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Copyright © 2010 – The McGraw-Hill Companies srl Capitolo 12 Il reporting per la misurazione delle performance aziendali a cura di A. Pistoni e L. Songini Programmazione e controllo

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Page 1: Capitolo 12 Il reporting per la misurazione delle …Sistema di reporting per la direzione Strumento di misurazione e di rappresentazione dei risultati dell’impresa o di sue parti

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Capitolo 12

Il reporting per la misurazione delle performance aziendali

a cura di A. Pistoni e L. Songini

Programmazione e controllo

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1. Obiettivi di apprendimento

1. Apprendere i criteri di progettazione del sistema di reporting

per la direzione

2. Individuare le aree di risultato e costruire le misure più idonee

per rappresentarne le performance

3. Comprendere gli impatti dell’utilizzo dei sistemi a costi variabili

e dei sistemi a costi pieni sulla struttura del conto economico e

sul risultato di periodo

4. Apprendere gli algoritmi di calcolo delle varianze di margine

5. Conoscere le modalità di misurazione del valore generato dall’impresa e delle sue determinanti

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Sistema di reporting per la direzioneStrumento di misurazione e di rappresentazione dei risultati dell’impresa o di sue parti componenti.

Finalitàü Apprezzamento dell’andamento dell’attività dell’impresa e delle

sue parti componenti e del grado di raggiungimento degli obiettividefiniti

ü Valutazione del comportamento (decisioni-azioni) degli operatori aziendali.

ContenutoInformazioni consuntive, economico-finanziarie e non, relative alla gestione trascorsa, rappresentative dei risultati conseguiti, opportunamente messe a confronto con gli obiettivi definiti.

2.1. Il sistema di reporting per la direzione: definizione

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Finalismo aziendale

creazione di valore per gli stakeholder

2.2. Il sistema di reporting per la direzione: criteri di progettazione

strategia deliberata

obiettivi strategici e piani

Misure di performanceMisure di performance

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2.3. La progettazione del sistema di reporting

1.Individuazione delle dimensioni di articolazionedei risultati aziendali

Aree di risultatoAree di risultato

2.Definizione delle modalità di rappresentazione delleperformance più adeguate per ciascun livello

Misure di risultato Misure di risultato

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3.1. La definizione delle aree di risultato: i criteri

AREE STRATEGICHE D’AFFARI

AREE STRATEGICHE D’AFFARI

UNITÀORGANIZZATIVE

UNITÀORGANIZZATIVE

AREE di RISULTATO AREE di RISULTATO

Combinazioni produttive parziali dotate di risorse anche strutturali proprie, alle quali è possibile riferire componenti positivi (ricavi) e negativi (costi) di reddito e, in alcuni casi, anche poste del capitale investito o di tipo monetario.

Divisione o mercato, con a capo un responsabile, che risponde dei risultati conseguiti con le sue scelte, in termini di reddito generato (centro di profitto) o redditività (centro di investimento)

Criteri di tipo strategico

Si identificano con un’arena competitiva, caratterizzata da una propria formula

imprenditoriale (fattori critici di successo, caratteristiche dei prodotti-servizi offerti,

bisogni soddisfatti, clienti e mercati serviti, concorrenti peculiari e omogenei)

Criteri di tipo organizzativo

Criteri di tipo amministrativo

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Tecnologia/ Prodotto/ Servizio

§ Linea di prodotto§ Tipo di servizio§ Unità produttiva§ Reparto di produzione§ …..

Cliente/Mercato/Criteri commerciali

§ Gruppo di clienti § Mercato§ Area Geografica§ Canale distributivo§ Marchio§….

Ulteriore segmentazione per:

3.2. La definizione delle aree di risultato: i livelli di segmentazione

AREA STRATEGICAD’AFFARI

AREA STRATEGICAD’AFFARI

AREA di RISULTATO AREA di RISULTATO

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3.3. La definizione delle aree di risultato: esempio Satix

üIl Gruppo

üLe Divisioni

üI Country/Aree geografiche

üI Business Segment

Aree di RisultatoAree di Risultato

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4.1. La scelta delle misure di risultato

Con riguardo alle modalità di misurazione delle performance aziendali o di area di risultato possono essere impiegate:

ü informazioni quantitativo-monetarieü informazioni quantitativo-non monetarie o fisico-tecnicheü informazioni qualitative

Modelli di reporting integrati

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4.2. I requisiti delle misure di performance

Per essere efficaci le misure di performance devono possederei seguenti requisiti:

ü oggettività la misurazione non deve essere influenzata da scopi

particolari

ü affidabilità le misure devono essere utili per i soggetti a

cui sono destinate

ü completezza le misure devono rappresentare compiutamente il

fenomeno indagato

ü sensibilità alle le misure devono rappresentare gli effetti delle

azioni decisioni e delle azioni compiute dagli interessati

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SPECIFICITA’ CONTROLLABILITA’’’

Si possono individuare risorse

specifiche

Si possono misurare risultati

significativi

Si possono assegnare responsabilità di risultato

coerenti con l’autoritàfunzionale del responsabile e con le leve che può in modo

autonomo impiegare per influenzare i risultati della

propria area

5.1. La misurazione delle performance delle aree di risultato: i criteri

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5.2. La misurazione delle performance delle aree di risultato: esempio Satix

Misure di RisultatoMisure di Risultato

Risultato Netto di Gruppo

Risultato Controllabile di Divisione

Risultato Controllabile di Country

Risultato Controllabile di Business Segment

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Costi Specifici Costi Comuni

5.3. La specificità: tipi di costi

Costi variabiliCosti variabili Costi fissiCosti fissi

Costi fissi

discrezionali

Costi fissi

discrezionali

Costi fissi

Vincolati/impegnati

Costi fissi

Vincolati/impegnati

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Costi Specifici Costi Comuni

Costi riferiti a fattori produttivi i cui processi di impiego/utilizzo

possono attribuirsi in via esclusiva all’oggetto di calcolo

preso in considerazione

Costi riferiti a fattori produttivi i cui processi di impiego/utilizzo, in ragione

delle scelte di assetto e di organizzazione del sistema aziendale,

non possono attribuirsi in via esclusiva all’oggetto di calcolo preso

in considerazione

5.4. Costi specifici e costi comuni

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Costi variabiliCosti variabili

Costi fissiCosti fissi

5.5. Costi variabili e costi fissi

valori espressivi di un fattore produttivo il cui

consumo complessivo varia in misura proporzionale al variare del livello

di attività (esempi di costi variabili sono le materie prime, le provvigioni)

valori espressivi di un fattore produttivo il cui consumo complessivo non varia al

variare del livello di attività(esempi di costi fissi sono gli

ammortamenti, gli stipendi degli impiegati)

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Esempi

Pubblicità e formazione

Esempi

Pubblicità e formazione

Esempi

Ammortamenti di immobili e macchinari

Esempi

Ammortamenti di immobili e macchinari

5.6. Costi impegnati e discrezionali

DiscrezionaliPossono essere influenzati

nel breve periodo dalle decisioni correnti del

management

DiscrezionaliPossono essere influenzati

nel breve periodo dalle decisioni correnti del

management

Vincolati/

ImpegnatiGovernabili nel lungo

termine, non possono essere ridotti nel breve periodo

Derivano da scelte di investimento passate.

Vincolati/

ImpegnatiGovernabili nel lungo

termine, non possono essere ridotti nel breve periodo

Derivano da scelte di investimento passate.

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5.7. Il conto economico per Area di Risultato: il margine specifico di area

Area A Area B Area C Totale

Ricavi XXX XXX XXX XXX

Costi specifici

- Costo del venduto

- Altri costi operativi

XXX XXX XXX XXX

Margine specifico di Area

XXX XXX XXX XXX

Costi Comuni XXX

Reddito operativo

XXX

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Area A Area B Area C Totale

Ricavi XXX XXX XXX XXX

Costo variabile del venduto e altri CV

XXX XXX XXX XXX

Margine di contribuzione di I livello

XXX XXX XXX XXX

Costi fissi specifici XXX XXX XXX XXX

Margine di contribuzione di II livello

XXX XXX XXX XXX

Costi Comuni XXX

Reddito operativo XXX

5.8. Il conto economico per Aree di Risultato: il margine di contribuzione di I e II livello

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Distingue i costi variabili dai costi fissi e, all’interno di questi ultimi, i costi specifici da quelli comuni e consente di pervenire al calcolo di due differenti configurazioni di reddito: il margine di contribuzione di primo livello, dato dalla differenza tra ricavi e costi variabili, e il margine di contribuzione di secondo livello, che considera anche i costi fissi specifici.

6.1. Lo schema di conto economico a direct costing

Ricavi

Costo del venduto variabile

Rimanenze iniziali di prodotti finiti (+)

Costo dei beni prodotti (+)

Rimanenze finali di prodotti finiti (-)

Costi variabili commerciali

I Margine di contribuzione

Costi di fabbricazione indiretti fissi specifici

Costi commerciali indiretti fissi specifici

Costi generali e amministrativi specifici

II Margine di contribuzione

Consumi di materiali direttirimanenze iniziali di materie prime e componenti (+)acquisti di materie prime e componenti (+)rimanenze finali di materie prime e componenti (-)

Manodopera direttaCosti i variabili indiretti di produzioneCosti variabili di fabbricazione totali

rimanenze iniziali di semilavorati (+)rimanenze finali di semilavorati (-)

Costo dei beni prodotti (variabile)

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Ricavi

Costo del venduto

Rimanenze iniziali di prodotti finiti (+)

Costo dei beni prodotti (+)

Rimanenze finali di prodotti finiti (-)

Margine lordo industriale

Altri costi operativi specifici

Costi commerciali

Costi generali e amministrativi

Risultato operativo di area di risultato

Consumi di materiali direttirimanenze iniziali di materie prime e componenti (+)acquisti di materie prime e componenti (+)rimanenze finali di materie prime e componenti (-)

Manodopera direttaCosti indiretti di produzioneCosti di fabbricazione totali

rimanenze iniziali di semilavorati (+)rimanenze finali di semilavorati (-)Costo dei beni prodotti

Suddivide i costi della gestione caratteristica in due sottoclassi: il costo del venduto e gli altri costi operativi. e consente di pervenire al calcolo di due differenti configurazioni di reddito: il margine o utile lordo industriale, dato dalla differenza tra ricavi e costo del venduto, e il risultato operativo, che sottrae al margine lordo industriale gli altri costi operativi di periodo, diversi da quelli di fabbricazione.

6.2. Lo schema di conto economico a full costing

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Adottare una configurazione di costo variabile, piuttosto che di costo pieno, ha un diverso impatto sul risultato economico, a causa di due fenomeni:

1. la differente distinzione tra costi di prodotto e di periodo, adottata dai due sistemi di misurazione dei costi

2. la relazione tra volumi di produzione e di vendita del periodo.

6.3. Sistemi a costi variabili e sistemi a costi pieni a confronto

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Costi di prodotto Costi di periodo

Sono rappresentati dal valore delle risorse riferite al prodotto,

utilizzate per valorizzare le rimanenze finali. Sono i costi che rientrano nel costo del

venduto

Sono rappresentati dal valore delle risorse non allocate al prodotto e

spesate quindi nel conto economico del periodo

amministrativo di competenza.

6.4. Costi di prodotto e costi di periodo

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Esercizio: calcolo del costo del venduto a direct e a full costing

Avvalendosi dei dati di seguito proposti, relativi all’azienda Alfa e al mese di gennaio 200X, e sapendo che il valore delle rimanenze di semilavorati e prodotti finiti è stato determinato a costo pieno, si calcolino: a) i costi variabili totali del mese di gennaiob) i costi fissi totali del mese di gennaioc) il Costo del Venduto a full costing

Ammortamenti industriali € 12.000

Costo MOD (manodopera diretta) € 60.000

Costo energia di fabbrica (consumi) € 20.000

Rimanenze iniziali materie prime € 5.000

Rimanenze finali materie prime € 6.000

Acquisti materie prime € 26.000

Rimanenze iniziali semilavorati € 3.000

Rimanenze finali semilavorati € 4.000

Costo Manodopera Indiretta € 33.000

Costi Amministrativi e Generali € 40.000

Costi Commerciali (stipendi venditori) € 20.000

Costi commerciali (provvigioni) € 15.000

Rimanenze iniziali prodotti finiti € 8.000

Rimanenze finali prodotti finiti € 7.000

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Ammortamenti industriali € 12.000

Costo MOD (manodopera diretta) € 60.000

Costo energia di fabbrica (consumi) € 20.000

Rimanenze iniziali materie prime € 5.000

Rimanenze finali materie prime € 6.000

Acquisti materie prime € 26.000

Rimanenze iniziali semilavorati € 3.000

Rimanenze finali semilavorati € 4.000

Costo Manodopera Indiretta € 33.000

Costi Amministrativi e Generali € 40.000

Costi Commerciali (stipendi venditori) € 20.000

Costi commerciali (provvigioni) € 15.000

Rimanenze iniziali prodotti finiti € 8.000

Rimanenze finali prodotti finiti € 7.000

SOLUZIONE

a) costi variabili totali = €120.000b) costi fissi totali = €105.000c) Costo del Venduto = €150.000

Avvalendosi dei dati di seguito proposti, relativi all’azienda Alfa e al mese di gennaio 200X, e sapendo che il valore delle rimanenze di semilavorati e prodotti finiti è stato determinato a costo pieno, si calcolino: a) i costi variabili totali del mese di gennaiob) i costi fissi totali del mese di gennaioc) il Costo del Venduto a full costing

Esercizio: calcolo costo venduto a direct e a full costing

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Sapendo che il valore delle rimanenze a costo variabile era il seguente:

si determini il costo del venduto variabile

(Euro) RI RF

SL 1.000 2.000

PF 6.000 5.000

Esercizio: calcolo costo venduto a direct e a full costing

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Sapendo che il valore delle rimanenze a costo variabile era il seguente:

si determini il costo del venduto variabile

SOLUZIONE

Costo del Venduto variabile = €105.000

(Euro) RI RF

SL 1.000 2.000

PF 6.000 5.000

Esercizio: calcolo costo venduto a direct e a full costing

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Sistema a costi variabili

6.5. Sistemi a costi variabili e sistemi a costi pieni: costi di prodotto e costi di periodo

Sistema a costi pieni

Costi variabili diretti di fabbricazione

Costi variabili indiretti di fabbricazione

Costi indiretti di fabbricazione

Altri costi operativi

Costi di prodotto

Costi di periodoCosti di periodo

Costi di prodotto

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La Vestibene è un’azienda appena fondata che produce un solo modello di jeans da uomo. Nel budget dei mesi di aprile, maggio e giugno sono stati previsti i medesimi prezzi unitari di vendita, costi variabili unitari e costi indiretti fissi mensili, per ciascuno dei tre mesi:

Prezzo di vendita unitario € 100

Costo variabile unitario di produzione € 30

Costi indiretti fissi di produzione € 40.000

Costi indiretti fissi generali, commerciali e amministrativi € 10.000

I volumi di produzione e vendita in ciascuno dei tre mesi sono stati i seguenti:

(Unità) aprile maggio giugno

Volumi di produzione 1.000 1.000 0

Volumi di vendita 0 1.000 1.000

Utilizzando le informazioni fornite e sapendo che: le rimanenze iniziali di prodotti finiti in aprile sono pari a zero; l’azienda utilizza come criterio di allocazione dei costi indiretti fissi di produzione ai prodotti i volumi di produzione:1.si valorizzino i magazzini prodotti finiti, utilizzando sia la configurazione di costo pieno, che quella di costo variabile;2.si elabori il conto economico utilizzando lo schema di conto economico coerente con ciascuna delle due configurazioni di costo impiegata;3.si spieghi la differenza nel reddito operativo mensile calcolato con i due diversi schemi di conto economico.

Esercizio: sistemi a costi variabili e sistemi a costi pieni a confronto

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Soluzione

Calcolo costo pieno unitario di produzioneCosto variabile unitario di produzione = € 30Quota costi indiretti fissi di produzione allocati* = € 40Costo pieno di produzione unitario = € 70

*Coefficiente di allocazione = € 40.000 / 1.000 unità = € 40 / unità

Conto economico a ricavi e margine di contribuzione e costo del venduto variabile

Esercizio: sistemi a costi variabili e sistemi a costi pieni a confronto

€ aprile maggio giugno

Ricavi di vendita 0 100.000 100.000

Costo del venduto variabile 0 30.000 30.000

Rimanenze iniziali 0 30.000 30.000

Costo dei beni prodotti 30.000 30.000 0

Rimanenze finali (30.000) (30.000) 0

Margine di contribuzione 0 70.000 70.000

Costi indiretti fissi di produzione

40.000 40.000 40.000

Costi indiretti fissi generali, commerciali, amministrativi

10.000 10.000 10.000

Reddito operativo (50.000) 20.000 20.000

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Soluzione

Conto economico a ricavi e costo del venduto e costo pieno del venduto

Esercizio: sistemi a costi variabili e sistemi a costi pieni a confronto

€ aprile maggio giugno

Ricavi di vendita 0 100.000 100.000

Costo pieno del venduto 0 70.000 110.000

Rimanenze iniziali 0 70.000 70.000

Costo dei beni prodotti variabile

30.000 30.000 0

Costo dei beni prodotti fisso 40.000 40.000 40.000

Costo dei beni prodotti totale 70.000 70.000 40.000

Rimanenze finali (70.000) (70.000) 0

Margine lordo industriale 0 30.000 (10.000)

Costi indiretti fissi generali, commerciali e amministrativi

10.000 10.000 10.000

Reddito operativo (10.000) 20.000 (20.000)

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Soluzione

Spiegazione differenza nel reddito operativo mensile calcolato con i due diversi schemi di conto economico.

La differenza tra il reddito operativo calcolato a direct costing e a full costing dipende dal valore dei costi fissi di produzione (€ 40.000)

Esercizio: sistemi a costi variabili e sistemi a costi pieni a confronto

RO a direct costing RO a full costing

aprile Volumi produzione > volumi vendita

(50.000) (10.000)

maggio Volumi produzione = volumi vendita

20.000 20.000

giugno Volumi produzione < volumi vendita

20.000 (20.000)

Trimestre (10.000) (10.000)

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Confronto tra risultato operativo a costo pieno e a costo variabile

Relazione tra volumi di produzione e vendita

Impatto sul magazzino prodotti finiti

Relazione fra risultato operativo a costo pieno

e a costo variabile

Volumi di produzione > volumi di vendita

Il magazzino prodotti finiti aumenta

RO a costo pieno > RO a costo variabile

Volumi di vendita >volumi di produzione

Il magazzino prodotti finiti si riduce

RO a costo pieno < RO a costo variabile

Volumi di produzione = volumi di vendita

Nessuna variazione nei livelli di magazzino tra inizio

e fine periodo

RO a costo pieno = RO a costo variabile

6.6. Sistemi a costi variabili e sistemi a costi pieni a confronto

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7.1. Il reporting tradizionale: il controllo budgetario

Budget Consuntivo Scostamento

Ricavi di vendita 18.522.000 18.971.120 449.120

Costo variabile del venduto 11.214.000 12.421.360 (1.207.360)

Margine di contribuzione 7.308.000 6.549.760 (758.240)

Costi fissi industriali 2.100.000 2.050.000 50.000

Costi commerciali 250.000 270.000 (20.000)

Spese generali e amm.ve 750.000 730.000 20.000

Reddito operativo 4.208.000 3.499.760 (708.240)

• Scostamenti di efficacia

•Scostamenti di efficienza (v. cap. 5)

Azienda Alfa

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• Costruzione del budget flessibile, al fine di isolare le varianze di margine dovute a variazioni nei volumi di vendita

• Calcolo delle varianze totali relative a ciascuna voce del conto economico

• Scomposizione dello scostamento totale nelle sue determinanti

• Analisi ed interpretazione delle informazioni ottenute al fine di definire le azioni correttive e di valutare le responsabilitàconseguenti

7.2. Il controllo budgetario: le fasi

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Ø Scostamento di quota di mercato: misura l’impatto sulrisultato economico di una variazione della porzione di mercatoservita

Ø Scostamento di dimensione del mercato: misura l’impattosul risultato economico di un cambiamento nei volumi o nel valore del mercato di riferimento

7.3. L’analisi delle varianze di efficacia

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ØScostamento di mix: spiega la variazione del risultato economico dovuta ad una diversa combinazione delle vendite di prodotti/servizi (mix)

Ø Scostamento di prezzo: misura l’impatto sul risultato economico di variazioni intervenute nel prezzo di vendita dei singoli prodotti/servizi

7.4. L’analisi delle varianze di efficacia (segue)

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7.5. Gli algoritmi di calcolo delle varianze di efficacia

Budget Consuntivo

Relax Top Relax Top

Volumi di vendita 126.000 84.000 114.800 92.680

Prezzo unitario di vendita € 55 € 138 € 49 € 144

Costo variabile unitario € 39 € 75 € 42 € 82

Quota di mercato 25%

Var. mkt. servito - 5%

Quali cause hannogenerato tale scostamento?I dati

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7.6. Gli algoritmi di calcolo delle varianze di efficacia: la costruzione del budget flessibile

Costruzione del budget flessibile

Scostamenti diefficacia

Scostamenti diefficacia

Scostamenti diefficienza

Scostamenti diefficienza

Budget

(1)

Budget flessibile

(2)

Scostamento

(1-2)

Consuntivo

(3)

Scostamento

(2-3)

Ricavi di vendita 18.522.000 18.971.120 449.120 18.971.120 0

Costo variabile del venduto 11.214.000 11.428.200 -214.200 12.421.360 -993.160

Margine di contribuzione 7.308.000 7.542.920 234.920 6.549.760 -993.160

Costi fissi industriali 2.100.000 2.100.000 0 2.050.000 50.000

Costi commerciali 250.000 250.000 0 270.000 -20.000

Spese generali e amm.ve 750.000 750.000 0 730.000 20.000

Reddito operativo 4.208.000 4.442.920 234.920 3.499.760 -943.160

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7.7. Gli algoritmi di calcolo delle varianze di efficacia (segue)

ØScostamento di quota di mercato(M. m.p. bdg. x Q. mkt. eff. x Dim. mkt. eff.) –+ (M. m.p. bdg. x Q. mkt. bdg. x Dim. mkt. eff.)

doveM. m.p.bdg. = Margine medio ponderato programmato Q. mkt. eff. = Quota di mercato effettivaQ. mkt. bdg. = Quota di mercato programmataDim. mkt. eff. = Dimensione del mercato effettiva

Scostamento di quota di mercato =

[34,80 x 798.000 x (0,25 – 0,26)] = € 277.704 fav.

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ØScostamento di dimensione del mercato[( M. m.p.bdg. x Q. mkt. bdg. x Dim. mkt. eff.) –

+(M. m.p.bdg. x Q. mkt. bdg. x Dim. mkt. bdg.)

doveM. m.p.bdg. = Margine medio ponderato programmato Q. mkt. bdg. = Quota di mercato programmataDim. mkt. eff. = Dimensione del mercato effettivaDim. mkt. bdg. = Dimensione del mercato programmata

Scostamento di dimensione del mercato[34,80 x 0,25 x (840.000 – 798.000)] = € 365.400 sfav.

7.8. Gli algoritmi di calcolo delle varianze di efficacia (segue)

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ØScostamento di mix[( M. bdg. pdt. i-esimo x Vol. eff. pdt. i-esimo) –

+ (M. m.p.bdg. x Vol. bdg. pdt. i-esimo) ]

doveM. bdg. pdt. i-esimo = Margine programmato del prodotto i-esimo M. m.p.bdg. = Margine medio ponderato programmato Vol. eff. . pdt. i-esimo = Volume di vendita effettivo pdt. i-esimoVol. bdg. pdt. i-esimo = Volume di vendita programmato pdt. i-esimo

Scostamento di mix =

[(16 – 34,8) x (114.800 – 126.000)] + [(63 – 34,8) x (92.680 – 84.000)] = € 455.336 fav.

7.9. Gli algoritmi di calcolo delle varianze di efficacia (segue)

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ØScostamento di prezzo di vendita[( P. eff. pdt. i-esimo x Vol. eff. pdt. i-esimo) –

+ (P. bdg. pdt. i-esimo x Vol. eff. pdt. i-esimo) ]

doveP. eff. pdt. i-esimo = Prezzo di vendita effettivo del prodotto i-esimo P. bdg. pdt. i-esimo = Prezzo di vendita programmato del prodotto i-esimo Vol. eff. . pdt. i-esimo = Volume di vendita effettivo pdt. i-esimo

Scostamento di prezzo di vendita =

[114.800 x (55 – 49)] + [92.680 x (138 – 144)] = € 132.720 sfav.

7.10. Gli algoritmi di calcolo delle varianze di efficacia (segue)

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7.11. Gli algoritmi di calcolo delle varianze di efficacia: una sintesi

Riepilogo delle varianze di margine:

Scostamento di quota di mercato € 277.704 fav.Scostamento di dimensione del mercato € 365.400 sfav.Scostamento di mix € 455.336 fav.Scostamento di prezzo di vendita € 132.720 sfav.

Totale € 234.920 fav.

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8.1. Il reporting evoluto: le misure del valore generato

Finalismo aziendale:creazione di valore per gli stakeholder

creazione di valore per gli azionisti

misure del valore generato per gli azionisti

EconomicProfit

EconomicValue Added

(EVA) ™

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8.2. Le misure del valore generato

Economic Profit = RONR – (CINO x K)

dove:RONR = reddito operativo al netto delle imposteCINO = capitale investito netto operativoK = costo medio ponderato del capitale (WACC)

Economic Value = NOPAT – (c* x C)Added (EVA)™

dove:NOPAT = net operating profit after taxes (reddito operativo rettificato al netto delle imposte)C = capitale investito netto operativo rettificatoc* = costo medio ponderato del capitale (WACC)

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8.3. Dalla misurazione del valore alla rappresentazione delle determinanti del valore: la Balanced Scorecard