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Carissimi/e, eccoci al nostro secondo incontro per il 2010, che ci apre alla stagione estiva. Ci auguriamo, e Vi auguriamo, che essa possa essere molto proficua sotto ogni aspetto. Noi, come parrocchia, saremo impegnati anche a ripristinare gli impianti elettrici e la cuspide del campanile di S.Margherita, gravemente danneggiati da un fulmine il 6 maggio u.s.; e poi nelle varie attività estive, che sono state organizzate in collaborazione tra Comune, Pro Loco e Parrocchia. Abbiamo cercato di rendere il programma di quest'anno più snello ma qualificato. Lo trovate nelle pagine interne. Ci auguriamo che quanto scritto dai vari collaboratori Vi possa interessare e accompagnare nel corso dell'estate, aspettandoci da Voi materiale e suggerimenti per i prossimi numeri di questa nostra rivista. Vi saluto, anche a nome di tutta la redazione, e Vi auguro ogni Bene nel Signore. Don Pierangelo Rotzo, 24 giugno 2010, Natività di S.Giovanni Battista. 25° di SACERDOZIO di DON SERGIO STEFANI 2 GIUGNO 1985 - 2010 Don Sergio Stefani, nato a Rotzo l’' 11 settembre 1959, da Armando e Stefani Carolina, domenica 13 giugno 2010, circondato da parenti, amici e compaesani, ha ringraziato il Signore per i suoi 25 anni di vita sacerdotale. Tutta la Comunità era in festa. Sì, perché don Sergio è ben conosciuto da tutti: piccoli, anziani, nonché villeggianti, per il fatto che non solo è nato nel nostro paese e qui, con l'esempio dei genitori, dei sacerdoti ed educatori, ha maturato la sua vocazione, ma anche perché vi ritorna spesso, con piacere . Egli entrò in Seminario, a Tencarola (PD) il 4 ottobre 1971. Con profitto trascorse gli anni del Seminario fino a quando, il 2 giugno 1985, per le mani del Vescovo Mons. Franceschi, è diventato prete. Il successivo 9 giugno, celebrò la sua prima S.Messa solenne in paese, tra il tripudio della gente e la riconoscenza al Signore per il dono di un altro nuovo sacerdote, dopo che l'anno precedente, aveva celebrato la sua prima S.Messa un altro paesano: don Sandro Stefani. I primi anni di ministero don Sergio li svolse, come cooperatore, nelle parrocchie di Guizza e Cristo Rè, in Padova città. Nel 1992 venne nominato parroco di Campo di Alano, in provincia di Belluno, e nel 1995 gli venne affidata anche la confinante parrocchia di Schievenin. Giovane, pieno di entusiasmo per causa del Regno, don Sergio si adoperò per il bene spirituale delle parrocchie, avvicinando le famiglie, i giovani, gli ammalati e gli anziani, nonostante le

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Carissimi/e,

eccoci al nostro secondo incontro per il 2010,

che ci apre alla stagione estiva. Ci auguriamo,

e Vi auguriamo, che essa possa essere molto

proficua sotto ogni aspetto.

Noi, come parrocchia, saremo impegnati

anche a ripristinare gli impianti elettrici e la

cuspide del campanile di S.Margherita,

gravemente danneggiati da un fulmine il 6

maggio u.s.; e poi nelle varie attività estive,

che sono state organizzate in collaborazione

tra Comune, Pro Loco e Parrocchia. Abbiamo

cercato di rendere il programma di

quest'anno più snello ma qualificato. Lo

trovate nelle pagine interne.

Ci auguriamo che quanto scritto dai vari

collaboratori Vi possa interessare e

accompagnare nel corso dell'estate,

aspettandoci da Voi materiale e suggerimenti

per i prossimi numeri di questa nostra rivista.

Vi saluto, anche a nome di tutta la redazione, e

Vi auguro ogni Bene nel Signore.

Don Pierangelo

Rotzo, 24 giugno 2010,

Natività di S.Giovanni Battista.

25° di SACERDOZIO di DON SERGIO STEFANI

2 GIUGNO 1985 - 2010

Don Sergio Stefani, nato a Rotzo l’' 11 settembre 1959, da Armando e Stefani Carolina, domenica 13 giugno 2010, circondato da parenti, amici e compaesani, ha ringraziato il Signore per i suoi 25 anni di vita sacerdotale.

Tutta la Comunità era in festa. Sì, perché don Sergio è ben conosciuto da tutti: piccoli, anziani, nonché villeggianti, per il fatto che non solo è nato nel nostro paese e qui, con l'esempio dei genitori, dei sacerdoti ed educatori, ha maturato la sua vocazione, ma anche perché vi ritorna spesso, con piacere .

Egli entrò in Seminario, a Tencarola (PD) il 4 ottobre 1971. Con profitto trascorse gli anni del Seminario fino a quando, il 2 giugno 1985, per le mani del Vescovo Mons. Franceschi, è diventato prete.

Il successivo 9 giugno, celebrò la sua prima S.Messa solenne in paese, tra il tripudio della gente e la riconoscenza al Signore per il dono di un altro nuovo sacerdote, dopo che l'anno precedente, aveva celebrato la sua prima S.Messa un altro paesano: don Sandro Stefani.

I primi anni di ministero don Sergio li svolse, come cooperatore, nelle parrocchie di Guizza e Cristo Rè, in Padova città.

Nel 1992 venne nominato parroco di Campo di Alano, in provincia di Belluno, e nel 1995 gli venne affidata anche la confinante parrocchia di Schievenin.

Giovane, pieno di entusiasmo per causa del Regno, don Sergio si adoperò per il bene spirituale delle parrocchie, avvicinando le famiglie, i giovani, gli ammalati e gli anziani, nonostante le

difficoltà e i disagi, dovuti soprattutto alla distanza tra le due parrocchie...

Nel decimo anno, con sorpresa, dopo le vacanze natalizie, il Vescovo gli propose il trasferimento, entro i primi mesi dell'anno, in altre due parrocchie, da mesi senza parroco. Alcuni compagni di seminario cercarono anche di distoglierlo dall'accettare, ma egli ricordandosi del "SI' " pronunciato con entusiasmo il giorno della ordinazione, sia pur col cuore in pianto, il 24 febbraio, in pieno anno pastorale, entrò solennemente nelle due parrocchie di Crosara S.Bortolo e S.Luca, in Comune di Marostica. Qui, con l'esperienza fatta nelle due parrocchie precedenti, si impegnò subito a creare accordo tra le due realtà parrocchiali. Ne fu segno il comune foglietto parrocchiale titolato: "Camminiamo insieme “. Sia pur lentamente, questa comunione iniziò a stabilirsi e don Sergio non risparmiò fatiche e sacrifici per trasmettere una grande passione per Cristo, per la Chiesa, per la Parola di Dio.

Anche qui, come dappertutto, non mancare opposizioni alla sua pastorale, ma, come dice il proverbio: "Chi serve un Comune, non accontenta nessun". Don Sergio, però, confidando sempre nel Signore, non si arrestava nel cercare il bene comune.

Desideroso del bene spirituale dei suoi parrocchiani, non trascurava le strutture, rendendole accoglienti e funzionali: chiesa, canonica, ambienti per la catechesi, i gruppi, ecc...affrontando fatiche e sacrifici.

Dopo sette anni e mezzo, ecco una nuova "chiamata", con destinazione Grisignano di Zocco. Altro momento doloroso da ambo le parti, perché, dice il proverbio:

"Partire e un po' morire". Ma don Sergio accetta anche questa parrocchia, più numerosa delle precedenti e, forte della promessa del Signore: "Andate, predicate il vangelo a tutte le genti e battezzandole..., ecco io sono con voi fino alla fine del mondo", disposto l'animo alla serenità, il 4 ottobre 2009, fa il

suo "ingresso" a Grisignano, accompagnato da parenti, paesani e ex-parrocchiani.

In questi nove mesi ha potuto prendere contatto con le varie realtà pastorali nella nuova parrocchia, e tutto fa ben prevedere, che con l'aiuto del Signore e la collaborazione di tutti, egli potrà mettere in atto anche in questa parrocchia il suo carattere deciso e la sua capacità organizzativa.

Ed eccoci alla festa del 13 giugno e a., in cui la Comunità parrocchiale di Rotzo si è unita attorno a don Sergio per ringraziare il Signore di questi 25 anni di vita sacerdotale.

La celebrazione eucaristica, presieduta da don Sergio, concelebrata da don Pierangelo ha visto la partecipazione di tanti, sia per i canti, che per le preghiere, per le offerte dei doni (due in particolare: una casula da parte di don Sergio per la Comunità e usata da lui stesso durante la celebrazione, e una "icona" a lui da parte della Comunità); ecc...

All'omelia, don Sergio ha ricordato con riconoscenza i suoi genitori, i preti, le suore e gli educatori che lo hanno aiutato a rispondere positivamente al Signore. Riferendo le parole del Papa alla chiusura dell'Anno sacerdotale, ha sottolineato l'importanza della Comunità parrocchiale per far sbocciare le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata.

Dopo la Comunione, don Pierangelo ha letto la pergamena con la benedizione del Santo Padre. Alla fine è stata cantata l'Ave Maria" in lingua cimbra, lingua di cui don Sergio è appassionato cultore e diffusore.

Più tardi, parenti e amici si sono ritrovati con lui al rifugio Campolongo per i pranzo, con menù tipico, e trascorrendo altre ore nella serenità e nella giovialità.

Suor Samuela Stefani.

POESIA 25° DON SERGIO

Grazie don Sergio. Zibaldone di dolci ricordi- Campolongo 13 giugno 2010

Là in via Roma, de sotto al fornaro,

abitava un putelo col cavejo ciaro

el zugava el coreva l’andava in caselo

e tutti giorni a messa col brutto e col belo!

La Lina e l’Armando lo gaveva capio:

“Sto toso l’è un belo l’è un bocia de Dio!”

In ciesa spetava el Baldan l’Arciprete

sempre de corsa tra tante veciete

el serviva la messa da luni fin sabo

capo chierichetti, el jera za bravo!

Tra calici, pissidi e (el) campanelo

un lavoro in nero saria sta più belo!

E dopo el fioretto al mese de maggio

de drio al Martin e ghe voleva coraggio

insieme al Grasiano a zugare balon

e ogni do passi jera un rabalton!

Zugare balon su par el prà in salita….

d’inverno el serviva a vegner zo con la slitta.

Col Lucio el diseva do tre messe al giorno

par lu ze servio par quell’altro… un corno!

De sera se zuga con tosi e putele

tutti de corsa sotto le stele

Jera altri tempi bei anni davvero

el mondo pareva più giusto e sincero

Nessun conosseva el telefono azzurro

e lu ghe tocava andar sbatare el burro

iutare l’Armando jera cosa normale

portando fassare e sacchetti de sale

girare el formaio, gratare le pesse

portar su i bandoni sensa tante finesse

Finia la scola co’ la maestra Gina

l’è partio par Padova n’a bela matina

in seminario… tre giorni de prova …

comincia par lu un’avventura nova

de studio de zugo e tante orassion….

Ma el Sergio lo vole el diventerà un “don”

I ze anni duri de tanta fadiga

Se leze e se studia non se scherza miga!

Finchè riva el giorno de la Teologia

e la bela avventura ze quasi finia

i ghe dà una veste col bianco colletto:

l’è un cimbro de Rotzo e un prete perfetto!

Guizza, Cristo Re e su a Campo de Alano

ze quasi Bellun ma non ze un fatto strano

el Vescovo ciama e non ze cosa rara…

così subito dopo el riva a Crosara!

Dovunque ch’el vada i ghe vol tutti ben

dir grassie a don Sergio anca a noi ne convien!

Te lassemo là in quel de Grisignano

dove i nostri nonni un tempo lontano

i ze rivà profughi in tempo de guera

a trovar quela gente che ospitale la jera.

25 anni de vita e mission….

Go finio ….e me insenocio par la benedission!

Lucio Spagnolo

LAVORI STRAORDINARI

II giorno 6 maggio, giovedì, nel pomeriggio, verso le ore 16.00, un breve ma violento temporale si è scatenato sul nostro paese, e un fulmine, sembra sia stato l'unico, ha colpito la punta del campaniletto di S.Margherita, mandandolo praticamente in frantumi (alcuni dei quali hanno provocato danni ai coppi del tetto) e ha messo fuori uso tutta la parte elettrica della chiesetta. Fortunatamente non ci sono stati danni a persone.

Abbiamo dovuto perciò mettere innanzitutto "in sicurezza" tutta l'area, e poi avviare la varie pratiche per il ripristino: Denunce agli enti assicurativi; permessi della Curia e del Provveditorato alle Belle Arti; contattare le Ditte esecutrici, ecc..

Si spera che entro luglio la chiesa possa essere agibile per le attività estive. Per il campanile, il più sottoposto ai vincoli artistici, di risanarlo entro l'autunno.

Vorremmo cogliere l'occasione di questo evento, per cercare di aggiungere piccole migliorie, già pensate, come il parafulmine; un altoparlante che copra il "cono" scoperto del presbiterio, un 2° microfono; ecc...

Confidiamo poi nella disponibilità dei "lettori", paesani e non, nel darci una mano nell'affrontare questa spesa. Le casse parrocchiali, infatti, si sono fatte esigue, dopo i lavori che, tra l'autunno e la primavera scorsi, hanno interessato il tetto della parrocchiale (ripasso di tutto il tetto, con fissaggio, uno per uno, dei coppi; copertura con tettucci sullo stile del tetto, delle terrazzine in cemento sul lato est; fissaggio di ferma-neve sugli spioventi della facciata; ecc...), per una spesa di Euro 52.123,17, già pagati.

GITA IN PUGLIA

GITA IN PUGLIA … tra ARTE E BUONA TAVOLA

Cinque bellissimi giorni sono stati quelli trascorsi in Puglia, splendida terra del Sud, dal 28 aprile al 2 maggio. Questa è stata, infatti, la meta della gita parrocchiale di Rotzo a cui hanno partecipato 50 persone di varie parrocchie.

La Puglia si estende verso il tacco del nostro Stivale Italico per circa 350 chilometri comprendendo il Gargano, le

Murge, il Tavoliere e il Salento e conta nel suo territorio terre fertili, splendido mare, città d’arte, bianchi centri assolati, siti storici e luoghi caratteristici come

Alberobello. Il nostro itinerario si è spinto anche in terra di Basilicata, in quel di Matera, per ammirare i famosi “Sassi”, dichiarati

patrimonio dell’umanità dall’Unesco. La città si trova a circa 400 m. s.l.m. e si stende tutta sul

ciglio di una “gravina”, una profonda vallata, formata da tufo e gesso, rocce che si lasciano lavorare facilmente e, proprio in queste rocce sono state scavate anticamente le

abitazioni sfruttate da uomini e animali. La città subì la dominazione di vari popoli: dai Romani ai

Goti, dai Bizantini ai Longobardi, ai Franchi, ai Saraceni, ai Normanni, agli Svevi finché nel 1860 divenne parte del Regno d’Italia.

I “Sassi” sono un ambiente particolare e unico fatto di case-grotte, di chiese rupestri e dedali di gallerie.

Nel pomeriggio, dopo un gustosissimo pranzo in un

locale tipico, ricavato nei Sassi, ci siamo diretti verso il misterioso Castel del

Monte, fatto costruire da Federico II, sembra sulle rovine di una precedente

fortezza. E’ particolarmente ammirato per l’armoniosità delle sue

forme che si sposano agli elementi della classicità e ad aspetti del mondo islamico e della cultura del nord Europa. Subì nel XVII sec. l’abbandono e la spogliazione

degli arredi e delle decorazioni finchè non venne acquistato dallo stato italiano e infine l’Unesco lo

iscrisse nell’elenco dei patrimoni dell’umanità. Il 3° giorno eravamo a Lecce, capoluogo del Salento e città

del barocco per eccellenza, che custodisce un patrimonio storico, artistico

e culturale di grande importanza e rilievo. Nelle

sue chiese e nei suoi palazzi fu usata la locale pietra tenera e leggera che permise

la peculiarità e l’originalità del “barocco di Lecce”,

ricchissimo, perfino “esagerato”, di fregi e decorazioni.

La nostra visita si è tutta svolta fra le mura cinquecentesche, fra palazzi, chiese e piazze; mentre nel pomeriggio ci siamo spostati verso la bianca Ostuni, che

si alza sulla cima di alcune colline da dove l’occhio può

spingersi verso le colture della piana, gli oliveti e fino al

mare. Veramente piacevole è stato osservare dappertutto le coltivazioni di grano e di erba medica che in primavera

verdeggiano, i vasti prati, gli orti, gli estesi vigneti e gli infiniti oliveti: una campagna curata, coltivata e produttiva.

E finalmente arrivammo al caratteristico borgo di Alberobello, paese dei trulli, costruzioni dal tetto a cupola, uniche al mondo, disseminate tra erte stradine e stretti

vicoli. I tetti dei trulli sono abbelliti da pinnacoli di forme diverse, ispirati a simboli religiosi e mistici che

identificavano la maestria dell’artigiano e il censo della famiglia che lo abitava. L’ambiente è molto curato e assume un aspetto magico, quasi fiabesco.

Cisternino, come tutti i centri del sud si trova su colline verdeggianti, su cui spiccano candidi edifici arroccati e

abbarbicati gli uni sugli altri; si articola in un dedalo di viuzze fiancheggiate da bianche casette a cui si accede attraverso ripide scalette.

Martina Franca si distingue per la singolare bellezza artistica, vi troviamo ancora l’arte barocca con splendide balconate di ferro battuto, antiche chiese edicole votive,

piazzette e slarghi.Il nostro soggiorno si è concluso con la partenza da Giovinazzo, dove abbiamo pernottato per 4

notti in un accogliente e moderno hotel. E’ stato tutto molto curato, ben organizzato, i partecipanti sono stati corretti e puntuali e il trattamento ottimo sotto

tutti i punti di vista: è stata veramente una gita all’insegna della buona tavola e, dopo le tante mangiate qualcuno

sarà tornato a casa con qualche chilo in più. I nostri viaggi aggiungono sempre qualche conoscenza al nostro bagaglio culturale e raggiungono lo scopo di farci

sapere qualcosa in più del mondo dal punto di vista geografico, storico, antropologico e socio-economico.

Luciana Cera

LA PAGINA DI SUOR ITALA

II GRANOTURCO e la VOLPE. Cosa strana, ma quando la volpe è sazia di

rovinare i pollai, si riposa nella sua tana...ma quando, ai primi di giugno, il granoturco faceva brillare al sole i primi chicchi, ancor verdi, la volpe, odorandone il profumo, sapeva dove coricarsi.

Facendo così, un anno, aveva già rovinato varie pannocchie nel nostro campo, detto Straich, posto vicino alla chiesa di S.Margherita. Che fare?

Considerato che l'animale si muove di notte, mamma Mattea, con la figlia Maria, decise di farle cambiare strada. All'imbrunire, armate

di particolari strumenti musicali: coperchi di pentole, e palette e bastoni per batterli, uscirono a spaventare la bestia, che abbandonò per sempre quel campo.

Così noi si potè ancora mangiare del buon

formaggio con la polenta.

Ne avrebbe mangiato anche la volpe, ma fu

punita per il danno che aveva provocato.

UNO "STILE" PASTORALE.

Alcuni giorni dopo la Prima Comunione, don Giacomo Brandalise (già cappellano e poi arciprete di Rotzo) consegnava alle bimbe una medaglia con l'immagine della Madonna, sostenuta da un nastrino rosso, che dovevamo portare al collo almeno nei giorni di festa. Ai ragazzi dava un distintivo.

Arrivate agli 11 anni, passavamo dagli "angioletti" alle "aspiranti": ne era segno una medaglia più grande, col nastro verde, e con l'impegno di "pensare spesso a Maria Ss.ma". Dopo i 15 anni il nastro era celeste e si diventava "Figlie di Maria", fino ai 21. Dopodiché, chi lo voleva, poteva entrare nel Terzo Ordine Francescano.

Suor Itala COSTA

CRONISTORIA PARROCCHIALE

Dal 1° marzo a 15 giugno 2010.

1°.03: Lun.: II mese di marzo inizia con una mattinata bellissima (ma già il giorno dopo il cielo si vela e fa freddino).

07.03: Dom.: Oggi si celebra anche la "Festa della donna", e l'Associazione Amiciad rilancia l'iniziativa "Un fiore per una donna", che da buoni risultati .

Nel pomeriggio, a Cesuna: Assemblea dei Consigli pastorali del Vicariato (il tema è quello dell "Unità pastorali", a cui dovremo prepararci anche noi di Rotzo, Roana e Mezzaselva

09.03: Mar.: Dopo giorni sereni ma freddi (anche -8, -9 di notte), nel pomeriggio inizia a nevicare e continuerà per tutto il giorno seguente.

17.03: Mer.: Festa di S. GERTRUDE: la celebriamo con le ss.Messe delle ore 16.00 e 20.15, con la benedizione con la sua reliquia.

26.03: Ven.: La VIA CRUCIS ALL'APERTO , programmata in zona "Fagari", viene sospesa per il tempo inclemente.

30.03: Mar.: Primo temporale di quest'anno (sopra i 1500 m. nevica. Il mattino successivo sole, nel pomeriggio pioggia, e neve sopra i 1300 m);

1°.04: GIOVEDÌ' Santo: partecipano alla Lavanda dei piedi persone che svolgono vari servizi in parrocchia dai chierichetti al Consiglio pastorale;

04.04: Domenica di Risurrezione. Concludiamo la "colletta" "Quaresima di fraternità" (Euro 300.00; e quella dell "scatolette" dei ragazzi (Euro 153.00),

28.04: Mer.: GITA IN PUGLIA (che terminerà il 2 maggio): Vedi articolo specifico. Anche a Rotzo sono giorni di bei tempo.

02.05: Dom .: Inizia a piovere. Continuerà con tempo incerto fino a oltre metà mese.

03;05. Lun.: Iniziamo il tradizionale "FIORETTO" di maggio. A causa del tempo lo celebreremo più in chiesa che all'aperto.

04.05: Mar.: Benedizione pasquale alle famiglie: inizia quest'oggi. Il parroco potrà così, nei prossimi due mesi, incontrare gran parte delle famiglie, a casa loro.

06.05: Gio.: FULMINE su chiesa di S.Margherita (vedi articolo apposito).

16.05: Dom.: 4^ ROGAZIONE : vedi articolo apposito.

21.05: Ven: VEGLIA DI PENTECOSTE: concludiamo la Novena per la PENTECOSTE, con un particolare "fioretto": partiamo con le fiaccole in mano, dai lavatoi del Pach, recitando il rosario, intervallando le decine con Letture bibliche e canti allo Spirito Santo, percorrendo dapprima la mulattiera di fondovalle e poi arrampicandoci su per il prato parrocchiale, e concludendo il tutto sul cortile a fianco della chiesa parrocchiale.

23.05, Dom.: PRESENTAZIONE CRESIMANDI: Viene fatta a Roana, santa Messa delle ore IS.oo, con tutti i ragazzi delle tre parrocchie; che si stanno preparando a Roana. Presiede don Lino, di Roana e concelebra d.Pierangelo, di Rotzo.

La solenne Liturgia di Confermazione avrà luogo nella chiesa di Rotzo, a metà ottobre prossimo.

25.05; Mar.: L'ormai tradizionale "FIORETTO CIMBRO", viene celebrato in parrocchiale, data l'indisponibilità di S.Margherita. Buona la partecipazione.

30.05; Dom.: E' tra noi Suor MARCELLINE, delle "Suore della Carità di Besancon". Nativa della Repubblica Centro-Africana, lavora in Ciad, dove dirige il Foyer femminile

"S.Maria di Nazaret" (finanziato dal nostro Gruppo Amiciad). E' in Italia per il Capitolo generale e l'elezione della Madre Generale della sua Congregazione. Così ha fatto una breve visita alla nostra Comunità, ha parlato alla S.Messa delle ore 10.15, e poi è stata nostra ospite a pranzo.

31.05: Lun .: Dopo un periodo di tempo variabile, oggi soffia un VENTO FORTISSIMO, piuttosto freddo,che però libera e fa splendere il cielo. Con calante intensità durerà fino a mercoledì. In serata, una nostra rappresentanza, partecipa alla CHIUSURA vicariale DEL MESE DI MAGGIO, a Gallio (Santuario del Buso).

1°.06, Mar.: In serata, ci stringiamo attorno alla Statua della Madonna Pellegrina per la CHIUSURA PARROCCHIALE del Fioretto di Maggio.

06.06: Dom.: CHIUSURA DELL'ANNO PASTORALE 2009-10 , e dell'Anno catechistico e dell'Anno Scolastico, con S.Messa delle ore 10.15, animata dai ragazzi. Al termine di questa Messa, breve processione Eucaristica attorno alla chiesa.

08.06: In Sala Giochi, il Tiberio Costa intrattiene i partecipanti alla gita in Puglia, con una serie di diapositive che illustrano la gita stessa.

11.06, Ven.: GITA vicariale CHIERICHETTI al Santuario del Frassino e al Lago di Garda, a cui partecipa anche un gruppo di nostri chierichetti.

12.06, Sab.: CONCLUSIONE LAVORI TETTO CHIESA Vedi apposito articolo.

13.06, Dom.: Celebriamo il 25° della ORDINAZIONE PRESBITERALE di Don SERGIO STEFANI: vedi articoli specifici.

15.06, Mar.: ESCURSIONE LADRESCA in chiesa parrocchiale: fanno più danni di quanto abbiano portato via (un accendino quasi terminato).

VITA di NOSTRI EMIGRANTI

PELLIZZARI ANTONIA ved. RIGONI. ANTONIA, detta Antonietta, era nata a Rotzo (in Via Valle, vicolo Tribel) il 9 gennaio 1913, da PELLIZZARI PIETRO (Piro Surdo) e da COSTA MARIA Vux. Nel 1916, a causa della guerra, fu portata profuga a Stradella (PV), con la madre e i nonni. Il papà era allora da due anni negli Stati Uniti per lavoro. Nel 1918, rimase orfana di madre, a causa della epidemia detta "spagnola". Un anno dopo, suo padre ritornò dagli USA e si risposò con un'altra COSTA MARIA (dei Costa Mario (n.d.r.); sorella della Ghina del Cologna). Da questo secondo matrimonio nacquero altri due figli: Bruno e Maria. Il primo venne fucilato a Padova, nel gennaio 1945, dai nazifascisti, perché accusato di essere capo partigiano; la seconda è deceduta {ed è stata sepolta a Rotzo; n.d.r.) nel luglio 2001. La vita con i due fratelli trascorse serena e armoniosa. Nel 1934 Antonietta convolò a nozze con GIOVANNI RIGONI (Giovanni della vasca), che un anno prima si era trasferito, con tutta la famiglia a Latina (chiamata allora "Littoria"), per lavorare la terra dopo la bonifica effettuata anni prima dal regime fascista. ( e non fu l'unica famiglia, in quegli anni, a trasferirsi da Rotzo nell'Agro Pontino; n.d.r.).

Ebbero 6 figli: Anna Maria (nel 1935), Ivana (nel '38; morta a sei mesi); Silvano (nel '39); Roberto (nel "43); Bruno (nel '47) e Tiberio (nel '52). Oltre alle faccende domestiche, lei dava una mano al marito nei campi, in stalla e nell'allevare animali da cortile... Nel 1943, suo marito Giovanni venne deportato dai tedeschi a lavorare in una fabbrica di armi a Dresda. Nel gennaio '44, gli americani, sbarcati a Nettuno, le requisirono la casa per farne un loro comando, e Antonietta fu portata profuga in Calabria, dove rima- se 9 Mesi. Al rientro trovò la casa senza porte e finestre (asportate da vicini di casa). Nell'agosto del 1945, Giovanni ritornò dalla prigionia e le cose, pian piano, iniziarono a migliorare. Nacquero poi gli ultimi due figli. Dopo il matrimonio dei primi tre, Giovanni morì, nel '72, a soli 63 anni, per un cancro polmonare. Poi si sposarono gli altri 2, e lei rimase sola, continuando la sua vita nella cura della casa, dell'orto e del giardino. Tutte le domeniche raccoglieva attorno a sé i figli, con le loro famiglie, preparando essa stessa il mangiare. Fino al 2007, quando aggravatisi gli acciacchi dell'età, fu necessario affiancarle una "badante" rumena. Nonostante l'assistenza premurosa, il degrado fisico continuò, e così il 4 marzo 2009, Antonietta ha concluso la sua vita terrena, tornando serenamente alla "Casa del Padre". (Da "Vita e storia di una grande donna: mia madre", di Rigoni Silvano).

RICORDI

A Rotzo nel ’44

Dopo la caduta del Fascismo del 25 luglio ’43, gli inglesi e gli americani occuparono nel 1944 Roma e l’Italia centrale, arrivando fino alla Linea Gotica, che andava da Rimini a Viareggio. I pochi che potevano farlo ascoltavano di nascosto, anche a Rotzo, Radio Londra, che dava notizie sulla situazione bellica, che di solito la radio nostra nascondeva. Il Governo Mussolini di Salò aveva costituito in febbraio l’Esercito della RSI (Repubblica Sociale Italiana) a cui erano obbligati ad affluire i militari in congedo e gli iscritti di leva. I Bandi del ministro Graziani minacciavano la fucilazione a coloro che non si presentavano. Alcuni giovani di Rotzo si rivolsero per consiglio all’Arciprete Don Giacomo Brandalise, che si confidava con mio padre e gli dava anche le notizie di Radio Londra. Egli riteneva - come molti - che fosse vicina la sconfitta dei tedeschi, e consigliò ai giovani di nascondersi nei boschi ad aspettare la fine del conflitto. Ma il fronte si fermò sugli Appennini, e Don Giacomo, prete che ricordo molto severo, morì il 2 giugno 1944, dieci mesi prima della fine della guerra. Fu sepolto a Fastro, dov’era nato. Intanto nei boschi si erano radunati, oltre ai giovani che si tenevano nascosti, anche gruppi di “patrioti” (“partigiani” o “ribelli”) che da tedeschi e fascisti venivano chiamati “banditi”. In Valdastico e nei boschi di Rotzo erano presenti i “Garibaldini” della Brigata Garemi, di tendenze comuniste, mentre nel resto dei Sette Comuni i patrioti erano invece di radici cattoliche. Gli alleati bombardavano spesso le città di pianura. Quasi tutte le notti un piccolo aereo, che tutti

chiamavano “Pippo”, girava sopra i nostri monti lanciando talvolta dei paracadute, con armi e munizioni, per i patrioti. Con la seta del paracadute ci fu chi si fece delle camicie. Sopra il tetto delle scuole di Rotzo alcuni militi della Flak (FlugAbwehrKanone, Artiglieria contraerea tedesca) seguivano, con un grosso binocolo. il passaggio degli stormi di aerei B29 americani che passavano per andare a bombardare la Germania, e lanciavano a terra migliaia di strisciolina metallizzate che dovevano disturbare le comunicazioni tedesche. C’erano i rastrellamenti. Ne ricordo bene due. Il primo lo si vide domenica 21 maggio, quando dopo le Funzioni una trentina di paesani vennero arrestati nelle osterie e per la strada, caricati su camion, e portati ad Asiago. Presero anche mio padre Bepi il quale poi mi raccontò che il giorno dopo, appena rilasciato assieme agli altri paesani dalla prigione, c’era con lui il “Bepi stagnéta” Sacco Comis Dall’Oste che si mise a cantare “Bandiera rossa” per le strade di Asiago, spingendo mio padre e gli altri ad allontanarsi di corsa per non essere ricatturati. A fine maggio ci fu un rastrellamento a Porta Manazzo e ai primi di giugno uno sulle montagne da Portule a Marcesina in cui furono uccisi alcuni partigiani, tra cui due di Roana. A Rotzo si veniva a sapere spesso delle attività dei partigiani, che bruciarono dei camion tedeschi al Ghértele in luglio. Domenica 16 luglio, sempre dopo le Funzioni, tedeschi e russi portarono via da Rotzo una ventina di uomini, tra cui anche alcuni giovani che stavano raccogliendo marinelle a Castelletto. Si sentiva sparare a quelli che scappavano per i campi e che si nascosero giù nei soji, come fece anche mio padre. Alcuni di essi furono deportati in Germania e tornarono dopo la guerra malnutriti e molto sofferenti. Lo stesso pomeriggio i tedeschi catturarono uomini anche a Roana e, scesi da Castelletto in

Valdastico, bruciarono la Contrà Costa di San Pietro e uccisero quattro partigiani sorpresi nella zona. Dopo pochi giorni, la notte del 24 luglio, i partigiani portarono via da Rotzo il podestà Matteo Spagnolo di Albaredo e il vice segretario comunale Giuseppe Pellizzari detto “Bepi Belo”, che purtroppo furono poi uccisi a San Pietro. Gli uffici comunali vennero trasferiti ad Asiago. Nei Sette Comuni continuavano le violenze. Verso la sera del giorno 8 agosto stavo ad Albaredo a studiare con l’amico Domenico Pretto quando vedemmo bruciare metà Camporovere, come rappresaglia per un attacco dei partigiani del “Broca” ai camion tedeschi che passavano per il Ghértele. Con il cannocchiale vidi la gente buttare roba dalle finestre per poterla salvare. Il 6 settembre ci fu un grande scontro con molti morti a Granezza, e furono bruciate case a Cesuna e nella piazza di Conco (paese da cui veniva la mia famiglia). Anche sul Grappa ci fu un terribile rastrellamento, e parecchi dei patrioti catturati vennero impiccati poi a Bassano (tra quelli presi sul Grappa, mi raccontò anni dopo Don Antonio Pegoraro, nostro parroco a Rotzo, c’era anche lui stesso. Riuscì a scappare dal camion che lo portava giù dal monte salvandosi). Durante l’estate molti paesani cominciarono a lavorare sotto la Todt, una società tedesca che faceva opere di fortificazione sopratutto sulla strada del Piovan sotto Castelletto. Chi lavorava veniva pagato e sopratutto non veniva richiamato in guerra nella Milizia del Governo di Mussolini. Anche per questo motivo poco prima di Natale parecchi giovani paesani tornarono dai boschi alle loro case. Ma una perquisizione trovò nascoste delle armi nell’orto di uno di loro, il Bruno Pellizzari “dei Surdi”, classe 1921. Lo conoscevo bene perché stava in contrà

Valle, giù al Tribel, vicino al mio amico Nico Spagnolo, dove io ero andato spesso. Conoscevo bene anche altri due dei sette arrestati: Giacomo Spagnolo “del Santo” (che abitava proprio sopra la nostra casa in Piazza a Rotzo) e Giorgio Stefani, figlio del Gianni “Stradìn”. Il Vicario Don Luigi Cippelli si recò dal Vescovo a Padova per tentare di salvare i giovani condannati a morte, e ci riuscì, almeno in parte. Ma Bruno Pellizzari, nel cui orto stavano le armi, venne fucilato a Chiesanuova il 20 gennaio 1945. Nel Libro “Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana” (Einaudi 1952) è riportato ciò che scrisse ai genitori.

«Miei cari genitori, quando vi arriverà questa mia letterina, avrete già saputo quello che di me è stato fatto. Voglio che le ultime parole vengano a voi per consolarvi e per dirvi che io sono stato tranquillo fino all'ultimo momento. Mi sono messo in grazia di Dio con una buona confessione, ho fatto la S. Comunione, ho servito la S. Messa: spero che la misericordia di Dio mi aiuti a fare una buona morte. Non vogliate soffrire troppo; vostro figlio è andato in una vita migliore. Io pregherò per voi e voi pregate sempre per me. Vi domando ancora perdono se vi ho dato qualche dispiacere e vi ringrazio di tutto quello che avete fatto per me. Saluto tanto mia sorella Maria e anche mia sorella Antonietta( Di cui si parla nell’articolo precedente) e sua famiglia Rigoni e tutti i parenti e amici e anche il Signor Parroco. Raccomando alle sorelle di aver cura dei genitori e di fare sempre bene. Sono sicuro che mi farete dire delle S. Messe. Vi abbraccio tutti e vi bacio tanto. Vostro figlioBruno Sia lodato Gesu Cristo. »

Gianni Pezzin, Via Ungheria 23, San Giorgio delle Pertiche, PD

PROGRAMMA ESTIVO

COMUNE DI ROTZO PRO LOCO ROTZO

PARROCCHIA DI ROTZO

PROGRAMMA STAGIONE

ESTIVA 2010 MAGGIO Sabato 29 maggio 2010 FESTA DI PRIMAVERA

LUGLIO Venerdì 9 luglio 2010 “Serata benessere: il Nordic

Walking” a cura di Lionella Lorenzi – Biblioteca civica ore 20.45

Venerdì 16 luglio 2010 Pellegrinaggio mariano al Santuario di Senales (Bolzano)

Domenica 18 luglio 2010 Festa dell’anziano: S. Messa – Pranzo in Pro Loco e Tombolata Amiciad

Lunedì 19 luglio 2010 Serata culturale con Don Sergio Stefani e Lauro Tondello “Il filò dei Cimbri” (prima parte) – Scuole elementari ore 20.45

Martedì 20 luglio 2010 Ore 10.30 S. Messa nella Chiesetta di S. Margherita: incontro con i preti nativi od operanti in Altopiano

Mercoledì 21 luglio 2010 L’Amministrazione comunale incontra i cittadini - Scuole elementari ore 20.45

Venerdì 23 luglio 2010 Presentazione del volume “Guida ai campi di battaglia dell’Altopiano dei Sette Comuni. MONTE ORTIGARA” di Mario Busana, Paolo Pozzato, Ruggero Dal Molin. Interverranno gli autori. Sala consiliare – ore 20.45

Sabato 24 luglio 2010 Escursione didattica al Forte Campolongo a cura di Archeidos –Iscrizione e informazioni presso l’Ufficio della Pro Loco (minimo 10 partecipanti)

Lunedì 26 luglio 2010 Serata culturale con Don Sergio Stefani e Lauro Tondello “Il filò dei Cimbri” (seconda parte) – Scuole elementari ore 20.45.

Martedì 27 luglio 2010 I martedì dello Spirito “Figure secondarie di donne nella Sacra Scrittura – Chiesetta di Santa Margherita ore 20.45

Giovedì 29 luglio 2010 Serata naturalistica “I fiori di Rotzo” a cura di Gianni Frigo – Scuole elementari ore 20.45.

Venerdì 30 luglio 2010 Ricordo di Monsignor Sartori – Chiesetta di S. Margherita ore 20.45.

Sabato 31 luglio 2010 Perdon d’Assisi presso la Chiesetta S. Francesco di Campolongo ore 10.30.

AGOSTO Martedì 3 agosto 2010 I martedì dello Spirito “Figure

secondarie di donne nella Sacra Scrittura – Chiesetta di Santa Margherita ore 20.45

Giovedì 5 agosto 2010 “Serata benessere: il Nordic Walking” a cura di Lionella Lorenzi – Scuole elementari ore 20.45

Escursione didattica al Forte Campolongo a cura di Archeidos – Iscrizione e informazioni presso l’Ufficio della Pro Loco (minimo 10 partecipanti)

Venerdì 6 agosto 2010

Concerto di musica classica “Fiati romantici” diretti dal Maestro Francesco Fontolan, in collaborazione con il Conservatorio “A. Steffani” di Castelfranco Veneto” – Chiesetta di S. Margherita ore 20.45

Sabato 7 agosto 2010

S-BALLON DAY – VI edizione – Torneo di calcio a 5 – Serata danzante

Martedì 10 agosto 2010 I martedì dello Spirito “Figure secondarie di donne nella Sacra Scrittura – Chiesetta di Santa Margherita ore 20.45

Mercoledì 11 agosto 2010 “Beni confiscati: uno schiaffo alla mafia”, incontro promosso in collaborazione con Avviso Pubblico (Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie), Libera Veneto e Occhi aperti. Interverrà il coordinatore nazionale di Avviso Pubblico, dott. Pierpaolo Romani – Sala consiliare ore 20.45.

Venerdì 13 agosto 2010 Escursione didattica al Forte Campolongo a cura di Archeidos – Iscrizione e informazioni presso l’Ufficio della Pro Loco (minimo 10 partecipanti)

Serata scientifica “I vulcani e i terremoti: una Terra inquieta?” a cura di Giampietro Boesso – Scuole elementari ore 20.45

In serata FIACCOLATA DELL’ASSUNTA

Sabato 14 agosto 2010

FESTIVAL DELL’ARCHEOLOGIA a cura di ARCHEIDOS: durante la giornata laboratori per ragazzi, visita agli scavi e alla ricostruzione della casetta del villaggio, gli artigiani al lavoro. In serata cena a tema e concerto di musica etnica.

Domenica 15 agosto 2010 CENA AMICIAD – Scuole elementari ore 19.30

Lunedì 16 agosto 2010 “Concerto per i 150 anni dell’Unità d’Italia”. Il maestro Paolo Marcarini ricorda l’amico Tino Minetto con una serata di musica e poesie. Il concerto è inserito nelle iniziative dedicate al sostegno dell’associazione Amiciad - Chiesetta di S. Margherita ore 20.45

Martedì 17 agosto 2010 I martedì dello Spirito “Figure secondarie di donne nella Sacra Scrittura – Chiesetta di Santa Margherita ore 20.45

Mercoledì 18 agosto 2010 L’Amministrazione comunale incontra i cittadini - Scuole elementari ore 20.45

Giovedì 19 agosto 2010 Serata di diapositive con Tiberio Costa – Scuole elementari ore 20.45

Venerdì 20 agosto 2010 “Un treno, una valigia, ricordi e

poesie” dal libro “Viaggi diversi” di Giovanni Rattini – Chiesetta di S. Margherita ore 20.45

PEDESCALANDO ROTZO Domenica 29 agosto 2010 “IL SILENZIO” – Musica e teatro con

Matteo Marzaro, Enrico Carraro, Michele Sguotti, Giovanni Costantini, Stefano Ferrio - Prima nazionale all’interno della rassegna “Forti in scena”. Forte Campolongo - ore 16.30

SETTEMBRE Venerdì 3 settembre- sabato 4 settembre - domenica 5 settembre 2010

34a FESTA DELLA PATATA. Tradizionale appuntamento con musica, ballo con orchestra e stand gastronomico con piatti a base di patate.

Domenica 12 settembre “Festa della Montagna” a Campolongo. In mattinata S. Messa presso la Chiesetta e pranzo in rifugio.

Mostra personale del pittore Flaviano Bottazzo presso la Scuola elementare di Rotzo. Orari: venerdì 3 settembre 2010 ore 21.00 – 24.00 sabato 4 settembre 2010 ore 21.00 – 24.00 domenica 5 settembre 2010 ore 10.00 – 12.00 ore 15.00 - 24.00

LA ROGAZIONE

ROGAZIONE – CAMMINO DI FEDE

E’diventata ormai una consuetudine della nostra comunità nella domenica in cui si celebra l’Ascensione al cielo di nostro Signor Gesù Cristo, compiere la Quarta Rogazione, un cammino di fede che inizia nella Chiesa dedicata a S. Gertrude e termina a S. Margherita. Quest’anno il mese di maggio è stato particolarmente piovoso nei primi quindici giorni, per cui all’avvicinarsi del 16 maggio, data della solennità dell’Ascensione, tutti si chiedevano: “Si farà o non si farà la Rogazione?” anche perché il cammino in salita verso l’Altaburg poteva essere piuttosto scivoloso. La mattina del sedici, però, splendeva un bel sole e il parroco don Pierangelo non esitò a decidere che alle ore 10.00 sarebbe iniziata la Rogazione dal cortile a fianco della chiesa. Alle 10.00 precise un piccolo gruppo di persone munite di zaini, cappelli e bastoni era pronto per la partenza. Dopo il canto d’inizio, il segno della croce e un’invocazione a Dio perché benedica e vegli sui passi dei partecipanti, preceduti dalla Croce e dal Celebrante principale, si parte verso la prima tappa presso la sorgente della Romita e intanto altri si uniscono tra cui diversi bambini. Qui giunti si canta “Il Signore è il mio pastore”, poi don Pierangelo legge un brano del Vangelo e benedice le acque. Si prosegue quindi il cammino lungo il sentiero e poi per la strada della montagna fino a raggiungere la curva del Telale. Il parroco, dopo un canto e la lettura di un brano della Genesi, benedice i boschi, i prati, i monti e la campagna. Quindi si fa un canto di ringraziamento

al Signore e si riprende il cammino cantando le Litanie dei Santi, preghiera tipica delle Rogazioni. Lungo il percorso, quando la vegetazione lo permette, si volge lo sguardo verso il paese e la campagna e si gode della quiete e della bellezza della natura. L’ultimo tratto è il più difficoltoso e ripido, perciò si sale più lentamente, ma giunti sulla vetta dell’Altaburg il panorama che si apre davanti agli occhi lascia tutti estasiati: la valle dell’Astico con paesi e contrade è ben visibile data la limpidezza della giornata. Quando tutti sono arrivati, don Pierangelo inizia la preghiera, benedice il paese e con un canto alla santa Vergine conclude questa terza tappa. E’ ora il momento della sosta e del pranzo al sacco, delle foto e delle chiacchiere, insomma si ride, si scherza e si mangia evitando il fresco venticello che sale dalla valle dell’Astico. Verso le ore 13.00 si riprende il cammino del ritorno e per altri sentieri si arriva intorno alle 14.00 nel prato adiacente la chiesetta di santa Margherita dove si conclude la Rogazione con la benedizione finale e il canto dell’Ave Maria in cimbro. Tutto è andato molto bene, peccato però che la conclusione della Rogazione non si è potuta svolgere all’interno della chiesetta di S. Margherita resa inagibile da un fulmine che l’ha fortemente danneggiata il 6 maggio scorso. Tutto il paese spera che questa antica chiesetta ritorni al suo precedente splendore al più presto per essere ancora una volta ammirata da chi non la conosce e utilizzata per le Sante Messe e come luogo d’incontro per attività culturali proposte dalla comunità nei mesi estivi.

Paolina Costa

TESI DI LAUREA

Nel corso degli ultimi anni, nella maggior parte delle zone alpine italiane, si è assistito a fenomeni di inselvatichimento di molte superfici un tempo adibite ad utilizzi agro-zootecnici. Lo spopolamento della montagna e l’abbandono delle attività primarie come maggiore fonte di sostentamento hanno portato ad un sempre minore controllo del territorio con conseguente ripresa dei naturali dinamismi evolutivi e quindi con grande espansione di specie vegetali pioniere, che stanno sempre più modificando il paesaggio. Una delle specie che maggiormente si è espansa è stato il pino mugo, arbusto rustico ed assai prolifico, che ha invaso ed arrecato danni ai pascoli altimontani, alle strade ed i sentieri, ai manufatti storici, alla fauna selvatica. La necessità di attuare delle misure di contenimento della specie ha già portato alla realizzazione di interventi che sono però risultati poco efficaci poiché troppo puntuali e poco estesi. La tesi ha avuto quindi come obiettivo primario lo studio della realizzazione di un sistema di utilizzazione del materiale su ampia scala che possa sortire effetti positivi a lungo termine nel contenimento della specie, in particolare per la zona alta dell’Altopiano dei Sette Comuni. Per ricercare i voluti effetti sul lungo periodo è necessario cercare la creazione di filiere locali per la valorizzazione e l’utilizzo del materiale. E’ stato necessario anzitutto analizzare le potenzialità della viabilità per scegliere quali possano essere i mezzi più efficienti per operare in questa zona montana e valutare, all’interno della superficie totale occupata dalla specie, quale sia la porzione utilizzabile. Le correzioni e le valutazioni su viabilità e copertura vegetale sono state eseguite per mezzo del programma ArcMAP su dati presenti nella Carta Tecnica Regionale. Per contenere i costi, che operando in ambienti così difficili sono alti, si è scelto, per questa prima fase di studio, di organizzare le operazioni solo su zone vicine alla viabilità principale. Il sistema di utilizzo prevede il taglio del pino mugo entro i 10 metri circa della viabilità dove può transitare un Forwarder, che raccoglie il materiale e lo porta a dei siti di conferimento dove il materiale viene cippato. Le stime dei costi delle operazioni sono state eseguite anche per confronto con operatori locali e sono stati previsti costi diversificati a seconda dell'utilizzo annuo dei mezzi, quindi relativi a

differenti condizioni climatiche. I siti di conferimento del materiale previsti in fase di organizzazione logistica devono poter essere raggiunti da mezzi con grandi capacità di carico e permette la regolare attività di mezzi anche pesanti. Sono state eseguite, per mezzo dell’applicazione Network Analysys del programma ArcMAP, simulazioni per valutare i costi di trasporto del materiale dai cantieri di taglio fino ai siti dove il materiale può essere lavorato, ed è stato così possibile impostare delle situazioni logistiche ottimizzate che permettano il più razionale degli utilizzi del materiale. Sono state eseguite delle prove di simulazione sia per la situazione attuale sia per delle ipotetiche situazioni di viabilità migliorata, onde poter apprezzare la riduzione dei costi operativi che si può ottenere ottimizzando le infrastrutture. TONDELLO Matteo

FESTA DEGLI ALBERI

Anche quest’anno, come da tradizione, si è tenuta Martedì 1° giugno la Festa degli Alberi di Rotzo nei pressi del Rifugio di Campolongo. Dopo aver assistito alle varie rappresentazioni delle classi della Scuola dell’Infanzia e delle Scuole Elementari, preparate con dedizione ed impegno dalle insegnanti delle scuole e dagli alunni, e dopo i saluti dei rappresentanti politici presenti, dal Sindaco al Presidente del Consorzio Usi Civici, al Dirigente Scolastico Prof. Francesco Tognon, il Dr. Daniele Zovi, Comandante Provinciale delle Guardie Forestali, ha tenuto ai ragazzini ed ai presenti una lezione sulle vicende dell’orso Dino che i questi mesi sono balzate all’attenzione delle cronache. Il Responsabile dei Forestali non ha nascosto la sua attenzione per la sicurezza dell’orso e per la sua protezione, ricordando come non vi sia pericolo per le persone e come il plantigrado debba essere visto come una importante risorsa sia naturalistica che di indotto turistico per il nostro ambiente montano. Al termine dei saluti si è svolta la piantagione degli alberelli da parte degli alunni, alla quale hanno partecipato anche i bambini nati nel 2009, per la precisione 11 bambini, ai quali è stata donata una piantina con un cartellino indicante il nome di ciascuno. Al termine della cerimonia il consueto spuntino con bibite e panini e quindi la consegna agli alunni della Scuola dell’Infanzia del diploma di completamento del corso triennale per l’accoglimento presso le Scuole Elementari. Molto numerosa la partecipazione dei genitori, dei nonni e della popolazione di Rotzo, segno del costante interesse per la manifestazione e di attaccamento al proprio meraviglioso ambiente montano. Matteo Dal Pozzo

SUOR CHIARENZA

SUOR CHIARENZA COSTA (Mesanar)

Era nata a Rotzo, 1° marzo 1914, da MATTEO e da S laviero Teresa, e fu battezzata il 5 marzo successivo, col nome di MARSIGLIA MADDALENA. Ero ancora adolescente quando, per una quindicina di giorni, vidi alla S.Messa, nella nostra chiesa di Rotzo,una suora che non faceva parte della locale Comunità religiosa. Incuriosita da quella presenza, venni a sapere che si chiamava Suor Chiarenza, era nostra compaesana, e che era accorsa al capezzale dell'anziana mamma morente. Poiché la situazione della mamma, pur grave, si protraeva a lungo, e, a Vejano Romano (VT), la attendevano i suoi bimbi della Scuola Materna, ella dovette salutare mamma e parenti e rientrare al suo insegnamento. La sua mamma mori poco dopo, e purtroppo Suor Chiarenza non potè partecipare ai funerali. Immaginai la sofferenza sua e dei familiari; ma fu lei stessa a confortarli, assicurandoli che nella parrocchia dove prestava il suo servizio, avevano celebrato una Messa "esequiale" in suffragio della mamma In quel tempo la conoscevo solo per questo fatto, ma potei capire la tempra della sua spiritualità e la sua convinzione circa la sua donazione a Dio e ai fratelli. In seguito, divenuta anch'io Piccola Suora della Sacra Famiglia, ebbi modo di consolidarmi nell’ idea che mi ero fatta di lei. Era veramente una donna consacrata, ferma nella sua risposta al Signore a costo di sacrifici e sofferenze: semplice, buona, desiderosa di spendersi per il bene dei fratelli, soprattutto dei bimbi e delle giovani. Alla sua partenza da Vejano Romano, l'arciprete locale scrisse alla Superiora Generale: "Suor Chiarenza fu molto zelante e attiva, oltre che per i bambini dell'Asilo, anche nella colonia diurna dei bambini e delle bambine, riscuotendo giustamente

l'elogio delle autorità comunali. Anche con le ragazze di Azione Cattolica fu sempre sollecita con iniziative di saggi e recito, contribuendo a tenere desta l'Associazione di Gioventù femminile". Suor Charenza fu poi in altre Scuole Materne, sempre titolare di sezione, essendosi diplomata ancora nel 1940. A Fontaviva (PD) fu anche responsabile della locale Comunità di Suore, che amò, adoperandosi a infondere nelle Consorelle il vero amore a Cristo, alla Chiesa e all'Istituto. Buona e generosa, ma anche, come lo fu con se stessa, esigente nel far osservare la Regola e le promesse fatte al Signore. Purtroppo, i tempi cominciarono a cambiare, le nuove generazioni non avevano più la tempra di suor Chiarenza, e così lei preferì ritornare all'insegnamento. Fu titolare di sezione di Scuola Materna a Bussolengo (VR), dando il meglio di sé ai bimbi e alle loro famiglie, finché le forze glielo permisero. Raggiunti i limiti di età, le fu concesso il meritato riposo nella Casa che il nostro Istituto possiede a Isola Vicentina per le Consorelle anziane. Qui, ancora vivace, trascorse le giornate nella preghiera e in piccoli servizi in guardaroba, finché, alcuni anni fa fu colpita da ictus cerebrale. Soccorsa immediatamente, lo superò rimanendo però colpita alla parte destra del corpo, con difficoltà di parola, ma lucidità di mente. Trascorse gli ultimi anni tra letto e carrozzina, indebolendosi sempre più ma dimostrando di riconoscere chiunque andasse a trovarla. Ma l'età non perdona, e suor Charenza, che il 1° ma rzo aveva compiuto 96 anni, il 13 aprile scorso seguì il Risorto che la introdusse per sempre allo incontro con il Padre misericordioso. Ella attende ora la Risurrezione nel camposanto di Rotzo, accanto alla sorella Nina. Suor Samuela Stefani

LA STORIA DELLA FAMIGLIA LUCA

IL MAESTRO LUCA

Luca, intanto, svolgendo il suo ufficio di Vicesegretario, aveva continuato a studiare e si sentiva ormai preparato a dare un esame che lo abilitasse a divenire segretario comunale o anche maestro di scuola. In dubbio sulla carriera da scegliere si recò da Don Celestino Rigoni, il vecchio prete suo confidente, e gli chiese: - Che cosa è meglio fare: il segretario o il maestro? Don Celestino rispose: - È meglio avere a che fare con l'ignoranza innocente piuttosto che con l' ignoranza maliziosa. Su questa sentenza Luca si iscrisse da privatista per gli esami alla Scuola Normale Maschile «Aristide Gabelli» di Padova, corrispondente alla moderna Scuola Magistrale. In una prima sessione nell'autunno del 1906 affrontò gli esami di maggiore impegno, ossia: Pedagogia, Morale, Lingua e Lettere italiane, Storia e Geografia, a cui aggiunse, come cose di poco impegno, Disegno e Calligrafia. Nelle prime materie, ebbe tutti sette e otto, salvo un sei in Storia. Nel disegno e nella Calligrafia ebbe due sei. Buona votazione per un privatista. In seguito a questa prova d'esame, il Comune di Rotzo lo assunse come maestro, per l'anno scolastico 1906-1907. Fu forse in questa prima sezione d'esame che Luca, rispondendo a un'interrogazione, ebbe occasione di fare riferimento a una notizia letta nel giornale del mattino: - Come? - disse l'esaminatore - legge il giornale nel giorno dell'esame? - La storia, quella che si svolge ai nostri giorni, - rispose Luca - è la maestra della vita. E il professore: - Bene, bene. Voi montanari siete furbi e intelligenti. Nel luglio del 1907 Luca si presentò alla seconda sezione, portando come primo blocco di materie Matematica, Computisteria ed Economia domestica. Fisica, Chimica, Storia naturale e Igiene, formavano un secondo blocco. Infine, come materie distinte, c'erano Agraria, Ginnastica e Canto. Si ebbe un bel nove in matematica scritta e poi una serie di sei. Evidentemente nelle materie orali mostrava qualche incertezza o forse timidezza ed emozione. Tuttavia fu promosso

con 119 punti su 180. Il 24 luglio 1907 ebbe il suo Diploma di Licenza ed era quindi ufficialmente riconosciuto come maestro. Per poter esercitare la professione nelle scuole pubbliche, gli mancava il Diploma di abilitazione all'insegnamento elementare, emesso dalla stessa Scuola Normale e vidimato dal Provveditore agli studi. Una particolare circostanza gli impedì di portare a termine il suo curricolo. Aveva letto su un giornale di un Concorso per Segretario presso un Consolato italiano in America: si prometteva viaggio gratuito e un buono stipendio. Forse quello era il mezzo per far fronte ai debiti e trarre la famiglia dalle strettezze economiche. Partecipò al Concorso e fu scelto. Partì nel mese di settembre del 1907. Viaggiò con le navi degli emigranti. Non sappiamo a quale porto la sua nave abbia attraccato. Poi dovette fare giornate di treno per giungere a St. Louis del Missouri, all'interno degli Stati Uniti, a più di 1.500 chilometri, in linea d'aria, da New York. Fu accolto cordialmente dal Console e avviato al lavoro. Diligente e fedele, il Console ne era più che soddisfatto. Di quel tempo ricordava un episodio, nel quale fu coinvolto senza volerlo. Era l'epoca della rivendicazione dei Negri. Una sera Luca gironzolava per la città, pare senza una meta. Improvvisamente si trovò nel quartiere dei Negri. C'era uno che faceva un discorso. Si avvicinò curioso. Era un ometto di bassa statura con i capelli lanosi striati di bianco. Era in piedi su una specie di sgabello. Attorno una vera folla di negri. L'omino sventolava un fazzoletto bianco con una mano e uno nero con l'altra. Diceva: «A che cosa serve un fazzoletto? Che importa se è bianco o nero? Che cos'è l'uomo? Che forse un uomo dalla pelle nera non è un uomo? E allora, perché siamo disprezzati, perché non possiamo andare dove vanno gli altri, perché non possiamo avere un lavoro dignitoso? Dobbiamo lottare per l'uguaglianza con i bianchi, dobbiamo far valere i nostri diritti». Un fragoroso applauso accolse queste parole, mentre grida di approvazione si elevavano da ogni parte. Luca si era troppo esposto per dileguarsi inosservato. Si mise a battere le mani anche lui, attirando così maggiormente su di

sé l'attenzione. Forse in quel momento ebbe anche paura. Aveva l'impressione che un negro alto e nerboruto lo fissasse truce. D'istinto, vincendo la paura, si fece largo tra la gente e si diresse verso l'ora-tore. Gli tese la mano e gli disse: «Io, italiano. Hai parlato bene. Siamo tutti figli di Dio. We are sons of God, sons of God. Blacks and whites, sons of God». E in così dire estrasse dalla tasca la sua scatola di tabacco da naso e l'offriva a tutti: « Please, please!». Offriva tabacco, stringeva le mani e seguitava a dire: «Yes! We are sons of God». I negri ridevano felici e gli stringevano la mano. Aspiravano il tabacco e starnutivano, provocando nuove risate. Pareva che quell'omino biondo, venuto dall'Italia, fosse capitato dal cielo per un messaggio d'amore, una dichiarazione d'amicizia: bianchi e neri, tutti figli di Dio! Luca lavorava in ufficio e aveva spesso da intrattenere qualche italiano che si recava in Consolato per documenti o informazioni. La sua gentilezza e la sua premura facevano un'ottima impressione su tutti. Il Console se ne compiaceva con lui. Luca però si rodeva di nostalgia. Attendeva con ansia le lettere da casa. Dopo un mese arrivò la prima. Le notizie non erano buone. Nonno Francesco era morto. Aveva lasciato in testamento la casa alla nuora e ai nipoti, ma mancava perfino il denaro per legalizzare il passaggio. E poi c'era l'ipoteca. Perché il Pellegrini aveva fatto ipotecare la casa. Pellegrini, il creditore, si faceva spesso vivo, chiedendo se Luca dall'America avesse mandato soldi, perché - diceva - aveva anche lui debiti e non poteva attendere troppo a lungo. Ettore era stato assunto in Comune come impiegato, ma la paga era scarsa. Rita a Venezia stava bene, Silvia aiutava in casa e Francesco attendeva la chiamata a militare. Dopo un altro mese una lettera angosciata. Il Pellegrini era venuto con un avvocato e con delle carte. Aveva detto che se non avessero pagato i debiti entro tre mesi, avrebbero portato via la casa. L'ansia di Luca si faceva sempre più intensa. Aveva già inviato a casa i primi due stipendi; ma erano una goccia per un incendio. La lettera seguente dava la notizia che il Pellegrini li aveva cacciati di casa. Era scaduto il termine stabilito. Il creditore aveva concesso alla vedova ancora una settimana per cercarsi un alloggio. Non valsero le

suppliche e i pianti. Si vide quella povera vedova andare in giro per il paese, in lagrime, a cercare qualcuno che la soccorresse nella sua ambascia. Tutti ne provavano compassione, ma nessuno aveva un ambiente da offrirle. Finalmente, proprio alla vigilia dello sfratto, un buon uomo la chiamò e le fece vedere una sua casetta, a un solo piano, con due stanze: una baracca per gli arnesi di lavoro più che una casa. Una signora di Rotzo me la indicò su una vecchia fotografia del 1900. Era davanti ad un'altra casa, come se fosse stata costruita sull'orto per gli attrezzi domestici. Ma almeno avevano un luogo dove ripararsi. Bisognava ringraziare la Provvidenza. Quella donna mi seppe a dire a quanto ammontava il debito: 38.000 lire.

Era l'undici novembre, festa di San Martino. freddo intenso incombeva sulla vallata. Tre uomini entrarono nell'orto di casa e cominciarono a strappare steccati. Silvia piangeva. Checchi imprecò. La madre intervenne a calmarlo e lo mandò in municipio a chiamare Ettore. Non c'era nulla da fare: bisognava andarsene. Con l'aiuto dei figli e di altra buona gente, la roba e i pochi mobili furono portati nella casa-ricupero. La gente, sulle porte di casa, guardava quei poveri infelici che si portavano via in silenzioso dolore le loro povere cose. Parole dure furono dette contro il Pellegrini. Marietta parlava con dolcezza ai suoi figli. Quale contrasto quella piccola casa umida con la loro grande e bella casa. E poi, dove mettere le loro robe? Non c'era spazio. Ettore si rivolse al Cursore Dal Pozzo, chiedendo che trovassero un qualche angolo a casa loro per i molti libri del padre. Erano libri di letteratura e di pedagogia. La moglie e le figlie del Cursore si mostrarono compassionevoli e piene di premura. Forse allora cominciò un'amicizia che avrebbe portato Ettore a sposare Antonietta. Quando Luca, ai primi di gennaio del 1908, ricevette la lettera della madre, decise di partire. Indubbiamente il Pellegrini aveva approfittato della lontananza del figlio maggiore per attuare il suo disegno: appropriarsi della casa. Luca ne parlò al Console, gli descrisse la situazione e quegli

fu molto comprensivo. Era spiacente, molto spiacente che Luca se ne andasse: in lui perdeva non solo un bravo impiegato, ma anche un amico sincero. Gli disse press’a poco così: «Caro Luca, sono proprio spiacente di questa decisione, dopo solo quattro mesi. Non ho mai avuto e forse non avrò più un segretario così diligente e preciso e soprattutto così amabile con le persone. Lei è stato per tanti concittadini lo specchio di quello che dovrebbe essere l'Italia verso i suoi figli lontani. Grazie, grazie. Non la dimenticherò mai». Scrisse poi un attestato che merita di essere riportato.

Regia Agenzia Consolare d'Italia 1016 N. Seventh street St. Louis, Mo.

St. Louis, Mo. 15 febbraio 1908

ATTESTATO DI LODEVOLE SERVIZIO Il sottoscritto Cav. Domenico Ginocchio, Regio Agente Consolare di S.M. il Re d'Italia in St. Louis. Missouri (Stati Uniti d'America)

Certifica che il Sig. Luca Luca fu Augusto, nativo di Rotzo, Provincia di Vicenza, fu impiegato in questo ufficio per oltre quattro mesi,

Dichiara ed attesta di non aver che a lodarsene del prelodato Signor Impiegato, il quale per la sua condotta morale, civile e politica, per la sua premura e capacità nel disbrigo degli affari d'Ufficio, per l'intelligente laboriosità e delicata onestà, si meritò l'affettuosa stima e considerazione del sottoscritto e di tutti i conoscenti. Il Sig. Luca si allontana spontaneamente da questa R.a Agenzia, per motivi di salute e ragioni di famiglia; e il sottoscritto, dispiacente di non poter avere più a lungo l'opera del prefato Impiegato, fa caldi voti perché egli possa avere un ottimo avvenire, come si merita per le sue doti intellettuali e morali. In fede gli si rilascia il presente in prova di stima e riconoscenza.

Il Regio Agente Consolare f.to Cav. Domenico Ginocchio

(da Ricordi di famiglia di padre Augusto Luca - 11a parte)

LA PAGINA DI TIBERIO

La Continuazione delle Notizie di Costa Tiberio

Ecco la continuazione del mio articolo già iniziato nel

numero precedente riguardante le interessanti notizie

sulla vita del nostro paese. Questo per me è un

traguardo importante, infatti sono 75 numeri che

scrivo su questo periodico parrocchiale la cui

pubblicazione è iniziata nel 2001 Ora nella 2° parte scriverò riguardo alle seguenti cose: La Veglia di Sabato Sera, Sulla Grande Festa di Santa Pasqua, La

Pasquetta, Nelle varie ed alcune Domeniche Dopo La Pasqua, La

Festa di San Marco a Canove, Alle seguenti Gite Parrocchiali.

Parlerò del Mese di Maggio e della Festa di San Giuseppe

Lavoratore, del Santo Rosario dell’ Anno Mariano, Alle alcune e le

varie Rogazioni di Asiago, Canove e la nostra Parrocchia di Rotzo,

Nelle 4 Feste di Ascensione, La Pentecoste, Nella Santa e la

Santissima Trinità; e infine la Festa del Corpus Domini.

Con queste 9 cose Parliamo di una Veglia Pasquale è cioè con il

Sabato Sera alle Ore 20,30; e si Celebra dopo il Tramonto del

sole il primo Sabato dopo della prima Luna Piena di Primavera;

e saremo a chiamati a partecipare Sacramentalmente alla

Risurrezione del nostro Signore Gesù.

La Veglia Pasquale è importante perché con tutta la Gente e nelle

Persone che si frequentano la Nostra Parrocchia e la nostra

Chiesa Parrocchiale di Rotzo; per partecipare delle alcune e alle

varie apparizioni con il nostro Cristo Risorto e nel tempo di

Pasqua e si farà Con 50 giorni che vanno dalla Santa Messa

della Risurrezione alla Solennità di Pentecoste.

Nel giorno della Santa Pasqua sarebbe Interessante per fare una

grande festa con Amici e Tantissime Amiche in particolare modo

Ragazzi e alle Ragazze, Nei Catechisti, Animatori e Animatrici,

Tra il Coro Maschile e Femminile e per finire tutto questo i

Giovanissimi e i Giovani di ogni Parrocchia; ma la cosa Importante è

fare la festa della Santa Pasqua.

Secondo me nel mio punto di vista la Pasqua gira con tutto il

mondo attraverso le nostre Strade della nostra vita che si continua

sempre a girare intorno per nostra Italia e negli altri Stati che Ci

sono ed ovunque fare gli Auguri ai nostri Amici che si chiamano

Emigranti e tra di loro si farà gli auguri per quelli che ci sono sulle

nostre Montagne del nostro Altopiano di Asiago.

Dopo la Domenica di Pasqua inizia il tempo della 1° Domenica

dopo la Pasqua e si arriva il giorno seguente con una giornata di

Pasquetta. ( La Pasquetta ) Non è una grande festa di Pasqua ma

in particolare modo tra la Pasqua e il giorno di Pasquetta perché in

quell’ ottimo giorno si farà soltanto una Celebrazione Eucaristica

per la festa dell’Angelo e poi si potrà a fare una Festa come ad un

esempio che si inizia delle alcune e alle varie Attività Parrocchiali

per Organizzare il Tempo delle Vacanze della Santa Pasqua e il

giorno di Pasquetta perché in quella sera vorrei fare ad un Incontro

con un Pranzo di Spaghetti e così parlare per realizzare dei vari

momenti del periodo di Maggio oppure con il Mese di Giugno .

Dopo la 1° Domenica dopo la Pasqua e Inizia il Tempo delle varie

Domeniche di Pasqua fino alla Festa di Pentecoste e quando arriva

il Tempo delle 4 Feste Importanti per Ciascuno tra di noi.

Di Solito dopo la Pasqua si arriva il giorno di Pasquetta poi c’è La

Festa di San Marco che è il patrono della chiesa Parrocchiale A

Canove di Roana e in quel Giorno si dedica proprio ad un Inizio e

alla Celebrazione di una Eucaristica della Santa Messa; e poi Si va

verso ad un Ristorante per il Pranzo e la giornata si prosegue per

andare a camminare sulle strade di Asiago oppure a Canove tutto

il Giorno;Verso il Pomeriggio si andrà alle Giostre che ci sono fino

durante la Sera; e in particolare c’è anche una Pesca di

Beneficenza per il nostro Centro della Cooperativa San Matteo e San

Luigi di Asiago.

E’ molto Interessante perché in questo periodo si sono fatte tante

Gite Parrocchiali eche ci hanno portato in parecchi posti della

nostra Italia fino allo Stato di Germania, Austria, Jugoslavia, in

Francia e tantissimi luoghi come La Val D’Aosta, La Lombardia,

Liguria, Lazio, Umbria, Le Marche con Abruzzo e quest’ Anno in

Puglia nei giorni Dal Mercoledì 28 Aprile fino alla Domenica 2 di

Maggio.

Nel Mese di Maggio c’è la Festa di San Giuseppe Lavoratore

quando Inizia il mese Mariano con la recita del Santo Rosario tutte

le Sere dapprima in chiesa parrocchiale e successivamente nei

vari e chiese della nostra Parrocchia di Rotzo.

Sabato 15 Maggio c’è stata la Rogazione di Asiago, mentre nella

parrocchia di ERotzo la rogazione è stata fatta la Domenica dell’

Ascensione il 16 maggio.

Queste sono le varie 4 Feste : L’Ascensione di nostro Signore, La

Pentecoste, Alla Santa e la Santissima Trinità e il Corpus

Domini. )

La Ascensione quest’ Anno Arriva al 16 maggio; Mentre La

Pentecoste viene poi nella Domenica 23 ,la Santa e la Santissima

Trinità è stata la Domenica 30 di Maggio; e poi la ultima festa

del Corpus Domini quest’ Anno il 6 di Giugno. COSTA Tiberio

LA PAGINA DI VANIA

Da quasi un anno sono andata ad abitare da mia sorella Sonia a Castelletto insieme a mio cognato Roberto e i miei nipoti Alex ed Andrea. Li aiuto nelle faccende di casa e in questo periodo li ho aiutati nella cura dell’orto e nella semina delle patate. Ogni tanto vado a farmi un giretto giù in paese per fare compagnia alla mia amica Maria che vive da sola. Ormai si sta avvicinando l’estate e non vedo l’ora di fare un po’ di ferie.

CERATO Vania

ANGOLO … UMORISTICO

I NOSTRI EMIGRANTI CI SCRIVONO Nell’ultima rivista ho letto l’articolo LE PATATE DI ROTZO che descrive la cultura della patata in Rotzo e la festa della patata che tutti gli anni fate attraverso le pagine del periodico. Sapendo che tale coltura non supporta molto il clima freddo, a noi qui in Brasile é capitato che: nel 1966, nella fine dell'estate, nel tentativo di recuperare le finanze e pagare i nostri debiti, noi piantammo due ettari, o sia, 48.000 m², diede una piccola brina e distrusse la piantagione, più tardi il clima scaldò e produsse soddisfacentemente. Pensando alla vostra festa delle patate fui interessato ad indagare la sua origine ed io scopri essere una coltura di più o meno 500 anni prima di Cristo. Gli archeologi scoprirono tracce della sua coltura qui nelle montagne della cordigliera degli Ande in America del sud. Si crede che gli Inca siano stati il primo popolo a coltivare patate come un cibo di base. Dopo il crollo dell'Impero Inca che è successo con l'arrivo dei conquistatori spagnoli nel secolo XVI, la patata fu portata in Europa. Non passò molto tempo che i coltivatori divennero consapevoli del potere di resistenza della patata, potrebbe essere coltivata in un suolo meno fertile e tollerare climi più freddi. Questa caratteristica faceva sì che la patata divenne un prodotto agricolo di facile coltivo. Inoltre, in paragone con il frumento, il raccolto della patata diede molto più profitto.

Anche se, presenta solamente il 3% di proteine, la patata offriva un aumento significativo di energia nell’alimentazione delle persone. Fu scoperto anche che la patata contiene la quantità ideale di azimi e proteine (quasi identico alle uova) principalmente nella buccia. Per raggiungere il massimo di benefici nutritivi, le persone erano informate di mangiare la patata intera invece di sbucciarla. Oltre ad essere un prodotto di cultura facile, era anche semplice da preparare. Tali fattori hanno promosso la popolarità della patata in Europa. Infatti in quel tempo, quel tubero aiutava a supplire ed ingrandire la popolazione del continente. Ma le cose cambiarono nel 1845. Una malattia misteriosa attaccò i raccolti delle patate in Europa, cosi che le piante si erano scurite e deteriorarono, e le foglie seccarono. E, anche se il problema colpì molte nazioni, L'Irlanda fu la più attaccata. La metà del raccolto fu distrutto per quella malattia che più tardi si attribuì ad un fungo. Il popolo Irlandese dipendendo dalla patata per ottenere il proprio sostegno, subì un periodo di miséria. Quando la crisi, che fu conosciuta come Piaga della Patata, finì nel 1850, più di un milioni di irlandesi morirono a causa della fame. Un numero equivalente ha attraversato l’Oceano Atlantico per riprendere la vita in nord America. Che i buoni piatti fatti alla base di patate continuino fare le delicatezze della cucina di Rotzo.

Lídio Dal Pozzo. Dalla città di Matelândia, Stato del Paraná Brasile

GRUPPO AMICIAD

SUOR MARCELINE OSPITE DELL’AMICIAD – ONLUS

“Pensate che in questo momento, nel nome del Signore, siamo vicini al Ciad nonostante i 4 mila chilometri di distanza”. Così il dott. Gilbert introduceva la testimonianza di suor Marceline durante la S.Messa del 30 maggio a Rotzo, ricordando che, nello stesso momento nella parrocchia di Koumbra, in Ciad, veniva celebrata la S.Messa e che in quella occasione veniva ricordato il viaggio di suor Marceline in Italia, che, per esigenze legate all’ordine di appartenenza, ha dovuto lasciare per qualche settimana il foyer femminile e raggiungere Roma. Quale migliore occasione per lei di venire anche a Rotzo per ringraziare personalmente chi, da tanti anni, sostiene la sua attività. Durante l’omelia suor Marceline ci ha raccontato il suo impegno come direttrice del Foyer Femminile che ospita 32 ragazze e di una scuola elementare che conta ben 670 bambini divisi in appena 12 classi con un solo maestro per classe. Ci ha spiegato che la vita per i ragazzini in Ciad sia molto difficile, i maschi molto spesso accudiscono animali mentre le femmine si guadagnano da vivere lavorando in case di padroni il più delle volte molto cattivi per pochi euro a settimana. Il Foyer femminile cerca, appunto, di dare a queste ragazzine una vita più serena, liberandole dallo sfruttamento e dagli abusi e dando loro una educazione scolastica, bene sempre più prezioso in questi luoghi. Durante la testimonianza, tradotta in italiano da Gilbert, tutti i rappresentanti dell’Amiciad Onlus hanno capito ancora di più l’importanza della loro attività. Al termine della S.Messa, dopo una breve sosta in sala giochi divenuta luogo di assemblee e mercatini dell’Associazione, ci siamo recati all’Agriturismo Zecchinati dove abbiamo pranzato con suor Marceline. E’ stata quella l’occasione per consegnare il nostro aiuto economico per il foyer femminile ma anche per il centro agricolo e il foyer S.Bakita, assieme ad una icona raffigurante Gesù Cristo che vorremmo venisse custodita nel foyer femminile in ricordo di questa giornata. Al termine, suor Marceline è dovuta subito partire per Roma per partecipare alla riunione del proprio ordine di appartenenza.

COSTA Oscar

ANNO XVIII ° - N°75 -

A questo numero hanno collaborato:

Cera Luciana, Cerato Vania, Costa Alberto, Costa Oscar, Costa Paolina, Costa Suor Itala, Costa Tiberio, Dal Pozzo Lidio ,Dal Pozzo Matteo, Ferraresi Massimo, , Panozzo Don Pierangelo, Pezzin Gianni, Rigoni Silvano, Spagnolo Lucio, Stefani Don Sergio, Stefani Suor Samuela, Tondello Matteo.

Stampato in proprio e diffuso tra le famiglie Della Comunità Cristiana di Rotzo;

Via Roma,72 – 36010 – ROTZO – Vicenza - ITALIA

Tel. e fax 0424 – 691004

Foto: In copertina:Gita Parrocchiale in Puglia ; Sul retro: Gruppo Amiciad – Suor Marcelline in visita alla nostra parrocchia;

ALTABURG “LA VOCE “ E

TUTTO SU ROTZO SU:

www.rotzo.net