catania è patria: storia, critica e idee

24
www.cataniaepatria.it [email protected]

Upload: cataniaepatroa

Post on 09-Mar-2016

219 views

Category:

Documents


0 download

DESCRIPTION

Dallo Spazio Libero Cervantes a Catania è Patria. Idee e progetti per la nostra Catania.

TRANSCRIPT

Page 2: Catania è Patria: Storia, critica e idee

2009/2013Quattro anni Spazio LiberoCervantes

"Non vi sto chiedendo un voto,vi sto chiedendo di accendere

un Fuoco."

“Catania è Patria” significa, per caso, che consideriamo la nostra città l’inizio e la fine delle nostre preoccupazioni? Proprio il contrario. Per spiegare cosa intendiamo, allora, dobbiamo necessariamente spostarci indietro nel tempo, portare indietro le lancette e sfogliare la pagine di un vocabolario di latino, per trovare nella parola “Patria” un significato che soddisfi. Un significato lontano e contrapposto a quello offerto dagli spettacolini panzani e patriottardi a cui ci hanno abituati.

Patria, nella sua etimologia, ha la stessa radice di pater, padre e richiama alla terra “tellus". È luogo del bene comune. «La patria è il luogo in cui sono nati e vissuti gli antenati e i genitori, e in cui si è nati, acquisendo con la nascita l’appartenenza alla comunità che vi è stanziata e diventando partecipi del patrimonio culturale che in tale ambito locale si è costituito con il succedersi delle generazioni».

Rispetto a questo noi vogliamo affermare un concetto, magari in passato scontato e

naturale ma oggi necessario: non basta essere nati in un

determinato luogo per

acquisire di diritto l'appar-

tenenza alla comunità. Viviamo in un'era di profondo egoi-

smo, scetticismo, tutti siamo pervasi da un senso di

i m p o t e n z a , vorremmo dele-gare tutto a terzi.

Chiudere gli occhi e trovare chi si occupi per noi della soluzione dei problemi. Questo non è possibile.

“Catania è Patria” è quindi, prima di tutto, un appello. Rivolto a chi? A chi amministra, certo. Ma anche, e, soprattutto alla “città reale”. Il bene comune, infatti, lo costruiscono tutti i cittadini insieme, non si delega. E il cittadino non è la donna o l’uomo che risiedono su un territorio. Cittadino, membro della polis, è chi intende far parte attiva della comunità, del bene comune.

Tutti, nessuno escluso, ognuno con la propria capacità e la propria competenza, possono e devono partecipare alla costruzione della città. Per questo la patria si costruisce a partire dal proprio rione, dal proprio comune.

Ogni impegno che non parta dal territorio è puro vagheggiamento. Chi siamo quindi è presto detto: cittadini, donne e uomini, studenti, operai, professionisti che intendono dire la loro, partecipare attivamente alla vita di Catania con l’intento primario di portare un messaggio, uno stile, un’etica perfino.

Page 3: Catania è Patria: Storia, critica e idee

1

“Catania è Patria” significa, per caso, che consideriamo la nostra città l’inizio e la fine delle nostre preoccupazioni? Proprio il contrario. Per spiegare cosa intendiamo, allora, dobbiamo necessariamente spostarci indietro nel tempo, portare indietro le lancette e sfogliare la pagine di un vocabolario di latino, per trovare nella parola “Patria” un significato che soddisfi. Un significato lontano e contrapposto a quello offerto dagli spettacolini panzani e patriottardi a cui ci hanno abituati.

Patria, nella sua etimologia, ha la stessa radice di pater, padre e richiama alla terra “tellus". È luogo del bene comune. «La patria è il luogo in cui sono nati e vissuti gli antenati e i genitori, e in cui si è nati, acquisendo con la nascita l’appartenenza alla comunità che vi è stanziata e diventando partecipi del patrimonio culturale che in tale ambito locale si è costituito con il succedersi delle generazioni».

Rispetto a questo noi vogliamo affermare un concetto, magari in passato scontato e

naturale ma oggi necessario: non basta essere nati in un

determinato luogo per

acquisire di diritto l'appar-

tenenza alla comunità. Viviamo in un'era di profondo egoi-

smo, scetticismo, tutti siamo pervasi da un senso di

i m p o t e n z a , vorremmo dele-gare tutto a terzi.

CHI. PERCHÈ

Chiudere gli occhi e trovare chi si occupi per noi della soluzione dei problemi. Questo non è possibile.

“Catania è Patria” è quindi, prima di tutto, un appello. Rivolto a chi? A chi amministra, certo. Ma anche, e, soprattutto alla “città reale”. Il bene comune, infatti, lo costruiscono tutti i cittadini insieme, non si delega. E il cittadino non è la donna o l’uomo che risiedono su un territorio. Cittadino, membro della polis, è chi intende far parte attiva della comunità, del bene comune.

Tutti, nessuno escluso, ognuno con la propria capacità e la propria competenza, possono e devono partecipare alla costruzione della città. Per questo la patria si costruisce a partire dal proprio rione, dal proprio comune.

Ogni impegno che non parta dal territorio è puro vagheggiamento. Chi siamo quindi è presto detto: cittadini, donne e uomini, studenti, operai, professionisti che intendono dire la loro, partecipare attivamente alla vita di Catania con l’intento primario di portare un messaggio, uno stile, un’etica perfino.

Page 4: Catania è Patria: Storia, critica e idee

“Catania è Patria” significa, per caso, che consideriamo la nostra città l’inizio e la fine delle nostre preoccupazioni? Proprio il contrario. Per spiegare cosa intendiamo, allora, dobbiamo necessariamente spostarci indietro nel tempo, portare indietro le lancette e sfogliare la pagine di un vocabolario di latino, per trovare nella parola “Patria” un significato che soddisfi. Un significato lontano e contrapposto a quello offerto dagli spettacolini panzani e patriottardi a cui ci hanno abituati.

Patria, nella sua etimologia, ha la stessa radice di pater, padre e richiama alla terra “tellus". È luogo del bene comune. «La patria è il luogo in cui sono nati e vissuti gli antenati e i genitori, e in cui si è nati, acquisendo con la nascita l’appartenenza alla comunità che vi è stanziata e diventando partecipi del patrimonio culturale che in tale ambito locale si è costituito con il succedersi delle generazioni».

Rispetto a questo noi vogliamo affermare un concetto, magari in passato scontato e

naturale ma oggi necessario: non basta essere nati in un

determinato luogo per

acquisire di diritto l'appar-

tenenza alla comunità. Viviamo in un'era di profondo egoi-

smo, scetticismo, tutti siamo pervasi da un senso di

i m p o t e n z a , vorremmo dele-gare tutto a terzi.

Chiudere gli occhi e trovare chi si occupi per noi della soluzione dei problemi. Questo non è possibile.

“Catania è Patria” è quindi, prima di tutto, un appello. Rivolto a chi? A chi amministra, certo. Ma anche, e, soprattutto alla “città reale”. Il bene comune, infatti, lo costruiscono tutti i cittadini insieme, non si delega. E il cittadino non è la donna o l’uomo che risiedono su un territorio. Cittadino, membro della polis, è chi intende far parte attiva della comunità, del bene comune.

Tutti, nessuno escluso, ognuno con la propria capacità e la propria competenza, possono e devono partecipare alla costruzione della città. Per questo la patria si costruisce a partire dal proprio rione, dal proprio comune.

Ogni impegno che non parta dal territorio è puro vagheggiamento. Chi siamo quindi è presto detto: cittadini, donne e uomini, studenti, operai, professionisti che intendono dire la loro, partecipare attivamente alla vita di Catania con l’intento primario di portare un messaggio, uno stile, un’etica perfino.

2

Castello Ursino. Foto L.S.

Page 5: Catania è Patria: Storia, critica e idee

“Catania è Patria” significa, per caso, che consideriamo la nostra città l’inizio e la fine delle nostre preoccupazioni? Proprio il contrario. Per spiegare cosa intendiamo, allora, dobbiamo necessariamente spostarci indietro nel tempo, portare indietro le lancette e sfogliare la pagine di un vocabolario di latino, per trovare nella parola “Patria” un significato che soddisfi. Un significato lontano e contrapposto a quello offerto dagli spettacolini panzani e patriottardi a cui ci hanno abituati.

Patria, nella sua etimologia, ha la stessa radice di pater, padre e richiama alla terra “tellus". È luogo del bene comune. «La patria è il luogo in cui sono nati e vissuti gli antenati e i genitori, e in cui si è nati, acquisendo con la nascita l’appartenenza alla comunità che vi è stanziata e diventando partecipi del patrimonio culturale che in tale ambito locale si è costituito con il succedersi delle generazioni».

Rispetto a questo noi vogliamo affermare un concetto, magari in passato scontato e

naturale ma oggi necessario: non basta essere nati in un

determinato luogo per

acquisire di diritto l'appar-

tenenza alla comunità. Viviamo in un'era di profondo egoi-

smo, scetticismo, tutti siamo pervasi da un senso di

i m p o t e n z a , vorremmo dele-gare tutto a terzi.

Chiudere gli occhi e trovare chi si occupi per noi della soluzione dei problemi. Questo non è possibile.

“Catania è Patria” è quindi, prima di tutto, un appello. Rivolto a chi? A chi amministra, certo. Ma anche, e, soprattutto alla “città reale”. Il bene comune, infatti, lo costruiscono tutti i cittadini insieme, non si delega. E il cittadino non è la donna o l’uomo che risiedono su un territorio. Cittadino, membro della polis, è chi intende far parte attiva della comunità, del bene comune.

Tutti, nessuno escluso, ognuno con la propria capacità e la propria competenza, possono e devono partecipare alla costruzione della città. Per questo la patria si costruisce a partire dal proprio rione, dal proprio comune.

Ogni impegno che non parta dal territorio è puro vagheggiamento. Chi siamo quindi è presto detto: cittadini, donne e uomini, studenti, operai, professionisti che intendono dire la loro, partecipare attivamente alla vita di Catania con l’intento primario di portare un messaggio, uno stile, un’etica perfino.

3

SPAZIO LIBEROCERVANTES

DA UN’IDEA

Arriva il terremoto, quello che nel 2002 sconvolge Santa Venerina e colpisce anche Catania. E una scuola, sulla collina del quartiere Cibali, da quei giorni smette di essere tale: perché

dopo la scossa, invece degli interventi e della messa in sicurezza, arriva l’abbandono. Come è “prassi”, infatti, seguono anni di tira e molla di responsabilità tra istituzioni: e la scuola, da centro di educazione, diventa scheletro abbandonato alla

mercé di spaccio, incuria, degrado.

Anche davanti a questo, un gruppo di ragazzi, il 9 aprile del 2009, decide di portare avanti la propria denuncia dello stato di abbandono di molti stabili in città con un gesto

nitido: “riattivare” proprio questa “ex” scuola. A compiere il gesto sono i giovani che provengono da alcune realtà non

conformiste che da anni si battono per denunciare l’emergenza spazi sociali in città. Proprio per questo, per dimostrare che una battaglia civica va portata avanti con l’esempio personale, quel giorno scelgono di entrare all’interno di quel plesso, in via Santa Sofia.

Nasce così lo Spazio libero Cervantes. Una scelta, che da quel momento cambia la vita a una comunità. Il motivo? Perché quel gesto rappresenta il principio di una esperienza politica e civica entusiasmante. Da quel giorno, la struttura “morta” riprende vita. E basta qualche giorno perché la scuola venga bonificata, ripulita e restituita, di fatto, al quartiere.

Presidio sotto Banca d’ Italia

Page 6: Catania è Patria: Storia, critica e idee

Passano le settimane e dentro Cervantes, nasce una piccola biblioteca popolare (grazie alle donazioni), una palestra attrezzata (anche questa donata da cittadini amici), una sala conferenza e un piccolo ostello. E assieme a ciò si moltiplicano le conferenze, i concerti, i mercatini rionali, lo sport in giardino.

La comunità di Cervantes, da parte sua, prende coscienza da subito su chi devono essere, oltre ai giovani, i suoi interlocutori privilegiati: e allora la struttura diventa un centro assistenza legale, un presidio sociale dove poter acquistare i testi scolastici a metà prezzo, un centro d’ascolto per i fenomeni di emarginazione.

Cervantes diventa anche un metodo d’azione in città. I suoi aderenti, infatti, iniziano ad intervenire laddove chi dovrebbe fare latita: vuoi che sia un piccolo campetto all’interno di Cibali (anch’esso

abbandonato) riattivato proprio dai ragazzi; oppure l’adiacente parco Ghandi ripulito e sistemato periodicamente;

fino all’ambizioso progetto di riqualificazione di

un ex

4

Page 7: Catania è Patria: Storia, critica e idee

parcheggio in via Ala rispetto al quale Cervantes ha presentato un piano per istallare lì – dove per il momento vi è solo cemento - una vera e proprio cittadella dello sport.

La domanda, a questo punto, è più che lecita: perché chiamare tutto questo “Cervantes”? Semplice. Perché il suo eroe – don Chisciotte - è un visionario, fedele a un principio, e anche un eroe po’ stralunato. Ma proprio per questo – per la sua umanità - è un archetipo la cui

emulazione è quanto mai necessaria per smuovere una città in cui i “mulini al vento” si chiamano approssimazione, sciatteria, accidia. Una città che ha necessità di riscoprire il principio di autodeterminazione se vuole tornare a essere protagonista dell’innovazione culturale e imprenditoriale, come è scolpito nella sua storia.

Ecco perché il volontariato civile diventa proposta politica. Ecco perché Cervantes, lontano dalla concezione

del centro sociale come “zona autonoma”, si pone fin dalla sua nascita come una palestra di

cittadinanza. Perché Cervantes non è uno spazio sottratto alla città.

Cervantes è la città che si riprende il suo spazio.

5

Lancio del progetto ViAlaplaygroung

Page 8: Catania è Patria: Storia, critica e idee

Catania è Patria è una idea che germoglia dallo Spazio Libero Cervantes, un movimento non conforme che nasce dal basso: cittadini, donne e uomini, studenti, operai, professionisti che intendono dire la loro, partecipare attivamente alla vita di Catania e trovare soluzioni alle problematiche di questa città. Gente che vive i problemi quotidiani e pone su un ruolo fondamentale l’ascolto.

L’ascolto è il punto cardine della formulazione delle nostre proposte.

Sappiamo che ogni individuo, ogni categoria, ha sensibilità e problematiche differenti. Lo sappiamo perché viviamo le strade, le piazze e rappresentiamo uno dei pochi centri di aggregazione attivi in città. Ecco perché vogliamo dare risposte che siano quanto più

condivisibili e applicabili alla realtà cittadina.

Il nostro programma non è e non sarà mai ad uso e consumo dei

‘nostri’, bensì un patrimonio ideale e culturale che

vogliamo consegnare alla Città, nelle

speranza che i futuri a m m i n i s t r a t o r i trovino il coraggio e la voglia di

valutare e realizzare queste idee.

Per noi, Catania è Patria!

LE NOSTRE IDEEPER CATANIA

DA DOVE NASCONO

Assemblea cittadina in Via Ala

6

Page 9: Catania è Patria: Storia, critica e idee

7

Razionalizzare il patrimonio immobiliare del Comune e destinare immobili da ristrutturare a tutte le associazioni no profit di volontariato sociale per svolgere le proprie iniziative di carattere sociale.

SPAZI SOCIALI

Riappropriarsi del concetto di politica intesa come servizio; da qui un riassetto e razionalizzazione delle risorse comunali e una gestione trasparente della cosa pubblica: nuovi criteri per le gare d'appalto e le consulenze, riduzione del gettone di presenza per i consiglieri.

LOTTA AGLI SPRECHI

La cultura non può essere considerata un costo, dev’essere un investimento, necessario ed essenziale per vivere meglio, utile anche per il rilancio del territorio: può e deve diventare, grazie al turismo, vero motore dell’economia cittadina.

TURISMO E CULTURA

Rilanciare l’economia cittadina attraverso la valorizzazione delle vocazioni commerciali e artigianali dei quartieri organizzando, attraverso il project-financing e la gestione diretta delle imprese, iniziative rivolte al territorio. Prevedere anche una fiscalità di vantaggio per coloro che intendono aprire nuove attività imprenditoriali.

RILANCIO DEL CENTRO

Liberare la città dalle migliaia di macchine che la invadono ogni giorno e rendendo gratuito per tutti i residenti catanesi i servizi pubblici. Rilanciare le piste ciclabili anche con l'ausilio del bike sharing.

VIABILITÀ E TRASPORTI

Esclusione della Serit Sicilia Spa dalla riscossione dei tributi con una gestione diretta da parte del comune. Avere, quindi, una certezza del debito dovuto permettendo una rateizzazione realmente sostenibile da parte dei cittadini e delle imprese.

BASTA SERIT

Page 10: Catania è Patria: Storia, critica e idee

8

SPAZI SOCIALIVogliamo che la Città e la sua Amministrazione, abbiano il coraggio di

guardare in faccia gli sprechi, il malgoverno e l’emarginazione. In città, spinte dalla voglia di non restare a guardare, sono nate realtà come Lo Spazio Libero Cervantes, il Teatro Coppola, il Gar. È la volontà di avere una città a misura d’uomo con piazze, parchi, centri sociali, chiese, guardie Mediche, scuole e doposcuola, campi sportivi, luoghi di cultura.: tutto questo ci manca. E magari, dove ciò è presente, l’abbandono trionfa: basta pensare a Villa Fazio, 1200 mq di terreno, un campo da calcetto, da pallacanestro, da tennis e da pallamano, spogliatoi, un ex frantoio di 200 mq, luogo ideale per attività sociali per un valore complessivo di 4 milioni di euro abbandonato e depredato. Tutto questo a Librino, quartiere vittima delle logiche periferiche.

O ancora Palazzo Bernini, in pieno centro, prima di proprietà della società Bernini collegata alla Banca agricola etnea, poi acquistato dal Comune durante l’amministrazione Bianco nel ’98 per 8 miliardi delle vecchie lire con un mutuo acceso con la Cassa depositi e prestiti. 2500 metri quadri che ancora oggi sono sommersi da rifiuti, da sterco umano ed animale, immersi in un insostenibile tanfo di urina, e cosparsi di siringhe usate da

tossicodipendenti

Sport, Cultura e Solidarietà devono essere gli strumenti e le risposte a questa situazione di stallo.

Per ognuno di questi stabili comitati cittadini, singoli ed associazioni nell’arco degli anni hanno denunciato tramite i media lo scempio perpetrato. Non possiamo però credere nelle sterili denunce e nelle false promesse. I nostri quartieri sono privi di strutture ricettive per ragazzi ed anziani. Il degrado prevale su una giusta amministrazione della cosa pubblica, l’interesse sul benessere collettivo, il senso di abbandono sullo spirito di solidarietà, la rinuncia sull’azione.

Siamo pienamente coscienti delle problematiche finanziarie che il Comune attraversa e comprendiamo come la rimessa in opera di tutte le strutture abbandonate graverebbe sulla precaria situazione dell’erario comunale. Ma perché si preferisce affittare altri immobili e lasciare al degrado quelli di proprietà comunale generando il principio dello spreco sullo spreco?

Noi proponiamo la partecipazione attiva e la stretta collaborazione delle amministrazioni: ci piacerebbe che l’amministrazione affidasse le strutture abbandonate alle associazioni di promozione sociale. Affidando la struttura in comodato d’uso gratuito si creerà un semplice deterrente all’abbandono degli immobili comunali che saranno ripristinati con il contributo delle

associazioni affidatarie.

Sono piccoli gesti coraggiosi a poter fare la differenza.

Conferenza “Spinta identitaria”

Page 11: Catania è Patria: Storia, critica e idee

9

Vogliamo che la Città e la sua Amministrazione, abbiano il coraggio di guardare in faccia gli sprechi, il malgoverno e l’emarginazione. In città, spinte dalla voglia di non restare a guardare, sono nate realtà come Lo Spazio Libero Cervantes, il Teatro Coppola, il Gar. È la volontà di avere una città a misura d’uomo con piazze, parchi, centri sociali, chiese, guardie Mediche, scuole e doposcuola, campi sportivi, luoghi di cultura.: tutto questo ci manca. E magari, dove ciò è presente, l’abbandono trionfa: basta pensare a Villa Fazio, 1200 mq di terreno, un campo da calcetto, da pallacanestro, da tennis e da pallamano, spogliatoi, un ex frantoio di 200 mq, luogo ideale per attività sociali per un valore complessivo di 4 milioni di euro abbandonato e depredato. Tutto questo a Librino, quartiere vittima delle logiche periferiche.

O ancora Palazzo Bernini, in pieno centro, prima di proprietà della società Bernini collegata alla Banca agricola etnea, poi acquistato dal Comune durante l’amministrazione Bianco nel ’98 per 8 miliardi delle vecchie lire con un mutuo acceso con la Cassa depositi e prestiti. 2500 metri quadri che ancora oggi sono sommersi da rifiuti, da sterco umano ed animale, immersi in un insostenibile tanfo di urina, e cosparsi di siringhe usate da

tossicodipendenti

Sport, Cultura e Solidarietà devono essere gli strumenti e le risposte a questa situazione di stallo.

Per ognuno di questi stabili comitati cittadini, singoli ed associazioni nell’arco degli anni hanno denunciato tramite i media lo scempio perpetrato. Non possiamo però credere nelle sterili denunce e nelle false promesse. I nostri quartieri sono privi di strutture ricettive per ragazzi ed anziani. Il degrado prevale su una giusta amministrazione della cosa pubblica, l’interesse sul benessere collettivo, il senso di abbandono sullo spirito di solidarietà, la rinuncia sull’azione.

Siamo pienamente coscienti delle problematiche finanziarie che il Comune attraversa e comprendiamo come la rimessa in opera di tutte le strutture abbandonate graverebbe sulla precaria situazione dell’erario comunale. Ma perché si preferisce affittare altri immobili e lasciare al degrado quelli di proprietà comunale generando il principio dello spreco sullo spreco?

Noi proponiamo la partecipazione attiva e la stretta collaborazione delle amministrazioni: ci piacerebbe che l’amministrazione affidasse le strutture abbandonate alle associazioni di promozione sociale. Affidando la struttura in comodato d’uso gratuito si creerà un semplice deterrente all’abbandono degli immobili comunali che saranno ripristinati con il contributo delle

associazioni affidatarie.

Sono piccoli gesti coraggiosi a poter fare la differenza.

Murales alla Circonvollazione

Page 12: Catania è Patria: Storia, critica e idee

10

LOTTA AGLI SPRECHIIn questi anni di crisi per le casse comunali alcuni accorgimenti per

ridurre gli sprechi sono stati adottati con successo. Ma è necessario compiere un’azione ancora più drastica e di totale trasparenza della gestione della cosa pubblica.

Riorganizzazione delle risorse umane.

Ricollocare gli esuberi di personale comunale nella polizia urbana che riscontra carenze di organico di 400 unità.

Eliminazione dei consigli di quartiere.

Questa riforma approvata a ridosso delle elezioni e ancora troppo poco. I consigli di quartiere si sono rivelati organi privi di reale contatto con il territorio e soprattutto di reale incisività.

Istituire una consulta di quartiere che veda rappresentate al suo interno associazioni di volontariato, associazioni sportive, categorie produttive, scuole. I rappresentanti svolgeranno la loro funzione a titolo gratuito con il solo interesse di monitorare i territorio e gestire al meglio le risorse,per un reale ponte con le I s t i t uz ion i comunali.

Revisione dei regolamenti delle commisioni consiliari con possibilità da parte dei consiglieri comunali di

partecipare ad una sola commissione.

Riduzione del 30% del gettone di presenza per tutti

consiglieri comunali. La politica come servizio.

La necessità delle consulenze deve essere certificata dal revisore dei conti e dal consiglio comunale.

Giunta comunale ridotta come la legge prevede a massimo 9

membri.

Abolizione delle posizioni organizzative (PO).

Concorsi per la copertura di ruoli resi vacanti ogni anno con procedure che devono svolgersi entro sei mesi con commissioni composte per sorteggio tra magistrati in pensione, docenti universitari in pensione, dirigenti del ministero degli interni in pensione.

Massima trasparenza: gare pubbliche con procedure da svolgersi senza interruzioni fino a espletamento della gara con registrazione in video delle procedure adottate.

Page 13: Catania è Patria: Storia, critica e idee

11

In questi anni di crisi per le casse comunali alcuni accorgimenti per ridurre gli sprechi sono stati adottati con successo. Ma è necessario compiere un’azione ancora più drastica e di totale trasparenza della gestione della cosa pubblica.

Riorganizzazione delle risorse umane.

Ricollocare gli esuberi di personale comunale nella polizia urbana che riscontra carenze di organico di 400 unità.

Eliminazione dei consigli di quartiere.

Questa riforma approvata a ridosso delle elezioni e ancora troppo poco. I consigli di quartiere si sono rivelati organi privi di reale contatto con il territorio e soprattutto di reale incisività.

Istituire una consulta di quartiere che veda rappresentate al suo interno associazioni di volontariato, associazioni sportive, categorie produttive, scuole. I rappresentanti svolgeranno la loro funzione a titolo gratuito con il solo interesse di monitorare i territorio e gestire al meglio le risorse,per un reale ponte con le I s t i t uz ion i comunali.

Revisione dei regolamenti delle commisioni consiliari con possibilità da parte dei consiglieri comunali di

partecipare ad una sola commissione.

Riduzione del 30% del gettone di presenza per tutti

consiglieri comunali. La politica come servizio.

La necessità delle consulenze deve essere certificata dal revisore dei conti e dal consiglio comunale.

Giunta comunale ridotta come la legge prevede a massimo 9

membri.

Abolizione delle posizioni organizzative (PO).

Concorsi per la copertura di ruoli resi vacanti ogni anno con procedure che devono svolgersi entro sei mesi con commissioni composte per sorteggio tra magistrati in pensione, docenti universitari in pensione, dirigenti del ministero degli interni in pensione.

Massima trasparenza: gare pubbliche con procedure da svolgersi senza interruzioni fino a espletamento della gara con registrazione in video delle procedure adottate.

Aderisci.www.cataniaepatria.it

Page 14: Catania è Patria: Storia, critica e idee

TURISMO E CULTURALa cultura non può essere considerata un costo, dev’essere un

investimento, necessario ed essenziale per vivere meglio, utile anche per il rilancio del territorio: può e deve diventare, grazie al turismo, vero motore dell’economia cittadina.

Catania, da sempre grande emporio della Sicilia orientale, per storia, tradizioni e produzione culturale non ha da invidiare alle altre città del Mediterraneo. Errore di questi anni è la mancata valorizzazione di queste potenzialità: ora, possiamo fornire una proposta culturale completa e articolata, per sostenere la vocazione turistica della Città, al centro del Mare Nostrum. La nostra, può essere una programmazione capace di soddisfare tutte le fasce generazionali, giovani e meno giovani devono trovare buoni motivi per visitare Catania e godere anche della sua offerta culturale. Concerti, musei, mostre, rappresentazioni teatrali, pilastri d’un calendario culturale vivo,

originale, diversificato. Se le attività culturali devono fare conti con le limitate risorse del Comune, (come hanno dimostrato alcune, poche

ahinoi, gestioni del nostro patrimonio culturale) è possibile fare buona cultura a costi contenuti. Come? Creando sinergie: tra

Pubblico e Privato, tra Comune e Università, tra Artisti e Comune. E ancora, con fondazioni, associazioni culturali e

la Scuola.

Necessaria è anche la valorizzazione della cultura, sostenendo chi fa della cultura per professione, perché la facciano al meglio, con qualità. Per esempio, musicisti, attori, pittori, scultori devono poter crescere e trovare spazi per esprimersi. Immaginiamo per questo l’istituzione d’una Casa delle Arti, una scuola/laboratorio che dia la possibilità di crescita ai giovani catanesi, ed ai giovani che accorrano a Catania [valorizzando la sinergia con le grandi istituzioni esistenti, Liceo artistico, Istituto d’arte, Liceo musicale,

l’Accademia delle belle arti, l’Università]. Si

potrà concentrare in questa struttura eccellenze di tecnologie e d’insegnamento (sala prove e

studio di registrazione, laboratori di pittura e scultura, scuole teatrali, di

recitazione cinematografica, radiofonica e televisiva).

La Casa delle arti può diventare il centro da cui nasce e si propaga una sorta di distretto dell’Arte: sostenere le vocazioni artistiche

per rilanciare cultura e fantasia catanesi e, quindi l’economia, destinando a questa Casa delle arti una

delle preziose risorse edilizie (troppo spesso abbandonate).

Il nostro centro storico ha naturale vocazione per essere un grande spazio espositivo e di esibizione, per molte forme d’arte. L’Istituto d’Arte (assegnato ai Beni culturali ma ancora inutilizzato) può ospitare un’onda di creatività. Lo stesso, strutture come la Chiesa di San Francesco Borgia, i Chiostri di Villa Cerami, il Chiostro di Palazzo Minoriti, i Chiostri del Monastero dei Benedettini. La creazione e lo sviluppo di questo ‘distretto’ deve poter essere l’inizio: bisogna dedicare alla cultura, partendo dal Centro, altre opportunità in tutta la Città, con poli culturali satelliti in ogni quartiere. Per chi conosce e ama Catania, non è una novità: in tutto il territorio urbano ci sono strutture e angoli di storia cittadina che possono tornare a vivere ed essere opportunità di crescita. Alcuni esempi: Villa Curia in Corso Indipendenza; Porta Garibaldi, alla Civita; la vecchia Manifattura Tabacchi, a San Cristoforo; il Castello di Leucatia a Canalicchio; la grotta di S. Giovanni, a San Giovanni Galermo. Ogni quartiere deve presentare un attrattiva culturale, creare una sinergia tra scuole e centri culturali, con spazi espositivi aperti, in cui giovani e artisti affermati possano confrontarsi.

Garantire l’apertura di musei e centri culturali, con orario dal mattino a sera e, nei fine settimana, fino alle 24: dando lavoro e nuove opportunità economiche.

12

Page 15: Catania è Patria: Storia, critica e idee

La cultura non può essere considerata un costo, dev’essere un investimento, necessario ed essenziale per vivere meglio, utile anche per il rilancio del territorio: può e deve diventare, grazie al turismo, vero motore dell’economia cittadina.

Catania, da sempre grande emporio della Sicilia orientale, per storia, tradizioni e produzione culturale non ha da invidiare alle altre città del Mediterraneo. Errore di questi anni è la mancata valorizzazione di queste potenzialità: ora, possiamo fornire una proposta culturale completa e articolata, per sostenere la vocazione turistica della Città, al centro del Mare Nostrum. La nostra, può essere una programmazione capace di soddisfare tutte le fasce generazionali, giovani e meno giovani devono trovare buoni motivi per visitare Catania e godere anche della sua offerta culturale. Concerti, musei, mostre, rappresentazioni teatrali, pilastri d’un calendario culturale vivo,

originale, diversificato. Se le attività culturali devono fare conti con le limitate risorse del Comune, (come hanno dimostrato alcune, poche

ahinoi, gestioni del nostro patrimonio culturale) è possibile fare buona cultura a costi contenuti. Come? Creando sinergie: tra

Pubblico e Privato, tra Comune e Università, tra Artisti e Comune. E ancora, con fondazioni, associazioni culturali e

la Scuola.

Necessaria è anche la valorizzazione della cultura, sostenendo chi fa della cultura per professione, perché la facciano al meglio, con qualità. Per esempio, musicisti, attori, pittori, scultori devono poter crescere e trovare spazi per esprimersi. Immaginiamo per questo l’istituzione d’una Casa delle Arti, una scuola/laboratorio che dia la possibilità di crescita ai giovani catanesi, ed ai giovani che accorrano a Catania [valorizzando la sinergia con le grandi istituzioni esistenti, Liceo artistico, Istituto d’arte, Liceo musicale,

l’Accademia delle belle arti, l’Università]. Si

potrà concentrare in questa struttura eccellenze di tecnologie e d’insegnamento (sala prove e

studio di registrazione, laboratori di pittura e scultura, scuole teatrali, di

recitazione cinematografica, radiofonica e televisiva).

La Casa delle arti può diventare il centro da cui nasce e si propaga una sorta di distretto dell’Arte: sostenere le vocazioni artistiche

per rilanciare cultura e fantasia catanesi e, quindi l’economia, destinando a questa Casa delle arti una

delle preziose risorse edilizie (troppo spesso abbandonate).

Il nostro centro storico ha naturale vocazione per essere un grande spazio espositivo e di esibizione, per molte forme d’arte. L’Istituto d’Arte (assegnato ai Beni culturali ma ancora inutilizzato) può ospitare un’onda di creatività. Lo stesso, strutture come la Chiesa di San Francesco Borgia, i Chiostri di Villa Cerami, il Chiostro di Palazzo Minoriti, i Chiostri del Monastero dei Benedettini. La creazione e lo sviluppo di questo ‘distretto’ deve poter essere l’inizio: bisogna dedicare alla cultura, partendo dal Centro, altre opportunità in tutta la Città, con poli culturali satelliti in ogni quartiere. Per chi conosce e ama Catania, non è una novità: in tutto il territorio urbano ci sono strutture e angoli di storia cittadina che possono tornare a vivere ed essere opportunità di crescita. Alcuni esempi: Villa Curia in Corso Indipendenza; Porta Garibaldi, alla Civita; la vecchia Manifattura Tabacchi, a San Cristoforo; il Castello di Leucatia a Canalicchio; la grotta di S. Giovanni, a San Giovanni Galermo. Ogni quartiere deve presentare un attrattiva culturale, creare una sinergia tra scuole e centri culturali, con spazi espositivi aperti, in cui giovani e artisti affermati possano confrontarsi.

Garantire l’apertura di musei e centri culturali, con orario dal mattino a sera e, nei fine settimana, fino alle 24: dando lavoro e nuove opportunità economiche.

13

Invia le tue proposte [email protected]

Page 16: Catania è Patria: Storia, critica e idee

14

RILANCIO DEL CENTROCOMMERCIALE

Solo chi vive il territorio, passeggia nelle strade, dialoga con i commercianti, con le famiglie, con i pensionati e i disoccupati può avere la reale percezione di quale sia la condizione dell’economia catanese.

I grandi centri commerciali, che hanno accerchiato Catania ne hanno danneggiato la precaria condizione economica e hanno finito per atomizzare le famiglie creando luoghi dove consumare e non socializzare. La soluzione non può essere la “chiusura dei centri commerciali” che creerebbe l’ennesima perdita di posti di lavoro (oltre quelli dell’Aligroup) nè può essere rintracciata nella creazione dei “centri commerciali naturali” già istituiti (come quello del centro storico) che non sono mai divenuti operativi e non hanno portato giovamento all’economia. Come non ha ancora portato alcun giovamento l’istituzione della zona franca urbana a Librino (doveva partire nel 2010-2011 ma dal Ministero dello Sviluppo Economico non si hanno notizie dall’insediamento del governo tecnico). Sgravi o agevolazioni, come la riduzione delle imposte, devono essere funzionali all’interno di un progetto di sviluppo organico nel quale le Istituzioni, le Associazioni di categoria ed i

cittadini si rendano conto che ognuno deve fare la propria parte in questo momento di crisi. Bisogna investire nei servizi paralleli e promozionali creando un valore aggiunto alla fiscalità di vantaggio e allo sgravio d’ imposta.

Per aiutare l’economia locale bisogna ripartire dalle fondamenta; dall’analisi dei settori economici della nostra città che è legata ai commerci, ai servizi e al turismo. Il tessuto catanese è bottega fondata sul “credito” e la fiducia col cliente, sulla qualità dei prodotti. Nella programmazione economica va valutata la tipicità dei quartieri per valorizzarne le peculiarità. La zona di Ognina come centro di sviluppo legato al mare, ai prodotti ittici con esercizi e attività promossi dal progetto di zona pedonale. Il Castello Ursino come zona di sviluppo dell’artigianato di alta qualità (cuoio, legno, seta, strumenti musicali). Il processo di sviluppo deve n e c e s s a r i a m e n t e coinvolgere la zona mercatale principale della città, piazza Carlo Alberto. Le vie devono essere valorizzate e rivalutate con l’apertura di botteghe per rendere il mercato patrimonio della città. Bisogna rivalutare corso Italia e viale Ionio come centro del commerciale di qualità. Rilanciare via Etnea e la zona del centro storico incentivando manifestazioni che siano attrattive non solo per i cittadini ma anche per i turisti.

Via Etnea. Foto L.S.

Uno dei maggiori problemi delle nostre città è il traffico. Per Catania, sono stati diversi i tentativi delle amministrazioni che si sono succedute negli anni, tentativi che però –ahinoi- non hanno portato gran risultato concreto.

Oggi, oltre alle automobili dei cittadini catanesi, si riversano nelle strade della Città migliaia di auto di chi, dall’hinterland, viene a Catania, per lavoro, per studi, per affari, per salute, per visita. Parcheggi scambiatori e brt, sono soluzioni destinate a fallire se accanto ad esse non si sensibilizza il cittadino a lasciare la propria auto a casa o negli appositi spazi, mediante atti concreti non repressivi, ma convenienti.

Guardando ad altri modelli europei, a Tallinn, per esempio, i trasporti pubblici dal 1 gennaio 2013 sono gratuiti. Nella capitale dell’Estonia, a seguito d’istanza cittadina, autobus, tram, bus e filobus sono gratuiti. L’operazione costa 22 milioni di euro ma farà risparmiare grazie alla riduzione dello smog (ed alla riduzione delle malattie correlate). Nella prima settimana di adozione del provvedimento, a Tallinn c’è stato un calo del 15 per cento di intensità del traffico rispetto ai mesi di novembre e dicembre. Inoltre, s’è registrato un aumento del 6 per cento dell’uso del trasporto pubblico.

I proventi da biglietti e abbonamenti, a Catania, incidono sul bilancio della AMT per il 7,60 per cento: cifra irrisoria che registra la disaffezione dei cittadini verso i mezzi pubblici (che sono insufficienti) e una elevata incidenza di furbetti. Proprio questo aveva spinto un illustre consigliere del comune di Catania (Gaetano Laterza) a formulare la stessa

proposta già negli anni Sessanta: inutilmente, perché chi usa il potere per ricattare (e ‘favorire’) non accetta riforme che ‘liberino’ i cittadini e migliorino la qualità della vita.

La percezione del bus che si registra è quella di mezzi vecchi, vandalizzati, con tempistica misteriosa. Il potenziamento dei mezzi di trasporto pubblico ci sembra doveroso, così come il rinnovo del parco mezzi (che ogni anno costa milioni di euro per manutenzione), cercando di coniugare sempre attenzione e sensibilità verso le politiche ambientali, con trasporti pubblici gratuiti per i residenti.

Grazie alla tessera d’identità magnetica si potrà accedere al servizio di trasporto gratuito. Chi non è provvisto di tessera –perché non residente o perché l’ha dimenticata- pagherà il titolo previsto, con macchinette per l’acquisto dei titoli di viaggio anche a bordo. Frattanto, una volta proposto un efficiente servizio pubblico gratuito, bisogna incrementare la vigilanza e la repressione delle infrazioni stradali in città, recuperando così parte dell’investito per la gratuità.

A fronte di questo, bisogna riformulare il piano delle piste ciclabili; istallare zone di parcheggio e noleggio (con scambio) per bici, nelle piazze idonee.

Page 17: Catania è Patria: Storia, critica e idee

15

Solo chi vive il territorio, passeggia nelle strade, dialoga con i commercianti, con le famiglie, con i pensionati e i disoccupati può avere la reale percezione di quale sia la condizione dell’economia catanese.

I grandi centri commerciali, che hanno accerchiato Catania ne hanno danneggiato la precaria condizione economica e hanno finito per atomizzare le famiglie creando luoghi dove consumare e non socializzare. La soluzione non può essere la “chiusura dei centri commerciali” che creerebbe l’ennesima perdita di posti di lavoro (oltre quelli dell’Aligroup) nè può essere rintracciata nella creazione dei “centri commerciali naturali” già istituiti (come quello del centro storico) che non sono mai divenuti operativi e non hanno portato giovamento all’economia. Come non ha ancora portato alcun giovamento l’istituzione della zona franca urbana a Librino (doveva partire nel 2010-2011 ma dal Ministero dello Sviluppo Economico non si hanno notizie dall’insediamento del governo tecnico). Sgravi o agevolazioni, come la riduzione delle imposte, devono essere funzionali all’interno di un progetto di sviluppo organico nel quale le Istituzioni, le Associazioni di categoria ed i

cittadini si rendano conto che ognuno deve fare la propria parte in questo momento di crisi. Bisogna investire nei servizi paralleli e promozionali creando un valore aggiunto alla fiscalità di vantaggio e allo sgravio d’ imposta.

Per aiutare l’economia locale bisogna ripartire dalle fondamenta; dall’analisi dei settori economici della nostra città che è legata ai commerci, ai servizi e al turismo. Il tessuto catanese è bottega fondata sul “credito” e la fiducia col cliente, sulla qualità dei prodotti. Nella programmazione economica va valutata la tipicità dei quartieri per valorizzarne le peculiarità. La zona di Ognina come centro di sviluppo legato al mare, ai prodotti ittici con esercizi e attività promossi dal progetto di zona pedonale. Il Castello Ursino come zona di sviluppo dell’artigianato di alta qualità (cuoio, legno, seta, strumenti musicali). Il processo di sviluppo deve n e c e s s a r i a m e n t e coinvolgere la zona mercatale principale della città, piazza Carlo Alberto. Le vie devono essere valorizzate e rivalutate con l’apertura di botteghe per rendere il mercato patrimonio della città. Bisogna rivalutare corso Italia e viale Ionio come centro del commerciale di qualità. Rilanciare via Etnea e la zona del centro storico incentivando manifestazioni che siano attrattive non solo per i cittadini ma anche per i turisti.

Uno dei maggiori problemi delle nostre città è il traffico. Per Catania, sono stati diversi i tentativi delle amministrazioni che si sono succedute negli anni, tentativi che però –ahinoi- non hanno portato gran risultato concreto.

Oggi, oltre alle automobili dei cittadini catanesi, si riversano nelle strade della Città migliaia di auto di chi, dall’hinterland, viene a Catania, per lavoro, per studi, per affari, per salute, per visita. Parcheggi scambiatori e brt, sono soluzioni destinate a fallire se accanto ad esse non si sensibilizza il cittadino a lasciare la propria auto a casa o negli appositi spazi, mediante atti concreti non repressivi, ma convenienti.

Guardando ad altri modelli europei, a Tallinn, per esempio, i trasporti pubblici dal 1 gennaio 2013 sono gratuiti. Nella capitale dell’Estonia, a seguito d’istanza cittadina, autobus, tram, bus e filobus sono gratuiti. L’operazione costa 22 milioni di euro ma farà risparmiare grazie alla riduzione dello smog (ed alla riduzione delle malattie correlate). Nella prima settimana di adozione del provvedimento, a Tallinn c’è stato un calo del 15 per cento di intensità del traffico rispetto ai mesi di novembre e dicembre. Inoltre, s’è registrato un aumento del 6 per cento dell’uso del trasporto pubblico.

I proventi da biglietti e abbonamenti, a Catania, incidono sul bilancio della AMT per il 7,60 per cento: cifra irrisoria che registra la disaffezione dei cittadini verso i mezzi pubblici (che sono insufficienti) e una elevata incidenza di furbetti. Proprio questo aveva spinto un illustre consigliere del comune di Catania (Gaetano Laterza) a formulare la stessa

proposta già negli anni Sessanta: inutilmente, perché chi usa il potere per ricattare (e ‘favorire’) non accetta riforme che ‘liberino’ i cittadini e migliorino la qualità della vita.

La percezione del bus che si registra è quella di mezzi vecchi, vandalizzati, con tempistica misteriosa. Il potenziamento dei mezzi di trasporto pubblico ci sembra doveroso, così come il rinnovo del parco mezzi (che ogni anno costa milioni di euro per manutenzione), cercando di coniugare sempre attenzione e sensibilità verso le politiche ambientali, con trasporti pubblici gratuiti per i residenti.

Grazie alla tessera d’identità magnetica si potrà accedere al servizio di trasporto gratuito. Chi non è provvisto di tessera –perché non residente o perché l’ha dimenticata- pagherà il titolo previsto, con macchinette per l’acquisto dei titoli di viaggio anche a bordo. Frattanto, una volta proposto un efficiente servizio pubblico gratuito, bisogna incrementare la vigilanza e la repressione delle infrazioni stradali in città, recuperando così parte dell’investito per la gratuità.

A fronte di questo, bisogna riformulare il piano delle piste ciclabili; istallare zone di parcheggio e noleggio (con scambio) per bici, nelle piazze idonee.

Page 18: Catania è Patria: Storia, critica e idee

16

BASTA SERITLo Spazio Libero Cervantes immagina una rivoluzione copernicana

del sistema fiscale. Lo Stato deve mettere il lavoro e la persona come epicentro delle sue attività (“L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”), subordinando la finanza ed il profitto al benessere dei più, e non viceversa come oggi avviene.

La legge 166 del 2011 permette ai comuni di abbandonare i “servizi” di Equitalia: chiediamo al Comune di sciogliere ogni rapporto con la Serit Sicilia S.p.A. e provvedere direttamente alla riscossione dei crediti (anche attraverso la compensazione dei debiti del comune con le imprese).

La riscossione diretta, porterà maggiori introiti per il Comune con tempi più celeri di acquisizione di liquidità permettendo così la destinazione di questa a servizi per la Comunità.

Con una convenzione con le Poste italiane (come nel caso di Bologna) per la gestione del microcredito si potrebbe aiutare il contribuente in difficoltà finanziaria ad onorare il suo debito, così da umanizzare il rapporto: una maggiore flessibilità aiuterà i cittadini in difficoltà a ripianare i propri debiti. Inoltre la certezza della destinazione di quanto versato da parte del contribuente aiuterà nella normalizzazione del rapporto. Ciò vuol dire che l’Amministrazione in maniera trasparente potrà (e dovrà) indicare la destinazione dei fondi attenuti.

Uno dei maggiori problemi delle nostre città è il traffico. Per Catania, sono stati diversi i tentativi delle amministrazioni che si sono succedute negli anni, tentativi che però –ahinoi- non hanno portato gran risultato concreto.

Oggi, oltre alle automobili dei cittadini catanesi, si riversano nelle strade della Città migliaia di auto di chi, dall’hinterland, viene a Catania, per lavoro, per studi, per affari, per salute, per visita. Parcheggi scambiatori e brt, sono soluzioni destinate a fallire se accanto ad esse non si sensibilizza il cittadino a lasciare la propria auto a casa o negli appositi spazi, mediante atti concreti non repressivi, ma convenienti.

Guardando ad altri modelli europei, a Tallinn, per esempio, i trasporti pubblici dal 1 gennaio 2013 sono gratuiti. Nella capitale dell’Estonia, a seguito d’istanza cittadina, autobus, tram, bus e filobus sono gratuiti. L’operazione costa 22 milioni di euro ma farà risparmiare grazie alla riduzione dello smog (ed alla riduzione delle malattie correlate). Nella prima settimana di adozione del provvedimento, a Tallinn c’è stato un calo del 15 per cento di intensità del traffico rispetto ai mesi di novembre e dicembre. Inoltre, s’è registrato un aumento del 6 per cento dell’uso del trasporto pubblico.

I proventi da biglietti e abbonamenti, a Catania, incidono sul bilancio della AMT per il 7,60 per cento: cifra irrisoria che registra la disaffezione dei cittadini verso i mezzi pubblici (che sono insufficienti) e una elevata incidenza di furbetti. Proprio questo aveva spinto un illustre consigliere del comune di Catania (Gaetano Laterza) a formulare la stessa

proposta già negli anni Sessanta: inutilmente, perché chi usa il potere per ricattare (e ‘favorire’) non accetta riforme che ‘liberino’ i cittadini e migliorino la qualità della vita.

La percezione del bus che si registra è quella di mezzi vecchi, vandalizzati, con tempistica misteriosa. Il potenziamento dei mezzi di trasporto pubblico ci sembra doveroso, così come il rinnovo del parco mezzi (che ogni anno costa milioni di euro per manutenzione), cercando di coniugare sempre attenzione e sensibilità verso le politiche ambientali, con trasporti pubblici gratuiti per i residenti.

Grazie alla tessera d’identità magnetica si potrà accedere al servizio di trasporto gratuito. Chi non è provvisto di tessera –perché non residente o perché l’ha dimenticata- pagherà il titolo previsto, con macchinette per l’acquisto dei titoli di viaggio anche a bordo. Frattanto, una volta proposto un efficiente servizio pubblico gratuito, bisogna incrementare la vigilanza e la repressione delle infrazioni stradali in città, recuperando così parte dell’investito per la gratuità.

A fronte di questo, bisogna riformulare il piano delle piste ciclabili; istallare zone di parcheggio e noleggio (con scambio) per bici, nelle piazze idonee.

Page 19: Catania è Patria: Storia, critica e idee

17

VIABILITÀ & TRASPORTI

Uno dei maggiori problemi delle nostre città è il traffico. Per Catania, sono stati diversi i tentativi delle amministrazioni che si sono succedute negli anni, tentativi che però –ahinoi- non hanno portato gran risultato concreto.

Oggi, oltre alle automobili dei cittadini catanesi, si riversano nelle strade della Città migliaia di auto di chi, dall’hinterland, viene a Catania, per lavoro, per studi, per affari, per salute, per visita. Parcheggi scambiatori e brt, sono soluzioni destinate a fallire se accanto ad esse non si sensibilizza il cittadino a lasciare la propria auto a casa o negli appositi spazi, mediante atti concreti non repressivi, ma convenienti.

Guardando ad altri modelli europei, a Tallinn, per esempio, i trasporti pubblici dal 1 gennaio 2013 sono gratuiti. Nella capitale dell’Estonia, a seguito d’istanza cittadina, autobus, tram, bus e filobus sono gratuiti. L’operazione costa 22 milioni di euro ma farà risparmiare grazie alla riduzione dello smog (ed alla riduzione delle malattie correlate). Nella prima settimana di adozione del provvedimento, a Tallinn c’è stato un calo del 15 per cento di intensità del traffico rispetto ai mesi di novembre e dicembre. Inoltre, s’è registrato un aumento del 6 per cento dell’uso del trasporto pubblico.

I proventi da biglietti e abbonamenti, a Catania, incidono sul bilancio della AMT per il 7,60 per cento: cifra irrisoria che registra la disaffezione dei cittadini verso i mezzi pubblici (che sono insufficienti) e una elevata incidenza di furbetti. Proprio questo aveva spinto un illustre consigliere del comune di Catania (Gaetano Laterza) a formulare la stessa

proposta già negli anni Sessanta: inutilmente, perché chi usa il potere per ricattare (e ‘favorire’) non accetta riforme che ‘liberino’ i cittadini e migliorino la qualità della vita.

La percezione del bus che si registra è quella di mezzi vecchi, vandalizzati, con tempistica misteriosa. Il potenziamento dei mezzi di trasporto pubblico ci sembra doveroso, così come il rinnovo del parco mezzi (che ogni anno costa milioni di euro per manutenzione), cercando di coniugare sempre attenzione e sensibilità verso le politiche ambientali, con trasporti pubblici gratuiti per i residenti.

Grazie alla tessera d’identità magnetica si potrà accedere al servizio di trasporto gratuito. Chi non è provvisto di tessera –perché non residente o perché l’ha dimenticata- pagherà il titolo previsto, con macchinette per l’acquisto dei titoli di viaggio anche a bordo. Frattanto, una volta proposto un efficiente servizio pubblico gratuito, bisogna incrementare la vigilanza e la repressione delle infrazioni stradali in città, recuperando così parte dell’investito per la gratuità.

A fronte di questo, bisogna riformulare il piano delle piste ciclabili; istallare zone di parcheggio e noleggio (con scambio) per bici, nelle piazze idonee.

Page 20: Catania è Patria: Storia, critica e idee

18

Uno dei maggiori problemi delle nostre città è il traffico. Per Catania, sono stati diversi i tentativi delle amministrazioni che si sono succedute negli anni, tentativi che però –ahinoi- non hanno portato gran risultato concreto.

Oggi, oltre alle automobili dei cittadini catanesi, si riversano nelle strade della Città migliaia di auto di chi, dall’hinterland, viene a Catania, per lavoro, per studi, per affari, per salute, per visita. Parcheggi scambiatori e brt, sono soluzioni destinate a fallire se accanto ad esse non si sensibilizza il cittadino a lasciare la propria auto a casa o negli appositi spazi, mediante atti concreti non repressivi, ma convenienti.

Guardando ad altri modelli europei, a Tallinn, per esempio, i trasporti pubblici dal 1 gennaio 2013 sono gratuiti. Nella capitale dell’Estonia, a seguito d’istanza cittadina, autobus, tram, bus e filobus sono gratuiti. L’operazione costa 22 milioni di euro ma farà risparmiare grazie alla riduzione dello smog (ed alla riduzione delle malattie correlate). Nella prima settimana di adozione del provvedimento, a Tallinn c’è stato un calo del 15 per cento di intensità del traffico rispetto ai mesi di novembre e dicembre. Inoltre, s’è registrato un aumento del 6 per cento dell’uso del trasporto pubblico.

I proventi da biglietti e abbonamenti, a Catania, incidono sul bilancio della AMT per il 7,60 per cento: cifra irrisoria che registra la disaffezione dei cittadini verso i mezzi pubblici (che sono insufficienti) e una elevata incidenza di furbetti. Proprio questo aveva spinto un illustre consigliere del comune di Catania (Gaetano Laterza) a formulare la stessa

proposta già negli anni Sessanta: inutilmente, perché chi usa il potere per ricattare (e ‘favorire’) non accetta riforme che ‘liberino’ i cittadini e migliorino la qualità della vita.

La percezione del bus che si registra è quella di mezzi vecchi, vandalizzati, con tempistica misteriosa. Il potenziamento dei mezzi di trasporto pubblico ci sembra doveroso, così come il rinnovo del parco mezzi (che ogni anno costa milioni di euro per manutenzione), cercando di coniugare sempre attenzione e sensibilità verso le politiche ambientali, con trasporti pubblici gratuiti per i residenti.

Grazie alla tessera d’identità magnetica si potrà accedere al servizio di trasporto gratuito. Chi non è provvisto di tessera –perché non residente o perché l’ha dimenticata- pagherà il titolo previsto, con macchinette per l’acquisto dei titoli di viaggio anche a bordo. Frattanto, una volta proposto un efficiente servizio pubblico gratuito, bisogna incrementare la vigilanza e la repressione delle infrazioni stradali in città, recuperando così parte dell’investito per la gratuità.

A fronte di questo, bisogna riformulare il piano delle piste ciclabili; istallare zone di parcheggio e noleggio (con scambio) per bici, nelle piazze idonee.

Via Garibaldi. Foto L.S.

Trent’anni, di cui più della metà trascorsi all’insegna di un impegno politico iniziato al liceo e maturato tra le strade e la gente di Catania. Basterebbe questo per descrivere il profilo di Gaetano - laurea in Scienze Politiche, libero professionista e rugbista – ma qualcosa in più occorre dire. Ad esempio che Gaetano ha sempre considerato la politica in senso classico, esclusivamente come esercizio di cittadinanza. Allergico alla logica dei partiti e alla loro autoreferenzialità, tutte le sue esperienze infatti sono maturate all’interno di quelle realtà non conformi e identitarie che hanno rappresentato una palestra politica e di cultura determinante per la sua formazione.

Niente a che vedere, la sua, con le vicende di chi, per anni, ha inteso per militanza politica la frequentazione di segreterie. No, rispetto a ciò la comunità di cui è responsabile rappresenta un approccio radicalmente diverso nel metodo, nelle proposte, nella prospettiva. Non a caso Gaetano è fra gli animatori di alcune delle esperienze che hanno portato Catania al centro dell’attenzione nazionale per ciò che concerne i fenomeni di innovazione giovanile.

La più importante è lo Spazio libero Cervantes, il centro sociale di cui è responsabile e che da quattro anni rappresenta uno dei pochi luoghi di aggregazione autogestiti del Mezzogiorno dove si produce cultura, informazione, solidarietà e proposta politica. Il fine settimana, poi, Gaetano lo trovate dietro il bancone del Durden, il centro

culturale d’ispirazione futurista che anima le serate della Civita. Qui, assieme all’associazione Durden, da quasi sei anni si batte per fare dello storico quartiere un laboratorio di città.

All’interno di questi due presidi di “esistenza” (totalmente autofinanziati) Gaetano è stato promotore e organizzatore, tra le tante cose, di mostre fotografiche, di manifestazioni sportive, di presentazioni editoriali, di vernissage, di concerti: tutto rigorosamente al di fuori del circuito commerciale. Ultima, solo in ordine cronologico, è l’intuizione di “Catania è patria”: il progetto con il quale tutta una comunità – assieme a professionisti, lavoratori e studenti che hanno aderito al manifesto – si presenta alla città.

Come si può facilmente intuire, allora, la scelta di candidarsi al Consiglio comunale è tutt’altro che una proposta individuale o un’ambizione personale. Ma, alla luce di tutto quello che abbiamo raccontato, si pone come un tassello fondamentale per dare rappresentanza politica a diciassette anni di vita spesi – assieme a tutta una comunità - con un obiettivo preciso: prendere il testimone e correre ancora più forte.

Page 21: Catania è Patria: Storia, critica e idee

19

Uno dei maggiori problemi delle nostre città è il traffico. Per Catania, sono stati diversi i tentativi delle amministrazioni che si sono succedute negli anni, tentativi che però –ahinoi- non hanno portato gran risultato concreto.

Oggi, oltre alle automobili dei cittadini catanesi, si riversano nelle strade della Città migliaia di auto di chi, dall’hinterland, viene a Catania, per lavoro, per studi, per affari, per salute, per visita. Parcheggi scambiatori e brt, sono soluzioni destinate a fallire se accanto ad esse non si sensibilizza il cittadino a lasciare la propria auto a casa o negli appositi spazi, mediante atti concreti non repressivi, ma convenienti.

Guardando ad altri modelli europei, a Tallinn, per esempio, i trasporti pubblici dal 1 gennaio 2013 sono gratuiti. Nella capitale dell’Estonia, a seguito d’istanza cittadina, autobus, tram, bus e filobus sono gratuiti. L’operazione costa 22 milioni di euro ma farà risparmiare grazie alla riduzione dello smog (ed alla riduzione delle malattie correlate). Nella prima settimana di adozione del provvedimento, a Tallinn c’è stato un calo del 15 per cento di intensità del traffico rispetto ai mesi di novembre e dicembre. Inoltre, s’è registrato un aumento del 6 per cento dell’uso del trasporto pubblico.

I proventi da biglietti e abbonamenti, a Catania, incidono sul bilancio della AMT per il 7,60 per cento: cifra irrisoria che registra la disaffezione dei cittadini verso i mezzi pubblici (che sono insufficienti) e una elevata incidenza di furbetti. Proprio questo aveva spinto un illustre consigliere del comune di Catania (Gaetano Laterza) a formulare la stessa

proposta già negli anni Sessanta: inutilmente, perché chi usa il potere per ricattare (e ‘favorire’) non accetta riforme che ‘liberino’ i cittadini e migliorino la qualità della vita.

La percezione del bus che si registra è quella di mezzi vecchi, vandalizzati, con tempistica misteriosa. Il potenziamento dei mezzi di trasporto pubblico ci sembra doveroso, così come il rinnovo del parco mezzi (che ogni anno costa milioni di euro per manutenzione), cercando di coniugare sempre attenzione e sensibilità verso le politiche ambientali, con trasporti pubblici gratuiti per i residenti.

Grazie alla tessera d’identità magnetica si potrà accedere al servizio di trasporto gratuito. Chi non è provvisto di tessera –perché non residente o perché l’ha dimenticata- pagherà il titolo previsto, con macchinette per l’acquisto dei titoli di viaggio anche a bordo. Frattanto, una volta proposto un efficiente servizio pubblico gratuito, bisogna incrementare la vigilanza e la repressione delle infrazioni stradali in città, recuperando così parte dell’investito per la gratuità.

A fronte di questo, bisogna riformulare il piano delle piste ciclabili; istallare zone di parcheggio e noleggio (con scambio) per bici, nelle piazze idonee.

Trent’anni, di cui più della metà trascorsi all’insegna di un impegno politico iniziato al liceo e maturato tra le strade e la gente di Catania. Basterebbe questo per descrivere il profilo di Gaetano - laurea in Scienze Politiche, libero professionista e rugbista – ma qualcosa in più occorre dire. Ad esempio che Gaetano ha sempre considerato la politica in senso classico, esclusivamente come esercizio di cittadinanza. Allergico alla logica dei partiti e alla loro autoreferenzialità, tutte le sue esperienze infatti sono maturate all’interno di quelle realtà non conformi e identitarie che hanno rappresentato una palestra politica e di cultura determinante per la sua formazione.

Niente a che vedere, la sua, con le vicende di chi, per anni, ha inteso per militanza politica la frequentazione di segreterie. No, rispetto a ciò la comunità di cui è responsabile rappresenta un approccio radicalmente diverso nel metodo, nelle proposte, nella prospettiva. Non a caso Gaetano è fra gli animatori di alcune delle esperienze che hanno portato Catania al centro dell’attenzione nazionale per ciò che concerne i fenomeni di innovazione giovanile.

La più importante è lo Spazio libero Cervantes, il centro sociale di cui è responsabile e che da quattro anni rappresenta uno dei pochi luoghi di aggregazione autogestiti del Mezzogiorno dove si produce cultura, informazione, solidarietà e proposta politica. Il fine settimana, poi, Gaetano lo trovate dietro il bancone del Durden, il centro

culturale d’ispirazione futurista che anima le serate della Civita. Qui, assieme all’associazione Durden, da quasi sei anni si batte per fare dello storico quartiere un laboratorio di città.

All’interno di questi due presidi di “esistenza” (totalmente autofinanziati) Gaetano è stato promotore e organizzatore, tra le tante cose, di mostre fotografiche, di manifestazioni sportive, di presentazioni editoriali, di vernissage, di concerti: tutto rigorosamente al di fuori del circuito commerciale. Ultima, solo in ordine cronologico, è l’intuizione di “Catania è patria”: il progetto con il quale tutta una comunità – assieme a professionisti, lavoratori e studenti che hanno aderito al manifesto – si presenta alla città.

Come si può facilmente intuire, allora, la scelta di candidarsi al Consiglio comunale è tutt’altro che una proposta individuale o un’ambizione personale. Ma, alla luce di tutto quello che abbiamo raccontato, si pone come un tassello fondamentale per dare rappresentanza politica a diciassette anni di vita spesi – assieme a tutta una comunità - con un obiettivo preciso: prendere il testimone e correre ancora più forte.

GAETANOFATUZZO

IL NOSTRO CANDIDATOAL CONSIGLIO COMUNALE

Page 22: Catania è Patria: Storia, critica e idee

20

Trent’anni, di cui più della metà trascorsi all’insegna di un impegno politico iniziato al liceo e maturato tra le strade e la gente di Catania. Basterebbe questo per descrivere il profilo di Gaetano - laurea in Scienze Politiche, libero professionista e rugbista – ma qualcosa in più occorre dire. Ad esempio che Gaetano ha sempre considerato la politica in senso classico, esclusivamente come esercizio di cittadinanza. Allergico alla logica dei partiti e alla loro autoreferenzialità, tutte le sue esperienze infatti sono maturate all’interno di quelle realtà non conformi e identitarie che hanno rappresentato una palestra politica e di cultura determinante per la sua formazione.

Niente a che vedere, la sua, con le vicende di chi, per anni, ha inteso per militanza politica la frequentazione di segreterie. No, rispetto a ciò la comunità di cui è responsabile rappresenta un approccio radicalmente diverso nel metodo, nelle proposte, nella prospettiva. Non a caso Gaetano è fra gli animatori di alcune delle esperienze che hanno portato Catania al centro dell’attenzione nazionale per ciò che concerne i fenomeni di innovazione giovanile.

La più importante è lo Spazio libero Cervantes, il centro sociale di cui è responsabile e che da quattro anni rappresenta uno dei pochi luoghi di aggregazione autogestiti del Mezzogiorno dove si produce cultura, informazione, solidarietà e proposta politica. Il fine settimana, poi, Gaetano lo trovate dietro il bancone del Durden, il centro

culturale d’ispirazione futurista che anima le serate della Civita. Qui, assieme all’associazione Durden, da quasi sei anni si batte per fare dello storico quartiere un laboratorio di città.

All’interno di questi due presidi di “esistenza” (totalmente autofinanziati) Gaetano è stato promotore e organizzatore, tra le tante cose, di mostre fotografiche, di manifestazioni sportive, di presentazioni editoriali, di vernissage, di concerti: tutto rigorosamente al di fuori del circuito commerciale. Ultima, solo in ordine cronologico, è l’intuizione di “Catania è patria”: il progetto con il quale tutta una comunità – assieme a professionisti, lavoratori e studenti che hanno aderito al manifesto – si presenta alla città.

Come si può facilmente intuire, allora, la scelta di candidarsi al Consiglio comunale è tutt’altro che una proposta individuale o un’ambizione personale. Ma, alla luce di tutto quello che abbiamo raccontato, si pone come un tassello fondamentale per dare rappresentanza politica a diciassette anni di vita spesi – assieme a tutta una comunità - con un obiettivo preciso: prendere il testimone e correre ancora più forte.

Elezioni amministrative 9/10 giugno 2013al Consiglio comunale di Catania

Gaetano FATUZZOcon

Page 23: Catania è Patria: Storia, critica e idee

Trent’anni, di cui più della metà trascorsi all’insegna di un impegno politico iniziato al liceo e maturato tra le strade e la gente di Catania. Basterebbe questo per descrivere il profilo di Gaetano - laurea in Scienze Politiche, libero professionista e rugbista – ma qualcosa in più occorre dire. Ad esempio che Gaetano ha sempre considerato la politica in senso classico, esclusivamente come esercizio di cittadinanza. Allergico alla logica dei partiti e alla loro autoreferenzialità, tutte le sue esperienze infatti sono maturate all’interno di quelle realtà non conformi e identitarie che hanno rappresentato una palestra politica e di cultura determinante per la sua formazione.

Niente a che vedere, la sua, con le vicende di chi, per anni, ha inteso per militanza politica la frequentazione di segreterie. No, rispetto a ciò la comunità di cui è responsabile rappresenta un approccio radicalmente diverso nel metodo, nelle proposte, nella prospettiva. Non a caso Gaetano è fra gli animatori di alcune delle esperienze che hanno portato Catania al centro dell’attenzione nazionale per ciò che concerne i fenomeni di innovazione giovanile.

La più importante è lo Spazio libero Cervantes, il centro sociale di cui è responsabile e che da quattro anni rappresenta uno dei pochi luoghi di aggregazione autogestiti del Mezzogiorno dove si produce cultura, informazione, solidarietà e proposta politica. Il fine settimana, poi, Gaetano lo trovate dietro il bancone del Durden, il centro

culturale d’ispirazione futurista che anima le serate della Civita. Qui, assieme all’associazione Durden, da quasi sei anni si batte per fare dello storico quartiere un laboratorio di città.

All’interno di questi due presidi di “esistenza” (totalmente autofinanziati) Gaetano è stato promotore e organizzatore, tra le tante cose, di mostre fotografiche, di manifestazioni sportive, di presentazioni editoriali, di vernissage, di concerti: tutto rigorosamente al di fuori del circuito commerciale. Ultima, solo in ordine cronologico, è l’intuizione di “Catania è patria”: il progetto con il quale tutta una comunità – assieme a professionisti, lavoratori e studenti che hanno aderito al manifesto – si presenta alla città.

Come si può facilmente intuire, allora, la scelta di candidarsi al Consiglio comunale è tutt’altro che una proposta individuale o un’ambizione personale. Ma, alla luce di tutto quello che abbiamo raccontato, si pone come un tassello fondamentale per dare rappresentanza politica a diciassette anni di vita spesi – assieme a tutta una comunità - con un obiettivo preciso: prendere il testimone e correre ancora più forte.

Page 24: Catania è Patria: Storia, critica e idee

[email protected]

f.ch

itta

ri@

inci

pit

ank.

it