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Carte geologiche come spartiti musicali. Dal solfeggio all’ascolto: come e quando Geological maps like musical scores. From solmization to listering: how and when VENTURINI C. (*) (*) Università di Bologna, Dipartimento di Scienza della Terra e Geologico-Ambientali ABSTRACT - The purpose of the contribution is to help Earth sciences to become a more popular subject in high schools. This can be achieved by changing the teaching method in order to make it more appealing to students. The best way to do this is to consider changing from the tradi- tional teaching method to a more innovative educational approach, both in the classroom as well as on the field. This can be achieved by using fascinating examples, giving a pro- per order to the information, finding suitable strategies and using peculiar tools. PAROLE CHIAVE: Didattica, Divulgazione, Geologia, Gerarchia, Musica, Scienze della Terra, Scuola superiore, Strategie e strumenti didattici. KEY WORDS: Earth sciences, Education, Geology, Orderly approach, High school, Music, Strategies and teaching tools. 1. - PREMESSA Vi siete mai chiesti, ci siamo mai chiesti, si sono mai domandati al Ministero dell’Istruzione dell'Università e della Ricerca, quali ricadute potrebbe favorire il potenziamento dell’educa- zione alla Geologia - propedeutica e sinergica all'educazione ambientale - nel contesto scolasti- co pre-universitario? Che lo vogliamo o no la Geologia è presente in ogni cosa e più o meno silenziosamente permea la nostra quotidianità. Nel bene e nel male, attraverso risorse e rischi. Se escludiamo il legno e i suoi affini e derivati - carta, cordami, gomme naturali, con l’aggiunta di alcune fibre tessili - quanto resta riflette sempre un’origi- ne geologica. Qualsiasi strumento azioniamo, ovunque si appoggi lo sguardo, diventa una sfida imbattersi in qualcosa che non abbia una deriva- zione geologica. Anche l’acqua, composto che potremmo definire super partes, necessita della Geologia. Per condensare, raccogliersi, e per esse- re infine sfruttata. Catene montuose e sistemi car- sici, porosità di sedimenti e di ammassi rocciosi nel ruolo di indispensabili serbatoi. Avvicinare alla Geologia le generazioni che crescono significa aumentare il grado di consa- pevolezza nei confronti dell’ambiente, inteso come fornitore di sostanze, di prodotti e materie prime; ma anche, al tempo stesso, come fonte di rischi dai quali tutelarci, soprattutto tramite la pre- venzione che necessariamente passa per la cono- scenza dei fenomeni e dei processi naturali. 2. - GEOLOGIA E MUSICA Azzardo un parallelo che favorirà la compren- sione. Per molti, per moltissimi, l’ascolto della Musica è qualcosa di irrinunciabile. Produce sen- sazioni, crea atmosfere ed evoca ricordi, sollecita speranze e riesce anche a rafforzare l’istinto di sopravvivenza. In molti casi riveste una funzione Mem. Descr. Carta Geol. d’It. LXXXVIII (2009), pp. 121-128 figg. 10

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Carte geologiche come spartiti musicali. Dal solfeggio all’ascolto: come e quandoGeological maps like musical scores. From solmization to listering: how and when

VENTURINI C. (*)

(*) Università di Bologna, Dipartimento di Scienza della Terra e Geologico-Ambientali

ABSTRACT - The purpose of the contribution is to helpEarth sciences to become a more popular subject in highschools. This can be achieved by changing the teachingmethod in order to make it more appealing to students. Thebest way to do this is to consider changing from the tradi-tional teaching method to a more innovative educationalapproach, both in the classroom as well as on the field. Thiscan be achieved by using fascinating examples, giving a pro-per order to the information, finding suitable strategies andusing peculiar tools.

PAROLE CHIAVE: Didattica, Divulgazione, Geologia,Gerarchia, Musica, Scienze della Terra, Scuola superiore,Strategie e strumenti didattici.

KEY WORDS: Earth sciences, Education, Geology, Orderlyapproach, High school, Music, Strategies and teaching tools.

1. - PREMESSA

Vi siete mai chiesti, ci siamo mai chiesti, sisono mai domandati al Ministero dell’Istruzionedell'Università e della Ricerca, quali ricadutepotrebbe favorire il potenziamento dell’educa-zione alla Geologia - propedeutica e sinergicaall'educazione ambientale - nel contesto scolasti-co pre-universitario? Che lo vogliamo o no laGeologia è presente in ogni cosa e più o menosilenziosamente permea la nostra quotidianità.Nel bene e nel male, attraverso risorse e rischi. Seescludiamo il legno e i suoi affini e derivati - carta,

cordami, gomme naturali, con l’aggiunta di alcunefibre tessili - quanto resta riflette sempre un’origi-ne geologica. Qualsiasi strumento azioniamo,ovunque si appoggi lo sguardo, diventa una sfidaimbattersi in qualcosa che non abbia una deriva-zione geologica. Anche l’acqua, composto chepotremmo definire super partes, necessita dellaGeologia. Per condensare, raccogliersi, e per esse-re infine sfruttata. Catene montuose e sistemi car-sici, porosità di sedimenti e di ammassi rocciosinel ruolo di indispensabili serbatoi.

Avvicinare alla Geologia le generazioni checrescono significa aumentare il grado di consa-pevolezza nei confronti dell’ambiente, intesocome fornitore di sostanze, di prodotti e materieprime; ma anche, al tempo stesso, come fonte dirischi dai quali tutelarci, soprattutto tramite la pre-venzione che necessariamente passa per la cono-scenza dei fenomeni e dei processi naturali.

2. - GEOLOGIA E MUSICA

Azzardo un parallelo che favorirà la compren-sione. Per molti, per moltissimi, l’ascolto dellaMusica è qualcosa di irrinunciabile. Produce sen-sazioni, crea atmosfere ed evoca ricordi, sollecitasperanze e riesce anche a rafforzare l’istinto disopravvivenza. In molti casi riveste una funzione

Mem. Descr. Carta Geol. d’It.LXXXVIII (2009), pp. 121-128

figg. 10

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sociale, a volte di denuncia, altre terapeutica, altreancora, e sono la maggioranza, di interesse cultu-rale o di utile compagnia e svago.

Come ogni prodotto anche la Musica ha le suecontroindicazioni. In determinati contesti e sottocerte forme acquisisce connotati negativi propo-nendosi come fuga dal presente, come elementocapace di isolare ovvero, in altri casi, in grado difavorire aggregazioni violente. Anche per laMusica, come per la Geologia, si può dunqueparlare di rischi e risorse.

Una riflessione, pensando alle risorse. Non siascolta dell'ottima musica, beneficiandone le rica-dute, senza ottimi autori e l’azione di validi esecu-tori ed interpreti. È dunque una filiera che basa lapropria forza sulla produzione, non potrebbeessere altrimenti.

Ma quanti ottimi musicisti non si sarebberomai scoperti tali se i programmi ministeriali negliultimi decenni avessero tolto dalla scuola primarial’approccio alla Musica e, con essa, all’uso di unostrumento? Non lo sapremo mai, ma certo unaparte della buona musica che ci circonda nonsarebbe mai stata scritta. Non per mancanza ditalenti ma per carenza di informazione primaria.

A volte bastano modeste sollecitazioni perscoprire e sviluppare capacità innate o generarepassioni capaci di dare un’impronta ad un’interavita distribuendo ricadute in successione.

Geologia e Musica hanno molto in comune.Anche la Geologia, opportunamente “raccontata”attraverso i caratteri e la dinamica di un territorio- del proprio territorio, formato dalle zone di resi-denza, di interesse, di osservazione, di svago - puòessere in grado di generare sensazioni di fascino,stupore, apprezzamento, unitamente alla soddi-sfazione e al sottile piacere dato dall’acquisireconoscenza.

Tanto la Geologia quanto la Musica appoggia-no i propri contenuti a supporti predisposti all’oc-correnza. Per la Musica è una successione di pen-tagrammi guidati dalle opportune chiavi di Sol,Do e Fa; per la Geologia si tratta di basi topogra-fiche modulate alle varie scale. I differenti suppor-ti si prestano ad accogliere le rispettive simbologie(fig. 1).

I prodotti finali sono dei risultati che possonoessere definiti “per iniziati”, gli esperti della mate-ria. In entrambi i casi i simboli in uso interagisco-no tra loro, e con la base sulla quale si appoggia-no in modo ragionato, per produrre i risultati e isignificati attesi. Carte geologiche e spartiti musi-cali sono dunque prodotti realizzati “in codice”.Entrambi sono scritti nel proprio linguaggio uni-versale (fig. 1), comprensibile da tutti coloro chesi intendono rispettivamente di Geologia e diMusica. Solfeggiare equivale a riconoscere i sim-

boli musicali, dare loro il giusto valore, leggerne ilsignificato, intuirne le armonie ricostruendo lamelodia e assecondando il ritmo.

Leggere una carta geologica significa com-prenderne i simboli, trasformarli in dati valutan-done le interazioni e i rapporti spaziali tridimen-sionali. Tutto questo al fine di ricostruire la suc-cessione temporale degli eventi che ha dato origi-ne al fotogramma presente: la situazione rappre-sentata in carta.

Comporre buona musica e suonarla altrettantobene è privilegio di pochi. Eppure tutti sono capa-ci di ascoltarla ed apprezzarla. Rilevare carte geo-logiche e interpretarne i significati sono compitiriservati agli esperti della materia. Eppure tuttisono in grado di recepire il significato delle carat-teristiche di un territorio attraverso il raccontodella sua storia evolutiva. Di certo occorre che icontenuti geologici siano mediati e trasmessi neimodi opportuni.

Si obietterà che tra coloro che ascoltano sareb-bero decisamente pochi quelli in grado di ripeterequanto appreso. Indubbiamente è così. Ma anchetra coloro i quali ascoltano una canzone o unmotivo musicale, quelli capaci a loro volta diriproporre il brano senza stonature e semplifica-zioni non sarebbero molti. Quello che veramenteimporta è che l’ascolto, in entrambi i casi, generidelle sensazioni, coinvolga, appassioni e suscitiinteresse ed eventualmente, in qualcuno, finiscaper alimentare una passione.

Fig. 1 - Carte geologiche e spartiti musicali: due rappresentazioni simboli-che che hanno molto in comune. Una serie di simboli - comprensibili pie-namente solo dagli “addetti ai lavori” - si appoggia a una base grafica. Inun caso la base è rappresentata dalla carta topografica, nell’altro dalla suc-cessione di pentagrammi. Il risultato, in entrambi i casi, può affascinare ecoinvolgere se opportunamente tradotto: rispettivamente nel racconto dei

caratteri del territorio e in musica.- Geological maps and musical scores are two graphic depiction methods that have plen-ty in common. They are made up by a series of symbols on a graph which can only beread by experts. In the first case the graph is a topographic chart and in the second aseries of staves. In both cases the subject can be fascinating if properly translated into

the history of a land or a tune.

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3. - L’ALFABETIZZAZIONE GEOLOGICA

Prima degli anni ’60 era opinione comune cheil geologo fosse solo un fanatico classificatore difossili e pietre. Poi, le grandi catastrofi degli ultimicinquant’anni, veicolate con sempre maggiorattenzione e competenza da giornali e TV, hannolentamente ma progressivamente favorito unasorta di alfabetizzazione geologica di massa. Lafrana del Vajont (1963), il terremoto del Belice(1968), le alluvioni dell’Italia centro-settentrionale(1966), i sismi del Friuli (1976), la frana dellaValtellina (1987), le eruzioni dell’Etna (1991-93), isismi di Umbria e Marche (1997), gli smottamen-ti di Sarno e Quindici (1998), il terremoto delMolise (2002) e l’eruzione di Stromboli (2002-03)hanno consentito che presso il vasto pubblicoattecchissero concetti quali tettonica delle plac-che, rischio geologico, vulnerabilità e pericolositàdi un sito, faglia, magnitudo, microzonazione, vul-canismo attivo, piovosità critica e periodo di ritor-no, instabilità dei versanti. Su questa straordinariaconoscenza di base, minima ma capillare, direcente amplificata dai documentari televisividedicati alle Scienze della Terra, sarebbe opportu-no e proficuo innestare una serie di interventimirati a beneficio della ulteriore diffusione eattecchimento della cultura geologica s.l.

A tale compito sono già chiamati, a vario tito-lo, molti tra coloro che rilevano il territorio e pro-ducono carte geologiche. Sono soggetti ai quali,con sempre maggior frequenza, si presenta l’occa-sione di redigere guide e progettare pannelli espo-sitivi, proporre lezioni e tenere seminari, organiz-zare conferenze e guidare escursioni, il tutto fina-lizzato ad un’utenza extra-universitaria di culturageologica medio-bassa. C’è la percezione che l’al-fabetizzazione geologica di massa, intesa come ilraggiungimento di un livello minimo di conoscen-ze, sia ormai un dato concreto. Al tempo stessosembra sia concentrata nella fascia di età oltre i20-25 anni, quando le Scienze della Terra hannoormai perso i connotati di imposizione scolasticaper trasformarsi in desiderio di conoscenza, abbi-nato sempre più spesso e volentieri alla frequen-tazione diretta del territorio. Non è un caso chenell’ultima decade dalle carte geologiche e dai lorocomplessi contenuti siano fiorite le iniziative dedi-cate alle emergenze geologiche trasmesse inmodo semplificato al grande pubblico.Lo confermano l’attivazione di progetti quali ilcensimento e la banca dati dei Geositi nazionali, dicui l’ISPRA (ex-APAT) è capofila impegnato nelcompito di regolamentazione, guida e coordina-mento delle attività affidate alle singole Regioni; laVia Geoalpina, iniziativa internazionale nata dallacollaborazione dei comitati delle nazioni dell’arco

alpino che stanno già realizzando una serie di iti-nerari attraverso zone delle Alpi di particolare pre-gio geologico, con la finalità di consentirne la frui-zione da parte di un’utenza varia; a queste iniziati-ve si uniscono le crescenti attività delle associazio-ni Geologia e Turismo e Geoturismo, entramberivolte alla valorizzazione e diffusione della cono-scenza geologica del territorio.

Occorre riuscire a sfruttare le occasioni chesembra offrire questo momento di vivacità delladomanda. Valutando tali “geo-attività” in funzionedel bacino d’utenza, ampio e vario, propenso alloro utilizzo emerge una sconsolata considerazio-ne. Per varie ragioni il segmento meno motivato èrappresentato dalla fascia di età che frequenta laScuola superiore (fig. 2).

È un vero peccato, dato che tale età si appros-sima e coincide con il momento della scelta uni-versitaria. D’altra parte tale constatazione ricono-sce indirettamente nelle scolaresche degli ultimianni della Scuola superiore il serbatoio privilegia-to, per così dire, verso il quale indirizzare e con-centrare le energie. Siamo consapevoli che il rap-porto “costi-benefici” (energie spese e risultatiottenuti) potrà rivelarsi oltremodo favorevole seporterà allo scoperto anche nuovi talenti adatti aproporsi come futuri ricambi generazionali per lageologia italiana. Dovranno essere energie orien-tate verso azioni didattico-divulgative mirate ecapillari. Didattica e divulgazione: forse sta pro-prio in questa distinzione la ragione della manca-ta sollecitazione di questo segmento scolastico.

4. - DIDATTICA E DIVULGAZIONE

La differenza tra i due termini è sottile ma fon-damentale. Innanzi tutto la didattica richiedeimpegno e concentrazione da parte di chi la riceve.Questo perchè le informazioni trasmesse passano

Fig. 2 - È necessario favorire la comprensione delle Scienze della Terraattraverso il coinvolgimento diretto, concentrandosi in special modo sul

segmento scolastico della Scuola superiore.- The comprehension of Earth sciences must be helped through direct involvement,

focusing particularly on the high school years.

123CARTE GEOLOGICHE COME SPARTITI MUSICALI. DAL SOLFEGGIO ALL’ASCOLTO: COME E QUANDO

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necessariamente attraverso l’attenzione, la con-centrazione prolungata, l’ascolto, la comprensio-ne, la memorizzazione e, da ultimo, prevedono lacapacità di gestione autonoma di quanto acquisi-to. In altre parole, più semplici ma più concrete:didattica uguale fatica. Questa uguaglianza, al finedi produrre risultati utili, dovrebbe valere tantoper i discenti quanto per i docenti.

Sull’altro lato si colloca la divulgazione. È un diver-so modo di informare rispetto al “fare didattica”.

Questo perchè la divulgazione, parlando delleScienze della Terra, si basa spesso sulla spettaco-larizzazione dei processi naturali. La didatticapassa attraverso l’osservazione degli effetti, l’indi-viduazione delle cause, la deduzione del movente,mentre la divulgazione illustra un fenomeno prin-cipalmente attraverso la sintesi enfatica dei suoieffetti più coinvolgenti.

L’insegnamento e la diffusione delle Scienzedella Terra offrono una separazione abbastanzanetta tra didattica e divulgazione. DocumentariTV e interventi extra-scolastici puntano sulladivulgazione, la Scuola superiore e l’Università - idue segmenti che qui ci interessano - sulla didattica.A ben guardare, alcuni programmi TV riescono asviluppare (merito degli Angela, padre e figlio,benemeriti in questo) una sorta di impostazione chepotrebbe definirsi divulgativo-didattica (fig. 3a).

Questo spunto suggerisce, indirettamente, unasoluzione per sollecitare la fascia di età che fre-quenta la Scuola superiore. Una proposta di inse-gnamento dei contenuti scolastici, nel rispetto deiprogrammi ministeriali, che si realizzi attraversonuove soluzioni, non più didattiche ma didattico-divulgative (fig. 3b), occupando di fatto il vuotoche oggi esiste nella catena delle modalità di tra-smissione del sapere: “divulgazione - divulgazio-ne-didattica - didattica-divulgativa (rivolta dunquealla Scuola superiore) - didattica”. Trasmettendo icontenuti di un argomento o raccontando il terri-torio non basta semplicemente diffondere uninsieme di conoscenze strutturato secondo unpalinsesto di processi e di dati.

Per sviluppare interesse, coinvolgere e appas-sionare, occorre farlo con accortezza, affrontan-do il compito con entusiasmo e competenza maidisgiunti, mediando i contenuti attraverso strategiee strumenti studiati e collaudati.

5. - DIDATTICA-DIVULGATIVA: STRUMENTI E STRATEGIE

Al fine di (ri)progettare una rinnovata linea dipenetrazione didattica che si dimostri adeguata al-la rapida evoluzione dei tempi, dovrebbero esseretenute in considerazione due tipologie di inter-

vento, rispettivamente incentrate sulle strategie e sugli strumenti da impiegare nel “fare didattica”.

In modo estremamente conciso - ma ognicategoria meriterebbe una lunga e approfonditatrattazione - mi limito ad enumerare le strategiecapaci, a mio avviso, di sorreggere e proporre aun pubblico scolastico della Scuola superiore lasempre maggiore mole di contenuti che compon-gono le Scienze della Terra. Aggiungo, per espe-rienza personale, che un tale approccio, seppuropportunamente calato su contenuti più appro-fonditi, può essere utilizzato anche con gli stu-denti del primo anno di Università.

L’obiettivo è avvicinare gli studenti ad unamateria complessa che troppo spesso è ancorapercepita come statica, arida, e principalmente“classificativa”.

Fig. 3 - a) La diffusione delle Scienze della Terra passa attraverso l’istru-zione scolastica, concentrata sulla didattica., e i media (TV), decisamente (enecessariamente) più sensibili alla divulgazione; b) è auspicabile, per laScuola superiore, una rimodulazione del modo di “fare didattica” promuo-vendo una didattica-divulgativa che, con adeguate strategie e strumenti,

renda le Scienze della Terra più coinvolgenti e appassionanti.- a) Earth science education can be spread through schooling, focusing on teaching toolsand popular media such as television; b) hopefully high school teaching methods will be

updated by modifying programs and tools in order to make Earth sciences more interesting and engrossing.

a

b

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5.1. - LE STRATEGIE DIDATTICHE

Le strategie hanno la non trascurabile funzionedi volano nella trasmissione del sapere. Generanostupore, inducono curiosità, favoriscono lamemorizzazione, facilitano la comprensione e svi-luppano i collegamenti concettuali. Inoltre, quan-do vengono utilizzate nei giusti tempi e modi enelle corrette dosi, finiscono per produrre entu-siasmo per la materia, obiettivo questo da teneresempre in grande considerazione nel “fare didat-tica”. Tra le strategie che si propongono comevincenti mi preme sottolineare la forza dell’esem-plificazione, sviluppata tramite l’utilizzo di im-magini familiari, attingendo spunto dalla realtà edai contesti quotidiani (figg. 4 a-b-c). Parallela-mente dovrebbe essere esaltato il fascino del fatto-re tempo, che la geologia materializza in mododiretto, tridimensionale e coinvolgente (fig. 5).

A questo si aggiunge, come ulteriore strategia,la valorizzazione dell’impatto estetico, prerogativadi un’infinità di fenomeni, dal vulcanismo allamineralogia, dalla sedimentologia alla tettonica,dalla morfologia al carsismo, indispensabili perattrarre, affascinare, incuriosire e predisporreall’analisi. La stessa Geologia può essere definita,senza tema di smentite, il lato artistico dellaNatura.

Inoltre, una costante attenzione dovrebbeessere dedicata al dinamismo che pervade ogni set-tore della Geologia; dinamismo inteso come capa-cità di evoluzione costante e inarrestabile che conla propria forza regola e guida la grande porzioneabiologica del sistema Terra.

Tutto questo con una vivacità che è pari, senon superiore, a quella del mondo organico e chemerita di essere resa nota.

Infine, l’intero insieme delle conoscenze tra-smissibili deve assecondare una organizzazionegerarchica dei propri contenuti (fig. 6).

Occorre, in altre parole, che tutte le informa-zioni didatticamente utili (nozioni, dati, parametri,variabili, formule, concetti, processi, fenome-ni,…) siano innestate in una logica “ad albero”, incui le foglie si innestano sui rami minori, questisui rami maggiori i quali, a loro volta, confluisco-no e si innestano nel tronco principale.

In questo modo di procedere diventa moltoutile raggruppare in tre soli insiemi (corrispon-denti ai rami principali) tutti i fenomeni geologiciche producono dati visibili nella crosta. Tali insie-mi prendono il nome dall’azione che li produce eche ne guida lo sviluppo: “si forma ”, “si deforma ”e “si modella ” (fig. 7).

Al “si forma ” apparterranno dati e fenomeniascrivibili alla sedimentologia, alla stratigrafia, allapaleontologia, nonché i processi ad esse collegati;

Fig. 4 - a) Il confronto tra le due immagini sottolinea la parallela differen-za tra gli insiemi inferiore e superiore (1 e 2) dei due gruppi di informazio-ni. Al tempo stesso i significati delle due successioni sovrapposte diventa-no evidenti solo leggendo i rispettivi dati contenuti negli strati e nei fasci-coli; b) sulla destra la classica rappresentazione che dà il geologo di unasuccessione stratigrafica. Sulla sinistra la pila di libri, raggruppabili in insie-mi omogenei, aiuta a comprendere il criterio adottato; c) un concetto, quellodi vergenza (senso di trasporto tettonico relativo di una successione rocciosa

deformata), reso esplicito da un’immagine insolita che ne fissa il significato.- a) Comparing the two images points out the parallel difference between upper and lowergroups of information. The two superimposed sequences become easily understandableonly when reading the supporting data in the layers and issues; b) on the right we havethe classic example that a geologist gives of a stratigraphic sequence. The book pile onthe left, where the books can be gathered into homogeneous groups, explains the criteriawhich is being used; c) the lasagna example helps to memorize geological concepts such

as fold vergence and shrinkage.

a

b

c

125CARTE GEOLOGICHE COME SPARTITI MUSICALI. DAL SOLFEGGIO ALL’ASCOLTO: COME E QUANDO

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nel “si deforma ” si troveranno i riferimenti agli ele-menti di tettonica, mentre il “si modella ” accoglie-rà fenomeni di alterazione, erosione, esarazione,dissoluzione e quanto asporta e modifica qualsia-si volume crostale alle più varie scale.

È altrettanto necessario, in questo caso, capireche la sequenza dei tre insiemi non è lineare macircolare (fig. 8).

Le strategie utilizzate fanno da cornice e sup-

porto al complesso insieme degli argomenti didat-tici e con esso costituiscono l’inscindibile corpodel sapere trasmesso. Il complesso dei tre insiemidi dati fa capo a un tronco unico che rappresentail movente e il presupposto di base per la loro esi-stenza e affermazione: la Tettonica delle placche.

È propedeutica ad essi in quanto capace di giu-stificare e motivare i dati appartenenti sia al “siforma”, tanto al “si deforma”, quanto al “si model-la”. La stessa Tettonica delle placche a sua voltaaffonda le proprie radici e ragioni d’essere in pro-fondità, nella dinamica astenosferica, regolata daicaratteri fisici e reologici dell’interno terrestre.

A questo proposito è utile notare che per favo-rire la comprensione della stessa organizzazionegerarchica del sapere, applicata alle Scienze dellaTerra, si è fatto uso di una particolare strategia:l’esemplificazione (fig. 9).

L’uso dell’albero, la cui struttura si presta inmodo ottimale, permette di codificare, gerarchiz-zare e posizionare secondo un ordine logico facil-mente memorizzabile dagli studenti, una serie dicontenuti complessi - per il momento ancoraastratti - paragonandoli a qualcosa di noto.

Uno schema simile, qualora ritenuto utile, rap-presenta una sorta di mappa concettuale da assi-milare propedeuticamente grazie alle sue funzionidi orientamento e di collegamento tra i complessicontenuti della materia. Potrà essere utilizzatocome costante chiave di lettura durante l’assimila-zione dei contenuti didattici.

L’utilizzo dell’albero (fig. 9) si dimostra perti-nente anche per un altro motivo. Consente di inse-rire nel palinsesto concettuale anche i “rischi” e le“risorse”, considerati come rapporto Uomo-Terraalla luce del ruolo crescente che negli ultimi decen-ni i due argomenti hanno conquistato, a ragione,nei palinsesti didattici delle Scienze della Terra.

Fig. 5 - Un’immagine da sola può concentrare in sé molti significati fun-gendo da riferimento concettuale. La trasformazione dell’ambiente attualein successione sedimentaria tridimensionale passa attraverso il fluire del

tempo (da VENTURINI, 2006).- A single image can convey different concepts such as the tridimensional sedimentary sequen-

ce transformation of a current environment through time (after VENTURINI, 2006).

Fig. 6 - Le informazioni didattiche possono essere proposte in due modidifferenti: ad arbusto (ogni informazione ha la stessa valenza, rango eruolo di tutte le altre) o ad albero (valenza e ruolo differenti sulla base dellastrutturazione gerarchica del sapere trasmesso). Le informazioni didattichesono correttamente recepite e memorizzate se comunicate secondo unalogica gerarchica, seguendo connessioni che sono poi in grado di favorire

i collegamenti concettuali.- Educational contents can be properly arranged in a tree like structure, according to aspecific order given by the information conveyed. The best way to convey educational infor-mation to students is by following a specific order that also makes it easier to connect to

conceptual links.

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5.2. - GLI STRUMENTI DIDATTICI

La scelta di molte strategie didattiche passanecessariamente attraverso l’uso di alcuni stru-menti idonei alla loro applicazione. È prevedibileche nelle aule degli istituti scolastici superiori icomputer, accessoriati con proiettori portatili eschermi a parete, diventeranno la prossima indi-spensabile dotazione fissa, capace di mantenere ladidattica al passo con i tempi.

Anche i campioni di roccia e di sedimento sonoda ritenersi efficaci strumenti didattici. La proie-zione di immagini consente di associare la visionedel campione a mano all’ambiente sedimentariodi produzione. Si provi a pensare al maggioreinteresse, con ovvie ricadute sulla comprensione ememorizzazione concettuale, che possono gene-rare dei campioni raccolti ad es. in un contesto di

scogliera organogena tropicale se questi sonoassociati ad immagini dei fondali lagunari e dellascogliera biocostruita. L’aggiunta di immagini dasezioni sottili e da ingrandimenti di sedimentosciolto aggiunge interesse, rivolto anche ai metodidi preparazione e studio.

Per il reperimento di campioni e immagini èspesso possibile rivolgenrsi ai docenti universitaridei corsi di laurea in Scienze geologiche, Scienzenaturali e Scienze ambientali, che più di un temposi dimostrano sensibili allo sviluppo di un rap-porto di scambio didattico tra Università e Scuola

superiore. Un tale modo di procedere diventa si-nergico anche per iniziative che già esistono emirano a rafforzare questa connessione.

Cito a tal proposito il Progetto Edu-Geo,sorto sotto l’egida della Federazione Italiana diScienze della Terra (FIST), che rivolge agli stu-denti degli ultimi anni delle Scuole superioriescursioni didattiche organizzate e guidate dadocenti e ricercatori di università ed enti di ricerca.Anche le carte geologiche (unitamente alle cartetopografiche), se opportunamente semplificate,diventano degli insostituibili strumenti didatticiutili a fare capire come la tutela dai rischi e lo

Fig. 7 - L’esempio utilizza un volume circoscritto e noto (la torta) per farcomprendere gli effetti prodotti dalla sovrapposizione, nel tempo e nellospazio, di tre particolari insiemi di dati. La rappresentazione, per traslato, èapplicabile agli ammassi rocciosi che, per loro natura ed entità, sono spes-

so percepibili con difficoltà da molti studenti (da VENTURINI, 1991).- This simplified cake example helps to convey the result coming from the overlaying of

three specific groups of data through time and space.

Fig. 8 - Concettualmente la sequenza dei tre insiemi di dati è circolare piut-tosto che lineare. Ogni volta dal “si modella” partono i presupposti per ilsuccessivo “si forma” e il ciclo si ripropone senza soluzione di continuità.- The sequence of the three groups of data is circular rather than linear to emphasize

the endless repetitive mode of the evolution process.

Fig. 9 - L’albero della conoscenza… geologica, dove ogni insieme di datitrova la propria collocazione gerarchica funzionale alla didattica.

- The geological tree of knowledge, where each set of data is placed according to the ordergiven by the specific teaching program.

127CARTE GEOLOGICHE COME SPARTITI MUSICALI. DAL SOLFEGGIO ALL’ASCOLTO: COME E QUANDO

Page 8: Carte geologiche come spartiti musicali. Dal solfeggio all ... · 3. - L’ALFABETIZZAZIONE GEOLOGICA Prima degli anni ’60 era opinione comune che il geologo fosse solo un fanatico

sfruttamento sostenibile, si appoggiano alla lettu-ra e alla comprensione dei caratteri geologici s.l.del territorio.

Caratteri che devono essere osservati, misura-ti, tradotti in simboli e infine registrati su idonei“spartiti” (cartacei o informatici) che a loro voltapossono essere spiegati e letti attraverso quellamedesima organizzazione gerarchica (“si forma”,“si deforma” e “si modella”) osservata in precedenza(fig. 10).

BIBLIOGRAFIA

VENTURINI C. (1991) - Una torta distorta. In Alto,Cronache della Soc. Alpina Friulana (1990),anno CIX, 73: 141-145.

VENTURINI C. (2006) - Evoluzione geologica delle AlpiCarniche. Museo Friulano di Storia Naturale,Comune di Udine, 48: pagg. 220.

www.annodelpianetaterra.itwww.apat.gov.itwww.edu-geo.itwww.geologiaeturismo.itwww.geoturismo.it

Fig. 10 - Anche le complesse informazioni presenti nella legenda di unacarta geologica possono essere opportunamente raggruppate nei tre insie-mi di dati, concettualmente ben percepibili. A sua volta ogni insieme saràformato da sottoinsiemi (ad es. in “si deforma” troveremo faglie e pieghe)o da elementi modulari ripetitivi (ad es. i tasselli delle unità stratigrafiche,

ognuno corredato dagli stessi tipi di informazione).- Even the complex information given by the captions of a geological map can be placedwithin one of the three groups of data, thus making the information easier to grasp.

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