cartella infermieristica

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4) Lezione Attributi fon damentali di u na p rofessione e s pecificita’ d ella pro fessione infermieristica Legge 19 novembre 1990, n. 341 Art. 1. Titoli universitari 1. Le università rilasciano i seguenti titoli: a) diploma universitario (DU); b) diploma di laurea (DL); c) diploma di specializzazione (DS); d) dottorato di ricerca (DR). Art. 9. Ordinamento dei corsi di diploma universitario, di laurea e di specializzazione -Vengono definiti ed aggiornati gli ordinamenti didattici dei corsi di diploma universitario, dei corsi di laurea e delle scuole di specializzazione e le rispettive tabelle. -devono individuare le aree disciplinari, intese come insiemi di discipline scientificamente affini raggruppate per raggiungere definiti obiettivi didattico-formativi, da includere necessariamente nei curricula didattici, che devono essere adottati dalle università, al fine di consentire la partecipazione agli esami di abilitazione per l'esercizio delle professioni o l'accesso a determinate qualifiche funzionali del pubblico impiego; Art.13. Tutorato - Il tutorato è finalizzato ad orientare ed assistere gli studenti lungo tutto il corso degli studi, a renderli attivamente partecipi del processo formativo, a rimuovere gli ostacoli ad una proficua frequenza dei corsi, anche attraverso iniziative rapportate alle necessità, alle attitudini ed alle esigenze dei singoli. - I servizi di tutorato collaborano con gli organismi di sostegno al diritto allo studio e con le rappresentanze degli studenti, concorrendo alle complessive esigenze di formazione culturale degli studenti e alla loro compiuta partecipazione alle attività universitarie. Art.14. Settori scientifico-disciplinari gli insegnamenti sono raggruppati in settori scientifico-disciplinari in base a criteri di omogeneità scientifica e didattica L. 833/7 8 D.L. 502/92 - 517/93 Prima della riforma sanitaria Prima dell’approvazione della legge che istituisce il Servizio Sanitario Nazionale (SSN - legge 23.12.78 n. 833), era in vigore una disciplina articolata in disposizioni di variegata origine, anche antecedente all’entrata in vigore della Costituzione (ad esempio, il Testo Unico delle leggi comunali e provinciali - R.D. 3 marzo 1934 n. 383, ed il Testo Unico delle leggi sanitarie - R.D. 27 luglio 1934, n. 1265).

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Attributi fondamentali di una professione e specificita’ della professione infermieristica

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4)  Lezione Attributi fondamentali di una professione e specificita’ della professione infermieristica 

Legge 19 novembre 1990, n. 341

Art. 1.

Titoli universitari 

1. Le università rilasciano i seguenti titoli:

a) diploma universitario (DU);b) diploma di laurea (DL);c) diploma di specializzazione (DS);d) dottorato di ricerca (DR).

Art. 9.

Ordinamento dei corsi di diploma universitario, di laurea e di specializzazione 

-Vengono definiti ed aggiornati gli ordinamenti didattici dei corsi di diploma universitario, dei

corsi di laurea e delle scuole di specializzazione e le rispettive tabelle.

-devono individuare le aree disciplinari, intese come insiemi di discipline scientificamente affini

raggruppate per raggiungere definiti obiettivi didattico-formativi, da includere necessariamente

nei curricula didattici, che devono essere adottati dalle università, al fine di consentire la

partecipazione agli esami di abilitazione per l'esercizio delle professioni o l'accesso a

determinate qualifiche funzionali del pubblico impiego;

Art.13.

Tutorato

- Il tutorato è finalizzato ad orientare ed assistere gli studenti lungo tutto il corso degli studi, a

renderli attivamente partecipi del processo formativo, a rimuovere gli ostacoli ad una proficua

frequenza dei corsi, anche attraverso iniziative rapportate alle necessità, alle attitudini ed alle

esigenze dei singoli.

- I servizi di tutorato collaborano con gli organismi di sostegno al diritto allo studio e con le

rappresentanze degli studenti, concorrendo alle complessive esigenze di formazione culturale

degli studenti e alla loro compiuta partecipazione alle attività universitarie.

Art.14.

Settori scientifico-disciplinari

gli insegnamenti sono raggruppati in settori scientifico-disciplinari in base a criteri di

omogeneità scientifica e didattica

L. 833/78 D.L. 502/92 - 517/93

Prima della riforma sanitaria 

Prima dell’approvazione della legge che istituisce il Servizio Sanitario Nazionale (SSN - legge 23.12.78 n.

833), era in vigore una disciplina articolata in disposizioni di variegata origine, anche antecedenteall’entrata in vigore della Costituzione (ad esempio, il Testo Unico delle leggi comunali e provinciali - R.D. 3marzo 1934 n. 383, ed il Testo Unico delle leggi sanitarie - R.D. 27 luglio 1934, n. 1265).

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La gestione dei servizi sanitari era frammentata tra diversi enti ed organizzazioni, pubbliche e private(Ministero della Sanità, Regioni, Province, Comuni, Enti Mutualistici, Enti Ospedalieri, Fondazioni, EntiReligiosi, IPAB, ecc.).

In particolare, gli interventi di cura erano prevalentemente affidati agli Enti mutualistici, strutture di

categoria che garantivano le attività di cura (spesso tra loro diversificate in qualità e quantità)esclusivamente ai propri iscritti (lavoratori e loro familiari), essendo dunque esclusi quanti non si trovavanonelle condizioni previste per "assicurarsi" contro le malattie, pur avendone, a volte, maggior bisogno: adesempio, i disoccupati, inabili al lavoro, gli "invalidi".

Per quanto riguarda questi ultimi, l’assistenza sanitaria era diversificata a seconda delle "categorie" diappartenenza: alcune prestazioni sanitarie erano assicurate, ad esempio agli invalidi di guerra, del lavoro eper servizio, mentre erano esclusi da tale tipo di prestazioni gli invalidi civili, i ciechi civili ed i sordomuti.

La Riforma Sanitaria e le successive norme di attuazione. 

Il diritto costituzionale ha trovato progressiva attuazione attraverso l’istituzione del Servizio SanitarioNazionale ( SSN - legge 23.12.78 n. 833).

L’art 1 di tale legge afferma:

a) "Il SSN è costituito dal complesso delle funzioni, delle strutture, dei servizi e delle attività

destinate alla promozione, al mantenimento ed al recupero della salute fisica e psichica di tutta la

popolazione senza distinzione di condizioni individuali o sociali e secondo le modalità che assicurino

l’uguaglianza dei cittadini nei confronti del servizio". 

L’art. 2 indica, tra le modalità per l’attuazione delle finalità della legge, le seguenti: 

a) "la prevenzione delle malattie e degli infortuni in ogni ambito di vita e di lavoro;

b) la diagnosi e la cura degli eventi morbosi quali ne siano le cause, la fenomenologia e la durata;

c) la riabilitazione degli stati di invalidità e di inabilità somatica e psichica".

L’organizzazione sanitaria, così come prevista dalla legge 833/78, è caratterizzata da:

a) uniformità di trattamento di tutti i cittadini

b) competenze diversificate ai diversi livelli del sistema amministrativo (Stato: programmazionegenerale; Regioni: legislazione e programmazione nell’ambito territoriale; Comuni, singoli odassociati: gestione tramite le Unità Sanitarie Locali);

c) articolazione ed organizzazione territoriale del Servizio;

d) riconoscimento della prevenzione quale attività prioritaria per la tutela e la promozione dellasalute.

Le Unità Sanitarie Locali sono definite "complesso dei presidi, degli uffici e dei servizi... in un determinato

ambito territoriale" (art. 10).

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Le USL hanno il compito di erogare "le prestazioni di prevenzione, di cura, di riabilitazione e di medicinalegale" (art. 19).

L’ "aziendalizzazione" della sanità (Decreti Legislativi 502/92 e 517/93) 

In attuazione della legge delega 421/92, sono stati approvati il Decreto Legislativo 502/92, che prevedenorme di revisione in materia di sanità, ed il Decreto Legislativo 517/93, a parziale modifica del precedente.

I principi fondamentali di "globalità" ed "universalità" del diritto alla tutela della salute sanciti con la legge833/78, non sono stati messi in discussione con le norme di razionalizzazione introdotte con i DecretiLegislativi 502/92 e 517/93, che tuttavia modificano profondamente la natura giuridica delle USL, la loro"territorializzazione", le loro competenze in riferimento alla materia socioassistenziale, l’impiantoorganizzativo, le modalità di finanziamento. In particolare, le modifiche introdotte - alcune delle qualiriguardano peculiarmente i cittadini con disabilità - sono le seguenti :

a) si attribuiscono allo Stato compiti di pianificazione in materia sanitaria, da attuarsi mediate

l’approvazione del Piano Sanitario Nazionale triennale; 

b) lo Stato individua i "livelli uniformi di assistenza" sanitaria che debbono essereobbligatoriamente garantiti dal SSN ai cittadini aventi diritto, e definisce annualmente, nel contestodelle leggi finanziarie, l’ammontare complessivo delle risorse attribuibili al finanziamento delleattività sanitarie; altre prestazioni sanitarie, non previste dai livelli uniformi di assistenza ecomunque costi esorbitanti i finanziamenti previsti debbono essere eventualmente finanziati conrisorse delle Regioni;

c) si prevede una forte regionalizzazione della sanità: alle Regioni sono attribuite funzioni rilevantinel campo della programmazione sanitaria, nel finanziamento e nel controllo delle attività sanitarie

gestite dalle Aziende, nel governo di attività di igiene pubblica anche in raccordo con laneocostituita ARPA (Azienda Regionale per la Protezione Ambientale);

d) le aziende USL non sono più strumenti operativi dei Comuni singoli od associati, ma azienderegionali con propria personalità giuridica ed autonomia organizzativa, amministrativa epatrimoniale;

e) il nuovo sistema di finanziamento dell’assistenza sanitaria è basato sulla remunerazione delleprestazioni effettuate, a tariffe predeterminate dalle Regioni.

f) si prevede la separazione ai fini contabili e finanziari degli interventi sanitari da quelli

socioassistenziali: le funzioni sanitarie sono a carico dell'Azienda Sanitaria, mentre quellisocioassistenziali sono di competenza degli Enti Locali; le Aziende Sanitarie possono gestireinterventi socioassistenziali soltanto a seguito di delega da parte degli Enti Locali.

L’aziendalizzazione delle USL, e l’istituzione di aziende ospedaliere autonome ha lo scopo dichiarato direndere più efficiente la gestione delle risorse (finanziamenti, attrezzature e strutture) della sanità,indirizzandone l’utilizzo verso il raggiungimento degli obbiettivi definiti dalla programmazione nazionale eregionale.

Strumenti di tale razionalizzazione sono l’autonomia organizzativa, amministrativa e patrimoniale attribuitaalle Aziende Sanitarie (distinte in Aziende USL - ora ASL - Azienda Sanitaria Locale - e ASO - Azienda

Sanitaria Ospedaliera), che vengono affidate alla direzione "manageriale" di un Direttore Generale,nominato dalla Giunta Regionale. Il Direttore Generale sottoscrive un contratto quinquennale con

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l’amministrazione regionale con il quale si impegna a perseguire gli obbiettivi indicati dal Piano SanitarioRegionale e specificamente attribuiti alle singole Aziende Sanitarie.

Il Decreto Legislativo 502/92 prevede una diversa delimitazione del territorio delle Aziende Sanitarie Locali,che possono coprire quello corrispondente ad una Provincia. Le ASL debbono articolarsi in Distretti Sanitari,

realtà spesso coincidente con il territorio delle precedenti USL, dotata di autonomia organizzativa egestionale e sede dei processi di conoscenza della domanda sanitaria, dell’erogazione delle prestazioni diprimo livello, di partecipazione e di integrazione della domanda e delle prestazioni sanitarie con i bisogni ele offerte di servizi socioassistenziali ed educativi.

Tra le innovazioni introdotte dal Decreto Legislativo 502/92 è rilevante, rispetto alle problematicheaffrontate da questa Guida, quella relativa al superamento dell’istituto delle "convenzioni" con strutturesanitarie private e l’introduzione del sistema dell’ "accreditamento". 

Il Decreto prevede l’entrata in vigore dei nuovi rapporti con le strutture private basatesull'"accreditamento" delle strutture che erogano prestazioni specialistiche, sulla remunerazione di tali

prestazioni e sull’adozione del sistema di verifica e revisione della qualità delle attività svolte dai Centri edelle prestazioni erogate.

Nel nuovo sistema le ASL intratterranno con le strutture accreditate appositi rapporti fondati sullacorresponsione di una tariffa predeterminata, sulla definizione delle modalità di pagamento e sulleverifiche della qualità delle attività svolte e delle prestazioni erogate.

Con la stessa norma viene introdotta la facoltà di libera scelta da parte dell’assistito della struttura sanitaria(pubblica o privata) accreditata e del professionista erogante la prestazione.

Infine, l’art. 14 del Decreto legislativo 502/92 ("Diritti dei cittadini") introduce disposizioni finalizzate a

"garantire il costante adeguamento delle strutture e delle prestazioni sanitarie alle esigenze dei cittadiniutenti del SSN". A tale fine, si prevede:

a) definizione dei contenuti e delle modalità di utilizzo di "indicatori di qualità" delle prestazioni

sanitarie relativi alla personalizzazione ed umanizzazione dell’assistenza, le prestazioni alberghiere,

l’andamento delle attività di prevenzione;

b) realizzazione da parte delle Aziende sanitarie di un efficace sistema di informazione sulleprestazioni erogate, sulle modalità di accesso e sulle tariffe.

Inoltre entrambi i decreti prevedono:

-la formazione infermieristica avviene nell'Università con il concorso del servizio sanitario.

-Il Ministro della Sanità individua con proprio decreto la figura dell'infermiere. ( DM 739/94 )

-Il corso, di durata triennale, attiene alle norme europee (accordo di Strasburgo 1967 - recepito dall'ItaliaconLegge 795/1973).

- L'esame finale abilita all'esercizio professionale-

D.L. 229/99

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 1. L'articolo 1 del decreto legislativo 30 dicembre - 1992, n. 502, e successive modificazioni, e' sostituito dalseguente:"Art. 1 (Tutela del diritto alla salute, programmazione sanitaria e definizione dei livelli essenziali e uniformi di

assistenza)1.La tutela della salute come diritto fondamentale dell'individuo edinteresse della collettivita' e' garantita, nel rispetto della dignita'e della liberta' della persona umana, attraverso il Servizio sanitarionazionale, quale complesso delle funzioni e delle attivita'assistenziali dei Servizi sanitari regionali e delle altre funzioni eattivita' svolte dagli enti ed istituzioni di rilievo nazionale.

2. Il Servizio sanitario nazionale assicura, attraversorisorse pubbliche e in coerenza con i principi e gli obiettivi indicati

dagli articoli 1 e 2 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, i livelliessenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitarionazionale nel rispetto dei principi della dignita' della persona umana,del bisogno di salute, dell'equita' nell'accesso all'assistenza, dellaqualita' delle cure e della loro appropriatezza riguardo allespecifiche esigenze, nonche' dell'economicita' nell'impiego dellerisorse.

3. L'individuazione dei livelli essenziali e uniformi diassistenza assicurati dal Servizio sanitario nazionale, per il periododi validita' del Piano sanitario nazionale, e' effettuatacontestualmente all'individuazione delle risorse finanziarie destinateal Servizio sanitario nazionale, nel rispetto delle compatibilita'finanziarie definite per l'intero sistema di finanza pubblica nelDocumento di programmazione economico finanziaria. Le prestazionisanitarie comprese nei livelli essenziali di assistenza sono garantitedal Servizio sanitario nazionale a titolo gratuito o con partecipazionealla spesa, nelle forme e secondo le modalita' previste dallalegislazione vigente.

4. Le regioni, singolarmente o attraversostrumenti di autocoordinamento, elaborano proposte per lapredisposizione del Piano sanitario nazionale, con riferimento alleesigenze del livello territoriale considerato e alle funzioniinterregionali da assicurare prioritariamente, anche sulla base delleindicazioni del Piano vigente e dei livelli essenziali di assistenzaindividuati in esso o negli atti che ne costituiscono attuazione. Leregioni trasmettono al Ministro della sanita', entro il 31 marzo diogni anno, la relazione annuale sullo stato di attuazione del pianosanitario regionale, sui risultati di gestione e sulla spesa previstaper l'anno successivo.

D. l.509/99

Art. 3

Titoli e corsi di studio 

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1. Le università rilasciano i seguenti titoli di primo e di secondo livello:

a) laurea (L)

b) laurea specialistica (LS).

2. Le università rilasciano altresì il diploma di specializzazione (DS) e il dottorato di ricerca (DR).

3. La laurea, la laurea specialistica, il diploma di specializzazione e il dottorato di ricerca sono conseguiti altermine, rispettivamente, dei corsi di laurea, di laurea specialistica, di specializzazione e di dottorato diricerca istituiti dalle università.

4. Il corso di laurea ha l'obiettivo di assicurare allo studente un'adeguata padronanza di metodi e contenutiscientifici generali, nonché l'acquisizione di specifiche conoscenze professionali.

5. Il corso di laurea specialistica ha l'obiettivo di fornire allo studente una formazione di livello avanzato per

l'esercizio di attività di elevata qualificazione in ambiti specifici.

6. Il corso di specializzazione ha l'obiettivo di fornire allo studente conoscenze e abilità per funzionirichieste nell'esercizio di particolari attività professionali e può essere istituito esclusivamente inapplicazione di specifiche norme di legge o di direttive dell'Unione Europea.

7. I corsi di dottorato di ricerca e il conseguimento del relativo titolo sono disciplinati dall'articolo 4 dellalegge 3 luglio 1998, n. 210

9. Sulla base di apposite convenzioni, le università italiane possono rilasciare i titoli di cui al presentearticolo, anche congiuntamente con altri atenei italiani o stranieri.

Art. 4Classi di corsi di studio 

1.  I corsi di studio dello stesso livello, comunque denominati dagli atenei, aventi gli stessi obiettiviformativi qualificanti e le conseguenti attività formative indispensabili di cui all'articolo 10, comma1, sono raggruppati in classi di appartenenza, nel seguito denominate classi.

Art.5

Crediti formativi universitari 

1. Al credito formativo universitario, di seguito denominato credito, corrispondono 25 ore di lavoro

per studente; con decreto ministeriale si possono motivatamente determinare variazioni inaumento o in diminuzione delle predette ore per singole classi, entro il limite del 20 per cento.

2. La quantità media di lavoro di apprendimento svolto in un anno da uno studente impegnato atempo pieno negli studi universitari è convenzionalmente fissata in 60 crediti.

Art. 7

Conseguimento dei titoli di studio 

1. Per conseguire la laurea lo studente deve aver acquisito 180 crediti, comprensivi di quelli relativi allaconoscenza obbligatoria di una lingua dell'Unione Europea oltre l'italiano, fatte salve le norme speciali per

la tutela delle minoranze linguistiche. La conoscenza deve essere verificata, secondo modalità stabilite dairegolamenti didattici di ateneo, con riferimento ai livelli richiesti per ogni lingua.

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2. Per conseguire la laurea specialistica lo studente deve aver acquisito 300 crediti, ivi compresi quelli giàacquisiti dallo studente e riconosciuti validi per il relativo corso di laureaspecialistica.(300cfu=180+120;sarebbero 3 anni +2 anni)

3. I decreti ministeriali determinano il numero di crediti che lo studente deve aver acquisito per conseguire

il diploma di specializzazione. Tale numero deve essere compreso tra 300 e 360 crediti, ivi compresi quelligià acquisiti dallo studente e riconosciuti validi per il relativo corso di specializzazione. Sono fatte salve lediverse disposizioni previste da specifiche norme di legge o da direttive dell'Unione Europea.(almeno lalaurea)

4. dottorato di ricerca = laurea specialistica

Art.12

Regolamenti didattici dei corsi di studio

2. Il regolamento didattico di un corso di studio determina in particolare:

a) l'elenco degli insegnamenti, con l'indicazione dei settori scientifico-disciplinari di riferimento edell'eventuale articolazione in moduli, nonché delle altre attività formative;

b) gli obiettivi formativi specifici, i crediti e le eventuali propedeuticità di ogni insegnamento e di ogni altraattività formativa;

c) i curricula offerti agli studenti e le regole di presentazione, ove necessario, dei piani di studio individuali;

d) la tipologia delle forme didattiche, anche a distanza, degli esami e delle altre verifiche del profitto deglistudenti;

e) le disposizioni sugli eventuali obblighi di frequenza.

Decreto 2 Aprile 2001

Numerazioni e denominazione delle classi delle lauree

Il presente decreto definisce le classi dei corsi di laurea per:

-le professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche(obbiettivi sono di svolgere attivita’ dirette allaprevenzione,cura e salvaguardia della salute individuale e della collettivita’. 

-della riabilitazione(es:fisoterapista-svolgono interventi di prevenzione,cura e riabilitazione della aree dellamotricita’;praticano autonomamente attivita’ terapeutica per rieducare le funzioni delle disabilita’motorie).

-tecniche (si dividono in diagnostiche-assitente nelle diagnosi, e assistenziali-tecnico di radiologia)(esempio:tecnico audiometrista;svolge attivita’ di prevenzione ,valutazione e riabilitazione delle patologiedel sistma uditivo e vestibolare).

-della prevenzione (esempio ASL;svolgono attivita’ di prevenzione,verifica e controllo in materia di igiene esicurezza ambientale nei luoghi di vita e lavoro,igiene di alimenti,bevande ecc….). 

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 Art. 5

1. I crediti formativi universitari dei corsi di laurea di cui al presente decretocorrispondono a 25 ore di lavoro per studente.2. In deroga alle disposizioni di cui al comma 1, i crediti formativi universitari dei

corsi di laurea per la formazione delle figure professionali dell'infermiere,dell'infermiere pediatrico e dell'ostetrica/o, di cui alle direttive dell'UnioneEuropea citate in premessa, corrispondono a 30 ore di lavoro per studente.

Art.6

la prova finale dei corsi di laurea afferenti alle classi di cui alpresente decreto ha valore di esame di Stato abilitante all'esercizioprofessionale.2. La prova finale:a. consiste nella redazione di un elaborato e nella dimostrazione di abilitàpratiche;

b. e' organizzata in due sessioni in periodi definiti a livello nazionale, condecreto del Ministro dell'Università e della ricerca scientifica e tecnologicadi concerto con il Ministro della Sanità;c. la Commissione per la prova finale e' composta da non meno di 7 e nonpiù di 11 membri, nominati dal Rettore su proposta del Consiglio di corsodi laurea, e comprende almeno 2 membri designati dal Collegioprofessionale, ove esistente, ovvero dalle Associazioni professionaliindividuate con apposito decreto del Ministro della sanità sulla base dellarappresentatività a livello nazionale. Le date delle sedute sono comunicateai Ministeri dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica e dellasanità che possono inviare esperti, come loro rappresentanti, alle singolesessioni. In caso di mancata designazione dei predetti componenti, ilRettore esercita il potere sostitutivo. 

Professione=infermiere attributi fondamentali(f.c.p.r.o.):

1)formazione superiore e pensiero critico2)corpo di conoscenza3)pubblico interesse4)responsabilita’ professionale 5)organizzazione interna

1)F. superiore: laurea= master I livello

Laurea specialistica=master II livelloDottorato di ricerca

Importante e’ il lifelong learning(aggiornamento continuo) 

-pensiero critico: Pensare criticamente significa mettere a fuoco i vantaggi e gli svantaggi delle varie

alternative, abbandonare schemi di pensiero prefissati ed affrontare la realtà sotto nuovi punti di vista al

fine di personalizzare l’assistenza, modulare il linguaggio specifico di categoria alle capacità cognitive della

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persona, esprimere giudizi in base a criteri fondati sulle evidenze e pertanto obiettivi in quanto liberi da

condizionamenti sia dei propri sentimenti, valori ed interessi che da quelli altrui.

Chi utilizza il pensiero critico è consapevole del fatto che le proprie convinzioni potrebbero essere errate e

pertanto le analizza e le modifica alla luce di nuove conoscenze.

Total recall(ricordo globale)

Habits(abitudini)

Inquiry(indagini)

New ideas e creatività(nuove idee e creativita’) 

Knowing how you think(conoscere cosa pensi)

L’infermiere fonda il proprio operato su conoscenze validate e aggiorna saperi e competenze attraverso la

formazione permanente,la riflessione critica sull’esperienza e la ricerca.(Art.11 C.D.)

2)specifico corpo di conoscenze: 

sapere = teorie e modelli concettuali

saper fare = strumenti

saper essere = norme

3)pubblico interesse:persone che esercitano un servizio di pubblica necessita’e incaricate di pubblico

servizio.

Funzioni: prevenzione delle malattie,assistenza dei malati e dei disabili di tutte le eta’,educazione

sanitaria,tutela della salute del singolo e della collettivita’. 

4) Responsabilita’professionale = autonomia 

L’infermiere e’ responsabile dell’ assistenza generale infermieristicaSecondo il codice deontologico l’infermiere e’ responsabile 5 volte: -penalmente(giurisdizionale)-etica-civile(collegi)-disciplinare(ente)

5)  Organizzazione internaCollegi I.PA.S.V.I. = diventano ordini(legge 43/2006)

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Federazione I.P.A.S.V.I. = diventano ordini(legge 43/2006)Sono associazioni professionali con governative, e ora si puo’ parlare di professioneinfermieristica.

LEGGE 26 febbraio 1999, n. 42

“Disposizioni in materia di professioni sanitarie” Con la L. 42/’99 si segna un passaggio importantissimo per la professione infermieristicadeterminando la fine di un’epoca: la storica misura dell’abrogazione del D.P.R. n.225/’74. 

Il D.P.R 225/74, cosiddetto “mansionario”, simbolo della cultura prescrittiva, relegava gli infermierinel recinto del “mestiere”. Per l’assistenza infermieristica si apre finalmente, a tutti gli effetti, la stagione del pienoriconoscimento della sua dignità di professione.

L’art. 1 

sostituisce la denominazione di “professione sanitaria ausiliaria” (R.D. n.1265/’34) in “professionesanitaria”. 

abroga il D.P.R 225/74 e determina il CAMPO PROPRIO di ATTIVITA’ e di RESPONSABILITA’ dellaprofessione dai contenuti:  del Profilo professionale,  dell’Ordinamento didattico del corso di laurea e di formazione post-base,  del Codice deontologico.

Questa legge delinea quali sono le nuove norme regolanti l’esercizio professionale di infermiere,cioè il campo di competenza e di responsabilità dell’infermiere quando opera, che attualmentecorrispondono a:

Il Profilo professionale (D.M. 739/1994);

L’Ordinamento didattico (D.M. 2 aprile 2001);

IL Codice deontologico (febbraio 1999).

LEGGE 43/2006

Rende possibile la trasformazione del Collegio professionale in Ordine professionale.Classifica il personale appartenente alle professioni sanitarie come segue:

-Professionisti in possesso del diploma di laurea

-Professionisti coordinatori in possesso di master di 1° livello in management

-Professionisti specialisti in possesso di master di 1° livello in clinica

-Professionisti dirigenti in possesso della laurea specialistica con esercizio dell’attività per almenocinque anni.

Inoltre riguardante la carriera post laurea distinguiamo:

-orrizzontale(master) = ruoli specialistici(5 aree e piu’) e/o coordinamento; 

-verticale(laurea specialistica(L.S.) ; dottorato di ricerca) =ruoli gestionali e/o formativi

L.S.= organizzazione,clinica,formazione,ricerca.

IL PROFILO PROFESSIONALE DELL’INFERMIERE

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Decreto ministeriale 14 settembre 1994, n. 739Art.1primo comma

E’ individuata la figura dell’infermiere con il seguente profilo: 

l’INFERMIERE è l’operatore sanitario che, in possesso del DIPLOMA ABILITANTE e dell’ISCRIZIONEall’ALBO PROFESSIONALE, è RESPONSABILE dell’ASSISTENZA INFERMIERISTICA. 

secondo commaL’assistenza infermieristica preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa è di natura tecnica,relazionale, educativa. Le principali funzioni sono la prevenzione delle malattie, l’assistenza aimalati e dei disabili di tutte le età e l’educazione sanitaria 

terzo comma

L’infermiere: 

a) 

Partecipa all’identificazione dei bisogni di salute della persona e della collettività; b)  Identifica i bisogni di assistenza infermieristica della persona e della collettività e formula i relativiobiettivi;

c)  Pianifica, gestisce e valuta l’intervento assistenziale infermieristico; d)  Garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico-terapeutiche;e)  Agisce sia individualmente sia in collaborazione con gli altri operatori sanitarie e sociali;f)  Per l’espletamento delle funzioni si avvale, ove necessario, dell’opera del personale di supporto; g)  Svolge la sua attività professionale in strutture sanitarie pubbliche o private, nel territorio e

nell’assistenza domiciliare, in regime di dipendenza o libero-professionale.

quarto comma

L’infermiere contribuisce alla formazione del personale di supporto e concorre direttamenteall’aggiornamento relativo al proprio profilo professionale e alla ricerca. 

quinto comma

La formazione infermieristica post-base per la pratica specialistica è intesa a fornire agli infermieridi assistenza generale delle conoscenze cliniche avanzate e della capacità che permettono loro difornire specifiche prestazioni infermieristiche nelle seguenti aree:

a)  Sanità pubblica: infermiere di sanità pubblica;b)  Pediatria: infermiere pediatrico;c)  Salute mentale-psichiatria: infermiere psichiatrico;d)  Geriatria: infermiere geriatrico;e)  Area critica: infermiere di area critica.

IL CODICE DEONTOLOGICO dell’INFERMIERE 

La deontologia consiste in una serie di regole di autodisciplina e di comportamento che valgono peri membri di una determinata professione, su deliberazione di quest’ultima. Sono dunque gli stessi professionisti a darsi le regole del proprio agire professionale.Le enunciazione del Codice acquisiscono valore di norme vincolanti per ogni appartenente allacomunità professionale specifica, la loro inosservanza è punibile con sanzioni da parte dell’Ordineprofessionale.La deontologia è espressione dell’etica professionale in quanto traduce in norme le istanze morali,specialmente in relazione ai destinatari delle prestazioni e dell’attività professionale. 

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Premessa

-1.3. La responsabilità dell’infermiere consiste nel curare e prendersi cura della persona, nelrispetto della vita, della libertà e della dignità dell’individuo.

2. Principi etici della professione 

2.3. L’infermiere riconosce che tutte le persone hanno diritto ad uguale considerazione e le assisteindipendentemente dall’età, dalla condizione sociale ed economica, dalle cause di malattia.

2.4. L’infermiere agisce tenendo conto dei valori religiosi, ideologici ed etici, nonché della cultura,etnia e sesso dell’individuo. 

2.6. Nell’agire professionale l’infermiere si impegna a non nuocere, orienta la sua azioneall’autonomia e al bene dell’assistito, di cui attiva le risorse anche quando questi si trovi incondizioni di disabilità o svantaggio.

Norme generali

3.1. L’infermiere aggiorna le proprie conoscenze attraverso la formazione permanente, lariflessione critica sull’esperienza e la ricerca, al fine di migliorare la sua competenza. L’infermiere fonda il proprio operato su conoscenze valide e aggiornate così da garantire allapersona cure e l’assistenza più efficaci. 

3.3. L’infermiere riconosce i limiti delle proprie conoscenze e competenze e declina laresponsabilità quando ritenga di non poter agire con sicurezza.

3.4. L’infermiere, in situazioni di emergenza, è tenuto a prestare soccorso e ad attivarsitempestivamente per garantire l’assistenza necessaria. In caso di calamità, si mette a disposizionedell’autorità competente. 

4. Rapporti con la persona assistita

4.3. L’infermiere, rispettando le indicazioni espresse dall’assistito, ne facilita i rapporti con lacomunità e le persone per lui significative, che coinvolge nel piano di cura.

4.5. L’infermiere, nell’aiutare e sostenere la persona nelle scelte terapeutiche, garantisce leinformazioni relative al piano di assistenza ed adegua il livello di comunicazione alla capacità delpaziente di comprendere……….. 

4.6. L’infermiere assicura e tutela la riservatezza delle informazioni relative alla persona…… 

4.8. L’infermiere rispetta il segreto professionale non solo per obbligo giuridico, ma per intimaconvinzione e come risposta concreta alla fiducia che l’assistito ripone in lui. 

4.16. L’infermiere sostiene i familiari dell’assistito, in particolare nel momento della perdita e nellaelaborazione del lutto.

5. Rapporti professionali 

5.2. L’infermiere tutela la dignità propria e dei colleghi, attraverso comportamenti ispirati alrispetto e alla solidarietà. Si adopera affinchè la diversità di opinione non ostacoli il progetto dicura.

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 5.3. L’infermiere ha il dovere di autovalutarsi, e di sottoporre il proprio operato a verifica, anche aifini dello sviluppo professionale.

6. Rapporti con le istituzioni 

6.4. L’infermiere riferisce a persona competente e all’autorità professionale qualsiasi circostanzache possa pregiudicare l’assistenza infermieristica o la qualità delle cure, con particolare riguardoagli effetti sulla persona.

6.5. L’infermiere ha il diritto e il dovere di segnalare al Collegio le situazioni in cui sussistonocircostanze o persistono condizioni che limitano la qualità delle cure o il decoro dell’esercizioprofessionale.

Come si scrivono le

diagnosi infermieristiche?

Le enunciazioni diagnostiche sono costituite da una, due o tre parti:

una parte (diagnosi a sindrome o di benessere): titolo diagnostico(es:potenzialemiglioramento del rapporto genitoriale)

due parti (diagnosi possibili o di rischio): titolo diagnostico + fattori che contribuiscono amodificare lo stato di salute(es:rischio di aspirazione correlato a ridotto livello diconoscenza del pz).

tre parti (diagnosi reali): titolo diagnostico + fattori contribuenti + segni e

sintomi(es:incontinenza da sforzo,correlata a rilassamento dei muscoli pelvici)

Valutazione negativa : cosa può essere successo ?

Raccolta Dati : i dati non sono stati raccolti in modo corretto o sono incompleti.

Diagnosi Infermieristica : il problema non è stato identificato in modo corretto, o non abbiamo definito

esattamente la causa o le cause del problema stesso.Oppure è subentrato un ulteriore problema non

previsto.

Obiettivo : l’obiettivo prefissato non è corretto, o non è realistico, o non è stato accettato dalla

persona.

Pianificazione interventi : non abbiamo ipotizzato tutti gli interventi necessari, o gli interventi scelti

non erano quelli corretti, o non abbiamo stabilito un corretto ordine prioritario.Attuazione degli interventi : abbiamo svolto gli interventi in modo non corretto

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Valutazione : ci siamo veramente chiesti se abbiamo raggiunto l’obiettivo prefissato ? 

9) lezione Strumenti operativi del nursing:procedure,protocolli,cartella infermieristica

Procedure

Per ‘procedura’ possiamo intendere la formalizzazione di una sequenza di comportamenti, anche

 piccoli, allo scopo di standardizzare un’attività infermieristica. Sono perciò esempi di ‘oggetti diprocedura’: il posizionamento di un catetere vescicale a permanenza nel maschio adulto, lamedicazione di una lesione da pressione di secondo grado in zona sacrale, l’igiene dei capelli inuna persona sottoposta a chemioterapia, ma anche, il colloquio infermieristico al momento dellapresa in carico dell’assistito, la distribuzione dei pasti in un’unità operativa, la documentazionescritta dell’assistenza infermieristica erogata da consegnare all’assistito alla dimissione. Questi ultimi esempi ci permettono di classificare alcune tra le principali tipologie di procedure:

1)procedure dirette alla standardizzazione della pratica infermieristica, sia rivolta ad un individuoo ad un gruppo (es.: igiene dell’enterostomia); 

2)procedure dirette alla standardizzazione dei metodi e degli strumenti per la praticainfermieristica (es.: passaggio delle informazioni al cambio del turno);

3)procedure dirette alla standardizzazione dell’organizzazione delle attività infermieristiche etecnico-alberghiere (es.: acquisizione e distribuzione dei pasti).

il percorso di costruzione, applicazione e verifica continua delle procedure è complesso,richiede un investimento di risorse (tempo, materiali, energie intellettuali, accordo traprofessionisti ecc.) e non può essere destinato ad ‘oggetti’ non percepiti come prioritari omagari ‘imposti’ da altre figure professionali o dalle direzioni. Attualmente la letteratura sulle teorie manageriali fornisce numerose tecniche per ‘scovare’l’attività su cui è necessario, o più utile, o più conveniente orientarsi. Ad esempio, il cosiddetto‘incidente critico’, che può essere utilizzato in qualsiasi ambito o specialità: tutti gli operatori siimpegnano a monitorare, per un certo periodo di tempo, l’attività di reparto allo scopo diregistrare (meglio per scritto) eventuali errori, lamentele ecc. Insomma, si cerca di individuare ilproblema più grave o più frequente di una realtà. Questa tecnica è facilmente applicabileanche se ha dei limiti.Il problema individuato diviene il punto di partenza per la costruzione delle procedure: ilpassaggio successivo consiste nel cercare di standardizzare tutte le attività che, variamente,incidono sul manifestarsi di quel determinato problema.

Possiamo solamente indicare quali caratteristiche deve possedere una procedura scritta:

1)deve essere costruita dagli infermieri dell’unità operativa; se occorre, sentito il parere di altreprofessionalità che potrebbero essere interessate a quella attività; non credo sia necessariosottolineare che una procedura clinica debba essere scritta da clinici (e non da coordinatori,dirigenti, docenti o altro…); 

2)deve essere condivisa da tutti gli utilizzatori : non serve formalizzare una procedura se poi èrispettata solo da alcuni; a questo proposito, la migliore garanzia della massima condivisione è datadalla costruzione collegiale della procedura;

3)deve contenere l’essenziale sul quale si ritiene debba esserci accordo tra gli utilizzatori nellasequenza dei comportamenti che la procedura impone: quanto una procedura sia scritta in forma

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estesa o particolareggiata dipende solo da questo, cioè dal livello di specificazione che gli infermieriritengono necessario per dichiarare ‘standard’ ed omogenea un’attività effettuata da più persone; 

Una procedura non nasce dal nulla e soprattutto non la si inventa in reparto o con il solo buon

senso.Una nuova concezione dell’assistenza infermieristica oggi si afferma: è l’Evidence Based Nursing,l’assistenza infermieristica basata su evidenze scientifiche, cioè provata nell’efficacia da studiepidemiologici e clinici e da ricerche controllate. Essa parte da una concezione ‘partecipata’ diogni sapere scientifico: qualcuno, qualche infermiere, da qualche parte del mondo, si è giàcimentato nel risolvere il problema che mi sta di fronte (e magari propone la sperimentazione diuna certa procedura…). L’assistenza infermieristica è una scienza, non una tabula rasa e l’attivitàprofessionale si fonda su un complesso di conoscenze e risultati già acquisiti e comprovati dacolleghi.Per questa ragione, la competenza più raffinata (e più importante) nella costruzione di procedureè, attualmente, quella legata all’accesso alla conoscenza infermieristica che già c’è, tanto più che

oggi non viaggia solo su carta… 

Protocolloil protocollo rappresenta il corso d’azione infermieristica codificato da preferire nell’erogazione

di una data prestazione, in una data situazione. Questa definizione non aiuta granché, perché èmolto generica. Aggiungiamo allora che il protocollo può essere considerato tale solo quando,nelle sue diverse componenti, è in grado di dettagliare:

1) la situazione clinica del paziente per la quale il protocollo deve o può essere attivato (adesempio, la preparazione ad un determinato intervento chirurgico);

2) il problema (o i problemi) di pertinenza infermieristica che il protocollo si propone diaffrontare e gestire e/o, ancora, i risultati che si intendono raggiungere (ad esempio, nel casodell’intervento chirurgico, il ‘bisogno di sicurezza’, il ‘rischio di infezione chirurgica’, la‘prevenzione delle infezioni chirurgiche’, la ‘riduzione della carica batterica cutanea’, ecc.); idiversi esempi sono necessari in ragione del fatto che, nella nostra attuale realtà professionale,vengono adottati differenti teorie, modelli concettuali e forme di linguaggio tecnico-scientifico.Ciò che importa, in questo caso, è che il protocollo espliciti quale problema intenda risolvere e/o

quali risultati perseguire. Problemi e/o risultati, beninteso, assunti autonomamente eresponsabilmente come elementi significativi nella prospettiva di uno ‘specifico infermieristico’,anche quando il protocollo è di tipo multidisciplinare;

3) le azioni (che in letteratura troviamo denominate anche atti, interventi, comportamenti,tecniche ecc.) e le procedure da attivare (per l’esempio che stiamo facendo, sarà compresal’azione ‘tricotomia’; in questo caso, la procedura dovrà indicare la sequenza fondamentale pereseguire la tricotomia, sulla base delle evidenze disponibili (come identificare la sede, se usare omeno una certa crema depilatoria, ecc.);

In sintesi, la procedura è solo quella parte del protocollo, che – come si è detto – serve adettagliare le modalità con cui si realizza una determinata azione infermieristica. Il protocollo,invece, non si limita a questo, ma considera formalmente ‘problemi’ e ‘soluzioni’ (perché lo siapplica, per quali risultati). In tal modo, rappresenta uno strumento metodologico molto piùpotente, anche ai fini della valutazione dell’efficacia delle prestazioni infermieristiche e dellastessa ricerca clinica.

All’interno di esso troviamo: 

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-obbiettivi-risorse-procedure assistenziali-motivazioni scientifiche-standard di risultato

-indicatori di verifica

Caratteristiche:

-comprensibilita’ -elasticita’ -chiarezza-evidenza

Tipologia:

-mono professionale-Multi professionale(firma di ciascun responsabile)

TABELLA COMPARATIVA TRA

PROCESSO DI ASSISTENZA INFERMIERISTICA, PROTOCOLLO E PROCEDURA

PROCESSO DI

ASSISTENZA

INFERMIERISTICA

PROTOCOLLO PROCEDURA

comprende il processodiagnostico e la

pianificazione, riferitialla totalità dei bisogni 

di assistenza

infermieristica di una opiù persone assistite.

descrive i risultati attesie l’insieme di azioni e

procedure da attivareper la risposta ad uno o

 più bisogni di assistenza

infermieristica relativi ad 

una situazione clinica

 preventivamente nota.

descrive la modalità per 

l’esecuzione di un’azione

infermieristica.

è un metodo infermieristico.

è uno strumento; puòanche essere

 pluridisciplinare.

è uno strumento infermieristico.

consente di valutarel’efficacia dell’assistenza

infermieristica nella suaglobalità. 

consente di valutarel’efficacia di una o più

 prestazioni infermieristiche. 

consente di valutarel’efficacia e l’efficienza 

dei singole azioni infermieristiche. 

è elaborato in progress

ed è documentato nellacartella infermieristica.

è elaborato da ungruppo appositamenteincaricato ed èarchiviato nell’unità

operativa; è consultabilepresso la direzioneinfermieristica.

è elaborata dal gruppoprofessionale ed èarchiviata nell’unità

operativa; è consultabilepresso la direzioneinfermieristica.

Cartella infermieristica

E' lo strumento per rendere visibile, osservabile, misurabile ed evidente il processo di assistenzainfermieristica e l'applicazione del contenuto specifico del profilo professionale dell'infermiereCon tale strumento operativo l’infermiere :

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•  identifica la concettualità specifica del nursing per valutare il bisogno diassistenza;

•   formula la diagnosi di bisogno secondo modelli e standards metodologicitrasferibili;

•  verifica il fabbisogno di informazioni per la valutazione del bisogno

assistenziale;•   progetta la cartella infermieristica.•  L'evoluzione dell'assistenza, l'affermazione di una maggiore centralità della persona nel percorso di

cura, l'affermazione del nursing come disciplina autonoma fa sì che sempre più l'infermiere siaconsapevole del ragionamento diagnostico che lo porta ad identificare i problemi della persona, adipotizzare un percorso di risoluzione per il bisogno assistenziale e della gestione dell’assistenza delpaziente.La cartella infermieristica è Atto pubblico in senso lato (la sua adozione è riconosciuta nel D.P.R.384 del 1990) perché redatto da un incaricato di pubblico servizio nell'esercizio delle sue funzioniPer quanto concerne la regolare compilazione, il segreto e la conservazione sono applicabili lenormative dedicate alla cartella clinica.

Requisiti cartella

Infermieristica 

Accuratezza,chiarezza,veridicita’,completezza,pertinenza,rintracciabilita’  

La cartella infermieristica o dossier assistenziale è, quindi, uno strumento documentale “formale”, flessibile , adattabile, suscettibile di continuo aggiornamento in grado di evidenziare laprofessionalità di ogni operatore sanitario nell’espletamento della sua attività ed il correttocomportamento documentabile in qualsiasi momento.

In sede di progettazione strutturale e di redazione, si consiglia di rispettare i seguenti punti:

  Scegliere un modello teorico di riferimento. Irrinunciabile, ai fini di una formulazione corretta deicontenuti, la scelta di una fra le tante teorie dell'assistenza infermieristica (o nursing). Si possonoconsiderare, ad esempio, la semplicità dell'italiano “Modello delle prestazioni infermieristiche” diMarisa Cantarelli , oppure la completezza dei “Modelli funzionali della salute” di Marjory Gordon. 

  Prediligere i dati rilevanti. Limitare le informazioni della “raccolta dati” o delle schede dimonitoraggio a quelle che veramente possono influire sul processo assistenziale. Le voci “Hobbypreferiti” o “Religione”, benché sicuramente utili per una comprensione olistica dell'utente,difficilmente potranno avere riscontro sulle attività infermieristiche. Così pure uno “Stato emotivo”accertato al momento del ricovero: difficile incontrare qualcuno “Tranquillo”. 

  Evitare ripetizioni o complicazioni inutili. Oltre a cognome e nome dell'utente/cliente/paziente eun eventuale numero di identificazione (o data di nascita), è bene non moltiplicare sulle varieschede la richiesta di compilazioni che sono evidenti doppioni o che potrebbero essere effettuate inmodo più semplice. La semplicità è un pre-requisito per l'affidabilità. Una struttura semplice èsempre preferibile, perché migliora: accessibilità, leggibilità, congruenza, stabilità, funzionalità.

  Non superare la singola pagina/schermata. Vale soprattutto per le schede aggiuntive, ma ancheper l'anagrafica o l'anamnesi. Avere tutto il contenuto di una scheda a portata di sguardo su un solofoglio o sullo schermo, senza dover scartabellare altre pagine o cliccare a destra e a manca con ilmouse, è un incentivo al sorriso.

  Impostare la pagina con sintesi e armonia. Nella realizzazione dei supporti, siano essi applicativisoftware o pagine stampate, è fondamentale una strutturazione armonica, ordinata e il piùpossibile condensata. Ogni singola pagina deve dare l'impressione all'osservatore di avere “tuttosotto controllo” con un solo sguardo. L'ideale sarebbe rivolgersi a dei grafici professionisti.

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La versione informatica della cartella può raggiungere livelli di eccellenza se riesce ad integrare i modulisopra descritti all'interno di un applicativo che la trasformi in uno strumento assai più completo edarticolato. L'interfaccia del software può mettere a disposizione dell'operatore molte altre risorse. Benché

non indispensabili ad una cartella infermieristica, potrebbe consentire di allegare fotografie sul decorso diuna lesione, di collegarsi al laboratorio analisi per controllare le risposte degli esami ematici, di utilizzaredecine di scale e indici di valutazione informatizzati. Può trasformarsi in una vera e propria “scrivaniadigitale”, ricordandoci anche le eventuali scadenze per la sostituzione di cateteri vescicali, o permettendocidi stampare dei vademecum per l'utente con “norme di comportamento” o “diete” da seguire,personalizzate con i suoi dati. Gli strumenti hardware per fare questo sono già presenti in pressoché tuttele realtà sanitarie. Laddove non sia già presente nella documentazione della cartella clinica, sarà necessarioprevedere anche una modulistica di “Dichiarazione per la privacy” e di “Dichiarazione di consenso altrattamento sanitario”, formulata sia a tutela dell'utenza che degli operatori. 

Regole di compilazione [modifica] 

  Non usare mai la matita o il correttore liquido per modificare gli scritti. Non correggere farmaci edosaggi “ripassando” con la penna, ed evitare di correggere in maniera troppo coprente, conpennarelli o altro. Errare è umano, mascherare un errore è criminale. Basta tirare una o due lineesopra la parte da eliminare, in modo che l'errore sia ancora leggibile. Vale anche per la terapia incorso. Se la modifiche sono minime, si tiri una linea sopra la precedente, in modo che risulticomunque leggibile a posteriori, e poi si scriva la nuova prescrizione negli spazi sottostanti.

  Registrare i dati in modo chiaro, leggibile, che non dia adito a dubbi, evitando calligrafie in stile“impegnativa del medico”. 

  Ogni foglio, specie se parte di un multiplo, deve recare cognome e nome dell'utente e numeroprogressivo, in modo da ritornare velocemente in sede anche dopo il passaggio di operatori

“disordinati”.   Ogni operatore deve compilare la cartella infermieristica per sé e mai per conto di altri,

assumendosi la responsabiltà delle proprie registrazioni.  I problemi identificati vanno descritti sul Diario infermieristico tempestivamente, con precisione ed

essenzialità, evitando di tralasciare informazioni utili, annotando con accuratezza sintomi esensazioni dell'utente, azioni intraprese ed eventuale risultato.

  Per agevolare la consultazione successiva, se il diario viene aggiornato più volte durante lo stessoturno, la data va segnata solo sulla prima nota, mentre l'ora va aggiornata su tutte le notesuccessive.

  Sensazioni e sintomi non vanno interpretati, ma trascritti fra “virgolette”, per indicare che sono leparole riferite dall'utente. Non vanno mai confuse con le osservazioni dell'infermiere. 

 Il comportamento inatteso di un utente, come il rifiuto di assumere un farmaco o di effettuare unesame diagnostico, va annotato sul Diario infermieristico, evidenziandone le motivazioni.

  Abbreviazioni e simboli si utilizzano solo se sono noti a tutti i membri dell'equipe. Nei luoghi in cuise ne faccia ampio uso, prevedere una legenda consultabile a parte. Evitare di “coniare”abbreviazioni e acronimi di fantasia: le annotazioni devono risultare comprensibili a tutti glioperatori.

  Usare una terminologia tecnica, corretta e verificata. Non fare mai dell'ironia sul diario: mantenereun adeguato distacco professionale, anche descrivendo eventi che possono stimolare l'ilarità.

10) lezione Qualita’ nell’assistenza infermieristica:standard,indicatori e criteri di valutazione 

La qualita’ dell’assistenza infermieristica consiste nella capacita’ di migliorare lo stato di salute e disoddisfazione dela persona,nei limiti concessi dalle tecnologie,dalle risorse e dalle caratteristichedell’utenza. 

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In se la qualita’ sarebbe l’insieme delle proprieta’ e delle caratteristiche di un’entita’ checonferiscono ad essa la capacita’ di soddisfare esigenze esplicite ed implicite. Le esigenze implicite sono tutte condizioni legate alla corretta esecuzione delle attivita’professionali sanitarie i cui esiti riflettono sulla salute del paziente.Le esigenze esplicite sono quelle condizioni organizzative e relazionali del modo di erogare le

prestazioni che l’utente richiede di poter pretendere dalla struttura sanitaria. 

Per migliorare la qualita’e’ necessario definire i componenti della qualita’ che si vogliono utilizzare: -indicatori-standard-criteri di valutazione

IndicatoreL’indicatore e’ una variabile che ci consente di descrivere un fenomeno complesso. permette dimisurare e rilevare i processi assistenziali nel loro insieme di azioni e risultati,al fine di promuovereiniziative di valutazione e cambiamento.

L’indicatore deve essere scelto dopo un’accurata scelta di indicatori utilizzati in esperienze simili. Il contributo degli infermieri e’ fondamentale per raggiungere la qualita’ dell’assistenza sanitariapoiche’ sono gli unici professionisti vicini al paziente durante le 24 h,ed e’ per questo che e’ ancheloro compito individuare gli indicatori che consentano di valutare quanto e come il proprio lavororisponda ai bisogni del paziente(es.accoglienza del paziente all’interno della struttura,infezioni dacateterismo vescicale).nell’ambito degli indicatori ve ne sono alcuni molto sensibili e sono quelli che misurano: 

-l’incidente critico(evento non grave per la salute del pz che si e’ verificato ma che sarebbe potutoessere evitato).

-evento sentinella(evento piu’ grave in quanto il verificarsi di un solo caso determini un problemaassistenziale(es:morte durante un intervento chirurgico semplice);ognuno di questi eventi vastudiato,isolato,e ricercarne le cause per prenderne alcuni provvedimenti.

StandardLo standard presenta molti significati. E’ definito come la frequenza auspicabile a livello ideale chedeve essere raggiunta da una variabile;il livello e’ stabilito dai responsabili riconosciuti dallaprofessione infermieristica.A volte esso e’ detto anche requisito(es di standard:caso di infusione di farmaci da CVC;l’indicatoree’ l’asepsi,lo standard e’ l’asepsi garantita al 90%(grazie alla professionalita’ dell’infermiere). 

CriterioIl criterio e’ la variabile rilevabile in modo riproducibile ed accurato che permette di giudicare laqualita’ di una prestazione o di un trattamento. Questa definizione si riferisce a criteri espliciti,si parla di criteri impliciti per indicare i riferimenticulturali e di esperienza personale che un esperto utilizza nel valutare la qualita’ di un trattamento. Secondo molti esperti il criterio deve possedere caratteristiche riassumibili con l’acronimoCROMO,ovvero il criterio deve essere:-comprensibile-ragionevole-osservabile-misurabile-ottenibile

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Un esempio puo’ essere la prevenzione dalle piaghe da decubito.gli indicatori sono procedure chedefiniscono i rischi da lesioni da decubito;lo standard che ci aspetteremmo di riscontrare e’ il 100%dei pazienti a rischio privi di lesioni da decubito.

I criteri consistono in:

-visione dei protocolli per la prevenzione di tali lesioni-utilizzo di materassi antidecubito-individuazione di soggetti a rischio-informarzione ai pazienti del rischio da allettamento prolungato

Processo di nursing

Le origini del processo di nursing:

vi sono diverse teorie ma quella piu’ completa e’ quella dell’ANA(american nurses association) 

-1)accertamento

-2)diagnosi

-3)identificazione obbiettivi

-4)pianificazione

-5)attuazione

-6)valutazione

I fondamenti teorici:

-1)teoria dei sistemi

-2)problem solving

-3)dicision making

1)teoria dei sistemi(von bertalanfi: sistema aperto e dinamico,intero(l’intero piu’ della somma delle sueparti).

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Input(accertamento)-processo(diagnosi,identificazione obbiettivi,pianificazione,attuazione)-

output(valutazione)

n.b.(output = interventi; out come = risultato ottenuto in termini di miglioramento)

2)metodo del probelm solving: Il problem solving e’ il metodo scientifico che richiede la definizione del

problema

la raccolta dati

la formulazione di un ipotesi

che si testino le ipotesi

che si formulino conclusioni valutando le ipotesi iniziali.

Nursing:sarebbe accertamento,diagnosi,identificazione,conclusioni)

E’ un metodo comune a tutte le discipline scientifiche, alla base della nostra preparazione e che accomuna

tutti gli Ip formati dagli anni 80 ad oggi.

Oggi lo strumento e’ stato tradotto per la nostra professione in processo assistenziale, le cui origine

scientifiche non sono oltremodo contestabili.

3)processo di decision making:

-esso identifica il problema

-determina delle alternative ad esso

-scelta dell’alternativa e conclusione 

Nursing:mancano rispetto alle altre 2 solo le valutazioni).

Processo

1)ACCERTAMENTO: RACCOLTA SISTEMATICA DI DATI OGGETTIVI E SOGGETTIVI

CONSENTE DI RACCOGLIERE INFORMAZIONI, PER INDIVIDUARE I PROBLEMI DELLE PERSONE E LE

RELATIVE MOTIVAZIONI CHE VI SONO ALLA BASE:

-RACCOLTA DATI 

-ANALISI DATI

RACCOLTA DATI

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Il DATO è un fatto registrato senza nessun tentativo di metterlo in relazione ad una causa. Nel

processo di nursing la raccolta dati serve per identificare i bisogni assistenziali della persona. La

raccolta dati è un processo continuo.

Come punto di partenza si usano dei dati di base che richiedono un costante aggiornamento.

I dati non comprendono interpretazioni o giudizi.

I dati possono essere : 1) OGGETTIVI

2)SOGGETTIVI

2)DATI SOGGETTIVI

Sono informazioni fornite dalla persona o dai famigliari. 

Riguardano : -abitudini di vita

-problemi passati

-problemi presenti

-ambiente di vita

-conoscenze specifiche

1)DATI OGGETTIVI

Sono dati che si rilevano attraverso i sensi o attraverso strumenti di rilevazione.

Sono dati inconfutabili : chiunque li rilevi ne avrà quella e quella sola percezione.

Come raccogliere i dati ?

-OSSERVAZIONE

-NTERVISTA

-ESAME OBIETTIVO 

OSSERVAZIONE

L’osservazione è una attività complessa che si deve apprendere 

-Occorre sapere cosa osservare

-Occorre sapere come osservare

-Occorre selezionare ciò che si è osservato

INTERVISTA

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È una forma di comunicazione strutturata, e deve essere programmata

Per definire le domande è necessario chiedersi : a cosa servono le informazioni che vogliamo raccogliere ?  

ESAME OBIETTIVO

L’infermiere usa capacità percettive e di giudizio per rilevare eventuali limitazioni e/o anomalie

fisiche della persona

L’infermiere usa tecniche e strumenti per rilevare dati 

Raccogliere i dati

Carta = interpretazioni grafiche,archiviazione,correlazione degli errori.

Computer = barriera alla comunicazione,salvataggio continuo,stampa.

Validare i dati

-confronto con la normalita’ del paziente(es:P.A. 120/80 norm 

P.A. 120 a 140 Borderline)

-controllo della coerenza delle informazioni(segni = sintomi)

-chiarimento dei dati o dubbi con familiari o col pz stesso.

Organizzare i dati

-dei sistemi corporei e “testa piedi” = entrambi di pertinenza medica(diagnosi medica)

-fisiologico di gordon = infermieri(diagnosi infermieristica)

2) DIAGNOSI INFERMIERISTICA

Nella diagnosi infermieristica sono riportati i problemi reali o potenziali della persona insieme alla

causa o le cause che li hanno determinati. Il problema reale è un problema presente, già in atto

Il problema potenziale è un problema che non sussiste ma che potrebbe insorgere se non si

mettono in atto misure preventive

La diagnosi infermieristica è espressione dello stato dell’utente, poiché identifica capacità e punti di

forza, così come disturbi e debolezze.

È la dichiarazione di un problema del paziente dedotta in base ai dati raccolti.

È la rilevazione di un problema reale o potenziale che richiede l’intervento infermieristico per

essere risolto totalmente o parzialmente

Deve essere formulata con un linguaggio semplice e condiviso dai diversi professionisti che

lavorano insieme nell’equipe assistenziale 

Differenza tra diagnosi medica ed infermieristica:

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  Diagnosi medica : riguarda la patologia

  Diagnosi infermieristica : riguarda i problemi della persona

  Diagnosi medica : dalle alterazioni strutturali e funzionali della persona, dai segni e i sintomi della

malattia

  Diagnosi infermieristica : dalla capacità della persona di gestire le proprie attività e soddisfare i

propri bisogni

La diagnosi infermieristica NON è :

-Una diagnosi medica

-Un’azione infermieristica 

-Una prescrizione medica

-Un trattamento terapeutico

Problema collaborativo

Descrive le complicanze potenziali o reali, che possono derivare da uno stato patologico o da un

trattamento o da uno studio diagnostico, in cui gli infermieri intervengono in collaborazione con

altre professioni.

soffermiamoci un momento su di un aspetto peculiare dell’azione infermieristica. L’infermierepianifica interventi che discendono sia da problemi da lui identificati autonomamente (diagnosi i )

sia da situazioni in cui la persona e’ coinvolta come trattamenti, metodiche diagnostiche che il

medico prescrive (problemi collaborativi)

Ogni qualvolta la persona e’ coinvolta in prescrizioni mediche si creano situazioni in cui la sua

sicurezza deve essere presidiata sia rispetto alla corretta applicazione del percorso diagnostico-

terapeutico sia in relazione alle potenziali complicanze che possono insorgere

Potenziali complicanze che possono insorgere per

Un aggravamento del quadro clinico

Le complicanze insite nelle metodiche prescritte e resosi necessarie per il trattamento (dispositivi,

farmaci, procedure diagnostiche)

In questo caso l’infermiere collabora con il medico e si fa carico della propria responsabilità quale

garante della corretta applicazione e della prevenzione delle complicanze e quindi parliamo di

problema collaborativo.

Perchè “gli obiettivi che l’infermiere deve perseguire?” Perchè e’ dell’infermiere sapere la presenza

e la tipologia del rischio a cui e’ esposta la persona ed e’ suo obiettivo agire secondo competenza. 

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Sottofasi della diagnosi infermieristica

-1)identificare i modelli(Gordon)

-2)validare le diagnosi

-3)formulare le affermazioni diagnostiche

1)Identificare i modelli(gordon):

-modello di pecezione di salute

-modello nutrizinale metabolico

-modello di eliminazione

- modello di riposo-sonno

-modello di sessualita’ e riproduzione

2)Validare le diagnosi:-confronto con il paziente

-conferma del paziente

-consenso all’intervento 

3)Formulazione delle affermazioni diagnostiche –di benessere(verso un miglioramento)

-di rischio(per aumentata vulnerabilita’) 

-reali(manifestate,attuali e concrete)

- a sindrome(riferite a particolari patologie e tipologie di pazienti)

-possibili(evidenze insufficienti)

n.b. EBM(infermieristica basata sull’evidenza) 

Come si scrivono le

diagnosi infermieristiche?

Le enunciazioni diagnostiche sono costituite da una, due o tre parti:

una parte (diagnosi a sindrome o di benessere): titolo diagnostico(es:potenzialemiglioramento del rapporto genitoriale)

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  due parti (diagnosi possibili o di rischio): titolo diagnostico + fattori che contribuiscono amodificare lo stato di salute(es:rischio di aspirazione correlato a ridotto livello diconoscenza del pz).

tre parti (diagnosi reali): titolo diagnostico + fattori contribuenti + segni e

sintomi(es:incontinenza da sforzo,correlata a rilassamento dei muscoli pelvici)

3)IDENTIFICAZIONE DEGLI OBIETTIVI

•  Gli obiettivi si definiscono dopo la formulazione della diagnosi infermieristica•  Sono la meta da raggiungere in termini di risultati previsti per la persona•  Non devono essere espressi in termini di azioni infermieristiche e neppure in maniera vaga•  Deve essere una descrizione precisa dei comportamenti che la persona dovrà compiere e o dei

risultati che dovrà raggiungere.

Gli obiettivi devono essere espressi secondo una scaletta precisa che li renda oggettivabili e nonopinabili, chiari e condivisibili;inoltre deve essere:

- Specifico: per il problema, per la persona; --Approprato per quella persona in quella situazione inquel momento della sua vita in quel contesto.-Misurabile: non deve essere un concetto astratto ma di azione e costruito secondo lo schema-Realistico: concordato con al persona, concordato con il team, raggiungibile.

Es il paziente fara’ domande precise per la cura della colostomia dopo tre giorni dall’intervento 

Inoltre l’obiettivo deve essere: •  Pertinente: non contenere termini superflui e devono contenere tutti gli aspetti utili e conformi allo

scopo da raggiungere•  Logico: non devono contenere contraddizioni interne

•  Osservabile:devono essere rilevabili attraverso i sensi

Inoltre esso puo’ essere a breve,medio,lungo termine(orizzonte temporale).  

Infine vi sono i criteri di risultato, che sono affermazioni specifiche, misurabili, realistiche e devonocontenere:

•  soggetto (CHI?)•  verbo (QUALE AZIONE?)•  Condizione (IN QUALI CIRCOSTANZE)•  Criterio (QUANTO BENE?)•  Tempo specifico (QUANDO?)

SCELTA DEGLI INTERVENTI

Risponde alla necessità di definire gli interventi assistenziali da attuare. Per interventi si intendeogni trattamento di assistenza diretta che l’infermiere compie a beneficio della persona;essi hannoorigine dagli obiettivi derivati dalla formulazione della diagnosi infermieristica, e dai trattamenti

prescritti dal medico e relativa gestione delle complicanze(Problemi collaborativi).

4)Pianificazione degli INTERVENTI

Prima di ATTUARE occorre PIANIFICARE.Pianificare significa :

-  pensare agli interventi da attuare

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-  possibilmente scrivere, annotare gli interventi da attuare-  porre gli interventi in ordine prioritario in base ai problemi assistenziali da risolvere, privilegiando

gli interventi rivolti ai problemi “più gravi” 

Sarebbe la preparazione di un piano d’assistenza infermieristica che ha come caratteristiche:

-documento unico ed individualizzato-strumento di comunicazione-strumento di conoscenza del paziente-strumento di valutazione della qualita’ assistenziale -strumento di formazione per studenti-guida l’assistenza infermieristica -supporto per l’alleanza terapeutica. 

Scopi:-coerenza delle attivita’ assistenziali -continuita’ dell’assistenza 

-delega di attivita’ 

Interventi:-tecnici-educativi(chi-cosa-quando-come)

Ricorda che l’obbiettivo precede sempre la pianificazione;quindi il procedimento ideale e’: -accertamento-diagnosi-identificazione o.-interventi infer.-attuazione-valutazione

Inoltre vi sono piani di assistenza generici:sono scritti per diagnosi infermieristiche specifiche,ed utili per i meno esperti(guida).Poi vi sono i piani standardizzati:sono elaborati da gruppi di esperti in una specialita’,sono indirizzati per pazienti con una specificadiagnosi medica.

5)ATTUAZIONE

È la fase di concretizzazione di quanto pianificato.Si mettono in pratica gli interventi programmati al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati.

Abilita’ richieste: -tecniche(per trattamenti e procedure)-educative(intellettuali)-relazionali(interpersonali)

Inoltre si deve:-riaccertare(processo dinamico,piano dinamico)-definire le priorita’(condizione del pz,famiglia,equipe’,esperienza dell’infermiere) -esecuzione degli interventi(prescritti dall’infermiere,dal medico,problemi collaborativi) 

I principi per una corretta documentazione sono:-concisione (sinteticita’) 

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-completezza-organizzazione-leggibilita’ -tempestivita’ -riservatezza

6) VALUTAZIONE FINALE È la risposta alla domanda : “Gli obiettivi previsti sono stati raggiunti ?” 

-  se SI, la valutazione è positiva.-  se NO, la valutazione è negativa e si deve rivedere l’intero piano assistenziale(processo continuo).

È la misurazione, il confronto fra i risultati effettivi raggiunti e quelli previsti.-  se i risultati ottenuti coincidono con quelli previsti la valutazione è positiva.-  se c’è discrepanza fra i risultati raggiunti e quelli attesi la valutazione è negativa e occorre rivedere

l’intero processo assistenziale. 

NOTE : la valutazione è una delle fasi più difficili. Spesso, purtroppo, si ha ancora la tendenza avalutare solo se l’intervento è stato effettuato o no, o, nella migliore delle ipotesi, se è stato svoltobene, ma si presta poca attenzione al raggiungimento dell’obiettivo. Ancora oggi spesso l’infermiere vive la fase di valutazione come un giudizio “negativo” sul suooperato e questo determina una sorta di pregiudizio nei confronti della valutazione stessa.La valutazione è invece indispensabile per capire se il piano “ha funzionato” oppure no.  

Valutazione negativa : cosa può essere successo ?Raccolta Dati : i dati non sono stati raccolti in modo corretto o sono incompleti.

Diagnosi Infermieristica : il problema non è stato identificato in modo corretto, o non abbiamo definito

esattamente la causa o le cause del problema stesso.Oppure è subentrato un ulteriore problema non

previsto.

Obiettivo : l’obiettivo prefissato non è corretto, o non è realistico, o non è stato accettato dalla

persona.

Pianificazione interventi : non abbiamo ipotizzato tutti gli interventi necessari, o gli interventi sceltinon erano quelli corretti, o non abbiamo stabilito un corretto ordine prioritario.Attuazione degli interventi : abbiamo svolto gli interventi in modo non corretto

Valutazione : ci siamo veramente chiesti se abbiamo raggiunto l’obiettivo prefissato ?