catalogo "ettore vetere"
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Catalogo d'ArteTRANSCRIPT
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uante tue carezze tra questi colori
Tutte quelle che ancora oggi ci mancano.
Paola e Aldo
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ETTORE VETERE
1906 - 1981
Napoli Castel dell’Ovo
25 ottobre - 5 novembre 2008
OrganizzazioneArs Artis Snc
CoordinamentoAldo Vetere
FotografiaPasquale Conte
Collaborazione tecnicaBianca Maria Simiani
StaffValentina Vetere
Serena Telesco
Catalogo a cura diStefano Tornincasa e Sara Pollini
Studio Moratti
RingraziamentiAssessorato alla Cultura del Comune di Napoli
Servizio Attività tecniche di supporto del Castel dell’Ovo
Dr.ssa Paola Franchomme
Dr Lucio Donadio
Dr Marino Graziussi
Un ringraziamento particolare al Dr Fabrizio Martone.
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Sommario
5 Biografia
7 Ars Artis ed Ettore Vetere
9 Ettore Veteredi Roberto Rinaldi
11 Il pensiero e l’Artedi Mario Forestiero
14 L’olio
28 L’acquerello
40 Il carboncino
46 Il collage
52 La pubblicità
56 Le tecniche miste
60 I bozzetti per il Banco di Napoli
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Ettore Vetere nel suo studio negli anni ‘20
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ttore Vetere nasce a Napoli nel 1906, ultimo di tre figli di unillustre medico e professore della Regia Università che acco-glierà sempre con scetticismo la sua inclinazione per l’arte.
Gli anni della giovinezza che trascorre nella zona di Chiaia, aridosso di viale Elena, saranno caratterizzati, da un lato, dallapassione per le opere grafiche e per la pittura e, dall’ altro, daglistudi classici che gli daranno una solida formazione culturale eletteraria.
La sua abilità nel disegno che perfezionerà presso l’Istituto diBelle Arti e le sue capacità straordinarie di progettazione e dimanualità, troveranno applicazione anche nella creazione digiocattoli ed oggetti in legno che realizzerà in una piccola fab-brica artigianale nei pressi di via Crispi.
Si dedica con successo anche al bozzetto pubblicitario ed all’at-tività di illustratore. Zietta Liù e la SAEL edizioni gli commis-sionano la illustrazione di classici come l’ Eneide, l’Iliade el’Odissea ma anche di sillabari e libri scolastici.Lo chiamano per illustrare cartoline e francobolli.
Dopo la laurea in economia, il matrimonio nel 1938, e la guerrache lo vedrà impegnato come ufficiale di complemento fino al1944, prende servizio presso il Banco di Napoli, assecondando ilvolere del padre.Vi rimarrà fino al 1968 non smettendo mai di coltivare la suapassione per la pittura e per il disegno.
Le luci ed i colori di Napoli con i paesaggi, le barche alla fonda,i pescatori, i lavoratori dei campi, diventeranno i protagonisti
BIOGRAFIA
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delle sue tele e dei suoi disegni a matita ed a carboncino.Nel 1959 una sua opera “Baia” vince il 2° premio ad una mostrapresso il circolo Nicola Miraglia, con il Prof. Armando De Ste-fano ed il Prof. Alfredo Schettini, rispettivamente, presidente edautorevole membro della commissione. Il quadro sarà acquistatodal Banco di Napoli.
La Banca stessa gli commissiona alcuni lavori e gli mette adisposizione un atelier nel maestoso edificio dello Spirito Santodove continuerà a dipingere insieme all’amico Pietro Costanzofino a quando, lasciata la Banca per motivi di salute, non si tra-sferirà a Roma dove morirà nel 1981.
……
La produzione di Ettore Vetere resta piuttosto limitata anche acausa della guerra durante la quale andrà perduta la produ-zione giovanile.Lascia una sessantina di opere fra oli,tempere ed acquerelli,molti dei quali sono in possesso di famiglie private tra Napoli eRoma.Più consistente la produzione di disegni a carboncino, china ematita che i figli Paola ed Aldo custodiscono gelosamente.
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siste una maggioranza silenziosa che fa del silenzio una con-dizione di vita. I suoi componenti vivono l’ARTE come un’espe-rienza personale.
Senza prendere parte a movimenti, si costruiscono da soliun’identità che segue quasi autonomamente un proprio per-corso. E la timidezza, l’essere schivi, oppure una costante e fe-roce autocritica li preserva dalla propria vanità.
E’ una maggioranza silenziosa composta da individui che po-tremmo definire “poeti” . Raccoglie artisti di ogni espressione,gente che spesso cela nei cassetti il proprio talento. E affida al si-lenzio il proprio percorso artistico.
Si tratta di un anonimato diffuso che raramente si affacciasulla scena e spesso nel caso di molti artisti dura tutta la vita.
Una vita in cui non mancano le occasioni di uscire allo scoperto,di farsi conoscere, ma, accade, anche, che l’incontro con il mer-cato diventi un vero e proprio scontro, un impatto mortificanteche riconduce al silenzio l’artista che ci ha provato.
Poi attraverso il caso o la convinzione dei posteri o, grazie all’interessamento delle Istituzioni o tutte e tre le cose, si realizzala possibilità per un artista di uscire dal silenzio e fare sentirela propria voce.L’incontro con Aldo Vetere, figlio di Ettore, e Ars Artis ha ge-nerato la scintilla iniziale.Da qui l’idea di una mostra ed un catalogo su Ettore Vetere:poeta del silenzio.
Figure sospese nel tempo, colori liquidi che rimandano a emo-
ARS ARTIS ED ETTORE VETERE
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zioni connesse alla nostra storia recente.Scorrendo le opere di Ettore Vetere si arriva a tracciare un per-corso che racconta dei cambiamenti.La luce dei suoi acquerelli diventa lo sfondo del racconto: l’im-magine si dilata e diviene poema. Vetere ci prende e ci portavia.
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pesso nelle famiglie di buona borghesia, quando un figlio ma-nifestava un talento artistico era osteggiato; lo poteva espletare,approfondire, ma come attività collaterale, come passatempo ecome ampliamento della propria cultura.Questi potenziali artisti erano quasi sempre costretti a corsidi studi ed attività che poco si addicevano al loro carattere edalle loro inclinazioni.
Molti abbandonavano il loro sogno ma altrettanti lo insegui-vano ma con enormi sforzi, studiando nei ritagli di tempo conpoche possibilità di confrontarsi con gli altri artisti e senzaavere la gratificazione di poter percorrere un cammino che,seppure irto di difficoltà, potesse liberare quella forza prorom-pente che si cela nell’animo di ogni artista.
Questo è quanto accadde anche ad Ettore Vetere, ma fu tenace,nonostante la maggior parte del suo tempo fosse assorbita dall’attività di bancario, riuscì a perfezionare il suo talento stu-diando disegno, dedicandosi parimenti alle varie tecniche pitto-riche e spaziando in svariate tematiche.
Ettore Vetere è stato un artista versatile, ricettivo alle evolu-zioni del suo tempo ed a quanto veniva proposto dai vari artistisuoi contemporanei anche se sembra abbia vissuto a marginedi quel mondo artistico napoletano che tanti fermenti aveva inquegli anni e completamente estraneo ad ogni circuito commer-ciale.
Attratto dalla solarità del paesaggio mediterraneo, lo ha trat-tato con uguale maestria sia con la tecnica dell’olio che dell’ac-querello, come anche la natura morta che in alcune opere ci
ETTORE VETEREdi Roberto Rinaldi
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riporta a Giorgio Morandi.
Affascinato dalle tematiche sociali ha fermato sulla tela la duravita dei campi, ci colpisce l’espressione stanca e rassegnata dellacontadina che con il cesto sottobraccio fa probabilmente ritornodal mercato; ma il più emblematico è la grossa tela, trattata consironiana solidità, dove, durante una pausa di lavoro, un ope-raio si disseta bevendo da un orcio.
Attento osservatore di quanto accadeva intorno a lui ha fer-mato in gustosi studi, attimi di vita quotidiana, donne che atten-dono ai lavori domestici, che riposano, che cullano i lorobambini, ritratti, studi di animali, il tutto trattato con assoluta“freschezza” sia di tratto che cromatica.
Ettore Vetere ha lasciato anche una notevole quantità di dise-gni, di studi per opere di più ampio respiro, loghi pubblicitari,collages, acquerelli, il tutto accuratamente custodito dai fami-liari.
Questo artista che è rimasto sempre nell’ombra, ha dipinto pre-valentemente per sé stesso conservando le sue opere quasi conpudica gelosia; oggi a circa 30 anni dalla morte merita che siaresa pubblica la sua opera e che sia meritoriamente valutata.
Questa mostra tenacemente voluta dai figli è l’occasione per ren-dere giustizia ad un artista che con il suo sacrificio, la suaenorme forza di volontà e spinto dall’amore per la pittura hainserito un altro tassello nel grande mosaico della pittura napo-letana.
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l pensiero che si esprime attraverso l’arte è una forma di lin-guaggio universale. Attraversa ogni tipo di barriera e per que-sto appartiene a tutti.Racchiudendo ogni libero pensiero, l’arte si propone come unimmenso contenitore: metafora della stessa vita che confluendoin un’espressione corale trova in questa il suo significato.
Ogni libero pensatore è un potenziale artista.
Può convogliare la sua capacità di pensiero in qualcosa che sitraduce in forma e se, significativa, lascia un segno: il segno sitrasmette fino a creare cultura che, a sua volta, genera nuovacapacità di espressione. Come dire l’arte genera arte.
Non esiste una forma di comunicazione più efficace dell’arte eoggi, grazie ai sofisticati mezzi tecnologici a disposizione di chiun-que, i suoi canali di trasmissione sono praticamente illimitati.
Ma la possibilità di un artista deve comunque essere veicolata.Tutto comincia con una scelta in cui i parametri presi in consi-derazione sono quelli di sempre: la capacità di un artista di in-trattenere una visione della vita nella sua opera e il senso dadare a chi ne usufruisce, in più la totale padronanza delle tec-niche tanto da manometterle per un gesto di pura creazione.
L’individuazione nel mucchio avviene ad opera di critici, galle-risti, storici dell’arte e collezionisti che al momento opportunoagiscono in simbiosi.
Una volta riconosciuto, l’artista non si dimentica.La traccia che lascia con la diffusione delle sue opere lo consacraper sempre.
IL PENSIERO E L’ARTEdi Mario Forestiero
I
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E’ così che la sua voce entra a far parte di quel linguaggio uni-versale che arriva ovunque c’è sensibilità e cultura.Qui si può amplificare e trasformare generando altre cose.Nelle tracce che ogni artista lascia al suo passaggio si possonotrovare motivazioni e cause.Si può risalire all’origine di una scelta estetica e di una correntedi pensiero che definisce anche storicamente i movimenti arti-stici di un intero paese.
Le opere di Ettore Vetere racchiudono citazioni e riferimenti.Tutta la scuola napoletana del Novecento è pervasa da un ane-lito di cambiamento.Molti sono i pittori che pur partendo da presupposti tradizionali,sono riusciti a superare i limiti di un discorso artistico che, com-plice un fiorente mercato, tendeva a rimanere statico nel tempo.
Alcuni di essi hanno espresso un evidente stato di rottura ab-bandonando anche i mezzi di espressione canonici, altri comeVetere, fedeli ad una estetica saldamente motivata, hanno con-dotto una ricerca in cui la rappresentazione figurativa rima-neva il fulcro dell’opera stessa.
Attraverso le immagini che ci ha lasciato, Ettore Vetere rac-conta il suo tempo e la nostra storia.
Il suo tempo, artisticamente parlando, comincia nel 1928 con la na-scita del Quartiere Latino, cenacolo di incontro, diffusione e scam-bio del nuovo pensiero artistico che, evolvendosi, caratterizzeràbuona parte della pittura e della scultura del Novecento a Napoli.
Aderiscono al Quartiere Latino quegli artisti di ideale “bohémienne”i quali si proponevano di chiudere un lungo capitolo dove l’arte erasolo il protrarsi di qualcosa, echi dell’Ottocento, che i mercanti e leaccademie e le ormai obsolete promotrici si ostinavano a proporre.
Ne fanno parte tra gli altri: Uva, Mercadante, Bresciani, Ciardo,Striccoli, Buonoconto, Lalli, Rispoli, Prisciandaro e Buchetti.La sede era sita in un palazzo dell’allora Via Cesare Battisti
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(oggi via Rossaroll) e, in poco tempo, al primo originario “ate-lier” se ne aggiunsero altri, definendo un percorso nel quartieredove gli studi degli artisti divennero “case dell’arte”.
Proponendosi direttamente senza mediazioni di nessun genere,l’artista riprendeva quella tradizione libertaria e provvisoriadove il senso della propria arte trovava significato vero nel tipodi vita che si conduceva. Poco ci rimane della produzione diquegli anni, ma direttamente o indirettamente, molti furono gliartisti influenzati dalla esperienza del Quartiere Latino.
Quegli ideali sospesi nel tempo furono la base, l’abc anche per moltidegli artisti a venire e Ettore Vetere è sicuramente tra questi.Ideali che hanno accompagnato tutta la sua produzione in cuiVetere sempre con il suo sguardo lirico ed incantato ci raccontamomenti di solitudine che è anche concentrazione: isolamentocreativo dove il pensiero si concretizza in forma.
Ed ecco quindi i protagonisti delle sue storie: gente comune, voltifamiliari in un contesto dove ogni gesto ci appare misurato econosciuto e per questo più intenso e più vicino.
E poi quel suo guardare... ci mostra paesaggi velati da una lucedensa ma leggera come una nebbia sottile in cui l’occhio ri-chiama alla mente il senso profondo delle cose, della vita che sicela nei luoghi che spesso solo superficialmente guardiamo; que-gli stessi momenti di vita che l’occhio di un artista e la sua capa-cità espressiva traducono in un altro linguaggio: quello dell’arte.
Ma il nostro essere sempre “alla periferia dell’’impero” poco spa-zio ha concesso ai nostri artisti nel grande mercato dell ‘ arte eancor meno ne ha concesso ad altri che come Vetere hanno con-tribuito, anche se apparentemente isolati, a portare avanti undiscorso le cui basi derivano dalla grande tradizione della no-stra storia dell’arte e simbolicamente l’antologica di Ettore Ve-tere vuole rendere omaggio a tutti quegli artisti più o menopresenti sulla scena cittadina e che, pure essendo personaggi digrande talento, sono rimasti illustri sconosciuti.
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egli OLI di Ettore Vetere ritroviamo i temi di quel “figu-
rativo” tanto caro a tutta la scuola del Novecento e forse, in
modo particolare, alla pittura napoletana densa di protagonisti
di grande merito.
Gli operai di ritorno dal lavoro, il musicista ispirato, le muse
addormentate, i suoi fiori incantati, le giovani signore, gli in-
tensi ritratti, tutto fa parte di un disegno dove niente e nessuno
è fuori posto, ogni opera è un tassello di quel grande puzzle che
costituisce l’intero pensiero - universo dell’artista.
N
Il suonatore di chitarra, 1950
olio su tela, cm 80x102
16
La sosta (olio) - 1961 - cm 40x50
Al lavoro (olio) - 1960 - cm 80x110
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Il bagno (olio) - 1964 - cm 28x28
La modella dell’Istituto di Belle Arti (olio) - 1952 - cm 80x110
18
Contadina (olio) - 1965 - cm 48x66
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Vaso di garofani (olio) - 1949 - cm 38x48
Natura morta (olio) - 1958 - cm 65x95
20
Entrata al borgo (olio) - 1962 - cm 46x56
Viale alberato (olio) - 1965 - cm 33x48
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Pausa di lavoro (olio) - 1958 - cm 63x106
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A Mergellina (olio) - 1954 - cm 28x38
Barche da pesca (olio) - 1963 - cm 40x50
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Il porticciolo (olio) - 1966 - cm 20x28
Barche (olio) - 1962 - cm 60x50
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Paesaggio grande (olio) - 1964 - cm 47x67
Paesaggio piccolo (olio) - 1964 - cm 26x38
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Casa di campagna (olio) - 1956 - cm 25x30
Il casolare (olio) - 1956 - cm 70x50
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Busto di donna (olio) - 1951 - cm 40x50
Una modella (olio) - 1955 - cm 20x27
Il bucato sulla terrazza (olio) - 1961 - cm 24x38
Busto di modella (olio) - 1961 - cm 34x46
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Figura (olio) - 1959 - cm 38x48
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occhio spalancato ad assimilare i colori.
L’orecchio teso a captare il suono che fanno le persone e le cose.
Il naso per respirare l’aria dei corpi in movimento.
La bocca aperta per ingoiare la luce.
Le mani pronte a realizzare ciò che la mente insaziabile con-
tinua ad ingurgitare ed a rielaborare.
Questi sono gli ingredienti degli ACQUERELLI di Ettore Vetere
dove ogni elemento appare come una rima, un verso alla ri-
cerca di un altro e poi un altro ancora fino a concludersi in
una sola liquida poesia dove accade che barche indolenti siano
ferme su di un cartoncino a prendere il sole.
L’
Scorcio di Venezia (acquerello) - 1967 - cm 21x21
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Domenica in villa (acquerello) - 1962 - cm 23x16
La balia (acquerello) - 1965 - cm 32x22
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Nudo di spalle (acquerello) - 1958 - cm 50x65
31
Angolo di Venezia (acquerello) - 1971 - cm 19x13
In gondola (acquerello) - 1970 - cm 22x15
32
Le abissine (acquerello) - 1947 - cm 16x28
33
Operaio russo (acquerello) - 1956 - cm 50x70
Dopo la pesca (acquerello) - 1957 - cm 50x70
34
Natura morta (acquerello) - 1958 - cm 33x50
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Uomo con cappello (acquerello) - 1965 - cm 30x40
36
Alduccino (acquerello) - 1960 - cm 24x33
Emma (acquerello) - 1957 - cm 29x21
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Al fiume (acquerello) - 1966 - cm 22x30
L’aratro (acquerello) - 1963 - cm 25x25
38
Al mercato (acquerello) - 1966 - cm 23x33
L’ombra (acquerello) - 1968 - cm 23x33
Lo sguardo (acquerello) - 1967 - cm 12,5x19
Pasolini (acquerello) - 1960 - cm 24x33
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Fanciulla allo specchio (acquerello) - 1965 - cm 32x43
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orse nella figura e nel ritratto l’artista da il meglio di sé :
abilità tecnica e introspezione psicologica si fondono nella lettura
del soggetto e nella sua successiva rappresentazione grafica.
Utilizzato sin dalla preistoria, il più antico materiale per dise-
gnare, il CARBONCINO, nelle mani di Ettore Vetere, diviene la
voce narrante capace di rappresentare realisticamente la con-
dizione umana.
L’espressione di un volto o l’atteggiamento di una figura riem-
piono La scena e quello che partiva come uno schizzo, un ap-
punto o uno studio diviene opera completa.
Il mezzo umile dal tratto nero e fumoso si distende, approfon-
disce e scandaglia fornendo un racconto esistenziale ed es-
senziale, completo in tutti i sensi ed, anche per questo, destinato
a divenire arte.
F
Paoletta (carboncino) - 1952 - cm 46x48
41
Pensieri (carboncino) - 1950 - cm 50x70
42
Nudo (carboncino) - 1948 - cm 50x60
Nudo (carboncino) - 1953 - cm 50x74
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Il rammendo (carboncino) - 1951 - cm 50x70
Figura con sgabello (carboncino) - 1950 - cm 50x23
Figura seduta (carboncino) - 1952 - cm 50x70
Figura (carboncino) - 1954 - cm 50x70
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Figura in bronzo (carboncino) - 1955 - cm 50x60
Figura addormentata (carboncino) - 1950 - cm 50x60
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Cristo lavoratore (carboncino) - 1951 - cm 50x70
Autoritratto (carboncino) - 1952 - 50x70 Nello studio (carboncino) - 1953 - 50x70
Figura in ombra (carboncino) - 1954 - 50x70
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nventato dai dadaisti per esprimere la loro esplosiva fan-
tasia accomunando materiali diversi, il COLLAGE vive intensa-
mente una stagione vibrante e modernista, poi, anche se alcuni
tra i più grandi del Novecento lo usano per molte opere signifi-
cative, cede il passo finendo trascurato.
Sono pochissimi gli artisti che continuano a praticarlo prose-
guendo quell’ ideale romantico e lirico che era alla base del suo
utilizzo.
Vetere è tra i pochi pittori attivi a Napoli nel dopoguerra ad
anticipare con il collage quella “arte povera” capace di espri-
mere liriche colorate: immagini dove la fantasia crea acquari
mentali in cui il movimento dell’acqua è il respiro stesso dei
pesci che ci nuotano dentro.
E’ un’espressione artistica di salgariana memoria, appannaggio
di viaggiatori incantati e cerebrali dove per andare lontano a
volte basta chiudere semplicemente gli occhi liberando una ta-
volozza immaginaria fatta di ritagli e microscopici frammenti
di carta-colore che sui corpi nudi delle sue donne divengono gio-
chi di luce ed ombra in un caleidoscopio impressionista, lo stesso
che da un pennello immaginario fa scaturire fiori carnosi che
troviamo belli per gli occhi e bellissimi per la mente.
I
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Nudo (collage) - 1971 - cm 9x15
La posa (collage) - 1970 - cm 28x45
Nudo con margherita (collage) - 1973 - cm 30x24
48
Il burattino (collage) - 1973 - cm 22x30
49
La coppia di uccelli (collage) - 1971 - cm 23x20
Sott’acqua (collage) - 1974 - cm 23x20
La passerella (collage) - 1974 - cm 23x20
Quadro marino (collage) - 1974 - cm 23x20
50
Vaso con girasoli (collage) - 1972 - cm 23x30
Natura morta (collage) - 1972 - cm 23x30
51
Il cerbiatto (collage) - 1975 - cm 24x24
Natura viva (collage) - 1976- cm 24x22
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er la PUBBLICITÀ Vetere realizza bozzetti ammiccanti
che invitano ai piaceri della gola e del gusto.
Procaci ed ammaliatrici pin-up ci seducono prendendo vita dai
fogli.
E’ una fervida produzione quella del nostro che dispiega il suo
talento passando con disinvoltura da una tecnica all’ altra, da
un soggetto ad un altro.
Realizza poi le copertine e le tavole illustrate di alcuni libri
scolastici tra cui un’ Iliade, un’Odissea ed un sussidiario per
Zietta Liù.
P
Cartolina sapone odalisca (pubblicità) - 1950 - cm 10x15
53
Reclame - 1953 - cm 14x12
54
Caffè matarazzo (pubblicità) - 1951 - cm 24x33
Reclame - 1949 - cm 24x33
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Sussidiario per Zietta Liù - 1948
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d ecco che dalla cartellonistica pubblicitaria passa alle
TECNICHE MISTE tra cui i disegni a china a cui si dedica com-
pletamente per alcuni anni, dando vita ad una galleria di per-
sonaggi, una umanità viva ed espressiva a cui viene facile
attribuire ogni sorta di stato d’animo.
Ogni opera, schizzo o disegno, esprime quel suo genio creativo e
una cultura capace di leggere tra le righe.
A volte ironico, a volte umorista, sempre poeta Vetere danza
tra i fogli, la tavolozza e i colori, come un ballerino ispirato e si-
curo che si riconosce per il suo stile.
E
Il clown (tecnica mista) - 1976 - cm 20x33
57
Gruppo con cavallo (tecnica mista) - 1968 - cm 34x34
Gioco di forme (tecnica mista) - 1968 - cm 40x40
58
Il suonatore di banjo (tecnica mista) - 1969 - cm 40x40
La risata (tecnica mista) - 1965 - cm 11x18
59
Aldo (tecnica mista) - 1954 - cm 22x27
Una giornata al mare (tecnica mista) - 1969 - cm 20x34
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ome un giovane dandy il biglietto da Mille Lire se ne va a
spasso districandosi con disinvoltura tra i tortuosi percorsi
dell’economia.
Con garbo, fantasia, spirito ed ironia il talento di Ettore Vetere
si esprime in queste esilaranti VIGNETTE realizzate PER IL
BANCO DI NAPOLI.
Sono disegni in cui il rapporto con il denaro è in linea con i
tempi (siamo alla fine degli anni ‘ 50) quando nonostante il boom
economico occorreva comunque tutelarsi dall’inflazione,
espressa da Vetere alla maniera ed al livello di certi “umoristi
neri” che in quegli anni tenevano scuola in terra d’Oltralpe.
C
Inflazione (vignetta) - cm 22x28
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(vignetta) - cm. 22x28
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(vignetta) - cm 22x28
(vignetta) - cm 22x28
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(vignetta) - cm 22x28
(vignetta) - cm 22x28
(vignetta) - cm 22x28
(vignetta) - cm 22x28
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Autoritratto (tecnica mista) - 1965 - cm 11x18