carme di carne

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A.A.V.V. Carme di carne VIR-US POESIA, 2011

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antologia prodotta dal sito web VIR-US POESIA

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Page 1: CARME DI CARNE

A.A.V.V.

Carme di carne

VIR-US POESIA, 2011

Page 2: CARME DI CARNE
Page 3: CARME DI CARNE

Ogni poesia mantiene lo stretto legame ombelicale con il proprio autore.

Il nostro sito vuole solo aiutare questi genitori a dare il giusto spazio ai loro figli di-versi

con i pochissimi mezzi a disposizione.

Speriamo solo di aver fatto una buona selezione, una buona infezione.

Ringraziando gli autori ed i lettori:

La squadra di VIR-US

Page 4: CARME DI CARNE

Il tema dell‟amor carnale è un classico, sia perché classicamente umano, sia perché

classicamente, in questa epoca, abusato.

Sembra ormai difficile stupire, affascinare, emozionare tramite questa tematica ed è proprio per questo che abbiamo voluto sfidare gli autori in un‟impresa che

sapevamo difficile ma non impossibile. Molte sono le liriche che hanno risposto al nostro invito: noi ne abbiamo selezionate

quindici.

Esse raccontano, ognuna a suo modo, ognuna voce del suo autore, ognuna specchio

della sua realtà, un aspetto della vita che può essere dolce, torbido, combattuto,

accolto.

Questa selezione vuole essere, quindi, un viaggio che racconti non solo l‟amore carnale così come viene vissuto ai giorni nostri, ma anche un viaggio nella tela

silenziosa dell‟arte che cresce e si esprime. Speriamo sia un viaggio che offra qualche piacere.

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Le poesie antologizzate:

- EDERA – di Antonella Taravella;

- AGAVE – di Arturo Cassiut; - ATTI OSCENI – di Tonino Bergera; - NELLA CARNE – di Gianluca Corbellini; - LA DAMIGELLA – di Meth Sambiase; - SUONA PER ME – di Sergio Carrivale; - CUPA DANZA – di Anna Maria Dall‟Olio;

- IL FULMINE E‟ TUTTO UN FARE L‟AMORE DEL CIELO CON LA TERRA – di Roberta D‟Aquino;

- IN CANTO – di Angelica Gagliardi; - CANTO IL MIO UCCELLO FERITO – di Antonio Buccelli; - FIORDALISO – di Tiziana Monari; - CALDA LA NOTTE – di Giovanna Serricchio; - IL TUO GUARDO NON TROVA PAROLE – di Roberto Massaro; - ALTACIMA – di Maura Potì & Meth Sambiase; - CREPUSCOLO SULLA TANGENZIALE – di Luigi Maffezzoli.

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EDERA – di Antonella Taravella

Mi ricordo delle tue linee d'ombra, la carne soffice relegata al respiro, la sazietà che ci rendeva immortali,

derma immacolato accarezzato poco per volta, nella ri_scoperta d'amore in sboccio, che sale edera di profumi. L'occhio chioccia l'estremità di ciò che eravamo, fieri nell'angolo oscuro in piedi, dentro quanto le parole, ed è nell'oggi, ad un passo dal fremito, avvenendo

nel palmo una conca di silenzi e _mistici peccati.

E quando la notte è rugiada, a mano tesa rimedi alla mia pace, con due dita e la tua lingua sul mio dorso di vertebre, _sconnessa nell'inferno che il tuo destino, mescola piano al mio, in vapori.

NOTE BIOGRAFICHE:

Sono nata a Verona il 2 marzo 1977, dove risiedo tuttora. Il mio scrivere non media, lo offro totalmente nelle contraddizioni incidendo a fuoco immagini fluide quasi organiche, rivestendo di pelle e carne ogni mia emozione in parole, con intensità, andando a fondo nell‟anima e graffiando i nervi scoperti.

Partecipo a molti concorsi e sono presente in parecchie antologie. Tre le sillogi pubblicate: Gravida è la notte (Ed. Lulu 2008); Vertigini Scomposte (Edizioni Smasher 2009) e

Sbocciata nelle viscere (Edizioni Smasher, 2011) . Troverete parole mie, anche nel mio blog personale: http://nevertearusapart.worpress.com

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Agave – di Arturo Caissut

“Ach, alles ereignet sich einmal nur, aber einmal muß alles geschehen”

(Michael Ende)

La notte stringe in bocca un'illusione

che il mattino con violenza strapperà,

come un foglio di quel povero giornale

abbandonato sull'orlo del sofà.

La pioggia contro il vetro sta a guardare,

fuori tutti fanno a meno di noi.

Tu sorridi e sai che il senso di un errore

è il rifiuto di un rimpianto che non vuoi.

Mi costringo ad inghiottire una folata

di promesse che non posso mantenere,

non mi scordo che è stupenda la tua vita

con un altro, che non dovrà sapere.

Questa notte è solo il giro di una danza,

la Ragione ci dividerà al mattino:

tu e i tuoi dubbi rimarrete in questa stanza,

io da solo mi rimetterò in cammino.

Col respiro ti catturo avidamente,

la vaniglia veglia in forma di vapore

sul tuo corpo, che mi imprimo nella mente

indugiando, sfiorandone il candore.

Ticchettando fugge il breve paradosso,

fragilissimo mantello di momenti

che giocando ci siam cuciti addosso,

rassegnandoci ad essere sospinti

da una brezza così forte e così lieve.

Questa nostra unica notte è così breve...

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NOTE BIOGRAFICHE:

Nato a Monfalcone (GO) il 25/12/1984 ma da sempre residente a Cervignano (UD). Appassionato di Arti Marziali tradizionali Giapponesi e in misura decisamente minore di Ingegneria Biomedica, fa tuttavia di quest'ultima la sua principale attività lavorativa. Curatore, ideatore e autore per diverso tempo dei blog letterari “Lo Spacciastorie” e “L'Ultimo Diario di Francesco Ortis” (progetto parzialmente pubblicato sulla rivista online Il Dragoniere); segnalato in passato dalla stampa locale friulana come “uno dei più brillanti autori di racconti on-line “ (Il Gazzettino, 7 gennaio 2005) per l'attività relativa al

progetto “Sette mesi per sette racconti”, si limita in realtà a tenersi faticosamente a galla per evitare di affogare nella razionalità grazie a sporadiche pagine scribacchiate qua e là. Segnalato speciale dalla Critica

per l'edizione 2008 del premio Effetto Notte con il racconto “rm -rf”, secondo classificato all'edizione 2010 del Concorso Nazionale di Poesia Fulvio Nuvolone con la poesia “Matrioska” e finalista al concorso Laboratorio Gutenberg 2010/2011 con il racconto breve “Nel salotto di Roland Ambarsan”, è autore della prefazione al libro “Oltre il Resto” di Diego Gruer (Simple Editore, 2010). Un tempo fu perfino musicista.

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ATTI OSCENI – Tonino Bergera

Nel ciondolar per viali cittadini - carnale sognatore a tutta panza - guadagno occhi bistrati e angusta stanza ove sbrigliare ardori belluini.

Lei offre gambe al bacio e seni fini,

non senza un briciolino di iattanza. Io ne trafiggo l‟ombra con baldanza,

accomunando brividi intestini.

C‟è un rutilare ansante di pensieri, un fisico spavaldo andirivieni, organi a scapicollo per sentieri

scoscesi quanto vividi ed ameni. L‟amore sguazza e annaspa in buchi neri fra atti comunemente detti “osceni”.

NOTE BIOGRAFICHE:

È nato a Cuorgnè (TO) nel 1950. Ex-tipografo linotipista presso i quotidiani “Gazzetta del Popolo” e “Tuttosport” di Torino, ora in pensione, vive a Colleretto Castelnuovo (TO). Ha iniziato a scrivere nel 1997

optando da subito, istintivamente, per la composizione in rima e metrica. Autore prolifico, dotato di uno stile che sposa con singolare efficacia toni ironici e malinconici, ha all‟attivo numerosi sonetti ed altre composizioni, in italiano come in piemontese.

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NELLA CARNE – di Gianluca Corbellini

Di quelle notti che bagnano le lenzuola

a catturare un‟ala di luna sofferente di piume che impagliano le forme, e i gomiti sugli occhi non servono a svanire nella botola di cielo per resistere all‟assedio, nel fondotinta di un segnalibro tenuto dalla luce.

I tuoi voli sono pieni, nella nuca di chi si tiene equidistante, quasi filo d‟erba con lo stelo nudo al moto ondoso svezzato in una faglia che piega l‟ebano

nelle spinte dei fianchi larghi, e le anche che mi provocano l‟orgasmo tutto.

E‟ nella sola carne che mi entra

un‟onda grigia, prima di sparire preme la sento, per darsi ai punti fissi

con la foga di un predatore, il nulla e l‟istinto, nel mezzo la penombra rubata al sonno dell‟universo curvo.

Tenerti le mani addosso (ad un soffio dal capriccio) e rilegarti i capezzoli di spago come ponti, a discernere il ventre fondo

e poi la bocca, di mosaico frastagliato che disegna pioggia a tratti, feroce a lasciare pozze in cui annegarmi.

NOTE BIOGRAFICHE:

Nasco a Roma nel ‟73, in un quartiere “difficile” dove luce ed oscurità si confondono facilmente. Appassionato

di letture fin dall‟infanzia, trovo che i libri siano la migliore chiave per aprire la mente e un continuo stimolo a porsi domande. Ho cominciato a scrivere relativamente tardi, per lenire un‟irrequietezza che mi segue da sempre, sviscerando tutto quello che non riesco ad esternare. I primi versi sono per lo più dei pensieri

affidati alle pagine segrete di un quaderno, poi con il passare del tempo comincio a frequentare dei siti di scrittura a cui affido le mie opere. Oggi scrivo solo ed esclusivamente sul mio blog http://gianlucacorbellini.wordpress.com/

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LA DAMIGELLA – di Meth Sambiase

Damigella ho scelto un costume di carne viva per inquietare i tuoi desideri. Volo bassa sulla tua palude. un uccello predatore dalle piume nude e rosse,

accarezzano e palpitano e sono ora aperte

come coppe di granito che custodiscono i seni. Vieni a prenderli, con la lingua dura segnane i confini e immergi il fiato

slacciandolo sulla pelle che scivola nelle mani s'infittisce come le pieghe del velluto ed ora conosci il mio odore. Prenderò uno specchio largo -non amo il buio -

e mi guarderò catturata larga come un arco gotico

ogiva stretta da allargare con le mani e le sento contrarsi in ogni mio confine. Ti porgo la schiena e aspetto vero guerriero

assalta la vergine dei lombi, giovane colubro dorato, spezza la tua muta nel mio sasso caldo, tunnel senza luce, batti e spingi fino a bruciare le mie acque.

Quando lascerai il tuo orgasmo sulla buccia delle ossa lo intingerò nelle mie penne

e ne farò la prossima maschera.

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NOTE BIOGRAFICHE:

Meth è Simonetta Sambiase. Studi artistici ma, a ridosso, c'è la passione della scrittura, e negli anni la mappatura delle tessere dello scrivere passa dalla redazione di radio locali fino ai settimanali femminili nazionali, con una vecchia tessera di giornalista pubblicista nel cassetto. Poi, la poesia. C'è stato un piccolo libro di fotografie e poesie “Tempo inaspettato".

Bandierine piantate in alcune antologie di Poesiaèrivoluzione e in quelle di Aletti Editrice, di Edizioni Rei e di Samperi Editori. Per la Rei ha curato anche l'e.book Funambolaria, voci e luci all'otto marzo.

Sul web le poesie sono nel Montparnasse Cafè . L‟associazione culturale “I Giardini dell‟anima” di Roma, ha selezionato una sua poesia per il mese di giugno del suo calendario 2011. Ha realizzato insieme a Stefano Reggiani “Operarte” un padiglione sgabbiato di musica poesie e fotografia. Ha vinto il premio poesia Rette Parallele con la poesia Il fumo nudo. In aprile Rupe Mutevole pubblicherà il suo libro "Una Clessidra di Grazia"

Ha un blog di poesie e pensieri vaghi, su Splinder e la cifra per riempire lo spazio di parole è ancora un addendo da trovare.

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SUONA PER ME – di Sergio Carrivale

Morbido vello di labbra schiuse ch'accoglie la vibrante carezza delle tue impazzite falangi che pizzicano le corde tese del tuo stesso piacere.

Ti guardo mia cara - magnifica bestia -

lottare e soccombere nella pugna selvaggia ove il pube s'affanna con occhi chiusi

s'alza e s'abbassa scattoso frollato e sbavante al mistico tocco del mio sguardo e della tua mano che suona l'andante.

Suona per me

(e per questo plaudente pubblico che stringo nella mano) il ritmo frenetico di libìdo la sinfonia che musica lentamente e sale mutando d'allegro nel finale dolce musicale agonia lamentosa e sospirale,

in adagio piano la tua melodia.

NOTE BIOGRAFICHE:

Originario della Sicilia sono nato a Tunisi da genitori italiani e subito trapiantato a Roma dove ho vissuto fino

al 1999, quando mi sono trasferito a Perugia. Sono ateo e ritengo che qualsiasi religione sia anacronistica.

Negli ultimi anni ho chiuso la porta al mondo chiudendomi all'interno della mia tribù e nel mio lavoro. Poi, recentemente sono avvenuti cambiamenti nelle routine.

E mi è venuta voglia di scrivere poesie.

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CUPA DANZA – di Anna Maria Dall’Olio

In cupa danza duelleremo

con chele di scorpioni.

Il mio guscio ti cederà

in pura totale fragilità.

Il nostro si dirà liberamplesso

naturale sbocco a quantosofferto.

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IL FULMINE E’ TUTTO UN FARE L’AMORE DEL CIELO CON LA TERRA – di Roberta D’Aquino

E infatti, senti come è umida l‟aria che si appoggia sulla pelle, una seta appena tinta - non la vedi il cielo si aggroviglia sotto le tue dita mentre mi entri nella sera a passi di gatto

il cielo! è un temporale nel tramonto

l‟energia rossa dei voleri, valenze oltre confine, pensieri graffiati dalle nuvole e cocci di parvenze raggruppate all‟angolo rossi come mestruo che cade dalle gambe

e si riposa succhiami i capelli ora che la pioggia li ha irrigati, sono solchi assetati

di un campo di viti, da leccarci tutta la vita possibile, ancorata ai gesti e

-più- ai silenzi ovattati di stazioni che vivemmo dentro ai vetri perché spesso sono qui, muta ad ascoltare piovere e battere. a raccogliere negli occhi, nelle mani. a seminare ancora pioggia tra i capelli

e spesso non aspetto altro che tu arrivi nella mano che disegna i sospiri e ribalti la mia danza delle viscere che mi aspiri mentre sono liquida sotto la finestra aperta, mentre piovo

storta, travolta da sollecitudini triviali, mentre ti scroscio di frastuono e azzero i potenziali sul tuo sesso

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NOTE BIOGRAFICHE:

Napoletana di nascita e ingegnere di formazione, Roberta D‟Aquino preferisce scrivere. Non tanto per sfogare il proprio malessere o dare voce alla proprie emozioni, quanto per cercare, incessantemente, una strada che la conduca al centro di se stessa e alla conoscenza degli altri, per instaurare con essi un dialogo silenzioso. Il suo è un bisogno di contatto e scambio reciproco, un modo per farsi voce e soffiare nell‟orecchio del mondo la sua esistenza, oppure per raccogliere, come l‟onda del mare, la sabbia e i tesori che la terra le porta. La sua produzione poetica è molto vasta e parte da lontano. Lascia tracce di sé sotto

vari pseudonimi a partire dall‟età dell‟adolescenza, rendendo di fatto impossibile raccoglierle sotto un‟unica voce, scrive piccoli componimenti, sperimenta l‟arte dell‟haiku e poi lo trasforma secondo regole personali,

si diletta nella struttura di forme metriche chiuse e nel verso libero. Alla fine si lascia semplicemente andare al suono della sua interiorità. Ora come ora attende che una voce ritorni a bussare alla sua bocca e nel frattempo ricostruisce la sua vita. Selezionata per alcuni concorsi, sue poesie sono presenti in diverse antologie e siti letterari. Gestisce con Francesca Coppola il forum di poesia Versinvena e collabora nella redazione de I giovin/astri di Kolibris.

Ha un blog: http://robertadaquino.wordpress.com/.

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IN CANTO – di Angelica Gagliardi

M' incantano i tuoi capelli neri le braccia forti il tuo cuore bambino la linea della tua bocca e il guizzo molle della tua lingua sulla mia pelle

aperta

M'incanta il richiamo selvatico e intenso del tuo odore di puledro maschio che cavalca nei boschi

ebbro di sole, del vino del caldo colore del cielo la sera e di quell'uscio scuro e bagnato fra le mie cosce dischiuse

M'incanta la tua pelle l'ampiezza delle tue spalle

alate il sorriso che rischiara improvviso il tuo volto la tua barba irta e impudica intrisa del mio intimo umore acqueo

Fragole succose i miei capezzoli quando d'incanto s'innalzano fieri fra la carne rosea delle tue labbra E‟ acqua e la creta tua che plasmi sfregando il tuo corpo sul mio

come pietra focaia creando scintille di luce

accesa per noi soli Mi scorri nel sangue

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acqua di sorgente pura e fresca

improvvisa sgorga a colmare il desiderio rovente della mia bocca Scorre la mia lingua

lenta ed ampia addosso al tuo piacere

diventato corteccia albero muto inquieto assolo tronco che trema in una vibrante ascesa

improvvisa e liquida e bevo il tuo caldo latte stillando la tua anima a gocce dense e istantanee mungendo furiosa la resina

che trasuda acre di meraviglia dalla cima rotonda della tua generosa volta solcata

E come per incanto il tuo aratro fende la terra la mia terra la nostra e vengo e vieni e ambedue andiamo in una mobile fusione di effusioni sparse

petali di fiori profumatissimi A fare di me una femmina la tua furia e la tua profondissima quiete.

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NOTE BIOGRAFICHE:

Angelica Gagliardi nasce esattamente nove mesi dopo che i suoi genitori ebbero partecipato, in un pomeriggio assolato di giugno, alla mietitura di un campo di grano. Apprende dal padre, a soli quattro anni, i misteri dell‟alfabeto e a leggere tra le righe. Le lusinghe della lettura, mirabile rifugio per la sua inquietudine, l‟accompagneranno per tutta l‟esistenza. Dalla madre, donna di fuoco e di terra, conosce la passione per la natura, gli animali e le bizzarrie del cielo. E‟ con la poesia che ama immergersi nella profonda inquietudine dei suoi giorni.

Cercando, ogni volta, come un palombaro curioso, di salvare il salvabile.

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CANTO IL MIO UCCELLO FERITO – di Antonio Buccelli

Canto il mio uccello ferito, stanato dalle fauci di una donna in calore, schiumante di passione la sua lingua infuocata. E vola il mio uccello verso rovi cutanei senza frontiere, per seni assetati di latte, per bocche vogliose di frutto. E sfamo i peccati di una vita al tavolo d‟un bacio rubato concesso come perdono da una morte svilita.

Conservo il ricordo fresco del tuo bosco di sussulti tra le papille vispe della mia lingua, scavatrice ossessa;

navigata ricercatrice di tesori perduti tra fondali di carne. Le labbra del bosco discendo e percorro impavido, e bevo del fiume saggio che prezioso m‟inonda di piacere. Il tuo stato è una terra vergine che esploro ad ogni carezza. È un confine di bisogno quello che oltrepasso quando scruto

dall‟alto del tuo sguardo inerme, il mio volo a strapiombo verso quell‟oasi incontaminata del nostro sesso. E cosi spregiudicato t‟amo, in mezzo ai frutti che nascono sulla terra del mio cuore, imbevuto dell‟acqua che generosa profondi.

Forse il sesso non è altro che un briciolo dell‟amore che si può provare amando per davvero il momento

della copula straniera che invade il territorio amico e si presenta alla carne una chimera fatta di ossa e di sangue intenta a sbranare il desiderio mai sazio di sapere l‟altro. E incanta il momento propizio il divino segno della passione quando i corpi gemono in sintonia e vibrano della stessa voglia e intonano sospiri simili a richiami antichi alla madre terra; echi

d‟amore animale, ritorni della stirpe che da sempre ci ammalia. E magica segue l‟intesa del respiro, nel vortice malato dell‟amore quando tutto diventa mistico per caso, e la follia divora la ragione, e gli esseri incantati osservano gli amanti scherzare con il mondo. Un volo di baci invade il territorio tuo imbevuto d‟amore irrigato dalle anfore ricolme d‟un siero liquoroso che prende

colore dai tuoi occhi, specchiatisi gocciolando dai miei. E plana l‟anima sui tuoi campi appena seminati dalla mano di un tempo di passione incolto dalle stagioni trascorse a vagare.

E vaghiamo ora nel deserto bianco del nostro ritrovarci nudi tra le distese di ricordi rotolanti, tra dune di perché vorticosi. Ti chiedo se l‟ombra che indosso riesce a proteggere i capelli tuoi

Page 21: CARME DI CARNE

dai corpulenti raggi solari che atterriscono il manto terrestre.

E tu mi rispondi che non v‟è calore che bruci più d‟un bacio messo al rogo sulle mie labbra eretiche, roventi d‟amor per te. E la tua mano oltrepassa quel confine di luce che s‟intravede al di là dell‟orizzonte, quel tuo sguardo acceso che fulmina l‟aria condensando l‟aurora sui vetri della finestra d‟un mondo nuovo. E mi specchio nella luce del tuo cuore in cerca di calore inumano.

Poi quell‟abbraccio che ci avvinghia nel ritorno all‟amore, reso sacro dai nostri antenati, spinto all‟attuale dai vilipendi dell‟anima

di un animale incapace d‟amare senza ricevere amore. E gravita l‟essenza di una presenza attorno l‟essere primordiale amato. E un clamore invade i corpi imbevuti di sogno e straziati dalla passione ultraterrena, e una pupilla risale dal fondale del sonno

indossando una speranza che muta in esigenza, come un respiro ancorato nel precipizio dello stomaco, nell‟attesa di risalire a galla. L‟esercizio dell‟amore che noi professiamo è un atto di dolore che ci impone di sanguinare nel momento dell‟attacco, quando

crocifiggiamo croci di sguardi a drappi di parole cantate inopportune e disinibite; sfoggiate nel mezzogiorno di fuoco

dello scontro finale, quando le anime lottano una guerra di labbra tra lingue inermi sbiascicate in avanscoperta, per frontiere di baci. Chissà perché certi momenti scivolano cosi lenti, mentre altri irrompono tremendamente rapidi tra quei vuoti d‟anima a rendere che risparmiamo tra gli affanni di giornate mutevoli, ansimanti in un Ego sempre meno padrone di sé e del mondo che imbavaglia quell‟uomo nato carne per un disumano volere d‟onnipotenza.

Nella mia ora di fame, nel momento della sete, depredo me stesso rifacendomi all‟animale che sono, vestendo i panni del cacciatore,

in agguato per la preda del momento, glabra e odorosa, stanata d‟improvviso, tra le fessure dell‟attesa notturna; sbranata poi nel sole del nuovo giorno, ammorbato dal suo sapido sangue, inebriato dalla

carneficina selvaggia, godo dei piaceri della carne mentre la preda esangue gode della mia voglia di morte.

Ma la vita avanza a grandi passi nelle ore incontaminate del bosco

e ritorna l‟animale ad essere eretto nell‟umana resurrezione;

un sibillino transito nella rugiada di una donna rinata dal seme della terra feconda di un nuovo amore.

E la mia carne, fresca selvaggina indolente, muta in erba bagnata gocciolante di piacere cosparso tra le foglie della mente.

Page 22: CARME DI CARNE

E dunque rinasciamo, ancora più di ieri, come poi sarà domani

nell‟immutata radura dell‟incoscienza.

Ed è li, tra le sudice maschere dell‟istinto che nascosto canto il ruvido fabbisogno dell‟amore.

NOTE BIOGRAFICHE:

Antonio Bux (pseudonimo di Fernando Antonio Buccelli) nasce a Foggia il 16 ottobre del 1982. Dopo aver terminato gli studi inizia a coltivare esperienze di vita e lavorative nella propria città natale e al di

fuori di essa, soprattutto a Firenze, dove trascorre un intenso periodo, per poi espatriare in seguito all‟estero. Difatti va a risiedere in Spagna, a Barcellona, dove passa questi ultimi anni. Le sue opere sono tutte inedite, anche se ultimamente alcune sue poesie sono apparse su diverse antologie e su alcune riviste letterarie di poesia sia nazionale che internazionale, dato che moltissime sue liriche sono state tradotte in lingua spagnola, e lui stesso si occupa di traduzioni di poeti iberici e latinoamericani.

Page 23: CARME DI CARNE

FIORDALISO – di Tiziana Monari

Dimmi dell'amore che mi farai

un gioco d'arco in notti d'ombra ardente sedizioso di arpe e fiordalisi fammi sentire il culmine dell'onda lo stridore dell'archetto

nell'acuirsi del sogno

in stigmate vermiglie in ostie offerte al cuore sfuma il mio corpo rosso d'ibisco in un viaggio da fiaba in mille movenze increspate profondo di spine

fammi bruciare in un rogo compiaciuto

in un antico dolore fiorirò di delizie morenti quando mi scaverai dentro e lento

approderai alle mie sponde.

Page 24: CARME DI CARNE

CALDA LA NOTTE – di Giovanna Serricchio

Calda la notte corpi immaginati tra le fessure di una tapparella geometrie disegnate dal profumo di un incenso.

Riflessi

tra le lenzuola stropicciate i miei respiri. Calda la notte

solitarie le tue mani cercano ricordi sulla tua carne dritta. Gli occhi socchiusi

al mondo per amarmi ancora nel solitario chiaroscuoro

di un abat-jour.

NOTE BIOGRAFICHE:

Giovanna Serricchio, 33anni, educatrice eclettica, vive e lavora in provincia di Bologna, dipinge con le parole perché non sa adoperare pennelli e tele.

Page 25: CARME DI CARNE

IL TUO SGUARDO NON TROVA PAROLE – di Roberto Massaro

il tuo sguardo non trova parole rinchiuse nel blu che è voragine e baratro

e pericolo d‟approdo

la lingua è legata nel silenzio che attende

la carne corrosa e scolpita e baci a stordire il tuo corpo

complesso di rara bellezza e mani veloci a rapire orgasmi di luci e pazienza e odori di schiene sudate al di sopra del mondo

rispondo con occhi di sale

appoggiato al ventre di seta mentre labbra aggiungono un po‟ d‟aurora alla notte che muore

NOTE BIOGRAFICHE:

Poeta della cronaca interiore.

Le sue parole sono l‟espressione cosciente e precisa di attimi trafitti, che nello “ieri” trovano l‟origine e la causa di sé. La sua narrativa è amara e morbida, aspra e melodica. E‟ ossimoro di se stessa. Un poeta impressionista. Un pittore di poesie. Spericolato e delicato. Rispettoso e coraggioso. Sbruffone e attento. Passionale e distaccato. In queste e in altre contraddizioni si snoda la personalità poetica di Roberto Massaro. Roberto Massaro vive e lavora a Firenze, dove è nato nel 1977.

Dopo il diploma presso il liceo artistico ha studiato Filosofia all‟università di Firenze e comincia a scoprire la poesia. La sua raccolta d‟esordio, “Perché il mare fa la nebbia siccome le farfalle non sanno nuotare sono

tutte annegate”, esce nel 2008, ottenendo ottime recensioni e classificandosi finalista al „Premio letterario Giovane Holden‟. Nel 2010 pubblica parte della sua produzione poetica all‟interno di varie antologie.

Page 26: CARME DI CARNE

ALTACIMA – di Maura Potì & Meth Sambiase

Altacima roccia di semi baccanti ho spianto sui solchi della siccità di uomini nel giro di un pensiero carosello che si spande allo specchio.

Obbedisco ai desideri che si arrotolano

e accarezzo i nei lenti sulla pelle. Si addensano come segni criptici di un'età scomposta -sulla battigia degli umori - per svelarmi il respiro

di una conchiglia senza fiato. A mozzarlo la longitudine nella mia bocca. aperta, vuota,

a mordere il lenzuolo senza denti, la voglia muta di esplorare dune di sabbia

mentre diventano artigli le dita a dischiudere docili le labbra. Sono già arresa alla nudità delle mie mani cinque coralli raccolti a curvarmi e chiedo permessi impudichi

al flusso della marea che non invade i gemiti notturni ma palpita e spasima: son io la fine io il principio son io orizzonti nuovi a risucchiare le pene dell'inferno

e vene gonfie di varici al miele a rilasciare tiepide gocce di latenza sui rami secchi

e tra le pieghe di una cima che non è più ruvida corteccia.

Page 27: CARME DI CARNE

NOTE BIOGRAFICHE:

Maura Potì, architetto, è nata a Brindisi e vive a Bari, dove lavora e, da qualche anno, scrive.

La sua esperienza poetica nasce sul web, prima modalità di scambio letterario con altri scrittori, per soddisfare quella che da subito risulta essere un‟insopprimibile necessità di condivisione dei suoi scritti.

Ha pubblicato nel 2009 il suo primo libro “Tra respiro e sospiro” ( Aletti Editore ) e alcune sue poesie sono raccolte nelle antologie delle case editrici Aletti e Perrone ( 2009 ), R.E.I ( 2011 ) e nell‟antologia “Poesie al balcone” dell‟Associazione Culturale Comunicaria ( 2009-2010 ).

Meth è Simonetta Sambiase.

Studi artistici ma a ridosso, c'è la passione della scrittura, e negli anni la mappatura delle tessere dello

scrivere passa dalla redazione di radio locali fino ai settimanali femminili nazionali, con una vecchia tessera di giornalista pubblicista nel cassetto.

Poi, la poesia.

C'è stato un piccolo libro di fotografie e poesie “Tempo inaspettato".

Bandierine piantate in alcune antologie di Poesiaèrivoluzione e in quelle di Aletti Editrice, di Edizioni Rei e di Samperi Editori. Per la Rei ha curato anche l'e.book Funambolaria, voci e luci all'otto marzo.

Sul web le poesie sono nel Montparnasse Cafè . L‟associazione culturale “I Giardini dell‟anima” di Roma, ha selezionato una sua poesia per il mese di giugno del suo calendario 2011. Ha realizzato insieme a Stefano Reggiani “Operarte” un padiglione sgabbiato di musica poesie e fotografia.

Ha vinto il premio poesia Rette Parallele con la poesia Il fumo nudo. In aprile, Rupe Mutevoli pubblicherà il suo libro Una Clessidra di Grazia

Ha un blog di poesie e pensieri vaghi, su Splinder e la cifra per riempire lo spazio di parole è ancora un addendo da trovare.

Page 28: CARME DI CARNE

CREPUSCOLO SULLA TANGENZIALE – di Luigi Maffezzoli

Ho visto il crepuscolo e poi l'aurora sulla tangenziale e avrei voluto coglierli dalla tua finestra. Il sogno si è interrotto che stava per bagnarsi.

Le labbra sigillate si sono sfiorate dietro la griglia.

E la notte diventò buio. Ho riletto i tuoi versi un fremito nel corpo. L'angelo poeta ha detto:

«Il presente è sempre in orario.» Se vuoi puoi viverlo ma non puoi aspettarlo.

Quando riprenderò il sogno dovrò essere ben desto

per non svegliarmi prima del suo compimento. Ti porterò una poesia fresca di giornata tu riservami un poco di follia e occhi grandi da poterci navigare.

Lascia che le mie carezze ti avvolgano fino agli angoli più angusti. Guarderemo scendere la notte e coglieremo l'alba che muore sotto i tetti. Poi quando la luce annuncerà un altro giorno da lavorare

allora sarà l'ora di chiudere le imposte e di mettersi a dormire.

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NOTE BIOGRAFICHE:

Luigi Maffezzoli è nato a Berna nel dopoguerra, ma non ha mai imparato il tedesco. Si è trasferito all'età di un anno a Milano dove ha vissuto per trent'anni. Si è poi trasferito in campagna, senza tuttavia allontanarsi troppo dalla metropoli. Sindacalista e formatore, scrive dall'età di 18 anni ma soltanto nell'ultimo decennio ha iniziato a pubblicare le sue poesie e i suoi racconti. Da undici anni fa parte del Circolo Pickwick, laboratorio di scrittura della Comuna Baires, storica comunità teatrale tra Milano e Buenos Aires, diretto da Renzo Casali, scrittore cosmopolita, regista teatrale e intellettuale a tutto campo, purtroppo è scomparso lo

scorso aprile. Nel 2005 ha pubblicato il racconto Radio Libera, ambientato in una fabbrica occupata negli anni '70 a Milano,

nel 2006 il romanzo di fantascienza Labbra Proibite, nel 2007 il libro di poesie L'Ultima notte del mondo, nel 2008 il romanzo Fortunato, nel 2009 il racconto Compagno Belzebù e, lo scorso anno, la raccolta poetica Quanto manca al futuro?

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Si ringraziano i partecipanti al concorso, i poeti antologizzati, la preziosissima giuria (Daniela Cattani

Rusich, Sylvia Pallaracci, Giovanna Salatino, Michela Zanarella, Barbara Bracci, Federica Volpe), e

chiunque si sia ritrovato a sfogliare queste pagine.

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