catanzaro - benevento

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Periodico Indipendente - Anno XXV n. 03 - domenica 16/09/2012

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Domenica Giallorossa periodico settimanale - Anno XXV

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Periodico Indipendente - Anno XXVn. 03 - domenica 16/09/2012

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L’editoriale

Costruiamo le nostre “Forche Caudine”

Il Catanzaro c’è, nonostante la sconfitta di Latina

Venerdì ho acceso il tele-visore e mi sono acco-modato sul divano di

casa per assistere, beato, alla partita cheveniva trasmessa. Non mi ha neanchesfiorato la mente il pensiero di puntareil telecomando su RAI 1 per seguirel’impegno della Nazionale contro laBulgaria, ma, e non poteva essere di-versamente, il dito si è posizionato sulcanale 60 di Sportitalia 1 per godermil’incontro tra il Catanzaro e il Latina.Che brutto spettacolo! Ad un primotempo con l’assenza completa di gioco,ha fatto seguito una ripresa di soffe-renza, condizionata dall’espulsione diFiore e dalla necessità di modificare loschema tattico della squadra giallo-rossa, che ha determinato la graduale eprogressiva scomparsa del favolosotrio d’attacco: all’immediata sostitu-zione di Carboni si è aggiunta quella diMasini e poi anche quella di Fioretti. Aquesto punto, senza volerlo, è riapparsol’incubo della Seconda Divisione. Be-ninteso, questa eventualità non laprendo neppure in considerazione, mapenso che mi faccia bene esorcizzarequesta paura per riacquistare la dovutatranquillità e ridare luce alle immaginisfocate di Latina, rimbalzate dal tubocatodico. Ricordo perfettamente quando ho por-tato per la prima volta mio figlio allostadio all’età di sette anni e giunto suigradini della Curva Ovest l’ho sentitourlare di gioia perché in campo c’era laJuventus: in verità, si trattava delle ma-glie bianconere della Battipagliese, conil pubblico che applaudiva le giocate diGaleano. Per tanti anni ho dovuto com-battere strenuamente per condurlo allostadio, disinteressato come era a partiteche neanche da lontano si avvicinavanoa quelle di serie A e B abituato a guar-dare in televisione. E poi come ci si po-teva esaltare di fronte ad attaccanticome Capuozzo, Vinci e Procopio oimmedesimarsi in giocatori come Ba-ratto, Promutico e Guzzetti o pensaredi voler imitare le gesta di Libro e De

Min? Per parte mia è ancora vivida lamemoria dell’attesa per il contributo diMarsich, quasi si trattasse di un Bui odi un Palanca o di un Bivi redivivo, adimostrazione di come ci si adatta allesituazioni e si riesce ad abbassare il li-vello delle aspettative. Attenzione, nes-sun giudizio negativo di valore suisingoli, ma semplicemente il richiamodi un periodo infelice della storia cal-cistica giallorossa, e non certo per gu-fare o per lanciare strali controqualcuno alla seconda giornata di cam-pionato. Anzi, l’esatto opposto: la rie-

vocazione impaurita del passato, perrinnovare la speranza nei riguardi delpresente. A volte rinnovare tempi nefa-sti serve proprio per rafforzare la con-vinzione nelle potenzialità e nel valoredell’attualità. Non dimentichiamoci,quindi, dei valzer degli allenatori, dellerose modeste di calciatori, dei perso-naggi che hanno bivaccato sulle sfor-tune del Catanzaro, dei nomiimproponibili di sconosciute squadreavversarie, perché tutto ciò deve farciapprezzare quanto stiamo vivendo edarci l’esatta misura degli avvenimenti.La sconfitta nella prima trasferta dellastagione ci sta, ma ha dimostrato che ilCatanzaro c’è, che l’allenatore è com-petente, motivato e con le idee chiare eche la società continua a muoversi conil rigore e la serietà dell’annata prece-dente. Perdonatemi lo sfogo, ma è servito,perché alla fine il baratro della SecondaDivisione si è allontanato e la calda fi-ducia è ricomparsa per riavvolgermi trale sue braccia. Affrontiamo ora a visoaperto i rappresentanti del popolo san-nita, con la speranza di riuscire a co-struire le nostre “Forche Caudine” e difar prevalere la superiorità artistica bi-zantina sulla forza longobarda.

A. S. Francesco Libro

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pag. 1 In CopertinaCaccia alle streghe

pag. 3 EditorialeCostruiamo le nostre “Forche Caudine”

pag. 7 Il fondo del direttoreA Latina una brutta giornata...

pag. 9 Pallone e dintorniLa vergogna degli stadi e spalti vuoti

pag. 11 Area di rigore

pag. 12 L’intervistaAlberto Quadri: “Fiducioso più che mai”

pag. 13 Il punto sul campionatoPerugia già padrone...

pag. 14 FocusTifosi “veri” vs “tifosi part-time”

pag. 15 SpiderCamRiecco Catanzaro - Benevento...

pag. 17 L’avversario di turnoIl Benevento

pag. 19 Visti da vicinoGiordano Fioretti

pag. 21 Il cammino dei giallorossi

pag. 22 Il calendarioRisultati e prossimo turno

pag. 24 I tabellini della giornataRisultati, classifica e marcatori

pag. 27 ControcronacaNon tutti i mali vengono per nuocere

pag. 29 La parola ai tifosiLe impressioni delle prime due uscite dei giallorossi

pag. 31 Stati d’animoUrge riscatto a stretto giro di giornata

pag. 32 Meteore - Curiosando

pag. 33 Fumetti - Quelli che... lo striscioneSenza parole... - Lassù, solo tu...

pag. 34 UeSse domani...Gianluca Procopio al timone dei suoi “Allievi”

pag. 37 HighlightsGli scatti dell’amara notte al “Francioni”

pag. 39 VivaioE’ iniziata l’attività della Scuola Calcio...

pag. 40 Quote RosaRilanciare il calcio femminile...

pag. 41 Calcio a 5Con la Coppa Italia al via la nuovastagione agonistica

pag. 43 I nostri inserzionisti

pag. 1 pag. 19pag. 12

Periodico sportivo Indipendente - Anno XXV Aut. Trib. di CZ n. 60 del 02.09.1988 - Tiratura 9.000 copie

Il numero è stato chiuso in redazione martedì 11 settembre 2012

EditoreSalvatore Monteverde

Direttore ResponsabileGianni Bruni

Coordinamento giornalisticoMario Mirabello

FotoIcaro Fotocronache - tel. 0961.725028

Grafica e impaginazione

Studiograficomaioinfo: 0961.918427 - 339.2215585

Concessionario di pubblicitàIcaro Fotocronache Largo Serravalle, 9 - 88100 Catanzaro

Tel. 0961.725028

StampaAbramo Printing & Logistics S.p.A.

La fotodi copertinaè di Romana Monteverde

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Anche l'amore, quello vero, quello per sempre, si tinge di giallorosso: la passione nella passione, la fede nella fede, il Ca-tanzaro presente nel giorno più bello della vita di Vitaliano e Caterina. Lui di Catanzaro, lei di Vibo Valentina, entrambi

tifossisimi del "magico" si diranno il fatidico "SI" giorno 22 Settembre, nella terra dei cugini rossoblu. L'attesa è tanta, l'emo-zione comincia a farsi sentire, i cuori non smettono di battere, i due futuri sposini cosi non lasciano a casa la squadra delcuore neanche nel giorno del matrimonio rendendo anche partecipi gli amici e i parenti a cui è stato già recapitato questobizzarro, ma spettacolare, invito di nozze in perfetto stile "locandina". A Vitaliano e Caterina la redazione di Domenica GIal-lorossa augura i migliori auguri per una felice vita insieme.

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Il fondo del direttore

A Latina una brutta giornata, ma contro il Benevento, avversario

sia pure scomodo, occorrerà vincere

Una brutta partita, una bruttasconfitta, un Catanzarobruttino,un impegno pros-

simo “brutto”. Queste le considerazioni acaldo nate dopo aver seguito (maledicendoil digitale terrestre) la gara dei nostri eroi ingiallorosso in quel di Latina, contro un av-versario reduce da una brutta scoppola aPisa, salvatosi a stento lo scorso anno dallaretrocessione, “rifatto” con un gruppetto diragazzi alla corte di tre o quattro vecchimarpioni, quali Cottafava, Barraco, Milanoed anche Bindi.Doveva essere una partita abbordabile ed ineffetti, sul campo, questa previsione è ap-parsa subito la più logica,vista la pochezzadi gran parte della truppa neroazzurra ( macome ha fatto Pecchia, a fine gara, a parlaredi giocatori meravigliosi……) ed inveceecco le notazioni a nostro avviso emerse.Brutta partita. Un primo tempo pratica-mente non giocato, un solo tiro in porta delLatina, ben parato da Pisseri, mezzo tiro daparte del Catanzaro. Il Latina ha giocatocon la tremarella per almeno mezz’ora, te-mendo oltre modo i giallorossi, poi hapreso un po’ di coraggio senza grossi risul-tati. Ripresa falsata dall’assurda espulsionedi Fiore, Catanzaro in bambola per ventiminuti, “ gol della domenica “ dei laziali efine di una gara davvero modesta sottol’aspetto tecnico.Brutta sconfitta. E sì, brutta sconfitta perchéquesta non era una gara da perdere, conpunti preziosi lasciati ad un avversario me-diocre, che in partenza avrebbe sottoscrittoil pareggio. Non stiamo parlando di Peru-

gia, Nocerina, Gubbio, Frosinone, Avellino,Pisa e compagnia di alta classifica. Stiamoparlando di un Latina che in pratica ha gio-cato solo quando si è trovato in vantaggionumerico, anche se, sempre con il vantag-gio numerico per un’ora, a Pisa aveva bec-cato tre pappine. Insomma, sono stati trepunti regalati e questo è un vero peccato!Catanzaro “bruttino”. C’è ancora qualcosache non va, ed è evidente anche se, controun avversario già definito mediocre, forsesarebbe bastato restare in undici per nonfarsi troppo male. Ma perché un Catanzaroche ha dominato (lo ha detto anche Cozza)per quasi tutto il primo tempo, non è mairiuscito ad impensierire Bindi ? Perché ac-contentarsi del facile tran-tran su cui si eraincanalata la gara e non tentare, vista lapaura che in avvio attanagliava i laziali,quell’assalto che invece, nel finale, potevaanche dare i suoi frutti? Conoscendo Cozza e la sua filosofia digioco non è facile rispondere a questi in-terrogativi. Fatto sta che il centrocampo,questa volta, ha operato una maggiore co-pertura della difesa, dovendo però ridurreil proprio apporto alle punte. Risultato: ab-biamo beccato una rete incredibile, ancheperché nessuno ha pensato di portarsisull’avversario, solo al limite dell’area(sono giochetti, quelli del corner battutosul compagno arretrato invece che in mezzol’area, che si fanno anche tra i dilettanti),abbiamo corso altri due pericoli ed inavanti Fioretti e Masini non hanno vistouna palla.Impegno “brutto”. Avversario brutto e tosto

il Benevento, in visita domenica al “Cera-volo”, un avversario che definire scomodoè poco. Il Benevento, che anche la scorsa stagioneha mancato per un soffio l’obiettivo promo-zione, si è ulteriormente rinforzato e non famistero di voler essere protagonista inquesta stagione. Abbiamo seguito in tele-visione la gara giocata e persa dal Bene-vento in quel di Perugia: senza dubbio icampani meritavano qualcosa di più ma, aprescindere dal risultato che in avvio dicampionato non sempre rispecchia i valoriin campo, Montiel e compagni hanno im-pressionato favorevolmente.La forza delle “streghe” di Benevento èproprio nel centrocampo: un reparto per-fetto sia in fase di costruzione che di inter-dizione, capace di lanciare le punte,assicurando interessanti inserimenti sullefasce e capace anche di “coprire” la difesa.Ecco, se un difetto è emerso nella gara diPerugia, è quello di una difesa che, in man-canza di adeguata copertura, può trovarsi adisagio contro avversari veloci ed in gradodi esercitare una costante pressione. Biso-gnerà, quindi, che il Catanzaro sappiaprima contrastare la manovra beneventanaa centro campo, per poi operare quella ma-novra offensiva che, almeno nelle gare in-terne, non è mai mancata; guardandosi benele spalle, naturalmente…..Certo, a dirlo così, sembra tutto facile. Sulcampo bisognerà invece sudarsela.

Gianni Bruni

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Pallone e dintorni di FILIPPo VeLtrI

Si gioca in stadi non sicuri, che sono un cantiere aperto. Non ci si può lamentare poi se gli spalti sono deserti

La vergogna degli stadie gli spalti vuoti

Ci potrà mai essere un calcionuovo in Italia se – oltre allaquestione, diciamo così, cri-

minale e al predominio delle tivù, già trattatinei due precedenti numeri – assistiamo im-perterriti all’altra maxi vergogna della condi-zione degli stadi e degli impianti sportivi? E’salita nelle scorse settimane agli onori dellagrande cronaca nazionale la situazione del“San Paolo” di Napoli, un campo ricoperto disabbia, dove si è giocato, senza colpo ferire,una gara del campionato di serie A (ma nonsarebbe stato meglio se l’arbitro non avesseconcesso l’agibilità?), ma ormai l’allarme ègenerale e coinvolge tutto il paese. Si giocain stadi non sicuri, che sono un cantiereaperto, a porte chiuse (Cagliari), con spoglia-toi al limite del suk arabo, reparti per lastampa angusti e insicuri, difficili da raggiun-gere, con parcheggi lontani e improbabili epoi ci si lamenta pure se gli spalti sono vuotio semivuoti. I campionati sono partiti da un paio di setti-mane e già si fanno i primi paragoni e si sco-pre che l’emorragia di spettatori continua, chela gente va sempre meno la domenica (o il sa-bato o il venerdì o anche il lunedì) negli stadie non solo e non tanto perchè lo spettacolova in onda più comodamente sulle varie tivù,ma perché, andare allo stadio, è ormai diven-tato un’opera titanica.Entrare, sedersi, vedere, uscire, non trovareintoppi di varia natura o lavorare (come capitaa chi come noi fa questo di mestiere) in con-dizioni normali (non altro si chiede), mentrevanno avanti i soliti palleggiamenti tra Co-

muni, società di calcio, imprese su di chi siala responsabilità. Una commedia tutta all’ita-liana, che contribuisce ad allontanare la gentee ad aumentare il discredito, già profondo,verso il disastrato calcio italiano. La que-stione degli stadi è decisiva per tutto il movi-mento, perchè significa aumentare lasicurezza, finirla una volta per tutte con gliepisodi di violenza, far lievitare gli affari dellesocietà, legare sempre di più la tifoseria allasquadra, rendere più sicuro per i calciatoristessi il momento della partita. E non stiamoparlando di stadi di proprietà, dove da noi cisi arriverà forse tra anni e anni…No! Stiamoparlando di un problema che, Comuni e So-cietà, debbono affrontare nella comune otticadi una nuova visione del calcio nelle varie re-

altà territoriali. E’inutile riempirsi labocca di promesse edi magniloquentiproclami sui rifaci-menti di stadi, operefinite prima che ilcampionato inizi etc.etc., se poi ci si ri-trova sempre alpunto di partenza!Anche gli sforzi eco-nomici dei presidenti– e chi ha orecchieper intendere lo fac-

cia nella nostra realtà – alla fine non avrannosenso se le condizioni sono queste, se la genteallo stadio non ci va più e se la sicurezza nonè assicurata. Anche in Calabria il problema è questo,anche questo e serve a poco rinviarne ad ognipiè sospinto la soluzione definitiva. Il “Cera-volo” è ormai un rudere e non basterannocerto i dieci milioni già spesi o stanziati. Lagente arriva allo stadio di Catanzaro – non diRoma o di Londra – in taxi, chi può permet-terselo ovviamente. Ci rendiamo conto?Ci vuole un nuovo stadio? Lo si decida infretta e altrettanto rapidamente si avviil’opera, chiamando i privati e chi ha mostratoapertamente interesse. A Catanzaro è suc-cesso. Almeno i nostri nipoti potranno go-dersi uno spettacolo decente!

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Area di rigore di CLAudIo AStA

Chi poteva pensare, cariamici, che la PrimaDivisione fosse una

passeggiata. Dopo le due partite (Bar-letta e Latina) della scorsa settimana,farebbe bene a darsi una bella “rego-lata”. Tre punti in 180 minuti e controdue squadre che pensano solo a sal-varsi tranquillamente, la dicono lungacome sia buona regola “volare basso”e, magari, fare un bel mea culpa peruna certa presunzione che, in attesadella miglior condizione ed equilibrioin campo, si farebbe meglio a mettereda parte. Per carità, non mi fascio dicerto la testa, non mi taglio…le venee, di certo, non mi metto a fere il pia-gnone in nome della cattiva sorte odella scarsità degli arbitri fin qui in-contrati. Il campionato è appena ini-ziato e c’è tutto il tempo perrecuperare. Fatto sta che il Perugia hagià dimostrato di che pasta è fatto,mentre il Pisa e l’Avellino hanno di-mostrato che i pronostici della vigilia(quelli che li vogliono protagonistiper la vittoria finale) sono ben fon-dati. Dunque, cari amici, “sursumcorda”, rimbocchiamoci le manichee…”jettamu u sangu” in campo.

Prosegue lo Zelig itinerante incerca di nuovi comici. Tal Ma-resca di Napoli, arbitro di La-

tina-Catanzaro, è stato ingaggiato peril nuovo show di Claudio Bisio. E’stato simpatico quando ha ammonitola prima volta Fiore, ma è diventatoesilarante quando,invece di ammonireper la seconda volta (e relativa espul-sione) Milani per fallo di mani, hanuovamente ammonito lo stessoFiore, facendoci restare in dieci perl’intero secondo tempo. Già si lamen-tano, cari amici, in serie A per la scar-

sezza delle giacchette nere; si può im-maginare a cosa andremo incontronella Prima Divisione. Prepariamoci,dunque, cari amici, a…fegati spappo-lati, a ulcere di stomaco violente, acoronarie infracidite,a “gioielli perso-nali intimi” gonfi lì lì per esplodere.Proporrò al mio Direttore Generaledel Pugliese di offrire assistenza gra-tuita a tutti i tifosi giallorossi : basteràpresentarsi in ospedale con la ma-glietta giallorossa. Almeno lì, la tes-sera del tifoso non serve.

Sono un tifoso ultras e, pertanto,mi interessa poco la tattica. Purtuttavia, un appunto al mitico

Ciccio Cozza (Dio lo abbia in gloria!)lo voglio e lo devo fare. Quando, al-l’inizio, parlavo di presunzione, mi ri-ferivo proprio alla eccessivaspregiudicatezza dei “Nostri”. Tale at-teggiamento porta, inevitabilmente,alla…coperta corta: i piedi o la testasono inevitabilmente scoperti. Lo sbi-lanciamento della squadra porta ad unmassacrante lavoro dei nostri attac-canti, che finiscono con l’essere pocolucidi ed incisivi sotto porta. PrendeteFioretti, splendido opportunistad’area, ma costretto a fare un lavoromassacrante lontano dalla porta. Il ri-sultato è una inconsistenza in avanti eun lavoro massacrante per la difesa.Lo abbiamo visto tutti: se non c’eranoSiringano e Passeri, rischiavamo, inquel di Latina, una sonora batosta.Forse, dico forse, sarebbe meglio, inattesa che almeno 5-6 giocatori tro-vino una forma accettabile, che, al-meno fuori casa, si giochi con piùgiudizio. Ciccio potrebbe dirmi:”Fatti i c…zi tuoi!” Va bene, me li

faccio; però non ci dica che ha vistoun grande Catanzaro.

In matematica si chiama “la provadel nove” quel test per verificarel’esattezza del risultato di una

prova aritmetica. Con il Benevento,oggi in casa, è una autentica “provadel nove”: ha ragione Ciccio Cozzache vede un grande Catanzaro o il sot-toscritto (con qualche altro migliaiodi tifosi) che vede un Catanzarotroppo sbilanciato e che rischia difarsi male da solo? Giuro, cari amici,che spero abbia ragione il mitico“Ciccio”. D’altra parte, i miei tra-scorsi di studente del Liceo Classicomi hanno portato ad avere naturali la-cune in matematica. La verità è cheoggi bisogna vincere a tutti i costi. Lalegge del “Ceravolo” deve continuaread avere una sua logica. Per questo èfondamentale il tifo sugli spalti. Biso-gna far dimenticare ai “Nostri” la de-lusione di venerdì scorso e sospingerliverso una gara perfetta ed entusia-smante. Ma ciò, la torcida giallorossalo sa bene! Ad maiora!La formazione in campo a Latina

L’arbitro Maresca

Giordano Fioretti

Ciccio Cozza

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L’intervista di roMAnA MonteVerde

5presenze in un

campionato estero. Nel 2010/2011 nel

Chernomorets (Bulgaria)

2le reti segnate l'annoscorso al Catanzarodopo il suo arrivo

a gennaio

1le sue gare

disputate in serie A con la Lazio:

stagione 2006/2007

Miete tranquillità in campo enegli spogliatoi, stabiliscegli equilibri e li fa rispet-

tare. Se lo si incontra per strada dif-ficilmente si indovina il suo ruolo; di pocheparole, preferisce i fatti alle chiacchiere e lodimostra domenica dopo domenica. Il suonome è Alberto Quadri, di professione fa ilcalciatore, ma è quello di “regista” il suo ap-pellativo migliore, tra l’altro quello che gli siaddice di più. Ex capitano del Campobasso,con un passato calcistico in Bulgaria, ha ve-stito anche le casacche di Lazio, Avellino,Monza, Spezia, Mantova, Padova e Taranto. Arrivato sui Tre Colli a metà della scorsa sta-gione, è risultato uno degli acquisti più im-portanti e pregevoli del Catanzaro, targatoCosentino. Da quando veste la maglia gial-lorossa non ha sbagliato un colpo, non ha bu-cato una partita, forte della sua esperienza datrascinatore del gruppo, dei suoi piedi buoni,della sua grande visione di gioco. MisterCozza ha grande fiducia in Lui, come uomoe come calciatore, cosi come i tifosi, che spe-rano nel ripetersi di una nuova e brillante sta-gione. Dalla sconfitta di Latina, nonostante l’ini-ziale amarezza, è convinto si possa ripartiresenza remore e rancori, rimarcando la forzae la voglia di vittoria di una squadra, che hatutte le carte in regola per farcela ancora, perla seconda volta consecutiva. La sconfitta di Latina ha lasciato un po’l’amaro in bocca all’ambiente giallorosso.Ma cosa è mancato in realtà al Catanzaroper vincere?“La partita in terra laziale, a mio parere, èstata abbastanza equilibrata. Soprattutto nelprimo tempo siamo riusciti a gestire bene levarie occasioni e probabilmente, proprio inquesto frangente, dovevamo essere più ci-nici, andando a creare qualcosa in più. Era-vamo convinti di poter chiudere la sfida nellaripresa, ma l’espulsione di Fiore ha finito conil penalizzarci, mettendoci in grande diffi-coltà. Se non si fosse verificata, sicuramenteil match avrebbe preso tutt’un'altra piega:meritavamo, infatti, di vincere e anche il pa-

reggio non sarebbe stato ingiusto”. Il campionato è appena iniziato e la stradada fare è ancora lunga. Cosa si deve aspet-tare, a partire già da oggi?“La cosa fondamentale è non fare progetti.Dobbiamo ancora crescere e migliorarci;d'altronde la C1 non è la Se-conda Divisione, le diffi-coltà sono maggiori e illivello di gioco è abba-stanza alto. Bisogna scen-dere in campo, giocandopartita dopo partita e pen-sare alla singola sfidacome se fosse l’ultima finale.Solo mettendo in atto questavincente mentalità si possonoraccogliere i frutti migliori. Iconti si dovrannofare più avanti; perora l’arma impor-tante è quella di nonpensare nè al passato, neal futuro, giocando,invece, ogni dome-nica per incamerarei tre punti”. Il Catanzaro, in que-sto difficile girone B diPrima Divisione, non ètra le squadre favoriteper il salto di categoria,ma si sa bene che la squa-dra stessa ha gli ingre-dienti giusti per poterfare bene. Quadri è fi-ducioso?“Credo molto nel progetto delpresidente e del mister. Perdere aLatina non è stato bello, ma c’èda ricordare che venivamo dauna scia di trentadue risultatiutili positivi, con alle spalleuna grande concretezza digruppo e una straordinariaunità di intenti. Siamoalla terza giornatadi campio-

“Credo molto nel progetto del presidente e del misterNon temiamo nessuno e possiamo giocarcela

contro qualsiasi avversario”

Alberto Quadri

Fiducioso più che mai...

nato, troppo presto per dare dei giudizi, con-siderando, tra l’altro, i molti giocatori nuoviche ancora devono inserirsi al meglio neglischemi, per farli propri e dare quindi il lorocontributo. Non abbiamo nulla di meno dellealtre squadre e siamo convinti di poter darein maniera determinante il nostro contri-buito, levandoci, anche questa volta, dellegran belle soddisfazioni. Da questo punto divista i tifosi possono star tranquilli: non li de-luderemo!”.Sei il pilastro del centrocampo, quello chenella gara contro il Latina in molti hannoconsiderato il migliore in campo. A mentefredda si poteva fare di più in terra la-ziale?“Contro il Latina potevamo certamente faremeglio, dal momento che anche in trasfertaesistono le componenti adatte per imporcisugli avversari. Abbiamo creato un buongioco e purtroppo, penalizzati da alcunescelte arbitrali, non siamo riusciti a portarea casa il risultato. Questo, ad ogni modo, nondeve in alcun modo frenarci, anzi, deve darea tutti noi quella spinta in più per migliorare.Bene inteso: non temiamo nessuno e ce lapossiamo giocare contro qualsivoglia avver-sario”. Oggi affrontiamo il Benevento, una dellesquadre più difficili del campionato, ma

al Catanzaro servono per forza i trepunti. Come vi siete preparati alla

sfida?“Scenderemo in campo con la

grinta e l’agonismo di sempre,consapevoli di essere un’ot-tima squadra, in grado, so-prattutto in casa, di faremale a chiunque. Ovvia-mente giocheremo per i trepunti, senza timore reve-renziale verso l’avversariodi turno, credendo nellenostre potenzialità. A ciòsi aggiunge il sostegnodel pubblico: la nostravera arma in più per vin-cere e centrare l’obiet-tivo”.

Dopo due giornate dicampionato, quale la pro-messa che ti senti di fareai tifosi?“Per natura, non piace fareproclami. Ciò che possoassicurare è che ogni do-

menica ce la metteremo tuttaper portare in porto la vittoria e dare, quindi,in campo il meglio di noi stessi. Teniamomolto a questa maglia ed a questo progetto,per cui abbiamo la voglia di non deludere leaspettative. Bisogna solo avere pazienza econtinuare a lavorare intensamente, comedel resto è stato fatto finora”.

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Il punto sul campionato di PIer SAnto GALLo

Perugia già padrone, Nocerina ancora “ingolfata”,

bene l’AvellinoIl Catanzaro perde l’imbattibilità a Latina.

Turno da seguire, quello odierno, col “derby” umbro e la sfida del “Ceravolo”.

Due giornate per fare già lavoce grossa: si, il Perugiaè già padrone del girone

B di Prima Divisione. Due partite, dueprove di forza: la prima contro il quotatoBenevento con il suo attacco “atomico”in evidenza, la seconda a Barletta, controuna squadra che, dopo la buona presta-zione del “Ceravolo”, si è confermatadavvero un osso duro da affrontare: a ri-solvere è stato un colpo di testa del cen-trocampista Politano, su assist di Rantier.Così gli umbri si ritrovano da soli a pun-teggio pieno in testa alla classifica.Dicevamo nel numero precedentedell’“emozione da debutto” per Avellinoe Nocerina. Ebbene, domenica scorsa, gli irpinihanno dimostrato che con il Prato è statadavvero una giornata storta, violando ilcampo della Carrarese con un rigore diquella “vecchia volpe” di Biancolino.Domenica il “derby” con la Paganese cidirà se De Angelis e compagni avrannodefinitivamente spiccato il volo. E laNocerina? I rossoneri faticano ad ingra-nare la marcia in questo inizio stagione.Anche a Prato infatti è maturato un altroX contro una formazione che si ritrovacon soli due punti, ma che può vantarsidi essere uscita imbattuta dai due matchcontro altrettanti “top team”, come Avel-lino e appunto i molossi. Primi tre punti anche per il Benevento,che ha regolato col più classico dei risul-tati il Viareggio. Per i sanniti una buona prova dopo il kodi Perugia, preventivabile contro la favo-rita numero uno per la vittoria finale delcampionato. Match già da brividi quindiin questo turno al “Ceravolo”. La sfida tra Altinier e compagni e il Ca-tanzaro sarà infatti un esame importanteper misurare le ambizioni delle due for-mazioni. La formazione del presidenteCosentino non ha convinto in fase difen-

siva in questo inizio stagione e anche aLatina non ha particolarmente brillato(anche prima di ritrovarsi in inferioritànumerica), incassando una sconfitta, cheha rotto la lunga imbattibilità. Sta a Cic-cio Cozza ora cercare di registrare il re-parto arretrato e dare più imprevedibilitàal centrocampo giallorosso per non per-dere contatto dalle primissime, che co-munque, Perugia a parte, al momentonon hanno entusiasmato. Quanto al Latina, anche per Pecchia c’èancora molto da lavorare, ma la vittoriacontro le “Aquile” può essere un buonviatico per il futuro, tenuto conto che i la-ziali solo da meno di due settimanehanno iniziato ad allenarsi con la squadraal completo. Tre punti di rigore per il Gubbio controil Frosinone, mentre sorride la Paganese

grazie al “core ingrato” Fernandez, cheha punito con una doppietta la sua exsquadra Sorrento. Solo un pareggio per ilPisa in casa di un’Andria che continua afare miracoli. Giornata tutta da seguire quindi la terzacon tre “derby” attesissimi, come quellodell’Umbria tra Perugia e Gubbio, quellodi Toscana tra Viareggio e il Prato equello campano tra Avellino e Paganese,oltre al già citato Catanzaro- Beneventoche promette scintille. La Nocerina non può più sbagliare controun Latina (come ahinoi abbiamo potutoconstatare) in risalita; dura per Carraresee Barletta (continua il calendario terribiledella matricola pugliese) cancellare lozero in classifica a Sorrento e Pisa. Achiudere il turno odierno la sfida tra Fro-sinone e Andria.

Germinale, attaccante del Benevento

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Focus

Aveva giocato l’ultima ingiallorosso al “Ceravolo”in un pomeriggio vincente,

ma triste. Quello dell’inutile successo per4-2 nel match di ritorno di una finale pla-yoff contro la Cisco Roma, già decisa am-piamente dalla quaterna del “Flaminio” unasettimana prima. Era il 13 giugno 2010. Lostadio semideserto. I fischi, le contestazionidei pochi presenti sugli spalti erano infra-mezzati in maniera quasi schizofrenicadagli applausi e dai cori seguiti alle reti chesembravano, almeno all’inizio aprire lo spi-raglio a una clamorosa rimonta. Lui, Roberto Mancinelli, professione por-tiere, era stato chiamato in causa dal tec-nico, a seguito del flop di Vono (e non sonodi Vono) al “Flaminio”, dopo un anno in cuiera stato abbonato, suo malgrado, ad un po-sticino in panchina.

Quel giorno aveva risposto presente, anchese probabilmente avrebbe voluto un com-miato un po’ diverso da una città e da unasquadra cui, in fondo, aveva regalato treanni della propria carriera, durante le qualinon erano mancate le soddisfazioni e so-prattutto l’affetto del pubblico. “MAN-CI-NEL-LI SEN-ZA-CAPELLI”, cantavano isostenitori giallorossi dalla curva, all’uscitadagli spogliatoi, dalle tribunette del “Poli-giovino”, sede degli allenamenti di quel Ca-tanzaro. Non certo un coro candidato alPremio Oscar per la fantasia, ma sempre unsintomo di quanto la tifoseria si fosse affe-zionata a lui, alla sua cadenza romanesca,alle sue prodezze, alla sua pelata. Poi qual-cosa si ruppe. Un errore grave nei “playoff”con il Pescina, le critiche, anche un po’ in-generose di qualcuno, Auteri che lo metteda parte preferendogli Vono, l’addio seguìto

a un altro “playoff” disgraziato. DomenicaMancinelli tornerà al “Ceravolo”, da avver-sario con il suo Benevento. E potrebbe per-sino essere tra i pali al posto di Gori, ilportiere titolare della formazione sannita. Chissà se saranno i buoni ricordi dei tifosia prevalere o vincerà la freddezza conditamagari da qualche fischio. Chissà se quel semplice, ma simpatico coro,tornerà a riecheggiare anche se per pochiminuti al suo ingresso in campo…

Nonostante la sconfitta a La-tina, il Catanzaro è uscito atesta alta, con la maglia in-

zuppata di sudore e soprattutto fra gli ap-plausi dei propri sostenitori, o almeno diquelli veri, che lo seguono costantemente eche sanno leggere i momenti delicati e diffi-cili. Una nota questa che è giusto far notare,non fosse altro perchè, al termine dell'anti-cipo serale andato in scena al “Francioni” ve-nerdì scorso, c'è chi ha preferito mugugnaree storcere il naso davanti ad una sconfittamaturata solo ed esclusivamente grazie al ge-niale, quanto ormai famoso, “eurogol” diBarraco. Non c'è stato nemmeno il tempo dipensare dopo il triplice fischio di Maresca,che già qualcuno, dall'alto dell'ignota ma dot-torale sapienza in campo calcistico, ha difatto accennato a malumori di ogni tipo. Par-liamo dei “lorsignori” che seguono la squa-dra un mese sì e undici no, di coloro i qualinon aspettavano altro che il minimo erroreper criticare a spada tratta e a babbo mortouna squadra che, a dirla tutta e fuori dai denti,

ha di sicuro onorato la maglia. Ecco, onorarela maglia! E' proprio questo l'unico e inelu-dibile dovere che i calciatori che difendonoil nome e la storia del Catanzaro sono tenutiad avere. Non quello di vincere sempre e co-munque, in ogni dove e in ogni come. Certo,sarebbe bello e farebbe tanto piacere a tutti,ma questo, diciamolo francamente, è impos-sibile. E non si dica che ognuno da tifoso puòdare la propria opinione. Per carità, “de gu-stibus non disputandum est”, questo è fuorida ogni dubbio. Ma anche il sostenere, inci-tare e accompagnare la squadra deve far

parte (a proposito di doveri impliciti, incon-dizionati e mai obbligatori) del bagaglio deltifoso, a maggior ragione lontano dalle muraamiche. Un plauso va dunque fatto ai tifosiveri, quelli di Catanzaro, quelli che si sonosobbarcati mille chilometri e rotti per tifareincondizionatamente a favore dei propri be-niamini. Bocciati, invece, i tifosi “part-time”,quelli dei mugugni e delle chiacchiere, chelasciamo volentieri fare al bar, seduti al ta-volino con amici o parenti. Bocciati quei ti-fosi, infine, che si spacciano come tali, giuntiin quel di Latina dai vicini salotti romani eche hanno dato nell'occhio a fine gara più perle facce storte e gli appunti critici fatti a tec-nico e giocatori, che per la volontà di andareal seguito della squadra. In conclusione cipermettiamo lasciarvi con un memorandum,citando uno striscione che è apparso qualcheanno fa in Curva Massimo Capraro e cheriassume l'ego del tifoso “vero” del Catan-zaro: “Nella tormenta ti seguirò, se cadrai tisosterrò, che il tuo vessillo non sia mai am-mainato”.

L’ex numero uno giallorosso è ora al Benevento

Il ritorno da avversariodi Mancinelli “senza capelli”

A Latina qualche mugugno, smorzato però dagli applausi dei reali sostenitori

Tifosi “veri” vs tifosi “part-time”

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SpiderCam di roBerto toLoMeo

Catanzaro vs Benevento. Negli ultimi anni non si è parlatodi altro. Una marea di partite il cui risultato dell’andata ve-niva puntualmente ribaltato al ritorno, le rivincite, le belle,

le rivincite delle belle, fino a quando un organo superiore, salomonica-mente, decideva che nessuna dei due meritava la vittoria. Avrete capito ovviamente che il pallone che rotola su un campo verdenon c’entra proprio. Quel tipo di sfide manca da quattro anni: da un matchdell’aprile 2008 vinto dalle Aquile ormai fuori dai giochi “playoff” di C2che riuscirono, con un gol di Falconieri, nell’impresa di rinviare la festapromozione dei sanniti. Successo ai giallorossi calabresi e promozione,qualche settimana dopo a quelli campani. Quando in ballo c’è un cam-pionato di calcio, non importa se di serie A di C1 o la Coppa dei bar, iverdetti si decidono chiaramente quasi sempre entro i novanta minuti.Quando invece c’è in palio una Scuola di Magistratura la situazione sicomplica. Da quando le squadre non si incrociano più su un campo dacalcio, sono state le città a fare a “pugni” a colpi di dichiarazioni sferzantidi politici locali, carta bollata, ricorsi ai vari gradi di Tribunali Ammini-strativi, che ora davano ragione a una città, ora all’altra, entrambe convintead essere legittimate ad ospitare la scuola di formazione per futuri magi-strati. A spuntarla sembrava il capoluogo sannita. Poi un intervento superioreazzerò tutto. Il Ministero della Giustizia in questi giorni aprirà l’Istitutodi Formazione per futuri magistrati in quel di Firenze. Né il Calabria, néin Campania, quindi. Fine della competizione? Forse! Perché ancora oggi,soprattutto nella città delle “Streghe”, qualcuno prova a riaprire la que-stione infinita. Ma difficile che succeda. Molto più probabile che da oggiCatanzaro-Benevento torni ad essere solo una sfida calcistica decisa coni gol, tra squadre competitive e ambiziose e tifoserie che cordialmente siodiano. Tutto però circoscritto a un campo di gioco. Dove può anche suc-cedere che Benevento abbia la vittoria in tasca fino all’ultimo, ma che siaun guizzo allo scadere di un giocatore del Catanzaro, e non un decretoministeriale, a decidere una “non vittoria” di entrambe (che poi nel mi-crocosmo pallonaro significa pareggio). Come per esempio successe nelcampionato di C1 1984/85. Tra i precedenti tra Catanzaro e Beneventoforse quello più emozionante, almeno per il finale al cardiopalma. Il Be-nevento, in gol con Petriello nel primo tempo, sembrava avere la gara inpugno anche se Pino Lorenzo e compagni avevano confezionato nella ri-presa una quantità industriale di occasioni da gol. Poi l’ultimo assalto:minuto 92, tutti in area campana compreso il portiere del Catanzaro Bian-chi. Azione caotica e pallone che s’insacca. Il radiocronista dell’epoca, “tale” Mario Mirabello, non ebbe dubbi: erastato proprio il portiere a mettere dentro. I tifosi, della curva e non solo,erano della stessa opinione. Poi, le immagini, diedero una interpretazionedifferente. Rete attribuita a Flavio Destro che, prima di concepire Mattia,oggi grande talento della Roma, della Nazionale e del calcio italiano, eradifensore granitico, pedina inamovibile della difesa di quel Catanzaro delpresidente Albano e del tecnico GB Fabbri. Ma il dubbio che in realtà il marcatore di quella partita fosse stato Bianchiancora rimane, anche se il verdetto ufficiale venne accettato senza pro-blemi. Parliamo di calcio in fondo. E fortunatamente le controversie sul-l’attribuzione di un gol rimangono alla larga dai Tribunali AmministrativiRegionali.

Riecco Catanzaro-Benevento.In palio non c’èpiù una scuola...

L’ex ministro Mastella spinse per la scuola di magistratura a Benevento

Flavio Destro ex giocatore del Catanzaro qui con la maglia dell’Ascoli

Mattia Destro attuale attaccante della Nazionale figlio di Flavio

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L’avversario di turno di Vittorio ranieri

Una gara senza grossi calcoli ed a viso aperto.

La formazione sannita contro costruita per vincere

Il BeneventoJorge Martinez

allenatore Benevento

Ecco una delle grandi favorite per la vittoria finale.Una compagine costruita per vincere, almeno nelleintenzioni dei tecnici Imbriani (al momento impos-

sibilitato ad andare in panchina per gravi problemi di salute) eMartinez, attraverso il gioco ed un calcio propositivo. Di certo,al “Ceravolo”, Catanzaro e Benevento daranno vita ad una partitasenza grossi calcoli ed a viso aperto. Torna così una delle classi-cissime della C degli ultimi lustri. Un match mai banale, per unavversario, ovvero i giallorossi sanniti, che presentano nuova-mente, ai nastri di partenza del campionato di Prima Divisione,una compagine di alto livello… almeno sulla carta. Costruita in estate, dal duo Imbriani-Martinez con la supervisionedel D.G. Lo Schiavo, per giocare secondo un offensivo 4-3-3, ilBenevento, domenica scorsa, ha riscattato lo sfortunato esordiodi Perugia battendo, con il più classico dei punteggi, il Viareggionella prima uscita ufficiale della stagione dinanzi pubblico. Duegol, uno per tempo (il primo di Germinale ed il secondo di Mar-chi), con l'ottima qualità di gioco espresso dagli uomini di misterMartinez che hanno esaltano le aspettative dei supporter giallo-rossi.

L’estate appena andata in archivio ha segnato una piccola inver-sione di tendenza rispetto alle stagioni passate allorché la società,con faraoniche campagne acquisti senza precedenti nella storiasannita, ha sempre approntato delle squadre di altissimo spessore,puntando senza mezzi termini al raggiungimento della serie B perpoi tuttavia fallire l’obiettivo proprio sul più bello. I Vigoritohanno così dimostrato una managerialità di livello, investendomolto, oltre che sul parco giocatori di prima squadra, anche nelsettore giovanile e nelle strutture. Nell’estate appena andata in archivio, complice anche la lezionedello scorso torneo (chiuso al sesto posto dopo alterne vicissitu-dini), il club ha privilegiato acquisti, pur sempre importantissimie di categoria superiore, ma decisamente mirati, come nel casodi Montiel (dalla Reggina), Bolzan (dalla Nocerina), Davì (dallaJuve Stabia) e Mancosu (dal Cagliari) ed ultimo il difensore Men-goni (ex Barletta). Insomma l’organico non è stato stravolto, ma ritoccato in modoefficace con innesti di qualità. Il tutto per una nuova scommessaall’inseguimento della tanto agognata cadette ria. Sarà l’annobuono? Ai posteri l’ardua sentenza…

Il caso umano del tecnico sannita, Imbriani, ex catanzarese:

stà combattendo la partita più importante della sua carriera

Ipiù attenti osservatori lo ri-corderanno anche con la ca-sacca dell’Uesse nella

stagione 2005/2006. E nel caso diCarmelo Imbriani, beneventano doc, natoil 10 febbraio 1976 sotto il segno del-l’Acquario, l’appellativo più ricorrente èsempre stato quello di bambino-prodi-gio… prima da calciatore e poi da alle-natore. Una carriera incredibile la sua. Da gioca-tore ha vestito la maglia del Napoli (cheè anche la sua squadra del cuore), doveha ufficialmente esordito il 27 febbraio’94 in Napoli-Cagliari, con MarcelloLippi in panchina, e poi quelle di Pisto-iese, Casarano, Genoa, Cosenza, Saler-nitana, Foggia. Infine Catanzaro, per poiappendere le scarpette al chiodo con ilBenevento nell’amara stagione della fi-nale persa contro il Crotone ai “play off”.E come l’araba fenice, probabilmente,

Imbriani è rinato proprio quel giorno. Lui stesso ha più volte raccontato quel-l’episodio come il più infelice della suacarriera: “Sono uscito dalla porta secon-daria senza nemmeno giocarla quellapartita. Ho giurato a me stesso che misarei fatto perdonare”. Nel 2009, pochi

mesi dopo, diviene ufficialmente allena-tore dei “giovanissimi” del Beneventosegnalandosi, da subito, come un vin-cente sino ad assumere la guida tecnicadella prima squadra, nel corso della pas-sata stagione. Insieme all’amico JorgeMartinez, è subentrato addirittura ad unmostro sacro del calcio campano del ca-libro del “prof.” Simonelli, guadagnan-dosi la riconferma a suon di risultatipositivi. In estate, durante il ritiro precampionato,è stato ricoverato in ospedale per unagrave forma di broncopolmonite, che losta tenendo a letto da oltre un mese. Uncaso umano, quello di Imbriani, che hafatto il giro del pallone italico con tuttigli addetti ai lavori e non, che si sonostretti, in segno di solidarietà, intorno albambino-prodigio. E adesso Imbriani stacombattendo la partita più importantedella sua carriera.

Carmelo Imbriani

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Visti da vicino di GIAn LuIGI MArdente

Per il “terminator” Catanzaro è davvero una città a misura d’uomo, che ti accoglie con tanto calore

Roma – Lamezia solo an-

data. Giordano Fioretti

viaggia sul treno che lo ri-

porta a casa dopo i due giorni di pausa a

seguito della sconfitta di Latina. Al tele-

fono, con noi, appare già voglioso di ri-

scatto e con la battuta pronta, dopo la

grossa batosta presa tra

capo e collo.

“Faccio due gol

così ci ripren-

diamo”. Si

dice luna-

t i c o

perché “ci sono mo-

menti in cui sono

simpatico e mi va di

scherzare e altri invece in

cui voglio star tranquillo”.

Per fortuna becchiamo il

momento buono e Giordano

ci parla di lui. Una storia che parte

da lontano. “Terminator” nasce a

Roma il 7 ottobre del 1985 da papà

Walter e mamma Antonella. Entrambi

hanno una fissazione. “Li ho delusi – dice

ridendo- perché papà ha fatto karate da

professionista e

mamma si è

d e d i c a t a

anima e

cuore alla

casa, non

consentendomi di fare

nulla tra le mura dome-

stiche. Un giorno mi sono alzato e ho detto

che volevo andare a vivere da solo per fare

il calciatore. Addio karate e addio Gior-

dano sul divano. Quando mi sposerò aiu-

terò mia moglie nelle faccende di casa”.

Calciatore –casalingo, la delusione di

mamma e papà. Diverte e si diverte il no-

stro nuovo “bomber”. Parte con il racconto

e parla volentieri della sua famiglia. “Ho

un fratello di nome Manuel (sette anni più

piccolo) che gioca in Eccellenza nel Lazio.

Non so se è bravo, ma so che anch’io sono

partito da lì. Anzi, vi voglio raccontare un

aneddoto. Qualche anno fa la mia prima

partita, campionato Promozione, l’ho gio-

cata davanti a 3 contadini con due trattori

che raccoglievano l’uva a bordo campo.

Quando domenica ho visto quel pubblico

mi son detto: ammazza che salto che ho

fatto. Non ci credevo.Sinceramente sono

soddisfazioni”. Così, mentre il treno fa ru-

more e supera veloce le gallerie,

Fioretti si avvicina a Catanzaro.

“Una città a misura d’uomo che

ti accoglie con tanto calore. Ma

odio il vento, non lo sopporto.

Ma come fate a starci tutto

l’anno?”. Mentre parla di se

e del suo lato umano, non

può fare a

meno di pensare al calcio e

al Fioretti calciatore. “A La-

tina non mi sono piaciuto, non

posso fare una partita senza

mai tirare in porta”. Poi si ri-

lassa parlandoci un po’ della sua

Beatrice, fidanzata innamorata. “Il

prossimo anno la sposerò.

Adesso non vive con me, perché studia

all’università di Roma e deve frequentare

obbligatoriamente i corsi. Ma presto verrà

in Calabria per trascorrere qualche giorno

con me. E’ difficile starle lontano, come è

stato difficile il primo anno da calciatore

lontano da casa: avevo diciotto anni e gio-

cavo a Rieti. Oggi è tutto molto diverso;

sono in una piazza molto affascinante e

con una maturità che mi consente di ge-

stire certe situazioni”.

Pazzo per il pesce, ostriche su tutto, poco

studioso di una scuola particolare: “Ho

fatto l’istituto per grafiche pubblicitarie,

niente male. E’ chiaro che non sono mai

stato un secchione e ho sempre fatto il mi-

nimo indispensabile”. Ma ora, sotto l’en-

nesima galleria che interrompe la

telefonata, Fioretti dice di pensare “già a

domenica per rivedere quel pubblico e tor-

nare a far gol”. Perché è chiaro che “Ter-

minator” non vive di karate e vuole

aggiustare il letto. Ma la sua vita ruota

tutta attorno alla fame di gol. Man-

gia Terminator…e poi spara alla

curva.

Giordano Fioretti: “Faccio due gol e così ci riprendiamo”

Giordano Fioretti

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Page 21: Catanzaro - Benevento

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Catanzaro3-4-2-1

All. Cozza

Benevento4-3-3

All. Martinez

PISSERI

BORGHETTI SIRIGNANO MARIOTTI

ROMEO

MASINI

ULLOA QUADRI

CARBONI

SQUILLACE

FIORETTI MANCINELLI

PEDRELLI MENGONI SIGNORINI D’ANNA

MANCOSU

RAJCIC

MARCHIGERMINALE

DI RISIO MONTIEL

Partita Risultato Arbitro Marcatori

CATANZARO - BARLETTA 4-3 Intagliata di Siracusa Carboni (2), Fioretti, Cruz

LATINA - CATANZARO 1-0 Maresca di Napoli

CATANZARO - BENEVENTO

PAGANESE - CATANZARO

CATANZARO - ANDRIA

VIAREGGIO - CATANZARO

CATANZARO - NOCERINA

PISA - CATANZARO

CATANZARO - FROSINONE

PERUGIA - CATANZARO

CATANZARO - PRATO

CARRARESE - CATANZARO

CATANZARO - SORRENTO

AVELLINO - CATANZARO

CATANZARO - GUBBIO

BARLETTA - CATANZARO

CATANZARO - LATINA

BENEVENTO - CATANZARO

CATANZARO - PAGANESE

ANDRIA - CATANZARO

CATANZARO - VIAREGGIO

NOCERINA - CATANZARO

CATANZARO - PISA

FROSINONE - CATANZARO

CATANZARO - PERUGIA

PRATO - CATANZARO

CATANZARO - CARRARESE

SORRENTO - CATANZARO

CATANZARO - AVELLINO

GUBBIO - CATANZARO

Page 22: Catanzaro - Benevento

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02/09/2012 06/01/20131ª GIORNATA

AVeLLIno - PrAto

CAtAnzAro - BArLettA

FroSInone - CArrAreSe

noCerInA - AndrIA BAt

PeruGIA - BeneVento

PISA - LAtInA

Sorrento - GuBBIo

VIAreGGIo - PAGAneSe

1-1

4-3

1-0

2-2

2-1

3-1

0-0

2-1

16/09/2012 20/01/20133ª GIORNATA

AVeLLIno - PAGAneSe

CAtAnzAro - BeneVento

FroSInone - AndrIA BAt

noCerInA - LAtInA

PeruGIA - GuBBIo

PISA - BArLettA

Sorrento - CArrAreSe

VIAreGGIo - PrAto

09/09/2012 13/01/20132ª GIORNATA

AndrIA BAt - PISA

BArLettA - PeruGIA

BeneVento - VIAreGGIo

CArrAreSe - AVeLLIno

GuBBIo - FroSInone

LAtInA - CAtAnzAro

PAGAneSe - Sorrento

PrAto - noCerInA

1-1

0-1

2-0

2-2

1-0

1-0

2-0

0-0

23/09/2012 03/02/20134ª GIORNATA

AndrIA BAt - PeruGIA

BArLettA - noCerInA

BeneVento - AVeLLIno

CArrAreSe - VIAreGGIo

GuBBIo - PISA

LAtInA - Sorrento

PAGAneSe - CAtAnzAro

PrAto - FroSInone

30/09/2012 10/02/20135ª GIORNATA

AVeLLIno - BArLettA

CArrAreSe - BeneVento

CAtAnzAro - AndrIA BAt

FroSInone - noCerInA

PAGAneSe - GuBBIo

PeruGIA - PISA

Sorrento - PrAto

VIAreGGIo - LAtInA

07/10/2012 17/02/20136ª GIORNATA

AndrIA BAt - Sorrento

BArLettA - LAtInA

FroSInone - AVeLLIno

GuBBIo - BeneVento

noCerInA - PeruGIA

PISA - CArrAreSe

PrAto - PAGAneSe

VIAreGGIo - CAtAnzAro

28/10/2012 10/03/20138ª GIORNATA

AndrIA BAt - LAtInA

FroSInone - BArLettA

noCerInA - PAGAneSe

PeruGIA - CArrAreSe

PISA - CAtAnzAro

PrAto - GuBBIo

Sorrento - BeneVento

VIAreGGIo - AVeLLIno

14/10/2012 03/03/20137ª GIORNATA

AVeLLIno - PeruGIA

BeneVento - AndrIA BAt

CArrAreSe - PrAto

CAtAnzAro - noCerInA

GuBBIo - BArLettA

LAtInA - FroSInone

PAGAneSe - PISA

Sorrento - VIAreGGIo

Page 23: Catanzaro - Benevento

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04/11/2012 17/03/2013 9ª GIORNATA

AVeLLIno - Sorrento

BArLettA - AndrIA BAt

BeneVento - PrAto

CAtAnzAro - FroSInone

GuBBIo - VIAreGGIo

LAtInA - PeruGIA

PAGAneSe - CArrAreSe

PISA - noCerInA

18/11/2012 07/04/2013 11ª GIORNATA

AndrIA BAt - CArrAreSe

AVeLLIno - GuBBIo

BArLettA - PAGAneSe

CAtAnzAro - PrAto

LAtInA - BeneVento

noCerInA - VIAreGGIo

PeruGIA - FroSInone

PISA - Sorrento

11/11/2012 24/03/201310ª GIORNATA

BeneVento - PAGAneSe

CArrAreSe - GuBBIo

FroSInone - PISA

noCerInA - AVeLLIno

PeruGIA - CAtAnzAro

PrAto - LAtInA

Sorrento - BArLettA

VIAreGGIo - AndrIA BAt

02/12/2012 14/04/201312ª GIORNATA

AVeLLIno - LAtInA

BeneVento - FroSInone

CArrAreSe - CAtAnzAro

GuBBIo - noCerInA

PAGAneSe - AndrIA BAt

PrAto - BArLettA

Sorrento - PeruGIA

VIAreGGIo - PISA

09/12/2012 28/04/201313ª GIORNATA

AndrIA BAt - AVeLLIno

BArLettA - CArrAreSe

CAtAnzAro - Sorrento

FroSInone - PAGAneSe

LAtInA - GuBBIo

noCerInA - BeneVento

PeruGIA - VIAreGGIo

PISA - PrAto

16/12/2012 05/05/201314ª GIORNATA

AVeLLIno - CAtAnzAro

BeneVento - PISA

CArrAreSe - noCerInA

GuBBIo - AndrIA BAt

PAGAneSe - LAtInA

PrAto - PeruGIA

Sorrento - FroSInone

VIAreGGIo - BArLettA

22/12/2012 12/05/201315ª GIORNATA

AndrIA BAt - PrAto

BArLettA - BeneVento

CAtAnzAro - GuBBIo

FroSInone - VIAreGGIo

LAtInA - CArrAreSe

noCerInA - Sorrento

PeruGIA - PAGAneSe

PISA - AVeLLIno

Page 24: Catanzaro - Benevento

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Risultati, classifica e marcatori

Lega Pro 1ª Div. - Gir. B

LA CLASSIFICA

BARLETTA 0PERUGIA 1

BARLETTA (4-3-3): Pane; Cala-pai, De Leidi, Burzigotti, Ange-letti; Dezi (74' La Mantia),Vacca, Meucci (57' Molina);Ferreira (71' Carretta), Barbuti,Simoncelli. Allenatore: novelli.PERUGIA (4-2-3-1): Koprivec;Russo, Cacioli, Lebran, Liviero;Esposito, Di Tacchio (78' Mo-scati); Politano, Clemente (62'Cenciarelli), Rantier (59' Fa-binho); Ciofani. All.: Battistini.ARBITRO: Simone Aversanodella sezione di TrevisoRETE: 36' Politano (P).AMMONITI: De Leidi (B), Di Tac-chio (P), Liviero (P), Burzigotti(B), Cenciarelli (P). ESPULSO: 84' De Leidi (B) perdoppia ammonizione.

ANDRIA 1PISA 1

ANDRIA (4-4-2): Rossi; Scrugli,Migliaccio, Zaffagnini, Con-tessa; Comini (63’ Lantieri),Arini, Giorgino, Taormina (73'Larosa); Mascolo (83' D'Errico),Innocenti. All. CoscoPISA (3-5-2): Sepe; Rozzio (60'Gatto), Colombini, Sabato (76'Scappini); Buscè, Fondi (60'Rizzo), Barberis, Favasuli, Be-nedetti; Tulli, Perez. All. PaneARBITRO: Bruno di Torino (Pen-tangelo-D'Amato)MARCATORI: 17' Innocenti (A),80' Rizzo (P).AMMONITI: Taormina, Migliaccio,Zaffagnini (A) Sabato, Rizzo,Perez, Scappini (P).

BENEVENTO 2VIAREGGIO 0

BENEVENTO (4-3-3): Gori (21'Mancinelli); D'Anna, Pedrelli,Mengoni, Signorini; Rajcic, DeRisio ( 65' Davì), Mancosu,Montiel (54' Cristiani), Germi-nale, Marchi. All. Jorge Marti-nez.VIAREGGIO (3-5-2): Gazzoli, Car-nesalini, Guerra (73' Peverelli),Pellegrini, Fiale, Sorbo, Calamai(65' Gerevini), Pizza, De Vena(65'Giovinco), Maltese, Magna-ghi. All. Stefano Cuoghi .MARCATORI: 28' Germinale surigore (B), 69' Marchi (B)AMMONITI: Germinale (B), Si-gnorini (B), Calamai (V), Carne-salini (V).ARBITRO: Sig. Juan Luca Sacchidi Macerata

CARRARESE 2AVELLINO 2

CARRARESE (4-3-1-2): Piscitelli;Bagnai, Benassi, Alcibiade, Pe-drelli (dal 56� Lanzoni); Corrent,Venitucci, Juan Cruz; Ciciretti(dal 46’ Orlandi); Merini (dall'81’Malatesta), Mancuso. All.: Sabatini.AVELLINO (4-2-3-1): Fumagalli;Zappacosta, Fabbro, Giosa,Pezzella; Massimo, Angiulli (dal75� Panatti), Catania (dall'81’Bariti), Millesi (dal 64’ Bianco-lino), Herrera; Castaldo. All.: Rastelli.ARBITRO: Marco Bellotti di Ve-ronaMARCATORE: Biancolino al 74’AMMONITI: Merini (C), Massimo,Alcibiade (C) Biancolino;ESPULSO: Benassi (C) al 52;

GUBBIO 1FROSINONE 0

GUBBIO (3-5-2): Venturi, Barto-lucci (37'st Guerri), Briganti,Radi, Grea (18'st Regno), Boi-sfer, Sandreani, Baccolo, nap-pello (12'st Bazzoffia),Caccavallo, Scardina. All. Coppola.FROSINONE (4-3-3): Zappino,Catacchini (42'st Bottone),Blanchard, Bertoncini, Guidi,Carrus, Gori, (40'st Gucher),Frara (25'st De Onofre), Paga-nini, Ganci, Aurelio. All. Stellone. ARBITRO - Merlino di UdineMARCATORI - 16'st Scardina(rig.)AMMONITI: Venturi (G), Briganti(G), Radi (G), Catacchini (F),Bertoncini (F), Gori (F), Aurelio.

SQUADRE

GEnERALE CASA TRASFERTA

G V n P R S Pt G V n P R S Pt G V n P R SPU

nTI

Perugia 6 2 2 0 0 3 1 3 1 1 0 0 2 1 3 1 1 0 0 1 0

Pisa 4 2 1 1 0 4 2 3 1 1 0 0 3 1 1 1 0 1 0 1 1

Avellino 4 2 1 1 0 2 1 1 1 0 1 0 1 1 3 1 1 0 0 1 0

Gubbio 4 2 1 1 0 1 0 3 1 1 0 0 1 0 1 1 0 1 0 0 0

Benevento 3 2 1 0 1 3 2 3 1 1 0 0 2 0 0 1 0 0 1 1 2

Paganese 3 2 1 0 1 3 2 3 1 1 0 0 2 0 0 1 0 0 1 1 2

Catanzaro 3 2 1 0 1 4 4 3 1 1 0 0 4 3 0 1 0 0 1 0 1

Latina 3 2 1 0 1 2 3 3 1 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 1 3

Viareggio 3 2 1 0 1 2 3 3 1 1 0 0 2 1 0 1 0 0 1 0 2

Andria 2 2 0 2 0 3 3 1 1 0 1 0 1 1 1 1 0 1 0 2 2

Nocerina 2 2 0 2 0 2 2 1 1 0 1 0 2 2 1 1 0 1 0 0 0

Frosinone* 2 2 1 0 1 1 1 3 1 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 1

Prato 2 2 0 2 0 1 1 1 1 0 1 0 0 0 1 1 0 1 0 1 1

Sorrento 1 2 0 1 1 0 2 1 1 0 1 0 0 0 0 1 0 0 1 0 2

Barletta 0 2 0 0 2 3 5 0 1 0 0 1 0 1 0 1 0 0 1 3 4

Carrarese 0 2 0 0 2 0 2 0 1 0 0 1 0 1 0 1 0 0 1 0 1* 1 punto di penalizzazione Legenda: G=giocate V=Vinte N=nulle P=perse M.I.=Media inglese R=Gol fatti S=Gol subiti

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1ª GIORnATA

PAGANESE 2SORRENTO 0

PAGANESE (4-4-2): Marruocco;Calvarese, Fusco, Fernandez,nunzella; Ciarcià (35' st Pepe),Soligo (8' st Franco), Romondini,Tortori (23' st Scarpa); Fava, Or-lando. All.: GrassadoniaSORRENTO (4-3-3): Polizzi; Bal-zano, Di nunzio, nocentini, Bo-nomi; Esposito A (30'st EspositoR), Arcuri, Beati (18' st Guitto);Corsetti (1' st nsuki Zantu), Ce-sarini, Schenetti. All.: BucaroARBITRO: Francesco Saia MARCATORI: Fernandez al 14' pte al 14' st.AMMONITI: Fava, Marruocco, Tor-tori, Fernandez (P), Beati, nocen-tini, Balzano (S).ESPULSO: Grassadonia (all.Paga-nese) al 32'st.

LATINA 1CATANZARO 0

LATINA (4-3-2-1): Bindi; Milani,Cottafava, De Giosa, Giaco-mini; Gerbo, Burrai (dal 67' Sa-cillotto), Cejas; Barraco (dall'81'Angelilli), Agodirin; Jefferson(dal 57' Montalto). All.: Pecchia.CATANZARO (3-4-3): Pisseri; Ma-riotti, Sirignano, Borghetti;Fiore, Ulloa, Quadri, Squillace;Masini (dal 60' Cruz), Carboni(dal 49' Benedetti), Fioretti (dal66' D'Agostino). All.: Cozza.ARBITRO: Fabio Maresca MARCATORI: al 69' Barraco (L)AMMONITI: Milani, Gerbo, Bur-rai, Jefferson, De Giosa e Gia-comini per il Latina. Fiore,Pisseri e Ulloa per il Catanzaro. ESPULSI: Fiore (C) al 50' eGerbo (L) all'89' per proteste.

PRATO 0NOCERINA 0

PRATO (3-5-2): Brunelli, Bedu-schi, De Agostini, Corvesi, Ma-lomo, Ghinassi, Casini (45' stCristofari), Kostadinovic, Bene-detti (12' st Tiboni), Disabato(34' st Carminati), Silva Reis. All.: Esposito.NOCERINA (3-4-3): Aldegani, Bal-dan, Chiosa, Daffara (26' stCorapi), Crescenzi, Del Liguori,Garufo, Bruno (36' st Saba-tino), Schetter, Merino (29' ptnegro), Mazzeo. All.: Auteri.ARBITRO: Dei Giudici di LatinaAMMONITI: Crescenzi (n),Chiosa (n), De Liguori (n), Di-sabato (P), Baldan (n), negro(n), Coresi (P)

MARCATORI

2 reti: Barraco (Latina), Carboni (Catanzaro), Dezi (Barletta),Fernandez (Paganese),

1 rete: Altinier (Benevento), Barberis (Pisa), Biancolino (Avel-lino), Catania (Avellino), Ciofani (Perugia),Corvesi (Prato), CruzPereira (Catanzaro), Favasuli (Pisa), Fioretti (Catanzaro),Ganci (Frosinone),Germinale (Benevento), Innocenti (Andria),La Rosa (Andria), Magnaghi (Viareggio), Marchi (Benevento),Mascolo (Andria), Merino (Nocerina), Negro (Nocerina), Poli-tano (Perugia), Rantier(Perugia), Rizzo (Pisa), Scardina (Gub-bio), Scarpa (Paganese), Simoncelli (Barletta), Sorbo(Viareggio), Tulli (Pisa),

A.C. PRATO 1908

Jacopo Dezi

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Controcronaca di SIMone nIStICò

Non tutti i malivengono per nuocere

Andiamo controcorrente. Il Catanzaro è squadra tosta e viva,ma con il Benevento bisognerà “sirignanizzarsi”

In alcuni momenti non è con-cesso voltarsi e guardarsi allespalle. Basta un niente per di-

strarsi e perdere l'istante. Sono at-timi fatali, autentiche tentazioni alle quali latensione e la trance agonistica non riesconoproprio a dire “no”. Ma è proprio nelle diffi-coltà che vengono fuori il coraggio e la vo-glia di riscatto. Un po' come fa Bruce Banner,lo scienziato. Dismette il camice bianco el'ego timido e riservato; poi si fa verde e di-venta Hulk, il suo alter ego. L'ostacolo c'è, èdifficile da superare, ma la spregiudicatezzae il carattere, uniti alle tante voci che all'uni-sono spingeranno cuore e gambe oltre l'osta-colo, devono essere l'arma in più. Questo è ilgiusto atteggiamento. Petto in fuori e testaalta per continuare a marciare. Anche unamatricola sa uscire dalla baraonda e dall'ontadella sconfitta. Perchè al fianco dell'etichetta“matricola” ce n'è un'altra, o forse altre due.“Cazzuta” e “terribile” sono quelle più ap-propriate. Domenica si gioca su un campo ro-vente, dal quale si dovrà uscire per forza dicose con la maglia grondante di sudore, ilcuore saturo di orgoglio e la mente sgombradi pensieri. L'avversario non può far paura,non nella propria trincea, non se in campo cisaranno undici “Hulk”. Allo stadio “NicolaCeravolo” si disputa Catanzaro - Benevento. La vittoria gagliarda contro il giovane Bar-letta di Dezi e Meucci ha “cozzato” contro ladebacle dell'esperto e spietato Latina di Cot-tafava e Cejas. Brutto tackle scivolato a piediuniti subito dalle aquile. Non ci voleva, ma ilCatanzaro, curato dall'istruito intervento dimister Cozza, è pronto per rientrare incampo. Si aspetta l'autorizzazione del direttore digara, che ci auguriamo sarà meno protagoni-sta e più “discreto” di quello visto venerdìscorso al “Francioni”. A tal proposito il si-gnor Maresca di Napoli non si è propriosmentito. I bookmakers, qualche ora primadel match, non consentivano nemmeno lapuntata su una possibile espulsione. Un giocoda ragazzi prevederla e così è stato. Capelliimpomatati, sbarbato e con i fari puntati sudi lui, Maresca si è calato subito nellaparte(che a dire il vero ha recitato veramentebene) ed ha calpestato senza batter ciglio un

“Fiore” nel giardino del Catanzaro. Legam-biente è avvisata. La diretta televisiva di ve-nerdì sera, comunque, è stata impreziositaanche da altre “azioni salienti” da annotaresul taccuino. Silver Mele(non è uno pseudo-nimo ma il nome del bordo - campista diSportitalia) ha avuto qualche difficoltà nel-l'impostazione, ribattezzando il presidente delCatanzaro Cosentino con il nome Constantin(che i ben informati sanno essere il numerouno del club svizzero del Sion). Usciti co-munque palla al piede da questa curiosagaffe, nella “mixed zone” di Sportitalia, si èparlato bene del Catanzaro, tessendo le lodidi un maestoso Sirignano e di FrancescoCozza. Per quanto riguarda l'atteggiamentodel mastino di Pomigliano d'Arco, pos-siamo solo dire che, a tal proposito,occorrerebbe “sirignanizzarsi” inun certo senso. Pochi fronzoli etanto cuore: il migliore del Catan-zaro Ciro. Per quanto concerneCozza, invece, nonostante lasconfitta, non sembra aver re-cepito il consiglio da Penelope.Disfare la tela alla notte pertornare a tesserla di giorno nonè obbligatorio. Non se il Catan-zaro è squadra viva ed ha unanimo forte. Bisogna invece ripartireda due punti cardine che bisognerà sinda subito mettere in campo nel matchcontro il Benevento. La voglia di imporresempre e comunque il proprio gioco el'animo mai domo e perseverante sono dicerto i punti di forza delle aquile. Lachiave di svolta nella sfida tutta giallo-rossa contro i sanniti, sarà quella di at-tuare una reazione, senza fallo, capacedi riportare sui giusti binari il Catan-zaro sin da subito. Lostacco imperioso di testaad anticipare tutto e tuttilo ha eseguito(incredibile a dirsi)capitanCarboni che, a margine dell'incontro interra pontina, ha subito detto a chiare let-tere che sarà necessario riportare entu-siasmo a casa, così come i tre punti. Ilmister sta attuando le giuste contromosseall'episodio che ha compromesso unabattaglia, ma non la guerra, vale la pena

rimarcarlo. Il gol della domenica di Barraco(eseguito eccezionalmente il venerdì), hapreso in contropiede un Catanzaro semprevivo. Ora servirà veramente una grande pre-stazione, magari scattando anche sul filo del

fuorigioco. Repentinamente o

spudoratamentenon varia molto.D'altra parte spo-

stando l'ordinedelle prassi la vit-toria non cambia,

sono sempre trepunti!

Ciro Oreste Sirignanoin giallorosso dalla scorsa stagionetra i miglioriin camponell’anticipodi Latina

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La parola ai tifosi

Giancarlo Viola, studente

L’impressione generale è positiva eciò fa ben sperare per il proseguodel campionato, con la speranza che

anche quest’anno le “Aquile” riescano acentrare un’altra bellissima promozione.La cosa essenziale per il gruppo, a mio pa-rere, è non abbassare mai la guardia, per-ché il girone di Prima Divisione nel qualeil Catanzaro è stato inserito, è composto dadiverse squadre che ambiscono alla pro-mozione diretta e che quindi, in ogni oc-casione, daranno filo da torcere allaformazione di mister Cozza, un tecnico delquale ho molta stima, essendo tra l’altrodella mia stessa cittadina, ovvero Cariati.Se dovessi dare un giudizio sulle primeuscite direi che se c’è qualcosa da rivederenel reparto difensivo. Opterei allora peruno schieramento più equilibrato e nontroppo proteso in attacco, pur essendo il re-parto di che trattasi un punto cardine deglischemi del “mister”. Spesso, infatti, si ri-schia di prendere troppi gol, a discapito diuna difesa che comunque, con questi ul-timi ritocchi, dovrebbe essere competitivae all’altezza della situazione.

Luigi Vavalà, impiegato

Il Catanzaro di questa stagione, credo, siauna squadra dalle grosse potenzialità. Dob-biamo solo prendere il ritmo partita, en-trando meglio negli schemi. Non avendoavuto la possibilità di affrontare in amiche-vole squadre del nostro rango, sono con-vinto che tra tre o quattro partite la squadra

sarà sicuramente in una condizione fisicaperfetta, oltre ad avere assimilato al megliogli schemi tattici voluti dal tecnico. Hogrande fiducia nei mezzi e nel progettodella società, per cui sono certo che, grazieal presidente Cosentino, riusciremo a ri-portare alto il nome della nostra città. Unasocietà che non ha bisogno di consigli: re-puto Ciccio Cozza persona molto compe-tente, affiancata da un altro grossoprofessionista come il “patron”. Entrambihanno le idee chiare su cosa fare, per cuidevono essere appoggiati da tutta la tifo-seria. E’ molto importante, infatti, trasci-nare e coinvolgere le persone che da temposi sono allontanate dal calcio, visto le pre-cedenti delusioni. Riportare l’entusiasmoe fare ritornare a tutti la voglia di crederciancora, ritengo, sia già una grande vittoria.

Danilo Gariani, impiegato

Mi sembra che la squadra si sia presentatabene alla prima uscita di campionato con-tro il Barletta, non meritando invece lasconfitta di venerdì scorso nell’anticipo sulcampo del Latina, dove ha giocato tra l’al-tro, per un intero secondo tempo, in infe-riorità numerica, per l’espulsione diFiore.Analizzando, comunque, il comporta-mento della squadra, qualche modifica an-drebbe fatta, soprattutto in difesa, spessotroppo “ballerina”. In attacco il goal piùbello dei quattro realizzati contro il Bar-letta è stato quello del neo acquisto Cruz.Nel complesso il gruppo mi sembra moltoaffiatato e motivato. Incrociamo le dite, di-

menticando il passo falso di Latina e ritor-nando a vincere con il Benevento.

Fabio Paonessa, studente

L’attacco è il reparto dove si hanno asso-lute certezze in fatto di qualità e quantità.Il centrocampo, come anche la difesa,credo, debbano ancora ingranare, anchese, visti gli elementi presenti nella rosa, c'èda esser fiduciosi. Non credo si possa giudicare una squadradopo la prime due giornate di campionato,anche se venerdì scorso Carboni e compa-gni non meritavano la sconfitta in quel diLatina. L’unica certezza è che nella squa-dra figurano elementi di qualità, su cuiCozza potrà contare ad occhi chiusi. La fi-ducia nei giocatori è, infatti, illimitata, percui, sia io che l’intera tifoseria, almeno ri-tengo, siamo fiduciosi per assistere ad unbuon campionato della nostra squadra delcuore.

Quali sono le impressioni dopo le prime due uscite

dei “giallorossi” in campionato?

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Stati d’animo di erneSto tronCA

Un Catanzaro che può suscitaregioie, dolori, interrogativi, ma soprattutto sicurezza.

Scandagliando nell’universo presidenziale di prima ca-tegoria girone B, non mi pare che oltre alla Carraresee a Latina vi siano “Milady” che rivestano ruoli di mas-

sima dirigenza. Meglio cosi! Intanto alle nobildonne, PaolaCavicchi ed Alena Seredova gli auguri più cordiali di buon campio-nato. Quanto ai “giallorossi”, la “scudisciata” rimediata dal Catanzaroin quel di Latina diventa chiaro segnale che qualcosa da rivedere esi-ste, e va fatta subito; senza guardare in faccia niente e nessuno. Allasvelta, insomma, un generale esame di coscienza. Nulla di più. E’, d’altra parte, nell’indole, nel DNA di Francesco Cozza, tecnicogià esperto, quanto attento, prendere le situazioni di petto, nel normaleiter agonistico, figuriamoci quando si avverte qualche, inatteso sus-sulto. Si sa che nel calcio, è il rettangolo di gioco ad ergersi a supremoed unico giudice delle agonistiche vicende di un complesso. Bene!Questo primo scorcio di campionato, ha sentenziato alcune verità,delle quali, bisogna assolutamente ritenere conto. A esempio, la difesa,dove si è subito (anche in pre-campionato) osservata singolarmenteche quest’anno è gestita da uomini capaci, agonisticamente validi, ma, forse, è l’assemblaggio complessivo da rivedere, soprattutto all’albadi un torneo del quale si devono, senza dubbio alcuno, assimilareritmi, cadenze, pieno senso di appartenenza. Osservando poi il centrocampo, settore nevralgico, da considerare che, se le vittorie passanoper i piedi di grandi attaccanti (e noi questi atleti li abbiamo e c’è liteniamo cari) è ancora più esatto affermare che le fortune, i destini diuna stagione, passano anche per il numero di centri campisti di qualitàdi cui si dispone e che rappresenta l’agonistico “valore aggiunto” diuna difesa di ferro, che, sicuramente ritroveremo. La fiondata vincente di Barraco, ha violentato parecchi stati d’animo.Si immagina quello del nostro tecnico, che, da profondo conoscitoredell’universo altrui, aveva segnalato al riparto di competenza, i peri-coli di certi astuti corner. Troppa l’amarezza, nel complesso, che,d’ora in poi, dovrà essere accompagnata, sostenuta, bilanciata da unminimo di prevedibile imprevedibilità, che ogni gara propone. Nulla di irreparabile è accaduto, ma sarebbe impensabile non coglierealcune sfumature emerse. Sarebbe come sottovalutare quanto disagiocostruito; prima allegre cicale, ora previdenti formiche. Da conside-rare, in ogni caso, che è mancato per quasi tutta la ripresa il saggiocontributo di Fiore che, espulso, ha finito per condizionare il restodella gara. E qui sorge spontaneo un dubbio circa lo stato d’animo del direttoredi gara, nei due diversi metri di giudizio ( Milani – Fiore): Ha avutola meglio la valutazione dell’istante, o l’influenza valutativa di quantoè emerso nei minuti di gara? Sino ad ora due direzioni di gara e già sifa strada: “Est modus in rebus” (c’è una misura in ogni cosa). In “zona Cesarini”, poi, la squadra passa il Rubicone, rompe gli in-dugi, e confeziona con Sirignano prima, con D’Agostino poi, ultimi,inutili sussulti. Ed allora propria questo ritorno rabbioso, quanto sfor-tunato, restituisce al complesso il temperamento di una grande squa-dra.Sin da oggi contro un avversario storico, il Benevento, assimiliamotutti il romanzo di Margareth Mitchell: “Via col vento”, ricordandosempre che l’odierno Catanzaro può suscitare gioie, dolori, interro-gativi, ed anche sicurezza. E’ proprio come Sky, libero di… questoc’è lo dirà quell’eterna monotonia dei sentimenti umani: Il tempo.

Urge riscatto a strettogiro di giornata

Alena Seredova presidente onorario della Carrarese

L’attaccante del Latina Barraco decisivo al “Francioni”

Giuseppe Cosentino con il presidente del Latina Cavicchi

Nicola Fiore al momento dell’espulsione

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Meteore Curiosando di SIMone nIStICò

Branca, Branca,Branca...

Leòn, Leòn, Leòn

Gallina vecchia fa buon brodo: il gol è servito!

Il pallone è rotondo. Una constatazione piuttosto che undogma dell'affascinante mondo del calcio, abitato da gio-catori in “primis” che si muovono sul prato verde secondo

un turbinio di schemi, geometrie, verticalizzazioni. Un vero e propriorompicapo però questo “pallone”. Eppure le traiettorie che assume, il rotolare più o meno velocementea seconda delle condizioni del terreno di gioco, sono dei fattori cheincidono e che possono condizionare la prestazione e la reputazionedi un giocatore. E' il pallone a decidere se una squadra vincerà trionfalmente oppureperderà mestamente ed anche se un blasone è degno di questo nome,oppure se un manipolo di guerrieri compone una specie di “Armata

Brancaleone”. A tal propositodopo anni che Catanzaro venivaparagonata calcisticamente ad unautentico porto di mare, ora, conGicos al comando, la situazione“traffico” si è normalizzata. Rimanendo in tema di armate econdottieri più o meno celebri, unjingle, passato alla storia della ci-nematografia italiana, può esserciutile per presentare la nostra me-teora giallorossa di questa setti-mana. “Branca, Branca,Branca...Leòn, Leòn Leòn”. La mezza punta Julio CesarLeòn, classe 1979, dopo tre sta-gioni alla Reggina e una breve

parentesi alla Fiorentina, approdain giallorosso nell'estate 2004. Il

Catanzaro di Piero Braglia, reduce dall'agognata promozione in serieB, si assicura le prestazioni di un venticinquenne Leòn, che prima diquell'anno aveva già dato prova di indiscusse doti tecniche che ne fa-cevano di lui una mezza punta estrosa e dotata di discreta tecnica, unvero e proprio “fromboliere” insomma. Fatto sta che, nonostante lebuone premesse, il calciatore honduregno non è mai riuscito ad espri-mersi a dovere qui a Catanzaro. Nelle prime giornate fu bloccato daimpegni con la Nazionale del suo paese e, quando arrivarono i campiscivolosi dell'inverno, non giovarono alle sue giocate, ai doppi passie alle serpentine. La storia di “Rambo”(così lo chiamarono una volta i suoi amici dopoche davanti alla tv si mise una fascia in testa e imitò il protagonistadella saga interpretata da Silvester Stallone), divenne, almeno a Ca-tanzaro, la “leggenda del calciatore a cui piaceva pattinare”. Al “Ce-ravolo” indossava i pattini al posto degli scarpini chiodati e sicimentava in piroette con tanto di caduta annessa. L'erba, purtroppoper lui, non era però il ghiaccio. Più soffice l'impatto con il terreno,un po' meno quello con i delusi e sconcertati tifosi giallorossi. Que-st'anno “Rambo” giocherà a Messina. Il guerriero “pattinatore” è ap-prodato alla corte di “Re Giorgio”. Speriamo bene, per luinaturalmente….

La Lega Pro è diventata, da qualche anno a questaparte, un'autentica vetrina per calciatori destinati agiocare in categorie superiori. Veramente tanti i

giocatori che hanno calcato i campi di Lega Pro e che sono arri-vati nel giro di pochi anni a disputare partite in serie A e in com-petizioni di calibro internazionale. Nocerino, Grosso, Ogbonna,Insigne, tanto per citarne alcuni. Autentici campioncini in erbache nel giro di pochi mesi hanno compiuto il salto dalla terza allamassima serie. Esiste poi però anche un'altra fascia di giocatoriche in Lega Pro trovano sempre il modo di far parlare di sé. Sitratta di uomini ormai non più in tenera età, ma che di sicuro la-sciano il segno disputando ancora prestazioni importanti e, perchèno, segnando anche tanti gol. Se dunque la Lega Pro ha spesso ilcompito di mettere in mostra i propri “gioiellini” che fanno golaa società blasonate di serie A e serie B, è pur vero che riesce adessere terreno fertile per i cosiddetti “vecchietti” del mondo delpallone. Come si suol dire...”gallina vecchia fa buon brodo”; que-sto è un detto che oggi più che mai suona come un vero tormen-tone nell'ex serie C. Solo due giornate sono passate dall'inizio delcampionato, eppure c'è subito un dato che risalta all'occhio degliamanti delle statistiche. Si tratta del numero dei gol che portanoin calce la firma di giocatori over 30. Nel girone B della LegaPro, facendo un rapido calcolo, sono stati ben 9 coloro che, in180 giri di lancette, hanno segnato qualcosa come undici gol intotale. In cima alla lista dei cannonieri “stagionati” del gironecentro-meridionale, troviamo il trentaduenne giallorosso Salva-tore Carboni (autore di una doppietta tanto bella quanto impor-tante nella gara d'esordio del Catanzaro contro il Barletta al“Ceravolo”), affiancato dal trentaquattrenne “bomber percaso”(visto che nella Paganese ricopre il ruolo di difensore cen-trale) Mariano Antonio Fernandez, autore anche lui di una dop-pietta nel “derby” giocato dagli azzurro stellati contro il Sorrento.Altri sette i “vecchietti” andati a segno tra la prima e la secondagiornata. Si tratta di Massimo Ganci(30 anni) del Frosinone,Francesco Scarpa(33 anni) della Paganese, Francesco La Rosa eRiccardo Innocenti (rispettivamente 30 e 37 anni) dell'Andria,Roberto Merino(30 anni) della Nocerina, Emanuele Catania eRaffaele Biancolino (rispettivamente 31 e 35 anni) dell'Avellino.Carattere, tanta fame di calcio e voglia di dimostrare di esseresempre vivi: questi i connotati caratteristici più rilevanti degli“esperti” goleador di Lega Pro, la Lega dei campanili e del calciodi provincia, ma anche dei bomber longevi e “sempreverdi”.

Leon Dailey Julio Cesar

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Fumetti di ICAro

Quelli che... lo striscione di roMAnA MonteVerde

Senza parole...

Era passato poco meno di un mese dalla vittoria delcampionato ed in città, già, si continuava a respirareun’aria nuova di ritrovato entusiasmo e voglia di pro-

grammazione. La società cominciava a lavorare, con i tifosi,finalmente spensierati, sotto gli ombrelloni di un estate calda, maricca di certezze, certezze in verità latenti da troppi anni a Catanzaro.I ragazzi, in particolare, nuovamente a riparlare dei “giallorossi”, neibar, nei pub, nei garage, convinti che il sogno si può realizzare…ar-riveremo “lassù” in cima. Ma stasera c’è una festa. Non quella delle“Aquile” (quella ormai resta nel cuore, aspettando l’inizio della nuovastagione). Un'altra, dove si balla e ci si diverte al dolce fresco di unapiacevole serata di giugno. Davide, in camera sua, si stà preparando:sarà anche lui della festa. Le pareti della stanza lasciano spazio ai ri-cordi, con il pensiero, che domami sarà domenica, anche se non cisarà la stadio. E’ troppo presto, infatti, per andar ad occupare queisoliti gradoni, con i soliti amici, gli stessi che tra poco scenderannoa prenderlo. Perché Davide, il calcio, lo amava davvero aldilà del tifoe della passione. Era un calciatore, uno di quelli forti, perché giocavacol cuore. La Fortis Catanzaro la sua squadra, parte integrante dellasua vita. A ventitré anni sono queste le cose che contano, almeno chedovrebbero contare: le partite della squadra del cuore, le ragazze, isogni, la vita. Già, la vita! Quella che Davide si stava costruendopiano piano, con le sue esperienze, lavorando, ma cercando, nel con-tempo, di studiare per realizzare il suo avvenire. Era pronto per usciree raggiungere i suoi amici per un sabato sera poco o niente diverso

Lassù, solo tu, doveosano le “Aquile”

dagli altri. Tutto bene, si parte. Il locale è pienissimo, fa caldo, ma cisi diverte un mondo. Davide gode delle gioie peculiari dell’età, conla spensieratezza che nessuno riesca a fermare l’ebbrezza del mo-mento. Nessuno, ma forse qualcuno c’è, sicuramente più forte ditutti e di tutto. Il destino, il suo zampino non lo fa mancare mai. Cosìsi ritorna a casa, dopo avere trascorso una serata niente male, sottotutti i punti di vista. Davide e gli amici salgono in macchina, quellamacchina che dà forse il senso della libertà, la convinzione di poterarrivare dove si vuole. Si rincasa. E’ davvero tardi. Poco imporra:domani si dorme fino a mezzogiorno. Davide prende posto dietro.Non ci vorrà molto ad arrivare. Le luci sulla strada, le insegne fannoda guida, la musica è alta, ma non quanto i commenti sulla serata.Quattro persone, quattro teste, quattro cuori: sentono, in quei mo-menti, il sapore della vita. Chissà Davide cosa sta pensando. Chissàproprio! Di colpo il buio. Era in auto, ma adesso è lì, a terra, senzaparlare, senza capire nulla. Davide non c’è più. La sua vita si è stron-cata. Nella musica, nelle parole, nell’euforia di un sabato sera, quelgrande automezzo con le giostre pronte a ripartire non l’hanno pro-prio visto. Il cielo ruba sempre i migliori: Davide lo ha voluto con see beffardamente lo ha strappato alla vita, che proprio lui voleva vivereal massimo, nelle convinzioni cresciute giorno dopo giorno, negliideali, nei sogni e nelle piccole battaglie quotidiane di un ventenne.Il cielo adesso ha un colore più bello, con Davide che rende lo spet-tacolo ancor più meraviglioso. Lo stesso cielo che, dal lato meno cru-dele, ha reso Davide campione, prima di tutto e di tutti, portandololassù…”Solo tu dove Osano le Aquile”...Ieri, oggi, domani i tuoiamici ed i colori della squadra del cuore ti ricorderanno sempre eogni vittoria sarà tua. Il campione vero sei tu, non solo lassù dove seiriuscito a volare, ma qui dove hai osato gioire e sognare. Per sempre.”Ciao Davidone!”.

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Gianluca Procopioal timone

dei suoi “Allievi”

Il calcio, a volte, è uno sport romantico, che emoziona,trascina e fa commuovere, in virtù delle storie che puòraccontare.

Gianluca Procopio, catanzarese purosangue, nato nellacittà dei “Tre Colli” in un freddo gennaio di 36 anni fa, è l’em-blema di tutto questo. Giocatore di una professionalità unica, il“buon” Gianluca ha vestito le maglie di parecchi club prestigiosi.Come non ricordare i sui trascorsi in quel di Gela, Taranto, Cam-pobasso e Catanzaro, con la mitica, gloriosa maglia giallorossa,con la quale ha esordito nella stagione 1993/94, grazie a “mister”Enrico Nicolini, più precisamente in occasione dell’incontro con-tro il Savoia. Un sogno a occhi aperti per un ragazzo che, all’epoca, si stava av-vicinando alla soglia dei venti anni. Immaginate lo stato d’animo di un fanciullo di quella età, chescende in campo per la prima volta sul manto erboso del “NicolaCeravolo” di fronte a 5000 spettatori. Fiatone, batticuore, pathos:un mix di emozioni provate dall’attuale allenatore degli “Allievi”dell’US Catanzaro. Si, avete capito bene, un “allievo” delle Aquileche allena la seconda formazione delle giovanili, dopo la Berretti. Il primo pensiero va all’esordio di cui sopra. Occhi lucidi e unpizzico di commozione per il “mister”, con i suoi ragazzi che sifidano ciecamente di lui, considerandolo un padre.

Quale il ricordo più bello legato ai tempi dell’U.S. Catanzaro?“Senza ombra di dubbio la prima partita che ho giocato con la leg-gendaria maglia dei giallorossi. Era la stagione ‘93/’94 e gioca-vamo contro il Savoia. Ricordo quando mister Nicolini mi chiamò,dicendomi di iniziare la fase di riscaldamento, perché sarei entratoda lì a breve. Indossare la casacca della squadra della propria cittàè una cosa indescrivibile, figurarsi in un tempio come quello del“Ceravolo”. Ora allenare non è la stessa cosa, anche se guidare unundici del Catanzaro, seppur a livello giovanile, è motivo digrande orgoglio. Di questo devo ringraziare la società, il presi-dente Giuseppe Cosentino, Ciccio Cozza e Franco Modestia (re-sponsabile del settore giovanile n.d.r.), che mi hanno permesso dicoronare questo sogno”.

Parlando dei tuoi “Allievi”, quale il primo consiglio che haidato loro?“Senza dubbio essere umili, per non parlare che l’impegno ditutti i giorni deve essere sempre costante. Con questa mentalità è

L’ex calciatore dell’U.S. Catanzaroracconta i segreti dei ragazzi: dai consigli, alle ambizioni.

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fuori di dubbio che non soltanto si va avanti, ma si migliora intutto e per tutto. Dico ciò perché con la presunzione non si arrivada nessuna parte”.

Da uomo di calcio navigato, cosa manca al mondo pallonaroitaliano per ritornare ai fasti di un tempo. Allora si parlavadel più difficile campionato del mondo. Ora cosa non va?“Premesso che non è più lo stesso calcio, per cui, per rialzarci, èindispensabile innanzi tutto puntare sui settori giovanili. Non mistancherò mai di dirlo, considerato, tra l’altro, l’abbattimento deicosti. Cosa da non poco conto. In ogni caso, allo stato attuale, peressere alla pari con i vari campionati inglesi, spagnoli e tedeschi,bisognerà ancora attendere, per cui, per andare avanti, ripeto, lesocietà, fondamentalmente, dovranno attingere dai giovani locali”.

Dove vuole arrivare professionalmente Gianluca Procopio?“Sarà il campo a dirlo (sorride il nostro amico ndr). L’ambizioneè la prima caratteristica che non può assolutamente mancare; la-vorare sempre con impegno ritengo sia allora la giusta ricetta”.Per Gianluca Procopio anche una seconda esperienza, culminatacon la salvezza dell’Uesse, nella stagione 2006/07. L’allora presi-dente Pasquale Bove lo chiamò, insieme ad Umberto Brutto e Fa-brizio Ferrigno, al capezzale di una squadra allo sbando, cherischiava addirittura, la retrocessione in Serie D. Arrivò, invece,la permanenza nella categoria, in virtù anche dell’apporto di unragazzo di Catanzaro, che ha sempre amato la propria città e lapropria squadra, con l’aquila, simbolo dei tifosi catanzaresi…enon. Nell’accomiatarci, le previsioni del neo tecnico dell’undici degli“allievi” giallorossi da Lui allenato. “Sarà sicuramente una stagione dura e impegnativa, alla luceanche che il Catanzaro è stato incluso in un raggruppamento (gi-rone G n.d.r.), unitamente a formazioni di tutto rispetto, oltre cheinsidiose, quali, per citarne qualcuna, Avellino, Paganese e Sor-rento”. Gianluca Procopio: un tecnico dalla grande carica, sicuro di sestesso, ma sopratutto delle capacità tecniche dei giovani a Lui af-fidati.

Matteo Brancati

TABELLA SQUADRA ALLIEVI - GIR. G

ANDRIA BATARZANESEAVELLINOBARLETTACATANZAROHINTERREGGIO

JUVE STABIAMARTINA FRANCANOCERINAPAGANESESORRENTOTRAPANI

L’allenatore degli “Allievì” Gianluca Procopio

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Highlights

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Una amara notturna quella di venerdì scorsoa Latina. Una sconfitta per certi versi inat-tesa contro la squadra di casa. Un ko che,

anche se è maturato in seguito ad episodi a voltecontestati, ha mostrato una squadra giallorossa che deveancora crescere se vuole affrontare ad armi pari le grandicompagini del girone. Proprio come il Benevento, che saràla prossima dura avversario domenica prossima al VecchioMilitare. In attesa che la prima partitissima della stagionevada in scena al “Ceravolo” ripensiamo con giudizio al kodel “Francioni” perché possa essere un punto di partenza.Inquesta pagina alcuni scatti della serata in terra laziale.

Gli scattidell’amara nottedel “Francioni”

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Aperte le iscrizioni secondo le modalitàconsultabili sul sito ufficiale

E’ iniziata l’attività della Scuola Calcio.Essere giallorossi fin da bambini

Vivaio

E’ iniziata nel pomeriggio di lunedìscorso presso il centro Sportivo “Gi-rasole” di nel quartiere Sala l’attività

della Scuola Calcio Us Catanzaro. L’iscrizionedella scuola istituita nei mesi scorsi, sono aperte se-condo le modalità consultabili sul sito ufficiale delsodalizio giallorosso www.uscatanzaro1929. com.La società di via Pugliese ha reso noto gli orari edi giorni degli allenamenti che sono i seguenti: Lu-nedi e Mercoledi dalle ore 15 alle ore 18; Martedìe Giovedì dalle ore 15 alle ore 16.30. Sono coin-volti i Piccoli Amici dal 2004 al 2006 Pulcini dal2002 al 2003 e gli Esordienti dal 2000 al 2001. Lascuola calcio Catanzaro è un nuovo modo per av-vicinarsi ai colori giallorossi sin dai primi anni divita. Perché vivere il proprio amore per il Catanzaronon solo come tifosi ma anche divertendosi e im-parando a giocare a calcio si può. Emblematico loslogan che è evidente nella locandina della scuolacalcio: “la fede giallorossa comincia da bambino”.

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Quote rosa

Il calcio in gonnella propone sensazioni e opportunità differenti,ma è uno sport in grande crescita

Rilanciare il calcio femminilein città ed in Calabria

L’universo rosa del pallonenon sembra avere la città diCatanzaro tra le sue stelle più

brillanti. Tutt’altro! Come ricorderete, nellescorse settimane abbiamo cercato di descri-vere quanto accaduto nella città capoluogodi regione che - non è un mistero - negli ul-timi mesi, si è mostrata del tutto insensibileal richiamo del calcio femminile. Lascial’amaro in bocca quanto accaduto alla com-pagine della WS Catanzaro. Ci siamo ritro-vati, allora, a raccontare una storia figlia diuna terra evidentemente, senza dubbio avidadi brillanti intuizioni. Così si è arrivati a con-cretizzare la rinuncia, da parte della societàcatanzarese del presidente Antonio Rug-giero, ad un campionato prestigioso qual èquello della serie A2 nazionale. Nella scorsa stagione, la squadra allenata damister Alberti è stata protagonista di una ca-valcata meravigliosa, conclusa con la splen-dida promozione in A2. Le ragazzecatanzaresi entrano nell’elite del calcio fem-minile nazionale e lo fanno attraverso uncampionato strepitoso: ben 48 reti all’attivo,al cospetto di una soltanto incassata. Un mixdavvero esplosivo: una dirigenza capace elungimirante, calciatrici di spessore, un al-lenatore dalle idee chiare. La WS Catanzaro crede quindi in un pro-getto vincente e nel rilancio definitivo delcalcio femminile a Catanzaro e in Calabria.In poche settimane arriva però lo scontro(inevitabile) con i costi della categoria supe-riore, che sono importanti e decisamente piùimpegnativi rispetto a quelli della serie Cche – ricordiamolo – nel calcio femminile,è un torneo a carattere regionale. Ecco allorala scelta obbligata: la squadra di calcio fem-minile della città costretta a rinunciare allaserie A2. Il traguardo conquistato con tantisacrifici sfuma nel momento di massimaesaltazione. Trapela l’amarezza e la rabbiadel presidente Ruggiero: “Eccoci qui, co-stretti a rinunciare all’iscrizione in serie A2per l’indifferenza del mondo imprenditorialecatanzarese e calabrese”. Oggi, semplicemente girovagando un po’ suinternet, ci si accorge facilmente come nellanostra regione il richiamo del calcio in rosanon sia del tutto sopito. Diversi i post in cui

genitori calabresi appassionati (di Crotone,di Catanzaro, di Gioia Tauro) chiedonodell’esistenza di scuole calcio femminili.Può essere un punto di partenza importanteper un riscatto immediato. Ma occorre dav-vero un cambio di mentalità, così come re-cita una fortunata canzone dei Negrita diqualche anno fa. Oggi non si può fare diver-samente. Perché è senza dubbio vero che, senella città capoluogo si accenna al calciofemminile, in automatico si storce il naso. Ilpanorama non offre dirette tv, né si può par-lare di stadi pieni o allenatori contesi sulmercato, che poi firmano contratti milionari. Il calcio femminile propone sensazioni e op-portunità differenti, ma è uno sport in grandecrescita. A Catanzaro, al momento, non lo

hanno capito. Per provare a cambiare que-sto stato di cose, proprio dalla WS Catan-zaro arriva un segnale importante: la societàdel direttore generale Giovanni Marulloscommette forte sui giovanissimi talenti pre-senti in Calabria e quindi sulla bontà dellascuola calcio in rosa. In questo senso deveintendersi la recente affiliazione della WScon l’associazione Catanzaro giovanile2008. Un accordo che permetterà a ragazzie ragazze della scuola calcio di indossare ab-bigliamento sportivo originale dell’U.S. Ca-tanzaro, seguiti in qualità di responsabiledall’ex giallorosso Sandro Rispoli.

r.d.g.

Il portiere Alessia Modestia

La Woman Soccer

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Calcio a 5 di tonI rotundo

Primi risultati a sorpresa, ma si tratta ancora di calcio estivo.Un torneo, comunque, che si presenta abbastanza interessante

Con la Coppa Italia al via la nuova stagione agonistica

Con una settimana di anticiporispetto alle previsioni, è ini-ziata, sabato scorso, la Coppa

Italia. Una competizione riservata alle squa-dre partecipanti ai campionati regionali diserie C1 e C2, all’interno dei quali sono in-serite le compagini della nostra provincia:Tre Colli, Soverato e Futsal Enotria, per quelche concerne la C1, S’Elia e Cavita C5, in-serite, invece, nel girone A della serie C2.Nella giornata di sabato scorso si è assistitoallo scontro tra S’Elia e Tre Colli (sul camponeutro di Sorbo San Basile, per inagibilità delpalasport “Sant’Elia”), che ha visto la squa-dra ospite imporsi, con un perentorio 0 a 7,sulla compagine casalinga.L’altro match, tra Cavita Calcio a 5 e FutsalEnotria, si è concluso, con grande stupore ditutti, con il successo dei padroni di casa (5-3il risultato). Una vittoria certamente inspe-rata, considerato il valore tecnico dell’avver-sario. Il quintetto della Futsal Enotria,probabilmente, è rimasto sorpreso da unasquadra, di cui, in realtà, non conoscevano lecaratteristiche. Ad ogni modo il risultato appare ancoraaperto ed i margini di recupero, per la garadi ritorno, appaiono, decisamente, ampi.Nella terza sfida, una squadra della nostraprovincia, il Soverato, si è sbarazzata agevol-mente, con un perentorio 11 a 3, di un ancora”sprovveduta” Futsal Club Filadelfia, che,per la prima volta, si presenta ai nastri di par-tenza di un campionato di C2. Di certo, la caratura tecnica della compaginesoveratese è di primissimo piano, visti i nomiche ne compongono la rosa: Celia, Pastori,Lanciano, D’Elia, Patruno, Tavano (solo percitarne alcuni), che elevano la stessa, tra lemigliori squadre della regione. Non comincia nel migliore dei modi, quindi,la stagione per la Futsal Enotria. La società,ottenuto il ripescaggio in C1, ha deciso dipuntare sui ragazzi, affidando un gruppo gio-vanissimo e ben affiatato ad un tecnico al-trettanto giovane, dalle enormi potenzialità,dimostrate negli ultimi tre anni, proprio allaguida della squadra juniores della stessa so-cietà.Proprio dal tecnico Matteo Brescia, abbiamocercato di capire le sensazioni in merito a

questa nuova esperienza.“Il gruppo – ha sottolineato - in questo mo-mento, è sufficientemente ampio e ciò mipone nelle condizioni di lavorare bene, so-prattutto, perché permette di poter dividere icarichi di lavoro durante gli allenamenti .Poi, ovviamente, verranno fatte delle scelte.Ma per ora sono davvero contento perché la-voriamo bene e seriamente.Per quel che concerne i valori delle nostreavversarie, ritengo che da una parte ci sonoformazioni che hanno dichiarato aperta-mente di voler salire di categoria, mentre dal-l’altra, ve ne sono altre, che si sono reseprotagoniste di una campagna acquisti inte-

ressante, che potrebbero stupire. In ognicaso, una squadra giovane come la nostradeve affrontare, dal punto di vista tecnico ementale, ogni avversario con lo stesso gradoelevato di concentrazione, al fine di superaretutte quelle difficoltà che, inevitabilmente,l’inesperienza ci causerà. Per me – ha pro-seguito il mister - nonostante sia la primastagione da tecnico di prima squadra, l’entu-siasmo e la curiosità di constatare quanto dibuono sia capace di fare questo splendidogruppo, sono fortissimi. L’obiettivo è quellodi poter ottenere una salvezza tranquilla; poi,man mano che il campionato andrà avanti,cercheremo di farci trovare pronti a ciò che

lo stesso vorrà riservarci.Non nascondo che la fiduciae la stima che nutro per imiei ragazzi, mi fa pensare,con una certa “presunzione”,di poter ottenere traguardipiù importanti. Del resto –ha concluso Brescia - l’en-tusiasmo di tutta la società,collegato alla decisione diaccettare con serenità qua-lunque sarà il verdetto finaledi questo “esperimento”, miconsentirà di lavorare senzaalcuna pressione psicolo-gica”.

La squadra del Futsal Enotria

Marco Mirante

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I nostri inserzionisti

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mento più immediato nelle questioni di sa-lute.Sull’argomento, abbiamo posto alcunedomande al Presidente di FederfarmaRegionale Calabria, Vincenzo Defilippo.Quali cambiamenti sta mettendo in atto lafarmacia per fronteggiare l’evoluzionedistributiva che subisce il bene farmaco?“Strumenti capaci di rispondere in primoluogo ai bisogni del cittadino, veroprotagonista delle attività che la farmaciarealizza, e di cui oggi altri competitors in-tendono appropriarsi: per questo il nostrocanale deve saper accettare le sfide che ar-rivano dal mercato e vincerle. Dalla con-

sapevolezza di questa sfida, e dalla convin-zione di avere la forza per vincerla, oggipiù che mai stiamo constatando la neces-sità indifferibile di individuare nuove effi-caci strategie che ci consentano di superareindenni il complesso momento che stiamoattraversando. Le novità del mercato ri-schiano spesso di travolgere, inopinata-mente, quello che consideravamoconsolidato, accettato e riconosciuto el’ambiente si anima di dibattiti finalizzatiad identificare nuove regole, nuovi scenarie nuovi slogan, magari soltanto in manieraopportunistica per permettere ad altri attoridi entrare in nuovi mercati, utilizzando la“sempreverde” argomentazione della di-fesa del potere di acquisto del cittadino.Questa breve introduzione serve per fareun po’ di chiarezza in questo momento diestrema confusione e deriva liberistica eper ricordare e riaffermare con forza ilruolo del passato, presente e futuro diquelle che mi piace definire “una filiera diservizio”.

(continua)

Il farmacista primo presidio medico

Il Dott. Defilippo

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