]
[ ] [ ] (
) [ ] (
) [ ] [
]
[
] (
) [ ] (
) [ ] [
] [
] [ ]
[ ] [ ] (
) [ ] [
] (
) [ ]
[
] [ ]
[ ] [ ] [ ] ((
) (
)) [
]
[
] [ ]
e per la relazione di salto della massa [ ]=[ ] ,
[ ] [ ] [
] [
] [ ]
34
( 1.5.58 )
e tenendo presente che :
[
] [ ]
[
] [ ]
è possibile riscrivere la ( 1.5.58 ) nel seguente modo :
[ ] [ ] [ ] [ ] [ ] [ ]
Ora è possibile mettere in evidenza all’interno della relazione di salto dell’energia i termini relativi alle
relazioni di salto associate alle equazioni di conservazione delle quantità di moto in direzione x ed y:
[ ] [ ] [ ] [ ] [ ] [ ] [ ]
dove si ricorda che : [ ] [ ] ; [ ] [ ] [ ] [ ] [ ]
Pertanto la relazione di salto associata all’equazione di conservazione dell’energia nel caso di un
fluido multispecie per un onda piana assume la seguente forma:
[ ] [ ] [ ]
( 1.5.59 )
Che poi è la stessa relazione di salto associata all’energia ottenuta nel caso monodimensionale per
una miscela di gas.
E quindi sviluppandola come fatto in precedenza si ottiene:
[ ] [ ] [ ] [ ]
e per la
35
[ ] [ ] [ ]
Infine:
[ ] [ ] [ ] [ ]
( 1.5.60 )
Riepilogando, il sistema delle relazioni di salto necessarie allo studio di un fronte piano per una
miscela di gas è il seguente:
{
[ ]
[ ] [ ]
[ ]
[ ] [ ] [ ] [ ]
( 1.5.61 )
Quindi il sistema di relazioni di salto da considerare per lo studio di onde piane nel caso in cui il fluido
sia composto da una miscela di due gas differenti è il seguente:
{
[ ]
[ ]
[ ] [ ]
[ ]
[ ] [ ] [ ] [ ]
( 1.5.62 )
A partire dal sistema ( 1.5.62 ) si passa ora a studiare la forma che assumono le relazioni di salto nei
casi in cui si considerino rispettivamente discontinuità di contatto ed urti.
Relazioni di salto per una discontinuità di contatto non stazionaria ,relativamente al caso particolare
di onda piana:
le condizioni da imporre sono:
[ ]
[ ]
E per la definizione dove rappresenta la velocità della discontinuità risultano
conseguentemente valide le scritture:
[ ] [ ]
36
essendo nel caso della d. di c.
dalle due relazioni di salto associate alla conservazione della massa espresse in termini di
densità parziali, si ottiene :
[ ]
[ ]
Tenendo presente che per la d. di c. :
sono possibili salti delle concentrazioni e cioè:
[ ] [ ]
Relazione di salto associata alla quantità di moto in direzione x:
[ ] [ ]
nel caso di una d. di c. risulta identicamente verificata.
Relazione di salto associata alla quantità di moto in direzione y:
[ ]
per la condizione risulta,
sono possibili salti della componente della velocità in direzione y,
cioè: [ ]
E quindi qualora si fosse in presenza di un salto non nullo della componente della velocità
trasversale alla discontinuità, la d. di c. può essere considerata anche come una “linea di
scorrimento”.
37
R azi n i sa ass cia a a ’ n ia a :
[ ] [ ] [ ] [ ]
Considerando che per la d. di c. [ ] [ ] :
[ ]
E considerando che e :
attraverso la discontinuità di contatto sono possibili salti della
quindi: [ ]
Cioè essendo la sinonimo di , l’equazione di salto dell’energia nel caso di d. di c. indica che,
attraverso la discontinuità di contatto è possibile che si verifichi un salto in termini di variazione di
composizione.
Relazioni di salto per un urto non stazionario ,relativamente al caso particolare di onda piana:
[ ]
[ ]
relazioni di salto associate alla massa espresse in termini di densità parziali:
[ ]
[ ]
[ ]
[ ]
38
attraverso un urto non sono possibili salti sulle concentrazioni, ed analogamente per la
(1.2.23) è possibile affermare che risulti nullo anche il [ ] . Si può concludere che attraverso
un urto non sono possibili variazioni di composizione.
Relazione di salto associata alla conservazione della quantità di moto in direzione x:
[ ] [ ]
[ ] [ ]
[ ]
e quindi tale relazione fornisce solamente un legame tra il salto di velocità ed il salto di pressione
a av s ’
La relazione di salto associata alla conservazione della quantità di moto in direzione y:
[ ]
[ ]
Attraverso un urto la componente della velocità tangenziale alla discontinuità rimane invariata.
La azi n i sa ass cia a a a c ns vazi n ’ n ia a :
[ ] [ ] [ ] [ ]
In base a quanto riscontrato dalle relazioni di salto associate alla massa si è dimostrato che
attraverso un urto non sono possibili variazioni di concentrazioni ( non può esserci variazione
di composizione ):
ciò vuol dire, ricordando la definizione (1.2.23) che attraverso un urto non sono possibili salti dei
calori specifici e quindi di
39
Si può pertanto affermare che attraverso un urto non sono possibili variazioni di composizione.
Ess n a av s ’ [ ] [ ] ; , la relazione di salto relativa all’energia
assume la seguente forma:
[ ] [ ] [ ]
[ ] [ ] [ ]
cioè si è ritrovata la stessa relazione di salto valida ricavata nel caso di un fluido monocomponente.
A completamento della trattazione sulle relazioni di salto, vengono introdotte tre diverse riscritture
della relazione di salto dell’energia, ottenute esprimendo l’energia interna per unità di volume
rispettivamente nelle seguenti tre forme equivalenti:
o (1) energia interna per unità di volume espressa in termini di
o (2) “ “ “ “ “ “ in termini di
o (3) “ “ “ “ “ “ in termini di
per le quali le quantità e sono delle grandezze costitutive della miscela definite nel seguente
modo:
Si parte dalla relazione di salto,
[ ] [ ] [ ]
Per la quale, di volta in volta l’energia interna per unità di volume verrà espressa in termini di
pressione di temperatura e di velocità del suono (al quadrato).
Come primo punto si passa ad esprimere l’energia interna in termini di pressione:
[ ] [ ] [ ]
40
[ ] [ ] [ ] [ ] [ ] [ ]
[ ] [ ] [ ] [ ] [ ] [ ]
(
) [ ] [ ] [ ] [ ] [ ] [ ] [ ]
(
) [ ] [ ] [ ] [ ] [ ]
Def: =
Tale relazione di salto è riscrivibile nel sistema di due equazioni che devono essere soddisfatte
contemporaneamente:
{(
) [ ]
[ ] [ ] [ ] [ ]
Caso di una discontinuità di contatto ( [ ] [ ] ) :
la seconda relazione del sistema è identicamente nulla mentre la prima diventa:
[ ]
Caso di un urto:
come anticipato in questo caso [ ] ,pertanto è la prima relazione del sottosistema ad essere
identicamente nulla mentre la seconda diventa:
[ ] [ ] [ ] [ ]
Si è pertanto evidenziato come l’equazione di conservazione dell’energia, assuma due diverse
formulazioni, rispettivamente nei casi in cui sia presente una di discontinuità di contatto o un urto :
[ ] [ ] [ ]
[ ] [ ] [ ] [ ]
41
Rispetto a quanto restituito nel caso di discontinuità di contatto si riconosce che la
[ ] [ ] [ ] ,
rappresenta a azi n i sa ass cia a a ’ q azi n i bi anci :
Ta q azi n a s n a i “trasporto di eta” ed è da evidenziare che nel caso di una
discontinuità di contatto la dovrà essere considerata costante.
La [ ] ò an ss vis a c m a c n izi n ch a ’an am n i
salti di relativamente al caso di una discontinuità di contatto. Tale condizione verrà di seguito
utilizzata anche in campo discreto al fine di regolare correttamente il trasporto di “ a” tra una
c a ’a a n cas in c i sia s n na isc n in i i c n a .
Come secondo punto si passa ad esprimere l’energia interna in termini della Temperatura:
[ ] [ ] [ ]
[ ] [ ] [ ]
[ ] [ ] [ ] [ ] [ ]
{ [ ] [ ]
[ ] [ ] [ ]
Se si ha una discontinuità di contatto che presenta un salto nullo in termini di temperatura:
[ ] [ ] [ ] ,
42
resta non nulla solo la prima, la quale essendo [ ] potrà essere riscritta come:
[ ] [ ]
Ed essendo per la discontinuità di contatto [ ]
Attraverso una discontinuità di contatto possono verificarsi salti di “csi” diversi da zero.
Come terzo punto si passa ad esprimere l’energia interna in termini della velocità del suono
(al quadrato).
[ ] [ ] [ ]
[ ] [ ] [ ]
[ ] [ ] [ ] [ ] [ ]
{ [ ] [ ]
[ ] [ ] [ ]
Se si ha una discontinuità di contatto che presenti un salto nullo in termini di velocità del suono:
[ ] [ ] [ ] ,
resta non nulla solo la prima, la quale essendo [ ] potrà essere riscritta come:
[ ] [ ]
[ ]
43
Con le equazioni ( 1.5.65, 66, 67 ) si sono trovate le condizioni esatte da imporre, in presenza di
discontinuità di contatto, rispettivamente nei seguenti casi particolari :
o [ ]
o [ ]
Tali relazioni verranno introdotte anche nel discreto, quali condizioni necessarie da imporre per
ottenere dei trasporti corretti in termini di “eta”, “csi” e “zita” . Verrà pertanto dimostrato come solo
attraverso tali condizioni risulti possibile annullare eventuali oscillazioni spurie in termini di pressione,
temperatura e velocità del suono, nel caso in cui si sia in presenza di una discontinuità di contatto.
44
Capitolo 2
Equazioni di Eulero nel discreto.
L’obiettivo di questo capitolo è la trattazione di modelli numerici in grado di simulare l’evoluzione di
flussi bidimensionali non stazionari per miscele di gas. Per una soluzione di tipo numerico si andranno
a considerare, valutazioni approssimate al posto degli integrali analitici e differenze finite al posto
delle derivate nel tempo.
Al fine d’integrare numericamente le equazioni di bilancio, tra i vari metodi agli elementi finiti, si è
scelto di utilizzare il metodo di Godunov. Tale metodo riscrive nel discreto le equazioni di
conservazione a partire dalla loro formulazione integrale, pertanto costituisce una forma generale per
risolverne il sistema di Eulero.
Il fatto di riscrivere nel discreto le equazioni di Eulero. partendo dalla loro formulazione integrale
conferisce al metodo di G. ma più in generale a tutti i metodi del tipo “shock capturing” , la capacità di
poter gestire l’evoluzione temporale di flussi in presenza di discontinuità.
In questa trattazione si procede con l’introduzione del metodo di G. del primo ordine in campo
monodimensionale per poi introdurre le modifiche necessarie ad estenderne l’applicabilità anche in
campo bidimensionale.
2.1 Metodo di Godunov
formulazione monodimensionale per un fluido costituito da una miscela di gas perfetti.
Per prima cosa si procede con l’integrare, in un intervallo finito, il sistema di Eulero (1.1.1) nel quale le
equazioni ci conservazione sono espresse in forma di divergenza:
( )
si ricorda che i vettori ed a seconda che si consideri un fluido composto da un so lo gas perfetto o
da una miscela di gas perfetti, sono definiti nel seguente modo:
caso monodimensionale per un fluido ad una sola specie
45
( )
caso monodimensionale per un fluido composto dalla miscela di due diverse specie di gas,
(modello Termodinamico Standard):
( )
Discretizzazione del dominio di definizione spazio temporale
o Il dominio d’integrazione spaziale viene suddiviso in n elementi discreti di uguale ampiezza
pari a
o Per la suddivisione del dominio d’integrazione temporale si utilizzano invece elementi la
cui ampiezza, come verrà dimostrato, dipenderà di volta in volta (ad ogni passo d’integrazione
temporale) dalla soluzione stessa, e da un opportuno coefficiente imposto dalla condizione di
stabilità.
Il volume d’integrazione finito è rappresentato dal seguente intervallo spazio temporale:
[
] [
]
A questo punto si procede con l’integrazione della (1.1.1) nell’intervallo appena definito:
∫ ∫ ( ( ) )
Si introducono la definizione di media spaziale e di media temporale delle grandezze ed ( )
rispetto agli intervalli d’ integrazione,
( (
))
pertanto l’integrale in esame assume la seguente forma:
{
} {
}
46
Si introducono ora le seguenti notazioni:
avendo considerato che per uno schema del primo ordine è corretto scrivere:
,
e quindi
Inoltre è comodo rappresentare con il rapporto tra le ampiezze degli elementi discreti :
Pertanto il sistema di Eulero ( ) integrato nell’intervallo discreto assume la seguente
formulazione,
, la quale nel caso in cui si consideri un modello del primo ordine, può essere scritta come:
( 2.1.1 )
, ed analogamente per esteso :
(
)
( 2.1.2 )
2.2 Metodo di Godunov, in campo bidimensionale:
Come discusso nel corso del precedente capitolo il problema dell’evoluzione di flussi in campo
bidimensionale è governato dal seguente sistema di Eulero
( 2.2.3 a)
L’ evoluzione nello spazio tempo del sistema ( 2.2.3 a), come anticipato nel paragrafo 1.3 , sarà
ottenuta approssimando il fenomeno come una sovrapposizione di onde piane.
47
Questo risulta possibile sulla base della linearizzazione introdotta, per la quale i coefficienti delle
matrici Jacobiane vengono considerati costanti nell’ intervallo discreto (spazio_temporale di volume
)
Cioè nel discreto la soluzione del sistema ( 2.2.3 a ) sarà vista come sovrapposizione delle soluzioni
prodotte dai due fronti d’onda piani, trattati l’uno indipendentemente dall’altro :
La precedente scrittura mette in evidenza il fatto che d’ora in poi si lavorerà separatamente lungo la
direzione x sfruttando le proprietà iperboliche relative alla matrice Jacobiana e lungo la
direzione y con le proprietà iperboliche relative alla matrice .
L’intervallo d’integrazione è rappresentato dal seguente dominio spazio temporale:
[
] [
] [
]
Il sistema ( 2.2.3 a) espresso in forma di divergenza nel caso di un onda piana assume la seguente
forma:
b
Per il quale con si indica il vettore delle quantità conservate, e con ( ) e ( ) i vettori dei flussi
generalizzati, rispettivamente in direzione x e y.
( )
( )
Se con gli indici e si indicano le coordinate discrete della generica cella di calcolo, il relativo
intervallo d’integrazione spaziale ha per estremi (
) e (
)
Si può a questo punto integrare il sistema b rispetto alla generica cella di calcolo:
48
∫
(
∫
)
(
∫
∫
)
(
∫
∫
)
Utilizzando la seguente definizione delle grandezze mediate per cella,
∫
(
∫
)
si assa a in a i sis ma is a ’in va m a i am i zza compreso tra gli
istanti di tempo discreti ed
∫ (
(
) (
))
(
)
(
)
( 2.2.4 a)
Si è quindi riscritto nel discreto quanto anticipato nel capitolo 2. La soluzione in termini di valor medio
per la generica cella al tempo è determinata dalla sommatoria tra il valor medio al tempo
e la sovrapposizione di quantità legate ai flussi all’interfaccia rispettivamente in direzione x ed y (da
ricavare per mezzo della soluzione di problemi di Riemann).
Si riporta di seguito l’espressione in forma compatta del sistema di Eulero in campo 2D riscritto nel
discreto sfruttando il metodo di Godunov
(2.2.4 b)
tenendo presente che ;
49
Scelta del :
Condizione di stabilità secondo il criterio di Courant Friedrics Levi :
si parte da una valutazione della stabilità in campo monodimensionale per poi estenderla al caso
bidimensionale:
dove rappresenta la massima pendenza delle direzioni caratteristiche valutata tra
tutte le celle di calcolo al tempo n .
o Caso 1-D ma | |
j=1,…,N
o Caso 2-D ma | |
⋃ma | |
j=1,…,M ; i=1,…,N
Con si rappresenta il coefficiente C.F.L. (Courant Friedrics Levi).
Al fine di ottenere la stabilità della soluzione si dovrà porre:
o Caso 1-D c (2.2.5 a)
o Caso 2-D c
condizione di Runghe Kutta (2.2.5 b)
Per semplicità di notazione nel seguito della trattazione discreta si utilizzerà in luogo di .
Definizione del modello Termodinamico Standard nel discreto
È possibile ora definire con completezza il modello T.S. in campo discreto:
il sistema di equazioni di bilancio assume la forma seguente:
o monodimensionale per una miscela composta da due gas:
{
(
)
(
)
(2.2.6 a)
50
o bidimensionale ( onda piana in direzione x) per una miscela composta da due gas:
{
(
)
(
)
(2.2.6 b)
o bidimensionale ottenuto come sovrapposizione di onde piane per una miscela di due gas :
{
(
) (
)
(
)
(2.2.6 c)
Nel seguito della trattazione si studierà in primis il sistema (2.2.6 a) e quindi il problema dal punto di
vista monodimensionale, infine i risultati saranno ottenuti conseguentemente anche per i sistemi
(2.2.6 b) e (2.2.6 c), con semplici considerazioni aggiuntive.
È utile introdurre le seguenti notazioni
o def: media aritmetica temporale relativamente alla cella j:
( 2.2.7 a)
o def: media aritmetica spaziale nella cella j al tempo :
( 2.2.7 b)
51
o def: derivata temporale nella cella j al tempo :
( 2.2.8 a)
o def: derivata spaziale nella cella j al tempo :
( 2.2.8 b)
Conseguentemente risultano valide anche le seguenti scritture:
( 2.2.9 a)
Nella quale per semplicità di notazione si è posto :
( 2.2.9 b)
Pertanto è possibile sviluppare le equazioni di bilancio del sistema (2.2.6 a) nel seguente modo:
equazione di bilancio della massa:
Equazione di bilancio della quantità di moto:
che sfruttando l’equazione di bilancio della massa: ( )
si può riscrivere nella forma:
52
Equazione di bilancio dell’energia totale per unità di volume:
per la quale si esprimono per esteso i termini relativi all’energia e all’entalpia totale per unità di
volume
(
) (
)
e ricordando la definizione della variabile “eta” ,
:
(
) (
)
Si sono ottenute quindi le equazioni che rappresentano il modello T.S. discreto nel caso 1D :
{
(
) (
)
(2.2.10 a )
, e similmente il modello T.S. discreto relativo al fenomeno di propagazione di un’onda piana:
{
(
) ( (
))
(2.2.10 b)
53
2.3 Studio di una discontinuità di contatto non stazionaria isolata con il modello T.S.
In questo paragrafo l’attenzione è rivolta allo studio dell’evoluzione di una discontinuità di contatto
non stazionaria per un flusso composto da una miscela di gas. Si passerà pertanto a dimostrare come
in generale il modello T.S. nella sua formulazione discreta, ottenuta con un metodo numerico di tipo
“shock capturing”, già al primo passo d’integrazione temporale, restituisca soluzioni affette da errore
in termini di pressione .
Caso 1D ci si riferisce pertanto al sistema ( 2.2.10 a ):
Una discontinuità di contatto non stazionaria impone le seguenti condizioni:
Le condizioni iniziali in termini di vettore delle variabili di stato nell’ipotesi che la d. di c. al tempo
sia collocata tra la generica cella e la cella adiacente sono le seguenti:
_esima cella a sinistra della cella (compresa)
_esima cella a destra della cella (compresa)
Si vuole ricavare la soluzione restituita dal modello T.S. espresso in base alla( 2.2.10 a ) a seguito di un
passo d’integrazione temporale. Come cella d’indagine si considera quella “etichettata” con
cioè quella alla destra della discontinuità di contatto sui dati iniziali.
Per prima cosa si vede cosa restituiscono le due equazioni di conservazione della massa espresse in
termini di densità parziali:
o Specie 1: c n izi n im s a a a i c
Si ottiene infine:
( 2.3.11 a)
54
o Specie 2: c n izi n im s a a a i c
Si ottiene infine:
(2.3.11 b)
A questo punto è possibile esprimere la soluzione in termini di densità di miscela:
ottenendo pertanto:
(2.3.11 c)
che poi rappresenta la soluzione al tempo nella cella restituita dall’equazione di bilancio:
Si è ora in grado di definire le concentrazioni strumento indispensabile per la chiusura del sistema di
Eulero discreto il momento in cui si scelga di utilizzare il modello T.S.
per definizione la concentrazione delle k-esima specie è data da:
Ed utilizzando le ( 3.1.6 a ) ,( 3.1.6 b ), è facile ricavare:
(2.3.12 a)
(2.3.12 b)
55
o Equazione di bilancio della quantità di moto:
Ricordando le notazioni introdotte ( 3.1.6 a ) e ( 3.1.6 b ), (
e
) , si
ottiene una pratica riscrittura dell’equazione di bilancio della quantità di moto :
(
)
per la condizione imposta dalla discontinuità di contatto si ha che , quindi:
(
) (
)
Che dal punto di vista fisico può essere soddisfatta se si impone,
(2.3.13)
o l’equazione di bilancio dell’energia partendo dalla definizione riportata nel sistema ( 3.1.8 a)
diventa:
(
) (
)
(
)
(
)
e tenendo presenti le (2.3.13 ) e le condizioni imposte dalla discontinuità di contatto, si
ottiene:
e per il bilancio della massa relativo alla miscela ottenuto nella
é utile introdurre la seguente quantità chiamata “sigma” , definita come:
56
e quindi per sostituzione si ottiene:
(2.3.14)
Riassumendo il sistema T.S. che regola la soluzione numerica per una miscela di gas nel caso di una
discontinuità di contatto è il seguente:
{
La ( 2.3.13 ) assicura l’assenza di oscillazioni spurie della variabile di stato rappresentante la velocità.
In generale in base alla ( 2.3.14 ) non si verifica lo stesso per l’altra variabile di stato, la pressione.
A tal fine è utile la riscrittura di quest’ultima in modo da esprimerla in termini di errore relativo:
partendo proprio dalla (2.3.14 ) ed introducendo la
si ottiene:
(
) (
)
Allo scopo di ricavare un’espressione dell’errore relativo si procede nel seguente modo:
E considerando che nel caso di una d. di c. è vera la seguente scrittura , si ottiene:
In quest’ultima si riconosce l’equazione del trasporto di :
57
(2.3.15)
È noto dalla ( 1.2.23 ) come per il metodo Termodinamico Standard l’espressione di “gamma” e quindi
conseguentemente anche di si ricavi a partire dalle concentrazioni, pertanto ricorrendo alle
(1.2.21 ), (1.2.22 ) e considerando che si ottiene:
∑ (
)
∑ ( )
espressione di eta che sostituita nella ( 3.2.13 ) :
( )
E quindi:
Per maggior praticità conviene riportarsi in termini di :
e per sostituzione si ottiene infine:
(2.3.16)
58
È la ( 3.2.16) l’equazione alla quale si fa riferimento per condurre lo studio sull’errore relativo della
pressione.
Sfruttando quest’ultima infatti è facile verificare come in generale il modello T.S. restituisca valori di
diversi da zero e di come pertanto in generale si ottenga nel caso di una d. di c. non
stazionaria:
In completo disaccordo con il fatto che la pressione nel caso della d. di c. debba conservare il suo
valore costante nel tempo in tutto il campo ( e pertanto anche a ridosso della discontinuità )
Esistono tuttavia dei casi particolari di discontinuità di contatto nei quali il modello T.S. attraverso la
( 3.2.16 ) restituisce risultati corretti in termini di pressione.
Condizioni sulla sigma:
o
tale condizione ha senso solo se ottenuta per e cioè nel caso in cui il flusso sia stazionario
o
cioè si va ad imporre un vincolo sull’ incremento tale che nella cella alla destra della
discontinuità di contatto sia presente la sola specie di gas imposta dalle condizioni iniziali di destra
ed analogo discorso a sinistra. Tale considerazione può essere tradotta facilmente in termini di
concentrazioni scrivendo:
e quindi:
( )
( )
In generale la discontinuità di contatto per un metodo di tipo “shock capturing” è catturata e non
inseguita, e nella cella j+1 (adiacente alla d. di c. ) al tempo n+1 si avrà sia che
59
Caso di un fluido monocomponente
Nel modello T.S. la è ricavabile per mezzo dei calori specifici nel seguente modo:
∑ (
)
∑ ( )
e considerando che per un fluido mono_componente:
e per sostituzione si ottiene:
Salto nullo sulla temperatura attraverso la discontinuità di contatto:
Considerando l’equazione di stato per i gas perfetti ( ), ed il fatto che per una
discontinuità di contatto =0, imporre equivale a imporre
Ovviamente è analogamente vero il viceversa:
Riepilogando, in generale la condizione che deve essere rispettata per non avere oscillazioni spurie
della pressione è la seguente:
Se questa condizione si sostituisce direttamente nella (2.3.14) si ottiene :
ed essendo in questo caso ed ovviamente anche , si ottiene semplicemente:
(2.3.17)
si è pertanto ricavato nel discreto un’equazione che rappresenta il trasporto della variabile .
60
La ( 3.2.17 )è la condizione che si deve imporre se non si vogliono avere errori in termini di oscillazioni
spurie della variabile di stato pressoria. Si osserva che tale equazione di trasporto è compatibile con la
relazione di salto ricavata alla fine del capitolo precedente.
Pertanto per non aver nel discreto errori in termini di pressione, la “eta” ( e quindi la “gamma” ) dovrà
essere ricavata sfruttando la (2.3.17) e non il criterio standard (che utilizza le concentrazioni).
Motivo per il quale non è possibile applicare il metodo standard per ricavare nel discreto una
soluzione corretta in termini di gamma, ma più in generale, in termini delle quantità costitutive di
miscela.
In realtà per il modello T.S. ,se si utilizza un metodo numerico di tipo “shock capturing”,in generale le
grandezze derivate non sono ben calcolate.
Il problema riguarda la forma assunta dalle grandezze di miscela ,ed in particolare del “gamma”
ricavato in funzione delle concentrazioni. Pertanto si può affermare che, pur verificandosi una certa
monotonicità sulle , questa non assicura la condizione necessaria per ottenere nel discreto il
corretto andamento del rapporto dei calori specifici necessario alla corretta valutazione della
pressione.
Caso di continuo per soluzioni regolari
Si considera l’equazione di conservazione della massa relativa alla k-esima specie:
Sostituendo e sviluppando:
Che per l’equazione di conservazione della massa :
e quindi:
Ora si passa a valutare le relazioni di salto:
[ ] [ ]
61
[ ] [ ]
[ ] [ ] [ ] [ ]
e considerando la relazione di salto associata all’equazione di conservazione della massa:
[ ] [ ]
Nel caso di una discontinuità di contatto è possibile scrivere in luogo di :
[ ]
quindi il salto delle concentrazioni non dipende da .
Si procede ora col mettere in evidenza l’equazione che governa il trasporto delle per il modello T.S.
in campo discreto.
sviluppando,
Si ricorda che,
,
allora è possibile scrivere :
per la quale risulta nulla
La quale non costituisce un semplice trasporto e soprattutto non rappresenta il modo utilizzato dal
modello T.S. per ricavare le concentrazioni nel discreto.
62
Discontinuità di contatto o linea di scorrimento:
Un’osservazione aggiuntiva necessaria alla descrizione di una discontinuità di contatto nel caso in cui
si consideri un’onda piana, riguarda il salto della velocità trasversale.
o se è corretto parlare di discontinuità di contatto;
o se è invece più corretto parlare di “linea di scorrimento”
2.4 Modelli discreti corretti
Considerati gli errori restituiti dal modello T.S. in termini di pressione (al primo passo d’integrazione
temporale) nasce l’esigenza di formulare nuovi modelli.
A questo punto si sfrutta quanto trattato in materia di relazioni di salto, ( paragrafo 1.5), al fine di
introdurre uno o più modelli in grado di ricavare correttamente le grandezze derivate.
Modelli Eta Conservativi:
Si è dimostrato nel paragrafo 1.5 come la relazione di salto associata all’equazione di conservazione
dell’energia, possa essere riscritta attraverso il seguente sottosistema, per il quale le due equazioni
devono essere soddisfatte contemporaneamente:
{(
) [ ]
[ ] [ ] [ ] [ ]
Tale sistema andrà ad assumere, nel caso di una discontinuità di contatto, la seguente forma
specifica:
[ ]
Si vuole pertanto ,a partire dall’equazione di bilancio dell’energia in campo discreto, ottenere una
formulazione in grado di far emergere la condizione ottenuta nell’ambito delle relazioni di salto:
63
(
) (
)
(
) ( (
) )
tale equazione di bilancio pertanto sarà soddisfatta se sono nulli separatamente i seguenti termini :
(2.4.18)
(
) ( (
))
(2.4.19)
Ottenendo il seguente sottosistema:
{
(
) ( (
))
Da osservare che il seguente sistema nei casi di urto e di discontinuità di contatto sarà caratterizzato
da una sola equazione:
o infatti nel caso di un urto la prima equazione sarà identicamente nulla;
o nel caso di una d. di c. la prima sarà proprio l’equazione di trasporto cercata
, mentre sarà la seconda ad essere identicamente nulla.
La precedente riscrittura dell’equazione di conservazione dell’energia consente di definire unitamente
alle altre equazioni di bilancio il modello denominato Eta_Conservativo_Implicito.
64
Eta_Conservativo_Implicito:
o caso 1-D ,miscela di due gas:
{
(
)
(
)
(
) ( (
))
(2.4.20 a)
o Caso 2-D “onda piana in direzione x” per la miscela di due gas:
{
(
)
(
)
(
) ( (
))
(2.4.20 b)
Il modello in questione è di tipo implicito in quanto le ultime due equazioni di bilancio rappresentanti
l’equazione di conservazione dell’energia per unità di volume, sono poste tra loro in forma implicita.
Infatti dipende da
e viceversa dipende da
.
Introducendo nella terza e nella quarta equazione del sistema (2.4.20 a) o nella quarta e nella quinta
del sistema (2.4.20 b) le seguenti approssimazioni:
e cioè andando a confondere la media spaziale delle grandezze con la media temporale, si riesce a
disaccoppiare le ultime due equazioni, ottenendo così una versione esplicita del modello E.C.I. che
prenderà appunto il nome di modello Eta_Conservativo_Esplicito:
65
Eta_Conservativo_Esplicito
caso 1-D:
{
(
)
(
)
(
) ( (
))
(2.4.21 a)
Altro modello d’interesse ottenuto anch’esso a partire dal E.C.I. è quello proposto da Abgrall e Karni,
imponendo la seguente approssimazione
Abgrall_Karni
{
(
)
(
)
(2.4.22 a)
Modello coincidente al E.C.E. ad eccezione dell’equazione di bilancio dell’energia che qui è riportata
nella sua formulazione standard.
Si nota inoltre come la struttura del modello A.K. sia sostanzialmente la stessa del modello T.S. ma in
questo caso la chiusura viene effettuata per mezzo della determinata grazie all’equazione di
trasporto:
Per una discontinuità di contatto e la assume la forma:
e quindi la condizione che si deve imporre se non si vogliono avere oscillazioni spurie di pressione.
66
Un’ importante considerazione da fare riguarda la chiusura dei sistemi appena introdotti. Come
discusso precedentemente per il modello T.S. (sia nella formulazione continua che discreta), la
chiusura avviene mediante l’equazione di stato per esteso, dove per ricavare il rapporto dei calori
specifici si utilizza la ( 1.2.23 ) ,ed è quindi necessario ricavare le concentrazioni e quindi utilizzare
tante equazioni di bilancio della massa (riferite alle densità parziali) quante sono le specie di gas.
Nel caso dei modelli “discreti corretti” appena introdotti il rapporto dei calori specifici si ricava in
funzione di ottenuta per mezzo della sua equazione di evoluzione imposta dal soddisfacimento
dell’equazione di bilancio dell’energia.
Pertanto per lo studio di fluidi costituiti da miscele di gas nei modelli “eta conservativi” , non è
necessaria la stesura di tante equazioni di conservazione della massa (in termini di densità parziali)
quante le specie di gas presenti.
Altro discorso riguarda il calcolo della temperatura, in effetti per i modelli E.C.I. ,E.C.E., ed A.K. è
necessario sviluppare una procedura a parte, che consenta di determinare la costante R di miscela.
A tale scopo è necessario aggiungere al sistema di equazioni l’equazione di trasporto del peso
molecolare in forma non conservativa:
, e conseguentemente in termini discreti:
(2.4.24)
Una volta ricavato il peso molecolare della miscela è possibile ricavare la costante R della miscela
proprio utilizzando la definizione:
Quindi la struttura assunta dai modelli “eta conservativi” è la seguente :
caso 1-D per una miscela di gas:
Eta_Conservativo_Implicito ( con determinazione della temperatura)
{
(
) ( (
))
(2.4.25)
67
Eta_Conservativo_Esplicito ( con determinazione della temperatura)
{
(
) ( (
))
( 2.4.26 )
Abgrall_Karni ( con determinazione della temperatura)
{
(2.4.27)
Caso di un’onda piana:
Eta_Conservativo_Implicito “onda piana” ( con determinazione della temperatura)
{
(
) ( (
))
(2.4.28)
Eta_Conservativo_Esplicito “onda piana” ( con determinazione della temperatura)
{
(
) ( (
))
(2.4.29)
Abgrall_Karni “onda piana” ( con determinazione della temperatura)
68
{
(2.4.30)
Studio di una discontinuità di contatto isolata con i modelli E.C.I. , E.C.E. , A.K.
Le condizioni da imporre nei sistemi ( 2.4.25 ), ( 2.4.26 ), ( 2.4.27 ) sono:
Equivalenza dei metodi E.C.I. , E.C.E. , A.K. . per una d. di c.
Si comincia col ricavare la struttura assunta dal modello Eta_Conservativo_Implicito nel caso in cui si
voglia studiare una discontinuità di contatto isolata e non stazionaria:
l’equazione di conservazione della massa diventa,
Per l’ equazione di conservazione della quantità di moto, si procede con il seguante sviluppo:
e sfruttando l’equazione di conservazione della massa , si ottiene:
ed imponendo le condizioni e
69
Infine ricordando che
e che
, si ottiene:
(
)
e quindi:
Ponendo , , nella terza equazione del sistema ( 2.4.25 ) si ottiene:
(
) (
)
e ricordando l’ equazione di conservazione della massa, , si ottiene:
La quarta equazione ,considerando le condizioni imposte dalla discontinuità di
contatto , , ,
L’ultima equazione, rappresentante il trasporto del peso molecolare resta invariata.
Il modello E.C.I. nel caso di una discontinuità di contatto isolata e non stazionaria assume la forma:
70
{
ed utilizzando la notazione:
{
Il modello E.C.E. differisce dal modello E.C.I. per la terza e la quarta equazione di bilancio,
di seguito riportate:
(
) ( (
))
e analogamente a quanto svolto per il modello E.C.I. :
imponendo , ,
la terza restituisce e di conseguenza:
Mentre la quarta per il fatto che sono nulle le seguenti variazioni , ,
potendo scrivere:
71
Si è quindi dimostrato come il modello E.C.E. coincida con il modello E.C.I. nel caso di una
discontinuità di contatto.
Modello A.K.:
anche il modello A.K. differisce dal E.C.I. per la formulazione della terza e della quarta equazione di
bilancio ma anche in quest’ultimo per una discontinuità di contatto assume la forma ( 2.4.31 )
Da osservare il come nei modelli E.C.I. ed E.C.E. la condizione sia verificata direttamente dalla
terza equazione di bilancio, indipendentemente dall’ equazione imposta per determinare il parametro
di miscela.
Nel modello A.K. invece la condizione è subordinata alla soluzione della quarta equazione di
conservazione essendo la terza essenzialmente l’equazione di conservazione dell’energia nella sua
forma standard.
Concludendo tutti e tre i modelli nel caso di una discontinuità di contatto non stazionaria sono
rappresentati dal sistema ( 2.4.31)
{
72
3.5 Modello G.A.K. :
Si sfruttano i seguenti tre modi tra loro equivalenti di esprimere l’energia interna per unità di volume:
( 2.5.32 )
Dove si sono introdotte le seguenti definizioni:
( 2.5.33 )
Si procede similmente a quanto fatto per il metodo E.C.I. , e quindi partendo dall’equazione di bilancio
dell’energia espressa nella sua formulazione standard, si andranno di volta in volta a sostituire le
(2.5.32) .
Si ricorda che l’espressione dell’equazione di conservazione dell’energia in campo discreto e nella
formulazione standard è la seguente:
Si ricorda inoltre che:
, e quindi per sostituzione:
(
) (
)
a questo punto si procede col sostituire al posto di le equivalenti quantità riportate nelle ( 2.5.32 )
73
Sostituendo :
si ottiene quanto già descritto in precedenza, e cioè il fatto che l’equazione di conservazione
dell’energia è soddisfatta se sono verificate separatamente le due equazioni del sistema:
{ (
) ( (
))
( 2.5.34 a )
,e sfruttando l’approssimazione proposta da A.K.
, la seconda equazione del sistema restituisce l’equazione del trasporto di eta
( 2.5.34 b )
Sostituendo si ottiene:
(
) (
)
Questa volta l’obiettivo è quello di ottenere l’ equazione di evoluzione di in forma
conservativa:
(
) (
)
Che risulta verificata se è verificato il sistema:
{
(
) (
)
( 2.5.35 a )
e nell’ ipotesi che sia , cioè introducendo un’approssimazione che confonde la media
spaziale di con la media temporale, la prima equazione del sottosistema diventa :
74
( 2.5.35 b )
, che rappresenta quanto cercato e cioè l’equazione di evoluzione di
Sostituendo si ottiene:
(
) (( )
)
E sviluppando anche in questo caso con l’idea di ricavare un’ equazione di evoluzione per di
tipo conservativo :
(
) (
)
Che risulta verificata se entrambe le equazioni del sistema sono verificate:
{
(
) (
)
( 2.5.36 a )
anche in questo caso ipotizzando si ottiene per la prima:
( 2.5.36 b )
Anche in questo caso un’ equazione di evoluzione.
Formulazione di tipo non conservativo (valido solo nel caso di discontinuità di contatto):
Andando a sostituire si ottiene:
(
) (
)
questa volta l’obiettivo è quello di ottenere l’ equazione di evoluzione di in forma non conservativa:
75
(
) (
)
Che risulta verificata se è verificato il sistema:
{
(
) (
)
( 2.5.37 a )
e similmente a quanto ipotizzato da A.K.
si ottiene per la prima:
( 2.5.37 b )
E quindi un’ equazione del trasporto per la
Andando a sostituire si ottiene:
(
) (
)
sviluppando:
(
) (
)
Che risulta verificata se è soddisfatto il sistema:
{
(
) (
)
e con l’ipotesi :
76
ottenendo un’equazione di trasporto per la .
Per lo studio della soluzione in termini di e di la strada corretta da intraprendere è quella di
utilizzare le equazioni in forma conservativa in quanto non avrebbe senso in generale trattare la
evoluzione temporale di queste due grandezze utilizzando una forma non conservativa e quindi per
mezzo di un semplice trasporto come fatto per la . In effetti sia la che la sono funzione oltre che
dei parametri costitutivi della miscela anche della densità ; , e quindi
un’equazione di trasporto non riuscirebbe a simulare correttamente la soluzione nel caso in cui si
abbia a che fare con problemi di Riemann. Le quantità costitutive in effetti attraverso un’ espansione
o un urto non variano, ma la densità si ( eq. di Poisson e di compatibilità per l’espansione e R.
Hugoniot per l’urto ).
Ovviamente per quanto anticipato si può facilmente dimostrare come per lo studio di una
discontinuità di contatto non stazionaria ed isolata ( assenza di espansioni e/o di urti) le due
formulazioni ( conservativa e non conservativa ) siano perfettamente equivalenti.
Si può ora passare a definire il seguente modello termodinamico, denominato G.A.K. (Abgrall Karni
generalizzato) :
{
( 2.5.39 a )
Per completezza si riporta anche la versione nella quale le equazioni di evoluzione di e di hanno
forma non conservativa, valida solo per lo studio di una discontinuità di contatto non stazionaria.
{
( 2.5.39 b )
77
Modello G.A.K. e chiusura del sistema di equazioni di Eulero
Tale modello è di notevole importanza in quanto dimostra come in realtà anche il sistema di Eulero
nel discreto per una miscela di gas se correttamente formulato sia chiuso e il come oltretutto non si
debbano aggiungere altre equazioni di trasporto per la determinazione della temperatura, come
risulta invece necessario per i modelli eta conservativi precedentemente studiati.
Con il modello G.A.K. è stato trovato un modo per chiudere il sistema di Eulero ( rispetto alle variabili
) utilizzando le sole informazioni contenute nelle equazioni di bilancio della massa, della
quantità di moto e dell’ energia totale.
Si nota che entrambi i sistemi ( 2.5.39 a ) e ( 2.5.39 b ) presentano una ridondanza legata
all’introduzione dell’equazione di evoluzione della variabile “zita” , quantità utilizzata per ricavare
correttamente la soluzione in termini di velocità del suono.
In effetti per garantire la chiusura e quindi la soluzione del sistema di Eulero in
sarebbero sufficienti le sole prime quattro equazioni e quindi:
{
Il precedente sistema infatti non presenta ridondanze, ma non consente di ottenere in generale
soluzioni corrette in termini di velocità del suono.
Il problema della ridondanza può tradursi nel fatto che il sistema ( 2.5.39 a ) “vede” due differenti
modi per definire la velocità del suono:
√
√
Tale questione non comporta problemi dal punto di vista della soluzione numerica, in quanto può
essere aggirata scegliendo a priori di ottenere la velocità del suono utilizzando unicamente la (2) , e
cioè la strada che consente di ottenere una soluzione corretta.
La gestione della ridondanza all’interno del solutore di Riemann, (necessario alla valutazione dei flussi
all’interfaccia) sarà invece argomento del prossimo capitolo (paragrafo 3.2).
78
Equazione di stato per il modello G.A.K. :
(
)
Entrambi i sistemi ( 2.5.39 a ), ( 2.5.39 b ) nel caso di una d. di c. assumono la seguente forma:
{
( 2.5.40 )
Dove .
3.6 Studio di una d. di c. non stazionaria con i modelli E.C.I. , E.C.E., A.K. .
Si procede ora con l’applicare i modelli eta conservativi al caso di una discontinuità di contatto isolata.
La soluzione sarà ricavata al primo passo d’integrazione temporale, e valutata nelle celle adiacenti la
discontinuità al fine di verificare o meno la correttezza della soluzione numerica.
Come dati in input saranno introdotte le seguenti condizioni iniziali (che unitamente alle condizioni
) rappresentano dei casi particolari di discontinuità di contatto:
79
L’interfaccia presa in considerazione sarà la , compresa tra la cella e la cella , mentre
per il passo d’integrazione temporale si considera quello compreso tra gli istanti di tempo n ed
n .
Condizioni iniziali:
celle alla sinistra della discontinuità di contatto e quindi alla sinistra dell’interfaccia :
celle alla destra della discontinuità di contatto e quindi alla destra dell’interfaccia :
Si passa ora a valutare la forma assunta dal sistema ( 2.4.31 ) dopo un passo d’integrazione
temporale.
Per la prima equazione del sistema riguardante il bilancio della massa si procede nel seguente modo:
si considera la densità riferita alla cella j+1 (a destra dell’ interfaccia j+1/2 ) al tempo n+1
(
)
nella quale si introducono le condizioni iniziali ( per n=0) :
ottenendo quindi :
che può anche essere riscritta come :
80
Per la seconda e la terza equazione , si ottiene direttamente:
Mentre la quarta e la quinta procedendo analogamente a quanto fatto per la massa
restituiscono :
Quindi il sistema ( 2.4.31 ) nel caso in cui si voglia ricavare la soluzione nella cella j+1 (a destra
della discontinuità) dopo un passo d’integrazione temporale assume la seguente forma:
{
( 2.6.41 )
Caso a) Sia nullo il salto della temperatura attraverso la discontinuità di contatto:
Considerando l’equazione di stato dei gas perfetti ed il fatto che attraverso la discontinuità di
contatto è nullo il salto di pressione :
La soluzione in termini di temperatura ad un generico istante di tempo può essere
ricavata per mezzo dell’equazione di stato:
81
e nel caso in cui la soluzione si voglia ottenere al tempo n=1
dove come imposto dal sistema ( 2.6.41 ).
La p al tempo è esprimibile (utilizzando l’equazione di stato) in funzione della quantità
e quindi:
per la quale se non si vogliono avere oscillazioni spurie di temperatura bisogna imporre:
e tale condizione sarà verificata se:
Ma il valore di è noto dalla ( 2.6.41 )e sostituendo:
e quindi si ottiene:
82
che può essere riscritta in termini di peso molecolare considerando che :
Si è ricavata l’equazione del trasporto del peso molecolare, contenuta nel sistema ( 2.6.41 ),
dimostrando quindi come i modelli “eta conservativi” presi in esame, siano in grado di simulare
correttamente una d. di c. con distribuzione uniforme della temperatura.
Caso b) Sia nullo il salto dell’energia interna per unità di massa attraverso la discontinuità di contatto:
(
) (
)
Dove ovviamente essendo
(
)
(
)
(
)
(
)
La pressione al tempo n=0 è esprimibile in funzione del rapporto :
(
)
e quindi è possibile scrivere:
(
)
per la quale se non si vogliono avere oscillazioni spurie di energia interna per unità di massa
bisogna imporre:
83
condizione verificata se si impone:
(
)
e moltiplicando a destra e a sinistra per ,
(
)
, per la quale, sostituendo l’espressione ottenuta per , è possibile ricavare:
(
)
, e dividendo a destra e a sinistra per :
( )
si è quindi ottenuta l’equazione del trasporto della “eta”, contenuta nel sistema ( 2.6.41 ).
Pertanto i modelli E.C.I. , E.C.E. ed A.K. simulano correttamente l’evoluzione di una discontinuità di
contato nel caso particolare di salto nullo sull’energia interna per unità di massa.
Caso c) Sia nullo il salto dell’entalpia interna per unità di massa attraverso la discontinuità di contatto:
(
) (
) (
)
e tenendo conto che
(
)
(
)
(
)
(
)
84
Esprimendo p in funzione dell’ entalpia al tempo :
(
)
(
)
Per non avere oscillazioni spurie in termini di entalpia interna per unità di massa si deve imporre
la condizione:
che sarà verificata se:
(
)
(
)
E per la definizione :
(
)
( ) (
)
Ma per il legame che sussiste tra ed tale scrittura equivale all’equazione del trasporto per
contenuta nel sistema (2.6.41):
Anche in questo caso particolare di discontinuità di contatto ( ) i modelli E.C.I. , E.C.E. ed A.K.
restituiscono risultati corretti.
85
Caso d) Sia nullo il salto della velocità del suono attraverso la discontinuità di contatto:
per comodità di esposizione si può studiare analogamente il problema in termini di
(
)
ed essendo
(
) (
)
(
)
(
)
La velocità del suono al quadrato nella cella j+1 al tempo n=1 si può ricavare come:
Ed esprimendo la pressione in funzione di
(
)
(
)
e per escludere errori sulla velocità del suono al tempo :
Che sarà verificata se:
(
)
(
)
Nella quale sostituendo la prima equazione del sistema (2.6.41):
(
)
86
Tale equazione non è in generale verificata nei modelli E.C.I. , E.C.E. ed A.K.
In effetti nel discreto le equazioni di trasporto per “eta” e per “gamma” e quindi le
;
risultano equivalenti solo nei seguenti casi particolari :
o caso stazionario
o
o gas monocomponente
In generale i modelli E.C.I. , E.C.E. ed A.K. non simulano correttamente l’evoluzione di una
discontinuità di contato nel caso particolare di salto nullo sulla velocità del suono.
Caso e) Sia nullo il salto del calore specifico a volume costante attraverso la discontinuità di contatto:
(
)
Calore specifico nella cella j+1 al tempo n=1:
Calore specifico nella cella j+1 al tempo n=0:
Procedendo similmente a quanto fatto per le precedenti dimostrazioni:
ed imponendo
si ottiene :
che conviene esprimere in funzione del peso molecolare,
87
( )
( )
( )
( )
(
)
ed introducendo l’equazione del trasporto per il peso molecolare,
(
)
si ottiene :
Che è l’equazione di evoluzione di “eta” contenuta nel sistema (2.6.41)
Pertanto i modelli E.C.I. , E.C.E. ed A.K. simulano correttamente l’evoluzione di una discontinuità di
contatto nel caso particolare di salto nullo del calore specifico a volume costante attraverso la
discontinuità.
Caso f) Sia nullo il salto del calore specifico a pressione costante attraverso la discontinuità di
contatto:
(
)
Il calore specifico a pressione costante all’istante di tempo n=1 nella cella j+1 è ottenibile come:
Mentre all’istante di tempo n=0:
88
e procedendo similmente al precedente caso:
ed imponendo
si ottiene:
Esprimendo quest’ultima in termini di peso molecolare:
( )
( )
(
)
(
)
che è l’equazione di evoluzione di equivalente all’ equazione di evoluzione di “eta”.
Pertanto i modelli E.C.I. , E.C.E. ed A.K. simulano correttamente l’evoluzione di una discontinuità di
contatto nel caso particolare di salto nullo del calore specifico a pressione costante attraverso la
discontinuità.
Si può concludere affermando che, i tre modelli “eta conservativi” presi in considerazione, simulano
correttamente tutti i casi particolari di discontinuità di contatto analizzati ad eccezione del caso in cui
sia nullo il salto della velocità del suono.
89
2.7 Studio di una discontinuità di contatto utilizzando il modello G.A.K.:
Il modello G.A.K. nel caso di una discontinuità di contatto non stazionaria assume la forma ( 2.5.40 )
{
Si vuole pertanto verificare se il modello simuli correttamente il problema dell’evoluzione di una
discontinuità di contatto sui dati iniziali relativamente ai casi particolari presi in considerazione nel
precedente paragrafo:
Rispetto a quanto svolto nel paragrafo 3.6 ( modelli E.C.I. , E.C.E. , A.K. ) la dimostrazione risulta
analoga nei seguenti casi:
;
Mentre per i restanti casi la dimostrazione è simile dal punto di vista dell’ approccio ma ovviamente
diversa per quanto riguarda gli strumenti utilizzati.
caso a) discontinuità di contatto non stazionaria nel caso in cui si abbia allo stato iniziale
:
(
) (
)
(
)
(
)
( 2.7.42 )
90
L’equazione di stato permette di ricavare la temperatura in funzione di (o analogamente
utilizzando la definizione (2.7.42) in funzione di ).
(
)
( 2.7.44 )
Che valutata al tempo
(
)
( 2.7.45 )
Al tempo iniziale n=0 è possibile ricavare la pressione in funzione della e della (
)
(
)
e per quanto imposto dal sistema ( 2.5.40 )
, e sostituendo nella ( 2.7.44 ) :
(
)
(
)
La condizione che si deve imporre per non avere oscillazioni spurie di temperatura attraverso la
discontinuità di contatto è la seguente :
( )
e per l’equazione di evoluzione di “csi” :
91
( )
( )
( )
si è ottenuto che la condizione nel caso della discontinuità di contatto è retta dall’equazione
di trasporto per “eta”, contenuta nel sistema (3.4.22) (modello G.A.K.) il modello G.A.K. simula
correttamente un discontinuità di contatto non stazionaria di un fluido multispecie nel caso in cui sia
nullo il salto sulla temperatura.
caso b) discontinuità di contatto non stazionaria nel caso in cui si abbia allo stato iniziale
:
(
)
che per diventa:
(
) (
) (
) (
)
(
)
(
)
ed al tempo n=1 :
mentre al tempo n=0 è possibile esprimere la pressione in funzione di ed del rapporto
( )
( )
92
per non avere in output oscillazioni spurie in termini di velocità del suono bisogna imporre :
ne consegue che:
( )
E per l’equazione dell’evoluzione di “zita”
( )
( )
( )
anche in questo caso particolare si è ottenuta l’equazione di trasporto di .
Il modello G.A.K. pertanto, a differenza di quanto avviene per i modelli E.C.I. , E.C.E. , ed A.K., è in
grado si simulare correttamente una discontinuità di contatto anche nel caso particolare di salto della
velocità del suono nullo.
caso c) discontinuità di contatto non stazionaria nel caso in cui si abbia allo stato iniziale
:
(
) (
) (
)
(
)
(
)
Il calore specifico a volume costante nella cella j+1 al tempo n=1 :
( 2.7.46 )
Mentre al tempo n=0 è esprimibile come :
( )
93
e moltiplicando quest’ultima a secondo membro della ( 3.7.28 ) si ottiene:
( )
per non avere oscillazioni spurie in termini di calore specifico a volume costante la condizione da
imporre è la
, si ottiene così :
( )
( )
( )
( )
, che rappresenta l’equazione di conservazione della massa, e quindi si è dimostrato come il modello
G.A.K. simuli correttamente una discontinuità di contatto anche in questo caso particolare.
94
Capitolo 3
Il problema di Riemann in questa trattazione ricopre un ruolo cardine in quanto da una parte
consente di ottenere la soluzione “esatta” (caso 1D o caso di onda piana), dall’altra costituisce uno
strumento necessario allo sviluppo del metodo di Godunov. In effetti come espresso nel corso del
capitolo 2 , la valutazione dei flussi all’interfaccia è subordinata alla soluzione di problemi di Riemann.
3.1 Problema di Riemann nel caso di un’onda piana.
L’algoritmo che governa il problema di Riemann nel caso in cui si voglia studiare l’evoluzione di
un’onda piana (caso particolare di un problema bidimensionale), per un fluido costituito da una
miscela di gas, è strutturalmente analogo a quello utilizzato per lo studio di un flusso
monodimensionale riferito ad una sola specie di gas.
Quanto affermato può essere dimostrato spostando l’attenzione sullo studio, dei sistemi di Eulero che
rappresentano i due problemi, in termini di proprietà iperboliche e di relazioni di salto.
Caso 1D fluido costituito da un solo gas:
{
(
) [
]
Caso di onda piana per un fluido multispecie:
{
(
) (3.1.2)
che può essere riscritta anche nel seguente modo andando a mettere in evidenza il trasporto delle
concentrazioni:
{
(
)
(3.1.3)
95
e quindi per il caso di nostro interesse (miscela di due specie di gas) :
{
(
)
(3.1.4)
La concentrazione della specie 2 è ottenibile dalla (1.2.14)
In riferimento ai sistemi (3.1.1) e (3.1.4) si passa ora ad analizzarne le proprietà iperboliche.
caso 1D :
{
caso 2D (onda piana):
{
Il fatto che entrambi i sistemi siano iperbolici ne consente una riscrittura lungo le direzioni
caratteristiche (ottenimento delle equazioni di compatibilità).
Grazie alla determinazione delle equazioni di compatibilità è ora possibile valutare con facilità le
proprietà che regolano l’espansione.
In effetti si ricorda che il fenomeno dell’espansione in campo 1D non stazionario è governato dalle:
{ q azi n i c m a ibi i n a i zi n ca a is ica
q azi n i iss n
nel caso di un’espansione sulla famiglia di linee caratteristiche
q azi n i c m a ibi i n a i zi n ca a is ica
q azi n i iss n
nel caso di cui l’espansione sia sull’altra famiglia di linee caratteristiche
96
Il caso di un’onda piana per un fluido costituito da due specie di gas differisce dal precedente per
l’aggiunta delle due equazioni di trasporto rispettivamente delle concentrazioni e della velocità
trasversale all’onda, e quindi delle:
Tali equazioni regolano il trasporto delle quantità e lungo la direzione traiettoria della particella,
pertanto e resteranno invariate a prescindere dal fatto che la particella aumenti la sua velocità
(andando da monte a valle dell’ espansione).
Relazioni di salto:
Anche in considerazione di quanto restituito dalle relazioni di salto si evince come i due sistemi siano
sostanzialmente analoghi ad eccezione del fatto che per il caso di un’onda piana si dovranno
considerare due relazioni in più, quella che governa il salto di una delle due concentrazioni e quella
che rappresenta il salto della velocità trasversale. Tale argomento è stato ampiamente discusso nel
capitolo 1, ma per maggiore chiarezza verranno di seguito riportati i risultati in termini [ ] e di [ ] :
Per la k-esima concentrazione si avranno le seguenti condizioni:
discontinuità di contatto [ ]
urto [ ]
Anche per quanto riguarda le relazioni di salto che regolano il comportamento della componente
della velocità trasversale (all’onda), il discorso è essenzialmente lo stesso:
discontinuità di contatto [ ]
urto [ ]
Sulla base di quanto restituito dallo studio delle caratteristiche iperboliche del sistema e delle
relazioni di salto, si può concludere come l’unico caso nel quale sia le concentrazioni che la velocità
trasversale possono variare sia attraverso una discontinuità di contatto.
Considerando la rappresentazione grafica sul piano fisico x,t di un generico tubo d’urto, è possibile
inquadrare per via schematica quanto appena descritto.
97
Concludendo si può affermare come il problema di Riemann relativo all’evoluzione di una
discontinuità sui dati iniziali (costanti a tratti), in riferimento al caso di un’onda piana per un fluido a
due specie di gas, sia chiuso in p,u, e analogamente al caso di un flusso monodimensionale per
un fluido monocomponente.
Algoritmo del “solutore di Riemann” caso 1D:
Come noto il sistema ondoso generato da un generico problema di Riemann, può essere del tipo :
o RCR
o RCS
o SCR
o SCS
Se si considerano i seguenti dati in input la procedura è articolata nel
seguente modo:
98
1. Si determina una stima di prima approssimazione della velocità della discontinuità di contatto:
( (
))
(
)
per la quale:
(
)
{
2. Inizio di un ciclo iterativo:
o Espansione (governata dalla Poisson e dall’equazione di compatibilità lungo la direzione
caratteristica che attraversa l’onda)
o Urto (governato dalle Rankine Hugoniot):
Espansione a sinistra (sulle linee caratteristiche u-a): (procedura attivata se
)
dati in input
dove : mentre è la stessa andando da monte a valle dell’espansione.
eq di compatibilità che attraversa le u-a:
Poisson:
(
)
99
Direzioni sul piano fisico dei fronti d’onda:
Espansione a destra (sulle linee caratteristiche ) (procedura attivata se
)
dati in input
dove : mentre è la stessa andando da monte a valle dell’espansione.
Eq di compatibilità sulle direzioni caratteristiche a che attraversano le a
Poisson:
(
)
Direzioni sul piano fisico dei fronti d’onda:
100
Urto a sinistra: (procedura attivata se
)
dati in input
dove : mentre è la stessa andando da monte a valle dell’urto per quanto imposto dalle
relazioni di salto, (non esiste variazione di composizione attraversando un urto)
Rankine Hugoniot:
√ (
)
√(
)
Direzione sul piano fisico dell’urto:
Urto a destra: (procedura attivata se
)
dati in input
dove : mentre è la stessa andando da monte a valle dell’urto per quanto imposto
dalle relazioni di salto, (non esiste variazione di composizione attraversando un urto)
Rankine Hugoniot:
√ (
)
101
√(
)
Direzione sul piano fisico dell’urto:
3. Aggiornamento della velocità della discontinuità di contatto all’ iterata k+1 (metodo delle tangenti
Newton-Rapson)
4. Convergenza della soluzione e logica di uscita:
dato un piccolo a piacere si uscirà dal ciclo iterativo se:
|
|
Altrimenti si aggiorna l’indice d’iterazione e si ritorna al punto 2.
5. Una volta ultimati i cicli iterativi la soluzione nei settori 2 e 3 è nota in a , è necessario
pertanto al fine di completare la determinazione delle variabili fondamentali ricavare la densità:
per le quali ovviamente risulta:
102
3.2 Solutore di Riemann per il modello G.A.K.
Come trattato nel capitolo 2, il nuovo modello presenta un eccesso di equazioni rispetto al numero di
variabili.
Dal punto di vista numerico il problema non crea ambiguità in quanto si sceglie a priori di ottenere la
soluzione in termini di velocità di propagazione dei disturbi sfruttando l’ultima equazione del sistema
( 2.5.39 a ) e quindi in funzione dell’energia interna per unità di volume e di “zita”.
Lo stesso ragionamento non è sufficientemente valido il momento in cui si debba passare attraverso
l’algoritmo “Solutore di Riemann”. La struttura del solutore di Riemann, in effetti è chiusa rispetto alle
variabili e considera la velocità del suono attraverso la definizione :
√
Si ricorda che per i modelli “eta conservativi”, ma anche per il G.A.K. , il rapporto dei calori specifici è
ricavabile attraverso “eta”:
Per il modello G.A.K. in virtù del fatto che esistono due modi di definire la velocità di propagazione dei
disturbi, si può procedere secondo due tipologie d’inserimento dei dati in input:
o Criterio tradizionale: vengono passate al solutore di Riemann le grandezze necessarie a
chiudere il P.R. :
o Criterio basato sul modello G.A.K. che fornisce al solutore di Riemann altre due variabili di
campo, , e quindi complessivamente:
L’eccesso di equazioni rispetto al numero delle variabili per quanto riguarda il modello G.A.K. , può
tradursi nel fatto che il modello G.A.K. è in grado di vedere la velocità di propagazione delle
perturbazioni in due modi differenti:
√
103
√
Nel primo caso d’inserimento, criterio tradizionale, si trascura a priori la definizione , e si passa
a ridefinire all’interno della procedura solutore di Riemann la velocità del suono a partire dalle
grandezze di campo e quindi come:
√
che poi ovviamente coincide con la definizione ,(quella “scartata” da G.A.K.)
Così operato si è escluso il problema della ridondanza all’interno de solutore di Riemann, e dal punto
di vista della soluzione si può procedere tradizionalmente, percorrendo l’algoritmo riportato nel
precedente paragrafo in quanto vengono utilizzate le sole variabili necessarie e sufficienti alla
chiusura del problema di Riemann.
o Secondo criterio d’inserimento, (metodo G.A.K.) :
si inserisce nel problema di Riemann la definizione (3.2.6) e si sceglie di gestire la ridondanza
all’interno del solutore stesso. La ridondanza è presente in quanto il problema di Riemann è
naturalmente chiuso in grandezze che vedono la velocità di propagazione dei disturbi
in termini della (3.2.5).
Si dimostra come la compresenza di due definizioni della velocità di propagazione dei disturbi,
imponga un’opportuna modifica della procedura risolutiva del solutore di Riemann.
Ragionando per il momento in termini di condizioni iniziali, si procede col ricavare un’espressione
della (3.2.6) in grado di far emergere il rapporto , al fine di poterla mettere a confronto con la
(3.2.5):
√
c T
T
e se si definisce:
, si ottiene l’espressione di cercata:
104
√
√
per la quale le variabili sono le stesse variabili di campo contenute nella (3.2.1).
Dal precedente studio si conclude che il rapporto è esprimibile in due differenti modi a seconda
che si scelga il criterio d’inserimento tradizionale o il criterio suggerito dal modello G.A.K. :
a
Pertanto si è ricavata la condizione che dovrà essere imposta, al termine della procedura iterativa, per
ricavare correttamente la densità:
o per il criterio d’inserimento tradizionale la densità sarà ricavata dalla:
a
o mentre per il criterio d’inserimento indicato dal modello G.A.K. si userà la:
Ora si vuole dimostrare come sia il metodo tradizionale, che quello imposto dal modello G.A.K.
restituiscono soluzioni praticamente sovrapponibili tra loro.
La dimostrazione nel caso di una discontinuità di contatto isolata verrà ottenuta algebricamente,
mentre per il caso più generale (presenza di urti o di d. di c. ) sarà ottenuta attraverso una simulazione
numerica.
o Caso di una discontinuità di contatto:
verranno coinvolte le sole procedure:
“espansione a sinistra” per una discontinuità di contatto che propaga verso sinistra
“espansione a destra” “ “ “ “ che propaga verso destra
Nel caso di una discontinuità di contatto gli stati 2 e 3 coincidono banalmente con gli stati 1 e
4.
105
Pertanto essendo non verrà percorso il ciclo iterativo, e le procedure
“espansione a sinistra” ed “espansione a destra” restituiranno direttamente:
Si procede con il calcolo della densità:
a sinistra della discontinuità di contatto:
a destra della discontinuità di contatto :
Nel caso di una discontinuità di contatto si è pertanto dimostrato come entrambi i criteri
d’inserimento dati, al solutore di Riemann, tradizionale e G.A.K., restituiscano soluzioni coincidenti in
termini di .
o Caso generale del problema di Riemann (presenza di un generico sistema ondoso):
A titolo di esempio si considera il problema relativo ad un’espansione sulla famiglia di linee
caratteristiche a . Tale fenomeno risulta governato dalle:
(
)
(
)
106
Mettendo a confronto i due tipi di inserimento è possibile dimostrare come, in questo caso, la
pressione ottenuta con l’inserimento G.A.K. sia diversa dalla ottenuta con l’inserimento
tradizionale. In effetti:
essendo si otterranno:
(
)
(
)
per le quali ovviamente
Un discorso analogo si manifesta anche per l’espansione sull’altra famiglia di linee caratteristiche ed
ovviamente anche per quanto riguarda il caso di un urto (che impone l’utilizzo delle R.H.)
Una stima di quanto le grandezze si discostino dalle (o viceversa), può essere condotta
direttamente per via numerica.
Le seguenti informazioni sono relative al test SRM per il quale per una discussione più dettagliata si
rimanda al capitolo 5. In questa sede ci si limita solamente a valutare le differenze in termini di
soluzioni, restituite dai due diversi tipi di inserimento di dati nella procedura “solutore di Riemann”.
Ai primi passi d’integrazione temporale i due criteri d’inserimento restituiscono in output valori
praticamente identici. Una certa variazione tra le grandezze diventa apprezzabile, se pur minima, al
10° passo d’integrazione temporale:
Le seguenti tabelle contengono i valori medi per cella delle grandezze di stato
relativamente alle celle investite dalla perturbazione a seguito di 10 passi di integrazione temporale, e
mettono a confronto le soluzioni restituite dai due diversi tipi di l’inserimento dei dati in input al
solutore di Riemann.
Velocità del suono [ ]:
202 203 204 205 206 207 208 209
1224.959 1239.387 1258.212 1294.726 1377.178 1509.264 1436.391 1060.715
1224.962 1239.525 1258.445 1294.434 1376.418 1509.854 1437.852 1059.738
107
Pressione in [ ]
202 203 204 205 206 207 208 209
934155.7 1020856.2 1045766.4 1038018.6 1023251.3 924669.3 472960.8 151927.3
934250.6 1022720.7 1049856.5 1041438.6 1026947.5 930202.9 474486.8 151415.9
Velocità [ ]
202 203 204 205 206 207 208 209
1860.605 1760.453 1727.974 1728.310 1721.678 1624.77 1002.78 195.580
1860.491 1758.401 1724.363 1726.597 1723.182 1631.758 1005.605 193.506
densità
202 203 204 205 206 207 208 209
0.712001 0.741758 0.689300 0.597717 0.529361 0.485573 0.355667 0.225374
0.71204 0.742613 0.690305 0.596803 0.528076 0.486044 0.355846 0.225034
Le seguenti figure rappresentano graficamente i dati riportati nella tabella relativa alla velocità
del suono:
Figura 3.1
108
Figura 3.2
A questo punto si procede con l’analizzare le soluzioni restituite dai due differenti metodi d’inserimento al
tempo t=0.0001534 sec a seguito di 266 passi d’integrazione temporale, al fine di mostrare come
entrambi i metodi, restituiscano in output, andamenti delle grandezze sovrapponibili tra loro.
109
In questa “scala” non sono apprezzabili le differenze tra le grandezze restituite dai due criteri.
110
Figura 3.3
Figura 3.4
111
Figura 3.5
Figura 3.6
112
Figura 4.7
Figura 4.8
113
Si può concludere che entrambi i metodi sono in grado di restituire in output grandezze tra loro
praticamente sovrapponibili, anche in presenza di problemi di Riemann.
114
Capitolo 5
Simulazione numerica di problemi di Riemann
Test 5.1
problema di SOD
Modello Termodinamico Standard
Per dominio di definizione spaziale si è considerato un condotto di lunghezza pari ad un metro e
diametro unitario, discretizzato in 400 elementi finiti. Allo stato iniziale, a metà della lunghezza del
condotto è posto un setto fittizio separante i seguenti stati assunti da un unico gas:
Assegnazione dei dati iniziali:
o
o
o
o
La simulazione è stata eseguita utilizzando il modello T.S. , mentre la soluzione è stata ricavata al
tempo t=0.2 sec, considerando un coefficiente di Courant pari a 0.8
115
Figura 5.1
Figura 5.2
116
Figura 5.3
Figura 5.4
117
Figura 5.5
Figura 5.6
118
Si nota come nel caso di un fluido composto da una sola specie di gas, il modello T.S. sia in grado di
simulare correttamente l’evoluzione nello spazio tempo di un generico tubo d’urto.
Test 5.2
Test SRM:
Si assume come dominio di definizione spaziale un tubo di lunghezza pari ad un metro e diametro
unitario, all’interno del quale allo stato iniziale sono presenti due gas ideali in differenti condizioni
termodinamiche, separati da un setto fittizio posto a metà lunghezza. La soluzione è stata ricavata al
tempo t=0.0001534 sec
dati iniziali:
o o o o o o
Modello T.S. : Rosso
Modello A.K. :Blu
Modello G.A.K. :Verde
Soluzione esatta : linea tratteggiata
119
120
121
122
123
124
125
Nei grafici riportati di seguito è messo in evidenza il particolare degli andamenti delle variabili pressione,
velocità, densità, temperatura ed energia interna per unità di volume nell’intorno della discontinuità di
contatto.
126
127
128
129
Test 5.3
(Test H)
dati iniziali:
o
o o o
o
Si assume come dominio di definizione spaziale un condotto avente lunghezza pari ad un metro e
diametro unitario, all’interno del quale allo stato iniziale sono presenti due gas in differenti condizioni
e separati da un setto ideale posto a metà lunghezza.
La soluzione è stata ricavata al tempo t = 0.205 sec, sfruttando un coefficiente di Courant pari a 0.8,
mentre il dominio spaziale è stato discretizzato in 400 elementi finiti
I modelli utilizzati sono, il Termodinamico Standard, l’ Abgrall-Karni e l’ Abgrall-Karni generalizzato.
Modello T.S. :Rosso
Modello A.K. :Blu
Modello A.K._G. :Verde
Soluzione esatta : linea tratteggiata
130
131
132
133
134
135