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1928 - 2008OTTANTA ANNI DELLA

BANCA COOPERATIVA CATTOLICADI MONTEFIASCONE

GIANCARLO BRECCOLA

PRESENTAZIONE 7

PREMESSA 9

GLI EBREI A MONTEFIASCONE 11Banchi ebrei e Monti di Pietà 13Gli ebrei a Montefiascone 14

IL MONTE DI PIETÀ E IL MONTE FRUMENTARIO 19Le Origini 21Il Monte nel ‘700 22Il lascito Parenzi 24Il Monte e la sua attività bancaria 25Il Monte nel ‘800 26Il Monte nel ‘900 e sua cessazione 28Il Monte Frumentario 31Il Monte Frumentario a Montefiascone 32

LA SOCIETÀ DI MUTUO SOCCORSO 37

LA BANCA COOPERATIVA POPOLARE DI MONTEFIASCONE 45

L’OPERA DEI CONGRESSI E L’UNIONE POPOLARE 51L’unione Agricola Cattolica 56

LA CASSA RURALE 57La nascita delle Casse Rurali in Italia 591914 - La Cassa Rurale di Montefiascone 61I Soci Fondatori 62Regolamento della Cassa Rurale di Depositi e Prestiti in Montefiascone 72

ANNALI DELLA CASSA RURALE 1914 - 1927 79

ANNALI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA 1928 - 2008 109

INDICE

Banca Cattolica in occasione del suo 80°anno di vita ha inteso ripercorrere quel pe-riodo che trasuda, inevitabilmente, di emo-zioni, eventi ed azioni sociali oltre che diinteressi economici.

Questo bel volume, scritto dall’autorecon passione e coinvolgimento, rendeomaggio alla Banca e al suo territorio: unmondo discreto e reale, al pari di tanti altrimicrocosmi.

È un viaggio nel tempo e nella memoriache costituiscono temi centrali nell’ambitodella cultura e necessari per lo sviluppo so-ciale.

In epoca di esaltazione dell’individualitàsi intende trasmettere ai giovani che oc-corre cercare nel passato elementi di iden-tità e prospettive per il futuro e chericordare è una necessità e che non vi èidentità senza memoria.

Il passato non è un lascito pietrificato: èinsieme di esperienze che passano di per-sone in persone, di azione in azione e il cuirintracciamento - associazione, borgo ocittà che sia - è quanto mai utile e fonda-mentale in epoca di globalizzazione.

Ogni generazione ha sfondi culturali esociali specifici che, pur mutando rapida-mente, non scompaiono ma tendono a se-dimentarsi costituendo un insieme di valorie di esperienze che definiscono il “passato”e, adeguandosi, determinano il “futuro”.

Il libro ricostruisce i tratti di un percorsodi vita e di un impegno sociale ed i segni di-stintivi che ognuno, dai consiglieri ai di-pendenti, ha portato al faticoso procederedella vita della Banca dentro più larghe ecomplesse vicende collettive: dalla guerraalla ricostruzione.

Il volume emana atmosfere significative,vicende particolari, dimenticate ma densedi significati. Le espressioni delle personefotografate ed i fotogrammi di vita quoti-diana che il libro offre, testimoniano la re-altà e le difficoltà degli eventi e della Bancadi Montefiascone.

Gli occhi dei giovani, protagonisti dioggi, si poseranno indulgenti, grati e orgo-gliosi per la magia dei fatti, magari amplifi-cata dal tempo, e per la concretezza digente normale, di persone per bene, di voltiveri e di scorci che sono, contestualmente,memorie di famiglia e testimonianze dicambiamento.

Quelle espressione di volti e quei fattiche rappresentano gli ottant’anni di vitadella Banca, danno consapevolezza della fa-tica e dell’impegno profusi dalle persone erivelano un quotidiano, naturalmente di-verso dall’attuale, verso il quale si nutre cu-riosità e interesse.

È l’interesse di comprendere il passato edi valutarne i cambiamenti per tracciare,consapevolmente, le linee del futuro.

BANCA COOPERATIVA CATTOLICA

7

PRESENTAZIONE

Ringrazio, per la fattiva collaborazione, Roberto Ballarotto, Marcello Mari, MassimilianoMarzetti, Gianfranco Moretti, Gilda Nicolai, Normando Onofri, Laura Panichi,Apollonia Perugini, Francesca Rosita Sonia Toni, Giuseppina Silenzi, Augusto Volpini.

L’AUTORE

9

Il termine “banca” definisce oggi, conbuona approssimazione, un’azienda cheesercita in modo tipico, esclusivo e profes-sionale attività intermediatrice nel campodel credito monetario, cioè del prestito indanaro; a questa fondamentale e caratteri-stica attività si affiancano altre operazioniimplicanti transazioni in danaro e serviziconnessi.

In particolare, la banca è anche organodella circolazione monetaria, nel senso cheè attraverso di essa che la banca di Statomette in circolazione la moneta o la ritira.

Ma il concetto di “banca”, nonché quellidi “commercio”, “moneta” e “credito” chene costituiscono il presupposto, non è statounivoco nel tempo.

Nella banca attuale sono confluite duetipiche funzioni che generalmente, in an-tico, venivano esercitate da persone e daaziende distinte: il prestito e il cambio.

Bancherii e campsores erano due diversecategorie di operatori, anche se spesso gliuni s’impegnavano nelle operazioni deglialtri.

Ulteriore differenza con il passato è chela banca oggi presta danaro altrui di cui èin possesso, generalmente, grazie alla rac-colta di depositi fiduciari; cioè presta da-naro di terzi, rispetto ai quali essa sicostituisce debitrice.

Nel passato la banca, o più esattamenteil banchiere, prestava danaro proprio e, se sicostituivano società bancarie, di solito ciòavveniva a tempo determinato e per unadeterminata operazione; la conclusione del-l’affare segnava automaticamente lo scio-glimento della società.

La Banca Cooperativa Cattolica di Mon-tefiascone, con i suoi ottant’anni, non af-fonda le radici così indietro nel tempo;anche se la sua storia, scavalcando i con-venzionali limiti dell’attuale denomina-zione, appare certamente collegata a quelladelle molteplici opere assistenziali che nelcorso dei secoli hanno svolto a Montefia-scone attività di sussidio economico e fi-nanziario: banchi ebrei, monti di pietà,monti frumentari, società di mutuo soc-corso, cooperative agricole ed infine, ban-che popolari e casse rurali.

Ognuna di queste istituzioni nasce dal-l’adeguamento delle precedenti strutturealle nuove esigenze dei tempi, e le loro sin-gole storie, talvolta complementari, nonpossono che intrecciarsi nei capitoli di ununico ed organico racconto.

Per questi motivi la storia della nostraBanca non può prescindere dal ripercor-rere, nei limiti della documentazione storicaaccessibile, le fasi della trasformazione deivari istituti ed enti che l’hanno preceduta.

PREMESSA

GLI EBREI A MONTEFIASCONE

GLI EBREI A MONTEFIASCONE

GLI EBREI A MONTEFIASCONE

13

1 LAZZARI, FRANCO, Il Monte di Pietà di Velletri (1470-1940), Velletri 2005, pp. 13 sgg.

Banchi ebrei e Monti di PietàNel concilio lateranense del 1139, i padri

conciliari avevano accomunato l’usura aglialtri peccati, condannandola senza riservee stabilendo che chi avesse riscosso un in-teresse non sarebbe stato ammesso ai sa-cramenti e che, insistendo nell’errore, nonavrebbe ricevuto una sepoltura cristiana.

Tuttavia, verso la fine del medioevo, inuna società avviata ad un costante pro-gresso della produzione e quindi degliscambi, il frutto sul capitale rappresentatodall’interesse era comunque tollerato infunzione della necessità economica di ac-cesso al credito.

Gli ebrei, non dovendo rispondere aivincoli dei cristiani, si erano attrezzati asoddisfarla, e pertanto venivano esplicita-mente invitati a svolgere la loro attività fi-nanziaria da signori e comunità cittadine.

I signori erano soddisfatti del modo incui gli ebrei svolgevano il loro esercizio enon avevano nessuna ragione di giudicarenegativamente il tasso di interesse che al-lora oscillava tra il 15% e il 30%.

Nell’Italia centrale, nel Lazio, nell’Um-bria, nelle Marche, in Romagna e nella To-scana, si formò ben presto unacostellazione di comunità ebraiche di di-versa consistenza, sorte sulle orme deiprimi banchieri romani. In questo contestoappare verosimile che i finanzieri cristianiabbiano spesso ceduto volentieri il postoagli ebrei, preferendo approfittare delleprospettive che si aprivano nel settore ma-nifatturiero e nell’industria tessile, o privi-legiando gli investimenti in agricoltura e inbeni fondiari.

Non è comunque da escludere che alla

scelta dei mercanti cristiani di abbandonareil campo del prestito ad interesse, su cuigravava il peso della severa condanna reli-giosa, abbia contribuito anche il particolareclima psicologico conseguente alla dram-matica peste nera diffusasi in Europa versola metà del XIV secolo.

La successiva espansione economicaportò ad un ampliamento della forbice trale condizioni delle classi ricche e quelle piùpovere. Furono i Minori francescani a farsicarico delle condizioni di vita delle personepiù emarginate e più esposte alle nuovecondizioni di vita delle città.

Il progetto, semplice nella sua proposi-zione e attuazione, faceva leva sulla gene-rosità cristiana della comunità cittadina perraccogliere una quota di capitale, il MonsPietatis, da destinare al prestito di denarocontro pegno.1

I primi Monti di Pietà nacquero nella se-conda metà del XV secolo in Umbria, e sidiffusero rapidamente in tutta la penisoladivenendo una figura efficace e promotricedell’abbassamento del tasso d’interesse finoallora praticato. In Italia il tasso medio suiprestiti passò dal 18-24% al 2-4%.

Contemporaneamente crebbe il mal-contento contro la voracità dei perfidiebrei, accusati di calcolare l’anno di tredicimesi, di vendere i pegni non riscattati fuoridel paese e di praticare interessi troppo alti.

Il timore di una maggiore espansione deiSacri Monti spinse i banchieri ebrei a ri-durre i tassi di interesse. Il contratto stipu-lato il 23 settembre 1604 da Isac Rieti e daSalvadore Sacerdote, per un nuovo bancodi prestito per la comunità di Pitigliano,prevedeva una riduzione degli interessi dal

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

14

2 SALVADORI, ROBERTO G., La Comunità ebraica di Pitigliano dal XVI al XX secolo, Firenze 1991, p. 33. MAN-CINI, BONAFEDE, Banchieri e mercanti ebrei nell’Alta Tuscia tra XV e XVII secolo, in “Tracce…”, anno VII,2002, p. 149. MILANO, A., Storia degli ebrei in Italia, Torino 1963, p. 121. PAVONCELLO, N., Le comunitàebraiche laziali prima del bando di Pio V, in “Lunario Romano” vol. IX, Roma 1980, p. 63; il codice de Rossiè costituito da una serie di manoscritti ebraici, di autori diversi, scritti in Italia, durante il Medioevo.TOAFF, ARIEL, Gli Ebrei a Perugia, DSPU, Fonti per la storia dell’Umbria n. 10, Perugia 1975, p. 35.Spesso i nomi degli ebrei erano di origine biblica e venivano resi in italiano seguendo le traduzioni gre-che e latine della Bibbia. A questo numeroso gruppo appartengono i nomi Abramo, Isacco, Giacobbe, Giu-seppe, Beniamino, Efraim, Moisè (con le sue varianti, Muse, Moge, ed il frequente diminutivo-vezzeggiativoMusetto), Samuele (con le varianti Mele, Melo, Milio), David (Davitte, Davino), Elia (da cui si faceva deri-vare il vezzeggiativo italiano Aleuccio, Aliuccio, Liuccio), Daniele (Daniello, Danino), Matassia (Mattasia, Mac-tasia dall’ebraico Matatia), Michele, Gionata (anche nella forma Genotanus, Gianoctas, dall’ebraico Jonatan),Gabriele, Aronne, Raffaele, Eliseo. Secondo la teoria di Cassuto, ormai unanimemente accettata, il nomeitaliano di ciascun ebreo non veniva scelto a caso, bensì ad un dato nome ebraico si faceva sempre cor-rispondere un dato nome italiano. Stranamente alcuni nomi italiani di origine biblica non rendevanosoltanto il nome ebraico corrispondente, ma anche, e talvolta più frequentemente, un secondo nomeebraico col quale presentavano soltanto una certa analogia fonetica. Così il nome italiano Manuello(Manoello, Manuellino) non corrispondeva soltanto all’ebraico Immanuel, ma anche al nome Menachem. Alnome italiano Lazzaro (Lazzaruccio) corrispondeva in ebraico sia Eli’ezer che El’azar. L’italiano Simonerendeva l’ebraico Shim’on, ma assai più frequentemente il nome Shemuel, corrispondente a sua volta al-l’italiano Samuele (ibidem p. 101).

3 Archivio Storico del Comune di Montefiascone (ASCM), Copia Statuti Veteris (1471) Civitatis Montis Fa-lisci Quam Ego Fabritius Bisentius transcripsi Anno Domini 1715, Liber tertius, De maleficii, Cap. 51, De penaementis Jus, et actionem contra aliquem Civem Civitatis, et etiam pro Ebreis.

4 Ivi, Liber quartus, Extraordinariorum, Cap. 51, De modo e de forma vendentium Carnes in Civitate Montis Fla-sconis.

5 Ivi, Liber quartus, Extraordinariorum, Cap. 41, Quod Judei non vadant die Veneris Sancti per Civitatem quo-quomodo.

24% al 18% a condizione che nel paese nonvenisse aperto un Monte di Pietà.2

Nel corso del XVII secolo, i Monti, purevolvendosi in organismi intermedi fral’opera di beneficenza e l’istituto di credito,continuarono a perseguire la finalità di col-pire la sola attività finanziaria consentitaagli ebrei. In seguito, dopo aver svoltoun’utile funzione sociale, lasciarono la pro-pria eredità alle casse di Risparmio, allebanche Popolari, alle casse Rurali e alle altreforme di credito Cooperativo.

Gli ebrei a MontefiasconeMontefiascone non conobbe, per motivi

storici e politici, la presenza di importantifamiglie di banchieri, ma è documentata,già all’inizio del XIV secolo, la presenza diun cospicuo insediamento ebraico. Nel1312, infatti, alcuni banchieri ebrei di Romaavevano accordato un prestito di 15.000

fiorini alla comunità di Montefiascone, acondizione che fossero riconosciuti a loroe ai loro eredi il diritto di cittadinanza equello di legale appartenenza alle locali cor-porazioni ed arti.3 Tale somma serviva a fardesistere le milizie orvietane dall’assedioche avevano posto alla città. Il gruppoisraelita che nel 1313 si trasferì da Roma aMontefiascone era composto da Mosè, Al-leuccio e Diodato di Mosè, Emanuele e Be-niamino di Donato, Abramo, Elia diManuele, Salomone e Musetto di Leo, Sa-lomone di Elia. Nel mese di Elul 1391,

lo scriba Jequtiel b. Immanuel comple-tava a Perugia il codice miniato De Rossi234,4 contenente i Salmi, commissionatiglida Netanel b. Abraham (Deodato diAbramo) da Montefiascone.5

In alcuni capitoli della raccolta statutariamontefiasconese del 1471 sono presenti, adindiretta conferma della persistenza dell’in-sediamento, varie disposizioni riguardantigli ebrei.

…nessun abitante o cittadino della dettaCittà debba sopportare qualche atto dai Giudeicontro il primo debitore a titolo di evizione…6

…i macellai siano tenuti a fare carni per gliEbrei con questa condizione che se rimarrà qual-che avanzo delle bestie sciattate per gli Ebrei, co-loro che vorranno vendere queste carnidovranno informare pubblicamente e segnalareche quelle carni sono sciattate e a quelli che vo-gliono comprarle le dovranno vendere a due de-nari in meno alla libbra, e a minor prezzo diquello a cui fu venduto ai Giudei…7

…nessun Giudeo o Giudea debba andare ovada per la Città di Montefiascone nel venerdìSanto sotto pena di cento paparini e in meritochiunque possa accusarlo e si dia fede alla suaaccusa e sia sufficiente un solo teste di buona re-putazione ed abbia la terza parte della multa e achiunque sia lecito di bastonarlo impunementesenza ferro e senza spargimento di sangue, equesto capitolo venga diffuso dal banditore ilgiovedì Santo affinché non si possa scusarsi di-chiarando d’ignorarlo…8

…che nessuno osi proferire parola ingiu-riosa ad altri cioè falso, traditore, eretico, pata-rino, giudeo, cornuto, ladro, ruffiano, qurone…9

Verso la prima metà del XVI secolo, lapresenza di banchieri e mercanti ebrei inMontefiascone sembra essere favorita dalcardinale Guido Ascanio Sforza di SantaFiora, vescovo amministratore della cittàdal 1528 al 1548.10

In quel periodo diversi ebrei esercita-vano i loro commerci in città, come Sa-muele di Torano, che nel 1528 risultaabitare in Montefiascone e concedere unprestito di 50 ducati d’oro a Matteo Pe-truccio di Valentano.11

Samuele, però, doveva abitare in città al-meno dal 1524, anno in cui compare comedebitore di una tassa al Comune, la cui ri-scossione, nel 1532, viene sollecitata:12

Samuele ebreo secondo quanto scritto neicapitoli deve annualmente versare 12 ducati perla sua immunità e finora richiesti in modo ami-chevole ha trascurato di pagare ponendo la co-munità in gravissimo danno, affinché senza litetale credito non potesse essere ottenuto da lui,dalla Comunità, obbediente sopra tutte le pre-dette cose, provveda al nostro vantaggioso Con-siglio.13

Frammento dello Statuto di Montefiascone (anno 1471) Liber tertius, De maleficii, De Pena Ementis Jus actionem aliquem Civem Civitatis ab hebreis - Capitulo LI

GLI EBREI A MONTEFIASCONE

15

6 Ivi, Liber tertius, De maleficii, Cap. 36, De verbis iniuriosis non dicendis et de non ponendo aliquid turpe et preci-pue Cornua.

7 MANCINI cit., p. 137.8 LUZZATTO, A. - TAGLIACOZZO, A., Gli ebrei in Bagnoregio, doc. 16, p. 278.9 PERONI, DAVIDE, Gli ebrei nell’area viterbese tra XIV e XVI secolo, tesi di laurea, Università degli Studi di

Siena, Anno Accademico 2002-2003, Facoltà di Scienze Politiche.10 ASCM, Riformanze, vol. 3, 1532–1535, f. 7v.Archivio di Stato di Viterbo (ASV), Notarile di Montefiascone, Collesio Gisberto, prot. 177 (1530-1574), cc.

60, 62, 66 e segg.11 “Nota delle Sinagoghe, che nell’anno 1569, rispondevano alla Casa de Catecumeni”; N. Pavoncello, Le comunità ebrai-

che laziali prima del bando di Pio V, cit., p. 62. DI FLAVIO, V. - PAPÒ, A., Respublica Hebreorum de Reate, 1999,p. 161.

12 MANCINI cit., p. 137; ASV, Notarile di Montefiascone, Giulio Giusti jr., prot. 231 (1562-1572), c. 164.13 ASCM, Riformanze, vol. 14, 1588, f. 156r-v.

Salamon di Samuele, dal 1542 alla metàdel decennio successivo, risulta essere ilbanchiere più influente della città.

Nei rogiti notarili è inizialmente indicatocome proveniente da Torano, centro dalquale proveniva anche Moysè di Benigno,mentre in quelli del 1553-55 è più sempli-cemente qualificato come abitante dì Mon-tefiascone. In data 11 e 16 agosto 1545concede mutui a diversi privati, tra cui Bel-lisario di Castro Peri. Negli anni 1553-1554,ha rapporti con Abram Caynano e Moysèdi Benigno, banchieri di Acquapendente,con i quali, oltre ai prestiti, conduce attivitàcommerciali.

Il 6 novembre 1554, Salamon acquista53 salme di vino a Acquapendente.14

A partire dal 1555 - anno in cui Paolo IVcon la sua bolla “Cum nimis absurdum”oltre ad alcune norme restrittive e punitive,istituì i ghetti - si ebbe l’emanazione di di-versi documenti pontifici che trattavano iltema dei diritti e dei doveri degli Ebrei re-sidenti nello Stato della Chiesa.

Nel 1577 Papa Gregorio XIII istituì le“prediche forzate”, alle quali tutti gli Ebreierano tenuti ad assistere nella speranza diuna loro conversione, e contemporanea-mente ebbero ampia diffusione le Case deiCatecumeni, istituti nei quali trovavano al-loggio ed istruzione i non cristiani oggettodi conversioni più o meno imposte.

Paradossalmente, parte del finanzia-mento delle Case dei Catecumeni era a ca-rico delle comunità ebraiche.

Nel 1569, tra le sinagoghe che pagavanoun tributo alla Casa dei Catecumeni diRoma, troviamo quella di Montefiasconecon aliquote di 10 e poi 12 scudi.15

In quel periodo era attivo a Montefia-scone Jasach Carcosci [?] di Roma; l’attività

di quest’ultimo appare meno fortunata diquella di Salamon essendosi conclusa, il 26febbraio 1569, con il pignoramento di 380salme di grano da parte dell’auditore dellacamera Apostolica.16

Sempre nel 1569 Pio V emanò la bollaHebraeorum gens, che prevedeva l’espul-sione degli ebrei dallo stato Pontificio, e lacomunità israelita di Montefiascone fu co-stretta ad allontanarsi dalla città.

Vi ritornò dopo la bolla Christiana pie-tas di Sisto V, del 22 ottobre 1588, che au-torizzò di nuovo gli ebrei ad abitare in tuttele città, castelli grossi e terre dello statopontificio.

Tra il 1587 e il 1589, anni in cui vengonoconcessi tre prestiti, ritroviamo a Monte-fiascone un certo Laudadio, quasi certa-mente lo stesso Laudadius hebreus chenell’agosto del 1588, rinfrancato dalla bollaChristiana pietas, chiedeva al comune diMontefiascone un luogo pro seppultura he-

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

16

Ebrei nella Sinagoga di Montefiascone(elaborazione di fantasia)

14 Ad Urbino l’attuale cimitero ebraico è situato in una località alle pendici del Monte degli Ebrei, ed èorientato verso Gerusalemme, come il Poggio degli Ebrei di Montefiascone.

15 ONOFRI, NORMANDO, Il Poggio degli Ebrei, in “La Voce”, anno XL, Febbario 2007, p. 16; ASCM, cartellaanno 1884, 3a, n. 596.

16 I riferimenti alle “Riformanze” e ai “Libri dei Battesimi” sono desunte da PERONI cit.

breos; tale richiesta fu accolta con 29 votifavorevoli e uno contrario.17 Il luogo che fuassegnato alla comunità ebraica doveva es-sere quello che, in data 17 giugno 1884, tro-viamo menzionato, come “Poggio degliEbrei”, dal perito agronomo Enrico Batti-loro nella stima di un terreno di proprietà diTito Angelo della Casa.18

La dettagliata valutazione del terrenochiarisce come lo stesso fosse situato incontrada San Francesco, a confine con lastrada del Castagno e con altri beni dellostesso proprietario, e quindi identificabilein una parte dell’area sottostante l’ospedalecivico, nei pressi dell’attuale Campo dellaFiera.19 Nel 1590, una figlia di Laudadio siconvertì al cristianesimo, e fu battezzata dalvescovo Girolamo Bentivoglio acquisendoil nome di Madalena Bentivogli.20

Adì 9 di settembre 1590 - Madalena Benti-vogli già hebrea, figliola di Laudadio di m.ro An-gelo hebreo da Montefiascone et di donna Sarrasua moglie, è stata batezzata dal molto Ill.tre etRe.mo Mons.re Hieronimo Bentivogli Vescovodi Montefiascone et Corneto con licentia del-l’Ill.mo et R.mo S.r Cardinal Santa Severina, Pro-tettore de li Catecumeni con le solite ceremonieet molta frequentia di Populo,de la quale il d.oR.mo Mons.r Vesc.o ne ha preso protettioneparticulare, con alimentarla nel Mon.rio di S.toPietro, dotarla, et donargli il cognome di S.S.R.ma. Compadre fu il s. Valerio Scarintio, etCommadre M[adon]na Camilla Calutia de Sca-rinci.21

Due mesi dopo, lo stesso vescovo Ben-tivoglio battezzò un’altra ebrea, figlia di An-gelo Signoretto da Viterbo.

Adì 4 di novembre - Margarita Bentivogliogià hebrea figliola di Angelo Signoretto da Vi-terbo, et di donna Clementia sua moglie, fu ba-

GLI EBREI A MONTEFIASCONE

Atto di battesimo dell’ebrea Madalena Bentivogli (ACCM)

17

17 Archivio della Cattedrale di Montefiascone (ACM), Libro dei Battesimi, vol. 10, 9 settembre 1590, f. 7v.18 Ibidem, Libro dei Battesimi n. 10, 4 novembre 1590, 9r.19 RODOCANACHI, EMMANUEL, Le Saint-Siège et les Juifs. Le Ghetto à Rome, Parigi 1891, p. 191.20 ACM, Libro dei Battesimi n. 10, 6 ottobre 1596, c. 96v.21 CORDOVANI, RINALDO, Il Monastero delle Monache benedettine di S. Pietro in Montefiascone, Roma 1994, p. 33.

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

18

22 LUZI, ROMUALDO - MANCINI, BONAFEDE, La spezieria di San Benedetto a Montefiascone, in SCONCI-LUZI “IlMonastero delle benedettine di San Pietro in Montefiascone e la sua spezieria: Storia e Documenti”, Ferrara 1994,p. 53.

23 Ibidem, p. 54.24 MANCINI cit.,p. 129.25 Un’ultima testimonianza di presenze ebree nella Montefiascone dello stato Pontificio risale al 1793,

quando Marino Marini e Baldassarre Rosati, commercianti della città, inviarono una supplica al se-gretario di stato del Vaticano, cardinale Francesco Saverio de Zelada. “Eminenza - Sebbene l’ E.V. conEditto dei 18 del prossimo passato Febrajo saviamente ordinasse, che gli Ebrei non potessero tenere aperte Botteghe oMagazzini di merci non solo nella Dominante, ma neanche nelle altre Città Provinciali a scanso di quei sconcerti, chepur troppo succedono. Pure nella Città di Montefiascone si vede già conculcata una sì provvida legge, mentre sono deiMesi, che alcuni Ebrei di Pitigliano hanno aperto ivi Negozio, e vendono pubblicamente le Mercanzie anche nei giorniFestivi nel tempo de Divini Uffici con scandalo grande dei buoni Cattolici per cui poco mancò, che ultimamente non ac-cadesse un grave disordine [...] I Negozianti [...] umilmente ricorrono all’E.V. perche si degni prendere gli opportuniprovvedimenti…”; Archivio Curia Vescovile Montefiascone (ACVM).

26 ACVM, Monte di Pietà, cartella 41, b. 1.27 ACVM, Visita pastorale del 1703-4, vol. XVII - Visita del sacro Monte di Pietà.28 Ibidem.29 Ibidem.

tezzata dal molto Ill.re et Re.mo Mons.r Hiero-nimo Bentivogli.22

Nel frattempo Clemente VIII, con labolla Caeca et obdurata del 25 febbraio1593, rispolverò le direttive della Hebraeo-rum gens di Pio V, disponendo l’allontana-mento di tutti gli ebrei dallo statoPontificio.

Tuttavia, il 2 luglio del 1593, lo stessoPapa ebbe un ripensamento e concesse agliebrei di restare, in considerazione dei van-taggi che la loro presenza procurava alcommercio.23

Ciò lascia presumere che l’esodo dellefamiglie ebree dallo stato della Chiesa siastato, in quel periodo, piuttosto limitato.

Nel 1596 si assiste alla conversione diValida di maestro Gabbriello, figlio didonna Giudetta ebrea fatta cristiana, e didonna Graziosa, sua legittima moglie, bat-tezzata da Giovanni Ranieri, curato di S.Margherita;24 e, nei primi decenni del ‘600,a quella di Maria Felice Zacchia, battezzatada Laudivio Zacchia, vescovo di Montefia-scone dal 1605 al 1630.

30 novembre 1678 - Morì D. Maria FeliceZacchia, al secolo Margherita, venuta in questasanta fede per mezzo dell’E.mo Cardinal Zac-

chia già Vescovo di Montefiascone, dal quale fubattezzata, che era ebrea, ricevuti tutti i Santis-simi Sacramenti, e raccomandatione dell’animacon l’assistenza del suo Padre Confessore inunione della Santa Madre Chiesa d’età d’anni 69in circa, e fu sepolta nella nostra Chiesa nella se-poltura delle Monache professe.25

Nel 1664, un certo Salomone di DavidAyò è registrato tra i fornitori della spezie-ria del monastero delle Benedettine diMontefiascone come venditore di rabar-baro;26 probabilmente si tratta dello stessoSalomone hebreo che il 26 giugno 1688consegnò alle monache “droghe” per il va-lore di 3 scudi; importo che sarà contrac-cambiato con lo “stallatico del suo somaroprestatogli dallo Monasterio per lo spatiodi giorni 50 in circa”.

Il 25 novembre 1680, le monache bene-dettine acquistarono da Moisè hebreo pie-tre preziose ad uso della spezieria: Zaffiri,Topatii, Smaraldi, Rubini, Franati bellis-simi.27

Queste ultime testimonianze sembranoriferirsi a venditori ambulanti specializzati,e non ad ebrei residenti a Montefiascone.28

È quindi verosimile che nel periodo incui fu fondato il Monte di Pietà, gli ebreinon fossero più presenti nella Città.29

IL MONTE DI PIETÀ E IL MONTE FRUMENTARIO

Le OriginiLa presenza di un Monte di Pietà a Mon-

tefiascone è testimoniata da una deliberacomunale del 18 aprile 1536, ove, in rela-zione al transito dell’imperatore Carlo Vper il nostro paese, si specifica che la fon-tanella zampillante vino, costruita in suoonore, doveva essere posta in platea DiviAndreae iuxta montem Pietatis apud arcumPalatii e cioè nella piazza di Sant’Andrea,vicino al monte di Pietà, presso l’arco delPalazzo comunale.30 Evidentemente questoistituto non ebbe buon esito se è vero cheil vescovo Gaspare Cecchinelli, l’8 settem-bre 1647, con l’iscopo di soccorrere i poveried i bisognosi, mediante prestiti a interessecontro pegno, si trovò impegnato a fondarneun altro. Il finanziamento iniziale di questosecondo Monte, di 119 scudi e 50 baiocchi,proveniva da una parte dell’eredità di Dio-nisio Guerra, contadino e colono dellamensa episcopale, come da testamento del7 agosto 1646 a rogito del notaio e cancel-liere episcopale Girolamo Pieri.31

Il Guerra aveva nominato la moglie Ca-milla sua erede usufruttuaria e aveva la-sciato alcuni legati specificando come, allamorte della consorte o a un suo eventualenuovo matrimonio, tutta la proprietà do-vesse essere distribuita alle chiese e ai luo-ghi pii a discrezione del vescovo diMontefiascone.

Con la morte di Dionisio Guerra iniziòuna transazione tra il procuratore fiscale e

la vedova Camilla che si accordarono sta-bilendo lo stato dell’eredità in 46 rubbi difrumento e in 69,50 scudi in denaro.

Con i rimanenti 50 scudi venne eretto ilMonte di pietà e finanziato quello frumen-tario, nominando anche due ministri mon-tisti, uno per l’amministrazione del denarocon l’assegnazione di sei scudi l’anno, l’altroper il frumento con l’assegnazione di di-ciotto scudi.

Tra i diversi capitoli redatti dallo stessoCecchinelli troviamo specificato che la giu-risdizione del Monte e la nomina dei mon-tisti era di competenza vescovile, e che eraprevista l’esazione di un minimo interesse

IL “MONS PIETATIS” DI MONTEFIASCONE

Il vescovo Gaspare Cecchinelli

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30 ASCM, Riformanze, vol. V, f. 28r; ringrazio MASSIMILIANO MARZETTI per l’utile indicazione.31 I trentaquattro articoli per l’amministrazione del Monte di pietà, vennero stilati il 25 Febbraio 1699 per

quello di Corneto, ma estesi anche a quello di Montefiascone. Vedi ACVM, Cartella Barbarigo, n. 4, fa-scicolo 3, Estratto degli Atti di Visita al Monte di Pietà di Corneto. CECCARELLI, STEFANIA, Amministra-zione, economia e istruzione nella diocesi di Montefiascone tra Sei e Settecento. L’episcopato del Cardinale MarcoAntonio Barbarigo, tesi di laurea, Università degli Studi di Perugia, facoltà di Scienze della formazione,relatore prof. Mario Tosti, anno Accademico 1996-1997.

sul prestito per le spese di gestione e ma-nutenzione.

Che rispetto al Monte non si faccia mutuodi denari oltre cinque scudi a qualunque personae venti scudi per l’intera famiglia, oltre questasomma si richieda la licenza dell’ordinario.

Né si faccia, se non con offerta di pegno,che sia di valore oltre la metà della somma mu-tuata. Non vengano accolti i pegni che siano dilana o di pelle o di simili specie soggetti al peri-colo di corrosione o di logoramento: come purele cose sacre, le armi, le cose di minori di quin-dici anni o di figli di famiglia, sotto pene ad ar-bitrio dell’ordinario.

Per la manutenzione dei muri e per sup-plire le altre spese necessarie si trova un di-sposto che non si possano esigere daimutuati usure che tuttavia non superino aragione di due scudi e mezzo per cento al-l’anno: che ai mutuati però, venga protrattoil tempo fino a dieci ed otto mesi dentro ilquale se i mutuati non hanno riscattato ipegni, facendo precedere una sola intima-zione sotto asta e a suon di tromba, ven-gano pubblicamente venduti e dal ricavatorisarcito il monte della sorte e degli inte-ressi, il resto venga restituito ai mutuatari oai loro eredi. I pegni debbano essere im-muni da qualunque ipoteca e da sequestriconservativi e da tutte le altre cose simili.

Che se si desse il caso di qualche offertadi pegno rubato si proceda allora con i ri-medi del diritto. Sui depositi viene sancitoche se i soldi furono depositati per autoritàdel giudice, non vengano restituiti se nonper mandato del giudice competente, chedovrà essere conservato in un filo partico-lare e la soluzione venga effettuata su ro-gito del pubblico notaro. Furonocomminate pene di scomunica riservate alpontefice ed altre inflitte dalla bolla diPaolo V contro gli ufficiali che convertis-sero i soldi del monte o dei depositi in pro-prio vantaggio.

Il Monte nel ‘700L’applicazione degli interessi sui prestiti

e la percentuale applicata, in ogni caso nonsuperiore al 2,5%, era facoltativa. Nel 1704,l’abate Luca Corneli, amministratore delMonte e decano della Cattedrale, oltre adoperare con grande competenza e preci-sione, rinunciava allo stipendio previsto didodici scudi l’anno non esigendo niente néper i pegni né per i depositi.31

Nello stesso anno il vescovo di Monte-fiascone, cardinale Marco Antonio Barba-rigo, ordinò che le rendite del lascito Perla,destinate alla formazione di sussidi dotaliper le ragazze più indigenti, venissero de-positate al sicuro nelle casse del Monte diPietà. La decisione era stata presa a causadella cattiva gestione di Giuseppe Ciucci,depositario e amministratore dei beni diquel lascito, scoperto debitore di 88 scudi e80 paoli nei confronti dell’opera pia.32

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Il vescovo di Montefiasconecardinale Marco Antonio Barbarigo

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31 ACVM, Cartella Barbarigo, n. 4, fascicolo 3, Relazione Recchi al Santo Padre, nella quale si afferma che il car-dinale aveva prestato “mille scudi al Monte di Pietà da imprestarsi ai poveri”.

32 MUSOLINO, GIOVANNI, Le Confraternite di Montefiascone, Vitorchiano 1993, p. 87.

In quel periodo il Monte - che custodivaun capitale di 262,96 scudi, di cui 239,15 inpegni e il resto in contanti, mentre i depo-siti liberi e giudiziali ammontavano a 689,84scudi - era ubicato in un ambiente bassonella piazza della cattedrale davanti al-l’ospiz io dei pellegrini, sotto la casa del me-desimo ospizio dove si trovano le scuole delledonne [...] sopra la porta si trova l’iscri-z ione che dice che ivi si trova il monte dipietà con lettere scolpite su pietra e dorate[...] Ivi si conservano bene in ordine i pegnidi diversi generi, d’oro, d’argento, di gemme,di lino, di fer ro e simili che contengono inomi dei mutuatari e le partite dei mutui si

leg gono registrate in un libro distinto e bencompatto. Così anche dei depositi di denarocon le loro annotazioni in un libro distintoe con altre cose per il loro più facile ritrova-mento.33

Il cardinale Barbarigo oltre a sovvenzio-nare personalmente il Monte (pecuniaetiam a me subministrata), dettò trenta-quattro articoli per la buona amministra-zione dell’ente.34

Da questi risulta come lo stesso vescovofosse attento alla serietà del montista, delpievano e del governatore nello svolgi-mento del loro lavoro e nell’etica profes-sionale.35

IL “MONS PIETATIS” DI MONTEFIASCONE

La prima sede del Monte all’iniz io dell’attuale via di S. Lucia Filippini

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33 Non conosciamo l’anno in cui l’opera pia si trasferì nei propri locali (nell’odierna via S. Lucia Filippini,n. 17), donati dal Parenzi, nei quali la troveremo nell’Ottocento e nel Novecento fino alla sua liquida-zione; è comunque probabile che il trasferimento avvenne poco dopo quell’anno 1754.

34 ACVM, Monte di Pietà, cartella 41, b. 1; UGOLINI ROBERTA, La comunità di Montefiascone nella prima metàdel XVII secolo: Le “fatiche del vivere quotidiano”, tesi di laurea, Università degli studi di Perugia, anno ac-cademico 1997-98.

35 ACVM, Cartella Miscellanea Barbarigo.

Così scrive nell’art. 10: “Non si imprestia minori di 15 anni, né a figli di famiglia,né sopra panni di lana ò sopra cose sacre, etanni, sotto pena ad arbitrio, e di risarcire idanni di detto Monte del proprio”.

E ancora nell’art. 13: “Non si levino maidal Monte pegni, denaro, et altra cosa spet-tante al Monte, sotto pena ad arbitrio, e discomunica riservata al Papa conforme allaBolla di Paolo V”.

Il Barbarigo, inoltre, costituì un fondoper prestiti ai poveri, per evitare che si esi-gessero interessi troppo alti riferiti alle mo-deste condizioni dei richiedenti. Nel 1719,nonostante una porta ben munita di fortibattenti con chiave e spranga, i depositi delMonte furono rubati.

L’anno dopo, il vescovo in carica Seba-stiano Pompilio Bonaventura donò 1.075lire per ricostituire il fondo cassa.

Il lascito ParenziNel 1734, i fratelli sacerdoti Mariano e

Giovanni Felice Parenzi, montisti, fecero ri-costruire in un loro terreno la demolitachiesa della Madonna del Riposo, impe-gnandovi più di 2.000 scudi. Contempora-neamente vi istituirono un beneficioannesso al Monte, disponendo che il de-naro e i depositi in loro custodia andasseroa vantaggio dei poveri e in aiuto al cappel-lano per il mantenimento della chiesa.

Il 10 marzo 1738 morì don Mariano ilquale, con testamento rogato dal notaioAngelo Mori nel 1735, lasciò al Monte diPietà, con legato perpetuo di messe, 600scudi di pegni in gioielli, argenti, rami epanni - provenienti da diversi bisognosi checomunque non avevano pagato cosa alcuna- e una casa di 12 stanze con cantina e stallaper un valore di 800.36 In questa casa, percontratto, si sarebbero dovuti trasferire i

due monti, di pietà e frumentario, e con larendita della stessa si sarebbe provvedutoai 25 scudi dello stipendio per il montista ilquale, pertanto, avrebbe potuto gestire ilmonte senza chiedere interessi.

Dopo l’accettazione del legato, il cardi-nale Pompeo Aldrovandi nominò montistadon Giovanni Penna al quale subentrò, nel1752, Ignazio Cernitori su incarico del de-legato apostolico Passionei.

Il 20 novembre 1754, giorno in cui il ve-scovo Saverio Giustiniani si recò a visitareil Monte di Pietà, l’istituto non si era ancora

trasferito e pagava sei scudi l’anno al-l’Ospizio Falisco per l’affitto della stanzaove svolgeva l’attività.37 Dalla relazione delVisitatore emerge un sintetico e consolantequadro dello stato economico del sacroMonte.

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La seconda e ultima sede del Montedono dei fratelli Parenzi

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36 ACM, Scritture in cause Pinieri.37 Archivio del Monte di Pietà di Montefiascone (AMPM), carte sciolte.

IL “MONS PIETATIS” DI MONTEFIASCONE

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38 MUSOLINO cit., pp. 81-83.

il 6 marzo 1752 [...] il Capitale di dettoMonte ascendeva a scudi 789:90 nel modo chesegue, cioè in scudi 627:33 in tanti pegni, ed inscudi 162:57 in contanti. Inoltre nel medesimoMonte vi furono ritrovati scudi 641:54 in tantidepositi fatti da diverse persone [...] Nel giorno6 ottobre di detto Anno 1752 il sudetto Sig.Penna depose l’officio di Montista, e fu da Mon-signor Passionei destinato in nuovo Montista ilSig.re Ignazio Cernitori, e nell’atto della conse-gna fu fatto l’Inventario Legale per gli atti di que-sta Cancelleria Vescovile dal quale si ricava, chetutto il Capitale del Monte non compresi li de-positi colati in mani di detto Sig. Cernitoriascende a scudi 765:07, nel modo che segue,cioè: Pegni esistenti nel Monte scudi 673:60 Indenaro 76: Denaro ricavato di più dalla venditade pegni da restituirsi alli di loro respettivi Pa-droni 15:47 - In TUTTO scudi 765:07 [...] Re-stano inoltre in credito del Monte uno schioppo,un sciugatore di seta con trina d’oro falza; unapiccola medaglia d’argento basso; una Fibbiad’ottone; sette file d’ambra provenienti tutti da ipegni Parenzi, come ancora Una Tiella di ramedi bai 4; una bilancia d’ottone; una tovaglia dilino usata. Delle quali robbe si dovrà far dili-genza dal Montista per ritrovarne la provenienza,per dare lo sfogo in caso.

Il Monte e la sua attività bancariaIl documento prosegue con un brano

dal quale emerge con chiarezza come ilMonte, oltre a concedere prestiti garantitida pegno, effettuasse operazioni di depo-sito, prestito e pagamento paragonabile aquello delle moderne banche.

...ristretto delli depositi ritrovati nel monte[...] li 6 otobre 1752 / Proposto Pietro Paolo delMonte a favore della Mensa Vescovile scudi 4:44/ Sig.re Canonico Don Giuseppe Benedetti a fa-vore del SS.mo Rosario di Marta scudi 21:03 /Sig. Francesco Licca e Sig. Tommaso Bruschi afavore del Confalone di S. Lorenzo scudi 10 /Sig. Florido Zampi a favore dell’Ospedale di S.Lorenzo scudi 10 / Sig. Canonico Cipollini a fa-vore del Beneficio di S. Lorenzo scudi 10 / Sig.Battillori a favore del Sig. Arcangeli scudi 48:37/ Sig. Fabri a favore dell’Emo Vescovo scudi 53/ Sig. Pietro Romani a favore dell’Emo Vescovoscudi 1:39 / Sig. Lorenzo Battillori a favore diquesta Communità scudi 46:80 / Somma e sie-gue scudi 67:83…

Lo svolgimento di questa attività, delresto, era emerso anche da precedenti do-cumenti.

…per stipendiare gli addetti alla sanità. Fu-rono presi 300 scudi a censo dal Monte di Pietà,su licenza del Bussi, da unire al sopravanzo del-l’erario, per saldare almeno le paghe dei “paten-tati” di Roma...

Un certo Bartolomeo Bartolomidi diGrotte di Castro, colpevole di aver “offeso”Pasqua Battisti, zitella di Pian Castagnaio fucondannato a depositare la dote per la sud-detta Pasqua in questo Sacro Monte di Pietàda costituirsegli dalla somma pietà del-l’Eminenza Vostra, secondo il grado e con-duz ione della suddetta giovane. Il vescovoBarbarigo così informò l’interessata dell’av-venuto deposito.

Alla Signora Orsola di Battista, Piancasta-gnaio - Sopra quanto mi rappresenta con la sualettera dell’otto del corrente, devo replicarle, chesi ritrovano depositati già qui in questo Montedi Pietà scudi venticinque, che potrà a sua di-sposizione venirli a prendere a suo comodo, eDio la prosperi sempre. Di Montefiascone, 24dic. 1693.38

Ed ancora.

Il giorno 27 agosto 1670 [...] il Sig. QuintoMagni Montista del Sacro Monte della Pietà diquesta città di Montefiascone piacerà a VS delliscudi duemila e seicento depositati in questoSacro Monte di Pietà di Montefiascone dallaSig.ra Perpetua Battillori madre del Sig. Cap. Fa-lisco Falisci, e poi dalla medesima consegnati alVen. Ospizio dei Poveri convalescenti e Sacer-doti e Chierici secolari e regolari religiosi, erededel Sig. Cap. Falisco Falisci [...] e in conformitàdella infrascritta di quietanza, e consegna dellacedula di detto Sacro Monte spedita il 21 no-vembre 1669 rogata dal Sig. Lorenzo SansonettiCancelliere Episcopale e Notaro pubblico il 17giugno prossimo passato al quale pagare scudi2000 e cento all’Ill.ma Comunità di Montefia-scone.

…Sono stati depositati in questo Sac.Monte di Pietà scudi 500 moneta portò contantiil M.R. sig. D. Lorenzo Fedeli canonico e Ca-merlengo del RR. Capitolo della Cattedrale diMontefiascone [...] D. Flora Isabella Proli comeerede del q. Scipione Bellomini e come madretutrice etc. di D. Francesca nepote ed erede delq. Giovanni Benedetto Personei etc. ebbe e ri-cevette dal contrascritto RR. Capitolo per mezzodi questo Sacro Monte di Pietà scudi 187 suicontra scritti scudi 500 depositati…

Il Monte nel ‘800In un documento del 1820 si rileva come

una parte del grande appartamento donatoal Monte dai fratelli Parenzi venisse affit-tato a vantaggio dello stesso ente.

Adì 12 Febraro 1820 [...] sono stati fatti al-cuni riattamenti ad uso di muratore nella Casadel Monte, quali sono per aver rappezzato i mat-tonati delle tre stanze del appartamento ove abitapresentemente in Sig. Maestro di Cappella…39

Nel 1840 la chiesa della Madonna del Ri-poso, che come abbiamo visto aveva un be-neficio annesso al Monte di Pietà,minacciava di rovinare e il vescovo FilippoDe Angelis dispose che venisse restaurata aspese del Monte.40 Otto anni dopo, in oc-casione dei burrascosi eventi del ‘48, la ge-stione dell’istituto passò provvisoriamenteal “sovversivo” montefiasconese Colom-bano Cernitori, il quale si pose nella Com-missione degl’Inventari dei Luoghi Pii e li

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Notazione di alcuni pegni dell’anno 1746

39 ASV, D.A.VT., serie I, busta 40, Registro.40 LAZZARI cit., p. 56.

eseguì con tutta alacrità, minacciò più volteanche in iscritto la violenza per entrare leClausure Monastiche [...] Avido dei Benidella Chiesa [...] Tolse all’AmministrazioneEcclesiastica l’Ospedale, l’Ospiz io, ed ilMonte di Pietà, e ne usurpò Esso stesso lagiurisdiz ione. 41

Il 19 dicembre 1859 il Monte di Pietàsubì un altro grave furto che ridusse il suocapitale ad appena 900 lire circa. Riuscitevane le indagini per scoprire i ladri e per-duta ogni speranza di recuperare i valori, ilvescovo Luigi Iona donò all’istituto 537,50lire; ugualmente fece il cardinale NiccolaParacciani Clarelli, suo predecessore.

Il vescovo Iona vi aggiunse 134,375 lirelasciate in legato da Luigi Tarquini - comeda testamento del 17 maggio 1860 rogatodal notaio Giovan Battista Antonelli - e2.150 lire lasciate dal diacono FrancescoPerla per la costituzione di un fondo di107,50 lire di elemosine da distribuirsi an-nualmente; per la commutazione di que-st’ultimo legato fu necessario il consensodel municipio e della camera apostolica.

Nel settembre del 1860, con il capitaleraccolto ammontante a circa 4.250 lire, sieffettuò la nuova erezione dell’opera pia

che successivamente adottò le norme trac-ciate dalla legge 3 agosto 1862 e dal rela-tivo regolamento del 27 novembre dellostesso anno. L’annessione dello stato Pon-tificio al regno d’Italia comportò altri cam-biamenti; i Monti di Pietà, nonostante leloro differenti finalità di beneficenza e dicredito, vennero equiparati alle altre operepie come gli ospedali, gli ospizi e gli orfa-notrofi.

Molti furono così costretti ad aumentarel’interesse per reperire i fondi necessari allespese che richiedeva l’esercizio del prestitocontro pegno.42

Un nuovo statuto, approvato nel 1882,43

adeguò la gestione del Monte di Montefia-

IL “MONS PIETATIS” DI MONTEFIASCONE

L’insegna del Monte di Pietàin via S. Lucia Filippini

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41 Statuto Organico e Regolamento dell’Opera Pia Monte di Pietà in Montefiascone, Montefiascone 1882.42 “UMBERTO I [...] Sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per gli Affari dell’Intento, Pre-

sidente del Consiglio dei Ministri; Visto lo Statuto organico del Monte di Pietà di Montefiascone(Roma), presentato alla nostra approvazione dalla rispettiva Commissione Amministrativa; Visto ilvoto della Deputazione provinciale; Vista la legge 3 Agosto 1862 sulle Opere pie; Abbiamo decretatoe decretiamo. È approvato lo Statuto Organico del Monte di Pietà di Montefiascone in data 18 Marzo1882; composto di trentaquattro articoli, visto e sottoscritto, d’Ordine Nostro, dal Ministro propo-nente, il quale è incaricato della esecuzione del presente Decreto. Dato a Monza addì 14 Novembre1882. Firmato UMBERTO - Controsegnato DEPRETIS…”

43 Durante il ventennio fascista, le nomine erano di competenza podestarile. ASCM, Delibere Comunali:“12 febbraio 1928 - Il Podestà, ritenuto che col 31 Dicembre 1927, essendo scaduta dalla carica larappresentanza comunale, nominata il 18 Novembre 1926, nell’Amministrazione del locale Monte diPietà, si deve procedere al rinnovo, delibera di nominare i sigg: Calisti Ettore, Federici Telemaco, peril biennio 1928-1929”.

44 Dal registro - volume XIV, Pegni E - relativo agli anni 1742-1750 possiamo rilevare un tasso medio del2%; “Adì 14 9mbre 1747 - Cecilia vedova del quondam Boromeo lasciò in pegno una forchetta ed unCochiaro di Argento per scudo 1 / Adì 24 9mbre 1748 - La dicontro riscosse il dicontro pegno -scudo 1 - per utile bai 2” (lo scudo valeva 100 bai); “Adì 5 Luglio 1748 - Il Signore Don Girolamo Vol-pini lasciò in pegno tre forchette d’argento, quattro coltelli con manico d’argento, una scatola da Ta-bacco d’argento, dorata dentro per scudi cinque - 5 / Adì 19 Xmbre 1749 - Il Dicontro riscosse ilDicontro pegno scudi 5 - per utile al Monte bai 10”.

scone alle direttive nazionali;44 il controllodell’ente passò a una amministrazionemista composta da due deputati nominatidal vescovo, e da due deputati comunali dinomina biennale;45 il tasso d’interesse suiprestiti, che quando applicato si era mante-nuto sempre al disotto del 2,5% annuo,46

salì al 4%. Tra le altre disposizioni tro-viamo:

Art.° 6.° Non potranno essere accettati inpegno che oggetti d’oro, argento, platino, gioie,perle ed altri oggetti e metalli preziosi, nonchérami, ottoni, tessuti di cotone, lino e canape edanche biancheria. Sono escluse le cose sagre odestinate, ad usi ecclesiastici, le vestimenta, learmi ed altri oggetti appartenenti alla milizia, learmi proibite e le cose soggette a deperimento ecapaci di recar danno ai magazzini. A scansod’inganni e di equivoci le pietre degli anelli edelle gioie non verranno punto considerate.

Art.° 9.° I prestiti non saranno inferiori aduna lira, né superiori a Lire Venticinque, qualun-

que sia il valore del pegno; ed alla stessa famiglianeppure in diverse volte potrà imprestarsi più diLire Cinquanta senza il permesso dell’Ordinarioe Deputati.

Art.° 28.° Il personale degl’Impiegati cheprestano servizio per questo Istituto consistono:1° In un Montista, II° In un Computista, III° Inun Stimatore, IV° In un’Inserviente.

Art.° 30.° Qualora non si trovassero per-sone idonee, oneste e facoltose che prestasserol’opera loro gratuitamente, verrà loro assegnatouno stipendio proporzionato alle rendite del PioLuogo.

Art.° 32.° È vietato concedere ad Essi pen-sione e gratificazione dovendo lo stipendio tenerloro vece di sufficiente ricompensa, trattandosidi denaro del povero.

Art.° 1.° (amministrazione interna) IlMonte sarà aperto al Pubblico due giorni per set-timana, cioè il Mercoldì ed il Sabato, incontran-dosi in tali giorni una festa di precetto si apriràil giorno innanzi.

Il Monte nel ‘900 e sua cessazioneAll’inizio del ‘900, il numero delle ope-

razioni effettuate dal Monte iniziò a flet-tere, probabilmente a causa della presenzadella Cassa Rurale. Nel 1931 lo Statuto del-l’ente venne aggiornato,47 e contempora-neamente l’attività del Monte sembròrisollevarsi per poi cessare, definitivamente,durante gli anni della seconda guerra mon-diale. Nel 1947 il consiglio d’amministra-zione del Monte di Pietà ritenne che lafunzione di un simile istituto era ormai su-

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Frontespiz io di uno dei registri superstiti

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45 ASCM, Delibere Comunali; “Statuto del Monte di Pietà - Pubblicato il 9 settembre 1931 - [Il Podestà] Vistoil nuovo statuto per il locale Monte di Pietà deliberato dalla propria Amministrazione il 25 Luglio delcorr. anno e ritenutolo corrispondente alle esigenze ed alle finalità dell’Ente, delibera di esprimere pa-rere favorevole per l’approvazione superiore”. AMPM, carte sciolte; “Spettabile Banca d’Italia Succur-sale di Viterbo / Montefiascone 11. 8. 1947 - Come riferito per scritto e verbalmente, questo Ente hacessato la propria attività. Il Consiglio e Collegio Sindacale del Monte, riunitosi, ha preso la delibera-zione che si allega e nella quale espone il proprio punto di vista. Si rimane in attesa della decisione dicotesta Banca. Con ossequi.”

46 Considerando che in origine la casa lasciata dai Parenzi era composta da dodici stanze, una cantina euna stalla (v. supra), si può dedurre che la maggior parte dell’immobile fosse stata venduta in precedenzaper far fronte a necessità finanziarie.

47 Attualmente sembrano essersi salvati soltanto poche carte sparse e tre registri - uno per il periodo 1742-1750 e due relativi agli ultimi decenni dell’attività - oggi conservati in un archivio privato.

IL “MONS PIETATIS” DI MONTEFIASCONE

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48 AMPM, carte sciolte; “Spettabile Banca d’Italia Succursale di Viterbo / Montefiascone 11. 8. 1947 -Come riferito per scritto e verbalmente, questo Ente ha cessato la propria attività. Il Consiglio e Colle-gio Sindacale del Monte, riunitosi, ha preso la deliberazione che si allega e nella quale espone il propriopunto di vista. Si rimane in attesa della decisione di cotesta Banca. Con ossequi.”

49 Considerando che in origine la casa lasciata dai Parenzi era composta da dodici stanze, una cantina euna stalla (v. supra), si può dedurre che la maggior parte dell’immobile fosse stata venduta in prece-denza per far fronte a necessità finanziarie.

perata dai tempi e quindi inoltrò domandaalla Banca d’Italia per poter scioglierel’ente.48 L’anno dopo il ministro del Tesoro,Pella, decretò la liquidazione dell’antiquatoistituto.

Il Ministro del Tesoro [...] Vista la istanzadel Consiglio di Amministrazione del Monte diCredito su Pegno di Montefiascone (Viterbo) in-tesa. ad ottenere lo scioglimento e la messa in li-quidazione del Monte stesso, con la proceduraregolata dalle disposizioni di cui al Titolo VII,Capo III, art. 67., del citato R. decreto-legge 12Marzo 1936, n. 375 e successive modificazioni;Sentito il Comitato Interministeriale per il cre-dito e il risparmio; DECRETA è revocata l’au-torizzazione all’esercizio del Credito al Monte diCredito su pegno di Montefiascone (Viterbo), elo stesso è messo in liquidazione secondo lenorme [...] Il presente decreto sarà pubblicatonella Gazzeta Ufficiale della Repubblica Italiana.Roma addì 3 Nov. 1948. Il Ministro: Pella

In data 11 dicembre 1949, Guido Barto-lozzi, nominato Commissario Liquidatore delMonte, inoltrò domanda alla Banca d’Italia perricevere disposizioni sulla procedura di liquida-zione. Il 21 dicembre gli furono inviate le diret-tive richieste.

…il Commissario Liquidatore ha le piùampie facoltà per il realizzo delle attività del-l’azienda. Per quanto si riferisce, in particolare, aibeni immobili, è opportuno fare eseguire imaperizia giurata e, trattandosi di liquidazione co-attiva, è preferibile, quantunque non sia d’ob-bligo, che siffatta alienazione venga eseguita colsistema del pubblico incanto impartendo dalprezzo base corrispondente all’incirca al valoredi stima degli immobili in questione. Ciò, peral-tro, non esclude che, in casi particolari, ove sus-sistano giustificate ragioni di convenienzaeconomica, da valutarsi dalla S.V., col parere fa-vorevole del Comitato di sorveglianza, si possaprocedere alla vendita a licitazione privata ed adun prezzo in ogni caso non inferiore a quello diperizia…

Il complicato iter della liquidazione siprolungò fino alla fine del 1954. Tra i variintralci ci fu anche quello relativo all’estin-zione dei vecchi legati annessi al Monte.

21 Maggio 1952 - Curia Vescovile Monte-fiascone [...] Questa Curia soltanto ora è in gradodi poter dare una risposta esauriente circa glioneri di culto fondati sul Monte di Pietà di Mon-tefiascone. Dall’investigazioni fatte in proposito,sono risultati i seguenti legati:

n.8 Messe Legatarie al Capitolo della Catte-drale di Montefiascone, con scadenza al 31 Dic.di ogni anno;

Somma annua al Cappellano pro temporedella Chiesa di Maria SS;ma del Riposo di £. 43(scudi 8). Testamento Fratelli Parenzi 1737; AttoJona “nuova erezione del Monte” 1860. Legatoperpetuo da erogarsi a beneficio di quella Chiesa.

Per soddisfare pertanto ai detti oneri sentoil dovere di chiedere che si abbia a trasmettere aquesta mia Curia:

La somma di £ 48.000, come capitale da in-vestire per la celebrazione di n. 8 Messe annue,alla elemosina prosinodale oggi vigente per lemesse legatarie di £ 300 per ognuna messa;

la somma di £ 1000 (a meno che non si vo-glie fare un benevolo aggiornamento) per capi-tale pure da investirsi per il Cappellano protempore della Chiesa di Maria SS.ma del Riposo.

Inoltre faccio ancora presente che sonostate riscontrate, a carico dell’Amministrazionedel Monte, forti lacune nell’adempimento deipredetti oneri negli ultimi decenni. In partico-lare: dal 1921 al 1951 sono state omesse n. 128messe e dal 1896 al 1921 risulterebbero non ce-lebrate n. 98 messe.

Per le sistemazione di tali omissioni mi ri-metterei alla Loro comprensione per poterne poiriferire alla S. Congregazione del Concilio [...]Luigi Boccadoro Vescovo.

L’accordo con la Curia vescovile venneraggiunto tramite il pagamento di 65.000lire, comprensive degli obblighi omessi.

La sede del Monte, composta da trevani,49 fu venduta a Florido Verdacchi che

se la aggiudicò per 500.500 lire; il vantag-gio ottenuto da questa vendita venne con-siderato molto soddisfacente in quanto lostesso immobile era stato preventivamenteinventariato per 150.000 lire.

Tra le curiosità rilevabili dallo stesso in-ventario emerge la considerazione che ilcommissario liquidatore aveva per i vecchidocumenti e i registri dell’ente: “Registri ecarte vecchie gettati alla rinfusa entro lecasse e i mobili, di nessun valore”;50 e la na-tura dei due ultimi pegni che giacevano nonriscattati presso il Monte: un lenzuolo e ungrammofono rotto.

L’ultimo documento relativo all’istituto èuna ricevuta, datata dicembre 1954, rila-sciata dal presidente dell’orfanotrofio fem-minile, don Latino Salotti, che dichiarava diaver ricevuto 315.000 lire, dal commissarioliquidatore Bartolozzi, a favore del sud-detto orfanotrofio. Questa cifra era dovutaall’eccedenza del bilancio finale dell’Istituto.

Così Vincenzo Carelli ricorda gli ultimianni del Monte di Pietà di Montefiascone.51

Allo sportello del nostro Monte di Pietà vifurono impiegati per molti anni e fino alla chiu-sura, prima Felice Ferlizzi, quindi Achille dellaRosa.

Lo sportello, protetto da inferriata cosìcome le finestre, si raggiungeva andando infondo al pianoterreno del palazzo.

C'era una cassaforte dove venivano conser-vati i preziosi in pegno e non si ha notizia difurti. Ricordo di aver assistito ad una operazione,da ragazzo, con mia madre.

Si era ai primi lustri del secolo.In quel tempo, il lavoro artigianale, come

quello derivato dai campi, fosse stato anche il piùimpegnato, il più sudato, di più lunga durata, ren-deva assai poco, come anche bassa era la resa deiprodotti della terra; da qui la frequenza al ricorsoal Monte.

La valutazione degli oggetti da impegnareera piuttosto bassa in confronto al valore reale esi aveva il diritto di riscatto entro sei mesi.

Se non si provvedeva entro questo termineal riscatto veniva concessa una proroga di altrisette mesi previo pagamento di un certo diritto.Scaduti per la terza volta i sette mesi e non es-sendosi presentati i depositari al riscatto, i pegni,per l'ordinamento dello Istituto, cadevano inprescrizione e venivano messi all'asta pubblica.

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

30

L’andamento del Monte negli ultimi anni di attività

50 Attualmente sembrano essersi salvati soltanto poche carte sparse e tre registri - uno per il periodo 1742-1750 e due relativi agli ultimi decenni dell’attività - oggi conservati in un archivio privato.

51 CARELLI, VINCENZO, Il Monte di Pietà ed il Monte Frumentario, in “La Voce”, luglio 1979, p. 12.

Ad integrazione dell’attività svolta daiMonti di Pietà si aggiunse, a partire dalXVII secolo, quella promossa da un altrotipo d’istituzione di carattere sociale che,pur essendo rivolta agli agricoltori, fornivavantaggi e benefici anche ad altre classi so-ciali.

I Monti frumentari, infatti, pur configu-randosi come istituzione prevalentementerurale, ebbero origine nel contesto urbano,nel tentativo di fronteggiare le frequenticrisi di approvvigionamento, e operandocome istituzione protezionistica e stru-mento di calmierazione del mercato delgrano.1

L’istituto prestava, durante il periododella semina, il grano e l’orzo ai contadinipiù poveri, i quali, vivendo in condizioni dipura sussistenza, spesso erano costretti amangiare le scorte riservate alla semina.

Le granaglie dovevano essere restituite,dopo il raccolto, in quantità leggermentemaggiore; questo piccolo aumento non erareso a titolo di interesse, ma come elemo-sina. Il meccanismo di funzionamento erasemplice. Gli ufficiali superiori o sovra-stanti svolgevano le vere e proprie funzioniamministrative, ricevevano il grano e stila-vano le bollette, mentre ai montisti, gene-ralmente due per ogni Monte, era riservatoil compito di custodire il grano immagaz-zinato, facendo in modo che non si dete-riorasse, e di provvedere, nei mesi diottobre-novembre (esercizio di credito) egennaio-giugno (prestito di consumo), alladistribuzione del frumento ai contadini edai poveri della parrocchia.

Anche se i Monti frumentari erano dipertinenza comunale, l’elemento ecclesia-stico rivestiva sempre un ruolo predomi-nante. Accanto al vescovo, che avevafunzioni sindacatorie, espletate normal-mente dall’atto della visita pastorale, lastrutturazione dell’organismo prevedevasempre il parroco.2

Generalmente le modalità di attivazionedel prestito erano avviate dietro il versa-

1 TOSTI, M., Le banche dei poveri. Carità, mutualità e piccolo credito nelle campagne umbre dall’antico re-gime all’età liberale, Roma 1990, pp. 12-13.

2 STEFANIA CECCARELLI, Amministrazione, economia e istruzione nella diocesi di Montefiascone tra Sei eSettecento. L’episcopato del Cardinale Marco Antonio Barbarigo, tesi di laurea, Università degli Studidi Perugia, facoltà di Scienze della formazione, relatore prof. Mario Tosti, anno Accademico 1996-1997.

31

L’ammasso del grano(incisione di Giovanni Fabbri)

IL MONTE FRUMENTARIO

mento di un pegno del valore superiore al-meno di un terzo a quello del grano mu-tuato, oppure dietro la garanzia dimallevadori, prassi quest’ultima che gra-dualmente, in virtù della sua maggiore sem-plicità, sostituì quella precedente legatasoprattutto al periodo delle origini deiMonti.3

Il Monte frumentario a MontefiasconeNel 1640, Tranquillo Ciucci, membro di

una famiglia illustre della città, lasciò pre-cise disposizioni testamentarie e 100 scudiper l’erezione di un Monte di grano a ser-vizio dei poveri.4

Se si considera che uno dei più antichiMonti frumentari conosciuti è quello cheera stato istituito a Volturara Appula nel1624, dobbiamo prendere atto della solle-citudine con cui venne fondato quello diMontefiascone.

Nel giugno di quell’anno, 1640, i priori

di Montefiascone informarono la Congre-gazione del Buon Governo del lascito echiesero licenza di poter erigere il Monte.5

Nel 1641 la disposizione divenne opera-tiva; nel consiglio del 16 agosto fu delibe-rato di prendere in consegna il grano daGiovan Domenico, figlio di TranquilloCiucci, e di immagazzinarlo in una stanzadell’ospedale.6

3 TOSTI, M., Le banche dei poveri. Carità, mutualità e piccolo credito nelle campagne umbre dall’antico re-gime all’età liberale, Roma 1990, pp. 14-15.

4 ASCM, Riformanze 1635-1645, tom. 23, c. 132.5 ASR, Congregazione del Buon Governo, serie II, Montefiascone, 2492.6 UGOLINI, ROBERTA, La Comunità di Montefiascone nella prima metà del XVII secolo: le “fatiche del vi-

vere quotidiano”, tesi, anno accademico 1997-98.

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Montefiascone al tempo dell’istituzione del Monte Frumentario, disegno di Carlo Fontana, 1670 ca.

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

La lavorazione del grano: mietitura con i buoi

Nello stesso consiglio fu imposto all’al-tro figlio, Paolo, di consegnare entro ottogiorni tramite il cognato Romeo Pennoni eil dottore Gabriele Vitelli i 50 scudi del le-gato paterno; in caso contrario l’uditoredella cancelleria avrebbe avviato i procedi-menti necessari.7 In seguito, grazie al lascito“Guerra”,8 venne nominato un ministromontista per il frumento con l’assegna-zione di diciotto scudi annui.

Nei primi anni del secolo successivo, ildisordine contabile con cui veniva gestito ilMonte frumentario di Montefiasconevenne rilevato dal vescovo Marco AntonioBarbarigo.

In particolare veniva accusata una scarsapuntualità nella restituzione del frumento,pigrizia ed inefficienza nel ricambio an-nuale del capitale a grano, confusione nellaragioneria e, talvolta, assenza di registra-zione dei prestiti.9

Il Barbarigo volle quindi che i dueMonti, frumentario e di pietà, fossero sot-toposti al dovere di visita da parte del ve-scovo, al contrario di quanto era accadutoin altri paesi della diocesi come Valentano,Piansano e Grotte di Castro.10

Lo stesso Vescovo così decretò a favoredel Monte frumentario:

“Essendo le usure vizio detestabile, e pec-cato sì enorme che chi le commette è da’ SacriCanoni punito con le censure, e privato della se-poltura ecclesiastica, e dichiarato infame nonsolo dai SS. Padri, e Sacri Concilii, ma anche dalleleggi dei Gentili, benché privi del lume dellafede: Noi per invigilare secondo il debito del no-stro Pastorale offizio sopra il nostro gregge,acciò non vi regni questo morbo pestilenziale,che […] spesso s’esige più del bisogno, e queiMonti, che sono stati eretti per togliere viel’usure, degenerando dal loro fine, bene spesso lenutriscono […] ordiniamo […] e proibiamoespressamente ai Montisti, o Depositari, o conqualunque altro nome si chiamino, che sono de-stinati ad esigere detto grano, che non abbianoardire d’esigere detto aumento, se prima nonavranno fatto costare a noi le spese che si ricer-cano per il mantenimento del Monte, e doveascenda la quantità dell’aumento di modo chepossa da noi determinarsi se l’esazione sia usu-raia o no. Imponendo ai trasgressori la pena dellaprivazione dell’ufficio, della restituzione del-l’esatto, di pagare altrettanto ai Luoghi pii, e altre

7 ASCM, Riformanze, 1635-1645, tom. 23, c. 161.8 Vedi il capitolo dedicato al Monte di pietà.9 Ibidem. Cfr. ACVM, Visita Pastorale Barbarigo al Monte di pietà, 20 agosto 1704; Estratto degli atti

di visita al Monte di pietà di Corneto, 25 febbraio 1699, Corneto.10 ACVM, Visite Pastorali Barbarigo, ff. 409-411.

33

IL MONTE FRUMENTARIO

La lavorazione del grano: mietitura con i buoi

La lavorazione del grano: trebbiatura

pene pecuniarie, e corporali a nostro arbitrio, edanche della Scomunica in Subsidium. Vogliamoche il presente Editto, o suo transunto, affissoche sarà alle porte delle chiese maggiori della no-stra Diocesi abbia forza e vigore, come se a cia-scuno fosse stato personalmente intimato”.11

Il Barbarigo mantenne costante e severoil controllo sul funzionamento caritativo ditali enti, tanto che, l’anno prima della suamorte, in una lettera datata 4 maggio 1705e scritta dopo la visita a Latera, deliberava:

“Vogliamo, ordiniamo et commandiamoche si osservino puntualmente et con esattezza[…] li medesimi capitoli”. Allo stesso fine siesige che i tre responsabili del Monte frumenta-rio (governatore, pievano e montista) sottofir-mino le bollette del grano in modo che sianougualmente responsabili sul piano morale e pe-nale di ammanchi, frodi ed usura”.12

Sulle modalità del prestito e della resti-tuzione, dettagliate informazioni emergonodalla citata visita pastorale. L’interesse, aliaselargiz ione caritatevole, era calcolato misu-rando all’epoca della semina il grano “araso” dell’unità di misura, e restituendolo“a colmo” all’epoca del raccolto.

Rispetto poi al monte frumentario fu pre-scritto che si prestasse a ciascuno fino alla quan-tità di un rubbio secondo la qualità della famiglia

a misura che chiamano “rasa” mediante quie-tanza dell’obbligazione e con idoneo fideiussoreed anche con l’impegno delle donne, a meno chenon sia stata riportata una facoltà dell’ordinarioper maggior quantità.

La quale quietanza contenga segnato ilpatto della restituzione nella prima restituzionedei frutti, la misura che chiamano “colma” dibuona qualità, come si dice mercantile cascato, egirato, affinché con questo aumento si possasupplire alle spese da farsi per il mantenimentodel monte: che se il montista non si procurò lacautela predetta sul fideiussore e le altre cose e lapartita si renda inesigibile, sia tenuto del proprio.

Però, passato il mese di agosto e non es-sendo stata fatta la restituzione dai debitori,dopo l’unico preavviso si passi al rigore del di-ritto ed all’esecuzione a mano regia.

La misura del mutuo debba essere del me-desimo peso di quella della comunità e con lamedesima si debba fare la restituzione a modocome sopra, come più estesamente dall’integrotenore dei capitoli che si leggono per esteso inuno istrumento sul ricordato libro.

Ulteriori indicazioni emergono sugli am-ministratori del Monte i quali, in quel pe-riodo, offrivano la loro opera gratuita-mente.

Però il monte frumentario al presente con-siste in scudi 65 e mezzo, così desunto dal red-dito della comune amministrazione fin’ora fattada don Gabriele Gentili, il quale al tempo dellasua amministrazione esigette dai mutuatari nona ragione dell’aumento previsto nell’erezione ma

11 ACVM, Visite Pastorali Barbarigo, Vol. II, ff. 411-12. .12 ACVM, nel Registro del monte frumentario di Latera si conserva una lettera che richiama i montisti al

divieto di concussione, datata 7 maggio 1705.

34

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

La lavorazione del grano: trebbiatura

La misurazione per la spartiz ione del grano

La lavorazione del grano: trebbiatura

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OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

a minore ragione cioè di una sola piccola quartaparte per ogni rubbio cioè libbre 40. Ora perònella deputazione del nuovo montista che è donNicola Secci, di recente deputato dall’e.mo permandato del medesimo, non esige niente affattoper usura, essendo stato creduto sufficiente perla manutenzione del capitale e per la soluzionedelle spese necessarie, l’aumento che natural-mente si suole avere dal frumento.

Il monte non ha proprio magazzino ma lotiene in affitto, per il quale si sogliono pagareogni anno circa tre scudi. Dall’aumento naturalepredetto si traggono le spese necessarie che spe-cialmente consistono in un’ottava parte di rub-bio per la mercede del baiolo nella esecuzionedella citazione contro i debitori ed altrettanti peril pubblico trombettista per i bandi che soglionofarsi.

Al montista, si soleva assegnare per il suostipendio due rubbi di frumento ogni anno, orapoi l’e.mo nella deputazione del detto Secci suofamigliare comandò che niente si desse ma chegratis venisse compiuta l’amministrazione adutile del monte e a sovvenzione dei poveri.

In quell’anno, 1704, il Monte Frumenta-rio pagava un affitto per il magazzino che,probabilmente, era ancora ubicato nel con-vento di San Francesco.

Il 10 marzo 1738, come abbiamo vistonel capitolo precedente, morì don MarianoParenzi il quale lasciò al Monte di pietà unacasa di dodici stanze, con cantina e stalla,ove si sarebbero dovuti trasferire i duemonti, di pietà e frumentario.

Nel 1754, risulta trasferito nella nuovasede soltanto il Monte frumentario, mentreil Monte di pietà non vi era ancora stato tra-sportato. L’attività dell’istituto proseguì re-golarmente almeno per un altro secolo.

Dopo il 1863, tuttavia, i nuovi ordina-menti unitari impedirono la formazione dinuovi Monti, e una legge del 10 marzo1865 li pose, in qualità di Opere Pie, sottola tutela delle Deputazioni provinciali, abo-lendo l’obbligo per gli amministratori direndicontare l’operato attraverso la presen-tazione di bilanci preventivi e la verifica diquelli consuntivi. Questa mancanza di con-trollo decretò la fine di molti istituti.

Dopo qualche anno alcuni di quelli cheancora sopravvivevano vennero trasformatiin Casse di risparmio e, a partire dagli ul-timi decenni dell’Ottocento, le attività deirimanenti furono assorbite dalle Casse ru-rali.

Uno degli ultimi dirigenti del Monte fru-mentario di Montefiascone fu il “sor Nino”Sciuga, un bel vecchio dalla lunga barbabianca che era il proprietario dei magazzinisiti al rione del Suffragio, in via della Buca.

L’ultimo incaricato addetto fu Dome-nico Chierici. Il Monte cessò quando, altempo dei Fasci, sorse l’istituto di CreditoAgrario banca regionale e quindi i Consorziagrari.13

13 CARELLI, VINCENZO, Il Monte di Pietà ed il Monte Frumentario, in “La Voce”, luglio 1979, p. 12.

LA SOCIETÀ DI MUTUO SOCCORSO

Il mutuo soccorso fu un fenomeno chesi manifestò in Italia a partire dalla secondametà del secolo XVIII quando, a causadelle nuove condizioni determinate dalla ri-voluzione industriale, l‘economia agricola,fino ad allora incontrastata dominatrice,dovette cedere il passo all’industria.1

Consequenziale fu la trasformazionedelle istituzioni di assistenza sociale costi-tuite da opere pie, congregazioni e confra-ternite. A queste ultime, in linea dimassima, subentrarono le associazioni dimutuo soccorso, nelle quali non entrava ilsentimento religioso e i cui sussidi eranoquasi esclusivamente finanziari.

Il contributo di pensiero e d’azione cheGiuseppe Mazzini, verso la metà dell’Otto-cento, dette alla causa dell’associazionismooperaio fu considerevole.

Giovandosi della libertà di stampa e diassociazione egli si dedicò ad una intensapropaganda delle sue dottrine sociali, im-ponendole alla generale attenzione e susci-tando intorno ad esse entusiasmi,avversioni e discussioni appassionate.

E mentre Mazzini cercava di promuo-vere fra gli operai gli ideali delle “tendenzeal dovere, al sacrificio giovevole a tutti, al-

l’unità fra le credenze e gli atti”, Carlo Cat-taneo indicava, più pragmaticamente, imezzi che potevano contribuire ad elevareil livello morale ed economico delle classioperaie: scuole, biblioteche, banche arti-giane, cooperative di consumo.

Nel 1871, a pochi mesi dalla soppres-sione dello Stato pontificio, sorse a Monte-fiascone una “Società di Mutuo Soccorso fra gliOperaj”. La tempestività della sua nascita fapensare ad un desiderio lungamente re-presso divenuto improvvisamente realizza-bile. Sensazione confermata dal caratteredella citazione d’apertura dello statuto so-ciale che sottolinea il diritto costituzionalealle riunioni: “Statuto Costituz ionale delRegno / Art: XXXII / È riconosciuto ildiritto di adunarsi pacificamente e sen-z’armi, uniformandosi alle leg gi che possonoregolarne l’esercizio nell’ interesse della cosapubblica.” Il carattere e le finalità dell’asso-ciazione, completamente laici, sono desu-mibili dai primi articoli dello stesso statutodella Società.

Art. 1. È istituita in Montefiascone una So-cietà col titolo di Società di Mutuo Soccorso fragli Operai.

1 ACCIARI, CLAUDIO, Le Società di Mutuo soccorso con particolare riferimento al pensiero e l’opera di GiuseppeMazzini, Università degli Studi di Roma, tesi di diploma, anno accademico 1978-79.

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Insegna della Società di Mutuo Soccorso di Montefiascone

1871 - LA SOCIETÀ DI MUTUO SOCCORSO

Art. 2. Principio fondamentale della istitu-zione è l’unione e la fratellanza; unico suo scopo:il Mutuo Soccorso materiale, intellettuale e mo-rale. Quindi essa tende ad educare alla previ-denza le classi che vivono del lavoro; a procurareai Soci che la compongono un soccorso in casodi malattia ed un sussidio in caso d’inabilità al la-voro; a facilitare ai medesimi il conseguimentodel lavoro e della istruzione ed a promuoverne lamoralità. La Società pertanto non ha scopo po-litico.

Le società Operaie di Mutuo soccorso -che, come abbiamo visto, ebbero in Italiaun grande sviluppo a partire dalla metà del1800 - avevano fra i principali scopi l’istru-zione, il mutualismo in caso di infermità ela previdenza, anche se si tendeva ad esclu-dere la carità e, fin dove possibile, l’elargi-zione filantropica.

Oltre a questi compiti tradizionali, le So-cietà fornivano altri servizi: il sostegno cre-ditizio agli associati, la fornitura di materieprime, la vendita ai soci di prodotti di primanecessità al prezzo di costo, la costituzionedi magazzini sociali; in qualche forma anti-cipando alcune delle specifiche attività delleCasse rurali.

Sul piano del credito, ad un congressofra le società di Mutuo soccorso, si discussesul tema della valutazione del lavoro comeproprietà e sulla possibilità di costituirecasse di risparmio per concedere denaro abasso costo e per costituire rendite per lavecchiaia. Alcune forme di associazionismofinanziario nascevano, quindi, collegate asocietà di Mutuo soccorso.

Successivamente, il ruolo di ponte frabeneficenza, mutualismo volontario e statosociale che le stesse svolsero, andò semprepiù accorciandosi con l’avvento del nuovosecolo, in quanto lo Stato iniziò ad assu-mersi precise responsabilità di tutela so-ciale.

L’avvento del fascismo, inoltre, fu carat-terizzato da una vasta azione volta a di-

struggere tutti i movimenti di libero asso-ciazionismo ed alla loro progressiva inte-grazione nel sistema fascista.

Le società di Mutuo Soccorso, dopo laguerra, non trovarono più lo slancio di ini-zio secolo, e molte di loro non ripreserol’attività; alcune, persa la loro funzione ori-ginaria, si trasformarono in associazioni ri-creative-culturali volte ad organizzare iltempo libero dei soci.

La “Società di Mutuo soccorso fra gliOperai di Montefiascone”, anche se nonaveva le finalità di un Monte di pietà o diuna banca, costituiva pertanto una formadi assistenza economica di tipo assicurativo,con gestione autonoma delle risorse finan-ziarie. Le entrate erano dovute alle quoteannuali dei soci - persone che vivevano del pro-fitto delle loro fatiche esercitando una professione,un’arte o un mestiere industriale o commerciale -ed a varie iniziative d’intrattenimento, qualirecite filodrammatiche e tombole.

L’utile maggiore proveniva dalla venditadel grano fatta dai soci; la spesa più consi-stente era quella dei sussidi concessi ai socimalati. Dal censimento del 1873 risultanoiscritti, al 31 dicembre, 139 uomini, mentreil patrimonio ammontava a 1.448,48 lire.2

2 Ringrazio Gilda Nicola per questa indicazione e per quelle relative agli anni 1885, 1894 e 1897.

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Particolare del vessillo della Società

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Resoconto Generale dell’esercizio 1876

Nel 1874, quando la vendita di granofruttò 399,88 lire, con 246,50 lire furono as-sistiti 17 soci affetti dalle seguenti malattie:podagra, febbri reumatiche, cefalgia, febbriintermittenti e altri con bronchite, dissen-teria, odontalgia, reumatismo muscolare,eczema erpetico, fratture, e pustole mali-gne.

Tra le uscite di quell’anno si registraanche una lira spesa per inviare un tele-gramma augurale a Giuseppe Garibaldi.3

Nello stesso periodo la Società era com-posta da 9 calzolai, 8 impiegati, 7 camerierie portinai, 7 muratori, 6 agricoltori e cam-pagnoli, 5 possidenti, 4 fornai e pastai, 3fabbri, 3 macellai e pizzicagnoli, 3 nego-zianti, 2 barbieri, pittori, 2 stagnai, 2 fale-gnami, 2 maestri elementari e 2 pescatori.

Il presidente, Silvestro Argentini, si va-leva della collaborazione di un vicepresi-dente, di un cassiere, di un segretario e ditre consiglieri di amministrazione. Del con-siglio direttivo faceva parte anche un me-dico chirurgo.

Al 31 dicembre 1876, con Pietro BasiliLuciani presidente, l’attivo ammontava a2.702,32 lire e il passivo a 271,30 lire. Il nu-mero dei soci era salito a 95 e i sussidi datiper malattia erano stati 13.

Nel 1880 il numero dei soci si era sensi-bilmente ridotto rispetto agli anni prece-denti e vi erano solo 39 iscritti. Nel 1882 ilnumero dei soci era risalito a 55; fra loro sitrovavano un sarto, un facchino, uno scal-pellino e un farmacista.

Tra le uscite di quell’anno figurano 14,30lire per la partecipazione al congresso delleSocietà operaie svoltosi a Roma, e 60 lireper l’affitto annuo della sede, pagato alla fa-miglia Carelli.

Dal censimento del ministero di Agri-coltura e Commercio del 1885 si rilevacome la Società fosse di tipo misto, cioèaperta a uomini e donne di età compresa

tra i 15 e i 45 anni. Al 31 dicembre 1884,comunque, i 148 soci erano tutti maschi; al31 dicembre dell’anno successivo, il nu-mero era salito a quota 169 e il patrimonio

finanziario ammontava a 3.430 lire.La tassa di ammissione era di 2 lire, il

contributo annuo da versare variava da 7,20a 9,60 lire. Già dopo sei mesi di versa-menti, i membri, in caso di necessità, pote-vano contare su un sussidio giornaliero, peruna durata massima di 90 giorni, che va-riava da 50 centesimi a 1,25 lire.

Dieci anni di versamenti garantivanouna pensione in caso di inabilità perma-nente al lavoro.

La società, che aveva una cassa di pre-stiti interna ad esclusivo uso dei soci, con-tribuiva anche alle spese per i funerali degliiscritti; aveva poi istituito un circolo di let-tura per gli operai, promovendo l’istruzionedei soci anche tramite scuole e conferenze.

Nel 1894, a distanza di soli nove anni

42

La sede della Società in via Casti

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

3 MUSOLINO 1993, pp. 208-210.

dalla precedente relazione, la Società, percause non note, si trovava in serie difficoltà,tanto che il numero dei soci si era ridotto a47. Nei primi anni del ‘900, l’Associazionedisponeva di una lettiga a mano utilizzataper trasportare i malati gravi all’ospedale.

Nel 1923 fu parzialmente modificato lostatuto e stabilito che due parti degli introitinetti sarebbero andati al fondo di riserva etre al fondo pensioni.4

Negli anni ‘30, la Società versava men-silmente 55 lire a Pietro Presciuttini, pro-prietario della sede sociale. Il locale, piùtardi, fu acquisito. Ancora oggi, in via Casti,si intravede la scritta della Società, sopra laporta d’ingresso, con due mani che si strin-gono in segno di fratellanza per un reci-proco aiuto. Una partecipe descrizione diquell’ambiente affiora dai ricordi di AldoCiucci.5

…L’Associazione di Mutuo Soccorso allo-cata in un androne al piano terra e sito lungol’erta via che allora portava alla chiesa del Suf-fragio. L’androne si apriva quasi di fronte all’Al-bergo Casti [...] Una grande porta-vetrina cheimmetteva nell’ambiente era sormontata da unostemma metallico di notevoli dimensioni che sulfondo chiaro faceva risaltare due mani che sistringevano vigorosamente: era il simbolo del-l’amicizia, della fratellanza nel bisogno per un re-ciproco solidale aiuto.

Tale, infatti, era lo spirito dell’associazioneed in quell’epoca il bisogno non mancava dav-vero [...] con tale miseria, l’associazione di mutuosoccorso, che apriva i battenti solo la domenica,era affollatissima perché erano in molti a bussarea quella porta con la speranza di un aiuto per ti-rare avanti. E l’aiuto in verità, anche se modesto,non mancava mai perché la solidarietà umana eracertamente più sentita, come lo è sempre, fra imeno abbienti [...]

L’androne era piuttosto squallido. C’eranosoltanto alcuni tavoli dove, ad ognuno di essi,quattro uomini giocavano alle carte ed altri due,chiamati “battifondi” aspettavano il loro turno

per subentrare. Anche qui però, in questo am-biente privo del minimo arredamento, non man-cava la dovizia di quadri e dipinti, alteratidall’umidità, e tutti coerenti allo spirito dell’As-sociazione. Ricordo chiaramente l’immagine diun S. Martino a cavallo nell’atto di donare il pro-prio mantello al mendicante infreddolito, S. Vin-cenzo de’ Paoli che distribuisce pani a bambinimal nutriti; un ritratto del poverello d’Assisi e fi-gurazioni analoghe.

43

La bandiera della Società

1871 - LA SOCIETÀ DI MUTUO SOCCORSO

4 Lo statuto modificato nel 1923, fu dato alle stampe col titolo Società di Mutuo Soccorso fra gli Operai diMontefiascone, Montefiascone 1924. Esso si componeva di 69 articoli che riguardavano i principi fon-damentali e le finalità dell’istituzione, i sussidi e le pensioni, la disciplina delle adunanze generali e labiblioteca circolante.5 CIUCCI, ALDO, Associazioni e circoli, in “La Voce”, aprile-agosto 1986.

I consociati erano per lo più braccianti -contadini ed operai molto spesso disoccupatiche aspettavano la domenica per ricrearsi un po’in quell’androne con qualche partita a briscola etressette, che gratificava i vincitori con un mezzolitro di vino.

Così quel mutuo soccorso era fiorente so-prattutto di attese e speranze, ma comunque,rappresentava un sicuro punto di riferimento...visto che la Camera del Lavoro era già in di-sarmo e le istituzioni di previdenza sociale di làda venire, anche se il Fascismo ne lasciava intra-vedere la realizzazione, come, ed è giusto rico-noscerlo, non mancò di attuare pur se infunzione di una politica egemonica.

Per cui, anche, l’Associazione di MutuoSoccorso al tempo che sto rievocando, era al tra-monto…

Nel marzo 1945, la Società fu riorganiz-zata. Vi aderirono 31 vecchi soci e 22 socinuovi; non furono però più svolte opere as-sistenziali. I soci versavano una quota men-sile che veniva impiegata per una gitaannuale e per un pranzo sociale. Il 18 gen-naio 1969, l’ufficio del Genio Civile di Vi-terbo decise lo sgombero della sede permotivi di staticità; nel 1981, lo stesso am-biente fu concesso in affitto al Comune diMontefiascone; oggi accoglie la sede del-l’Associazione Nazionale Carabinieri.

Partecipanti al pranzo sociale della Società (anno 1955)

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OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

LA BANCA COOPERATIVA POPOLARE DI MONTEFIASCONE

Nel 1884, trent’anni prima della nascitadella Cassa rurale, venne costituita a Mon-tefiascone una banca Cooperativa popolare.

Le banche cooperative nascevano se-condo due diversi schemi, quello delle casserurali e quello delle banche popolari, concampi di applicazione diversi e caratteristi-che complementari.

Le banche popolari, secondo il progettooriginale, dovevano avere un capitale pro-prio, formato da azioni di grosso taglio, chei soci non abbienti potevano pagare a rate.Erano soci i sottoscrittori di almeno unaazione e solo a questi la banca poteva con-cedere prestiti. Il capitale doveva costituireil primo fondo di esercizio, ma la bancaavrebbe potuto raccogliere depositi anchedai non soci corrispondendo su di essi uninteresse, purché tali depositi non avesserosuperato il triplo o il quadruplo del capitalesociale. I prestiti sarebbero stati concessi adun interesse basso, per somme limitate econ garanzia esclusivamente personale.1

Nel caso della banca Cooperativa diMontefiascone, erano previsti, oltre ai pre-stiti garantiti dalle azioni, “prestiti d’onore”basati soltanto sulla reputazione del richie-dente.

Le banche popolari si svilupparono, ge-neralmente, all’interno di contesti urbani,costituendo una risposta alla domanda difinanziamenti che proveniva dai piccoli im-prenditori e dai piccoli artigiani.

In questo senso gli istituti di credito po-polare si distinsero rispetto alle preesistenticasse di risparmio che invece, inizialmente,perseguivano il fine di combattere il pau-perismo e di educare i meno abbienti al ri-

sparmio. Sebbene le Banche Popolari oggicostituiscano una categoria estremamenteeterogenea, comprendente sia istituti digrosse dimensioni che operatori di piccolataglia, è tuttavia rintracciabile, nella quasitotalità di esse, il persistere di una forte vo-cazione al localismo.

Le finalità della banca Cooperativa Po-polare di Montefiascone sono, comunque,bene indicate nell’atto notarile di costitu-zione e in alcuni articoli dello statuto.

Il Giorno quattordici Maggio Milleottocen-tottantaquattro nello scopo di aiutare l’industriaed il Commercio in Montefiascone, e di pro-muovere maggiormente il Credito ed il rispar-

1 Le informazioni di carattere generale sulle banche popolari sono tratte da DEANDREA, CAROLINA, Pro-blemi e prospettive della disciplina delle banche popolari, tesi di laurea, Università degli Studi di Parma, AnnoAccademico 2002/2003.

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Il consiglio d’Amministrazione della BancaCooperativa Popolare di Montefiascone

1884 – BANCA COOPERATIVA POPOLARE DI MONTEFIASCONE

mio nelle Classi meno agiate, sorse in alcuni be-nemeriti Cittadini la lodevole idea d’istituire inquesta Città una Banca Cooperativa Popolarecon ordinamento analogo al tipo delle Banchecooperative Pugliesi. Considerati con molta pon-derazione i vantaggi di tale Istituto, e discusse lemodalità onde ottenerne l’attuazione, i sullodatiCittadini si costituirono in Comitato Promotore.A mezzo di nota di sottoscrizione ben cento-cinquantuno Cittadini di ogni classe aderironoalla fondazione della Banca Popolare Coopera-tiva in Montefiascone sottoscrivendosi per Nu-mero quattrocento Azioni del valore nominaleognuna di Lire Venti rappresentanti così un Ca-pitale nominale complessivo di Lire Ottomila,2[...] in apposita Assemblea tenutasi nel giornoVenti Aprile milleottocentottantaquattro nellaSala principale di questo Palazzo Comunale lostatuto stesso fu unanimemente approvato [...]sono intervenuti personalmente

Quello che emerge dall’atto costitutivoe dallo statuto, è l’assoluta laicità dell’ini-ziativa, anomala in una società fortementereligiosa come era quella di Montefiascone.

Non vi partecipavano, infatti, compo-nenti del clero; le riunioni si svolgevano inComune e non in ambienti religiosi; noncomparivano sostantivi o aggettivi di im-pronta cattolica; tutti elementi che trove-remo al momento della nascita della Cassarurale. Tra i fondatori, inoltre, non era pre-sente nessun rappresentante della classe ru-

rale, ma prevalentemente possidenti e pic-colo borghesi.

Il Signor Domenico Guarducci figlio del fuTommaso, possidente nativo di Montefiascone

Il Signor Secondiano Mauri del fu Dome-nico possidente, nativo di Montefiascone e Sin-daco di questa Città

Il Signor Carlo Iacopini del fu Filippo, pos-sidente, nativo di Montefiascone

Il Signor Francesco Santini del fu Filippo,possidente, nativo di Acquasparta

Il Signor Filippo Ricca del fu Francesco,possidente, nativo di Montefiascone

Il Signor Vincenzo Buccino del fu Gen-naro, Impiegato, nativo di Troja

Il Signor Francesco Volpini del fu Filippo,possidente nativo di Montefiascone

Il Signor Flaviano Rinaldi del vivo France-sco, Maestro falegname nativo di Montefiascone

Il Signor Ivo Fazi del fu Luigi, nativo diMontefiascone, direttore delle Scuole Elemen-tari, e Segretario del Comitato [depennato dal-l’atto notarile]

Il Signor Domenico Guarducci come Pre-siedente del Comitato Promotore ha pure di-chiarato e dichiara che le azioni sottoscritteammontano a tutt’oggi al numero di quattro-centosette [...]

Dallo Statuto della Banca CooperativaPopolare di Montefiascone:

Art. 2° La durata della Società sarà di anni25; e potrà prorogarsi con deliberazione deiSoci…

Art. 4° Scopo della Società è di concorrereallo sviluppo delle industrie e dei commerci, pro-cacciando il credito ai propri Soci per mezzodella mutualità e del risparmio…

Art. 9° In nessun caso un Socio potrà pos-sedere più di 100 Azioni [...] Potranno far partedella Società anche le donne, le quali avranno fa-coltà di farsi rappresentare nelle Assemblee daaltri Soci con mandato scritto. Egual diritto go-dranno i Soci assenti…

Art. 39° - Gli utili della Banca, deduzionefatta di tutte le spese, tasse ecc:, saranno nel Bi-lancio annuale ripartiti come segue: 75% agliAzionisti; 20% al fondo di riserva; 5% a scopitendenti a migliorare le condizioni delle classimeno abbienti, od anche a favore degli impie-gati…

2 Importo equivalente a circa 30.000 euro.

Atto costitutivo della Banca Cooperativa Popolare

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OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Certificato Azionario della Banca Cooperativa Popolare (1904)

Questo ultimo articolo ci aiuta a com-prendere il carattere della Banca - apparen-temente più rivolto all’interesse personaledei soci che a quello dell’Istituto - in quantogli utili delle banche cooperative, general-mente, venivano accantonati per la mas-sima parte nei fondi di riserva.

E forse questa difformità di finalità saràstata una delle cause che ne determinaronola successiva cessazione, presumibilmenteavvenuta allo scadere dei venticinque anniprevisti dallo statuto.

Bisogna poi considerare il carattere pre-valentemente rurale dell’economia monte-fiasconese dell’epoca, ed il fatto che lebanche popolari avevano trovato terrenofertile soprattutto all’interno dei centri ur-bani - diventando le banche di commer-cianti, artigiani, professionisti - a differenzadelle Casse rurali che, diffusesi nei centriagricoli, operavano quasi esclusivamentecon clienti agricoltori.

Statuto a stampa della Banca Cooperativa Popolare di Montefiascone

(1885)

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OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

L’OPERA DEI CONGRESSI E L’UNIONE POPOLARE

Negli anni successivi all’unificazione na-zionale, con il fine di contrastare le nascentiorganizzazioni operaie di matrice materia-listica e anticlericale, presero vita in Italianumerose associazioni sociali di indirizzocattolico. Il 2 ottobre 1870, il Consiglio su-periore della Gioventù Cattolica Italiana de-liberò di fondare un’opera destinata aradunare tutte le forze cattoliche nazionali.In occasione del congresso celebrato a Ve-nezia dal 12 al 16 giugno 1874, venne co-stituito un Comitato permanente.

Nel secondo congresso, svoltosi a Fie-sole dal 22 al 16 settembre 1875, il Comi-tato permanente si ufficializzò inquell’Opera dei Congressi che, dal 1875 al1904, fu l’organizzazione principale dei cat-tolici italiani.

Compito dell’Opera era di riunire i cat-tolici e le associazioni cattoliche in una co-mune e concreta azione per la difesa deidiritti della Santa Sede e degli interessi reli-

giosi e sociali degli Italiani. L’Opera fustrutturata in comitati regionali, diocesanie parrocchiali. Il suo sviluppo fu tale chenel 1897 essa contava 3982 comitati par-rocchiali, 708 sezioni giovanili, 12 circoliuniversitari, 700 casse rurali, circa 700 so-cietà operaie, 24 banche cattoliche e una so-cietà di assicurazione.

Faceva pure capo all’Opera la stampacattolica nazionale.

L’enciclica “Rerum Novarum” di papaLeone XIII, del 15 maggio 1891, avevadato all’Opera dei Congressi una fortespinta di azione sociale.

Tuttavia, la successiva enciclica “Gravesde communi”, dell’8 gennaio 1901, fu causadi contrasti, soprattutto da parte dei gruppiche sollecitavano la partecipazione dei cat-tolici alle battaglie politiche. Il pontefice in-fatti aveva riconfermato gl’indirizzi socialidell’Opera dei Congressi, ma non ritenevaancora opportuno che i cattolici operasseronel campo politico.

Nacquero così, nell’associazione, forticontrasti fra i tradizionalisti, legati esclusi-vamente all’attività sociale, ed il gruppo gio-vanile capeggiato da don Romolo Murriche sollecitava un impegno più deciso nellalotta politica ed una partecipazione attivadei cattolici nella vita dello Stato.

Nel 1898, nell’ambito di questo vastoquadro di attività, si erano formati a Mon-tefiascone un comitato diocesano e un co-mitato parrocchiale, con le primeorganizzazioni di carattere sociale, ove pre-valevano le tendenze della corrente giova-nile progressista che aveva assunto il nomedi Democrazia Cristiana.

Ad un convegno democratico cristianodella Regione Cimina, svoltosi a Viterbo dal26 al 28 gennaio 1902, tra i relatori vi fu-rono tre giovani sacerdoti di Montefiascone

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Papa Leone XIII

OPERA DEI CONGRESSI E UNIONE POPOLARE

che esposero con fermezza le loro convin-zioni sociali in rapporto alla grave situa-zione dell’ambiente. Don Carlo Salottiparlò delle casse rurali che andavano in-contro alle necessità degli agricoltori e li sal-vavano dagli usurai; don Alfonso Orfeiespose la situazione agricola nell’AltoLazio, tiranneggiata dalle prepotenze deipadroni terrieri; don Latino Salotti illustròla posizione e l’operato dei circoli e delleopere democratiche cristiane che richiede-vano un adattamento all’esigenze delle dif-ferenti regioni.

Dalla relazione del convegno, inviata allasede centrale dell’Opera dei Congressi aVenezia, si viene a sapere come presidenteonorario diocesano fosse il vescovo e comela carica di presidente effettivo fosse va-cante. Il Comitato diocesano - composto di23 membri, quasi tutti giovani del CircoloSacra Famiglia - aveva tenuto l’ultima riu-nione il 17 febbraio 1900; nei due Comitatiparrocchiali di Montefiascone e di Grottedi Castro, il primo aveva una sezione gio-vanile che contava 140 aderenti, l’altro rac-coglieva 120 membri e 96 iscritti alla

sezione giovanile. Il 20 luglio 1903 morìLeone XIII e il 4 agosto fu eletto Pio X.Dal 10 al 13 novembre di quell’anno fu te-nuto a Bologna il Congresso dell’Opera.

In quell’occasione prevalsero i giovanidemocratici-cristiani di don Romolo Murri,e il dissidio tra la corrente dei vecchi in-transigenti e i giovani si acuì maggiormente.

Si giunse così alla separazione delle duecorrenti e Pio X, con una lettera del 30 lu-glio 1904, decretò lo scioglimento del-l’Opera dei Congressi. Nel 1905, donRomolo Murri fondò la “Lega Democra-tica Nazionale” basata sul principio del-l’autonomia e dell’azione politica, ma lanuova iniziativa fu condannata dal Papa.

Nel 1906 sorse l’Unione Popolare colcompito di coadiuvare le attività culturalidei cattolici italiani, raccogliendo i cattoliciin un unico centro di dottrina, di propa-ganda, di azione, e continuando a convo-gliare le forze cattoliche nell’alveo delladottrina sociale cristiana. Dal 26 febbraio1915, per volontà di papa Benedetto XV,l’Unione Popolare ebbe il compito di altadirezione dell’Azione Cattolica Italiana.3

Generoso Carelli, sindaco di Montefiascone, e don Alfonso Orfei

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OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

3 A Montefiascone, nel 1917, l’Unione Popolare aveva due sezioni: la prima raccoglieva 120 iscritti delleparrocchie di Santa Margherita e di Sant’Andrea, la seconda radunava 107 soci di San Flaviano. Il 18aprile 1920 venne costituita la sezione dell’Unione Popolare a Zepponami, con 39 iscritti guidati dalcapo gruppo Attilio Mancini che si valeva della collaborazione dei consiglieri e di un segretario.

CARLO SALOTTI

(Grotte di Castro 25-07-1870Roma 24/10/1947) studia al semi-nario di Orvieto poi a Roma pressoil Pontificio Ateneo e la Royal Uni-versity.

Ordinato sacerdote il 22 set-tembre 1894, termina i suoi studinel 1897.

Nel 1902 diventa professorepresso l’Ateneo Pontificio di S.Apollinare. Il 20 luglio 1915 è no-minato Prelato Domestico di SuaSantità ed entra nella Congrega-zione dei Riti; Promotore dellaFede nel 1925.

Il 30 giugno 1930, è Arcive-scovo titolare di Philippopolis inTracia e Segretario della Congrega-zione per la Propagazione dellaFede e quindi rettore della Pontifi-cia Università.

Riceve la consacrazione episco-pale il 6 luglio dello stesso anno.

Il 13 marzo 1933 è privata-mente nominato cardinale e, il 16dicembre 1935, ufficialmente car-dinale di San Bartolomeo.

Il 14 settembre 1938 è nomi-nato Prefetto della Congregazionedei Riti e nel 1939 partecipa al con-clave che eleggerà Pio XII papa.

LATINO SALOTTI

(Grotte di Castro 18-03-1877 Montefia-scone 01-02-1971) Iniziati gli studi ad Orvieto,si traferisce poi al Seminario di Montefiascone.

Ordinato sacerdote il 20 settembre del1900, si sposta a Roma ove si laurea in DirittoCanonico e si diploma in Pedagogia e Socio-logia. Rientrato in diocesi viene incaricatopresso il Seminario di Montefiascone comeprofessore, vicerettore, ed economo.

Il 10 aprile 1910 è nominato canonico Pe-nitenziere della cattedrale, quindi vicario coa-diutore della cattedrale il 6 luglio 1916; vicarioeconomo di S. Andrea il 7 dicembre 1918 e vi-cario economo del decanato il 29 marzo 1919;è decano parroco della Cattedrale l’11 agosto1919; cameriere segreto il 29 luglio 1926 e pre-lato domestico il 24 agosto 1939.

Alla morte di Mons. Giovanni Rosi ricoprela carica di Vicario Capitolare fino alla nominadi mons. Boccadoro.

Superati i novanta anni, rinuncia al Deca-nato, e si ritira in un piccolo appartamento at-tiguo all'Orfanotrofio Femminile.

Il suo nome è strettamente legato a S. LuciaFilippini, essendo stato Postulatore per il pro-cesso diocesano di beatificazione.

Nel 1914, in linea con le ideali direttivenazionali, l’Unione Popolare di Montefia-scone promosse la costituzione di unaUnione Agricola Cattolica.

Presidente fu nominato Giuseppe Si-lenzi e assistente ecclesiastico don LatinoSalotti, allora professore al seminario Bar-barigo.4

Nello stesso periodo le due Unioni si at-tivarono per fondare la vagheggiata Cassarurale locale. Allo scopo di sensibilizzare lapopolazione sull’argomento, si tenne unaconferenza alla quale assistette un gran nu-mero di agricoltori.

Per invito delle Unioni Cattoliche, Popolareed Agricola, è venuto tra noi il sig. LambertoGiannitelli, il quale dinanzi ad un uditorio dicirca 500 contadini con parola facile e chiarezzamirabile ha dimostrato la necessità d’una orga-nizzazione tra i contadini per la tutela degl’inte-ressi di classe: si è soffermato a lungo a spiegarecome gli intenti che guidano le società cattolichesono ben diversi da quelli delle leghe socialisteche promettono rivendicazioni, divisioni di pa-trimonii altrui e non parlano mai di quella pro-duzione collettiva che è solo fattibile conl’unione tra capitale e lavoro. Dopo d’aver par-lato della tutela della piccola proprietà per laquale si attendono saggi provvedimenti dal go-verno, ha insistito sulla necessità che i contadinisi rendano economicamente indipendenti permezzo di istituzioni di credito, come una CassaRurale che mentre li libera dalle granfie deglistrozzini, aiuta la piccola proprietà, e sviluppa lavirtù del risparmio. È giunta l’ora che voi conta-dini per sfuggire alle solite turlupinature dei so-liti ambiziosi vi uniate per fare dei fatti, perassicurare alla vostra classe giorni migliori ecome Cristo risorse nella Pasqua, così voi doveterisorgere moralmente e materialmente.5

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4 L’Unione Agricola Cattolica nel corso degli anni perse la sua fisionomia d’istituzione cattolica, riducen-dosi ad associazione di tipo economico dove i valori spirituali e morali erano trascurati. Assistente ec-clesiastico era il decano don Latino Salotti, ma nella relazione in preparazione alla Visita pastorale del1925 si legge che egli non aveva mostrato più interesse per il funzionamento della cooperativa dalgiorno in cui l’ufficio e la sede erano stati trasferiti nei locali del partito socialista; MUSOLINO 1993, pp.211-213.

5 L’ECO, anno II, n. 38, 1914.

L’UNIONE AGRICOLA CATTOLICA

LA CASSA RURALE DI MONTEFIASCONE

LA CASSA RURALE

Accanto alla vita stentata degli istitutispeciali preposti all’esercizio del creditoagrario operavano in Italia, Casse di rispar-mio, banche Popolari cooperative, Casserurali di prestiti e, un gradino più giù, iMonti frumentari e le Casse di prestanzaagraria.

Questi istituti esercitavano - chi più chimeno - anche attività creditizia nei con-fronti dell’agricoltura italiana o, più esatta-mente, verso gli agricoltori.

Tra tutti, quelli che più di ogni altro pre-starono attenzione ai problemi agricoli fu-rono le Casse Rurali, sorte sulla sciadell’esperienza sviluppatasi in Germania edin altri paesi europei.

La prima idea di cassa rurale venne pro-spettata in Italia da Alessandro Rossi, ma ilprimo ad attuarla, a Loreggia nel 1883, fu

Leone Wollemborg, nativo di Padova, difede israelita e divenuto senatore e Ministrodelle finanze.

La diffusione di questi istituti segnòun’impennata dopo la pubblicazione del-l’enciclica Rerum Novarum di Leone XIII,che alimentò la fondazione di casse di ispi-razione cattolica.

Tre anni dopo, nel 1894, il CongressoCattolico auspicava “che in ogni parrocchiarurale o borgata agricola avesse, per lapronta cooperazione del reverendissimo cleroe dei cattolici, a fondarsi una cassa ruralecattolica di depositi e prestiti, per sostenerel’agricoltura italiana e tutelare il risparmiodel lavoratore”.

L’aggettivo “cattolico”, di cui parlava ilCongresso, non era una formale dichiara-zione di intenti, ma costituiva un orienta-

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LA NASCITA DELLE CASSE RURALI IN ITALIA

V Congresso del Partito Popolare a Roma

mento preciso, e in parecchi articoli dellostatuto-tipo, rimanevano riferimenti espli-citi allo spirito cattolico che doveva animaree ispirare le direttive dei vari istituti.

Sulla scia di quel convegno, moltissimisacerdoti si impegnarono a fondo, tantoche le Casse rurali si diffusero anche nelMezzogiorno per iniziativa, tra gli altri, didon Luigi Sturzo in Sicilia e di don Carlode Cardona nella provincia di Cosenza.

In pochi anni crebbero considerevol-mente; al 31 dicembre 1897 se ne conta-vano già 904, di cui 125 neutre e 779cattoliche. Nel 1905 venne costituita la Fe-derazione Italiana delle Casse Rurali; men-tre, nei primi decenni del ‘900, gli istitutiavevano raggiunto le 3.500 unità.

Tuttavia le crisi bancarie degli anniVenti-Trenta, investirono duramente ancheil credito cooperativo, e il numero dellecasse rurali si ridusse a circa 1.000.

Ciò anche in considerazione della naturapropria delle casse rurali, le quali, pur con-sentendo l’associazione in quelle forme dipiccoli agricoltori, ne determinava anche unlimite. Le ristrettezze geografiche entro cui

operavano e la mo-destia delle sommedisponibili, pur per-mettendo di svol-gere un’azionepar t icolar menteimportante permolti contadiniignorati dalle leggi edai grandi istitutibancari, non pote-vano fornire i con-tributi necessariall’attuazione digrandi e significative modernizzazioni.

Si risolvevano cioè tante piccole que-stioni che angustiavano i contadini, solle-vandoli in molti casi dalla miseria oallontanandoli dagli usurai, e si lasciavanointatti l’assetto e la struttura delle loro mo-deste aziende che rimanevano piccole e po-vere.

In altri termini le casse rurali si muove-vano prevalentemente, se non esclusiva-mente, nell’ambito di un credito agrario diesercizio, e non di ammodernamento.

Don Luigi Sturzo

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OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Don Latino Salotti con i giovani dell’Azione Cattolica

La Cassa rurale di Montefiascone nac-que grazie ad alcune favorevoli conver-genze di obiettivi.

Da una parte il desiderio da parte deirappresentanti del clero locale, ed in parti-colare del vescovo Giovanni Rosi e di donLatino Salotti, di adeguarsi alle direttivedella Rerum Novarum; dall’altra la inaspet-tata disponibilità di un intraprendente ra-gioniere, Angelo Castellani, fresco didiploma e mosso da una generosa voglia difare; ed infine le istanze della classe rurale,i cui rappresentanti premevano per poteraccedere agli indispensabili sostegni finan-ziari necessari alla emancipazione e allo svi-luppo della loro categoria.

Furono questi i presupposti che spinseroun piccolo gruppo di persone, di differenteestrazione sociale, a costituire quel piccoloistituto finanziario che prese il nome di“Cassa Rurale di Depositi e Prestiti di Mon-tefiascone”.

Il primo documento che registra questaintenzione risale al 18 gennaio del 1913, e siriferisce all’avvenuta pubblicazione, nel fo-glio degli annunci legali della Provincia,degli atti relativi “alle costituz ioni” dellaCassa rurale depositi e prestiti di Montefia-scone.

Bisognerà attendere più di un annoprima che l’iter burocratico sia completatoe che i sei soci fondatori si ritrovino, il 6maggio 1914, per consegnare l’atto pub-blico al notaio Luigi Donati; procedura chesi concluderà il 2 agosto dello stesso anno,con la registrazione giuridica dell’atto co-stitutivo.

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1913 - Comunicazione dell’avvenuta pubblicazionenel foglio degli annunci legali della Provincia, degli atti

relativi “alle costituzioni” della “Cassa rurale depositi e prestiti” di Montefiascone

1914 - LA CASSA RURALE DI MONTEFIASCONE

L’Eco, anno II, n. 41, 10 maggio 1914

I Soci FondatoriL’elenco nel “Libro Soci” della Cassa ru-

rale inizia con il nome dei sei soci fonda-tori in questo ordine: Avv. AntonelliMercurio, Zampetta Vincenzo, Morettidottor Costanzo, Castellani rag. Angelo, Pa-nichi Pietro e Silenzi Giuseppe. Don LatinoSalotti, che pure fu particolarmente attivonella fondazione dell’istituto, preferì nonapparirvi ufficialmente, verosimilmente permotivi di correttezza formale. L’eterogeneogruppo, che comprendeva esponenti di variceti, era unito da uno spirito attivo, mossoda un’ideale volontà di progresso, e co-munque “ispirato” da criteri cattolici.

MERCURIO ANTONELLI

Il primo nome registrato nel libro deisoci è quello di Mercurio Antonelli, e nonpoteva essere altrimenti visto che, in queglianni, l’Antonelli costituiva la figura di mag-gior prestigio del paese e la sua partecipa-zione era un’ambita garanzia per ogni tipodi manifestazione locale, sia assistenzialeche culturale; i suoi interventi, originali edautorevoli, erano richiesti ed apprezzatinelle più diverse occasioni.

Figlio di Giuseppe e di Chiara Veggianida Forlì,1 era nato il 21 novembre 1863 da

un’antica e aristocratica famiglia montefia-sconese. I membri della famiglia, di provatisentimenti conservatori e papalini, eranostati presi di mira, durante i moti del ’48,dai rivoluzionari capeggiati da alcuni com-ponenti della famiglia Cernitori.

Mercurio, dopo aver terminato gli studidi giurisprudenza ed essersi laureato aRoma nel 1887, esercitò inizialmente laprofessione presso lo studio dell’avvocatoAugusto Baccelli, fornendo prova di culturanon comune e di grande intelligenza; mapoi preferì abbandonare codici e pandette etornare a Montefiascone per dedicarsi al-l’amministrazione dei suoi possedimenti.

Nel 1890 fu nominato consigliere co-munale ed assessore; eletto sindaco, declinòl’incarico. Si sposò quindi con Veridiana Fe-derici, vedova di Filippo Ricca e già madredi quattro figli (Tito Guglielmo, Francesco,Maddalena, Beatrice); dalla loro unione na-scerà Giuseppe che studierà legge come ilpadre.

Tra i tanti incarichi ed impegni che as-sunse ricordiamo quelli di deputato del lo-cale Monte di Pietà; membro dellaCommissione per le tasse Comunali; mem-bro della Congregazione di Carità; membrodella direzione del periodico “L’eco dellaDiocesi”; presidente del comitato per le

1 Giuseppe era figlio di Mercurio e di Girolama Carli; suoi fratelli e sorelle erano Giovan Battista, Bere-nice, Vittoria e Francesca.

Prima pagina del “Libro dei Soci” della Cassa Rurale

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OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Mercurio Antonelli

Mercurio Antonelli con la moglieVeridiana Federici ved. Ricca

Stemma della famigliaAntonelli

Cucine Economiche organizzate nel 1915in occasione dell’entrata in guerra dell’Ita-lia; presidente dell’Opera Nazionale perl’assistenza civile e religiosa degli orfanimorti in guerra; presidente della DirezioneDiocesana e dell’Unione Popolare; socio ecollaboratore della Società Storica Volsi-niese; socio della B. Deputazione Umbra diStoria Patria; socio della R. Società Romanadi Storia Patria; Ispettore onorario delleGallerie del Lazio. Morì nel dicembre del1940 all’età di 77 anni. Un suo pensierosulle rivendicazioni del mondo rurale beneesprime la consapevolezza sociale che loanimava.

“…ora i tempi sono maturi perché lasperanza diventi realtà. Per tutto il mondocorre un anelito immenso verso la giustizia,ed anche i nostri lavoratori della terra chie-dono che lor giustizia sia fatta. L’immanecataclisma sarebbe accaduto invano se dallesue rovine non dovesse spuntare il fiorefiammante delle rivendicazioni sociali…”(dai Diritti civici dei montefiasconesi sulla Com-menda, 1919)

VINCENZO ZAMPETTA

Paradossalmente il secondo nome delregistro costituisce l’antitesi del precedente;tanto famoso e considerato era l’Antonelli,quanto sconosciuto e dimenticato risultaoggi Vincenzo Zampetta. Di lui non si hamemoria e non si trovano immagini, i lon-tani nipoti nulla sanno.

L’unica traccia è quella che emerge da unvecchio giornale dell’epoca che ci fa ap-prendere come Vincenzo Zampetta fosseun personaggio attivo nell’ambito delmondo contadino.

Il suo nome compare tra quelli dei mem-bri del sottocomitato “Paolette e Fiordine”che nel 1915 si era affiliato al ComitatoAgricolo di Montefiascone. L’associazioneera sorta anche per tutelare i prezzi dellamano d’opera che, alcuni “vili speculatori”,approfittando della mancanza di tanti uo-

mini partiti per la guerra, avrebbero potutofar aumentare. Vincenzo Zampetta fu pre-sente, come consigliere, a moltissimi deiconsigli d’amministrazione tenutisi neiprimi anni di vita dell’istituto.

Singolare è il fatto che nel 1925, un annoprima della morte, venne radiato dal regi-stro dei soci, insieme a molti altri, per nonaver ottemperato all’articolo dello statutoche prevedeva l’obbligatoria appartenenzadei soci alla associazione degli Uomini Cat-tolici. Dalla sua tomba dimenticata è statopossibile risalire alla data di morte ed all’età:

QUI RIPOSA NELLA PACE DI CRISTOVINCENZO ZAMPETTASPOSO E PADRE ESEMPLARE UOMO DI AN-

TICA FEDE E PROBITÀ A TUTTI CARISSIMOMORÌ DI ANNI 72 IL 3 MARZO 1926 I FIGLIADDOLORATISSIMI P.P.

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L’Eco, anno III, n. 23, 5 giugno 1915

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

I successivi tre soci, parenti tra loro grazie alcomune avo Niccola Castellani, furono l’animaorganizzativa ed il braccio operativo dell’Istituto.

Costanzo Moretti fu prima consigliere e quindi

presidente; Angelo Castellani, l’unico con prepa-razione di contabilità, direttore per moltissimianni; Pietro Panichi, presidente della Cassa eprimo presidente della Banca Coop. Cattolica.

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Nelle caselle gialle sono evidenziati tre dei sei Fondatori della Cassa Rurale, i tre primi Presidenti della Banca Cooperativa Cattolica ed il primo Cassiere Giuseppe Moretti

(Pietro Panichi e Costanzo Moretti sono stati membri fondatori e presidenti)

1914 - LA CASSA RURALE DI MONTEFIASCONE

Niccola Castellani

Rosa Bracoloni

Paolina Castellani

Filippo Codini

Rosina Codini

Luigi Codini

Teresa Serafinifracass

Camillo Castellani

Maria Renzi

Angelo Castellani

Elena Basili Luciani

Vittoria Castellani

Rosa Maria Castellani

Mario Sansoni

Angela Castellani

Luigi Moretti

Vincenzo Moretti

Cecilia Bacchi

Rosa Moretti

Pietro Panichi

Costanzo Moretti

Beatrice Ricca

Giuseppe Moretti

Veturia Basili Luciani

Maria Moretti

Luisa

Fermano Castellani

Cecilia Jacopini

Luisa Castellani

Anna Castellani

Terenzio Basili Luciani

Ottilia Castellani

Mario Russo

Apollonia Castellani

Gioacchino Perugini

Giulio Perugini

Maria Lampani

COSTANZO MORETTI, ANGELO CASTELLANI E PIETRO PANICHI

Il patriarca Niccola Castellani con i figli Apollonia, Angela, Fermano, Camillo e Paolina

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Costanzo Moretti, Fondatore e secondo Presidente

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Giuseppe Moretti, primo Cassiere

Gruppo di persone appartenenti alle famiglie Castellani, Panichi e Moretti (1912)all’estrema destra in piedi sono Costanzo Moretti e Pietro Panichi

Pietro Panichi, Fondatore e primo Presidente Angelo Castellani, Fondatore e primo Direttore

GIUSEPPE SILENZI

Giuseppe Silenzi costituiva, insieme aVincenzo Zampetta, la rappresentanza delceto rurale. Personaggio intraprendente egeneroso, rivestiva la carica di presidentedell’Unione Agricola.

Morì, purtroppo, nei primi giorni delgennaio 1915, a pochi mesi dalla fonda-

zione dell’Istituto, e quindi non ebbe mododi partecipare ad alcun consiglio d’ammini-strazione.

Per questo motivo fu anche la primapersona ad essere cancellata dal Libro deiSoci.

Diagramma dei discendenti dei due Fondatori “rurali” Giuseppe Silenzi e Vincenzo Zampetta

Bruno, Giuseppina e Chiara Silenzi

Pietro Cesare Silenzi

Olindo Silenzi

Giuseppe Silenzi

Clara Rosetto

Cesare Rosetto

Santa Zampetta

Massimino Zampetta

Vincenzo Zampetta

Giuseppe Silenzi

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L’Eco, anno III, n. 4, 24 gennaio 1915

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Testata del 19 aprile 1914 del periodico “L’Eco”

Si informano i lettori che essendo state espletatele necessarie pratiche presso il Tribunale di Vi-terbo, si erano aperte le iscrizioni alla “Cassa ru-rale di Depositi e Prestiti” e che non appena ilnumero delle adesioni fosse stato sufficiente si sa-rebbe proceduto all’attribuzione delle cariche;L’Eco, anno II, n. 73, 20 dicembre 1914

L’instituzione della Cassa Rurale fomentò inevita-bile polemiche da parte degli “avversari” di partito;questo si evince dalla lettura dell’articolo pubbli-cato da “L’Eco”, anno II, n. 39, 26 aprile 1914

L’Eco, anno III, n. 4, 24 gennaio 1915

Statuto e Regolamento della Cassa RuraleIl 7 marzo 1915, in occasione dell’As-

semblea Generale, il presidente Pietro Pa-nichi propone di mandare un plauso dimeritata lode al socio promotore CostanzoMoretti, il quale con illuminata competenzaha redatto lo Statuto ed il regolamento dellaCassa. Tra i vari capitoli dello statuto so-cietario ce ne sono alcuni che contengonointeressanti indicazioni relative alle motiva-zioni e allo spirito che animava l’iniziativa.Nel secondo dei quarantaquattro articolivengono definiti gli scopi della società, tracui quello della gestione di merci e mate-riale inerenti il lavoro rurale.

• Art. 2 – La Società nell’intento di miglio-rare le condizioni morali e materiali dei Soci, haper oggetto l’esercizio del credito e lo sviluppodel risparmio, a loro esclusivo vantaggio neimodi determinati dal presente Statuto. In modospeciale la Società accorda prestiti per spese diraccolta, coltivazioni, sementi, concimi, materie

anticrittogamiche e curative; per dotare i fondidi scorte vive e morte, di macchine ed attrezzirurali, di arnesi per la manipolazione dei prodottiagricoli, e quanto altro occorra per l’eserciziodell’agricoltura.

• Art. 4 – Possono appartenere alla Societàsoltanto persone ossequenti alla religione Catto-lica ed alle vigenti leggi, di conosciuta morale edonestà, che godono della piena capacità giuri-dica, risiedono nel territorio di Montefiascone ovi tengono almeno frequente dimora e continuerelazioni d’affari, e non appartengono ad altraSocietà a responsabilità illimitata avente lo stessoscopo.

• Art. 8 – I soci sono obbligati: a) di ri-spondere con tutti i loro averi ed in parti ugualifra loro, e solidariamente rispetto ai terzi delleobbligazioni passive della Società; b) di osser-vare lo Statuto, i regolamenti e le deliberazionisociali; c) di intervenire alle assemblee e coadiu-vare il buon andamento della Società; d) di ver-sare una quota sociale del valore di lire una almomento della sottoscrizione nel libro dei soci.

• Art. 15 – [...] Nelle Assemblee generali isoci non possono farsi rappresentare. Il socioche senza giustificato motivo non interviene al-l’Assemblea generale, incorre nella pena di £0.25, che sarà devoluta al fondo riserva.

• Art. 18 – Il Consiglio d’Amministrazioneè composto di un presidente, di un vice-presi-dente, di tre consiglieri eletti tra i soci dall’As-semblea generale ordinaria con segreta votazione

Totale delle quote azionarie versate al momentodella Costituzione della Società

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L’Eco, anno III, n. 18, 1 maggio 1915

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

I primi articoli dello Statuto societario come risultano nell’atto notarile del 2 agosto 1914

I. SociArt: I. - Oltre quanto è disposto dall’art. 4 delloStatuto sociale può essere socio della CassaRurale di Depositi e prestiti di Montefia-scone: a) Chi ha una condotta morigerata edonesta, b) Chi osserva tutte le leggi della Re-ligione Cattolica, e) Chi regola cristiana-mente se stesso e la famiglia, d) Chi non haincompatibilità legali, e) Chi non fa parte dialtre società a responsabilità illimitata.Art: II. - In via di esemplificazione non pos-sono quindi far parte della società: i viziosie i disonesti; chi ebbe qualche condanna pe-nale: gli usurai: i negozianti che vendono acredito, ma a prezzi da usurai; quelli che pa-gano gli operai a prezzo vile; chi approfittadella disgrazia altrui; le donne maritate senon hanno il permesso del marito (autoriz-zazione maritale); i giovani di età minorenon emancipati; gli analfabeti se non dannoprocura legale a chi scrive; quelli che sonosotto tutela; gli inabilitati; i sordo-muti e cie-chi dalla nascita; ed in generale tutti quelliche per qualsiasi ragione non godono dei di-ritti civili e non siano reputati degni d’apparte-nervi dal Consiglio d’amministrazione. Contro ilrifiuto d’ammissione pronunciato dal Consigliod’amministrazione vale la disposizione dell’art:5 Comma 1 dello statuto sociale.Art: III - Il Socio ha l’obligo di presentarsi pun-tualmente alla scadenza degli eventuali prestiti:Ogni tardanza sarà punita colla multa di Lireuna.

II. Assemblea GeneraleArt: IV - Le assemblee generali, s’intendono re-golarmente convocale e possono validamentedeliberare quando intervengano le condizioniprescritte dall’Art: 13 e seguenti dello Statuto.Art: V. - Normalmente esse vengono presiedutedal Presidente, o in sua essenza dal Vice Presi-dente del Consiglio Amministrativo. Nel casoprevisto dall’Art: 27 Comma 4 dello Statuto So-ciale, l’assemblea nomina nel proprio seno il Pre-sidente. Questi esercita l’alto ufficio di dirigerele discussioni di osservare e di fare osservare leprescrizioni dello Statuto, affinché le delibera-zioni riescano valide e legali.Art: VI. - Il Presidente viene assistito dal Segre-tario che stende i verbali delle riunioni. Normal-mente le funzioni di Segretario dell’Assembleavengono assunte dal Segretario Contabile.

Può però l’assemblea procedere alla nomina frai Soci del proprio Segretario, o delegare al Presi-dente la scelta.Art: VII - Salvo deliberazioni in contrario, le di-scussioni e le deliberazioni si susseguono nelmodo segnato nell’ordine del giorno. Non pos-sono essere discussi argomenti estranei all’ordinedel giorno. Ai soli sindaci é concessa la facoltà diriferire sopra qualche oggetto che si riferisce al-l’andamento dell’azienda sociale (art: 27 Statuto)Art: VIII - Ogni Socio deve domandare al Pre-sidente facoltà di parlare; questi non può negarla.Il Socio che parla deve usare temperanza di lin-guaggio ed evitare modi che offendano le per-sone presenti ed assenti.Art: IX - Il presidente ha facoltà di richia-mare all’ordine quel Socio che usasse modio linguaggio sconvenienti. Se il richiamonon vale il Presidente può applicare la cen-sura davanti l’assemblea. In caso di tumultoo di gravi offese od atti, il Presidente può so-spendere la seduta, e rimandare la discussionead altro giorno ai sensi dell’Art: 14 dello StatutoSociale.Art: X. - Secondo il disposto dell’Art: 16 delloStatuto Sociale le deliberazioni vengono preseper alzata e seduta; per il presente regolamentoanche per appello nominale, se un quinto deiSoci presenti lo domandi. Ove la deliberazione siriferisca a persone, questa deve essere presa persegreta votazione.Art: XI - Alla constatazione dell’esito della vo-tazione assistono due scrutatori scelti dalla Pre-sidenza fra i soci presenti.Art: XII - In seno all’Assemblea Generale gliamministratori non possono dare voto nell’ap-provazione dei bilanci e nelle deliberazioni ri-guardanti la loro responsabilità.Art; XIII. - All’infuori della lettura del verbaledavanti all’assemblea dei Soci nessuna pubblicitàva data alle deliberazioni delle Assemblee sociali;salvo che si tratti di modificazione dello Statutodi proroga di scioglimento o di liquidazione dellaSocietà nei quali casi devono essere osservate leprescrizioni di legge e quelle dell’Art: 17 e 43dello Statuto Sociale.

III. Consiglio d’AmministrazioneArt; 14. - La Composizione e le norme che re-golano l’elezione dei membri del Consigliod’amministrazione sono dettate dall’art: 18 e 19dello Statuto Sociale.Art; 15 - Il Consiglio d’Amministrazione si con-

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OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

REGOLAMENTO DELLA CASSA RURALEDI DEPOSITI E PRESTITI IN MONTEFIASCONE[il grassetto evidenzia alcuni originali normative del Regolamento]

Il Regolamento venne pubblicato in cinque puntate nel periodico L’Ecoad iniziare dal n. 13 del 27 marzo 1915

voca ordinariamente una volta al mese all’Art:22 dello Statuto; straordinariamente a giudiziodel Presidente, ogni qual volta che occorra deli-berare sulle domande d’ammissione dei Soci, suquelle dei prestiti e sopra quanto interessa il fun-zionamento della SocietàArt: 16 - Ogni seduta sarà valida se saranno stateottemperate le disposizioni dell’Art: 22 dello Sta-tuto. Le discussioni sono rigorosamente segrete.Art: 17 - Discusse le domande e gli argomentiproposti, il Segretario, redige seduta stante il ver-bale che letto e approvato viene firmato dal Pre-sidente o chi per esso e dal Segretario.Art: 18 - I Componenti il Consiglio d’ammi-nistrazione che per tre volte consecutivemancassero senza giustificazione alle sedutesaranno ritenuti dimissionari e si provvederàalla loro sostituzione.Art: 19 - Per gli obblighi d’amministrazione, re-sponsabilità ed altro valgono per gli ammini-stratori gli articoli 139 e seguenti del Codice diCommercio.

IV. Commissione di SindacatoArt: 20 La Commissione di sindacato è compo-sta di tre sindaci effettivi e due supplenti elettinei modi determinati dall’art: 26 dello statuto so-ciale.Art: 21 - In caso di morte, di rinuncia, fallimentoo di decadenza di uno dei Sindaci subentrano isupplenti in ordine di età. Se ciò non basta a ren-derne completo il numero, i sindaci rimasti chia-mano a sostituire i mancanti altre persone, chestanno in carica fino alla prossima assemblea ge-nerale di bilancio.Art: 22 - La Commissione di sindacato si con-voca ogni mese e rivede le operazioni compiutedurante il frattempo; delibera sulle informazioniche fossero richieste dal Consiglio d’Ammini-strazione, e sui ricorsi che venissero presentati;redige apposito verbale che viene firmato dalSindaco capo, ed in sua assenza dal Sindaco piùanziano e dal Segretario.Art:. 23. - Oltre a cioè che è disposto dall’art: 27dello statuto sociale ogni sindaco ha facoltà diprocedere in qualsiasi momento da solo alle ispe-zioni improvvise di cassa, e dei registri redigen-done apposito verbale.Art: 24 - I Sindaci possono essere soci o nonsoci e sono rieleggibili. Non sono eleggibili: i pa-renti e gli affini degli amministratori sino al 4.grado inclusivamente, e cioè se sono padre e fi-glio (1. grado) o fratelli (2. grado) o zio e nepote(3. grado) o cugini (4 grado) e in grado di affinitàse sono nelle predette condizioni di parentelacon il coniuge d’un amministratore.Art: 25 - I Sindaci senza aver voto deliberativopossono assistere alle adunanze degli Ammini-

stratori, e fare inserire negli ordini del giorno diqueste adunanze e in quelle delle assemblee or-dinarie e straordinarie le proposte che reputanoopportuno.

V. Segretario e ContabileArt: 26 - Il Segretario eletto a norma dell’art: 28dello statuto, riceve le domande dei Soci di pre-stiti, di proroghe; redige i verbali delle adunante,generali; e di quello del Consiglio d’amministra-zione; partecipa le risposte di questo ai richie-denti; tiene il libro dei Soci, i libri verbali delleadunanze generali e di quelle del consiglio d’am-ministrazione, e il Copia lettere.Ricorda a voce o per iscritto ai membri del Con-siglio e della Commissione di Sindacato il giornoe l’ora delle proprie adunanze; assiste alle adu-nanze dei sindaci e ne redige i verbali. Sul copialettere trascrive tutte le lettere e telegrammi spe-diti dalla società.Conserva pure tutte le lettere e i telegrammi in-viati alla società, tutte le domande di socio, diprestiti e di proroga in appositi fascicoli per or-dine di data e numerate formandone una nota diprotocollo.Prepara e pubblica a tempo debito gli avvisi delleassemblee generali: e li fa affiggere secondo ledisposizioni dell’ art. 14 dello statuto sociale.Art: 27 - Quando il Segretario ha le funzioni diContabile, ha come il Contabile gli obblighi se-guenti: redige le situazioni mensili, i bilanci an-nuali; i movimenti bimestrali dei soci; curandole firme necessarie, e la trasmissione in tempodebito alla Cancelleria del Tribunale di Viterbo,al Ministero d’Agricoltura, industria e commer-cio, al foglio annunzi giudiziari della Provincia aseconda dei casi. Tiene la prima nota, il giornalemastro, il mastro depositi, il libro inventari, e glialtri libri che si rendessero necessari, e che ilConsiglio d’Amministrazione crederà d’affidar-gli. Cura la vidimazione annua del libro giornale,controlla l’esattezza delle cambiali rilasciate daiSoci.

VI CassiereArt: 28 - Eletto a norma dell’art. 28 dello Sta-tuto il Cassiere risponde della Cassa. Eseguisce leoperazioni di prestiti, di rinnovazioni, di depo-siti, rimborsi secondo le deliberazioni del Con-siglio d’Amministrazione e dietro ordini delContabile.Otto giorni prima della scadenza del Prestito neda avviso ai Soci. Ove un socio non si presen-tasse a tempo opportuno ne da tosto avviso alSegretario. - Tiene lo scadenzario, o conservatutti i mandati del Contabile quale prova dellesomme incassate e pagate.

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OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

VII Pubblicazioni obbligatorie e atti periodici1) Notificazione al tribunale delle avvenutenomine degli Amministratori.

Art: 29 - Il Codice di commercio fa obbligo agliAmministratori di Società di notificare la loronomina alle Cancelleria del Tribunale, nella cuigiurisdizione è stabilita la sede della società entrotre giorni dacché ne hanno avuto notizia, conatto sottoscritto alla presenza del Cancelliere oaltrimenti in forma autentica.Art: 30 - La notifica viene fatta con la formulaseguente:

Cassa Rurale di Depositi e Prestiti di Mon-tefiascone

(Società cooperativa in nome Collettivo)Notificazione per le avvenute nomine per le

cariche sociali.Alla Cancelleria del Tribunale di Viterbo.A sensi dell’art. 139 del Codice di commer-

cio i sottoscritti-dichiarano che nell’assemblea ge-nerale dei Soci che ha avuto luogo il giorno [...]sono stati eletti

Amministratori della Cassa Rurale di De-positi di Montefiascone.

Montefiascone [...] [...] Presidente[...] Consigliere[...] Consigliere

Art: 31 - Questa dichiarazione è stesa in carta li-bera se non decorsero i cinque anni dalla costi-tuzione della Società. Trascorso il quinquennio ladichiarazione deve essere stesa su carta bollatada L. 3,60.

2) Movimento bimestrale dei Soci.Art: 32 - Per disposizione di legge gli ammini-stratori della Società Cooperativa, hanno obbligodi presentare alla Cancelleria del Tribunale unelenco dei Soci illimitatamente responsabili en-trati, usciti, e rimasti nella Società durante il tri-mestre. Questo elenco deve indicare il nome ecognome e il domicilio dei Soci entrati e di quelliusciti. Deve essere sottoscritto dagli Ammini-stratori, presentato alla Cancelleria entro quin-dici giorni dalla fine del trimestre cui si riferisce.Art: 33 - Le notizie necessarie per la compila-zione dell’Elenco, di cui all’articolo precedente,si desumono dal registro Soci, distinguendo ingruppi i Soci entrati ed i Soci usciti, e differen-ziando per numero onde avere la risultante deiSoci componenti la società. - Questo elencoviene redatto in carta semplice e presentato allaCancelleria del Tribunale in due copie. Una diqueste copie sarà trattenuta dalla Cancelleria, l’al-tra verrà restituita con analoga annotazione delCancelliere, e spedita poscia al “ foglio AnnunziLegali,, presso la R. Prefettura di Roma per lagratuita inserzione.

3) Situazioni mensiliArt: 34 - L’art. 177 del Codice di Commercio faobbligo alle Casse Rurali di depositare presso ilTribunale, nei primi otto giorni di ogni mese laloro situazione riferibile al mese precedente.Queste situazioni vengono compilate su modelloregolamentare stampato, in carta libera e in dop-pio esemplare. Devono contenere la dichiara-zione, sottoscritta almeno da un amministratoree da un sindaco, di essere conformi alla verità.Art: 35 - I dati computistici necessari per la com-pilazione si desumono dal giornale mastro, le dicui colonne dovranno ad ogni fine mese, esseresommate per presentare le risultanze dell’eserci-zio. In calce ad ognuno degli esemplari deposi-tati, il Cancelliere attesta l’avvenuto deposito conanaloga dichiarazione. Uno di questi esemplaririmane presso la Cancelleria; l’altro, che si ritira,viene trasmesso al ministero d’agricoltura, indu-stria e commercio per la pubblicazione nel bol-lettino ufficiale delle Società per azioni.Art: 36 - Anche questa inserzione è gratuita;debbono pagare il diritto di L. 3 per ciascuna in-serzione, quelle sole cooperative il cui capitalesociale, esclusa la riserva, superi, secondo l’ul-timo bilancio le lire 30,000. (regolamento perl’esecuzione del Codice di Commercio art. 53,quale venne modificato col R. Decreto 4 Agosto1894 n. 416).

4) BilancioArt: 37 - Entro il mese di gennaio d’ogni anno,deve essere compilato per cura degli ammini-stratori, assistiti dal segretario Contabile, il bi-lancio annuale. Il bilancio deve dimostrare conevidenza e verità, gli utili realmente conseguiti ele perdite sofferte. Deve pure indicare il Capitalesociale realmente esistente, e la somma dei ver-samenti effettuati e di quelli in ritardo.Art: 38 - Almeno un mese avanti il giorno fis-sato per l’Assemblea dei Soci che deve discu-terlo, il bilancio, coi documenti giustificativi,deve essere presentato dagli amministratori aisindaci.Art: 39 - La legge attribuisce ai sindaci ampia fa-coltà ed il più esteso mandato. La continua vigi-lanza che essi debbono esercitare sugli affarisociali, sulla Cassa, sui registri, si riassume nel-l’esame del bilancio che essi debbono compiereesattamente.Essi dovranno constatare, la vera consistenza deivalori e dei crediti dichiarati, e l’esattezza dellerisultanze esposte nel bilancio. I risultati delleloro verifiche saranno riassunti nella relazioneche i sindaci devono presentare all’assemblea deiSoci.In detta relazione dovranno essere indicate lecause delle perdite se ve ne furono, e quelle diprosperità dell’azienda sociale; e dovrà conclu-

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1914 - LA CASSA RURALE DI MONTEFIASCONE

dere colla posta di approvazione o di reiezionedel bilancio presentato per l’approvazione.Questa relazione deve essere presentata colletti-vamente, vale a dire da tutti i sindaci. Se qual-cuno di essi dissenta nelle conclusioni, sarà fattocenno del parere del Sindaco dissenziente.Art: 40 - Il bilancio deve restare depositato incopia, insieme alla relazione dei sindaci, negli uf-fici della Società, durante i quindici giorni cheprecedono l’Assemblea generale e finché sia ap-provato. L’uno e l’altra possono essere esaminatida chiunque provi la sua qualità di Socio (art. 179Codice di Commercio).Art: 41 - L’Approvazione del bilancio per partedell’Assemblea deve avvenire entro il 31 Marzodi ogni anno come all’art. 13 dello Statuto.Art: 42 - Entro 10 giorni dell’avvenuta Assem-blea generale dei Soci per l’approvazione del bi-lancio, deve essere trasmesso al R. TribunaleCivile di Viterbo, copia autentica del verbale,della relazione dei Sindaci, e tre copie del bilan-cio. Tutti, questi documenti sono esenti da bolloper le Società che non abbiano cinque anni divita od un capitale superiore alle lire 30.000; de-vono invece essere compilate su carta bollata pertutte le altre.Il bollo ordinario competente è di L. 1.20 perogni foglio che sia necessario alla compilazionedei suindicati documenti, ed ogni copia stesa inquesto foglio bollato, deve essere sottoposta allaregistrazione col pagamento di una tassa fissa di1.20 per ciascun documento che sia redatto inbollo.Per evitare la registrazione, si può far uso di fo-glio bollato da 2.40 per il primo necessario allacompilazione di ciascun documento di bilancio;e ove sia chiesto un altro foglio successivo perle maggiori estensioni dei documenti medesimi,allora si deve far uso di fogli bollati da 1.20.La Cancelleria del tribunale restituisce poi allaSocietà due copie, l’una in bollo e l’altra in cartalibera, dei bilanci, delle quali l’una va pubblicatasul giornale, che il Consiglio d’Amministrazioneriterrà opportuno, e l’altra è spedita a Roma allaDirezione del Bollettino Ufficiale delle Societàper azioni, presso il Ministero d’Agricoltura, In-dustria e Commercio.

5. Altre pubblicazioni di atti SocialiArt: “43 - Nei casi di modificazione dello Sta-tuto, di proroga o scioglimento della Società, ilprocesso verbale dell’Assemblea deve essere de-positato alla Cancelleria del Tribunale entroquindici giorni da quello in cui ebbe luogo la de-liberazione dei Soci.Art: 44 - Le formalità giudiziali cui soggiaccionoqueste modificazioni dello Statuto, sono quellestesse richieste per la legale costituzione della So-cietà, all’infuori dell’intervento del notaio. Così il

deposito del verbale dell’Assemblea deve essereaccompagnato da una domanda al Tribunalenella quale si richiede sia ordinata la trascrizione,non che la affissione del verbale di modifica-zione dello Statuto (art: 221 96 91 Codice diCommercio). Emanato poi il decreto del Tribu-nale, se favorevole, si provvede alle stesse formedi trascrizione, inserzione, affissioni necessarieper la costituzione legale della Società. Finchétutte queste formalità non siano osservate, lemodificazioni stesse non hanno effetto. (Art.100. Codice di Commercio).

6. Vidimazione annuale del libro giornaleArt: 45 Mentre tutti i libri prescritti dalla leggedebbono essere vidimati prima di essere posti inuso, il libro giornale deve essere presentato allavidimazione anche una volta all’anno, possibil-mente al principio d’ogni esercizio.

7. PenalitàArt: 46 - Il deposito degli atti costitutivi delleCasse Rurali o delle deliberazioni che vi recanocambiamenti, quello delle situazioni mensili e deibilanci nelle cancellerie dei Tribunali, è obbliga-torio per gli Amministratori delle Casse rurali.Se il deposito non viene eseguito nei termini in-dicati, o sia eseguito in modo incompiuto, cia-scuna delle persone alle quali spetta di eseguirloo di farlo eseguire, è punita con pena pecuniariache può estendersi sino a L. 50 per ogni giornodi ritardo, (art. 246 Codice Commercio).

8 Servizio dei risparmiArt: 47 - La cassa rurale riceve depositi a ri-sparmio tanto dai soci che dai non socicome all’art. 30 dello statuto sociale. Cia-scun deposito non potrà essere inferiore alire 1 né superiore a lire 100 per volta.Art: 48 - L’interessi sui depositi decorrono dalprimo e dal 15 di ogni mese.Art: 49 - All’atto del primo versamento viene ri-lasciato al depositante un libretto nominativo oal portatore che dovrà contenere nel primo caso,il nome, cognome, paternità, la qualità ed il do-micilio del depositante; nel secondo caso solo ilnome e cognome al quale il depositante vuoleintestato il libretto. I libretti saranno distinti daun numero progressivo, e porteranno la firmadel Presidente e del Segretario contabile. Sullacopertina del libretto verranno stampate le pre-senti norme regolamentari che s’intendono co-gnite ed accettate dalle parti interessate.Nell’interno del libretto, nella parte destinata alconto corrente, vengono iscritti successivamentee cronologicamente tutte le operazioni di depo-sito, di rimborso e di capitalizzazione d’interessi.Ogni operazione deve essere convalidata dallefirme del Presidente, del Cancelliere, Segretario

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OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

contabile.Art: 50 - Gli interessi sui depositi maturano il 31dicembre d’ogni anno, e vengono capitalizzati,vale a dire resi fruttiferi, il 1 Gennaio dell’annosuccessivo, salvo il caso dell’estinzione del li-bretto.Art: 51 - Non può essere rilasciato più di un li-bretto con intestazione ad una sola persona. Èobbligatoria la presentazione annuale del librettodi risparmio per la verifica e per l’iscrizione e ca-pitalizzazione degli interessi.Art: 52 - Il rimborso di tutta o di parte dellasomma versata a titolo di risparmio, si ottiene didiritto verso presentazione e quietanza della per-sona intestata nei libretti nominativi, nei seguentitermini:fino a L. 25 a vistafino a L. 100 con preavviso di 7 giornifino a L. 500 con preavviso di 15 giornioltre a L. 500 con preavviso di un mese.Art: 53 - I rimborsi di libretti intestati a mino-renni possono essere effettuati verso quietanzadei rispettivi padri o dei tutori che esercitano lapatria potestà. Se tali depositi rappresentano in-vestimento di capitali, di pertinenza di mino-renni, e come tali vincolati, in tal caso il rimborsonon può avvenire che dietro ordinanza del R.Pretore di Montefiascone (art: 225 codice civile).Le quietanze di rimborsi operati in mano di il-letterati devono portare il segno croce della per-sona illetterata che è intestata, fatto alla presenzadi due testimoni che firmano per autenticazionedel segno croce.Art: 54 — Le somme depositate a risparmios’intendono vincolate a favore della cassa nelcaso che il depositante risulti debitore di altrasomma, o venga meno agli impegni ed agli ob-blighi assunti come Socio, o come debitore, ecome garante, o avallante, verso la cassa.Art: 55 - Il costo del libretto è stabilito in cente-simi venticinque da pagarsi all’atto del primo av-versamente. Anche al libretto di risparmio sonoestese le esenzioni del pagamento delle tasse dibollo per cinque anni o finché la cassa non pos-segga un capitale sociale di 30.000. In questocaso i libretti pagano una tassa di bollo di cente-simi 15 (col doppio decimo cent. 18) per ognifoglio di quattro pagine (legge sul bollo testounico luglio 4-1897)Art: 56 - I libretti che non presentino alcun cre-dito vengono dal cassiere ritirati ed estinti.

9 Servizio dei PrestitiArt: 57 - Il socio che voglia ottenere un prestitofarà domanda al Consiglio d’Amministrazioneindicando:

a) la somma che si domanda.b) le garanzie che si offrono a sicurezza del

prestito se cioè avallo, pegno od ipoteca. La si-

curezza dei crediti concessi dalla società, deveessere tale da togliere ogni pericolo. La garanziadeve essere proporzionata all’entità del mutuo,edalla lunghezza del tempo stabilito per il rim-borso: quanto più forte è la somma mutuata elungo il tempo tanto più seria deve essere la ga-ranzia.

c) i termini di restituzioned) l’uso cui la somma è destinata. Questa di-

sposizione non è obbligatoria; ma dichiarandol’uso a cui serve la somma richiesta, il Consigliod’Amministrazione potrà meglio giudicare se siao no il caso di concedere il mutuo.Art: 58 - La firma di avallo di persona estraneaalla società, impone l’obbligo di far uso dellecambiali bollate anche durante il primo quin-quennio di fondazione.Art: 59 - Sopra ciascuna domanda il Consigliodeve deliberare, e le sue decisioni devono esseresempre informate ai seguenti criteri:

a) La validità delle garanzie personali e le-gali che il Socio può prestare.

b) Quando sia dichiarato l’uso a cui lasomma è destinata, l’utilità che può derivare alSocio o alla sua azienda del prestito richiesto.Art: 60 - I prestiti possono essere assunti a breveed a lunga scadenza, ed essere pagati in una o inpiù rate. Avvenuta l’approvazione per parte delConsiglio d’Amministrazione, i prestiti verrannoeffettuati verso rilascio di cambiali a firma delSocio debitore e della persola che si renda ga-rante.Art: 61 - Per i prestiti da estinguersi in diverserate può, secondo la decisione del Consiglio, es-sere stillata una sola cambiale, da rinnovarsi adogni scadenza, ridetta in proporzione del rateoconcordato; oppure saranno stillate tante cam-biali quante sono le scadenze, e per le precisesomme da pagarsi ad ogni scadenza di rata e dicambiale.Art: 62 - Gli interessi che il Socio deve per il pre-stito concessogli, si liquidano in base al tasso fis-sato dall’assemblea dei Soci, e si deducono dallasomma che deve essergli pagata.Art: 63 - Il Socio che alla scadenza del proprioimpegno si vedesse impossibilitato a soddisfarlo,dovrà quindici giorni prima della scadenza darneavviso al Consiglio d’Amministrazione, doman-dando una proroga.Art: 64 - I pagamenti devono essere effettuati inmano del Cassiere Sociale, verso ordine dellaPresidenza. Le cambiali devono essere pagateentro il giorno successivo a quello della sca-denza. Ove il debitore non provveda al paga-mento delle cambiali, entro 48 ore dallascadenza, saranno fatte protestare.Art: 65 - Di tutte le spese e dell’importo del pre-stito la Cassa reclamerà in via giudiziale il rim-borso sia verso il debitore che verso il garante.

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1914 - LA CASSA RURALE DI MONTEFIASCONE

L’Eco, anno III, n. 17, 24 aprile 1915. La retorica poesia che casualmente compare di fianco alregolamento era stata scritta dal maestro Nicola Penna in relazione alla forte scossa di terremoto che il13 gennaio 1915 aveva devastato il territorio della Marsica, negli Abruzzi. Il bilancio del terremoto si

era rivelato drammatico: sotto le rovine delle case e degli edifici pubblici crollati erano rimasti circa25.000 abitanti su un totale di circa 124.000 persone residenti.

Art 66 - La Commissione di sindacato potrà inogni momento constatare la consistenza dellegaranzie offerte, e la giusta destinazione dellesomme Concesse a prestito, promuovendo, sedel caso, nell’interesse della Società i provvedi-menti indicati nell’art. 34 dello Statuto Sociale.Art: 67 - I Soci hanno diritto di anticipare la re-stituzione parziale o totale delle somme prese aprestito, e di essere rimborsati degli interessi pa-gati in regolare anticipo.Art: 68. - Tutte le operazioni di riscossione o dirimborso, devono essere effettuate nei giorni enelle ore in cui l’ufficio è aperto.Art: 69 - Il Consiglio d’Amministrazione ha fa-coltà di stabilire l’orario d’ufficio.

Modificazione al RegolamentoArt: 70 - Il presente regolamento potrà esseremodificato dietro proposta del Consiglio d’Am-ministrazione, dall’Assemblea generale dei Soci.Art: 71. - La Cassa Rurale ha un’assistenteecclesiastico di nomina vescovile che puòintervenire alle adunanze dell’Assemblea ge-nerale e del Consiglio d’Amministrazione epuò opporsi a qualsiasi deliberazione nonconforme ai principii della morale cristiana.

N. B. Questa Cassa Rurale, poiché è un’isti-tuzione apertamente confessionale, ha il suogiorno di festa sodale-cristiana nella ricor-renza del Patrocinio di S. Giuseppe.

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OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

ANNALI DELLA CASSA RURALE1914 - 1927

anno 1915

Il 14 febbraio si tiene la prima assembleadei Soci della Cassa Rurale: vi intervienedon Latino Salotti che propone di aggiun-gere un articolo a conferma dell’inconfuta-bile carattere cattolico dell’Ente: “Il SocioDon Latino prof. Salotti nella considerazione chela Cassa Rurale è un’associazione di Cattolici,propone che con un articolo aggiuntivo si crei unanuova carica: quella dell’assistente Ecclesiastico dinomina Vescovile che può intervenire alle adunanzedell’Assemblea Generale e del Consiglio d’Ammi-nistrazione e può opporsi a qualsiasi deliberazionenon conforme ai principi della Morale Cristiana”.Puntualmente, in data 29 marzo, il vescovoRosi nomina “Assistente Ecclesiastico il Rev.doprof. Latino Salotti”.

Il 16 febbraio ha luogo la prima assem-blea del Consiglio d’Amministrazione conil seguente ordine del giorno: 1° nominadegli impiegati; 2° orario d’ufficio; 3° datadell’Assemblea Generale dei Soci: “Nella

sede della Cassa Rurale sita in una sala del Pa-lazzo Vescovile, il Consiglio d’Amministrazioneall’unanimità elegge a Contabile il Sig. Rag. Ca-stellani Angelo, a Cassiere il Sig. Giuseppe Mo-retti, ed a Segretario il Rev. D. GiuseppeMenghini. Stabilisce inoltre che la Cassa debba ri-manere aperta per tutte le operazioni il Giovedì diogni settimana dalle ore: 10 alle ore: 12.” Alcunigiorni dopo si decide di modificare i giornid’apertura in questo modo: “Riguardo al-l’orario d’Ufficio sarebbe conveniente che l’Ufficiostesse aperto nei giorni otto, quindici, ventidue,trenta di ogni mese”.

L’iniziale orario d’ufficio, di otto oremensili complessive, ci fa intendere quantomodesta potesse essere l’attività svolta ini-zialmente dalla Cassa. Nella successiva as-semblea dei soci, tenuta domenica 7 marzo,tra i punti all’ordine del giorno c’era quellorelativo all’istituto bancario presso cui si sa-rebbero dovuti depositare i fondi raccolti.In quell’occasione il presidente Panichi pro-

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ANNALI DELLA CASSA RURALE

pose anche di mandare “un plauso di meritatalode al socio promotore Costanzo Moretti, il qualecon illuminata competenza ha redatto lo Statutoed il regolamento della Cassa”.

L’Eco del 1 Maggio 1915 riferisce chenel giorno di S. Giuseppe la festa dellaCassa Rurale ha avuto luogo, che i soci sisono accostati alla comunione in Cattedralee che poi ci fu, nella sede sociale presso lacuria Vescovile, una “piccola refezione”.

Nella maggior parte delle assemblee delConsiglio d’Amministrazione di quell’annovengono considerate quasi esclusivamentedomande di prestito e di ammissione. Cu-riose minimalia, quindi, quelle del 1 no-vembre ove il presidente “propone l’acquisto

di un tavolo ovale da prendersi in una asta che laCompagnia della P.A. Croce Verde terrà il 3 pros-simo”, e del 30 gennaio 1916 nella quale “Sistabilisce di rinnovare l’abbonamento al giornaleLA COOPERAZIONE POPOLARE, di £ 3.annue”.

anno 1916

Nell’assemblea del 5 marzo compare perl’ultima volta, tra i consiglieri del consigliod’amministrazione, il fondatore VincenzoZampetta.1 Il 12 marzo decadrà dalla carica

e non verrà più rieletto; lo ritroveremocome sindaco supplente nella seduta del 18marzo 1917.

Nell’ECO del 15 aprile viene pubblicato

1 Nell’atto costitutivo il cognome Zampetta era stato inizialmente trascritto come Zampetti e successiva-mente corretto.

Verbale della prima adunanza del Consigliod’Amministrazione - 16 febbraio 1915

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Verbale della prima Assemblea Generale14 febbraio 1915

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Il presidente Pietro Panichi con la moglie Rosa Moretti e i figli Paolo, Tommaso, Luigi, Maria e Serafina(anno 1920)

Comunicazione per l’Assemblea Generaledel 12 marzo 1916

Comunicazione a stampa per l’AssembleaGenerale del 12 marzo 1916

il primo bilancio dell’Istituto, relativo al1915, che evidenzia un utile netto di 24,23lire; equivalenti a circa 70,00 euro attuali. Ilnon aver chiuso in passivo il bilancio do-veva costituire, comunque, un soddisfa-cente risultato.

Il 16 aprile viene preso un provvedi-mento per regolarizzare il rimborso dei pre-stiti: “Intese le lagnanze degli impiegati per la pocapuntualità con cui i soci provvedono alle estinzionied ai rinnovi dei prestiti, si stabilisce che ogni tar-danza sarà punita con la multa di lire una”.

Nel consiglio del 27 agosto, a più di unanno dall’entrata in guerra dell’Italia, anchenella piccola realtà della cassa Rurale si ac-cusano gli inconvenienti scaturiti dal dram-matico conflitto: “Presenti i Sig.ri Trapè PietroVice Presidente e Bellatreccia Francesco e Paoletti

Isidoro Consiglieri. Il Presidente Panichi Pietro edil Consigliere Presciuttini Domenico sono assentiperché militari”.

anno 1917

Nella quarta Assemblea Generale deiSoci, tenutasi l’11 marzo, la percentualedegli assenti, a causa della guerra, sale no-tevolmente: “Il Segretario fa l’appello dei Pre-senti che risultano in numero di settantacinque edegli assenti che risultano in numero di sessantunodei quali trentaquattro per ingiustificato motivo”.Tra questi “ingiustificati” vi erano France-sco Nunziati e Vittorio Maiucci che ver-ranno cancellati dal libro dei Soci perchésuccessivamente si rifiuteranno “di pagare lamulta di assenza alla Assemblea”. L’articolo 15dello statuto prevedeva, a coercitivo sti-molo di partecipazione, che nelle assembleegenerali “il socio che senza giustificato motivo noninterviene all’Assemblea generale, incorra nellapena di £ 0,25”.

l’Eco del 4 Agosto 1917 ci informa dicome l’Unione Popolare, che aveva datovita alla Cassa Rurale, affianca a questa unaCooperativa Agricola che garantisca la di-stribuzione di materiale agricolo a prezzoequo. Costituita il 29 luglio 1917, con sedein corso Cavour n. 83, nell’adunanza del 16settembre 1917, vide eletto presidente Pie-tro Trapè, già vice-presidente della CassaRurale; probiviri erano l’immancabile Mer-curio Antonelli, Francesco Cernitori e donGiuseppe Rossi. Nel 1919 ne risulta segre-tario Adolfo Bartoleschi, che sarà per di-versi anni il legale ufficiale della CassaRurale e della Banca Cattolica.

Una nota del 26 agosto, ci informa sucome i percorsi dei vari enti finanziari suc-cedutisi nel tempo, abbiano avuto momentidi contatto, con significato di simbolicopassaggio di testimone. Questa è la rispostainviata, dal presidente della Cassa Rurale,all’Amministrazione del Monte Frumenta-

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L’Eco, n. 8, 20 febbraio 1915

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

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Elenco dei soci risultati assenti all’Assemblea generale

1914/1927 - ANNALI DELLA CASSA RURALE

rio che, in quel periodo, era ormai destinatoa terminare la sua attività: “Spettab. Ammini-strazione del Monte Frumentario di Montefiascone. Inconsiderazione dell’offerta avuta da cotesta Spettab.Amministrazione di assumere la gestione del MonteFrumentario la direzione della Cassa Rurale è dispo-sta ad ingerirsi di tale incarico purché si addivenga alleseguenti modificazioni Statutarie: 1° Assumendo laCassa la responsabilità degli Uffici di Montista, Se-gretario e Magazziniere richiede che ad essa sia devo-luta la nomina di dette persone. 2° In riferimentoall’art. V dello Statuto si richiede che i due delegati dinomina Vescovile vengano scelti tra i Consiglieri dellaCassa Rurale. 3° Si richiede che nelle Prestazioni gra-narie venga stabilito un trattamento di favore per i Socidella Cassa. Qualora cotesta Spettab. Amministra-zione decida di accettare quanto sopra si potrà addive-nire agli accordi circa gli stipendi al personale, ed a tuttele altre necessarie modalità per l’assunzione della ge-stione. Con osservanza”. L’accordo non si trovòe la proposta del Monte venne declinata indata 10 settembre.

anno 1918

Considerata la reazione dei due soci chel’anno prima avevano preferito uscire dalla

società, piuttosto che pagare una multa ri-tenuta ingiusta, nell’assemblea straordina-ria dei soci tenutasi il 18 agosto,diplomaticamente si conviene che: “A tutti inon intervenuti senza giustificato motivo scritto dovrebbeessere applicata la multa, ma considerato che buonaparte di essi sono soldati e che gli altri sono quasi tuttial lavoro di trebbiatura si deroga a questa disposizioneper una volta tanto”. Nella stessa occasionevengono modificati alcuni articoli dello Sta-tuto; tra l’altro si regolarizza la gestionedelle merci, viene imposto l’obbligo di ap-partenere all’Unione Popolare; si defini-scono le convocazioni e si puntualizzanoalcune disposizioni di carattere finanziario.

anno 1919

Con la fine del conflitto l’economia ita-liana si trovò a fare i conti con i pesantiproblemi inflazionistici: prezzi triplicati ealtissimo costo della vita. A partire dalla riu-nione del 3 gennaio 1919, il presidente Pa-nichi, tornato dalla guerra, sarà di nuovoregolarmente presente ai vari consiglid’Amministrazione.

12 gennaio: “Si delibera di rinnovare l’abbo-namento alla “Cooperazione Popolare” che si è

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Comunicazione per l’Assemblea generale del 3 marzo 1918

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Copertina del carteg gio inerente le modificheapportate allo Statuto nel 1918

Il palazzo vescovile ove era ubicata la prima sede dell’Istituto

Costituzione della Cooperativa AgricolaL’Eco, n. 31, 4 agosto 1917

Prima pagina del verbale con le modificheapportate allo Statuto

fusa con altri giornali simili sotto il titolo di “Do-mani Sociale”, come si incarica il Segretario di ab-bonarsi anche alla Rivista Agricola”.

All’inizio dell’anno, la Banca Cimina diViterbo manifesta l’intenzione di aprire unasuccursale a Montefiascone. Il 23 febbraioil Consiglio della Cassa discute su questa“invasione”, “ritenendo ad unanimità che questaporterebbe alla Cassa un grave danno si da incarico alSegretario di inviare a S.E. Monsignor Vescovo unalettera protestando contro l’invadenza della Banca Ci-mina che con la scusa della Propaganda tenta di venirea raccogliere il frutto delle fatiche che la Cassa ha sop-portato per più anni, mirando a svilupparsi e trasfor-marsi poi in Banca Cooperativa”. La lettera diprotesta, naturalmente, non sortì alcun ef-fetto, e lo sportello della banca viterbesevenne regolarmente aperto.

In quello stesso anno si era costituito unComitato cittadino per la costruzione di unteatro; struttura di cui, ieri come oggi,Montefiascone avvertiva la mancanza.L’idea era quella di adattare la vecchia e ab-bandonata chiesa del Suffragio ubicata inpiazza Frigo. Il 21 aprile si passa a discutere“la proposta di concedere ad un tasso di favore unasomma di circa Lire ottantamila al Comitato ini-ziatore della trasformazione della attuale Chiesadel Suffragio in un bel teatro. Si delibera di nonaccettare la detta proposta, non potendo la CassaRurale impegnarsi per un periodo di tempo lungo,quale sarebbe necessariamente richiesto dal Comi-tato pro Teatro”. Fu un peccato che la Cassa,

probabilmente a causa della scarsa liquidità,non abbia potuto concedere il finanzia-mento; oggi Montefiascone avrebbe avuto,bene o male, il suo piccolo teatro. La chiesa,comunque, fu poi demolita in quanto in-servibile e fatiscente.

La sede della Cassa Rurale era stata ubi-cata, dall’inizio dell’attività, in una sala delpalazzo vescovile. Si cominciava però adavvertire la necessità di una sede più ido-nea e autonoma. Il 19 giugno il Segretario“intavola la discussione per un locale dove aprire gliuffici per la Cassa che è assolutamente indispensa-bile dato lo sviluppo che essa va prendendo ed ancheper dare ai Soci quella soddisfazione e quella sug-gestione che pure è necessaria per la reclame dellaCassa. A tale uopo viene progettata la Casa par-rocchiale di S. Andrea che a pianterreno potrebbebene corrispondere allo scopo”.

Pubblicità della succursale di Montefiascone della Banca Cimina in un giornale del 1919

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Demoliz ione della vecchia chiesa del Suffragio chesi sarebbe voluta trasformare in teatro

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Nella stessa seduta si discute anche unprogetto di finanziamento per fornire dellecase popolari ai soci interessati: “Vista la ne-cessità che molti Soci hanno di abitazioni e che nontrovano appartamentini in affitto relativi alle lorocondizioni, e visto anche che il Governo sussidiaquegli enti che prendono l’iniziativa della costru-zione di case popolari [...] si delibera di ponderarebene l’affare”. Il 31 agosto, in occasione dellanona assemblea generale dei soci, “Il Socioarchitetto Luigi Codini presenta alcuni progetti dicasette popolari isolate ed a serie e ne illustra l’uti-lità e l’economia che può ottenersi se più soci si uni-scono insieme per costruirsi in un medesimo luogo leproprie abitazioni. Fa risaltare luminosamentecome le esigenze moderne richiedono, che si curisopra ogni altra cosa nella costruzione di dette casel’igiene, che si eviti il contatto della stalla con la cu-cina, della camera da letto con la stalla, ecc. cosatutt’altro che difficile quando le costruzioni venganofatte in base a progetti approvati dall’autorità sa-nitaria”. Sconcertante si rivela ai nostriocchi l’indicazione sulla promiscuità che af-fiora dalla denunciata contiguità degli am-bienti riservati agli uomini con quellidestinati agli animali.

La gestione delle merci agricole costituìsempre per la Cassa Rurale, come per laBanca Cattolica, un punto d’onore e diprincipio, anche se la sua amministrazionespesso comportò preoccupazioni, disagi e,talvolta, rimessioni. Nell’assemblea del 31agosto, viene quindi nominata una com-missione per l’acquisto e la gestione dellemerci.

Sempre il 31 agosto, il socio GiacintoPresciuttini propone “che dato lo sviluppo chela Cassa va acquistando, con conseguente aumentodi utile, la assemblea stabilisca che tra qualcheanno si possa procedere ad una ripartizione di dettoutile tra i soci. Viene spiegato al proponente chenon è per ora possibile tale deliberazione, perchécontraria allo Statuto stesso, ma il Presciuttini in-siste formidabilmente nella sua errata proposta siche il Presidente toglie la seduta”.

Il 7 settembre, tra le domande di prestitoaccettate, ne troviamo una di 150 lire anome di Secondiano Castellani e di Vin-cenzo Zampetta, uno dei fondatori dellaCassa.

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Alla seconda sede della Cassa Rurale, ubicata presso la casa parrocchiale di S. Andrea, si accedevadalla porta indicata dalla freccia (Foto collez ione Marcello Mari)

1914/1927 - ANNALI DELLA CASSA RURALE

Sorprendente la delibera del 5 ottobre,ove la Commissione per la gestione dellemerci, già incaricata di acquistare del bac-calà all’ingrosso da rivendere ai soci con unesiguo ricarico, comunica che il baccalà “nonpuò essere presentemente più acquistato causa unordine governativo che ne proibisce l’introduzionenel Regno. La detta Commissione ha anche prov-veduto per l’acquisto di scarpe”. La Cassa,quindi, oltre alle operazioni finanziarie dideposito e prestito, alle attività assimilabilia quelle dei futuri consorzi agrari, alla pro-mozione di interventi sociali come quellidelle case popolari, allargava le sue inizia-tive in quell’ambito oggi gestito dalle coo-perative di consumo.

anno 1920

Proseguono i lavori per sistemare lanuova sede e si prospetta anche la necessitàdi assumere una persona che si dedichi piùspecificatamente all’attività della Cassa:“Aperto che sarà il nuovo locale che ora si sta riat-tando sarà necessario assumere per il disbrigo degli

affari una persona che possa dare completamenteper la cassa la sua energia, si da farla sempre piùsviluppare, intraprendendo anche nuove operazionioltre i semplici prestiti e depositi. Il Presidente pro-pone di assumere come Segretario il Sig. GiuseppeBasili Luciani, che già interrogato dal Castellaniha espresso la volontà di accettare”.

Il segretario Basili Luciani si mostra su-bito attivo e il 6 gennaio suggerisce che “èbene che la Cassa si adoperi a ricevere sottoscri-zioni al prestito nazionale, primo per guadagnarela percentuale del 3% ed in secondo luogo per ri-

spondere con onore all’appello fatto dal governo”.L’8 febbraio, inoltre, viene accolta favore-volmente la sua idea di “adibire a magazzinoun locale del Monte di Pietà a piano terreno cogliscaffali, per il quale ha già fatto parola a S.E.Monsignor Rosi ed al Decano che ne sono favore-volissimi”. Di conseguenza “il locale del Montedi Pietà da adibire come magazzino di venditaviene preso mediante l’affitto annuo di lire cento-cinquanta posticipate per la durata di anni sei, col-

Invito all’Assemblea generale del 7 marzo 1915

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Comunicazione per l’Assemblea generale del 14 marzo 1920

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

l’obbligo della Cassa di riattare il detto locale edanche l’annesso corridoio di entrata e di divisionecon l’altra camera ove viene gestito il Monte di Pietàa proprie spese. Dietro preghiera dei delegati del S.Monte, la Cassa viene ad assumere la gestione diquesto ente con un compenso annuo di lire cento-settantacinque che propone sieno date come com-penso al segretario della Cassa Rurale che dovràassumere l’ufficio di Segretario del Monte”.

Ancora una volta la storia della CassaRurale interseca quella di una precedenteistituzione di sussidio economico; brevis-simo contatto se il 16 agosto “in seguito a co-municazioni da parte del segretario Basiliriferentesi sulla irregolarità dei conti trovata al S.Monte di Pietà, il Consiglio ad unanimità deliberadi scrivere una lettera al Presidente del Montestesso, dichiarando di non voler intendere gestire piùil detto Istituto”.

Una delibera del 1 novembre appare ri-velatrice sulla distanza percorsa della Bancae su quanto siano cambiati i tempi: “Il Pre-

sidente propone che necessita per l’ufficio l’impiantodi una lampada elettrica commutabile. Il consigliopresa in considerazione la proposta, stabilisce chevenga eseguito l’impianto di detta lampada limi-tando l’uso della suddetta soltanto per il periodoinvernale”. Oltre alla conquista di una lam-padina elettrica, da usare soltanto d’in-verno, ai parsimoniosi amministratorisembra poi opportuno l’acquisto di unacassaforte: “Il 26 novembre si delibera di inca-ricare il direttore Castellani per l’acquisto di unapiccola cassaforte, indispensabile per l’ufficio di unaCassa Rurale”.

anno 1921

Altre piccole spese, ritenute voluttuarie,non vengono però approvate. Il 16 gennaio“l’assistente ecclesiastico fa pressione perché questaCassa voglia fornirsi di una bandiera sociale. Dopovarie discussioni si delibera, che per ora dato il costoeccessivo di detta bandiera, non potendo aggravareil bilancio, si rimanda ad epoca migliore”.

Vale la pena di sottolineare che, in quelperiodo, gli amministratori e gli impiegati,escluso il segretario, non percepivano com-pensi. Tutto veniva fatto con disinteressatospirito di volontariato e di altruismo. Sol-tanto il 4 marzo 1921 “tenuto conto che dallafondazione della cassa ad oggi cioè per un periododi circa cinque o sei anni il cassiere Moretti Giu-seppe e il direttore Angelo Castellani ànno prestatol’opera loro gratuitamente sacrificandosi per lo svi-luppo dell’ente a favore dei soci, si delibera che sialoro concessa quale gratificazione la somma di liremille ciascuno”. Somma che è approssimati-vamente equiparabile a 900,00 euro. Daquel momento, il direttore ed il cassiere ri-ceveranno regolarmente, a fine d’anno, unaelargizione che seguirà la tendenza degliutili ottenuto dall’istituto.

Le gratificazioni concesse al cassiere edal direttore dovettero stimolare il risenti-mento del segretario Basili Luciani, il qualepensò bene di chiedere un aumento. Il 20

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Domanda d’ammissione a socio della Cassa Rurale

1914/1927 - ANNALI DELLA CASSA RURALE

marzo “Dovendosi discutere in merito all’aumento digratificazione richiesto dal Segretario, il suddetto si as-senta e funge da segretario il Direttore Angelo Castel-lani. In merito al Segretario si stabilisce a votazionesegreta ad unanimità di determinare la gratificazioneal Segretario a £ 175 mensili più il 12% sull’utilenetto ricavato dalle merci”. Approvato in misuraparziale l’aumento, con l’occasione si pun-tualizzò l’orario d’apertura in questa forma“L’orario di apertura dell’Ufficio sarà dalle oreotto alle ore dodici e precisamente dalle ore 8 alle 9½ avrà luogo la distribuzione delle merci, e dalle 9½ alle 12 le operazioni bancarie”.

Le decisioni, evidentemente, non furonodi gradimento del segretario che, pertanto,si dimise. Il 17 aprile, “preso atto delle dimis-sione del Segretario Giuseppe Basili Luciani, tra ilConsiglio d’Amministrazione della Cassa Ruraleed il Sig. Mezzetti Pio fu Angelo, che viene assuntoin qualità di Segretario si stabilisce quanto segue atitolo di gratificazione gli sarà corrisposta per il 1°

anno di lavoro la somma di £ 120 mensili. Sul-l’utile netto delle merci gli sarà liquidata alla finedell’anno una regalia del 10%, la chiave dell’uffi-cio sarà consegnata alla chiusura al Direttore”. Ilnuovo segretario subentrò, quindi, accet-tando una gratificazione ed una percentualeinferiori a quelle concesse al suo predeces-sore. Vale la pena di sottolineare come laresponsabilità della gestione pratica dell’uf-ficio e del magazzino merci fosse sostan-zialmente affidata al segretario; all’unicapersona, quindi, che percepiva una pur mi-nima gratificazione fissa.

L’amministrazione del magazzino merciimplicava delle attività che oggi trove-remmo poco pertinenti ad un consigliod’amministrazione bancario, eppure cosìandavano le cose: il 21 agosto “Si incarica ilDirettore di acquistare una ottantina di Kg. diseme di trifoglio incarnato. In merito ai lupini si

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Pio Mezzetti - padre dell’ingegnere Enrico e nonnodell’architetto Paolo progettisti della futura sede

della banca Cattolica in via Indipendenza - suben-trò nel 1921 come segretario della Cassa Rurale a

Giuseppe Basili Luciani

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Invito all’Assemblea generale del 13 marzo 1921

stabilisce di non acquistarli data la instabilità delprezzo e la possibilità di rimettere, si stabilisce poidi aprire le prenotazioni per l’acquisto del Perfo-sfato, della Calciocianamide e dell’erbone”. Il 2 ottobre “Il Presidente riferisce di aver ac-quistato q.li 6 circa di Baccalà da vendere ai soci,avendolo pagato 3 675 il q.le. Si dà poi incarico alDirettore di acquistare le lenticchie da seme adOnano”.

anno 1922

Affiora, dal verbale del 17 maggio, unproblema che per qualche tempo turbò lecoscienze dei benpensanti di quegli anni, ecioè quello relativo all’inaugurazione di un

monumento ai Caduti che “spudorata-mente” ostentava i propri legittimi attributivirili. “La maggioranza dei soci è contraria al-l’inaugurazione di un monumento che offende lareligione ed il pudore, e dà incarico al Direttore dirispondere al Sig. Sindaco che per tale ragione ilPresidente non andrà all’adunanza indetta per do-mani 18, né la Cassa interverrà ufficialmente allafesta”. Vedremo più avanti come andrà a fi-nire.

Nell’estate di quell’anno, 1922, le pioggedovettero essere particolarmente scarse seil 15 agosto, su proposta del consigliere Pie-tro Trapè, si delibera di “fare istanza allo spet-tabile Capitolo della Cattedrale per l’esposizionedelle sante Reliquie a ciò abbia termine questa ter-ribile siccità che ha distrutto il lavoro assiduo dellanostra popolazione”.

In occasione della chiusura dell’anno “sidelibera di dare quale gratificazione al SegretarioMezzetti Pio lire cento per una volta tanto e di rac-comandare al suddetto, zelo nell’adempimento delsuo ufficio, specialmente nella vendita delle merci”;e sempre in relazioni alle merci, il “Presidenteriferisce che il Sig. Codini Luigi ha un magazzinosito fuori Porta Pia che affitterebbe a £ 450annue”.

anno 1923

Lo statuto della Cassa, all’articolo 11prevedeva che: “Gli utili di ciascun esercizio so-ciale saranno devoluti al fondo di riserva. Qualoraquesto sia divenuto sufficiente ai bisogni sociali,L’Assemblea Generale dei soci potrà stabilire chei frutti di esso ed i successivi aumenti siano così ri-partiti: il 75 % al fondo di riserva; il 25 % ai sociin parti eguali o a vantaggio di un’opera di benefi-cenza”. E così, il 4 marzo, vengono lettevarie domande di sussidio “a prò dell’Asso-ciazione scautistica, dell’asilo Infantile ecc. Si sta-bilisce, inoltre, che venga ripristinata comeanteguerra la festa di S. Giuseppe, consistente nellaComunione Generale a S. Margherita ed un trat-tenimento di proiezioni la sera nel locale alle Co-

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1914/1927 - ANNALI DELLA CASSA RURALE

Avviso per l’Assemblea dei soci indetta per il 12marzo 1922; la multa per le assenze risulta

aumentata dalle 0,25 lire - del 1921 - a 1,00 lira

lonne”. Nel locale detto delle “Colonne” -corrispondente all’ambiente sottostante lacattedrale, oggi Cripta di Santa Lucia - sitennero, dal 1921 al 1927, anche le assem-blee generali dei soci della Cassa Rurale.

L’11 marzo, il direttore Castellani, su sol-lecitazione di don Latino Salotti, “fa osser-vare come l’art. 1 del Regolamento della Cassaderogando da quanto prefisso dall’art. 4 dello Sta-tuto Sociale che richiede l’obbligo ai soci di far partedell’unione Popolare tra i Cattolici d’Italia, deveessere necessariamente corretto, e dichiara che se isoci entro un mese da oggi non si metteranno in re-gola, dovranno senz’altro avviso essere cancellatidal libro dei soci della Cassa Rurale”. Sulla que-stione della festa sociale di S. Giuseppe, sidecide che “nel mattino nella chiesa Cattedrale iSoci faranno la Comunione Generale, e dopopranzo il Decano Salotti D. Latino terrà per i sociuna conferenza con proiezioni prima della qualesarà passato agli intervenuti un beverino con ciam-belle”.

Tra le elargizione concesse nel 1923, sievidenzia quella relativa all’altare della cap-pella del camposanto: “1 novembre: MorleschiAdolfo assume l’obbligo di costruire l’altare dimarmo bianco per la chiesa del SS.mo Crocefissoal nostro Cimitero secondo i disegni dell’Arch. Co-dini Luigi”.

anno 1924

Nell’assemblea del consiglio d’ammini-strazione del 4 marzo, don Latino Salottichiede sussidi per le “opere di beneficenza ededucazione morale quali l’Orfanatrofio femminile,la sezione Giovani esploratori, il Circolo SacroCuore”.

Due successive delibere, del 15 e del 23marzo, ci mostrano invece un direttore im-pegnato in piccoli provvedimenti di ordi-naria amministrazione: “Si autorizza ilDirettore ad acquistare 1 timbro a secco con la di-citura Cassa Rurale di Depositi e Prestiti - Mon-

tefiascone e due timbretti di gomma necessari perl’emissione degli assegni”. “Il Direttore riferisce cheper i fagioli gialli non si è avuta più alcuna rispo-sta da Bolsena, e per quelli bianchi ha fatto scrivereper sapere di quale quantità si potrebbe disporre”.

Statuto a stampa del 1924

94

Timbro a secco della Cassa Ruraleacquistato nel 1924

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Relazione dei Sindaci per l’anno 1920

Domanda per una “graziosa elargizione” da con-cedere al Comitato Giovanile d’Azione Cattolica;

tra le firme compare quella di Enrico Mezzetti

Domanda di contributo da parte del presidentedell’Asilo Infantile di Montefiascone

Delibera di apertura di conto corrente presso laCassa Rurale da parte della Società Cooperativa

Agricola “Reduci di Guerra”

anno 1925

Il 5 marzo, si decide che “all’assemblea ge-nerale ordinaria di Domenica 22 marzo 1925, chesi terrà alle ore 2 pom. nel locale delle Colonne,non potranno prender parte all’adunanza tutti co-loro che non risulteranno regolarmente inscritti al-l’Unione tra gli uomini Cattolici d’Italia. I Sociche posteriormente al giorno dell’Assemblea non ri-sulteranno inscritti, si intenderanno dimissionari esaranno perciò cancellati dal libro Soci della CassaRurale”. All’assemblea del 22 don LatinoSalotti ribadirà “la necessità di ogni buon Cat-tolico di far parte della Associazione degli UominiCattolici d’Italia con il lieve sacrificio del paga-mento di una quota annua di due lire da versare alParroco”.

Il 5 marzo si era anche stabilito “di so-spendere qualunque concessione, considerata laspesa che sarà necessaria per il Pellegrinaggio inRoma da effettuarsi nel futuro Settembre e la pos-sibilità di dover far fronte all’appello che sicura-mente sarà rivolto da S.E. il Vescovo per lacorrezione al Monumento ai Caduti al PratoGiardino”. Sappiamo quindi che il consiglio,sicuramente su indicazione dell’instancabiledon Latino, pensava di organizzare un pel-legrinaggio a Roma per l’anno Santo, masoprattutto che la questione dell’immoralemonumento ai Caduti di prato giardinonon era stata dimenticata. Il 22 marzo, sullostesso argomento, don Latino così siesprime: “Prima di tutte è la questione che ri-guarda la correzione al Monumento al Prato Giar-dino, in memoria dei Caduti per la Patria. Talecorrezione che si impone per la buona moralità eper il ristabilimento della pace nella Città, stamolto a cuore al nostro Vescovo che ha intavolatetrattative in proposito con l’Autore stesso del Mo-numento e con il Comune di Montefiascone. Certoche se come è sperabile le trattative sortiranno buonesito, la Cassa Rurale nel nome dei singoli soci,dovrà dare il buon esempio concorrendo con l’oboloa togliere dall’occhio del Pubblico una figura che di-sonora la memoria dei nostri poveri morti”. Am-metto, a questo punto, che mi punge onesta

curiosità sull’originale aspetto del monu-mento, vista la sua capacità di turbare e distimolare sconvenienti pruriti.

All’assemblea dei soci, Pietro Marianello,più in sintonia con il carattere istituzionaledi una Società di Mutuo Soccorso che conquello della Cassa Rurale, propone che “incaso di morte di un socio la Cassa stessa concedaalla famigli del Morto la Cassa funebre”. La pro-posta non viene accolta, ma si discute sullaconcessione di una elargizione nell’even-tualità della morte di un socio. E il 7 marzo1926, “in merito alla Cassa da morto, il Consigliod’Amministrazione propone all’assemblea chevenga elargita alla Famiglia di ogni Socio che morràla somma di lire cinquanta. l’Assemblea approvaall’unanimità”.

Il 24 marzo si definisce il testo della rac-comandata da inviare ai soci non in regolacon l’articolo 4 della Statuto: “Se la S.V. poinon avesse ottemperato alla disposizione di cui al-l’art. 4 dello Statuto per trascuratezza od altro, edavesse invece desiderio di essere Socio della CassaRurale, può avanzare nuova domanda al Consigliod’Amministrazione corredandola della tessera della“Unione fra gli Uomini Cattolici d’Italia”. Conquesta comunicazione i consiglieri, e so-prattutto l’assistente ecclesiastico, spera-vano di convincere la maggioranza dei soci

Delibera di concessione di contributo per i soci che ave-vano intenzione di effettuare il pellegrinaggio a Roma

96

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

non inscrittiall’associa-zione degliU o m i n iCattolici, ar eg o l a r i z -zare la loroposizione. Ir i s u l t a t i ,però, tradi-rono leaspettative ealla fine diq u e s t a“epurazionecattolica” ilnumero deisoci risultòp r e s s o ch édimezzato.“10 luglio:avendo inviatoai soci che non

risultano inscritti all’Unione degli Uomini Catto-lici d’Italia, la lettera raccomandata con ricevutadi ritorno, necessita procedere alla cancellazione didetti soci. Il Consiglio prende atto di tutte le ricevutedi ritorno raccomandate, controlla il nome di coloroche non risiedono più a Montefiascone e delibera lacancellazione dal libro dei soci ed altri 9 nomina-tivi relativi a soci non più residenti”.

Al 31 dicembre 1926, dopo aver cancel-lato dal registro 134 soci per morte, trasfe-rimento ed inadempienza all’art. 4,rimanevano 179 soci dei 313 complessivi;in data 18 febbraio 1927, sempre a causadell’art. 4, ne vengono cancellati altri 25, ri-ducendo i soci a 154; il numero di personeche subentreranno nella Banca CooperativaCattolica. Quello che ci lascia sconcertati èil fatto che tra i radiati si trovava anche ilsecondo dei sei fondatori della Cassa. Zam-petta Vincenzo fu Giovanni, infatti, non aderìall’associazione cattolica. Fu per scelta ideo-logica o per contrasti con il consiglio d’am-ministrazione? Don Latino Salotti,comunque, elaborò positivamente l’acca-

97

Lorenzo Pezzato, forse per dissapori,rinunciò alla sua tessera di socio dellafederazione “Uomini Cattolici” conse-gnandola all’Amministrazione dellaCassa Rurale e pertanto venne cancel-

lato dal “Libro Soci”

1914/1927 - ANNALI DELLA CASSA RURALE

Elenco dei soci “radiati” per non essersi inscrittiall’Unione degli Uomini Cattolici d’Italia; tra i

nomi “illustri” compare quello del fondatore Vincenzo Zampetta; le ultime persone, invece,

non erano più residenti a Montefiascone

duto, tanto che nella relazione in prepara-zione alla Visita pastorale, scriveva che laCassa Rurale funzionava con molta serietàe godeva di ottimo credito tra la popola-zione di Montefiascone.

15 agosto: “Il Direttore presenta la nota deiSignori Soci che si sono prenotati per il Pellegri-naggio dell’Anno Santo a Roma che avrà luogo ilSettembre p.v. Si stabilisce di erogare in favore diciascun socio che parteciperà al detto Pellegrinaggiola somma di £ 50”.

Tra le piccole decisioni degli ultimi mesidell’anno, troviamo che il 25 ottobre “si au-torizza il Direttore ad acquistare la carbonella. Sistabilisce poi di far celebrare come nello scorso anno8 Messe durante l’ottavario dei Morti nella Cap-pella del Camposanto”. Mentre il 20 dicembre“si delibera di elargire la somma di lire trenta infavore del Monumentino da erigersi al Cimiterosulla tomba del defunto Menghini Don Giuseppeche fu già 1° e zelante segretario della nostraCassa”.

1926

Il 31 maggio di quell’anno si ritiene utilel’utilizzo di una macchina da scrivere, anchese, nella coerenza di una gestione parsimo-niosa, “si autorizza il Direttore ed il Cassiere adacquistare una macchina da scrivere, tenendo cal-colo che per le esigenze della Cassa non vi è bisognodi una macchina molto costosa”.

Il 23 luglio, con una elargizione concessadalla Cassa Rurale, si risolve finalmente ilproblema della nudità del monumento aiCaduti, decidendo di far ricoprire l’impu-dico dettaglio con un panneggio. Fu quindichiesto all’autore, come già era successo aDaniele di Volterra per i nudi di Michelan-gelo, di intervenire in veste di “braghet-tone”. “Lo scultore Gera ha scritto in merito allacorrezione del Monumento ai Caduti in guerra, indata 21 VII corr. impegnandosi di apportare dettamodifica per la somma minima verbalmente pat-tuita di lire cinquemila da corrispondersi dallaCassa in 3 rate, la 1° a lavoro eseguito in gesso, la2° a lavoro fuso in bronzo, la 3° a lavoro com-piuto. Il Consiglio approva soddisfatto che la mo-difica venga apportata subito prima delle feste perla Beata Lucia Filippini”.

98

Il monumento ai caduti opera dello scultore Uno Gera;in evidenza il panneggio posticcio messo a copertura

delle “impudicizie”e pagato dalla Cassa Rurale

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Timbro della “Cassa Rurale di Depositi e Prestiti” Società Cooperativa in nome collettivo

L’avvento al potere del fascismo avevacomportato l’intervento del Governo nelsistema creditizio, culminato in quell’annocon la restrizione della circolazione e il Pre-stito del Littorio. In linea con direttive go-vernative, il 23 novembre, il Consigliod’Amministrazione della Cassa Rurale “chia-mato a decidere circa la destinazione dei Buoni delTesoro ordinari esistenti in Cassa, in omaggio alledisposizioni Governative riguardanti il Prestito delLittorio e tenuto conto del suo alto fine patriotticodelibera di convertire al nuovo prestito la sommadi lire ottocentomila corrispondente ad uguale im-porto di Buoni del Tesoro ordinari giusta la pre-scritta modalità di legge”.

1927

All’inizio del 1927, si comincia a con-cretizzare l’idea di trasformare la Cassa inun vero istituto bancario.

Il 15 febbraio “In considerazione dello Svi-luppo raggiunto dalla Cassa Rurale, che compieora vere e proprie Operazioni di Banca, senzaavere più diritto ad agevolazioni fiscali, nell’intentodi poter meglio giovare alla economia locale, nel-l’interesse dell’intera cittadinanza il Consiglio diAmministrazione delibera di proporre all’Assem-blea Generale ordinaria da tenersi il 6 marzo1927 la trasformazione dell’Istituto in SocietàCooperativa a responsabilità limitata con un capi-tale sociale di lire trecentomila. La Cassa così tra-sformata potrà prendere il nome di “BancaCooperativa Cattolica” mantenendo integri nellaredazione dello Statuto sociale trasformato, tuttiindistintamente quei principi morali che informa-rono i Fondatori della Cassa, avendo cioè per scopoprincipale quello di combattere l’usura privata e dimutuare proporzionatamente ai tempi, il denaroad un tasso di favore, con grande beneficio dell’In-dustria, dell’agricoltura e del commercio e conse-guente di tutti i Cittadini, e rimanendo fermol’obbligo che per essere soci della Banca così tra-sformata occorra essere ossequienti alla ReligioneCattolica, alle vigenti leggi dello Stato, ed essere in-scritti alla locale sezione degli Uomini Cattolici”.

E così, all’assemblea dei soci del 6marzo, il consigliere e fondatore CostanzoMoretti lesse la seguente relazione: “Il Con-siglio di Amministrazione chiede delega di studiarela possibilità di trasformare la Cassa Rurale inente bancario di altra forma che meglio corrispondaper le sue funzioni al più largo movimento finan-ziario che il nostro Istituto ormai da tempo assolve.Tale richiesta, se ha importanza per tutti indistin-tamente i Soci, lo ha maggiormente per quelli cheproposero e crearono l’Istituto e cioè per il Decano

Monsignor Salotti qui presente, per il Commenda-tor Avvocato Antonelli Mercurio, per il Rag. An-gelo Castellani, per Panichi Pietro e per me[mancano i nomi di Pietro Silenzi, mortonel 1915, e di Vincenzo Zampetta, cancel-lato dal Libro soci e morto nel 1926], checreammo e demmo vita all’Istituzione. La sua tra-sformazione appare non solamente utile, ma anchenecessaria per ovviare a tutti quegli inconvenientiche le ristrette norme del vecchio Statuto, adatto so-lamente alle piccole Società di Credito quali sono le

99

Invito all’Assemblea generale del 19 giugno 1927ove si sarebbe discussa la trasformazione della

Cassa Rurale in Banca

1914/1927 - ANNALI DELLA CASSA RURALE

Casse Rurali”. L’iniziativa raccolse paroled’incoraggiamento e di approvazione ancheda parte dei rappresentanti locali del Re-gime. Manfredo Basili, segretario politicodel Fascio di Montefiascone, così siespresse: “Circa la trasformazione dell’Istitutoprogettata, dichiaro che, siccome tale provvedimentotende ad estendere l’attività dell’Ente, onde altripossano usufruire degli speciali vantaggi da esso of-ferti, ciò corrisponde anche alle Direttive del Re-gime Fascista che riconosce negli Istituti di Creditobene amministrati, non semplici mezzi di specula-zione, ma organi di penetrazione sociale al serviziodella Patria e del Duce”. A quel punto“…L’Assemblea approva unanime…”

Tra i provvedimenti attuati dal fascismoin funzione della sua politica totalitaria viera quello con il quale il consiglio dei Mini-stri, abolendo le elezioni amministrative perla nomina del sin-daco, deliberaval’istituzione delpodestà di nominaprefettizia; figurache nei comunidoveva assorbire ipoteri del sindaco,del consiglio edella giunta. Lalegge, deliberata il9 ottobre 1925,entrò in vigore nelfebbraio del 1926.A Montefiascone il primo podestà, nellapersona di Marino Lazzari, fu nominatocon regio decreto dell’8 aprile 1927.

E così, il 2 maggio, il consiglio d’Ammi-nistrazione viene informato che “il Segreta-rio Politico del Fascio Sig. Basili Cav.e Manfredoha espresso il desiderio che anche la Cassa Ruralecome altri Enti, contribuisca all’acquisto di undono da presentarsi al Podestà Comm. MarinoLazzari nel giorno del suo insediamento che saràl’8 corr. Domenica”.

Dalla relazione letta il 19 giugno all’as-semblea generale straordinaria indetta perdefinire il passaggio da Cassa Rurale aBanca, emerge, tra l’altro, la decisione - pro-babilmente motivata dalla precedente espe-rienza negativa - di togliere l’obbligod’inscrizione all’associazione degli UominiCattolici. Il carattere “cattolico” dell’ente,comunque, rimane, e viene sottolineatonella nuova denominazione dell’istituto.

“Prima di tutto ci siamo preoccupati di mante-nere alla Società quei Fini Religiosi e Morali peri quali sorse e se siamo stati costretti a togliere peri soci l’obbligo dell’iscrizione alla Associazione degliUomini Cattolici, d’altra parte abbiamo affermatola nostra piena e completa dedizione ai PrincipiReligiosi denominando la nuova Società “BancaCooperativa Cattolica”. Ciò sarà un impegno agliAmministratori per conservare il carattere che laSocietà ha avuto fino ad oggi e per selezionare lenuove domande di ammissione a Soci, non ammet-tendo Coloro che non siano strettamente ossequientialla Religione Cattolica. Questa qualità specificache spontaneamente la società si attribuisce, farà siche come per il passato, anche per l’avvenire segui-terà a combattere l’usura, venendo in aiuto alleclassi agricole e commerciali della Città. Come

Carta intestata dell’Associazione Nazionale fra Casse Rurali Agrarie ed Enti Ausiliari

100

Il podestà Marino Lazzari

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Intestazione della fattura per le merci gestite dalla Cassa Rurale

Ricevuta bancaria della Cassa Rurale

avemmo a riferire nella Assemblea generale del 6marzo, l’aumentata potenzialità della nostraCassa Rurale, non ci permette più di vivere conquei vincoli contenuti nello Statuto Sociale, cheprimo fra tutto ci impediscono di poter effettuareoperazioni vantaggiose con persone estranee alla So-cietà. A ciascun Socio saranno distribuite dueazioni da lire cento ciascuna e ciò per una sommacomplessiva di lire 30.800 essendo oggi i Soci dellaCassa in numero di centocinquantaquattro. In ot-temperanza alle più recenti disposizioni legislativeper ottenere il Decreto di Riconoscimento del nuovoEnte è necessario una capitale azionario dell’im-porto minimo di £ 300.000. Nonostante i tempidifficili che attraversiamo, vogliamo tenerci sicuriche indistintamente, tutti i Soci della Cassa vor-ranno contribuire a detta sottoscrizione secondo leloro possibilità”.

Tra le ultime delibere della Cassa tro-viamo quella del 14 agosto ove “Il direttorepresenta la domanda del Decano Parroco per unsussidio per pagare il Tronetto portatile per la Testadi S. Margherita ed il Consiglio dopo vari pareridelibera di accordare la somma di lire duecento”; equella del 19 gennaio 2008, ove si accordail pagamento della fattura al 31 XII 1927della Ditta Niccola Castellani per lire116,50, spese prevalentemente per cartebollate e protocolli necessari alla trasfor-mazione dell’ente.

Il 31 agosto, il consiglio d’amministra-zione prende atto della lettera dell’ispetto-rato del Ministero delle Finanze con laquale “il Ministro comunica di aver accettato la

domanda di trasformazione della Società”. Il 3febbraio 1928, la Banca d’Italia di Viterboscrive per sapere “a quale punto sono le prati-che per la trasformazione della Cassa al che è statorisposto che non appena ultimate le riscossioni dellequote per il capitale azionario sarà nostra premurafargliene rimessa. Ora che tale sottoscrizione e ver-samento è completo, si può fare rimessa alla Bancad’Italia delle lire 305.000 stabilite dalla Legge.Tale somma resta infruttifera presso la detta Bancafino a compiuta trasformazione”.

Prima pagina della fattura relativa ed alcunespese sostenute nella trasformazione dell’istituto

102

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Atto di Cessazione della Cassa Rurale

Invito al versamento della nuova quota azionaria

“L’Italie”, 4 aprile 1928

“Il Popolo di Roma”, 20 marzo 1928

Firme dei Soci della Cassa Rurale aderenti alla nuova Banca 1/4

Firme dei Soci della Cassa Rurale aderenti alla nuova Banca 2/4

Firme dei Soci della Cassa Rurale aderenti alla nuova Banca 3/4

Firme dei Soci della Cassa Rurale aderenti alla nuova Banca 4/4

ANNALI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA1928 - 2008

1928

L’inizio dell’attività della Banca Coope-rativa Cattolica coincide con un momentoparticolarmente critico dell’economia ita-liana. Il 21 dicembre 1927, infatti, con de-creto ministeriale era stata rivalutata estabilizzata la lira a “quota 90” (90 lire per1 sterlina). Il successo di questa politica dideflazione sarà pagato con un ritorno delladisoccupazione operaia nell’industria al li-vello precedente al 1922 e con forti riper-cussioni sulle condizioni di vita di tutte lecategorie dei lavoratori.

La prima assemblea del Consiglio di am-ministrazione della neonata Banca Catto-lica, si svolge il 13 aprile 1928, alle ore18,30. Sono presenti i Signori Panichi Pietrofu Tommaso, Trapè Antonio di Salvatore, MorettiCostanzo fu Luigi, Rosetto Sante fu Giuseppe,Merlo Pietro fu Domenico Antonio - assenti i Si-gnori Panichi Luigi fu Giovanni ed Antonelli Mer-

curio fu Giuseppe. In quell’occasione vengonomantenuti i ruoli dell’organico della CassaRurale: Pietro Panichi è riconfermato pre-sidente all’unanimità; direttore, il ragioniereAngelo Castellani; cassiere, Giuseppe Mo-retti; commesso o segretario, Pio Mezzetti.Il decano monsignor Latino Salotti, già as-sistente ecclesiastico della Cassa Rurale, èconfermato nella nomina. Costanzo Mo-retti è eletto membro del comitato disconto di cui facevano parte anche PietroTrapè e Domenico Presciuttini. Il direttoreCastellani viene incaricato di compilare ilregolamento interno; nel frattempo sa-rebbe rimasto in vigore quello precedenterelativo alla Cassa Rurale.

Il presidente - oltre allo svolgimentodelle pratiche presso la Banca d’Italia al finedi ottenere l’autorizzazione ad emettere as-segni circolari, e presso il Monte dei Paschidi Siena per il servizio degli effetti all’in-casso - avrebbe dovuto procedere, d’accordo

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111

ANNALI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA

Inventario dei beni mobili trasferiti dalla Cassa Rurale alla nuova Banca

con la Curia Vescovile che più volte ne aveva fattopressione, all’iscrizione della Banca all’IstitutoCattolico di Attività Sociale. Vengono poiconcessi due sussidi finanziari, uno di 100lire all’O.N. Balilla, ed un altro, di 25 lire,alla Rappresentanza di Montefiascone dellaSezione Laziale dell’Unione Italiana Ciechi.I “tenui” importi erano scusati dalle forti speseinerenti la trasformazione dell’istituto, ma ve-niva sottolineata la speranza di poter essere piùgenerosi negli anni venturi. Le 308 azioni di-stribuite ai soci vengono rivalutate da 100 a156,25 lire cadauna.

13 maggio: Filippo Sermini viene estro-messo dai soci per inadempienze sociali, enel verbale si riferisce come lo stesso avesseanche sparlato della Banca. In quella data,nonostante le note ristrettezze, il consigliod’amministrazione concede 1.000 lire alCongresso Eucaristico che si sarebbesvolto in agosto in onore della “Beata”Lucia Filippini.

10 giugno: viene ceduta la vecchia mac-china da scrivere “Juventa”, e sostituita conuna moderna “Remington 1928” con du-plicatore; costo dell’operazione 3.300 lire.

29 luglio: si decide di far affiggere unmanifesto per comunicare alla cittadinanzala concessa autorizzazione ad emettere as-segni circolari.

12 agosto: viene concesso a FrancescoRicca e alla moglie Amalia Cernitori, unoscoperto sul C.C. di 50.000 lire, con la con-dizione che la somma fosse destinata al mi-glioramento agricolo. Si concedono 30 lire allaUnione Sportiva Falisca per la “2° CoppaVolsinia”.

19 agosto: sono concesse 100 lire al sa-grista Rossi per una “Mostra Retrospettiva

Firme degli Amministratorie e dei Sindaci per approvazione dell’Inventario

114

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Il primo Statuto a stampa della Banca Coopera-tiva Cattolica di Montefiascone, 1928

Diocesana di Arte Sacra” che poi non saràorganizzata. Ed inoltre, proseguendo conl’attività delle merci, “si dà incarico e piena li-bertà al Presidente per provvedere all’acquisto deisemi e concimi necessari”.

14 novembre: il Direttore presenta l’oppor-tunità da parte della Banca di elargire per la di-minuzione del Debito Pubblico, seguendo l’esempiodi altre Banche, una certa quantità di cartelle delLittorio [...] si stabilisce di mettere a disposizionedel Capo del Governo la somma di lire cinquecentodi cartelle del Littorio.

1929

3 febbraio: “in considerazione che l’opera recagran vantaggio alla Cittadinanza perché togliedalla strada ed educa i figli del popolo”, il consi-glio concede 100 lire all’Asilo Infantile diMontefiascone. Viene poi concesso al Con-sorzio Agrario Cooperativo di Montefia-scone, con garanzia cambiaria a firma deicomponenti dell’Amministrazione del Con-

sorzio, un conto corrente con lo scopertomassimo di 30.000 lire.

24 febbraio: il Municipio di Montefia-scone, con lettera del 4 febbraio 1929,chiede all’Istituto una “importante elargizione”per l’Associazione “Pro Montefiascone”,proponendo in cambio di rinunciare all’ap-plicazione della tassa industria, che am-montava a 6.441,72; il 7 aprile, il Consigliodelibera di elargire alla Pro-Montefiascone4.000 lire. Don Francesco Mattei, parrocodelle Mosse, chiede un contributo per l’ac-quisto della statua di san Giuseppe, da col-locare nella nuova e disadorna chiesa di SanGiuseppe.

Nonostante i difficili momenti dell’eco-nomia del Paese, dalla relazione letta allaPrima Assemblea Generale dei Soci scatu-risce un fiducioso ottimismo: “Egregi Con-soci, è con vero compiacimento che il Consigliod’Amministrazione della Banca Cooperativa Cat-tolica di Montefiascone, nella chiusura del primo

Anno Pro MontefiasconeOpera VocazioniEcclesiastiche

AsiloInfantile

OperaNazionaleBalilla

OpereAssistenzialifasciste

ParrocoCorpusDomini

GioventùItalianadel

Littorio

1928 4.000 400 100 101929 3.000 1.500 108 1001930 3.000 1.500 1001931 3.000 1.5001932 2.500 1.000 1001933 1.000 500 1001934 500 100 300 2501935 500 200 1001936 500 1001937 500 100 5001938 500 100 3001939 500 4001940 500 5001941 500 5001942 5001943 500

115

Alcuni dei contributi più significativi concessi alle istituzioni religiose e politiche durante la presidenza diPietro Panichi; le cospicue somme elargite alla pro-Montefiascone costituivano, in realtà, un

accomodamento su un credito che l’Amministrazione comunale vantava nei confronti della Banca

ANNALI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA

anno d’esercizio del nuovo Istituto, può confermarviche la trasformazione della Cassa Rurale nel nuovoente ha dato risultati finanziari tali da confermaretutte le speranze e le ragioni che consigliarono i socialla predetta trasformazione. Come ricordate i mo-tivi furono quelli di dare al nostro Istituto un piùvasto respiro finanziario, e consentire inoltre lo svi-luppo di tante operazioni bancarie che erano vie-tate alle norme contenute nello Statuto della CassaRurale [...] Gli utili conseguiti in questo esercizioin nove mesi di gestione, e cioè dal 19 Aprile al 31Dicembre 1928, sono di lire 47.839,80: non èuna cifra di utili rilevante messa in relazione conl’avvenuto movimento di capitali. Ma devesi tenerpresente che la nostra istituzione ha fra gli scopiquello precipuo di combattere l’usura e che l’aggiodi sconto che pratica è inferiore a quello di ogni altroistituto di credito locale [...] Abbiamo ferma fidu-cia che voi approverete il bilancio che vi presen-tiamo, formulando l’augurio che questo nostroIstituto di credito, che noi abbiamo creato per ilbene non solamente dei soci ma anche della dilettanostra Montefiascone, possa salire a sempre mag-giori altezze: e che Iddio ci aiuti e ci protegga”.

7 aprile: scadeil contratto d’af-fitto dei localidella Banca diproprietà dellachiesa di S. An-drea. Il respon-sabile, donArmando Jaco-poni, chiede unaumento del ca-none annuo dalire 750 a lire1.000. L’ammi-nistrazione ac-

cetta pur cercando di ridurre il canone a900 lire. Viene confermata la gratificazioneannua di lire 5.000 cadauno per il direttoreAngelo Castellani e per il cassiere GiuseppeMoretti. L’orario di apertura della Banca, inconsiderazione che la città ha una base econo-

mica eminentemente rurale e che gli affari si svol-gono per tempo nella mattina, è anticipato alleore 8,30.

14 aprile: si autorizza l’acquisto di 50quintali di solfato di rame al prezzo di lire250 il quintale.

La somma di lire 5.341,80 - quota degliutili destinata a finalità di pubblico interesse, di re-ligione e di beneficenza - è così ripartita: lire4.000 alla Pro-Montefiascone, lire 805 perla statua di san Giuseppe, lire 100 all’AsiloInfantile, lire 400 all’Istituzione per le Vo-cazioni Ecclesiastiche, lire 10 per la lotteriadell’Opera Nazionale Balilla, lire 26,80 perle “Dame di Carità” di san Vincenzo.

23 giugno: vengono iscritti nel libro deiSoci 16 nuove persone.

2 agosto: Costanzo Moretti sostituisce ilpresidente Pietro Panichi che è gravementemalato e in pericolo di vita; la malattia, fortu-natamente, non doveva essere tanto gravevisto che Pietro Panichi riuscirà a presie-dere la successiva assemblea del 22 settem-bre.

Don Armando Jacoponiamministratore dei locali af-fittati come sede alla Banca

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OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Lettera di ammissione al Sindacato Nazionalefra Banche Popolari

24 novembre: vengono concesse al-l’Opera Nazionale Balilla 100 lire, in consi-derazione dell’importanza nazionale a cui èassurta l’opera stessa.

31 dicembre: Settimio Butini acquista daLuigi Codini la casa sul Piazzale Mauri dovela Banca teneva il magazzino dei concimi, echiede un aumento dell’affitto da 450 a1.000 lire annue; considerando che non era“né conveniente né opportuno cessare totalmente ilservizio delle merci poiché riuscirebbe di danno aisoci quasi tutti agricoltori che sarebbero costretti arivolgersi per l’acquisto dei concimi ad altri enti chelavorerebbero in condizioni di monopolio dellapiazza”, il Consiglio, dopo alcune contrat-tazioni, si accorda su un canone d’affitto di800 lire annue.

1930

26 gennaio: l’avvocato Adolfo Bartole-schi è rimosso dall’incarico di legale per ilrecupero crediti; il Bartoleschi, infatti, erastato scoperto colpevole di aver trattenutogli acconti e il saldo di un prestito cambia-rio di 7.000 lire, dicendo che il debitore gliaveva versato soltanto una piccola sommache non copriva nemmeno le spese legali

affrontate fino a quel momento; in sua veceviene incaricato l’avvocato Luigi Grispignidi Viterbo.

9 marzo: come previsto dallo Statuto,dopo due anni di carica, la metà dei mem-bri del consiglio d’Amministrazione doveva

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Ricevuta di pagamento dell’af fitto del magazzino per le merci

ANNALI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA

Ricevuta della elargiz ione all’Asilo Infantile

essere sostituito; la scelta, effettuata consorteggio, cade su Costanzo Moretti, LuigiPanichi e Antonio Trapè; restano in caricaMercurio Antonelli, Sante Rosetto e PietroMerlo; subentra Leonardo Rosetto e ven-gono rieletti Costanzo Moretti e Luigi Pa-nichi; Pietro Panichi è riconfermatopresidente.

30 marzo: la parte degli utili destinata afinalità di pubblico interesse è così ripartita:3.000 lire alla Pro-Montefiascone, 1.500 lirealle Vocazioni Ecclesiastiche, 107,97 al-l’Asilo Infantile.

Vengono deliberati i compensi agli im-piegati in questa misura: 6.000 lire al diret-tore Castellani, 6.000 al cassiere Moretti, e2.040 (170 lire x 12 mesi) al segretario PioMezzetti, per un totale di 14.040 lire agli uf-fici.

8 giugno: Filippo Sciuga si dimette dal-l’incarico di sindaco.

10 agosto: viene concesso un mutuoipotecario di lire 70.000 alle Benedettine diSan Pietro e un prestito cambiario di lire40.000 al municipio di Marta.

14 settembre: il Direttore Angelo Castellanifa presente che nella stagione autunnale 1929 fu-rono acquistati q. 50 di calciocianamide e q. 100perfosfato. Il Presidente osserva che tali quantitativinon furono sufficienti a coprire la richiesta [...] è delparere inoltre che insieme ai prezzi della calciocia-namide e del perfosfato sia richiesto anche il prezzodel nitrato di calcio che comincia ad entrare in usopresso i nostri agricoltori, nonché dell’erba medica.

La Cooperativa di S. Francesco, che è inprocinto di sciogliersi, è debitrice verso laBanca di 90.558,72 lire, ed inoltre ha in sca-denza un effetto bancario di lire 14.000;vengono quindi prese le garanzie necessa-rie per rientrare del dovuto.

1931

17 gennaio: l’ispezione della Banca d’Ita-lia, pur riscontrando lievi imprecisioni ditipo contabile, trova tutto in regola.

18 febbraio: i compensi per gli impiegatirimangono quelli dell’anno precedente(14.040 lire), tuttavia “il Consiglio tenuto contodel lodevole lavoro prestato dal segretario Pio Mez-zetti riconosce che lo stesso è meritevole di una gra-tificazione che viene all’unanimità stabilita nellasomma di lire duecento una volta tanto”.

Il Presidente dispone “d’accordo con la di-rezione che i concimi fossero ceduti a prezzo di costoe con il beneficio della sola provvigione di fine sta-gione. Tale cessione sollevò l’inconsiderata protestadel locale segretario del Consorzio Agrario Coope-rativo Falisco che avrebbe voluto, a solo fine econo-mico che tali concimi non fossero venduti con lefacilitazioni fatte dimostrando poca comprensionedelle direttive del Governo”.

11 ottobre: sempre in riferimento ai con-cimi, il Direttore fa notare che “per i prezzi

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Ricevuta per otto Messe celebrate al Cimitero

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Nota spese per il trasposrto di 20 quintalidi solfato di rame

Cartoline promozionale di ditte specializzate nella venditadi sementi e concimi

Cartoline pubblicitarie di prodottiproposti alla Banca per l’acquisto

poco remunerativi dei prodotti agricoli, non si èavuto neppure una prenotazione, ma che in ognimodo sarà continuata la propaganda per indurre gliagricoltori ad intensificare la cultura razionale delleterre nell’interesse dell’economia nazionale”.

22 novembre: si accelerano le praticheper dotare la Banca di una “conveniente cassa-forte”.

1932

21 febbraio: si sente la necessità di no-minare, oltre all’avvocato Grispigni resi-dente a Viterbo, un altro legale che sullapiazza possa essere più rapidamente a di-sposizione dell’Istituto; viene proposto l’av-vocato Tommaso Jacopini, che accetta.

6 marzo: decadono dalla carica per com-piuto biennio i consiglieri Panichi Luigi,Rosetto Leonardo e Moretti Costanzo, que-st’ultimo si augura che “l’Assemblea generaledei Soci nell’eleggere i nuovi consiglieri si affermisui nomi che non abbiano mai fatto parte del Con-siglio, ciò che sarebbe opportuno anche per dimo-strare che l’Amministrazione della Banca non èinfeudata ad alcuno”. Nella stessa occasionerisultano decaduti i soci Trapè Pietro e Pre-sciuttini Domenico da membri del Comi-tato di sconto, e i sindaci AltigieriGiuseppe, Bevilacqua Filippo, BronzettiVincenzo, Mecali Guido e Giusti Pio.

3 aprile: l’Assemblea generale dei Soci,tenutasi il 20 marzo, rielegge i membri cheerano decaduti dal consiglio d’Amministra-zione, quindi il Consiglio ritorna compostodal presidente Pietro Panichi, Mercurio An-tonelli, Costanzo Moretti, Sante Rosetto,Leonardo Rosetto, Luigi Panichi e PietroMerlo. Il Comitato di sconto è così ricom-posto: presidente Pietro Panichi, CostanzoMoretti, Giuseppe Altigieri, GiacomoLanzi e Angelo Castellani. La Commissionedei sindaci è composta da Germano Barto-lozzi, Filippo Bevilacqua, Amedeo Macca-roni; supplenti Augusto Trapè e GiovanniCatasca.

26 giugno: l’asta della villa “Poggetto”,oggi villa Salotti, proprietà Luigi Codini,sulla quale grava un’ipo-teca dell’Istituto di55.000 lire, va desertasulla base di 183.000 lire;viene indetta una nuovaasta per il 13 ottobresulla base di 130.000 lire.Il 18 settembre, il consi-glio dell’Istituto, consi-derando che sullo stessofondo grava ancheun’ipoteca primaria delMonte dei Paschi percirca 110.000 lire, “decidedi partecipare all’asta finoalla somma di 170.000,nella convinzione che rimanendo per tale prezzoalla Banca, essa potrà più facilmente recuperarequanto dal Codini è dovuto mediante rivendita delfondo stesso fatta con altre modalità ed in altre con-dizioni di tempo e di luogo”.

18 settembre: si decide l’acquisto di duevagoni di perfosfato.

6 novembre: la Banca affitta una casa invia S. Pietro, pervenutale in proprietà da fal-limento, ad Alessandro Ciucci per un annoal canone mensile di 16,50 lire.

Fattura della ditta fornitrice dell’energia elettrica,intestata, ancora nel 1930, alla Cassa Rurale

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Ricevuta di pagamentodei contributi sindacaliper l’anno finanziario

1930-1931

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Ricevuta per l’elargizione all’Opera delle Vocazioni Ecclesisatiche a firma del

sacerdote Tommaso Leonetti

Ricevuta di pagamento dell’affittosemestrale dei locali della Banca

La ricevuta del pagamento della tassasulla patente di guida di Pio Mezzetti ci faintuire come lo stesso segretario dovesse

utilizzare l’automobile anche perspostamenti riguardanti la Banca

Ricevuta di pagamento dell’affittosemestrale dei locali della Banca

1933

19 febbraio: si accusa qualche problemacon la gestione delle merci ed in effettiquell’anno, 1933, sarà l’unico in cui il bi-lancio della vendita risulterà passivo: “si sonoavute già offerte per il solfato di rame sulla base di£ 95 il quintale. Per la concorrenza esercitata nelladecorsa stagione dalla Ditta Lampani, sono rima-ste in giacenza in magazzino circa q. 70 di solfatorame che fu pagato a L. 130 il q., e che il Con-sorzio Falisco e la stessa Ditta Lampani hannodelle giacenze per non aver il mercato potuto assor-bire tutto il quantitativo. Il Consiglio raccomandaalla Direzione di studiare ogni mezzo per limitarela perdita inevitabile che si avrà per il tracollo delprezzo”.

Dall’assemblea del 21 maggio possiamorilevare come la Banca, in caso di necessità,non disdegnasse pratiche tipiche del Montedi Pietà, cioè pegni in oggetti di valore, ecome a Montefiascone fosse stata aperta,dopo quella della Banca Cimina, anche unafiliale del Banco di santo Spirito in via S.Lucia Filippini: “La quota spettante all’Istitutodel prezzo della vendita del villino Codini è am-montata a £ 27.200,80. Il Codini è rimasto tut-t’ora debitore della Banca di £. 44.239.55. Taledebito resta tutt’ora garantito dal pegno in gioielli,

ma siccome tale garanzia è evidentemente insuffi-ciente, si chiedono al Codini la cessione di ciò chepotrà essere ricavato dall’affitto del mulino ad olioesistente nel fabbricato Codini in Montefiascone epossibilmente, perché si teme già ceduto, anche il

Attivo vendita merci

60.000,00

70.000,00

Attivo vendita merci

40.000,00

50.000,00

20 000 00

30.000,00

0 00

10.000,00

20.000,00

10.000,00

0,00

1928 1929 1930 1931 1932 1933 1934 1935 1936 1937 1938 1939 1940 1941 1942 1943 1944 1945 1946 1947 1948

Andamento degli utili della vendita delle merci; l’unico risultato passivo è quello dell’anno 1933

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Invito all’Assemblea generale del 20 marzo 1932

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Comunicazioni relative alla gestione delmagazzino merci

fitto dell’appartamento locato al B. S. Spirito sededi Montefiascone pure esistente nello stesso fabbri-cato”. E sempre per lo stesso caso: “l’Istitutoa garanzia del residuo debito ha un pegno in gio-ielli valutato a circa £ 20.000, nonché ha potutoottenere la cessione per nove anni dell’affitto del mo-lino e dell’appartamento occupato nel palazzo Co-dini dal banco di S. Spirito. Siccome però nemmenotali provvedimenti saranno sufficienti a garantirela Banca del totale di quanto dovuto, la Direzioneha fatto pratiche per conoscere se il Codini fosse di-sposto a vendere alla Banca il palazzo di sua pro-prietà”.

1934

Il 14 gennaio viene assunto provvisoria-mente Tommaso Panichi, figlio del presi-dente: “Il Consiglio riconoscendo l’opportunità diprovvedere per tempo alla nomina di un vice segre-tario contabile che a suo tempo possa sostituire ilSegretario in carica anche in qualunque assenza diquesto, e ritenuto necessario che la nomina cadasopra persona che dia il massimo affidamento dionestà, correttezza, segretezza ed interessamentoper l’Istituto, decide all’unanimità di eleggere a talecarica il Sig. Panichi Tommaso di Pietro, il qualeda circa due anni presta il suo volontario servizio,e che ha dato ottima prova sotto ogni punto di vista.Il Panichi Tommaso non viene assunto con stipen-dio fisso ma, come tutti gli altri impiegati, sarà re-tribuito mediante gratificazioni da stabilirsi annoper anno dal Consiglio d’Amministrazione secondole risultanze di bilancio di ciascuno esercizio”. Con

l’occasione gli vengono concesse 4.000 lirecome gratificazione di tre anni.

Le delibere del 14 gennaio e del 25 feb-braio considerano, tra l’altro, delle soluzioniper uscire dalla crisi della gestione dellemerci; nella prima si prospetta una coope-razione, e nella seconda la riduzione del-l’importo dell’affitto: “Il Consiglio autorizzala Direzione a trattare l’acquisto del solfato dirame mettendosi d’accordo, qualora si ritenga op-portuno, con il Consorzio Agrario Cooperativo Fa-lisco, per il fabbisogno ordinario annuale; nonchél’acquisto del perfosfato, della cianamide, del ni-trato, dell’erba medica”. “Tenuto conto del ribassodei canoni d’affitto degli stabili verificatosi anchesulla piazza di Montefiascone, e del poco soddisfa-cente andamento della gestione delle merci, decidedi chiedere al Sig. Butini Settimio proprietario dellocale adibito a magazzino che l’affitto sia portatoa £ 600”.

Altre delibere fanno intuire il difficilemomento che l’economia italiana stava vi-vendo. Il 22 aprile la superiora del mona-stero delle benedettine chiede un ribassodell’interesse sul mutuo, da 8% a 6%, e si ri-tiene opportuno, “data la sicurezza del mutuoipotecario, di concedere un ribasso nello sconto, per-ché data la scarsezza della richiesta del danaro, èindispensabile facilitare il credito per conservareprestiti di assoluto riposo”. Il tasso viene ridottoal 6,75%. Il 22 aprile, il consiglio, in con-formità delle disposizioni di legge decide diribassare nella misura del 12% il fitto degli

Carta intestata della Banca utilizzata negli anni ‘30

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Cartolina diretta ad Angelo Castellanidirettore della Banca

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

immobili di proprietà dell’Istituto e di chie-dere nel contempo il ribasso anche del fittodei locali che la Banca ha in locazione.Nello stesso periodo la Banca decide divendere gli immobili che gli erano perve-nuti da alcuni fallimenti.

Il 17 giugno il Presidente riferisce che“per la vendita della casa di proprietà dell’Istitutoesistente in Montefiascone al Corso Cavour n. 89,si sono avute due offerte e cioè di £ 10.000 del Sig.P. Pasquale, e di £ 10.100 della signora C. Vin-cenza. Il Consiglio, tenuto conto della maggiore of-ferta di C. Vincenza decide all’unanimità diaggiudicarle la casa, anche nella considerazione cheil prezzo offerto è soddisfacente tenuto conto del tra-collo del valore degli stabili”. L’acquisto saràfatto a nome di C. Serafina. Il 14 ottobre labottega in via Cavour 95, proveniente dalfallimento M., viene venduta per 8.500 lirea P. Augusto, ed il locale in via S. Pietro n.8, in comproprietà con N. Renato, gli vieneceduto per 3.000 lire.

11 novembre: La Banca, per rientrareparzialmente del credito Codini, aveva pen-sato di gestire direttamente il frantoio che sitrovava nell’omonimo palazzo. Dopo al-cune trattative non riuscite, il Consiglio sivede costretto a conferire il mulino per la“cosiddetta lavorazione a mezzo” che pre-vedeva la ripartizione degli utili a metà tral’Istituto e i soci lavoratori. Il primo di set-tembre del 1935, la signora Corona Ferra-ris, che aveva acquistato all’asta il palazzocon annessa la mola da olio, ne però chiedela riconsegna “facendo presente che il Codini nonpoteva affittare la mola stessa per impegni contrat-tuali assunti con la sua cliente”.

1935

Il 4 agosto, il Comune chiede un prestitoa un anno di 150.000 lire per “impegni ur-genti”.

1936

Lentamente, le difficoltà inerenti la ven-dita delle merci stavano rientrando: “La ven-dita dei fertilizzanti ai nostri soci ed alla nostraclientela, ha dato anche quest’anno risultati soddi-sfacenti con un utile di £ 6599,85. Abbiamo cre-duto e crediamo di dover continuare la gestione ditali merci, non solamente perché essa costituisce uninteresse d’indole generale per l’accrescimento dellaproduzione, ma anche perché lo riteniamo necessa-rio all’economia dei nostri agricoltori che pagano ifertilizzanti prelevati dai nostri magazzini con ilmaggior respiro possibile ed a favorevoli prezzi”.

1937

Nel triennio 1937-’39 si ebbe una leg-gera ripresa generale a seguito della euforiache la conquista dell’Impero e l’annessionedell’Albania al Regno d’Italia avevano su-scitato. Il 19 settembre, il Comune chiedeun prestito di 150.000 lire per alcuni lavoripubblici.

125

Palazzo “Pennoni”, già proprietà Codini, acqui-stato all’asta dalla signora Corona Ferraris

ANNALI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA

1938

7 agosto: il Dott. Luigi Rossi fa presente diessere venuto nella determinazione di vendere peril prezzo di £ 20.000 all’Orfanatrofio Femminiledi Montefiascone la casa di sua proprietà sita inMontefiascone in Via S. Margherita, ora via S.Lucia Filippini, civico n. 27, chiedendo all’isti-tuto la cancellazione dell’ipoteca dietro ver-samento di 10.000 lire.

1939

Il 26 febbraio, nel Consiglio d’Ammini-strazione affiora l’idea dell’acquisto di unasede propria, utilizzando, a questo scopo,parte delle riserve che allora superavano illimite legale. “Ciò si mostra necessario non sola-mente per il decoro della nostra Banca che è l’unico

Istituto di credito che vanta la nostra città, maanche per l’importanza che la Banca stessa ha as-sunto nel movimento economico della nostra re-gione”. La proposta, però, rimase taleperché, evidentemente, i tempi non eranoancora maturi.

2 aprile: la Banca d’Italia comunica che“in base a recenti nuove disposizioni le aziende di

credito operanti in località dove abbia luogo il mer-cato o la fiera nei giorni festivi, possano ottenere diderogare al principio del riposo festivo tenendoaperti gli sportelli nella mattinata di detti giorni.Prima di prendere qualsiasi deliberazione in me-rito, il Consiglio incarica il Direttore di accertare sela domenica è considerata come giorno di fiera o dimercato a Montefiascone”.

Il 2 aprile viene specificata la natura dellegratificazioni concesse agli impiegati, il cuiimporto, nel corso degli anni, era lenta-mente aumentato: “la gratificazione di 13.000lire lorde, è da ripartirsi fra gli interessati a secondadelle loro mansioni e della loro responsabilità se-condo il criterio fino ad oggi usato. Tale gratifica-zione viene concessa nella considerazione che gliimpiegati, non hanno alcuno stipendio fisso”.

Tra gli ultimi “doveri” che le direttive delRegime richiesero alla Banca, vi fu quelladell’8 dicembre, quando “il Presidente leggeuna lettera del locale Fascio di combattimento diMontefiascone, con la quale si chiede che la BancaCoop. Cattolica di Montefiascone faccia domandaper essere inscritta fra i soci ordinari della Gil ver-sando la somma di £ 300”.

1940

Il 10 giugno 1940 l’Italia entrò in guerra.La pressione fiscale si fece più pesante. Siattuò il blocco dei salari e quello dei prezzialla produzione. Il reddito eccedente i con-sumi fu fatto affluire allo Stato. Le materieper l’industria si fecero scarse; i commerciristagnarono e si ebbe carenza di manodo-pera agricola. La forte riduzione delle atti-

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OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Certificato azionario della Banca Cooperativa Cattolica intestato a don Francesco Mattei

vità economiche provocò la formazione el’aumento patologico di rilevanti disponibi-lità presso le banche che trovarono collo-camento nella sottoscrizione di prestitistatali e le ulteriori disponibilità furono in-dirizzate in conti correnti presso la Bancad’Italia in attesa degli eventi che dovevanofar seguito all’armistizio dell’8 settembre1943.

In quel drammatico anno morì ancheCamillo Castellani, padre del direttore An-gelo che si trovò costretto a trascurare il la-voro della Banca per seguire maggiormentela propria attività commerciale.

1 dicembre: “Il Comm. Avv. Mercurio An-tonelli, consigliere dell’Istituto fin dalla sua istitu-zione, data la sua tarda età e la sua malfermasalute chiede di essere esonerato dalla carica e che leazioni da lui possedute, siano trapassate al nomedell’unico figlio Dottore Giuseppe”. La salutedello storico fondatore doveva essere vera-mente “malferma” se, appena una setti-mana dopo, l’Antonelli morì: “Il Presidentericorda che il giorno 8 Dicembre 1940 è morto ilConsigliere d’Amministrazione Mercurio Anto-nelli che ricopriva tale carica fin dalla prima fon-dazione della Cassa Rurale trasformatasi poi inBanca Coop. Cattolica, e che durante il lungo pe-riodo nel quale egli fu Consigliere egli diede tutto ilsuo appoggio per lo sviluppo dell’Istituto ed il suoconsiglio fu sempre di grande importanza per la so-luzione delle più gravi questioni amministrative. IlPresidente propone quindi che il Consiglio elevi

grata memoria allo scomparso che tale pensiero siabrevemente inserito a verbale. Il Consiglio unani-memente approva”.

La morte di Mercurio Antonelli sembrasegnare, per la Banca, il momento d’iniziodi un periodo di crisi che si protrarrà pertutti gli anni della guerra e dei primi annidel dopoguerra.

1942

29 marzo: “il Sig. Butini Settimio, proprie-tario del magazzino merci, chiede di essere inden-nizzato dai presenti danni che lo stabile riceve daldeposito dei fertilizzanti, chiedendo un aumentod’affitto. Il Consiglio, pur negando che lo stabile siadanneggiato dal deposito dei concimi che non hannomai avuto lunghe giacenze, stabilisce che il fittostesso a decorrere dal 1942 venga elevato a £500”. In precedenza l’affitto era di 400 lire.

1943

In quegli anni di guerra, i problemi del-l’istituto continuarono ad aumentare. Il se-gretario Pio Mezzetti, essendo pagato inmaniera saltuaria ed incompleta, sporse de-nuncia ai Sindacati ed alla Magistratura delLavoro. Le due parti trovarono un accordosulla “somma di lire diecimila proposta dall’Isti-tuto a tacitazione finale di ogni suo preteso dirittocompresa l’indennità di licenziamento. Il 7 febbraioIl Consiglio d’Amministrazione approva in mododefinitivo tale liquidazione”.

128

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Dividendi azionari annuali

Stemma comunale di Montefiascone (particolare del certificato azionario)

Panorama di Montefiascone (particolare del certificato azionario)

Il 7 febbraio si rileva che “la gestione dellemerci ha dato quest’anno un utile modesto di £12.617 che andrà nei prossimi esercizi riducendosiancora perché il commercio dei fertilizzanti è statodevoluto con esclusività ai Consorzi agrari; ciò cheha provocato disappunto nella nostra clientela agri-cola abituata da essere da noi trattata molto age-volmente e con precisione”.

L’11 aprile, inoltre, “Panichi Pietro elettodall’assemblea Generale ordinaria dei soci del 28marzo 1943, non ha voluto accettare tale carica. Inseguito il Consiglio decide all’unanimità di eleggerea presidente dell’Istituto il Cav. Dott. Moretti Co-stanzo, che assume immediatamente tale carica”.

70.000,00

Lire Utili

60.000,00

40.000,00

50.000,00

30.000,00

20.000,00

0 00

10.000,00

0,00

1928 1929 1930 1931 1932 1933 1934 1935 1936 1937 1938 1939 1940 1941 1942

Anno

Pietro Panichi al termine della sua presidenza

130

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Utili della Banca nel periodo di presidenza di Pietro Panichi

5

6

7

1

2

3

4

0

1

Valore percentuale del dividendo azionario

1943

Se alla critica situazione che si era verifi-cata, aggiungiamo le assenze dovute al ser-vizio militare, comprendiamo come mai ilConsiglio d’Amministrazione ritenne op-portuno assumere nuovo personale. Il 25luglio, infatti, si prende atto dell’assunzione“in servizio del Sig. Luigi Moretti come Segreta-rio contabile, in sostituzione dell’impiegato PanichiTommaso richiamato alle armi; e del Sig. Castel-lani Nicola quale aiuto contabile in sostituzionedel Sig. Mezzetti Pio licenziato per raggiunti li-miti di età. La loro assunzione, agli effetti econo-mici, risale per il primo al 18 Maggio 1943; e peril secondo al 20 maggio 1943”.

Il 25 luglio, il Consiglio d’Amministra-zione prende atto di uno degli ultimi decretidel Duce, emanato il 13 luglio, riguardantela mobilitazione per il servizio del lavorodel settore del credito: “Tutti gli impiegati deb-bono essere considerati mobilitati agli effetti del R.D. 31 Ottobre 1942, e restano quindi assoggettatialle norme ed alle modalità nonché alle pene previ-ste nel caso di abbandono del lavoro prestato pressol’azienda”.

1944

La situazione politica ed economica, cheandò precipitando con quella militare, de-terminò un grave disagio monetario.Ne derivò un notevole incremento dellacircolazione dei biglietti della Banca d’Italia(1943-’45) e nel 1946-’47 si ebbe la cadutadel potere di acquisto della lira e l’infla-zione. Il costo della vita prese un ritmo vor-ticoso: basti pensare che fatto pari ad 1quello del 1913, a 4,347 quello del 1938, sipassò a 11,880 del 1943 e subito a 53,794del 1944, addirittura a 103,980 del 1945.

Il disperato quadro della situazione,chiaramente emerge dalle parole iniziali

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La drammaticità del particolare momento storicoaffiora da una amara riflessione affidata ad un

brevissimo e tormentato dattiloscritto dal neo-im-piegato Luigi Moretti e inaspettatamente rimasto

conservato nell’archivio della Banca

ANNALI DELLA BANCA CATTOLICA

della relazione letta all’assemblea generaledei soci del 20 febbraio: “Signori Soci, vi pre-sentiamo la nostra annuale relazione al bilancio1943 con la mente e con il cuore sconvolti dagli av-venimenti che hanno condotto la nostra Patria nellutto e nella rovina civile ed economica. In questatragica situazione, che ha quasi paralizzato ogniattività umana, sarebbe assurdo pensare ad un mi-glioramento nell’esercizio del credito. La nostraopera è stata quindi, ed è tutta rivolta alla sola sal-vezza dell’Istituto, per quanto sarà umanamentepossibile, travolti come siamo dagli avvenimenti sto-rici che duramente incalzano…”. Vale la penaricordare che in quell’anno si tennero sol-tanto due consigli d’Amministrazione.

1945

Il 28 gennaio viene commemorato ilsocio Pietro Trapè, morto l’anno prima,“consigliere d’Amministrazione dell’Istituto findalla sua fondazione” e si ricordano “le sue be-

nemerenze ed il suo attaccamento per lo sviluppo el’avvenire della banca”.

Nella relazione all’assemblea dei Soci diquell’anno, si intravede, finalmente, un bar-lume di ottimismo: “Signori Soci, nel presen-tarvi la nostra annuale relazione al bilancio 1944,sentiamo anzitutto l’obbligo d’invitarvi a rivolgereun fervido ringraziamento al Signore per averci sal-vato dal flagello della guerra che è passata come unturbine sulle nostre belle contrade. Mentre infatticittà e paesi della nostra regione sono un cumulo dimacerie, la nostra Montefiascone è rimasta quasitotalmente salva a tangibile dimostrazione della po-tente protezione della Vergine delle Grazie e deinostri santi Patroni. E dobbiamo ringraziarlomaggiormente il Signore anche perché il nostro Isti-tuto, a differenza di altri Enti locali che sono statipiù o meno devastati, non ha subito il benché mi-nimo danno”.

1946

I quegli anni i prezzi del Sud e del Cen-tro andavano allineandosi con quelli delNord Italia per cui si ebbe un’ulteriorespinta al rialzo dei prezzi. La ricostruzioneera urgente, ma il reddito nazionale eracirca la metà di quello del 1938. Ciò nono-stante, intorno al 1947-48, malgrado il sag-gio ufficiale fosse spinto dal 4 al 5,5 %, siebbe un discreto assestamento. L’inflazionecominciò ad arrestarsi, le punte massimedei prezzi calarono, gli scambi commercialicon l’estero migliorarono a vantaggio deinostri manufatti di qualità e competitivi: la“linea Einaudi”, del grande economista estatista liberale, dava i suoi frutti.

La problematica situazione finanziariaaveva comportato, tra l’altro, un notevoleliquidità di moneta contro una scarsa ri-chiesta di finanziamenti. Il 10 febbraio, ilConsiglio così registra: “di fronte all’ingentemassa di disponibilità liquida, troviamo invece in-vestimenti per la modesta cifra di £ 209.045,25,fra fidi, mutui, c/c ed anticipazioni. Il collocamento

La via della Banca in un’immagine d’epoca

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OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

delle notevoli esuberanze di cassa è stato effettuatoin gran parte con versamenti nel c/c fruttiferopresso l’Istituto di emissione, in c/c presso la Cassadi Risparmio, e con l’acquisto di altri titoli diStato”.

14 luglio: “Il Municipio di Montefiascone, perprovvedere al finanziamento di alcuni lavori ur-genti, domanda all’Istituto un mutuo non superioread un milione. I lavori urgenti segnalati dal Co-mune, riguardano principalmente il problema delrifornimento idrico della popolazione che trovasi ingrave disagio per la mancanza dell’acqua special-mente nelle frazioni”.

1947

Nel diffuso clima di ricostruzione deglianni del dopoguerra, anche la Banca, lenta-mente, cercò di riprendere lo svolgimentodelle proprie attività. Il 16 febbraio, il Con-siglio d’Amministrazione “in seguito a richie-sta di molti soci, decide d’incaricare la direzione diriprendere la vendita di fertilizzanti, anticrittoga-mici e semi, dando l’incarico alla Direzione di trat-tare con le ditte fornitrici”.

Il Comune, da parte sua, si mosse nel-l’ambito della ricostruzione edilizia cer-cando i finanziamenti necessari propriopresso la Banca Cattolica: “il Municipio diMontefiascone per finanziare l’acquisto di un ter-reno necessario per la costruzione delle case popolaridi cui si ha urgente bisogno, chiede all’Istituto un

mutuo di lire cinquecentomila da estinguersi in cin-que annualità a partire dal 1948”. Il 16 feb-braio il Consiglio decide d’accogliere adomanda.

Il fermento edilizio coinvolse anche lasede delle Assemblee generali dei Soci, equindi l’assemblea generale del 30 marzo sitenne “in una sala del Palazzo Vescovile inveceche nel locale delle Colonne dove non è stata più po-tuta tenere l’adunanza perché il locale era in di-sordine per deposito di materiali da costruzione”.

L’8 giugno si ritorna a discutere sullegratificazioni da elargire al personale e siconferma che “i Soci che si occupano dell’Am-ministrazione dell’Istituto prestano gratuitamentela loro opera e non hanno alcuno stipendio od as-segno fisso, ciò che apporta incalcolabile beneficio albilancio dell’ente che per la sua relatività non po-trebbe sopportare il pagamento di stipendi” si ri-conosce comunque “che ad essi sia dovutaalmeno una gratificazione che confermi il ricono-scimento del loro lavoro disinteressato ed utile”.

I cambiamenti economici e sociali chepremevano in quel secondo dopoguerra, sipalesano, per la Banca, nella presa di co-scienza dell’ormai insufficiente capitale so-ciale dell’Istituto. Il 30 novembre “circal’andamento dell’Istituto, il Presidente riferisce chementre i depositi segnano un sensibile aumento, per-siste invece al contrario una carenza delle opera-zioni attive. Più di una domanda è stata avanzataall’Istituto per prestiti di una certa importanza;ma non potendo la Banca accordare fidi per cifrasuperiore al quinto del patrimonio, i richiedentihanno declinato le richieste, giacché per l’immedia-

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Verbale del 17 novembre 1946 relativo al “Prestito per la Ricostruzione”

ANNALI DELLA BANCA CATTOLICA

tezza degli affari non hanno trovato e né trovanoopportuno qualsiasi dilazionamento occorrente perla richiesta delle necessarie autorizzazioni. Il Pre-sidente fa inoltre osservare che per la svalutazionedella moneta la richiesta dei fidi non si limita piùgeneralmente, come per il passato, a somme di lieveentità, di modo che la funzione dell’Istituto che èprecipuamente quella di esercitare il piccolo credito,è profondamente variata e modificata e non è piùattuale. Il Consiglio, riconosciuta tale situazione difatto, ritiene necessario che tale stato di cose sia fattopresente all’Ufficio Vigilanza della Banca d’Italia,per il suggerimento di quei provvedimenti che si ren-dano indispensabili per fronteggiare la situazione”.

1948

Il 22 agosto si accorda un “mutuo di £150.000 richiesto dal decano Latino Salotti e ada don Sergio Capozzi, per fronteggiare momen-taneamente il finanziamento dei lavori occorsi peril restauro della Basilica Cattedrale in occasionedel Congresso Eucaristico, al tasso straordinariodel 5%”.

1949

La gestione del magazzino merci, allaquale la Banca tanto teneva, viene disap-

provata dalla succursale della Banca d’Italiadi Viterbo, incaricata per legge della vigi-lanza sugli Istituti di Credito della Provin-cia. Il 6 febbraio, il Consiglio prende attoche “il superiore Organo di controllo e di vigilanzaprospetta l’opportunità di eliminare la gestionemerci dall’attività economica dell’Istituto, in quantosiffatta attività non si appalesa confacente alla na-tura di un’azienda di Credito. Considerando il vivomalcontento dei soci della Cooperativa che vedono intale improvvido ed ingiustificato provvedimento unatto di ostilità verso l’Istituto, il Consiglio dà inca-rico al Presidente di esperire ulteriori pratiche conil Sig. Direttore della Banca d’Italia”.

Il 6 febbraio, inoltre, viene comunicatoche il magazzino merci in affitto all’Istituto,già proprietà di Cecilia Bracoloni era statoacquistato da Vincenzo Paceri che ne avevasubito preteso la disponibilità. Il 31 luglio,dopo che i tentativi di far rientrare la deli-bera della Banca d’Italia sulla gestione dellemerci erano risultati vani, e nessun esitoaveva avuto la decisione dell’Assemblea or-dinaria dei soci per la continuazione diquella attività, il Consiglio capitola e rinun-cia definitivamente alla gestione: “per evitareogni possibile questione circa la rivendicazione del

Libretto di Risparmio al Portatore Vincolato (1937)

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OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

magazzino merci da parte del Sig. Paceri che eser-citando il commercio dei cappelli ha la possibilità didimostrare che il locale serve per il proprio usoaziendale; decide all’unanimità di restituire al sud-detto il magazzino e di esperire amichevolmenteogni pratica in proposito anche allo sgombro dellemerci dal magazzino stesso”.

Il 31 luglio, “il Presidente prospetta al Con-siglio la necessità di provvedere ad alcuni restauridella sede dell’Istituto che si trova in condizione dimanutenzione tale da essere non solamente decentema anche pericolosa perché il tramezzo che separala sala delle operazioni da quella della Direzioneè gravemente lesionato e minaccia di crollare. I re-stauri da eseguirsi sono i seguenti 1) Verniciaturaporta d’ingresso 2) Ripulitura ingresso 3) Conso-lidamento o rifacimento del tramezzo lesionato 4)Restauro porta gabinetto 5) Riverniciatura ed ap-plicazione della targa alla porta della Banca, targache fu tolta durante il passaggio della guerra”.Anche se necessari, i lavori di ristruttura-zione non furono eseguiti, forse a causa delclima di smobilitazione che aleggiava nellaBanca.

Il 13 novembre, comunque, “il Consiglioha rilevato la necessità di procedere alla regolariz-zazione dell’elenco nominativo dei soci dell’Istituto,risultando che molti degli eredi dei soci defunti nonhanno ancora provveduto al regolare trapasso delleazioni, di modo che fra i soci della Banca risultanomolti che sono già morti da molto tempo”.

1950

Dalla relazione del 2 aprile, si intuiscecome il maggiore onere della gestione dellaBanca, anche se all’epoca era limitatamenteattiva, fosse sostenuto dal presidente Co-stanzo Moretti: “tenuto conto del lavoro straor-dinario inerente alla chiusura periodica dei conti ealla verifica e compilazione del bilancio eseguitidalla sola persona del Socio Moretti Costanzo inore straordinarie di lavoro, e per aver provvedutoanche alle copie inerenti agli atti necessari per lepubblicazioni di legge, decide che ad esso sia elar-gito un compenso globale di lire undicimila”.

Il 1950 era anno giubilare e quindi l’As-semblea generale dei soci ritenne oppor-tuno di organizzare un pellegrinaggio aRoma. Il 2 aprile venne stornata una partedei fondi dedicata alle elargizioni “per il fi-nanziamento del mezzo di trasporto che sarà adi-bito per il pellegrinaggio a Roma dei soci dellaBanca come deciso dalla stessa Assemblea Generaledei Soci”. Il costo del mezzo di trasporto sirivelò però eccessivo per il limitato importostanziato e quindi, il 9 settembre, il Presi-

dente riferisce che “le pratiche svolte per noleg-giare un automezzo per Roma non furono concluseper il fatto che la somma richiesta per il noleggiosuperava la disponibilità economica. La somma di-sponibile per tale scopo ammonta a £ 29000. IlConsiglio decide che tale somma venga erogata aisoci viventi che ne facciano domanda nella misuradi £ 250 a socio, somma che dovrà essere corri-sposta unicamente e solamente entro il correnteAnno Santo”.

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Invito per l’Assemblea dei Soci del 15 aprile 1951

ANNALI DELLA BANCA CATTOLICA

In ottemperanza al nuovo Codice Civiledel D.L. 16 Marzo 1942 n. 262, la BancaCattolica aveva presentato alla Banca d’Ita-lia le variazione per uniformare lo Statutoalle norme previste. La Banca d’Italia, conlettera del 20 giugno 1950 n. 3000, avevacomunicato che “con le modificazioni progettatenon veniva raggiunto lo scopo di uniformare com-pletamente lo Statuto alla legislazione vigente, con-sigliando di prendere come Statuto tipo quelloelaborato dall’Associazione Nazionale fra le Ban-che Popolari”. Il 9 settembre il presidenteMoretti comunicava che “sulla falsariga di talestatuto è stato compilato lo statuto che oggi vienepresentato all’esame del Consiglio d’Amministra-zione”. Per questo lavoro, il Consiglio stan-zia “lire cinquemila da mettere a disposizione delPresidente Dott. Moretti Costanzo quale rimborsoe compenso per il lavoro eseguito per la redazionedel nuovo Statuto”.

Nella stessa assemblea del 9 settembre,si decide all’unanimità che “a norma dell’art.7 dello Statuto sia provveduto al riordinamento del-l’elenco dei soci della Banca, e si dispone pertantoche sia inviato agli eredi dei soci defunti un avvisocon il quale si avverte che se nel termine perentoriodi un mese dalla data dell’avviso stesso gli eredistessi non avranno provveduto alle pratiche relativealla sostituzione del socio defunto, le azioni ap-partenenti allo stesso saranno rimborsate al lorovalore nominale di £ 100 ciascuna”,

Ed ancora che: “tenuto conto che tutti gli altriIstituti di credito hanno già elargito somme per ifesteggiamenti ed il restauro della Chiesa della“Madonna Pellegrina”, anche per non contravve-nire al carattere cattolico dell’Istituto, decide al-l’unanimità di elargire al Comitato deifesteggiamenti la somma di lire cinquemila”.

1951

Il 25 febbraio si fissa la data per l’As-semblea soci straordinaria ed ordinaria al15 aprile. Tra le voci più importanti da trat-tare c’era quella relativa all’approvazione

delle nuove norme statutarie. Si decideanche che “Ai soci che interverranno alla riu-nione verrà corrisposto il premio Anno Santo di £200 deciso dall’Assemblea dei Soci del marzo1950, omettendo però tale avviso qualora la Bancad’Italia insista per elevare il valore dell’azione a £500”. La Banca d’Italia, giustamente, ri-tenne indispensabile l’incremento del capi-tale sociale e quindi il premio Anno Santonon fu distribuito.

L’aumento del valore delle azione vennedefinito il 10 giugno, quando il Consigliodecise all’unanimità di “procedere alla rivalu-tazione delle attuali 3083 azioni della Banca equi-valenti al capitale azionario di £ 308.300,riducendo il loro numero alla metà e cioè a n 1542dando a ciascuna di esse invece che il valore di £100, il valore di £ 500; di modo che il capitaleazionario da £ 308.300 passerebbe a £771.000, con una differenza di £ 462.700, im-piegando a copertura di tale cifra il fondo straordi-nario, e colmando la differenza di £ 9.947,25 conparte dell’utile conseguito nelle’esercizio 1950. ISoci dalla decurtazione del numero delle azioni nonvanno a risentire alcun danno perché le azioni pos-sedute diminuiscono di numero ma raddoppiano divalore”.

Singolare e toccante ci appare la dona-zione del 19 agosto, quando il Consiglio“decide di elargire lire mille per concorrere allaspesa dell’impianto radiofonico nelle sale degli am-malati del locale Ospedale dei poveri”.

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Fattura per cento inviti all’Assemblea del 1951

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

1952

Il 2 marzo viene sottolineata la partico-lare attenzione con cui si consideravano lerichieste provenienti dalle realtà rurali: “leiniziative serie e meritevoli specialmente nei riguardidei nostri agricoltori, molti dei quali hanno richie-sto il credito per l’incremento e la formazione dellapiccola proprietà”.

L’8 giugno si “riconferma per i Sindaci l’emo-lumento di £ 10.000 come stabilito precedente-mente”; dal che si arguisce che laconcessione di elargizioni stava lentamenteapplicandosi anche ai ruoli non impiegatizi.

Il 16 novembre si osserva che “moltissimisoci azionisti fin dal 1930 non hanno a tutt’oggiprovveduto al ritiro del dividendo azionario. Ciòprovoca un grave intralcio alla contabilità. Sarebbequindi necessario portare utile tutti i dividendi nonriscossi nel quinquennio e cioè i dividendi non ri-scossi a tutto il 1946, dichiarandoli prescritti”.

1953

Nel mese di febbraio la Banca d’Italia ef-fettua una ispezione e, tra i provvedimentiproposti, si ritiene opportuno che l’incari-cato di servizio di cassa sia chiamato a pre-stare una cauzione interna. “Pur riconoscendola massima fiducia che il Consiglio d’Ammini-strazione nutre per il Cassiere Moretti Giuseppeche dall’Inizio dello Istituto ha sempre assolto inap-puntabilmente il suo mandato, si delibera che ilCassiere rilasci a titolo di cauzione interna un li-bretto di deposito vincolato di lire 24.836,70. Ildetto libretto rimarrà depositato in cassaforte alfine suddetto”.

L’8 marzo si fissa la data dell’Assembleagenerale al 19 aprile, nella sede delle Asso-ciazioni Cattoliche in via S. Lucia Filippini,n. 17. In quella occasione il presidente Co-stanzo Moretti si dimette per motivi di sa-lute. Nominato Presidente Onorario,morirà a distanza di un mese.

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Verbale dell’Assemblea straordinaria per modifiche allo Statuto

ANNALI DELLA BANCA CATTOLICA

Il presidente Costanzo Moretti

17 maggio: Il nuovo presidente, GiulioPerugini, riferisce che il direttore AngeloCastellani “che da vari anni ha tralasciato com-pletamente la sua attività dato che il PresidenteMoretti era più che sufficiente ad assolvere il la-voro di amministrazione, è disposto data la man-

canza attiva di quest’ultimo, a riprendere il di-sbrigo delle pratiche. Propone poi di assumere qualeimpiegato al servizio allo sportello il sig. MorettiGabriele con una gratificazione di lire ottomilamensili”.

14 giugno: “Viene stabilito di considerare ledomande di prestito in tre categorie: la prima perdomande fino a £ 50.000 per le quali potrà ocu-latamente provvedere la Direzione, in casi d’ur-genza, presentandole poi per la ratifica alla primaadunanza del Comitato; la seconda categoria perdomande da £ 50.000 a £ 300.000 per le qualisi lascia pieno mandato al Comitato di sconto; laterza oltre le 300.000 per le quali oltre il parerefavorevole o meno del Comitato di sconto dovràaversi l’approvazione del Consiglio d’Ammini-strazione il quale nel caso positivo dovrà chiedereautorizzazione alla Banca d’Italia”.

Il 14 giugno, in linea col diffuso clima dirinnovamento e di ricostruzione, si pren-dono importanti decisioni inerenti la sede:“Il Presidente a fine di dare alla Banca una sededignitosa che contribuisca alla volontà dell’Ammi-nistrazione di incrementare il lavoro, propone duesoluzioni. La prima di mettere in efficienza i localiora occupati riferendo di avere a questo riguardo

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OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Giulio Peruginiterzo Presidente della Banca

interpellato il Proprietario Pro Tempore PatriziD. Antonio il quale è addivenuto d’accordo di af-fittare alla Banca i locali per un periodo di 10 anniper un fitto di £ 60.000, in rate di £ 5.000 men-sili delle quali £ 2.500 da pagare e £ 2.500 daritenersi in Banca in restituzione di £ 30.000 daspendere per il riattamento. La seconda soluzioneè di lasciare l’attuale sede e di portarla nella mede-sima via S. Lucia Filippini n. 9 e più precisamenteal 1° piano della Casa Castellani costituito daquattro vani da sistemarsi previo accordo tra leparti, per un affitto annuo di lire 80.000. Il Con-siglio dopo lunga discussione decide di lasciare l’at-tuale sede e di prendere in affitto per nove annil’appartamento di Castellani Angelo fu Camillo”.Contemporaneamente si autorizza la Presi-denza a trattare l’acquisto di un bancone, dialcune sedie e di altri oggetti necessari allanuova sede.

Il 9 agosto, l’appartamento viene conse-gnato in buono stato “e così dovrà essere ricon-segnato. L’impianto di luce elettrica, esclusi i lumi,lampadari, lampade e portalampade è di proprietàdi Castellani. La Banca pagherà al Proprietarioquale rimborso spesa luce elettrica delle scale lametà della spesa che si incontra annualmente peruna lampadina fissa e per il consumo d’acqua nelgabinetto un decimo del canone annuo che si pagaal Comune. Il Proprietario consente che sulla fac-ciata di casa siano applicate lettere e targhe indi-cative di Banca”.

Il decennio di crisi della Banca, dovutoai drammatici momenti storici e alla legit-tima stanchezza dei vecchi fondatori, cessadi fatto con la nuova presidenza. Giulio Pe-rugini si rivela subito particolarmente attivoed in grado di trasmettere alla Banca il suo

vivace entusiasmo: “Il 4 luglio, il Presidentetorna, come altre volte a raccomandare ai presentidi farsi parte attiva per procurare alla Banca ope-razioni sia di depositi che di prestito”. Il 17 set-tembre si stabilisce che “ogni azionista debbarimborsare alla Banca oltre il bollo dei certificati alui intestati una lieve quota del costo reale del cer-tificato azionario, in ragione di lire dieci per ogniazione di lire cinquecento”. Il 6 novembre,viene proposto quanto segue: “1) autorizza-zione ai Soci di sottoscrivere un’azione nuova ogniazione vecchia posseduta, previa devoluzione di £250 per azione dalle riserve e versamento di £ 250in contanti - 2) emissione straordinaria di n. …azioni - 3) collocamento delle azioni necessarie perconseguire l’aumento di capitale a 5 milioni anchepresso non soci al prezzo di £ 600, da devolversiper £ 500 in conto capitale e £100° riserva stra-ordinaria. Si stabilisce anche di studiare tutte lemodifiche che si intendono apportare allo Statutoper sottoporle al giudizio della Banca d’Italia”.

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Firme sul contratto d’af fitto della nuova sede

ANNALI DELLA BANCA CATTOLICA

Il portoncino d’ingresso e le quattro finestre dellaterza sede della Banca in via S. Lucia Filippini

1954

Il 17 febbraio si propone che i soci pos-sano sottoscrivere una azione nuova di lirecinquecento per ogni azione vecchia pos-seduta, previo versamento di lire trecentoper azione - la differenza sarebbe stata pre-levata dal Fondo a disposizione - nonchél’emissione straordinaria di azioni, che i sociavrebbero potuto acquistare in ragione di 5per ogni azione posseduta, al prezzo di lire500. I non soci le avrebbero pagate 600l’una.

Nel frattempo prosegue la ricerca dinuovo personale per poter mettere a frutto,in maniera più razionale, il potenziale del-l’Istituto. Il 18 marzo si puntualizza che “Ilfunzionamento degli Uffici, come noto, era affidatoal Presidente ed al Cassiere. La loro opera dovevaconsiderarsi prestata gratuitamente, e quindi giu-stamente essi potevano darla in quella misura chegli era consentita dalle abituali occupazioni. L’ora-rio quindi era molto limitato, e soci e clienti, risen-tivano del disagio di tale limitazione, tanto checoloro che avevano più necessità di servizi bancarierano costretti a rivolgersi altrove. Avremmo vo-luto dare a questo problema una soluzione radi-cale e definitiva, ma l’utile annuale della Banca eracosì ridotto da non permettere opere di una certaconsistenza. Abbiamo avuto la fortuna di trovareuna soluzione intermedia, assumendo con un mo-desto compenso mensile, il giovane laureando Mo-retti Gabriele, che sacrificando ai suoi studi partedella sua giornata, ha acconsentito di mettere a di-

sposizione della Banca, la sua opera dalle 9 alle13 di ogni giorno. Il Direttore della Banca Rag.Castellani, che fu uno dei suoi fondatori e che purconservando il titolo, non si occupava più degli Uf-fici che aveva per tanti anni e con indiscussa com-petenza diretto, ha acconsentito di riprendere la suaattività. Il Cassiere sig. Moretti, ha pure accon-sentito di rimanere al suo posto e ci auguriamo checiò possa durare a lungo. Ma l’attuale situazionenon può essere considerata soddisfacente per il fattoche la Banca, ad imitazione degli altri Istituti con-simili cittadini, ha necessità di tenere aperti i pro-pri sportelli, anche in alcune ore pomeridiane erimanere a disposizione dei Clienti anche nelle mat-tinate festive”.

Il 18 marzo, il presidente Perugini - inoccasione dell’Assemblea straordinaria deiSoci indetta per l’aumento del capitale so-ciale e per alcune modifiche allo Statuto -legge una significativa relazione del Consi-glio d’Amministrazione. “SIGNORI AZIO-NISTI, Nell’anno 1914 un nucleo di coraggiosi,che ci piace nominare e cioè i sigg. avv. MercurioAntonelli, sig. Vincenzo Zampetta, avv. MorettiCostanzo, rag. Castellani Angelo, sig. Panichi Pie-tro, sig. Silenzi Giuseppe, volle fondare a Monte-fiascone una banca locale. Sorse così la CassaRurale di depositi e prestiti i cui soci versarono L.1 per ciascuno e la banca fu aperta con un capitaledi L. 6. Da allora i soci ed il capitale andaronosempre aumentando e la piccola banca cominciò adaffermarsi ed a prosperare. La Cassa Rurale sitrasformò in Banca cooperativa Cattolica e leazioni passarono da L. 1 a L. 100 in un primotempo, e da L. 100 a L. 500 con vostra delibera-tone del 1952. IL granello di senapa caduto su fer-tile terreno é cresciuto e dopo l’interruzione causatadagli eventi bellici e di altra natura, vuole ora di-ventare l’albero rigoglioso di evangelica memoria. Ilcapitale attuale di L. 771.000 formato da N.1542 azioni non può essere più considerato suffi-ciente per fronteggiare la situazione finanziaria at-tuale e bisogna quindi adeguarlo ai tempi checorrono, se vogliamo che la nostra Banca abbiaquell’ascesa che noi tutti dobbiamo augurarle [...]Il Consiglio d’Amm. ha ritenuto necessario ed in-

Domanda di sottoscriz ione per le nuove azioni

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OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

derogabile proporre all’Assemblea l’aumento delcapitale sociale da L. 771.000 a L. 5.000.000mediante l’emissione di N. 8458 nuove azioni delvalore nominale di L. 500 ciascuna [...] Le ca-ratteristiche dell’operazione sono le seguenti: Ai sociviene concessa in sottoscrizione una azione nomi-nale da L. 500 per ogni azione posseduta, ed essidovranno versare solo L. 300 perché le rimanentiL. 200 vengono versate dalla Banca che li preleveràdalle sue riserve straordinarie. Tale intervento co-sterà alla Banca la somma di L. 308.400 e que-sto é un dono che essa offre ai suoi affezionati soci

[...] Approfittando di questa Assemblea straordi-naria, l’Amm. sottopone alla vostra approvazioneanche alcune modifiche dello statuto [...] l’art. 10elenca quali sono gli impedimenti per i quali non sipuò acquistare la qualifica di socio. Si propone laseguente aggiunta: “data l’indole dell’Istituto, nonpossono far parte dei soci coloro che non apparten-gono alla religione cattolica, che non siano notoria-mente praticanti di essa e seguano ideologie con essa

in contrasto.” Crediamo che questa aggiunta sianecessaria e doverosa, perché trattandosi di unaBanca che si chiama cattolica, non possono appar-tenervi persone che siano contrarie alla religione edin contrasto con la sua pratica ed i suoi insegna-menti [...] l’art. 26 stabilisce che per indire l’As-semblea dei soci é necessario: “la pubblicazionedell’avviso contenente l’ordine del giorno nella Gaz-zetta Ufficiale.” Ciò é quanto mai costoso e diffi-coltoso. Infatti anche per la convocazione di questaAssemblea é stata necessaria una spesa di L. 5440ed una corrispondenza altrettanto lunga e costosaper avere la pubblicazione. Tutto invece può esseresemplificato pubblicando l’avviso invece che sullagazzetta, sul foglio degli annunzi legali della Pro-vincia. Cosicché l’art. 26 si propone che subisca laseguente modifica: “con la pubblicazione dell’avvisocontenente l’ordine del giorno sul foglio degli an-nunzi legali della Provincia.” [...] Montefiascone11 Aprile 1954”.

Il 3 dicembre si delibera l’acquisto di unastufa per il riscaldamento degli uffici.

1955

Il 12 marzo vengono prese alcuni prov-vedimenti tra cui ritroviamo quello, di vec-chia conoscenza, di imporre una penale aisoci che avessero “marinato” le assemblee.Così il verbale: “I Soci che hanno diritto di in-tervenire all’Assemblea non possono farsi rappre-sentare se non mediante delega fatta ad altro Socionon Amministratore né Impiegato. Ogni Socio nonpotrà rappresentare più di un altro Socio. Ai Sociassenti senza giustificato motivo, sarà applicata unapenale, di £ 25 ai soci possessori di una solaazione e di £ 50 ai Soci possessori di più azioni”.Al termine dell’Assemblee generale deisoci, “esaurita la discussione dell’Ord. del giorno,sarà servito ai presenti un rinfresco”.

Nello stesso giorno si autorizza il Presi-dente all’acquisto “di 1 macchina da scrivere edi una calcolatrice, come pure si dà facoltà di trat-tare con la TETI per l’impianto del Telefono”.

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Il presidente Giulio Perugini all’epoca della suanomina a Sindaco di Montefiascone

ANNALI DELLA BANCA CATTOLICA

1956

9 gennaio: Il Comitato di sconto vieneautorizzato a gestire prestiti fino a 500.000lire.

All’inizio di febbraio comincia una seriedi nevicate incredibilmente copiose, tantoche molti paesi, tra cui Montefiascone, ri-marranno isolati per vari giorni e ricorde-ranno il 1956 come l’anno del “nevone”.“A favore dei colpiti del maltempo una elargizionedi £ 50.000 in data 22 febbraio scorso consegnataa disposizione a S.E. Monsignor Vescovo”.

1 aprile: Gabriele Moretti lascia la bancaperché assunto dal Banco di Santo Spiritoe gli subentra, provvisoriamente, FrancescoCarelli. Nel frattempo si contatta AugustoVolpini, all’epoca studente presso la facoltàdi Ingegneria a Roma, “ritenendolo per il suogrado di istruzione, per la sua serietà e buona vo-lontà, capace di assolvere con profitto il compito chegli sarà affidato di Direzione a secondo della ne-cessità”.

Il 17 settembre si torna a discutere suldelicato problema delle retribuzioni al per-sonale che si decide di remunerare, non constipendi fissi, ma con una percentuale degliutili annuali: “Il Direttore dell’Ufficio del La-voro pur riconoscendo la logica ragione dei fatti, èdell’opinione che nonostante che sia stata fatta daisoci, consapevoli della loro posizione verso la Banca,la prestazione d’opera, in quanto esiste è soggettaalle leggi sindacali vigenti, consiglia di chiedere allaFederazione delle Banche Popolari se è facoltà dellaBanca di compensare sia il Direttore, il Cassiere edaltri con una percentuale sugli utili di Bilancio, ren-

dendoli così compartecipi dei movimenti del-l’Azienda stessa, e non semplicemente impiegati astipendio fisso, con conseguenti oneri di Assicura-zioni, che nel caso della Banca attualmente sareb-bero insostenibili, dato l’esiguità degli utili. Sistabilisce per il personale per l’anno 1956 un com-penso pari al 50 % dell’utile netto conseguito e pre-cisamente in ragione del 40% al segretariocontabile, del 32% al Direttore e del 28% al Cas-siere [da corrispondere in quote mensili] salvo con-guaglio di £ 30.000 al Segretario Contabile, di £25.000 al Direttore e di £. 20.000 al Cassiere”.

In dicembre, dopo 42 anni di attività,Giuseppe Moretti cessa il suo lavoro di cas-siere.

1957

Si comincia a concretizzare l’idea del-l’acquisto di una propria sede e quindi, il 23marzo, si accantonano 300.000 lire lascian-dole “a disposizione del Consiglio d’Ammini-strazione per una eventuale futura creazione di unapropria Sede sociale”.

La cessazione del lavoro da parte delcassiere Moretti, aveva comportato com-prensibili disagi e difficoltà di gestione. Il27 dicembre, “data l’urgenza che per l’annonuovo il servizio del banco sia espletato non dalsolo Volpini Augusto, che nel decorso anno, ossiadal dicembre 1956 quando il cassiere Moretti Giu-seppe cessò il suo servizio, senza darne alcun pre-avviso, funge da contabile e cassiere insieme, si rendeindispensabile provvedere all’assunzione di un’altrapersona idonea al caso. E dato che ragioni di bi-lancio, non ci permettono di assumere, come si era

La carta intestata della Banca utilizzata negli anni ‘50

142

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Immagini di Giuseppe Moretti, cassiere dell’Istituto dal 1914 al 1956

pensato, una persona già esperta in materia, dopolunga discussione, si delibera di assumere il SigMari Mario di Alfredo, già impiegato all’UfficioGiudiziario e che dà affidamento per la sua buonaqualità. Egli entrerà in carico dal 1 gennaio 1958e siccome per il compenso, non è ancora possibilestabilirlo fisso, nemmeno per il Volpini ed il Ca-stellani, poiché non lo consente l’utile conseguito,sebbene sia di molto aumentato, il compenso saràcosì ripartito: il 20% dell’utile al Volpini che esple-terà il suo lavoro di Segretario contabile con man-sioni di Cassiere; il 16% al Castellani che seguiteràad espletare le sue mansioni come per il passato edil 10% al Mari nella sua qualifica di aiuto conta-bile”.

1958

Il 15 marzo vengono accantonate altre“lire 400.000 per una eventuale creazione di unapropria Sede sociale”.

28 giugno: Per la beneficenza “su propostadel Presidente si decide di sospendere la distribu-zione ai soliti enti e alle stesse entità, per poter pos-sibilmente provvedere a fare un’unica offerta chepossa essere intesa e maggiormente considerata”.

1959

Il 12 aprile risulta ancora in vigore la re-gola della penale in caso di assenza alle As-semblee generali: “ai soci assenti senzagiustificato motivo darà applicata una penale di £25 (possessori di 1 azione) £ 50 (possessori piùazioni)”.

Cresce l’importo della cifra che annual-mente viene accantonata per la creazionedi una propria sede: il 7 marzo si deliberano“lire 500.000 per l’eventuale acquisto di una pro-pria Sede sociale”.

Il 12 maggio si decide che come “emolu-mento al Comitato di sconto per il 1959 venga cor-

risposto un gettone di presenza di £ 200 da liqui-dare alla fine dell’anno”.

In quel periodo la Banca aveva concessodei fidi per finanziare la ristrutturazionedell’ospedale. Il 14 agosto, “il Presidente del-l’Ospedale comm. Vincenzo Bologna ha interpel-lato in nostro Istituto perché voglia assumere ilservizio di Tesoreria dell’Ospedale, a seguito del fi-nanziamento per la costruzione e il completamentodei Padiglioni”.

Il 19 dicembre, dopo le dimissioni deldirettore Angelo Castellani, viene affron-tata la questione del personale: “il Personaledell’Ufficio dovrà essere così composto: 1° il Di-rettore, che a seguito delle annunciate dimissioni delRag. Castellani Angelo dovrà essere scelto tra iSoci che possano avere le doti di una capacità di-rettiva. Egli dovrebbe svolgere un lavoro alquantoridotto e rimanere in Banca 2 ore al giorno dalleore 10 alle ore 12 con un compenso ridotto in ra-gione della limitata attività. 2° il Cassiere con in-carico di Vice Direttore. 3° un Contabile conincarico di vice cassiere. 4° un applicato con inca-rico di vice contabile. Tutto il personale sarà as-sunto in compartecipazione con una percentuale chesarà fissata annualmente. Il detto Personale dovràa proprie spese stipulare con un Istituto competenteuna assicurazione per la vecchiaia, l’invalidità el’assistenza in caso di malattia”. Una settimanadopo, la delibera viene però modificata inquesta forma: “dopo lunga e animata discussioneil Consiglio decide di annullare le deliberazioni pre-cedenti e di adottare quella che segue. Il Personaledella Banca sarà così costituito. 1° Direttore. 2°Cassiere contabile con incarico di vice direttore. 3°Applicato aiuto contabile. Si approva con 5 votifavorevoli e due contrari”.

1960

Gli ultimi anni ‘50 e i primi ‘60, costitui-rono il periodo della attesa riforma agraria,della creazione della Cassa del Mezzo-giorno, della legge sugli istituti speciali per

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OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

il credito agevolato. Fu il periodo dello svi-luppo dell’edilizia, delle opere pubbliche edella siderurgia. Fu anche il periodo dellamotorizzazione di massa e poi degli elet-trodomestici. Dal 1959 al 1963, l’aumentodel reddito nazionale faceva registrare pro-porzioni vistose. L’indebitamento bancarioera abbastanza modesto. Il benessere deiceti medi, in particolare, era giunto a livelli“americani”; la disoccupazione era quasiinesistente. I cambi della moneta italianaerano fissi con le altre monete e i prezzi sta-bili. Alla lira italiana fu addirittura assegnatol’Oscar, riconoscimento internazionaledella sua robustezza. Tutto ciò dava l’im-pressione di un benessere durevole cheportava sullo stendardo l’impronta del set-tore industriale e di quello terziario svilup-patisi a carico dell’agricoltura. Non soloandarono allora sviluppandosi i consumi dimassa di beni durevoli (auto, televisori, elet-trodomestici, ecc. ) ma anche quelli ali-mentari raggiungendo la supernutrizione e

la malnutrizione, soprattutto per l’eccessivoconsumo di carni. Questo periodo vennesuccessivamente detto del boom o del “mi-racolo economico italiano”.1

È in questo clima che si definisce ilnuovo assetto amministrativo e la defini-zione di una più proficua struttura opera-tiva. Il 6 febbraio, per la nomina a direttore,“tra i nomi presentati prevale quello del Sig. Ca-stellani Nicola di Angelo che per capacità, serietàe preparazione, specie nel campo commerciale dàserie garanzie di buona riuscita. Con sei voti favo-revoli e uno contrario Nicola Castellani è nomi-nato Direttore della Banca, e inizia il servizio dal1 marzo 1960. La Banca Cooperativa Cattolicadi Montefiascone associa alla propria Impresa isig.ri Castellani Nicola in qualità di Direttore.Volpini Augusto fu Giuseppe in qualità di Cas-siere vice direttore. Mari Mario di Alfredo in qua-lità di applicato contabile. Il presente contratto avràla durata dell’anno finanziario in corso e qualora,almeno due mesi prima del 31 XII non sarà di-sdetto da una delle parti sarà tacitamente rinno-vato per un altro anno finanziario. L’orario diufficio per il pubblico dovrà essere il seguente: dalleore 8,30 alle ore 12,30 e dalle ore 15 alle ore 16”.

3 aprile: l’Amministrazione dell’Ospe-dale Civile chiede alla Banca “di assumere uni-tamente alla tesoreria dell’ospedale anche il serviziodi tesoreria dell’Ospizio Falisco”.

Il 10 dicembre, le percentuali per il per-sonale sull’utile netto della Banca vengonocosì modificate: 22% al direttore Castellani,20% al cassiere Volpini, 13% al contabileMari.

Nello stesso giorno “si approva l’acquistodella macchina calcolatrice Divisumma Olivetti diproprietà del signor Castellani Giorgio che datempo viene utilizzata per moltissime operazioni e

1 Baracchi, Evaristo, Banca Popolare di Cortona 1881-1981, pubblicazione per il centenario della fonda-zione.

145

Sollecito ai soci per l’adeguamento alle direttivenazionali

ANNALI DELLA BANCA CATTOLICA

si è resa ormai indispensabile per il calcolo inte-ressi, dato l’aumento continuo dei c/c con saldo tri-mestrale”.

1961

Nell’Assemblea del 18 marzo, si pro-pone di aumentare il capitale sociale fino a15.000.000 tramite emissione di azioni. Adogni socio si riserva una azione nuova, di500 lire nominali, per ognuna possedutadietro versamento di sole 100 lire - che poidiverranno 200 - l’importo mancante saràprelevato dal fondo di riserva straordinaria.Altre azioni di 500 lire nominali sarebberostate cedute a lire 600, di cui 100 destinateal fondo di riserva speciale.

Nella stessa occasione si accoglie la do-manda di aumento del canone d’affitto diAngelo Castellani da 80.000 a 100.000 lireannue.

Il 22 aprile si modifica l’articolo n. 35dello statuto, relativo all’elezione del consi-glio d’Amministrazione, in questi termini:“Il Presidente ed i Consiglieri durano in carica treanni. Essi sono rieleggibili”.

Da un verbale del 9 settembre, possiamocapire con quali criteri di prudenza si muo-vesse il consiglio d’amministrazione nelconcedere fidi: “La situazione dell’affidato L.F.è oggetto di molto attento e accurato esame: il sud-

detto risulta trovarsi in posizione assai critica,tanto che propone con domanda una operazioneipotecaria per il massimo da consentire; il Consiglio,anche per difficoltà di Statuto, respinge la do-manda, e dopo lunga discussione incarica il diret-tore di sorvegliare particolarmente il castelletto disconto, specie per quanto riguarda effetti di favore.Stesso esame viene fatto per il cliente S.S., per ilquale i pareri sono contrari. Comunque anche perlui si raccomanda attenta vigilanza”.

1962

Il 2 giugno si discute su una domandaove i “Dirigenti della 4° Fiera del Vino chiedonoun prestito bancario di £ 1.000.000, con le firmedei Sigg. Tassoni Domenico, Rodolico Antonio,Fanali Florido, Manzi Angelo, Bologna Vincenzoed altri”. Il prestito “si accorda”.

In settembre la Vigilanza della Bancad’Italia effettua un controllo all’Istituto.

1963

Il 16 febbraio, “il Presidente ritornando sullaannosa questione della Sede Sociale, rimarcando lasempre più grande urgenza di provvedere alla co-struzione di una sede propria, osservando che pre-sto il fondo all’uopo accantonato raggiungerà unimporto di una certa rilevanza, propone di iniziarecon il Sig. Castellani Angelo, trattative concreteper l’acquisto dell’area necessaria, di sua proprietà,presso la piazza del Mercato e Porta Pia”.

1964

Nel frattempo cominciavano a utilizzarsinella Banca le “moderne” macchine da cal-colo. Il 5 febbraio, “il direttore prospetta la ne-cessità di meccanizzare il servizio Conti Correntiacquistando una macchina contabile dalla Soc. Oli-vetti al prezzo di £ 350.000, Duplex MC24;propone altresì il cambio della Divisumma 24 conaltra nuova, con un conguaglio di £ 140.000”.

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Lettera di comunicazione di accoglimento delladomanda per la sottoscriz ione delle nuove azioni

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Il 21 marzo si prende atto che, final-mente, “il sig. Angelo Castellani vende, cede edaliena al comm. Perugini nella qualifica, un im-mobile urbano di vecchia costruzione, di piani duee vani due, sito in Montefiascone, via Indipendenzan. nonché tutta l’area adiacente, costituente l’at-tuale giardino e compresa la scalinata tra il giar-dino e il fabbricato di cui sopra, area delimitatadalla Via Indipendenza, dalla proprietà Ricca, dalfabbricato del beneficio di S. Andrea, dalla casadi abitazione del Castellani e dal Largo Indipen-denza. Da incarico all’ing. Mezzetti di elaborareun completo progetto”.

Nello stesso giorno si decide di festeg-giare il 50° Anniversario della fondazionedella Banca con un banchetto, cui invitare isoci, da tenere presso il Bar Albergo Italiail 19 aprile, giorno della Assemblea gene-rale. “Il Consiglio delibera di invitare a presen-ziare il pranzo sociale il direttore della Bancad’Italia, il direttore del Monte dei Paschi, il diret-tore del Banco di Roma e i direttori delle Banche

che hanno sportelli in Città; il Vescovo diocesanomons. Boccadoro, il direttore dell’istituto CentraleBanche Popolari, il Presidente della Ass.ne “Luz-zatti”.

19 aprile: 50 anni di vita di una Istitu-zione Falisca - Domenica 19 aprile scorso laBanca Popolare Cattolica di Montefiasconeha celebrato il suo cinquantesimo anno diattività. In occasione della Assemblea an-nuale si sono riuniti circa 120 soci, ai qualiil Presidente ha tenuto una commemora-zione dell’Istituto [...] Nata come Cassa Ru-rale per la assistenza alla agricoltura, sitrasformò in Banca Cooperativa e coltempo limitò la sua attività al solo Credito,contribuendo in maniera notevole a mode-rare il mercato del denaro. Si moltiplica-rono i suoi soci, che oggi sono in numerodi 204, e si intensificò la sua attività, primalentamente, anche a causa delle vicissitudinibelliche, poi, specie da dieci anni a questaparte, con maggiore vitalità ed impegno.

147

L’area acquistata per la costruzione della nuova sede era occupata da un giardino con pergola e dalla piccola costruzione adiacente Porta Pia

ANNALI DELLA BANCA CATTOLICA

Tale fu negli ultimi anni il miglioramentoda far considerare oggi prossimo a realiz-zarsi il sogno di molti amministratori dipoter costruire una Sede Sociale per ufficie amministrazioni. Questa sorgerà in luogocentrale e si presenterà moderna e funzio-nale. Al prossimo anno se ne prevede lainaugurazione. Al termine della Assembleaamministratori e soci si sono riuniti per unlieto banchetto presso il Ristorante Italia.Sono intervenuti i dirigenti delle BancheCorrispondenti della Cattolica. Ha aderitocon graditissimo messaggio S. E. Mons.Boccadoro. Al termine del pranzo il De-cano Parroco, pure socio della Cooperativa,ricordando di avere tenuto a battesimo que-sta Istituzione, si è detto lieto dell’avveni-mento, rilevando con soddisfazione lacontinuità, la perseveranza, l’impegno chehanno sempre animato i dirigenti da per-mettere che oggi essa guardi con fiducia adun avvenire prospero ed inizi il suo se-condo cinquantennio con i migliori au-spici.1

Il 27 giugno, purtroppo, arriva la primacomplicazione relativa al sospirato progettodi costruzione della nuova sede. “La Bancad’Italia in risposta alla richiesta di autorizzazioneper investimento immobiliare allo scopo di costruirela sede sociale, dà risposta negativa, subordinandol’autorizzazione ad un congruo aumento del capi-tale azionario (fino a 10.000.000)”.

Le trasformazioni sociali in atto, spin-gono il Consiglio d’amministrazione a chie-dere all’Associazione Luzzatti, preposta allaformazione del personale idoneo agli isti-tuti finanziari,2 suggerimenti sulle direttiveda adottare.

9 ottobre 1964, Ill.mo sig. Dott. GiuseppeMurè Direttore Ass.ne “L. Luzzatti” ROMA

Il Consiglio di Amm.ne mi incarica di ri-volgermi a Lei per una grande cortesia.

Da tempo avrà notato, e ce ne ha ripetuta-mente dato atto, il discreto sviluppo della nostraattività, specialmente notevole se comparata aquella di un decennio; purtroppo però il nostrosistema di contabilità è rimasto quale era ap-punto dieci anni fa, e quale più o meno è semprestato dall’inizio della Banca! Ora siamo giunti

1 La Banca Cooperativa Cattolica di Montefiascone, in “La Voce”, anno I n. 5, Aprile 1964, Viterbo 1964,p. 2.

2 La fondazione dell’Istituto Italiano di Studi Cooperativi “Luigi Luzzatti” risale al regio decreto 4 set-tembre 1925, n. 1764, con il quale fu eretto Ente Morale l’Istituto Superiore della Cooperazione, delleAssicurazioni, del Lavoro e della Previdenza Sociale. L’Istituto venne fondato per tenere Corsi supe-riori, Corsi tecnici e Conferenze sul movimento cooperativo. Durante il regime fascista l’Istituto vennetrasformato in Istituto Superiore di Studi Corporativi del Lavoro e della Previdenza, funzionandocome scuola sindacale del regime. La cooperazione venne ridotta ad una delle materie di insegna-mento del Corso di Cultura corporativa. Nel 1944, con decreto dell’allora Ministero dell’Industria edel Commercio, l’Istituto venne posto sotto gestione commissariale. Dal 1947 al 1957 l’Istituto, confinanziamenti del Ministero del Lavoro svolse corsi di perfezionamento per reduci e assimilati. In par-ticolare vennero tenuti corsi sulla legislazione del lavoro e delle previdenza, sul credito bancario, po-polare e agrario, sulla teoria economica della cooperazione di credito, sull’associazione cooperativadelle attività artigiane, sulla cooperazione agraria. Nel 1949 il Commissario, Prof. Domenidò, proposeal Ministero che all’Istituto venisse data la denominazione di Istituto di Studi Sociali “Luigi Luzzatti”,essendo stata già acquisita l’autorizzazione degli eredi dell’illustre statista. Nella stessa delibera l’alloracommissario propose un nuovo statuto. Su di esso il Consiglio di Stato si pronunciò così: “... l’Ente(è) concepito fin dalle origini come un organismo con fini e caratteri di cultura superiore per lo stu-dio dei problemi del lavoro, della previdenza e della cooperazione e per la preparazione dei dirigenti,di tecnici e di personale idoneo per gli uffici e gli istituti che trattano i problemi predetti”. Comunquedel progetto Domenidò, che comprendeva anche altri argomenti, non se ne fece poi nulla. Nel 1950fu nominato Commissario l’On. Angela Maria Cincolani Guidi. L’Istituto, in quegli anni, svolse diversicorsi per cooperatori agricoli, finanziati dal Ministero dell’Agricoltura. La sede era situata in una stanzaposta gratuitamente a disposizione dalla Confederazione degli Agricoltori in Roma. L’On. Cincolanipropose, allora, al Ministero del Lavoro di strutturare ex-novo l’Istituto, “assicurando anche un fi-nanziamento statale continuo e riportando i compiti a quelli originari e ad un livello più elevato”.

148

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

forse al punto di doverne rivedere un po’ la im-postazione e da qui la necessità di un parere al-tamente specializzato che ci consenta di attuaregradualmente quelle prudenti modifiche chemaggiormente si impongono per lo snellimentoe la facilitazioni del lavoro, anche ad evitare unaggravio di personale. Le sarei perciò somma-mente grato se volesse studiare la possibilità diinviarci, a ns. spese, la persona che riterrà più in-dicata, in un periodo di tempo che preferiremmoantecedente all’inizio del nuovo anno. Con l’oc-casione inoltre vorremmo procedere allo studiodi un piano per la soluzione del problema deltrattamento al personale, qualora però la personane avesse pure qualche competenza, specie in re-lazione all’organico ed all’onere complessivo chederiverebbe alla Azienda da una sistemazionegiuridica definitiva. Resto in attesa di Sua corteserisposta e, mentre La ringrazio sentitamenteanche a nome della Amm.ne, La ossequio viva-mente.

ASSOCIAZIONE NAZIONALE“LUIGI LUZZATTI” FRA LE BANCHE PO-POLARI

(Fondata da Luigi Luzzatti nel 1876)Roma, 10 dicembre 1964Spett.le Banca Cooperativa Cattolica di

MONTEFIASCONE

Visita Dott. Terrigno.Abbiamo preso atto, con vivo compiaci-

mento, di quanto ci è stato cortesemente comu-nicato con la gradita Vostra del 24 novembreu.sc. in merito ai risultati, del tutto utili e positivi,della visita effettuata a codesta Associata dal no-stro Consulente tecnico Dott. Terrigno. Siamoveramente lieti che la collaborazione offerta inloco dal predetto nostro Consulente abbia resopossibile la risoluzione della maggior parte deiproblemi inerenti all’aggiornamento del Vostrosistema organizzativo e contabile non dubitiamoche, sulla base degli ulteriori suggerimenti che Visono stati forniti, anche i rimanenti problemi po-tranno essere gradualmente risolti, con l’ado-zione dei necessari accorgimenti. L’eliminazionedelle scritture superflue, l’abolizione dei libri sus-sidiari e la loro sostituzione con le più moderneschede comportanti l’ordinata registrazione cro-nologica, con l’assicurazione dei necessari ed in-dispensabili controlli concomitanti, riteniamoche abbiano costituito la base indispensabile peril riordinamento e l’ammodernamento della con-tabilità. La migliore e più razionale organizza-zione dei servizi incasso e dei servizi di Cassa,questi ultimi orientati ad un più esatto continuocontrollo, è da ritenere che abbiano felicementeconcluso il lavoro di riordinamento generale,anche sotto il riflesso organizzativo, per cui la

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Vista sulla Piazza del Mercato dall’area acquistata da Angelo Castellani

ANNALI DELLA BANCA CATTOLICA

Banca potrà realizzare sicure economie conse-guenti alla più razionale impostazione del lavoroe dell’Organizzazione. Per quanto ad abbon-danza teniamo a confermare che ci teniamo aVostra completa disposizione per tutti quei que-siti, e per tutti quei suggerimenti che vorreteeventualmente sottoporci, e richiederci [...]

Il 5 dicembre si prende atto che l’affittodei locali della Banca è portato a lire 10.000mensili; contemporaneamente si approval’acquisto della proprietà Castellani per6.000.000. “Il conto presentato dall’ing. Mezzettiper la stesura del progetto della costruenda sede so-ciale, ammonta a £ 500.000, tenuto conto di unariduzione omaggio del 25% si concede un accontodi £ 250.000”.

1965

Il 16 gennaio, finalmente, si decide di re-golarizzare la posizione degli impiegati inlinea con le normative vigenti: “il Presidenteriferisce che il personale della Banca da lui inter-pellato concorda nel ritenere utile la cessazione delrapporto associativo e l’adozione del Contratto Na-zionale Collettivo di lavoro dei Bancari secondo lenorme “Erga Omnes” a partire dal 1° Gennaio1965”.

Il 20 marzo si decide l’inizio delle operedi spianamento dell’ex giardino Castellani,ma contemporaneamente emergono dellegravi complicazioni: “il Presidente riferisce alConsiglio su alcuni strani approcci avuti con il sin-daco di Montefiascone Ferrari, il quale avrebbe ma-nifestato il proposito di impedire la costruzione,dietro pressioni della autorità religiosa, che riven-dica un progetto di costruzione della strada per laCripta della Cattedrale che dovrebbe impegnare

l’area medesima. Il Consiglio riafferma la perfettalegalità dei suoi diritti, e decide quindi di opporsi le-galmente ad ogni eventuale provvedimento”.

7 giugno: “Il Presidente porta a conoscenzadel Consiglio la ordinanza del Sindaco per la so-spensione dei lavori. Il Consiglio delibera di avan-zare ricorso avverso la ordinanza citata, presso ilConsiglio di Stato”.

Tra le elargizioni concesse il 26 giugno,troviamo quella di 50.000 lire al parroco delCorpus Domini “quale contributo alle spese dicostruzione di una Cappella provvisoria”, ed il fi-nanziamento della “nuova macchina per il tra-sporto processionale del Busto di S. Margherita”.

Il 7 agosto il progetto della nuova sedericeve un colpo ferale: “il Presidente porta aconoscenza del Consiglio la notifica di un decretoemanato dal Ministero della Pubblica Istruzionein base al quale la zona dove si sono iniziati i la-vori di costruzione viene vincolata col pretesto deicosiddetti monumenti circostanti. Il progetto diventa

pertanto irrealizzabile. Il Consiglio conferisce alpresidente l’incarico e il mandato di concordare collegale Ugo Battaglia ogni azione da opporsi. IlConsiglio poi si pronuncia favorevole circa l’accet-

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Assegno della Banca Cattolica del 1965

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

La piccola costruzione della Banca prima dellaristrutturazione temporanea

tazione di una proposta di cessione della intera areaal Comune, previo rimborso di ogni spesa incon-trata”.

La proprietà, comunque, non viene ce-duta, e il 2 ottobre si discute l’eventuale tra-sferimento della sede, previoammodernamento, nel vecchio fabbricatoesistente sull’area acquistata per la costru-zione,: “si incarica Moretti Andrea per un pro-getto ed un preventivo di spesa per l’adattamentodesiderato; si deliberano 150.000 a saldo dell’ing.Mezzetti”. Il preventivo viene accettato indata 23 ottobre; le competenze dell’archi-tetto Moretti sono di 50.000 lire.

1966

Dal 1961 al ‘70 lo sviluppo economico delPaese fece registrare progressi. Nel settore indu-striale si ebbe una crescita vorticosa e incontrollataa carico dell’agricoltura. Alcune modificazionistrutturali interne e di indirizzo dell’economia: na-zionalizzazione dell’industria elettrica, leggi urba-nistiche, istituzione dell’imposta cedolare di accontonella misura del 15% e incontrollato aumento dellaspesa pubblica, calo della produttività, consumismoe disavanzo nel bilancio dello Stato, hanno costi-tuito successivamente elementi di un processo invo-lutivo con molti aspetti negativi.

Il 19 febbraio: “constatato che i lavori diadattamento e ammodernamento del fabbricato ac-quistato in Via Indipendenza sono a buon puntodelibera di fissare la data di trasferimento deglisportelli e uffici per il giorno 28 marzo prossimo”.

28 marzo: “Il Presidente apre la seduta, che èla prima nella nuova sede di proprietà della Banca,e con appropriate considerazioni celebra l’avveni-mento che apre una nuova fase nella storia del-l’Istituto”.

2 aprile: “si discute e delibera l’acquisto di unadattilografica Olivetti doppio carrello al prezzo di£ 155.000”.

30 maggio: “Il Consiglio in considerazione delperiodo delle ferie decide di assumere per un periododi tre mesi un aiuto impiegato e la scelta cade sulsig. Lozzi Guido, che verrà compensato con £1500 al giorno”.

23 luglio: “si accoglie la richiesta della orga-nizzazione per la Corsa automobilistica Lago-Montefiascone, per l’offerta di una coppa”.

1967

Il 21 gennaio si propongono delle mo-difiche al vecchio statuto e, ricordando leragioni che avevano motivato in origine lafondazione della Cassa Rurale, si sottolineache l’istituto continuava la sua attività “nellospirito della sociologia cristiana”. Lo scopo dellaBanca Cooperativa Cattolica, quindi, rima-neva quello di “procurare il credito ai propri socimediante la mutualità ed il risparmio, di compiereoperazioni e servizi di banca anche con i non social fine precipuo di favorire e sviluppare, nel quadrodelle esigenze economiche e dei preminenti interessidella nazione, le attività agricole, industriali, com-merciali e artigiane, con particolare riguardo alleattività produttive minori ed alle imprese coopera-tive”. Si approvano delle modifiche allo Sta-tuto e si decide di rimettere il nuovo Statutoalla Banca d’Italia per l’approvazione defi-nitiva.

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Progetto per la sistemazione provvisoria della Sede

ANNALI DELLA BANCA CATTOLICA

1 aprile: “Convocazione per Assemblea per il13 Aprile - 30 aprile la seconda convocazione -presso il palazzo Mauri al corso Cavour. Ai socisarà come al solito distribuito un gradito omaggio”.

13 maggio: “Si procede all’assunzione dal15/5 al 30/10/1967 del sig. Lozzi Guido conun compenso di £ 50.000 mensili”.

L’8 luglio si deliberano 10.000 lire per lapubblicità in occasione della Fiera del Vinoe per la stampa del nuovo statuto.

19 agosto: il Consiglio delibera “la liqui-dazione di £ 200.000 a titolo di compenso al dott.Saverio Messina per il lavoro svolto circa le modi-fiche statutarie” ed il finanziamento di un la-voro di restauro nella storica chiesa di S.Andrea.

1968

18 maggio: Si approva una “elargizione afavore della chiesa di S. Andrea su un preventivodi spesa relativo al rifacimento del tetto ed altri re-stauri secondari per un importo di circa £

700.000. Il consiglio delibera di finanziare l’in-tera opera assumendo direttamente la direzione deilavori”. Ma il 14 giugno 1969, il presidenterende noto che il consuntivo dei lavori direstauro avevano superato le previsioni equindi si concede una ulteriore elargizionedi 215.000 lire, per complessive 1.015.000lire. Durante i lavori venne riscoperto il sof-fitto a capriate, eliminato l’intonaco dallanavata centrale, tolto il coretto sovrastantela bussola della porta, rinnovato l’altare e iltabernacolo su disegno di Flavio Leoni.

Il 7 settembre, “si approva la spesa per l’ac-quisto di 20 manifesti della Giornata del Rispar-mio 1968 con la iscrizione “Banca Cattolica diMontefiascone” a lire 195 l’uno”.

Nello stesso giorno si procede ad unamodifica statutaria inerente gli utili d’eser-cizio: “Il residuo sarà ripartito secondo le decisionidell’Assemblea. Il dividendo da distribuire ai socinon potrà superare il 6% sul valore reale delleazioni possedute, come per legge. L’Assembleapotrà destinare il residuo in parte, non superiore al20%, al fondo di assistenza e beneficenza”.

Il 16 novembre, “il presidente su propostadel direttore propone di ripristinare la contabilità aricalco affidandola all’impiegato Volpini Augusto,con un compenso mensile aggiuntivo di £ 20.000,in quanto tale lavoro dovrà essere eseguito in ora-rio straordinario”.

1969

4 febbraio: “Il consigliere Fioretti chiede chegli siano parzialmente rimborsate le spese di tra-sferta da Roma in occasione delle riunioni consi-liari. Il consiglio delibera di assegnare al prof.Fioretti a partire dal 1° Gennaio 1969 un com-penso di £ 3.000 per ogni trasferta”.

Il 1 marzo, su richiesta del direttore, sidelibera la spesa fino a 242.000 lire per lapubblicità di quell’anno.

Pubblicità della Banca nell’opuscolo della Fiera del Vino

152

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Lo Statuto della Banca stampato nel 1970 e alcuni moduli d’ufficio dello stesso periodo

Le filiali di due delle altre tre banche esistenti a Montefiascone erano ubicate in piazza V. Emanuele

Il 30 aprile si approvano delle modificheallo Statuto, tra cui una inerente il Consi-glio d’Amministrazione. Nello stessogiorno si propone una gita alla quale avreb-bero dovuto partecipare tutti gli ammini-stratori “compresi i membri del comitato di scontoe si decide di utilizzare il compenso spettante aiConsiglieri per l’anno 1968”. La gita si sarebbedovuta fare nei giorni 14, 15 e 19 maggio,ma il consigliere Sensi si oppone all’utilizzodella somma spettantegli e l’iniziativa vieneannullata.

Il 31 maggio viene indetto un concorsoper l’assunzione di un impiegato di 1a cate-goria, “dimostrandosi inadeguata, per il migliora-mento dei servizi della Banca anche se piùeconomica, la meccanizzazione”. Alcuni giornidopo “il Consiglio prende atto della presentazionedi n. 18 domande per la ammissione al concorsoper assunzione di un impiegato”.

1970

Si acquista un riproduttore LUMO-PRINT del costo di 676.000 lire

Bozza di variante dell’articolo 59 dello Statuto

154

Il presidente Giulio Perugini

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

1974

Un progetto di più ampio sviluppo dellaBanca Cooperativa Cattolica matura nel-l’assemblea dei soci tenuta il 21 aprile 1974.In essa, in seguito ad una proposta di donEmilio Marinelli, inserita nel quadro di am-pliamento delle attività e di allargamentodella base sociale, viene prospettata la pos-sibilità che la Banca potesse “operare anche aldi fuori del Comune, ammettendo nella societàanche i soci non residenti”. I settori di clienteladella banca vengono così ampliati e ven-gono inclusi nel loro raggio di azione anchei centri limitrofi di Marta, Bolsena, Bagno-regio e Viterbo.

Superata la crisi della seconda guerramondiale e del dopoguerra, la Banca Cat-tolica, quindi, incrementa nei due decennisuccessivi la sua attività, precisando i suoiscopi, che “nello spirito della sociologia cristiana”sono stati stabiliti nello Statuto del 1974:“procurare credito ai propri soci mediante la mu-tualità ed il risparmio; compiere operazioni e ser-vizi di banca anche con non soci al fine precipuo difavorire e sviluppare... le attività agricole, indu-striali, commerciali ed artigiane, con particolare ri-guardo alle attività produttive minori ed alle

imprese cooperative; ...attuare opera di propagandaper il risparmio”.

Verso la fine dell’anno, Alessandro Fio-retti subentra come presidente al settanta-settenne Giulio Perugini con ratifica dell’8marzo 1975.

1975

Il 13 dicembre si prende atto dell’esitonegativo di un estremo tentativo di ripristi-nare la gestione di un magazzino merci perl’agricoltura: “si è chiesto alla Banca d’Italia dieffettuarlo direttamente, ma si è avuto un cordialediniego”; e ugualmente “alla richiesta se sia ilmomento di aprire nuovi sportelli a Viterbo e Bol-sena, il direttore ha invitato a soprassedere, in at-tesa di un ristrutturazione di tutto il sistema, chela Banca d’Italia effettuerà, probabilmente nel corsodell’anno prossimo”.

1976

Il 3 aprile, il consiglio determina il sovrap-prezzo delle azioni della Banca rispetto al va-lore nominale su lire 860, fissando così il nuovoprezzo di emissione in £ 1.360 ciascuna.

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155

ANNALI DELLA BANCA CATTOLICA

Il 29 maggio viene concessa alla “Ass.nePro Montefiascone la somma di £ 100.000, per laorganizzazione della Fiera del Vino, con la inser-zione gratuita della pagina pubblicitaria sull’opu-scolo della Fiera”.

1977

Finalmente, nel 1977, dopo tredici annidi assilli burocratici, vengono superati iproblemi che ostacolavano la realizzazionedella nuova sede sociale. Gli uffici sono co-stretti a trasferirsi per poter permettere i la-vori e viene scelto, come sede provvisoria,un appartamento di proprietà di GioiaFrancolini, ubicato in Corso Cavour n. 92.La locazione, iniziata il primo dicembre1977, terminerà il 30 giugno 1979. Per iltrasferimento vennero spese 300.000 lire,mentre l’affitto era di 250.000 lire mensili.Tra le spese extra di fine anno, troviamo73.500 lire per omaggi natalizi al personalee 32.025 lire per le onoranze funebri inonore dell’ex presidente Perugini.

1978

11 gennaio: si registra il contratto d’ap-palto per la costruzione della nuova sedecon la firma del vicepresidente GianfrancoMoretti e del titolare della ditta vincitricedell’appalto Augusto Smafora.

1979

INAUGURAZIONE DELLA NUOVA SEDESi è maturata felicemente la volontà dei

dirigenti della Banca Coop. Cattolica diMontefiascone con l’inaugurazione avve-

nuta il 23 giugno, della realizzata modernaprestigiosa nuova sede di questo Istituto lo-cale. Nata nel 1914 la Banca si è via via svi-luppata ed affermata brillantemente

Le sede provvisoria in Corso Cavour occupata dal1 dicembre 1977 al 30 giugno 1979

156

Medaglia celebrativa coniata in ocasione delCinquantesimo anniversario della Banca

1928-1978

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Le sede provvisoria della Banca vista da piazza Vittorio Emanuele

Esterni e interni della vecchia Banca

raggiungendo una autonomia ed una capa-cità economica di gestione che le garanti-scono un tranquillo esercizio ed una sicurafiducia avvenire. Edificata nel centro citta-dino sull’area della inidonea e insufficientevecchia sede, opportunamente architettatada giovani professionisti che vi hanno ap-portato la loro sensibilità dei nuovi tempi,è stata oggetto di critiche di vario gusto,1ma quelli hanno mirato soprattutto, alla mi-gliore soluzione di un’alta funzionalità unitaad una certa eleganza dell’edificio cui si ac-cede agevolmente dalla Piazzetta a sud dellaPiazza Centrale, ha un secondo ingressosulla facciata principale di Via Indipen-denza, la quale figura all’esterno del centrostorico (fuori porta) costituendo quindi unfatto stilisticamente a sé stante. La più altaCattedrale, il Palazzo Codini del Vignola, laromanica chiesa di S. Andrea, prospettanosu via Santa Lucia Filippini e pertanto l’am-biente, non ha subito a causa di quello, anostro modesto avviso, modificazioni di ri-

1 A queste critiche risponde in modo esauriente la relazione dei progettisti:a) premessa teorica e di metodoOccorre cercare di chiarire nel migliore del modi che cosa si intende per adattamento all’ambiente diuna nuova costruzione. Secondo noi, le forme del contesto sono di diverso genere: ci sono formeevidenti e forme latenti. Le une immediatamente si percepiscono e le altre nascono da più profondi eintimi legami tra le cose e non si percepiscono subito. È per questo che se si vuol far vivere un orga-nismo nuovo, specialmente in un ambiente già bene o male qualificato da interventi umani stratificati,si deve prima studiare profondamente sia le caratteristiche delle forme evidenti, sia gli intimi legamitra le cose circostanti e quindi i suggerimenti di forma latente.b) rifiuto del falso architettonicoUn modo di adattarsi all’ambiente negativamente é quello di mascherare da oggetto vecchio ciò cheinvece è una nuova introduzione. È uno sciocco atto di rinuncia alla ricerca di forme nuove, che nonpuò essere portatore di buona architettura. Ed essendo la buona architettura figlia del tempo che laesprime, ci rifiutiamo di costruire scenografie idilliche a mascheramento di una realtà moderna di cuici si vergogna. Non ci vergogniamo della nostra civiltà. Vogliamo darle una veste adeguata. Mai falsa.c) presenza dell’opera d’arte come segnoL’oggetto che costruiamo, avrà una sua forma che nascerà da esigenze distributive, da contatti con l’am-biente, da vincoli d’ogni sorta. Quindi la sua forma non sarà gratuita. Avrà la forma di una banca pen-sata da noi per quel luogo ben definito. Non sarà banca ideale adattata e ristretta al luogo. Non saràuna qualunque capanna adattata al luogo in cui noi faremo funzionare una banca. Chi userà la nostraarchitettura sarà consapevole di ciò. In questo spirito la banca avrà una sede che sarà il segno della suapresenza e ciò avverrà non violentemente né arrogantemente, ma civilmente e dialetticamente.d) progettazione con i materiali moderni - Analisi di due opposti atteggiamentiSi è asserito di voler usare materiali moderni dandone ragione. Tale affermazione deve essere chiarita.Esiste un modo di usare i materiali e le tecniche moderne che é talmente raffinato, da far perdere lanozione di materiale come cosa maneggiata dall’uomo e nota ai cinque sensi. La materia diventa pre-testo di speculazioni altamente scientifiche e campo per esercitazioni ai limiti estremi delle conoscenze.

158

Il testo della pergamena posta nelle fondamentadella nuova sede della Banca

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Secondo progetto per lanuova Banca opera degli

architetti Paolo Mezzetti eFulvio Leoni

Prospetti del primo progettonon realizzato opera dell’ing.

Enrico Mezzetti

lievo. Il complesso gode di una razionaledislocazione di stanze: ampio salone-spor-telli, sala Direzione, sala Consiglio di Am-ministrazione, d’aspetto, locali cassette disicurezza e cassaforte difesi dalle spie di tresolidissimi ordini di porte elettronicamentee automaticamente azionate, il tutto com-

pletato da moderne attrezzature tecniche,talune anche a disposizione del pubblico.Non si è mancato di evidenziare i soci fon-datori e benemeriti con una incisione ri-cordo. Sul piano inferiore, ancora un vastolocale per le maggiori future esigenze e di-sponibilità. Del verde discende dall’altodella costruzione addolcendo la severità delcorpo che dà sulla Piazzetta e non mancanoall’interno, graziosi angoli a verde e floreali.Appesa alle pareti, un antico quadro dellanostra Vergine delle Grazie e vari quadrimoderni di abbellimento. Con l’aperturadella nuova dignitosa e comoda sede, laCattolica si è collocata in primo piano tragli altri tre Istituti bancari esercenti a Mon-tefiascone. Non resta che congratularci colPresidente Professor Fioretti e col Diret-tore Rag. Castellani che tanto si sono pro-digati affrontando ripetute difficoltàeconomiche e burocratiche, augurandoglila migliore prosperità.2

Tale atteggiamento porta all’uso di strutture dallo strano e sconvolgente aspetto e quindi alla deter-minazione di spazi non usuali cioè sferici, prismatici, piramidali. Spazi eccezionalmente stimolanti ericchi di avventura. Un altro modo di usare i materiali moderni consiste invece nel farne linguaggiousabile da chi deve servirsene. Primi tra tutti i progettisti. Le possibilità espressive di un materialenuovo, vengono analizzate e fatte oggetto di prove, confronti, dialoghi con materiali antichi. Il nuovonon riempie di sé e solo di sé le forme delle cose, ma si congiunge alle tecniche, agli usi antichi. Ciòsenza mai confondere l’uso antico col nuovo, senza mai prestare versatilità e rapidità e rifacimenti emenzogne pseudostilistiche.e) scelta motivata di un metodoRiassumendo, vediamo come si configura il nostro metodo di intervento e perché lo scegliamo. Adat-teremo la nuova opera ad un ambiente a noi affettivamente caro, di cui non solo le forme stridenti cisono ben note, ma anche quelle latenti facilmente ci si evidenziano. Costruiremo un’opera completa-mente moderna, affidando alla forza della sincerità e della ragione la perfetta compenetrazione con lealtre presenze. Useremo i materiali moderni nel modo più comprensibile e che ci sembra più adattoalla nostra civiltà e alle possibilità concrete di realizzazione, oltre che più gradito a chi userà l’opera.f) l’ambiente come vincolo e come stimolo.Una esigenza primaria é quella di riqualificare con una opera degna un ambiente che é in piena fati-scenza anche strutturale, oltre che formale. Ci sembra ottima cosa per cominciare, riproporre la piùforte delle caratteristiche architettoniche della zona, cioè l’andamento a gradoni successivi dalla Roccadei Papi alla valle. Il nostro gradone sarà, come in molti altri luoghi del centro storico, trattato a giar-dino pensile. la strada che sale dal livello della Piazza del Mercato a quello Piazza Vittorio Emanuele,passando sotto la porta Pia è la base di tutto il corpo principale della Banca. Molto delicato è inveceil rapporto con la piazzetta interna alla porta su cui si apre 1’ingresso. Qui abbiamo cercato di elimi-nare il monumentale e il vistoso per non gravare un piccolo spazio con una presenza ingombrante. Cisiamo limitati ad una ricerca di volumi semplici, come quelli che si leggono in lontananza sotto la cu-pola di Santa Margherita.

2 Vincenzo Carelli, Inaugurata la nuova sede della Banca Cooperativa Cattolica, in “La Voce”, luglio 1979,p.12.

I progettisti della nuova sede; da sinistra PaoloMezzetti, Enrico Mezzetti, Fulvio Leoni

160

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Inaugurazione della nuova Sede: il presidente Alessandro Fioretti taglia il nastrosulla sinistra il direttore Nicola Castellani

L’architetto Paolo Mezzetti con ilvescovo Luigi Boccadoro

Il vescovo Luigi Boccadoro benedice la nuova Sede

Alla cerimonia dell’inaugurazione il ve-scovo Luigi Boccadoro ha ricordato la “ispi-razione ecclesiale dell’istituto” e i primianimatori che furono il vescovo GiovanniRosi e il decano della cattedrale Latino Sa-lotti i quali si erano preposti che venissedato “soccorso a gente umile e povera della città edel contado per tutte le necessità di famiglia e di la-voro”. Il Vescovo auspicava che “le necessitàdelle famiglie, anche delle categorie più bisognose”fossero “sempre tenute presenti” e che fosse“facile e largo l’aiuto”, che l’istituto era “in do-vere di dare” agli abitanti di Montefiasconeche ad esso facessero ricorso.3

SCHEDA TECNICAProgettisti: ing. Enrico Mezzetti, arch. FlavioLeoni, arch. Paolo Mezzetti.

Direttore dei lavori: ing. E. Mezzetti.Assistente ai lavori: geom. Roberto Rosetto.Impresa appaltatrice: Smafora Augusto.Carpenteria: Porroni Mario.Idraulico: Bertoccini Mario.Elettricista: Bonucci Giovanni.Pittore: Moscetti Bruno.Falegnameria e arredamento: Riccetti Bona-ventura di Orvieto.Piante: Vasco Michelini di Viterbo.Fabbri: Castellani Filippo e Santini FiorelloInfissi anodizzati: ditta “Lia” di GianniniVetreria: Ditta Bernini e Ugolini.Impianti di sicurezza: Ditta Conforti di Ve-ronaLa targa in legno rovere a ricordo dei fonda-tori e benemeriti, è stata incisa a mano dal-l’architetto Flavio Leoni.L’insegna in bronzo è stata creata dallo scul-tore Conticelli di Orvieto.

162

La nuova sede

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

3 VOLPINI, PIETRO, La Banca Cattolica, in “La Voce”, agosto 1979, p. 3.

Il logo della Banca Cooperativa Cattolica ideato dall’architetto Paolo Mezzetti

1983

A quattro anni dall’inaugurazione dellanuova sede, inizia l’espansione dell’Istitutonel territorio. Il 19 novembre viene apertauna prima filiale a Grotte Santo Stefano,anche se, come risulta nella relazione letta aisoci in occasione dell’assemblea generale,“con un notevole ritardo dalla data di autorizza-zione concessaci dalla Banca d’Italia: ritardo do-vuto alla difficoltà di trovare un locale che facesseallo scopo”. La relazione prosegue: “ Final-mente abbiamo potuto prendere in affitto uno sta-bile di nuova costruzione, decoroso e funzionale, cheabbiamo fornito di ogni necessario ed abbiamoanche dotato di terminali collegati in tempo realecon il nostro centro elettronico installato presso laSede Centrale di Montefiascone. Questa nostra Fi-liale sta inserendosi attivamente e prudentementenei vari settori dell’economia di Grotte Santo Ste-fano e dei paesi limitrofi acquistando terreno ognigiorno. Nell’anno in esame abbiamo avuto l’ispe-zione da parte dell’Organo di Vigilanza dellaBanca d’Italia. I due Ispettori incaricati hanno la-vorato, per circa due mesi, intensamente e scrupolo-samente affondando il loro occhio clinico in tutte lebranche della nostra attività, esaminando tutti i do-cumenti riferentisi agli anni intercorsi dalla prece-dente ispezione. L’esito è stato positivo al di là diogni nostra aspettativa e il risultato è stato inco-raggiante. Ne siamo usciti non solo indenni maanche soddisfatti e siamo grati all’Organo di Vigi-lanza, perché attraverso quell’ispezione ci siamo po-tuti render conto che il corpo della nostra Banca èsano e solido ed abbiamo avuto così un’autorevoleconferma che i sistemi e i metodi attuati per moltianni sono tuttora validi in quanto saggi e costrut-tivi. Faremo tesoro dei suggerimenti e consigli checon l’occasione ci sono stati prodigati. L’aperturadella filiale comportò la nomina di un di-rettore generale, nella figura di Nicola Ca-stellani, e dei relativi direttori di filiali.

1986

Nell’agosto del 1986, la Banca organizzaun convegno sul vino Est Est Est di grande

prestigio, come si può rilevare dalle rela-zioni pubblicate all’epoca:

Si é svolto il 2 agosto scorso a Montefia-scone Lago il Convegno sul tema “Est!Est!Est!:prospettive di un grande vino”.

L’incontro, che non vuol essere una inizia-tiva isolata né fine a sé stessa, é stato organiz-zato dalla Banca Cattolica di Montefiascone,istituto di creditosempre attento alleproblematiche edagli interessi dellazona in cui operaed in modo parti-colare al settoreagricolo.

Alla presenzadelle massime Au-torità della Provin-cia (tra gli altri, ilvice Prefetto dottorLenge) e di Monte-fiascone, i lavori -coordinati dal Diret-tore della Banca Au-gusto Volpini - sonostati aperti dal pro-fessor Alessandro Fioretti, presidente dellastessa Banca Cattolica.

“L’istituto bancario che mi onoro di presie-dere - ha affermato nel suo breve ma qualificatointervento - ha voluto organizzare questo con-vegno per rendere giusto dazio al nostro pre-zioso nettare in un momento in cui gli interessilocali sono rivolti alla Fiera del Vino e quelli na-zionali, del settore, verso un pieno recupero dimeritata credibilità dopo le ben note disavven-ture del metanolo.

Il nostro vino - ha detto ancora il professorFioretti - paradossalmente sembra più cono-sciuto ed apprezzato all’estero che non in Italiae crediamo che sia compito di ognuno andare ascoprire le cause di tale “controsenso” verso unadefinitiva e completa gratificazione di un vinoche può e deve essere considerato “grande”sotto ogni aspetto.

La Banca Cattolica, al di là di questo incon-tro, si impegna anche per il futuro, nel persegui-mento dell’obiettivo testé citato con ricerche,studi ed altre iniziative a sostegno dello scopocomune”.

Hanno quindi porto il loro saluto ai conve-nuti il Sindaco di Montefiascone VincenzoDanti, il presidente della Pro Loco Franco Mar-siantonio, il vice presidente dell’Amministra-zione provinciale Ugo Sposetti, l’AssessoreFranco Di Marco in rappresentanza del Comunedi Viterbo, l’Onorevole Franco Bruni presidente

164

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Augusto VolpiniDirettore generale della

Banca dal 1985 al 1989

regionale della Coldiretti e il Senatore Signorelli.Tre relazioni prettamente tecniche e di in-

dubbio interesse sono state svolte di fronte aduna interessata ed attenta platea dai docenti dell’Università di Viterbo professori Sesto Natali,Marco Bisiach e Gabriele Anelli.

Per l’Associazione Industriali ha poi presola parola il dottor Romiti, mentre il presidentedella Cantina Sociale falisca dottor Brugnoli haribadito come lo sforzo di tutti debba essere ul-teriormente rivolto ad incrementare il conferi-mento e la produzione delle uve a D.O.C, eall’espansione della commercializzazione delvino viterbese sul mercato interno ed estero.“Grazie all’incontro con altri validissimi produt-tori - ha affermato il Presidente della Cantina So-ciale - si sono stabiliti già positivi contatti e si écondivisa l’opinione che molte sono le iniziativeda intraprendere per una migliore qualificazionedel prodotto; prima fra tutte la costituzione diun Consorzio di Tutela dell’Est! Est!! Est!!!”.

Ad un breve dibattito ha fatto seguito unasimpatica ed apprezzata degustazione del vinodi Montefiascone le cui caratteristiche e gli ab-binamenti gastronomici sono stati illustrati dalcav. Rodolfo Roncadin, Consigliere A.M.I.R.A. ePresidente degli Albergatori della provincia diViterbo.

1987

Con la crescita dell’attività, aumenta perl’Istituto l’esigenza di personale e di spazio.

Si acquista quindi un fabbricato adiacentela sede, dagli eredi di Angelo Castellani, conaccesso da via S. Lucia Filippini e collega-bile con la nuova struttura. Con licenza co-munale concessa il 18 novembre 1987, siavvia il progetto della ristrutturazione dellacostruzione su progetto dell’ing. Sante Fa-bene e dell’arch. Mauro Trapè con la colla-borazione dell’arch. Fabrizio Santini.

La realizzazione materiale è eseguita dal-l’impresa di Giulio Cesare Tofanicchio.

165

Il presidente Alessandro Fioretti apre i lavori del Convegno sul vino

ANNALI DELLA BANCA CATTOLICA

Il nuovo accesso alla Banca da via Santa Lucia Filippini n. 13

1989

Il Consiglio d’Amministrazione, nell’as-semblea del 23 aprile 1989, nomina, qualepresidente, Gianfranco Moretti che piùvolte aveva coperto il ruolo di vicepresi-dente. Figlio di Costanzo, secondo presi-

dente della Banca, Moretti si dimetterà, in-sieme al consigliere Angelo Angeloni, doponemmeno un anno, per contrasti in seno alConsiglio d’Amministrazione.

La sua è stata la presidenza più brevedella storia dell’Istituto.

1990

Il 21 marzo il Consiglio d’Amministra-zione elegge presidente Rodolfo Manzi.

In quell’anno la Banca inizia a pubbli-care un suo foglio aziendale intitolato“BANCA FUTURA - Organo ufficialedella Banca Cattolica di Montefiascone”.Gli articoli, per lo più di carattere finanzia-rio, vengono redatti quasi esclusivamenteda dirigenti ed impiegati della banca; le ul-time pagine sono riservate alla promozionedella squadra di baseball sponsorizzatadallo stesso istituto. Il bollettino, compostoda un numero variabile di pagine - da 4 a12 - del formato di 24 x 34 cm, era stam-pato a due colori, ma, ad iniziare dal nu-mero 2 del 22 dicembre 1994 - anno V - lapubblicazione cambia veste, aumentando il

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Gianfranco Morettiquinto Presidente della Banca

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

numero delle pagine, riducendo le dimen-sioni (cm 21 x 29,5) e aggiungendo una co-pertina plastificata a colori. Nel numerosuccessivo, del 7 maggio 1995, la trasfor-mazione in magazine si completa con unulteriore aumento del numero delle pagine,stampate tutte a colori, e con l’inserimento

di articoli vari di interesse culturale. La ri-vista seguita ad essere pubblicata ogni annofino al numero del 2001.

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167

ANNALI DELLA BANCA CATTOLICA

Rodolfo Manzisesto Presidente della Banca

L’ultimo numero di “Banca Futura”bollettino della Banca Cooperativa Cattolica

Alla fine dell’anno viene inaugurata la fi-liale di Marta

BANCA CATTOLICA IN CRESCITAAlla presenza dell’On. Rodolfo Gigli è stata

inaugurata a Marta la Filiale n° 3Il 15 dicembre scorso la Banca Cattolica ha

aperto un nuovo sportello bancario a Marta sullacentrale piazza Umberto I.

Un evento quasi storico per l’Istituto nella suaultrasessantennale attività, originatasi nel lontano1914 come Cassa Rurale Depositi e Prestiti, poitrasformatasi in Banca Popolare nel 1928.

Alla manifestazione hanno partecipato nume-rose autorità, tra le quali il Prefetto di Viterbo, ilDirettore della Banca d’Italia, il Senatore Sartori,il Sindaco di Viterbo, il Sindaco di Montefiascone,altri Sindaci dei paesi circunlacuali, molte le per-sonalità del mondo bancario ed imprenditoriale.

L’inaugurazione della nuova struttura è stataeffettuata dal Presidente della Regione Lazio On.Rodolfo Gigli, alla presenza di un foltissimo pub-blico nonostante l’inclemenza del tempo.

Dopo la benedizione dei locali da parte del Vi-cario Generale Mons. Marinelli, ha preso la pa-

rola il Presidente della Banca Cattolica Dr. Ro-dolfo Manzi. Egli, dopo aver ringraziato gli in-tervenuti e la cittadinanza per le caloroseaccoglienze, ha riaffermato il principio mutualisticonel rispetto delle tradizioni dell’Istituto Bancariotracciando un quadro ampio dell’evoluzione che stacompiendo la Banca alla ricerca di nuovi spazi ope-rativi. Si è detto altresì convinto che Marta comecentro attivo, vivace ed operoso, nonché contiguo ter-ritorialmente ed affine economicamente alla realtàdi Montefiascone, recepirà senz’altro le nuove poli-tiche che l’Istituto intende adottare.

È poi intervenuto il Presidente della RegioneOn. Rodolfo Gigli il quale, nel congratularsi conl’Amministrazione della Banca Cattolica per avercompiuto questo salto di qualità, ha tenuto a rile-vare come, in un momento piuttosto complesso peril mondo bancario ove si susseguono fusioni e con-centrazioni, l’Istituto falisco persegua e difendaabilmente la specificità del localismo, che solo, puòcomprendere e risolvere certe esigenze territoriali.

Ha portato infine il Suo saluto il Sindaco diMarta Dott. Lisoni il quale, esprimendo entusia-smo per l’iniziativa, ha ringraziato i dirigenti del-l’Istituto per aver operato questa scelta e si è detto

4 La Voce, gennaio 1991.

La benedizione della sede di Marta

168

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

certo che la Banca Cattolica concorrerà in manieravitale allo sviluppo economico e sociale della citta-dina lacustre cui la Sua Amministrazione tendecon grande determinazione. A seguire è stato ser-vito un rinfresco e consegnato un simpatico gadget atutti gli intervenuti. Alla Banca Cattolica, ai Suoidirigenti e collaboratori l’augurio più fervido nelperseguire il nuovo corso con sempre più frequentianaloghi risultati, per il migliore posizionamentosul mercato di questa gloriosa Istituzione che tuttala provincia ci invidia.4

LA BANCA CATTOLICA PROMUOVE LACULTURA BANCARIA

Il 21 Dicembre scorso presso l’IstitutoTecnico Commerciale “Carlo Alberto DallaChiesa” sono stati consegnati i premi aivincitori del Concorso bandito dalla BancaCattolica nel mese di ottobre. Lo stesso èstato bandito per il secondo anno consecu-tivo allo scopo di promuovere la culturabancaria tra gli studenti diplomatisi nelcorso del 1990.

La finalità dei premi è precipuamentetesa all’iscrizione di un corso superiore dilaurea in Scienze Bancarie, o di un corso dispecializzazione in materie bancarie in ge-nere. Alla manifestazione hanno parteci-pato tutte le classi dell’Istituto alla presenzadel Preside della Scuola, del Presidente edel Direttore Generale della Banca.

Sono risultati vincitori i Sigg.ri: PincoGino di Bagnoregio e Raffaelli Orietta diAcquapendente ai quali giunge il plauso delnostro giornale e l’augurio per le migliorifortune.5

1991

Nei primi mesi del 1991, lo scrittoreGiorgio Zerbini dedica un articolo allaBanca Cattolica, pubblicandolo sul primonumero di VOLTUMNA, rivista da lui di-retta.

Tra le realtà caratterizzanti il nostro territoriovi è una istituzione che ha segnato la storia degli ul-timi decenni, prima sostenendo un’economia mera-mente agricola e successivamente divenendo puntodi riferimento dello sviluppo della piccola impren-ditoria locale. Trattasi della Banca CooperativaCattolica di Montefiascone, unico istituto di creditopopolare nato nella provincia di Viterbo. Abbiamovoluto osservare più da vicino questa realtà che haimpresso un ritmo crescente alle sue attività. Tra leultime importanti iniziative assunte vanno anno-verate l’apertura della nuova filiale di Marta e iltrasferimento nei nuovi locali della filiale di GrotteS. Stefano. Una situazione la prima ove eranoormai evidenti le carenze di servizi bancari offertiin loco per essere Marta una cittadina commercial-mente assai vivace.

La nuova struttura è sorta in piazza UmbertoI, un luogo particolarmente idoneo e provvisto diampio parcheggio, pertanto di grande comodità perl’utenza. L’Istituto si è immediatamente propostocon una quantità assai varia di servizi, subito ac-colti favorevolmente dall’intera cittadina.

Una ventata di novità per Marta che incideràfortemente sullo sviluppo della sua economia e che,forse, potrà assumere un ruolo trainante per le varieattività economiche. Nessuna analogia può esserefatta con l’apertura dei nuovi locali della filiale diGrotte S. Stefano. Era questa una realtà operantegià da circa dieci anni, ma che necessitava di unimpulso anche in termini strutturali per muoversiin sintonia con un recente marcato dinamismo ester-nato dalla popolazione del luogo. L’ampiezza deilocali, la cura degli arredi, la dotazione di ampiparcheggi rendono questa sede tra le migliori filialibancarie della provincia di Viterbo.

1992

Si apre la filiale di Onano.Domenica 2 agosto si è inaugurata ad Onano,

piccolo centro agricolo dell’Alta Tuscia in provin-cia di Viterbo, la nuova filiale della Banca Coo-perativa Cattolica di Montefiascone. Attualmente

5 La Voce, gennaio 1991.

169

ANNALI DELLA BANCA CATTOLICA

6 La Voce, novembre 1993, p. 8.

l’Istituto di Credito montefiasconese è presente inquattro comuni, con i benefici conseguibili: effi-cienza, occupazione giovanile, facilitazioni e tassiagevolati. Detto con una frase: “Il meglio nei fatti”.La popolazione di Onano, ignorata fino ad oggida tutti gli istituti di credito, troverà estremamenteconveniente e pratico il servizio della nuova filiale.Reciproci interessi cureranno i risultati futuri. IlVescovo Diocesano Monsignor Fiorino Tagliaferriha officiato una funzione religiosa in via San Gio-vanni, gremita di gente. Erano presenti le autoritàdel paese, il Consiglio d’Amministrazione dellaBanca, i direttori e gli impiegati delle varie filiali.

1993

ASSEMBLEA STRAORDINARIA DELLABANCA CATTOLICA

Riflettori puntati sulla Banca Cattolica in oc-casione dell’Assemblea Straordinaria convocata il10 ottobre scorso per deliberare l’aumento di capi-tale ed alcune modifiche allo statuto. Nell’ormaiconsueto scenario del Palazzetto dello Sport, gen-tilmente concesso dall’Amministrazione Comunale,ed impeccabilmente attrezzato allo scopo, il presi-dente dell’Istituto Falisco Dott. Rodolfo Manzi,aprendo i lavori, ha ampiamente illustrato, ai nu-merosissimi soci presenti, gli scopi e le modalità di

attuazione dell’operazione ripercorrendo le tappeprincipali della Banca e definendo a grandi lineeobiettivi di sviluppo ambiziosi ma realistici. Per laprima volta è intervenuto all’assemblea anche unrappresentante delle Banche Popolari nella personadel Dott. Arnaldo Vitto il quale, in qualità diVicedirettore Generale dell’Associazione, oltre cheportare il saluto e la solidarietà delle altre 92 con-sorelle, ha riaffermato ancora una volta l’impor-tanza per le banche italiane di dotarsi di uncapitale congruo. Al termine della relazione l’acco-glienza riservata dall’Assemblea dei Soci alla pro-posta di aumento di capitale è stata poco meno chetrionfale. I soci intervenuti hanno espresso un votofavorevole pressoché unanime, con l’astensione diun solo socio, per tutte le mozioni presentate dalConsiglio di Amministrazione delegando lo stessoad attivarsi al fine di dare piena e completa attua-zione alle delibere approvate. Ulteriore dimostra-zione del grande successo dell’operazione viene dallanotevole affluenza dei Soci che sono accorsi in que-sti ultimi giorni per effettuare le operazioni rela-tive all’aumento, tanto che il consiglio diAmministrazione, per facilitare lo svolgimento delleprenotazioni e permettere a tutti i soci di poter usu-fruire dei vantaggi dell’operazione, ha deciso, in viaeccezionale, che la sede di Montefiascone rimangaaperta anche nei giorni di sabato dalle ore 9 alle12, dedicando tale spazio esclusivamente al perfe-zionamento delle pratiche di aumento di capitale.6

Il presidente Rodolfo Manzi leg ge la relazione annuale all’Assemblea Generale dei Soci

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OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

AUMENTO CAPITALE SOCIALE - AV-VISO RISERVATO AI SIGG. SOCI

Modalità di sottoscrizioneAdeguamento del valore nominale unitario

delle azioni raggruppando n. 4 azioni del valorenominale di Lit. 500 cadauna, in n. 1 nuovaazione del valore nominale di Lit. 5.000 me-diante aumento gratuito del valore nominale diogni azione di Lit. 3.000 con prelievo dal“Fondo sovrapprezzo azioni”.

Emissione di nuove azioni da nominali Lit.5.000 cadauna, da offrire in opzione ai Soci inragione di una azione ogni 3 nuove azioni pos-sedute, al prezzo di Lit. 35.000, di cui Lit. 5.000da imputare a Capitale Sociale e Lit. 30.000 daimputare al “Fondo sovrapprezzo azioni”.

e) Emissione di “Buoni Facoltà di Sotto-scrizione Azioni” (WARRANT) da assegnare aiSoci in ragione di uno ogni 4 nuove azioni pos-sedute. Ogni “Buono” conferisce al portatore lafacoltà di sottoscrivere entro i termini stabilitiuna nuova azione al prezzo di Lit. 40.000, di cuiLit. 5.000 da imputare a Capitale Sociale e Lit.35.000 da imputare a “Fondo sovrapprezzoazioni”.

1994

TUSCANIA: INAUGURATA LA SESTA FI-LIALE DELLA BANCA CATTOLICA 7

Il 22 dicembre scorso, alla presenza di numeroseautorità, di un folto gruppo di soci e di numerosi cit-tadini, è stata inaugurata a Tuscania la sesta filialedella Banca Cattolica. Il “classico” nastro è statotagliato da S.E. il Prefetto di Viterbo, dottor Mo-scatelli, coadiuvato dal sindaco di Tuscania sig.Brachetti. Dopo la benedizione dei locali, impartitada S.E. il Vescovo Fiorino, il Presidente dellaBanca, dottor Rodolfo Manzi, ha voluto ringra-ziare i presenti per la loro partecipazione all’evento,tracciando le linee guida e lo spirito con cui laBanca intende operare su Tuscania.

È successivamente intervenuto il sindaco Bra-chetti, che ha portato il saluto della cittadinanza.Ha concluso gli interventi S.E. il Vescovo.

Tra le autorità presenti si annoverava la parte-cipazione del senatore Signorelli e dell’OnorevoleParenti. Prosegue quindi la politica di rafforza-mento della propria presenza sul territorio da partedella Banca Cattolica, rispettando in pieno il ritmodell’apertura di una filiale all’anno.

La scelta di operare su Tuscania scaturisce daun accurato studio del territorio dal quale si ravvi-sava la necessità della presenza di una Banca conforte vocazione localistica sulla cittadina in que-stione. D’altronde, le caratteristiche imprenditorialidei tuscanesi, la loro laboriosità e la loro propen-sione al risparmio, rendono molto simile questapiazza a quelle dove la Banca Cattolica è già pre-sente; pertanto il tradizionale stile di far banca daparte dell’Istituto Falisco può ragionevolmente co-stituire un fattore di successo su un contesto econo-mico e sociale che presenta tante affinità.

Per altri versi, in controtendenza rispetto adaltre realtà del viterbese, l’Amministrazione localein questi ultimi anni ha dato un forte impulso alrafforzamento dell’immagine di Tuscania come cittàd’arte rivalutando, con la giusta enfasi, lo splen-dido patrimonio artistico e archeologico di cui gode.E’ stato compreso che l’arte e la cultura non rap-presentano soltanto motivo di ricreazione morale,ma offrono anche ampie possibilità di ritorni eco-nomici se si attivano le strutture necessarie per unamigliore ricettività turistica, creando altresì nuoveopportunità di lavoro per tanti giovani in cerca diprima occupazione. Quindi è con il proposito di as-

7 La Voce, febbraio 1995, p. 7.

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Esterno della sede di Tuscania

ANNALI DELLA BANCA CATTOLICA

sistere finanziariamente le iniziative imprendito-riali finalizzate a creare sviluppo e benessere, af-fiancare le attività tradizionali già esistenti,suggerire le migliori soluzioni per la gestione del ri-sparmio delle famiglie, che la Banca Cattolica sipresenta su questa nuova ed importante piazza.

Nello stesso anno viene aperta la primafiliale di Viterbo in via Diaz.

1994-1995

LA “BANCA CATTOLICA BASEBALL MON-TEFIASCONE” GIOCA IN SERIE A

Una parte importante dell’impegno dellaBanca Cattolica nella promozione dellosport a Montefiascone è costituita dal pe-riodo di sponsorizzazione della locale squa-dra di baseball, sponsorizzazione iniziatanel 1990 non appena realizzato il nuovo,bellissimo Campo Comunale, e conquistatala serie B nel 1989. Il campionato di serie B1990 vede quindi alla partenza la squadraBanca Cattolica Baseball Montefiascone,che si fa onore, ma guarda soprattutto allaprestigiosa organizzazione dei campionatieuropei assoluti del 1991, che danno ancheuna forte accelerazione ai lavori di comple-tamento dello Stadio.

Inaugurazione della sede di Tuscania

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OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Inaugurazione della prima filiale di Viterbo

La squadra “Banca Cattolica Baseball Montefiascone” gioca con la squadra Nazionale di Cuba

Il lanciatoreVasquez

La Banca Cattolica fu presente in modoimportante nei campionati, che hanno fattoconoscere Montefiascone e la Tuscia intutta Europa, in particolare con il sog-giorno di preparazione della nazionale del-l'allora Unione Sovietica, 15 gg. prima delcolpo di Stato del 1991. Risulta infatti chel’incontro disputatosi il 7 agosto 1991 aMontefiascone tra Italia e Unione sovieticasia l’ultimo disputato da una nazionale conla scritta CCCP sulle maglie.

Le tribune gremite furono uno spetta-colo ed una grande festa per tutto Monte-fiascone. Passati i campionati, la societàtorna a guardare al futuro insieme allaBanca e a sognare sempre la serie A. Ciprova in quello stesso 1991, ma ai PLAYOFF non riesce a superare l’ostacoloGodo. Bisogna aspettare altri due anni. Nel1992 arriva il cubano Primitivo Diaz che,insieme all’americano Queen Gregory,fanno disputare alla squadra un buon cam-pionato. Alla fine della stagione viene or-ganizzata una Tournée in America, aChicago, disputando incontri amichevolicon squadre di college e visitando la squa-dra dei White Sox. È sicuramente una bellaesperienza per Montefiascone. Nel 1993 fi-nalmente la Banca Cattolica Baseball Mon-tefiascone è matura per il salto di categoria,e gli allenatori cubani Luis Carton e Primi-tivo Diaz, insieme a due giocatori italianiche provengono dalle serie superiori, Vernie Luongo, danno la spinta necessaria pervincere il campionato.

Si affrontano i PLAY OFF contro squa-dre di ottimo livello come il Livorno e ilRoselle, quest’ultimi battuti in un memora-bile quinto incontro. La serie A2 non è piùun sogno e per festeggiarla insieme a tuttoil paese viene organizzata una festa inpiazza. Da ricordare nel 1993 il bel regalodella nazionale cubana, in Italia per prepa-rarsi ai Mondiali, che ci ha onorato con ladisputa di un’amichevole contro il Monte-fiascone.

Il 1994 e 1995 sono i soli due anni dipermanenza in serie A2. Il primo è affron-tato bene dalla Banca Cattolica BaseballMontefiascone, non tanto per il risultato fi-nale che ci ha visto comunque salvarci, maperché è un campionato a girone unico, dialtissimo livello e con lunghe trasferte.

Si gioca con squadre di Milano, Bologna,per finire poi a Caserta, Matino.

E’ questo sicuramente il più bel cam-pionato della storia del Montefiascone Ba-seball, che ha avuto in Vasquez uneccezionale lanciatore, con grandi giocatoriincontrati e molti tifosi che seguivano lasquadra giallo-verde.

1997

LA BANCA CATTOLICA APRE LA SUASESTA FILIALE

Chi, domenica 5 ottobre avesse preferito assen-tarsi dai propri “passatempo” domenicali per re-carsi ad Arlena e presenziare alla inaugurazionedell’ultima filiale della Banca Cattolica, avrebbedovuto ricredersi su quanto pensava di sentirsi direse avesse letto, prima di andarci, l’articolo pubbli-cato dal giornale locale che parlava di questo avve-nimento.

Tutti i presenti sapevano, dalla lettura del gior-nale che: “nonostante l’abituale riserbo... dal sa-lone ovattato delle riunioni della Banca Cattolica...erano filtrate notizie diffuse dagli stessi componentidei vertici della Banca, sulle figure scelte e strategiein vista dell’Unione Monetaria Europea...”

Giunti ad Arlena, abbiamo parcheggiato vicinoal Monumento ai caduti ed incontrato, involonta-riamente, il vice sindaco che, casualmente era cono-sciuto da un componente del nostro gruppo divisitatori e ci siamo subito incamminati insieme alui ed altri suoi amici, verso la sede della Banca alcui esterno c’era già qualche “capannello” di per-sone in attesa. “Si tratta del “vecchio mattatoio”diceva il vice sindaco intanto che ci invitava ad en-trare insieme a lui nei vari locali e soppalchi dellaBanca.

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OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

I campioni Giuseppe Dossena (calcio), Andrea Lucchetta (pallavolo) e Adriano Panatta (tennis)davanti allo stand della Banca Cattolica - 14 aprile 2005 Montefiascone

Il gruppo ciclistico “CAPRIO” sponsorizzato dalla “BANCA COOPERATIVA CATTOLICA”

E’ intervenuto perfino S.E. Vescovo EmeritoMons. Giovanni D’Ascenzi (Valentanese di na-scita) già Vescovo ad Arezzo ed illustre personag-gio vivente che dà lustro all’area del nostro lago. IlDott. Rodolfo Manzi, Presidente della Banca Cat-tolica, ha preso la parola porgendo i suoi saluti eringraziamenti a quanti erano presenti.

Il Sig. Publio Cascinelli, sindaco di Arlena,che ha parlato subito dopo il Dr. Manzi, ha ini-ziato anche lui con i ringraziamenti e i saluti ma,finiti i convenevoli, non ha potuto fare a meno diesternare, facendole sue, le preoccupazioni dei suoiamministrati.

Egli ha ricordato che, nella storia recente delComune di Arlena, si è assistito all’insediamentodi un altro importante Istituto Bancario locale che,dopo essere entrato a far parte di un’altra entitàeconomica di maggiori dimensioni, ha chiuso il suosportello di Arlena perché non lo riteneva remune-rativo. Le preoccupazioni del Primo Cittadino diArlena sono certamente reali perché egli sa chequalsiasi iniziativa “commerciale” (non assistita)deve produrre reddito per continuare ad esistere…8

1998

LA BANCA CATTOLICA SU “INTERNET”Anche la Banca Coop. Cattolica aderisce

ad “Internet”, il più potente mezzo di co-municazione dei nostri tempi, che consentedi accedere e scambiare, attraverso un col-legamento telematico, miriadi di informa-zioni residenti su banche dati di varia naturaed usufruire di servizi di ogni genere.

Nel rispetto del proprio stile, l’accessoad “Internet” da parte della Banca Coop.Cattolica avviene in punta di piedi, tant’èche tale collegamento allo stato attuale èstato attivato solo ai fini interni, sia per ac-cedere in modo semplice e celere alle in-formazioni di carattere legislativo edeconomico presenti sui siti dei vari organied enti emananti e distributori di tali infor-mazioni (Associazione Bancaria Italiana,Istituto Centrale delle banche Popolari Ita-liane, Ministeri, Il Sole 24 ore e altri quoti-diani e riviste di carattere economico,

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OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Inaugurazione della sede di Arlena di Castro

8 La Voce, novembre 1997, p. 13.

finanziario, fiscale, ecc.), sia per poter di-stribuire su tutta la struttura, in modo piùeconomico e veloce, ordini di servizio e cir-colari utilizzando le funzionalità di postaelettronica consentendo altresì lo scambiodi qualsiasi tipo di informa-zione da e verso l’esterno.

Dopo un periodo necessa-rio alla struttura per familiariz-zare con lo strumento e conl’occhio attento sulle possibilitàofferte da internet, anche laBanca Coop. Cattolica valoriz-zerà il proprio sito “www” uf-ficiale - peraltro già esistentewww.bancacattolica.it - conuna sua presentazione e con

prodotti e servizi a disposizione della Clien-tela. Un’attenzione particolare sarà dedicataai propri Soci a cui verrà riservata un’interaweb page con tutte le informazioni riguar-danti la Compagine Sociale.

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ANNALI DELLA BANCA CATTOLICA

Martedi 5 Febbraio 2008

Banca Cattolica ti aiuta a pianificare desideri e necessità in modo sicuro e intelligente. Prenotate subito il vostro colloquio vi aspettiamo in filale. Come si comincia?

E' nata la Sub - Agenzia Assicurativa di Banca Cattolica presso i locali della Direzione Generale.

L’attuale home page della Banca

Il sito ospiterà apposite “finestre” pub-blicitarie per i Clienti della Banca e i mag-giori link ipertestuali del settore.

Da ultimo sfruttando il supporto fornitodagli Enti Centrali di categoria sarà possi-bile fornire sulla “rete delle reti” altre tipo-logie di servizio con collegamento direttocon il cliente: un servizio di “banca vir-tuale” che arriverà direttamente in casadella propria Clientela. (articolo pubblicato in“Banca Futura” 1998)

2000

Comunicazione ai Soci per il“IL GIUBILEO DELLA BANCA ”

La Banca Cattolica nell’anno 2000, AnnoGiubilare e di inizio millennio, intende celebrarel’Anno Santo rivolgendo la sua attenzione anchealla vita spirituale della propria Base Sociale e dellesue Famiglie. A tal fine ritiene di averLe fatto cosaparticolarmente gradita organizzando, un “Pelle-grinaggio Giubilare, a Roma dal Santo Padre nellagiornata del 6 Dicembre 2000”. La partenza èprevista da Montefiascone “Palazzetto dello Sport”

alle ore 6,30. Data la usuale notevole affluenzache caratterizza le udienze papali i posti riservatiai nostri Soci sono limitati. Pertanto la Sua pre-notazione e quella dei Suoi familiari dovrà perve-nirci, al più presto, al fine di averne priorità, ecomunque non oltre il 27 novembre p.v.

Contestualmente, in occasione delle prossime fe-stività natalizie, la Banca Cattolica ha inteso pro-muovere la partecipazione dei propri Soci alCONCERTO DI NATALE IN VATI-CANO che si terrà Sabato 16 Dicembre 2000ore 19,00 presso l’Aula Paolo VI - Città dei Va-ticano trasmesso in mondovisione.

Una relazione dell’evento venne pubbli-cata nell’ultimo numero di “Banca Futura”.

La Banca Cattolica ha voluto celebrare in ma-niera particolarmente sentita l’evento GIUBI-LARE DELL’ANNO 2000.

Sono stati organizzati incontri spirituali e cul-turali a cui i Soci hanno partecipato in maniera co-spicua. La prima di tali iniziative è stata lapartecipazione all’Udienza Generale del 6 dicem-bre a cui hanno aderito numerosi Soci e familiari.

Per la riuscita dell’iniziativa e le attestazionidi stima pervenuteci ringraziamo sentitamente i

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OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Il gruppo dei “Pellegrini”

Padri della Congregazione dei Figli dell’Immaco-lata Concezione, ed in particolare il ProvincialePadre Posceddu, Padre Terenzio direttore dellaClinica Villa Margherita e Padre Liberti, unita-mente al dott. Emilio Presciuttini che ha seguitocon premura ed attenzioni da vero concittadino ognifase della nostra permanenza in San Pietro.

Era già usuale per la Banca Cattolica orga-nizzare un concerto in occasione del Santo Natale.Quest’anno il Presidente, Rodolfo Manzi, ha vo-luto creare un’occasione ancor più unica ed insolitacon l’adesione al Concerto di Natale in Vaticano.

Presentato da Cristina Parodi, vi hanno aderitoospiti particolarmente qualificati quali: Anggun,Dee Dee Bridgewater, Randy Crawford, DionneWarwick ed altri. La serata cui hanno preso partecirca 220 tra Soci e familiari, ha avuto inizio nelpomeriggio per consentire in tempo utile l’ingressoalla sala Nervi alle ore 20 circa.

Il 22 dicembre viene presentato il primovolume, edito dallo stesso Istituto, dedicatoad alcuni degli aspetti più particolari dellastoria e della cultura di Montefiascone.

L’appuntamento di venerdì 22 dicembre 2000è stato l’epilogo di un mese impegnativo per la vitasociale della Banca Cattolica. L’occasione è stata lapresentazione al pubblico ed, in particolare a tuttii Soci della Banca, di un testo su Montefiascone,realizzato dalla Banca Cattolica, di contenuto ine-dito a cui hanno collaborato appassionati di storiae dell’arte residenti in Montefiascone e nei paesi li-mitrofi. La prefazione è stata curata da S.E. ilVescovo Mons. Lorenzo Chiarinelli; coordinatoreil Dott. Vincenzo Ceniti Direttore dell’ Associa-zione Provinciale per il Turismo.

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ANNALI DELLA BANCA CATTOLICA

Papa Giovanni Paolo II saluta i soci della Banca Cattolica

Invito al “Concerto di Natale in Vaticano”

Gli autori: Vincenzo Ceniti, Antonio Quat-tranni, Romualdo Luzi, Giancarlo Breccola e Ful-vio Ricci che hanno direttamente illustrato alpubblico presente quanto da loro realizzato nel-l’opera ed infine il dottor Mimmo Liguoro che conabilità, da grande giornalista, ha condotto la se-rata con garbo e sobrietà.

2001

In occasione dell’introduzione dell’euro,la Banca Cattolica ritenne doveroso e op-portuno muoversi con tempismo per con-correre alla diffusione della cultura sulla

nuova moneta. Ciò nell’ambito di una rin-novata politica di sviluppo sul territorio.L’iniziativa sottolineò, così, la precipua fun-zione di Banca locale che intende interagirecon tutte le Istituzioni e le Componenti so-ciali nell’ambito della Provincia di Viterbo.

OGGETTO DELL’INIZIATIVAL’occasione dell’ingresso nell’EURO e le

difficoltà di applicazione conseguenti, hannofatto presumere la necessità di una informativada portare quanto più possibile in prossimità del-l’Utente. Ciò ha indotto la Banca CooperativaCattolica ad assumere una iniziativa denominata“EURO...PA a portata di mano”. E’ stata ap-prontata una “struttura camper” itinerante op-portunamente attrezzata, che forniràinformazioni e chiarimenti specifici sul cambiodella moneta lira-euro, sulle comuni operazionidi banca e sull’applicazione ai vari prodotti.

La struttura viaggerà per tutti i paesi dellaprovincia, soffermandosi principalmente inprossimità delle Case Comunali. Durante la gior-nata, con il consenso e la partecipazione dei Si-gnori Sindaci, Assessori, Consiglieri, potrannosvilupparsi incontri con la Cittadinanza, per con-fronti, dibattiti e dimostrazioni per un puntualeingresso nell’Euro. Saranno altresì privilegiati imomenti in cui nell’ambito comunale si svolge-ranno manifestazioni in coincidenza di eventi,mostre, convegni, sagre etc... Il progetto sarà at-tuato nel periodo di Luglio, Agosto, Settembre2001 con partenza da Viterbo Città capoluogoe con un calendario che sarà formalizzato abreve con adeguata diffusione. Con lettera a

parte abbiamo rimesso all’attenzione del Dott.Bucci, del suo Ministero, una nostra richiesta perottenere Vs. “Patrocinio” a favore dell’iniziativadi cui sopra. Aggiungiamo anche che, abbiamoottenuto assicurazione circa la concessione di“Patrocinio” di: Parlamento Europeo, ConsiglioNazionale dell’Ordine dei Dottori Commercia-listi, Ordine dei Commercialisti di Viterbo, Re-gione Lazio, Provincia di Viterbo, Camera diCommercio, Unione Industriali di Viterbo, etc.

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OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

Invito alla presentazione del libro“Montefiascone - Emozioni, storie e colori”

Aggiungiamo altresì che il giorno 19 c.m., in unacerimonia presso il Comune di Viterbo, che ciospiterà, presenteremo alla popolazione la no-stra iniziativa spiegandone scopi e modalità.

A dicembre si stampa il secondo volumea completamento del cofanetto “MONTE-FIASCONE - EMOZIONI, STORIE E COLORI”

2003

A maggio terminano i lavori di ristrut-turazione della nuova sede in via Asinello6 e si effettua il trasloco degli uffici della di-rezione generale. La sede era stata acqui-stata il 28 giugno 1998, e le ristrutturazionierano iniziate nel 1999.

2004

Il 21 dicembre, Pietro Lefevre è elettonuovo presidente della Banca Cattolica diMontefiascone.

La sua prima dichiarazione: “La Banca non èin vendita e gode di ottima salute. Gli impiegati re-steranno al loro posto, con buone prospettive dinuovi posti di lavoro. Con il fattivo contributo ditutti i consiglieri, consolideremo la presenza dellaBanca di Montefiascone nei paesi in cui siamo giàpresenti e amplieremo la nostra azione sul territo-rio circostante con l’apertura di nuovi sportelli”. IlConsiglio di Amministrazione della Banca Catto-lica di Montefiascone ha eletto il nuovo presidente

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ANNALI DELLA BANCA CATTOLICA

Il camper allestito dalla Banca Cattolica

Il presidente Rodolfo Manzi illustra alle Autorità della Provincia il progetto pilota,relativo all’introduzione dell’euro, promosso dalla Banca Cattolica

9 La Voce, gennaio 2005, p. 9.

Pietro Lefevre sostituendo così nella carica RodolfoManzi, il quale rimane insediato come sempliceconsigliere. L’avvenuto cambio di presidenza è statocomunicato alla Direzione della Banca d’Italia diViterbo che lo ha registrato e ratificato esprimendo

viva soddisfazione per l’elezione del nuovo presi-dente Pietro Lefevre e la riconferma del direttoregenerale Luciano Ventanni.

Il primo dato positivo della Banca, anticipato invia prudenziale dal direttore generale, nella letterainviata ai soci, evidenzia un soddisfacente bilancio2003 che conferma l’andamento positivo e un mi-glioramento rispetto all’esercizio precedente facendoregistrare una serie di incrementi positivi tra cui:impieghi, produttività pro-capite, risultato lordo digestione e di attività ordinaria, invariati i costi am-ministrativi di gestione.9

2005

Una sala della nuova sede della Banca,viene intestata al professor Alessandro Fio-retti, già presidente dell’Istituto per un ven-tennio.

Lo ha deciso il nuovo consiglio di amministra-zione dell’Istituto di credito falisco.

Una delle sale riunioni al palazzo di vetro dellaBanca Cattolica di Montefiascone sarà intestata alpresidente professor Alessandro Fioretti che, perun ventennio, dal 1970 al 1990, ha retto la pre-

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OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

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Pietro Lefevresettimo Presidente della Banca

sidenza dell’istituto di credito falisco. E’ stato ilconsigliere della banca Angelo Bologna che l’ha ri-chiesto e proposto al nuovo presidente della bancaPietro Lefevre e tutti i componenti del nuovo con-siglio di amministrazione, dal vicepresidente An-gelo Angeloni al consigliere delegato DomenicoBatinelli, Aldo Profili, Rodolfo Manzi e Gian-paolo Conti.

Richiesta esaminata e approvata all’unanimitàdal nuovo consiglio di amministrazione della BancaCattolica nella seduta del 26 gennaio 2005.

Proposta che ha riscosso il consenso dello stessodirettore generale Luciano Ventanni.

Entusiasta dell’iniziativa il figlio FrancoMaria Fioretti, magistrato di Cassazione, che hadato il suo consenso e della signora Maria Saraca,moglie del defunto presidente Alessandro Fioretti(1909-1993). “Era tempo che la banca si ricor-dasse del suo vecchio presidente” è stato il semplicecommento di Maria Saraca.

Fioretti, uomo mite e colto, professore al Vati-cano di greco e di latino, noto per la sua parsimo-nia e riservatezza, ha retto la presidenza finoall’avvento dell’era dei computer ed internet e delnuovo modo di far banca. Dopo la presidenza del

professor Alessandro Fioretti è seguita quella deifalisci Gianfranco Moretti, Rodolfo Manzi e del-l’attuale presidente Pietro Lefevre. Alla cerimoniadi inaugurazione della sala intestata al professorAlessandro Fioretti parteciperanno la moglieMaria Saraca, il figlio magistrato Franco Fioretticon la moglie, il nipote avvocato Alessandro Fio-retti, che porta lo stesso nome del nonno insiemealla sorella, con la moglie e figli di Gualtiero Fio-retti, medico oncologo, recentemente scomparso.10

LA BANCA CATTOLICA DI MONTEFIA-SCONE APRE LA FILIALE DI ORVIETO

Con l’apertura della nona filiale, la Bancaespande la Tuscia verso l’Umbria.

Il direttore generale della Banca Cattolica diMontefiascone Luciano Ventanni ha comunicatoche entro il prossimo mese di aprile 2005 l’istituto

di credito falisco aprirà una nuova filiale ad Or-vieto, in Umbria. La zona prescelta per l’aperturadella nona filiale della Banca Cattolica, è quella divia Costanzi ad Orvieto Scalo sulla rotonda(totem) cui si giunge dalla tangenziale per l’auto-

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ANNALI DELLA BANCA CATTOLICA

Cerimonia dell’intitolazione di una sala della nuova Banca all’ex-presidente Alessandro Fiorettida sinistra: Orazio Manente, Francesco Saraca, Franco Maria Fioretti (figlio), don Agostino Ballarotto,

Maria Saraca (moglie), Fernando Fumagalli (sindaco), Paolo Fioretti e il presidente Pietro Lefevre

10 La Voce, febbraio 2005, p. 16.

strada del sole. L’annuncio dell’apertura dellanuova filiale era stato dato ai soci durante l’ultimoconsiglio di amministrazione del 22 febbraio scorso,dal presidente dell’istituto di credito falisco PietroLefevre insieme ai consiglieri del nuovo consiglio diamministrazione Angelo Angeloni, Angelo Bolo-gna, Domenico Batinelli, Aldo Profili, GianpaoloConti e l’ex presidente Rodolfo Manzi.

L’apertura del nuovo sportello bancario ad Or-vieto rientra nella politica di potenziamento edespansione economica territoriale.

Il cda della Banca Cattolica di Montefiasconeha programmato l’apertura di questa nuova filialein territorio umbro, una zona omogenea alla Tu-scia, che, per l’istituto di credito falisco, rappresentauna penetrazione commerciale in territorio conti-guo per incidere e trovare spazio e sviluppo nel tes-suto economico umbro-orvietano.

La nuova filiale entra in punta di piedi ad Or-vieto, non per competere con gli altri sportelli ban-cari già esistenti ed operativi, ma per integrarsi ecollaborare con oculatezza e trasparenza per tro-vare la sua “nicchia di mercato” o localizzazione.

La nuova filiale si apre con una crescita pro-grammata e controllata pur nella criticità dei rischi

economici del momento, in vista di una ottimizza-zione di tutta la rete delle filiali già esistenti cheprevede un loro probabile trasferimento in altripaesi con siti economici-bancari più interessantiverso la costa tirrenica, come ad esempio sull’asseMontalto di Castro-Tarquinia-Civitavecchia.11

2006

LA BANCA CATTOLICA IL 3 APRILE APRELA SECONDA FILIALE IN VITERBO

La nuova filiale è logisticamente ben messa: sta-bile di nuova costruzione, 280 mq. di spazi a di-sposizione della clientela, locali ben organizzati,parcheggi in un’area di alta mobilità con insedia-menti produttivi ed altre residenzialità. La Dire-zione della nuova filiale è affidata alla Sig.raLuciana Paradiso che dopo aver fatto esperienzain filiale ha maturato professionalità presso la Di-rezione Generale. Il Sig. Sergio Costantini, giàuomo di filiale e, di recente, al servizio fidi pressola Direzione è il sostituto. Il Sig. Fausto Pascucci,che ha operato per 8 anni presso la filiale di Vi-terbo in via A. Diaz e recentemente presso la filialedi Marta, completa il team operativo.

Con l’apertura della nuova filiale di Viterbo, invia Francesco Baracca 93, continua l’espansione edil rafforzamento territoriale di Banca Cattolica se-condo un programmato piano di crescita, nella con-sapevolezza dell’importante ruolo delle banche localinello sviluppo del territorio di riferimento.

2007

Il 3 maggio, il Consiglio d’Amministra-zione elegge presidente l’ avv. Angelo An-geloni.

In data 5 dicembre il direttore generaleLuciano Ventanni comunica la variazionedella Sede legale identificandola in via Car-dinal Salotti n. 6.

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OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

11 La Voce, marzo 2005, p. 15.

Diffusione di Banca Cattolica nel territorio dellaTuscia dopo l’apertura della filiale di Orvieto e la

chiusura della filiale di Arlena di Castro

2008

Il 25 aprile si tiene l’80a Assemblea Or-dinaria dei Soci. Dalla relazione annuale delConsiglio d’Amministrazione della Bancasi comprende il cammino percorso dal-l’Istituto in 80 anni d’appassionato impe-gno sociale e finanziario.

Grazie al patrimonio di risorse umane etecniche raccolto, l’Ente è oggi pronto perle nuove sfide che le complesse e mutevoliproblematiche finanziarie impongono.

Resta immutato il suo carattere di Isti-tuto attento alle esigenze economiche delproprio territorio, e fedele a quei valori as-sociativi che l’hanno contraddistinto sindalle origini.

Signori Soci,l'esercizio passato ha segnato l'80° anno di

vita della Banca dalla sua fondazione ed ha con-fermato che la banca locale, con il mercato delcredito caratterizzato sempre più da nuovi gigantie connubi, assicura attenzione e soluzioni idoneealle esigenze e problematiche delle famiglie, degliartigiani e delle piccole aziende.

La sintesi dell'anno, per Banca Cattolica, èdimostrata dai numeri, dai risultati economici edalla sostanziale tenuta della qualità del credito.La Banca ha conseguito il miglior risultato degliultimi anni; senza proventi straordinari e utilida attività finanziaria. Ciò significa crescita divalore della Banca sia nel suo complesso e sia re-lativamente alle competenze degli azionisti chesono titolari del risultato economico di esercizio edell'aumento del valore del patrimonio.

185

ANNALI DELLA BANCA CATTOLICA

Angelo Angeloniottavo Presidente della Banca

PLePietroefevre

Il Cons

ANGOttav

AldoProfili

siglio di Am

GELOvo Presid

SalvatScarp

mministra

O ANdente: 3

toreoni

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NGELmaggio

menicoatinelli

Assemblea

LONI 2007

RodolfoManzi

del 27 apr

UgoLeona

rile 2008

ordi

186

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

65 976

2500

Numero dei Soci

1055

050

1568

186 19

1500

2000

154

176

175

180

193

684

1 1

500

1000

119

28

1930

1932

1934

1936

1938

1940

1942

1944

1946

1948

1950

1952

1954

1956

1958

1960

1962

1964

1966

1968

1970

1972

1974

1976

1978

1980

1982

1984

1986

1988

1990

1992

1994

1996

1998

2000

2002

2004

2007

30 000 000 00

Patrimonio in euro

00 00,00

.000

,0025.000.000,00

30.000.000,00

6 00 00 0,00

0,00 02.000

,00

23.718

.000

,0

25.286

.00

26.647

.

15.000.000,00

20.000.000,00

833,44

.411

,35

4.50

5,72

41.099

,12

.703

.512

,42

4.51

0.21

8,10

6.50

5.80

7,5 6

60,59

61.990

,32

70.638

,91

824.79

7,16

212.00

0 ,00

14.196

.000

,00

14.784

.000

,00

15.445

.000

, 0

16.067

.000

,

16.531

.000

16.636

.000

19.70

10.000.000,00

1.31

2.

1.61

3

1.91

4

2.34 3.

9.16

5.56

11.06

11.27

11.8

12.

5.000.000,00

1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2007 2007

27aprile 2008 - 80a Assemblea Ordinaria dei Soci

187

La nuova Sede direz ionale in via Cardinal Salotti

UBICAZIONE DELLE ASSEMBLEE GENERALI

1915-1920 Palazzo Vescovile1921-1927 Colonne (attuale Cripta di S. Lucia)

1928 Salone del Circolo del Sacro Cuore1929-1937 Palazzo Vescovile sala a pianterreno 1938-1939 Sala S. Carlo1940-1950 Palazzo Vescovile sala a pianterreno1951-1954 Sede Associazioni Cattoliche in Via S. Lucia Filippini 1955-1966 Sede Sociale via S. Lucia Filippini n. 7 1967-1968 Palazzo Mauri sede Azione Cattolica1969-1973 Sezione Mutilati e Invalidi in via S. Lucia Filippini1974-1984 Cinema Eliseo1985-1987 Cinema Moderno1988-1989 Cinema Giardino1990-1992 Auditorium “S. Lucia Filippini” via Ruben Rubbi n. 191993-2008 Palazzetto dello Sport

DIRETTORI GENERALI

Angelo Castellani (1914 - 1959]Nicola Castellani (1960 - 1985)Augusto Luigi Volpini (1985 - 1989)Rocco Marcello Raspanti ( 19 luglio 1989 - 18 luglio 1997)Giancarlo Pavoni (1 maggio 1998 - 15 febbraio 1999)Romano Coppola (marzo 1999 - dicembre 2001)Rodolfo Ferroni (gennaio 2002 - aprile 2002)Luciano Ventanni (14 ottobre 2002 - in essere)

UFFICI DI DIREZIONE GENERALE

Direttore Generale: Luciano Ventanni Segreteria: Debora SilvestriFrancesca Rosita Sonia Toni

Fidi: Maria Concetta JacoponiLuca Roncella / Sergio Costantini Sviluppo: Mauro SensiTecnico Economato: Eugenio Stecconi Organizzazione: Francesco FerriPietro Ranaldi Amministrazione: Gianfranco VittoriMassimiliano Ferlicca / Giorgio Paoletti Giampaolo Paganini Ispettorato Controlli / Legale:Gianfranco Lanzi / Paolo GianniniPaolo LibertiFinanza: Sandro Sega / Giuseppe Cocciola

188

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

FILIALI

MONTEFIASCONE 1Responsabile: Giuseppe Panichi Mauro Loreti / Mauro BartoleschiStefania Tofanicchio / Mirco MarianelloAlessia Rocchi / Maria Teresa CempanariDante Cecchetti

GROTTE S. STEFANOResponsabile: Maurizio Bellacima Federica Capitini / Roberto Mocini Aldo Ronca

MARTAResponsabile: Camicia PaoloAntonio Marinelli / Paolo Farina

ONANOResponsabile: Paolo BartoleschiStefano Napoli

VITERBO 1Responsabile: Roberto Balzani Sergio Cianchi / Alessio Orsolini Fabrizio Marcomeni / Enrico Di Stefano

TUSCANIAResponsabile: Silvia LanziDonato Francia / Giordano LucattiniEdoardo Pesci

189

190

OTTANTA ANNI DELLA BANCA COOPERATIVA CATTOLICA DI MONTEFIASCONE

MONTEFIASCONE 2Responsabile: Aldo Salvatori Renato Barcarolo / Daniela Castellani

ORVIETOResponsabile: Lorenzo Minciotti Luigi Marsiantonio / Giuseppe Ribelli Simona Jovenitti

VITERBO 2Responsabile: Luciana Paradiso Massimo Olimpieri / Fausto PascucciMassimo Piacentini

COLLEGIO SINDACALE

Presidente: Pietro LanziSindaci effettivi:Alfonso Borgna / Claudio CeccobelloSindaci supplenti:Claudia Balicchi / Giancarlo Puri

COLLEGIO DEI PROBIVIRI

Effettivi:Vincenzo PiergiovanniLodovico Mocini / Raniero PierettiSupplenti: Luigi Rosetto

191

Il viaggio nella memoria è terminato;l’Assemblea dei soci del 27 aprile 2008 hasegnato l'ottantesimo anno di Banca Catto-lica.

Molte persone del luogo avranno ritro-vato scorci di vita nelle immagini e descri-zioni del libro; altre avranno appresonotizie e informazioni.

Tutti potranno trovare una traccia per ilfuturo della Banca, del territorio e del con-testo sociale.

Sentiti ringraziamenti e vivi complimentiall’autore del libro, Giancarlo Breccola, lacui professionalità e dedizione sono statepreziosissime e determinanti per la realiz-zazione dell'opera.

BANCA COOPERATIVA CATTOLICA

FINITO DI STAMPARE NEL MESE DI GIUGNO 2008DALLA“ TIPOLITOGRAFIA AMBROSINI ”

ACQUAPENDENTE (VT)IMPAGINAZIONE E GRAFICA GIANCARLO BRECCOLA